Post on 09-Mar-2016
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album
spagine Periodico
culturaledell’AssociazioneFondo Verri
Un omaggioalla scritturainfinitadi F.S. Dòdaroe A.Verri
di Santa Scioscio
Lecce, ottobre 2013 - anno I Spagine n°0 - Album 01
il tempoLa copertina del libro/film di Caterina Gerardi edito da Milella e ad illustrare un frame del film: l’isola di Saseno vista dalla motovedetta
CucireCucire
Un viaggio può essere unadichiarazione di veraamicizia e testimonianzadella ricerca di sé attra-verso l’altro. Ripercor-rerlo attraverso il libro
“L’isola di Rina, ritorno a Saseno” è rive-lare l’esistenza di una relazione come po-che, duratura, virtuosa, complice. Tuttal’opera, libro e video, evidenzia un attonecessario da parte dell’autrice, nel qualele immagini identificano un rapporto sim-biotico.
Nella visione chiara e immediata dellosguardo fotografico di Caterina Gerardi ri-trovo la cifra stilistica della scrittura di Ri-na Durante; attraversare le immagini vis-sute - quelle dell’infanzia di Rina e quelleattuali dell’isola riprese da Caterina - e lascrittura, è verificarne la concettualità, fi-no ad approdare nell’intreccio delle due
personalità unite da un gemellaggio difrontiere, da una potente amicizia e condi-visione di intenti e caratteri.
Il gusto della lettura delle loro opere miporta a sentirne il senso, il sapore, nellacomprensibilità del contenuto, mai sfug-gente, ma sempre dimensionato nella chia-rezza del qui e ora, dello “spirito del tem-po”, documentato nella penna dell’una enella macchina da presa dell’altra.
La mia intrusione nel loro rapporto enell’unisono del loro sguardo, nella pre-sentazione e rappresentazione del “lorotempo”, mi ha esposta alla luce di una rac-colta proficua, cogliendo, sul filo trasver-sale della discrezione, il “valore”, le quali-tà morali e intellettuali di questo rapporto,gli ideali storici e culturali del tempo e deitempi, l’opus operandi professionale dellavoce singola e della sua eco, il concreto eil vero del tempo collettivo condiviso.
Ho raccolto la dote patrimoniale del rap-porto “rina-caterina”.
Un contributo esperienziale che nell’as-saporarlo gratifica e rende sostanza. Inquesto presente mi sono sentita di restitui-re il contenuto in maniera estetica e per-cettiva.
L’atto operativo che ne è derivato non èsostitutivo ma identificazione simbolicadel presente nel tempo “rina-caterina”.
Non è personalizzazione delle loro ope-re, non un’interpretazione dei loro volti,piuttosto una traduzione immaginaria deltempo insito nel libro “Ritorno a Saseno”:un ritratto del tempo nell’oggettività di untempo che non è durata, trascorrere, non èazione misurabile, non ha scadenza, ma ètempo di valore, di qualità, virtù, che insostanza è anche elegante filo di nostalgia.
Santa Scioscio
Spagine n°0 - Album 01/pagina 2
Caterina Gerardi e Rina Durante
Fondo Verri, 23 - 27 ottobre 2013
Gran Bazar, banco degli editori,
degli autori e della poesia salentina.
Leggendo “L’isola di Rina” di Caterina Gerardi
edito da Milella, i collage cuciti di Santa Scioscio
raccontano il rapporto “rina-caterina”
Spagine n°0 - Album 01 / pagina 10
Le impronte dei viaggiatori lasciano
segni, come quelli che hanno con-
dotto Caterina Gerardi a Saseno,
sulle orme di Rina Durante, alla ri-
cerca di un’amica, della sua infanzia
e in fondo di anche se stessa. Un
viaggio che è diventato un libro e che continua a
lasciare segni come quelli rintracciabili nei lavori
di Santa Scioscio, che “cuce il tempo” con una
serie di collage dedicati a Rina e Caterina. Sono
una campionatura di stati d’animo, riempiti di og-
getti effimeri: parole, fotografie, illustrazioni, ri-
camate e intessute con fili leggeri, capaci di
trasformare i materiali ritrovati in piccole poesie
visive. Il cucire sembra mettere in azione una vi-
sione distante e i legami affettivi, i ricordi a volte
slabbrati, si traducono in un piccolo immaginario
libero e personale che va alla ricerca di echi e ri-
sonanze e ricompone con delicatezza un tempo
dai contorni strappati. Questa cartografia della
memoria si dispone tra una sfera intima e sogget-
tiva e una riflessione più ampia sulla natura e sul-
l’identità dei legami femminili fatti, in questo
caso, soprattutto di affinità elettive e di valori
condivisi.
I segni, le improntedi Marinilde Giannandrea
Lecce, ottobre 2013 - anno I
Quando arrivai nel Salento, Saseno, dove
avevo trascorso l’infanzia, era divenuta già
un mito. Questa nuova terra aridissima di-
stesa all’infinito senza alcun ostacolo che ne
interrompesse la teoria delle pianure, brulle,
questa nuova variazione della crosta terrestre così ostina-
tamente incolore, sfornita e povera d’ombra s’accampò
come un triste emblema nello spazio del mio spirito.
M’impegnai ad odiarla fino alla morte e, nella mia osti-
nazione infantile, durai finché potei. Ma quando giungeva
primavera, una commossa animazione, mi scioglieva il
nodo del petto: ripensavo ai pascoli azzurri dell’isola, le
vette aguzze dell’Albania, l’antro verde delle argentarie,
umido di frescura.
Le immagini dell’infanzia, legate ai luoghi che affiora-
vano, mi consumavano di angoscia. […]
Rina DuranteDa “Le parole di Rina”, L’isola di Rina, ritorno a Saseno“
La bella moglie del comandante”,
p. 152 (da Quotidiano di Lecce, 15 giugno 1980)
pagina 13