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Regione Molise -1- Resoconti Consiliari

Logit consorzio stabile società a r.l. Via Ostiense 104/B 00154 Roma C.F./P.I. 11529431006

REGIONE MOLISE

RESOCONTO INTEGRALE DEFINITIVO ≈≈≈≈≈≈≈≈

XI LEGISLATURA – SEDUTA ANTIMERIDIANA DEL 05/04/2016

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE COTUGNO

Indice

PRESIDENTE ............................................................................................................................................................ 3

Atto n. 162 – APERTURA DELLA SEDUTA, APPROVAZIONE DEL PROCESSO VERBALE DELLA SEDUTA PRECEDENTE E COMUNICAZIONI DELLA PRESIDENZA. ............................................................ 4

PRESIDENTE ............................................................................................................................................................ 4

Atto n. 163 – CRISI DEL SETTORE DELL’EDILIZIA NEL MOLISE. DIBATTITO. CHIUSURA DELLA SEDUTA. ................................................................................................................................................................. 12

PRESIDENTE .......................................................................................................................................................... 12

CONSIGLIERE SCARABEO ................................................................................................................................. 12

PRESIDENTE .......................................................................................................................................................... 12

CONSIGLIERE IORIO ........................................................................................................................................... 13



PRESIDENTE .......................................................................................................................................................... 21

CONSIGLIERE CIOCCA ....................................................................................................................................... 22



CONSIGLERE CIOCCA ......................................................................................................................................... 24



PRESIDENTE .......................................................................................................................................................... 26

CONSIGLIERE FUSCO PERRELLA ..................................................................................................................... 26









PRESIDENTE .......................................................................................................................................................... 35

CONSIGLIERE SCARABEO ................................................................................................................................. 35

PRESIDENTE .......................................................................................................................................................... 37

CONSIGLIERE FEDERICO ................................................................................................................................... 37



PRESIDENTE .......................................................................................................................................................... 43

CONSIGLIERE NIRO ............................................................................................................................................. 43

PRESIDENTE .......................................................................................................................................................... 51

CONSIGLIERE PARPIGLIA .................................................................................................................................. 51

PRESIDENTE .......................................................................................................................................................... 54

ASSESSORE NAGNI.............................................................................................................................................. 54

ASSESSORE NAGNI.............................................................................................................................................. 58

ASSESSORE NAGNI.............................................................................................................................................. 58

ASSESSORE NAGNI.............................................................................................................................................. 58

PRESIDENTE .......................................................................................................................................................... 63

PRESIDENTE DELLA GIUNTA DI LAURA FRATTURA .................................................................................. 63

PRESIDENTE .......................................................................................................................................................... 70

CONSIGLIERE LATTANZIO ................................................................................................................................ 71

PRESIDENTE .......................................................................................................................................................... 71



XI LEGISLATURA

SEDUTA ANTIMERIDIANA DEL 05/042016

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE COTUGNO

- ORE 12:13 -

PRESIDENTE

Il Consiglio è aggiornato alle ore 12:30 per motivi istituzionali del Presidente Frattura.

(Il Consiglio è aggiornato alle ore 12:30)



RIPRESA DEL CONSIGLIO

- ORE 12:45 -

APERTURA DELLA SEDUTA, APPROVAZIONE DEL PROCESSO VERBALE

DELLA SEDUTA PRECEDENTE E COMUNICAZIONI DELLA PRESIDENZA.

PRESIDENTE

Si prega i Consiglieri di prendere posto. Buongiorno a tutti, apriamo la seduta del 5 aprile 2016.

Sottopongo all'Assemblea, per l'approvazione, il processo verbale numero 16 del 30 marzo 2016, chiedo

che il citato processo verbale sia dato per letto.

Ai sensi dell'articolo 38 del Regolamento interno, il processo verbale numero 16 del 30 marzo 2016 – che

si dà per letto – si intende approvato.

Comunico che:

- è pervenuta risposta scritta del Presidente della Giunta regionale, protocollo numero 3755 del

05/04/2016, all'interrogazione con risposta orale e scritta, a firma dei Consiglieri Marzo e Federico, ad

oggetto "Nuova direttiva europea 2013/59/Euratom, Piano nazionale radon e studio e monitoraggio del gas

radon per la prevenzione del tumore polmonare";

(segue documento)



- la Giunta regionale ha adottato la deliberazione numero 132 ad oggetto "Istituti autonomi case popolari

(II.AA.CC.PP.) - Designazione Commissario liquidatore; Ente regionale per l'edilizia sociale (ERES)

Designazione Commissario straordinario" con la quale ha conferito la designazione nell'incarico di

Commissario liquidatore degli ex II.AA.CC.PP. di Campobasso e Isernia all'ingegnere Nicola Lembo; ha

designato nell'incarico di Commissario straordinario dell'ERES il medesimo ingegnere Nicola Lembo per

la durata massima di 90 giorni decorrenti dalla data di adozione, emanazione del decreto di nomina del

Presidente della Giunta regionale;

- la Conferenza dei Presidenti delle Assemblee legislative delle Regioni e delle Province autonome, riunita

in Assemblea plenaria del 1° aprile 2016 a L'Aquila, ha approvato l'ordine del giorno ad oggetto:

"Modifiche alla proposta di riforma della geografia giudiziaria in discussione presso il Ministero della

Giustizia".

Dispongo la distribuzione del suddetto ordine del giorno a tutti i Consiglieri.

È pervenuta, inoltre, mozione a firma del Consigliere Ciocca ed altri, ad oggetto: "Verità e giustizia per

Giulio Regeni".



CRISI DEL SETTORE DELL’EDILIZIA NEL MOLISE. DIBATTITO. CHIUSURA DELLA

SEDUTA.

PRESIDENTE

Passiamo alla trattazione del primo punto all'Ordine del Giorno: "Crisi del settore dell'edilizia nel Molise".

Mi chiede la parola il collega Scarabeo. Prego, collega Scarabeo.

CONSIGLIERE SCARABEO

Grazie, signor Presidente. Io, innanzitutto, premetto che questa è una pregiudiziale bonaria rispetto

all'argomento che abbiamo oggi all'Ordine del Giorno. Credo che l'autonomia di questo Consesso, che

viene anche sancita attraverso l'articolo 12 dello Statuto, che dice testualmente: "Il Consiglio ha autonomia

organizzativa e funzionale", debba essere rispettata; comprendo anche il suo imbarazzo, devo dire, con

profonda correttezza e con profondo senso istituzionale, però le chiedo, in questo momento, di assumere

un atteggiamento, se mi permette, più rispettoso verso questa Assise, un po' meno verso chi non è abituato,

ritengo, a rispettare Regolamenti e Statuti e, nello stesso tempo, inviterei un po' tutto quanto il Consesso

regionale ad assumere un atteggiamento che sia migliore, rispettoso verso le istanze, ma, soprattutto,

rispettoso verso dei contenuti che stiamo bistrattando in un momento particolare, come questo, di mercato

economico, quindi, di conseguenza, sociale, non affrontandolo nei tempi e nei modi giusti. Col dovuto

rispetto, ritengo pure che sia un qualche cosa di dequalificante per tutti quanti noi. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie, collega Scarabeo. Domani, in Conferenza dei Capigruppo, già convocata per le 9.30, parleremo

anche di ciò.

Richiesta di convocazione urgente del Consiglio regionale monotematico, ai sensi dell'articolo 28 dello

Statuto regionale e dell'articolo 31, comma 4, del Regolamento interno, oggetto: "Crisi del settore

dell'edilizia". La parola al Consigliere Iorio. Prego.



CONSIGLIERE IORIO

Grazie, Presidente. Noi abbiamo sentito il dovere, come Minoranze, come Consiglieri regionali, di

richiedere una seduta monotematica non specifica su un argomento, ma specifica su una questione che,

credo, debba essere all'attenzione di questo Consiglio regionale e, soprattutto, all'attenzione della Giunta

regionale, in maniera evidente, vista la drammaticità della situazione e vista la drammaticità della

condizione di molte imprese molisane, che rischiano una curiosa situazione, perché rischiano di fallire

anche in presenza di crediti da riscuotere.

Ed è questo un fenomeno non recente, per la verità, esistito anche nel passato, tanto è vero che il Governo

ha sentito il dovere di agire con provvedimenti specifici per tentare di risolvere una questione come

questa, ma quei provvedimenti sono stati in parte rallentati e in parte inefficaci, se è vero come è vero che

oggi ci troviamo in una situazione drammatica - ripeto il termine perché tale è - così come è stato

rappresentato da tutte le associazioni di settore e così come viene fotografato anche dal mercato del

lavoro; l'ultimo dato del quarto trimestre 2015 testimonia una riduzione di 2 mila e 300 posti occupati nel

Molise, il che significa che probabilmente molti dei quali saranno sicuramente gli addetti dell'edilizia,

oltre ad altri settori in difficoltà.

A noi, quindi, è sembrato giusto che il Consiglio regionale non affrontasse solo su un argomento specifico,

ma affrontasse su un argomento generale una discussione innanzitutto per capire quali sono le intenzioni

del Governo regionale e quali sono i metodi attraverso i quali il Governo regionale vuole affrontare questa

situazione, perché riteniamo che sia consapevole al cento per cento della situazione che abbiamo di fronte,

e quali sono, soprattutto, i rimedi, perché il compito del Consiglio, il compito della politica, è quello di

individuare i rimedi anche in situazioni di difficoltà.

Il dato che riterrei utile rappresentare, e che non ci ha visti concordare la linea di programmazione del

Governo regionale sui lavori pubblici, in senso lato, di questa Regione, è già stato discusso in questo



Consiglio; noi, come Centrodestra, abbiamo rappresentato, in più occasioni, che non abbiamo condiviso

due aspetti specifici della politica e del Governo regionale:

1. la volontà di riprogrammare i fondi esistenti già tre anni fa e che erano arrivati addirittura alla

sottoscrizione degli Accordi di Programma Quadro (APQ) specifici, per poter comunque procedere con

degli appalti, non dico tutti, ma molti di quelli potevano essere appaltati;

2. la volontà del Consiglio regionale di affrontare questa riprogrammazione partendo da una

considerazione, direi, non condivisibile anche sulle scelte che ha inteso fare questo nuovo Governo

regionale rispetto ad una programmazione già esistente e che - ripeto - poteva essere, anche se in parte e

non in tutto, immediatamente applicabile.

Per cui abbiamo visto finanziamenti (non faccio esempi) anche di piccola entità che potevano essere

immediatamente concessi per fare alcune opere che hanno subìto un ritardo e, ad oggi, ancora non

vengono appaltati. Questo, naturalmente, è il primo problema strutturale che vede in ritardo questo

Governo regionale rispetto alla possibilità di sviluppo di un settore che è stato centrale, sempre molto

centrale, e prioritario in questa Regione.

Sappiamo tutti l'importanza del settore dell'edilizia come volàno di ripresa economica anche nei momenti

di crisi, anzi, direi soprattutto nei momenti di crisi, perché conosciamo tutti il valore delle imprese

molisane e conosciamo anche il valore dell'indotto che queste imprese producono nell'economia di questa

Regione. Per cui, a mio giudizio, questa questione doveva essere affrontata con più equilibrio, non

facendo ‘di tutta l'erba un fascio’, ricominciando tutto da capo, ma sapendo distinguere, anche dove si

poteva, forse, aggiungo, e si doveva riprogrammare, ma lasciando in campo le cose che invece potevano

essere attuate.

Non aggiungo le considerazioni, perché so che una parte di questo Consiglio regionale non ha condiviso,

legate alla vicenda dell'Autostrada del Molise, di cui non sappiamo ancora la fine, l'inizio, la



continuazione o la modificazione di che cosa avverrà nel futuro. Sappiamo, invece, che quei fondi noi li

abbiamo persi e non si recupereranno neppure nella nuova programmazione che, invece, doveva essere

aggiuntiva e non sostitutiva; quindi, di fatto, noi quei fondi li abbiamo persi. Se il Governo si vorrà

impegnare per i 200 milioni circa destinati all'Autostrada, finanziando altre opere nel settore dell'edilizia

stradale, lo farà con la nuova programmazione e, quindi, avendo perso quelli che avevamo.

La nuova programmazione doveva essere aggiuntiva, oggi sarà sostitutiva; questo, detto in termini poveri,

anche per farci capire da chi ci ascolta, significa che noi quei fondi li abbiamo persi. E mi auguro che

questo non avvenga e spero che il Governo ci dica una parola definitiva anche per farci capire come

stanno procedendo le cose anche in questo settore.

Ma l'altro aspetto che ci ha sempre visti contrapposti, anche in maniera, a volte, polemica tra Maggioranza

e Opposizione, riguarda il problema della ricostruzione post-terremoto.

Lì si inserisce il maggior dramma di questo periodo legato al fatto del ritardo dei pagamenti dei lavori

svolti; questo è il dramma nel dramma: c'è un dramma di settore che non vede grandi prospettive per i

prossimi anni, anche a volere attuare la programmazione fatta da questo Governo - perché ritengo

comunque parziale e insufficiente per affrontare i problemi che invece potevano essere affrontati - ma

abbiamo il dramma della liquidità che, di fatto, è mancata per effetto di alcune disfunzioni che quasi

sempre la Giunta regionale ha voluto attribuire alla responsabilità del passato, ma che grande parte hanno

visto nella volontà di voler azzerare, se non distruggere, tutte le esperienze fatte nel modello di

ricostruzione che avevamo messo in campo.

Io vorrei ricordare che quando siete entrati al Governo di questa Regione avete trovato - al di là di alcune

disfunzioni di cui abbiamo parlato in più occasioni, a parte il cosiddetto "buco di Bilancio", che poi non si

è capito, fino in fondo, dove è stato ritrovato e quale fine abbia fatto - una situazione in cui, tra qualche

anomalia, comunque, l'Agenzia provvedeva a liquidare le opere - se ricordo bene e credo di ricordare bene



- con un'attività di pagamento che viaggiava intorno ai 5 milioni di euro a settimana e, quindi, in una

possibile risposta di liquidità basata tutta sulla rendicontazione o l'anticipazione che riguardava i cosiddetti

fondi del Fondo aree sottoutilizzate (FAS).

Abbiamo preso atto di alcune modificazioni che le imprese stesse chiedevano - una tra tutte, l'eliminazione

di un passaggio attraverso i Comuni per arrivare al pagamento delle imprese che successivamente avete

realizzato per velocizzare la spesa - e poi altre questioni meno comprensibili, vi hanno portato, di fatto, a

ritenere che la strada migliore fosse quella di una legge che potesse riguardare l'organizzazione

dell'Agenzia di ricostruzione e la separazione della Protezione Civile che, invece, ritornava in capo alla

Presidenza della Giunta regionale.

Se riprendete il dibattito che ci fu in quell'occasione, noi avvertimmo due problemi che c'erano in quella

strada di riforma che avevate intrapreso:

1. ci avrebbe portato sicuramente a perdere molto tempo in termini di riorganizzazione del sistema;

sappiamo bene come funzionano le burocrazie, soprattutto quando c'è un cambiamento di procedura e di

attività;

2. avevate inserito in quella legge un'altra clausola, che noi ritenemmo addirittura vessatoria nei confronti

dei dipendenti, perché inseriste la fine di un contratto di lavoro che, invece, poteva - dico poteva, poi lo

vedremo in un altro momento - essere continuato, e mi riferisco ai precari della Protezione Civile.

Vedete, io conosco poche leggi nazionali che dicono che il contratto di lavoro finisce a una certa data, con

legge, anzi, le leggi nazionali, soprattutto quelle che riguardano il precariato, dicono esattamente il

contrario, cioè che, quando siamo in presenza di precariato, bisogna lavorare in prospettiva per l'eventuale

stabilizzazione, come sappiamo bene, nella quota del 50 per cento dei precari stessi, ma bisogna impedire

che si formino altri precari, e questo è un principio che vige in tutte le leggi di riforma della Pubblica

Amministrazione del Ministro Madia.



Ora, in quella occasione, voi avete fatto esattamente il contrario: con legge avete di fatto chiuso un

rapporto di lavoro precario e avete preparato il futuro - che non so come sarà portato avanti -

immaginando che potessero esserci altri e nuovi precari, esattamente contro l'idea portata avanti dal

Governo nazionale.

Questo ha procurato una nuova disfunzione, cioè il ritorno alla disfunzione finanziaria: tutti sanno, e voi lo

sapete più di tutti, che i fondi FAS, che noi abbiamo ottenuto grazie a una delibera del Comitato

interministeriale per la programmazione economica (CIPE) per la ricostruzione, presentavano alcune

difficoltà. Quali sono le difficoltà? Mentre l'attività del post-terremoto è stata finanziata in precedenza da

fondi del Bilancio nazionale, in presenza di una crisi evidente del Bilancio nazionale in termini di

indebitamento, funzionava con l'assegnazione dei fondi che venivano tutti messi a disposizione, anche di

cassa, della Regione o del Commissario e venivano, quindi, utilizzati mano a mano che ce n'era la

necessità. Di fronte al diniego assoluto non solo per il Molise, ma anche per l'Abruzzo, per il terremoto de

L'Aquila, e per altre realtà di emergenza, trovammo l'unico canale di finanziamento aperto che potesse

garantire che il Governo non si indebitasse, perché in quella fase, per ragioni di Patto di Stabilità europeo,

non si poteva indebitare, cioè i fondi FAS, ripeto, utilizzati anche in altre realtà, ma in fondi FAS vengono

assegnati per anticipazione, come ben sapete, per una quota e per rendicontazione per l'altra quota.

Il modello che avevamo preparato e che non abbiamo avuto il tempo di concludere, per quanto riguarda

questa attività, aveva pensato anche a questo, cioè di fatto si tratta di anticipare dei fondi per pagare le

imprese per alcuni lavori, per poter poi rendicontare ed ottenere il ristoro da parte del Governo nazionale,

questa è la tecnica dei fondi FAS. Io credo che qui si sia bloccato questo processo, anche perché, a mio

giudizio, non avete utilizzato per bene - e, all'epoca, anche per mancanza di qualsiasi tipo di

collaborazione (che pure abbiamo offerto in più occasioni, per poter chiarire degli equivoci, per poter

anche chiarire delle soluzioni che ci potevano essere) una condizione di favore che avevamo ed era basata



sul fatto che nell'organizzazione dell'Agenzia per la ricostruzione - che abbiamo fatto durante il mio

Governo - avevamo inserito il trasferimento all'Agenzia di fondi residui del Commissario che erano

dell'ordine di circa 50 milioni di euro.

Il meccanismo doveva essere organizzato in maniera tale che questo fondo, che abbiamo tanto difeso

anche rispetto al Governo nazionale, che addirittura voleva che il Commissario restituisse questi fondi che

erano residui, non ancora utilizzati, quando era cessata la fase commissariale, noi ci opponemmo alla

restituzione e decidemmo, invece, di trasferirli come fondo utilizzabile per l'anticipazione alla Agenzia di

ricostruzione, allora anche di Protezione Civile.

Cosa significa questo? Significa che quel fondo doveva servire innanzitutto per poter anticipare il

pagamento dei lavori e, quindi, anticipare anche la rendicontazione di alcune opere, che come spesso si fa,

e voi lo sapete bene, anche utilizzando il cosiddetto "sistema dei progetti sponda", essere rendicontati ai

fini del richiamo dal Governo nazionale dei fondi relativi a quelle opere, che intanto avevamo anticipato

con fondi del Commissario e, quindi, con fondi regionali, diciamo così, per descriverli ancora meglio. 50

milioni io credo che erano il plafond giusto per poter ingranare la rendicontazione basata su questa

anticipazione e, quindi, procedere mano a mano, con la rapidità dovuta, all'esecuzione di tutte le opere da

realizzare. Avevamo un solo problema all'epoca, lo ricordate bene, ed era il cosiddetto Patto di Stabilità,

che in qualche modo ci poneva dei problemi - tant'è che poi voi avete anche ottenuto delle deroghe del

Patto di Stabilità, mi pare intorno a 15 milioni - ma il sistema, dire per essere chiaro, era questo ed era a

mio giudizio un sistema virtuoso ed era una condizione per cui questa Regione si poteva trovare, forse

anche alla luce oggi del nuovo calcolo del Patto di Stabilità, del nuovo sistema di Bilancio che oggi

conosciamo, in una situazione ideale, cioè avere un tesoretto che costituiva l'elemento attraverso il quale si

potevano tirare i fondi e non ritardare i pagamenti per oltre 320 milioni di euro.



Faccio l'esempio sul personale: il primo anno, il personale è stato pagato con i fondi del Commissario;

questi fondi potevano essere rendicontati come fondi spesi a carico dei fondi CIPE, quindi tirare subito la

parte necessaria per proseguire nella procedura che sto dicendo.

Erano questi i due pericoli, quello del personale e quello del sistema di pagamento, però devo dire che la

volontà di voler modificare a tutti i costi - credo oggi sia sotto gli occhi di tutti - ha peggiorato, di fatto, la

situazione e io mi auguro che abbiate, anche nelle risposte che ci aspettiamo oggi, la volontà di risolverla

in via definitiva, perché, se non si crea questo meccanismo, è inutile attendere i fondi e promettere i

pagamenti alle imprese dato che non ne avete la possibilità, in quanto il sistema delle rendicontazione, se

non si ha la capacità di anticipare, è un sistema del tutto estraneo alle nostre possibilità. Di fatti, avremo i

fondi solo dopo aver rendicontato, questo è il problema.

Sulla questione del personale, come ho detto prima, è successa un'altra cosa: oggi abbiamo un'Agenzia di

ricostruzione senza personale, e questa è una bella novità, esito di una riforma che avete voluto a tutti i

costi e che, tutto sommato, non è che è andata ad innovare granché del sistema della ricostruzione, anzi, vi

ha creato notevoli problemi. Notevoli problemi che sono anche certificati dal fatto che avete cambiato,

credo, quattro dirigenti in questo settore e la questione, sicuramente, ha avuto una sua complessità, anche

perché sappiamo bene che, quando un dirigente affronta una problematica così delicata...

Scusate io vorrei non attenzione, solo un po'...

(Intervento fuori microfono)

CONSIGLIERE IORIO

No, no, un po' di silenzio, non attenzione. Quindi, oggi vorremmo ascoltare dal Presidente della Regione,

se vorrà, un impegno sul futuro, cioè un impegno a procedere alla velocizzazione di questi pagamenti,

oltre a quella delle opere da eseguire, perché noi abbiamo questa opportunità, chiamiamola così, avvenuta

per una sventura, certamente, ma un'opportunità che altre Regioni non hanno, abbiamo un tesoretto da



utilizzare nel settore dei lavori pubblici che altre Regioni non hanno, a parte i fondi della programmazione

regionale, di cui ho parlato prima, ma proprio questi della ricostruzione, che possono essere una risposta

efficace. Efficace anche perché è una risposta proprio alle piccole imprese del Molise - per lo più molisane

da quello che mi risulta, tranne qualche eccezione - e, quindi, mi aspetto che, anche da questo punto di

vista ci sia una risposta adeguata, che si possa conoscere finalmente qual è la prospettiva rispetto a questo

e come si rimette in piedi l'Agenzia di Protezione Civile: facendo un nuovo concorso? Facendo una nuova

selezione? Utilizzando non so quale sistema?

Credo che oggi avremmo l'occasione, mi auguro, di avere alcune risposte.

Il dato, ripeto, è preoccupante; siamo interessati anche noi dell'Opposizione, quanto voi, a fare in modo

che si risolvano le questioni nel più breve tempo possibile, perché la crisi economica occupazionale,

sociale, i dati allarmanti in questa Regione sulla povertà in aumento, sulla disperazione di tante famiglie -

a me non piace questo tipo di demagogia, lo dico perché credo che ne siate consapevoli quanto me, non vi

sfuggono queste situazioni e queste condizioni - e l'allarme che hanno lanciato ultimamente... abbiamo

partecipato anche a un incontro dell'Associazione costruttori edili e complementari del Molise (ACEM),

tenuto qualche giorno fa, un allarme... so che avete avuto un incontro anche ultimamente in Giunta su

questi stessi argomenti e su queste stesse questioni.

Ecco, noi crediamo che il Consiglio regionale sia la sede più adatta per potere avere delle risposte e anche

giudicare gli impegni, che intenderete assumere anche da oggi in poi, per vedere di venire fuori da questa

situazione. Abbiamo l'obbligo di farlo, facciamo funzionare anche la fantasia, perché in politica anche la

fantasia a volte aiuta a trovare delle strade, corroboriamola naturalmente di procedure legittime, ma diamo

una risposta alle imprese che stanno aspettando, diamo una risposta ai lavoratori licenziati e allontanati dal

loro posto di lavoro, ridiamo fiato a un settore che è un settore che chiede un'attenzione in più rispetto a



quella che non c'è stata o che c'è stata in maniera non del tutto condivisibile, come riteniamo noi, in questi

tre anni del vostro Governo.

Ultimo appello, Presidente della Giunta, lo rivolgo a lei, la prego di volerci indicare il quarto Assessore,

altrimenti ci dica, per correttezza lo dico, che la sua Giunta - perché lei lo può fare - lavora

tranquillamente con tre Assessori, così noi sappiamo che non c'è una precarietà, che non c'è una ricerca di

questo posto, che non c'è una polemica sull'individuazione, ma sappiamo che lei ha deciso, e lo può fare,

di tenere una Giunta a tre.


CONSIGLIERE IORIO

Ma, voglio dire, questa è nella possibilità, è nella scelta che il Presidente può fare, l'unica cosa che non

possiamo più tollerare, Presidente Frattura, è che, un giorno sì e un giorno no, si dica: "Adesso si fa

l'Assessore", oppure disse che l'avrebbe fatto a giorni oppure addirittura che questo Assessore fosse da

decidere dopo alcuni eventi all'interno del Partito Democratico o della Maggioranza o per altre

competizioni elettorali, perché questa è una situazione che lei dovrebbe rifiutare nella maniera più

assoluta, proprio per ridare dignità al suo ruolo di Presidente della Regione. Ci dica quando deciderà di

completare la Giunta o se vuole mantenere la Giunta con tre Assessori, perché la delega al lavoro e le altre

deleghe di cui era titolare l'Assessore Petraroia sono assorbite bene dagli attuali Assessori, addirittura dal

Presidente della Giunta, e noi, rispetto a una decisione faremo le nostre valutazioni, ma la rispetteremo.

I dialoghi extraconsiliari che avvengono su questa questione ledono, secondo me, anche l'immagine del

suo Governo. Quindi, la prego di procedere rapidamente e di farci sapere anche questo risultato. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Iorio. Mi chiedeva la parola il Consigliere Ciocca. Prego, collega.



CONSIGLIERE CIOCCA

Grazie, Presidente. Ascoltare l'ex Presidente Iorio dire per l'ennesima volta le stesse cose, ci costringe a

rispondere per l'ennesima volta allo stesso modo.

Innanzitutto, mi dispiace che l'intervento per i tre quarti riguarda solo la ‘famosa’ Agenzia di

ricostruzione, mentre oggi è una giornata che dovrebbe avere un respiro più ampio, perché i problemi

dell'edilizia certamente non sono solo quelli della ricostruzione, anzi mi permetto di dire il contrario: forse

la ricostruzione post-sisma è l'unica che garantisce, in un modo o nell'altro, delle risorse. Critichiamo le

modalità - risponderemo puntualmente su tutto – però, da qui a dire che la crisi dell'edilizia in Molise

dipende dalla ricostruzione, non sono assolutamente d'accordo, perché i numeri ce li abbiamo, se volete ve

li leggo, anche perché risponderò nel pomeriggio puntualmente ad altre interrogazioni sull'argomento.

Il discorso dell'edilizia è più generale e, invece, va affrontato con un piglio diverso, ma non perché ci

sottraiamo alle domande. È pur vero che siamo in una crisi generale e generalizzata che sta comportando

problemi seri: dagli operai alle imprese, ai liberi professionisti, perché se non c'è lavoro, se non c'è un

ingegnere, un architetto, un geometra che progetta, sicuramente non può esserci il futuro sia per loro, le

loro famiglie e sia per l'edilizia in generale.

Su una cosa io sono d'accordo, onestamente, lo dico da sempre, capisco anche le difficoltà che ci sono a

volerla ripetere o a cercare di farla con le associazioni degli edili, con i rappresentanti di categoria: i fondi

da destinare per i lavori dovrebbero non essere impiegati per fare altro o, quanto meno, i ritardi si creano

perché probabilmente abbiamo trovato una situazione di emergenza che vede priorità diverse, quindi la

prima soluzione da cercare è mantenere - e qui sono d'accordo, ripeto, con le associazioni - la giusta

destinazione con una tempistica decente, che non ci porti ad aspettare sei, sette, otto mesi per i pagamenti,

se non di più. Quindi, questo è un primo problema.



Poi, come giustamente ricordava il Presidente Iorio, quando c'era lui si facevano i pagamenti immediati;

certamente, ha fatto per tanti anni il Commissario straordinario. Ma quando dice pure che c'è qualche

problemino di Bilancio, che mancano 10 milioni, faccio presente che sono stato il primo a scoprirlo e mi

sono preoccupato quanto lui del fatto che effettivamente, forse, con un po' di oculatezza, avremmo saputo

dov'erano i 10 milioni. Siamo ancora alla ricerca dei famosi 10 milioni. Nessuno sa!

Però ora ci sta pensando la Procura perché, purtroppo, per un problema del genere siamo stati costretti, e

onestamente non a cuor leggero, perché...


CONSIGLIERE CIOCCA

Nemmeno io ci vado se non sono chiamato. Quindi, quello che voglio dire è questo...


CONSIGLIERE CIOCCA

No, scusami dottoressa, perché far passare semplicemente come un fatto così: "Va bene, mancano 10

milioni, poi li ritroviamo", non va bene. Il Governo Frattura, questo Consiglio regionale, questa

Maggioranza vogliono vederci chiaro, perché sono 10 milioni e quando arriveremo a quella cifra a San

Giuliano - e ci siamo quasi perché siamo a circa meno 13 milioni di pagamenti - noi saremo costretti a

fermarci perché - e questo lo ripeto proprio all'ex Commissario Iorio - quando era straordinarietà,

paradossalmente le cose erano più veloci. Però sentir dire che il sistema precedente è un sistema migliore e

sappiamo come stanno andando le cose - e vedremo fino in fondo come finiranno - onestamente non ci

sto. I pagamenti diretti li poteva fare il Commissario e dato che adesso sono fondi ordinari, vanno fatti a

consuntivo. Abbiamo un problema per rispondere e, parlando prima con Corrado Di Niro, sono sempre più

convinto che per raggiungere la quota di trasferimento - che ora è dell'8 per cento rispetto alla delibera

CIPE che ha citato il Presidente - dobbiamo arrivare a un consuntivo temporaneo di almeno circa 26



milioni, 26 milioni e mezzo, l'8 per cento della famosa delibera. Ho più volte sollecitato il Presidente - e

non potrà dirmi di no - di insistere a Roma affinché questa percentuale possa essere dimezzata, cioè

portarla al 4 per cento, il che significa rendicontare 13 milioni. Mentre io sto parlando e si stanno facendo

i pagamenti, noi siamo circa a 8 milioni di nuovi lavori, dobbiamo arrivare a 27, altrimenti noi non avremo

la possibilità di presentare la richiesta di rimborso.


CONSIGLERE CIOCCA

Forse non mi sono spiegato.


CONSIGLIERE CIOCCA

Può darsi. Cioè noi, per accelerare i pagamenti, dovremmo avere questi fondi prima di fare i lavori. Ora,

capisco benissimo che ci possono essere dei ‘problemi romani’, perché, andando ad aggiustare la cosa,

potremmo addirittura causare qualche impedimento diverso e, quindi, bisogna andarci con molta cautela,

ma a mio parere è una strada che va comunque perseguita, perché adesso riprendono i lavori, riaprono i

cantieri, è primavera, però noi dobbiamo lavorare ancora troppo per potere addivenire a una successiva

tranche e, quindi, qua bisogna metterci le mani.

A dire la verità, insieme al collega - ed è stato uno dei provvedimenti che abbiamo fatto all'inizio, quando

Carlo Veneziale è entrato da Consigliere, in sostituzione temporanea del Consigliere Scarabeo - nella

legge di riforma di Finmolise abbiamo preparato e aggiunto un emendamento - poi votato - relativo alla

possibilità di anticipazione, così come si diceva prima, di una somma che, messa a garanzia e a rotazione,

possa dare respiro a nuovi cantieri per iniziare i lavori con una garanzia. Non è che la Regione diventa

banca, ma diventa concessionaria di un fondo rotativo garantito che possa essere al servizio delle imprese.



Stamattina ne parlavamo con il collega Carlo Veneziale e lui mi ha confermato che, addirittura, per

accelerare questa procedura non andiamo in ordinarietà, come tutte le leggi, ma viene inserita nella legge

di Stabilità prossima futura. Per cui credo che questo sia un problema che a breve riuscremo a superare e,

quindi, le imprese potranno avere una forza rotativa che possa consentire loro di fare i lavori subito.

Sul discorso dei cosiddetti precari non è affatto vero che per legge abbiamo mandato tutti a casa. Abbiamo

semplicemente...


CONSIGLIERE CIOCCA

Sì, va bene, si vuole fare demagogia, si vuole fare populismo, va benissimo, lo sappiamo fare tutti.

Io credo che risponderò molto più dettagliatamente e con numeri oggi pomeriggio, visto che ci sono delle

interrogazioni in riferimento, anche perché, ripeto, oggi dobbiamo parlare tutti il discorso è più generale.

Una sola cosa voglio dire: noi abbiamo rispettato i contratti che c'erano in essere, non fatti da noi, contratti

fatti dalla precedente Amministrazione regionale che dicevano un anno, più un anno, più un anno massimo

di rinnovo. La graduatoria del concorso bandito è ormai terminata, ci siamo trovati di fronte al fatto

compiuto e certamente non per responsabilità o volontà nostra. Abbiamo rispettato le leggi e abbiamo

anche vagliato diverse ipotesi, insieme anche alle associazioni sindacali; non è vero che non sono stati fatti

i Tavoli, sono stati fatti eccome e ci siamo prodigati affinché si trovasse una soluzione, ma noi non

l'abbiamo trovata, non c'era.

Quindi, dire che abbiamo mandato la gente a casa, è semplicemente una falsità e un'idiozia incredibili,

politicamente parlando, perché non era quella la volontà e né la possibilità che avevamo di farlo. Quindi,

nel pomeriggio, se il Presidente mi darà la parola, visto che è un'interrogazione rivolta anche a me, come

Consigliere delegato, io mi riservo di enucleare tutti i numeri, tutto quello che è successo e magari così

facciamo ancora più di chiarezza. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, collega Ciocca. Invito tutti i colleghi ad attenersi al tema che stiamo trattando, evitando di

scivolare in contrapposizioni o polemiche sterili. Il tema all'Ordine del Giorno riveste una straordinaria

importanza per l'economia regionale e merita di essere trattato con la dovuta serietà. Grazie.

La parola alla collega Fusco. Prego.

CONSIGLIERE FUSCO PERRELLA

Per la felicità anche del collega Ciocca, sarò un po' più ampia e la mia discussione riguarderà tutta la crisi

dell'edilizia.

Io ho una relazione, perché ho dovuto veramente con molta attenzione percorrere un po' delle tappe che

sono fondamentali in questo momento, dato che ci occupiamo di un settore che non è di mia competenza,

ma è mia competenza studiare e fare anche delle proposte, dopo avere sentito anche dei tecnici, perché il

politico non è un tecnico e deve farsi fornire anche, su alcuni atti, spiegazioni da professionisti.

Da dove abbiamo preso spunto per richiedere la seduta monotematica? La giornata di manifestazione e

riflessione, organizzata dall'ACEM lo scorso 21 marzo, ha riportato al centro del dibattito, finalmente, la

grave situazione del comparto edilizio e, conseguentemente, di tutto l'indotto. È stato un grido d'allarme

reiterato anche dai Sindacati e dall'Associazione nazionale costruttori edili (ANCE), perché, dobbiamo

costatarlo, è inutile dire il contrario, questo è un tema importante sul quale bisogna misurarsi e al quale

vanno date risposte concrete e immediate. I tempi lunghi non garantiscono, non hanno garantito, ma

generano incertezza, confusione, disastro sul piano dell'occupazione e sul piano anche della crescita

economica.

Qual è l'altra motivazione per la quale abbiamo chiesto la seduta monotematica? È quella di rivendicare il

comma 2 del nostro Statuto, che attribuisce all'Assemblea consiliare di approvare il Piano regionale di

sviluppo. Forse io tengo più a questo che ad altro e se il collega Scarabeo rivendicava, con un timido e



anche corretto intervento, il ruolo del Consiglio, noi l'abbiamo rivendicato spesso, ma per la dignità non

tanto personale, quanto dell'Assemblea, nei tempi, nei modi, argomenti e soprattutto nel ruolo del

Consiglio regionale.

Assessore, la prego, solo questo passaggio, poi può fare quello che vuole, può anche chiacchierare.

È compito dell'Assemblea consiliare - lo ripeto a me stessa perché me lo ripetevano quando io ero

Presidente del Consiglio, sapeste, buttandomi (e lei c'era) anche la bottiglia in faccia quando io non

seguivo le regole e soprattutto quando il Consiglio regionale veniva messo sotto i piedi (Presidente, non

lei per carità, non il Presidente del Consiglio) - approvare il Piano regionale di sviluppo, i programmi di

intervento economico e finanziario nelle materie di competenza della Regione, la pianificazione

territoriale di competenza della Regione, la programmazione delle opere pubbliche di interesse regionale e

le linee direttrici del Governo del territorio e dell'organizzazione dei servizi pubblici di interesse della

Regione. Allora, io dico ‘se la montagna non va - e sappiamo tutti quanti il proverbio - dal topolino’, ‘il

topolino va verso la montagna’ e rivendica questo; la montagna è il Consiglio regionale e il Consiglio

regionale deve esprimersi, perché è suo dovere esprimersi su questo, e il Governo regionale non può

esimersi dal sentire il Consiglio regionale su queste tematiche, soprattutto, nell'approvazione dei

programmi fondamentali di questa Regione.

C'è un altro problema: noi abbiamo richiesto diverse sedute monotematiche, quale è stata la conclusione?

Presidente, ne parlavo con lei stamattina, e lei ci invitava comunque a operare, così come bisogna operare

dopo una discussione su una seduta monotematica e su un tema così importante, in modo tale che non

potesse essere il nostro un mero esercizio di linguaggio o di contenuti o espressione di contenuti,

concludere non come nelle sedute dei Consigli monotematici, ma con l'approvazione di un Ordine del

Giorno, di un deliberato, anche concordato, possibilmente, sul quale tutti ci impegniamo a superare le

problematiche del settore, a dare indicazioni, nella modestia e nella capacità della nostra preparazione, che



in questo settore può essere soltanto dal punto di vista politico, e di prendere dalle associazioni di

categoria tutto quello che è necessario e che è utile per uscire... e lei lo ha detto, Assessore, nella riunione

che abbiamo avuto insieme - eravamo insieme, no? - il 21 di marzo. Perché non dire questo? Bisogna

essere onesti a dirlo: c'è una crisi diffusa, diffusa su tutto il territorio nazionale, in questo settore, come

testimonia, l'ultimo rapporto di Movimprese del febbraio 2016, che denuncia ed evidenzia come nel

settore delle costruzioni ci sia stato, nel 2015, un saldo fortemente negativo; nello specifico, sono venute a

mancare 6.055 imprese in tutto il territorio nazionale.

Qual è la situazione regionale? E su questo occorre riflettere, senza fare demagogia, senza fare

strumentalizzazioni e, soprattutto, senza dire che è colpa di questi o di questi altri o che è colpa del

passato. Sono passati tre anni, il passato è anche questo, non è solo il passato del 2011, 2012, eccetera; è

anche questo passato, perché tre anni sono il passato. Io faccio dei confronti, che tutti conoscono, perché

sono confronti statistici, ma servono per farci riflettere e per condizionare il Governo e, perché no, anche il

Consiglio regionale, che deve fare delle scelte, così come lo Statuto prevede.

A settembre 2009, in Molise c'erano 9.814 lavoratori occupati, 1.713 imprese (parlo di negatività anche a

livello nazionale, quindi dato negativo che non riguarda solo il Molise; forse noi avremmo dovuto, regione

piccola, maturare delle azioni immediate, se lo consentiva il Bilancio regionale o i programmi che

dovevano essere attuati, della famigerata Giunta precedente), la massa salariale era di 70 milioni di euro.

Nel periodo dal primo ottobre al 30 settembre: 5.083 lavoratori, 1.160 imprese, la massa salariale, meno

della metà, 34 milioni di euro. Nel periodo dal primo ottobre 2014 al 31 maggio 2015: 1.032 imprese

cassazione, 4.410 occupati, massa salariale 21 milioni di euro. Sono dati preoccupanti, allarmanti, per cui

è necessario aprire un dibattito e, soprattutto, è necessario ascoltare le associazioni di categorie, le

organizzazioni sindacali, che troppe volte non hanno trovato accoglimento da parte dell'Amministrazione

regionale.



Ma la crisi dell'edilizia o la crisi delle costruzioni non ha falcidiato soltanto l'economia del Paese, ha

falcidiato anche il tessuto sociale ed economico del Molise, che dall'andamento dell'edilizia è fortemente

concatenata, ossia l'indotto, e lo sappiamo tutti, non sono parole che invento io, il suo naturale indotto:

fornitori e produttori di materiale, calcestruzzo, conglomerato bituminoso, ferro, negozi e attività

commerciali collaterali, che costituiscono l'ossatura della Regione e che sono, di fatto, fermi anch'essi, con

una ulteriore perdita di posti di lavoro. Per queste ragioni, è necessario che le risorse inerenti al recente

riconoscimento dell'area di crisi, siano destinate anche alla gravissima situazione del settore dell'edilizia.

È passato un po' di tempo, prima delle risposte, e questo tempo non ha fatto altro che acuire le difficoltà

delle imprese, che non sono più in grado - gliel'hanno detto, Assessore, tante volte - di sostenere le spese

di gestione e sono ferme, dal punto di vista produttivo, ma soprattutto, sono indebitati con le banche -

questo è un altro grosso problema - le quali non aprono le borse e sulla cui azione, certo, non dovremmo

intervenire solo noi, ma dovrebbero intervenire anche altri, che sono sopra di noi, a livello nazionale e a

livello europeo.

Per quanto attiene ai contratti pubblici di lavoro, le norme che impongono il tempestivo pagamento dei

crediti che l'impresa appaltatrice vanta nei confronti della Pubblica Amministrazione, voi sapete bene,

vanno individuate in un capitolo, che non vi ripeto, generale delle opere pubbliche, non vi ripeto neppure i

decreti ministeriali, perché li conoscete tutti, e non vi ripeto il Regolamento di attuazione del Codice di

contratti pubblici. Queste norme nazionali, non sempre rispettate dalla Committenza pubblica, a tutti i

livelli, dettano una puntuale tempistica per il pagamento di acconti e saldo maturati nell'esecuzione dei

lavori pubblici, e dispongono in ordine all'entità degli interessi da corrispondere, in caso di ritardato

pagamento. Io credo che questo sia anche nell'ordine del giorno che hanno scritto i colleghi della

Minoranza che, con noi, hanno presentato la richiesta di seduta monotematica sul settore.



Nel dettaglio, solo questo, è previsto che, a partire dalla maturazione di ogni stato di avanzamento dei

lavori, il termine per l'emissione dei certificati di pagamento relativi agli acconti, non possa superare i 45

giorni. Una volta emesso il certificato, il pagamento deve essere disposto, mediante mandati di pagamento,

entro i 30 giorni successivi. Sappiamo quali sono i motivi, non vogliamo infierire su questo, perché siamo

Amministratori, abbiamo amministrato, abbiamo avuto difficoltà nell'amministrare le stesse difficoltà,

abbiamo il Bilancio non approvato, abbiamo i Bilanci che non consentono, abbiamo il Patto di Stabilità,

abbiamo tutto quanto... siamo a conoscenza di tutto questo, però un'attenzione particolare, forse, va data e

andava data anche in quello che dirò successivamente.

C'è anche un decreto legislativo numero 192, su cui non mi soffermerò, poi vi dirà anche il collega, ma

dirò soltanto che quando i 60 giorni non sono rispettati (quando ciò sia giustificato dalla natura e

dall'oggetto del contratto e dalle circostanze esistenti al momento della sua conclusione, quindi bisogna

rispettare queste norme) perché ci sono degli impedimenti, occorre, perlomeno, garantire che ci sia

certezza e che i tempi non siano lunghi.

Il ritardo dei pagamenti. Quella del ritardo e dei fondi di perenzione è una problematica che abbiamo

avuto modo di segnalare nel dibattito concernente l'approvazione dell'ultimo Bilancio regionale, questione,

purtroppo, tuttora irrisolta. Dai dati in possesso, ci risultano mandati provvisori di dicembre 2014, poi

cancellati per la perenzione, stati di avanzamento lavori, inviati a novembre 2013, ancora non pagati, stato

di avanzamento lavoro di dicembre 2014 ugualmente non ancora pagati; fondi andati in perenzione e

inerenti finanziamenti di lavori pubblici che c'è stato detto sarebbero stati riscritti nell'assestamento di

Bilancio di previsione per l'Esercizio finanziario 2015, approvato lo scorso dicembre, ma i pagamenti non

ancora arrivano. Non c'è liquidità, lo sappiamo, con grave pregiudizio, però, delle imprese sempre più in

difficoltà.



Noi avevamo queste preoccupazioni, sono citate nel resoconto di approvazione del Bilancio, e si sono

avverate. Sapevamo e avevamo preannunciato che le operazioni tecniche di Bilancio non si sarebbero

concluse prima di settembre; a ottobre sarebbe subentrato, poi, il Patto di Stabilità, questo è lì, segnato

nella rendicontazione e, quindi, sarebbe stato rimandato tutto il Bilancio all'anno successivo che, a sua

volta, con l'Esercizio provvisorio, ci ha riportato ad aprile 2016. Quindi, in pratica, la Regione si è

concessa un anno sabbatico che ha portato molte aziende nella situazione in cui si trovano.

In questo contesto generale, non si è mai palesata la ripresa del comparto annunciata dal Governo

regionale - per i motivi che conosciamo - come priorità dell'economia della Regione. Non ci sono state le

proposte concrete e scelte funzionali annunciate nel Tavolo del maggio 2013 alla presenza di chi aveva la

delega, ed è il Presidente della Giunta regionale. Allo stesso modo, ancora non si sono visti gli effetti che

sarebbero dovuti scaturire dalla sottoscrizione dell'APQ Viabilità a valere sui fondi del Programma

attuativo regionale Fondo sviluppo e coesione (PAR FSC) 2007/2013, il cui aggiornamento

programmatico e finanziario è stato approvato con delibera di Giunta regionale numero 712 del

30/12/2014, successivamente integrata nel 2015 dalla numero 76, Accordo integrato dal primo atto

integrativo sottoscritto nel 2013, dal secondo sottoscritto nel 2015, dal terzo sottoscritto nel 2016.

Un Accordo che non è altro che la riprogrammazione, quindi i danni in alcuni settori non sono stati fatti,

ma sono stati lasciati dei finanziamenti che avrebbero dovuto essere programmati prima: parliamo di 99

milioni di euro per 60 interventi di viabilità previsti per il secondo atto integrativo e 7 milioni di euro per

20 interventi previsti dal terzo atto integrativo; in totale 107 milioni di euro con il concreto rischio per

l'avvio dei lavori non ancora giudicati e cantierati, con un rischio concreto di perdere - dobbiamo dire -

una parte importante di questi finanziamenti, oltre a quella già persa nel mese di dicembre 2015, alla luce

di quanto stabilito dall'articolo 6.1 della delibera CIPE numero 21 del 30 giugno 2014, avente ad oggetto:

"Fondo per lo sviluppo e coesione 2007/2013".



Esiti della ricognizione, di cui alla delibera CIPE numero 94/2013, che stabilisce la data del 31 dicembre

2015 quale termine ultimo per l'assunzione delle obbligazioni giuridicamente vincolanti per il complesso

delle risorse assegnate alle Amministrazioni centrali e regionali per l'intero ciclo di programmazione FSC

2007/2013.

Il mancato rispetto della predetta scadenza del 31 dicembre 2015 comporterà - ma l'abbiamo già discusso

con l'Assessore - l'applicazione di una sanzione complessiva dell'1,5 per cento. Della medesima delibera

CIPE, potranno essere riassegnati fondi, alle Regioni interessate, al netto di una decurtazione del 15 per

cento. Eppure il Piano era stato costruito, molti dicono, senza serietà, perché eravamo poco seri, però

approvate dal CIPE, con serietà nel rispetto delle norme e del beneficio anche nel settore edile con l'avvio

della costruzione di nuove opere.

Durante il confronto del 21 marzo, l'Assessore ha dato delle spiegazioni, subito dopo ha incontrato il

neonato Comitato edile permanente; ha assicurato che per la quasi totalità degli interventi saranno espletati

gli appalti entro il termine... questo lo abbiamo saputo dai giornali, avremmo preferito che l'Assessore ce

l'avesse detto in Aula, che i Consiglieri regionali fossero stati messi a conoscenza, perché pare che

valgono soltanto dei Tavoli di Esecutivo e che il Consiglio regionale debba leggere tutto dai giornali,

anche quello che si sta svolgendo oggi in altri settori.



Sì, l'ha detto là, ma l'ho detto: il 21 marzo ha dato l'informazione...



Ma l'ho detto, Assessore. Allora non mi sta a ascoltare? Ho detto che lei il 21 marzo ha partecipato e ha

detto questo.



Allora, io non voglio occuparmi del settore della ricostruzione, dato che lo ha fatto già il Presidente Iorio,

anche perché, all'inizio del Consiglio regionale, mancando il Presidente Iorio, io mi sono vista svuotare

addosso - non ho detto il termine ma avrei dovuto usare un altro termine che ancora oggi sento dentro di

me, sulla mia pelle - tutte le accuse a questo disastro di Angela Fusco che rappresentava la parte del

Governo regionale, per tutto ciò che riguardava tutti i settori e soprattutto il settore della Protezione Civile.

Presidente, anche per questo noi abbiamo chiesto la convocazione della seduta monotematica; anche qui ci

sono delle criticità, che io non intendo affrontare, ma ciascuno di noi si deve assumere la propria

responsabilità di ieri, di oggi, di domani.



Io rappresentavo il settore morto, il sociale, sì.



Morto, il sociale. Va bene. Però io ho somatizzato tutto perché ho una pelle molto coriacea, è vero? Lei mi

conosce, era il mio Vicepresidente, quindi sa quanta pelle coriacea ho.



E con onore perché erano i tempi in cui questo Consiglio regionale onorava questa Regione. Come ha fatto

l'ex Presidente Niro e sta facendo l'attuale Presidente che deve esser... Presidente, noi desideriamo, perché

siamo qui da quando lei ci convoca, che il Consiglio inizi in orario puntuale.

Allora, tutte queste criticità devono essere superate dal Governo regionale. Il Presidente Iorio, con molta

eleganza, ha fatto un appello, e col suo modo di essere, perché bisogna essere... si è o non si è aggressivi,

si è e non si è viscerali, si è e non si è educati, lui l'ha fatto in maniera molto educata, io lo faccio in



maniera molto educata, quindi mi rivolgo al Presidente Frattura e dico che queste criticità devono essere

superate insieme alle altre criticità. Il settore dell'edilizia non è l'unico settore in crisi. Quando io vedrò

portare in questo Consiglio regionale l'inizio della programmazione del Fondo sociale europeo (FSE),

quando leggerò i bandi dell'FSE - che riguardano inclusione sociale, formazione, occupazione, politiche

attive del lavoro - io sarò la persona più felice, anzi concorrerò, possibilmente concorreremo, a dire: "Quei

pochi fondi che quest'anno ci sono stati destinati, incrociateli con gli altri fondi e date anche risposte che

riguardano l'edilizia, perché l'edilizia è anche sociale, l'edilizia è anche occupazione, l'edilizia non è solo

ammortizzatore sociale, perché gli ammortizzatori sociali, soprattutto se cade il Governo Renzi,

finiranno".

Allora, occorre superare e si può superare, perché i fondi ci sono, perché i fondi stanno arrivando, perché

se è vero che il volàno di questa Regione, come avete affermato voi fra due virgolette, è il settore

dell'edilizia, e lo è, è opportuno che si ricominci non da capo, che non si cancelli tutto quello che è stato

fatto prima. La continuità a volte - e devo riconoscere che in una seduta l'ha detto anche l'Assessore Nagni

- con le grandi genialità del nuovo, può rappresentare veramente la vera soluzione dei problemi, perché se

si distrugge tutto perché apparteneva a Tizio e a Caio - e questa non è una lezione a nessuno, è una lezione

a me stessa - poi è difficile ricominciare e ricostruire il sistema. Se ci sono delle basi bisogna partire da

quelle basi, soprattutto se queste basi sono concrete, come il programma della viabilità e poi, se uno è più

genio degli altri, è più genioso dell'altro, perché si può usare pure questo vocabolario, si può usare. Difatti

nel vocabolario irlandese si trova la parola in inglese...

(intervento fuori microfono)


Scusate. Mi ha provocato lui, non mi riprenda Presidente, mi deve riprendere il Presidente del Consiglio.

Scusate, siccome a me toccano 45 minuti e sono solo 27 minuti, se qualcuno mi interrompe io i 27 minuti



li ho consumati tutti, quindi finisco, però se qualcuno mi interrompe in maniera così... io rispondo a

qualcuno che mi interrompe e mi scuso se ho risposto e sono fuori argomento. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie, collega Fusco. Mi chiedeva la parola il collega Scarabeo.

CONSIGLIERE SCARABEO

Grazie, signor Presidente. Io ho ascoltato con profonda attenzione chi mi ha preceduto, condividendone

anche i contenuti. Ho prestato una particolare attenzione al collega Ciocca, non riuscendo a capire la

pertinenza del suo intervento, i contenuti, la forma, il ruolo che attualmente ricopre; mi fanno venire in

mente una locuzione latina: excusatio non petita accusatio manifesta. Precisare al Consigliere Ciocca che

la mia richiesta e quella del mio collega passa attraverso una interrogazione a risposta orale e scritta, che

non è ancora pervenuta, la ritengo fondamentale. Vorrei ricordare poi a me stesso, e non me ne voglia

nessuno, che i delegati sono figure amorfe, ai limiti della fantasia istituzionale.

Qualche considerazione, invece, sul settore dell'edilizia, che è uno dei comparti dell'economia tra i più

complessi e articolati, dove l'aspetto organizzativo e il fattore umano giocano un ruolo decisivo, ritengo

che sia doverosa. Questo settore è giustamente considerato una motrice dell'economia reale, oltre a

riconoscergli un ruolo anticiclico rispetto alle crisi che periodicamente si manifestano nel sistema

economico.

Nonostante ciò, le difficoltà sono evidenti, i cambiamenti che si sono avuti nel corso degli anni, oggi, non

consentono alle imprese di svolgere una normale attività senza i giusti supporti amministrativi e finanziari

da parte del Governo e, per quelle molisane, dell'aiuto proficuo da parte della Regione Molise.

Queste difficoltà, questo particolare momento in cui versano le costruzioni, purtroppo, sono condensate

nella richiesta dello stato di crisi, da parte delle categorie di settore, una decisione resasi necessaria, perché

la politica sembra non recepire le richieste di aiuto, attraverso provvedimenti urgenti, in grado di



consentire alle imprese di operare sul mercato e che hanno pagato a caro prezzo le conseguenze di una

crisi largamente diffusa, a livello nazionale, e che hanno fatto rilevare, come nel settore delle costruzioni

ci sia stato, nel 2015, un saldo molto negativo. Una condizione di criticità sottovalutata per un comparto

che rischia di morire; troppe le promesse disattese per questo settore rilevante e strategico per il tessuto

economico e produttivo del territorio regionale.

Le tante problematiche includono anche quelle dovute ai ritardati pagamenti della Regione nei confronti

delle imprese edili, crisi di liquidità, che assume dimensioni sempre più preoccupanti e che sta mettendo

fortemente a repentaglio la sopravvivenza di numerose aziende, oltre al conseguente blocco dei cantieri

della ricostruzione post-sisma e all'incertezza che siamo costretti a registrare nel settore dei lavori

pubblici.

Le conseguenze sono ben immaginabili: la difficoltà per le imprese ad approvvigionarsi delle forniture, i

costi di Esercizio e, soprattutto, al pagamento delle spettanze dei lavoratori, ragione che contribuisce ad

acuire la già complicata situazione socioeconomica di questa Regione. Un quadro sicuramente poco

edificante e per questo la Regione deve rendersi attore di un programma di interventi mirati, utili

quantomeno a tamponare la difficile problematica, mantenendo fede alle promesse fatte finora circa la

soluzione dell'annosa questione.

Se il comparto edile è uno dei settori prioritari per l'economia della Regione, va sufficientemente

supportato attraverso scelte funzionali, come quelle che questa istituzione ha annunciato più volte di voler

mettere in campo nei tanti confronti che si sono succeduti con le varie categorie di rappresentanza. Per

farlo, però, occorre attuare il Piano di interventi per le opere già finanziate, con fondi già disponibili, ma

non ancora aggiudicate, evitando, oltre al danno, di vedere le nostre imprese edili soffrire per il particolare

momento di crisi, la beffa di perdere una parte importante di questi finanziamenti, dato che la data ultima



perché queste opere abbiano inizio è ormai prossima. Senza dimenticare la delicata questione della

ricostruzione post-sisma che avanza a singhiozzo.

È, dunque, importante per questo Consiglio regionale attendere alle richieste di aiuto che giungono dal

comparto edile molisano, chiedere un maggiore impegno da parte di tutti, da parte di questo Governo

regionale, per risolvere tali problematiche, diventano una priorità e anche un preciso dovere che,

attraverso questo intervento, vorrei vengano posti in essere senza ulteriori indugi. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie, collega Scarabeo. La parola al collega Federico. Prego, ne ha facoltà.

CONSIGLIERE FEDERICO

Grazie, Presidente. Anche il Gruppo Movimento 5 Stelle ha sottoscritto la richiesta di questa seduta

monotematica, con il resto dell'Opposizione di Centrodestra, condividendone l'obiettivo sicuramente, cioè

quello di portare all'attenzione di questo Consiglio regionale la questione della crisi edilizia nel suo

complesso, senza neanche entrare in troppi dettagli che sono venuti fuori durante la discussione di

stamattina, ma piuttosto con una differenza profonda di approccio e di scelte politiche. Una su tutte, come

esempio, è la posizione sulla realizzazione dell'Autostrada del Molise, che ci ha visti sicuramente su

posizioni differenti, ma anche gli interventi che ci sono stati in aula con l'Assessore Nagni, durante la fase

delle discussioni sulle approvazioni della riprogrammazione dei fondi per la viabilità regionale: parliamo

di 100 milioni di euro per importanti opere quali la metropolitana leggera, il tunnel di Termoli, la

tangenziale nord, che, a nostro avviso, avrebbero dovuto avere un passaggio in Consiglio regionale,

rispetto a quello che è lo Statuto regionale, e, quindi, mettere in condizione il Consiglio di dettare anche

una linea politica di indirizzo programmatica sul settore della viabilità e degli investimenti pubblici nel

settore dell'edilizia.



Durante la discussione, negli interventi che ho ascoltato precedentemente, si è soffermati soprattutto anche

su un tema fondamentale.



Dicevo, un tema importante che sicuramente tiene banco nella nostra Regione che la caratterizza, come

anche ha accennato il Presidente Iorio (se non ricordo male lui ha fatto questo riferimento) e riguarda i

fondi per la ricostruzione post-sisma, cioè che ci mettono in una condizione di peculiarità rispetto al resto

d'Italia, perché è una condizione che sicuramente non si augura a nessuno, ma può permettere di avere

maggiori liquidità per fare ripartire o comunque dare sostegno a un settore che vive una crisi importante.

Ma su questo ci siamo soffermati sia sull'approvazione della legge finanziaria dell'anno scorso, con la

quale si è sciolta la vecchia Agenzia regionale della Protezione Civile e, aggiungo, riportando la Regione

Molise nell'alveo di normalità di gestione della Protezione Civile e della ricostruzione post-sisma, quindi

separando i due soggetti. Ma è stata forse quella operazione a creare un ritardo dei pagamenti, perché a

distanza di circa un anno - 8 mesi se non erro - è stata istituita poi l'Agenzia regionale post-sisma (ARPS)

nei suoi organi e si è messa in condizioni di avere i trasferimenti delle liquidità: i famosi 20 milioni di euro

che sono arrivati il primo febbraio, i 2 milioni di fine dicembre e altri 5 che stanno attendendo. Quindi, in

questa fase c'è questo blocco amministrativo che da un punto di vista delle procedure interne può essere

anche comprensibile, ma non è assolutamente accettabile per chi sta aspettando da troppo tempo di veder

pagati i vari stadi di avanzamento dei lavori, con anticipazioni fatte personalmente dalle imprese che

mettono in condizioni di un'esposizione importante.

Io però volevo anche fare un piccolo ragionamento più complessivo e generale per introdurre anche il

contenuto di questo ordine del giorno, che abbiamo predisposto, sottoscritto anche dal resto del

Centrodestra, che serve per noi a dare un attimo un senso anche al dibattito che stiamo portando avanti,



cercando di trovare la più ampia condivisione possibile nell'Aula. Dopo, nel consegnare all'Ufficio di

Presidenza il documento, chiederò eventualmente se c'è la condivisione da parte del resto del Consiglio.

La crisi del settore dell'edilizia, quindi, è attuale e non cessa di mordere le piccole e medie imprese

molisane. Gli indicatori dei permessi a costruire, come di tutte le statistiche legate al settore dell'edilizia,

mostrano valore in contrazione e, per la rilevanza che il settore ha a livello nazionale, richiede una

maggiore attenzione da parte della politica a tutti i livelli.

A peggiorare la situazione della liquidità delle imprese si aggiungono, poi, i ritardi nei pagamenti da parte

delle Pubbliche Amministrazioni. Secondo Confartigianato, l'Italia continua a detenere il record negativo

in Europa, gli imprenditori devono aspettare in media 144 giorni per vedere saldate le fatture dagli Enti

pubblici; noi in Molise andiamo anche oltre questi valori medi nazionali. Contemporaneamente, però, c'è

la flessione dello stock di mutui alle famiglie per l'acquisto di abitazioni e ciò influisce sulla

compravendita immobiliare sia residenziale che non. Quindi, c'è anche un oggettivo problema riguardante

l'accesso al credito. La Regione da questo punto di vista poco può, ma deve fare tanto rispetto alla

programmazione degli interventi, come dicevo prima, e soprattutto per quanto riguarda la certezza dei

tempi di pagamento per quanto riguarda le opere pubbliche.

I settori dell'urbanistica e dell'edilizia sono normati in termini generale su scala nazionale, ma spetta alle

Regioni, quindi, sia la disciplina del Governo del territorio sia la programmazione delle politiche per la

casa, mentre i Comuni sono titolari dello strumento di pianificazione del locale.

La crisi è sempre un momento di riflessione; partendo proprio dall'etimologia greca della parola crisis,

osserviamo come abbia un significato più ampio: separare, giudicare, valutare, discernere; e questo noi

dobbiamo fare: riflettere, valutare e discernere quali politiche attuare affinché un settore chiave per la

nostra economia e per l'economia del paese possa ripartire e lo possa fare nella direzione da noi auspicata.



Innanzitutto, crediamo che due debbano essere i capisaldi di ciò che la Regione Molise si deve impegnare

a fare affinché possa crescere in modo organico e sostenibile:

1. offrire tempi certi per quanto riguarda le scadenze dei pagamenti per le opere pubbliche;

2. promuovere attraverso misure idonee e incentivi il rilancio del settore dell'edilizia, nell'ottica di dire

basta al consumo di suolo, puntando al recupero edilizio, al miglioramento energetico delle abitazioni, alla

riqualificazioni dell'assetto viario esistente.

Insomma tutto quello che ci diciamo continuamente in tante belle sedute che facciamo in Consiglio

regionale, a cui dobbiamo dare un carico molto più forte, anche di credibilità, rispetto agli interlocutori

esterni.

Sono, quindi, queste le due sfide che il Consiglio appunto deve vincere.

Per quanto riguarda le tempistiche di pagamento - e qua entro un po' nel merito dei riferimenti nel

dispositivo che abbiamo predisposto - a 9 novembre 2012 è stato approvato il decreto legislativo che attua

la direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio del 16 febbraio del 2011, relativo alla lotta contro i

ritardi di pagamenti delle transazioni commerciali e, poi, nel corso del 2013, con il decreto legge 35, il

Governo ha dato modo alle Regioni di accedere al fondo per il pagamento dei debiti scaduti della Pubblica

Amministrazione. Qui siamo intervenuti anche noi con la legge regionale 9 del 2013 con la quale abbiamo

fatto accesso a questo mutuo, aumentando già le aliquote dell'imposta sul reddito delle persone fisiche

(IRPEF) e il bollo auto per i residenti della Regione Molise, per accedere al mutuo per ripianare i debiti

della Pubblica Amministrazione.

Per quanto riguarda la necessità di offrire tempi certi per il pagamento dei debiti, le normative europea e

nazionale sono omogenee e hanno messo a disposizione delle Regioni e degli Enti locali tutti gli strumenti

a loro disposizione, quindi, è importante che la Regione Molise non interrompa questo passo avanti

importantissimo. Per quanto riguarda il rilancio del settore dell'edilizia, come detto, a nostro avviso questo



deve essere compatibile con la necessità della tutela ambientale e della tutela del suolo e, in quest'ottica, le

opere primarie di interesse pubblico devono essere la messa in sicurezza dal rischio idrogeologico, nonché

sismico, le infrastrutture pubbliche e, con l'occasione, il loro adeguamento alle migliori tecnologie.

Accanto a questo c'è la necessità di rimuovere e smaltire correttamente ancora le coperture e le tubature in

amianto, molto presenti nella nostra Regione; e infine c'è la rete viaria di cui non voglio dire da

ammodernare, ma quanto meno da rendere fruibile, senza dover rischiare di dovere incorrere in incidenti

pericolosi, basta guardare quella che la situazione della fondo valle Foggia-Campobasso.

Su questo poi ho fatto già riferimento rispetto alla programmazione, quindi il senso di questo Consiglio

regionale rispetto alle scelte programmatiche che devono essere poi attuate dalla Regione Molise e su

questo, poi, c'è anche un altro passaggio importante, che prima non ho puntualizzato bene - scusate se

salto ‘di palo in frasca’, ma mi era rivenuto in mente - rispetto alle dichiarazione del Consigliere Ciocca in

merito all'ARPS. Al di là dei tempi tecnici, di cui parlavamo prima, per la costituzione dell'Agenzia, la

nomina degli Organismi, l'attività del conto corrente dedicato e tutte quelle che sono le procedure tecniche

per potere avere le disponibilità dei fondi e continuare a liquidare i vari stadi di avanzamento lavori, io

spero, non so se ho capito bene però, che il Consigliere Ciocca faceva riferimento anche a somme non

spese per la destinazione d'uso che doveva avere questi fondi; io volevo capire se il Consigliere Ciocca

parla con cognizione di causa, immagino, essendo delegato alla materia, e vorrei capire che cosa si

intende, perché se il messaggio deve essere anche quello che fondi destinati a... vengono utilizzati per

qualcos'altro, anche in maniera temporanea, secondo me non è possibile.



Sì, però questa è la dichiarazione che ha fatto, Consigliere, magari ho capito male o comunque spero di

avere un chiarimento. Grazie.



E, quindi, leggo rapidamente l'ordine del giorno, che adesso sottopongo all'Ufficio di Presidenza. Nello

specifico, i concetti principali che sono nell'impegno finale che riguardano:

- il pagamento nel più breve tempo possibile delle spettanze di crediti certi ed esigibili da parte della

Regione nei confronti delle aziende del comparto edile che hanno rapporti sia per la ricostruzione post-

sisma che per i vari lavori pubblici già cantierati e molto spesso anche già realizzate come opere;

- rispettare il decreto legge 192 che recepisce le direttive europee in merito ai tempi di pagamento della

Pubblica Amministrazione (i famosi 60 giorni a cui faceva riferimento la Consigliera Fusco);

- rispettare la nota dell'Autorità nazionale anticorruzione (ANAC), di Raffaele Cantone, che dà come

obbligo a questa Amministrazione - che tra altro abbiamo anche risottolineato condividendo anche la

risposta del Presidente della Giunta Frattura nella scorsa seduta - la corretta predisposizione degli atti della

Regione e che concerne proprio la copertura finanziaria di qualsiasi tipo di provvedimento che viene

adottato da un'Amministrazione Pubblica.

Voglio aggiungere anche come elemento conoscitivo per il Consiglio regionale, una deliberazione della

Corte dei Conti dell'Emilia Romagna del 2009, la numero 5 del 13 marzo del 2009, in cui praticamente la

Sezione regionale di controllo, soffermandosi sulla problematica del Patto di Stabilità interno, ha espresso

un principio applicabile in ogni ambito, secondo cui si impone agli Amministratori la necessità di una

attenta programmazione degli interventi che intendono attuare al fine di dare avvio solo a quelle opere le

cui procedure contabili risulteranno compatibili con i limiti stabiliti dalla legge quando scadranno le date

di pagamento - quindi, non solo contestualizzate al momento in cui vengono approvate, ma con una

copertura che va negli anni a seguire, a braccetto con quelli che saranno gli stati di avanzamento lavori -

profilandosi, diversamente, anche la possibilità di danno erariale a loro carico. Questo stabilisce la

sentenza, che non vuole essere sicuramente intimidatoria, ma vuole essere proprio un riferimento



importante riguardante l'indirizzo della buona Amministrazione e che, ripeto, è stato già oggetto di

discussione condivisa con il Presidente della Giunta nell'ultima seduta.

Lascio, quindi, all'Ufficio di Presidenza il documento e ci riserviamo poi un secondo intervento sul voto.

Grazie.

PRESIDENTE

Grazie, collega Federico. Mi chiedeva la parola il collega Niro, prego.

CONSIGLIERE NIRO

Presidente, grazie. Colleghi, oltre a ringraziare chi ha avuto l'idea di farmi socio ordinario, io immaginavo

che era socio onorario, per la verità, perché ordinario forse implica qualche coinvolgimento in questo

Movimento per la tutela della civiltà pastorale (MOTUCIPA), però l'obiettivo che si prefigge credo che sia

nobile e, quindi, ringrazio il Presidente che, mi dicono, ha avuto questa idea di coinvolgere anche il

Consiglio regionale del Molise.

Presidente, mi consenta solo un passaggio da far rimanere agli atti per quanto attiene l'attività e il

ringraziamento che credo dovremmo fare alla nostra Conferenza delle Assemblee legislative per avere

sentito il nostro appello, il nostro grido di allarme per ciò che sta avvenendo nella nostra Regione e aver

preso atto che questo si verifica anche in qualche altra Regione e grazie alla sua partecipazione di venerdì

primo aprile - io sono stato il giorno successivo a seguire i lavori della Tavola rotonda per le riforme

istituzionali - e, quindi, grazie a quell'impegno e a quella solidarietà nazionale, ci vediamo per la seconda

volta attori di una iniziativa nazionale; la prima azione fu fatta durante la mia presidenza per i fondi

relativi alle calamità naturali come il sisma, ma c'era anche l'alluvione e quant'altro, di andare in deroga al

Patto di Stabilità e, viva Dio, mi pare che adesso sia diventata una concretezza e mi auguro che anche

questa volta, con il sostegno di tutti i colleghi, i vertici delle Assemblee legislative, lo Stato possa rendersi



conto che almeno una Corte d'appello per ogni Regione debba essere salvaguardata. Ecco, quindi, un

particolare ringraziamento per questo.

Ritorno subito, invece, sull'ordine del giorno perché non vorrei abusare troppo, vista anche l'ora, e vorrei

affrontare un po' il tema oggetto della convocazione monotematica, la crisi del settore dell'edilizia nel

Molise. Che il sistema istituzionale, sociale e produttivo del Molise stia affrontando le conseguenze di

quella che si presenta una tra le più gravi crisi economiche dal dopoguerra a oggi, una crisi di portata

internazionale, ma che la nostra Regione vive con la consapevolezza delle ulteriori difficoltà al nostro

contesto locale e, soprattutto, la limitatezza degli strumenti di intervento e delle risorse disponibili rispetto

alla complessità delle situazioni da affrontare e, allo stesso momento, alle disastrose ricadute in termini

sociali e occupazionali, credo che lo vediamo giorno per giorno.

Vedete, nel 2015 l'economia italiana ha iniziato a dare segnali di ripresa, anche se lieve, dopo una lunga

fase recessiva registrata negli anni precedenti, dove l'andamento positivo, seppur lieve, del prodotto

interno lordo (PIL) è stato sostenuto, dopo anni di flessione della domanda interna, dalla ripresa dei

consumi privati che hanno registrato un'ulteriore aumento tendenziale più o meno dell'1,1 per cento nel

terzo trimestre del 2015, e al graduale riavvio degli investimenti in capitale produttivo. Bisogna

ovviamente tenere in considerazione che sull'andamento dell'economia italiana permangono gli impulsi

internazionali espansivi, che si sono ulteriormente rafforzati attraverso la riduzione del prezzo del petrolio

- ormai costante negli ultimi mesi, ma non per l'utenza finale, perché per chi continua ad andare alla

colonnina del rifornimento il prezzo è sempre lo stesso - un regime più favorevole del tasso di cambio e

migliori condizioni di finanziamento grazie anche al quantitative easing, ovvero all'immissione di liquidità

operata dalla Banca Centrale europea (BCE).

Purtroppo, però, giungendo all'argomento in oggetto, i segnali positivi, seppur modesti, in atto

nell'economia italiana, non coinvolgono il settore delle costruzioni, che continua ad evidenziare cali di



livelli produttivi, sebbene anche questi in rallentamento. Sempre secondo qualche rapporto dell'ANCE, nel

2015 si è avuta una ulteriore riduzione degli investimenti in costruzioni, pari circa all'1,3 per cento in

termini reali, dopo i significativi cali degli anni precedenti, cioè meno 7 per cento nel 2013 e meno 8,2 per

cento nel 2014.

È evidente che su questo quadro pesa anche il dato degli investimenti fissi lordi delle Pubbliche

Amministrazioni sul PIL, che sono scesi dal 2,5 per cento medio del periodo 2003/2009 all'1,7 per cento

nel 2013, all'1,6 per cento nel 2014, fino ad arrivare all'1,5 per cento nel 2015 con un calo continuo nel

tempo. Il calo degli investimenti in costruzione nel 2015, seppur più contenuto rispetto agli anni

precedenti, è stato mitigato dalla proroga fino a dicembre del 2015 del potenziamento degli incentivi

fiscali per le ristrutturazioni edilizie e per l'efficientamento energetico, previsti proprio dalla legge di

Stabilità nel 2015. Però nonostante questi vari elementi positivi, bisogna, purtroppo, sottolineare un dato

che non lascia margini di interpretazione: dall'inizio della crisi il settore dell'edilizia delle costruzioni ha

perso 502 mila posti di lavoro, cioè meno 25,3 per cento; considerando anche i settori collegati, la perdita

complessiva raggiunge circa 780 mila unità, questo è il dato nazionale certificato. Da qui nasce il

paradosso del settore edile: esso, insieme ovviamente all'agricoltura, è da tutti riconosciuto come un

elemento determinante per la ripresa del mercato cosiddetto interno. Tuttavia vi sono corrispondenti

decisioni significative di investimento in materia di costruzione. Paragonando il dato nazionale a quello

regionale, secondo la ANCE Molise:

- nel periodo dal primo ottobre 2008 al 30 settembre 2009 avevamo:

• 9.814 lavoratori occupati,

• 1.713 imprese,

• massa salariale euro 70.697.039;

- mentre nel periodo dal primo ottobre 2013 al 30 settembre 2014 abbiamo avuto:




• 1.160 imprese,

• massa salariale euro 34.394.060,

si è scesi, cioè, da quasi 10 mila occupati nel 2008 a poco più di 5 mila nel 2014, con una perdita di quasi

il 50 per cento degli addetti;

- nel periodo dal primo ottobre 2014 al 31 maggio 2015:


• 1.032 imprese,

• massa salariale euro 21.453.556.

Ecco, questi dati rappresentano, a mio avviso, ovviamente, un segnale sconcertante, soprattutto nella

nostra Regione, nella quale l'edilizia ha sempre rappresentato il traino economico, nonché la più

importante fonte occupazionale. È fondamentale, allora, cercare di dare ossigeno al settore edilizio, grazie

ad un insieme di piccole e medie opere infrastrutturali, che garantiscano un effetto moltiplicatore, sia

sull'occupazione e sia sulla qualificazione del nostro territorio. Qualche cenno è stato anche fatto dai

colleghi che mi hanno preceduto. Credo che, in tal senso, la Regione debba dare un segnale davvero

importante, occorre mettere in atto provvedimenti che, pur mirando alla diminuzione del consumo di

suolo, consentano comunque, di dare sostegno al mondo dell'edilizia Un primo passo in avanti, voglio

ricordare a noi tutti, lo abbiamo fatto nell'ultima stesura del Piano casa, dove abbiamo avviato un processo

di percorso all'inverso. Bisogna, di fatto, superare la vetusta idea che l'economia di settore debba essere

basata sull'espansione dell'edilizia, intesa come esclusiva realizzazione di nuovi manufatti, facendo,

invece, leva sul nuovo paradigma per il quale un'edilizia qualificata può trovare nuove e non secondarie

opportunità di lavoro nel recupero, nella ristrutturazione e nella messa in sicurezza del patrimonio edilizio,

urbanistico ed ambientale. Un'azione sistemica, di riqualificazione energetica, di rigenerazione urbana, di



messa in sicurezza degli edifici, di cura e manutenzione del territorio, a mio avviso, rappresenterebbe

efficacemente un formidabile strumento per garantire continuità di lavoro, soprattutto in considerazione

del fatto che la nostra Regione presenta ampie zone ad elevato rischio idrogeologico - ne è stato lei attore,

nell'ultima settimana - che interessano praticamente, circa, se il dato non è errato, il 30,5 per cento

dell'intera superficie regionale, mentre gran parte dei Comuni della nostra Regione ricadono in aree ad

elevata criticità sismica; non da ultimo, nelle ore scorse, ancora scosse di una certa intensità sulla nostra

Regione.

Si tratterebbe, peraltro, di attivare un sistema gestionale che, in un certo senso, si autofinanzierebbe, nel

senso che l'attività preventiva, di fatto, consentirebbe di guardare alla riduzione, fino alla sostanziale

eliminazione, dei notevoli costi che bisogna sostenere ogni qualvolta bisogna fronteggiare, in sede

emergenziale, i danni che vengono prodotti dalle calamità naturali. Questo è territorio è abbastanza

abituato a questi eventi catastrofici e si succedono con sempre maggiore frequenza.

Quanto appena fornito, e ho dato qualche idea rispetto al quadro generale, trova ampia conferma nel

rapporto che l'Osservatorio congiunto su innovazione e sostenibilità nel settore edilizio (OISE) ha

presentato a Roma proprio lo scorso mese di gennaio, non so se qualcuno ha avuto la possibilità di poterci

partecipare. Il rapporto indica il 2016 come l'anno buono per una rinascita del settore delle costruzioni, ma

all'insegna della rigenerazione urbana e della riqualificazione energetica, sostenendo i tanti segnali positivi

dati dall'industria edilizia e guidandoli verso una creazione di lavoro finalizzato alla tutela e alla

valorizzazione del patrimonio architettonico nazionale. "La terapia della rigenerazione - è scritto in questo

rapporto - può funzionare in Italia proprio perché sono notevoli i cambiamenti già avvenuti: in questi anni

difficili il settore non si è infatti solo ridimensionato, ma ha anche spostato il proprio baricentro verso il

recupero edilizio, le ristrutturazioni e le riqualificazione energetica, che oggi da sole rappresentano circa il

70 per cento del mercato complessivo di tutta la nostra nazione".



Certamente oggi la programmazione potrà avere, più o meno, esiti positivi in rapporto alla

riformulazione... ecco, io mi soffermerei su questo concetto della programmazione e alla riformulazione

delle regole che governano i rapporti contrattuali, ed in particolare, quelli che governano i rapporti tra

imprese e gli Enti pubblici. Non possiamo però consentire che si ripetano situazioni come quelle che noi

stiamo vivendo, qui, nel nostro Molise, dove paradossalmente la ricostruzione post-sisma - sentivo

qualche accenno, anzi, più di qualche riferimento, in questo dibattito - anziché rappresentare

un'opportunità di lavoro e di crescita, sta di fatto mettendo in ginocchio molte imprese edili, causa del

percorso a cui siamo arrivati, perché, a causa proprio dei notevoli ritardi nei pagamenti per i lavori già

eseguiti. Certamente, però, non possiamo fermarci solo a prendere atto del fatto che ci sono stati lavori

iniziati molti anni fa e, quindi, che hanno rimesso in stallo - in riferimento a ciò che portavo a quest'Aula -

proprio l'intero settore edile nella nostra Regione.

Lentezze e lungaggini burocratiche rappresentano, senza dubbio, il vero male del sistema della Pubblica

Amministrazione, Presidente, un male che bisogna estirpare, non uso un altro aggettivo più delicato,

bisogna estirpare senza esitazioni, e non entro nel dettaglio, anche se il tema richiederebbe di fare un

approfondimento di che cosa significa snellire e come snellire la burocratizzazione delle pratiche.

Il 2016, colleghi, deve rappresentare l'anno di svolta di questo settore, perché adesso ci viene suggerito

anche dal resto della nostra nazione. L'ANCE ha previsto un aumento dell'1 per cento, in termini reali,

degli investimenti in costruzione nel 2016, ma è necessario, a mio avviso, fare di più, per le ragioni che vi

ho appena elencato. Il ruolo sicuramente importante, per la ripresa del settore edile, verrà svolto dalle

misure contenute nella legge di Stabilità nel 2016; chi ha letto la legge di Stabilità, ha capito quali sono gli

obiettivi da perseguire, a partire dalla cancellazione del Patto di Stabilità interno - che pure nel dibattito mi

pare sia venuto fuori - che permetterà ai Comuni di liberare pagamenti pregressi alle imprese e di

rilanciare l'attività di investimento, favorendo interventi utili al territorio e al benessere dei cittadini, come



quelli di manutenzione e di messa in sicurezza del territorio, che sono in grado, inoltre, di sostenere il

sistema economico a livello locale.

Ricordo, non più tardi di quattro, cinque anni fa, un nostro collega in Abruzzo, l'Assessore Mimmo Srour,

del Governo Del Turco, credo, fece una ricognizione di tutte le somme che erano state assegnate a tutti i

Comuni dell'Abruzzo, proiettando e obbligando i Comuni a spendere quelle risorse bloccate, che erano un

peso all'interno della contabilità di tutto il Bilancio della Regione, dandogli dei termini: se entro quei

termini non si provvedeva alla realizzazione, non alla cantierabilità, ma alla realizzazione delle opere,

arrivava il cosiddetto disimpegno automatico che è la mannaia che la nostra Comunità Europea impone

agli stati membri laddove non si rispettano i termini di intervento nelle varie misure. Ecco, questo lo

fecero e recuperarono tante di quelle risorse che, poi, rimesse in circolo hanno ridato un po' di respiro e di

riavvio al settore edile e non solo.

Vedete, la combinazione tra il superamento del Patto di Stabilità interno e la clausola europea per gli

investimenti, permetterà un'accelerazione della spesa da realizzare proprio nel 2016 per programmi già

approvati, nonché un incremento delle nuove risorse stanziate - abbiamo il più 4,5 per cento in termini

reali rispetto al 2015 - e questa è un'occasione che la nostra Regione non può mancare di centrare, non

solo per il settore edilizio ma per l'intero territorio molisano. Ma, intanto, affrontiamo i temi che possiamo

e dobbiamo affrontare, procediamo, quindi, con immediatezza, evitando chiacchiere e fronzoli alla

liquidazione di quanto dovuto alle imprese, soprattutto se, come lamenta la ANCE - e riporto sempre una

lamentela dell'ANCE - dei circa 6 milioni a disposizione (che sentivo citare dal Collega Ciocca e da altri

che rappresentavano questa particolarità) della Regione Molise per la ricostruzione post-sisma, che sono

stati incassati, credo, prima di natale, agli inizi di dicembre dalla nuova Agenzia, ne sono stati liquidati

finora poco più di 4 milioni (sentivo stamattina un commento tra di noi prima di affrontare questo tema).



Dico poco più di 4 milioni, è chiaro, non sono nella condizione di poter sapere con esattezza, al momento,

quanti sono i mandati portati in pagamento.

Bene, io nell'introduzione ho fatto diversi passaggi che ritrovo anche nell'introduzione ad un dossier

presentato proprio dall'associazione industriale della Lombardia, dal titolo "Quanto costa la burocrazia?" e

mi avvio alla chiusura senza annoiare nessuno, però lo voglio leggere e penso che qualcuno, in quest'Aula,

lo debba ascoltare anche perché resta agli atti e quindi è consultabile da tutto il mondo, perché è molto

significativo, Colleghi.

"Una burocrazia lenta e complessa ostacola lo sviluppo e la competitività. Le nostre imprese lottano

quotidianamente per uscire vive dagli infiniti tranelli della burocrazia, tra adempimenti, obblighi

informativi, finti servizi digitali e le incessanti richieste di documenti da parte delle diverse

Amministrazioni. La competitività dei nostri territori è strangolata dalla confusione normativa, aggravata

dalla sovrapposizione dei poteri e delle inefficienze.

Il 58 per cento degli operatori internazionali indica nel carico normativo e burocratico la principale causa

della scarsa attrattività della nostra Italia, mentre il 41 per cento cita la certezza del quadro regolatorio. In

particolare, tre sono gli aspetti chiave: la complessità dei procedimenti; la sovrapposizione delle norme e

la discrezionalità della loro applicazione; la lunghezza dei tempi autorizzativi. Tutto ciò, tradotto in

termini monetari, significa elevati oneri amministrativi e ingenti costi sostenuti dalle imprese che vanno

ben al di là dei costi finanziari diretti (imposte, bolli, tariffe, istruttorie, eccetera)".

Io non credo si debba aggiungere altro alla lettura di questo dossier presentato dall'Associazioni industriali

della Lombardia, avente titolo "Quanto costa la burocrazia?", se non ribadire l'invito che dobbiamo farci

tutti noi di intervenire legislativamente, per quanto è nelle nostre competenze, per eliminare questo

terribile male che affligge il sistema di tutta la nostra Pubblica Amministrazione. Sicuramente

risponderemo alle tre sollecitazioni. Attraverso le tre risposte che il testo dell'Associazione industriali della



Lombardia ha voluto mettere a disposizione un po' di tutti, se riusciamo a farle nostre, riusciremo anche a

dare risposte concrete e veloci a tutto il comparto edilizio che sta aspettando affinché possano nel più

breve tempo possibile, eliminando quei fardelli burocratici, ritornare ad essere orgogliosi di stare in questa

Regione e far ripartire soprattutto le loro aziende, le loro imprese, con tanti e tanti lavoratori, soprattutto

nel nostro territorio dove l'edilizia, insieme all'agricoltura, sono i settori trainanti senza esclusione degli

altri. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie, Collega Niro. Mi chiedeva la parola il Collega Parpiglia. Prego, ne ha facoltà.

CONSIGLIERE PARPIGLIA

Sì, grazie. Buongiorno a tutti. Io penso che il tema posto oggi sia molto importante, quindi bene ha fatto

l'Opposizione a fare questa mozione per mettere al centro dell'agenda politica regionale il settore

dell'edilizia, che è di vitale importanza per il territorio nazionale, anche, naturalmente, per la nostra

Regione, per l'indotto che riesce a creare. Devo dire che l'Opposizione, pur non condividendo

personalmente alcune situazioni, hanno però portato all'attenzione dell'Aula comunque un tema importante

che, quindi, si può affrontare in modo sereno e con obiettività.

Può darsi che ci sia stato un problema di liquidità, il problema delle perenzioni, il ritardo dei pagamenti,

insomma, altre situazioni che fanno riferimento a un sistema perverso che riguarda, però, l'aspetto

burocratico e finanziario che nulla ha a che vedere, comunque, con la politica attiva regionale, l'attività

politica regionale di questo Governo e del Centrosinistra che, secondo me, ha messo in atto delle azioni

per poter rilanciare l'economia, il lavoro e aggredire anche la disoccupazione, in modo particolare, nel

settore dell'edilizia. Anche perché bisogna essere obiettivi, come dicevo, e dire anche in quale contesto il

Governo regionale si è dovuto confrontare: deve operare in un contesto economico e sociale, finanziario di

grande crisi internazionale, non certo relegato al piccolo Molise, ma che ha un'enfasi e uno spazio



internazionale, come appunto dicevamo. Bisogna partire anche da un dato, che spesso viene dimenticato,

come giustamente, nel ruolo di opposizione, gli interventi della Minoranza hanno in qualche modo

rappresentato, ma che, sempre con altrettanta serenità, penso bisogna portare comunque all'attenzione.

Cioè, dopo un'opera di riqualificazione dei Bilanci regionali, a seguito anche dei rilievi della Corte dei

Conti, della Corte Costituzionale (non certo rilievi che possono essere addebitati a me, Consigliere

Parpiglia, o al Presidente Frattura, ma alla Corte dei Conti e alla Corte Costituzionale) e anche, in modo

obiettivo e evidente, con il fardello di un pesante debito (che purtroppo abbiamo trovato, abbiamo avuto in

eredità e che dovremo, negli anni, comunque risanare), proprio per questa gestione così sobria, io penso

che adesso si possano mettere in essere delle politiche di crescita, di sviluppo della nostra Regione. Alcuni

dati della Banca d'Italia e dell'Istituto nazionale di statistica (ISTAT) evidenziano dei piccolissimi segnali

positivi, ma che comunque possono essere incoraggianti; certo non sono definitivi, non sono risolutivi,

però voglio dire, danno anche una iniezione di fiducia per le azioni che sono state messe in campo, che

riguardano la disoccupazione e la crescita delle imprese. Quindi, i primi due anni di questa

Amministrazione regionale, di questo Governo regionale, di questa Amministrazione di centrosinistra

sono stati di austerità e di risanamento, però io penso che si possa e, anzi, si deve guardare con ottimismo

e fiducia al futuro, perché io ritengo che i prossimi due anni possano essere quelli della ripartenza, proprio

per tutte le risorse di grande impatto finanziario e di riforme, che riguardano anche la famosa spending

review, che questo Governo regionale ha messo in atto per dare una possibilità soprattutto alle imprese del

settore dell'edilizia e per poter aggredire anche la disoccupazione.

Sono le risorse che fanno riferimento in modo particolare al campo delle infrastrutture e dell'edilizia,

parliamo di risorse importanti, imponenti, che devono essere appaltate a breve; parliamo di quasi 350

milioni di euro, che fanno riferimento alla viabilità, al dissesto idrogeologico, all'edilizia scolastica, al

post-sisma, settore dove ritengo che il delegato Ciocca abbia lavorato con grande spirito, con grande



determinazione, anche in modo positivo, nonostante le straordinarie difficoltà che esistevano e che

abbiamo anche avuto in eredità.

Certo, come diceva il Presidente del Consiglio, non vorrei distrarre l'attenzione da altri temi, che sono

molto importanti, che riguardano, ad esempio, il Piano di sviluppo rurale (PSR), ingenti risorse che

possono far avviare e riprendere il mondo dell'agricoltura, con nuova occupazione anche in questo caso.

Non abbiamo dimenticato neanche coloro che sono rimasti per strada, quindi le tante risorse che fanno

riferimento agli ammortizzatori sociali, che però oggi non è tema da affrontare, in quanto ci soffermiamo a

questo dibattito centrale del settore dell'edilizia. Naturalmente, un'altra grande conquista che questo

Governo regionale ha fatto (di cui a breve avrà sicuramente dei risultati soddisfacenti, positivi) è l'Area di

crisi, che dà ossigeno ad altri settori molto importanti (dell'agroalimentare, del metalmeccanico e del

tessile); dà sostegno alle imprese, attraverso le risorse aggiuntive che verranno riconosciute, aldilà delle

risorse finanziarie regionali e comunitarie; dà incentivi alle imprese, per riassorbire gli esuberi e dà una

possibilità e una speranza alle tante famiglie, ai tanti giovani, che aspettano di poter avere un lavoro

dignitoso per poter affrontare la vita di tutti i giorni. Un riconoscimento importante per questa Regione

così piccola però piena, secondo me, di risorse che bisogna soltanto mettere in atto.

Quindi, non voglio dilungarmi, anche raccogliendo l'invito del Presidente del Consiglio ad essere sintetici,

ma voglio portare all'attenzione qual è il pensiero e quali sono gli atti messi in campo. Io penso che per

tutta questa serie di situazioni appena esposte, non può che essere il mio, come dire, un intervento di

sostegno all'azione efficace che è stata messa in campo dal Governo regionale e dal Centrosinistra, proprio

per dare, come dicevo, attraverso queste risorse programmate, ma anche altre che saranno messe in atto

(per esempio i 171 milioni che rimangono dell'Autostrada e sicuramente saranno riprogrammati)

un'ulteriore risorsa importante per poter ridare ossigeno alle imprese, al settore dell'edilizia e aggredire in

modo concreto e forte la disoccupazione. Ritengo che ci sono tutte le possibilità, ci sono tutte le



esperienze, ci sono tutte le conoscenze, ci sono tutte le intelligenze di questo Governo regionale e di

questa Maggioranza di Centrosinistra e, mi auguro, anche con l'aiuto della Minoranza, delle forze

sindacali, delle imprese, di poter veramente dare un nuovo volto e una nuova speranza a questa Regione e

ai tanti giovani che ancora credono nell'azione politica regionale. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie collega Parpiglia. Per il Governo regionale, la parola all'Assessore Nagni. Prego.

(Alle ore 14:53 la Presidenza viene assunta dal Vicepresidente Monaco)

ASSESSORE NAGNI

Grazie, Presidente. Sarò breve, lasciando ovviamente tirare le conclusioni al Presidente della Giunta. Io

intanto devo ringraziarvi per l'impostazione che avete dato tutti al quadro del settore edilizia e soprattutto i

toni che avete utilizzato in questa riunione, che determinano anche un'attenzione direi matura e anche

concreta rispetto agli elementi che avete, in un certo senso, enunciato e chiarito, pur in posizioni qualche

volta divergenti. Dico questo perché io sono convinto che parlare di crisi dell'edilizia sia parlare di un

problema di carattere nazionale e non c'è alcun dubbio in merito.

I numeri che avete sciorinato, in maniera direi anche precisa, denotano che gli elementi dal 2008 al 2014

sono ormai, in un certo senso, presenti in quasi tutte le Regioni d'Italia, anzi, con punte in alcune Regioni

peggiori dei dati che abbiamo riportato nella Regione Molise. Elementi che sono ovviamente collegati ad

un ragionamento che qualcuno di voi ha fatto e che deve essere un ragionamento di carattere complessivo

e che non si ferma solo al ruolo pubblico nell'ambito del quadro dell'edilizia e non si ferma solo al quadro

finanziario pubblico e, quindi, a quanto noi mettiamo in campo per poter determinare il miglioramento

delle opere pubbliche, ma come si muove un comparto che ha a sé il quadro delle opere pubbliche come

punto di riferimento finanziario, ma che ha tutto un altro meccanismo, che è quello della edilizia privata,



dell'edilizia residenziale e che va, in un certo senso, regolamentato e incentivato, non soltanto con forme

finanziarie, ma con un atteggiamento che deve favorire un determinato processo.

Lo diceva bene nelle conclusioni il Consigliere Niro, riportando alcuni elementi, a mio avviso,

fondamentali per poter determinare i numeri della crisi dell'edilizia in Italia e poi, a cadere, sul nostro

territorio. Perché, se lo guardiamo dal punto di vista negativo, non c'è dubbio: il dato di caduta del numero

delle imprese in Regione Molise, che è intorno al 30, 35 per cento, è un dato molto più alto della media

nazionale, che è una caduta, dal 2008 al 2014, da 670 mila imprese a 530 mila imprese, una caduta che è

intorno al 15, 18 per cento. Se lo vediamo dal punto di vista del numero delle imprese all'interno della

Regione, il nostro dato è nettamente in controtendenza col dato nazionale: in Italia c'è un'impresa ogni 980

persone, in Molise una impresa ogni 350 persone; però dà un po' il termine di quanto è importante il

comparto della costruzione nell'ambito della Regione Molise, ma, in un quadro strutturale finanziario

economico in calo, determina parallelamente un numero che sicuramente è superiore, per sua natura

statistica, al quadro di calo nazionale.

A questo vorrei aggiungere alcuni elementi, e chiudo ovviamente il quadro nazionale, sono relativi

ovviamente non solo agli interventi pubblici, ma a una serie di elementi che fino al 2012 hanno

determinato un accesso al credito complesso, il credit crunch.

In Molise è stato uno dei quadri che ha determinato maggiore crisi nell'ambito del settore dell'edilizia:

l'accesso all'istituto finanziario in Molise è costato quasi il doppio di quanto è costato nelle altre Regioni.

Quindi, per le imprese molisane è stato un costo che ha determinato, con maggiore facilità, un numero

negativo e, quindi, di crisi da poi riportare nell'ambito dei criteri e di numeri che ognuno di voi ha

analizzato nei propri interventi.

Detto questo, per calarlo al quadro regionale, io ho ascoltato gli interventi, analizzando un quadro che, a

mio avviso, ha due comparti, due settori:



1. relativo a come abbiamo riprogrammato i fondi FSC e se li abbiamo riprogrammati in modo corretto e

come mai questa riprogrammazione non ha determinato un immediato impatto sul territorio;

2. se questa riprogrammazione doveva determinare una serie di passaggi, compreso quello della

partecipazione del Consiglio regionale - come ricordava la Consigliera Fusco Perrella - e soprattutto tutto

questo cosa ha determinato in termini concreti rispetto alla programmazione.

Cioè, come diceva sempre la Consigliere Fusco Perrella, cosa è diventato cantiere? Quanti appalti sono

realmente sul territorio? Quali sono i numeri reali di quello che noi abbiamo messo in campo? Cosa

abbiamo messo in campo, soprattutto?

Allora, intanto io mi sarei aspettato - e qui siamo nei vostri interventi ovviamente le nostre posizioni sono

un po' diverse - rispetto all'intervento del Consigliere Iorio, sì, una posizione critica, l'ha già espressa in

altri interventi, ci mancherebbe altro, vanno in sintonia con quello che ha detto nell'ultimo anno quando

abbiamo parlato di edilizia, ma anche una riconoscibilità di un lavoro che ha fatto uno screening di quanto

era successo e che avrebbe determinato, senza uno screening attento, una perdita certa di finanziamenti,

soprattutto di carattere europeo. Cioè, finanziamenti che, numeri alla mano, sono stati persi da altre

Regioni. Solo un attento screening da parte nostra.

Quando parlo di screening intendo determinare e salvare quegli elementi che erano in coerenza con un

processo di sistema, che è quello che è stato discusso in Consiglio regionale, però ricorderai che il

Consiglio regionale non dibatte sulle opere da fare, dibatte sul quadro di finanziamento generale, cioè

sugli assi di sistema, dibattito che non so se ci sia stato in questo Consiglio oppure no, perché non

abbiamo mai ancora avuto la possibilità di fare questo tipo di intervento, ma credo che nel Consiglio

precedente ci sia stato sul quadro del finanziamento 2007/2013, per essere chiari.

Ciò non toglie, l'ho detto anche in Consiglio, però, che l'attenzione su alcune opere di una certa rilevanza

avrebbe meritato il dibattito in Consiglio regionale e - qui richiamo l'intervento del Consigliere Federico -



cosa che io ho già riportato in questo Consiglio, richiamando, purtroppo, in quel periodo, l'urgenza di un

rifinanziamento che avrebbe rideterminato una perdita ben più ampia del taglio dell'1,5%, che avremo e

che ha richiamato per legge il Consigliere Fusco Perrella, una perdita che avrebbe determinato,

ovviamente, uno spostamento di quei fondi ad altri finanziamenti, cosa che, ripeto, è capitata in maniera

massiccia le altre Regioni. Io ricorderei che la Sardegna ha perso quasi 200 milioni, non quattro soldi,

proprio per non aver riprogrammato entro i tempi tecnici previsti un'attività che doveva avere un quadro di

coerenza e che il Comitato di sorveglianza doveva riconoscere come coerente rispetto al dato proposto.

Allora, noi che cosa abbiamo fatto? Lo ripeto per la ennesima volta: da questo screening noi abbiamo

salvato le opere che potevano avere un leit motiv, un motivo comune di cammino e che avevano anche

gambe per camminare, cioè avevano progetti preliminari, progetti definitivi che potevano essere messi in

gara, piuttosto di iniziative e di opere presenti in quel finanziamento.

Io non so se è stata la fretta del Governo Iorio o una scelta ponderata quella di inserire all'interno dei 91

milioni alcune opere che non avevano altro che lo studio di fattibilità, neanche quella in alcuni casi, e che

avevano una reale difficoltà a potere essere programmati in quei tempi tecnici che ci erano stai imposti dal

quadro normativo. Indi per cui lo screening ci ha permesso di mettere in riprogrammazione una serie di

opere già programmate. Mi sarei aspettato, ecco, un'analisi un po' più corretta del nostro comportamento

che ha riprogrammato alcune opere già programmate dai Governi precedenti senza fare le scelte del tipo:

"Cambia Governo e cambiamo tutto rispetto a quanto è stato programmato".

Ricorderei che, rispetto alla viabilità, un buon 40 per cento non è altro che la programmazione già avviata

dal Governo precedente, perché erano progetti con stadi di progettazione tale che potevano essere

determinati, soprattutto interventi, Presidente, che avevano una coerenza rispetto al quadro anche del

sistema d'asse che era stato approvato in Consiglio regionale e che riguardava i FESR, con una serie di

iniziative, e gli FSC, per una serie di altri settori.



A questo affiancherei anche quanto abbiamo fatto sia nel campo del sistema idrico che nel campo del

sistema idrogeologico. Nei 27 milioni del sistema idrogeologico, noi abbiamo preso il pacchetto già

approvato da questo, dal Governo precedente, e abbiamo fatto in modo che questi fondi potessero

diventare subito appaltabili. Io vi dico che l'ha fatto solo la Regione Molise delle sei Regioni interessate da

quei fondi. Solo la Regione Molise ha rinunciato al Commissario esterno, ha scelto il commissariato

interno, cioè con il Presidente della Giunta, e ha affrettato tutti i meccanismi. Oggi, rispetto a quei dati, la

Regione Molise è la prima Regione per spesa; abbiamo mandato in appalto tutti gli 87 interventi, sono

passati 3 anni, Presidente.


ASSESSORE NAGNI

Presidente, ma la delibera CIPE è della fine del 2010, noi siamo entrati nel 2012 fino...


ASSESSORE NAGNI

2013, fino ad allora non era stata spesa nemmeno una carta, non c'era nemmeno una carta.


ASSESSORE NAGNI

E non è vero. Sei interventi avevano avviato le procedure, su 87, tant'è che la Regione Molise era ultima.

Adesso si legga un po' i dati nazionali, così si parla un po' con qualche numero e qualche elemento un po'

più preciso, e lei scoprirà che rispetto a quel meccanismo in due anni la Regione Molise ha recuperato un

gap senza dover né smembrare il programma precedente e né tanto meno rinnegare quanto era stato

programmato precedentemente. Non abbiamo fatto questo tipo di lavoro, assolutamente.

Sul quadro idrico, abbiamo rivisitato alcuni di quei progetti che non potevano essere finanziati, in quanto

non in sintonia con le norme europee; le faccio due o tre esempi: abbiamo preso alcuni fondi e li abbiamo



messo sugli atti che avrebbero determinato sanzioni alla Regione Molise (depuratore di Carpinone e altro),

ovviamente sacrificando alcune riprogrammazioni che erano state valutate all'interno con quel sistema che

io ritengo anche valido dei PIT, PISU, PAI e cioè dei sistemi di aggregazione comunale che avevano, nella

loro autonomia, fatto alcune scelte, ma quelle autonomie spesso non erano proprio in sintonia con i

procedimenti europei, perché avevano determinato, lo dico sotto voce, alcuni meccanismi di bottega che

non erano in sintonia con i processi e i criteri che l'Europa richiedeva per quel tipo di finanziamento.

Li abbiamo rimessi in ordine, non abbiamo fatto, non siamo arrivati con il bazooka a sfasciare tutto, li

abbiamo messi in ordine, abbiamo cambiato alcuni meccanismi e oggi, al 30 giugno, un terzo di queste

opere è già andato in appalto, gli altri due terzi andranno in appalto il 30 giugno 2016.

Questo per dire che il meccanismo che abbiamo messo in campo è stato un meccanismo di logica. A mio

avviso con un punto di riferimento: quello di salvare i fondi e indirizzarli in una maniera organica verso

interventi che avessero principi di coerenza, di coerenza rispetto ai sistemi agli assi di sistema approvati in

Consiglio regionale e riconosciute dalle norme relative europee.

Oggi quel processo, a mio avviso, è concluso e si concluderà con un risultato molto buono per questa

Regione, perché, di tutti quei fondi, una parte sono andati in appalto, e ormai oltre 650 milioni andranno in

appalto e i numeri, dall'inizio del 2017, saranno diversi rispetto a questo comparto.

Avremo, sì, un principio di crescita; certo, ripeto, rispetto al numero delle perdite io credo che anche il

Molise dovrà poi assestarsi su un principio di numero di imprese che non dico dovrà rivedere il dato

razionale, ma siamo a un'impresa ogni 350 abitanti, il dato nazionale è di un'impresa ogni 980 abitanti,

quindi anche lì prima o dopo il Molise dovrà avere un meccanismo.

Io credo che il meccanismo si sia drogato, tra virgolette, il Molise a ridosso del terremoto, da quel

momento in poi c'è stato un aumento esagerato del numero delle imprese in questa Regione che ha

determinato, gioco forza, un disequilibrio della distribuzione delle finanze all'interno del territorio.



Quindi, sul quadro della spesa, io credo che noi abbiamo fatto il massimo possibile, con un piccolo

passaggio sul quadro dell'Autostrada, che ovviamente lascio tutto al Presidente, ma rispetto al quale

approfitto del Consiglio per dire che, senza l'attenzione della Regione e del Presidente rispetto a alcuni

avvenimenti a alcuni carteggi, probabilmente oggi staremo a piangere, cosa che invece non accade e non

accadrà rispetto al finanziamento e ai fondi di quota nazionale in carico alla Regione Molise.

Quindi, attenzione anche a questo, perché anche su questo abbiamo fatto delle scelte amministrative

diverse, sulle quali si a può discutere se corrette o non corrette, e qui si può aprire il dibattito, ma,

insomma, l'attenzione che questa Regione ha avuto nel processo di guida di quei finanziamenti che non

sono fondi nostri, sono fondi dell'FSC nazionale, ma che erano destinati alla Regione Molise e che

rimarranno nella Regione Molise. Poi penso che il Presidente spiegherà con quale artifizio ha evitato

anche qualche furbizia di chi aveva avviato procedure precedenti con l'Autostrada.

Quadro pagamenti. Qui, l'ho detto in alcune situazioni, lo continuo a dire, è ovvio che rispetto a quanto

avevamo in programmazione abbiamo qualche ritardo.

Certo che ci vorremmo attenere alla normativa 192, alla 231, ci vorremmo attenere a tutte le normative

europee e nazionali che prevedono pagamenti nei 30 e 60 giorni, ma il quadro di riequilibrio del Bilancio

regionale, dal 2011 a oggi, l'ho già detto, ha determinato delle discrepanze, sulle quali non voglio tornare

perché lo ha fatto più volte il Presidente, e che ha determinato un meccanismo, noi che abbiamo un tipo di

contabilità unica, come sapete, collegata al quadro diciamo del bilancio dello Stato, che non è il

meccanismo che qualcuno ha detto: "Le opere si fanno quando ci sono i soldi, quando sono coperti",

perché le opere si fanno quando i soldi sono coperti, sono coperti in competenza come correttamente si fa

nel Bilancio pubblico. Non siamo di fronte all'ipotesi che... tant'è che alcune associazioni, l'ACEM in

primis chiede il conto dedicato, chiede qualcosa che sia al di fuori del quadro del Bilancio della cassa

unica, per poter collegare direttamente il tipo di finanziamento all'opera.



Noi abbiamo un tipo di finanziamento che determina certamente la copertura dell'opera, che è richiamata

dalla normativa, che è fatta in competenza e che, poi, si determina nel processo di sviluppo della gestione

del Bilancio. E questo meccanismo ha sicuramente portato dei ritardi che noi stiamo cercando di ridurre,

che non è facile ridurre, ma che ci vede impegnati ogni giorno a superare questo gap, per arrivare a quei

60, 90 giorni che sarebbe forse il pagamento ottimale e corretto e che favorirebbe, ovviamente, le imprese

che oggi presentano uno stato di avanzamento lavori (SAL) e che vedrebbero questo SAL coperto questo

in poco tempo. Quindi, sui pagamenti, onestamente, bisogna fare di più, perché ritengo che una delle

grandi sofferenze oggi più che i soldi che abbiamo messo in giro e che presto diventeranno cantieri e

presto diventeranno opere e che determineranno un miglioramento, perché il momento più difficile è

finito; al 30 giugno si sale dal punto di vista delle tendenze, dal punto di vista dei numeri e verificheremo

questo con voi nel giro di 6, 7 mesi. Già con i primi mesi del 2017 saremo in condizione di avere dati che,

vedrete, conforteranno le parole che sto dicendo, perché sui numeri non si può discutere e quando si

mettono in giro 200, 150, 100 milioni credo che ci sia poco da fare, saranno tutti appalti di questa

Regione.

Chiudo dicendo che, rispetto alle giuste recriminazioni delle associazioni ANCE e ACEM, io penso che

sia giusto anche dare una risposta a dei documenti che sono stati presentati.

Intanto applaudo all'iniziativa del Tavolo permanente, che ritengo sia un'iniziativa che può aiutare il

Governo regionale e l'Amministrazione regionale. Dal Tavolo permanente al Tavolo al quale noi

intendiamo partecipare, ritenendo giusto il continuo dialogo anche con una certa cadenza con tutte le

imprese che operano in questo settore, anche per cogliere quelli che possono essere i consigli e anche le

esigenze più impellenti in quel momento, in quel settore.

Sulle due richieste più precise dell'ANCEM: mutuo e conto dedicato.



Sul mutuo questo rimane un vecchio – diciamo - adagio, un vecchio meccanismo su cui abbiamo parlato

in tanti anni. È collegato spesso e volentieri alla capacità finanziaria in quel momento della Regione; è

certamente una strada da valutare insieme ai quadri finanziari che potrebbe sicuramente determinare una

maggiore certezza e tranquillità al quadro.

Sul conto dedicato, lo abbiamo già sperimentato, lo stiamo sperimentando, il quadro idrogeologico è stato

così realizzato. È ovvio che quel meccanismo è stato favorito dal meccanismo della gestione

commissariale, che ha permesso di poter... perché se non fosse così, quel conto andrebbe nel bacino unico

perché noi abbiamo quel tipo di Bilancio.

Quindi quell'esperienza è indubbiamente un'esperienza positiva non c'è dubbio, tant'è che sta dando

risultati, tant'è che le imprese impegnate del settore idrogeologico non si lamentano, in quanto stanno

prendendo i soldi con una cadenza direi abbastanza... perché c'è la gestione commissariale, ma qui stiamo

davanti a un problema di carattere normativo, ve lo dico, non una questione diciamo di volontà. In teoria

sarebbe un buon progetto, ma deve superare anche quadri di carattere normativo.

Quindi, concludo richiamando alla capacità, a mio avviso, del lavoro di questo Governo di riportare la

Regione Molise su un binario di capacità di spesa in questo settore che ci riconcilia anche rispetto al

quadro nazionale, e che determina, in prospettiva futura, una posizione della Regione Molise molto più

competitiva rispetto alla capacità di cogliere le occasioni finanziarie giuste di questo settore.

A questo - e chiudo davvero - aggiungo soltanto che io sono d'accordo mille volte su mille su quei principi

normativi, che in parte hanno riportato sia il Consigliere Federico che il Consigliere Niro, che riguardano

il riuso del suolo e, soprattutto, sul quadro della riqualificazione urbana e residenziale, la riqualificazione

delle strutture e di quanto, attualmente, non è più utilizzato, che credo non sia solo la prospettiva migliore

per poter rilanciare in parte il settore, ma è quello che determina la possibilità di avere più finanziamenti.



Questo argomento, a mio avviso, è di questo Consiglio, perché è argomento normativo, e su questo io

credo che ci potremmo tornare a breve, per poter scegliere anche la forma nella quale poter affrontare con

maggiore severità, perché noi veniamo dal Piano casa che, ricorderei, rispetto alle cose che avete detto,

cozza un po'. Il Piano casa è stata un'incentivazione un po' di carattere generale, ma, se dobbiamo tornare a

regole certe, ragioniamo in questa maniera, perché credo che quella sia la prospettiva anche di futuro

urbanistico, sul quale una Regione piccola, come la nostra, potrebbe giocare una scommessa importante.

(Alle ore 14:56 la Presidenza viene assunta nuovamente dal Presidente Cotugno)

PRESIDENTE

Grazie, Assessore Nagni. Chiude il Presidente della Giunta regionale. Prego, Presidente.

PRESIDENTE DELLA GIUNTA DI LAURA FRATTURA

Sì. Per la verità, considerando la specificità del monotematico, mi sarei aspettato un'analisi un po' più

puntuale sulla situazione. Mi tocca, quindi, in estrema sintesi, dare qualche dato, non di poco conto, che

poi diventa lo stimolo per il futuro.

Quello che abbiamo perso negli anni che vanno dal 2007 al 2015, lo sappiamo tutti, partiamo, però, da un

dato certo, che deriva dalla Cassa Edile del Molise e dalla Edilcassa Molise, per un totale di 5.258

lavoratori occupati in 1.169 imprese, con una massa salariale di euro 34.869.196. Allora, diamoci

l'appuntamento con il sistema datoriale e con il sistema sindacale, oltre che in Consiglio regionale, per

verificare se alla data del 30 settembre 2016, come e quanto, questi dati, saranno cambiati. Primo aspetto.

Secondo aspetto, il Presidente Iorio si è avventurato su un tema che forse, negli anni, non ha approfondito

bene, perché sentire parlare di qualità della ricostruzione, dimenticando che dopo il completamento della

gestione commissariale, nel 2012, sono stati versati alla Regione Molise 54 milioni di euro e, di questi,



nemmeno un euro è stato trasferito all'Agenzia, all'epoca, per la ricostruzione e per la Protezione Civile,

evidentemente, questi 54 milioni, sono stati spesi in altro modo. A inizio mandato, nel luglio del 2013, ci

siamo preoccupati di chiedere alle imprese di sospendere i lavori, perché era evidente la necessità di

ricostituire quelle risorse trasferite alla Regione e mai trasferite all'Agenzia e, quindi, mai trasferite alle

imprese. Perché, evidentemente, gli acconti e gli anticipi alle imprese, erano stati garantiti intaccando il

fondo trasferito dalla gestione commissariale. Al di là di quello che accadrà sulla verifica dei fondi

assegnati a San Giuliano, ma ripeto, non è questo il tema, né credo che interessi alle imprese, che

continuano a soffrire, atavici purtroppo, ritardi, nei pagamenti. Mi aspetto, più che altro, un confronto per

capire che cosa fare per accorciare i tempi di pagamento, ma dando certezze, perché capisco l'idea di

accendere un nuovo mutuo per pagare il debito pregresso, però vorrei ricordare a tutti noi che, in questi tre

anni, ci siamo dovuti preoccupare di garantire copertura per oltre 250 milioni ai residui attivi e passivi che

abbiamo dovuto cancellare, perché inesistenti e irrintracciabili, e stiamo chiudendo adesso, con il

Ministero dell'Economia, l'ulteriore mutuo per pagare i debiti pregressi della sanità.

La capacità di indebitamento è satura, non credo che oggi siamo nelle condizioni di intaccare le tasche dei

Molisani, che già tanto hanno partecipato allo sfacelo finanziario di questa Regione, e allora, ritengo che

invece, insieme, possiamo costruire percorsi utili ad accorciare i tempi di pagamento. Il primo è quello di

accendere finalmente l'anticipazione grazie alla Finanziaria regionale: deliberiamo in settimana

l'assegnazione di 10 milioni di euro alla Finmolise, 10 milioni che significano immediatamente

finanziamenti per 60 milioni, con l'effetto moltiplicatore, che ci daranno la possibilità di garantire per l'80

per cento i crediti erogati a chi ha fornito beni o servizi alla Regione Molise.

Questo può essere un riscontro immediato. Abbiamo attivato, in particolar modo con la Banca di Credito

Cooperativo di Gambatesa, l'opportunità di costruire una convenzione tale da garantire alla Banca di

Credito Cooperativo di Gambatesa, che si è resa già disponibile per 10 milioni, quale fondo revolving, che



significa anticipazione a fronte di restituzione delle imprese, sempre garantita attraverso la Finmolise, con

un accordo non più a tre (Agenzia, Comune, impresa) per il pagamento diretto, ma a quattro, perché a quel

punto ci sarebbe anche la partecipazione della banca convenzionata con la Finmolise.

Questo è quello che stiamo facendo e su questi temi mi piacerebbe confrontarmi, perché se noi diciamo:

"Dobbiamo rispettare i 30, 60 giorni", ce lo dice la norma, non è un ordine del giorno che ci impegna a

fare qualcosa, per la quale cosa ci impegna la legge. Allora, o noi, effettivamente, interveniamo con

qualcosa di più restrittivo o di migliorativo rispetto a quello che prevede la norma, oppure, impegnare il

sottoscritto a rispettare l'applicazione della norma, Presidente, onestamente, non credo che sia necessario

approvare un ordine del giorno.

Sui lavori appaltati, o in corso di appalto, mi sembra di poter dire che l'Assessore Nagni, forse, è stato

esageratamente sintetico. Non entro nel merito della programmazione del FSC, però checché dica il

Consigliere Iorio, nel momento in cui ci siamo insediati, a valere sul FSC, non c'era un accordo di

programma siglato; significa che c'era una promessa di finanziamento, ma non c'era concretezza dello

stesso, perché mancava l'Accordo di programma. C'erano una serie di delibere che impegnavano, che poi

revocavano, e che impegnavano per altre opere. Rispetto a quel tipo di lavoro, noi ci siamo seduti e con le

Amministrazioni locali, anche prendendoci le polemiche di più Amministratori, anche in Consiglio

regionale, l'Assessorato alle Infrastrutture ha portato a termine la definizione del programma.

Ci siamo preoccupati di assegnare le risorse e ci stiamo preoccupando di monitorare, settimanalmente,

che, entro il 30 giugno, siano effettivamente assegnati i lavori per i quali abbiamo ‘enne’ soggetti attuatori

per garantire le risorse appunto assegnate, senza dover soccombere all'eventuale taglio del 15 per cento,

qualora non raggiungessimo il risultato dell'obbligazione giuridicamente vincolante a quella data.

Però, non ci siamo fermati soltanto sul tema dei pagamenti. Voglio ricordare che con legge di stabilità del

2015, abbiamo finalmente istituito la Centrale unica di committenza e la Centrale unica di committenza, al



di là dei risultati oggettivi, voglio ricordare all'Aula, si è vista riconoscere un contributo di 190.470 euro

per la quota del fondo per l'aggregazione, che, per la prima volta, ha visto beneficiare la nostra Regione,

considerando non solo una dotazione premiale di risorse, ma anche la possibilità di derogare dai vincoli

legati al personale, proprio per garantire arricchimento del personale stesso.

Abbiamo incontrato le associazioni datoriali, taluna con maggiore polemica, altra con meno polemica, ma,

ripeto, che nei momenti di difficoltà, è inaudito - e questo è un evidente mea culpa - che si continuino a

realizzare opere pubbliche grazie al contributo dell'impresa, è inaudito che, oggettivamente, il rischio di

fallimento sia dovuto a mancanza di rispetto del credito che l'impresa vanta. Ma anche su questi aspetti,

così come abbiamo fatto per la ricostruzione, sono convinto riusciremo a fare per i flussi finanziari,

Assessore, per tutto il FSC; nel senso che, nel momento in cui firmiamo il contratto, la convenzione con il

soggetto attuatore, sarà nostra cura girare contestualmente le risorse, come abbiamo fatto con la Provincia

di Campobasso, nei confronti della quale ancora oggi abbiamo circa 8 milioni di euro di debiti per impegni

pregressi a questo mandato e che noi oggi li stiamo cercando, appunto, puntualmente di onorare.

Questa è la situazione e su questi dati, ribadisco, noi dobbiamo dimostrare in che cosa cambiamo, senza

latinismi - giusto per fare un riferimento a un altro intervento - perché noi dobbiamo essere talmente

puntuali e precisi da individuare lo strumento che applichiamo e la figura del Consigliere delegato, che sia

per la cultura, che sia per la ricostruzione, che sia per lo sport, che sia per la caccia, che sia per il turismo,

continua a essere un valido supporto al sottoscritto che, altrimenti, malgrado le 24 ore del giorno,

puntualmente non ce la farebbe a seguire tutte le vicende. Mi è sfuggito sicuramente più di qualche delega,

ma credo che era più il concetto da chiarire che non il messaggio politico.

Per cui mi sento di poter dire ai rappresentanti datoriali e ai rappresentanti sindacali, così come accaduto

nell'ultimo Tavolo tenuto proprio presso la Giunta, che i nostri impegni li sottoscriviamo, però li

sottoscriviamo non solo con l'obiettivo di mantenerli ma di verificare poi il puntuale e preciso riscontro. E



allora, se ci chiedono la costituzione di un comitato consultivo sugli appalti pubblici, un Organismo che

sia in grado di affiancarci nel monitoraggio della tempistica degli impegni che andiamo ad assumere, certo

io mi sento di poter dire al Consiglio ma agli operatori tutti che questo è un Organismo che costituiremo.

Se mi sento dire da un'altra associazione: "Dovete rispettare i 30/60 giorni", rispetto a tutto quello che

facciamo, certo, mi auguro di poter rispettare puntualmente quell'impegno, però capite bene che

rimpinguare una cassa per obbligazioni assunte e mai rispettate, inevitabilmente crea un disallineamento

tra le disponibilità finanziarie e le obbligazioni assunte.

Voglio ricordare un altro passaggio importante che, in particolar modo, si riferisce all'ultimo semestre del

2015: noi avevamo in chiusura la rendicontazione della programmazione comunitaria 2007/2013;

avevamo, all'incirca, 44 milioni di euro di pagamenti per obbligazioni assunte nei confronti dei vari

beneficiari. Rispetto a quelle obbligazioni assunte, se non avessimo raggiunto la certificazione della spesa,

quindi l'avvenuto pagamento, sarebbe significato non avere la possibilità di chiedere il riscontro per il 50

per cento allo Stato e per il 50 per cento all'Europa. È evidente che un'anticipazione così importante,

inevitabilmente, ha creato un ulteriore disallineamento rispetto agli impegni assunti, soprattutto per quanto

riguarda l'edilizia, visto che è il settore che più di altri sviluppa produzione. Però voglio anche dire che

non c'è stata disattenzione da parte della Regione nel trasferire le somme, in quanto il 29 dicembre, data in

cui è arrivato materialmente il bonifico presso la Tesoreria unica della Regione, sapete tutti come funziona

il meccanismo e sapete tutti che a fine gennaio, appena siamo stati operativamente pronti, abbiamo

trasferito le somme all'Agenzia. Però non mi si dica che contratti siglati con un termine temporale di 12

mesi, eventualmente prorogabili di ulteriori 24, ha mai significato illusione, per qualcuno, di

stabilizzazione, men che meno per una Regione che a inizio mandato ha inteso avvalersi del 101 per una

ridefinizione dell'assetto del personale complessivo, perché se grazie a quell'operazione noi siamo arrivati

a fine 2015 a garantire un'economia al Bilancio regionale, grazie all'accompagnamento, al pensionamento,



secondo i requisiti pre-Fornero, di 6 milioni e mezzo, evidentemente non potevamo certo pensare di

reintegrare figure professionali che, invece, con quel meccanismo, avevamo cancellato dalla pianta

organica. Né mai avremmo potuto immaginare di consolidare un fabbisogno di personale che

evidentemente aveva un segno, quando ancora a inizio mandato - perché anche questo è un aspetto da non

dimenticare - per la ricostruzione, non c'era un Accordo di programma siglato, quindi c'era una promessa

di finanziamento del CIPE, ma mai concretamente assegnata con la sigla dell'Accordo di programma, è

evidente che il fabbisogno del personale tenderà a diminuire.

È vero che c'è voluto del tempo, ma c'è voluto del tempo anche per una evidente e, ancora una volta,

nostra responsabilità e non di altri, di una scarsa evidente organizzazione dell'Agenzia stessa.

Oggi, devo dire, che anche grazie alla disponibilità di volontari degli Assessorati competenti abbiamo

riattivato i pagamenti, avendo già raggiunto i circa 5 milioni degli ultimi 20 trasferiti.

Su queste basi e con una logica, ripeto ancora una volta, di costruzione non del metodo ma della sostanza,

io ritengo che, anche per l'edilizia, gli atavici tempi di pagamento potranno essere superati. E se in tutta

onestà, mi auguro, riusciremo entro il terzo trimestre di quest'anno a chiudere l'esposizione debitoria della

Regione nei confronti dei fornitori di beni e servizi per la sanità, voglio sperare che altrettanto saremo

nelle condizioni di fare, per tutti i lavori pubblici oggi in corso.

Voglio però ricordare che ci sono situazioni pregresse - ma, ripeto, senza nessuna polemica perché le

responsabilità rimangono in capo a noi - abbiamo all'incirca 10 milioni di euro di debiti contratti con

decreti nei confronti di chi si è preoccupato del problema neve del 2012 e, rispetto a quei decreti firmati,

non c'è mai stata copertura finanziaria, perché il contributo nazionale, sui 13 milioni e rotti dei decreti

firmati si è fermato a 1 milione e 800 mila euro.

Questi sono dati che ci dobbiamo raccontare con massima chiarezza e, ripeto, che non saremmo nelle

condizioni di risolvere con un ordine del giorno.



Allora, ben venga il fondo di garanzia, ben venga la convenzione per l'anticipazione delle risorse per chi

esegue i lavori, sarà difficile, malgrado tutta la volontà che, per lo specifico della ricostruzione, si possa

arrivare a una riduzione dall'8 al 4 per cento dell'avanzamento lavori, per godere dell'erogazione delle

risorse, ma ritengo che, se effettivamente, come abbiamo fatto per il pagamento diretto, mettiamo a punto

il meccanismo insieme all'impresa, perché poi è sempre l'impresa o l'azienda che si rivolge alla banca, con

l'accompagnamento di Regione e Finmolise, io sono convinto che anche su questo aspetto risolveremo il

problema.

Due ultimi passaggi: sono circa 100 i milioni in gara, oggi, per quanto riguarda la rete viaria, circa 50 sono

i milioni per quanto riguarda il servizio idrico e fognario.

Diamoci appuntamento ai primi di luglio per verificare non chi ha vinto le gare, ma quanti, effettivamente,

sono gli importi per ciascuna gara assegnati a chi si è aggiudicato la gara d'appalto, in modo che non ci sia

la possibilità di valutare sui principi il lavoro svolto o non svolto, ma che ci siano indicatori puntuali e

precisi per dire effettivamente: "le cose che abbiamo detto e gli impegni che abbiamo assunto si stanno

formalmente e concretamente realizzando" oppure rimangono semplici e banali promesse.

Ultimo passaggio sull'Autostrada, sperando che sia l'ultimo passaggio riferito all'Autostrada: non si è mai

parlato, in nessun decreto, della Termoli-San Vittore; si è sempre parlato di un primo lotto della Termoli-

San Vittore che doveva collegare San Vittore a Guardiaregia.

È evidente che, rispetto al primo lotto, che avrebbe avuto un significato, al di là delle valutazioni che

ciascuno di noi è in grado di esprimere, sta di fatto che noi avevamo addirittura un finanziamento parziale

per un finanziamento parziale per un primo lotto del primo lotto, che i promotori avevano individuato nel

collegamento di Guardiaregia con il santuario di Castelpetroso. Ora, in tutta onestà, spendere 200 milioni

di euro di finanza pubblica per realizzare un primo lotto che non risolve il problema del collegamento, che

non velocizza il collegamento del Capoluogo, visto che si parlava di Guardiaregia con l'Autostrada, ma



che soprattutto ad oggi ancora non riceve il parere favorevole del Ministero delle Infrastrutture e del

Ministero dell'Economia, io continuo a dire che parliamo di promesse che però non hanno sostanza.

E allora, in attesa che si esprima definitivamente il CIPE sulla valutazione del primo lotto del primo lotto -

così, un minimo di ironia non ci dispiace - è evidente che noi non siamo rimasti fermi, ma per evitare il

rischio della riduzione del 15 per cento, mancando comunque l'obbligazione giuridicamente vincolante, è

stato nostro interesse proporre direttamente con l'Azienda nazionale autonoma delle strade (ANAS) un

impegno di circa 200 milioni di euro per i 9,3 chilometri che collegherebbero il cementificio tra Sesto

Campano e Venafro direttamente con la A1, immaginando un casello intermedio tra San Vittore e

Caianello. Questo è quello che noi abbiamo chiesto al Governo in merito ai 200 milioni della famosa

delibera CIPE, questo è quello che ci auspichiamo di poter recuperare in termini di infrastruttura.

Chiudo con il Patto per il Molise, che è all'interno del Masterplan, il modo con il quale impegneremo il

FSC per la programmazione 2014/2020 e anche su questo tema voglio sperare che gli impegni, Assessore,

che andremo a prendere, dopo averli evidentemente condivisi in linea generale con l'Aula, possano

soprattutto prevedere delle date certe per l'inizio e la conclusione dell'opera, tenendo presente che l'idea di

dover stanziare risorse per la messa in sicurezza di infrastrutture che non hanno ancora 10 anni di età,

voglio sperare che non caratterizzi nessuno degli interventi che, onestamente, noi andremo a finanziare.

Su queste basi, ribadendo l'impegno perché si rispetti la norma senza dover approvare un ordine del giorno

in tal linea, voglio auspicare che anche la scarsa, la mancanza o il fraintendimento nella comunicazione tra

noi e qualche associazione datoriale, possa essere superata con la qualità del lavoro che soprattutto le

aziende mettono in campo nell'interesse della nostra Regione.

PRESIDENTE

Grazie, Presidente Frattura.



Comunico all'Aula che sull'argomento è stato presentato un ordine del giorno, a firma del Consigliere

Federico ed altri, che sarà oggetto di discussione domani in Conferenza dei Capigruppo.

Comunico che la seduta di oggi pomeriggio delle 15:30 viene aggiornata alle ore 17.

Prima di chiudere la seduta odierna, mi chiede la parola la collega Lattanzio.

CONSIGLIERE LATTANZIO

Grazie, Presidente. Soltanto per comunicare all'Aula che è convocata ad horas la Quarta Commissione.

Grazie.

PRESIDENTE

Grazie. Dichiaro chiusa la seduta del Consiglio. Ci ritroveremo qui alle ore 17:00.

Grazie a tutti.

(Il Consiglio è sciolto alle ore 15:40 del 05/04/2016)

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