SEDUTA POMERIDIANA DI GIOVEDÌ 23 GENNAIO...

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Atti Parlamentari 4069 — Camera dei Deputat i V LEGISLATURA — DISCUSSIONI — SEDUTA POMERIDIANA DEL 23 GENNAIO 1969 73 . SEDUTA POMERIDIANA DI GIOVEDÌ 23 GENNAIO 1969 PRESIDENZA DEL PRESIDENTE PERTIN I IND I DEL VICEPRESIDENTE BOLDRIN I INDICE PAG . Disegni di legge : (Approvazione in Commissione) 4108 (Rimessione all'Assemblea) 408 1 Disegni di legge (Seguito della discussione) : Bilancio di previsione dello Stato pe r l'anno finanziario 1969 (311) ; Rendiconto generale dell'Amministrazio- ne dello Stato per l'esercizio finan - ziario 1967 (312) 4074 PRESIDENTE 4074 DE LORENZO GIOVANNI 408 1 DE STASIO 407 7 DURAND DE LA PENNE 4074 NICCOLAI GIUSEPPE 409 2 PIGNI 4100 STORCHI 4109 Proposte di legge: (Annunzio) 407 1 (Approvazione in Commissione) 4108 PAG. (Deferimento a Commissione) . . 4071, 411 4 (Rimessione all'Assemblea) 408 1 Interrogazioni e mozione (Annunzio) : PRESIDENTE 411 5 MIOTTI CARLI AMALIA 411 5 NENNI, Ministro degli affari esteri 411 5 Commemorazione del deputato Francesco Cocco OrW : PRESIDENTE 407 2 Russo, Ministro senza portafoglio 407 3 Commissioni permanenti (Modifica nella costi- tuzione) 410 8 Convalida di deputati 407 1 Giunta delle elezioni (Modifica nella costi- tuzione) 410 9 Giunta per le autorizzazioni a procedere in giu - dizio (Modifica nella costituzione) . . 411 4 Ordine del giorno delle sedute di domani . . 4115

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Camera dei Deputat i

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73.

SEDUTA POMERIDIANA DI GIOVEDÌ 23 GENNAIO 1969

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE PERTINI

IND I

DEL VICEPRESIDENTE BOLDRINI

INDICEPAG .

Disegni di legge :

(Approvazione in Commissione)

4108(Rimessione all'Assemblea) 408 1

Disegni di legge (Seguito della discussione) :

Bilancio di previsione dello Stato perl'anno finanziario 1969 (311) ;

Rendiconto generale dell'Amministrazio-ne dello Stato per l'esercizio finan-ziario 1967 (312) 4074

PRESIDENTE 4074DE LORENZO GIOVANNI 408 1DE STASIO 407 7DURAND DE LA PENNE 4074NICCOLAI GIUSEPPE 4092PIGNI 4100STORCHI 4109

Proposte di legge:

(Annunzio) 407 1(Approvazione in Commissione) 4108

PAG.

(Deferimento a Commissione) . . 4071, 4114(Rimessione all'Assemblea) 408 1

Interrogazioni e mozione (Annunzio) :

PRESIDENTE 411 5MIOTTI CARLI AMALIA 411 5NENNI, Ministro degli affari esteri 4115

Commemorazione del deputato Francesco CoccoOrW :

PRESIDENTE 4072Russo, Ministro senza portafoglio 4073

Commissioni permanenti (Modifica nella costi-tuzione) 410 8

Convalida di deputati 4071

Giunta delle elezioni (Modifica nella costi-tuzione) 4109

Giunta per le autorizzazioni a procedere in giu -dizio (Modifica nella costituzione) . . 4114

Ordine del giorno delle sedute di domani . . 4115

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La seduta comincia alle 16.

FINELLI, Segretario, legge il processoverbale della seduta pomeridiana di ieri .

(È approvato) .

Annunziò di proposte di legge .

PRESIDENTE. Sono state presentate pro-poste di legge dai deputati :

LUCCHESI : « Adozione di una fascia pa-raurti elastica posteriore sui camions, auto-treni, rimorchi » (893) ;

DE MEO : « Istituzione del grado di gene-rale ispettore , per il Corpo della capitaneriedi porto » (888) ;

CAVALLARI ed altri : « Sistemazione degl iincaricati e degli addetti alla scritturazio-ne presso l'amministrazione degli archivi no-tarili » (889) ;

QUARANTA : « Provvedimenti per gli inva-lidi per servizio, per i loro congiunti e per icongiunti dei caduti per servizio (890) ;

IANNIELLO : « Indennità penitenziaria a fa-vore degli insegnanti elementari in serviziopresso gli istituti di prevenzione e di pena »(891) ;

CATTANEI ed altri : « Integrazione del pri-mo comma dell 'articolo 20 della legge 31 di-cembre 1962, n . 1859, concernente " istituzio-ne e ordinamento della scuola media statale "e abrogazione del secondo e terzo comma de ldecreto del Presidente della Repubblica 3 lu-glio 1964, n. 784, concernente " norme perl 'applicazione degli articoli 17, 19 e 20 dellalegge 31 dicembre 1962, n . 1859, sul passag-gio a carico dello Stato del personale di se-greteria e ausiliario delle scuole secondari edi avviamento professionale " » (892) .

Saranno stampate e distribuite . La prima ,avendo il proponente rinunciato allo svolgi -mento, sarà trasmessa alla Commissione com-petente, con riserva di stabilirne la sede ; del -le altre, che importano onere finanziario, sa-rà fissata in seguito la data di svolgimento .

Deferimento a Commissione .

PRESIDENTE. Sciogliendo la riserva, co-munico che il seguente provvedimento è de -ferito alla VI Commissione permanente (Fi -

nanze e tesoro), in sede referente, con il pa-rere della V e della XII Commissione :

BIANCHI GERARDO ed altri : « Modifiche agl iarticoli 1 e 2 del decreto-legge 6 ottobre 1955 ,n . 873, convertito, con modificazioni, nellalegge 3 dicembre 1955, n. 1110, con il qualeè stata istituita una imposta erariale sul gasmetano » (702) .

Convalida di deputati.

PRESIDENTE. La Giunta delle elezioni ,nella seduta di ieri, ha verificato non esser econtestabili le seguenti elezioni, e, concor-rendo negli eletti le qualità richieste dall alegge, le ha dichiarate valide :

Collegio XI (Udine-Belluno-Gorizia-Por-denone) :

Lizzero Mario, Scaini Antonino, Arman iArnaldo, Toros Mario, Bressani Piergiorgio ,Fusaro Leandro, Colleselli Arnaldo, Fioro tMario, Marocco Mario, Ceccherini Guido ,Fortuna Loris, Lepre Bruno .

Collegio XII (Bologna-Ferrara-Ravenna -Forlì) :

Boldrini Arrigo, Ferri Giancarlo, Ventu-roli Giuseppe, Loperfido Francesco Gino, Ve-spignani Veraldo, Pajetta Giuliano, LamaLuciano, Degli Esposti Renato, Sabadin iWalter, Gessi Nives, Flamigni Sergio, Pa-gliarani Nicola, Lami Francesco, Bignard iAgostino, Biasini Oddo, Preti Luigi, Marton iAnselmo, Cattani Venerio, Servadei Stefano ,Salizzoni Angelo, Elkan Giovanni, Zaccagni-ni Benigno, Bersani Giovanni, Cristofor iAdolfo Loris, Mattarelli Gino .

Collegio XIX (Roma-Viterbo-Latina-Fro-sinone) :

Berlinguer Enrico, Natoli Aldo, Pietrobo-no Tullio, D'Alessio Aldo, Giannantoni Ga-briele, Cesaroni Gino, Morvidi Leto, CiancaClaudio, La Bella Angelo, Luberti Franco ,Assante Franco, Pochetti Mario, Trombador iAntonello, Bozzi Aldo, Monaco Ottorino, Can-talupo Roberto, Vecchietti Tullio, Andreott iGiulio, Bonomi Paolino Mario, Storti Bruno ,Galloni Giovanni, Greggi Agostino, Iozzell iAttilio, Cervone Vittorio, Simonacci Marcello ,Darida Clelio, Badaloni Maria, Evangelist iFranco, Palmitessa Ennio, Felici Carlo, Ber-

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nardi Guido, Ciccardini Bartolomeo, Fanell iAugusto Cesare, Tanassi Mario, Sargentin iBruno, Zagari Mario, Vassalli Giuliano ,Querci Nevo, Venturini Aldo, Mammì Oscar ,Michelini Arturo, Almirante Giorgio, Cara-donna Giulio, Turchi Luigi .

Do atto alla Giunta di questa comunicazio-ne e dichiaro convalidate le suddette elezioni .

Commemorazion edel deputato Francesco Cocco Ortu .

PRESIDENTE . (Si leva in piedi, e conlui i deputati e i membri del Governo) . Ono-revoli colleghi, l'immatura scomparsa del -l ' onorevole Francesco Cocco Ortu ha destatoin noi tutti un sincero dolore e un profondorimpianto .

È stata una fine improvvisa, poiché fino apoco tempo fa il caro ed eminente collega er astato fra noi e la sua presenza in aula e ne lpalazzo era frequente ed evidente, come suc-cede per gli uomini di valore, la cui perso-nalità incide e si manifesta in ogni momento .Pertanto, anche per questo motivo, noi avver-tiamo acutamente il vuoto e la perdita graveche subisce la nostra Assemblea, privata d iuno dei suoi più rappresentativi e prestigios iesponenti .

La sua morte è stata definita « immatura » ;infatti Francesco Cocco Ortu non aveva che 56anni, essendo nato a Cagliari nel 1912 . Tut-tavia il suo nome richiamava anche tempi or -mai lontani, quelli dell'immediato dopo -guerra .

Egli è stato fra i primi a sedere su quest i

banchi all'indomani della liberazione, quan-do fu membro della Consulta Nazionale ne l1945 ; era cioè uno di quegli uomini da mag-gior tempo sulla scena politica, sempre im-pegnati, quindi anche logorati, nel fisico, daun'attività incessante . Ed è stato proprio un odi quei mali che non perdonano, repentini eterribili, a colpirlo il 27 dicembre ultim oscorso, proprio nel periodo in cui di solit oquasi tutti godono di meritato riposo e fami-liare letizia .

La personalità di Cocco Ortu, oltreché dinotevole levatura politica, era anche ricca d icaratteristiche - inconfondibili e si distinguev asempre, in ogni circostanza, in ogni luogo ,nel Parlamento e nel partito in cui militava ,nel paese e nella sua regione . Cercherem ooggi di delinearla, brevemente, sulla scortadei freschi ricordi e sui dati di un'intensa bio-

grafia .Apparteneva ad una famiglia di antiche

tradizioni liberali : suo nonno, del quale ave -

va ripreso il nome, era stato deputato di Ca-gliari per quasi mezzo secolo . Sottosegretarioper la giustizia, poi ministro dell'agricolturae di nuovo ministro della giustizia con Gio-litti .

La sua formazione politica e culturale s iera perciò nutrita degli esempi familiari . Manon era stata la tradizione a condurlo sull avia della politica militante : dopo la cadutadel fascismo e le tragedie della guerra, gl ieventi e le condizioni dell'Italia e della Sar-degna l'avevano sospinto verso un ruolo at-tivo, verso un impegno totale per un'opera d iricostruzione e di rinascita spirituale e mate-riale che in quel momento si presentava estre-mamente difficile .

Culturalmente formatosi a Roma, dove siera laureato, Francesco Cocco Ortu era cre-sciuto con mentalità aperta a problemi nazio-nali e universali : ma il suo attaccamento allaSardegna, alla sua terra, non era mai venutomeno e si era concretizzato in uno studio con-tinuo delle questioni della sua isola e in unaazione appassionata in favore di tutti i suoifratelli sardi .

Quando, alla fine della guerra, dopo il ser-vizio militare, rientrò nella sua Cagliari di -strutta dai bombardamenti e straziata dailutti, non si scoraggiò dinanzi a quelle rovin ee a quelle miserie, ma lanciò il primo appelloper una immediata ricostruzione e mise tuttose stesso, senza limiti e senza condizioni, a lservizio della comunità .

Durante la Resistenza aveva aderito a lpartito liberale e come esponente di questopartito iniziò un ' attività che si svolse sempresu due fronti : quello regionale e quello na-zionale .

Fu, come ho già detto, membro della Con-sulta e poi, nel 1948, del primo Parlament orepubblicano . Consigliere regionale e provin-ciale, fu nuovamente eletto deputato nelle,ul-time due legislature . Fece parte delle Com-missioni industria, giustizia e affari costitu-zionali . Della sua biografia voglio ricordareun episodio che mi sembra abbastanza indi-cativo dell'uomo e del suo carattere : nel 1948De Gasperi, che aveva ancora presente il li-beralismo del periodo giolittiano, chiese a lgiovane deputato sardo di assumere il dica-stero della giustizia, come aveva fatto il non -

no. Sorprendentemente Cocco Ortu, anzich é

riempirsi di orgoglio, rifiutò e rispose, sorri-dendo, di avere appena 36 anni e di volereancora maturare per una esperienza gover-nativa .

L'episodio non ha bisogno di miei ulte-riori commenti . Altri ne potrei ricordare per

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meglio tratteggiare la figura inconfondibil edell'onorevole Francesco Cocco Ortu . Ma milimiterò ad accennare alla generosità del suotemperamento, che si univa ad altre dot ipossedute in notevole misura : la sensibilità ,l ' intelligenza, la cultura e soprattutto quellequalità oratorie attraverso le quali riusciv aa stabilire un contatto immediato con i suo iascoltatori, fossero questi gli anonimi compo-nenti delle folle dei comizi o i suoi collegh inell'aula parlamentare .

Grande avvocato, eccellente penalista, evaloroso protagonista di processi celebri, no nrisultava mai superfluo, retorico, insincero ;i suoi interventi avevano il piglio tipico degl ioratori di classe, i suoi discorsi brillavano pe rvigore espressivo, ma si imponevano anch eper il rigore del ragionamento, per la forz alogica che non cedeva mai alla veemenza tri-bunizia o al piacere della forma e della for-bitezza .

In realtà Francesco Cocco Ortu fu un uomopolitico moderno, che ai princìpi della li-bertà e del liberalismo, ai quali era devoto ,conferì una nota costante di concretezza edi dinamismo ideologico che lo portò a valu-tare come prioritari i valori espressi dal pro-gresso sociale . I suoi contatti con i problem ivivi e spesso doloranti della Sardegna lo ten-nero lontano dai pericoli dell'astrazione e del -l'irrazionale .

La considerazione immediata e concret adelle esigenze di sviluppo sociale della su aisola e di tutta la nazione contraddistinse i lsuo lungo impegno, a Cagliari come a Roma .E fu un impegno critico, poiché egli militòquasi sempre all'opposizione, ma con esem-plare mentalità costruttiva e animato dal de-siderio di dare al paese un volto nuovo, pu-lito, onesto, avanzato e di favorire l 'evolu-zione economica e civile verso *uno Stato me-glio corrispondente alla nuova società .

Tenendo sempre dinanzi questa prospet-tiva, egli combatté innumerevoli battaglie ,rispettato dagli avversari, stimato ed amatodai suoi compagni di fede politica, altamen-te considerato da tutti ; e le combatté dovun-que : in sede politica e amministrativa, pro-fessionale e giornalistica, profondendo tutt ose stesso fino ad essere colto da quel mal eche sovente colpisce proprio i più generosi .Cosicché oggi in vari settori è rimasta la suaimpronta vigorosa, la sua testimonianza d idemocratico e di strenuo propugnatore del -la libertà e della giustizia .

Onorevoli colleghi, la nostra Assemblearimpiange oggi un suo autorevole componen-

te che con le sue qualità di cuore e di intel-ligenza l'aveva arricchita di vivacità e di im-pegno, contribuendo, con il suo personalis-simo stile, alla dignità del costume parla-mentare .

Sicuro di interpretare il sentimento d itutti i colleghi, uniti nel ricordo, sento di do-ver rinnovare al gruppo parlamentare libe-rale, alla consorte e ai sei figli del perdutocollega le espressioni del più sincero cordo-glio e la certezza del più vivo ricordo . (Segnidi generale consentimento) .

RUSSO, Ministro senza portafoglio . Chie-do di parlare .

PRESIDENTE. Ne ha facoltà .

RUSSO, Ministro senza portafoglio . Conintensa commozione mi associo, a nome delGoverno, alle nobili parole con le quali l'ono-revole Presidente ha ricordato il collega im-maturamente scomparso .

Francesco Cocco Ortu trasse da un'illustr e

tradizione familiare motivo non di privile-gio, ma di più alto impegno politico . Mem-bro della Consulta, della prima, quarta equinta legislatura repubblicana, portò nell anostra aula la sua intelligenza, la sua pas-sione, la sua fede nell'istituto parlamentare .

Sedeva da lunghi anni sui banchi dell'op-posizione, ma anche quando il partito libe-rale, al quale appartenne con ferma convin-zione pur salvaguardando gelosamente la su alibertà di giudizio, partecipava alla maggio-ranza, non chiese incarichi di Governo e l irifiutò quando gli furono offerti .

Sentiva istintivamente il fascino dell'op-posizione, della lotta nella quale personal -mente si impegnava senza misurare le diffi-coltà, perché per lui valeva la pena di bat-tersi . Polemista efficace, talvolta aspro (ed èvivo ancora in me il ricordo della sua parte-cipazione, alla fine della passata legislatura ,alla battaglia parlamentare per la legge elet-torale regionale in cui duramente ci scontram-mo, senza che in nulla si incrinasse una lun-ga e cara amicizia), non immiserì mai la po-lemica in questioni personali .

Uomo di profonda fede religiosa, nella su alunga esperienza di avvocato, Cocco Ortu im-parò a conoscere e ad amare gli uomini nell aloro sofferenza e a sentire con vigile e acutapartecipazione i problemi della giustizia . Eralegato alla terra sarda, alle sue tradizioni ealla sua realtà presente da un amore appas-sionato che era parte della sua vita, ma era

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nello stesso tempo aperto con moderna sen-sibilità ai temi nuovi del nostro tempo, a lsuperamento dei confini nazionali, all'unitàeuropea .

La memoria dell 'onorevole Cocco Ortu ,onorevoli colleghi, resterà viva in quest'aul ae in noi che abbiamo avuto l ' onore di esser-gli stati colleghi . Di lui ricorderemo semprecon commozione l'intelligenza, l'onestà, m asoprattutto la fierezza di carattere .

Con sentimenti di accorata tristezza, a no-me del Governo, rinnovo le condoglianze pi ùvive alla vedova, ai sei figli, alla Sardegnache lo ebbe intelligente e autorevole rappre-sentante, al partito e al gruppo parlamentar eliberale alle cui battaglie politiche FrancescoCocco Ortu partecipò sempre con nobiltà econ passione .

Seguito della discussione dei disegni d ilegge: Bilancio di previsione dello Statoper l'anno finanziario 1969 (311) ; Ren-diconto generale dell'Amministrazionedello Stato per l'esercizio finanziario1967 (312) .

PRESIDENTE. L'ordine del giorno recail seguito della discussione dei disegni di leg-ge : Bilancio di previsione dello Stato pe rl 'anno finanziario 1969 ; Rendiconto generaledell'Amministrazione dello Stato per l'eserci-zio finanziario 1967 .

Passiamo all 'esame dello stato di previ-sione della spesa del Ministero della difesa .

È iscritto a parlare l'onorevole Durandde la Penne. Ne ha facoltà .

DURAND de la PENNE . Signor Presidente ,onorevole ministro, onorevoli colleghi, nell epassate legislature ho ripetutamente, e inutil-mente, richiamato l'attenzione del Parlamen-to sull'inefficienza delle forze armate nazio-nali, non dovuta a mancanza di capacità o d ivolontà dei capi militari e di quanti operan onelle forze armate, ma derivante dalla pre-tesa che, con un bilancio limitato e per l amaggior parte speso per mantenere male i lpersonale, si possa avere un esercito efficient econ più di 500 mila uomini alle armi . Nelmomento attuale si tratta di una pretesa as-surda e antistorica

Le forze armate hanno come unico com-pito istituzionale, quello della difesa della pa-tria. Affermo oggi che le forze armate ita-liane non sono nella condizione di adempiereil loro compito, quello di difenderci ; per -tanto, nella deprecata ipotesi di un conflitto,

i nostri soldati saranno carne da macello .Storia vecchia, per gli italiani ; ma quest avolta noi e solo noi, Parlamento e Governo ,siamo e saremo i responsabili di tale grav esituazione .

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE BOLDRIN I

DURAND de la PENNE . Nelle passate le-gislature ho inutilmente e ripetutamente ri-chiamato l'attenzione del Parlamento sull'ar-retratezza della legge che attua il precetto co-stituzionale del servizio militare obbligatorio .

Ho ancora, sempre ripetutamente e inutil-mente, richiamato l'attenzione sulla impossi-bilità di una efficiente organizzazione delladifesa a seguito della assenza di un documentopolitico che, specificando in concreto gli scop iassegnati ad essa difesa, costituisse la baseper una oculata e permanente compilazion edel relativo bilancio e per una programma-tica pianificazione dei successivi livelli orga-nizzativi da conseguire .

Il bilancio della difesa presentato al nostroesame non tiene conto delle esigenze citate ;non è preceduto da alcun « libro bianco », ri-petutamente promesso dai precedenti governi ,ma mai emanato e che qui ancora una volt aformalmente richiedo, che consenta di giudi-care se gli scopi difensivi assegnati alle forzearmate siano realistici e validi nella attual esituazione internazionale .

In tali condizioni non è quindi possibil estabilire se la suddivisione tra i vari capitol idi bilancio sia idonea a conseguire gli scop idifensivi prescelti . Inoltre dalla lettura de lbilancio non è possibile dedurre neppure l aefficienza generica dei reparti, espressa i npotenzialità e modernità delle armi e de imezzi - per inciso, le armi oggi per esser eutili devono essere scientificamente così pro-gredite da sconfinare nel campo della fanta-scienza, come ci mostrano le imprese spazial iamericane e russe che, se visibilmente com-piute per scopi scientifici puri, in realtà costi-tuiscono anche le premesse per la evoluzion edegli armamenti - espressa in livello adde-strativo medio su cui si può fare affidamentonell ' arco di tutti i dodici mesi dell 'anno ;espressa in autonomia consentita dalle scort ein termini di giornate di fuoco, giornate d imedicinali, viveri, carburanti, eccetera . E an-cora quale sia la autonomia industriale nazio-nale atta a sopperire agli armamenti in cas odi conflitto; quale sia la prontezza operativa ,l'intervento dei reparti in caso di aggression eimprovvisa e la loro mobilità e capacità d iconcentrazione nei settori minacciati, tenuto

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conto dello stato delle vie di comunicazion einterne; e ancora sino a che punto siano stat irispettati gli impegni NATO ; e, infine, qual esia lo stato d'animo e la saldezza morale de iquadri del personale a lunga ferma e del per -sonale di leva .

In sintesi, questo bilancio, come tutti iprecedenti, indica solo il gravame finanziari oimposto alla nazione, ma non l 'utilità che lanazione richiede in cambio di tale gravam ediretto e in cambio dell'altro gravame indi -retto, ma altrettanto pesante, costituito dall aleva obbligatoria . Tale modo di procedere nel -l ' amministrare la cosa pubblica (nella qualecomprendo sia la parte finanziaria sia gl ioneri indiretti imposti ai singoli cittadini edalla collettività) non corrisponde agli inte-ressi del paese ; perciò voterò contro quest obilancio, in quanto basato su una imposta-zione avulsa dal bene della nazione .

Per ovviare a tale situazione, insostenibil enei suoi riflessi verso i singoli cittadini e vers ola collettività tutta e nelle sue conseguenzesulla efficienza materiale e morale delle forzearmate, verso la fine della passata legislaturapresentai, in data 12 febbraio ' 1968, la pro -posta di legge n . 4868, intesa a costituire un aCommissione d ' inchiesta parlamentare sulservizio militare obbligatorio . Ho ripresentatotale proposta, d 'intesa con il presidente de lpartito liberale, all ' apertura dell 'attuale legi-slatura. Da allora sono passati molti mesi ,gravidi di avvenimenti, di fermenti, di spint eevolutive, mentre sul problema in question etutto è rimasto immobile . L'urgenza di unasoluzione e la previsione che ben presto l esupposizioni diverranno una grave realtà, conpossibili conseguenze disastrose non più con-trollabili, mi convincono sempre più che oc-corre agire immediatamente per giungere conla indispensabile tempestività ad attuare iprovvedimenti risolutivi e non più dilazio-nabili .

La situazione attuale è sintetizzabile ne iseguenti punti . L ' insieme delle forze armat eè concepito, dimensionato e gestito come u nente buono a tutto fare, senza alcuna preci-sazione di finalità prioritarie, al sodisfaci-mento, delle quali dovrebbe essere, invece ,esclusivamente devoluto il bilancio e dovreb-bero essere impostati l 'organizzazione e il di-mensionamento dei reparti . La situazione de ìquadri del personale a lunga ferma è insoste-nibile sul piano economico e soprattutto su lpiano morale, ove non esista una equa rispon-denza tra responsabilità tacitamente attribuit ee possibilità di farvi fronte, tra mole di mas-sacrante lavoro da compiere e risultati sta -

bili e progressivi, non consentiti dalle normedel reclutamento. Esiste una frattura che s iva sempre più allargando tra paese legale ,fermo a concetti espressi più di un secolo fa ,e paese reale che sempre più si dimostra iper-sensibilizzato agli aspetti attuali e futuri de iproblemi quali realmente esistenti ora e no nieri, a seguito della rapidissima evoluzion estorica, politica, sociale, militare sia nazio-nale sia mondiale.

Le vigenti norme legislative sul serviziomilitare obbligatorio in tempo di pace ap-paiono ai cittadini come un mezzo assoluta -mente superato per assicurare la difesa delpaese, in quanto da un lato non potenziano ,ma anzi sono di impedimento all'efficienzadei reparti, mentre dall 'altro costituiscono u ngravame, sui singoli cittadini e sulla collet-tività tutta, specie sotto il profilo produttivo ,assolutamente spropositato e non più in rela-zione alcuna con la sua utilità indiretta .

Tale situazione, che potremmo dire inter-na, è affiancata da un insieme di fattor iesterni che ne rendono più drammatiche l econseguenze. Tali fattori, in buona parte ap-parsi alla ribalta nell 'ultimo anno o nell 'ulti-mo biennio, sono, in campo internazionale :la presenza tracotante di un'imponente flottarussa nel Mediterraneo, mirante a stabilirviuna pesante ipoteca territoriale di basi pe rl'avvenire; la prevista adesione dell 'Italia ,senza contropartita visibile, al trattato di nonproliferazione delle armi nucleari ; l 'evolu-zione della NATO in senso sempre più centri -fugo, nel senso di allentare i legami reciproci ,che fa prevedere un assenteismo comunitarioin caso di aggressione o di conflitto limitato .

Sono di ieri le parole del ministro delladifesa britannico che ha affermato che l'al-leanza, per quanti sforzi possa effettuare, no nè in grado in Europa di raggiungere e tantomeno di superare le forze convenzionali de ipaesi comunisti dislocate nel vecchio conti-nente. Il ministro concludeva : « Se si vuolearrestare l'aggressione, sarà necessario ricor-rere alle armi nucleari » .

L'evento proposto è tragico, ma è la realtà .Non ci si illuda quindi che in caso di aggres-sione all'Italia la NATO possa intervenire .Dovremo fare da soli, e, se saremo sconfitti ,saremo lasciati soli . Non si può pretendere ch e

l 'umanità venga distrutta, a causa dei nostr ierrori .

Non si può ignorare il fatto che nel con-testo sociale ed economico della vita nazio-nale l'equo contemperamento tra le rivendi-cazioni delle varie categorie di lavoratori èconseguito mediante il libero gioco dei sin-

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dacati, che solo ricorrendo ad una larga ge-neralizzazione si può dire sostengano le ri-vendicazioni del lavoro nei confronti del ca-pitale, mentre in realtà essi sostengono le po-sizioni della categoria da ciascuno di ess irappresentata nei confronti della collettivitàe quindi, in ultima analisi, nei confronti d itutte le altre categorie di lavoratori . Esiste ,però, un'unica categoria che non può inse-rirsi in questa gara di equilibrio di potenza ,per altro giusta ; e questa categoria è quell adei militari, ai quali in alcune nazioni e i nalcuna epoca storica, è stato possibile ricono-scere il diritto di delegare la propria rappre-sentanza ad un organismo sindacale ed il di -ritto di rivendicare le proprie aspirazioni me-diante atti di forza o dimostrazioni di po-tenza .

La tutela sindacale dei militari, a menodi non voler precipitare la nazione in un cao sdi colpi e contro-colpi di colonnelli, cioè a lpiù basso livello di civiltà, deve essere as-sunta in proprio dal Parlamento . Non si chie-de certo di considerare i militari dei super -uomini o una categoria al di sopra dei citta-dini, ma è lecito pretendere una sollecita epreveggente modificazione delle leggi, dellenorme, dei regolamenti, in modo che gli stru-menti normativi riguardanti la materia sian osempre all'unisono con i tempi, meglio an-cora un po' in anticipo .

Altro motivo di preoccupazione deriva da lfatto che, specialmente nei campi, ove le mas-se, e soprattutto i giovani, avvertono il di-stacco tra legalità e realtà, non si può piùtroppo confidare su un minimo di pazienzae di attesa sopportatrice . La contestazione tal -volta irrazionale, e comunque sempre violen-ta, è in agguato anche in questo campo e ,quando esplode, è necessario appagarla inqualche modo .

Non pecco di pessimismo prevedendo chela contestazione intesa in questo senso finirà ,entro un paio d'anni, per investire il camp odel servizio militare obbligatorio che vienevisto come un onere che non dà alla colletti-vità alcun utile nel campo della difesa .

I giovani conoscono le nostre esperienz epassate e sanno che le azioni militari dannoun risultato solo quando il coraggio ed il va-lore sono sorretti da un adeguato armamentoe da una efficiente organizzazione tecnica emorale .

Per valutare la nostra deficienza di arma -menti e di organizzazione basta leggere ciòche in proposito hanno scritto gli ex capi d istato maggiore Liuzzi, nel suo libro Italia di-fesa?, e Giuriati nel 'dicembre 1968 sulla ri-

vista Le Marine, in un articolo che si conclu-de con la seguente dichiarazione : « Occorr edire chiaramente e francamente che la no-stra marina nella situazione attuale non è nel-le condizioni di assolvere le sue funzioni eche l'Italia è quindi scoperta nel settore piùvulnerabile della sua difesa . La nostra flottaè rimasta nella sua concezione quella che po-teva andare bene nella situazione del 1955 enon in quella del 1970 . È da auspicare chefra i tanti capitoli della programmazione fi-guri anche quello di un programma naval eadeguato alla situazione che ormai è la realtàdi quel Mediterraneo in cui l'Italia deve vi -vere e prosperare. Ricordiamo solo che l eflotte non si improvvisano e che la posta ingioco è la nostra sicurezza e la stessa nostr alibertà » .

Tornando ai giovani, cosa faremmo noiparlamentari di fronte ad una presa di po-sizione contestataria che venisse assunta dal -la quasi totalità dei coscritti ?

Si possono applicare provvedimenti coer-citivi e si può imporre il rispetto delle leggiquando le infrazioni sono una trascurabil epercentuale dei casi ; ma quando tale posizio-ne è presa dalla quasi totalità degli interes-sati non si può più parlare di non rispettodella legge, ma si deve parlare di espressio-ne unanime di volontà popolare che, non di-mentichiamolo, è al di sopra anche del Par -

lamento. Qualora ciò si verificasse, ripeto ladomanda, cosa potremmo fare noi parlamen-tari ?

Dovremmo prendere, sotto l'assillo di un adrammatica urgenza e senza alcuna pratic alibertà di decisione, dei provvedimenti atti asedare una tale manifestazione popolare, eche, presi in una situazione del genere, tor-nerebbero sicuramente dannosi allo Stato, a isingoli, alla collettività .

È la situazione ben poco invidiabile in cu isi trova il ministro della pubblica istruzion eora, in altro settore che noi liberali da oltr eotto anni avevamo indicato dovesse avere, in-sieme con quello ospedaliero, la priorità asso-

luta. L'abbiamo lasciato incancrenire per de ibizantini divertimenti sulle regioni, sulle al-chimie di suddivisione del potere tra person ee camarille ed ora ci troviamo nelle condizio-ni di dover urgentemente prendere delle de-cisioni, che inevitabilmente non possono es-sere che demagogiche e quindi, alla distan-za, dannose a tutti .

E mentre in Italia, paese libero, si com-mettono, per egoismi personalistici degli uo-mini politici, tali e tanti errori da compro -mettere forse la nostra libertà senza valutare

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le conseguenze di tale perdita, da : altri paesi ,ove la libertà non esiste, ci giunge notizia d iazioni che hanno del tragico e del sublime ,compiute da uomini che anelano ad ottener equanto noi stiamo distruggendo, cioè la li-bertà e la dignità di uomini .

Concludendo tali argomentazioni, ritengosi debba dire che nel campo dell'organizza-zione della difesa e della leva militare obbli-gatoria in tempo di pace, della connessionetra problemi statali della difesa e singoli cit-tadini abbiamo ancora al massimo uno, du eanni di tempo per agire . Non posso far altr oche invocare la utilizzazione di questo tempoper riportare la legislazione, su questo proble-ma, in aderenza alla realtà storica, politica, in-ternazionale e alla realtà sociale nazionale d ioggi se non di domani . In un periodo cosìbreve è indispensabile ricorrere al metodopiù rapido anche se non perfetto : meglio unasoluzione approssimativa subito che una so-luzione perfetta, ma pronta quando ormai damolti anni gli eventi avranno travolto a va-langa qualsiasi possibilità di razionale evolu-zione. Invoco perciò – e adopero questo ver-bo a ragione veduta, ritenendo che altriment isaremmo alle soglie del dissolvimento totaledello Stato e del caos per la nazione – che s iattui una profonda riforma dell'organizzazio-ne delle forze armate e dell'istituto della lev amilitare obbligatoria in tempo di pace, ispi-rata ai seguenti concetti : individuazione e delencazione in ordine prioritario delle vari eevenienze ipotetiche che richiedono una di -fesa attiva del paese, della sua libertà, dell asua sovranità e dei suoi diritti ; inclusionenegli scopi della difesa delle sole evenienzepiù gravi e probabili, ed esclusione di tutt ele ipotesi secondarie o esorbitanti, per farfronte alle quali non esistono reali possibi-lità di bilancio e che potrebbero, se prese inconsiderazione, compromettere il consegui -mento degli scopi veramente primari ; defini-zione, in base agli scopi sopra specificati del -le dimensioni, del livello di efficienza opera-tiva, della prontezza operativa di intervento ,in qualsiasi momento, dei reparti permanen-temente disponibili per la difesa del paese ;sempre sulla base degli scopi fissati, defini-zione delle scorte necessarie ai reparti, e so-prattutto delle aliquote di bilancio da dedi-care alle ricerche tecniche e scientifiche, pe ril rinnovamento degli armamenti, ed alle at-trezzature industriali nazionali, per modo d iessere in grado di fronteggiare da soli le ag-gressioni e i conflitti limitati che, sicuramen-te, non chiameranno in causa l'alleanza, oper modo che, al di fuori di alchimie e d iastrattismi velleitari, si possa, sul piano con -

creto, colmare od attenuare l'attuale gaptecnologico della nazione; in relazione allepresumibili minori dimensioni quantitativ edelle forze armate, elevazione delle condizio-ni economiche dei militari ed attribuzione a dessi di una più elevata considerazione mora-le, sia per una maggiore consapevolezza del -la utilità che, nei riguardi del paese, rivest ela loro presenza, sia per la maggior sodisfa-zione personale di conseguire finalmente conla loro opera risultati stabili e di anno inanno crescenti a livelli di efficienza sempr epiù elevati; assunzione da parte del Parla-mento della funzione di tutore sindacale de imilitari, che non può essere lasciata all'ini-ziativa dei militari stessi e che non può es-sere ammessa sia svolta, come per le altrecategorie di lavoratori, mediante manifesta-zioni di forza e di potenza unilateralment edecise; abolizione della chiamata obbligatori aalle armi in normale tempo di pace, lasciand otale obbligo solo in tempo di guerra o i nperiodi di particolare pericolo per la libertàdella nazione, identificati e riconosciuti co n

legge apposita dal Parlamento. Lasciare in-vece l'espletamento del servizio militare d ileva, in normale tempo di pace, alla liberavolontà dei cittadini che ne facciano espressa

domanda .In tal modo, scaricando il bilancio dell a

difesa e l'organizzazione delle forze armat edal gravame di una massa non utilizzabil e

ai fini difensivi, in quanto perennemente in

periodo formativo, si ridarebbe al servizio d ileva stessa quella nobiltà di carattere chesmpre attiene a ciò che viene assolto non pe r

timore di sanzioni e per conseguire ricom-pense, ma con religioso trasporto verso la

patria .Per quanto esposto preannuncio fin d'ora

che, qualora la nostra richiesta di una Com-missione parlamentare di inchiesta sul servi -zio militare obbligatorio non venisse al pi ùpresto messa in atto con altre azioni dettateda responsabile convinzione e da spirito d i

lealtà nei confronti dell'Italia e delle sue for-ze armate, io presenterò altre proposte di ca-rattere più immediato allo scopo di raggiun-gere le finalità per le quali da anni mi batt ocon la certezza di compiere semplicemente i l

mio dovere verso i cittadini e verso la patria .(Applausi) .

PRESIDENTE.

iscritto a parlare l'ono-revole de Stasio. Ne ha facoltà .

DE STASIO. Signor Presidente, onorevol icolleghi, onorevole ministro, l 'aeronautica

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militare, per l'esercizio finanziario 1969, ave -va impostato un programma che si può defi-nire « di sopravvivenza attiva », che avrebb econsentito a quest'arma di sopravvivere sen-za per altro compromettere le strutture d ibase necessarie per affrontare la vita futura .E evidente che un tale programma, non con-sentendo la realizzazione di alcun piano d isviluppo, deve essere strettamente limitatonel tempo. Infatti, un suo eventuale prolun-gamento, avrebbe come naturale conseguenz aquella di rendere lo strumento difensivo ina-deguato a svolgere i compiti affidatigli .

L'attuazione del suddetto programma com-portava un fabbisogno finanziario minimo d i251 miliardi . Tale cifra avrebbe consentito d iaffrontare pressanti problemi riguardanti l asostituzione dei mezzi aerei in buona partesuperati operativamente e tanto vecchi da di-ventare pericolosi . Alla cifra richiesta ha fat-to riscontro un 'assegnazione di soli 185 mi-liardi, che sono stati così suddivisi : per i lpersonale, richiesti 38 miliardi 147 milioni ,assegnati 38 miliardi 147 milioni ; per l'eser-cizio funzionale, 16 miliardi 971 milioni ri-chiesti, 15 miliardi 618 milioni assegnati ; perl ' esercizio operativo, richiesti 66 miliardi 37milioni, assegnati 66 miliardi 37 milioni; perl 'ammodernamento, richiesti 129 miliardi 72 0milioni, assegnati 65 miliardi 100 milioni .

La decurtazione di circa 66 miliardi h adovuto essere operata essenzialmente sull'am-modernamento in quanto le prime due voc isono praticamente incomprimibili, la terz a(esercizio operativo) era stata già in prece-denza compressa al massimo .

A questo proposito ritengo opportuno ri-cordare che l 'aeronautica militare ha già su-bito decurtazioni (35 miliardi nel 1967, 63 mi-liardi nel 1968) tali da impedire l'attuazion edei programmi di ammodernamento già pre-visti dalla pianificazione quinquennale e d iimportanza vitale per la forza armata .

Spese per il personale . Le modeste retri-buzioni del personale militare in genere, a cu ila disciplina impedisce qualsiasi rivendica-zione, incidono fortemente sui reclutamenti .Il fenomeno è particolarmente evidente ne lreclutamento dei laureati e assume aspett igravissimi per il reclutamento dei piloti, at-tratti dalle compagnie aeree civili dalle qual iricevono un compenso pari a circa tre volt equello percepito in seno alla forza armata .

Questa situazione incide fortemente sull aefficienza dei reparti e sull'economia dell'ae-ronautica militare . Un pilota bellicamente ef-ficiente costa oltre 500 milioni .

Spese per esercizio funzionale : questo set-tore comprende le spese per le attrezzaturedidattiche delle scuole ; per il funzionament odegli uffici ; per gli interventi assistenziali a lpersonale civile e militare; per l'assistenza sa-nitaria; per i trasporti terrestri ; per il servizi ometeorologico di cui beneficiano anche l'agri-coltura, la navigazione marittima e aerea ; einfine comprende i dazi doganali relativi a imateriali di provenienza estera . La sommaprevista in bilancio è stata contenuta nei li -miti minimi, tenuto conto delle modeste di-sponibilità del bilancio della difesa . Per tal emotivo, qualsiasi riduzione paralizzerebbe i lfunzionamento stesso della forza armata .

Spese per l'esercizio operativo : compren-dono le spese per l'attività di volo dei reparti ,per la manutenzione degli immobili e per i lfunzionamento dei servizi connessi con le at-tività operative della forza armata . In parti -colare :

1) attività di volo (miliardi 43) : si tra-duce in spese per consumo di carburante, pe racquisto di parti di ricambio, per la manu-tenzione dei mezzi e degli aeroplani sia pres-so la forza armata, sia presso l'industria ci -vile. Si consideri che il consumo di carbu-rante di un velivolo a reazione va dai 2 mil aai 3 mila e 500 litri all'ora . Di conseguenza ,le disponibilità di bilancio hanno imposto l ariduzione dell'attività di volo a circa il 65 pe rcento di quella necessaria . Tale livello è ap-pena accettabile per garantire la sicurezza de lvolo, ma è insufficiente a mantenere un buo naddestramento del personale navigante ;

2) manutenzione degli immobili (miliar-di 4) : si riferisce alle spese per il manteni-mento in efficienza delle caserme già quanti-tativamente insufficienti e vetuste, per le in-stallazioni e le piste degli aeroporti, per imagazzini e i depositi . La somma prevista inbilancio è appena sufficiente ad evitare il de-cadimento degli immobili che rappresentan oun considerevole capitale dello Stato ;

3) servizi a carattere operativo (miliar-di 19) : si riferiscono al funzionamento de iservizio radar-radiotelegrafonico, per l'assi-stenza al volo nazionale ed internazionale, a lservizio antincendi e di soccorso sugli aero -porti, alle officine per la manutenzione de ivelivoli, degli automezzi, degli apparati d iterra e di bordo. A titolo indicativo si tengapresente che il costo di un cruscotto « ogni -tempo » con radar meteorologico supera i 50milioni di lire.

I servizi sopra elencati rivestono un'im-portanza determinante non solo per l'attivit àmilitare, ma anche per quella civile connessa

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con il traffico aereo commerciale in continuaed imponente espansione . Sono note le cam-pagne di stampa tendenti a sensibilizzare l aopinione pubblica circa l'esigenza di disporredi un servizio di assistenza al volo semprepiù moderno ed efficiente .

Pertanto l'aeronautica militare, impegnataa sodisfare questa esigenza, deve poter di-sporre dei necessari mezzi finanziari . Il pro-blema investe anche la formazione del per-sonale specializzato, il cui reclutamento, co-me già ho accennato, presenta notevoli dif-ficoltà.

Spese di ammodernamento : la voce « am-modernamento » esclude, per quanto riguar-da l 'aeronautica militare, qualsiasi forma d ipotenziamento, e consiste nella sostituzionedei velivoli, dei mezzi e degli apparati fuo-ri uso o vecchi e superati . I principali pro-blemi dell'ammodernamento riguardano:

Velivoli da combattimento : i velivoli i nservizio sono ancora quelli della classe 80(F. 84 F, RF. 84 F, F. 86 K) che hanno oltre16 anni di vita . Ovviamente essi sono ormaiscarsamente utilizzabili, sia perché operati-vamente superati, sia perché denuncian oevidenti segni di - usura con conseguenti ri-schi per la sicurezza del volo . In loro sosti-tuzione si dovranno immettere velivoli super -sonici del tipo F. 104 S, che è un derivat odel velivolo F. 104 G attualmente in dotazio-ne ad alcuni reparti dell'aeronautica milita -re. Alla produzione dei velivoli F. 104 S, af-fidata all'industria nazionale, partecipanotutte le ditte aeronautiche italiane quali :FIAT, Macchi, AERFER, SIAI, SALA, Piag-gio, Aereonavali, Alfa Romeo, Magnaghi ,Microtecnica, OMI, ecc . Le attuali limitazio-ni di bilancio e le decurtazioni subite negl ianni precedenti hanno prodotto notevoli ral-lentamenti nella produzione, con conseguen-te aumento dei costi sia per lo slittament odel valore della lira sia per oneri passivi .

Velivoli di appoggio : si tratta di aere idestinati ad appoggiare sia l'esercito sia l amarina . L' attuale linea è composta di veli -voli G . 91 R, concepiti 14 anni fa e prodott idalla industria nazionale : FIAT, AERFER,SALA, SIAI, Alfa Romeo, Piaggio, Pirelli ,Magnaghi, Marconi, Salmoiraghi, OMI, Mi-crotecnica . Si impone ora la loro sostituzio-ne con un velivolo più moderno (bimotore )G. 91 Y, prodotto dalle stesse industrie na-zionali . La produzione ha subìto ritardi pe ri già citati motivi finanziari ed ora l ' aero -nautica militare si trova costretta a limitar egli ordinativi, con conseguenze negative sianel costo unitario delle macchine sia nella

occupazione della manodopera nell'industri anazionale .

Velivoli antisom: i reparti antisom han-no in dotazione dal 1958 velivoli del tipoS. 2 A che non rispondono più alle esigenzeattuali .

La precaria situazione si è ora ulterior-

mente aggravata in conseguenza della muta-ta situazione del Mediterraneo .

Fin dal 1961 l 'aeronautica militare avevaimpostato il problema del successore del -1'S . 2 A dando l'incarico all ' industria nazio-nale per la realizzazione del velivolo G . 222 ,versione antisom . Purtroppo, le limitate di-sponibilità di bilancio non hanno consentitola prosecuzione del programma che comun-que dovrà essere affrontata, ricorrendo allaindustria straniera . A tale proposito è da te -nere presente che in campo aeronautico, tr ala definizione e la realizzazione di un veli-volo di nuovo tipo, intercorre un periodo ditempo estremamente lungo, sull 'ordine d idieci anni, per studi, progettazioni, espe-rienze e collaudi .

Velivoli da trasporto : i reparti da tra-sporto dell'aeronautica militare sono dotat idi velivoli C . 119 in linea da ben 18 anni .Ormai la vetustà degli aerei impone la lorosostituzione. L'aeronautica militare avevaprevisto per tale sostituzione la realizzazion ea cura dell ' industria nazionale del velivoloFIAT G. 222 da trasporto, ma come già det-to per il G. 222 antisom, non è stata in gra-do di portare avanti il progetto a causa dell econtinue decurtazioni subite in questi ulti-mi anni dal proprio bilancio .

GUI, Ministro della difesa . Per l ' antisomella sa che abbiamo già provveduto ; li abbia-mo già commissionati . Perciò la situazione èsuperata .

NICCOLAI GIUSEPPE . Ci sono anche ísommergibili antisom .

DE STASIO. Stanno per arrivare, ma nonsono ancora arrivati .

La situazione è tale che, se non sarannopresi tempestivi provvedimenti entro il 1970 ,i reparti da trasporto dovranno sospender eogni attività per mancanza di velivoli .

La linea da trasporto dell 'aeronautica mi-litare è indispensabile non solo per sodisfa-re esigenze militari, ma anche - ed in ma-niera determinante - in occasione di calami-tà: si ricordi a tal proposito il ponte aereoper il soccorso ai paesi colpiti dal terremotoin Sicilia, Turchia ed Agadir .

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Elicotteri per il soccorso : l 'utilità di un aadeguata dotazione di mezzi di soccorso su -pera la pura esigenza militare per investir eun'esigenza di carattere nazionale . Un paesemoderno non può prescindere da un siffat-to dispositivo per i più svariati interventi d isoccorso in terra ed in mare, dispositivo pre-visto da accordi internazionali, a benefici odell'aviazione commerciale . La realizzazion edi una siffatta rete ha subito, per motiv ifinanziari, ripetuti ritardi assolutamente in -concepibili in relazione all ' importanza gene-rale di questo servizio .

Velivoli ed elicotteri per le scuole : ènoto che l'aeronautica militare provvede, ol-tre alla preparazione dei propri piloti, anchealla preparazione di piloti per l 'aviazione ci -vile, per le altre armi e corpi dello Stato (vi-gili del fuoco, finanza, carabinieri, ecc .) . Lescuole dell 'aeronautica sono frequentate inol-tre da personale di altri paesi, specialment eafricani . I velivoli impiegati tipo MB . 326 eG. 91 T sono di concezione e produzione in-teramente nazionali . Grazie alla propagandafatta dalle nostre scuole di pilotaggio, iI ve-livolo MB . 326 è stato venduto e continua adessere venduto in molti paesi stranieri quali ,ad esempio, la Tunisia, l'Australia, il Ghana .

Il complesso di queste attività presuppo-ne un adeguato numero di velivoli . Purtrop-po, le assegnazioni in bilancio per l'aeronau-tica militare non consentono di far front ecompletamente alle esigenze . Questa situa-zione comporterà necessariamente danni al -l ' industria anche per quanto si riferisce a lmercato estero .

Qualche considerazione a proposito de lsistema radar di avvistamento . Già da qual-che anno la rete di avvistamento di tutti ipaesi NATO - e quindi dell'Italia - è in fas edi ammodernamento con un sistema di in-stallazioni terrestri per il controllo dellospazio aereo denominato NADGE (NATO AirDefence Ground Environment) . Per tale am-modernamento l ' aeronautica militare - re-sponsabile della difesa aerea del paese - èchiamata a fornire il proprio personale spe-cializzato e le installazioni demaniali . Losforzo finanziario ed umano è notevole e l apossibilità di realizzare la nuova rete ne itempi stabiliti dipende essenzialmente dall edisponibilità di bilancio .

L ' ammodernamento della rete radar com-porta, inoltre, un miglioramento della sicu-rezza del traffico aereo commerciale e mag-gior lavoro per le industrie elettroniche na-zionali (Marconi, Selenia, Fiar, eccetera) . I l

' problema è oggi reso più urgente e comples-

so, a seguito della nuova situazione nel Me-diterraneo . Infatti la posizione dell'Italia èdiventata delicatissima ; si impone un con-gruo aumento di tutte le nostre forze militar ispecialmente nel campo aereo e in quello na-vale .

Riforma del patto atlantico . Nel contestodi quanto finora esposto non si può tralascia -re l'argomento concernente i rapporti fral'Europa e gli Stati Uniti, nonché la profon-da riforma della NATO, auspicata da espo-nenti dell'estrema sinistra . Ma non è forse i lcaso di preoccuparsi piuttosto dell'attuale po-litica internazionale sovietica e del suo ser-rato gioco diplomatico dopo l'invasione dellaCecoslovacchia, le minacce a Bucarest, all aGermania di Bonn (ad ovest della Vistola, in -fatti, le divisioni sovietiche sono passate da15 a 42 e vi sono 3 mila e 500 aerei sovietici ,secondo le ultime notizie), la messa in allar-me di Belgrado, l'offerta di protezione adHelsinki ed l'invio di una intera flotta naval enel Mediterraneo ?

Se si prende una carta geografica si vedechiaramente che da Helsinki ad Israele vi èun arco di polvere che aspetta la scintill aper divampare e l'Italia sta proprio nel cen-tro. Penso perciò sia nostro dovere ricordar eai pacifisti nostrani del partito comunista chedal 1949 nessun territorio della NATO è stat oattaccato e che, quindi, l'alleanza atlantic adeve essere mantenuta ad ogni costo, e le for-ze armate dei paesi membri dovranno esser edotate di un armamento moderno ; solamentein tal modo il nostro sistema difensivo potràessere reso efficiente .

Onorevoli colleghi, a loro non dice null ala visita di recente effettuata dal vicesegreta-rio di Stato americano a Belgrado ? In me ,vecchio soldato, solleva la più viva attenzio-ne. Gli Stati Uniti daranno alla Jugoslavi ala garanzia di protezione in caso di attaccodei russi e dei loro alleati ? La cosa è d'im-portanza fondamentale, perché interessa nonsolo tutta la parte danubiana e balcanica, maanche quella mediterranea, e particolarment el'Italia . L'evoluzione militare-strategica è ar-rivata a tal punto da riportare in primo pia-no il mare Adriatico e principalmente gl iStati della riva orientale, Jugoslavia ed Al-bania . Perciò ho detto prima che la nostr aposizione è diventata delicatissima .

L'invasione della Cecoslovacchia da part edelle truppe sovietiche ha modificato l'equili-brio delle forze del vecchio continente . Quin-di, per la difesa dell'Europa occidentale, ènecessario rivedere i vecchi concetti strategi-ci, e fare in modo che l'alleanza atlantica

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abbia un'organizzazione tale da poter conti-nuare ad adempiere adeguatamente ed effica-cemente i suoi compiti, primo fra tutti l asalvaguardia della pace .

Il segretario generale dell'alleanza, Manli oBrosio, ha sottolineato, nella riunione del -l'UEO del 17 ottobre 1968, la necessità di raf-forzare la vigilanza alleata, senza però rinun-ciare alla viva speranza di una vera e pro-pria distensione. Egli, come ogni cittadinoitaliano, è molto preoccupato per le mir eespansionistiche dei sovietici che all'ONUhanno rivendicato il diritto, per l'Unione So-vietica, di intervenire anche in territori ch enon fanno parte del patto di Varsavia . Noidell'alleanza abbiamo bisogno di mezzi ade -guati per difenderci, mezzi che costano mache costituiscono anche una valida polizza d iassicurazione contro il rischio di veder mes-sa in pericolo la nostra libertà . Come pos-siamo costruirli o averli, se annualmente i lbilancio della difesa viene compresso a livell ipericolosamente bassi ? Oltre ai mezzi finan-ziari, la realizzazione di un efficace sistemadifensivo richiede anche del tempo. È neces-sario, quindi, procedere fin d'ora, senza in-dugi, a sodisfare le esigenze minime della di -fesa al solo scopo di salvaguardare la pace .Per la tranquillità di tutti gli italiani augu-riamoci che ciò avvenga al più presto edin misura adeguata .

Rimessione all'Assemblea .

PRESIDENTE. Nella riunione di stamanedella IV Commissione permanente (Giusti -zia) in sede legislativa, il prescritto numerodei componenti l 'Assemblea ha chiesto, anorma del penultimo comma dell'articolo 40del Regolamento, la rimessione all'Assembleadei seguenti provvedimenti :

« Modificazioni al codice di procedura pe-nale sul diritto di difesa » (238) ;

RIz ed altri : « Modifica degli articoli 225e 232 del codice di procedura penale » (228) ;

ALEssI : « Modificazioni e integrazion iagli articoli 304, 390, 398 e 506 del codice d iprocedura penale relativo all'avviso di pro -cedimento e alla nomina del difensore » (243) .

I provvedimenti restano assegnati, pertan-to, alla Commissione stessa in sede referente .

Si riprende la discussione .

PRESIDENTE . iscritto a parlare l'ono-revole Giovanni De Lorenzo . Ne ha fa-coltà .

DE LORENZO GIOVANNI . Signor Presi -dente, onorevoli colleghi, il mio interventoè rivolto essenzialmente a richiamare, la lor oattenzione sulle forze armate, e, in partico-lare, sull 'esercito; su un settore cioè, dell acomunità nazionale del quale ben conosco l eangustie e le ansie. La mia esposizione sarà ,però, preceduta da poche considerazioni d icarattere generale che mi sono state suggeritedall ' esame del bilancio di previsione per i l1969 .

Questo 'bilancio, sul quale siamo chiamat ia dare il voto, presenta quali elementi pi ùsignificativi della sua impostazione : un de-ficit di 1 .699 miliardi, un ricorso al mercatofinanziario di oltre mille; una previsione d iindebitamento che, tenuto conto del disavan-zo delle aziende autonome, supera i 3.000miliardi .

L ' opinione ufficiale è che sia un bilancio« congiunturale », che intende, cioè, attraver-so un consistente deficit, risolvere una cris idepressiva in atto : tanto, almeno, riterrei d ipoter desumere dalla stampa dei partiti at-tualmente al Governo .

Non sta certamente a me, in una esposi-zione rivolta essenzialmente a mettere a fuo-co i problemi scottanti dell ' esercito, condur -re un esame metodico e dettagliato della po-litica economica del Governo, ma mi sembre-rebbe di non essere sincero se, onorevoli col -leghi, io non partecipassi loro alcune mi econsiderazioni .

E anzitutto chiaro che l'onorevole mini-stro del tesoro si è in questa occasione disco -stato dai canoni dell'economia classica mol-to di più di quanto non abbia fatto in pas-sato. Probabilmente egli, sotto la duplice re-sponsabilità di cui è gravato, e vincolato aduna politica di piano che deve rispettare, h aforse dovuto forzare quei margini di cautel ache in passato amava rispettare .

Indubbiamente il nostro sistema economi-co, che pure ha registrato nel 1967 uno svi-luppo del reddito del 5,9 per cento superan-do in tal modo, per il secondo anno conse-cutivo, il ritmo medio previsto dal piano eco- _nomico, accusa una perdita di dinamismo :l'iniziativa e l'occupazione, in particolare ,languono. Si paventa perciò che possa ripro-dursi la condizione di cose che fu già mo-tivo di angustie in un recente passato . Maquesta situazione è davvero tanto preoccu-pante da giustificare, in sé e per sé, 3 .000miliardi di indebitamento ?

D'altra parte, a fronte di un così pesantedeficit l'elenco delle cose progettate e nonfatte è sempre lo stesso : sviluppo della ri-

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cerca scientifica, riforme sociali, riforma tri-butaria, potenziamento delle infrastruttur eospedaliere e scolastiche, miglioramento de] -la previdenza, risoluzione dei problemi del -l 'agricoltura, attenuazione degli squilibri re-gionali e settoriali, e l'elenco potrebbe con-tinuare .

Tutte queste carenze non saranno certa -mente corrette da un deficit di bilancio. Que-sto darà certamente una incentivazione a lmondo degli affari, ma la redistribuzione de ldenaro sarà verosimilmente irrazionale e si-curamente a danno dei ceti economicament edeboli .

Le grandi forze politiche attuali, al gover-no ed all'opposizione, si rimproverano vicen-devolmente di orientarsi eccessivamente, a ldi fuori dello spirito e talvolta degli interess inazionali, verso uno o l'altro dei due prota-gonisti della politica mondiale .

Sul piano politico internazionale indubbia-mente non c'è altra scelta, fino a quando no nsi perverrà all'Europa unita ; obiettivo, que-sto, da perseguire con fede e con ferma de-terminazione se vogliamo difendere e conser-vare un retaggio di civiltà che non ha con -fronti ad est né ad ovest .

Sul piano economico esiste però un rischi ograve che dobbiamo paventare : quello, cioè ,di una assuefazione agli impulsi che ci ven-gono dall'esterno, assuefazione che rischia d iintorpidire le menti e di smorzare lo slanci odi ogni iniziativa nazionale . Per scongiurar equesto pericolo si rende necessario contrasta -re ogni tendenza imitativa del mondo produt-tivo italiano, ed appoggiare ogni iniziativache valga a sviluppare quella carica innova-trice, in grado di trarre il massimo profitt odal progresso scientifico e tecnologico .

Nessuna supina acquiescenza o passivasoggezione agli altrui interessi, quindi, m aansia di mobilitazione di tutte le nostre ri-sorse per assicurare al nostro sistema econo-mico una spinta autonoma e rinnovatrice, l asola che potrà consentirci di offrire, sul mer-cato interno e sui mercati esteri, prodotti ita-liani a prezzi competitivi .

Il Governo, perciò, ha il dovere di asse-condare le capacità di spirito imprenditorial edei nostri operatori economici mediante un apiù coraggiosa azione di sostegno della ricer-ca pura ed applicata, la sola capace di trarr eil massimo profitto dal progresso tecnologic oper immettere sul mercato prodotti « nuovi »e non soltanto prodotti su « licenza », com eoggi si fa largamente con la conseguenza d iaccrescere ogni anno di più il deficit per sal -do di redevances di brevetto .

Un simile orientamento non mi pare d iscorgere nella politica economica del Go-verno .

Nel settore della ricerca, il disordine per -mane ed i finanziamenti sono assai modesti :solo cento miliardi per la realizzazione di pro -getti di ricerca applicata . A parte gli stan-ziamenti, però, il settore attende un general eriordinamento, che parte dal presupposto d iaffidarne la direzione a personalità di sicur acapacità e prestigio, i cui meriti dovranno es-sere valutati con criteri extrapolitici .

Il problema è urgente e non ammette di-lazioni : pena, nell'arco di dieci o venti anni ,il nostro scadimento nel novero delle nazion ivassalle .

Dopo le considerazioni generali di carat-tere politico-economico passo a trattare, que-sta volta in veste di tecnico, alcuni problem iche interessano le forze armate e particolar-mente l'esercito, dal quale il paese si attend equella protezione di cui potrebbe aver bi-sogno.

Lo stato di previsione del Ministero dell adifesa per il 1969 prevede una spesa di 1 .408,5miliardi (1.400 per la parte corrente, 8,5 inconto capitale, ma trattasi di distinzione nonmolto concreta, che non riflette affatto la per-centuale delle spese dedicate ad obiettivi in-frastrutturali, molto maggiori della percen-tuale data per le spese in conto capitale) .

Poiché la previsione dell ' entrata delloStato per lo stesso anno è di circa 9.720 mi-liardi, l 'onere per la difesa è di circa il 15per cento dell 'entrata totale .

Un impegno di spesa nella sua misura lo-gico per un paese la cui Costituzione ripudial ' uso della forza, che fa una politica pacifica ,che confida che le nostre controversie inter -nazionali possano essere risolte in linea d idiritto sulla base della buona volontà, ma cheper altro non rinuncia a mantenere in pied iuna organizzazione militare completa, almenonel campo degli armamenti convenzional iperché, nonostante una larga parte delle forz epolitiche tendano, almeno per il momento, atale rinuncia, l'inquadramento internazional ein cui l'Italia è venuta a trovarsi dopo l 'ul-timo conflitto non ha permesso la smobilita-zione dell 'apparato militare negli scorsi anni ,né lo permette nell ' immediato presente reso ,dalla scorsa estate, ancora più pesante .

Da un punto di vista congiuntamente mili-tare ed economico non si può rinunciare a dosservare che nel quadro di un bilancio ch eprevede per l'anno in corso 3 mila miliard idi indebitamento, cioè di un bilancio chevuole incentivare l'economia del paese attra-

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verso il deficit del bilancio statale, una mag-giore previsione di spesa per esigenze militar isarebbe molto probabilmente una decision esaggia .

L'effetto moltiplicatore del reddito deter-minato dalle spese militari infatti è, agli ef-fetti dell 'economia del paese, se tali spes esono condotte con criteri sani, esattamente lostesso della corrente spesa pubblica ; circal 'affermazione che le altre spese costituiscon oinizialmente un investimento mentre le spes emilitari sarebbero improduttive, è ormai ab-bastanza palese che trattasi di un concetto no-tevolmente labile . Non esistono reali investi-menti specificatamente produttivi per l ' indu-stria e l 'agricoltura; nel vasto quadro del-la spesa pubblica gran parte di questa è men oproduttiva della spesa militare in quanto no npuò non considerarsi una utilità concreta :a) una educazione virile della gioventù ma-schile del paese ; b) un complesso di infra-strutture e di armi ; c) un prestigio militareche, da che mondo, è mondo, pesa e ha va-lore indipendentemente e forse proprio a so-stegno di una profonda volontà politica dipace.

Tale verità, però, pur se semplice, nonha ancora fatto molta strada .

Esigenze economiche e militari sembran osinora correre su due fili di pensiero che ap-pare difficile possano convergere, il che in-vece spontaneamente avviene sulla base dell eprecedenti, semplici osservazioni .

Comunque, per il 1969 la prevista spes aper la difesa è quella già detta di 1 .408,5 mi-liardi e non resta quindi che esaminarla, sep-pur molto sommariamente nelle sue princi-pali classificazioni, mettendola in relazion econ quella che è la situazione delle forz earmate, secondo quanto risulta dai corrent icanali d 'informazione interni degli ambient imilitari, per tentare di apprezzare se, al sacri-ficio finanziario comunque sostanzioso cheessa rappresenta, corrisponde, come il paes eha diritto di attendersi, un adeguato incre-mento od almeno mantenimento in esser edella potenza militare della nazione .

Una notevole decurtazione delle possibilit àdi spesa attiva si ha intanto per il carico de-terminato dal personale in quiescenza: 235miliardi, il 17 per cento del totale, carico evi-dentemente obbligatorio .

Giungendo al personale in attività di ser-vizio, vediamo che ad esso sono stati riservat i522 miliardi, di cui il 54 per il personale ci-vile e 86 per il personale operaio, restandoneper il personale militare propriamente det-to 381 .

Non si può non osservare che la spesa peril personale civile è veramente imponente :dal che consegue l'opportunità di qualche, con-siderazione .

Il personale civile (cui vanno 54 miliardi )sodisfa indubbiamente esigenze generali d iinquadramento dell'amministrazione militare ,ma ha raggiunto una forza numerica indub-biamente irrazionale . Quella parte del perso-nale che costituisce la massa subalterna tra ein gran parte origine da massicce immissioninell'amministrazione, operate durante e dopol'ultimo conflitto, di personale cosiddetto« giornaliero » o « temporaneo », successiva-mente promosso ad « avventizio » e comun-que immesso e rimastovi in forza del blocc oche in determinati periodi, per precisa dispo-sizione, in pratica sempre dall 'ultimo con-flitto, hanno avuto i licenziamenti . La part edirettiva ha, invece, provenienza regolare masi è anch'essa accresciuta in virtù di unanotevole quantità di cosiddette « leggine » ,traenti origine da una irrazionale esaltazion edelle necessità osservate da punti di vista set-toriali e talvolta anche legate ad interessi dicarriera di singoli, che comunque sono riu-sciti ad imporsi anche perché ciascuna « leg-gina » comportava per sé un onere modesto .

Il personale operaio (86 miliardi), nell asua più gran parte, presta servizio negli sta-bilimenti militari che però, dopo l'ultimoconflitto, non hanno mai avuto commesse d ilavoro tali da giustificarne l ' esistenza, e sonorimasti in vita anzitutto per ragioni di iner-zia decisionale, per la necessità di non pro -durre sacche di disoccupazione e per inte-ressi particolari, perpetuando per altro unaesistenza asfittica per mancanza di adeguat eesigenze che ha comportato assenza di stan-ziamenti per le materie prime, mancanza d iprovvedimenti per il ringiovanimento del per-sonale, ecc .

È ovvio che l ' amministrazione ha contrattocon tale personale dei doveri e che quest ivanno rispettati (tra l ' altro, sussiste semprela possibilità mai sfruttata del trasferimentodi personale ad altre amministrazioni che n esono carenti), ma è indispensabile pensare a dun alleggerimento della situazione se si vo-gliono dedicare i mezzi adatti al potenzia -mento effettivo della difesa .

Restano comunque per il personale mili-tare propriamente detto 381 miliardi che no nsi può dire che siano pochi, soprattutto i nconsiderazione del fatto che la massa de imilitari di leva ha un soldo logicamentelimitato . Un esame analitico degli stipendidelle varie categorie, indennità, soprassoldi

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ed assegni vari, costituirebbe un lavoro im-ponente, per la presente trattazione indub-biamente eccessivo e, del resto, adducente aconclusioni già note per l ' informazione ge-nerica che possono riassumersi nella seguen-te proposizione semplice « si spende molt oe si conclude poco », perché il personale mi-litare per sua natura abbastanza disinteres-sato e idealista non è affatto contento .

Si tratta di uno stato di fatto grave – gra-ve e che sarebbe imprudente affidare alla sa-natoria, conseguente, nel momento del biso-gno, all 'entusiasmo che proviene dalla co-scienza di raccogliere un appello sorto d auno stato di bisogno nazionale – e che me-rita quindi un breve esame .

I quadri essenziali delle forze armat e(ufficiali di grado elevato e sottufficiali an-ziani) sono quelli che hanno combattuto l'ul-timo conflitto, spesso con estremi disagi epericoli, non ritraendone certo motivo di so-disfazione . Successivamente essi hanno vis-suto la riorganizzazione delle loro istituzio-ni nel clima di una società che mira, o esclu-sivamente a finalità economiche o a travol-gere gli ideali storici sotto l'impulso di nuo-ve ideologie : situazione anche questa noncorroborante per lo stato d'animo dei mili-tari .

Su parte di questi quadri più anziani halungamente pesato e continua a pesare tut-tora, dopo oltre venti anni, la questione del -le punizioni in sede di discriminazione ; que-stione che, per la designazione di particolar iincarichi ed anche in sede df avanzamento,viene risolta caso per caso, con criteri conti-nuamente oscillanti e a rimorchio spesso d ivalutazioni e di sentimenti o risentiment ipersonali o di interventi politici .

Se detti militari si erano macchiati d igravi colpe verso la patria era assolutamen-te necessario non riammetterli nelle file del -le forze armate, ma se sono stati discrimi-nati il loro successivo trattamento non pu òessere continuamente condizionato e, com eripeto, in maniera spesso difforme e discon-tinua .

Si parla di « pacificazione degli animi ditutti gli italiani » però la legge 18 marzo1968, n . 250 (Gazzetta ufficiale n . 85 del1° aprile 1968), che dispone il condono dell esanzioni disciplinari inflitte ai militari e a icivili per infrazioni commesse a tutto il 31gennaio 1966, stabilendo che : « delle sanzio-ni condonate non deve rimanere alcuna trac-cia nel fascicolo personale degli interessati »(comma secondo dell 'articolo 1), è stata in

primo tempo interpretata in maniera tantorestrittiva da frustrarne gli effetti ai dann idella quasi totalità dei militari .

Infatti, il Ministero della difesa solo conrecente circolare diramata a tutti i comand iprecisa che « la legge (250/1968) va applica-ta illimitatamente nei riguardi delle punizio-ni irrogate per infrazioni commesse fino all adata del 31 gennaio 1966, ivi comprese quel -le già condonate in base a precedenti provve-dimenti di clemenza » . È evidente che pe rtutte le punizioni irrogate in sede di giudiz idi discriminazione, dovranno essere « stral-ciati » dalla parte III/a di tutti gli esemplar idel libretto personale degli ufficiali i model-li 8 relativi a dette punizioni ; e dovrannoessere distrutti e convenientemente ricompi-lati tutti quei documenti dai quali potrebb edesumersi la esistenza di una primitiva san-zione .

Come logica conseguenza della cancella-zione delle punizioni il Ministero della di -fesa dovrebbe riprendere in esame, d'ufficio ,ora per allora, tutti gli ufficiali dichiarat inon idonei per l'avanzamento, attualmentenella posizione di congedo senza che ciò im-plichi ricostruzioni di carriera e pagament odi arretrati, allo scopo di sanare, almeno inparte, passate risoluzioni in pieno contrast ofra loro per cui, a parità di presunti elemen-ti, mentre qualche ufficiale è stato fermat onell'avanzamento da capitano a maggiorequalche altro è riuscito a raggiungere il ver-tice della propria forza armata.

D'altra parte i cittadini italiani che han-no servito la repubblica sociale italiana sie-dono in Parlamento eletti da partiti divers io ricoprono incarichi anche di notevole ri-lievo in campo nazionale ed internazional eed è quindi ingiusto che la discriminazion edebba restare ancora presente nell'ambitodel Ministero della difesa.

È al tempo stesso indispensabile che di-scriminazioni politiche di altro genere nel -l'ambito delle forze armate siano limitatesolo a casi definiti e che i fatti eventualmen-te indicati siano fondatamente e con la mas-sima obiettività provati e non sia sufficiente ,ad esempio, la qualifica di partigiano per es-sere considerato con sospetto . Ingiustizie chein questo campo si manifestassero, specie seper decisioni ed interventi di parte politica ,in contrasto con le deliberazioni delle com-missioni di avanzamento, sarebbero estrema -mente nocive per il morale delle forze arma -te, così come certe discriminazioni di mass abasate su sommari accertamenti conseguen-ti a disposizioni non bene espresse .

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Deve essere quindi costante preoccupazio-ne della classe politica responsabile evitar eche, nel seno delle forze armate che devonoessere assolutamente apolitiche e solo volt ealla difesa della patria, vengano favorite omeno, strumentate in ogni caso ed a qual-siasi livello scelte, preferenze od esclusion icon fini che non siano quelli legittimi de lmiglioramento nel campo tecnico, organizza-tivo, addestrativo, funzionale ed operativ odelle forze armate stesse, al fine di garanti -re in caso di necessità quei sentimento d icoesione nazionale in virtù del quale ciascu-no sia ben conscio e convinto di difendereun bene comune : la propria patria .

Raggiunta questa meta, non occorrerà co-stituire il Commissario parlamentare all eforze armate vagheggiato dagli onorevol iAnderlini e Parri, che diventerebbe fatal-mente un elemento di disordine e di disso-luzione delle strutture gerarchiche delle for-ze armate. E prego l 'onorevole Giorgi oAmendola, che ringrazio per l ' attenzione al -tra volta prestatami, di voler sopportare vi-sioni tanto retrive dovute anche al limitat olivello intellettuale, ovviamente congenito ,ma che non è stato possibile migliorare co nuna adeguata frequenza delle scuole del su opartito .

Le alte gerarchie hanno ritenuto di sa-nare il malcontento con l ' acceleramento del-le carriere, cioè dei gradi : il che è stato pos-sibile fare, con una legge di avanzamento ,cadendo probabilmente in inconvenienti d iinesattezza di giudizio che hanno peggiora-to la situazione più di quanto riuscivano i nlinea diretta a migliorarla ; legge di avanza-mento priva a tutt'oggi dell'indispensabil eregolamento di applicazione più volte richie-sto, che rende anche segreta senza motivo l agraduatoria finale di merito ; legge non pog-giata su adeguate basi, in quanto non si èancora provveduto a definire prima l ' ordina -mento dell'esercito, e che ha creato impo-nenti e dannose sperequazioni del tutto in-concepibili fra la carriera delle varie Armi ;sperequazioni aggravate dalla creazione diuna accademia unica per tutte le Armi del-l'esercito e dalla quale non è consentita, di-versamente da quello che avviene per le al-tre forze armate, la successiva scelta dell'Ar-ma preferita ; legge di avanzamento continua -mente modificata con emendamenti che, pu ravendo lo scopo di renderla aggiornata, han -no finito con creare alcune distorsioni d ifondo, come quella per cui nell'avanzamen-to per i tenenti colonnelli del ruolo special eunico vengono posti sullo stesso piano mo -

rale ed economico coloro che hanno ben me-ritato nella loro carriera e coloro che, pe rmotivi vari, sono stati giudicati « non ido-nei » a ricoprire il grado superiore (per ri-mediare a tale grave manchevolezza baste-rebbe emanare una legge che riconosca il di -ritto alla promozione al grado superiore, co ndecorrenza dal giorno precedente al colloca -mento in ausiliaria, di tutti i tenenti colon-nelli del ruolo speciale unico che in sede d iprima valutazione siano stati giudicati ido -nei e non iscritti) .

In sede di esame dello stato di previsio-ne della spesa del dicastero della difesa, no npuò sfuggire la constatazione che il proble-ma del personale militare è, nell 'ambito del-l'amministrazione militare, morto più diffici-le a risolversi di quello del personale civile ,perché investe il corpo vivo stesso delle or-ganizzazioni, per cui è indispensabile ed ur-gente, come già detto, l'emanazione di unanuova organica legge sull 'ordinamento delleforze armate, che ne affronti realisticamentei problemi di proporzione e di sviluppo, leg-ge strutturata con finalità di economia e d irendimento per disporre di unità altament e

efficienti .Proseguiamo l'esame sommario delle gran -

di cifre : 609 miliardi sono previsti per l'ac-quisto di beni e servizi . Un'analisi critica det-tagliata di questa spesa richiederebbe l'esamedelle esigenze da parte di una équipe di spe-cializzati nei vari campi . Si può però senz'al-tro osservare che, per una così forte eroga-zione, è impellente curare che il processo d imoltiplicazione del reddito determinato dallaspesa pubblica, nel caso in esame, militare ,non sia minimizzato da commesse massiveall'estero, e che è molto dubbio che il Mini-stero della difesa abbia inquadrato efficace -mente il problema dandosi la finalità ancheeconomica di un eventuale bilanciamento del -le commesse fra le potenze amiche, affinchénel quadro delle alleanze l'Italia non debbaillogicamente impoverirsi a seguito di approv-vigionamenti invece possibili presso le sueindustrie . Ciò, come è natura, indipendente -mente dall'esame, che pure non è ben chiar ose sia sempre operato, delle difficoltà cui I eforze armate possono andare incontro a se-guito della dipendenza dall'estero per i rifor-nimenti di ricambi e della più rapida obso-lescenza di materiali che già in partenza pos-sono avere caratteristiche di surplus .

In proposito viene spontaneo di rilevareche tutti i problemi non si risolvono solo co nil denaro, ma anche con l'interessamento de -gli organi responsabili della vita nazionale .

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Se la Commissione difesa effettuasse uno stu-dio storico dei principali approvvigionament icompiuti nell'ultimo quinquennio, nella loroconcezione, modalità ed effetti di potenzia -mento delle forze armate, potrebbe trarne u nquadro utile e fornire al Ministero della di -fesa suggerimenti ed indicazioni altament epreziosi, indicazioni che dovranno consigliar eparticolare oculatezza e vigile controllo sul -l'opera di un nuovo organismo atlantico ne lquale l 'Italia sarà rappresentata da quattr oindustriali e che è il gruppo consultivo indu-striale creato su suggerimento della conferen-za dei direttori degli armamenti, d'intesa conil Consiglio dell'alleanza atlantica . I rappre-sentanti italiani in tale gruppo, nell'esami-nare unitamente agli elementi della NATO iproblemi relativi alla ricerca ed alla produ-zione di materiali attinenti alla difesa comu-ne, dovranno tenere anzitutto presenti gli in-teressi del lavoro italiano e l'esigenza per leforze armate italiane di potersi provveder enella maggiore misura possibile in loco d itutto quanto loro possa occorrere in fatto d iapprovvigionamenti e di rifornimenti .

Passo ora a tracciare una panoramica del -la situazione generale dell'esercito per sotto -lineare taluni lati deboli .

A fine 1968 molte erano le preoccupazion iin tutti i settori fondamentali, a causa dell edecurtazioni di bilancio verificatesi negli ann ipassati, e di una politica di ammodernamen-to, attuata nel recente passato, che non h atenuto presente in maniera armonica le vari ecomponenti .

Negli ultimi anni, infatti, sono state adot-tate drastiche riduzioni delle forze operativee di parecchi enti dell'organizzazione territo-riale nell'intento di realizzare ogni possibil eeconomia per migliorare la qualità dello stru-mento .

Successivamente, sempre a causa dell adifficile situazione finanziaria, sono state de-cise ulteriori riduzioni dei livelli di forza del-le unità, delle percentuali di personale di car-riera e specializzati, delle entità delle scorte .

Nonostante ciò, la situazione finanziari aattuale e quella prevedibile nell'immediatofuturo escludono ogni possibilità di raggiun-gere quel traguardo minimo che sarebbe desi-derabile .

Infatti, le carenze da colmare sono note -voli ; le più vistose sono quelle che si rive-lano nei seguenti settori fondamentali : forze :è stato interrotto il processo del potenziamen-to ed ammodernamento delle grandi unità d imaggiore impegno operativo; sono stati ri-dotti a struttura-quadro molti reparti di dette

grandi unità ; si è rinunciato alla disponibi-lità di numerosi organi di supporto logisticodi elevata priorità operativa - livelli di forza :nelle unità operative, la disponibilità dei mi-litari è ridotta ormai all'osso tanto che l'ad-destramento è in sofferenza - personale d icarriera e a lunga ferma : le deficienze attual i

.raggiungono cifre preoccupanti nel settoredegli specializzati di truppa e a lunga ferma- dotazioni : considerando i materiali più im-portanti, si riscontrano deficienze sensibil iper le forze di maggiore impegno operativ oe preoccupanti per le forze da costituire pe rmobilitazione - scorte : risultano notevolmen-te inferiori alle entità previste - principal imateriali superati : la massa della « linea car-ri », le artiglierie semoventi, i mezzi dell etrasmissioni, l'armamento controcarro, le ap-parecchiature tecniche per il tiro, le stru-mentazioni per la sorveglianza del campo d ibattaglia, le attrezzature del genio .

Questa, in stringata sintesi, è la situazione .Il fabbisogno finanziario minimo, al di fuor idelle spese funzionali, per dare all'esercit oquel minimo di efficienza che lo metta in gra-do di assolvere con successo ed onore i com-piti di difesa del paese, è valutabile intorn oai 1 .500 miliardi, da spendere entro il 1975 ,volendo _tenere conto della capacità produt-tiva delle industrie nazionali e di quella ricet-tiva dell'esercito .

Ove ciò non fosse possibile, si determine-rebbe una situazione insostenibile in tutti isettori fondamentali con il sicuro decadimen-to dell'efficienza dell'esercito a livelli talmen-te bassi da rendere aleatoria la possibilità d iripresa in un lasso di tempo accettabile. Intal caso sarebbe indispensabile la sollecita re -visione in sede politica dei compiti affidat iall'esercito .

In questo campo è anche da considerar eche la firma del trattato di non proliferazion eci pone esigenze e difficoltà imponenti .

In effetti, la proliferazione delle armi nu-cleari porterebbe un duplice colpo alla loropreminenza . Da una parte, l'atomo è un vigo-roso fattore di eguaglianza tra le nazioni, eil giorno in cui esso si espandesse nel mondo ,segnerebbe la fine del vantaggio e dei bene-fici che le due superpotenze ricavano dal lor opeso demografico, dalla loro capacità indu-striale, dal loro progresso tecnologico e per-sino dalla distesa territoriale che essi occu-pano sul pianeta . In una guerra convenzio-nale con un paese di modeste proporzioni ,questi fattori peserebbero in modo schiaccian-te contro le possibilità di quest'ultimo ; men-tre, se esso fosse fornito di armi nucleari tut-

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to cambierebbe : esso sarebbe, in altri ter-mini, in condizione di infliggere rappresagli ecompletamente sproporzionate agli obiettiv iche potrebbero prefiggersi Mosca e Wash-ington .

Tra potenze nucleari, qualunque sia l aloro dimensione, un equilibrio militare è fa-cile a stabilirsi, indipendentemente dalla de-mografia (numero delle divisioni), dall'indu-stria pesante (necessaria agli armamenti clas-sici), dalle dimensioni territoriali (pratica-mente neutralizzate dai missili) .

Un altro settore assai delicato è quello de iquadri per i quali i problemi da risolveresono numerosi e complessi .

Per gli ufficiali, l'aspetto principale è quel -lo numerico . In linea teorica dal confrontofra esigenze e disponibilità risulta una diffe-renza in meno, che assume un significatopreoccupante quando si consideri che le dif-ferenze riguardano in modo specifico i qua-dri inferiori, ai quali è affidato il governo el'addestramento delle unità minori .

Questo stato di cose si deve far risalire ,come già accennato, essenzialmente alla leggedi avanzamento in vigore che, imponendo u nmeccanismo rigido di promozioni e di va-canze, che valido per ruoli pieni – cioè sta-bilizzati – non è risultato rispondente alleesigenza della fase iniziale di transizione, h aprovocato un sensibile acceleramento di car-riera, con l'inconveniente di non poter di-sporre a livelli inferiori (subalterni e capita-ni) di ufficiali che pérmangono nei gradi pe rtempi adeguati alle funzioni alle quali sonopreposti, e sufficienti per acquisire la neces-saria esperienza e autorità per gli incarich isuccessivi .

La conseguenza è stata che i ruoli degl iufficiali, nel loro complesso, sono disarmoni-ci, caratterizzati cioè da una evidente spro-porzione tra la « base che è piccola, ed i l« corpo » ed il « vertice » che sono invecepiuttosto consistenti .

Per quanto riguarda la categoria « a di-sposizione », pongo in evidenza che il su oprogressivo incremento ha riflessi non certopositivi sull'efficienza dell'esercito .

Gli ufficiali a disposizione, infatti, costitui-scono totalmente, in un certo senso, un pes omorto e sono al tempo stesso degli scontenti .

Accanto all'aspetto quantitativo non si puòignorare quello qualitativo . Mi riferisco i nmodo particolare ai servizi tecnici, che si di -battono in grosse difficoltà anche in conse-guenza dei provvedimenti legislativi adottat iper la loro costituzione . un problema chebisogna risolvere perché in un esercito mo -

derno la componente tecnica assume una fun-zione sempre più marcata fino a condizionar-ne l'efficienza stessa . A parte le questioni spe-cifiche alle quali ho accennato e che richie-dono una urgente soluzione, è estremament eimportante definire una politica globale de iquadri che assicuri all'esercito una intelaia-tura salda ed efficiente .

Principio informatore di tale politica dev eessere il superamento delle pastoie della car-riera economica per sodisfare essenzialmentele esigenze della carriera gerarchica . In altritermini, sembra ormai indilazionabile l'ado-zione di provvedimenti che assicurino agl iufficiali, con il progredire negli anni di ser-vizio, un trattamento economico corrispon-dente a quello dei civili di pari anzianità ,ma non legato necessariamente al conferimen-to del grado corrispettivo .

Ancora più preoccupante si presenta lasituazione dei sottufficiali . La deficienza nu-merica complessiva è già sensibile ed è desti -nata ad aggravarsi in conseguenza : del pro-gressivo invecchiamento della categoria, do-vuto alla mancata costante copertura dei vuoticreatisi negli anni passati; della difficoltà disostituire adeguatamente gli elementi prezio-si che via via lasciano il servizio ; della di-scutibile utilità già accennata ai fini dell'im-piego dei sergenti allievi ufficiali di comple-mento che permangono troppo poco ai re -parti e non assicurano la necessaria conti-nuità ; delle carenze sensibili nelle specializ-zazioni di maggior pregio, con conseguentecrisi nei settori più impegnati .

Anche per i sottufficiali, perciò, si impon euna politica globale dei quadri mediante l aadozione di provvedimenti urgenti, che ri-sultino adeguati dal punto di vista qualita-tivo e quantitativo .

Occorre in particolare dare ai sottufficial iuna « molla » che li invogli a scegliere lacarriera delle armi e a migliorare la propria

condizione . L'accesso alla categoria superio-re (quella degli ufficiali) con limitazione de l

grado (quella di capitano) potrebbe costituir e

valido elemento di richiamo e di prestigio . In

tal modo, oltretutto, i reparti potrebbero fi-nalmente contare sulla permanente disponi-bilità di personale specializzato di grado ade-guato, preposto a funzioni essenzialmente ese-cutive nei più svariati settori : motorizzazio-

ne, trasmissioni, vettovagliamento, manuten-zione degli immobili, custodia dei mate-riali, ecc .

Svincolati dalle incombenze dei periodi di

comando, gli ufficiali a carriera limitata (pa-ragonabili a quelli del CEMM della marina)

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sarebbero così impiegati negli stessi incari-chi e, finché possibile, negli stessi reparti .

Per quanto concerne la truppa, la ridu-zione notevole dell'entità dei contingenti h acreato nelle unità una situazione di forza ina-deguata alle esigenze operative .

Le sintetiche constatazioni di fatto ed i nparticolare le deficienze riscontrate nell'in-quadramento dei reparti per mancanza di uf-ficiali, sottufficiali e specializzati, impongonodi rivedere, su basi nuove, l'intera struttur adell ' esercito con la definizione di un nuov o« quadro di battaglia » che tenga conto degl iimpegni militari della nazione, ma non ignor ii vincoli di carattere economico che condizio-nano la forza bilanciata ; che si configuri inuno strumento armonico nelle sue varie par -ti : che adegui il supporto logistico alle esi-genze dei reparti ; che, in conclusione, elev iil grado di efficienza dell'esercito .

L 'addestramento è reso difficile dai bass ilivelli di forza dei reparti ai quali ho accen-nato in precedenza, dal sistema di ripartizio-ne della forza bilanciata in più scaglioni edai criteri posti a base per Ia programma-zione addestrativa .

Il progressivo sviluppo turistico diffuso u npo' in tutte le regioni della penisola, in con-nessione con l'utilizzazione, per fini economi -ci e sociali, di terreni fino a qualche temp ofa di scarso valore, pone vincoli non pi ùsopportabili all ' addestramento delle unità. I lproblema principale riguarda, quindi, la di-sponibilità di aree addestrative . A nulla vale ,infatti, avere uomini e materiali, se non si èin condizione di addestrare i primi e di im-piegare i secondi .

Indipendentemente da ciò, ritengo che si agiunto il momento di rivedere l'intera impo-stazione addestrativa, secondo i seguenti cri-teri : semplificazione massima, al fine di eli -minare la continua frantumazione dei repart ied il conseguente ricorso ad unità di forma-zione, che in atto si verifica ; perseguiment odi obiettivi adeguati alla situazione della for-za alle armi e, quindi, sicuramente raggiun-gibili, piuttosto che ambiziosi programmi ch erimangono tali ; preparazione in funzione de iprevedibili compiti operativi (difesa dell afrontiera) .

In un esercito moderno, l'apparato adde-strativo condiziona l'efficienza stessa dell eunità .

Alla organizzazione scolastica sono stat ededicate nel passato particolari cure . È unaorganizzazione costosa che ha una funzion eche non si può disconoscere, ma che occorre

forse ridimensionare per ragioni di carattereeconomico, di rendimento e di equilibrio ge-nerale .

Il carico addestrativo del CAR, in parti -colare, ha raggiunto livelli tali da farne con-siderare poco produttiva l'attività . L'elevatorapporto allievi-istruttori è ormai al di so-pra dei limiti consentiti dalla moderna meto-dologia didattica, con evidenti inconvenient iche reputo necessario eliminare . L'organizza-zione, nella situazione di bilancio esistente ,rappresenta, in un certo senso, un lusso .

Senza rinunciare ai traguardi raggiunti at-traverso venti anni di cure costanti, è neces-sario esaminare la possibilità di rivedere i lsistema di incorporamento e di addestramen-to oggi previsto, al fine di realizzare ogni pos-sibile economia ; assicurare ai centri di adde-stramento migliori condizioni, diminuendone

il carico addestrativo ; contemperare esigenzeaddestrative ed esigenze di impiego, senza tra-scurare, al tempo stesso, gli impegni di ca-rattere operativo .

E passo a trattare ora un argomento ch eè motivo di diffuso e giustificato malcontent o

per il personale militare .Le retribuzioni che il personale riceve son o

avvilenti, non soltanto per la loro inadegua-tezza rispetto alla continua lievitazione del co-sto della vita ma anche e soprattutto perché ,

invece di compensare sul piano economico ìmaggiori oneri, disagi e rischi, sono sensi-bilmente inferiori, nel complesso della car-riera, a quelli degli impiegati civili dell oStato .

A questo riguardo occorre tener presente ,infatti, che, sebbene le tabelle degli stipend inon mettano in evidenza alcuna differenzatra le due categorie, o facciano apparire ad-dirittura favorita quella degli ufficiali, la piùlunga permanenza dei militari nei gradi men oelevati e i più bassi limiti di età con cui ess idevono lasciare il servizio li pongono in un acondizione di netta inferiorità . Basti pensare

che un ufficiale, in 33 anni di servizio, per-cepisce mediamente circa 18 milioni meno d i

un funzionario ; e che un sottufficiale, in 4 0anni di servizio, percepisce mediamente 3 mi-lioni meno di un corrispondente impiegato .Per contro, il militare deve sostenere spes eingenti in occasione dei frequenti trasferi-menti o per esigenze connesse al decoro del -l'uniforme ; è sottoposto a particolari disagi ;è esposto a notevoli pericoli per l'uso conti-nuo di esplosivi, munizioni e mezzi bellici d iogni genere in terreni difficili e al limite del -le loro prestazioni ; deve sottostare a notevol ilimitazioni della sua libertà personale per ef-

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f etto di una regolamentazione severa e dell asoggezione al codice penale militare .

La revisione, perciò, del trattamento eco-nomico del personale militare si impone si anella componente fondamentale, rappresenta-ta dallo stipendio e dalle indennità militar ied operative, sia nel campo delle indennit àaccessorie, molte delle quali interessano vast ecategorie di personale o settori di vasta im-portanza per l'efficienza delle forze armate .

Per quanto riguarda lo stipendio, riteng oche una soluzione pratica attuabile possa es-sere ricercata nell'adozione di adeguati cor-rettivi al meccanismo di progressione del trat-tamento economico degli ufficiali e sottuffi-ciali . Più precisamente, si potrebbe neutra-lizzare la lentezza che caratterizza la carrier amediante l'istituzione nei vari gradi, o i nalcuni di essi, di uno o più livelli di stipendi ointermedi tra quello iniziale e quello imme-diatamente superiore, e la riduzione del nu-mero di anni da detrarre dall'anzianità com-plessiva in sede di attribuzione degli scatti d istipendio .

Con l 'occasione, si dovrebbe eliminare l adiscriminazione che sussiste a danno degl iufficiali dell'esercito, i quali, pur avendo un acarriera più lenta rispetto agli ufficiali dell ealtre forze armate, sono soggetti, nel com-puto dell'anzianità di servizio, a detrazion ipiù elevate e fruiscono conseguentemente d iun numero inferiore di « scatti » .

Per l'indennità militare - ridotta, oggi, auna misura irrisoria, assolutamente inade-guata alle finalità per le quali fu istituit a- ritengo che si debba addivenire a una de-cisa rivalutazione, commisurandola al 20-25per cento dello stipendio. Si otterrebbe così i lrisultato di adeguarla alla dimensione cheessa ha avuto in passato, di indennizzare real-mente i maggiori oneri e le maggiori presta-zioni cui sono assoggettati i militari e, in -fine, di assicurarne l 'automatica rivalutazion ein caso di aumento delle retribuzioni .

Per l'indennità operativa, invece, ritengoindispensabile realizzarne l'unificazione i nambito interforze . Si tratta, cioè, di perve-nire alla istituzione di una indennità opera-tiva unica che, articolata in rapporti aritme-tici diversi in relazione alle posizioni « ope-rative » di ciascuna forza armata, elimini l egravi ed ingiustificate sperequazioni che at-tualmente esistono a danno dell'esercito .

Nei riguardi di tutte le altre indennità ,oggi previste per il personale militare, la ne-cessità di un generale riesame e riadegua-mento non può essere messa in dubbio ; bast ipensare all'indennità mensile dell'assegno di

rappresentanza : di 63 lire per i colonnelli e314 lire per i generali di Corpo d'Armata.

In ogni caso, a mio avviso, i provvedi -menti più urgenti da adottare in questo carn-po sono i seguenti : istituzione di una ade-guata indennità di ordine pubblico per l'Arm adei carabinieri ; estensione ai militari del -l'equo indennizzo, oggi previsto per i sol icivili, al fine di poter adeguatamente inden-nizzare coloro che per cause di servizio incor-rono nella perdita della loro integrità fisica(e questo capita spesso ai militari) ; rivaluta-zione dell'indennità di specializzazione, dell epaghe e dei premi di rafferma, per aumen-tare qualitativamente e quantitativamente gl iarruolamenti, e per contenere gli esodi ; riva-lutazione dell'indennità di marcia raggua-gliandola, come era già in passato, a circ aun terzo dell'indennità di missione ; rivaluta-zione dell'indennità professionale degli uffi-ciali dei servizi tecnici per realizzare nei lororiguardi gli stessi obettivi di miglioramentoqualitativo e quantitativo .

È corsa voce che il Ministero del tesoro ,nel predisporre la riorganizzazione delle car-riere degli statali, avrebbe richiesto di eli -minare i vantaggi economici per ultimo accor-dati al personale militare, in quanto tali van-taggi - sosterrebbe il predetto Ministero -intralcerebbero il processo di normalizzazio-ne delle retribuzioni degli statali . Ne conse-guirebbe una decurtazione delle retribuzion ial personale militare per una media perso-nale di 10 mila lire mensili da devolvere avantaggio di altro personale statale . Se talenotizia fosse vera, è da considerare l'ulterioredemoralizzazione del personale militare .

Un altro argomento di particolare interes-se ed attualità è quello riguardante il proces-so formativo dei quadri destinati ad assolver ealti compiti direttivi . Per quanto si riferisceagli ufficiali destinati a costituire i quadri del -lo Stato maggiore, nell'anno 1966 era statopresentato, approvato ed era in corso di at-tuazione un completo e particolareggiato pro-getto che ampliava e modernizzava l'indiriz-zo di reclutamento e di studio per la scuol adi guerra, sulla base del superamento de lconcetto della volontarietà a favore di quellodella obbligatorietà già seguito dalle altre for-ze armate ; tale progetto è stato successiva-mente e clandestinamente seppellito senza de-gnarlo neppure di un modesto funerale . Ri-tengo invece che tale progetto debba esser eripreso in considerazione per le maggiori pos-sibilità che dà di accedere alla scuola di guer-ra attraverso un sistema di accertamento e d iselezione più vasto e approfondito, possibilità

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che si traducono in maggiore interessament oalla elevazione culturale e spirituale da part edei quadri inferiori .

Occorre infine creare la disponibilità de iquadri direttivi in possesso della necessari aconoscenza e sensibilità per le questioni tec-nico-scientifiche onde poter impostare un apolitica militare mirante allo sviluppo tec-nologico .

È estremamente dannoso ignorare la tec-nica o porsi semplicemente al rimorchio d iessa . L'esercito ha interesse vitale a svolgereun'azione propulsiva nei confronti dell'indu-stria nazionale, onde preparare il terreno in -dispensabile alla sua sopravvivenza .

Il problema della ricerca scientifica ha an-che - e soprattutto - una componente milita -re. Con una visione proiettata nel futuro, oc -corre definire oggi le caratteristiche militar idelle armi e dei mezzi che potranno occorrer edomani ; guidare gli studi dei tecnici nell aricerca delle soluzioni che sodisfino megli ole esigenze del singolo nelle sue attività nor-mali di lavoro e di impiego ; indicare il com-promesso accettabile tra l'optimum operati-vo e l 'optimum tecnico. Occorre, in altri ter-mini, creare, da parte militare, le condizion iindispensabili affinché si apra un dialogo trai militari e gli organismi preposti alla ricer-ca nel settore industriale .

Solo così potranno essere indicati i mate-riali necessari verso la cui acquisizione s idebba con urgenza tendere evitando di ab-bandonarsi all'accettazione di mezzi bellic inon sufficientemente idonei per l ' impiego n éconvenienti per il sistema di acquisto, in quan-to la scelta delle armi e dei mezzi, e più pre-cisamente l'indicazione di quanto è necessa-rio, e la definizione delle caratteristiche prin-cipali dei singoli materiali deve derivare, i nlinea teorica ed in via logica, solo da conce-zioni operative riferite al prevedibile teatr odi operazioni .

Concludendo, se non si riuscirà ad ottene-re il fabbisogno finanziario minimo sopra in-dicato per dare all 'esercito l ' indispensabileefficienza, sarà necessario, con le più limitat erisorse, sopperire almeno in parte al gradua -le ripianamento dei materiali superati dand oprecedenza ai settori lasciati in passato sco-perti onde realizzare un più armonico equi-librio fra i mezzi in dotazione sempre in re-lazione alle prevedibili esigenze operative .

Si dovrebbe con l'occasione utilizzare piùlargamente l'industria nazionale e maggior -mente gli stessi stabilimenti militari, utiliz-zazione che consentirebbe sicuramente moda-lità di pagamento meno imperiose e ridurreb-

be l'esodo di capitali italiani all'estero : mi-sura che garantirebbe, fra; l'altro, ed è esi-genza fondamentale in caso di necessità, i lpronto rifornimento nel paese e dal paese de lmateriale bellico indispensabile .

Al riguardo è di attualità parlare del pro-gresso tecnologico nelle forze armate . Qualeè il loro atteggiamento davanti a questo no-tevolissimo progresso ? A simiglianza d iquanto si è verificato nella industria, si pos-sono individuare negli ultimi venti anni dueperiodi significativi :

un primo periodo, che va dal dopoguer-ra sino a tempi recenti, in cui si è stati spet-tatori non sempre bene orientati dello svi-luppo di nuove importanti invenzioni che, i nfondo, rappresentano l'applicazione delle ri-cerche effettuate nella seconda metà dell'otto-cento ed a cavallo dei primi del novecento ,anche ad opera di italiani . 1J il periodo in cu ila produzione su « licenza » di ritrovati not ioltr'Alpe e oltre Oceano - spesso portatrice d ipingui guadagni - ha dominato e condizio-nato, in maniera incontrastata, l'apparato in-dustriale ;

un secondo periodo, iniziato in data pi ùrecente, nel quale si è assunta conoscenz adella sia pur modesta possibilità nazionale esi è tentato di recuperare parte del tempoperduto, rinnegando una buona volta l'atti-tudine - oramai divenuta costume - di atten-dere lumi ed armi solo dall'esterno .

Si è fatta così strada la verità : vale adire che il progresso tecnologico non è de -terminato mai dalla produzione su « licen-za », bensì dalla ricerca originale . Essa è co-stosa, lunga, incerta, ma alla fine determi-na una qualificazione ed il rinnovamento in-dustriale ed apre ampie e stabili fonti d ilavoro .

Ad esempio, esiste una ditta nazional eche ha intuito l'importanza della ricerca ap-plicata al settore militare, ed ha risolto pe rconto di un paese estero problemi di altointeresse tecnologico, nel campo dei calcola -tori elettronici e delle centrali per il tiro con-traereo, due iniziative che hanno avuto un arisonanza europea, e fanno onore all'ingegn oitaliano .

I motivi di questo risveglio vanno ricer-cati nella constatazione che paesi europei e dextra europei, del nostro ordine di grandez-za od addirittura minore del nostro, hann oimpostato coraggiose politiche di svilupp otecnologico a fini militari e sono pervenute apresentare materiali militari competitivi co nquelli di altri paesi ; nella conoscenza appro-fondita delle fondamentali linee di pensiero

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internazionale, e la conseguente capacità d igettare le fondamenta logiche, prima opera-tive e poi tecniche, per il progetto di mate-riali di guerra adatti alle necessità nazionali ;nella raggiunta conoscenza della sensibile ef-ficacia delle pianificazioni tecnico-finanziarie ,quando siano poggiate su basi realistiche esiano considerate strumenti flessibili al ser-vizio di una politica militare sviluppata at-traverso il sostanziale condizionamento de ltessuto industriale nazionale .

La suaccennata esigenza di seguire atten-tamente il progresso tecnologico assegna aglistati maggiori compiti sempre più impegna-tivi, nel senso che li obbliga a condurre unaazione sempre più intimamente connessa congli organi di studio universitari ed industriali .

Non potendosi operare una netta distin-zione tra ricerca a fini generali e ricerca afini militari, ne consegue la necessità di u nintimo legame nei rapporti tra stati maggio-ri, servizi tecnici militari ed organi di stu-dio civili .

Solo un ordinamento ispirato a questi cri-teri può garantire una concreta ed efficac epolitica di ammodernamento degli armament ie delle dotazioni, in una prospettiva che ten-ga conto delle pressanti esigenze di svilupp odell'apparato industriale del paese .

.

L 'esercito, quindi, potrà affrontare co nsuccesso un così arduo compito, solo se di-sporrà, accanto al tradizionale supporto ope-rativo, di un adeguato supporto tecnico co-stituito da elementi altamente qualificati edediti esclusivamente ad attività tecnico -scientifiche . Da ciò la necessità che i serviz itecnici ritornino in seno ai propri stati mag-giori e possano disporre in proprio di at-trezzati centri di esperienze, laboratori, ga-binetti scientifici, nei quali organizzare e con -durre, sotto l'egida degli stati maggiori, inproprio ed in collaborazione con i ricercator icivili, l'attività di studio di interesse mili-tare .

In sintesi, l 'evoluzione tecnologica milita-re, già in fase di rapida accelerazione, pu òtendere a più alti traguardi a condizione d idare nuovo impulso alla formazione di tec-nici militari di alto livello, lasciati alle di -rette dipendenze degli stati maggiori ; di for-nire più ampie disponibilità finanziarie, alfine di sorreggere le ricerche in corso ed im-postarne di nuove, in settori essenziali per l aqualificazione della industria non soltanto afini militari ; di favorire i processi di osmos itecnico-scientifica con altri paesi onde perve-nire ad accordi di sviluppo di materiali mi -

litari ; di promuovere ordinamenti legislativ iilluminati che consentano la tempestiva tra-duzione dell'inventiva scientifica in prototip isperimentali evitando, come avviene di fre-quente, che un progetto muoia ancora prim adi nascere a causa di intralci amministrativ idi ogni genere .

Questa, a mio parere, deve essere la poli-tica da seguire nel settore della ricerca e dellosviluppo tecnologico . Una politica diversa in-tesa solo ad assumere atteggiamenti passiv idavanti al progresso altrui nell'illusione d ibeneficiarne, produrrebbe gravi danni all eforze armate, ma più gravi ancora agli inte-ressi delle industrie nazionali .

necessario infine tener ben presente ch ese impegni militari si devono prendere nelcampo internazionale è bene considerarli conla maggior ponderatezza possibile, e soprat-tutto con la massima serietà: essere certi econvinti di volerli e di poterli mantenere sot-to ogni aspetto, compreso quello economico ,pena il decadimento nella fiducia, nella con-siderazione e nella valutazione; decadiment oche potrebbe anche portare, o quanto menogiustificare da parte di altri una minore ade-renza agli impegni assunti, sia pure ne lquadro di una alleanza che dovrebbe impe-gnarsi a concedere più che a richiedere ap-porti di forze e mezzi. Ed ora concludo:quanto ho detto circa i più importanti pro-blemi che angustiano le forze armate ed i nparticolare l'esercito, non deve indurre atroppe pessimistiche valutazioni . L'esercito èuno strumento nel quale il paese può far epieno affidamento in ogni occasione . Ne sonogaranti gli ufficiali ed i sottufficiali che la-vorano insieme con piena dignità, con devo-zione assoluta ed in mezzo a difficoltà di or -dine vario che non sempre sono adeguata -mente riconosciute e ricompensate . Ne sonogaranti altresì i militari di truppa che costi-tuiscono un esempio per disciplina e tonomorale . I soldati rispondono con generosità econ assoluta lealtà, pronti a seguire i loro co-mandanti sempre e dovunque a tutela degl i

interessi del paese e delle sue libere istitu-zioni .

Alle carenze e deficienze, in parte di or-dine materiale, si può e si deve ovviare me-diante un più attento e vigile interessament odel Governo responsabile, purché procedend ocon onestà si riesaminino direttamente tutti iproblemi senza preconcetti e senza preclu-sioni .

Confido che l 'onorevole ministro della di -fesa, cui certamente non sfugge la fondamen-tale importanza degli argomenti esposti, vo-

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glia favorevolmente esaminare i problemi ch eho prospettato, avviandone la soluzione, solu-zione che avrà certamente rilevanti rifless ipositivi sull'efficienza delle forze armate e din particolare dell 'esercito, poiché è indubbi ae precisa incombenza del ministro della difesarestituire alle classi militari la fiducia nel-l'importanza della loro funzione e della no-bilità dei loro compiti, così come è compito-dovere del Governo tutto, di qualsiasi color epolitico siano i suoi membri, di difendere l avita, la fede e le speranze della nazione .

PRESIDENTE. È iscritto a parlare l'ono-revole Giuseppe Niccolai . Ne ha facoltà .

NICCOLAI GIUSEPPE. Signor Presidente ,onorevoli colleghi, onorevole ministro, il miocompito non è del tutto facile ; sono un uom odella destra, legato ed allevato nel rispett opiù geloso delle tradizioni, ma sono, e m isforzo di essere, un uomo responsabile tuffat onel tempo in cui vivo, e mi trovo a doveraffrontare, nel quadro del bilancio della di -fesa, alcuni episodi che, germogliati a du epassi dalla mia città, e davanti ai quali sa-rebbe tradimento verso il paese, e verso s estessi, chiudere gli occhi, rappresentano, pergli elementi che li caratterizzano, un banco d iprova molto importante per vagliare, saggiare ,documentare e quindi correggere e mutarela politica militare del nostro paese, in un mo-mento in cui tutto è in movimento e tutt omuta. Dall'epoca della polvere da sparo, si-gnor ministro, siamo passati all'era nucleare ,e l ' accelerazione storica è straordinaria . Ecco ,io mi domando : il mondo militare, se pur eesiste e pesa in Italia (direi di no), con qual espirito, con quale mentalità affronta quest osalto di qualità, questo salto storico ? È pos-sibile un esame di coscienza, il più aperto ,il più spregiudicato possibile sui militari ,sulle loro cose in un momento in cui l'Itali apolitica, celebrando il cinquantenario dell avittoria, mostra chiaramente di ricalcare iclichés abituali, strumentalizzando le rievoca-zioni al solo fine di esaltare le posizioni sto-riche, politiche e morali di coloro che oggigovernano il paese ? E così, di retorica inretorica, di cerimonia in cerimonia, nel mu-tare dei benemeriti della nazione, i quali unaretorica sanno sempre trovare per loro e pe rla loro causa, l'esame di coscienza sulle no-stre cose, sulle nostre vicende, su come siam ofatti, su come ci comportiamo, sulla class edirigente, sui militari, sulle nostre vittorie ,sui nostri disastri viene sempre rimandato ,eluso o dirottato sulle false glorie, o conte-

stato, rifiutato in base alle posizioni bastardedei senza patria . Retorica e dissacrazione, ecc oi due poli sui quali viene sbattuta la navi -cella militare del nostro paese. Vorrei usci -re, signor ministro, da queste secche, pe rtentare la via del mare aperto, cioè dell adiscussione più aperta, che non si ponga i lfine oggi tanto in voga in Italia, di dissa-crare, di smitizzare il già tanto dissacrat otempo delle glorie nazionali, ma nemmenoquello di tacere o di coprire per carità di pa-tria quello che in campo militare sta acca-dendo e che a parere mio dimostra melanco-nicamente come in questo settore nulla si siaimparato dall ' esperienza e nulla si faccia pe radeguare la vita alle cose militari, al ritm odel tempo, alla stessa dignità della nazione .

Le parlerò, signor ministro, del CAMEN ,Centro di applicazioni militari dell'energi anucleare . La sigla è fascinosa, caratterizza l ostadio più avanzato dell'attività umana : laenergia nucleare . Non poteva non interessarei militari . Anzi, condizionando l ' energia nu-cleare ogni strategia, rivoluzionando tutti irapporti di forza così come avvenne in se-guito all ' invenzione della polvere da sparo ,l'energia nucleare doveva prepotentement eentrare tra i compiti principali di chi è pre-posto alla difesa del paese . Se ci si disin-teressa di questo problema, se si firma il trat-tato anti H, tanto vale chiudere il dicasterodella difesa e mandare tutti a casa .

Come nacque il CAMEN ? Così come na-scono in Italia queste cose . Con spirito pio-nieristico : tre stanze dell'Accademia navale ,otto professori, nove ufficiali delle tre armi ,alcuni giovani laureati . Era l'anno 1948-1949 .Compiti : 1) progettare e realizzare un reat-tore dimostrativo completamente italiano sul -l'esempio della prima pila atomica francese ,la « Zoe » ; 2) creare un gruppo di esperti ,progettisti e operatori ; 3) impiego sperimen-tale e didattico, esperienze necessarie per l aprogettazione di ulteriori impianti per us ivari (militari e civili) fino al reattore per lapropulsione navale; 4) formazione di specia-listi militari per l'impiego dei reattori e peril controllo della radioattività, specialisti che ,finiti i corsi, dovevano rientrare ai rispettiv icorpi con funzioni di consulenti nucleari del -le grandi unità operative ; 5) inserimento nelmondo scientifico nazionale e internazional eper aggiornamento sugli indirizzi e le possi-bilità applicative e militari degli svilupp iscientifici e tecnici ; 6) armi nucleari . Nei pri-mi programmi del CAMEN, onorevole mini-stro, si parla esplicitamente della costruzion edella bomba atomica italiana .

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Era l'anno 1949, anno eroico . Anche seall 'entusiasmo della marina per l'iniziativ acorrispondeva una tacita benevolenza del -l ' aviazione e l ' avversione dell 'esercito, avver-sione che ha ritardato di cinque anni la crea-zione del centro nucleare di San Piero aGrado, si lavorò con accanimento e con pas-sione. Poi tutto è andato spegnendosi, per-dendosi, annullandosi per il sovrapporsi sul -l'iniziativa degli antichi, radicati, irriducibil imali tipici della nostra mentalità politica emilitare, mali che né la vittoria del 1918 n éla sconfitta del 1945, a tanta distanza di tem-po, sono state in grado di sanare, richiaman-doci al dovere di un esame di coscienza volt oad individuare quei mali e a rimuoverne lecause .

Che cosa è accaduto al CAMEN ? acca-duto che, da una prima fase di inseriment odi giovani ufficiali laureati delle tre armipartecipanti ai corsi formativi, si è a man oa mano passati all ' inserimento nel centro d iufficiali di grado elevato, del tutto sprovvi-sti di preparazione professionale in condizio-ne, per ragione di età, di non poterla piùacquisire e che, nonostante ciò, sono stat iprogressivamente assegnati a funzioni e re-sponsabilità tecniche e scientifiche direttive .

La verità, signor ministro (l 'amara veri-tà !) è che il CAMEN è oggi diretto da uffi-ciali che, brillantissimi nell ' impiego tatticodei battaglioni, delle compagnie o dei reggi -menti, competentissimi dei vari manuali ri-guardanti le armi tradizionali, nulla o poc osanno dell ' energia nucleare .

Siamo arrivati all ' assurdo, signor mini-stro, che si è affidato l'incarico di dirigereil settore scientifico del centro non in basealle specifiche competenze dimostrate in ma-teria nucleare, ma in relazione al grado ri-coperto ! Accade così che gli attuali dirigen-ti del centro, giunti al CAMEN per frequen-tare corsi di specializzazione, hanno detro-nizzato dalla cattedra i loro maestri, anzi -ché mettersi essi stessi sui banchi per acqui-sire quella formazione professionale ne lcampo dell'energia nucleare della quale era -no e sono totalmente privi .

Da tale stato di cose sono derivati episo-di tra il comico e il tragico . come accade so-vente in Italia, sotto tutti ì climi e con tutt ii regimi . . .

Mi spiego con un esempio . Un certo gior-no arriva al centro del materiale contamina-to da eliminare, da sotterrare . Nel laborato-rio di radioprotezione è subentrato ad un li-bero docente di fisica sanitaria e nucleare unmaggiore di fanteria . L'ufficiale vede questo

materiale inquinato giacente in un magazzi-no e contrassegnato con la scritta « Perico-lo », ma non ci pensa due volte : eliminaretale materiale è evidentemente compito su oe dei suoi uomini . Ebbene, armati di martel-lo, con la più sbalorditiva, fanciullesca, in -credibile imperizia (simili operazioni non s ifanno in massa, ma uno per volta !) il mag-giore di fanteria e tutti i suoi uomini effet-tuano l 'operazione, a petto nudo, senza guan-ti né tuta. Il risultato è che tutti rimangon ocontaminati, primo fra tutti il maggiore cap odel laboratorio radioprotezione. Se il capodella protezione radio è questo, voi poteteimmaginare, signor ministro, il resto .

GUI, Ministro della difesa . Quando è suc-cesso questo ?

NICCOLAI GIUSEPPE . Le potrò precisa -re il periodo storico di questo avvenimento .Purtroppo, però, il peggio non è ancora ve-nuto, signor ministro . Nel libro di Silvestri :Il costo della menzogna nucleare in Italia, èscritto (solo poche righe sono dedicate a lCAMEN) che le dimensioni del CAMEN son otroppo piccole perché esso svolga qualche at-tività nel campo dell 'armamento nucleare .Si occuperà - scrive Silvestri - di argoment imarginali, ma non certo privi di importan-za, altrimenti non si capirebbe cosa si . fa alCAMEN che già non si faccia al CNEN . Sa-rebbe dunque doveroso (è sempre Silvestr iche parla), senza svelare alcun segreto di ca-rattere militare, che l ' Italia fosse al corren-te, a grandi linee, delle attività che ivi s i

svolgono. In fondo, la guerra nucleare, seb-bene sia una evenienza più che improbabi-le, remota, non può essere trascurata com eipotesi di lavoro, almeno dal punto di vistadella difesa passiva . Affinché ognuno misurila pericolosità del mondo in cui viviamo ,l'Italia ha bisogno di conoscere quali sareb-bero le conseguenze di uno scoppio nuclear esulle sue principali città . Non ci si può ri-durre alla visione cinematografica o televi-siva di qualche fungo atomico esploso in re-gioni deserte o irriconoscibili, altrimenti s ierige l'ignoranza, cioè l'incoscienza, a miglio -re sistema di difesa passiva .

Ma che scriverebbe oggi, signor ministro ,Silvestri, nell'apprendere che un settore de lCAMEN, costituito allo scopo di studiare l econseguenze e le difese di un attacco atomi-co nemico, si fa tutto contaminare in un ba-nale episodio di distruzione di materiale ra-dioattivo ? E l'episodio non finisce qui : icontaminati (il capo del laboratorio radio-

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protezione in testa) vengono messi sotto l edocce, insaponati e insaponati ancora . Sìdice in Toscana : li hanno messi bene a mol-lo . I vestiti distrutti ; a casa tutti in tuta ,compreso il direttore del laboratorio radio -protezioni . I risultati delle analisi svolte suicontaminati da una infermeria che, siccom eè comandata da un colonnello, è stata chia-mata infermeria specializzata, mettono tutt iin allarme perché risulta che nelle orine deicolpiti c'è radioattività . Stato di allarme. S iesaminano i materiali e le apparecchiature esi trova che non sono radioattivi. L ' inferme-ria specializzata aveva usato, in questi esa-mi, delle provette già contaminate.

Veniamo all ' episodio della biblioteca . Si-gnor ministro, come fa a funzionare un centrodi ricerca nucleare senza una biblioteca esenza un costante, quotidiano aggiornament odella biblioteca, che faccia sì che si possatenere il passo con lo stato mondiale dellaricerca ? L ' ufficio documentazione, dopo l adirezione scientifica, in un centro nucleare èl ' organo più importante . Questo servizio fon-damentale, signor ministro, indispensabile ,dopo vicende varie è del tutto insufficienteal CAMEN . Alla biblioteca si sono alternat iprima un maggiore di fanteria e poi un colon-nello. Quest 'ultimo ha dato ad essa il colp omortale : per fare l'inventario, ha tenuto l abiblioteca semiparalizzata per un anno, e nes-suno ha potuto più leggere un rigo su quell oche si faceva nel mondo nel campo dell'ener-gia nucleare. Hanno chiuso la biblioteca, per òhanno dato vita a una splendida palestr a(onorevole ministro, ne prenda cognizione) ,in cui c'è tutto, dalla sauna agli apparecch iper perdere peso e per combattere la cellulite .Il circolo, poi, è splendido, anche se in ess ovige un clima davvero incredibile di segre-gazione, o meglio di apartheiid, nei riguard idelle categorie (( non benedette » . La gerar-chia delle competenze è messa del tutto i ndisparte. Il criterio che presso il CAMENtrionfa e costituisce il titolo di priorità scien-tifica è l'anzianità di grado. Perciò anche sela biblioteca sta chiusa, siccome la comand aun colonnello debbono esservi addette undic ipersone; quando a capo della biblioteca èposta una dottoressa, bastano 3 persone. E cos ìper tutti i lavoratori . Si veda, per esempio ,l ' infermeria. Si tratta di una volgarissimainfermeria, ma dato che essa è comandata daun colonnello, vi debbono essere sei ufficial imedici . L ' importanza del servizio al CAME Nnon è più data dalle attività, dalle mansioni ,dai compiti affidati a quel servizio, ma da lgrado del caposervizio . Perciò, per concludere,

onorevole ministro : i militari, arrivati a lCAMEN per imparare, per diventare specia-listi per la consulenza dei reparti operativi ,sono rimasti al CAMEN a fare i ricercatori edhanno preteso un incarico direttivo propor-zionato al grado, con i risultati che stiam oillustrando .

Che cosa poteva capitare nel campo dell aricerca quando al CAMEN le cose hann opreso questa svolta, è facile immaginarlo :1) aumento numerico e scadimento qualitativ oglobale del centro; 2) burocratizzazione de itecnici ; 3) rigetto di ogni tentativo di ricercaoriginale e di creazione tecnica ; 4) (( no » a lprogetto del reattore nazionale . All'Americabisogna guardare . E faceva comodo ancheper ragioni di pigrizia; 5) disorientamentonei programmi di sviluppo : i ricercatori ch epur danno vita tra mille difficoltà ad unaproduzione scientifica non indifferente sonosempre più combattuti ed osteggiati ; 6) enor-me ritardo nell 'approntamento del reattor eordinato in America (è troppa fatica pensarein italiano), non ancora oggi del tutto effi-ciente e privo delle attrezzature accessori enon per il funzionamento, ma per l ' impiegopratico. Questo reattore, inoltre, è largament esuperato come modello .

Perché questo ritardo, signor ministro ?Perché non si è voluto pensare in italiano eci si è subito arresi non solo alla sudditanz aamericana in materia nucleare, ma anche all anostra tradizionale pigrizia quando ci si oc -cupa di qualcosa che non è del particolare ,ma è del collettivo .

Gli Stati Uniti concedono il combustibil enucleare uranio arricchito al 20 per cento i nbase alla legge « atomi per la pace » . IlCAMEN, signori che purtroppo state applau-dendo al trattato anti-H, è automaticamenteescluso . Si ricorre all 'artificio della compro-prietà nominale tra l'università di Pisa e l 'ac-cademia navale per uso scientifico e didattico .Risultato paradossale : le forze armate paganol'acquisto e la gestione due miliardi l ' anno ,un milione al giorno, per un impianto ch ehanno il divieto di usare .

Perché questo ritardo, signor ministro ?Perché è cominciata dal CAMEN la grand ediaspora degli elementi che negli anni eroic idel CAMEN si erano fatti apprezzare e sti-mare. Sono fuggiti in Francia, in Belgio, i nSvizzera, in Germania, in Italia, ma via dalCAMEN . Mancanza di programmi per l'uti-lizzazione del reattore, incapacità tecnica de idirigenti militari a formulare un coerent eprogramma di ricerche, avendo estromesso iveri ricercatori anche dalle semplici funzioni

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consultive . Signor ministro, nessuno dei pro -grammi proposti allo stato maggiore ha avut oseguito . Nel frattempo, però, sono state acqui-state apparecchiature costose, rimaste spessoinutilizzate nei laboratori . Vi racconto unaltro particolare . Ci risulta che un ispettoredel Ministero del tesoro ha trovato del mate-riale in diversi magazzini che risultava im-ballato da diversi anni e i responsabili no nsapevano nemmeno che cosa fosse .

La situazione per quanto concerne il reat-tore peggiora col tempo, perché di quel tipone esistono a centinaia e praticamente hann oesaurito il campo delle ricerche fondamentali .

Ripiegare su quelle che ancora si possonofare comporta l'acquisto di apparecchiatur ecomplementari complesse e costosissime . Laproduzione di radio-isotopi per usi sanitari ,industriali, scientifici non vale . Bisognerebb ecederli sottocosto data la concorrenza esterain materia . La richiesta, dopo tutto, è mode-stissima. Il collaudo di materiali destinati al -l ' impiego in reattori (altro impiego sul qua -le si vuole ripiegare al Centro nucleare d iSan Piero a Grado, al CAMEN), per esseresignificativo, richiederebbe reattori di tipospeciale che hanno una potenza da dieci acento volte superiore a quella del reattore d iSan Piero. Ciò comporta, fra l'altro che itempi di irraggiamento dei campioni devonoessere molto più lunghi (settimane o mesi in -vece di giorni) ed il costo va alle stelle sen-za che, poi, i dati pratici siano di significatoconcreto . Si discute su di un progetto d i« celle calde » per il trattamento dei campio-ni irraggiati . Questo impianto supplementa-re, a seconda delle attrezzature ausiliarie, po-trebbe costare dalle centinaia di milioni a de imiliardi . Ma ne vale la pena ?

'Se a questo quadro desolante aggiungia-mo che il CAMEN, mancando di una sua leg-ge istitutiva, è andato alla ricerca del perso-nale dal 1956 al 1963 con mezzi del tutto fan-tasiosi, onorevole ministro, per non dire ille-gittimi, come l'incarico di studio, ai sens idell'articolo 380 del decreto del Presidentedella Repubblica n. 3 del 1957, con il qual efurono assunti non solo i ricercatori laureat ied i preparatori di laboratorio diplomati, m aaddirittura dattilografe (trasformando, tr al ' altro, un rapporto di lavoro che, secondol ' articolo 380, doveva essere temporaneo inun vero e proprio rapporto di pubblico im-piego, pretendendo dai dipendenti il rispettodegli obblighi e non riconoscendo loro, però ,i diritti che derivavano loro da una simil esituazione : assistenza sanitaria e previdenzia-le, adeguato trattamento economico, indenni-

tà di licenziamento, retribuzione del lavor ostraordinario, indennità di rischio per peri -colo radioattivo), si comprenderanno gli scar-si, -desolanti, melanconici risultati di tale ini-ziativa. Dal 1956 al 1960 gli operai giorna-lieri assunti con contratto di diritto prival ovenivano dopo tre mesi licenziati e riassunt iil giorno dopo senza mai poter maturare l'in-dennità di licenziamento ! E questo in u ncentro nucleare dello Stato, onorevole mini-stro ! Dall'aprile 1962 al maggio 1964 l'ammi-nistrazione del CAMEN ha pagato la favo-losa cifra di 73 milioni alla ditta « Maritti-ma » per le pulizie . E cosa erano certe ditte« tuttofare » che di volta in volta si presenta -vano come lavanderie, self servives, ditte d ipulizie, se non trucchi combinati dai respon-sabili del CAMEN per introdurre illegalmen-te nel centro personale impiegatizio ? La sto -ria della nostra burocrazia, scritta in pratica ,signor ministro, da noi politici - la burocra-zia non ha colpa - offre un vasto campio-nario di stranezze, ma non era ancora acca-duto che un ente militare nucleare si servis-se di una ditta di pulizie per reclutare i suo itecnici specializzati . Ecco come in Italia s iaffrontava agli inizi sul piano amministrati-vo il delicato problema della difesa atomicadel paese contro i vigilatissimi recinti de lCAMEN di San Piero a Grado . Quale garan-zia di serietà e di applicazione nucleare po-teva dare un personale inacidito dai soprusi ,mal retribuito e preoccupato di ottenere il ri-conoscimento dei suoi più elementari diritti ?Si dovette scioperare : il centro nucleare mi-litare scese in piazza, signor ministro, e com eaccade in queste occasioni venne fuori la leg-gina del CAMEN, la n . 1483 del 1962 . Risul-tato : il nuovo sciopero che alcuni mesi fa ilaureati del CAMEN sono stati costretti a far eperché - categoria unica in Italia - si trova-no con uno stipendio di anno in anno de-crescente e fra l'altro non hanno neppure l acontingenza .

In questa situazione, quali le prospettive ?Sono desolanti, ma sono nelle cose . Il diret-tore scientifico di fama europea professo rCaldirola, che inizialmente al CAMEN veniv aa prestare il contributo della sua scienza edella sua intelligenza, è stato messo nell acondizione di non spostarsi più da Milano ;viene a perdere tempo . Il CAMEN ormai s iè trasformato in un centro di riposo per uo-mini stanchi . C'è tutto da questo punto d ivista, gliel'ho già detto. La ricerca è avan-zatissima da questo punto di vista : campi datennis, palestra, sauna, circolo, bar, c'è tutto .Ma, come centro di ricerca nucleare militare,

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così com'è oggi non regge, non può reggere .Chi sostiene il contrario deve ricorrere all amenzogna, al culto della menzogna, che, co-me scrive Silvestri - ed a ragione - « è unaliturgia alla quale in Italia si ricorre sempre ,ma è una liturgia che mette in pericolo l'esi-stenza del paese » .

Al culto della menzogna noi diciamo : no ,troppo abbiamo pagato . La nazione non s iserve ingannandola con le piccole o grand ibugie, o inzuppandola - lo riconosco - di tan-ta retorica. Anche questo è un tradimento .Si serve denunciando mali antichi e nuovi escoprendo il gusto, una buona volta, delle re-sponsabilità, soffrendo la verità, specie quan-do questa colpisce, come in questo caso, l ecose a noi più gelose e più care .

Che cosa fare del reattore, onorevole mi-nistro ? L'utilizzazione migliore sarebbe ce-derlo al CNEN per uso didattico e piccole ri-cerche di laboratorio . Che cosa fare delCAMEN ? È valida ancora l'iniziativa com eente nucleare, specie per la sua palese costo -sa inutilità ? L'unico programma nucleare im-pegnativo delle forze armate - ella lo sa me-glio di me, onorevole ministro - è quellodella nave nucleare, che è sviluppato dall amarina in collaborazione con il CNEN e conditte private. Ignora il CAMEN, la marina ,perché esso non dà alcun affidamento pe ril modo in cui è diretto, anche se poi le giu-stificazioni ufficiali - torna la menzogna -sono diverse .

Le altre esigenze militari - difesa radio -logica, collaudi, calcoli di schermature o pro -ve - si possono fare in altri stabiliment itecnici anche militari esistenti, non di ricer-ca. Trasferire, perciò, le installazioni, i la-boratori ed i ricercatori civili al CNEN (Mi-nistero dell'industria) o al Consiglio nazio-nale delle ricerche ; emanare una legge isti-tutiva che conservi pure la gestione militare ,vincolata da clausole tassative che assicurinoil funzionamento normale analogo a quello d itutti i centri di ricerca, con precisa regola-mentazione e attribuzione di competenze, la -sciando ai militari l'indicazione generale de -gli indirizzi di studio e degli scopi da rag-giungere e l'utilizzazione dei risultati, senz ainterferenza nella esecuzione tecnica e orga-nizzativa, secondo il principio, tanto disat-teso in Italia, che non è la poltrona a crear ele competenze, ma sono le competenze a dar esignificato alla poltrona .

Onorevole ministro, se lo sguardo da lCAMEN si porta sul Campo Derby, la baseUSA-NATO di Tombolo che è a stretto con -tatto di eomito con il centro nucleare di San

Piero a Grado, il discorso non si fa più lie-to : sono sempre dolenti note . Vi lavoranoalcune centinaia di italiani . I loro compiti ,data la natura della base, sono delicati . Eb-bene, per questi italiani la Costituzione della

Repubblica italiana, le leggi dello Stato ita-liano, i contratti di lavoro non valgono : sonofigli di nessuno; sono stati severamente sele-zionati ; sono sottoposti tuttora a rigidi con-trolli; varcano i cancelli di una vigilatissim a

base militare ; svolgono mansioni delicate, m a

restano orfani ; se licenziati sono perduti .Da anni i deputati della maggioranza pre-

sentano una legge che dovrebbe regolare l a

loro posizione ; da anni i sindacati fanno con-tinui viaggi a Roma per i dipendenti del

Campo Derby ; i giornali tempo fa hanno ad -dirittura parlato di un vertice fra il Presi-

dente del Consiglio, il ministro degli esteri eil ministro della difesa onde risolvere la vi-cenda umana dei dipendenti USA-NATO . Ma

è altrettanto vero che da anni, malgrado mol-ta polvere venga alzata da incontri, convegni ,

studi, progetti di legge, vertici ed altro, i l

problema non fa un passo avanti . Tutti sem-brano mettersi la coscienza in pace con i lpresentare una leggina, poi si rimettono a

sedere. Signor ministro, signori della mag-gioranza, decenza vuole che questi dipenden-ti del Campo Derby di Livorno e di Pisa no n

siano più presi in giro . È soprattutto un pro-blema, creda signor ministro, di decenza e

di dignità . È significativo al riguardo l'epi-sodio non certo piacevole avvenuto nel Cam-po Derby davanti ad uno sciopero . Il coman-

dante americano ha avuto parole verso no i

italiani non certo simpatiche perché, fra l'al-tro, ha voluto ricordarci che continua per no i

un rapporto di sudditanza . Ebbene, nessuno

del Governo ha sentito il dovere di replicar e

ufficialmente .Già, la classe politica, signor ministro !

Il tema è bello ! Classe politica e militari ,

è un bellissimo tema ! Ma in questo secondodopoguerra, signor ministro, in che è consi-stito il colloquio fra classe politica e mili-tari ? È stato più un colloquio di vertice pe r

le carriere, dove si sbandieravano i brevett i

partigiani . È la classe politica, signor mini-stro, che deve dire ai militari come modellar equesto apparato militare, per rispondere agl i

scopi politici che in un dato periodo storic o

la nazione si dà . È la classe politica che deve

dire cosa vuole l'Italia, dove vuole andare ,

quali compiti si prefigge . Sono la classe po-litica, la classe militare che devono prepa-rare lo strumento adeguato alle mete segnate .E nel periodo degasperiano, coincidente con

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la guerra fredda, l'Italia si proponeva la di -fesa del sistema democratico occidentale ne lquadro della NATO. Non esisteva una visionemediterranea . Il Mediterraneo era conside-rato un luogo tranquillo, sotto il pieno con-trollo della sesta flotta americana .

In un successivo periodo, che vide spo-starsi in mare la strategia nucleare, con l osmantellamento delle basi fisse terrestri, dellefamose rampe dei missili Jupiter e Thor eil loro trasferimento sui sottomarini munit idi pozzi per i Polaris, il Mediterraneo si tra -sformò in un mare strategico per gli ameri-cani, in una enorme e ancora tranquilla basedi lancio, di minaccia nucleare contro l'Unio-ne Sovietica .

Con l ' ingresso della flotta sovietica nel Me-diterraneo, questo ,mare si è ancora trasfor-mato in un teatro di possibili scontri naval ianche tattici fra la NATO e i russi, scontr iin cui le flotte NATO rischiano di trovarsi amal partito, giacché l'eccessiva sicurezza de -gli anni passati le aveva indotte ad allegge-rire pericolosamente le artiglierie, i calibr inavali e a non curare sufficientemente il set-tore dei missili tattici superficie-superficie ,nave-nave .

Dotate di ottimi missili antiaerei (super-ficie-aria), le flotte NATO passano dai missil istrategici superficie-superficie Polaris, dienorme portata e con testata atomica, ad unacompleta carenza di missili intermedi desti -nati a uno scontro navale .

L'affondamento, onorevole ministro, de lcaccia israeliano Eilath da parte di vedett elanciamissili di fabbricazione sovietica tipoOSA o tipo Komar, dotate di missili super-ficie-superficie Sti della gittata di 15 migliaha rivelato improvvisamente la nostra vulne-rabilità, giacché le flotte NATO non hann oun'arma corrispondente .

A che punto siamo ? Stiamo forse correg-gendo questi errori di fondo, di prevision enell'impostazione degli armamenti navali ?Ma nemmeno per idea, onorevole ministro !Tutte le marine del mondo tendono a co-struire navi che possano rispondere a tutt ele evenienze . Noi no ! Costruiamo navi bel-lissime, ma non c 'è dubbio che non potran-no mai, nel caso deprecato, fare la guerra .La Vittorio Veneto, onorevole ministro, h acannoni esclusivamente antiaerei . La compo-nente antinave è nulla, è ancora in costru-zione: e quando la nave sarà varata, servir àalla inutile scuola comando di Augusta, noncerto per la nostra difesa, nella mutata situa-zione militare determinatasi nel Mediter-raneo .

Abbiamo 5-6 sommergibili, vecchi, lenti ,troppo grossi, insufficientissimi per la lott aantisommergibili . Sono tutti di vecchia fab-bricazione americana . È vero che la nostr afunzione consiste nel difenderci ; ma come ?Gli incrociatori russi hanno cannoni da 203 ,hanno missili nave-aria, nave-nave e anti-sommergibili . Non siamo in grado di far lor oneppure un graffio . Non abbiamo la compo-nente che possa difendere i nostri traffici i nconflitti locali . Scusi, signor ministro, chene facciamo dell ' impianto di metano di Pa-nigaglia, che pure è il polmone attraverso i lquale dovranno respirare le industrie de lnord, se le nostre petroliere, trasportando i lcombustibile, non possono essere difese ? Do -mandi allo stato maggiore se c ' è un piano a lriguardo. Non esiste assolutamente nulla .

GUI, Ministro della difesa . Su questa par -te lei è meno informato .

NICCOLAI GIUSEPPE . Spero di esserl ostato meglio sulla prima parte . Che dire del -la componente aerea ? Il collega de Stasio hacitato gli S2A Grumman, sorpassati, che

hanno fra l ' altro scarsa autonomia di volo .In questo, sono confortato dalla testimonian-za di un suo collega di partito, signor mi-nistro, e credo di non sbagliare . Egli ha af-fermato che l'intervento aereo richiesto dal -la marina non è mai sicuro, appunto perchédeve essere richiesto . L'optimum sarebbe chegli aerei fossero sempre in volo ; ma siccome

il loro intervento deve essere richiesto, l aesperienza ci dice che esso avviene sempr ein ritardo nei confronti di quanto è richie-sto dalla situazione . Si tratta di ritardi di 2o 3 minuti dal momento della richiesta; ma2 o 3 minuti sono sempre decisivi in un oscontro navale moderno, e possono anche fa r

perdere una battaglia.

Nulla è stato fatto, signor ministro, nono-stante l'onorevole Giovanni De Lorenzo si adi parere contrario, nel campo dell'elettroni-ca. Nelle guerre moderne, il disturbo elet-tronico è fondamentale . L'Albania è in grad o

di far dirottare sulle sue basi í nostri aerei .Non solo siamo a zero nella difesa missili-stica, ma a zero via zero anche nel camp o

del radar antisommergibile. Si informi, si-gnor ministro : i nostri mari sono caldi, e i l

radar a nostra disposizione non è adatto pe r

quei mari . Non c 'è dubbio che dal punto divista economico e sociale noi superiam ol'Egitto; ma non certo dal punto di vista mi-litare. Non faccio poi il paragone con il pie-

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colo, eroico Stato di Israele, perché sarebbeun paragone davvero inappropriato .

Perché si è detto « no » ad una produzio-ne di missili nazionale ? Perché ci siamo -classe politica in testa - completamente affi-dati agli americani in questo campo, suben-done gli errori e comprando i loro missili ?Il comandante Azzoni, dell ' incrociatore lan-ciamissili Garibaldi, che dimostrò brillante -mente le nostre possibilità e capacità d'ini-ziativa montando con sistemi addirittura ru-dimentali i pozzi 'per i Polaris sulla sua uni-tà, si scontrò (è cosa risaputa.) non solo conla gelosia degli americani, ma anche con l oatteggiamento passivo e indifferente dell enostre autorità, tanto da essere indotto adabbandonare la carriera . Ed è triste ed èmelanconico questo . Lui, che è sempre sta-to ed era il migliore del suo corso ! Pare im-possibile, signor ministro : nel nostro paes esi fa tutto per premiare le iniziative sbaglia-te, come il CAMEN, e per punire gli Azzo-ni ! E questo veramente è brutto .

DURAND de la PENNE . Non è esatto ,onorevole Niccolai, che l 'ammiraglio Azzon iabbia lasciato la marina per colpa della ma-rina .

NICCOLAI GIUSEPPE. Sono d'accordocon lei . La colpa infatti è della classe poli-tica italiana .

DURAND de la PENNE . Questo è unaltro fatto .

NICCOLAI GIUSEPPE . Siamo nel Medi-terraneo (ecco, signor ministro, questo è i lpunto) senza un nostro concetto strategico .C'è di più: ci siamo con una errata imposta-zione strategica . Ma perché ? Perché l'inte-ra materia della difesa del nostro paese èstata da noi delegata agli americani; essi poi ,in via del tutto subordinata, ci hanno affida-to compiti settoriali nel quadro della difesa ,che, non dimentichiamolo, signor ministro ,è lo scopo primario per cui sorgono gli Stati .Vi abbiamo rinunziato, signor ministro, peravarizia ed insufficienza di senso storico, pe rinsufficienza di coscienza nazionale e dire ianche civica . E gli americani ci hanno affi-dato la difesa della cerniera orientale, su lconfine della Jugoslavia . Siamo dunque ri-tornati, come i nostri nonni, a svolgere l enostre brave manovre tra l 'Isonzo e il Pia-ve, solleticando con ciò ra pigrizia mentaledi certi settori dello stato maggiore che han -no già buona parte dei temi tattici belli e

pronti da cinquant'anni . Ma non è quello i lteatro principale delle ipotizzabili operazio-ni che interessano in modo vitale l 'Italia .Questo teatro è il Mediterraneo, signor mi-nistro: è il mare che non pretendiamo, no ,che sia « nostro » (Dio ce ne guardi e liberi) ,ma che resta, signori del Governo e dell amaggioranza, piaccia o non piaccia, la no-stra linea di confine più estesa e più sco-perta. La strategia, come non lo fu mai, tor-na sul mare . E noi no : noi la guardia la fac-ciamo sul confine orientale, come se nonavessimo traffici, interessi di primaria gran-dezza, problemi anche di prestigio politicoin tempo di pace, rilanciati nel Mediter-raneo .

Non vi è dubbio, la nostra partecipazionealla alleanza atlantica va rivista, si imponeuna evoluzione dei rapporti nel senso più di-gnitoso al nostro peso specifico di grand epaese industriale, civile e moderno . E mi pia -ce trovarmi d'accordo con un eroico solddt ocome Durand de la Penne, che ha espress oanche questo identico concetto .

Ma questa evoluzione deve essere accom-pagnata da un disegno strategico . Dobbiamo ,onorevole ministro, ridiscutere da capo i lruolo dell'Italia nella sua area geopolitica ,impostare una concezione strategica modernain funzione del nostro paese, scendere dall eAlpi al mare e dotarci dello strumento ch edia consistenza alle idee sia pure democra-tiche .

Tanto la partecipazione quanto la neutra-lità restano vane parole, sogni demagogici ,mozioni da congresso, senza un pensiero stra-tegico autonomo e senza la forza che lo giu-stifichi .

I paesi neutrali per eccellenza, come l aSvizzera e la Svezia, hanno solide industriedegli armamenti, una preparazione militareeccellente, una dottrina ed una letteratura mi-litare di primissimo ordine e soprattutto spen-dono quello che è necessario per rendere cre-dibile e rispettata la loro neutralità . Essidovrebbero servirci da esempio giacché son omolto più avanzati di noi nella moderna ela-borazione della difesa che, o si concepisc ecome difesa a livello nucleare, o chiudiamo ,onorevole ministro, il Ministero della difes aperché non serve a nulla .

Trattato di non proliferazione . Mi dispia-ce perché sembra un discorso di critica vers ola sua persona, ma non lo è, onorevole mini-stro, anche perché ella non ha responsabilit àpassate . Non interessa al ministro della di-fesa il trattato di non proliferazione ? fatt omarginale ? Competenza esclusiva dell'onore-

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vole Nenni e dell'onorevole La Malfa ? Se n edevono occupare solo loro ? E i militari ? M aa che servono questi militari allora ? Elemen-to decorativo nelle parate e nelle festività na-zionali ? Punto e basta ? Questo è il lor oruolo ? Ma cosa pensano gli organi compe-tenti militari sul trattato di non proliferazio-ne ? Il Parlamento, che aveva il dovere d isaperlo, il paese che ne avrebbe il diritto ,non ne sanno nulla . Nel clima delle inchiestesul SIFAR si è temuto forse che un'iniziativ adel genere, tesa a far conoscere all'opinion epubblica il motivato parere dei militari, equi -valesse ad un pronunciamento ?

A nostro personale avviso, il ministro e imilitari avrebbero dovuto rischiare anche unafalsa accusa del genere . Credono forse i mi-litari di essere utili restando, qualunque cosaaccada o si faccia soffrire al paese, piuttostoche buttando il berretto sul tavolo del mini-stro ? Sbagliano ! E che dire, signor ministro ,del suo silenzio ? Io domando questo : c'èagli atti un parere tecnico-militare dello stat omaggiore della difesa (esercito, marina, avia-zione) su questo fondamentale problema d idifesa che ci assoggetta, se firmiamo - comescrive la rivista Aeronautica - per un quartodi secolo agli umori dei grandi, perché u ndispositivo militare come il nostro, privo d iarmi atomiche incondizionatamente indispo-nibili, non garantisce la sicurezza ?

Questa è la nostra condizione odierna, si-gnor ministro. Quale è il suo pensiero ? An-che per rimediare a questo dobbiamo unir el'Europa ed armarla al pari delle grandi po-tenze. Ma il trattato anti-H, che non prevedeclausole europee, ce lo impedirà per tutta un agenerazione. Per questa firma Pietro Nenn ipotrebbe essere maledetto, tra venti anni, d aun ragazzo italiano costretto a darsi fuococome oggi fanno i ragazzi di Praga . L'avve-nire non lascia alternativa tra l'essere moder-namente difesi, cioè atomicamente, o brucia -re come bonzi . Già oggi l'esperienza dell aCecoslovacchia lo dimostra drammaticamen-te : l'esercito convenzionale non è servito anulla : la disperazione delle torce umane èpiù efficace dell'esercito convenzionale .

O questo o quello, signor ministro : o cilasciamo per lo meno aperta l'opzione nú-cleare, oppure diciamo chiaramente che pe r25 anni scegliamo come mezzo di difesa l atecnica dei bonzi . Non è un paradosso. InGermania si drammatizzano, lo riconosco, l evicende umane : ma in Germania già si di-scute del problema, e c'è chi ha propostodi sostituire l'esercito con l'organizzazione

della resistenza civile sul modello cecoslo-vacco. Può sembrare assurdo, ma è ancor apiù assurdo ciò che si fa da noi : decidere d icose grandi in un Parlamento deserto, sull abase di discussioni generiche e vaghe, senz anemmeno vagliare il parere di chi a spes edella comunità dedica, come i militari, tutt al'esistenza proprio allo studio di problemi d iquesto tipo .

Non avete fiducia nelle forze armate ? L etenete in sospetto ? Abbiate allora - vivad-dio ! - il coraggio di dirlo chiaramente; maè assurdo spendere delle cifre, che pur nonessendo sufficienti sono sempre consistenti ,per poi ignorare il parere di questo costos oe spesso falsamente accarezzato organismo suun trattato che, come scrive oggi l ' ambascia-tore Fenoaltea, sanzionando il nazionalism onucleare della Francia e dell ' Inghilterra, in-fligge all'Italia un'inferiorità permanente enon valicabile rispetto a paesi europei di ana-loga dimensione, rendendo impossibile, or ae in futuro, l'istituzione di una comunità eu-ropea di difesa, ed è quindi un ostacolo graveall'unificazione europea . E l'aspetto più gra-ve - scrive Fenoaltea - addirittura tragico de ltrattato .

Ho detto che le generazioni future potreb-bero maledire Nenni per questa firma, ma, po-trebbero anche considerare un vero e propri otradimento il silenzio che su questa vicendale gerarchie militari hanno inspiegabilmentemantenuto . Signor ministro, mi avvio all aconclusione ; desidero ora parlare dell'animadel nostro soldato. Chi si occupa di quest iproblemi dell'anima ? Signor ministro, fac-cia attenzione a che il sistema non scoppi nel -le caserme, così come è scoppiato nelle uni-versità . Occorre colmare il dislivello tra l eforme di vita civile e quella militare, ancoralegata, in basso, ad una società agricola cheora non esiste più. La vita militare, in basso ,è ancora legata ai costumi del contadino pie-montese, mentre bisogna riconvertirla all'er adell 'operaio e delle attività terziarie, semprein maggiore espansione tra i giovani . I sol -dati di leva, i marinai ed i giovani ufficial ivanno retribuiti meglio . Ragioni di bilanci odicono di no ? Si rivedano certe cifre, certespese; si mettano coraggiosamente gli occh isugli arsenali, sullo spreco di materiali e d icarburanti che si fa, spesso in modo offen-sivo. Si vedano le spese impegnate per l amanutenzione di vecchie caserme cadenti, s iveda il numero sproporzionato di ufficiali su-periori ; signor ministro, mi dicono che ab-biamo duemila generali e cinquemila ufficial isuperiori . L'esercito svizzero, che è capace

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di mobilitare 800 mila uomini in 24 ore, h aun generale e quattro colonnelli .

Si metta l'occhio sulla scuola comando d iAugusta, che costa molto e non si sa qualeutilità abbia (la nostra è l'unica marina a lmondo che l'ha), se non quella di tenere im-pegnate in compiti che non spettano e non s iaddicono ad esse le corvette più moderne del -la nostra marina, le quali, usate per scuol aguida, deperiscono in ferri vecchi . Si mettal'occhio sui lavori che certe ditte fanno all enavi in riparazione . Innanzi tutto si commet-te l'errore di sbarcare l ' equipaggio, che sadove la nave va amorevolmente curata, e qua-si operata, come se fosse un corpo umano.Lo sanno questo, gli ufficiali ed i marinai ,e voi li sbarcate . Come tante cavallette, l editte ci si buttano sopra . E quando l'equipag-gio si rimbarca sulla nave è un pianto per-ché i lavori sono fatti a metà, sono eseguit imale . La nave immancabilmente esce dalla« cura » in peggiori condizioni di quelle co ncui vi è entrata .

Si veda quello che si va facendo in Fran-cia nelle basi di Tolone . Là si vedono in-stallazioni, centri, plance operative a terrache simulano perfettamente quelle di una na-ve . Tutto è programmato . Da noi no .

E perché poi meravigliarsi se i giovani no nsentono più il richiamo delle forze armate ?Perché i giovani, che escono dalle accademiepieni di entusiasmo e di voglia di fare, s iritraggono poi delusi e scorati ? Perché si tro-vano dinnanzi a spettacoli tristi, a mentalit àsuperate e sempre guidate dal criterio che« tutto ciò che può migliorare va scartato per -ché può creare grane », o meglio dal cele-berrimo motto : « Ma chi te lo fa fare ? » .

Delusione, scoramento e abbandono . È lostato d'animo delle nostre forze armate. C'èda piangere, signor ministro. Lasciamo daparte tutto : armamenti, problemi strategici ,stanziamenti inadeguati . Fermiamoci un at-timo sullo stato d'animo delle forze armate .Non vi può essere esitazione : il nostro « no »alla politica militare del Governo parte dal-la constatazione che avete distrutto e state di -struggendo ogni ragione perché l'Italia cred anelle sue forze armate .

È stato scritto che nulla varrebbero le sco-perte degli scienziati, i calcoli dei matemati-ci, l'ingegnosità dei tecnici, se non trovasser oil loro naturale prolungamento e i presuppo-sti necessari alla traduzione pratica nell'or-ganizzazione, nei profondi congegni moral idi un esercito : quella è la grande scuola dov esi allevano uomini, dove si mettono alla pro -va le doti di intelligenza non meno che il

coraggio, l'equilibrio nervoso, l'armonia del -le qualità psichiche e fisiche non meno ch ele capacità di sacrificarsi e di morire, se ènecessario, per uno scopo collettivo che tra-scende la vita individuale .

È stato scritto : « Il prestigio politico, l'im-magine stessa di un popolo, appaiono, ancor auna volta, in rigorosa relazione con la prepa-razione e la potenza delle sue forze armate .E nelle forze armate una nazione esprime l emigliori sue doti, la volontà di un governo ,la compattezza di uno Stato » . Sono parole ,signor ministro, che salutano l'impresa di tr esoldati : Borman, Lovel e Anders . Potrebbe-ro essere indifferentemente dedicate a tre sol-dati dell'esercito sovietico .

Anche i nostri soldati, signor ministro, fu-rono capaci, in situazioni diverse, con mezz idiversi, in tempi non lontani, di sbalordir eil mondo con grandi e clamorose imprese .Una grandissima arteria dedicata a ItaloBalbo nella città di Chicago testimonia del -l ' impressione che i nostri voli in massa at-traverso l'oceano destarono nel mondo . Glieserciti, le armate, le flotte non sono stupid ilussi di guerrafondai, signor ministro : sonola spina dorsale, la garanzia di sopravviven-za, il vivaio autentico in cui una nazione pre-para le forze per le grandi contese che sem-pre sono esistite e che sempre esisteranno ne lmondo. Voglia Iddio che l'Italia ritrovi nell esue forze armate il senso profondo della suastoria e della sua dignità di nazione ! (Ap-plausi a destra) .

PRESIDENTE. È iscritto a parlare l 'ono-revole Turchi . Poiché non è presente, si in -tende che vi abbia rinunziato .

È così esaurito l'elenco degli iscritti aparlare sullo stato di previsione della spes adel Ministero della difesa .

Passiamo all'esame dello stato di previsio-ne della spesa del Ministero degli affari esteri .

È iscritto a parlare l'onorevole Pigni . Neha facoltà .

PIGNI . Signor Presidente, signor mini-stro, . . . non posso dire « onorevoli colleghi »perché sono ben pochi coloro che mi ascol-tano; e questa amara constatazione, assai pi ùche umiliare l'umile sottoscritto, umilia l ostesso ministro degli esteri, che deve consta -tare il pressoché totale disinteresse dell ' As-semblea per la discussione di problemi cosìimportanti come sono quelli connessi con i lbilancio del suo dicastero .

Alla radice di questo stato di cose vi sonoindubbiamente delle responsabilità, che a no-

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stro avviso risiedono nell ' incapacità, aggrava-tasi negli ultimi mesi e in queste ultime set-timane, di assicurare al Parlamento le su eprerogative, evitando così di trasformare que-sti dibattiti in un rito praticamente inutile .

Bisogna che tutti noi, ripeto, prendiamoatto di questa realtà e, se riteniamo di doverdifendere il valore delle istituzioni democra-tiche, della funzione del Parlamento, trovia-mo il coraggio di fare serie e severe riform eche ridiano prestigio al Parlamento e faccian odei dibattiti un elemento necessario dell anostra vita democratica .

Io mi ero preparato a porre in questa sed edei quesiti su di un aspetto particolare dell apolitica affidata al Ministero degli esteri :quello della emigrazione, che non è stato pres oin seria considerazione nella esposizione pro -grammatica del Presidente del Consiglio . Mirendo conto che questo nostro dibattito vien esvuotato (credo ci convenga prendere atto d iquesto svuotamento ricorrendo ad altri stru-menti parlamentari) da una serie di discus-sioni : la recente discussione alle Commission iesteri del Senato e della Camera sul mediooriente, la presentazione di precise interroga-zioni su altri temi della politica estera de lnostro paese .

Non posso fare a meno di porre alcunedomande anche per permetterle, signor mini-stro, nella sua replica, di toccare alcuni tem idi fondo della politica estera italiana . Natu-ralmente, il mio gruppo, si riserva di ricor-rere agli strumenti parlamentari che riterr àpiù opportuni perché il Governo precisi l apropria posizione sui problemi di fondo dellavita internazionale .

Ripeto : è un problema questo che va al d ilà delle posizioni della maggioranza e dell aminoranza prese separatamente . Non è sol-tanto in questa sede, ma utilizzando tutti gl istrumenti parlamentari a nostra disposizioneche bisogna cercare di rivalutare i grandi tem idi politica estera che mettono il mondo, al -l 'est e all 'ovest, in situazioni altamente dram-matiche .

Credo, onorevole ministro, che si debb ainnanzitutto prendere atto del fatto che ,mentre a Parigi iniziano le trattative per l asoluzione del conflitto vietnamita, sempre piùpreoccupante diviene la situazione nel medi ooriente .

Il popolo vietnamita ha ottenuto l ' iniziodelle trattative di pace per la soluzione de lconflitto nel sud-est asiatico . Sono stati ri-solti tutti i problemi di carattere formale con -nessi con l 'apertura del negoziato e in praticasono stati accettati i punti esposti a suo tem-

po dal Fronte di liberazione nazionale e ri-presi dal governo di Hanoi come condizion iirrinunziabili per l'inizio dei colloqui . Qualè il nostro dovere ? di prendere atto co ncoscienza che la via che porta alla pace saràcertamente lunga e irta di difficoltà, e ch espetta pertanto a tutti i democratici, a quant isi oppongono e si opposero all 'aggressione del -l'imperialismo americano, sostenere con con -creta e viva solidarietà gli sforzi di pace .

Ma ciò che più ci deve preoccupare è l asituazione in questo momento più grave su lpiano internazionale : quella del medio orien-te, che tocca di vicino l'Italia, anche per l asua posizione geografica .

Il governo di Israele ha respinto il pian osovietico per la soluzione della crisi, accu-sandolo di essere troppo vago sulla question edella libertà di navigazione nel canale di Sue ze nello stretto di Tiran. Ancora una volta ,quindi, Israele ha assunto una posizione net-tamente negativa di fronte ad ogni propost ache tenti di risolvere la crisi del medio orien-te, con la chiara intenzione di non restituir ei territori occupati con la forza né di formu-lare alcuna proposta politica . La sicurezzacon cui Abba Eban ha affermato che gli Stat iUniti appoggeranno, anche con la nuova am-ministrazione, la politica israeliana, offr emotivo di preoccupazione anche in relazion ealle decisioni della NATO di creare nel Me-diterraneo una flotta multilaterale con com-piti di emergenza .

Definire pertanto preoccupante la situa-zione è, a nostro avviso, dire poco . Ci si deveaugurare che fra le iniziative proposte dapiù parti, dall'Unione Sovietica ed ultima-mente dalla Francia, per assicurare la pac enel medio oriente, se ne trovi una che per -metta ai paesi arabi di riacquistare i territor iindebitamente occupati da Israele con la for-za e che si possa stabilire un modo di convi-venza in questo delicato settore così vicinoper non destare in noi preoccupazioni circa

gli sviluppi della sua crisi .Onorevole ministro, l'aspetto più sconso-

lante degli ultimi drammatici sviluppi dell asituazione nel medio oriente è rappresentatodal fatto che le aggressioni di Israele, cos ìcome quella più recente all'aeroporto diBeirut, sono state ormai dimenticate in po-chi giorni o tendono ad essere dimenticate .

Dopo una dichiarazione che è apparsa, anostro avviso, di equidistanza da parte sua ,onorevole ministro, quindi da parte del Go-verno di centro-sinistra, contro tutte le vio-lenze, dopo la condanna, sia pure più severa ,del Consiglio di sicurezza dell 'ONU, si tende

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quasi a stendere un velo pietoso su quest eaggressioni e sul grave significato che esseassumono .

Non bisogna dimenticare che alcuni paes idel capitalismo occidentale vedono in quest oconflitto un ' ottima possibilità per inserirs ipiù saldamente nello scacchiere medio-orien-tale, facendo saltare tutti quei regimi ch edanno fastidio ai loro interessi . È il caso spe-cifico degli Stati Uniti che, poche ore prim adell 'attacco proditorio contro l 'aeroporto d iBeirut, da parte di Israele, avevano annun-ciato la vendita al governo di Tel Aviv d i50 aviogetti .

Più volte abbiamo detto - lo ripetiamo qu icon franchezza, anche in un ' occasione cosìpoco autorevole come questo dibattito - ch elo Stato di Israele ha il diritto di esistere, an-che se venne fondato grazie a un atto di pre-varicazione, complici tutte le grandi potenze .Riteniamo, però, che Israele sia venuto menoalle più elementari norme del diritto inter -nazionale e che, di conseguenza, debba esserecostretto anche dalla nostra iniziativa auto -noma, cioè dal Governo italiano, a rivederela propria politica . Poiché né l'ONU né l egrandi potenze paiono in grado di costrin-gere, o vogliono costringere, Israele a mutarela sua linea, è conseguenza purtroppo dram-matica e tragica - noi crediamo - che il po-polo arabo trovi la forza per impedire aIsraele di vivere sulle aggressioni .

Naturalmente, se Israele andrà avanti s uquesta linea, più pesante - a nostro avviso -sarà un giorno il conto che presenterann ogli arabi, ma soprattutto i palestinesi . È unaspirale senza fine: Israele si trova da soloa rispondere di venti anni di politica sba-gliata e quel giorno occorrerà molta forz aper poter finalmente intraprendere la giust astrada della convivenza internazionale. I variMoshe Dayan, Abba Eban non possono certosperare che il conto delle innumerevoli ag-gressioni compiute contro il mondo arabo nonverrà mai presentato . Con questa politica ess inon difendono la sopravvivenza di Israele !Venti anni di rabbia animano la lotta del po-polo palestinese e la guerriglia oggi è unfatto radicato nei territori arabi . E più Israel esi mostra spietato nella repressione, più ipartigiani palestinesi aumentano il loro im-pegno in vista del giorno in cui i dirigenti d iTel Aviv saranno costretti a sedere al tavolodelle trattative . È capitato a ben altre po-tenze di essere sconfitte da un intero popol opovero. Israele si deve convincere (ecco ilcontributo di solidarietà che dobbiamo darea ricordo del sacrificio della razza ebraica

durante il periodo nazista e fascista, nei con -fronti di forze che sono oggi invece strana -

mente solidali con le posizioni degli israe-liani) di essere stato la vittima principale d iuna politica sbagliata, perché in effetti ogn i

volta che Dayan getta in una sua azione d i

violenza parte della gioventù israeliana, l ostato ebraico mette in discussione in quest aspirale di lutti la sua stessa sopravvivenza .

Onorevole Nenni, ella ha raggiunto final-mente il traguardo del Ministero degli este-ri ed io mi auguro sinceramente, pur non

essendo d'accordo, certo, con le scelte di fon -

do della politica del suo partito, che questo

traguardo possa almeno significare qualch ecosa di nuovo nella politica atlantica del Go-verno italiano, memore del suo personal epassato e delle lotte che ella ha condotto cer-tamente con spirito aperto ai problemi ch etravagliano l'umanità, oggi come ieri . Noncerto però sui fatti del medio oriente la no-stra parte politica può esprimere un giudi-zio positivo sul suo atteggiamento. Siamoarrivati persino agli elogi del a missino » DeMarzio, che ha avuto apprezzamenti sull asua obbiettività, sul suo equilibrio, agli ap-prezzamenti positivi di quel « superatlanti-co », che tutti noi abbiamo conosciuto in

quest 'aula in ogni dibattito, che è l'onorevo-le Bettiol, agli apprezzamenti positivi de l

campione della democrazia cristiana, che è

l'onorevole Andreotti . Non è certo tutto que-sto un viatico positivo per l'atteggiamento d alei assunto, a nome del Governo, sul proble-ma del medio oriente . Ella, onorevole Nenni ,ha ribadito le sue posizioni anche ieri nel di -

battito alla Commissione esteri del Senato, n éesse certo sono state per noi una sorpresa . Ciricordiamo il suo slancio durante la guerr adei sei giorni, in contrasto con il più caut oatteggiamento dell'allora ministro degli este-ri, onorevole Fanfani . Non poteva certo mera-vigliarci la sua posizione di equidistanza neiconfronti dell'aggressore e dell'aggredito, ch emetteva sullo stesso piano i partigiani pale-stinesi e la realtà del popolo di Israele, fer-mo il principio del diritto all'esistenza di que-sto paese. Questa è una prima considerazione ,onorevole Nenni, sui temi di carattere ge-nerale .

Vorrei porle un ' altra domanda, alla qua-le spero vorrà dare una risposta nella su asia pur breve replica : corrisponde al ver oche il Governo italiano ha dato la sua ade-sione al progetto per la costituzione di un aflotta multilaterale NATO di emergenza ne lMediterraneo ? In caso affermativo qual isono le giustificazioni che ella può addurre

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per questo nuovo passo nella corsa al riar-mo e per questa iniziativa che tende a tra -sformare il Mediterraneo in un teatro di ma-nifestazioni di forza ? Chiediamo di sapere ,tramite la sua persona, se il Governo non in -tenda soprassedere ad ogni nuovo impegnonel quadro della NATO, almeno fino a quan-do un dibattito approfondito non avrà chia-rito la convenienza o meno per il nostro pae-se di continuare ad appartenere ad una orga-nizzazione militare sempre più chiamata a dagire contro gli interessi dei popoli e — ciòche conta di fronte agli stessi avveniment idrammatici dell'est europeo — sempre piùdestinata a congelare la realta internaziona-le in uno scontro fra blocchi e fra le duemaggiori potenze .

Credo che da questo punto di vista vadaconsiderata l ' iniziativa che noi preannuncia-mo (e non daremo tregua al Governo) : insede parlamentare chiameremo tutte le for-ze politiche ad esprimersi su questo temafondamentale dei nostri legami con la NATOe del rinnovo automatico del patto atlantico .Lo faremo al momento opportuno con unamozione che obbligherà ogni gruppo ad as-sumersi le proprie responsabilità con la con-vinzione — di fronte alle tragiche notizie ch evengono da Praga e che pongono con since-rità ad ogni militante della classe operaia iproblemi drammatici dei rapporti tra partì-to di classe e masse, tra Stato e partito, te-nuto conto delle esperienze di questi 25 ann idel movimento operaio internazionale — ch enon si favorisce la soluzione di questi dram-matici problemi schierandosi con chi fa del-l'antisovietismo una professione di sempre ;un appoggio per il miglioramento di questatragica situazione, noi possiamo darlo ope-rando per il superamento dei blocchi con-trapposti e quindi, per quanto rileva dall enostre possibilità, per lo sganciamento del-l'Italia dal patto atlantico, premessa perchél'Europa si affranchi da ogni vincolo mili-tare, e ogni paese che si muove all'internodi questa logica dei blocchi, compia concretipassi verso una maggiore 'indipendenza .Questo è per noi l ' impegno serio di accostar-ci a questi problemi drammatici che stannodi fronte all'umanità, che stanno di front eal nostro paese .

Ho già detto-prima, onorevole Nenni, ch esu questi problemi generali, non voglio di-lungarmi oltre anche perché credo che suquesti temi occorra una verifica più qualifi-cata, a più largo livello . Mi appresto, inve-ce, a darle degli elementi — penso che ell acercherà di prenderne nota per sottoporli poi

ai suoi collaboratori — che riguardano soprat-tutto il problema dell'emigrazione che vien ealla ribalta nel nostro paese ogniqualvolta siregistrano tremende catastrofi .

Perché ho voluto scegliere questo argo-mento in un dibattito che noi consideriamopressoché inutile o tutt'al più una vuota ve-rifica, come è ormai la discussione del bi-lancio ?

Proprio perché abbiamo trovato un vuotonel discorso programmatico del Governo .Nelle 80 cartelle del discorso programmaticodel Presidente del Consiglio non si è spesauna sola parola, non si è data una sola indi-cazione in merito alla politica che il Govern ointende perseguire di fronte ai gravi proble-mi dell'emigrazione, che coinvolgono milion i

di lavoratori . Può darsi che questo sia stato

fatto di proposito, può darsi che ci sia statoinvece, sempre, con una grave responsabi-lità politica, un elemento di sottovalutazio-ne della gravità della questione . Noi cerchia-mo almeno di trarre da questo dibattito lamassima utilità, di ottenere cioè dal Governo

alcune assicurazioni e alcune precisazioni s u

questi problemi, non solo perché il problem adella emigrazione si impone ormai alla co-scienza nazionale come uno dei problemi pi ùacuti e non più dilazionabili, ma anche per -

ché l'attuale Presidente del Consiglio no n

avrebbe dovuto dimenticare di essere stato in-sieme con De Gasperi uno dei più accesi fauto-ri della ripresa dell'emigrazione di massa. Fuproprio lui, l'onorevole Rumor, che nel lon-tano 1949 — circa venti anni fa — al terzo con-gresso nazionale della democrazia cristiana

presentò quella relazione dal titolo significa-

tivo Necessità vitale del lavoro italiano, conla quale si indicava ai lavoratori italiani, a idisoccupati, ai braccianti, ai contadini pover i

del Mezzogiorno e ai giovani in cerca di pri-ma occupazione di prendere il duro, asprocammino della speranza, cioè quello della

emigrazione all 'estero . La nostra politica emi-gratoria, affermò allora l'attuale President e

del Consiglio, deve giocare la sua partita, cer-cando basi e possibilità di impiego, studiand odeficienze strutturali della manodopera loca -le e preparando ed offrendo tempestivament emanodopera, creando uffici di ricerca e d icontrattazione, stabilendo rapporti con ent i

internazionali di , finanziamento, sollecitand o

iniziative locali, smuovendo ostacoli e favo -

rendo esperimenti .Sono passati 20 anni da queste parole e

circa 6 milioni di italiani, onorevole Nenni ,sono stati costretti a varcare le nostre fron-tiere, ad attraversare mari ed oceani per cer-

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care in terra straniera quel diritto al lavoroche, pur sancito solennemente dalla Costitu-zione repubblicana, è stato loro negato i npatria .

Occorre quindi che il Governo colmi que-sto vuoto, questo silenzio, nel suo discors oprogrammatico, occorre che, almeno attraver-so la parola del ministro degli esteri, onore-vole Nenni, l 'emigrazione sappia quali sonole intenzioni del nuovo Governo di centro-si-nistra e le prospettive che vuole offrire perla soluzione di un così grave problema .

Credo che ella, onorevole ministro, si ren-da conto del fatto che l 'emigrazione di massaè stato un fatto permanente, purtroppo, noncontingente né transitorio, con intensità a ca-ratteri diversi, in un secolo di unità italiana ,e ha assunto dimensioni tali ed è talment ecollegata attraverso una serie di interrelazio-ni con tutte le strutture nazionali da pors icome un elemento fondamentale nella vita delnostro paese . La sua importanza, nelle line egenerali, è nota e non occorre cercare di ana-lizzarla nella sua realtà completa e nei suo iparticolari . L'emigrazione è ormai un fattofondamentale, centrale, di enorme importan-za nella vita e nel carattere del nostro paese .Lo è sotto vari aspetti, anzitutto numerica -mente, come peso quantitativo del fenomen oche interessa e tocca direttamente almeno 1 5milioni di italiani e indirettamente, ma inmodo assai sensibile, l ' intera popolazione de lnostro paese .

Si calcola, onorevole ministro, ufficialmen-te che dall'unità nazionale ad oggi 26 milio-ni di italiani siano emigrati : un popolo in-tero, che, con i propri figli e discendenti ,ha creato una nuova realtà in molte na-zioni del mondo e ha contribuito a un amodificazione profonda di rapporti interna-zionali, a nuovi tipi umani e a nuovi mod idi vita e di cultura, di legami con altre vitee altre culture. È stato dunque fin dal su oprimo manifestarsi un problema nazionale .

Credo che ella, onorevole Nenni, molt opiù anziano di me, possa ricollegarsi al di -scorso del filone socialista dei Turati, allaloro lotta volta a tutelare e difendere ì nostrilavoratori, a denunciare il tragico fenomenodell ' emigrazione. Tale fenomeno ha assuntonel dopoguerra, dal 1945 ad oggi, caratter iparticolari e un peso straordinario .

Dai dati pubblicati nella relazione per i l1967, edita dal suo Ministero, sul lavoro degl iitaliani all'estero, risulta che la consistenzadella comunità italiana nei paesi di immigra-zione è pari a 4 .763.404 unità, così suddivise :in America 2 .275.000 ; in Europa 2.100.000 ; in

Australia 153 .000 ; in Africa 106 .000 ; in altr i

paesi 121 .000 .Secondo i dati riferiti dalla citata relazio-

ne si rileva che dal 1951 al 1966 sono emigra -te all'estero, al netto dei rimpatriati, 2.278 .000persone .

Nei primi sei mesi del 1968 sono emigrat i

all'estero 135 mila lavoratori italiani, contr o

220 mila nel 1967 . Quindi, il numero dei lavo-ratori italiani che sono stati costretti a pren-dere la via dell'emigrazione si può valutare ,per il 1968, in 270-280 mila unità, nonostanteil fantomatico piano Pieraccini che si è rive -lato nei fatti solo un cumulo di numeri i n

libertà, o un pannicello caldo su una gambadi legno .

Un dato che conferma l'aumento dell'emi-grazione nell'ultimo anno può ricavarsi inol-tre dall'incremento delle rimesse, passate d a356 miliardi di lire nei primi dieci mesi de l

1967 a 376 miliardi nei primi dieci mesi de l

1968 . Le rimesse dell'emigrazione negli ultim iventi anni ammontano a circa 8 miliardi d i

dollari . Questo è il contributo del lavoro ita-liano all ' estero; e vedremo poi quale sia l acontropartita data dallo Stato italiano, d i

fronte ai problemi che travagliano la nostraemigrazione .

Vi sono attualmente all'estero più conta-dini italiani di quanti ne lavorino sulle terr e

in Italia : più di un quarto della popolazion eattiva del nostro paese . Non si tratta soltantodella quantità del fenomeno, ma della suaqualità, che incide su tutti gli aspetti dellavita nazionale, delle cui strutture tradizional iè espressione e risultato, e che diventa a su avolta causa determinante di fenomeni che s imanifestano talvolta in modo tragico, pesand osui lavoratori .

Purtroppo, l'attenzione della classe poli-tica del nostro paese è sempre marginale ne i

confronti di tali problemi . Il problema del -l ' emigrazione, come ho detto prima, viene all aribalta ogni qualvolta si registrano tremendecatastrofi . Nel settembre del 1965 a Mattmarksi ebbero 92 morti ; nel febbraio del 1966, ne icantieri dell ' alta valle Maggia e della valBedretto si ebbero 17 morti . Ogni giorno ab-biamo notizie di questo stillicidio di sangue ,di questo sacrificio dei lavoratori in terra stra-niera: un tragico bilancio di sangue italianosacrificato sul terreno dello sviluppo econo-mico di altri paesi .

Mi sono limitato a ricordare le tragedie pi ùgravi, ma sappiamo che l ' arduo cammino del -l 'emigrazione è lastricato di innumerevoli in-cidenti mortali, anche se spesso la stampa na-zionale preferisce selezionare le notizie più

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clamorose. E altresì vero che all ' indomani d iogni sciagura abbiamo visto ammucchiarsi itelegrammi di cordoglio sui tavoli dei con -solati e delle ambasciate, la stampa auspic ainchieste per accertare le eventuali responsa-bilità, s ' intrecciano gli anelli della catena d isolidarietà per garantire un modesto sussidi oai superstiti dei lavoratori caduti . È compren-sibile, giusto ed umano che allo stato di pro-fondo dolore dei familiari in lutto corrispond aun senso di commozione popolare con le con -seguenti manifestazioni solidaristiche ; è spie-gabile che gli organi di stampa diano spazi oal commento dei tragici avvenimenti e che l avoce dell 'annunciatore televisivo scuota lasensibilità di milioni di cittadini ormai assue-fatti al binomio emigrazione-morte . Ma dopo ?Recuperate le salme, benedette le bare, ter-minate le cerimonie funebri, cessa il pianto ,il ricordo si sbiadisce nel tempo e rimane l apassività del Governo e della classe dirigentepolitica nei confronti dei problemi degli emi-granti . Insediate le commissioni d ' inchiestae archiviati i messaggi ministeriali di cordo-glio, cala il sipario sul dramma dell 'emigra-zione e i problemi rimangono insoluti nellaloro gravità più volte denunciata dal mi ogruppo e da altri colleghi comunisti o da col -leghi stessi del partito socialista .

Possiamo convenire con Costantino Ianni(Il sangue degli emigranti), quando pone que-sto angoscioso interrogativo : « Perché da 100anni gli italiani emigrano in numero cos ìgrande e in condizioni che così scarsament esi conciliano con la millenaria civiltà di cuimenano vanto le classi dirigenti del paese ? » .Certo il fenomeno non è circoscrivibile al -l'uso d 'una libertà costituzionale, dal mo-mento che nessun altro popolo moderno regi-stra, comparativamente alla popolazione delpaese proprio, un così ingente espatrio di mas -se umane . Non è forse vero che da parte de irappresentanti dell'Italia ufficiale e degl isfruttatori di ogni risma l 'emigrazione èsempre stata ritenuta l'industria più fiorent eche abbia il nostro paese ? Le prediche sullaesuberanza demografica potevano facilment ecommuovere . Oggi l'emigrazione di massa ,nonostante sia patologica nelle sue cause enelle sue forme, diventa uno strumento fon-damentale della politica economica delloStato italiano. Il Governo di centro-sinistr aappone anche in tal senso, per l 'emigrazione ,una nuova etichetta per della vecchia mer-canzia; si serve dell 'emigrazione per conser-vare l 'assetto capitalistico alle strutture eco-nomiche eludendo le scelte di fondo per al-cune riforme improcrastinabili, che stanno al -

la base di una politica effettiva di piena oc-cupazione .

Non intendo appesantire il mio interventocon delle statistiche, bensì dare il mio con -tributo – ripeto – nella speranza che il nuov oministro degli esteri, nell'impossibilità d idare almeno una svolta decisiva alla politic ainternazionale del nostro paese, muovendos ientro il vecchio filone del solidarismo atlan-tico, giovandosi cioè del fatto che l'Italia faparte dell'alleanza atlantica, possa offrir equalche cosa di nuovo, una nuova speranz aa milioni di emigranti che attendono la su arisposta, che attendono qualche cosa di nuovoal di fuori della vecchia retorica di favorenei confronti dell'emigrazione .

Segnalerei all 'onorevole Nenni, per dimo-strare la passività del nostro Governo, a ri-prova di come sia stata considerata l'emigra-zione, un piccolo problema, un problema ch eè morale prima che politico . Noi abbiamopresentato in proposito una proposta di legge .Un'analoga proposta di legge è stata presen-tata nel corso della passata legislatura, quan-do i socialisti erano uniti in un unico partito .Il problema riguarda i contributi, il paga-mento cioè da parte dello Stato delle spes eper il trasporto delle salme dei caduti emi-grati all'estero . Capisce benissimo, onorevoleNenni, che nessun specioso pretesto di diffi-coltà di bilancio può assolvere la passivitàdelle classi dirigenti di fronte a questo pro-blema; la realtà è che nella classe dirigent evi era il convincimento che, una volta che unlavoratore era emigrato, egli rappresentav aun qualcosa di estraneo alla vita del nostropaese. E un piccolo problema, ripeto, ma ch eassume un profondo valore morale e cred oche il Governo possa risolvere almeno tal equestione ponendo a carico del proprio bi-lancio quelle poche decine o centinaia di mi-lioni necessari a far sì che le salme dei nostr iemigrati caduti all'estero sul lavoro, possanoritornare in patria .

Ma vi è un'altra questione che io sotto-lineo; si tratta di aprire il discorso sulle con -dizioni di vita e di lavoro dei nostri emi-granti : sui problemi della stabilità dell'occu-pazione, dell'intensificazione dello sfrutta -mento e dell'incidenza infortunistica, dellalimitazione delle libertà sindacali, del trattà-mento assistenziale e previdenziale, dell'ina-deguatezza e della insufficienza dell'addestra-mento e della qualificazione professionale ,della precarietà delle abitazioni, dei serviz isociali a tempo libero, dell'allentamento de ilegami familiari, inoltre, sui problemi socio-logici dell'ambientamento con le tensioni e i

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conflitti relativi che caratterizzano i rapport itra popolazione locale e masse immigrate . S itratta di cose già dette e ripetute ma che pur -troppo non hanno mai trovato una risposta .

Ecco perché chiediamo al Governo, a Ie isoprattutto, onorevole Nenni, nella sua re-sponsabilità di ministro degli esteri che so-vraintende anche ai problemi dell'emigrazio-ne, di precisare i suoi intendimenti su quest iproblemi. È favorevole il Governo, ed in par-ticolare il ministro degli esteri, a promuo-vere o almeno ad acconsentire ad un'inchiest aparlamentare sull'emigrazione ? Mai sono sta -ti predisposti nel nostro paese gli strument iper studiare il fenomeno, le cause struttural idi esso, economiche, sociali e politiche, ch ecoincidono con la storia della nostra econo-mia. con le sue strutture classiste . Non sonostati studiati a fondo i singoli problemi del -l'emigrazione e i modi per porre rimedio agl iinconvenienti e talvolta alle tragedie di un acondizione umana a carattere servile e subal-terno. Non è stato mai esaminato il fenomenodal punto di vista esistenziale né da quell opsicologico, linguistico, culturale e tantomeno da quello della struttura dello Stat ola cui natura risulta caratterizzata dall'espul-sione e dal sacrificio di una parte del su opopolo .

Il problema non può essere ulteriorment eeluso e relegato ai margini, nascosto comeuna cosa vergognosa o stravolto in formuledi prestigio o peggio considerato un fatto ne-cessario o quasi naturale per quanto dolo -roso, come una condizione umanamente pe-nosa cui si deve provvedere paternalistica -mente con provvedimenti unicamente assi-stenziali ; o addirittura si vuole considerare i lfenomeno positivo ed utile e tale da doveressere incrementato e promosso come valvoladi sfogo demografica, economica e sociale ecome apporto alla bilancia economica o co-me modo di soluzione dei problemi di eco-nomia e tecnica agraria o infine come ele-mento permanente previsto nel piano di svi-luppo, e così via ?

Per la particolare situazione dell'emigra-zione svizzera, onorevole Nenni, in attesa ch esi possa far maturare questa richiesta di un ainchiesta parlamentare sull 'emigrazione, le inon ritiene di poter esprimere un parere fa-vorevole nel senso che una parte proporzio-nale di tutti i gruppi rappresentati in quest aCamera e nel Senato della Repubblica, dell aCommissione lavoro e della Commissioneesteri, possano congiuntamente creare un aCommissione speciale di indagine sulla real-tà della nostra emigrazione in Svizzera, ove

si dirige il nucleo più numeroso dei nostr iemigranti in Europa ? Non si tratta di creareostacoli, o di andare contro il diritto e la so-vranità di altri paesi ; quello che noi chie-diamo è di poter creare un collegamento trainiziativa parlamentare, controllo parlamenta-re, e la sede dei nostri consolati, le varieassociazioni e le varie comunità dell 'emigra-zione. È questo un grosso problema, e suquesto tema noi, d'accordo con le associa-zioni unitarie degli emigranti, attueremo nel -le prossime settimane una vasta campagna, i nItalia e nelle zone di emigrazione, per rac-cogliere milioni e milioni di firme degli emi-granti e delle loro famiglie in appoggio aquesta nostra richiesta per un'inchiesta par -lamentare sul fenomeno dell'emigrazione .

Vi è un altro problema che vorrei sotto -porre alla sua attenzione, onorevole ministro ;vorrei sapere se il Governo ritenga opportu-no disporre provvedimenti legislativi ed eco-nomico-finanziari, che garantiscano, a simi-glianza di quanto già avviene per le esporta-zioni italiane di merci, le rimesse degli emi-granti dai rischi di svalutazioni delle monet eestere . La questione non è facile, né di facilesoluzione, ma noi pensiamo che il Govern ola debba esaminare, per trovare possibilmen-te una soluzione ; la questione è balzata pre-potentemente in primo piano, con tutta l asua urgenza, nelle settimane scorse, allorch éun terremoto finanziario ha minacciato (ed i lrischio non può dirsi eliminato) di sconvol-gere le economie di numerosi paesi . E suffi-ciente indicare qualche esempio : alla fine del1967, il Governo britannico decise di svalu-tare la sterlina del 14,3 per cento. Automati-camente i 170 mila emigrati italiani in Gra nBretagna, che inviano a casa parte dei pro-pri sudati risparmi, hanno perso al cambiocifre considerevoli . Si calcola infatti che lerimesse da quel paese, tramite canale ufficia-le e non ufficiale, assumino annualmente i lvalore di circa 40 milioni di dollari ; per ef-fetto della svalutazione della sterlina, però ,quest'anno i familiari dei nostri emigrat ihanno ricevuto il 14,3 per cento in meno diquanto avrebbero ricevuto se non vi fossestata la diminuzione del valore della sterlina ,qualcosa come 3 miliardi e 700 milioni d ilire italiane in meno .

In Italia, onorevole ministro, il Parla-mento e la maggioranza, questa e altre mag-gioranze, hanno trovato in tutti questi anninumerosi provvedimenti che garantisconogli esportatori (ad esempio la FIAT che ven-de all ' estero le proprie automobili) contr ouna serie di rischi, primo fra tutti quello

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della svalutazione. In pratica il Governo h astanziato un fondo cospicuo per rifonder eagli esportatori ciò che potrebbero guada-gnare in meno se una moneta estera venissesvalutata. Le rifusioni avvengono perfino incaso di mancato pagamento delle merciesportate per colpa di cambiamenti di regi-me, di calamità naturali, eccetera .

Soltanto i nostri connazionali costretti alavorare all'estero non sono coperti, in que-sto senso, da alcuna garanzia . Voglio anco-ra ricordare che in soli 4 anni il totale del -le rimesse dei nostri emigranti è stato d i2.500 miliardi di lire, una cifra pari all ' am-montare delle riserve di cui dispone la Ban-ca d'Italia . Non crede quindi onorevole mi-nistro degli affari esteri (spero e mi auguroche lo creda possibile) che sarebbe giusto ol-tre che umano preoccuparsi di fare in mod oche i nostri emigranti siano salvaguardati ?Inoltre, non si ritiene opportuno che ancheuna quota di tali rimesse sia accantonata perfare in modo che anche i nostri emigrantiabbiano la possibilità di concorrere agli al-loggi forniti dalla GESCAL, sì da porre i no-stri lavoratori all 'estero sullo stesso pian odi quelli che lavorano nel nostro paese ?

Vi è un'altra proposta che intendiamosottoporre all 'attenzione dell 'onorevole mini-stro non come subordinata all ' inchiesta par -lamentare, ma come un elemento integrati-vo. Non ritiene il Ministero degli affari este-ri, in collaborazione con il Ministero del la-voro e della previdenza sociale, cioè conl'onorevole Brodolini – e la cosa potrebbe es-sere facilitata da una comune ispirazione –di convocare una conferenza nazionale sull aemigrazione, tenendo presente che analogh einiziative sono state già prese in passato ?Abbiamo avuto una conferenza nazionalesul turismo, anche se poi si è ridotta soltan-to ad una spesa inutile per favorire la « pas-serella » di alcuni ministri alla vigilia dell escadenze elettorali . Quanto è accaduto nonci dovrebbe far rinunciare ad una conferen-za nel settore della emigrazione, poiché rite-niamo che una simile conferenza, indetta dalGoverno con la collaborazione delle vari ecentrali sindacali, potrebbe far sì che tuttele forze interessate a questo drammatico egrave problema si impegnino per alcune op-portune soluzioni .

Altri problemi rimangono aperti, dall aconquista dei diritti democratici ad una pi ùgiusta regolamentazione delle condizioniprevidenziali degli emigrati, alla definitiv asoluzione del problema dell ' assistenza sani-

taria per quanto riguarda in particolare i la-voratori residenti in Svizzera.

Su quest 'ultimo tema si è iniziata al Se -nato la discussione interno ad un provvedi -mento di legge che dovrebbe garantire l 'as-sistenza-malattia ai familiari dei connazio-nali che lavorano in Svizzera. Il Governonon vuole però accettare il principio di ele-vare il proprio contributo in misura tale daconsentire ai familiari di questi lavorator idi usufruire dell'assistenza sanitaria gratui-ta. Eppure si tratta di pochi miliardi ! Eccociò che umilia gli emigranti : un Parlamen-to e una maggioranza disposti ad approvarestanziamenti per centinaia e centinaia di mi-liardi per la fiscalizzazione degli oneri so-ciali, per la ristrutturazione delle industrie ,per venire incontro agli esportatori, non son ocapaci di spendere pochi miliardi quando s itratta non già di sovvertire le strutture diquesto Stato (che certo noi, come socialisti ,intendiamo sovvertire per creare uno Statosocialista), ma di fare del riformismo spic-ciolo e non già del riformismo alla Turati ,perché esso comportava slancio ideale e de-cisa volontà di cambiare le strutture dellasocietà. Anche di fronte a piccole riforme ,dunque, assistiamo alla passività se non ad-dirittura alla resistenza del Governo .

Un'altra questione da affrontare, onorevo-le ministro, è quella della riforma del Co-mitato consultivo per gli italiani all 'estero .Nell'ultima riunione di questo comitato sonostate avanzate notevoli riserve in ordine all asua composizione e si è deciso di modificarlain senso più democratico . Il Governo si è im-pegnato a presentare in materia un appositodisegno di legge e vorremmo ricevere assi-curazioni sulla pronta presentazione al Par-lamento di tale provvedimento, in modo dafare di questo organismo uno strumento d ivalida tutela della nostra emigrazione .

Molti altri problemi restano aperti, dal -la scuola per i figli degli emigranti al coor-dinamento ed al potenziamento dell'istruzio-ne professionale ; ma una rivendicazione so-prattutto ci sta a cuore e per essa chiediam oprecise assicurazioni. Insistiamo, cioè, per-ché sia riconosciuto il diritto delle organiz-zazioni sindacali a partecipare alle trattativ eper la stipula delle convenzioni in materiadi emigrazione.

L'onorevole Santi fece molti anni fa u nnobile discorso qui, sostenendo proprio d aquesto banco analoga proposta (purtropp ocon poca fortuna o con poco ascolto da partedel Governo di allora) dicendo: nominiamo

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gli esperti, nominiamo una rappresentanz adelle categorie interessate; quando si trattadi trasportare merci e bestiame escludiamopure i sindacati dal partecipare alle trattativeper le convenzioni, ma non escludiamol equando si tratta di uomini, di lavoratori .

Io ripeto questo concetto e chiedo che i lGoverno dia questa assicurazione: che adogni trattativa a convenzione internazional eche riguardi la nostra emigrazione siano chia-mati a parteciparvi, con il loro contribut ocreativo e fattivo che li collega agli interess idella emigrazione, tutte le centrali sindacal ipiù impegnate del nostro paese o le associa-zioni più impegnate all ' estero nella tutela del -l 'emigrazione.

Ecco perché, onorevole Nenni, il mond odella emigrazione chiede finalmente una nuo-va politica verso l ' emigrazione . Certo voglia-mo una politica di piena occupazione ; certol'obiettivo fondamentale di questi milioni d ilavoratori è quello di rientrare in patria, ne lloro paese. Sappiamo che questo è l'obiettiv ofinale che diamo alla nostra battaglia, ma ne lfrattempo dobbiamo lavorare tutti insiem eper avviare almeno a soluzione i problem ipiù impegnativi . Gli emigranti non accettanopiù di essere considerati dei paria sociali ,una specie di cittadini di serie B . Chiedonoprovvedimenti concreti, chiedono, dopo tant ianni di passività, una nuova politica che l itolga dalla avvilente situazione in cui si tra-scinano da decenni . La richiesta di dare solu-zione a tutti questi problemi attende da part edel Governo una precisa risposta .

Ho detto prima, onorevole Nenni - e con-cludo - che sui temi di fondo delle scelt edi politica estera ci separano dissensi e que-stioni molto gravi che dibatteremo e affron-teremo con iniziative più qualificate a livell oparlamentare . Sappiamo che in proposito v isarà uno scontro anche deciso in Parlamentoe nel paese, ma ciò che noi speriamo da lei ,ciò che almeno noi ci auguriamo nell ' inte-resse di milioni di emigranti è che almen oattorno a questi temi, che non investono que-stioni di fondo per la collocazione internazio-nale del nostro paese, attraverso il suo con -tributo, vengano non nuove frasi retoriche ,non silenzi che comportano quindi vecchieposizioni ma, almeno da parte sua, una pa-rola nuova, assicurazioni nuove che diano un amaggiore speranza ai nostri emigranti .

Essi non si attendono la luna dei nostr iastronauti ; essi attendono da lei, onorevol eministro, la soluzione di alcuni dei proble-mi che noi abbiamo indicato, alcuni impor -

tanti, altri ad alto livello, come l'inchiest aparlamentare e come la conferenza nazional esull ' emigrazione . Alla soluzione di questi pro-blemi deve sovrintendere un minimo di buonavolontà, intesa come volontà politica, poich éessi sono legati agli interessi del nostro paese .Mi auguro che i nostri emigranti possano tro-vare nella risposta che ella ci darà in quest asede (quasi come una coda alla vuota replicadel Presidente del Consiglio), possano tro-vare, ripeto, almeno in questo dibattito - pu rinutile e retorico - un momento di maggior efiducia nelle nostre istituzioni e nel nostropaese (così per lo meno, arriva a dire unrappresentante dell 'opposizione), alla luce d iuno sforzo all'interno di questo Governo . (Ap-plausi all'estrema sinistra) .

Approvazioni in Commissione.

PRESIDENTE . La VI Commissione (Fi-nanze e tesoro) nella seduta di stamane, i nsede legislativa, ha approvato i seguenti prov-vedimenti :

« Conferimento agli Istituti speciali me-ridionali delle somme assegnate ai fondi d irotazione di cui alla legge 12 febbraio 1955 ,n. 38, e successive modificazioni » (721), conmodificazioni;

« Norme sulla restituzione dei prelievi perprodotti agricoli esportati » (714), con mo-dificazioni;

DE MEO e MAllARRINO : « Modifica dell'ar-ticolo 37 della legge 29 luglio 1957, n . 634,modificata dall'articolo 6 della legge 29 set-tembre 1962, n . 1462, recante provvediment iper il Mezzogiorno » (142) .

Modifica nella costituzione di Commissioni .

PRESIDENTE. Nella riunione di staman ela VI Commissione (Finanze e tesoro) ha pro -ceduto alla elezione di un Vicepresidente edi un Segretario . Sono risultati eletti : Vice -presidente, il deputato Primo Silvestri ; Se-gretario, il deputato Franco Boiardi .

Nella riunione di stamane la VIII Com-missione (Istruzione) ha proceduto alla ele-zione del Presidente, di un Vicepresidente edi un Segretario. Sono risultati eletti : Presi -dente, il deputato Giovanni Battista Scaglia ;Vicepresidente, il deputato Dino Moro ; Se-gretario, il deputato Luigi Borghi .

Nella riunione di stamane la XIV Commis-sione (Igiene e sanità) ha proceduto alla ele-zione di un Vicepresidente . È risultato elettoil deputato Renato Massari .

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Modifica nella costituzion edella Giunta delle elezioni .

PRESIDENTE. Nella riunione odierna, l aGiunta delle elezioni ha proceduto all'ele-zione del Presidente e di un Segretario . Sonorisultati rispettivamente eletti : il deputatoGuido Gonella e il deputato Antonio Mon-tanti .

Si riprende la discussione .

PRESIDENTE. È iscritto a parlare l'ono-revole Storchi . Ne ha facoltà .

STORCHI. Signor Presidente, onorevol icolleghi, onorevole ministro, intervenendo su lbilancio del Ministero degli affari esteri no nintendo svolgere un particolare esame degl iampi e complessi problemi di politica estera ,dato che siamo a così breve distanza dal di -battito parlamentare sulla fiducia al Governo ,che ha riguardato altresì, com'era giusto edoveroso, anche gli orientamenti della poli-tica italiana nel quadro delle relazioni inter -nazionali . A tali orientamenti confermo an-che in questa sede la mia adesione in quanto ,come ebbe a precisare nel suo discorso i lPresidente del Consiglio, la politica ester aitaliana resta ancorata alle scelte di pace edì sicurezza compiute dal nostro paese nel -l'ambito delle tradizionali alleanze ed amici -zie . D'altra parte, il quadro della situazionepolitica internazionale è ancora oggi sostan-zialmente quello tracciato dal Presidente Ru-mor, quando rilevava le speranze di paceaperte dal pur lento e faticoso avviarsi de inegoziati di Parigi per risolvere il conflitt odel Vietnam, o quando riaffermava il nostrocostante riferimento alle Nazioni Unite a so-stegno della loro opera di soluzione pacific adei conflitti, o quando ancora rilevava la gra-vità dei problemi posti dal medio oriente edall'azione russa in Cecoslovacchia, per for-mulare la direttiva di pace e di libertà ch eispira la politica italiana .

Per quanto poi riguarda i problemi del-l'area del Mediterraneo e, in particolare, de lmedio oriente, già abbiamo ascoltato in sed edi Commissione affari esteri un'ampia e do-cumentata relazione del ministro, onorevol eNenni, e concordiamo con le valutazioni d alui espresse e con l'opera intrapresa dal Go-verno presso i singoli paesi più direttamenteinteressati e presso le Nazioni Unite per pro -spettare la necessità che da ogni parte si acompiuto ogni sforzo per risolvere il conflitto .

Restano purtroppo dolorosamente aperti ifatti della Cecoslovacchia, per quanto ess i

hanno significato di minaccia e di pericol oper la sicurezza europea nelle drammatich e

giornate dell'estate scorsa e per questa tra-gica testimonianza di ansia di libertà che vie -ne da quei giovani, da quegli operai, da que-gli studenti che, pur cresciuti ed educati ne l

regime comunista, sentono come esso non si ain grado di dare valide e adeguate soluzion iai loro problemi, di problemi del loro paese ,

e al continuato uso della minaccia e dell aforza rispondono ormai con la terribile of-ferta della loro vita . Gli uomini liberi e de-mocratici di tutto il mondo, al di sopra d i

ogni qualificazione politica, non possono nonaccompagnare il profondo dolore che tali av-venimenti suscitano in loro con l'espression e

più ferma della loro denuncia dei metodi edei sistemi del comunismo sovietico, che hadato nuova prova di non tollerare né autono-mie né libertà all'interno del suo rigido siste-ma di potere .

Ciò premesso, vorrei soffermarmi per qual -che momento su alcuni punti particolari del -la nostra politica estera in relazione a quantoenunciato nelle dichiarazioni programmati -che del Governo e agli impegni propri de l

Ministero degli affari esteri . E comincerò dal -l'Europa, nella piena convinzione che ci ren-diamo tutti ben conto delle sua importanza ,della posta politica, economica e sociale che èin gioco e che potrà determinare l'avvenir edei nostri paesi e del nostro continente, cos ì

come anche delle difficoltà che ancora per-mangono specie nel gioco ancora non spento

degli interessi nazionali .E quanto del resto abbiamo sentito anche

recentemente all'Aja, al congresso del Movi-mento europeo tenuto nel novembre scorsoper ricordare l'appello di Churchill al con-gresso d'Europa del 1948. Ci domandiamocioè anche noi, come i parlamentari che v ihanno partecipato, non solo quale sia la si-tuazione dell'Europa venti anni dopo quel -l'appello, ma anche e soprattutto quali n esiano la prospettive per l'avvenire . « Durantegli ultimi venti anni – dice la mozione con-clusiva del congresso – sono stati compiut iprogressi sostanziali, ma ogni ulteriore pro-gresso è ora compromesso . Il protrarsi di unasituazione senza sbocco sta minando la fededei popoli nell'idea europea ed incoraggia l arinascita di nazionalismi .

Stiamo perdendo lo slancio essenziale ecorriamo il pericolo non solo di non fare ulte-riori progressi, ma di tornare indietro » .Parole queste indubbiamente gravi, ma che

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qui vogliamo raccogliere come stimolo ed im-pegno ad agire ancora più decisamente e coe-rentemente in favore dell 'Europa, dedicand oallo scopo una particolare attenzione anch ealle proposte che sono state espresse in que ldocumento conclusivo e che erano intese aindicare linee ed orientamenti per un nuov onecessario rilancio europeo .

Tra queste mi pare significativa quell arivolta alla convocazione di una conferenz adei capi di Governo al fine di ricercare altr imezzi per progredire verso l ' integrazione pi ùcompleta delle politiche dei vari paesi ancheper i settori non ancora propri della comu-nità, e cioè per cercare di superare le attual idifficoltà e di avviare con ogni decisione l aelaborazione e l 'attuazione di politiche vera -mente comuni .

Nessun dubbio, poi, sulla posizione pi ùvolte espressa e costantemente sostenuta dalnostro paese di allargare la composizione del -la comunità mediante l ' adesione della GranBretagna e di altre nazioni europee; altret-tanto vogliamo ripetere per quanto riguard al ' apertura verso altri paesi o zone del mond ointero, così come già realizzato con i paesi de lpatto di Yaoundé e come vorremmo augurarc ifosse possibile realizzare in una ancor piùattiva collaborazione, ad esempio, con i paes idell'America latina.

Ma oltre i capi di governo vi è - mi pare -l'esigenza di convocare i popoli ; ed è propri operché siamo favorevoli all'idea europea e per -ché siamo convinti che a questa è legato i lnostro avvenire, che pensiamo al significato ,al valore, all ' importanza di una consultazionepopolare che interessi direttamente tutti i cit-tadini dei sei paesi per l 'elezione a suffragi ouniversale diretto dei loro rappresentanti ne lParlamento europeo . Anche il Presidente de lConsiglio, nel suo discorso programmatico ,ha rilevato l'interesse del Governo per la crea-zione di un Parlamento europeo eletto a suf-fragio diretto e per questo - ora che final-mente è stato possibile completare la delega-zione italiana - pensiamo che possa esser eripresa la proposta, del resto più volte avan-zata, di dare attuazione in sede comunitari aa quanto stabilito dal Trattato . Questo infatti ,come è noto, all 'articolo 138 stabilisce ch el 'Assemblea elaborerà progetti intesi a per-mettere l ' elezione a suffragio universale di -retto secondo una procedura uniforme in t.ut, i

gli Stati membri e che il Consiglio, con deli-berazione unanime, stabilirà le disposizion idi cui raccomanderà l 'adozione da parte de -gli Stati membri, conformemente alle lororispettive norme costituzionali .

Certo, non mi nascondo che anche una ini-ziativa del genere potrà incontrare difficoltà ,così come del resto già è avvenuto per il pro -getto elaborato qualche anno fa dall ' Assem-blea parlamentare europea . Ma il suo signi-ficato e la sua importanza mi paiono fuor idi ogni dubbio, sia per quanto riguarda lepopolazioni dei sei paesi, che in tal mod osi sentono più interessate, più compartecipi ,più impegnate, alla costruzione di una nuov aEuropa, sia per quanto riguarda la stessa at-tività istituzionale della Comunità, che rice-verà maggior forza di decisioni e di consens ida un Parlamento direttamente eletto dal po-polo europeo .

Ma in materia di Europa mi pare di doveraggiungere qualche considerazione anche s uquanto credo occorra fare all ' interno del no-stro paese nei confronti di questa realtà chegià esiste pur con le sue limitazioni e le suedifficoltà, a cominciare dal problema del coor-dinamento fra gli organi che a livello di Go-verno sono interessati ai problemi che si pon-gono in seno alla Comunità europea . È veroche esiste un comitato interministeriale perla politica economica che fa capo al Ministerodegli affari esteri, ma penso che tale organonon possa rispondere all ' insieme delle esi-genze della politica europea, che indubbia -mente non ha solo un contenuto economico ;e poi le caratteristiche proprie di questa poli-tica, l ' impegno regolare ed intenso che ess arichiede, mi pare portino a sollecitare l'isti-tuzione di un organismo proprio, pur restand osempre nel campo del coordinamento, ma tal ecomunque da garantire una unità di presenz ae di azione fra le varie amministrazioni, cos ìcome ormai la realtà stessa di quanto avviene ,si propone e si discute a Bruxelles ci imponedi fare . E questo, aggiungerei, non solo, com eè evidente, per assicurare sempre più effica-cemente alla nostra presenza in campo euro-peo una sua validità sul piano, diciamo cos ìtecnico, specifico dei singoli problemi, maanche per dare ad essa un suo costante in-quadramento in una visione unitaria, che per-metta di fare avanzare tutto il settore degl iinteressi comunitari, e non solo questo o quel -lo, che magari può coincidere alle volte co nl ' interesse di questo o quel paese .

Certo, anche noi abbiamo tratto notevol ibenefici dalla politica comunitaria, specie inconseguenza della riduzione, prima, ed abo-lizione, poi, delle barriere doganali e dellaconseguente apertura di così importanti mer-cati per le nostre attività industriali . Ma visono settori in cui le difficoltà sono state mag-giori, come quelli per esempio propri del-

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l 'EURATOM, cioè nel campo della ricercascientifica e dell'energia nucleare, od altr iin cui i progressi sono stati più lenti, com ead esempio per quanto concerne i problem idella vita sociale e del lavoro, nei quali pur eabbiamo per parte nostra tanti e così viv iinteressi, in quanto riguardano in modo par-ticolare tanti nostri lavoratori e le lorofamiglie .

D'altra parte sono ben evidenti per tutti l estrette correlazioni esistenti, ad esempio, tr ala politica comune agricola e l'agricoltura delnostro paese . Altrettanto potremmo dire pe rquella fiscale e tributaria, per l 'ordinamentodelle società per azioni e tanti altri aspett idella nostra realtà economica e sociale, cos ìda individuare per ogni settore di attività an-che quanto noi dovremmo fare, all ' internodel nostro paese, per adeguarci sempre pi ùalle esigenze di una vera vita comunitaria .E forse vi è in questo accenno anche un ri-chiamo specifico a noi stessi in quanto legi-slatori, per impegnarci a seguire sempre d ipiù nella nostra attività, quello che sta avve-nendo in campo europeo, e contribuire anch ein tal modo allo sviluppo del nostro paese ne lquadro della vita unitaria della nuova Europa .

Il secondo punto sul quale vorrei fare qual -che considerazione riguarda alcuni aspetti del -le nostre attività ed iniziative nei confront idei paesi in via di sviluppo . A tale riguard ovorrei anzitutto ricordare quanto ha enunciat oil Governo nel suo programma, e cioè cheesso conferma il suo interesse, il suo impegn oper una politica di solidarietà con i paesi de lterzo mondo per ragioni di giustizia interna-zionale, di pace e di pacifica evoluzione de ipopoli. Si tratta, infatti, di un orientamentodella nostra politica e dei nostri rapporti conaltri paesi che non può non trovare la piùpiena e completa adesione da parte di quant ine sanno valutare e comprendere il significatoe l'importanza, e soprattutto sanno vedere iprofondi e concreti legami che intercorron otra questa solidarietà sociale ed umana trapaese e paese e la pace e lo sviluppo del mondointero .

Purtroppo, però, se questo è vero, vero èanche che vi sono ancora troppi paesi chemagari, pur proclamando la. solidarietà conil terzo mondo, ne divengono poi gli esclu-sivi fornitori di armi e non inviano loro aiut idi altro genere, ovvero concedono aiuti, m asolo in base a calcoli di puro interesse eco-nomico, ovvero ancora subordinano i benefic ia condizioni talmente onerose per i paesi ch eli ricevono da indebitarli oltre le possibilit àconsentite dal loro reddito nazionale .

Ma non è su questi aspetti che vorrei ri-chiamare in questo momento l'attenzione ,quanto invece su quelli interni, nostri, gi à

enunciati in sede di programma economic o

nazionale allorché, dopo aver affermato ch e

gli aiuti ai paesi in via di sviluppo eranoprevisti per l'ammontare di circa mille mi-liardi di lire nel quinquennio, si affermavache nell'assolvimento di tali impegni si sa-rebbe proceduto al « coordinamento e alla

qualificazione dell'irtervento bilaterale di as-sistenza tecnica, educativa e sociale, a partir eda una riorganizzazione e da un increment odi spesa per la politica delle borse di studi o

e dell'interscambio culturale e scientifico » .Ecco, pare anche a me che, proseguend o

nell'attuazione del programma e nell'impe-gno già manifestato dal Ministero degli este-ri, occorra ancor più decisamente operare ap-punto per un coordinamento e per una qua-lificazione del nostro intervento, in confor-mità alle constatate esigenze di un così im-portante aspetto della nostra attività politica .

Per quanto riguarda il coordinamento ,

vorrei solo accennare alla necessità di inqua-drarlo sia nel complesso dell'opera del Go-verno, in relazione agli apporti che posson oprovenire dalle varie amministrazioni inte-ressate, sia nell'ambito specifico dello stesso

Ministero degli esteri che ne ha la guida e l aresponsabilità, e ciò allo scopo di poter im-pegnare in questo settore della sua attività imezzi adeguati e il personale necessario afar fronte agli oneri crescenti che esso com-

porta . Insieme con questo vi è anche un altrocoordinamento che mi parrebbe opportunoconsiderare ed attuare in qualche forma strut-turale ed organica, quello cioè fra la pubbli-ca amministrazione e gli operatori pubblic i

e privati nei settori economico, culturale esociale, così da dare sempre più efficacemen-te, nell'unione dei mezzi e degli sforzi, ogn i

possibile impulso a questa particolare pre-senza all'estero del nostro paese .

Oltre al coordinamento vorrei sottolinear eperò anche l'altra esigenza, già enunciata da lprogramma economico, quella cioè della qua-lificazione dei nostri interventi . Si tratta quidi un tema molto ampio e che dovrebbe ri-chiedere ben più approfondite considerazio-ni di quante ora non mi sia consentito di fare .Mi limito perciò ad una sola citazione tratt adal programma delle Nazioni Unite per il de-cennio dello sviluppo, nel quale si afferma

che « gli uomini istruiti e competenti son osempre i principali e, in ultima analisi, i sol i

fattori di sviluppo . Per i paesi in via di svi-luppo - dice ancora tale programma - la

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non utilizzazione delle capacità delle popola-zioni costituisce il principale elemento del-l'attuale spreco, ma può costituire anche laprincipale speranza del futuro » . Vorrei direcioè che, fermo restando ogni nostro vivissi-mo compiacimento per le grandi opere che l enostre imprese stanno costruendo in tant ipaesi del mondo e l ' aiuto che dobbiamo con-tinuare a dare per lo sviluppo delle nostr erelazioni commerciali con l'estero, nei con-fronti dei paesi in via di sviluppo vi sonodelle esigenze umane che hanno bisogno d iun adeguato e corrispondente impegno, pe rnon lasciare in definitiva le opere e le ini-ziative nelle mani altrui .

Penso perciò a quanto sia possibile far edi più da parte nostra in questa direzione ein modo particolare nel settore culturale, dal -la scuola elementare a quella professionale euniversitaria ; nel settore dell'assistenza sani-taria e infine in quello sociale, per aiutar eil formarsi in quei paesi di capacità di dire-zione, di volontà associative, di impegni co-scienti e responsabili alla partecipazione ealla soluzione dei problemi collettivi .

« Crediti, investimenti, doni, sono fattor inecessari, ma non risolutivi . Risolutivo è sol -tanto il fattore umano » . Così riassume i la-vori di un convegno dell'ICEPS la relazion eche ne accompagna gli atti, aggiungendo ch e« questa prospettiva dell'assistenza tecnica a ipaesi in via di sviluppo attraverso l'invio d iesperti e la consulenza tecnica e scientifica ,appare, tra le varie forme di assistenza, par-ticolarmente congeniale alle nostre attitudin ie alle nostre capacità di collaborazione su lpiano umano e sociale » .

Ma c'è anche un altro aspetto da esami-nare in questo problema ed è il crescente in-teresse dei giovani verso i paesi del terzomondo . Si tratta di giovani che sentono i nmodo positivo e costruttivo tutto il disagio ele sofferenze dei paesi più arretrati . Si ren-dono conto delle responsabilità che ognun odi noi porta nei loro confronti e sono disposti ,con la generosità che è loro propria, ad as-sumere impegni di solidarietà con altri po-poli e con altri paesi perché più facilment esiano colmati i divari e le ingiustizie che c iseparano da loro . E vi sono enti, associazio-ni, iniziative particolarmente benemerite, checon loro e per loro si sono specializzate i ntali attività, in relazione a particolari carat-teristiche di impiego o di lavoro, stabilend ocon paesi in via di sviluppo forme partico-lari ed efficaci di una preziosa e forse inso-stituibile collaborazione .

Non starò qui certamente a fare l'elencodi queste attività né delle opere alle quali igiovani partecipano . Vorrei solo dire che or-mai mi pare opportuno prendere atto di que-sta realtà che apre nuove e significative pos-sibilità alla nostra collaborazione con altr ipaesi, e, pur nel rispetto delle singole auto-nomie e particolari vocazioni, dare a quest igiovani generosi, disposti a un impegno ch eè indubbiamente di solidarietà umana e so-ciale e perciò di pace, ogni possibile aiuto ,in modo da offrire loro nuove speranze .

È, dunque, questa nuova figura del « vo-lontario in servizio civile » che richiama lanostra attenzione, perché sia riconosciuta ne lsuo significato e nel suo valore, così com edel resto si è cominciato a fare con la leggePedini relativa all'esonero dal servizio mi-litare .

Bisogna aiutare ancora di più questi gio-vani, in patria attraverso le opere e le inizia-tive necessarie alla loro formazione, e all'este-ro con un'assistenza che valga a far loro rag-giungere più agevolmente le finalità propri edel loro compito e del loro impiego .

Venendo ora al problema dell'emigrazio-ne, vorrei rilevare anzitutto come essa con-tinui secondo i canali propri di questi ultim itempi, e cioè con prevalenza nei settori euro-pei . Le convenzioni, gli accordi, le norme bi-laterali o comunitarie in suo favore, sono aquesto riguardo migliorate, ma si pongono an-cora precise istanze per una valutazione del -l'emigrazione che sia – vorrei dire – com-plessiva e totale, cioè non solo limitata agl iaspetti del lavoro o dell'impiego, ma chetenga conto sempre di più delle ansie e dell esperanze, dei sacrifici e della dedizione, degl iaffetti che ogni cittadino, ogni uomo portacon sé nella dura e faticosa lotta per la vita .

Vi è, difatti, una consapevolezza nuova ocrescente, tra i nostri emigrati, dei problem i

che sono loro propri ; e ne sono prova e con-ferma i lavori del Comitato consultivo degl iitaliani all'estero e le sue già manifestate esi-genze di ristrutturazione per adeguarne mag-giormente, attraverso opportune forme di ele-zione, il carattere di rappresentatività dellecollettività italiane all'estero . Ciò vuoi dir eche è il vincolo con la patria che si vuol eaccentuare, pur nell'impegno operoso e con-sapevole nel paese di lavoro, così come sono

anche i vincoli associativi fra gli stessi con -

nazionali che sembrano incrementarsi nell o

sviluppo di opere assistenziali . culturali, ri-creative, religiose o sociali alle quali gli stes-si connazionali danno la loro partecipazion ee il loro apporto e che si estendono fino ai

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loro paesi di origine attraverso l'opera d itante associazioni regionali o locali o quell adi enti nazionali ugualmente solleciti e impe-gnati nei confronti dei lavoratori italiani al -l'estero e delle loro famiglie .

Tutto questo pare a me altamente positi-vo, in quanto, se stabilisce una collabora-zione cordiale e responsabile con il Ministerodegli esteri e con le sue rappresentanze siadiplomatiche sia consolari, può servire a in-crementare le sue possibilità di presenza edi azione in campi tanto vasti e difficili, ecomunque a facilitare interventi in settori par-ticolari o per specifiche esigenze, così da mol-tiplicarne la presenza e realizzare in misuraancor maggiore iniziative concrete e valide afavore dei connazionali .

Non mi è certo possibile in questo mo-mento procedere ad un approfondimento d iquesti problemi, anche se mi auguro che ciòpossa avvenire a breve scadenza in un'appo-sita riunione della Commissione esteri all apresenza del nuovo sottosegretario per l aemigrazione onorevole Pedini . Ma alcunecose mi pare pur opportuno rilevare, speci enei confronti del problema, così decisivo eimportante per la stessa condizione del lavo-ratore italiano all'estero, della preparazion eculturale e professionale dell'emigrante .

È questo un problema al quale credo s idebba dedicare con particolare urgenza ogn inostra attenzione, tanto più che ciò vale si aper l'emigrazione che ancora si rivolge a ipaesi transoceanici come ed in modo partico-lare a quella che si orienta verso i paesi dell aComunità europea. Relativamente ai paesidella CEE, anzi, non vi è alcun dubbio ne lvalutare positivamente i passi avanti chésono stati conseguiti col nuovo regolament oper la libera circolazione; ma è ben noto che ,per poter trarre pienamente da questa i be-nefici che prevede, vi è anche bisogno di at-tuarla nel quadro di una politica comune del -la manodopera e di una politica della for-mazione professionale che prepari appunto ,sul piano europeo, le nuove leve del lavor oai compiti di sempre maggiore specializza-zione che lo sviluppo industriale necessaria -mente richiede .

Ciò comporta un particolare compito d ipreparazione e di formazione nel campo pro-fessionale, che può certamente essere svolt oin patria nelle attività specifiche proprie de iMinisteri del lavoro e della pubblica istru-zione, ma che può essere realizzato altresì sot-to la direzione e la responsabilità del Mini-stero degli esteri nelle varie sedi e rappre-sentanze locali, con l'apporto di enti ed as-

sociazioni a ciò qualificati, così come l'espe-rienza fatta in questi anni ha, credo, ampia-mente dimostrato, pur con tutte le difficoltàconnesse con tale opera .

Non solo, ma all'estero è sempre estrema -mente importante e delicato il problema del-le scuole per i figli dei nostri connazionali ;bisogna che questi possano continuare i cors iavviati in Italia o non perdere anni prezios idi insegnamento al loro ritorno o comunqu enon rompere il vincolo ideale e pratico co nla nostra patria, che in molti casi resta affi-dato proprio e solo alla conoscenza della lin-gua. So bene, credo di poterlo dire, le diffi-coltà che ciò comporta, e soprattutto quant osiano limitate le disponibilità finanziarie pe ropere come queste che devono servire, tr al'altro, a dimostrare in concreto la nostra so-lidarietà e la nostra vicinanza con i lavora -tori italiani emigrati e con le loro famiglie .Ma proprio per questo, riferendomi ai capi-toli dello stato di previsione che stiamo esa-minando, vorrei rinnovare una particolare ri-chiesta al Governo affinché voglia conceder eun ulteriore incremento del capitolo 2619, cheriguarda appunto l'assistenza educativa, sco-lastica e culturale, nonché la formazione pro-fessionale dei lavoratori all'estero e delle lorofamiglie, ed altrettanto abbia a che fare pe ril capitolo 3094, riguardante i servizi di in -formazione, la stampa e le iniziative per i ltempo libero ; gli stanziamenti relativi si di -mostrano sempre più inadeguati alle esigenz eattuali e soprattutto a quelle auspicate di ul-teriore sviluppo.

Oltre però sull'ammontare dei mezzi fi-nanziari, mi pare di dovermi soffermare an-che sulla necessità di dare un assetto defini-tivo all'attività scolastica, culturale e profes-sionale all'estero attraverso la presentazionedi un apposito disegno di legge così come giàera stato fatto nella precedente legislatura ,ma che poi non giunse all'approvazione dell eCamere . Infatti, vi sono problemi che riguar-dano il personale direttivo ed insegnante, iprogrammi scolastici, l'assistenza agli alun-ni, il riconoscimento dei corsi e dei titoli con -seguiti e così via, che non possono essererisolti se non con apposite norme di leggeche sulla base degli sviluppi dell'ordinament oscolastico italiano, specie per quanto riguar-da la scuola dell'obbligo, e dell'esperienz agià svolta in tante e benemerite attività sco-lastiche all'estero, vadano concretamente in -contro alle attese ed alle speranze dei nostr iconnazionali .

In tal modo, mi pare, potremo dare u ncontributo valido e concreto a quella che è

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di certo la fondamentale aspirazione degl iitaliani all 'estero : quella cioè di sentirsi pre-senti alla nostra attenzione e particolarment edi sentirsi legati a quel processo di svilupp oe di progresso del nostro paese al quale ess ipure contribuiscono, e così notevolmente, co lloro lavoro e col loro risparmio . Del resto ,sappiamo tutti che il problema dell'emigra-zione non presenta solo gli aspetti propri d iuna vita all'estero, con tutto quanto essa si-gnifica di distacco dagli usi, costumi e tra -dizioni delle proprie famiglie, ma ne ha an-che altri di carattere interno al nostro paese ,specialmente evidenti nelle zone di maggior eemigrazione, perché non vi è dubbio ch el 'emigrazione o la libera circolazione dei la-voratori assumeranno compiutamente le ca-ratteristiche proprie della libera scelta quand oanche in quelle zone vi sarà più lavoro, visaranno più scuole, più servizi sociali e ci -vili, per tutti i cittadini .

Ed è questo il vivo auspicio che, a con-clusione di questo intervento, desidero for-mulare per l ' opera del Governo e nell'inte-resse del nostro paese . (Applausi al centro) .

PRESIDENTE. Il seguito della discussion eè rinviato a domani .

Annunzio di modifica alla costituzionedella Giunta per le autorizzazioni aprocedere.

PRESIDENTE. Nella riunione odierna laGiunta per le autorizzazioni a procedere haproceduto alla elezione del Presidente e d iun Vicepresidente . Sono risultati rispettiva-mente eletti : Presidente il deputato GiulianoVassalli e Vicepresidente il deputato Giovann iGalloni .

Deferimento a Commissioni .

PRESIDENTE. Sciogliendo la riserva, co-munico che i seguenti provvedimenti son odeferiti alle sottoindicate Commissioni, i nsede referente :

alla I Commissione (Affari costituzio-nali) :

Proposta di legge costituzionale GUARRA eNICCOLAI GIUSEPPE : «Modifica dell 'articolo 4 2della Costituzione » (220) (con parere dellaIX Commissione) ;

SPADOLA : « Concorsi speciali e norme pe ri concorsi normali per direttori didattici eper presidi a favore degli insegnanti ex com-battenti ed assimilati » (826) (con parere del -la VIII Commissione) :

alla II Commissione (Interni) :

MUSSA IVALDI VERCELLI e GUERRINI GIOR -

GIO : « Personale di servizio sociale per gl iuffici tutele » (839) (con parere della IV Com-missione) ;

alla VI Commissione (Finanze e tesoro) :

COVELLI : « Provvedimenti a favore de lpersonale statale in attività di servizio ed i nquiescenza per quanto concerne l'attribuzion edelle quote di aggiunta di famiglia, la con -cessione speciale C per i viaggi sulle ferroviedello Stato e l'assistenza malattia ai figli mag-giorenni, conviventi ed a carico del titolare »(73) (con parere della 1, della V e della XCommissione) ;

ROMEO : « Effetti degli inventari giudiziar isulle valutazioni mobiliari nella successione »(841) (con parere della IV Commissione) ;

alla VII Commissione (Difesa) :

DE MEO : « Avanzamento degli ufficiali del-le forze armate in servizio permanente effet-tivo in aspettativa per mandato parlamen-tare » (831) (con parere della I e della V Com-missione) ;

alla VIII Commissione (Istruzione) :

LENOCI : « Utilizzazione negli istituti pro-fessionali di Stato del personale insegnant ee non insegnante già in servizio nelle scuoleed istituti professionali marittimi gestiti dal -l'Ente nazionale per l'educazione marinar a(ENEM) » (836) (con parere della I e della VCommissione) ;

alla X Commissione (Trasporti) :

CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA: «Fa-cilitazioni di viaggio per gli elettori iscritt inelle liste elettorali dei comuni della Sarde-gna » (320) (con parere della Il e della VCommissione) ;

alle Commissioni riunite IX (Lavoripubblici) e X (Trasporti) :

RIMA : « Interpretazione autentica del se-condo comma dell'articolo 119 del testo unicodelle norme della circolazione stradale, ap-provato con decreto del Presidente della Re -pubblica 15 giugno 1959, n . 393 » (827) ;

LONGONI : « Ulteriore proroga al 1° lugli o1947 del termine stabilito dal comma sestodell'articolo 146 del decreto del Presidentedella Repubblica 15 giugno 1959, n . 393, re-cante norme sulla circolazione stradale» (833) .

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Annunziodi interrogazioni e di una mozione .

FINELLI, Segretario, legge le interroga-zioni e la mozione pervenute alla Presidenza .

MIOTTI CARLI AMALIA . Chiedo di par -lare .

PRESIDENTE. Ne ha facoltà .

MIOTTI CARLI AMALIA . Signor Presi-dente, onorevoli colleghi, onorevole ministro ,ho presentato un'interrogazione sui fatti d iPraga, e vorrei pregare il ministro di darerisposta a questa interrogazione nella sedu-ta di domani .

A proposito dei fatti di Praga desiderofare una breve dichiarazione. Come vedovadi una medaglia d'oro della Resistenza ita-liana, e come madre, so cosa significa il do-lore e la fierezza di perdere un caro congiun-to nella lotta per la libertà. Sento oggi il do -vere di raccogliere e dar voce, ricollegando-mi al legato morale dei nostri martiri, a lsenso di angoscia e di profonda solidarietàche pervade il nostro popolo ed in modo par-ticolare le donne verso espressioni cos ìdrammatiche di esigenza di libertà, tali danon conoscere ostacoli . La fiaccola che il gio-vane Jan Palach ha trasmesso con il suo rogoriaccende una fiammella mai spenta lascia -taci in retaggio . Auspico che continuerà asplendere su una gioventù non estranea all erichieste di libertà e non indifferente ai va-lori che essa esprime, come « ben sa chi pe rlei vita rifiuta » . In una Europa anchilosatain una sterile polemica contestativa priva d ifermenti ideali, il nobile gesto del giovan epraghese costituisce un monito ed un richia-mo. Il Parlamento italiano non può rima-nere estraneo; sento, signor Presidente, ono-revole ministro, di dover richiamare i no-stri giovani al senso di certi valori che s iapprezzano di più quando si sono perduti, edi rivolgere un invito al Governo italiano difarsi interprete di questi nostri sentiment iverso la nobile nazione che, nella fedeltà aquei fini per cui Jan Palach è morto, cercadi affermare la sua sovranità e la sua indi-pendenza violate dall'invasione straniera .

NENNI, Ministro degli affari esteri. Chie-do di parlare.

PRESIDENTE . Ne ha facoltà.

NENNI, Ministro degli affari esteri . Sonoestremamente sensibile alle parole della ono -

revole Amalia Miotti Carli : alla sua qualit àdi deputato ella aggiunge anche quella, pi ùsignificativa in questo momento, di vedov adi un decorato di medaglia d'oro della guer-ra partigiana. Condivido i suoi sentimenti ;esporrò domani il pensiero mio e del Gover-no sulla situazione che si è verificata in Ce-coslovacchia .

MIOTTI CARLI AMALIA . La ringrazio ,onorevole ministro .

Ordine del giorno delle sedute di domani.

PRESIDENTE. Comunico l'ordine de lgiorno delle sedute di venerdì 24 gennaio1969, alle 10 e alle 15,30 :

1. — Svolgimento delle proposte di legge :

ALBONI ed altri : Provvidenze economi-che e sanitarie per i mutilati e invalidi ci-

vili (187) ;NANNINI ed altri : Istituzione del Magi -

strato per l 'Arno (257) ;DI GIANNANTONIO ed altri : Provvidenze

in favore dei mutilati e invalidi civili (259) ;MICHELINI ed altri : Elevazione dell'asse-

gno per gli invalidi civili ed estensione di ess oagli invalidi civili per ragioni psichiche (517) ;

LIBERTINI ed altri : Istituzione di un ent etessile per lo sviluppo delle partecipazion istatali nel settore, istituzione di un fondo so-ciale per le zone tessili e di un fondo pe rl'artigianato tessile (640) ;

CovELLI : Modificazione ed integrazionedella legge 29 novembre 1961, n . 1300, con-cernente nuove misure dell ' indennità di aero-navigazione, di pilotaggio e di volo (709) .

2. — Seguito della discussione dei disegnidi legge :

Bilancio di previsione dello Stato pe rl'anno finanziario 1969 (311) ;

— Relatori : Fabbri, per l 'entrata ; Isgrò ,per la spesa;

Rendiconto generale dell'Amministrazio-ne dello Stato per l'esercizio finanziario 1967(312) ;

— Relatore : La Loggia ;

svolgimento della mozione Fracanzani(I-00017 )

e discussione del disegno di legge:

Variazioni al bilancio dello Stato perl'anno finanziario 1968 (621) ;

- Relatore : Isgrò .

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Discussione delle proposte di legge :

BOLDRINI ed altri : Nomina di una Com-missione di inchiesta parlamentare sulle at-tività extra-istituzionali del SIFAR (Urgen-za) (3) ;

FORTUNA ed altri : Istituzione di unaCommissione di inchiesta parlamentare s udeterminate attività del SIFAR (Urgenza )(233) ;

DE LORENZO GIOVANNI : Istituzione di un aCommissione di inchiesta parlamentare sull eattività del servizio informazioni militari dal1947, data della sua riorganizzazione, ad oggi ,sulla futura impostazione da dare a detto ser-vizio nonché sull ' attività dell'Arma dei cara-binieri durante l 'anno 1964 (Urgenza) (484) ;

delle proposte di inchiesta parlamen-tare:

LAMI ed altri : Sulle attività del SIFARestranee ai suoi compiti di istituto (Urgen-za) (46) ;

SCALFARI : Inchiesta parlamentare sull eattività del comandante generale dei Cara-binieri e di alcuni alti ufficiali dell'Arm anell'estate del 1964, connesse con iniziativ eextra-istituzionali ed extra-costituzionali (Ur-genza) (177) ;

e delle concorrenti mozioni Scalfari(l-00009); Rozzi (1-000 0) .

Discussione delle proposte di legge :LONGO LUIGI ed altri : Modifiche ed in-

tegrazioni alla legge 18 marzo 1968, n . 238 ,ed al successivo decreto del Presidente dellaRepubblica 27 aprile 1968, n . 488 – Aument oe nuovo sistema di calcolo delle pensioni acarico dell 'assicurazione generale obbligatoria(Urgenza) (2) ;

RODERTI ed altri : Ripristino della pen-sione di anzianità ed abolizione delle trat-tenute sulle pensioni di invalidità e vecchiai adi cui alla legge 18 marzo 1968, n . 238, ed a ldecreto del Presidente della Repubblica 2 7aprile 1968, n . 488 (Urgenza) (96) ;

VECCHIETTI ed altri : Miglioramenti de itrattamenti economici delle pensioni del-l'INPS e riforma del sistema di pensiona-mento. Norme per l'elezione del Consiglio d iamministrazione dell ' INPS (Urgenza) (114) ;

PELLICANI : Integrazione della delega alGoverno, di cui alla legge 18 marzo 1968 ,n. 238, per l'estensione della pensione social eai cittadini ultrasessantacinquenni privi d itrattamento pensionistico (Urgenza) (141) ;

FERIOLI ed altri : Modificazioni e inte-grazioni alle vigenti norme sui trattamenti r

pensione della previdenza sociale (Urgenza )(209) ;

BoNOMI ed altri : Modifica di alcune nor-me riguardanti l'assicurazione obbligatoriaper l ' invalidità, la vecchiaia ed i superstit idei coltivatori diretti, coloni e mezzadri, de -gli artigiani e degli esercenti attività commer-ciali (Urgenza) (215) ;

GUERRINI GIORGIO ed altri : Modifichealla legge 18 marzo 1968, n . 238, e al succes-sivo decreto del Presidente della Repubblica27 aprile 1968, n . 488. Aumento e nuovo si-stema di calcolo delle pensioni a carico del -l'assicurazione generale obbligatoria (Urgen-za) (217) ;

— Relatore : Bianchi Fortunato .

La seduta termina alle 20,10.

IL CONSIGLIERE CAPO SERVIZIO DEI RESOCONTI

Dott . MANLIO Rossi

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Interrogazioni e mozioneannunziate nella seduta odierna.

INTERROGAZIONI A RISPOSTA SCRITTA

PAllAGLIA . — Al Ministro dell 'agricol -tura e delle foreste . — Per conoscere a qualicause sia dovuto il ritardo nella liquidazione ,in Sardegna, del contributo integrativo de lprezzo del grano duro spettante ad agricoltor ie coltivatori diretti e quali misure intend aadottare per la suddetta urgente liquidazione .

(4-03568 )

BIGNARDI . — Al Ministro della pubblicaistruzione . — Per sapere quali studi ed espe-rienze abbia promosso onde scongiurare l aprogressiva erosione e sfaldamento delle deco-razioni in arenaria che adornano molti pre-gevoli palazzi e chiese dí Bologna .

L'interrogante sottolinea la necessità d imettere a punto idonee tecniche di conserva-zione, atteso che la degradazione del patrimo-nio architettonico bolognese si è paurosamen-te aggravata negli ultimi tempi forse per ef-fetto dell'azione corrosiva dello smog;

sottolinea altresì la necessità di preve-dere congrui finanziamenti per attuare quel -le opere di conservazione che saranno rite-nute necessarie al fine di salvaguardare le de-corazioni in arenaria che rappresentano u nelemento caratteristico del paesaggio urban odi Bologna .

(4-03569 )

FRACANZANI, GIORDANO E FOSCHI . —Al Ministro degli affari esteri . — Per cono-scere quali passi diplomatici intende intra -prendere nei confronti del governo spagno-lo per cercare di ottenere da parte di tal eautorità assieme all ' immediata scarcerazione ,il rispetto dei diritti fondamentali, umani, ci -vili e politici, nei confronti dei sei catalan i« imputati » di appartenere all'Unione demo-cratica di Catalogna (democrazia cristiana) ea tale titolo nei giorni scorsi arrestati sull abase della legge sul banditismo e sul terro-rismo ;

per sapere se il Governo italiano non ri-tenga che tale comportamento del governospagnolo non costituisca una ennesima con -ferma della natura totalitaristica di quel re-gime e non fornisca quindi una ulteriore in-dicazione ad una pronuncia definitiva e pub-blica da parte del nostro paese contro l'in-gresso della Spagna nel MEC .

(4-03570)

BIAMONTE. — Al Presidente del Consi-glia dei ministri e al Ministro della sanità . —Per sapere se sono a conoscenza che nella fra-zione Santa Tecla del comune di Montecorvin oPugliano (Salerno) è, da anni, in costruzione ,per conto dell'amministrazione provincial edi Salerno, un istituto sanatoriale per la curadella tubercolosi ; che la costruzione è da circ adieci anni sospesa ; che il rustico, per il qual esono stati spesi molti milioni, è in complet arovina .

Per chiedere se, in considerazione della ca-renza ospedaliera esistente nella provincia d iSalerno, non si intenda intervenire per il com-pletamento dell 'opera e, con le opportune va-rianti, destinare l'ospedale a convalescenzia-rio e in istituto per lunga degenza. (4-03571 )

AVOLIO . — Al Ministro del lavoro e dellaprevidenza sociale . — Per sapere se è a co-noscenza della decisione inusitata adottat adalla direzione dello stabilimento PIERRE L(in provincia di Caserta) in base alla qual eè stato fatto obbligo ai lavoratori dipendenti- improvvisamente e in concomitanza con l ostato di agitazione delle maestranze - di for-nire una propria foto all ' ufficio personale.

L'interrogante chiede di conoscere se i l

Ministro sia in grado di fornire elementi ch epossano giustificare tale richiesta (che si qua-lifica, scopertamente, come un tentativo perpermettere alla direzione aziendale di perse-guire i lavoratori più attivi nell 'azione per

la difesa dei loro diritti) e quali misure stimi

utile adottare per garantire ai dipendenti del -la PIERREL l'esercizio completo dei loro di-

ritti democratici e sindacali .

(4-03572 )

BIGNARDI. — Al Ministro del lavoro edella previdenza sociale e al Ministro per lariforma della pubblica amministrazione . —Per conoscere i motivi della mancata ema-nazione delle norme previste dall 'articolo 1 0

della legge 18 aprile 1962, n. 230, ai fin i

dell 'applicazione della disciplina dei con-tratti di lavoro a termine a quelli posti in es-sere dalle amministrazioni dello Stato e dall e

aziende autonome. Tale inadempienza ha cau-sato e causa gravissimi danni ai lavoratori as-sunti a termine dalle amministrazioni dell o

Stato ed in particolare agli insegnanti sup-plenti medi con incarichi annuali che riman-gono privi di qualsiasi garanzia o beneficio .

L'interrogante desidera pertanto conosce -re se i Ministri competenti non ritengano do-

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veroso e urgente, al fine di evitare il perdu -rare di ingiustificate sperequazioni, ottempe-rare a quanto disposto dall ' articolo 10 dell alegge succitata, la cui disciplina avrebbe do -vuto essere operante da più di sei anni .

(4-03573 )

POCHETTI. — Ai Ministri dei lavori pub-blici e dell ' interno. — Per conoscere qual imisure si intendano adottare nei confronti de iresponsabili dello scempio urbanistico e dell eviolazioni del Piano regolatore che si stannooperando nella zona dello Statuario in Roma .

L ' interrogante chiede in particolare, qual isiano i motivi che ostano alla emissione d iun 'ordinanza da parte del prefetto di Romadottor Adami, con la quale si provveda a fa rbloccare i lavori, che la ditta Mezzaroma staportando avanti per la costruzione di ville i nuna zona destinata a parco pubblico ;

chiede, inoltre, se i Ministeri, cui la pre-sente è rivolta, non ritengano di dover inter -venire immediatamente, per procedere, in ca-renza della prefettura di Roma, nei confront idella ditta costruttrice Mezzaroma . (4-03574 )

TRIPODI ANTONINO . — Ai Ministri dell efinanze e del tesoro . — Per conoscere il testointegrale della verifica amministrativa conta -bile disposta fin dal 9 maggio 1967 dall ' ispet -torato per la finanza a carico del Conservato -rio di musica Santa Cecilia in Roma ed affi -data all'ispettore generale Settimio Capitani .

(4-03575 )

LA BELLA . — Al Ministro dell'agricoltu-ra e delle foreste . — Per sapere se è a cono-scenza della situazione determinatasi in al-cuni centri agricoli del viterbese, soprattutt oa Tuscania, Pescia Romana e Montalto d iCastro, ove il « seme selezionato » di gran oduro fornito ai coltivatori dal Consorzio agra -rio provinciale con il sistema della cambial eagraria, ha germinato in modestissima misu-ra, inferiore al 30 per cento, ed ha rilevatouna altissima percentuale di impurità; che i lfornitore Consorzio agrario rifiuta il risarci-mento ai contadini i quali hanno dato inizi oa compatte manifestazioni di protesta, che in-tensificheranno nei prossimi giorni, a difesadel loro già scarso reddito quasi totalmente gi àcompromesso se non vi saranno misure ripa-ratrici da parte del Consorzio agrario respon-sabile di aver fornito un prodotto assoluta -mente privo dei requisiti di legge previsti pe ril seme selezionato e garantito ;

quali disposizioni sono state o sarann oimpartite agli organi periferici del Minister odell'agricoltura e all'ente di sviluppo per tute -lare, assistere e difendere i coltivatori dall ' in -qualificabile e irresponsabile atteggiamentodel Consorzio agrario provinciale di Viterbo .

(4-03576 )

BOTTARI E DEL DUCA. — Al Ministrodei lavori pubblici . — Per sapere se non ri-tenga di dare disposizione perché al più pre-sto si provveda ad insediare l 'amministrazio-ne ordinaria all'Istituto autonomo delle cas epopolari di Lanciano ; infatti, dopo che gl ienti che ne sono tenuti avevano provvedutoa designare o ad eleggere i propri rappre-sentanti e dopo che il Consiglio di ammini-strazione, già abbondantemente scaduto, s iera deciso a convocare la riunione per l'im-missione in possesso del nuovo Consiglio diamministrazione, esattamente il giorno pre-cedente detto insediamento e cioè il 20 set-tembre 1968, il Ministro dei lavori pubblici ,con suo decreto datato 20 settembre 1968 ,provvedeva a sciogiere l ' ormai abbondante-mente scaduto Consiglio di amministrazioneperché non avrebbe presentato, nei termini ,il bilancio dell'anno precedente « unitament ealla dimostrazione analitica dei proventi edelle perdite ed alle relazioni del Consigli ostesso e dei sondaggi » .

Detto provvedimento, che non è stato pre-ceduto dalla rituale diffida da adempiere ,mentre ha sciolto un Consiglio scaduto, ha d ifatto impedito l'insediamento del nuovo Con-siglio, al quale nessun addebito poteva esseremosso .

Di conseguenza sembra agli interrogant iche non vi sia nessun valido motivo per ritar-dare ulteriormente l ' insediamento dell'ammi-nistrazione ordinaria .

(4-03577 )

DI MAURO, MORELLI, VENTUROLI ,LOPERFIDO, TEDESCHI, BRONZUTO, AL-BONI E ZANTI TONDI CARMEN . — Al Mi-nistro della pubblica istruzione . — Per saperése risponde al vero la notizia che alcune fa-coltà di medicina (Trieste, Cagliari, Siena ,Messina, Bari ed altre) hanno chiesto auto-rizzazione a bandire concorsi per cattedre d imaterie chirurgiche . Per sapere inoltre, ne lcaso tale notizia fosse esatta, se non intendanegare le richieste autorizzazioni allo scopo di :

a) non ipotecare, con 15 o più ternati ,anche le cattedre che si dovessero rendere li -bere nel futuro :

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b) permettere lo svolgimento _ di dett iconcorsi con la normativa che detterà la ri-forma •universitaria .

(4-03578 )

PADULA E SALVI. — Al Ministro dell'in-terno . — Per sapere se, dopo la decisione de lConsiglio di Stato in adunanza plenaria cheha annullato il decreto del Capo dello Stat orelativo ai trattamenti integrativi di quiescen-za dei dipendenti del comune di Pavia, nonritenga opportuno dare disposizioni per l'ab-bandono delle analoghe controversie penden-ti avanti il Consiglio di Stato, in particolarequella instaurata dal comune di Brescia;

se parimenti non ritenga disporre per -ché gli uffici periferici diano rapido corso allaapprovazione delle delibere da tempo assunt edagli enti locali interessati dai decreti di an-nullamento ai sensi dell ' articolo 6 legge co-munale e provinciale .

Ciò al fine di restaurare la parità di trat-tamento tra tutti i dipendenti degli enti lo-cali ed eliminare la grave situazione di disa-gio determinata dalla interruzione dei paga -menti conseguita al decreto di annullamento .

(4-03579 )

DEL DUCA. — Al Ministro del tesoro . —Per sapere se sia a conoscenza che a distanz adi 25 anni dalla fine della guerra l 'ufficio delgenio civile di Chieti non è in grado di li-quidare i contributi dello Stato previsti dall avigente legislazione a favore dei danneggiat iche abbiano ricostruito le loro abitazioni . In-fatti presso detto ufficio sono giacenti alcunecentinaia di domande per l ' importo di oltre600 milioni di ditte per lo più facenti capo alavoratori emigrati all'estero che, dopo averefaticosamente messo insieme il necessario pe rricostruire le proprie case, si vedono ridott iin gravissime difficoltà dal mancato incass odel contributo dello Stato che essi ritenevan odi poter riscuotere automaticamente dop ol ' approvazione del progetto e la ricostruzionedella casa .

(4-03580 )

DEL DUCA. — Al Ministro dei lavori pub-blici . — Per -sapere se non ritenga di disporr eil sollecito accoglimento della richiesta inol-trata alla Direzione generale dell'ANAS dall aAmministrazione provinciale di Chieti per l astatizzazione delle strade provinciali Maiellet-ta e Cerrani .

Dette strade, infatti, posseggono tutte l ecaratteristiche richieste per la statizzazione

dall'articolo 2 lettera e) della legge 12 febbraio1958, n. 126 e sono le sole strade turistichedell ' intera regione abruzzese di grande im-portanza che ancora non sono state assunte incarico dall'ANAS .

Il mancato intervento dello Stato dà luogoa gravi inconvenienti, specie nel periodo in-vernale quando dette strade sono ingorgat edal traffico per migliaia e migliaia di turist iche si recano sui meravigliosi campi di nev edi Passo Lanciano e della Maielletta . (4-03581 )

DEL DUCA. — Al Ministro dei lavori pub-blici . — Per conoscere se non ritenga di dar eurgenti disposizioni al provveditorato alle ope-re pubbliche di L'Aquila perché provveda a deseguire con immediatezza gli urgentissimi in-terventi, richiesti sino ad ora invano, dall 'Am-ministrazione comunale di Ortona per la si-curezza dei cittadini abitanti nel Rione Marinodella città che è stata colpita il 18 dicembre1968 da una improvvisa frana che ha distruttoalcune abitazioni e che solo per fortunate cir-costanze non ha dato luogo ad incidenti mor-tali .

La popolazione del suddetto rione, che èla più povera della città di Ortona, non si ren-de conto della tenacia dell'intervento dell aAmministrazione comúnale e ritiene ingiusta-mente che l'inerzia degli organi dell'Ammi-nistrazione dei lavori pubblici dipende da un ascarsa sensibilità dei rappresentanti cittadin i

verso il loro rione .

(4-03582 )

CAVALIERE . — Al Ministro dei trasportie dell'aviazione civile. — Per sapere :

a) se sia a conoscenza che la Ferrotran-viaria società per azioni, nell 'assumere a iprimi di gennaio 1969, il servizio automobili-stico Corato-Trani (Bari), ha soppresso alcun ecorse giornaliere prima in atto, con grave di-sagio per gli impiegati e lavoratori che deb-bono prendere alla stazione ferroviaria di Tra-ni i treni per Foggia e Bari, in quanto non tro-vano le coincidenze e sono costretti o ad anti-cipare di molto la partenza da Corato oppurea servirsi di altri mezzi più costosi ;

b) se e come intenda intervenire, perch é

la Ferrotranviaria società per azioni, ripri-stini le corse soppresse e comunque organizziil servizio in maniera da eliminare il disagio

attuale .

(4-03583 )

PISICCHIO. — Al Ministro dei trasportie dell 'aviazione civile . — Per sapere se nonritenga opportuno intervenire con urgenza ,perché la società per azioni Ferrotramviaria,

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concessionaria del servizio automobilisticoCorato-Trani (Bari), riveda gli orari dell ecorse e ripristini quelle soppresse all'atto del -l'assunzione del servizio, ponendo fine cos ìal disagio venutosi a creare alle centinaia dilavoratori e impiegati che usufruiscono d iquesto servizio per prendere i treni in par-tenza da Trani per Bari e Foggia .

Allo stato, i lavoratori sono costretti a per-dere molto tempo per anticipare la partenz ada Corato in modo da trovare le coincidenzecon i treni, o a servirsi di mezzi più costosi .

Gli operai e gli impiegati in agitazione daoltre 20 giorni, potrebbero arrivare ad altreforme di protesta se non si interverrà tempe-stivamente affinché la societa elimini gli in -convenienti denunciati .

(4-03584 )

BARBI. — Al Ministro della pubblic aistruzione . — Per sapere come intenda prov-vedere per far condurre rapidamente a ter-mine i lavori per il recupero di important ireperti archeologici nelle acque di Baia (Na-poli), che sono stati sospesi nei giorni scors iper l ' inadeguatezza dei mezzi a disposizione .

Si chiede inoltre di sapere come il Mini-stero della pubblica istruzione intenda con-servare e mettere a disposizione degli studios ie dei turisti il patrimonio archeologico dell azona, che le recenti scoperte a Baia e a Misenohanno arricchito in modo così significativo .

L'interrogante ricorda di aver richiamat ol 'attenzione del Ministero (con un ' interroga-zione - 24406 del 17 ottobre 1967 - cui no nè stata data risposta) sull'opportunità di crea -re un museo Flegreo (per esempio presso l eTerme di Baia o gli Scavi di Cuma) nel qual eraccogliere e sistemare i reperti archeologicidi una zona così ricca di memorie antiche, ch enon devono esser allontanate e disperse, e chepossono costituire non piccolo motivo di at-trazione turistica, oltre che di interesse scien-tifico e artistico .

(4-03585 )

RAUCCI. — Al Ministro della pubblicaistruzione. — Per conoscere se non ritengadi dover accertare i criteri con i quali si èproceduto alla assegnazione dei buoni-libroda parte del patronato scolastico di Caiazz o(Caserta) al fine di accertare l 'esistenza dellegravi irregolarità denunciate alla pubblica opi-nione attraverso manifesti .

(4-03586 )

BIAMONTE. — Al Governo. — Per cono-scere se non ritiene dovere concedere ai gran-di invalidi di guerra che godono di pensione

liquidata secondo la ex tabella « D » il librettoferroviario senza limitazione nel numero de iviaggi che la benemerita categoria può effet-tuare .

Tale auspicato provvedimento oltre a ripa -rare ad una vecchia ingiustizia ripristine-rebbe il rispetto dell'articolo 26 della legge10 agosto 1950, n . 648, con la quale si uni-ficavano le vecchie tabelle « C » e « D » e ve-niva quindi parificato il trattamento pensio-nistico tra i grandi invalidi .

(4-03587 )

CATALDO. — Al Ministro dei lavori pub-blici. — Per conoscere lo stato della pratic adelle case costruite in Matera in applicazion edella legge di risanamento dei Sassi .

Risulta all'interrogante che l'intendenza difinanza della città avrebbe richiesto ed otte-nuto delucidazioni dal Ministero in ordinealla legge applicabile, e che ogni cosa sarebberimasta bloccata al provveditorato alle oper epubbliche di Potenza .

Per sapere anche, e di conseguenza, senon ritenga intervenire per accelerare i temp idi realizzazione .

(4-03588 )

CATALDO. — Al Governo . — Per cono-scere se nei piani delle opere stradali - pre-messo che la città di Matera è l 'unico capo -luogo non collegato con le ferrovie dello Stat oné servito da autostrade - è previsto l 'allac-ciamento autostradale della città con la Ca-nosa-Bologna .

(4-03589 )

CATALDO. — Al Ministro dei lavori pub-blici . — Per conoscere il tracciato dell aautostrada Bari-Sibari con particolare riferi-mento alla città di Matera ed alla piana d i

Metaponto tenendo come punto di riferiment oper quest 'ultima parte la litoranea ionica .

(4-03590 )

CATALDO. — Al Governo. — Per saperese - premesso che nel 1952 20 famiglie di cit-tadini ebbero in concessione altrettanti allog-gi GESCAL a riscatto ubicati al rione Giu-stino Fortunato di Matera . Da allora sonostate investite somme elevate per ovviare anotevoli omissioni come l'assoluta mancanzadi idonee fondamenta, l'inesistenza di un ve-spaio che isolasse il pavimento dall'argill afonte di infiltrazioni, e per ovviare ai danniprovocati dalle prime opere di « rimedio » ,per un totale di spesa di oltre cento milioni .

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La conseguenza è che ai vecchi difetti (casesenza ripostiglio, finestre all'altezza di 70centimetri da terra . . .) se ne sono aggiunt ialtri, come i bagni ridotti a metri 1,80 x 90 aseguito delle opere di restauro, ed a tal punt oche sono state rifiutate persino dagli sfollat idel Recinto Campanile in seguito al crollo d iun muro di sostegno, e definite dagli stess i« baracche » .

Gli ultimi lavori di riparazione hanno ri-chiesto lo sgombero totale delle 20 famigli edi assegnatari che dal 1965 sono stati siste-mati in altrettanti appartamenti costruiti dal -1'IACP in via Largo Nazionale. L'odissea didieci anni dovrebbe ancora continuare perchéoggi si richiede il ritrasferimento nelle casedel rione Giustino Fortunato, anche se le me-desime non hanno più le caratteristiche de lbando di concorso e tanto meno quelle dell aabitabilità. A tanto poi bisogna aggiungereche le case sorgono su terreno franoso, com ecomprovato in sede storica anche da notiziedi stampa dell'epoca della costruzione conconseguente processo penale – non ritenga in-tervenire ponendo fine al dramma amaro de -gli interessati (sfollati pendolari) vietando i lritorno alle vecchie case anche per motivo d ipubblica incolumità .

(4-03591 )

MARTINI MARIA ELETTA . — Al Mini-stro della pubblica istruzione . — Per saperese non ritenga di dover intervenire a sanar ela situazione di disagio in cui ancora oggi s itrovano alcuni insegnanti fuori ruolo che, ini-ziato il proprio servizio il 1° ottobre 1968 ,nelle scuole medie nelle quali avevano inse-gnato l 'anno precedente – a seguito del tele-gramma dell'allora Ministro Scaglia che ten-deva a consentire la funzionalità della scuolafin dai primi giorni – non hanno ricevuto ,fino ad oggi, il compenso loro dovuto perl ' eccezionale servizio prestato .

(4-03592 )

CAVALIERE . — Al Ministro del lavoro edella previdenza sociale . — Per sapere se noncreda opportuno intervenire con urgenzapresso l'INPS di Foggia, perché corrispondasenza ulteriori indugi la pensione agli ex ope-rai della società Montecatini-Edison .

Si fa rilevare che i predetti, pur avendonefatta richiesta da quasi un anno, malgrado isolleciti ripetuti, non hanno potuto ottenerenemmeno un acconto, per cui, venuta men oogni entrata, con la cessazione del rapport odi lavoro, per provvedere alle necessità quo -

tidiane, si sono dovuti indebitare, con gravedisagio economico e morale .

L'interrogante chiede di sapere anche s enon si ritenga necessario prendere iniziative ,affinché l'INPS, nei casi in cui è evidente i ldiritto alla pensione, dia immediatament econgrui acconti, in maniera da evitare in-giuste angustie ai suoi assistiti .

(4-03593 )

CAVALIERE. — Al Ministro delle postee delle telecomunicazioni. — Per sapere se ecome intenda intervenire perché :

a) sia presa in considerazione la richie-sta avanzata alla SIP di Bari dalla ammini-strazione comunale di Trinitapoli, per l'in-stallazione di un posto telefonico pubblico,con servizio a gettoni, presso la stazione fer-roviaria di Ofantino, per la quale la predettaamministrazione si è dichiarata disposta acontribuire alla spesa ;

b) sia soddisfatta la richiesta della stes-sa amministrazione comunale, per la realiz-zazione di due posti di ricevitoria postale, d icui uno presso la stazione ferroviaria di Ofan-tino e l'altro presso la stazione ferroviaria d i

Trinitapoli (Foggia) .Si fa rilevare la indispensabilità di sodi-

sfare le richieste di cui sopra, che interessanocentinaia di nuclei familiari che vivono nell ecampagne viciniori e fanno capo alle predett estazioni .

(4-03594 )

MINASI. — Ai Ministri dei trasporti eaviazione civile e dell' interno. — Per cono-scere se intendono valutare (e conseguente-mente provvedere) i disagi e gli inconvenien-ti, a volte pericolosi, che derivano quasi gior-nalmente ai viaggiatori (studenti ed operai) ,che usufruiscono del treno sulla linea Sibari-Cosenza ogni mattina per portarsi a scuol ao nei cantieri di lavoro in Cosenza; difatt iquel treno è composto da vecchie vetturesgangherate e spesso arriva a destinazionecon forti ritardi per cui gli studenti perdo -no la scuola e gli operai la giornata lavo-rativa .

Per sapere se la denunzia all'autorità giu-diziaria di un gruppo di studenti di Roggia -no e Torano per aver partecipato ad una ma-nifestazione di protesta per il treno antidilu-viano non abbia il sapore di una reazioneborbonica ed un contenuto provocatorio ;mentre la protesta si proponeva di destaredal letargo chi, ad oggi, rimase sordo all elamentele espresse attraverso ordini del gior-no, appelli e segnalazioni .

(4-03595)

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MINASI. — Al Ministro della pubblicaistruzione. — Per sapere se non intenda sol-lecitare la istituzione della scuola elementarenella frazione di montagna Cavalli del comu-ne di Bova Superiore (Reggio Calabria) ; es-sendo stata soppressa la scuola nel 1967 per -ché i bambini soggetti all'obbligo erano sol -tanto 5 in quell'anno .

Oggi i bambini soggetti all'obbligo sononove e sono nella impossibilità di frequenta-re la scuola in quanto quella più vicina dist aoltre 10 chilometri, distanza che bisogna per-correre a piedi attraverso un viottolo, ne imesi invernali, impraticabili .

Se non ritiene che la scuola vada garenti-ta e non condizionata alla fluttuazione del nu-mero dei bambini soggetti all'obbligo, trat-tandosi di una zona desolata .

(4-03596 )

MINASI . — Al Ministro della pubblicaistruzione . — Per sapere i motivi per cui nonsi è dato corso alla richiesta dell'istituzionein Amentea (Cosenza) di una scuola statal emagistrale, mentre con leggerezza si conces-se l'autorizzazione alla istituzione di un ascuola magistrale privata ad iniziativa di ungruppo di professori .

Se intende accertare se da quel gruppo d iprofessori viene praticata speculazione alcu-na, accertando l'ammontare delle rette annu epraticate e se quei professori sono titolari d iscuole pubbliche e se ne deriva forte disca-pito alla scuola pubblica .

(4-03597 )

ROBERTI, PAllAGLIA, FRANCHI. — AlPresidente del Consiglio dei ministri e a lMinistro del lavoro e della previdenza sociale .— Per sapere se siano a conoscenza de lprovvedimento adottato dall ' Istituto nazionaledella previdenza sociale (INPS) - ed in par-ticolare della sede provinciale di Matera - d irevocare dopo una superficiale visita medica ,la pensione di invalidità nei confronti di-tutti i lavoratori attualmente dipendenti dapubbliche amministrazioni .

Per conoscere, inoltre, se nella iniziativadell ' Istituto non ravvisino un eccesso di pote-re per avere operato arbitrariamente una di-sparità giuridico-amministrativa tra i titolar idi un medesimo diritto, interferendo, inoltr epraticamente nella valutazione dello stato d iinvalidità che spetta, per i pubblici dipen-denti, alle rispettive amministrazioni, mentreun ben diverso criterio, viene seguito ne iriguardi dei lavoratori del settore privato .

(4-03598)

CAIAllA . — Al Ministro dei lavori pub-blici . — Per sapere - premesso che con l 'arti-colo 13 della legge 24 luglio 1961, n . 729, fuprevista la costruzione e sistemazione, a cur adell 'Azienda nazionale autonoma per le strad e(ANAS), dei raccordi necessari per il colle-gamento della rete autostradale con i maggior icentri abitati che ne fossero risultati diretta-mente interessati ;

premesso altresì che :1) nel maggio 1962 il consiglio di ammi-

nistrazione dell'ANAS nell 'approvare raccor-di autostradali per 100 miliardi di lire avev acompreso quello destinato a congiungere l astazione di Prato-Calenzano sull 'autostradadel Sole con la frazione Mezzana (comune d iPrato) nei pressi del Casello di Prato sullaautostrada Firenze-Mare ;

2) detto piano di raccordi autostradal ifu successivamente inserito nel decreto mini-steriale 22 giugno 1962, n. 1555, e per il rac-cordo della stazione di Prato-Calenzano conla frazione Mezzana era stata stanziata l asomma di i miliardo e 100 milioni di lire ;

3) successivamente la realizzazione de lmenzionato raccordo non fu possibile pe rmancanza di fondi ;

4) con la legge 28 marzo 1968, n . 360 ,fu disposta l ' integrazione dei fondi in mod oda rendere possibile il completamento del pro-gramma di raccordi autostradali previsto dal -l'articolo 13 della citata legge 24 luglio 1961 ,n . 729 ;

convinto che è estremamente indispensa-bile per le numerose industrie pratesi u nrapido collegamento con l 'autostrada delSole, onde evitare maggiori costi di trasportoed inutili perdite di tempo - ,

se ed eventualmente per quali opere i lfondo di 36 miliardi di lire è stato utilizzatoe quali siano i tempi di realizzazione previst idal Ministero dei lavori pubblici per il rac-cordo tra il Casello di Prato-Calenzano sullaautostrada del Sole e la località Mezzana incomune di Prato .

(4-03599 )

ACHILLI . — Al Ministro della pubblic aistruzione . — Per sapere quali provvediment iintenda assumere nei confronti del presidedel liceo scientifico Paolo Frisi di Monza, si-gnora Angela Maria Amirante, che, come ènoto, ha allontanato dalla scuola l'insegnanteincaricato di religione don Luigi Brambill aascrivendo ad esso una serie di addebiti d inatura burocratico - formale, assolutament eestranei ad un giudizio obiettivo sulle capa-cità didattiche e sulla serietà dell ' insegnante .

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In particolare si vuole sottolineare l'ille-cito comportamento, anche di natura formale ,del preside che ha comunicato verbalmenteall'interessato la decisione di revoca dell'in-carico d'insegnamento, in ciò contravvenendoa precise disposizioni regolamentari, facend oratificare successivamente la decisione al con-siglio di professori, quando la notizia er aormai di dominio pubblico .

Pare invece, a giudizio dell'interrogante ,che si sia voluto colpire deliberatamente u ninsegnante capace di promuovere metodi di -dattici innovatori, di profondo significato de-mocratico, mossi da preoccupazioni esterneall'autonomia della scuola e raccolte in alcu-ni ambienti conservatori che, in più di unaoccasione, hanno esercitato pesanti ipotechesull'autonomia didattica di insegnanti, diret-tori didattici e presidi .

Le gravi condizioni della scuola italiana ,che attraversa crisi profonde di natura strut-turale, richiedono capacità di direzione de isingoli istituti che sappiano promuovere l'in-contro dei docenti con gli allievi .

Nel caso di Monza, invece, il preside h aagito in modo irresponsabile aggravando l asituazione . La protesta unanimemente attuat acon uno sciopero di cinquemila studenti è lachiara dimostrazione che rapporti autoritari ,quali quelli instaurati nel liceo Paolo Frisi ,devono cessare nell ' interesse dello sviluppodemocratico della scuola .

(4-03600 )

SANTAGATI . — Ai Ministri della pub-blica istruzione e dei lavori pubblici. — Persapere in che modo intendano intervenire pereliminare o quanto meno ridurre al minim opossibile il gravissimo stato di disagio in cu iversano gli studenti del liceo scientifico d iModica (Ragusa), che sono stati costretti a dastenersi dalle lezioni il 16 e il 17 gennai o1969 e minacciano uno sciopero a tempo in-determinato, se non vengono adottati urgentied adeguati provvedimenti, tendenti a col-mare l'insufficienza numerica, l'angustia e l ainagibilità delle aule, prive di riscaldamen-to e con pareti intercomunicanti (in una sol aaula esistono ben sette aperture) e a munir el'edificio scolastico di appropriati serviziigienico-sanitari in atto molto carenti nonch édi indispensabili attrezzature scientifiche edi annessa palestra, del tutto inesistenti .

(4-03601 )

SANTAGATI . — Al Ministro della pub-blica istruzione. — Per sapere se non riteng aopportuno, per evidenti ragioni di equità, di

estendere ai'figli degli impiegati statali, iscrit-ti alla Accademia di belle arti, che abbian osuperato il ventunesimo anno di età, le stesseagevolazioni (assegni familiari, assistenz aENPAS, riduzione sui biglietti ferroviari, ecc . )di cui godono gli studenti universitari, tant opiù che la citata Accademia è equiparata agl iIstituti superiori di ordine universitario .

(4-03602 )

VASSALLI. — Al Ministro dei trasport ie dell'aviazione civile . — Per sapere se i lcompetente Compartimento delle ferrovie èa conoscenza del fatto che sistematicament eil direttissimo A.T . 634 in partenza da Cam-pobasso alle ore 19,07 e in arrivo a Romaalle ore 23,29 viaggia con la massima partedei viaggiatori in piedi e stipati nelle due vet-ture di cui il treno si compone, assolutamen-te insufficienti, anche come numero e comespazio, a contenere il traffico viaggiatori chesi svolge su detta linea .

In particolare tale situazione di disagio s iverifica per i viaggiatori in partenza dall estazioni di Vairano, di Cassino e di Frosino-ne e intéressa moltissimi lavoratori pendo -lari .

Si aggiunga che i viaggiatori sono tenut ia pagare il biglietto di prima classe . Si chie -de pertanto di voler provvedere ad una in -tegrazione della composizione del direttissimoA.T . 634, e, ove ciò non fosse possibile, d ifar conoscere i motivi tecnici o economic iche si oppongono a tale giusta richiesta viva-mente attesa da vaste categorie interessate .

(4-03603 )

VASSALLI. — Al Ministro dei trasporti edell 'aviazione civile . — Per sapere se i com-petenti servizi sono a conoscenza delle con -dizioni nelle quali si sono svolti i viaggi d ilavoratori italiani provenienti dall'estero, inparticolare dalla Germania in occasione dell erecenti feste natalizie e diretti in Sicilia, con-dizioni determinate dall 'assoluta insufficienzadi convogli ferroviari .

Si chiede altresì di conoscere quali misur esi pensi di adottare in occasione di analogh ericorrenze festive per ovviare ai gravi incon-venienti sin qui manifestatisi .

(4-03604 )

VASSALLI. — Al Ministro dei trasportie dell 'aviazione civile . — Per conoscere aquale punto si trovino le iniziative relativ ealla costruzione di nuove navi-traghetto peril trasporto di convogli ferroviari nello stret-to di Messina .

(4-03605)

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FRASCA. — Al Ministro dell 'agricolturae delle foreste. — Per sapere se è a cono-scenza del grave stato di crisi che travagli al'agrumicoltura calabrese e, in modo parti-colare, quella della zona di Corigliano Cala-bro, ove risulta all ' interrogante che sono ri-maste invendute migliaia di quintali di aran-ce, per le quali non vi è alcuna prospettivadi smercio essendo totalmente assente la do-manda; e per conoscere se non ritenga op-portuno dichiarare lo stato di grave crisi, alfine di consentire l ' intervento dell ' AIMA, equali provvedimenti intenda adottare per-ché la crisi agrumicola, che si trascina d aanni e che colpisce soprattutto una regioneeconomicamente molto debole, qual 'è la Ca-labria, venga avviata verso sbocchi positivi .

(4-03606)

FRANCHI. — Al Ministro dell' interno . —Per conoscere - premesso che la ditt a« Affissioni Duomo », con sede in Milano, vi aFulvio Testi n . 56, in persona della titolaresignora Fernanda Bonaconsa Cassani, ha l aconcessione in appalto del servizio delle pub-bliche affissioni e della pubblicità affine invari comuni ;

che la gestione degli appalti da partedella ditta suddetta viene effettuata senza l aosservanza delle norme in materia vigenti co nconseguenti gravi abusi ed irregolarità a dan-no degli utenti ;

che - in difformità con quanto dispost odal Ministro dell ' interno con circolare dell aDirezione generale dell 'amministrazione civil en. 15800 - 7/7376 del 15 settembre 1961 e co nsuccessiva circolare della stessa Direzione ge-nerale dell 'amministrazione civile n . 15800 . 7(protocollo 9438) dell'8 gennaio 1962 ed inviolazione degli articoli 42, 45, 48 e 50 del

vigente testo unico per la finanza locale edelle norme di cui alla legge 5 luglio 1961 ,n. 641 - la ditta « Affissioni Duomo » :

1) provvede a notificare gli avvisi d iaccertamento in una con quelli di pagamentodirettamente a mezzo posta senza far ricorsoall'ufficiale giudiziario o al messo comunale ,con pregiudizio degli utenti ai fini della de-correnza dei termini per il ricorso in sedeamministrativa ai sensi dell 'articolo 90 del te -sto unico per la finanza locale ;

2) non comunica, agli effetti di uneventuale controllo, negli avvisi suddetti, l aesatta ubicazione del materiale che assum eesposto, non fornisce la elencazione dei mezz ipubblicitari, non indica la loro superficie, l atariffa applicata voce per voce ed il relativ oimporto e periodo di esposizione ;

3) richiede che il pagamento vengaeffettuato presso la sede della impresa o s uconto corrente postale o bancario anzich épresso l'Ufficio sede del servizio comunale enon rilascia regolare bolletta debitamente vi-dimata dalla ragioneria del comune ;

4) fa riferimento, nei citati avvisi, adeventuali concordati, non ammessi se nonprevia deliberazione della giunta municipal ecosì come previsto dall'articolo 24 della legg e5 luglio 1961, n . 641;

5) richiama gli articoli 292 (sopratassaper mancata o infedele denuncia) e 296 (am-menda) del testo unico sulla finanza local enon applicabili in via assoluta in quanto ri-ferentisi ad imposte comunali per le qual iè prescritta, previa denuncia, la compilazion edei ruoli e la riscossione da parte delcomune ; -

se non ritenga necessario disporre una im-mediata inchiesta tendente ad accertare laverità dei fatti sopra esposti e le conseguent iresponsabilità .

(4-03607)

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INTERROGAZIONI A RISPOSTA ORAL E

a Il sottoscritto chiede di interrogare i lMinistro del tesoro per conoscere la ragionedell 'assegnazione e dell 'utilizzazione dei lo -cali nel palazzo degli uffici finanziari e de lTesoro, recentemente costruito a Livorno, d iproprietà del Ministero del tesoro - Direzion egenerale degli istituti di previdenza (e no ndel demanio dello Stato), da parte dell ' inten-denza di finanza, che non rappresenta il Te-soro, e come mai tale incarico non sia stat oaffidato alla direzione provinciale del Tesoro ,la quale, a norma dell'articolo 1 del decret odel Presidente della Repubblica 30 giugn o1955, n . 1544, e dell 'articolo 1 della legge 1 2agosto 1962, n. 1290, è organo periferico dell ostesso Ministero del tesoro e lo rappresent ain provincia .

« Si chiede inoltre di conoscere se, per de -lega naturale, almeno l'amministrazione inloco e la manutenzione del palazzo, i servizi d iportierato e di custodia, Ia gestione ed il con-trollo dei servizi comuni verranno o menoaffidati alla predetta direzione provinciale de lTesoro .

(3-00837)

« NICCOLAI GIUSEPPE » .

« Il sottoscritto chiede di interrogare il Mi-nistro del tesoro, per conoscere se il perso-nale, a suo tempo assunto per il servizio de idanni di guerra, ora inquadrato nei ruoli dell eDirezioni provinciali del tesoro ed ancora co-stretto a prestare servizio presso le intendenz edi finanza, che non intenda, per ovvie ragionidi sviluppo di carriera nel ruolo di apparte-nenza, essere comandato, ai sensi dell 'articolo56 dello stato giuridico degli impiegati delloStato, a continuare ad essere alle dipendenz edelle predette intendenze, possa finalment erientrare nella sua sede naturale e cioè nell eDirezioni provinciali del tesoro.

(3-00838)

« NICCOLAI GIUSEPPE » .

« Il sottoscritto chiede di interrogare iMinistri dell'agricoltura e foreste e della sa-nità, per conoscere quali motivi hanno impe-dito e impediscono l'adozione di concrete mi-sure per la realizzazione dell'ordine de lgiorno – approvato all'unanimità dall'XICommissione permanente della Camera de ideputati nella seduta del 20 maggio 1964 e ac-colto dal Governo – con il quale si impegna-va l ' esecutivo " ad intraprendere iniziativepropagandistiche per illustrare alle popola-zioni italiane le eccelse qualità alimentari eterapeutiche dell'olio di oliva " ;

se non ritengono attuale ed urgente dareimmediata esecuzione a tale ordine del gior-no per incrementare il consumo dell'olio d ioliva e favorire una sana alimentazione ne lsettore delle materie grasse in un momentoin cui la politica agricola comunitaria e lamassiccia concorrenza degli olii di semi hann oaccentuato la crisi dell'olio di oliva, con l aconseguente minaccia di rovina per migliai adi contadini di intere province olivicole ch enon riescono a collocare il loro prodotto, e duna bene orchestrata campagna propagandi-stica sta provocando una pericolosa distorsio-ne del gusto degli italiani lasciati preda in-difesa dei " persuasori occulti " delle central ipubblicitarie dei grossi complessi industriali .

(3-00839)

« LA BELLA » .

«'I sottoscritti chiedono di interrogare i lPresidente del Consiglio dei ministri e i lMinistro degli affari esteri, per conoscere :

in quale forma il Governo della Repub-blica intenda rendersi interprete della pro-fonda commozione che nell 'opinione pubblicaitaliana e mondiale hanno destato i recentidrammatici avvenimenti di Cecoslovacchia ,e la spietata realtà, lontana da ogni normaliz-zazione da essi posta in luce ,

e se non ritengano di far valere tuttal 'autorità politica e morale di un paese che ,come l'Italia, è profondamente legato all acausa della distensione e della pace e fatti-vamente si adopera per essa, anche con laimminente adesione al trattato contro la pro-liferazione delle armi nucleari, per riaffer-mare in ogni idonea sede internazionale i ldiritto all'indipendenza nazionale ed all 'auto-determinazione del popolo cecoslovacco .

(3-00840) « ANDREOTTI, ORLANDI, LA MALFA » .

« Il sottoscritto chiede d' interrogare il Mi-nistro degli affari esteri, per conoscere com esiano avvenuti i gravi fatti della Cecoslo-vacchia che hanno costato la vita al giovan euniversitario di Praga Jan Palach e rese di -sperate le condizioni dell'operaio di Pilsen ,nonché il tentativo di altri giovani a seguir eil tragico esempio suicida dell'universitari opraghese .

(3-00841)

« MIOTTI CARLI AMALIA » .

« Il sottoscritto chiede di interrogare iMinistri delle finanze, del bilancio e pro-grammazione economica e del lavoro e previ-denza sociale, per sapere se sono a conoscen-za del grave stato di agitazione esistente nei

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comuni di Lungro, Firmo, Acquaformosa, Al-tomonte e San Donato Ninea a causa dellaminacciata chiusura, da parte della Direzionegenerale dei monopoli, della salina di Lun-gro che, per secoli, ha costituito la premi-nente risorsa economica di tutta quella zona .

« Come è noto, Ia suddetta Direzione ge-nerale, da anni, si è orientata per la chiu-sura della salina sostenendo l ' assoluta anti-economicità della gestione della stessa .

« Inoltre, il Ministro delle finanze, di con -certo con i Ministri del tesoro, del bilancio edell ' industria e commercio, ha presentato, si ndal 28 aprile 1965, un disegno di legge, conil quale si autorizza l'Amministrazione de imonopoli di Stato a concedere contributi afavore di iniziative economiche nella zona d iLungro idonee a costituire nuove possibilitàdi lavoro per il personale, che non verrebbepiù ad essere occupato nella salina .

« Le popolazioni e gli amministratori del -la zona, tecnici ed esperti economici conte -stano, sul piano scientifico ed economico, leconclusioni cui è pervenuta la Direzione ge-nerale dei monopoli circa l'economicità dell agestione della salina e propongono nuovi ac-certamenti tecnici .

« A questi nuovi accertamenti di cui s ierano rese promotrici la Camera di commer-cio e l'Amministrazione provinciale di Co -senza, si è, però, opposta la Direzione gene-rale dei monopoli .

« Lo stesso disegno di legge n . 2309, nonapprovato nel corso della IV legislatura, no nè stato più ripresentato in quella attuale .

« Da qui lo stato di acuta tensione social eesistente nelle popolazioni della zona .

« Tutto ciò premesso, si chiede ai Ministr iinteressati perché, preso atto dei termini de lproblema, chiariscano come intendano tem-pestivamente ed organicamente risolvere i lproblema della salina di Lungro e quelli d aesso derivanti nell 'eventualità della chiusuradella salina stessa .

(3-00842)

« FRASCA » .

« Il sottoscritto chiede di interrogare i lMinistro dei lavori pubblici e il Ministro pergli interventi straordinari nel Mezzogiorno enelle zone depresse del centro-nord per co-noscere se nei loro programmi stradali è pre-vista la costruzione di una strada a scorri -mento veloce sul fondovalle del Bradan o(Lucania) per i collegamenti sud-nord cos ìcome proposto dal Comitato regionale per l aprogrammazione economica in Basilicata .

« In caso affermativo intende conoscere l ostato della pratica ed i tempi di attuazionedell'opera .

(3-00843)

« CATALDO » .

« Il sottoscritto chiede di interrogare iMinistri del lavoro e previdenza sociale, del -l'industria, commercio e artigianato e dellepartecipazioni statali, per conoscere a qualepunto sia la vertenza dell'Apollon e se l enotizie diffuse, giorni fa, ripetutamente, dall aradio e dalla televisione, secondo le quali ,in un incontro tra i rappresentanti dei tredicasteri, cui la presente è indirizzata, ed irappresentanti dei lavoratori si era giunti agettare le basi per una ripresa della attivitàdell 'azienda grafica romana, rispondano averità; in caso affermativo quali siano gl iostacoli che ancora si oppongono ad una sol -lecita riapertura del complesso industrial eApollon ed alla riassunzione del personale ,che, da otto mesi, attende, come attende lacittadinanza romana, che le autorità di Go-verno sappiano e vogliano risolvere almeno i lproblema dell ' occupazione di 300 operai, vistala preoccupante assenza di iniziative che per -metta un aumento dell'occupazione e Io svi-luppo economico di Roma e del Lazio .

(3-00844)

« POCHETTI » .

MOZIONE

« La Camera ,

di fronte alla grave situazione determi-nata dalla decisione del gruppo saccarif er oEridania di smobilitare numerosi stabiliment icon conseguente licenziamento di centinai adi operai e precludendo l'occupazione stagio-nale di diverse migliaia di lavoratori così daprovocare una durissima lotta che si potraeda diversi mesi ;

constatato che tale decisione è avvenut ain spregio ad ogni considerazione relativa a lgrave problema dell'occupazione, alle neces-sità dell'agricoltura e dell'azienda contadin ain particolare e alla, imperiosa esigenza dipromuovere nelle zone bieticole – saccarifereun nuovo sviluppo che le liberi dalla depres-sione economica e sociale ;

rilevato che il gruppo Eridania ha pro -ceduto in modo unilaterale alla chiusura del -le fabbriche e ai licenziamenti, infrangendoprecedenti impegni di contrattazione in ordi-ne alla ristrutturazione, assunti con i sinda-cati e al di sopra degli organi della program-mazione :

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consapevole della generale riprovazionee protesta manifestata dai lavoratori, dai pro-duttori, dalle popolazioni e di cui si son ofatti portavoci gli enti locali e le forze poli-tiche democratiche;

constatato che dalle occupazioni dell efabbriche da parte dei lavoratori, dalle requi-sizioni attuate nell'interesse pubblico, dall esedute ininterrotte dei consigli comunali e da lconsiglio provinciale delle zone interessate ,dalle manifestazioni e dagli scioperi general itutti unitari e dalle prese di posizione dell eforze politiche democratiche è emersa la ge-nerale richiesta di un deciso intervento de ipubblici poteri ;

impegna il Governo :

1) a intervenire per la revoca immediat adei licenziamenti e la riassunzione di tutti ilavoratori ;

2) a bloccare i contingenti di produzion edello zucchero per il 1969 nonché i finanzia-menti pubblici fissati per la impresa privata ;

3) a favorire le iniziative promosse dal-le assemblee elettive locali a sostegno dell alotta dei lavoratori saccarif eri, dei produttor ie delle popolazioni ;

4) a convocare urgentemente una confe-renza - già richiesta dai sindacati, dalle asso-ciazioni contadine, dalle commissioni intern edelle fabbriche, dagli enti locali e dai partit i- per promuovere le necessarie scelte pro-grammatiche e gli interventi operativi sui se-guenti punti :

a) la difesa dell'occupazione, del red-dito dei lavoratori e dei contadini mediante

lo sviluppo della bieticoltura nazionale e de lconsumo interno dello zucchero nel contest odi una necessaria revisione degli accordi co-munitari nel settore bieticolo saccarifero ;

b) la riorganizzazione dell'industri asaccarif era fondata :

sulla garanzia per i contadini pro-duttori del ritiro dell ' intera produzione bie-ticola e del prezzo pieno del prodotto ;

sull 'affermazione e sullo svilupp odell'industria a gestione pubblica con la par-tecipazione dei produttori e dei lavorator imediante l ' intervento degli Enti di svilupp oagricolo e delle associazioni cooperativisti-che, utilizzando, esclusivamente per quest ofine, tutti i finanziamenti previsti dal ME Cnel settore saccarifero nonché quelli desti -nati alle grandi concentrazioni private » .

(1-00026) « INGRAO, GESSI NIVES, BUSETTO ,

VENTUROLI, LOTTI LEONILDE, LO -

PERFIDO, BARCA, MICELI, MARRAS ,

ESPOSTO, BARDELLI, MASCHIELLA ,

FERRI GIANCARLO, GORRERI, MAR-

TELLI, BOLDRINI, VECCHI, SGARBI

BOMPANI LUCIANA, OGNIBENE ,

ZANTI TONDI CARMEN, SABADINI ,

MORELLI, VIANELLO, CHINELLO,

BALLARIN, PELLIZZARI, LAVAGNO-

LI, TAGLIAFERRI, SANDRI, CARUSO ,

FLAMIGNI, BONIFAZI » .

STABILIMENTI TIPOGRAFICI CARLO COLOMBO