Antico e Primitivo Rito Orientale Rettificato di Mitzraїm e...

Antico e Primitivo Rito Orientale Rettificato

di Mitzraїm e Memphis

Sovrano Gran Santuario Byzantium

AAll llaa rr ii cceerrccaa

ddee ll SSEE’’ Anno V

Giugno

2018

N.06

La presente pubblicazione non è in vendita ed è riservata ai soli membri del Rito.

Stampato in proprio

Viene riportata anche in Internet, sul sito dell'Antico e Primitivo Rito Orientale Rettificato di

Mitzraïm e Memphis: http://www.mitzraimmemphis.org/

ALLA RICERCA DEL SE’ ALLA RICERCA DEL SE’ - Luglio 2016- Luglio 2016

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SOMMARIOSOMMARIO

CORPO MASSONICO S... G... H... S... G... M... - pag.3

BREVI CENNI RIGUARDO LA VARIETA’ DEI RIFERIMENTI SULLA

NOSTRA STRADA INIZIATICA - Isabella - pag.11

DESIDERIO E VOCI DELLA COSCIENZA - Luca - pag.16

SULLA STRADA DEL RITORNO - Alberto - pag.18

APPUNTI SUGLI ASPETTI SIMBOLICI E METAFISICI

DELLE FORME ARBOREE - Eva - pag.21

Redazione

Direttore Responsabile: Renato Salvadeo - via Bacchiglione 20 - 48121 Ravenna

AALLA RICERCALLA RICERCA

DEL SE’DEL SE’intuizione della conoscenza e conoscenza dell’intuizione

CCorpo Massonico

Il S.Il S. .. .G..G. .. .H..H. .. ..S.S. .. .G..G. .. .M..M... ..

SS pesso, nell’immaginario collettivo si ipotiz-

zano molteplici cose per identificare strutturecomplesse come quelle massoniche.Quello che oggi ci arriva dai media, è frequente-mente etichettato in modo tendenzialmentenegativo. Infatti, sotto la copertura di nomiriconducibili alla Massoneria, la cronaca rac-conta che purtroppo si può trovare veramente ditutto e non di rado anche di eticamente scorret-to.Ciò che però sembrerebbe accomunare ogniObbedienza, ogni struttura, escludendo le devia-zioni opportunistiche, antitetiche ai principi

stessi, posti alle origini del manifestarsimassonico, potrebbe essere individuato,sia nei concetti di Tradizione, di Inizia-zione, che nelle metodologie della for-

mazione e della comunicazione tendenti per lopiù al filone ermetico, seppur pesantementeinfluenzata da quello composito, kabbalistico,anche se di solito questo secondo aspetto sembraessere ignorato da molti.In merito alla Tradizione, sarà opportuno cerca-re di capire cosa si voglia veramente “consegna-re, trasmettere”, tramite queste organizzazioni.Secondo uno dei significati con cui questa paro-la viene genericamente intesa e quindi adopera-ta, si potrebbe immaginare anche una sempliceconsuetudine, intendendola come trasmissionescritta e/o orale, di memorie, eventi, usanze,ritualità, costumi, leggende, credenze, di ungruppo umano, indipendentemente dalla suagrandezza numerica.

Però, in ambito massonico,si tende a privilegiare l’a-spetto filosofico, metastori-co tradizionale, identifican-dolo con la “T” maiuscola. Così, ci si sposta su principitrascendenti che agisconoattraverso la dimensionetemporale delle generazionie delle attività umane, carat-terizzate anche da moltepliciforme di culto. Per tali motivi, pur non con-figurandosi come una reli-gione, la Massoneria, che losi voglia o no, rimane co-munque influenzata da tutti idepositi mistici che hannocaratterizzato le religioni indiversi millenni, anche inmodo differente e moltocontrastante. Non a caso, uno dei land-mark più importanti fà infat-ti riferimento al “credere inun essere supremo” che puòidentificarsi per lo più come

3Informazioni e storia sull’Antico e Primitivo Rito Orientale Rettificato di Mitzraїm e

Memphis possono essere letti sul sito: http://www.mitzraimmemphis.org/

Conservazione ed alimentazione del fuoco sacro a cura delle Vestali

ALLA RICERCA DEL SE’ ALLA RICERCA DEL SE’ - Giugno 2018- Giugno 2018

Grande Architetto dell’Universo, oppurecome Supremo Artefice dei Mondi, ecc.ma che in sintesi si riferisce all’imma-nenza di Dio (comunque lo si desideriidentificare).Ne consegue, che chiunque si proponga con unpunto di vista ateista, come ad esempio accadein alcune strutture francesi (ma non solo in quel-le), non avrebbe alcun titolo di fregiarsi del-l’emblema massonico. Però è noto che lo sifaàovunque ugualmente, in modo oggettivamen-te doloso e contro-iniziatico.Avendo accennato alla contro-iniziazione, saràopportuno scrivere qualche cosa anche sull’Ini-ziazione che in generale, come termine, si fadiscendere dal latino in merito all’avvio di unparticolare accadimento o di un’azione.In ambito massonico, si tratta, secondo la prassitradizionale, di una o di varie cerimonie (anchemolto differenti per ogni Rito) che mantenendoil punto di vista metafisico, dovrebbero permet-tere l'abbandono di una condizione spirituale“primitiva” per accedere progressivamente aduna differente, di qualità più elevata.Ho scritto “progressivamente”, perché mentre il“subire” una cerimonia “regolare” dovrebbeconsentire una sorta di “magica”, immediata,apertura di credito, saranno poi i pensieri, leparole e le azioni dello stesso adepto a sancire ilreale cambiamento oppure il fallimento dell’im-

presa in cui le scelte personali si svele-ranno determinanti per qualsiasi cosa.Ovviamente, il tutto si svilupperà in unasorta di percorso guidato dove coloro che

saranno preposti a determinati compiti (spessoquesti soggetti sono di alto livello nella gerar-chia di una struttura) guideranno il neofita attra-verso la comprensione e l’applicazione di unmetodo (mi ripeto: è quasi sempre differente perogni Rito/Obbedienza) finalizzato ad un auspi-cabile aumento di conoscenza (è abitudine par-larne anche come aumento di Luce). Questo pro-cesso formativo, include gli svelamenti, almenodal punto di vista culturale, di quelle crittogra-fie ermetiche di cui sono ricchi i Rituali chesono per lo più riservati a coloro che sono giàstati iniziati.Poiché in generale, questi cambiamenti sonoconfigurati nell’ambito di un punto di vistamagico-esoterico, ne consegue che l’officianteche conduce l'iniziazione, dovrebbe essere inpossesso di un particolare potere o status perfarlo. Infatti, con l’iniziazione trasferirebbequeste caratteristiche, solo a livello potenziale,a colui su cui si incentra la cerimonia;la trasfor-mazione da potenziale in dinamico, operativo,rimane sempre nella responsabilità e nella capa-cità di riuscirci del neofita. Tale liturgia sarà così caratterizzata dalla rap-presentazione simbolica riguardante una simul-




Villa dei misteri - cerimonie iniziatiche

tanea morte e rinascita, dal momento chequell’inizio implica per libera scelta, lafine dell'esistenza su un livello spiritualeper lo più rappresentato come basso edoscuro, per dirigersi verso l'ascensione ad unlivello più luminoso.Se però, per tutta una serie di motivi (compresiquelli truffaldini) l’officiante non avesse quellecaratteristiche, si può dedurre facilmente chequalsiasi cosa discendesse da lui (piccola, gran-de, grandissima, misteriosa, fantastica), nellamigliore delle ipotesi rimarrebbe comunquefasulla per sempre, con buona pace degli even-tuali sprovveduti che si fossero lasciati coinvol-gere.Ovviamente, per tentare di mascherare l’even-tuale irregolarità (non solo in ambito massoni-co), non dovrebbe essere sufficiente infarcire iltutto con le scopiazzature più o meno fantasiose,

mutuate dai rimasugli magico-religiosidell’antichità. E’ pur vero che unite aparticolari sceneggiature, queste cosetitillano la cupidità passionale di ogni

umano, desideroso di avere poteri divini perrisolvere almeno i personali problemi in meritoal dolore, alla morte, da sempre legati indissolu-bilmente a tutte le altre esigenze, senza maiscordare quelle riguardanti la smania di ricchez-za ed il “potere fine a sé stesso”. Però viste leininterrotte “catture” di ingenui, è evidente chele debolezze spirituali, umane, continuano, dasecoli, a confermarsi come un ottimo canaled’accesso per chiunque voglia approfittarne. Perfortuna, oggi in qualche caso (purtroppo dram-matico nella vita di tutti i giorni) intervieneanche la magistratura e come accennavo all’ini-zio, le notizie finiscono sui giornali creandoperò un danno a tutti, ma non disincentivando

affatto la cupidità deidesideri nascosti dei sin-goli. Così gli errori e ledistorsioni potranno pur-troppo ripetersi. Tornando alla contro-ini-ziazione su cui spesso hadissertato anche Guénon,si potrebbe dedurre che sitratti di una deviazione,di una contaminazione, diuno snaturamento del-l’Iniziazione riguardanteun procedere spiritualecon direzione verso l’altoluminoso. Però non è facile da com-prendere, come d'altron-de non lo è mai qualsiasicosa debba essere osser-vata da punti di vista dif-ferenti da quelli dell’ego-centrismo materiale, manon solo di questo co-mune ambito. Quindi, non lo sarà perchiunque, profano od ini-ziato, non abbia mutata,




Passioni e peccati a partire dal Giardino delle Delizie - Chiostro di Bressanone

evoluta, la propria personalità. Mi azzar-derò ad ipotizzare che si tratti di unainfluenza non certo luminosa, in grado diorientare gli eventi e le scelte umane,approfittando delle debolezze che lo permetto-no, velando, avvolgendo la luminosità dell’ani-ma e le funzioni dell’intelligenza; i “gusci attor-no a lei” ulteriormente inspessiti non saranno asua protezione nei confronti delle terribili legginaturali della materia, ma più che altro si confi-gureranno come pareti di una prigione spiritualesempre più buia.Così, la volontà basandosi su influenze “oscu-re”, tenderà a manifestare la propria attività solonella sfera psichica, in quell’ambito che per suanatura è prevalentemente labile, fantasioso,adatto alle falsificazioni, agli inganni manipola-tori.

Però, le conseguenze non saranno affattoinconsistenti. Infatti, pur in ambito surreale, si manife-steranno poteri e capacità effettivi che

non essendo affatto semplici da definire, saran-no facilmente ascrivibili, da parte di chi nevuole approfittare, alle cosiddette magie riguar-danti l’implicita animazione di ogni cosa esi-stente.Quindi, ricapitolando, una pseudo-iniziazioneproprio perché derivata dall’assenza di trasmis-sione di un deposito spirituale, è oggettivamentevuota e senza alcuna possibilità operativa; è latipica situazione delle organizzazioni inventatea tavolino, senza origini regolari, senza trasmis-sioni oppure di quelle che ne hanno subito solu-zioni di continuità, in modo anche solo inciden-tale.



Angeli e demoni - Pieter Bruegel de Oude, 1562


Può però essere un terreno fertile perl’insediamento della contro-iniziazioneche è invece reale e si manifesta in modoconcreto per ottenere risultati tangibili. L’azione di quest’ultima, influenzata da ciò cheesiste nell’oscurità, si sviluppa attraverso lamanipolazione degli elementi “sottili”, unita-mente alla fascinazione, alla persuasione anchesubliminale. Le vere finalità di ciò che rimaneper lo più nascosto, non sono mai chiare ancheper gli stessi soggetti che sembrano volerlo,mentre gli effetti, i frutti delle azioni sembre-rebbero per lo più tendenti al disordine di ognicosa per stabilire al suo posto un ordine fasulloa rappresentazione di una falsa immagine dellaverità. Spesso i simbolismi espressi richiamanoa un’operatività efficace e reale, anche se oscurae soprattutto rovesciata, contraria a qualsiasi

valore di carattere spirituale rivolto allaLuce. Le tecniche operative sono molte-plici e per lo più interagenti con la sferadello psichismo. Agiscono proiettandosi

nel mondo con influenze corrosive, complessi-vamente in maniera dissimulata, spesso conparole apparentemente buone e sagge, con azio-ni pseudo-beneficenti, ecc. che nascondono illoro vero significato. L’azione esteriore avviene ovviamente in pub-blico, ma quella più importante e efficace, sor-retta da passionalità aggressiva, permeata dadesiderio di potenza, si svolge per lo più insegreto. Occorre raffinare le proprie capacità diosservazione e di concentrazione senza coinvol-gimenti emotivi, per cercare di vedere con mag-giore chiarezza cosa possa nascondersi in tantaconfusione. In tal modo, forse, sarà possibile

individuare le contraffazioni, le imitazio-ni che eventualmente abbiano caratteriz-zato l’ambiente in modo blasfemo. Saràimportante tentare di riuscirci, perché ilproblema non riguarda solo le imitazionida cui possono arrivare aggressioni pole-miche o deridenti, ma bensì l’azione stri-sciante e continua di chi per sostituirel’esistente, imponendosi come nuovarealtà, forse non si rende conto di esseresolo una falsificazione, utilizzata da altriper scopi che non conosce. Non riesceneppure intuire che al culmine della suaazione al servizio di tali progetti dissolu-tori, egli esso stesso sarà causa e vittimafinale. Quindi sarà opportuno rendersiconto nel più breve tempo possibile sel’ambiente ove si possa essere statiaccolti, mantiene le caratteristiche for-mative originali, promesse, oppure sesotto la facciata “normale” che dovrebbefar supporre una pratica anche teurgica,tradizionale, luminosa, in piena coscien-za, si nascondano attività di diversogenere, magari di spiritismo più o menomascherato, oppure di altre più inquie-tanti come invocazioni oscure, necro-manzia, magia sessuale, ecc.Per quanto riguarda la nostra Obbedien-



Osiride, Horus, Iside - arte digitale


za, premessa la regolarità di trasmissionedelle origini, la sua rifondazione nel set-tembre del 2014, con la costituzione diun nuovo soggetto, a continuazione erigenerazione del precedente, è bene precisareche l’organizzazione persiste ad essere di tipoprevalentemente aristocratico, a differenza dialtre che hanno scelto il modello democratico-elettivo. Il mantenimento di questo Rito, nascedall’esigenza di dare un’organizzazione umana,comunque sempre condizionata dai tempi e daicostumi del luogo, ad una struttura che abbia ilfine di permettere ad ogni singolo uomo o donnaanimati da “desiderio di conoscenza e di miglio-ramento interiore”, di approfondire studi e ricer-che, tramite il suo deposito sacrale, auspicabil-mente sotto l’influsso dello Spirito, favorendosoprattutto la possibilità di conseguire personaliobiettivi di rigenerazione e reintegrazione nellaLuce. Per cui, come sosteneva anche il mai troppocompianto Gran Hyerophante, Gastone Ventura,poco importano gli estetismi più o meno vistosidella veste grafica dei nostri scritti o del lessicoutilizzato per condividere i punti di vista; le uni-che cose importanti, per noi, possono essere rap-presentate, sia dalla coscienza della nostra rego-larità, della legittimità, e dalla correttezza dellenostre operazioni iniziatiche, che dal desideriodi ritrovare in tutto ciò che pensiamo, diciamo,

ed operiamo, un chiaro riscontro armoni-co con la nostra coscienza. In effetti,questo nostro Corpo Massonico, se riu-scirà a restare un organismo unitario ed

omogeneo, conservandosi iniziatico e Tradizio-nale, continuerà a contenere gli insegnamentiper riuscire a conquistare quel mutamento distato dell’essere che deve seguire ad ogni verainiziazione. E’ il segreto della rigenerazionespirituale dell'uomo su cui molti hanno fantasti-cato, che ovviamente, perché intimo ed esclusi-vo di ognuno, non può essere oggettivamentecomunicato neppure agli stessi Fratelli Massoni;riguarda infatti una possibile, ma non “sconta-ta”, realizzazione interiore a cui (è bene ricor-darselo continuamente) non si perviene limitan-dosi solamente a “subire” iniziazioni od ap-profondendo esclusivamente la cultura lettera-ria.L'Antico e Primitivo Rito Orientale (Rettificato)di Mitzraїm e Memphis è formato da elementi,uomini e donne, organizzati in percorsi separati,che lavorano alla ricerca della Verità, che rispet-tano le leggi, la forma politica di ogni Stato eche considerano come basilare caratteristicadell’Ordine e del Rito, l’amorevole rispetto, lacomprensione, l’empatica tolleranza in fatto dipolitica o di religione.In tal modo, si insegna la necessità di ricercaree di ritrovare la propria essenza spirituale; con-



Pesatura dell’anima


seguentemente, di rendere omaggio alDivino Autore del nostro Essere ancheattraverso la pratica quotidiana. Comebase docetica, si prevede la credenza nel-l'esistenza di un SupremoArtefice dei Mondi e dell'im-mortalità dell'anima.Così, i lavori nei Templi, altri-menti nulli, sono alla Gloria diDio (ripeto: o comunque lo sivoglia identificare), avendocome motto «Fede, Speranza,Carità». La formazione avvie-ne anche attraverso un sistematradizionale di allegorie e disimboli, ricercando il perfezio-namento spirituale e, quindi, ilrafforzamento del caratteredell'individuo singolo al finedi migliorare l'intera Fratel-lanza umana.Si segue fedelmente la Tradi-zione ricevuta in deposito tra-mite le trasmissioni, perse-guendo la massima purezza,sia nell'iniziazione, che nellaritualità. Si respinge ogni men-talità od atteggiamento settarioe si abborrisce il fanatismo. A tal fine, si accolgono tutti gliuomini desiderosi di conqui-stare con il proprio lavoro inte-riore, la libertà dai condiziona-menti passionali, per potersiindirizzare verso i piani supe-riori dello Spirito, secondo ilmetodo tradizionale custoditodal Rito, a prescindere dallaprovenienza o dal culto profes-sato. Ovviamente, i postulanti do-vranno aver raggiunto la mag-giore età, dovranno essereesenti da debiti con la giustiziae non avere abitudini di vita odi lavoro degradanti; dovrannosaper leggere e scrivere corret-

tamente ed avere capacità di onesto edignitoso mantenimento per i bisognipropri e per quelli delle loro famiglie.Possono essere fatte deroghe alle possi-

bilità di personale manteni-mento, per i familiari dei fra-telli e/o delle sorelle.Coerentemente con quanto giàdisquisito, si riconoscono conprudenza, tutti i Riti Masso-nici e non se ne rifiuta alcuno,a meno che non segua qualcheprincipio contrario alla Tradi-zione, ai Princìpi Generalidella Massoneria, o sia statooriginato dall’usurpazione diuna legittima linea tradiziona-le.Per tale motivo, si promuovo-no anche contatti con altreObbedienza Massoniche, alfine di rafforzare i vincoli diamicizia, per quanto le circo-stanze lo permettono, attraver-so il reciproco scambio diGaranti di Amicizia.Poiché per molti, nonostante ifrequenti accenni su vari arti-coli già pubblicati, potrebbenon risultare abbastanza chia-ra la distinzione che mantenia-mo tra percorsi maschili efemminili, è necessario preci-sare che L'Antico e PrimitivoRito Orientale (Rettificato) diMitzraїm e Memphis, intuisceche la conoscenza di sé stessi,implica prioritariamente l’u-mile e prudente esplorazione,sia degli aspetti psicofisici,compresa l’eredità geneticaumana, che della dicotomiapresente anche in ambito Spi-rituale, di tutto ciò che esiste. In tal modo, prima di immagi-nare qualche cosa di unico esi-tente oltre tutto questo, si




Rappresentazione del simbolo Djed associato

alla resurrezione di Osiride

preoccupa di far sì che un uomo com-prenda bene il suo essere maschile;similmente se ne interessa per unadonna, riguardo la riscoperta della suaessenza femminile.Quindi, usufruendo di metodi simili e conver-genti, ma oggettivamente differenti per tipolo-gia, conserva le Logge Femminili d'Adozione,

costituenti il Rito Egiziano.In tal modo, gli Statuti Generali, in quan-to applicabili, sono validi per il RitoEgiziano Femminile d'Adozione, che

però è regolato anche da un proprio Statuto e daun proprio Regolamento approvati dal SovranoGran Santuario Byzantium. Entrambi (Statuto eRegolamento), sono armonici, ad integrazione,

con lo Statuto Generale.Il Rito Femminile dipende in viaamministrativa ed in via iniziaticadal Sovrano Grande HyerophanteGenerale, Sovrano Gran Maestro, ilquale si avvale della collaborazionedi una Sublime Gran Maestra, Re-gina del Sud, alla quale può delega-re, anche in via continuativa, i suoipoteri relativi al governo del RitoFemminile.Concludendo, per ora, sarà opportu-no uscire da facili, ma inutili luoghicomuni che tendono a generallizzaretutto.Quando si parla di Massoneria,forse l’unica cosa che possa acco-munare i diversi punti di vista,potrebbe individuarsi nella ininter-rotta continuità Iniziatica e Tradi-zionale, ma come ho sinteticamenteaccennato, purtroppo al di là delleapparenze superficiali, non sempre ètutto così scontato.Per chi ne senta l’esigenza, se sidovesse incontrare qualcuno che sipresenta come Massone, sarà forseopportuno documentarsi, in modo dacapire il più possibile, almeno sulpiano storico, chi possa essere l’e-ventuale interlocutore e quali sianole vere caratteristiche della strutturain cui sostiene di essere inserito.

Il S.Il S. .. .G..G. .. .H..H. .. ..S.S. .. .G..G. .. .M..M... ..



Iside raccoglie i pezzi sparsi del corpo di Osiride. Illustrazione tratta da un manoscritto del 15° secolo


BBrevi cenni

riguardo la varietà dei riferimenti sulla

nostra strada iniziatica

ISABELLA ISABELLA

CC redo che possa risultare interessante riepilo-

gare velocemente alcuni argomenti che caratte-rizzano l’incedere di ognuna, secondo il metodoindicato dal nostro Rito d’Adozione Femminile.Ad esempio, si potrebbe iniziare con l’imperati-vo di conoscere sé stesse così come viene subitoindicato alla neofita dalla metodologia del Rito,tramite i ripetuti suggerimenti dell’acronimoV.I.T.R.I.O.L.(argomento di cui si è già scrittoin molti articoli).In tal modo, col tempo e con la modifica dellapersonalità, sarà forse possibile intuire megliochi e come possa essere anche l’altra metà delcielo costituita dall’elemento maschile. Da un punto di vista pratico, nella vita quotidia-na, per raggiungere un’interazione piacevole, al

di là del soddisfacimento delle esigenzeriproduttive, è necessario comprendereper entrambi, la bellezza di fare qualcosaassieme, in modo cosciente, consapevole.

In questo modo, le due identità che di solito sioppongono anche molto strenuamente, si ricono-scono complementari, e così si riuniscono perscelta vera. Quest’alchimia è sacra e consente il contattoluminoso di due anime.E’ però indispensabile che l’altra parte, l’uomo,possa fare lo stesso lavoro di conoscenza. Se luiriesce a conoscere sé stesso ed entrambi provanoad esercitare empatia genuina, sincera amorevo-le, tutto può funzionare meglio ed in modoarmonico.In ciò, non va sottovalutata l’importanza dellaparola. La si potrebbe identificare come unaforma di energia creativa, la cui vibrazione siabbassa e diventa suono.Per quanto ci è dato di sapere, nel regno anima-le, solo gli esseri umani hanno la capacità diemettere la parola come suono molto articolato ecomplesso. Tutte le variabili si mantengono inqualche modo anche nella trasposizione scrittache si caratterizza, sin dalla più lontana età, persegni semplici o per ideogrammi complicati chenon di rado assumono anche impliciti valori ma-



Figure femminili nella rappresentazione della sacra famiglia


gici e religiosi. Se prendiamo in conside-razione, come esempio estemporaneo, lacomplessità ebraica delle lettere, notia-mo che non di rado si trovano tentativi ditraslitterazione nella nostra lingua, al fine dipronunciare determinati suoni riconducibilianche alle facoltà divine, così come può esserecontemplato nel testo liturgico di varie camere,non solo del nostro Rito.Questo potrebbe indurci a provare un avvicina-mento oltre alla comprensione di quella lingua(sarebbe un’esigenza indispensabile, almenonella forma elementare), anche alla mistica reli-giosa che la utilizza. In tale ambito, si potrebbeforse tentare un approccio molto cauto alle mol-teplici forme di quelle strade di conoscenza(spesso assai differenti ed in contrasto tra loro)conosciute genericamente come Kabbalah. Oltre alla misteriosa e non facile comprensione

dell’ipotesi di creazione di ogni cosa,tramite le lettere organizzate in diversiraggruppamenti, si potrebbe notare che atre di esse, identificate come Madri, si

associano anche alcuni dei quattro elementi dibase, e forse già nel visualizzarle durante un’e-sperienza meditativa, si potrebbe percepire laloro vibrazione particolare. Il raggruppamentodelle sette lettere doppie potrebbero ricordarcianche la sequenza dei 7 suoni, dei 7 colori, dei 7chakra, dei 7 corpi celesti antichi; in sintesi l’e-sistenza del tutto sempre più manifesta e concre-ta. Le 12 semplici forse potrebbero rammentarei segni zodiacali. Ho accennato ai suoni per arrivare al problemadel pronunciamento di un giuramento in fase diiniziazione; sarà opportuno ricordare che si trat-ta di un patto d’onore che si riverbera su piùpiani. Quindi, la parola è data anche ad “entità

sottili”, oltre che agli elementiumani. Ne consegue che è im-portantissimo rispettarla, poi-ché non viene annullata nem-meno in caso di interruzionedella frequentazione dei lavori;caso comunque affatto raro sesi viene ricatturate dalle esi-genze della materia sottopostaai contrasti della dualità ed allaineludibile fatica della soprav-vivenza.In merito alle esperienze ceri-moniali, credo sia opportunoriflettere spesso su cosa si fac-cia nel Tempio. Di solito,quando ci si riferisce all’am-biente, si tratta di un luogo chein origine poteva aver avutoanche altri scopi. Però, è statoreso Sacro attraverso la vo-lontà di dedicarlo al nostroRito, chiedendo a Dio di venir-ci incontro, in modo da poterloglorificare, anche tramite lanostra rigenerazione spirituale.Si è ricercata la possibilità percompiere determinate gestua-



Ipotesi di 231 cancelli, desunta dal Sepher Yetzirah


lità, per innalzare preghiere, tramite lequali possiamo chiedere aiuto, protezio-ne, conoscenza, indispensabili per proce-dere con quel riavvicinamento spiritualeche desideriamo e che sentiamo nascere dallaparte più luminosa della nostra anima. Ognivolta che siamo nel Tempio, rinnoviamo questopatto attraverso il compimento della liturgiaprevista dal Rito. Occorre fare attenzione a nonconfondere tutto ciò con una nuova religione,che magari intenda sostituirsi ad altre. Infatti,ognuno sceglierà in diverso ambito quella chevorrà seguire in piena libertà. Il nostro, lo ripetonuovamente, è solo un metodo Rituale, auspica-bilmente ispirato dallo Spirito (quindi con undeposito iniziatico Tradizionale da mantenerevivo, da trasmettere nel tempo e nei modi pre-visti), per cercare di riavvicinarsi a Dio, inmodo consapevolmente cosciente. L’unico attodi fede richiesto è quello riguardante l’intui-zione della Sua esistenza e l’immortalità del-l’anima. Gli scopi di quanto tentiamo di realiz-zare sono ben precisati nelle invocazioni diapertura e di chiusura dei lavori che a benguardare, si sintetizzano in una splendida pre-ghiera. A tal proposito, forse sarà bene ripen-sare a questa azione (una preghiera) ovvia-mente individuale, ma così ricca di energia, secorrettamente eseguita e sentita. Sarebbe beneche tutti trovassero il modo per ritagliare unperiodo anche piccolissimo della giornata perindagare sé stessi, per meditare e per pregare.Oggi, come abitudine generale, non si è piùabituati a riservare un tempo per dialogare conla propria coscienza e per tentare di volgersiverso piani spiritualmente elevati. Sono pur-troppo atteggiamenti sempre più sbagliati, infunzione dei quali si corre senza pensare anulla, continuamente reattivi solo alle esigen-ze ed ai problemi materiali, perdendo il contat-to con il Divino. Ad esempio, una volta siusava rivolgere varie preghiere in momentiprecisi della giornata; c’era quella di ringra-ziamento prima di mangiare, di dormire, dilavorare, ecc. ma oggi molto di tutto questo siè ormai perduto. Ritrovare pace e serenitànella nostra interiorità, non sarebbe affatto

male. Quindi, non credo lo sia se chie-diamo aiuto a Dio, rivolgendosi a Luiumilmente, nel modo “giusto”, senzadimenticare di prendere in prudente con-

siderazione anche l’esistenza degli intermediariprevisti.Ovviamente, non si può pensare di poter dimen-ticare la materia, la natura e le sue leggi (ogget-tivamente terribili). Ad ogni modo, se riuscissi-mo a mettere una qualche forma di controllo suisensi fisici, come corollario dell’attività dimodifica interiore della personalità, potremmonotare anche con una certa meraviglia, che simanifestano in noi cose che sono oggettivamen-te oltre la normale consapevolezza materiale.



Donna in preghiera - scultura bronzea


Per lo più si evidenziano facoltà extra-sensoriali che non si supponeva di poterutilizzare. Ne accenno solo per ricordareche la finalità dei lavori ė quella di otte-nere un contatto che vada oltre la materia; quin-di, è necessario tenere presente che in tali ambi-ti si potrebbero manifestare cose di noi stessiche ci stupirebbero sicuramente.D'altronde, se ci osserviamo da alcuni punti di

vista particolari, potremmo forse ipotiz-zare la forma dell’essere umano in:corpo, anima e Spirito. In estrema e gros-solana sintesi, il corpo seguirebbe i con-

dizionamenti delle percezioni sensoriali e delprogramma genetico; infatti, costituisce la parteanimale necessaria per sopravvivere nella mate-ria.L’anima potrebbe ritenersi la parte cardiaca

interagente con l’intelletto, la volontà e,cosa molto importante, quella che darebbeil consenso al libero arbitrio. E’ importanteriflettere su questo, ovvero sulla possibilitàdi intuire l’anima come la parte mediatricefra corpo e Spirito di cui sarebbe comunquepervasa in uno stretto ed indissolubile lega-me. In tal modo, sarebbe forse proprio lei chedarebbe il consenso, esercitando tramite lacoscienza e l’intelligenza, il libero arbitrio(ovvero senza coinvolgimenti emotivi epassionali), affinché ciò che è in alto reagi-sca positivamente con ciò che è in basso inun concatenamento di azioni e reazioni vir-tuose.In alcune delle nostre invocazioni, chiedia-mo a Dio di toglierci il fatale velo che acce-ca. Mi chiedo se questo modo di vivere danon vedenti spirituali, non influenzato dascelte veramente coscienti, non sia ricondu-cibile a quel destino accennato spesso dadiverse mitologie, e se la paura che abbia-mo di conoscerci, non sia quella di contat-tare la nostra parte spirituale e ciò che esi-ste oltre la materia. Forse abbiamo paura dinon farcela, di essere indegni e quindi si hapaura di scoprire in che stato spirituale citroviamo. Oppure, è solo l’IO egocentrico che con-trolla la materia, ad opporsi con tutte le sueforze a qualche cosa che lui potrebbe rite-nere dannoso alla propria esistenza ed allefinalità che incarna.Concludendo questa brevissima dissertazio-ne, chiunque possa essere interessata aduna esperienza come la nostra, prima dichiedere di entrare nel Tempio, dovrebbe



L'anima umana - Luis Ricardo Falero, 1894


provare ad avere abbastanza chiara lamotivazione del perché vorrebbe parteci-pare ai lavori. Scoprirlo porterebbe all’e-ventuale piacere di farlo ed escluderebbela forzatura del dovere. Personalmente ritengo che la partecipazione ailavori sia importantissima per la propria rigene-razione spirituale. Conseguentemente, si svelabella e piacevole. Ogni volta, assieme alle sorel-le, è possibile riuscire a prendere contatto conuna dimensione non terrena, grazie ad una ritua-lità che trae origine da un passatomolto lontano. L’invocazione, sia all’inizio, che altermine, dei nostri sacri lavori si sin-tetizza in una richiesta d’aiuto e diprotezione da parte dello SpiritoDivino, al fine di aiutarci a viverequotidianamente, mettendo in campoquanto è necessario per riavvicinarcial Padre che invochiamo definendoloSupremo Artefice dei Mondi. Presenziare correttamente, ha comeconseguenze personali anche lo staremeglio mentalmente, fisicamente, ilsentirsi in armonia con sé stesse e congli altri. Ciò che si ottiene da una cor-retta partecipazione, è anche un mi-glioramento della qualità della propriaesistenza; inoltre, non ci si senteaffatto sole, soprattutto a livello nonmateriale. Quindi, tutto ciò lo sidovrebbe vivere come una fortunastraordinaria, non certo come una fati-ca. Mi sembra di poter affermare che,durante i lavori, si potrebbe avvertireun particolare senso di libertà chenella vita materiale non si percepisce. Ad ogni modo, è forse opportunoessere vigili e fare attenzione perché avolte, per uno stimolo passionale nonben individuato, si può scivolarenell’inutile e pericoloso fanatismo,assolutamente non desiderato. Siamo esseri legati alla materia, percui è facile cadere in questo tipo d’er-

rore. Quindi, può essere utile raccogliersi ognitanto in meditazione, in modo da doman-darsi e da riflettere in coscienza; ad

esempio potremmo chiederci: “per quale motivopersonale si formulano preghiere e ci si rivolgea Dio”.

ISABELLA ISABELLA



Sibilla Cumana - Duomo di Milano


DDesiderio

e Voci della Coscienza

LUCA LUCA

LL e voci della Coscienza possono simboleg-

giare tutto ciò che sentiamo di sottile e luminosoproveniente dalla nostra interiorità, come un'in-tuizione, come un pensiero lampante che ciattraversa e che ci indica la Via più corretta daseguire per percorrere il cammino interiore; va

però ricordato che non tutte le voci inte-riori provengono dal nostro Sé o dalleinfluenze dei Maestri invisibili...moltesono le voci.

A mio avviso è necessaria una buona dose disilenzio interiore per sentire qualsiasi voce eduna dose ancora maggiore di armonia, di profon-dità per discernere quali voci siano. Non semprele voci della materialità, delle passioni si pre-sentano con la grancassa, a volte possono ancheessere sottili, pericolosamente simili a quelleluminose, a quelle che tanto cerchiamo; si ricor-di il terzo viaggio dell'iniziazione, prima digiungere al Fuoco della Colonna del Sole sicammina avvolti da rumori più leggeri rispetto a

quelli del secondo viaggio, ma proprioquesta "leggerezza" potrebbe indurci inerrore; il nostro "radar" potrebbe scam-biare questi rumori per qualcosa di supe-riore, di iniziatico quando non lo è.A mio sommesso parere, potremmo capir-ne la differenza guardando l'orientamentodi queste voci, dove ci sospingono; ten-denzialmente, quando le voci ci induconoa fare meno sforzi, a biasimare, ad appe-santirci in qualsiasi modo, è bene fareattenzione. La vigilanza ricordataci nelGabinetto di Riflessione deve agire, pro-prio in questi casi, come una sorta didoganiere. E' anche vero che le voci, gliimpulsi che non provengono dall'alto pos-sono divenire un'ottima occasione diosservazione, di studio della nostra Terra;una volta individuato il "rumore sottile"potremmo guardarlo, sviscerarlo, capirloe cercare di comprendere da dove origina,seguirne la radice profonda, per poi pro-vare una prudente opera di rettifica, undiscreto colpo di martello sullo scalpelloposizionato con cura, con estrema cura suquella radice sotterranea o su una parte diquella radice; sono parti di noi, magarianarchiche, magari soggette ad un Fatooscuro, ma comunque parti di noi e riten-go che vadano dominate, ma non disprez-zate, osservate, ma non demonizzate...hanno un loro significato e motivazione



Giovanni si nutre dal Libro - Albrecht Dürer, 1497/98


nell'arazzo della nostra interiorità, dellanostra Terra e (credo) potrebbero addirit-tura divenire luminose, dorate, una voltatrovata la Lapide Occulta e soprattuttociò che vi è dentro...contenuto che potrebbeessere molto, molto in sintonia col Desideriointeriore di Conoscenza, di Luce, di Pace.Una volta imparato a discernere le Voci, lequali, se luminose, ci aiuteranno per l'appunto atrovare o ritrovare la Lapide Occulta, dobbiamoperò metterci all'opera e non dopo un po', masubito, in qualsiasi situazione, se non con ungesto con una parola, se non con la parola colpensiero; esso, il Pensiero è lo strumento inte-riore più sfuggente alla pigrizia, alla terribilepalude sempre tendente ad immobilizzarci, parequasi una Rondine, la quale è inattaccabile daglisquali che vivono nel mare delle nostre emozio-ni, delle nostre pulsioni...ovviamente se non siavvicina troppo alla superficie dell'oceano.Una brezza dorata ci sussurra qualcosa, un'ener-gia, leggera come un raggio di luce, ci attraversail corpo e (se siamo profondamente consapevoli,vigili) comprendiamo cosa dovremmo fare ecome dovremmo farlo...quasi come se...ci fossetutto un programma già preparato per il nostroCammino, come se forze superiori, sottili e

luminose, sappiano già tutto ciò chedovremmo affrontare, vivere, per giun-gere al Centro, alla Vetta della Piramide.Loro vivono in un piano superiore al

nostro, sono coperti da meno veli e sono piùvicini alla Verità; se noi, poveri ed appesantitiesseri umani, possiamo raggiungere un qualchepiccolo grado di Intuizione, Loro, le forze lumi-nose che grado di Intuizione avranno?

LUCA LUCA



Il gallo - G. de Chirico, 1972; I simboli del gabinetto di riflessione - L. Rabuf 1948; Mercurio - L. Pignoria, C. Malfatti,1615


SSulla strada del ritorno

ALBERTO ALBERTO

AA lmeno una volta all’anno, tra i temi da

affrontare durante le tornate serali si può trovareil “desiderio interiore di conoscenza”.Ritengo che questo argomento sia importantissi-mo, infatti potrebbe essere il principale cardineche unisce tutti i ricercatori, ciò che si ha incomune, ed è forse il motivo fondamentale cheporta a chiedere di essere ammessi all’interno diquesto Rito.Spesso mi sono chiesto da dove nasca questodesiderio, dove esso dimori e perché si accendecosì ardentemente nell’interiorità, in alcuni

momenti della propria vita, come sefosse una piccola ma potentissima fiam-ma accesa nell’oscurità. Sarebbe interes-sante capire, quindi, che cosa sia questo

desiderio e quale sia la sua natura. Magaripotrebbe esistere anche più di un desiderio chemuove la nostra ricerca. Qual è allora quello piùpuro, quello più vero e genuino? Come sipotrebbe intuire, non tutti i desideri hanno un’o-rigine “spirituale”; infatti, molti di questi posso-no essere sorti e mossi da passioni provenientidalle esigenze del mondo materiale. Bisognerebbe quindi meditare profondamentesulla purezza del desiderio interiore perché pro-prio questa è la condizione essenziale che carat-terizza, ad esempio, un percorso di tipo altruisti-co. Si dovrebbe così riuscire a scindere il puro desi-derio da una sordida passione, per esempio quel-



Bambini Interiori: installazione di Alexander Milov


la che potrebbe essere una ordinariacuriosità, oppure un mero desiderio dipotere (sociale, economico, sovrannatu-rale). Si dovrebbe anche evitare di scivo-lare nella banale idolatria.Ma poter avere intuito, anche solo parzialmente,da dove ha origine questo desiderio, potrebbefar pensare che si sta muovendo qualche piccolopasso nel cammino di ricerca interiore. Inoltre,meditando sull’origine di questo, si potrebbeanche capire che cosa si cerca veramente e per-ché si vuole entrare in questo Rito. Credo inol-tre, che siano anche tutte quelle piccole e grandicose che si hanno sempre più progressivamenteintuito nella propria intimità a far accendere nelcuore la fiamma genuina del desiderio di ricer-ca, la volontà quindi di conoscere qual’è lanostra vera natura. Alcuni potrebbero inoltre aver percepito ancheuna sorta di “mancanza” che abbia portato amuovere i primi passi in un ambito massonico: la sete continua di qualcosa di luminoso, un

antico ricordo che giace nascosto nelmondo interiore offuscato troppo a lungodagli inganni dei sensi e delle passioni. Èun ricordo ancestrale di qualcosa di

magnifico, come la sensazione di aver conosciu-to la Vera bellezza ed essere stati integrati armo-niosamente con essa, con la Verità assoluta chetrae da sé stessa la sorgente della sua essenza edella sua esistenza.Sembrerebbe quindi che quel ricordo antico siauna sorta di reminiscenza di una remota dimoradella nostra vera casa. Come se si avesse conser-vato intimamente il luminoso ricordo del Cielo. E’ difficile cercare di esprimere la nostalgia chesi sente quando si presentano dei brevi ma realiattimi di questa consapevolezza. Posso solo per-mettermi di provare a descriverli come dei luci-di istanti dove è possibile assaporare, seppurminimamente, l’armonia divina. Quest’ultimasembra che provenga da altri mondi, da regnidove anche l’uomo, forse, era in principio parteintegrante. È come se tutta l’umanità fosse anda-

ta incontro a quella famosa “caduta”,ovvero al distacco dal grembo divino.Ma in questo mondo, seppur governatodagli istinti passionali, si ha la possibi-lità di racchiudersi nel proprio “regnointeriore” e meditare pacificamente.Credo che proprio in quei momenti diprofonda riflessione ci si senta spintisempre maggiormente alla ricerca diquegli attimi di lontana “felicità”. Eccoda dove penso che derivi il vero e genui-no desiderio interiore: è un desiderioardente di percorrere con la forza dellavolontà, un cammino di ricerca, per poterfare ritorno alla casa del Padre. Tutti noi,nel profondo, ci auguriamo che un gior-no, percorrendo un sentiero di purifica-zione, potremmo fare ritorno alla sorgen-te, tornando quindi a risplendere in un’u-nica Luce. Inoltre, è bene ricordare che la fiammadel desiderio va costantemente alimenta-ta, perché il pericolo che essa possa spe-gnersi è sempre presente; ciò può esserecausato dal fatto che si abbiano soprav-



Ricerca del silenzio - Martin Stranka


valutate le proprie capacità o sottovalu-tate le proprie debolezze. Solo in questomodo, forse, si potrà essere degni del-l’attenzione degli altri piani e sperareche qualcuno dei Regni Celesti lasci intravvede-re un poco della sua universale armonia. Ma perfar si che questo avvenga, l’uomo deve prima ditutto pulire la propria interiorità, poiché soltan-to entro di essa potrà intravvedere una scintilladi Dio e ritrovare la via della rigenerazione. Ecco quindi quello che potrebbe essere il com-pito di un percorso iniziatico: ci si deve purifi-care continuamente per rigenerarsi in modo dariuscire a mutare la personalità. Questo saràpossibile solo lavorando su sé stessi, come sug-gerisce l’acronimo V.I.T.R.I.O.L., per riuscire acompiere una vera e propria trasformazione.Il desiderio di conoscenza, unito alla volontà ditenerlo vivo e al silenzio interiore, può portarealla profonda interazione con la coscienza.Proprio grazie a questa comunione potrebberocominciare a farsi senti-re, con sempre maggio-re frequenza, quellevoci interiori che non siavranno minimamentepercepito così chiara-mente in precedenza. Levoci della coscienzapotrebbero essere ilmodo in cui l’intimitàluminosa, quella cheproviene da altre dimen-sioni, fa sentire la suapresenza. Grazie al loroascolto, queste potrannocondurre l’iniziato permano alla percezione diqualcosa di meraviglio-so, che sfugge allarazionalità ma non perquesto è meno reale.Tutto ciò avviene comese si fosse instauratouna sorta di dialogo,come se si stesse intera-gendo con qualche cosa

manifestato in un contatto concreto estraordinario.Il nostro percorso è ricco di tutte questepercezioni illuminanti, simili, come già

detto precedentemente, a sensazioni di ricordiperduti, di ciò che si era stati, che riaffioranocome improvvise scintille luminose.Questi barlumi di intuizione rappresentano qual-cosa che si è acceso, qualcosa che è entrato incontatto, una parte di noi che è entrata in contat-to con il tutto dal quale discendiamo e dal qualevogliamo fare ritorno.Si deve sempre cercare quindi di prestare ascol-to a quell’eco remoto, a quell’intima voce spri-gionata dal fuoco alchemico del desiderio diconoscenza che solo il singolo soggetto puòdistinguere nel suo cuore e che lo sprona a salirenell’arduo sentiero della reintegrazione.

ALBERTO ALBERTO



La vita nel gioco degli scacchi - Friedrich Moritz August, 1836


AAppunti sugli aspetti

simbolici e metafisici

delle forme arboree

EVA EVA

GG li alberi da sempre fanno parte del mondo.

Sin dai tempi più remoti, crescono nelle condi-zioni più diverse, ad ogni latitudine, con ogniclima; il legame che l’uomo ha con loro è unodei più forti e duraturi.

Spesso, sono associati alla rappresenta-zione simbolica del carattere ciclicodell’evoluzione cosmica: morte e rigene-razione. L’albero è in continua evoluzio-

ne: spunta da un seme, cresce, ramifica, svilup-pa, si rigenera, invecchia e muore. E’ apparente-mente immobile ma segna il passare del tempoattraverso i suoi cambiamenti, a seconda dellestagioni.Nelle associazioni metafisiche, mette in comu-nicazione i tre livelli del cosmo: quello sotterra-neo, per le radici che scavano e affondano inprofondità; la superficie della terra, per il troncoed i primi rami, poi per il cielo con i rami piùalti e la chioma che tendono verso il sole.Tramite la pianta, possiamo ritrovare gli ele-menti: la terra che compenetra con le radici,l’acqua che scorre attraverso la linfa, l’aria chenutre le foglie ed il fuoco che può scaturire dallegno se lo si strofina.Così, tenuto conto che gli alberi ci hanno datorifugio e sollievo, donato cibo, medicinali edinfine che con il loro legname hanno permessodi costruire, di riscaldare, in molte religioni etradizioni iniziatiche questi hanno sempre rico-perto un ruolo di primaria importanza,Una delle più antiche rappresentazioni simboli-che interculturali della costruzione dell'univer-so è quella al concetto spirituale, divino, diAlbero. Spesso si sente parlare dell’Alberodella Vita, del Mondo, del centro, sino ad arri-vare all’Albero sefirotico della Kabbalah.Il libro del Genesi parla di un giardino meravi-glioso, il Giardino dell’Eden, ovvero, secondola traduzione: delle Delizie, della Delicatezza.Adamo ed Eva avrebbero potuto cibarsi di ognifrutto di ogni albero, con una sola eccezione.Gli eventi portarono a far sì che scegliesseroproprio il frutto proibito. Nell’Eden sonodescritti il famoso Albero della Conoscenza delBene e del Male e poi quello meno nominatodella Vita. Guenon ha paragonato questo ternario (uni-tà/albero della vita + dualità/albero del bene edel male) alle tre colonne dell’albero sefiroticodella Kabbalah.Nella tradizione cristiana l'Albero potrebbe es-



Albero della conoscenza - Lucas Cranach, 1526


sere rappresentato simbolicamente dallaCroce di Cristo; ancora oggi nella litur-gia dell'Esaltazione della Santa Croce,nella prefazione si dice: «Nell'alberodella Croce tu hai stabilito la salvezza dell'uo-mo, perché donde sorgeva la morte di là risor-gesse la vita, e chi dell'albero traeva vittoria,dall'albero venisse sconfitto, per Cristo nostroSignore. »E’ un paradosso che proprio per impedire all’u-manità di cibarsi anche dell’Albero della Vita,dopo aver usufruito di quello vietato dellaConoscenza del bene e del male, sia stata decre-tata la discesa nell’esperienza “mortale” delmondo materiale. Da ciò, in alcuni ambienti cri-stiani, l’immaginazione della croce fatta collegno di quello della Vita (altri rimangono peròsu quello della Conoscenza), porta a vedere nelsacrificio del Cristo e nella sua resurrezione losvelamento della funzione originale di queglialberi.Il frutto mangiato nell’Eden diede all’umanità lacapacità di conoscere la differenza tra bene emale, rendendola cosciente di possibili scelteconsapevoli. E’ interessante osserva-re che i due alberi pre-senti nell’Eden potreb-bero rappresentare dueevoluzioni creatrici di-stinte ovvero quellabiologica=Albero dellavita e quella spiritua-le=Albero della cono-scenza del bene e delmale. Oppure potrebbe-ro essere due aspettidella stessa essenza.Spostandoci in oriente,si potrebbe notare chel’albero sotto cui Bud-dha avrebbe avuto l’il-luminazione è quellodella Bodhi detto ancheAlbero della Vita o delmondo; in alcune rap-presentazioni iconogra-

fiche il Buddha stesso è rappresentatocome Bodhi, riconducendolo a simbolodell’evoluzione spirituale. Nella Kabbalah si fa riferimento icono-

grafico alle rappresentazioni ramificate del benee del male. Tra loro esiste un equilibrio dinamico; per talemotivo, dopo la leggendaria caduta dell’umanitànella materia sempre più densa, il progetto diritorno verso i livelli più vicini a Dio, dovrebbeavvenire attraverso il “conoscere sé stessi”.Quindi, la coscienza verrebbe identificata comestrumento principale per consentire l’interazio-ne tra intelligenza ed anima, nel provare a rico-noscere consapevolmente il bene ed il male. Dai Kabbalisti di Gerona si potrebbe prendere inconsiderazione l’ipotesi che l'Albero dellaConoscenza e L'Albero della Vita fossero colle-gati in perfetta armonia fino a quando l’umanitàvenne a separarli. Tramite questa lacerazione, simaterializzò nell'inclinazione al male (yetzerha-ra). Quindi fu l’umanità che attivò in qualche modo,una particolare attività del male, dividendo i due



Buddha ed albero Bodhi


alberi e separando inoltre l'Albero dellaConoscenza dal suo frutto; in tal modoquesto si trovò separato dalla sua fonte. Tutto ciò sembrerebbe collegato allegori-camente anche al cosiddetto “taglio dei germo-gli" (kizzuz ha-neti'ot), ovvero a quella grandeserie di peccati il cui comune denominatore erail contributo alla divisione in ogni ambito dellacreazione divina. L’azione dell’umanità avrebbe caratterizzato "laseparazione sopra e sotto", di ciò che dovevaessere unito; una separazione della quale ognipeccato costituirebbe una sorta di rafforzamento

della divisione. Tutto ciò implica un punto di vista, ungiudizio, tramite cui in effetti, si potreb-be ascrivere amore, pietà e conoscenza,

all’uno o all’altro albero; oppure ad entrambi,considerandoli comunque collegati, anche se, aseconda delle convenzioni, li si colloca a destraod a sinistra di chi guarda, con funzioni diffe-renti.In un caso, sia per disposizioni metafisichesuperiori, che per le azioni che vengono dalbasso, si avrebbe da un ramo una continua edabbondante emanazione spirituale, mentre nel-

l’altro si osserverebbe un accoglimento,una restrizione.Se ci si sposta nella cultura cinese troviamoanalogie con l’albero che rappresenta l’e-quilibrio tra yin e yang, i cui rami siconfondono dopo essere stati separati e rap-presentano la distinzione seguita dal ritornoall’unità. La coppia Yin e Yang è il grandio-so motivo conduttore che determina tutte lecaratteristiche della tradizionale filosofiacinese. Yin e Yang si creano a vicenda, pos-sono essere distinti l’uno dall’altro ma nonseparabili. Dipendono l’uno dall’altro, sirichiamano e si definiscono a vicenda.L’attività Yang del corpo è nutrita dalla suaforma fisica Yin; la forma fisica è creata emantenuta in esistenza dall’attività delcorpo. Yin e Yang interagiscono: se la Yin èin eccesso, lo Yang sarà carente e vicever-sa.Spostandoci nelle leggende scandinave tro-viamo Iggdrasil o Yggdrasill ed uno deiprimi versi della Vǫluspá, la “profezia dellaveggente” dell’Edda poetica rimarca l’im-portanza dell’albero cosmico: Nove mondiricordo, nove interni sostegni e il grandefrassino che penetra la terra.Il frassino si presenta con un’immagine dipossanza e vitalità. Costituirebbe la forzache permea il mondo stesso (in quantogenerato da un essere vivente, Ymir). Ilprimo essere umano creato dagli dei hanome Askr, che significa frassino. Yggdra-sil simboleggerebbe nella forma semprever-



Ipotesi iconografica di Yggdrasill


de, l’eterno scorrere della vita contrasse-gnata dal bene e dal male; possentemetafora vegetale che unisce il cielo e laterra in un destino ineluttabile. Sempresecondo la leggenda, si ergerebbe al centrodell’Universo sorreggendo i nove mondi delcosmo spirituale norreno, patrie dei vari esserinati dal sacrificio di Ymir.Sostenendo l’universo, affonderebbe le radicinei tre regni più distanti, che rappresentano trediversi strati dell’essere, di cui Yggdrasill parte-cipa: il regno sotterraneo di Hel, quello deigiganti (che è ai confini del mondo) e quellodegli uomini. I suoi rami tendendo verso ilcielo, completerebbero il quadro in una sortadi axis mundi, cioè come sostegno di uncosmo vivente a sé stante in perpetua rigene-razione.L’albero della vita si trova anche nellaBaghavad Gita: l’Aswattha, antico nome san-scrito dell’albero Peepal (Ficus religiosaLinn), in altri contesti è l’Albero Cosmico ol’Albero della Creazione, le cui radici risie-dono nell’Essere Supremo, il Brahman, ed icui rami rappresentano il mondo fenomenico. E’ venerato in quanto incorpora la sacralitàdell’universo in rigenerazioni continue, rap-presentato dagli alberi cosmici delle diversemitologieAnche nei Maya si vedono i quattro punti car-dinali (Nord, Sud, Ovest, Est) uniti da unagigantesca croce chiamata l'Albero dellaVita, che collega il cielo, la terra e il regnodei morti. Gli Altaici ritengono che al centro della Terrasi collochi un gigantesco abete che arriva alladimora di Bai-Ulgän, ovvero fino al Cielo. Inmodo simile i Tartari Abakan ci dicono di unabetulla che cresce su una montagna di ferro.Si trova un albero anche nella tradizione reli-giosa assira come rappresentazione del sovra-no assiro come unione tra cielo e terra, inquanto rappresentante del cielo sulla terra.Nelle tradizioni degli indiani del Nord-ameri-ca si immagina con la forma arborea, un pila-stro cosmico ed un culto cerimoniale cheattraverso l’albero sostiene il cielo giungen-

do alla divinità celeste.Nelle simbologie Massoniche di alcuniRiti, troviamo i frutti del melograno chepuò rappresentare la Loggia e tramite i

granelli rossi, i singoli fratelli.Questa immagine potrebbe essere collegata aquanto riportato nel primo libro dei Re. Infatti,si legge dell’edificazione del tempio di Salo-mone, a cura del Maestro esperto di metalliHiram, il quale decise che le colonne esterneavessero i capitelli a forma di giglio, ornati dimelagrani, forse come simbolo di fertilità edabbondanza.



Colonna con melagrane per la simbologia di alcuni Riti Massonici


San Giovanni della croce considera isemi di questo frutto simbolo delle perfe-zioni divine nei loro molteplici aspetti acui aggiunge la sua rotondità, comeespressione dell’eternità divina e la dolcezza esoavità del suo succo come godimento dell’ani-ma e che ama e conosce.Sostenere che il frutto del melograno contenga613 chicchi porterebbe a farlo identificare conla descrizione del Talmud, in merito al numerodelle mitzvot o comandamenti della Torah. Rabbi Shimon Ben Lahish, il grande saggio,

disse: “Anche i peccatori d’Israele sonopieni di Mitzvot come un frutto del melo-grano tagliato nel mezzo (pieno disemi)”

Potremmo provare ad associare quest’albero,anche al motto alchemico “V.I.T.R.I.O.L.” deci-frabile in: Visita Interiora Terrae Rectificando-que Invenies Occultum Lapidem. C’è una dura corteccia del frutto che alcuniassociano alla durezza saturnina, e poi sotto vi èun benefico e gradevole succo; in analogia, sca-vando all’interno si trova il vero tesoro alchemi-co.Anche questa pianta ha nell’antica storia grecadei connotati non positivi legati alla “colpa” diPersefone. Lei doveva osservare un rigido digiu-no per recuperare la piena libertà, ma fu sedottacon un chicco dolce di melagrana che la con-dannò a trascorrere un certo periodo dell’annonell’Ade.Tra gli alberi importanti, troviamo anche l’aca-cia.Il suo legno è noto per la resistenza e durezzaquindi a questa pianta vengono associati signifi-cati quali forza, vigore, la vittoria della vitasulla morte. Nella Massoneria è un simbolo diresurrezione e di immortalità.Alcune leggende vorrebbero che l’arca di Noèfosse costruita interamente con il suo legno.Qualcuno si azzarda a sostenere che lo stessocespuglio ardente attraverso il quale Dio si pre-sentò a Mosè, fosse un'acacia. In tal modo ver-rebbe attribuito a tale pianta, una sorta di unvalore sacro. Rimane però un interessante attri-buto della lingua ebraica, con il termine: "shit-tah" in merito al legno d’acacia selvatica concui avrebbero costruito il Tabernacolo; quindilegno incorruttibile, l'unico degno di contenerele Tavole della Legge, ossia il patto fra Dio el'uomo.Gli antichi Egizi tributavano all'acacia onoridivini ed un esempio emblematico lo si ritrovanel culto di Osiride. Nel mito (comunque, com-plesso e variabile dei secoli) Iside, sorella-sposadi Osiride, ricerca il corpo dell'amato che erastato ucciso dal fratello Seth e quindi fatto apezzi. Ritrova la bara all’interno di un albero di



Persephone con Melagrana - Dante Gabriele Rossetti, 1874


acacia che crescendo l’aveva incorpora-ta. Poi, il mito continua con tutte le notevicende, compresa la resurrezione diOsiride. In alcune leggende, anche queste egizie, si narrache gli dei nascessero sotto i suoi rami simbo-leggiando, forse, il passaggio dall’ignoranza auno stato di coscienza.Ritornando alla Massoneria, ed alla leggenda(costruita per alcuni Riti e quindi non necessa-riamente attinente al testo biblico) del MaestroHiram signore, detentore della tradizione perdu-ta, si nota che sulla sua tomba sarebbe statopiantato un ramo d’acacia che così permise discoprirla. “Conoscere l’acacia” corrispondereb-be anche a possedere le nozioni che consentireb-

bero la scoperta del segreto del dominioe, per farlo, l’iniziato dovrebbe far rivi-vere in sé la saggezza morta.Quella fronda potrebbe però rappresenta-

re anche la positività e ricordare le qualità di:innocenza, incorruttibilità, calore e luce solare.Si ritiene che tale pianta rendesse immortalecolui che fosse dotato di queste virtù ed è forseper questo che anche nelle ricorrenze funerariemassoniche spesso rincorre questo simbolo.

EVA EVA



Arca dell’Alleanza ipotizzata in legno d’Acacia -anonimo, XVI sc.


AALLLA RICERCA LA RICERCA

DEL SE’DEL SE’intuizione della conoscenza e conoscenza della intuizione

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Antico e Primitivo Rito Orientale Rettificato di Mitzraїm e...

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