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SOMMARIO

Marinella Alberganti – “Oltre le frontiere” pag. 7 Maria Chiara Antoniotti – “Valutazione dello screening per la vista svolto tra i ragazzi che frequentano la II media nell’ASL 13” pag. 9 Marzia Barengo – “Dal controllo delle epidemie all’eliminazione del morbillo e della rosolia congenita, un difficile cammino attraverso una crescita professionale, culturale ed emozionale pag. 11 Carlo Bazzoni – “Trattamento laparoscopico delle ernie addominali” pag. 12 Marilena Bellotti – “Il trattamento nel conflitto sub-acromiale della spalla: percorso chirurgico e riabilitativo pag. 14 Barbara Bragante – “Prestazioni specialistiche ambulatoriali: appropriatezza prescrittiva e corretto uso delle risorse pag. 15 Maria Grazia Bresich – “Cure domiciliari: integrazione con gli Enti Gestori dei Servizi Socio Assistenziali ed il Comune di Novara” pag. 17 Patrizia Brini – “Antidolorifici orali in dose unitaria: beneficio per il paziente e strumento del risk management pag. 19 Patrizia Brini – “Dispensazione diretta del primo ciclo di cura ed incremento del profilo di sicurezza degli anticoagulanti orali” pag. 20 Patrizia Brini – “Informazione al paziente: misurazione dell’impatto di una corretta informazione sulla base del miglioramento della conoscenza della terapia” pag. 21 Patrizia Brini – “Qualità nelle forniture delle sale operatorie e corretta imputazione dei costi” pag. 22 Lorenzo Brusa/Edoardo Ferlito – “Modello di continuità assistenziale per i pazienti con SLA” pag. 23 Lorenzo Brusa – “Comunicare l’emergenza: Il Caldo” pag. 25 Liborio Cammarata – “Decido…e smetto” pag. 27 Venerando Cardillo – “Territorio senza dolore” pag. 29 Doriana Carimali – “Infermiere di distretto dedicato alle famiglie” pag. 30 Lidia Carnevale – “La pianificazione assistenziale secondo il metodo N.A.N.D.A. nel dipartimento salute mentale nord” pag. 31 Augusto Cavagnino – “Dimissioni protette” pag. 33 Angela Cipelletti – “La tubercolosi, intervenire e prevenire: l’impegno continua” pag. 36 Daniela Costa/Marisa Frattini – “Formazione accreditata in Azienda” pag. 38

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Lelio Dall’Osso – “Comunicazione con i medici di base” pag. 40 Nadia Dell’Acqua – “Il piatto in palestra” pag. 41 Elisabetta Dessì – “Prevenzione delle cadute degli ospiti anziani residenti nelle strutture protette” pag. 43 Lidia Di Brisco – “Conoscenza dei servizi del Dipartimento Materno Infantile attraverso immagini pubblicitarie” pag. 44 Aniello Esposito – “Caccia alla zanzara tigre” pag. 45 Arabella Fontana – “Alla ricerca di un ospedale senza dolore:… i primi passi nell’ASL 13 pag. 47 Arabella Fontana – “Indagine multicentrica sulle cartelle cliniche” pag. 51 Arabella Fontana – “Sperimentazione di sistemi di individuazione e analisi del rischio nei presidi ospedalieri riuniti della ASL 13”\ pag. 53 Piergiorgio Fornara – “Ambulatorio integrato di senologia” pag. 57 Felice Fortina – “Meglio prevenire che curare” pag. 59 Nicolò Franchetti Pardo – “Percorso multidisciplinare del paziente affetto da sincope” pag. 61 Mirella Frattini – “La salute di tutti i colori” pag. 62 Massimo Ghirardi – “La valutazione del radon nelle scuole elementari e medie inferiori quale fattore di rischio nel territorio dell’ASL 13” pag. 64 Emilio Iodice – “Carta dei servizi SIAN on line” pag. 65 Daniela Kozel – “La nascita senza fumo” pag. 67 Luigi La Rosa - Renato Cantone – “Le reazioni allergiche ai farmaci: progetto di vigilanza aziendale pag. 70 Giulio Minola – “Biosicurezza e benessere animale – modelli di promozione della qualità dell’allevamento su base integrata” pag. 71 Edoardo Moia – “Prevenzione dei rischi sanitari connessi all’attività di tatuaggio e piercing” pag. 73 Domenico Nano – “Dall’esclusione al reinserimento: per una pratica psichiatrica in una Comunità che guarisce” pag. 74 Grazia Nuvolone – “Determina Regione Piemonte: Attività di promozione della salute e prevenzione del disagio degli adolescenti” pag. 77 Paola Paffoni – “Percorso diagnostico terapeutico del paziente affetto da fibrillazione flutter atriale” pag. 79 Emilio Pagani – “Valutazione del grado di adesione alle Linee Guida di minima proposte dal CIO per la profilassi antibiotica nei reparti chirurgici dei Presidi Ospedalieri Riuniti

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dell’ASL 13” pag. 80 Alberta Paggi/Rita Papagna – “Utopia…o realtà?” pag. 86 Anna Rita Pedroni – “Se so…Si sa – prevenzione delle malattie sessualmente trasmesse (MST) in particolare le infezioni sessualmente trasmesse (IST) in età adolescenziale” pag. 88 Vincenzo Petrella – “Riduzione della spesa farmaceutica e della spesa relativa alle Prestazioni nei pazienti ricoverati” pag. 89 Incoronata Romaniello – “Dimmi come ti trovi” pag. 91 Barbara Schietti – “Recupero dei crediti SISP – razionalizzazione procedura” pag. 92 Paola Scolari – “Salute donne migranti” pag. 93 Maurizia Sezzano – “Cartella infermieristico/psico/socio/educativa integrata” pag. 94 Claudio Sguazzini – “Il paziente ha fame! Cosa può mangiare in una chirurgia generale?” pag. 95 Claudio Sguazzini – “Ambulatorio stomie: un progetto di gruppo per un nuovo percorso di vita” pag. 97 Debora Stramba – “Training di rilassamento corporeo per pazienti oncologici” pag. 99 Maria Grazia Tacca – “Uniformare e informatizzare l’archivio delle schede di morte” pag. 100 Laurita Tanzi – “Ho capito che… molto dipende da me” pag. 101 Marcella Tarditi – “Terapia marziale endovenosa” pag. 103 Claudio Teruggi – “Per meglio servire” pag. 104 Franco Tinelli – “Attività di censimento straordinario della popolazione canina” pag. 105 Domenica Torre – “Educazione sanitaria del paziente diabetico in rapporto al rischio cardiovascolare” pag. 106 Elena Vallana – “L’Azienda Sanitaria Locale n.13 on line” pag. 107 Elena Vallana – “Comunicare la salute” pag. 110 Gianni Valzer – “Attivazione sperimentale dell’Ospedale di Comunità nell’ASL 13 – Periodo Novembre 2003/Aprile 2004) pag. 112 Michele Vanetti – “Il disease management del paziente schizofrenico” pag. 114 Pietro Vanetti – “Promuovere ed allenare le capacità di comunicazione, all’interno delle attività di prevenzione” pag. 116 Carlo Alberto Zambrino – “Percorso nascita – Continuità assistenziale – dimissione appropriata pag. 117

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Carlo Alberto Zambrino – “ETI…..:Equipe Tutela Infanzia per la prevenzione del maltrattamento e dell’abuso ai minori” pag. 118 Mauro Zeno – “Applicazione di un profilo di assistenza per il trattamento ospedaliero del paziente con scompenso cardiaco” pag. 119

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PROGETTI

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Progetto: Oltre le frontiere Autore: CPSE Marinella Alberganti (s.s.v.d. Servizio Infermieristico Ost. Tecnico e della Riabilitazione) Coautori: CPS Sabrina Crotti, CPSE Emilia Sciandivasci, CPSE Paola Taddei Obiettivi del progetto: Creazione di una gestione integrata di supporto infermieristico attraverso la gestione di un’équipe internazionale. Garantire l’assistenza attraverso la presenza costante di professionisti in affiancamento e supporto al personale dipendente. Uniformare la tipologia di assistenza alla reale necessità del servizio con adeguamento mensile delle presenze e con la garanzia di continuità. Metodi utilizzati: Cronologia delle attività: Aprile/Maggio 2003 Valutazione mercato del lavoro con analisi delle risorse italiane e delle modalità di assunzione di risorse straniere. Giugno 2003 Ricerca e individuazione agenzie di patner-schip. Luglio 2003 Condivisione e sviluppo del progetto di integrazione e valutazione di

curricula personale straniero selezionato. Agosto 2003 Inserimento/Affiancamento 16 Infermieri Rumeni presso i PPOO di

Arona e Borgomanero. Agosto/Dicembre2003 Corso Formazione ai Professionisti Rumeni e monitoraggio/valutazione

progetto. Agosto 2004 Inserimento/Affiancamento altri 16 Infermieri Rumeni. Agosto/Dicembre 2004 Monitoraggio/Valutazione progetto. Strumenti e metodologie utilizzate: - Istituzione di un gruppo di lavoro con il Servizio Infermieristico e i CPSE delle Strutture interessate

al progetto ed i rappresentanti dell’Agenzia di lavoro Interinale. - Corso di formazione con lezioni frontali. - Riunioni multidisciplinari. - Piani di lavoro, Procedure e Protocolli. Stato del progetto: concluso. Risultati: Buona integrazione tra il personale dipendente ed i professionisti Rumeni. Si è garantito la continuità assistenziale anche durante periodi di criticità. Tale risultato ha portato alla continuazione ed all’implementazione del progetto stesso (inserimento di altri 16 Infermieri Rumeni nel 2004). Valutazione: Riunioni ed interviste per valutare il processo.

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Conclusioni/possibili ricadute: 1) Garanzia della presenza di Infermieri durante periodi di carenza infermieristica per la continuità assistenziale 2) Utilizzo di una forma contrattuale (art. 32 CCNL 20/09/01) e del DPR 31/08/99 n° 394 in materia di Immigrazione. 3) Mantenimento delle risorse non più come personale interinale ma come professionisti dipendenti. L’Azienda percorrendo questo tipo di progetto sperimentale, non si vuol trovare nella necessità di tamponare una situazione di emergenza, ma vuole farsi progenitrice di un sistema innovativo nella gestione delle risorse umane soprattutto in una realtà delicata come l’ambiente ospedaliero. Non si cerca una soluzione tampone, ma la diversificazione delle risorse lavoro, con l’obiettivo di raggiungere uno stabile equilibrio tra il personale

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Progetto: Valutazione dello “screening” per la vista svolto tra i ragazzi che frequentano la seconda media nell’ASL 13 Autore: D.ssa M. Chiara Antoniotti (s.s.v.d. Epidemiologia) Co-Autori: D.ssa Daniela Sarasino (s.c. Qualità); Dott. Lorenzo Brusa (Referente Educazione alla salute); Personale dei Distretti che opera in ambito scolastico. Obiettivi del progetto: Valutare l’efficacia, l’appropriatezza e l’equità dello screening della vista effettuato nelle seconde medie dell’ASL 13. Metodi utilizzati: Osservazione per un anno della coorte di ragazzi coinvolti nello screening e confronto un coorte “non esposta” ad analogo intervento. Estrazione casuale, con stratificazione per distretto di appartenenza, delle scuole medie dell’ASL 13 nelle quali effettuare l’intervento di screening. Attuazione dell’intervento di screening previa revisione, con gli operatori interessati, sia delle schede di raccolta dati riguardanti i ragazzi e i deficit visivi riscontrabili, che degli strumenti utilizzati per segnalare l’opportunità di effettuare un controllo specialistico. Stato del progetto: in corso di realizzazione. Risultati: Acquisire attraverso idonei indicatori, prove di efficacia, equità appropriatezza riguardanti un intervento di sanità pubblica che viene da anni effettuato nella ASL 13 e che i dati locali di attività fino ad ora disponibili non hanno consentito di identificare come privo di utilità. In particolare: a) descrivere e valutare la quantità e lo stato sociale dei ragazzi visitati e di quelle segnalati per un controllo specialistico; b) descrivere il numero e la tipologia delle condizioni cliniche per le quali gli operatori ASL hanno fornito ai genitori l’indicazione ad effettuare un intervento di “secondo livello”; c) ad un anno dalla visita in ambito scolastico: - conoscere quanti e quali ragazzi, tra quelli segnalati, hanno effettuato un controllo di secondo livello e con quale esito; - raccogliere informazioni sui motivi per i quali il controllo di secondo livello non è stato eventualmente effettuato; - valutare, sia nei ragazzi sottoposti che in quelli non sottoposti allo screening in seconda media,. la

prevalenza di soggetti con correzione della vista e l’incidenza, nei due anni precedenti, di controlli oculistici.

Valutazione: Verifica dell’intervento di screening ad un anno dalla sua attuazione. La verifica sarà effettuata mediante: a) nuovo contatto in ambito scolastico con i ragazzi precedentemente visitati; b) la somministrazione, ai loro genitori, di un questionario volto ad indagare sia la conoscenza, della eventuale segnalazione effettuata nel corso dell’anno scolastico precedente, sia le azioni da loro intraprese a seguito della segnalazione ricevuta, sia l’esito della eventuale visita di secondo livello; c) il confronto con i dati che emergeranno dalle scuole di controllo. In queste scuole, insieme all’intervento di screening “posticipato”, verrà svolta un’indagine retrospettiva attraverso la somministrazione di un questionario ai genitori dei ragazzi di terza media, volto ad indagare, insieme alle caratteristiche socio demografiche, se i loro figli sono stati sottoposti negli ultimi 2 anni ad un controllo della vista e con quale esito.

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Conclusioni/possibili ricadute: Acquisizione di informazioni utili nel campo della programmazione di attività sanitarie in età adolescenziale attraverso la conoscenza di stime di prevalenza di deficit visivi e di ricorso a visite di secondo livello, con o senza l’attuazione di uno specifico intervento di sanità pubblica.

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Progetto: Dal controllo delle epidemie all’eliminazione del morbillo e della rosolia congenita, un difficile cammino attraverso una crescita professionale, culturale ed emozionale Autore: Dott.ssa Marzia Barengo (Servizio Igiene e Sanità Pubblica) Co-Autori: Operatori degli ambulatori vaccinali: Dirigenti Medici 1° livello SISP e Assistenti Sanitarie SISP Obiettivi del progetto: Diffondere e rendere condivisi tra tutti i soggetti coinvolti nella Campagna straordinaria di vaccinazione anti morbillo parotite rosolia gli obiettivi e le procedure previste dal Piano Nazionale per l’eliminazione del morbillo e della rosolia congenita, con particolare riferimento alla proposta della seconda dose di vaccino, intervento fondamentale per raggiungere e mantenere l’eliminazione di tali malattie. Con questa attività si vogliono anche migliorare le coperture vaccinali ottenute nel corso dell’anno 2004 Metodi utilizzati: - incontri con i Medici di Medicina Generale e d i Pediatri di libera scelta per presentazione risultati

ottenuto nell’anno 2004 - momenti informativi e formativi rivolti soprattutto agli adolescenti attraverso la scuola - momenti informativi rivolti alla popolazione, attraverso i mass media - riunioni periodiche con gli operatori degli ambulatori vaccinali per valutare i risultati di coperture

vaccinali raggiunte ed evidenziare eventuali criticità - correzione delle criticità evidenziate Stato del progetto: in corso di realizzazione. Risultati: - migliorare la conoscenza del Piano Nazionale di eliminazione del morbillo, creando un sentimento di condivisione su: - gravità di malattie come morbillo e rosolia congenita e sulla necessità di arrivare non solo a contenerne la diffusione, ma ad eliminarle - condividere con gli altri “attori” della campagna straordinaria di vaccinazione MPR, l’importanza delle nuove modalità operative con particolare riferimento alla somministrazione di una seconda dose di vaccino MPR - informare in modo più capillare la popolazione sulla vaccinazione anti morbillo parotite rosolia e dell’ importanza di eliminare malattie gravi quali il morbillo e la rosolia congenita - migliorare le coperture vaccinali specie per la seconda dose Valutazione: Rilevazione periodica delle coperture vaccinali con particolare riferimento alla somministrazione delle seconde dosi nelle coorti di età previste dal Piano nazionale Conclusioni/possibili ricadute: Raggiungimento obiettivi relativi alle coperture vaccinali previste Diffusione dell’informazione relativa all’importanza delle vaccinazioni nell’eradicazione delle malattie infettive Coinvolgimento dell’utenza (genitori) nel processo decisionale ai fini del passaggio dall’obbligo di legge al consenso alle vaccinazioni.

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Progetto: Trattamento laparoscopico delle ernie addominali. Autore: Dott. Carlo Bazzoni (s.c. Chirurgia Generale Programmata P.O. di Galliate) Co-Autori: Dott. Claudio Sguazzini (Direttore Dipartimento Chirurgico) Obiettivi del progetto: Dai dati raccolti dalla Letteratura Internazionale si desume che i Pz sottoposti a chirurgia addominale corrono un rischio variabile dal 2 % al 23% di sviluppare un’ernia incisionale; tale patologia rappresenta circa l’80% delle ernie addominali, a cui si devono aggiungere anche altri difetti congeniti o acquisiti della parete addominale (ernie ombelicali, epigastriche ecc.). Le tecniche di chirurgia tradizionale presentano lo svantaggio di produrre un grosso trauma chirurgico della parete addominale, un alto tasso di complicanze e recidive, una prolungata ospedalizzazione e trattamento terapeutico farmacologico. Il Gold Standard è attualmente rappresentato dall’utilizzo di materiale protesico per correggere il difetto erniario e la possibilità di utilizzare protesi in nuovi materiali che possono essere posti a contatto con i visceri ha permesso lo sviluppo della tecnica laparoscopica. La riparazione dei difetti della parete addominale mediante l’approccio laparoscopico consente una minima invasività, minor trauma chirurgico e, dai dati di Letteratura, un tasso di complicanze e recidive significativamente inferiore. Ciò si traduce in un migliore outcome globale per il Pz., con un’ospedalizzazione ridotta, minor utilizzo di farmaci e una complessiva riduzione della spesa. Metodi utilizzati: Le tre fasi fondamentali per la realizzazione del progetto sono state l’attenta revisione della letteratura e delle evidenze scientifiche, l’apprendimento e standardizzazione della tecnica chirurgica e la stesura dei criteri di inclusione ed esclusione dei Pz.

M2004

G L A S O N D G2005

F M A M G L A S O N D G2006

Revisione letteratura

Apprendimento tecnica

Criteri di selezione Pz.

Preparaz. scheda dati

Protocollo Follw-Up

Fase applicativa Verifica attività

Stato del progetto: in corso di realizzazione. Risultati: dal mese di agosto 2004 al marzo 2005 sono stati trattati 18 Pz, di cui 1 solo caso ha necessitato una riconversione laparotomica per impossiblità a proseguire l’intervento in laparoscopia. Si è verificato 1 caso di complicanza minore (sanguinamento dalla sede di un trocar) risolto senza necessità di un nuovo intervento. L’ospedalizzazione è stata più breve rispetto ai casi trattati con tecnica tradizionale anteriore, con una media di 3.8 giorni di degenza. I risultati più sorprendenti si sono riscontrati nel

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dolore postoperatorio e nella precoce mobilizzazione dei Pz (in 1° giornata). Non si sono registrate complicanze infettive delle ferite chirurgiche o delle protesi. Valutazione: Monitoraggio di: 1)giornate di degenza 2) Tasso di conversione (< 5%) 3) Tasso di complicanze (<10%) Conclusioni/possibili ricadute: L’approccio laparoscopico alla patologia presa in esame riduce le giornate di ospedalizzazione e le complicanze, migliora il decorso postoperatorio, soprattutto per quanto riguarda il dolore e la più rapida ripresa delle attività, contiene i costi dei trattamenti dal punto di vista dei farmaci e presidi parafarmaceutici, incrementa il peso del DRG (da 0,6415 a 1,2655) e il conseguente valore economico (da 1515 a 2990 euro). Applica, inoltre, i moderni concetti di minima invasività nei trattamenti chirurgici. Permette all’ASL 13 di assumere un ruolo di spicco a livello di Quadrante, non essendoci attualmente esperienze analoghe in corso.

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Progetto: Il trattamento nel conflitto sub-acromiale della spalla: percorso chirurgico e riabilitativo Autore: D.ssa Bellotti Marilena (s.c. RRF Area Nord) Co-autori: Sig.a Bellotti Piera (s.c. RRF Area Nord), Dott. Cariato Nicola, Dott. Primatesta Franco (s.c. Ortopedia P.O. di Borgomanero) Obiettivi del progetto: Offrire una risposta in ambito locale da parte delle strutture ospedaliere dell’area nord al crescente numero di clienti affetti da conflitto sub-acromiale della spalla. Predisporre un percorso terapeutico uniforme, sia chirurgico sia riabilitatvo, nel rispetto della individualità del paziente. Metodi utilizzati:

• Costituzione di un gruppo di lavoro • Riunione tra operatori interessati • Revisione della letteratura • Predisposizione di nuove schede di valutazione di base del paziente condivise tra gli

operatori • Predisposizione di protocollo riabilitativo • Stesura di relazioni da trasmettere ai Direttori delle S.C coinvolte che validano il percorso • Formazione degli operatori • Percorso programmato del paziente: accesso ambulatoriale OT o fisiatrico > avvio ad

ambulatorio OT dedicato per valutazione di base > eventuali misure chirurgiche > accesso ad ambulatorio fisiatrica dedicato > eventuale trattamento riabilitativo > follow up

• Monitoraggio del percorso studiato al fine di evidenziare eventuali sue criticità e studio dei risultati

Stato del progetto: in corso di realizzazione. Risultati:

• Realizzazione di una struttura organizzata che garantisca l’iter diagnostico e terapeutico pre e post intervento

• Gestione della sindrome da conflitto sub-acromiale pur con diversa ottica ma con confronto interdisciplinare costruttivo nella gestione del paziente

• Migliorare la qualità percepita dei clienti in relazione ad un percorso aziendale • Ottimizzare le risorse esistenti (umane, tecniche ed organizzative)

Valutazione: Numero pazienti inseriti nel percorso/numero pazienti totali con patologia di spalla suddetta Conclusioni/possibili ricadute:

• Riduzione motilità passiva • Miglioramento di efficienza ed efficacia nell’intervento • Implementazione su tutto il territorio dell’ASL.

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Progetto: Progetto Ricerca Sanitaria Finalizzata bando 2004 – Regione Piemonte: Prestazioni specialistiche ambulatoriali: appropriatezza prescrittiva e corretto uso delle risorse Autore: D.ssa Barbara Bragante (Direzione Medica PP.OO.R.) Co-Autori:D.ssa Fontana Arabella (Direzione Medica PP.OO.R.), Dott. Buttafava Raffaele (Distretto Galliate), Sig.a Marangon Roberta (Direzione Medica Arona), Sig.a Cristina Anna (Distretto Borgomanero)

Obiettivi del progetto: 1. Sensibilizzazione dei medici prescrittori (specialisti ospedalieri, medici di medicina di generale e pediatri di libera scelta) finalizzata a migliorare la qualità delle richieste di prestazioni in termini di appropriatezza e correttezza formale (distinzione tra prima visita e visita di controllo, assegnazione classe di priorità, ecc.). 2. Campagne informative per i cittadini al fine di superare con indicazioni adeguate la generica sfiducia nel Servizio Sanitario Nazionale. 3. Analisi della “domanda” di prestazioni al fine di ridurre la quota di richieste non necessarie o incongrue. 4. Analisi delle modalità di richiesta di prestazioni adottate dai prescrittori e interventi sugli errori più diffusi. 5. Controlli sulle modalità di prenotazione presso ogni sede CUP aziendale e nelle sedi degli ambulatori al fine di verificare l’effettiva equità di trattamento. Metodi utilizzati: Attività di gruppi di lavoro interdisciplinari, costituiti da operatori che quotidianamente operano nell’ambito della specialistica ambulatoriale (medici specialisti ospedalieri e territoriali, medici di medicina generale, pediatri di libera scelta, medici di pronto soccorso, personale amministrativo o sanitario addetto alle prenotazioni) che interverranno in tre ambiti distinti:

Formazione/informazione per i medici prescrittori, Formazione informazione all’utenza, Analisi dei dati

Si articola di seguito il programma che si intende realizzare nel corso dell’anno 2005: 1. effettuazione di un corso di formazione per medici, accreditato ECM, contenente una

sezione introduttiva dedicata alla normativa vigente, una sezione incentrata sulla situazione dell’ASL 13 (tempi d’attesa locali, azioni correttive intraprese, modalità organizzative, ecc.) e una sezione riservata agli errori prescrittivi rilevati (ottobre – novembre 2005).

2. istituzione di tavoli di lavoro per la stesura di “protocolli operativi”/”percorsi” per le prestazioni il cui tempo d’attesa risulta superiore agli standard o ritenute ad alto rischio di inappropriatezza prescrittivi (anno 2005);

3. elaborazione e diffusione ai medici di un vademecum per la corretta prescrizione (ottobre - novembre 2005);

4. stampa di opuscoli informativi per la popolazione ed interventi esplicativi tramite mass media (secondo semestre 2005);

5. rilevazione della quota di richieste incongrue ed analisi statistica dei motivi di inadeguatezza (sia clinici che formali) (nel corso d’anno);

6. analisi delle cause più frequenti di reclami/disservizi e stesura di linee guida gestionali (nel corso d’anno).

Stato del progetto: in corso di realizzazione.

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Risultati Gli interventi rivolti ai professionisti consentiranno l’acquisizione, da parte sia degli specialisti ospedalieri e territoriali afferenti all’ASl 13 sia dei medici di medicina generale, delle corrette modalità di formulazione di richiesta di prestazioni. Le iniziative a favore del pubblico miglioreranno il grado di qualità percepita dall’utenza: la trasparenza dei “percorsi” utilizzati e l’equità nel trattamento dovranno inequivocabilmente trasparire. Le analisi puntuali delle incongruenze (prescrittive o di prenotazione) consentiranno interventi mirati sui soggetti che hanno adottato – anche in buona fede - un comportamento non corretto. Valutazione:. Al fine della verifica dei risultati saranno utilizzati i seguenti indicatori: realizzazione di un corso di formazione entro dicembre 2005 riduzione del numero di impegnative non corrette presentate ai CUP, analisi a campione gennaio

2005 vs dicembre 2005; condivisione per almeno 3 tipologie di prestazioni di “percorsi diagnostico terapeutici” e

conseguente riduzione dei tempi d’attesa dopo la diffusione, analisi a campione prima e dopo la diffusione dei “percorsi diagnostico terapeutici”

Conclusioni/possibili ricadute Un miglioramento della qualità percepita dall’utenza, alla quale risulteranno chiari i percorsi da seguire al fine del soddisfacimento dei bisogni di salute. Sostituzione di procedure e consuetudini ormai desuete con attività mirate all’efficienza e alla trasparenza con conseguente razionalizzazione dell’impiego di risorse; riduzione dei costi di gestione; contenimento dei tempi d’attesa entro gli standard regionali.

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Progetto: Cure Domiciliari: Integrazione con gli Enti Gestori dei Servizi Socio-Assistenziali ed il Comune di Novara. Autore: Dr.ssa Maria Grazia Bresich (Assistente Sociale Esperto Coordinatrice U.V.G.) Co-Autori: Dr. Lorenzo Brusa (Responsabile s.s.v.d. Cure Domiciliari), Dr. Tonino Beffani (Coordinatore Cure Domiciliari Distretto di Borgomanero – Presidente U.V.G.), Dr.ssa Edoarda Dell’Acqua (Coordinatore Cure Domiciliari Distretto di Arona – Medico U.V.G.), tutti gli Operatori dell’U.V.G. Obiettivi del progetto: ◊ Dare applicazione alla D.G.R. 51-11389 del 23.12.2003 “ D.P.C.M. 29 novembre 2001. Allegato

1 punto C1. Applicazione Livelli Essenziali di Assistenza all’area dell’integrazione socio – sanitaria”, relativa alle prestazioni domiciliari per persone non autosufficienti;

◊ Migliorare la qualità delle prestazioni erogate da parte del Servizio Socio Assistenziale attraverso il recupero di risorse economiche aggiuntive;

◊ Integrare i trattamenti domiciliari socio - sanitari; ◊ Sviluppare il lavoro di rete integrando le figure sanitarie (MMG, Medici specialisti, I.P.) con

quelle socio-assistenziali (A.S., O.S.S./A.D.E.S.T.); ◊ Promuovere e garantire la continuità assistenziale tra ospedale e territorio e all’interno degli attori

presenti sul territorio. Metodi utilizzati: AZIONI GIA’ INTRAPRESE: ◊ Elaborazione, condivisione e sottoscrizione del protocollo di intesa con gli Enti Gestori; ◊ Costruzione e attuazione dello strumento di valutazione del bisogno socio-sanitario (cartella

riportante i bisogni di identità, i bisogni clinici, i bisogni assistenziali alberghieri); ◊ Visite congiunte domiciliari (operatori dell’A.S.L. 13 e degli Enti Gestori); ◊ Discussione dei casi nell’ambito delle riunioni mensili U.V.G.; ◊ Integrazione operativa dell’U.V.G. – Cure Domiciliari – Enti Gestori. AZIONI DA INTRAPRENDERE: ◊ Messa a regime della rete informatica e informatizzazione dello strumento cartaceo. Stato del progetto: in corso di realizzazione. Risultati: RAGGIUNTI: ◊ Valutazione dello strumento e sua applicazione; ◊ Migliore integrazione tra personale infermieristico e personale socio assistenziale; ◊ Maggiore conoscenza di bisogni infermieristici e socio assistenziali dei pazienti seguiti dalle Cure

Domiciliari e/o dagli Enti Gestori; PREVISTI: ◊ Percezione del paziente di un migliore accompagnamento nel percorso di cura e assistenza; ◊ Promozione dell’utilizzo del Servizio Cure Domiciliari da parte dei Medici di Medicina Generale; ◊ Sviluppo delle potenzialità di intervento assistenziale degli Enti Gestori. Valutazione: Monitoraggio sul territorio del bisogno assistenziale a valenza sanitaria reale, attraverso le verifiche e le prestazioni domiciliari; ◊ Quantificazione del costo economico derivante dagli interventi domiciliari integrati;

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◊ Valutazione di Piani Assistenziali Integrati. Conclusioni/possibili ricadute: 1) il valore creato dal progetto in termini di miglioramento concreto della qualità dei servizi offerti ai cittadini/utenti, ovvero ai destinatari finali delle attività: presa in carico del paziente in tutto l’iter assistenziale con una percezione di garanzia di risposta al proprio bisogno. 2) i principali elementi e le soluzioni d’innovazione tecnologica e/o organizzativa che hanno caratterizzato il progetto: creazione di una rete integrata di servizi sanitari e sociali per l’assistenza ai malati cronici, agli anziani, ai disabili, utilizzando lo strumento della sperimentazione. 3) le possibili future applicazioni del progetto: costruzione di una Centrale Operativa Socio-Sanitaria per definire un progetto integrato e complessivo sui servizi di Cure Domiciliari erogati nel regime assistenziale più appropriato, considerando che è ormai condivisa la volontà di mantenere il paziente all’interno della propria rete familiare e domiciliare.

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Progetto: Antidolorifici orali in dose unitaria: beneficio per il paziente e strumento del risk management Autore: Dott.ssa Patrizia Brini (Dipartimento Assistenza Farmaceutica) Co-Autori: Dott.ssa Loredana Donetti, Dott.ssa Luisella Ferrari, Dott.ssa Cristina Rossi (Dipartimento Assistenza Farmaceutica) Obiettivi del progetto: Garanzia della fornitura di un supporto terapeutico previsto dalla D.G.R. ma non fornito al paziente per l’impossibilità di sconfezionare il farmaco da parte del personale di reparto al momento della dimissione. Garanzia dell’assunzione del corretto farmaco e della relativa dose da parte del paziente con la riduzione di possibili errori di terapia. Metodi utilizzati: Elaborazione, in collaborazione con gli specialisti delle S.C. di Chirurgia dei tre Presidi Ospedalieri, di protocolli terapeutici sull’uso degli antidolorifici specifici per il paziente chirurgico. Preparazione della dose unitaria, come da protocolli, su programmazione chirurgica. Dispensazione della dose unitaria, personalizzata, per singolo paziente dimesso in seguito ad interventi chirurgici in day-surgery. Stato del progetto: in attesa di attivazione. Risultati attesi: 1) Aderenza ai protocolli concordati 2) Razionalizzazione della gestione dei farmaci con riduzione degli sprechi 3) Riduzione degli errori di somministrazione Conclusioni/possibili ricadute: L’intervento della Farmacia nell’allestimento in dose unitaria delle terapie antidolorifiche orali consente che il controllo del dolore, seppur lieve o moderato, sia effettivamente garantito a tutti i pazienti che ne hanno bisogno.

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Progetto: Dispensazione diretta del primo ciclo di cura ed incremento del profilo di sicurezza degli anticoagulanti orali. Autore: Dott.ssa Patrizia Brini (Dipartimento Assistenza Farmaceutica) Co-Autori: Dott.ssa Loredana Donetti, Dott.ssa Luisella Ferrari, Dott.ssa Cristina Rossi, Dott. Silvano Travaglini (Dipartimento Assistenza Farmaceutica) Obiettivi del progetto: Il crescente numero di indicazioni per la terapia anticoagulante orale (TAO) ha evidenziato problemi associati alla gestione di terapie a lungo termine. Le interazioni con altri farmaci sono la causa più frequente delle variazioni del loro effetto farmacologico. Si rende necessario un attento controllo delle terapie concomitanti prescritte ai pazienti in TAO ed un utile strumento per effettuarlo è stato fornito al Farmacista ospedaliero dalla Legge n. 405/2001. Metodi utilizzati: Nella nostra ASL è stata attivata sin dal 1° settembre 2001 una procedura per la distribuzione diretta dei farmaci erogabili dal SSN. Lo specialista della struttura dimettente compila la scheda prescrittivi appositamente predisposta, indicando la terapia da seguire a domicilio. La scheda viene inviata alla Farmacia dove il Farmacista valuta l’appropriatezza della prescrizione e l’erogabilità a carico del SSN. Grazie all’utilizzo della banca dati Micromedex Healthcare Series, è possibile evidenziare e classificare le interferenze tra gli anticoagulanti orali ed uno o più principi attivi con essi prescritti. Stato del progetto: in corso di realizzazione. Risultati: Dal 30 giugno al 31 dicembre 2003 sono state analizzate 465 schede prescrittive della S.C. di Cardiologia, di cui 164 con la prescrizione dell’anticoagulante orale. Dall’elaborazione dei dati è emerso che circa il 50% dei pazienti è stato esposto ad un potenziale rischio di accidenti emorragici con la conseguente necessità di un più frequente controllo dell’INR (International Normalized Ratio) da parte del paziente. Amiodarone e omeprazolo risultano essere i farmaci maggiormente somministrati in concomitanza con il warfarin con rilevanza clinica, rispettivamente, moderata e maggiore. Acenocumarolo (135) risulta essere più prescritto di warfarin (29) ed amiodarone e diossina sono i farmaci più spesso co-somministrati. Sono state rilevate tre interferenze tra acenocumarolo e aspirina di rilevanza clinica maggiore. Conclusioni/possibili ricadute: 1) L’uso contemporaneo di farmaci è spesso essenziale per il raggiungimento del risultato terapeutico desiderato o per il trattamento di patologie concomitanti, ma la polifarmacoterapia espone il paziente ad interazioni che possono tradursi in un’alterata azione dei farmaci stessi, in fallimento terapeutico o nella comparsa di effetti collaterali. Tale attività permette al Farmacista di rilevare eventuali incongruenze nella terapia, comunicarle tempestivamente al prescrittore e migliorare la qualità dell’assistenza al paziente in linea con i principi della Pharmaceutical Care. Infatti, errori di terapia, che scaturiscono dall’inappropriatezza delle prescrizioni, negano al paziente il diritto di ricevere una cura sicura ed efficace. 2) Il progetto attualmente è rivolto al monitoraggio non solo degli anticoagulanti orali, ma anche di statine ed immunosoppressori prescritti da alcune S.C. della nostra azienda.

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Progetto: Informazione al paziente: misurazione dell’impatto di una corretta informazione sulla base del miglioramento della conoscenza della terapia. Autore: Dott.ssa Patrizia Brini (Dipartimento Assistenza Farmaceutica) Co-Autori: Dott.ssa Caterina Cerutti, Dott.ssa Loredana Donetti, Dott.ssa Paola Manzini, Dott.ssa Cristina Rossi, Dott. Silvano Travaglini (Dipartimento Assistenza Farmaceutica) Obiettivi del progetto: 1) Verifica del grado di conoscenza del trattamento da parte del paziente. 2) Misurazione dell’impatto che un’attenta informazione al paziente può avere sul miglioramento della conoscenza e della compliance. 3) Valutazione del grado di soddisfazione. Metodi utilizzati: 1) Scelta delle categorie di farmaci: a) immunosoppressori per pazienti trapiantati di rene; b) terapie di supporto per pazienti dializzati; c) interferoni pegilati per pazienti con epatite cronica C. 2) Stesura di una scheda di informazione per ogni farmaco (fonte dei dati banca dati Micromedex). 3) Stesura di un questionario di verifica. 4) Presentazione del progetto agli specialisti. 5) Prima intervista al paziente e consegna della scheda. 6) Seconda intervista al paziente. 7) Valutazione delle risposte mediante l’inserimento dei dati in un database (ACCESS). Stato del progetto: in corso di realizzazione. Risultati attesi: Il risultato previsto è la sensibilizzazione del paziente (grazie ad una attenta informazione) nei confronti del trattamento al quale è sottoposto in termini di: a) adesione e compliance alla terapia; b) miglioramento della qualità della vita; c) conoscenza degli eventuali effetti collaterali che si potrebbero manifestare; d) segnalazione di reazioni avverse per poter contribuire al programma di farmacovigilanza indetto dal Ministero della Salute. Il risultato verrà raggiunto in caso di ottenimento di un punteggio maggiore nel secondo questionario rispetto al primo. Valutazione: La valutazione avverrà mediante una scala costruita con l’assegnazione ad ogni domanda di un punteggio direttamente proporzionale alla complessità della domanda stessa. Conclusioni/possibili ricadute: 1) Il valore del progetto è dato dal miglioramento della qualità del servizio offerto dal DAF agli utenti. 2) Gli elementi di innovazione sono dati dal recupero di un ruolo fondamentale del farmacista: il

contatto diretto con il paziente. Il DAF si pone, quindi, come anello di congiunzione tra lo specialista e il paziente.

3) In futuro si auspica l’applicazione dei metodi di informazione testati a tutti i pazienti che accedono al DAF.

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Progetto: Qualità nelle forniture delle sale operatorie e corretta imputazione dei costi Autore: Dott.ssa Patrizia Brini (Dipartimento Assistenza Farmaceutica) Co-Autori: Dott.ssa Loredana Donetti, Dott.ssa Cristina Rossi (Dipartimento Assistenza Farmaceutica), CPSE Cristina Castaldi (Direzione Medica P.O. di Borgomanero – sala operatoria) Obiettivi del progetto: 1. Eliminazione delle criticità di programmazione. 2. Razionalizzazione delle risorse economiche. 3. Corretta imputazione dei costi. 4. Razionalizzazione degli stock di magazzino. 5. Miglioramento della capacità di contrattazione con i fornitori. Metodi utilizzati: Il progetto si basa sulla predisposizione di una lista di prodotti specifica per ogni singolo intervento. Tale lista, che viene prodotta in collaborazione con le C.P.S.E. delle Sale Operatorie, avrà una duplice funzione. In prima battuta verrà utilizzata come checklist: almeno 24 ore prima dell’intervento il personale addetto verificherà che nella Sala, dove si svolgerà l’intervento, sia presente tutto il materiale necessario allo stesso. La stessa lista, il giorno dell’intervento, verrà completata con le specifiche di alcuni prodotti le cui caratteristiche (misura, tipologia, ecc…) possono variare in base alle esigenze del singolo operatore o del singolo paziente. Una volta alla settimana un Farmacista accederà alle Sale Operatorie per verificare eventuali problemi o necessità degli operatori in ordine all’approvvigionamento e alla qualità dei prodotti forniti, in quella occasione ritirerà tutte le checklist. In un database, appositamente predisposto (Microsoft Access), verranno immessi tutti i dati sul materiale utilizzato e verranno create le seguenti statistiche: - Costi per C.d.C. - Costi per intervento. - Raffronto costi per operatore sul medesimo intervento. - Tipologie di prodotti utilizzati. - Quantità per tipologia. Il progetto inizia in modo sperimentale sulle Sale Operatorie del P.O. di Borgomanero. Stato del progetto: in corso di realizzazione. Risultati attesi: Dalle statistiche prodotte è possibile ottenere dati certi sui consumi e sulla tipologia dei prodotti utilizzati per singolo intervento. Tale attività permette una riduzione degli sprechi e una maggiore standardizzazione del materiale impiegato per ciascun tipo di intervento con la contemporanea razionalizzazione degli acquisti. Si riuscirà a ricondurre i costi al singolo C.d.C. e addirittura al singolo intervento con la possibilità di confrontare i costi sostenuti da ciascun operatore per il medesimo intervento. Conclusioni/possibili ricadute: 1) In primo luogo questo progetto evita i disguidi negli approvvigionamenti delle Sale Operatorie. Inoltre, questo lavoro porta alla formulazione di set procedurali per gli interventi più comuni, semplificando le metodiche ed accorciando i tempi di lavoro del personale delle Sale Operatorie. 2) Dalle statistiche prodotte si potranno ottenere informazioni sull’opportunità di trasferire la contabilità per C.d.C. sul sistema informativo aziendale. 3) La successiva o la contemporanea collaborazione con il Servizio Informativo Aziendale consentirà di visualizzare i magazzini delle Sale operatorie con conseguente possibilità di riduzione dei materiali stoccati.

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Progetto: “Modello di continuità assistenziale per pazienti con Sclerosi Laterale Amiotrofica” Autore: Dott. Lorenzo Brusa (Responsabile SSVD Cure Domiciliari), Dott. Edoardo Ferlito (Presidente A.I.S.L.A. Onlus) Co-Autori: Dr.ssa Maria Luisa Demarchi, (s.c. Qualità), Dr. Andrea Lamandini, (VIVISOL S.r.l.) Obiettivi del progetto:

1. Predisporre una Carta dei Servizi Domiciliari specifica per la Sclerosi laterale Amiotrofica (SLA);

2. Garantire un servizio integrato H24 in grado di gestire i pazienti domiciliari; 3. Garantire un coinvolgimento attivo della famiglia e del M.M.G. nel trattamento del

paziente; 4. Garantire un sostegno alla famiglia attraverso un supporto psicologico oltre che socio-

sanitario ed un intervento educazionale addestrativo al domicilio. Metodi utilizzati:.

a) Definizione di un modello di cure multidisciplinare dedicato alla SLA, integrato nel sistema di Cure Domiciliari dell'ASL ed implementazione di un percorso assistenziale centrato sul paziente.

b) Creazione di una Carta dei Servizi Domiciliari per la SLA; c) Creazione di un servizio di Telemedicina finalizzato alla riduzione della mobilità di pazienti

non o difficilmente trasportabili e riduzione dei ricoveri in degenza ed in day hospital anche attraverso un supporto ad intervento di tipo preventivo dell'equipe domiciliare;

d) Potenziamento del Centro di Ascolto e Consulenza dell’AISLA al fine di supportare il paziente, la famiglia e gli operatori coinvolti nel trattamento;

e) Identificazione, per ogni paziente trattato, di un "Case Manager Infermieristico" (ICM) al fine di migliorare la gestione domiciliare del paziente con SLA;

f) Formazione di Operatori specializzati in Fisioterapia Respiratoria e Conservativa specifici per il trattamento domiciliare della patologia;

g) Valutazione dei costi da sostenere per seguire a domicilio un paziente SLA nelle varie fasi della malattia, nonché dei punti critici della rete operativa assistenziale intesi come: giornate di degenza in terapia intensiva e in reparto, ricoveri d’urgenza, trasporti non programmati e mobilità passiva.

Per la valutazione degli effetti determinati dall’applicazione del programma verranno valutati 20 soggetti trattati secondo il modello di cure integrato e 20 pazienti trattati in modo tradizionale.

Stato del progetto: in attesa di attivazione. Risultati:

In relazione al decorso della patologia a carattere progressivo, si auspica: a) un miglioramento dell’assistenza erogata, grazie all’adozione di un modello d’intervento

multidisciplinare che permette di utilizzare competenze e professionalità specifiche integrate in un lavoro d’équipe;

b) un miglioramento della qualità dell’assistenza erogata al paziente e alla famiglia, mettendo a loro disposizione un team completo per procedere all’applicazione delle terapie più adeguate e tenere sempre monitorata la situazione.

c) La realizzazione di un miglioramento della qualità della vita dei famigliari che devono assistere il paziente a domicilio, sostenendoli psicologicamente e supportandoli in questo periodo particolarmente critico.

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Valutazione: Per la valutazione dell’efficacia del progetto non sono stati individuati indicatori di esito, in relazione al carattere progressivo ed invalidante della patologia, ma solo di processo. Il miglioramento della qualità dell’assistenza e della qualità di vita dei famigliari verranno valutati nel gruppo di trattamento e nel gruppo di controllo al fine di valutare la presenza di un miglioramento attribuibile al modello sperimentale. Conclusioni/possibili ricadute: Il modello proposto risulta innovativo in quanto in grado di affrontare e rispondere immediatamente ai bisogni del paziente con SLA coinvolgendo il SSN, il volontariato e il privato; esso, inoltre, si avvale di tecnologie avanzate per l’assistenza a distanza del paziente, garantendo una immediata risposta ai suoi bisogni. Per quanto concerne la trasferibilità dei risultati il modello assistenziale, dopo una valutazione preliminare, potrà essere trasferito ad altre patologie caratterizzate da un elevato carico assistenziale come quello determinato dalla SLA.

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Progetto: Comunicare l’emergenza: IL CALDO Autore: Dr. Lorenzo Brusa (Referente Educazione alla Salute ASL 13) Co-Autori: Sig.a Elena Vallana (Preposto Ufficio Relazioni Esterne) Obiettivi del progetto: L’Azienda Sanitaria Locale n° 13 di Novara ha tra i propri obiettivi una costante, efficace ed efficiente attività d'informazione ai cittadini, attraverso una comunicazione consapevole ed interattiva, per trasmettere informazioni sanitarie, di prevenzione, di diagnosi e di cura della salute di ogni individuo, per incidere sui comportamenti (stili di vita) che si riflettono sulla salute delle persone e per divulgare la cultura della “prevenzione”. In particolare l’attenzione con questo progetto si è rivolta a quella fascia di popolazione più debole come gli anziani . Su indicazioni del Ministero della Salute e dell’Assessorato alla Sanità della Regione Piemonte sono state messe in atto – nel periodo estivo del 2004 - misure precauzionali per prevenire, ridurre ed eliminare i danni alla salute legati agli aumenti di temperatura che potrebbero verificarsi nel corso dell’estate. Metodi utilizzati: informazione mediatica (mezzi di informazione, stampa, radio, televisione e siti internet e/o portali) realizzata tramite:

Televisione/Radio/Stampa L’Azienda Sanitaria Locale n° 13 ha utilizzato le emittenti televisive locali (Altaitalia TV, Odeon Video Novara, Tele VCO, Quarta Rete Nord e Rai 3 Piemonte) come strumento di diffusione delle notizie per entrare sempre più sul territorio ed a conoscere così i reali bisogni degli individui. Il rotocalco “Benessere e Salute” – in onda con cadenza settimanale su Altaitalia TV della durata di 30 minuti – ha riservato n° 2 puntate dedicate agli anziani ed in particolar modo ai problemi correlati alla calura estiva. La prima puntata – con ospite il dott. Aldo Biolcati – è andata in onda sabato 19 giugno 2004 e replicata in diverse fasce orarie della giornata nella settimana successiva ha trattato le malattie dell’anziano ed i problemi legati al caldo; la seconda trasmissione – con ospite il dott. Lorenzo Brusa – è andata in onda sabato 3 luglio 2004 e replicata nella settimana successiva, ha affrontato il tema della prevenzione dei danni alla salute da eccessi di temperatura ambientale sulla popolazione anziana e relativi consigli per difendersi dal caldo. Sono stati realizzati contributi giornalistici, interviste e servizi con altre emittenti televisive (Altaitalia TV, Tele VCO, Odeon Video Novara, Quarta Rete Nord e Rai 3 Piemonte) sull’argomento, che sono stati trasmessi durante i diversi palinsesti (telegiornali, spazi dedicati) nel corso della prima e seconda settimana di luglio dello scorso anno. Analoga iniziativa è stata intrapresa con le radio locali (Radio Blu, Radio Azzura, Radio ABC, ecc..) . Sono stati predisposti i comunicati stampa trasmessi agli organi di informazione in merito all’argomento “emergenza caldo: come difendersi”; diffusi nel corso dell’estate (prima settimana ed ultima settimana del mese di luglio e nel corso del mese di agosto).

Editoria sono stati realizzati dall’Assessorato alla Sanità della Regione Piemonte pieghevoli dal titolo “Anziani in città” che sono stati diffusi all’interno dell’Azienda Sanitaria, agli operatori sanitari, in particolar modo a coloro che espletano l’attività nei Pronto Soccorso (Arona, Borgomanero e Galliate) . Sono stati inoltre distribuiti ai Medici di Medicina Generale, alle Farmacie del territorio dell’ASL 13, alle Residenze Sanitarie Assistenziali (Case di Riposo), agli Enti Gestori, ai Medici dei Servizi di Emergenza Territoriale 118 ed infine ai Medici del Servizio di Continuità Assistenziale (ex Guardia Medica).

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La brochure è stata pubblicizzata anche sul Bollettino dell’Ordine dei Medici e Chirurghi della Provincia di Novara e sul periodico aziendale n° 2/3 IN FORMA 2004 ed era disponibile – su richiesta - all’Ufficio Relazioni Esterne. E’ stata realizzata inoltre un locandina a cura dell’Ufficio Relazioni Esterne e dell’Educazione Sanitaria dell’ASL 13, distribuita all’interno dell’Azienda Sanitaria, agli operatori sanitari, in particolar modo a coloro che espletano l’attività nei Pronto Soccorso (Arona, Borgomanero e Galliate), affissa negli spazi dedicati all’informazione (bacheche aziendali), inviata ai Medici di Medicina Generale, alle Farmacie del territorio dell’ASL 13, alle Residenze Sanitarie Assistenziali (Case di Riposo), agli Enti Gestori, ai Medici dei Servizi di Emergenza Territoriale 118 ed infine ai Medici del Servizio di Continuità Assistenziale (ex Guardia Medica); è stata inoltre pubblicata sul periodico aziendale on line IN FORMA e sul sito aziendale (www.asl13.novara.it). Sono inoltre stati individuati altri punti informativi, quali: i Comuni del territorio dell’ASL 13, le Parrocchie, le Centrali Operative delle Forze dell’Ordine (Carabinieri, Polizia e Guardia di Finanza), le Associazioni di Volontariato a carattere socio sanitario della Provincia di Novara e le Organizzazioni Sindacali per i Pensionati ai quali è stata distribuita la locandina

Stato del progetto: concluso. Risultati: Il progetto ha individuato nuovi e diversi canali da utilizzarsi per la comunicazione con l’utente, partendo dalla consapevolezza dell’importanza che la comunicazione riveste per il miglioramento della relazione interpersonale e della qualità di vita delle persone e degli operatori Infatti comunicando in modo consapevole ed efficace, divulgando informazioni sanitarie di prevenzione, di diagnosi e cura della salute di ogni individuo che agiscono sui comportamenti e sulle abitudini di vita (spesso non corrette), migliorano necessariamente la qualità della nostra salute. Si è creata, inoltre, una sinergia tra le diverse realtà presenti sul territorio (Forze di Polizia, Parrocchie, ecc…) a favore della popolazione. Conclusioni/possibili ricadute: Il progetto ha voluto creare un’amministrazione attenta (capace di ascoltare e di dare risposte adeguate) ai bisogni di salute del cittadino/cliente/utente. Collaborazione con i diversi canali di comunicazione/informazioni e le Istituzioni presenti sul territorio dell’ASL 13 Il progetto di informazione sanitaria può essere applicato a qualsiasi Azienda, adattandolo alle esigenze ed alle realtà delle medesime.

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Progetto: “Decido … e smetto” Autore: Dr. Liborio Martino Cammarata (Dipartimento “Patologia delle Dipendenze” s.c. Ser.T. – Ambulatorio di Disassuefazione Tabagica) Co-Autori: Dr.ssa Nina Porcu, Dr. Giovanni Pistone (s.c. Ser.T.) Obiettivi del progetto: - Ridurre i rischi sanitari e/o sociali legati alla dipendenza tabagica attraverso la realizzazione di Corsi per Smettere di Fumare e l’offerta di una valutazione medica clinico-funzionale (per chi lo desiderasse) rivolti ai dipendenti dell’Azienda Sanitaria n° 13 di Novara e, qualora il numero delle richieste fosse insufficiente, per altri Enti, Aziende ed istituzioni presenti sul territorio della nostra ASL. Metodi utilizzati: - Partecipazione da parte di operatori del Dipartimento Patologia delle Dipendenze e della psicologa convenzionata alle riunioni del “Gruppo Fumo” (gruppo interservizi aziendale) dell’Asl 13 avente quale finalità lo studio della campagna di pubblicizzazione dell’iniziativa tra i dipendenti dell’Asl; - Predisposizione del modulo di adesione unitamente al materiale informativo riguardante i gruppi di disassuefazione; - Distribuzione capillare del suddetto materiale tramite i cedolini stipendiali; - Raccolta delle adesioni; - Pianificazione e calendarizzazione dei corsi; ogni corso prevede: Fase intensiva, composta da cinque incontri consecutivi durante la prima settimana; Fase di sostegno, composta da sette incontri non consecutivi distribuiti come segue: due incontri durante la seconda e la terza settimana, un incontro durante la quarta e la quinta settimana e un incontro conclusivo a distanza di quindici giorni dall’ultimo. Ciascun incontro prevede una durata di circa un’ora e trenta minuti. - Preparazione del materiale da utilizzare durante i Corsi: schede informative, per la raccolta dati, tests diagnostici e motivazionali (Fagerstrom, Mondor e Horn) e questionario di gradimento; - Realizzazione di un data-base per la raccolta dati; - Acquisto di un analizzatore del monossido di carbonio, di uno spirometro e di un elettrocardiografo - Avvio dei gruppi (a oggi sono stati realizzati n° 4 Corsi di cui tre a Novara e uno a Borgomanero ai quali hanno partecipato complessivamente 34 persone; altri quattro Corsi sono in programmazione) - Valutazione dell’efficacia ai seguenti end-points: conclusione della fase intensiva, della fase di sostegno, a tre, sei e dodici mesi dalla conclusione del Corso. Stato del progetto: in corso di realizzazione. Risultati: Essendo il progetto in corso di realizzazione i risultati presentati sono provvisori; i dati definitivi saranno valutati e pubblicati a fine progetto. Al 31/12/2004 hanno aderito all’iniziativa n° 111 persone. Ai quattro Corsi finora svolti hanno partecipato 34 soggetti, il 73% dei quali si è sottoposto alla valutazione clinico funzionale dalla quale è emerso che una piccola percentuale di pazienti accusava dei disturbi minori correlabili al tabagismo e tre di essi sono stati inviati dallo specialista per ulteriori approfondimenti diagnostici; di essi: il 32% ha dichiarato di aver smesso di fumare all’ultima verifica eseguita, il 18% di fumare tra 0-5 sig/die, il 18% di fumare tra 6-10 sig./die, il 18% tra 11-20 sig./die. Il 14% non ha completato il corso e non si hanno dati all’ultima verifica. Tutti i dati dichiarati sono stati confermati dalla rilevazione del monossido di carbonio nell’aria espirata. A tre mesi dalla conclusione del 1° Corso (1° follow-up) il 25% dei partecipanti continua ad essere astinente . Valutazione: Indicatori di processo e di risultato:

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- N° di persone che portano a termine il trattamento/n° di persone che hanno aderito al trattamento; - N° di sigarette die al termine della fase intensiva, della fase di sostegno, a tre , sei e dodici mesi

dalla fine del corso/ n° sigarette die all’inizio del trattamento. Strumenti e sistemi di rilevazione: - Scheda rilevazione dati - misurazione CO espirato Tale sistema di valutazione sarà applicato a fine progetto sui dati complessivi. Conclusioni/possibili ricadute: Il presente progetto, che si avvale da un lato di un intervento psicomotivazionale e dall’altro di una valutazione medica clinico-funzionale anche su base strumentale (rilevazione CO espirato, spirometria, elettrocardiografia), rappresenta un elemento di diversificazione e di innovazione dell’offerta trattamentale da parte del Dipartimento “Patologia delle Dipendenze”. Altresì, appare innegabile la realizzazione, quale finalità ultima del progetto, dello sviluppo di modelli interpretativi condivisi – della clinica e delle strategie di intervento – nell’articolazione dei processi organizzativi e di cura e nella ricomposizione della complessità degli interventi per garantire una completa gamma di servizi a soggetti diversi, con bisogni diversi, in fasi diverse del processo di intervento.

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Progetto: “Territorio senza dolore” Autore: Dr. Venerando Cardillo (UOCP Cure Palliative e Terapia del Dolore/Hospice) Co-Autori:

dott.ssa Dell’Acqua Edoarda: Dirigente Medico Responsabile A.D.I. Distretto di Arona dott.ssa Grazia Nuvolone: Dirigente Responsabile s.s.v.d. Psicologia - Borgomanero Vallana Elena: Preposto Ufficio Relazioni Esterne. Arbellia Roberta: CPSE s.s.v.d. Cure Palliative e Terapia del Dolore - Borgomanero De Zotti Stefania: CPSE A.D.I. Distretto di Arona

Obiettivi del progetto: Il dolore costituisce un fenomeno patologico, a volte sottovalutato, che influisce pesantemente sulla vita della persona ammalata ed ha spesso i connotati di malattia nella malattia. La cura del dolore è non soltanto un dovere etico, ma anche l’esempio di buona pratica clinica in ospedale, nell’assistenza a domicilio, in hospice e nelle altre strutture residenziali. Si è evidenziato in questi anni la necessità di un più incisivo intervento extraospedaliero volto alla formazione del personale medico ed infermieristico dell’ASL 13, sui problemi degli ammalati oncologici domiciliati Gli obiettivi sono:

promuovere la cultura della palliazione; indicare gli interventi idonei e proporzionati ad evitare abbandono o accanimento; assicurare l’utilizzo dei farmaci oppioidi; dare impulso all’applicazione di protocolli di trattamento del dolore; incontri con la popolazione su temi etici e su i diritti del morente;

Metodi utilizzati: Il progetto “Territorio senza Dolore prevede :

incontro con personale A.D.I. dei Distretti di Arona e Borgomanero, sul tema: IL DOLORE: PRINCIPI DI TERAPIA (già realizzato);

dieci incontri con equipe territoriali dei Medici di Medicina Generale (medici di famiglia) dei Distretti di Arona e Borgomanero (3 già avvenuti, 2 in fase di realizzazione), sul tema: L’AMMALATO ONCOLOGICO DOMICILIATO;

incontri (nell’ambito del progetto: “Ospedale senza dolore”) aperti al personale sanitario territoriale dal titolo FISIOPATOLOGIA E FARMACOLOGIA DEL DOLORE;

Seminari aperti alla popolazione su temi etici ed assistenziali. Stato del progetto: in corso di realizzazione. Risultati: migliore gestione del paziente oncologico in tutte le fasi di malattia;

migliorato rapporto ospedale\territorio; impatto continuità assistenziale; impatto sulla cultura della domiciliarità; impatto sulla cultura e del vivere e del morire.

Valutazione: Questionario partecipanti a fine progetto Conclusione/possibili ricadute:

1) il valore creato dal progetto in termini di miglioramento concreto della qualità dei servizi offerti ai cittadini/utenti, ovvero ai destinatari finali delle attività;

2) miglioramento della qualità di vita delle persone (malato ed i suoi familiari) e sempre maggiore garanzia e rispetto dei diritti del morente;

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Progetto: Infermiere di distretto dedicato alle famiglie Autore: CPSE Carimali Doriana (s.s.v.d. Servizio Infermieristico Ostetrico Tecnico e della Riabilitazione) Co-Autori: CPSE Alberganti Marinella (Preposto Servizio Infermieristico), CPSE Conte Paola (Sedi decentrate Distretto Novara), CPSE Cavagnino Francesco (Poliambulatorio Distretto di Novara), CPSE Lombardi Anna (Cure Domiciliari). Obiettivi del progetto: Creare una risorsa infermieristica in grado di identificare e rispondere al bisogno di salute della persona e della famiglia e che si integri attraverso interventi di I livello con quanto offerto dai professionisti delle Cure Domiciliari. Metodi utilizzati: Settembre 2004: Analisi del Contesto Ottobre 2004: Analisi delle risorse disponibili con valutazione dei carichi di lavoro delle

Sedi Decentrate, delle Cure Domiciliari Sede Urbane ed Extra Urbane. Novembre 2004: Organizzazione delle risorse rispetto ai carichi di lavoro, al contesto e al progetto. Dicembre/Gennaio 2005: Riunioni di presentazione del progetto a tutti gli attori: Febbraio/Marzo 2005: Costituzione gruppo di lavoro per rendere operativo il progetto. Aprile 2005: realizzazione. Stato del progetto: in corso di realizzazione. Risultati: Si ipotizza di attribuire il supporto necessario al raggiungimento dell’autonomia dell’utente e della famiglia attraverso un percorso educativo personalizzato e di gruppo delle famiglie del territorio di Biandrate e Carpignano. Valutazione: Valutazione dei carichi di lavoro delle sedi Decentrate di Carpignano e Biandrate dal 1/04/05 al 31/12/05. Monitoraggio costante delle attività di I e II livello. Conclusioni/possibili ricadute: 1) il valore creato dal progetto in termini di miglioramento concreto della qualità dei servizi offerti ai cittadini/utenti è determinato da una maggiore attenzione al nucleo famigliare mantenendolo nel contesto territoriale. 2) i principali elementi e le soluzioni d’innovazione tecnologica e organizzativa che hanno caratterizzato il progetto è la centralità dell’utente in quanto non è più l’utente che si rivolge alla struttura ma è il servizio che si offre al cittadino. 3) le possibili future applicazioni del progetto sono lo sviluppo di questa nuova ottica organizzativa anche in altre sedi distrettuali.

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Progetto: La pianificazione assistenziale secondo il metodo N.A.N.D.A. nel Dsm nord Autore: CPSE Lidia Carnevale (Dipartimento Salute Mentale Nord) Obiettivi del progetto: - Sviluppare negli infermieri del DSMnord le conoscenze e le competenze relative al

processo diagnostico e alla pianificazione infermieristica secondo il modello N.A.N.D.A. (North America Nursing Diagnosis Association).

- Far acquisire agli infermieri i principi teorici sul processo di nursing e la diagnosi infermieristica al termine del corso di formazione.

- Far acquisire agli infermieri un linguaggio accademico comune sulle diagnosi e sul processo assistenziale al termine del corso di formazione.

- Introdurre una cartella infermieristica unica in tutte le strutture del DSMn che utilizzi un linguaggio comune per il processo di nursing entro maggio 2005.

Metodi utilizzati: E’ stato organizzato un corso di formazione destinato a tutti gli infermieri che operano nelle strutture sia territoriali che ospedaliere del DSMn. L’intervento formativo è condotto da docenti del Corso di Laurea in infermieristica della Facoltà di Medicina e Chirurgia dell'Università del Piemonte Orientale ed è mirato all’insegnamento di tecniche di individuazione delle diagnosi infermieristiche secondo il modello N.A.N.D.A. che rappresenta uno dei modelli più diffusi nella formazione di base degli infermieri. Fasi del progetto: Il corso si articola in quattro fasi:

Corso teorico: sono state previste due edizioni di 21 ore ciascuna (42 ore totali di docenza) nel periodo maggio 2004 – gennaio 2005; ogni sessione si articola su tre giornate della durata di 7 ore. Date le modalità didattiche e stata prevista la partecipazione di non oltre 24 operatori per modulo.

Implementazione clinica: sono impegnati quattro docenti esperti. Ogni docente esperto incontrerà piccoli gruppi composti da 8 operatori al massimo. Ogni incontro prevede una parte di discussione e supervisione sulle esercitazioni svolte ed una parte incentrata sul tutoraggio individuale e sul monitoraggio delle diagnosi infermieristiche individuate dai singoli operatori.

Monitoraggio dell'intervento: si effettuerà il monitoraggio dell’efficacia del percorso formativo tramite la raccolta di indicatori che misureranno i dati relativi alla congruità delle diagnosi infermieristiche, agli interventi infermieristici messi in atto e ai risultati ottenuti nonché alla percezione degli operatori riguardo al cambiamento organizzativo. Tale rilevazione sarà effettuata nel periodo maggio-settembre 2005

Stesura della cartella infermieristica: è prevista la stesura di una cartella infermieristica da parte degli operatori che rispetti le caratteristiche della metodologia acquisita. Tale strumento sarà utilizzato in tutte le strutture del Dipartimento per un periodo sperimentale che va da maggio a settembre 2005.

Stato del progetto: in corso di realizzazione. Risultati: Gli operatori hanno acquisito le conoscenze teoriche: sui sistemi di codifica NANDA, NIC, NOC che permetteranno di utilizzare un linguaggio comune tra professionisti che operano nelle diverse strutture dipartimentali; sulla formulazione di diagnosi infermieristiche; sul riconoscimento dei modelli organizzativi congruenti con il sistema NANDA;

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sull’elaborazione dei piani di assistenza di I° e II° livello; sull’utilizzo di strumenti di valutazione clinica nel processo di nursing secondo il metodo NANDA. Valutazione: Al fine di valutare l’efficacia del programma formativo sono stati predisposti due set di indicatori di processo e di esito. Un set di indicatori è stato presentato agli operatori, l’altro poiché si ritiene possa influenzare i risultati, non è stato esplicitato al gruppo. E’ stato inoltre somministrato a tutti i partecipanti, in collaborazione con la Scuola di Specializzazione in Psichiatria dell’Università del Piemonte Orientale, un test validato per misurare il livello di burn-out e la percezione degli operatori riguardo al cambiamento organizzativo degli infermieri prima e dopo l’intervento formativo. Conclusioni/possibili ricadute: Il progetto rappresenta un esempio di percorso formativo atto a rispondere al meglio alle continue necessità dell’Infermiere Professionale di maturare conoscenze metodologiche in grado di aumentarne l’operatività clinico-assistenziale attraverso lo sviluppo di una migliore capacità di pianificazione e attraverso interventi basati su parametri di autonomia e di individuale responsabilità. L’applicazione della metodologia secondo il modello NANDA, non ha avuto al momento una piena ricaduta in termini di appropriatezza ed efficacia degli interventi infermieristici in quanto non ancora conclusa. L’esperienza sinora è stata considerata come un’importante occasione per migliorare i processi assistenziali, per perseguire il MCQ, per migliorare l’integrazione tra gli operatori delle diverse strutture assistenziali del DSMn e per adottare una cartella infermieristica comune a tutte le strutture del Dipartimento. Dall’esperienza fatta sino ad oggi, si può comunque ritenere che il modello possa rispondere più adeguatamente alle esigenze di fornire motivazione, organizzazione degli interventi, qualità assistenziale e rispondere in maniera pertinente ai bisogni di cura del cittadino. Nel progetto sono stati coinvolti anche alcuni coordinatori e CPSE dei Dipartimenti di area Medica, Chirurgica e di Salute Mentale Sud con l’obiettivo di sensibilizzare e stimolare l’utilizzo della metodologia basata sul processo di nursing alla luce degli sviluppi legislativi sul ruolo e sulle prospettive della professione infermieristica, dell’abrogazione del Mansionario (DPR 225/94), nonché della definizione del Profilo Professionale dell’Infermiere (D.M. 739/94). Tale coinvolgimento ha permesso e stimolato la costruzione di piani di cura standard nell’ambito dei Dipartimenti di area Chirurgica e Medica denominati, rispettivamente, “Preparazione del paziente all’intervento chirurgico” per la prima, e “L’Assistenza al paziente con Scompenso Cardiaco” per la seconda.

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Progetto: Dimissioni protette Autore: Dott. Augusto Cavagnino (Direttore Dipartimento Medico) Co-Autori Dott. S. Francioni° (Dirigente Medico - Borgomanero), Dott. E. Cappelli° (Dirigente Medico - Arona), Dott. M. Zeno° (Dirigente Medico - Galliate)°, Dott. A. Andina (Direttore Dipartimento Post Acuzie), Dott.ssa M. Bellotti§, CPSE D. Zanetta° (Infermiere - Borgomanero), CPSE G. Vaccino # (Infermiere - Borgomanero), CPSE G. Beltrame° (Infermiere - Arona), Dott. M. Esposito (Direttore Distretto - Borgomanero), Dott. P. Lo Giudice (Direttore Distretto - Arona), Dott.ssa D. Kozel* (Dirigente Medico), Dott.ssa A. Fontana (Direttore Medico PP.OO.R. ASL 13) °S.C. Medicina ASL 13 §S.C. Recupero e Rieducazione Funzionale ASL 13 #S.C. Nefrologia ASL 13 *Direzione Medica PP.OO.R. ASL13 Obiettivi del progetto: SCOPO DEL PROGETTO Quantificare il bisogno assistenziale di tipo post-acuto e sociale all’interno del percorso di dimissione da strutture ospedaliere dell’ASL 13 al fine di costituire una rete integrata ospedale-territorio capace di rispondere, in modo appropriato, alle richieste socio-sanitarie degli utenti. OBIETTIVI SPECIFICI ANALISI DEL BISOGNO 1 – Definire l’appropriatezza della dimissione. In dettaglio: - appropriatezza della richiesta di destinazione del paziente rispetto al suo bisogno - appropriatezza della struttura accettante rispetto al bisogno del paziente 2 – Definire qualitativamente (cause della mancata dimissione) e quantitavamente (numero dei casi e numero di giornate di degenza) l’inappropriatezza della degenza legata alla mancata dimissione. 3 – Analisi di soddisfazione dell’utente. DEFINIZIONE DEL BISOGNO Quantificare il bisogno assistenziale e/o sociale dal paziente in fase post acuta dettagliato in:

1 - bisogno di posti letto in regime di post acuzie 2 – bisogno di strutture sanitarie di residenzialità 3 – bisogno di prestazioni sanitarie ADI e Ospedale a Domicilio (U.O.C.P.) 4 – bisogni sociali dei dimessi nei confronti di strutture residenziali, semiresidenziali o di attività domiciliari

Metodi utilizzati:

Gli obiettivi vengono raggiunti attraverso la realizzazione delle seguenti fasi:

FASE 1. Rilevazione delle strutture di degenza per acuti e post-acuti presenti nell’ASL 13. Costruzione di una mappa dettagliata per sedi e posti letto di tutte le strutture di degenza ospedaliere e territoriali appartenenti all’ASL 13.

FASE 2. Analisi attività delle strutture e dei servizi territoriali nel corso dell’anno 2004 e dell’anno 2005 (P.O. Arona, P.O. Galliate, Distretto Arona e Borgomanero) Resoconto dell’attività effettuata nell’anno 2004 e nell’anno 2005 da:

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FASE 3. Analisi dell’appropriatezza della dimissione mediante la progettazione e applicazione di uno studio osservazionale condotto su tutti pazienti dimissibili dalle strutture di degenza appartenenti al Dipartimento Medico ed al Dipartimento Post acuzie con bisogno assistenziale sanitario e/o sociale che richieda l’attivazione di servizi/strutture ospedaliere o territoriali.

Nella realizzazione del progetto verranno coinvolte le seguenti figure: Responsabili del progetto:

Direzione Medica: Dott.ssa A. Fontana, Dott.ssa D. Kozel Dipartimento Medico: Dott. A. Cavagnino Dipartimento Post acuzie: Dott. A. Andina

Referenti Medici

S.C. Medicina P.O. Borgomanero: Dott. S. Francioni S.C. Medicina P.O. Arona: Dott. E. Cappelli S.C. Medicina P.O. Galliate: Dott. M. Zeno S.C. RRF P.O. Arona: Dott.ssa M. Bellotti

Referenti Caposala

CPSE S.C. Medicina P.O. Borgomanero: Zanetta Daniela CPSE S.C. Nefrologia P.O. Borgomanero: Vaccino Giuseppe CPSE S.C. Medicina P.O. Arona: Beltrame Giuseppina CPS Coordinatore S.C. Medicina: Barbara Re Coordinatore per il progetto: Zanetta Daniela

Altri soggetti coinvolti Direttori S.C. Degenza Dipartimento

Direttore S.C. Medicina P.O. Arona Dott. V. Petrella Direttore S.C. Medicina P.O. Galliate Dott. S. Cardano Direttore S.C. Cardiologia: Dott. M. Zanetta

Direttori Distretti

Direttore Distretto di Arona: Dott. P. Lo Giudice Direttore Distretto di Borgomanero: Dott. M. Esposito

Consorzio dei Comuni per la gestione dei Servizi Socio Assistenziali Associazione di Volontariato Sanitario Sociale Stato del progetto: in attesa di attivazione.

Arona Lungodegenza internistica

Galliate

Arona RRF Estensivo

Galliate Arona RRF Intensiva Galliate

Ospedale di comunità Pariani Berzonno Ospedalizzazione Domiciliare (UOCP) ADI Posti di sollievo

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Risultati: I risultati attesi dalla realizzazione del progetto sono:

1. Identificare i punti critici del percorso di continuità assistenziale dall’ospedale al territorio.

2. Fornire la mappa di tutte le strutture e i servizi di degenza per acuti e post-acuti

presenti nell’ASL 13. 3. Quantificare e qualificare il bisogno di strutture/servizi assistenziali per pazienti in

fase di post acuzie Valutazione: Il progetto sarà valutato sulla base del raggiungimento degli obiettivi prefissati. Conclusioni/possibili ricadute: La quantificazione del bisogno assistenziale del paziente consentirà, nell’ottica del Miglioramento Continuo della Qualità dei servizi offerti al cittadino, la costruzione di una rete integrata di assistenza che garantisca la continuità assistenziale tra ospedale e territorio e l’appropriatezza dell’uso delle risorse disponibili.

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Progetto: La tubercolosi, intervenire e prevenire: l’impegno continua Autori: Dott.ssa Angela Cipelletti (Servizio Igiene e Sanità Pubblica) Co-Autori: Dott.ssa Davilla Destro (Servizio Igiene e Sanità Pubblica) e Dott.ssa Maria Chiara ANTONIOTTI (ssvd Epidemiologia) Obiettivi del progetto: controllo della malattia tubercolare (sorveglianza, prevenzione, diagnosi e cura). In questi anni il SISP ha progressivamente dato applicazione alle indicazioni regionali riguardanti i vari ambiti di rischio della patologia tubercolare (vedi progetto anno precedente).Si è ritenuto utile arrivare ad una valutazione della qualità e della efficacia delle attività in essere sia perché esse richiedono un non indifferente utilizzo di risorse, sia perché si vorrebbe assicurare un’applicazione uniforme degli interventi su tutto il territorio aziendale. Metodi utilizzati: incontri di formazione e informazione e misure di valutazione dei risultati. • Incontri per l’approvazione del protocollo operativo nelle strutture residenziali per anziani area

Nord e addestramento del loro personale infermieristico per l’esecuzione dei test tubercolinici • Percorsi diretti per gli utenti (contatti stretti di casi di TB) per visita pneumologica area Nord • Corso E.C.M. per i MMG • Valutazione dei risultati ottenuti nell’applicazione di protocolli Stato del progetto: in corso di realizzazione. Risultati: • estensione degli interventi nell’area Nord • semplificazione degli accessi alla visita pneumologica area Nord • estensione degli interventi ad altre categorie a rischio (dormitori, strutture di accoglienza

extracomunitari) • aggiornamento MMG • valutazione della corretta gestione dei casi, dei contatti e dei dati epidemiologici • individuazione di punti critici Valutazione: • Gestione della segnalazione dei casi: indicatori da valutare il 30-1-06 n° schede segnalazione di caso pervenute = n° schede completate = n° indagini epidemiologiche effettuate n° indagini epidemiologiche effettuate entro 15 giorni dall’arrivo della segnalazione/N° schede arrivate nel 2005 = 100% Schede inserite nel data base del S.I.S.P. a 30 giorni dall’arrivo/N° schede arrivate nel 2005. Atteso 100% • Gestione delle schede di sorveglianza degli esiti del trattamento antitubercolare (scheda B

regionale per TB polmonare contagiosa) indicatori da valutare il 30-1-06 N° schede B pervenute nel 2005/ n° casi di soggetti di TB polmonare che hanno iniziato la terapia nel 2004. Atteso 100% Schede B trasmesse a centro regionale nei tempi previsti/ schede B pervenute nel 2005= 100% Da schede B si valuteranno anche: % soggetti guariti, % soggetti trasferiti ,% deceduti, % guariti, % trattamento completato, % fallimenti terapeutici, % trattamento interrotto, % trasferiti, (% calcolata su schede B notificate); calcolo % informazioni mancanti N° trasferiti per i quali si sono effettuati contatti per recuperare schede B / n° trasferiti nel 2005; atteso 100%;

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N° persi al follow up per i quali si è intervenuti con attività di recupero / n° persi al follow up nel 2005 (precisando quanti attività sono stati fruttuose per recupero informazioni) Recuperati al follow up con ricerca attiva / persi al follow up su scheda (precisando quanti contatti sono stati fruttuosi per recupero informazioni) • Gestione delle schede di identificazione dei micobatteri su materiale umano (sorveglianza

dai laboratori) N° Schede ricevute Soggetti che hanno entrambe le schede (notifica+laboratorio)/soggetti che hanno entrambe le schede + soggetti che hanno solo notifica + soggetti che hanno solo segnalazione dal laboratorio (ovvero casi totali); atteso 95% Casi individuati attraverso laboratorio/casi totali; (se possibile confronto con dati regionali) • Profilassi dei contatti dei casi: N° schede inserite in apposito database del S.I.S.P. complete dei

dati relativi ai contatti/N° schede inserite % contatti controllati con 1°Mantoux/ contatti individuati e da controllare nel 2005

soggetti sottoposti ad ulteriori controlli (vista e/o RX) / soggetti controllati con 1° Mantoux nell’anno 2005 (valutazione al 31/1/06) % contatti controllati con 2°Mantoux/ contatti da controllare con 2° Mantoux nell’anno 2005 % soggetti messi in chemioprofilassi tra i contatti controllati nel 2005 (se possibile confronto con dati regionali) % casi individuati tra i contatti controllati nel 2005 (se possibile confronto con dati regionali) • Attività di prevenzione e controllo nelle categorie a rischio: extracomunitari: riunioni e/o

lettere: atteso almeno 2 nel 2005 Strutture residenziali per anziani lungodegenti: per l’area nord “Protocollo operativo strutture residenziali per anziani”; per l’area sud richiesta dei dati con lettera scritta al 100% delle strutture residenziali per anziani entro 31/12/05; risposta da almeno 80% delle strutture entro 30/1/06 Casa circondariale: predisposizione e invio di scheda per la valutazione dell’attività svolta N° Mantoux proposte/n°nuovi ingressi; N° Mantoux fatte / nuovi ingressi N° soggetti che hanno eseguito Mantoux +Rx/ N° nuovi soggetti HIV positivi N° soggetti messi in chemioprofilassi/ N° nuovi ingressi che hanno eseguito Mantoux N° casi individuati/ N° nuovi ingressi che hanno eseguito Mantoux Conclusioni/possibili ricadute: • omogeneità degli interventi su tutto il territorio aziendale • miglioramento del servizio per gli utenti area nord • verifica della qualità ed efficacia del lavoro di sorveglianza.

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Progetto: Formazione accreditata in azienda Autore: Sig.a Daniela Costa, D.ssa Marisa Frattini (Referenti Aziendali Progetto Aress – Formazione ECM) Attualmente (e sino alla fine del 2006) è possibile ottenere l’accreditamento ECM dei Corsi organizzati in Azienda inviando la richiesta di accreditamento e relativa documentazione alla Commissione Nazionale per la Formazione Continua. A partire dal gennaio 2007 per poter erogare formazione ECM sarà indispensabile ottenere l’accreditamento a Provider ECM. L’accreditamento a Provider ECM è il riconoscimento da parte di un’istituzione pubblica (Ministero della Salute e/o Regioni) a un soggetto attivo nel campo della formazione continua in sanità, che lo abilita a realizzare attività didattiche per l’ECM e ad assegnare direttamente crediti ai partecipanti I requisiti che il Provider deve possedere per ottenere l’accreditamento riguardano l’organizzazione generale e le risorse, la qualità dell’offerta formativa e la gestione del miglioramento continuo della qualità. I requisiti, i criteri e gli standard sono indicati nel documento “Requisiti minimi per l’accreditamento di Provider ECM” della Commissione Nazionale per la formazione Continua dell’11 novembre 2004. L’aderenza ai requisiti viene valuta dagli Enti accreditatori con l’esame della documentazione prodotta ed eventualmente anche con audit. Per facilitare l’acquisizione del ruolo di Provider e il corretto esercizio di tale funzione la regione Piemonte ha incaricato l’Aress della produzione di un Manuale della Qualità per la formazione. Detto Manuale è stato realizzato con la partecipazione ai tavoli di lavoro di due rappresentanti (CQ e DTS) per ogni Azienda sanitaria Regionale e reso disponibile per la fine di dicembre 2004 Obiettivi del progetto: OTTENERE PER L’ ASL 13 L’ACCREDITAMENTO A PROVIDER AL FINE DI GARANTIRE DIRETTAMENTE I CREDITI ECM AL PERSONALE DIPENDENTE ATTRAVERSO L’EROGAZIONE DI FORMAZIONE E AGGIORNAMENTO SPECIFICI E DI QUALITÀ RISPETTO ALLE PROFESSIONALITÀ E AI RUOLI Metodi utilizzati:. 1) Adozione e implementazione del manuale

- da marzo del 2005-maggio 2005 : cinque incontri con le aziende sanitarie del quadrante 2 e gli specialisti dell’ARESS per la modifica della modulistica prevista nel manuale della qualità e la variazione delle procedure per poterle meglio adattare alla propria realtà - maggio 2005-settembre 2005 : sperimentazione rispetto alla progettazione,erogazione e valutazione di un evento come indicato nel manuale - settembre 2005 - giugno 2006 : adozione e diffusione del Manuale e della modulistica

2) Reperimento di risorse umane e strutturali che possano configurare un’organizzazione

specifica, stabile e finalizzata alla formazione (requisito minimo per l’accreditamento) - entro giugno 2005 definizione delle caratteristiche, compiti ed autonomia di risorse umane motivate a collaborare per la formazione (Referenti) sulla base delle indicazioni del Collegio di Direzione e del Collegio delle Posizioni Organizzative del Comparto - giugno – luglio 2005: individuazione da parte dei Direttori di Dipartimento dei Referenti per la Formazione - entro settembre 2005 nomina dei Referenti - entro ottobre 2005 censimento delle competenze interne e della disponibilità alla docenza; creazione del relativo database - ottobre 2005-dicembre 2005: programmazione di “momenti formativi” per i Referenti e i docenti

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- entro gennaio 2006 riorganizzazione degli spazi a disposizione all’interno delle strutture dell’ASL (messa a norma rispetto alla 626; presenza di PC, videoproiettore, lavagne ecc; regolamento per l’utilizzo delle risorse) - dicembre 2005: censimento di possibili fornitori di aule a Borgomanero, Arona, Galliate, Novara

Stato del progetto: In corso di realizzazione Risultati:. Iscrizione all’Albo nazionale dei provider ECM Garantire con risorse interne (e quindi al solo costo organizzativo) la copertura del 50% dei Crediti necessari Garantire la copertura totale dei crediti rispettando il limite del budget del 2005 Soddisfare i bisogni formativi e di aggiornamento professionale specialistico espresso dagli operatori e dalle strutture aziendali e/o coerenti con gli obiettivi aziendali Valutazione: ♦ Iscrizione all’Albo Nazionale dei Provider ECM entro gennaio 2007 ( bimodale SI/NO standard SI) ♦ totale crediti forniti da corsi interni (standard 0,50) totale crediti necessari per anno ♦ totale costo credito/persona anno 2005 (standard 1) totale costo credito/ persona anno 2007 Possibili ricadute: Valorizzazione delle risorse presenti in azienda che grazie alla partecipazione ad un processo fondamentale come è quello della Formazione continua “acquisiscano” elementi di rinforzo alla consapevolezza e di conferma dell’importanza del proprio ruolo in Azienda .

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Progetto: Comunicazione con i medici di base Autore: Dr. Lelio Dall’Osso (S.C. Assistenza Sanitaria Territoriale) Obiettivi del progetto: Attivazione di una newsletter quindicinale via e-mail, destinata ai medici di medicina generale ed ai pediatri di libera scelta convenzionati con la Asl, a partire dalla seconda metà dell'anno 2005 (12 edizioni); nella stessa sarà convogliata tutta l'informazione istituzionale da parte della Asl, sinora inviata ai medici autonomamente da varie strutture aziendali, con il ricorso a canali diversi (in prevalenza, per mezzo di supporti cartacei). Si prevede anche il coinvolgimento della Aso "Maggiore della Carità". Metodi utilizzati: I) raccolta degli indirizzi e-mail dei medici convenzionati; II) sensibilizzazione delle strutture aziendali della Asl 13 e della Aso "Maggiore della Carità" sulla opportunità di ricorrere ad un canale unificato di comunicazione con i medici di base; III) raccolta dei materiali per la redazione della newsletter; IV) attivazione della stessa. Stato del progetto: in corso di realizzazione. Risultati: L'obiettivo previsto del progetto è quello di stabilire un rapporto costante e sistematico con il settore dei medici di base. Lo strumento impiegato -la posta elettronica- e il numero limitato dei destinatari (circa trecento) consentono una comunicazione potenzialmente bidirezionale. Valutazione: Si prevede di valutare il gradimento della iniziativa somministrando un apposito questionario ai medici destinatari, una volta terminato il primo semestre di attivazione sperimentale. Conclusioni/possibili ricadute: Il valore del progetto consiste nel tentativo di promuovere una maggiore integrazione dei medici di base nel contesto delle attività e della struttura aziendale. Come è noto, tale settore di sanitario è tradizionalmente caratterizzato da un esercizio professionale espletato in una condizione di autonomia, e talora anche di isolamento.

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Progetto: “Il piatto in palestra” Autore: Dr.ssa Nadia Dell’Acqua (Distretto di Galliate) Co-Autori: Dr. Lorenzo Brusa (Referente PEaS), s.s.v.d. Epidemiologa Dr.ssa M.Chiara Antoniotti, ASV Mirella Frattini Obiettivi del progetto: • Aumentare le conoscenze relative ad una corretta alimentazione in rapporto all’attività sportiva

nei ragazzi che praticano sport e/o attività agonistiche.. . • Migliorare le conoscenze relative ad una sana alimentazione in rapporto all’attività sportiva nei

genitori e negli allenatori. • Formulare una lista di raccomandazioni per una corretta alimentazione quando si praticano

attività sportive. La lista sarà redatta dai ragazzi e rivolta ai pari. Metodi utilizzati: Il progetto è stato realizzato in seguito a Bando Regionale HP; è stato approvato e finanziato ed avrà una durata massima di due anni; nasce da una richiesta spontanea di intervento rivolta al REPES Aziendale da parte del Responsabile delle attività ricreative dell’Oratorio Salesiano di Cameri. - Costituzione del Gruppo di lavoro interdisciplinare. - Indagine-censimento presso le società sportive del Comune di Cameri per conoscere il numero e l’età dei destinatari. - Avvio di una serie di incontri tra i ragazzi, i genitori e gli allenatori con un Medico esperto in Scienza dell’Alimentazione e un’Assistente Sanitaria per la restituzione dei dati e la trasmissione di conoscenze corrette in tema di alimentazione e attività sportiva. - Rinforzo dei rapporti di collaborazione con le Associazioni Sportive presenti sul territorio che si occupano di organizzazione, gestione di attività sportive e/o agonistiche e di iniziative di animazione rivolte ai ragazzi. Stato del progetto: in corso di realizzazione. Risultati: - Pubblicazione e diffusione delle raccomandazioni rivolte al gruppo dei pari che verterà sui seguenti temi: - 1 corretta ripartizione delle calorie alimentari nei vari pasti della giornata - 2 scelta corretta dei cibi, inseriti in una lista, da introdurre prima dell’attività sportiva - 3 capacità di organizzare i pasti in relazione agli allenamenti e/o gare sportive - Capacità di scegliere jn una lista di snacks e merendine quelle meno ricche di grassi e più ricche di carboidrati complessi. Valutazione: Report inviati al DoRS, a scadenza stabilita, delle attività avviate: 31 ottobre 2005 Invio del primo report del progetto, dello suo stato di avanzamento, della sua

corrispondenza al progetto iniziale e del relativo rendiconto economico da parte delle ASL-ASO.

31 ottobre 2006 Invio del secondo report su stato di avanzamento del progetto e del relativo rendiconto economico da parte delle ASL-ASO

28 febbraio 2007 Invio relazione finale del progetto, dossier dei materiali prodotti da parte delle ASL-ASO e rendiconto finale

31 marzo 2007 Convegno di presentazione dei progetti e dei risultati realizzato in collaborazione con le ASL-ASO

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Conclusioni/possibili ricadute: Il progetto prevede un approccio di educazione tra pari che ne costituisce l’aspetto innovativo. Innovazioni organizzative: con il progetto si intende raggiungere i ragazzi che praticano attività sportiva e/o agonistica attraverso una lista di raccomandazioni da loro elaborate dopo un breve percorso formativo. Si ritiene che l’educazione tra pari nell’ottica della peer education sia più incisiva ed efficace in questa fascia d’età.

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Progetto: Prevenzione delle cadute degli ospiti anziani residenti in strutture protette. Autore: D.ssa Elisabetta Dessi’ (Servizio Igiene e Sanità Pubblica) Obiettivi del progetto: il progetto è stato finanziato dalla Regione Piemonte nell’ambito dei progetti di ricerca sanitaria finalizzata, e avrà durata di due anni. L’adozione di un protocollo per la prevenzione delle cadute degli anziani ospiti in struttura (problema che attualmente, come da letteratura, interessa il 30% della popolazione ultrasessantacinquenne residente al proprio domicilio ed il 45% degli anziani istituzionalizzati) si configura come un indicatore di qualità dell’assistenza erogata. Le conseguenze temibili della caduta possono essere di ordine traumatico: fratture, ematoma, ecchimosi etc. ma non meno importanti sono le ripercussioni di ordine psicologico, caratterizzate da insicurezza, tendenza ad un progressivo isolamento ed alla riduzione delle attività quotidiane e dei rapporti interpersonali con relativo incremento della disabilità. Metodi utilizzati: - Presentazione del progetto ai responsabili delle Strutture interessate entro marzo-aprile 2005. - Monitoraggio degli eventi caduta, attraverso un sistema di sorveglianza attiva, mediante

l’utilizzazione di una scheda segnalazione caduta da inviare al SISP ogniqualvolta si manifesta l’accaduto ed indipendentemente dall’esito.

- Alla segnalazione seguirà sopralluogo, entro 10 gg. dalla data di segnalazione, da parte di personale SISP con eventuale individuazione dei punti critici relativi a fattori ambientali o intrinseci.

- Stesura di un protocollo di prevenzione cadute da utilizzarsi nelle strutture protette, ma eventualmente esportabile anche agli anziani residenti nel proprio domicilio.

Stato del progetto: in corso di realizzazione. Risultati: - Risoluzione dei fattori di rischio, facilmente correggibili. - Riduzione del fenomeno cadute con conseguente riduzione della morbilità e mortalità. Valutazione: - Verbale di adozione del protocollo da parte dei Responsabili della Struttura. - Riunione di verifica dei dati acquisiti e proposta di eventuale modifica. Conclusioni/possibili ricadute: riduzione del fenomeno con conseguente diminuzione della morbilità e mortalità e contenimento dei costi di assistenza a carico del SSN.

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Progetto: Conoscenza dei servizi del “Dipartimento Materno Infantile” attraverso immagini pubblicitarie Autore: C.P.S.E. Lidia Di Brisco (Dipartimento Materno Infantile) Co-Autori: Tutte le ostetriche del D.M.I. territoriale. Novara: Tanzi Laurita, Marchioro Loredana, Musco Patrizia, Di Giuseppe Barbara, Ceffa M.Carmen. Distretto di Galliate: Ceffa Giovanna, Pedroni M.Rita, Baslino Patrizia, Bottega Emanuela. Distretto di Borgomanero:Volpe Graziella, Cerutti Antonella. Distretto di Arona: Minerva Anna Dora, Testa A. Maria. Obiettivi del progetto: Favorire la conoscenza dei servizi attraverso l’immagine. Metodi utilizzati: Individuazione gruppo di lavoro Individuazione del gruppo di lavoro (ostetriche) Poster da riprodurre ed esporre in tutte le U.O. del D.M.I. Progetto giostra- Disegno in scala, costruzione in cartone e/o compensato, e successiva esposizione nella sede centrale del D.M.I. Stato del progetto: in attesa di attivazione. Risultati: Maggiore facilità di accesso ai servizi. Aumento qualità percepita. Valutazione: Il sistema di valutazione è previsto attraverso somministrazione di schede di gradimento Aumento n° di accessi ai servizi. Conclusioni/possibili ricadute: 1) il valore creato dal progetto in termini di miglioramento concreto della qualità dei servizi offerti ai cittadini/utenti, ovvero ai destinatari finali delle attività 2) i principali elementi e le soluzioni d’innovazione tecnologica e/o organizzativa che hanno caratterizzato il progetto 3) le possibili future applicazioni del progetto Aumento della qualità. Pubblicità finalizzata Pubblicità con poster in ogni singola U.O. del D.M.I. Collocazione “giostra” sede centrale D.M.I. Attuabile a breve termine.

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Progetto: Caccia alla “zanzara tigre” Autore: Dott. Aniello Esposito (Direttore S.I.S.P.) Co-Autore: Sig. Gianni Riva, Sig.ra Maria Rosa De Luca (Tecnici della Prevenzione – S.I.S.P.) Obiettivi del progetto: Nell’ambito dello specifico programma della Regione Piemonte, assicurare lo svolgimento delle attività di prevenzione dell’infestazione da Aedes Albopictus (“zanzara tigre”), una zanzara proveniente dalla regione asiatica potenziale vettore (nei paesi di origine) di agenti patogeni causa di gravi malattie, che si sta diffondendo, con modalità molto particolari legate in prevalenza al commercio di pneumatici usati, in diverse aree del territorio nazionale e regionale. In Italia questa specie di zanzara non è fortunatamente in grado, nelle condizioni climatiche attuali, di trasmettere malattie ma può essere causa di infestazioni ambientali molto disturbanti, tali da interferire notevolmente con il benessere delle persone eventualmente interessate: la zanzara è infatti molto aggressiva, punge anche durante il giorno e può provocare negli individui, trattandosi di specie alloctona, reazioni molto intense alla puntura. La difficoltà di eradicazione dell’infestazione, con conseguenti costi notevoli in termini economici e di impatto sull’ambiente, giustifica l’impegno e le azioni sul territorio volte al monitoraggio ed alla prevenzione. Metodi utilizzati: Dopo una fase di formazione e addestramento avvenuta a livello regionale, gli operatori S.I.S.P. hanno iniziato già da alcuni anni le attività specifiche che prevedono: - individuazione dei siti a rischio (raccolta di notizie, ispezioni periodiche e mirate, ecc.) - monitoraggio degli stessi siti attraverso la collocazione di “trappole” destinate alla deposizione di uova di zanzare - gestione settimanale, da maggio ad ottobre, delle stesse “ovitrappole” - studio del materiale raccolto al microscopio binoculare per individuare la presenza di uova ed identificare eventualmente la specie (con la collaborazione del centro di consulenza di secondo livello) - indicazioni di provvedimenti specifici (disinfestazione) nei siti a rischio e verifica delle loro modalità di attuazione - redazione annuale di dettagliata relazione illustrativa sulle attività svolte Stato del progetto: in corso di realizzazione. Risultati: Il Servizio ha monitorato nel corso di questi anni diversi siti a rischio, garantendo sempre l’espletamento delle modalità di sorveglianza secondo gli standard fissati a livello regionale. Nel corso dell’ultimo anno l’attività ha riguardato 2 siti a rischio (un’area di commercio di pneumatici usati ed un’area di stoccaggio rifiuti), comportando la gestione settimanale di un numero complessivo di 12 ovitrappole e la conseguente verifica al microscopio binoculare di 257 listelle di faesite, con esiti comunque sempre negativi. L’attività di controllo nell’anno 2005 prevede, fatta salva l’eventuale individuazione di nuovi siti a rischio, la prosecuzione del monitoraggio negli stessi siti sopra indicati. L’attività di vigilanza ha contribuito a mantenere il territorio di competenza attualmente indenne da infestazione da Aedes Albopictus. Valutazione: Le valutazioni vengono effettuate dalla Direzione Sanità Pubblica Regionale avvalendosi della collaborazione del centro di consulenza di secondo livello. L’attività svolta viene valutata, tenuto conto delle relazioni annuali inviate, attraverso ispezioni e verifiche da parte di operatori del suddetto

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centro di consulenza tecnico. Tali verifiche sono volte a verificare le modalità operative e la loro congruenza con il programma regionale. Conclusioni/possibili ricadute: Partecipazione, nell’ambito di un progetto di rilevanza regionale e nazionale, ad un processo di revisione del ruolo del SISP in un settore tradizionale dell’Igiene Pubblica. Prevenzione specifica di un’infestazione potenzialmente molto disturbante e difficile da eradicare, con conseguente potenziale risparmio di risorse economiche pubbliche. Formazione specifica degli operatori ai fini di un approccio specialistico alle attività di disinfestazione. Creazione di un piccolo gruppo specializzato operante su tutto il territorio di riferimento. Potenziamento delle attività di monitoraggio in collaborazione con le attività svolte dai Comuni di lotta integrata alle zanzare, con particolare riferimento alle necessità di sorveglianza in alcuni Comuni potenzialmente esposti al rischio di infestazione con altre modalità (traffico veicolare). Previsione di estensione delle attività di prevenzione nei riguardi di altri agenti infestanti.

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Progetto: Alla ricerca di un “ospedale senza dolore”: … i primi passi nell’ASL 13 Autore: Dott.ssa Arabella Fontana (Direttore Medico PP.OO.R. ASL 13) Co-Autori: Componenti del COMITATO OSPEDALE SENZA DOLORE della ASL 13: Dott.ssa D. Kozel * (Dirigente Medico), CPS L. Signorotti * (Infermiere), Dott. V. Cardillo ° (Dirigente Medico), CPS R. Tamiello ° (Infermiere), Dott. P. Azza § (Dirigente Medico - Arona), Dott.ssa E. Zecca § (Dirigente Medico - Borgomanero), Dott. V. Rabolini § (Dirigente Medico - Galliate), CPS O. Lamolea § (Infermiere - Arona), CPS L. Manca § (Infermiere - Borgomanero), Dott.ssa M. Diana # (Farmacista), Dott.ssa G. Nuvolone ^ (Dirigente Psicologa) *Direzione Medica PP.OO.R. ASL13 °SSVDip Cure Palliative e Terapia Antalgica ASL 13 §S.C. Anestesia e Rianimazione PP.OO.R. ASL 13 #S.C. Servizio Farmaceutico - Dipartimento Assistenza Farmaceutica ASL 13 ^S.S.V.Dip. Servizio di Psicologia ASL 13 Obiettivi del progetto:. OBIETTIVO GENERALE Implementare il percorso per la realizzazione dell’”Ospedale senza Dolore” nell’ambito della ASL 13, nel rispetto delle Linee Guida di cui al Provvedimento 24.05.2001, in modo da garantire nei Presidi Ospedalieri Riuniti la messa in atto di tutte le misure possibili per contrastare il dolore indipendentemente dal tipo di dolore rilevato, dalle cause che lo originano e dal contesto di cura. OBIETTIVI SPECIFICI 1. ASSICURARE UN OSSERVATORIO SPECIFICO DEL DOLORE NEI PRESIDI OSPEDALIERI DELLA ASL 13 1.1 stimare la dimensione del dolore nei pazienti dei tre ospedali dell’ASL 13 1.2 verificare il grado di concordanza tra dolore percepito dal paziente e dolore valutato dal personale sanitario 1.3 predisporre una scheda per la rilevazione del dolore nel corso della degenza da adottare

quale parte integrante della cartella clinica 2. PROMUOVERE LA SENSIBILIZZAZIONE E LA FORMAZIONE DEL PERSONALE

MEDICO E NON MEDICO 2.1 effettuare l’analisi del fabbisogno formativo 2.2 progettare e realizzare un corso di formazione da accreditare (ECM) sulla gestione del

dolore rivolto a tutti gli operatori sanitari ospedalieri e territoriali 3. PROMUOVERE GLI INTERVENTI IDONEI AD ASSICURARE NELLE STRUTTURE

SANITARIE LA DISPONIBILITÀ DEI FARMACI ANALGESICI, IN PARTICOLARE DEGLI OPPIOIDI, IN COERENZA CON LE INDICAZIONI FORNITE DALL'OMS, ASSICURANDO INOLTRE LA VALUTAZIONE PERIODICA DEL LORO CONSUMO.

3.1 predisporre un report dei consumi dei farmaci analgesici, in particolare degli oppioidi 3.2 verificare l’appropriatezza d’uso dei farmaci analgesici 3.3 divulgare protocolli per il corretto impiego dei farmaci analgesici 4. PROMUOVERE PROTOCOLLI DI TRATTAMENTO DEI DIVERSI TIPI DI DOLORE 4.1 predisporre e adottare linee guida e protocolli di trattamento del dolore 4.2 monitorarne i livelli di applicazione e valutarne l’efficacia

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5. SENSIBILIZZARE L’UTENZA DIVULGANDO GLI IMPEGNI DELL’AZIENDA NELLA GESTIONE DEL DOLORE

5.1 predisporre materiale informativo e cartellonistica per utenti Metodi utilizzati: Il progetto complessivo è stato presentato al 1° Quality Day dell’ASL 13 tenutosi in data 27/05/2004 tra le iniziative per rendere migliore il servizio offerto ai cittadini che usufruiscono delle strutture ospedaliere aziendali: lo stesso è stato avviato nel corso dell’anno 2004 in applicazione delle Linee Guida Regionali per la realizzazione dell’Ospedale senza Dolore del 24.05.2001 e vede la sua implementazione nel 2005. E’ promosso e sviluppato dal “Comitato Ospedale senza Dolore” (C.O.S.D.) della ASL 13, gruppo multidisciplinare e multiprofessionale interno istituito nel dicembre 2003, composto da Medici di Direzione Medica, Anestesisti e Infermieri dei Blocchi Operatori dei tre Ospedali, un Medico e un Infermiere della struttura Cure Palliative e Terapia Antalgica, un Farmacista, una Psicologa e un Rappresentante dell’Associazione Volontari Ospedalieri. Il gruppo ha lavorato nell’anno 2004 completando le prime fasi del progetto, di seguito riportate: 1. esecuzione di una indagine per la rilevazione della prevalenza del dolore nei pazienti degenti presso i reparti dei PP.OO.R. 2. elaborazione ed analisi dei risultati dell’indagine, con individuazione del fabbisogno formativo 4. ricognizione/mappatura delle modalità di trattamento del dolore adottate da ciascuna struttura 5. predisposizione di un report periodico dei consumi dei farmaci analgesici, in particolare degli oppioidi Le fasi del progetto da realizzare entro dicembre 2005 sono: 1. produrre un documento di sintesi dei risultati delle rilevazioni svolte nel 2004 (prevalenza, modalità di trattamento, bisogni formativi) 2. progettare e realizzare un corso di formazione da accreditare (ECM) sulla gestione del dolore rivolto a tutti gli operatori sanitari ospedalieri e territoriali, rispondente ai bisogni formativi rilevati in Azienda; 3. predisporre una scheda per la rilevazione del dolore nel corso della degenza da adottare quale parte integrante della cartella clinica STRUMENTI: A. rilevazione della prevalenza del dolore: SCHEDA

B. rilevazione di strumenti in uso: SCHEDA

C. divulgazione risultati delle indagini effettuate: DOCUMENTO/ARTICOLO

D. risposta a bisogni formativi: INTERVENTO INFORMATIVO/FORMATIVO (CORSO)

E. rilevazione del dolore: SCHEDA AD HOC (IN CARTELLA CLINICA) Stato del progetto: in corso di realizzazione. Risultati: I RISULTATI ATTESI dal C.O.S.D. dell’ASL 13 all’avvio del progetto erano i seguenti:

- rilevazione della prevalenza del dolore, al fine di dare concretezza e quantizzare l’entità del problema

- rilevazione delle attitudini e conoscenze di medici ed infermieri, per poter pianificare gli interventi formativi in base alle

carenze riscontrate. - rilevazione delle modalità di trattamento del dolore, per poter giudicare criticamente le prassi

in atto ed elaborare le modifiche da proporre/estendere alle diverse realtà pur nel rispetto delle peculiarità e specificità

di ciascuna

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- promozione di protocolli uniformi di trattamento dei diversi tipi di dolore, monitoraggio dei livelli di applicazione;

valutazione di efficacia - predisposizione di materiale informativo e cartellonistica per gli utenti.

Dopo un anno di lavoro, i RISULTATI RAGGIUNTI sono di seguito brevemente illustrati. 1. La prevalenza del dolore nei PP.OO. dell’ASL 13. L’indagine di prevalenza è stata effettuata in tutti e tre gli ospedali dell’ASL 13 nel corso del mese di ottobre 2004. L’intervista è stata condotta da personale interno appositamente formato che ha somministrato un questionario (predisposto e validato dal C.O.S.D.) composto da due parti, una parte riservata all’Infermiere e una parte riservata al paziente. Contestualmente è stata somministrata al personale delle strutture di degenza una scheda di rilevazione delle modalità di trattamento del dolore (prassi in uso nel reparto) e delle attitudini e conoscenze di medici ed infermieri sul problema. Sono stati intervistati un totale di 203 pazienti di età media di 66,5 anni (ds ± 20) ricoverati da almeno 24 ore presso uno dei reparti di degenza dei tre Presidi Ospedalieri. L’analisi è stata condotta solo sulle schede complete in tutti gli items indagati, corrispondenti all’ 80% della popolazione intervistata (162 schede). Il 57% (pari a 93 su 162) dei pazienti intervistati ha dichiarato di provare un dolore al momento dell’intervista, con un’intensità da lieve per il 18,5% (30 casi), a media per il 26,5% (43 casi), a forte per l’11% (18 casi), a fortissima per l’1,2% (2 casi); per il 56% di tali pazienti il dolore era spontaneo. Il restante 43% dei pazienti ha dichiarato di non provare dolore. Dal punto di vista dell’infermiere di turno, i pazienti con dolore erano il 43,8% (pari a 71 su 162) dei pazienti ricoverati, con intensità di dolore variabile da lieve per il 22% (36 casi), a media per il 15,4% (25 casi), a forte per il 5,5% (9 casi:), a fortissima per lo 0,6% (1 caso); a giudizio dell’infermiere il 47,5% dei pazienti non provava dolore al momento della rilevazione del dato. Per l’8,7% dei pazienti (14 casi) l’infermiere non era a conoscenza dello stato del paziente rispetto al dolore (11 casi) o non ha dichiarato la presenza o assenza di dolore (3 casi). Mettendo a confronto il giudizio del paziente e dell’infermiere relativamente all’intensità del dolore provata al momento dell’intervista emerge che le risposte concordano nel 70% dei casi quindi per 114 pazienti su 162 l’infermiere è a conoscenza della presenza/assenza del dolore. Considerando la percezione del dolore nelle 24 ore di ricovero precedenti all’intervista, il 66% dei pazienti (107 casi) ha dichiarato di aver provato dolore con un’intensità da lieve nel 14% (23 casi), a media nel 25,3% (41 casi), a forte nel 21 % (34 casi), a fortissimo nel 5% (9 casi). Il 23,3% dei pazienti ha dichiarato di non aver provato dolore. Il 5,5% non ha dato risposta. Valutando il trattamento del dolore nei pazienti che hanno avuto dolore durante il ricovero, è emerso che solo il 74% è stato trattato farmacologicamente. Approfondendo l’analisi per area di degenza si è evidenziata una maggiore attenzione alla gestione del dolore nell’area chirurgica (l’86% dei pazienti chirurgici risultano sottoposti a trattamento farmacologico) rispetto all’area medica (solo il 60 % dei pazienti di competenza medica beneficiano di terapia del dolore). 2. Le attitudini e conoscenze di medici ed infermieri operanti presso le strutture di degenza dei PP.OO.R. dell’ASL 13. Dall’indagine realizzata attraverso l’intervista al personale delle strutture di degenza degli Ospedali della ASL13 è emerso che: - non esiste uno strumento standardizzato di rilevazione del dolore - il dolore viene rilevato per tutti i pazienti ricoverati in regime di ricovero ordinario e segnalato sulla cartella clinica o sulla cartella infermieristica - il dolore viene trattato in tutti i pazienti ricoverati secondo il bisogno - il paziente viene informato sul dolore dal personale medico e infermieristico al momento del bisogno e del suo ingresso nella struttura -non è identificata una figura specifica per la rilevazione del dolore, il trattamento e l’informazione 3. Le modalità attuali di trattamento del dolore.

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L’analisi dei dati raccolti ha rivelato che il 62,5% dei pazienti è stato trattato con FANS mentre il 36,5% con Oppioidi. L’1% è stato trattato con entrambe le categorie di farmaci. I protocolli adottati sono differenti nelle diverse realtà ospedaliere. Non si dispone di una procedura uniforme di gestione del paziente ricoverato che presenta dolore. Valutazione: Il progetto verrà valutato sulla base del raggiungimento degli obiettivi nel rispetto dei tempi previsti. Gli obiettivi ad oggi raggiunti (cfr cap. 1.3 Paragrafo “Obiettivi Specifici”) sono: 1.1, 1.2, 2.1, 3.1 Conclusioni/possibili ricadute: Facendo tesoro dei risultati delle rilevazioni eseguite nel 2004, il COSD - gruppo multidisciplinare e multiprofessionale interno all’Azienda dedicato alla promozione dell’”Ospedale senza dolore”, che opera trasversalmente a livello delle strutture ospedaliere e territoriali -. proseguirà nel 2005 a perseguire l’obiettivo di garantire nei Presidi Ospedalieri la messa in atto di tutte le misure possibili per contrastare il dolore indipendentemente dal tipo di dolore rilevato, dalle cause che lo originano e dal contesto di cura. In seguito all’attuazione delle fasi operative propedeutiche, si programmeranno:

1. la valutazione periodica della prevalenza del dolore in ospedale. 2. la valutazione del grado di soddisfazione dei pazienti. 3. la valutazione del grado di preparazione degli operatori sanitari 4. la verifica periodica dell'avvenuta misurazione del dolore e della sua regolare indicazione in

cartella clinica. 5. la valutazione del consumo di farmaci analgesici..

In termini di miglioramento della qualità dei servizi offerti, la costruzione di un sistema di gestione (rilevazione e trattamento) del dolore, integrato e condiviso da tutti gli operatori sanitari è certamente un valore aggiunto all’assistenza, che sarà realizzato sia in ambito ospedaliero (dapprima area di degenza ordinaria e Day Surgery, ma poi anche a livello degli ambulatori e del Pronto Soccorso per un ’”Ospedale senza Dolore”) sia nella realtà territoriale (anche il “Territorio senza dolore”). La predisposizione di materiale informativo e cartellonistica per gli utenti rappresenterà la dichiarazione degli impegni dell’Azienda nella gestione del dolore.

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Progetto: Indagine multicentrica sulle cartelle cliniche Autore: Dott.ssa Arabella Fontana (Direttore Medico PP.OO.R. ASL 13) Co-Autori: Dott.ssa B. Bragante *(Dirigente Medico), Dott. S. Dal Cin ° (Dirigente Medico), sig.ra C. Pozzoni * (CPSE), Dott.ssa L.P. Zanetta* (Coll. Amm. Esperto) *Direzione Medica PP.OO.R. ASL13 °SC Chirurgia Borgomanero – Dipartimento Chirurgico ASL 13 Obiettivi del progetto: - Effettuare uno studio al fine di individuare criteri comuni da seguire per stendere documenti (cartelle cliniche) comprensibili, elaborati con qualità professionale, rispondenti agli obblighi di legge. - Predisporre uno strumento di governo (di guida e di valutazione) delle cartelle cliniche. Metodi utilizzati: Il progetto di indagine multicentrica sulle cartelle cliniche è stato promosso da un gruppo di professionisti di aziende sanitarie operanti sul territorio nazionale impegnati nella promozione della qualità della documentazione sanitaria, in collaborazione con l’Associazione Risk Management Sanita'–Onlus. Le Aziende partecipanti all’indagine campionaria multicentrica sono 11, dislocate nelle regioni Lombardia, Marche, Piemonte: Gruppo Villa Maria (Di Marco), Pio Albergo Trivulzio (Bassoli), Istituto Nazionale Tumori (Argiolas), A.O.G.Pini (Calori), Clinica S.Siro –Gruppo San Donato (Maino), Spedali Civili di Brescia (Confortini); Zona Territoriale 7-ASUR Regione Marche (Bertolazzi); Asl 19 Asti (Ciaceri), Asl 10 Pinerolo (Cavallo), Asl 1 Torino – Presidio OEV (Corsi), Asl 13 Novara (Fontana). Il protocollo dell’indagine prevede che ogni singola Azienda proceda all’estrazione e alla conseguente disamina di un campione casuale di cartelle cliniche (di numerosità pari a 100). Rappresentano criteri di selezione il periodo di inizio della rilevazione (dimissioni a partire dal 1 marzo 2004), l’esclusione dei ricoveri in regime di day surgery – day hospital, la sequenza continua (ininterrotta) di cartelle sino a 100. Per la raccolta dei dati è stata elaborata - sulla base della check list predisposta dalla Regione Lombardia con una parziale revisione delle variabili - una “Scheda rilevazione dati”: le 32 variabili prescelte (es: dati anagrafici, anamnesi, esame obiettivo, procedure, diario clinico, terapia, referti, consenso informato, ecc.) vengono indagate rispetto ad alcuni criteri (presenza/assenza, rintracciabilità, completezza). La conclusione della raccolta dei dati da parte di tutte le Aziende partecipanti è fissata per l’ 8 aprile 2005. Ad essa seguirà la fase di analisi e l'interpretazione dei dati sul campione complessivo di 1.100 cartelle, con il supporto del professor Roberto Russo, statistico che opera presso il Dipartimento di Sanità Pubblica dell'Università di Torino. Successivamente i risultati ottenuti nel complesso e per singola Azienda saranno divulgati e utilizzati per sensibilizzare i sanitari che compilano la cartella clinica al fine di un miglioramento della qualità della documentazione sanitaria. Stato del progetto: in corso di realizzazione. Risultati: La cartella clinica è uno strumento informativo nel quale si raccolgono i dati anagrafici, anamnestici e obiettivi, le attività diagnostico - terapeutiche praticate, riguardanti la persona ricoverata. La cartella deve essere redatta chiaramente con puntualità e diligenza, nel rispetto della buona pratica clinica. Il progetto di indagine multicentrica si propone di individuare tra i requisiti della cartella clinica gli aspetti più rilevanti sotto il profilo Clinico e Medico legale, da presidiare per migliorare la compilazione della stessa ed aumentarne l’efficacia in un’ottica di Risk Management.

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Valutazione:

1) di PROCESSO: rispetto dei programmi operativi (fasi, attività, tempistica) 2) di RISULTATO:

- report finale a seguito dell’analisi che verrà condotta attraverso la costruzione di indicatori di Efficienza (es. Numero di cartelle cliniche con redattore non identificato/Numero di cartelle ispezionate); Indicatori di Efficacia (es. Numero di cartelle cliniche in cui sia inclusa la lettera di dimissione/Numero di cartelle cliniche ispezionate); Indicatori di Risultato (es.Numero di cartelle cliniche con campo “x” completo/Numero di cartelle cliniche ispezionate)

- divulgazione dei risultati ottenuti nelle singole realtà aziendali per ricaduta operativa

Conclusioni/possibili ricadute: La cartella clinica, strumento di lavoro per il medico operante in una struttura di degenza, costituisce una verbalizzazione, ossia una registrazione delle notizie riguardanti il soggetto ricoverato il cui fine ultimo si identifica nella tutela della salute del paziente. Dunque essa rappresenta il mezzo più fedele in grado di documentare il decorso clinico di ogni degente, delle decisioni assunte, degli interventi effettuati e quindi del comportamento della struttura dell’ospedale. Inoltre essa è la base per la corretta valorizzazione dell’attività da un punto di vista economico anche in considerazione dell’introduzione, nel SSN, dei DRG. Essa rappresenta inoltre un veicolo di comunicazione importante verso l’esterno (medici di base, assicurazioni, ASL ecc.) ed uno strumento scientifico e didattico per lo studio e formazione professionale oltre che una preziosa fonte documentale per le ricerche di carattere storico. Promuovere la corretta compilazione della cartella clinica, e di altra documentazione sanitaria, è presupposto di un intero percorso che porta al miglioramento della qualità delle attività svolte in regime di ricovero ed ambulatoriale.

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Progetto: Sperimentazione di sistemi di individuazione e analisi del rischio nei presidi ospedalieri riuniti della ASL 13. Autore: Dott.ssa A. Fontana * (Direttore Medico PP.OO.R. ASL 13) Co-Autori: Dott. E. Pagani * (Dirigente Medico), Dott.ssa B. Bragante * (Dirigente Medico), Dott.ssa D. Kozel * (Dirigente Medico), CPSE B. Bacchetta * (Capo sala), CPSE C. Pozzoni * (Capo sala), CPS L. Signorotti * (Infermiere), CPS M.L. Zanetti * (Infermiere), Dott.ssa L.P. Zanetta * (Coll. Amm. Esperto), Dott. E. De Angelis ° (Medico Coordinatore); CPSE E. Parmigiani° (Capo sala), Dott. C. Sguazzini § (Direttore Dipartimento e S.C. Chirurgia), Dott.ssa A. Rubino § (Dirigente Medico - Borgomanero), CPSE M. Poletti § (Capo sala), Dott. A. Cavagnino # (Direttore Dipartimento e SC Nefrologia e Dialisi), Dott.ssa P. Carpani # (Dirigente Medico), Prof. R. Russo ^ (professore associato, coordinatore Master in Risk Management) *Direzione Medica PP.OO.R. ASL13 ° SSVDip DEA Borgomanero – PS Arona

§ Dipartimento Chirurgico - SC Chirurgia ASL 13 # Dipartimento Medico - SC Nefrologia e Dialisi ASL 13 ^ Dipartimento di Sanità Pubblica e Microbiologia dell'Università di Torino Obiettivi del progetto: Sperimentare nell’ambito di tre realtà dei Presidi Ospedalieri Riuniti (DEA/PS; Chirurgia; Dialisi) alcuni strumenti di identificazione e analisi del rischio nelle strutture sanitarie, e in particolare: a) al DEA, il sistema di incident reporting, modalità di raccolta delle segnalazioni in modo

strutturato su eventi indesiderati, utile nella fase di identificazione e analisi del rischio b) nei tre reparti di Chirurgia dei PP.OO.R. e presso il Servizio Dialisi, il metodo FMECA, tecnica

sistematica per identificare e prevenire problemi sui prodotti o processi prima che essi insorgano Utilizzare le informazioni - di tipo qualitativo - generate dai sistemi sperimentati per il miglioramento del sistema delle cure erogate nei Presidi Ospedalieri Riuniti della ASL 13 (progettazione e adozione di azioni correttive/di miglioramento; creazione di consapevolezza negli operatori sui temi della sicurezza del paziente) Pianificare il sistema di identificazione del rischio da adottare nell’ambito di tutte le strutture dei Presidi Ospedalieri Riuniti. 1 Metodi utilizzati: a) sperimentazione di sistema di INCIDENT REPORTING al DEA del P.O. di Borgomanero Fasi di realizzazione del progetto e cronoprogramma 1. DEFINIZIONE DEL SISTEMA DA ADOTTARE - Definizione della Scheda di segnalazione spontanea di “near miss” (Master in Risk Management – 22/02/05) - Costituzione del gruppo di lavoro referente: Direttore Medico, Dirigente Medico DM, Coordinatore DEA, CPSE DEA, Esperto “on line” (Prof. Roberto Russo – Dipartimento di Sanità Pubblica e di Microbiologia Università di Torino; coordinatore Master in Risk Management) - Definizione del flow chart operativo, del sistema di classificazione degli eventi e del sistema informatizzato di registrazione degli eventi (entro 15/04/2005)

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2. SENSIBILIZZAZIONE DEL PERSONALE OPERANTE AL DEA: - presentazione preliminare del progetto al Coordinatore e al personale infermieristico del DEA (25/02/2005) - incontro “formativo” con l’Esperto per sensibilizzare il personale al tema del rischio nelle strutture sanitarie, di fornire le conoscenze relative al significato di evento/incidente, evento avverso, quasi incidente e sicurezza del paziente, di addestrare all’uso della scheda di segnalazione (programmato per 11/04/2005 ore 14.00) 3. AVVIO DEL SISTEMA DI INCIDENT REPORTING (sperimentale per tre mesi dal 15/04 al 15/07 c.a.): - adozione della scheda di segnalazione (su base volontaristica, confidenziale) - ricezione ed analisi delle segnalazioni (qualitativa) da parte del coordinatore DEA, in tempo reale - utilizzo delle segnalazioni per la progettazione di interventi a soluzione dei problemi emersi (gruppo di lavoro referente) - adozione di interventi coerenti con quanto emerso dalle segnalazioni elaborate (gruppo di lavoro referente) - utilizzo del sistema delle segnalazioni per monitorare le azioni introdotte (gruppo di lavoro referente) - restituzione delle informazioni (gruppo di lavoro referente) 4. VALUTAZIONE DELLA SPERIMENTAZIONE - redazione di un report “qualitativo” a cura del gruppo di lavoro referente relativo ai risultati della sperimentazione effettuata da divulgare alla Direzione Generale e agli operatori dei PP.OO.R. (in sessione di seminario da organizzare entro 2005) Strumenti e metodi Il sistema di Incident reporting si basa sulla segnalazione spontanea di evento inteso come accadimento connesso a un insuccesso (potenziale - quasi incidente – o che ha causato danni – incidente -) rilevato dagli operatori attraverso una scheda di segnalazione. La sperimentazione consiste nella rilevazione degli eventi che accadranno al DEA di Borgomanero attraverso la scheda di segnalazione spontanea da parte degli operatori per un periodo di tre mesi (con possibilità di prolungare la durata, ove ritenuto opportuno) b) sperimentazione del metodo FMECA nei tre reparti di Chirurgia dei PP.OO.R. e presso il Servizio Dialisi Fasi di realizzazione del progetto e cronoprogramma 1. DEFINIZIONE DEL SISTEMA DA ADOTTARE - Definizione dell’oggetto dell’analisi: descrizione del corretto svolgimento delle attività necessarie a realizzare il servizio Chirurgia e Dialisi (check list) - Analisi qualitativa: definizione di tutti i possibili modi di errore/guasto, i loro effetti, le cause potenziali – (a cura di esperto in Risk Management) - Costituzione del gruppo di lavoro referente: SC Chirurgia: Medico Direzione Medica, Direttore e CPSE Dipartimento Chirurgico, Medico SC Chirurgia Servizio Dialisi: Medico Direzione Medica, Direttore e CPSE Dipartimento Medico, Medico Servizio Dialisi

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+ Esperto “on line” (Prof. Roberto Russo – Dipartimento di Sanità Pubblica e di Microbiologia Università di Torino; coordinatore Master in Risk Management) - Definizione del flow chart operativo (entro 15/04/2005) 2. FORMAZIONE DEL PERSONALE DELLE CHIRURGIE E DELLA DIALISI: - presentazione preliminare del progetto al Direttore e al CPSE del Dipartimento Chirurgico e al Direttore del Dipartimento Medico (15/03/2005) - incontro “formativo” con l’Esperto per sensibilizzare il personale al tema del rischio nelle strutture sanitarie, di fornire le conoscenze relative al metodo FMECA, di addestrare all’analisi quantitativa (programmato per 11/04/2005 ore 14.00) 3. APPLICAZIONE DELLO FMECA: - analisi quantitativa: formulazione di giudizio di valore da parte degli operatori delle tre Chirurgie e della Dialisi su criteri predefiniti per calcolo di indice di priorità del rischio (IPR) - utilizzo degli IPR per rilevare le situazioni a maggior rischio e individuare le priorità di intervento (rispettivamente: Direttore e CPSE Dip Chirurgico e Dialisi) - discussione dei risultati con gli operatori coinvolti nella rilevazione (entro un mese dall’avvio dell’analisi) - assunzione delle decisioni per abbassare il livello di rischio (controllo, riduzione, eliminazione) 4. VALUTAZIONE DELLA SPERIMENTAZIONE - redazione di un report “qualitativo” a cura del gruppo di lavoro referente relativo ai risultati della sperimentazione effettuata da divulgare alla Direzione Generale e agli operatori dei PP.OO.R. (in sessione di seminario da organizzare entro 2005) Strumenti e metodi Il metodo FMECA “Failure Mode and Effect Criticality Analisys” è una tecnica sistematica per identificare e prevenire problemi sui prodotti o processi prima che essi insorgano, utilizzata da oltre 30 anni in settori industriali (automobilistico, aeronautico) e recentemente proposta dalla Joint Commission alle Organizzazioni sanitarie quale strumento per la prevenzione dei rischi. L’applicazione del metodo mira a ottenere una misura del grado di percezione degli eventi potenzialmente pericolosi per il paziente e dell’individuazione delle priorità di intervento sanitarie . Le indicazioni che si ottengono possono essere utilizzate per individuare la migliore allocazione di risorse che possano prevenire più efficacemente i rischi e migliorare le condizioni organizzative. Stato del progetto: in corso di realizzazione. Risultati: L’applicazione pratica in campo ospedaliero di strumenti per la riduzione del rischio clinico in un’ottica di Risk Management mira ad un miglioramento del sistema delle cure erogate nei Presidi Ospedalieri Riuniti della ASL 13, attraverso la progettazione e adozione di azioni correttive/di miglioramento e la creazione di consapevolezza negli operatori sui temi della sicurezza del paziente. Il risultato atteso finale è la pianificazione di un sistema di identificazione del rischio da adottare nell’ambito di tutte le strutture dei Presidi Ospedalieri Riuniti.. Valutazione: 1) rispetto dei programmi operativi (fasi, attività, ruoli, tempi)

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2) grado di compliance da parte degli operatori coinvolti 3) reports di valutazione delle due sperimentazioni e organizzazione di seminario divulgativo 4) proposta di sistema aziendale di identificazione e gestione del rischio Conclusioni/possibili ricadute: 1) L’adozione nella realtà dei Presidi Ospedalieri Riuniti di strumenti per l’identificazione e l’analisi del rischio ovvero di strumenti il cui utilizzo è in grado di facilitare l’adozione di misure che promuovono e mantengono la sicurezza dei pazienti, dei loro familiari e degli operatori costituisce il valore aggiunto del progetto in termini di miglioramento concreto della qualità dei servizi offerti ai cittadini/utenti della ASL 13. 2) Gli strumenti sperimentati sono innovativi rispetto ai diversi sistemi obbligatori già esistenti, con i quali è necessario/utile che si integrino. I sistemi obbligatori resi tali per legge o norme specifiche si concentrano su eventi particolarmente rilevanti, di solito con esiti gravi, nell’intento di fornire agli utenti un livello minimo di protezione. E’ però riconosciuto dagli esperti che gli eventi che hanno seri esiti non sono che la punta dell’iceberg di una realtà in cui, fortunatamente, errori e incidenti vengono normalmente intercettati prima che producano conseguenze, o queste sono estremamente ridotte. I sistemi di reporting focalizzati sul miglioramento sono orientati ad allargare il tradizionale campo di osservazione considerando tutti gli eventi cui non conseguono danni (near miss) o in cui essi sono minimi. Lo scopo principale di un tale approccio è quello di comprendere meglio l’organizzazione, in particolare di identificare i difetti di sistema che favoriscono l’insorgenza degli eventi, prima che questi si manifestino con conseguenze dannose. La tecnica FMEA|FMECA è definita come “una valutazione prospettica che identifica e migliora step di processo in modo tale da assicurare ragionevolmente un outcome sicuro e clinicamente desiderabile” (DeRosier et al., 2002): essa può anche essere considerata “un approccio logico-sistemico per identificare e prevenire problemi di processo e di prodotto prima che essi si verifichino, se applicata diffusamente e sistematicamente all’intera organizzazione” (ASR Emilia Romagna, 2002). 3) La sperimentazione risulta preliminare all’impianto di un sistema aziendale di Risk Management.

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Progetto: Ambulatorio integrato di senologia Autore: GIC senologico- Referente del GIC: Dr. P. Fornara Co-Autori: Dr. S. Albertinazzi, Dr. L. De Rocco (Radiologia P.O. di Borgomanero) Dr. P. Fornara, Dr. A. Salini, Dr. F. Borroni, Dr. D. Meli, Dr. C. Macchi (Ginecologia P.O. di Borgomanero), Dr. S. Dalcin, Dr. A. Colombo, Dr. A. Rubino (Chirurgia P.O. di Borgomanero), Dr. M. Muscarà (Anatomia Patologica P.O. di Borgomanero), Dr. I. Romaniello, Sig. S. Peterlè, Sig. M. Bacchetta e C. Bertona (CPS della s.s.v.d. di Oncologia P.O. di Borgomanero) Obiettivi del progetto: creare un percorso diagnostico-terapeutico facilitato per le donne con nodulo mammario sospetto al fine fornire in breve tempo una diagnosi e l’eventuale terapia attraverso la programmazione sistematica degli accertamenti necessari. Metodi utilizzati: a seguito delle formazione del Gruppo Interdisciplinare Cure della Senologia si è avvertita la necessità di costruire un percorso facilitato per le donne con nodulo mammario sospetto che permetta di aiutare la donna ad eseguire tutti gli accertamenti necessari in breve tempo e senza dover organizzare da sola i medesimi. Sono state valutate pertanto le criticità della fase diagnostica del nodulo mammario sospetto (valutazione delle Linee guida nazionali e internazionali) e valutate le risorse disponibili e quindi è stato effettuato un accordo tra la Radiologia, Ginecologia, Chirurgia, Anatomia Patologia, Oncologia al fine di disegnare concretamente un percorso facilitato per le donne che riscontrano un nodulo mammario. Come punto di coordinamento è stato scelto l’Oncologia dove la segretaria si occupa di prenotare le visite senologiche presso l’Ambulatorio Integrato di Senologia (dove collaborano i senologi della Ginecologia e della Chirurgia). A seguito della visita senologica se necessario il senologo invia la paziente ad eseguire mammografia/ecografia mammaria presso la Radiologia. Il radiologo nella stessa seduta, ove indicato, esegue in collaborazione con l’Anatomo Patologo l’agoaspirato o il trucut del nodulo. Il referto degli esami strumentali e anatomo patologici giungeranno presso la segreteria dell’Oncologia e verranno valutati dall’oncologo che segnalerà l’urgenza con cui programmare la rivalutazione senologica. La paziente verrà quindi richiamata telefonicamente per visita senologica di controllo e in tale occasione il senologo completerà il percorso diagnostico proponendo ove necessario un iter terapeutico. In conclusione alla visita verrà scritta consulenza per il medico curante. La prenotazione presso la segreteria della oncologia è telefonica e può essere effettuata o dal medico curante o dalla paziente su indicazione del curante. Stato del progetto: in corso di realizzazione. Risultati: con il percorso facilitato previsto ci si attende: - di ridurre i tempi di attesa per la donna, riducendo in questo modo anche l’ansia per la diagnosi e permettendo di impostare rapidamente un trattamento adeguato; - di ridurre il numero degli accessi ospedalieri della donna per effettuare prenotazione ed esami; - di rendere omogeneo l’iter diagnostico-terapeutico del nodulo mammario sospetto in quanto il percorso è stato costruito seguendo le Linee Guida della Regione Piemonte adattate, dopo revisione della Letteratura, alla realtà della nostra ASL. Valutazione: l’efficacia del percorso verrà valutata in base a: - misurazione dei tempi d’attesa che intercorrono tra la 1° visita senologica e la conclusione diagnostico- terapeutica - somministrazione alla fine dell’anno di un questionario di gradimento alle donne che hanno usufruito dell’Ambulatorio di Senologia - discussione dei casi giunti all’Ambulatorio di Senologia durante gli incontri del GIC senologico per verificare l’aderenza alle Linee Guida

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Conclusioni/possibili ricadute: 1) Il buon funzionamento del percorso disegnato permetterebbe: - di evitare alla donna frequenti accesi in Ospedale per prenotare esami, ritirare referti, e passare dal medico curante per le impegnative necessarie agli esami stessi in quanto tutto questa parte organizzativo-burocratica viene espletata dai componenti dell’Ambulatorio Integrato di Senologia - di ridurre l’ansia della donna in accertamenti per nodulo mammario - di formulare una diagnosi in tempi più rapidi evitando esami inutili e ottimizzando l’iter diagnostico e/o terapeutico per ogni singola donna. 2) Il progetto ha creato una stretta collaborazione interdipartimentale ottimizzando le risorse a disposizione. 3) Il progetto può essere lo spunto per creare altri percorsi facilitati all’interno della Struttura Ospedaliera.

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Progetto: Meglio prevenire che curare Autore: Dott. Felice Fortina (s.c. Nefrologia e Dialisi P.O. di Borgomanero) Co-Autori: Dott. Augusto Cavagnino (Direttore Dipartimento Medico), Sig.a Elena Vallana (Preposto Ufficio Relazione Esterne) Obiettivi del progetto: Far crescere il livello di conoscenza dei rischi cardiovascolari facendo sì che i cittadini più a rischio siano consapevoli che curandosi possono migliorare la qualità della loro vita e vivere a lungo. 1) Formare una coscienza presso i MMG (medici di famiglia) e Specialisti, della prevenzione degli

eventi cardiovascolari che permetta di risparmiare sofferenze individuali, familiari e perdite di forze lavorative preziose per la società, nonché di risorse per le cure riabilitative egli invalidi.

2) Dimostrare praticamente che anche in Presidio Ospedaliero di modesta entità si può fare ricerca clinica essendo questione di metodologia di archiviazione dei dati, di aggiornamento continuo, di curiosità scientifica, doti che sono alla base del lavoro di un professionista della medicina.

3) Porre la basi per un nuovo modo di lavoro a MGG e Specialisti ospedalieri che tenga conto delle peculiarità e complementarietà delle azioni dei due gruppi di operatori sanitari, vincendo le antiche differenze che spesso erano causa di diffidenza reciproca

Metodi utilizzati: Programma di informazione alla popolazione attraverso:

1) Rubrica quindicinale di Informazione sanitaria su “L’Informatore”, nella pagina di Borgomanero;

2) Rubrica trimestrale di informazione sanitaria su: “Intorno all’isola” periodico dei Comuni cusiani.

3) Pubblicazione di articoli di divulgazione scientifica, in collaborazione con URE, sul Sito Internet aziendale

4) Preparazione di un opuscolo divulgativo con notizie pratiche sul Rischio cardiovascolare, da distribuire negli studi dei MMG e degli specialisti, nelle farmacie, nelle librerie, agli sportelli dell’ASL;

5) Partecipazioni a serate di informazione sanitaria nei comuni dell’area nord dell’ASL 13.

6) Partecipazione a trasmissioni TV di divulgazione scientifica sul problema cardiovascolare.

7) Partecipazione a corsi di informazione sanitaria e sugli stili di vita nelle Scuole elementari e medie.

Programma di informazione per MMG: 1) Corsi di aggiornamento scientifico: La gestione moderna del paziente iperteso.

(modalità: lezioni magistrali per 60 medici per un totale di 7 ore); 2) Corso di aggiornamento scientifico: Le dislipidemie e il rischio cardiovascolare

(modalità: lezioni magistrali per 60 medici per un totale di 4 ore); 3) Corso teorico pratico per MMG: Prevenzione cardiovascolare (modalità: 2 sedute

plenarie per 20 medici e 5 incontri tra 3 MMG e un docente specialista; totale di impegno dei docenti di 27 ore);

4) Congresso interregionale SIN sezione Piemonte e Valle d’Aosta: (organizzazione scientifica del Congresso e preparazione di una tavola rotonda di 2 ore dal titolo: Il neurologo e l’ipertensione).

5) Definizione di indicazioni comuni sul rischio cardiovascolare condivise fra MMG e specialisti.

Ricerca scientifica: Viene condotta in collaborazione con la Cattedra di Nefrologia e ipertensione arteriosa dell’Università del San Raffaele di Milano e con la Cattedra di Medicina Molecolare della Clinica Medica dell’Università di Pavia e con il Dipartimento Assistenza Farmaceutica dell’ASL 13 e ha prodotto, negli scorsi anni e ha in programma di produrre anche il 2005:

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1) pubblicazioni su riviste italiane ed estere (argomenti di ipertensione arteriosa e farmaco economia);

2) Partecipazione con lavori scientifici sull’ipertensione arteriosa al Congresso Nazionale SIN (Società italiana di nefrologia 2004 – 2005);

3) Partecipazione con lavori scientifici sull’ipertensione arteriosa al Congresso Nazionale SIIA (Società italiana dell’ipertensione arteriosa 2003 – 2005

Stato del progetto: in corso di realizzazione. Risultati: Il progetto prevede di rendere sempre più consapevole la popolazione dei rischi cardiovascolari creando una cultura della prevenzione, attraverso gli strumenti sopraindicati. Rendere consapevoli i MMG (medici di famiglia) e gli Specialisti sulla prevenzione degli eventi cardiovascolari Fare ricerca clinica. Definire e consolidare il rapporto tra MGG e Specialisti Ospedalieri Valutazione: Indicatori di risultati intermedi Numero di eventi realizzati Numero di rubriche avviate Numero di eventi formativi realizzati Numero di riunioni fra MMG e specialisti Numero di articoli scientifici pubblicati

Indicatori definitivi Miglioramento della consapevolezza e dei rischi cardiovascolari della popolazione generale Miglioramento dei rapporti di collaborazione fra MMG e Specialisti ospedalieri. Miglioramento delle procedure diagnostiche dell’iperteso secondario e grave. Miglior utilizzo dei farmaci ipotensivi e ipolipemizzanti.

Conclusioni/possibili ricadute: 1) valore creato dal progetto in termini di miglioramento concreto della qualità dei servizi offerti ai cittadini/utenti, ovvero ai destinatari finali delle attività:

- informazione permanente alla popolazione per intervenire sugli stili di vita; - collaborazione con i MMG nel trattamento del paziente, “ingresso” del MMG in Ospedale e definizione di indicazioni condivise; - ricerca scientifica a completamento del progetto che trae benefici dall’informazione tratta

dal pubblico e dal MMG 2) i principali elementi e le soluzioni d’innovazione tecnologica e/o organizzativa che hanno caratterizzato il progetto:

- utilizzo dei sistemi informatici a disposizione (data-base, email, internet, ecc…), conoscenza ed utilizzo linguaggio giornalistico e scientifico

3) le possibili future applicazioni del progetto - il progetto è implementato ogni anno e può essere trasferito nelle altre Strutture Cliniche

ed Aziende Sanitarie ed Ospedaliere per definire una metodologia di studio comune al fine dare risposte sempre più esaustive alla popolazione.

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Progetto: Percorso multidisciplinare del paziente affetto da sincope Autore: Dott. Nicolò Franchetti Pardo (s.c. Cardiologia P.O. di Borgomanero) Co-Autori: neurologi, internisti, ect Obiettivi del progetto: Uniformare la gestione dei pazienti affetti da sincope Ridurre il numero di esami diagnostici Evitare, se possibile, il ricovero ospedaliero Accelerare l’Iter diagnostico Coordinare le prestazioni da effettuare secondo protocollo Metodi utilizzati: concordare con internisti e neurologi un percorso utilizzare un percorso condiviso diffondere nei vari settori coinvolti una flow chart ( cardiologia-medicina-neurologia-Dea-pronto soccorso altre sedi Asl) Stato del progetto: in corso di realizzazione. Risultati: Accelerare l’iter diagnostico Uniformare i metodi diagnostici Risparmiare esami inutili Valutazione: n. ricoveri appropriati per Sincope anno 1 su anno 2 Conclusioni/possibili ricadute: Ottimizzazione del trattamento del paziente affetto da sincope con riduzione del numero dei ricoveri ospedalieri per tale diagnosi Unico percorso del paziente con cronoprogramma che evita numerose code, prenotazioni etc…….

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Progetto: “La salute di tutti i colori”. Autore: C.P.S. Assistente Sanitaria Mirella Frattini (Assistenza Sanitaria Territoriale – Educazione alla Salute). Co-Autori: Dr. Lorenzo Brusa (Referente PEaS), Dr.ssa M. Chiara Antoniotti (s.s.v.d. Epidemiologia), Dr.ssa Paola Scolari (s.c Ostetricia Ginecologia P.O Borgomanero) Obiettivi del progetto: • Migliorare l’accessibilità ai servizi relativi al percorso nascita per le donne straniere con la

presenza di mediatrici culturali . • Migliorare la qualità della relazione tra operatore e utente con particolare riguardo al momento di

accoglienza inserendo le Mediatrici culturali almeno nel 50% dei servizi . • Migliorare le conoscenze relative ai servizi dedicati a gravidanza ,parto e puerperio nelle donne

straniere. • Promuovere l’accesso anticipato ai servizi e la maggior frequenza dei controlli, per ridurre la

differenza tra italiane e straniere che non effettuano nessuna visita durante la gravidanza. • Organizzare un percorso di supervisione dedicato a Ostetriche territoriali e Ospedaliere sulle

problematiche dell’accoglienza , della focalizzazione della domanda e del decentramento culturale.

Metodi utilizzati: Il progetto è stato realizzato in seguito a Bando Regionale HP; è stato approvato e finanziato ed avrà una durata massima di due anni; si inserisce in un contesto organizzativo che ha già apportato alcune innovazioni per migliorare l’accessibilità ai servizi da parte delle donne straniere (Centro Salute e ascolto per donne migranti,aperto presso il P.O. di Borgomanero grazie ad un finanziamento dell’Amministrazione Provinciale) - Costituzione del Gruppo di lavoro interdisciplinare. - Indagine attraverso una scheda di rilevamento dei dati/bisogni (conoscenze dei destinatari riguardo ai servizi a disposizione e loro fruibilità). Per monitorare il flusso delle donne straniere che accedono ai vari servizi del percorso nascita dell’ASL. - Avvio di una “formazione incrociata” di operatori e mediatori relativa ai percorsi assistenziali,alla corretta alimentazione e stili di vita da attuarsi in gravidanza nonché ai “riti e alle modalità comunicative della cultura ospedaliera e territoriale” -Rinforzo dei rapporti di collaborazione con le Associazioni di volontariato presenti sul territorio che si occupano dei problemi dell’immigrazione. - Attività di supervisione rivolta alle Ostetriche Consultoriali e Ospedaliere a cura della Cooperativa Crinali attraverso professionalità affini,(Ostetrica e Medico Ginecologo) esperte in clinica transculturale. Stato del progetto: in corso di realizzazione. Risultati: - N° di incontri tra mediatori e operatori - N° di supervisioni effettuate dalle Ostetriche. - N° di schede di rilevazione dati,correttamente compilate - Messa a regime di almeno il 50%delle proposte di miglioramento organizzativo scaturite dal lavoro di supervisione delle Ostetriche - Presenza delle Mediatrici culturali almeno per il 50% del tempo di apertura dei servizi dedicati a gravidanza, parto e puerperio - Miglioramento delle conoscenze relative alle prestazioni e servizi del percorso nascita nelle donne straniere - Aumento delle donne straniere che afferiscono al Centro di Ascolto inviate da Servizi Sociali,Enti Gestori e Operatori Sociali anche volontari operanti sul territorio

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- N° di contatti formali con Servizi Sociali ed Enti Gestori per la facilitazione dei percorsi assistenziali Valutazione: Report inviati al DoRS, a scadenza stabilita, delle attività avviate: 31 ottobre 2005 Invio del primo report del progetto, dello suo stato di avanzamento, della sua

corrispondenza al progetto iniziale e del relativo rendiconto economico da parte delle ASL-ASO.

31 ottobre 2006 Invio del secondo report su stato di avanzamento del progetto e del relativo rendiconto economico da parte delle ASL-ASO

28 febbraio 2007 Invio relazione finale del progetto, dossier dei materiali prodotti da parte delle ASL-ASO e rendiconto finale

31 marzo 2007 Convegno di presentazione dei progetti e dei risultati realizzato in collaborazione con le ASL-ASO

Conclusioni/possibili ricadute: Il progetto prevede una utilizzazione adeguata dei servizi da parte delle donne straniere per ciò che riguarda il Percorso nascita. Si intende migliorare il monitoraggio della gravidanza nelle donne straniere per diminuire la distanza tra donne italiane e straniere che non effettuano nessun controllo durante la gravidanza; si ipotizza in questo modo di migliorare le ricadute in termini di salute per questa utenza. Innovazioni organizzative: con il progetto si intende raggiungere le donne straniere nel percorso nascita, superando le difficoltà linguistiche e culturali attraverso l’introduzione di Mediatrici Culturali opportunamente formate. Si intende inoltre migliorare l’accoglienza di questa fascia di utenza ai Servizi attraverso un approfondimento di conoscenze relative alle etnie e alle culture di appartenenza da parte degli Operatori Sanitari in modo da diminuire le resistenze e le diffidenze nei riguardi dei cittadini stranieri immigrati. 3)le possibili future applicazioni del progetto Si prevede di disporre di dati epidemiologici validi per “leggere” meglio la domanda di salute delle donne straniere, per aumentare l’efficacia delle risposte e di conseguenza diminuire i ricorsi a ricoveri impropri e accessi ripetuti al Pronto Soccorso.

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Progetto: La valutazione del radon nelle scuole elementari e medie inferiori quale fattore di rischio nel territorio dell’ASL 13. Autore: Dott. Massimo Ghirardi (Servizio Igiene e Sanità Pubblica) Obiettivi del progetto: Prosecuzione del programma di misurazione delle concentrazioni di gas Radon in locali presenti in strutture di uso pubblico comunque utilizzati da persone; il Radon è riconosciuto infatti come possibile fattore di rischio per i tumori polmonari. L’individuazione di concentrazioni elevate nei locali interessati dal progetto costituisce il primo passo per la sensibilizzazione della popolazione e delle Amministrazioni locali al fine di prevenire un problema di notevole rilevanza sanitaria. Secondo quanto concordato con il Dipartimento Arpa di Ivrea l’attività di rilevazione si indirizzerà nei locali interrati e seminterrati, o comunque poco aerati, presenti all’interno di scuole pubbliche, ed in cui vengono svolte attività che comportano la presenza degli alunni; la scelta dei locali interrati o poco aerati è determinata dal fatto che tali ambienti presentano il maggior rischio, dal momento che il gas si propaga dall’interno della terra, attraversa la roccia ed il terreno fino alla superficie, e si disperde con la ventilazione dei locali. Metodi utilizzati: In accordo con il Dipartimento ARPA di Ivrea area Radiazioni ionizzanti il progetto prevede: - Individuazione di un congruo numero di scuole e nell’ambito delle scuole, degli ambienti da

monitorare; - La rilevazione verrà programmata in modo da ottenere le misure della concentrazione

dell’attività media annua di Radon che è l’indicatore più adatto per valutare la reale esposizione al rischio Radon della popolazione. Il periodo di misure di un anno verrà quindi diviso in due semestri utilizzando due dosimetri per ogni ambiente. Trascorso il primo periodo di esposizione i dosimetri del primo semestre ritorneranno nel laboratorio strumentale dell’ARPA Piemonte per le analisi e contemporaneamente al ritiro si opererà la sostituzione con nuovi dosimetri per il secondo semestre.

- L’informazione alle popolazioni ed alle Amministrazioni locali al fine di formulare eventuali proposte di interventi correttivi

Stato del progetto: in corso di realizzazione. Risultati: Dalla raccolta di misure della concentrazione di Radon sarà possibile ricavare una stima della concentrazione del gas nelle scuole indagate; nel caso di superamento dei parametri raccomandati dalla Comunità Europea verrà effettuata un’indagine volta a conoscere le possibili cause del fenomeno e a individuare gli interventi di correzione, da suggerire ai soggetti interessati. Conclusioni/possibili ricadute: Il progetto ricade su una delle attività tradizionali del Servizio di Igiene e Sanità Pubblica, l’igiene edilizia e scolastica, indagando un fattore di rischio riconosciuto e prevedendo la possibilità di interventi di prevenzione sanitaria. In tal modo il progetto consente di operare in un settore tradizionale di interesse del Servizio, in relazione però ad effettive necessità di prevenzione e tutela della salute.

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Progetto: Carta dei Servizi SIAN on line Autore: Dott. Emilio Iodice (Dipartimento di Prevenzione – Servizio di Igiene degli Alimenti e Nutrizione) Co-Autori: Personale del Servizio di Igiene degli Alimenti e della Nutrizione Obiettivi del progetto: Nell’ottica di una maggiore visibilità delle diverse competenze del SIAN, la principale finalità del progetto riguarda la funzione divulgativa e informativa, attraverso un linguaggio semplice e facilmente comprensibile, supportato da riferimenti normativi, modulistica e iter procedurali, rivolta a Enti Pubblici, Tecnici e privati Cittadini, in relazione sia a modalità operative sia all’acquisizione di informazioni nell’ambito del settore alimenti e bevande. Metodi utilizzati: Il progetto è stato realizzato attraverso le seguenti fasi: 1) esame della Carta dei Servizi esistente 2) coinvolgimento di tutti gli operatori del Servizio con assegnazione di compiti specifici finalizzati all’aggiornamento ed approfondimento della carta dei Servizi esistente integrando la stessa con riferimenti normativi e procedurali e fornendo, altresì, la modulistica necessaria per le diverse utenze che afferiscono al SIAN 3) assemblaggio delle diverse sezioni e cura dei testi al fine di rendere omogenea la presentazione 4) pubblicazione del documento in versione informatica on line (html) strumenti utilizzati: PC, normative di riferimento nazionali e regionali metodologie utilizzate: lavoro in piccoli gruppi suddivisi per competenze specifiche Stato del progetto: concluso. Risultati: Il progetto si è concluso nel dicembre 2004, con la pubblicazione della Carta dei Servizi on line sul sito della ASL 13 con pubblicazione alla fine dell’anno. Da una prima analisi suffragata da diretta testimonianza di utenti che afferiscono al SIAN la Carta dei Servizi-SIAN ha avuto un riscontro favorevole sia per quanto attiene alla presentazione facile e fruibile, sia per l’inserimento dei riferimenti normativi (indispensabili soprattutto per chi vuole intraprendere le diverse attività di somministrazione e/o vendita di alimenti) e della modulistica facile da scaricare e da comprendere. La divulgazione della presenza sul sito ASL 13 della Carta dei Servizi avviene attualmente tramite informazione diretta o telefonica all’utenza.. Valutazione: In futuro si prevede di integrare la Carta dei servizi con una scheda di valutazione del gradimento da parte dell’utenza che si collega al sito per eventuali osservazioni in merito alla chiarezza degli argomenti trattati in modo da consentire il miglioramento delle prestazioni fornite dal Servizio. Conclusioni/possibili ricadute: 1) Il progetto è nato dalla volontà di offrire all’ utenza: a) informazioni utili sugli alimenti, sulla qualità dell’acqua, sui funghi , sulla nutrizione, sui presidi

fitosanitari, sulla vigilanza, b) normative inerenti l’attività del nostro Servizio (offrendo in alcuni casi anche il testo della norma

di riferimento) c) modulistica e procedure distinte per le diverse tipologie di utenti (richieste di pareri per il rilascio

di autorizzazione sanitaria per la somministrazione di alimenti e bevande, pareri preventivi, richiesta pareri potabilità acqua , richiesta menù per ristorazione collettiva, ecc.)

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2) Le principali innovazioni tecnologiche sono state quelle di offrire uno strumento informatico che consente di: a) essere facilmente raggiungibile dall’utenza, b) permettere un puntuale aggiornamento da parte del SIAN in riferimento alle nuove future

normative di settore. 3) Possibile realizzazione di un testo cartaceo che sintetizza quanto riportato a livello informatico da

destinare ad alcune categorie di utenti.

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Progetto: La nascita senza fumo (Progetto Ricerca Sanitaria Finalizzata- Bando 2004- Regione Piemonte) Autore: D.ssa Daniela Kozel * Co-Autori: CPS L. Signorotti*(Infermiere), Dott. C.A. Zambrino$ (Direttore Dipartimento Materno Infantile), Dott. C. Colaci^ (Direttore S.C. Ostetricia Ginecologia), CPSE Sig. L. Bovio^ (Ostetrica), Dott.ssa M.C. Antoniotti° (Responsabile s.s.v.d. Epidemiologia), Dott.ssa D. Sarasino (Medico S.C. Qualità)§, Dott. L.Cammarata (Direttore Dipartimento Patologie delle Dipendenze) + *Direzione Medica PP.OO.R. ASL13 $Dipartimento Materno Infantile ASL 13

°S.C. Epidemiologia ASL 13 §S.C. Qualità ASL13 + S.C. Servizio Prevenzione delle Dipendenze Obiettivi del progetto: OBIETTIVO GENERALE:Realizzare un efficace intervento formativo alla famiglia nel periodo gestazionale e puerperale allo scopo di fornire un sostegno motivazionale alla disassuefazione e ridurre conseguentemente il numero di donne fumatrici. (cfr PSN 2003-2005 – Dpr n° 95 del 23 /05/2003: “… prioritario l’intervento antitabagico con tutte le donne in età fertile”). OBIETTIVI SPECIFICI: 1. Formare tutto il personale sanitario (Medici, Ostetriche, Infermiere) che segue la donna dalla

diagnosi di gravidanza ai primi mesi di vita. 2. Realizzare un intervento di counseling progressivamente esteso a tutti i setting di attività che

coinvolgono la donna dalla diagnosi di gravidanza ai primi mesi di vita del bambino (considerando che l’efficacia dimostrata del counseling sulle donne in gravidanza è: + 7,6%)

3. Fornire un sostegno motivazionale alla disassuefazione. 4. Misurare l’efficacia dell’intervento Metodi utilizzati: L’obiettivo verrà raggiunto attraverso: 1- La realizzazione di un corso di formazione, accreditato ECM (nel corso del 2005), rivolto a tutto il personale sanitario (Medici, Ostetriche, Infermiere) dell’ASL 13 che segue la donna dalla diagnosi di gravidanza ai primi mesi di vita del bambino. Il corso avrà come obiettivi principali:

- Acquisire conoscenze teoriche in tema di danni alla salute derivanti dalla abitudine al fumo

- Acquisire tecniche di couseling antitabagico e tecniche di conduzione di couseling finalizzate alla disassuefazione in specifici gruppi (in particolare le gravide

- Acquisire le tecniche per il sostegno alla disuassefazione Il corso si allineerà al Progetto Formativo Nazionale “Mamme libere dal fumo” promosso dalla Lega Italiana Lotta contro i Tumori e dalla Federazione Nazionale Collegi Ostetriche. Particolarità di questo corso è la formazione al counseling di tutti gli operatori sanitari che seguono la mamma al fine di costituire una equipe multidisciplinare e multiprofessionale integrata. 2- La preparazione dell’intervento

2.1 Predisposizione del materiale. Progettazione, stesura e redazione di tutto il materiale necessario (slide, opuscoli, questionario,) per realizzare l’intervento ad opera di gruppi multidisciplinari e multiprofessionali interni all’ASL 13. Il materiale consiste in:

2.2 Preparazione di tutto il personale sanitario coinvolto, alla realizzazione dell’intervento

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3- Realizzazione dell’intervento che si articola su 4 diversi livelli:

a. La gravida e il Ginecologo Informazione/formazione da parte del Ginecologo che fa la diagnosi

e segue la gravidanza b. La gravida e l’Ostetrica

Intervento al corso preparto: informazione/ formazione ai genitori c. La mamma e il Pediatra

Informazione/formazione alla dimissione dall’ospedale d. La mamma e il Medico del SISP

Somministrazione di un semplice questionario volto a valutare l’efficacia dell’intervento. 4- Sostegno alla disassuefazione attraverso la possibilità di inviare “la mamma” e/o il papà ad un corso di disuassefazione tenuto da una psicologa. 5- Quantificazione dell’efficacia dell’intervento (raccolta, elaborazione e analisi dei dati)

Strumento diretto di rilevazione dell’efficacia sarà un questionario appositamente realizzato che verrà consegnato alle mamme nel corso della prima vaccinazione obbligatoria. Verranno inoltre utilizzati come strumenti indiretti di raccolta dati: la cartella clinica della gravidanza e il certificato CEDAP.

Stato del progetto: in attesa di attivazione. Risultati: L’outcome del Progetto è la diminuzione delle donne fumatrici in gravidanza e la riduzione dell’esposizione al fumo di sigaretta dei neonati. Tuttavia la realizzazione del progetto, oltre al raggiungimento degli obiettivi prefissati che sottolineano l’importanza dell’intervento, dovrebbe incidere:

sul personale sanitario: a. formato all’intervento educativo sui danni del fumo di sigaretta b. integrato tra ospedale e territorio nell’intervento antitabagico rivolto alle mamme

sulla famiglia:

a. consapevolezza dei rischi legati all’esposizione al fumo di sigaretta b. riduzione delle gravide fumatrici c. riduzione dei papa fumatori d. riduzione dei neonati esposti al fumo di sigaretta attraverso la riduzione delle

mamme e dei papà fumatori o il rispetto dell’ambiente di vita quotidiana del bambino.

1 Valutazione: Il progetto verrà valutato attraverso i seguenti indicatori: INDICATORI DI OUTPUT

1. CRITERIO: Formazione accreditata del personale INDICATORE: Realizzazione di almeno una edizione del corso accreditato ECM STANDARD: Realizzata di almeno una edizione del corso STRUMENTO DI RILEVAZIONE: Rapporto chiusura corso per ECM RESPONSABILE RILEVAZIONE: Gruppo coordinatore del Progetto

2. CRITERIO: Realizzazione intervento di counseling INDICATORE: Rapporto tra le mamme che hanno ricevuto il counseling e le mamme che hanno partorito presso la S.C. di Ginecologia e Ostetricia dell’ASL 13 STANDARD: 80% STRUMENTO DI RILEVAZIONE: Questionario

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RESPONSABILE RILEVAZIONE: Gruppo coordinatore del Progetto 3. CRITERIO: Compliance al corso di sostegno

INDICATORE: Rapporto tra le mamme e i papà accettati al corso di sostegno e le mamme e i papà che hanno richiesto l’intervento di sostegno. STANDARD: 90% STRUMENTO DI RILEVAZIONE: Richieste di partecipazione al corso e elenco partecipanti alle sedute RESPONSABILE RILEVAZIONE: Gruppo coordinatore del Progetto

INDICATORI DI OUTCOME

1. CRITERIO: Efficacia dell’intervento INDICATORE: Differenza tra la percentuale delle mamme che hanno ricevuto il counseling e hanno smesso di fumare e la percentuale delle mamme che non hanno ricevuto il counseling e hanno smesso di fumare STANDARD: > 3 STRUMENTO DI RILEVAZIONE: Questionario RESPONSABILE RILEVAZIONE: Gruppo coordinatore del Progetto.

Conclusioni/possibili ricadute: Il Progetto si è sviluppato seguendo la linea del Piano Sanitario Nazionale (PSN 2003-2005 – Dpr n° 95 del 23 /05/2003) e si è allineato con il progetto nazionale “Mamme libere dal fumo”. Considerando i danni documentati dal tabagismo sia in termini di salute che in termine di ricadute economiche sul SSN il progetto concretizza gli obiettivi di investire nella prevenzione e nel promuovere la salute piuttosto che curare la patologia.

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Progetto: Le reazioni allergiche ai farmaci: progetto di vigilanza aziendale Autore: Dott. Luigi La Rosa, dott. Renato Cantone (s.s.v.dip. Allergologia) Co-Autori: Dott.sa A. Fontana (Direttore Medico PP.OO. Riuniti), sig.ra Carla Pozzoni (C.P.S.E. Direzione Medica) sig.ra E. Vallana (U.R.E.); C.E.D.; Infermieri professionali s.s.v.dip. Allergologia Obiettivi del progetto: Le reazioni avverse a farmaci possono essere causa di prolungamento delle degenze ospedaliere e la mancata identificazione potenzialmente responsabile di recidive di ricovero. Dal momento che la nostra s.s.v.dip di Allergologia è tra l’altro riferimento regionale sovrazonale per la farmacoallergia e fa parte dell’Osservatorio Regionale per la segnalazione delle gravi reazioni allergiche, si è ritenuto indispensabile avviare un progetto di vigilanza aziendale sulle reazioni allergiche ai farmaci. Obiettivo principale del progetto è una efficace prevenzione di recidive cliniche che porti tra l’altro ad una riduzione del tasso di ospedalizzazione per tale problematica. Metodi utilizzati: - Individuato infermiera/e professionale referente per ogni struttura dell’ASL 13; - Si è svolto un corso accreditato ECM per gli infermieri referenti che aveva come finalità istruire il personale infermieristico a riconoscere una reazione allergica; - E’ stata elaborata una scheda questionario per l’infermiere di reparto per le sospette reazioni allergiche Stato del progetto: in corso di realizzazione. Risultati: - Opuscolo -. vademecum sulle reazioni avverse a farmaci rivolto sempre al personale coinvolto nel progetto; - Messo a punto dal C.E.D. un link nell’intranet aziendale cui far riferimento (per il momento per le strutture coinvolte) per la segnalazione delle reazioni avverse all’interno del quale è disponibile anche il vademecum sulla farmacoallergia. - E’ stato quindi avviato il progetto sperimentale di segnalazione all’Allergologia.di sospette reazioni allergiche ai farmaci da parte di alcune strutture del P.O. di Borgomanero (Cardiologia, U.T.I.C., Nefrologia); - Invio delle segnalazioni Valutazione: - numero di segnalazioni/diagnosi rispetto agli anni precedenti. (>30%) Conclusioni/possibili ricadute: 1) Garantire un ideale percorso diagnostico all’utente che ha avuto una sospetta reazione allergica; 2) Ampliamento del progetto ai Medici di Medicina Generale e del Territorio.

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Progetto: Biosicurezza e Benessere Animale – modelli di promozione della qualità dell’allevamento su base integrata Autore: Dott. Giulio Minola (Presidio Multizonale Profilassi Polizia Veterinaria) Co-Autori: Sig.a Elena Vallana (Ufficio Relazioni Esterne) Obiettivi del progetto:. Il Presidio Multizonale Profilassi Polizia Veterinaria dell’ASL 13 si propone di realizzare ed incrementare una costante ed efficace attività d'informazione e prevenzione al fine di promuovere nel caso specifico i nuovi modelli di qualità dell’allevamento associati ad una maggiore visibilità e professionalità dei Servizi Veterinari. Attraverso il programma regionale di formazione per medici veterinari delle aree funzionali di sanità animale e igiene delle produzioni zootecniche si propone di fornire inoltre una motivazione sociale ed etica agli interventi di prevenzione promuovendo l’interdisciplinarietà e l’integrazione tra le aree funzionali ed il Dipartimento anche attraverso il confronto con realtà internazionali. Metodi utilizzati: E’ stato realizzato un convegno sul tema della biosicurezza e del benessere animale valutando modelli di promozione della qualità e dell’allevamento su base integrata. Il corso riservato ai Medici Veterinari delle ASL Piemontesi si è avvalso di docenti italiani e stranieri, questi ultimi provenienti da Paesi Comunitari e non. Ognuno dei relatori (prof. Jos. P. Noordhuizen Università di Utrecht, dr. Marco Terreni medico veterinario libero professionista Lombardia, dr.Bruno Sona medico veterinario ASL 17 Savigliano, d.ssa Cristina Celerino medico veterinario Assessorato Sanità Regione Piemonte, dr. Mario Gherpelli medico veterinario libero professionista Emilia Romagna, dr. Loris Alborali medico veterinario Istituto Zooprofilattico Brescia, dr. Guido Brizio medico veterinario ASL 17 Savigliano, prof. Bartolomeo Biolatti Università di Torino, dr. Tullio Vanzetti Veterinario Cantonale Svizzero Bellinzona, dr. Giuseppe Diegoli medico Veterinario Regione Emilia Romagna) ha affrontato un argomento specifico inerente le applicazioni a carattere preventivo dei più attuali concetti riguardanti il benessere e la biosicurezza relativi alle specie animali di interesse zootecnico ( con particolare riguardo a bovini e suini), non dimenticando le implicazioni sanitarie che offrono garanzie al consumatore che desidera acquistare alimenti di origine animale salubri e non pericolosi per la propria salute oltrechè qualitativamente accettabili. Gli atti sono stati inseriti su supporto informatico (CDROM) e distribuiti successivamente ad ogni convenuto. Stato del progetto: realizzato. Risultati: Il progetto ha creato un canale di comunicazione alternativo da utilizzarsi all’interno dell’Azienda Sanitaria ed all’esterno. Gli atti del convegno possono essere messi a disposizione utilizzando strumenti multimediali (come internet) e cd, alternativi alla documentazione cartacea. Si ribadisce la consapevolezza dell’importanza che la comunicazione riveste per il miglioramento qualità di vita delle persone e dell’attività degli operatori Conclusioni/possibili ricadute: Il progetto vuole offrire all’utenza l’immagine di un Servizio Veterinario, all’interno del Dipartimento di Prevenzione, in grado di dare risposte adeguate non solo ai bisogni di salute ma anche alle richieste di informazione, con il coinvolgimento degli attori della tutela alla salute e dei produttori primari I principali elementi e le soluzioni d’innovazione tecnologica e/o organizzativa che hanno caratterizzato il progetto: Utilizzo dei diversi canali di comunicazione/informazione attraverso tecnologie informatiche.

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Comunicare significa proporre nuove strategie di finalizzate a garantire sempre maggiore efficacia ed efficienza dei servizi offerti. Il sistema operativo può essere esportato presso qualsiasi Istituzione, adattandolo alle esigenze delle stesse. Inoltre rimane un documento accessibile agli operatori di Sanità Pubblica e Privata, atto a fornire una base metodologica per i futuri interventi che la nuova Legislazione Comunitaria prevede nella produzione di alimenti di origine animale già a partire dal 2006.

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Progetto: Prevenzione dei rischi sanitari connessi all’attività di tatuaggio e piercing Autore: Dott. Edoardo Moia (Servizio Igiene e Sanità Pubblica) Co-Autori: Dott. Aniello Esposito (Direttore S.C. SISP), Dott.ssa Davilla Destro (Dirigente Medico SISP 1° livello), Sig.ra Mirella Frattini (S.C. Educazione Sanitaria) Obiettivi del progetto: Realizzazione di materiale informativo, da distribuire agli studenti delle scuole medie superiori dell’ASL 13, contenente informazioni sui possibili rischi sanitari derivanti da una non corretta esecuzione di pratiche di tatuaggio e piercing; in attesa di una legislazione specifica in merito, e ad integrazione dell’attività di controllo sugli esercizi già avviata per iniziativa regionale, si è ritenuto importante diffondere le conoscenze sui rischi sanitari tra la popolazione dei possibili clienti, in modo da aumentare la loro consapevolezza nei confronti della protezione della salute e guidarli verso una scelta ragionata. Metodi utilizzati: • Stesura di un documento preliminare contenente le evidenze scientifiche sui rischi sanitari

legati all’attività di tatuaggio e piercing (dicembre 2004); • riunioni con gli insegnanti e gli studenti di una classe “pilota” del Liceo Artistico Statale “F.

Casorati” di Novara, per la discussione dei metodi e del contenuto (dicembre 2004 – marzo 2005);

• redazione da parte degli studenti di una bozza grafica di opuscolo (marzo 2005); • riunioni di validazione del testo e del contenuto grafico dell’opuscolo (giugno 2005); • diffusione dell’opuscolo in via sperimentale in due istituti scolastici superiori dell’ASL 13,

contemporaneamente ad un questionario sugli argomenti contenuti nell’opuscolo (novembre 2005);

• ulteriore validazione del contenuto e della veste grafica dell’opuscolo e dei risultati del questionario (giugno 2006);

• diffusione dell’opuscolo e del questionario in tutte le scuole medie superiori dell’ASL 13 (luglio 2007);

• somministrazione di un questionario di controllo (c.d. post-test) (dicembre 2007); • valutazione finale (giugno 2008). Stato del progetto: in corso di realizzazione. Risultati: Miglioramento delle conoscenze tra gli studenti sui possibili rischi sanitari connessi all’attività di tatuaggio e piercing, e più efficace orientamento alla scelta consapevole. Valutazione: questionario di valutazione delle conoscenze, somministrato prima della distribuzione dell’opuscolo e dopo la medesima; miglioramento atteso nelle risposte esatte di almeno il 20%. Conclusioni/possibili ricadute: la migliore informazione sui possibili rischi sanitari potrà consentire ai giovani di conoscere le problematiche di salute che si celano dietro ad una pratica attualmente molto alla moda, ed anche le attività di prevenzione e di vigilanza svolte dalle istituzioni sanitarie pubbliche a tutela della loro salute. Si auspica che la conoscenza di tali argomenti possa orientare verso una valutazione attenta dell’opportunità di sottoporsi a tale trattamento, e verso una scelta oculata, sia del tipo di trattamento da effettuare, sia del centro a cui rivolgersi. Tale consapevolezza, unita all’attività di vigilanza svolta dal Servizio di Igiene e Sanita' Pubblica sugli esercizi autorizzati, potrà permettere di diminuire il numero di complicanze registrate a carico dei fruitori delle pratiche di tatuaggio e piercing.

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Progetto: Dall’esclusione al reinserimento: per una pratica psichiatrica in una comunità che guarisce. Autore: Dott. Domenico Nano (Direttore Dipartimento salute mentale – sud) Co-Autori: D.ssa Lena Benedetti, D.ssa Paola Bossi, Dott. Franco Mittino, Sig.a Doriana Carimali, Sig.a Anna Rita Audone, sig.a Egidia Ferrari (Dipartimento Salute Mentale sud) Obiettivi del progetto: Il definitivo superamento dell’Ospedale Psichiatrico ha permesso la nascita di una nuova psichiatria: al manicomio, luogo di custodia e di esclusione, si è sostituito il territorio come possibilità di riabilitazione e di reinserimento sociale. Il progetto è realizzato a favore di pazienti psichiatrici gravi (con disturbi schizofrenici o disturbi di personalità) con il fine di consentire loro: 1) di usufruire di un “PROGRAMMA DI RIABILITAZIONE ” a) in luoghi diversi b) attraverso interventi riabilitativi individualizzati c) utilizzando specifici strumenti di valutazione dell’esito del trattamento 2) e di vivere in una propria casa, in un “GRUPPO APPARTAMENTO”. Metodi utilizzati: Il progetto è stato realizzato 1) con il potenziamento, nel corso del 2004, delle attività di riabilitazione del Dipartimento di Salute Mentale (DSM), attraverso la messa a punto di un“PROGRAMMA DI RIABILITAZIONE”, che si svolge a) in luoghi diversi: - Comunità Terapeutica A (“L’Oasi”) e B (“I Tigli”): due strutture residenziali di 20 posti letto ciascuna che accolgono pazienti che, per condizioni cliniche, per particolari rapporti familiari e sociali e per insufficiente autonomia nelle attività della vita quotidiana, necessitano di interventi terapeutico-riabilitativi in residenzialità extraospedaliera con appoggio da parte di personale psichiatrico 24 ore su 24. - Centri Diurni di Novara (“I Girasoli”) e di Galliate (“Il Melograno”): strutture semi-residenziali che accolgono pazienti che non necessitano di un ricovero in Comunità Terapeutica, ma di vivere alcune ore al giorno in un luogo,come il Centro Diurno, che consenta loro di usufruire di un articolato programma di riabilitazione. b) attraverso interventi riabilitativi individualizzati: 1) Interventi rivolti alle attività di base per la cura del sé: lavarsi, vestirsi, prepararsi il pasto. 2) Interventi rivolti alle cosiddette “attività strumentali”: usare i mezzi pubblici, fare la spesa, usare il danaro, inserirsi in attività ricreative. 3) Interventi rivolti allo sviluppo delle relazioni interpersonali e al miglioramento delle funzioni cognitive, attraverso l’applicazione di specifiche tecniche terapeutico-riabilitative. 4) Interventi di risocializzazione: gruppi finalizzati all’ascolto di musica, alla visione e discussione di film, alla partecipazione ad attività culturali e ricreative (visite a città d’arte, soggiorni estivi). 5) Interventi di tipo espressivo: atelier grafico e di falegnameria, gruppo teatro, composizione di fiori, musicoterapia, laboratorio di fotografia 6) Interventi di tipo pratico-manuale: cucito, ricamo, patchwork, giardinaggio. 7) Interventi di tipo motorio attraverso la costituzione di gruppi sportivi. 8) Interventi di addestramento e formazione al lavoro, finalizzati all’inserimento del paziente in aree lavorative, attraverso la convenzione con Cooperative Sociali ed Enti Locali, l’erogazione di Borse Lavoro e, quando possibile, con l’assunzione diretta.

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c) utilizzando specifici strumenti di valutazione dell’esito del trattamento. Gli interventi riabilitativi sono valutati dal giudizio clinico del medico responsabile di ciascun progetto e attraverso i seguenti strumenti: - Scala CGI – Clinical Global Impression - Scala di valutazione dei bisogni rilevati e delle risorse - Scala LSP – Like Skill Profile - Scala di valutazione delle abilità fondamentali di Luc Ciompi (adattata) - Scala DAI 10 – Drug Attitude Inventory 10, per la risposta soggettiva all’uso dei farmaci da parte del paziente - Scala SF 36 – Short Form 36, per la valutazione della Qualità della Vita - Scala di valutazione del livello di soddisfazione da parte del paziente, dei familiari e dell’équipe 2) Con l’attivazione, nel corso del 2004, del 5° “GRUPPO APPARTAMENTO” nella Città di Novara a) Identificando la zona della città più idonea al reinserimento, in un’ottica di “comunità che guarisce”.

b) Identificando i pazienti da inserire, in base alla possibilità di convivenza (in relazione alla struttura di personalità e al percorso nel suddetto “Programma di riabilitazione”): si tratta di pazienti precedentemente ricoverati in Comunità Terapeutica e che, non necessitando più di un’assistenza continuativa da parte di personale psichiatrico, possono vivere in una Casa (“Gruppo Appartamento”), frequentando i Centri Diurni (con un ulteriore percorso nel programma di riabilitazione) o i Centri di Salute Mentale (con un sostegno psicoterapeutico e/o farmacologico).

L’inserimento lavorativo, con assunzione diretta o con Borsa Lavoro, consente loro di pagare l’affitto dell’appartamento. c) Identificando gli operatori del Dipartimento di Salute Mentale di supporto al Gruppo Appartamento. Stato del progetto: concluso. Risultati: Durante l’anno 2004: a) Hanno usufruito del “PROGRAMMA DI RIABILITAZIONE” del Dipartimento di Salute Mentale

(DSM)complessivamente: 239 pazienti - Sono stati ospitati nelle 2 Comunità Terapeutiche del DSM: 76 pazienti - Hanno frequentato i 2 Centri Diurni del DSM: 112 pazienti - Hanno usufruito di Borsa Lavoro per inserimento lavorativo: 58 pazienti b) È stato realizzato il 5° GRUPPO APPARTAMENTO del DSM per 3 pazienti. Gli ospiti dei cinque Gruppi Appartamento sono complessivamente 17. Valutazione: a) Il “PROGRAMMA DI RIABILITAZIONE” è valutato dal giudizio clinico del medico responsabile di ciascun progetto e attraverso i seguenti strumenti: - Scala CGI – Clinical Global Impression - Scala di valutazione dei bisogni rilevati e delle risorse - Scala LSP – Like Skill Profile - Scala di valutazione delle abilità fondamentali di Luc Ciompi (adattata) - Scala DAI 10 – Drug Attitude Inventory 10, per la risposta soggettiva all’uso dei farmaci da parte

del paziente - Scala SF 36 – Short Form 36, per la valutazione della Qualità della Vita - Scala di valutazione del livello di soddisfazione da parte del paziente, dei familiari e dell’équipe b) Il 5° “GRUPPO APPARTAMENTO” è stato realizzato a Novara in Via Volta, nel marzo 2004.

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Conclusioni/possibili ricadute: Il potenziamento delle attività di riabilitazione del Dipartimento di Salute Mentale con la realizzazione di uno specifico “PROGRAMMA DI RIABILITAZIONE” per ciascun paziente – attuato in luoghi diversi e con interventi verificabili attraverso scale di valutazione – consente il reinserimento sociale del paziente psichiatrico. Un paziente finalmente non più escluso ed emarginato all’interno delle mura di un ospedale psichiatrico, ma inserito attivamente con un lavoro ed una casa (“GRUPPO APPARTAMENTO”) in una comunità che, accogliendolo, può guarire. Il promuovere tale accoglimento è momento essenziale per la realizzazione di una nuova psichiatria.

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Progetto: Determina Regione Piemonte “Attività di promozione della salute e prevenzione del disagio degli adolescenti.” Autore: Dott.sa Grazia Nuvolone (Referente del progetto per il Quadrante 2) Co-Autori: Dott. Stefano Fornara, (ssvd Psicologia, psicologo convenzionato per il progetto.

Psicologi resp.li Servizi di Psicologia delle ASL 11, 12, 14. Obiettivi del progetto: Il progetto è stato promosso dall’Assessorato alla Sanità della Regione Piemonte e vede coinvolti i Quadranti 1,2,3,4; si propone una riconsiderazione globale delle azioni preventive di sostegno e cura rivolti alla popolazione giovanile. Per quanto riguarda la nostra specifica partecipazione all’interno della stesso, permetterà di chiarire il sistema attuale delle attività psicologiche rivolte agli adolescenti dai 16 ai 21 anni all’interno delle ASL del quadrante 2, Novara, Vercelli, Biella, VCO. Consentirà inoltre di rilevare i fattori di rischio emergenti in tale fascia d’età e di valutare infine l’efficacia degli interventi operativi effettuati. L’obiettivo finale del progetto regionale è di migliorare la qualità dei servizi offerti e promuovere nuovi modelli d’intervento sull’adolescenza. Metodi utilizzati: FASE ATTIVITA’ STRUMENTI E METODOLOGIE CRONOGRAMMA

Avvio feb-05 Formulazione del progetto operativo

Redazione progetto Fine febbraio 2005

A Analisi dei rischi emergenti Report su assessment fattori di rischio

attraverso ricerche in banche dati, interviste individuali e focus group

Fine maggio 2005

Avanzamento giu-05

B

Mappatura e monitoraggio delle esperienze esistenti sul territorio del quadrante

Schede di monitoraggio servizi e interventi, costituzione focus group per definizione indicatori di efficienza ed efficacia.

Fine settembre 2005

Avanzamento ott-05 Valutazione qualitativa dei servizi

Schede di valutazione qualità servizi e interventi, costituzione focus group per definizione indicatori di qualità

Fine a febbraio 2006

C Linee guida per progettazione sistema di accreditamento interventi psicologici rivolti all’adolescenza.

Sistema di peer accreditation Fine a febbraio 2006

Valutazione Report finale di valutazione Fine a febbraio 2006 Stato del progetto: in corso di realizzazione. Risultati: RISULTATI PREVISTI: A) Effettuare la rilevazione dei rischi psicologici e psicosociali emergenti nel difficile settore giovanile.

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B) Mappare i servizi sanitari esistenti sul territorio delle ASL del Quadrante 2 che svolgono attività di promozione della salute e prevenzione del disagio minorile; successivamente monitoraggio degli interventi svolti sul territorio. La mappatura riguarderà ambiti informativi, organizzativi, di counseling, orientamento e presa in carico psicoterapica. C) L’analisi qualitativa dei servizi e degli interventi può portare alla creazione di Linee guida, preliminari alla costituzione di un sistema di peer-accreditation degli interventi. Valutazione: Il sistema di valutazione complessivo è articolato in sottosistemi con modelli di intervento e metodologia differenti: A) La metaanalisi sui fattori di rischio rilevati permette di impostare modelli di intervento e criteri di valutazione più specifici. B) La mappatura delle esperienze in atto e il monitoraggio delle loro attività è attuato con schede di rilevazione che permettano di raccogliere dati e informazioni significative sulla base di indicatori di efficienza ed efficacia precedentemente definiti. C) La valutazione infine consta di 2 sistemi. Il primo, prevede la definizione di schede di valutazione qualitativa dei servizi e interventi svolti e prevede la costituzione di un focus group per definire i più significativi parametri di qualità del servizio offerto agli utenti. Mentre il sistema di peer-accreditation porta all’accreditazione qualitativa degli interventi sulla base di criteri internamente definiti. Conclusioni/possibili ricadute:: Il progetto permetterà di chiarire il sistema attuale degli interventi psicologici rivolti agli adolescenti all’interno delle ASL del quadrante 2 e negli altri quadranti della Regione interessati. Permetterà di costituire strumenti in grado di valutare l’efficienza e l’efficacia, nonché la qualità del servizio erogato con l’ausilio di un sistema di valutazione quantificabile e comparabile. Questo potrà costituire la base per una successiva e più accurata indagine con l’utenza esterna. Sulla base di tali fattori si potrà dunque migliorare, promuovere e sperimentare modelli di intervento più efficaci nella promozione alla salute, prevenzione e presa in carico del disagio minorile. Infine il Coordinamento tra referenti di quadranti e lo svolgimento comune della cornice operativa del progetto permetterà di estrapolare dati, modelli di intervento ed esperienze di eccellenza.applicabili e verificabili poi sul territorio regionale.

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Progetto: Percorso diagnostico terapeutico del paziente affetto da fibrillazione/flutter atriale Autore: D.ssa Paola Paffoni (s.c. Cardiologia P.O. di Borgomanero) Obiettivi del progetto: Valutare e preparare ( con accertamenti e trattamento ) i pazienti da avviare alla cardioversone elettrica (cve) al fine di ottimizzare i modi ed i tempi pre-cardioversione Facilitare l’accesso agli accertamenti specialistici riferiti alle suddette patologie, al prelievo per l’inr ed alla gestione del risultato dell’esame Ottimizzare la terapia anticoagulante (tao) ed antiaritmica Ridurre il numero di prelievi ematici pre-trattamento e quindi ridurre i costi sanitari Gestire il periodo successivo alla cardioversione sia per la tao, per la profilassi antiaritmica che per i controlli ecgrafici ( ecg basale ed holter) Metodi utilizzati: Attivazione di un ambulatorio dedicato con la collaborazione di due medici e due infermieri a turno Pianificazione del percorso ( controllo ecg, eco, inr e verifica terapia) Utilizzo di specifica scheda infermieristica Prelievi periodici per inr ed ottimizzazione tao Stato del progetto: concluso.

Risultati: Evitare il coinvolgimento burocratico del medico di famiglia Ottimizzare i tempi pre cardioversione Uniformare i criteri di trattamento Garantire l’ adeguatezza di trattamento e preparazione alla cardioversione elettrica . in tal modo il paziente viene convocato solo ed unicamente quando vengono rispettati tutti i criteri richiesti Valutazione: Numero pazienti seguiti Riduzione del tempo di permanenza in lista d’attesa nel 2003 rispetto al 2004 Conclusioni/possibili ricadute: Facilitazione dell’accesso dei pazienti Unico accesso per differenti prestazioni ( ecg-eco-inr) Garanzia di adeguata preparazione alla cardioversione Riduzione del tempo di permanenza in fibrillazione/flutter atriale ed in tao

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Progetto: Valutazione del grado di adesione alle Linee Guida “ di minima “ proposte dal CIO per la Profilassi Antibiotica nei reparti chirurgici dei Presidi Ospedalieri Riuniti dell’ASL 13. Autore: Dott. Emilio Pagani (s.s.. Prevenzione rischio infettivo) Co-Autori: Sig.ra Zanetti M.Luisa , (CPS Direzione Medica Presidi Ospedalieri Riuniti). Razionale del progetto : nell’ambito dei programmi annuali che l’ASL 13 mette in opera per rispondere agli indirizzi regionali finalizzati alla sorveglianza, controllo e prevenzione delle infezioni ospedaliere, è stato affrontato il tema della antibiotico profilassi in chirurgia . L’avvento negli anni 40 degli antibiotici ha contribuito allo sviluppo della chirurgia moderna attraverso il loro utilizzo in profilassi, riducendo la frequenza delle infezioni post intervento, inizialmente preponderanti in termini quantitativi. Per ottenere convincenti risultati nella riduzione delle infezioni postoperatorie si sono dovuti attendere molti anni, per selezionare i farmaci idonei, individuare i tempi di somministrazione adeguati, le condizioni e i tipi di interventi in cui impiegarli. E’ evidente che la profilassi antibiotica deve essere limitata agli interventi in cui è descritta l’utilita’ nel ridurre le infezioni post chirurgiche. Consideriamo alcuni dati epidemiologici: in Italia si contano circa 8.000.000 di ricoveri ospedalieri all’anno; nel complesso si verificano oltre 500.000 infezioni ospedaliere ( 6,8 % dei ricoveri ), con un costo complessivo in termini economici di circa 700 milioni di euro; ogni episodio di infezione costa in termini economici 3500 euro in media e determina un allungamento medio della degenza ospedaliera di circa 7 giorni, ( tralasciando i costi sociali, che da soli giustificano il massimo impegno in termini di prevenzione ). Ogni 1000 pazienti chirurgici si verificano circa 70 infezioni post intervento, con 1 o 2 decessi direttamente connessi all’infezione chirurgica stessa. La premessa metodologica dell’impiego della profilassi antibiotica e’ la suddivisione degli interventi chirurgici nelle classiche quattro categorie: puliti, puliti-contaminati, contaminati e sporchi. Questi quattro tipi di chirurgia presentano un differente rischio infettivo : la chirurgia pulita comporta un rischio infettivo inferiore al 5%, rischio che la profilassi non è in genere in grado di modificare, è comunque consigliata negli interventi con applicazione di protesi. La chirurgia pulito contaminata ha un rischio del 10%, che può scendere al 3-4% operando una corretta chemioprofilassi. Nella chirurgia contaminata si ha una incidenza di infezioni senza profilassi del 18%, riducibile al 9%. La chirurgia sporca ha un rischio infettivo del 40% e tale incidenza non viene influenzata dalla chemioantibioticoprofilassi, quanto piuttosto da una precoce terapia antibiotica, differente per ritmo di somministrazione e durata del trattamento, rispetto alla profilassi. In conclusione un trattamento profilattico trova indicazione in quei tipi di chirurgia nei quali sia possibile evidenziare con il suo impiego una riduzione dell’incidenza di infezioni di almeno il 50%. Obiettivi del progetto: Premessa metodologica: Come conseguenza a quanto esposto nel razionale del progetto, è di fondamentale importanza definire le condizioni operative ottimali per l’utilizzo dell’antibiotico profilassi, regolamentando come va fatta e per quanto tempo va prolungata. Per definizione l’antibiotico profilassi chirurgica è la somministrazione di un farmaco antimicrobico prima che a causa dell’intervento, si sia verificata la contaminazione batterica del campo operatorio. Questa pratica si fonda sull’ipotesi, verificata dall’esperienza, che in una certa percentuale dei casi a quel determinato intervento farà seguito un’infezione postoperatoria e che ,in una parte almeno dei pazienti, l’infezione potrà essere prevenuta dalla somministrazione profilattica di antimicrobici.

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Considerato che il rischio di infezione si realizza per un periodo di tempo molto limitato che va dall’inizio dell’intervento fino a 3-4 ore dopo l’intervento stesso, è necessario che la somministrazione dell’antibiotico avvenga in concomitanza dell’intervento per risultare efficace. In linea con gli indirizzi regionali, dopo valutazione della situazione microbiologica, epidemiologica e farmacoeconomica locale, in stretta collaborazione con il Dipartimento di Assistenza Farmaceutica, il CIO ha presentato in data 14 gennaio 2003 il Protocollo di Profilassi Antimicrobica in Chirurgia, inteso come strumento di lavoro sul quale realizzare l’incontro tra diverse impostazioni ed esigenze metodologiche , al fine di redigere in tempi tecnici ragionevoli un documento condiviso e di conseguenza applicabile e applicato nella realtà operativa. Alcuni aspetti peculiari del Protocollo presentato sono stati ulteriormente discussi in momenti formativi dedicati all’antibioticoprofilassi in ortopedia-traumatologia , in data 4 e 25 ottobre 2003. In questa sede si ribadisce il carattere propositivo delle suddette Linee Guida, ampiamente discutibili e modificabili con il concorso dei diretti interessati alla loro applicazione pratica. L’istituzione delle Aziende Sanitarie con precise responsabilità di bilancio e la parallela limitazione delle risorse, ha imposto una nuova politica anche in campo terapeutico : negli ultimi anni sono andate diffondendosi le valutazioni economiche comparative dei vari trattamenti farmacologici, come strumento di scelta integrativo ai consueti criteri di carattere clinico, farmacologico ed etico; in altri termini l’obiettivo generale di qualunque attività volta a migliorare la qualità è obbligatoriamente la definizione del miglior trattamento sia dal punto di vista dell’efficacia che del rapporto costo-beneficio. L’elevato numero di farmaci antibatterici a disposizione ha generato frequentemente confusione e difficoltà gestionali, che si sono tradotte in un eccessivo e irrazionale impiego degli antimicrobici, sia in terapia sia in profilassi, con la conseguente comparsa ed emergenza di ceppi batterici multi resistenti . In sintesi, nel redigere un protocollo si devono considerare alcuni aspetti di fondamentale importanza: 1) tipologia degli interventi chirurgici; 2) selezione delle molecole da impiegare; 3) efficacia, vie e tempi di somministrazione, farmacocinetica,tossicità, utilizzazione short e in

dose unica; 4) costi complessivi; 5) richiesta motivata; 6) aderenza alle linee guida nazionali ed internazionali ; 7) monitoraggio delle resistenze batteriche. L’analisi critica della pratica quotidiana , secondo indagini regionali e nazionali, evidenzia che il 50% dei pazienti chirurgici riceve una profilassi antibiotica inadeguata; in particolare si rileva : 1) indicazione a volte non corretta, con impiego non necessario di antibiotici a scopo di profilassi; 2) uso di antibiotici a largo spettro ( cefalosporine di terza generazione e fluorochinoloni ) che

esasperano l’emergenza di Stafilococchi meticillino resistenti, Enterococchi vancomicina resistent, Pseudomonas Aeruginosa resistenti alle principali classi di antibiotici, compresi i carbapenemi ;

3) somministrazione troppo precoce; 4) somministrazione ad intervento concluso; 5) omissione della dose intraoperatoria quando consigliata dalla durata dell’intervento; 6) somministrazione dell’antibiotico oltre le 24 ore dopo l’intervento; 7) ingiustificato aumento dei costi di gestione; 8) tendenza a sopravvalutare l’importanza della colonizzazione batterica ( cateterismo

vescicale, ventilazione meccanica assistita 9) aumento della frequenza di infezione della ferita chirurgica. Obiettivo primario del progetto è la valutazione del grado di adesione alle linee guida per la profilassi antibiotica a circa due anni dalla presentazione; obiettivo secondario in senso cronologico ma non meno importante dal punto di vista metodologico è l’evidenziazione dei determinanti che più frequentemente si associano ad una non corretta adesione

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al protocollo, considerando al contempo le eventuali ricadute positive o negative sul controllo delle infezioni della ferita chirurgica e sulla diffusione delle resistenze batteriche. Il progetto è descritto in maniera completa: -responsabilità : UPRI ( Unità Operativa per la Prevenzione del Rischio Infettivo ) ; -risorse : Responsabile UPRI, CPS partime della Direzione Medica ; -piano economico : tempo per la valutazione delle cartelle cliniche, valutato in 6 ore settimanali del Responsabile Upri e della CPS, per sei mesi di studio ( da gennaio a giugno 2005 ); -vincoli : tutti i reparti chirurgici dei Presidi Ospedalieri Riuniti, con eccezione dell’Oculistica, non considerata per motivi contingenti al momento della stesura delle Linee Guida. 2 Il progetto si articola nelle seguenti fasi: prima fase) in accordo al programma aziendale 2004/2005, sono state riviste le Linee Guida che prevedono, per gli interventi di diverse specialità, il tipo di antibiotico maggiormente indicato, la tempistica e la via di somministrazione; seconda fase) l’indagine relativa al grado di adesione alle linee guida sulla profilassi si svolge in parallelo alla sorveglianza sulle infezioni della ferita chirurgica ( per inciso si ricorda che nei Presidi Ospedalieri dell’ASL Riuniti dell’ASL 13 sono attualmente in corso le sorveglianze sulla ferita chirurgica e sulla batteriemia catetere correlata, entrambe condotte secondo protocolli regionali ), a partire da gennaio 2005, nei reparti chiruirgici dei P.O. Riuniti, mediante analisi delle cartelle cliniche dei pazienti sottoposti ad intervento chirurgico; terza fase ) sintesi delle osservazioni emerse in base agli obiettivi del progetto e confronto delle medesime con le indicazioni fornite da analoghe e parallele indagini regionali, previste nel 2005. Lo strumento utilizzato per l’indagine è costituito da una scheda cartacea compilata dai relatori del progetto in collaborazione con le varie equipes chirurgiche e anestesiologiche. Sono stati esclusi i pazienti che al momento dell’intervento risultavano in terapia antibiotica, sia per motivi chirurgici che extrachirurgici. In sintesi la scheda di rilevazione consente la raccolta delle seguenti informazioni: -intervento chirurgico : oltre ai dati relativi all’intervento, vengono raccolte informazioni riguardanti l’utilizzo di protesi, la durata dell’intervento, l’ASA score, la classe di chirurgia; -analisi dei dati : gli indicatori utilizzati sono stati i seguenti: 1) indicazioni all’antibiotico profilassi ; 2) osservanza delle linee guida proposte localmente : molecola utilizzata ; 3) inizio dell’antibiotico profilassi ( entro 60 minuti dall’incisione chirurgica, il limite è esteso a 120 minuti nel caso di utilizzo di glicopeptidi); 4) termine dell’antibiotico profilassi : deve concludersi entro le prime 24 ore dall’intervento ; il proseguimento della somministrazione antibiotica terrà comunque conto della classe di intervento. Le schede compilate vengono successivamente controllate in Direzione Medica per attribuire un giudizio di conformità o meno di adesione alle Linee Guida. Dal punto di vista del cronogramma operativo, l’indagine si svolge con la seguente cadenza: -settimanalmente, il personale dell’Upri esamina nei vari reparti chirurgici le cartelle dei pazienti che nella settimana precedente sono stati sottoposti a intervento chirurgico; -quindicinalmente, seguendo la scheda di rilevazione vengono indagate le motivazioni di eventuali discordanze dal protocollo proposto; -mensilmente, vengono assemblate e tabulate le osservazioni sintetiche in rapporto al lavoro svolto nel mese esaminato. Analisi del progetto: 1) per definire correttamente il problema, si parte dall’atteso = concordanza delle prescrizioni di antibioticoprofilassi con il protocollo proposto, per verificare l’osservato = % di prescrizioni realmente concordanti con il protocollo presentato; 2) estensione del progetto : si svolge sia su base regionale che aziendale, in quanto la verifica attuata in sede dei Presidi Ospedalieri Riuniti risponde sia all’indirizzo regionale, sia e maggiormente all’esigenza aziendale di razionalizzare l’uso delle risorse finanziarie, ottimizzando nel contempo la qualità della prestazione sanitaria erogata; ricordiamo che gli antibiotici sono la classe di farmaci più utilizzati in ospedale, oltre il 35% dei ricoverati assume antibiotici durante la degenza.

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3) l’obiettivo generale del progetto è chiaramente definito : - specifico: adesione della profilassi antibiotica in chirurgia al protocollo proposto, protocollo comunque ampiamente trattabile nei suoi contenuti, necessariamente dinamici, in rapporto alla costante evoluzione dello stato dell’arte; - misurabile : mediante verifica della percentuale delle prescrizioni compatibili con il protocollo; - accettabile : lo studio non comporta particolari problematiche etiche; - realistico : lo studio è effettivamente realizzabile; - temporizzato : si svolge nel periodo gennaio-giugno 2005; 4) l’obiettivo generale del progetto è ampiamente giustificato dai costi diretti e indiretti di una infezione chirurgica, dal costo della “voce antibiotici “ in genere, dal controllo delle resistenze batteriche emergenti in conseguenza della errata pratica della profilassi. Stato del progetto: in corso di realizzazione. Risultati: Le valutazioni preliminari condotte nel primo periodo di studio confermano la validità del progetto messo in opera. La contemporaneità di svolgimento della sorveglianza della ferita chirurgica e del progetto relativo all’antibiotico profilassi permette nella realtà il controllo incrociato di quanto avviene nella pratica assistenziale. La quantificazione numerica delle prescrizioni aderenti al protocollo presentato viene rinviata alla fase finale del progetto, dopo la conclusione temporale del medesimo , per una serie di considerazioni metodologiche di seguito espresse: 1) la frequentazione settimanale dei relatori nei reparti chirurgici consente di verificare il costante proposito di adeguamento al meglio dello “stato dell’arte “ per quanto riguarda la pratica dell’antibioticoprofilassi in chirurgia; 2) sovente la prescrizione antibiotica è aderente nella sostanza della molecola impiegata, con minime differenze nelle modalità di somministrazione, in rapporto a condizioni contingenti del paziente; 3)i fattori associati alla non conformità alle linee guida locali proposte dal CIO sembrano essere l’incremento del punteggio ASA, la durata dell’intervento superiore a quanto previsto e l’intervento eseguito in urgenza; 4)si rende necessario l’approfondimento analitico dei casi di non conformità, legati anche a non condivisione, motivata, delle linee guida proposte; 5)già in fase di indagine, si segnalano momenti positivi di discussione finalizzati all’implementazione delle linee guida nelle varie unità operative; 6)i primi dati rilevati sembrano comunque indicare la tendenza sostanzialmente attesa, in alcuni reparti in particolare: rispetto alle indicazioni regionali, abitualmente più leggere, in periferia di solito si ricorre prudenzialmente ad una antibioticoprofilassi generalmente più marcata; 7) a conforto di quanto affermato al punto 6), la parallela sorveglianza della ferita chirurgica in corso nei P.O. Riuniti dell’ASL 13 configura l’ottimo andamento dell’attività chirurgica di routine nei tre presidi, considerata la quasi assente ricorrenza di infezioni ospedaliere post intervento chirurgico, come testimoniato dalla sistematica “sorveglianza telefonica” ( = intervista telefonica al paziente a trenta giorni dopo la dimissione). Valutazione. Il sistema di valutazione del risultato è costituito da : 1) raggiungimento dell’obiettivo ( % di prescrizioni farmacologiche realmente aderenti al protocollo di antibioticoprofilassi chirurgica proposta dal CIO ) ; i primi tempi dello studio consentono una valutazione di tipo qualitativo; alla conclusione dello studio saranno formulati dati quantitativi, tenendo conto comunque delle osservazioni metodologiche espresse alla “voce : risultati “ ; 2)impatto favorevole di ulteriori risultati collegati all’obiettivo principale: -valutazione critica delle discordanze; -ricaduta sulla prevenzione delle infezioni chirurgiche;

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-controllo dei ceppi antibiotico resistenti; -utilizzo della Mappa Microbiologica dei Presidi Ospedalieri Riuniti in generale e dei singoli reparti in particolare come punto di partenza per la prevenzione mirata ai germi circolanti nell’ambiente ospedaliero ; -contenimento dei costi economici della profilassi antibiotica in chirurgia; 3)comunicazione e discussione dei risultati in una giornata di formazione riservata al personale delle unità operative chirurgiche dell’ASL 13; 4)realizzazione di un sistema di monitoraggio dei dati comunicati, mediante periodiche rilevazioni sulle cartelle cliniche dei pazienti chirurgici. Conclusioni, possibili ricadute. 1) Come enunciato nel “razionale del progetto “, il valore dello studio intrapreso si concretizza in sintesi nell’obiettivo di migliorare la qualità della prestazione sanitaria erogata al cittadino utente, prestazione in questo caso rappresentata dall’intervento chirurgico, non gravato da complicazioni infettive, realizzando quindi un passo avanti nel miglioramento continuo della qualità globale dell’assistenza sanitaria. Nell’immaginario collettivo dell’opinione pubblica, l’evoluzione della moderna medicina, sempre più legata al raggiungimento del risultato, dando per scontata la disponibilità dei mezzi per raggiungerlo, deve preparare mentalmente l’operatore sanitario ad una valutazione “pubblica e oggettiva“ del proprio operato da parte dell’utente, che giustamente esige la possibilità di scelta tra diverse strutture eroganti la medesima prestazione, in regime di concorrenzialità qualitativa anche all’interno del Servizio Sanitario Pubblico stesso. Nel concreto , l’indicatore delle infezioni ospedaliere post intervento chirurgico in alcuni paesi europei già attualmente è esplicitato in maniera visibile e consultabile da parte dell’utente sul sito degli ospedali di elevata qualità ( vedi ANAES in Francia ). 2) i principali elementi e le soluzioni d’innovazione tecnologica e/o organizzativa che hanno caratterizzato il progetto in sintesi sono i seguenti: -l’analisi critica di comportamenti locali risente abitualmente di situazioni contingenti che spesso impediscono di raggiungere valutazioni realistiche, che possano costituire un valido punto di partenza per intraprendere azioni correttive o comunque migliorative delle singole realtà; in questo senso, l’attività di sorveglianza, controllo e prevenzione delle infezioni ospedaliere, fermamente voluta e sostenuta dalla Regione Piemonte, ha stimolato positivamente anche nell’ASL 13 la verifica di situazioni in generale ritenute passibili di miglioramenti operativi, inseriti in un contesto valutato in una dimensione più generale e significativa. Il campo specifico della profilassi antibiotica in chirurgia storicamente costituisce un argomento di discussione sul quale spesso è problematico raggiungere un accordo, come testimoniano le numerosissime Linee Guida esistenti in letteratura, frequentemente riviste e rimaneggiate, anche in modo significativo. In alcuni casi la Direzione Generale ufficializza l’adozione di uno specifico protocollo, mentre nella maggior parte delle situazioni il carattere vincolante del suddetto provvedimento comporta rigidità operative non sempre giustificabili dal punto di vista etico se non addirittura dal punto di vista medico legale. Viste le considerazioni suddette, si ritengono significativi gli aspetti organizzativi caratterizzanti il progetto in corso: -il protocollo proposto, anche nella sua essenzialità, rappresenta il frutto del costante tentativo di aggiornamento; -il protocollo proposto risponde a precisi indirizzi regionali; -il protocollo proposto è stato positivamente valutato in sede di consuntivo annuale da parte della commissione regionale che esamina le attività aziendali per la sorveglianza, il controllo e la prevenzione delle infezioni ospedaliere; -la scheda di rilevazione è standardizzata a livello regionale; -la scheda di rilevazione permette quindi la comparazione propositiva tra diverse realtà ; -lo svolgimento in parallelo della la sorveglianza della ferita chirurgica e della sorveglianza della antibiotico profilassi chirurgica realizza un approccio sistematico al problema della infezione chirurgica in generale, specialmente in tempi di ricorso sempre più frequente alla day surgery

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caratterizzati dalla dimissione sempre più precoce del paziente e dalla conseguente necessità di “sicurezza” nel decorso post operatorio a domicilio. 3) le possibili future applicazioni del progetto sono degne di nota: -analogamente ad esperienze già realizzate in altre strutture ospedaliere, l’ipotesi di lavoro maggiormente qualificante per il prossimo futuro è la “centralizzazione “ della profilassi antibiotica nei reparti chirurgici, in accordo con le indicazioni della letteratura. L’ipotesi suddetta va comunque verificata con la dovuta cautela, in quanto non mancano recentemente segnalazioni di perplessità di vario genere, dopo un periodo di entusiasmo iniziale nella sua applicazione. -in sede locale , la considerazione che induce alla prudenza è il sostanziale buon andamento del decorso post operatorio della ferita chirurgica ,relativamente al problema infezioni, a fronte di “qualche aspetto a volte ridondante “ nella prescrizione della profilassi antibiotica. Conclusione generale: la domanda cruciale è la seguente : vale la pena modificare una prassi consolidata e al momento premiante per il paziente, e con quale margine di sicurezza si possono affrontare i cambiamenti, pur logici , che la letteratura suggerisce ? I relatori del progetto si augurano che i prossimi mesi di studio contribuiscano a rispondere almeno in parte all’interrogativo suddetto.

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Progetto: UTOPIA… O REALTA’ ?: -Autorizzazioni ON LINE della fornitura di ausili da parte dell’Ufficio Protesico del Distretto di Novara-

Autore: Dr.ssa Alberta Paggi e rag. Rita Papagna (Distretto Novara) Co-Autori: Per. Contabile Lorena Perta, Geom. Giorgio Carenzo, P. Az.le Daniela Rinaldo Obiettivi del progetto: Semplificare e accelerare l’intero sistema di erogazione degli ausili da parte dell’Ufficio Protesico agli aventi diritto, attraverso l’adozione di metodologie informatiche e collaborazioni esterne e interne (ortopedie aderenti al progetto, medico specialista prescrittore, medico responsabile dell’autorizzazione e personale amministrativo), a maggior garanzia di appropriatezza prescrittiva, contenimento economico e ottimizzazione delle risorse disponibili. Metodi utilizzati: FASI DI REALIZZAZIONE: A) Prescrizione informatizzata da parte dello specialista competente in luogo della prescrizione manuale (tale prescrizione è applicata dal medico fisiatra preposto; B) Stampa automatica dei prezzi degli ausili contestuale alla prescrizione; C) Acquisizione ON LINE del preventivo relativo all’ausilio prescritto da parte dei fornitori. Cio’ sarà reso possibile dall’ampliamento del programma informatico attualmente in uso. D) Validazione elettronica da parte del dirigente medico dell’autorizzazione all’acquisto, della prescrizione dell’ausilio corredata dal relativo preventivo.Cio’ avverrà attraverso un ulteriore ampliamento del programma informatizzato in uso. CRONOGRAMMA: Il progetto, parzialmente già realizzato, è stato avviato dal 1 Gennaio 2005. E’ previsto il suo completo sviluppo entro la fine del 2006. STRUMENTI: Gli strumenti utilizzati sono: - Attuale dotazione informatica (postazioni computerizzate + programma dedicato in uso presso l’Ufficio Assistenza Protesica) - Implementazione applicativo informatico in uso - Creazione di PORTALE DEDICATO per l’accesso autorizzato dei fornitori mediante l’utilizzo di INTERFACCIA UTENTE - Archivio cartaceo già predisposto dall’ Ufficio Protesico Stato del progetto: In corso di realizzazione Risultati: 1. Creazione dall’1/1/2005 di una cartella informatizzata personale intestata ad ogni utente che afferisce all’Ufficio Protesico 2. Acquisizione immediata dei dati relativi al possesso dei requisiti previsti dalla vigente normativa D.M. 332 del 9/1999 (l’applicativo informatico è condiviso non solo da tutte le postazioni in essere presso l’Ufficio Protesico ma anche dal Servizio Medicina Legale A.S.L. 13) 3. Immediata visualizzazione dei tempi di fornitura dell’ausilio richiesto e prescritto e dei dati relativi al fornitore individuato 4. Eliminazione modulistica in carta chimica (consistente in n. 5 fogli) sostituita da modulo unico (Originale Prescrizione/Autorizzazione), nell’ottica del contenimento delle spese

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5. Immediata visualizzazione, mediante utilizzo dell’applicativo, dell’originale della prescrizione/autorizzazione 6. Creazione Archivio Informatizzato e Tracciabilità degli accessi e dei passaggi degli utenti presso l’Ufficio Protesico 7. Generale miglioramento del modus operandi utilizzato con l’istituzione di un nuovo protocollo di operazioni amministrative e Sanitarie che permetta il raggiungimento dei fini prefissati con efficacia ed efficienza, nel rispetto dei termini quali-quantitativi Indicati e, contestualmente, nel rispetto della normativa vigente. Valutazione: Si prevede la rilevazione dei dati in due tempi successivi: a) Valutazione comparata dei dati relativi agli accessi degli utenti e delle prescrizioni/autorizzazioni relativa al 2° trimestre 2004/2°trimestre 2005 b) Stessa valutazione comparata relativa al 2°trimestre 2005/2° trimestre 2006 Conclusioni/possibili ricadute: - Razionalizzazione e Semplificazione dell’intero sistema di erogazione degli ausili agli aventi diritto

da parte dell’Ufficio Assistenza Protesica del Distretto di Novara - Riduzione degli accessi, da parte dell’utenza, per l’autorizzazione all’erogazione dei relativi ausili.. L’utente, con l’applicazione del progetto, dovrà quindi presentarsi esclusivamente per la richiesta e

contemporanea prenotazione della prescrizione specialistica fisiatrica e per l’effettuazione del collaudo dell’ausilio ottenuto. L’autorizzazione rilasciata all’utente dal medico autorizzatore preposto sarà potenzialmente disponibile on line in tempi conseguente molto più ristretti. Saranno inoltre completamente eliminati i successivi passaggi, fino ad ora indispensabili, per il ritiro materiale dell’autorizzazione all’acquisto presso il fornitore preferito.

- Tali accessi sono gestiti in maniera più corretta e razionale anche grazie all’utilizzo del sistema elimina-code attualmente in uso.

- Percorso ridotto e facilitato degli utenti conseguente alla possibilità di prenotazione delle valutazione protesiche necessarie e alla valutazione in loco dell’eventuale diritto all’esenzione ticket per patologia e/o reddito.In termini di miglioramento della qualità dei servizi erogati ai cittadini/utenti e per la particolarità degli stessi (INVALIDI CIVILI, DI GUERRA, DEL LAVORO, PRIVI DELLA VISTA, SORDOMUTI, ASSISTITI ADI, RICOVERATI IN STRUTTURE SANITARIE ACCREDITATE PUBBLICHE E PRIVATE).

- Riduzione dei TEMPI D’ATTESA per l’ottenimento dell’ausilio richiesto. - Percezione da parte dell’UTENZA di una QUALITA’ del servizio migliore e più

PERSONALIZZATA con l’istituzione della CARTELLA PERSONALE informatizzata - Ulteriore incentivazione dell’esistente sinergia tra Medici specialisti prescrittori, Personale

amministrativo e Medico autorizzatore dell’ASL 13 - Fornitura di informazioni rapide ed esaurienti anche attraverso il contatto telefonico - Creazione di un rapporto di ulteriore collaborazione tra le Ortopedie coinvolte territorialmente e il

servizio ASL preposto attraverso la nuova procedura che permetterebbe l’immediata visualizzazione delle suddette autorizzazioni ON LINE con la possibilità, da parte delle ortopedie autorizzate, di erogare direttamente l’ausilio richiesto, successivamente all’autorizzazione dello stesso, fornendo la documentazione necessaria al COLLAUDO, prestazione erogata dall’ASL 13 ad accesso diretto e senza prenotazione preventiva.

Possibili e future ulteriori applicazioni di tale progetto sono concretamente ottenibili nell’ottica dell’utilizzo della RETE INFORMATICA per la facilitazione delle attività della PUBBLICA AMMINISTRAZIONE e del miglioramento della QUALITA’ di vita dei CITTADINI/UTENTI (nel caso specifico esigenza ancora più assoluta per la particolarità degli stessi), OBIETTIVO PRIMARIO del cosiddetto E-GOVERNMENT (governo elettronico), il quale, nei vari settori pubblici, si propone di avviare un radicale processo di trasformazione delle pubbliche amministrazioni ON LINE.

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Progetto: “SE SO…. “…….”SI SA” – Prevenzione della malattie sessualmente trasmesse (MST) in particolare le infezioni sessualmente trasmesse (IST) in età adolescenziale. Autore: Sig.a Anna Rita Pedroni (Dipartimento Materno Infantile – sett. Distretto Galliate) Co-Auttori:Sig.a Loredana Marchioro (Dipartimento Materno Infantile – sett. Distretto Novara) Obiettivi del progetto: Obiettivi educativi: Obiettivo di impatto: incidere sui comportamenti e stili di vita nell’adolescente. Promuovere percorsi educativi di igiene della persona. Obiettivi organizzativi: Coinvolgimento adolescenti e operatori sanitari-ostetrciche. Metodi utilizzati: Interventi mirati nelle scuole. ( progetto pilota Istituto Pascal, interventi sulle classi II) Somministrazione questionari pre e post, con domande inerenti la conoscenza delle IST e igiene della persona. Incontro e intervento tra oparatore sanitario (ostetrica) e classi II superiore, lavori di gruppo, distribuzione pieghevole informativo e consegna opuscolo regionale “ Le infezioni sessualmente trasmesse” Raccolta ed elaborazione dati. Stato del progetto: in attesa di attivazione. Risultati: Maggiore conoscenza delle infezioni sessualmente trasmesse. Maggiore prevenzione delle malattie sessualmente trasmesse. Valutazione: Attraverso raccolta ed elaborazione dati dei questionari pre e post di un anno scolastico. Conclusioni/possibili ricadute: Incidere sui comportamenti e stili di vita nell’età adolescenziale. Riorganizzazione tematiche per educazione sessuale nelle scuole. Attivazione a breve termine, anno scolastico 2006/2007.

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Progetto: Riduzione della Spesa Farmaceutica e della Spesa relativa alle Prestazioni nei pazienti ricoverati Autore: Dott. Vincenzo Petrella (s.c. Medicina P.O. di Arona) Co-Autori: D.ssa Luisa Pontiroli (s.c. Medicina P.O. di Arona) Obiettivi del progetto: Valutare l’appropriatezza degli esami e delle prescrizioni farmacologiche nei pazienti ricoverati nella S.C. Medicina di Arona ai fini di ridurne la spesa Metodi utilizzati: Per quanto riguarda le Prestazioni è stato fatto uno studio di appropriatezza delle richieste in rapporto alla malattia oggetto del ricovero, derivandone una discreta frequenza di richieste di esami per patologia (o presunta tale) non in atto né correlata alla patologia in atto, molto spesso solo a scopo “routinario” (Rx Torace, ECG, Molti esami ematologici), il cui risultato COMUNQUE non aveva cambiato la diagnosi conclusiva e tantomeno la relativa terapia. Di conseguenza nel triennio 2002-2003: a) sono stati aboliti gli esami cosiddetti “di routine” limitandoli a quelli strettamente necessari per

la diagnosi in atto e la relativa terapia; b) è stato evitato – nei limiti deontologici – qualunque esame avesse uno scopo puramente

diagnostico, senza alcun risvolto pratico-terapeutico; c) non è stato ripetuto alcun esame già eseguito ambulatoriamente in epoca recente o in DEA/P.S.,

laddove non necessario. Per quanto riguarda la spesa farmaceutica: a) è stata posta particolare attenzione all’uso degli antibiotici (tipi e tempi di somministrazione); dei

gastroprotettori (antiH2 e inibitori di pompa), utilizzati spesso senza rispetto delle Note AIFA; dei cortisonici (utilizzati per os piuttosto che e.v).; di tutti quei farmaci, spesso molto costosi, presentati come “innovativi" ma non corredati da adeguata evidenza clinica

b) laddove possibile è stato fatto largo uso di campionatura che ha richiesto un attento monitoraggio medico-infermieristico.

c) è stata rispettata al 100% la nota della Direzione Generale che prevede la consegna diretta di farmaci alla dimissione.

Il tutto è stato rivalutato alla luce di report trimestrali. Ovviamente il progetto è continuato nel 2004\2005. Stato del progetto: concluso. Risultati: a) Netta riduzione delle prestazioni improprie, passate da 19.9/degente nell’anno 2000 a 7.7 nel 2003 (dal conteggio sono esclusi gli esami eseguiti in DEA o P.S.) b) Netta riduzione della spesa farmaceutica, passata da Euro 57.75/Peso DRG a 49.77 (- 14%) Valutazione: A fine progetto abbiamo rivalutato i casi clinici per evidenziare eventuali diagnosi omesse (in relazione ai motivi di ricovero) o eventuali ricoveri ripetuti per inefficacia della terapia adottata. La maggiore attenzione adottata dal punto di vista diagnostico- terapeutico, così come sopra definito, non ha comportato alcun errore clinico. Conclusioni/possibili ricadute: Senza modifiche sostanziali del peso del DRG e indipendentemente dal numero dei ricoveri effettuati, siamo riusciti a realizzare un risparmio sensibile e progressivo nel triennio 2001-2003, con stabilità nel 2004, semplicemente ponendo maggiore attenzione all’appropriatezza delle richieste degli esami e

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alle prescrizioni delle terapie, senza che ciò abbia richiesto alcuna innovazione tecnologica ma solo organizzativa. Ciò non significa perdere di vista la gestione olistica del paziente internistico, spesso affetto da pluripatologie, ma semplicemente rinviare a domicilio eventuali ulteriori accertamenti relativi a patologie preesistenti e comunque non correlate con il motivo del ricovero che – nella gestione sanitaria moderna – deve essere il più rapido possibile in un logico e giusto turnover dei letti, ormai dappertutto sensibilmente ridotti. Un utile incentivo al contenimento della spesa nelle varie unità operative potrebbe essere quello di investire nelle stesse strutture il risparmio ottenuto.

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Progetto: Dimmi come ti trovi Autore: Dr. Incoronata Romaniello (ssvd di Oncologia PO di Borgomanero) Co-Autori: Dr. Debora Stramba e Dr. Grazia Nuvolone (ssvd di Psicologia PO di Borgomanero) Obiettivi del progetto: 1. valutare il gradimento dei servizi erogati dal DH oncologico 2. avvicinare la figura dello psicologo al paziente oncologico attraverso la somministrazione di un questionario Metodi utilizzati: Al fine di promuovere la figura dello psicologo all’interno della equipe oncologica abbiamo creato un questionario di gradimento dei servizi forniti dal DH oncologico che potesse essere somministrato direttamente dallo psicologo, durante il trattamento chemioterapico, favorendo in questo modo il colloquio e la conoscenza reciproca. Il questionario prevede la valutazione di gradimento della struttura, dell’equipe medico-infermieristica e la comprensione della percezione della figura dello psicologo nell’immaginario del paziente. Il questionario viene fornito ai pazienti dopo 1 mese circa di frequentazione del DH Oncologico e rappresenta un ottimo mediatore per il colloquio tra psicologo e paziente al fine di smitizzare le paure e i pregiudizi relativi al disagio psicologico. Stato del progetto: in corso di realizzazione. Risultati attesi: - valutare la percezione dei servizi erogati dalla SSVD di Oncologia al fine di migliorare l’organizzazione dello stesso - maggiore familiarità con la figura dello psicologo all’interno del DH oncologico - maggiore utilizzo di sostegno psicologico Valutazione: - analisi dei questionari per identificare criticità segnalate dai pazienti - n° di colloqui psicologici richiesti spontaneamente dal paziente

Conclusioni/possibili ricadute: 1) Creare un dialogo tra l’utente e la struttura ospedaliera al fine di soddisfare le aspettative dell’utente stesso 2) Eventuale modifica della organizzazione della SSVD di Oncologia in risposta alle necessità segnalate dall’utente 2) Favorire l’accesso al servizio di psico-oncologia.

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Progetto: Recupero dei crediti sisp – razionalizzazione procedura Autore: D.ssa Barbara Schietti (Collaboratore Amm.vo Prof. SISP) Co-Autori: Dott. Aniello Esposito (Direttore S.C SISP) Obiettivi del progetto Razionalizzare, migliorare e rendere efficiente la procedura attivata presso il SISP del recupero dei crediti relativi al pagamento delle prestazioni per vaccinazioni facoltative. Limiti della procedura in essere la procedura precedentemente in vigore presentava limiti notevoli, in quanto spesso si procedeva ad inviare erroneamente al recupero coattivo dei crediti soggetti che invece avevano già proceduto al relativo pagamento. Inoltre si verificavano: - dispersione dei bollettini di c.c. postale; - possibilità di riscontro del pagamento solo molti mesi dopo l’erogazione della prestazione, anche per passaggi interni all’Azienda. Fasi della procedura precedente - Determinazione dell’importo dovuto a seguito del counseling con il medico; - erogazione della prestazione vaccinale; - pagamento della prestazioni vaccinali a mezzo di bollettino di conto corrente postale; - controllo incrociato tra le fotocopie di bollettini di conto corrente postale e gli elenchi di soggetti

fruitori della prestazione; - individuazione dei debitori, - invio al recupero coattivo dei soggetti debitori. Metodi utilizzati: - Attivazione delle procedure di pagamento a mezzo cassa (attualmente punto giallo) delle prestazioni

vaccinali erogate - Verifica dell’avvenuto pagamento prima dell’erogazione della prestazione. - possibilità di pagamento per l’utente presso qualsiasi cassa dell’ASL 13, in caso di impossibilità di

utilizzo del punto giallo - Verifica incrociata tra i vaccinati e gli elenchi, forniti periodicamente dal CED, dei soggetti paganti

in altre casse ASL, finalizzata all’individuazione dei debitori. - Contatto telefonico dei soggetti inadempienti, finalizzato a sollecitare il relativo pagamento - Predisposizione degli elenchi degli soggetti che, nonostante l’invito telefonico, non provvedono alla

corresponsione del dovuto. - Invio al recupero coattivo da parte della Sestri spa Stato del progetto: concluso. Risultati: Riduzione delle pratiche inviate al recupero coattivo. Maggior efficienza della procedura di controllo interno Conclusioni/possibili ricadute: - Rapporto più diretto con l’utenza e conseguente miglioramento della qualità da questi percepita - Miglioramento dell’immagine complessiva dell’Azienda che procede in questo modo nei confronti

dei soli debitori effettivi.

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Progetto: “Salute donne migranti” Autore: Dr.ssa Paola Scolari (s.c. Ostetricia e Ginecologia P.O. di Borgomanero) Co-Autori: Sig.a Mirella Frattini (s.c. AST), d.ssa M.Chiara Antoniotti s.s.v.d. Epidemiologia) Obiettivi del progetto:

• Costituire un’équipe multidisciplinare. • Coordinare i diversi servizi aziendali che si occupano della salute delle donne straniere • Monitorare attraverso una raccolta dati strutturata ad hoc, il flusso delle donne straniere nei

servizi del Percorso Nascita • Potenziare la presenza della Mediatrice Culturale e potenziare l’attività del Centro Ascolto

collegandola agli altri servizi aziendali del Percorso Nascita Metodi utilizzati: Il Progetto costituisce la continuazione dell’analoga iniziativa presentata lo scorso anno e resa possibile grazie ad un contributo dell’Assessorato alle Politiche sociali della Provincia di Novara. Sarà presentata una nuova richiesta di finanziamento per continuare le attività.

• Creazione di un’équipe multidisciplinare che attraverso un’analisi della realtà sociosanitaria, evidenzi i problemi più urgenti e rilevanti

• Potenziamento del Centro Ascolto presso il reparto di Ostetricia dell’Ospedale di Borgomanero che preveda:

• Agenda per prenotazioni esami,visite,ecografie, consulenze psicologiche ecc. • Istituzione di una rete organizzativa che preveda il raccordo tra Servizi ospedalieri e

territoriali • Istituzione di un servizio di mediazione linguistico-culturale • Materiale informativo tradotto nelle varie lingue

Stato del progetto: in corso di realizzazione. Risultati: .

• Costituzione ufficializzata con Delibera del Gruppo di Lavoro • Predisposizione schede raccolta dati e relazione epidemiologica utilizzando le informazioni

raccolte con i CEDAP, per valutare la situazione esistente e l’adeguatezza dell’assistenza. Valutazione: verrà effettuata attraverso i seguenti indicatori:

• n° di Operatori contemporaneamente presenti al Centro di ascolto • presenza della Mediatrice Culturale almeno per il 70% delle ore di apertura del Centro di

Ascolto • n° di ore di apertura del Centro in fascia oraria privilegiata ( dopo le ore 17.00) • n° di donne straniere che accedono al Centro di Ascolto

Conclusioni/possibili ricadute: La Riorganizzazione del percorso nascita pensato per le donne straniere, si offre come un modello paradigmatico anche per l’opportunità di verificare la qualità della rete integrata dei servizi di primo, secondo e terzo livello. La principale innovazione organizzativa che caratterizza questo progetto è il tentativo di coordinare i servizi del percorso nascita in un’ottica di lavoro multidisciplinare e interdipartimentale con un approccio centrato sugli elementi caratterizzanti il decentramento culturale nell’incontro con la donna straniera. Il disporre di dati epidemiologici significativi relativi ai flussi delle donne straniere nei vari servizi consentirà una migliore riorganizzazione dei percorsi assistenziali relativi al percorso nascita, con un conseguente utilizzo mirato delle risorse.

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Progetto: Cartella infermieristico/psico/socio/educativa integrata Autore: CPSE Maurizia Sezzano (Ser.T) Co-Autori:Sig.a Albertin Monica, Sig. Spontino Sergio, Sig.a De Giorgi Caterina, Sig.a Semerari M.Rosa, Sig.a Convertino Mirella, Sig.a Cozzo Gabriella, Sig.a Fasolo Elena, Dr. Vanetti Pietro (Ser.t) Obiettivi del progetto: realizzazione di un gruppo di lavoro trasversale per l’anno 2004; confronto sui dati significativi raccolti dall’utenza, all’interno del dipartimento, al fine di una migliore pianificazione dei percorsi riabilitativi condivisi dall’équipe multidisciplinare; realizzazione, miglioramento e condivisione dello strumento “cartella” da parte delle figure professionali dell’équipe. Metodi utilizzati: lavori di gruppo; analisi ed utilizzo del metodo N.A.N.D.A.; confronto esperienziale. Stato del progetto: concluso. Risultati: realizzazione della cartella integrata; presentazione ed estensione della stessa nelle varie sedi del DPD Valutazione: congruità dello strumento con i bisogni dei professionisti Conclusioni/possibili ricadute: ricerca epidemiologica; valutazione delle diverse problematiche dell’utenza legate alla distribuzione del Territorio.

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Progetto: Il paziente ha fame! Cosa può mangiare in una Chirurgia Generale? Autore: Dott. Claudio Sguazzini (Direttore Dipartimento Chirurgico) Co-Autori: Dott. Aldo Colombo (dirigente medico s.c. Chirurgia P. O. di Borgomanero) CPSE Fasolini Gabriele, Guittini Patrizia, Lamazzi Marta, Poletti Massimo (s.c. di Chirurgia PP.OO. Arona, Borgomanero, Galliate). Obiettivi del progetto: 1) Razionalizzare il modello alimentare degli utenti all’interno della S. C. di Chirurgia nei tre P. O.

dell’ASL 2) Uniformare i consigli sull’alimentazione da fornire ai pazienti all’interno della S. C. di Chirurgia

nei tre P. O. dell’ASL 3) Garantire una preparazione adeguata dal punto di vista alimentare dell’utente che deve essere

operato in base alla tipologia di intervento. 4) Garantire un supporto alimentare adeguato nel periodo post operatorio per permettere: a) Utilizzo razionale delle preparazioni farmaceutiche per nutrizione enterale e parenterale b) Diminuzione delle complicanze c) Ripresa più rapida del paziente 5) Fornire al paziente le informazioni adeguate riguardo all’alimentazione da seguire a domicilio 6) Semplificare l’attività dei dipendenti riguardo la gestione dell’alimentazione Metodi utilizzati: 1) Individuazione del gruppo di lavoro: Direttore s.c. di Chirurgia, Dirigente medico della s. c. di Chirurgia del P. O. di Borgomanero, CPSE della s. c. di Chirurgia dei tre presidi Ospedalieri. 2) Riunioni per la definizione del progetto: a) identificazione delle risorse umane e strumentali necessarie b) riscontro fattibilità del progetto attraverso la valutazione della percentuale di adesione degli operatori c) definizione tempi ( Settembre 2005 ) e modi per la realizzazione del progetto – informatizzazione del sistema d) creazione di strumenti di lavoro: d1) schede riassuntive per personale di supporto d2) schede complete per CPS e Medici d3) schede documentative da consegnare all’utente 3) Ricerca bibliografica 4) Riunioni con il personale medico, infermieristico e di supporto:coinvolgimento e sensibilizzazione del personale Stato del progetto: in corso di realizzazione. Risultati: Il progetto sarà in grado di garantire: a) omogeneizzazione del trattamento dell’utente operando e/o operato dal punto di vista

dell’alimentazione b) fornire al paziente un supporto alimentare adeguato

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c) diminuzione dei tempi di degenza dovuta a corretto supporto alimentare del paziente operato

d) riduzione della possibilità di errore della prescrizione alimentare da parte del personale sanitario

e) fornire all’utente dimesso un supporto cartaceo facile da consultare che lo possa aiutare fino alla ripresa di un alimentazione normale quando possibile

Valutazione: 1) Numero di schemi alimentari utilizzati 2) Grado di soddisfazione dell’utente rilevabile tramite questionario fornito dall’ASL 3) Numero di schede consegnate alla dimissione sul totale delle dimissioni in cui sono previste 4) Grado di soddisfazione del personale valutato tramite apposito questionario 5) Numero di scostamenti dai regimi alimentari previsti Conclusioni/possibili ricadute: 1) Tutti i pazienti vengono preparati all’intervento seguendo un regime alimentare appropriato ed uniforme in tutti i Presidi dell’ASL 2) Vengono ridotte le possibilità di errore nella preparazione all’intervento e nella ripresa dell’alimentazione 3) All’utente viene garantita una ripresa dell’alimentazione nei tempi e nei modi adeguati nel post

operatorio 4) Tutto il personale uniformerà le conoscenze e le metodologie di comportamento 5) Alla dimissione verrà consegnata una documentazione sull’alimentazione da seguire che sarà di

aiuto all’utente e al medico curante 6) Il paziente riprenderà nel minor tempo possibile la normale alimentazione a garanzia del proprio

benessere.

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Progetto: Ambulatorio stomie: un progetto di gruppo per un nuovo percorso di vita Autore: Dott. Claudio Sguazzini (Direttore Dipartimento Chirurgico) Co-Autori: CPSE: Fasolini Gabriele, Guittini Patrizia, Lamazzi Marta, Poletti Massimo; CPS Enterostomista Ciliegio Marco, Tomarelli Piera; CPS Ciardo Giuseppina (s. c. Chirurgia e Urologia PP.OO. di Borgomanero e Galliate) Obiettivi del progetto:

Uniformare l’assistenza agli utenti stomizzati su tutto il territorio dell’ASL 13. Rendere autonomo l’utente e/o care giver nella gestione della stomia. Garantire la continuità assistenziale tra Unità Operativa, Ambulatorio e/ o territorio. Fornire un’assistenza di qualità in tutte le fasi del percorso assistenziale. Fornire sostegno psicologico anche attraverso la collaborazione con altre figure professionali. Aiutare la persona ad adattarsi al nuovo schema corporeo.

Metodi utilizzati: 1) Individuazione del gruppo di lavoro: Direttori di s. c., Dirigenti medici delle s. c. di Chirurgia

(Arona, Borgomanero e Galliate), di Urologia e relativi CPSE, infermieri enterostomisti. 2) Riunioni per la definizione del progetto: a partire dal Gennaio 2004 sono iniziati degli

incontri in cui si sono stabiliti i seguenti punti: a) Identificazione delle risorse umane, strumentali e ambientali necessarie b) Riscontro di fattibilità del progetto attraverso la riorganizzazione dell’attività ambulatoriale e

della turnistica del personale infermieristico c) Definizione dei tempi e dei modi per la realizzazione del progetto d) Creazione di strumenti di lavoro: scheda infermieristica, scheda informativa per l’utente. e) Individuazione delle modalità di presa in carico dell’utente da parte del Centro Cure per la

Stomia 3) Coinvolgimento e sensibilizzazione del personale medico ed infermieristico: distribuzione di

materiale informativo, costante presenza e disponibilità dell’enterostomista, colloqui. 4) Accordi collaborativi multidisciplinari: servizio di oncologia e psicologia 5) Contatti con le ditte fornitrici di presidi: parte del materiale utilizzato è fornito gratuitamente

sotto forma di campionatura ai Presidi Ospedalieri dell’ASL e all’utente. 6) Recupero degli utenti stomizzati presenti nel territorio di competenza: sensibilizzazione del

Medico di base e del personale del Distretto 7) Organizzazione di corsi accreditati sulla gestione del paziente stomizzato. 8) Contatti con le farmacie: assicurare la fornitura del presidio scelto dall’utente sia per tipo che

per quantità. Stato del progetto: concluso. Risultati: Il centro opera attraverso il coordinameto delle varie professionalità ed assicura: a) colloqui e disegno pre-operatorio da parte dell’enterostomista b) controllo post-operatorio per valutazione della stomia e prevenzione complicanze immediate c) educazione al paziente e/o al care giver sulla gestione della stomia

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d) consegna in prova alla dimissione di ampia gamma di presidi adatti al paziente allo scopo di testare la compatibilità fisica e biologica tra dispositivo protesico e paziente

e) possibilità di contattare, in caso di necessità, l’enterostomista di riferimento f) continuità assistenziale con programmazione controlli ambulatoriali. g) compilazione del piano terapeutico per la fornitura dei presidi scelti dall’utente h) stesura del piano riabilitativo orientato alla corretta gestione della stomia, anche in relazione alle

implicazioni di carattere sociale: 1) gestione della stomia 2) addestramento all’irrigazione delle colostomie sinistre 3) consigli dietetici 4) interventi educativi agli utenti e ai famigliari 5) gestione dei dispositivi protesici 6) gestione delle complicanze stomali i) follow up della stomia e controllo con gli specialisti competenti della patologia di base l) garantire consulenze per i pazienti stomizzati ricoverati in strutture non chirurgiche m) attivare, se necessario, consulenze psicologiche individuali, di coppia, alla famiglia.

Valutazione: 1) Uniformità assistenziale 2) Grado di autonomia raggiunto 3) Numero di pazienti presi in carico rispetto a quelli trattati 4) Grado di soddisfazione dell’utente 5) Collaborazione multidisciplinare Conclusioni/possibili ricadute: Attualmente il Centro ha in carico circa 200 utenti. Il progetto garantisce a tutti i cittadini dell’ASL 13 portatori di stomia: 1) Un percorso assistenziale uniforme, ponendo al centro dell’attenzione le reali esigenze della

persona, garantendo prestazioni di qualità, sicure ed efficaci. Gli enterostomisti Tomarelli Piera, Ciliegio Marco e la CPS Ciardo Giuseppina prestano la loro attività all’interno degli ambulatori presenti nei tre presidi ospedalieri per agevolare gli spostamenti degli utenti, per svolgere un’azione capillare sul territorio e facilitare la presa in carico del paziente.

2) Un maggior controllo della spesa utilizzando i presidi adatti, sia per numero che per qualità, evitando sprechi di materiale. Utilizzo di campionatura gratuita prima della scelta definitiva da parte del paziente.

3) Prevenzione o riduzione di complicanze stomali che comporterebbero una maggior spesa per la cura oltre alla possibilità di ricadute negative a livello psicologico per il paziente e prolungamento del percorso di recupero verso l’autonomia.

4) Miglior utilizzo delle risorse umane presenti nell’ASL13 con formazione specifica. 5) Miglioramento della comunicazione tra il personale dei PP. OO. favorendo lo scambio di

conoscenze ed informazioni. Per il futuro ci sono già stati degli incontri per procedere alla distribuzione diretta da parte del personale del Centro per la cura delle stomie del materiale protesico ottenendo: a) diminuzione dei costi del materiale protesico. b) quantificazione precisa del fabbisogno mensile c) possibilità di variazione tempestiva del materiale fornito in caso di cambiamenti a livello della stomia.

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Progetto: Training di rilassamento corporeo per pazienti oncologici Autore: Dr. Debora Stramba (s.s.v.d. di Psicologia P.O. di Borgomanero) Co-Autore: Dr. Grazia Nuvolose (s.s.v.d. di Psicologia P.O. di Borgomanero), Dr. Incoronata Romaniello (s.s.v.d. di Oncologia P.O . di Borgomanero) Obiettivi del progetto: miglioramento della qualità di vita dei pazienti oncologici in trattamento chemioterapico attivo e della loro compliance alle cure Metodi utilizzati: Il rilassamento è una tecnica a mediazione corporea la cui efficacia è nota da molti anni nel controllo di stress, ansia, attacchi di panico, insonnia e problemi legati all’immagine corporea. I pazienti oncologici sia per la gravità della diagnosi sia per le terapie che devono eseguire attraversano periodi di ansia e stress legati ad uno sconvolgimento della loro vita sia in termini fisici, psichici, sociali e spirituali. Dalla letteratura valutata emerge l’importanza dell’applicazione di tecniche di rilassamento per il controllo di questi sintomi, per favorire l’adattamento alla malattia, per il controllo del dolore e per stimolare un atteggiamento combattivo, soprattutto nelle fasi di riabilitazione. Per tale motivo abbiamo selezionato nell’ambito dei pazienti afferenti al DH Oncologico di Borgomanero un gruppo pilota di pazienti che hanno avviato il Training di rilassamento progressivo nei locali del DH stesso, al termine delle chemioterapie. Durante il rilassamento i pazienti vengono fatti accomodare su poltrone e un sottofondo musicale specifico viene impiegato per favorire il rilassamento. Stato del progetto: in corso di realizzazione. Risultati attesi: - apprendimento da parte dei pazienti di una tecnica di facile applicabilità per il rilassamento psico-corporeo - riduzione dello stato d’ansia - miglior controllo dei sintomi cancro correlati e trattamento correlati Come effetto secondario si prevede il vantaggio offerto dalla partecipazione ad un gruppo (socializzazione, condivisione, supporto) Valutazione: Valutazione in itinere: ad ogni incontro è prevista una fase di verbalizzazione attraverso la quale lo psicologo comprende l’evoluzione dell’apprendimento della tecnica di rilassamento e l’evoluzione della sintomatologia Valutazione finale: alla fine del training al paziente verrà somministrato un questionario di gradimento del corso ed effettuerà un colloqui psicologico clinico per valutare l’impatto del training sulla qualità di vita. Conclusioni/possibili ricadute: 1) Fornire al paziente oncologico un ausilio semplice e riproducibile a domicilio e autonomamente per il controllo dello stress 2) Applicare una tecnica innovativa che armonizzi pische e soma in ambito oncologico 3) Attivazione di altri gruppi

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Progetto: Uniformare e informatizzare l’archivio delle schede di morte Autore: Dott. Maria Grazia Tacca (Servizio Igiene e Sanità Pubblica) Co-Autori: D.ssa Antoniotti Maria Chiara (s.s.v.d. Epidemiologia) D.ssa Viviana, Colombo (sc PCGSI) Obiettivi del progetto: La realizzazione di un data base unico per l’archiviazione delle schede di morte al fine di disporre di un archivio informatizzato ed omogeneo, a cui sia possibile accedere da tutte le sedi SISP. Attualmente l’archiviazione delle schede di morte della nostra ASL avviene ancora su 4 sedi (corrispondenti alle ex USL) secondo modalità differenti tra di esse; in particolare ad Arona e Borgomanero è utilizzato un data base in Access, per il comune di Novara uno in Excel, mentre l’archiviazione delle schede relative ai restanti comuni dell’ex USL 51 e dei comuni del territorio dell’ex USL 52 è ancora prevalentemente manuale Metodi utilizzati: Riunione preliminare con gli operatori coinvolti per mettere in evidenza le richieste e le

eventuali difficoltà riscontrate relativamente alla gestione delle schede di mortalità. Successiva stesura di relazione e proposte di soluzione. Stima del carico di lavoro per l’inserimento dei dati. Riunione con personale del CED per identificare la soluzione più idonea. Predisposizione del programma e sua installazione. Breve formazione del personale coinvolto. Inserimento dei dati per una prima fase sperimentale e successiva implementazione del sistema

Stato del progetto: in corso di realizzazione. Risultati: Miglioramento qualitativo che si realizza con: riduzione numerica delle schede cartacee inviate ed archiviate nelle sedi SISP; infatti nel 2003, a

fronte di 3658 decessi di residenti nella nostra ASL, l’attuale sistema ha comportato l’archiviazione di 5142 schede, di cui solo una piccola parte riguardante soggetti non residenti.

diminuzione della manipolazione di dati sanitari riservati e del rischio di smarrimento. possibilità di fare fronte più facilmente ed in tempo reale a richieste di dati da parte di altre

istituzioni (CPO, SSEPI, INAIL ), da Servizi interni all’ASL13 (SPRESAL, ssvd di Epidemiologia) o da clienti esterni (rilascio dei certificati di causa di morte)

possibilità di gestire nuovi flussi informativi ad uso interno o esterno. Conclusioni/possibili ricadute: Riduzione del numero di schede cartacee archiviate Riduzione dei tempi di risposta per i clienti esterni e interni con conseguente aumento del loro

grado di soddisfazione. Miglioramento dell’efficienza del processo di lavoro Eliminazione del tempo attualmente impiegato per lo scambio di schede tra le sedi e per il

recupero dei dati per la gestione dei flussi informativi. Risparmio dello spazio da occupare per l’archiviazione delle fotocopie.

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Progetto: “Ho capito che …… molto dipende da me” Autore: C.P.S. Ostetrica Laurita Tanzi (Dipartimento Materno Infantile) Co-Autori: Dr. Lorenzo Brusa (Referente PEaS), Dr.ssa M.Chiara Antoniotti (ssvd Epidemiologia), Mirella Frattini C.P.S. Assistente Sanitaria Obiettivi del progetto: • Formazione di un gruppo di insegnanti e di mediatrici culturali sui temi della sessualità, in linea

con le Indicazioni programmatiche per la Promozione della Salute nella Regione Piemonte focalizzata prioritariamente su alcuni temi della salute, tra i quali le MST (Malattie sessualmente trasmesse), con interventi da perseguirsi attraverso strategie rivolte alla popolazione e all’ambito scolastico (area dell’educazione socio-affettiva e interventi mirati alla riduzione dei comportamenti a rischio).

• Aumento del senso di autoefficacia nelle ragazze e nei ragazzi coinvolti nel progetto e aumento del confronto con i compagni sui temi della sessualità.

• Miglioramento della comunicazione tra genitori e ragazzi e ragazze sui temi della sessualità. • Aumento delle conoscenze delle MST e della contraccezione in gruppi di donne straniere. Metodi utilizzati: Il progetto è stato realizzato in seguito a Bando Regionale HP; è stato approvato e finanziato ed avrà una durata massima di due anni. • Incontro ASL-Scuola-Comune (Assessore all’Istruzione); • Costituzione Gruppo di Progetto e di Lavoro interdisciplinare; • Individuazione insegnanti e mediatrici culturali da formare; • individuazione gruppo genitori motivati; • focus group per raccogliere i bisogni formativi delle insegnanti e delle mediatrici culturali; • brainstorming con i genitori per raccogliere la loro visione della sessualità; • formazione di insegnanti e mediatrici; • incontri con i genitori per trattare le varie dimensioni della sessualità: affettiva, relazionale,

ludica, riproduttiva • interventi nelle tre classi prime in compresenza degli insegnanti; • incontri con gruppi donne straniere in compresenza delle mediatrici; • produzione di un opuscolo da parte dei genitori per ragazzi e ragazze; • articoli sul giornalino di classe ad opera di ragazzi e ragazze delle tre classi prime. Stato del progetto: in corso di realizzazione. Risultati: n° di insegnanti formati; n° di classi coinvolte; costituzione gruppo stabile di mediatrici e insegnanti formatori; costituzione gruppo stabile genitori; presentazione di azioni e modelli di intervento da parte delle mediatrici culturali realizzati in collaborazione con la popolazione straniera; presenza di almeno tre articoli sul giornalino di classe; produzione di un opuscolo da parte dei genitori di “raccomandazioni” per i ragazzi e le ragazze per diminuire i comportamenti a rischio e per indirizzarli ad una scelta più personale nell’ambito sessuale; n° di interventi attivati dalle insegnanti alle altre classi prime.

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Valutazione: Report inviati al DoRS, a scadenza stabilita, delle attività avviate: 31 ottobre 2005 Invio del primo report del progetto, dello suo stato di avanzamento,

della sua corrispondenza al progetto iniziale e del relativo rendiconto economico da parte delle ASL-ASO.

31 ottobre 2006 Invio del secondo report su stato di avanzamento del progetto e del relativo rendiconto economico da parte delle ASL-ASO

28 febbraio 2007 Invio relazione finale del progetto, dossier dei materiali prodotti da parte delle ASL-ASO e rendiconto finale

31 marzo 2007 Convegno di presentazione dei progetti e dei risultati realizzato in collaborazione con le ASL-ASO

Conclusioni/possibili ricadute: Il progetto prevede una utilizzazione adeguata dei servizi da parte di utenti adolescenti e di donne straniere per cercare di contenere il n° di infezioni da MST e HIV e delle gravidanze indesiderate. Innovazioni organizzative: con il progetto si intende raggiungere sia i genitori che gli insegnanti in iniziative di promozione della salute in tema di prevenzione delle MST con tecniche di educazione per adulti e tra pari. Gli insegnanti a loro volta, effettueranno la formazione ai ragazzi con un monitoraggio continuo sull’efficacia degli interventi. Si prevede il coinvolgimento di altri Istituti, Scuole e Licei del Distretto di Novara, di mediatori culturali anche di sesso maschile.

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Progetto: Terapia marziale endovenosa Autore: Dott.ssa Marcella Tarditi (s.c. Immunoematologia e trasfusionale) Co-Autori: CPS Spiga Margherita (s.c. Immunoematologia e trasfusionale) Obiettivi del progetto: Questo progetto è nato dall’esigenza di dare una risposta alle tante richieste di terapia marziale endovenosa. Tale terapia ha come obiettivo la correzione dell’anemia sideropenica, ipocromica e microcitica, nei pazienti che non tollerano la terapia orale. Per tale motivo è stata concordata una procedura con la Direzione Sanitaria del P.O. di Borgomanero che regola l’afflusso dei pazienti all’ambulatorio del SIMT. Metodi utilizzati: Elencare sinteticamente le fasi di realizzazione del progetto, il cronogramma delle diverse attività, gli strumenti e le metodologie utilizzate. L’utente in possesso di prescrizione medica e di esami atti a valutare lo stato di carenza di Ferro, quali emocromo, sideremia, ferritinemia e transferrinemia, verrà sottoposto a visita specialistica di congruità presso l’ambulatorio del SIMT. Se in possesso dei requisiti, il paziente verrà informato sulle modalità, sui rischi e sull’efficacia del trattamento, quindi verrà preso in carico, concordando con l’utente data e ora delle prestazioni, sulla base delle priorità cliniche. Stato del progetto: in corso di realizzazione. Risultati: Riassumere brevemente i risultati (raggiunti o previsti) del progetto includendo dati e/o informazioni a supporto del raggiungimento degli obiettivi. La Terapia Marziale per via endovenosa è in grado di correggere l’anemia, nei pazienti incapaci di tollerare la terapia orale, in caso di perdite ematiche persistenti o di entità tale da non poter essere compensate dalla terapia per os. La risposta alla terapia marziale deve sempre essere monitorata ripetendo i tests di laboratorio sopra indicati. Valutazione: Descrivere il sistema di valutazione, se previsto. Revisione critica dei risultati ottenuti. Si prevede di monitorare il numero delle richieste pervenute e di valutare la congruità delle stesse, avendo come indicatore il rapporto numero richieste / numero terapie effettuate. Conclusioni/possibili ricadute: Il servizio offerto dà una risposta concreta alle richieste di terapia marziale per via endovenosa, terapia che presume l’impiego di un farmaco H, ossia impiegabile solo in ambito ospedaliero o in strutture assimilate. Le modalità di accesso diretto e semplificato all’ambulatorio del SIMT, anche con prenotazione telefonica, vengono incontro alle esigenze dell’utenza e ai Medici di Medicina Generale. Si ringraziano le Dottoresse D. Kozel e B. Bragante.

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Progetto: Per meglio servire Autore: Dott. Claudio Teruggi (Distretto Borgomanero) Presidente Coordinamento delle Associazioni di Volontariato socio-sanitario di Arona e Borgomanero Co-Autori: Tutte le Associazioni aderenti al Coordinamento – Dott.ssa Grazia Nuvolone, (Servizio di Psicologia), FT Francesco D’Abrosca (Fisioterapista Fondazione Clinica del Lavoro “S. Maugeri”, Veruno). Obiettivi del progetto: a.) Programma di interventi dello psicologo su tematiche di base comuni a tutti i pazienti cronici, i

loro familiari e i volontari di tutte le associazioni b.) Programma di interventi dello psicologo su tematiche specifiche per singola patologia o

disabilità, da gestire in comune tra le varie Associazioni che operano in ambiti omogenei (handicap, malati oncologici, sostegno care-giver, sociale, supervisione)

c.) Programma di interventi del fisioterapista per addestrare i volontari alla mobilizzazione del paziente con difficoltà motorie Metodi utilizzati: il progetto si articola in due moduli: Modulo A.): PER ACCENDERE IL BUIO - 40 ore : intervento dello psicologo sulle tematiche comuni a tutte le Associazioni - 200 ore : intervento dello psicologo all’interno dei singoli gruppi omogenei di Associazioni Modulo B.): ALZATI E CAMMINA - 100 ore : intervento del fisioterapista su specifiche tematiche rispondenti ai bisogni formativi segnalati dalle Associazioni - 20 ore : intervento del medico fisiatra su tematiche comuni a tutte le Associazioni - Formazione in aula e simulazioni pratiche su manichini (per la parte relativa alla mobilizzazione del paziente) Stato del progetto: in corso di realizzazione. Risultati: - Condivisione delle problematiche comuni a tutte le Associazioni - Supporto psicologico a volontari e care givers per un corretto approccio al paziente cronico - Acquisizione di tecniche di base per seguire nel tempo deficit motori correlati a patologie specifiche (Parkinson, SLA, etc.) - Aiuto ad una mobilizzazione dopo lunghi periodi di allettamento Valutazione: - n° delle Associazioni coinvolte effettivamente su n° delle Associazioni aderenti al Coordinamento - n° dei volontari e dei care givers formati - n° incontri tra Associazioni che operano nel medesimo ambito Conclusioni/possibili ricadute: - condivisione delle problematiche comuni alle singole Associazioni - messa in rete di informazioni e tecniche di intervento condivise, sperimentate e consolidate - ottimizzazione dell’utilizzo delle risorse umane ed economiche ai fini della formazione - elemento di maggiore novità è costituito dalla formazione integrata tra le singole Associazioni - realizzazione del progetto con finanziamento del Centro Servizi Volontariato di Novara.

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Progetto: Attività di censimento straordinario della popolazione canina Autore: Dott. Franco Tinelli (Direttore Siav area A) Co-Autori: Dott. Leonardo Mostini (Siav area A) Obiettivi del progetto: Incentivare le attività di censimento, registrazione ed identificazione dei cani oltrechè di vigilanza da parte dei Comuni nel settore canino. Valutare le anagrafiche riportandole ai dati statistici regionali ed all’effettiva presenza della popolazione canina esistente al fine di decidere le azioni da intraprendere. Prevenire la lotta al randagismo canino che rappresenta una fonte di rischio per la popolazione umana.. Controllare la diffusione di malattie infettive alcune delle quali a carattere zoonosico. Tutelare l’igiene dell’abitato umano. Tutelare gli animali domestici dalle condizioni di randagismo che sono causa di progressive sofferenze. Metodi utilizzati: Ai Sindaci dei 76 Comuni appartenenti all’ASL 13 è stata inviata una richiesta di revisione ed aggiornamento dell’anagrafe canina comunale; in particolare viene richiesto l’invio dei dati aggiornati inseriti in specifica modulistica regionale già messa precedentemente a disposizione dei Comuni. Ciascuna sede del Servizio gestisce i rapporti con i Comuni di rispettiva competenza ed effettua la valutazione delle risposte pervenute. Pervenuti tutti i dati le varie sedi procedono ad una valutazione quali-quantitativa delle risposte ottenute e dei dati in esse contenute. Stato del progetto: in corso di realizzazione. Risultati: Il progetto sta permettendo di individuare la presenza di animali che sono sfuggiti all’identificazione prevista dalla normativa. Già nella prima fase del progetto si è avuto un incremento di animali censiti rispetto alla media di quelli identificati negli anni precedenti. Si prevede la formazione di anagrafiche canine più attinenti alla reale presenza di tali animali sul territorio. Inoltre si auspica di incrementare, attraverso progetti, la sensibilità sociale ed il rispetto delle norme del settore finalizzate al sempre più equilibrato rapporto uomo – animali. Valutazione: Per la valutazione si stanno prendendo in considerazione : 1. da parte del personale amministrativo i seguenti punti : - Comuni che non hanno risposto - Comuni che hanno risposto - completezza delle risposte - per le risposte pervenute : entità della variazione rispetto all’ultima comunicazione pervenuta in precedenza. Il personale amministrativo, terminata la valutazione sopra elencata riferirà al personale dirigente individuato dal progetto, il quale deciderà come procedere rispetto al completamento del controllo straordinario dell’anagrafe e, se ritenuto probante, effettuerà una prima valutazione finalizzata in particolar modo alla correzione delle modalità di attuazione. Conclusioni/possibili ricadute: Un maggior numero percentuale di animali identificati ed identificabili presenti sul territorio, consente, di conseguenza, una più efficace lotta al randagismo con ricadute positive su salute umana, igiene ambientale e salute animale.

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Progetto: Educazione sanitaria del paziente diabetico in rapporto al rischio cardiovascolare Autore: D.ssa Domenica Torre, (s.c. Medicina P.O. di Arona) Co-Autori: Dott. Vincenzo Petrella, D.ssa Luisa Pontiroli (s.c. Medicina P.O. di Arona) Obiettivi del progetto: Sensibilizzare il diabetico sulla importanza, ai fini della riduzione del rischio di complicanze cardiovascolari, del raggiungimento del valore più basso tollerato di P.A. (e comunque inferiore a 130\85) e del target di Colesterolemia LDL (<100 o comunque il più basso ottenibile con adeguata dieta e terapia farmacologica tollerata). Metodi utilizzati: Sono state previste due fasi: la prima (già conclusa) ha previsto riunioni periodiche ed a piccoli gruppi di diabetici afferenti all’Ambulatorio Divisionale, con esplicazione del ruolo giocato nella genesi delle complicanze C.V. da parte della P.A. e della Dislipidemia. Sono state fornite informazioni chiare sugli studi in merito e sulle Linee-guida nazionali ed internazionali che ne sono derivate. Il tutto mediante grafici, lucidi e diapositive prodotte in sede, con la collaborazione di due unità infermieristiche. La seconda fase prevede la verifica, in sede di controllo ambulatoriale, della compliance del paziente e del medico curante, mediante controllo pressorio frequente, misurazione della circonferenza addominale e analisi dell’assetto lipidico, con intensificazione delle prescrizioni nel caso di non raggiungimento dei target prefissati. Stato del progetto: concluso. Risultati: Nel corso del 2002-2003 sono state fatte n. 18 riunioni con gruppi di 25 diabetici per volta. È in atto la verifica dei risultati ottenuti che dovrà confrontarli con un precedente studio di base eseguito nell’anno 2002 e presentato al 103° Congresso S.I.M.I., in cui avevamo dimostrato che i pp. diabetici dell’ASL 13 erano ben lontani dal raggiungimento dei target previsti dalle Linee-Guida. Valutazione: La valutazione viene effettuata all’atto della visita nell’ambulatorio di diabetologia in cui viene accertato il grado di apprendimento raggiunto dal paziente, la sua compliance nei confronti della dieta e della terapia, la presenza di sintomi o segni di malattia C.V. in atto o sospetta e infine il raggiungimento dei target prefissati. Conclusioni/possibili ricadute: Il progetto ha sicuramente aumentato la compliance del diabetico e del medico curante nei confronti di una malattia gravata da alta morbilità\mortalità C.V. su cui pesano ancora oggi tre grossi ostacoli: a) la mancanza di conoscenza da parte del p. (e spesso del curante) circa i target da raggiungere

(P.A. < 130\80 e LDL < 100 o, secondo ultime vedute, < 70 nei pp. ad alto rischio) b) la frequenza con cui si vedono pp. ipertesi e\o dislipidemici non trattati o trattati in maniera

inadeguata, con interruzioni periodiche dela terapia che non trovano alcuna giustificazione scientifica.

c) il costo della terapia, non solo dal punto di vista delle risorse umane, ma soprattutto dal punto di vista farmacologico ( ACE-in.; Sartanici; Statine), in un momento in cui la sanità sembra avere come scopo principale la riduzione immediata della spesa piuttosto che l’investimento per il futuro.

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Progetto: L’Azienda Sanitaria Locale n. 13 on line Autore: Sig.a Elena Vallana (Ufficio Relazioni Esterne) Co-Autori: Ing. Carlo Faletti (Telecomunicazioni e Tecnologie Informatiche) dott. Ettore Bartoccetti (Consulente C.I.C. - Consorzio per l’Informatizzazione nel Canavese (CIC) di Banchette (TO) Obiettivi del progetto: L’Azienda Sanitaria Locale n° 13 di Novara, in quanto Struttura di pubblica utilità, riconosce quale dovere istituzionale e pone tra i propri obiettivi una costante attività d'informazione ai cittadini per facilitarne l'accesso ai percorsi di diagnosi e cura. Migliorare la relazione tra istituzione e cittadino comunicando in modo consapevole per far conoscere l’organizzazione della Sanità. Dei numerosi strumenti disponibili, un sito di comunicazione in rete appare tra i più attuali, flessibili ed efficaci. E’ infatti sempre più diffuso l'utilizzo di internet come strumento interattivo di comunicazione finalizzato ad un'ampia circolazione delle informazioni sulle attività ed i servizi. Internet permette, inoltre, un rapido aggiornamento, una facile consultazione e costituisce un immediato strumento di relazione con altri enti pubblici e con l’utenza nel suo complesso, garantendo, tra l’altro, sempre più la trasparenza amministrativa ed il diritto di accesso del cittadino/cliente/utente nei confronti dell’Istituzione. L’Azienda Sanitaria Locale n° 13, ha, pertanto predisposto, nel mese di maggio 2002, attraverso l’Ufficio Relazioni Esterne ed il Servizio Informatico il sito web: www.asl13.novara.it. Il Pensiero Scientifico Editore definiva, in una pubblicazione edita nel 2003, il sito dell’ASL13 “un sito a misura di utente” Nel mese di dicembre 2004 è stato sottoposto ad un restyling editoriale per renderlo sempre più corrispondente alle nuove realtà aziendali ed esigenze sia degli operatori che del cittadino/cliente/utente ed è costantemente soggetto ad integrazioni e migliorie anche attraverso i suggerimenti dell’utente e dell’operatore. Metodi utilizzati: L’Azienda Sanitaria Locale n° 13, ha, pertanto predisposto, nel mese di maggio 2002, attraverso l’Ufficio Relazioni Esterne ed il Servizio Informatico il sito web: www.asl13.novara.it. Il sito dell’ASL n° 13 si è ispirato ai principi di seguito indicati:

credibilità le informazioni pubblicate devono essere veritiere contenuto il testo deve essere comprensibile e chiaro a tutte le persone accessibilità il fruitore di internet deve poter facilmente accedere al sito e muoversi all’interno

di esso collegamento il fruitore di internet deve potersi collegare ad altri siti di pubblica utilità

(istituzioni, enti, associazioni, ecc…) grafica l’aspetto grafico non deve appesantire la visualizzazione dei testi interattività il sito deve consentire la reciprocità delle azioni con l’utente che utilizza le

informazioni pubblicate (faq, forum, modulistica, ecc..) quantità le informazioni pubblicate devono essere sintetiche ma complete etica il contenuto dei testi non deve essere lesivo della dignità della persona

Si è voluto utilizzare un linguaggio comprensibile attraverso informazioni sintetiche, complete, aggiornate e soprattutto veritiere. Responsabile del sito è la Direzione Generale dell’ASL 13 (Direttore Generale, Direttore Amministrativo e Direttore Sanitario). Il coordinamento e la supervisione del sito dal punto di vista informatico, grafico e del contenuto (come è scritto un testo) è competenza dell’Ufficio Relazioni Esterne e della Struttura Complessa di

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Programmazione, Controllo di Gestione e Sistema Informativo, - nello specifico la Struttura Telecomunicazioni e Tecnologie Informatiche -, in collaborazione con il Consorzio per l’Informatizzazione nel Canavese (CIC) di Banchette (TO) Nell’anno 2003 all’interno dell’ASL n° 13 veniva istituito un Comitato Scientifico per l’adeguamento e l’aggiornamento e per la valutazione dei testi da pubblicare on line che ha provveduto negli anni a trasmettere all’Ufficio Relazioni Esterne la documentazione da pubblicare. Il ruolo dell’Ufficio Relazioni Esterne è quello di essere, attraverso la comunicazione on line, l’interfaccia con l’utente in virtù della capacità di leggere e decodificare le diverse tipologie di linguaggio, della conoscenza delle principali tecniche di comunicazione e della capacità di utilizzarle in modo funzionale ed infine della capacità di promuovere sperimentazioni innovative. L’Ufficio Relazioni Esterne si avvale inoltre della consulenza del dott. Bartoccetti e collabora con i Servizi per l’implementazione del sito –; un valido contributo è stato fornito dal Dipartimento di Prevenzione, in particolare dagli operatori del Servizio Igiene Alimenti e Nutrizione (SIAN), del Servizio di Igiene e Sanità Pubblica (SISP), del Servizio Prevenzione e Sicurezza Ambienti di Lavoro (SPRESAL) e Servizio Igiene e Assistenza Veterinaria -. Stato del progetto: in corso di realizzazione e implementazione Risultati: Attualmente il sito dell’Azienda Sanitaria ha una nuova veste grafica, particolarmente curata per quanto riguarda i contenuti, offre una panoramica sulle strutture e sull’organizzazione sanitaria della ASL n° 13. Il restyling editoriale al quale è stato sottoposto è avvenuto al fine di:

rendere più snella l’intera struttura con un approccio giornalistico con notizie e titoli in primo piano e pagine di approfondimento;

permettere più chiavi di lettura contemporanee: per aree geografiche, per tematica trattata, per problema o esigenza manifestata dagli assistiti;

permettere un dialogo tra Istituzione ed utenti, utilizzando: le email, i questionari di gradimento le transazioni on-line (es. modello E111 e consultazione estratti conto fornitori);

permettere, tramite sistemi di link interni costantemente monitorati e arricchiti, una approccio omogeneo, olistico e multidiscipliinare senza duplicare informazioni e senza appensantire con approfondimaneti obbligatori;

semplificare l’accesso alle informazioni utilizzando: la mappa del sito, l’indice del sito per parole chiave o, come ultima istanza la ricerca libera;

permettere la distribuzione della modulistica e della documentazione per creare una relazione tra le strutture ed il cittadino/assistito;

fornire le modalità di contatto con le Strutture, quali gli indirizzi di email, i numeri di telefono, gli orari e i Responsabili;.

curare con particolare attenzione la qualità percepita dagli utilizzatori con questionari di gradimento on line territoriali e ospedalieri;

informare con puntualità e trasparenza gli assistiti su tempi di attesa, servizi e disservizi eventuali con le relative motivazioni;

collaborare con attori territoriali quali Medici di Medicina Generale, Farmacie ed Associazioni di Volontariato.

Per la dinamicità che lo caratterizza, l’impegno che l’ASL n. 13 intende assumersi è quello di garantire sempre più una maggiore fruibilità a tutte le fasce della popolazione, anche in presenza di disabilità - ipovedenti, non vedenti, diversamente abili, persone senza internet che vogliano interrogare il sistema via telefono -, proponendo nuove modalità di colloquio interattivo - newsgroup tematici, newsletter, transazioni in tempo reale e sistemi di videostreaming per addetti ai lavori (ad es. Medici di Medicina Generale, Farmacie, Operatori territoriali) e/o per famiglie campione -. Conclusioni/possibili ricadute: Il progetto vuole creare un’amministrazione capace di ascoltare e di dare risposte adeguate ai bisogni di salute del cittadino/cliente/utente

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Internet rappresenta, infatti, per l’Azienda Sanitaria lo strumento per eccellenza che meglio risponde al bisogno di relazionarsi con il cittdino ed ha voluto dire proporre nuove strategie e determinare un cambiamento di comportamenti e di atteggiamenti culturali, cercando di analizzare, costruire e far condividere convinzioni e valori, per creare così un’ identità organizzativa. L’Azienda Sanitaria Locale 13 ha cercato di realizzare un sito finalizzato a fornire un’adeguata, corretta e completa informazione alla popolazione, cercando di renderlo facilmente accessibile e semplice da consultare anche per chi non in è possesso di approfondite conoscenze informatiche. Il sito stesso è stato predisposto da personale senza specifiche conoscenze di tipo informatico. Comunicare on line significa proporre nuove strategie di comunicazione e, conseguentemente garantire sempre maggiore efficacia ed efficienza dei servizi offerti, ottimizzando la relazione con l’utente e migliorandone anche la qualità di vita. Il sistema operativo può essere esportato presso qualsiasi Istituzioni, adattandolo alle esigenze delle stesse.

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Progetto: Comunicare la salute Autore: Sig.a Elena Vallana (Preposto Ufficio Relazioni Esterne) Obiettivi del progetto: L’Azienda Sanitaria Locale n° 13 di Novara ha tra i propri obiettivi una costante, efficace ed efficiente attività d'informazione ai cittadini per facilitarne l'accesso ai percorsi di diagnosi e cura. Migliorare la relazione tra istituzione ed assistito, attraverso una comunicazione consapevole ed interattiva, per trasmettere informazioni sanitarie, di prevenzione, di diagnosi e di cura della salute di ogni individuo: informare per far conoscere l’organizzazione della Struttura Sanitaria, per incidere sui comportamenti (stili di vita) che si riflettono sulla salute delle persone e per divulgare la cultura della “prevenzione”. L’ASL n. 13 vuole sempre più dialogare con il cittadino/cliente/utente per condividere esperienze ed informazioni, migliorando la qualità dei servizi offerti e di conseguenza la qualità della vita delle persone. Metodi utilizzati: I mass media servono in primo luogo all’Azienda, che ha a disposizione un ulteriore canale di comunicazione, nuovo, rapido e di impatto (anche visivo) in cui parlare in modo più semplice e diretto all’utente. L’informazione locale riserva la massima attenzione alle notizie ed ai problemi di una realtà specifica, come quella dell’ASL 13 dedicando ampio spazio a notizie, anche minime, ma che interessano più da vicino la gente. Attraverso le emittenti televisive, radiofoniche e la stampa locale si è in grado di entrare sempre più sul territorio e conoscere così i reali bisogni degli individui. Il dialogo con gli organi di informazioni non si è improvvisato, ma è il risultato di un lungo lavoro di collaborazione che si costruito negli anni (dal 1997), partendo dal presupposto che comunicare in modo chiaro, senza mascherarsi dietro a ma, perché, o no comment è decisamente la strategia comunicazionale più efficace . La realizzazione di un rotocalco televisivo di informazione sanitaria (dal 1997 al 2004), di appuntamenti radiofonici (anni 2000 e 2004) ha consentito di rendere visibile l’Azienda, di garantire sempre più il diritto alla salute e di svolgere educazione sanitaria. Stampa locale utilizzo di:

comunicati stampa che rappresentano un rapido strumento di collegamento tra chi produce la notizia e le redazioni degli organi di informazione. Si assiste ad un incremento delle informazioni pubblicate rispetto agli anni precedenti sulle diverse testate giornalistiche e siti internet: 2002 [n° 790], 2003 [n° 1151] e 2004 [n° 1273] .

articoli che rappresentano un momento di approfondimento e vengono inviati ai mezzi di informazione. Nel 2005 si vorrebbe individuare e raggiungere le riviste di settore.

conferenza stampa che è decisamente una forma attraente di dialogo con i media e costituisce il momento di incontro, di scambio di informazioni (domande e risposte) tra alcuni esponenti aziendali ed un gruppo di giornalisti per diffondere una notizia di una certa rilevanza.

interviste rappresentano un altro strumento che consente di stabilire una rapida ed efficace forma di comunicazione tra il giornalista e l’Azienda Sanitaria.

Incontri con la popolazione, gli studenti ed i volontari Pubblicazione di fogli informativi:

Al fine di garantire un canale di comunicazione e di informazione con la popolazione rispetto all’organizzazione aziendale ed alle iniziative rivolte alla tutela della salute, soprattutto sotto l’aspetto preventivo e, vista la necessità di sviluppare la comunicazione all’interno dell’Azienda Sanitaria, è stato realizzato dall’Azienda Sanitaria Locale n° 13 il periodico In Forma, istituito nel 1997 e redatto a cura dell’ufficio Relazioni Esterne, dal 2002 è pubblicato in sei numeri annuali on line, per consentire ad una più ampia fascia della popolazione di leggere le

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notizie riguardanti la vita della Struttura Sanitaria. Il medesimo viene distribuito alle Biblioteche della Provincia di Novara ed all’interno dell’Azienda Sanitaria. Nel corso del 2004 sono stati realizzati due numeri della rivista “Prevenzione e Salute” edita dall’ASL n. 13 con il contributo di Fondazioni, Istituzioni e Privati – diretta dalla scrivente – che è stata distribuita a 138.000 famiglie della Provincia di Novara. L’Ufficio Relazioni Esterne collabora inoltre con la rivista regionale “La salute in Piemonte” della quale il primo numero è uscito a dicembre 2004 ed è distribuita in 3500 copie per ogni Azienda Sanitaria ed Ospedaliera piemontese.

Internet è uno strumento che permette un rapido aggiornamento, una facile consultazione e costituisce un’immediata modalità di relazione con altri enti pubblici e con l’utenza nel suo complesso, garantendo, tra l’altro, sempre più la trasparenza amministrativa ed il diritto di accesso del cittadino/cliente/utente nei confronti dell’Istituzione.

Realizzazione ed implementazione del sito internet dell’ASL 13 (www.asl13.novara.it); è stata attivata dall’U.R.E. una collaborazione con siti internet presenti sul territorio e/o che

gestiscono informazioni sanitarie (Federsanità Piemonte, CIPES, portale di Novara, di Arona, ecc…)

Realizzazione editoria - locandine, pieghevoli, brochure, opuscoli, manifesti, ecc…-. Stato del progetto: in corso di realizzazione. Risultati: Il progetto crea diversi canali da utilizzarsi per la comunicazione con l’utente per meglio orientarsi all’interno dell’Azienda Sanitaria con notizie che riguardano sia i servizi sanitari erogati, sia informazioni riguardanti la salute in senso ampio (dalla prevenzione alla cura). Si ribadisce la consapevolezza dell’importanza che la comunicazione riveste per il miglioramento della relazione interpersonale e la qualità di vita delle persone e degli operatori Conclusioni/possibili ricadute: Il progetto vuole creare un’amministrazione capace di ascoltare e di dare risposte adeguate ai bisogni di salute del cittadino/cliente/utente Collaborazione con i diversi canali di comunicazione/informazioni esistenti, conoscenza dei tempi, ritmi e degli strumenti propriamente giornalistici, utilizzo di un linguaggio chiaro, sintetico ed esaustivo, svecchiato dal cosiddetto “burocratese”, conoscenze di tecnologie informatiche e mediatiche. Le nuove modalità di approccio relazionale finalizzata ad ottimizzare la relazione con l’utente possono essere applicate a qualsiasi Istituzione, adattandole alle esigenze ed alle realtà delle medesime.

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Progetto: Attivazione sperimentale dell’ “Ospedale di Comunità” nell’ ASL 13 – (Periodo Novembre 2003 - Aprile 2004). Autore: Dr. Gianni Valzer (Distretto di Novara) Co-Autori: Dr.ssa Alberta Paggi (Distretto di Novara) OBIETTIVI GENERALI :

1. INDIVIDUARE UNO STRUMENTO ALTERNATIVO DI ASSISTENZA SANITARIA PER IL MEDICO DI MEDICINA GENERALE FUNZIONALMENTE INTERMEDIA TRA OSPEDALE PER ACUTI E LE DIVERSE FORME DI ASSISTENZA TERRITORIALE (ADI, ADP, ADS, RSA).

2. Rispondere ai bisogni di chi non necessita, a giudizio del MMG della complessità d’intervento sanitario propria del 2° livello assistenziale (di tipo ospedaliero), ma nel contempo non può trovare soluzione ai propri problemi socio-sanitari nelle aree funzionali sopraelencate.

Obiettivi specifici: 1. Raggiungere un tasso di utilizzo di circa 80% con valori di scostamento in meno - nei 6

mesi di sperimentazione prevista – tollerabili nell’ordine del 5% . 2. Garantire una durata media della degenza non superiore ai 30 gg. 3. Assicurare un costo per una giornata di degenza compresa tra € 110 e €130.

Metodi utilizzati:

• Individuazione da parte del Direttore Generale delle strutture RSA destinate a sede di OdC nei 4 Distretti dell’ASL 13 e definizione del numero dei p.l. ( almeno 6 per struttura).

• Individuazione da parte del Direttore Generale di un Gruppo di Lavoro Multidisciplinare rappresentativo dell’area territoriale e di quella ospedaliera, per la stesura del Regolamento (fine Agosto 2003).

• Effettuazione riunioni finalizzate alla definizione di criteri- regole comuni e condivise. (Settembre 2003).

• Individuazione da parte delle OO.SS. MM.MM.GG. dei Medici disponibili al coinvolgimento per la costituzione delle Equipe operanti nell’ OdC e di un loro Referente (Settembre 2003).

• Individuazione per ogni Distretto ASL di un Dirigente Medico Responsabile. • Stesura ed approvazione di specifico Protocollo Operativo ASL 13 – MM.MM.GG con

relativo Atto di Deliberazione del Direttore Generale ASL 13 del 14/10/2003. • Individuazione del Responsabile della raccolta dati a livello Aziendale.

Stato del Progetto: concluso.

Risultati:

Tabella 1 - Dopo 3 mesi –

Dati Nazionali ASL 13 Tasso utilizzo 90% 100% 72% Degenza media <15 non >30 24,9 Costo die medio 110 € 130 € € 100,52

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Tabella 2 - Al termine della sperimentazione

Dati Nazionali ASL 13 Tasso utilizzo 90% 100% 78% Degenza media <15 non >30 23,9 Costo die medio 110 € 130 € € 99,67 Valutazione:

La valutazione si articola in due fasi successive

• A tre mesi dall’attivazione del progetto (febbraio 2004). • Al termine previsto dello stesso (aprile 2004).

Gli standard di riferimento utilizzati come indicatori di risultato sono i dati disponibili desunti dalle Linee Guida FIMMG Nazionali. (Tabelle 1 e 2).

Conclusioni/possibili ricadute Nel corso dei primi sei mesi di funzionamento (novembre 2003 – aprile 2004) gli ospedali di comunità attivati sul territorio sono stati oggetto di verifica,con esiti positivi, sia sotto l’aspetto operativo-funzionale (rispetto alla gestione dei casi trattati ed alla tipologia di assistenza per le patologie di riferimento) sia per quanto riguarda i costi gestionali (costi medi, tassi di utilizzo, ecc.) confermandone così l’attività per tutto l’anno 2004. In conclusione si ritiene di poter affermare che il progetto di attivazione degli Ospedali di Comunità:

• Ha permesso la creazione di un anello territoriale di supporto tra ospedale e cure domiciliari risultando in alcuni casi indispensabile per la gestione delle dimissioni ospedaliere precoci.

• Si è dimostrato un valido strumento di protezione e tutela nei confronti di soggetti resi socialmente deboli da malattie invalidanti, facendo da filtro a ricoveri impropri e con contenimento dei costi.

• Ha evidenziato l’esigenza della costituzione di un Hospice per malati affetti da patologie neoplastiche, visto l’alto numero di inserimenti di soggetti aventi tali caratteristiche.

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Progetto: Il disease management del paziente schizofrenico Autore: Dr. Michele Vanetti (Direttore Dipartimento Salute Mentale Nord) Co-Autori: Sig.ra Lidia Carnevale (CPSE DSM Nord); Dr. Giorgio Castignoli, (Dirigente medico CSM Nord); Dott.ssa Maria Luisa Demarchi (Medico s.c. Qualità). Obiettivi del progetto:

- Garantire la continuità di cura favorendo l’integrazione tra i diversi livelli assistenziali. - Valutare l’efficacia del programma di Disease Management come modello di

riorganizzazione sanitaria mirata alla diagnostica, alla terapia, alla riabilitazione e al follow-up dei soggetti affetti da schizofrenia.

- Valutare l’impatto del modello sperimentato in termini di appropriatezza ed efficienza rivolte ai pazienti affetti da schizofrenia.

- Promuovere l’applicazione della medicina basata sulle prove di efficacia (EBM) per la gestione dei bisogni del paziente schizofrenico.

- Predisporre un sistema di indicatori per la valutazione della qualità dei processi e degli esiti dell’assistenza erogata al paziente schizofrenico.

Metodi utilizzati: E’ stato utilizzato come disegno dello studio un Trial Controllato che permetterà di confrontare i risultati del gruppo di pazienti in cui è stato applicato il programma di Disease Menagement rispetto ad un gruppo di controllo. La sperimentazione, finanziata con Fondi della Regione Piemonte -Ricerca Finalizzata, anno 2003- ha durata di un anno durante il quale il paziente sarà trattato con specifici programmi di assistenza. Stato del progetto: in corso di realizzazione. Risultati: In tutte le strutture del DSMnord sono stati redatti ed implementati i profili di assistenza ed hanno comportato un’ampia riorganizzazione dell’intero processo di erogazione dell’assistenza. Tale riorganizzazione è stata accompagnata dalla revisione delle procedure precedentemente attuate nelle sedi di sperimentazione, relativamente all’utilizzo delle tecnologie sanitarie; nello specifico, sono state revisionate le procedure per i TSO, per la contenzione, per il monitoraggio dei farmaci, per gli inserimenti lavorativi ecc. In complesso, nella ricerca effettuata, l’applicazione dei profili è stata efficace per generare variazioni nei processi clinico-assistenziali, mentre allo stato attuale non è ancora possibile rilevare cambiamenti in termini di esito clinico. L’applicazione dei profili, inoltre, ha determinato in generale un aumento dell’efficienza della gestione dei processi di cura, comportando la riorganizzazione del percorso assistenziale del paziente che accede ai percorsi di cura in regime ospedaliero e in regime di assistenza territoriale, limitando le giornate di degenza e riducendo le attese per l’esecuzione di accertamenti diagnostici. Ciò ha consentito di ottenere un miglior rapporto costo – efficacia, garantendo anche una maggiore sicurezza per il paziente stesso. Valutazione: Al fine di valutare l’efficacia del programma è stato predisposto un apposito set di indicatori di processo e di esito tratti dalla letteratura. Conclusioni/possibili ricadute: L’applicazione dei profili ha avuto una ricaduta in termini di soddisfazione degli operatori che hanno evidenziato come l’esperienza abbia rappresentato un’importante occasione di miglioramento dei processi assistenziali, di perseguimento del MCQ, di miglioramento dei rapporti multiprofessionali e di maggiore integrazione tra le diverse strutture assistenziali del dipartimento.

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Si può ritenere che il modello possa rispondere alle caratteristiche di riproducibilità presso altri Dipartimenti, l’applicazione infatti dei profili si è rivelata sostenibile per le organizzazioni che hanno preso parte alla sperimentazione, consentendo l’introduzione di innovazioni organizzative, senza determinare un eccessivo “appesantimento burocratico”, come dimostrato anche dall’esiguità degli scostamenti rilevati nel primo trimestre di sperimentazione.

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Progetto: Promuovere ed allenare le capacità di comunicazione, all’interno delle attività di prevenzione Autore: dott. Pietro Vanetti (Ser.T. Novara) Co-Autori sig.a Maurizia Sezzano (Ser.T. Novara) Obiettivi del progetto: Comunicare efficacemente nell’ambito dei gruppi di giovani, interessati ai temi dell’informazione e della formazione, con particolare riferimento alle problematiche tossico e alcol dipendenti. Rendere congruente il comportamento verbale (quello che viene detto) con il comportamento non-verbale (come viene detto). Agire strategicamente il ruolo del “facilitatore” di gruppo. Stimolare la circolarità di informazioni con tutti, e fra tutti, i componenti del gruppo. Metodi utilizzati: Esposizione magistrale. Gioco dei ruoli, in cui vengono simulate situazioni comunicative problematiche. Dibattito: analisi di quanto successo, verifica della congruenza fra quanto realizzato e gli obiettivi proposti, ricerca di alternative. Nuovo gioco dei ruoli, con l’acquisizione di quanto emerso nel dibattito precedente. Analisi conclusiva. Stato del progetto: in corso di realizzazione. Risultati previsti: selezione e gestione delle informazioni secondo criteri personali riduzione delle idee preconcette e degli stereotipi assunzione di responsabilità personale capacità di ascoltare, di intervenire, di coinvolgersi costruzione di ipotesi e loro verifica atteggiamento mentale improntato a flessibilità gestione della complessità Valutazione: E’ prevista una scheda di gradimento finale, in quanto le verifiche sui singoli comportamenti messi alternativamente in gioco vengono effettuate in tempo reale. Conclusioni/possibili ricadute: il valore del progetto consiste nelle sue possibilità di miglioramento concreto della qualità dei servizi offerti ai cittadini/utenti, specificamente nell’efficacia della proposta psicologico-educativa loro offerta; il valore del progetto risiede anche nella formazione partecipativa, ed essenzialmente concreta, del gruppo di professionisti impegnati nelle attività preventive; la soluzione tecnicamente stimolante, e finalisticamente vantaggiosa, consiste nell’allestimento di simulazioni di contesti relazionali all’interno dei quali ogni partecipante è, alternativamente, soggetto proponente e soggetto ricevente obbligato, quindi, a superare l’unidirezionalità del proprio ruolo, per apprendere a mettersi nei panni dell’altro;

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Progetto: Percorso nascita “ Continuità assistenziale – Dimissione appropriata” Autore: dott. Carlo Alberto Zambrino (Direttore Dipartimento Materno Infantile) Co-Autori: C.P.S.E. Lidia Di Brisco (Dipartimento Materno Infantile Territorio); ostetriche Di Giuseppe Barbara, Musco Patrizia (Distretto di Novara), Cerutti Antonella (Distretto di Borgomanero); dott. Corrado Colaci (Responsabile s.c. Ostetricia e Ginecologia P.O. di Borgomanero); dott. Marco Vitali (Direttore s.c. Pediatria e Neonatologia P.O. di Borgomanero). Obiettivi del progetto: Controllo dello stato fisico e del benessere madre bambino. Prevenzione delle complicanze tardive del puerperio e delle patologie mammarie correlate all’allattamento. Osservazione e individuazione precoce dei casi a rischio psicologico. Metodi utilizzati: Incontri tra territorio e punti nascita (ASO e P.O. Borgomanero) per costituzione équipe multidisciplinare e gruppo di lavoro all’interno del percorso nascita. Individuazione del responsabile del progetto. Pianificazione interventi. Corsi di formazione per personale coinvolto. Linee guida condivise. Opuscoli informativi. Attuazione progetto. Verifica annuale degli interventi effettuati. Stato del progetto: in attesa di attivazione. Risultati: Riduzione complicanze post parto. Riduzione accessi impropri al pronto soccorso. Aumento n° di accessi alle strutture territoriali. Valutazione: N° di parti punti nascita/ N° di casi seguiti. Prima valutazione concordata dopo un anno Conclusioni/possibili ricadute: Miglioramento della qualità dei servizi in termine di promozione alla salute e riqualificazione del personale coinvolto. Riorganizzazione delle risorse esistenti Attuabile entro 6 mesi.

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Progetto: E.T.I.: Equipe Tutela Infanzia per la prevenzione del maltrattamento e dell’abuso ai minori Autori: Dott. Carlo Alberto Zambrino (), D.ssa Antonella Protti (Dipartimento Materno Infantile) Co-Autori: Dr. Guccione (Neuropsichiatria Infantile), Dott.ssa Emanuela Agosta (s.c.Medicina legale), Dott.ssa Feri e dott.ssa Giordano (Dipartimento Salute Mentale), Sig.a Deanna Formigoni (SERT), Sig.a Donati (C.S.A. Ovest Ticino) Obiettivi del progetto: - Costituzione équipe multidisciplinare secondo la D.G.R. n.42 del 2.5.2000 - Costituzione di micro- équipes di consulenza agli operatori sociali, sanitari e scolastici. - Formazione ed aggiornamento degli operatori socio-sanitari - Sensibilizzazione degli operatori scolastici - Rilevazione dati sul fenomeno Metodi utilizzati: - Deliberazione della costituzione dell’ E.T.I., delle sue linee metodologiche, dei gruppi di lavoro , delle micro-équipes - Successivo recepimento di quanto sopra da parte di tutti i Consorzi Socio Assistenziali dell’ASL 13 - Organizzazione di corsi di aggiornamento - Attivazione dei Gruppi di lavoro - Attivazione delle micro-équipes di consulenza - Utilizzo di schede di rilevazioni dati - Promozione dell’E:T:I: e dei servizi offerti - Stesura e pubblicazione dell’opuscolo informativo Stato del progetto: in corso di realizzazione. Risultati: Aumento delle capacità professionali degli operatori socio-sanitari in merito alla rilevazione e gestioni dei casi di maltrattameto ed abuso Incrementazione delle richieste di consulenza Acquisizioni di dati annuali sul fenomeno nell’ASL 13 Maggior attenzione da parte degli operatori scolastici al fenomeno e ai segnali predittivi Valutazione: - Valutazione annuale delle varie attività, revisione e nuova progettazione all’interno dell’E.T.I. - Valutazione a livello regionale periodica delle attività di ogni ASL - - Confronto e comparazioni dei dati epidemiologici Conclusioni/possibili ricadute: - creazione di un linguaggio comune e di metodologie condivise fra tutti gli operatoti potenzialmente interessati al fenomeno - prese in carico più efficaci e tempestive - prevenzione del fenomeno e maggiore tutela dei minori ( destinatari ultimi di ogni intervento) - creazione di una rete sinergica tra i vari servizi.

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Progetto: Applicazione di un profilo di assistenza per il trattamento ospedaliero del paziente con scompenso cardiaco Autore: Dr. Mauro Zeno (s.c. Medicina P.O. di Galliate) Co-Autori: Dott. Sergio Cardano, (Direttore S.C. Medicina P.O. San Rocco di Galliate), Dott.ssa Maria Luisa Demarchi (Medico s.c. Qualità). Obiettivi del progetto: 1.Valutare l’efficacia dell’applicazione dei profili di assistenza per il trattamento dello scompenso cardiaco 2.Promuovere l’applicazione della medicina basata sulle prove di efficacia (EBM) per la gestione del paziente scompensato 3.Predisporre un sistema di indicatori per la valutazione della qualità dei processi e dell’ esito dell’assistenza erogata al paziente scompensato 4 Fornire al paziente con scompenso il trattamento più appropriato, nei modi e nei tempo previsti dalla letteratura scientifica, al fine di ottenere il miglior risultato possibile in termini di salute. Metodi utilizzati: In accordo con la metodologia per la costruzione del profilo di assistenza proposta dal Tri Health di Cincinnati, le fasi seguite nella costruzione del profilo sono di seguito riportate: Scelta del problema/patologia Costruzione del gruppo di lavoro Ricerca bibliografica Scelta della diagnosi operativa Specificazione dei criteri di inclusione/esclusione dal profilo Analisi del processo in corso Individuazione di pratiche professionali appropriate e di indicatori Stesura del percorso assistenziale modificato Applicazione sperimentale del percorso modificato Valutazione dell’applicazione e degli esiti del percorso Al momento attuale (31 marzo 2005) si è conclusa la fase di stesura del processo assistenziale modificato in base alle indicazioni riportate in letteratura. Per il mese di maggio è prevista la partenza della sperimentazione che avrà durata complessiva di tre mesi, ed al termine della quale verrà effettuata, tramite appositi indicatori, la valutazione dei risultati dell’implementazione del profilo, in termini di processo e di esito. Sempre nel mese di maggio verrà effettuata la rilevazione degli indicatori prima dell’applicazione del profilo di assistenza, che verranno confrontati con i valori registrati dopo il trimestre di sperimentazione (studio pre-post). Stato del progetto: in attesa di attivazione. Risultati: I risultati attesi consistono in: Implementazione del profilo di assistenza evidence based per lo scompenso cardiaco Definizione di un sistema di monitoraggio, in termini di processo e di esito, rivolto al paziente scompenso cardiaco Miglioramento dell’outcome nel paziente con scompenso cardiaco. Valutazione: La valutazione dei risultati ottenuti dal profilo verrà effettuata tramite un sistema di indicatori clinici e di processo tratti dal sistema ORYX-JCI.

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Conclusioni/possibili ricadute: L’applicazione del profilo di assistenza costituisce una tappa importante per l’organizzazione del trattamento del paziente scompensato in quanto rappresenta un momento di ripensamento dei processi e di potenziale miglioramento per tutta l’organizzazione sanitaria che li applica, nonché un momento per valorizzare i bisogni di salute del cittadino e per l’organizzazione di una risposta adeguata ai bisogni manifestati. Il modello del profilo potrebbe essere inoltre esteso ad altre SC aziendali che si occupano del trattamento della stessa patologia, in una logica di benchmarking interno.