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SENATO DELLA REPUBBLICA VIII LEGISLATURA 580a SEDUTA PUBBLICA RESOCONTO STENOGRAFICO GIOVEDì 17 MARZO 1983 (Antimeridiana ) Presidenza del vice presidente CIPELLINI, indi del vice presidente COLOMBO INDICE CONGEDI E MISSIONI . . . . . . . Pago 3 DISEGNI DI LEGGE Discussione: «Programmi di ricerca e sviluppo ~ AM-X, EH-Wl, CATRIN ~ in materia di costru- zioni aeronautiche e di telecomunicazioni » (1816): PRESIDENTE .... CoRALLO(PCI) "" FINESTRA (MSI-DN) GozZINI (Sin. Ind.) "" LAGORIO, ministro della difesa LEPRE (PSI) .... "" PASTI (Misto-Ind. Sin.) . "" SPADACCIA(Misto-PR) . 6, 23, 34 6 30 5, 15 7 34 27 3, 34 N. B. ~ L'asterisco indica che il testo del di- scorso non è stato restituito corretto dall'oratore. TIPOGRAPIA DEL SBNATO (1200) ~ 4

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SENATO DELLA REPUBBLICAVIII LEGISLATURA

580a SEDUTA PUBBLICA

RESOCONTO STENOGRAFICO

GIOVEDì 17 MARZO 1983

(Antimeridiana )

Presidenza del vice presidente CIPELLINI,indi del vice presidente COLOMBO

INDICE

CONGEDI E MISSIONI . . . . . . . Pago 3

DISEGNI DI LEGGE

Discussione:

«Programmi di ricerca e sviluppo ~ AM-X,

EH-Wl, CATRIN ~ in materia di costru-zioni aeronautiche e di telecomunicazioni »(1816):

PRESIDENTE . . . .CoRALLO(PCI)

""FINESTRA (MSI-DN)GozZINI (Sin. Ind.)

""LAGORIO,ministro della difesaLEPRE (PSI) ....

""PASTI (Misto-Ind. Sin.) .

"" SPADACCIA(Misto-PR) .

6, 23, 346

305, 15

73427

3, 34

N. B. ~ L'asterisco indica che il testo del di-scorso non è stato restituito corretto dall'oratore.

TIPOGRAPIA DEL SBNATO (1200) ~ 4

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Senato della Repubblica ~3~ VIII Legislatura

5SO" SEDUTA (antimerid.) ASSEMBLEA ~ RESOCONTO STENOGRAFICO 17 MARzo 1983

Presidenza del vice presidente C I P E L L I N I

P RES I D E N T E. La seduta è aper~ta (ore 9,30).

Si dia lettura del processo verballe.

P A L A, segretario, dà lettura del pro~cesso verbale d8lla seduta del 26 febbraio.

P RES I D E N T E. Non essenoov,i os~servazioni, il processo verbale è approVlaito.

Congedi e missioni

P RES I D E N T E. Sono Ìin congedoi senatori: Baldi, Bevilacqua, BUisseti, Oioce,De Giuseppe, Del.la Portra, Deriu, Pahibri, Fi-mognari, Fossa, Mariotti, Napoleoni, Paci-ni, Procacoi, Recupero, Spinell[, TalI.1Jga,Ta~viani, Valiante, Vemaschi, Martoni, FeJ1ra-J:'Ia Nicola, Marchetti, Mi1roglio, Maoario.

Discussione del disegno di legge:

« Programmi di ricerca e sviluppo ~ AM-X,

EH-lOl, CATRIN ~ in mater.ia di costru-

zioni aeronautiche e ill telecomunicazioni >)

(1816)

P RES I D E N T E. L'oJ1dine dell gior-no reca la discussione ,del disegno di ~egge:« Programmi di ricerca e s,vrlluppo ~ AM-X,

EH-lOl, CATRIN ~ in materia di costruZJio-ni aeronautiche e di teù.ecomUlniÌCazÌioni ».

S P A D A C C I A. Domando di 'P'w1areper propONe una questione pregiUldiziale.

P RES I D E N T E. Ne ha faoolltà.

* S P A D A C C I A. Propongo una pregiu-diziale di merito aH'esame dell dis-eg:t1JOdi

1 legge n. 1816 relativo ai progmmmi di ricer-ca e sviluppo ~ AM-X, EH-101, CATRIN .~in materi\a di cost'TUzioni aeJ1O'IlIautichee dit~lecomunioazioni. La pregiudiz>iale è, Jn so-stanza, una propos1a di non passare all'esa-me del disegno di legge, Slignor PresidOO!te,per il motivo che HlUistrerò siifiteticamen1e.

L'8 novembre 1982 i.l deputato RobertoCiccilOmessere, in un esposto aHa Presiden-te del,la Oamera dei deput.ati, onorevole Nil-de Iotm, esposto che è stato poi tmsmeSlSodal Presidente delila Camera dei deputati al-la Commissione parlamentare per i p'J:1OCledi-

menti d'accusa, ha denunciato la seguentesituazione. Scriveva iln questo esposto TI de-putato Ckciomessere: «È in corSiO di di-scussione al Senato del1a Repubblka il di-segno di legge n. 1816, re1ativo a programmidi ricerca e sviluppo ~ AM-X, EH-Wl,

CATRIN ~ in materia di costruzioni aero-nautiche e di telecoJIlunJcazionrl. Tale pro-posta prevede tra l'altro lo stanziamento dilire 470 miliardi per 'il programma di ri-cerca e sviluppo del caccia AM-X. Tale di,se..gno di legge non è stato ancora approvato,con la consegUlenZiache le spese ,in esso pre-

I viste non possono considerarsi autorizzate.

Ciò viene confermato dal fatto ohe nellalegge di bilancio per l'all'no 1983, nell'elenoon. 7 del capitolo 9001 dello stato di previ-"ione del Ministero del tesoro, fondo corren-te per far fronte ad oneri dipendenti daprovvedimenti legislatiVli in corso, è previ-sto un fondo di 180 milÌiar:di per programmidi 'ricerca di premi'nente interesse naziona:leper .le tre forze .armate, cioè per i prog:mm-mi contenuti nel dis-egno .di legge n. 1816.Tale fondo, per la sua stessa !I1Jaturae desti-nazione, non può essere attinto se non inforza eli UITa successiva disposizione di Joeg-ge, attualmente 'Sol,tanto allilo stato di pro-

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Senato della Repubblica ~4~ VIII Legislatura~~,

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17 MARzo 1983580a SEDUTA (antimerid.) ASSEMBLEA ~ RESOCONTO STENOGRAFICO

getto. Nell'allegato F al b1lancio di previSiÌo~ne del Ministero ddla difesa per l'anno fi~nanziario 1983 (Situazione dei programmidi bilancio ordina.do, a!llegato n. 2), .si ri-porta la registrazione da parte della Rag10-neda dei seguenti contratti: prograJillmaAM-X, fase di defmizione 71; secondo s.ta-dio di definizione; ditta costruttrice Aeri~valia; data di registrazione del contratto 27aprile 1982; numero del contratto 1642; 00ill-tratti registrati in R.,a,gioneÒa: li're 1 mild:ar~do 159,48 milioni. Programma AM-X; fasedi sviluppo 72; primo stadio fase di IS:Villup-po; ditta costruttrice Aeritalia; data di re-gistI1azione del contratto 27 aprHe 1982 (in-sisto sul mese di aprile); numero dell oon-tratto 1644; contratti 'regÌJstrati .iln Ragio-neria: 349 mmoni 976.000 lire.

Talli stanziamenti vengono confermati ,dalverbale dell"adunanza del 14 'Ottobre 1981del comitato per l'aHuazione deHa Ilegge n. 38del16 febbraio 1977, allegato n. 3. Risulta in-fatti che già 32, 19 miliardi sono stati stanzia-ti e spes,i per l'acquisimone dei motori SPEIda installare nei prototipi dell'AM-X, attra-verso la distrazione di fondi di segre-difesa.Nel citato verbale ~ continua l'esposto del

deputato Cicciomessere ~ S'iafferma inoltreche: «Se i:ldi'segno di legge non fosse appro-vato o non fosse approvato tempestivamen-te per gli anDli futuri, in tutto o ,in parte i fon-di dovranno essere eMmtti dal capitolo 4051.A tale proposito, è da sotto.lmeare che è stataattl1ibuita al programma ~ continua sempreil verbale ~ la massima priorità, tanto che ilMinistro della difesa ha auto]1iz~ato ['avviodel programma ». Questo quilDiddequivale adassegnare priori<tà al programma ,stesiS'Onel-J'aìt!ribuzione dei fondi. «In ogni caso ~

prosegue il verbale ~- 1'assicurazione delladisponibilità dovrà venire dal Ministero dellesoro cui verrà chiJelsto l'assenso aJ.['alSlsun. Izione degli impegni per gli esercim futuri ».

{(I fatti sopra esposti ~ 'riprende iJ depu-tato Oicdomeslsere ~ eviden~ian'O che si èproceduto alla stipul'a di oontratti per pro~grammi non 'anaora approvati con legge e [nbase a stanziamenti ancora da aiUtorizzare.L'elenco n. 7 del capitolo 9001 non è uno 'stan-ziamento, ma solo un accantonamento per fu-

ture autO!riz7.azioni di spesa, in aperto con~trasto con l'articOllo 81 deMa Costituzione chestabi1isce che con la legge di bi.l1Jancio nonpossono essere stabiHte nuove 'spese e .!l1uoveentrate. Risulta quindi provato il carattereillecito della 'spesa effettuata in mancanre diautorizzazione. Ne consegue che tutte le spe-se effettuate in forza dei già riooroatrl. COll-tratti ~~ conclude il deputat'O OicdomesSlere~. debbono considerarsi atti di di!Srbramonedi fondo ad altro tuttora destinati e perciòin essi s,i concreÌ'ano reati di. pe:cu:lata per di-strazione, commessi dai MÌJniJstridel tesoro edeHa difesa ne1:l'eserCÌzio delle 10m fun~zioni ».

Ho già detto che il presidente NiIlde lottiha trasmess,o quest'esposto alla CommtÌ<s:si~ne parlamentare per i procedimenti d'accusache ha apè'Pto un procedimento e ha :ciohie-sta documentaziond ist1ruttoI1ie ail Ministerodella difesa e agl'i altni enti intereSisati.

A questo punto, ci troviamO' in UIIla situa-zione davvero strana, signor Presidente, per-chè i primi cOlJ1tratti preVlisti ,in questo dise-gno di legge venivano fi,rmati qlmndo il di~battito era appena inizilato preSiSO il primoramo del ParJamento, cioè presso 1a Commis-Siione difesa del Senat'O.

Quindi chi firmava i contratti sapeva che,nella migliore delle ipotesi, il disegno di leg~ge non avrebbe ultimato 11 suo iter ISle n'On

prima dell'inizio di quest'anno. Oggi sappia-mo che, nella migliore delle ipotesi, questoiter si 'Protrarrà ancora a IUlngo,per un certolassO' di tempo, nel corso del 1983. I contrattiS'ano stati firmati nell'aporiJe del 1982.

AHara comprendo Ila Eretta che ha indottoa.u'unanimità la C~enza dci Oaipigrupp'Oad iscrivere questo provvedimento all'ordinedel giorno dei nostri 1a.'V'ori.Ma questo prov-vedimento è, aHa stato attuale dei fatti, unapresa in giro del Parlamenrt:o, peI"Chè si tmt~ta di una sanatoria a posteriori di spese deci-Sle,fuori della legge e della Costitu~ione, dalMinistro ddla difesa oon rassenso del Mini~stro del tesoro.

È una strana rona £ranoa daHe aJJOI1IIleedai princìpi della ccmtabiHtà ,dello Stato quel.la che si st.a creando i1ntaI1lloal Ministero del~

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Senato della Repubblica ~5 ......., VI Il Legislatura

17 MARzo 1983580a SEDUTA (antimerid.) ASSEMBLEA - RESOCONTO STENOGRAFICO

la difesa, signor Presidente. Vorrei doman-dare quando ma'i il Ministl10 del teSQro auto--rizza ~ in assenza di autorizzazione legÌ'S/la..

t'Ìva di spesa ~ altI1i mini'steri ad effeHuarei loro programmi in assenza deiHe ,leggi ohedevono giustifìicarli.

Sappiamo che esistono leggi votate dalParlamento che per ragioni di bH:ancio nonvengono finanziate. Sappiamo che nel cam-po delle fel1rovie, dell'ediHzia residenziale,dell'agricoltura, nel campo degli i>nvestimentiindustri'ali, che significano Jotta aJl1adisoc-cupazione, .leggi approvate dal Par1amentonon sano attuate per mancanza di finanzia-menti a causa della cris'Ì economica del paese.Ma 10 10 stesso Mini'stro ,&l,tesoro che vienequi con le S1-tIeleggi finanziarie e con i suoibilanci dello Stato a chiedere ~ anche giusta-mente per la situazione econOlillica del pae-se ~ di fa1cidiare spese ,che sano già aJUtoriz-zate dal Pa:::1lamento,contro 1a legge e controla Costituzione autorizza La s'Pesa per pro-grammi che dal Parlamento nero sono s1Jatiapprovati.

Il Senato della Repubblioa r1biene, c1i£roiJ.1-te ad un procedimento d'accusa, di dover pro-cedere a posteriori all'esame di questo dise-gno di legge e di dovere, senatore Della Briot-1:a(perchè di questo si tratta), preferire que-sto disegno di legge e di-scuter-Io 'OggianziClhèquel p.rovvedimento sui parchi naturali chetutti d'accordo, quando lo rinviammo inCommissione, dicemmo che doveva tornareal massimo entro due o tre settimane in Aulaper la conclusione del 'Suo iter. Oggi sappia-mo che il disegno ~dilegge sui parchi naturali,senatore Della Briotta, non arriverà in que-st'Aula prima di giugno. . .

L E P RE. Bisogna attendere il veJ1de!

S P A D A C C I A. .. .pokhè inizierà l'esa~me del decreto sul costo del lavoro, ci saran-no gli ahri dooreti e tutto id mese di aplrilesarà bloccato da'l biJ.ancio e dalla ~egge filnail.1~ziaria. Queste sono scelte politiche che si so~no fatte e si sono fatte ~ devo dire pUJrtrol)J-po ~ all'unanimità daUa Conrer'Cinza dei Ca-pigruppo.

Chiedo al Senato che si sopraSiSieda suquesto provvedimento, in attesa che la Oorn-

missione inquilrente porti a termine le sue de-terminazioni, e ,che 'si proceda iJn~ allascelta di altri programmi di Lavoro. N'On nemancano, a cominciare deHa legge sui 'PalIlchinaturali che è pronta per l'Aula. Certo, ci sa-ranno emendamenH, ma è una 'Strana giustifi-cazione. Si dice che, poichè VIi'sono moLtiemendamenti, non si può poptare dl disregnodi legge in Aula. Ma l'Aula c'è perchè i prov-vedimenti si'ano esaminati e perchè siano esa-minati anche gli emendamenti che si propOIJ1-gemo.

Se vi è invece, come sOSl)Jetto, la v;alontàpolitica da parte della maggioranza e di unaparte ,deWoppo'Sizione (non certo del~a mia)di bloccare la ;legge 'sui parchi natur.ailii, a~lo~Pa possiamo ~ perchè è nella facoLtà di que~st' Assemblea ~ tPaSlrorma;re il dihattiito suquesto provvedimenrt:o in un dibattito 'SuHecomunicazioni che il Ministro della difes'a cifarà questa mattina 'sulla poHtica della dife-sa e sui programmi miilitari di tale poliHca.Credo però che non dobbi-amo, a questo pun-TO.accettare questa presa in giro del Parla-mento dato che 'Oggi procediamo a sanareun'iUegaHtà che comunque è già 'stata oom-messa e aHa ratif.ica di un atto di VIeII1ae p['o-pria prevaricazione delle prerogative legisla-tive e della certezza del di:ritto da parte delMinistero della difesa 'e de,l M:i.nJistero del

tes'Oro.Per questi motivi, signor PresideIllte, I)Jro~

pongo che n'On si pas'si aHa discussione deldisegno di legge n. 1816.

G O Z Z I N I. D'Ornando di parlare.

P RES I D E N T E. Ne ha facoltà.

G O Z Z I N I. Signor P['esidente, colle-ghi, l'oPP'Osizione del Gruppo della Sinistraindipendente a questo disegno di legge è bennota fin daUa discussione che si è svoI,ta :inCommissione. Licenziato dalr1a CommÌ!s'sionenel giugno del 1982, grazie all'atteggiamentocontrario del nostro Gruppo e del Gruppocomunista solo oggi il disegno di legge ar-riva in Aula.

Voteremo a £avore deUa quesVione pregiu~diziale sollevata dal collega Spadacda, anchese non riteniamo che il giudi:do ,su questodisegno di legge debba essere .affidato, per

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Senato della Repubblica ~6~ VIII Legislatura

17 MARZO 1983580a SEDUTA (antimerid.) ASSEMBLEA - RESOCONTO STENOGRAFICO

un'ipotesi di reato di pecUllato per distraziiCrne, alla Commi'ssione inql1'iJreIlite: [SliamoIIlet-tamentecontrari ad affidare aolcodice penalela soluzione di questioni po1iJtiche. L'operatodel Ministro va giudicato in sede poLitica,dal momento che buona par-te dei rondd pre-visti in questo ilisegno di oleggesono già slÌatiiri:1piegati. E. doveroso 'rÌ'conosoore che il Mi-nistro, a quanto mi rilsulta, più volte ha soHe-citato la Commissione difesa e rSUCCle!Ssiva-mente la Presidenza del Senato a inserirequesto disegno di Ilegge n~ll'ordine del gior-no dei lavori.

Vote>remo a favore della questione pregiu-diziale perchè ci opponiamo nella !Sostanzaa questo disegno di legge che obbedisce a unalogica che noOnè Ila lIlostr:a Jogica e che noncrediamo possa essere la 'logica della pace dacostrui~e nel mondo. Se, in lsede di Com.fe-renza dei Presidenti di Gruppo, nO)] mi 'SOIIlOavvalso degli strumenti regolamenmri per di-scutere in Aula sul calendario rstab:iJ:ito, èsempl:iJcemente perchè ~ .faccio questa di-chiarazione sul piano peI1sonale ~ 'SOlIlO ab-

bastanza alieno dal gioco parlamentare deibrev-i 'rinvii: avremmo rguadag1Ilato sì e noqualche settimana. Preferisco che si voti afavore della questione pregiudiziale propo-sta dal senatore Spedé\JOCÌiaper sottolinearela nostra opposizi:one di sostanza 'al dilSeg:r1odi legge e per s'ott-oJineare un compolVtamentodel MiniSlÌro politicamente di'Scutibile. Nonentro nel merito del problema relati.'V'Oal fat-to che il bilancio aveva o meno dei .fondi aciò destinabiH. Certo è che il di,segno di leggeavrebbe dovuto essere presentato molto pri-ma del marzo del 1982, dal momento che giànel 1980 il quotidiano « Il MesSlagero » pub-bUcava una Dotogr-afia del prototipo del-l'AM-X.

Per queste ragioni, signor P["esddoote, v:ote-remo a f.avore ,della questi.one pregiudizialeproposta dal SeI1:alÌoreSpadaccia.

C O R A L L O. Domando di parlare.

P RES I D E N T E. Ne ha facoltà.

C O R A L L O. Signor Piresidente, vorreidichiaraI1e l"as:tensione del mio Gruppo 'Sullarichiesta avanzata .dal senatore Spadaocia,

motivandola, giacchè graIIl parrte dellle criti-che che sono Sltate da Jui mosse 'Sono condi-vise dalla nostro parte poHrbica, tanto è veroche in sede di di>scus&ione genemle ~ areJ.la

quale mi appresto ad intervenire ~ lIlion po-

trò che ribadire la nostra aspra cr1toica peril modo di ges.tire le ,spese miHtaI1Ì,che metrteil Parlamento di f.ronte al .fatto compirUito.

Tuttavia, signor Presidente, non possiamodimenticare che siamo noi S'tessi ad aver ;yo-Luto far presentare im.P.arrilaonentoquestlO di-segno di legge. NOli abbiamo condotto U!I1abattaglia per investire 11 Parloonento dellaquesHone, perchè ,i programmi 'Siivenivanosvolgendo senza che le Camere fossero chia-mate a pronunciarsi mrim.imamel1lte:atrtJraver-so storni, attrra'Vers:o dirottamenti e attra-verso modifiche dei progmmmi già votati sistava procedendo nell' aisSOllutaillgnoram.zadaparte del Parlamento.

Noi abbiamo portato avanti Ult1labattagliiaper richiredere 'al GQJVICTD.Oche !risolvesse laquestione presentando un disegno di legge;di conseguenza su quest'ultimo noi voglia-mo, a questo punto, sollevare determinatequestioni entrando nel merito. Allora, evi-dentemell1te, vOltare 'a fa'Va're delila quesrtionepregiudiziale, cioè impedire che .iJlParlamen-to discuta la materia, ci sembrerebbe con-traddittorio 'rispetto ,alle posiziOlni che ,abbia-mo fino-ra assunto. D'altro canto, poichè com.-dividiamo molte delle oritiche che 'Sono sta-te avanzate al riguardo, il Gruppo comunista,signor Presidente, dichiara di astenersi nellavotazione sulla questione pregh:udiZJialeaVall-~ata dal senatore Spadaccia.

P RES I D E N T E. Metto ai voti 1aquestione pregiudizi aie, propos1ta dal sena-tore Spadacoia. Chi l'approva è pregato dialzare la mano.

Non è approvata.

La Conferenza dei PI1esidenti dei Gruppi,riunitasi il 15 marzo 1983, ha disposto -che,prima dell'inizio deHa discussione generale,abbia luogo l1'll'espos.izione del Mini'stro del-la difesa sugli orientamenti del Governorin merito ai prrogrammi di ,ricerca e sviiluppo

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Senato della Repubblica ~7~ VIII Legislatura

17 MARzo 1983580a SEDUTA (antimerid.) ASSEMBLEA ~ RESOCONTO STENOGRAFICO

in materia di costruzioni aeronautiche e ditelecomunicazioni.

Ha facoltà di parlare il Mmistro delladifesa.

* L A G O R I O, ministro della difesa.Signor P,residente, onorevoli senatori, c0-me è stato definito dalla Conferenza dei Ca-pigruppo, è opportuno premettere cvlla di~scussione generale del disegno di legge re-lativo ai programmi di ricerca esviluplpo~ AM-X, EH-lO l e CATRIN ~ una pano-ramica delle motJivaziol1Ji di carattere gene~rale che impongono alla Difesa l'adozionedi questi programmi che attengono al rin-novamento e all',aw.:modernamento dellecomponenti operativa e addestrativa dellenos'rre forze armate.

Mi preme subito .predsarre che i program~mi di cui sii discute non modificano, maanzi sottolineano con grande evidenza, ilcarattere esclusivamente ctifensivo della :no-stra polWca e della nostra preparazionemilitare. I.l punto fermo dal quale è neces-sario ,prendere le mosse ~ un pumo fer~

mo che ritengo possa essere condiviso daognUillO di noi ~ riguarda il fatto che dopola fine della seconda guerra mondiale n ta-lia ha deciso di darsi, in collegamento conaltri paesi Vlidni per orientamento j;stitu~zionale, politico e socio-eoonomioo, U!l1Jadi-mensione politi.co-<ffiilitare a carattere dgo-rosamente difenSiivo, da realizzare i:n unaadeguata cornke di sicurezza.

Qucvlecorollario a questa scelota 1'1talia haoptato per la realizzazione di un suo stru~mento militare stretta..rnente limitato allenecessità di difesa del paese, uno strumen-to che, sia pur mantenuto per ragioIlli dispesa ad un livello IDÌ:l1Jimodi effkienzaed integrato in un sistema difensivo plulli-nazionale, ha il compito di proteggere dllpaese da ipotetiche offese esterne.

Ho più volte illus.trato al Padamento .iJdisegno organico che caratterizza gli indi~rizzi di politica militare del nostro paese.Mi preme qui sottolineare Ul1JpUlIltO (miriferisco ill'appaI'tene:nza dell'Italia all'M-l'alleanza athmti:ca): la NATO è un'aJ1ea1Il~za difensiva e geograficamente deldmitata,composta da Stati sovrani geloSli deUa pro-

pria autonomia e della pl"OpI1iai!l1Jdipenden~za. A più di 30 aimi di distanza dalla suastipula, si può dire che il Patto atlantico,in un mondo scosso da guerre, conflitti elacerazdoni, ha contribuito a dare lunga:men~te all'Europa un 1J1egime.di pace. L'Italiaritiene quindi che il oonsolidamento di que-sto patto e delle <relaZJioniche interOOiI'Tonotra i suoi membri, costituilsca un importalIl>-te elemento di sicurezza e di SttabHizzazio-ne in una delle aree più nevralgiche delmondo. A questo riguarrdo, volendo traccia-,re UIIl iTapido quadro dei ra,pporti tra Pattoatlantico e Patto di Varsavia e della situa-zione del Mediterraneo, che è ,la cornice me-ridionale della diiI1ettrice Est-Ovest, si puòdire che, nonostante l'aocendersi periodicodi tenSiioni in settori geografici diversi, rllOIIlsono intervenuti lin Emopa mutamenti taLida modificare nella ,sua essenza il quadrogenerale della situazione, ove si escluda [apolemica in corso sulle forze nucleari i.nter~medie che trova la sua es:pres'sioI1le nel ne~goziato tra Statti U[)Jiti e Unione Sovieticaa Ginevra. A metà degli anIIli '70, come icolleghi certament,e ,ricor:dano, nel clima deltrattato di Helsinki, li rapporti di forza iII1Europa er:ano favorevoLi al Patto di Var~savia in ragione di tre a uno. Come è noto,questo rapporto era e sarebbe tuttora ac~cettato dai paesi occidentali in quaJ11ltoè unrapporto « sopportabi:le» e che ha esclusi~vamente una strategia difen,siva. Chi haesclusivamente una strategia difensiva, in-fatti, è in grado di com:trappoI1re, per d:ifen~dersi, una brigata ad una divÌ1siOlIle.Talesituazione, tuttavia, determinava, e se po~tessimo ripristinarrla determinerebbe, esdu~sivamente una di:stenSlione mHitare t<ra Ested Ovest, non una diMensione poLitica, cheè quella che conta ed è a questa ulmma,infatti, che aS1pkiamo: UIIla,disrtensione cioèche sia capace di superare la pace freddanella quale viviamo e di aprire la stradaalla collaborazione ed alla fiducia tra leparti. Dell'assenza di questa distensione p0-litica non siamo certamente soddisfatti. Va-lutiamo, sì, come fatto positivo la stabilitàdella lunga linea di demarcazrione che daCapo Nord .in Norvegia sCGnde fino a Trie-ste, ma esprimiamo il nostro rammarico per

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Senato della Repubblica ~ 8 ~ VIII Legislatura

17 MARZO1983580" SEDUTA (antimerid.) ASSEMBLEA- RESOCONTOSTENOGRAFICO

la estrema difficoltà con cui procedono dIdialogo Est-Ovest ed i negoziati per 11 di-sarmo. Al dialogo ed ai negoziati l'Itailiaattribuisce una rÌilevanza planetaria e s.i sfor-za di dare tutta il 'Suo contributa.

Il negaziata di Vienna sulla riduzione mu-tua e bilanciata delle forze miHtari conven-zionali segna il passo essenzialmente per-chè è stato fimora impossibile concordarele necessarie forme di ispezione locale chedevono cons'entire la veriIfìica sulla puntua-le applicazione degli accoy,di. I due nego-ziati sulle aI'mi strategiche e sugli euromis-sHi, in corso a Ginevra, procedona anch'es-si a ,rilento per le difficoltà di trova're uncomune punto iniziale di intesa; per quan-to concerne in particalare gM euromisslliè noto che l'Italia fa affidamento sulla 'pro-posta cosiddetta dell'opzdone zera, ohe haincoraggia'to 'l'Unione Sovietica ad accetta-re di prendere posto al tavolo delle tratta-tive. È anche noto che tal>e proposta (opzio-ne zero) è nata nell'autunmo del 1979 pro-pdo nel Parlamento italiano COI11la formu-la della clausola dissolvente. C'è da augu-rarsli che la trattativa possa determinaresviluppi posiitivi in m'Odo che !'idea dellacancellazione in Europa degli euromissiHdall'1.ma e dal>1'altra parte fini'sca con il pre-valere. All'annuLlamento di questo schiera-mento biJaterale missHistico confermiamoancora UiIla volta di essere estremamentefavorevoli in UiIla situazione di garanzie bi-,lanciate. L'Italia ha fiducia che la ragione-volezza .fìi:nisca con il prevalere a Ginevrae che quindi Comiso resti una base disar-mata.

Noi pensiamo ohe il successo delle trat-tat1ve a Ginevra stia nella possibilità cheEst e Ovest si facciano reciproche conces-sioni e che esse siano realmente garantdte.Se un accordo sarà raggiunto l'Europa I1i-tornerà ad un equilibrio di forze che eragià stato accettato daH'Occidente.

Indipendentemente comunque daLla pole-mica sugli euromi'ssili, la situ~one in Eu-\ropa appaire relativamente oristaUizzata. Ta-le cristallizzazione, se COI1Jsentedi guardarea>Il'avvenire in Europa senza cupo pessimi-smo, nOln apre ancora le 'strade ad un di-sanno generale e oopone quindi alcune cau-

tele militari difenSlive che in uno scenariodi equilibdo di farze comportano un ine-vitabile processo di sostituzione dei siste-mi d'arma eSlistenti via via che il tempo nedetermina l'obsolescenza.

C'è poi il Mediterraneo. Un esame anchesommario deIJa situaZIÌone attuale nella re-!?Jione mediterranea nan può non susCÌta>repreoccupazioni. Tutte le problematiche a-perte, tutti gli elemOOiti di cnisi focalizzatisoprattutto nella insolubile tragedia delMedio Qri,oote, lungi dall' essere attenuati,sano andati accentuandosi a seguito dell'in~vasione is.raeliana del Libano. Il problemapalestinese ha assunto nuove fisionomie edrammaticità, ma non è per questo più vi-dno alla soluzione. In realtà esso mantie-;ne inalterata la sua complessità e continuaa mina're tuttd. gli equilibri nel settore conpossibilità di innescare ulterio:Di e più peri-colosi focolai di tensione in aree vicine. Ilconflitto tra Iirak e Iran con i suoi ri,flessisu molti paesi arabi, l'immutata presenzasovietica in Afghani,stan, ,le punte di elevatatensiOi11e nel Nord Aiirica, i contrasti fraLibia, Stati Uniti, Egitto e Sudan, il con-tenzioso e i oonHitti tra Somalia ed Etia-pia, in Etiopia fra la tradizionale Abissiruiae l'Eritrea, sono situazioni gravi che trova-no una diretta e logica proiezione nell'areamediterranea per la sua contiguità strate-gica con il cOlllti>nenteeurQpeo. Questa gra-ve instabilità non può non destare preoccu-pazioni in un paese come l'Italia .che si pro-lunga nel Medi,terraneo e che ha una fittarete di rapporti con tutti i paesi rivieOC'aschi.

In questo quadro nasce una serie di pro-blemi sia per la NATO sia per 1'1talia. LaNATO ha precisi limiti geografici stabilitinel Trattato del Nord Atlantico del 1949. Al-l'Ora la situarione geopoHtica era per moltiaspetti differente dall'attuale e in pa;rtico-lare til Mediter:raneo poteva considerarsi unmare oompletamente occidentale, diciamocosì, ed i paesi che vi si affacciavano nonerano nè peroo.rs:i dalLe tensioni attuali nèdotati di consistenti mezzi bellicli. Questasituazione co'l tempo è mutata. Non solo ,ilMediterraneo è divenuto un mare con unanotevole pres.enza navale sovietica (il 2Sper cento di tutto il traffico navale nel Me-

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17 MARZO 1983

ditenaneo si svolge sotto la bandiera del~l'Unione Sovietica), ma alcuni paesi del [d~torale nordafricano si sono dotati di ma:s~sicce forze terrestri, navali ed aree chesuperano spesso le eSligenze di carattere di~fensivo e superano anche la stessa capaClitàdi impiego da parte di personale unica~mente nazionale.

Questa situazione impone all'I taI.ia, cheper posizione geografica e storica ha unadupJice identità, europea e mediterra:nea, diadoperarsi nel contribuire aLia stabiLità lealla distensione non solo in un contestoatlantico, ma anche in urn. contesto :rnedi~terraneo. Tale contributo, /naturalmente, de-ve sostanziarsi in amoni di politica estera(cooperaZJione, assistenza e amidzia), azio-ni che l'Italia può svolgere grazie al ~adodi sviluppo industriale, culturale, economi~co e tecnologico ragglitmto. Ma non ci pos-siamo nascondere che rin:iziativa politica hasempre <il suo dovuto credito ove sia sup~portata da alcune possibilità in campo mi-litare capaci eLi dare uno spessore al con~cetto di indipendenza nazioIllale e capaci,quindi, di sott:rarre la politica estera delnostro paese rui condizionamenti e VÌtncoliche del1ivano dalla presenza nel mondo del-le cosiddette grrundi potenze.

In questo contesto vanno visti alcuni con~tributti di garanzia e di pacificazione chel'Italia, su esplicita richiesta di paesi viciniche hanno apprezzato la volontà politicadel nostro paese, ha ~ornito nell'ultimo an-no con la costituzione della Forza multina~monale di pace, prima nel Sinai, poi a Bed-rut, e nello stesso contesto va vQsta l'azioneitaliana volta a riconoscere e a garantirela dichiarata neutralità assoluta di un paesestrategicamente importante come la RepUib~blica di Malta.

Passiamo ora aLla considerazione di al~cuni riHesSti militari. Senza allrurmismi, macon attenzione, dobbiamo sottolineare chele reali capacità militaI1i del Patto di Var-savia so:rw alI1!date aumentando nel tempo.Mi riferisco in primo luogo alla presenzadi quegli eummissHi che, a partire dal 1977,hrunno mutato un equilibrio miHtare che siera consolidato e che a quel momento ve..niva accettato, ma mi riferisco anche al

potenziamento della componente tenestredel grUiPpo di forze sud del Patta di Varsa-via. È un dato di fatto comprovato che di~mostra che mentre questo complesso di for-ze (il gruppo <diforze sud del Patto di VaJr~savia) era, fino al 1975, tenuto in soggezione

~ come si dice con una terminologia mutua-ta dagli ambienti militari ~ cioè considera-to di minor importanza rispetto ad altriscacchieri europei, l'URSS dà oggi a que~sto fianco sud maggiore rilievo di quantone abbia dato in passato. Questo mutamen~to è qualitativamente ,rinforzato dal cambia-mentO' di 'molo assegnato allo strumentoaereo nel settore sud dei paesi del Patta diVarsaV'ia. Infatti, per fioLto tempo le forzeaeree di questo ,scacchiere avevano avutoaSosegnati compati difensivi mentre oggi imateriali e i mezzi aerei difensivi a di8iPo~sizione di questo firunco sud sono di altrotipo e, teoricamente, sono utilizzabHi ancheper compiti di offesa.

Detto questo, si può hen affermare chela situazione è ,caratterizzata da quattro pro-blemi essenziali: potenziamento quantitativae quaHtativo deli sistemi d'arma del Patto ,diVarsavia; omnidirezionalità di possibdli attiostili verso il nostro paese, dovuta al note-vole e progressivo potenzia:men:to della capa~ci tà militare di alcuni paesi che slÌaffaccianosul Meditel~raneo; imprevedibilità di situazio~ni di crisi, di tensioni e di conflitti a'Pparen~temente limitati, causati dall'accresciuta ,in-stabilità dei paes,i dell'area mediterranea; di~minuita presenza nel MediteI"I'aneD di forzeaeronavali degli Stati Unhi. Per poter dareuna risposta a questi problemi occorre se-guire due diverse, se pUT convergenti, dire-zioni: nei rigua-n:m della NATO rriconoscerela necessità di mantenere stazionario il rrap-porto di forze tra Est ed Ovest come elemen~to di stabilizzaZJione de1la situazione europea;in campo nazionale, adottare le misure chesembrano necessarie per promuovere la sta-bilità regionale, c quindi ridurre le possibi~li cause di controversie minori.

Si pone quindi per l'Italia il problemadi disporre, sempreitn chiave esc1usivamen-te difensiva, di uno strumento militare chesia tecnicamente aggiornato e equilibratonelle sue tre componenti essenziali, terre-

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Senato della Repubblica ~ 10 ~ VIII Legislatura

17 MARZO 1983580" SEDUTA (antimerid.) ASSEMBLEA ~ RESOCONTO STENOGRAFICO

stre, iIlIavale e aerea, in fuI12JÌonedegli impe-gni che, in misura diversa, gravano su ognu~ria di queste forze e che derivano dalle no-vità registrate nella situazione genocale; inaltre parole U!I10'strumento militare che inprim'O luogo contÌiIlui a proteggere adegua~tamente la tradizionale frontiera nordorien~tale e, ad un tempo, offra la necessaria co-pertura ,al paese rispetto ad eventuali <rischiche dovessero profilarsi dal sud.

Da qUaiIlt'O fin qui espost'O si può desu-mere che il nostro paese deve ispirare lasua politica militare ai canoni difensivi con-solidati dell' Alleanza 'atLantica in Europa.In più deve accrescere la propria vigilanzaverso sud, dove momenti di tensione e dicrisd non son'O impossibili, s'On'Opiù ddf£i~cilmente identi£icabili e prevedibili, ma nonper questo meno perioolosi, propri'O perchèin grado di interferire suH'equildbri'O P'Oliti~co militare mediterraneo che tanta impor-tanza :riveste per ill n'Ostro paese.

In quest'O contest'O generale, poSS'O di'reche non sd tratta eLiintTodunre profonde roe-vi'si'Oni nell'ormai tradizionale concett'O didifesa avanzata. È necessario invece acore~scere, 'per le f'Orze terrestri in primo luogo,alcune capacità ,difensive che da tempo ven-gODOconsiderate ,prioritarie e che sono sta~te più volte illustrate ail Parlamento. Mi ri~ferisco im.particolare ai settori della difesacontrocarro e della difesa controaerea, set-t'Ori nei quali le condizioni generali del no-stiro strumento militaJre sono deboLi; miriferisco albresì aHa mobilità e alla pron~tezza operativa sia dell'O strumento mili-tare, s1a del 'supporto logistico, che vann'Oentrambe accresciute; mi riferisco al r-af-forzamento deHa ,rete di avvistamen.1'o radar,soprattutto nel sud e nelle isole, per au-mentare la possibilità di difesa della peni-sola e ,infine mi riferisco aU'esigenza di unacerta diluizione verso il sud di una parteJelle forze 'Oggi f'Ortemente concentrate nelcentro-nord del paese, onde coprire megl,io!'intero teruitori'O nazionale, anche come pre-sidio e protezione civÌlle. La messa a pUJ1todi uno strument'O mi:1itaJre difensiv'O di que~sto t1rpo è in corso di attuazione, e natural-mente ha tempi e modalità di realizzazioneche tengono COiIlto delle risOTse dispondbrili

e dd1a necessità di non inJCidere in modosqruiltbrat'O sul bilancio globale dello Stato.L'obiettivo a cui si tende è il raggiungimen-to di standards minimi per la nostra sicu.,rezza ~ionale.

A questo propos.ito, 'mi preme ancora unavolta ,sottolineare che dal termine dell'ulti.ma conflittolI1..ondiale l'Ita:lia ha sempre s'e-guito una politlca militare strettamente erigorosamente difensiva e che le fo['ze ar-mate, pur nel mutare delle situaz:i'Oni e te-nendo presente l'evoluzione dei mezzi, han~no informato costaJlltemente l'elabo["azionedella loro dottrina operativa ed addestrati~va, a fini difensivi. Lo ,stesso strument'O mi-litare nel suo complesso è stato, è e 'saràcommisurat'O esclus.ivamente alle esigenzedi difesa. Ne c'Onsegue che anche i materia-li e gli armamenti sono stati, sono e sarannocalib["ati per le necessità ,difensi'Ve e di si-oUJrezzadel nostro 'Paese. Tale impostazdone,nel qUaJdro difensiv'O generale dell' Alleanzaatlantica, si traduce nell'adozione, per lenostre forze armate, di sistemi d'arma di~fensivi, che es'primono 'Possibilità tattichee non strategiche. Si tratta in genere ,di aIT-

mamenti a ..cosiddetto «brocCÌ<o cortO}) .perle forze terrestri, di veliv.oli a non elevato,raggio di azione per quelle aeree e di UiI1Ì!tàdella Macina idonee a svolgere azioni dioontroHo e di difesa ravvicinate.

Naturalmente, anche questo ruolo ,ddfen~siva richiede un aggiornamento dei materia~li e degli armamenti in relazione alla .obso-lescenza di quelli -in dotazione. I si'stemid'arma che vanno a s'Ostituire queHi che de-vano essere abbandonati per vetustà devo-no necessariamente ispirarsi ai progressidelh tecnologia. In questo settore, quellocioè dell'ammodernamento e del rinnova-menti dei mezzi di difesa, le nostre f'Orzearmate hanno cronÌCa'll1ente sofferto gravilacune che dl Padamento conosce bene peraverle mpetutamente dibattute in occasionedella wsoussione dei bilanci militari e, nel~la seconda metà degli anni '70, in occasionedeLla predi'Sposizione del varo delle C'Osid-dette leggi promozionaLi per le tre forze ar-mate.

È propJ:1io nella seconda metà degli aIlll1i'70, in un clima politico nazionale che fa~

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Senato della Repubblica ~11~ VIII Legislatura

17 MARZO 1983580" SEDUTA (antimerid.) ASSEMBLEA - RESOCONTO STENOGRAFICO

vorì un mutalIIlento della politica miUtaredel nostro paese, oon il sosteg,olO di un lar-go schieramento parlamentare, che ci sii èposti il problema di come dotarsi di forzearmate ad UiIl giusto livello di efficienza,con l'impiego di risorse finanziarie soppor-tabili. A condustone di UDiampio dibattitosono stati allora decisi un processo di :ci-strutturazJione e un prog,ramma di poten-ziamento e di ammodema:mento delle forzearmate, da attuarsi entro il 1985.

La scelta della seconda metà degli aJN1i'70 è ancora valida e l'attuale gestione delMinistero della difesa si sente impegnataa portarla avanti ed a svilurpparla con coe-renza. C'è tuttavia da dire che, a distanzadi sei aThni dall'avvio della iI'ist'rutturamone,i piani allora messi a pUiIlto non hanno an-cora trovato completa attuazione, ma han-DIOanzi subìto significative vari<anti ancheper effetto di sHttamenti successivi dei pro~grammi che all'epoca erano stati individua~ti. Conseguentemente lo strumento mHita-re, nispetto a quello a suo tempo previsto,presenta attualmente, e presenterà anche nel1985, carenze notevoli, qualitative e quanti-tative.

Va tuttavia detto che in alcuni settori,grazie alle decisioDli parlamentari ora rlieor-date e alla J1ealizzazione di aLcuni progJ'am-mi significativi delle leggi piI'omozionali, so-ThO~tati J:'eaIrlzzati miglioramenti cospicui eaddirittura alcuni salti ,di qualità. Residua-no ancora molte carenze, sia per quanto Ti-gua]1da la validità tecnko-operativa dei mez-zi materia1i, sia per la llOro stessa quaLità.

I problemi finanziari generali stanno al-l'origine di questa situazione. n Consigliosupremo ,di difesa, presieduto dal Capo del-lo Stato, nella sua miunione del geI1l.1ia!io1981,preso atto che i programmi decennali del1975 non potevano più eSS.eiI'erispettati, hadeciso di ultimarli con uno sHttamento di5 anni, dal 1985 al 1990, precisando che, perriuscire nell'mtento, ,i biJlaDJOidegli anni'80 avrebbero dovuto ,rispondere ad una ilp~tesi finanziaria fondata sul consoHdamento,anno per anno, della parte di'sorezionale delbilanoia del 1981, incrementata aDlnualmen-te e costantemente del 3 per cento in ter-mini reali, secondo glti impegni assunti dal.

la Conf.erenza dei Capi di Stato e di Gaver-no dell'Alleanza atlantica, svo1tasi a Washing-ton Iliell'estate del 1978.

Ma neanche questo è stato finora possi-bile. Il Parlamento sa che :i bilanci militariper gli anni 1981 e 1982 halma segnato con-siderevoli aumenti di spesa. Ma il Parlamen-to sa anche che gli aumenti sono stati dev~luti al ,ffiigHoramento deHe condizioni delpersonale, dell'addestramento, delle infra-strutture e della manutenzione dei mate-riali. I capitoli relativi all'ammodernamen-to e al ,rinnavamento dei sistemi d'arma S~no stati, ,invece, cornrpiI'essi.

Il bilancio militare ,per il 1983, reso au-stero per rispondere alla politica generaledi rigore che impegna tutto il paese, non hamodificato gli .orientamenti, ara ricordati,dei bilanci :precedenti.

In questo quadro si pongono alcune con-siderazioni. In primo luogo, vi è da direche se in passato si è :provveduto a limitareal massimo il gap ,tra 1e rreali esigenze didifesa e .t'effettiva capacità delle forze air-mate mediante le leggi promo:n.ionali, la ec-cessiva rigidità di questo strumento legisla-tivo, di fronte al dilatarsi dell'inflazione edi fronte alla velocità di progressione del-l'irmovaz>ione tecnologica, rende oggi neces-sario il ricorso a procedure più flessibiH,tali da consentire interventi più tempestivi.

Le leggi promozionali, infattd, naDl hannoavuto l'effetta desiderato, in quanto sfasa-te nel tempo .:rispetto al'le esigenze J'eali. Sirende, p.eiI'tanto, necessario .il ricorso anchea leggi particolari, specifiche per i vari set-tori e per :i vari 'sistemi d'aiI'ma, che ,sianoin grado di apportare i correttivi necessarial mamento gimto, se si vogliono evitarecrisi nel sistema complessivo di difesa.

Ecca perchè il Ministero della difesa hapreseDJtato al Governo ed :il Governo ha pre-sentato al Parlamento un disegno di leggeoome quello 'Sui programmi di ricerca e disviluppo ~ AM-X, EH. Wl, CATRIN ~ in

materia di costruzioni aeronautiche e di te-lecomunicazioni. Confidiamo, con questostrumento 'legislativo, di riempire alcune la-cune vìi,stose e pericolose del nostro appara-to mi1itaiI'e e difensivo.

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Senato della Repubblica ~ 12 ~ VI II Legislatura

17 MARZO 1983580' SEDUTA (antimerid.) ASSEMBLEA - RESOCONTO STENOGRAFICO

Il problema di dotare l'Aeronautica di unI1IU!OVOvelivolo tattico, la Mwrina di un nuo-vo eLicottero cacciasommerg1bili, l'Esercitodi un sistema moderno di comunicazioni, èun problema reale ed essenziale per le no~stre forze armate se vogliamo tenerle adun livello minimo di efficienza nel corsodegli anni '80 e degli anni successivi. L'esi~gema di questi mezzi è insopprr'imibile.

L'UI1JÌ.caalternativa al disegno di Ileggepresentato dal Governo sarebbe la rinun~zia allo svriluppo naZiionale dei progmmmiin questione, ma non la ,rinunzia a questisistemi d'aI'ma, bensì ,il ,rkorso all'acquistodi questi sistemi d'arma su.i mercati esteri.I vantaggi per l'industria e H lavoro italia-ni sono 'stati ampiamente i<llustrati nella re-lazione di presentazione del disegno di leg-ge. Evito, quindi, di dilungarmi su questopunto.

I programmi di ricerca di sviluppo inwrgomento, oltlie che esprimere la vera ca-pacità di investimento della difesa, si inse~dscono nel contesto della programmazioneeconomica del Governo per l'incentivazionedei settori dell'industria italiana che, perle 101'0 caratteristiche teonologiche e inno-vative, si collocano tra gli strumenti fon-damentali di sv.iluppo e di recupero delladifficile congiuntura economica nella qualevena mIpaese.

Non va sottovalutato, inoltre, che tale atti-vità trova anche riscontro nella politica go-vernativa dei paesi più industrializzati cheseguono una solida linea di sostegno eco-nomico e promozionale delle industrie aero.nautiche ed elettroniche che si collocano trai set tori più traenti delle economie avanzate.

Dirò adesso, brevemente, qualche parolesui tre programmi. In primo luogo, il pro-gramma di ricerca AM~Xche cosa prevede?Prevede lo studio, lo sviluppo e la produzio-ne di un nuovo velivolo da caccia tattico leg-gero per la sostituzione di velivoli che giàabbiamo: i velivoli Fiat G91-R e F104-G. ~un velivolo destinato a svolgere compiti pri-mari di appoggio diretto ricognitivo alle for-ze di superficie terrestri e navali. Poichè ivelivoli Fiat G91-R e FI04-G, in dotazionea otto gruppi di volo della nostra Aeronau.tica, a partire dai prossimi 5 o 6 anni, oltre

a non avere alcun significato operativo, a-vranno completamente esaurito la loro vi~ta tecnica, si rende necessaria la loro gra-duale ma tempestiva sostituzione a partiredal 1986. Il programma riveste quindi perl'Aeronautica militare, e per !'intero strumen~to militare, vitale importanza ed elevata prio~rità, interessando l'ammodernamento di ot~to gruppi di volo per complessivi 187 veli-voli che rappresentano circa il 50 per centodella consistenza complessiva dell'aV1Ìazioneitaliana.

Pertanto, sulla base di studi avviati nel1970, lo stato maggiore dell'Aeronautica haformulato, fin dal 1977, il cosiddetto «re-quisito militare per un nuovo caccia », con-cernente sia la filosofia operativa che leprincipali caratteristiche e prestazioni cheil futuro sistema dovrà assicurare. Questorequisito militare è stato affidato all'industria nazionale, un pool tra Aeritalia e Aer-macchi, per l'elaborazione di uno studio difattibilità e per la relativa analisi dei costi.Contemporaneamente, è stata condotta unaanalisi di mercato su sei soluzioni di veli..voli stranieri già esistenti o in fase di svi~luppo (Alpha-jet, HS-1182, A-4, FooSE,ORAO,Jaguar, velivoli ,esistenti o a livello di ,studioin paesi occidentali), che erano apparsi, inprima approssimazione, più rispondenti alrequisito del nostro AM-X.

Da un'analisi su otto progetti di velivolicostruiti dall'industria nazionale attorno adaltrettanti motori disponibili sul mercatooccidentale per l'installazione dell'AM-X, èemerso che nessuno dei velivoli stranieri erain grado di soddisfare pienamente i requisi-ti richiesti (caccia, tattico, leggero) di ap~poggio alle forze di terra e navali.

Da una prima stima risulta che le atti-vità di sviluppo nazionale dell'AM-X compor-teranno 8 milioni di ore di lavoro, contro laquantità, pressochè nulla, di un'eventuale ri-produzione su licenza di un velivolo stranie-ro e che le attività di produzione e suppor-to assicureranno 52 milioni di ore di lavoro.Come è noto, è prevista la partecipazione delBrasile al programma. Tenuto conto del fat-to che la quota di partecipazione in base allaproporzione tra il fabbisogno di velivoli delBrasile (79) e il fabbisogno dell'Aeronauticamilitare italiana (187), è pari al 30 per cen-

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Senato della Repubblica ~13~ VIII Legislatura

17 MARzo 1983580a SEDUTA (antimerid.) ASSEMBLEA - RESOCONTO STENOGRAFICO

to, il programma comune consentirà all'Ita-lia una riduzione delle proprie spese sia infase di realizzazione che in fase di produ-zione del progetto. In complesso, ne derive-rà un notevole risparmio rispetto all'onereglobale di spesa che la parte italiana avreb-be dovuto sostenere se avesse condotto ilprogramma da sola.

Da tale cooperazione derivano concretivantaggi sotto il profilo economico-industria-le sia per la portata e la qualità degli inve-stimenti che per il ritorno di lavoro nel pe-culiare settore aeronautico, sia per le pro-spettive di affermazione sul mercato inter-nazionale dell'industria nazionale alle cuipossibilità si aggiungono quelle che il pae-se partner, il Brasile, potrà sviluppare nellapropria area di influenza, favorendo indi-rettamente anche l'Italia.

Sottolineo peraltro che non si è trascura-to di compiere ogni possibile tentativo perrealizzare il programma attraverso una col-laborazione in ambito europeo presentandoil medesimo in sede NATO e mediante con.tratti bilaterali.

Veniamo all'elicottero. . .

P I E R A L L I. I due terzi li spendia-mo noi, ma per adesso non vendiamo niente.

B O L D R I N I. Non avete nessun mer.cato.

L A G O R I O, ministro della difesa. Se-natore Boldrini, non credo che noi consu-miamo gran parte del nostro tempo per cer-care mercati dove vendere la nostra produ.zione; noi consumiamo gran parte del no-stro tempo per cercare di dotare il nostroapparato difensivo di quanto gli occorra peressere al minimo all'altezza delle esigenzedifensive. Il resto viene di conseguenza e ciinteressa molto meno.

B O L D R I N I. Come fate a preparareun programma senza tener conto del mer-cato?

L A G O R I O, ministro della difesa.L'EH-101 è un programma volto a realizzareun prototipo per il successivo avvio alla

produzione di un elicottero medio-pesantecon compiti primari di difesa antisommergi-bile. L'esigenza è prioritaria in quanto laMarina militare, per mantenere invariate lacapacità antisommergibile nel quadro deisuoi compiti di difesa sul mare, dovrà, a par-tire dal 1987-1988, provvedere alla gradualesostituzione dell'esistente linea degli elicot-teri antisommergibile attualmente in dota-zione e che sono del tipo SH-3D. Il proget-to sarà sviluppato in comune con la GranBretagna, in quanto le Marine dei due pae-si hanno confermato l'esistenza di forti ana-logie fra le esigenze, in particolare riferiteai requisiti operativi ed ai tempi di entratain servizio, relative ai nuovi elicotteri chedovranno sostituire, rispettivamente, il SeaKing britannico e l'elicottero SH-3D italiano.Questo progetto oltre a costituire una solu-zione di avanguardia alle esigenze elicotteri-stiche antisommergibili della Difesa, offri-rà anche delle soluzioni tecnologiche di baseper la realizzazione di varianti per !'impiegocivile (supporto logistico delle piattaformepetrolifere marine e di complessi industria-li isolati per motivi di rischio tecnico e di in-quinamento, integrazione del sistema del tra-sporto aereo commerciale). Lo studio di pre-fattibilità, congiuntamente effettuato con ilMinistero della difesa britannico, ha consen.tito di delineare un progetto definito «abasso rischio », in quanto, sebbene basatosu tecniche e materiali avanzati, evita il ri-corso, laddove non necessario, a procedi-menti non sperimentati o particolarmentecomplessi.

Gli accordi raggiunti con le autorità bri-tanniche assicurano una suddivisione esat-tamente bilanciata degli impegni e delle at-tiVlità ~ SO per cento ciascuno ~ in modo

da garantire non solo un equilibrato svilup-po del nuovo elicottero, ma anche adeguatericadute tecnologiche per !'industria deidue paesi. A tale proposito appare opportunoricordare che, oltre alle due ditte costruttri-ci dell'elicottero, Augusta italiana e Westlandbritannica, avranno modo di partecipare alleattività in maniera sostanziale molte altreindustrie particolarmente nei campi elettro-nico e accessoristico, le quali potranno acqui-sire esperienze e tecniche la cui applicazio-

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Senato della Repubblica ~ 14 ~

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VIII Legislatura

580a SEDUTA (antimerid.) ASSEMBLEA - RESOCONTO STENOGRAFICO

ne potrà essere estesa anche ad attività di-verse da quelle dell'elicottero progettato.

Il programma di sviluppo è stato ormaiben delineato congiuntamente alle autoritàbritanniche e per il suo avvio attende sol-tanto l'approvazione del necessario finan-ziamento.

C O R A L L O. Signor Ministro, quantielicotteri dovrà produrre la Gran Bretagna?

P RES I D E N T E. Lasciamo termina-re al Ministro la sua esposizione.

L A G O R I O, ministro della difesa.Trentaseil La Marina militare italiana pre-vede la necessità di acquisire 36 elicotteriper sostituire gli SH-3D attualmente in linea.Tale sostituzione, tenendo conto della datadi introduzione in servizio degli attuali eli-cotteri ~ entrati in linea nel 1968 ~ do-

vrebbe iniziare non oltre il 1990, con una ca.denza di 6 elicotteri all'anno. Nel 1990 giàalcuni dei mezzi attuali avranno svolto ol-tre 20 anni di intensa attività e pertantoavranno ampiamente superato quello cheviene considerato il normale limite di effi-cace impiego operativo di un mezzo aereo.

L'avvio del programma è pertanto indila-zionabile, pena un grave decadimento dellaefficienza della linea operativa degli elicot-teri della Marina militare.

C O R A L L O. Nessuno ci ha ancorachiarito quanto darà la Gran Bretagna comecontributo alla progettazione e quanti eli-cotteri acquisterà l'Italia.

L A G O R I O, ministro della difesa.Ho già detto che gli elicotteri saranno 36;quindi la spesa è divisa al 50 per cento tral'Italia e la Gran Bretagna. Gli elicotteri, alcosto del 1982, saranno pagati 12,5 miliardiciascuno. Questa, in definitiva, è la spesa.Il CATRIN, inteso come sistema campaledi trasmissione di informazioni, si ripromet-te lo scopo di migliorare 1'efficacia delletrasmissioni campali delle grandi unità del.l'Eseroito e di colmare le lacune esistentiin quella che viene tecnicamente chiamatala sorveglianza del campo di battaglia e nel

controllo dello spazio aereo in zona di com.battimento. Gli attuali sistemi di telecomu.nicazioni campali, essendo basati sull'utili'l-zazione di apparati tradizionali, presentanoforti limitazioni, tra le quali possono citarsi:scarsa mobilità, lentezza nell'inoltro del traf-fico, inadeguatezza a fronteggiare la semprepresente necessità di trasmissione dei dati,vulnerabilità ad azioni di guerra elettronica,con conseguenti riflessi negativi sulla tem-pestività e flessibilità del flusso degli ordi-ni, sulla protezione delle informazioni e quin-di sull'efficienza complessiva dei comandi.Non dissimili possono essere considerati ilsettore della sorveglianza del territorio dellegrandi unità e quello del controllo del rela-tivo spazio aereo. Infatti, allo stato attuale,l'Esercito non dispone di sistemi nè per l'av-vistamento tattico della minaccia aerea, nèper la sorveglianza del campo di battaglia.Per ovviare alle suddette carenze è statocondotto uno studio di fattibilità da parte diun consorzio di ditte nazionali, conclusoslnel 1975 con la definizione della filosofiadi base del sistema trasmissivo. Con tale stu-dio veniva riconosciuta sia la possibilità teo-rica di migliorare le attuali trasmissioni cam-pali utilizzando la nuova tecnica di modula-zione detta digitale o, più semplicemente,ad impulsi, sia di supportare la trasmissione,anche a lunga distanza, di una notevole quan-tità di dati che caratterizzano i sistemi disorveglianza del territorio. Detta possibili-tà teorica, tuttavia, doveva essere verificataattraverso una pratica sperimentazione. Intale prospettiva, lo stato maggiore dell'eser-cito ha messo a punto, con visione unitaria,il concetto operativo del sistema CATRINinteso come modulo di corpo d'armata ecomprendente: una struttura trasmissiva dibase, che in gergo è chiamata SOTRIN; ele-menti per la sorveglianza del territorio, det-ta SORAO; elementi per l'avvistamento ae-reo, SOATCC, comprendenti radars integra-ti e centrali di elaborazioni dati.

Lo sviluppo del sistema CATRIN rive-ste notevole urgenza nella considerazioneche entro gli anni 1985-1988 la maggior par-te degli attuali apparati di telecomunicazio-ni dovrà comunque essere sostituita in quan-to giunta al limite della vita tecnico-operati.va. In ambito NATO, inoltre, è stata racco-

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Senato della Repubblica ~ 15 ~ VIII Legislatura

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mandata l'introduzione di sistemi trasmis-sivi integrati tipo SOTRIN e i paesi più evo-luti tecnologicamente (ricordo la Francia,la Germania, la Gran Bretagna e gli StatiUniti) hanno già pianificato di adottare en-tro lo stesso periodo, 1985-1988, gli stessitipi di sistemi oon i quali l'Italia dovrà in-teroperare.

L'industria nazionale, attingendo a knnow-how proprio, ha la possibilità di svilupparein toto il suddetto sistema, contrapponendosied avvantaggiandosi in maniera valida sul.l'industria europea e sull'industria america-na che hanno in corso analoghi sviluppimilitari, limitati tuttavia alla sola componen-te trasmissiva. L'avvio del programma avràpertanto un tripUce effetto posimvo: dareun valido impulso, sotto il profilo tecnicoe tecnologico, alle industrie nazionali delladifesa; promuovere e diffondere iniziative inesportazione del sistema o di sue parti; ir-robustÌ'r,e la capacità deH'Bsercito oome for-za di intervento per la protezione civile. Larealizzazione del progetto apporterà effettipositivi anche in campo civile in quanto losviluppo di alcune componenti del sistemaradiocen~rale troveranno immediata appli-cazione nel campo che non interessa la vitamilitare ma la vita civile.

In conclusione, signor Presidente, onore.voli senatori, i programmi rispondono a tut-ti i requisiti che ho ricordato e rivestonocarattere di assoluta necessità e priorità,non solo per le rispettive forze armate, maanche per l'efficienza e l'equilibrio dello stru-mento difensivo nazionale nel suo comples-so. Il Governo confida quindi che il disegnodi legge in discussione possa trovare nelSenato la giusta considerazione. (Applausidal centro, dal centro-sinistra e dalla sini-stra).

P RES I D E N T E . Dichiaro apertala discussione generale.

È iscritto a parlare il senatore Gozzini.Ne ha facoltà.

G O Z Z I N I . Signor Presidente, signorMinistro, colleghi, desidero sottolineare an-zitutto che l'importanza e la delicatezza deldisegno di legge oggi all' ordine del giorno

sono manifestate anche da questa relazioneintroduttiva del Ministro della difesa, abba-stanza inconsueta nella prassi dei nostri la-vori. Per il proseguimento dei lavori stessidevo rilevare che, secondo quanto si ap-prende dalla stampa, il Ministro della dife-sa risponderà oggi alla Camera in ordineai ,fatti di Beirut. Proprio per queUa de!llica-tezza e per quella impoI'tanza di cui parlavoprima, credo che la discussione gem.erale deb-ba svolgersi interamente ,alla presenza del Mi-nistro.

Per quel che riguarda i fatti di Beirut,giacchè mi è venuto di farvi riferimento, nonposso fare a meno di mandare un saluto eun 'auguI1io ai nostri soldati feriti (probabill-mente è la prima volta dalla fine della guer-ra che nostri soldati all'estero si trovano adover pagare con il proprio sangue la mis-sione a cui sono chiamati). Devo anche ri-cordare, perchè mi sembra significativo, chela Commissione esteri del nostro Senato,il 22 febbraio, discutendo sulla missione chealcuni nostri colleghi, guidati, mi pare, dallasenatrice Boniver, avevano compiuto in Li-bano, sottolineò con accenti drammatici ilrischio che purtroppo, avverandosi le previ-sioni avanzate in quella sede, si è manifesta-to nelle ultime ore. Leggo dal resoconto som-mario: «il rischio e la preoccupazione chele nostre forze a Beirut si trovino ad esse-re oggetto di incidenti in relazione allaestrema fragilità della situazione in Liba-no ». Si noti che gli scopi, gli obiettivi, lefinalità, per cui i contingenti militari dellaforza di pace erano andati in quella terratormentata nel settembre scorso, rischiava-no di diveI1Sificarsi 'alquanto da come eranostati concepiti e di assumere una fisionomiadel tutto diversa. A cominciare dal fatto ~e probabilmente sta qui una delle cause de-gli attentati, non dico l'esclusiva ~ che,secondo le dichiarazioni del comandante ita-liano, « il nostro contingente » ~ leggo sem-pre dal resoconto sommario ~ «non puòandare oltre il controllo sulla forma degliarresti e non ha alcuna possibilità di inter-venire su quanto continua ad avvenire inmaniera strisciante ogni giorno ». «Quantocontinua ad avvenire» consiste in violazio-ni dei diritti umani, per usare la formula'Ormai consacrata a livello inremazi()([lale.

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Senato della Repubblica ~ 16 ~ VI II Legislatura

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E quindi il nostro contingente di pace, lanostra politica militare, il nostro paese ri-schiano a questo punto di essere coinvoltiin situazioni oppressive dei diritti umani.E. un argomento di estrema drammaticità,anche e propI'io per il sangue versato: inbase appunto a quelle prese di posizionedel Senato, il discorso tra Parlamento e Go-verno dovrebbe essere rapidamente ripresoe il tutto riconsiderato.

Per quello che riguarda l'esposizione dipolitica militare generale, di cui ringrazioil Ministro, credo che non ne emergano ele-menti nuovi. Non credo che il dibattito dioggi possa riguardare la questione nuclearee gli euromissili, la questione che per noiha un preciso nome, quello di Comiso. Que-sto problema credo che il Parlamento deb-ba, non soltanto nelle Commissioni ma nelleAule, riprenderlo in considerazione per ve-rificare lo stato delle trattative, per far udi-re la forza della voce del nostro paese per-chè pesi sulle trattative stesse, per rileggeree reinterpretare in qualche misura, a distan-za di tre anni e mezzo, il testo della mo-zione che fu approvata dal Parlamento ita-liano nel dicembre 1979.

ConsideI'iamo di grande importanza l'af-fermazione fatta dall'onorevole Craxi a Mi-lano ~ e non credo l'abbia fatta per la pla-tea del congresso comunista ~ sulla neces-

sità di non porre limitazioni di tempo aqueste trattative che sono decisive per il fu-turo del mondo e di tutti noi.

La questione sollevata dal Ministro, didover « accrescere la vigilanza a Sud» è unaformula un po' vaga: può darsi che rischia-mo (e questo sarà il filo rosso su cui cerche-rò di condurre il mio intervento) di correreeffettivamente dei pericoli per la nostra si-curezza ad opera di paesi cui noi però ven-diamo le nostre armi: questo è un tema difondo sul quale voglio trattenermi, un temache in un certo senso farebbe pensare ch~i discorsi, le materie, gli argomenti e i fattiche stanno dietro ad un disegno di legge diquesto genere non sono di competenza esclu-siva del Ministro della difesa, ma dovrebbe-ro coinvolgere altri ministri, a cominciareda quello delle partecipazioni statali e, for-

se, anche quello dell'industria. Ma su questotema tornerò in seguito.

Certo questo disegno di legge può avereuno schema logico assolutamente ineccepi-bile, rassicurante, tale da essere approvatoin un'ora. Esiste la necessità di aggiorna-mento delle nostre forze armate; dobbiamotendere a far sì che questo aggiornamentoavvenga senza dover dipendere dall'industriastraniera; ci sono, in questo processo essen-zialmente industriale, prospettive economi-che tutt'altro che trascurabili in fatto dimercato internazionale ed anche di bilanciadei pagamenti; si stabiliscono delle colla-borazioni internazionali per cui si risparmiasui costi di investimento e di impostazionedei programmi stessi; vi è una prospettivadi utilizzo civile, almeno per quanto riguar-da l'elicottero e il sistema di telecomunica-zione CATRIN; vi è una ricaduta (o unfall-out tecnologico, come si suoI dire) sul-l'industria civile e quindi, in un certo sen-so, si potrebbe addirittura dire, secondoun'espressione che usiamo con grande fre-quenza e anche con significati molteplici,sulla qualità della vita; vi è, infine, sia purein una misura non troppo vasta, la prospet-tiva dell'occupazione.

Quindi, se tutto potesse esaurirsi in que-sti termini e !l1OIIlci fosse un altrro conte&todi cui tener conto, credo che il disegno dilegge potrebbe e dovrebbe essere approvatocon estrema rapidità. E invece no, noi sia-mo dichiaratamente all'opposizione perquanto riguarda l'approvazione di questo di-segno di legge. Non ci nascondiamo (e l'ho ri-levato già nell'intervento precedente sullapregiudiziale del senatore Spadaccia) l'esi-stenza di accordi già siglati ~ il Ministro

ce ne ha parlato ~ con il Brasile e con la

Gran Bretagna. Non ci nascondiamo il fattoche di questi mille miliardi molte decine omolte centinaia sono state già spese e cheil lavoro di ricerca e sviluppo è estremamen-te avanzato (dall'Archivio disarmo provienela cifra di 150 miliardi già spesi per il soloAM-X dai normali fondi di bilancio). Comediceva il senatore Corallo, è giusto che il Par-lamento studi attentamente le cose perchèaltrimenti rischia di fare la politica dello

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struzzo, di mettere la testa sotto l'ala e dinon prendere coscienza di quella che è larealtà. Vi è anche un aspetto, dunque, cheriguarda la singolarità formale di questo di-segno di legge, ma non mi ci trattengo oltre.

Credo che non debba porsi nemmeno .inprimo piano il conflitto Est-Ovest: vi è qual-cosa che sta al di qua o al di là di questoconflitto e io vorrei riprendere (il Ministrol'ha citata) la relazione iniziale fatta dal Go-verno sul disegno di legge in esame, e rileg-geme qui !'introduzione: «L'ammoderna-mento e il rinnovamento ~ si dice ~ dellecomponenti operative e addestrative delletre forze armate costituiscono in tutti i pae-si più avanzati una consistente base di pro-grammazione industriale ~ ecco perchè ci-

tavo il Ministro per le partecipazioni statali~ che assicura positivi risultati in terminidi occupazione, di sviluppo tecnologico, dipotenzialità di esportazione e di bilanciacommerciale. Al riguardo ~ si aggiunge ~

non è superfluo ribadire i concreti effettiche determinano sull'apparato produttivo equindi sull'economia del paese i programmimilitari che costituiscono un indispensabileelemento di guida del processo di innova-zione teconologica ». Sottolineo, e prego i ra-ri senatori rimasti di tenerlo ben presente,questo « indisperJlsabile elemento di ,guida delprocesso di d.nmovazione teonologioa ». «In-fatti ~ prosegue la relazione del Governo ~

.i progetti di ricerca e sviluppo, che vengonofinanziati per soddisfare particolari esigenzedi carattere militare, trovano ~ successiva-

mente ~ la loro naturale e più estesa appli-cazione nel settore civile, così come è avve-nuto, ad esempio, per l'utilizzazione del tur-bogetto sui velivoli da trasporto subsonicie supersonici delle linee aeree civili ». I tur-bogetti, nati per l'aeronautica da guerra, so-no poi diventati, certo, un mezzo quotidianodei trasporti civilli. Risulta quindi necessa-rio, e a volte determinante ~ prosegue an-cora e conclude, per la parte che mi interes-sa, la relazione del Governo ~ il sostegno di

questa forma di programmazione industria-le ~ ribadisco « programmazione industria-

le » ~, volta alla ricerca e allo sviluppo, cheesprime la vera capacità di investimento del-la Difesa ».

In questo passo che ho letto si esprime,con una stupefacente disinvoltura, una filo-sofia dell'industria degli armamenti comemodello di sviluppo, che alle giovani gene-razioni ~ anche su questo tema tornerò alungo ~ ripugna profondamente. L'ideazio-ne, la produzione, il traffico e il commerciodi armi sono considerati come elemento trai-nanve della programmazione industriale, co-me volano economico. Si tratta forse di unmeccanismo naturale, automatico, inelutta-bile, necessario, come il fato dei greci, perdestinare le risorse, per programmare !'in-dustr.ia e sviluppare l'economia? Oppure sitratta di scelte deliberate che è possibile,concretamente, dal momento che dipendo-no dalla volontà degli uomini ~e non dalfato, nè tantomeno dalla volontà di Dio oda leggi economiche imperscrutabili, inelut-tabili, e quindi immodificabili), cambiare?Questo orientamento, questa filosofia, que-sto meccanismo dipendono, in realtà, da scel-te umane.

Non posso fare a meno di ricordare ~ e ilricordo è legato anche a fatti autobiografici~ un testo che fu pubblicato in America nel1977, e l'anno dopo in Italia dall'editoreBompiani. Si trattava di un pamphlet anoni-mo ~ si seppe poi, molti anni dopo, che l'au-tore era Galbraith, il celebre economista ame-ricano ~ intitolato: «Rapporto dalla Mon-tagna di Ferro sulla possibHità e desiderabi-lità della pace ». Un libro che non si trovapiù, dificile da reperirsi anche nelle grandibiblioteche. L'editore Bompiani non lo hapiùr.i,stampato, e non ne capisco d,l moti'Voperchè credo sia un libro tuttora di straor-dinaria attualità. Il ricordo autobiograficoè che dopo che lo lessi io ~ insegnavo alloraal liceo storia e filosofia ~ lo facevo leggeretutti gli anni, e lo facevo portare alla matu-rità, ai miei studenti, perchè mi sembravaun testo estremamente stimolante, che pote-va educare veramente i giovani a prenderecoscienza della complessità del problema del-la pace e del fatto che non era sufficiente ~

già allora lo dicevo ~ manifestare o marcia-

re per la pace, ma bisognava fare uno sforzo,un grande sforzo di conoscenza e di appro-fondimento culturale. Quando uso questaespressione intendo dire che occorre non tan-

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to leggere cento libri, quanto un cambia~mento di mentalità.

In quel libro c'era qualcosa di molto sem~plioe: l'autore, anonimo allora, immaginavache il presidente degli Stati Uniti convocas~se un gruppo molto nutrito di «saggi », dicattedratioi, di sapienti delle più diverse di~scipline, sociologi, psicologi, biologi, econo-misti, politologi ~ come si direbbe oggi ~

con !'incarico di studiare quali misure il Go-verno degli Stati Uniti dovesse assumere inordine alla possibilità che nel mondo scop-piasse la pace. Erano gli anni '60, gli annidelle grandi speranze. Oggi purtroppo sareb~be molto più difficile immaginare UIIlaoosadel genere.

L'autore descriveva il riunirsi di questisaggi in una specie di albergo di montagna,appunto la Montagna di Ferro (non ho maisaputo se sia reale o 1mmaginaria anchequella). Il risultato della ricerca era parados~sale, sconcertante, drammatico, nel senso checiò che noi conosciamo della storia degli uo-mini, deH'esperienza umana nellSuo !Sviluppo,ci dice che la guerra è sempre stata il vo-lano, lo strumento principe di ogni progres~so in ogni campo, a cominciare dal progres-so scientifico, economico, fino al:lo stessoprogresso sociale. La guerra è servita moltospesso anche per riequilibrare ~ non repri-mere o comprimere ~ le spinte delle nuovegenerazioni.

Voi capite come questa sia proprio la filo-sofia della prima parte della relazione delGoverno che mi sono permesso di rileggerepoco fa. Qual era la conseguenza di quellaricerca ? Vogliamo pensare ad un mondo dipace? Hic sunt leones, come nelle carte me-dievaH: non ne sappiamo nulla, ci avventu-riamo in una terra del tutto inesplorata, deltutto sconosciuta. Cosicchè, concludevanoquei saggi, se la pace fos'se possiMle, non po-tevatno dido ,loro, e!ra compito dei poIiticì;che fosse desiderabile era altamente proble-matico, implicando un cambiamento di fon~do delle relazioni umane, un cambiamentoprofondo della cultura cui il mondo è abi-tuato. Un cambiamento, in definitiva, pro-prio della logica cui anche questo disegnodi legge si ispira.

Per questo parlavo di attualità di quell.i-bro: oggi che, come sottolinea anche il rela-tore nella sua relazione (ben diversa da quel-la del Governo, ma su questo tornerò in se-guito), il problema, il bisogno, l'esigenza del~la paoe sono diventati non una piega psico-logica deHe masse, ma una ragione di vitao di morte, un ultimatum storicamente ine-dito che pesa sulla testa di tutti, oggi che

~ devo aggiungere ~ una crescita, che è ef-fettiva, di coscienza morale dell'umanità fasì che si sentano come inacoettabili anche leguerre non nucleari, quelle che non mettonoin questione la sopravvivenza del genere u-mano, oggi che le cose sono a questo punito,la logica, cui accennava poco fa, in base allaquale questo disegno di legge, vista la con~seguenzialità dei suoi vantaggi, dovrebbe es-sere approvato rapidamente, questa logicanon è più accettabile con tranquillità, anzi vamessa in crisi.

Mi sembra importante il ratto che sulla dia-lettica Governo-Parlamento, cui noi tutti sia-mo fedeli, dando a questa parola, dialettica,un'accezione molto intensa, si faccia luoemolto bene nella prima parte della relazionedel senatore Giust quando sottolinea inizial-mente la particolare filosofia « che si collo-cherebbe sulla linea di opportunità di unriarmo convenzionale o di una accentuazio~ne dell'industria bellica in funzione traentenei confronti dell'economia del paese ».Quindi, dicendo che il disegno di legge nonla contraddice ~ e su questo non siamo d'ac-cordo ~ il relatore, e di questo invece loringrazio sinceramente e profondamente, re-spinge la tesi (mi limito a chiamarla sbriga~tiva) che il Ministro della difesa e gli altriMinistri che hanno sottoscritto il provvedi~mento non hanno considerato in tutta la suagravità. Devo presumere, voglio sperare, cheil Ministro della difesa e gli altri Ministridel conoerto non siano discordi da quantodice qui il senatore Giust, anche se poi con~cordano, come è ovvio trattandosi della mag-gioranza, sulle conclusioni. Il riarmo con~venzionale e l'accentuazione dell'industriabellica non possono essere conoepiti comel'esercizio di una funzione traente nei con~fronti dell'economia del paese.

Il senatore Giust sottolinea, successiva-mente, che «un provvedimento di questa

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portata va sempre incontro a -forti discussio-ni e può suscitare preoccupazioni» che sonoanche sue, come risulta chiaramente. Trala-scio quanto dice della spesa (quasi mille mi-liardi servono solo per i prototipi, altre mi-gliaia di miliardi sono già vincolati per larealizzazione dei prodotti in serie): il sena-tore Giust si sofferma ~ e mi sembra im-portante ~ sul valore e sul significato cheha la « generale presa di coscienza sul valo-re fondamentale della pace come condizio-ne primaria di ogni progresso ».

L'affermare ,che la pace è Ja con:diZJÌOIIleprimaria di ogni progresso è una affermazio~ne esattamente opposta a quella che era laconclusione del libretto di Galbraith, cioèdei « saggi» convocati dal Presidente degliStati Uniti, secondo cui la condizione per ilprogresso fino ad oggi, nella storia dell'uma-nità, è stata la guerra.

Va ancora più avanti il senatore Giust af-fermando che « la constatazione delle cosid-dette ricadute positirve sul civile di l1icer-che e di programmi militari è indubbia e vadoV'erosamente registrata ». Certo che è in-dubbia! Ne fa fede l'esperienza: dalla clavaalle armi nucleari è sempre la guerra che haprovocato questo sviluppo che poi è statoutilizzato a fini civili non in via primaria,ma secondaria, come conseguenza, per cosìdire, neanche prevista, o prevista solo quan-do siamo arrivati ad un più profondo gradoo livello di consapevolezza.

{( Ma è altrettanto vero ~ dice il 'sena-to:re Giust ~ che esse ~le ricadute) nonpossono essere considerate componente ine-vitabile nel lungo periodo e che non posso-no diventare una costante per una politicaeconomica e di sv:iluppo civile in un paesedemocratico ». È un'affermazione solenneche io condivido totalmente e che dovrebbediventare un costante riferimento per il Par-lamento italiano.

Dice ancora il relatore che questa realtàdi un collegamento stretto tra industria bel-lica, economia del paese e 'SvHupp<>«deveessere considerata, politicamente e moral-mente, incidentale », cioè non essenziale « ri-spetto ad una più complessiva e corretta po-litica di ricerca, quale deve essere concepitada un paese civilmente ed economicamenteavanzato ».

Agg.iunge ancora il senatore Giust che«non si può immaginare indispensabile unfuturo incentrato sul mantenimento e su unosviluppo dell'industria bellica come opportu-na occasione per la creazione di nuovi postidi lavoro. Quindi anche le ricadute positivedi questi programmi, su un mercato delle ar~mi che è largamente attivo per !'industrianazionale ~ e, fra l'altro, alquanto compen-sativa per la bilancia dei pagamenti ~ van-

no considerate come ineluttabile conseguen~za solo nella grave contingenza di questa si-tuazione internazionale, ma non possono es-sere moralmente perseguibili all'infinito e,ancor meno, su di esse non può permanente-mente collocarsi una parte rilevante dell'eco-nomia nazionale ».

Con grande onestà politica e intellettualeil senatore Giust aggiunge: ({ Sono conside-razioni, queste, che non vanno proprio nelladirezione di una giustificazione totale di unprovvedimento così rilevante, quale il dise-gno di legge n. 1816, così come, forse, d~vrebbe essere tradizionalmente compito diuna relazione ».

Quindi non solo gliene do atto, ma ringra-zio sinceramente il senatore Giust per quan-to ha affermato con questa lealtà e con que-sta lucidità intellettuale e politica.

Conosciamo tutti i dati di fatto che giusti-ficano, che motivano, che stanno alla basedelle considerazioni del senatore Giust e diquello che voglio dire in questo momento.Ma vorrei richiamare rapidamente almenoalcuni dati del rapporto Brandt, del volume« Il problema degli armamenti» pubblicatodall'Università cattolica, e dati provenientida altre fonti accreditatissime.

Negli Stati Uniti il 30 per cento degli in-vestimenti per la ricerca e lo sviluppo èesplicitamente destinato a fini militari, il 7per cento è destinato alla salute e il 3 percento all'agricoltura. Cosa significa questodato? Significa, visto l'enorme squilibrio trala ricerca bel1ica e la ricerca finalizzata a sc~pi di pace, quali la sanità e l'agricoltura ~

cioè la possibilità di curarsi sia preventiva-mente che dopo !'insorgere della malattia, laproduzione di cibo e quindi la possibilità dirisolvere il problema della fame ~ significa,dicevo, un processo di continua crescita diconoscenze in campo militare, quindi un'ac-

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celerazione sempre più sfrenata della obsole-scenza, dell'invecchiamento degli armamenti,un'accelerazione sempre più forte della pro-duzione e del commercio come risultato del-la continua, progressiva diffusione delle nuo-ve tecnologie. Tutto questo impone di fattoai paesi acquirenti di armi, ai paesi che nonle producono da sè ~ e sono la maggioran~za dei paesi del mondo, soprattutto i paesidel Sud ~ l'acquisto di armi sempre più co-stose, sempre più sofisticate, da sostituirecon sempre maggiore frequenza.

Poichè parliamo di armamenti convenzio-nali, ribadisco che tengo distinta ~ separarenon si può ~ la materia nucleare da quelladella quale stiamo parlando oggi. Anche nelcampo degli armamenti convenzionali, siamodi fronte ad una macchina impazzita. La de-finizione non è mia, ma è contenuta ,in queldocumento, tanto bello quanto poco cono-sciuto, della Santa Sede per la prima sessio-ne dell'ONU sul disarmo del 1976; un docu-mento che fa testo, in quanto si tratta di undocumento diplomatico, non pastorale. Visi definisce la corsa agli armamenti, compre-si quelli convenzionali, come un furto e uncrimine, perchè sottrae risorse ai popoli af-famati. E tale corsa agli armamenti, si dice,e ne ho detto le ragioni, è come una macchi~na impazzita.

Vorrei fare un richiamo per innestare que-sta questione in una sofferta esperienza u-mana. Pensando a questi dati del 30 per cen~to per la ricerca e lo sviluppo bellico e del 7per cento per lo sviluppo sanitario ~ nelnostro paese forse ancora meno, ma lascia-mo andare poichè i problemi sono di carat-tere mondiale, non soltanto nazionale ~ dob-

biamo considerare che una macchina impaz-zita diventa anche il nostro organismo quan-do è affetto dal cancro, come sappiamo. Unnostro caro collega, valente Ministro ancheper iJ1iconosdmento dell'opposizione, il sena~tore Giovanni Marcora, è morto di recentedi cancro; era giovane, più giovane di me.Noi tutti siamo provati da questa malattianelle nostre famiglie, nei nostri amici. Quan-te volte apprendiamo che per una personache amiamo non c'è più nulla da fare e i me-dici, talora, quasi se ne allontanano poichè laloro sdenza è impotente, non c'è ohe daaspettare il più o meno lento decadimento

e la morte. Tutti abbiamo vissuto questatremenda esperienza. Ebbene, non mi sentominimamente di dire a chi soffre questaesperienza che è il destino, H 'Caso o, peggio,la volontà di Dio. Come sapete, professo ~afede cris.tiana, ma mi sembra urna bestem~mia intendere il cristianesimo come rasse~gnazione al male, poichè il fatto che per unapersona affetta da questo male non ci sianulla da fare è il risultato, il prodotto discelte umane, cioè del fatto che il 30 percento è destinato alla rÌcerca a scopi bellici.e allo sviluppo del materiale bellico e il 7per cento alla sanità.

Le scoperte scientifiche nel nostro secolonon sono più il risultato di un'intuizione ge-niale, come la mela di Newton. Una partedi genio vi è sempre, ma sempre più ridot-ta poichè le scoperte scientifiche sono il ri-sultato dell'organizzazione della ricerca, nel-la fattispecie, del grande numero di labo-ratori, di provette che si possono mettere adisposizione della ricerca stessa. Quindi èun problema di investimenti, rendiamoce-ne conto; dunque, di fronte ad una personacara che muore di cancro, dovremmo ripen-sare anche a questo disegno di legge e alcontesto culturale nel quale esso si inse-risce. E quando parlo di contesto culturalemi riferisco ~ non avrei bisogno di ripe-terlo ~ ad una mentalità, alla rassegnazio-ne, all'abitudine a un certo modo di pen-sare.

Vi sarebbero altri dati, ma li conoscetee quindi non ho bisogno di citarli a lungo.Basterebbe ricordare i 450 milioni di dol-lari ~ mi pare sia un dato del rapportoBrandt ~ che costituiscono un millesimodelle spese militari annuali e che sarebbe~ro sufficienti per eliminare la malaria deltutto e per sempre. Questo seoondo i datidel 1979, ma la proporzione non sarà modi-ficata anche se rapportata all'attuale infla-zione. Quello che si spende in un terzo digiornata per le aI1mi ,si potrebbe spoodCJI'eper combattere la malaria in quei paesi cheancora ne soffrono gravemente, e farla scom-parire dalla faccia del mondo.

Allora, ecco questo circolo vizioso dellarincorsa agli armamenti, questa situazionein cui la politica diventa, anche senza avve-

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dersene, ostaggio degli sviluppi tecnologicie industriali. Per questo poc'anzi dicevo cheun dibattito di questo genere avrebbe avutob1sogno della presenza anche di altri Mi-nistri, di responsabili di altri settori dellaamministrazione dello Stato. La domandalegittima che i giovani, le nuove generazio-ni si pongono su questo disegno di legge,sulla ricerca, 10 sviluppo, la produzione eil commercio degli armamenti, è questa:quanto pesano considerazioni, processi, fat~tori che hanno poco a che fare con la dife-sa, ma molto con la pressione delle indu-strie? Quanto questa pressione delle indu-strie si avvale poi della manipolazione deimezzi di informazione? Quanto !'industria~ parlo a livello internazionale ~ è capa-ce di condizionare la cultura e la mentalità,cui prima facevo riferimento, attraverso lamanipolazione dei mezzi di comunicazionedi massa? Queste domande sono legittime,anzi doverose, soprattutto perchè i giovani,le nuove generazioni se .Ie pongono semprepiù intensamente. E allora ~ parlavo delfilo rosso su cui volevo muovermi per ilmio intervento ~ queste armi, questi aerei,questi elicotteri, questo sistema di teleco-municazioni servono esclusivamente in se-de NATO? Se così fos'se, oserei dire che mol-te delle ragioni della nostra opposizionequanto meno si attenuerebbero. Io credo,però, che si finirà per vendere le nuove ar-mi a chiunque le acquisti, perchè vi sonodi mezzo interessi irresistibili e dichiarati.Le armi si vendono anche ai paesi del Sud,dove vanno in primo luogo ad alimentare iconflitti interni ivi esistenti; in modo par-ticolare le acquistano quei paesi che si de-nominano NIC (new industrial countries),cioè i paesi di nuova industrializzazione co-me il Brasile, ma anche altri paesi (penso alconflitto Iran-Iraq, al conflitto medio~orien-tale, ai vari conflitti africani; tutti alimen-tati dalle armi vendute dal Nord, dall'Ita-lia in manie~-a particolare). In secondo luo-go, le armi si vendono ai regimi militari edoppressivi e vanno ad alimentare !'ideolo-gia della cosiddetta sicurezza nazionale inAmerica Latina. Sicuramente il Brasile è unpaes,e che sta vivendo un suo lento, faticosoe speriamo irreversibile ~ ma ancora quan-

to c'è da procedere! cammino verso lademocrazia. Ma chi mi garantisce, per esem-pio, che gli AM-X brasiliani, costruiti in coo-perazione con !'industria italiana, non sa-ranno usati domani contro gli indios del-l'Amazzonia, di cui quel Governo, intenden-do malamente la modernizzazione, si propo-ne, in pratica, la distruzione?

Io ricordo una delle più grandi amarezze,uno dei più grandi imbarazzi, una delle piùgrandi vergogne della mia esperienza poli-tica ~ in quanto militante, è un'esperienza

recente ~ allorquando alcuni anni fa rice-

vemmo a Firenze i rappresentanti del Poli-sario, il Movimento di liberazione delle po-polazioni del Sahara occidentale ~ forse ilMinistro se lo ricorda ~ i quali, nel momen-to in cui ci ,ringraziavamo per l'accoglienzae per l'aiuto che davamo alla loro causa,aggiungevano con tristezza che purtroppola nostra accoglienza così affettuosa, cosìcordiale, così solidale, sia politica che mo-rale, poi era contraddetta dal fatto che quan-do cattmavano anmi o cassette di munizio-ni aIÌ loro nemici marocchini ci trovavanosopra dei marchi di fabbrica italiani.

Tra il 1970 e il 1978 (la fonte di questanotizia è il SIPRI) ,il commercio di armi conil Sud è cresciuto del 374,6 per cento. Il78 per cento (in questo caso la fonte è laACDA, cioè J'agenzia americana per il con-trollo sulle armi e per il disarmo) del com-mercio mondiale di armi è costituito dal-!'importazione da parte di paesi non svilup-pati, di paesi del Sud. Vi rendete conto, aquesto punto, a che cosa porti la logicaaberrante di cui vi parlavo e che il senatoreGiust ~ e lo ringrazio ancora per questo

~ contesta nella prima parte della sua re-lazione? Porta a questa realtà: le armi sifabbricano a motivo, con la giustificazionedel conflitto Est-Ovest, ma di fatto si usa-no nel Sud, anche per garant,ire al Nordl'accesso alle materie prime (pensiamo al-l'America latina e, soprattutto, all'Americacentrale, che è un concentrato di materieprime: ma non voglio soffermarmi su que-sto anche perchè credo che ne parlerannoaltri colleghi e, in maniera particolare, ilcollega La Valle).

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Il dato da tener presente, indipendente-mente dalle percentuali, è che i trasferimen-ti internazionali di armi sono cresciuti ne-gli ultimi anni ad un ritmo superiore aquello delle produzioni destinate a impie-ghi militari nazionali. C'è qui una ipocrisiadi fondo: quando dico ipocrisia colgo unaspetto morale; ma dovrei dire una contrad-dizione politica e culturale. Quale credibi-lità possono avere le istituzioni, la nostraRepubblica, l'Europa, l'Oriente, l'Occidentenei confronti delle nuove generazioni quan-do si trovano di fronte ad una alternativadi questo genere: o accettare quella logicaaberrante o porsene al di fuori e stare conle minoranze, coi verdi o con qualunquealtro colore possano assumere coloro chenon l'accettano? Esiste una contraddizioneinsanabile tra questa logica e la volontà dicostruire la pace nel mondo, che vuoI direanzitutto volontà di affrontare seriamentee non retoricamente, non soltanto con lemanifestazioni o con i convegni, lo squili-brio Nord-Sud. Per ddurre la fame non ba-sta ridurre il furto di risorse per le arminucleari e convenzionali in funzione Est-Ovest occorre anche bloccare, in qualchemodo, le forniture di armi ai paesi del Sud,anzichè diffondervi armi sempre più sofi-sticate, costose e ad un ritmo di sostituzio-ne sempre crescente.

Voi mi direte, il Ministro mi potrà dire:perchè non proporre un emendamento ag-giuntivo a questo disegno di legge per cuisi vieti la vendita di queste macchine neipaesi del Sud e se ne circoscriva l'impiegoe l'eventuale commercio ai paesi NATO? Aparte il fatto che in questa forma l'emenda-mento non potrebbe essere proposto perchèesistono già accordi con il Brasile, che nonè un paese NATO, io credo che non cambie-rebbe il nostro atteggiamento di fronte aldisegno di legge, sia pure in questo modoemendato. Infatti, anche se venisse appro--vata una proposta del genere, l'esperienzadella P 2, ma non soltanto della P 2, ci in-segna che sarebbe un vano schermo, pro-prio perchè alla base non ci sono le esi-genze della difesa ma le esigenze dell'indu-stria. Un divieto di questo genere si risol-verebbe in una grida manzoniana, anzi ali-

menterebbe i traffici loschi, illegittimi, sot-terranei, clandestini, appoggiati, anzi pro-mossi da quei poteri occulti che trovanoproprio nel commercio delle armi una delleloro maggiori occupazioni.

Vorrei ricordare un altro dato ben noto:solo cinque paesi gestiscono il 93 per cen-to dell'intero traffico di armi. Noi abbiamoil doloroso privilegio di essere fra questicinque ed è un privilegio di cui mi vergo-gno e di cui credo un numero crescente diitaliani si vergogni: il 47 per cento di que-sto traffico agli Stati Uniti, il 27 per centoall'Unione sovietica che fanno insieme il74 per cento, alla Francia 1'11 per cento eall'Italia e alla Gran Bretagna il 4-5 per cen-to. E i nostri maggiori clienti ~ anche que-ste sono statistiche di fonti ufficiali e cre-dibili ~ sono stati negli ultimi tempi laTurchia e l'Argentina, guarda caso due pae-si sicuramente non democratici, due paesiin cui c'è un Governo militare tirannico eoppressivo, due paesi in cui è legittimo edirddoveroso temere ~ e vergognarsene ~

che ,le 8iI'lIl1iiche hanno trucidato inermi cit-tadini sono armi di fabbricazione italiana.

Signor Presidente, vedendo che il Ministrosi è allontanato, devo ripetere quello cheavevo detto all'inizio e cioè che considero,con tutto il rispetto per la persona dell'ono-revole Sottosegretario...

L A G O R I O, ministro della difesa.Sono tornato perchè mi sono sentito chia-mare in causa.

G O Z Z I N I. Chiedo scusa, signor Mi-nistro, ma per dovere di coerenza con mestesso dovevo riprendere quello che ho det-to all'inizio del mio intervento e cioè, chedata l'importanza e la delicatezza dell'argo-mento, con tutto il rispetto per la personadell'onorevole Sottosegretario, la presenzadel Ministro all'intera discussione credo sianecessaria.

P RES I D E N T E. L'onorevole Mini-stro deve andare alla Camera. È impegna-to alla Camera. Noi proseguiamo i nostrilavori: i.l Governo è rappresentato da:! sotto-segretario onorevole Scovacricchi.

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VIII Legislatura

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G O Z Z I N I. Ci limitiamo quindi alfatto che c'è stata...

L A G O R I O, ministro della difesa.Le chiedo scusa, senatore Gozzini, ma le Ca-mere sono due.

G O Z Z I N I Le Camere sono due,ma bisognerebbe forse sfalsare i giorni deilavori parlamentari.

A N D E R L I N I. Si può sospenderela seduta.

G O Z Z I N I. Si può sospendere laseduta: c'è questa prassi di sospendere laseduta...

P RES I D E N T E. Andiamo avanti.

G O Z Z I N I. ... per cui, siccome è ano-malo che il Ministro non presenzi alla di-scussione di uno dei progetti di legge fra ipiù significativi e importanti, come è stataanomala del resto la procedura con la sua

esposizione iniziale, riterrei veramente oppor-tuno, se i tempi lo consentissero, sospenderela seduta e rinviarla magari alle 13,30 oalle 14; per quanto mi riguarda sarei pron-tissimo.

P RES I D E N T E. Senatore Gozzini,l'impegno dell'onorevole Ministro è soprav-venuto per i noti fatti del Libano di ieril'altro. Perciò non era previsto che l'ono-revole Ministro si sarebbe dovuto assenta-re dai nostri lavori. Teniamo conto di que-sto impegno improvviso e andiamo avantiaugurandoci di avere al più presto il Mini-stro della difesa con noi.

G O Z Z I N I. La ringrazio, signor Pre-sidente. Forse sarebbe stato opportuno cheavessimo previsto che la discussione suifatti del Libano, sugli attentati ai nostri sol-dati nel Libano, avvenisse in questo ramodel Parlamento anzichè nell'altro, così si sa-rebbe potuta fare un'unica discussione. Co-munque proseguo.

Presidenza del vice presidente C O L O M B O

(Segue G O Z Z I N I ). Stavo dicendoche i nostri maggiori clienti nell'acquistodi armi sono la Turchia e l'Argentina, clien-ti profondamente sospetti. Vedo d'altrondeche sui giornali di molte parti del mondoc'è continuamente la pubblicità delle nostrearmi (probabilmente vedremo tra breve an-che la pubblicità dell'AM-X, anzi c'è già sta-ta, in relazione ad un raduno internaziona-le, la giornata internazionale dell'industriaaeronautica). Mi domando se la pubblicitàa questo tipo di prodotto della nostra in-dustria è manifestazione di volontà di pace,di cultura di pace, come oggi si usa dire.

L'argomento per cui si dice che «tantose non saremo noi a venderle sarà qualcunaltro» credo sia una giustificazione cinicae miope, una rassegnazione senza volontà dicambiare, un'assenza completa di culturaalternativa, assumendo questa espressione

nel rigoroso contesto del discorso che ho cer-cato di sviluppare.

Non mi soffermo sul rischio travolgentedi un aumento della spesa. L'esperienza delTornado ci dice qualche cosa. Citerò il col-lega onorevole Accame quando dice che « icosti dei sistemi di arma sono liofilizzati:ristretti in sede di previsione, poi si gon-fiano al momento dell'uso ». Sul Tornadopermetietemi solo una parola anche se, cer-tamente, ci torneranno numerosi colleghi:il Tornado doveva servire, nel ]975-76, quan-do il Parlamento lo votò (erano i tempi del-la solidarietà nazionale), a tutti gli usi; einvece no, qualche tempo dopo ci vennedetto che serviva soltanto a determinati usi(io non me ne intendo e quindi non li pre-ciso) e non più a certi altri e che quindiera necessario un altro tipo di aereo. Altret-tanto potrebbe avvenire domani per l'AM-X,

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anzi già ci viene detto che avremo bisognofra breve di un'altra macchina nuova.

A proposito del Tornado, per inserire unanota distensiva, vorrei ricordare la defini~zione di uno studioso inglese (il cui nomenon ricordo) che disse che il Tornado eral'animale miracoloso che fa il latte, dà lalana e fa le uova: non è stato così, anzi èstato un animale che, per di più, è costatoquel che è costato, molto più del previsto.

Un altro problema, che intendo solo ac~cennare, è quello della standardizzazionedegli armamenti in sede NATO. Vi potrannoessere dei rischi nei confronti dell'eventualenemico, ma è un problema serio che do~vrebbe essere affrontato con maggiore in-dipendenza dagli interessi ~ come al soli~to ~ delle industrie.

Vorrei venire adesso all'ultimo ordine diconsiderazioni di questo mio intervento: lacrescente presa di coscienza e la crescenteopposizione delle nuove generazioni (ancorasicuramente delle minoranze, ma domani?)e la forma in cui questa crescente « non so-lidarietà» con le istituzioni si manifesta, laforma dell'obiezio!le fiscale. Probabilmenteè la prima volta che se ne parla in quest' Au~la; nei giorni scorsi alcuni colleghi mi han~no chiesto di cosa si trattasse; non ne sape~vano nulla. L'obiezione fiscale non è il nonvoler più pagare le tasse o il pretendere ildiritto di evaderle. Non si tratta assoluta~mente di questo; anzi, i sostenitori dellaobiezione fiscale sono tutt'altro che evaso-ri per due ragioni: innanzitutto non è chesi voglia risparmiare sulle tasse e sulle im~poste da pagare, si vuole solo che essevengano destinate ad altro fine in ordinealla quota che il bilancio dello Stato riser~va alle spese militari, cioè che siano desti~nate ad altro fine che non sia quello dellespese militari; in secondo luogo, mentre glievasori evadono sotterraneamente, clandesti-namente, cercando di farIa franca, gli obiet~tori fiscali lo dicono alla luce del sole, eanzi più clamorosamente viene sbandieratal'obiezione fiscale, più sono contenti perchèil loro è un gesto politico.

s C O V A C R I C C H I, sottosegreta-rio di Stato per la difesa. È comodo!

G O Z Z I N I Non vi è alcuna formadi comodità, signor Sottosegretario, perchèsi è disposti a pagare tutto il dovuto pur-chè il gettito sia destinato, però, ad altrofine. Comunque, mi scusi, le argomentazioniche intendo svolgere sono basate sulla realtà.

Qual è la realtà? Personalmente devo direche sono abbastanza carico di dubbi e dìperplessità su questo modo di opposizione,ma considero i fatti. E i fatti sono questi:l'obiezione fiscale è nata di recente negliStati Uniti. Sono alcuni vescovi degli Sta~ti Uniti, ma anche alcuni ministri di cultinon cattolici, che hanno sostenuto e inse~gnato ai loro fedeli di pagare la quota ditasse devoluta alle spese militari ad altrofine (di benefidenza, di solidarietà, di uti-lità sociale). Monsignor Hunthausen in mo-do particolare, vescovo di Seattle, dov'è labase dei Trudent, ha preso una posizione dirottura, di avanguardia. Ma si tratta dìposizioni che la maggioranza dell'episcopa-to americano condivide. E questo è un fat-to di straordinaria rilevanza nell'ambito pro~prio della questione del rovesciamento dimentalità di cui dicevo. Basti pensare chenel 1965, nel Concilio Vaticano II, fu pro~prio l'episcopato americano che mise i fre-ni a certe prese di posizione del penultimotesto della Gaudium et spes, laddove si di-chiarava moralmente inaccettabile anche iJdeterrente: con !'intervento soprattutto delcardinale Spellman, il quale disse che il de-terrente andava bene sposando così la po~litica del suo Governo, il testo definitivo so~spese il giudizio. Oggi, al contrario, vi èun netto contrasto di posizioni, (sono fat-ti recenti) tra l'episcopato cattolico ameri-cano, e anche numerose chiese e comunitàprotestanti, e il Governo di quel paese, pro-prio sulla moralità del deterrente.

Ma anche nel nostro paese, signor Sotto~segretario, vi sono dei fatti significativi.L'il febbraio a Sondrio si è svolto il primoprocesso nei confronti di 15 cittadini dellaValtellina imputati in base agli articoli 112e 415 del codice penale perchè « in concor-so tra loro pubblicamente istigavano alladisobbedienza delle leggi di ordine pubbli-co, attinenti all'obbligo, da parte dei citta-dini, di concorrere alle spese pubbliche".

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I fatti sono i seguenti: il settimanale « L'ecodelle valli }}

~ credo sia un settimanale cat-tolico ~ 1'11 maggio 1982 pubblicava unalettera con 14 firme, nella quale si invita-vano altri cittadini a disobbedire, cioè anon pagare la percentuale del 5,50 per cen-to di tributi destinati alle spese militari.Nella lettera si leggeva, tra l'altro: «con-cordiamo sulla necessità di compiere atticoncreti, che coinvolgono direttamente lanostro persona e la nostra vita, per concor-rere alla costruzione della pace ». Il proces-so si svolse con rito direttissimo 1'11 feb-braio 1983 e si concluse con l'assoluzione diundici imputati perchè il fatto non costitui-sce reato, di tre imputati per non averecommesso il fatto e di uno perchè il fattonon sussiste. L'animatore del gruppo eraun sacerdote, don Serafino Barbieri. Il ve-scovo di Ivrea, monsignor Bettazzi, com-mentando il fatto e dichiarando la sua so-lidarietà al sacerdote imputato, prima delprocesso, e quindi prima dell'assoluzione,scriveva: «siamo convinti che il riconosci-mento del diritto all'obiezione di coscienza,e quindi la possibilità di farla conoscere,anzichè nuocere allo Stato, alimenta al con-trario la maturazione dei cittadini, quindirende più forte la democrazia ».

Lo stesso giorno, 11 febbraio di quest'an-no, a Firenze in Palazzo Vecchio, in un con-vegno organizzato dalla rivista «Testimo-nianze» di padre Balducci ~ era il secon-do convegno sul tema « Se vuoi la pace pre-para la pace» e il sottotema questa voltaera « Nord-Sud, armi e fame» ~ nel salo-

ne dei Duecento, oon la volla che gremivaanche gli scaloni del palazzo della mia cit-tà, monsignor Enrico Chiavacci, insegnantedi teologia morale allo Studio teologico fio-rentino e in numerosi altri istituti ecclesia-stici italiani ~ un sacerdote, quindi, contutti i crismi: non si tratta di una testacalda, come anche il vescovo Bettazzi daqualcuno viene ritenuto ~ a conclusione diun'analisi sul rapporto di sfruttamento, dirapina, di oppressione del Nord sul Sudesercitato anche con le armi (l'ho già det-to e non mi dilungo ulteriormente) diceva

~ per solidarietà con il suo confratello sa-cerdote e con gli altri 14 cittadini, mentre

non sapevano ancora dell'assoluzione ~ auna platea di un migliaio di giovani: «iovi istigo alla obiezione fiscale ».

Ci sarebbero altri documenti che potreileggere, per esempio gli atti di un conve-gno a cui ho partecipato, tenuto si il mesescorso a Parma, sull'obiezione di coscienzaal servizio mHitare. r.I tema del convegm.opoi si allargò e nella mozione finale ~ era-

no con me il senatore Granelli, che ora nonvedo, e l'ono~evole Gaiotti del Parlamentoeuropeo ~ si scrisse: «I partecipanti al

convegno indicano nell'obiezione di coscien-za al servizio militare, alle spese militari,alla costmzione e alla vendita degli arma-menti la via obbligata da percorrere percostruire una nuova cultura di pace. Inparticolare, venuti a conoscenza della sen-tenza del tribunale di Sondrio, di grandevalore storico, sociale e giuridico, che haassolto gli imputati per propaganda dellaobiezione fiscale, i partecipanti al convegnoappoggiano la campagna nazionale non vio-lenta di obiezione fiscale alle spese militari».

Il 26 e 27 di questo mese si svolgerà aBologna un convegno sul tema: «Obiezio-ne fiscale e politica militare ».

Direte che si tratta di minoranze; desi-dero allora leggervi un altro testo. Vi leggoprima il testo e poi vi dico chi è l'autore.Il testo è il seguente: «dobbiamo sfidareil potere a non costruire più armi con isoldi del contribuente. I soldi devono esseredestinati ad opere di pace per togliere lafame nel mondo, per la vita e non per uc-cidere. Allora dobbiamo anche essere pron-ti unitariamente a non dare contributi perle armi, ma a dadi ugualmente, con formeche indichino la nostra opposizione agli ar-mamenti e la nostra opera di costruzionedella pace ». Chi parla così è monsignorVincenzo Fagiolo, arcivescovo di Chieti, pre-sidente nazionale della Caritas che, comesapete, è un'organizzazione internazionale.Queste parole sono state pronunciate a unconvegno di tutti i presidenti diocesani del-la Caritas in Italia, nel settembre scorso.È passato inosservato, sotto silenzio, un in-tervento di questo genere, che io considerodi straordinario significato, conoscendomonsignor Fagiolo da molti anni e poten-

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VIII Legislatura

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do garantire che non è un vescovo che pos~sa essere minimamente accusato di progres~sismo, di essere una testa ca:1:da, come di~cevo che qualcuno considera il vescovo Bet~tazzi. È un canonista, figuratevi, uno degliautori del nuovo codice di diritto canonico.Bisogna rendersi conto che è avvenuto uncambiamento di 180 gradi nell'atteggiamen-to della chiesa cattolica e delle chiese cri-sti:::n1e in generale. Dico questo non soloper r1spetto al ooHega Vinay che è varldese,ma per riconoscere un dato di fatto. Ri~guardo alla obiezione di coscienza al servi-zio militare, nel 1965, ultimo anno del Con-cilio, al massimo si arrivò ad una raccoman~dazione di indulgenza agli Stati: oggi laobiezione di coscienza al servizio militareè un elemento fondamentale del catechismonel capitolo della pace (<< CaJteohiSiIIlO degliadulti» della CEI, pagina 548, se non sba~glio). E dall'obiezione di coscienza al ser~vizio militare all'obiezione fiscale contro lespese militari il passo non è lungo.

Vorrei cogliere 1'000000sione,Isi~or Sot~tosegretario, e la prego di riferirlo al Mini-stro, per sottolineare che sul numero degliobiettori di coscienza non riusciamo adavere dati precisi. Lei stesso, rispondendoad una mia interrogazione, ci indicò unamedia annuale corrispondente a 7.000 obiet-tori, media che il Ministro ha confermatopiù volte come stabiHzzata. Le organizza-zioni che si occupano degli obiettori di co~scienza parlano di 20 mila. Il sottosegreta~ria Ciccardini, suo collega, come risulta dalbollettino della Camera del 10 gennaio scor-so, ha affermato che nel 1982 le domandedi obiezione di coscienza sono state 20 mila.Signori del Ministero della difesa, mettete~vi d'accordo! Non riesco ad avere un datocerto, visto che il Sottosegretario dice unacosa e il Ministro un'altra; ci rendete più dif-£icile allche il lavoro per l'undficazione deivari disegni di: legge in discussione sulla ma-teria: una ,cosa è organizzare 7.000 obiettoridi coscienza, cosa del tutto diversa, non soloquantitativamente ma qualitativamente, èorganizzarne 20.000. Credendo 'scars'amentenelle interrogazioni, ho scritto una letteraal Ministro: mi ha risposto una prima vol~ta riconfermando il dato di 7.000, ma non

dicendo niente dell'affermazione del sotto~segretario Ciccardini. Devo pensare che ilsottosegretario Ciccardini sia involontaria-mente caduto in un lapsus? Benissimo, pe-rò bisogna che lo diciate e lo facciate anno~tare sul resoconto della Camera.

Non essendo più presente il Ministro,nè alcun collega socialista...

C O R A L L O. È difficile trovarli.

G O Z Z I N I . ...il rilievo che volevo fareforse è fuori posto.

P RES I D E N T E. Non c'è biso-gno della loro presenza per fare dei rilievi,perchè quando lei parla lo fa all'interopaese.

G O Z Z I N I. La ringrazio, signor Pre~sidente, della sua precisazione che mi esor~ta a fare egualmente il rilievo di cui parla~va. Si tratta di un ricordo personale: quan-do nel 1977 discutevamo la legge sull'abor-to e avevamo formulato certi emendamential testo proveniente dalla Camera, il colle-ga La Valle ed io andammo in Via del Cor~so dall'onorevole Craxi il quale ci disse unacosa mO'lto semplice: il 20 giJugno il voticattolici che noi speravamo di raccoglieresono passati sulle nostre teste. Ci dite cosìvoi che siete in qualche misura rappresen-tanti di una certa fascia di opinione catto-lica per questo nOlIl possiamo che seguiT~,vi. Da quel momento, per gli emetIl!damen-ti al testo come era pervenuro dalla Ca~mera Ja via f.u aperta. Se fosse staio pre-sente il signor Ministro, in relazione proprioal fatto specifico di cui ho parlato ~ laspinta all'obiezione Hscale ~ gli avrei vo-luto domandare di tenerne conto. Ma il di-S('OI1180nan riguarda solo N Partito sociali-sta, riguarda tutti quelli che aspirano aivoti cattoLici che 'sono diventati diffusi!, lI1Ol1più ooncentrati in un sO'la paI1tito (se mailo sono stati e io credo di no). Dovete te-nere conto di queste spinte culturali e poli-tiche, spinte crescenti che tendono ad or-ganizzarsi, che hanno dietro di sè l'enormeforza organizzativa della chiesa cattolica,perchè non sono più movimenti dissenzien-

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Senato della R.epubblica ~ 27 ~ VilI Legislatura

17 MARzo 1983580a SEDUTA (antimerid.) ASSEMBLEA- RESOCONTOSTENOGRAFICO

ti. Il vescovo Fagiolo dissenziente! No dicerto.

Poichè il tempo a mia disposizione staper scadere, concludo dicendo che il signi-ficato più ampio, il contesto in cui la discus-sione su questo disegno di legge va inse-rita, il ragionamento non ristretto a quellalogica di cui parlavo (necessità di aggiorna-mento militare, indi/pendenza indulStdale ita-liana, 'ricadute sul dvile eccetera) è dIseguen-te: dobbiamo seIIltlÌrela respOlnsabilità di as-sumere politicamente queste spinte mora-li, non ancora politiche, che vengono nonsolo da associazioni e da comunità di cre-denti ma anche da altre parti, da non cre-denti e da associazioni giovanili. Dobbiamorenderci conto di quanto la crisi sia profon-da e vada al di ,là dei mpporti t'fa lÌ p'aII'titi~ posso e devo dido io che non faccio par-

te di un partito ~ e delle organizzazioni gio-vanili dei partiti.

La crisi viene da tante cause, si capisce,ma ne indicherò una sola: la crisi vieneanche da una risposta inadeguata, vecchia,obbediente a schemi assolutamente supe-rati, nella mentaHtà e nella cuhum dlÌ que-sti giovani, sul terroo.o compleSlsivo dellapace, del disaTIIlo, del rapporto No~d-Sud,della fame nel mando.

I giovani capiscono 'sempre megllio cihe laf.ame e ill dialogo Nood-Sud nOlll 'si possonoaffrontare nè nei termini in cui i ,colleghi 00-dicali 11aff.rontano nè 'Il!eitermim i'Ilcui i~Go-verno itailiamo Li affronta, con stanziamentianche ,notevoli, ma si dev:ono ,affDontare mol-to più in pl'ofOLOdità,con revilSioni <radicalidei rapporti economici internaziom:alN.

Questa obbedienza senza fantasia creatri-ce alla logica del « se vuai ,la pace prepara laguerra », che è la logica di cui :la :relaziOlllead disegno di legge govef!l1:ativoe l'eJSposiz,io-ne del JVLinIDstro di stamane ,sona permeate,peI'mea anche la :logica del complesso milli-tare-indust>riak Ormai anohe i giovani lohanno capita, ma>rxismo o non marxÌlSmo, an-che al di .là del marxi'smo, perchè c'è U'Ilacer-ta lezione che ormai è diventata aria che re-spiriama.

Ormai i giovani sanno che c'è 'l1il1compleslSamilitaTe-indus,triale che domina l'economia

e che diventa necessariamente causa di op~pressi'One del Sud, causa di fame, di oppres~sione, di regimi militaI1i. All'Ora, bisogna ca-pire i giovani, ricostruire 'Ìin110110Ja fid'U!Cianelle istituzioni democratiche, sottrwld drtliIl-que n'On s'Olo a'~la sfiducia, ma anahe 'al iI1IÌIChi-lismo, che .li po:r.ta poi all'al'Ìenazione deLLadrQga a del terrodsmo, a quel mchilismache è perdita di senso ,deli1avita, per cui ll1OI1c'è piÙ nuHa nelLa vi,ta per cui valga rIa penadi spende]1la. Capi:re li giovani iill quesrt!Osen-so, restituire 101''0la filduda nel:1e Ì'stiÌJtiUzionipas'sa anche per .il cambiamento di questalogica, che è la logica <di quesuo disegno dilegge, per adot,tare la ,logica 'Opposta: se",uoi l,a pace prepara la pace.

Questo disegno di legge ,si iSlCiI'ive:iJnunalagica vecchia ed è questa la 'ragione di fOJI1Jdodella n'Ostra opposizione. Oredi<amo che 'se ilSenato, facendo proprie le rlSlelrveOO1I1Itenuienella prima .paJrtedella 'relazione del sena:roreGiust, respingerà questo d:ise~ di Jegge e loaccantonerà peT 'sempre provrvWeindo poi in'alItro modo <a'sana're Je spese già fatte, aiòcostituirà un segno posl'ÌivlO che qualcosa dinuovo 'sta na:sOOTIldanel p.arl:a:meIIlItoitaliano,perchè qualcosa di nuo",o è germogLiato m.elpaese. (Applausi dall' estrema sinistra. Con-gra tulazioni).

P RES I D E N T E. È isoritto a parlareH senatore PaSiti. Ne ha facoltà.

* P A S T I. Onorevole Presidente, onore-vole Ministro, anorevoili colleghi, per poterein coscienza decidere ,se apprOVlare o <nrenola stan~iamooto di ri:le'Vanti 'somme per ltlIUIOviarmamenti OCCOI1repaDre questa richiestanel contesto esatto e non propagandd'Slticodelle apposte fQrze.

Il « SIPRI Yearbook 1981 » precisa che ilespese militari del Patto di Varsavia wno sta-te nel deceIl!llio 1971-1981 La metà di: quantaspeso dai suoi nemici.

Una studi'O recente deHa CIA, di cui dà na-tizia H giornale ({ Intern<ationa,l Herald Tifi-bune» del 4 marzo corrente preoi'sa che al-meno negli u;l.ti<misei aa:mi ~lbila:ooio militaresovietica è 'stato notJevOllmente inferiore aquello precedentemente stimato e la produ~

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Senato della Repubblica ~ 28 ~ VIII Legislatura

17 MARZO 1983580" SEDUTA (antimerid.) ASSEMBLEA - RESOCONTO STENOGRAFICO

ziane di armi malto più ,ridotta de:He stimepassate.

Dal dooomenta «Military Posture» perl'anm.a Hscaile 1982 del comitata dei capi dista t'Omaggiore risuha che le farze del Pattosano di quattr'O milioni di soldati circa 1Il1fe..riari a quelle dei suoi nemid.

II dacumenta «Annual Report Fiscal Year1982 » dell' aHora segretario aHa difesa Brownprecisa che al pdma gennaia 1981 1e ar~mi 'nucleari strategiche erano 9.000 degliStati Uniti e 7.000 dell'Unione Savietica, eaggirunge: «di mana in mana che:ill program-ma di ammodern.amenta è schiemta 11 v:an-taggia ddle testate nucleaI1i U.S. cresce e lasuperior.ità sovietica .nel megatormaggio equi-valente diminuisce o 'scampare. E dò succe-de malgr.ada significativi a:mmodernamentisavietici ».

II documento « Annual Report to the Oon-gress Fiscal Year 1983» del segre1JaJpiaaliladifesa Weinberger precisa che «11 pr()lgram~ma per le farze strategiohe del presidenteReagan, mentre C01Thsumameno del 15 percento delle spese per la difesa, per i prossimicinque anni ci darà il più gmnde aumento diforze strategiche moderne e più patenti chesia mai stata programmarto e fillanziato daun Presidente degli Stati Uniti ».

La rivista « Scientific America », :1amigliorrivista scientifica del mondo occidentale, nelnumero di maggia del 1982 predsa ohe gliStati Uniti hanna attualmente 30.000 amninucleé1Jri,di cui 23.000 operative, e pianifica-no di costruirne altre 17.000 nei prassimi 10anni, in pé1Jrtein sast'ÌltuziO'l1edi quelle esi-'Stenti, con un aumento netto ,di 10.500 bom-be o testate nucleari. Le armi ll1ucleari chepotrebbero ara essere impiegate iOOI1JtTal'Unione Sovietica sono 12.000 e Isal:iranno a20.000 con le nuove costruzioni.

II documento «Department of DefenceAnnual Repart HscaJ. Year 1982» del Sielgre~tario aHa difesa Brown in fOlI'ma grafìica di-mostra che dal 1970 é1Jl1980 non soltanto leresta'te nucleari e s'trategiche americane so-no sempre state notev()llmente 'SupevÌ!()Iriaquelle sovietiche, ma gli Stati Uniti, hannocostruito in quel per,iooo di tempo più di5.000 nuove .testate \l1ucleari contro circa4,000 dell'Unione Sovietica. Le affermazioni

del presidente Reagan e del ,segretario alladifesa Weinbergerr che negJi u1rtimi 15 annigli Stati Uni!ti non hanno più costruito ar-mamenti nucleari, mentre rUnione Sovieticaha continuato a cos'Ìruirne, sona 'Ncontrariodella verità.

II documento ({ Annual Report F:i:S'calYear1981» de1l'allora segretalria a11a difusaHarold Brown ;precisa che .il 75 per cent'O del-le testate 'nucleari Istrategiche del:I'UniOll1eSavietica è contenuta nei .suoi missi1i tevre-str.i ICBM, contro un 26 per OOl1!tadegli StatiUniti. Un attacco nuoleare di sorpresa rov:ie-tieo, anche se rasse capace di distruggere tut-ti gli ICBM americani, :1ascerebbe 'SJe111pre'agliStati Uniti i,174per cento del loro armamelIJJtanucleare strategica intatto ed impiegabi.Iecome ritorsione in quanto co.n.oen1JraJto:neimi's'sili dei somme~gibilli che Thé1Jviganain ac-que sotto il 'co!O:troilloamericano e NATO, enon possano quindi essere di1strut'ti ,dai sovie~tici, e sugli aerei tenuti .:iJnstato di aLlaPffie equindi in grada di decallare prima di esseredistruui .al suolo.

Per ragioni di geografia gJ1i. aerei americaninon debbono entrare ilJJeHospazio difieso dal-l'Unione Sov:ietioa potendo lancia:re [re loroarmi da più lontano. Un atté1JOOOdi sorpresasovietico ~ first strike ~ sarebbe UIl1suici-

dio. La situazione è totaJlmente capovolta melcaso di un aHacco di sorpresa americanache potrebbe distruggere giH ICBM sovieticiai suolo, privando così l'URSS del 75 per cen-to del 'sua 'aI1mamento strategica, 'men1Jre 'an-che i sommergibili sovietici potrebbero esse-re più facilmente di'strutti in quan>to per mg-giungere ÌIlmé1Jreaperto debbana passare en~tro stretti controlllati dagli Stati U!I:l1Ì,tie quiln-di sono facHmenre individuati, seguiti e di~S'trutti. Anche gli arei soV'ietici per portare lalora 'Offesa a,l terdtorio amerkano debbonasarvolare Junghi tratti di teDritorio e di marecontrallato dagli Stati Uniti e sOll1aquindifadlmente rnteocettahili e dis1Jruttibi:li. Unati!:acco :di sorpresa americano, qUJalndo gliStati Uniti avranno raggiunto '1JJeÌoon£rontideU'Unione Sovietica que1la su.perioritàquant:Hativa e quralitativa che attualmentestanno prepamndo in maniera acceler.ata,ha possibUità di Diuscire.

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Senato della Repubblica ~ 29 ~ VIII Legislatura--"

580a SEDUTA (antimerid.) ASSI::.MBLEA ~ RESOCONTO STENOGRAFICO 17 MARZO 1983

Le pubbHcazioni «Mi:1itary Balance» de1~l'Istituto studi strategici di Londra, che cer~tamente non è filosov,ietico, dal 1963 e pervari anni hanno rÌ'portato che il numero degli~S4 ed SS5 sovietici :si era stabiHzzato att'or~no ai 750 missili che eSisi 'sono schierati innumero sufficiente per contrastare gli obiet~t'ivi strategici e semitattici quali gli aeroportidell'Europa occidentale, compresa l'Inghii~terra, e quelli dell'Estremo Oriente.

II {( Military Balaoce 1979~1980 », dopa unlungo studio, precisa che al seHembre del1979, quando l'Unione Sovietica 'aveva giàschierato 120 SS20 ed aveva ancora 590 SS4ed SS5, « qualcosa di molto vicino aJllapar.itàesiste ora fra le forze nucleari di teatroNATO e p.atto di VarS'avia» ed aggh1ll1!ge:{(Sei sovietici ritireranno i loro 590 SS4 ed SS5i nostr.i calcoli dimostrano che altri 140 SS20(per un totale cioè di 260) compenseI1alIln'Oilritiro dei 590 SS4 ed SS5 ». Secondo rIstiturtointernazionale di studi strategici di Londra,così antisovietico da meritallsi ,jpiù ampi elo~gi di tutti i bellidsti occidentali, con il .ritirodi tutti i vecchi missili l'Unione Sovietica po~trà mantenere 260 SS20 senza che vi siia unaumento di minaccia per la NATO. In realhàvi è invece una note'Vole diminuzione inquanto il potere esplosivo ,di tutti i 260 ipo-tizzati SS20 è di 1.070 megaton contro i piùche 7.500 megaton dei vecchi mi,ssi.Ii. Ma nes~su no nella NATO presenta mai queste valu-tazioni. Anche ,la precisione degli SS20 è :S'ta~ta ampiamente esagerata per ragioni p'ropa~gandistiche, mentre la mobiHtà ntOnaggiungenulla al potere offensivo dei mi'ssiH ma è >sol-tanto un elemento di.fensi'Voin quant'o predu~de la possibilità da par.te del nemico di lan-ciare un attacco di sorpresa. Questa è ila dot~trina ufficiale ,americana.

Ckca il numero degli SS20 schierati si deb~bono fare delle i'nteresSlanti constatazioni. !il{( Military Posture» per iJ'anno fi,scale del1983 precisa che gli SS20 schierati nel ddcem~bre 1982 erano più di 260. Il vice presidenteamericano Bush afferma che in apri'le del1982 gli SS20 schierati erano 250. Se la valu~tazione del comitato dei capi di stato mag-giore fosse stata esatta, con la supposta co-'struzione di urn nuovo SS20 aJ.Ia settlÌmanain aprile gli SS20 sarebbero dovuti esserecirca 300.

Queste diversità di valutazione di due frai mas'simi esponenti politici e miHtari ameri~cani fa nascere dubbi circa l'esattezza deUevalutazioni: e i dubbi continUlano. H 15 lu~glio 1982 il portavoce ufficiale del Diparti-mento di Stato precisa che, malgmdo le di-chiarazioni di maJrzo di Breznev dllca ,la so-spensione delÌ'lo schieramento degli SS20, ,lacostruzione di postazioni già iniziate in mar~zo continua, e gìi SS20 schierati erano al~l'epoca 315. WeiJnberger 1'8 ottobre del 1982afferma che gLi SS20 erano già 344. Tuttaviail 18 ottobre 1982, in una conferenza stampaa Bruxelles, viene chiesto a Rostow, il nego-ziatore ufficiale americano per i mis,sm diteatro a lungo mggio, se 'rispondesse ,a veritàla denuncia di Weinber.ger di violazione alcongelamento degli SS20 'annunciata Uinilate~ralmente da Breznev in marzo. Con un illUJl1-go pietoso giro di parole Rostow rifiuta diconfermare le accuse di Weinberger, segnoevidente che si tratta di grossolane bugi:epropagandistiche.

I 250 S820 che ,nelle realistiche valutazionidi Bush sono schierati neU'Uni'One Sovieticae che corrispondono aHe stime avanzate dal« J\,1ilitary Balance 1979~1980 », come ho pre~dsato, contengono esattamente quelle 750testate nucleari cOll1tenute nei vecchi .mi'SlS'i,Ue che erano state dallla NATO ,ritenute ade-guate per bilanciare le armi nuoleari sohiera~te in Europa e queUe schierate in BsrtremoOdente giudicate dalla NATO stessa « strate~giche o semitattkhe » per l'Unione Sowelt,ica.

La falsa « opzione zero» di Reagan è im-momle perchè ingiusta e pericolosa in quan~to o chiede lo smantellamento completo ditutti i mi'ssi.li sovietici, lasciando quindi nonbilanciata la minaccia « ~trategica o 'semitat~tica» delle armi 'l1uoleari schiemte in Euro~pa e 'in Estremo Oriente, oppure, :peggio,vaole aumentare questa miinaccia con l'ulte~l~iore schieramento 1n Eur.opa dei Pershingl I e del missili Cruise 'senza nessun bilancia-menio sovietico: armi, particolatrmente iPershing II, che in brevi's'simo tempo, di~struggendo i centri ,di comando poHtieo"'.ITli-1itare sovietici, priverebbero l'UniO'l1e Sovie-tica di ogni possibilità di 'ritorsione ad unattacco di sorpre'Sla amerwano.

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Senaro della Repubblica ~ 30 ~ VIII Legislatura

17 MARZO 1983580" SEDUTA (antimerid.) ASSEMBLEA- RESOCONTOSTENOGRAFICO

Finalmente, nel «Military Balance}} del1982-83 risulta che 'in Europa vi ,sono 700.000soldati dell'esercito NATO in più di queHidel Patto di VaJrsavia.

Onorevole Presidente, 'Onorevole MimJ.,s,tro,onorevoli colLeghi, questi sono ,f)atti a docu-mentaz'Ìone di non sospette fonti occidentalie non « consigli }}, come :11pres1den:te Fanfani

ha affermato nel maldestro tentativ:o di na-soondere le 'sue ,responsabilità. Ma aiIlche ilMinistro del'la ,difesa e i capi miiliitari sonoresponsabi'li di non tener 'COIltodi queSJwfattied anche molti di voi, 'Onorevoli colleghi cherestate ciechi, 'Sordi e muti di £ronte all'ap-prossimarsi della catast'rofe nucleare a chechiedete che sia il più debole a rnsl8:rmare ~

mentire appoggiate H :I1Ì:armodel più forte, au-mentando così ultel1]Ormente '}o ,squilibriodelle forze, aumentMJ!do cioè H pem'colo diUJna guerra nudeare ~ portano una lr'eSlpOll-

sabilità gravissima di fronte a tutti i popolidel mondo.

In questo quadro qUMUlnque ISpesa 'Peraumentare il potenziale militare delle forzeitaHane, cioè della NATO, non oolt:a:nto è unacolpa grave verso l'I11alia perchè Isottr.ae eJJJer-gie estremamente necessaJrie per superare]'auuale crisi, ma aumenta il pericolo di unaguerra preventiva de11a NATO pI1oprio nelperiodo Dielquale il generale 'amerioalIlo aheci comanda rilanoi'a la tesi di una guermche alme.no all'inizio sarebbe convenzionale.

Ciroa i contenuti specifici della legge vor-rei osserva,re che l'aereo ricMesto dall'ae:t'O-nautica miHtare è così scarsamente provvi-sto di contromisUire elettroniche da non poteressere ;impiegato in un teatro di guerra eUiro-pea. Esso è in realtà un ottimo aereo da oon-troguerriglia e troverà un ampio mercato frai dittatori dell'America, delJ'Aifrica e ,del-l'Asia. Non è certamente un cas'O che .a!l'jiffi-presa si sia asS'ociat'o il Bmsile.

Per ciò che ,riguarda l'elicottero della ma-rina, ciò che importa n'On è i:l vettore ma !l'l8:t-trezzatUJ1a interna necessaria per individua-re, seguire, localizzare e distrUiggere i s'Om-mergibili nemioi. Il programma de1l'-elicotte-ro è in realtà soltanto Uill'aiuto alll'rrndustriaeliootteristica che andrebbe quindi esami-nato in altra sede e in altri termini.

Il programma dell'esercito in reaLtà dupli-oa almeno in paJrte i compiti deglli aerei spiaelettronici americani AWAC ,di cui la NATOè già fornita. Sal'ebbe interessante conosce-re se questo raddoppio è motivato dalla nonfidnoia di ,ricevere informazioni corrette da-gli americani.

In questo caso tuttavia la soluzione reali-stica sarebbe .l'usdta dell'Italia da:1la NATOe la sua attiva partecipazione al blocco deinan allineati per costrUiire un ponte .di aani-cizia e di scambi fra Stati Uniti e Unione So-vietica, ponte di cui pedino Reagan sente ilbisogno, malgI1a!do tutte le sue perioolose ro-domontate, dispeI1andosi per aver peI1duta ilmerca'to gra:na:ri'OdeH'URSS.

A nome del movimenta « Lotta per la pa-ce » e del grande e crescente numero di im-liani contrari ad 'Ogni aumento delle spesemilitari, mi dichiaro 'oontrario alJ'approva-zione di ques:ta legge.

P RES I D E N T E. È iscritto a pa:r-Lare il senatore F,inestra. Ne ha faooltà.

* F I N E S T R A. Onorevole Presidente,onorevole Sottosegretario, colleghi, quest'Omia intervento 'si 'atterrà esclusivamente al-l'al'gomento relativo al programma di ricercae di svilUiPPo, tema ohe ,abbiama disC'UisSO[npiù riunioni di Sottooommi~s;ione approron-dendolo ed ana1izzandolo aIIlche C()[l J'aUidi-ziane dei capi di stato maggiore. Non inten-do pertanto affrontare .ill problema de!.la .fi~losoHa deUa pace e della guerra che in que-sto momento non mi dguar.da, intorno alquale specialmente in questi ultimi tempisi è acceso un animato dibatHto, 1n quantolo scatenamento di una guerra termonuclea-re metterebbe in pericolo nntem umarutà.

Non è mio praponimento entraJre in pole-mica con chi persegue la politica del disarmoper ar,riv'are al pad£i,smo. Ai s'Ostenitori dellapolitica del disaITIlo ricordo che l'obietti,vadel programma in discus,sione è il raggiun-gimento, carne ha detta l'O stessa Ministrodella difesa, di standards minimi per la n'O-stra ,sicUirezza. A quest'O punto è opportunoricordare che lo slilttamento di programmiha determinato le carenze qualitative e quan~

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Senato della Repubblica. ~31~ VIII Legislatura:=:>

580" SEDUTA (antimerid.) ASSEMBLEA~ RESOCONTO STENOGRAFICO

titative che conosciamo e che reputo oppor-tuno sinteticamente ':r1cordare.

L'esercito risente attualmente dell'inesi-stenza di una valida difesa oontraerea e del-l'obsolescenza dei carri armati 'Che 'DI'maisono logori e superati. L'aeron:autica accusauna carenza di aerei. La marm manca diunità COistiere, sommergihili ed elicotteri. Inquesto stato delte nostre forze armate la no-s!tra sicurezza è minacciata. E poichè il pro-blema difesa è un problema nazionale reputoresponsabile atltr.ibuire un ondine di prioritàalle spese rnrHita\ri in relazione appunto allelimitate disponihilHtà £iJIl'aIIlziarie.

Onorevole Presidente, onorevole Sottose-gretario, è d'Overos'Oda parte mia ,rJ1ngraziareil ministro LagoI'io per la s:lIJaampia relaz:io-ne imperniata sul-Lasicurezm, sulla difeSla na-zionale e sui problemi deUe nostre forze ar-mate. Prima deUa dettagliata esposizione delMinJstro mi ero post'O il seguente ilnterrogati-va: sotto l'aspetto dell'effioienza, deHa po-tenzialità e della preparazione le :nostre forzearmate sono in g-rad'Odi ,aSlsicurare credibili-tà nello svolgimento dei compiti Iorio affidati?Il Mini-stro ha risposto molto lealmente aquesto interrogatitvo dicendo n'O. È da questQno che io prenderò l'avvio per entrare nel vi-vo deHa discussione del d~s-egnrodi legge.

Poichè la CosHtuzione della Repuhblica ita-liana in reLazione -agli ,aspetti poHtioo-miHtJairidella sicurezza persegue una poHtrilcadi dR-sa e di pace, risulta conseguenziaJle e implici-ta sviluppare tutte quelle condizioni di dis-suasione atte a scoraggiare poS'sibiili !aggres-S'ioni e minacce. Ed è p.roprio ra difesa dellanostra sicurezza ed -ÌDldipendenza che l'Italiaha aderito aH'Alleanza atlamtica e alla NATOnella certezza di avere il diritt'O naturale ail-l'autodifesa. Lo Stato italiano è dllJIT1queim-pegnato in una politica di difesa na2'Jionaleche 'si svHuppa in una lin:ea Istrategioa di ri-cerca e svi-Iuppo teonologico, elemento que-sto strettamente connesso oon T'orgalIlizzazio-ne e la preparazione dell'O -grtrumento mHita-re. La risposta, quindi, aJl.l':interrogativo suI-l'efficienza deHa nostra difesa dinanzi rad unaipotizzabile e teorica minaccia dall' esteI1lliOnasce daUa conoscenza ddlo -stato attualedelle nostre strutture miHtari e dalla prrepa-

17 MARzo 1983

razione dell'elemento uomo con i suoi V'alorimorali e le sue oapadtà tecniche. Iill questoquadro l'accreSlCiuto peso della potenza 15'0-vietica it]]Europa, nel mOllldo e, in paI1tioola-re, nel Mediterraneo, .n:onchè .jJ.potenziamen-

t'O militare di paesi deLl'Africa settentrionalea noi ostili, come la Lihia di Ghec1dafi, do-vrebbero indurci ad U!niattenta e rigorosa va-lutazione deHa minaccia ;per prediSipOrre mi-sure adatte a p["'everuirla,oontrobilanoiaJrla edequilibraI'la con uno 'strumento mHitare chepossa essere credibile nel ruolo di di'SisrUasio-ne e di difesa.

La qual:ità e Ta quantità dei mezzi a dispo-sizione ddl'eserdto, dell'aer:onautilCa e dellamarina, Isecondo le ricorrenti dicmaraziOiI1idel Ministro d:eHa difesa, derI capo di statomaggiore generale e dei tire capi di ISltatOmag-giore deltle rispettive armi, non sono adeguatealla nostra difesa e sicurezm. I resrponsabiHmilitari hanno più volte lealmente precisa~to che la qualità, strettamente legata al pro-gresso tecnologico, è ormai superata neisettori aereo, navale e terrestre, settori chemostrano evidenti segni di obsolescenza. Aquesto proposito credo opportuno citare leseguenti frasi del capo di stato maggioredella difesa: « Il tormento di ricercare so-luzioni realistiche p(1r le nuove esigenze nel-la consapevolezza che le risorse e i mezzi di-sponibili non solo rendono problematico l'av-vio di programmi nuovi, ma pongono in for-se la fàttibilità di quelli già avviati... Ove ciòdovesse accadere, le forze armate non sareb-bero più in grado di garantire, neppure inprospettiva, un sia pur minimo livello disicurezza e si vedrebbero costrette a chiede-re un ridimensionamento dei loro compitiistituzionali fondamentali. In parole povere,ciò significa che le forze armate non po-trebbero più svolgere azioni difensive ». Se-condo il capo di stato maggiore della dife-sa, le carenze più gravi sarebbero le seguen-ti, ed è bene ricordarle: per l'esercito l'ine-sistenza di una moderna componente con-traerea nel settore delle bassissime quote,l'obsolescenza della maggior parte dei mezzicontrocarri e delle artiglierie, nonchè di unabuona metà dei carri armati che sono ineffi-cienti; per la marina una deficienza quanti-tativa sop,rattutto di unità costiere, som-

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Senato della Repubblica ~ 32 ~

580' SEDUTA (al1timerid.) ASSEMBLEA - RESOCONTOSTENOGRAFICO

VIII Legislatura

17 MARZO1983

mergibili, dragamine e unità anfibie; per l'ae-ronautica una carenza complessiva dell'or-dine di un centinaio ai aerei e di materialeper la difesa aerea; infine, il ritardo enormènel campo dell' automazione e della prote-zione dei sistemi di comando, controllo e co-municazione che rende anche .il settore del-le telecomunicazioni dell'esercito inidoneomettendolo in una posizione di inferiorità:

Le parole del capo di stato maggiore del-la difesa hanno messo in evidenza la vera si-tuazione della nostra sicurezza, attualmenteal di sotto del minimo. L'immagine reCliledel-le condizioni dell'esercito, della marina, edell'aeronautica si può ricavare dai seguen-ti giudizi espressi in Commissione difesadai capi ài stato maggiore delle tre avminell'illustrare alla Co~missione stessa i pro~grammi di ricerca e sviluppo AM-X, EH-Wl,CATRIN, in materia di costruzioni aeronau-tiche e di telecomunicazioni. Tutti e tre iresponsabili militari hanno sostenuto che laquantità dei sistemi d'arma in dotazione al-le nostre forze armate non assicurano queIJaefficienza operativa indispensabile ad ognimodello difensivo. Per meglio definire leattuali condizioni del nostro strumento mi-litare, riporto in sintesi le seguenti dichiara-zioni dei capi di stato maggiore, relative aicitati programmi di ricerca e sviluppo.

Il capo di stato maggiore della difesa pre-cisa: {( Il programma CATRIN intende ov-viare alle carenze derivanti dalla mancanzadi un sistema di comunicazione campale checonsenta di esercitare in maniera adeguatail comando e il controllo delle operazioni.Evidentemente, in assenza di questo siste-ma CATRIN, le nostre forze armate si tro-vano in condizioni di inferiorità di fronte aglialtri es~rciti. Il programma EH-Wl è voltoa realizzare un elicottero medio-pesante, concompiti primari di difesa antisommergibile,con caratteristiche tecniche ed operative if}linea con la minaccia in atto e con quelleprevedibili nel Mediterraneo. Il programmaAM-X, infine, è inteso a realizzare un velivo-lo con compiti primari di supporto alle for-ze di superficie e di interdizione ravvicinata,per sopperire alle gravi carenze esistenti nelsettore. Infatti, la componente aerotattica (~composta attualmente da veivoli obsoleN,

G91jR, F104jG e G91jY, che, entrati in lineanegli anni 1960, esauriranno la loro vita tec-nica a partire dal 1982 ». Qdndi hanno giàesaurito la loro durata tecnica; abbiamo de-gli apparecchi che non sono in grado forseneppure di volare. Penanto, precedere spe-ditamente all'approvazione del disegno dilegge per il finanziamento dei programmiCATRIN, EH-Wl e AM-X, significherebbecontribuire al necessario adeguamento dellostrumento militare e mettere le forze arma-te in condizione di assolvere i compiti isti-tuzionali loro assegnati. Il capo di stato mag-giore dell'esercito, nell'intervento che ho ri-portato, precisa inoltre che: «Allo stato at-tuale, l'esercito non dispone di un sistemadi avvistamento tattico della minaccia aerea,di comando e controllo dei complessi di ar-ma convenzionali e missilistici di autodife-sa. Il sistema CATRIN» ~ prosegue il ca~po di stato iDaggiore ~ ({ è idoneo a farfronte alle esigenze operative del combatti-mento moderno ».

Cito la dichiarazione del capo di statomaggiore della marina: «Il programma disvj:uppo relativo all'EH~lOl, di rilevanteimportanza per l'efficienza e la validità ope-rativa dei mezzi della marina in Italia, con-sente di svincolare la difesa dalla dipenden-za estera. Per questo è molto importanteessere autonomi e indipendenti nella produ-zbne ».

Il capo di stato maggiore dell'aeronauticaprecisa inoltre che uno dei pilastri della po.litica di ricerca e sviluppo è rappresentatodalla consapevolezza di cercare di soddisfa-re precise esigenze operative, perseguendovalidi obiettivi di stabilità industriale. L'ur.genza di sostituire velivoli già da tempo su-perati sotto l'aspetto operativo ha spinto lostato maggiore dell'aeronautica ad avviaresenza indugio studi relativi all'AM-X. Il pro-gramma AM-X rappresenta la soluzione piùcCG!1omica per S0ddisfare l'esigenza di am-n-:cdt'rnare la nostra Hnea di volo su trecomponenti. Prima componente: una lineaintercettatori ogni tempo, dotata di F104;seconda: una linea di incursori e ricognitoricon capacità di penetrazione e attacco a bas-sissima quota e questa è la linea dotata diTornado; infine: una linea caccia bombar-

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Senato della Repubblica ~ 33 ~ VIII Legislatura

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dieri, ricognitori leggeri specializzati nel con-corso diretto alle forze di superficie, equi-paggiata con AM-X.

La posizione politica del Gruppo che rap-presento circa i programmi di ricerca esviluppo è ben nota, avendo più volte so-stenuto, in tutte le sedi, la dura necessità dipotenziare maggiormente le nostre forze ar-mate, dotandole di mezzi moderni per au-mentarne il prestigio e la credibilità, fatto-ri, questi, che poggiano cscilisivamenk sL.~lavalidità operativa dell'apparato militare.

Il disegno di legge in esame, per la suaparticolare importanza, esigeva una profon-da analisi conoscitiva circa la spesa e laprogrammazione militare. Su questa linea siè mossa la Sottocommissione presieduta dalsenatore Giust e la Commissione stessa. In-fatti abbiamo avuto contatti e incontri in-formali con gli esponenti della Difesa, comeho già detto, e con personalità del settoreindustriale. Dai colloqui sono emerse le se-guenti esigenze: la necessità di dotare le for-ze armate di mezzi moderni, adeguati allasicurezza e al ruolo che l'Italia si è impe-gnata a svolgere in seno alla NATO, e, piùpropriamente nel bacino mediterraneo, alfine di garantire la pace in un'area in conti-nua tensione; l'opportunità di intensificare,per fondati motivi di risparmio delle nostrerisorse, la cooperazione internazionale; l'uti-lità dello sfruttamento della ricerca tecnico-scientifica nel settore militare a vantaggiodella produzione civile. La ripercussione sull'apparato produttivo, sociale ed economicodi eventuali riduzioni dei programmi militariva anche valutata. È evidente, infatti, che aduna maggiore produttività corrisponde unmaggiore livello occupazionale, èome alhmancanza di commesse fa seguito un più al-to indice di disoccupazione e spreco di ri-sorse economiche impiegate per la cassa in-tegrazione guadagni a sostegno delle mae-stranze disoccupate.

Dagli incontri è emerso un altro dato cheva responsabilmente valutato in un momen-to particolare e difficile per la nostra econo-mia, quello valutario. L'esportazione di ma-teriale militare ha permesso alle casse delloStato di introitare in questi ultimi tempi,in virtù delle leggi promozionali, valuta pre-giata per svariate migliaia di miliardi.

A questo punto, dovrei muovere una cri-tica che è risuonata anche in Commissionedifesa. Invochiamo una nuova metodologiar.ei rapporti tra Governo e Parlamento. Co-me parlamentari, dobbiamo essere messi alcorrente dei programmi fin dalla fase dielaborazione, per meglio valutarne l'efficien-za, la spesa da impegnare e non dobbiamotrovarci di fronte al fatto compiuto perchè

~ ripeto ~ ciò suona come offesa allo stessoParlamento. La nuova metodologia si do-vrebbe basare su delle componenti: dovrem-mo conoscere gli. obiettivi, nella fase di ela-borazione; dovremmo fare un'analisi deimezzi e delle risorse a disposizione; do-vremmo anche vagliare programmi alterna-tivi e valutare i programmi esistenti in rap-porto agIi obiettivi, ai costi e ai benefici e,infine, decidere. La scelta, onorevole Presi-dente, non deve essere esclusivo privilegiodel potere. La scelta non può essere nè priva-ta nè 01lg8rchica: deve es'sere del Parla-mento.

NH avvio alla conclusione, affermando 00-me non sia possibile trattare il tema disar-mo-armamenti senza riferimento alla situa-zione internazionale dalla quale siamo con-dizionati, tanto più che le due superpotenzeconsiderano l'Europa un teatro preferenzia-le. Il nostm modello di strategia militare èstrettamen te difensivo, tanto è vero che conil disegno di legge in discussione ricerchia-mo un equiJibrio e non perseguiamo un no-stro vantaggio militare che creerebbe unosqailibrio pericoloso. I programmi AM-X,EH-lOl, CATRIN hanno un solo ed unicoC'bietti1!0: quello di difenderei. Riequi1ibrGlirenon significa sopravanzare oppure suprema-zia mi.litare: l'Italla deve attualmente colma~re uno svantaggio, senza incorrere ~ cosad'altronde impossibile, data la situazione e-conomica ~ in una corsa al riarmo. La no-stra scelta di campo in ordine ai programmidi ricerca e di sviluppo è obbligata dall'at-tuale realtà politica che non ci permette al-ternative. Questa realtà europea e mediter-ranea ci impone esigenze e scelte dalle qualinon ci possiamo esimere, se vogliamo vera-mente conservare l'indipendenza politica,privilegio e diritto, questo, che richiede àlmantenimento di un apparato militare mo-derno, efficiente e credibile, uno strumentomilitare che sia in grado non soltanto di

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assicurare la difesa del territorio nazionale,ma anche e soprattutto sia garanzia di salva-guardia della vita dei nostri soldati ai quali,in relazione al sangue versato a Beirut perla ricerca della pace, invio i sentimenti diprofonda solidarietà del Movimento socialeitaliano-Destra nazionale. (Applausi dall'e.strema destra. Congratulazioni).

S P A D A C C I A. Domando di parlare.

P RES I D E N T E. Ne ha facoltà.

* S P A D A C C I A. Signor Presidente, vi~sta l'assenza del Ministro, vorrei richiamarela sua attenzione sull'opportunità di sospen~dere la seduta di questa mattina. Vorrei ri~chiamare la Presidenza sulla gravità del fat~to che si è verificato oggi: come Senato dellaRepubblica, abbiamo aperto un dibattito sul~le comunicazioni del Ministro; si è poi veri~ficata una sovrapposizione di impegni dellostesso Ministro fra il Senato e la Camera deideputati. Ora voglio ,rilchi:ama:r:ela PiI'esdden~za del Senato sul dovere di tutelare i nostrilavori, non dico la dignità dei nostri lavori,ma semplicemente i nostri lavori. Per evita~re questa sovrapposizione sarebbe stato suf-ficiente che l'oggetto del dibattito che ha im-pegnato questa mattina il Ministro della di~fesa alla Camera dei deputati fosse fattoproprio dal Senato dove esistono già stru~menti di .silndacato e di controllo su ciò cheè avvenuto in Libano e si sarebbe così inse-rito beniss~mo nei nostri lavori.

Quindi, ripeto, visto che stiamo discuten.do sulle comunicazioni che il Ministro delladifesa ha fatto sulla politica militare e sulladifesa del nostro paese, sottopongo alla Pre-sidenza l'opportunità di questa sospensioneanticipata per riprendere la discussione nelpomeriggio.

P RES I D E N T E. La ringrazio, sena-tore Spadaccia, di questo suo richiamo, peròdevo puntualizzare che stiamo discutendoil disegno di legge n. 1816. Abbiamo avutoprima la presenza del Ministro, che ha svol-to una sua relazione, e in questo momentoil Governo è rappresentato dal sottosegreta~ria Scovacricchi.

Purtroppo, è avvenuto il grave e increscio-so episodio del Libano. Si è ritenuto oppor-tuno che su tale episodio il Governo riferis-se alla Camera dei deputati, ed è evidenteche il problema non può essere discusso inquel ramo del Parlamento senza la presenzadel Ministro. Mi pare quindi che la scelta fat-ta ~ di continuare la discussione del dise-gno di legge n. 1816, alla quale il Ministroha già direttamente partecipato e aIJa qualetornerà per le conclusioni, ané:he sulla basedi quanto il Sottosegretario ha raccolto nel-la discussione odierna ~ consenta, in unmomento difficile, di comporre le giuste esi-genze di dignità, di tempestività e anche disenso di responsabilità del Parlamento neiconfronti del paese.

Quindi, facendomi carico delle osservazio~ni che mi sono pervenute, e che faccio mie,mi pare che tutto sommato stiamo cammi-nando sulla giusta strada, e ciò è avvaloratodal consenso del senatore Lepre di voler par-lare alla presenza del Sottosegretario, inrappresentanza del Governo. Credo che siagiusto andare avanti nei nostri lavori, e ag-gIungO solamente che il Ministro ha assicu-rato che, non appena terminata la discussio-ne nell'altro ramo del Parlamento, torneràal Senato.

È iscritto a parlare il senatore Lepre. Neha facoltà.

L E P R E Signor Presidente, onore-vole rappresentante del Governo, onorevolicolleghi, desidero innanzi tutto sottolinearecome, del resto, è stato evidenziato nellapregevole relazione del senatore Giust, l'ap-profondita valutazione che la Commissionedifesa ha dedicato al disegno di legge.

Ricordo che, ai fini di un attento esamedel provvedimento, è stata costituita, comeè già stato ricordato, in questa occasione unaSottocommissione per la spesa e la program-mazione militare, presieduta dal senatoreGiust, divenuta poi organo permanente peressersi occupata successivamente di altriprovvedimenti di spesa militare e di pro-blemi relativi alla riconversione dell'areaindustriale della difesa. Tale Sottocommis-sione ha fatto precedere il lavoro della Com-

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missione da importanti acqmslzlOni cono~scitive a mezzo di incontri informali conesponenti militari e rappresentanti del set~tore industriale. Sono stati sentiti, fra glialtri, il segJ"etario generale della difesa, an~che nella sua veste di direttore nazionaledegli armamenti, il responsabile militare deisingoli programmi di ciascuna forza arma~ta, il professor Armani, vice presidente del~l'IRI, e i presidenti o amministratori dekgati delle principali aziende interessate, inparticolare delle industrie Aeritalia, Aer~macchi, Agusta, Italtel, Marconi, Selenia edElettra.

In Commissione poi, nel corso di un ai~battito veramente ampio, che ha impegnatoi commissari per ben otto sedute, alcunedelle quali di inusitata lunghezza, sono sta~ti sentiti, avvalendoci dello strumento pre~visto dall'articolo 47 del Regolamento, i trecapi di stato maggiore dell'aeronautica, del~l'esercito e della marina c il sottocapo distato maggiore della difesa, in sostituzionedel capo di stato maggiore della difesa, inquel momento assente da Roma.

I generali Bartolucci, Capuzzo e Pisano,nonchè l'ammiraglio Monassi, non solo han~no illustrato i tre programmi di cui al di~segno di legge, ma hanno anche rispostoesaurientemente a tutti i quesiti che sonostati posti. Dico questo perchè mi sembradi dover rilevare anzitutto un dato incon~testabile, scaturito dall'esame della Com~missione: ai programmi proposti, indispen~sabili per mantenere un livello minimo diefficienza e di credibilità allo strumento mi~litare italiano, non sono contrapponibili al~tre scelte in modo convincente nè tecnica~mente nè politicamente. La sola alternativasarebbe quella di abbandonare i programmistessi, con la conseguente necessità dell'ac~quisto all'estero dell'armamento necessarioalle nostre forze armate, con il costo di unapesante ricaduta negativa sul piano dellabilancia dei pagamenti, ricaduta tecnologicae occupazionale, e con l'inevitabile dipen~denza nei confronti di altri paesi.

Ho detto che si tratta di mantenere lenostre forze armate a un livello di efficien~za minimo attraverso il rinnovamento dimezzi che l'usura, il tempo e il progresso

tecnologico ci costringono inevitabilmentea sostituire. Non vi è pertanto la volontàdi potenziare la forza del nostro strumentomilitare convenzionale; è quindi da respin~gere la tesi secondo la quale il provvedi~mento traduce una particolare filosofia del~la maggioranza e del Governo volta a unriarmo convenzionale in alternativa alla for~za nucleare della NATO. Non mi sembrache vi sia in ambito NATO un affermatopensiero politico tendente a privilegiare nuo~vamente l'elemento convenzionale rispettoa quello atomico. Tuttavia ritengo esserepreferibile, dovendo fare una scelta ~ maquesto non riguarda certo il disegno di leg~ge al nostro esame ~ giungere a un raf~forzamento della potenza convenzionale del~la NATO perchè l'equilibrio delle forze con~venzionali dei due blocchi può essere nonsolo condizione per l'auspicato disarmo ato~mica, ma anche fattore che concorre ad ele~vare la cosiddetta soglia nucleare, cioè aridurre il possibile ricorso all'uso di mezziatomici.

Certamente, l'armamento convenzionalecosta assai più che non l'armamento atomi~co ed in un periodo di crisi che coinvolgeuna larga parte dei paesi occidentali, do~po anni dominati dalla tendenza di alcunidi questi paesi ad affidare la propria sor-te all'arsenale atomico americano, il discor~so diventa difficile nonostante l'evidentecompenso di una più sicura e durevole pro~spettiva di pace.

Giustameme è stato osservato che, pur~troppo, l'alternativa non è solo quella trail nucleare e il convenzionale, ma si è fat~to più volte riferimento anche a mezzi didistruzione elettronici, chimico~batteriologi-

ci" alle armi anti~satellite, agli strumentimissilistici generali, che sembrano renderetroppo semplice e impraticabile il discorsoda me poc'anzi svolto. D'altronde sono con~vinto che dobbiamo muoverci in una certadirezione e che la riduzione dei timori chevengono dalla minacciosa superiorità con~venzionale delle forze del Patto di Varsaviapuò condurre più facilmente ad una solu~zione del programma atomico.

Un altro tipo di considerazioni che sonostate svolte in Commissione ~ dal relatore

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in modo particolare ~ e~ che hanno trovato

obiezioni astrattamente condividibili da par~ie dell'opposizione, ha riguardato l'altissi-ma importanza rivestita dai programmi diricerca e di svHuppo ai fini del progressotecnologico dell'industria civile e nazionale.Infatti, sono staii sottolineati anche i ri~flessi positivi, in termini occupazionali, neivari comparti iiJ1dustriaJi, acquisendosi comeun dato medio che una minore commessadell'industria nazionale del valore di 10 mi-liardi si tradurrebbe in 300 occupati annuiin meno e in 4 miliardi di oneri aggiuntiviper la cassa integrazione e guadagni. Que-sti S'0no dati che meritano una particolareattenzione se li raffrontiamo al costo odier-no di ogni posto di lavoro.

In panicolare il programma dell'AM-Xconcorrerebbe ad impedire una crisi nelsettore dell'industria aeronautica nazionale,mentre quello dell'elicottero avrebbe unaimmediata ricaduta nel civile, consentendolo sviluppo di una produzione utilizzabileai fini della comunicazione, dei trasporti edella protezione civile in casi di calamit3..

Infine, il terzo programma fornirebbe unnotevole apporto di tecnologia in settorialtamente specializzati, acquisendosi una ca-pacità sistematica in nuove aree che inte~ressano tutti i paesi più avanzati, utilissimi

~ come ha sottolineato questa mattina ilMinistro ~ anche per un efficiente paten-ziamento della protezione civile. Si trattadi una serie di considerazioni di cui occor-re prendere atto senza cadere, tuttavia, ne-gli opposti peccati, considerando, da un la-to, la spesa militare di per sè indispensabileai fini del progresso civile e, dall'aliro, in-vece, quello di fare oggetto di un internoprocesso ogni sforzo di miglioramento tec-nologico rivoltO al settore della produzionebellica, peraltro necessitato e il1dispensabi~le come quello che abbiamo al nostro esame.

La considerevole spesa che andiamo adaffrontare in momenti di. particolare diffi-coltà può essere legittimata, come si è di-mostrato attraverso l'approfondito dibatti-to e le indagini conosciiive svolte in Com-missione, soltanto dallo stato di necessitàdi un inderogabile ammodernamento di al-cuni nostri mezzi e strutture nel ruolo di-

fensivo che il nostro paese costituzionalmen-te svolge; mezzi ed apparecchiature che co-munque avremmo dovuto acquistare concosti maggiori all'estero.

Come sottolinea la relazione, che noi con~dividiamo, questo disegno di legge 1,011in-tende rivalutare ~ nè noi intendiamo~ far~lo ~ !'industria militare come difcsa del-l'occupazione, giacchè !'ideale è impiegaregli uomini in attività che determinino il pa-cifico progresso civile e che consentano, ri-solvendo anche il problema della fame nelmondo, il pacifico progresso civile degliuomini e delle loro comunità. Bisogna bat-tersi a livello naLjonale ed internazionaleper avvicinare, senza facili utopie, quell'epo-ca attraverso una progressiva e controllatariduzione degli armamenti tra i due blocchi,promuovendo ogni iniziativa, come sta fa-cendo attualmente il nostro Governo, peril negoziato di Ginevra e per quello diVienna.

Un'altra considerazione d'obbligo è che laspesa che stiamo per fare per questi proto-tipi è una spesa per investimenti che ha,rispetto alle altre, il recupero pieno, a pro~duzione iniziata, oltre che un effetto posi-tivo sulla produttività e sull'occupazione.Infine è da ricordare che buona parte deimezzi prodotti ha anche impieghi civili, inparticolare per gli elicotteri oltrechè per letelecomunicazioni, come abbiamo ricorda-to, il che, se ci dice che sarebbe dissacranteper una società che vuole la pace e il di-sarmo considerare !'industria militare co-me veicolo a quella civile, ci convince del-l'utilità del prodotto per le amministrazio-ni civili, del suo effetto tonificatore per laoccupazione e anche dell'economicità di untale investimento.

Ci piace sottolineare, per concludere, co-me il Ministro nella sua relazione introdut-tiva abbia sottolineato la destinazione di-fensiva di questi strumenti, ribadendo l'im-pegno principale perchè la trattativa di Vien-na e di G1nevra trov.i sbocchi positiV'i, con ri-nunce reciproche da parte dei due blocchi.Se la superiorità di armi convenzionali daparte del Patto di Varsavia, con l'URSSdiventata nel periodo della distensione unasuperpotenza marinara, e la sua proiezione

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verso il fianco .sud dello soacohiere eu~pea ci impongono adeguamenti di mezzidifensivi anche in questo settore, il nostroimpegno resta quello di far sì che in ognisede ci si faccia promotori di concrete ini-ziative di pace, a salvaguardia delle demo-crazie e delle nostre libere istituzioni, perr.accogliere anche il messaggio di .pace e dibando agli armamenti nucleari in partico-lare, che ci proviene da giovani e da citta-dini di tutte le fedi e di tutte le religioniche manifestano in ogni contrada del mon-do libero.

P RES I D E N T E. Rinvio il seguitodella discussione alia prossima seduta.

Il Senato tornerà a riU!I1!irsiin seduta pub-blica oggi, alle ore 16,30, con lo stesoo oodi-ne del giorno.

La seduta è tolta (ore 12,40).

Dott. FRANCESCO CASABlANCA

Consigliere preposto alla direzione del

Servizio dei resoconti parlamentari