The World of il Consulente n. 38 del 2013

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Cosa aspettarci dal nuovo anno? Comitati per i rapporti di lavoro Bocciata la mediazione obbligatoria Redditometro La nuova IVA per cassa Ottantacinque ulteriori nuove lauree Professoressa Rita, missione vita In memoria di Ritarella

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Cosa aspettarci dal nuovo anno?

Comitati per i rapporti di lavoro

Bocciata la mediazione obbligatoria

Redditometro

La nuova IVA per cassa

Ottantacinque ulteriori nuove lauree

Professoressa Rita, missione vita

In memoria di Ritarella

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N°38 - 15 gennaio 2013

Periodico telematico - Reg.Tribunale di Roma n. 280 del 20 settembre 2011

House Organ del Consiglio provinciale dell’Ordine dei Consulenti del Lavoro di Roma - Pubblicazione quindicinale

Direttore Responsabile Lorenzo Lelli

Comitato Scientifico Gabriella Di Michele - Aldo Forte

Giuseppe Sigillò Massara Pierluigi Matera - Antonio Napolitano

Antonio Maria Rinaldi - Vincenzo Scotti Virginia Zambrano

Redazione Eleonora Marzani

Massimiliano Pastore Daniele Donati

Giuseppe Marini Paolo Stern

Andrea Tommasini Aldo Persi

Editore Ordine dei Consulenti del Lavoro

Consiglio Provinciale di Roma IT 00145 Roma RM

Via Cristoforo Colombo, 456 Tel. 06 89670177 r.a. - Fax 06 86763924 www.consulentidellavoro-roma.it

Segreteria: [email protected]

Ente di Diritto Pubblico Legge 11-1-l979 N.12

Redazione: [email protected]

Questo numero è stato chiuso in redazione il 15-01-2013

Elaborazione grafica di Carlo Busi

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1The world of il Consulente

Care colleghe e cari colleghi,un 2012 impegnativo e contrastato è terminato e si sono aperte le porte di un nuovo anno da vive-re insieme, con i migliori auguri a tutti voi e alle vostre famiglie dalla nostra redazione!Ma cosa possiamo aspettarci da questo nuovo anno? In un clima di forte condizionamento politico pre-elettorale, una cosa è certa, che si guardi a destra o che ci si volti a sinistra, tutti sem-brano concordi nel voler disfare a loro modo il vecchio e ricostruire meglio col nuovo scop-piettante 2013! Dopo le fatiche, per molti inso-stenibili, di un 2012 da dimenticare, tra spread e fisco, il Governo che verrà con ogni probabi-lità sarà più indulgente, vuoi per accaparrare voti, vuoi per presa coscienza, lasciando in-travedere all’orizzonte un barlume di speran-za che questo nuovo anno possa essere meno oneroso del precedente! Meno oneroso e difficile per il cittadino, ma non per il professionista, ancora al centro del mirino della politica. Si parla ancora una volta di “libe-ralizzazioni degli Ordini professionali” o di quel che ne rimane dopo il passaggio travolgente del Governo Monti. Cosa altro si può chiedere al pro-fessionista? Magari di farsi da parte per far largo a grandi corporazioni che monopolizzeranno il mercato dei servizi di consulenza e agli istituti finanziari che ingloberanno settori di mercato che prima gli erano preclusi!Eppure, come tutti gli altri cittadini, il professio-nista paga l’IMU; l’Irap; subisce i rincari Irpef; deve abbassare le tariffe professionali. Perché non può esserci tutela da parte un’istituzione de-dicata, come prima era l’Ordine professionale di riferimento?Questa guerra dichiarata ai professionisti è

solo un altro modo per far arricchire i già ric-chi e impoverire una fetta di lavoratori qualifi-cata e indispensabile come i consulenti, molti dei quali, sicuramente i più giovani, per poter lavorare diventeranno impiegati di multinazio-nali di consulenza e non potranno eguagliare l’indipendenza imprenditoriale della genera-zione di categoria precedente. Una volta innescato il meccanismo, il professioni-sta con il suo studio trentennale, con il peso della responsabilità dei propri dipendenti che contano sulla continuità della sua attività, si dedicherà ad un settore specifico e limitato, acquisendo una piccola nicchia del mercato della consulenza; op-pure, dopo estenuanti lotte per la sopravvivenza sarà schiacciato dalla concorrenza della nuova industria dei servizi. Non si gioca con la fantasia, si ripercorre la sto-ria della globalizzazione, dell’avvento nel mer-cato italiano dei colossi commerciali. Con i suoi risvolti positivi, in quel caso per il consumatore medio, ma anche con il dramma dei piccoli com-mercianti e del made in Italy in generale. La consulenza professionale però non è una merce, non si può produrre in Cina, è una pro-fessione complicata e particolareggiata, che si matura con l’esperienza e con l’aggiornamento continuo.Cari politici e governanti basta accanirsi sul pro-fessionista, non è lui l’ostacolo alla ripresa eco-nomica! Basta umiliare il cittadino che lavora o che vor-rebbe lavorare! L’inasprimento fiscale deve esse-re adeguato alle possibilità di pagare le tasse dei lavoratori italiani, perché non tutti siamo evaso-ri fiscali, moltissimi onesti cittadini guadagno quanto dichiarano e non possono spendere tutto per le tasse. La vita è una e va anche vissuta!

Cosa aspettarci dal nuovo anno?Editoriale

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2 The world of il Consulente

1the world of il ConsulenteCosa aspettarcidal nuovo anno?

L’editoriale del Presidente di Adalberto Bertucci 10

RedditometroUna prima sentenza che offre ai contribuenti fiducia e speranza

di Maurizio Villani

24La nuova IVA per cassa

di Dario Fiori

26 Ottantacinque ulteriori

nuove laureeCon la conclusione dei corsi di Laurea in Economia Aziendale Internazionale al servizio della

crescita della Categoriadi Andrea Tommasini

4Comitati per i rapporti

di lavoro Più trasparenza sulle pronunce

per garantire i cittadini e liberare i tribunali

di Mauro Parisi

6Bocciata la mediazione

obbligatoriaEffetti della sentenza della Corte

Costituzionale sulla mediazione obbligatoria

di Giulio Renato Fiorimanti

Sommario

28 Professoressa Rita,

missione vitaIl ritratto di Rita Levi Montalcini, una donna che ha dato lustro alla femminilità, all’intelligenza ed

all’Italia nel mondo. L’esaltazione della voglia di fare e di lottare, sino

alla fine e senza paura, sempre.di Andrea Tommasini

32 Pasquino

In memoria di Ritarella

In Focus

Rubriche

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Convegno Gestione flusso uniemens e problematiche varie

(variazioni, annullamenti per sistemazione note rettifica ed eventuali VIG) Lunedì 21/01/2013 ore 14:45

Oly Hotel Via Santuario Regina degli Apostoli, 36 Roma – (zona Basilica S. Paolo)

Relatore: A. Tomaino – Funzionario INPS

Ordine

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4 The world of il Consulente

di Mauro ParisiAvvocato

Lavoro

Comitati per i rapporti di lavoroPiù trasparenza sulle pronunce per garantire i cittadini e liberare i tribunali

Tra gli strumenti di deflazione del contenzioso in materia di lavoro che ogni tanto vengono pensati e introdotti nell’ordinamento per provare ad alleviare gli impressionanti carichi della giustizia e i suoi costi (per tutti, Stato e cittadini), qualche anno fa –nove per l’esattezza- il legislatore ne ha “escogitato” uno, in particolare, che, almeno sulla carta, pareva destinato

a produrre risultati piuttosto sostanziali e innovativi. Si tratta del ricorso al Comitato Regionale per i rapporti di lavoro istituito presso la Direzione Regionale del lavoro.

Previsto dall’articolo 17 del decreto legislativo n. 124/2004, esso può essere esperito quale mezzo di impugnazione e rivalutazione in via ammini-strativa di quei verbali ispettivi che, a seguito di investigazione dei funzionari (di Inps, Inail, Mini-stero del lavoro, ecc), hanno ritenuto sussistenti –o qualificato diversamente da quanto avevano fatto le parti- rapporti di lavoro.L’ispettore ritiene che sussista un rapporto di la-voro subordinato, anziché uno di co.co.pro? E io ricorro al Comitato Regionale.Il verbale di accertamento ispettivo ha giudicato provata un’attività di lavoro sommerso quando, secondo me, non vi è prova alcuna? Posso sempre fare ricorso al Comitato Regionale per vedere ac-colte le mie ragioni.Il ricorso, accompagnato dal verbale di accerta-mento ispettivo che si oppone, può essere invia-to per posta certificata o via posta ordinaria. Si deve avere cura che l’impugnazione “parta” entro trenta giorni dall’arrivo del verbale ispettivo: ma va pure detto che una fantasiosa interpretazione ritiene inammissibile il ricorso presentato nel cor-

so del termine concesso al trasgressore per even-tuali regolarizzazioni. Come dire, non prima di un certo momento, non dopo un altro momento, pena trovarsi in “fuori gioco” -e vedere precluse le proprie ragioni-, poiché fatte valere intempestiva-mente o, al contrario, …troppo tempestivamente.Ma cosa accade quando arriva un ricorso presso i Comitati Regionali per i rapporti di lavoro? Come sono soliti decidere tali Comitati? Quali sono gli orientamenti dei Comitati sulle grandi tematiche ispettive?Poco se ne sa, in realtà.Come agiscano i Comitati Regionali e cosa un ri-corrente abbia plausibilmente da aspettarsi all’esi-to del procedimento che lo riguarda, è uno dei se-greti tra i meglio custoditi dall’amministrazione.In talune situazioni, per esempio, si ha come l’impressione che maggiori sono le ragioni di chi presenta impugnazione, più appare facile che nep-pure si ottenga una risposta. La qual cosa, come è noto, costituisce una circostanza non indifferen-te, bensì destinata a produrre un effetto di sfavore nei riguardi di chi attende risposte: si tratta del

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Lavoro

cosiddetto silenzio-rigetto.Un rigetto che, però, impegna poco l’ammini-strazione, la quale neppure deve fare lo sforzo di ostentare qualche scusa verosimile.Altre volte, invece, i Comitati Regionali rispon-dono in modi che, dire sintetici, appare davvero limitante. In quelle ipotesi le pronunce suonano spesso, più o meno, così: “visti gli atti ispettivi e la documentazione trasmessa, il Comitato ritiene fondati gli addebiti”. Insomma, qualcosa di non troppo distante dal dantesco “vuolsi così colà”.Specie in questi ultimi casi (o in quelli non rari in cui le pronunce paiono stilate con nessun appa-rente aggancio con i rilievi, i motivi e le ragioni presentate nel ricorso), siamo senza dubbio al co-spetto di veri e propri dinieghi di giustizia. L’impressione che si ha leggendo talune pronun-ce di Comitati Regionali, non di rado, è quella per cui taluni organismi non riescano davvero a es-sere soggetti terzi, cioè capaci di giudicare spas-sionatamente, con equità e vero approfondimen-to quanto loro sottoposto. Piuttosto essi paiono ergersi -fuori parte nel copione!-, quali difensori d’ufficio degli stessi funzionari estensori dei ver-bali ispettivi di accertamento.Le conseguenze ingenerate da quei Comitati Re-gionali che perseverano a gestire in forme “singo-lari” le competenze attribuite, appaiono facilmen-te prevedibili. Innanzitutto, motivatamente, il cittadino può pro-vare sfiducia e rinunciare a fare valere le proprie ragioni: anche quando ne ha da vendere. In tali casi si preferisce corrispondere quanto (ingiusta-mente) richiesto dall’amministrazione piuttosto che affrontare il rischio ulteriore di un giudizio che si teme perso in partenza (ma va detto che, sovente, tale previsione non è per nulla fondata). Quale ulteriore conseguenza generale del fatto che non si offre una vera giustizia nel caso singo-lo, vi è quella per cui si radica nell’amministrazio-ne e nei suoi funzionari, la sensazione di essere “superman”, ossia di avere poteri e intangibilità che in realtà non esistono, né hanno motivo.Ancora. Il cittadino, anche nelle ipotesi in cui ha mo-

strato di avere pienamente ragione, è costretto spes-so e comunque ad affrontare i costi di difese tecni-che presso le sedi giudiziali. In tali situazioni, non solo si deve mettere mano al portafoglio, ma la non corretta azione dei Comitati Regionali potrà contri-buire a riempire i ruoli già gravati di molti giudici.Per evitare le disfunzioni cennate e dare nuova ef-ficacia a un istituto in realtà di grandi potenzialità deflattive, oggi più che mai, occorre che l’ammini-strazione sappia garantire trasparenza al proprio operato. Per esempio, sarebbe molto opportuno che i Co-mitati pubblicassero le loro pronunce (magari pure in forma anonima e massimata): metterle a disposizione degli operatori su i propri siti istitu-zionali sarebbe un gesto prezioso. Ciò permetterebbe agli operatori di orientare e adeguare preventivamente la propria azione e le proprie scelte anche sulla base di trend ufficiali. Favorirebbe, poi, l’uniformità dell’azione dei Co-mitati, evitando il rischio di pronunce ad perso-nam, magari differenti, seppure sulle medesime materie e argomenti. Innalzerebbe, quindi, la qualità e l’attenzione de-gli uffici pubblici sulla redazione delle pronunce, essendo certa la loro pubblicazione: ciò evitereb-be sciatterie e motivazioni date in forma di mere petizioni di principio. L’augurio, quindi, è che, nel 2013, un’amministra-zione che non teme alcun confronto sappia davve-ro aprire le proprie “porte” ai cittadini. Ai professionisti, invece, il compito di…bussare. Il Ministero chiarisce come la disposizione abbia ad oggetto le modalità di svolgimento della pre-stazione, potendo il lavoratore svolgere legittima-mente le stesse attività dei lavoratori subordinati, purché con modalità differenti, cioè in autono-mia. La circolare ricorda anche che la ricordata presunzione relativa non troverà applicazione per le prestazioni di elevata professionalità. Dette prestazioni potranno ben essere individuate dalla specifica contrattazione collettiva alla stregua e specularmente rispetto a quanto prima analizzato in caso di attività ripetitive ed esecutive.

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Come noto a seguito della Diret-tiva comunitaria1 , il Governo in attuazione dell’art 60 di cui alla legge delega 69/2009 veniva de-legato dal Parlamento a discipli-nare la Mediazione finalizzata alla conciliazione delle contro-versie civili e commerciali.Il decreto legislativo del 4 marzo 2010 n. 28 introduceva le norme sulla cosiddetta MEDIACON-CILIAZIONE2, stabilendo l’ob-

1 LaDirettivaCE2008/52del21maggio2008 ha esortato gli stato membri adutilizzareesvilupparelaCONCILIAZIONEariguardodideterminatiaspettiinmateriacivile e commerciale ed in particolareper le controversie Transfrontaliere.La Legge n. 69 del 18 giugno 2009,art. 60 ha recepito le indicazioni delladirettiva comunitaria delegando ilGoverno ad emanare un appositoDecreto in materia di Mediazione.IlD.Lgs.4marzo2010,n.28(G.U.n.53del 5 marzo 2010) ha reso obbligatorialaMEDIAZIONEafardatadal20Marzo2011 e con Il Decreto del Ministero diGiustiziadel18ottobre2010n.180,sonostatidisciplinatiirequisitideiMediatoriedegliOrganismidiMediazione.

2 Prima del D.lgs 28/2010 il termineutilizzato era Conciliazione. La normaha distinto la Mediazione come fasepropedeuticaall’eventualeconciliazione.

bligatorietà per talune materie3. Già in precedenza il legislatore nazionale, anche a seguito delle numerose raccomandazioni del-la Comunità Europea , aveva in-serito la facoltà di ricorrere alla Conciliazione.4A mero titolo esemplificativo la CONCILIAZIONE era già stata prevista dalle seguenti norme: L. del 31/07/1997 n. 249 Auto-rità per le garanzie nelle comu-nicazioni e norme sui sistemi delle telecomunicazioni e radio-televisivi; Legge 18 Giugno 1998 n. 192 Di-sciplina della subfonitura nelle attività produttive; Legge 431/1998 Locazioni art. 6;L. n. 135 del 29/03/2001 Legi-slazione nazionale sul turismo;

3 Condominio - Diritti Reali – Divisione -PattidiFamiglia–Locazione-Comodato-AffittodiAziendeContrattiAssicurativi,Bancari, Finanziari, Risarcimento deldanno derivante: Dalla circolazione diautoveicoli,DaresponsabilitàmedicaDadiffamazioneconilmezzostampaoconaltromezzodipubblicità.

4 Le norme antecedenti utilizzavano iltermineConciliazioneenonMediaizione

D. Lgs 206/2005 Codice del Consumo art. 140,141;L. 262/2005 tutela del risparmio e dei mercati finanziari; Legge 14/02/2006 n. 55 Patto di famiglia; Legge 22/02/2006 n. 84 Attività professionale di tinto-lavande-ria; D. Lgs 179/2007 Consob, conci-liazione e arbitrato artt. 2, 4 nor-me di procedura; Arbitro ban-cario e finanziario della Banca d’Italia 18/06/2009.L’art 55 del decreto legislativo

5 Art.5 Condizione di procedibilitàe rapporti con il processoChi intende esercitare in giudizioun’azione relativa ad una controversiain materia di condominio, diritti reali,divisione, successioni ereditarie, pattidi famiglia, locazione, comodato, affittodi aziende, risarcimento del dannoderivante dalla circolazione di veicoli enatanti, da responsabilità medica e dadiffamazione con il mezzo della stampaoconaltromezzodipubblicità,contrattiassicurativi, bancari e finanziari, ètenuto preliminarmente a esperire ilprocedimentodimediazioneaisensidelpresentedecretoovveroilprocedimentodi conciliazione previsto dal decretolegislativo8ottobre2007,n.179,ovveroil procedimento istituito in attuazionedell’articolo128-bisdeltestounicodelleleggiinmateriabancariaecreditiziadicui

Anticipata dal singolare comunicato stampa pubblicato sul sito della Corte Costituzionale è arrivata “ la bocciatura “ dell’Obbligatorietà della Mediazione di cui alla legge 28/2010 con la sentenza n. 272/2012, depositata il 12 Dicembre 2012 e accolta dall’ Ovazione del Consiglio Nazionale Forense e dei molti detrattori della Mediazione.

Bocciata la mediazione obbligatoria

Diritto & Diritti

Effetti della sentenza della Corte Costituzionale sulla mediazione obbligatoria

di Giulio Renato Fiorimanti Dottore Commercialista

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Diritto & Diritti

28/2010 ha inserito l’obbliga-torietà del tentativo di Media-zione in talune materie quale condizione di procedibilità della domanda giudiziale e ponendo l’onera agli avvocati di informare il proprio cliente della possibilità di ricor-rere alla Mediazione prima di esperire un azione giudiziaria. La Corte Costituzionale ha dichiarato l’illegittimità Costi-tuzionale dell’art 5 in relazione alla suddetta obbligatorietà in quanto il Governo ha agito in difetto di delega.Nelle sentenza la Suprema Cor-te ripercorre l’iter legislativo che ha portato il Legislatore delegato ad emanare il Decreto Legislativo oggetto di censura evidenziando che nella delega parlamentare non era prevista l’obbligatorietà della Mediazio-ne e tantomeno tale obbligato-rietà è da ricondursi alla Diret-tiva Comunitaria . Forte è stato l’entusiasmo con cui in molti hanno accolto la pro-nuncia della Corte dove però un’attenta lettura della senten-za ridimensiona sensibilmente l’entusiasmo dei detrattori della Mediazione.La censura Costituzionale è espressamente rivolta al difetto

aldecretolegislativo1°settembre1993,n.385,esuccessivemodificazioni,perlematerie ivi regolate. L’esperimento delprocedimentodimediazioneècondizionediprocedibilitàdelladomandagiudiziale.L’improcedibilità deve essere eccepitadal convenuto, a pena di decadenza, orilevata d’ufficio dal giudice, non oltrelaprimaudienza.Ilgiudiceoverilevichela mediazione è già iniziata, ma non siè conclusa, fissa la successiva udienzadopo la scadenza del termine di cuiall’articolo6.Allostessomodoprovvedequando la mediazione non è stataesperita, assegnando contestualmentealle parti il termine di quindici giorniper la presentazione della domanda dimediazione. Il presente comma non siapplica alle azioni previste dagli articoli37,140e140-bisdelcodicedelconsumodicuialdecreto legislativo6settembre2005,n.206,esuccessivemodificazioni.

di delega in quanto il Governo ha imposto l’obbligo della Me-diazione senza che il Parlamen-to, titolato del potere legislativo, gli avesse conferito tale possibi-lità nella legge delega. La Sentenza però non si limita però a tale censura, e oltre a ripercorrere l’iter legislativo e il successivo iter giudiziario, ha analizzato le tipologie di Me-diazione esistenti all’interno del-la Comunità Europea e le racco-mandazioni della stessa. Il modello di riferimento da cui è partita tale analisi è certa-mente quello della Mediazione volontaria e facilitativa , modello già presente nel nostro sistema . Accanto al modello volontario esiste comunque la possibilità di inserire un apposita clausola che obblighi le parti ad esperi-re un tentativo di Mediazione prima del procedimento giudi-ziario (cd Mediazione contrat-tuale).Infine è previsto che in ogni sta-to e grado di Giudizio sia il Giu-dice ad invitare le parti ad espe-rire un Tentativo di Mediazione ( cd Mediazione Delegata).Analizzato il contesto Europeo e le tipologie di Mediazione esi-stenti la Suprema Corte ha af-fermato però che la scelta dei modelli ( Obbligatorio, Volonta-rio, Contrattuale o Delegato) è lasciata alla volontà dei singoli Stati sostenendo “con assoluta chiarezza che laddove il legisla-tore nazionale volesse oggi in-tervenire, con legge ordinaria, sulla disciplina della mediazione prevedendo ipotesi di obbligato-rietà ciò non sarebbe affatto in contrasto con la normativa eu-ropea la quale prende in consi-derazione la mediazione anche nella sua forma obbligatoria, considerandola del tutto legitti-ma, e come una delle possibili-tà, quella obbligatoria, in cui si può articolare la mediazione, la

cui scelta, insieme a quella vo-lontaria ed a quella invitata dal giudice, rientra nella piena e le-gittima discrezionalità del legi-slatore nazionale.”6 Non è quindi l’obbligatorietà ad essere Anticostituzionale come qualcuno ha tentato di far crede-re, ma bensì il difetto di delega da parte del Governo.Se fosse stato rispettato il nor-male iter legislativo, inserendo correttamente nella delega la previsione dell’Obbligatorie-tà, la Corte non avrebbe posto alcuna censura, ed è questa la naturale conclusione al quale si giunge leggendo la sentenza. Fatte queste premesse dobbia-mo ora interrogarci sul futuro della Mediazione .Personalmente ritengo la Me-diazione uno strumento di civil-tà Giuridica che pone un freno alla litigiosità ad ogni costo e all’idea che tutto debba risolver-si in un aula di Tribunale .Con la Mediazione e le connes-se tecniche di negoziazione e comunicazione, il Mediatore correttamente formato, è in gra-do di neutralizzare i conflitti di principio e focalizzare l’atten-zione delle parte sugli interessi specifici ponendo le base per un accordo tra le parti.Le capacità di negoziazione e di comunicazione peraltro dovreb-bero far parte del bagaglio di tutti i professionisti impegnati nelle materie giuridico econo-miche ed in particolare degli operatori del diritto. Appare a mio avviso del tutto fuori luogo ed anacronistica la diffidenza e l’ostilità di quei set-tori professionali che hanno vi-sto nella Mediazione, non una nuova opportunità professiona-le, ma bensì il capro espiatorio

6 Cfr Commento alla sentenza del Dr.MassimoMoriconi,magistratodirigentelaSezionediOstiadelTribunalediRomapubblicatosulsitodiAdrNetwork.

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di un sistema che vede un sur-plus di attori ed una sostanziale diminuzione dell’attività profes-sionale in un contesto di merca-to sempre piu’ competitivo.Seppure altri paesi non abbiano necessariamente inserito nel contesto normativo ipotesi di obbligatorietà della mediazione, nel nostro sistema tale previsio-ne ha consentito la diffusione, la conoscenza e la utilizzazione di un istituto fino ad allora scono-sciuto alla maggior parte degli operatori del diritto7.È auspicabile che il legislatore intervenga per ripristinare, nel rispetto delle procedure nor-mative, l’obbligatorietà della Mediazione magari, miglioran-do la normativa laddove aveva presentato carenze lacune o in-congruenze.Non può essere peraltro igno-rato il fatto che sono nati circa mille organismi di Mediazione e

7 Nel2003soloil5,4%dellapopolazioneconpiu’di18anni conosceva l’istitutodella Mediazione Cfr Giulio RenatoFiorimanti,ItaliaOggi11Novembre2003.

iscritti quasi diecimila Mediato-ri a fronte di un impegno del Go-verno a sviluppare la Mediazione quale strumento alternativo alla risoluzione delle Controversie, ricordando anche che l’ineffi-cienza dell’intero sistema giudi-ziario costa alla collettività piu’ di un punto percentuale di pil.È bene che le categorie pro-fessionali coinvolte ( Avvocati, Commercialisti, Consulenti del Lavoro, Notai e magistrati ecc, ) prendano coscienza delle ne-cessità di togliere dalla aule di Tribunale tutte quelle contro-versie che potrebbero essere risolte in tempi brevi e meglio, grazie al ripristino dei flussi comunicativi tra le parti in con-trasto , puntando agli interessi effettivi .I professionisti coinvolti posso-no fin d’ora contribuire allo svi-luppo della Mediazione inseren-do nei contratti apposite clauso-le di mediazione e verificando quali Organismi sono in grado di fornire serietà e capacità pro-fessionale necessaria.

Anche in assenza di tali clauso-le, in presenza di una controver-sia è bene analizzare se esiste la possibilità di rivolgersi ad un Organismo di Mediazione invi-tando la controparte Ed infine anche in Giudizio sia per volontà delle parti che per vo-lontà del Giudice è possibile utiliz-zare l’Istituto della Mediazione.È evidente che la pronuncia della Suprema Corte non ha sancito la morte della Media-zione, in quanto resta intatta la possibilità di rivolgersi volon-tariamente ad un Organismo di Mediazione o di inserire un apposita clausola in un contrat-to o in uno statuto e la possi-bilità per il Giudice di invitare le parti ad un tentativo di Me-diazione. È ora necessario condurre una battaglia affinchè nell’immedia-to il Legislatore metta in agen-da l’esigenza di reintrodurre la Mediazione Obbligatorio quale passo necessario alla riorganiz-zazione dell’intero sistema giu-diziario.

Diritto & Diritti

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RedditometroUna prima sentenza che offre ai contri-buenti fiducia e speranza

Fisco

di Maurizio VillaniAvvocato

Q uesta sentenza, commentata, sia da Italia Oggi, sia dal Sole 24 Ore, è importante perché, in contrasto con altre precedenti sentenze, per la prima volta in italia, ritiene il redditometro una semplice presunzione e non inverte l’onere della prova a carico del contribuente che, in sede contenziosa, può avere grandi difficoltà a difendersi soprattutto perché nel processo

tributario non è ammessa né la testimonianza né il giuramento.Invece, la Corte di Cassazione, accogliendo la tesi difensiva, ritiene che debba essere sempre l’Agen-zia delle Entrata a provare il maggior reddito derivante da redditometro e non deve basarsi esclusiva-mente sulle presunzioni previste dai decreti ministeriali.Questa sentenza, inoltre, ripeto la prima in Italia, è importante anche in vista del nuovo redditometro pubblicato pochi giorni fa dall’Agenzia delle Entrate e che sarà utilizzato da marzo per tutti gli avvisi di accertamento riferiti al periodo d’imposta 2009.Secondo me, è importante darne la massima pubblicità, soprattutto in un periodo di crisi economica come l’attuale per dare fiducia e speranza ai contribuenti, oggi impauriti dalle varie notizie di stampa sul nuovo redditometro.

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La nuova IVA per cassaFisco

Il nuovo regime dell’Iva per cassa, istituito dall’art. 32-bis, D.L. 22 giugno 2012, n. 83, convertito con L. 7 agosto 2012, n. 134, ha finalmente completato il suo iter ed è applicabile dal 01 dicem-bre 2012. Infatti, dopo l’emanazione del decreto attuativo e della relazione tecnica del M.E.F. dello scorso 11 ottobre ed infine del provvedimento del Direttore dell’Agenzia delle Entrate

n. 165764/2012 sulle modalità di opzione, il nuovo istituto ha trovato completa definizione sul piano tecnico.

La nuova versione dell’Iva per cassa, ha previsto l’esigibilità differita dell’imposta per le ces-sioni o prestazioni eseguite da soggetti passivi con un volume di affari non superiore a 2 milio-ni di euro nei confronti di ces-sionari o committenti che agi-scono nell’esercizio di impresa, arte o professione. Pertanto la norma, chiede la qualità di sog-getto passivo di imposta, in capo al cessionario o committente dell’operazione, quale requisito per il differimento dell’Iva. Di conseguenza, risultano escluse dall’applicazione del regime le operazioni effettuate nei con-fronti di privati consumatori. In merito al limite di volume d’affari di 2 milioni di euro è opportuno sottolineare che ciò comporta un ampliamento no-tevole dei soggetti interessati rispetto alla precedente discipli-na, il cui limite di 200 mila euro ha rappresentato una delle cau-se di scarsa applicazione. Nella relazione tecnica viene preci-sato che nel calcolo del volume d’affari vanno considerate sia le operazioni che vengono assog-gettate al regime dell’Iva per cassa sia le operazioni escluse da tale regime.Inoltre, l’Agenzia delle Entrate

con la circolare 44/E/2012, ha specificato che l’applicazione del nuovo regime ai soggetti con volume d’affari inferiore ai 2 milioni di euro, ma superiore ai 500 mila euro, è condizionata all’esito di una procedura di con-sultazione del Comitato Iva della UE, che è stata avviata, ma che, ad oggi, non si è ancora conclu-sa. Qualora tale procedimento non dovesse dare esito positi-vo, i contribuenti con volume di affari oltre i 500 mila euro che avessero scelto l’Iva per cassa, dovranno liquidare con le moda-lità ordinarie l’Iva eventualmen-te sospesa, senza l’applicazione di sanzioni ed interessi. Come anticipato, la liquidazione dell’Iva per cassa si applica re-lativamente alle fatture emesse nei confronti dei soggetti pas-sivi Iva. Inoltre, non può essere applicata nei seguenti casi: regi-me monofase (art. 74, c. 1 D.P.R. n. 633/72); regime del margine dei beni usati (art. 36, D.L. n. 41/95); regime delle agenzie di viaggio e turismo (art. 74-ter, D.P.R. n. 633/72); l’acquirente o committente assolve l’impo-sta mediante l’applicazione del “reverse charge”; operazioni con Iva ad esigibilità differita (art. 6, c. 5, D.P.R. n. 633/72).

Le operazioni passive escluse dal differimento della detrazio-ne dell’Iva a credito sono invece le seguenti: acquisti in reverse charge; acquisti intracomuni-tari; importazioni; estrazioni di beni da depositi Iva.Con riferimento al diritto di detrazione, il regime contiene importanti novità, ed in parti-colare: l’esercizio del diritto alla detrazione dell’imposta sugli ac-quisti, in capo ai soggetti che si avvalgono dell’esigibilità differi-ta, sorge al momento del paga-mento dei relativi corrispettivi ai loro fornitori; il diritto alla detrazione dell’imposta in capo al cessionario o committente (cliente del contribuente che ap-plica il regime) sorge al momen-to di effettuazione dell’operazio-ne (ex art. 6, D.P.R. n. 633/72), ancorché il corrispettivo non sia stato pagato.Per il cedente o prestatore, l’ Iva relativa alle cessioni di beni o prestazioni di servizi divie-ne esigibile dall’Erario all’at-to del pagamento dei relativi corrispettivi. Per tali soggetti, inoltre, il diritto alla detrazione dell’Iva sugli acquisti effettuati sorge al momento del pagamen-to dei loro fornitori. Al meccanismo del differimento

di Dario FioriConsulente del Lavoro

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25The world of il Consulente

Fisco

è stata prevista un’eccezione: se l’incasso della fattura viene ef-fettuato decorso un anno dal mo-mento di effettuazione dell’ope-razione, l’Iva diventa comunque esigibile dopo tale data, a meno che in tale arco temporale la con-troparte sia stata soggetta ad una procedura concorsuale, nel qual caso l’imposta rimane sospesa.Si precisa che in caso di incas-so parziale del corrispettivo dal cliente, l’ Iva diventa esigibile nella proporzione tra quanto in-cassato ed il corrispettivo com-plessivo della fattura. Specular-mente, il meccanismo è valido anche ai fini della detraibilità di pagamenti parziali di fatture nei confronti dei fornitori.Oltre all’innalzamento del li-mite a 2 milioni di euro l’ altra grande novità è rappresentata dalla neutralizzazione degli ef-fetti del regime Iva per cassa in capo all’acquirente o commit-tente. Nella precedente disci-plina, tale soggetto poteva de-trarre l’Iva relativa all’acquisto solo al momento del pagamento della relativa fattura al cedente che applica il regime di Iva per cassa. Oggi, con il nuovo regi-me, l’acquirente potrà detrarre l’Iva immediatamente al mo-mento di effettuazione dell’o-perazione, a prescindere che il pagamento della fattura non sia stato ancora eseguito, come se avesse ricevuto la fattura da un soggetto in regime Iva ordina-rio. Chiaramente, tutto ciò non è applicabile nel caso in cui l’ac-quirente stesso abbia optato per il regime oggetto di trattazione.I soggetti che optano per il re-gime dell’Iva per cassa, devono adempiere agli obblighi previsti dal D.P.R.n. 633/72 ed inoltre in fattura dovranno annotare: “Operazione con “Iva per cassa” ex art. 32-bis del D.L. 22 giugno 2012, n. 83”. Si precisa, che nella relazione illustrativa del citato

decreto attuativo, viene previ-sto che “l’omessa indicazione di tale dicitura, costituirà, ai fini sanzionatori, una violazione for-male”Nel vecchio regime dell’art. 7 del D.L. n. 185/2008, giustamente, è stabilito l’obbligo di riportare sulla fattura emessa l’annotazio-ne che trattasi di operazione con imposta a esigibilità differita, al fine di far conoscere al destina-tario della stessa che è differito il suo diritto a detrarre l’imposta addebitata in via di rivalsa fino al momento del pagamento del cor-rispettivo alla controparte.La nuova disciplina, invece, non prevede più il differimen-to dell’esercizio del diritto alla detrazione da parte del cessio-nario o del committente fino al pagamento del corrispettivo, pertanto poteva essere evitato l’obbligo di apposizione della dicitura. Su tale argomento, si è espressa autorevole dottrina, ritenendo incerta, nell’ambito della nuova disciplina dell’IVA per cassa, la funzione dell’ob-bligo di segnalare sulla fattura che la stessa è stata emessa in base a tale disciplina, dato che il cessionario o committente che riceve la fattura comunque la tratterà fiscalmente e contabil-mente come una fattura con Iva ordinaria.Passando all’analisi delle moda-lità di fuoriuscita dal regime, nel caso in cui il volume d’affari, in corso d’anno superi il limite di 2 milioni di euro il regime cessa con riferimento alle operazioni attive e passive effettuate a par-tire dal mese successivo a quel-lo di superamento.Inoltre, il contribuente può fa-coltativamente fuoriuscire dal regime di Iva per cassa, ma solo dopo il decorso del primo trien-nio obbligatorio, comunicando la revoca nella dichiarazione Iva annuale successiva alla decisio-

ne di uscita dal regime.In entrambe le ipotesi, il sogget-to interessato deve computare a debito nella liquidazione perio-dica relativa all’ultimo periodo l’ammontare dell’Iva relativa alle operazioni effettuate i cui corrispettivi non sono stati an-cora incassati e detrarre l’Iva a credito relativa agli acquisti non ancora pagati. La scelta è fina-lizzata, come chiarisce la rela-zione illustrativa, ad evitare la coesistenza per la stessa attivi-tà, di due regimi diversi di liqui-dazione dell’imposta.In merito alle modalità di opzio-ne, il provvedimento del Diretto-re dell’Agenzia delle Entrate del 21/11/2012 disciplina l’adesione al regime con una regolamenta-zione piuttosto permissiva. La scelta è infatti desunta dal com-portamento concludente del contribuente senza necessità di alcuna comunicazione preven-tiva. L’opzione va confermata ex post nella prima dichiara-zione annuale Iva da presenta-re successivamente alla scelta effettuata, attraverso la com-pilazione del quadro VO della medesima dichiarazione. Si precisa, che la mancata annota-zione sulle fatture emesse della dicitura di adozione dell’Iva per cassa, non inficia sulla validità dell’opzione se risulta riscontra-bile la corretta applicazione del regime. L’opzione è vincolante per almeno un triennio, decor-so il quale la scelta resta valida per ciascun anno successivo; tuttavia, in via transitoria, chi ha adottato il regime a partire dal 01/12/2012 può considerare tutto il 2012 come primo anno ai fini del vincolo triennale. Pari-menti, la scelta è efficace dal 01 gennaio dell’anno in cui è eser-citata, ovvero, in caso di inizio attività nel corso dell’anno, dalla data di inizio dell’attività mede-sima.

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Ordine

Ottantacinque ulteriorinuove laureeCon la conclusione dei corsi di Laurea in Economia Aziendale Internazionale al servizio della crescita della Categoria

Ottantacinque ulteriori nuove Lauree in Economia Aziendale Internazionale conseguite nell’ultima sessione dai nostri Colleghi dei quali con piacere ed orgoglio andiamo a pub-blicare i nomi, anche in segno di ringraziamento per aver saputo sostenere, insieme alla grande fatica ed impegno dello svolgimento della professione e del lavoro, l’assiduità nello

studio per la positiva realizzazione di sempre nuove sfide. Onore al merito !

Una Cerimonia curata in ogni particolare per la consegna delle pergamene ha avuto luogo il 18 dicembre u.s. presso la sede della Link Campus University in Roma, alla presenza dell’On. Prof. Vincenzo Scotti – Presidente Fondazione Link Campus, del Prof. Claudio Roveda – Presidente della scuola under graduate Link Campus Univer-sity, dell’ Ing. Pasquale Russo – Direttore Gene-rale Link Campus University, del Prof. Pierluigi Matera – Presidente della scuola post graduate Link Campus University e del Prof. Sergio Zop-pi – Comitato tecnico Ordinatore Link Campus University. Insieme a loro per accogliere i laureati della Categoria, il nostro Presidente del Consiglio Provinciale di Roma dell’ordine dei Consulenti del Lavoro, il Dott. Adalberto Bertucci.Annunciamo con piacere dunque la felicità per questi ulteriori traguardi raggiunti: meritati e realizzati con quella determinazione fatta di costanza, fermezza, ostinazione, risolutezza, te-nacia, perseveranza, qualità queste, che hanno sempre contraddistinto la Categoria dei Consu-lenti del Lavoro, permettendo di raggiungere alla

Categoria stessa un costante “valore aggiunto”. La serietà e l’integrità di un legame che è inizia-to, a volte anche per caso e che si è consolidato e arricchito per scelta. Auguri di cuore alle nuove dottoresse ed ai nuovi dottori che arricchiscono ulteriormente il nostro Ordine di nuovi contenuti da porre al servizio della Categoria, dei Clienti e della costante af-fermazione del nostro importante ruolo sociale ed economico!!Auguri a:Mario Alessandrini, Antonello Altobelli, Lucia Alvares, Sabrina Amicone, Christian Ancillai, Roberto Arcangeli, Federica Baccanari, Ame-deo Balzana, Marco Barbarisi, Caterina Berar-di, Silvia Bernardini, Romana Bettoni, Simona Bolognesi, Nicola Bucci, Emanuela Camerucci, Marco Camerucci, Daniela Capoccetti, Antonel-la Cersosimo, Alessandro Chindamo, Manuel Cisternino, Mariano Ciuchetti, Mario Coccia, Valerio Coccia, Valentina Coloriti, Patrizio Cri-stofari, Maurizio Daniele, Angela de padova, Ro-berta De Paola, Maria Rosaria De Santis Bruno,

di Andrea Tommasini Redazione Cultura

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27The world of il Consulente

Ordine

Gemma Del Prete, Fabrizio Del Sordo, Diletta Diotallevi, Valentina Duca, Daniele Ferrigno, Stefano Ficicchia, Federica Fiorenza, Pietro Foglietta, Antonella Frattolillo, Marco Funari, Massimo Gabriele, Michele Maria Gatta, Giu-

liana Giacomelli, Manuela Giorgetti, Stefano Im-peri, Riccardo Invernali, Daniela Leurini, Ales-sandro Londi, Alessandro Maffei, Michele Ma-grone, Rinaldo Marcocci, Anna Marrocco, Bar-bara Martelluzzi, Stefania Menichetti, Gianluca

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Miccinelli, Anna Milici, Sante Mosetti, Pierluigi Netti, Ivana Paganelli, Grazia Maria Pastore, Marco Pellegrini, Emanuela Petrillo, Mauro Pi-stillo, Nicolino Porcu, Eleonora Proia, Giuseppe Proietti, Federico Rappoli, Alessandra Rappoli, Roberto Rossi, Fabrizio Sacchi, Luigi Salsiccia,

David Salsiccia, Barbara Santucci, Simona Sa-velli, Giuseppe Sconti, Francesco Sergiacomo, Valerio Sestili, Serena Sica, Eraldo Simoni, Vale-ria Spagnuolo, Benedetto Stella, Stefania Unga-retti, Stefano Vescovi, Rosa Zaccaro, Valentina Zoldan, Aldo Tomaino!!!

Ordine

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29The world of il Consulente

Ordine

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30 The world of il Consulente

L’Italia

di Andrea Tommasini Redazione Cultura

Una raccolta di 28 aforismi costituenti e rappresentativi il pensiero della Professoressa Rita Levi Montalcini (Torino, 22 aprile 1909 – Roma, 30 dicembre 2012) per ritrarre la sua anima ed il suo pensiero. È stata una neurologa e senatrice a vita italiana, Premio Nobel per la medicina nel 1986. Negli anni cinquanta le sue ricerche la portarono alla

scoperta e all’identificazione del fattore di accrescimento della fibra nervosa o NGF, scoperta per la quale è stata insignita nel 1986 del premio Nobel per la medicina. Insignita anche di altri premi, è stata la prima donna a essere ammessa alla Pontificia Accademia delle Scienze. Il 1º agosto 2001 è stata nominata Senatrice a vita “per aver illustrato la Patria con altissimi meriti nel campo scien-tifico e sociale”. È stata socia nazionale dell’Accademia dei Lincei per la classe delle scienze fisiche ed è stata socia fondatrice della Fondazione Idis-Città della Scienza.

quello che vuole. Io non sono il corpo: io sono la mente.A me nella vita è riuscito tutto facile. Le dif-ficoltà me le sono scrollate di dosso, come acqua sulle ali di un’anatra.

A vent’anni volevo andare in Africa per cu-rare la lebbra. Ci sono andata da vecchia,

Professoressa Rita, missione vitaIl ritratto di Rita Levi Montalcini, una donna che ha dato lustro alla femminilità, all’intelligenza ed all’Italia nel mondo. L’esaltazione della voglia di fare e di lottare, sino alla fine e senza paura, sempre

A cento anni ho perso un po’ la vista, mol-to l’udito. Alle conferenze non vedo le proie-zioni e non sento bene. Ma penso più adesso di quando avevo vent’anni. Il corpo faccia

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31The world of il Consulente

ma per curare l’analfabetismo, che è molto più grave della lebbra.

Abbiamo scoperto che l’NGF (Nerve Growth Factor) è molto più di una molecola protei-ca. Senza, la vita si ferma. Nei topi blocca l’avanzare dell’alzheimer.

Ai giovani auguro la stessa fortuna che mi ha condotto a disinteressarmi della mia persona, ma di avere sempre una grande atten-zione nei confronti di tutto ciò che mi circonda, a tutto quanto il mondo della scienza, senza tra-scurare i valori della società.

C’è una difficoltà nel rendersi conto che il nostro comportamento è molto complesso, che il cervello è fatto di tante componenti. E c’è una difficoltà nel vedere in ogni catastrofe la possibilità di un rovesciamento. Forse io sono una innata ottimista ma penso che ci sia sempre qualcosa che ci salva.

Da adolescente sognavo di emulare Albert Schweitzer a curare i lebbrosi. Adesso nell’ul-tima tappa della mia vita ho potuto finalmente aiutare le popolazioni sfruttate per secoli.

Dico ai giovani: non pensate a voi stessi, pensate agli altri. Pensate al futuro che vi aspetta, pensate a quello che potete fare, e non temete niente. Non temete le difficoltà: io ne ho passate molte, e le ho attraversate senza paura, con totale indifferenza alla mia persona.

Geneticamente uomo e donna sono identi-ci. Non lo sono dal punto di vista epigenetico, di

formazione cioè, perché lo sviluppo della donna è stato volontariamente bloccato.Ho ottimi rapporti con le giovani che lavo-rano con me, perché sentono che posso ag-giungere qualcosa che manca alla loro forma-zione: l’intuito.

Ho sempre destinato le mie modeste ri-sorse a favore, non soltanto delle persone bisognose, ma anche per sostenere cause sociali di prioritaria importanza.

I giovani di oggi si illudono di essere pen-santi. Il linguaggio e la comunicazione dan-no loro l’illusione di stare ragionando. Ma il cervello arcaico, maligno, è anche molto astuto e maschera la propria azione dietro il linguag-gio, mimando quella del cervello cognitivo. Bi-sognerebbe spiegarglielo.

I giovani oggi hanno grandi capacità, ma dal punto di vista culturale sono piuttosto bassi.

Il cervello arcaico ha salvato l’australopite-co ma porterà l’homo sapiens all’estinzione. La scienza ha messo in mano all’uomo potenti armi di distruzione. La fine è già alla portata.

Il male assoluto del nostro tempo è di non credere nei valori. Non ha importanza che sia-no religiosi oppure laici. I giovani devono crede-re in qualcosa di positivo e la vita merita di es-sere vissuta solo se crediamo nei valori, perché questi rimangono anche dopo la nostra morte.

Il messaggio che invio, e credo anche più

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importante di quello scientifico, è di affron-tare la vita con totale disinteresse alla pro-pria persona, e con la massima attenzione verso il mondo che ci circonda, sia quello inanimato che quello dei viventi. Questo, ritengo, è stato il mio unico merito.

In Africa ci sono migliaia di donne intelli-genti che non hanno la possibilità di usare il cervello. Tutto quello per cui mi impegno in Africa [con la Fondazione Rita Levi Montalcini] è l’istruzione.

La donna è stata bloccata per secoli. Quan-do ha accesso alla cultura è come un’affamata. E il cibo è molto più utile a chi è affamato rispet-to a chi è già saturo.

Le leggi razziali del 1938 si sono rivela-

te la mia fortuna, perché mi hanno obbligata a costruirmi un laboratorio in camera da letto, dove ho cominciato le ricerche che mi hanno in seguito portato alla scoperta dell’NGF (Nerve Growth Factor).

Meglio aggiungere vita ai giorni che non giorni alla vita.

Nel 2001 ho avuto l’idea dell’EBRI [Europe-an Brain Research Institute]. Mi sono chiesta: in che cosa l’Italia ha sempre primeggiato? Nel-le neuroscienze. Nel Settecento Galvani e Volta

scoprirono l’elettricità animale; a fine Ottocento Golgi inventò la colorazione con l’argento delle cellule nervose; Vittorio Erspamer riuscì a iso-lare la serotonina e altri neurotrasmettitori e Giuseppe Levi, il mio professore, fu tra i primi a sperimentare la coltura in vitro.

L’Italia

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33The world of il Consulente

Nel passato la cultura era accessibile solo a una ristretta élite e alle donne ebree, per-ché tra gli ebrei la cultura era così amata che superava la differenza di sesso.

Non è passato un secolo dai miei tempi, ma molti secoli. La tecnologia di oggi era impensa-bile cinquanta-sessanta anni fa. Ma la tecnica da sola non basta, serve una visione più ampia.

Non esistono le razze. Esistono i razzisti.

Pensate al futuro che vi aspetta, pensate a quello che potete fare, e non temete niente.

Posso dire che l’unico ideale per cui ho lavo-rato è stato quello di aiutare gli altri e forse per questo la ricerca mi ha dato molto di più di quan-to potessi sperare.

Quando muore il corpo sopravvive quello che hai fatto, il messaggio che hai dato.

Quello che molti ignorano è che il nostro cervello è fatto di due cervelli. Un cervello arcaico, limbico, localizzato nell’ippocampo, che non si è praticamente evoluto da tre milioni di anni a oggi, e non differisce molto tra l’homo sapiens e i mammiferi inferiori. Un cervello pic-colo, ma che possiede una forza straordinaria. Controlla tutte quelle che sono le emozioni. Ha salvato l’australopiteco quando è sceso dagli al-beri, permettendogli di fare fronte alla ferocia dell’ambiente e degli aggressori. L’altro cervel-lo è quello cognitivo, molto più giovane. È nato

con il linguaggio e in 150mila anni ha vissuto uno sviluppo straordinario, specialmente grazie alla cultura. Purtroppo buona parte del nostro comportamento è ancora guidata dal cervello arcaico. Tutte le grandi tragedie, la Shoah, le guerre, il nazismo, il razzismo - sono dovute alla prevalenza della componente emotiva su quella cognitiva. E il cervello arcaico è così abile da in-durci a pensare che tutto questo sia controllato dal nostro pensiero, quando non è così.

Ho avuto l’onore di essere insieme a Lei alle fe-ste dei suoi 99 anni e 100 anni e sono onorato a nome personale e della Categoria di poterle ren-dere il nostro semprevivo ricordo ed affettuoso saluto.

Foto Franco Ziriaco

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34 The world of il Consulente

Rubrica

• Cosa ci ha insegnato a noi del Popolo carente proprio nella ‘scienza’, la ‘piccola Signora’, la grande Scienziata? Che ci ha ‘lasciato’?

• Cosa si può dire a un Popolo che vede donne belle da lontano o in foto, ma che poi si dimostrano un vero spavento viste da vicino, tra labbroni, linee dei tatuaggi estetici, immobilità dei muscoli, gonfiori strani, mancanza di espressività. Donne che incan-tano appena ti guardano, ti sorridono, e incominciano a parlarti, e non riesce a vedere più le rughe o le occhiaie?

• “Le donne intelligenti hanno l’età che decidono di avere”.

• Solo le donne intelligenti come lo è stata lei, anche se così minuta, cosi ‘grinzosa’,

ma sempre sorridente e ben curata nell’aspetto ce lo pos-sono testimoniare

• Il che non significa che non bisogna aver cura di se o di lasciarsi andare, piuttosto di

non avere così paura di invec-chiare da arrivare a chiudersi in una gabbia estetica, che avvelena e mette paura.

• L’età non conta più, conta quello che sai trasmettere agli altri. E allora seguiamo il suo anelito aiutiamo la nostra mente a essere libera, allena-ta e flessibile, e più che all’e-lasticità della pelle pensiamo

a quella della mente. Per pre-sentarci agli altri in modo che non si fissino sull’età. O anco-ra migliore che se ne dimen-tichino.

• Il grande Mark Twain, a pro-posito di rughe, disse che esse dovrebbero indicare soltanto dove sono stati i sorrisi.

Lei con la sua bonomia, ma soprattutto con tutti i suoi trascorsi di esìli, lontananze, rinunce alla maternità, al dedi-carsi allo studio, alla ricerca per gli Altri ha

aggiunto, che anche se, le rughe, indicassero un po’ di dolore significherebbero il bene maggiore per serve per affrontare le traversie della Vita: l’ “Esperienza”.

• Lei lasciando detto: “ Malgra-do l’età io non vivo nel passa-to, ma nel futuro!” è stata un inno alla speranza, alla vita in tutte le sue forme

Pasquino

In memoria di Ritarella

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35The world of il Consulente

Rubrica Pasquino

IN MORTE DI ‘RITARELLA’

A Marfo’, me so sentito domannà: “Ma che c’ha ‘nsegnato a noiantri qu’a cervellona, qu’a piccola nonnetta canutella che se ne ita all’artro

monno, e j’anno fatto tante storie come se fusse stata pizz’e fichi?” A noi che de scenza ‘nce capimo ‘ncacchio!

Che te devo dì, a Sor Pasquino … Noantri se stamo abituà a vede femmine fiche, da luntano o ‘nfotografia, che poi quanno ‘e vedi da vicino te pija ‘ncorpo! Labbra gonfie, trucchi pe ‘na bellezza farza, bozzi ‘ncredibili, visi che je manca l’espressione. Femmine che te

fanno stramazzà appena te sbatteno le cija o te ‘mbriacheno se te sorrideno o te rivorgheno a parola. Nun se vedeno più le rughe o l’occhi

accalamarati.

Posso ditte che pe me sortanto femmine cor comprendonio come è stata ‘sta Nonnetta Giudia, piccola, carina, tenera come e vecchiette che co’

a sedia se metteno a pià er sole ar Portico d’Ottavia, vicino da Giggetto. Sempre sorridenti e curate. Ce lo ponno testimonià.

“Le donne cor cervello c’hanno l’età che vonno avè”

E mica vonno dì che non significa che non bisogna avecce cura de se stessi o di lasciasse annà, piuttosto vonno dì de nun avecce paura de

‘nvecchià e de nisconnese dietro a na farza facciata ristuccata che si se scrosta te fa cacasotto pe ‘a strizza de quello che nisconne..

Che ha ‘nsegnato? Che l’anni nun conteno, conta quello sei capace a trasmette a chi te s’accosta. Seguitamo quello che c’ha voluto fa ccapì, aiutamo er comprendonio, ‘a mente’, a esse libbero, sempre in tiro! Più

che a pelle tenemo la ‘capoccia’ pronta come na mazzafionda, come ‘n’elastico a quadrelli che più lo tenni e più è pronto a scattà. L’Antri nun

ce deveno compatì pè l’anzianità ma vedè pe quello che semo: lucidi, pronti e gajardi tanto da faje scordà l’anni veri che c’avemo.

Me dicono che ‘n America ‘no scrittore ‘n certo Marche Tavaine proprio pe ‘e rughe ebbe a dì che “esse deveno innicà solo ‘ndo so stati ‘i sorrisi!”

Sai che c’ha sommato a Bella Nonnetta? Che ‘e rughe puro se ‘ndicassero un po’ de dolore, sarebbero sempre er segno de ciò che serve pe affrontà

sta Vita de tormenti: L’ “Esperienza”.

Dorce come na giuncata. Piccola ma da rispettà solo pe tutti li passati de tristezze e de cattiverie che je so capitati … esiji, lontananze, a nun volè esse madre per nun fa mancà l’applicazzione a studià pe er bene

dell’Antri…

Ha detto: “ Malgrado l’età io non vivo nel passato, ma nel futuro!” , troppo forte! Come n’artoparlante ‘n piazza ha strillato ar Monno ch’a

Vita è bella sempre! A Speranza è l’urtima a morì.

A Pasquì nun posso fa antro che ddì “Ciao Ritarè, requiescat in pace!”

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LA PRIMA CARTA SCONTO RISERVATA AI CONSULENTI DEL LAVORO

L’Ordine dei consulenti del Lavoro – Consiglio Provinciale di Roma con l’obiettivo di consolidare ed aumentare ulteriormente il senso di appartenenza ed il livello dei servizi offerto ai propri iscritti ha demandato alla Fondazione Studi Oreste Bertucci la realizza-zione della “CDL CARD”.La CDL CARD è in buona sostanza una carta sconti, gratuita, nominativa, e riservata esclusivamente ai consulenti del lavoro e rispettivi familiari, che consente un risparmio immediato in Italia e all'estero, presso gli esercizi convenzionati, sia pubblici, sia pri-vati, selezionati con priorità nei confronti dei clienti degli stessi Consulenti del Lavoro e da essi segnalati alla Fondazione.La condizione di essere clienti non è certamente vincolante, in quanto, abbiamo ritenuto di voler dare la possibilità di accesso anche agli altri esercizi ritenuti comodi o strategi-ci o che, in ogni caso, intendono riservare alla categoria quel segnale di attenzione nei nostri confronti che ogni giorno conquistiamo con il nostro servizio professionale ed umano, alle imprese ed alla società.Ciascun consulente ha facoltà di segnalare alla Fondazione, attraverso i recapiti di se-guiti specificati, i propri clienti del settore Commercio o servizi interessati alla stipula di una convenzione a titolo non oneroso che possa riservare alla Categoria, sconti o “corsie preferenziali” per i titolari di Cdl Card nell’acquisto di beni o servizi.L’iniziativa è stata promossa ed attuata dalla nostra Presidenza attraverso la Fondazio-ne Studi Oreste Bertucci con il duplice obiettivo, sia di rafforzare il senso di apparte-nenza della Categoria all’Ordine, sia di aiutarci a fidelizzare i nostri clienti ed ha immediatamente riscosso ampio consenso da parte dei titolari e dei convenzionati.I settori merceologici nei quali la Card esercita i propri ambiti d’azione, sono già molte-plici e con il contributo di tutti i nostri iscritti contiamo di poter coprire quanto prima tutti i settori di mercato nella comune esigenza di risparmio.Per maggiori informazioni puoi visitare il sito internet www.cdlcard.it nella pagina dedi-cata oppure inviare una mail all’indirizzo [email protected].

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LA PRIMA CARTA SCONTO RISERVATA AI CONSULENTI DEL LAVORO

L’Ordine dei consulenti del Lavoro – Consiglio Provinciale di Roma con l’obiettivo di consolidare ed aumentare ulteriormente il senso di appartenenza ed il livello dei servizi offerto ai propri iscritti ha demandato alla Fondazione Studi Oreste Bertucci la realizza-zione della “CDL CARD”.La CDL CARD è in buona sostanza una carta sconti, gratuita, nominativa, e riservata esclusivamente ai consulenti del lavoro e rispettivi familiari, che consente un risparmio immediato in Italia e all'estero, presso gli esercizi convenzionati, sia pubblici, sia pri-vati, selezionati con priorità nei confronti dei clienti degli stessi Consulenti del Lavoro e da essi segnalati alla Fondazione.La condizione di essere clienti non è certamente vincolante, in quanto, abbiamo ritenuto di voler dare la possibilità di accesso anche agli altri esercizi ritenuti comodi o strategi-ci o che, in ogni caso, intendono riservare alla categoria quel segnale di attenzione nei nostri confronti che ogni giorno conquistiamo con il nostro servizio professionale ed umano, alle imprese ed alla società.Ciascun consulente ha facoltà di segnalare alla Fondazione, attraverso i recapiti di se-guiti specificati, i propri clienti del settore Commercio o servizi interessati alla stipula di una convenzione a titolo non oneroso che possa riservare alla Categoria, sconti o “corsie preferenziali” per i titolari di Cdl Card nell’acquisto di beni o servizi.L’iniziativa è stata promossa ed attuata dalla nostra Presidenza attraverso la Fondazio-ne Studi Oreste Bertucci con il duplice obiettivo, sia di rafforzare il senso di apparte-nenza della Categoria all’Ordine, sia di aiutarci a fidelizzare i nostri clienti ed ha immediatamente riscosso ampio consenso da parte dei titolari e dei convenzionati.I settori merceologici nei quali la Card esercita i propri ambiti d’azione, sono già molte-plici e con il contributo di tutti i nostri iscritti contiamo di poter coprire quanto prima tutti i settori di mercato nella comune esigenza di risparmio.Per maggiori informazioni puoi visitare il sito internet www.cdlcard.it nella pagina dedi-cata oppure inviare una mail all’indirizzo [email protected].

CDL CARD - LA FORZA DELL’UNIONE

NAVIGA TRA I SETTORIABBIGLIAMENTO

ABBIGLIAMENTO SPORTIVO

ABITI DA SPOSA

ALBERGHI

ANTIFURTI - SICUREZZA

ARREDAMENTI

ARREDI PER UFFICIIO

ASSICURAZIONI

ATTIVITA' SPORTIVE

AZIENDA VINICOLA

BANCHE DATI

CARTOPLASTICACIRCOLI NAUTICI

COSTRUZIONI IN FERRO

DENTISTI - ODONTOIATRI

ESTETICA- BENESSERE

FOTO - 3D

GALLERIE D'ARTE

GIOCHI E TEMPO LIBERO

GIOIELLERIE - ORAFI - OROLOGI

IMPIANTI TERMOIDRAULICI

INFORMATICA

MACCHINE PER UFFICIO

MATERIALE PER UFFICIO

MEDICINA

PELLETTERIARISTORANTI

RISTRUTTURAZIONI EDILI

SICUREZZA NEI LUOGHI DI LAVORO

SCUOLE - ISTRUZIONE

SOFTWARE PAGHE-FISCALI

STAMPE DIGITALI

TRAGHETTI - MEZZI VELOCI

TRASPORTI E LOGISTICATURISTICO - ALBERGHIERA

VIDEOTECHE

OTTICA

Page 40: The World of il Consulente n. 38 del 2013

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