Henry Lincoln - Il Codice Segreto Della Croce

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HENRY LINCOLN

IL CODICE SEGRETO DELLA CROCE

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A mon cher ami Michel, qui trouva Le Tomple.

PARTE PRIMA

La ricercaIntroduzioneA TUTTI piace un bel giallo. E quando il giallo non opera di fantasia, ma ambientato in luoghi e tempi reali e i suoi protagonisti sono persone reali, allora al fascino della narrazione si aggiunge il desiderio di conoscere la verit. Quando poi non solo la storia arricchita da un tesoro sepolto e gli eventi non sono avvolti nell'aura del remoto - nel tempo e nello spazio - ma si sono verificati nel passato recente e in una localit facilmente accessibile, allora la seduzione diventa pressoch irresistibile. Il mistero di Rennes-le-Chteau cominci cos. Nel diciannovesimo secolo, un prete squattrinato di un paesino francese trova qualcosa, a quanto pare, nell'interno della sua chiesa. Improvvisamente, ricco. Quel che certo che comincia a spendere forti somme di denaro. Di conseguenza, dice la gente, deve aver trovato un tesoro. Nel 1969 mi proposi di risolvere il mistero. Mi sembrava una caccia al tesoro appassionante e ben localizzata. Dopo quasi un trentennio ho al mio attivo quattro documentari e tre libri che hanno reso il piccolo villaggio dei Pirenei famoso in tutto il mondo. Oggi a Rennes-le-Chteau arrivano turisti da ogni parte del pianeta. Alcuni sono interessati, altri affascinati. Altri ancora sono ossessionati, desiderosi di credere, impegnati nella ricerca di un proprio Santo Graal personale; qualcuno di quello vero. Le distorsioni generate da un soggettivo non-ragionare hanno attribuito alla piccola cima montuosa tutta una serie di tesori: dalle ricchezze perdute dei templari ai dischi volanti sepolti, al corpo mummificato di Ges Cristo. Ma la cosa pi curiosa stato il desiderio ardente di alcuni di dimostrare -o almeno di sostenere che tutta questa storia un imbroglio. Oggi infatti non si tratta pi della semplice e mondana ricerca del tesoro del sacerdote. Brenger Saunire. Quella semplice caccia si trasformata nella volont di capire qualcosa di molto pi profondo. Rennes-le-Chteau ha dimostrato di essere essa stessa un mistero. Un luogo sacro, prescelto e a quanto sembra venerato dai nostri lontani antenati. Prescelto, oltre tutto, con una perizia e un'esperienza che noi, i loro illuminati discendenti, non immaginavamo possedessero. Come mai l'inaspettato - il notevole, l'inedito - provoca tanta inquietudine e tanto disagio? Perch qualcuno desidera tanto che ci che non familiare sia anche non vero? Sostenere che le stupefacenti scoperte che sono state fatte non hanno alcun fondamento significa negare fatti empiricamente dimostrabili. Affermare che l'insieme straordinario e recente di dati non sia che il risultato di coincidenze prive di significato denota una precisa volont di non riconoscere che il passato potrebbe avere ancora sorprendenti lezioni da impartirci. Questa volont di negare si 2

va facendo negli ultimi tempi sempre pi esplicita. Qualcuno ha cominciato a diffondere le pi bizzarre spiegazioni su come avrei inventato la storia o sul fatto che i suoi dettagli mi sarebbero stati forniti da oscure e misteriose minences grises. Ho deciso perci che arrivato il momento di raccontare come si dipanato il filo di questa storia. La vicenda piuttosto pittoresca, anche senza le congetture e le fantasie di alcuni dei miei commentatori. L'abbondanza di appunti, diari, fotografie e documenti che ho raccolto in anni di ricerche e di riprese filmate, mi hanno permesso di ripercorrere i miei passi per tutto il lungo itinerario, con le sue tante deviazioni e i suoi numerosi ostacoli. Spero che questa ricapitolazione dimostri che la logica degli elementi documentali conduca spontaneamente alla sua ultima e ineluttabile conclusione. Una conclusione che forse pi sorprendente del mistero di partenza. Una conclusione, oltre tutto, che a sua volta un inizio, perch conoscere non vuol dire inevitabilmente capire. Spero soprattutto che il racconto, spogliato dalle aspettative interessate, dalle illusioni e dalle false ricostruzioni a cui stato sottoposto, si riveli appassionante. Il grande geografo Alexander von Humboldt dice: Una cosa nuova all'inizio viene negata. Poi sminuita. Infine si decide che la si conosceva da sempre. Negli ultimi trent'anni ho spinto questa storia verso la seconda di queste fasi. Sar felice se questo libro contribuir a farla avanzare verso la terza.* * *

Ma tu sei matta, dissi. Patricia e Ccile si erano viste l'ultima volta alla fine delle superiori. Era passato pi di un decennio e la loro amicizia era andata avanti solo grazie a un regolare scambio epistolare. Un giorno dobbiamo rivederci, era stato il costante leitmotiv nelle loro lettere. Ma ora le due ragazze avevano ciascuna un marito e una schiera di figli, cinque francesi e quattro inglesi. Ora - avevano deciso - era il momento che le due famiglie passassero insieme le vacanze estive. Ma chi ci assicura che andremo d'accordo con Michel? protestai. Chi ci dice che i ragazzi non si odieranno a prima vista? Rimarremo intrappolati in una fattoria francese per un mese. E potremmo ritrovarci con una terza guerra mondiale minorile. Ma ormai ci eravamo impegnati. Michel e Ccile avevano gi prenotato la fattoria. Si chiamava Le Tomple: al momento non me ne resi conto, ma non avrebbe potuto avere un nome pi adatto come punto di partenza verso un futuro del tutto inatteso. Prevedendo quello che sarebbe stato un mio bisogno assolutamente indiscutibile, mi procurai una scorta di tascabili in cui contavo di trovare una via di scampo da nove ragazzini scatenati e una coppia di francesi che non conoscevo meglio di quanto conoscessi il generale de Gaulle. Sta di fatto che il miracolo si verific. Quanto a Patricia e Ccile, risult che la loro amicizia era sopravvissuta intatta. Michel e io andammo d'accordo fin dal primo momento. E i bambini, comunicando senza sforzo in uno strano patois anglofrancese di loro invenzione, formarono da subito un'avventurosa e felice trib. Di tutti i miei libri, trovai il tempo di leggerne uno solo. Si intitolava Le Trsor Maudit; l'autore era Gerard de Sde. E mi apr la porta a un lavoro che mi avrebbe impegnato tutta la vita.

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1 Agosto 1969: estate nelle CvennesI BAMBINI sguazzano strillando e dando la caccia a immaginarie vipere nel ruscello che scorre accanto alla casa. Michel ha accompagnato le signore al villaggio alla ricerca di materie prime per cucinare. Io svolgo la mia funzione di babysitter all'ombra degli ippocastani, sfogliando assonnato il mio libro, Le Trsor Maudit, il tesoro maledetto. un buon titolo per una lettura estiva disimpegnata. Lentamente, mi accorgo che comincio a sentirmi pungolato dalle domande che il testo pone e lascia senza risposta. Tanto che comincio, anzi, a chiedermi perch alcuni dei quesiti sono stati sollevati, mentre altri, pi fondamentali, non sono nemmeno accennati. Il sole manda riflessi abbaglianti dall'acqua dove giocano i bambini. Mi stropiccio gli occhi e scruto la pagina che ho davanti. la riproduzione di una delle misteriose pergamene che dovrebbero contenere gli indizi relativi al tesoro maledetto, un tesoro che attende di essere scoperto in qualche luogo dei Pirenei. Fisso vacuamente la pagina, sentendo il sonno che arriva. Improvvisamente mi sveglio di soprassalto. Gli ippocastani sono scomparsi, le voci dei bambini sono sfumate. L'unica cosa di cui ho coscienza la strana scritta presente sulla pergamena. Improvvisamente riesco a vedere il messaggio. l... semplice... un codice da boy scout. Mi metto a decifrarlo. Questo tesoro appartiene a... Ma... troppo semplice. Perch l'autore del mio tascabile non dice niente in proposito? strano ed elettrizzante - che non riveli nessun dettaglio importante. impossibile che non se ne sia accorto. Allude a un cifrario molto pi complesso che aspetta ancora di essere scoperto. Se solo lo ha guardato, deve averlo trovato. Dopotutto, quello che ho scoperto io soltanto una carota che mi viene fatta pendere davanti al naso: uno stimolo. Qualcosa che dice: Sei sulla strada giusta. S, ci sono dei messaggi nascosti. Continua a cercare. Cerco. Conto le lettere. Provo a leggerle a ritroso, poi verticalmente, poi una s e una no, poi una ogni tre. Ma il sole cocente. Sento un grido e qualcosa piomba nell'erba accanto a me. Una boccia. I bambini hanno abbandonato il ruscello e corro il rischio imminente di essere tramortito da un missile della sovreccitata partita di ptanque che ha avuto inizio. Scusa. Non avevamo visto che stavi lavorando. Lavorando? Be', hanno ragione. Il mio notes onnipresente gi coperto di appunti scarabocchiati. Abbandono Le Trsor Maudit. Dopotutto sono in vacanza, dovrei essere in vacanza. Ma mi conosco. Non il genere di puzzle che riuscir ad abbandonare. Dopo cena sediamo sotto il pergolato di vite sulla piccola terrazza, lo sguardo perso verso la nostra pacifica valle deserta. I nove bambini continuano a spendere le loro energie illimitate lungo il ruscello, comunicando in quella straordinaria, ma per loro perfettamente comprensibile, miscela delle due lingue. La conversazione di noi adulti leggera, disinvolta, e al tempo stesso assorta e attenta. Gli inizi di quella che diventer una profonda amicizia si stanno sviluppando. Crescer anno per anno nelle brevi e scarse settimane estive che d'ora in poi trascorreremo insieme. Queste conversazioni dopo cena sono dedicate a ricostruire le vicende degli ultimi anni; esplorare i pensieri, le reazioni, i sentimenti reciproci; formare un magazzino di ricordi a cui attingere fino alle prossime grandes vacances - e forse avviare un veicolo di interessi comuni che potremo inserire nelle lettere che ci scriveremo nel corso dell'inverno. La mia scoperta del pomeriggio un argomento inevitabile. Mostro loro il libro, racconto che ho trovato un messaggio nella pergamena, un messaggio che l'autore non rivela. Ccile una fanatica di cruciverba, so che questo genere di giochi la attira irresistibilmente. Lei e Michel non impiegano pi di me a decifrare il codice, una volta che ho spiegato qual la chiave. Patricia, come prevedevo, pi interessata alla storia che lo circonda che all'enigma in s. Faccio una breve sintesi 4

del curioso racconto dell'oro perduto di Rennes-le-Chteau, cos come l'ho appreso dal libro. I bambini tornano dal gioco e si siedono ad ascoltare. Il mio maggiore mi chiede se qualcosa di nuovo che sto preparando per la TV dei ragazzi. l'unico abbastanza grande da ricordare il serial sulla caccia al tesoro, una storia inventata, che scrissi qualche anno fa. I ragazzini sgranano gli occhi quando rispondo: No. Questa volta il tesoro sembra esserci davvero. Un tesoro sepolto! Un vero tesoro sepolto - e pap ha risolto uno degli indizi! I bambini esaminano le mie deduzioni, poi si immergono tutti insieme nel libro per vedere che cosa riescono a cavarne. Qualcuno chiede se ho intenzione di scrivere un programma sull'argomento. In questa fase non ho certamente in mente niente del genere. Ma l'idea stata seminata - ed destinata a germogliare. Per il resto delle vacanze Le Trsor Maudit passa di mano in mano. Tutti sperano di essere i primi a trovare il prossimo indizio. Ma non viene fuori niente. Con la fine dell'estate nelle Cvennes, il viaggio con i nostri amici fino alla loro deliziosa cittadina di Vendme, sulla Loira, e poi la triste separazione fino all'anno prossimo - tutto mi riporta al mio ordinario mondo pressante della televisione. Le Trsor Maudit sta diventando uno dei tanti piccoli ricordi di vacanza. La realt delle sceneggiature e delle scadenze sta per riprendere il sopravvento. Ma... in un angolo della mia mente resta sempre quel libro con la sua strana storia raccontata a met. Una volta o l'altra dovr tornarci su.

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2 1970: ChroniclePER pi di un anno la storia rimane a fermentare sul fondo della mia mente. Ogni tanto riprendo il libro e mi diverto per una o due ore, tentando di risolvere l'enigma. Ma mi rendo conto sempre pi chiaramente che sono necessarie delle ricerche - e piuttosto approfondite - se voglio trovare qualche risposta alle domande che si vanno moltiplicando rapidamente nella mia testa. Poi, mi capita tra le mani un'edizione rilegata del libro. Ora dispongo di fotografie del villaggio, della gente, della campagna, della strana chiesa dove furono ritrovate le pergamene. Questo nuovo materiale visivo e le stesse didascalie delle immagini sollevano tutta una nuova selva di interrogativi. L'idea di un programma televisivo sulla storia comincia a prendere corpo con una certa solidit. Certo, se il mistero potesse trasferirsi dalla sezione divertimento della mia vita a quella lavoro, la cosa mi offrirebbe l'opportunit di effettuare le necessarie ricerche. Non dovrei pi sentirmi in colpa quando permetto alla vicenda di occupare del tempo che dovrei impiegare pi produttivamente. Ma finora i miei testi sono stati dedicati al mondo di fantasia delle serie televisive. Questo programma - ancora pi improbabile di alcune delle mie pi improbabili trame deve essere trattato in maniera fattuale. Un documentario l'unico approccio possibile. Chronicle, il programma della BBC, sembrerebbe la collocazione giusta per questa storia. Chronicle si occupa di argomenti di interesse storico e archeologico; indaga su opere attuali ed esplora storie, personaggi ed eventi interessanti del passato. Il responsabile della trasmissione Paul Johnstone. Fortunatamente, conosco Paul da anni, anche se non abbiamo mai lavorato insieme. Telefono al suo ufficio e prendo un appuntamento per due chiacchiere su un'idea di un possibile programma. Mi rendo conto che molti degli aspetti vagamente sensazionalistici e congetturali della questione non sono adatti alla formula di Chronicle, ma la storia e lo sfondo sembrano di sufficiente interesse. E sono certo che la mia decifrazione del codice da scolaretti della pergamena verrebbe visualizzata splendidamente sul piccolo schermo. E cos, a met novembre 1970, mi trovo accomodato nell'ufficio di Paul davanti a una tazza di caff e una lista di una mezza dozzina di note. I fatti, cos come ho bisogno di riferirli in questa fase, sono relativamente semplici. (Il quarto di secolo e pi che passato nel frattempo ha introdotto molti mutamenti in quei fatti di base. Al tempo di questo primo colloquio sapevo poco di pi di quanto aveva scritto de Sde.) Nel 1891, Brenger Saunire, giovane prete spiantato del piccolo villaggio francese di Rennesle-Chteau, trov quattro pergamene in un pilastro cavo della sua chiesa. Poco dopo la scoperta fece un viaggio a Parigi per consultare alcuni esperti sul contenuto dei misteriosi documenti. Da quel momento, e per i venticinque anni fino alla sua morte, avvenuta nel 1917, il sacerdote condusse una vita da milionario. Comper terre, costru case, rinnov la sua chiesa, elarg doni eccetera eccetera. Furono le pergamene a condurlo alla scoperta di un tesoro? In qualche modo riusc a impadronirsene e a sfruttarlo? E - cosa pi importante dal punto di vista di un'eventuale puntata di Chronicle - in che cosa poteva consistere il tesoro? Ovviamente, questo l'aspetto su cui le domande di Paul sono pi serrate. Delineo il percorso storico che andr seguito. Questo fornisce una risposta davvero sorprendente rispetto alla questione della composizione del tesoro. E fornisce il titolo che suggerisco per il programma: Il tesoro perduto di Gerusalemme...? Ma Paul troppe volte stato seduto alla sua scrivania ad ascoltare teorie altrettanto sorprendenti ma totalmente infondate. Una domanda fondamentale reclama ancora una risposta. Anche ammettendo che si possa trarre un caso storicamente valido dalla teoria che un paesino francese sia il luogo dov' nascosto un importantissimo tesoro storico, abbastanza per costruirvi un programma televisivo? Non sempre le teorie si possono trasformare in immagini. E qui interviene il mio pezzo forte. Mostro a Paul una copia di una delle misteriose pergamene riprodotte nel mio ormai consunto tascabile. Il testo in latino - chiaro e privo di ambiguit -, un 6

passo dal Vangelo di Giovanni. Lo esamina per qualche momento, poi alza lo sguardo su di me con un som-setto: Forza, Hen. Tira fuori il tuo asso nella manica. Gli espongo la semplice chiave del messaggio nascosto e lo lascio a lavorarci su da solo. Un paio di minuti di silenzio mentre Paul traffica con le lettere, poi legge il risultato. DAGOBERT II ROI ET SION EST CE TRSOR ET IL EST LA MORT (Questo tesoro appartiene a re Dagoberto II e a Sion e lu l morto). Guarda guarda... Interessante, eh? Decisamente, ragazzo mio. E la decifrazione costituir una splendida sequenza di animazione. Sta bene. C' abbastanza per azzardare una gita a Parigi. Parliamo con l'autore del tuo libro. Se ci sembra che la cosa continui a stare in piedi, penseremo alla possibilit di un programma.

La pergamena con il messaggio di Dagoberto.

Settimana di Natale 1970: ParigiGerard de Sde, l'autore francese, stato rintracciato e ha accettato di parlare con noi. Il luned parto, dopo aver concordato un incontro alle Deux magots, un caff dalle parti di St Sulpice. Paul mi raggiunger il marted. Mi avvio alle Deux magots per l'appuntamento alle sei e mezzo. Parigi pi bella che mai e, nella settimana di Natale, l'aria di festa accresce il senso di eccitazione che provo all'idea di quello che potrebbe rivelarsi l'inizio di un progetto interessante e appassionante. Al bar, domando a uno dei camerieri e

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La seconda pergamena.

de Sde mi viene indicato. un uomo ben piazzato, nero di capelli, con un viso aperto e un paio di occhi interrogativi. Alza lo sguardo mentre mi avvicino al suo tavolo e sorride. M. Lincoln...? Le brevi formalit sono presto superate, fa la sua comparsa del vino e cominciamo a sondarci a vicenda. Anche lui come me uno scrittore professionista e quindi non pu non essere interessato alla possibilit che la BBC intenda servirsi della sua collaborazione per un programma basato sul suo Trsor Maudit. Esprime la sua disponibilit e parliamo in termini generali su come intendo organizzare il programma. Questo mi porta pi vicino a una delle domande chiave che non vedo l'ora di porgli fin da quando, all'ombra dell'ippocastano delle Cven-nes, ho visto con tanta chiarezza il messaggio nascosto. L'inevitabile formalismo iniziale si allentato. Ora siamo due scrittori impegnati in una discussione professionale. Mi sembra che il momento sia quello giusto e pongo la mia domanda: M. de Sde, come mai non ha pubblicato il messaggio della pergamena? Ed ecco che compare la prima delle strane e vaghe indicazioni del fatto che la storia del tesoro di Rennes-le-Chteau non potr essere un servizio televisivo di tutto riposo. Mi guarda per un momento. Segue una pausa appena percepibile. Poi: Quale messaggio...? Improvvisamente mi 8

sento come riluttante a parlare esplicitamente del messaggio. Quel messaggio che cos facile da trovare. Siamo entrambi consapevoli della schermaglia che ha avuto inizio. Continuiamo il gioco, di fioretto ancora per un po' finch tutti e due siamo ben certi che stiamo parlando dello stesso messaggio - che lo conosciamo entrambi - e che ciascuno sa che l'altro lo sa. Perch non lo ha pubblicato? Un'altra pausa. Infine mi arriva la risposta. Perch pensavamo che potesse essere interessante che qualcuno come lei lo trovasse da solo. Che diavolo pu voler dire? E, pensavamo? Chi? Qualcosa mi suggerisce che per il momento meglio che non insista su questa stranezza. Dopotutto questo solo un incontro preliminare, per conoscerci, per capire chi siamo. Gli mostro invece un'altra piccola decifrazione su cui mi sono cimentato. Una decifrazione che non prendo particolarmente sul serio ma che ugualmente interessante. * Si basa sulla riproduzione, nel libro di de Sde, di una stranissima iscrizione che un tempo si trovava su una tomba nel cimitero di Rennes-le-Chteau. La mia interpretazione della lapide sembra coglierlo totalmente di sorpresa. evidente che la cosa gli giunge nuova. Si sviluppa un'animata discussione sulla validit e l'importanza della mia lettura. Alla fine ci separiamo abbastanza cordialmente, dopo aver fissato un appuntamento a pranzo per l'indomani, quando da Londra arriver anche Paul. C' qualcosa di alquanto irreale nell'incontro di marted. De Sde trova divertente l'idea di pranzare in un pub inglese, e cos ci incontriamo al Red Lion, il locale aperto da poco sugli Champs Elyses. Pinte di birra scura e cosciotto di montone... una discussione un po' in francese un po' in inglese, sul problema di presentare una storia francesissima negli inglesissimi termini della BBC. Mentre sono al bancone a ordinare altra birra, mi trovo a riflettere che deve trattarsi di un preassaggio dell'ingresso della Gran Bretagna nel Mercato Comune. Ah, be'... immagino che debba essere un onore fare da battistrada... eppure avrei tanto desiderato l'intimit di un bistrot parigino e una bottiglia di vino come si deve. Nel corso del pranzo de Sde ci mostra della nuova documentazione sulla storia. Paul ascolta e pone le sue attente domande mentre io archivio nella mente le nuove informazioni. Come previsto, quando ci congediamo, Paul promette di mettersi in contatto con de Sde appena sar presa una decisione. Paul si ferma a Parigi per altri progetti di Chronicle. Beviamo insieme una tazza di t veloce prima che io corra all'aeroporto e lui formula qualche piccola perplessit che ha ancora in mente. Nonostante queste riserve, vediamo entrambi la possibilit di un servizio di venti minuti da inserire in un programma contenitore. Restiamo d'accordo di riflettere sui problemi e di rivederci al ritorno di Paul a Londra. Se la decisione sar un s, comporter un'attivit frenetica per prepararci a girare all'inizio della primavera. Sul volo per Londra, ho per la prima volta l'opportunit di considerare la cosa con calma. Improvvisamente mi rendo conto in che cosa mi sto cacciando. Questo non un testo di fantasia. Non posso rigirare la storia in modo da adattarla alle mie esigenze. Non si pu modificare la trama per aggirare le difficolt. Questa storia dev'essere raccontata in termini spettacolari ma rigidamente fissati all'interno di una cornice di fatti noti e dimostrabili, di un'ipotesi ragionevole. Qui non c' spazio per barare. C' una quantit di lavoro da fare... e non ho ancora visto il villaggio che costituir la nostra ambientazione principale. Due giorni dopo, alla vigilia di Natale, Paul rientra a Londra. Mi telefona. Adesso che abbiamo avuto modo tutti e due di dormirci sopra, cosa ne pensi della storia di Rennes-le-Chteau? Sono ancora dell'idea che possa funzionare, Paul. Molto dipende dalle location e dal materiale visivo che riusciamo a raccogliere. Sono d'accordo. Progettiamo un servizio tra i venti minuti e la mezz'ora. Vieni in ufficio la settimana prossima; ti far conoscere il giovanotto che lo diriger. Giovane, entusiasta... ti piacer. Secondo me dovresti mettere in programma un giro di ricognizione al villaggio per l'inizio di* Per questa discutibile decifrazione, vedi The Holy Place, pp. 49-50.

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febbraio. Cominceremo a girare a fine marzo. Cos presto? Presto? Hai sei settimane intere per organizzare le cose. Buon Natale. Riaggancio e tiro un profondo sospiro. Mi conviene cominciare a pensare a una prima stesura del copione. Dovr avere qualcosa di cui discutere con il mio regista quando mi incontrer con lui. Improvvisamente non si tratta pi di chiacchierare. Ho un documentario da scrivere. Buon Natale, proprio! Le mie feste si tingono del mistero di Rennes-le-Chteau. Ciononostante mi godo ugualmente il solito cenone e lo scambio dei doni intorno all'albero decorato. Ma pi tardi, nel pomeriggio, i familiari si accorgono della mia aria sempre pi distratta e alla fine sguscio via per immergermi nelle mie carte. Nei mesi futuri si abitueranno a un padre che, bench fisicamente presente, sembra permanentemente lontano mille miglia. Gi nei primissimi momenti, quando in pratica conosco ben poco della storia, mi riesce difficile scuotermi di dosso il mistero. fin troppo facile permettergli di diventare un'ossessione. Appena le vacanze sono ufficialmente finite, ho il mio primo incontro con il regista. Andrew Maxwell-Hyslop un giovane alto, attivo, intelligente. Con grande sollievo scopro che sa il francese e si preso la briga di leggersi il libro di de Sde durante le vacanze di Natale. Non ho bisogno di perdere tempo a spiegargli la storia. Ha gi una serie di domande da fare, a cui rispondo come meglio posso. Discutiamo di una possibile forma da dare al programma e gli prometto di preparare un abbozzo di script prima che facciamo il nostro sopralluogo - che viene fissato dal 19 al 24 febbraio. Lavorando sul testo comincio ad accorgermi dei problemi che comporta scrivere una storia vera ambientata in un'autentica localit. Non posso inventarmi delle simpatiche immagini per mia comodit. L'ambientazione per il programma esiste gi e tocca a me scrivere il testo in modo tale da sfruttare appieno quello che c'. Mi trovo invischiato nel mare delle mie ignoranze. Quanto grande esattamente Rennes-le-Chteau? Dove si trova la chiesa rispetto al castello? possibile avere entrambe le costruzioni nella stessa inquadratura? E dove si trova, per esempio, la Poltrona del Diavolo - lo strano masso che a quanto sembra ha una qualche misteriosa valenza? vicino al villaggio? O dovremo dedicare un'intera mezza giornata a raggiungerla, riprenderla e tornare indietro? Il tempo per le riprese sar limitato. Se alcune delle localit fossero eccessivamente lontane, potrei doverle eliminare dal testo. Una nuova messe di questioni puramente pratiche comincia a sorgere. E non c' modo di trovare le risposte finch non avr visto il villaggio con i miei occhi.

Febbraio-marzo 1971: il sopralluogoPercepisco l'eccitazione che ribolle sotto la superficie quando m'incontro con Andrew al terminal dell'aeroporto il pomeriggio del 19 febbraio. Per tutti e due, l'eccitazione si mescola con l'ansia di cominciare a lavorare... e con una certa trepidazione. Siamo in cammino sulla nostra strada, ma che cosa scopriremo? La BBC sta consentendo ad Andrew di provare per la prima volta a cimentarsi con le sue sole forze. Non ci sar nessun veterano a tener d'occhio questa spedizione. Ma Paul pensa che con un vecchio lupo come me a tenergli compagnia, non dovrebbe presentarsi alcun serio problema. Il vecchio lupo, per, non condivide del tutto la fiducia di Paul. Potr anche essere il mio centoquattresimo testo per la TV, ma il soggetto riguarda un'area che mi totalmente sconosciuta. Centotr sceneggiature di fiction non necessariamente ti insegnano a progettare un buon documentario. Soprattutto con una storia complessa come questa. In volo per Parigi, regista e autore si rendono perfettamente conto che potrebbe essere l'inizio di una vicenda assai impegnativa, in cui mettere alla prova le proprie capacit. Nessuno dei due pu permettersi di fare pasticci con questo programma. 10

Il piano prevede una serata rilassata a Parigi prima di prendere il treno, domattina di buon'ora, per Tolosa, dove ci aspetter una vettura a nolo. Ma sto per imparare che i viaggi all'estero con una quantit di lavoro da far stare dentro un tempo limitato, non sono mai semplici. Un piccolo contrattempo pu trasformarsi in un grosso guaio - e i programmi possono saltare a causa di un cambiamento nelle condizioni del tempo. Imparer a ringraziare Iddio per il mio particolare senso dell'umorismo. Il primo nonsense capita - anche se al momento non ce ne rendiamo conto - appena mettiamo piede sui marciapiedi di Parigi. tardi. Io sono il primo a scendere dall'autobus dell'aeroporto e fermo un taxi mentre viene scaricato il bagaglio. Il taxi accosta, io prendo la mia borsa, Andrew la sua valigia e partiamo per il nostro hotel. Lasciamo il bagaglio in camera e usciamo a cercarci un ristorantino per una cena tranquilla. Verso l'una di notte, piacevolmente rilassati, torniamo in albergo. Mi preparo per andare a letto e improvvisamente Andrew scopre che non in grado di aprire la sua valigia. Esaminiamo la chiave e la valigia. L'orribile verit si fa strada nella nostra mente. Non la sua valigia. Stessa forma, stesso colore, ma indiscutibilmente non la stessa valigia. Andrew si accascia lentamente sul letto. Tutti i miei appunti... la macchina fotografica... il mirino... Cosa diavolo possiamo fare? All'una e mezzo del mattino? Niente. Andarcene a letto e dormire. Ma Henry, non ti rendi conto? Qualcuno ha la mia valigia. Potrebbe essere in viaggio verso qualsiasi destinazione. Tutta la mia roba a questo punto potrebbe trovarsi dall'altro capo dell'Europa! Poco probabile. Chiunque sia, dev'essere rimasto accanto all'autobus aspettando che scaricassero la sua valigia. Quando tutto il bagaglio stato ritirato, la tua valigia sar rimasta l. Lui - o lei - avr capito cos'era successo. Il tuo bagaglio sar chiuso nell'ufficio degli autobus del terminal. E ci scommetto che c' un viaggiatore piuttosto seccato che sta sperando che ti accorga dell'errore e torni l. Lo faccio subito. Adesso? troppo tardi. Al massimo prova a telefonare, ma penso che troverai il terminal chiuso. Infatti. Non c' altro che possiamo fare fino alle sette e mezzo di domani mattina. Il nostro treno parte alle 8.57. Rimaniamo d'accordo che se si dovessero presentare difficolt a recuperare la valigia di Andrew, io proseguir da solo, prender l'automobile a Tolosa, prover a fare qualche giro sul posto per conto mio e poi torner a prendere Andrew alla fine della giornata. Gi adesso il nostro programma accuratamente studiato comincia a mostrarsi non troppo affidabile. Dopo una notte insonne, Andrew si precipita al terminal mentre io sistemo i conti dell'albergo e mi avvio alla Gare d'Austerlitz. Non mi attira per niente l'idea di un viaggio in treno di sette ore da solo, ma se non altro sto imparando una lezione preziosa. Con la storia di Rennes-le-Chteau niente sar mai semplice e lineare. Nella circostanza, la valigia effettivamente chiusa nell'ufficio degli autobus. Enormemente sollevato e con un'aria decisamente vivace nonostante la notte in bianco, Andrew arriva alla stazione perfettamente in tempo, stretto alla sua valigia e dopo aver lasciato un biglietto di profonde scuse all'altro sventurato viaggiatore. L'attraversamento della Francia in treno piacevole ma faticoso. Alle quattro e mezzo del pomeriggio raggiungiamo Tolosa e ci mettiamo subito alla ricerca della nostra auto a nolo. Per fortuna l'ufficio della Hertz adiacente alla stazione e mi accorgo, con un certo allarme, che l'ora di punta serale sta gi cominciando. Non possiamo permetterci di aspettare che il traffico si riduca. Dobbiamo raggiungere Carcassonne, che a quasi sessanta miglia. C' una persona che dobbiamo vedere, possibilmente questa sera. Visto che io ho pi esperienza a guidare contromano, Andrew mi cede il volante. Improvvisamente mi rendo conto di altri problemi di natura pratica. Ho guidato, vero, per molte miglia sul continente, ma sempre a bordo della mia auto, un'auto inglese. Ora, per la prima volta, mi tocca sondare i misteri del posto di guida a sinistra in una citt che non conosco - e all'ora di punta. Prima, per, mi tocca risolvere un'altra difficolt. La BBC non ha fornito la documentazione giusta 11

di autorizzazione per l'autonoleggio. Seguono complessi negoziati, ma dopo una mezz'oretta (altro tempo prezioso che se ne va), ci consegnano le chiavi e ci accompagnano alla macchina. E parcheggiata con un margine di spazio di qualche centimetro in una stretta traversa che immette direttamente nell'arteria principale di fronte alla stazione ferroviaria. Mi sistemo al volante, traffico con la leva del cambio con la mano destra, cos poco abituata, e mi tuffo nel maelstrom del traffico. La commovente fede di Andrew nella mia capacit di risolvere ogni problema di auto, traffico e guida mi d una certa dose di sicurezza. In un lasso di tempo sorprendentemente breve, grazie all'ispirata navigazione di Andrew e al suo occhio per i segnali, siamo fuori, sulla statale, al galoppo per Carcassonne. Non si pu morire senza aver visto Carcassonne, si dice, e da anni avevo deciso che un giorno o l'altro avrei fatto una visita a questa incredibile cittadella fortificata. E ora che ci sono, che sono diretto proprio l, tutti i miei pensieri sono concentrati su un minuscolo anonimo paesino di montagna qualche miglio pi su lungo la valle dell'Aude. Eppure, nella luce del tardo pomeriggio, la prima visione di Carcassonne una scena che mozza il fiato. Mura, torri e torrette - una citt medievale da fiaba che staglia il suo profilo sullo sfondo di un cielo verde e oro. Ci si sente quasi defraudati quando ci si accorge che l'improvviso scintillio sotto il massiccio portale d'accesso non viene da un riflesso di armature ma dai fari di un'auto. Il ventesimo secolo dimora incongruamente entro quelle mura imponenti. Andrew e io ci concediamo qualche minuto da turisti. Facciamo fotografie, ammiriamo lo scenario e reagiamo in quel tipico modo euforico che prende tutti i viaggiatori che capitano per la prima volta in un posto come Carcassonne. Ma cinque minuti il massimo che possiamo rubare. Abbiamo una lettera di presentazione per Mme Lily Devze, che guida storica della citt antica e che sa tutto della storia della regione. Questa sera intendiamo solo presentarci e chiederle quando le sarebbe comodo concederci un'intervista. Ma non abbiamo fatto i conti con la sua generosa ospitalit. Solo qualche minuto, e ci troviamo sistemati in poltrona, godendoci un bicchiere di vino e la cordialit dell'accoglienza di Mme Devze. S, sa qualcosa del Mistero di Rennes-le-Chteau, anche se il villaggio non l'ha mai visitato. Le espongo alcune mie piccole preoccupazioni e le chiedo consiglio su un problema su cui sto riflettendo fin da quando abbiamo lasciato Londra. indispensabile per noi vedere l'interno della chiesa, ma so che spesso nei paesini - soprattutto quelli pi remoti e isolati - gli abitanti sono molto sospettosi nei confronti degli estranei. Rennes-le-Chteau ha sicuramente ricevuto la visita di un buon numero di cacciatori di tesori e sappiamo che non sono bene accetti. Che genere di accoglienza avremo noi due forestieri? febbraio, e difficilmente potremo passare per due turisti capitati l per caso. Se dovessimo trovarci davanti a porte chiuse, quale strategia ci consiglierebbe di adottare? La risposta semplice. Mme Devze, nella sua qualit di guida accreditata, dispone di documenti ufficiali che le danno libero accesso a tutti i monumenti pubblici. Con nostro enorme piacere, si offre di accompagnarci nella nostra prima visita a Rennes-le-Chteau. L'unica questione : quando? Con il tempo limitato che abbiamo a disposizione, contavamo di recarci al villaggio come prima cosa domani mattina, domenica. Le sta bene. libera e disposta a dedicare a noi l giornata.

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3 Rennes-le-Chteau: prime impressioniDOPO una confortevole notte in un piacevole hotel di Carcassonne, ci presentiamo alle dieci dalla nostra guida. Cinque minuti dopo siamo in viaggio. Finalmente tra poco vedr Rennes-le-Chteau. Il viaggio di un'ora sembra un'adatta introduzione. Via via che ci addentriamo nella valle dell'Aude, salendo verso le lontane cime nevose dei Pirenei, il paesaggio si fa pi selvaggio e aspro. La strada segue il fiume, curvando e serpeggiando lungo gole frastagliate di nuda roccia grigia. Le pendici fittamente alberate rasentano la strada, piene di ombre segrete sotto il sole splendente. Non difficile credere che nei pressi, ma lontano dallo sguardo, si apra un impensato mondo di mistero. Passiamo per Limoux, una ridente cittadina dove si produce un delizioso vino bianco frizzante, La Blanquette de Limoux, che meriterebbe una fama molto maggiore di quella di cui gode oggi. Si prosegue quindi per Alet-les-Bains, molto pi piccola e molto pi graziosa di Limoux e con le rovine di un'imponente e antica cattedrale. E poi, finalmente, Couiza. Lo so che siamo quasi arrivati eppure, finora, non c' stato nessun preavviso: nessuna lontana veduta di Rennes-le-Chteau, nessun segnale indicatore con il suo nome. Nessun segno che siamo ormai a pochi minuti da quello che dev'essere uno dei pi curiosi villaggi della Francia. Rallento mentre entriamo in Couiza, svoltando a destra per la citt, attraversando il ponte sul fiume quasi a passo d'uomo cercando il cartello che ci indichi la via per Rennes-le-Chteau. E, improvvisamente, eccolo l. Una stradina prende a sinistra tra una parete rocciosa e un alto argine... RENNES-LECHTEAU - KM 4,4. Immediatamente la pendenza della strada comincia a crescere, tra i tornanti e le curve a gomito, stretta al fianco della montagna, mentre un panorama straordinario si apre davanti ai nostri occhi. A sud, la grande conca di una pianura, cinta in lontananza dalle colline e, dietro di loro, ancora pi lontano, dai Pirenei, con le cime innevate nitidissime sotto la luce del sole. A est, molto pi vicino - solo qualche miglio - sorge il Picco di Cardou, il Nido d'Aquila, con gli strani affioramenti rocciosi frastagliati che spuntano dai suoi fianchi. Il fiume sotto di noi serpeggia verso Cardou. Dall'altro lato della valle, a nord, si trovano le enormi rovine del Castello di Coustaussa, un tempo a guardia dell'accesso alla valle. Ma a ogni curva della strada i nostri occhi puntano verso l'alto, aspettando la prima immagine di Rennes-le-Chteau. Un miglio. Due, continuiamo a salire e ancora non c' segno del villaggio. Davvero une ville perdue, una citt perduta. Poi - del tutto inaspettatamente - una piccola torre fortificata spunta da una cima, sovrastando la valle. La torre sembra fuori posto. Non si ancora inserita bene nel paesaggio. Sembra proprio quello che : la stravaganza di un ricco. La riconosco immediatamente per averla gi vista in fotografia. la Torre di Magdala, fatta costruire dal personaggio principale della nostra storia, Brenger Saunire, il povero prete di campagna che divenne le Cur aux Milliards. Una curva e la torre di nuovo scomparsa. Ancora qualche svolta ed ecco le case. Del tutto anonime - un tipico villaggio della Francia del sud. Tranne per il cartello sul muro. Rozzamente tracciato in lettere blu su uno sfondo bianco: FOUILLES INTERDITES, Vietati gli scavi. Gli scavi? Al turista casuale ignaro della leggenda del tesoro, deve presentarsi immediatamente l'interrogativo: cosa ci sar mai da scavare tra questo gruppetto di casupole strette intorno alla loro chiesetta e al poco appariscente castello? Ma noi, che gi conosciamo in parte questa storia sconcertante, siamo venuti qui - come tanti altri prima di noi - per trovare la risposta a questo interrogativo. Per verificare, sul suo territorio, se sia possibile farci un'idea sul personaggio Brenger Saunire e districare quanto possibile del Mistero di Rennes-le-Chteau. Quando esco dall'ultima curva arrivando dentro il villaggio, mi sorprende scoprire quanto sia piccolo, e quanto apparentemente deserto. Le strade sono vuote e silenziose, salvo per una coppia di gatti che ci studia. Un piccolo cartello inchiodato a un muro ci indica dove parcheggiare. La freccia ci spedisce 13

su per una stradina, dove tra le fiancate dell'auto e i muri delle case restano solo pochi centimetri. Poi, improvvisamente, davanti a noi, vedo l'ingresso della chiesa. molto pi piccola di quanto avessi immaginato guardando le fotografie. Eppure, non una delusione. Pochi metri prima di raggiungere la porta della chiesa, la strada svolta bruscamente a sinistra e ci troviamo a passare davanti alla Villa Bethania, un altro edificio che mi familiare. questa la grande casa costruita dall'Abb Brenger Saunire e in cui riceveva i suoi ospiti. Ora diventata lHotel La Tour. Dietro la villa c' il piccolo parcheggio, e alle sue spalle quella straordinaria stravaganza, la Torre di Magdala. Parcheggio l'auto e scendiamo per dare un'occhiata in giro. Alto sopra la valle, il paesino gode di un panorama di una bellezza stupefacente. In ogni direzione, ma soprattutto verso sud in direzione dei Pirenei, c' una veduta che da sola giustificherebbe la lunga salita. Rennes-le-Chteau possiede due tesori: l'oro del curato e la sua posizione mozzafiato. Dal punto di vista del regista, questo un sovrappi di valore incalcolabile. Saunire, tutto sommato, sarebbe anche potuto essere il prete di una squallida parrocchia industriale. Un fondale pi bello per la nostra storia non si potrebbe desiderare. Ma per quasi tutti i visitatori, il panorama ha un'importanza secondaria rispetto al mistero. E in questa prima visita devo riconoscere che la mia mente si distrae dalle bellezze paesaggistiche alla ricerca delle tracce di Brenger Saunire. Mentre siamo ancora accanto all'auto, la porta di Villa Bethania si apre. Un uomo piccolo, nero di capelli, lindo e sorridente ci viene incontro: il primo essere umano che vediamo nel villaggio. Ecco una persona che diventer un caro amico. Affascinante, affabile, colto e, ovviamente, preparatissimo sulla storia di Brenger Saunire, quest'uomo Henri Buthion, albergatore, l'attuale proprietario dell'Hotel La Tour. Mme Devze, nel suo ruolo di guida, si assume il compito di occuparsi delle formalit. Stabilite le identit, mettiamo in programma un pranzo all'hotel dopo una ricognizione preliminare. I miei timori di difficolt si rivelano infondati. M. Buthion procura le chiavi della chiesa e il nostro tour ha inizio. Nel suo dominio, una guida perfetta. Nel paio d'anni dalla pubblicazione di Le Trsor Maudit si abituato alla piccola schiera estiva di turisti francesi, ciascuno con la sua copia del libro e ciascuno con la sua teoria personale sull'ubicazione del tesoro del curato. Comunque, per il momento, non siamo alla ricerca del tesoro. Andrew e io cerchiamo le migliori angolazioni di ripresa e le migliori ambientazioni. Ci siamo gi fatti una certa idea di alcune cose che vediamo dalle illustrazioni del libro di de Sde. Eppure, ancora una volta, dovr accorgermi che anche le idee e le deduzioni che ho tratto da questo materiale, nonostante l'apparente semplicit, non sono totalmente affidabili. Le mie prime ore a Rennes-le-Chteau mi forniranno altre di queste curiose impalpabili indicazioni del fatto che la storia non sar per nulla semplice. Prima di entrare in chiesa facciamo visita al piccolo camposanto. All'occhio di un inglese, come tutti i cimiteri francesi, presenta un che di estraneo. La nuda terra bruna e i fiori finti mostrano un'immagine lugubre della morte. Non c' traccia del verde fascino e dell'ordinata quiete che si possono trovare in molti cimiteri di campagna in Inghilterra. In fondo, contro il muro, ci dice M. Buthion, c' la tomba di Brenger Saunire. Da lontano, mi sembra sangue della lampada presso l'altare. Henri Buthion accende le luci e immediatamente tutto brilla dei riflessi dell'oro. Tutt'intorno a noi c' un'incredibile massa di minuziose decorazioni. Statue, dipinti, tutta la superficie delle pareti, tutto dipinto e dove possibile dorato. L'effetto complessivo soverchiarne e sconfina nel pacchiano. Qui non c' alcuna delicatezza. Piuttosto, una clamorosa espressione di enorme vitalit, che scivola nel cattivo gusto, volgare, s, ma che in qualche modo trasmette una strana attrazione. Nel suo fascino vistoso e aggressivo, sembra rispecchiare il carattere di Saunire. Forse logico cos. Tutta questa decorazione stata fatta dietro sue indicazioni. Questo il suo messaggio personale. Passiamo una mezz'ora a esaminare i dettagli. Comincio a stendere note e a fare fotografie. Andrew si concentra sui problemi registici degli angoli di ripresa e di illuminazione. Poi, mentre lui va fuori con gli altri per studiare le riprese esterne, io mi siedo su una delle panche. Qui, finalmente, ho la prima opportunit di starmene tranquillo ad assorbire l'atmosfera della chiesa di Brenger 14

Saunire. Questi pochi momenti di silenzio e solitudine producono in me la scoperta finora pi sorprendente e pi imprevista. Il tentativo di assorbire l'atmosfera fallisce. L'atmosfera non c'. Sono perplesso. Ogni costruzione antica - e in particolare ogni antico edificio di culto - che abbia mai visitato ha un suo particolare sapore. Quel senso, puramente soggettivo ma non per questo meno tangibile, del passato; del peso degli anni che si sono accumulati sopra le pietre. Come molti di quelli che visitano per la prima volta questa chiesetta ormai famosa, mi ero quasi aspettato un'aria di minaccia, forse. O un senso di qualcosa di sinistro. O, come minimo, un senso di disagio. Di sicuro mi aspettavo che secoli di preghiere avessero lasciato il segno. Ma qui... niente. Il luogo una tabula rasa. Inerte, morto; e le facce delle statue sono cieche e remote. I loro occhi dipinti guardano senza vedere. Non c' nulla che possano vedere. La massa fantasmagorica e pacchiana dei dettagli spazza via ogni senso. Non c' alcuna coerenza - neppure nelle quattordici Stazioni della Croce. Ogni dettaglio sembra a s, come se ciascuno di essi avesse un suo significato separato da trasmettere, ma quanto ad atmosfera, niente. La chiesa resta muta e riempita di vuoto, come se fosse stata prosciugata. Alla fine mi rifugio nella viva luce di febbraio. Gli altri stanno guardando il pilastro visigoto nel cui interno cavo Saunire avrebbe trovato le misteriose pergamene. Il pilastro stato spostato in un giardinetto davanti al portico della chiesa, dove funge da supporto per una statua della Madonna. Trasferito nuovamente nel 1994 nel museo locale per paura di atti vandalici (o peggio). Lo spostamento ha dato una nuova prova dell'inattendibilit delle informazioni di de Sde. La colonna non cava. Lo stretto foro da incastro di riconoscerla. Il libro di de Sde ha una fotografia che, secondo la didascalia, rappresenta la tomba di Saunire accanto a uno scavo eseguito nel 1966. In primo piano nella foto si vede una grande tomba rettangolare; sullo sfondo una fossa profonda, quella dello scavo del 1966. Avevo immaginato che la tomba fosse quella di Saunire. Mi avvicino e immediatamente resto sorpreso vedendo che la lapide parla di tutta un'altra persona. M. Buthion si accorge della mia perplessit. Sorridendo indica un punto a qualche metro sulla mia destra. l. E difatti quella l'ultima dimora del curato. Piccola: una semplice croce di pietra eretta sopra una lastra piatta posata accanto alla fossa. Spaccata, in parte invasa dalle erbacce; gli agenti atmosferici, e la terra e le foglie accumulate rendono l'iscrizione difficile da decifrare: ICI REPOSE BRENGER SAUNIRE, ma dall'altra parte della fossa che, fa capire la didascalia della foto, potrebbe essere un tentativo di furto di tombe. Guardo di nuovo il libro e vedo che la tomba di Saunire non neppure visibile nell'illustrazione. Un errore? Pu darsi. Certamente un'altra delle tante anomalie che comincio a raccogliere. (La semplice tomba di Saunire oggi, inevitabilmente, un po' abbellita. La pietra racchiusa in un blocco di cemento, dal quale un grande bassorilievo del buon curato guarda con aria interrogativa verso il basso.) Passiamo a visitare la chiesa. dedicata a Maria Maddalena, che - a quanto ci dice la leggenda giunse in Francia portando la vera Croce e il Graal. La statua della santa, con la Croce e il Graal, sormonta il portale della chiesa. Sotto i suoi piedi, Saunire ha fatto incidere l'ammonizione: TERRIBILE EST LOCUS ISTE: questo luogo terribile. (Alcuni visitatori di Rennes-le-Chteau vedono un significato sinistro in queste parole, che sono prese dalla Genesi, 28,17, e si riferiscono al luogo dove Giacobbe fece il sogno della scala che sale al cielo. La messa di dedicazione di una chiesa comincia con questa frase. L'ho vista anche sulla parete del Tempio del Monte a Gerusalemme. Pi perplessit pu lasciare un'altra frase incisa sul portico: DOMUS MEA DOMUS ORATIONIS VOCABITUR: la mia casa sar detta la Casa della Preghiera. La citazione viene completata in Matteo, 21,13, dalle parole: Ma tu ne hai fatto un covo di ladri.) Appena entrati, accanto alla porta, l'acquasantiera sostenuta da un diavolo di notevole bruttezza. Orribile e deforme, il suo volto contorto in un muto grido di odio. Imbattersi in lui all'improvviso dev'essere sicuramente uno choc. Ma anche in questo caso, le illustrazioni di de Sde ci hanno preparato e mi sorprende vedere quanto piccolo. Me lo ero immaginato in grandezza naturale, mentre la sua statura appena la met della mia. Le dimensioni ridotte sembrano 15

diminuire la sua minaccia. L'interno della chiesa molto esiguo e buio, con solo il luccicare rosso, sulla sua superficie troppo piccolo per aver contenuto il tubo cavo al cui interno si sarebbero trovate le pergamene. Oggi al museo, come vero nascondiglio, esposto un montante di legno della ringhiera di una scala. Ma anche questo, in mancanza di prove, molto discutibile. Osservando l'intricata decorazione scolpita, mi colpisce l'incongruit delle nuove scritte che Saunire ha fatto incidere sulla sua superficie: PENITENCE PENITENCE e MISSION 1891. Non riesco a capire perch qualcuno dotato di un certo senso della storia, come apparentemente lo era Saunire, possa voler sfigurare in questo modo un oggetto cos antico. Mi viene alla mente una spiegazione, curiosa ma semplice. Aggiungendo delle scritte, ha dato al pezzo un alto e un basso. Ora c' un solo modo giusto di considerare il pilastro come eretto. Che volesse farcelo vedere nel verso sbagliato? (Questa idea alquanto bislacca mi conduce in seguito ad approfondire le mie conoscenze sull'arte visigota e merovingia - di cui non so praticamente niente. La mia intuizione risulta probabilmente fondata quando scopro che la Croce incisa, accompagnata dall'Alfa e l'Omega, un motivo ricorrente nell'arte visigota: e qui, effettivamente, l'iscrizione di Saunire fa s che compaia capovolto. Un'altra stranezza.) A pranzo discutiamo della storia con Henri Buthion. felicissimo dell'idea di fare un documentario per la BBC ed abbastanza sicuro che riceveremo la piena collaborazione dagli abitanti del villaggio. Problemi e incertezze sembrano ridursi sempre di pi. Continuiamo a discorrere mentre il pomeriggio scivola via. Il pranzo troppo buono per consumarlo in tutta fretta e, oltre tutto, importante guadagnarci la benevolenza di M. Buthion. una miniera di aneddoti e storie locali su Brenger Saunire e sulla caccia al suo tesoro. Alcune idee interessanti si aggiungono alla mia lista di appunti. Alla fine andiamo via, pi che soddisfatti della nostra prima visita a Rennes-le-Chteau, resa indubbiamente pi facile dalla bravura di Lily Devze a ungere le ruote. Andrew e io stabiliamo di tornare domani mattina presto, di passare una lunga giornata di lavoro in ricognizione sui luoghi che riguardano il nostro progetto. Con nostro grande piacere, ci verr preparata una camera a Villa Bethania. Domani notte dormiremo chez Brenger Saunire.

Problemi di ripresaOgni indagine dettagliata tira fuori strane coincidenze. Il lavoro preparatorio sulla storia di Rennes-le-Chteau non fa eccezione, anche se dovranno passare dei mesi prima che l'accumularsi di coincidenza su coincidenza mi induca a cercare qualche altra spiegazione. Ma, coincidenze a parte, questo lungo luned destinato a produrre la prima di una piccola messe di eventi curiosi che ho sempre fermamente incasellato nella categoria del puro caso. Per esempio il tentativo di fotografare dettagli nella chiesa di un villaggio vicino, che dimostra ancora una volta l'apparente inevitabilit di intoppi in ogni sfaccettatura di questa storia. Quella che abbiamo programmata dev'essere una giornata attivissima. Molto terreno va coperto: una quantit di siti da esaminare per verificarne l'accessibilit e la produttivit dal punto di vista visuale. Di mattina molto presto Andrew e io lasciamo il nostro hotel di Carcassonne e torniamo a Rennes-le-Chteau per depositare i nostri bagagli e controllare l'esattezza dei riferimenti sulle mappe con Henri Buthion. Ci sar da muoversi su un terreno montuoso accidentato, per cui indossiamo solide scarpe da passeggio e riempiamo gli zaini dell'attrezzatura. Mentre siamo seduti in auto facendo gli ultimi controlli prima di lasciare il villaggio, M. Buthion compare con una cesta da picnic che ci sosterr finch faremo ritorno a sera. E che picnic! Un terzo tesoro di Rennes-leChteau la superba cucina di Henri Buthion. (Henri Buthion, come il suo Hotel La Tour sono ormai da tempo andati via da Rennes-le-Chteau.) La nostra giornata ha una programmazione non troppo rigida. impossibile prevedere quanto ci vorr per raggiungere alcuni siti. Il villaggio di Rennes-les-Bains in cima alla nostra lista di priorit. La sua chiesa e il cimitero hanno immagini, iscrizioni tombali e oggetti che possono interessarci. Rennes-les-Bains una 16

stazione termale dove le sorgenti calde e acque ricche di minerali servono un moderno ospedale, cos come un tempo servivano i bagni di una stazione romana. La storia di Saunire ha dei fili che risalgono al lontano passato, e quindi le testimonianze visive dell'occupazione antica ha una grande importanza per noi. Rennes-les-Bains si rivela diversissima dal villaggio gemello di Rennes-le-Chteau. Da qui non si gode di vasti panorami montani. La stazione termale si stringe al fiume nelle profondit di una valle ripida e boscosa. Ponti caratteristici collegano le file delle case sulle due sponde del fiume. Sotto il diroccato albergo vittoriano Thermes Romains il fiume scorre dove la sorgente calda si getta nelle acque gelide, un punto ancora usato dalle donne del posto per il bucato settimanale. La piazzetta con i suoi alberi polverosi silenziosa e sonnolenta. I vecchi del paese stanno seduti davanti alla porta di casa o sui parapetti di pietra. Invalidi in carrozzella, pazienti dell'ospedale, chiacchierano tranquilli all'ombra. Anche a febbraio le giornate possono essere calde e luminose in questa parte del mondo. (Rennes-les-Bains fu colpita da un'inondazione disastrosa nel settembre 1992. Il livello del fiume sal da otto centimetri a otto metri nel giro di un paio d'ore. Dietro la chiesa del paese, il cimitero venne devastato, cos come le facciate del Thermes Romains e di molte altre case. Ora l'albergo ha perduto la sua aria diroccata ed stato riparato e ferocemente rammodernato.) Troviamo la chiesa appena alle spalle della piazzetta del paese. Eseguiamo una rapida ispezione, ma all'interno molto buia e i dipinti che, ci hanno detto, presentano dei dettagli che potrebbero interessarci, sono praticamente invisibili. Decidiamo di non perdere altro tempo qui per il momento e ci disponiamo immediatamente a trovare la Poltrona del Diavolo: una roccia sul pianoro sopra Rennes-les-Bains che a quanto pare avrebbe dei legami con lo strano diavolo nella chiesa di Saunire. Dato che dovremo ripassare per Rennes-les-Bains nel viaggio di ritorno, decidiamo di tornare a visitare la chiesa in quella occasione, nella speranza che le condizioni di luce siano migliorate tanto da permetterci di fare delle fotografie. Appena fuori del villaggio troviamo il sentiero, quasi invisibile, che si ar rampica sul fianco della montagna e che Henri Buthion ha segnato sulla no stra mappa come via di accesso alla Poltrona del Diavolo. Sistemo l'auto in una macchia d'ombra accanto a un piccolo parapetto di pietra e, con l'attrezzatura in spalla, imbocchiamo il sentiero coperto dalle chiome degli alberi. La salita erta e difficoltosa, il sentiero si dirama continuamente, si fa a ogni svolta pi ingombro di vegetazione e pi ripido. Le pause per ripren dere fiato diventano sempre pi frequenti e sento che il sudore sta inzuppando il maglione che ho addosso. Mi rimprovero per non aver portato indumenti estivi pi leggeri: d'altra parte siamo a febbraio. Il mio zaino si fa pi pesante e la conversazione si dirada, impegnati come siamo a risparmiare il fiato per la salita. Durante una delle pause un commento di Andrew mi aiuta a trovare una nuova riserva di energia: Sembri in forma, per la tua et. Per la mia et? Cosa sarei, un vecchio rimbambito? Improvvisamente lo zaino si fa leggero. Faccio uno scatto a una velocit che rasenta la follia, mormorando tra la barba una sequela di luoghi comuni della serie si ha l'et che si sente di avere. E per, mentre il passo rallenta di nuovo, decido di accettare il rilievo di Andrew come il complimento che voleva essere. Dopo tutto, potrei effettivamente essere suo padre. Non proprio, ma quasi. E il mio unico esercizio fisico rappresentato abitualmente dalla camminata quotidiana fino alla mia auto. S, direi proprio che sono in forma per la mia et. Eccomi qua, a met di una cima dei Pirenei, e non in stato di collasso totale. Non ancora. Eppure... per la mia et! Ma pensa un po' ! (Erano quarantun anni ben portati.) Gli alberi si diradano aprendosi in una radura. Eccolo. Un grande masso grigio nettamente scavato a forma di poltrona. La sua dimensione fa quasi pensare a un trono. Per un attimo mi domando se abbiamo trovato proprio il posto giusto. La roccia ha un che di diverso dall'illustrazione che rammento di aver visto nel libro di de Sde. Ma Andrew trova un cartellino di legno, piccolo e marcito, inchiodato a un tronco d'albero: SOURCE DU CERCLE. FAUTEUIL DU DIABLE. Fonte del Cerchio. Poltrona del Diavolo. La piccola sorgente accanto a noi e non c' altro nei dintorni che potrebbe essere il masso che stiamo cercando. Ci giro intorno, cercando l'angolatura che 17

corrisponda al mio ricordo della fotografia mentre Andrew fruga nello zaino in cerca del libro. Ma da nessuna prospettiva mi sembra quello. Andrew trova la pagina e immediatamente si presenta la spiegazione logica. Prova a metterti sulla testa, dice. De Sde l'ha stampata capovolta. Non strano che appaia diversa. Probabilmente un altro errore, ma certamente un'altra aggiunta alla mia lista di sconcertanti stranezze, che ormai sta crescendo rapidamente. La Poltrona del Diavolo uno strano oggetto. La nicchia scavata che forma il sedile troppo netta e regolare per essere di origine naturale. Ma perch scolpire un sedile in un masso su un monte remoto e deserto? Non c' nessuna visuale interessante da qui. Forse era una sorta di luogo di ritrovo? Per un convegno di streghe? Un'assemblea druidica? Chi pu dirlo? Comunque, dal nostro punto di vista visivamente interessante e so che posso farlo rientrare nel disegno degli indizi sul tesoro che compariranno nel nostro film. Discutiamo sulla possibilit di portare quass la troupe televisiva con tutta l'attrezzatura. Non sar facile e ci vorr quasi mezza giornata per arrivare, installarsi e filmare. Decidiamo di includerlo nel calendario delle riprese e sentiamo di esserci meritati una pausa. Mi accomodo sulla Poltrona del Diavolo per far fuori buona parte del picnic di Henri Buthion. Poi facciamo qualche fotografia e riprendiamo il cammino verso l'auto. Sono il primo ad arrivare, e trovo un quartetto di amabili anziani signori seduti all'ombra sul parapetto di pietra accanto al quale ho parcheggiato. Lancio un bonjour, alzando la mano in un gesto di saluto. Mi accorgo che ho la microcamera fotografica appesa al polso. Mi appoggio al cofano dell'auto e mi metto a chiacchierare con gli uomini mentre aspetto l'arrivo di Andrew. A un certo punto lo sento che mi chiama da un punto non lontano sopra la collina. Ha trovato un'angolatura che sembra interessante su Rennes-les-Bains. Mi arrampico per il breve tratto di sentiero per raggiungerlo. Consideriamo l'inquadratura, decidiamo di no e torniamo alla macchina. In tre minuti siamo di ritorno alla piazzetta di Rennes-les-Bains. Per la seconda volta proveremo a fotografare l'interno della chiesa. Appena cominciamo a mettere mano all'attrezzatura, mi accorgo che la mia macchina fotografica non c' pi. Frughiamo metodicamente l'interno dell'auto. Niente. Altro tempo perso. Devo averla lasciata cadere dove abbiamo parcheggiato. Risaliamo in auto e rifacciamo la strada. I quattro signori stanno ancora prendendo il sole seduti sul parapetto. Mi fermo accanto a loro e chiedo se hanno visto la mia fotocamera. S, uno di loro ricorda di averla vista che l'avevo al polso appesa per la cinghia. L'unica possibilit sembrerebbe che mi sia caduta sul sentiero quando Andrew mi ha chiamato per guardare il panorama. Risaliamo fino a quel punto. Non ce n' traccia. Questi primi metri del sentiero sono puliti e fiancheggiati da erba bassa e ispida. Non c' nessun posto dove una macchina fotografica possa essersi nascosta, del sottobosco, dei sassi. Eppure... niente. Torniamo dai vecchi che intanto hanno cercato intorno e sotto l'auto. La macchina fotografica sparita nel nulla. un disastro. A parte la perdita della mezza dozzina di scatti che ho appena fatto, a questo punto inutile tornare a visitare la chiesa di Rennes-les-Bains. Dovr comprarne un'altra. Ma dove? L'unica speranza, mi dicono i vecchi, Esperaza, un paese dopo Couiza. Ci coster un'ora abbondante. Non mi ero mai reso conto di quanto potesse essere prezioso il tempo. E la scomparsa della macchina fotografica rimarr un mistero insoluto. Per la circostanza conferma il detto che non tutti i mali vengono per nuocere. Il piccolo negozio di fotografo di Esperaza di propriet del sindaco del paese, Georges Basset. Anche lui diventer un buon amico e ci fornir alcune informazioni preziose sulla storia di Saunire. L'acquisto viene fatto in tutta fretta e torniamo di corsa verso Rennes-les-Bains. La luce comincia a diminuire e decidiamo di rimandare a domani la chiesa. Ci sono altre localit ancora da trovare. Alcune strane pietre erette e un paio di sorgenti locali sarebbero collegate agli indizi sul tesoro. Mentre stiamo cercando infruttuosamente una sorgente chiamata Source de la Madeleine, alla fine ci imbattiamo in un cartello che indica una Fontaine des Amours, la Fonte degli Amanti. Che sia un altro nome della fonte che non riusciamo a trovare? Non sembra molto probabile, ma decido di fare un salto gi per il fianco della collina, mentre Andrew fa manovra per girare l'auto. Appena la vedo, ho la certezza che non si tratta della Source de la Madeleine. Comunque, gi 18

che sono qui, decido di fotografarla. Faccio una foto, ma la luce sbagliata e l'angolatura ancora di pi. C' un grosso masso lungo il fiume in cui si getta il torrente. Mi ci arrampico... e mi trovo a faccia a faccia con la mia prima testimonianza locale, scoperta autonomamente, a favore della storia cos com' riportata dal Trsor Maudit di de Sde. Il libro accenna a una sorta di liaison tra Saunire ed Emma Calv, celebre prima donna dell'epoca. Ed ecco che, inaspettatamente, presso la Fonte degli Amanti, trovo che la roccia su cui mi sono inerpicato porta la classica iscrizione degli innamorati: un cuore trafitto da una freccia. Sotto, E. CALV, con la data 1891. Strano. Il 1891 l'anno della presunta scoperta delle pergamene da parte di Saunire. A quanto si sa, solo dopo un anno, pi o meno, conobbe Emma Calv. In ogni caso, l'iscrizione un legame affascinante con la storia. Faccio una foto e, molto soddisfatto della mia piccola scoperta, chiamo Andrew per fargliela vedere. Lui compiaciuto quanto me e propone, tempo permettendo, di tornare domani a rifotografarla con una luce migliore. (La Fontaine des Amours uno dei luoghi pi piacevoli della zona. Non c' posto pi adatto per un picnic.) Questo piccolo evento alla Fontaine des Amours si riveler parecchio pi significativo - e perfino inquietante - di quanto immaginiamo. Sar la prima prova che qualcuno segue i nostri movimenti. E gli occhi che ci osservano, a quanto pare, sono ostili, e anche privi di scrupoli. Al nostro ritorno sul posto ci aspetta uno choc. L'iscrizione non c' pi. stata asportata dalla roccia. La foto 5 dell'inserto l'unica documentazione del fatto che essa sia mai esistita. Ma per il momento, ignari, ci rimettiamo in moto alla ricerca della Source de la Madeleine nella luce che sta scemando, per scattare le ultime fotografie della giornata e tornare a Rennes-leChteau. Questa notte dormiremo in casa di Saunire, a Villa Bethania. Ci aspetta una magnifica cena e una serata, fin troppo breve, ad assimilare la conoscenze di prima mano di Henri Buthion su Rennes-le-Chteau. Dobbiamo andare a dormire presto. Domani sar l'ultimo giorno del nostro giro di ricognizione, e c' ancora tanto da fare.

Un petit miracleAlle prime luci dell'alba sono gi sveglio. L'aria fresca e immobile. La veduta dalla mia finestra quasi troppo bella per essere vera. Verso est, il mio sguardo raggiunge la chiesetta di Saunire, cos vicina che posso quasi toccarla. L'altra finestra guarda a sud e una dolce luminosit perlacea di una limpidezza cristallina sembra mettere in evidenza ogni minimo dettaglio dell'immenso panorama. Tra pochi momenti sar giorno. Mi vesto in tutta fretta e mi avvio verso la terrazza ai piedi della Torre di Magdala. L'alba a Rennes-le-Chteau uno spettacolo che vale davvero la pena di vedere. Anzi, quando la luce cresce e il vivo sole del mattino comincia a disegnare ombre nette sulla campagna, trovo un effetto visivo che diventer la mia immagine preferita nel film. Nella valle sotto la terrazza verso ovest, un campo verde lentamente raccoglie una precisa silhouette nera di Rennesle-Chteau sulla sua cima montuosa. La Torre di Magdala merlata, la terrazza, la conica Orangerie a vetri... tutto si distende sul verde vivo con un'intensa acutezza di dettagli. Fotografo la scena e a colazione sorprendo Andrew pregandolo di impegnarsi a convincere la nostra troupe di ripresa ad alzarsi dal letto prima dell'alba per poter cogliere il villaggio d'ombra per il programma. Mi sento ottimista sulla giornata. cominciata bene. Abbiamo ancora bisogno di un campo lungo di Rennes-le-Chteau con cui aprire il programma. Chiediamo a Henri Buthion dove possiamo trovare una veduta da lontano veramente interessante che mostri l'isolamento del villaggio. Ce n' una spettacolare, ci dice, verso sud, su una cresta montana dall'altro lato della pianura. possibile arrivarci in auto quasi direttamente, ma dubita che il nostro veicolo a noleggio, piuttosto delicato, gradir il viaggio. Prima ancora che possiamo chiederci se sia il caso di azzardare la proposta, Henri si offre di accompagnarci con la sua vettura, decisamente pi robusta. L'ultimo mezzo miglio dovremo percorrerlo a piedi. Non c' un sentiero che salga sulla montagna, ma il percorso relativamente agevole. In fila indiana, 19

avanziamo su per un fianco non troppo ripido verso un gruppo di imponenti guglie di roccia bianca, che torreggiano sopra la cresta. La veduta di Rennes-le-Chteau al di l della piana, incorniciata da quelle rocce nude, perfetta. Purtroppo il posto troppo lontano e lungo da raggiungere per poterlo includere nel nostro calendario delle riprese. Optiamo per un compromesso, rinunciando alla cornice di rocce e ripiegando su una veduta pi vicina e dal basso, sulla pianura. Comincio a scattare le solite fotografie, che costituiscono i miei fondamentali appunti visivi. Andrew si allontana per qualche ripresa pi in l lungo la cresta. Il tempo, come sempre, limitato. Oggi dobbiamo tentare, per la terza volta, di fotografare l'interno della chiesa di Rennes-les-Bains. All'improvviso Andrew lancia un grido di costernazione. Ha fatto la prima foto e ha scoperto che dalla sua macchina saltata la levetta di ricarica. impossibile mandare avanti la pellicola. Assurdo. Comincio a sospettare che siamo vittime di una qualche folle cospirazione. Non riusciremo mai a fotografare Rennes-les-Bains? Ci mettiamo alla ricerca, ma un compito palesemente disperato. Come si fa a trovare un oggetto nero e argento di due centimetri di diametro su una scarpata pietrosa quando non sappiamo nemmeno ritrovare con certezza il percorso che abbiamo fatto per salire? Senza un sentiero da seguire, ci siamo inerpicati a casaccio. Non saprei neppure cominciare a ripercorrere i miei passi, figuriamoci quelli di Andrew. In ogni caso, non abbiamo la minima idea di quando, a che punto della salita, il pezzettino possa essersi staccato. Avviliti, cominciamo a ridiscendere dall'altura. Altro tempo andr perduto nell'impresa disperata di trovare un rimpiazzo per il pezzo mancante. Durante la discesa, Henri Buthion mi sta vicino in silenzio. Poi, con il tono pi naturale di questa terra, suggerisce: Magari potremmo chiedere aiuto a sant'Antonio l'Eremita. bravissimo a trovare gli oggetti perduti. Mi sono gi reso conto, nelle mie conversazioni con Henri, che un uomo di semplice e onesta devozione. Ma la proposta di chiedere l'intercessione di un santo per trovare la leva di caricamento di una macchina fotografica sembra troppo legato alla superstizione. Mi viene spontaneo un gioco di parole: Perch no? Non abbiamo niente da perdere. Ma non sono sicuro che il mio fiacco tentativo di umorismo funzioni anche in francese e, in ogni caso, una battuta francamente patetica e ho il sospetto che probabilmente offenderebbe Henri. Lui diceva sul serio. Camminiamo per un tratto discutendo di questioni pratiche. Quando contiamo di ritornare con la troupe di ripresa? Quante camere ci serviranno? Avremo bisogno di usare l'impianto elettrico della villa per le luci? Improvvisamente Henri tronca la conversazione e devia attraverso il pendio sassoso. Mi chiedo dove stia andando. E poi vedo qualcosa che luccica sul terreno davanti a lui, a cinque o sei metri di distanza. Henri si avvicina, quindi si china a osservare l'oggetto scintillante. Mi guarda. L'avevo detto che sant'Antonio ci avrebbe aiutato. Accorriamo mentre si china a raccogliere la levetta di caricamento. stato indiscutibilmente un gigantesco colpo di fortuna. O no? Sorridendo, Henri depone il minuscolo oggetto luccicante nella mano di Andrew. Voil! Un petit miracle. Non sembra ci sia altro da dire. E cos, si ritorna a Rennes-le-Chteau. Salutiamo Henri Buthion, nella felice certezza che tra qualche settimana, quando torneremo per le riprese, troveremo un solido amico al villaggio. Con un'altra delle magistrali merende di Henri caricate in auto, ci mettiamo in marcia per il nostro ultimo sopralluogo. Le imponenti rovine diroccate del Castello di Coustaussa forniscono un'altra veduta da lontano di Rennes-le-Chteau, incorniciata tra mura cadenti, ideale per la sequenza conclusiva. Poi, finalmente, Rennes-les-Bains - e altre stranezze. Il libro di de Sde fornisce una pianta della chiesa di Rennes-les-Bains per illustrare l'allineamento di taluni elementi che sarebbero significativi. Uno di questi elementi un dipinto della Madonna con il Cristo morto. (In seguito si scopr che si trattava di una copia rovesciata, a specchio, di un quadro di Van Dyck che si trova al museo di Anversa.) E noto come Le Christ au livre il Cristo della lepre in quanto, secondo de Sde, il ginocchio destro di Ges ricorda la testa di una lepre. In un colloquio mi ha fornito un'ulteriore informazione: che questo dipinto ha il curioso particolare di un ragno nascosto. Questo, afferma lo scrittore, un indizio per il tesoro sotto forma di rebus. (Il ragno, in francese, si dice araigne, e quindi, secondo l'accento locale, 20

Rennes.) Il ragno nascosto , mi dice, la Corona di spine nell'angolo in basso a destra del quadro. La prima stranezza che notiamo che la pianta di de Sde presenta il dipinto sulla parete orientale della cappella laterale, mentre in realt esso si tro trova sulla parete occidentale (e a quanto sembra sempre stato l). Le pareti della chiesa sono annerite dalla polvere dei decenni. Non c' luce riflessa, anzi non c' quasi luce. Il quadro praticamente invisibile. Sperando per il meglio, scatto qualche fotografia con il flash, augurandomi che queste possano aiutarmi a esaminare i dettagli in seguito. L'allineamento proposto da de Sde, gi messo in discussione dalla collocazione errata del dipinto, inizierebbe da un tiglio che si trova nel cimitero. Cerchiamo la pianta, ma senza fortuna. vero, ci sono dei ceppi di alberi abbattuti negli anni passati. Ma nel punto indicato... niente. Ancora un'anomalia. Sembra chiaro che non possiamo prendere per buona nessuna delle indicazioni di de Sde. Tutte vanno controllate e se qualcuna non verificata, come ora vediamo, andr trattata con estrema cautela. Il nostro giro di ricognizione ha dato quasi tutte le risposte che cercavamo. Ha anche prodotto una selva di nuovi interrogativi. Questa, come impareremo, la caratteristica normale della ricerca su Rennes-le-Chteau. Ma per il momento siamo soddisfatti e intraprendiamo il viaggio di ritorno verso casa, dove inizieremo il lavoro minuzioso per preparare il copione e il piano delle riprese. Rientrati in Inghilterra, le mie foto mi permettono finalmente di esaminare i dettagli dell'interno della chiesa di Rennes-les-Bains. De Sde mi ha assicurato che il ragno nascosto del rebus si trova nell'angolo in basso a destra del dipinto che colloca nel punto sbagliato. Le fotografie che ho scattato dimostrano che gli Oggetti della Passione - i tre chiodi, la spugna eccetera -sono effettivamente nel posto indicato. Secondo de Sde, la Corona di spine dipinta in modo che ricordi un ragno. Ora che la mia fotografia mi permette di vederla chiaramente, mi sembra che ci voglia un grande sforzo di fantasia per accorgersi di una cosa del genere. Ma, esaminando i dettagli, noto che effettivamente c' qualcosa a forma di ragno nell'angolo in basso a destra. Un'erba che cresce in una fenditura della roccia pu sicuramente essere vista come ragnesca. Una simile interpretazione indiscutibilmente soggettiva e quindi, a mio parere, inattendibile. Ciononostante, la forma corretta nel punto indicato da de Sde, anche se il dettaglio da lui specificato errato, mi induce a riflettere. Quando guardo la presunta testa di lepre sul ginocchio di Cristo, mi accorgo che anche qui un'interpretazione del genere possibile, grazie all'ombreggiatura delle tinte. Ma noto anche che presente un'altra testa di lepre, molto pi evidente, nell'esecuzione palesemente innaturale dell'ascella destra di Cristo. Perch non ne stato fatto cenno? E quale eventuale significato pu essere ricavato da tutti questi bizzarri - e dubbi - dettagli? Comincio a domandarmi quanta parte delle sue informazioni derivino da una sua conoscenza diretta e quanta invece rappresenti semplicemente informazioni fornite da altri e da lui trasmesse. Nella mente mi risuona l'eco della sua enigmatica dichiarazione al nostro primo incontro: Pensavamo che potesse essere interessante che qualcuno come lei... E assodato che l'aumento di indizi del numero crescente di anomalie potrebbe indicare che de Sde non la fonte primaria della storia raccontata nel suo Trsor Maudit. (Le mie fotografie rivelano anche uno splendido dettaglio nella chiesa di Rennes-les-Bains che non ha niente a che vedere con il Mistero. A sinistra della porta, in una piccola nicchia, c' il fonte battesimale. Nella penombra, avevo pi intuito che visto i suoi dettagli. Sopra il fonte, il lampeggiatore della mia macchina fotografica ha registrato un superbo bassorilievo del Battesimo di Ges. Un tesoro che vale una deviazione.) Lavorando allo script, molto del mio tempo di riflessione lo passo con lo sguardo fisso sulle pergamene di Saunire, che sono appese al muro sopra la mia scrivania. Noto che ci sono alcune crocette, apparentemente incongrue, sparse tra le lettere di uno dei documenti ed cos che mi imbatto in

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La struttura geometrica della pergamena.

una strana nuova pagina da aggiungere al dossier dei messaggi segreti. La disposizione delle croci mi porta alla scoperta di un notevole disegno geometrico al quale stato ingegnosamente sovrapposto lo scritto. Il disegno accuratamente strutturato quello di una stella a cinque punte racchiusa in un cerchio.* Perch c'? E che cosa pu significare? In uno dei nostri frequenti incontri, mostro la nuova scoperta ad Andrew. colpito quanto me dalla logica della costruzione. Ma, come me, non riesce a trovare alcuna spiegazione, se non il ben noto - e alquanto dubbio significato occulto attribuito al disegno in relazione a operazioni magiche, come la evocazione degli spiriti. Questa interpretazione sembrerebbe atta a sollevare inutilmente un polverone, per quanto riguarda la nostra storia, e n lui n io troviamo un modo per inserirla succintamente nel filmato. Devono passare degli anni prima che l'importanza di questa costruzione geometrica risulti evidente. Per il momento, un vicolo cieco e dobbiamo lasciarlo l dov'.

* Per una spiegazione della logica di questo eccezionale disegno, vedi The Holy Place, pp. 27-31.

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4 L'inizio delle riprese: un cambiamento di programmaNEL marzo 1971 Andrew e io partiamo con la nostra troupe per girare il breve servizio che Paul Johnstone conta di inserire in un numero di Chronicle nel corso dell'anno. Non abbiamo idea che nuove rivelazioni porteranno il mistero di Rennes-le-Chteau in direzioni del tutto impreviste. I primi accenni di come si metteranno le cose passano quasi inosservati nel generale fermento delle attivit. De Sde fa una fugace comparsa al villaggio per guardarci al lavoro. In una delle conversazioni che ho con lui, accenna a un passo del suo libro che ai miei occhi ha sempre avuto un carattere di curiosa irrilevanza. Il passo racconta come, durante un fatidico viaggio a Parigi per la decifrazione delle pergamene, il prete Saunire aveva comperato delle copie di alcuni dipinti. Una di queste era la riproduzione di un capolavoro del Seicento, I pastori dArcadia di Nicolas Poussin. Raffigura tre pastori e una pastora che contemplano una tomba in un paesaggio mitico, arcadico. La prima volta che ho letto la notizia nell'edizione tascabile del libro di de Sde, non ci ho fatto quasi caso. Sembrava niente di pi che un fuggevole squarcio su una sfaccettatura del carattere e degli interessi di Saunire. L'edizione illustrata del Trsor Maudit, per, aveva richiamato la mia attenzione su questo aneddoto. Per quanto potesse sembrare un particolare secondario, l'autore aveva ritenuto opportuno inserire il dipinto tra le illustrazioni. Perch prendersi la briga, e affrontare i costi, di riprodurre il quadro quando la sua rilevanza rispetto alla storia meritava solo una breve frase? Ora, mi dice de Sde, qualcuno avrebbe scoperto la localit dipinta da Poussin. La tomba e il paesaggio, a quanto pare, non sono affatto immaginari. Inoltre, si trovano nelle vicinanze di Rennes-le-Chteau. De Sde sostiene di non essere in possesso di informazioni pi precise. Il suo informatore ha promesso di fornire ulteriori dettagli che lui ci mander appena arriveranno in suo possesso. Questo nuovo dato singolare destinato a essere la bomba che influir su tutti i nostri piani. La miccia verr accesa mentre aspettiamo ulteriori dettagli. Finite le riprese senza che succeda nulla di particolare, resta da lavorare al montaggio. Tornati a Londra, cominciamo a dare pazientemente a tutto il materiale filmato la forma di un programma. Mentre siamo impegnati in questa attivit, da de Sde arrivano altre informazioni. Si presentano sotto l'inattesa forma di una nuova decifrazione. Il mio originario codice da boy scout l'avevo trovato nel pi breve dei due documenti ufficialmente rinvenuti da Saunire. Ora de Sde ci spedisce il testo di un messaggio nascosto nelle decine di lettere interpolate, prive di senso, che avevo da tempo identificato nel documento pi lungo. Ancora una volta, il pi antico dei miei interrogativi sul mistero mi si riaffaccia alla mente. Perch mai le decifrazioni non appaiono nel libro di de Sde? C'era, s, un passo che faceva riferimento a un lavoro svolto da esperti crittografi. La loro conclusione era che i documenti contenevano testi cifrati con una sostituzione a doppia chiave e una trasposizione eseguita su un disegno a scacchiera, con ulteriori complicazioni sotto forma di errori intenzionali intesi a portare il decifratore su false piste. Ma come era stato possibile, mi ero chiesto, giungere a queste conclusioni senza arrivare con successo a una decifrazione? E se tale decifrazione era stata fatta... ancora una volta... perch non era pubblicata? Che uso dobbiamo fare di questo nuovo messaggio? bizzarro e in buona parte incomprensibile. Ma contiene una frase fondamentale: Poussin ha la chiave. Ecco il legame con l'artista e il presunto acquisto da parte di Saunire di una copia de I pastori d'Arcadia. La miccia stata accesa, e la detonazione non si fa aspettare troppo. Gli ulteriori dettagli promessi da de Sde arrivano. Sono delle fotografie di una tomba in un paesaggio pastorale. La localit, ci informa, solo a un paio di miglia da Rennes-le-Chteau, sulla destra della strada, tra i paesi di Serres e di Arques. Tomba e paesaggio appaiono indiscutibilmente identici a quelli raffigurati nel quadro di Poussin. Esattamente in questo periodo, e indipendentemente da de Sde, mi imbatto in un altro legame con Poussin e il suo dipinto e imparo una lezione importante. Non sufficiente guardare. Occorre 23

anche vedere. Il mio lavoro su questa storia cominciato quando ho guardato la pergamena di Saunire e ho visto il messaggio nascosto. In seguito ho visto il complicato disegno geometrico nascosto sotto le lettere. Ma c' un altro semplice messaggio che ho sotto gli occhi e bench lo abbia guardato molte volte, soltanto adesso, ora che la sua importanza mi richiama a gran voce, riesco a vederlo. Si trova in un'iscrizione tombale riprodotta nel Trsor Maudit, un'iscrizione

che, ci dice de Sde, Saunire pens bene di cancellare (ma, a quanto pare, una copia sopravvissuta). La lastra si trovava sulla tomba di una grande dame di Rennes-le-Chteau del diciottesimo secolo, Marie de Blanchefort, deceduta nel 1781; questa iscrizione, con quella che l'accompagnava sopra la lapide eretta della tomba, strettamente legata con i messaggi segreti delle pergamene. * Le due righe verticali che racchiudono l'iscrizione mi perseguitano da mesi. A prima vista non hanno niente di terribilmente complicato, eppure non riesco a trovare una spiegazione soddisfacente. Il testo centrale in latino, cos come, apparentemente, la colonna verticale di sinistra. La colonna di destra sembrerebbe greco. Ma, finora, quel poco di latino e quel pochissimo di greco che ricordo non mi hanno fatto fare nessun passo avanti, ET IN PAX sembrerebbe tutto quanto possa suggerire la prima colonna. Ma il mio latino, per quanto arrugginito, mi dice che PAX, il nominativo per pace, grammaticalmente errato dopo la preposizione IN. Anche accettando una frase sgrammaticata, si ottiene E IN PACE - che non aiuta molto. Ma ora ho in mente Poussin e la decifrazione delle colonne verticali mi fa vergognare della mia cecit. Il testo tutto in latino, ma le colonne verticali sono scritte in caratteri greci. Il camuffamento tutto qui. Non resta che traslitterarlo nell'alfabeto latino. E, T, I, N e A rimangono uguali. Ma P diventa R; X diventa K (o C dura)... e cos via. Le due colonne dicono semplicemente: ET IN ARCADIA EGO... l'iscrizione sulla tomba che stanno contemplando i pastori nel dipinto di Poussin. Ecco il nostro anello di collegamento. Tutti questi suggerimenti che una chiave del mistero si trovi nelle opere di Poussin, pi la sorprendente e filmabile scoperta della tomba e del paesaggio de I pastori d'Arcadia, non possono pi essere ignorati alla luce del nostro programma. Andrew e io abbiamo una lunga, concitata ed eccitata discussione. La cornice del programma su cui stiamo lavorando e il tempo a disposizione* Vedi The Holy Place, cap. 5.

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del nostro servizio non permettono di introdurre questo nuovo materiale. In ogni caso, il nostro viaggio per le riprese si concluso e non disponiamo di materiale visivo per illustrare la scoperta Poussin. Certo, potremmo riprodurre il quadro nel nostro film. Ma il paesaggio? I nuovi siti? I nuovi dati e le nuove teorie? Non abbiamo neanche un minimo spezzone filmato utilizzabile. Dobbiamo parlare al nostro produttore. Paul ascolta la nostra relazione sui nuovi elementi e resta colpito non meno di noi dalle fotografie della tomba. Conviene con noi che la storia ha acquisito una nuova dimensione, anche se la soluzione dell'enigma appare ancor pi di prima avvolta nel mistero. Anche Paul, come noi, ritiene che l'aspetto Poussin non si possa ignorare. spettacolare e visivamente efficacissimo. Inoltre, alla luce di quanto si sa della vita e dell'opera di Poussin, una vera scoperta. In qualche modo va inserita nel filmato. Nel mondo della televisione, per, la decisione non pu essere cos semplice. Abbiamo gi una data prevista per la messa in onda del programma. Concedere altro tempo per un'ulteriore spedizione di riprese e per strutturare un nuovo servizio significa che il nostro buco andr riempito da qualcos'altro e che bisogner trovare una nuova data per la nostra trasmissione. Questo, per, non un problema n per Andrew n per me. Paul, convinto come noi che il nuovo materiale meriti un approfondimento, ci fa felici decidendo di affidarci un'intera puntata di Chronicle in cui esplorare la storia di Saunire. Risolver lui i problemi amministrativi. A noi resta il compito di realizzare il filmato. Ora, improvvisamente, abbiamo un po' di respiro. Il film di notevole durata che ora dovremo fare non pu essere mandato in onda prima dell'inizio della primavera del 1972. Avr molto pi tempo per condurre altre ricerche. Non torneremo a filmare a Rennes-le-Chteau prima di settembre, quando sar passato il maggiore afflusso turistico e il periodo di caldo pi forte.

AnomalieIntanto, c' una quantit di lavoro da fare. Una nuova linea di indagine stata aperta dalla complessa ultima decifrazione speditaci da de Sde. Diventa l'argomento di prolungate riflessioni. Come faccio a inserirlo nel mio copione ampliato? Il messaggio strano e, a prima vista, assai stravagante: BERGERE PAS DE TENTATION QUE POUSSIN TENIERS GARDENT LA CLEF PAX DCLXXXI PARLA CROIX ET CE CHEVAL DE DIEU JACHEVE CE DAEMON DE GARDIEN A MIDI POMMES BLEUES

(letteralmente: Pastora nessuna tentazione che Poussin Teniers tengono la chiave. Pace 681. Per la croce e questo cavallo di Dio finisco questo demonio di guardiano a mezzogiorno mele blu). Cosa diavolo dobbiamo pensarne? De Sde afferma che la decodificazione stata eseguita dai computer dell'ufficio cifra delle forze armate francesi. Ma pi mi arrabatto a verificare l'arzigogolato funzionamento del metodo di codifica, pi mi sento insoddisfatto da quell'affermazione. Non riesco a immaginare come un programma di computer, per quanto sofisticato, possa essere in grado di compiere gli arbitrari, illogici - per non dire irrazionali - salti di senso che questo codice richiede. Ho bisogno del parere di un esperto. Fortunatamente la BBC sta preparando una serie sui decrittatori. Un contatto con un esperto di cifrari non richiede uno sforzo superiore a una decina di passi lungo il corridoio della redazione di Chronicle. Un paio di telefonate e mi trovo in auto diretto a far visita a un ex membro della confraternita dei decrittatori del British Intelligence. Gli mostro le pergamene in codice, il sistema di codificazione e il messaggio finale. incuriosito e mi interroga in modo pressante sulla provenienza della documentazione e la possibile datazione della cifra. Gli fornisco tutte le informazioni che sono stato in grado di ottenere da de Sde ed esprimo i miei dubbi sulla credibilit e franchezza delle mie fonti. L'idea di una possibile macchinazione sotterranea aggiunta al carattere straordinario del messaggio cifrato sembra incuriosirlo ancora di pi. Me lo lasci per qualche giorno, dice. Entro la settimana ho la sua reazione da specialista. E una delle cifre pi complesse che abbia mai visto, mi dice. Il sistema perfettamente valido ma laborioso. Ci saranno voluti mesi per prepararlo. Gli domando se sarebbe 25

stato possibile decifrare il codice con un computer. Assolutamente no, mi risponde. Non , semplicemente, un problema valido per un calcolatore. , in pratica, inespugnabile. E allora, come mai disponiamo del messaggio decodificato? insisto. Chi le ha fornito la decifrazione deve possedere la chiave. Oppure un informatore che ha la chiave, considero. Questo un altro problema, dice l'esperto di cifrari. * Mentre sto lavorando sulle nuove piste e seguendo le mie pi recenti linee di ricerca, un'altra curiosit fa la sua comparsa nella storia secondo de Sde. Reperisco una seconda versione rilegata del suo libro. Si tratta di un'edizione di un Book Club. Inizialmente appare identica all'edizione rilegata che ho gi acquistato. Ma, per non smentire l'andamento di questa storia, individuo un'evidente anomalia. I due libri hanno le stesse illustrazioni - con una singolare eccezione. Il primo mi ha gi lasciato perplesso con una fotografia apparentemente irrilevante, che dovrebbe essere di un pannello ligneo con un'ape scolpita in ogni angolo e, nel centro, una figura femminile alata che, ritta su un piccolo globo, regge una corona d'alloro alta sopra la testa. La didascalia dell'illustrazione , a dir poco, oscura: Rennes-les-Bains - Thermes Romains (detail). Il testo del libro non ne fa cenno. Non il caso, per, di immaginare altri misteri. Forse, avevo pensato, c'era una spiegazione di questo dettaglio che saltata nella sistemazione finale del testo. Probabilmente le illustrazioni erano gi state preparate e allora era troppo tardi per eliminare la fotografia. Come spiegazione, non delle pi soddisfacenti, ma almeno possibile. Nel primo libro rilegato, l'illustrazione una foto retinata. La versione del Book Club, invece, una fotoincisione al tratto. Ne segue che il misterioso dettaglio non l per errore. L'illustrazione chiaramente voluta. Perch? E perch in nessuno dei testi disponibili si trova il minimo accenno di spiegazione? Questo un mistero che non sar mai risolto. Quando lo interpello, de Sde non sa (o non vuole) darmi una spiegazione. Un minimo barlume sar alla fine gettato su que