VANNI MAGAZINE N.25_DIC2014_IT

11
magazine n.25 dicembre 2014 COLLEZIONI - TANGRAM TOUR OF THE WORLD - BERLINO VANNI SHOW - VANNI FLAVOUR AUTOFOCUS 6

description

 

Transcript of VANNI MAGAZINE N.25_DIC2014_IT

Page 1: VANNI MAGAZINE N.25_DIC2014_IT

m a g a z i n en.25 dicembre 2014COLLEZIONI - TANGRAMTOUR OF THE WORLD - BERLINOVANNI SHOW - VANNI FLAVOURAUTOFOCUS 6

Page 2: VANNI MAGAZINE N.25_DIC2014_IT

CO

LL

EZ

ION

ITangram è il millenario rompicapo cinese formato da un quadrato scomposto in sette forme geometriche di forma diversa, ognuna di un colore.

L’abilità del giocatore sta nel creare il maggior numero possibile di figure di senso compiuto, usando combinazioni delle sue parti; “campione di Tangram, campione di talento e saggezza”, sostiene la leggenda.

L’occhiale Tangram di VANNI aggiunge un tocco di stile sapiente allo sguardo. Realizzato a partire da una lastra di acetato ideata dal centro stile di VANNI e prodotta in esclusiva, la trama Tangram propone una struttura di cubi spezzati in piramidi irregolari, alternando sulla profondità materiale cristallo, trasparente o solido in tonalità diverse.

L’acetato Tangram nasce in 6 diversi colori di blocco, ed è proposto per la stagione anche con incollaggi sul frontale

in abbinamento a lastre monocolore trasparenti e solide. I contrasti valorizzano l’effetto di insieme della materia e danno vita a un occhiale singolare, che trova in controluce un caleidoscopio di mille riflessi cromatici.

Le forme di questo occhiale sono adatte a ogni viso, femminile e maschile, in fogge piuttosto morbide, squadrate o più tendenti

vANNI TANGRAM

al panthos, con alcune concessioni più frivole.

Anche in versione da sole in forme maxi e super femminili o maschili.

Page 3: VANNI MAGAZINE N.25_DIC2014_IT

DO

CTO

R V

: LEZ

ION

E D

I STI

LEPiacere Doctor V. Oggi vi parlo di ACETATO, il materiale per eccellenza della migliore manifattura di occhiali.

Il nobile acetato di cellulosa è l’unica materia plastica non derivata dal petrolio. E’ una materiale di origine naturale, ricavata dal cotone.L’acetato è stato utilizzato per realizzare montature per occhiali dagli anni ’40 in sostituzione della celluloide, materiale pericolosamente infiammabile. Gli occhiali in celluloide non esistono più e con loro sono terminati anche i tempi della paura degli incendi nelle fabbriche.

La lavorazione dell’acetato parte dunque dai fiocchi del cotone, da cui si ricava la cellulosa. Trattata con bagni acidi, la cellulosa in origine è una massa morbida, elastica. Una volta aggiunto il pigmento del colore, l’acetato viene essiccato ed assume la perfezione geometrica del materiale solido: le lastre levigate vengono tagliate, incise, smussate con infiniti attrezzi e tecniche affinate nel corso degli anni. Incollando tanti fogli colorati insieme, con passaggi più o meno complicati, si possono ottenere plastiche multicolore, fantasie, sfumature.

La lastra o i singoli pezzi ritagliati riappaiono in tutta la sua naturale plasticità appena li si avvicina ad una fonte di calore molto elevato: l’acetato si ammorbidisce. Questa caratteristica fa di questo materiale un ideale soggetto di creatività, che può essere plasmato durante le fasi di lavorazione

per creare oggetti dai volumi originali. Ma la plasticità dell’acetato può anche risultare un problema ad un utilizzatore incauto: attenzione quindi a non esporre le montature in acetato alle alte temperature (ad esempio sul cruscotto dell’auto al sole, sotto il sole diretto in spiaggia, vicino a fuochi) per evitare che deformazioni estetiche o strutturali della montatura.

L’ACETATO DA BLOCCOSoffermiamoci sull’acetato da blocco. E’ un’opera d’arte, una miscela di artigianalità e precisione millimetrica: una mano che costruisce lamina su lamina, blocco su blocco, le trame tridimensionali di plastica solida.

Un enorme blocco di plastica di dimensioni di circa un metro e mezzo per uno viene costruito per accostamento successivo di strisce, quadretti, liste di acetati di vari colori. Incollare, ritagliare, rincollare questi pezzetti di plastica per creare un cubo

SULL’ ACETATOche nasconde una geometria. Per chi non l’hai mai potuto osservare, il processo di assemblaggio dell’acetato da blocco ha del fantascientifico: affascinante.

Eppure per una mano attenta è quasi un gioco di incastri. Il cubo di plastica viene poi tagliato in lastre, che sono quelle che noi conosciamo e sulle quali vengono poi fresati i frontali e le aste dei nostri occhiali. Definire la trama e scegliere i colori di questi blocchi è come disegnare magicamente un tessuto.

LA LAVORAZIONE DELL’ACETATO: DAL MATERIALE ALL’OCCHIALEPer quanto si sia notevolmente meccanizzato, la percentuale di lavoro manuale nella lavorazione dell’acetato è ancora preponderante. Per prima cosa diciamo che i due elementi fondamentali di un occhiale, frontale e aste, seguono due processi produttivi diversi e si incontrano solamente alla fine, in fase di assemblaggio

Page 4: VANNI MAGAZINE N.25_DIC2014_IT

DO

CTO

R V

: LEZ

ION

E D

I STI

LEe finitura.

Seguiamo per primo il percorso dei frontali. Le lastre o liste di acetato vengono tagliate seguendo delle sagome predefinite. In passato venivano utilizzati i “pantografi” a mano. Oggi nella maggior parte dei casi questa fase della lavorazione è realizzata con le più precise e veloci macchine a controllo numerico: piccole tavolette vengono caricate automaticamente nella macchina che, grazie ad un programma computerizzato, taglia in serie i frontali, definendo la forma, e realizzando contemporaneamente il canalino per inserire la lente e le sfaccettature principali.Vengono quindi inserite le cerniere: l’acetato scaldato diventa morbido e malleabile così da accogliere l’inserimento di un piccolo elemento metallico da cui sporge la cerniera.

Passiamo alle aste. Una fustella montata

su un pesante braccio meccanico taglia le lastre di acetato. Con il passaggio in un’altra macchina si inserisce nell’acetato, nuovamente ammorbidito dal calore, un lungo ago di metallo: è l’”anima” dell’asta, elemento fondamentale che permette di curvare l’acetato e mantenere la forma data. Sull’anima è presente il

“maschio” della cerniera, che permetterà il collegamento tra aste e frontali.

A questo punto della lavorazione l’acetato incontra il legno: un incontro incredibile e fondamentale. Per diversi giorni i frontali e le aste girano senza sosta immersi in grossi barili, chiamati buratti, riempito di piccoli pezzetti di legno di diverse essenze, più dure per smussare gli spigoli, più morbide per levigare e lucidare la superficie. Alla fine di questi passaggi l’acetato lascerà la ruvida opacità della materia grezza per scoprirsi in tutta la sua meravigliosa lucentezza e la brillantezza.

Questa è la tecnica tradizionale, attraverso la quale vengono creati la maggior parte degli occhiali. Tantissime piccole varianti in questo processo di lavorazione insieme alla scelta delle forme, l’abbinamento dei colori, la finitura delle superfici intervengono nella definizione del progetto e creano la molteplicità delle montature, per creare qualcosa di unico.

Ed è questo il nostro lavoro, scoprire ogni giorno la bellezza infinita e nascosta di questo nobile materiale per creare montature sempre nuove, uniche, VANNI.

Page 5: VANNI MAGAZINE N.25_DIC2014_IT

TOU

R O

F TH

E W

OR

LD BERLINOottocentesca Hamburger Bahnhof (http://www.smb.museum/en/museums-and-institutions/hamburger-bahnhof/home.html) è il museo di arte contemporanea di Berlino, con una solida e rappresentativa collezione permanente (arte dal 1960 in poi) e mostre temporanee che ruotano con una regolare assiduità (attualmente in corso fino a gennaio l’interessante WALL WORKS, con una maggioranza di lavori e installazioni realizzati in situ). Piacevole la caffetteria per una sosta dopo mostra.

Per continuare sull’itinerario a tema arte: noi di VANNI abbiamo particolarmente amato passeggiare per la Auguststrasse nel Mitte, nel cuore della vecchia Berlino Est: la via è costellata di gallerie, è piacevole e rilassata, curate le architetture recuperate dal passato, ma non tutte. Qua e là qualche boutique di moda berlinese. Lunga solo un chilometro, da gustare ad ogni isolato, piacevolmente poco affollata. Da non perdere il KW (www.kw-berlin.de) l’istituto

Quest’ numero VANNI vola a Berlino. La capitale della Germania riunita, vivace e giovane, è una meta per gli appassionati d’arte e del design, dei curiosi delle nuove tendenze.

Raggiungibile a poco prezzo da tutte le capitali europee, la città regala un’esperienza per ogni quartiere. Non un centro ma molti nodi di una rete, da girare serviti da mezzi pubblici efficientissimi, e sensazioni per ogni gusto. Noi abbiamo pensato di offrirvi qualche spunto per una fuga da weekend e ci siamo concentrati, scusate la deformazione, su Berlino capitale dell’arte giovane e del rilassato saper vivere mitteleuropeo. Pensavamo noi italiani di essere maestri della “dolce vita”: invece qualche lezione l’abbiamo presa proprio nella città degli amici tedeschi. Seguiteci per scoprire qualche oasi di esuberante tranquillità.A caccia di arte contemporanea partendo dalla stazione: sì, la vecchia stazione

Hamburger Bahnhof Auguststrasse

KW

WALL WORKS

Page 6: VANNI MAGAZINE N.25_DIC2014_IT

per l’arte contemporanea, il cuore della sperimentazione artistica in libera forma. Entrate dal cortile e lasciatevi contagiare dall’atmosfera. Mentre una sosta la merita la Clarchen’s Ballhaus, storica sala da ballo, ma anche gradevole luogo per gustare una birra e godere delle danze.

Dall’arte alla moda, sempre nel Mitte ci si può mettere alla caccia dell’essenza dello stile berlinese: nelle molte boutique di abbigliamento tra Linienstrasse e Schonhauser strasse abbiamo assaggiato il famoso look, fatto da abiti prettamente scuri, dal carattere forte e spregiudicato, dai tagli asimmetrici, con una inclinazione al casual alternativo. Prezzi non troppo contenuti, ma certamente una moda all’insegna del pezzo unico, lontano dalle omologazioni. Nel quartiere Kreutzberg si fugge per un’immersione nello stile studentesco cosmopolita della città, a cavallo tra occidente e oriente (è la zona di adozione della comunità turca). Camminate senza fretta tra kebabbari e raffinati caffè. Su Oranienstrasse merita una sosta il VooStore per abbigliamento di designer locali e non, scarpe, libri e oggetti per la casa (http://www.vooberlin.com/berlin-store/).

La parte monumentale della città (Porta di Brandeburgo, Reichstag, e delle istituzioni) vale una visita che abbracci la dimensione storica del paese, con le sue luci e le sue ombre. Rispetto all’offerta di svago o acquisti riserva qualche sorpresa, seppure sia invasa dagli stessi negozi che Monkey BarMichelberger

Club der Visionaere

VooStore

popolano ogni città del mondo. Scappate dalla calca assatanata di shopping (ad esempio dal lussuodo KaDeWe) e rifugiatevi all’ultimo piano dell’Hotel Bikini per un drink (http://www.25hours-hotels.com). Comodamente seduti su di una gradinata di legno è impagabile la vista sul famoso Zoo (a strapiombo sulla gabbia delle scimmie): il caffè dove potete anche mangiare qualcosa, si chiama non a caso Monkey Bar. E perché no, potete far arrivare l’ora di cena e fermarvi al confinante ristorante.

La notte è la parte della giornata che vi restituisce la Berlino più giovane. Aspettatela al Club der Visionaere (http://clubdervisionaere.com/), il club sulle rive di un canale che getta nella Sprea, con un ponte esterno e un locale semi coperto. Ottima musica, anche live. Birra di ogni genere e cocktails in un ambiente alternativo nell’aspetto e un po’ hip nella frequentazione.

E infine un suggerimento per dormire: noi abbiamo scelto il Michelberger, scoprendo che si tratta di un ritrovo cult per la notte giovane oltre che un gradevole albergo dagli ambienti comuni molto originali e accoglienti (www.michelbergerhotel.com ).

Buona Berlino a tutti.

Page 7: VANNI MAGAZINE N.25_DIC2014_IT

TE

ND

EN

ZE

vANNI,LE TENdENzE dELLA MOdA A/I 2015 dI ALESSANdRA

di un materiale, e ho provato a cercare le possibili consonanze, se non ancora di senso, almeno semantiche. Niente da fare. Ho dovuto aspettare l’uscita di una nota rivista di moda per svelare l’arcano. Normcore è l’ispirazione delle prossime collezioni. Si tratta di una nuova, piuttosto astrusa parola che nasce da una fusione tra normal e hardcore (in inglese vuol dire

Prima di buttarci a capofitto nelle tendenze di stagione devo aprire una parentesi sulle collezioni, è urgente. Parlo di filosofia delle tendenze. La moda vive di continui cambiamenti, che siano indotti da reali esigenze di gusto e interpretino la realtà, o piuttosto siano frutto di ingegnose politiche di marketing non è dato saperlo; noi abbiamo una certa idea, ma mentre ci tiriamo fuori dal coro e ci permettiamo di commentare, nel coro cantiamo pure noi. Quindi mi taccio. Però prendetela per buona perché questa nuova moda “non-moda” ci accompagnerà per i mesi a venire. Si chiama normcore.

Ho visto la parola per la prima volta sull’invito alla sfilata di Cristiano Burani, a cui abbiamo partecipato con alcuni occhiali realizzati in esclusiva. Era la fashion week di Milano, il luogo dove si pratica come routine il culto per la creatività nell’abbigliamento. Subito non ho capito, pensavo si trattasse

Normcore NormcoreNormcore

Normcore

Page 8: VANNI MAGAZINE N.25_DIC2014_IT

la tempra per indossarle.

PRIMO GIORNO DI SCUOLALa scuola effettivamente ha ripreso da poche settimane, ma il look scuola ci accompagnerà tutto l’inverno. Camicie chiare sotto giacche sartoriali, pantaloni con la piega o gonne al ginocchio, un misto di bob ton condito dall’immancabile mocassino. Lo zainetto sulle spalle, per restare studenti sempre. E se fa freddo cappello da rapper. Non solo in età scolare.

TAGLIA LARGO, OVERSIZEAvevano iniziato i cappotti a diventare enormi, spalle larghe, ampiezza da gigante. Poi è arrivato il tempo delle cappe, intramontabili ma quest’anno con una concessione da giorno che punta sul colore e su lunghezze non esagerate. I tagli sono geometrici, obliquamente sartoriali. Anche nella maglieria e nelle camicie, per uomini e donne. Unica concessione alla rigidità del taglio: il colore.

E GLI OCCHIALI?Una stagione di dettagli ricercati, di apparente semplicità, ma forte di colore e trame esclusive nell’acetato e di nuances anche bicolore sul metallo. Le forme degli occhiali si rimpiccioliscono un po’, cambiano taglio geometrico per vestire meglio il viso minuto, lontani dalla rigidità del classico rettangolo. Il grande ritorno, prepotente, è quello dell’occhiale tondo, però in dimensioni comode e dolci.

irriducibile) e indica un modo di vestirsi. Normale. Lontano dall’ossessione di sembrare diversi o eccentrici, lasciandosi guidare dal sano senso pratico di puntare sulla fiducia in se stessi e non camuffarsi per sembrare altro, o comunicare altro di sè. Dicono che il normcore sia un movimento nato tra i giovani, germogliato per le strade, in antitesi al fashion ad ogni costo. Che dire? Mi sento molto normcore. Forse lo siamo tutti da anni ma non lo sapevamo. Mia mamma mi diceva: “vestiti semplice” Bè oggi la semplicità è così complicata che abbiamo deciso di chiamarla normcore, ma vi sembra sensato? Adoro la moda e certe sue assurdità.

NORMCORE QUINDIEccolo qui, all’essenziale ma con gusto. Look presi dalla strada, abbigliamento unisex ispirato e composto di abiti acquistati nei negozi delle catene, ma non con trascuratezza né all’insegna del risparmio: una maglietta o una felpa, un jeans dal taglio pulito o un maglioncino di cashemire. E soprattutto senza logo in vista.

ART À PORTERLo diciamo da tempo noi di VANNI che l’arte ci porta ispirazione. Nella moda c’è chi ha preso in parola lo slogan “art à porter” e ha declinato la creatività dell’arte su abiti, giacche e borse. Rubando alle opere artistiche i colori, gli accostamenti e anche in alcuni casi i materiali, la stagione si arricchisce di capi anche maschili. E non perdetevi le scarpe gioiello, davvero eccentriche, per chi avesse il coraggio e

Christian Louboutin

Yohji-YamamotoVANNI Tangram

College Style

Page 9: VANNI MAGAZINE N.25_DIC2014_IT

VA

NN

I S

HO

W vANNI ShOw

stampato proprio nella tipografia de “La Stampa”, il giornale torinese: un tocco di personalizzazione per sottolineare il radicamento di VANNI sul territorio.

AUTOFOCUS, I RISULTATI: IL PREMIO QUEST’ANNO RADDOPPIA

Ecco i risultati del concorso promosso da VANNI occhiali in collaborazione e con il patrocinio del GAI. E’ l’artista Simone Bubbico ad aggiudicarsi il premio Autofocus 6 sezione “mostra”. Il suo progetto è stato selezionato dalla critica d’arte Olga Gambari per essere esposto nello spazio VANNI a Torino, in Piazza Carlina, a partire dal 27 novembre 2014. Il premio consiste in una personale con catalogo, sia nella presenza alla manifestazione “the others” (Torino, 6-9 novembre 2014, ex carceri Le Nuove).E’ Irene Pittore la vincitrice della sezione

“performance” del premio: la sua

IL VANNI MAGAZINE IN EDIZIONE SPECIALE HA UN GUSTO MOLTO PARTICOLARE

VANNI Flavour è il Magazine di VANNI occhiali che esce stampato in formato tabloid: un’edizione speciale che propone il servizio fotografico delle novità della collezione del marchio torinese, ambientato nella storica fabbrica “Pastiglie Leone”, dal 1857 produttori delle celebri caramelle di zucchero. E’ il sogno di ogni bambino e anche di ogni adulto goloso: entrare in una fabbrica di caramelle è come immaginare di scavalcare l’arcobaleno. Gli occhiali VANNI hanno passato la giornata più ghiotta tra impasti colorati e bonbons dalle mille forme, indossati da eccezionali modelli – titolari e collaboratori della fabbrica- imprestati per alcune ore allo styling di occhiali. Il risultato è un Magazine vivace e persino profumato, se ci si fa aiutare dall’immaginazione, che sembra un quotidiano. E che infatti è stato

Pastiglie Leone Simone Bubbico-Vincitore sezione mostra AF6

Pastiglie Leone

Page 10: VANNI MAGAZINE N.25_DIC2014_IT

VA

NN

I S

HO

W Burani a Milano, durante la settimana della moda donna per la collezione primavera estate 2015. In passerella VANNI ha proposto un unico modello di occhiale, declinato in diverse colorazioni – le nuances tenui della stagione - e realizzato in esclusiva per la sfilata.

Occhiali tondi e ampi, dai cerchi cesellati come nella tradizione degli anni 80. Una sobrietà che nasconde un’anima di brio. Per uno stile contemporaneo e deciso, come gli abiti dello stilista che all’insegna di una discreta femminilità -sottolineata da un’eccentrica leggerezza- ottiene un equilibrio tra materiali e finiture, linee moderne e tagli sartoriali.

performance è prevista sia nello spazio VANNI sia alla fiera “the others” .Due soli vincitori sembravano però pochi per dar conto della ricchezza dei progetti ricevuti, e così VANNI ha deciso di offrire alle tre menzioni speciali del premio la possibilità di essere presenti nello spazio espositivo di Autofocus a “the others”. Gli artisti selezionati che hanno partecipato alla manifestazione torinese sono, oltre a Simone Bubbico e Irene Pittore: Silvia Margaria e Matteo Antonini e Giorgio Cugno.Dutante la mainifestazione “the others” è stato anche assegnato un premio Autofocus/VANNI occhiali per la fotografia. Ha vinto la selezione il francese Ruben Brulat, con una foto della serie “Paths”.

VANNI IN DÉFILÉ CON CRISTIANO BURANI

VANNI occhiali ha sfilato alla Milano Fashion Week con le creazioni del reggiano Cristiano

Irene Pittatore-Vincitrice sezione performance AF6 Sfilata Cristiano BuraniThe Others

Cristiano Burani

Page 11: VANNI MAGAZINE N.25_DIC2014_IT

VA

NN

IOC

CH

IALI

.CO

M vANNI vIpBELEN ROdRIGUEz “SUpERMARkET”

vANNI RASSEGNA STAMpACOSMOpOLITAN - MAGGIO 2014

vANNI ONChIAMBRETTI “SUpERMARkET”

vANNI fICTIONdON MATTEO 9

vANNI IN ThE wORLdALAIN AffLELOUA AMIENS - fRANCE

vANNI RASSEGNA STAMpAvERy ELLE - AGOSTO 2014