Siegfried Henry, Cinque secoli di stampa, Milano: CDE, 1993, pp. 000-011

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S.H. Steinberg Cinque Secoli di stampa

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Traduzione di: Luciano Lovera, di Five Hundred Years of Printing, 1974, terza edizione inglese riveduta da James Moran

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S.H. Steinberg

Cinque Secolidi stampa

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Titolo originale:Five Hundred Years of Printing

Traduzione di: Luciano Lovera

Copyright O 1951, 196l S.H. Steinberge 1974 James Moran per la terza edizione inglese riveduta

@ 1962,1982 Giulio Einaudi editore s.p.á., Torino

Edizione CDE spa - Milanosu licenza della Giulio Einaudi editore

Indice

p.3 fntroduzione

IARTE pRrMA Il prino secolo della stafiptt(t45o-r 5 5o)

7 r. Il periodo degli incunaboliro Ir. Gutenberg

rrr. Il disegno di caramereIl carattere latino, o antiquaIl gotico

rv. La üffusione della stampaGermaniaItdiaFranciaSpagna e PortogalloInghiltenaLa starnpa in greco e in ebraico

v. La stampa nelle lingue localivr. Stampatore ed editorevrr. I primi best-sellers

vr¡¡. Il frontespizio

rx. L'illusrrazionedellibro

20

24z8

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34475866

7o77

8z

93

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p.r25r32r33

INDICE

pARTE sECoNDA L'era del consolidanento( r55o-r8oo)

r. IldisegnodicarattereI1 carattere latinoIl gotico

I ca¡atteri irlandesi e anglosassoni

Ir. La produzione librariar3j Paesi Bassi

r42 Franciar4j Germania

f49frtffit16I17

r58

Í73¡8o

r83

195

202

239

249

2r4

z6z

I paesi di lingua ingleseInghilterraScozia

AmericaAusraliaSudafrica

rrr. Editori e patronirv. Stamperie <<ufficiali>> e stamperie privatev. I lettorivr. La stampa periodica

vII. Le bibliotechevul. La censura

eARTE TERZA Dall'Ottocento ai giorni nostri

22o I. Ilprogresso tecnico

234 Ir. L'alfabeto latino nella scrittura a manoe nella stampa

III. L'industria editoriale

IV. La censura

v. Stamperie <uficiali> e stamperie private

vr. I lettori

INDICE

p.27t

294

307

309

3r9

325

s6l

vIr. Best-sellers e steady-sellers

vlrr. Le edizioni economiche

Conclusione

Biblioerafra

Appendice per il lettore italiano

Glossario di terruini dell'arte della stampa

Indice dei nomi

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Elenco delle illusrazioni

¡. Marchi di stampatori famosi: Johannes Fust e Peter Schdf-fer, Johannes Froben, Geoffroy Tory, Aldo Manuzio, RobertGranjon, Ililliam Caxton, Robert Estienne il Giovane, gliElzevir, Christophe Plantin.

z-3. Bibbia delle 4z linee, Johann Gutenberg,Mainz 1456.

4. Sant'Agostino, De cioitate Dei, Sweynheym e Pannartz, Su-biaco 467.

5. Lattanzio,Opere,Sweynheym e Pannartz, Roma 1468.

6. Gasparino Baruizio, Epistolarum libri,Frciburger, Gering eY*tanz,Patis r47o.

7. Virgilio, Bacolicbe,Nicolas Jenson, Yenezia r475.8. Torquem ada, M e d i t azio n i, Ukich Han, Roma r 478.9. Bernhard von Breydenbach, Peregrinationes inTenan Sdtc-

taffi,Petü Schófier, Mainz 486.ro. Hattmann Schedel, Liber Chronicaratn, Anton Koberger,

Nürnberg 1493.

¡r. Ftancesco C,olonna, Hypnerotonacbid Poliphili, Aldo Ma-nuzio, Yenezia t499.

rz. Virgilio, Eneide, Aldo Manuzio, Venezia Í jro.13. Bibbia poliglotta detta <<complutense>, vol. V (grecoJatino),

Arnáo Guillén de Brocar, Ncalá r5t4.14. Machiavelli,Il Principe, Antonio Blado, Roma 1532.

15. Prima edizione completa della Bibbia di Lutero, Hans Lufit,'S7ittenberg r534.

16. Thomas Elyot, The Boke named tbe Gouernaarz frontespi-zio dell'edizione londinese di Thomas Berthelet, 1534.

17. Thomas Elyot, Tbe Boke named the Gouernozrr: frontespi-zio di un'edizione moderna.

r8. Ignazio di Loyola, Exercitia spiritualia, Antonio Blado, Ro-ma 1548.

19. Appiano, Storia rotnattd,Charles Estienne, Paris r55r.

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X ELENCO DELLE ILLUSTRAZIONI

2o-2r. Biblia rcgia, Cbtistophe Plantin, Antwerpen ry68-73.zz. Tommaso da Kempis, De iuitatione Christi, Imprimerie

Royale, Paris 164o.

23. <<Giornale dei lettetati>>, Roma 1668.

24. <<Journal des sgavans>, Paris 1684.

z5.Il primo numero del primo quotidiano inglese (<Daily Cou-rant>, rr marzo ryoz).

26. Giovanbattista Bodoni, Manuale tipo grafco,Parma r 788.27. De imitatione Cbñsti, Giovanbattista Bodoni,Parma t793.28. Orazio, Carmi,Pieme Didot, Paris r799.29. Manzoni,I Promessi Sposi,Guglielmini, Milano r84o.

3o-3r. Tbe'Vorks ol Geofrey Cbaucer, \íilliam Morris, 1896.

32. Frontespizio del n. z della <<Universal-Bibliothek>, PhilippReclam, I*ipzígú67.

CINQUE SECOLI DI STAMPA

Typographia, ars * rrffi ,..*:til

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Introduzione

Nel suo ruolo di princip ale mezzo di diffusione delleidee da cinquecent'anni a questa parte, la stampa ha toc-cato, e spesso penetrato, quasi tutti i settori dell'attivitiumana; e la sua storia é diventata parte integrante dellapiú vasta storia della civiltá. Essa ha esercitato un'in-fluenza importantissima su tutti gli awenimenti poütici,costituzionali, religiosi, economici, e su tutti i movimentisociali, filosofici e letterari, tanto che nessuno di essi puóessere compreso appieno se non si tien conto di questa in-fluenza. Dal punto di vista commerciale, ha avuto partenello sviluppo di tutti gli altri settori delf industria e delcommercio. Essendo basata su un procedimento tecni-co, la stampa é poi legata strettamente allo sviluppo del-le scienze appücate. La storia dei caratteri da stampa,invece, disrae soltanto l' attetlzione dall'argomento prin-cipale, in quanto i cambiamenti nello stile dei caratterivanno fatti risalire alle possibiliti ofierte dalle innova-zioni tecniche e alle necessitá che esse stesse ctearono, a

considerazioni di carattere commerciale da parte di stam-patori ed editori, e infine ai cambiamenti d'ordine socio-logico - gusto e moda compresi - avvenuti nel pubblicodei lettori.

Nel 1439, Gutenberg aveva definito la sua invenzione<<un'avventura e un'arte>: tali sono rimaste da allora lecarattetisticle del libro stampato, dal momento in cui es-

so viene concepito nella mente dell'autore a quando, pro'dotto finito, fa bella mostra di sé nelle übrerie e sugliscaffali degli amatori.

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4 TNTRODUZTONE

La storia della stampa a caratteri mobili puó essere di-visa\all'incirca in tre periodi:

r) dal r4ro al r55o, il secolo creativo, che fu testimo-ne dell'invenzione e degli inizi di quasi tutto cibche carattetizza lo stampato moderno;

z) d¿l r1 1.o al r8oo, I'era del consolidamento, in cui sisvilupparono e perfezionarono i risultati raggiuntinel periodo precedente, con spirito prevalentemen-te conservatore;

3) dal r8oo ai giorni nosmi, il periodo delle grandi in-novazioni tecniche, che ha mutato radicalmente siai metodi di produzione e disribuzione, sia le abi-tudini dei produttori e dei lettori. .

Parte prima

Il primo secolo della stampa(r45o-r55o)

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Capitolo primo

Il periodo degli incunaboli

Si sa che i periodi storici sono tutte suddivisioni di co-modo - la gente non si coricó nel Medioevo per svegüar-si nell'eti moderna -, ffiá poche di esse possono aver reca-to maggior danno alla vera comprensione di un aspettoimportante del progresso umano quanto la resffizionedel termine incunabula agli anni compresi tra la primaproduzione di Gutenberg e il 3r dicembre rioo. Questadata cade proprio nel bel mezzo del periodo piú fertiledella nuova arte, e divide a metA h vita di alcuni dei suoipiú noti esponenti, come Anton Koberger ft445-r5ry),Aldo Manuzio (t45o-r5r5), Antoine Vérard (morto nelr5rz), Johannes Froben g46o-1527), Henri Estienne(l'46o+5zo) e Geofiroy Tory (r48o-r5y).

il termine incunabula venne usato per la prima voltain relazione con I'arte della stampa dal decano della cat-tedrale di Münster Bernard von Mallinckrodt, in un trat-tato dal titolo De ortu et proglessu artis typographicae(Colonia úlD) scritto in occasione delle celebrazioni delsecondo centenario delf invenzione di Gutenberg. In que-st'opera il Mallinckrodt definisce il periodo che va daGutenberg al r5oo come la <<prima typographiae incu-nabula>, óioé I'infanzia della tipografia. I1 gesuita fran-cese Philippe Labbe, nella snta Noua bibliotheca librarumntanascript:orutn (1613), gii identifica con la parcla in-cunabula <<il periodo che va dagli inizi dell'arte dellastampa fino al rjoo>. I libri stampati durante questo pe-

riodo vennero chiamati incanabala nel Settecento da stu-diosi che conoscevano poco il latino; e nell'Ottocentoaltri scrittori che non lo conoscevano affatto coniarono

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8 rL PRrMo sEcor,o DELLA STAMPA

il singolare incunabalum, Inkanabel, incunable, incu-nabolo, per indicare ogni singolo volume stampato nelQuatffocento.

Questa delimitazione del periodo degli incunabuli haindotto i ricercatori a concentrare i loro studi sul Quat-mocento, tralasciando putroppo I'inizio del Cinquecen-to. S'é creata cosl l'impressione che il passaggio dall'unoall'aluo secolo abbia significato per la storia della stam-pa e dell'editoria la fine di un'era e I'inizio di una nuova.Nulla invece é piú lontano dalla realtá.

La seconda meta del Quattrocento e la prima del Cin-quecento hanno due caratteristiche in comune che nefanno un'unica entitá: r) le mansioni di fonditore di ca-ratteri, stampatore, editore, revisore letterario e libraiosono poco difierenzi ate; z) la stessa persona o la stessaditta svolgono da sé, generalmente, tutte o la maggiorparte di queste arti o professioni. I primi a separare di-segno di carattere, incisione dei punzoni e fusione dei ca-ratteri dalla stampa vera e propria furono il pariginoClaude Garamond (morto nel 156r) e Jacob Sabon diLione e (dal r jTr) Francoforte; menre con Robert Es-tienne (morto nel 1559) si concluse I'era dei grandi stu-diosi-stampatori. Intorno al r54o, inoltre, la stampa e

I'editoria avevano appena superato I'imequieto periodoin cui la conoscenza de| mestiere e lo spirito d'avventuraerano stati suficienti ai prototipografi per impiantareovunque le loro botteghe, e in cui la modesta atttezza-tura - e I'ancor piú modesto portafogli - aveva favoritogli spostamenti di luogo in luogo. Il numero degli stam-patori andava crescendo, ma i tempi del piccolo artigia-no senza sede fissa erano passati. Diventate attiviti com-merciali riconosciute, stampa editoria e vendita dei libririchiedevano dimora fissa, capitali, schemi di lavorazionepréstabiliti. Quando la Dieta tedesca deL r57o limitb allecittá in cui risiedevano i principi, o in cui aveva sedeun'universiti, e alle maggiori cittá dell'impero il dirittodi impiantare torchi da stampa (ordinando la soppressio-ne di tutte le al*e stamperie), essa tentb soltanto, anchese invano, di costringere in limiti legali ristretti quelloche era diventato un fatto economico. La densitá delle

IL PERIODO DEGLI INCUNABOLI 9

stamperie era a quell'epoca talmente aumentata che l'in-dusria eütoriale francese eguagliava quasi quella ü Pa-rigi, Lione e Ginevm da sole; in Italia accadeva lo stessonei confronti di Venezia, Roma, Firenze, e nei Paesi Bas-si per Anversa, Amsterdam, e Leida; mentre I'editto del-la Dieta tedesca ri0etteva fedelmente le condizioni pre-valenti nel Sacro Romano Impero.

Anche dal punto di vista grafico la prima meü del Cin-quecento é ancora parte integrante del periodo creati-vo degli incunabula, quando l'aspetto dei caratteri dastampa era ancora allo stadio sperimentale, prima di sta-bilizzarci in forme convenzionali accettate da tutti.

Verso la metá del Cinquecento si ebbe anche un cam-biamento nella disnibuzione geografica dei cenmi dellastampa e dell'editoria, in quanto I'importanza della Ger-mania e dell'Italia cessava quasi del tutto, menre entra-vano contemporaneamente nel periodo del loro massimofulgore la bella stampa e I'editoria francesi, e ChristophePlantin, francese di nascita, inaugurava il secolo d'orodella produzione libraria neerlandese. Lo statuto dato nelr1 jT alla Stationers' Company di Londra pub essere in-terpretato come il segno esteriore che da quel momentoI'ombra di leggi restrittive avrebbe cominciato ad osta-colare la libera diflusione della stampa.

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I

Le testimonianze disponibili sulf invenzione della stam-pa con caratteri mobili fusi a mezzo di matrici sono sfor-tunatamente meno decisive di quanto sarebbe desidera-bile; ma gli awenimenti seguenri si possono consideraresicuri.

Un orefice di Magonza discendente da famigüa patri-zía, Johann Gensfleisch zum Gutenberg, nato fia il ryg4e i r39g, comincib a sperimentare uniistema di stampav_erso rl r44o, quando era esule politico a Strasburgo.Contemporaneamente anche altri iicercatori erano all-'o-pera per trovare il modo di produrre uno <<scritto artifi-ciale>> (cosí lo si chiamava allora) e rimangono i nomi diun orefice e di un illuminatore che ci si provarono edi tre citti, Avignone, Bruges e Bologna, in cui erano incorso questi es¡rerimenti. Il clima generale dell'epoca erasenza dubbio propizio per I'invenzione di Gutenberg,che ritornb a Magonza tra il 1444 e il 1448 e verso ilr4jo aveva perfezionato abbastanza la sua invenzioneper poterla sfruttare commercialmente. Egli prese alloraa prestito 8oo fiorini d'oro da Johannes Fust, un awo-cato di Magonza, il quale gliene anticipb alni 8oo nelt4j2 associandosi con lui per <<la produzione di libri>.Nel r4¡5, perb ú frnanziatore esercitó sull'inventore ilsuo diritto di creditore non pagato: il grosso dei torchie <lei caratteú di Gutenberg andb a Peter Schóffer diGernsheim, un dipendente di Fust che ne sposb piú tardila frglia (e la dote); un altro stampatore di cui non si co-nosce il nome ottenne una certa quantita di caratteri diqualiti inferiore con cui stampb Calendari, bolle papali,

GUTENBERG II

grammatiche ladne, e simili. Quanto a Gutenberg' sem-

Éra che egli abbia salv"to molto poco nel naufragio del-la sua fortuna: forse soltanto il catattere c'on cui avevastampato le Bibbie delle 4z e delle 36 linee, e il Catho'licoi.

Il Catboticon, compilato da Giovanni Balbi di Geno'va nel Duecento, merila menzione per ue motivi. In pqi-

mo luogo il carattere con cui fu itampato, piú piccolodi circal¡n terzo rispetto a quello della Bibbia delle +zlí-nee, é notevolmente piú economico e segna un passo im-portante sia verso unl produzione piú varia che verso laáiminuzione del prezzó dei libri atraverso una scelta

oculata del carattire. In secondo luogo, con la pubbli-cazione di una encidopedia popolare come il Catholicon,Gutenberg indicb lavia verso una delle=mete piiimpol-tanti dellárte della stampa, cioé la diffusione della cul-tura. Infine é difficile cedere che il colophon del libropossa essere stato scritto da altri che non sia I'inventorestesso della stampa. Esso ci ofite percib lnunica preziosa

occasione di farci un'idea del modo di pensare di Gu-tenberg: <<Con I'aiuto dell'Altissimo, per volont) del qua-

le parláno le lingue degü infanti, e che qpessg- rivela qeliinferiori cib che cela al saggi, questo nobile libro Catho-licon é stato stampato e portato a termine senzl I'aiutodel calamo dello ttilo o áella penna, ma per mezzo delmeraviglioso accordo, della proporzione e dell'arrnoniadi punioni e di matrici, nell;anno- r-46o -dalla nascita diCriito nell'alma citti di Magonza dell'inclita nazione ger-

**i.t, che la clemenza di-Oio s'é degnata-di preferiree di üótinguere cón sl alto genio e überale dono. Percib

sia lode . ánot a te Padre, fieüo e Spirito Santo, Dioin tre persone e tu Catholicon ü{"qdi la gloria della

Chiesa i non cessare mai di lodare la devota Maria. proGRATIAS >.

Sembra che dopo il 146o Gutenberg abbia abbandona-

to la stampa, forsie perché colpito da- ceciti; altre perditeegü sofierJe nel sacéo ü Magonza del r,462, ma.ricevette,tie anni piú tardi, una specie di pensione -dall'arcivesco-vo. Morl il 3 febbraio t468 e fu sépolto nella chiesa fran-cescana, deñrolita poi nel l742. Uñ parente umanista de'

Capitolo secondo

Gutenberg