Trimestrale della Comunità Protetta Psichiatrica “Elio Zino” e … · 2019-03-26 · 1...

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1 Editoriale a cura di Bruno Ragni Continua dal numero precedente e si conclude l’articolo del Dott. Enrico Pedriali sul mondo delle comunità terapeutiche italiane. Per quanto riguarda la realtà italiana, il quadro che ho descritto, non consente di parlare propriamente di un ritorno delle Comunità Terapeutiche. La cultura Comunitaria in Italia è a tutt'oggi una cultura debole, per una serie di problemi fra cui anche quelli che ho prima elencato. Inoltre l'ingresso in campo psichia- trico di discipline come la sociologia, la psicologia e la psicoanalisi si è verificato solo negli ultimi qua- ranta anni circa. Sarebbe forse più appropriato, in Italia, parlare, più che di ritorno, di crescita e sviluppo di una cultura di Comunità. I fermenti comunque non mancano e sono promossi dall'urgenza di colmare quei vuoti che la "legge Basaglia" ha involontariamente creato e dalle esigenze degli operatori che sono quotidianamente a contatto con la realtà dei pazienti. Si sta assistendo ad un proliferare di strutture che si qualificano come Comunità Terapeutiche anche se, molte volte, lo sono più di nome che di fatto. Le caratteristiche principali di questo movimento in atto, si possono così sintetizzare: molteplicità di orientamenti teorici (psicodinamico, psicosociale, cognitivo-comportamentale, sistemi- co-relazionale, modello integrato); talvolta si assiste ad un eclettismo sconcertante o ad una carenza allarmante di modelli teorici; eterogeneità di modelli organizzativi con prevalenza di quelli di tipo sanitario; prevalenza di pazienti psicotici rispetto ad altri tipi di patologie; interesse crescente per strutture a carattere comunitario per pazienti cronici o provenienti dai manico- mi giudiziari; progetti di Comunità fuori del campo propriamente psichiatrico: carceri, problematiche adolescenzia- li; collocazione delle Comunità nell'area delle cosidette Strutture intermedie; disomogeneità dei criteri e carenza metodologica nella formazione degli operatori; complessità dei rapporti tra iniziative dei Servizi Pubblici e iniziative private. Mi limiterò a trattare la questione delle Comunità che accolgono soprattutto pazienti psicotici di una certa gravità. E' questo un tema che mi appassiona da sempre, sia perché ho cominciato la mia carriera lavorando per alcuni anni con questo tipo di pazienti, in una delle prime Comunità Terapeutiche italiane, sia perché considero il terreno delle psicosi un banco di prova ed una sfida affascinante per la cultura della Comuni- tà. L'esperienza che ho avuto modo di sviluppare in tempi più recenti come supervisore e come consulente in programmi di for- mazione per operatori di Comunità, mi ha stimolato alcune rifles- sioni ed anche alcuni ripensamenti sulla teoria e la metodologia della Comunità Terapeutica in genere. Ciò che vorrei esprimervi in sostanza è che, nella mia esperienza con pazienti psicotici, ho sempre incontrato difficoltà ad applicare coerentemente i criteri di base della Comunità, almeno secondo Trimestrale della Comunità Protetta Psichiatrica “Elio Zino” e Gruppi Appartamento di Oleggio n. 3/2017 LUGLIOAGOSTOSETTEMBRE 2017 Sommario: Editoriale pagg. 1/2 Gita a Bocca di Magra pag. 3 Gita al Sacro Monte di Varallo Sesia pag. 4 Visita al nostro amico Mauro pag. 4 Gita a Ondaland pag. 5 Gita a Borgoma- nero pag. 5 Gita a Milano e visita al Cenacolo pag. 6 Pomeriggi al Bu- pag. 6 Borsa lavoro Gri- selli pag. 7 Oggi cucino i- o… : Pan di spa- gna all’albicocca pag. 7 Gita allo Zoo Safari pag. 8 CIAK, si gira Le nostre recen- sioni: La mum- mia pag. 9 Buon complean- no a Tutti!!!!! pag. 9 Giovanni De Bei… cronista sportivo pag. 10 Grazie all’A.I.B. di Oleggio Ppag. 10 La parola ai poe- ti... pag. 11 Un passaggio per “i più fragili” pag. 12

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Editoriale a cura di Bruno Ragni

Continua dal numero precedente e si conclude l’articolo del Dott. Enrico Pedriali sul mondo

delle comunità terapeutiche italiane.

Per quanto riguarda la realtà italiana, il quadro che ho descritto, non consente di parlare propriamente di

un ritorno delle Comunità Terapeutiche. La cultura Comunitaria in Italia è a tutt'oggi una cultura debole,

per una serie di problemi fra cui anche quelli che ho prima elencato. Inoltre l'ingresso in campo psichia-

trico di discipline come la sociologia, la psicologia e la psicoanalisi si è verificato solo negli ultimi qua-

ranta anni circa.

Sarebbe forse più appropriato, in Italia, parlare, più che di ritorno, di crescita e sviluppo di una cultura di

Comunità. I fermenti comunque non mancano e sono promossi dall'urgenza di colmare quei vuoti che la

"legge Basaglia" ha involontariamente creato e dalle esigenze degli operatori che sono quotidianamente a

contatto con la realtà dei pazienti.

Si sta assistendo ad un proliferare di strutture che si qualificano come Comunità Terapeutiche anche se,

molte volte, lo sono più di nome che di fatto. Le caratteristiche principali di questo movimento in atto, si

possono così sintetizzare:

molteplicità di orientamenti teorici (psicodinamico, psicosociale, cognitivo-comportamentale, sistemi-

co-relazionale, modello integrato); talvolta si assiste ad un eclettismo sconcertante o ad una carenza

allarmante di modelli teorici;

eterogeneità di modelli organizzativi con prevalenza di quelli di tipo sanitario;

prevalenza di pazienti psicotici rispetto ad altri tipi di patologie;

interesse crescente per strutture a carattere comunitario per pazienti cronici o provenienti dai manico-

mi giudiziari;

progetti di Comunità fuori del campo propriamente psichiatrico: carceri, problematiche adolescenzia-

li;

collocazione delle Comunità nell'area delle cosidette Strutture intermedie;

disomogeneità dei criteri e carenza metodologica nella formazione degli operatori;

complessità dei rapporti tra iniziative dei Servizi Pubblici e iniziative private.

Mi limiterò a trattare la questione delle Comunità che accolgono soprattutto pazienti psicotici di una

certa gravità.

E' questo un tema che mi appassiona da sempre, sia perché ho cominciato la mia carriera lavorando per

alcuni anni con questo tipo di pazienti, in una delle prime Comunità Terapeutiche italiane, sia perché

considero il terreno delle psicosi un banco di prova ed una sfida affascinante per la cultura della Comuni-

tà. L'esperienza che ho avuto modo di sviluppare in tempi più

recenti come supervisore e come consulente in programmi di for-

mazione per operatori di Comunità, mi ha stimolato alcune rifles-

sioni ed anche alcuni ripensamenti sulla teoria e la metodologia

della Comunità Terapeutica in genere.

Ciò che vorrei esprimervi in sostanza è che, nella mia esperienza

con pazienti psicotici, ho sempre incontrato difficoltà ad applicare

coerentemente i criteri di base della Comunità, almeno secondo

Trimestrale della Comunità Protetta Psichiatrica “Elio Zino”

e Gruppi Appartamento di Oleggio

n. 3/2017 LUGLIO—AGOSTO—SETTEMBRE 2017 Sommario:

Editoriale pagg.

1/2

Gita a Bocca di

Magra pag. 3

Gita al Sacro

Monte di Varallo

Sesia pag. 4

Visita al nostro

amico Mauro pag. 4

Gita a Ondaland pag. 5

Gita a Borgoma-

nero pag. 5

Gita a Milano e

visita al Cenacolo pag. 6

Pomeriggi al Bu-

lè pag. 6

Borsa lavoro Gri-

selli pag. 7

Oggi cucino i-

o… : Pan di spa-

gna all’albicocca pag. 7

Gita allo Zoo

Safari pag. 8

CIAK, si gira

Le nostre recen-

sioni: La mum-

mia

pag. 9

Buon complean-

no a Tutti!!!!! pag. 9

Giovanni De

Bei… cronista

sportivo

pag.

10

Grazie all’A.I.B.

di Oleggio Ppag.

10

La parola ai poe-

ti... pag.

11

Un passaggio per

“i più fragili” pag.

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Maria Irma Carbaial

Maria Luisa D’Esposito

Laura Di Chio

Nina Dutkevjch

Giorgia Giacomelli

Patrizia Mancini

Silvana Passarella

Carlotta Pirali

Anna Quaglia

Periodico di informazione della Comu-

nità Protetta Psichiatria “Elio Zino” e

Gruppi Appartamento di Oleggio

Direttore Editoriale:

Daniela Forti, Presidente AiutaPsiche

onlus

Responsabile Editoriale: Bruno Ragni

Direttore Responsabile: Elena Vallana

Comitato di Redazione:

Gabriella Belfiore

Hanno collaborato a questo numero:

Ospiti delle Comunità Elio Zino e

Gruppi Appartamento di Oleggio

Pagina facebook : Aiutapsiche onlus

e Amici della Comunità Elio Zino

Alcune immagini sono liberamente

tratte da internet

un'impostazione classica. I celebri principi di Rapoport, che ho sempre considerato come i quattro punti cardinali, anziché

indicarmi una rotta da seguire, si sono spesso presentati ostacoli apparentemente insormontabili. Mi sono chiesto allora cosa

potavano significare per uno psicotico le stesse cose che a me parevano chiarissime e fuori discussione. La premessa che mi

pare indispensabile nel rapporto con lo psicotico è innanzitutto l'accettazione della sua realtà come base di partenza per qualsi-

asi progetto evolutivo: il resto verrà dopo, nella misura in cui sarà possibile. Stabilire un'intesa con questi pazienti significa, a

mio parere, esprimere la disponibilità a stare-con, cioè a stabilire una relazione in cui le aspettative di cambiamento non rap-

presentino l'unica moneta di scambio, ma un'opportunità da sviluppare. E' questa una capacità che contrasta con un malinteso

istinto di cura: non è sempre facile scegliere consapevolmente di astenersi da una qualsivoglia iniziativa se non quella di testi-

moniare al paziente, con la propria presenza, l'accettazione della sua diversità, piuttosto che impegnarlo in un attivismo senza

scopo. Spesso nelle fasi iniziali di inserimento in Comunità, all'operatore è richiesto di svolgere un compito di Io ausiliario in

un'opera a volte di sostituzione, a volte di integrazione dell'Io deficitario del paziente. Le patologia psicotiche gravi, richiedo-

no, prima ancora della ricerca di un'alleanza con l'Io residuale non-psicotico, l'accettazione e la capacità di comprensione degli

aspetti sintomatici, come espressione di bisogni e di compromessi fra parti non integrate del Sé. In altre parole, ogni progetto di

cambiamento passa attraverso la preliminare comprensione e vicinanza alla sofferenza profonda del paziente. .Agli operatori

spetterà il compito di giocare a volte un ruolo genitoriale, a volte un ruolo fraterno e di utilizzare quelle che Paul Claude Raca-

mier chiamava "azioni e oggetti parlanti", cioè fatti, comportamenti, cose condivisibili capaci di rivolgersi alle parti vitali del

paziente per proporgli, meglio di qualsiasi parola "l'avventura" di entrare in relazione con altri.

Tutto ciò, si concilia col concetto di Comunità Terapeutica? A mio parere sì, se a partire da un atteggiamento di Permissive-

ness, si realizzano le condizioni di un ambiente mediamente prevedibile, capace di preoccupazioni materne primarie e di svol-

gere una funzione di holding che trasmettano al paziente la sensazione, direi quasi tangibile, di trovarsi in un millieu rassicu-

rante, in grado di contenere, riconoscere e valorizzare i suoi bisogni. Spesso in Comunità con prevalenza di pazienti psicotici,

si formano gruppi apparentemente informali, per processi spontanei a prima vista incomprensibili. Un'osservazione più attenta

permette di comprendere, oltre alle dinamiche interpersonali e intergruppali, che anche nelle patologie gravi si mantiene vivo

un bisogno di coesione, di appartenenza, di storia comune condivisa che si concretizza più facilmente nella quotidianità che

non in una programmazione rigida e preordinata.

Sotto questo profilo ogni Comunità offre una straordinaria gamma di occasioni che, oltre alle finalità terapeutico-riabilitative,

possono rispondere allo scopo di creare un tessuto relazionale che il paziente ha perduto da tempo. Assecondare queste tenden-

ze e creare nuove occasioni di incontro, sono mediatori che consentono al gruppo di sviluppare le sue potenzialità.

Non so se tutto questo a voi sembri uno stravolgimento dei "sacri" principi della Comunità Terapeutica. Io mi sto formando la

convinzione che con questo genere di pazienti la Comunità debba andare maggiormente incontro alle loro esigenze piuttosto

che richiedere un'adesione preliminare alle proprie. Personalmente non sono mai riuscito a convincere uno schizofrenico che

molti pregi della Comunità (Communilism, Democracy, Reality Confrontation) erano migliori del suo delirio o delle sue alluci-

nazioni. Ho invece imparato che l'accettazione di queste manifestazioni che per il paziente rappresentano a volte dei veri e

propri bisogni, consentivano di sviluppare un'intesa e di modificare a poco a poco il suo rapporto con la "malattia", aprendo un

varco alla possibilità di un cambiamento magari parziale.

Per contro, ho constatato spesso il fallimento di progetti terapeutici, l'espulsione di pazienti, il burn-out degli operatori quando

le aspettative di cambiamento insite nel progetto Comunitario e ingigantite da una buona dose di idealizzazione venivano ante-

poste alla comprensione delle evidenze cliniche e dei bisogni dei pazienti.

I RACCONTI DEGLI “ALTRI”

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Quest’anno siamo andati in vacanza ad agosto, a differenza

degli anni precedenti in cui partivamo per il mare a giu-

gno… abbiamo avuto una settimana di sole e bel tempo. La

sera prima della partenza siamo andati a letto presto per

poter affrontare la partenza belli riposati; la mattina ci sia-

mo svegliati presto, un po’ emozionati e qualcuno agitato

per la novità dell’esperienza al mare. Ci siamo divisi su due

pulmini, uno con gli uomini e uno con le donne, il viaggio è

stato avventuroso e piacevole, le soste in autogrill sono sta-

te molto divertenti, alcuni di noi hanno fatto degli acquisti

per i propri cari o per sè, altri hanno fatto colazione, duran-

te la seconda sosta abbiamo mangiato i panini preparati in

comunità.

L’arrivo è stato molto emozionante soprattutto per i ragazzi che non ci erano ancora stati, la curiosità era tanta e il

posto è stato sorprendentemente piacevole. Per i ragazzi che ci erano già stati è stato bello ritrovare un posto cono-

sciuto. Raffaella è riuscita a rilassarsi cullata dal rumore delle onde che

si sentiva sdraiati sul letto della stanza. Alessio si è lasciato ispirare dal

paesaggio, ha scritto i propri pensieri su un quaderno sotto

l’ombrellone. Giovanni è rimasto molto soddisfatto dalle uscite a cena.

Maria ha un solo rammarico, quello di non essere andata al Monastero

sopra la collina, il percorso era molto ripido.

Per Manuela è andata meglio rispetto l’anno precedente perché la con-

fidenza con il posto è stata rassicurante.

Durante il soggiorno è stato bello condividere tutti i momenti da quelli

di svago a quelli di organizzazione della giornata. Il paesaggio era va-

rio, la cittadina sul mare arricchita alle spalle da una vegetazione carat-

terizzata da pini marittimi. Il tempo è stato bello, un piacevole vento

non ci ha fatto soffrire troppo il caldo.

E’ stata una settimana bella, rilassante e di condivisione con i com-

pagni della comunità.

Alla prossima estate!!!!

Gita a Bocca di Magra

A cura di Alessio Bainotti, Manuela Bertoni, Giovanni De Bei, Alessio Griselli, Filomena Brunacci, Maria Ielpo e

Raffaella Zanetta

n. 3/2017

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Un pomeriggio di inizio estate siamo andati in

gita al Santuario di Varallo Sesia per vedere una

serie di cappellette rappresentanti episodi cristia-

ni.

Abbiamo parcheggiato il pulmino e siamo saliti a piedi passeggiando tra le quaran-

taquattro cappellette posizionate lungo un sentiero. Dentro le cappellette ci sono

delle statue a grandezza naturale rappresentanti delle scene sacre e la crocifissione

di Gesù. “Mi hanno molto colpito le espressioni delle statue, molto marcate e signi-

ficative…si percepiva la sofferenza sul volto della statua di Gesù” sottolinea Elvi-

ra.

Il percorso è stato lungo e faticoso ma la straordinarietà dell’opera consola dalle

fatiche; Gaudenzio Ferrari, sculto-

re, pittore e architetto della Valse-

sia lavorò all’opera nel 1500, svi-

luppando l’idea del frate francescano Bernardino Caimi che vole-

va educare il popolo alla cultura cristiana. Il percorso finisce alla

cattedrale, una chiesa maestosa e affrescata abilmente.

Antonella si è rinfrescata e ha bevuto l’acqua della fontana nella

piazza davanti alla cattedrale, è stata molto bella la gita e rilas-

sante per Antonella che ama l’aria montana.

Gita al Sacro Monte di Varallo Sesia A cura di Antonella Bertoni ed Elvira Gianesella

I RACCONTI DEGLI “ALTRI”

All’inizio dell’estate siamo andati a trovare il nostro amico Mauro che da qualche tempo è stato dimesso per anda-

re a vivere nella sua amata casa di Invorio.

L’abbiamo chiamato al telefono per fissare un appuntamento e ci ha accolto per una merenda. Abbiamo bevuto

assieme un buon caffè e abbiamo chiacchierato di varie argomenti.

L’abbiamo trovato molto bene, felice di mostrarci la sua nuova vita. Un grande in bocca al lupo, amico!

Visita al nostro amico Mauro A cura di Giovanni De Bei e Alessio Griselli

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n. 3/2017

Il 28 agosto ci siamo recati in gita a “Ondaland” un parco acquatico

molto grande e divertente. Abbiamo raccolto le nostre impressioni

confrontandoci sulla giornata vissuta.

MARIO: “… mi è piaciuto il posto perché è molto grande, belli i

giochi. Peccato che la giornata è stata un po’ fredda!”.

FEDERICO: “… mi sono divertito, è stata una bella giornata!Mi sono divertito facendo un tuffo in piscina, mi è

piaciuto vedere tutta quella gente ridere e scherzare”.

BENITO: “… mi è piaciuto stare in compagnia con gli altri ragazzi. Non ho fatto il bagno perché l’acqua era

fredda però mi sono divertito un sacco. E’ stata proprio una bella giornata”.

ALESSANDRO: “… molto bella la gita a Ondaland, mi sono piaciuti tutti gli scivoli del parco acquatico, in par-

ticolare “la cipolla” perché è lo scivolo più alto. Mi sono divertito, è stata una bella giornata in compagnia e spe-

ro che ci ritorneremo ancora”.

MANUEL: “… è stata una giornata piacevole, mi sono divertito molto soprattutto negli scivoli e nello stare in

compagnia. Per chi non ci è mai stato lo consiglio vivamente e spero di tornarci ancora”.

MAURO: “… è stata una giornata interessante, ho unito l’utile al dilettevole: gli scivoli mi hanno fatto sorride-

re”.

STEFANO: “… è stata una bella giornata, mi sono divertito molto a scivolare sugli scivoli. Vorrei ritornare la

prossima estate”.

Gita a Ondaland A cura di Mauro Forti, Benito Frontin, iMario Medina, Alessandro

Monteleone, Manuel Russo, Federico Turetta,, Stefano Prodezza.

Gita a Borgomanero A cura di Antonella Bertoni, Giuseppe Cirillo e Giovanni De Bei

Siamo partiti da Oleggio alle ore 15.00 del pomeriggio destinazione

Borgomanero.

Dopo un viaggio di mezz’ora abbiamo posteggiato il furgoncino al

cimitero di Borgomanero dove Antonella ha portato un fiore sulla

tomba del padre recentemente defunto.

Dopo aver fatto visita alla tomba abbiamo parcheggiato il pulmino

vicino al parco

Marazza dove

abbiamo visitato

la libreria “Il

dialogo”.

Dopo aver visto la libreria, alcuni di noi hanno preso un caffè

mentre altri ragazzi erano seduti sulla panchina del parco.

Dopo aver camminato per una decina di minuti per i sen-

tieri del parco siamo tornati in comunità contenti per il

giro fatto.

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I gruppi appartamento di Oleggio in collaborazione

con la Associazione “AiutaPsiche” hanno organizzato

una gita a Milano con visita al Cenacolo.

Partiti da Oleggio abbiamo lasciato i pulmini a Lam-

pugnano e abbiamo preso la metro, per alcuni di noi

era la prima volta ed è stato emozionante.

VIRGI: “…è stata una gita molto bella, c’ero già

stata ma la città di Milano mi piace sempre molto. Il

Cenacolo, che mi aspettavo mi colpisse, l’ho trovato

troppo asettico e mi ha un po’ deluso”.

ALE: “… mi è piaciuto in particolare Piazza del Duomo che all’uscita della metro crea un impatto visivo mol-

to bello con il Duomo che si staglia in tutta la sua grandezza”. Del Cenacolo mi hanno colpito i volti dei disce-

poli”.

MANUEL: “…mi è piaciuta la compagnia, mi sono divertito e non conoscendo Milano ho apprezzato tutti i

posti che abbiamo visitato. Mi ha impressionato perché mi aspettavo un quadro molto più piccolo. Ho apprez-

zato molto anche l’altro affresco che rappresenta la crocefissione”.

MARIO: “…mi è piaciuto molto, sono contento di aver visto cose interessanti: il Duomo, il Castello e la metro

perché era tantissimo che non ci andavo. Il Cenacolo mi è piaciuto molto, l’affresco ricco di particolari e i volti

molto espressivi mi hanno colpito”.

BENITO: “…c’ero stato anni fa, mi ha fatto piacere vedere il Duomo e le vie del centro. Mi ha fatto piacere

vedere anche il Cenacolo con i l suo dipinto unico che mi ha molto emozionato”.

STEFANO: “..la cosa più bella per me è stata la metro perché non c’ero mai stato. Ho rivisto con piacere il

Duomo. Mi ha molto emozionato il Cenacolo, mi aspettavo un dipinto molto più piccolo!”.

MAURO: “…mi è piaciuto molto Milano con il sole, Milano è meravigliosa! Mi è piaciuto molto il dipinto

dell’ultima cena all’interno del Cenacolo, sono rimasto soprattutto colpito dai personaggi”.

Gita a Milano con visita al Cenacolo A cura di Marisa Fontana, Mauro Forti, Benito Frontini, Mario Medina, Alessandro Monteleone, Stefano

Prodezza, Manuel Russo e Virginia Sainaghi

Pomeriggi al Bulè A cura di Alessio Bainotti e Alessio Griselli

Per sopportare il caldo dell’estate ab-

biamo trascorso qualche pomeriggio in

piscina al Bulè.

E’ stato rilassante e refrigerante: dopo

una merenda al bar, ci sistemavamo

con gli asciugamani sul prato sotto gli

ombrelloni e tra una chiacchierata e

l’altra si andava a fare qualche bagnetto

in piscina.

I RACCONTI DEGLI “ALTRI”

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La prima settimana di settembre ho iniziato una nuova esperienza: una borsa

lavoro presso il centro ippico “La Boglia” che si trova tra Oleggio e Bellinzago

Novarese..

Il maneggio ospita 25 cavalli di cui alcuni da corsa.

I cavalli sono molto belli e docili.

La mia mansione è di tenere in ordi-

ne le stalle e assicurarmi che i ca-

valli abbiano sempre l’acqua pulita

e del mangiare, lavoro con altri col-

leghi e mi trovo molto bene con

loro.

Mi reco a lavoro in autonomia con

la bicicletta, passando per il centro

di Oleggio e proseguendo lungo la

strada del gruppo appartamento di

via Alzate …. è piacevole pedalare per le campagne di Oleggio.

n. 3/2017

Oggi cucino io… : Pan di spagna all’albicocca A cura di Raffaella Zanetta

In questo numero Raffaella Zanetta ci propone la ricetta di un dolce cucinato da Lei

e diventata una tra le sue ricette preferite

Ingredienti:

5 uova;

75g di farina;

150g di zucchero;

75g di fecola di patate;

Un pizzico di sale;

Una bustina di vanillina;

Un barattolo di marmellata all’albicocca.

Procedimento: Rompere le uova in una ciotola, aggiungere la bustina di vanillina e unire il pizzico di sale. Aziona-

re il frullatore elettrico a velocità media e lavorare il composto per 15 minuti, aggiungere lo zucchero un po’ alla

volta finchè il composto diventerà spumoso e chiaro. Intanto imburrare la teglia. Setacciare farina e fecola ed unire

all’impasto dal basso verso l’alto. Versare il composto nella teglia e aggiungere con un cucchiaio la marmellata

sparpagliandola nell’impasto. Cuocere in forno per 50 minuti a 160°.

Buon appetito!

Borsa lavoro Griselli A cura di Alessio Griselli

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Siamo partiti al pomeriggio col furgoncino dalla comunità e con la paura che ve-

nisse il temporale.

Arrivati al Safari Park ci siamo presi un gelato o un caffè e poi abbiamo girato le

bancarelle con i giocattoli.

Abbiamo visitato il rettilario, una grotta con varie vasche piene di pesci di varie

specie.

Abbiamo anche assistito allo spettacolo dei leoni marini che è stato molto diver-

tente. Successivamente abbiamo preso il trenino per fare un giro tra gli animali.

Abbiamo visto ippopotami , rinoceronti, leoni, tigri, leopardi, zebre, macachi e

molti altri. Soddisfatti del giro e della giornata siamo tornati al furgoncino e dritti

in comunità. Prima di dirigerci al furgoncino, però, dato il temporale abbiamo

temporeggiato dove fanno gli spettacoli.

Durante lo show i leoni marini si diverti-

vano a giocare e stare in posa e hanno

fatto degli sketch con il pubblico.

Scesi dal trenino abbiamo anche fatto un

giro alla fattoria, dove ci sono anche i rapaci e il falco, abbiamo visto galli,

galline, cavalli, pappagalli, capre ed altri animali da cortile. Eravamo molto

interessati perché ci sono animali introvabili al di fuori dello zoo. Abbiamo

visto alcune giostre tra cui la ruota panoramica ma c’erano altre giostre sulle

quali però non siamo saliti, ad esempio il bruco verde, i tappeti elastici, il re

leone, la nave pirata, il cinema 6D.

Dato che c’era brutto tempo era anche possibile vedere gli spettacoli al coperto in strutture appositamente riscaldate. Così si è conclusa una bella giornata.

TUTTI ALLO ZOO

IL TRENINO CHE GIRAVA

TUTTI GUARDAVAMO GLI ANIMALI

ALCUNI CATTIVI E ALTRI BUONI

COME IL LEONE E L’IPPOPOTAMO

VIPERE E PESCI

E NOI RIDEVAMO CONTENTI.

Gita allo Zoo Safari A cura di Giovanni De Bei e Raffaella Zanetta

I RACCONTI DEGLI “ALTRI”

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“La Mummia” narra la storia di una principessa egizia erede

d’Egitto che viene spodestata alla nascita del fratello e si dedica a un

rituale malefico e dopo aver ucciso la matrigna, il padre e il fratella-

stro tenta di portare uno spirito nel corpo del suo compagno prescel-

to … ma il rituale viene interrotto con l’uccisione del prescelto da

parte delle guardie e dei sacerdoti che la mummificheranno viva e la

seppelliranno in un pozzo di mercurio in Mesopotamia.

La prigione verrà scoperta da due militari trafugatori di reperti ar-

cheologici.

I due liberano la Mummia e la trasportano in aereo verso Londra,

ma la Mummia fa precipitare l’aereo con dei corvi in prossimità di

una chiesa dove si trova il pugnale, ma senza la pietra che verrà ri-

trovata in un sito archeologica dei templari.

La Mummia viene catturata da una congregazione segreta che mira

ad uccidere il prescelto e mummificare la mummia con il mercurio

liquido. La mummia si libera e si impadronisce dei pugnali e della

pietra che le viene rubata dal prescelto che alza il pugnale trasfor-

mandosi in una creatura con potere sulla vita e sulla morte.

Una storia intensa ricca di suggestioni fantasy adatta ai più co-

raggiosi!

Ciak si gira… le nostre recensioni: La mummia A cura di Alessio Bainotti e Alessio Griselli

n. 3/2017

A:

Alessio Griselli che ha compiuto 35 anni il 5

agosto,

a Gisella Aiello che il 16 agosto ha spento 38

candeline.

Auguri anche a Mascia Damiano per i suoi

45 anni compiuti il 18 luglio

e a Filomena che il 26 agosto ha festeggiato

con noi il suo compleanno!!!!"

Buon compleanno a tutti!!!!!!

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Allo Juventus Stadium si incontra la Juventus, campione d’Italia, contro Barcello-

na, campione di Spagna.

La partita è vivace e la Juventus, padrona di casa, si porta in vantaggio di due goal

a zero grazie alla doppietta del suo fuori classe Dybala.

Nel secondo tempo si segnalano alcune azioni non pericolose del Barcellona e il

terzo goal di Chiellini fa finire la gara 3-0 per la Juventus.

L’inizio del nuovo campionato di calcio è previsto per il 20 di agosto c.a.

La squadra campione in carica è la Juventus e debutta in casa contro il Cagliari.

Prima dell’inizio del Campionato è previsto il primo trofeo della stagione tra la

squadra campione, la Juventus, contro la squadra che è arrivata in finale di Coppa

Italia. Prima dell’inizio del campionato tutte le squadre dopo il ritiro hanno parte-

cipato a svariati trofei in giro per l’Europa e per il Mondo. Dopo la campagna tra-

sferimenti, che finora ha visto protagonista la squadra del Milan, ci sarà il sorteg-

gio per il girone della Champions League. Finito il campionato e le coppe nazio-

nali ed internazionali si svolgerà il mondiale, previsto quest’anno, in Russia.

Giovanni De Bei… cronista sportivo

I RACCONTI DEGLI “ALTRI”

Ringraziamo l’Associazione A.I.B. di Oleggio

che in varie occasioni si è dimostrata disponibile con

gli ospiti della Comunità e dei Gruppi

Appartamento.

L'A.I.B. oltre che far fronte agli incendi boschivi agi-

sce in diversi ambiti.

Per esempio sono venuti in nostro soccorso quando

abbiamo avuto delle ospiti indesiderate: le vespe e,

inoltre, per rimediare a qualche danno causato dal

forte vento dei temporali estivi.

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n. 3/2017

A ricordo di un Amico Interista

Grazie Italo di tutta l’Amicizia e l’Affetto ricevuto !

Grazie Italo per essermi venuto a trovare da lontano!

Tu, zio Beppe ed anche Giuseppe facevate di certo un bel trio.

Grazie Italo per i doni che sempre mi portavi ,sempre inerenti Allo sport e alla squadra che amo!

Grazie Italo per tutte le volte che mi hai accompagnato allo Stadio,

sia di Milano che Como e ai vari Palazzetti dove si disputavano le

manifestazioni dei Bindun “ Inter” !

Ed infine Grazie per la domanda che di solito mi facevi e cioè

se andavo a gasolio o a benzina ?

Grazie di tutto, per me sei stato più Unico che Raro e arrivederci

In quest’altra vita , presto o meno presto.

Ciao Grande Italo !

Molto spesso la gente tende a dare delle brutte etichette agli altri,

ma l’importante è che questi non si lasci e soprattutto non si senta “etichettato”

Le cose più grandi è mica detto che si debbano considerare le più belle,

le migliori.

L’importante è che queste cose dicano qualcosa,

che non siano delle cose insulse!

Mauro Forti alias Titus

“Che senso ha?”

“Devi darglielo tu un senso!”

“No, non è vero bisogna contemplare tutta la maestosità della natura.”

“Assi?

E senza di me?

Quindi devo contemplare e portarmi dietro le mie illuminazioni per crescere?”

“No, basta solo essere umili!”

Damiano

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Lunedì 4 settembre u.s. presso la sede dell’Associazione ISPAM di Borgoma-

nero in via Aldo Moro si è tenuta la cerimonia di consegna del mezzo di tra-

sporto messo a disposizione dei pazienti dei Centri Diurni di Arona e Borgoma-

nero del Dipartimento Interaziendale di Salute Mentale dell’ASL NO.

L’automezzo, un Ford Transit Turneo a 9 posti targato FG545XB viene ceduto

in comodato d’uso gratuito dall’Associazione AIUTAPSICHE Onlus di Arona

sia per il trasporto che per le attività istituzionali promosse e curate dalla Strut-

tura di Psichiatria dell’Area nord dell’ASL NO a favore delle persone che acce-

dono ai Centri Diurni di Arona e di Borgomanero, oltre che per le iniziative

risocializzanti promosse dall’Associazione.

Il progetto nasce dalla collaborazione tra l’Associazione AIUTAPSICHE onlus e la Società PMG Italia SpA di

Bolzano al fine di

garantire una migliore mobilità a soggetti più deboli della comunità. Attraverso questo progetto, l’ASL disporrà

così di un automezzo per garantire un servizio di trasporto, contribuendo fattivamente al benessere di una fascia di

popolazione spesso oggetto di stigma e di isolamento sociale. La Società PMG, che opera da anni nel settore della

mobilità garantita, si è attivata ricercando sul territorio di Arona e Borgomanero sponsor in grado di mettere a di-

sposizione risorse economiche per attività socio-sanitarie, facendo leva anche su una particolare sensibilità e atten-

zione ai bisogni di soggetti deboli e “più fragili”.

E’ doveroso un ringraziamento a tutti coloro che hanno permesso di concretizzare tale progetto - afferma Daniela

Forti Presidente dell’Associazione Aiutapsiche onlus – ai Comuni di Arona, Castelletto Ticino e Paruzzaro e in

particolare a tutti i Privati, che con il loro contributo [nella foto sotto, Daniela Forti con alcuni Sponsor presenti

alla cerimonia], tradotto nella sponsorizzazione del veicolo hanno permesso di avere a disposizione un automezzo

che permetterà di dare continuità ai servizi e alle attività di riabilitazione che sono fondamentali per le persone

con disabilità psichica.

La vera solidarietà è alimentata dalla generosità e dalla disponibilità di tutte le persone sensibili, ma perché sia

una presenza costante deve essere organizzata, gestita in modo professionale e deve autosostenersi economica-

mente - ricorda Gian Paolo Accorsi, Presidente di PMG Italia -

Ciò che incoraggia e ci stimola a fare sempre meglio è sapere che

già oggi sono tantissimi i soggetti deboli che possono trarre vantag-

gio dai nostri servizi. Tutto ciò è possibile grazie a collaboratori pre-

parati e motivati a garantire, con il proprio lavoro, un servizio sem-

pre più efficiente rivolto ad un'utenza sempre più ampia.

Iniziative di questo genere che vedono muoversi in sinergia Istituzio-

ni, Volontariato e Privati – sottolinea Adriano Giacoletto, Direttore

Generale dell’ASL NO - traducono il concetto astratto di solidarie-

tà in un gesto concreto capace di restituire fiducia e speranza alle

persone più fragili, sia in termini di aiuto tangibile come risposta a

una difficoltà reale, sia in termini di grande senso civico.

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Un passaggio per “i più fragili” A cura di Elena Vallana