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Ufficio stampa Rassegna stampa mercoledì 13 giugno 2012 Pagina 1 di 25

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Ufficio stampa

Rassegna stampamercoledì 13 giugno 2012

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Il Resto del Carlino Bologna

Corriere di Bologna

La Repubblica Bologna

Il Sole 24 Ore

Italia Oggi

INDICE

La vedova nera resta dentro13/06/12 Cronaca 3

«Il bar Magic non è della Casa del popolo»13/06/12 Cronaca 4

Tradizioni e spettacoli fanno bella Anzola13/06/12 Cronaca 5

Per il gip restano in carcere gli assassini di Anzola13/06/12 Cronaca 6

Bologna.it13/06/12 Cronaca 7

«AIUTI PER DARE CONTINUITA' ALLA PRODUZIONE»13/06/12 Economia e Lavoro, Pubblica amministrazione 8

«Senza aiuti me ne vado»13/06/12 Economia e Lavoro, Pubblica amministrazione 9

«Servono vere misure d’emergenza»13/06/12 Economia e Lavoro, Pubblica amministrazione 10

«DOBBIAMO RIPARTIRE IL CLIENTE NON ASPETTA»13/06/12 Economia e Lavoro, Pubblica amministrazione 11

«Perso il 70% dell’attività»13/06/12 Economia e Lavoro, Pubblica amministrazione 12

L’Imu prima del cambio? Un sudoku13/06/12 Pubblica amministrazione 13

Le variazioni catastali cambiano l’Imu13/06/12 Pubblica amministrazione 14

La «quota erariale» complica gli sconti locali e il saldo 201213/06/12 Pubblica amministrazione 16

Dal 2013 ai Comuni l’imposta sulle case13/06/12 Pubblica amministrazione 17

BUROCRAZIA, RICORSI E POLITICA i CONCORSI RESTANO SULLA CARTA13/06/12 Pubblica amministrazione 18

Ricostruzione post-terremoto, idee di sette giovani professionisti in Campania13/06/12 Infrastrutture, viabilità, trasporti, Pubblica amministrazione 19

Condono fiscale per tutti i terremotati13/06/12 Pubblica amministrazione 20

Tre voti di fiducia sul ddl anti-corruzione13/06/12 Pubblica amministrazione 21

Mini-enti, matrimoni senza strappi13/06/12 Pubblica amministrazione 22

Delrio: verso la proroga dei bilanci al 31 agosto13/06/12 Pubblica amministrazione 23

Aree edificabili, conta il mercato13/06/12 Pubblica amministrazione 24

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DEUTTO RC,177: L'ACCUSA AI TRE E DI AVER UCCISO IL MARITO DELLA DONNA

La vedova nera resta dentro Il gip lascia in carcere Sonia Bracciale, l'amante e il complice RESTA in carcere lei, la presunta man-dante, e restano in carcere pure loro, gli esecutori materiali del pestaggio sfociato in omicidio. Il trio accusato del delitto di Dino Reatti, artigiano di 48 anni ammaz-zato a sprangate nel cortile del suo casola-re di campagna ad Anzola Emilia, nella Bassa, non uscirà dalla Dozza. L'ha deciso ieri il giudice per le indagini preliminari Bruno Perla, che ha convali-dato i fermi della moglie della vittima, Sonia Bracciale, 44 anni, del nuovo com-pagno di lei, Thomas Sanna, 35, e dell'amico Giuseppe Trombetta, 40, Co-me chiesto dal pm Rossella Poggioli, il gip ha disposto per i tre la custodia caute-lare in carcere.

SONO ACCUSATI di concorso in omi-cidio volontario, per ora il magistrato non contesta la premeditazione. Il delit-to è avvenuto nella notte tra giovedì e ve-nerdì: Sauna e Trombetta hanno aspetta-

to che Reatti tornasse a casa e, al suo arri-vo, VC150 l'una e mezza, l'hanno aggredi-to. L'artigiano, un omone grande e gros-so, ha reagito colpendo al naso Trombet-ta e a quel punto la violenza degli aggres-sori è degenerata. I due hanno pestato a

LA RWOSTRUSIONE Le avrebbe istigato i due uomini a dare una Lezione atta vittima ma it pestaggio si è rivetato mortate

sangue Reatti con le spranghe, fracassan-dogli il cranio, la mandibola e provocan-dogli numerose lesioni interne. L'uomo è morto due ore dopo al Maggiore. Secondo la Procura i due uomini, plagia-ti dalla personalità di Sonia Bracciale, hanno agito su sua istigazione. Lei, che si stava separando da Reatti, provava for-

te rancore verso il marito. L'aveva denun-ciato per minacce e lesioni e l'accusava di continue vessazioni. Per questo, stando alle accuse, avrebbe organizzato assieme a Sauna e Trombetta la spedizione puni-tiva, che doveva servire solo a dare una lezione all'artigiano, «Non volevamo uc-ciderlo — hanno spiegato i due aggresso-ri — la situazione ci è sfuggita di mano».

NELL'INTERROGATORIO di ieri, Trombetta ha confermato che Sonia non solo sapeva tutto, ma aveva anche pianifi-cato il pestaggio assieme a loro. Anche Trombetta, come Sanna, era innamorato di quella donna tuttora attraente. E lei, la presunta mandante? Si è chiusa in un ostinato silenzio. Ha taciuto davan-ti a pm e carabinieri nella lunga notte ter-minata con il fermo e ha taciuto alcuni giorni dopo davanti al giudice. Un muro finora impenetrabile.

g. d.

PIANO CRIMINALE Sonia Bracciale, 44 anni, e i due presunti complici Thomas Sanna (sopra),

il compagno di 35 anni, e Giuseppe Trombetta, 40

anni, amico dei due

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press LITE

il Resto del Carlino

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A N SO LA

«11 bar Magic non è della Casa del popolo» LA COOP Casa del Popolo di Anzola interviene circa la chiusura del bar Magic di via Goldoni, disposta dal questore per dieci giorni. «Mi preme precisare — spie-ga il presidente Luciano Bartolini — che dal dicem-bre 2000 non siamo più tito-lari del bar che è stato con-cessi in locazione con rego-lare contratto».

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sZS.SZ A PARTIRE DA DOMANI QUA I I RO GIORNI DI FESTA IN CENTRO STORICO

Tradizioni e spettacoli fa o bella A ANZO1A

AL VIA la 26esima fiera di Anzo-la. Da giovedì a domenica strade e piazze affollate per l'appuntamen-to più amato del paese. Quattro giorni di festa, cultura, mostre, spettacoli, buona gastronomia e tradizioni. La kermesse è organiz-zata da Pro loco in collaborazione con il volontariato. Anche quest'anno il percorso fie-ristico si snoda nel centro del pae-se, in ogni angolo, di qua e di là della via Emilia, aggregando il centro antico. Nell'atrio del muni-cipio, nella Casa del popolo e in bi-blioteca saranno allestite mostre di pitturae non mancheranno spettacoli nell'area di piazza Ber-linguer. Qui, per quattro sere, si alterneranno concerti e rappresen-tazioni con il concorso del Centro culturale anzolese e dell'Associa-zione di danza Tersicore con l'or-ganizzazione curala dal Forum Giovani. Eppoi i mercatini lungo via Goldoni e piazza Giovanni XXIII le bancarelle del mercati-no artistico e il sabato pomeriggio e la domenica il mercato degli am-bulanti. Saranno anche allestiti

vari stand gastronomici, dal risto-rante della fiera in piazza Berfirt-gliCry all'Osteria Alpina allo stand dei Borlenghi, passando per la Ti-gelleria Bologna club, il punto ri-storo con le crescentine, La Com-pagnia dei pescatori con il pesce fitto e alla griglia, l'attesissima Sagra d'la Rtivìola e d'la Brazàdela.

«LA FIERA di Anzola — spiega Alfonso Racemol i, presidente del-la Pro loco da sempre rappre-senta un momento d'incontro per le famiglie. Una festa per tutti, grandi e piccini, con un ritorno al-le tradizioni, visitato a volte con un pizzico di nostalgia e uno sguardo al futuro. Anche quest'an-no il percorso fieristico si snoda nel centro del paese, in uno sforzo di unificazione e d'identità, di ag-gregazione e socializzazione del centro antico. Proprio il centro an-tico diventa uno spazio dove i va-lori delle tradizioni anzolesi e una identificazione più forte di questi luoghi contraddistingue e ridefi-nisce l'identità della nostra real-tà».

Pier Luigi Trombetta

TUTTI INSIEME

N ristorante della fiera

allestito in piazza

Berlinguer

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il Resto del Carlino

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lil delitto La Scientifica nel casolare di Anzola dove Reatti è stato massacrato di botte

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press LinE 13/06/2012 CORRIERE DI BOLOGNA

La mogile di Dina Reatti e due uomini

Per z ip restano in carcere gli «assassini» di. Anzola

Restano in carcere 1 tre accusati dell'omicidio di Dino Reatti, l'artigiano di 48 anni finito a calci, pugni e sprangate nel cortile del suo casolare ad Anzola. Il gip Bruno Perla ha convalidato il fermo per la moglie della vittima, Sonia Bracciale, l'attuale compagno di lei, Thomas Sanna, e l'amico Giuseppe Trombetta, disposto dal pm Rossella Poggioli. Decisa la custodia cautelare in carcere. I tre sono accusati di concorso in omicidio volontario. Il delitto è avvenuto nella notte tra giovedì e venerdì scorso: Reatti è stato atteso davanti a casa, pestato a sangue ed è morto poco dopo al Maggiore. Per l'accusai due uomini hanno agito su istigazione di Bracciale, stanca delle continue vessazioni e delle botte da parte del marito da cui si stava separando.

RildRODUZIONE Id.SERVAdtt

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Piazza Verdi, ecco i divieti Liik

press unE 13/06/2012

la Repubblica

BOLOGNA

Omicidio di Anzola restano in carcere la moglie della vittima il nuovo compagno e un amico

BOLOGNA.REPUBBLICA.IT

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pbtm Sotto il tendone con i titolari delle aziende colpite dal sisma, preoccupati soprattutto dalla farraginosità degli adempimenti

«Aiuti per dare continuità alla produzione»

Paolo Bricco FINALE EMILIA. Dal nostro inviato

«Terremoto o no, vedere tutta questa gente importante,

mi fa sentire bene. Io, su questo campo di pallone, da bambino cigiocavo». Claudio Sabatini, ti-tolare della Cigaimpianti, è diFi-nale Emilia. Nel tendone eretto dalla parrocchia, con in fondo la croce e il tabernacolo per di-re messa senza che alla prossi-ma scossa una pietra cada sul-la testa dei fedeli, la classe diri-gente di questo Paese (dal go-verno nazionale a quello regio-nale, dai sindaci a Confindu-

produce una tensione crescen-te. «Ho fatto alcune domande al-la Regione - sottolinea Sabatini - e mi hanno detto "le faremo sa-pere". Io, francamente, avrei vo-luto le risposte dopo un paio d'ore. Non è stato così». Il tutto inquadrato nel contesto del rap-porto con lo Stato. Specifica Ma-ria Cecilia Lamanna, vicepresi-dente della Titan Italia, duemi-la ruote agricole prodotte al giorno, negli stabilimenti di Fi-nale e Bologna: «Dobbiamo ave-re certezze sui tempi, sulle mi-sure, sui supporti finanziari».

A metà pomeriggio l'effetto di questo dialogo è ora di vici-

nanza, ora di distanza. Stefano Rimondi della Bellco chiede la procrastinazione delle gare d'appalto negli ospedali e nelle Asl: «Adesso non potremmo parteciparvi. E il biomedicale di Mirandola ne avrebbe un grande danno. Spostarle ci per-metterebbe di non uscire da mercato». Il ministro dello Svi-luppo economico Corrado Pas-sera gli dà una buona notizia: «Stiamo lavorando per la proro-ga delle gare». Anche se il me-talmeccanico Sabatini non è proprio rilassato, quando vede Passera andarsene a metà dibat-tito: «Scusate, avrà anche avuto

molto da fare, ma doveva pro-prio stare soltanto un'ora? E, poi, quando l'ho visto atterrare con l'elicottero sul prato qui vi-cino, ho subito detto a un ami-co: iniziamo b ene ». Una valuta-zione condivisa da Luca Dal-losso, titolare con il gemello Simone di una società specia-lizzata nella commercializza-zione di ceramiche: «Lascia-mo stare quello che il mini-stro ha detto. Sarà che sono terremotato e dunque un po' nervoso, ma se da Roma veni-va in macchina, io preferivo», taglia corto Dallosso.

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stria) fra pochi minuti prova a parlare alla pancia e alla testa di un ceto imprenditoriale se-gnato dal sisma.

Ne scaturisce un vero e pro-prio dialogo, dato che gli im-prenditori, con compostezza ma senza autocensure, raccon-tano le loro difficoltà e le loro perplessità. Il perno intorno a cui ruotano molti discorsi è il decreto per la riapertura delle fabbriche. «Il provvedimento -

dice Emilio Mussini, presiden-te di Panaria Group, uno stabili-mento a Finale - non tiene con-to del fatto che molti di noi, per non interrompere l'attività, stanno spostando le produzio-ni. Sono costi non previsti dal decreto. Sul tema dei contribu-ti in conto capitale, bisogna adeguare le misure alla nostra realtà produttiva: i massimali per le imprese di qui non posso-no essere identici a quelli

dell'Aquila». Per gli imprendi-tori il decreto è quasi una osses-sione. «E non lo è solo per noi-nota Paolo Stabellini della Edil-teco di San Felice sul Panaro io mi sono infiltrato in alcune riunioni degli ingegneri, e an-che loro sono pieni di dubbi, non sanno se assumersi o no le loro responsabilità».

C'è, poi, la questione dei rap-porti con gli uffici pubblici, do-ve ogni "fisiologica" lentezza

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Il Sole12

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Gìanuca Mlurghin

FAR

Dosso (Fe)

AMMINISTRATORE UNICO

«Senza aiuti me ne vado»

ngegneri e muratori stanno già staffando lo

stabilimento, un capannone di 3mila metri quadrati dichiarato inagibile per i due terzi dai vigili del fuoco. «Ma per completare la messa in sicurezza - spiega Gianluca Alberghini - servirà un milione di euro. Il problema è così grosso che il Governo non può cercare scorciatoie, altrimenti le aziende se ne andranno in blocco. Io ho già avuto due proposte e sto pensando di delocalizzare. Sono pronto ad andare in Austria, è una ipotesi che sto prendendo seriamente in considerazione».Alberghini è l'amministratore unico di Far srl, azienda di Dosso, nel Ferrarese, che produce serbatoi di acciaio per impianti di riscaldamento, lavasecco, filtrazione meccanica. Un volume d'affari di 4 milioni, 25 dipendenti. Clienti che cominciano a reclamare la merce. E una idea che prende sempre più corpo: trasferire la produzione oltre confine. «Lavoro qui da sempre - dice Alberghini - ma se lo Stato mi mette i bastoni tra le ruote me ne vado. Abbiamo bisogno di finanziamenti a fondo perduto. E di tempi rapidi di ripristino: è questo che fa la differenza. Ma il decreto del Governo va in un'altra direzione». Per Alberghini, che destina al mercato estero il 6o% della produzione, il sostegno dello Stato deve essere concreto. «O finanziamenti a fondo perduto - prosegue - o riconoscimento di area tax fre e per un determinato periodo di anni».

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Il Sole/ /,1

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«Servono vere misure d'emergenza» Squinzi: facciamo di tutto per evitare la delocalizzazione e trattenere le multinazionali

Nicoletta Picchio FINALE EMILIA. Dal nostro inviato

Ha appena ascoltato i rac-conti degli imprenditori: chi ha lo stabilimento distrutto, chi produzione ferma, chi, nel caso delle multinazionali, deve dare conto alla casa madre. Tutti, co-munque, con grande volontà di andare avanti. «Sento una de-terminazione fortissima di ri-partire al più presto possibile. E bisogna farlo, ma in piena sicu-rezza, senza compromessi». Giorgio Squinzi è a Finale Emi-lia, epicentro del terremoto, in una tensostruttura messa a di-sposizione dalla parrocchia. In mattinata era stato a Baggiova-ra, all'assemblea dell'Acimac, associazione dei costruttori ita-liani di macchine e attrezzature per la ceramica. Una zona che conosce, ha uno stabilimento a

Sassuolo. E che ieri visto deva-stata: «Sono scioccato».

Accanto a lui, il ministro del-lo Sviluppo Corrado Passera, e Vasco Errani, commissario per il terremoto. Occasione per il confronto, il Consiglio regiona-le straordinario della Confindu-stria Emilia Romagna, che ha se-gnato il passaggio di consegne tra il presidente Gaetano Mac-caferri, ora "vice" in Confmdu-stria nazionale, e Maurizio Mar-chesini, organizzato qui pro-prio per tenere alta l'attenzione sul dramma del sisma. «Chie-diamo al governo interventi di vera emergenza perché questa è una vera emergenza», ha det-to Squinzi. Po co prima Marche-sini aveva chiesto la sospensio-ne di tutti gli adempimenti fisca-li e contributivi almeno fino a giugno 2013, contributi in conto

capitale, un aiuto dal sistema creditizio. Dal governo, come ha detto Passera, è arrivata la di-sponibilità ad integrare il decre-to legge sulla ricostruzione e l'annuncio che saranno proro-gate le gare di appalto per il bio-medicale: «Il decreto apre la strada, poi dovranno essere pre-si provvedimenti diversi da ca-pannone a capannone. L'impe-gno del governo è totale».

Quanto al credito, il fondo di garanzia, che è già operativo, e quello per ridurre il credito a ze-

MLST.P0 PASSERA

«Integreremo il decreto:

servono valutazioni

capannone per capannone.

Prorogheremo le gare

del biomedicale»

ro saranno messi a disposizio-ne del commissario per il terre-moto. Errani ha annunciato che domani sarà firmato l'accordo per i fondi a tasso zero e userà tutte le deroghe alla burocrazia. «Il commissario straordinario dovrà concordare con i tecnici misure e procedure per avere anche agibilità provvisorie», ha sollecitato il presidente di C on-fmdustria. E, ha aggiunto, biso-gnerà fare una «rivisitazione del modo di costruire e proget-tare. Non c'era una scossa così forte dal 1570, si è stati colti di sopresa. Il ministro Passera ha captato la situazione in modo corretto, mi auguro che gli lasci-no tradurre in azioni le sue pro-messe». Ha fatto l'esempio del-lo stabilimento che ha in Cali-fornia: «È stato costruito per re-sistere a terremoti fmo a 7,5 gra-

di, una volta alla settimana c'è una scossa tra i 5 e i 6 gradi, ma non succede niente».

Ripartire presto e in sicurez-za. E, ha detto Squinzi, «biso-gna batterci contro ogni rischio di delocalizzazione. Le aziende straniere non devono sentirsi abbandonate. La situazione in termini di eccellenze, di risorse umane e di conoscenze così ra-dicate sul territorio è un patri-monio di cui anche gli investito-ri esteri si accorgono e non pen-so che vogliano perdere».

Tra le necessità sottolineate dal presidente di Confmdustria c'è la burocrazia da snellire: va fatto nelle aree terremotate, con procedure pragmaticamen-te semplici, nel rispetto della si-curezza. «Una battaglia che ho messo al centro anche dell'azio-ne di Confmdustria: per recupe-

rare competitività e crescita ser-ve la semplificazione burocrati-ca». Ma anche sulle tasse il pre-sidente di Confmdustria incal-za: «I consumi scendono per una pressione fiscale particolar-mente pesante. Si è voluto rien-trare in tempi molto ristretti verso il pareggio di bilancio» e ciò ha costretto gli italiani «ad un sacrificio tremendo».

Il Paese ha b isogno di ritrova-re la crescita: «Stiamo suppor-tando il governo nei provvedi-menti che prendono questa di-rezione, ma non sono molti. Sul decreto sviluppo stiamo assi-stendo ad un balletto, mentre la situazione è molto seria». Per concludere però con un auspi-cio, detto al termine dell'assem-blea dell'Aimac: «Noi speria-mo che ce la caviamo».

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Paese fantawne, Novi chiede meno burocrazia

«Dobbiamo ripartire il cliente non aspetta»

Natascia Ronchetti NOVI (MO)

Novi di Modena è a ridosso del confine con la Lombardia. L'attraversi, fai due passi, e cal-pesti il territorio di Mantova. Ol-tre umila abitanti, comprese le frazioni di Rovereto e Sant'An-tonio. E qualcosa come1.5oo im-prese, escludendo quelle agrico-le. Un polmone che adesso non funziona, sono praticamente tutte ferme. «Un altro mese co-sì e sarebbe una catastrofe», di-ce Lorenzo Nicolini, ammini-stratore della Nicolini e Degoli, azienda metalmeccanica, nel-l'area artigianale a 50o metri dal centro storico, la zona rossa, che oggi è una geometria di case abbandonate e di macerie, il cuore di un paese fantasma. «Siamo dei contoterzisti - spie-ga Nicolini - e i clienti sono soli-dali. O almeno cercano di esser-lo. Ma non possono certo aspet-tare a lungo. Qualcuno ha già messo le mani avanti, mi ha det-to: dammi indietro i pezzi grez-zi che li faccio lavorare da qual-cun altro. Se non saranno snelli-te le procedure burocratiche per la verifica della sicurezza dei capannoni e non ci sarà ga-rantito un po' di re spiro per ade-guarli alle normative antisismi-che non ce la faremo mai a ri-prenderci. Per noi la rapidità è fondamentale, una questione di vita o di morte». Già, la burocra-zia. Qui la temono tutti. Gli im-prenditori. Ma anche il sindaco, Luisa Turci, sfollata pure lei, co-me tutti gli abitanti. Dorme, ora, in un asilo nido: la sede del Co-mune, lesionata gravemente, non è più re cuperabile, ha deci-so di trasferire qui anche l'attivi-tà amministrativa, collegando computer e cavi telefonici. «È caduta la torre mai noi no - dice

la prima cittadina, funzionaria in aspettativa della Cna - anche se abbiamo perso tutto. Adesso dobbiamo ripartire. Le nostre priorità sono le imprese, che de-vono riprendere la produzione. Le scuole, che devono riaprire a settembre. Il Municipio che de-ve ricominciare a funzionare. Altrimenti non siamo più una comunità. È così che funziona qui:le aziende sono la nostra vi-ta, le scuole il nostro futuro». Il sindaco dice che il presidente Vasco Errani ha mediato affin-chè il testo del decreto legge sul terremoto snellisse drasti-camente le procedure. Per con-sentire, anche a chi ha un capan-none costruito prima del zoo8, di far ripartire la produzione, una volta verificata la sicurez-za, dando la possibilità di posti-cipare la messa a norma in un periodo successivo.

Novi non ha un distretto co-me quello di Mirandola, che vi-ve di biomedicale. Ma ha un po-lo di imprese produttrici di sca-le per interni. E una rete fitta di piccole e microaziende, tra set-tore tessile e meccanico, che danno lavoro alla popolazione. Tutte bloccate perché inagibili, anche in assenza di veri e propri cedimenti strutturali. A fare una prima stima dei danni è il presidente della Cna, Marco Ga-sparini. «Nel Modenese - dice - le aree colpite dal terremoto, compreso il nostro paese, gene-rano il 4o% di tutto l'export del-la provincia, che equivale al Pil della Sicilia. Dobbiamo fare pre-sto». Sugli imprenditori conti-nua ad aleggiare lo spauracchio di una burocrazia nemica, di lunghi iter amministrativi capa-ci di strangolare la ripresa. Sul paese intero il terrore che la normalità sia dissolta per sem-pre. Forse anche per questo il sindaco preme affinchè siano allentati i vincoli normativi. «Abbiamo già deciso di indivi-duare aree dove collocare mo-duli prefabbricati per consen-tire la ripresa delle attività di servizio», spiega.

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IECI IMPIANTI

San Felice sul Panaro (Mo)

TITOLARE

«Perso il 70% dell'attività»

1 suo capannone non è crollato. Però ha subìto danni

strutturali; la Protezione civile, dopo un sopralluogo, lo ha dichiarato inagibile. Ma a preoccupare maggiormente Angelo Sorrentino, uno dei tre titolari di Ieci Impianti, a San Felice sul Panaro, è il crollo della domanda: il mercato, nelle aree terremotate, è paralizzato. «Noi operiamo nel settore dell'impiantistica- spiega- e serviamo aziende del territorio. Ma il fatto è che le imprese sono quasi tutte ferme e la nostra attività sta precipitando: in poche settimane abbiamo già perso circa il 70% della produzione. Non possiamo fare altro che sperare che il sistema produttivo si rimetta in moto velocemente. Perché la rapidità, adesso, è un fattore fondamentale, c'è dimezzo la ripresa di migliaia di aziende». Un auspicio che, almeno per ora, non sembra destinato a concretizzarsi con facilità. Sorrentino è pronto a iniziare i lavori per mettere in sicurezza il capannone, 6o o metri quadrati in una delle tre aree artigianali di San Felice. «È una struttura acquistata in leasing e voglio metterla a posto», dice. Per ora ha improvvisato soluzioni di fortuna, come il collocamento degli uffici in un container: giusto per garantire un po' di ordinaria amministrazione e gli interventi di soccorso. Ma per i dipendenti, a fronte del crollo dell'attività, è scattata la cig in deroga. «Lavoriamo a ranghi ridotti- dice - con la turnazione degli operai. Ma in queste condizioni non possiamo resistere a lungo».

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VERSO IL 2013

L'Imu prima del cambio? Un sudoku di Gianni Trovati

Tn sudoku, destinato a scomparire nel 2013 za lasciare rimpianti in

chi è stato costretto a giocarci nell'unico anno di funziona-mento. È la sorte, annunciata dal Governo ai sindaci, della «quota erariale» dell'Imu, che gira all'Erario il 50% del gettito sugli immobili diversi dall'abi-tazione principale, calcolato ad aliquota standard, e con i suoi 9,2 miliardi di valore atte-so rappresenta il pilastro più solido della manovra varata a Natale per «salvare l'Italia». Il suo ruolo nel sostegno a conti pubblici piegati dalla crisi è l'unico argomento a favore di un meccanismo che, oltre ad al-zare il conto della nuova impo-sta, ne complica parecchio i cal-coli. L'annuncio dell'addio, dunque, è un passo avanti im-portante: ma non sufficiente.

I contribuenti che in questi giorni stanno compilando gli

F24 per il pagamento dell'ac-conto si sono dovuti preoccu-pare di dividere la parte desti-nata al Comune da quella indi-rizzata a Roma, in una moltipli-cazione di adempimenti e codi-ci tributo che forse è figlia an-che di scarsa fiducia reciproca tra le articolazioni dello Stato (affidare al Comune il compi-to di girare all'Erario la parte che gli spetta avrebbe evitato un adempimento ai contri-buenti che avevano appena let-to dell'approvazione di ben due decreti sulle «semplifica-zioni»). I problemi veri, però, arriveranno a dicembre, quan-do ogni proprietario di immo-bili diversi dall'abitazione prin-cipale (basta anche un garage in più) dovrà fare un doppio conguaglio: bisognerà infatti calcolare l'imposta con le nuo-ve aliquote standard, che il Go-verno può cambiare fino al io dicembre, dividerla per due, fa-re la differenza con il 5o% dell'imposta conteggiata con le vecchie aliquote standard e per questa via saldare la «quo-ta erariale». Si dovrà poi calco-lare l'altra metà con l'aliquota decisa dal sindaco (va fissata entro fine settembre), fare la solita differenza con il 5o% cal-colato con i vecchi parametri standard e conguagliare così la quota comunale. Un inghip-po che rischia di creare più di un inciampo al gettito reale, e che la promessa di revisioni dal 2013 non può sciogliere.

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nseo e

Chi non ha registrato negli uffici del Territorio i mutamenti del proprio fabbricato può farlo affidandosi a un professionista

Le variazioni catastali cambiano l'Imu Con il «Docfa» si ottiene subito la rendita provvisoria da usare per calcolare l'acconto

Franco Guazzone

Luigi Lovecchio

Per determinare la base im-ponibile dei fabbricati aifmi del-l'Imu è fondamentale partire dalla rendita catastale; che poi viene aggiornata del 5% e molti-plicata per uno dei coefficienti stabiliti dalla legge 201/2011. Ma non sempre la rendita è un ele-mento facile da individuare.

Anche per l'Imu trova appli-cazione la regola secondo cui si assume la rendita catastale esi-stente «in atti» al i° gennaio di ciascun anno. Però tale regola vale a condizione che l'immobi-le non abbia subito variazioni nel corso dell'anno.

Si pensi, per esempio, a un fabbricato che nel corso del 2012 è stato oggetto di lavori di ristrutturazione che ne hanno modificato la consistenza: l'unità immobiliare dovrà esse-re assoggettata a imposta distin-guendo l'imponibile relativo ai variperiodi. Se i lavori di ristrut-turazione sono iniziati a fine febbraio 2012 e si sono conclusi a fine maggio,la base imponibi-le sarà determinata conta rendi-ta in atti al primo gennaio 2012

per i mesi di gennaio e febbraio. Per i mesi di marzo, aprile e maggio, invece, si assumerà il valore dell'«area di sedime» dei lavori, che è considerata a tuttigli effetti come area edifica-bile. Al termine dei lavori, oc-correrà aggiornare i dati cata-stali attraverso la presentazio-ne di un "modello Docfa" trami-te un tecnico abilitato e ottene-re la nuova rendita catastale. A partire dal mese di giugno, dun-

que, l'unità immobiliare dovrà essere assoggettata a Imu sulla base di questa nuova rendita.

Diversa è la situazione in cui la rendita catastale è stata ag-giornata dall'ufficio del Territo-rio, su iniziativa del Comune, procedendo alla revisione delle microzone catastali. In questo caso le nuove rendite devono essere notificate all'interessato e hanno efficacia a partire dal primo gennaio dell'anno suc-cessivo a quello della notifica.

Potrebbe inoltre succedere che il fabbricato abbia un acca-tastamento non conforme con la sua destinazione d'uso. Si pensi ad esempio ai casi piutto-

CO.STRUMNE Se l'edificio viene completato

nell'anno d'imposta occorre

separare il periodo in cui si

tassa la sola area da quello in

cui la casa è diventata agibile

sto frequenti in cui il contri-buente abiti in un immobile di categoria A/io (ufficio). Se ciò è accaduto perché il contribuen-te non ha presentato una denun-cia divariazione in catasto, allo-ra deve aggiornare la situazio-ne dell'immobile attraverso la procedura Docfa. L'Imu sarà calcolata conta rendita determi-nata al termine di tale procedu-ra. O, se non c'è tempo, può uti-lizzare una rendita presunta, ri-ferita a fabbricati similari.

Casi particolari riguardano inoltre le unità inagibili o inabi-

tabili. Anche in questo caso, si deve calcolare l'Imu sull'impo-nibile ridotto alla metà da quan-do l'immobile è dichiarato co-me inagibile o inabitabile.A tale scopo, il contribuente deve pre-sentare una dichiarazione sosti-tutiva di notorietà oppure ri-chiedere a proprie spese un so-pralluogo dell'ufficio tecnico comunale. Secondo le indicazio-ni del dipartimento delle Finan-ze, se il contribuente ha già pre-sentato la dichiarazione di inagi-bilità ai fini Ici, lo stesso non de-ve ripresentarla per l'Imu.

Un altro caso decisamente-frequente è quello dei fabbrica-ti in costruzione. Il calcolo del-l'imponibile diventa abbastan-za complicato se l'edificio co-struendo viene completato nel-l'anno d'imposta.

Infatti, in tali circostanze, è necessario dividere l'anno in due periodi, il primo dei quali è quello in cui la costruzione non è ultimata, per il quale è necessa-rio versare l'imposta sul valore dell'area fabbricabile (articolo 5, comma 6, del Dlgs 504/92). Mentre il secondo è relativo a quello dell'anno, in cui lo stabi-le risulta ultimato e quindi «abi-tabile o servibile all'uso cui è de-stinato» (articolo 28 del Rdl 652/39), tenendo conto che «en-tro 3o giorni da quello di ultima-zione, deve essere dichiarato all'Ufficio provinciale del-l'agenzia del Territorio».

Però, mentre di fatto il calco-lo dell'imponibile per l'area è ab-bastanza semplice (sempre gra-zie al Docfa), quello relativo al fabbricato può rivelarsi compli-

cato. Infatti, la rendita catastale relativa agli edifici delle catego-rie dei Gruppi D deve essere sti-mata direttamente (articolo 3o del Dpr 1142/49), sulla base del valore di mercato riferito al bi-ennio censuario 1988-89, secon-do le norme defmite con succes-sive istruzioni (Istruzione prov-visoria per la conservazione del Nceu del 13 dicembre 1961). Pur-troppo, le "successive istruzio-ni" , non sono mai state formula-te. Invia diprincipio, la stima de-ve in primo luogo definire il va-lore dell'area, al quale deve se-guire quello della costruzione (struttura, e impianti elettrici, idrici, e di riscaldamento ordina-ri), murature o altra forma dipe-rimetrazione del complesso (area coperta e scoperta) e infi-ne gli impianti fissi (come pese a ponte, gru a ponte scorrevoli su rotaie a terra, impianti antin-cendio e antintrusione, altifor-ni, le turbine) Infine, determina-to il valore venale attuale, è ne-cessario riportarlo al biennio 1988-89, applicando i coefficien-ti Istat. Una volta ottenuto il va-lore complessivo, per ottenere la rendita catastale, si dovrà ap-plicare il tasso del 2 per cento.

Alternativa alla suddetta pro-cedura lineare di classamento, per gli edifici industriali esisten-ti, non ancora dichiarati al Cata-sto, è possibile adottare come ba-se imponibile, il valore contabi-le della costruzione (articolo 5, comma 3 del Dlgs 504/92), appli-cando i coefficienti correttivi ag-giornali dal ministero dell'Eco-nomia, col Dm5 aprile 2012.

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press LinE 13/06/2012 Il So eli, l

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Le regole base TIPS

o2 I RENDITE SBAGLIATE Se il proprietario registra una rendita sbagliata , magari perché sono state sbagliate categoria o classe per errori nella denuncia o perché è mutata la situazione e non è stata fatta una nuova denuncia, l'errore va corretto con una nuova denuncia. Nell'attesa della nuova attribuzione, il proprietario può utilizzare la rendita risultante dalla procedura docfa proposta o facendo rife

01 I LAVORI IN CORSO Se la situazione delfabbricato muta nel corso dell'anno per lavori edilizi, la rendita va ricalco lata con il metodo docfa e ilnuovo valore va applicato da quando sono finiti i lavori

03 I LIN ESEMPIO PER IL «D» Quando un edificio di categoria D (capannoni, centri commerciali e simili) non ha una sua rendita, occorre determinarne il costo: per esempio un edificio costruito ne[2011 per essere riportato al biennio censuario di riferimento (1[1988/89), deve essere ridotto al 40%. Poi, per

ottenere la rendita catasta le, si dovrà applicare iltasso del 2%. In alternativa a questa procedura, per gli edifici industriali esistenti, non ancora dichiarati al Catasto, e possibile adottare come base imponibile, i l valore contabile della costruzione applicando i coefficienti correttivi

rime rito a dell'Economia

fabbricati similari

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tte. deh svokta Gli effetti del sistema attua le

Gianni Trovati MILANO

La «quota erariale» dell'Imu sembra destinata a sparire dall'anno prossimo. Nel frattempo, però, tutti i contribuenti che hanno im-mobili diversi dall'abitazione principale devono fare i conti con il meccanismo che gira metà dell'imposta allo Stato.

Acconto

La prima conseguenza è lo sdoppiamento dell'imposta fin dall'acconto: la somma, calcolata ad aliquota stan-dard (7,6 per mille) va divisa a metà fra Stato e Comune, e quindi indicata in due righi di-stinti dell'F24 con codici tribu-to diversi (nelle abitazioni, per esempio, 3918 indica la parte comunale, 3919 quella statale).

Saldo

I problemi veri, però, ci saran-no al saldo, dove i contribuen-ti dovranno tenere conto del-le variazioni di aliquote stata-li (possibili in teoria fino allo

dicembre, anche se il Gover-no ha annunciato di voler chiudere prima la partita) e delle modifiche in quelle co-munali, su cui i sindaci posso-no intervenire fino al 3o set-tembre. Prendiamo ad esem-pio un bilocale nella periferia di una grande città che ad ali-quota standard paga 500 euro di Imu (nell'acconto: 125 al Co-mune e altrettanti allo Stato). Se l'aliquota comunale si col-loca al 9,6 per mille, il contri-buente dovrà: .«• calcolare la quota erariale ad aliquota standard: se que-sta non varia, dovrà pagare al-tri 125 euro, altrimenti dovrà tenere conto delle modifiche. Con un'aliquota standard al-zata all'8 per mille per proble-mi di gettito, per esempio, la quota erariale sale da 250 a 319 euro, per cui al saldo sarà di 194 euro (319-125);

b) calcolare la quota locale con l'aliquota decisa dal Co-mune: se è il 9,6 per mille, l'imposta totale sale a 631 eu-ro. Bisogna quindi sottrarre l'acconto già versato (25o eu-

ro), il saldo nella quota stata-le (125 euro nel caso di aliquo-te standard invariate) e ver-sare come quota locale i re-stanti 256 euro. L'eventuale intervento con Dpcm per cambiare i parametri nazio-nali complicherebbe ulte-riormente anche questi pas-saggi, che rischiano di creare qualche brutta sorpresa quando si avvicinerà l'appun-tamento del 17 dicembre.

Sconti

La presenza della quota era-riale ha limitato molto le pos-sibilità per i sindaci di intro-durre sconti a livello locale. Risolto in via interpretativa il problema delle abitazioni sfit-te di anziani e disabili ricove-rati e dei residenti all'estero (l'assimilazione annulla la quota erariale) sono rimasti altri nodi. Il meccanismo, per esempio, non funziona per gli immobili delle Onlus soggetti all'imposta, o per lo sconto de-stinato alle abitazioni inven-dute dalle imprese costruttri-ci. I Comuni possono tagliare l'aliquota fino al 3,8 per mille, ma in questo caso girano l'in-tero gettito allo Stato. Lo stes-so blocco ha fermato gli ipote-tici abbassamenti fino a14 per mille per negozi e immobili delle imprese.

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La «quota erariale» complica gli sconti locali e il saldo 2012

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Come funziona

Od I ACCONTO Nell'acconto il meccanismo impone di distringuere, con righi e codici tributo diversi, la parte comunale da quella stat de oi mp b il di

versi'' t. a dovutaae

dall'abitazione 'versi ai

zione principale• Le due quote sono

, equivalent*

l perché

l'acconto va sempre calcolato con l'aliquota standard del 7,6 per mille

SALDO Nel saldo i calcoli si complicano, perché la quota erariale va calcolata ad aliquota standard (eventualmente variata con Dpcm), mentre quella locale dipende dall'aliquota definitiva scelta dal Comune entro il 30 settembre. Dai valori risultanti vanno sottrattele somme versate a giugno

press LITE 13/06/2012 Il Sole 2gillym

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afL Sugli altri edifici resta la parte statale

Dal 2013 ai Comuni l'imposta sulle case Eugenio Bruno ROMA

Sì a un'Imu interamente co-munale ma solo sugli immobili residenziali. Lasciando allo Stato il prelievo su imprese e professio-nisti. È una delle ipotesi, per ora solo istruttoria, a cui sta lavoran-do la commissione tecnica parite-tica per il federalismo (Copaff) e che, nelle prossime settimane, po-trebbe essere proposta al Gover-no. Nell'ottica di superare dal 2013 l'attuale configurazione del tributo immobiliare: metà eraria-le e metà municipale.

A illustrare la proposta sono stati ieri LucaAntonini (presiden-te Copaff) e Alberto Zanardi nel corso dell'audizione davanti alla bicamerale guidata da Enrico La Loggia. L'idea, che prende spun-to dal modello anglosassone, sa-rebbe quella di assegnare allo Sta-to la base imponibile Imu sugli immobili delle imprese e colpirla con un'imposta patrimoniale sta-tale. Che produrrebbe lo stesso gettito atteso oggi dall'Imu su ca-pannoni e studi (circa 9 miliardi) ma avrebbe il vantaggio di tassa-re allo stesso modo i beni stru-mentali all'esercizio dell'attività

d'impresa. Senza vantaggi o svan-taggi fiscali a seconda del territo-rio di residenza. Fermo restando che l'Imu sugli immobili residen-ziali diventerebbe interamente comunale.

A detta dei suoi estensori que-sta soluzione sarebbe più compa-tibile con la perequazione verti-cale delineata dalle legge 42/2009 e dai decreti attuativi ri-spetto all'altra ipotesi allo studio: dare ai sindaci l'intera Imu dal 2013 in cambio dell'azzeramento dell'addizionale Irpef e delle compartecipazioni ai tributi era-riali che finanziano il fondo speri-mentale di rie quilibrio. Una solu-zione che i tecnici Copaff ritengo-no più compatibile con un siste-ma perequativo orizzontale.

Altro tema affrontato in audi-zione i fabbisogni standard, la spending review loc ale. I dati sul-la prima funzione che ha termina-to la sperimentazione e che verrà calcolata secondo parametri di spesa efficiente (polizia locale per i Comuni, politiche del lavo-ro per le Province) sono ormai pronti e nei prossimi giorni ver-ranno resi noti.

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press LITE 13/06/2012 Il Sole 2gillym

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Marketing urbano, Dieci anni di programmi mai realizzati

Burocrazia, ricorsi e politica I concorsi restano sulla carta Paola Pierotti ROMA

Da Riva del Garda a Reggio Calabria il sentiero è pieno di concorsi di architettura asse-gnati e rimasti sulla carta. Pro-getti utili per il marketing urba-no ma, a distanza di anni, mai diventati piani e progetti con-creti. Concorsi falliti per man-cata strategia di fattibilità, per l'assenza di una concertazione tra i soggetti coinvolti, per la burocrazia che rallenta le pro-cedure e per i ricorsi.

A Roma è rimasto in un cata-logo il concorso per il Policlini-co Umberto I, vinto da Arup e Group6 nel 2009. I motivi? Mancate scelte condivise tra Regione, Università e Azienda sanitaria e un vincolo della So-printendenza (segnalato dopo l'aggiudicazione del concorso) contro la demolizione di alcuni fabbricati. A Riva del Garda, sei anni dopo la gara, il progetto dell'austriaco Coop Himme(1)

blau riparte forse ora: nel frat-tempo sono cambiate regia, area di progetto e budget. Dal nuovo centro termale di San Pellegrino Terme alla nuova stazione Av di Bologna i proget-ti congelati dopo l'aggiudicazio-ne dei concorsi sono privati e pubblici. Progetti pagati centi-naia di migliaia di euro finiti al massimo sui pannelli delle mo-stre (per dettagli si veda l'ulti-mo numero del settimanale «Progetti e Concorsi»).

L'elenco delle "bad practice" italiane conta ben tre progetti firmati da David Chipperfield, direttore della prossima Bien-nale di Architettura di Venezia. L'architetto britannico in autun-no inaugurerà a Milano un mu-seo ma restano sulla carta altri tre suoi progetti, frutto di altret-tanti concorsi: quello per l'Arse-nale di Verona, l'ampliamento del cimitero di Venezia e il pia-no per la rigenerazione del com-plesso ospedaliero-universita-

rio di Santa Chiara a Pisa. Se solo si contassero i concorsi

aggiudicati lungo il waterfront ita-liano i flop sono decine: solo in Li-guria è sulla carta il progetto di Va-do Ligure, la Piazza del Mediterra-neo di Genova vinta nel 2000 da Un Studio e la maxi-operazione di La Spezia. Lo stesso vale per il mu-seo di Cagliari e fermo per ora an-che il lungomare di Reggio Cala-bria, entrambi firmati da Zaha Ha-did. Inutili i tre concorsi per il wa-terfront di Ostia a Roma, dove il Comune sta promuovendo ora il rilancio del waterfront bypassan-do completamente quell'iniziati-va. Ancora senza una fine l'iter per il Porto Monumentale di Napoli che in sette anni dall'aggiudicazio-ne ha dovuto fare i conti con ricor-si e controricorsi da parte dei pro-gettisti, con le difficili relazioni tra gli stakeholders, con un vincolo ex post della Soprintendenza, con la liquidazione della società (Nau-sicaa) costituita per questo scopo.

RIPRODUZION E RISERVATA

Progetti al palo In alto il rendering del nuovo Policlinico Umberto I di Roma, frutto di un concorso aggiudicato nel 2009 a Arup e Group6, congelato per una mancata concertazione tra gli stakeholders e un vincolo della Soprintendenza (dopo i l concorso). A sinistra il nuovo concept della Fiera di Riva del Garda: a sei anni dal concorso è cambiata la regia, l'area di progetto e il budget dell'operazione firmata dal team dell'austriaco Coop Hi mme(l)blau

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con progetti «fitod mercato>. , -

press LinE 13/06/2012

II Soie/2

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Ricostruzione post-terremoto, idee di sette giovani professionisti in Campania

DI ROBERTO GAMBA

Il Complesso di Santa Sofia ospita a Benevento il Museo del Sannio, che è centro di studio e di diffusione cul-twale e propone memoria e reperti di un territorio, testimone dell'antico insediamento che confinava con il La-zio dei Romani. Vi sono esposti (dal 16 giugno, giorno della premiazione) i pro-getti partecipanti al concorso di idee, bandito lo scorso anno dall'Associazione Cultura e Sviluppo Sannio, con la colla-borazione degli Ordini degli Architetti e degli Ingegneri di Benevento e di Cam-pobasso. Sette giovani professionisti (tutti laureati non prima del 2005) si sono cimentati su due distinti ambiti d'intervento, individuati all'interno del tessuto storico di Apice antica e di Guar-dia Sanframondi.

Per il primo di questi, tre di essi han-no preso in esame un intero isolato; per l'altro, i quattro concorrenti restanti hanno studiato la rifunzionalizzazione della Piazza Mercato.

Il territorio fu sconvolto nel 1962 da un violento terremoto; Apice fu uno dei centri più colpiti e evacuato pur senza essere stato distrutto; le abitazioni tra-sferite nella collina di fronte.

Guardia Sanframondi è invece un ca-ratteristico borgo medievale che domina l'intera Valle Telesina.

La graduatoria del concorso vede vincitori, per il primo tema, Adalberto Pacillo con Antonella Schibani (secon-da classificata Maria Silvestri); per il secondo tema, Nicola Di Dato (seconde classificate Helen Iuliani e Ida Lavor-gna; terze Paola Lanni e Melania Cer-

mola). Pacillo e Schibani hanno pensato di

articolare un edificio polifunzionale a due livelli, sul perimetro di un isolato di cui si prevede la demolizione, ma anche il mantenimento delle caratte-ristiche morfologiche.

Il fabbricato viene svuotato al piano terra per ricavarci uno spazio di rela-zione e di continuità con l'esterno.

Una colonna ascensori vetrata ed una scala collegheranno i vari livelli fino alla terrazza di copertura.

Nell'edificio si distribuiranno spazi per la comunità (piazza e terrazza), funzioni socio-culturali ed aggregative (teatro-sala conferenze, spazio esposi-tivo e percorso della memoria) ed at-tività del commercio (bar e laboratori artigianali).

Di Dato recupera invece la memo-ria del centro antico, senza negare, ma esaltando la realtà lapidea e collegan-do le aree d'intervento con un percorso che utilizza il tracciato del torrente che attraversa il paese.

Nella piazza Mercato propone «ele-menti ordinatori», capaci di porsi come catalizzatori delle attività sociali del paese e una nuova costruzione, adibita a Centro di aggregazione, su quattro livelli, con struttura in acciaio corten e vetro, rivestita da gabbioni metalli-ci, che contengono «blocchi» informi di pietra locale.

L'Associazione promotrice del con-corso si impegnerà a sottoporre alle rispettive amministrazioni comunali, interessate dai progetti, gli elaborati primi classificati, al fine di promuover-ne la realizzazione.

Pagina 26 Arbitrati, la partita solo pubblica

press LinE 13/06/2012

ItaliaOggi

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IL PRESIDENTE Cav. Fabio Garini

ius supervenierts» favorevole al contri buente, tale da rendere quanto già versato non dovuto «ex post».

Debora Albe (Riproduzione Iservata

FIDICOM 1978 Confidi Intersettoriale Interregionale a mutualità prevalente

Via XXIV Maggio, 2 - Alessandria

CONVOCAZIONEASSEMBLEA STRAORDINARIA

Ai sensi dell'art. 10 dello Statuto di questo Confidi, il Consiglio di Amministrazione nella persona del Presidente convoca l'Assemblea Straordinaria presso:

FIDICOM 1978

VIA XXIV MAGGIO, 2 - ALESSANDRIA

in prima convocazione per il giorno 28 giugno 2012 alle ore 7.00 ed in secohda convocazione il giorno

29 giugno 2012 - ORE 9.00

e con il seguente ordine del giorno:

1. Approvazione bilancio straordinario infrannuale al 15 giugno 2012 2. Trasformazione del Consorzio in Società Consortile a Responsabilità Limitata con

imputazione a capitale di un importo pari al fondo consortile; adozione di testo di statuto con previsione fra l'altro nel medesimo della possibilità di aumento del capitale sociale con offerta delle quote a terzi o ai soci anche in misura non proporzionale alle partecipazioni sociali possedute; designazione degli amministratori, del Collegio Sindacale e del soggetto cui affidare la revisione legale dei conti; ulteriori deliberazioni inerenti e conseguenti

3. Aumento del capitale sociale ex art. 2481 - bis c.c., per un ammontare massimo di 250.000,00, con offerta in sottoscrizione ad una o più imprese già sode ma non in

misura proporzionale alle partecipazioni possedute, da liberarsi con conferimento in denaro, anche eventualmente mediante compensazione con crediti liquidi ed esigibili vantati verso la società; deliberazioni inerenti e conseguenti

4. Attribuzione al Consiglio di Amministrazione della facoltà di aumentare il capitale sociale ex art. 2481-ter c.c. mediante imputazione di riserve e fondi disponibili iscritti in bilancio, per un importo massimo di E 3.500.000,00; determinazione dei relativi limiti temporali e modalità di esercizio

5. Attribuzione al Consiglio di Amministrazione della facoltà di aumentare il capitale sociale a pagamento ex art. 2481 bis c.c., per un ammontare massimo di E 250.000,00, con offerta delle quote di nuova emissione a terzi, ovvero alle nuove imprese che dovessero aderire al consorzio; determinazione dei relativi limiti temporali e modalità di esercizio

6. Conferimento al Consiglio di Amministrazione di un mandato esplorativo per la trasformazione dei depósiti cauzionali infruttiferi versati dalle consorziate in strumenti di debito/finanziamento utili per la loro ponderazione ai fini del calcolo del Patrimonio di Vigilanza

Si ricorda che in caso di impedimento a partecipare all'Assemblea, il Socio potrà farsi rappresentare mediante delega da ritirarsi presso la Segreteria del Consorzio ai sensi dell'art. 10 dello Statuto.

Condono fiscale pe Per i terremotati condono fiscale a 360 pagamentosoirl 6de110 del dovuto da effet gradi. La definizione agevolata può infatti t

uarsientro antirrrozroe r9 0 1 20013. In favore

non avvenire in favore dei contribuenti che no chi ha già pagato , rimborso del hanno ancora versato l'imposta

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pagamento del I %, e in favoredi Per effetto versato ni

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pagato con il rimborso del 90% di ha già quant.a citato, cui va riconosciuto carattere di versato. È questo il principio ribadito dalla Corte di cassazione con l'ordinanza n. 77 del 12 giugno 2012, in favore dì alluvio r.ta-

ti e terremotati. La decisiho- ne della Suprema corte che arriva dopo il terremoto che ha col-pito l'Emilia Romagna e il nord Italia, è una buona no-tizia, sul fron-te fiscale, per quanti sono stati vittima di alluvioni e successive scosse sismi-che. Nelle motiva-

giudici della Corte precisano che, in tema di condono e con riferimento alla: definizione automatica della posizione fiscale relativa agli anni 1990 1991 e 1992, prevista dall'art. 9, comma 17, legge n. 289 del 2002, a favore dei soggetti colpiti dal sisma del 13 e 16 dicembre 1990 che

I Soci sono invitati a partecipare.

ha interessato l Catania, Ragnea e oviare

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press LinE 13/06/2012

ItaliaOggi

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press LinE 13/06/2012

ItaliaOggi

Tre voti di fiducia sul ddl anti-corruzione

Tre voti di fiducia sul disegno di legge contro la corruzio- ne (C 4434-A e abb.), oggi in aula alla Camera. Tramon- tata l'ipotesi del maxi-emendamento a favore del testo uscito dalle commissioni affari costituzionali e giustizia, il governo blinda la parte penale su cui non è stato trova- to l'accordo con i partiti: gli articoli 10 (incandidabilità dei condannati), 13 (inasprimento del regime sanzionato- rio) e 14 (traffico di influenze illecite). Le tre «chiame» si terranno alle 12, alle 15 e alle 18, mentre domani si svolgerà il voto finale sul complesso del provvedimento. Il primo dei tre «pacchetti» (la divisione è avvenuta per motivi procedurali, poiché il maxi-emendamento dell'ese- cutivo è stato ritenuto inammissibile dalla presidenza di Montecitorio, perché non presentava modifiche so- stanziali rispetto alla versione delle commissioni, ndr) criticati dal Pdl che ha annunciato che voterà la fiducia in vista di modifiche al Senato, prevede che non potrà più essere eletto, né ricoprire incarichi di governo chi ha avuto una condanna definitiva a più di due anni per reati gravi di mafia, terrorismo, e per atti contro la pub- blica amministrazione, a prescindere se abbia ottenuto, o meno, l'interdizione perpetua dai pubblici uffici; rien- trerà nel divieto anche chi ha patteggiato, e chi è stato condannato comunque a più di tre anni per altri reati. Quanto al giro di vite imposto dall'art. 13, il ministro della giustizia Paola Severino ipotizza una sola modifica (per «riportare quella pena in armonia con le altre») nel successivo passaggio parlamentare, poiché l'emendamen- to del Pd, passato in commissione con il voto contrario del Pdl e una maggioranza diversa da quella che sostie- ne il governo, eleva (nei massimi e nei minimi) le pene di chi commette il reato di corruzione per atti contrari ai doveri d'ufficio. «Nel testo sono state inserite del- le importanti richieste contenute nella convenzione di Strasburgo, fra cui l'introduzione del reato di traffico di influenze e la corruzione fra privati, e di questo mi ritengo molto soddisfatta», dichiara a ItaliaOggi Angela Napoli (Fli), una delle relatrici del ddl. «Non nascondo, però, la mia preoccupazione e il mio rammarico per le annunciate correzioni a palazzo Madama: significherebbe prevedere l'allungamento dei tempi di entrata in vigore di un provvedimento che, invece, dovrebbe essere trasfor- mato in legge quanto prima», conclude la parlamentare.

Simona D'Alessio

Pagina 34 Mini-r nuuri noni senza s/ruppi

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Le novità del prossimo dl sull'associazionismo che darà anche il via alle città metropolitane

Mini-enti, matnmom senza strappi Fusioni gestionali optional. Accanto a unioni e convenzioni

• • •

PAGINA A CURA DI FRANCESCO CERISANO

Unioni facoltative nei co-muni fino a mille abitan-ti e via libera dopo oltre 20 anni di attesa all'isti-

tuzione delle città metropolitane. La strada verso l'esercizio asso-ciato di tutte le funzioni e i ser-vizi pubblici tracciata dall'art.16 della manovra di Ferragosto 2011 (che secondo molti avrebbe realizzato una fusione di fatto dei piccoli centri) diventa meno vin-colante. La micro-unione infatti sarà solo un'opzione per gli enti fino a 1.000 abitanti. Un'opzione che si affianca alle altre forme as-sociative previste dal Testo unico enti locali, ossia la convenzione e l'unione, per così dire, «tradi-zionale» nella quale i comuni si mettono insieme mantenendo la propria individualità gestionale. I nuovi enti dovranno avere al-meno 5.000 abitanti (3.000 nel-le zone montane) ma le regioni potranno stabilire limiti demo-grafici diversi, anche inferiori. Per i comuni tra 1.000 e 5.000 abitanti l'obbligo di esercizio delle funzioni in forma associa-ta, che sarebbe dovuto scattare dal prossimo 30 settembre per almeno due funzioni su sei, slit-terà ancora. Gli enti dovranno svolgerne insieme tre entro il 1° gennaio 2013 e altre tre entro il 1° gennaio 2014. Sono queste le principali novità del decreto leg-ge sull'associazionismo comunale che il governo porterà nei prossi-

mi giorni sul tavolo del consiglio dei ministri

Uesecutivo ha preso un impe-gno preciso con l'Anci in tal sen-so (si veda a fianco l'intervista al presidente Graziano Delrio) nell'incontro di lunedì a palazzo Chigi. L'utilizzo della decretazio-ne d'urgenza, del resto, è imposto dalla necessità di far presto. Lo slittamento di nove mesi della marcia forzata verso l'associa-zionismo (disposto dal decreto milleproroghe) sta infatti per esaurirsi a fine settembre e i pic-coli comuni necessitano subito di un quadro normativa chiaro Tale non può essere certamente con-siderato quello attuale in cui le regole del dl 138/2011 si sovrap-pongono a quelle (art. 14, commi 25-31) del dl 78/2010 generando confusione. Per questo il governo Monti ha abbandonato l'idea di disciplinare la materia all'inter-no della Carta delle autonomie ferma da anni al senato e con scarse chance di approvazione in tempi brevi. Le nuove norme sui piccoli comuni (inserite come emendamenti alla Carta dai rela-tori Enzo Bianco e Andrea Pasto-re) sono state stralciate assieme a quelle sulle città metropolitane. Confluiranno tutte nel decreto legge «di rapidissima emana-zione» che consentirà il varo dei nuovi 10 macro-enti (Bari, Bo-logna, Firenze, Genova, Milano, Napoli, Torino, Reggio Calabria, Roma e Venezia) che porteranno alla scomparsa delle rispettive

province. In attesa che il decreto prenda forma, le novità in arrivo non dispiacciono agli operatori.

«E' una soluzione ragionevole che supera una situazione di impasse. Viene stabilita una di-

sciplina dellenmioni uniforme e rispettosa dell'autonomia degli enti», ha commentato a Italia-

Oggi Maurizio Delfino, esperto di finanza locale e consulente di molti piccoli comuni.

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ItaliaOggi

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Delrio: verso la proroga dei bilanci al 31 agosto «I comuni devono puntare tutto sull'auto-nomia. Fiscale, patrimoniale, istituziona-le. Solo così si realizza davvero il federali-smo e ci si mette al riparo dai tagli unilaterali delle manovre di turno». E' un Graziano Delrio partico-larmente raggiante quello che commenta con Italia-Oggi gli esiti dell'incontro di lunedì a palazzo Chigi. Il governo ha preso con l'Anci «impegni precisi in tempi rapidissimi» a cominciare dalla promes-sa che dal 2013 tutto il gettito dell'Imu resterà nelle casse municipali. Ma anche su federalismo demaniale, associazionismo e bilanci sono in arrivo novità che autorizzano a guar-dare con maggiore ottimismo al futuro. La proroga dei preventivi al 31 agosto, ad esempio, è praticamente certa.

Domanda: Presidente, tutta l'Imu ai co-

muni in cambio della rinuncia ai trasferi-menti. Ci guadagnerete nello scambio?

Risposta: Certamente. I comuni devo-no puntare tutto sull'au-tonomia finanziaria. Il gettito Imu garantisce entrate certe e poi non è statico essendo legato alle dinamiche del merca-to immobiliare I trasfe-rimenti invece sono sog-getti a tagli unilaterali. Una pratica in cui si sono esercitati tutti i governi degli ultimi anni.

D. L'Imu erariale a cui il governo rinuncerà vale 9 miliardi, il fondo di ri-equilibrio che finanzia i

comuni 6,8. Non c'è il rischio di creare un buco nei conti pubblici?

R. Il governo studierà le soluzioni tec-niche perché ciò non accada. Ne discute-remo nel tavolo che apriremo con l'esecu-tivo dopo che si conoscerà il gettito della

prima rata di giugno. D. Nell'incontro di lunedì sono arrivate

anche certezze in materia di associazioni-smo. Sembra che le città metropolitane dopo 20 anni possano vedere la luce. Cosa ne pensa?

R. Siamo a un passo dalla meta. Il go-verno ci ha promesso di intervenire in tempi rapidi e questo spiega la decisione di estrapolare le norme dalla Carta delle autonomie che di sicuro non riuscirà a es-sere approvata entro settembre. Le novità disegnano un quadro normativo uniforme e più rispettoso delle scelte degli enti.

D. Anche il federalismo demaniale, dopo aver corso il rischio di essere affossato, sembra tornato in auge.

R. L'allarme era fondato. Il governo però si è reso conto che i comuni vogliono i beni demaniali non per svenderli ma per valorizzarli. In questo senso va il Fondo costituito con l'Agenzia del demanio, nel quale confluiranno i beni della white list. Il dpcm con l'elenco degli immobili do-vrebbe andare in Gazzetta a breve.

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Del

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Le amministrazioni comunali devono informare il contribuente dei cambi di destinazione

Aree edificabili, conta il mercato Il pagamento dell'imposta avviene in base al valore venale

DI SERGIO TROVATO

Le aree edificabili sono soggette al pagamento dell'Imu in base al loro valore di mercato. I contri-

buenti, però, devono essere infor-mati delle variazioni apportate agli strumenti urbanistici. Spet-ta infatti alle amministrazioni comunali comunicare agli inte-ressati i cambi di destinazione dei beni da terreni ad aree edificabili La mancata comunicazione impe-disce che l'amministrazione possa applicare sanzioni e interessi al contribuente per omesso paga-mento del tributo.

Per pagare l'imu su un'area edi-ficabile occorre stabilire il suo va-lore venale in comune commercio al l° gennaio dell'anno di imposi-zione, vale a dire il suo valore di mercato. In sede di acconto, entro il 18 giugno, deve essere pagato il 50% del tributo che va calcolato applicando l'aliquota del 7,6 per mille. A saldo, invece, dovrà essere

versata l'imposta dovuta per l'in-tero anno prendendo a base l'ali-quota deliberata dal comune.

L'articolo 5 del decreto legisla-tivo 504/1992 fissa dei criteri ai quali è necessario fare riferimento per determinare la base imponibi-le. In particolare: zona territoriale di ubicazione dell'area, indice di edificabilità, destinazione d'uso consentita e oneri per eventuali lavori di adattamento del terre-no necessari per la costruzione. Vanno presi in considerazione, inoltre, Anche i prezzi medi rile-vati sul mercato di aree aventi le stesse caratteristiche. I valori possono essere deliberati anche dalla giunta, sulla base di una perizia redatta dall'ufficio tecni-co. Questi valori sono meramente jndicativi.

Come per l'Ici, per la qualifica-zione delle aree è necessario fare riferimento al piano regolatore generale. In base all'articolo 2 del decreto legislativo 504/1992, disposizione che viene espressa-

mente richiamata dall'articolo 13 del dl Monti (201/2011), per area fabbricabile si intende quel-la utilizzabile a scopo edificatorio in base agli strumenti urbanisti-ci generali o attuativi oppure in base alle possibilità effettive di edificazione determinate secondo i criteri previsti agli effetti delle indennità di espropriazione per pubblica utilità. Nelle ipotesi di edificazione di un fabbricato, la base imponibile è data dal valore dell'area (non viene computato il valore del fabbricato in corso d'opera) dalla data di inizio dei lavori di costruzione fino a quel-la di ultimazione, oppure fino al momento in cui il fabbricato è co-munque utilizzato, se questo mo-mento è antecedente a quello di ultimazione. Durante il periodo di effettiva utilizzazione edificatoria, anche per demolizione o esecuzio-ne di lavori di recupero edilizio, il suolo va considerato area fabbri-cabile, anche nel caso in cui que-sta natura non sia riconosciuta

dagli strumenti urbanistici. L'Imu è dovuta se l'area è in-

serita in un piano regolatore ge-nerale adottato dal consiglio co-munale, ma non approvato dalla regione. L'articolo 36, comma 2 del decreto-legge legge 223/2006 ha chiarito che un'area è da considerare fabbricabile se uti-lizzabile a scopo edificatorio in base allo strumento urbanistico deliberato dal comune, indipen-dentemente dall'approvazione della regione e dall'adozione di strumenti attuativi. Quindi, un'area è edificabile quando è inserita nel piano regolatore ge-nerale ed è soggetta all'imposta a prescindere dalla successiva lottizzazione del suolo.

Naturalmente, se per la carat-teristica dell'edificabilità è suffi-ciente che essa risulti da un piano regolatore generale, la potenzia-lità di edificazione è maggiore quando l'area è ricompresa in un piano particolareggiato e ciò ha effetti nella determinazione del

valore dell'area e della quantifi-ca zione della base imponibile. La potenzialità del suolo tanto più è attenuata quanto maggiori sono le incertezze sull'effettiva possi-bilità di poterlo utilizzare a scopo edificatorio.

Nonostante la questione sia dibattuta, sono soggette al tri-buto le aree vincolate destinate a essere espropriate. Anche se i limiti incidono sul valore del bene. Secondo la Cassazione (ordinanza 16562/2011), la qualifica di area fabbricabile non può ritenersi esclusa se esistono particolari limiti che condizionano le pos-sibilità di edificazione del suolo. Anzi, i limiti imposti a un terreno presuppongono la sua vocazione edificatoria.

Il contribuente va informato delle variazioni apportate agli strumenti urbanistici. In caso contrario, il tributo sull'area è comunque dovuto, ma non pos-sono essere chiesti sanzioni e interessi.

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