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Editoriale a cura di Bruno Ragni
[Segue dal notiziario precedente n. 4/2016)]
La persistenza all'interno delle istituzioni, l'arresto dei processi innovativi al loro in-
terno, la mancanza di relazioni con il mondo, con le contraddizioni della realtà hanno
alla fine riprodotto, malgrado il portato innovativo della comunità terapeutica, mo-
delli di gestione rigidi, fenomeni di stagnazione, mortificazione ulteriore delle indivi-
dualità.
Questo è quanto ancora oggi accade nelle infinite riproduzioni della comunità tera-
peutica, pubblica o privata che sia, nel campo della psichiatria come in quello della
tossicodipendenza.
E tuttavia tornando a Franco Basaglia e alla
sua concezione della comunità terapeutica
"come luogo nel quale sia possibile avvicinar-
si reciprocamente in un rapporto umano che,
proprio in quanto spontaneo, immediato e
reciproco, diventa terapeutico", comprendia-
mo che "l'apertura al mondo della dialettica,
dell'opposizione, dell'accordo ottenuto me-
diante reciproco convincimento e non con la
prevaricazione e la forza" ha permesso l'aper-
tura dell'ospedale psichiatrico prima e lo svi-
luppo delle potenzialità terapeutiche del lavoro comunitario poi.
Perché è proprio "nel mondo", alla luce delle "contraddizioni della realtà" che è pos-
sibile recuperare la forza di quelle esperienze (della comunità terapeutica).
Il servizio territoriale può essere (è così nella nostra esperienza) il mondo della comu-
nità terapeutica che oggi definiamo diffusa, in quanto capace di contenere tutti gli
elementi della rete, che intorno al servizio comunitario si costruisce.
Comunità terapeutica diffusa consiste nel decostruire, smontare, attraverso azioni pra-
tiche, semplici ed evidenti, l'immaginario della follia; ridurre le distanze e rendere
impraticabile l'alienità.
E', ancora, creare occasioni, le più svariate, ma anche le più naturali dove l'incontro
tra persone permetta il riconoscimento reciproco, dei soggetti nella loro interezza,
restituendo ad ognuno la possibilità di cercare un senso.
E' evidente che è l'organizzazione flessibile del lavoro e del centro di salute mentale
Trimestrale della Comunità Protetta Psichiatrica “Elio Zino”
e Gruppi Appartamento di Oleggio
n. 1/2017 GENNAIO-FEBBRAIO– MARZO 2017 Sommario:
Editoriale pagg.
1/2
One Billion Rising pag. 3
Buona Pasqua pag. 3
Passeggiando qua
e là... pag. 4
Il Carnevale pag. 5
Dimissioni Cerutti
e Margaroli pag. 6
Lavaggio pulmino pag. 6
Gruppo Karaoke pag. 7
Oggi cucino io…
le ricette di Rosa-
ria: pag. 7
L’intervista pag. 8
Ciak si gira… le
nostre recensioni:
Animali fantastici
e dove trovarli
pag. 9
Buon compleanno
a tutti pag. 9
Io e la danza pag.
10
G io vann i De
Bei… cronista
sportivo
pag.
10
La parola ai poe-
ti…
pag.
11
La pet therapy a
sostegno degli
ospiti dei Gruppi
Appartamento e
della Comunità
Protetta Psichia-
trica
pag.
12
2
Maria Luisa D’Esposito
Laura Di Chio
Nina Dutkevjch
Giorgia Giacomelli
Patrizia Mancini
Silvana Passarella
Carlotta Pirali
Anna Quaglia
Carlotta Sella
Debora Stramba
Periodico di informazione della Comu-
nità Protetta Psichiatria “Elio Zino” e
Gruppi Appartamento di Oleggio
Direttore Editoriale:
Daniela Forti, Presidente AiutaPsiche
onlus
Responsabile Editoriale: Bruno Ragni
Direttore Responsabile: Elena Vallana
Comitato di Redazione:
Gabriella Belfiore
Maria Irma Carbaial
Hanno collaborato a questo numero:
Ospiti delle Comunità Elio Zino e
Gruppi Appartamento di Oleggio
Pagina facebook : Aiutapsiche onlus
e Amici della Comunità Elio Zino
Alcune immagini sono liberamente
tratte da internet
come area sociale di scambio a produrre quel clima comunitario che genera tra mille difficoltà e
contraddizioni i migliori risultati sul piano dell'abilitazione e dell'emancipazione sociale: l'atti-
vità di supporto sociale verso il "fuori"
Il nostro lavoro si è sempre connotato come conflitto contro l'interno, l'istituzione, il dato appa-
rentemente fisso e immutabile, un interno coercitivo.
Spingersi verso il fuori, verso il mondo ha permesso di
incontrare produttivamente la realtà contraddittoria, con-
flittuale, accidentata, aspra e diversa comunque dalle re-
altà artificiali costruite nelle istituzioni, nelle comunità
terapeutiche chiuse. E' qui importante cogliere nella no-
zione di fuori il suo significato originario di porta (fores è
la porta di casa, forestiero è chi viene da fuori); il fuori
altro non è che uno spazio che sta al di là di un spazio
delimitato, ma è anche il varco, la porta, l'accesso: in una
parola "il volto del dentro".
La libertà: la comunità diventa terapeutica nel momento
in cui si scopre che la terapia deriva dall'esercizio di una
libertà di parola e di azione attorno alla bocca muta e al
corpo immobile della follia. Parola e azione che "sfondano" di fatto la comunità terapeutica in
cerca di una comunità possibile dove sperimentare la pratica del riconoscimento, la costruzione
delle identità e la comunicazione delle differenze. Restituendo ad ognuno la possibilità di cerca-
re un senso.
I RACCONTI DEGLI “ALTRI”
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One Billion Rising è un movimento internazionale contro la violenza sulle donne e i
bambini avviato dalla drammaturga statunitense Eve Ensler il 14 febbraio 2012, da allo-
ra ogni anno milioni di persone in tutto il mondo si organizzano nelle piazze delle pro-
prie città per aprire il dibattito sui diritti, il razzismo, le disuguaglianze economiche e le
guerre lanciate sui corpi delle donne attraverso un flash mob la cui forza sta nella consa-
pevolezza e nella ribellione, scegliendo di non rimanere indifferenti come primo passo
della rivoluzione auspicata. Ogni anno aumentano le adesioni al movimento con eventi
di vario genere.
A Oleggio, quest’anno, il corteo rosso è arrivato in piazza con scope per portare il ritmo
della solidarietà.
La scopa è stata scelta come simbolo dell’evento che al contrario del bastone, simbolo di
potere e di minaccia maschile, è meno aggressiva … ricorda l’emarginazione e lo sfrut-
tamento femminile e tenuta al contrario per poterla battere a terra ha scandito il ritmo
delle rivendicazioni dell’evento.
Abbiamo voluto partecipare anche noi quest’anno, ognuna
con la propria intima motivazione e la voglia di fare parte di
un momento importante nella vita cittadina così ci siamo
armate di scopa e con l’operatrice ci siamo trovate in piazza
tra l’allegria e i sorrisi di tutti i partecipanti. Abbiamo poi
bevuto un caffè al bar continuando a gustare l’atmosfera
intorno a noi della piazza tinta di rosso, un rosso caldo, fem-
minile, di passione e di dolore, di amore.
One Billion Rising
A cura di Gisella Aiello, Manuela Bertona, Antonella Bertoni, Filomena Brunacci, Elvira Gianesella, Maria
Ielpo, Rosaria Prandi, Raffaella Zanetta,
n. 1/2017
A nome degli Operatori, degli Ospiti e dell’Associazione Aiuta Psiche onlus l’augurio di una serena Pasqua
a chi ci è stato e ci è sempre vicino e ci sostiene
nelle nostre attività e progetti.
Auguri di cuore a tutti e in particolare ai Co-
muni di Arona e di Oleggio, agli “Amici di Elio
Zino”, alla “Fondazione Prosolidar”, al
“Reggimento Nizza Cavalleria e a Daniele A-
mitrano”, alla “Mattel “di Milano, a “Noi dei
mitici anni 60”, ai Volontari e a coloro che con
i loro gesti, anche piccoli, contribuiscono alla
realizzazione dei progetti e a superare
l’isolamento e lo stigma sociale
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Con l’arrivo del bel tempo abbiamo ripristinato un’attività tanto amata: il gruppo passeggiata.
Quest’attività ci ha permesso, negli anni, di scoprire il nostro territorio e la campagna circostante, oltre che a
beneficiare del movimento. Abbiamo letto che molti studi recenti hanno dimostrato che camminare ogni giorno
aiuta a dimagrire, attiva la circolazione sanguigna liberandoci dalle varici e tonifica i muscoli delle gambe, di-
minuisce il rischio di ipertensione, previene il diabete, aiuta a combattere il colesterolo e a rilassarsi miglioran-
do l’umore della giornata. Camminare almeno 30 minuti al giorno fortifica anche cuore e polmoni, aumenta la
funzionalità della tiroide e le difese immunitarie. Quindi i benefici sono molti.
La prima passeggiata della stagione l’abbiamo fatta nei
pressi di Invorio dove in un prato vicino ad una chiesa
c’era un gregge di pecore e qualche asinello. Ci siamo fer-
mati ad osservare gli animali e la tenerezza degli agnellini.
Siamo rimasti molto colpiti dall’operosità dei cani pastore
che al nostro avvicinarsi sono subito corsi a proteggere una
pecora isolata vicino al bordo della strada e abbaiando
l’hanno riportata al gregge.
Abbiamo fotografato il paesaggio e proseguito la nostra pas-
seggiata fino alla nuova residenza di Giancarlo Cerutti che siamo andati a trovare, approfittando dell’occasione.
E’ stata una giornata piacevole le temperature ancora abbastanza fresche ma il sole ci ha riempito di gioia.
La seconda passeggiata l’abbiamo fatta al parco Beldì di Oleggio.
Siamo partiti dalla comunità a piedi e attraversando il paese siamo arrivati al parco. L’atmosfera che abbiamo
trovato era ancora invernale, con gli alberi spogli e privi di germogli…nonostante tutto era pieno di bambini
che giocavano, qualcuno di noi ha preso un caffè al bar interno e dopo una bella passeggiata tra i sentieri del
parco ci siamo seduti sulle panchine a gustare il paesaggio qualcuno di noi fumando una sigaretta. Siamo poi
tornati in direzione comunità e nonostante la strada percorsa non ci sentivamo affaticati ma soddisfatti del po-
meriggio.
Consigliamo a tutti di visitare questi luoghi e di approfittare dei propri momenti liberi per fare una bella
passeggiata e mantenersi in salute e in forma!
Passeggiando qua e là... A cura di Maria Ielpo, Giovanni De Bei e Giuseppe Cirillo
I RACCONTI DEGLI “ALTRI”
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n. 1/2017
Qualche curiosità sulle maschere di Oleggio:
Creatore delle maschere Pirin e Majn fu Pinela, poeta
dialettale oleggese che, rifacendosi alla leggenda del
contadino insofferente delle prepotenze del despota
Barnabò Visconti e del suo tentativo di dargli la morte
con i Tapitt avvelenati, sostituì Gianduia e le altre ma-
schere nel teatrino dei bambini con “Pirin ad San Du-
na”, giustiziere degli empi e difensore dei deboli.
Già dal 1930 si accenna al suo primo discorso alla po-
polazione e da allora le maschere oleggesi si chiamano
Pirin e Majn.
La scelta elettiva fra le diverse candidature ad interpre-
tare le maschere è deliberata dal consiglio della Società
ed ha durata triennale, salvo diverse esigenze dettate da
difficoltà nel ricambio.
I prescelti dovranno essere in possesso di valide qualità rappresentative dell’Ente e di una completa padronanza
del dialetto oleggese. L’impegno durante il periodo del Carnevale e dopo è gravoso ed impegnativo, la presenta-
zione delle sfilate nelle tre domeniche di Carnevale sarà seguita da serate pubblicitarie organizzate in collabora-
zione con emittenti radiotelevisive e da numerosi inviti che pervengono da associazioni consorelle nell’arco
dell’anno. Pinela, nel descrivere il personaggio Pirin, gli diede un carattere anche attraverso il modo di vestire
dettando l’abbigliamento per ambedue. (www.carnevaledi oleggio.it)
Come da tradizione il carnevale oleggese si apre con la consegna delle chiavi del paese al Pirin da parte del sinda-
co, l’evento viene accompagnato dalla banda Filarmonica di Oleggio. Seguono tre domeniche di sfilate dei carri
alle quali abbiamo partecipato anche noi.
Siamo partiti a piedi dalla comunità, c’era tantissima gente tra cui molti bambini mascherati… i carri erano molto
grandi e bellissimi, tra un carro e l’altro abbiamo visto una sfilata di majorette e il gruppo di Oleggio della Suca-
Band vestiti a farfalla… ci è rimasto impresso il carro con Totò, veramente originale! C’erano molte bancarelle che
vendevano il mangiare e profumavano le vie… abbiamo visto lunghe file di gente in attesa della tipica frittella con
zucchero. Il Pirin intratteneva il pubblico dal palco davanti
la stazione… i coriandoli hanno creato un tappeto colorato
sulle vie e qualcuno è arrivato anche addosso a noi lanciato
dalle persone sui carri.
L’atmosfera era di festa!!!Siamo tornati in comunità molto
soddisfatti e divertiti.
Un giorno il Pirin ci ha fatto una bella sorpresa venendoci a
trovare, ci ha regalato i Tapit e i biscotti allo zenzero e ab-
biamo fatto delle foto assieme. In comunità non è mancata
occasione per mangiare assieme le chiacchiere ed onorare
così il carnevale.
Il Carnevale A cura di Giovanni De Bei, Alessio Griselli, Antonella Bertoni e Filomena Brunacci
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Quest’anno due nostri cari compagni e amici sono
stati dimessi per continuare il loro viaggio nella
vita.
Mauro è tornata a casa sua ad Invorio, mentre
Giancarlo ha proseguito il suo percorso all’interno
di una struttura residenziale ad Invorio. Sono stati
tanti i momenti trascorsi insieme, molti divertenti,
altri più impegnativi. Con Mauro abbiamo scoper-
to il piacere di andare a pescare tutti insieme e la
cura e dedizione necessarie per coltivare un orto e
delle piante da frutta. Con Giancarlo abbiamo tra-
scorso tanti altri momenti di chiacchiere in compa-
gnia dove ci ha sempre stupito con la sua dolcezza
e bontà d’animo..
Il giorno prima delle dimissioni di ognuno abbiamo fatto una bellissima festa in loro onore.
Gli anni passati con loro sono stati una bella esperienza, ognuno a modo suo ha arricchito la nostra vita. Ci man-
cheranno e li porteremo sempre con noi all’interno del nostro cuore.
Buon proseguimento di vita a tutti e due!!
Dimissioni Cerutti e Margaroli A cura di Filomena Brunacci e Giuseppe Cirillo
Lavaggio pulmino A cura di Giuseppe Cirillo e Alessio Griselli
Dopo un lungo inverno anche il pulmino ha
bisogno di una rinfrescata, così andiamo a Bel-
linzago Novarese dove c’è un autolavaggio a
gettoni dove lavare i mezzi è proprio divertente.
Si inserisce il gettone e si seleziona il program-
ma: noi laviamo, spazzoliamo, sciacquiamo e
lucidiamo… poi tornati in comunità con il mo-
cio puliamo bene la zona dove si appoggiano i
piedi e con gli stracci laviamo cruscotto e ve-
tri…
La parte che più ci diverte è quella
all’autolavaggio mentre nel cortile della comu-
nità i più si dileguano e rimaniamo in due a fi-
nire con gli ultimi ritocchi.
Che soddisfazione poi entrare nel pulmino
bello pulito…e guai a chi lo sporca!
I RACCONTI DEGLI “ALTRI”
7
Nelle giornate di pioggia spesso combattiamo la noia con l’attività di karaoke.
Di solito ci raduniamo in sala tv senza troppo entusiasmo a causa del brutto tempo … partono le prime basi e
qualcuno di noi inizia a cantare timidamente … basta poco per ritrovarci quasi tutti nel centro del salone attorno
al microfono a cantare assieme e recuperare le energie e l’entusiasmo … chi rimane sul divano cerca tra i cd le
canzoni preferite da proporre e una dopo l’altra le cantiamo senza renderci conto che è già ora di cena. Così ogni
canzone culla un ricordo e ci regala l’occasione di riviverlo nella condivisione tra di noi … tante emozioni, feli-
cità, malinconia … ognuno di noi canta la propria nel microfono, ci abbracciamo, ridiamo, ci guardiamo
… il canto libera l’anima!
n. 1/2017
Oggi cucino io… le ricette di Rosaria: A cura di Rosaria Prandi
Eseguita dal gruppo di cucina
Ingredienti:
470 g di farina tipo 0
5 cucchiaini di olio extra vergine di oliova
17 g di lievito di birra
1 cucchiaino di zucchero
1.5 cucchiaino di sale
300 ml di acqua circa
pomodoro q.b.
olio evo q.b
sale q.b.
mozzarella, prosciutto, olive, carciofi, funghi q.b.
Procedimento:
Intiepidire l’acqua e scioglierci il lievito, fare una montagna con la farina e creare un buco al centro aggiungere a
poco a poco l’acqua, il sale, lo zucchero e l’olio ed impastare bene. Creare due pagnotte e mettere al caldo lascian-
do lievitare per almeno due ore. Stendere l’impasto e metterlo nelle teglie. Condire a piacere. Scaldare il forno a
200 gradi e lasciare 30 minuti.
Gruppo Karaoke A cura di Giovanni Dei Bei e Damiano Mascia
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Nel mese di novembre Manuel Russo è stato dimesso dalla Comunità Protetta Psichiatrica di Oleggio per proseguire
il percorso riabilitativo in gruppo appartamento dove i pazienti si confrontano con una situazione abitativa di mag-
gior autonomia, condividendo gli spazi di un appartamento con altri quattro inquilini ognuno dei quali, a turno, prov-
vede a svolgere le mansioni di pulizia e gestione quotidiana: dalla preparazione dei pasti alle pulizie dei locali e delle
proprie cose.
Tra gli obiettivi dei percorsi riabilitativi della Comunità vi è l’acquisizione di competenze utili ad aumentare gli spazi
di autonomia del paziente attraverso attività, monitorate e assistite dagli operatori, quali il gruppo cucina, la pulizia
della sala mensa, il riordino della camera, il cambio lenzuola, la raccolta differenziata dei rifiuti… competenze che,
in gruppo appartamento, vengono rafforzate ed integrate con altre (come la pulizia dei propri vestiti con l’uso della
lavatrice e la pulizia delle stoviglie…) attraverso l’affiancamento dell’operatore con una presenza che diminuisce
progressivamente e in maniera direttamente proporzionale all’acquisizione di autonomie e competenze da parte del
paziente.
Come tutte le transizioni, anche questo passaggio risulta delicato e non privo di difficoltà, abbiamo qui raccolto, at-
traverso un’intervista, le impressioni dirette di Manuel che con la propria testimonianza ci fornisce suggerimenti uti-
li.
Quali difficoltà hai incontrato nel passare dalla comunità al gruppo appartamento?
Nel passare da un contesto all’altro la maggiore difficoltà è stata ambientarmi e svolgere le attività quotidiane in
maniera autonoma.
Che mansione ami di più? Quali, invece, non ti piacciono? Perché?
Ciò che più mi piace è fare il caffè…invece non mi piace lavare i piatti perché è noioso!
Quali consigli daresti ai compagni che alloggiano ancora in comunità per affrontare al meglio questo passag-
gio?
Io consiglierei di iniziare a svolgere tutte le attività di vita quotidiana in maniera autonoma nel periodo che precede
la dimissione. Attività come lavare i piatti e fare le lavatrici, mansioni svolte in comunità dal personale preposto.
Cosa ti manca del periodo della tua vita precedente, vissuta in comunità?
Quello che mi manca? Il rapporto che avevo stretto con l’equipe, i medici, gli infermieri e soprattutto con il mio ope-
ratore di riferimento.
Cosa speri per il tuo futuro?
Di riuscire a fare una vita autonoma senza il supporto di nessuno, trovare un lavoro serio ed essere di supporto ai
miei genitori.
Ad oggi, qual è il bilancio che faresti del tuo percorso riabilitativo?
Nettamente positivo: sto decisamente meglio
rispetto al passato e penso di avere acquisito
tutte, o quasi, le competenze che possono ren-
dere il mio futuro migliore.
PS: Colgo l’occasione dell’uscita di questo
articolo per ringraziare tutta l’equipe della co-
munità!
L’intervista A cura di Alessandro Monteleone
I RACCONTI DEGLI “ALTRI”
9
Appena uscito nelle sale, ci rechiamo al cinema di Bellinzago per vedere il film
“Animali fantastici e dove trovarli”.
Il film parla del mondo della magia che convive con il mondo reale ma rimanendo se-
greto per tutelare la sicurezza dei maghi. I fatti si svolgono a New York in
un’ambientazione che ci riporta agli anni venti. Il protagonista del film, proveniente
dall’Inghilterra, è un ricercatore di animali fantastici
i quali sono visti come potenziale pericolo per i ma-
ghi che hanno paura possano far svelare con i loro
comportamenti il mondo magico ai no-mag.
Si reca in America per poter liberare il suo animale in uno spazio adeguato e
prendere un altro animale per proteggerlo.
Tuttavia una serie di eventi che permettono agli spettatori di assistere a note-
voli effetti speciali mettono in difficoltà il ragazzo, che però, trova il soste-
gno di due maghe e un no-mag che lo accompagneranno fino alla fine in un
susseguirsi di colpi di scena. La lotta tra bene e male è il filo conduttore della
storia che unisce i personaggi. Le forze negative sono rappresentate
dall’obscurous, cioè la magia repressa dei maghi. Uno di loro, un ragazzo
dell’orfanotrofio viene strumentalizzato da un mago cattivo che vuole utiliz-
zare la sua forza oscura per desiderio di supremazia.
Il film ha un lieto fine che non sveliamo suggerendo a tutti di vederlo...
Ciak si gira… le nostre recensioni: Animali fantastici e dove trovarli A cura di Alessio Bainotti Alessio Griselli e Damiano Mascia
n. 1/2017
Il 6 gennaio scorso ho compiuto sessant’anni, i
pensieri di questa fase della vita sono molti…
... un po’ di nostalgia mi fa tremare il cuore…
… i miei sessant’anni mi hanno regalato la pos-
sibilità di vedere i miei figli diventare uomini,
formare una famiglia e regalarmi due bellissimi
nipoti.
In comunità ho fatto una bella festa con una
torta bellissima ai kiwi ed un tiramisù, ho scarta-
to i miei regali e fatto delle foto con tutti i com-
pagni della struttura.
Auguro buon compleanno anche a Cirillo e Ber-
toni che il 2 febbraio hanno festeggiato con una
bella festa assieme a tutti noi, a Pianta che il 19 febbraio ha spento 63 candeline.
Un augurio a Talarico che il 5 marzo ha compiuto gli anni e a Pascalis che ha festeggiato il 18 marzo.
Buon compleanno a tutti!!!!!! A cura di Elvira Gianesella
10
A Doha, in campo neutro, si affrontano Juventus e Milan
per la supercoppa italiana: trofeo per chi vince il campiona-
to e la coppa Italia.
La partita è abbastanza vivace ed è la Juventus a passare in
vantaggio con un goal del difensore Chiellini. Dopo alcune
azioni da una parte e dall’altra il Milan pareggia. La gara si
allunga ai tempi supplementari senza che il risultato cambi.
Si va quindi ai rigori, ed è il Milan il più preciso e si aggiu-
dica il trofeo.
E’ iniziato il girone di ritorno del campionato di calcio ita-
liano e si affrontano allo Juventus Stadium per il Derby di
Italia. La partita è equilibrata fino a quando con una spettacolare rovesciata di Dybala, attaccante della Juventus,
colpisce l’incrocio dei pali e successivamente sempre Dybala con una punizione mette in difficoltà il portiere Han-
dalovic dell’Inter. La Juventus passa in vantaggio con un tiro preciso della sua ala Quadrado. L’Inter recrimina per
un rigore dubbio. La Juventus vince l’incontro per 1- 0
Giovanni De Bei… cronista sportivo
Io e la danza A cura di Gisella Aiello
Cos’è la danza per me?
La danza per me è questione di vita e di disciplina, perché mi permette
di manifestare i miei sentimenti e mi carica di energia positiva… impone
delle regole specifiche; attraverso l’esercizio si acquisiscono nuove abili-
tà e con la tenacia si raggiungono gli obiettivi prefissi…come nella vi-
ta…
La danza per me è libertà.
A tre anni ho iniziato un corso di danza, il mio desiderio di intraprendere
questa disciplina è stato assecondato dai miei genitori che mi hanno ac-
compagnato in questo percorso. Fino ai dieci anni ho frequentato le scuo-
le di Arona nei corsi di classica, modern jazz e contemporaneo.
Dopo mi sono trasferita in una scuola a Borgomanero per migliorare la
mia tecnica.
Un paio di anni dopo sono andata a Milano per frequentare il MAS
(musical art and show), questa esperienza mi ha dato molto rendendomi
autonoma ed indipendente.
Il ramo che mi ha appassionato è stato il contemporaneo che mi permetteva di improvvisare liberando le mie
emozioni e permettendo al mio corpo di esprimersi andando oltre gli schemi classici. A Milano ho avuto
un’ottima insegnante Susanna Beltrani.
Consiglio a tutti di intraprendere uno sport e di appassionarsi ad esso, perchè è VITA.
I RACCONTI DEGLI “ALTRI”
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n. 1/2017
LA PRIMAVERA
Mi sento un narciso,
non perché mi trovo bella,
ma perché come quelli che fioriscono nel mio prato
primi anche alle violette e alle primule
anch’io rinasco in questa primavera
prima nella natura insieme al narciso.
(Maria Ielpo)
L’azzurro del cielo
suscita in me allegria e aria di primavera.
L’arcobaleno rappresenta per me la felicità che da parecchio aspettavo.
(Manuela Bertona)
La primavera
Come la musica di Vivaldi
Mi fa rinascere, smuovendo sentimenti di varie tinte
(Rosaria Prandi)
La primavera mi porta felicità e tranquillità
(Giovanni De Bei)
Il fruscio delle foglie mi risveglia dal torpore dell’inverno e mi accorgo di rinascere assieme a loro
(Giuseppe Cirillo )
Mi viene dal cuore un sentimento che non si può capire con occhi umani,
solo Dio sa quel che provo
(Filomena Brunacci)
Perdona Signore!
Per i miei vecchi e ormai antichi rancori,
Per i miei peccati anche se attenuati da trascinatori ed a loro volta peccatori,
perdonami o Signore!
Per quei giovani fin troppo esuberanti o addirittura ingiustamente altezzosi,
Perdona loro o Signore!
Per quei genitori che sbagliano, spesso nei confronti dei loro figli,
Perdona loro o Signore!
Per questa società e civiltà moderna, dove ha ancora troppo valore la violenza e la forza,
Perdona Signore!
(Mauro Forti)
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Negli ultimi decenni gli animali d’affezione, come cani e gatti, hanno acquisito un
ruolo sempre più importante nella vita delle persone, dimostrando di poter contribu-
ire in modo significativo anche al miglioramento delle loro condizioni di salute.
Il termine pet-therapy comprende un insieme di interventi di tipo educativo e tera-
peutico di vario genere: si va dalle attività assistite con l’animale, volte al migliora-
mento della qualità di vita del paziente, alle terapie assistite con l’animale guidate da un progetto di intervento tera-
peutico maggiormente strutturato fino all’educazione assistita con gli animali, che è prevalentemente finalizzata al
miglioramento delle facoltà cognitive. Proprio nelle strutture con pazienti psichiatrici è l’ambito dove la pet-therapy
è da sempre maggiormente utilizzata e riscontra alti benefici.
L’Associazione AiutaPsiche onlus patrocina incontri di pet-therapy - rivolti
gli ospiti dei Gruppi Appartamento di Oleggio -, che hanno preso il via il 20
febbraio u.s. (20 sedute con cadenza settimanale).
Le sedute, individuali o di gruppo, durano circa 45 minuti ciascuna e preve-
dono, nelle fasi iniziali, incontri di conoscenza e avvicinamento al cane e al
terapeuta e poi gradualmente attività ludiche, di accudimento, di lavoro di
condivisione in gruppo, sensoriali e cognitive.
Le attività sono svolte in una stanza abbastanza ampia adibita esclusivamente
per l’attività di pet-therapy.
Le figure che interagiscono con gli animali e l’animale stesso sono in possesso di requisiti specifici; la terapeuta
Alessia Olivetti, è educatrice e da 12 anni svolge la professione in strutture residenziali per minori e per adulti psi-
chiatrici. Ha conseguito il titolo di coadiutore del cane in interventi di terapia assistita con l’animale presso
l’Associazione Italiana Pet Therapy e Kira, labrador femmina di 2 anni e mezzo, vivace e coccolona, adora il cibo e
le passeggiate, ha conseguito l’abilitazione per cane da pet-therapy.
Ci auguriamo che questi incontri contribuiscano
al miglioramento della relazione sociale, del to-
no dell’umore e della comunicazione non verbale
dei ragazzi – afferma Daniela Forti, Presidente
dell’Associazione - che vengono coinvolti in
attività condivise, interagendo con l’ambiente e
con altri soggetti. Hanno la possibilità, inoltre,
di gestire individualmente il cane per accrescere
così l’autostima, di accarezzarlo con conseguen-
te effetto rilassante e, parlandoci insieme, si
produce un effetto rassicurante. Non dobbiamo
dimenticare che prendendosi cura dell’animale
viene recuperato il senso del dovere; il legame
tra uomo/cane favorisce lo sviluppo di legami
basati sulla fiducia e, infine , sprona a muoversi.
Siamo su facebook
La pet therapy a sostegno degli ospiti dei Gruppi
Appartamento di Oleggio A cura di Daniela Forti