Siegfried Henry, Cinque secoli di stampa, Milano: CDE, 1993, pp. 152-201

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    r52 L'ERA DEL CONSOLIDAMENTOLa riforma della stampa inglese venne iniziata da JohnFell (1625-86), decano del Christ Church, vicecancellieredell'Universiti e vescovo di Oxford. Dei suoi acquisti dimatrici olandesi e francesi gii si parlato; egli indusseanche un punzonista olandese a stabirsi a Oxford, doveegli aveva aperto una fonderia di caratteri (1662) pressola- stamperia universitaria. Con I'edizione del primo Al.manacco dell'Universiti di Oxford e della Historia etAntiquitates IJniuersitatis Oxoniensls di Anthony \lood(usciii ambedue ne| 1674) s'inizi la camiera della Oxford'University Press quale promotrice sia d'edizioni eruditeche d'edizioni eleganti.Le due stamperie universitarie godettero di una certliberti perfino ai tempi dell'assolutismo degli Stewart:le restrizioni furono pi gravi per gli stampatori londine.si, che lavoravano proprio sotto gli occhi del censore reale(la Star Chamber) e della Stationers' Company. Il loro nu-mero, fissato in venticinque nel 1586 e in ventitre (conquattro fonderie) nel 1637,venne ridotto a venti nel 166ze rimase invadato fino al g5. Nel t66z venne concessoa York di diventare la quarta citti del regno in cui erpermesso agli stampatori di esercitare la loro arte. Que-ste restrizioni vennero mitigate durante la guerra civile,quando per necessiti propagandistiche Carlo I portb cons a York e Shrewsbury i suoi stampatori e alcuni dei lo-ro torchi. In queste due citti essi produssero tra il mar-

    zo t64z e I'agosto t643 circa centosettanta titoli.La scadenza del Licensing Act nel g, eminb infinequesto anomalo stato di cose, rendendo cosl possibile ladifiusione della stampa nelle province. Alla met del Set-tecento le fonderie Baskerville'di Birmingham, Fry eMoore di Bristol erano tra le aziende principali:, I'attrez-zatura di Baskerville emigrb per in Francia dobo la suamorte e le ditte Fry. Moore presto si trasferirono a Lon-dra. Ancora pi modesto fu il contributo degli editori diprovincia alla letteratura inglese. E vero che il Vicar olVakefield di Oliver Goldsmith usc a Salisbury nel q66,ma I'unico editore non residente in Londra il cui nomesia rimasto negli annali delle lettere inglesi Joseph Cot-tle di Bristol (r77o-r8531, il padre del movimento ro-

    I.A PRODUZIONE LIBRARIA r53mantico, che arrischib i suoi pochi mezzi nell'edizione deiPoens di Coleridee (ryg6), della loan ol Arc Southey(tzg6) e delle Lyrical Balldds di'$ordsworth e Coleridge(ryg9). Tutti e tre gli autori collocarono per presso edi-tori londinesi i loro scritti successivi: la tradizione e ilrichiamo della metropoli si dimostrarono imesistibi.

    Scozia. Nel Settecento anche la Scozia ottenne final-mente un posto onorevole negli anna della stampa. Essacra stata uno degli ultimi paesi civili a veder fondata unantamperia nel suo territorio, ma in compenso i suoi primitampatori furono indigeni come gi era accaduto in In-ghiltema con Caxton. \flalter Chepman e Andrew Myllarfondarono una stamperia a Edimburgo nel r5o8 e subitoGiacomo IV concesse loro un dazio protettivo conro iconcorrenti inglesi. Per due secoli, comunque, gli stam-patori scozzesi non furono seri rivali n degli artigiani in-lesi n di quelli sranieri: Thomas Bassendyne (mortonel 1577), che pubblic un'edizione di David Lyndsay eil primo Nuovo Testamento stampato in Scozia, unaonorevole eccezione; egli us carattri francesi e olandesi.Costretto ad abbandonare I'Inghilterra per aver pub-hlicato scitti antiepiscopali fra cui i saggi di Marprelate,Itobert \Taldegrave divenne stampatore del re di Scozia(iiacomo VI nel r 1gr, e ne stampb i Poeticall Exercises(r J9t) e iI Basilicon Doron,.la cui prima edizione fu limi-,c,ta a sette esemplari per uso privato G>gg\. La primaedizione per il pubblico, riveduta a fondo, uscl all'iniziodel 16o3 e un sindacato londinese lo ristamp quattro vol-te in un anno dopo che Giacomo VI era diventato Giaco-mo I di Gran Bretagna. Sebbene la stesura autografa fossein scozzese - Giacomo non raggiunse mai la completa pa-tlronanza dell'inglese - \aldegrave lo stampb in inglesec fu cosf che il Basilicon Doron diventb il primo librooriginale britannico tradotto in una ngua moderna. Larrima edizione francese (r6q; ristampata due volte nelr6o4) venne autotzzata da Robert Cecil e dall'ambascia-tore inglese a Parigi, sebbene non sembri che Giacomo Irrbbia mai pagato il compenso promesso al uaduttore.Oontemporaneamente ne uscirono anche ffe edizioni con-

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    rr4 L'ERA DEL CONSOLIDAMENTOtrafiatte e varie *aduzioni in olandese (due, t6o3), tede-sco (16o4), svedese (16o6) e naturalmente in latino (I,on-dra e Hanau [due], o4). La versione in gallese (Lon-dra 16o4) venne interrotta dallo scoppio della peste; I'e-ditore gallese Thomas Salisbury fugg da Londra abban-donando il lavoro. L'interesse per il Basilicon Doron, petragioni difficili a spiegarsi, si rawiv intorno al r68o: I'e-dizione inglese venne ristampata nel t68z a Londra equella latina nel 79 e r68z a Francoforte sull'Oder.Solo dopo l'unione con l'Inghilterra, per, la Scozia di-venne finalmente qualcuno nel campo della stampa. NelrTr j venne pubblicata a Edimburgo una History ol theArt ol Printing,la prima storia della tipografia in linguainglese, bench fosse di fatto, per gran parte, una madu-zione dalla Histoire de l'impriruerie del francese Jean dela Caille (Parigi 68p). L'autore era James \latson (mor.to nel tTzz) I'editore della e del.1'.Il loro fron-tespizio, che non riuniva costitul una vera(rivoluzione>>. Verso il ry95,quando si ritir dagli afraAndrew il Giovane, figo di Robert, la ditta avwa prrb-blicato circa settecento tra libri e opuscoli. Di qulsti,l'.Orzero del ry56-58 e il Paradise Lst del r77o Lronodue tra i ngliori esempi della dignitosa s.-pii.ita dellastampa settecentesca >.La stamperia Foulis eccelse in parte gtazie ai caratteriincisi e fusi da Alexander \flilson i St-endrews (rzt4-1786), che segul da vicino Caslon nelle serie tonde e cor-sive e il grecs du roi di Garamond in quelle di caratterigreci. La felice collaborazione tra g stampatori e i fon-ditori dell'universiti diede vita a uno stanard qualitati-vo da cui la stampa scozzese non mai receduta.

    America. Uno dei primi ammiratori di Caslon e Bas-kerville fu Beniamin Franklin, il primo srampatore ame-ricano degno di nota. La stampa era stata intiodotta nel-Ie colonie di New England solo nel 1638, quando JosephGlover, gi rettore di Sutton nel Surry, import-nell'o-monima cittadina del Massachusetts un torchio e tre smm-patori di Cambridge. Glover morl durante la traversara,ma-Stephen Daye, con i figli Stephen e Matthew, impian-t lo stesso la stamperia sorto g auspici del presientedel Harvard College, che aveva iposat la vedoia di Glo-ver. Il-primo stampato prodott in una colonia inglesefu, m_olto appropritamente, una Oatb ol AUegionce to, f \ f g G6jl)i il primo libro uscl un anno dopo e fuTbe \Vhole Booke ol Psalne.r, noto comunemente comelBay Psalm Book>>. Dopo venr'anni venne importato dal-I'Inghiltena un secondo torchio, ancora al Harvard Col-Iege che si era assicurato un privilegio esclusivo per Cam-btidge (Mass.). Il primo maesmo siampatore prfessioni-sta delle Americhe fu Marmaduke Jonson, lhe stamp

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    r56 L'ERA DEL CONSOLIDAryl_rf63 lq traduzione della Bibbia in lingua india4 Jgh". Eliot (y6o4-9o_, laureato .tl Je"sus CollegeCambridge) e infranse il privilegio di mbridgerendosi a Boston neL,l67 j.Il su esempio fu se"gui=rr((rDr ir rrunr0lr IfeL ro74, rr suo esemplo tu sezurtoquacchero londinese r(/illiam Bradford, che fonjb leme stamperie.di.Filadelfia-(1685) e New york (r6qf9g-."t ro-per al*i settant'anni prima che anche i,rltdelle Tredici Colonie, la Georgia, avesse una sua ;;;iliqperia GZ6).- A quell'epoca la shmpa si era difiusa anche in Canad; ]La prima stamperia era stata fondata aHahfax,".ur uq lva Scg,zia, da Bartholomew Green ir di Boston; -" " ..ui,tl d._lll prgmajul-a morre di questultimo to.. ,i J;;icio, John Bushell, l'onore di lanciare sul mercato it ,'marzo 17 j2-il primo giornale canadese, la , che fu poi soppressa nel ry66p.i I" sua opposizio. ine allo stamm Act. La _maggior parre dei primi giorndiusciti nelle Province Mari'ime e nen'Al cr"iir rtlero vita breve, ma i due pi antichi giornali .i n"troCanada sono soprawissuti lino ad oggill-a >, fondata nel ry64 da Wilam Brown e ThornGilmore e ora incorporaia nel

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    Capitolo terzoEditori e patroni

    I,e varie forme assunte dalle soscrizioni tipografiche cipermettono ripercorrere a ritroso, nelle sue varie fasi,la graduale separazione awenvtafra stampatore, editoree libraio, che appaiono ancora uniti alla fine del Seicentoin una combinazione tipo (Brielt ol tbe Art ol Rbetorique Thomas Hobbes, ll). Si pu di solito suppome che laIibreria cui venivano indirizzati i compratori fosse con-trollata dall'editore: cib confermato dalla soscrizione diun altro libro di Hobbes, che dice: comunque la versione rimasta pi comune-rrrente in uso fin quando editore e libraio non si separa-rono anch'essi. A causa della migorata otganizzazionetlel commercio al minuto non era infatti pi necessariorcr l'editore far assegnamento sulla buona volonti di unrlcterminato dettagarite: sembra che sia stato un eto-re di Lipsia (ne1 7r7) il primo a far massiccia propagandatlel fatto che le sue pubblicazioni si potevano ttovare . Da allora il postulato (o la supposizione)che ogni buon libraio abbia (o almeno debba averg) in ma-nzzio i suoi libri diventato bagaglio inseparabile del-lrr pubblicit di tutti gli editori moderni.I casi in cui stampatore ed editore sono la stessa per-rona sono diventati sempre pi rari, e in queste occasio-rri - sia esso relitto storico o conscio orgogo dell'arte -ln sosoizione mette quasi invariabilmente in evidenza ilfntto che il libro puLblicato dallo stampatore e non chelrr rtampa stata eseguita dall'editore; ne sono tipici esem-ri i vari >, , .Analogamente le case editrici universitarie sono cono'ciute generalmente con il nome della stamperia, in quan-to la dicitura i riferisce soltanto alla stamperia gestita dalla rispettivarniversiti, mentre la responsabiliti tipografica, editoria-lc, delle vendite e dell'apptowigionamento della cartat(rcca ai Sindaci a Cambridge e ai Delegati a Oxford. Inruest'ultima citt vi inolire uno (stampatore-dell'Uni-versiti>, libero di produrre altri libri olme quelli aPprg'vtti dai-Delegati; I'Universiti di Oxford si vale anche dirrna impresa ditoriale separata,la Clarendon Press.In origine le autoriti universitarie si erano acconten-tnte di lasciare che il nome dello stampatore stesse pertuello degli editori accademici. La formula solita erar l)rinted by Tho: and John Buck, printers to the Uni'

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    r6o L' ERA DEL CONSOLIDAMENTO III)ITORI E PATRONI t6te altre forme di pubbliciti dovettero essere adattate allenecessiti vere o supposte di una clientela sempre crescen-te e di gusti ancor pi variabili e imprevedibili. Alla sca-rlenza dello statuto originario del copyright (173r) risale'robabilmente la responsabiti dell'improwisa nascita,nel 1732, delle pubblicazioni periodiche. I di Moxon, e il tli Henry Care (una serie di opuscoli della propagandatrrotestante), iniziatisi nel 1678, sembra siano stati i pinntichi precursori dei libri acquistabili a dispense, e que-lo sistema rimasto molto attraente sia agli occhi di edi-tori e librai che a quelli dei consumatori parsimoniosi.I compensi per I'etore e I'autore di successo aumen-tilrono corrispondentemente. L'editore che per accortez-xr o per fortuna seppe valutare correttamente quel che ilrrrbblico voleva, o riusc a far volere dal pubblico cib checgli aveva da offrire, pot ora ordinare al suo stampatoretirature di mgaia di copie invece che di centinaia. L'au-tore che aveva scitto il giusto tipo di libro per il giustoriro di editore e si era afiermato nei gusti del pubbcofroteva ora vivere sulle sue royalties, senza dover pi con-,lrrrre a termine il lavoro letterario nel tempo che potevanvanzargli dall'espletamento dei suoi doveri di funziona'rio, maestro, pastore, ecc., e $enza pi umiliarsi davantin re, prelati, nobili o anziani della sua citti. Questo al-rneno il punto di vista accettato sin dai tempi del Doctorlohnson, che definl il parono

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    t6z L'ERA DEL CONSOLIDAMENTOricevere . Essa variava normalmente da j a 20hinee, con le poesie singole al fondo e i lavori teatrali incima alla scala. Ci si aspettava di pi quando accett^vauna dedica un membro della famiglia reale. Laurencelichard ricevette recento sterline da Giorgio I per la de-tlica della sua History o England G7o7\, e Beniaminlloadly ne ricevette cento da Giorgio II per quella dellariua commeaTbe Suspicious Husband (rZ+Z). Nel com-rlesso Thomas Gordon (morto nel r75o) riassunse abil-nlente questo commercio di dediche scrivendo:

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    l-64 L' ERA DEL CONSOLIDAMENTOzi sussistenza dedicando il suo Hlslorical RegisterGllZ) .Una delle ragioni della scomparsa del pamonato indivfduale fu la sua intrinseca tendenza a confondere il meritoletterario con I'opportuniti politica. Perfino l'eponimopatono di tutti i pamoni, Mecenate, cosrinse gentinen.te Virgilio , Orazio e Properzio ad appoggiare e glorifica.re il programma politico delf imperatore Augusto.Nell'Inghilterra dell'eti della ragione il pauonato futanto un mezzo per incoraggiare la letteratura quantoun'arma della lotta politica delle f.azioni, e si possono in.fatti distinguere abbastanza nettamente in due partiti,whig e tory, sia gli autori che i loro pamoni.Lord Somers (che stese la dichiarazone dei diritti del1689 e il mattato di,unione con la Scozia nel r7o7) eCharles Montagu, conte di Halifax (che fu tesoriere e can.celliere dello scacchiere sotto Guglielmo III e Giorgio I),favorirono per i ultig Addison, Steele, Congreve, Prior,Vertue, Locke e Newton. Robert Harley, conte di Ox-ford, e Henry Saint-John, visconte Bolingbroke, i leaderdel partito tory durante il regno della regina Anna, concessero i loro favori a Dryden, Pope, Swift. Ma mentre ipreziosi servizi resi da questi autori a un partito politicoderivavano da genuina convinzione, altri scrittori di mi-nor levatura non si fecero scrupolo di vendere le loro pen-ne e le loro cosciet:ze al miglior ofierente.Sintomo del declino del vero interesse per la letteratu.ra in se stessa il modo in cuf i patroni di enrambi i par.titi si permisero d'attingere al denaro pubblico per le loroelargizioni. Addison verine ricompensato con un segreta.riato di stato, Steele e Congreve con la nomina in variecommissioni, e Congreve anche con un segretariato allaGiamaica; Matthew Prior ricevette un impiego al mini.stero degli Esteri e assurse al rango di ambasciatore; Swiftottenne la nomina a decano di St Pauick's a Dublino eperse il vescovado per le sue malcollocate speranze in unritorno dei tories. Quella di Alexander Pope fu una posizione singolare, perch egli disponeva di un patrimoniosuficiente a renderlo del tutto indipendente dalla neces-sit di sollecitare ricompense in denaro; e d'alua parte il

    IiDITORI E PATRONI 16,fatto di appartenere alla religione cattolica impediv-a chegli veniss concesso qualsiasi privilegio in campo politico.ligli pot cosl definirsi

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    r66 L' ERA DEL CONSOLIDAMENTO EDITORI E PATRONI 7mercio e le colonie (con uno stipendio di settecento ster-line I'anno), Robertson ricevett la sinecura di storiogra-fo reale per la Scozia (duecento sterne) e Hume vennenominato sottosegretario per la Scozia. Bute si addossbla spesa dellq stampa di Fingal e Ternora di Macphersone ne nominb I'autore segretario del governatore dlla f'lorida occidentale (tZ6+).Ma a quest'epoca sia la corte che I'aristocrazia nons'interessavano ormai pi all'amiciziadegli scrittori e que.sti cessarono di mescolarsi ai potenti. Prfino un inte[et.tuale come il nobile Horace \flalpole si fece befia dell'

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    r68 L' ERA DEL CONSOLIDAMENTOrari: storia, storia naturale, relazioni di viaggio, biografieerano i pi richiesti. Si dice che il medicastro e libellista

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    170 L'ERA DEL CONSOLIDAMENTOscito a far uscire i due primi libri presso una stamperiadi Yo{c (ry6o). Le sue antologie poetiche . t."ttali di conmibuirono mo[to a rawivare I'inte-rels_e per gli autori elisabettiani, altri che Shakespeare,Una particolariti dell'editoria del Seicento e del Sette-cento_fu la frequente costituzione di . La societi era stata fin dagli inizi una caratteristicadella stampa; in origine, come nel caso Gutenberg-Fust,ce-+o per mancanza di capitali da parte dello stampatore-editore, ma pi tardi prbabilmente per il desidrio diestendere a una base pi vasta il rischio di ogni avventu-ra editoriale d'incerte prospettive: la Francia diede l'e-sempio in questo campo all'inizio del Seicento, quandope.r ggni inniativa si fondava un sindacato che veniva poiqciol_to con la massima faciliti una volta raggiunto lo sco-po. La prima edizione in folio di Shakespre ft64\ fucosl impresa comune di quatuo librai londinesi: \illiamJaggatd, Edward Blount, Jpht Smithweeke e \illiamApsley. Sembm che il promotore dell'edizione sia sratoil figlio di \illiam Jaggard, Isaac (nato nel 1595), eheay9u3 appena pubblicato la prima uaduzione in inglesedelDecaneron d Boccaccio (16zo,ristampata nel rz).Gli editori s'accinsero forse all'impresa cbn qualche ap-prensione perch l'unica precedente edizione ln folio dilavori tearali (i'Vorke.s di Ben Jonson, r&6) non eracerto stata un successo (si dovette attendere il 164o pri-ma che si ritenesse poterne vendere una seconda edizio-ne), ma i f.atti dimosffarono che i Jagga, e i loro sociavevano visto giusto.Le societ inglesi del Seuecenro ebbero quale car^t-teristica principale un'organi zzazione volta prettamentea scopi commerciali. Tant' vero che potevano entrare afar parte di queste cooperative soltanio gli editori veri epropri, i quali vendevano e acquistavano liberamente lequote di loro proprieti. Una cooperativa di tentasei -brai promosse I'edizione delle Lias ol tbe Poets di John-son, e un'alma di sette membri quella del suo Dictio-tar , di cui venne venduta nel r8o5 una quota corrispon-dente alla centosessantesima parte; caso fimite induEbia-mente, ma quote di un ventiquatmesimo erano molto

    EDITORI E PATRONI 17rcomuni. Thomas Longman, fondatore della Longmans,Green & Co., era un esperto nell costituzione di questesociet; e anche John Rivington e John Murray poseroin tal modo le basi della futura fortuna delle loro case.

    Le cooperative scomparvero in seguito perch la cre-scente ncchez:za degli editori individuali fece sl ch'essiafirontassero con minore apprensione gli inevitabili rischidel loro mestiere, e principalmente perch verso la finedel secolo allo spirito di cooperazione erano subenratele fiere dottrine della libera concomenza.Il Settecento, comunque, non terminb prima di pro-durre quello che - se non fosse per il genio dell'uomo -satebbe stato un incomprensibile anacronismo. John Bell(ry45-r$r) merita un posto particolare nella storia del-la fondita dei caratteri, della produzione dell'inchiosro,della shmpa, dell'editoria e della legatoria non meno chein quella del giornalismo (quotidiani e periodici), dellavendita dei libri e dell'istruzione popolare. Egli non sidedicb soltanto a tutte queste professioni - ciascuna del-le quali era ormai diventata una specializzanone a s -,ma si meritb in pi una reputazione duratura.A John Bell - zelante educatore, editore intraprenden-te ed abile direttore di giornali - sono dovuti (zr voll., pubblicato in dispense settima-nali a partire dal, ry76), (ro9 voll., r777-gz\ e > (r8r3, comprendente l'opera completadi Blackstone), tre collane che non sono completamentesuperate neppure dopo centocinquant'anni.Al John Bell fonditore dobbiamo il carattere Bell (di-segnato per lui nel 1788 da Richard Austin), che ritornin Inghilterra dall'America, dove si era conquistata im-mensa popolariti dopo essere scaduto nei gusti del pub-blico inglese.Questo carattere ebbe perb soltanto importatua secon-daria nell'infaticabile attiviti di Bell nell'ambito dei libric dei giornali: egli rivoluzion interamente il disegno gra-lico e la presentazione dei giornali inglesi e fu fondatoreo cofondarore di una dozzina di testate a edizione diurna,serale o domenicale; litig con tutti i soci, non prima pe-

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    f72 L'ERA DEL CONSOLIDAMENTOrb di aver fatto loro accettare le sue riforme. uno dei gior-nali da lui fondati fu ft7)1", so-prawissuto fino a11927 -corne uno di re q"it;iy paperslondinesi. Nella (rzg6) . ti.,'rhuY"rli" (tz8.t) egli Sand dai,giornali'l .rr. l";s; j;dt cui aveva fatto a meno per la prima volta nello shatke:-spere ltZAS).-Bell s'accoise pei primo che il giornaleviene letto velocenente e per r."pi diversi da qu"elli chesi perseguono nella letrura di un libro; . rr. tr.rie le con-segu_enze tipografiche: nei suoi giornali venne

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    174 L' ERA DEL coNsbr.roeur,Hto STAMPERIE ((UFFICIALI> E STAMPERIE PRMTE 175nclla seconda met del Cinquecento: le primissime, quel-la installata alLa Sorbona da Heynlin e Fichet (r47o) equella dell'Universiti di Alcal fondata dal cardinale Xi-menes (r5o8), non soprawissero al periodo in cui i loroprimi patroni rimasero in carica e non riuscirono percin formarsi una tradizione, cosa che doveva invece awe-trire per opera della Curia romana.Nel r56r Pio IV chiamb a Roma Paolo Manuzio, figliodi Aldo, afinch diventasse consulente tecnico della suastamperia, di cui gli si proponeva di fare la fonte dellapropaganda cattolica. La sua prima pubblicazione roma-na fu il De Concilio, opera postuma di Reginald Pole(t;62). A Paolo Manuzio mancava perb il senso degliaflari del padre e gli inizi della Stamperia Vaticana nonfurono per nulla promettenti. Tocc al genio organizza-tivo di Sisto V dare alla stamperia papale fondamenta so-lide e durature: con la bolla Immensa aeterni Dei, delez gennaio t587, egli creb le congregazioni dei cardinaliche hanno da allora governato la Chiesa romana e a unadi esse venne espressamente affidato I'incarico di control-lare la Stamperia Vaticana, cui fu nominato d.irettoreAldo Manuzio il Giovane, figlio di Paolo. Il primo libroche vi vide la luce fu un'edizione riveduta della Vulgata,di cui Sisto stesso aveva conetto lebozze. Egli aveva pe-rb apportato anche afirettate e arbimarie correzioni al te-Bto - su cui aveva speso molti anni una commissione distudiosi - e cosf I'edizione, ch'egli proclamb unica validac autentica, venne messa da parte subito dopo la suarnorte. Forse le correzioni non erano poi cosl cattive comensserivano i suoi avversari, ma gli esperti che lui, dilet-tante, aveva ofieso erano anche - vedi caso - membri diquella Compagnia di Ges ch'egli, francescano, odiavacordialmente: vanit accademica e antagonismo di partesi vendicarono quindi simultaneamente. Nel r59z unanuova commissione pubblic la Vulgata Clementina, che ancor oggi la Bibbia ufficiale della Chiesa cattolica ro-rnana.La Qongregatio de Propaganda Fide, fondata nel t6zz,impiarit una stamperia sua propria nel t626. Questa

    Soclety for the Diffusion of Useful Knowledge, che siprefisse analoghi obiettivi, dovette I'enorme successo delsuo (1832-45) e della G833-44) principalmente all'entusiasmo e ilsnso degli afrari del suo editore, Charles Knight. I mo-derni club del libro sono in parte gli eredi di queste asso-ciazioni.- La pubblicazione in abbonamento, altro sistema pereliminare I'editore come intermediario e far fluire diiet-tamente tutti i profitti nelle tasche dell'autore, sembra siavenuta in uso all'inizio del Seicento. La impiegarono ilgrammatlco e lessicografo londinese John Mistieu per lasua Guide to feleaenf Tongues (t6ry) e il suo contemporaneo John Taylor (il ) per le rrre poeiie,ma raggiunse il massimo della diffusione nel Settecento,quando le opere costose di cui era difficile prevedere ilsuccesso vennero generalmente inaprese in abbonamen-to. Le due maduzioni di Omero ch determinarono peroltre un secolo la concezione della poesia eroica in in-ghiltema e-in Germania venn.ro od.rt al pubblico inquesto modo e ambedue si dimostrarono per i loro auto-ri-editori-un cospicuo successo. Pop. rcafiizz j32o ster-line con la sua versione inglese dell'Iliade (r7zo); Vossebbe rz4o abbonati per la-prima edizione deila sua ver-sione tedesca dell' Odissea (r7 8r).Il modo pi comune di pubblicare un'opera senza pas-sare per iI mercato riconosciuto fu comuque quell diricorrere a una stamperia privata oppure a una starnpe-ria >. Queste ultime sono gestite di solito aigoverni o da pubbliche istituzioni come le universiti; lestamperie private, per lo pi da singoli appassionati o dagruppi animati da propositi consimili. In ogni caso i pro-prietari di queste stamperie producono quel che le loroesigenze politiche o culturali e le loro prelezioni lette-rarie o tipografiche fan loro desiderare di produne. Leconsiderazioni di profitto hanno sempre un-ruolo secon-dario,_bench sia cosa nota che i direttori delle stamperieufficiali e i protettori di quelle private non disdegnanoafr.atto un bilancio attivo.Le stamperie ufficiali uovarono afrermazione definitiva

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    176 L' ERA DEL CONSOLIDAMENTO.stampb esclusivamente libri per le missioni e le occorsq,ro quindi, praticamente, i caratteri per tutte le lingue dl,lmondo. Il primo direttore, Stefano Paolino, punzonisldi professione, si buttb anima e corpo nella nuova isa e il suo primo campionario del 16z8 conteneva gi'|delle serie di caratteri per una ventina di lingue narlaA'l,.rliifiin paesi africani e asiatici di cui erano probabilm.1s sc6ll' ii/inoiciuti ai suoi colleghi tipografi di aitri luoghi perfino'i 'l'''i;i nomi; verso la fine del Settecento il numero era salito,,' , 'a quarantaquatuo. In questa tipografia Giovanbattistri i:Bodoni fece il suo primo tirocinio come artista grafico, ,' ' .I saccheggi dei rivoluzionari francesi strussero ques ;l'., ,stamperia.tnica: nel- r7g9 e r8r2,

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    r78 L'ERA DEL CQNSOLIDAMENTOL'esistenza delle stamperie private pub esser fatta risa-lire a tre cause: interesse per la tipografia d'arte; produ.zione di opere inadatte per una ragione o per l'altra aglisbocchi normali ofierti dal mercato; e semplice hobby,

    Desmond Flower, I'autore di questa definizione dellastampa in privato, vorrebbe includere sotto questa voceanche i libri ordinati e pagati da qualche appassionato- come ilTbeuerdank dell'imperatore Massimiliano stam-pato nel jr7 da Schnsperger e il De Antiquitate Ec-clesiae dell'arcivescovo Parker, stampato da John Daynel r57z - e quel pubblicati in abbonamento; ma cisembra pi opportuno restringere il termine a quellestamperie che lavoravano esclusivamente agli ordini - espesso con l'attiva partecipazione - di rn direttore chene era di solito anche il proprietario. Accettando questadefinizione, il primo stampatore privato potrebbe esserstato von Lhneysen, direttore delle miniere delle monta-gne del Hatz nel Braunschweig, che impiant nel 1596 aZellerfeld un torchio suo personale con il quale stampbun certo numero di grossi volumi di tecnica mineraria ed'equitazione. Della stamperia privata di Luigi XIII ab-biamo gi parlato. Nel Settecento quest'istituzione diven-ne di moda fra gli aristoctatici e la stamperia privata diMadame de Pompadour a Versailles esercit sulla storiadella stampa la stessa influenza che ebbe sullo sviluppodell'agricoltura l'arcadica fattoria modello di Maria An-tonietta.Vi furono nel Settecento due sole stamperie privatedegne di nota, ambedue in Inghiltera. Quella diretta daHorace \alpole dal ry57 al 1789, nella sua casa di cam-pagna di Strawberry Hill presso Twickenham, inizi I'at-tivit) con I'augurale edizione di alcune odi di ThomasGray e non produsse soltanto molti scritti effimeri e disecond'ordine di \alpole stesso, ma anche le sue pi du-rature biobibliogtafre, di Royal and Noble Authors e En-graaers, il pregevole Anecdotes ol Painting in England,e soprattuttoTlte Castle ol Otranto (t764),con cui s'ini-zi il romanzo dell'orrore e del mistero.I libri prodotti con le sue stesse mani da \illiam Blake(t7 j7-t827) sono irivece unici sia per la tecnica con cui

    STAMPERIE E STAMPERIE PRIVATE r79vennero eseguiti, sia per il loro contenuto lefterario. Eglidisegnb e icise ogni pagina come un tutt'unico - te',to Jiflustrazioni isieme-- alla maniera dei libri silogra-fici del primo Quatgocento,-e ritornb anche alla colorazio-ne a mano, tentando cosl di combinare I'invidualismodello scriba medievale con i vantaggi tecnici della riprqJuriott. meccanica. I risultati ch'eg-li raggiunse sono di al-iirti-r valore, ma sono anche impresa d'un genio solita-rio, inimitabile come la sua poesia.

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    Capitolo quintoI lettori

    . La figurt_d.l degli auto.ri - come Over Goldsmith definl el 176o - un prodotto sia dell'Il-luminismo sia della Rivoluzione induiriale. Il raziona-smo-contagi il nascente ceto medio, almeno la sua se-conda generazione_, del desiderio di migliorarsi intellet-tualmente; il secolare ed empirico sottJfondo del razio-nalismo e dell'industrialismo determin le tendenze let.terarie del tempo; got, gusto, Gescbrnack, taste diven-tarono I'espressione e il criterio con cui l,Europa giudica-va ora sia I'educazione personale sia le opere-letierarie;le dissertazioni elegantiiostituirono le pesanti argomen.tazioni: il romanzo divenne il principal mezzo dilnmat-tenimento letterario.Fino alla fine del Seicento rempo libero e capaciti dilegg_ere e scrivere erano stati viriualmenre limitati aglistudiosi e ai ; nel Settecento acquisirooil gusto della lettura il ceto medio dei mercanti special-mente le donne; nell'Ottocento I'inroduzione delia fre-qvenza scolastica obbligatoa allary ancora la cerchiadei lettori potenziali, cui il

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    r8e :L' ERA DEL CONSOLIDAMENTOcon informazioni varie e pensieri devoti: il pi antico ca.lendario di questo tipo ancor oggi in vita i[ stamp^to a Goslar a partire dal 165o. Glieducatori dell'Illuminismo uasformarono questi alma.nacchi in veicoli d'istruzione popolare per 1 classi infe.riori. Suggerimenti pratici per la casa, il giardino e i cam.pi diffusero la conoscenza dei progressi rcalzzati dallamedicina e dalla veterinaria, dall'agricoltura scientifica edal risparmio; le idee filosofiche furono incorporate insaggi semplici, storie moraleggianti e poesia didttica. Al.cune miscellanee ebbero enorme successo: del Poor Ri-chard's Almanack di Benjamin Franklin (Filadelfra ry32-tZ6+\ si vendettero pi di cenromila copie; e d'una pub-blicazione tedesca similare (sebbene di livello intellettua.le decisamente inferiore), iI Noth- und Hilfsbiicblein liirBauercleute (1788) erano state vendute verso iI ry98r5io ooo copie e un milione verso il r8rr.I proverbiali John e Dolly di Lackington venivano cer.tamente incaricati, quando andavano alla fiera di Natale,di comprare il calendario dell'anno seguente; ma con al-mettanta probabiliti veniva loro detto, durante il restodell'anno, di portare a casa dal mercato anche l'ultimo nu.mero dello , dell'

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    r84 L' ERA DEL CONSOLIDAMENTOti altri opuscoli del genere, fra cui uno dei primi reso.conti di testimoni oculari, pubblicato da Richard Graftonil 3o giugno rj48. Queste pubblicazioni ad boc si occu.pavano per soltanto di un avvenimento d'attualiti ed'interesse genetale e non avevano I'intento d'esser se.guite da altre: divennero pi frequenti solo verso la finedel secolo, quando un corrispondente francese osservbin uno di essi che ,

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    r86 L'ERA DEL CONSOLIDAMENTOal primo bro di notizie in lingua inglese (di cui rimango-no sedici numeri), il londinese Thomas Archer stampb aLondra dei corantos in inglese: sembra che il primo nume.ro sia uscito nell'estate del 16zr, ma i corantos di fucherci sono noti soltanto per le citazioni contenute in letterecontemporanee.Il padre del giornalismo inglcse deve perci esscrcconsiderato Nathaniel Butter, membro della Stationers'Company dal o4 Suo padre - e poi sua madre alla mor.te di lui - avevano pubblicato di tanto in tanto delle su awenimenti del giorno; e circa la metldei quasi 2oo titoli editi da Butter a partire dal r6oz - fradi essi la prima ezione del King Lear (16o8) e l'Ome-ro di Chapman (1616) - sono libri di notizie su aweni-menti accaduti in India, Russia, Persia, Svezia, sui mari oin pamia. Il suo primo >, coran-tos, aaisos, passdges, neu)es, relations, ecc., fra cui la pri-ma serie numerata e datata di libri di notizie inglesi: cinquanta numeri, usciti fra il 15 ottobre t6zz e il z ottobte16z3 e stampati in massima parte da Bartholomew Dow-nes per un sindacato i cui membri pi frequentementericonenti, erano - come per la maggior parte delle pub-blicazioni periodiche di Butter - Nicholas Bourne e Tho-mas Archer, oltre Butter stesso.

    Come si pub rilevare dal cambiamento continuo dei ti-toli, gli editori non facevano assegnamento sopra una permanente, ma speravano di attrarre i clienti im.piegando stimolanti nuovi: funzione svolta oggi dag . Ancle I'espressione

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    r88toli non indegna delnazionale.L'ERA DEL CONSOLIDAMENTOnosffo pi importanre quoddiano LA STAMPA PERIODICA r8gghe che avrebbero potuto tentare un inglese del 43ad acquistare una copia di (A Perfect Diurnall of thePassages in Parliament)>, in cui I'illustrazione era una spe-cie di nascente nasthead. Per altri centocinquant'anni,tuttavia, i giornali vennero illusuati assai di rado e conpoche figure: I'illustrazione sarebbe divenuta normalenella stampa periodica solo agli inizi dell'Ottocento.Nella seconda meta del Seicento i libri di notizie ven-nero sostituiti da fogli di notizie. La - che inizi le pubblicazionnel 166o e le continu fino alr.g2r - e la - che esce dal 65 - fu-rono tra i primi giornali che tennero conto dei gusti d'unanuova classe di lettori. Il cambiamento di formato e d'im-paginazione non era infatti dovuto a necessit tipografi-che - anzi,la stampa di fogli di dimensioni non comunideve aver posto problemi tecnici assai difficilmente risol-vibili -: si trattava piuttosto di un segno esteriore delcambiamento che stava awenendo in quel tempo tra i let-tori. Il principale rappresentante del pubblico letteratoe letterario non era pi lo studioso, ma I'uomo di mondo,l'horurue de bon ton, e gli editori perspicaci si uniforma-rono al gusto di questa nuova clientela. L'uomo politicoo d'afiari, o lo sfaccendato frequentatore dei cafi allamoda di Londra, Parigi, Lipsia, Amburgo, non avevanon tempo n voglia di cercare nei libri le ultime notizie:preferivano il foglio, perch - essendo proprio soltantoun foglio volante - permetteva loro di farsi un'idea allaprima occhiata delle notizie che avevan da raccontare il o il

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    r90 L' ERA DEL CONSOLIDAMENTOpossibile, e nel modo pi accettabile, delle (16gz) furono le prime riviste inglesi che adottarono que-sta linea. Christian Thomasius, il pi grande razionalistatedesco, diresse nel 1688 a Lipsia un periodico nel cuiprolisso titolo sono compendiati il punto di vista e i finiiuoi e di molti dei suoi successori: . Thomasius dichiarb esp-citamente che le donne erano le benvenute tra i suoi let-tori e non passb molto tempo prima che nascessero i pe-riodici diretti esclusivamente al sesso debole, comF

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    LA STAMPA PERIODICA I9Ino (t7or-rz), il >(r7oz-rz'), il

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    r92 L' ERA DEL CONSOLIDAMENTOva G13vr9o7\: esso raggiunse una difiusione4nnua di diecimila copie nel rTig e di quindicimll s1r74j: il genetoso impiego di illusnazioni, silografiche eincise in rame, non fu estraneo al suo rapido successo. Sideve al vasto richiamo esercita.to dal (r8oz), che si fecero un punto d'onore di cen-surare gli , cambiarono tutto. Essi nonintroduisero soltanto la partigianeria e le rivalit perso-

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    rg4 L'ERA DEL CONSOLIDAMENTOnali- (scomparse da allora dai giornali rispettabili), maconferirono al recensore un'aur di superirit che duretuttora e che ffoppo spesso 1o tenta a f.ate, un libroche incompetente a giudicare, il mero pretesto per mt>strare la propria bravura.

    Capitolo settimoLe biblioteche

    Antonio Panizzi definl una volta il British Museum

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    196 L'ERA DEL coNsoLrDAMENTocolta a B.udapest dal re Mattia conrino - forse la pi pre.ziosa collezione di manoscritti e legature rinasciiretri.li,dis.pers3.dopq la morte del re (t+go) - non venne smi-nuito dai pochissimi pri a tta-p. Altri perb Ia pensa.vano diversamente: la biblioteca e['umanista di orim.berga Ha*mann Schedel consisteva di J"...nio ribri ;stampa e quatocento manoscritti; il suo pi giovanecontemporaneo \riilibald Pirckheimer posseevisoltan-to centosettanta manoscritti su circa duemilacento vo.lumi (acqris1iel 3-dgl secondo conte A *".ii;p9l.r5o9 la biboteca el decanato di Herma*.t.iiSi1biu), nella lontana Transilvania, contava *7 ibri astam-pa sg un totale di 3zo.Alctne di tali biblioteche private costituirono il nucleodi biblioteche naziona: la bibliothque ationale deri.vb da guqlla di carlo v, la Mediceo-Laurenzian" riunfguelle di cosimo e di Iorenzo de'Medici, la pre"trischestaatsbibliothek si form intorno al nudo di quella delgrqgde e]ettore Federico Guglielmo, e Ia biblioteca diRobert cotton fu il principale .o-pon.nte del BritishMuseum. L'universit oxford deve la sua biblioteca,?perta nel 16oz, al diplomatico e stuoso Thomas Bod:ley, che riusc_l ad asJicurarle una speciale concessionepersuadendo la Stationers' Company ad assegnare allsua fondazione una copia gratuita di iutti i libr stampatiin Inghilte*a. Questa concessione di una

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    r98 L'ERA DEL CONSOLIDAMENTOziative private di lliller e di alue ditte e di cui lo stazio-naio londinese John Bill fece uscire un'e.lizione inglesecorredata d'un supplemento sui

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    2OO L'ERA DEL CONSOLIDAMENTOgrande pittore ritrattista, egli annesse la prima bibliote-ca circolante alla sua bottega di libraio a Edimburgo(ry26). Alcuni anni dopo GTtr), alla soglia della sua stu-pefacente carriera di stampatore, editore e diplomatico,Benjamin Franklin ap aFiladelfia una . Il reverendo Samuel Fancourt, un pastoredissidente, fond la prima biblioteca circolante londinesenegli anni r73o, ma n questo n il suo secondo tentativodel ry 46 (< The Gentlemen and Ladies' Growing and Cir-culating Library>) ebbero durevole successo. Esso arriseinvece alla British Library fondata da George Bathoe sul-Io Srand' quando ne prese le redini il famoio produttoree promotore di libri John Bell.Verso Ia fine del Settecento le biblioteche circolantierano diventate caratteristica comune di ogni citti del.l'Europa occidentale. Nei piccoli cenui dove probabil-mente non le si sarebbe potute gestire con profitto, clubdi lettura e societ letterarie funsero da biblioteca, prov-vedendo agli associati le ultime novit del mercato libra-rio: queste organizzazioni si pomebbero quindi classifi-care come i precursori delle biblioteche locali e munici.pali. Tale improwisa fioritura stup gli osservatori con-temporanei: un critico not nel r7g, che la .