ALIVE NEWS MARZO 2015

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Un progetto di Accademia Lirica Verona n.4 / marzo 2015 www.alivemusica.it

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Come nella Natura, anche nella nostra Accademia germogliano la bellezza e la creatività. Arriva la Primavera e in A.LI.VE. sbocciano le novità... Scopritele in questo numero!

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Un progetto diAccademia Lirica Verona

n.4 / marzo 2015www.alivemusica.it

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BENVENUTIW E L C O M E

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Arriva la Primavera e in A.LI.VE. sbocciano le novità. Come nella Natura, anche nella nostra Accademia germogliano la bellezza e la creatività.Nuove musiche troveranno il modo di vibrare nelle nostre aule e davanti al pubblico, musiche inedite, scritte da giovani compositori che hanno voglia di comunicare cose nuove, musiche che nascono anche con scopi didattici perché aiutano i giovani interpreti a scoprirsi e delimitarsi.Nel primo giorno di Primavera i bimbi di A.LI.VE. hanno celebrato Verona, la sua storia e le sue passate tradizioni,

ora la bella stagione prevede nuovi spettacoli che cominciano a prendere forma, a presentarsi verso il traguardo del debutto.Sono nati anche due splendidi boccioli: le allieve di danza si sono esibite in un teatro importante di una altrettanto importante città, e il coro di voci bianche è servito come strumento ad altri giovani che studiano in conservatorio.Mi auguro che questa Primavera artistica e musicale prosegua così, sempre più viva e colorata, e che possa dare buoni frutti.

Paolo Facincani

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Gli articoli contenuti in questo documentopotranno essere ritrovati sul nostro sito: www.alivemusica.it

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INDICE

• Il Maestro e la sua Chitarra• • A.LI.VE. in Conservatorio• • Storie in musica• • Opera Rock - La classe (non è acqua)• • L’oste in mezo ale done - Conosciamo il

compositore: Achille Facincani• • Emozioni e applausi: le allieve di danza

su grandi palcoscenici• • Concerto alla chiesa di San Procolo• • Piccoli talenti... crescono in A.LI.VE.

degli articoli

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Il Maestro ela sua Chitarra

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Il Maestro ela sua Chitarra

Claudio Moro, insegnante di chitarra e basso elettricoin A.LI.VE., ci parla di musica e di uno

degli strumenti più antichi del mondo.

Un articolo di Elisa Beverari

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«Mi piace pensare che chi viene da me per studiare uno strumento sia una bot-tiglia piena da stappare». Così esordisce il Maestro Claudio Moro il giorno del nostro incontro. L’insegnante di chitar-ra e basso elettrico in A.LI.VE., allonta-nando le formalità, ci racconta con un bel sorriso il suo amore per la musica, l’arte, la chitarra e l’insegnamento.

Comunicazione e Passione, queste le parole chiave per fare musica secon-do il Maestro. «Emozione, sensazione,

intensità, sono le caratteristiche della musica che ogni giovane strumentista deve percepire e fare proprie» precisa Moro, che aggiunge: «Il mondo è pieno di musicisti dediti al virtuosismo e alla tecnica, ma non sono sufficienti: senza la comunicazione è come se ponessero un muro tra loro e chi ascolta».

Questa concezione della musica nasce dall’esperienza artistica del Maestro, vicina alla musica etnica e portoghese, un genere che nasce ricco di intensità

Il MaestroClaudio Moro

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e malinconia, espressione delle diffi-coltà e sofferenze di un popolo col-pito dalla dittatura. Si tratta di un ge-nere musicale che spesso è difficile da comprendere per i nostri giovani artisti, ma che fa parte del patrimo-nio di formazione del Maestro, che porta con sé e nell’insegnamento questa profonda umanità.

Secondo Claudio Moro «è impor-tante seguire la volontà e il deside-rio dell’allievo, preparare insieme la musica che muove il suo interesse, qualsiasi essa sia e se vorrà, sarà lui ad avvicinarsi ai generi più comples-si. E’ l’evoluzione del musicista, un percorso fatto di esperienza e stu-dio». La tecnica deve essere studia-ta, ma in seguito ogni artista si potrà specializzare mantenendo sempre una certa plasmabilità ai diversi ge-neri musicali. Tutto si adatta all’allie-vo che in questa disciplina può avere qualsiasi età, anche se, come tutte le arti, i primi approcci alla chitarra sa-rebbero preferibili tra gli otto e dieci

anni. «L’ideale sarebbe che i bambi-ni mostrassero spontaneamente un interesse. I genitori hanno un ruolo fondamentale nell’indirizzo e nella formazione, ma soprattutto quando sono così giovani, è giusto che fac-ciano ciò che si sentono. Ho un al-lievo di otto anni che fiero mi dice che ha studiato chitarra sei minuti e va benissimo così!».

Ma al di là dei giovanissimi, come di-cevamo, la chitarra è uno strumento che può entrare a far parte della per-sona e del proprio essere a tutte le età. A sostegno di questa tesi il Ma-estro ci racconta di un corso tenuto anni fa per un gruppo di pensionati. «Gli obbiettivi erano più bassi chia-ramente, ma a distanza di anni mi te-lefonano ancora raccontandomi che si esibiscono o suonano per diletto».

Claudio Moro ha un’idea molto chia-ra anche sui giovani d’oggi, condivi-dendo la filosofia di A.LI.VE.: «le potenzialità e la passione dei giovani

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vanno stimate e valorizzate nei modi più consoni al singolo allievo».

Parlando dei giovani artisti dell’Ac-cademia, ricordiamo al Maestro il concerto per la terza età eseguito lo scorso 19 dicembre in Gran Guardia con i cantanti solisti. Per tale occa-sione, Moro ha riarrangiato con loro le musiche degli anni ‘70, adattando-le alle esibizioni con chitarra acusti-ca e riportando indietro nel tempo il pubblico di circa cinquant’anni. «Il lavoro è stato intenso, ma facilitato dai giovani cantanti che sono stati in grado di adattarsi bene. La parten-za nel mondo della musica è molto buona, devono mantenere questa grinta e voglia di imparare».

Al momento sta inoltre collaboran-do con Achille Facincani, composi-tore delle musiche de L’oste in mezo ale done, in produzione con il coro giovanile. Mostrando di nuovo un sorriso ci spiega come sia necessa-rio adattare le musiche alla chitarra,

non essendo uno strumento duttile come il pianoforte: «L’opera mi pia-ce e Achille è stato in grado di crea-re ottima musica, adatta al contesto richiesto. In un momento di stallo nella produzione di musica nuova, è notevole avere un così giovane com-positore».

Uno degli strumenti più antichi ri-mane comunque una grande richie-sta nel mondo della musica di oggi, un mondo parallelo alla quotidianità frenetica e produttiva, in cui si pre-miano ancora passione, dedizione e sensibilità, in cui ai giovani è lascia-ta libera espressione dell’essere e ai meno giovani è data l’opportunità di trovare un modo nuovo e differente di comunicazione dell’emozione.

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Chi èClaudio Moro?

Claudio Moro suona la chitarra, il basso elet-trico e la chitarra portoghese. Ha fatto studi classici con i Maestri Alberto Gerard e Filip-po Maria Cailotto. Ha studiato Chitarra Jazz con Tomaso Lama, e composizione e didat-tica della musica con Piero Messina e Fran-cesco Villa. In ambito didattico è coautore di diversi metodi per chitarra: Audiomaster, Ricordi. Con l’illustratore per l’infanzia GEk Tessaro e il Gruppo Extrapola ha partecipato alle più importanti manifestazioni del settore con spettacoli in tutta Italia.Con il gruppo Feira Lusa propone, in ambito nazionale, uno spettacolo di Fado, la musica tradizionale portoghese, partecipando alle più importanti rassegne di musica etnica.Con la cantante Laura Facci, ha registrato per il Leonard Cohen Event di Berlino 2006.Con la ‘JOHN PAPA BOOGIE BLUES BAND’ ha suonato in alcuni tra i più impor-tanti locali d’Italia e d’Europa (Panic di Ma-rostica, Rex di Parigi, Montmartre di Cope-naghen).Da oltre vent’anni lavora come insegnante di strumento e collabora con interpreti e gruppi di musica etnica e cantautorale affrontando anche repertori classici con orchestre e cori.Ha realizzato numerosi lavori di incisione per compagnie teatrali, cantanti e cantautori.

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A.LI.VE. inConservatorio

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A.LI.VE. inConservatorio

Dalla nascente collaborazione tra l’Accademia LiricaVerona e il Conservatorio ‘Dall’Abaco’ di Verona,

un Laboratorio speciale che ha visto i giovanicoristi esibirsi sotto la direzione degli allievi del

Corso di Direzione Corale.

Un articolo di Alice Martini

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Lo scorso mercoledì 25 marzo il coro A.LI.VE. ha partecipato a una im-portante collaborazione istituzionale con il Conservatorio “Dall’Abaco” di Verona. Un’occasione interessan-te che ha permesso di approfondire un legame serio e fruttuoso per i gio-vani ragazzi che si sperimentano nel mondo della musica di professio-ne. Un’opportunità significativa per la presente e futura collaborazione professionale tra i due enti.

Il Laboratorio del Coro A.LI.VE è stata una delle dodici proposte del Corso di base di Direzione corale. «Il Conservatorio» come ci spiega il Maestro Mario Lanaro «dà la pos-sibilità di frequentare il Triennio di Musica corale e Direzione di coro. La cattedra che per molti anni fu del Maestro Terenzio Zardini, è stata finalmente riaperta per soddisfare l’esigenza di uno studio approfondi-to della Composizione e Direzione di Coro, in una città a forte voca-zione corale. Il corso, attivo da tre

anni, offre, oltre alle lezioni frontali in classe, occasioni di confronto con gruppi corali e altre compagini. Ciò perché, come un pianista ha bisogno dello strumento “da suonare”, anche il direttore deve misurarsi con delle vere voci, sia per una questione pura-mente tecnica che emotiva: deve di-rigere. Ecco allora la collaborazione con le migliori realtà corali veronesi per creare occasioni di conoscenza e scambio».

I ragazzi di A.LI.VE.in Conservatorio

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I ragazzi del coro abituati alla ge-stualità ed esperienza del Maestro Paolo Facincani, si sono potuti mi-surare con giovani nuovi allievi che nel tempo hanno appreso tecniche e movimenti diversi, favorendo così il raggiungimento di nuove consape-volezze e a una nuova dimensione di concentrazione da parte dei coristi dell’Accademia.

Iniziato alle 19:30, il Laboratorio di A.LI.VE. si è svolto come una pro-va aperta, dove il docente principa-

le, il Maestro Lanaro, è intervenuto correggendo, consigliando l’allievo e confrontandosi con il direttore del coro ospite. Il programma già stabi-lito è stato eseguito dal coro A.LI.VE. e diretto dai 4 allievi del trien-nio. Quattro i brani: due dal reperto-rio sacro del Maestro Paolo Pachera, due dallo spettacolo Un Re, un papero e un nano del Maestro Giannantonio Mutto. Le esecuzioni hanno rap-presentato una prova di forza per i ragazzi del coro che già altre volte hanno eseguito questi repertori, ma

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in circostanze e istituzioni diverse.I brani di Pachera, Santo e Sogno, tratti dalla “Messa dei ragazzi” composta per il coro dei ragazzi, sono pieni di spiritualità e anche nel cantarli è ser-vita molta concentrazione e passio-ne, derivante anche dalla profondità dei testi legati alla liturgia sacra. Cammina cammina e I pupazzi di neve di Mutto sono invece parte del reper-torio profano ma non meno difficili perché, come spiegato dallo stesso compositore, i ritmi sono esotici e veloci, portando i ragazzi a una abi-lità nell’affrontare le musiche rivalu-tando i canoni della lirica, spostan-dosi invece nella più vasta area delle composizioni leggere. Il laboratorio è durato circa due ore che sicuramente hanno lasciato nuo-vi insegnamenti e consapevolezze, per i giovani allievi di conservatorio, ma anche e soprattutto ai ragazzi di A.LI.VE. che hanno potuto scor-gere il brillante futuro cui qualcuno potrebbe essere destinato.

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Storie in musica

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Dietro le quinte del saggio degli allievidi pianoforte di A.LI.VE.

Storie in musica

Un articolo di Elisabetta Cipriani

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Sabato 11 aprile, alle ore 18, presso la sede di A.LI.VE. si terrà il saggio degli allievi di pianoforte della classe del Ma-estro Paolo Facincani. In occasione di quest’evento abbiamo deciso di sentire le opinioni degli autori e dei compositori che hanno contribuito a realizzarlo. Verranno infatti eseguiti due racconti. Il primo, La giornata di Filippo e Rebecca, è stato musicato da Giannantonio Mutto, che ce lo descrive così: «È una storia sin-golare. I brani per pianoforte apparten-gono a una serie di piccole composizioni a quattro mani, scritte per far suonare e divertire i piccoli pianisti. Raffaella Be-netti ha creato successivamente il rac-conto in rima traendo ispirazione dalle musiche e riorganizzando la sequenza dei brani: nasce così un nuovo lavoro, stampato dall’etichetta Mela Music. La giornata di Filippo e Rebecca è stata più volte eseguita presso il Conservatorio di Verona e per le scuole primarie». Il secondo racconto, dal titolo Un’Av-ventura Pelosa, è una storia simpatica che si intreccia a meraviglia con la musica. Nasce così una straordinaria armonia dall’incontro di due mondi, quello della

musica e quello della poesia. Ed è pro-prio di musica e di poesia che ci hanno parlato l’autore del testo Aldo Cehic e il compositore Giovanni Cunego.

Per Aldo Cehic la vera poesia consiste nell’immedesimarsi in uno stato d’animo, esprimere ciò che si ha dentro andando oltre le convenzioni. «Quando ho scritto Un’Avventura Pelosa avevo un’idea inizia-le, ma non sapevo come sarebbe andata

Aldo Cehic

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a finire. Ognuno trova nei racconti dei significati diversi, la bellezza della poe-sia sta proprio nel portare un messaggio universale che però suscita nei lettori emozioni diverse». Alla domanda «Che consiglio darebbe a un giovane artista?» Cehic ci ha spiegato l’importanza dell’a-mare ciò che si fa. «Amare vuol dire es-sere appassionati di quello che si fa cer-cando di rimanere liberi da preconcetti». E proprio questa passione e quest’amore si scorgono negli occhi dell’altro prota-gonista di questa storia, il giovanissimo compositore Giovanni Cunego. Un ra-gazzo di 19 anni che ci ha raccontato da dove è nata l’idea di musicare Un’Avven-tura Pelosa: «Studio composizione pres-so il conservatorio di Verona e lì ho co-nosciuto il Maestro Facincani che mi ha proposto di collaborare a questa storia. Potrebbe sembrare facile comporre bra-ni per bambini, ma non è così, perché non è semplice trovare qualcosa di origi-nale con pochi e semplici strumenti. Ho cercato una melodia limpida che potesse far giocare e divertire i bambini». Anche se molto giovane, Giovanni ha le idee molto chiare sul perché molti giovani

snobbino la musica classica. «Noi giova-ni abbiamo poca educazione musicale. Non capisco perché al liceo di studia la storia dell’arte e non quella della musica. L’educazione all’ascolto dovrebbe parti-re dalle scuole primarie, proseguire alle scuole superiori e continuare per tutta la vita».Questo saggio dunque racchiude in sé le idee di molte persone diverse, idee che si intrecceranno con la purezza e la sem-plicità dei giovani pianisti, che, non di-mentichiamo, sono i veri protagonisti di questa serata!

GiannantonioMutto

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Giovanni Cunego

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Opera RockLa classe (non è acqua)

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E’ in fase di preparazione la nuova Opera Rock, l’operalirica in stile rock che vi farà emozionare, cantare e …

Non possiamo svelarvi troppo. Tenetevi pronti!

LA CLASSE (non è acqua)I CASTING

«Ci vuole classe per … SPACCARE!!». Un’affermazione forte, da cui traspare l’energia e la vo-glia di mettersi in gioco di uno dei giovani solisti che nelle scorse settimane hanno partecipato ai primi casting per la nuova opera rock La Classe (non è acqua), nata dalla collaborazione tra A.LI.VE., il M° Marco Fasoli e l’autore Marco Ongaro. Una nutrita schiera di solisti si sono cimentati davanti alla commissione giudicatrice mostrando-si molto preparati e desiderosi di ottenere un ruolo in questa nuova produzione.Giovani, ragazzi e ragazze, che hanno voglia di sognare, hanno la volontà di realizzare il loro so-gno, hanno il coraggio di osare e di mettersi in discussione facendosi valutare da professionisti. Sono arrivati da ogni dove, con la loro vita, con i loro problemi che hanno lasciato fuori dalla porta, ma che sono riemersi impercettibili nelle sfumature del loro timbro, del loro fiato sonoro. Questa è una bella gioventù, una gioventù alla quale non si può dire bugie, una gioventù che va aiutata a volare alto, puntando verso un cielo limpido come le loro voci e le loro speranze.

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E se anche tu vuoi metterti in gioco, farci sentire la tua voce, la tua energia e la tua classe, se anche tu credi di poter SPACCARE.. PARTECIPA ALLE PROSSIME AUDIZIONI!

lunedì 13 aprile – ore 19:00venerdì 17 aprile – ore 20.30lunedì 20 aprile - ore 19:00

Per info e iscrizioni:tel: 334 9916363e-mail: [email protected]

I cantanti si devono presentare con due brani a scelta, di cui uno italiano. I due brani dovranno avere carattere diverso, uno melodico e l’altro ritmico. I cantanti dovranno portare le basi, su cui saranno cantati i brani, e un curriculum vitae da lasciare alla commissione. La commissione potrà in ogni momento bloccare l’esecuzione.La partecipazione all’audizione è gratuita.Giorno e orario verrà concordato con la segreteria organizzativa.Le audizioni si svolgeranno presso A.LI.VE. Accademia Lirica di Verona in Piazzetta Sant’Eufemia 1.L’audizione sarà filmata, ogni cantante firmerà una liberatoria per la concessione dei diritti d’immagine e artistici all’organizzazione: il materiale video dell’audizione sarà impiegato solamente per uso interno e non verrà pubblicato. Eventuale altro materiale video non riguardante l’audizione sarà reso pubblico sui social network.

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I C

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L’Oste in mezo ale doneConosciamo il compositore:

Achille Facincani

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L’Oste in mezo ale doneConosciamo il compositore:

Achille Facincani

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L’Oste in mezo ale doneConosciamo ilcompositore:

Achille FacincaniA.LI.VE. punta forte sui giovani. Il compositore delle musiche de L’oste in mezo ale done, Achille Facincani,

classe 1996, ci parla un po’ di sé, della sua passione per la musica e dei suoi progetti per il futuro.

Un articolo di Michele Marchiori

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Come ha influito sulla tua passione per la musica la presenza di tuo pa-dre (Paolo Facincani, Presidente di A.LI.VE., ndr)? Mio padre mi ha sempre supportato e spinto nelle mie scelte artistiche. Mi sento fortunato ad avere avuto un pa-dre come lui, sempre pronto a rispon-dere ai miei “perché” e alle mie mille domande. Devo ammettere che in cer-ti casi mi abbia obbligato, giustamen-te per l’età che avevo, a intraprendere determinati percorsi musicali, ma ciò

è stata la mia fortuna; in fondo l’edu-cazione ha bisogno di una certa dose di imposizione, senza la quale la spina dorsale dello studente non si formereb-be mai.

Ti ha mai dato consigli?Sì, molti e sempre ben accetti, in ambi-to musicale s’intende!

Con quale strumento ti sei avvicina-to alla musica?Iniziai a studiare proprio con mio padre

I ragazzi di A.LI.VE.durante le prove

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il pianoforte. Proseguii successivamen-te con un’altra maestra, sempre vicina ad A.LI.VE., ma capii che tale nobile e meraviglioso strumento non faceva per me. Dopo una pausa relativamente breve mi innamorai del clarinetto, stru-mento che tutt’ora suono appassiona-tamente col Maestro Bruno Matteucci.

Hai avuto esperienze con la musica fuori da A.LI.VE.? Oltre a ciò che ho raccontato prima ri-guardo la mia vita musicale, posso solo aggiungere che fin da piccolo, grazie al coro delle voci bianche ho potuto can-tare in diverse opere in Arena, durante la stagione operistica estiva e non. I ri-cordi inerenti a quei meravigliosi mo-menti non lasceranno mai il mio cuo-re. Mi hanno formato e sono sicuro mi aiuteranno nel mio futuro musicale.

Come è nata la collaborazione perL’Oste in mezo ale done?Mio padre, l’estate passata, mi ha pro-gressivamente inserito il tarlo d’una nuova produzione nell’orecchio: mai

avrei pensato che sarei finito a scrivere così liberamente la musica d’uno spet-tacolo musicale! Insomma, mio padre, da lì a poco, mi convinse a provare a scrivere qualcosa su un testo datomi dal regista e autore dell’opera Marco Pomari e oggi quel testo fa parte del primo brano dello spettacolo L’oste in mezo a le done!

C’è un tema ricorrente nella tua co-lonna sonora?Quest’Opera ha bisogno di trasparire e trasmettere materialità e naturalezza. A mio avviso, il tema cardine lo si può individuare nelle tinte calde e terrose dell’atmosfera che crea sulla scena. Gli strumenti (flauto, violino, chitarra e fi-sarmonica) accompagnano il coro e i solisti costantemente. Ognuno di essi si fa portavoce di particolari sfumature: il flauto dovrebbe far ricordare i campi e la natura che attornia la vita del paese; il violino dona all’ensemble un gusto retrò e nostalgico, adatto all’argomen-to trattato; la chitarra, secca e sensua-le, scalda e sferraglia insieme, grazie al

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suo timbro e la fisarmonica crea sia il tipico tappeto armonico paesano (un po’ da sagra), dimentico dei do-lori e spensierato nel timbro, che la frenetica corsa, vagamente russa, di braccia che si sporcano e gole che arrossiscono.

Cosa metti di te stesso nella tua musica?Sebbene sia la mia prima esperien-za concreta in ambito teatrale, in quest’opera particolarmente, ho cercato di infondere un certo sen-timento di verità e verosimiglianza ai ritmi e alle armonie popolari che potevano riecheggiare in un pae-sino di montagna del veronese, sul finire della guerra. In generale inve-ce, quando scrivo musica per mio diletto o per pura esternazione del mio sentire la vita, i suoi momenti o certe particolari situazioni, quindi non quando compongo per impara-re (come faccio settimanalmente col Maestro Paolo Pachera), cerco sem-pre di far affiorare ciò che più è na-

scosto nelle cose. Tento di riscoprire il particolare e di esaltarlo, ampliarlo e giocarci come fosse gomma. Almeno per adesso, mi diverte molto creare queste stranezze musicali e credo sia la cosa più importante.

Sei all’ultimo anno di Liceo, come proseguirai gli studi?Alla fine della terza liceo classico, terminata la maturità, mi presenterò all’esame d’ammissione per accedere al Conservatorio di Reggio Emilia, per poi studiare clarinetto.

Quali sogni o aspettative hai per il futuro?Il mio sogno più grande è di poter creare continuamente, non smettere mai, in qualunque campo, che sia la musica, la sartoria, il disegno, il tea-tro! Con il ritmo incessante degli anni scolastici, purtroppo, lo spazio per questo non è mai stato abbastanza, perciò attendo fremente la fine della scuola.

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Ti vedi legato ad A.LI.VE. anche tra qualche anno o prenderai la tua strada?La mia strada è A.LI.VE.! In un modo o nell’altro non mi sento per nulla slegato all’accademia, ci sono nato dentro! Per di più non mi sento in diritto di porre fine ad una cosa così promettente e bella, sicuramen-te non sarò come mio padre, ma la sua missione passerà di mano in mano, la prossima è la mia!

Achille Facincani

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Emozioni e applausi:le allieve di danza su grandi palcoscenici

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Emozioni e applausi:le allieve di danza su grandi palcoscenici

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Lo scorso 7 marzo le allieve dei corsi di danza classica, dagli 8 ai 12 anni, seguite dalla maestra Nico-letta Compagni, si sono esibite alla Rassegna di Danza al Teatro Stima-te di Verona.Le ballerine, in due gruppi, hanno interpretato due coreografie della maestra Compagni, su musiche di J. Lanchbery:- Sofia Finetto , Giada Comparotto, Beatrice Rossi, Francesca Carlotto, Maria Vittoria Granuzzo , Arianna Cristanelli si sono esibite nella co-reografia dal titolo La passeggiata.- Emma Bordignon, Emma Dal Fiore, Federica Chiecchi, Michela Giuffreda, Chiara Peritore, Maria Sole Maistri, Alice Caterina Mi-schiatti, Noemi Pizzighella, Anika Couchioli hanno interpretato la co-reografia dal titolo I girasoli.

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Grande soddisfazione anche per le giovani allieve di A.LI.VE. Danza che sono state invitate a partecipare al Galà della Danza al Piccolo Tea-tro Regio di Torino, andato in sce-na lo scorso 20 marzo.Accompagnate dall’insegnante Ni-coletta Compagni, le ragazze si sono esibite nella magnifica e prestigiosa cornice del Teatro Regio. Un’occa-sione davvero unica, un momento di grande entusiasmo, che è desti-nato a restare per sempre nel cuore di queste giovani ballerine. Michela Campara, Giulia Gema, Lucrezia Guietti, Sara Massalongo, Giada Pizzighella, Michela Salgaro, Martina Spera e Sara Tencheni si sono esibite in una coreografia in stile contemporaneo dal titolo La creazione su musiche di A. Vivaldi, coreografia di Nicoletta Compagni.Lucrezia Guietti e Giulia Gema hanno anche interpretato la core-ografia di classico Duetto di fiori su musiche di L. Delibes, coreografia di Lorella Doni.

E dopo gli applausi calorosi di quelle serate, vogliamo complimentarci anche noi con le nostre fantastiche ragazze!

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Piccoli talenti...crescono in A.LI.VE.

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Piccoli talenti...crescono in A.LI.VE.

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Inauguriamo con questo numero una nuova rubrica,i cui speciali autori, i giovanissimi di A.LI.VE., raccontano

le loro esperienze nel mondo dell’Accademia, ci svelanoi loro sogni, speranze ed emozioni…

Piccoli talenti...crescono in A.LI.VE.

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La mia prima esperienza da solistaSono Silvia Otto e ho 10 anni. Suono il violino e canto nel coro delle voci bianche di A.Li.Ve.Il violino è lo strumento che ho scel-to di suonare, dopo aver incontrato il maestro Barba, durante un grest quat-tro 4 anni fa. Mi piace molto, mi dà soddisfazione e il mio sogno sarebbe di fare parte di un’orchestra.Tre anni fa il maestro Paolo mi ha suggerito di entrare a far parte del coro in quanto mi avrebbe aiutato per l’intonazione del violino. La mamma ha appoggiato questa scelta perché nel coro c’era anche mia sorella più piccola e per lei sarebbe stato più fa-cile nell’organizzazione delle attività.Così ho deciso di far parte di questa “grande famiglia”.Io sono un po’ introversa e timida e nel coro mi sono trovata a mio agio in quanto mi sono sentita protetta, ma non ho mai pensato di poter fare la solista perché l’idea di cantare da sola davanti a molte persone mi ha sempre imbarazzato.Durante una lezione di coro in feb-

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braio il maestro Paolo mi ha chiamato a cantare davanti al coro un pezzo del-la canzone “la vecchia zia Adelina”, ero felice ma anche molto timorosa di sbagliare. Da quel giorno la parte mi fu assegnata per il Concerto del Fai a San Procolo. Non ho mai creduto fino al giorno del concerto che la cosa si potesse realizzare.

Sabato 21 Marzo, alle 17.00 ho debut-tato. Quando è stato il mio turno sono uscita dalla fila che “mi proteggeva” per andare a posizionarmi davanti al pubblico. Le gambe mi tremavano, sentivo una vampata di calore sulle guance, ma quando il mio sguardo ha incrociato quello del maestro ho rice-vuto la forza e la fiducia di cui ave-vo bisogno. Ho iniziato a cantare con tutta la voce che avevo, volevo che tutti anche quelli in fondo alla chie-sa mi sentissero. Guardavo il maestro e il pubblico e cercavo di scoprire se stavo facendo bene. Quando ho fini-to la mia parte mi sono sentita fiera e libera di quella vergogna chissà per cosa che tenevo dentro.

Per me è stata una grande vittoria, non avrei mai creduto di potercela fare, se il maestro mi avesse chiesto se avessi voluto fare la solita gli avrei detto di no per paura, ma così accom-pagnandomi con la sua fiducia e non mettendomi davanti alla scelta mi ha aiutato a superare un mio limite. Grazie maestro!

Silvia Otto

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Sabato 21 marzo 2015Concerto chiesa di San Procolo

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Sabato 21 marzo, primo giorno di primavera, nella chiesetta di San Procolo, io e il mio coro A.LI.VE. ci siamo esibiti in un bel concerto dedicato al FAI.Abbiamo cantato un repertorio di canzoni popolari, alcune scritte dal poeta veronese Berto Barbarani, al-tre tratte dalla tradizione popolare e contadina.La giornata mi è piaciuta tantissimo e spero di poter ricantare questo repertorio cosi particolare di brani nel dialetto della nostra città. Sono stato tanto contento di cantare an-che come solista. Quando canto da solista accompagnato dal mio coro mi emoziono sempre e spero di riu-scire a emozionare e trasmettere la mia felicità anche a chi mi ascolta. Il pubblico mi sembrava molto contento dei brani da noi cantati, vedevo le persone molte attente e sorridenti.Penso che cantare canzoni come “Il torototela” o “Santa Lussia” per le persone che ci ascoltano è un po’

ricordare gli anni passati..Mi sem-brava di vedere molti canticchiare sottovoce i ritornelli. Alcune canzoni come “La bicicleta” o “la vecchia zia Adelina” le can-ta anche mio nonno qualche vol-ta a casa, adesso sono felice perché queste canzoni riprendono un po’ la tradizione dei miei nonni e ora che le ho imparate le possiamo cantare insieme.

Jacopo Golin

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Trovate il calendario spettacolied eventi anche sul nostro sito: www.alivemusica.it

CALENDARIOspettacoli ed

eventi

11/04/2015 ore 18.00Sede A.LI.VE.

MUSICHE DI PRIMA ESECUZIONE IN A.LI.VE.Verranno eseguite per la prima volta “La giornata di Filippo e Rebecca” di Giannantonio Mutto “Un’avventura pelosa” di Aldo Cehic, musica di Giovanni Cunego.Protagonisti gli allievi della classe di Pianoforte del M° Paolo Facincani: Priscilla Ottolenghi, Anangiulia Besombes, Davide Coppola e Pietro Tosi. Voci narranti: Elisabetta Cipriani e Francesco Biolcati.

17/04/2015 dalle ore 9.30Piazza Brà, Verona

VERONAINCANTOTorna anche quest’anno in Piazza Brà la nuova edizione di Vero-naInCanto, progetto della Rete Musica del Comune di Verona, che coinvolge i bambini delle scuole veronesi e il coro voci bian-che A.LI.VE. diretti dal Maestro Paolo Facincani.

18/04/2015 dalle ore 10.30Piazza Brà, Verona

CONCERTO GOSPELIn Piazza Brà, Concerto Gospel con la Big Band ritmico sinfo-nica “Città di Verona”, progetto della Rete Musica del Comune di Verona, che coinvolge i bambini delle scuole veronesi e il coro giovanile e i solisti di canto moderno A.LI.VE. diretti dal Mae-stro Paolo Facincani.

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18/04/2015 ore 18.00Parrocchia di San Giovanni Battista Tomba Extra Moenia, Verona

MESSA DEI RAGAZZISua Eccellenza il Vescovo di Verona Giuseppe Zenti celebra la Santa Messa dedicata al CAM – Centro Aiuto Minori, servita dalle musiche del M° Paolo Pachera.

22/04/2015 ore 16.00Vicenza

CERIMONIA DI APERTURA EUROPEI DI SCHERMA UNDER23I giovani solisti di A.LI.VE. di Canto Moderno interpreteranno alcune celebri canzoni della musica italiana, in occasione della cerimonia di apertura ufficiale degli Europei di Scherma UN-DER23 in programma dal 22 al 26 Aprile 2015.

2/5/2015 ore 20.303/5/2015 ore 17.00Teatro Filarmonico, Verona

MESSA DI GLORIA DI MASCAGNI AL FILARMONICO”Messa di Gloria” di P. Mascagni, Coro di voci bianche A.LI.VE., Direttore Claudio Scimone.

3/5/2015 ore 21.00Teatro Astra San GiovanniLupatoto (Verona)

L’OSTE IN MEZO ALE DONEPrima Nazionale de “L’oste in mezo ale done” commedia di Marco Pomari, musiche di Achille Facincani.

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www.alivemusica.it

Direttore responsabile: Paolo FacincaniRedazione: Sara Anselmi, Jessica Ballarin, Nicola Bianconi, Patrick Zecchin

Collaboratori numero di marzo 2015: Alice Martini, Elisa Beverari,Elisabetta Cipriani, Michele Marchiori

Progetto Grafico: Davide Aleo

Progetto realizzato in collaborazione con