79 Sindaco, la gente apprezza la sua iperattività e le ... · La gente lo sta apprezzando. Basta...

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PAGINA 1 Tariffa R.O.C.: “Poste Italiane S.p.A. - Sped. in abb. postale - D.L. 353/2003 (Conv. In - L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 1, DCB/2004-Arezzo” - Autoriz. Tribunale di Arezzo N° 3 del 27/03/1979 - Iscrizione Reg. Naz. della Stampa n. 5896 - Stampa: CMC Cortona. Redazione, Amm.ne: Giornale L’Etruria Soc. Coop. arl - Via Nazionale, 51 - 52044 Cortona - Tel. (0575) 60.32.06 - Una copia arretrata 4,0. Anno CXXVIII - N° 7 Cortona - Mercoledì 15 aprile 2020 www.letruria.it e-mail: [email protected] Euro 1,80 Abbonamento a L’Etruria: solo carta 12 mesi 35 euro; web 12 mesi 30 euro; carta + web 12 mesi 45 euro - C/C Post. 13391529 - Banca Popolare di Cortona Iban: IT 55 L 05496 25400 000010182236 I n questo momento partico- larmente difficile dobbiamo verificare che il nostro terri- torio, pur avendo qualche soggetto colpito dal Corona- virus, non ha punte allarmanti da tenere sotto controllo. Certamente la nostra gente si è resa conto della utilità di stare chiusa in casa. Di converso il no- stro sindaco Luciano Meoni si sta dando da fare ed è presente ovunque. Bene fa a dare una comuni- cazione due volte al giorno sul sito internet con un video. In questa occasione fa il punto della situa- zione e, se serve, rintuzza le criti- che che gli vengono fatte, qualche volta con una punta di “ira” che, speriamo nel futuro, possa sva- nire. Ci rendiamo conto che la- vorando alacremente come sta fa- cendo, riesce difficile digerire le critiche, specie se sono di parte e se cercano di trovare il “pelo sul- l’uovo”. Nella consegna che è stata effettuata dal Comune di Cortona di mascherine donate dalla Regio- ne Toscana, il sindaco Meoni ha preferito organizzare una conse- gna simultanea nei centri più grossi del Comune, ma anche in tutte le frazioni. Tutti i cittadini contestual- mente hanno potuto ricevere le due mascherine per persona/fa- miglia. Avevamo sinceramente dei dubbi sulla efficacia di questa operazione, perché temevamo una calca di persone che si sarebbero messe in fila per recuperare la tanto sospirata mascherina. Ci siamo ricreduti perché ab- biamo visto a Cortona centro sto- rico una lunga fila saggiamente di Enzo Lucente Sindaco, la gente apprezza la sua iperattività e le perdona qualche scatto d’ira distanziata e pazientemente di- sposta ad attendere il proprio tur- no. Nelle varie frazioni più pic- cole il problema non si è creato; la gente tranquillamente le ha potute acquisire. Qualche problema forse si è verificato a Camucia, che è la fra- zione più popolosa del nostro Co- mune, ma la critica rivolta in via preventiva da esponenti di Centro sinistra ha dato la sensazione di una presa di posizione più politica che calata sulla realtà oggettiva del problema. La conclusione dell’o- perazione di consegna si è realiz- zata nella giornata successiva mer- coledì 9 aprile fino alle ore 13. Il Sindaco nel suo video ha comu- niato di aver raggiunto il 93% della popolazione ed ha invitato quanti non avessero potuto prele- varla di telefonare alla segreteria comunale per riceverla in tempi brevi presso il proprio domicilio. La iperattività del sindaco Meoni è sicuramente una “malat- tia” positiva perché induce tutti ad evitare di essere secondi e di di- mostrare di non essere alla sua “velocità”. Le associazioni di volontariato stanno facendo il massimo per aiutare la macchina comunale ad essere vicina ai cittadini per la consegna dei medicinali, e, in questo caso, per la consegna delle mascherine. Gli stessi dipendenti del Co- mune hanno in questa occasione dimostrato tutta la loro disponilità a non tirarsi indietro. Crediamo che sia la prima volta che si verifichi questa dispo- nibilità di “massa”. Dobbiamo verificare con pia- cevole sorpresa che il restyling del pronto soccorso dell’Ospedale della Fratta si è concluso in tempi più brevi di quelli preventivati dalla gara di appalto. Il direttore del pronto soc- corso dr. Giorgio Sgrevi ha espres- so il ringraziamento a tutti coloro che hanno collaborato alla realiz- zazione di questa ristrutturazio- ne... Anche in questa occasione, senza avere meriti diretti, dobbia- mo al Sindaco il riconoscimento di aver operato per questa ristrut- turazione con molta efficacia. Continuano, e ne siamo feli- ci, le donazioni all’Ospedale e al Comune da parte di privati cittadi- ni e di associazioni. Si è concretiz- zato un momento di solidarietà che ha trovato come momento catalizzatore questa iperattività che induce, chi vuole donare ad esse- re presente e farlo in tempi brevi. Vogliamo amichevolmente sottolineare che qualche sua uscita un po’ forte non l’abbiamo apprezzata, ma conosciamo il suo carattere e speriamo che nel fu- turo sappia meglio controllare l’ira e lasciar correre. La gente lo sta apprezzando. Basta questa riconoscenza perché è veramente sincera. S i era laureato presso l’Uni- versità di Firenze il 6 luglio 1981. Era un giovane at- tento alle politiche sociali ed ha svilluppato, dopo la laurea due corsi di specialistica in Ginecologia e Odontoiatria. Ha iniziato la sua attività pro- fessionale sotto le “ali” del dott. Eutimio Gallinella insieme al figlio Marco, anch’esso lauratosi con Luciano. La sua attività professionale lo ha visto per tanti anni “medico di base” non solo nel suo ambulato- rio a Cortona, ma si è sempre pro- digato verso chi aveva bisogno. Ha così realizzato recapiti ambulatoriali nelle varie frazioni del Comune e nella montagna cor- tonese. Il 25 marzo 2020 è scattata l’ora X dopo 35 anni di attività. Luciano è andato in pensione con il rammarico dei suoi pazienti che per anni lo hanno avuto come medico e amico al loro fianco. A Luciano gli auguri più sin- ceri perchè trascorra il resto della sua vita in serenità e nella felicità di non aver lavo invano. Francesco, il figlio più picco- lo, in questi giorni si è laureato in Medicina. E proseguirà il suo per- corso professionale. Buon riposo Luciano e auguri a Francesco. E.L. Vecchi mestieri e vecchie botteghe Subito a destra di Molesini c’era un salone di parrucchiere, gestito da Enzo Colzi e Gino Pazzagli. (Fine anno 1985/1986) Michael Ewert SEGUE A PAGINA 2 Il dott. Luciano Pelucchini è in pensione Variante ex Maialina, telenovela o polpettone? B ene, anzi benone. Il pro- getto di variante semplifi- cata al Regolamento ur- banistico proposta dai sigg.ri Bruno Felici, Li- liana Capitani ecc., ha destato vivo interesse fra i lettori, amministra- tori ed operatori sociali, tanto che questo giornale ha ospitato in data 15 Marzo del corrente anno nu- merosi articoli, tutti rispettabilissi- mi e a dire il vero anche interes- santi sotto il profilo sociologico ed economico, che anch’io avrei vo- luto condividere sotto il profilo sentimentale, culturale ed urbani- stico, ma, ahimè, purtroppo, non posso per motivi etici, amministra- tivi e di giustizia assecondare. La questione ha assunto connotati da telenovela ma forse sarebbe me- glio catalogare come “un polpet- tone” da dare in pasto a quanti non hanno la dovuta preparazione o conoscenza amministrativa. A questi non se ne fa una colpa o rimprovero, ma a quanti hanno avuto ed hanno le mani in pasta sull’andamento comunale, su quanti hanno ed hanno avuto re- sponsabilità amministrative da consiglieri comunali o ex consi- glieri comunali o membri di giun- ta o di ex giunta; a questi non cre- do che si possa permettere di ri- mescolare le carte e non dire il vero sull’argomento o mistificarne il contenuto. Gli atti parlano; nessuno potrà nascondere la materia trattata o dire che non sono veri. Le uniche vittime in questa vicenda sono i cittadini inconsapevoli, sobillati o meno, da soggetti improvvidi e spericolati per giochi d’interesse politico che sfuggono ad ogni comprensibile logica. E se arrab- biati hanno ragione da vendere, ma dovrebbero rifarsela con chi li induce in errore, travisa i fatti, e non con chi fa cronaca. E tanto per sgombrare il campo da ogni possibile illazione, o retro pensie- ro, lo scrivente non conosce, non ha mai conosciuto ne ha mai avu- to alcun rapporto di qualsivoglia genere né con i proprietari terrieri né con società interessate diretta- mente o indirettamente alla va- riante. Il dovere di cronaca ci in- duce a riportare la sequenza logi- ca degli atti pubblici portati avanti dalla passata amministrazione di centro sinistra che ora rinnega la propria volontà pregressa e quan- to compiuto dalla nuova ammini- strazione di centro destra, nella prosecuzione del tracciato lasciato dall’ex amministrazione Basanieri. Da cronista mi ritengo orgoglioso di avere il paraocchi, proprio per focalizzare meglio gli atti, non essere distratto, essere tirato per la giacchetta o i capelli da chic- chessia, sia di centrodestra che di centrosinistra. Per non prestarmi allo strabismo di cui altri possono essere affetti, per analizzare me- glio la materia di cui si narra. La verità va detta ai cittadini, fino in fondo, e non con i trucchetti di prestigio cui sono soliti fare i politicanti tipo gioco delle tre car- te o argomentare sulla stampa con articoli a mò di “polpettoni” per- ché la gente non capisca come stanno realmente le cose. E ammi- nistrare non è assecondare gli umori che si possono alternare nel tempo, ma rispettare le regole che ci si è dati, o che derivino dallo stato o dalla regione. Tante disquisizioni non hanno ragione d’essere proprio per il buon an- damento amministrativo che ora si vorrebbe sovvertire. A parti inverti- te, se prima di giugno 2019 ci fosse stata un’amministrazione di centro destra e dopo di centro si- nistra che cosa avrebbe dovuto fa- re quest’ultima? Niente altro che "ERMETISMO E CORONAVIRUS"

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Tariffa R.O.C.: “Poste Italiane S.p.A. - Sped. in abb. postale - D.L. 353/2003 (Conv. In - L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 1, DCB/2004-Arezzo” - Autoriz. Tribunale di Arezzo N° 3 del 27/03/1979 - IscrizioneReg. Naz. della Stampa n. 5896 - Stampa: CMC Cortona. Redazione, Amm.ne: Giornale L’Etruria Soc. Coop. arl - Via Nazionale, 51 - 52044 Cortona - Tel. (0575) 60.32.06 - Una copia arretrata € 4,0.

Anno CXXVIII - N° 7 Cortona - Mercoledì 15 aprile 2020 www.letruria.it e-mail: [email protected] Euro 1,80

Abbonamento a L’Etruria: solo carta 12 mesi 35 euro; web 12 mesi 30 euro; carta + web 12 mesi 45 euro - C/C Post. 13391529 - Banca Popolare di Cortona Iban: IT 55 L 05496 25400 000010182236

I n questo momento partico-larmente difficile dobbiamoverificare che il nostro terri-torio, pur avendo qualchesoggetto colpito dal Corona -

virus, non ha punte allarmanti datenere sotto controllo.

Certamente la nostra gente siè resa conto della utilità di starechiusa in casa. Di converso il no -stro sindaco Luciano Meoni si stadando da fare ed è presenteovunque.

Bene fa a dare una comuni-cazione due volte al giorno sul sitointernet con un video. In questaoccasione fa il punto della situa-zione e, se serve, rintuzza le criti-che che gli vengono fatte, qualchevolta con una punta di “ira” che,speriamo nel futuro, possa sva -nire. Ci rendiamo conto che la -vorando alacremente come sta fa -cendo, riesce difficile digerire lecritiche, specie se sono di parte ese cercano di trovare il “pelo sul -l’uovo”.

Nella consegna che è stataeffettuata dal Comune di Cortonadi mascherine donate dalla Regio -ne Toscana, il sindaco Meoni hapreferito organizzare una conse-gna simultanea nei centri piùgrossi del Comune, ma anche intutte le frazioni.

Tutti i cittadini contestual-mente hanno potuto ricevere ledue mascherine per persona/fa -mi glia.

Avevamo sinceramente deidubbi sulla efficacia di questaoperazione, perché temevamo unacalca di persone che si sarebberomesse in fila per recuperare latanto sospirata mascherina.

Ci siamo ricreduti perché ab -biamo visto a Cortona centro sto -rico una lunga fila saggiamente

di Enzo Lucente

Sindaco, la gente apprezza la sua iperattività e le perdona qualche scatto d’ira

distanziata e pazientemente di -sposta ad attendere il proprio tur -no.

Nelle varie frazioni più pic -cole il problema non si è creato;la gente tranquillamente le hapotute acquisire.

Qualche problema forse si èverificato a Camucia, che è la fra -zione più popolosa del nostro Co -mune, ma la critica rivolta in viapreventiva da esponenti di Centrosinistra ha dato la sensazione diuna presa di posizione più politicache calata sulla realtà oggettiva delproblema. La conclusione dell’o-perazione di consegna si è realiz-zata nella gior nata successiva mer -coledì 9 aprile fino alle ore 13. IlSindaco nel suo vi deo ha comu -niato di aver raggiunto il 93%della popolazione ed ha invitatoquanti non avessero po tuto prele-varla di te lefonare alla segreteriacomunale per riceverla in tempibrevi presso il proprio domicilio.

La iperattività del sindacoMeo ni è sicuramente una “malat-tia” positiva perché induce tutti adevitare di essere secondi e di di -mostrare di non essere alla sua“velocità”.

Le associazioni di volontariatostanno facendo il massimo peraiutare la macchina comunale adessere vicina ai cittadini per laconsegna dei medicinali, e, inque sto caso, per la consegna dellemascherine.

Gli stessi dipendenti del Co -mu ne hanno in questa occasionedimostrato tutta la loro disponilitàa non tirarsi indietro.

Crediamo che sia la primavolta che si verifichi questa dispo-nibilità di “massa”.

Dobbiamo verificare con pia -cevole sorpresa che il restyling delpronto soccorso dell’Ospedaledella Fratta si è concluso in tempipiù brevi di quelli preventivatidalla gara di appalto.

Il direttore del pronto soc -corso dr. Giorgio Sgrevi ha espres-so il ringraziamento a tutti coloroche hanno collaborato alla realiz-zazione di questa ristrutturazio-ne...

Anche in questa occasione,senza avere meriti diretti, dobbia-mo al Sin daco il riconoscimentodi aver operato per questa ristrut-turazione con molta efficacia.

Continuano, e ne siamo feli -ci, le donazioni all’Ospedale e alCo mune da parte di privati cittadi-ni e di associazioni. Si è concretiz-zato un momento di solidarietàche ha trovato come momentocatalizzatore questa iperattività cheinduce, chi vuole donare ad es se -re pre sente e farlo in tempi brevi.

Vo gliamo amichevolmentesot tolineare che qualche suauscita un po’ forte non l’abbiamoapprezzata, ma conosciamo il suocarattere e speriamo che nel fu -turo sappia meglio controllarel’ira e lasciar correre.

La gente lo sta apprezzando. Basta questa riconoscenza

perché è veramente sincera.Si era laureato presso l’Uni -

versità di Firenze il 6 luglio1981. Era un giovane at -tento alle politiche socialied ha svilluppato, dopo la

laurea due corsi di specialistica inGinecologia e Odontoiatria.

Ha iniziato la sua attività pro -fessionale sotto le “ali” del dott.Eutimio Gallinella insieme al figlioMarco, anch’esso lauratosi conLuciano.

La sua attività professionale loha visto per tanti anni “medico dibase” non solo nel suo ambulato-rio a Cortona, ma si è sempre pro -digato verso chi aveva bisogno.

Ha così realizzato recapitiam bulatoriali nelle varie frazionidel Comune e nella montagna cor -tonese.

Il 25 marzo 2020 è scattatal’o ra X dopo 35 anni di attività.

Luciano è andato in pensionecon il rammarico dei suoi pazientiche per anni lo hanno avuto comemedico e amico al loro fianco.

A Luciano gli auguri più sin -ceri perchè trascorra il resto dellasua vita in serenità e nella felicitàdi non aver lavo invano.

Francesco, il figlio più pic co -lo, in questi giorni si è laureato inMedicina. E proseguirà il suo per -corso professionale.

Buon riposo Luciano e auguria Francesco. E.L.

Vecchi mestieri e vecchie botteghe

Subito a destra di Molesini c’era un salone di parrucchiere, gestito da Enzo Colzi eGino Pazzagli. (Fine anno 1985/1986)

Michael Ewert

� SEGUEA PAGINA 2

Il dott. Luciano Pelucchini è in pensione

Variante ex Maialina, telenovela o polpettone?

Bene, anzi benone. Il pro -getto di variante semplifi-cata al Re golamento ur -banistico proposta daisigg.ri Bruno Felici, Li -

liana Capitani ecc., ha destato vivointeresse fra i lettori, amministra-tori ed operatori sociali, tanto chequesto giornale ha ospitato in data15 Marzo del corrente anno nu -merosi articoli, tutti rispettabilissi-mi e a dire il vero anche interes-santi sotto il profilo sociologico edeconomico, che anch’io avrei vo -luto condividere sotto il profilosentimentale, culturale ed urbani-stico, ma, ahimè, purtroppo, nonposso per motivi etici, amministra-tivi e di giustizia assecondare. Laque stione ha assunto connotati datelenovela ma forse sarebbe me -glio catalogare come “un polpet-tone” da dare in pasto a quantinon hanno la dovuta preparazioneo conoscenza amministrativa. Aquesti non se ne fa una colpa orimprovero, ma a quanti hannoavuto ed hanno le mani in pastasul l’andamento comunale, suquan ti hanno ed hanno avuto re -sponsabilità amministrative dacon siglieri comunali o ex consi-glieri comunali o membri di giun -ta o di ex giunta; a questi non cre -do che si possa permettere di ri -mescolare le carte e non dire ilvero sull’argomento o mistificarneil contenuto.

Gli atti parlano; nessuno potrànascondere la materia trattata odire che non sono veri. Le unichevittime in questa vicenda sono icittadini inconsapevoli, sobillati omeno, da soggetti improvvidi espericolati per giochi d’interessepolitico che sfuggono ad ognicomprensibile logica. E se arrab-biati hanno ragione da vendere,ma dovrebbero rifarsela con chi liinduce in errore, travisa i fatti, enon con chi fa cronaca. E tantoper sgombrare il campo da ognipossibile illazione, o retro pensie-ro, lo scrivente non conosce, nonha mai conosciuto ne ha mai avu -to alcun rapporto di qualsivogliagenere né con i proprietari terrieriné con società interessate diretta-mente o indirettamente alla va -

riante. Il dovere di cronaca ci in -duce a riportare la sequenza lo gi -ca degli atti pubblici portati avantidalla passata amministrazione dicentro sinistra che ora rinnega lapropria volontà pregressa e quan -to compiuto dalla nuova ammini-strazione di centro destra, nellaprosecuzione del tracciato lasciatodall’ex amministrazione Basanieri.Da cronista mi ritengo orgogliosodi avere il paraocchi, proprio perfocalizzare meglio gli atti, nonessere distratto, essere tirato perla giacchetta o i capelli da chic -chessia, sia di centrodestra che dicentrosinistra. Per non prestarmiallo strabismo di cui altri possonoessere affetti, per analizzare me -glio la materia di cui si narra. Laverità va detta ai cittadini, fino infondo, e non con i trucchetti dipre stigio cui sono soliti fare ipoliticanti tipo gioco delle tre car -te o argomentare sulla stampa conarticoli a mò di “polpettoni” per -ché la gente non capisca comestanno realmente le cose. E ammi -nistrare non è assecondare gliumo ri che si possono alternarenel tempo, ma rispettare le regoleche ci si è dati, o che derivinodallo stato o dalla regione. Tantedisquisizioni non hanno ragioned’essere proprio per il buon an -damento amministrativo che ora sivorrebbe sovvertire. A parti inverti-te, se prima di giugno 2019 cifosse stata un’amministrazione dicentro destra e dopo di centro si -nistra che cosa avrebbe dovuto fa -re quest’ultima? Niente altro che

"ERMETISMO E CORONAVIRUS"

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L’ETRURIA N. 7 ATTUALITÀ

PAGINA 2

15 aprile 2020

Inutile ancora parlare dei danniche il Coronavirus, ormai chiama-to Covid 19, procurerà, dopoquelli alla salute, all'economia delnostro Paese e non solo. È chiaroche a noi interessa da vicino ilterritorio nostrano, dove una largafetta di commercianti e imprendi-tori riceve introiti grazie al tu ismo.Nutriamo la speranza che questabrutta faccenda passi il prima pos -sibile e che il giorno che usciràquesto articolo la problematicasarà stata almeno in parte risanata(purtroppo non posso saperlo,scrivendo giorni prima l'articolo),sicuramente però bisognerà co -min ciare a pensare a come rap -portarsi al futuro.

MB Elettronica S.r.l.Zona ind.le Vallone C.S. Ossaia, 35/35P - 52044 Cortona (AR)- Italy

Internet: www.mbelettronica.com

L’Opinione

a cura di Stefano Duranti Poccetti

Variante ex Maialina, telenovela o polpettone?da pag. 1

Il sindaco Luciano Meoni ha giàdetto che rinvierà di alcuni mesi ilpagamento delle tasse comunali equesta è sicuramente una lieta no -tizia, anche se credo che, accantoallo spostamento, dovrebbe esser -ci anche una riduzione delle stes -se, in particolar modo quelle cheri guardano da vicino le attività tu -ristiche. Centrale per esempio è iltema della Tari (TAssa RIfiuti),perché, se le strutture non lavora-no o se lavoreranno molto meno,va da sé che il calcolo vada rivistoin modo sostanziale. Naturalmente una parte di turismoè stata già persa, per capire me -glio il tutto bisognerà attendere glisviluppi dei prossimi giorni.

La Tari. Una tegola da ricalcolare

po trebbe solo realizzare un pa -lazzo con al massimo piccoli ne -gozi al piano terra…..”. Gli scri -venti non dicono e non voglionodire la verità e cospargersi il capodi cenere come dovrebbero echie dere scusa ai cittadini a cuinon hanno dato risposte che diseguito si ricapitolano: a) chi hareso urbanisticamente edificabilel’ex area della Maialina inserendoquesta nello strumento del Pianoterritoriale? Sono legittime le ri -chieste di varianti semplificate en -tro gli ambiti di comparto? Perchémai la passata amministrazione hatrasmesso con delibera di GiuntaComunale n.18 del 5.2.2019 la“VARIANTE SEMPLIFICATA AL RE -GOLAMENTO URBANISTICO pro -posta dai sig.ri Bruno Felici,Liliana Capitoni, Felice Felici e dal -la Soc. Berfin srl Loc. Camucia -

proseguire quanto già stato fattodagli altri, anche se con dispiace-re, proprio per il buon andamentoamministrativo e non cagionaredanno ai cittadini, in virtù dei di -ritti acquisiti dai proprietari, noncon abuso o frode ma derivantidal fatto di essere stata inserita laloro area come terreno edificabilee con edificazione con esso com -patibile. Certamente non si può af -fermare che la proposta di varian-te fosse stata “ bocciata dalla pas -sata amministrazione viene inol -trata agli uffici competenti nel me -se di luglio, al cambio di ammini-strazione. Una variante per realiz-zare l’ennesimo supermercato av -versata dalla maggioranza degliabitanti di Camucia ma subito“concessa” con atto di giunta e diConsiglio con prescrizioni ridico-le…. Cosa FALSA perché ad oggi

Soc. Agr. “La Calonica” S. R. L. - Sede Legale: C.S. Pietraia, 25 - 52044 CORTONA (AR) Uffici Cantine : Via della Stella, 27 - 53045 VALIANO DI MONTEPULCIANO (SI)

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PRONTA INFORMAZIONEFARMACIA DI TURNO

Turno settimanale e notturnodal 13 al 19 aprile 2020Farmacia Boncompagni (Terontola)Domenica 19 aprile 2020Farmacia Boncompagni (Terontola)Turno settimanale e notturnodal 20 al 26 aprile 2020Farmacia Chiarabolli (Montecchio)

Sabato 25 aprile 2020Farmacia Chiarabolli (Montecchio)Domenica 26 aprile 2020Farmacia Chiarabolli (Montecchio)

Turno settimanale e notturnodal 27 aprile al 3 maggio 2020Farmacia Centrale (Cortona)

GUARDIA MEDICACamucia, Casa della Salute 0575/30.37.30

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Viale Gramsci incrocio con ViaSan drelli - Cortona (AR). Atto diindirizzo.” Con voto favorevoleuna nime (presenti Basanieri, Sal -vi, Bernardini, Miniati, Pacchini eGabrielli) al Consiglio Comunaleche ha deliberato in merito e convoti favorevoli 10, 1 contrarioScor cucchi e 2 astenuti Berti e Ca -rini e assenti Rossi e Manfreda,con atto n. 32 del 9.4.2019? E inquesto atto cosa si rileva fra l’al -tro? RICORDATO che la Giunta Co -munale, con Del n. 18 del05/02/2019, in ordine alla Va -riante al RU in oggetto, ha delibe-rato quanto segue: DI DARE MAN -DATO al Dirigente dell’UfficioTecnico Comunale, in qualità diResponsabile del Procedimento,di proseguire con l’iter istruttoriorelativo alla valutazione di quantorichiesto su tale pratica, proce-dendo al compimento degli attiautorizzativi alla luce dell'attualedisciplina vi-gente (ove non neces-sitino di varianti o variazioni dicompetenza consiliare);CONSIDERATO che tra gli allegatiagli elaborati della variante al RUin oggetto risulta un ulterioreNulla Osta rilasciato dalla SABAPdelle provincie di Siena, Arezzo eGrosseto in data 08/11/2018 nelquale si esprime il nulla osta allaprosecuzione dell’iter di Varianteal RU con le seguenti condizioni…” ed inoltre “RISCONTRATOche la proposta di variante al RUin esame ha per oggetto previsioniinterne al perimetro del territoriourbanizzato e non comporta va -riante al Piano Strutturale, pertan-to, ai sensi dell’Art. 30 della L.R.65/14 la presente variante è defi -nita come Variante Sem pli ficata alRU. Delibera quanto segue “IlConsiglio Comunale ritiene dirimandare l’avvio della proceduradi VAS e quindi l’adozione dellaVariante in oggetto a successivavalutazione da effettuare in seguitoalla presentazione dei seguentiapprofondimenti e/o integrazio-ni….” Dunque da questi atti nonemerge minimamente che la pass -ata amministrazione fosse contra-ria alla variante, anzi, tutt’altro!Era legittima l’operazione allora e

se sì, come appare, cosa si conte-sta ora? Se non c’erano i presup-posti, le condizioni, allora perchénon si è votato contro, motivandonel merito e nella legittimità,l’impossibilità di procedere? Chiha deliberato a loro insaputa? Laschizofrenia politica gioca bruttitiri! La nuova amministrazione,non poteva fare altro, piaccia onon piaccia, come anche alloscrivente lo sciagurato Piano Strut -turale, che proseguire sulle altruimalefatte, proprio per il buon an -damento amministrativo che senon perseguito, oltre al danno siaggiungerebbe la beffa di doverrisarcire gli aventi diritto o quantiillusi dall’improvvida amministra-zione. Solo perché si sono inverti-te le parti di colore politico, non èpossibile smantellare il pregresso,certi atti vanno portati avantianche se obtorto collo, qualora cisiano tutti i requisiti di legge.L’Am ministrazione, una qualsivo-glia amministrazione, non può enon deve amministrare con me -todo umorale o per simpatia edantipatia o per sentito dire: deverispettare le regole che ci sono enon cambiare le carte in tavola, ameno che non si sia bari. E che ilPD cambi disinvoltamente gliumo ri (come anche qualcuno del -l’attuale maggioranza!), a secondache sia ad amministrare o all’op-posizione su stesse analoghe ma -terie, lo dimostrano gli atti, comequelli, pessimi, adottati e di dub -bia legittimità, seguiti dalla nuovamaggioranza, di procedere alleriduzioni dei vincoli cimiteriali incerte frazioni, a richiesta di parte enon di pubblico interesse. Come sivede, si può avere il paraocchi manon gli occhi foderati di prosciut-to. E l’argomento ex varianteMaia lina può ritenere chiuso per -ché ampiamente trattato in questogiornale; diventerebbe oltremodonoio so per il lettore leggere sem -pre le stesse cose, però, dicevano ilatini, per i duri di comprendonio,“repetita iuvant”, mentre nel cor -tonese, con volgarità, si direbbeche “la merda più l’armescoli piùpuzza”.

Piero Borrello

La politica deve essere prima di tutto ascolto

Sul nostro giornale sono sta -ti pubblicati vari articolisulla problematica concer-nente l’area della “Maia li -na”. In alcuni ho trovato

interessanti punti di vista, qualcu-no sinceramente mi ha fortementedeluso poiché l’autore si è limitatoa scrivere la solita lunga e barbosalezioncina che aveva pubblicatogià in altri numeri de L’Etruria.

Anche il sottoscritto ha espres-so una sua posizione evidenziandoche sarebbe cosa utile ed intelli-gente indire, quando i tempi lopermetteranno, un pubblico dibat-tito dove tutta la questione possaessere illustrata ed esaminata daesperti e dai cittadini.

L’argomento certamente noninteressa solo i residenti ma, inque sto caso, vi è un coinvolgi-mento molto vasto, poiché la no -stra Camucia è una frazione ca -rente di verde pubblico.

Sarebbe questa un’ ottimaoccasione per prospettare anche

un impegno maggiore.Leggendo i molti interventi, a

mio modesto avviso, ho trovatointeressante e pertinente la posi -zione espressa da un comunicatopolitico di “Fratelli d’Italia” con ilquale si formula un tracciato poli -tico comportamentale sulla que -stione che va proprio nel sensoche ho appena sopra espresso.

Prima di intervenire saràbene approfondire e avere lamassima disponibilità d’ascoltodella gente in modo da condivi-dere una strategia per giungeread una possibile soluzione.

Non mi permetto di aggiunge-re altro.

Nella sua qualità di Presidentedel Consiglio Comunale il sig. Ni -cola Carini saprà, senz’altro, farva lere la sua capacità politica edistituzionale, per riportare su di unpiano popolare e sociale una que -stione ritenuta da tutti importanteper la crescita della nostra frazio-ne. Ivan Landi

Corale polifonica, Laurenziana dona materiale al Comune

In questi giorni di emergenza da coronavirus, continuano le dimostra-zioni di affetto e vicinanza da parte delle diverse realtà della città diCortona. L’ultima, in ordine di tempo, è quella della Corale polifonicaLaurentiana, che, su iniziativa della sua presidente, Katia Isolani, haraccolto la somma di 560 euro, impiegandola per l’acquisto di materia-

le igienizzante e mascherine protettive. Il materiale è stato consegnato dalla stessa presidente nelle mani del

sindaco, Luciano Meoni. Il primo cittadino cortonese, a nome dell’ammini-strazione comunale, ringrazia la presidente Isolani per avere promossoquesta raccolta e gli stessi componenti dell’associazione che si sono attivatiper metterla in pratica. «La solidarietà cortonese – afferma Meoni – trovaun’ulteriore conferma in quest’occasione. Desidero ringraziare pubblica-mente la Corale polifonica Laurentiana e la sua presidente per la prova disensibilità dimostrata anche in questa circostanza».

La dotazione di prodotti donata al comune comprende 200 mascherinemonouso, guanti di lattice, prodotti igienizzanti e gel per la pulizia dellemani. I prodotti saranno distribuiti dove le varie necessità lo richiederanno.

«Nella lettera di accompagnamento – conclude Meoni – la presidentedefinisce questa donazione un piccolo contributo. In questo momento, nullapuò essere definito piccolo. Qualsiasi aiuto è importante, perché rappresentaun sostegno per superare questo momento difficile».

La Corale polifonica Laurentiana di Cortona è nata nel 1998 per offrire ilproprio servizio in ambito liturgico. Di essa fanno parte venticinque coristi. Ilsuo repertorio, oltre alla musica polifonica, prevede anche il genere spiri-tual, il canto gregoriano e quelli popolari. L.T.

La mamma di Andrea Vignini è tornata alla Casa del Padrele condoglianze ricevute.

“Non potendolo fare perso-nalmente, desidero ringraziare -a nome mio, di mio padre e dimio fratello - le centinaia e cen -tinaia di persone che con ognimezzo ci hanno fatto pervenirele loro condoglianze per lascom parsa della nostra caramamma. Siamo profondamentecommossi.

Ringrazio inoltre S. E. Mons.Italo Castellani che, facendocisentire meno soli, ha voluto es -sere presente presso il cimiterodi San Marco a Camucia perl'ul timo pietoso ufficio, insiemea don Aldo Manzetti e don Ot -torino Cosimi.”

L'Etruria tutta, in questo mo -mento di dolore che li colpiscenegli affetti più cari, si stringe vici -no ad Andrea Vignini, al babboBe nito, al fratello Simone, ai pa -renti tutti e porge loro cristianecon doglianze.

Nella foto, la signo ra MariaLui sa in un momento felice dellasua vita familiare.

Ivo Camerini

Le condoglianze del nostrogior nale all'ex-Sindaco di Cortona

Maria Luisa Rossi Vignini ètornata alla Casa del Padre

La signora Maria Luisa Rossiin Vignini (mamma dell'ex -Sin -daco di Cortona, Andrea, e mogliedi Benito Vignini, per tanti annifunzionario del nostro Comune edex-segretario della Dc) è tornataalla Casa del Padre, all'età diottandue anni, dopo una lungamalattia causata da un tumore.

Pubblichiamo volentieri il rin -graziamento del figlio Andrea per

Page 3: 79 Sindaco, la gente apprezza la sua iperattività e le ... · La gente lo sta apprezzando. Basta questa riconoscenza perché è veramente sincera. S i era laureato presso l’Uni-versità

remo ispirazione e assonanza. Cisentiremo accomunati da unalunga trama, un ideale filo checollega e annoda i cortonesi diallora a quelli di oggi: “..tra tanterovine della Patria grande -scrive Pancrazi nella Prefa zionealla raccolta - a molti italiani laguerra insegnò per un momentoa riconoscere e ad amare di più,e di più geloso amo re, la pic co -la patria”. E più avanti conti-nua: “..Fu allora, in quei dispe-rati giorni, che la regione, ilcomune, proprio questa terra diterra dove nascemmo e doveforse un giorno morremo, sirav vivò in noi come non avrem -mo mai creduto, e prese disegnoe rilievo nel nostro sentimentoproprio coi suoi caratteri fisici:con le sue strade e i suoi argini,i suoi ciuffi di piante e le suecase, le sue distanze distese alsole e le sue pieghe d’ombra…”:è proprio così, in questi giorni diimmobilità il pensiero corre allepasseggiate, ai panorami che almomento ci sono interdetti, aitramonti visti dal piazzale di Santa

Margherita, al disegno dei campa-nili sull’alto del colle nella cittàvecchia, al nastro colorato deifiumi in pianura. Ai campi di gra -no. Ci ripromettiamo di andare arive dere tutto con occhi nuovisenza sapere quando. Ma Pancrazici dice ancora: “..in quei mesi oin quelle settimane, in veritànessuno di noi restò qual’era: echi non divenne più cattivo, eradiventato più buono. Forse per -ché tutti avvertimmo di essersensibilmente entrati nel giro diun destino e tra cose troppo piùgrandi di noi; e nello stesso tem -po tutti sentivamo di scontareun peccato, di soffrire per unacolpa anche nostra: due senti-menti quasi in contrasto, cheperò si accordano nel dare unreligioso senso alla vita. Ma so -prattutto perché le improvvisegrandi cose e l’incerto destinoavevano fatto tutti più leggeri:ciascuno aveva scrollato da sémolto del “di più”, del vano e delpri vilegio, per cui più spessol’uo mo è estraneo o nemico al -l’uomo. Per un momento al me -no, gli uomini si accorsero chequello che li unisce può valereassai più di quello che li divi -de…”. L’inconsueto che diventaconsueto: possiamo fare a meno

di tante cose nella quotidianità,possiamo scrollarci di molti or -pel li anche oggi, come scrive Pan -crazi.

Viaggiare leggeri e così uscireda questo giro del destino primapossibile lasciandoci alle spalle lecose più grandi di noi. Perché lavita, allora come adesso, è ilvalore primario.

Siamo stati per troppo tempoimbevuti a forza di spread, rating,quotazioni e sottoposti gioghifinanziari fino a diventarne suc -cubi anche nel pensiero.

E la nostra Nazione- la Patriagrande - si è impoverita dramma-ticamente, e in ogni senso, fino alpunto di considerare gli anziani -così fragili e colpiti dal virus -morti di serie B. Un cinismo ab -bietto. Ma è proprio questa lalezione della pandemia, la trovia-mo in fondo ad un amarissimocalice, come la speranza rimastadentro il vaso di Pandora: ac -comunati dallo stesso timore, ab -biamo tutti e all’improvviso risco-perto il senso religioso della vita.“Perché ciascuno vedeva nell’oc-chio dell’altro lo stesso spaventoo lo stesso dubbio, la pena o lalagrima uguale.” Non dobbiamodimenticarlo.

Isabella Bietolini

L’ETRURIA N. 7 CULTURA

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L'ultima delle quattro pitture diOsvaldo Bignami presenti all'in-gresso della Cappella dei Cadutisituata nella Basilica di SantaMargherita è quella raffiguranteSan Martino di Tours. Patrono delle Guardie Svizzerepontificie, di mendicanti, alberga-tori, cavalieri, della Fanteria edell'Esercito, il Santo, dipintodentro una nicchia gotica, sistaglia su un fondo blu ed indossauna clamide rossa ed una tunicabianca. Alla testa porta un elmopiumato e la sua iconografia

potrebbe essere celata visto che ingenere è rappresentato a cavallocon il mantello già tagliato cheporgerà al povero. Qui è inveceraffigurato con la spada in manoin atto di tagliare il mantello e losguardo rivolto verso il cielo, quelcielo che a breve si schiarirà. Ilmendicante si intravede dietro lasua figura. Martino di Tours è uno dei fonda-tori del monachesimo in Occi -dente e uno dei primi santi nonmartiri proclamati dalla Chiesa,ma ciò che lo ha reso famoso è

15 aprile 2020

(Parte prima)Mons. Giuseppe Franciolini da Can -derico di Sassoferrato è l’ultimo Ve -scovo di Cortona quale Diocesi au -tonoma. Abbiamo indicato nel titolola data ultima del 1989 a segnare ilsuo episcopato: e questo è vero solosimbolicamente poiché quello èl’anno della sua morte. In realtànon era più Vescovo di Cortona dal18 febbraio 1978 allorchè le suedimissioni vennero accettate e laDiocesi di Cortona fu unita “in per -sona episcopi” a quella di Arezzo.Egli rimase da quella data Vescovoemerito, per tutti comunque sempreil Vescovo di Cortona fino alla suamorte. Il 19 giugno 1325, con Bollada Avignone, Papa Giovanni XXIIaveva istituito la Diocesi di Cortona:il 30 settembre 1986, con Decretodella Con gregazione per i Vescovi, lastessa Diocesi venne definitivamenteunita, con Sansepolcro, a quella diArezzo. Da quella data, il nuovo no -me sarà quello di Diocesi di Arezzo-Cortona-Sansepolcro con un evi -dente primato della città ca poluogodi provincia ove il Vescovo terrà lasede. Si chiude così un arco tempo-rale di oltre seicento anni e Mons.Franciolini sarà l’ultimo di cinquan-tatrè vescovi succedutisi nella catte-dra diocesana di Cortona attraversoi secoli: governi religiosi segnatidalla storia, da fatti innumerevolispesso di guerra e di rivoluzioni,momenti significativi per l’evoluzio-ne della terra cortonese al fianco oall’ombra di personaggi famosi,Papi, Principi e Re, generali e sol -dati.Mons. Giuseppe nacque il 10 di -cem bre 1891 da Francesco Fran -ciolini e Caterina Palazzi: il giovanis-simo futuro Vescovo trascorseun’in fanzia tranquilla caratterizzatadalla profonda religiosità respiratain famiglia (definita da lui stesso“gelosa eredità familiare”) e daun alto senso del dovere. Studiòdap prima a Sassoferrato e poi nelCollegio Salesiano di S.Roberto aGualdo Tadino. Nel 1906 entrò nelSeminario di Nocera Umbra e suc -cessivamente in quello interdiocesa-no di Camerino: in entrambi sidistinse subito per le evidenti doti distudente ma anche generosità ebontà. I suoi superiori lo inviaronoquindi a Roma e nel 1911 entrò nelSeminario Romano, di lì a poco inquello del Laterano. A 25 anni si laureò in Filosofia eTeologia Sacra. Il 3 marzo del 1917venne ordinato sacerdote dal Card.Basilio Pompili. Appena celebrata laprima Messa, il giovane sacerdote

l'episodio del mantello. Deriva daquesto l’espressione “estate di SanMartino” perché secondo la tradi-zione il Santo, nel vedere unmendicante seminudo patire ilfreddo durante un acquazzone, glidona metà del suo mantello. È stato un vescovo e confessorefrancese venerato come santodalle Chiese Cattolica, Ortodossa eCopta. Nato nel 316, figlio di untribuno della legione romana,originario della Pannonia, l’attualeUngheria, fin da giovanissimovenne avviato alla carriera milita-re, destino già segnato alla nascitapoiché anche il padre era unmilitare che lo chiamò Martinoproprio in onore a Marte, diodella guerra. La sua ricorrenzacade l’11 Novembre, il giorno deisuoi funerali a Tours. La festa di San Martino nasce inFrancia sotto l’influsso dei celti,popolazione pagana, che celebra-va l’inizio del nuovo anno aNovembre. Nella pittura abbiamo esempi delSanto raffigurato ad opera di ElGreco con le sue figure allungate,Anthony van Dyck con la suapotenza espressiva e SimoneMartini che ha affrescato ad Assisiun'intera cappella nella BasilicaInferiore di S. Francesco dedicataa San Martino, mentre a Napolitutto il complesso monumentaledella Certosa di San Martino èintitolato al Santo ed all'internoabbiamo una splendida sculturaraffigurante “San Martino e ilpovero” di Pietro Bernini padredel più noto Gianlorenzo.Numerose anche le vetrate raffigu-ranti S. Martino in molte chiese,ita liane ed estere, come quelladella collegiata di San Martino aPietrasanta e fino all'Argentina,nella Basilica di Nostra Signora diLuján, a testimonianza che il suoculto è venerato in tutto il mondo.Nel nostro territorio, al Santo èintitolata la chiesa di San Martinoa Bocena in Val di Loreto.

Piazza Signorelli, 16 - 52044 Cortona (Ar) - Tel./Fax 0575-62.984

Mons. Giuseppe Franciolini (1932-1989)La Diocesi di Cortona e i suoi Vescovi

A cura di Isabella Bietolini

partì per An co na, chiamato allearmi nella Sanità militare: il primoconflitto mondiale stava rovesciandol’Europa e Giu seppe Francioliniprestò servizio sul fonte Balcanico,in Mace donia e in Bulgaria. Finitala guerra rimase a Sofia per alcunimesi in attesa della smobilitazione.Venne congedato nel Luglio del1919. Conclusa la do lorosissima paginabellica, Fran cio lini riprese la suacarriera ecclesiastica con la nominaa Vice-Rettore del Semi nario diNocera nonché docente di Lettere. Nel 1920 ottenne la designazione aCanonico Teologo della Cattedrale.Fu poi Rettore del Seminario e, dal1925, Vicario Generale della Dioce -si di Nocera Umbra. In questo ruolosi distinse per capacità e impegnoorganizzativo: fondò e diresse ilperiodico “Vita Diocesana”, rea liz -zò nu merose iniziative benefiche el’U nio ne Missionaria, costituì l’O pe -ra per le Vocazioni Ecclesiasticheincrementò le Scuole di catechismo,la Mutua Regionale per il Clero eduna infinita serie di altre attività perrendere viva e partecipe la comu -nità religiosa.Tanti meriti attirarono l’attenzionedella Curia Romana e fin dal 1926gli venne prospettato un alto incari-co presso la Santa Sede: modestoco me fu sempre nella sua vita,Giuseppe rifiutò con delicatezza erimase a Nocera continuando ala -cremente le sue innumerevoliattività. Ma quando Papa Pio XI, conun Breve datato 2 Febbraio 1932, lochiamò quale Vescovo della Diocesidi Cortona (era morto Mons.Carlesi e la sede era rimasta vacan -te), Giuseppe Franciolini, dopo unariflessione che si protrasse per tregiorni, spinto anche dall’incoraggia-mento del suo Vescovo Mons. Cola,accettò l’incarico. In una sua Lettera Pastorale del1967, Mons. Franciolini rievocapro prio quei tre giorni di perples-sità vissuti prima di accettare lanomina: ricorda le preghiere el’ansia al cospetto di quell’incaricocosì importante.Il 3 Marzo successivo arrivò la co -municazione formale della nomina:per uno strano caso la data coinci-deva con quella della sua ordinazio-ne sacerdotale avvenuta quindicianni prima. Il giorno 1 maggio gli ven ne confe-rita la Consacrazione episcopalenella Cattedrale di No cera dal Car -dinale Giulio Serafini. Cortona aveva il suo nuovo Ve sco vo.(Continua)

La piccola e grande Patria

Uno sguardo ai tesori della nostra terra

di Olimpia Bruni

La Basilica di Santa MargheritaLe pitture di Osvaldo Bignami: San Martino

Si susseguono le settimanedi isolamento: dopo unprimo periodo di smarri-mento e forse di non com -pleta comprensione del

pericolo, le strade, le piazze, le viesi sono davvero svuotate. Anche levoci si sono rarefatte ed il silenzios’impone ovunque come un segnodei tempi. Tutto sembra trattenereil fiato nell’attesa di notizie miglio-ri. L’inconsueto è diventato con -suetudine e il consueto è accanto-nato, congelato in un angolo dellamemoria. Già, la memoria. Quan -to è importante e quanto dobbia-mo custodirla: per farne usoproprio in momenti come questi.Perché non c’è niente di nuovosotto il sole: è cambiato il nemico,il fronte è ovunque, ma anchequesta è una guerra e noi stiamocombattendo. E allora riapriamoquel meraviglioso e corale omag -gio alla memoria che è La PiccolaPatria- cronache della guerra inun Comune Toscano, giugno-luglio 1944 -raccolte da PietroPancrazi e nello scritto di questonostro insigne concittadino trove-

In queste settimane difficili rileggiamo alcune frasi di Pietro Pancrazi ne La Pic cola Patria: scopriremoquante affinità ci siano tra le difficoltà del periodo bellico e quelle odierne. Il nemico insidioso e letale,

la speranza, l’amore per la no stra terra e una nuova pro fonda consapevolezza.

S. Martino foto di Fabrizio Pac -chiacucchi

L’Edicola di S. Giuseppe

Torno nei miei luoghi na -tii, come ogni tanto mipiace fare. Da San t’An -gelo, verso Tecognano,pas so per “ricioccolo”.

Dopo circa 5 o 600 metri, si trovauna deviazione sulla sinistra,chiamata il “greppone”, unascorciatoia che usavano alcunefamiglie, compresa la mia, perraggiungere S. An gelo e andarealla bottega di ali mentari, all’ap-palto, al mulino, in Chiesa ecc.

Ebbene, ai piedi di questo greppo-ne da tempo immemorabile esisteuna Maestà, un'Edicola, recantel'immagine di San Giuseppe, unbassorilievo in cera mica. Mi ri -cordo, fin da bambino di questaimmagine, sicuramente esi stevaprima della guerra. Re centemente,passando davanti al l'E dicola, honotato con sorpresa e stupore, che

l'immagine in ceramica non c'èpiù; era sparita. Ho chiesto infor-mazioni ad un amico abitantenella zona e mi ha detto che erastata rubata. Non c'è più un benche minimo rispetto neanche perle immagini sacre. Queste Maestà hanno un grandevalore “affettivo”. Molte genera-zioni sono transitate davanti,hanno por tato un fiore e detto unapreghiera, un pensiero. Caro “ladruncolo di fragole al bo -

sco”, se non ti importa delle im -ma gini Sacre, dei Santi e del lorosignificato, rispetta almeno lamemoria delle nostre nonne edelle nostre mamme. Caro ladruncolo, fai il bravo ri -mettila al posto perché il valoreeconomico, certamente non ticambia la vita.

Bruno Gnerucci

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L’ETRURIA N. 7 CULTURA 15 aprile 2020

anche il riconoscimento della pro -pria identità da parte di unacomunità. Ciascuno di noi ha avvertito, inque ste settimane, l’importanzadel la vita dell’ambiente esterno,del fuori, di ciò che si muove e vi -ve fuori; l’importanza del muover-si nel contesto fisico in cui, ognigiorno, distrattamente, viviamo, incui sperimentiamo la socialità fattadi commissioni, di incontri, discambi, talvolta di frustrazioni e diconquiste. Conquiste di quei mo -menti in cui quelle consapevolezzeindividuali, del proprio io, si ritro-vano nel confronto con l’altro, conquella socialità, appunto, di cuipensatori antichi (come Ari sto -tele) e contemporanei tratteggia-vano, e discutono oggi, peculiaritàe manifestazioni. Serrati all’internodei nostri confini domestici, men -tre ri-troviamo azioni del quotidia-no nelle nostre case e proviamopaure per l’ignoto, ci rendiamoconto dell’’esistenza’ del paesag-gio. Il paesaggio, quello esterno, aldi là della nostra finestra, una cosache ci conforta, in cui noi ci ritro-viamo. È il luogo della memoria,dove si è realizzata - e si realizza -la nostra esperienza di essere nelmondo. Il paesaggio è il luogo incui e con cui percepiamo la no -stra esistenza, attraverso luoghi,immagini, case e paesaggi più o

meno estesi, scene e contenitori,al tempo stesso, della nostra st ria,quotidiana e non. Ci rendiamoconto che lì c’è il nostro ‘noi’.Ma mentre facciamo queste rifles-sioni si pensa al ‘dopo’. Dopo il‘morbo’ dovremo materialmente ementalmente affrontare la ripresa,la ricostruzione.E allora viene da chiedersi qualevalore può avere il nostro territo-rio? Quali sono gli spazi e le possi-bilità di sviluppo? Quali sono opos sono essere le potenzialitàproduttive? Quale rapporto ha conla compagine sociale ed economi-ca che attualmente lo abita? Que -ste ed altre domande vanno posteper capire ‘cosa’ siamo e cosapotremo essere. In primo luogodobbiamo però capire se stiamoparlando di ‘territorio’ o di ‘pae -saggio’.Intanto proprio sul piano politicoe amministrativo, con il recente«Progetto di paesaggio» delibera-to dalla Regione Toscana (BURT,25 febbraio 2020) la Val di Chianagodrà di un nuovo strumento perla tutela delle sue risorse, dellasua bellezza, del suo valore esteti-co, storico, nell’ottica di uno«sviluppo sostenibile». Il suo contesto fisico dunque avràuna sua disciplina che tocca sial’ambito territoriale e paesistico,sia quello più specificamente ar -chitettonico. Possiamo quindi es -se re confortati se, con l’approva-zione regionale, l’attenzione dellapianificazione territoriale si sia so -fermata sulle istanze del paesaggioe del suo governo. Si dovrannoperciò prevedere strumenti speci-

Coronavirus e il “morbo” in Valdichiana. un’opportunità per guardare al patrimonio e valorizzare le risorse«Il senso della vita risiedeva

non solo nel legame con mio pa -dre, mio padre, mia sorella ed al -tre persone, ma anche in un in -timo nesso con la terra: le collinever deggianti o marezzate dall’au-

tunno, o desolate e ricoperte dineve, gli infiniti laghi, i fiumi».Queste le parole di un filosofo, J.R.Searle, sul paesaggio e sulla suacapacità di suscitare sentimenti diappartenenza ai luoghi e, dunque,

Sicurezza Ambiente e sul LavoroToscana - Umbria

Sede legale e uffici:Viale Regina Elena, 70

52042 CAMUCIA (Arezzo)Tel. 0575 62192 - 603373 -601788 Fax 0575 603373

Uffici:Via Madonna Alta, 87/N

06128 PERUGIATel. e Fax 075 5056007

Identità e concreti scenari di utilizzazione devono andare in sintonia con le vocazioni del paesaggio

I respiri del pensiero

fici: le amministrazioni comunalidovranno, attraverso i Piani Ope -rativi, normare il trattamento delnostro patrimonio edilizio e archi-tettonico. In gioco non è solo laconservazione della sua bellezza ei suoi plurimi significati, ma ladisciplina degli usi che condizio-nerà fortemente la sopravvivenzadi una risorsa identitaria unica. Èimportante perciò fare una con -creta riflessione sui futuri scenaridel nostro ambiente di vita, laquale arriverà, puntuale, sul tavolodelle decisioni a livello politico edamministrativo. È fondamentalechiarire, proprio per il momentodrammatico che si sta vivendo, findal principio, gli obiettivi. Sant’Agostino ha scritto delle pa -gini memorabili sul tempo, manel la X delle sue Confessioni, ri -chiama i ‘campi’ e ‘i vasti quartieridella memoria’. L’uso del suolo, ladisciplina del territorio, il governodel paesaggio e con esso il restau-ro del patrimonio architettonico silegano a questioni di memoria masoprattutto all’identità collettiva.Quel particolare paesaggio checon immediatezza fa rimbalzaredavanti ai nostri occhi la nostrastoria, vale a dire di quella valleche, insieme ai profili collinarifortificati, va a chiudersi in quellospecchio d’acqua, il Trasimeno,che con un “dolce sorriso” (lo

«sweet smile» della Cortona diGeorge Dennis) segna un margineal territorio chianino, rendendociconsapevoli di un’immensa ere -dità; di ciò che c’è, e ci rimarràcome risorsa e come opportunitàdi un auto-riconoscimento dellacomunità. Il tempo del coronavirus ci accele-rerà questa consapevolezza: quan -do saremo al di fuori dei nostrimuri di casa vedremo probabil-mente anche al di là di quei muriculturali che hanno consentito nelpassato recente l’abbandono e ladistrazione verso quel paesaggiocostituito da ciò che la storia ci haconsegnato, quella storia che hacostruito un’identità civica e cultu-rale, oltre che economica. Non sitratta solo della cosiddetta ‘civiltàcontadina’: l’architettura rurale,nel definire quello straordinarioinsieme di architettura e paesaggiounico al mondo, rappresenta uncondensato di storia, l’espressionedi una civiltà - tutta italiana - conradici profonde nella cultura eu -ropea, e con straordinari frutti:quelli delle “unità produttive”delle Leopoldine. Queste punteg-giano il territorio instaurandorelazioni visive e percettive con unpaesaggio che è a sua vola conte-nitore di testimonianze archeolo-giche ed espressione di un pazien-te lavoro, secolare, di disciplina (eprogetto) del territorio che oggi siconfigura con filari di alberi,colline pettinate da vitigni, edificiche si ‘allungano’ nel loro intorno,collegando empaticamente l’uomoed il suo lavoro alla natura e aisuoi cicli. Si ascoltano i passi e i

gesti degli Etruschi, e delle legioniromane; si sente il lento «mòverdella Chiana» dell’Inferno dante-sco; aleggia lo sguardo di Leo -nardo che fa affiorare la valle nellasua bellissima mappa; si vede ilamateria di un progetto illuminato,quello del Granduca Leopoldo diLorena; si percepisce il senso della‘dolce patria’ di Calamandrei pro -prio come, oggi, si avverte il no -stro sentimento di appartenenza aquesto mondo in cui storia, natura

e umano si fondono. Molti sonogli studiosi che, nel campo dellasociologia e della psicoanalisi, in -dagano il rapporto tra l’osservato-re ed il paesaggio storico, tra l’uo -mo e il suo spazio vissuto. Molti diessi hanno sottolineato il benesse-re psico-fisico che discende dallavita in un contesto architettonicorecanti visibili tracce del passato,come riflesso della struttura delricordo e della memoria, essenzia-le per l’essere umano. E su questiapprocci scientifici - coadiuvatodall’amministrazione comunale diCortona e confortato da una seriedi accordi con le istituzioni corto-nesi - si fonda una ricerca univer-sitaria che stiamo conducendo sulcampo, registrando sul territoriole presenze fisiche, il degrado, letecniche, il sistema di relazioni, isignificati simbolici ancorché cul -turali che popolano e rispecchia-no un paesaggio soprattutto inte -riore. Una ricerca che, per indica-re possibili azioni di valorizzazio-ne, affonda la sua analisi nellaspecificità architettonica e nellainterpretazione dei variegati valoridel paesaggio nel sistema territo-riale. Un paesaggio che si ritrovanei dipinti, nei racconti, neglisketch dei viaggiatori, nelle foto -grafie contemporanee. Un paesag-gio che si ritrova nella memoriaattiva di chi vive anche oggi il terri-torio: i suoi ‘abitanti’, intervistatinel corso della ricerca, hannorammemorato ‘il focolare’, coa -gulo degli affetti familiari; il pae -saggio notturno delle tiepide sera -te, con un sentire affine a quelkantiano «cielo stellato sopra dime, la legge morale in me»; eancora, il sole che fa vibrare lerughe dell’intonaco, esprimendocalde cromie e senso del tempo.Un paesaggio insomma interiore euniversale che è ancora lì, nellesilenziose, eppure narranti, mu ra -ture intrise di sudori, gioie, gior -nate dure ma anche di sole infini-to. Di canti, di odori che ancoraoggi, se consapevoli di tutto ciò,riusciamo ancora a sentire. Unpaesaggio che riflette un sostenibi-le concetto di economia.Certo, dopo il coronavirus si af -

fronterà una situazione difficile, epoco immaginabile nelle sue for -me e nei suoi impatti sul nostromodo di vivere il presente.I diversi campi del sapere dovran-no fornire chiavi interpretative estrategie per costruire ciò cheappare disintegrato, per ‘metterein figura’ una diversa forma di vitaassociata, materiale, quanto im -ma teriale. Insomma ‘vitam insti-tuere’ e con un altro sguardo econ un diverso spirito dovremo

tra-guardare il ‘campo’ del nostropaesaggio. Partire dal patrimonio, dai nostripaesaggi, sembra essere un’azioneauspicabile quanto responsabile:certamente da intendere non soloquale strumento economico (ma -gari con una obsoleta idea di ‘e co -nomia’ con interventi di ‘recupe-ro’ disneylandiani) ma anche perrecuperare significati, per instau-rare diversi rapporti con l’agri-cultura, per individuare modalitàdi vita condivise per la crescitaumana e culturale che sola puògarantire uno sviluppo economicoda articolare sul lungo periodo. La vera ripresa è cambiare l’eco-nomia, è stato detto in questi gior -ni ad Assisi, poco al di là del lago.Dovremo fare appello a un’altraidea di essa. In tal senso, unariflessione comune e delle azioniche partano dal riconoscimento ditale patrimonio identitario costitui-scono uno strumento indispensa-bile per capire cosa siamo e dovepossiamo orientare le nostre deci -sioni. Le testimonianze stori co-artistiche di cui noi siamo legatari,il paesaggio e l’architettura stori -ca, con la loro presenza fisica e te -stimoniale di un genius loci in -confondibile, possono essere illuogo e l’incipit di questa rinascitadell’economia locale; e le azioniad essi legate, con il coinvolgimen-to delle diverse energie attivepresenti sul territorio, potrebberoessere la dimostrazione che daglieffetti del coronavirus abbiamoimparato qualcosa. E molto di un‘umanesimo’, ancora e a qualcu-no, da insegnare.

Bianca Gioia Marino

Apro la finestra...Lo sguardo si perdein un paesaggioappena velatoda leggera foschia...Mi affaccio.Un muto silenziomi avvolge.Sento solo il battitodel mio cuoreche non credea tanta solitudine.Anche gli uccellidi passaggiohanno persoil loro canto!Sembrano rispettareil rigore del momento.

Nella mia stanzatra libri e musica,un bagaglio di tristi pensierifeconda la mia mente.Niente sarà come prima...Penso però che,come fiammella di candelapuò innescareun grande incendio,così la più fievole speranzaalimenteràil fuoco della rinascitae torneremo a inebriarcicon il nettare della vita!!!

Azelio Cantini

Nettare della vita

Caro Direttore,In questi lunghi giorni di “ritiro”sono molto cambiate non soltantole nostre abitudini ma anche lostesso modo di concepire la vita edi considerare lo spazio in cuiessa si svolge. Abbiamo, infatti, do -vuto vedere sotto una luce ineditaun mondo che credevamo di do -minare, accorgendoci non senzastupore della lontananza effettivadelle distanze, dell’importanza deicontatti veri e non virtuali, dellainconsistenza di un potere econo-mico incapace di fronteggiare lamorte.Fuori dalle nostre finestre, limiteobbligato del nostro orizzonte,abbiamo finalmente guardato unpaesaggio bellissimo e intatto, mada proteggere e ripensare ex novoper salvarlo, dovendo ammetterequanto esso, senza che ne fossimoconsapevoli, abbia influito sullanostra formazione e sulla nostrasensibilità, plasmandone perfinolo stesso respiro vitale.Come sai, il convegno sul paesag-gio della Val di Chiana e sul re -cupero delle “Leopoldine”, pro -grammato per il 24 del mesescorso, è stato annullato in osser-

vanza delle disposizioni che vie -tano qualsiasi riunione. Volgiamoallora in opportunità concretaquesto imprevedibile rinvio e, sesei d’accordo, acconsenti ad ac -cogliere sulle pagine del tuogiornale le riflessioni che, su queltema, dietro mia preghiera, hannofatto alcuni docenti universitari,studiosi dell’ambiente, storici del -l’arte e del restauro, tecnici spe -cialisti dei suoli e delle acque.A queste voci vorrei che si unisse-ro, con loro interventi e suggeri-menti diretti, quelle di cittadinidecisi ad evitare che una distortasuggestione economica pregiudi-chi irrimediabilmente il preziosoequilibrio dell’intera Val di Chiana,miracolosamente superstite finoad oggi.Sperando che tu acconsenta adaprire su L’Etruria questa TribunaPermanente, ho chiesto alla Prof.Bianca Gioia Marino di scrivereun suo primo contributo che avviiiquesto dibattito. Te lo allego.Confido, oltre che nella tua co -stante disponibilità, soprattutto neltuo grande amore per la Val diChiana. Grazie.

Lidia Ciabattini

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L’ETRURIA N. 7 TERRITORIO 15 aprile 2020

Come ormai è a conoscenza di tutti, con la chiusura di moltissime attivitàcommerciali a seguito dell’emergenza Coronavirus, molte famiglie sisono trovate, con il passare del tempo, prive di risorse per poter provve-dere al sostentamento alimentare proprio e dei propri familiari, lacosiddetta mancanza di liquidità. Il governo dai primi di aprile ha messo

a disposizione dei comuni una cifra da utilizzare per sostenere le famiglie nell’ac-quisizione di beni alimentari e di prima necessità, cioè beni per la pulizia propriae l’igiene della casa. È stato demandato all’ufficio dei servizi sociali di ciascuncomune il compito di individuare la platea dei beneficiari ed il relativo contributotra i nuclei familiari più esposti. I comuni sono autorizzati ad utilizzare i finanzia-menti per acquistare buoni alimentari da distribuire ai richiedenti che ne abbianodiritto o acquistare direttamente beni alimentari o di prima necessità da distribuireai soggetti aventi diritto. Per l’acquisto e la distribuzione dei beni i comuni sipossono avvalere degli enti del terzo settore (associazioni di volontariato). Leggendo la delibera pubblicata nel sito del Comune di Cortona si evince che almomento la scelta fatta dalla giunta comunale è quella della sola distribuzione dipacchi alimentari a chi ne fa richiesta, con delega alla Caritas per l’acquisto edistribuzione dei beni alimentari. Non entro nel dettaglio della delibera, che presenta secondo me aspetti non chiarie definiti e forse anche contrari alla normativa di riferimento, la famosa ordinanzan. 658. La maggioranza dei comuni a noi vicini, compreso quello di Arezzo, hafatto la scelta prioritaria del buono spesa. Tale scelta deriva da tre motivazioniprincipali: la prima è quella di limitare lo sforzo della macchina lavorativa (in casodi distribuzione dei pacchi è necessario acquistare i prodotti, preparare i pacchi edistribuirli massivamente); la seconda è quella di poter gestire al meglio unaplatea di utenti difficilmente quantificabile ed individuabile a priori, in quanto citroviamo in una realtà completamente nuova; la terza è quella di poter rispettare leesigenze di ciascuno in fatto di scelta dei beni alimentari da acquistare (anche inpresenza di particolare patologie alimentari) e luogo dove andare a fare la spesatra gli esercizi che hanno aderito alla iniziativa. Altri motivi che chiaramente favori-scono la distribuzione dei buoni alimentari sono identificabili nella facilità di distri-buzione (presso l’ufficio servizi sociali del comune), nella certezza delle risorse dadestinare a ciascuno (la quota prevista trova esatta corrispondenza con l’acqui-sto), nella facilità dei controlli successivi sui soldi pubblici spesi. La possibilità data riguardante la predisposizione dei pacchi alimentari è consiglia-bile solamente per la consegna a domicilio del cibo in situazioni di particolare

disagio, attività tipica svolta dai volontari durante tutto l’anno. Il comune di Cortona ha scelto, almeno in questa prima fase, la distribuzione deipacchi alimentari delegando alla Caritas diocesana la gestione dell’acquisto deibeni e della distribuzione dei pacchi, compresa quella domiciliare. È evidente chetutti i vantaggi collegati alla distribuzione dei buoni diventano aggravanti in presen-za di distribuzione dei pacchi alimentari. Innanzitutto la macchina operativa vienegravata di incombenze incalcolabili, tant’è che nella delibera si esplicita che nellapreparazione dei pacchi potrebbe essere impiegato anche tutto il personalecomunale. Non è chiaro come possano essere effettuati gli acquisti a priori nonsapendo quanti si presenteranno, anche in considerazione che a Cortona sonoprevisti tre punti smistamento, con rischio di comprare troppo o poco o far ritor-nare più volte i richiedenti. Non è possibile rispettare particolari esigenze alimenta-ri dovute a diete e quant’altro, anche perché difficilmente saranno acquistati benideperibili in quanto la Caritas non ha celle frigorifero in nessuna sua sede.Ma la cosa più grave di questa impostazione è che, con la consegna dei pacchi, sienfatizza il carattere di elemosina che assume tale attività. Al povero si dà ciò chevuole colui che fa carità, nella propria convinzione che è quello che il poverovuole. Con questo agire si umiliano ancor di più coloro che si trovano in una situa-zione di momentanea difficoltà, obbligandoli ad accettare un pacco dono che nonè assolutamente paragonabile ad un buono alimentare, ad un sostegno che tiassegna direttamente lo stato e non la Caritas e quindi singoli privati di buonavolontà. È evidente che lo spirito della Ordinanza non è quello della carità, maquello del dovuto, di ciò che il cittadino deve esigere dallo stato, rispettando ladignità e la libertà di ciascuno.Nel pacco altri mettono il cibo per te, con il buono sei tu che gestisci i “tuoi” soldiper scegliere il cibo che preferisci. Non sarà bello vedere una lunga fila di commercianti, artigiani, liberi profes-sionisti che aspettano di prendere il proprio pacco davanti alla Chiesa diCristo Re a Camucia o dietro palazzo Vagnotti a Cortona, oppure davanti allaparrocchia di san Giovanni a Terontola; ancor più triste e fallimentare sel’iniziativa non troverà consenso e coloro che hanno diritto al sussidio,rimarranno nella loro solitudine e necessità per la vergogna di comparire!Nulla viene regalato o donato caritatevolmente; Il governo ha stanziato icontributi per sostenere una parte della popolazione in difficoltà, non haelargito la carità a questi nostri connazionali. Mi auguro che chi di dovereritorni nei propri passi e si adegui all’operare della maggioranza dei comuni.I soldi stanziati sono dei cittadini non dell’Amministrazione Comunale che lidà in carità. Fabio Comanducci

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Grazie ai Carabinieri

Walter e Carolina, cinquant’anni insieme

utilizzare bene le mascherine

Pasqua 2020 nella campagna cortonese

Al tempo del Covid-19 an -che le nozze d’oro si fe -steggiano in casa e dasoli. E’ quello che hannofatto, ligi alle regole im -

poste dall’emergenza sanitaria,due settantenni cortonesi doc,conosciuti e stimati dentro e fuorila cerchia antica delle mura etru -sche e medioevali di Cortona.

Si tratta di Walter Infelici e Ca -rolina Borgni, che il 5 aprile1970, attorniati da parenti ed ami -ci, celebrante son Ottorino Ca -pannini, coronarono il loro sognod’amore proprio nella storicaChiesa del Gesù della nostra città.

Cortona, loro città natale(Wal ter vi è nato nell’ottobre1947 e Carolina nell’aprile 1948),li ha visti protagonisti di una bellastoria d’amore fatta di lavoro, vitaspartana, ricca di valori cristianiall’antica e con il dono della co -struzione di una bella famiglia ar -ricchita da due splendidi figli:Mar co, nato nel 1973 e Luca, natonel 1975.

Oggi sono nonni felici di nipotiin gamba e già grandi.

Anche se ram maricati di nonaver potuto fe steggiare con loro,con i figli, af fermati e stimati

Un volantino, messo apunto dalla Regione,ver rà fornito a tutti i Co -muni, che lo distribui-ranno ai cittadini assie -

me alle mascherine. Il dépliant per il corretto uso

delle mascherine e i comporta-menti da seguire quando si è inpresenza di altre persone è statostilato dal Servizio sanitario to -scano, in collaborazione con ilGRC (Centro regionale gestionerischio clinico) e con l'Ars (Agen -zia regionale di sanità).

Ecco cosa dice il volantino.Mantieni sempre la distanzasociale di sicurezza.Usa la mascherina:- in presenza di più persone inspazi aperti e chiusi- nei mezzi che garantiscono iltrasporto pubblico, i taxi e il no -leggio con conducenteRicorda che l'uso della mascheri-na aiuta a limitare la diffusione delvirus, ma deve essere adottata inaggiunta al lavaggio delle mani ealle misure di igiene respiratoria.È importante indossare e smaltirela mascherina in modo corretto,altrimenti può costituire una fontedi infezione.Come si indossa• Prima di toccare la mascherina,

lavoratori a loro vol ta, con iparenti in un bel con vivio, in unatrattoria cittadina (che però èrinviato a data da destinarsi),hanno brindato da soli nella lorocasa accanto all’antica chiesa diSan Sebastiano, ricevendo unamarea di auguri e di vi deo -chiamate, che hanno allietato laloro domenica delle Palme dareclusi in casa, come tutti i corto-nesi e gli italiani.

A Walter (pensionato, ex-mec canico dalle mani d’oro delConsorzio agricolo provinciale diArezzo e Siena, consigliere delRione di San Vincenzo, colonnadella Sagra del fungo porcino,consigliere della sezione cortone-se dell’Associazione carabinieri incongedo, amico di tutti i cortone-si) e a Carolina (moglie fedele,mamma felice, cuoca e signora dicasa) gli auguri più affettuosi ecordiali di tutta L’Etruria di cuisono da sempre affezionati lettori.

Nella foto di corredo, Walter eCarolina al momento del loro Si,pronunciato il 5 aprile 1970 da -vanti al giovane sacerdote don Ot -torino Capannini e in una recentis-sima foto di giovani pensionati.

Ivo Camerini

I beneficiari degli aiuti statalilavati le mani con acqua e saponeo con il gel alcolico• Indossa la mascherina prenden-dola dalle estremità laterali• Copri naso e bocca con la ma -scherina distendendola bene inmodo che aderisca al volto• Evita di toccare la mascherinamentre la indossi, se la tocchi,lavati le mani

Come si toglie• Togli la mascherina prendendo-la dalle estremità laterali e portan-dola in avanti• Non toccare la parte anterioredella mascherina• Lavati le mani con acqua esapone oppure usa il gel alcolicosubito dopo.

Da un contatto amico ci sono arrivate queste due foto-notizie dalla ridente eprimaverile Valdichiana cortonese. Sono immagini belle e commoventi dicronaca di una campagna dalle forti radici antiche e cristiane e di un parrocodi campagna che, nonostante Covid-19, è riuscito a raggiungere le case dei suoiparrocchiani e a portare la Benedizione Pasquale delle persone, delle case e

delle uova. Munito di tutte le autorizzazioni necessarie e senza entrare in casa,ma rimanendo sulla strada e a distanza di norma sanitaria, don GiovanniTanganelli, parroco all’antica e di grandi valori di fraternità e comunità cattolica,ha voluto testimoniare la sua vicinanza di pastore ai suoi parrocchiani. Dopoavverli avvertiti telefonicamente è passato, giorno dopo giorno, per le strade e iviottoli dei suoi villaggi agricoli, portando a tutti la Benedizione di Cristo Gesùche domenica 12 aprile risorgerà nuovamente dalla morte terrena.I parrocchiani hanno preparato vicino alle loro case piccoli altari domestici,dove hanno sistemato immagini sacre, rami di ulivo e uova da benedire e consu-mare per la tradizionale colazione di Pasqua. Don Giovanni è passato all'orarioconcordato, ha benedetto e pregato con ciascuna famiglia, che ha partecipatostando in finestra o sulla porta. Tutti i fedeli si sono sentiti rasserenati da questapresenza e vicinanza religiosa del loro parroco, che mantenendo viva questatradizione cristiana ha portato un segno di speranza spirituale, che affonda lasua forza nella fede secolare delle nostre terre cortonesi. Per coloro che deside-rano visionare tutte le foto si rinvia a https://www.letruria.it/cronaca/pasqua-2020-nella-campagna-cortonese-6676 I. Camerini

Ancor prima che arrivas-sero le comunicazionidel MIUR e dell’USR To -scana, l’IIS L.Signorelli siè attivato per far giunge-

re ai propri alunni quei materialiche erano stati lasciati a scuola,nella speranza che il distacco fos -se breve oltreché quei materialico me TABLET PC, WEBCAM, NO -TE BOOK di ausilio per la didatticaordinaria, la didattica a distanza.Subito il personale docente, ata ecollaboratori scolastici attraversoun lavoro lodevole si sono mobili-tati per raccogliere il materiale ecomunicare con le famiglie perco noscere le esigenze dei nostri a -lunni.

Il dirigente scolastico in ac -cordo con il Sindaco, che si èsem pre dimostrato disponibile al -la collaborazione, ha chiesto so -ste gno e ai Carabinieri di Cortona,al Capitano Monica Dallari che hama nifestato subito un grande en -tusiasmo nel fare da tramite peraiutare i nostri alunni.

Il nostro capitano ha coinvoltoil Capitano Andrea Caneschi, co -mandante della compagnia di Cittàdella Pieve e il Maggiore RobertoVergato, comandante della com -pagnia di Montepulciano ed in sie -me, nel giro di una sola giornatahanno raggiunto i nostri alunni diCa stiglion del Lago, Tuoro, Pas si -gnano, Castiglion Fiorentino, Arez -

zo, Foiano della Chiana, Torrita diSiena e Montepulciano. A guidarei tour dei nostri carabinieri il ma -resciallo Claudio Calicchia.

In un momento, difficile comequesto, in cui ci troviamo spesso,soli in casa, in un’atmosfera in cuisi debbono prendere le distanzedagli altri e si è spesso soli a con -dividere anche decisioni è moltobello constatare la solidarietà diun’intera comunità che si adoperaperché nonostante la non norma-lità tutto possa essere normale,una comunità in cui ciascuno perle proprie possibilità e competen-ze fa la sua parte. E’ questo quelloche ci rende forti è proprio que -sto, non solo la capacità di adatta-mento ma la forza e la disponibi-lità di essere al servizio, di esseresolidali con l’altro e sostenerci avicenda. Questo è il messaggio chein chat il dirigente scolastico hadato ai suoi alunni oltre ad averlispronati a fare ognuno la propriaparte, a rimanere a casa e a conti-nuare a dare il meglio di sé sem -pre perché convinti che tutto nonsolo andrà bene ma ci renderà piùforti. Pertanto, tutti gli alunni rap -presentanti di classe, che rappre-sentano l’intera utenza scolastica,insieme a tutto il personale scola-stico, si uniscono con il dirigentescolastico ai ringraziamenti per lacol laborazione dimostrata dai ca -rabinieri di Cortona ed in partico-lare dal Capitano Monica Dallariche ci ha fatto sentire ancor più ilsenso di appartenenza alla nostracomunità.

Senso di appartenenza che cidistingue come cortonesi e ancorpiù come italiani, popolo creativoe coraggioso che nella storia hadimostrato di saper rialzare latesta in molte situazioni difficili elo farà anche in questa!!!!

Il dirigente scolasticoMaria Beatrice Capecchi

Le nozze d’oro, chiusi in casa, di due cortonesi doc

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L’ETRURIA N. 7 TERRITORIO 15 aprile 2020

Gentile Direttore, per Suacortese sollecitazione, Letrasmetto qui alcune no -te, maturate in marginealla mia ormai cinquan-

tennale frequentazione dell’amataCortona. L’obiettivo che mi pro -pon go è di rendere partecipe ilpub blico dei lettori di alcuniaspetti storico culturali, riconduci-bili a quei diffusi reperti, di varianatura ed epoca, dei quali il terri-torio cittadino è prodigo, e che inciascuno di noi generano tutt’oraammirazione e rispetto. Mi saràanche consentito di aggiungerepoche ulteriori informazioni inmerito alle questioni agronomichee del paesaggio che più da vicinoriguardano la mia attività di viticol-tore, intrapresa ormai da alcuni

anni e destinata a corroborare illegame dell’intera mia famigliacon Cortona e con la Toscana.Può ormai ritenersi certo che fu -rono gli eserciti romani, nel corsodei lunghi anni di guerra combat-tuti nei secoli della Repubblicacontro le popolazioni indigene deiGalli - notoriamente dedite allesole attività belliche e della caccia-, a portare in Francia la prima vi -tis vinifera, dalla quale trarre l’ali-mento e il ristoro necessari adalleviare la permanenza dei legio-nari, che rimanevano in loco dai 6ai 12 anni. Una tribù gallica, tra le tante, nonostile ai Romani, quella degli Al -lobrogi, ottenne da essi il diritto dicittadinanza con annesso il privile-gio di poter coltivare la vite; e fuallora che venne impiantato per laprima volta il Syrah, al quale ven -ne dato il nome di Allobrogeno,in omaggio al diritto acquisito dal -

la tribù amica. Successi vamente fula volta del Cabernet Sauvignon,che venne chiamato “Cinerea” inragione del suo colore.E’ poi altrettanto provato che iCarmelitani, dalla tarda età feu -dale, contribuirono dal canto loronon poco a diffondere la vite an -che in altre zone d’Europa, per lanecessità che allora si ebbe ditrarne la sostanza necessaria alrito eucaristico: “Il Sangue di Cri -sto”.Mi piace poi anche ricordare, agliamici Cortonesi, che i loro proge-nitori non corsero mai il rischio diestinguersi - la qual cosa inveceaccadde alla maggior parte deidiscendenti etruschi, sopraggiuntiin regione in varie circostanze ditempo; e non la conobbero per

due diversi fattori, riscontrati edocumentabili:a) I cortonesi non usarono mainé dimorarono in case realizzatein tufo, poiché l’area nella qualestanziavano era ed è ricca di pietraserena facilmente estraibile emodellabile, come anche priva diRadon, che, presente nel tufo,avvelenò gli Etruschi che abitavanoin altre aree della regione.b) Anche per la costruzione degliacquedotti, Cortona ha sempreutilizzato la pietra serena, e mai lecondutture in piombo che, rila -sciando il metallo, avrebbero poiin secoli assai successivi contribui-to a minare la salute pubblica.Voglio qui, a tal proposito, ricor-dare con affetto uno stimatoboscaiolo cortonese, defunto dapo chi anni, nato a Cortona neipres si di Piazza del Carbone, Do -menico Ferri, che mi ha accompa-gnato a visitare l’antico acquedotto

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Piazza della Repubblica, 3 - 52044 CortonaTel./Fax 0575 - 62.544www.molesini-market.com

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Il Tuttù aveva finito i lavori da farein campagna: ora bisognava fer -marsi nell’attesa delle nuove la vo -razioni, così decise che avrebbemes so a posto le cose che da tem -po immemore ormai rimandava.Si alzò presto al mattino e deciseche avrebbe iniziato dalla portadel garage degli attrezzi. Ormai datempo la teneva chiusa con unagrossa pietra: chiamò Amed, maquesto gli disse che andava atrovare un amico e per qualchegiorno si sarebbe assentato. IlTuttù lo salutò dicendogli di diver-tirsi e allora pensò di chiamareRocco. Il giovane arrivò tutto con -tento di aiutare lo zio. Il Tuttù nefu talmente contento che gli pro -mise che dopo il lavoro lo avrebbe

portato a vedere le meraviglie checircondavano la fattoria e che benpochi conoscevano. Si diedero ungran da fare, prima dissaldarono ilvecchio chiavistello, poi ne salda-rono uno nuovo, ma a quel puntoquello che saltava agli occhi era lavernice tutta rovinata della vecchiaporta. Decisero quindi di verni-ciarla con un nuovo colore, piùbrillante e proprio Rocco andò inpaese per sceglierlo. Appena finitadi verniciare la porta, il Tuttùman tenne la promessa; portò Roc -co in un luogo magico. Era unacolata lavica ormai pietrificata damillenni e si trovava proprio vici -no alla casa garage del Tuttù, in unposto chiamato Molba. Comegiun sero in questo luogo fatato, aRocco brillarono gli occhi perl’emozione. Ai piedi di un pogget-to, dove facevano mostra di sèdelle bellissime casagrage, unpiccolo torrente scorreva tranquil-lamente, mentre una piccolaradura tra le querce mostrava unabellissima colata lavica, perfetta-mente conservata dopo millenni.Il Tuttù e Rocco si avvicinaronoper vederla più da vicino e pro -prio in quel momento un piccolobambi uscì dalla boscaglia perandare ad abbeverarsi ma come livide rimase immobile, impietrito.Allora il Tuttù gli fece un sorrisovero e sincero. Il piccolo capì diessere al sicuro, così si avvicinòall’acqua e appena sfiorandola nebevve, poi guardò i due amici econ calma tornò nel folto delbosco.Rocco rimase estasiato da quelbellissimo incontro. Decisero chefino all’ora di pranzo avrebberolavorato, poi sarebbero andati ingiro a scoprire le meraviglie dellaloro montagna. Il mattino seguente Rocco e ilTuttù ebbero da fare con unavecchia siepe, rimasta senza pota -tura per anni tanto che da unmetro e mezzo che doveva essere,

si erigeva ad oltre cinque metri.I due prodi lavoratori si armaronodi motosega e di lunghe scale eattaccarono l’incolta siepe che,per l’ora di pranzo, era ormai sta -ta debellata. Tuttù e Rocco guardandola pensa-rono ad una povera pecora tosata.Per il pomeriggio la gita sarebberosaliti in cima ad un colle in cuic’erano le ultime casegarage ab -bandonate, ormai cadenti ma cheemanavano un fascino d’altri tem -pi, quando c’era poca tecnologia emolto calore fraterno. Si avviaronosu di una via stretta e fortementescoscesa, salirono oltre un piccolocimitero, poi a dar segno di esserarrivati nella prossimità del cioccodi vecchie case videro un gigante-sco leccio che con i suoi ramistendeva la sua ombra per tutta lavia. Rocco si voltò a guardare il pianoe ai suoi occhi si presentò un bel -lissimo panorama. In quel silenzio una vocina chiese“perché siete venuti qua?”. Il Tuttù alzò gli occhi e notò unpiccolo scoiattolo che li stavaguardando tutto incuriosito. IlTuttù gli rispose che aveva portatoil suo nipotino là per mostrargli labellezza della natura. Il piccoloscoiattolo annuì con forza, poiprese una ghianda fra le zampinee sparì nel folto della grandechioma del leccio. Rocco nonresistè e chiese al Tuttù se quelposto bello e selvaggio avesse unnome, il Tuttù annuì, poi risposeche lì erano ai Guvini.L’indomani i due decisero che a -vrebbero messo al posto il garagedegli attrezzi e così fecero. Fu unadura battaglia, ma ci riuscironoprima di pranzo. Il terzo giro fuquello che piacque più a Rocco:infatti il Tuttù lo portò in un luogouna volta famoso ma ora dimenti-cato. Non salirono molto e dopoun pò di cammino su di unapolverosa strada giunsero in rivaad un piccolo torrente, seguironol’argine per poche centinaia dimetri, e poi una bellezza si stagliòdi fronte ai loro occhi: una bellis-sima piscina naturale fatta diroccia con tanto di cascata. Eraproprio una meraviglia.L’acqua scendeva verso il bassoaccarezzando la roccia ormailevigata, muovendo poco l’acquae come d’incanto tre trote feceroca polino dall’acqua, e dissero aRocco “sei rimasto a boccaaperta eh, meno male che nonsei un pesce altrimenti…”, enon diedero tempo a Rocco dirispondere che s’immersero dinuovo nel loro paradiso. Il Tuttù sorrise, poi disse a Rocco“questo è il Gorgon Buio”, poinon aggiunse altro perchè nonc’era altro da dire. Per la via del ritorno i due chiac-chierarono a lungo, emozionatiper i bei luoghi visti e concordan-do che in fondo non bisogna viag -giare lontano per trovare nuovemeraviglie, perché la natura che èintorno a noi è già una meravigliae che l’importante sta nel saperlaguardare.

Emanuele [email protected]

Le favole di EmanueleLa storia a puntate

Il Tuttù senza fari e la bellezza della Naturain pietra serena che, partendo dalMonte Sant’Egidio, raggiunge lanostra nobile cittadina, dopo aversfiorato la basilica di Santa Mar -gherita da Cortona.Quanto agli artisti - compresi, vada sé, poeti e scrittori - sono intanti ad aver celebrato Cortona, findall’antichità. Valga qui nominare, uno per tutti,Niccolò Machiavelli - “colui chedi tutti disse male, fuorché diCri sto, scusandosi col dir non loconosco!...” - per i cui scritti tuttiab biamo potuto compiacerci, ap -prendendo che Cortona, poichéalleata costantemente con Firenze,non fu mai presa né distrutta,quando invece i Fiorentini, perben tre volte, conquistarono e die -dero alle fiamme Arezzo. Oggi Cortona è conosciuta ed ap -prezzata anche per i suoi vini, frut -to della particolare vocazione delterritorio, del benefico microcli-ma del Trasimeno e della tenacia epas sione di tutti i produttori, iqua li hanno compreso che moltivini, tra i migliori del Mondo,sono prodotti in prossimità delmare, del lago e dei fiumi.Da sempre la mia famiglia è stataaffascinata dalla Toscana, dallasua arte, dalla sua cultura, dalpaesaggio e dalla sua eccellenteviticoltura. Nel 1978 abbiamorealizzato il nostro sogno, acqui-stando un po dere, con sovrastanteantico casale ecclesiastico, chiesabenedetta e terreno adibito aduliveto e parco circostante, inPergo di Cortona, nel cui primocatasto urbano com pare alvocabolo “Il Bene ficio”.Successivamente, dopo anni di ri -cerca, abbiamo avuto la felice op -portunità di rilevare un antico vi -gneto di 20 ettari, situato sullacollina che dolcemente giace di -rimpetto a Cortona, in località Pie -traia, al confine con le proprietàAntinori e Ruffino, antiche fami -glie che hanno dato lustro ed ono -re alla viticoltura Toscana nelmon do. Lì posto, a 310 mt sullivello del mare, vicino al LagoTrasimeno (mt 250 s.l.m.), neattinge intero, a suo beneficio, ilmicroclima:.Dopo l’espianto dei vecchi vigneti,oramai esausti, abbiamo volutoinsediare, in quel medesimo luo -go, tre vitigni internazionali, Syrah

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Nero, Merlot Nero, Cabernet Sau -vignon, ed uno autoctono, San -giovese Grosso, che esprimono lenostre preferenze per i vitigni abacca rossa, ricchi di antociani,polifenoli e resveratrolo.E’ nota la particolare vocazionedel territorio toscano per la vitisvinifera, confermata dal rinveni-mento in una cava di torba, nelcomune di Montevarchi, di tralcidi viti risalenti a due milioni dianni prima di Cristo. (Sic!)Nel rispetto delle tradizioni e delterritorio, abbiamo dunque gra -dualmente reimpiantato vitigni ecurato la produzione di vinistrut turati da invecchiamentoDOC e DOP oltre ad un recente Igtdi pronta beva. Cortona ha il pregio di produrre imigliori Syrah d’Italia. Anche nella Valle del Rodano sonoprodotti alcuni ottimi Syrah, forsepiù freschi e profumati dei nostri,ma meno adatti all’invecchiamen-to, poiché l’uva, per ragioni clima-tiche, viene lì raccolta prima dellacompleta maturazione.Ad ogni buon conto noi, e perconcludere, abbiamo impiantato ilSyrah Nero perché assomma lecaratteristiche qualitative ed or ga -nolettiche di nostro maggior gra -dimento: speziato, pepe nero,frutti di bosco con notevole persi-stenza e retrogusto di cioccolatonero, più elegante che corposo,pur essendo un vino vocato all’in-vecchiamento.Il Syrah Nero, come emergedalle analisi genetiche svolte sulvitigno dal Ministero dell’A gri col -tura Francese, è frutto di un incro-cio naturale e spontaneo tra duevarietà, Mondeuse Blanche eDu rezza, avvenuto nel primo se -colo dopo Cristo nell’antica Savoiae nella Valle del Rodano, e dalquale si ottiene oggi un SyrahNero meno rustico e più elegantedi molti altri.Anche il Cabernet Sauvignondei Colli cortonesi ha mantenuto ilpregio di una qualità meno rusticae più elegante, poiché anch’esso èfrutto di un incrocio naturale espontaneo tra due varietà: Ca ber -net Blanche e il CabernetFranc.Una calorosa stretta di mano edun brindisi cordiale.

Avv. Romano Antonioli

Questa mattina una mia amicami ha inoltrato una foto della cittàcoperta di neve e il mio cuore miha riportata lontana nel tempo....

Austera, distesa sulla vetta diuna collina, dominante la vallatadella Chiana, così riaffiora nellamia mente e nei miei occhi,Cortona, la città dove sono nata eho vissuto fino a quando sonopar tita per proseguire i miei studiall'Università di Pisa e poi per la -voro, ma portandola sempre nelmio cuore. Ad essa è legata la miainfanzia fatta di giochi semplici, lamia adolescenza con scoperte,con flitti e gioie tipici dell'età edinfine il gruppo di amici da fre -quentare, tutto rigorosamente sot -to il controllo della famiglia.

A Cortona riposano i miei carigenitori, con i quali il mio dialogoastratto non si è mai interrotto esono ancora un elisir prezioso inogni momento della mia vita.

Cortona quindi costituisce perme un punto di riferimento, diffi-cile dimenticare la sua bellezzafatta di linee architettoniche na tu -rali, sobrie, eleganti ed armonio-se. Le sue viuzze, si inerpicanofino a piazza Garibaldi, detta Car -bo naia da dove, percorrendo via

Nazionale -Rugapiana- la magnavia dello struscio, si raggiunge ilcuore della città, piazza del Comu -ne -Repubblica- e piazza Signo rel -li.

Una meraviglia di immaginiche lasciano con il fiato sospeso.L'armonia architettonica del Pa -lazzo Comunale dominato dallasua torre smerlata con il grandeorologio e la sua vasta scalinataabitualmente molto affollata, oravuo ta, pulita e netta nella sua ar -moniosa linea. L'imponente Pa -lazzo Casali di impronta medicea,domina la piazza Signorelli conl'attiguo omonimo Teatro che ciriporta alla splendida melodia diLa Vita è Bella, elisir di speranza.Cortona ora con i suoi tetti inneva-ti e i suoi vicoli assolutamenti de -serti, silenziosi e dove l'unicapresenza è il fischiare del vento equalche sparuto piccione accovac-ciato sulle arcate delle finestre percercare riparo, denota più chemai la sua grande, antica bellezza,quella che porto tatuata nei mieiocchi e nel mio cuore e che vin -cerà ogni sfida come sempre an -che quella del coronavirus.Maria Maddalena Monacchini

Una cortonese fuori sede

Cortona un ricordo mai perduto

Lettera da un innamorato di Cortona, della sua storia, del territorio e del suo paesaggio

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L’ETRURIA N. 7 TERRITORIO 15 aprile 2020

Tuteliamo i nostri risparmiL’investimento è una ottima garanzia per il nostro futuro, ma dobbiamo

conoscere le sue regole per non sbagliare. Proviamo ad aiutarti.

A cura di Daniele Fabiani, Consulente Finanziario

Il sole... oltre la “tempesta”

Anche i sogni hanno uncolore. Il giallo della lu -ce, il blu della libertà, ilverde della speranza.So gni lievi come un sor -

riso. O forti come un abbraccio.In ogni caso unici, come chi li fa.E’ questo il messaggio che si traedall’ultima iniziativa del Labo ra -torio Teatrale”‘I piccoli al Piccoloper Marco Nocchia” del PiccoloTeatro della Città di Cortona gui -dato dalle preziose docenti Pa -trizia Banac chioni e Franca Paci.Un Labo ratorio Teatrale che vaavanti nonostante il corona virus,anche se con modalità diverse ri -spetto al solito.

Nell’impossibilità di accederefisicamente alla sede in Via Guelfa46 i ragazzi si incontrano, infatti,in modo virtuale e recitano, stu -diano, fanno esercizi tecnici di la -boratorio teatrale oltre a scam -biarsi confronti e commenti.

Così, tra un brano tratto da Fa -vole al telefono di Rodari suggeritada Banacchioni e una filastroccapresentata da Paci dove il protago-nista Pinocchietto si accorge che èbello anche studiare, i ragazzi pro -va no le parti per la commediascritta da Marco Nocchia, “Nataleal Profumo Basilico” previstaper il 16 maggio 2020 alle ore 17al Tea tro Signorelli. Lo fanno con

il consueto impegno nella consa-pevolezza che i proventi dell’even-to, interamente patrocinato daPao la Nocchia, sorella di Marco,e dalla famiglia, saranno devolutiall’Associazione di Perugia “Da -niele Chianelli” contro la Leu ce -mia. E lo fanno nella certezza chele loro maestre non li abbandona-no e li seguono con affetto, co -stan za e professionalità.

Ecco allora fiorire sul gruppowhatsapp del Laboratorio esercizi,testi da ascoltare e su cui riflettere,messaggi di incoraggiamento eaffetto. D’altronde è questo il sen -so del teatro: educarsi per educa -re. Studiare per incantare il pub -blico. Migliorarsi per crescere in -sie me. E’ una gioia, allora, risco-prire tramite questi ragazzi che lema schere non sono soltanto quel -le protettive da indossare su nasoe bocca, bensì quelle classiche delteatro; una gioia rendersi contoche l’impegno premia sempre;una gioia scoprire che la vita vaavanti nonostante tutto.

E nell’attesa delle prossimarappresentazione dei Piccoli delPiccolo, salutiamo le docenti, i ra -gazzi e i collaboratori, tra cuiTom maso Banchelli, e li invitiamoa non demordere certi che prestoci regaleranno dal vivo emozioniancora più intense. Elena Valli

gici, sempre più angusti ed indeci-frabili, mettere da parte i partico-larismi ed avviare un percorsocomune per chiamare a raccoltale migliori intelligenze e dare unfuturo dignitoso ed accettabile alnostro territorio.

L’ultima volta che l’ho incon-trato c’eravamo dati appuntamen-to nel parcheggio del Supermer -cato Gala a Camucia per scambia-re due parole sulla situazione po -litica locale e parlare delle iniziati-ve migliori da intraprendere edadottare. Mi ha sempre ascoltatocon grande attenzione ed unprofondo rispetto.

Ciao Enzo, sicuramente saraiin Paradiso, in un luogo panora-mico e dai grandissimi orizzontiche ti consentirà di ammirare latua Cortona e il suo cono collinare

che fuoriescono da una nuvoletta.Desidero tranquillizzarti perchéSan Pietro, che ne detiene le chiavie ne è il custode, non consentiràmai che nessun atto giudiziario tivenga notificato a turbare la quietedi angeli e cherubini.

Noi possiamo onorare la tuame moria, ricordando il tuo im pe -gno e battendoci per realizzare ituoi sogni.

E’ davvero il modo migliore difarlo per non rendere vano il tuoimpegno e non disperdere le tueidee feconde.

Cortona Patria Nostra si unisceal ricordo dei tuoi amici e delletante persone che ti stimavano e tivolevano bene. Il Nostro impegnonel territorio continua anche neltuo ricordo.

Mauro Turenci

Di Tremori Guido & Figlio0575/63.02.91�

Via XXV Aprile, 5 - Camucia - Cortona

“In un momento particolare,una serietà particolare”

Tutti noi siamo dentro una tre -menda “tempesta”, con grande fa -tica riusciamo ad alzare la testa,intorno a noi c’è un “mare di pol -vere” che ci impedisce di vedere.Se potessimo guardare da molto inalto avremmo anche la possibilitàdi osservare che a chilometri didistanza...il tempo è soleggiato eche tutto continua come se nullafosse accaduto!?Ma i dati finanziari che stiamoregistrando? La forte discesa deiMercati, le violente oscillazionidegli indici di Borsa, la rapiditàcon cui tutto il sistema finanziariosta reagendo è tipica di chi sta peressere travolto da una “tempe-sta”!!Ma un giorno, un bel giorno iltem po cambierà nuovamente, tor -nerà a splendere il sole e cosa fa -ran no i Mercati?? E a coloro chesono rimasti investiti durante la“tem pesta”, cosa resterà?? Sap pia mo tutti che prima o poi,anche questa “tempesta” passe -rà... ed al lora saranno stati i nostri

Il silenzio della strada provin-ciale in questa domenica 5aprile 2020 è surreale. Nonci sono le automobili, non cisono i ciclisti che di solito

pedalano e chiacchierano, nontran sitano i podisti con il loro pas -so da ginnasti. Neppure i motoci-clisti che spesso sulla dirittura siscatenano con imprudenza. Sonodiscesa tra gli oliveti e non hovisto nessuno camminare neppurein lontananza. Tutti a casa, è laregola. Anch’io sono a casa, vedoa colpo d’occhio il vecchio murodel giardino, sono a poche decinedi metri eppure mi sento privile-giata perché posso avere l’orad’aria come i carcerati.

Gli unici suoni che si sentonosono quelli della natura che si starisvegliando in questa primavera:il canto degli uccelli, il ronzio del -le api sui fiori di campo, in alto ilvolo di tanti colombi che vengonochissà da dove. Non ci sono suoniumani: nessuna voce dai campi edalle case,per esempio, nientemusica dalle finestre aperte delpic colo borgo di S.Angelo, nes -sun trattore lavora i campi. E’ tut -

to sospeso. Anche il fumo prodot-to da chi brucia le ramaglie e lepotature oggi non si vede: nep -pure una lontana e rada spirale.Sembra un paesaggio medioevale.Se dal gomito della strada spun -tasse un cavaliere con l’armatura

comportamenti a fare la differen-za!!A tal proposito vorrei rammentareuna frase di Benjamin Graham,uno dei più importanti economistidel secolo scorso: “ Il segreto deltuo successo finanziario è dentrodi te. Il modo in cui si comporta-no i tuoi investimenti è meno im -portante del modo in cui ti com -porti tu. “Questo difficile momento che stia -mo attraversando ci deve insegna-re a riflettere, a mettere in praticale lezioni del passato, a compren-dere il valore della pianificazionefinanziaria, della corretta diversifi-cazione, della qualità della consu-lenza. Questo è il tempo delle scel -te coraggiose che determinerannoil nostro futuro anche in ambitofinanziario!!Quando la “tempesta” sarà pas sa -ta potremmo raccogliere soltantoun “pugno di polvere”...oppureaver gettato le basi fondamentaliper il nostro futuro!!

[email protected]

anche i sogni hanno un colore

Ciao Enzonon proverei meraviglia.

A mezzogiorno suona argenti-na la campana della chiesa: ci dàil senso della mezza giornata tra -scorsa, altrimenti anche le ore po -trebbero confondersi. E’ la dome -nica delle Palme, ma ognuno lavive dentro di sé pensando aquando si potrà finalmente ricon-quistare la libertà di un movimen-to magari limitato ma più apertoalla speranza. Andiamo avanti, ungior no dopo l’altro dall’isolamen-to.

Risalgo gli oliveti, arrivo almu ro del giardino. A casa. Dentrocasa, tra i libri, qualche ricetta dicucina, la televisione con i suoispaventosi bollettini e le previsioni

del tempo per i prossimi giorni.Gli amici al telefono e in internet,voci lontane eppure vicinissimenella condivisione di un disagioche fa riscoprire i ricordi, fa riaf -fiorare tante cose passate e un po’rimpiangere il buon tempo antico.

Intanto è tornata la primaverae tra poco sarà Pasqua: Pasquavuol dire “passaggio”, raggiungereuna nuova riva dopo il difficile at -traversamento.

Il buio del ve ner dì santo conle campane ammutolite e poi,finalmente, la luce nella notte trasabato e domenica.

Mai fe sta religiosa è stata piùsimbolica di questa Pasqua 2020.

Isabella Bietolini

Cronache dall’isolamento

CorTona

Mi chiedo quale sia ilmo do migliore di ri -cordare Enzo Morettiche ci ha lasciato pre -maturamente in un

pe riodo triste e malinconico. Lasua scomparsa, proprio per que -sto, diventa ancora più inaccetta-bile e dolorosa.

Siamo soli nelle nostre casementre gli amici se ne vanno e cicostringono a riflessioni durissimesul senso della vita. Non possiamoneppure salutarli come meritereb-bero, ricordando le loro qualitàumane, il loro impegno civile epo litico, le passioni che hannoani mato la loro esistenza.

Ho conosciuto Enzo nel lon -tano 1975 ed abbiamo avuto un

bre vissimo percorso comune, poiha avuto incarichi importanti inEnti Pubblici dove si è fatto ap -prezzare e valere.

Ci siamo ritrovati tanti annidopo, con i capelli bianchi, alleriunioni del Comitato dei Tetti Ver -di e mi ha compito moltissimo ilsuo intervento, presso la Sala Ci vi -ca di Via Sacco e Vanzetti, quan doha illustrato il progetto di un’a reaverde che dalla stazione di Ca mu -cia proseguiva oltre la Statale 71.

Ho apprezzato il suo interven-to perché ha saputo volare alto eproporre una soluzione ardita perun territorio umiliato da una pro -grammazione incomprensibile edissennata che ha un disperatobisogno di soluzioni coraggiose edardite.

Ci sentivamo spesso al telefo-no e, dimostrandomi grandissimafiducia, mi aveva trasmesso inanteprima l’articolo: “Maialina: unsupermercato di bugie” per ilqua le i nostri bravissimi ammini-stratori, abituali somministratoridi esposti, denunce e segnalazioni,volevano quererarlo.

Ho ben impresso nella menteil suo modo di sorridere sotto ibaffi e di guardare il suo interlo-cutore.

Gli dicevo sempre che biso -gnava superare gli steccati ideolo-

Immagini di repertorio del Laboratorio Teatrale scattate prima dell'e-mergenza coronavirusNella foto le docenti Patrizia Banacchioni e Franca Paci con i ragazzi:Emma Ioan, Alicia Hanley, Ludovica Stocchi, Francesco Barbagli,Jasmine Hanley, Edoardo Marconi, Samuel Lo Coco, Alberto Luchini,Andrea Adreani accanto alla docente Franca Paci.

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L’ETRURIA N. 7 ATTUALITÀ 15 aprile 2020

Via Matteotti, 41/43 - Camucia - Cortona (AR) - Tel. 0575 62285Via Roma, 44 - Passignano S/T (PG) - Tel. 075 827061

[email protected]

Iolanda Castellani Lucarini,per noi cortonesi Lalla, lamat ti na del 7 aprile 2020 ètornata alla Casa del Padre.Lalla ammalata da tempo,

aveva festeggiato novantasei annilo scorso otto febbraio.

Moglie di Spartaco Lucariniaveva condiviso con lui la vita delMovimento dei Focolarini.

Lalla Castellani Lucarini è tornata alla Casa del PadreE’ stata consigliere comunale

per la Dc al Comune di Roma. Dopo la morte prematura di

Spartaco, causata da un male in -curabile, Lalla si è molto dedicataalla memoria attiva del marito,unsanto laico del nostro Novecentoita liano e cortonese.

Una vita dedita alla famiglia, aifi gli e al Movimento dei Foco la rini,Lalla era spesso a Cortona e di leie del suo incontro con Spar tacocosì ci racconta Alfredo Zirondolinel suo bel libro “Coraggio.Inchiesta su Spartaco Lucarini”:“Studiavamo entrambi all’U ni -versità di Firenze, lettere io,Economia e Commercio lui. Ciin contravamo alla Fuci, allames sa in Cattedrale, alla ‘Lectu -ra Dantis’ che si faceva in Or -san michele ogni domenica. Esoprattutto nell’assistenza ai po -ve ri che facevamo come ‘Con -ferenza San Vincenzo’ in SanFre diano. A loro portavamo tutto

ciò che era possibile e che ci ar -rivava anche dalla nostra Cor -tona.

Una notte venne con noi an -che il Cardinal Dalla Costa, chevestito con semplice talare dapre te, spingeva il carretto danet turbino con cui si portavano

gli aiuti. Ci fermò anche la po -lizia e quando il cardinale disseloro chi era non ci credettero evollero riaccompagnarlo finoall’Arcivescovado. Per moltotemp o però (ce lo siamo dettido po) non abbiamo pensato checi saremmo sposati. Sempli ce -mente si stava bene insieme”.

Siamo sicuri che, appena ver -rà il nuovo tempo post emergenzasanitaria, Cortona e le sue istitu-zioni ricorderanno ufficialmente lanostra cara, amata concittadina.

Alle figlie e ai figli un abbrac-cio da parte di tutti noi de L’E tru -ria, unitamente alle nostre con do -glianze cristiane, che estendiamo

Il mio balcone non ha mai sfog -giato fiori più belli!L’uomo sta male, la terra inveceriprende a respirare. Madre Natura con un semplicissi-mo e infinitamente piccolo esseri-no partorito dalla mancanza d’i -gie ne dell’uomo ha arrestato iltem po che ha temporaneamenterallentato l’inquinamento. I dati loconfermerebbero, allora speriamoche dopo questa emergenza sipen si sul serio a un Mondo Nuo -vo.Sentiamo sulla nostra pelle le vitesospese e quelle spezzate.Per il rispetto al momento luttuosonon possiamo accettare di viveretempi vestiti con un’Indifferenza dicomodo.

Nel gruppo dei miei amici, quan -do cominciavo a esporre le mieconsiderazioni sulla cattiva gestio-ne che l’uomo operava sulle risor -se naturali nell’Universo, sonosem pre stata quella sopportata,ma gari con affetto. Non vogliopen sare che mi prendessero peruna Cassandra dei nostri tempi,ma inevitabilmente preferivanocam biare discorso o forse eranopiù spaventati di me.Paradossalmente la soluzione C’E’ed è diabolicamente presentatadal Covid19!Non dobbiamo pensare di demoli-re perché questa fase purtroppo ègià avvenuta “grazie alla pande-mia”, dobbiamo invece essere

pron ti per ricostruire guidati daun buon Governo eticamente inec - cepibile. Esso dovrà dare spa ziosolo ai progetti meritevoli. Sol tantoin questi unici termini ce la po -tremo fare. L’Italia dovrà essereforte per non lasciare spazi allacriminalità.Dovremo principalmente investirein sentimenti, eliminare gli or pelli,la burocrazia e le cose come gliEnti inutili, magari proprio quelliche avrebbero dovuto scri vere unpiano di soccorso pandemia ecoordinare lo Stato e la Pro tezioneCivile come lo ha spiegato conchiarezza il servizio di Report sullaRai3! L’emergenza gestita dalGoverno Conte con i suoi ministridi concerto con gli scienziati lavo -ra al massimo delle possibilità el’ingegno di tutto il popolo italianoscriverà la Storia.Con spontaneità ho inviato allaPresidenza del Consiglio un’idea:… “Per accelerare un’efficacemap patura della popolazione ita -liana su pandemia Covid19 pro -pongo analisi del sangue volonta-ria a carico del contribuente e cheegli stesso rilasci anche la spesaper il costo di un’analoga analisiper un indigente. Saranno espres-si: volontariato, solidarietà ed ef -

ficienza per poter stabilire in tem -pi stretti chi potrà rientrare nelciclo produttivo o sarà di sempliceaiuto nella propria comunità”.Attualmente stanno studiando i testper scegliere l’analisi più sicura.Una cosa è certa in questo mo -mento non vorrei essere in nessunaltro paese al mondo! Da noiesiste ancora il rispetto per le vitedi tutti giovani e anziani! Con fron -tando le reazioni di paesi che finoa ieri pensavo più “civili e menoapprossimativi” di noi, ho riacqui-stato una grande fiducia nel nostroBel Paese. Io sono ai blocchi … eVoi siete pronti a Ripartire?

Roberta Ramacciotti blogwww.cortonamore.it®

Il cordoglio del nostro giornale ai figli e ai parenti tutti

Me manca tanto il mercheto...Quel che c'è capiteto tra capo ecollo un ne una guerra, ma cal -cosa de peggio e più grave, veldice uno che da pichino ha uto sulchepo lo scoppio delle bombe, havisto case sventrete, piazze arvulti-chete e vagoni di treni accatasteti eattorciglieti come tanti ferri vecchi;ma sto virus è peggio, ci ha presoa tradimento con perfidia e all'im-proviso e un te pù manco ringuat-tere da gnissuna parte, la fa dapadrone in tutto il mondo, un s'éman co con chi sfogatte, in un bat -ter d'occhio t'ha fatto cambia u -sanze, te tien lonteno da quelli piùcari, dagli amici e fatimelo dì, dalmi Casale. Lo devi fere perchè a dif ferenzadel motto “dividi e im pera” permo questo è l'unico modo perfermello, è brutto artroverse die -tro i vetri a guardere chi un c'è,ma un ce perdemo d'a ni mo l'Uo -mo ne ha passete tante nella suvita e n'è sempre gnuto fo ra,perchè nel suo essere è in na to ungrande sentimento che è l'a mo re,come ci ricorda il Manzoni“scendeva dalla soglia d'uno dique gli usci...” e con ciò ce la fa re -mo.Un sarà uno scherzo, noaltre sta -remo tappeti in casa, un ce sonoscuse “STARE IN CASA” questo èl'or dine e va rispetteto, per mò gliItaliani se son comporteti bene, ceson i soliti furbetti di professione, isoliti che arsomigliano al Lillo conla scatolina del capo vota o quelliche per far dispetto alla moglie se

tagliono i coglioni, ma oltre a sestessi questi personaggi son colpe-voli verso il prossimo e sopratuttover so coloro che con lodevole een comiabile abdenegazione lotta -no faccia a faccia tutti i giorni con -tro il virus; i Dottori, gli Infermierie Tutti Quelli che operano e la vo -rano negli Ospedali e Case di curae di Riposo a Loro vada il nostroplauso e la nostra sincera gratitu-dine, sono gli Italiani più belli epiù veri, sono i nostri prodi guer -rieri, a Loro dobbiamo obbedien-za perchè saranno Loro che ciporteranno alla vittoria controque sto subdolo virus.I nostri amati politici che fanno? Il solito piagnisteo, chi è fora volvire dentro, chi è dentro scalpitaper vi fora, ognun dice la sua egnissun ci azzeccha, son i solitiP.P.A. Per fortuna che l'Avocheto ècresciuto e sotto l'ala del nostrogrande Presidente speremo descappe fora al più presto possibileda sto groviglio in do sto diavolode virus ci ha caccieto .Anco il Papa Francesco, Santo Uo -mo, è armesto solo, ma con la Suparola ce da un gran conforto euna grande forza per vire avanticon Lui passeren la Santa Pasqua,tappeti in casa, e per me, che unson più un giovincello, è la primavolta che me capita un ci avria maipenso, comunque faccio a Tuttitan ti, tantissimi Auguri, me piacear mentovare il momento che sediceva “Alora, ce se arvede dopoPa squa”.

Tonio de Casale

Ce la faremo

Virus al nero (Sdrammatizziamo)Co' le su' apparizioni giornaliere,Conte: sembra che ha pensètopro prio a tutto e a tutti: milioni emilioni d'Euro per ogni categoriasenza reddito. Operai dipendenti,che la ditta “ferma” non pu pa -ghe re, la stessa ditta che non ven -de. Imprese che non lavoreno, coope-rative edili e dé pulizie, a chèsaoperatori dé lo spettacolo, attrezzi-sti, doppiatori, tècnici delle luci,del giornalismo, dé la carta stam -pèta. Pescatori, negozianti, risto-ranti pizzerie, tutto chjuso. Cuochi,aiuto cuochi, pasta fresca came -rieri “fissi e saltuari”.Moda, co' le sarte a cuci le “ma -scarine”: e le modelle?Cusi secche, son proprio a rischjo.Discoteche, Balere, Pub e Gela -terie, agricoltori e artigiani dé gnisorta.Comme barbieri e parrucchieri,zazzere e “ricrescita”.Questi, piu o meno non armarran-no soli e senza soldi, dice Conte.A mé sembra che Conte qualchecategoria l'ha saltèta. Esempio, 'l petrolio sceso da 70 a

20 $ una bella batosta pé i benzi-nai, si è callo cusi, vol di che 'n c'èconsumo! E cusi, gommisti e car -rozziéri e visto che sémo 'n tèma,trasporto: i parcheggiatori? E gliabusivi? E i raccoglitori agricoli?Gli africani al nero senza permes-so, e che fine ano fatto i “guarda-carrelli” a la “coppe”. I collabora-tori dei piantumari, fiori e ortaggitu' le serre. Anche 'l cunsumo dé droga ha au -to 'n crollo e quindi anche glispac ciatori sono iti 'n miseria. E leprostitute? Che 'n arbattono 'nchio do? Agiongo, i ladri d'apparta-mento? Co' le chèse sempre oc -cupète, e 'n più, coi “decreti sicu -rezza” semo tutti armèti. Capitolèdri, che vento che tira? E 'l pizzo?Che 'n viene più riscosso? 'l cartel-lo parla chjèro: Conte ha prontoun decreto per tutti, basta chiede-re. Anche voi “Gladiatori” Romanico' la scopa 'n testa al Colosseo. Ma queli messi peggio, sono gli a -manti clandistini, sempre sottocon trollo del coniuge, a chi se ri -vol gheno?

Bruno G.

Atena: ‘n tirviéne e ‘l fà cumparire,com’un de’ l’Ulimpo; giovéno e bello,doppo che ‘l fiume, l’ha fatto surtire,pulito, lustro e del salmastro sgrollo.

Unto da l’oglio: Nausica sé stupisce,sembra che ‘l sommio, gne s’avéra,

quel furistiér: dal mère com’un pesce, che st’emuzione: ‘n gnarmang’amèra.

(Continua) B. Gnerucci

VERNACOLO

Simile a un Dio(Capitolo 27)

anche al cugino S.E. Mons. ItaloCastellani, vescovo emerito di Luc -ca e a tutti i parenti cortonesi diLalla.

Nella foto di corredo, Lalla

giovane con Spartaco e a destranel suo ultimo compleanno nellafoto pubblicata dalla figlia Fatimasu Fb.

Ivo Camerini

Non sono più i tempi per l’indifferenza di comodo

Era passata da poco la seconda guerra mondiale e di quell’epoca misono rimasti ricordi incancellabili, sempre fissi nella mia memoria.Tra questi ricordi in particolare quello delle feste contadine, latrebbiatura del grano. Noi ragazzi ci alzavamo circa alle 4 delmattino per assistere a tutta la preparazione. Già dalla sera prima

scala, trebbia e trattore erano stati preventivamente piazzati nell’aia, così cheal mattino, il capo macchinista, che si chiamava Faliero e veniva da Palazzodel Pero, trovasse tutto pronto.

Era un omone dalla voce baritonale da vero comandante, molto severo,soprattutto nei riguardi di noi ragazzi. Ci redarguiva in continuazione affin-ché non ci avvicinassimo troppo ai pericolosi meccanismi del trattore. Ilmezzo agricolo a quei tempi era ad accensione detta “a testa calda”. Peravviarlo, mediante il possente volano, si doveva scaldare con la fiammaalmeno per una mezz’ora la testata del motore. In particolare ricordo le duemarche dei trattori più diffuse dell’epoca, il Super Landini e il Super Orsi.Per l’occasione della trebbiatura, noi ragazzi davamo una mano ai lavorantipiù grandi di noi, detti “opere”, dal momento che costoro si scambiavano, aturno, l’aiuto con gli altri coloni. Delle numerose fasi della battitura delgrano mi sono rimaste impresse nella memoria tante immagini, come lacostruzione del pagliaio. La scala che trasportava la paglia cadeva vertical-mente alla base del “barcile”, alto palo piantato a terra.

Alla base c’erano sempre tre o quattro persone addette specificatamen-te a stendere la paglia, uno di questi era il capo pagliaio che dirigeva conmaestria e diligenza il lavoro, perché il tutto non era per niente facile.Ricordo che il migliore di quei tempi risultava Gigi del Nicchi, che a fineopera non disdegnava affatto un buon bicchier di vino.

Durante la battitura si verificavano diversa pause; suonava improvvisa-mente una sirena mediante il volano del trattore e a quel segnale tutti gliaddetti ai lavori si fermavano per rifocillarsi e riposarsi un po’. Data lacalura di quei giorni di luglio e poi la polvere e la fatica la sete era tanta. Aquel punto entravano in scena quattro o cinque giovani ragazze, le più belledel circondario, che portavano i fiaschi del vino e l’acqua tenuta al fresco infondo del pozzo; quindi con i bicchieri, le signorine portavano bere a tutti ilavoranti.

Questo risultava forse il più bello e simpatico scenario di tutta l’opera-zione: infatti specialmente i giovanotti, tra frizzi e lazzi, simpatizzavano con lefanciulle e non pochi innamoramenti sono avvenuti durante la trebbiaturadel grano!

Noi più piccoli lavoravamo poco, si pensava soltanto ad impolverarci unpo’, per cui alla fine della battitura dimostravamo di aver lavorato e quindi ciconsideravamo meritevoli della mangiata finale.

Il pranzo, o, meglio la cena, si svolgeva al crepuscolo (per il fresco) inmezzo all’aia a lavoro terminato. Naturalmente si mangiava dopo che tutti sierano dati una sciacquata utilizzando l’acqua contenuta in capienti mastelli.

Il menù era quasi sempre lo stesso: minestra di grandinina soda conbrodo di ciucio (ad Arezzo ocio), quindi il medesimo volatile, questa voltaarrostito in forno, veniva servito in vassoi appoggiati sulle tovaglie messe aterra con sotto della paglia. Il contorno di solito era cavolella condita adinsalata ed infine tozzetti alle mandorle, annaffiati con vinsanto conservato einvecchiato nei classici caratelli

Questa bellissima rappresentazione non la potrò mai dimenticare.Danilo Sestini

“La battitura del grano”Antichi ricordi di un adolescente

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L’ETRURIA N. 7 ATTUALITÀ 15 aprile 2020

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Piazza Amendola , 1 (ore ufficio)

rompe il silenzio senza precise ca -den ze, mentre i rintocchi delle cam -pane han cadenze più prevedibili. Ele sere delle vigilie festive non echeg-giano più all’altoparlante i richiamidi don Ferruccio, i quali, anche seinosservati dal sottoscritto, eranobenauguranti a riprova del dimanial dì di festa...

[email protected]

Il computer e il Web, insieme,sono uno strumento potenteche ci ha cambiato profon-damente la vita e ora, in que -sto periodo speciale, con

una evoluzione esponenziale delsuo utilizzo, ci sta trascinando ver -so un orizzonte vago e misterioso.

Un orizzonte che può esserein quietante o entusiasmante a se -conda della nostra interpretazio-ne.

Ormai le APP, che sono infondo solo istruzioni informatiche“leggere” progettate per i nostricellulari o tablet o p.c. tali dapermetterci di ottenere quello chedesideriamo in modo semplice eveloce, sono di facile lettura ancheper i non esperti e quindi utilizza-bili da tutti.

Le conseguenze di tale feno -meno possono essere infinite.

La prima che mi viene in men -te è che tutti, ripeto tutti, possonoesprimere la loro opinione sututto in ogni momento e senza fil -tri.

La vecchia lettera scritta primaa penna e poi con la macchina dascrivere implicava un processomentale di elaborazione, correzio-ne, pubblicazione che garantiva lacoerenza tra il pensato e lo scritto.Ora c’è direttamente la sola pub -blicazione. Veloce e leggibile datantissimi. Non sempre questofatto è un bene.

Spontaneità e libertà, osservaqualche Solone da talk show. Sen -sazionalismo, superficialità e ap -prossimazione è la critica in rispo-sta. Tranne ovviamente gli inter-venti di esperti rinomati o sempli-cemente di persone competentiche sono e rimangono un beneprezioso. La qualità, quando c’è, siriconosce da lontano ma spesso èsovrastata dal rumore di sottofon-do. I tuttologi imperano e sonochiassosi.

Il Covid 19 ci ha costretti tuttia casa, i P.C. “fumano” e il chiac-chiericcio che ha invaso i Social èquasi assordante. Fake news diuna fantasia quasi malata ci perse-guitano quotidianamente. E’ sem -pre più difficile scremare il verodal falso, il quasi vero dal sicura-mente falso. L’ultima che ho letto èche Putin aveva liberato centinaiadi leoni per sbranare chi stava instrada senza motivo con tanto difoto di un leone a spasso in unacittà! Roba da pazzi. Ma è stataripresa anche da un quotidianonazionale.

Dietro la tastiera siamo divolta in volta: statisti, il premierConte ha bisogno assoluto deinostri consigli, sindaci, medici,addirittura epidemiologi, intensivi-sti (parola che ho imparato aconoscere in questi giorni).

E per ultimo anche, ma questanon è una novità, Commissari Te -cnici della nazionale italiana dicalcio, anche se questa attività èmomentaneamente sospesa.Due osservazioni spot su questoperiodo.

La prima è che è interessanteosservare in tutti questi collega-menti via Skype le case dei perso-naggi famosi/potenti viste dall’in-terno. Invadiamo la loro privacycon curiosità e li scopriamo moltopiù “normali” di quanto ci aspet-tavamo, abitazioni semplici, spes -so vicine alle nostre con unacaratteristica in comune, c’è quasisempre una libreria stracolma ditesti dietro l’intervistato. Sarà uncaso?

Speriamo che li abbiano letti.Non tutti, magari solo una piccolaparte, ma sarebbe lo stesso moltoconfortante per noi.

L’altra osservazione è che tuttoquello che un mese fa, non dieci

anni fa, era essenziale per noi e lanostra vita quotidiana è letteral-mente scomparso dalla nostraesistenza. Dalle piccole cose aigran di pensieri filosofici, tuttospazzato via.

Le beghe tra politici non cisono più, alcuni programmi diapprofondimento non sanno piùche pesci prendere. Le analisiapprofondite sul niente si sonodissolte nella necessità di trattareargomenti seri per tutti noi, di nonconfrontare il nulla con il numerodei morti che aumenta a dismisu-ra, con il lutto, con la fatica di chinon chiacchiera a vuoto ma lavorain silenzio per noi.

E’ questo il solo, piccolo, pic -colissimo lato positivo del CoronaVirus.

Da ultimo, alla ricerca dispe-

“Un libro al mese”A cura di

Riccardo Lenzi

Decenni fa, in Valdichiana,era naturale che risuo-nassero voci umane con -fu se con varie espressionianimali di cani, galli,

maia li, bovi, pecore, asini … segnid’una agricoltura tradizionale ancorviva, insieme alle invadenze olfattivetipo la puzza di porcili e pollerie. Sin -fonie naso uditive lentamente spente-si, cancellando così la diversità tra ilvivere in città o in campagna; sempregli stessi rumori: traffico, treni, am -bu lanze, e motociclisti rombanti nel -la buona stagione. Da casa, in colli -na, tale metamorfosi è percettibile -par d’essere a teatro per quantogiungono chiari i suoni dal basso -,se non che, ai piedi dell’altura, dallacasa colonica degli eredi di Gino ePiero Conti partono ogni tanto scop -piettanti avvisi di presenze bovine, edegli asinelli di Corrado e dei Milani,prodi allevatori. (Per fortuna, è chiu -so il vicino porcile che, soffiandoven to senese, ammorbava l’aria).Gino ci ha lasciato anzitempo, ma glieredi mantengono la fattoria canteri-na di animali a ricordo che un

tempo loro, nelle stalle e nei cortili,era no più numerosi degli umani.Ragliando e muggendo avvertonod’a ver fame, o, forse, di soffrire so -litudine e clausura. Il loro contro-canto naturale, opposto ai rumoritecno logici dilaganti, è godibile com -pagnia. Dalla fattoria, nei pomeriggi

festivi, partiva Piero per l’aeroporto aguidare un piccolo aereo per volteg-giare sulla Val di Loreto, e, per quan -to tecnologico, quel sorvolo rimarca-va la festa, il bel tempo (col bruttonon volava), e l’amicizia per i concit-tadini. Motivi di salute hanno distoltoPiero dal volo, e le giornate risultanomeno spensierate senza quei volteg-gi. Come se un passero stagionalerinunciasse al suo ritorno.Un lontano legame incrociò le nostrevicende familiari. Nel podere a CasaBianca di Piazzano, lasciato dalla miafamiglia mezzadrile diretta al poderedi Caldarino, vi subentrò la famigliaConti, retta da mamma Rosa. Mezza -dri nelle stesse proprietà Catani diMontalla. Con Gino, per un trentennio, siamostati vicini di casa e amici. Con Pieroci fu l’incontro d’una sera alla Poli -sportiva di Tavarnelle, dove, genero-so, appena conosciuti si offrì diportarmi con l’aereo in vacanza al -l’El ba. L’evento non si verificò per imutevoli casi della vita, non per vo -lontà di Piero. Gino era assai attivonella vita sociale. Piacente, pare fosse

uno sciupa femmine, passava elegan-temente dalla cura del podere e deglianimali a serate galanti, allegro evitale. Nell’irreale silenzio indotto dal co -ronavirus, rotto dalle sirene spiegatedelle ambulanze, fortunatamente, èancor vivo l’allegro coro animale che

IL fILaTELICo a cura di Mario Gazzini

Intimate Paganini

Il Ministero delle Poste e Tele -comunicazioni, rispettando lacon tinuità sulle varie tematiche, hacreduto opportuno rivolgersi que -sta volta allo Sport emettendo il12 novembre 2018 due francobol-li, uno a ricordo del Centro Tecni -co di Coverciano e l’altro per ri -cor dare l’Associazione ItalianaCalciatori.Del francobollo emesso per ricor-dare il Centro di Coverciano, den -tello ordinario in tariffa B, è statafatta una tiratura di un milione e

mez zo di esemplari, su carta auto -a desiva, a cinque colori, dentella-tura 11 effettuata con fustellatura,for mato carta mm. 30x30, for -mato stampa mm. 40x29, su Fo -glio da 45 esemplari con una v i -gnetta di Giustina Milite che raffi-gura la statua del calciatore, operadello scultore Mario Moschi, chesi trova all’ingresso del Centro L’ immagine è proiettata verso uno

sfondo af fiancata ad un pallone dacalcio, ed in alto a destra il logodella Federazione Italiana giocoCalcio, con la legenda 60°anniversario 1959-2018 “Italia”.L’altro esemplare emesso, dellabozzettista Isabella Castellana, or -dinario di tariffa B, con tiratura diun milione e mezzo di esemplari,in quadricomia e oro, con me de -simi formati del precedente, in Fo -glio da 45 esemplari, rappresentain vignetta un calciatore ed unacal ciatrice, che lanciano un pal lo -ne in rete con nello sfondo glispal ti di uno stadio, dove è po si -zionato il logo del 50° anniversa-rio dell’Associazione Calciatori.Ambedue i francobolli sono stili-sticamente ben riusciti riuscendoa realizzare in pieno quanto eranei desideri, perché spesso non èfacile far comprendere con la ma -ti ta quali siano le volontà degli al -tri.

Un altro messaggio po si -tivo in un momento dif -ficile, segnato dall’e-mergenza sanitaria delcoronavirus.

Cortona festeggia i 100 annidella signora Marianne Welker,vedova Arcaini. La signora Ma -rianne è nata il 1 aprile 1920 aMo naco di Baviera e risiede damolti anni nel comune della Val -dichiana, in località Salcotto.

Cento anni rappresentano unva lido esempio di tenacia ed ener -gia.

La signora segue sempre conattenzione e curiosità le vicendedel mondo che la circondano e sidi letta nel realizzare alcune pic co -le creazioni di stoffa a tavolino.

«Rivolgo gli auguri più sentitie sinceri di buon compleanno allasignora Marianne - scrive il sin -daco Luciano Meoni - il cui carat-tere e la cui tenacia rappresentanoun prezioso insegnamento pertutti, soprattutto per le generazionipiù giovani». L.T.

Cortona festeggia i 101anni della signora AltiviaGiannotti, vedova Ma -tassi. La signora Altivia ènata a Follonica (Gros -

seto) il 29 marzo 1919 e risiededa molti anni a Ca mucia. I suoi 101 anni rappresentano unvalido esempio di tenacia ed ener -gia. «A nome dell’amministrazionecomunale di Cortona - afferma ilsin daco Luciano Meoni - rivolgogli auguri più sentiti e sinceri dibuon compleanno alla signoraAltivia, prezioso patrimonio di tra -dizioni, di valori culturali e civili,che rappresentano, per tutti igiovani e per tutti noi, un modellodi vita da seguire». L.T.

rata di una minima traccia dibuon umore nella cappa plumbeache ci avvolge, osservo che, daqualche settimana, le nostre case

sono molto più linde. Il corona vi -rus ci ha indotto a pulirle, lucidar-le, sgrassarle come mai avevamofatto in tutta la nostra vita. Pernoia o per necessità. Una specie dipulizia di Pasqua non stop cheaccomuna democraticamente lanostra comunità nazionale.#iorestoacasa

Fabio Romanello

La fantastica colonna sonora che sale dai cascinali Dietro la tastiera

Esiste una speciale branca dellamusica classica che sembra fattaapposta per indirizzare il nostrogusto, nel rispetto dei coercitivima necessari principi dell'"era delCoronavirus", ovvero la cameristi-ca: essa, nel più comune significa-to, rappresenta le composizionidestinate a un ristretto numero diinterpreti, di limitata sonorità e dicarattere intimo, particolarmenteidonee all'esecuzione in ambientiraccolti, dove insomma si potreb-bero rispettare le regole di distan-ziamento sociale raccomandate in

questi giorni dalle autorità. In que -sto senso il disco "Intimate Pa ga -nini" (cd Decca) appena uscito,che ha per protagonista il chitarri-sta Giampaolo Bandini, potrebberappresentare un modello ideale.Nella sua vita Paganini amò duestrumenti: il violino del quale fusommo interprete e che in questaveste lo fece conoscere in tutto ilmondo. E la chitarra, strumentoche portò sempre con sé, anchenei suoi incessanti tour concerti-

stici, utilizzandola privatamente etal volta inserendola in alcunecom posizioni di musica da ca -mera. E' significativo che tutti glispartiti che egli creò per la chitar-ra solista rimasero in forma ma -no scritta e non ebbero alcuna cir -co lazione fino all'antologia pubbli-cata da un editore tedesco nel1925. Questo disco ci permettequin di di apprezzare la meravi-gliosa inventiva che sprigionòesclusivamente per lo strumento acor de pizzicate: il canto d'operarap presentato dal "Ghiribizzo"(co sì chiamò, con modestia e iro -nia, alcune sue composizioni chi -tarristiche) numero 22 "Stanco dipascolar", la vena melodica dalGhi ribizzo 20 sull'aria mozartiana"La' ci darem la mano", la vervepopolareggiante del Ghiribizzo 36,l'eleganza dell'Adagetto con e -spressione nel Ghiribizzo 37, lapensosa liricità della Sonata 33, lacomplessa e ambiziosa Sonata 14,la prova di maestria tecnica nelCapriccio numero 19, la spagno-leggiante, cortese cavalleria checaratterizza la Sonata 34, dalgalante sottotitolo "Minuettoumigliato alla gentilissima signoraEmilia Degeneri". Bandini esegue con maestria que -sti brani su un prezioso strumentoap partenuto al compositore, ovve -ro la chitarra costruita dal sommoliutaio napoletano Gennaro Fa b -bri catore nel 1826, dalle sono ri tàar gentee.

Marianne Welker

Altivia GiannottiCentenari a Cortona

Panorama: Val di Loreto

Foto d’archivio

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L’ETRURIA N. 7 ATTUALITÀ 15 aprile 2020

Dalla parte del cittadinoil parere dell’arch. Stefano Bistarelli

“DALLA PARTE DEL CITTADINO” risponde l’Avvocato

Dalle Entrate: per gli interventi inedilizia libera è sufficiente una di -chiarazione sostitutiva di atto dinotorietà per usufruire del bonusmobiliL’Agenzia delle Entrate tramite larivista telematica FiscoOggi fornisceutili chiarimenti su come certificarel’inizio dei lavori di ristrutturazioneper poter richiedere il bonus mo -bili.Con la legge di bilancio 2020 la de -trazione fiscale del 50% per la spesadestinata agli immobili oggetto diristrutturazione edilizia è stata pro -rogata a tutto il 2020.Ricordiamo, a tal riguardo, che ladata di inizio lavori è fondamentaleper accedere al bonus ristruttura-zione e bonus mobili.In particolare, per usufruire dell’a-gevolazione circa l’acquisto dimobili ed elettrodomestici è neces-sario che la data dell’inizio deilavori di ristrutturazione sia prece-dente a quella di acquisto dei beni;al contrario, non è necessario chele spese di ristrutturazione sianosostenute prima di quelle per l’arre-do dell’immobile ristrutturato.QuesitoIl quesito avanzato dal contribuenteè il seguente:Per richiedere il bonus mobili comefaccio a dimostrare la data di iniziodei lavori di ristrutturazione, nonessendo obbligato a presentare alcomune la Cila (comunicazione diinizio lavori asseverata)? Devo por -tare in comune una Dichia razionedell’Atto di Notorietà?Risposta delle EntrateCome chiarito dall’Agenzia delleEntrate, la data di inizio lavori peraccedere alla detrazione fiscale può

essere dimostrata da eventuali abili-tazioni amministrative (CILA) odalla comunicazione preventiva al -l’A sl, se è obbligatoria; ma, comenel quesito in esame, non è semprepossibile dimostrare l’inizio deilavori attraverso queste documenta-zione.Nel caso di interventi che non ne -cessitano di comunicazioni o titoliabilitativi, è sufficiente una dichiara-zione sostitutiva di atto di notorietà,come previsto dal provvedimentoAE n. 149646 del 2 novembre2011.La dichiarazione, continuano leEntrate, va conservata ed esibita arichiesta degli uffici che effettuano ilcontrollo sulla spettanza dell’agevo-lazione.

Sospensione delle attività dell’associazione organi Storicigio per le province di Siena, Gros -seto e Arezzo e dalla Diocesi diArezzo, Cortona e Sansepolcro edè seguito da vicino per l’impor-tanza dell’autore e per le tecnicheusate, che ricordano altre epochedistanti dal ‘900.

Purtroppo però il fato ci hames so lo zampino. Ci siamo tro -vati nel giro di poche settimaneall’interno di una pandemia attesama non prevista, così il restauro èstato sospeso e Arianna e Irenehan no dovuto tornare a Firenze.

Il progetto era stato presenta-to con una interessante conferen-za nel settembre 2018; è stato cu -rato dagli architetti Marco Poesinie Paolo Vaccaro, insieme all’ing.Giancarlo Ristori, che come socidell’Associazione si sono impe -gnati del tutto gratuitamente a se -guire lo svolgimento dei lavori,che hanno ricevuto il sostegnoeconomico di molti sponsor, fra iquali la Banca Popolare di Cor to -na e l’Impresa edile Magini.

Un ulteriore sostegno è venutoda Padre Livio Crisci, il Gover -natore del Santuario di S.Marghe -rita, che ha offerto l’ospitalità alledue restauratrici per il periodo dilavoro, che si sarebbe dovuto con -cludere entro il mese di maggio.

Arianna, titolare della ditta direstauro, si era dichiarata entusia-

sta del lavoro e affascinata dallabel lezza dell’affresco, che è statofat to dal Bignami secondo le piùpuntuali regole e con l’uso di ma -te riali ottimi, cosa che ne ha con -sentito il mantenimento in que sticento anni e ne avrebbe fa cilitatoil restauro.

Purtroppo le cose sono an da tediversamente: la semplice ce ri -monia prevista per la conclusionedei lavori è stata sospesa; lo svol -gimento era in programma ilpros simo 23 maggio, per comme-morare l’entrata in guerra del -l’Italia nel 1915.

Non sapendo cosa succederàe quale sarà lo sviluppo della pan -demia, che ricalca quello dellaSpa gnola di circa un secolo fa,l’ing. Ristori ha deciso, sentiti icon siglieri, di sospendere tutte leat tività culturali e musicali pro -grammate per il corrente anno edi devolvere l’ammontare dellequo te sociali alla Protezione CivileQuesto il comunicato inviato aisoci:“L’Associazione Organi Storici diCortona devolve le quote as so -ciative 2020 all’emergenza sa ni -taria.

In data odierna, il Presidentedell’Associazione, ing. Gian Car -lo Ristori, con il parere del Con -siglio Direttivo e sentito il Pre -sidente del Collegio Sinda cale,dott. Roberto Calzini ha decisodi devolvere l’intero am montaredelle quote sociali 2020 all’e-mergenza sanitaria in atto. Lequote erano, come di consueto,de stinate all’attività concertisti-ca per Organo e altri strumentiche è stata interamente annul-lata. La somma sarà devoluta allaProtezione Civile che meglio diqualsiasi altro Ente conosce lepriorità sul territorio naziona-le.”

Queste le ultime notizie, cheso no sconfortanti ma necessarie.

Restiamo con la speranza chela situazione migliori presto.

MJP

Gentile Avvocato, può spiegare icon gedi parentali per covid? Grazie.

(lettera firmata)La Circolare 25 marzo 2020, n. 45relativa al Congedo per emergenzaCOVID-19 prevede, in favore dei la -voratori dipendenti del settore pri -vato, dei lavoratori iscritti alla Ge -stione separata di cui all'art. 2, com -ma 26, della L. 8 agosto 1995, n. 335e dei lavoratori autonomi permessiretribuiti di cui all'art. 33, commi 3 e6, della L. n. 104/1992. L'art. 23 delD.L. n. 18/2020 prevede la possibi-lità di fruire di uno specifico con -gedo per un periodo continuativo ofrazionato, comunque non superiorea 15 giorni complessivi, a partire dal5 marzo 2020, per il periodo di so -spensione dei servizi educativi perl'infanzia e delle attività didattichenelle scuole di ogni ordine e gradodisposto con DPCM 4 marzo 2020.La fruizione è riconosciuta alternati-vamente ad uno solo dei genitori delnucleo familiare per i figli di età nonsuperiore a 12 anni, a condizioneche nel medesimo nucleo familiarenon vi sia un altro genitore che bene -fici di strumenti di sostegno al red -dito previsti in caso di sospensione ocessazione dell'attività lavorativa o al -tro genitore disoccupato o non la vo -ratore. Durante la fruizione delcongedo è riconosciuta una inden-nità rapportata alla retribuzione o alreddito in ragione della categorialavorativa di appartenenza del richie-dente ed i periodi fruiti sono copertida contribuzione figurativa. Le novitàprincipali del nuovo congedo rispet-to a quello ordinario del congedopa rentale possono essere così sinte-tizzate: 1. Il congedo COVID-19 ri co -nosce ai genitori una indennità parial 50% della retribuzione nel caso incui sia richiesto per un figlio fino a12 anni di età, venendo ampliata latutela riconosciuta in caso di fruizio-ne normale del congedo parentaleper il quale l'indennità è prevista nel -la misura del 30%, subordinata allapresenza di particolari condizionianagrafiche e reddituali. 2.Vienericonosciuta la possibilità di fruiredel congedo COVID-19 anche neicasi in cui non sia possibile la fruibi-lità del congedo parentale, ovvero aigenitori che abbiano già raggiunto ilimiti individuali e di coppia previstidalla specifica normativa ed ai ge ni -tori che abbiano figli di età compresatra i 12 e i 16 anni. I genitori che vo -gliano fruire del congedo COVID-19do vranno presentare istanza al pro -prio datore di lavoro e all'Istituto, u -ti lizzando la normale procedura didomanda di congedo parentale per ilavoratori dipendenti, mentre i ge ni -tori con figli di età compresa tra i 12e i 16 anni dovranno presentare la

do manda direttamente al datore dilavoro e non all'Inps. Il decreto leggedispone che il congedo COVID-19sia fruibile a condizione che non siastato richiesto il bonus alternativoper i servizi di baby-sitting, che nelnu cleo familiare non vi sia altro ge ni -tore beneficiario di strumenti di so -stegno al reddito in caso di sospen-sione o cessazione dell'attività lavora-tiva e che non vi sia altro genitore di -soccupato o non lavoratore. Le mo -da lità di fruizione del congedo CO VI -D-19 per i lavoratori dipendenti delsettore pubblico, nonché le relativeindennità, sono a cura dell'Am mi ni -strazione pubblica con la quale inter-corre il rapporto di lavoro, con lacon seguenza che detto personalenon deve presentare la domanda dicon gedo all'Inps ma alla propriaAmministrazione pubblica. Ancheper i genitori iscritti alla Gestione se -parata sono previste tutele maggioririspetto al congedo parentale ordina-rio. In particolare, il nuovo congedori conosce ai genitori il congedo per ifi glio fino a 12 anni di età, sempreper un massimo di 15 giorni e nelsolo periodo emergenziale, una in -dennità pari al 50% di 1/365 delred dito, individuato secondo la basedi calcolo utilizzata ai fini della deter-minazione dell'indennità di mater-nità. Viene ampliata la tutela rispettoa quella prevista dal congedo paren-tale ordinario consistente nel ricono-scimento di una indennità pari al30% di 1/365 del reddito per i figlifi no a 3 anni di età. Una tutela ana -loga è prevista anche per i genitorilavoratori autonomi iscritti all'Inps,ai quali viene riconosciuta una in -den nità pari al 50% della retribuzio-ne convenzionale giornaliera stabilitao gni anno dalla legge, a seconda del -la tipologia di lavoro autonomo svol -to, per i figli fino ai 12 anni di età,così ampliando la tutela prevista incaso di fruizione del congedo paren-tale ordinario, costituita da una in -den nità pari al 39% e solo per i figlifino ad un anno di età. L’articolo 33del D.lgs n. 151/2001 prevede, infavore dei genitori lavoratori dipen-denti, il diritto a fruire, per ogni figliocon disabilità in situazione di gravitàac certata ai sensi dell’articolo 4,com ma 1, della legge n. 104/1992,del prolungamento del congedo pa -rentale per un periodo massimo ditre anni, comprensivi del congedopa rentale ordinario (art. 32 del D.lgsn. 151/2001), entro il compimentodel dodicesimo anno di età o entro12 anni dall’ingresso in famiglia delminore in caso di adozione o affida-mento. Speciali previsioni per i ge ni -tori di figli con disabilità (art. 23com ma 5 e 24 DL 18/2020).

[email protected]

Congedi parentaliin tempo per coronavirus

Estesa al 15 giugno la validità delle certificazioni F-Gas

Nell’ultimo numero de“L’E tru ria” abbiamopar lato dell’inizio dei la -vo ri di restauro dell’af-fresco di Osvaldo Bigna -

mi, nella cappella dedicata ai ca -du ti della I Guerra Mondiale,organizzati dall’Asso cia zione Or -ga ni Storici di Cortona. I lavori so -no proseguiti nell’entusiasmo del -la restauratrice, Arianna Martinelli

e della sua collaboratrice IreneSe grera Perera, che han no do cu -mentato con una serie di foto ilavori di pulizia, da cui si potevaimmaginare la luminosità dei co -lo ri originari, offuscati da centoan ni di nerofumo e da qualche in -tervento approssimativo.

Il progetto di restauro è statoap provato dalla SoprintendenzaArcheologica Belle Arti e Paesag -

Prorogata fino al 15 giugno 2020 la validità delle certificazioni F-Gas (gasfluorurati a effetto serra) rilasciati ai sensi del dpr n. 146/2018.Ricordiamo che il dpr n. 146/2018 disciplina, tra le altre cose, il sistema dicertificazione delle persone fisiche e delle imprese che svolgono attività di:installazione, manutenzione, assistenza, riparazione, smantellamento, delleapparecchiature contenenti gas fluorurati a effetto serra.In particolare, le persone fisiche e le imprese che svolgono tale attivitàdevono essere in possesso di un certificato rilasciato dagli Organismi diCertificazione (accreditati da ACCREDIA e designati dal Ministerodell’Ambiente). Tali certificazioni hanno una validità di 10 anni per lepersone fisiche e di 5 anni per le imprese; devono essere rinnovati su istanzadell’interessato entro 60 giorni dalla loro scadenza.A seguito degli effetti determinati dall’epidemia COVID-19. Ministero, il dl n.18/2020 (decreto #CuraItalia) interviene anche in materia di rinnovo dellecertificazioni rilasciate ai sensi del dpr n. 146/2018 sui F-Gas.In particolare, all’art. 103, comma 2 del dl n. 18/2020, si legge:Tutti i certificati, attestati, permessi, concessioni, autorizzazioni e attiabilitativi comunque denominati, in scadenza tra il 31 gennaio e il 15aprile, conservano la loro validità fino al 15 giugno 2020.Con la nota del 23 marzo 2020 il Ministero dell’Ambiente chiarisce, quindi,gli aspetti applicativi di quanto previsto.Nota del Ministero La nota chiarisce che è stata estesa al 15 giugno prossimola validità delle certificazioni F-Gas di imprese e persone fisiche in scadenzanel periodo tra il 15 gennaio ed il 15 aprile, accogliendo, quindi, anche lerichieste avanzate alcuni giorni fa da CNA Installazione Impianti.Modalità di applicazione dell’art. 103 del dl n. 18/2020Al fine di rendere valida l’estensione della certificazione, gli Organismi dicertificazione accreditati provvederanno a prorogare fino al 15 giugno 2020le date dei certificati d loro rilasciati ed in scadenza nel periodo tra il 31gennaio e il 15 aprile; resteranno validi fino al 15 giugno 2020.Aggiornamento del Registro nazionaleLa nota chiarisce, inoltre, che attraverso il Registro nazionale delle persone edelle imprese certificate avverrà la comunicazione, con immediata efficacia,del prolungamento al 15 giugno da parte degli Organismi di certificazione.

Bonus mobili senza CILA (pratica edilizia)

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L’ETRURIA N. 7 ATTUALITÀ 15 aprile 2020

pastai: “Ci sono quelli che ingras-sano alle spalle di chi lavora evanno a letto con la serva - pre -cisò -, ma ci sono anche quelli chefanno il bene a chi ha bisogno”.

Dall’assemblea si levò un mor -morio di assenso; solo il Roscio,che non metteva piede in chiesa,ebbe uno scatto d’insofferenza.L’uomo dal fiocco nero non eraabituato a parare colpi del generee, trattenendo un moto di stizza,oppose al commento di Angelinotante parole che dovevano far ap -parire ovvia la complicità sempreesistita fra i preti e i “padroni”.Angelino lo ascoltò in silenzio e,alla fine di questo concione, scrol -lò la testa in segno di dissenso e,do po aver dato un’occhiata ai pre -

senti, si diresse verso l’uscita. Al -cuni amici, che di questi discorsine avevano abbastanza, borbotta-rono che la mezzanotte era pas -sata da un pezzo e che dovevanoalzarsi presto per andare al lavoro;diplomaticamente aggiunsero, chesi avrebbero ripreso il discorsosul le condizioni della classe ope -raia “un’altra volta”.

Nei giorni che seguirono qual -cuno avvisò il vecchio Angelinoche il suo intervento non era pia -ciuto al “professore” che era ve -nuto per informare i contadini deiloro diritti; qualcun altro gli sus -surrò di non fare parola di quelloche era stato detto in quella riu -nione; anzi, di stare d’ora in avanti“molto attento, perché quella gen -te non dimenticano le persone checriticano le loro idee”. Angelino, aqueste velate minacce alzava l’indi-ce verso il cielo per significare chelassù c’era qualcuno più potente epiù giusto dell’uomo dal fiocconero; tuttavia, in certi momentidella giornata arrivava a pensareche uomini come quello potevanofare del male ai suoi familiari: chibrucia con tanta facilità le chiese ele immagini dei santi e chi bastonai preti, poteva aggredire anche ledonne che lavorano nei campiall’al ba e nelle ore morte, i bam -bini che razzolano intorno casamentre i grandi sono al lavoro, epersino la Carmela che andavaspesso in giro per cercare i radic-chi e le insalate selvatiche. Il solopensiero che qualcuno potessemetterle le mani addosso a questacreatura gli faceva salire il sanguealla testa e gli rovinava tutta lagiornata: pertanto, ogni volta cheusciva dalla stalla o tornava daicampi, ricercava subito la nipoti-na.

Per sua fortuna gli agitatoripolitici si spostarono presto al -trove e, pertanto, nella Valdichianala vita continuò a scorrere lenta emonotona come prima: c’era sì ilso lito Roscio che sbraitava ebestemmiava come un turco, male sue minacce non andavano oltrele intenzioni; e c’era anche unosconosciuto che si aggirava intor -no alle case a notte fonda, ma lagente non era intimorita in quantocorreva la voce che qualcuno ave -va ricevuto da questo qualche van -taggio (e non erano pochi quelliche credevano che, prima o poi,sa rebbe giunto un nuovo Pas sa -

tore Cortese).Di questi argomenti si parlava

spesso nelle case della Valdi chia -na, ma la piccola Carmela, vi pre -stava poca attenzione perché lamam ma le aveva più volte ripetutodi non impicciarsi delle “cose deigrandi” e anche perché le sembra-va che la sua vita fosse cominciatasoltanto allo scadere dei sei anni,allorquando era giunta anche perlei l’età dell’obbligo scolastico, cheda tempo attendeva con ansia.

Per raggiungere la scuola,adattata in un casolare ai piedidella collina chiamata “la Girella”,Carmela doveva percorrere trechilometri di strada , ma non se nelamentava perché in questo per -corso scopriva ogni giorno tantecose nuove e, soprattutto, perchéfinalmente poteva indossare glistivaletti di gomma che aveva tantodesiderato nonché il grembiulebianco che nascondeva il vestitoricavato dai panni smessi dalledonne più anziane. Vice versa, isuoi familiari, anche se non lo mo -stravano, erano alquanto preoccu-pati essendo tutti analfabeti epertanto nessuno di loro avrebbepotuto darle una mano nell’ap-prendimento della scrittura edell’aritmetica.

In ogni caso i loro timori sirivelarono presto infondati perchéCarmela accolse la scuola comeun dono del cielo e dette prova dibuona volontà e di diligenza: ap -prese in un batter d’occhio l’al -fabeto, a leggere correntemente ea scrivere con correttezza, senzafronzoli retorici. Più tardi potevaraccontare: “Ero molto brava nellalettura e nei componimenti; nell’a-ritmetica ero invece un poco‘zuccona’, i numeri non mi entra-vano in testa … Tuttavia la maestrami voleva tanto bene”. In effetti lamaestra la guardava con tenerezzaquando recitava una poesia oquando leggeva i suoi componi-menti, ma purtroppo era troppoligia alle ferree regole che discipli-navano la scuola di quel tempo: lapremiava in tutte le materie conottimi voti, dal sette al nove; magiunta alla terza elementare, con -tinuava a valutare le sue cognizionidi aritmetica con un misero “cinq -ue” .

Nella famiglia di Carmela nonc’era nessuno che avesse familia-rità con i numeri (solo il nonnoAngelino sapeva contare da uno acinquanta, ma non sapeva scriverele cifre ed eseguire le operazioni);pertanto Carmela dovette ripeterela terza elementare non una, madue volte; solo alla fine del terzoanno, accanto alla voce “Aritme -tica”, figurò un bellissimo “otto”.

Suo padre -anch’esso analfa-beta- aveva perduto la cognizionedel tempo e, a chi gli chiedeva checlasse frequentasse la figlia, ri -spondeva con orgoglio: “La quin -ta!”.

In realtà la carriera scolasticadi Carmela si era arrestata alla ter -za classe, dopo di che aveva do -vuto lasciare la scuola perché “or -mai sapeva leggere e anche far diconto” (in quegli anni era scontatal’idea che, per una donna, la terzaelementare fosse più che sufficien-te). In ogni caso alla bambinadispiacque molto lasciare la suamaestra che - a suo dire - le voleva“tan to bene”: nonostante cheques ta le avesse fatto ripetere perben due volte la terza classe, acau sa degli scarsi risultati inaritmetica, essa continuò ad es -serle riconoscente in quanto leave va insegnato tante cose, le avevaaperto gli occhi sui tesori dellanatura e sui valori dello spirito. Continua

Piero Pacini

Cataloghi - Libri - VolantiniPieghevoli - Etichette AdesiveVia dei Mori, 28/B - 52044 Camucia (AR)

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Memorie cortonesi: una bambina degli inizi del novecento

Nella solitudine agreste, accentuatadal silenzio da coronavirus, potazza-vo ulivi felice, in compagnia del ma -stro potatore scomparso, il saggioBeppe. Vicinanza speciale, di quelleche ci seguono in intime vibrazioni.Ondate di ricordi che il filosofo E -manuele Severino attribuiva agli“eterni”; avendo ciascuno i suoi“eterni”: persone care defunte. Dacerti luoghi e situazioni riaffiorano.In questo angolo del Borgo, lospirito di Beppe staziona ancora,avendovi trascorso una lunga vita a“pettinare” ulivi tanto bene da sotto-porli al giudizio del prof. Lanari;fattore nella zona tra Montecchio eManzano e docente di Agronomiaalle Capezzine. Beppe non avevafatto scuole tecniche, ma quella deicampi diretta dal babbo e da zioRomolo, avendo lui smesso gli studialla quinta elementare. Per la regolacontadina: “Se il giogo del lavorodei campi non ti vien messo dapiccolo, da grande non è più possi-bile”. L’assenza fisica di Beppe,però, è palpabile, deturpante quan -to mancasse un dente anteriore alsorriso dei luoghi. Ne soffrono gliolivi, lentamente stingendo il verdeturgido di salute e gioia trasmessadalle sue cure maniacali. Ne soffro-no le strade vicinali di Borro delCastelluccio e delle Scuole, dove,solo, stendeva il breccino riparandobuche e riattando sciacqui; ora tuttova in rovina. Ne soffrono la perditagli amici - come m’onoravo esser-gli-, avendo trasmesso a piene manitanto buon umore e insegnamentinella tenuta dei campi. Non indos-sando mai il cappello gallonato damaestro, pur essendolo. “Quandoin contro una persona la saluto,anche se non la conosco! So quantobene gli trasmetto”, gentilezze usatefin da ragazzo. Nelle conversazioni,sempre allegre, era capace, anchedopo i settant’anni, di capitombola-re a terra per mimare le scene d’unracconto. E ci sarà di nuovo quiuno, come lui, capace di certe de -scrizioni della natura? “Avverto deicambiamenti, come quello degli uc -celli che non emigrano più! Quandoero ragazzo arrivavano tordi,quaglie; oggi non ci sono più! Sonocomparsi gli storni, da almeno setteo otto anni, addirittura covano qui,non emigrano più. Dei pettirossiche in passato erano presenti, ogginon c’è quasi traccia… Le capinereerano fitte nelle lastre dei tetti, oggiquasi niente! Il mio tetto era pienodi rondoni - n’ero innamorato! -og -gi chiudiamo le buche del muro, es -sendo quasi scomparsi. Spariti nonperché la gente se li è mangiati, mane arrivano sempre meno. Avevo 17buche sulla casa per i rondoni,molto utili per mangiare insetti, mo -sche e moscerini. Con il bestiamegli insetti erano tantissimi e i ron do -ni volteggiando, senza toccare terra,svolgevano un lavoro utilissimonella pulizia dell’aria […]. Hannouna grande bocca come quella delcuculo, anch’egli insettivoro, comela spiatascia. Il rondone ha gambepiccole, le unghie, come per la ci -vetta, sono la sua difesa. Non sta aterra anche perché non può difen-dersi con il becco, somigliando a unpulcino. Vivendo di moscerini, hauna vita aerea e depone le uova inalto sui tetti. Resta qui novantagiorni. Viene, fa l’amore, nascono ipiccoli e poi, dal dieci al venti luglioriparte. Quelli che non partonomuoiono, non facendo in tempo asal varsi al caldo. […] Al posto deirondoni sono arrivati gli storni, aiquali ho sparato, sono andato a

distruggerne i nidi, cercando in tut -te le manieri di ucciderli, ma lororestano. Siamo invasi da storni! Di -vo rano tutto: grano, granoturco,ciliegie, uva. La loro carne è sgrade-vole. Arrivano animali nocivi e nontornano più quelli buoni, c’è unosconvolgimento anche nel mondodegli uccelli. In cinquant’anni hovisto cambiamenti enormi!” Pen -sieri, vicende personali e familiariche raccolsi nel romanzo: Ascol -tando il respiro di una notte d’esta-

te, tra i miei preferiti. Dove l’ intri-gante vita di Pio Colono (così l’a -vevo ribattezzato) rivela una visionepositiva, fortemente legata agli affettiumani e persino agli adorati ulivi aiquali, emulo Francescano, dedicò lapreghiera “Carissimo ulivo” “[…]Giovane sono maturato con la pre -ghiera quotidiana: il Pater. Signoredacci oggi il nostro pane quotidia-no… nonché - aggiungo - il grandealimento che mi sostiene nel corpoe nell’anima - piacendo al Creatore!- grazie all’olio! Quanto a te olivo,vengo a liberarti da quei rami chenon fanno più frutto. Quei ramisono legna preziosa, che nell’inver-no riscalda le mie membra e nonpatisco il freddo, quando sto al fo -colare, accanto a quel robustofuoco, con la brace mi ci faccio unabella bruschetta, con il buon pane eil buonissimo olio, grazie olio!”Espressioni sincere d’una menteaccorta nel denunciare la fine del -l’arte contadina causata dalla Glo -balizzazione, annullatrice di tanteculture tradizionali, come gli olivisecolari soppiantati da specie la -vorate solo a macchina. Aveva ca -pito tante cose, sul suo mondo inestinzione, prima che accadessero.Quella degli ulivi secolari è unacausa pressoché persa. Basti guar -dare le nostre colline olivate perrendersi conto del progressivoabbandono a sé stesse delle pianteargentee, tipiche di questo anticopaesaggio, per motivi economici:non più redditizie; e motivi antropo-logici: gli anziani, che vi si dedicanosenza calcoli di tornaconto, stannoscomparendo, e nuovi appassionatiper gli ulivi sono sempre più rari.Dunque, non si tratta di nostalgiepassatiste, di cui non sarebbe davergognarsi, nati e cresciuti in mez -zo alla natura come siamo stati… èun segno dei tempi. Se pure, sulletradizioni alimentari contadine,sulla genuinità delle trasformazionidi materie prime (in salumi e con -serve), sul modo di cucinare cibi,pare ci sia un’onda di riscoperte.Però è andata a perdersi l’affabula-zione, la socievolezza, la cura dellecose proprie e dei beni comuni,come strade o sorgenti d’acquafresca, di cui furono protagonistiquelli come Beppe. Che avevanoquella dote sempre più rara - nell’e-poca dei social e dei media -: di cuisplendevano! La loro luce era visibi-le come aura speciale che li circon-dava, e capaci di trasmetterci quel -lo splendore: amore assoluto per lavita e la natura.

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Terza puntataColomba l’attese tutto il giorno, mail giorno successivo nascose unfilone di pane sotto il grembiule dirigatino e glielo portò a casa sua,dove scoprì uno squallore e unamiseria che le fece venire il grop -po alla gola.

Angelino, che fumava la pipasulla soglia di casa, non le chiesespiegazioni quando la vide uscirecon le mani sotto il grembiuledella festa, in quanto in tutto ilgior no precedente lei non avevaparlato altro che di quella donnatanto sfortunata; e continuò a ti -rare boccate dalla pipa ormaispenta, ora scrutando i campidove il grano cominciava a ingialli-re e ora guardando i nipoti che sirincorrevano e schiamazzavanointorno ai pagliai, ed ora fissandola piccola Carmela che, con le suebraccia magroline, attraversava piùvolte l’aia con grandi secchi o conbracciate di legna troppo pesantiper la sua età. La osservava nonsoltanto per affetto, ma perché daqualche tempo strani pensieri siriaffacciavano alla sua mente.

Alcune persone, incontrate percaso, gli avevano aperto gli occhisulle sue condizioni di vita: gli ave -vano parlato di un romagnolo dal -l’aspetto di santo e dagli occhi didiavolo che, con altra gente dellesue parti e della Versilia, stava pre -parando grandi cose per i contadi-ni e per i poveri. Per la prima voltaAngelino aveva sentito parlare disfruttamento, di scioperi e di ri -vendicazioni proletarie. In tantema niere gli avevano ripetuto chela terra appartiene a chi la lavora enon ai padroni “che comandano,vogliono aver ragione anche quan -do non l’hanno , e nessuno di loroha i calli nelle mani”.

Angelino non aveva un’idea diquello che accadeva al di là dellaValdichiana in quanto, come tutti isuoi non sapeva leggere, tutta lasua vita si era svolta tra la stalla e icampi; pertanto, ascoltando queidiscorsi sugli abusi dei padroni“che dovevano essere ammazzatitutti, uno dietro l’altro”, scuotevala testa e mormorava: “ Un signorenasce signore, mentre un poverorimane sempre povero”; “però -rimuginava tra se - qualche cosa divero deve esserci nei discorsi diquesta gente che viene da lontano:anche Cristo ha più volte ripetutoche chi ha molto deve dare a chiha poco, è scritto nel Vangelo, loripete anche il prete all’altare ...”..

In ogni modo il modo di agiredi questi “amici del popolo” nonlo convinceva del tutto in quantoparlavano tutti a bassa voce e siguar davano intorno con aria so -spettosa; e poi non riusciva a ca -pire il perché di tanta acredine neiconfronti dei carabinieri, i qua lifanno il loro dovere e, se questinon ci fossero, le cose andrebberopeggio per tanta gente. A volte Leidee gli si confondevano, non ca -piva più da che parte stava lagiustizia e da che parte stavano glisfruttatori e i delinquenti.

Pur non avendone voglia, An -gelino si lasciò trascinare a qual -cuno di quei convegni segreti chegli “amici del popolo” tenevanoora in un casolare abbandonato edora in una vecchia fornace, lon -tana dalle orecchie indiscrete delledonne e dei bambini. A questeriunione intervenivano personemolto diverse tra di loro: uominiche avevano letto molti libri e checonoscevano il mondo, contadinisemialfabeti, gente azzimata e benvestita e altra con la barba di tregiorni che li faceva assomigliare agaleotti. Alcune di queste personesfoggiavano un fazzoletto rosso alcollo; ma in un’altra occasionefece la sua comparsa un signoregelido e dall’aria autoritaria, che

portava un fiocco nero al postodella cravatta: era stato annunciatocome un personaggio importantedi un altro versante politico, masempre come amico del popolo.Questi strinse la mano agli or -ganizzatori della serata, guardò inviso tutti i presenti e, dopo i risa -puti preamboli sulle condizionieconomiche dei lavoratori, presead inveire contro i “corvi neri” e,alla conclusione di i un discorsosempre più accalorato, invitò ipre senti a dare fuoco alla lorochiesa.

Raccontò che in Romagna, inVersilia e in altri luoghi avevanotentato d’incendiare le chiese, chediversi preti erano stati pestati asangue sulla pubblica strada epersino nell’esercizio delle lorofunzioni; aggiunse che altre “di mo -strazioni” consimili si stavano pre -parando in diverse località dell’I -talia centrale e sperava che, se tra ipresente ci fosse stato qualcunocon un po’ di fegato, qualcosa disi mile poteva succedere anche inValdichiana.

Quasi tutti i presenti frequenta-vano la chiesa per cui, a questaproposta ina-spettata, si guardaro-no tra loro alquanto imbarazzati;qualcuno aveva argomenti da ap -porre all’uomo con fiocco nero,ma nessuno aveva il coraggio diparlare per primo. Nel silenzio cheseguì Angelino spense la pipa conil pollice incallito e, senza perderela sua abituale calma, replicò all’o-ratore che sui padroni si potevaancora parlare in quanto “moltinon fanno le cose giuste”, ma sulleazioni anticlericali non era d’ac -cordo in quanto di preti ne avevaconosciuti parecchi, ma non tuttigli erano sembrati fatti della stessa

Attuale aspetto del casolare di Landrucci (Corton) dove è nata nel 1910Maria Carmela Pulcinelli (foto di Giampiero Giappichelli)

Gente di Cortona

di Ferrucio Fabilli

Giuseppe Berni l’agricoltoreche pregava gli ulivi

Page 12: 79 Sindaco, la gente apprezza la sua iperattività e le ... · La gente lo sta apprezzando. Basta questa riconoscenza perché è veramente sincera. S i era laureato presso l’Uni-versità

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L’ETRURIA N. 7 MOMENTI DI RIFLESSIONE 15 aprile 2020

dal l’accusa di essere la causa par -tecipe del male staccandolo dallasua onnipotenza.

E quindi, a mano a mano cheavanzava la libertà nelle cose, nellecellule, nei virus, nelle creatureviventi primordiali e poi in quellepiù evolute fino a raggiungere ilmassimo nell’uomo, Dio volonta-riamente regrediva dalla sua onni -potenza.

Se infatti essa fosse rimastaintatta e Dio avesse assistito indif-ferente a un bagno di sangue chedura da milioni di anni: il pescegrosso che mangia quello piccolo,la gazzella che è sbranata dalleone, l’uomo che uccide tutto etutti e, per fortuna, qualche voltane è pure ucciso, se insommaavesse fatto da spettatore impassi-bile a tutto ciò e non fosse interve-nuto sarebbe stato un dio sadico,uno dei tanti inventati dagli uominie meritevole di nessuna attenzio-ne.

È questa la prima non trascu-rabile obiezione che fu formulata,la seconda, più importante e ac -creditata, è che se lui fosse ri ma -sto pienamente onnipotente avreb -be privato il genere umano del li -bero arbitrio poiché avrebbe co -nosciuto, e dunque anche stabilitoa priori, il nostro destino.

Rifiutando l’onnipotenza, Dioha rifiutato anche di essere il gran -de burattinaio delle nostre vite.

Per concludere, in questo se -colo, pare a me, che possiamocontinuare a pensare a Dio solo selo concepiamo come impotente aagire nel mondo e quasi condan-nato a volontariamente subire an -che lui, contemporaneamente anoi, le combinazioni, sia felici cheferoci, della vita nel suo continuomanifestarsi.

In altre parole il Dio possibileper il nostro tempo non è un diolegalista né un dio giudice ma unDio che a ogni singhiozzo delmondo risponde con un altro sin -ghiozzo.

Alvaro Ceccarelli

Il mio amico libro che di solitoè la panacea per qualsiasi ir -requietezza o momento di de -pressione non è più sufficiente.Il nervosismo ben controllato

ma presente scorre sotto pelle cer -cando un uscita soffice, una soluzio-ne che non sia dirompente.

C’è chi si nutre di televisionecome un affamato in cerca di cibo,un assetato d’acqua, un drogato dellagiusta e rassicurante dose.

Il surplus di informazioni a ciclocontinuo scorre impetuoso nelle no -stre case corrodendoci le anime e to -gliendoci linfa. E’ inevitabile, la televi-sione è una grande calamita, unmem bro aggiunto della nostra fa mi -glia invadente e prepotente. Forse èora di governarlo con più giudizio erenderlo di nuovo amico o soltantomentalmente innocuo.

È un’esperienza epocale, 4 mi -liardi di esseri umani, più della metàdella popolazione mondiale è sogget-ta a pesanti restrizioni personali. Conle informazioni di oggi sappiamo chela situazione può solo peggiorare.Una sorta di esperimento sociale acui ci sottoponiamo educati e silen-ziosi ma anche spaventati e stufi. Sia -mo dentro una pentola a pressioneche ci frulla quotidianamente manonostante ciò dimostriamo un selfcontrol da manuale di psicologia, uncomportamento apparentementeper fetto che verrà analizzato a lungoquando tutto sarà finito.

E’ necessario che il sacrificionon si trasformi in rabbia.

Oggi ho scoperto con stuporeche in televisione viene ancora tra -smesso il Grande Fratello VIP per icultori del programma semplice-mente GF. E’ agghiacciante che qual -cuno possa essere interessato a que -sto tipo di spettacolo mentre scorro-no i numeri dei morti in Italia, centi-naia al giorno, non pochi spiccioli, eti immagini il mare di bare che ven -gono avviate al forno crematorio e tirendi conto che, se le autorità nonfossero intervenute in modo determi-nato, in alcuni casi confuso, ma conrisolutezza essendo i primi nel mon -do Occidentale, avremmo avutomon tagne di cadaveri davanti agli o -

Questa pandemia con le suetante vittime impone una volta dipiù la domanda fondamentale cheè una mina con la miccia accesaposta alla base di ogni religione:se Dio è buono e onnipotente per -ché esiste il male e in particolareil male che colpisce gli innocenti?In termine tecnici, e difficili, ladisciplina che si interroga susommo bene e azione onnipotentedi Dio si chiama teodicea.

Ogni religione risponde a mo -do suo, fermo re stando che la do -manda ha ammutolito molti. Chi,fra i cristiani, ha risposto soventel’ha fatto con le parole più speseda duemila anni: Dio non toglie ilmale né spiega perché esiste, si èsolo limitato a sperimentarlo luistesso facendosi crocifiggere nellaforma terrena di un uomo che fuchiamato Gesù.

In altre parole Dio si è messonelle nostre scarpe e ha provatoquanto siano strette. È moltomeglio che niente, ma resta

spe dali. Il GF VIP, con il dovuto ri -spetto per le libere scelte di ognispettatore è un insulto alla sofferen-za, all’angoscia, al dolore che è sem -pre vicino, anzi vicinissimo a tuttinoi. La fiera dell’irrealtà. Ma inter-romperlo non era possibile?

Nonostante tutto sono ferma-mente convinto che questa pande-mia sarà un’occasione, un punto disvolta nella nostra società, i segnalisono evidenti nelle mille iniziativegenerose o geniali, o tutte e due, che

proliferano nel nostro paese. Vedouna specie di gigantesca startup ita -liana già in movimento, una chanceunica che capita poche volte nellastoria che non si può perdere. Dob -biamo solo alimentare il nostro pre -zioso e unico DNA ITALIANO, unfuoco che c’è, che c’è sempre stato eora potrebbe liberarsi per conferma-re la considerazione e il rispettoimprovvisamente piovuti su di noi datutto il mondo al cospetto del com -portamento esemplare e compattodel popolo italiano in questa e spe -rienza. Un modo semplice e naturaleper riaffacciarci al futuro. Genialità,solidarietà, dedizione, lun gimiranza,talento, amore per la vita. Siamo noie nessun altro al mondo è come noi.#iorestoacasa

Fabio Romanello

Riflessioni di padre Samuele Duranti

I cieli della fede

Il sacramento del matrimonio

comunque intatto lo scandalo delmale.

A un bambino di pochi anniche soffre in un letto d’ospedalenon si può chiedere che filosofeg-gi o argomenti come san Tom ma -so, egli soffre e basta, soffre mol toe non può capire.

Lo scandalo dunque perduraanche dopo la crocifissione e laresurrezione. Ma non basta: ogginoi soffriamo per il coronavirusma 75 anni fa nei campi di stermi-nio nazisti milioni di esseri umanisoffrivano ancora di più e ancorapiù scandalosamente, pur essen -do, secondo la comune afferma-zione ebraica e cristiana, degli e -brei, cioè il popolo eletto, il pre -scelto da Dio. Perché tutto questo?

Come un macigno, già nellaScrittura, pesa poi il libro di Giob -be con le sue inaggirabili interro-gazioni sul male inflitto a un inno -cente.

Alcuni teologi fin dal medioe-vo hanno tentato di salvare Dio

Tutto ciò è sconcertante

Il nemico invisibile

Dna Italiano

Ogni tanto in un angoloim precisato di casa e fis -sando in maniera diversail quadro ap pe so dasem pre in quel lo spazio,

esclamo: “Non è possibile! Vivo inun incubo ora mi risveglio! Tuttociò è sconcertante!” Invece è tuttovero e reale! Mi sorge un pensiero,una sen sazione che mi parte dallapan cia, ora che devo affrontare

que sto grosso problema che sichia ma Covid19 mi sento più forte.

Il benessere che oramai da -vamo per scontato ci stava in debo -lendo. Avevamo bisogno di andareal cinema per vedere film catastrofi-sti per provare un po’ di emozione.In verità molti di noi erano annoiatidal ripetitivo shopping. Non ave -vamo più lo stimolo della fame, anzipren devamo farmaci per to gliercil’appetito. Si certo si fa ceva volonta-riato, ma forse per fare solo bellafigura! Eravamo troppo viziati!

Dio ai tempi del Coronavirus

I sacramenti accompagnano lano stra vita cristiana dalla nascitaalla morte. Definiscono i passaggipiù importanti della nostra vita edonano una grazia particolare inquesti tempi che scandiscono lanostra vicenda umana. Un pas -saggio fondamentale della vita è ilmatrimonio.Il matrimonio è un patto naturale,voluto/istituito/benedetto da Dio.E’ Dio stesso che dice: “Non è be -ne che l’uomo sia solo”. E gli do -na la donna. E dice: “L’uomo la -scerà suo padre e sua madre e siunirà alla sua moglie e i due sa -ranno una cosa sola - come dire:un essere solo; tanta è l’unità chenasce tra i due coniugi (congiun-ti), tra i due consorti (uniti nellastes sa sorte)”. E’ un patto d’a -more per la vita, tra due persone.Si capisce allora perché sianoiscritte nel DNA dell’amore umanole quattro note che lo definisconoe costituiscono. Esse sono: l’u ni -tà, la fedeltà, la indissolubilità e lafecondità. Se si trattasse di cose, sipotrebbero scambiare; ma qui siparla di persone; e il dono d’a mo -re da persona a persona si puòfare con una sola. E l’amore esigefedeltà. L’amore attende e preten-de indissolubilità (non ammettescadenze né intermittenze); va al -di là della morte. E di per sé, l’a -more coniugale è aperto alla vita;l’amore coniugale è essenziale almatrimonio. Il matrimonio -patto d’amore perla vita (e c’è qualcosa di più belloe di più grande dell’amore e dellavita?!) Gesù lo ha elevato a sacra-mento. L’incarnazione sono lenozze del Figlio di Dio con l’uma-nità; è il suo sposalazio, consacra-to nella Nuova ed eterna Alleanza.Gesù si presenta come Sposo. Così si rivela alle nozze di Cana;quale sposo. Gesù ha voluto santi-ficare la famiglia, e dare una

sacralità particolare agli affettifamiliari, ai legami familiari; allavoro, al dovere domestico, allefeste, alle ricorrenze; alla quoti-dianità.San Paolo parla di Gesù-Sposo edella Chiesa-Sua sposa. Gesù hadato in sacrificio la sua vita perchéla sua Sposa fosse pura, bella,santa; senza rughe né macchie. Ecomanda: “Amate le vostre moglicome Cristo ha amato la suaChiesa”.

Il sacramento comporta tuttauna santificazione di gesti, diparole, che il rito del sacramentoevidenzia: la benedizione degli a -nelli, l’accoglienza reciproca deglisposi, il vincolo indissolubile chenasce; i doveri e i diritti che scatu-riscono. I due sposi si sposano nelSignore; e cioè sono da lui uniti;sono in lui uniti. Il Si gnore prendenelle sue mani e chiude nel suocuore il loro amore.Con il sacramento tutto assumeuna sacralità: santo è il vincolopromesso; santo è l’amore do -nato; santo è l’amore coniugale, intutta la gamma delle sue manife-stazioni. Gli sposi sono comeconsacrati. E il Signore assicuragrazie speciali per vivere la santitàdel matrimonio.Oggi il matrimonio è in crisi. Inquesta società “liquida”, non cisono più sicurezze: né lavorative,né economiche, né affettive, némorali...Traguardi prima scontati: farsi unafamiglia, avere un lavoro...; sonodiventati miraggi, difficili daraggiungere. E però, dobbiamo tornare allasan tità delle prime origini: pre -gare insieme; frequentare insiemei sacramenti; creare un clima dirispetto, di accoglienza, di dia -logo, di comprensione.Rifondare la famiglia sulle saldebasi del vero amore coniugale.

Per la verità i nostri figli pro va -vano già il disagio per le grandistonature della nostra civiltà. C’erapo ca offerta di la voro utile perl’Uma nità solo un grande arricchi-mento per pochi. Allora un flash!Leg gen do storie dal mondo ap -prendo che anche le immense ric -chezze pos sono generare men tietiche. E’ la storia di Ale xan derWeinding che nel 2012 ha lasciato ilflorido bu siness di famiglia checommerciava in dia manti perchénon sentiva giu sto ferire il continen-te a fricano colpevole solo di posse-dere tanti be ni naturali per farnascere una sua società la CleanOrigin che crea diamanti col tivati.

Una nuova generazione sen -sibile allo sfruttamento delle ri sorsenaturali e ai conflitti e re gimi dischiavitù ai quali l’uo mo è sottopo-sto. Non desidero pubblicizzare lacreazione dei suoi splendidi dia -manti che vende online, men tre sot -tolineo il coraggio che ha speso persostenere una nuova linea di pen -siero con tutti i rischi economicicon nessi considerando quanto fos -se con traria la sua iniziativa nonsolo agli affari di famiglia ma ancheal sistema economico.

Dunque tutto si può! So lu zioninuove che non seminino san gue magrano.

Roberta Ramacciotti blogwww.cortonamore.it®

Non mi sarei mai aspetta-ta di vedere la mia ge -nerazione, che non hafortunatamente co no -sciu to la guerra, impe -

gnata a combattere un conflitto u -gualmente letale e distruttivo. Sitratta della pandemia Covid 19che sta devastando non solol’Italia ma gran parte del pianeta.Ogni guerra nel mondo con la suapotenza distruttrice ha sovvertitogli assetti preesistenti definendonuovi confini, nuove potenze,perottenere una società rinnovata,svecchiata da ideologie obsolete econformiste.

Ebbene esiste un’altra grandeforza devastante che sconvolgel’intera compagine sociale comela guerra,ma come la guerra nonsi combatte in trincea o con armisofisticate,con alleanze o strategiemilitari, e ugualmente miete vitti -me e semina paura. Non si sa con -tro chi si combatte e dove, è unnemico invisibile, non ha un voltoper farsi riconoscere e dal qualedifendersi Ma ha un nome,che sichiami peste o vaiolo o spagnola oco lera o ebola, l’epidemia è sem -pre stata una piaga contro la qualel’uomo ha dovuto fare i conti.

Ed ora è la volta del Covid 19.Si può parlare di ‘pandemia’ per -ché ormai quasi tutti i continentine sono stati invasi con una ve lo -cità impressionante a causa del -l’eccezionale aggressività del viruse dei rapidi e continui spostamentidelle masse che la globalizzazionecomporta. Ci troviamo di fronte aun nemico non solo invisibile maanche subdolo, perché si cela inuna stretta di mano, in un abbrac-cio,in una conversazione,in unostarnuto o colpo di tosse. I luoghidi contagio: bar, ristoranti, pa le -stre, supermercati, teatri, cinema,chiese, uffici, mercati, radunispor tivi, culturali, insomma dovesi verifica ogni forma di aggrega-zione della nostra quotidianità,del la nostra vita lavorativa e socia -le.

Ed è per questo che ci faancora più paura, perché non siconosce e ci colpisce alle spalle.

Ci troviamo di fronte a unasfida nuova che ci ha trovato im -preparati, inizialmente il problemaè stato sottovalutato o per superfi-cialità o per esorcizzare il pericoloritenendo l’allarmismo solo fontedi panico. Si è continuato così le

proprie attività quotidiane, lavora-tive,di svago, e intanto il virus si èdiffuso in maniera esponenzialedivenendo l’Italia la trincea col piùelevato numero di contagi e vitti -me.

A seguire Spagna, Gran Bre ta -gna, Germania Stati Uniti, nelcomplesso più di 178 stati nelpianeta L’unico modo per evitarel’elevato tasso di riproduzione delvirus è azzerare i contatti sociali,interrompere ogni forma di atti -vità, formare cordoni sanitari cheimpediscano movimenti di per so -ne.

Ed ecco che tutto si è fermatonon solo nel nostro paese,anchenegazionisti come Donald Trumpo Boris Johnson hanno dovutomettere in atto tali misure restritti-ve, si è fermata anche la città chenon si ferma mai New York,comeLondra e il resto dell’Europa.

Isolamento sociale, invasivatu telano la nostra sopravvivenza

La nostra vita è cambiata,ritro-varsi confinati tra le mura dellanostra casa, privati della libertà direlazionarci con gli altri col l a -voro, con lo svago, con gli affetti, èstato difficile da accettare.

Se pensiamo che la maggiorparte delle famiglie si ritrova solola sera a cena per poi isolarsiognu no sul Web, è facile capireche la convivenza obbligata, e perdi più in piccoli spazi, abbiacreato non poche difficoltà. Il nonpoter fare progetti o avere pro -grammi pesa molto nella quotidia-nità di tutti noi, ma è indispensabi-le e strettamente necessario accet-tare e rispettare questo provvedi-mento come l’unico modo perridurre il più possibile l’espansio-ne del virus.

La nostra vita cambierà, forsedovremo rinunciare a molte coseche ritenevamo ‘normali’ perchéall’emergenza sanitaria seguiràun’emergenza ‘economica’ chepor terà sulle macerie della pan -demia nuovi assetti sociali, ’boom’di mercato per alcuni,collassi peraltri, Cambieranno gli stili di vita,il modo di pensare, di relazionar-ci, la cultura, il lavoro.

Cambieremo in meglio se daquesta grande paura sapremotrarre il giusto insegnamento, fare di ‘necessità virtù’, Questa è la sfi -da che ci aspetta. Ottimismo, sem -pre e comunque!

Maria Grazia Pranzini

Ai tempi del Corona Virus

Foto R. Ramacciotti

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L’ETRURIA N. 7 ATTUALITÀ POLITICHE 15 aprile 2020

di poter effettivamente comprareciò che è più rispondente alle loroeffettive necessità;

avrebbe consentito di dareossigeno ai piccoli negozi delnostro vasto territorio attraversol’acquisto diretto presso i loropunti vendita;avrebbe consentito una maggio-

re privacy per persone che perl’emergenza sanitaria hanno persoil lavoro o devono sostenere speseimpreviste. Demandare il lavoro ai volontariCa ritas rischia di creare loroproblemi di organizzazione e sicu -rezza, visto che l’afflusso di per -sone che si presenterà sarà moltopiù ampio del solito.La nostra riflessione scaturisceanche dalla presa d’atto che laquasi totalità dei comuni toscani edella provincia di Arezzo, con am -ministrazioni civiche, di centrode-stra o centrosinistra, ha scelto osta scegliendo la modalità deibuoni anziché quella dei pacchi.Ci auguriamo che le restanti ri -sorse, circa il 60%, vengano im -piegate al più presto e con ilsistema dei buoni spesa.Concludiamo augurando tuttavia ilsuccesso dell’iniziativa nell’inte-resse dell’intera comunità e rivol-giamo il nostro più sentito ringra-ziamento a tutti i volontari che siadopereranno nella preparazionee distribuzione del materiale.

PD Cortona

Come PD accogliamo con piacerela notizia che anche nel nostrocomune sono arrivati i fondi previ-sti dal decreto “Cura Italia” per ilsostegno alimentare alle famigliein difficoltà. Nel dettaglio, a Corto -na sono stati assegnati ben139.000 euro, come già comuni-cato.Tuttavia, l’Amministrazione Co mu -nale ha deciso di impegnare im -me diatamente solo il 40% di que -ste risorse e di adottare il metododei pacchi alimentari per raggiun-gere le famiglie. Questa operazio-ne di distribuzione sarà gestitadalle Caritas del territorio Comu -nale e vedrà impegnati i volontariin tre punti individuati nella chiesadi Camucia, in quella di Terontolae nei locali di fronte a PalazzoVagnotti nel centro storico.La scelta compiuta, benché rispet-tosa del decreto, ci lascia perples-si. Siamo infatti convinti che lamodalità di erogazione delle ri sor -se attraverso dei buoni spesa uti -lizzabili nelle attività locali sa rebbestata più efficace ed opportuna,per i seguenti motivi:

avrebbe dato maggior facilitàdi accesso al servizio per tutte lefamiglie del territorio cortonese;

avrebbe richiesto un minorim piego di personale, garantendocosì anche un minor numero dicontatti così come previsto dallenorme;

avrebbe permesso ai cittadini

MARMI - ARTICOLI RELIGIOSI

Terontola di Cortona (Ar)Tel. 0575/67.386Cell. 335/81.95.541www.menchetti.com

Il Comune di Cortona con deliberadella Giunta n. 51 del 31/03/2020,ha determinato l’erogazione deisussidi economici da destinare amisure urgenti di solidarietàalimentare previsti dall’Ordinanzadel capo della protezione civile(Ocdpc n. 658 del 29 marzo2020), pari per Cortona ad euro139.405,04, attraverso pacchialimentari attingendo soltanto al40% delle risorse destinate edescludendo completamente l’altramisura, prevista dall’Ocdpc, deibuoni spesa.L’Amministrazione Comunale hascelto una via burocratica, farragi-nosa, poco efficiente e soprattuttopoco efficace sia sul piano deidestinatari che della collettività.La nostra non è una critica di tipoideologico dato che la maggiorparte dei Comuni, limitrofi, e nonsolo, ha scelto i buoni spesa, aprescindere dal colore delleamministrazioni di centro destra(Castiglion Fiorentino, Arezzo) odi centro sinistra (Foiano,Lucignano, Marciano della Chia -na).La scelta dell’Amministrazionecortonese di fatto delega esclusiva-mente alla Caritas Diocesana sia lagestione dell’acquisto dei beni,che quella della distribuzione deipacchi, prevedendo addirittural’utilizzo di personale comunaleper la preparazione degli stessi.I servizi sociali sono marginalizza-ti, praticamente esclusi dallevalutazioni più specifiche del lororuolo, frutto di un lavoro di annidi conoscenza ed interventi sulterritorio, che non può esseresostituito da una semplicecommissione comunale (comeprevede la delibera).Noi da laici abbiamo grande stimadel lavoro della Caritas che daanni, come altre realtà di volonta-riato, opera a sostegno di situazio-ni di disagio e di emarginazione,con spirito inclusivo ed accoglien-te, interventi resi possibili dalcontributo di tanti cittadini (conmotivazioni religiose, etiche,laiche). Il banco alimentare, laspesa sospesa, sono realtà benconosciute e sostenute anche nelnostro territorio.In questo caso l’erogazione deipacchi spesa da parte della Caritaspuò generare confusione tra unintervento di tipo caritatevole equesto servizio affidatogli daun’Istituzione pubblica in adempi-mento di un diritto garantito dalloStato.I 400.000.000 euro sbloccati dal

Governo sono destinati a misureurgenti di solidarietàalimentare, a sostegno dellefamiglie colpite dalle conseguenzedell’emergenza covid-19, normal-mente autonome finanziariamentema improvvisamente prive diliquidità finanziaria.Non si tratta di carità, ma diesercizio di un diritto riconosciutodallo Stato ad avere i fondi desti-nati dalla protezione Civile, inquanto soldi dei cittadini stessi.Il BUONO SPESA avrebbe garantitoimmediato accesso al servizio daparte dei cittadini interessati, ilrispetto della riservatezza perso-nale e la libertà nella scelta deibeni alimentari nel rispetto diun’alimentazione completa edequilibrata.Inoltre avrebbe rappresentato unvalido sostegno agli esercizicommerciali del territorio,compresi i piccoli negozi divicinato (in quanto ognunoavrebbe potuto scegliere dove equando comprare nell’ambitodegli esercizi commerciali chesottoscrivono la convenzione conil comune).Senza dimenticare che anche sottoil profilo sanitario il buono acqui-sto avrebbe garantito sicurezza inquanto necessario di un minorimpiego di personale, senza filepresso le sedi Caritas del Comuneo la stessa consegna a casa deipacchi, che avrebbe tutelato ilprimario rispetto della privacy.Fin dal suo insediamento l’Ammi -nistrazione Comunale ha scelto dirompere la rete tra i comuni dellaValdichiana aretina per la gestionedei servizi, da quelli legati alsociale alla cultura e valorizzazio-ne del territorio, nell’ambito dellaquale si sono costruite professio-nalità e competenze all’interno deiComuni, risorse preziose per ogniAmministrazione e che rischianodi essere cancellate per motivazio-ni (queste sì) prettamente ideolo-giche e senza tenere conto delbene comune.Quest’ultima scelta testimoniaquanto possa essere pericolosaquesta deriva isolazionistadell’Amministrazione di Cortona,in primis per i cittadini. Ci auguriamo che per il restante60% dei contributi l’Ammi -nistrazione riveda la scelta fattaadottando misure alternative piùrispettose dei diritti costituzional-mente garantiti.

Il Circolo Censi di Rifondazione Comunista

Comunicati istituzionali a pagamento

Emergenza sanitaria:dal Governo 140.000 euro per CortonaAmmonta a circa 140.000 eurola somma assegnata dalla presi-denza del consiglio dei ministri,tramite il dipartimento della prote-zione civile, al comune di Cortona,come misura urgente di solida-rietà alimentare, per l’attuale e -mer genza coronavirus. Il presidente del consiglio, Giu -seppe Conte, aveva reso noto lostanziamento di complessivi 400milioni di euro per tutti i comuniitaliani. Emergenza sanitaria, Cortonaapre conto corrente dedicatoGli enti locali, tuttavia, potrannoanche ricevere libere donazionidai cittadini, per i bisogni di primanecessità, attivando un conto cor -rente bancario appositamente de -dicato a questo fine. Nel caso specifico, il comune diCor tona ha aperto un conto cor -rente presso il Monte dei Paschi diSiena, al quale gli interessati pos -sono fare riferimento:Denominazione conto intesta-to a Comune di Cortona:«Fondo Emergenza Covid -19», aventeIBAN=IT25P010302540000000 0 5 7 4 9 7 8 ,BIC=PASCITMMCMC. Il sindaco di Cortona, LucianoMeo ni, ringrazia, fin da adesso,coloro che collaborano alle inizia-tive di sostegno alimentare allapopolazione più debole e quanticon tribuiranno con le proprie do -na zioni. Pacchi alimentari come con -trasto alla crisi del coronavi-rus

L’amministrazione comunale, inattuazione dell'ordinanza emessadalla protezione civile, ha dispostol'erogazione di pacchi alimentari afavore delle famiglie in difficoltàeconomica, causata dall’emergen-za sociale determinata dal Covid19.Il comune ha individuato la Caritascome prezioso braccio operativoper la consegna dei pacchi. Perattivare questo supporto è disponi-bile l'apposito modello sul sitointernet del comune. L’erogazionepuò essere richiesta compilandol’apposito form presente sul sito,inviando una e-mail al comune diCortona, o contattando i servizi so -ciali.La richiesta deve essere accompa-gnata da un’autodichiarazione cheattesti la condizione di bisogno el'effettiva sussistenza di problemieconomici.Il link dove trovare tutte le notiziee compilare la domanda è il

seguente: http://www.comunedi-c o r t o n a . i t / i l -comune/segreteria/avvisi/detta-glio?id=34379 Presentata l’apposita domanda,che sarà validata con valenzamen sile, la consegna del paccoav verrà presso i tre centri Caritasnel territorio comunale (parroc-chie di Cortona, Camucia e Teron -tola) e un giorno a settimana aMer catale. Chiunque potrà, tutta-via, richiedere la consegna delpac co al proprio domicilio, evi -tando, così, ogni forma di disagionei rapporti e nell'esposizione delrichiedente.«Si tratta di una misura impor-tante - dichiara il sindaco Lu cia -no Meoni - che determina, inque sta prima, fase l'utilizzo dicir ca la metà delle risorse as se -gnate dallo stato, che il comuneintende valorizzare con il con -tributo della Caritas e con le do -nazioni che saranno dispostetramite l'apposito conto corren-te attivato. A questo servizio, èstato destinato il 40% dellasom ma messa a disposizionedal lo stato; il restante 60% saràconsiderato, entro breve tempo,dall’amministrazione comuna-le, affinché sia possibile soste-nere, anche tramite sussidi, lefamiglie più in difficoltà».«I pacchi alimentari - continuail sindaco - sono uno strumentostraordinario, legato al periododi emergenza che stiamo viven -do. Nulla più. Nessuno deve ave -re il timore, o eventuali remoredi natura morale, a contattare

il comune, o la Caritas. Sonosufficienti poche dichiarazioni.Il comune intende aiutare tutticoloro che hanno la necessità diessere sostenuti. Il disagio chealcuni possono provare nell’an-dare ai punti di distribuzionedella Caritas, temendo di appa -rire indigenti, o di essere giudi-cati tali, non ha motivo di esi -stere. Ognuno di noi deve sen -tirsi parte integrante di unacomunità e la Caritas aiutatutti a prescindere».«In questo momento delicato -conclude Meoni - vogliamo es -sere vicini a tutte le persone delnostro comprensorio. Per que -sto abbiamo evitato i buonispe sa e per questo prevediamola consegna diretta a domicilio.La merce sarà acquistata, so -prattutto, da negozi del territo-rio di Cortona: insieme possia-mo farcela».

L.T.

La scelta solitaria del Comunedi Cortona: carità e non diritti

Stiamo vivendo un’emergenza sa -nitaria senza precedenti ed inquesti momenti tutte le Istituzionidevono collaborare per dare ri -sposte alle nostre comunità. Come presidente del Consigliocomunale di Cortona ho scrittouna lettera al Presidente delConsiglio regionale della ToscanaEugenio Giani, perché si adoperipresso il Pre si dente Rossi e gliassessorati com petenti al fine dipassare, da test selettivi a secondadella classificazione del rischio, aduno screening a tappeto deglioperatori sanitari impegnati inprima linea nei nostri presidiospedalieri e del servizio diemergenza 118, e per ché si facciaportatore della richiesta di nuovomateriale per la protezione delnostro personale sanitario. Inqueste ore difficili so no statointeressato da molti ope ratori delcomparto sanitario del no stroospedale di zona Santa Mar -gherita, affinché si possa procede-re con i tamponi per chi operapresso le strutture ospedaliere enel servizio 118. Anche se sonostati potenziati i laboratori inToscana per l’analisi dei tamponi,permane una lentezza nell’inviodelle risposte; per questo, in attesadei risultati e nei confronti deglioperatori definiti a rischio basso,si proceda con i testi sierologiciannunciati da Rossi che presenta-no il vantaggio di essere più velocinella risposta, anche se non hannola stessa affidabilità dei tamponi.Seguendo lo spirito dell’ordinanzadel Presidente Rossi per unoscreening a tappeto nelle RSAtoscane, chiedo che sia applicatolo stesso modello anche a chiopera a contatto con i pazienti, sianelle corsie ospedaliere che nelservizio di ambulanza. Se nelleregioni del Nord d’Italia si è giàraggiunto il picco della pandemia,al Centro ed al Sud siamo ancorain ritardo di qualche settimana.Ergo, è necessario anticipare

l’arrivo dell’aumento dei contagisottoponendo ad uno screening dimassa chi ogni giorno rischia inprima persona. Sono a conoscenza infatti dioperatori costretti a dormire nelleproprie strutture per il timore diportarsi a casa il contagio, metten-do a rischio i propri familiari:questo non è accettabile. Inoltre, se saranno individuati casipositivi, dovranno essere effettuatitamponi anche a tutti quelli chehanno lavorato o sono venuti incontatto con loro. In questo tempo difficile nonesistono “rischi bassi” per glioperatori sanitari, esiste una solatipologia di rischio: alto. Accanto al legittimo diritto disapere se si è o meno contagiati,permane la carenza dei dispositividi protezione individuale per ilpersonale sanitario e delleambulanze, che non può conti-nuare ad usare lo stesso materialepiù volte. Con lo stesso spirito dicollaborazione istituzionaleraccolgo l’appello dei consigliericomunali di minoranza per unafattiva collaborazione durantequesta emergenza, ricordando cheè già stata programmata la convo-cazione dei capigruppo per laprossima settimana, al fine diorganizzare insieme la ripresa deilavori delle Commissioni e delConsiglio comunale. La presidenza del Consiglio co -munale di Cortona è sempreaperta ad ogni contributo deiconsiglieri di minoranza ai qualichiedo, attraverso i propri canalidi comunicazione istituzionali epolitici, di attivarsi presso i gruppiconsiliari di maggioranza in Con -siglioregionale per supportare il mioappello affinché venga data rispo-sta alle richieste del compartosanitario del nostro territorio.

Il Presidente del ConsiglioComunale di Cortona

Nicola Carini

“Il presidio delle “Cure interme-die” di Foiano della Chiana verràadeguato nei prossimi giorni perl’accoglienza di pazienti affetti daCovid-19, quelli con una situazio-ne che non richiede cure ospeda-liere ma che non sono gestibili aldomicilio. In Valdichiana però, allo statoattuale, non risultano casi da giu -stificare una struttura di questo ti -po. Allora chiedo, ad Asl e Regio -

ne Toscana, perché è stata presatale decisione e se la struttura“Cure intermedie” di Foiano abbiai requisiti per accogliere tali pa -zienti. Esprimo fiducia nelle sceltedell’azienda sanitaria ma chiedo idovuti chiarimenti” dichiara ilConsigliere regionale Marco Ca -succi (Lega).

Addetto Stampa SegretarioUfficio di Presidenza

Massimiliano Mantiloni

Cure intermedie di Foiano diventa centrodi accoglienza per pazienti Covid-19

Meoni sceglie la via dei pacchiPD Cortona: “Ringraziamo i volontari, ma sarebbe stato

meglio usare i buoni come negli altri Comuni”

Appello a Giani per screening personale sanitario. Sì ad una collaborazione con le minoranze

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L’ETRURIA N. 7 ATTUALITÀ 15 aprile 2020

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L’arte ai tempi del coronavirus

Ciao nonno...

Migliacci festeggia le ottanta candeline della grande Mina

Stare a casa è veramentesof focante per chi è abitua-to ad uscire, ma basta pen -sare alle tante cose da ve -de re e programmare per il

“dopo coronavirus” che tuttoappare più sopportabile.

Studiare è veramente in di -spensabile per apprezzare tutta labellezza che abbiamo intorno, edora abbiamo il tempo per farlo.

Molti entrano ed escono daimusei come se fosse una passeg-giata nel parco, ricordando benpo co di ciò che hanno visto o,peg gio ancora, si recano in lo -calità esotiche solo per moda, nonavendo magari mai visitato i luoghimeravigliosi che la nostra terra ci

offre e che tutto il mondo ci in -vidia. Michelangelo, Raffaello,Leo nardo sono apprezzati, a volte,più dagli stranieri che da noi, chenon li conosciamo poi così bene.In televisione, Alberto Angela fainterpretare Giorgio Vasari (chevanta origini cortonesi definendosiparente di Luca Signorelli) a Gian -carlo Giannini, regalandogli cosìun ruolo da protagonista nella

pun tata dedicata a Firenze, ma po -chi di noi hanno visto la sua casanatale situata ad Arezzo. Bel lis -sima, ricca di affreschi e di storiaci parla di colui che per primo hainiziato, con la sua opera enciclo-pedica “Le Vite”, la Storia del l'Ar -te. Prendiamo una cartina del -l'Italia, della Toscana, della Pro -vincia e cerchiamo i luoghi da ve -dere come Radicofani, San t'An -timo, Spello, Narni che ha dato ilnome alla serie “Le Cronache diNarnia” (nome latino del comuneumbro) e, un po' più lontano, laGarfagnana che è una zona bellis-sima, come le Fabbriche di Car -reggine, ad esempio. Si tratta di unpaese fantasma in provincia diLucca ormai sommerso dalleacque che raramente, riemergedopo lo svuotamento della diga,evento rarissimo ed entusiasmanteper chi, come me, ha avuto la for -tuna di vedere nel 1994.

Le Ville Palladiane, i Crespid'Ad da, la Certosa del Galluzzo edaltre rarità da programmare per laprossima estate, se ci sarà conces-so spostarsi, così faremo econo-mia nostrana.

Se proprio volete recarvi piùlontano, andate in Sicilia e guarda-te le Gole dell'Alcantara dove lanatura ha creato paesaggi bellissi-mi. Possiamo consultare online isiti dei vari musei italiani per co -noscere meglio ciò che al rientronella nostra vita “normale” potre -mo andare a visitare. Il nostroMAEC offre ampie possibilità divisite virtuali, restando comoda-

Scrivo alla redazione de“L’E truria” in ricordo dimio non no Luigi Fontanicre sciuto a Cor tona. Miononno si è serenamente

spen to circondato dall’amore disua moglie Iolanda Polvani e dellesue figlie Francesca e Alessandra loscorso 27 marzo 2020 a Fi ren ze.

Scrivo a nome di tutta la fa -miglia che vorrebbe ricordarlo esalutarlo cosi come avrebbe meri -tato e come purtroppo non è statopossibile a causa del difficile mo -mento che stiamo vivendo e che cicostringe tutti nelle nostre ca se.

Nell’ultimo periodo della suavita i ricordi più vivi che quotidia-namente lo accompagnavano era -no legati alla sua amata Cor tona,la terra dove ha desiderato tor -nare per ritrovare i genitori e gliamici più stretti.

La sua carriera militare lo haportato più volte lontano da Cor -tona, nel 1951 iniziò l’Accademiamilitare a Modena per continuarlaa Torino fino a seguire con ilunghi periodi di comando a Pisa,Lo di ed il raggiungimento del

grado di Generale a Firenze. Ogni licenza a lui concessa era

dedicata al ritorno al paese perrincontrare tutti gli affetti più cari.Così anche le sue care figlie Fran - cesca e Alessandra hannotrasmesso a noi nipoti l’amore e letradizioni di questa terra. Natale,Pa squa e Ferragosto, ricordi emo -zionanti e nitidi, un vero fermentoper tutta la famiglia.

Le passeggiate al Parterre, lelun ghe salite per Santa Mar ghe rita,le ore trascorse in Carbonaia pergodere del panorama sulla Val di -chiana.

Cortona sarà sempre il postospeciale in cui troveremo rifugio econforto nei momenti in cui senti-remo di più la sua mancanza.

L’educazione che da padreesemplare lo ha sempre contrad-distinto, il suo essere infinitamenteamorevole e protettivo con le figliee i nipoti, la dedizione nei con -fronti della sua famiglia sarannoper noi esempio e orgoglio.

Fortunati per aver goduto ditutto il tempo che ci ha dedicato edella sua presenza costante, sa -remo a lui sempre grati per averciseguito nei passi più importantidella nostra vita con la consapevo-lezza che continuerà ad essere alno stro fianco in tutto ciò che ver -rà, oltre il tempo e la distanza.

“Un nonno ti vede nasceresapendo che forse ti lascerà primadegli altri.

Forse è per questo che ti amapiù di ogni altro al mondo.”

Grazie di tutto nonno!Luca, Alessandro, Lorenzo e Flora

Assente dalle scene dal1978, Mina è e restaun’i cona della musicaita liana. Nata a Busto Ar -sizio (Varese) il 25 mar -

zo del 1940 Mina Anna MariaMaz zini cresce a Cremona e sco -pre, ascoltando artisti come ElvisPresley, Ella Fitzgerald e SarahVaughan, la sua passione per il

canto. A diciotto anni debutta allaBussola di Marina di Pietrasanta(Lucca) dove si trova in vacanzacon i genitori, ed è chiaro da su -bito che si tratta di una giovanedestinata al successo.

La voce chiara e potente eun'estensione fuori dal comune nefanno una potenziale stella dellamusica italiana. Nel 1958, con ilnome d'arte Baby Gate, registra ilsuo primo 45 giri, ma la svoltaavviene l'anno successivo quandoincontra l'autore e produttoreFran co Migliacci.

Reduce dal trionfo sanremesedi “Nel blu dipinto di blu”, Mi -gliacci va alla scoperta del l’A -merica dove è appena esploso unnuovo mercato musicale costituitosolo da teenagers. C'è un ballo cheimpazza e che vede i giovani dime -narsi muovendo il busto e piegan-do le gambe: è il twist. È proprioda qui che Migliacci matura l'ideadi comporre un testo fresco e ac -cattivante che abbia questo ritmo.In collaborazione con il maestroBruno De Filippi, che ne scrive lamusica, nasce così “Tintarella diluna”, tre minuti di irresistibileenergia con un testo folgoranteche divenne subito il biglietto davisita di una stella nascente non

ancora ventenne: Mina.[…] «Scriverla oggi sarebbe

impossibile, la magia di queglianni è perduta», ha affermatoMi gliacci in un'intervista, raccon-tando che una volta, conversandocon Mina al telefono, venne fuoril’ipotesi di scrivere una “Tin -tarella di luna” del Duemila[…] «Ma ho sempre concluso

che è impossibile, perché non c’èpiù la stessa luce, la stessaenergia di quegli anni».

Quella di Franco Migliacci èuna carriera costellata di grandis-simi successi, primo fra tutti quel“Nel blu dipinto di blu” che lo haconsacrato e fatto conoscere almondo intero, o la “nostra” “Chesarà”, ma con “Tintarella di lu -na” nacque un connubio perfettocon quella che sarebbe diventatala Maria Callas della musica leg -gera italiana. Con la sua voce po -tente e l'inconfondibile gestualità,Mina è entrata nel cuore di milionidi italiani dove, nonostante l'as -senza fisica, conserva un postod'o nore. Dalla fine degli anni Ot -tanta, infatti, vive a Lugano con ilsuo attuale marito, il cardiochirur-go Eugenio Quaini con cui è con -volata a nozze nel 2006.

Ogni tanto qualche immaginerubata ci arriva attraverso i social,come nel caso di qualche giornofa quando la figlia Benedetta hapo stato su Instagram una foto incui si intravede lei con i capelliraccolti e gli immancabili occhialiscuri. E allora Buon CompleannoMi na, sei e resterai sempre unastella della nostra musica.

Antonio Aceti

al cinemacon ... giudizio

a cura di Francesca Pellegrini

I film consigliati da Francesca, sa ran -no nelle sale cinemagrafiche quandos aranno riaperte al pubblico

L’Uomo InvisibileIntrappolata in una reazione violentacon un ricco e brillante scienziato,Cecilia Kass decide di scappare nelcuore della notte facendo perdere le suetracce. Reboot del classico dellaUniversal Monster del 1933, il film èl’opera seconda di quel Dark Universepartito malamente con The Mummy. Ilnuovo «uomo invisibile» è un horrorsullo stalking diretto da Leigh Whannell,creatore della saga di Saw insieme aJames Wan. Un horror fatto bene traina-

to da un ottimo cast. Prima fra tutte, la Elisabeth Moss della serie TheHandmaid's Tale. Giudizio: Discreto

mente seduti sul divano di casa,per riscoprire quei tesori chefanno grande Cortona nel mondo.Nelle tante rubriche da me curateho illustrato i numerosi capolavorisituati sul nostro territorio che maicome oggi è importante rivalutare.Partiamo da una qualsiasi chiesa,magari Farneta, e guardiamo con

più cura la Cripta, oppure la Pievedi San Michele Arcangelo che dal1907 è considerata monumentonazionale italiano, o il Calcinaioche vanta vetrate del Maestro Guil -laume de Marcillat, o qualunquealtra chiesa con i capolavori che cisono dentro.

Olimpia Bruni

Lampadario

Cripta Farneta

San Michele Arcangelo

Calcinaio

La maestra Giusy

Una “brutta” malattia l’ha por -tata via nel giro di qualche mese. La maestra Giuseppa Biagianti, datutti conosciuta come la maestraGiusy, se ne è andata nel silenziodi questo periodo di coronavirus.

In tanti, soprattutto scolari, laricordano con tanto affetto per lacompetenza professionale quandoera dietro la cattedra, per la cor -dialità e affetto nel rapporto uma -

no con gli scolari e con i genitori.Ha iniziato nei anni ‘60 ad

insegnare facendo supplenze.Nel 1962 si è unita in matri-

monio con Enzo Olivastri, un pit -tore cortonese e nel 1963 e 1964ha fatto nascere le due figlie chefino all’ultimo le sono state vicinoin questa malattia.

Nel 1967 ha ottenuto la catte-dra ed ha inse gnato nelle sedi diTerontola Alta, Chianacce, Mer -catale, Pergo ed infine a Cortona.

Come documenta la letterache le è stata inviata dal Provve -ditore dell’epoca, Alfonso Carusoinviatale il 10 settembre 2003 lacomunicazione che tra qualchegiorno sarà in pensione.

...“Il rapporto umano con glialunni va al di là del rapportocontrattuale di lavoro e non ciabbandonerà per tutta la vita”.

Ora Giusy è felice insieme alsuo Enzo.

Alle figlie tante condoglianze.

Domenico Modugno con Franco Migliacci

Page 15: 79 Sindaco, la gente apprezza la sua iperattività e le ... · La gente lo sta apprezzando. Basta questa riconoscenza perché è veramente sincera. S i era laureato presso l’Uni-versità

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Direttore Responsabile: Vincenzo LucenteVice direttori: Isabella Bietolini e Ivo CameriniResponsabile redazione online: Laura LucenteCollaboratori: Antonio Aceti, Rolando Bie tolini, Stefano Bi sta relli, Piero Borrello, Olimpia Bruni, AlvaroCec carelli, Mara Jogna Prat, Ma rio Gaz zini, Ivan La n di, Emanuele Mearini, Prisca Mencacci, Mario Pa ri gi,Fran ce sca Pel le grini, Roberta Ramacciotti, Al bano Ricci, Fabio Romanello, Ma rio Rug giu, Da ni lo Se sti ni,Mo nia Tarquini, Elena Valli, A les sandro Ven turi, Ga briele Zampagni.CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONEPresidente: Ferruccio FabilliConsiglieri: Vin cen zo Lucente, Riccardo Fiorenzuoli

L’ETRURIA Soc. Coop. a.r.l. Fondato nel 1892

Il giornale, chiuso in Redazione mercoledì 8 è in tipografia giovedì 9 aprile 2020Gli articoli sono pubblicati sotto la personale responsabilità dell’autore

L’ETRURIA N. 7 SPORT 15 aprile 2020

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Asd Cortona Camucia Calcio Asd Cortona Camucia Calcio

Cosa ci può dire a propo-sito di questa sospensione delcalcio giovanile?

Devo innanzitutto ringraziarel’as sessore Silvia Spensierati per -ché negli ultimi giorni di febbraio,anche se c’erano solo i primi casia Codogno, è stata molto tempesti-va a sollevare il problema ed è sta -ta appoggiata immediatamenteanche dal sindaco Meoni.

La Federazione in questa faseancora non aveva preso decisioni.C’era preoccupazione per le fre -quentazioni negli spogliatoi, nontanto per l’attività all’aria aperta:gli impianti sportivi erano ancoraaperti mentre altre attività eranogià sospese.

In poche ore il sindaco Lu -ciano Meoni ha fatto un decretocon cui chiudeva completamentegli impianti sportivi del Comune.

Dopo qualche giorno è arriva-to anche l’esposto federale in cuisi decretava la chiusura di tutti gliimpianti.

Quindi la chiusura ufficia-le quando è avvenuta da partedella Federazione?

I primi di marzo. Ma noi ab -biamo anticipato il tutto di una set -timana, direi giustamente e conmol to tempismo. Grazie anche alla

collaborazione del sindaco Meoni.Riguardo ai risultati spor -

tivi del settore giovanile cosaci può dire?

Per quanto riguarda il lato te -cnico, c’è un’enorme dispiacere:quest’anno avevamo riorganizzatoun po’ tutto e avevamo puntatofor temente a fare un salto di qua -lità.

Avevamo inserito anche la fi -gu ra dello psicologo infantile,quattro medici professionisti, tracui anche Alessandro Aimi, peravere il prossimo anno la catego-ria Elite a livello provinciale.

Purtroppo dovremmo ripren-dere il prossimo anno e sperareche l’investimento fatto sia ancoraefficace.

Parlando dei risultati nel -lo specifico come “era” an da -ta?

È un vero dramma sportivoper ché quest’anno avevamo quat -tro squadre su cinque molto com -petitive.

Soprattutto Juniores e Allievi eGiovanissimi se la giocavano perla vittoria del campionato.

Avevamo dei bei gruppi moltocompetitivi e compatti, costruitinegli anni e che quest’anno (esperiamo anche il prossimo) sono

Come termineranno i campionati?Intervista a Daniele Tremori

arrivati alla maturazione.Al momento non sappiamo se

confermeranno le prime in classi-fica oppure sarà invalidato tutto.

Non credo che facciano nean -che dei play-off o altro.

Dispiace perché con questetre squadre eravamo proiettati ver -so il regionale.

Nelle squadre dei più piccoliabbiamo grandi numeri e anchequalità.

Abbiamo anche un buon grup -po di allenatori, di accompagnato-ri e genitori che hanno formatouno staff allargato molto compat-to. Facciamo squadra non solo incampo ma anche fuori. Il gruppoè inteso nel suo senso più esteso epiù coivolgente.

Il rientro in società diNario Meacci quanto ha con -tribuito a questi risultati?

Veramente devo dire che ilrientro di Nario Meacci, Direttoresportivo, in società ha contribuitomolto a questi risultati.

Io e lui da settembre siamoriu sciti a costruire un rapportosinergico: lui dal punto di vistatecnico, io amministrativa e so -ciale molto valido.

Ho apprezzato quest’anno dav -vero le sue capacità e la sua espe -rienza.

Quest’anno lo abbiamo messoin condizione di poter fare il suolavoro dandogli, nel limite delpossibile, quello che chiedeva eche era necessario.

È stata ed è una figura moltoimportante nella nostra società.

Quest’anno eravamo arrivatiad un livello veramente importanteed è un peccato non poter festeg-giare il raggiungimento dei nostriobiettivi che ormai erano davveroa portata di mano.

Nello specifico per i piùpic coli cosa ci puo’ dire?

A seguito dei risultati dellesquadre dei più grandi, si eranoformate delle squadre di quelli piùpiccoli molto numerose.

I ragazzi sono arrivati ancheda altre società e già si intravede-va la loro crescita.

Anche tra gli esordienti siamomolto forti.

Devo riconoscere poi in ge -nerale il buon livello raggiunto datutto il gruppo degli allenatori.

Alcuni confermati, altri scam -biati di squadra ma con sceltemolto oculate e azzeccate.

In primis, il responsabile te -cnico Luca Brini che organizza lalinea strategica in campo dellesquadre e l’evoluzione calcisticadel ragazzo.

Impartisce agli altri allenatori

il programma. La linea da seguire.Siamo sempre associati poi al l’A -ca demy del Perugia Calcio. Cer -chiamo di formare sempre i nostriallenatori puntando a farli cresce-re al meglio delle possibilità. Cer -chiamo il confronto a livello pro -fessionistico con altre realtà percercare di capire se le nostre e -sperienze e le loro insieme pos -sono migliorare i concetti.

Tirando un po’ le sommeco sa si può dire?

È un vero peccato ma ques -t’anno ormai credo sia finita così:è giusto ed inevitabile ma resta ilrammarico per questa annata chepoteva essere eccezionale.

La salute viene prima di tuttoed è giusto aver fermato i campio-nati.

Adesso siamo sospesi ma cre -do anche che non ci sarà un se -guito per questa annata che credosia terminata così.

La Federazione ancora non siè pronunciata definitivamente a -spetta di vedere un po’ anche lede cisioni del Governo, ma saràmolto difficile continuare la stagio-ne. Resta da vedere se sarannoconfermate le posizioni in classifi-ca al momento della sospensioneoppure se tutta l’annata sarà in -validata. Gli investimenti fatti neglianni restano e saranno il nostro“teso ro” per il futuro.

Quello che ci preoccupa ulte -riormente è che, dopo il problemadella salute, esiste anche un pro -blema economico per cui avremogrosse ripercussioni anche perquello sulla nostra società comesu tutte le società analoghe allanostra.

Tutte le nostre entrate subiran-no dei grossi ridimensionamenti acominciare dalla Sagra della bi -stecca che era frequentata forte-mente dagli stranieri e che que -st’anno sarà difficile riproporrecome prima. Insomma, dopoquel lo legato alla salute, il proble-ma economico è il più pesante.

Riccardo Fiorenzuoli

Gli organi competenti delcalcio in base alle de ci -sioni del Governo, han -no deciso la sospensio-ne dei campionati di

tutte le categorie. Tutti condivido-no questa decisione anche se poisul proseguo ci sono diversipareri. Indubbiamente la sospen-sione è stata giusta, ma adesso sipone il problema di come termi-nare la stagione.

Alcuni vorrebbero che nelmo mento giusto si potessero gio -care le partite restanti.

Altri preferirebbero che que -sto campionato terminasse qui,senza ulteriori code.

Ovviamente è molto difficileriprendere tra un po’ di tempo efar giocare partite senza un lavoroappropriato svolto con i tempigiusti.

Indubbiamente, con l’allena-mento in autonomia è molto diffi-cile programmare un lavoro spe -cifico per ogni singolo calciatore.

Inoltre quando si parla disqua dre non professionistiche tut -to questo deve collimare con l’or -ganizzazione di queste settimaneche è molto difficoltosa anche esoprattutto per quegli aspetti chenon riguardano lo sport in sensostretto.

La cosa più importante è ritor-nare alla vita normale, lo sport-anche se dispiace dirlo in questomomento - viene in un secondopiano.

Ci eravamo lasciati i primi dimarzo con gli arancioni che ave -va no ottenuto la bella vittoria sullaRufina per due a zero grazie alladoppietta di Ceccagnoli.

Il primo goal era stato realiz-zato su rigore e relativa espulsionedi un difensore ospite; il secondoè arrivato al 30º del primo tempoe aveva di fatto chiuso la gara.

Gli ospiti avevano avuto dueoccasioni senza riuscire a sfruttar-le mentre gli arancioni nelle altreoccasioni avevano anche colpitouna traversa.

Era una squadra arancionequindi che, grazie al lavoro delnuovo tecnico Peruzzi, cominciavaa fare intravedere un gioco nuovo,incisivo, con la capacità di gestirela gara e al tempo stesso di sfrut-tare le occasioni senza subire ec -cessivamente.

La squadra, con quell’ultimagara, si era portata a 32 punti inclassifica, in 10ª posizione bensopra i play out.

Il campionato poi è stato so -speso l’8 di marzo in concomitan-za con la 26ª giornata, che vedevain calendario lo scontro con laCastelnovese.

Il calendario prevedeva anco -ra cinque partite al termine: a

seguire il Lucignano in casa, laBucinese fuori casa; ancora ilChiu si tra le mura amiche delSanti Tiezzi e quindi la sfida controla Castiglionese in trasferta.

Questa gara che si sarebbe do -vuta giocare il 5 aprile ed a vreb bechiuso di fatto il campionato.

Gli arancioni a questo puntohanno 32 punti e hanno sotto diloro sei squadre e anche se nelprosieguo si dovesse decidere perdei gironi, sia per i play-off cheper i play out, dovrebbero esserecomunque al riparo da qualsiasirischio.

Infatti sotto di loro a occuparela sesta posizione dal fondo dellaclassifica c’è proprio la Rufinache, pur avendo pari punti, ha unapeggiore differenza reti.

C’è indubbiamente da fare unplauso particolare al tecnico Giu -lio Peruzzi che arrivato “in corsa”come si dice è riuscito dopoqualche incertezza iniziale atrovare un gioco efficace e a rie -quilibrare la squadra.

La sua presenza indubbiamen-te ha portato quella determinazio-ne, quell’equilibrio e quella fi -ducia che in certe gare eranovenute meno.

La compagine pur giocandoun buon calcio, prima del suoarrivo vanificava quanto di buonofatto durante la gara o per delledisattenzioni o per dei cali fisicinel finale.

È un peccato che alla fine nonsi riesca a vedere le ultime cinquepartite di questo torneo perlome-no giocate nel contesto inizialeprogrammato: di certo gli aran -cioni avrebbero fatto un buonfinale di campionato.

Se poi la Federazione decideràper un prosieguo differito, ci saràda vedere come ogni singolasquadra riuscirà a gestire questainterruzione e a ritornare in formanel più breve tempo possibile egestire tutte le problematiche delcaso.

L’obiettivo iniziale di cercaredi vincere il campionato era certa-mente mutato già alla fine delgirone di andata, ma diciamo chepur con qualche difficoltà, lasocietà era riuscita in un cambiodi marcia alquanto complicatotrovando quelle contromosse ef -ficaci per portare in fondo co -munque la squadra ad una salvez-za certo meritata.

Adesso non resta che aspettarele decisioni della Federazione;comunque vada siamo certi che lasocietà, l’allenatore e i giocatorisapranno far tesoro di questoperiodo che allena in particolarela mente, che, come sappiamo,spesso conta più del resto.

R. Fiorenzuoli

In questo momento complicato per la società e anche per il calcio giovanile e non, abbiamo parlato con il Presidente e responsabiledel settore giovanile arancione, Daniele Tremori, per cercare di capire quali saranno le ripercussioni in questo settore

Guglielmo Magari e Daniele Tremori

L’allenatore Giulio Peruzzi