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TRIMESTRALE DELLA COMUNITA’ PSICHIATRICA “ELIO ZINO” E GRUPPI APPARTAMENTO DI OLEGGIO N. 3/2015 LUGLIO / AGOSTO /SETTEMBRE Editoriale di Bruno Ragni a Tratto da Psychomedia, scritto da Marino De Crescente L’operatore di comunità, una professione impossibile?” Indagini e valutazioni statistiche recenti indicano che i valori motivanti per la scelta di un lavoro sono: 1. il prestigio sociale legato all' immagine della professione, e quindi l'appartenenza ad una categoria, 2. l'alta retribuzione, fungente anch'essa come immagine. Presupposti questi valori sarebbe non solo inopportuno consigliare qualcuno ad intraprendere il lavoro in una comunità terapeutica non potendo questa occupazione soddisfare quei princi- pi, ma si correrebbe il rischio di introdurre il malcapitato in una di quelle attività che Freud ha annoverato tra le "professioni impossibili", ritenute tali per il fatto che nell'iniziarle si può già essere sicuri in partenza che i risultati saranno insoddisfacenti, e che per livello di diffi- coltà possono essere paragonate all'educazione dei figli e al governo dei popoli. Se gli argomenti suggeriti non bastassero a scoraggiare il postulante , sarebbe forse di mag- gior efficacia ricordargli che la maggior parte delle comunità terapeutiche opera nell'area del privato sociale, corrispondente, dal punto di vista delle garanzie di lavoro, alla precarietà as- soluta. Dopo aver tentato un profilo motivazio- nale dell'operatore , per così dire al ne- gativo, tramite una sintesi delle aspettati- ve che non verrebbero soddisfatte, è d'obbligo enumerare invece ora le moti- vazioni consce e non, per le quali una persona sceglie o dovrebbe scegliere questa attività. Il lavoro in comunità, per l'impegno di tempo e per il tipo di investimento affettivo che sono necessari a stabilire rapporti significati- vi con persone che vivono disagi psichici , si configura come una precisa scelta esistenziale che ha come contropartita la gratificazione derivante dall'aiuto prestato ad un altro es- sere umano, dall'essere partecipe del suo processo di trasformazione, con tutte le re- sponsabilità etico -pedagogiche che un rapporto di questo tipo comporta. Bisogna inoltre aggiungere che forti presupposti motivazionali costituiscono la condizione Sommario Editoriale pagg. 1/2 La vacanza al mare 2015 in Romagna pag. 3 La vacanza al mare a San Benedetto del Tronto pag. 4 Recensioni cinema- tografiche pag. 5 Tanti auguri… pag. 5 Oggi cucino io: le ricette di Rosaria pag. 6 Giovanni De Bei: cronista sportivo pag. 6 Esplorando il territo- rio oleggese pag. 7 Terzo incontro con la nosra guida al Museo Etnografico di Oleggio pag. 8 Le nostre attività estive: orto- giardinaggio e la piscina pag. 9 Intervista ad Ales- sandro Monteleone pag. 10 La nostra notte di “San Lorenzo” pag. 10 Pensieri e parole pag. 11 Un “quattro ruote speciale” al gusto della solidarietà pag. 12

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T R I M E S T R A L E D E L L A C O M U N I T A ’ P S I C H I A T R I C A “ E L I O Z I N O ”

E G R U P P I A P P A R T A M E N T O D I O L E G G I O

N . 3 / 2 0 1 5 L U G L I O / A G O S T O / S E T T E M B R E

Editoriale di Bruno Ragni a

Tratto da Psychomedia, scritto da Marino De Crescente

“L’operatore di comunità, una professione

impossibile?”

Indagini e valutazioni statistiche recenti indicano che i valori motivanti

per la scelta di un lavoro sono:

1. il prestigio sociale legato all' immagine della professione, e quindi l'appartenenza ad

una categoria,

2. l'alta retribuzione, fungente anch'essa come immagine.

Presupposti questi valori sarebbe non solo inopportuno consigliare qualcuno ad intraprendere

il lavoro in una comunità terapeutica non potendo questa occupazione soddisfare quei princi-

pi, ma si correrebbe il rischio di introdurre il malcapitato in una di quelle attività che Freud

ha annoverato tra le "professioni impossibili", ritenute tali per il fatto che nell'iniziarle si può

già essere sicuri in partenza che i risultati saranno insoddisfacenti, e che per livello di diffi-

coltà possono essere paragonate all'educazione dei figli e al governo dei popoli.

Se gli argomenti suggeriti non bastassero a scoraggiare il postulante , sarebbe forse di mag-

gior efficacia ricordargli che la maggior parte delle comunità terapeutiche opera nell'area del

privato sociale, corrispondente, dal punto di vista delle garanzie di lavoro, alla precarietà as-

soluta.

Dopo aver tentato un profilo motivazio-

nale dell'operatore , per così dire al ne-

gativo, tramite una sintesi delle aspettati-

ve che non verrebbero soddisfatte, è

d'obbligo enumerare invece ora le moti-

vazioni consce e non, per le quali una

persona sceglie o dovrebbe scegliere

questa attività.

Il lavoro in comunità, per l'impegno di

tempo e per il tipo di investimento affettivo che sono necessari a stabilire rapporti significati-

vi con persone che vivono disagi psichici , si configura come una precisa scelta esistenziale

che ha come contropartita la gratificazione derivante dall'aiuto prestato ad un altro es-

sere umano, dall'essere partecipe del suo processo di trasformazione, con tutte le re-

sponsabilità etico -pedagogiche che un rapporto di questo tipo comporta.

Bisogna inoltre aggiungere che forti presupposti motivazionali costituiscono la condizione

Sommario

Editoriale pagg. 1/2

La vacanza al mare

2015 in Romagna pag. 3

La vacanza al mare a

San Benedetto del

Tronto

pag. 4

Recensioni cinema-

tografiche pag. 5

Tanti auguri… pag. 5

Oggi cucino io: le

ricette di Rosaria pag. 6

Giovanni De Bei:

cronista sportivo pag. 6

Esplorando il territo-

rio oleggese pag. 7

Terzo incontro con

la nosra guida al

Museo Etnografico

di Oleggio

pag. 8

Le nostre attività

estive: orto-

giardinaggio e la

piscina

pag. 9

Intervista ad Ales-

sandro Monteleone pag. 10

La nostra notte di

“San Lorenzo” pag. 10

Pensieri e parole pag. 11

Un “quattro ruote

speciale” al gusto

della solidarietà

pag. 12

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Nina Dutkevjch

Patrizia Mancini

Silvana Passarella

Debora Stramba

Elisa Zaino

Hanno collaborato a questo numero:

Gisella Aiello

Filomena Brunacci

Giancarlo Cerutti

Giovanni De Bei

Giuseppe Cirillo

Mauro Forti

Elvira Gianesella

Periodico di informazione della Comunità

Protetta Psichiatrica “Elio Zino” e Gruppi

Appartamento di Oleggio

Direttore Editoriale:

Daniela Forti—AiutaPsiche onlus

Responsabile Editoriale:

Bruno Ragni

Direttore Responsabile:

Elena Vallana

Comitato di Redazione:

Gabriella Belfiore

Laura Cutrona

Laura Di Chio

Alessio Griselli

Rosaria Prandi

Manuel Russo

Mauro Margaroli

Domenico Talarico

Stefano Ventura

Raffaella Zanetta

Lonate Pozzolo

0331669034

cell. 3355691767.

I R A C C O N T I D E G L I “ A L T R I ”

necessaria ma non sufficiente per operare in una comunità terapeutica. Solo se ad essi saranno uniti specifici re-

quisiti personali ( propri della persona, del suo carattere) e professionali si creerà quello che Paul Bernard ha

definito " atteggiamento terapeutico " consistente nell'educazione dei propri atteggiamenti verso la comprensione

delle manifestazioni dell'ospite, e l'adozione di un comportamento che nell'insieme abbia un valore terapeutico: "

che è la forma più breve di psicoterapia " (P.Bernard 1980).

Per quanto riguarda la formazione teorica l'operatore di comunità terapeutica dovrà avere piena consapevolezza

che avendo il privilegio di lavorare in un ambito di ricerca la sua formazione professionale non potrà che essere

permanente.

Per quanto riguarda invece le caratteristiche individuali che costituiscono un requisito imprescindibile per intra-

prendere questa attività quella senza dubbio più importante è la capacità di

entrare in empatia. A questo proposito va ricordato che l'empatia , fenome-

no appartenente alla sfera del pre-conscio,è un modo di conoscere "l'altro"

attraverso una temporanea e parziale identificazione.

L'empatia per di più non è una facoltà a priori, una nuda capacità, ma per

far sì che sia fruttuosa l'operatore deve dar fondo al suo bagaglio di espe-

rienze. Altro requisito indispensabile è la capacità di interessarsi ai proble-

mi dell'ospite , ai suoi bisogni essenziali, in un clima di interesse, compar-

tecipazione e calore umano. Chi è incapace di investimenti emotivi quasi sempre lotta contro sentimenti di rabbia

e ostilità molto intesi, ed ha quindi necessità di mantenersi distante per evitare l'emersione di furore e panico.

Un'ultima dote caratteriale necessaria è la capacità di tollerare le frustrazioni. Se infatti la comunità è adatta prin-

cipalmente per il trattamento di pazienti che attraversano una fase sintomatica remissiva, e che posseggono po-

tenzialità esplorabili dal trattamento comunitario, esse spesso propongono progetti riabilitativi a pazienti il cui

disagio si è consolidato in cronicità e per i quali la speranza di una guarigione è sperabile, ma non facilmente

ottenibile.

Occorrerà curare senza guarire, guardare alla cronicità come un nuovo modo di vita.

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con Virginia, Marisa, Roberto, Mauro, Tomas, Mario, Benito, Federico e Stefa-

no P.

Come l’anno scorso, abbiamo trascorso le vacanze estive al Lido delle Nazioni,

in provincia di Ferrara; si trova sul mare Adriatico ed è una zona balneare della

Romagna. Al Lido delle Nazioni c’è molta vita, soprattutto alla sera.

Il tempo è stato bello sempre. Ci siamo rosolati bene al sole di giorno e di notte facevamo i nostri giri in paese. Ci siamo diver-

titi. Abbiamo consumato molte bibite fresche al bar. Siamo rimasti soddisfatti.

Il giorno della partenza ci siamo svegliati presto, abbiamo fatto colazione alle 7:30, portiamo giù i bagagli, sul cortile della

nostra casa e alle 10:00 sono arrivate le operatrici Patrizia e Marisa con il pulmino. Arrivati al Lido delle Nazioni abbiamo

cercato l’agenzia che ha fatto alloggiare in 2 casette. Gli ospiti del Gruppo Appartamento 2 sono alloggiati nella villetta a

schiera, che avevamo utilizzato noi del GA1, l’anno scorso. Invece noi del GA1 siamo stati condotti in un condominio, in un

appartamento al 3° piano, ci è apparso subito molto stretto quindi chiediamo un altro alloggio. Arrivati al posto dove trascorre-

remo le vacanze, abbiamo notato che è molto bello; è una villetta ed è anche di recente costruzione. Patrizia dice che cucinerà

sempre lei perché vuole lasciarci liberi da impegni gravosi, in queste vacanze. Effettivamente è molto brava ai fornelli. Abbia-

mo mangiato molto bene in vacanza. La prima sera della vacanza, dopo cena, io, Mario, Provezza, Benito e Tomas siamo

andati in un bar dove trasmettono una partita. Si chiama “NIGHT & DAY” ed è sulla via principale, sulla strada del Lungoma-

re. Abbiamo ordinato qualcosa da bere e abbiamo guardato la partita su un grosso televisore. Il giorno successivo la mattina

presto, siamo scesi in spiaggia, come l’anno scorso, al Bagno Mexico. Ci siamo sistemati in spiaggia, sotto ombrelloni grossi,

e sui teli mare o sulle sdraio. L’acqua del mare ha una temperatura esagerata. È il mare più caldo in assoluto di tutte le vacan-

ze, alle quali abbia mai partecipato. Non mi ricordo di un mare così caldo, da non dare refrigerio dopo aver fatto il bagno, da

non sentire la differenza tra stare in acqua e stare sulla spiaggia. Incredibile !

Ogni tanto passavano dei “Vu Cumprà” e io, avendo dimenticato gli occhiali da sole a casa, ne ho approfittato per comperarne

un paio da loro.Soprattutto abbiamo avuto refrigerio, a camminare per il Lido delle Nazioni di sera. Il sole è già tramontato e,

dopo la giornata di caldo, respiriamo. Quelli che sono più contenti della movida ferrarese sono Benito, Mario e Federico.

Benito mi dice che a Bocca di Magra non c’era neanche un po’ di vita. Bisogna dire che, al Lido delle Nazioni, c’è vita nottur-

na. Volendo c’è anche una balera, dove ballare la polka, il walzer, la samba, il rock & roll e soprattutto il liscio. Tutto somma-

to la vacanza è andata bene. Di giorno bagni e di sera vita notturna. Io e Mario abbiamo adocchiato una rosticceria dove cuci-

navano pesce fritto, crostacei e piadine. La notte si dorme bene, perché lasciavamo la porta-finestra aperta. Le zanzare non mi

hanno punto. Siamo stati contenti della vacanza e del clima. Abbiamo fatto minimo 2 bagni al giorno. Io, quest’anno in Roma-

gna, non ho mangiato neanche una piadina. Un giorno, Mario e Mauro, hanno mangiato al Bar Mexico.. Mario ha mangiato

una frittura mista, Mauro una piadina. Sono stati soddisfatti, perché il cibo era buono.

L’ultima sera siamo andati fuori a mangiare le pizza. Abbiamo scelto la stessa pizzeria dell’anno scorso. Si chiama BARBA-

BLU e si trova sulla via del Lungomare, un centinaio di metri dopo il bar NIGHT & DAY. Dopo esserci seduti al tavolo, ab-

biamo scelto e ordinato, ci siamo divertiti anche in pizzeria. La pizza mette allegria. Siamo stati contenti della spiaggia e

della sistemazione negli alloggi. Solo ci è dispiaciuto di andare via dopo 7 giorni. Saremmo rimasti volentieri. Le due opera-

trici ci dicono che visiteremo Ferrara, prima di andare a casa. La mattina, attorno alle 11:00, abbiamo parcheggiato i pulmini

appena fuori le mura della Città e ci siamo mossi a piedi verso il centro cittadino.

Ci siamo accorti che molti ferraresi usano la bicicletta per muoversi. È un mezzo ideale per spostarsi in città. Ci sono costru-

zioni antiche, palazzi medioevali. Dopo un po’ siamo arrivati al centro vero e proprio. Dopo aver passeggiato per la città, ci

siamo fermati nella piazza principale del centro-città. La Basilica è in stile romanico e medioevale come tutti gli edifici storici

di Ferrara, però la facciata è in stile gotico. È stata applicata una facciata gotica su una chiesa che dentro e fuori è romanica.

Qui Vittorio Sgarbi si arrabbierebbe. Tra l’altro Lui è originario di Ferrara. Dopo aver visitato la chiesa principale al suo inter-

no, ci siamo radunati fuori e siamo andati a mangiare al MAC DONALDS, Dopo mangiato, siamo ritornati ai veicoli e siamo

saliti a bordo. Abbiamo fatto l’autostrada come all’andata. Bevo un tea caldo alle 15:30 dal benzinaio dell’autogrill. Siamo

arrivati nel pomeriggio tardi.

La vacanza è finita. Siamo soddisfatti. È stata una bella esperienza.

La vacanza al mare 2015 in Romagna A cura di Stefano Ventura

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Il giorno 3 settembre, alle 6.00 del mattino circa, siamo partiti dalla Comunità in direzione San. Benedetto del Tron-

to…eravamo tutti molto contenti di partire per questa nuova vacanza,

Il viaggio è stato lungo e il paesaggio ci ha salvati dalla noia…fortunatamente a metà viaggio abbiamo fatto una so-

sta in autogrill e mangiato qualcosa.

Arrivati in albergo ci hanno affidato le chiavi delle camere per sistemare le valigie, quindi siamo andati a mangiare

nel ristorante.

Pronti via, dopo aver mangiato siamo andati a metterci il costume per andare al mare…dove acqua e cielo sembra-

vano infiniti.

I bagnini ci hanno sistemato sdraio e ombrelloni per rilassarci al sole…bruciava un po’ sulla pelle….ma era così

bello!!!

Tutte le mattine dopo un’abbondante colazione la nostra tappa fissa era la spiaggia dove rimanevamo fino a mezzo-

giorno…quando ci sistemavamo per andare a pranzo.

Le camere avevano anche la televisione e ci offrivano due orette di siesta per riposarci prima di tornare in spiaggia.

Prendevamo un buon caffè in spiaggia, qualcuno andava poi in paese a fare un giro, altri rimanevano sulle sdraio.

Il mare è stato burrascoso per qualche giorno ma non ci siamo demoralizzati!!!

Con noi c’erano anche i ragazzi dei Gruppi Appartamento e

qualcuno legato alle Associazioni AIUTAPSICHE e ISPAM

…tutti simpatici e di buona compagnia.

Ogni tanto durante la cena si spegnevano le luci e i came-

rieri animavano la serata con temi diversi: abbiamo can-

tato, ballato … ci siamo molto divertiti!!!

Manuel e Alessandro una sera sono andati in discoteca ac-

compagnati dall’operatore… è stata una serata divertente e

da rifare….soltanto un po’ cara!

Prima di ripartire per tornare a casa abbiamo spedito le car-

toline ai nostri cari! Anche quest’anno abbiamo concluso l’estate con una bellissima vacanza a S.Benedetto del Tron-

to. Ringraziamo le Associazioni AIUTAPSICHE e ISPAM che hanno organizzato per noi questa stupenda oc-

casione!!!!

I R A C C O N T I D E G L I “ A L T R I ”

La vacanza al mare 2015 a San Benedetto del Tronto A cura di Alessandro, Domenico, Giovanni, Giuseppe, Manuele e Raffaella

Vi aspettiamo il 15 novembre 2015 alle 16.00 al Palacongressi di Arona [corso Repubblica, 52]

per assistere allo spettacolo teatrale a favore dell’Associazione Aiutapsiche onlus

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N . 3 / 2 0 1 5

“Recensioni ” A cura di Alessandro e Manuel

E alla fine, non sono gli anni della tua vita che contano. E’ la vita che c’è stata nei tuoi anni.

Abramo Lincoln

Nel 1982 vari ragazzi partecipano ad un concorso di videogiochi.

La società organizzatrice decide di inviare con una capsula del tempo dei video,

con le performance delle partite dei giochi, su un pianeta extraterrestre per comu-

nicare con altre forme di vita.

Gli extraterrestri interpretano questi video come dichiarazioni di guerra e nel 2015

attaccano la terra con tutti i videogiochi con una sfida “ai tre”: chi arriva a tre vit-

torie vince tutto…i terrestri salvano la Terra, gli extraterrestri la distruggono.

I nemici attaccano due volte in luoghi imprevisti andando subito su due a zero, dopodichè gli umani vincono contro

Centipede e successivamente vincono contro Pacman ma gli extraterrestri si accorgono che un giocatore ha imbro-

gliato quindi annullano la partita e si aggiudicano la vittoria.

Quando ormai per la Terra sembrava finita i nemici propongono un’ultima sfida a Donkey Kong“chi vince vince tut-

to”.

Ignari di questo nuovo accordo i videogio-

chi iniziano l’attacco contro la Terra al

fine di distruggerla ma con molte difficol-

tà il protagonista riesce a vincere la sfida a

Donkey Kong salvando i prigionieri dei

videogiochi (rapiti da loro dopo ogni vit-

toria) e distruggendoli tutti.

La Terra è così salva.

Il film ci è piaciuto molto, scorrevole e

con belle scene di azione nella fase di bat-

taglia…a tratti comico…lo consigliamo a

chi vuole trascorrere due orette di diverti-

mento.

Buon compleanno a:

Tantissimi auguri al nostro Damiano che il 18 luglio scorso ha compiuto

42 anni.

Buon Compleanno anche ad Alessio e Manuel che il 5 Agosto hanno

festeggiato 33 e 24 anni.

Gisella ha spento 36 candeline il 15 Agosto e Filomena ne ha spente 44 il

26 agosto.

A tutti voi BUON COMPLEANNO!!!!!

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INGREDIENTI PER 4 PERSONE:

350 gr di penne rigate;

500 gr di asparagi congelati;

30 gr di pancetta a cubetti;

1 porro;

sale q.b.

pepe q.b.

grana q.b.

olio q.b.

PROCEDIMENTO:

pulire e tagliare il porro, metterlo in padella con olio e pancetta e fare soffriggere il tutto.

Tagliare gli asparagi e disporli in padella con una tazzina di acqua e fare cuocere fino a quando gli a-

sparagi sono teneri.

Nel frattempo far bollire l’acqua, salarla e buttare la pasta, a cottura al dente

scolarla e unirla al sugo precedentemente preparato.

Far saltare le penne in padella unendo grana e pepe e servire.

Il consiglio dello chef

Per rendere il piatto più sano e sfizioso nel momento del soffritto aggiungere della cur-

cuma: “La spezia della salute”

Oggi cucino io… le ricette di Rosaria: Penne a modo mio

A cura di Rosaria Prandi

Giovanni De Bei… cronista sportivo

Il nuovo campionato della Juventus comincia con la partita casalinga contro l’Udinese

a Torino. La partita è abbastanza vivace e dopo numerose azioni della Juventus

l’Udinese riesce a segnare e così vince la partita.

Dopo una partita sfortunata la Juventus rimane a 0 punti in classifica.

All’Olimpico di Roma si affrontano Roma e Juventus per la seconda giornata di cam-

pionato.

In classifica la Roma è sopra di un punto sulla Juventus.

Dopo un quarto d’ora la Roma colpisce un palo con Pjanic. Nel secondo tempo la

Roma si porta in vantaggio con una punizione proprio di Pjanic. A metà ripresa la Roma raddoppia con un colpo

di testa di Dzeco. La Juventus a circa 5 minuti dalla fine segna il 2 a 1 con Dybala e a pochi minuti dalla fine va

vicino al 2 a 2 con un colpo di testa di Bonucci ben parato dal portiere della Roma.

Il risultato finale è di 2 a 1 per la Roma.

La Juventus rimane così a zero punti dopo due giornate di campionato.

I R A C C O N T I D E G L I “ A L T R I ”

8 dicembre 2015 mercatini di Natale ad Oleggio

Ci siamo anche noi!

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N . 3 / 2 0 1 5

Esplorando il territorio oleggese A cura di Domenico Talarico, Filomena Brunacci, Giuseppe Cirillo, Raffaella Zanetta e Manuel Russo

Questa volta l’appuntamento con la nostra giuda è presso la Villa

Troillet oggi sede dell’Enaip.

La villa apparteneva a una famiglia facoltosa e conserva la struttu-

ra originaria come ci dice il sig. Italo. E’ immersa in un grande

parco recuperato in tempi assai recenti con piante secolari quali

pini, tigli…

Il nostro Pietro, vero intenditore, riconosce un caco, magnolie e

roselline di diversi tipi.

Ma subito arriva la pri-

ma sorpresa: ecco comparire tra la verzura un’altra parte degli imponen-

ti resti delle mura di Oleggio con torretta di avvistamento assai ben con-

servata…un altro pezzo mancante! Immersi cosi in mezzo al verde que-

sti resti antichi ci davano l’impressione di trovarci calati in pieno me-

dioevo, eravamo affascinati.

Italo ci aveva anche appena mostrato una immagine della quarta porta

mancante, ossia distrutta, situata all’ingresso della via Matteotti.

Ma torniamo all’interno della Villa. Questa fu utilizzata nell’ottocento

da un noto e illustre personaggio oleggese, il dottor Paganini come luogo di cure all’avanguardia e sede delle Ter-

me. Terme? ….O bella proprio non ce lo spettavamo che a Oleggio ci fossero le terme… Infatti queste erano state

“create” dall’ingegnoso medico che aveva approntato vasche dove introduceva acqua ricca di Sali e riscaldata arti-

ficialmente! La nostra guida ci spiega che nel bel mezzo della villa si ergeva anche il vecchio teatro di Oleggio og-

gi distrutto a causa dell’incuria, questo infatti fu abbandonato e lasciato andare.

Andiamo avanti nel nostro percorso di cui sarebbe difficile ricordare tutti i particolari: passiamo sotto il piccolo

arco della “protetta” così detta perché piccolina…una specie di “porta di servizio” del paese, conosciuta solo dagli

oleggesi utilizzata da loro per entrare e uscire senza essere troppo notati.

Raggiunto il “belvedere”, il sig. Italo ci spiega come la piana sottostante fosse tutta campagna senza alcuna costru-

zione.

Scendiamo verso la piazza attraverso la via Nebulina …il Pirin ci mostra una

chiesetta sconsacrata all’interno della quale vi è uno degli ingressi segreti ai cuni-

coli sotterranei della città che, si dice, arrivassero fino ad Arona!

Alla fine della caratteristica strada è la costa dei Mazzeri dove si può vedere

un’altra porta di Oleggio ancora

ben conservata. [nella foto a lato].

Ed eccoci nella piazza della chiesa

principale di Oleggio “Chiesa S.

Pietro e Paolo” [nella foto, la facciata] costruita dall’Antonelli,

che, per realizzarla fece abbattere una antica preesistente chiesetta

e fu molto criticato perché pretese un lauto compenso per un’opera

poco apprezzata.

Ci congediamo molto soddisfatti dalla nostra guida ringrazian-

dola per il tempo dedicatoci.

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Appuntamento con Italo davanti all’ingresso del museo etnografico di Oleggio per approfondire quanto appreso

nelle passeggiate sul territorio. Il museo è oggi ospitato nelle aule del vecchio asilo, infatti sulle porte delle stanze

allestite notiamo ancora le vecchie scritte indicanti le diverse sezioni.

Nella prima stanza che visitiamo ci colpisce il grosso barcone tipo zattera con le sponde che vi è sistemato al cen-

tro. All’interno vi sono poste diverse pietre bianche e grigio scuro di diverse dimensioni, per ricordare che questi

barconi venivano utilizzati per la raccolta dei sassi del fiume. Ma a cosa servivano questi sassi? Intanto erano in

gran parte composti da quarzi quindi di materiale di un certo pregio; venivano frantumati con appositi strumenti e le

polveri ottenute venivano impastate così da ottenere un composto molto duro che opportunamente lavorato dava for-

ma a diversi utensili, prima di tutto i piatti da cucina o contenitori di diverse forme. I sassi, se di modeste dimensioni

e regolari, venivano utilizzati anche per decorazioni a scopo ornamentale o per creare pavimentazioni eleganti. Oggi

la raccolta dei sassi del Ticino è proibita. Ma veniamo a sapere che un’altra importante attività della popolazione

di questi luoghi era legata alla presenza di questo fiume: la ricerca dell’oro. Nonostante si trattasse solo di pagliuzze

d’oro l’attività era piuttosto redditizia. La ricerca dell’oro era disciplinata da regole severe, infatti solo le famiglie

che avevano regolare permesso potevano svolgerla. Vediamo un foglio che elenca i nomi delle persone autorizzate

dal comune a cercare l’oro. Nella stanza abbiamo visto anche tutte le attrezzature necessarie allo svolgimento di que-

ste attività. Siamo tutti rapiti da queste scoperte ma la nostra guida ci fa notare che nella stanza ci sono molte altre

curiosità. Oltre ai diversi animali purtroppo imbalsamati che ci ricordano la fauna del posto: volpi, lontre, nutrie,

scoiattoli, ghiri, gufi, falchi, fagiani, merli, barbagianni, gazze ladre, ecc…vediamo un grosso alveare di calabroni…

Che impressione! Nella stanza successiva vediamo la ricostruzione dell’attività che si svolge intorno al baco da seta

e alla sua coltivazione: le impalcature dove si poggiavano i gelsi a cui restavano attaccati i bachi che si nutrono ap-

punto esclusivamente di questa pianta, le attrezzature necessarie alla filatura del baco a seguito della quale il baco

moriva purtroppo prima di svilupparsi in farfalla. La fine del baco ci è sembrata molto triste. Alcuni di noi si sono

mossi a compassione per quei piccoli bruchetti che non diventeranno mai farfalla!!! Proseguiamo il giro del mu-

seo. Nelle stanze al piano superiore possiamo vedere la ricostruzione di alcuni ambienti di un mondo scomparso: la

camera da letto e la cucina del contadino e, accanto, quella dei “signorotti”, ovviamente, più

attrezzata …; la ricostruzione di una aula scolastica dei primi del novecento con i banchi

dell’asilo, delle elementari e delle medie con tutto il ”necessaire”: pennini, calamai…; la

riproduzione di uno studio medico con tanto di attrezzature da sala chirurgica (qui a Oleggio

vi era un importante ospedale), gli attrezzi del dentista e una curiosissima “Sauna” appron-

tata da quel dott. Paganini di cui abbiamo già parlato: una struttura ottagonale in legno ri-

vestita internamente di specchi e lampadine con un buco da cui fare fuoriuscire la testa per

respirare. Le lampadine accese pare producessero un calore davvero micidiale in grado di

far sudare abbondantemente il paziente [nella foto]. Questo e altro ancora…Infine visitiamo

i sotterranei del museo dove scopriamo essere allestite sale che conservano ogni tipo di at-

trezzo utile alle attività contadine: torchi, botti, alambicchi, macchine per sgranare le pannocchie, gioghi, carri da

buoi, carrozze e chi più ne ha più ne metta. Ricostruzioni di stalle, pollai, conigliere, lavatoi, insomma, davvero un

tesoro inestimabile di testimonianza della creatività umana e del nostro passato. Che dire, siamo quasi spossati da

questi incontri che tanto e tante cose ci hanno rivelato sui nostri avi e che adesso ci fanno sentire più “parte” di que-

sto luogo: Oleggio! Grazie a Italo e alla sua voglia di raccontare del suo paese e della sua terra! UN SENTITO

RINGRAZIAMENTO A ITALO TOSI DA PARTE DI TUTTI NOI PER IL TEMPO DEDICATOCI E PER

AVERCI FATTO SCOPRIRE LA BELLA OLEGGIO E APPASSIONARE CON LA SUA STORIA E LE

SUE CURIOSITA’.!!! 8

I R A C C O N T I D E G L I “ A L T R I ”

Terzo incontro con la nostra guida al Museo Etnografico di Oleggio

A cura di Domenico Talarico, Filomena Brunacci, Giuseppe Cirillo, Raffaella Zanetta e Manuel Russo

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Le nostre attività estive

A cura di Mauro Margaroli e Filomena Brunacci

Orto e Giardinaggio

A maggio dopo aver vangato bene il terreno, abbiamo seminato prezzemolo, basilico,

zucchine, cetrioli, pomodori e cipolle.

La gioia dei primi germogli ci ha subito ripagato del lavoro fatto, ma una forte grandinata

a giugno ci ha distrutto tutto, si sono salvate solo le cipolle… lo sconforto è stato forte

ma la nostra operatrice Nina non si è arresa e ci ha portato in serra dove abbiamo ri-

comprato tutte le piantine da mettere nell’orto.

Abbiamo dato una bella spuntatine alla vite, che ha sofferto

molto per la tempesta subita e così giorno dopo giorno ci siamo

presi cura del nostro orto…annaffiandolo, spruzzando il verde

rame per proteggere i frutti e le verdure dai parassiti, legando

pomodori e cetrioli e strappando di tanto in tanto l’erbaccia che cresceva tra una pianta e

l’altra.

A fine giugno, inizio luglio abbiamo iniziato a raccogliere zucchine, cetrioli e prezzemo-

lo che ci hanno regalato i loro sapori per tutta l’estate…il basilico non è cresciuto, le ci-

polle sono state raccolte a luglio e lasciate a seccare…mentre i pomodori hanno fatto po-

chi frutti come anche la vite. Siamo comunque soddisfatti, non bisogna arren-

dersi mai…anche quando la tempesta sembra aver distrutto tutto!!!

Piscina

Quest’anno è stata un’estate molto calda, ma per fortuna a due passi dalla comunità la piscina di Oleggio è sta-

ta un’oasi di salvezza per noi.

La mattina dopo l’uscita al bar ci si dirigeva a piedi o con

il pulmino all’Acquam, qualcuno con l’operatore e qual-

cuno in autonomia…sistemati asciugamani e sdraio subito

un bel tuffo!

Alcuni di noi rimanevano a bordo piscina con i piedi im-

mersi al fresco o nella piscina dei piccoli seduti

nell’acqua.

Un caffè al chiosco per spezzare la mattina e dopo aver

preso un po’ di sole…ci preparavamo per il rientro in struttura facendo una bella

doccia.

E’ stato molto rilassante poter usufruire tutta l’estate della piscina, lì incontrava-

mo anche i nostri amici dei gruppi appartamento e trascorrevamo piacevoli ore

chiacchierando o giocando a carte!

S. Benedetto del Tronto ringraziamenti

Di Giuseppe, Manuel, Alessandro, Raffaella, Giovanni e Domenico

Anche quest’anno abbiamo concluso l’estate con una bellissima vacanza a S.Benedetto del Tronto. Ringra-

ziamo le Associazioni Ispam e Aiuta Psiche che hanno organizzato per noi questa stupenda occasione!!!!

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Intervista ad Alessandro Monteleone

A cura di Mascia e Damiano

I nostri desideri li scriviamo su una

stella e con il naso all’insù

guardiamo quanto è bella!

I R A C C O N T I D E G L I “ A L T R I ”

Da quanto tempo hai iniziato la borsa lavoro?

Ho iniziato la borsa lavoro circa due anni e mezzo fa.

Dove si svolge la tua borsa lavoro?

La mia borsa lavoro si svolge presso il Comune di Divignano [lo stemma]

Di cosa ti occupi?

Mi occupo di lavori socialmente utili, tra cui manutenzione e cura dei luoghi comunali.

Attualmente qual è il tuo impegno settimanale?

Attualmente il mio impegno settimanale è lunedì, mercoledì e venerdì dalle 9.00 alle 12.30.

Il mio orario si adegua ai ritmi e alle attività della Comunità, utili per il mio percorso riabilitativo. Prima di

entrare in Comunità la borsa lavoro mi impegnava dal lunedì al venerdì dalle 8.00 alle 12.00 e il mercoledì

anche dalle 16.30 alle 17.30 per il servizio Scuolabus.

All’inizio hai trovato difficoltà ad apprendere questi nuovi lavori?

No, perché ho avuto un tutor che mi ha affiancato ed insegnato ogni singola mansione.

Quale attività preferisci e quale invece ti piace meno?

L’attività che più mi piace è tagliare l’erba, quella che meno mi piace è lavare i vetri perché bisogna tirare

via tutti gli aloni.

Finito l’impegno lavorativo hai ancora energie per svolgere le

altre attività che ti riserva la giornata?

Si, ho ancora energie perché riesco a riposare una mezz’oretta a

casa.

Quali sono le tue aspettative rispetto la tua futura attività lavo-

rativa?

Mi piacerebbe sfruttare un bando e vincere un concorso per poter

lavorare come dipendente del Comune. [nella foto il Castello].

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Pensieri di Damiano

“ Venti Agosto, l’aria è fresca.

L’autunno è come un ricordo che non abbiamo ancora vissuto”

AUTUNNO

Piove, e la pioggia

si ferma un po’ sui muri

come la lucertola che sta lì

e ogni tanto

tira fuori la lingua.

Anch’io sto lì…

“Ciao Mare!” direi,

ma sono solo…

Canticchiando una canzone Mauro ci rallegra:

….erano i giorni dell’arcobaleno, finiva la pioggia e tornava il sereno

LA COMPRENSIONE

La Comprensione,

a differenza di un altro sentimento,

quale la Compassione,

è una cosa Bella, Acuta e Gradevole!

mentre viceversa quel sentimento un po’ amaro,

che è maggiormente diffuso in questa Società Moderna,

cioè la Compassione!

È una cosa a cui certe persone,

tra le quali il sottoscritto,

ne farebbero e ne fanno volentieri a meno!

Pensieri e parole

A cura di Damiano e Mauro Forti

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La solidarietà ha messo le ruote, infatti, grazie alla donazione del-

la Fondazione Prosolidar l’Associazione AiutaPsiche onlus ha

messo a disposizione degli ospiti dei Gruppi Appartamento 1 e 2

di Oleggio un pulmino, totalmente finanziato dalla Fondazione.

[nella foto gli ospiti dei GA e il pulmino].

La Fondazione Prosolidar - Onlus è un Ente bilaterale, costitui-

to in Fondazione nel 2011 per iniziativa del Fondo nazionale del

settore del credito per progetti di solidarietà-Onlus (ente bilaterale

esso stesso), ed attivo dal 2005, dal quale ha ereditato il patrimo-

nio culturale e i principi fondativi.

In esso sono presenti, pariteticamente, tutte le Organizzazioni sin-

dacali del settore del credito (tramite le proprie segreterie nazionali) nonché tutte le imprese aderenti all’ABI e l’ABI

stessa.

La Fondazione è un’organizzazione laica e indipendente, riconosciuta come Onlus e opera in Italia e nel mondo.

E’ la prima e l’unica esperienza di ente voluto dalle parti in un contratto collettivo e finanziato attraverso match-

gifting, cioè la condivisione del contributo in misura uguale tra lavoratori ed imprese.

La Fondazione nasce dall’idea di Edgardo Iozia che era un lavoratore e sindacalista; tra i soci fondatori Joseph

Fremder , che è rimasto affascinato dai paesaggi lacustri e dal suo territorio, prima da bambino e poi negli anni suc-

cessivi come turista. La Fondazione è unica a suo modo nel settore bancario - afferma Fremder -, infatti tutti i lavo-

ratori delle banche versano al mese di dicembre di ogni anno 6 € [trattenuti dallo stipendio] a favore del fondo Pro-

solidar. Le Banche raddoppiano la cifra, così che lavoratori e i datori di lavoro si impegnano su un unico fronte,

quello della solidarietà. Tutti possono presentare un progetto e richiedere un contributo per la sua realizzazione.

Ovviamente – prosegue – chi presenta una proposta deve essere credibile e affidabile e, in ogni caso, preposti della

Fondazione Prosolidar seguono attentamente e seriamente l’evoluzione del progetto finanziato.

E’ stato un piccolo gesto quello di oggi, donare un pulmino che servirà a migliorare la qualità di vita delle persone

più fragili e consentirà loro di muoversi favorendo ancora di più l’integrazione.

La Presidente di AiutaPsiche onlus, Daniela Forti [nella foto], sottolinea: uno

degli scopi che AiutaPsiche si prefigge è rompere la barriera che separa i malati

psichici dal resto della società, dovuta al muro del pregiudizio.

Ogni attività da noi organizzata vuole essere la testimonianza concreta di come

sia importante prendersi cura della sofferenza psichica, per superare

l’isolamento sociale. Crediamo che questa sia la via principale per recuperare

la salute mentale dei pazienti. Permettere loro di muoversi per assolvere a pic-

coli compiti o per visitare posti nuovi, significa anche garantire una sempre

maggiore autonomia .

Un “quattro ruote speciale” al gusto della solidarietà

I RACCONTI DEGLI “ALTRI”

Chi volesse effettuare una donazione a favore dell’Associazione “AiutaPsiche” può fare un versamen-to intestato a AIUTA PSICHE ONLUS ARONA- IBAN IT 22 E033 5901 6001 0000 0102 199—BANCA PROSSIMA—Fil. Milano, indicando sempre il nome del donatore (per poter ricevere la lettera di rin-graziamento) e la causale “DONAZIONE PRO AIUTA PSICHE”

Per detrarre la vostra Donazione dalle tasse è sufficiente farla tramite Bonifico Ordinario e richiedere la Dichiarazione di Erogazione Liberale ad AiutaPsiche .