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COMUNE DI ANZOLA Lunedì, 11 gennaio 2016

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COMUNE DI ANZOLALunedì, 11 gennaio 2016

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11/01/2016 Il Sole 24 Ore Pagina 5 VALENTINA MELIS

11/01/2016 Il Sole 24 Ore Pagina 5 CRISTIANO DELL' OSTEGIOVANNI PARENTE

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11/01/2016 Il Sole 24 Ore Pagina 25 PASQUALE MIRTO

11/01/2016 Il Sole 24 Ore Pagina 26 PATRIZIA RUFFINI

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Pedone 35enne investito e ucciso 1

Investiti sul ciglio della strada Muore cinese, grave l' amico 2

L' ANZOLAVINO CADE E SI RIALZA 3

Percan esalta la Salus Ozzano va con Mini e Rossi 4

Persiceto show Veronesi firma la sedicesima perla 5

Vignola 51 Vis Persiceto 81 6

IL CONSENSO AI SINDACI CONTINUA A RISALIRE 7

Quel dietrofront sul catasto 9

I big reggono, i 5 Stelle in affanno 10

LA GRADUATORIA CITTÀ PER CITTÀ 12

Vincono il dinamismo e la politica «del fare» 13

Anche in famiglia il conto sale al 55% 15

La spesa raddoppia con le tasse 16

La manovra rilancia il taglio delle commissioni sui Pos 18

Pagamenti in contante con più flessibilità 20

Dati più aggiornati per poter conciliare notizie e riservatezza 22

Le differenze locali sulla superficie pesano sui lavori 24

Per gli immobili ad alta efficienza i calcoli sono «soft» 26

La tassa rifiuti insegue ancora l' 80%... 28

L' addizionale Irpef «conta» anche gli... 30

Per i contratti sanatoria ampliata dalla manovra 32

Regolamento in vista per il calcolo della Tari 34

Una riforma contraddittoria sulla gestione d'ambito 36

COMUNE DI ANZOLALunedì, 11 gennaio 2016

Politica locale

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BOLOGNA

Pedone 35enne investito e ucciso

BOLOGNA CAMMINAVANO sul ciglio di unastrada buia quando un fuoristrada li ha travoltientrambi come birilli. Tragico incidente l' altrasera sulla via per Castelfranco, a San Giovanniin Persiceto, dove sono stati travolti due cinesi.Xiaolin Hu, 35 anni, residente a Reggio Emilia,è stato trasportato in gravissime condizioni all'ospedale Maggiore di Bologna, dove è mortonel corso della notte.Meno gravi le condizioni del connazionaletrentaduenne, che è stato ricoverato all 'ospedale Santissimo Salvatore di Persiceto.L' incidente è avvenuto poco prima delle 20 ela ricostruzione della dinamica è affidata allapolizia municipale di Terre d' Acqua.L' automobilista che li ha investiti si è subitofermato per attivare i soccorsi.p. l. t.

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Politica locale

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PERSICETO L' AUTOMOBILISTA HA CHIAMATO I SOCCORSI

Investiti sul ciglio della strada Muore cinese, grave l'amicoTragico incidente l' altra sera sulla via Castelfranco

­ SAN GIOVANNI ­ DUE CINESI sono statiinvestiti sabato sera da un' automobile a SanGiovanni in Persiceto e uno di loro è morto nelcorso della notte all' ospedale Maggiore diBologna, dove era stato portato in gravissimecondizioni. La vittima è Xiaolin Hu, 35 anni,r es i den te a Regg io Em i l i a , men t re i lconnazionale, di 32 anni, sempre residente nelReggiano, è ricoverato in condizioni di mediagravità all' ospedale Santissimo Salvatore diPersiceto.SECONDO una prima ricostruzione dell 'accaduto da parte della polizia municipale diTerre d ' Acqua, intervenuta sul luogo delsinistro, i due cinesi stavano camminando albuio lungo la carreggiata di via Castelfrancodiretti verso l' esterno della cittadina quando,poco pr ima del le 20, è sopraggiunta lamacchina, un fuoristrada, che ha investito idue orientali. Alla guida c' era U. S., automobilista di origini molisane residente aSan Giovanni in Persiceto, che si è fermatosubito per prestare i primi soccorsi e dare l'allarme. La centrale del 118 ha inviato sulposto due ambulanze e un' automedica.I soccorritori hanno quindi portato il cinese più grave al Maggiore, dove però è morto nella notte mentrel' altro, giudicato in condizioni di media gravità, è stato trasportato all' ospedale persicetano.I vigili hanno effettuato i rilievi di rito per capire l' esatta dinamica dell' incidente e hanno anche regolatoil traffico, ma non è stato necessario chiudere il tratto stradale interessato dall' incidente mortale.Pier Luigi Trombetta.

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L' ANZOLAVINO CADE E SI RIALZAAraba fenice A lungo in svantaggio a Bubano, la capolista viene salvata da un guizzo diAndrean

A. Placci Bubano 1 Anzolavino 1 A. PLACCIBUBANO: Tinarelli, Cesari, Pirazzoli, Messina,Massarenti, Senese, N. Bassi, D. Bassi,Memetaj (20' st Fiorenza), Cappiello (32' stBovo), Stafa. A disp. Giulianelli, Barbieri,Mouharrar, Ghiselli, Rocchi.All. Reggidori.ANZOLAVINO: Galletti, Luppi, Ferrarese,Benuzzi, Bartoli, Pascerini (38' st Bonetti),Zarfaoui (12' st Andrean), Sanso, Mastria,Fantasia (27' st Magnani G.), Vergnani. A disp.Bernardi, Stefani. All. Marrese.Arbitro: Corianò di Bologna.Reti: 13' pt Stafa, 37' st Andrean.Note: espulsi Senese al 30' pt, Stafa al 47' st.Ammoniti: D. Bassi, Memetaj, Cappiello,Luppi, Zarfaoui, Sanso, Mastria.Bubano LA CAPOLISTA viene fermata sulpareggio da un ott imo Placci Bubbano.Vantaggio locale di Stafa in girata, ben servitoda Senese. Nel finale Andrean si inventa ungol bellissimo con un tiro a giro imparabile.

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Percan esalta la Salus Ozzano va con Mini e RossiDerby Martelli e la Pontevecchio inguaiano la Ghepard

Giacomo Gelati Bologna RIPOSTO in archivioil 2015, ecco nuovamente in campo le minorsbolognesi per l' ouverture dell' anno nuovo. InC Gold tira un sospiro di sollievo la Salus dicoach Giuliani, che alla prima uscita senzaStevan Stojkov costringe alla resa Bertinoro51­55 centrando così la quinta v i t tor iaconsecutiva firmata Alex Percan, 26 punti.Fanno la voce grossa invece i New FlyingBalls Ozzano, che sbaragliano Modena 45­85e si portano a +2 dai cugini della Bsl SanLazzaro, schiacciati dalla capolista Tigers Forlì85­46. Va infine alla Pontevecchio il derbysalvezza contro la Ghepard, piegata 68­72 colcontributo di cinque uomini in doppia cifra (DiRauso top scorer con 18 punti): per i giallonerisi tratta della decima sconfitta consecutiva chevale l' ultimo posto.DEBILITATA dagli acciacchi, Medicina nonriesce nell' impresa di espugnare il campodella capolista Montecchio e torna a casa conun 95­75 che lascia immutata la classifica: trale mura domestiche perde Castel Guelfo,superata 58­64 da Castelnovo e ancoraappaiata a Medicina.Dalle retrovie sorridono Castenaso, 82­72 contro Rubiera (Trombetti monumentale con 27 punti), eGranarolo, 58­69 sul campo degli Stars.Nuovo avvicendamento in cima al girone A di serie D, con Anzola che crolla sul campo degli SchiocchiBallers Modena 80­58 e scivola dal primo al terzo posto: ritrova così la vetta il Cvd, 62­54 contro laPallavicini, tallonato dalla Vis Persiceto, 51­81 in quel di Vignola. Ancora immacolata la leadership dell'Olimpia Castello, fresca di vittoria del Marchetti e in cima al girone B grazie al pesante 90­61 inflitto all'Aics Forlì: Molinella si mantiene a ­4 e firma la quinta vittoria consecutiva dopo l' 86­59 contro Ferrara.

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Persiceto show Veronesi firma la sedicesima perla

Persiceto 85 2 Virtus Camposanto 1 PERSICETO 85:Baattout , Far isco (20' s t Zanzani) , Madr iselv i ,Compagnucci, Comani, Novelli, Limongelli, Cavicchioli,Mari (15' st Veronesi), Cumani, Cattabriga (30' stVeronesi). A disp. Ferrari, Magistro, Cesari, Marchesi.All. Fancelli.VIRTUS CAMPOSANTO: Atti, Lionetti, Dominici,Bongiovanni, Govoni, Ruspaggiari, Luppi, Natali (20' stLozano Torres), Fusco, Malavasi (15' st Sintim Pako),Nini Agyemang (5' st Peprah). A disp. Paltrinieri, Pizzi,Stanzani, Guerzoni. All.Barbi.Arbitro: Selleri di Bologna.Reti: 8' pt Malavasi, 34' pt Mari, 43' st L. Veronesi.Note: ammoniti Comani, Novelli, Lionetti, Luppi.

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Vignola 51 Vis Persiceto 81

Vignola 51 Vis Persiceto 81 VIGNOLA: Ganugi10, Badiali 8, Chini, Barbieri, Pantaleo 5, DeMartini 2, Caltabiano, Vannini, Paladini 13,Guidotti 10, Lolli 3. All. Smerieri.VIS PERSICETO: Scagliarini, Chiusoli 3,Gravinese 1, Morisi 7, Cornale 3, Almeoni 17,Nannetti 8, Chiapparini 2, Genovese 2, Ramini12, L. Rusticelli, Ranzolin 26. All. M. Rusticelli.Arbitri: Pellegrini e Baldrati.Note: parziali 17­22; 29­44; 43­60.

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IL CONSENSO AI SINDACI CONTINUA A RISALIREAl top Perrone (Lecce) ­ La spinta arriva dai nuovi eletti nel 2015

Per il gradimento dei sindaci,il tempo dell'austerità sembra alle spalle. Dopo la prima,piccola risalita nel consenso medio registratadalla scorsa edizione del Governance poll, cheha segnato l' inversione di tendenza dopo annidi magra, la nuova tornata del sondaggio chemisura il consenso riservato dai cittadini a chiguida il loro comune mostra un netto balzo inavanti: in media, il 54,8% degli elettori harisposto positivamente alla domanda posta dairicercatori di Ipr marketing sulla disponibilità arivotare chi oggi guida la loro città, con unaumento dell' 1,4% che riporta la colonnina delconsenso a i l i ve l l i de i temp i m ig l io r i .Attenzione, però: ancora una volta a darebenzina ai risultati sono i nuovi arrivati, uscitivincitori dalle amministrative del 2015, perché,se si abbraccia nel calcolo solo chi era già insella, il gradimento medio scende dell' 1,2%rispetto all' anno scorso.In un anno elettorale, che in primavera vedràquasi un italiano su cinque chiamato a votare ilproprio sindaco in un elenco di oltre 1.300Comuni aperto da Roma, Milano, Napoli,Torino e Bologna, è forte la tentazione dicercare nei numeri delle tabelle pubblicate inqueste pagine la previsione di quel che potrebbe accadere nelle urne. Tentazione inevitabile, ma primadi trattare il Governance poll come un fondo di caffè da cui leggere il futuro è bene utilizzare duecautele. Primo: quello realizzato da Ipr Marketing non è un sondaggio elettorale, perché non tiene contodi candidature alternative, ma chiede ai cittadini di esprimere in modo secco, in termini di disponibilitàpotenziale al voto, un giudizio su chi amministra la loro città. Secondo: in tempi di alleanze elettorali adassetto variabile, un elettorato "gassoso" come quello attuale, che al livello massimo di astensionismounisce quello minimo di fedeltà nell' urna, rende avventata qualsiasi previsione. Più che come unpreventivo, allora, il Governance poll va usato come un consuntivo in corso d' opera sulle esperienzevissute dai diversi sindaci.In questo campo, curiosamente, le notizie migliori arrivano per un centrodestra che si avvicina inevidente affanno all' appuntamento elettorale di primavera, ma che riesce a piazzare per la prima voltadue suoi uomini ai vertici di una classifica solitamente trainata dal centrosinistra, anche perché da lìarriva l' ampia maggioranza dei sindaci.In testa spunta Paolo Perrone, che guida Lecce dal 2007 e negli ultimi anni aveva collezionato ottimipiazzamenti in graduatoria senza però raggiungere il podio, di cui ora occupa il primo gradino,migliorando di due punti il risultato dello scorso anno. Appena sotto Perrone, non ancora cinquantennema sindaco di lungo corso e vicepresidente dell' Associazione nazionale dei Comuni, si piazza inveceun outsider come Luigi Brugnaro, eletto sindaco di Venezia nel giugno scorso (anche grazie alle

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divisioni del centrosinistra intorno alla candidatura di Felice Casson) con un curriculum tutto giocato sull'imprenditoria e i successi sportivi: nella prima veste è stato il fondatore dell' agenzia per il lavoroUmana, presidente di Confindustria Venezia e membro della giunta e de l direttivo nazionale dell'associazione degli imprenditori; nella seconda ha riportato in A1 come presidente la Reyer Venezia, lasquadra di basket della città.Sul terzo gradino si incontra Matteo Ricci, classe 1974, sindaco di Pesaro dopo un' esperienza allaguida della Provincia e oggi vicepresidente del Pd e dell' Anci, che per soli tre centesimi di punto relegaex aequo al quarto posto due figure diversissime fra loro: Paolo Calcinaro, l' avvocato lontano dai partitiche alla guida di un gruppo di liste civiche ha travolto a giugno il concorrente del Pd nel ballottaggio diFermo, e Piero Fassino, il presidente dell' Anci e sindaco di Torino, che ha appena iniziato una nuovacorsa elettorale per tentare la riconferma a Palazzo di Città. Al quinto posto il vincitore della scorsaedizione, il sindaco di Firenze Dario Nardella, che condivide il 59,5% di consensi con un altro toscano,Alessandro Tambellini di Lucca, e con il sindaco leghista di Padova Massimo Bitonci, già sindaco diCittadella e capogruppo al Senato per il Carroccio prima di vincere a Padova.In fondo alla classifica si incontrano ancora una volta due sindaci alla guida di città "difficili" comeCrotone e Alessandria, ma anche lontano dagli estremi si incontrano numeri interessanti. Primo fra tuttiil +7,3% realizzato in un anno da Giuliano Pisapia, che evidentemente traduce anche in termini diconsenso personale quella "rinascita" milanese che ha spinto il capoluogo lombardo al secondo postonazionale nella classifica sulla Qualità della vita pubblicata dal Sole 24 Ore del 21 dicembre: la Milanodi centrosinistra discute da settimane su chi sia il più titolato a raccoglierne l' eredità, e continuerà afarlo fino alle primarie del 7 febbraio, mentre quella di centrodestra è ancora impegnata nella ricerca delcandidato.Da Milano a Roma, passando per Torino e Napoli, è poi tutto da misurare l' effetto dei Cinque Stelle,che dopo gli equilibri politici nazionali si candidano a sconvolgere quelli locali. Per gli attuali sindacipentastellati, al momento, i numeri del Governance poll non sono però brillanti: a primeggiare èl'"eretico" Pizzarotti, che nonostante l' erosione di consensi mantiene ancora la fiducia dellamaggioranza dei parmigiani, mentre bisogna scendere alla casella 77 per incontrare il livorneseNogarin, colpito dalla crisi dei rifiuti. Il ragusano Federico Piccitto, invece, occupa l' 86° posto, con unaflessione del 6% rispetto all' edizione dell' anno [email protected] © RIPRODUZIONE RISERVATA.

GIANNI TROVATI

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LA STORIA

Quel dietrofront sul catasto

Chissà quanto ha influito il dietrofront sulcatasto nel primato di gradimento del sindacodi Lecce, Paolo Perrone.Era il 2010 quando la giunta comunale chieseal l ' agenzia del Terr i tor io di avviare larevisione catastale ­ in pratica, di adeguare lerendite ­ in due microzone che coprono il 90%del territorio cittadino. Poi, però, è arrivata l'Imu, e lo stesso Perrone ha chiesto agli ufficide l Ter r i to r io d i fe rmars i : ma ormai l 'operazione era partita e i funzionari nonpotevano bloccarla. Da lì un interminabilecontenzioso davanti al Tar, al Consiglio d iStato e alla Cassazione, chiamata a decideresu chi deve decidere (il giudice tributario oamministrativo?).Ne l f ra t tempo, s i sono moss i anche icont r ibuent i . I l fenomeno è s ta to cosìmassiccio che lo s i vede pers ino nel leRelazioni annuali sul contenzioso tributario: lenuove liti con il fisco davanti alla Ctp di Lecce,che erano meno di 2mila nel 2012, sonobalzate a 8.406 nel 2013, per poi scendere dinuovo sotto quota 2mila nel 2014. Come dire,meno d i una l i t e ogn i d i e c i a vv i s i d iaggiornamento delle rendite (6.243 su 73mila).(C.D.O.).© RIPRODUZIONE RISERVATA.

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PROMOSSI E BOCCIATI

I big reggono, i 5 Stelle in affanno

Non è il voto della rete ma dei cittadini. E non arriva allasufficienza. Se c' è una novità nell' ultima edizione delsondaggio sul gradimento dei sindaci è che per la prima voltacomincia a maturare un giudizio sui 5 Stelle e su comegovernano le città conquistate nelle ultime elezioni comunali.Città simbolo come Livorno, strappata alla tradizione disinistra, e città tormentate come Ragusa, dove il Movimentoaveva creato l' aspettativa di una "rivoluzione", lì e in tutta laSicilia. E invece pare sia bastato un anno, al massimo due,per vedere già le rughe su quel manifesto del cambiamentopredicato a Roma e altrove.Sia Filippo Nogarin da Livorno che Federico Piccitto daRagusa si trovano verso il fondo della classifica, conconsensi più persi che guadagnati. Troppo banale dire che lasfida dei problemi e il confronto con la realtà sono unospecchio amaro per tutti, pure per i grillini, ma così staandando. Né serve l' argomentazione che si è sentita dire daNogarin alle prese con il caso­rifiuti e cioè che i problemi c'erano prima di lui, creati da chi lo aveva preceduto. Scusaanche questa banale, visto che ormai in Italia ovunque sigoverni ­ da Palazzo Chigi, dal Campidoglio o da Livorno ­ sideve fare i conti con un passato che ha scaricato problemi sulpresente. E doppiamente banale perché contraddice l'esistenza stessa del Movimento, nato e cresciuto proprioperché chi c' era prima di loro ha deluso, e molto.E dunque questa insoddisfazione che ora comincia amaturare è l' ostacolo più grande alla corsa verso le prossimeamministrative che molti davano già vinte da Grillo. Invece illogoramento prodotto dal semplice governare affiora ediventa l' opportunità di attacco per il Pd. Da Quarto aLivorno, si sta disegnando la prima strategia per lacampagna elettorale del voto di giugno.È singolare che nel giro di qualche settimana si vedano i duepotenziali duellanti per il ballottaggio agire a parti inverse: ilPd all' attacco, il Movimento sulla difensiva. Fatti di cronaca,come le inchieste di camorra a Quarto che hanno travolto l'amministrazione grillina, ma anche questi primi bilanci sulleamministrazioni cittadine ­ documentati dal sondaggio ­stanno invertendo il registro comunicativo dei due sfidanti.Il Pd di oggi trova uno spiraglio inatteso dopo il disastro di Roma, dopo le guerre tra fazioni del Pd suiterritori, la confusione a Napoli, il match a Milano tra Giuseppe Sala e Francesca Balzani.Le prove di governo del Movimento restituiscono allo scontro armi pari che prima non c' erano. Prima c'erano i partiti propriamente detti e il Movimento di Grillo: i primi (Pd e centro­destra) già logorati davarie esperienze di governo nazionale e locale e i secondi freschi di voto e di opposizione, carichi di

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promesse e sguarniti di decisioni. Ora le decisioni dei grillini ci sono, si vedono, i cittadini le pesano.E non va bene.Certo, c' è Federico Pizzarotti che si mantiene a metà classifica ma ormai è considerato un outsider delMovimento. E si potrà anche dire che è troppo presto giudicare dopo un anno o due di governo, maadesso si apre la campagna elettorale e questi primi bilanci "a 5 Stelle" contano nella lotta per leamministrative di giugno.Una gara per niente facile, tant' è che Matteo Renzi l' ha scansata, ha detto di considerare un testnazionale solo il referendum sulla riforma costituzionale che si terrà a ottobre prossimo proprio perevitare l' amaro calice della sconfitta nelle città.C' è Roma come sfida Capitale, ma in questo sondaggio è assente: senza sindaco, con uncommissario, non ha un gradimento da misurare, ma il disastro è evidente ed è tutto a carico del Pd. Epoi c' è Napoli con Luigi De Magistris che scivola verso il basso con quasi 15 punti di consenso persi inquesti 5 anni, ma con il grande vantaggio di un Pd allo sbando nella città. E poi c' è Milano, doveGiuliano Pisapia ha riguadagnato consensi dopo le ultime prove dell' Expo, della riscossa civica. ETorino che diventa emblematica nella figura di Piero Fassino, politico di professione, ex segretario, exministro e tuttavia non rottamato né dal partito né dai cittadini che addirittura dopo 5 anni di governo glidanno 3 punti di gradimento in più. Il suo caso smentisce tutta la storia che in questi ultimi tempi lanuova politica ha voluto raccontare.Uno stesso linguaggio che ha messo accanto Renzi e Grillo nel prospettare una realtà che potevaessere cambiata e migliorata semplicemente cancellando le facce di prima.Un modo simile di dialogare con gli elettori dando l' illusione di un prima e di un dopo, di un avanti­Renzi o di un dopo­Grillo come se con le facce si rottamassero pure i problemi.E invece le città sono più lineari e trasparenti nel mostrare che la complessità di governare non èschematica e non corre sull' asse vecchio/nuovo ma sulle capacità di ciascuno. E dunque alla prova digoverno in pochi reggono. Reggono i big Piero Fassino e Giuliano Pisapia, regge il sindaco di FirenzeDario Nardella che era stato accanto a Renzi in città, regge Massimo Bitonci sindaco leghista diPadova.L' esperienza sembra premiata più delle folate di rivoluzione e Luigi De Magistris scivola in basso. E sitiene in vetta Luigi Brugnaro, sindaco di Venezia, l' uomo senza targhe di partito che ha riacceso unafiammella nel centro­destra, oggi ancora a corto di idee e di candidati per il prossimo voto. Un modelloche il Cavaliere vorrebbe replicare a Roma con Alfio Marchini, ma la presa dei partiti sulla Capitale èancora forte.© RIPRODUZIONE RISERVATA.

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LA GRADUATORIA CITTÀ PER CITTÀ

(*) Eletto per un ulteriore mandato; (**) Per il "consensogiorno elezione" è riportato il dato elettorale del primo turno(nel caso che non ci sia stato ballottaggio) o del ballottaggio;(***) Le amministrative si sono svolte nel 2012, ma nelgennaio 2013 si sono tenute elezioni suppletive in alcunesezioni Fonte: IPR Marketing Il gradimento percentualeottenuto dai sindaci nel Governance poll 2016 a confronto conil risultato ottenuto l' anno scorso e alle elezioni ­ Legenda:?Centrodestra; ?Centrosinistra; ?Lista civica; ?Fdi ­ An; ?M5S.

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IL SONDAGGIO

Vincono il dinamismo e la politica «del fare»

ANTONIO NOTO ­ Cresce il gradimento versouna nuova classe dirigente dei territori. Con lacancellazione delle province e con la spendingreview che ha limitato le capacità di spesa deipresidenti di Regione, è il Comune l' istituzionesentita più vicina dagli italiani. Così, nel bene ene l ma l e , su i sindaci s i concentrano leaspettative e i bisogni degli elettori. Il primocittadino diventa, nell' immaginario collettivo, ilriferimento più importante di intermediazionecon i l Governo. Insomma, una sorta diportavoce delle istanze dell' opinione pubblica,a l q ua l e s i r i c h i edono anche do t i d imanagement, sintesi politica e carattere duro.Se a l ivello nazionale i partit i sono statisostituiti dal leaderismo personale spinto, alivello locale questa tendenza è ancora piùmarcata e il concetto di "un uomo solo alcomando" si addice sempre di più a quello chei cittadini richiedono ai sindaci.Quest i sono a lcun i deg l i e lement i p iùsignificativi che emergono dal Governancepoll, il sondaggio annuale realizzato da IPRMarketing per Il Sole 24 Ore, sul gradimentodegli amministratori delle città capoluogo. Un'indagine che, va precisato,non deve essereconfusa con un' analisi sulle intenzioni di voto, in quanto la valutazione del sindaco in carica vieneeffettuata al di fuori di un contesto competitivo con altri candidati. Quindi le percentuali di gradimentosono assimilabili più al sentiment che non a una previsione di consenso futuro.La domanda sottoposta al campione ha mirato solo a valutare il livello di soddisfazione rispetto all'operato del primo cittadino durante l' ultimo anno, cosa che ­ evidentemente ­ non può essere confusacon le intenzioni di voto vere e proprie.Come valutare i risultati della graduatoria? Se si analizza il giudizio sui primi sindaci in classifica ci siaccorge che tutti detengono in maniera forte quei tratti distintivi che creano il "profilo del buonamministratore" indipendentemente dall' appartenenza politica.Ne è un esempio il primo cittadino di Lecce, Paolo Perrone, che risulta al primo posto. Si tratta di unpersonaggio che, a dispetto dell' estrazione moderata, ha saputo consolidare il proprio gradimentoattraverso un' azione amministrativa basata innanzitutto su un' efficace azione di marketing territoriale,tale da rendere la già "attrezzata" città di Lecce una delle destinazioni principali nel circuito del turismonazionale e internazionale. Lecce si è accreditata sempre di più come "marchio culturale".A seguire, l' amministratore di una delle grandi capitali italiane (e mondiali) della cultura, Venezia.Eletto solo sette mesi fa, Luigi Brugnaro, imprenditore, espressione di liste civiche, gode di un successoriconducibile probabilmente alla determinazione mostrata nei primissimi tempi del mandato conproposte e progetti di rottura con cui si è conquistato tra i suoi concittadini il ruolo dell' uomo "del fare",

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al di là delle critiche.Al terzo posto si colloca il primo cittadino di Pesaro, Matteo Ricci. Una tipologia ancora diversa, perchéincarnazione di quella nuova leva renziana che fa del rinnovamento e del pragmatismo il propriomarchio distintivo. Molto incisivo sul territorio, Ricci ha saputo guadagnare consenso grazie anche allabuona comunicativa e alla costante presenza nel dibattito interno al partito democratico, di cui èvicepresidente.Dunque, dinamismo, sintonia con il territorio e capacità di spaziare con disinvoltura dal dibattito politicolocale a quello nazionale: tre caratteristiche che fanno di qualsiasi amministratore un garante credibile ­anche su livelli istituzionali diversi ­ degli interessi della propria cittadinanza.Direttore di IPR Marketing ©RIPRODUZIONE RISERVATA

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Con i contributi. Le stime del Centro studi Confindustria

Anche in famiglia il conto sale al 55%

Contributi, più imposte dirette, più imposteindirette, totale 54,9 per cento. È questa laquota di reddito che una famiglia italiana,composta da due lavoratori dipendenti e unfiglio in età scolare deve destinare a tasse econtributi. La stima­ si veda il dettaglio nellatabelal qui sotto ­ è stata elaborata dal Centrostudi Conf industr ia e presentata nel lo«Scenar io economico» d i f fuso a metàdicembre.E conferma che la "quota di maggioranza" nonè affatto un' anomalia per l' Erario.Forse qualche famiglia in condizioni analoghea quelle del campione potrebbe avere unapercezione migliore (c' è da dubitarne), ma sequesto accade è perché ­ come spiega il Csc ­la fetta maggiore del prelievo viene effettuatadirettamente con le trattenute in busta paga,«comprese quelle che non vi figurano perché acarico del datore di lavoro».Il calcolo è stato fatto, precisa ancora il Csc,considerando un reddito più alto della mediaitaliana, ma comunque ipotizzando retribuzioninette annue per 37.700 euro, ovvero 2900 euroal mese. Di questa cifra, si stima che 4880euro vadano al pagamento delle imposteindirette sui consumi (Iva e accise) e dei tributi locali, tra tasse sulla casa, bollo auto e tassa rifiuti.© RIPRODUZIONE RISERVATA.

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La spesa raddoppia con le tassePer tabacco, benzina, terreni, viaggi le imposte pesano più di quel che si acquista

MAURO MEAZZA ­ Pagare in tasse più del valore delbene? Succede, più spesso di quanto si pensa. E nonsolo per acquisti di cui è nota la pesantezza fiscale,come carburanti o sigarette, ma anche per voci che siimmaginano meno insidiate. In un immaginario catalogodi spese sulle quali il fisco si riserva la maggioranzapossono infatti comparire anche certificati anagrafici,trasferimenti di proprietà, viaggi aerei e molto altroancora.Casi critici L' ultimo sorpasso riguarda i viaggi aerei, suiqual i la voce «addizionale comunale su i d i r i t t i d 'imbarco» è passata da quest' anno da 6,5 a 9 euro.Poca cosa, ma sufficiente a passare la soglia del 50%nel caso di biglietti low cost. E, secondo le stime delleassociazioni dei consumatori, su un Milano­Roma si puòarrivare a versare più del 67% in tasse. Valore cheriesce a battere persino lo storico prelievo sul tabacco.I viaggi aerei non sono però la miglior prestazione nellacategoria "rincari". Il primato va alle accise sulla birra,che in due anni sono cresciute del 30% e hanno portato(complice l' Iva, nel frattempo passata al 22%) il pesocomplessivo delle imposte al 46% di una bottiglietta da66 cl.Assobirra, associazione degli industriali della birra e del malto, segnala che negli ultimi 12 anni leaccise sono aumentate del 117%, portandoci ai livelli più elevati d' Europa, in un Paese in cui i consumisono tra i più bassi. L' associazione ha lanciato anche la campagna #rivogliolamiabirra, per segnalareche ormai il 46% del boccale se lo bevono le tasse.Ma nulla fa pensare che il fisco voglia allentare la presa.Il caso più critico resta quello delle sigarette elettroniche, con le quali si sta compiendo un curiosoesperimento di autolesionismo fiscale. Molto in sintesi, la vicenda è la seguente: dapprima (anno 2013)si introduce su liquidi e apparecchi, compresi gli accessori, un prelievo del 58,5%, pari a quello per iltabacco; poi (dicembre 2014)un decreto legislativo rivede la tassazione, con un' accisa promessa allametà di quanto grava sulle sigarette; ma l' intento si perde nel fissare le modalità del prelievo, affidato aun complicato criterio basato sulle «modalità di aspirazione», con il quale l' agenzia delle Dogane e deimonopoli detta un' accisa a 3,73 euro su una boccetta di liquido da 10 ml. Nel frattempo (aprile 2015)arrivano una bocciatura dalla Corte costituzionale e una sospensiva del Tar per la tassazione sugliapparecchi e sui liquidi senza nicotina. Non è chiaro? Forse questo lo è di più: secondo dati e stime diAnafe, associazione nazionale dei produttori di fumo elettronico, tra il 2013 e il 2014 hanno chiuso 3.800negozi, le aziende italiane che erano le prime esportatrici d' Europa hanno perso quote importanti dimercato, il gettito che si attendeva di 112 milioni per il 2015 dovrebbe arrivare a 8, a essere ottimisti.I trasferimenti immobiliari Le imposte in misura fissa si fanno sgradevolmente sentire anche neitrasferimenti di proprietà immobiliari. L' imposta di registro, che ha aliquote comprese tra l' 1,5 e il 15%,ha un minimo di mille euro, ai quali vanno aggiunte le imposte ipotecaria e catastale, anch' esse inmisura fissa per un totale di 100 euro. Quindi, se si cede una proprietà immobiliare, una servitù, un

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terreno per un valore sotto i 1.100 euro, alle imposte va la fetta più grossa. Casi non frequenti, certo, manon sono così rari, se si pensa a terreni agricoli o a spazi comuni condominiali.La famiglia media Ref Ricerche ha poi condotto per «Il Sole 24 Ore» un' elaborazione sul paniere Istat,utilizzando i dati di reddito e consumi della famiglia media italiana. composta dai due genitori e da unfiglio minorenne. E l' elaborazione, che ha verificato l' incidenza di accise, Iva e altri oneri parafiscalisugli acquisti, conferma che il fisco di maggioranza è sempre in agguato, anche nelle lettere o neiservizi postali, così come nell' energia elettrica.La tabella qui accanto riporta il valore medio dell' impatto, pari all' 11,5% della spesa mensile, chetradotto sul portafoglio fa una spesa di 283 euro al mese per famiglia. Con buona pace del valore dellapressione fiscale sul Pil, che venerdì scorso ha segnato il 41,4% per il terzo trimestre del 2015, con unaumento dello 0,1 per cento.Per molte delle voci di questa pagina, si potrebbe anche fare 42.Sarebbe già un bello sconto.©RIPRODUZIONE RISERVATA

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Le altre misure. La Stabilità punta anche favorire la moneta elettronica

La manovra rilancia il taglio delle commissioni suiPos

Abbassare il costo dei pagamenti con monetaelettronica per incentivarne l' uso.Ed eventualmente prevedere sanzioni percommercianti e professionisti che non sidotano del Pos. È questo l ' obiettivo delpacchetto di norme inserito nella legge diStabi l i tà 2016, per "controbi lanciare" l 'innalzamento a 3mila euro della soglia per ipagamenti in contante.Innanzitutto, i commercianti e i professionisti,dal 1° gennaio scorso, sono tenuti ad accettarepagamenti non solo con bancomat, ma anchecon carte di credito, tranne «nei casi dioggettiva impossibilità tecnica» (comma 900dell' articolo unico della legge 208/2015).Un obbligo che per ora non è sanzionato inalcun modo. Nel modificare il decreto sullacrescita adottato nel 2012 dal Governo Monti(quello che introduceva l' obbligo del Pos percommercianti e professionisti, ora previsto pertransazioni sopra 30 euro), la Stabilità 2016prevede che con un decreto del ministero delloSviluppo economico possano essere introdottepenalità per chi non si adegua.L' altro tasto dolente sul quale la leggeinterviene è quello dei costi delle transazionicon moneta elettronica: un elemento che ha sempre sollevato le proteste degli esercenti e deiprofessionisti sull' obbligo di installare i Pos.Entro il prossimo 1° febbraio, dunque, il ministero dell' Economia dovrebbe emanare un decreto perpromuovere le operazioni con carte di debito e di credito, anche per i pagamenti sotto 5 euro,assicurando l' applicazione del regolamento Ue 751/2015, che punta proprio a ridurre le commissioniinterbancarie sui pagamenti elettronici. In particolare, il regolamento prevede un tetto massimo allecommissioni interbancarie dello 0,3% del valore dell' operazione per le carte di credito e dello 0,2% perle carte di debito (bancomat). Queste commissioni rappresentano però solo una parte dei costi a caricodei commercianti, perché a queste si vanno ad aggiungere le commissioni sul servizio all' esercente.Il tentativo di tagliare le commissioni sull' uso dei Pos era stato avviato con un provvedimento in vigoredal 29 luglio 2014 (il decreto del Mef 51 del 14 febbraio 2014, in attuazione della manovra «salva­Italia»). Questo Dm, però, non è intervenuto in modo diretto sui criteri e sulle modalità della riduzionedelle commissioni, limitandosi a introdurre obblighi sulla loro pubblicità e confrontabilità.Dal 1° luglio prossimo, poi, l' obbligo di accettare pagamenti elettronici sarà esteso ai parcheggi deiComuni, dove sono presenti apparecchi per controllare la durata della sosta.Infine, la legge di Stabilità conferma che le pubbliche amministrazioni dovranno continuare a versare gli

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emolumenti superiori a mille euro sempre con strumenti telematici. Quindi, ad esempio, nulla cambiaper le pensioni oltre tale importo.© RIPRODUZIONE RISERVATA.

VALENTINA MELIS

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Pagamenti in contante con più flessibilitàIn vigore dal 1° gennaio la soglia a 3mila euro ­ Italia ancora indietro nell' uso dei mezzidi pagamento elettronici

Un orologio di lusso con cassa in ceramica ebrillanti (prezzo: 1.980 euro). Una vacanza di14 giorni sulla Riviera Maya in Messico perdue persone (2.529 euro). Un mobile made inItaly per il bagno, completo di specchio elampada a led (1.492 euro). Che cosa hannoin comune tutte queste cose? Sono alcuni deibeni e servizi che dallo scorso 1° gennaio ­ perchi vuole ­ possono essere pagati anche incontanti. Lo prevede la legge di Stabilità 2016(comma 898), che ha alzato da mille a 3milaeuro la cifra a partire dalla quale è obbligatoriousare mezzi tracciabili (bonifici, assegni,bancomat, carte di credito).Dopo tre riduzioni consecutive ­ che avevanoportato la soglia dai 12.500 euro del 2008 aimille della manovra Monti ­ gli italiani stannosperimentando in quest i g iorni i l pr imoallentamento dei limiti all' utilizzo di contanti,titoli al portatore e libretti di deposito, sempreal portatore. Un allentamento accompagnatoda diverse polemiche sulle possibili ricadutenegative in termini di contrasto all' evasione,ma i cui effetti non appaiono scontati.È un fatto che gli italiani usano i mezzi dipagamento elettronici meno degli altri europei,con una media di 80 operazioni a testa nel 2014. Senza bisogno di scomodare il record degli inglesi(308 operazioni all' anno), anche gli spagnoli ci superano abbastanza nettamente (129 operazioni), esolo i greci sembrano usare la moneta elettronica molto meno di noi (18 operazioni). I dati, però,rivelano anche come i Pos (i dispositivi elettronici che consentono i pagamenti con bancomat o carta dicredito) abbiano una diffusione nel nostro Paese di gran lunga superiore a quella di altri Stati dell' areaeuro (circa 1,9 milioni contro, per fare un esempio, gli 1,3 della Francia). E proprio la moneta elettronicaè diventata negli ultimi dieci anni il principale strumento di pagamento alternativo al contante: ben seitransazioni su dieci avvengono con carte di pagamento, mentre è diventato sempre più marginale ilricorso agli assegni.Al di là dei numeri, è difficile contestare che ci sia una correlazione tra uso del contante ed economiasommersa. Lo dice chiaramente anche l' Unità di informazione finanziaria (Uif) di Bankitalia, secondocui il contante «è unanimemente considerato un importante fattore di rischio sotto il profilo delriciclaggio». E questo perché il denaro liquido è «uno dei principali strumenti di pagamento attraverso ilquale l' economia informale, sommersa e illegale, riesce a veicolare i propri profitti nell' economialegale».Gli stessi ispettori di Bankitalia, però, ammettono che c' è una domanda "fisiologica" di contante che non

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va confusa con quelle derivante dalle attività criminali. E del resto non è detto che i divieti sianosufficienti a fermare chi vuol fare acquisti in contanti per spendere il denaro guadagnato con l' evasionefiscale. A maggior ragione se si pensa a quanto sia raro essere multati per violazioni del limite nell' usodel denaro.Tra l' altro, una connessione diretta tra contante ed evasione non è mai stata dimostrata. Anche perquesto chi ha difeso l' innalzalmento della soglia ha tenuto a escludere un indebolimento nella lotta a chinon è leale con il fisco. Piuttosto è una misura che cerca di andare nella direzione di "accompagnare"una maggiore propensione alla spesa delle famiglie in modo da contribuire al rafforzamento dellafiducia.Resta, invece, aperto il capitolo della tracciabilità a cui è stato dedicato un intero decreto attuativo delladelega fiscale. L' estensione della fattura elettronica oltre l' attuale obbligo con le Pa e rimettere manoall' obbligatorietà del Pos (si veda l' articolo in basso a destra) possono rappresentare un contributo inquesta direzione. Anche se poi la qualità dei dati che arrivano nei database dell' Anagrafe tributaria e laconcreta possibilità di incrociarli è tutta un' altra storia.© RIPRODUZIONE RISERVATA.

CRISTIANO DELL' OSTEGIOVANNI PARENTE

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Garante per la privacy. Pesa la notorietà dei soggetti

Dati più aggiornati per poter conciliare notizie eriservatezza

Approccio pragmatico anche da parte delGarante per la protezione dei dati personali,che stringe le maglie sul diritto all' oblio.L' interesse pubblico alla conoscibilità dellenotizie va valutato caso per caso. Non basta iltrascorrere di un adeguato numero di anni dalfatto per accogliere le richieste di rimozionedegli utenti. A pagare lo scotto più alto sono lepersone che ricoprono incarichi o professionipubblici, come po l i t ic i , a l t i dirigenti de l lapubblica amministrazione, imprend i to r i eprofessionisti.Per loro i tempi de l d i r i t to a l l ' ob l io s iallungano.In applicazione delle citate Linee guida delData protection working party del 26 novembre2014 (WP29) , anche i l Garante per laprotezione dei dati personali conferma che ilruolo svolto dall' interessato nella vita pubblicagiustifica la permanenza della notizia on line,ma soltanto nei casi in cui la sua diffusioneserva a preservare la collettività da condotteprofessionali o pubbliche improprie.Nel caso ad esempio di inchieste giudiziarieancora in corso, il fatto che siano trascorsioltre quattro anni dall' evento non fa veniremeno il pubblico interesse (così da ultimo provvedimento del 17 settembre 2015 n. 484).Però se il caso è isolato, la condotta è di minima rilevanza e l' inchiesta si è conclusa da circa sette anni,anche se si tratta di personaggio pubblico, i l Garante può ordinare ai motori di ricerca ladeindicizzazione della notizia (provvedimento del 25 giugno 2015 n. 384).Se la rimozione dei contenuti si scontra con la persistenza dell' interesse pubblico alla sua conoscenza,il Garante apre la strada anche all' aggiornamento delle notizie da parte dei quotidiani on line chedevono predisporre sistemi idonei a garantire l' esistenza degli sviluppi delle notizie, soprattutto serelative alla cronaca giudiziaria (provvedimento del 23 luglio 2015 n. 444).Per tutelare la sopravvivenza degli archivi storici dei quotidiani digitali, senza pregiudicare il diritto all'immagine degli interessati, tra le misure ritenute idonee alla deindicizzazione della notizia, ladisabilitazione dell' accesso ai contenuti mediante l' interrogazione dei comuni motori di ricercaattraverso la compilazione del cosiddetto file "robots.txt", previsto dal cosiddetto Robots exclusionprotocol, (provvedimento del 2 luglio 2015 n. 400).Tutte misure tecniche in grado ­ secondo il Garante ­ di bilanciare i due interessi contrapposti.Una soluzione resa necessaria dalla difficoltà di superare i problemi attuativi emersi dopo la sentenzadella Corte di giustizia Ue del 13 maggio 2014 che ha già portato a oltre 50 casi discussi davanti al

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Garante per la protezione dei dati personali, dopo il mancato accoglimento delle richieste dideindicizzazione da parte di Google.© RIPRODUZIONE RISERVATA.

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Urbanistica. Definizioni e calcoli diversi da un Comune all' altro

Le differenze locali sulla superficie pesano sui lavoriGli effetti per nuovi edifici e ristrutturazioni

GUIDO INZAGHI ­ In teoria la superficie dellecostruzioni è un parametro edilizio abbastanzasemplice da calcolare, nei fatti, invece, è unparametro disomogeno, che cambia daComune a Comune.Ai sensi dell' articolo 4 del Testo unico dell'edilizia (Dpr n.380/2001), ciascuno degli 8mila Comunipresenti in Italia può disciplinare le modalitàcostruttive applicabili al proprio territorio.Ogn i Comune , qu ind i , è do ta to d i unregolamento edilizio, mediante il quale, inpara l le lo con lo s t rumento urbanis t icocomunale, vengono tra l' altro disciplinate lemodalità di calcolo della superficie e/o delvolume delle costruzioni. Ad ogni Comunecorrisponde pertanto una determinata modalitàdi calcolo della superficie, spesso anchelargamente diversa da quella prevista in altriterritori comunali.La f rammentaz ione è anche d i l i ve l lonominalistico, in quanto i Comuni, ai fini delladeterminazione delle superfici degli immobili,utilizzano definizioni tra loro disomogenee (ecosì si parla di superficie lorda di pavimento,di superficie utile lorda o, ancora, di superficieabitabile lorda).Le conseguenze Le differenze possono avere implicazioni molto concrete.In primo luogo, mediante la definizione della superficie, il Comune all' atto pratico disciplina qualispecifiche porzioni degli immobili sono ricomprese nella complessiva capacità edificatoria ammessadallo strumento urbanistico comunale e quali superfici rappresentano, invece, porzioni liberamenterealizzabili, in quanto escluse nel conteggio di questa capacità massima.Le esclusioni possono, ad esempio, riguardare gli spazi aperti (balconi o terrazze), gli spazi dicollegamento verticale (vani scala e ascensori) o, ancora, i vani sottotetto e i piani interrati eseminterrati.Così, a parità di capacità edificatoria, le edificazioni possono avere una conformazione ed unaarticolazione diversa a seconda che ci si trovi in uno o nell' altro dei Comuni d' Italia.Questo ha inoltre una diretta incidenza rispetto al valore degli immobili, atteso che le superficirealizzabili, ma escluse dal conteggio della volumetria complessivamente ammessa, possono essereoggetto di compravendita e hanno una determinata valutazione nel mercato immobiliare.Inoltre, le diverse modalità di calcolo delle superfici tra i Comuni rilevano non solo in caso di nuovacostruzione, ma anche nel caso di interventi sugli edificati esistenti: le modalità di conteggio possono

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infatti incidere anche riguardo alla verifica della superficie esistente e di quella recuperabile.A Milano, Roma e Napoli Queste diversità ostacolano l' attività dei professionisti del settore, i quali sonocostretti ad adeguare l' attività di progettazione alle peculiarità dei singoli territori in cui, di volta in volta,operano.Un caso significativo delle peculiarità presenti nei regolamenti comunali è quello di Milano, dove siprevede che, tra l' altro, siano esclusi dal conteggio della superficie lorda di pavimento gli spazi perattività comuni di pertinenza dell' intero edificio (quali ad esempio eventuali locali per il fitness, salecomuni ricreative e di riunione), entro determinati limiti e a condizione che questi spazi siano individuaticon atto d' asservimento trascritto e da citare negli atti di compravendita.A Roma, tra le altre esclusioni, rilevano i locali completamente interrati o emergenti fuori terra non oltre0,80 metri e destinati a funzioni accessorie asservite alle unità immobiliari, quali cantine e depositi.A Napoli, invece non generano volume i vani scala, ma per la sola parte emergente dalla linea digronda o dalla copertura dell' edificio.Il regolamento unico Il legislatore, con il Dl n. 133/2014 (Sblocca Italia), ha posto le basi per rimediare aqueste frammentazioni. La legge, in vigore dal 12 novembre 2014, ha previsto infatti che il Governo, leregioni e le autonomie locali, al fine di uniformare le norme edilizie, concludano accordi o intese volti all'adozione di uno schema di regolamento edilizio­tipo, che costituirà il riferimento unico per tutti i Comuni.Al momento i lavori per la redazione dello schema di regolamento­tipo sono ancora in corso e, alla lucedelle possibili favorevoli ricadute sul settore, ci si augura che siano conclusi a breve.©RIPRODUZIONE RISERVATA

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Le misure. Lombardia tra le più generose

Per gli immobili ad alta efficienza i calcoli sono«soft»

Anche le normative edilizie sull' efficienzaenergetica impattano sul calcolo dei volumiedificabili. La consistenza reale di un edificatoviene, infatti, influenzata anche dalle disciplinenazionali e regionali che, al fine di favorire losv i luppo d i immobi l i ad a l ta ef f ic ienzaenergetica, introducono modalità premiali peril conteggio delle superfici e dei volumi.A livello nazionale, il legislatore, con il Dlgs102 / 2014 i n a t t u a z i one de l l a direttiva2012/27/Ue, ha previsto una serie di incentivia l l a r e a l i z z a z i o n e d i n u o v i e d i f i c ienerg icamente e f f i c ien t i , nonché a l lar iqual i f icazione energet ica degl i edif ic iesistenti, tra i quali la possibilità di derogare ­entro certi limiti ­ alle normative nazionali,regionali e comunali inerenti alle distanzeminime tra edifici, alle distanze dai confini ealle distanze di protezione del nastro stradale.L ' obiet t ivo di r isparmio energet ico cuiconcorrono le misure del decreto, consistenella riduzione, entro il 2020, di 20 milioni ditonnellate equivalenti di petrolio dei consumi dienergia primaria. Al raggiungimento di questoobiett ivo, possono concorrere anche leRegioni, con il coinvolgimento degli enti locali,attuando i propri strumenti di programmazione energetica.Di conseguenza molte Regioni hanno adottato misure per incentivare l' efficienza energetica deifabbricati.Tra le varie normative regionali oggi esistenti, merita di essere segnalata la riforma introdotta dallaRegione Lombardia. Con legge 10 novembre 2015, n. 38, la Lombardia ha previsto, tra l' altro, che negliinterventi di manutenzione straordinaria, restauro e ristrutturazione edilizia che consentano diraggiungere una riduzione superiore al 10% dell' indice di prestazione energetica dettato dalla Regione,così come nelle nuove costruzioni ricadenti nel tessuto urbano consolidato che raggiungono unariduzione superiore al 20% rispetto all' indice, la superficie lorda di pavimento, i volumi e i rapporti dicopertura dell' unità immobiliare o dell' edificio sono da calcolare al netto dei muri perimetrali, portanti edi tamponamento, nonché dei solai che costituiscono l' involucro dell' edificio.Per gli interventi di nuova costruzione esterni al tessuto consolidato sono previsti obiettivi di riduzioneancor più marcati.A parità di capacità edificatoria, nuovi interventi che garantiscano il raggiungimento di queste soglie dirisparmio energetico, potranno dunque avere consistenza effettiva maggiore rispetto ad interventi diminore efficienza.

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Ma anche negli interventi sull' esistente ­ compresi quelli minori di manutenzione straordinaria erisanamento conservativo (di per sé gratuiti) che assicurino il conseguimento degli obiettivi di efficienzaenergetica dettati dalla Regione ­ le superfici pari all' ingombro dell' involucro edilizio (che nei fabbricatidi antica formazione hanno rilevante estensione) potranno essere aggiunte agli spazi abitabili, secondole destinazioni più appetite dal mercato.©RIPRODUZIONE RISERVATA

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Fase transitoria. Dopo l' inserimento del dato nelle visure delle unità ordinarie

La tassa rifiuti insegue ancora l' 80% della metraturacatastale

Da novembre scorso nella visura catastale diun immobile compare anche la superficiecatastale espressa in metri quadrati. Ma ilnuovo parametro rischia di creare confusione.Infatti nonostante il comunicato dell' Agenziadel 9 novembre spieghi che la superficiecatastale sia utile «ai fini Tari, per consentire aicittadini di verificare con facilità la baseimponibile utilizzata per il calcolo della tassarifiuti», nei fatti il parametro che si applica peril calcolo di questa tassa è ancora quello dellasuperficie calpestabile.Sono dieci anni che il legislatore prova aindividuare quale superficie imponibile minimaproprio l ' 80% per cento della superficiecatastale. Il primo intervento normativo si èavuto con l' articolo 1, comma 340 della leggen. 311/2004 con il quale si disponeva che adecorrere dal 1° gennaio 2005 per gli immobilia dest inaz ione ord inar ia la super f ic ieimponibile non poteva «in ogni caso» essereinferiore all' 80% della superficie catastaledeterminata secondo i criteri dettati dal Dprn.138/1998. Nel 2006 questo criterio è statoesteso anche alla Tia.Si arriva così alla Tares disciplinata dal Dl n.201/2011 che prevedeva l' imposizione sulla base della superficie calpestabile, almeno fino all'attivazione delle procedure di allineamento tra i dati catastali relativi alle unità immobiliari a destinazioneordinaria e i dati riguardanti la toponomastica e la numerazione civica interna ed esterna di ciascuncomune, «al fine di addivenire alla determinazione della superficie assoggettabile al tributo pari all' 80per cento di quella catastale».Identica disciplina è prevista anche per la Tari, di cui alla legge n. 147/2013. Il comma 645 prevede peròche il passaggio dalla superficie calpestabile alla superficie catastale si avrà a decorrere dal 1° gennaiosuccessivo alla data di emanazione del provvedimento del Direttore dall' agenzia delleEntrate con ilquale si attesta l' avvenuto allineamento tra i dati catastali e la numerazione civica. Ma l' allineamento adoggi non è ancora avvenuto, e quindi dopo dieci anni la superficie catastale non può essere utilizzataordinariamente come metro di misura per l' applicazione della tassa rifiuti, ma solo dal Comune in sededi accertamento.La pubblicazione della superficie catastale in visura rischia di creare ancora più confusione, perché èstata pubblicata sia quella totale che quella al netto delle aree scoperte.Nella nota delle Entrate si precisa che: «Si intendono escluse le superfici di balconi, terrazzi e areescoperte pertinenziali e accessorie, comunicanti o non comunicanti» e si fa riferimento al provvedimento

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del direttore dell' agenzia delle Entrate del 29 marzo 2013, provvedimento questo emanato per dareattuazione alle disposizioni previste per la Tares e che prevede proprio l' indicazione della superficie alnetto di quella relativa ai balconi, terrazzi e aree scoperte pertinenziali e accessorie, comunicanti o noncomunicanti.In realtà questa previsione sembra confliggere con la normativa primaria che impone di considerare l'80% della superficie catastale, quantificata con i criteri indicati nell' allegato C del Dpr n. 138/1998, inbase ai quali le superficie pertinenziali vanno considerate in percentuale, come nel caso dei balconi chevanno computati al 30% se di superficie non superiore a 25 metri. Da un lato, quindi in visura appare lasuperficie catastale al netto dei balconi; dall' altro, la normativa primaria impone di considerare lasuperfice catastale che comprende una quota­parte dei balconi.© RIPRODUZIONE RISERVATA.

PASQUALE MIRTO

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Imposte locali/1. Risolto il nodo della contabilizzazione nei bilanci di previsione

L' addizionale Irpef «conta» anche gli importiaccertatiAmmesse tra le entrate le contestazioni non riscosse

I Comuni potranno contabilizzare l' addizionalecomunale al l ' Irpef ne l bilancio d i previsione2016, oltre che per cassa, anche per l' importoaccertato nell' anno 2014, però entro il limitedeterminato dalla somma delle riscossioni inconto competenza realizzate nell' anno 2014 edelle riscossioni in conto residui realizzate nell'anno 2015. La soluzione al problema (comeanticipato sul Quotidiano degli enti locali e Padel 7 gennaio) è stata condivisa nell' ultimariunione dell' anno della commissione Arconet,il cui resoconto è stato pubblicato nei giorniscorsi.La ques t ione s i è aper ta su i bilanci d iprevisione 2016 dopo che il terzo decretocorrettivo dell' armonizzazione (Dm Economiadel 1 dicembre 2015) ha modificato da quest'anno il principio della competenza finanziariapotenziata (punto 3.7.5), nella parte ched isc ip l ina l ' accer tamento de l le entratetributarie riscosse per autoliquidazione deicontribuenti. Per queste entrate, in particolare,è stata tolta la possibilità di fare riferimento alvalore stimato dal Dipartimento delle Finanzeattraverso il portale del federalismo fiscale,limitando quindi l' accertamento all' importodelle riscossioni realizzate entro la chiusura del rendiconto e, comunque, entro la scadenza prevista perl' approvazione dello stesso. Il termine del 30 aprile dell' anno successivo è compatibile per tributiriscossi per autoliquidazione del contribuente come Imu e Tasi, mentre non lo è per l' addizionalecomunale all' Irpef, che vede affluire le riscossioni anche oltre il termine del rendiconto.La soluzione, predisposta con il contributo della Ragioneria generale dello Stato, dell' Anci e delDipartimento delle Finanze, prevede l' inserimento nello stesso principio della competenza finanziariaconcernente l' accertamento delle entrate tributarie riscosse per autoliquidazione del contribuente, di unnuovo punto, diretto a consentire l' accertamento dell' addizionale comunale Irpef, oltre che per cassa,anche sulla base delle entrate accertate nell' esercizio finanziario del secondo anno precedente quellodi riferimento, purché non superiore alla somma degli incassi in conto residui e in conto competenzarispettivamente dell' anno precedente e del secondo anno precedente quello di riferimento.Seguirà, alla prima riunione di gennaio della Commissione, la modifica definitiva del principio secondole modalità già condivise, a cui farà seguito come di consueto la formalizzazione in un decretocorrettivo.

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L' addizionale comunale Irpef sarà quindi l' unica entrata per autoliquidazione dei contribuenti che alladata di chiusura del rendiconto potrà presentare residui attivi ancora non riscossi, che saranno destinatiad azzerarsi entro fine anno e per questo non dovrebbe essere necessario l' accantonamento a fondocrediti di dubbia esigibilità. Le somme in conto residui eventualmente non incassate entro il termine dell'esercizio successivo dovranno rappresentare una minore entrata nel rendiconto. Ovviamente ènecessario che gli uffici preposti agli incassi effettuino una corretta contabilizzazione delle somme cheaffluiscono in tesoreria distinguendo i valori riferiti alla competenza e quelli riferiti ai residui.Non cambia nulla, invece, per il resto delle entrate riscosse per autoliquidazione del contribuente comeImu e Tasi che non risultano interessate dalla modifica.© RIPRODUZIONE RISERVATA.

PATRIZIA RUFFINI

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Legge di Stabilità. Per somme inutilizzate

Per i contratti sanatoria ampliata dalla manovra

ARTURO BIANCO ­ I risparmi derivanti dallamancata integrale utilizzazione delle sommedes t i n a b i l i a l l e a s s un z i o n i a t empoindeterminato di personale possono essereutilizzati dalle Regioni e d a g l i enti localiv i r t uos i pe r i l r ecupe ro de l l e sommeillegittimamente inserite nel fondo per lacontrattazione decentrata.Al lo stesso f ine possono essere ancheutilizzati i risparmi realizzati attraverso larazionalizzazione della struttura organizzativa.Sono queste le limitate nel numero, ma assaiimportanti come opportunità, novità contenutein materia di sanatoria della contrattazionecollettiva decentrata integrativa dalla legge diStabilità 2016 (legge 208/15). Nel corso dell'esame parlamentare si erano ipotizzatenumerose ul ter ior i modif iche (anche dichiarimento dei dubbi interpretativi esistentiquanto meno per la città di Roma) ma ancorau n a v o l t a l e p r o p o s t e n o n s i s o n oconcretizzate.La normativa preesistente Ricordiamo lanormativa: il comma 1 dell' articolo 4 del Dl16/2014 impone agli enti che hanno inseritos omme n on d o v u t e n e i f o n d i p e r l acontrattazione decentrata di effettuare il recupero entro lo stesso numero di anni in cui tali illegittimitàhanno prodotto i propri effetti.Questo recupero viene ordinariamente effettuato tramite gli stessi fondi, quindi prelevando una partedelle risorse stanziate. Esso può essere inoltre effettuato attraverso il taglio dei dirigenti e dei dipendentiin servizio; per le Regioni nella misura massima del 20% dei dirigenti e del 10% del personale, mentreper gli enti locali in modo da restare entro i parametri di rapporto tra dipendenti e popolazione fissati dalministero dell' Interno per le amministrazioni dissestate.Per raggiungere questo scopo si può, fino al 31 dicembre 2016, utilizzare anche lo strumento delprepensionamento dei dipendenti e dirigenti che erano in possesso dei requisiti per essere collocati inquiescenza prima della legge Fornero. Il recupero può inoltre, per le amministrazioni che hannorispettato il patto di stabilità, essere effettuato utilizzando integralmente i risparmi derivanti dai piani dirazionalizzazione e contenimento dei costi previsti dall' articolo 16 del Dl 98/2011.La legge di Stabilità In base al comma 226 della legge di Stabilità 2016, anche le risorse risparmiatedando applicazione alle misure di razionalizzazione della dirigenza e attraverso i risparmi conseguiticon la non utilizzazione delle risorse destinabili a nuove assunzioni di personale possono esseredestinate al recupero delle somme illegittimamente inserite nei fondi per la contrattazione decentrata.Per la quantificazione dei risparmi che si realizzano sulle somme che possono essere destinate alleassunzioni non vi sono problemi: il tetto è fissato dalla normativa in misura precisa. La stessa legge di

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Stabilità lo fissa per il triennio 2016/2018 nel 25% del costo dei cessati. Invece, la quantificazione deirisparmi derivanti dall' utilizzazione delle misure di risparmio è quanto mai incerta: in questi casi siamoinfatti generalmente in presenza di misure che non producono risparmi effettivi, ma diminuiscono lespese potenziali. Ad esempio: se il Comune taglia un posto vacante di dirigente, assegnando i relativicompiti al dirigente dell' avvocatura, come si quantificano i risparmi? Si può far riferimento a quelliaggiuntivi che si sarebbero determinati a seguito della copertura di tale posto e, quindi, qualificarecome risparmi i mancati oneri aggiuntivi?Per l' utilizzazione di questa opportunità è richiesta una condizione ed è previsto il rispetto di un precisoobbligo procedurale. Il vincolo è che l' ente deve avere «conseguito gli obiettivi di finanza pubblica». Laformulazione è generica, ma sembra comprendere sia il patto di stabilità sia, a partire da quest' anno,anche i vincoli di bilancio, nonché il tetto alla spesa del personale. L' obbligo procedurale è costituitodall' intervento del collegio dei revisori dei conti, chiamato a certificare la misura dei risparmi che sonostati conseguiti e, anche se non espressamente previsto, la loro provenienza dalla applicazione dellemisure di razionalizzazione previste dalla normativa.©RIPRODUZIONE RISERVATA

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Imposte locali/2. Dall' Ambiente una bozza per unificare i sistemi di tariffazione

Regolamento in vista per il calcolo della Tari

PASQUALE MIRTO ­ Per ora è solo unabozza, ma se l' impostazione finale dovesserimanere questa, il regolamento ministerialeche stabilisce i criteri per poter applicare laTari puntuale renderebbe di fatto illegittima lamaggior par te de i s is temi d i tariffazionepuntuale oggi applicati dai Comuni e dai lorogestori.A causa del vuoto normativo che si protrae daanni, ogni gestore si è scritto un propriosistema e ciò ha portato a livelli di tariffazionesignif icativamente diversi da Comune aComune. Peraltro, nella generalità dei casi, lemetodologie adottate si basano principalmentesu sistemi di misurazione presuntivi e quindimolto lontani dal realizzare una forma dip r e l i e v o c h e a b b i a q u e l m i n i m o d icorrispettività che giustifica l' applicazione dell'Iva. Basta rileggere i principi enunciati dallaCorte Costituzionale nella sentenza 238/2009,che ha dichiarato la Tia un tributo, per capireche in realtà difficilmente si potrà arrivare asistemi che autorizzano un prelievo di naturacorrispettiva, visto che all' utente non è datacomunque la possibilità di sganciarsi dalservizio pubbl ico e che esiste una quotasignificativa di servizi indivisibili.Quanto alla Tari, il comma 667 della legge 147/2013 prevedeva l' emanazione entro il 1° luglio 2014 diun decreto per definire i «sistemi di gestione caratterizzati dall' utilizzo di correttivi ai criteri diripartizione del costo» finalizzati ad attuare un modello di tariffa commisurata al servizio reso. In altritermini, in assenza di veri e propri sistemi di misurazione di tutti i rifiuti conferiti, il legislatore ha previstola possibilità di adottare metodologie che attraverso stime dei rifiuti conferiti autorizzano comunque l'applicazione della Tari corrispettiva, incassata direttamente dal gestore.Dopo due anni e mezzo, il ministero dell' Ambiente ha prodotto una bozza del regolamento chesicuramente avrà il pregio di mettere ordine nella confusione applicativa attuale, anche se in realtàautorizza l' utilizzo della Tari corrispettivo anche con la sola misurazione del rifiuto indifferenziato, chepotrà essere effettuata con pesatura o con il sistema dello svuotamento "vuoto per pieno", considerandopresuntivamente che a volumi di 100 litri corrispondono 8­12 kg di rifiuti.Il regolamento è molto importante perché correttamente detta criteri di addebito della parte variabiledella tariffa rifiuti esclusivamente collegati alla quantità di rifiuti conferiti, contrariamente ai sistemi oggiin uso che sono di natura mista: infatti addebitano la quota variabile della tariffa in parte in base a unquantitativo presuntivo di conferimento minimo "obbligatorio" e in parte in base ai rifiuti effettivamenteconferiti, sistemi questi che ovviamente di corrispettivo hanno ben poco.Altra novità importante è che la quota fissa della tariffa dovrebbe continuare a rimanere collegata alla

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superficie occupata dall' utenza, sia essa domestica che non domestica. Anche in questo caso vengonomessi in discussione i sistemi oggi in uso in diverse realtà territoriali che prevedono per le utenze nondomestiche il riferimento a classi di superfici e non alla superficie effettiva.©RIPRODUZIONE RISERVATA

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L' ANALISI

Una riforma contraddittoria sulla gestione d'ambito

Le bozze del decreto legislativo emanato inattuazione dell' articolo 19 della legge Madia, ètitolato, forse un po' troppo pomposamente,"Testo unico sui servizi pubb l i c i locali d iinteresse economico generale", dal momentoche in realtà si limita a dare un inquadramentodi carattere generale alla materia, che continuaa vivere ­ giustamente ­ di normative settoriali.Esse prevedono, comunque, alcune importantinovità, meritevol i di approfondimento eriflessione: una riguarda il ciclo dei rifiuti ed ingenerale le politiche di ambito. L' articolo 14ritorna sul tema degli ambiti territoriali ottimali,ribadendo che essi riguardano i servizi a retee che la competenza nella loro definizione èregionale, con la curiosità che, e solo «se nondiversamente previsto dalla legislazioneregionale», nel caso in cui la superficie dell'Ato corrisponda alla città metropolitana debbaessere questa a svolgerne le funzioni.L' articolo 15 precisa che, entro 180 giornidalla emanazione del decreto, le Regionidevono provvedere al la def inizione delp e r i m e t r o d e g l i am b i t i . I n c a s o d iinadempienza dovrà provvedere il Consigliodei ministri, previa diffida. Niente di nuovo: difatto si tratta di una proroga di termini già scaduti, che ripete percorsi già dimostratisi inefficaci, vistoche non ci sono, nuove sanzioni in concreto esercitabili. La verità è che sarebbe stato necessariointrodurre penalizzazioni automatiche, le sole che potrebbero funzionare. Stiano dunque tranquille leRegioni.Vedremo, invece come funzioneranno le altre due previsioni dell' articolo. Il comma 3 attribuisce alpresidente della Regione la possibilità di superare le resistenze dei Comuni nella loro adesione alleautorità di ambito, e di quanto al comma 4, che permette a tali enti di deliberare «senza necessità diulteriori deliberazioni, preventive o successive, da parte degli organi degli enti locali».Se la Regione si muove, in altre parole, l' impulso all' attuazione degli affidamenti di Ato è forte, ma sequesta non lo fa, per scelta o per "pigrizia", saremo alle solite.Il diavolo, per riprendere il vecchio detto inglese, si annida altrove, ovvero nell' articolo 7, che mira alcuore della Tari e quindi della gestione dei rifiuti. A chiunque «dimostri di avere avviato i rifiuti allagestione, mediante attestazione rilasciata dal soggetto che effettua l' attività di gestione stessa, la Tari èapplicata unicamente per le eventuali componenti accessorie effettivamente prestate e contabilmenteseparate che non siano già altrimenti remunerate». In pratica crolla l' idea stessa di tariffa, dal momentoche ognuno di noi potrà farsi attestare che porta i rifiuti da qualche parte (magari continuando a gettarnebuona parte nel cassonetto del gestore di ambito).Ancora «l' introduzione, la conservazione o il rinnovo di diritti speciali o esclusivi negli atti di qualunque

11 gennaio 2016Pagina 26 Il Sole 24 Ore

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genere adottati dagli enti competenti è consentita solo ove risulti necessaria al perseguimento dellamissione di interesse generale affidata, sotto il profilo della prestazione del servizio in condizioni diequilibrio, della tutela dell' ambiente, della salute e dell' ordine pubblico». Una guerra quasipermanente, per limitarli al massimo, e questo con due effetti. Il primo è quello di consentire l' esodo di"produttori" più consapevoli (le imprese ed in generale quelli che pagano di più) dall' area del serviziopubblico integrato, con inevitabili ripercussioni sulle fasce più deboli ed uno spostamento sulle utenzedomestiche, con loro sensibile aumento. Come può questo conciliarsi con la natura di tributo della Tari?L' altro tema, ancora più delicato, riguarda il fatto che questa sostanziale deregulation delle fasce piùprofittevoli del settore, è in sostanziale e profonda contraddizione con il percorso di regolazione a livellodi ambito intrapresa finora e, paradossalmente, tuttora, almeno a giudicare altri articoli del decreto.©RIPRODUZIONE RISERVATA

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