Ucuntu n.38

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270409 www.ucuntu.org Occupazione delle terre in Sicilia, 1948. Finalmente comincia anche dalle parti di Catania l'occupazione delle terre sequestrate ai mafiosi: primo maggio, festa popolare con Libera e il Gapa a Contrada Casabianca, presso Belpasso (e non lontano da Sigonella...) In città, intanto, Scapagnini sotto processo (meglio tardi che mai) per gli ap- palti. Soltanto Scapagnini? E gli altri politici, e gli imprenditori? Grandi di- battiti sul “dopo Report”: ma c'era bisogno di Report per svegliarsi? E mica finirà come al solito, coi “siamo tutti d'accordo” e gli “assolviamoci tutti?” || 27 aprile 2009 || anno II n.38 || www.ucuntu.org || Vogliamlaterra

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il numero del 25 aprile 2009

Transcript of Ucuntu n.38

270409 www.ucuntu.org

Occupazione delle terre in Sicilia, 1948.

Finalmente comincia anche dalle parti di Catania l'occupazione delle terre

sequestrate ai mafiosi: primo maggio, festa popolare con Libera e il Gapa a

Contrada Casabianca, presso Belpasso (e non lontano da Sigonella...)

In città, intanto, Scapagnini sotto processo (meglio tardi che mai) per gli ap-

palti. Soltanto Scapagnini? E gli altri politici, e gli imprenditori? Grandi di-

battiti sul “dopo Report”: ma c'era bisogno di Report per svegliarsi? E mica

finirà come al solito, coi “siamo tutti d'accordo” e gli “assolviamoci tutti?”

|| 27 aprile 2009 || anno II n.38 || www.ucuntu.org ||

Vogliamlaterra

Ridi, ridi...Ridi, ridi...

maurobiani.

splinder.com

|| 27 aprile 2009 || pagina 02 || www.ucuntu.org ||

www.kanjano.org

CataniaCatania

Report addio?Molti dibattitima pocaresponsabilità...

Intorno alla tanto discussa puntata su Ca-tania, le parole più appropriate sono appar-se su “La Sicilia” del 25/03/2009 p. 2: am-messo lo sfascio, dov’erano mai, mentre esso avanzava, le Procure della Repubblica, e dove i politici, qualcuno dei quali innal-zato dal voto dei catanesi a personaggio na-zionale? e dove gli altri?Il riferimento è stato chiarissimo a responsabilità innegabili e tuttavia sempre sottaciute: sottaciute an-che da Report, come se un “via libera” per certi attacchi (inauditi, sino alla vigilia del-la trasmissione) avesse viaggiato insieme con nette interdizioni per altri tabù (lo pen-seremmo, se non fosse noto anche a noi che la conduttrice del servizio e i suoi collabo-ratori non sono persone da domandar la-sciapassare o da farsi imporre sbarramenti).

Ma c’è ora da chiedersi se quello scritto, lucido e penetrante, non abbia prodotto, in luogo dell’effetto auspicato (un’inchiesta ampia, vera), l’effetto opposto : di stop ad ogni inchiesta, per la destatasi coscienza, in tutti i dormienti o sonnecchianti, dell’errore commesso col non tentare, almeno, di im-pedire quell’una.

Il sistema di potere, che tiene saldamente in pugno la città, ha nell’informazione, robustamente presente anche in campo imprenditoriale, e nella giustizia requirente e nella politica componenti essenziali, ognuna delle quali correlata alle altre due: del che c’è stata, sinora, operosa e coerente conferma : come, ad esempio, in occasione della copertura del posto di vertice della Procura Repubblica.

Lo strappo, non saputo prevenire, a così essenziali solidarietà, non può avere

sviluppi. Non sono possibili né ritorni sullo stesso bersaglio, senza altri coinvolgimenti (ché a nessuno sarebbe consentito il piacere di guardare dalla spiaggia il magnum alterius laborem, in mezzo ai flutti in tempesta), né allargamenti del campo, senza che l'insieme, tutto, si trovi messo a repentaglio.

E’ dunque verosimile che proprio l’arti-colo, al quale ci inchiniamo, abbia promos-so, senza volerlo, rapide ricuciture. Forse alita già, col profumo delle zagare nuove, un sentore antico di pax cathinensis.

Se è così, Report addio!* * *

Tra gli argomenti non toccati dalla tra-smissione, è quello che più dovrebbe esser-lo, non appena si parli di Catania : ma si tratta di tema che sùbito rimanderebbe a re-sponsabilità amministrative (non attribuibi-li, nemmeno per celia, al solo Scapagnini), e a responsabilità dello apparato repressivo, inadeguato nell’accertarle e perseguirle, o nolente è il sinistro primato catanese di cri-minalità minorile, messo in luce già nel ’92, con una inchiesta del TpM, estesa a tutto il Paese, e confermato, nel 2005, da una tesi di laurea in Scienze Politiche (di-scussa a Torino e non a Catania!). Quel pri-mato è comprovatamene attuale anche oggi, come da ricerca in corso della stessa studiosa.

La dipendenza della criminalità dei mino-ri dalla criminalità amministrativa, privatiz-zatrice di pubbliche risorse, sottratte alla riabilitazione dei quartieri deprivati e al-l’assistenza educativa, nonché il rapporto tra l’agire amministrativo, perverso, e il

non agire (o peggio) della repressione, ven-ne rappresentato al Csm, nel ’96, da chi già allora motivatamente invocava per Catania nomina di un Procuratore estraneo al-l’ambiente. E ancor prima – nell’88 in una relazione al Procuratore Generale – aveva-mo detto, alto e forte, come la criminalità minorile fosse uno dei costi inflitti alla so-cietà catanese dall’assetto della governance locale.

Se ci fosse un’inchiesta vera, anche di queste responsabilità dovrebbe parlarsi, francamente, e del come non è stato possi-bile mai che se ne parlasse : tutto il discor-rerne arrestandosi al mero riecheggiamento delle nostre statistiche, con accurata censu-ra di ciò che scrivevamo circa le cause. E anzi si ebbe la faccia, in prossimità di ele-zioni europee, di affermare che la crimina-lità minorile, all’acme, era scomparsa: per taumaturgico merito – era ovvio – di un certo candidato.

E certo si parlerebbe del dissesto, di nuo-vo, ma per leggerne il processo di forma-zione in anni anteriori a quelli di Scapagni-ni. Né potrebbero essere evitati, crediamo, l’argomento mafia, e il tema che sarà dibat-tuto a Roma, fra qualche mese, davanti a quel Tribunale: imputati di diffamazione a mezzo stampa, Marco Travaglio e un gior-nalista catanese, e querelante un notissimo magistrato di Catania.

Nella discussione irromperebbe, così, la fatale S. G. La Punta, un tempo dipendenza di Catania, ma da venti anni forgiatrice del-la sua mala sorte.

Addio davvero, Report: addio!Giambattista Scidà

|| 27 aprile 2009 || pagina 03 || www.ucuntu.org || || www.ucuntu.org ||

Dov'erano i politici, dov'era la Procura? E' la grande rimozione delDov'erano i politici, dov'era la Procura? E' la grande rimozione del “dibattito su Report” di queste settimane. Tutti si assolvono a vicenda,“dibattito su Report” di queste settimane. Tutti si assolvono a vicenda, tutti “sono d'accordo”: passata la buriana, borbonici e liberalitutti “sono d'accordo”: passata la buriana, borbonici e liberali continueranno a frequentare gli stessi circoli e gli stessi affari... continueranno a frequentare gli stessi circoli e gli stessi affari...

Catania/ L'Università “terremotata”Catania/ L'Università “terremotata”

Scuola Musco sgomberata subito

E Farmacia perché no?

"Non sapevate che l’iniquità non si fonda soltanto sulle sue forze, ma anche sulla

credulità e sullo spavento altrui?"(Federigo Borromeo a Don Abbondio,

I Promessi Sposi, cap. XXVI)

La scuola Angelo Musco si trova tra il Villaggio Sant’Agata e Librino. Fino a po-chi giorni fa cinquecento ragazzini, armati di cartella e merende, vi seguivano le lezio-ni. Poi arrivano i vigili del fuoco, fanno una bella perizia alle fondamenta, trovano i pi-lastri rosicati dall’acqua e dall’umidità, e comunicano tutto ai magistrati. Nemmeno ventiquattrore ore dopo la scuola è sigillata: sequestro preventivo.

E’ il 15 Aprile 2009, e i bambini sono costretti a mangiarsi la merenda fuori dal cancello, stavolta. Le mamme urlano “Ma perché non l’avete detto prima?”, e la dirigente scolastica, Cristina Cascio, sbotta e assicura di avere denunciato la situazione fin dal 2002, sia al Comune che alla procura della Repubblica. Ma invano.

Il 6 Aprile crollano interi paesi dell’Abruzzo: terremoto, e cemento molle. Centinaia i morti, migliaia di migliaia gli sfollati, e inchieste subito aperte dalla ma-gistratura. Alcune scuole vengono pure se-questrate, non perché inagibili, ma perché pericolose in caso di nuovo terremoto.

Proprio come accade all’Angelo Musco. Ecco che allora interviene pure la magistratura: “Il fatto è che dopo le mie

innumerevoli segnalazioni fatte negli anni e cadute nel vuoto, adesso, sotto la spinta emotiva del terremoto in Abruzzo la magistratura si è subito mossa”, dice la preside della Musco. La Procura catanese ha dato ascolto invece a una ditta privata che aveva appena fatto i lavori di messa in sicurezza alla scuola, secondo la legge 626. La denuncia era arrivata subito dopo il terremoto in Abruzzo, e l’amministrazione catanese aveva deciso, proprio giorno 6 aprile, di fare una conferenza dei servizi giorno 15. La magistratura però gioca d’anticipo e la brucia sul tempo: tira fuori il vecchio fascicolo, apre un’inchiesta e sequestra.

* * *Passiamo invece all’Edificio Due di Far-

macia, sequestrato - come ricordiamo - l’8 Novembre 2008 . Furono trovati valori di mercurio e zinco superiori decine e addirit-tura centinaia di volte ai limiti fissati per i siti industriali, metalli pesanti tossici e can-cerogeni e - come scrivono i pm catanesi, tra cui ancora Luciano Setola - "esalazioni che risalgono lungo le condutture dell’im-mobile".

Sia i laboratori che le aule per le lezioni universitarie risultano contaminate. La magistratura però, pur avendo aperto l’inchiesta per disastro ambientale nel 2007, e ricevuta la perizia della ditta lom-barda, che ad Aprile 2008 aveva fatto anali-si accurate nell’edificio, mette i sigilli a

Farmacia dopo 7 mesi. I morti di un terre-moto sono subito visibili, e il corpo del rea-to è sotto gli occhi: le macerie degli edifici, i mattoni, i pilastri, le tegole dei tetti. Quelli provocati da tumore no. La gente muore lentamente, in silenzio, e non c’è nessun corpo del reato.

Passano dunque sette mesi, ma dopo il sequestro preventivo alcuni parenti di persone che avevano frequentato quei laboratori e poi erano morte di cancro, sporgono denuncia. Al primo filone se ne aggiunge un secondo, molto più grave, “omicidio colposo”, che però lo stesso pro-curatore capo D’Agata ridimensiona: ci sono solo sei denunzianti, e tre sono gli stessi dell’altra indagine, quella relativa al disastro ambientale (vedi trasmissione Tele-color) che ha nove indagati, tra cui l’ex ret-tore Latteri. La storia di tutta la vicenda dell’Edificio 2 è stata ben raccontata dal sito universitario Step1.

* * *Perchè questi sette mesi prima del seque-

stro? Lo chiede a gran voce Daniele Leo-nardi, architetto e responsabile dei lavori per la sicurezza dell’università, il quale, du-rante un’assemblea del 17 Dicembre, in un intervento di dodici minuti che sulla stampa locale non è mai uscito, ripassa tutta la storia di Farmacia (vedi qui intervento) a cominciare dalla prima denuncia di inquinamento del lontano 2001: inascoltata.

|| 27 aprile 2009 || pagina 04 || www.ucuntu.org ||

La magistratura catanese ha sequestrato la scuola media Angelo Musco,La magistratura catanese ha sequestrato la scuola media Angelo Musco, in serio pericolo di crollo, il giorno dopo la perizia dei vigili del fuoco.in serio pericolo di crollo, il giorno dopo la perizia dei vigili del fuoco. Molto più lento è stato invece il sequestro dell’Edificio Due di Farmacia:Molto più lento è stato invece il sequestro dell’Edificio Due di Farmacia: sono passati ben sette mesi dalla perizia decisiva. Ma davverosono passati ben sette mesi dalla perizia decisiva. Ma davvero l'inquinamento chimico, in un caso del genere, può essere consideratol'inquinamento chimico, in un caso del genere, può essere considerato meno pericoloso di un terremoto?meno pericoloso di un terremoto?

Catania/ L'Università “terremotata”Catania/ L'Università “terremotata”

Il rettore Recca - sottolinea Leonardi - s’è insediato nel Novembre del 2006. Dovrebbe sapere che all’Edificio Due e nel Gennaio 2007 sono stati fatti alcuni dei lavori di messa in sicurezza “artigianali”. Non mi sono mosso per l’Edificio 2 perchè nel tempo sono stati fatti degli interventi di messa in sicurezza -si difende Recca, che tra l’altro è un chimico - e perchè la magistratura, dopo avermi messo a conoscenza dell’indagine, mi aveva chiesto discrezione e io, di concerto con essa, come più volte la procura ha confermato, ho mantenuto il silenzio (v. video-inchiesta di La7). Però, a parte questi lavori "artigianali" per mettere a norma la struttura inquinata, nel piano triennale universitario delle opere di intervento edilizio - dice ancora Leonardi - presentato il 15 ottobre 2008, non si parla dell’ Edificio Due, ma di "nuove pitture al palazzo delle scienze". Probabilmente in tutti questi anni l’amministrazione vedeva come soluzione il trasferimento dei laboratori nella nuova Torre Biologica, che secondo me è una scatola vuota, e che fino alla mia partecipazione al progetto era assolutamente priva di impianti di sicurezza adeguati, proprio come accaduto all’Edificio 2".

"Latteri avrebbe dovuto sgombrerare l’edifcio in via preventiva, e così avrebbe dovuto fare Recca, appena ha saputo", commentano gli studenti di Farmacia. A

quanto dice la magistratura l’inchiesta è relativa ai fatti accaduti tra il 2004 e il 2007, e l’università si è dichiarata parte offesa nel processo. "Ma il decreto legge n.363 del 1998 - precisa il sito catanese Argo - descrive con precisione responsabilità e compiti delle varie figure coinvolte nella gestione della sicurezza in un istituto universitario". Non escluso il rettore in carica, nel nostro caso Recca. Ma Recca non è indagato e anzi minaccia querele.

* * *Intanto centinaia di studenti, nei sette

mesi trascorsi fra l'ultima perizia e il sequestro, non possono affatto escludere di essere stati contaminati. Dopo il sequestro una certa paura c’è. "Dovrebbero farci un esame medico almeno, a tutti noi", dice qualche studente. Ma controlli medici non ce ne sono stati e, a quanto racconta il comitato studendesco di Farmacia formatosi un mese fa, gli studenti che lo chiedevano non sono stati nemmeno ricevuti dal rettore. Sono riusciti solo a porgli rapidissime domande per pochi minuti durante una riunione di dipartimento , entrando "di prepotenza" (vedi il forum di unimagazine) perchè la riunione era chiusa agli studenti. Risposte poche, rapide ed evasive. Recentemente il rettore Recca ha chiesto alla magistratura il dissequestro delle aule dell’Edificio Due, poiché il primo incidente probatorio

ha dato esito negativo. “Le nuove perizie", ci dice l’avvocato Terranova, legale dei familiari delle vittime del laboratorio di Farmacia "sono state fatte in altri luoghi, non nei laboratori incriminati, e a 5 mesi dal sequestro. E’ ovvio che ora non ci sia traccia di esalazioni. Comunque nel dibattimento confluiranno le vecchie perizie, totalmente diverse perché fatte in tempi e luoghi distinti, e le nuove”. “Come facciamo noi a fare lezione nelle aule dell’Edifico 2 senza sapere cosa c’è sotto, nei laboratori, e nelle falde acquifere?”, dicono gli studenti di Farmacia. “Noi tra l’altro non abbiamo urgenza di aule per le lezioni, perchè le facciamo comodamente in altre aule. Abbiamo urgenza invece di sapere cosa è accaduto e che rischi di salute corriamo”. "E’ un nostro diritto, ma intanto è calato il silenzio e Recca non si riesce a incontrare".

* * *E ora la nomina del nuovo rettore, anzi

del Magnifico Rettore dell’Universita Studiorum. Recca, fra i candidati, non è partito fra i meno favoriti. E nel 2006 aveva un programma di candidatura bellissimo (vedi qui il programma): "Il programma del prossimo triennio - diceva allora prima di Farmacia - sarà incentrato sulla figura dello Studente universitario, che è la risorsa più preziosa per la nostra società".

Giuseppe Scatà

|| 27 aprile 2009 || pagina 05 || www.ucuntu.org ||

Università occupata.

I LettoriI Lettori

Pendolari,artigiani, professoresse

PIAZZA DANTESTUDENTISENZA ALLOGGIO

Salve redazione, vorrei raccontarvi la mia storia. Mi chiamo Maria. Sono una “sen-zalloggiopiazzadante”. Faccio parte di una nuova specie di studenti universitari. I “senzalloggiopiazzadante” sono quegli stu-denti che, dopo aver vinto un posto letto nella Residenza Universitaria Piazza Dan-te, si vedono negato questo diritto da no-vembre. Da allora io e altri 60 studenti cir-ca aspettiamo che aprano le porte di questo stabile, con le valigie in mano, per dire ad-dio - almeno per un anno accademico - alla vita da pendolari.

Il “pendolar”, un’altra specie a molti sco-nosciuta, si può riconoscere dagli occhi sbarrati perché si è alzato alle 5 per essere a lezione alle 8 (e magari ci deve rimanere fino alle 8 di sera). Potete riconoscerlo an-che dalle parole che spesso farfuglia come : trenocazzoloperdo, buspassache-nonciarrivo, lhopersomerd...

I ”pendolares” si dividono in: pendolares di primo tipo (o fuori sede classico): sono più fortunati perché i genitori pagano il po-sto letto per semplificare la vita al figlio e sono tutti felici. Pendolares di secondo tipo che sono costretti ad avere il posto letto perché vengono da paesi lontani, i genitori non possono permetterselo ma fanno i do-vuti sacrifici perché anche il loro pargolo possa studiare. Infine ci sono i pendolares di terzo tipo (di cui faccio parte anche io) che non possono permettersi il posto letto e siccome non vengono proprio da un pae-se lontanissimo - in fin dei conti devono solo percorrere circa 50 km all’andata e 50 km al ritorno al giorno (ma si può arrivare anche ai 70-100 km per tratta, insomma fin dove la forza e la volontà di uno studente possono arrivare) - decidono di fare enor-mi sacrifici pur di andare a lezione.

Queste poche e insufficienti parole solo per spiegarvi l’importanza di un posto letto soprattutto per i pendolaris di secondo e

terzo tipo . Fortunatamente per loro c’è l’Ersu, l’ente regionale per il diritto allo studio, che ogni anno, per i più meritevoli, mette a disposizione non solo una borsa di studio, ma anche un posto letto. Purtroppo però a circa 60 studenti, meritevoli come gli altri e che come gli altri hanno sudato molto perché venisse riconosciuto loro questo diritto, questo diritto allo studio viene negato da novembre.

Sono indignata per la maniera in cui ci stanno trattando, sono indignata per le ri-sposte vaghe e imprecise che ci propinano da novembre e poi gennaio, febbraio e... Siamo già a marzo e ancora non ci fanno sapere nulla. Noi continuiamo ad aspettare qualcosa che continuano a negarci.

Perché siamo stati penalizzati in questo modo? Perché l’Ersu ci lascia ad aspettare senza rispondere chiaramente a nessuna domanda? Perché non ci danno quello che ci spetta (anche se ormai servirebbe a ben poco ma sarebbe sempre qualcosa 2 mesi su 7 di posto letto...)?

Perché i responsabili non risolvono que-sta situazione ormai andata per le lunghe? Cosa ha intenzione di fare l’Ersu con quel-le persone che avevano fatto affidamento sul posto letto garantitogli dall’Ersu e in-vece sono andati incontro a spese non pre-viste? Non ci sarebbe bisogno di un risar-cimento, viste le spese impreviste sostenu-te?

Non è per essere pignoli ma i diritti non si calpestano così.

* * *

LIBRINONONOSTANTELE PROMESSE

A: [email protected], mi chiamo Giuseppe ho 31 anni

sono di Librino e lavoro come artigiano. Ogni tanto leggo il giornale vostro e da sempre volevo mandarvi una lettera per dirvi che fate un giornale bello e utile. La

situazione a Librino peggiora sempre più e nonostante le promesse che ci hanno fatto non riusciamo a rendere il nostro quartiere migliore. Troppa delinquenza e inciviltà e pochi che fanno opere di aiuto come voi. Occorrerebbe poco ma anche questo poco non lo si fa mai.

Poi volevo dire che mi sono emozionato tanto leggendo la storia di quel ragazzino della storia di pagina 3. Quando ho finito la scuola obbligatoria ho iniziato a lavora-re raccogliendo il ferro e mi sono sentito tante volte come quel ragazzo, anche se oggi faccio un altro mestiere ma è bello sa-pere che qualcuno parla di noi e di questi ragazzi così. Non trovo le parole per dirvi grazie e grazie al vostro giornale Librino vive ancora.

* * *

VILLAGGIO S.AGATAIN CLASSE PARLIAMODEL QUARTIERE

A: [email protected] raccontarvi una piccola testimo-

nianza personale sul vostro giornale. Sono una professoressa di scuola media che la-vora a Villaggio S.Agata, dall'inizio del-l'anno scolastico faccio leggere in classe il vostro giornale, per riflettere sui problemi che toccano i ragazzi e le loro famiglie e per tentare di far comprendere al meglio la realtà in cui vivono

Inoltre, i racconti del collega Mario Zito li leggiamo insieme al testo di narrativa (racconti verghiani) e i miei alunni li leg-gono in maniera appassionata, sentendosi più convolti da queste storie che sentono prossime alla loro vita di tutti i giorni. Vi ringrazio per il tempo che mi avete dedica-to e spero che la mia testimonianza possa esservi utile per proseguire verso questa strada.

|| 27 aprile 2009 || pagina 06 || www.ucuntu.org ||

Catania: disavventure giudiziarieCatania: disavventure giudiziarie

Comunevince,Comune perde

incassano

Non è una cosa che capita tutti i giorni vedere un avvocato del Comune che vince una causa. Eppure ogni tanto accade ed allora la notizia merita di essere raccontata.

L'avvocato è il cinquantottenne Salvatore Pernicone ed ha una lunga esperienza al servizio del municipio etneo. Un'esperienza cominciata quando aveva quarant'anni, era il 18 ottobre del 1991 e gli amministratori cittadini pensarono che l'avvocatura comunale catanese avesse un organico ridotto. Una buona occasione per scegliere alcuni legali esterni incaricati di dare una mano al personale interno nel far fronte alla mole di lavoro che quotidianamente si scaricava sulle scrivanie di Palazzo degli Elefanti.

Uno degli avvocati scelti per l'incarico fu proprio Salvatore Pernicone ed pure a lui fu applicata una apposita convenzione che stabiliva anche i compensi, che sarebbero stati concessi per il lavoro che avrebbe dovuto svolgere.

I nuovi avvocati avrebbero dovuto perseguire con azioni civili e penali gli occupanti abusivi e gli inquilini morosi degli alloggi di proprietà comunale.

Nei diciotto anni trascorsi da Pernicone al servizio del Comune di Catania ci sono stati ben 115 decreti

ingiuntivi, da lui promossi, che hanno attirato la nostra attenzione, decreti che però non hanno portato un euro nelle casse comunali ma che ne fanno fuoriuscire oltre seicentomila. Come è mai possibile?

Semplicemente il Comune etneo non è stato il soggetto per conto del quale i decreti ingiuntivi sono stati inviati ne è stato, invece, il destinatario.

È accaduto che Pernicone non si è accontentato di essere retribuito, per il suo lavoro, secondo quanto previsto dall'accordo. Ha voluto di più e ci è riuscito. Ha presentato una serie di parcelle a cui il Comune ha risposto negativamente perché contrarie alla convenzione. Ne sono nati diversi contenziosi che hanno visto soccombere proprio il Comune. A questo punto Pernicone ha notificato al suo datore di lavoro i relativi atti di precetto ai quali non è stata fatta opposizione.

A più riprese, quindi, l'avvocatura comunale ha invitato l'amministrazione “ad adottare i provvedimenti di competenza”, provvedimenti adottati con la liquidazione di 600.780 euro a favore del suo avvocato.

Piero Cimaglia

|| 27 aprile 2009 || pagina 07 || www.ucuntu.org ||

Finalmente un avvocato comunale vince la suaFinalmente un avvocato comunale vince la sua causa ma a pagare sono le casse municipali.causa ma a pagare sono le casse municipali. Tutto perché la paga stabilita per il suo lavoroTutto perché la paga stabilita per il suo lavoro non gli è più bastatanon gli è più bastata

ResistenzeResistenze

In Abruzzo e in SiciliaRicostruire e ricordare

ABRUZZOEMERGENZATERREMOTO,EMERGENZAINFORMAZIONE

Site.it apre una propria redazione di emergenza a Villa Sant’Angelo, comune si-tuato vicino all’epicentro della scossa che ha distrutto L’Aquila e devastato buona parte della provincia.

La nostra testata è operativa sul terreno già dalla prima ora successiva alla scossa del 6 aprile, coprendo gli avvenimenti, se-guendo il dispiegarsi dei primi soccorsi sul territorio e supportando i colleghi che pro-venivano da fuori zona.

Ma oltre all’emergenza terremoto, nei territori colpiti si registra anche una emer-genza informativa. Per questo, da ieri, ab-biamo aperto questa redazione di fortuna - munita anche di ciclostile - presso il campo da rugby di Villa Sant’Angelo. Oltre a fun-zionare da centro di appoggio per colleghi di altre testate, lo scopo della redazione è quello di stampare giornali in loco da distri-buire sul territorio e dare voce direttamente alle popolazioni locali.

Nasce così l’inserto ciclostilato site.it/sollevatiabruzzo, un presidio infor-mativo di base operativo direttamente nelle aree terremotate che va ad aggiungersi alla rete dei nostri giornali ciclostilati locali già operanti in territorio marsicano.

Il progetto è appoggiato anche da colle-ghi di altre testate e associazioni, quali Left-avvenimenti, Terra, liberainformazio-ne, il Martello del Fucino, Circolo Arci Luco dei Marsi, Telejato ecc.

Appena montata la redazione, abbiamo avuto una prima conferma della necessità di creare strumenti di comunicazione che diano voce alle popolazioni colpite e che contribuiscano alla ricostruzione del tessuto civile, messo in ginocchio dal terremoto e insidiato dal dopoterremoto.

Nel vicino campo gestito dalla regione Emilia, opera un nucleo dell’associazione Psicologi per i popoli che con i ragazzi del campo stanno creando un giornalino locale: lo stamperanno con il nostro ciclostile.

Angelo VentiBookmark: www.site.itInfo: [email protected] - 336.400692

CINISI, 8-10 MAGGIONEL NOME DIPEPPINO IMPASTATOSI RIUNISCE L'ANTIMAFIA SOCIALE

Anche quest’anno, in occasione del tren-tunesimo anniversario della morte di Peppi-no Impastato, vogliamo rinfrescare la me-moria ad un paese come l’Italia che troppo spesso tende ad ignorare e a dimenticare. Ricorderemo Peppino con la sua ribellione contro l’oppressione mafiosa, partendo dal-la sua stessa famiglia, e la madre Felicia, con la sua determinazione che l’ha spinta a non mollare mai nell’impegno in difesa della verità.

Come sempre, però, il ricordo non sarà l’unica prerogativa del forum, ma il fine sarà quello di creare un’occasione in cui si possa far circolare liberamente le in-formazioni riguardo le reali condizioni po-litiche, sociali ed economiche del nostro paese e costruire collettivamente percorsi alternativi per la partecipazione democrati-ca e la sua crescita civile. Peppino resta per noi, e non solo, il punto di partenza, per la sua lucida analisi del fenomeno mafioso e le strategie innovative che ha sperimentato nel fronteggiarlo, che sono ancora attuali.

La tre giorni che avrà luogo a Cinisi dall’8 al 10 maggio 2009 affronterà temati-che quanto mai urgenti, come le specula-zioni mafiose che mettono in pericolo gli equilibri ambientali, favorite da politiche di governo compiacenti come il ritorno all’e-nergia nucleare e la costruzione del ponte

sullo Stretto; i nuovi equilibri tra il sistema politico ed economico e il potere mafioso; la sempre più pericolosa deriva fascista delle istituzioni nazionali e locali che comporta la limitazione delle libertà e dei diritti, arrivando a ledere quelli fondamentali come il diritto allo sciopero, al lavoro sicuro, alla libertà di espressione, all’uguaglianza.

Non mancherà la musica con il suo im-portante ruolo di aggregazione e di comuni-cazione, con il progetto che unirà virtual-mente Casa Cervi a Casa Memoria Impa-stato con l’esibizione dei Modena City Ramblers, per unire la resistenza civile an-tifascista a quella antimafia.

Persistono per noi, purtroppo, le difficol-tà economiche che ci costringono a fare di nuovo appello agli amici, ai compagni, a tutti coloro che si riconoscono negli ideali di Peppino, che sono anche i nostri, e che vogliano manifestare la loro vicinanza con un contributo, anche minimo, per coprire le spese di organizzazione del forum.

Certamente sarà difficile raggiungere il livello di partecipazione dello scorso anno, in occasione del trentennale. In quella cir-costanza abbiamo potuto usufruire di un contributo di 35.000 euro del Ministero del-la Pubblica Istruzione, che ci ha consentito di far fronte alle spese di organizzazione. Quest’anno il contributo non è stato, sino a questo momento, rinnovato e molto proba-bilmente non lo sarà più. Per questo, come al solito, siamo senza una lira.

Pur rendendoci conto che, in questo mo-mento esistono altre priorità, come quella in Abruzzo, chiediamo un contributo eco-nomico anche minimo per ricordare Peppi-no e per potere ancora andare avanti nella lotta per una Sicilia libera dalla mafia.

Forum Sociale Antimafia“Felicia e Peppino Impastato”

Bookmark: www.peppinoimpastato.comInfo: [email protected] 091.8666233- 334.1689181

|| 27 aprile 2009 || pagina 08 || www.ucuntu.org ||