Aprile 2012

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MOVIMENTO GIOVANILE FRANCESCANO DI SICILIA Newsletter - Aprile 2012 1 CALENDARIO MGF Gli appuntamenti MGF per il mese di aprile. Pagina 4 Newsletter Mensile - Anno IV Aprile 2012 HO VISTO IL SIGNORE! Una riflessione sull’MGFest e la necessità di intraprendere percorsi nuovi di esperienza di Dio nella Chiesa. Pagina 1 GESÙ CAMBIA LA VITA! Arianna ci testimonia la gioia di aver visto e accompagnato la conversione a Gesù di Claudia, Ambra, Rosalba e tanti altri... Pagina 4 HO VISTO IL SIGNORE! Già a poche ore dal termine dell’MGFest 2012, il social-network Facebook era inondato da centinaia commenti sulla giornata, commenti che sono cresciuti alla pubblicazione delle prime foto. Dai post online si è subito compreso che l’obiettivo prefissato è stato ampiamente raggiunto, che cioè l’MGFest doveva essere una vera e propria esperienza di Dio. L’avevamo, infatti, anticipato nella presentazione dell’evento: i giovani – ma non solo – vogliono vedere un Gesù vivo, realmente presente e all’opera nella Chiesa e nel mondo. Perciò occorreva rispondere a questa richiesta, non tanto parlando di Gesù, bensì conducendo i partecipanti ad un incontro personale con Lui. Spesso la Chiesa di oggi, al suo interno come nei confronti del mondo, somiglia ai discepoli di Emmaus nel loro percorso verso casa: conosce tutto di Gesù, parla correttamente di Lui, ma è incapace di vederlo accanto a sé e di mostrarlo fuori di sé. E se questo è vero in generale, molto più marcata è questa “inesperienza” nell’ambito giovanile: nei gruppi ecclesiali tradizionali si parla molto di Gesù, ma anche degli aspetti psicologici, sociologici, etici e morali del vivere umano e cristiano, ci si sofferma molto anche nell’aspetto ludico dell’esperienza giovanile, ma ci si dimentica che la fede cristiana è innanzi tutto una Persona, Gesù il Cristo. Si parla e ci si adopera molto per tenere uniti i giovani come gruppo, puntando sulla fraternità, sulla bellezza dello stare insieme, del camminare insieme, del lavorare insieme… e si tralascia il fatto che ciò che ci unisce è l’esperienza del Risorto, che il centro del vivere cristiano come ecclesia è l’essere uniti a Felice Pasqua dai frati e le suore dell’MGF-Sicilia. La luce del Risorto guidi i vostri passi verso tutti coloro che ancora vivono nelle tenebre del peccato e della morte. ALLELUIA!

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Newsletter mensile del Movimento Giovanile Francescano di Sicilia

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M O V I M E N T O G I O V A N I L E F R A N C E S C A N O D I S I C I L I A

Newsletter - Aprile 2012 1

CALENDARIO MGF

Gli appuntamenti MGF per il mese di aprile.Pagina 4

Newsletter Mensile - Anno IV Aprile 2012

HO VISTO IL SIGNORE!Una riflessione sull’MGFest e la necessità di intraprendere percorsi nuovi di esperienza di Dio nella Chiesa.Pagina 1

GESÙ CAMBIA LA VITA!Arianna ci testimonia la gioia di aver visto e accompagnato la conversione a Gesù di Claudia, Ambra, Rosalba e tanti altri...Pagina 4

HO VISTO IL SIGNORE!Già a poche ore dal termine dell’MGFest 2012, il social-network Facebook era inondato da centinaia commenti sulla giornata, commenti che sono cresciuti alla pubblicazione delle prime foto. Dai post online si è subito compreso che l’obiettivo prefissato è stato ampiamente raggiunto, che cioè l’MGFest doveva essere una vera e propria esperienza di Dio. L’avevamo, infatti, anticipato nella presentazione dell’evento: i giovani – ma non solo – vogliono vedere un Gesù vivo, realmente presente e all’opera nella Chiesa e nel mondo. Perciò occorreva rispondere a questa richiesta, non tanto parlando di Gesù, bensì conducendo i partecipanti ad un incontro personale con Lui.Spesso la Chiesa di oggi, al suo interno come nei confronti del mondo, somiglia ai discepoli di Emmaus nel loro percorso verso casa:

conosce tutto di Gesù, parla correttamente di Lui, ma è incapace di vederlo accanto a sé e di mostrarlo fuori di sé. E se questo è vero in generale, molto più marcata è questa “inesperienza” nell’ambito giovanile: nei gruppi ecclesiali tradizionali si parla molto di Gesù, ma anche degli aspetti psicologici, sociologici, etici e morali del vivere umano e cristiano, ci si sofferma molto anche nell’aspetto ludico dell’esperienza giovanile, ma ci si dimentica che la fede cristiana è innanzi tutto una Persona, Gesù il Cristo. Si parla e ci si adopera molto per tenere uniti i giovani come gruppo, puntando sulla fraternità, sulla bellezza dello stare insieme, del camminare insieme, del lavorare insieme… e si tralascia il fatto che ciò che ci unisce è l’esperienza del Risorto, che il centro del vivere cristiano come ecclesia è l’essere uniti a

Felice Pasquadai frati e le suoredell’MGF-Sicilia.

La luce del Risortoguidi i vostri passiverso tutti coloro

che ancora vivono nelle tenebre del peccato e

della morte.ALLELUIA!

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Gesù: è Lui, infatti, l’unico motivo e collante del vivere insieme come Chiesa.Da qui nasce anche l’incapacità da parte delle nostre comunità e dei giovani in particolare di “dire Gesù” al mondo di oggi, tradendo così il fondamento e l’essenza stessa dell’essere Chiesa che esiste per evangelizzare, cioè per testimoniare e annunciare Gesù al mondo. «La Chiesa lo sa. Essa ha una viva consapevolezza che la parola del Salvatore – Devo annunciare la buona novella del Regno di Dio (Lc 4,43) – si applica in tutta verità a lei stessa. E volentieri aggiunge con San Paolo: “Per me evangelizzare non è un titolo di gloria, ma un dovere. Guai a me se non predicassi il Vangelo (1Cor 9,16). È con gioia e conforto

che noi abbiamo inteso, al termine della grande Assemblea dell’ottobre 1974, queste parole luminose: “ Vo g l i a m o n u o v a m e n t e confermare che il mandato di evangelizzare tutti gli uomini costituisce la missione essenziale della Chiesa (cf. Dichiarazione dei Padri Sinodali, 4), compito e missione che i vasti e profondi mutamenti della società attuale non rendono meno urgenti”. Evangelizzare, infatti, è la grazia e la vocazione propria della Chiesa, la sua identità più profonda. Essa esiste per evangelizzare.» (PAOLO VI, Evangeli Nuntiandi, n. 14).È giunto il tempo, ed è

questo, nel quale dobbiamo renderci conto maggiormente e convintamene che non viviamo più in un mondo socialmente e culturalmente cristiano, che la fede non è più patrimonio di tutti, che buona parte delle famiglie non comunicano più la fede e che il mondo degli adolescenti e dei giovani è il primo a subirne le conseguenze. «Non si può più dare per scontato che tra noi e attorno a noi, in un crescente pluralismo culturale e religioso, sia conosciuto il Vangelo di Gesù (...). C’è bisogno di un rinnovato primo annuncio della fede» (CEI, Il volto missionario delle parrocchie in un mondo che

cambia, n. 6). I vescovi riconoscono che il problema della fede non è fuori dalla Chiesa, ma anche e prima di tutto “tra noi”. Pertanto il primo annuncio della fede che è trasmissione non tanto di una dottrina ma della Persona vivente e operante di Cristo va’ sicuramente rivolto innanzi tutto a quanti si dicono Chiesa. Già l’apostolo Paolo si chiedeva retoricamente come i non-credenti possano arrivare alla salvezza invocando il nome del Signore se prima non crederanno in Lui… E come crederanno in colui del quale non hanno sentito parlare? Come ne sentiranno parlare senza qualcuno che lo annunci? (cfr Rm 10,9-15).

Papa Giovanni Paolo II nella Novo millennio ineunte al n. 40 esortava ogni cristiano a diventare annunciatore a partire dall’esperienza viva e vitale di Gesù: Chi ha incontrato veramente Cristo, non può tenerselo per sé, deve annunciarlo. Occorre un nuovo slancio apostolico che sia vissuto quale impegno quotidiano delle comunità e dei gruppi cristiani. Ciò mette in luce come il compito dell’evangeliz-zazione è dato ad ogni cristiano, a tutto il popolo di Dio: ogni persona che ha fatto esperienza viva di Gesù Cristo Signore è chiamato, proprio in forza di questo straordinario incontro a dire: Gesù è il Signore! Gesù è il mio Signore!Comprendiamo allora bene che per corrispondere al mandato fondamentale della Chiesa occorre fare esperienza di Gesù Risorto, altrimenti si incorrerà nel rischio sempre attuale di restare chiusi nel cenacolo. Cosa, infatti, permise a quegli impauriti discepoli di duemila anni fa di uscire fuori dal cenacolo e di mettere a repentaglio la propria vita se non l’aver fatto esperienza del Risorto. Non dimentichiamo che il primo annuncio della Chiesa è stato: Ho visto il Signore! Essa ne teneva in così gran conto che gli storici e gli esegeti hanno appurato che la Chiesa delle origini teneva un elenco aggiornato di tutti quei discepoli che avevano incontrato personalmente il Risorto e, pertanto, ne erano testimoni qualificati: A voi infatti ho trasmesso, anzitutto, quello che anch'io ho ricevuto, cioè che Cristo morì per i nostri peccati secondo le Scritture e che fu sepolto e che è risorto il terzo giorno secondo le Scritture e che apparve a Cefa e quindi ai Dodici. In seguito apparve a più di cinquecento fratelli in una sola volta: la maggior parte di essi vive ancora, mentre alcuni sono morti. Inoltre apparve a Giacomo, e quindi a tutti gli apostoli. Ultimo fra tutti apparve anche a me… (1Cor 15,3-8).Ritornando all’MGFest del 25 marzo scorso, riteniamo di aver contribuito con esso a realizzare e manifestare quell’esperienza che ogni gruppo e comunità ecclesiale dovrebbe sperimentare nel proprio ambiente: annuncio – testimonianza – incontro personale. Da questa esperienza – che se vera suscita inevitabilmente la fede o una rinnovata fede in Cristo – scaturirà immediata quella sete di conoscenza e di impegno cristiano nella Chiesa che Luca, negli Atti degli apostoli, raggruppa nei quattro pilastri/perseveranze di coloro che venivano alla fede: Erano perseveranti nell'insegnamento degli apostoli e nella comunione, nello spezzare il pane e nelle preghiere (At 2,42). È, di conseguenza, anche chiaro che i modelli tradizionali dei gruppi catechetici/formativi e associativi dei giovani sono chiamati a ripensarsi alla luce di questa novità storica costituita dalla Nuova Evangelizzazione che ricalca l’esperienza delle origini. Benedetto XVI, nel suo recente viaggio apostolico in Germania (settembre 2011), facendo un’analisi della situazione di scristianizzazione della società attuale, così dichiarava: In Germania la Chiesa è organizzata in modo ottimo. Ma, dietro le strutture, vi si trova anche la relativa forza spirituale, la forza della fede in un Dio vivente? Sinceramente dobbiamo però dire che c’è

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un’eccedenza delle strutture rispetto allo Spirito. Aggiungo: la vera crisi della Chiesa nel mondo occidentale è una crisi di fede. Se non arriveremo ad u n v e r o rinnovamento nella fede, tutta la riforma strutturale resterà inefficace. A partire da questa constata-

zione, il pontefice ha proposto un metodo: le persone alle quali

manca l’esperienza della bontà di Dio, hanno bisogno di luoghi, dove possano parlare della loro nostalgia interiore. Qui siamo chiamati a cercare nuove vie dell’evangelizzazione. Una di queste vie potrebbe essere costituita dalle piccole comunità, dove si vivono amicizie, che sono approfondite nella frequente adorazione comunitaria di Dio. Qui ci sono persone che raccontano le loro piccole esperienze di fede nel posto di lavoro e nell’ambito della famiglia e dei conoscenti, testimoniando, in tal modo, una nuova vicinanza della Chiesa alla società. A quelle persone appare poi in modo sempre più chiaro che tutti hanno bisogno di questo cibo dell’amore, dell’amicizia concreta l’uno con l’altro e con il Signore. Resta importane il collegamento con la linfa vitale dell’Eucaristia, perché senza Cristo non possiamo far nulla (cfr Gv 15,5).Lo stesso tipo di proposta il Papa l’ha rivolta ai giovani nel recente Messaggio per la XXVII Giornata Mondiale della Gioventù (1 aprile 2012): Spetta soprattutto a voi, giovani discepoli di Cristo, mostrare al mondo che la fede porta una felicità e una gioia vera, piena e duratura. E se il modo di vivere dei cristiani sembra a volte stanco ed annoiato, testimoniate voi per primi il volto gioioso e felice della fede. Il Vangelo è la «buona novella» che Dio ci ama e che ognuno di noi è importante per Lui. Mostrate al mondo che è proprio così! Siate dunque missionari entusiasti della nuova evangelizzazione! Portate a coloro che soffrono, a coloro che sono in ricerca, la gioia che Gesù vuole donare. Portatela nelle vostre famiglie, nelle vostre scuole e università, nei vostri luoghi di lavoro e nei vostri gruppi di amici, là dove vivete. Vedrete che essa è contagiosa.In entrambi questi passaggi, Benedetto XVI rivela la conoscenza e la proposta di un metodo ben preciso e diffuso per la Nuova Evangelizzazione, quello che parte dall’esperienza personale e costante di Gesù (nell’Eucaristia celebrata e adorata, nella Parola ascoltata e vissuta, nella preghiera personale e comunitaria, nell’amore fraterno…) e passa attraverso la testimonianza/evangelizzazione del proprio ambiente vitale (in greco: oikos), cioè delle persone con le quali si convive quotidianamente: famiglia, colleghi di studio o di lavoro, amici e conoscenti vari. È quel metodo che già san Francesco aveva assunto per la fraternità minoritica nascente e che oggi il Movimento Giovanile Francescano di Sicilia ha fatto proprio e propone con l’esperienza delle Porziuncole.Esse per alcuni costituiscono il primo approccio/incontro con Gesù e alla vita comunitaria dopo anni di assoluta lontananza dall’esperienza di fede, per altri è un modo nuovo per rinnovare il proprio discepolato cristiano e poter vivere con maggiore coscienza l’esperienza dei gruppi e associazioni ecclesiali tradizionali, per tutti l’opportunità di poter crescere con perseveranza come testimoni di Cristo ed evangelizzatori convinti nei confronti dei propri familiari, amici e colleghi.

Questo nuovo approccio al discepolato cristiano e all’evangelizzazione è, in alcuni settori della Chiesa, più temuto che incoraggiato, poiché queste nuove esperienze mettono in crisi visioni e progetti associativi storici e tradizionali. Vale per tutti la parabola delle rane nel pozzo a cui abbiamo assistito nel Palacultura di Messina all’inizio dell’MGFest: fuori dai nostri pozzi bui, tristi e stanchi, c’è un mondo di luce, di gioia e di vita che, fintanto non se ne fa esperienza, non possiamo giudicare né tanto meno condannare. È un mondo che è sempre esistito ed è stato a portata di tutti, ma solo in pochi l’hanno sperimentato – come San Francesco o altri santi uomini e donne che il Signore ha suscitato nel tempo – mentre noi, che ci diciamo loro eredi spirituali, l’abbiamo dimenticato, colorato di negatività e temuto perché presi dallo stare insieme, dal fare gruppo e dal salvaguardare le strutture che ci siamo costruiti attorno, strato dopo strato, lungo i secoli. Eppure esso può colorare di una luce nuova la nostra fede e la nostra vita.Oggi, come francescani, siamo ancora chiamati, al pari del nostro fondatore, a restaurare la Chiesa. Restaurare non ricostruire! Ricostruire, infatti, significa abbattere l’esistente per edificare qualcosa di nuovo. Restaurare, invece, esige rispetto per il progetto iniziale e per quanto è originale ed essenziale nell’opera, eliminando, invece, ciò che oggi appesantisce il c a p o l a v o r o v o l u t o dall’autore e che fa perdere il senso originario del progetto e la sua bellezza intrinseca. In altre parole: come francescani siamo sempre chiamati a vivere la freschezza del Vangelo delle origini, così come Francesco l’ha voluta vivere attualizzandola nel suo tempo, impegnandoci sempre ad alleggerirci delle sovrastrutture e dagli attaccamenti al passato e alle sante tradizioni, ai metodi, ai numeri… che non rispondono più alle esigenze di un mondo contemporaneo che è cambiato e che esige risposte nuove ed attuali ad esigenze nuove ed attuali, con il Vangelo di sempre.Che la profonda esperienza di Gesù vissuta all’MGFest di quest’anno, come testimoniato all’unanimità dai partecipanti, costituisca una vera e radicale svolta nel concepire il senso della fede cristiana e della vita ecclesiale e sociale e susciti in tutti il desiderare e la ricerca costante di quelle forme più utili e opportune per crescere nel discepolato di Cristo contribuendo di fatto alla Nuova Evangelizzazione dei giovani della nostra terra. La storia continua…

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CENTRO REGIONALE PER LA PASTORALE GIOVANILE

E VOCAZIONALE OFM CONV.

Convento S. Maria della DaynaSalita San Francesco

90035 Marineo

Tel: 091 [email protected]

CALENDARIO MGF

13/15 aprile ad AssisiCorso di formazione nazionale per tutti gli animatori Gi.Fra.

15 aprile a Termini Imerese

Consiglio Regionale Gi.Fra.

in evidenza

NOTTI DINICODEMO

17 aprilea Palermo

24 aprilead Enna

Il   9   marzo   2012   la   fraternità   OFS-­‐GIFRA  di   Trapani  ha   gioito   per   un  evento   meraviglioso:   tre   ragazze  (Ambra,   Claudia   e  Rosalba)   hanno  maturato   ne l   loro   cuore   e  realizzato   il  desiderio  di  ricevere   la  prima  comunione.

Il   loro   percorso   inizia   da   una   piccola   ma   perseverante  preghiera.  Ho  pregato   il  Signore  per   far  nascere  nel  cuore  di  Claudia   il   desiderio   di   conoscerlo   e  di   incontrarlo   nella   sua  vita.  Dopo  un  po’   di  tempo  proprio   Claudia   (che  non  ha  mai  fatto   il   catechismo,   che   andava   in   chiesa   solo   per   i  matrimoni,  che  si  rivolgeva   al  Signore  dandogli   “del   lei”)   ha  iniziato   a   chiedermi   dei   chiarimenti   su   Gesù,   sulla   chiesa,  sulla   fede,   sul  perché  del  mio   comportamento,   del  mio   stile  di   vita,   della   mia   fede.   Con   Claudia   ho   condiviso,  testimoniato  e  anche  spiegato  l’amore  che  Dio  mi  ha  donato  in  ogni  momento  della  mia  vita.  Ma  questo   non  bastava  più.  Mi   ha   chiesto   di   farle   un   corso   di   preparazione   per   la  comunione  e  la  cresima.  Qualcosa  dentro  di  me  mi  ha  spinto  a   dire   un   “si”   che   ha   sorpreso   anche   me   stessa!   Dopo  qualche  settimana  si  aggiungono  Rosalba  ed  Ambra   (amica   e  cugina   di   Claudia)   per   intraprendere   questo   percorso.   Nel  frattempo   io  e  Fabio  (il  mio   fidanzato)  ci   siamo  ritrovati  con  quasi   la   totalità   dei   nostri   amici   che   ci   chiedevano  “spiegazioni”  su  Dio,  Gesù,   il  peccato,  ecc…Così  siamo   stati  interi   sabati   sera,   fino   anche  le  tre  del  mattino,   a   parlare  di  Gesù   a   queste   persone.   Abbiamo   così   deciso   di   creare   un  percorso   per   questi   giovani   partendo   dai   fondamenti   della  fede.   Il   giorno   prima   di   iniziare   il   percorso   si   aggregano  anche   due   amici   di   Fabio   per   ricevere   la   cresima.   Da   tutto  questo   siamo   giunti   di   fronte   a   Gesù   Eucaristia   e   proprio  davanti  a   Lui   tutti   questi   giovani,   personalmente,  gli   hanno  affidato  la  loro  vita.

Claudia  per  me  è  il  caso  più  “eclatante”  (forse  perché  è  la  mia  migliore  amica):   dopo   la   prima   confessione  non  dice  più   una  parolaccia,   ha   smesso   di   fumare  a   patto   che  il  suo  fidanzato  andasse  in  chiesa   con  lei   ogni  domenica,   legge  ogni  giorno   il  Vangelo   (e   mi   “costringe”   a   documentarmi   sui   dubbi   che   le  sorgono!!!).

Ho   visto   con   i   miei   occhi   la   potenza   del   Signore.   Lui   PUÒ  cambiare   la   vita   delle  persone  che  ti   stanno  vicino.   Abbiamo  raccontato   pochi   giorni   fa   a   questi   nuovi   discepoli   di   Cristo  tutto   il   processo   di   evangelizzazione   che   abbiamo   messo   in  atto   nei   loro   confronti,   anche  perché  non   si   spiegavano   da  dove  gli   fossero   venute,  all’inizio   di  questo   percorso,   tutte  le  domande  che  ci  hanno  posto.

Questo   è  il  metodo   della   Porziuncola   del   Disciples   Project.  Un   metodo   che   ti   fa   riscoprire   la   tua   fede,   che   ti   fa  percepire   la   presenza  di   Dio   nella   tua   vita,   che   ti  riempie  il  cuore   di   speranza   e   d’amore.   Un   amore   che   non   si   può  trattenere   per   sé,  ma   che  si   dona   spontaneamente,   che   ti  rende  strumento  di  Dio.E  allora,  veramente,  come  gli  apostoli,  possiamo  vedere  Gesù  e  i  suoi  prodigi!!!  Pace  e  Bene.

Arianna  CortesianoPorziuncola  1  di  Trapani

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Gesù cambia la vita!

16 aprile a Pergusa

Incontro dei frati

responsabili locali PGV

29 aprile a Marineo Ritiro G.M.I.

Domenica 18 marzo, nove giovanissimi di Alcamo hanno emesso la loro prima promessa Gi.Fra. mentre altri quattro hanno chiesto di iniziarne il percorso formativo.Buon cammino da tutto l’MGF-Sicilia.