2000-6 Oratorio di Anghiari

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1 PERIODICO DEL VICARIATO DI ANGHIARI E MONTERCHI N. 6 DICEMBRE 2000 - GENNAIO 2001 Sped. in A.P. - art.2 comma 20c legge 662/96 Filiale E.P.T. 52100 AREZZO aut. Nr. 909 del 29/9/1997-Anno XXXIV-Per. del Vic. di Anghiari e Monterchi Con approvazione della Curia di Arezzo - Aut. Tribunale di Arezzo n. 5 del 28 aprile 1967 - Dir. Resp. Renato Bertini - Stampa Grafiche Borgo, Sansepolcro

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PERIODICO DEL VICARIATO DI ANGHIARI E MONTERCHI 1 Sped. in A.P. - art.2 comma 20c legge 662/96 Filiale E.P.T. 52100 AREZZO aut. Nr. 909 del 29/9/1997-Anno XXXIV-Per. del Vic. di Anghiari e Monterchi Con approvazione della Curia di Arezzo - Aut. Tribunale di Arezzo n. 5 del 28 aprile 1967 - Dir. Resp. Renato Bertini - Stampa Grafiche Borgo, Sansepolcro

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PERIODICO DEL VICARIATO DI ANGHIARI E MONTERCHIN. 6 DICEMBRE 2000 - GENNAIO 2001

Sped. in A.P. - art.2 comma 20c legge 662/96 Filiale E.P.T. 52100 AREZZO aut. Nr. 909 del 29/9/1997-Anno XXXIV-Per. del Vic. di Anghiari e MonterchiCon approvazione della Curia di Arezzo - Aut. Tribunale di Arezzo n. 5 del 28 aprile 1967 - Dir. Resp. Renato Bertini - Stampa Grafiche Borgo, Sansepolcro

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Sommario

Natale di Vera Cuccini pag. 2Ai lettori " 2Incontri in parrocchia e non solo " 3Calendario Liturgico " 4Sante Messe festive e avvisi delle parrocchie " 5Il Palterre

Anghiari: bel paese di Sergio Lombardi " 6Il tempo... andato di Frido Camaiti " 6Siamo saliti insieme di Cmr " 7Il mercato mancato di Civis " 7Pseudonimi - È tornato Maranna " 7

Il Grande Giubileo del Duemila di don Q. Giorgini " 8Quiete di Vera Cuccini " 9Il pranzo del Ceppo di Aldo Tognetti " 9La vita e la morte di Maria Raffaelli " 9La vignetta: Ci mancavano i fagioli transgenici! " 9Le ragioni del bottone di Maria Pia Fabiani " 9Aforismi ed altro di Turiddo Guerri " 9Lo spillo da balia di Ilaria Andreazzi " 10Anghiari vive " 11Paura di Maria Pia Fabiani " 11Un venerdì sera "sprecato" di A.B. " 12E dopo... cosa accade, cosa fare? " 12Angolo della Missione a cura di Franco Cristini

La dottoressa Bartolomei di nuovo Tanzania " 13IL FATTO: La via di "Camprione" di E. Panichi " 13LE LOGGE: Lavori in corso di Clèto " 13Gruppo Donatori di Sangue Fratres di P. Ganganelli

Una scelta consapevole " 14Il venticinquesimo... sempre più vicino " 15Giornata del Donatore di Sangue " 15

Una notte di paura " 16La notte di Halloween - Una pensilina pensile? " 16

Concerto della Corale di Anghiari di G. Camaiti pag. 16Il Proposto Nicola Tuti " 16I bringoli d'Anghièri " 17Vogliamo andare a mangiar bomboloni? " 17La vignetta: Allergia giustificata " 17Dalle parrocchie - Dov'è finita la vendemmia " 18Ancora festa a Pieve Sovara - " 19Il restauro della Crocifissione " 20Prodotti e servizi integrati " 21Da Tavernelle a cura di A. Bivignani

Il Circolo "La famiglia" di Tavernelle " 22Notizie dal Gruppo Sportivo Tavernelle " 22Dall'Osservatorio della Celle " 2 2

Terra dell'oblio di Gigi Nono " 23Le ricette della Concetta " 23Diario di viaggio di Paolo Rossi " 24Monsignor Angelo Tafi " 25Ecco le ultime offerte - Un nuovo modo di dire " 25Il marinaio Sgrignani Italiano di A. Zanchi " 2 5La tela di Sant'Anna " 25Il nostro caro, vecchio Anghiari

Un ricordo di Loris Babbini " 26Il vitello d'oro di Gino " 2 7Uomo e donna li creò " 27Dov’è il “grande vecchio”? di Civis " 27Balli, orchestre e... di Flavio Mercati " 28Ricordo di Santino Gaggiottini di A. Zanchi " 29Fatti di casa nostra di Walter Del Sere

Quando ero ragazzino di W. Del Sere " 30Il nuovo Informagiovani di Walter Del Sere " 30L'Agriturismo aretino di Walter Del Sere " 3 0

Cronachetta dei fatti... " 31L'altare di San Francesco " 31

Copertina by Luca Pucci

Nataledi Vera Cuccini

Giorno di gioia, di pace e bontà!E mai come in questo giornosento sopra di me il pesodell’umane sofferenze.Molti nostri fratelli soffrono,sono tanti quei bambiniche la fame uccidee sono anch’essi innocentipersonaggi, d’un grandeinterminabile presepio…In essi rivive il misterodi Betlemme, nasce ancoranella sofferenza il Divino Bambinomessaggio d’amore e di paceper la nostra umiltà.

Ai lettoriIn questo numero troverete il bollettino postale N° 11802527 che potrete utilizzare per inviarci la vostra offerta. Essa ci è necessaria per poter proseguire il cammino insieme a voi. Il nostro impegno è quello di giungere nelle vostre case informandovi sulle varie attività che con i nostri sacerdoti vengono messe in cantiere e quindi notizie, approfondimenti, appuntamenti.Ormai il nostro giornale è l'unico che si pubblica ad Anghiari e una parte di esso è dedicata alla vita civile, alle ricerche storiche, ai commenti su fatti e avvenimenti del nostro paese. Una parte non secondaria è dedicata alla poesia.Vari autori collaborano con la redazione. Saranno graditi anche i vostri commenti ed eventuali scritti che, nel limite dello spazio e della programmazione, saremo lieti di pubblicare.Ancora un grazie a tutti e a voi e alle vostre famiglie il nostro migliore augurio di

Buon Natale e Buone Feste

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CATECHESI PER FAMIGLIE2000-2001

Gli incontri hanno per tema “L'Eucaristia in famiglia” e si svolgono presso il Cenacolo di Montauto dalle ore 19 alle ore 21 nelle seguenti date:

PARROCCHIA DI ANGHIARICATECHESI PER ADULTI

Tutti i giovedì alle ore 21, in Propositura, catechesi per adulti.

Gli incontri hanno come titolo “La ricerca del volto umano”.

Attraverso le letture si cerca di scoprire qual è l’identità dell’uomo quale creatura di Dio.

Incontri di formazione per catechisticalendario degli incontri che si terranno dalle ore 21 alle 22,30:

2000 - sabato 9 dicembre2001 - sabato 13 gennaio sabato 10 febbraio

sabato 10 marzo

sabato 7 aprile sabato 5 maggio

Anno 2000Sabato 16 dicembre

Anno 2001Sabato 20 gennaioSabato 17 febbraio

Sabato 17 marzoSabato 21 aprile

Sabato 26 maggio dalle ore 17 per festeg-giare la Madonna del Cenacolo

A TAVERNELLETutti i mercoledì Scuola di Comunità alle ore 21. Si sceglie un testo e, insieme, si cerca di comprendere quelle parole come aiuto alla vita.

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CALENDARIO LITURGICO

Mese di dicembre

1° dicembre. Primo venerdì del mese. Nella pieve di Micciano, alle ore 20 Santa Messa per il Gruppo Uo-mini dei Ritiri di Perseveranza.

3 dicembre. Domenica I di Avvento. Sante Messe secondo l’orario festivo. Inizia quindi il tempo di Avvento, il tempo di attesa, pieno di trepidazione e di speranza per la nascita di Gesù.

5 dicembre - Primo martedì del mese. In Propositura alle ore 17 Ora di Guardia con recita del Santo Rosa-rio.

7 dicembre - Sant’Ambrogio vescovo. Primo Giovedì del mese. Si invitano i fedeli alla preghiera per le vo-cazioni.

8 dicembre venerdì – Immacolata Concezione della Beata Vergine Maria. Sante Messe secondo l’orario festivo. “Tutta Santa, senza ombra di peccato, sei di-venuta la Madre del Signore”.

10 dicembre - Domenica II di Avvento – Beata Vergi-ne di Loreto. Sante Messe alle ore 9,30 e alle ore 11 in Propositura e alle ore 18 nella chiesa di Badia. Dopo la Messa delle ore 18 solenne processione per le stra-de del castello antico. Di nuovo l’invitto a comporre i “Quadri viventi” della vita di Gesù, di Maria, dei San-ti e ad illuminare le strade percorse dalla processione. La Madonna, nostra avvocatessa, presenti la nostra supplica al suo Figlio affinché ci riempia di grazia.

13 dicembre mercoledì – Santa Lucia Vergine e Mar-tire. Morì probabilmente Siracusa durante la persecu-zione di Diocleziano. Il suo culto, fin dall’antichità, si diffuse pressoché in tutta la Chiesa e il suo nome fu inserito nel Canone Romano.

15 dicembre venerdì – Inizia la Novena in prepa-razione del Santo Natale nella chiesa di Propositura alle ore 18. Per tutto il periodo della Novena la Santa Messa vespertina viene anticipata alle ore 17. Dome-nica 17 dicembre la Novena non avrà luogo e la Santa Messa sarà come sempre celebrata alle ore 18 nella chiesa della Croce.17 dicembre – Domenica III di Avvento. Sante Messe secondo l’orario festivo.18 dicembre lunedì – Presso il Santuario del Car-mine, alle ore 21, Sacramento della Riconciliazione

(confessione).

23 dicembre sabato – Dalle ore 15 confessioni nella chiesa di Propositura.

24 dicembre - Domenica IV di Avvento. Sante Messe alle ore 9,30 e 11 in Propositura. La Messa delle ore 18 nella chiesa della Croce non verrà celebrata. Vigilia del Santo Natale. Alle ore 23,45 nella chiesa di Propo-situra Santa Messa Solenne.

25 dicembre lunedì – Santo Natale di Gesù. Sante Messe secondo l’orario festivo. La festa di natale è una “cristallizzazione” della festa pagana del solstizio invernale che celebrava “il sole invitto”. La Chiesa vi festeggia il nuovo Sole invincibile, Cristo “Luce del mondo”.

26 dicembre martedì - Santo Stefano primo martire. Nella chiesa di Santo Stefano S. Messa alle ore 8,30.

27 dicembre mercoledì – San Giovanni appostolo ed evangelista. “Il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi: Abbaiamo contemplato la sua gloria, alleluja”.

28 dicembre giovedì – Santi Innocenti Martiri. “Can-tano i piccoli la lode di Dio: Vivi non potevano parla-re, martiri, acclamano il Signore”.

31 dicembre domenica – Santa Famiglia di Nazaret. San Silvestro I papa. Sante Messe secondo l’orario festivo. Alla Santa Messa delle ore 18 celebrata nella chiesa della Croce “Te Deum” canto di lode e di rin-graziamento per tutto ciò che il Signore ci ha donato nell’anno passato.

Mese di gennaio

1° gennaio lunedì – Maria Santissima madre di Dio. Sante Messe secondo l’orario festivo.

2 gennaio martedì – Primo martedì del mese. In Propositura alle ore 17 Ora di Guardia con recita del Santo Rosario.

4 gennaio giovedì - Primo Giovedì del mese. Si invi-tano i fedeli alla preghiera per le vocazioni.

6 gennaio sabato – Epifania di nostro Signore. Sante Messe secondo l’orario festivo. Chiusura della Porta Santa del Giubileo.

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SANTE MESSE FESTIVECELEBRATE NELLE CHIESEDEL VICARIATO DI ANGHIARI...

Ore 8,00 -PIEVE DI MICCIANO -CHIESA DI SAN LEOOre 8,30 -ANGHIARI: Chiesa di S. StefanoOre 8,40 -PIEVE DI SOVARAOre 9,00 -CHIESA DEL PONTE ALLA PIERA -CHIESA DI TUBBIANO -CHIESA DI CATIGLIANOOre 9,30 -ANGHIARI: Chiesa di ProposituraOre 10,00 -SANTUARIO DEL CARMINE -CENACOLO DI MONTAUTOOre 10,30 -CHIESA DI SAN LEOOre 11,00 -ANGHIARI: Chiesa di Propositura -PIEVE DI MICCIANOOre 11,30 -CHIESA DI TAVERNELLE -CHIESA DI VIAIOOre 12,00 -CHIESA DI TOPPOLEOre 18,00 -ANGHIARI: Chiesa della Croce

... E DI MONTERCHI

Ore 8,30 S. Maria della Pace Le VilleOre 8,45 San Michele Arc.lo a PadonchiaOre 9,30 CHIESA delle monache MonterchiOre 10 CHIESA della Madonna Bella PocaiaOre 11 S. Maria della Pace Le VilleOre 11,15 San Simeone profeta a MonterchiOre 16,30 (ore 18 estivo) San Simeone a Monterchi

Ultima domenica del mese chiesa di San Michele Arc.lo a Pianezze ore 15 (ore 17 estivo).

7 gennaio domenica – Battesimo di Gesù. Sante Mes-se secondo l’orario festivo.

14 gennaio - Domenica II del Tempo Ordinario. San-te Messe secondo l’orario festivo.Il nostro vescovo Monsignor Gualtiero Bassetti sarà in mezzo alla nostra Comunità per la celebrazione della Santa Messa delle ore 11 in Propositura.

21 gennaio - Domenica III del Tempo Ordinario. San-te Messe secondo l’orario festivo.

25 gennaio giovedì – Conversione di San Paolo apo-stolo.

28 gennaio - Domenica IV del Tempo Ordinario. San Tommaso d’Aquino sacerdote e dottore della Chiesa. Sante Messe secondo l’orario festivo.

31 gennaio mercoledì – San Giovanni Bosco sa-cerdote. Nato a Castelnuovo nella diocesi di Torino, trascorse una dura fanciullezza. Ordinato sacerdote dedicò tute le sue energie all’educazione dei giovani. A questo fine fondò la Pia Società di San Francesco di Sales (Salesiani). Morì nel 1888.

Santuario del Carmine

24 dicembre Vigilia di Natale Santa Messa alle ore 22

San LorenzoDomenica 24 dicembre domenica, Vigilia di Natale, Santa Messa alle ore 22.

A MONTAUTO

Domenica 24 dicembre fiaccolata al Cena-colo di Montauto con partenza da Tavernelle alle ore 22 ed arrivo alle 23,30 circa. Alle ore 23,45 solenne Celebrazione Eu-caristica al Cenacolo animata dal coro unito dei giovani di TAVERNELLE E ANGHIARI

Vi aspettiamo numerosi!

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IL PALTERRE: dove gli anghiaresi parlano di Anghiari, e non solo

Anghiari: bel paese

Questo titolo non è casuale, ma rappresenta la realtà che ci appartiene. La verità è che noi Anghiaresi non ci rendiamo conto della magnificenza dei panorami perché ne siamo a

contatto ogni giorno per 365 giorni all’anno. Finalmente, dopo cinquant’anni di immobilismo, vedo che Anghiari si sta mettendo la “gravatta” e si prepara a mettersi al passo dei tempi. Un plauso particolare va fatto a quelli che lavorano in corso Matteotti i quali hanno messo a disposizione del paese tutta la loro professionalità ed hanno fatto in modo di diminuire al minimo i disagi che inevitabilmente sorgono quando vengono fatte delle mi-gliorie. Non riesco a capire coloro che dicevano: occorre rifare quella strada, non si cammina più, poi, finalmente, viene rifatta e gli stessi si lamentano del fatto che per qualche giorno ci si deve arrangiare. Che uomini sono quelli? È possibile una qualsiasi forma di dialogo in questi casi? Finalmente si sta abbandonando l’apocalittico torpore che ha contraddistinto questo paese per cinquant’anni e ci lamentiamo pure? Forse queste persone dovrebbero meditare sul fatto che Anghiari non può avere a livello nazionale uno sviluppo agricolo perché abbiamo una pianura che è simile ad un fazzoletto.Non possiamo avere sviluppo industriale perché non ci sono industrie. Quindi non ci rimane altro che uno sviluppo turistico. Ed allora perché non agevoliamo la costruzione di capannoni in modo che abbia inizio una produzione specializzata di manufatti locali? Ciò naturalmente comporterà una castrazione ideologica da parte di chi è cosciente di questo fatto ma che, per oppor-tunismo e per facile incoerenza, ha costruito il proprio modo d’essere e di porsi su questa facile realtà. Allora

per la milionesima volta ripeto: vediamo bene qual è il gatto e qual è il topo altrimenti l’anno 2.000 sarà anche l’anno della spersonalizzazione di Anghiari come entità autonoma. Comunque credo, da quello che vedo, che la ricerca di un miglioramento strutturale sia già iniziata e spero che la sua valorizzazione non abbia limiti e costri-zioni indipendenti dalla volontà degli Anghiaresi stessi. Secondo me noi Anghiaresi abbiamo un grande bisogno di recuperare noi stessi e ritrovarci in quell’amalgama che fatti indipendenti dalla nostra volontà ci avevano fatto dimenticare. Ripeto: in cinquant’anni di immobili-smo e apatia finalizzata a vicende storiche ben precise, è ora che venga compreso che l’anno 2.000 ha provocato uno scossone in tutto il mondo e chi vuole fermare il progresso è fuori dai tempi. Fatta questa premessa, sono dell’opinione che ognuno deve fare la sua parte.L'amministrazione comunale ha iniziato la sua, il mare-sciallo è molto presente alle varie situazioni che si crea-no. Rimane ora solo il cittadino che deve capire, anche se credo che ciò non sia facile, perché gli stereotipi di una cultura grossolana e finalizzata ad un interesse personale non è facile da scardinare. Sono comunque dell’opinione che basterebbe dimostrare che si vive in società perché l’interesse da personale diventi globale, altrimenti si va a vivere in una capanna a Monte Butolino.Insomma le mani sono due, una per dare e una per ricevere. Chi non lo capisce non è in grado di vivere socialmente. Naturalmente per ciò che concerne la rea-lizzazione pratica di quanto detto sono necessarie due priorità. Una è che occorre una Pro-loco efficiente e credo che Anghiari abbia una Pro-loco fra le più efficienti della Valtiberina, poi un assetto del territorio pratico e serio senza dichiarazioni di circostanza e senza guerra dei nervi. Il resto ai posteri!

La piazza d'Anghiari

Il tempo... andatodi Frido Camaiti

A proposito del 4 di novembre si ricorda che anche nel 1995 il giorno 4 novembre segnò l’inizio dell’inverno quando venti freddi orientali apportarono un brusco ribasso delle temperature (fino al giorno prima molto dolci) con bufere di vento e neve che nei giorni 4 e 5 ricoprirono Anghiari di un lieve strato bianco di neve.

Iniziati i lavori di consolidamneto della chiesa di S. Agostino. Il bel coro al suo interno verrà smontato per essere restaurato dal Centro Tecnologico del Restauro di Anghiari.

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... Il Palterre

Beatitudini della seradi Cmr

Il dolore di Eva

Le due teste raffigu-rate a lato sono state dipinte da Masaccio (grande aretino di San Giovanni Valdarno) al-l’interno della cappella Brancacci, nel com-

plesso della chiesa di S. Maria del Carmine, a Firenze.Sono famose: sono le teste di Adamo ed Eva, mentre vengono cacciati dal Paradiso Terrestre.Va bene che Eva l’aveva combinata bella grossa, va bene che noi dovremmo umanamente detestarla, perché da lei ci sono piovuti tanti guai sulle spalle: peccato, dolori, malattie, morte, giudizio, inferno, impegno per evitare quest’ultimo e guadagnare il Paradiso; ma come si fa ad avercela con Eva e con Adamo, se hanno provato poi tanto dolore?Io che scrivo guardo ogni tanto queste due facce o mi vengono spontaneamente davanti agli occhi, in partico-lare dopo la Confessione e sento che il dolore per il mio peccare non raggiunge l’intensità di quello di Eva, nella immagine di Masaccio. Il grido che esce dalla bocca di lei deve essere giunto da un capo all’altro della terra.Le vedo, quelle teste, quando osservo i servizi televisivi sulle adunate oceaniche in Piazza San Pietro, per questo Giubileo del 2000.Quanti di noi saranno stati degni dell’indulgenza plena-ria, perché veramente pentiti delle proprie ipocrisie, del comportamento laicizzato e freddo? Dio è misericordia infinita, ma deve averne davvero tanta unita a tanta pazienza!Speriamo che Lui, in quello sventolare di cappellini, di fazzoletti e bandiere, sappia vedere la bontà dei Suoi figli; io, attraverso il grande Masaccio, continuo ad osservare l’angoscia dei progenitori e… rimango con le mie non ottimistiche idee.Per finire in bellezza, carissimi amici della 3ª e 4ª età, avete percepito anche voi qualche cosa che vola nell’aria con tenue rumore come il cadere della pioggerella di marzo o il battere d’ali d’una farfalla (l’accostamento è dovuto alle poesie delle più feconde autrici della nostra comunità)? Dunque, forse, anche voi avete udito ma non ben capito. È la voce flebile, ancora incerta, che qualche cosa si farà anche per gli anziani!Credo che per cominciare ci basterebbe un’ora, un’ora al mese per ritrovarci, per sentirci una parte del totale, per esporre pensieri e desideri, per avere un aiuto spirituale mirato, dai nostri Sacerdoti. Aiutateci a partecipare, noi abbiamo le gambe deboli e il fiato corto, siamo piccoli piccoli e perciò grandi, secondo la nostra fede.Da noi, che dovremmo essere i più saggi per l’esperienza accumulata, parta un messaggio di tolleranza, di com-

prensione, di fraternità, verso tutti gli altri. Via le caste, via i ritenuti privilegi, via i risentimenti giustificati e non. Mi fermo qui perché ognuno sa, dentro di sé, cosa deve buttar via.Come il Prof. Sannai sa mettere in armonia tante voci diverse (grazie a lui, alle corali, a Don Vittorio per il concerto del 14 ottobre) anche noi, comunità parrocchiale di Anghiari, dovremo riuscire a vivere in armonia.Quando leggerete queste righe sarà vicino il Natale: auguro a tutti che sia santo e felice. Felice anche nelle difficoltà di questa vita non facile.

Il mercato mancatodi CivisAndando per piazza stamani si potevano vedere di-verse persone in giro per il paese; mancava però qual-cosa: mancava il mercato. La tradizione ad Anghiari dice che quando il mercato cade in un giorno festivo si effettua il giorno precedente; la fiera nel giorno suc-cessivo.Mercoledì 1° novembre è festa e pertanto oggi ci do-veva esser il mercato. Solo che i “banchi” hanno pre-ferito altre piazze, probabilmente più redditizie. Già vengono controvoglia nei giorni di mercoledì, figuria-moci in un giorno diverso. Unica eccezione il banco che vende biscotti e dolciumi in piazza del Teatro.La realtà quindi, ancora una volta, comanda sulla tra-dizione.

Pseudonimi

La Paola mi chiede perché alcuni articoli pubblicati nel giornale siano firmati con uno pseudonimo e non col nome dell’autore.A mio parere questo metodo è corretto, anche se può non piacere. Infatti, a parte il fatto che la Redazione è a conoscenza dell’identità dello scrivente, il giudizio su un articolo o su un pensiero dovrebbe prescindere da chi l’ha scritto. O meglio: sarebbe bene che un arti-colo venga giudicato a prescindere da chi l’ha scritto.Molto più facile infatti, e senza impegnare il cervel-lo, è per chi legge licenziare questo o quell’articolo giudicandolo in base al giudizio che già ha di questa o quella persona. (pseudonimus)

È tornato Maranna!

È da un po’ di tempo che l’annuncio dei titoli dei telegiornali viene fatto col tono della voce abbastan-za alto, “guasi” gridato. E allora mi sembra che sia tornato Maranna che “berciava” il pesce per le strade di Anghiari o annunciava l’arrivo di qualche mercante con merci varie. Ricordo che la sua voce dalle mura arrivava, in giornate favorevoli, fino alla Casentina e alla vicina località del Mulino della morte.

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IL GRANDE GIUBILEODEL DUEMILA di don Quinto Giorgini

Il Giubileo delle Famiglie

L’Anno Santo volge ormai al tramonto, terminerà il giorno della EPIFANIA del 2001, quando il papa chiu-derà la Porta Santa di S. Pietro. Avremo modo di fare un bilancio di questo straordinario evento nella prossima puntata, in questa voglio soffermarmi sul GIUBILEO delle FAMIGLIE celebrato il 14 e 15 ottobre con la par-tecipazione di circa trecentomila persone appartenenti a famiglie cristiane provenienti da tutto il mondo.

Per le vie di Roma, e poi nella grande piazza di S. Pietro, sotto una incessante pioggia autunnale abbiamo visto genitori di razza bianca, gialla, nera... vestiti in fogge diverse, con figli in braccio, sul passeggino, col biberon in bocca, con zainetti colorati sulle spalle, par-tecipare alla solenne Messa presieduta dal papa che ha celebrato il Sacramento del Matrimonio di otto coppie di novelli sposi di vari continenti, tra cui una italiana, protetti da bianchi ombrelli.

Mentre il Giubileo dei Giovani fu messo alla prova dal grandissimo caldo di agosto, quello delle Famiglie dal maltempo che certamente ha arrecato molto disagio ai pellegrini rendendo più penitenziale e meritorio il loro pellegrinaggio ma senza togliere dal volto di tanti genitori, figli ed altri familiari, quella serenità e gioia che caratterizzano i veri credenti.

Questo Giubileo è stato preceduto e preparato dal Terzo Incontro mondiale tra le Famiglie che alla luce del Vangelo e del Magistero della Chiesa e di questo papa, ha esaminato lo stato di salute di quella che è considerata la cellula fondamentale della società civile ed ecclesiale.

Oggi viene messa in discussione la stessa identità della Famiglia fondata sul matrimonio che è riconosciuta come fatto naturale dal sentire comune dell’uomo, dalla cultura dei popoli e dalle costituzioni degli stati.

Oggi ci si sposa di meno e più tardi, si fanno meno figli (1, 2 per donna). In seguito ad una mentalità laicista, libertaria e radicale che sta prendendo il posto di quella cristiana, si moltiplicano le separazioni, i divorzi fin dai primi anni di matrimonio.

Tra i giovani prevale la mentalità e la prassi di una sessualità ridotta a mera genitalità per cui con grande difficoltà riescono a trovare una certa stabilità affettiva. Tendono a prolungare il fidanzamento più a lungo pos-sibile per rimanere liberi, rimandando così l’impegno definitivo dell’eventuale matrimonio. Aumentano nelle grandi città, ma anche nelle nostre parrocchie rurali, non solo i matrimoni civili, ma le convivenze “more uxorio” e le unioni di fatto che si cerca di equiparare nei diritti, ma non nei doveri, ai veri matrimoni e si teorizzano

persino “matrimoni” di persone dello stesso sesso.Accanto a coppie che non vogliono figli, ce ne sono

altre che li vogliono ad ogni costo, scartando l’adozione e ricercando ogni mezzo possibile, anche artificiale, innaturale ed immorale, fornito dalla fecondazione assistita.

Il papa ha ricordato agli sposi cristiani che i figli “non sono un optional” ma un “dono preziosissimo” di Dio, sia quelli nati “dal naturale rapporto tra i coniugi” sia quelli accolti con l’ “adozione”. Il tema del Giubileo delle Famiglie è stato: “I FIGLI PRIMAVERA della FAMIGLIA e della SOCIETÀ”

I figli -ha proseguito il papa- con la loro presenza, le loro domande poste più con gli occhi che con le parole, rappresentano la fioritura dell’amore coniugale, una speranza, il futuro... un messaggio mandato da Dio ai genitori proprio attraverso i figli.

Ma purtroppo, lamenta il papa, talora i bambini “sono sentiti più come minaccia che come un dono”. I bambini vogliono contare su entrambi i genitori: “Quanto è triste per un bambino -continua il discorso papale- doversi rassegnare a dividere il suo amore tra i genitori in conflitto! Tanti figli porteranno per sempre il segno psicologico della prova a cui li ha sottoposti la divisione dei genitori”.

Il papa ha ricordato ai genitori la loro specifica missione di primi e principali educatori dei propri figli che devono seguire con amore e pazienza, rispettando i loro diritti e la loro dignità, consigliandoli negli orien-tamenti e scelte di vita. Alcune coppie, a nome di tutte le famiglie presenti, hanno raccontato al papa le loro più significative esperienze, il loro impegno nel vivere integralmente la loro vocazione coniugale e nel servizio pastorale verso le altre famiglie.

Ricordiamo solo quella coppia con numerosi figli propri che ha adottato altri bambini con gravi handicap psicofisici. Possiamo concludere con il vibrante appello finale del papa ai genitori chiamati a cooperare con il Creatore nel trasmettere la vita:

“...non abbiate paura della vita! Proclamate insieme il valore della Famiglia e quello della Vita. Senza questi valori, non c’è futuro degno dell’uomo!”

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Quietedi Vera Cuccini

Una bruma grigianasconde l’azzurrodel cielo, avvolgecon delicatezzae campi e boschiimmobile è l’arianon una fogliaagita il vento,silenzio intornotutto tace, né un sospironé un bisbigliouna strana quieteha fermato il tempoè la pace serenadell’animo, in un giornosenza fine.

Il pranzo di Céppodi Aldo Tognetti

Il Céppo? Grande festa eccezionalesicché, per tradizione dominanteio vado a festeggiarlo al ristorantecon un allegro pranzo conviviale.

Gustato un antipasto stuzzicantee un piatto d’agnellotti sul cinghiale,mangiai tre fegatelli di maialee un gallettino tenero, ruspante,

un dolce profumato al maraschino,biscotti (fatti in casa!) al marzapane,tuffati nel vinsanto genuino.

Vedendomi mangiar come un atleta,mi chiese il cameriere: -Vuol del pane?-Il pane?! No!! …purtroppo sono a dieta!

La vignetta: Ci mancavano i fagioli transgenici!

La vita e la mortedi Maria Raffaelli

Da giovani immaginiamo lunga ed infinita la strada della vita.Non si pensa che, in men che non si creda, appaia la vecchiaiae con essa lo spettro della morte,traguardo finale e inevitabile, per tutti sorte.In questo tragitto che sembra lungo, invece è breve,senza il sostegno della fede,che senso avrebbe nascere e perire?È solo credendo in Dio che ha senso vivere e morire.Con questo credo, nella morte vedo una sorella provvidache a Dio conduce, nella sua eterna luce.

Le ragioni del bottonedi Maria Pia Fabiani

Tra gli altri, ho un bel bottone titubantenel soprabito blu.Ho fretta e tiro viauscendo indaffarata.Ma mentre per le scale l’abbottonolo sento che mi dice:“Son debole, ho bisogno di rinforzi,un po’ di filo, prego!” E trema tutto.Gli dico con la mente: “Abbi pazienza,appena torno faccio come chiedi.”Ma lui, fievole: “Forse è troppo tardi…!”E io, distratta, non vedo quel capoche si reclina, stanco, verso terra.

A casa finalmente, mi sbottonoe lui non c’è!

Dovevo dargli retta!Ora dovrò cambiarli tutti quanti:la giusta punizione per la fretta.

Scusa, caro bottone.Era tua, la ragione! 18.10.2000.

Aforismi ed altrodi Turiddo Guerri

- Chi vuol dir la verità si faccia avanti.Nessun si muove.- Chi vuol mentire si faccia avanti.Nessun si muove.Se la verità e la menzogna non producono nessun effetto sembrano la stessa cosa. Infat-ti lo sono quando c'è di mezzo la paura.

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Io la Cesira l’avevo conosciuta durante una vacanza dai miei nonni a Talamone.

Una donna rustica, stringosa e secca come una canna di padule, ma con un cuore più grosso di una casa!

Insomma una di quelle maremmane d’una volta che hanno conosciuto i pinzi delle zanzare affamate, e sopportato i brividi della malaria maligna. Tirava avanti alla meglio un poderetto di cinque o sei campi che le aveva lasciato il suo marito bonanima, ma anche grazie all’aiuto dei contadini dei dintorni che nei momenti del bisogno una mano gliela davano. Quando tornavo dal mare, nel dopo desinare, mi piaceva andare a trovarla a casa sua. Ci si metteva a sedere su una panca sotto il fico e lì si chiacchierava del più e del meno. E io l’ascoltavo a bocca aperta, perché a modo suo era anche saggia la Cesira! Di quella saggezza contadina che si matura con gli anni e che ne devi fare tesoro da te, perché a scuola non te la insegna nessuno!

E un giorno che era contenta perché la capra aveva figliato o magari perché si sentiva in vena di dare consi-gli, m’insegnò: -Che le galline quando hanno covato per “schiocciarle” e mandarle via la febbre, bisogna farle fare il bagno nell’acqua diaccia marmata...

Che se perdono le penne vuol dire che le manca il calcinaccio nel pastone sicché, se non si provvede, fa-ranno sempre le uova col guscio “mencio”...

Che il radicchio bisogna seminarlo quando la luna ha la gobba a levante, se non vuoi che tallisca, nel mentre il prezzemolo lo puoi seminare senza guardare le fasi, tanto ci mette di più a nascere, ma pero non allunga il collo...

Che ai conigli non gli va mai data l’erba medica fresca, altrimenti gli viene la “ventrina” che gli fa gonfiare la pancia da scoppiare. Come difatti, muoiono!...

Che i galletti quando si “accapponano”, vanno ricuciti con l’ago da materasse, ma bisogna mettere sulla ferita un pizzicotto di cenere impastata con l’olio d’oliva, perché sennò la ferita gli si immalignisce e c’e il caso che tirino “l’agaiolo”...

Che sulle forme del cacio pecorino bisogna passarci sopra mezzo pomodoro fresco, così le disinfetta, am-mazza i bachi e non ci viene la muffa che gli da quel saporaccio di “mucido”.

Che se ti viene un porro sulla mano non importa andare dal dottore! Basta strusciarci sopra per cinque o sei giorni di fila, un po’ di latte di fico che lo fa seccare in “du’ balletti”...

Che se ti dà un bucotto una vespa o una “lapa” ci devi mettere sopra una goccia d’ammoniaca e il dolore passa in un baleno..

Che se vuoi essere sicura che qualche persona invi-diosa non ti abbia dato il malocchio, devi buttare in un piattino pieno d’acqua, tre gocce d’olio d’oliva, ti fai il

segno della Croce e dici: –Gesù, Giuseppe e Maria, il malocchio vada via! Se le gocce si sfanno, vuol dire che il malocchio non ce l’hai, altrimenti, si!

Che bisogna mettere fuori della finestra almeno una “resta” d’aglio, perché in casa non c’entrino le streghe, che ci sono, eccome!...

Che la sera, prima d’addormentarci, mai scordarsi di dire le preghiere, magari anche una sola se sei stanca, perché tanto il Signore certe cose le capisce da sé...

Ma intanto si era alla fine dell’estate e le mie vacan-ze stavano per finire e dovevo rientrare a Pisa perché a giorni si riaprivano le scuole. E andai a salutarla.

L’uscio di cucina era aperto e lei stava seduta sulla seggiola con le braccia appoggiate al tavolino e la testa fra le mani. Quando mi vide arrivare fece segno che mi sedessi davanti a lei. Non parlava; la vedevo triste, come se patisse. Si alzò di botto e andò a cercare qualcosa nella vetrina. Tirò fuori una scatola di cartone come quelle delle scarpe e ritornò verso di me. Sciolse il nodo al fiocco che la legava e ci cavò un pacchetto di lettere e una fotografia.

Questa -mi disse- è la mia bimba che mi morì di “Gruppe” quando non aveva nemmeno sette mesi, e oggi ricorre l’anniversario. Era bella la mi’ Gigliola, bella come gli angeli e io e il mi’ marito si viveva per lei!

Una notte le venne un gran febbrone nel mentre la gola le faceva male e non le riusciva d’inghiottire. Io doventavo matta, cercavo di farle prendere un po’ d’ac-qua, ma non c’era verso. Il mi’ Togno andò a cercare il dottore che venne subito col calesse e mi disse che era grave e bisognava portarla all’ospedale. E dopo due giorni di patimenti che non l’auguro a nessuno, chiuse gli occhi per sempre...

Mentre guardavo la fotografia, frugò meglio e, dal fondo della scatola, venne fuori uno spillo da balia d’oro, e dentro infilata, una medaglina di latta, con incisa la Madonnina di Montenero. Vedi -mi disse- questo spillo glielo lo mettevo sempre addosso quando la portavo da qualche parte e la medaglina gliela regalò il frate, una volta che andammo al Santuario. Io ormai non ci ho più nessuno al mondo e questa spilla è la cosa più cara che abbia. Pigliala te, per ricordo di questa vecchia che ti vuole tanto bene...

Sono passati dodici anni: la Cesira è morta e io sono sposata. Ho una bimba di tre mesi che i suoi nonni ci vanno matti! Stamani, dopo averle fatto il bagnetto, nel metterle la traversina mi s’è schiantata la cordella. -Ci vorrebbe uno spillo da balia- m’ha suggerito mio marito.

Mi sono ricordata che nel cassetto del canterale ci doveva essere sempre quello della povera Cesira. Ho aperto la scatolina e l’ho tirato fuori. Ma quando l’ho messo alla mia bimba, mi è venuto da piangere...

LO SPILLO DA BALIAdi Ilaria Andreazzi

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Domenica 27 agosto scorso, si è svolta vivacemente la “Festa delle Associazioni Anghiaresi 2000”. Per la prima volta tutte le Associazioni si sono ritrovate insieme per far conoscere a tutti i frequentatori della nostra cittadina le interessanti, divertenti, benefiche ed istruttive attività per cui sono nate. E guardate quante sono le nostre As-sociazioni! “Pro Loco”, “Società A.S.A.”, “Società del Carnevale”, “Centro di Aggregazione Sociale”, Società Pallavolo”, “Baldaccio Bruni”, “G.S. Bike”, “Fratres”, “Dynamis”, “Filarmonica”, “Associazione Canapa”, “I Ragazzi del Campo alla Fiera”, oltre ad alcuni Gruppi musicali giovanili e alla pregevole “Libera Università dell’Autobiografia”, che sta già respirando aria interna-zionale. Nel suo ambito, al tavolo che era stato preparato, con molti altri, sotto le Logge, fu proposto uno dei trenta esercizi del “Gioco della vita”, ottimo libro composto dal Prof. Duccio Demetrio di Milano, fondatore con Saverio Tutino della nostra “Libera Università dell’Au-tobiografia” (“Libera” per gli amici). Chi era interessato poteva estrarre un numero, come alla tombola, a cui, in un grafico speciale tipo Gioco dell’Oca, corrispondeva un argomento da svolgere estemporaneamente. I primi tre classificati sarebbero stati premiati con una copia

La casella 8 del Gioco dell'Oca con il disegno della "Paura".

Paura di Maria Pia Fa-biani

Scusate se la prendo un po’ larga, ma mi sembra che sia più giustificata la mia paura conoscendo l’ambiente, le persone e il momento in cui mi ha colpito. Eravamo alla fine di luglio del 1957. Ero al mare coi miei ragaz-zi, a Miramare di Rimini. Stavamo nel lato sinistro del viale – guardando a nord – e la sera io con Carlo stavo al fresco nel viale, parallelo al mare e prossimo ad esso, su cui si affacciava il nostro appartamento. II 27 Carlo aveva compiuto due anni e per l’occasione gli avevo insegnato a riconoscere la gi ultima lettera che ancora non conosceva. Questo frugolino che aveva ringiovanito noi vecchi genitori, nato sedici anni dopo il primo figlio, era un vero tesoro, grazioso come un angioletto biondo

del libro stesso.I concorrenti improvvisati furono trentuno. Il primo

premio è andato a Maria Pia Fabiani per il testo “Paura”, e gli altri due ad Anna Noferi per il testo “Casa” e ad Adelmo Rubini per il testo “Svolta.Certi che queste belle manifestazioni continueranno

Anghiari vive

e riccio ed era tutta la nostra vita. Una sera, passeggiando con Carlo per il viale vidi fra le fronde parte di una costellazione che mi parve l’Orsa maggiore. Ma non ne ero sicura e pensai di chiedere il parere di un signore che frescheggiava di fronte a casa nostra, sul lato destro del viale. Gli dissi:– Scusi, ma quella costellazione è l’Orsa? – II signore esitò un momento, guardò in alto e poi rispose:- Non lo so, io non sono di queste parti.

E questo fu divertente. La sera successiva invece ebbi la paura più grande della mia vita. Era il tardo po-meriggio e aspettavamo l’ora di cena. C’era ancora molta luce; io stavo seduta davanti a casa, nel viale quasi deserto e Carlo era andato alla casa di fronte traversando il viale. A un tratto sentii venire una moto da destra. Anche Carlo sentì e mi guardò. La grossa moto veniva veloce. Non avrei avuto il tempo di traversare. Vidi Carlo che stava per venire da me e gli urlai:– Non ti muovere! Fermo!

La moto stava passando come un bolide e nello stesso momento Carlo si mosse e traversò! Non so come non l’abbia travolto e ucciso. Gli corsi incontro e in ginocchio in mezzo al viale lo abbracciai col cuore impazzito in un pianto irrefrenabile.

per la gioia di organizzatori e partecipanti, vi diamo ap-puntamento al 2001! Grazie a tutti!Ecco il testo vincitore.

Nella foto un momento della manifestazione sotto le Logge con le maschere di Carnevale.

foto s. rossi

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Un venerdì sera “sprecato” per cercare la “bellezza che tanto vi attrae”

Venerdì 27 ottobre abbiamo partecipato insieme a don Juan Carlos e ad alcuni ragazzi di Tavernelle, ad un in-contro a San Leo di Arezzo, che aveva come titolo:“Giovani, con grande gioia m’incontro con voi”Quale ricchezza sono i giovani per la Chiesa?

Relatore dell’incontro era don Domenico Segalini, re-sponsabile nazionale della Pastorale Giovanile. L’incontro di don Domenico è ruotato soprattutto intorno alla bellissima esperienza della GMG 2000, vissuta a Roma da quasi tutti i giovani presenti alla serata. Ecco perché ho voluto mettere come titolo una frase del Papa: “è Lui la Bellezza che tanto vi attrae”. Il modo di parlare del relatore ha subito colpito l’attenzione dei presenti; i suoi discorsi sono precisi, intelligenti, ogni tanto strappa un sorriso o una battuta (specialmente sui preti) ma in-tanto fa pensare e, soprattutto, dice a chiare lettere che la speranza della nostra diocesi, e di tutta la Chiesa, siamo proprio noi giovani. Ha cominciato a parlare portando degli interessanti documenti storici: dall’Egitto all’an-tica Roma. Tutti i reperti colpivano per il loro testo: “ai miei tempi questo non succedeva… questa gioventù è sbagliata… ecc.” Don Domenico parla chiaro, dice che la nostra ricchezza sta nell’essere giovani, e che la nostra vita è già qualcosa di grande così com’è. E allora, come abbiamo poi sentito in una testimonianza, “tutto questo ti fa sentire finalmente adeguato e rispondente alle aspettative che pensavi di aver deluso perché giovane casinaro, in una società che ormai è sbagliata. E non solo, nasce in te quella voglia di darti da fare per la tua Chiesa, per la tua parrocchia, che mille prediche troppo seriose non hanno mai acceso”.Colpisce perché si vede che è un prete innovativo, ma nello stesso tempo fedele agli insegnamenti del magistero della Chiesa (don Domenico è uno stretto collaboratore del Papa a livello nazionale); con grande bravura fa un medley del discorso del Papa a Tor Vergata: “Voi cari amici siete all’altezza… È difficile credere… Ve ne volete andare anche voi?”. L’incontro continua e l’attenzione, invece di calare come al solito, aumenta. Don Domenico dice che più si soffre più siamo vicini al prendere quelle decisioni radicali che possono rendere la nostra vita e quella degli altri qualcosa di ancor più grande, e che ci possono far vivere da prota-gonisti della nostra giovinezza, che spesso consumiamo senza prendere posizioni. Non fa discorsi su quello che dobbiamo fare per cambiare il mondo perché il mondo va male, oppure per diventare preti o suore; anzi, lancia un appello: “I giovani chiedono risposte vere, belle e totali. Risposte di senso per cui valga la pena giocarsi la vita. La Chiesa deve saper parlare il loro linguaggio, parlare con loro di ciò che Lei sola sa dire, rimboccarsi

le maniche in quel grande laboratorio della fede di cui parla Giovanni Paolo II”.Dobbiamo dare una svolta alla nostra fede così come alla nostra vita, dice don Domenico; perché, se la lasciamo così com’è, alle nostre nonne va bene comunque. A Tor Vergata abbiamo gioito nel cuore e pregato insieme: questa speranza, anche se difficile, la dobbiamo portare a casa nostra, nelle nostre parrocchie. Visto che siamo nell’imminenza del Natale concludo volentieri con due domande lasciate da don Domenico: “che cosa regala la mia vita alla Parola di Dio”? e “che cosa regala la Parola di Dio alla mia vita?”Il fatto è che il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi, e quei noi, siamo proprio noi giovani.

Per appuntamenti, iniziative, testimonianze, im-magini, visitatewww.arezzogiovani.itil Sito Ufficiale della Pastorale Giovanile della nostra Diocesi.

Il prossimo incontro di GIOVANI IN STAGE - LABORATORI DELLA FEDE

si svolgerà sempre presso il Centro Pastorale di San Leo di ArezzoVENERDÌ 26 GENNAIOinterverrà il cardinaleJOSEPH RATZINGER.

E dopo… cosa accade, cosa fare?

È questo il titolo di un opuscoletto che è possibile ritirare presso gli aderenti alla Federazione Nazionale Imprese Onoranze funebri. Quello della perdita di una persona cara è un momento particolarmente delicato. Persone senza scrupoli, rese credibili da inesistenti associazioni di volontariato, possono approfittarne. La miglior difesa è, ancora una volta, l’informazione per poter esercitare liberamente il diritto di scegliere l’impresa funebre.Siamo lieti di comunicare inoltre che il nostro con-cittadino Marco Pernici è rappresentante della sopraci-tata Federazione, per Arezzo e provincia.Lo potete trovare in Via Martiri della Libbia, 44 ad Anghiari, tel. 0575-788393

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Angolo della MissioneRubrica a cura di Franco Cristini

La dottoressa Bartolomei di nuovo in Tanzania

IL FATTO di Enzo Panichi -V puntata-a cura di A. Bivignani

Lavori in corso

Beppe - Cume mai ieri ‘n se’ vinuto Cecco?Cecco - Ma sta zitto! Ero ito da Waltere, lì, sotto a la Fonte, a famme accomodère un par de scarpe. In giù so’ passo un po’ a la meglio che ancora c’è i lavori ma, o te, quande ho fatto per attornère a chèsa, o ‘n’aion chiuso la via! M’è tocchèto passère da la Portaccia.B - Ma ‘nfatti l’ho visto che c’era un po’ de casino! Ma ‘n compenso i lavori vano avanti a la svelta. Sperèmo che finischino presto che cusì vien fori un bel lavoro!C - Si, so' d'acordo ma ascolta Beppe, ma tutte quele impalcature a le mura, ma che ci fano. Ho sintito dire che ci farano ‘n’ascensore. Cusì almeno se faticarà meno a vinire dentro Anghièri.B – Si, ci fano anche l’ascensore ma le impalcature sono pei lavori de rinforzo a la “ghièsa” de Sant’Agostino pei danni chaia fatto ‘l terremoto.C – Ah, ho capito, ma mo famme andère a chèsa che sinnò m'accerchino. Te saluto!

LE LOGGEdi Clèto

La dottoressa Anna Maria Bartolomei è ritornata di nuovo in Tanzania per svolgere fino a Natale la sua attività missionaria di medico.

Ha portato con sé ben 5.300 dollari (circa 12 milioni di lire) frutto di tutte le elargizioni che in questo ul-timo periodo sono pervenute abbondanti non solo da Anghiari ma, in modo sostanzioso, anche da Sansepolcro e da Arezzo.

Da segnalare particolarmente l’offerta di un milione in memoria del giovane Stefano Morvidoni da parte dei familiari e degli amici.

La dottoressa saprà bene in luogo come impiegare nel modo più opportuno ed efficace la consistente som-ma in aiuto ai bisogni della popolazione locale.

Faccio presente che precedentemente sono state spese lire 1.420.000 per comprare reattivi ed attrezzature di laboratorio già inviate nella missione in Tanzania per cui rimangono in cassa lire 1.310.000.

Grazie di cuore a tutti.Pace e bene - Buone Feste

LA VIA DI “CAMPRIONE”

Talete, vi è un bambino: si tratta del famoso Virgilio detto “Ferraccio” perché, appunto, si occupa della raccolta di ferri vecchi, ed è un personaggio abbastanza tipico delle nostre zone.

E come sempre non mancava “il guardia” cioè colui che era addetto a sorvegliare che gli operai lavorassero veramente. Il guardia di queste persone era Angiolo Rosadini, padre di Livio (quello in fotografia) ed è ricordato per la sua grande umanità, cosa che di solito non era caratteristica dei guardia. Nella foto del 1946 sono raffigurati da sinistra: Enzo Panichi, Talete Antonelli, Virgilio (il bambino), Isaia Guadagni, Livio Rosadini.

Eravamo nel lontano anno 1946, da poco la furia della guerra aveva abbandonato le nostre zone, lasciando ancora vivo il ricordo di dolore e morte.

La fattoria di Galbino, da poco divisa con quella della Barbolana, (ricordiamo che la Barbolana e Galbino erano le due fattorie che davano lavoro a quasi tutte le famiglie della zona) aveva iniziato il lavoro di costruzione di una via che comunicasse Sigliano con Camprione. Allora la costruzione di una via era ben diversa da come la vediamo ora; alcuni uomini erano sempre impegnati ad andare a cercare i sassi per fare la massicciata della strada, affinché questa non cedesse. E, a piedi, giravano per i boschi con una sorta di barella dove caricavano le pietre ben formate che poi i muratori avrebbero sistemato ai lati della nuova strada.

In quei tempi erano impegnate più di 30 persone per la realizzazione della strada; un giorno fu scattata una fotografia a quattro operai: Enzo Panichi, Talete Anto-nelli, Isaia Guadagni, Livio Rosadini. Tra le braccia di

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Dal Gruppo Donatori di Sangue “Fratres”Anghiari

Una scelta consapevoleAssieme ai certificati elettorali per i referendum abbiamo ricevuto a casa, alcune settimane fa,

una tessera blu da riempire, che serve per esprimere non una generica opinione sui trapianti ma la vo-lontà di donare o meno i propri organi. Purtroppo però all’invio del tesserino non è seguita un’adeguata campagna in formativa.

Molte persone probabilmente non ne hanno capito lo scopo, e il fatto che sia arrivato insieme ai certificati per il Referendum non ha certo aiutato a fare chiarezza. Questa iniziativa del Ministero della Sanità nasce dalla legge 1 aprile 1999 n. 91 (“Disposizioni in materia di prelievi e trapianto di organi e tessuti”), che fu salutata da più parti come giusta soluzione per risolvere il problema dei trapianti in Italia. Ha l’indubbio pregio di considerare i trapianti un obiettivo fondamentale del Sistema Sanitario Nazionale e soprattutto di rafforzare, attraverso l’informazione, la sensibilità comune verso la donazio-ne di organi e tessuti. Come tutte le leggi, però, molto dipende dal modo in cui sarà applicata.

La legge pone il principio del “silenzio assenso informato”, sicuramente positivo anche se di difficile applicazione: richiede che le aziende sanitarie locali si organizzino per conservare l’aggiorna-mento in tempo reale dei dati relativi ai donatori, ai non donatori e ai soggetti che non hanno espresso alcuna volontà alla donazione d’organi. Tutti i dati devono quindi essere trasmessi al Centro Nazionale per i Trapianti, ai Centri regionali o interregionali per i trapianti e alle Strutture per i prelievi, preve-dendo un sistema informatizzato nell’ambito del Servizio Sanitario Nazionale.

Il tesserino che è stato distribuito con i certificati elettorali non è quindi l’applicazione del “silen-zio-assenso informato” e neanche un referendum pro o contro la donazione d’organi. È solo un’oppor-tunità, e non un obbligo, che viene offerta al cittadino per fare una scelta consapevole in attesa dell’av-vio del sistema informatico nazionale per la registrazione e la messa in rete delle dichiarazioni di tutti i cittadini.

DIVENTA UN DONATOREDI SANGUE

telefonando ai seguenti numeri: 0575-723219 (Franca); 0575-788114 (Pietro); 0575-749217 (Massimo).

Speriamo che molti italiani abbiano scelto di dire sì alla donazione, portando il tesserino sempre con sé insieme ai documenti d’identità. Ma speriamo soprattutto che la lettera ricevuta dal Ministero della Sanità sia servita come sollecita-zione a riflettere sul problema della donazione e del trapianto d’organi. Come sempre infatti noi Fratres continuiamo a sostenere che la donazione degli organi come del sangue deve sempre essere consapevole, responsabile e anonima.

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IL VENTICINQUESIMO… sempre più vicino

Nell’ultima riunione del Consiglio Direttivo, dopo un doveroso resoconto su quelle che sono state le attività estive organizzate con successo dal nostro Gruppo Donatori di Sangue, è stato delineato il quadro di quelle future. Due saranno i momenti “forti” che ci attendono nel corso del 2001: il primo riguarda la celebrazione del 25° di fondazione (1976-2001) ed il secondo il rinnovo della presidenza e del Consiglio Direttivo, i cui mandati scadranno nel dicembre del prossimo anno.Il venticinquennale sarà festeggiato in modo solenne con una DUE GIORNI, nell’ultimo fine settimana di giugno. Questo il programma di massima: sabato po-meriggio, importante Convegno sul tema “DONAZIO-NE E CONSENSO INFORMATO”, alla luce anche delle recenti disposizioni legislative ( vedi articolo a

GIORNATA DEL DONATORE DI SANGUE

DOMENICA 3 dicembre 2000

P R O G R A M M AORE 11.00- Santa Messa in Propositura, in suffragio dei soci defunti; ” 11.45 - Assemblea Ordinaria, presso la sede sociale; ” 13.00 - Pranzo Sociale, presso il ristorante “OLIVER”, Anghiari, con gustoso e ricco menù.

N.B. – Le prenotazioni per il pranzo si ricevono, entro il giorno 30/11/2000, presso la nostra solerte collaboratrice Sig.ra Vesta Vellati (Ufficio Turistico tel. 0575/749279), versando l’intera quota di £ 40.000 ( £ 20.000 per bambini fino a 10 anni).AI DONATORI ATTIVI, che dovranno comunque prenotarsi, il pranzo è offerto, come sempre, dal Gruppo.

Durante il pranzo si terrà la tradizionale sottoscrizione interna a pre-mi, condotta allegramente da Agostino e dal suo staff... Si salvi chi può!!!!

IL PRESIDENTE Pietro Ganganelli

L A C I T T A D I N A N Z A È INVITATA A PARTECIPARE

fianco !!); domenica, in piazza Baldaccio, S. Messa (ore 11.00), premiazione dei donatori particolarmente attivi (pomeriggio) e, dopo cena, Spettacolo di Varie-tà (Concorso canoro, sfilata di moda, Karaoche…).A sottolineare ulteriormente l’importanza per la vita della nostra associazione dell'anno che verrà, nel mese di maggio sarà organizzata una Gita di due giorni, avente come meta l’Italia settentrionale e la zona del Lago Maggiore, con escursione nella vicina Svizzera. Di tutte le suddette iniziative saranno per tempo pubblicizzati date, orari e programma dettagliati, con la speranza di ritrovarci in tanti in occasione del loro svolgimento.

Il Consiglio Direttivo

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Una notte di pauraÈ quella fra il 31 ottobre e il primo novembre del 1941 quando venne una nevicata memorabile.La Santa, che a quel tempo abitava a Tortigliano, si ricorda che durante la notte precedente i “morti” del ’40 o del ‘41, si potevano sentire i “tonfi” dei rami dei castagni delle macchie sotto Badia San Veriano che si spezzavano per il peso della neve. Le piante infatti non avevano ancora perso tutte le foglie e la neve, umida e pesante, appesantiva i rami che si spezzavano. Il rumore dei rami che si rompevano era così forte che in effetti incuteva paura. La mattina dopo, al cimitero si dovette togliere la neve dalle tombe. Anche Giuseppe, marito della Santa, si ricorda di quella notte ma anche lui non sa precisare l’anno. Si ricorda però che particolarmente al Ponte alla Piera il fenomeno fu sentito e molte piante subirono gravi danni. Il fatto di sentire questi forti tonfi colpì molto la popolazione del Ponte e la voce si sparse in tutto il territorio anghiarese.Ma ecco che il Ferrini, abitante del Ponte e appassionato cantore, si ricorda benissimo di questo fatto e precisa che l’anno era il 1941. Non solo, fu proprio in quell’anno che il Maggini, Assunto, iniziò a fare lo “smacchino” recu-perando proprio i tanti rami e piante rotti dalla neve.

La notte di Halloveen

Ora scopro che illuminare le zucche con una candela è una tradizione nordica.

Ma veramente da noi l’abbiamo sempre fatto: si chiamava “Morte secca” e veniva costruita nel mese di ottobre, a zucche mature, da noi ragazzi. Allestita per benino la zucca, e illuminata a dovere, veniva collocata sopra un “oppio” o in qualche altro posto per “impaurire” l’eventuale passante.

NICOLAUS TUTI PRAEP. PER AN. DUO ET TRIG.TA ET VIC.US FOR.US EX NOBILI GENTE ANGLAR.SI PIUS DOCTUS SACERD.LI ZELO EXCEL-LENS RERUM PATRIAE GESTARUM CULTOR EXIMIUS AUC.NO EPIS.OALBERGOTTI DILECT.MUS OBIIT NONAGENARIUS SEPULTUSQUE EST“VIAIO” A.D. MDCCCXXXIX QUINTO KAL. DEC. EADEM DIE QUANATUS FUERAT.

È questa l'epigrafe del Proposto Tuti collocata nella sacrestia della Propositura. La riportiamo per rendere il dovuto omaggio a questo nostro sacerdote. La traduzione è la seguente: Nicola Tuti, Proposto per trentadue anni e Vicario Foraneo, nato da nobile gente anghiarese, pio, dotto, eccellente per zelo sa-cerdotale, esimio cultore delle memorie patrie, carissimo al vescovo Agostino Albergotti, morì novantenne e fu sepolto a Viaio nell’anno del Signore 1839, il 5 di dicembre, nello stesso giorno nel quale era nato.

In effetti la luce all’interno faceva un bell’effetto; di notte poi, e con qualche pauroso, il risultato era sicuro!

Una pensilina pensile?

Dalla Goloseria - La Mirellla si lamenta che si tenga poco conto di coloro che usano i mezzi pubblici. Così alla fermata delle corriere non esiste protezione contro le intemperie. E allora perché non spostare la fermata verso il mulino (cioè verso l’ex mulino Martini) dove ci sia spazio per potervi collocare una pensilina?

Ma io dico, perché non costruire una pensilina “pen-sile” aggettante su via XVIII agosto che protegga quelli che vanno verso Arezzo. Per quelli che vanno verso il Borgo vedremo la prossima volta, intanto andranno sotto la pensilina di Gino. 26 settembre '00

Concerto della Corale di Anghiaridi Giulio Camaiti

Sabato 14 ottobre si è svolto ad Anghiari il concerto della corale di Anghiari assieme a quella di Sansepolcro in occasione del secondo anniversario dalla morte di Don Vittorio Bartolomei. Sabato è stato inoltre presentato il libro, curato dal Prof. Bruno Sannai, che raccoglie la musica dei più bei pezzi di don Vittorio. La corale di Anghiari ha eseguito poi alcuni brani composti da don Vittorio tra cui il noto “Alleluja di Natale”. Gli altri pezzi di don Vittorio che sono stati eseguiti sono: “Tui sunt coeli”, “Sacris Solemnis”, “Anima di Cristo” e “Sento una musica” che è stato cantato assieme alla corale di Sansepolcro”. Infine è stata eseguita a corali unite la famosissima “Alleluja” di Haendel.Per finire in bellezza c’è stato un rinfresco nelle aule dell’oratorio offerto dai coristi di Anghiari.

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La vignetta: Allergia giustificata.

I "bringoli d'Anghièri"Anno duemila. Anche per quest’anno la festa di San Martino ha portato ad Anghiari turisti curiosi di cono-scere il nostro paese e, perché no, di assaggiare la nostra specialità: “I bringoli”.Questo piatto, che affonda le sue origini negli anni dove l’abbondanza non si conosceva e dove il bisogno era tanto, è arrivato fino ai nostri giorni e si dimostra pronto ad essere presente anche negli anni futuri. Un discorso lungo per dire che i bringoli sono un piatto povero realizzato solo con acqua e farina. Si tratta infatti di una specie di spaghetti fatti a mano e conditi con il sugo fatto a base di rigatino e pomodoro.I bringoli si preparavano la vigilia della festa di San Martino, in veglia, e il giorno dopo, che cinquant’anni fa era veramente festa, si cuocevano nel paiolo sul fuoco.

A margine della festa dei Bringoli e del vino nuovo si è svolta quest’anno anche la Fiera antiquaria nel centro storico di Anghiari.Il Gruppo micologico Bresadola ha invece allestito una mostra di varie specie fungine e, nel chiostro del con-vento della Croce, si potevano vedere diverse varietà di prodotti dei nostri agricoltori: granoturco, barbabietola da zucchero, patate, fagioli, peperoni, cipolle, castagne e molte altre varietà di ortaggi. Da segnalare una varietà di pomodori tipica della nostra zona, la varietà di fagioli detti “caponi” esistente solo da noi ed in particolare nella valle della Sovara, una serie di zucche giganti a polpa gialla prodotte alla Giardinella di Mezzavia e uno strano frutto a forma di uccello di una pianta proveniente dall’Africa: l’artiglio del diavolo.

Elenco degli espositori: Alessandrini Francesco, Giar-dinella Mezzavia; Del Pia Giuseppe, Anghiari; Del Pianta Pasquale, Belvederino; Azienda Innocenti Fosco, La Vena; Fratelli Mafucci, Ca’ di Maurizio; Azienda Agraria Maurizi, Motina; Panichi Mauro, Bagnolino di San Piero; Pernici Vincenzo, Molin del Caccia; Azienda Agraria Poderini, Il Giardino San Lorenzo; Scartoni Aurelio, Anghiari.

Una donna anghiarese mentre insegna alla giovane figlia la preparazione dei bringoli.

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Vogliamo andare a mangiar bomboloni? Fù così che un giorno, mentre pulivamo i locali del-l’Oratorio, Don Juan Carlos ci invitò ad andare con lui alla festa di S. Teresa d’Avila ,nella sua ex parrocchia di San Giovanni Valdarno. La proposta fu subito ac-cettata da grandi e piccini. Il 15 ottobre, nonostante imperversasse un temporale tremendo, siamo partiti fiduciosi nella clemenza del tempo. Durante il tragitto non ci siamo fatti rattristare dalla pioggia, ma canti e cori hanno allietato la compagnia. Arrivati a S. Gio-vanni cominciava, nei locali della chiesa, uno spet-tacolo di danza molto bello, il quale ci ha permesso anche di aspettare che smettesse di piovere.Finito lo spettacolo ,trasportati dal gradevolissimo profumo, ci siamo ritrovati tutti davanti al banco dove vendevano degli ottimi e farcitissimi bomboloni. Poi come ogni festa parrocchiale che si rispetti c’era la pesca , alla quale abbiamo partecipato riempiendoci di bellissimi regali...All’imbrunire abbiamo deciso di ritornare verso An-ghiari, contro il volere dei giovani che nel frattempo avevano fatto stragi di cuori. Siamo ritornati ai pul-mini carichi di regali e bomboloni, comprati da alcuni per fare assaggiare in famiglia.L’Alma , sapendo quanto piacciono i bomboloni a Ro-mana , ha pensato bene di portarglieli , facendole così una gradita sorpresaSiamo ritornati a casa contenti di avere trascorso una piacevole domenica.La cosa che ci ha fatto molto piacere è stata la bella accoglienza che ha ricevuto D.J. Carlos da giovani e meno giovani, tutti intorno a lui a salutarlo, ovvia-mente abbiamo capito che ha lasciato un buon ricordo di sé. Ci auguriamo che anche per i nostri ragazzi sia così.

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Dalle nostre ParrocchieMONTERCHI

L’8 dicembre nella chiesa parrocchiale di Padonchia si celebra la tradizionale festa della Madonna Immacolata. Nella chiesa abbiamo un antico dipinto che rappresenta la Madonna Immacolata e poi abbiamo anche una statua più recente sette-ottocentesca che la raffigura in una forma più moderna. È questa una festa molto sentita anche se non ci sono particolari cerimonie se non la Messa più solenne. In questa occasione poi le persone che sono andate ad abitare in altri luoghi ritornano a far visita ai propri parenti.

Sante Messe alle ore 9 e 12.

La vigilia di Natale si provvederà all’inaugurazione del presepio edizione 2000. È sempre ubicato nell’ora-torio della chiesa di San Simeone e una parte è la stessa dell’anno scorso ma vengono inseriti i paesaggi delle zone circostanti: Monterchi, Citerna.

Un gruppo di persone, guidate da Massimo Galletti, sta già lavorando ormai da diversi giorni. Ci sono sia giovani che meno giovani ognuno con il suo compito ben preciso. Nel pomeriggio del 24 quindi verrà inau-gurato ma sarà visitabile, da parte delle scuole, anche nei giorni precedenti.

A Monterchi, nella chiesa di San Simeone alle ore 16, si farà la Novena in preparazione del Natale e il 24, a mezzanotte, Santa Messa solenne.

Il giorno dell’Epifania faremo anche noi la chiusura dell’Anno Santo.

Il 17 gennaio è una antica fiera a Monterchi. Nel pomeriggio, presso la chiesa delle Monache Benedettine viene fatta la benedizione del mangime per gli animali, come si usa ancora fare in molte parrocchia di campagna. C’è un gruppo di coltivatori che vengono a far benedire fieno e mangime da destinare all’alimentazione degli animali. In quell’occasione verrà distribuito anche il panino benedetto.

Riguardo la festa di Halloween la ritengo una festa fuori del nostro sentire, delle nostre tradizioni. La festa poi è troppo a ridosso della celebrazione della festa dei Santi e in questo modo si banalizza tale festa e il ricordo dei nostri morti. I ragazzi hanno tante occasioni per fare festa, non c’è necessità anche di questa.

Il 12 novembre, organizzata dalla Sezione dei Combattenti e Reduci di Monterchi e dei Bersaglieri, è stata celebrata una Santa Messa al monumento ai caduti di tutte le guerre. In questa giornata tutti gli associati poi si sono ritrovati per il pranzo sociale. Presidente di questa organizzazione è Aurelio Maurigi coadiuvato dal segretario Bruno Polverini e la collaborazione anche di altre persone.

L’anno catechistico è stato inaugurato l’ultima dome-nica di ottobre. I ragazzi si ritrovano sia nella parrocchia di Monterchi che in quella di Pocaia con quattro o cinque gruppi. Nella parrocchia di Padonchia abbiamo un unico gruppo per quelli che riceveranno il Sacramento della Comunione mentre gli altri possono scegliere Monterchi o Pocaia.

Ci sono un gruppo di catechiste che danno una mano ma ci sono grandi difficoltà per la definizione degli orari. Troppi infatti sono gli impegni dei nostri ragazzi e quando si arriva al catechismo non c’è più spazio disponibile.

Ogni famiglia dovrà però farsi carico della formazione religiosa e catechistica dei propri figli.

MICCIANO

A Micciano il presepe viene allestito dai giovani della parrocchia. Il 24 dicembre, Vigilia del S. Natale, verrà celebrata la Santa Messa di mezzanotte e il 31 si celebra il Te Deum di ringraziamento.

Nel gennaio 2001 festeggeremo, come è tradizione molto sentita qui a Micciano, Sant’Antonio.

SAN LEO

L'8 dicembre è la festa della Madonna Immacolata proclamata da Pio IX nel 1854. Solo quattro anni dopo, nel 1858, la Madonna confermò questa definizione dogmatica della Chiesa con l’apparizione a Lourdes a Bernardetta. Quando la giovane Bernardetta le chiese chi era Ella disse: “Sono l’Immacolata Concezione”.

Si sperava che in questo anno Santo la festa si potesse celebrare nella chiesa di Corsano che è dedicata alla Madonna e che sembrava potesse essere messa in ordine e invece purtroppo è ancora lì che aspetta.

La Novena di Natale è un rito solenne che anche a San Leo viene celebrato regolarmente anche se con difficoltà per avere la presenza dei giovani che hanno degli orari che non coincidono solo con quelli di queste celebrazioni ma, spesso, con quelli delle stesse famiglie. Vedremo se oltre al presepe verrà allestita anche qualche piccola recita. A mezzanotte del giorno 24 poi ci sarà la solenne celebrazione della Messa di mezzanotte.

Sempre a dicembre, l’ultimo dell’anno alle ore 18 celebreremo il Te Deum di ringraziamento. È un bellis-simo inno latino di ringraziamento per l’anno che sta per finire e una preghiera perché ci assista anche nel nuovo anno. Il canto viene interrotto per dare modo di leggere la traduzione. Questo anche perché la lingua latina è oggi poco coltivata anche se in genere basta un po’ di attenzione per capirla.

In gennaio Sant’Antonio abate verrà festeggiato a Tubbiano domenica 14 e a San Leo domenica 21. È rimasta

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la tradizionale benedizione del fieno e delle granaglie per l’alimentazione degli animali e anche la benedizione del pane che serve per l’alimentazione dell’uomo.

Secondo me gli aspetti da condannare di questa nuova festa di Halloween sono quelli troppo consumistici e il fatto che, come in altre feste di tradizione cristiana, tutto si riduce a un pranzo o a dei regali perdendo di vista il vero significato della festa. Va bene che i ragazzi prepa-rino le zucche illuminate ma, anche qui, la moderazione è sempre buona maestra.

TAVERNELLE L’8 dicembre è la festa della Immacolata Concezione e poi il 15 inizia la Novena di Natale. Rivolgo un invito particolare ai giovani per partecipare a questo rito di preparazione al Santo Natale.

Ricordo che il catechismo si svolge il lunedì dalle 15 alle 16 per tutte le classi. Il gruppo del dopocresima si ritrova invece la sera e concordano di volta in volta gli incontri.Infine il mercoledì c'è la Scuola di Comunità alle ore 21. Si sceglie un testo e, insieme, si cerca di comprendere quelle parole come aiuto alla vita.

CARMINE

La notte del 24 dicembre, nel nostro Santuario, sarà celebrata come ogni anno , la S. Messa alle ore 22.Ricordiamo che tutti i primi venerdì del mese viene recitato il S. Rosario alle ore 21.

Ancora festa a Pieve di Sovara

di Alessandro Bivignani

Avevamo ancora vivo il ricordo di quella splendida domenica mattina di settembre; giorno dell’inaugurazione del mosaico posto sulla lunetta del portale dell’antica pieve romanica, che riproduce l’episodio dell’Annuncia-zione alla Vergine, quando i parrocchiani della “Sovara” hanno cominciato a preparare un’altra festa: quella del 40° anniversario dell’arrivo di don Romano a parroco di Pieve di Sovara, nel lontano 1960.

La messa di domenica 8 ottobre è quindi stata il momento in cui tutta la comunità della piccola parrocchia posta sulle rive della Sovara, ha voluto rendere grazie al Signore per questi anni vissuti insieme a don Romano, che non ha risparmiato parole di gratitudine e commozione per la semplice festa di cui lui è stato all’oscuro fino all’ultimo. Il coro dei giovani di Tavernelle e Anghiari (chiamati dalla Catia Buzzichini, una delle artefici della festa) hanno animato la Celebrazione; dopodiché tutti i fedeli presenti, che debbo dire erano veramente numerosi, si sono potuti fermare a fianco della chiesa dove la gente del posto aveva preparato un delizioso rin-fresco. Con la consegna di una targa-ricordo a don Romano in memoria dell’evento, e recante l’immagine del mosaico, si è conclusa la piccola ma veramente gioiosa festa di una comunità che ha saputo stringersi intorno al proprio Pastore con un calore davvero unico.

Dov’è finita la vendemmia?Non ce ne rendiamo conto ma, piano piano, tutte quelle attività legate al mondo agricolo vengono dimenticate e non riconosciute dai nostri giovani. Poi, come è successo qualche sera fa, si va in televisione e si dice che il “cappone” si fa con il tacchino!Una di queste attività messe nel dimenticatoio è senza dubbio la vendemmia. Momento impor-tante e festoso, se pur faticoso, era l’occasione per la raccolta di un prodotto importante per la gestione della azienda familiare. Non dimentichiamo che con l’uva messa ad “appassire” si faceva, e

ancora qualcuno fa, il buonissimo e speciale “vinsanto”.La scuola partecipa a queste attività con ricerche, visite e altre esperienze senza perdere il contatto con la natura e la realtà che ci circonda.

Nella foto alunni e insegnanti della Scuola materna di Campalla alla vigna del Poggi-ni nel 1981.

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Finalmente la bella tela rappresentante la Crocifissione con i Santi Lucia, Agata e Francesco è tornata nella chiesa della Croce. È stato un importante impegno che ben volentieri la Pia Società del Gesù Morto si è assunta onde legare il suo nome a questa operazione di restauro.Domenica 3 dicembre, dopo la Santa Messa delle ore 18, l’opera verrà presentata e benedetta, pur se con una semplice cerimonia.L’augurio è di poter continuare l’opera di conservazione delle opere collocate nelle nostre chiese e realizzate con il contributo delle persone e delle famiglie che ci hanno preceduto nei decenni e nei secoli passati.

Il restauro della telaLa prima operazione che ha interessato il dipinto, è stata la pulitura della pellicola pittorica. Questa è stata svolta in più fasi: solventi selettivi in sospensione cerosa hanno eliminato le vecchie vernici ingiallite, le ampie ridipin-ture sono state fatte rinvenire con solventi più attivi ed eliminate con l’azione del bisturi. Le vecchie stuccature, che coprivano anche zone di colore originale, sono state

ripulite meccanicamente.Ultimata la pulitura, il dipinto è stato pro-

tetto con carta giapponese e colletta di coniglio. Il retro è stato liberato

dalle toppe e dai residui di colla, con leggeri impacchi di acqua

distillata.Le mancanze del supporto,

sono state integrate con intarsi di tela antica, raf-forzati da applicazioni di carta giapponese e colla di coniglio.L’intelaggio su nuova tela di lino pittorico trattata è stato fatto con colla pasta.Successivamente l’opera è stata tirata su nuovo telaio ad espansione.La stuccatura delle la-cune di colore con la conseguente imitazione materica eseguita con gesso a oro e colletta di coniglio.Integrazione pittorica con colori a tempera.Le velature finali con colori a vernice.Le verniciature, delle fasi intermedie di restauro, eseguite con resine na-turali Damar e Mastice, finale Matt nebulizzata.

L'altareQuesto altare è dedicato a San Francesco e infatti sul-l’architrave si può leggere la scritta:

SIGNASTI DNE SERVV TVV FRAN.CVMche vuol dire: Segnasti, o Signore, il tuo servo Fran-cesco.Questo altare però nel 1579 era intitolato a San Biagio ed era stato innalzato dalla famiglia Nuti.Vi fu poi posto il Crocifisso quando fu tolto dal-l’altare maggiore e, nel 1632, Francesco Nuti vi fece mettere una tela dipinta da Matteo Rosselli (1578-1650) discepolo del Passignano, rappresentante un Croci-fisso con San Francesco e San Biagio. Questa tela negli anni ’60, nel momento in cui le agostiniane lasciarono l’ospedale, fu traspor-tata in Propositura nel secondo altare a sini-stra ed ora si trova al Museo Taglieschi.Al suo posto vi è stata collocata un’altra tela rappresentante una Crocifissione datata 1613 con i Santi Lucia, Agata e Francesco. È questa l’opera oggetto del restauro appena ter-minato grazie al contri-buto della Pia Società del Gesù Morto.L’edicola conteneva una settecentesca statua rappresentante una san-ta francescana e molti di voi avranno avuto modo di vederla duran-te il tempo nel quale la tela era al restauro.

DOMENICA 3 DICEMBRE 2000, DOPO LA S. MESSA DELLE ORE 18, NELLA CHIESA DELLA CROCE, PRESENTAZIONE DEL DIPINTO AD OLIO SU TELA

CROCIFISSIONE CON I SANTI LUCIA, AGATA E FRANCESCORESTAURATO DALLA PIA SOCIETÀ DEL GESÙ MORTO

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PRODOTTI E SERVIZI INTEGRATI DI UN GRANDE SISTEMA BANCARIO

(a cura della BANCA DI ANGHIARI E STIA)

Dietro ogni Banca di Credito Cooperativo c’è tutta la forza di un grande sistema bancario. Oltre la tradizionale vicinanza al cliente che nasce dal forte radicamento sul territorio, oggi ogni BCC dispone di una gamma completa ed integrata dei più avanzati prodotti e servizi presenti sul mercato finanziario, riuniti sotto l’unico marchio del Sistema di Offerta del Credito Cooperativo. Dietro ogni sportello BCC c’è la sicurezza di una forte struttura centrale costituita da società specializzate del Gruppo, ognuna leader nel proprio settore e migliaia di professionisti esperti nelle aree strategiche la cui copertura è indispensabile per il successo sui mercati finanziari.

Dalla integrazione di strutture aziendali centrali e da obiettivi di efficienza di sistema per la creazione del valore per il cliente nasce il Sistema di Offerta del Credito Cooperativo. Rispar-mio gestito, fondi comuni, piani di investimento personalizzati, leasing, bancassicurazione, strumenti finanziari evoluti, consulenza professionale personalizzata: un’ampia e completa gamma di proposte elaborate per soddisfare ogni tipo di domanda del risparmiatore più esigente. Un Sistema che traduce i bisogni del cliente in risposte rapide, flessibili e di alta qualità, tramite la catena produttiva del Gruppo bancario del Credito Cooperativo che copre tutte le fasi: dalla progettazione alla realizzazione, dalla distribuzione alla erogazione nei 2.700 sportelli BCC. In tutto il Paese, in ogni regione, in migliaia di comuni.

Un servizio ancora più efficiente e sempre più dalla parte del cliente che ha di recente assunto livelli internazionali grazie alle partnership operative che si sono formate tra il Credito Coo-perativo e due grandi banche europee: l’olandese Rabobank e la tedesca DG Bank.

L’obiettivo strategico dell’intesa è di assicurare capacità competitiva ai rispettivi sistemi cooperativi nazionali, attraverso lo sviluppo di società comuni nei diversi segmenti dell’intermediazio-ne creditizia e finanziaria che consentano di realizzare economie di scala e di scopo che garantiscano una qualità allineata ai migliori standard internazionali dei prodotti e dei servizi resi alla clientela dei tre sistemi.

Un primo passo per la costituzione di un’organizzazione bancaria europea basata sulla rete degli istituti bancari nazionali del Credito Cooperativo. La cooperazione di credito è una realtà forte e potente in Europa. Una realtà che conta 5 mila banche, circa 60 mila sportelli, quasi 37 milioni di soci, 100 milioni di clienti e una quota di mercato in media pari al 17%.

Rabobank, che associa in Olanda 445 banche locali con più di 2.400 sportelli, ha oltre 565 mila soci e 6 milioni di clienti, una raccolta di 115 miliardi di euro, impieghi per 140 miliardi di euro e detiene una quota del 25% del mercato bancario olandese.

DG Bank è l’istituto centrale delle casse Raiffeisen e delle banche popolari tedesche. Anche questo sistema bancario vanta numeri di assoluto rilievo: 2.258 banche locali, con 19 mila sportelli. I soci sono quasi 15 milioni, i depositi ammontano a 383 miliardi di euro, gli impieghi a 315 miliardi di euro e la quota di mercato raggiunge il 20%.

Oggi dunque l’Europa è più vicina al Credito Cooperativo. E il Credito Cooperativo all’Europa.

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Da Tavernelle Rubrica a cura di Alessandro Bivignani

Il Circolo “la Famiglia”di Tavernelle

Martedì 7 novembre si è svolta nei locali del Centro Parrocchiale, l’assemblea dei soci del Circolo “la fami-glia” per l’elezione del nuovo Consiglio Direttivo.

Il Circolo è nato, lo ricordiamo, ben 2 anni fa, con l’intento di gestire i nuovi locali realizzati dalla Parrocchia di Tavernelle e inaugurati il 3 maggio del 1998.

I locali sono a disposizione di tutta la gente di Taver-nelle, ed il Consiglio Direttivo ha il compito di renderli accoglienti, inventare delle iniziative al fine di creare un punto di ritrovo per anziani, giovani, insomma per tutti.

Anche nel corso di questi due anni sono state orga-nizzate diverse iniziative: dal corso di ballo, alle gare di briscola, tombole pomeridiane, feste, cene e pranzi sociali, cercando di far rinascere quel clima di unità e fraternità da cui molte volte la società odierna ci allontana.

Il nuovo Consiglio Direttivo, per i prossimi due anni sarà quindi formato delle seguenti persone:

Mondani Alessandro, Nevistrelli Lorena, Bartolomei Claudio, Giovagnini Alfredo. A queste quattro persone ne verranno aggiunte altre due nominate da don Marco.

Durante la riunione c’è stata, da parte di qualche per-sona, un po’ di malcontento e malumore, per il motivo che non è stata spesa alcuna parola per le persone che hanno gestito il Circolo, sia in bene che in male.

Comunque tra poco verranno organizzate altre mani-festazioni al Circolo “La Famiglia” di Tavernelle.

Notizie dal Gruppo Sportivo Tavernelle

Mercoledì 25 ottobre u.s. si è svolta l’assemblea ordinaria dei soci del Gruppo Sportivo di Tavernelle. Come primo argomento è stato discusso e approvato il bilancio della Società per il biennio 1999 – 2000, poi sono state fatte le votazioni per eleggere i membri del nuovo Consiglio Direttivo. Il Consiglio Direttivo è quell’organismo che gestisce nel concreto il Gruppo e mette in pratica le volontà dei soci. Il nuovo Consiglio Direttivo, eletto dall’assemblea dei soci, è stato così formato:Piomboni Luciano, Guadagni Bruno, Natalini Gianni, Panichi Franco, Piomboni Andrea, Baggi Massimiliano, Cagnacci Alessio, Merendelli Giuseppe, Spaziani An-tonio, Omarini Rossano, Zineddu Antonio, Giovagnini Riccardo, Santi Jhonny, Senesi Danilo, Senesi Mauro, Bivignani Alessandro.

Il Consiglio Direttivo

Dall’Osservatorio della Celle...(parte seconda)

Vi ricordate lo sbalorditivo annuncio apparso sullo scorso numero de l’Oratorio d’Anghiari, in cui si par-lava di UFO?

L’osservatorio della Celle, nella persona di Alessio Cagnacci, aveva per primo lanciato l’allarme dopo aver avvistato in un campo nei pressi di Tavernelle, dei cerchi di erba bruciata in modo particolare. Rispondendo con indiscutibile abilità nel campo agricolo, il nostro esimio cercatore di extra terrestri era anche riuscito a far capito-lare le teorie avverse, ovvero quelle che avrebbero fatto ricondurre il fenomeno dei cerchi perfetti di erba bruciata ad un malattia tipica dell’erba medica.

Ormai non ci saremmo nemmeno più sognati di ri-scrivere un articolo sull’argomento, ma le vicende della storia hanno fatto si che l’epopea continuasse.

Le ricerche stavano andando avanti per scoprire la vera identità del fenomeno quando, a parere di Alessio, si è verificato un complotto alle sue spalle per cercare di sotterrare la verità. E proprio sotto terra è stata messa la verità in quanto il campo, che intanto era divenuto una interminabile meta di turisti e ricercatori della zona, è stato arato, nascondendo tutto quello che appariva nel-la sua superficie. Il nostro grande osservatore non si è allora dato per vinto e, formulando un’altra teoria, si è convinto che la prossima volta il punto d’atterraggio dei dischi volanti sarà l’altra parte della strada, vicino alla Sovara, in un posto però che non si può vedere bene dalla Celle. E allora l’osservatorio è stato spostato nell’altro versante che circonda Tavernelle: quello della Banca. E nella collina di fronte alla Celle, Alessio ha messo su anche casa, avvalendosi dell’aiuto di un esperto venuto dalle aspre cime dell’Appennino Tosco-Emiliano, per la precisione da Fresciano, sede dell’annuale festa del-la Ranocchia (perché lassù, oltre alla rane, non hanno nient’altro).

La storia continua…

Il campo sotto “Pino” con gli strani segni lasciati da...

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Terra dell'oblio di Gigi NOno

Mi è capitato più volte di definire i nostri luoghi “terra dell’oblio”, per via di alcune pagine dimenticate della nostra storia, della quale alcuni elementi pare doveroso riproporli, purché sommariamente, onde non vadano di-menticati per sempre.

Rifacendoci al tempo più remoto, rammenta il Taglieschi che qui giungesse proprio Noè (vedi Genesi I) inca-ricato di portare la vita organizzata nelle diverse plaghe del mondo.

Del periodo etrusco abbiamo reperti strutturali e linguistici; mentre del dominio romano sono rimaste vestigia della città “Castellum Angulatus” (Monteloro), del quale sono sopravvissute tre porte: due in via della Bozia, e una in via dello Spirito Santo.

Dei notabili romani, oriundi di Monteloro, la storia ricorda i Consoli: Quinto Memio et Tito Manilio Consulibus romanis Angularibus; oltre a Italico Flavio Angulario e Druso Angulario.

Il Medio Evo è caratterizzato, all’inizio (385 d.C.) dal console Bernardino di Lucio, e concluso con l’altro Bernardino conte di Anghiari nell’anno 1082.

Nel novero degli uomini illustri si deve lamentare l’assenza di uomini di fama mondiale, fra cui: Giovanni Da Verazzano del quale esistono tuttavia notizie sicure di lui e della sua famiglia attestata nel suo feudo posto in Verazzano di Anghiari: (vedi Società Ramusiana – 1907) “Verazzano posto in collicello tra i monti d’Arezzo e il colle di Anghiari”.

L’altro grande dimenticato e sconosciuto è il pittore Pietro Vannucci detto “Il Perugino”Anche questo nacque in Verazzano; fu allievo e collaboratore di Piero della Francesca e del Verrocchio.La cronaca ufficiale lo dice nato a Città della Pieve, per un disguido toponomastico, essendo a quel tempo

(1445) Verazzano soggetto nel civile e nel religioso a Castel della Pieve, l’antico nome dell’attuale Pieve Sopra Are (Pieve di Sovara).

Anghiari disegnato da Umberto Marinari in un piatto commemora-tivo della Battaglia di Anghiari.

L’aggettivo “Perugino” gli derivò dal fatto che allora la Val di Sovara era soggetta agli umbri-perugini, e anche perché egli operò con successo in Perugia e Città della Pieve, tanto da essere considerato uno di loro.

Non andiamo oltre in questa ricerca, che potrebbe risultare voluminosa, ma ritengo sufficiente per dimo-strare la nostra vocazione all’oblio, dopo di che non mi resta CHE augurare buon lavoro ai chiari prof: Pedretti e Polcri. Anghiari 11 febbraio 2000

Le ricette della Concetta

Ci sono pervenute, tramite la nipote Antonietta che ringraziamo, le ricette di Concetta Mafucci Fanciullini. La signora Concetta era nata ad Anghiari nel 1870. Trasferitasi in Maremma vi morì nel 1950. Dai suoi appunti ecco alcune ricette che vi proponiamo così come ce le ha lasciate scritte.

Brodo da magro

Si prendono un po’ di patate privandole dalla loro buccia, un po’ di zucca e una cipolla; un po’ di prezze-molo, sedano e poi si fa cuocere tutto insieme in una casseruola. Quando sia cotta si passa allo staccio e poi si rimette al fuoco a bollire aggiungendone acqua proporzionata, un po’ di burro e parmigiano. Quando avrà bollito un pochino si mette giù la minestra “che uno piace”.

Crema di latte

Si prendono sei bicchieri di latte, si mettono in una casseruola. Si “mette” 3 uova intere e 3 rossi poi 6 cucchiai di zucchero, poi un pezzetto di scorsa di limone, 2 chicchi di caffè, una foglia di lauro. Poi si mette al fuoco a bagnomaria e si gira sempre per un verso senza fermarsi mai. Quando sia fatta crema si passa alla “stamigna” poi si versa sopra a un recipien-te dove sia preparato il pan di Spagna con un po’ di alchermes.

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DIARIO DI VIAGGIO BELLEZZA DELLA MONTAGNA E CADUCITÀServizio di Paolo Rossi - Agosto dell’anno 2000. In Alto Adige non piove da oltre tre settimane. Il clima è particolarmente torrido e a causa del caldo i numerosi ghiacciai presenti a oltre i 3000 mt. s.l.m. si stanno ritirando per liquefazione. Il fenomeno gonfia i torrenti montani in maniera eccezionale e rende straordinaria la visione delle acque che si tuffano dall’alto verso la valle, formando cascate spettacolari. Il fatto ha riportato alla luce numerose trincee e reperti militari risalenti alla Prima Guerra Mondiale. Più ad Est, nel ghiacciaio della Marmolada, negli stessi giorni, è stato rinvenuto il corpo di un soldato rimasto sepolto nelle nevi perenni dall’epoca del conflitto.La zona dell’Alto Adige è una delle più belle d’Italia dal punto di vista naturalistico. Le valli tracciate dal fiume Adige offrono paesaggi straordinari.La Val Martello è dominata dalle cime Gioveretto (Zufritt), che dà il nome al lago artificiale omonimo di fondo valle costruito nel 1956, dallo Zufall e dal Monte Cevedale che raggiunge i 3769 mt. s.l.m. Nella Prima Guerra Mondiale sulla linea di confine Or-tles-Cevedale si svolsero duri e aspri combattimenti tra l’esercito italiano e quello austro-ungarico. La vallata è percorsa da una strada che si snoda per 27 km., dai frutteti di Morter fino ai resti del Gran Hotel Paradiso, ai piedi della Cima Rossa di Martello. Vi si trova una chiesetta santuario dedicata a S. Maria della Fonderia risalente ai tempi dello sfruttamento dello miniere e oggi intitolata ai bersaglieri tirolesi (chiamati Schüt-zen) caduti nel Cevedale durante la guerra. Il visitatore salendo in altezza rimane folgorato dalla maestosità delle pareti rocciose e dei circhi glaciali presenti sotto la Cima Venezia, nella Cima Marmotta e nella Cima Rossa. Il rifugio Nino Corsi situato a 2265 mt. s.l.m. è uno dei bivacchi principali della zona e offre un’ec-cellente base di partenza per escursioni sul massiccio del Cevedale. Più in alto troviamo il successivo rifugio Martello e gli ancora più lontani rifugi Casati e Città di Milano, posti ad un’altitudine superiore ai 3.000 mt. s.l.m. Ogni sentiero è contrassegnato da segnavie. I più impegnativi attraversano i ghiacciai. Qui è obbligatorio osservare la massima prudenza e non addentrarsi se non accompagnati da una guida alpina esperta. Il rischio di crepacci o slavine improvvise provocate dalla calura è elevato. Gli altri sentieri sono quasi tutti percorribili con facilità, purché l’escursionista sia provvisto di calzature e abbigliamento idoneo, acqua da bere e allenamento alle lunghe passeggiate in... salita. Ai piedi della Cima Rossa, sopra il lago Gioveretto, immediatamente dopo la fine della strada percorribile con l’auto, si trovano le rovine del Gran Hotel Paradiso. Questa enorme costruzione abbandonata è rivestita da un alone di mistero. Proget-tata dall’architetto Gio Ponti di Milano, fu costruita dal 1933 al 1935. Lo stile che contraddistingue l’albergo

è per l’epoca insolito. Il tetto è avveniristico e ad un solo spiovente. La facciata rivolta al Monte Cevedale è imponente. Il cantiere sorgeva a 2088 mt. s.l.m. ed è impossibile immaginare quanto lavoro costò il trasporto del materiale necessario alla costruzione dell’Hotel. Nel 1937 fu aperto al pubblico e risultò uno dei più lussuosi e moderni alberghi del mondo. Gli ospiti, tutti di ceto elevato, potevano usufruire di confort eccezionali. Nel parco di fronte all’Hotel si vedevano gli stambecchi pascolare. La clientela era numerosa ed internazionale. Nel periodo invernale addirittura molti turisti giapponesi raggiungevano l’Hotel a bordo di slitte trainate da cavalli che da Goldrano salivano fino ai 2088 mt. dell’albergo... Lo scoppio della Seconda Guerra Mondiale segnò la fine del Grand Hotel Paradiso. Nel 1943 venne occupato dall’esercito tedesco e dai reparti speciali delle SS che ne fecero una scuola di spionaggio nascosta tra le mon-tagne. Il luogo in cui sorgeva permetteva di controllare i ghiacciai vicini ed impediva il passaggio a disertori e fuggiaschi diretti in Svizzera. Molti furono i catturati e i fucilati sul posto... Nel dopoguerra, nell’anno 1952, l’albergo fu acquistato dall’armatore veneziano Benati. Costui fece dipingere le pareti di rosso mattone (in origine erano verdi) e avviò importanti lavori di ampliamento, opere però mai ultimate. Nessuno tuttora ne conosce il perché.Dal 1955 il Gran Hotel Paradiso è vuoto. Nel 1966 la struttura venne comprata dall’Ing. Fuchs, proprietario della birreria Forst, ma non accadde niente di nuovo.Negli anni successivi l’Hotel è stato saccheggiato di molte suppellettili, divenendo una specie di bazar a cielo aperto.Adesso se ne sta lassù, in balia delle intemperie. Sembra un gigantesco relitto appoggiato sul fondo di un mare prosciugato, come un “Titanic” delle montagne. Rimane l’immagine e l’idea di un passato dorato, come testimoniano gli eleganti terrazzini in legno, le finestre decorate da piccoli rombi color biancorosso molte

delle quali ancora integre nonostante l’incedere del tempo, lo stupendo parco naturale intorno, il laghetto dove i clienti in estate ammiravano il riflesso dei monti e in inverno pattina-vano. La vista del Gran Ho-tel Paradiso deserto, circondato soltanto dal silenzio e dal rumore del vento, rammenta al passante la caducità di ogni cosa terrena... “Panta rei”, dicevano i greci. L'Hotel Paradiso e il lago Gioveretto, foto

R. Paolo

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Giro di vitein questo nostro paesee con la mortedobbiamo fare le spese

Troppi i decessiquesti Autunnalipieno è il murodi stampe lì sacrali

Tanti amicida anni conosciutitanto il doloreaverli noi perduti

Il nostro Sgrignanida prode marinaroporta la naveverso il Santuario

Quel Santuarioche a tutti ci fa dononemmeno unoche possa avere perdono

Che sia a poppao che tu stia al timonelì all’orizzontenon si alza più il sole

Solo le tenebrecalate su di noie la salvezzala cerchi se tu puoi

Altro Anghiaresesi aggiunge alla listapochi ormaisiamo rimasti in pista

Il nostro Italianoricordo lui in divisaun bel marinarogentile e mai corsaro

Amore per Anghiaritornato al paesemale in famigliama mai lui si arrese

La cara mogliecon la sua malattialui sempre in corsalo vedevi scappare via

Sempre presentefino che à potutocerto la vitalui poco ha goduto

Anche per i figlimi associo al dolorenoi Anghiaresice lo portiamo in cuore

Ora nel ricordodel caro nostro Sgrignaniche trovi la pacesolcando altri mari:

Il marinaio Sgrignani Italianodi Armando Zanchi

La tela di Sant'AnnaÈ pervenuta in parrocchia l'offerta di Loris Francia (L. 100.000) e un'altra offerta (L. 150.000) tutte in me-moria di Roberto Giabbanelli da destinare al restauro della tela di Sant’Anna collocata nella chiesa di Pro-positura.In totale la somma fin’ora raccolta è di circa tre mi-lioni. La parrocchia già fin d’ora preannuncia che con l’anno nuovo verrà dato l’inizio al restauro dell’opera anche se l’impegno totale sarà di circa sette milioni.Invitiamo pertanto tutti coloro che vogliono legare una memoria particolare al restauro di quest’opera, o delle altre della Propositura che tutte necessitano di restauro, di comunicarlo ai parroci don Marco o don Juan Carlos.Un grazie a tutti coloro che ci hanno aiutato fino ad ora permettendoci di portare avanti il progetto di re-stauro delle nostre opere d'arte.

ANGELVS TAFI

SANCTAE ARRETINAE ECCLESIAE PRE-SBYTERUS NATVS DIE QVINTO KAL. APRI-LIS A.D. MCMXXI OBDORMIVIT IN DOMINO DIE DECIMO QVARTO MENSIS AVGVSTI ANNO JUBILARI MM IN SACRIS DISCIPLINIS ERUDITVS SCRIPTIS ET PRAEDICATIONE PANEM VERBI DEI OMNI COETUO CHRISTI-FIDELIVM DIV LIBENTERQVE FRANXIT PATRIAS MEMORIAS DILIGENTER COLVIT CLARISSIME ILLVSTRAVIT ET POSTERIS ABVNDANTER TRADIDIT PAROECIAE CA-THOLICAE ECCLESIAE QUAE IN ANGLARIO SUNT POSITAE MEMORES ET GRATAE ANIMAM ANGELI SACERDOTIS DEO PATRI COMMENDANT PACEM ET LVCEM PRO EO DEPRECANTES REQVIESCAT

f.c.

Ricordiamo con l'epigrafe riportata sotto Mons. Tafi che in più di una occasione è stato ospite delle parrocchie della nostra comunità per commentare la Bibbia.

Un nuovo modo di direDi modi di dire ad Anghiari ne abbiamo parecchi. Dai più famosi “Sempre peggio!” del poro Chiechio al “Quante son belle le chiacchiere!” del poro Barogio si arriva a “Come se fa ne manca un pezzo!” che non so a chi attribuire.Ma veniamo al nuovo modo di dire. È quello che ha coniato Bargiacca, avvocato di fama proveniente dalla vicina San Leo e personaggio simpaticissimo dell’ulti-ma Scampanata.Quando gli veniva chiesto se questa o quella cosa si potesse fare la sua risposta, con voce ben modulata ma forte, era invariabilmente: “Ehhh, noooeeee!!” E quindi non c’era altro da fare se non adeguarsi a tale decisione.Le uniche volte che variava risposta era quando si chiedeva se l’imputato dovesse “montare” sul carretto. Allora la sua risposta era: “Ehhh, siiieee!!”Ma comunque il modo di dire di Bargiacca rimane senz’altro: “Ehhh, noooeeee!!”

Ecco le ultime offerte pervenute per il nostro giornale. Ancora un grazie a voi tutti.

Camaiti Enrico - Cristini Adriana (Genova) - Famiglia Morvidoni Angelo - Pernici Marco - Una persona - Pen-nacchini Nara - Franchini Marisa

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La Redazione dell'Oratorio di Anghiari partecipa al dolore della famiglia Babbini per la morte del caro LORIS. Lo ricorda quale instancabile ricercatore di notizie storiche del nostro paese curando, per il periodico parrocchiale, la rubrica "Il nostro caro e vecchio Anghiari".Grazie al suo lavoro molti studenti e ricercatori hanno potuto reperire notizie essenziali per le loro ricerche.Nella sua rubrica continueremo a pubblicare articoli di carattere storico.

Un augurio di Buone Feste ai nostri affezionati lettori e un ricor-do di Loris Babbini che disegnò questa veduta di Anghiari per il Natale 1983

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Il vitello d'oro di GinoPerché non costruire un “cortometraggio” dal racconto estemporaneo di Gino, liberamente ispirato dal biblico “vitello d’oro”? Questo, in una notte buia e tempestosa, si domandò Walter Del Sere che tradusse in pratica l’idea. Taglia di qui, cuci di là, un po’ di bombardino in cima e in fondo e cinque minuti di film con Gino protagonista sono fatti. Il “corto”, già selezionato al festival MENO CINQUE di Sansepolcro dove si classificò al quarto posto, ottenendo un lusinghiero successo durante la serata finale svoltasi al cinema Aurora, è stato successivamente inviato anche al vaglio del Festival Internazionale VISIONARIA di Siena, considerato una della migliori vetrine del genere della penisola. La Giuria Tecnica (della quale fanno parte tra gli altri lo sceneggiatore e regista teatrale Ugo Chiti, il noto attore e regista Alessandro Benvenuti e il regista RAI Gerardo D’Andrea) ha visionato gli oltre 250 video iscritti in concorso selezionando anche “Il vitello d’oro di Gino” per la finale della categoria riservata al “Co-mico”, dove sono stati ammessi soltanto i migliori 7 film. La proiezione, durante la quale il pubblico ha votato ed assegnato il Primo Premio, si è svolta nella splendida cornice di Santa Maria della Scala nella serata di giovedì 19 ottobre. Nella circostanza erano presenti a Siena anche i protagonisti del “corto”. Ebbene, davanti a un folto pubblico giovanile che assiepava il salone interno allo storico palazzo medievale senese di Piazza del Duomo, il risultato è stato il seguente: terzo posto assoluto per “Il Vitello d’oro di Gino”. Sorpresa e logica soddisfazione sia per il podio conquistato che per il commento della Giuria: “Il compito ben sfruttato dall’autore è stato quello di prendere una faccia chiedendole il meno possibile dal punto di vista professionale, sfruttando al massimo il suo potenziale fatto di sguardi ed espressività naturali”. A Siena c’è stata la conferma che il nostro “Bertoldo” di nome Gino, per il quale vale il motto “scarpe grosse e cervello fino”, è un personaggio che funziona anche in trasferta. Ma l’avventura in terra di Siena del video non si è esaurita qui. Durante la serata finale è stato assegnato anche il Premio Speciale “Insekt Visioni Mutanti” per il miglior soggetto realizzato con attrezzature non professionali. Tra i 10 mini-film scelti dalla Giuria figurava

Uomo e donna li creò

Quando si fece buiosulla misera terrae appeso al duro legnoCristo spirò,Tu, Dio suo Padre,che lo generastifin dall’eterno,Tu, fammi capire:cosa provasti?Fu il tuo dolor più grandedello strazio di Maria?Di Maria che sentìuna volta ancorastrappato dalle viscereil frutto del suo seno?Àlita sopra di me,fammi capire!Uomo e donnaa Tua immagineTu li creasti,ma non la carneè immagine Tua,lo è l’amoreche unisce l’uomo alla donna.E Tu, GELOSO,a volte tu riprendiil frutto dell’amore,il frutto di un umano seno.Allontana da me, Ti prego,allontana la tentazionedi pensare che Tu,Dio onnipotente,pretendi troppoquando al padre e alla madreriprendi un figlioprima che chiusilor Tu abbiadolcemente gli occhi.

Dov’è il “grande vecchio”? È dietro le fioriere della “Croce”! di Civis

Che sulle fiorire che abbelliscono Corso Matteotti dopo i lavori di ripavimentazione ci fosse un disegno “desta-bilizzante” l’avevo intuito da tempo. Piccoli tamponamenti, qualche urto giusto per spostare le fioriere di 5 o 10 centimetri prontamente rimesse a posto dagli operai comunali.Ma questa sera è venuto un segnale ben preciso. Un colpo sicuro e una fioriera è stata fatta “fuori”. Che la cosa sia casuale? No, no. Qui c’è il disegno del “grande vecchio” che a nostra insaputa manovra il tutto per eliminare, piano piano, tutte le fioriere dal Borgo della Croce. Anghiari 29 settembre 2000

ancora quello di Walter Del Sere che stavolta è arrivato secondo. L’ul-tima parola è per Gino il quale ha aspettato 68 anni per conoscere Piazza del Campo, la torre del Mangia e la Fonte Gaia di Jacopo della Quercia e lo ha fatto in una circo-stanza che chissà quante volte racconterà in veglia davanti al focolare ai suoi "Waltere" e Gino nell' "orto del Comune" - Foto DSW

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PremessaQuesta indagine per quanto riguarda la individuazione

di balli, orchestre, luoghi e tempi del ballo, usi e costumi, parte dai primi del ‘900 e non da un tempo anteriore perché si basa esclusivamente su foto che, purtroppo, si riferiscono solo al novecento e soprattutto su docu-menti orali consistiti in testimonianze dirette e indirette (quelle notizie che vengono trasmesse di generazione in generazione, il “sentito dire da…”) di più persone che, però, nell’andare a ritroso nel tempo, non sono potute arrivare, se si esclude un caso, oltre tale periodo.

Documenti scritti sull’argomento non credo che esi-stano o comunque non sono venuti a mia conoscenza.

Esistono invece documenti scritti, e sono stati utilizza-ti, per notizie specifiche sui singoli balli e per effettuare anche una rapida ed opportuna carrellata sul ballo in generale, prima del ‘900.

Il balloI balli che verranno presi in esame non sono stati balli

caratteristici locali (cioè appartenuti al folclore della zona, poiché non esistevano, se si esclude il Trescone, carat-teristico ballo toscano) ma danze di moda nella società italiana e non solo italiana a partire dai primi anni del ‘900 e che sono state il divertimento preferito di tanti giovani e meno giovani, per generazioni, ognuna delle quali ha avuto i suoi balli preferiti e di moda.

Tuttavia non si può prendere in considerazione un periodo, un secolo, separandolo nettamente dal passato, anche perché, nel caso specifico, certi balli che esistevano ai primi del ‘900 provenivano dal secolo precedente o da secoli ancora più lontani e qualche danza delle società passate, ad esempio del ‘600 o ‘700, anche se non più esistente ai primi del XX secolo, è probabile che sia appartenuta anche alle nostre zone.

Perciò sul ballo, su questa importante forma di espressione e divertimento dell’uomo è interessante ed opportuno dare uno sguardo anche al passato, alle varie epoche e civiltà della storia umana.

La danza è indubbiamente una caratteristica della natura dell’uomo tant’è vero che la troviamo sin dal-le prime civiltà, anche se in forme diverse da quelle attuali. All’inizio era collettiva, di gruppo, cioè non a coppie come ai nostri tempi, di carattere religioso e per particolari eventi. Presso gli antichi Egiziani venivano eseguite danze per festeggiare il bue sacro Api che rap-presentava Osiride, il dio del Sole, per onorare i morti e per divertirsi ai banchetti. Anche presso gli Ebrei la

danza aveva molta importanza, alle danze sacre dei sacerdoti si alternavano quelle di fanciulle, di carattere più leggero, esistevano anche danze profane, eseguite per il piacere di chi le guardava (per esempio quella di Salomè per il re Erode).

Nella progredita civiltà greca alla danza si associa-va la musica e la poesia: si danzava per festeggiare la primavera o la vendemmia, per rendere onore agli dei, ad esempio a Bacco, dio del vino, attraverso una specie di rito orgiastico, o ai defunti e per divertire gli invitati durante i conviti. Gli Spartani, invece, gente guerriera, utilizzavano la danza per il combattimento: andavano incontro al nemico a incalzanti passi di danza. I Ro-mani, popolo rude e pratico, per molto tempo rimasero estranei alla danza e alla musica; vi si avvicinarono ed in poco tempo ne furono conquistati quando occuparono la Grecia e vennero a contatto con la raffinata civiltà di quella regione. Con la crisi e il crollo dell’Impero Romano l’Italia, devastata ed impoverita da continue guerre e invasioni, anche la danza entrò in crisi: la gente aveva ben altro a cui pensare! In seguito al ritorno di una relativa pace e alla stabilizzazione della società, incentrata sul feudalesimo, le condizioni di vita delle popolazioni migliorarono un po’ ed anche la danza si riprese, diventando, in poco tempo, il divertimento preferito delle classi più elevate come della gente del popolo. La distinzione fra le classi sociali si rifletteva anche nel ballo. Nei castelli e nelle corti si danzava il Ronde o la Carole ad andamento composto e solenne, mentre il popolo preferiva danze vivaci e briose. Tra la gente più umile era molto diffuso un ballo di origine contadina, il Trescone, dal ritmo molto vivace che, dalle nostre parti, è arrivato sino ai primi del ‘900. Nel ‘500 anche la danza popolaresca entrò nei castelli e nelle corti ingentilendosi e si diffuse molto anche il ballo figurato, in cui alla danza si associava la mimica, cioè i gesti e l’espressione del viso, per rappresentare figure, azioni, stati d’animo, agli ordini del maestro di ballo. Anche questa danza, come vedremo in seguito, è arrivata da noi sino al ‘900. Balli figurati erano, ad esempio, la Moresca che rappresentava il combattimento con la spada fra Cristiani e Musulmani, e la Courente, una pantomima del corteggiamento amoroso. Proprio dal ballo figurato prende le mosse in questo periodo il balletto definito allora il “ballo nobile” che trovò ampia diffusione nelle corti. Ritornando al ballo meno nobile, ma rimanendo nel ceto dell’aristocrazia, erano abbastanza diffuse la Bourre e la Pavana. Tra il popolo avevano invece molto successo il Branle, di origine francese, che poteva essere anche figurato, la Gagliarda, di origine italiana e l’Allemanda

Balli, orchestre e complessi, luoghi e tempi del ballo, costumi ed usanze in Anghiari dal-l’inizio del ‘900 ai nostri giornidi Flavio Mercati I parte

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di origine tedesca.Ed ora ci venga consentita una divagazione su di un

episodio che, però, ci interessa molto da vicino. Nel XVI secolo, esattamente nel 1581, uno scrittore francese, il Montaigne, compì un viaggio in Italia. Il primo maggio di quell’anno arrivò proprio ad Anghiari provenendo da Sansepolcro.

Ecco cosa scrisse a proposito nelle sue memorie (Diario del viaggio in Italia)

“… alla sommità del primo colle c’imbattemmo in una cittadina; qua molte giovinette si ponevano dinanzi a noi e ci prendevano le redini dei cavalli poi, cantando una certa canzonetta adatta all’occasione, chiedevano qualcosa per la festa di quel giorno…”

Quelle giovinette cantavano con moltissima probabi-lità il “Maggio”, canzonette in onore del mese di maggio, e la festa del giorno era la festa del “Calendimaggio” del “Primo di Maggio” (nella lingua latina “calendae” significava appunto primo giorno del mese) in cui si fe-steggiava la primavera, il risveglio della natura, secondo un’antica tradizione di molte popolazioni italiche, e non solo italiche. Quella festa non poteva essere la festa della Santa Croce, come verrebbe da pensare subito, non solo

perché questa festa si celebra il 3 di maggio, ma anche perché allora veniva celebrata di settembre, solo verso il 1650 fu spostata alla data attuale.

Fu per seguire questa antica tradizione del popolo di festeggiare il primo di maggio che, in seguito, la Seconda Internazionale Socialista, nel 1889, scelse questo giorno come “Festa dei Lavoratori”.

Ritorniamo al ballo. Nel seicento arrivarono nuove danze, ma senza sostituire quelle del secolo precedente: nelle corti vennero introdotte la Giga e la Musette, mentre fra le danze popolari comparve in Austria il Ländler o Tirolese da cui poi deriverà il Valzer.

Sempre fra il popolo, che predilige, in genere, dan-ze gaie e scatenate, grande successo hanno in Italia la Monferrina (originaria del Monferrato), la Furlana (del Friuli), il Salterello (tipico della campagna romana dif-fusosi poi anche in Abruzzo) e la Tarantella dell’Italia meridionale. Arrivarono anche danze esotiche (da paesi lontani) dal centro America come la Sarabanda, la Ciac-cona e la Passacaglia che prima sbarcarono in Andalusia (Spagna) e poi si diffusero nel resto dell’Europa.

Hotel ParisAlla cara Domenique in ricordo del padre Santinodi Armando Zanchi

Tempi lontania quest’uomo fui vicinosempre amicodel tuo caro Santino

Parlo di anniper noi un po’ roventiche dall’Italianoi eravamo assenti

Il mio doloredi questa sua mortenon fui presenteper le notizie corte

Dopo due giorniebbi la notiziae questo ritardoa me molto rattrista

Non sono lontanoe neanche appartatonon ci fu nessunoche mi avesse avvisato

Cari figliolidi questo grande padrefate come menon lo dimenticate

Con tutti grandee molto laboriosocon del lavoroduro e scabroso

Il mio Santinogrande amiconelà nella fabbricaci fu la nostra fusione

Noi in cucinaa manovrare padellee ai paesania riempire le “budelle”

Quante risateabbiamo fatto insiemema della bontàaveva proprio il seme

“Grande” battutesenza malinconiain questo uomoriposi fiducia mia

Ad ogni incontrocon il nostro parlarele nostre avventuresi ritornava a trovare

Quanto lavorosulle sue esili spallesenza pensaredi traversare la valle

Fu laboriosodel lavoro amicoora la mortegli à dato un brutto invito:

DOMENICA 14 GENNAIO ALLE ORE 11NELLA CHIESA DELLA PROPOSITURA

il nostro vescovo Mons. Gualtiero Bassetti sarà con noi per celebrare la Santa Messa.

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Fatti di casa nostraovvero la pagina di Walter Del Sere

“Quando ero ragazzino le famiglie erano tutte unite, ci volevamo tanto bene. Ricordo che mio padre era coltivatore diretto e alla sera venivano a casa i poeti estemporanei”. È questo il frammento di una delle storie di vita che 60 abitanti di Anghiari raccontarono nel mese di luglio 1999 a un gruppo di studentesse della Università degli Studi di Milano. Il progetto nato sull’onda del successo che sta ottenendo la Libera Università dell’Autobiografia di Anghiari, presieduta dallo scrittore Saverio Tutino e dal Prof. Duccio Demetrio, è intitolato “Anghiari si racconta: per una cultura della memoria”. L’idea di invitare gli anghiaresi a raccontare il loro passato vissuto nel paese è partita quindi dalla volontà di riportare in luce alcune tracce della vita paesana nel ‘900, attraverso lo sguardo personale e differenziato dei suoi abitanti. I narratori hanno così ricostruito un affresco di Anghiari attraverso il racconto di eventi passati. Terminato il lavoro di trascrizione, i ricordi sono stati presentati il 21 ottobre al Teatro Comunale in quella che è stata l’anticipazione del volume “Anghiari si racconta” che sarà nelle librerie di tutta Italia dalla prossima primavera.Lo spettacolo, realizzato dalla Libera Università dell’Autobiografia di Anghiari con la regia di Andrea Merendelli (novello babbo della bella primogenita Irene), ha visto protagonista sul palco la Compagnia dei Ricomposti diretta da Mario Guiducci. Le letture delle memorie degli abitanti di Anghiari, intervallate da canti e stornelli toscani che collegavano idealmente i ricordi autobiografici, hanno riscosso un gran bel successo. La serata ha avuto come “star” il concittadino Armando Zanchi, vincitore dell’ultima edizione del Premio Diari di Pieve Santo Stefano. Complimenti a tutti.

È stato inaugurato il 14 ottobre il nuovo Informagiovani voluto dall’assessorato alle politiche giovanili del Comune di Anghiari. Gli accoglienti locali sono stati ricavati all’interno del Palazzo Corsi, lo stabile settecentesco che già ospita la Biblioteca Comunale, l’Ufficio servizi demografici e il Centro di aggregazione sociale. L’Informagiovani si propone come uno spazio destinato alla consultazione ed a numerose possibilità offerte gra-tuitamente alle nuove generazioni: dal lavoro ai viaggi, dal turismo allo sport, da informazioni sul servizio civile all’accesso su Internet. In questa prima fase di assestamento l’Informagiovani di Anghiari aprirà il mercoledì e il sabato dalle 9 alle 13 e il martedì e giovedì dalle 15.30 alle 18.30. La festa di apertura è stata vivacizzata dalla musica dei dj Micky Marra e Ruber.

L’agriturismo aretino ha concluso ad Anghiari la manifestazione denominata “I centogusti dell’appennino”. Nella circostanza sono giunti in Valtiberina anche un nutrito gruppo di giornalisti italiani e stranieri che hanno visitato le aziende per conoscerne le attività proposte. Questi i numeri delle presenze: 130 esperti che si sono interrogati sul futuro del turismo rurale, 70 aziende agrituristiche, 45 aziende agricole. L’iniziativa, organizzata dalla ANAGRI-TUR e coordinata dal Comune di Anghiari e dalla Pro Loco, si è svolta il 7 e 8 ottobre al Teatro dei Ricomposti sede idonea per il convegno denominato “Gli orizzonti dell’Agriturismo in Italia e in Europa”.Erano presenti esperti del ramo, assessori e funzionari di 17 regioni. Sono state presentate le novità editoriali fino compreso il libro “Selviturismo” di Augusto Tocci. La domenica ha visto protagonista la gastronomia agrituristica. A mezzogiorno, presso il Convento della Croce, si è svolto il campionato nazionale di cucina contadina. La Giuria era presieduta da Sandro Vannucci, già popolare conduttore di Linea Verde. In Piazza Baldaccio era invece funzio-nante uno stand dove sono stati preparati pranzi tipici toscani a base di carne chianina. Poi, fino a tarda sera, sono proseguite le visite, degustazioni di piatti tradizionali ed acquisti di prodotti agricoli nelle botteghe gastronomiche sparse nel borgo antico.Tanta gente a spasso ed esperienza da ripetere.Ancora una volta Anghiari ha fatto centro.

Armando Zanchi, ospite della manifesta-zione, a Pieve.

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CRONAC HETTA dei fatti più strani, più importanti o più semplici, avvenuti ad Anghiari e narrati da me Anghiarino Anghiarese.

Mercoledì 30 agosto. Oggi è morta Laura Cangi in Gambacci di anni 75. Laura abitava a San Tommaso, verso Mezzavia.

Mese di SettembreLunedì 4. Questa mattina sono iniziati i lavori per la Croce fra le Logge e la Fonte.Domenica 3. Oggi era la festa a Santo Stefano.Mercoledì 6. Oggi è nato Alessio Cristofani di Fabrizio e Carla Panichi. La sua famiglia abita a San Leo.- Oggi è morta Aurelia Acquisti vedova Bianchini di anni 88. Aurelia abitava a San Rocco.Venerdì 8. Stamani ho visto Gastone Mafucci che guar-dava i muratori che accomodavano il tetto della chiesa di Santo Stefano.Lunedì 11. Oggi è morta Santina Nocentini (Bruna) di anni 79. La Bruna abitava in via della Bacarugia ma era proveniente da Verazzano.Martedì 12. È ormai diverso tempo che lavorano in un campo dopo il Chiavaretto ma ancora non sono riuscito a capire che cosa ci vogliono fare.Sabato 16. Stamani volevo andare da Frido in banca. M’ero dimenticato che oggi era sabato.Domenica 17. Oggi è nato Tommaso Lenoci di Stefano e Emanuela Marsupini. La sua famiglia abita per la via del Carmine.Martedì 19. Oggi è nata Claudia Dini di Marcello e Paola Versari. La sua famiglia abita a San Leo.- Oggi è morto, a causa di un incidente, Francesco Mori (Benito). Benito abitava al Bagno di Pianettole ed aveva 69 anni.Giovedì 21. Stanotte ho sentito due o tre “toni” molto forti e vicini da fare quasi paura.Venerdì 22. Oggi è nata Francesca Baglioni di Simone e Barbara Marroni. La sua famiglia abita a Tavernelle vicino all’Osteria della Pergola.Domenica 24. Oggi è nata Francesca Manenti di Giu-seppe e Claudia Comanducci. La sua famiglia abita al Chiavaretto.Mercoledì 27. Oggi è nato Luca Beretti di Claudio e Graziella Gallai. La sua famiglia abita a San Leo, dopo la chiesa.- Oggi è nata anche Sara Zucca di Ezio e Silvia Paci. La sua famiglia abita al Colle del Sasso.Venerdì 29. Oggi è morto Sante Gaggiottini (Santino) di anni 65. Santino abitava alla Motina e lo ricordiamo per la sua gestione dell’Hotel Paris.

Mese di OttobreDomenica 1. Oggi è morta, a causa di incidente, Lucia Blasi. Lucia aveva solo 48.Lunedì 2. Oggi è nata Irene Merendelli di Andrea e Simona Carletti. Tutti conoscono suo padre promettente regista del nostro Teatro dei Ricomposti.- Oggi è morto Italiano Sgrignani di anni 78. Italiano abitava per la via della Vigna del Poggio. Tutti lo ricor-dano di quando era marinaio.Mercoledì 4. Oggi è morto Romano Ghignoni, detto Motore, aveva 64 anni. Romano abitava ad Anghiari Vecchio in via della Misericordia.Giovedì 12. Oggi Gastone, ma no il Biga, m’ha dato una bottiglia di vino nuovo. Lo berrò con le castagne arrosto.Venerdì 13. Nel pomeriggio sono andato al campo di Ga-stone, quello del vino nuovo, che coglieva il granturco.Domenica 15. Oggi con mia moglie abbiamo provato due ricette tradizionali anghiaresi che ci ha dato la Gigliola: la “Mantovana” e gli “Zuccarini”.Martedì 17. Stamani ho visto Siro per la “Via nova bassa” che parlava manualmente con Ennio.Verso le cinque e mezzo un bell’arcobaleno andava da Pistrino al Melello.Mercoledì 18. Stamani dalla “Gran via” non si vedevano le mura, però ho sentito che Beppe del Leucalitti stava svinando.Giovedì 19. Oggi è morto Antonio Veri, “Tonino de Cinqucelli”, di anni 80. Abitava vicino all’Infrantoio.Mercoledì 25. Oggi è morto Adelmo Panicucci di anni 67 ed abitava alle Basse verso Mezzavia.Venerdì 27. L’impalcatura al bastione di Sant’Agostino per i lavori è già a buon punto e i marciapiedi sotto le logge sono quasi finiti. Manca da fare la parte centrale della strada.Domenica 29. Stanotte ho dormito un’ora in più: è tor-nata l’ora solare. Alle 11 invece il “campano” ha suonato mezzogiorno: è rimasto all’ora legale.- Oggi è morto Egidio Rossi di anni 79 a poco più di un mese dalla morte della moglie Bruna. Abitava vicino alla Ripa.

L'altare di San FrancescoNella chiesa della Croce è posta sull'architrave (vedi articolo a pag. 20) questa iscrizione:

SIGNASTI DNE SERVV TVV FRAN.CVM(Segnasti, o Signore, il tuo servo Francesco) ma nel Santuario della Verna l'iscrizione completa dice:SIGNASTI DOMINE HIC SERVVM TVVM FRANCISCVM SIGNIS RE-DEMPTIONIS NOSTRAE(Segnasti qui, o Signore, il tuo servo Francesco con i segni della nostra redenzione)

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