SEDUTA DI VENERA 18 DICEMBRE...

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Atti Parlamentari 24143 — Camera dei Deputat i V LEGISLATURA — DISCUSSIONI — SEDUTA DEL 18 DICEMBRE 1970 376 . SEDUTA DI VENERA 18 DICEMBRE 1970 , PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE BOLDRIN I IND I DEL VICEPRESIDENTE ZACCAGNIN I E DEL PRESIDENTE PERTIN I INDICE PAG, Congedi 2414 5 Disegni di legge : (Approvazione in Commissione) 24236 (Presentazione) 24188 (Ritiro di una richiesta di rimession e all'Assemblea) 24175, 2423 6 Disegno e proposta di legge costituzional i (Seguito della discussione) : Modificazioni e integrazioni dello Sta- tuto speciale per il Trentino-Alt o Adige (2216) ; BALLARDINI ed altri : Modifica dell'arti- colo 63 dello Statuto speciale della PAG. Disegno di legge (Discussione e approva- zione) : Conversione in legge del decreto-legg e 30 novembre 1970, n . 870, concer- nente l'attuazione del regolament o CEE sulla politica agricola comun e del tabacco greggio e l'integrazion e delle disposizioni di cui alla legg e 13 maggio 1966, n . 303 (2874) . . . 2418 8 PRESIDENTE 2418 8 FOSCARINI 2419 6 IMPERIALE 24192, 2420 1 MARRAS 24203, 2420 4 PERDONA, Relatore . 24188, 24200, 2420 3 RAuccI 2420 1 SILVESTRI, Sottosegretario di Stato pe r l'agricoltura e le foreste 24200 24201, 2420 3 Proposte di legge: (Annunzio) 24145, 24175, 2423 6 . . . 24236 24160, 24237 . . . 2414 5 . . . 2414 5 . . . 24236 Regione Trentino-Alto Adige (277 ) PRESIDENTE BRESSANI GUARRA MANCO . 24146 (Approvazione in Commissione ) . 24146 (Deferimento a Commissione) . . 24152 (Ritiro) . 24146 (Svolgimento) . 24156 (Trasmissione dal Senato) . .

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Atti Parlamentari

— 24143 —

Camera dei Deputat i

V LEGISLATURA — DISCUSSIONI — SEDUTA DEL 18 DICEMBRE 1970

376.

SEDUTA DI VENERA 18 DICEMBRE 1970 ,

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE BOLDRINI

IND I

DEL VICEPRESIDENTE ZACCAGNINIE DEL PRESIDENTE PERTINI

INDICE

PAG,

Congedi 24145

Disegni di legge :

(Approvazione in Commissione)

24236

(Presentazione) 24188

(Ritiro di una richiesta di rimession eall'Assemblea) 24175, 24236

Disegno e proposta di legge costituzional i(Seguito della discussione) :

Modificazioni e integrazioni dello Sta-tuto speciale per il Trentino-AltoAdige (2216) ;

BALLARDINI ed altri : Modifica dell'arti-colo 63 dello Statuto speciale della

PAG.

Disegno di legge (Discussione e approva-zione) :

Conversione in legge del decreto-legge30 novembre 1970, n. 870, concer-nente l'attuazione del regolament oCEE sulla politica agricola comunedel tabacco greggio e l'integrazion edelle disposizioni di cui alla legge13 maggio 1966, n. 303 (2874) . . . 2418 8

PRESIDENTE 2418 8

FOSCARINI 2419 6

IMPERIALE 24192, 2420 1

MARRAS 24203, 24204

PERDONA, Relatore

. 24188, 24200, 24203

RAuccI 2420 1

SILVESTRI, Sottosegretario di Stato pe rl'agricoltura e le foreste 24200

24201, 2420 3

Proposte di legge:

(Annunzio) 24145, 24175, 24236

. . . 24236

24160, 24237

. . . 24145

. . . 24145

. . . 24236

Regione Trentino-Alto Adige (277 )

PRESIDENTE

BRESSANI

GUARRA

MANCO

. 24146 (Approvazione in Commissione )

. 24146 (Deferimento a Commissione) .

. 24152 (Ritiro)

. 24146 (Svolgimento)

. 24156 (Trasmissione dal Senato)

.

.

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PAG .

PAG .

Proposta di legge (Discussione e approva-zione) :

Senatori PIERACCINI ed altri : Modifica-zioni alla legge 10 febbraio 1953,n . 62, sulla costituzione e sul funzio-namento degli organi regionali, non-ché alla legge 16 maggio 1970, n . 281 ,recante provvedimenti finanziari perl'attuazione delle Regioni a statutoordinario (Approvato dal Senato )(2934)

PRESIDENTE 24160, 24179 ,BALLARDINI

BRESSANI, Relatore

24161, 24174 ,

24186 ,CARUSO

FRANCHI 24163, 24184 ,24187 ,

GATTO, Ministro senza portafoglio 24185, 24186 ,

GIOMO

LATTANZI

Proposte di legge (Seguito della discus-sione) :

Senatori DE MARZI ed altri ; CIPOLLA edaltri : Nuova disciplina dell'affitto difondi rustici (Testo unificato appro-vato dal Senato) (2176) ;

PIRASTU ed altri : Norme per la riformadel contratto di affitto pascolo inSardegna (117) ;

ANDREONI ed altri : Norme in materia d iaffitto di fondi rustici (2378) ;

BIGNARDI ed altri : Norme in materia d iaffitto di fondi rustici (2404)

, 2420 8

PRESIDENTE 2420 8

AVERARDI 2421 8

CANTALUPO 2421 6

MARRAS 24232

MAllARINO 2422 924160 RE VELLI 2420 8

1418 0

24172 Interrogazioni e interpellanza (Annunzio)

. 2423 7

2418 5

24187Auguri per il Natale e l'anno nuovo :

24169 PRESIDENTE 2420 5

24186 CANTALUPO 2420 7

24188 FERRARI-AGGRADI, Ministro del tesoro . 2420 82417 724187 Corte costituzionale (Annunzio di sentenze) 2417 52417 124171 Relazione della Commissione di indagine chie-

sta dai deputato Giacomo Mancini :

PRESIDENTE 2417 5COMPAGNA, Presidente della Commis-

sione 24176

Risposte scritte ad interrogazioni (Annunzio) 24237

Votazione segreta 24226

Ordine del giorno della prossima seduta . . 2423 ?

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La seduta comincia alle 9,34.

ARMANI, Segretario, legge il process overbale della seduta antimeridiana di ieri .

(È approvato) .

Congedi.

PRESIDENTE. Hanno chiesto congedo ideputati Amodio, Brandi, Cattani, Del Duca ,Girardin, Laforgia, Lepre, Mitterdorfer ,Santi e Traversa .

(I congedi sono concessi) .

Annunziodi proposte di legge.

PRESIDENTE. Sono state presentate all aPresidenza le seguenti proposte di legge da ideputati :

PALMIOTTI : « Riapertura dei termini d icui alla legge 2 aprile 1958, n . 331, concer-nente la regolarizzazione della posizione as-sicurativa degli ex dipendenti delle disciolteconfederazioni sindacali » (2936) ;

SANTI : « Modifiche al trattamento di quie-scenza dei salariati dello Stato, previsto dal -l'articolo 10 del decreto del Presidente dell aRepubblica 11 giugno 1956, n . 20 » (2937) ;

SANTI ed altri : « Norme sulla estensionea favore di tutte le categorie combattentisti-che della legge 24 maggio 1970, n . 336 »(2938) ;

ERMINERO ed altri: « Modifiche ed inte-grazioni alla legge 14 agosto 1967, n . 800, sul-l'ordinamento degli enti lirici e delle atti-vità musicali » (2939) .

Saranno stampate e distribuite . Le primedue, avendo gli onorevoli proponenti rinun-ciato allo svolgimento, saranno trasmess ealle competenti Commissioni permanenti ,con riserva di stabilirne la sede ; delle altre ,che importano onere finanziario, sarà fissat ain seguito - a norma dell'articolo 133 de lregolamento - la data di svolgimento .

Ritirodi una proposta di legge.

PRESIDENTE. Comunico che il deputatoDella Briotta ha dichiarato di ritirare, anch ea nome degli altri firmatari, la seguente pro -posta di legge :

« Ulteriore autorizzazione di spesa per l aattuazione delle provvidenze in favore de iterritori montani di cui alla legge 18 gen-naio 1968, n . 13 » (2626) .

La proposta di legge sarà, pertanto, can-cellata dall'ordine del giorno .

Svolgimentodi una proposta di legge .

PRESIDENTE. L'ordine del giorno recalo svolgimento della proposta di legge di ini-ziativa dei deputati Armani, Bologna, Bres-sani, Fioret, Marocco e Pisoni :

« Riordinamento dell'Opera nazionale d iassistenza all'infanzia delle regioni di con -fine (ONAIRC) » (2881) .

L'onorevole Armani ha facoltà di svol-gerla .

ARMANI. Mi rimetto alla relazione scritt ae chiedo l'urgenza, pregando la Presidenz adi abbinare la discussione di questa mia pro-posta di legge con quella degli onorevoli Liz-zero ed altri .

PRESIDENTE. Il Governo ha dichiara-zioni da fare ?

SARTI, Sottosegretario di Stato per l'in-terno . Il Governo, con le consuete riserve ,nulla oppone alla presa in considerazione .

PRESIDENTE . Pongo in votazione lapresa in considerazione della proposta d ilegge Armani.

(È approvata) .

Pongo in votazione la richiesta di urgenza .(È approvata) .

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La proposta di legge sarà trasmessa all aCommissione competente, con riserva di sta-bilirne la sede.

Seguito della discussione del disegno d ilegge costituzionale : Modificazioni e in-tegrazioni dello statuto speciale per i lTrentino-Alto Adige (2216), e della pro-posta di legge costituzionale Ballardinied altri: Modifica dell'articolo 63 dellostatuto speciale della regione Trentino-Alto Adige (277) .

PRESIDENTE . L'ordine del giorno reca i lseguito della discussione congiunta del dise-gno di legge costituzionale : Modificazioni edintegrazioni dello statuto speciale per il Tren-tino-Alto Adige, e della proposta di legge co-stituzionale Ballardini ed altri : Modifica del -l'articolo 63 dello statuto speciale della regio-ne Trentino-Alto Adige .

È iscritto a parlare l'onorevole Guarra . Neha facoltà .

GUARRA. Signor Presidente, onorevol icolleghi, che il problema della modifica dell ostatuto speciale per il Trentino-Alto Adige ab-bia una rilevanza soltanto di carattere internoè dovuto al fatto che il rappresentante dellaAmministrazione dell ' interno siede al bancodel Governo; ma che ormai, per responsabilitàdella classe dirigente, soprattutto della demo-crazia cristiana, questo problema abbia as-sunto una rilevanza di carattere internaziona-le, non c'è dubbio. Sono responsabilità pesan-ti nei confronti della nazione, soprattutto s enoi rivolgiamo lo sguardo a ciò che questistessi esponenti della classe dirigente demo-cratica cristiana hanno sostenuto in materia .

Il 15 settembre 1966, l 'onorevole Moro, inpolemica con quanto si andava affermandodal gruppo comunista, diceva : « Di fronte al-l ' invito comunista di inserire il problema del -l'Alto Adige nel problema più vasto di tutt ele frontiere europee, il Governo dichiara ch econ ciò, lungi dal semplificare la question eche ora discutiamo, si conferirebbe ad essaun carattere diverso da quello che ci siamosforzati di mantenere, sacrificando la sua na-tura essezialmente interna che quasi tutti gl ioratori hanno tenuto a sottolinare » .

E l 'onorevole Moro ancora soggiungeva :« Ho detto più volte che noi riteniamo di averadempiuto pienamente quegli impegni, ch enon potremmo in alcun caso assumere obbli-ghi internazionli maggiori o diversi da quell isanciti nell'accordo di Parigi, che il riassettodelle province di Trento e di Bolzano nel

quadro della regione Trentino-Alto Adige è unatto libero e sovrano che l'Italia si riserva d icompiere non essendovi in alcun modo tenu-ta, anche se interessata a conoscere i rifless iche questa iniziativa avrebbe sulla controver-sia italo-austriaca » .

Questo diceva come Presidente del Consi-glio, nel settembre 1966, quello stesso onore-vole Moro che poi, come ministro degli esteri ,ha la responsabilità di avere trasformato i nquestione internazionale quella che dovevarestare soltanto una questione interna dell oStato italiano. Non occorre riandare agli im-pegni ancora più solenni assunti in prece-denza da altri rappresentanti del Governo eanche dall'allora Presidente della Repubblic aGiovanni Gronchi che, se non vado errato ,insieme con il ministro dell'interno dell'epoca ,il compianto onorevole Fernando Tambroni ,solennemente dichiarò che la questione del -l'Alto Adige non poteva che essere una que-stione nazionale . -

Onorevoli colleghi, quello che è ancor piùgrave in questa vicenda - e richiamo su ciòl'attenzione dell'onorevole sottosegretario Sar-ti - sono le frasi scritte dal relatore onorevoleBallardini .

Non so con quanta prudenza - voglio usarequesto termine - si sia dato l'incarico di redi-gere la relazione su questo disegno di legge adun socialista . Non voglio certamente offender econ ciò personalmente un deputato che tra l'al-tro non è neppure presente, ma devo rilevar eche è proprio nella tradizione socialista essereantinazionali, ed è nella tradizione dei socia -listi trentini di accettare sempre le tesi soste-nute dall'Austria .

L'eccezione di Cesare Battisti nòn ha fatt oaltro che confermare la regola, perché ne lmomento in cui Cesare Battisti moriva per l acausa nazionale abiurava il socialismo . CesareBattisti, come ebbe a dire nell'anniversariodella sua morte Benito Mussolini, non mor ìcerto per il socialismo, « colossale avidità de lmaterialismo storico dogmatizzato », bens ìper la patria .

Non so, onorevole Sarti, che peso potrann oavere domani le affermazioni che sono stat efatte ufficialmente dalla maggioranzà - è d iquesta infatti la relazione che presenta al Par -lamento il disegno di legge del Governo -quando penso che, se avessimo pregato un de-putato del parlamento austriaco di fare la re-lazione, questi avrebbe usato dei termini piùcorretti nei confronti dell'azione che l'Itali aha svolto in Alto Adige .

Soprattutto, onorevole Sarti, vorrei coglie -re una perla, in relazione ad un vivace scam-

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bio di battute che vi è stato pochi giorni fa i nquest'aula tra i deputati del mio gruppo e i lministro dell'interno Restivo. Vi è stata unafrase, che è andata certamente al di là dell eintenzioni dell'onorevole Servello, per la qua-le l'onorevole Restivo reagì ed anch'egli rispo-se con una frase che andò certo oltre le sue in-tenzioni .

Ebbene, onorevole Sarti, quella frase ch el'onorevole Servello con altro significato avev arivolto al ministro Restivo noi la vediamo ri-volta, in questa relazione, dall'onorevole Bal-lardini non soltanto al ministro dell'intern oma a tutta la classe dirigente della democrazi acristiana .

Egli scrive infatti : « Questo cumulo di fatt icontribuì a rinfocolare nella popolazione sud-tirolese il suo naturale sentimento di avver-sione all'Italia . La breve parentesi di rela-tiva armonia stava per chiudersi » . Parla degl ianni tra il 1948 e il 1954 .

E prosegue: « L'ottuso atteggiamento de iresponsabili della politica italiana valse a dalimentare e a giustificare il malcontento ch eriprese a serpeggiare fra le valli altoatesine » .

dunque vostra, signori del Governo–cos ìdice l'onorevole Ballardini – la responsabilitàdi quanto è avvenuto in Alto Adige negli ann iche vanno dal 195k in poi . La situazione chesi è creata non è quindi dovuta neppure allospirito nazionalista, autonomista, separatist adei sudtirolesi, ma soltanto all'ottusità delloatteggiamento dei responsabili della politicaitaliana, che allora erano i democratici cri-stiani .

Ecco perché non possiamo non condannarei modi ed i termini con cui questa relazioneè stata presentata al Parlamento italiano el'infelice scelta fatta nell'attribuire ad un so-cialista il compito di redigere la relazionesu un problema così importante. Ma, onore-vole sottosegretario, come è diventato di ca-rattere internazionale questo che era un pro-blema di carattere interno ? E innanzi tuttolo è diventato ? Questo è l'interrogativo ch enoi ci poniamo .

La relazione del Governo al disegno d ilegge e la relazione dell 'onorevole Ballardin itentano di sfuggire a questa responsabilità ,anche se poi tutto il testo della relazione Bal-lardini è pieno di riferimenti di carattere in-ternazionale. Anzi, l'onorevole Ballardinieleva una dura rampogna, citando anche iprecedenti socialisti, l 'abbandono del Gabinet-to Orlando da parte del socialista Bissolati, l apredicazione di Filippo Turati, fatta propri oin quest'aula, che invitava a respingere l'an -

nessione di oltre un quarto di milione di te-

deschi .Di qui la nostra accusa che questa discus-

sione è diventata rigida, come se si trattassedella ratifica di un trattato internazionale, percui dobbiamo limitarci ad accettare o respin-gere questo ormai famigerato « pacchetto » d iconcessioni (così' viene definito nel linguaggi opolitico comune) e non come una valutazioneserena fatta dallo Stato italiano o dalle As-semblee legislative per la modifica dello sta-tuto del Trentino-Alto Adige . Certo, niente èimmodificabile in politica . Non stiamo quia dire che lo statuto del 1948 deve restare cos ìcome fu allora formulato . Può indubbiamenteessere modificato, deve essere modificato, an-che per tutelare gli interessi della minoranzalinguistica tedesca in Alto Adige, ma ciò dev eessere il frutto di un nostro ripensamento ,deve soprattutto rispondere agli interessi na-zionali dello Stato italiano, di cui la mino-ranza linguistica tedesca in Alto Adige faparte, ma non può essere il frutto di una trat-tativa internazionale che debba essere portatadavanti al Parlamento italiano ed accettataa scatola chiusa.

Nella relazione dell'onorevole Ballardini s iafferma che la Camera può certamente appor-tare degli emendamenti, però in questo devestare molto attenta, perché non bisogna snatu-rare lo spirito di queste concessioni e soprat-tutto – per valutare tale eventuale snatura-mento – bisognerà badare all'atteggiamentodei rappresentanti delle popolazioni interes-sate . Questo significa che gli emendamenti po-tranno essere apportati nella misura in cuisaranno accettati dai rappresentanti dell aSiidtiroler Volkspartei .

Noi respingiamo certamente questa limita-zione e riteniamo che questo problema debb arestare di carattere interno. lo Stato italian o

che opera nella sua piena sovranità anche ne lterritorio dell'Alto Adige, e le modifiche dell ostatuto debbono essere apportate nella misur ain cui rispondono, certamente, agli interess idi quelle popolazioni, alle loro aspettative, masoprattutto all'interesse superiore della collet-tività nazionale di cui fanno parte le mino-ranze linguistiche dell'Alto Adige .

Del resto, onorevoli colleghi e onorevol e

rappresentante del Governo, noi non abbiamoniente da rimproverarci per quanto riguard a

l'atteggiamento tenuto in Alto Adige, per i l

modo in cui sono tutelate le minoranze lin-guistiche in Alto Adige così come in altre parti

del territorio nazionale . Noi vorremmo ch e

in questa materia si applicasse veramente i l

principio della reciprocità inteso in senso lato :

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e non riferito solo alle popolazioni dell'AltoAdige : noi vorremmo, cioè, che quella libertàche hanno gli italiani di lingua tedesca del -l'Alto Adige di esprimere la loro cultura, i lloro carattere, fosse concessa anche agli italia-ni che vivono negli altri Stati, alle minoranz eitaliane in Jugoslavia, per esempio . Onorevol eSarti, qual è il trattamento che viene riservatoalla minoranza italiana in Jugoslavia ? Qualisono i diritti che vengono riconosciuti agl iitaliani che vivono nelle terre, italianissime ,che oggi si trovano sotto il dominio dellaJugoslavia ? Noi non abbiamo certamente null adi cui vergognarci – come afferma invece l 'ono-revole Ballardini nella sua relazione – peril modo in cui vivono, in cui possono espri-mere la loro personalità e il loro carattere ein cui possono esaltare le loro tradizioni gl iitaliani di lingua tedesca nell'Alto Adige .

Per averne la dimostrazione, onorevoli col -leghi, basterà fare qualche riferimento aquella che è la situazione politica e cultural edella popolazione tedesca in Alto Adige . Diròsubito che, per la brevità del termine ch emi sono imposto, tratterò nell 'ambito di que-sto grosso e nefasto « pacchetto » soltanto del -l 'articolo 5, nei suoi punti 3) : « tutela e con-servazione del patrimonio storico artistico epopolare » e 10) : « edilizia comunque sov-venzionata, totalmente o parzialmente, dafinanziamenti a carattere pubblico » .

Dando uno sguardo alla situazione politicae culturale del gruppo ,di lingua tedesca del-l'Alto Adige, noi vediamo che la difesa deidiritti civili e politici e delle connesse libert àper gli individui come per l'intero gruppo co-stituente la minoranza linguistica tedesca del -l'Alto Adige trova sicuro presidio nei prin-cìpi e nelle norme fondamentali poste a bas edell'ordinamento della Repubblica italiana .Gli altoatesini di lingua tedesca godono, invirtù di tale ordinamento, individualmente ecollettivamente, degli stessi diritti e dell estesse libertà che la Costituzione democraticaassicura a tutti i suoi cittadini, senza distin-zione alcuna . E invero di tali diritti e libertàle persone come le associazioni della comu-nità minoritaria non mancano di fare l 'usopiù largo nella vita individuale, nella vita or-ganizzativa, nelle manifestazioni sociali e pub-bliche .

fuor di luogo accennare ai diritti con -naturali alla stessa qualità e dignità dellapersona umana, quali il diritto alla libertàpersonale, alla libertà di domicilio, alla li-bertà e alla segretezza della corrispondenza ,alla libera circolazione nel territorio nazio-nale, all 'espatrio e all 'emigrazione, il diritto

alla tutela giuridica, all'assistenza, all ' istru-zione e infine i diritti connessi alle attivitàprofessionali e di lavoro . Si tratta di un in-sieme di diritti ormai acquisiti ad ogni mo-derno sistema di vita civile e sociale, e daiquali non si potrebbe prescindere senza ne-gare i princìpi e i presupposti del concettodi civiltà .

Le attività politiche e di partito, gli inte-ressi politici del gruppo altoatesino di lingu atedesca sono affidati alla tutela di un orga-nismo che detiene in pratica il monopolio

della rappresentanza politica della collettivitàalloglotta, e cioè del partito politico SiidtirolerVolkspartei . Il detto partito, costituitosi nel-l'immediato dopoguerra – in regime cioè d ioccupazione militare alleata – con un pro-gramma dichiaratamente separatista, ha con-tinuato dopo il definitivo trasferimento de lterritorio della provincia di Bolzano all'am-ministrazione italiana, e previa soppressionedel punto terzo del proprio programma chepostulava il riconoscimento per gli alto -atesini del diritto all'autodeterminazione, asvolgere in piena indipendenza, senza altr i

controlli e limiti al di fuori di quelli valevol iper la generalità dei partiti politici italiani ,la propria attività organizzativa e propagan-distica al fine di assicurare attraverso lo svi-luppo e la valorizzazione politica della popo-lazione di lingua tedesca, la più ampia parte-cipazione di rappresentanze di detta popola-zione alla vita pubblica, sia locale sia nazio-nale . Questo partito in effetti vanta il mono-polio della rappresentanza della popolazion e

di lingua tedesca negli organismi ed istitut ipolitici ed amministrativi locali, in partico-lare negli organi della regione, della pro-vincia di Bolzano, dei comuni ed enti local i

minori, ed è presente con 5 suoi esponent i

(3 deputati e 2 senatori) negli organism iparlamentari nazionali .

Ma veniamo a parlare della stampa . La

popolazione di lingua tedesca ha un quoti -

diano, il Dolomiten, che si pubblica a Bol-

zano; ha 5 settimanali, 5 quindicinali, 11mensili, 6 periodici saltuari . Vi sono, inoltre ,

altre attività editoriali . In questi anni di vit aautonoma la produzione editoriale in lingu atedesca è stata varia e cospicua, essa si èconcretata nella stampa di oltre 200 opereconcernenti in massima parte la storia, l'arte ,

il costume, le tradizioni sudtirolesi e libri d i

testo per le scuole della minoranza. In temadi trasmissioni radio speciali in lingua tede-sca, per corrispondere alle esigenze dell aminoranza, la RAI dedica, su un insieme d i

33 ore complessive diffuse per la regione

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Trentino-Alto Adige, ben 26 ore settimanal iall'ascoltatore del gruppo di lingua tedesca .I programmi relativi comprendono quas iesclusivamente autori e compositori di lingu ae di cultura tedesca. Essi vengono realizzaticon la collaborazione di elementi locali, si anella fase creativa sia in quella esecutiva .

Nell'ambito delle associazioni e circoli cul-turali, corpi tradizionali, vi sono iniziativevolte ad assicurare il mantenimento dellecaratteristiche linguistico-culturali e dell etradizioni locali . Ad opera della SiidtîrolerVolkspartei e con l'appoggio, anche finanzia -rio, dell'amministrazione autonoma provin-ciale sono state ricostruite o costituite in Alt oAdige le associazioni, i circoli, i corpi, attra-verso i quali si tramandano usanze, celebra-zioni, attività concernenti le tradizioni ed i lfolklore locali .

Tra le associazioni culturali più impor -tanti sono da ricordare : l'Istituto cultural esudtirolese (Siidtiroler Kultur Institut), cheorganizza annualmente le settimane universi-tarie meranesi, svolge una genera-le attivit àdi propulsione e coordinamento delle mani-festazioni culturali del gruppo, quali confe-renze, convegni di studio, corsi di prepara-zione, esecuzioni di musica popolare, rappre-sentazioni teatrali, cura la pubblicazione diun annuario ed amministra una sua biblio-teca; l'Associazione delle bande musicali sud-tirolesi, che riunisce 174 bande musicali, or-ganizza corsi per direttori ed insegnanti d imusica bandistica, settimane musicali, con -corsi ; l'Associazione per la tutela delle tradi-zioni locali, che conta 21 associazioni ade-renti e 53 corrispondenti, è interessata all atutela del paesaggio, promuove la pubblica-zione di lettératura varia locale, organizz aconvegni, conferenze, corsi ; la Lega dei tira -tori sudtirolesi, organizzazione che raccogli ein gran numero giovani ed anziani del grupp odi lingua tedesca con il compito, precisat onello statuto della Lega, di curare l'educa-zione dei giovani all 'uso delle armi .

Ve l'immaginate una minoranza italiana inun altro Stato, i cui componenti venissero abi-litati ad addestrarsi all'uso delle armi ?Questo viene, invece, concesso alla minoranz adi lingua tedesca in Alto Adige, che viene ad-destrata per tener vivo lo spirito della soli-darietà etnico-nazionale e la fedeltà al Tirolo .La Lega svolge funzione di rappresentanz anelle principali solennità civili e religiose enelle manifestazioni e attività folcloristich elocali ; essa è articolata in compagnie, gerar-chicamente organizzate ; se ne contano attual-mente ben 83, con un complesso di oltre 3

mila iscritti . V'è, poi, l'Associazione dell euniversità popolari che raggruppa 56 circol iche organizzano conferenze, corsi di musicapopolare, di parlate ed usanze locali ; la Legadelle società filodrammatiche sudtirolesi checonta 130 gruppi filodrammatici associati, cu ipresta ogni forma di tutela e di assistenza,dalla fornitura delle opere da rappresentar eai costumi, agli allestimenti scenici, alla or-ganizzazione di corsi per registi ed attori ,alla cura delle pratiche burocratiche . Sonoanche da menzionare la Lega dei cantorisudtirolesi, l'Associazione corale popolare,l'Opera cattolica di educazione, la Lega degl iartisti sudtirolesi, che assiste gli artisti asso-ciati, organizzando mostre personali e collet-tive e pubblica un proprio periodico e gestisc euna scuola d 'arte .

Come si è accennato, queste molteplic iattività culturali del gruppo di lingua tede-sca sono sovvenzionate dalla provincia d iBolzano che stanzia per i relativi intervent icospicue somme del proprio bilancio annua-

le. Vi sono, in ultimo, le manifestazioni pub-bliche da parte della minoranza linguistic adell'Alto Adige. Il rispetto delle libertà, nel -la comprensione degli interessi e delle aspi -razioni degli altoatesini di lingua tedesca daparte italiana, si è dimostrato nel modo più

eloquente : si consente una multiforme e per-tinace attività editoriale e di stampa, si dà lapossibilità di esprimere lo spirito di corpo

degli altoatesini nelle pubbliche riunioni ,

nei comizi, nelle manifestazioni di protesta ,

che vengono con insolita , frequenza indetteda questo gruppo e nel corso delle quali ora-tori ed organizzatori responsabili usano i n

misura praticamente illimitata del diritto d i

propaganda e di critica .

Dunque, non possiamo assolutamente ac-cettare una reprimenda e una affermazion e

di condanna all'Italia per avere cercato in

questi anni di reprimere la libera espressio-ne di vita della minoranza altoatesina .

Che cosa si vuole allora raggiungere co n

questa modifica dello statuto sottraendo a l

controllo della regione, soprattutto sottraen-do al controllo dello Stato, questo settore ?

Si vuole percorrere un cammino all'inverso :

cioè sarà la minoranza linguistica altoatesi-na, o sudtirolese – come volete – ad estro-

mettere dall'Alto Adige la popolazione italia-na, ad impedire che la popolazione italian a

possa esprimere la sua vita .

Si è discusso, onorevoli colleghi, sull a

necessità del contemperamento delle du e

culture, dei due modi di vita, della asSimi-

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lazione in questa regione, in questa partedella regione del Trentino-Alto Adige, deidue aspetti della vita italiana e della vitaaltoatesina o sudtirolese . Bisogna indubbia-mente andare alla ricerca di questa soluzio-ne, non rafforzare, invece, lo spirito che nonè di autonomia, ma di isolamento, portat oavanti dalla rappresentanza della popolazio-ne sudtirolese, l 'arroccamento e il rifiutodella convivenza civile; perché, onorevol icolleghi, una cosa deve essere ben chiara, ecredo che sia ben chiara almeno alla mag-gioranza dei componenti di questa Assem-blea, cioè la intangibilità dei confini delBrennero, il fatto che l'Alto Adige, come di-ciamo noi, o il Sudtirolo come dicono i cit-tadini di lingua tedesca, è parte integrantedel territorio italiano .

Ed allora il fine cui bisogna tendere èquello di arrivare a una comunione di vita ,è quello di arrivare a delle regole comuni d ivita che possano essere uguali per tutti i cit-tadini dell'Alto Adige, siano essi di linguaitaliana, siano essi di lingua tedesca. Invece ,con il conferimento alla provincia di Bolza-no di tutti i poteri in materia di tutela e con-servazione del patrimonio storico, artistico epopolare, si avrà un'azione, data la maggio-ranza della rappresentanza di lingua tedesca ,tendente ad esaltare soltanto ciò che è patri-monio della minoranza di lingua tedesca e acancellare completamente le tracce della cul-tura e della storia italiana, che certament eesistono nell'Alto Adige . Infatti, non è cer-tamente vera l'affermazione secondo cui iterritori dell'Alto Adige sarebbero stati sem-pre popolati da abitanti di lingua tedesca edi origine tedesca. Quanto meno dai tempidi Roma, questi territori sono stati popolat ida abitanti di lingua latina, cioè italiani .

Esiste una sequela di tradizioni, di leg-gende, che si intrecciano intorno alle torri eai castelli così numerosi dell'Alto Adige . Ledue torri romane presso Bolzano e Malles d iVenosta ricordano il nome e le gesta di Dru-so, che guidò le legioni di Augusto . Dice l aleggenda che una dama bianca, mite e inof-fensiva, abita le rovine di Castel Bel Monte ,una delle più vetuste e storicamente interes-santi fra le rocche atesine ; e ogni anno un acompagnia di fantasmi vola da Castel Cor-neto al santuario di Petralba per l'inadem-piuto voto fatto da quei castellani in occa-sione della peste . Le rovine di Castelvecchio ,un tempo dimora prediletta di Osvaldo d iSelva, sorgono cariche di edere e di leggend aai piedi dello Sciliar . Vasi pieni d 'oro giac-ciono sotto le rovine di Castelchiaro, e tesori

sarebbero pure nascosti a Castel Colonna ,ove strani rimbombi metallici si odono l anotte ed echeggiano sul monte . Sul castellodi Dobbiaco pesa un triste ricordo di colp ee di espiazioni .

Ai goti, non meno che ai bavari, si devela famosa tradizione di una battaglia combat-tuta tra romani e bavari nei pressi di Bres-sanone: tradizione la cui più antica versioneè conservata da cronache tedesche, ma ch efu rielaborata al di qua delle Alpi . Secondole leggende della Val Gardena, i romani ,scampati alla strage, si sarebbero rifugiat isui monti, allora deserti, e li avrebbero po-polati . Nella leggenda si uniscono element ieterogenei, e i cantastorie dovettero cucirebrani diversi per rendere il loro racconto piùinteressante ; e pare vi inserissero, riferendo-lo al duca di Baviera, il racconto di un viag-gio fantastico di Teodorico di Verona all acorte imperiale . Leggende relative a Teodo-rico conservate da cantari tedeschi, derivat iforse in parte da precedenti poesie latine ,sono confuse e miste di elementi diversi . Igoti delle valli atesine furono fortemente ro-manizzati, e lo spirito delle leggende è di -verso da quello del ciclo dei Nibelungi .L'eroe talvolta combatte contro chi minacci adi scendere nelle vallate dell'Adige e dell oIsarco verso l'Italia; vola incontro al giganteche, dalle vette che separano la Val di Fiem-me dalla Val Gardena, scende ad atterrire l epopolazioni delle valli .

Pertanto, anche la cultura italiana, la tra-dizione italiana, la leggenda della presenzaitaliana in queste valli deve essere conser-vata. Il passaggio alla provincia porterà in-vece all'oblio totale, alla totale , dissacrazion edi tutto ciò che vi è di italiano, di romano ,di latino, in questo patrimonio storico, arti-stico e popolare .

Per scendere a fatti forse più concreti, pas-siamo a trattare dell'errore davvero mador-nale che ci si accinge a compiere allargandoil concetto dell'edilizia popolare con la spe-cificazione relativa all'edilizia « comunqu esovvenziónata, totalmente o parzialmente, dafinanziamenti a carattere pubblico, compres ele agevolazioni per la costruzione di case po-polari in località colpite da calamità e le at-tività che enti a carattere extraprovincialeesercitano nelle province con finanziament i

pubblici ». 'B la competenza piena e assolutadella provincia di Bolzano nel campo dell'edi-lizia popolare ; ed è certamente la soppressio-ne di ogni diritto, di ogni speranza, di ogn ianelito dei lavoratori di lingua italiana ad ot-tenere una casa .

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Per farsi un'idea di quel che avverrà ba-sta leggere ciò che in materia scrive la stam-pa sudtirolese : « I giovani lavoratori tedesch iprovengono da condizioni ordinate di famigli ae di dimora » (è scritto in un giornale di lin-gua tedesca dell'Alto Adige) ; « i loro concor-renti del sud vengono da abitazioni di mise -ria e perfino da caverne . Per loro non fa nulladormire su una panchina di un parco, perloro è la stessa cosa abitare sotto un ponteo in baracche messe insieme con vecchie latt ee compensato ». Questo è lo spirito con il qua -le la provincia di Bolzano affronterà la poli-tica delle case popolari nel territorio dell'AltoAdige. Poveri lavoratori di lingua italiana inquel territorio, dopo l ' applicazione di questamodifica dello statuto !

Nella relazione Ballardini è scritto che i lregolamento di esecuzione dello statuto spe-ciale della regione Trentino-Alto Adige in ma-teria di case popolari praticamente violava lospirito dello statuto stesso, perché toglievaogni competenza alla provincia di Bolzano i nmateria di edilizia popolare ed economica . Ame questo non sembra . A me pare che le nor-me di attuazione contenute nel decreto de lPresidente della Repubblica 26 gennaio 1959 ,n. 28, che dovrebbe essere posto nel nul-la con la modifica che la Camera dovrebb eapprovare introducendo queste norme, garan-tisce invece pienamente la "popolazione d ilingua tedesca dell'Alto Adige .

Noi non possiamo snaturare quello che èil fine fondamentale dell'edilizia popolare e deconomica, che viene ad essere appunto sna-turato con l 'attribuzione dei pieni poteri allaprovincia di Bolzano : perché l'assegnazion edelle case popolari non si farà più in base albisogno dei lavoratori, ma si farà in base allalingua dei lavoratori : coloro che parlano te-desco avranno la casa, coloro che parlanoitaliano non avranno la casa, a prescinder edal bisogno . Questo è veramente grave !

E noi sappiamo (l'onorevole Ballardini n efa colpa all'amministrazione italiana) che lamaggioranza della popolazione di lingua te-desca in Alto Adige è dedita all'agricoltura ,alle attività turistiche e alberghiere, alle at-tività commerciali, e che è proprio la popo-lazione di lingua italiana che compone il co-siddetto proletariato in Alto Adige : la classeoperaia, le categorie lavoratrici, i lavorator idipendenti sono rappresentati in massimaparte dagli esponenti italiani, da coloro ch eparlano la lingua italiana in Alto Adige . Quan-do, invece, si affermerà il principio che l'edi-lizia sovvenzionata, cioè l'edilizia pubblica ,dovrà essere retta dalla provincia con criteri

di predilezione nei confronti della popolazio-ne di lingua tedesca, noi verremo concreta -mente ad affermare che nel territorio dellaprovincia di Bolzano il titolo per acquisire i ldiritto ad una casa popolare non sarà il bi-sogno, non sarà l'anzianità di lavoro, non saràil numero dei contributi versati, ma sarà l'ap-partenenza o meno ad un gruppo linguistico !

Che cosa significa questo ? Questo signifi-ca che si vuol rendere la vita dura alla po-polazione di lingua italiana in Alto Adige ,

questo significa porre in atto il disegno d i

spopolare di italiani l'Alto Adige, di- fare i nmodo che gli italiani abbandonino l'Alto Adi-ge, sicché domani si possa dire : non siamo

soltanto una maggioranza di lingua tedesc a

in questa provincia, siamo la totalità e quin-di abbiamo il diritto all'autodeterminazione ,il diritto di scegliere anche lo Stato al qual e

vogliamo associarci ; perché – bisogna dirlochiaramente, onorevoli colleghi – questo è i l

fine dichiarato della Siidtiroler Volkspartei ,che non ne ha fatto mistero . Questo partito

si divide, come quasi tutti i partiti, in mo-derati ed estremisti ; gli estremisti, che sonorappresentati in questa Camera dall'onorevo-le Diet1, dicono che il « pacchetto », qualsias i

« pacchetto », non serve a niente, perché ci òche si vuole è l'autodeterminazione e l'annes-sione all'Austria ; gli altri, rappresentati qu idall'onorevole Mitterdorfer, dicono che i l« pacchetto » deve oggi costituire un punto di

partenza, una tappa nel cammino che si dev e

percorrere ; ma la meta ultima per ambedu e

le rappresentanze della Siidtiroler Volksparteiè sempre quella dell'annessione all'Austria . E

allora su questo piano inclinato noi non c i

fermeremo mai .Oggi c'è questo « pacchetto » che è stato

concordato con il governo austriaco e con la

Volkspartei; dopo questo « pacchetto » verran-no altre richieste più pressanti per una mag-giore autonomia, fino ad arrivare alla richie-sta definitiva che è quella dell'annessione al -

l'Austria . Questa è la strada pericolosa chenoi abbiamo imboccato con la discussione d i

questo disegno di legge .Noi abbiamo la coscienza, onorevoli col -

leghi, e lo diciamo come italiani, che l'Itali anon è venuta meno non solo agli impegni cheha assunto con il trattato De Gasperi-Gruber ;

ma anche ai principi di civiltà, perché nes-suna minoranza linguistica ha un trattament o

migliore di quello di cui gode la minoranz a

linguistica tedesca in Italia . Noi possiamo an-dare fieri di questo, nonostante le afferma-zioni dell'onorevole Ballardini . Noi non dob-biamo certo cospargerci la testa di cenere di-

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nanzi al consesso internazionale, perché pos-siamo gridare, veramente a testa alta, ch eabbiamo rispettato i diritti di una minoranzalinguistica; che la nostra legislazione - m asoprattutto il nostro comportamento - h afatto in modo che queste popolazioni potes-sero mantenere il loro carattere e anzi potes-sero esaltare le loro tradizioni ma che vi èun limite invalicabile che è il rispetto, i lriconoscimento, la deviazione alla sovranit ànazionale italiana . (Applausi a destra) .

PRESIDENTE . iscritto a parlare l 'onore-vole Bressani . Ne ha facoltà .

BRESSANI. Signor Presidente, onorevol icolleghi, stiamo discutendo il disegno di leg-ge costituzionale di modifica dello statut ospeciale della regione Trentino-Alto Adige, adun anno dal voto con cui il Parlamento ebbead esprimersi sulla proposta globale che i lGoverno presentò per la soluzione dei pro-blemi di quella zona .

Il principale significato di questo disegnodi legge mi sembra sia quello di costituire laformulazione normativa delle prime 97 mi-sure del cosiddetto « pacchetto », la parte cioèpiù rilevante e politicamente più qualificant edel medesimo.

Un anno fa, dinanzi alla proposta com-plessa e motivata con la quale il Governo ave-va definito la linea di comportamento, se-condo l'indirizzo voluto dal Parlamento e demerso nei dibattiti degli anni precedenti, l amia parte politica assicurò allo stesso Governoil suo appoggio convinto, perché proseguiss enel cammino iniziato e perché dalla fase dell eintese politiche con le popolazioni interessat esi passasse alla fase dell 'attuazione legislativa .

Il nostro atteggiamento, come quello di al-tri gruppi della Camera, fu un atteggiament odi fiducia ; di fiducia non solo verso il Go-verno, ma anche verso le popolazioni del -l'Alto Adige, e quindi anche verso i concit-tadini di lingua tedesca, pur essendo consape-voli della portata dell 'azione contestativa daessi promossa : contestazione che era divenut auna controversia internazionale, e focolaio pe-ricoloso, per una sorta di ritorno di fiammadi ogni specie di nazionalismo . Il Governo ,allora, si era rivolto a tutti i gruppi, inqua-drando giustamente la sua proposta nell'am-bito dell ' interesse generale del paese e d iquegli istituti democratici che promuovonó egarantiscono ogni progresso nei rapporti in -terni ed internazionali . Allora, nel 1969, ri-spondemmo in modo affermativo, perché ab -

biamo profonda e costante la convinzione ch euna soluzione democratica dei problemi fa-vorisca il formarsi di un senso di correspon-sabilità, ed il convergere delle volontà a lfine di creare più giuste condizioni di vit acomune .

Ebbene, se questo è lo spirito che ha in -formato il nostro atteggiamento davanti all esoluzioni proposte per l 'Alto Adige, credosia legittimo, forse doveroso, chiederci oggi ,dopo un anno, se siano sopravvenuti element idi fatto per una prima verifica delle conse-guenze della scelta allora compiuta dal Par -lamento. Indicherò alcuni di questi elementi ,che mi paiono significativi al fine di consta -tare una tendenza positiva che va politica -mente apprezzata in questo dibattito . Cono-sciamo tutti quali fossero e quali siano le im-plicazioni di carattere internazionale nei rap-porti con l'Austria, implicazioni conseguent ial turbamento intervenuto nei rapporti in -terni con la minoranza di lingua tedesca . Nonintendo soffermarmi sui particolari di natur atecnica e giuridica di queste implicazioni ; mibasta sottolineare che si è raggiunta tra i duegoverni una intesa circa la procedura idoneaal superamento, nei fatti, della controversi ainternazionale . Ed ancora mi basta richiamarel'affermazione fatta qui nei giorni scorsi dal -l'onorevole Mitterdorfer, secondo la quale- come è vero - le intese raggiunte co n

l 'Austria nella ricordata procedura hanno la-sciato impregiudicati i due diversi punti d ivista giuridici, circa l'attuazione data all'ac-cordo di Parigi del 1946 .

Questo va detto in sede di verifica dei

fatti, quei fatti che sono nel senso degliauspici con i quali abbiamo accompagnato i lnostro voto del dicembre 1969. Mi pare, i nparticolare, che non vi possano essere dubb i

sul miglioramento verificatosi nel corso d iquest'anno dei nostri rapporti con la vicina

repubblica austriaca . Potrei riferirmi alla ri-presa, al rilancio di iniziative diplomatiche

per la definizione aggiornata di relazioni bi-laterali che interessano il settore commercial e

e quello culturale . Potrei riferirmi alla ri-presa, con uno spirito diverso da quello ca-ratterizzante queste situazioni nel passato .

della trattazione di vecchie questioni patri-moniali, alcune delle quali riguardano anche

la zona di confine del mio Friuli . Potrei ri-

ferirmi al comunicato- con il quale si è con-cordemente dato significativo rilievo all'in-contro del Presidente della Repubblica au-striaca con il Presidente Saragat, incontro

avvenuto recentemente a Parigi, in occasion e

dei funerali del generale De Gaulle. Si po-

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trebbero anche ,analizzare, nel loro valorepolitico, oltre che in quello sociale ed econo-mico, i progressi compiuti negli ultimi mes inelle trattative interessanti rapporti tra l ezone limitrofe, lungo tutto il confine italo -austriaco .

Si potrebbe infine continuare ricordandoche iI governo monocolore socialista della re -pubblica austriaca, quel governo che si è for-mato a seguito delle elezioni del marzo scor-so, ha confermato la politica portata avant iin momenti più difficili dal precedente go-verno monocolore popolare. Si era temuto ,per la verità, un cambiamento di tendenza ,cambiamento che in realtà non si è verificato ,appunto perché ogni positivo superamento d icontrasti anacronistici trova corrispondenz anella coscienza popolare .

In questa sommaria indicazione di rap-porti tra Roma e Vienna andrebbe sottoli-neato il rilievo che ha avuto in Austria un arecente intervista del Presidente del Consi-glio, onorevole Colombo, e l 'accoglienza chehanno ricevuto in Italia le dichiarazioni cheil cancelliere austriaco ha fatto nello stess operiodo, così come sarebbe anche costruttiv oanalizzare le dichiarazioni rese dai due mi-nistri degli esteri, in ottobre, alle Nazion iUnite . Ma, a parte tutto questo (che non èpoco e che non è privo di significato), mi par eimportante ricordare in quest'aula lo spirit ocon il quale è stato realizzato l'incontro i nottobre di una rappresentanza del nostro Par -lamento con i responsabili politici di Viennae ricordare quanto ci riferiscono i collegh iche ci rappresentano nel Parlamento euro peosull'interesse con il quale la vicenda altoate-sina, in quella sede, viene seguita e sull'in-teresse suscitato dal suo avvio a soluzione.

Credo che da tutto ciò, senza trionfalismi ,con realismo, possiamo e dobbiamo ricavar euna conferma della validità di quanto abbia-mo deciso e di quanto andiamo realizzandoanche con il disegno di legge in discussione .Dobbiamo dire che, con atto altamente respon-sabile, il nostro Parlamento ha sbloccato unasituazione pericolosa, anacronistica, ingiustaper molti versi, oltre che equivoca ; l 'ha sbloc-cata con senso di misura, con giusto spirito ,dando la possibilità di emergere a tendenz epopolari animate da un'ansia di pace e di so-lidarietà più estesa e sostanziale .

Di questi effetti abbiamo testimonianz aprecisa nei rapporti interni . Il clima che si èstabilito è quello per cui oggi ci troviamo d ifronte alla prova definitiva che è possibile sta-bilire un rapporto di reciproca fiducia tra mi-noranza di lingua tedesca ed istituzioni demo-

cratiche del nostro paese . Il voto favorevol e

espresso sul « pacchetto » dal congresso dell aSiidtiroler Volkspartei il 22 novembre delloscorso anno - ha ricordato l ' altro ieri l'onore-vole Mitterdorfer - è stato di stretta misura ,quella stretta misura - egli diceva - in cui l asperanza ha superato la diffidenza . Ma è unarealtà, e il Parlamento ne terrà conto anch ein questo dibattito .

Siamo ormai alla prova della reciproc alealtà, sulla base dei princìpi costituzional iche debbono regolare una convivenza demo-cratica libera, aperta. fatta di parità di diritt ie di solidarietà, sia a livello locale tra concit-tadini e gruppi di diversa lingua, sia a livelloregionale e nazionale . Abbiamo il dovere diaffrontare i nostri problemi non ripetendo gl ierrori del passato, ma con la ferma consape-volezza delle necessità e delle responsabilitàdel presente, senza i complessi di ieri, con u nchiaro impegno democratico che riposi sull acomprensione e sulla speranza, ma soprattutt osulla lealtà .

Questo è quanto è stato dichiarato nei gior-ni scorsi in quest ' aula a nome della SiidtirolerVolkspartei, e noi siamo in modo convint osulla stessa linea . Ristabilito un rapporto in-terno di convivenza democratica, rapporto cor-roborato da intese che sono state determi-nanti per la definizione delle misure del « pac-chetto », prima con la « Commissione dei 19 »e poi nell 'ambito di numerosi contatti dirett itra rappresentanze locali e Governo, ristabilit oun binario di lavoro comune, è stato ancor ain Parlamento che si sono avuti i segni gra-duali di una evoluzione che procede in armo-nia con il ritmo dei convincimenti popolari

locali .Da una posizione di isolamento e di attesa ,

durata più di 15 anni, i parlamentari rappre-sentanti della minoranza di lingua tedescasono passati a votare la fiducia al Governo ,inserendosi, di fatto, in una posizione di cor-responsabilità che riflette l ' impegno di chi s iriconosce attore e non più spettatore di un acrescita democratica della società nazionale ;di chi cioè - con determinate e specifiche ga-ranzie che discendono dallo spirito e dalla let-tera della Costituzione - si sente in casa pro-pria nella Repubblica italiana .

Non è solo questione di fiducia al Governo :noi tutti, onorevoli colleghi, abbiamo rilevat ocon sodisfazione come i deputati dell atiroler Volkspartei vadano sempre più parte-cipando ai nostri comuni impegni parlamen-tari, all'attività parlamentare cioè con la qual ecerchiamo di corrispondere alle attese dell'in-tero paese e non solo delle zone nostre di

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provenienza, e come essi partecipino valida-mente all'attività del Parlamento europeo.

Di questa realtà – per molti aspetti posi-tiva – dobbiamo prendere atto, mentre ci ac-cingiamo a valutare le modifiche statutari eproposte in questo disegno di legge .

Ma non basta . È doveroso portare la nostraverifica anche a livello locale : là constatiamoche dopo più di dieci anni di assenza la Volks-partei ha riassunto responsabilità esecutiv enella regione Trentino-Alto Adige . È stataun'assenza che è dipesa dalla linea di arroc-camento decisa da quei dirigenti . Il ritorno ingiunta regionale risponde, di contro, ad u norientamento di ripresa di contatti e permett ea tutti esperienze che garantiscono – nel pi ùapprofondito e costante dibattito tra le forz epolitiche locali – una crescita a ritmo pi ùintenso della comunità regionale .

In provincia di Bolzano – dove è stata edè più viva l 'ansia per gli sviluppi della situa-zione – le vicende politiche procedono su que-sta stessa linea di maggiore incontro e di mag-giore solidarietà : sono passi lenti, ma sonoprove continue di accostamento ai comuni in-teressi . E sono testimonianza di una tendenzache va registrata affinché non manchi mai del-la attenzione e della solidarietà di tutte le sediresponsabili .

Il formarsi – se pur lento – di un costum edi attività pubblica, in sintonia con le mol-teplici esigenze della complessa comunità al-toatesina, è un patrimonio di valore incalcola-bile, è un patrimonio di civiltà che può essereincrementato solo in un sistema libero e de-mocratico, nel quale tutti possano sentirsi ga-rantiti per una prospettiva di vita più serena .

Sotto questo aspetto, anche l 'avvicinamen-to di sensibilità diverse e la spinta che n epuò derivare verso il superamento di condi-zioni sociali ed economiche che vanno senz ' al-tro modificate, rappresentano una singolarericchezza per la comunità mistilingue del -l 'Alto Adige. I poteri autonomi legislativi e damministrativi sono strumenti da usare per i lbene di tutte quelle popolazioni ; e, in verità ,le notizie che ci pervengono anche in quest igiorni dall 'Alto Adige sono nel senso di unaaccelerazione nel processo di avvicinament odella classe dirigente di lingua tedesca ai pro-blemi reali di una provincia che ha sì tantepossibilità, ma che ha perso anche tanto tem-po prezioso .

Anche quei dirigenti sono sollecitati dall aloro base, dai giovani soprattutto. Non vi èforse ancora sufficiente scioltezza di rapporti ,ma vi è più attenzione, più consapevolezza .In un ambiente dove i contrasti di prestigio

nazionalistico vanno messi rapidamente d aparte per lasciare posto alla considerazion edei problemi reali sono questi i passaggi chevengono sollecitati da una democrazia, resaviva anche dal movimento dei sindacati e del -le forze sociali .

Rimangono, ovviamente, preoccupazion ifondate sul ritmo e le direttrici dello svilupp olocale : preoccupazioni, queste, sentite dai piùavveduti fra i dirigenti e dai giovani dei di -versi gruppi linguistici . Ma l 'avvio c ' è stato :si tratta di moltiplicare lo sforzo perché all osblocco della situazione politica corrisponda ,sul piano concreto dell'occupazione e dell'or-dinata espansione economica, la più decis avolontà costruttiva. Su questa linea, il varodel « pacchetto » ha fatto crescere speranzeche il Parlamento certamente non deluderàdopo quanto ha già fatto, con un'azione coe-rente, all'altezza dei tempi e di problemi com equelli derivanti dalla presenza di una così ca-ratterizzata ed omogenea minoranza linguisti-ca in una zona di confine .

Questa verifica degli effetti politici del no-stro voto dello scorso anno non trova con -senzienti coloro che – anche in questa discus-sione – mantengono la loro netta opposizionea quanto è già stato fatto e a ciò che si v afacendo .

Ma questo era scontato : non vi è alcunapretesa da parte nostra di riuscire a convin-cere chi non si sente di sconfessare, nel mod opiù netto ed inequivocabile, la politica che i lfascismo ha attuato in Alto Adige . Tralascian-do la rievocazione di vicende storiche antece-denti al 1922, un fatto rimane certo ed incon-futabile : il fascismo, per vent'anni, ha mo-strato ai concittadini di lingua tedesca dell'Al-to Adige un volto dell'Italia che non potevaessere accettato .

Ne è venuto un senso di distacco, una frat-tura, che, attraverso varie ed alterne vicende ,ha prodotto conseguenze fino a questi anni .

Se, dal 1918 in qua, e per la prima volt ain forma che può considerarsi di scelta popo-lare, la minoranza di lingua tedesca della pro-vincia di Bolzano ha affermato responsabil-mente la sua accettazione di norme di vit alocale definite secondo i princìpi della Costi-tuzione della Repubblica, ciò è dovuto al fatt oche la democrazia italiana ha riscattato unpassato che condanniamo, in piena solidariet àcon chi lo ha subìto in Alto Adige e altrove .

Noi lavoriamo per realizzare anche nell aprovincia di Bolzano una convivenza che port ii segni duraturi di un progresso voluto e con-quistato di comune accordo, nelle piccole com enelle grandi cose .

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In questa prospettiva confermiamo la con-vinzione che il rafforzamento dei poteri auto -nomi legislativi ed amministrativi delle du eprovince, di Trento e di Bolzano, può dimo-strarsi strumento valido per una concordeazione di progresso che – anche in Alto Adi-ge – si risolverà nel vantaggio generale equindi anche nel vantaggio del gruppo di lin-gua italiana, che in quella provincia è in con -dizioni di inferiorità numerica .

Questo potrà essere il risultato di una sem-pre maggiore partecipazione delle rappresen-tanze politiche dei vari gruppi alla verifica del -le realtà locali, alla individuazione dei pro-blemi che attendono soluzioni organiche e ri-spettose delle esigenze dell'intera provincia ,dai suoi centri maggiori a tutta la periferia .

Questo metodo è stato già sperimentato, an-che ai fini della programmazione e i risultat iconcreti del comune impegno si sono avvertiti .

La reciproca comprensione rispetto alleprospettive dello sviluppo locale può esser eil banco di prova delle possibilità, che certoesistono, di stabilire convergenze, su scelteprecise, tra le rappresentanze politiche deidiversi gruppi . Tanto più ciò sarà realizza-bile quanto più si intensificherà, a tutti i li -velli, il discorso su ciò che va costruito in-sieme .

Per fare solo un esempio, fino a quando itemi dell'industria sono rimasti – anche inmodo pretestuoso, se si vuole – sinonimo diinteresse del solo gruppo di lingua italiana ,i dirigenti di lingua tedesca hanno trovato co-pertura alla loro tendenza a mantenere i npiedi la struttura economica di un tempo .

La spinta venuta dalle trasformazioni de lmondo contadino e dal suo inserimento in co-munità urbane, la pressione delle organizza-zioni sindacali che sostengono lo sviluppoequilibrato di tutti i settori, hanno già fatt oabbandonare a molti posizioni divenute d icomodo, inducendoli a dedicarsi ai problem idifficili e seri dell'indirizzo da darsi oggi allaeconomia locale: della loro azione pubblicamolti dirigenti e amministratori devono ri-spondere oggi più di prima e questo può ren-dere maggiormente proficuo l'incontro tra l erappresentanze dei diversi gruppi, che vann omanifestando attese omogenee .

Da più parti si sono espresse valutazion icritiche sul sistema di votazione del bilanci oprovinciale . Si è rilevato che è macchinoso ,ma soprattutto si è detto che esso cristalliz-zerà le posizioni di gruppo. Il mio partito ,che certo più di altri ha insistito sulla neces-sità della presenza di particolari norme cheaiutino una convivenza democratica, ritiene

che il valore pratico della norma sia invecequello di sollecitare l'intesa ; un'intesa tra igruppi che valga ad evitare interventi ester-ni al sistema dei rapporti politici. Si trattadi abituarsi a discutere insieme e di rinun-ziare a risolvere i problemi con la forza delnumero, quando al numero non corrispondauna politica programmaticamente qualificata ,ma esso sia solo espressione di un grupp olinguistico; bisogna superare la tentazione d i

ricercare esclusivamente nell ' ambito de lgruppo linguistico (in provincia di Bolzanomaggioritario) una sintesi di orientamenti so-ciali e politici che non tenga conto della pre-senza di altri gruppi che pure sono compo-nenti reali e permanenti della vita locale .

Con la stessa forza con la quale la demo-crazia cristiana ha insistito per una partico-lare procedura di approvazione del bilanci oprovinciale, essa riafferma la volontà di- nonfarlo divenire, in alcuna occasione, strumen-to di ostruzionismo . In questo senso, la mi aparte politica non vede la normativa di cu iparlo come una sorta di banco su cui fare a

braccio di ferro . Così, riteniamo di poter pen-sare che anche i dirigenti di lingua tedescapiù aperti al dialogo avvertano, con l'espe-rienza, il valore che, secondo noi, ha tal e

normativa, come mezzo per facilitare anche

all'interno del gruppo di lingua tedesca u n

dispiegarsi articolato di volontà verso intesedemocratiche, che superino, nei fatti, le nor-me giuridiche di garanzia .

Ancora, sulla stessa linea, vorremmo riaf-fermare che il sistema della riserva di post i

nei pubblici concorsi, riserva rapportata all a

consistenza dei gruppi linguistici„ non va a

cozzare contro principi costituzionali . Anzi

costituisce una particolare forma di applica-zione di quel principio di eguaglianza che è

solennemente affermato dall ' articolo 3 dellaCostituzione e richiamato dall'articolo 6;

eguaglianza non formale ed astratta, ma con -

creta e sostanziale, che si realizza talvoltaproprio costituendo situazioni giuridiche dif-ferenziate .

Avvertiamo tutto il peso politico di quest a

normativa, ma riconosciamo che, ove essa sia

attuata con la gradualità dipendente dal na-turale determinarsi delle vacanze, nel rispet-to del principio della funzionalità dei pub-blici servizi e con una specificazione di det-taglio conforme all'esperienza già fatta i n

molti anni di applicazione pratica presso ent i

locali, essa potrà portare ad un assestamentopositivo nell'orientamento professionale dell e

nuove leve lavorative. Da un lato i giovani

di lingua tedesca si interesseranno di più ai

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posti di impiego pubblico e dall'altro latoquelli di lingua italiana saranno indotti adarsi una,qualificazione professionale che l iinserisca maggiormente nelle attività econo-miche locali .

Il valore costituzionale, e quindi perma-nente, proprio di questa normativa ha, certo ,grande rilevanza politica; la sua pratica ap-plicazione ne potrà attenuare la rigidità adat-tandola ai fenomeni di assestamento social eche si verificheranno in Alto Adige .

E tutto ciò non potrà determinarsi con i lsacrificio di una parte. I concittadini di lin-gua tedesca, di lingua italiana e i ladini ch evivono in Alto Adige hanno pieno e pari di -ritto di trovare in quella loro terra sicurezzadi vita .

Certo, questo assestamento deve essere ul-teriormente favorito con una migliore e piùcompleta preparazione di tutti i giovani nel -l ' uso delle lingue parlate in loco. Sotto que-sto aspetto non è possibile ritardare ancora leurgenti modifiche da apportare ai programm iscolastici per intensificare in tutte le scuolel ' insegnamento della lingua tedesca ai gio-vani di madre lingua italiana .

È grave che lo Stato lasci la scuola pub-blica carente di strumenti adeguati alla pre-parazione del giovane alla vita di una pro-vincia mistilingue .

La scuola ha compiti indeclinabili, se èvero che essa deve concorrere alla formazionedella società di domani : lo Stato non può tra-scurare ulteriormente questo problema, se no nvogliamo accrescere condizioni di disagio, d idebolezza e quindi di effettiva disparità tr ai singoli e tra le famiglie, anche in ordinealle possibilità di occupazione .

Questa insistenza sulla preparazione spe-cifica dei giovani che si attua con buoni ri-sultati nelle scuole ad ordinamento special edelle comunità ladine, e non nelle scuole ri-servate alla comunità italiana, è un'insistenz ache i nazionalisti hanno duramente combat-tuto quando vi era un clima di miopia quas igenerale : ora sono tutti convinti che va recu-perato, con ogni mezzo, con ogni più sollecit ainiziativa, il tempo che abbiamo perduto .

Non occorre sottolineare ulteriormente i lsenso politico di queste sollecitazioni che rivol-giamo al Governo, perché siamo tutti animat idalla volontà di facilitare i rapporti che pos-sono alimentare reciproca conoscenza, com-prensione e solidarietà nel perseguimento d icomuni finalità .

Ritengo' che su altri particolari del disegn odi legge vi sarà modo di esprimere il propri oavviso in sede di esame degli articoli . La no-

stra è comunque una linea di pieno appoggi oal testo presentato dal Governo, e ciò ancheavendo riguardo al lavoro compiuto dal Co-mitato preparatorio dei provvedimenti pe rl'Alto Adige, con la partecipazione dei rappre-sentanti delle due province di Trento e diBolzano . Tale Comitato ha potuto verificare l acorrispondenza delle formulazioni legislativ eal contenuto delle misure previste nella pro -posta globale del Governo .

Confermiamo per altro la nostra disponi-bilità per dei miglioramenti tecnici del testo ,sempre che intervengano accordi qualificat ie quindi anche con la rappresentanza parla-mentare della minoranza di lingua tedesca .

Ciò che preme, anche di fronte a quest odisegno di legge, è .di dare continuità alla lineafin qui seguìta per realizzare in Alto Adige enell'intera regione quelle condizioni di mag-giore serenità per tutti da cui dipende anch elo sviluppo economico e civile di quelle zone .

La coerenza con la quale intendiamo pro -cedere è segno anche di solidarietà con l eforze politiche che localmente operano – purese su diverse posizioni – con senso di respon-sabilità, per tradurre in realtà attese vive esentite da quelle popolazioni .

PRESIDENTE. È iscritto a parlare l'ono-revole Manco. Ne ha facoltà .

MANCO. Signor Presidente, onorevoli col-leghi, ringrazio innanzitutto la Presidenzaper avere consentito alla richiesta di un rin-vio di qualche giorno del mio intervento perragioni di carattere personale . Per mantene-re quindi fede anche all'impegno che ho as-sunto con la Presidenza, limiterò questo miointervento a pochi minuti : quelli sufficient iper ribadire ancora una volta il concettopolitico e che costituisce in sostanza la fon-damentale ragione della nostra opposizione aquesto disegno di legge costituzionale .

Dirò subito al collega Bressani, che haterminato or ora di parlare, che l'ho ascol-tato con attenzione: perché è dovere ascol-tare un collega di parte avversa ed anche pe rsentire le ultime battute della maggioranzaattorno a questa legge e appurare i definitivie conclusivi argomenti addotti, oltre quell iche conosciamo per essere stati esposti nell ealtre sedute che la Camera ha dedicato a que-sta discussione .

In buona sostanza, quando si afferma daparte della democrazia cristiana e da partedella maggioranza che sono da respingere l erichieste dell 'opposizione – che non interes-

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sano la maggioranza perché sono ben note eche non vanno addirittura considerate – non

credo si renda omaggio alla democrazia, chesi basa anche sul tentativo di convincimentoreciproco delle parti, maggioranza e opposi-zione, che discutono un provvedimento : alfine di individuare su un piano di confron-to, dialettico e razionale le ragioni che son oalla base di una iniziativa parlamentare .

È un atteggiamento irrazionale e direi an-che scorretto dal punto di vista democraticoquello che respinge sic et simpliciter taluneargomentazioni, senza offrire sufficienti mo-tivazioni . Dico questo, signor Presidente ,perché – a parte le ragioni sentimentali e pa-triottiche che caratterizzano la posizione po-litica del mio gruppo, a parte la speculazionedemagogica che si è fatta sulla pretesa ag-gressione sciovinistica all 'Alto Adige, cioè aduna terra che il fascismo avrebbe voluto ita-lianizzare ad ogni costo – dall'esame dellerelazioni dell'onorevole Ballardini e dell'ono-revole Almirante, l'una di maggioranza el'altra di minoranza, mi pare si possa direche, mentre nella relazione per la maggio-ranza vi è un fazioso excursus storico chenon affronta, però, la tematica di fondo, l aanalisi delle ragioni, anche di ordine giuri-dico e costituzionale, oltre che politico, chedovrebbero essere alla base di questo prov-vedimento, nella relazione Almirante, percontro, si portano una serie di argomenti edi considerazioni a cui vorremmo che fosse-ro opposte delle argomentazioni valide, cherappresentassero per lo meno un tentativo d i

spiegazione, se non di convincimento .Anzitutto ci vien fatto di chiederci se l a

relazione Ballardini sia condivisa da tutta l amaggioranza governativa . È un fatto che inquesta Camera sembra, quando si discutonoargomenti di notevole importanza, che l'as-senza di coloro che sono i primi portatori d iun provvedimento giustifichi anche l'assenz adi altre componenti della maggioranza e de lGoverno. Sarebbe stato estremamente interes-sante, ad esempio, se la maggioranza avessemanifestato un'adesione convincente e totalealle motivazioni contenute nella relazioneBallardini, il che invece non è emerso d aquesto dibattito . Anzi stamattina è assenteanche il relatore per la maggioranza : sem-bra quasi una fuga rispetto alle affermazioni ,alle spiegazioni, al contenuto della relazion edi maggioranza, che è molto strana, signo rPresidente .

Non può essere considerata una relazion eseria, infatti, quella che si riferisce solo a duna sintesi storica per cercare di dimostrare

o giustificare una scelta del presente . ,Non sipuò affidare la spiegazione di un problemaad un sunto storico. È un modo di procedereanomalo, dal punto di vista della logica co-mune e della logica politica . È quasi la te-stimonianza dell'incapacità di offrire unaspiegazione plausibile e valida per un prov-vedimento di legge che viene portato avanti .

Ci si rifà ad una storia strana, signor Pre-sidente – bisogna dirlo onestamente, pe rlealtà – e ci si rifugia in un modo faziosoin citazioni storiche dimostrando sul pianopsicologico non tanto la volontà di risolver eil problema nell'interesse di certe situazioniitaliane, o nell'interesse di una pacificazionedi quelle terre che hanno subìto vari drammie traumi, quanto la volontà comunque di ri-solvere un problema in contrasto con i ten-tativi buoni o cattivi di soluzione dello stessoproblema che vennero fatti storicamente nelpassato .

Non si potrebbe dare una spiegazione di -versa alle affermazioni contenute in questarelazione che, per essere la relazione ad unprovvedimento di legge che si presenta ven-ticinque anni dopo la fine della guerra, aventidue anni di distanza dal 1948, decenn idopo gli accordi di carattere internazionale enazionale, le decisioni, le iniziative, gli sforzi ,i « pacchetti », le varie affermazioni dei mi-nistri degli esteri che ,si sono succeduti all adirezione della politica estera italiana, . nonconsente affermazioni che si riferiscano a con-cetti come questo espresso dall'onorevole Bal-lardini : « Questi dati bastano a dimostrar eche l'annessione dell'Alto Adige all'Italia noncostituiva il coronamento degli ideali risor-gimentali, né rientrava nelle mire dell ' irre-dentismo battistiano » .

Devo dire, con tutta l'educazione e la cor-rettezza possibili, con tutta la stima personalenei confronti dell'onorevole Ballardini, che s euna affermazione del genere fosse fatta i nuna scuola, il discepolo che affermasse tuttoquesto sarebbe bocciato in quanto si dimo-strerebbe privo di nozioni culturali e stori-che veramente elementari . Né si può pensar eche questa affermazione intenda superare i lnozionismo storico-culturale per affrontar edelle tesi che siano veramente nuove e ori-ginali .

Dire che la volontà di annettere l'AltoAdige era al di fuori, più che dal punto d ivista storico, proprio dal punto di vista spi-rituale, dal punto di vista dell'entusiasm odelle pagine risorgimentali, da quella che èla storia vissuta, sentita del Risorgimento ita-liano, mi pare sia un 'affermazione che rivela

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- questo bisogna dirlo con lealtà - quella ch eè l'anima socialista .

All'inizio, signor Presidente, io chiedevomolto sommessamente entro quali limiti que-sta relazione fosse condivisa .da tutta la mag,gioranza, proprio perché da essa traspareun ' anima che è socialista ; condivisa però i nbuona parte, penso, dall'anima democristiana ,che è quella del neutralismo costituzionale edella volontà di rinuncia ad ogni costo .

Accanto alle pretese sono contenuti in que-sta relazione insulti non tanto nei confront idel fascismo, che come fatto storico può no ninteressare o può anche costituire motivo d iodio, legittimo dal punto di vista dell'onore-vole Ballardini, quanto nei confronti di quelloche l'Italia, la nazione, sul piano storico -con il fascismo, senza il fascismo, contro i lfascismo - ha deciso per lunghi anni ; giun-gendo a soluzioni che costituiscono un tip odi diritto, se non di civiltà, al quale si deveopporre, se non un 'altra civiltà, certo un al-tro tipo di diritto, un altro tipo di normativa ,un altro tipo di cultura, direi .

Quando si legge, come è scritto qui, ch eil fascismo ha fatto scempio dell 'Alto Adige ,così come ha fatto scempio della sua nazione ,tradendo tutti gli interessi nazionali e quell idell'Alto Adige, traspare la costituzionaleanima socialista di rinuncia, che è la stessadegli anni compresi tra il 1914 e il 1920 eche ancora oggi si evidenzia attraverso la vo-lontà di distruggere quelli che sono gli inte-ressi italiani a favore degli interessi di altregenti e ,di altri popoli . Perché se è vero chesul piano polemico . si può anche affermareche vi sia stato da parte del fascismo l 'erroredi un tentativo di aggressione, l'errore di un avolontà di italianizzare ad ogni costo una si-tuazione che italiana non doveva essere o nondoveva essere fino a un certo limite o dovev aessere entro certi limiti, è altrettanto vero cheda questa parte si commette, se non il delitto ,I'errore opposto, quello di offrire agli altri ,a proprio svantaggio, a proprio detrimento ,a proprio danno, certe prerogative e certi pri-vilegi, dando origine ad una vera e propri aforma di antitalianità e di antinazionalità .

Poche parole ancora, signor Presidente ,onorevoli colleghi, sulla forma giuridica d iquesta proposta di legge. R necessario che i oponga a me stesso certe domande . A quest edomande mi sforzerò di dare una mia spie-gazione fin dove la saprò dare ; ma ad ess eprobabilmente io stesso non potrò dare un arisposta a causa della incertezza della situa-zione. Innanzitutto chiedo : che tipo di dise-

gno di legge è questo ? Nella testata c'è scrit-to: disegno di legge costituzionale.

Evidentemente un disegno di legge costi-tuzionale porta certe modifiche della struttu-ra giuridica delle leggi scritte in rapporto allavolontà costituzionale. Un disegno di leggeche investe una situazione nazionale, che in -veste il diritto interno della nazione e n esposta i termini, i limiti in rapporto alla li-nea costituzionale, è certamente un disegn odi legge costituzionale . Ma nella fattispecieci troviamo forse dinanzi ad una legge che co-stituisce un'approvazione o una non appro-vazione di un emendamento o che comunqu eè in rapporto con un accordo di carattere in-ternazionale ? Questo è ilprimo quesito a lquale bisogna senz'altro dare una risposta ,perché dalla sua soluzione derivano certe con-clusioni anche di carattere tecnico e giuridi-co che io cercherò di spiegare rapidamente ame stesso .

La seconda domanda che mi pongo, sem-pre nei riguardi di questa proposta di legge ,è la seguente : questa proposta di legge costi-tuisce una riforma - sono questi i concett icontenuti ampiamente nella relazione del -l'onorevole Almirante' che, ripeto, in contra-sto con la relazione Ballardini, è frutto di ar-gomenti contro i quali bisogna offrire suffi-cienti ed efficienti motivazioni - dello statutoin rapporto ad una modifica del contenuto de lpatto De Gasperi-Gruber ? Costituisce un aprova dell'attuazione di questo patto, un aprova di una parte emendata del patto, o ad -dirittura la manifestazione dell'approvazion edello stesso patto, non tanto in sede di attua-zione ma addirittura in sede teorica, in sededi disciplina giuridica ? Cosa rappresenta ,cioè, nel collegamento giuridico-costituziona-le, giuridico-politico questa proposta di leggenei confronti del patto De Gasperi-Gruber ?Se cioè - terzo punto - appaia come una que-stione di carattere prettamente nazionale ch einteressi i confini interni della nazione o un aquestione di carattere internazionale, dallaquale precisazione di carattere giuridico-costi-tuzionale ne possono e ne devono scaturir ecerte determinate iniziative politiche. Ha ra-gione, cioè, l'onorevole Almirante quand onella sua relazione afferma che sarebbe stat opiù logico, sarebbe stato meglio affrontare l atematica di carattere internazionale, porre i lproblema sul piano internazionale, avendo d auna parte e dall'altra certe garanzie, offren-do certe garanzie e accettando per ciò stessoil principio, l'accordo di carattere internazio-nale come fatto più tranquillizzante che no ninvece una questione di carattere interno con

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degli addentellati che sfuggono dal punto d ivista giuridico.

La modifica costituzionale che si vuole at-tuare attraverso la votazione che la Camer asi accinge a fare di questa proposta di legg eporta dall'altra parte contrattuale, cioè l'Au-stria, a modifiche di una sistematica giuridi-ca interna per quanto concerne la valutazio-ne, l 'approvazione o la disapprovazione giu-ridica e penale delle iniziative delittuose ch esono state commesse da coloro i quali hannofatto tutto quello che hanno fatto in questoscorcio della storia italiana e che ha suscitato'condanne, riprovazioni, reazioni da parte d itutti coloro che hanno dovuto prendere attodei drammi che l'Italia ha vissuto ? Vi è, cioè ,questa specie di corrispettivo giuridico dal -l'altra parte che possa spiegare e giustificar equesta modifica del diritto costituzionale in-terno che si attua con questa proposta d ilegge ?

Sono quesiti, signor Presidente, onorevol icolleghi, ai quali è necessario dare una ri-sposta, anche perché (come vede, signor Pre-sidente, rispettoso degli impegni, mi accing oa concludere) questa strana proposta di legg ein pratica, ossia nella parte tecnica, nell'ar-ticolato, alimenta dei dubbi che sono vera -mente sconcertanti per coloro che hanno un aelementare, rudimentale, semplice, modestis-sima nozione del diritto .

Vorrei soltanto, a chiusura di questo mi obrevissimo intervento, ricordare due o trepunti stranissimi di questo provvedimento .All'articolo 15 è scritto : « Dopo l'articolo 17dello Statuto speciale per il Trentino-AltoAdige, approvato con legge costituzionale 2 6febbraio 1948, n. 5, è istituito il seguente ar-ticolo 17-bis :

« La regione e le province utilizzano - apresidio delle norme contenute nelle rispetti -ve leggi - le sanzioni penali che le leggi del -lo Stato stabiliscono per le stesse fattispecie » .

Questo concetto, in verità, non l'ho capito .Non capisco che cosa significhi questa speciedi mandato, di affidamento della sanzione pe-nale alla regione da parte dello Stato . Ed èstrana anche questa forma di precisa dele-gazione della sanzione penale dallo Stato all aregione, quando nella proposta di legge si f aallusione alla fattispecie . Anzitutto, da mode-stissimo cultore del diritto, non trovo seri oche sia inserita in una legge così important equesta affermazione di una stessa fattispeci e(mi. sembra di leggere una parte del codice )che debba avere un trattamento penale dell aregione come quello che ha da parte dell oStato . Non è possibile che in sede penale vi

sia una forma di delega dello Stato alla re-gione con una eguale sanzione penale per l astessa fattispecie, il che è implicito, mi pare ,perché, se così è, si affronta la tematica dicarattere penale, e allora si modifica la leggepenale, sia pure commettendo un errore giu-ridico, sia pure commettendo una eresia giu-ridica, sia pure commettendo una violazion e(si dice : nella regione vi sarà una sanzion epenale diversa da quella decisa dallo Stato) ;ma, se così non è - e così non è, perché l alettera della legge indica che la sanzione èuguale - questo articolo è superfluo. Non s itratta di questioni amministrative, bensì d iquestioni penali ; e la disciplina dello Stat onon può che essere uguale per tutti .

All'articolo 47 è previsto che si inserisca ,dopo l'articolo 78 dello statuto speciale peril Trentino, un altro articolo del seguent etenore: « Gli atti amministrativi degli ent ied organi della pubblica amministrazion eaventi sede nella regione, ritenuti lesivi de lprincipio di parità dei cittadini in quantoappartenenti ad un gruppo linguistico, pos-sono essere impugnati dinanzi all 'autonomasezione di Bolzano del tribunale regionale digiustizia amministrativa » (a proposito dellaunicità, dell'unitarietà giurisdizionale del di-ritto, qui siamo di fronte al decentramentopiù parossistico e sconcertante) « da parte de iconsiglieri regionali o provinciali e, in casodi provvedimenti dei comuni nella provinciadi Bolzano, anche da parte dei consiglieri de icomuni di tale provincia qualora la lesion esia stata riconosciuta dalla maggioranza de lgruppo linguistico del consiglio comunale ch esi ritiene leso » .

Mi pare di comprendere, dunque, che l aproposizione del ricorso è condizionata a lriconoscimento di una lesione giuridica daparte della maggioranza del gruppo lingui-stico del consiglio comunale che si ritiene 'leso .Chi stabilisce questo riconoscimento checostituisce la condizione per la proposizionedi un ricorso ? Vi è un problema di merito ,che è alla base della proposizione del ricorso ,e per il semplice motivo che si tratta di u nfatto di merito, non può essere sottoposto senon al giudizio del magistrato e deciso da l

magistrato . La parte non può proporre un ri-corso avendo autonomamente risolto un pro-blema di merito che costituisce la condizioneper la proposizione del ricorso stesso . .

L'ultimo articolo che desidero citare persottolineare le inesattezze giuridiche contenut enel provvedimento in esame è l'articolo 49 ,che tende a sostituire il primo comma del-

l 'articolo 82 dello statuto con il seguente :

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« Ferme le disposizioni contenute negli arti -coli 49-bis e 73, comma sesto e settimo, dell ostatuto, la legge regionale o provinciale, pu òessere impugnata davanti la Corte costituzio-nale per violazione della Costituzione o de lpresente statuto o del principio di parità tr ai gruppi linguistici » . Ora, è perfettament enoto che, quando vi è un contrasto tra l eleggi regionali e la Costituzione, esso non puòessere risolto se non dalla Corte costituzionale .

L'articolo 48 tende ad inserire, dopo l ' arti-colo 78 dello statuto, un articolo del seguentetenore: « Delle sezioni del Consiglio di Stat oinvestite dei giudizi d 'appello sulle decision idell 'autonoma sezione di Bolzano del tribu-nale regionale di giustizia amministrativa dicui all 'articolo 78 dello statuto fa parte u nconsigliere appartenente al gruppo di lingu atedesca della provincia di Bolzano » .

difficile comprendere la configurazionetecnico-giuridica di questo rappresentante de lConsiglio di Stato . Egli deve partecipare all acollegialità di alcune decisioni ; è un magi -strato amministrativo che partecipa alla for-mazione della giustizia amministrativa e deveappartenere al gruppo di lingua tedesca . Nonsono nemmeno stabiliti certi requisiti, no ndico politici, ma di carattere tecnico, cultu-rale, giuridico, necessari perché questo con-sigliere possa partecipare all'attività del Con-siglio di Stato .

Siamo, cioè, signor Presidente e onorevol icolleghi, non solo di fronte alla rinunci apolitica totale, ma alla più aberrante e scon-certante rinuncia storica, che ha rapporti co ntutta la storia italiana, alla rinuncia propri ovoluta, dichiarata, che ha la sua legalizzazionee la sua consacrazione in una aberrante ,sconcertante, paurosa, starei per dire vile(sotto il profilo politico evidentemente) rela-zione, quale è quella che viene sottopost aall 'esame del Parlamento, ma siamo soprat-tutto dinanzi ad un aborto di legge, anchedal punto di vista tecnico-giuridico, che no nrisolve assolutamente i problemi fondamental iper il funzionamento stesso di quello che s iva a decidere e a promuovere con la legg emedesima. Siamo dinanzi ad un rovescia-mento di situazioni . Si è velluto parlare diun rovesciamento tentato, si è detto, dall ' Italiadel ventennio diretto ad una forzatura dell aitalianizzazione di zone che invece italianeoggi si sentono più che mai e che tali no ndevono essere e non devono sentirsi ; siamoad un rovesciamento totale .

Ieri si è concepito in una certa maniera ,attiva, aggressiva; oggi si concepisce in un amaniera totalmente ribaltata che è una forma

di offerta, di rinuncia, che, come prima di-cevo, è la manifestazione, è proprio la ban-diera dell 'anima socialista, che storicamentecompare, attraverso il suo vuoto, attravers ola sua codardia, nel Parlamento italiano, inun Governo nel quale le altre componenti tac-ciono, lasciando la possibilità di agire i ndanno della patria e a vantaggio di gruppietnici che saranno domani maggioritari ri-spetto ad una minoranza italiana che sar àsempre più abbandonata e indifesa . (Applaus ia destra) .

PRESIDENTE. Il seguito della discussion eè rinviato ad altra seduta .

Deferimenti a Commissione.

PRESIDENTE . La II Commissione perma-nente (Interni) ha deliberato di chiedere ch ela proposta di legge d'iniziativa dei deputati :

LIZZERO ed altri : « Scioglimento dell'Operanazionale di assistenza all'infanzia delle re-gioni di confine (ONAIRC) » (1361) ,

ad essa assegnata in sede referente, le si adeferita in sede legislativa .

Se non vi sono obiezioni, rimane così sta-bilito .

(Così rimane stabilito) .

Sciogliendo la riserva, ritengo che anch ela seguente proposta di legge debba esseredeferita alla II Commissione permanent e(Interni) in sede legislativa, con il pareredella I e della V Commissione :

ARMANI ed altri : « Riordinamento del -l'Opera nazionale di assistenza all ' infanziadelle regioni di confine (ONAIRC) » (Urgen-za) (2881) .

Se non vi sono obiezioni, rimane così sta-bilito .

(Così rimane stabilito) .

Discussione della proposta di legge Pierac-cini ed altri : Modificazioni alla legge10 febbraio 1953, n. 62, sulla costituzion ee sul funzionamento degli organi regio-nali, nonché alla legge 16 maggio 1970,n. 281, recante provvedimenti finanziar iper l'attuazione, delle regioni a statut oordinario (approvata dal Senato) (2934) .

PRESIDENTE . L'ordine del giorno reca l adiscussione della proposta di legge di inizia-tiva dei senatori Pieraccini, Albertini, Vi-gnola, Albanese, Banfi, Bardi, Bloise, Cipel-lini, De Matteis, Ferroni, Lucchi, Mancini,

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Zuccolà, Arnone, Avezzano Comes, Bermani ,Caleffi, Castellaccio, Catellani, Celidonio, Co-dignola, Fenoaltea, Ferri, Formica, Jannuzzi ,Minnocci, Righetti, Rossi Doria, Segreto ,Tolloy; Signorello, Spagnolli, Morlino, Barto-lomei, Tesauro, Del Nero, Mazzarolli, Mur-mura, Pennacchio, Treu, De Vito : Signorello ,Spagnolli, Morlino, Bartolomei, Tesauro, De lNero, Mazzarolli, Murmura, Pennacchio ,Treu, De Vito : « Modificazioni alla legg e10 febbraio 1953, n . 62, sulla costituzione esul funzionamento degli organi regionali ,nonché alla legge 16 maggio 1970, n . 281, re-cante provvedimenti finanziari per l'attua-zione delle regioni a statuto ordinario » .

Si tratta di tre proposte originarie appro-vate dal Senato in un testo unificato .

Come la Camera ricorda, la Commissionenella seduta pomeridiana di ieri è stata auto -rizzata a riferire oralmente . Il relatore ono-revole Bressani ha facoltà di svolgere la suarelazione .

BRESSANI, Relatore . Signor Presidente ,onorevoli colleghi, questa proposta di leggeche ci perviene approvata dal Senato è indub-biamente scarna di articoli . Però non è unprovvedimento di poca importanza. Mi pareanzi che esso si inserisca con un suo riliev onel processo di attuazione dell 'ordinamentoregionale, in quel processo che ha avuto ini-zio con l'approvazione della legge elettoral eregionale e con l 'approvazione della legge fi-nanziaria e che avrà i suoi momenti più si-gnificativi e più importanti nelle norme su ltrasferimento delle funzioni, degli uffici, delpersonale, che spetta al Governo emanare sull abase della delega ad esso conferita dal Par-lamento ; che avrà inoltre momenti important ie significativi nell ' approvazione, da parte de lParlamento, delle leggi-cornice, specie i nquelle materie in cui è più urgente un'operadi innovazione legislativa e in cui è più ur-gente dettare i princìpi fondamentali, nuov irispetto all'ordinamento vigente, nell'ambit odei quali si esplichi la potestà legislativa re-gionale .

Ma dicevo che questo disegno di legge (cos ìlo chiamiamo perché ci perviene dal Senato ,ma in realtà si tratta di proposte di iniziativaparlamentare che hanno trovato una loro uni-ficazione in sede di Commissione al Senato esono state approvate da quella Assemblea) ,dicevo, questo progetto di legge si inserisc enel momento iniziale della costituzione, dell aattuazione dell'ordinamento regionale : il mo-mento cioè in cui le regioni si danno un aloro organizzazione interna, un loro assetto

organizzativo ; il momento in cui esse delibe-rano, adottano – ai sensi dell'articolo 123 dell aCostituzione – il loro statuto ; il momento ch estanno attraversando in queste settimane e i nquesti mesi, quando molte di esse hanno giàdeliberato lo statuto, hanno già deciso circail loro assetto interno e molti di questi sta-tuti sono all ' esame del Parlamento, in parti-colare all'esame del Senato .

Indubbiamente in questa fase iniziale co-stitutiva delle regioni a statuto ordinario, con-dizionante è la normativa contenuta nella legg e10 febbraio 1953, n . 62, normativa che, com ei colleghi ricorderanno, tende a disciplinar ein maniera piuttosto minuta e dettagliata, l aorganizzazione della regione . Ci sono statedelle iniziative anche di parte governativa ,in altre legislature, volte a portare modifich eorganiche e sostanziali alla cosiddetta legg eScelba . Quelle iniziative, però, non hannoavuto un esito positivo e sono rimaste allostato di disegno di legge .

A proposito della legge n . 62 del 1953, sonoinsorti problemi o questioni di legittimità co-stituzionale, su cui non è certo questo il mo-mento e forse neppure la sede per intratte-nersi. Vale piuttosto la pena di fare una sot-tolineatura di carattere politico . È in atto in-dubbiamente una evoluzione rispetto al mododi intendere l'ordinamento regionale propriodel legislatore ordinario ,del 1953 ;' allora s i

pensava al l 'opportunità e alla necessità di dar e

un assetto uniforme alle regioni, di fare leregioni secondo un modello unico che il legi-slatore ordinario avrebbe precisato anche ne ldettaglio, così come è precisato anche nel det-taglio nella legge del 1953 .

C'è un'evoluzione dunque rispetto al mododi intendere le regioni anche per quanto ri-guarda la loro organizzazione interna . Oggi ,più di ieri, si afferma la tendenza a dare mag-gior spazio al potere di darsi una organizza-zione interna esercitando un massimo di au-tonomia ; a dare maggiore spazio al poter estatutario delle regioni .

Questa evoluzione del modo di concepir el'istituto regionale ha i suoi riflessi immedia-tamente concreti, politici, anche nel modo d ioperare delle regioni a statuto ordinario che ,proprio in questi mesi, vanno ricercando l eforme organizzative più appropriate alle loroesigenze e l'assetto interno più adeguato alloro modo di operare . Gli assetti interni, l eforme organizzative sono diversi da region ea regione, quasi attuando un certo pluralismo ,apprezzabile anche in questa fase, che i nqualche modo potremmo definire costituente ,delle regioni. Quello che i consigli regionali

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affrontano nel darsi i loro statuti è un impegnomolto serio, che corrisponde al modo di con-cepire a livello locale l'istituto regionale e l aautonomia regionale . A questo impegno devecorrispondere un eguale impegno da parte de lParlamento, quello, cioè, di approvare rapi-damente gli statuti, per evitare, in quest adelicata fase di primo avvio dell'esperienzaregionale, ogni ritardo, ogni remora, che po-trebbero pregiudicare per lungo tempo i rap-porti tra gli organi costituzionali della Repub-blica e le regioni .

Mi riferisco nuovamente alla normativacontenuta nella legge n. 62; parlavo dei dubb irelativi alla costituzionalità che investono al -cune norme contenute in quella legge . Inten-do cioè fare riferimento alla natura contro -versa che hanno alcune di quelle disposizioni ,specie quelle che specificano fin nei minim iparticolari, al di là di quanto previsto dal -l'articolo 123 della Costituzione, il contenutoche dovrebbero avere gli statuti regionali . Miriferisco ancora alle incertezze, e ai dubbi chepossono esserci in ordine ai poteri di appro-vazione da parte del Parlamento e in ordin ealla natura dell'atto di approvazione degl istatuti da parte del Parlamento . Questi dubb ie queste incertezze potrebbero far sorgere con-flitti, di incerto fondamento giuridico, tra l oStato e le regioni, che potrebbero risultarepregiudizievoli per una rapida e razionale at-tuazione dell'ordinamento regionale . Quest isono i motivi che hanno ispirato la presenta-zione del progetto di legge al nostro esame ;sono motivi, quindi, di opportunità politica ,di certezza costituzionale . Si ha soprattuttouna visione, a mio avviso, più moderna e piùaperta dell'autonomia regionale .

Tali considerazioni inducono ad introdurr euna nuova, aggiornata normativa, quale quel -la che con pochi articoli viene sottoposta all anostra discussione, una normativa che in qual -che modo liberalizzi il potere statutario delleregioni, senza far venir meno per quest oquelle garanzie da parte degli organi costitu-zionali dello Stato, concernenti l'unità delloordinamento e il rispetto degli interessi dell acomunità nazionale . Il contenuto del progett odi legge può essere rapidamente riassunto, conun breve esame degli articoli che lo compon-gono; si tratta di 4 articoli, ma l'ultimo dispo-ne soltanto la immediata entrata in vigore de lprovvedimento medesimo . Si tratta di abro-gare le disposizioni contenute nel titolo prim odella legge n. 62, fatta eccezione per la normadi cui all'articolo 6, sulla quale ci intratter-remo brevemente ; si tratta di abrogare, cioè ,quelle disposizioni dell'articolo 1 della legge

n. 62 che disciplinano, al di là di quanto pre-visto nell'articolo 123 della Costituzione, i lcontenuto degli statuti regionali e si tratta, i nbuona sostanza, attraverso questa abrogazio-ne, di riconoscere una più ampia autonomi aalle regioni nella predisposizione degli statut ie nell'indicazione dei contenuti che essi deb-bono avere .

Sempre all'articolo 1 della proposta di leg-ge abbiamo anche una disposizione modifica-tiva dell'articolo 6 della legge n . 62, che ten-de a ricondurre più esattamente e più preci-samente nei limiti dell'articolo 123 quella fun-zione di controllo che il Parlamento esercit asugli statuti regionali in sede di approvazione ,con legge, degli statuti medesimi . Ho detto

funzione di controllo » perché ritengo chesi tratti, nella sostanza, di un atto di controll oche non investe soltanto la legittimità costi-tuzionale, ma ha un contenuto più ampio ecompleto . Si tratta di un atto di controllo ch eil Parlamento pone in essere rivestendolo del -la forma legislativa .

Le disposizioni contenute nell'articolo 2della proposta di legge si ricollegano ai titol iIII e IV della legge n . 62 del 1953, in quant osono disposizioni che disciplinano l 'organiz-zazione della regione. Le disposizioni di cu iai titoli III e IV della legge n . 62 dettano unadisciplina dei rapporti tra gli organi regional iche più utilmente, per quanto prima diceva-mo, può essere riservata allo statuto . Per altro ,queste disposizioni hanno avuto una loro uti-lità, una loro ragione d'essere in questa faseiniziale della vita delle regioni, quando le re-gioni ancora non disponevano di un propri ostatuto, dovevano darsi un assetto organizzati-vo, costituire i propri organi, come la giunta ,e scegliere il presidente di essa . Comunque ,riteniamo che dette disposizioni dabbano con-siderare esaurita la loro utilità e quindi laloro efficacia in questa fase iniziale, lasciandoIibero spazio all'autonomia statutaria dell eregioni nel disporre anche sulle materie inquestione .

Vorrei ricordare ai colleghi che il disegn odi legge che è all'origine della legge n . 62menzionata prevedeva in una sua disposizio-ne, contenuta nell'articolo 40, che le norme inmateria di organizzazione regionale dovesser oavere carattere transitorio. Detta disposizion efu modificata dalla Camera, che allora died ecarattere definitivo a tali norme . Oggi voglia-mo ritornare allo spirito che informava il Go-verno nel presentare quel disegno di legge, i ncui tali disposizioni erano di carattere tran-sitorio; con questa legge vogliamo attribuirea tali norme lo stesso valore transitorio, fino

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al giorno dell 'entrata in vigore degli statut idelle singole regioni .

La disposizione dell 'articolo 3 della pro-posta di legge attribuisce alle regioni dell eentrate che la legge finanziaria regionaleaveva già determinato nel loro ammontare ;detta legge prevedeva, però, che tali entratevenissero devolute alle regioni, a partire dal-l 'approvazione degli statuti da parte del Par -lamento .

Ora si verificano situazioni di ritardonella approvazione o nella stessa adozion edegli statuti da parte delle regioni, ritard inon intenzionali in quanto dovuti a situa-zioni e difficoltà oggettive . Si verifica comun-que una situazione di disparità trà le region iche più celermente ottengono l ' approvazionedei loro statuti da parte del Parlamento e lealtre che rimangono indietro . Appare quindiopportuno ricondurre ad una stessa data i ltermine di decorrenza della devoluzione dell eentrate per tutte le regioni : data che nel di -segno di legge viene indicata al 1° gennai o1971 .

Signor Presidente, onorevoli colleghi, s uquesto disegno di legge licenziato per l'auladalla Commissione affari costituzionali, s isono espresse favorevolmente le Commission ifinanze e tesoro e bilancio. Il relatore nelraccomandare alla Camera la sua sollecitaapprovazione intende esprimere un avvisoche va al di là del testo oggi esaminato .L 'avviso cioè che sia necessario por mano inmaniera più radicale, più completa, più or-ganica ad una revisione della legge n . 62 del1953, anche in quelle parti o in quei titol iche attengono a materie diverse da quell econsiderate nel disegno di legge al nostroesame; che attengono per esempio al mododi esercitare la funzione legislativa da part edelle regioni, ai rapporti tra la regione e loStato, ai controlli dello Stato sulla regione ,ai controlli della regione sull 'attività ammi-nistrativa dei comuni e degli enti locali ingenere .

Bisognerà por mano e celermente a quest arevisione, a questa riforma organica dell alegge n. 62, ma oggi la cosa più urgente dafare è facilitare l ' approvazione degli statutieliminando quelle parti della legge n . 62 chepossono ostacolare l'approvazione urgente de-gli statuti medesimi . Per questo il disegnodi legge che ho illustrato ha una sua im-portanza e un suo preciso significato . (Ap-plausi al centro — Congratulazioni) .

PRESIDENTE. Dichiaro aperta la discus-sione generale .

Il primo iscritto a parlare è l'onorevol eFranchi. Ne ha facoltà .

FRANCHI. Signor Presidente, onorevol icolleghi, se dovessi esprimere liberamente i lmio stato d'animo credo che userei parole

che forse meriterebbero la censura del Pre-sidente . Mi limito semplicemente a dire ch equello che stiamo per fare in questo momen-to è indecoroso, vergognoso e ignobile .

Non voglio trarre spunto dalle ultime os-servazioni del relatore. Qui è stata presen-tata di corsa, a tamburo battente, una dell epiù importanti leggi che il Parlamento st a

per varare: si approva così, in silenzio, i n

pochi minuti, senza neppure la dignità d iuna relazione scritta, un provvedimento d iquesto genere ! Non si offenda il relatore ,che per altro non invidio minimamente per

la responsabilità che si è assunta .Quello che stiamo facendo è ignobile e

non è decoroso per un Governo che non ha

avuto il coraggio di assumersi la responsa-bilità, con un proprio strumento, di fare unaproposta, e ha fatto andare avanti quella d i

un gruppo parlamentare . 1J ignobile anche

perché si è gabellata questa legge – ecco per -

ché, tra l'altro, è stata sorpresa la buonafede di tutto il Parlamento – come la « leg-gina » Pieraccini, una delle più grosse e, i n

questo caso, scandalose proposte di legge !Qui si viene a distruggere l'unica legge-

quadro esistente, l'unico riferimento, l'unic oappiglio e aggancio all'unità dello Stato, co n

una legge che, tra l'altro, mi permetterò d i

commentare se riuscirò a essere molto più se-reno; vorrei, infatti, parlare con serenità ,

anche se non ci riesco .Tra l'altro, proprio non so a chi' giov i

questo modo di procedere, perché si trattadi favorire il partito comunista, che vuol equeste cose (il partito socialista, che le fa, è

al suo servizio) .Vorrei poi rivolgere alcune domande a i

colleghi della democrazia cristiana. Vorrei ,

per esempio, sapere se nel 1953 il partito del-

la democrazia cristiana non esisteva o se i

democratici cristiani erano tutti matti quan-do un loro governo volle quella legge e i l

Parlamento la approvò .Onorevole Bressani, io la conosco e mi

son reso conto della fatica che ha dovut osopportare per fare questa relazione, nellaquale non può credere, nella quale trovo ri-petute le preoccupazioni manifestate al Se-nato dal relatore Daivit . Se infatti ci si esor-ta a fare bene attenzione perché bisogna ri-vedere tutta la legge, allora io mi domando

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qual è il motivo di tanta fretta . Rifacciamola ,la legge; se la riveda, il Governo . Abbia i lGoverno il coraggio di presentare un propri ostrumento ; abbia la maggioranza il coraggi odi 'rivedere in maniera organica l'interalegge del 1953 .

E soprattutto non si venga a giustificarel 'urgenza per via degli statuti regionali !Questi non ci sono ancora o, meglio, ce n esono alcuni, dell'Italia centro-settentrionale .Soltanto cinque sono stati presentati e stam-pati, ne mancano ancora molti . Oltre tutto -bel capolavoro anche questo ! - voi puniret equelle regioni che sono state diligenti edhanno approvato Io statuto tenendo comun-que in considerazione una remora, che erarappresentata da questa legge, mentre favo-rirete le regioni più negligenti, che trovereb-bero il campo libero (a meno che non abbiat etranquillizzato in precedenza le regioni co-siddette diligenti, assicurandole che la legg edel 1953 sarebbe « sparita ») .

Ma non è serio, onorevole ministro . IlGoverno poteva assumersi le proprie respon-sabilità . È questa mania autonomistica e de-magogica in favore delle regioni che ci faperdere di vista lo Stato . Ma chi ha interessea perdere di vista lo Stato ? I soli ad averequesto interesse sono il partito comunista eil partito socialista, che fa la manovra per icomunisti, manovra politica strumentale .

Ma noi abbiamo presentato il nostr oemendamento per cercare almeno di correg-gere quanto c 'è di incostituzionale .

Onorevoli colleghi , io credo veramenteche se l 'Assemblea potesse essere sensibiliz-zata su questo problema e se si potesse par-lare a ognuno di voi, alla vostra coscienza ,non so quanti avrebbero oggi il coraggio d ieliminare dalla strada delle regioni persin oquesto ultimo, unico, tenue baluardo, che u ngiorno un governo e un partito di maggio-ranza hanno voluto porre su quella strada .Era il discorso di chi almeno dimostrava d ivoler concepire il decentramento in funzion eamministrativa, la costituzione di organi d idecentramento amministrativo e non di or-gani - e poi vedremo la fine che faranno -di decentramento del potere politico .

Sarei tentato di avanzare - ma non l ofaccio, anche perché mi guardo intorno - un aproposta sospensiva . Avrei potuto proporl aall'inizio della discussione . Signor Presidente ,non l ' ho fatto formalmente, ma do al mi ointervento anche il sapore di una richiest adi sospensiva ; e mi rivolgo in modo parti-colare - mi consenta di dirglielo con quest otono - all 'onorevole Bressani e al suo gruppo .

Non muore nessuno, non precipita niente ; lamaggior parte delle regioni debbono ancoraapprovare i rispettivi statuti . E allora sospen-diamo questo dibattito, rinviamo l ' approva-zione di questa legge fino al giorno in cui saràpresentata una proposta organica sulla qual equesto Governo - o anche un altro governo -potrà assumere la responsabilità totale d iquel si farà . Ma non si può oggi, con unamanovra che non esito a definire truffaldina ,aprire la strada all ' anarchia regionale . Perch équesto vuol dire quello che vogliamo fare .E voi lo confessate quando dite che occorr efacilitare l ' approvazione degli statuti. Maquesto significa non farceli discutere, privar eil Parlamento del suo diritto e del suo dover edi modificarli, di riconsegnarli alle region i

perché apportino le modifiche secondo il det-tato del Parlamento nazionale . Voi, per mani aautonomistica e demagogica, state distrug-gendo il potere del Parlamento e svuotand odi contenuto e quindi di potere, lo Stato.

Mi rendo anche conto, perché ho il sensodella misura e delle proporzioni, che parlar econ questo tono e in questo momento puòsembrare anche strano . Ma almeno il nostrogruppo ha la sensibilità di compiere il pro-prio dovere .

Siamo ancora in tempo per rimediare. Sequalche collega della maggioranza ha la bon-tà di dare un 'occhiata a questa proposta dilegge e agli statuti che sono stati presentati ,non può giustificare l'urgenza di questa co-siddetta « leggina » Pieraccini . Nessuno oquasi si è reso conto della sua gravità e dell asua portata .

Con questo spirito io formulo una sospen-siva e vedremo poi se sarà il caso di chie-dere che venga messa ai voti . Comunque ,essa avrà valore morale . Tra l 'altro, questonon è il momento di approvare la proposta

Pieraccini . C'è il caos politico, il caos eco-nomico, profondi turbamenti interni . Voglia-mo tenerla una sia pur lieve briglia sul coll odi queste regioni che camminano a brigli asciolta ? Io farò un rapido commento a du e

o tre statuti regionali . Vedrete cosa stabili-

scono . Le regioni credono di fare una Costitu-zione della Repubblica . Non si sa se vieneda ridere o da piangere quando si legge negl istatuti che la regione tutela lo sviluppo dell afamiglia e si impegna ad abbellire il pae-

saggio . Forse farà le fontanelle sulle mon-tagne ! A questo punto siamo arrivati ! S idice anche che la regione tutela lo svilupp odella personalità umana . Ma questo discors osi deve fare in una Costituzione dello Stato,

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non nello statuto di un ente di decentramen-to amministrativo .

Con il vento che tira nelle regioni, no ivogliamo ora rimuovere quell 'unico modestoostacolo al quale tante critiche e attacch imovemmo appunto perché troppo modesto ?Ora è però l 'unico che c 'è, voi lo volete to-gliere per favorire il partito comunista e i lpartito socialista che fa da battistrada al par-tito comunista. Questo non ci stancherem omai di ripeterlo .

Il modo di ragionare della maggioranz asi sintetizza nell 'espressione : semplificare ladiscussione . Onorevole Bressani, a lei rivolg ocon calore queste parole : ci si accorge chegli statuti già presentati sono in profondo egrave contrasto con le leggi dello Stato, esi risolve il problema togliendo di mezz oqueste leggi . Voi vi assumete questa respon-sabilità .

Ricordate che voi siete maggioranza e checi potreste « inchiodare » quando gli statut iverranno all ' esame della Camera. Ma fatecidiscutere, dateci la possibilità di proporredelle modifiche . Se vi è il discorso sulla in -costituzionalità, portatelo a fondo ; se è inco-stituzionale il titolo I della legge Scelba, devesparire tutto il titolo I e non un pezzett osolo. E allora viva la Costituzione, l 'articol o123. Le regioni deliberano e il Parlamentoapprova con legge ordinaria gli statuti, quind idiscute, fa emendamenti, tutto quello chevuole, perché non si tratta di una legge d iratifica . La Costituzione infatti distingue chia-ramente quando si tratta di legge di ratifica .Non credo quindi che vi sia da discuteretroppo su questo punto .

Cosa ci state dimostrando ? Che avevamoragione anche quando vi indicavamo qual eavrebbe dovuto essere l'iter, e non era delresto una indicazione che veniva soltanto danoi .

Noi abbiamo fatto sempre un discorso d iopposizione globale, fino al giorno in cui c isiamo resi conto del pericolo, della minacci ache stava diventando una realtà, ed abbia-mo cominciato a richiamarvi alle vostre stes-se responsabilità . Vedete quanto sarebbe statoindispensabile cominciare dall'inizio e no ndalla fine, con la legge istitutiva delle regioni !Vedete quanto sarebbe stato indispensabil echiarire subito le posizioni !

Intanto le regioni sono sul piano di guerr ae non so proprio chi toglierà dagli statuti quel -le norme del tipo cui ho fatto prima riferi-mento sui compiti della regione a tutela dell osviluppo della personalità umana e cose del

genere, che spettano, invece, allo Stato e no na un organo di decentramento amministrativo .

Non si può superare l ' incapacità con l afrode; perché voi questo state facendo : lavostra incapacità di allora la state superandocon la frode di oggi .

Voi regionalisti siete oggi delusi del vostr oordinamento regionale. Di questa delusioneparla la stampa italiana, ed è una delusioneche riguarda tutte le regioni, non soltantoquelle rette dai comunisti ma anche quellecosiddette « bianche » . Altro che congratula-zioni e complimenti alle regioni per quell oche hanno fatto !

Ci si accorge che l'ordinamento regional enon va avanti speditamente, che vi sono trop-pe remore ; vi è qualche incrostazione e la s irimuove aprendo la strada – come voi fate –a quella che noi definiamo l'anarchia regiona-listica .

Ormai le regioni le avete fatte e noi abbia-mo accettato questa realtà ; ci siamo perfinostrutturati sul piano regionale per poter ve-dere meglio questa realtà nuova che sorge .Ma non potete consentire l'anarchia regiona-le, rinnegando così lo Stato . Che le regionise la guadagnino la loro autonomia !

Ecco un altro grave equivoco : quello d inon aver mai voluto chiarire la natura giuri -dica di questo ente, per cui a tutt'oggi non s isa che cosa sia la regione . Si sa soltanto chela Costituzione la definisce un ente autono-mo ; ma definisce enti autonomi anche i co-muni e le province . Che cosa è dunque la re-gione ? un altro ente autarchico territoriale ,o non sarà invece quello che voi volete che u n

giorno sia : un ordinamento giuridico sovran oal pari dello Stato ?

Non ci si accorge su quale strada e su qua-le china pericolosa si sta andando .

I regionalisti, convinti e in buona fede del -la necessità di un decentramento amministra-tivo, non pensavano ad ordinamenti giuridic isovrani. cioè di tipo federale .

Onorevoli colleghi della democrazia cri-stiana, siete voi che avete fatto la legge del1953 . Che successe allora ? Era così mostruosoquel partito che reggeva allora l'Italia, da cal-pestare la Costituzione ? Vi è stato un Governoche ha presentato quella legge, un Parlamentoche l'ha approvata, e in quell'approvazion enon vi furono drammi, se non la nostra te-nace opposizione contro l'istituto regionale .Allora eravate d'accordo; come fate oggi adire che non solo avevate sbagliato, ma ave -vate travolto la Costituzione ?

Non si tratta di una questione romantica ,per cui la legge è la vostra e la dovete difen-

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dere : no, quella legge era nata da un precis oconcetto dello Stato e delle regioni che dove -vano nascere . Ebbene, nascano le regioni com eenti di decentramento amministrativo, m anon come enti contro lo Stato !

Altro errore : se aveste fatto un solo statutoper tutte e 15 le regioni a statuto ordinario ,così come il Parlamento ha elaborato ed ap-provato gli statuti delle regioni a statuto spe-ciale, avrebbe anche deliberato su questo uni-co tipo di statuto . E il discorso sarebbe stat odiverso . Avreste dovuto farlo .

Avete già tante responsabilità, volete assu-mervi anche quella di rimuovere questo osta -colo, perché le regioni possano fare quello ch evogliono ?

Non si tratta ormai di avvicinarci ad unafase di conflitto tra regione e Stato, perché i lconflitto lo stiamo superando in questo istante ,favorendo la regione contro lo Stato . Il con-flitto sparisce e si toglie la possibilità al Par -lamento di verificare persino se i vari statut isiano in perfetta rispondenza – questa è larealtà concreta cui si arriva – con le leggi ei princìpi dello Stato .

Onorevole Bressani, chi ha interesse a di -struggere lo Stato ? Le maggioranze di oggi po-trebbero essere minoranze domani . Pensiamoanche a questo . Credo che a nessuno conven-ga superare certi limiti .

Ho trovato molto significative talune affer-mazioni fatte dal senatore !Signorello nella su arelazione al Senato e riprese dall 'onorevoleBressani. Il senatore Signorello, democristia-no, dà atto alle regioni della « grande im-portanza del lavoro svolto » (questa non è un abarzelletta : vi è davvero qualcuno che credeche sia importante il lavoro che le region ihanno fin qui svolto !) « con l'elaborazionedegli statuti » (per altro pochi, aggiungo io )e del « senso di equilibrio politico di cui ge-neralmente hanno dato prova » . Ma avetedato un 'occhiata agli statuti regionali ?

Interessante anche l'altra affermazione ,secondo cui il provvedimento in discussioneavrebbe il merito di semplificare e agevolar eil compito del Parlamento in sede di approva-zione degli statuti regionali . È logico : si to-glie al Parlamento il potere di discuterli ecosì il discorso diventa estremamente sempli-ce. E vi assumete questa responsabilità ?

Mi guardo bene dal leggere gli statuti, mai brevi accenni che ho fatto prima sonodavvero illuminanti . Si passa dal tutelare ,dal favorire il nascere delle nuove famiglie ,all'impegno di abbellire il paesaggio, com eè scritto in un statuto regionale. Quello della

Toscana, invece, parla di operare al fine direalizzare il pieno sviluppo della person aumana. La regione, ente di decentrament oamministrativo ! Si legge ancora che la re-gione riconosce le formazioni sociali nellequali si esprime la personalità dell'uomo . Lostatuto del Piemonte afferma, inoltre, che laregione riconosce che la partecipazione , de icittadini alle scelte politiche, alla funzionelegislativa ed amministrativa, al controllo de ipoteri pubblici, è condizione essenziale pe rlo sviluppo della vita democratica e salva-guardia dei diritti di uguaglianza e di libert àdi tutti i cittadini. Tutto questo in uno sta-tuto di un organo di decentramento ammini-strativo ! Ma questo è un discorso da costi-tuzione di uno Stato !

Mi permetto di richiamare l'attenzione de lrelatore (non so proprio a chi altri rivolger -mi in questo momento) per dimostrare quan-to grave sia quello che stiamo per fare . Laregione, per realizzare le sua finalità, adott ail metodo degli strumenti della programma-zione, senza minimamente trovare un aggan-cio con la programmazione nazionale . LoStato non esiste più. Non vi è nessun accen-no alla volontà dello Stato . Qualche voltacapita di leggere in uno statuto che la re-gione « concorre », il che presuppone che v i

sia la volontà dello Stato. Ma, a propositodella programmazione, non esiste nessun ag-gancio con quella dello Stato . E si va avanti ,onorevoli colleghi, con discorsi di questo ge-nere, che fanno chiaramente intendere dovenoi abbiamo relegato lo !Stato .

Non voglio citare altre espressioni di que-sto genere contenute negli statuti regionali .

La tendenza che si è manifestata nelle re-gioni, sia in quelle che hanno già varato gl istatuti, sia in quelle che non hanno ancoraadempiuto questo obbligo, è duplice (la stam-pa, però, ne ha rilevata una sola) : porsi sul-lo stesso piano dello Stato, nel senso cioè d i

una tendenza a svuotarlo di contenuto ea privarlo di poteri ; soffocare le autonomie lo-cali, di cui sono espressione comuni e pro-vince . Non per niente comuni e province so-no sul piede di guerra e le loro associazion icontinuano ad indire convegni e a rivolger epetizioni e raccomandazioni, perché hannocapito che con il marchingegno dei controll ie dei contributi l'autonomia degli enti autar-chici territoriali finisce, se un comune o unaprovincia non è ossequiente ai voleri dell'as-sessore regionale .

Di fronte a cose di questo genere noi con-tinuiamo in qdesto dibattito, e non sentiamo

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il bisogno ad un certo punto di dire : rime-ditiamo, pensiamoci un momento ! Se sietevoi a riconoscere che bisogna rivederla tutt aquesta legge, allora rivediamola tutta e discu-tiamo, mettiamo tutte le regioni sullo stessopiano e stabiliamo quindi che devono pre-sentare il loro statuto vigente la legge de l1953. Perché, ripeto, non è giusto neppur equesto : che alcune regioni abbiano deliberatoil loro statuto nel vigore della legge ed altresi trovino invece la strada libera davanti .

Dinanzi a tutte queste affermazioni, chetra l 'altro sono solenni, velleitarie e che nonpossono non destare gravi preoccupazioni, l'in-terrogativo che torna alla mente è questo:dove si vuole arrivare ? Assumetevi le respon-sabilità, diteci chiaramente come viene con-cepita la regione. Se si sopportano negli sta-tuti certe espressioni e certe affermazioni d iprincipio, sembra che ci sia già la volontàdi dare alle regioni la dignità dell 'ordina-mento giuridico sovrano. Se invece su questastrada non siamo, allora fermiamoci : perchéfortunatamente potremmo essere ancora intempo ad arrestare questo iter .

L'altra affermazione del senatore Signo-rello è chiara, e poi è stata ripetuta da -lei ,onorevole Bressani : questa proposta di leggeha il merito di semplificare la discussion edegli statuti ; e mentre qualcuno avrebbe po-tuto pensare di strumentalizzare la battagli asugli statuti che sarebbe potuta durare ne lParlamento anche diversi mesi, in questomodo il discorso viene liquidato, l ' estremadestra perde le speranze perché nel Parla -mento la discussione degli statuti sarà fattaalla svelta . Tra l ' altro, aggiungo, per i cin-que statuti presentati e già stampati che son odinanzi al Senato vi è in tutto una relazion edi tre righe : dignitose relazioni quelle d iun Governo che scrive quattro righe e con-clude (l'onorevole ministro mi permetta que-sto rilievo) : « Nel merito dello statuto – l aformula è uguale per tutte le relazioni – i lGoverno si riserva di far conoscere il propri opensiero e di formulare eventuali osservazio-ni nel corso dell 'esame parlamentare » . Maassumetevi le vostre responsabilità, e dit econ chiarezza che semplificare la discussion esignifica esautorare il Parlamento . E di que-sto voi siete responsabili ! Ma poi ne rende-rete conto ! Io non so chi farà le spese d itutto questo ; ma certo primi fra tutti ne fa-rete le spese voi democristiani, che un giornoavevate dimostrato di avere il senso dell oStato: perché se non altro quando presen-taste la legge Scelba il senso dello Stato era

ancora vivo in voi . Oggi, a forza di ceder esotto questo profilo, lo avete perduto, visiete fatti trascinare dalla moda della si-nistra .

Ma è chiaro che a scagionare dalle re-sponsabilità non bastano le sue ultime pa-role, onorevole relatore, e neppure quelle de lsenatore Dalvit relatore davanti al Senato ,quando dice : « chiaro che con la present eproposta tutti i problemi non sono risolti eche in materia non si possono lasciare le cosecosì come sono, pena l ' insorgere di una in -calcolabile serie di problemi, di conflitti, dipolemiche. Perciò la Commissione auspica l aformulazione di iniziative più organiche co nle quali il Governo e il Parlamento possanoagevolare sempre di più il cammino dell eregioni, anche con riferimento ai titoli se-condo, quinto, sesto della legge n . 62 del1953, che in parte sono stati già modificati » .Ma questo è un grido di allarme, di chi ,per altro, non sa assumere coerentemente l apropria responsabilità; perché quando si h a

il potere, non basta denunciare un pericolo :bisogna scongiurarlo !

Allora quale sarebbe stata coerenza ? I onon penso, onorevole Bressani, che ella poss aaver creduto nelle cose che ha detto . Il co-raggio e la parola di uno di voi che si al-zasse qui dentro a dire : « Rimeditiamoci ! »sarebbero sufficienti a richiamare l ' attenzionedel Parlamento: perché non è certo da quest ibanchi che si può richiamare l'attenzione d iun Parlamento che non vuole ascoltarci . Nondico questo perché in questo momento siam opochi qui dentro, ma anche se l'aula fosse gre-mita, non dalla nostra parte ma dalla vostr aparte un richiamo e un allarme dovrebber ovenire sulla necessità di rimeditare sulla gra-vità di quello che noi stiamo per fare .

Sul merito della proposta: è incostituzio-nale il titolo primo ? Ho visto che la legge

del 1953 comincia così : « Il presidente de lconsiglio regionale trasmette copia dello sta-tuto . . . ». C'è persino da vergognarsi di de -finirsi legislatori ! Ho preso il testo dell alegge e ho voluto materialmente cancellar egli articoli per vedere che cosa restava dell a

legge . Una parte sparisce e l'altra parte re -sta in forma transitoria . L'onorevole Pierac-cini ha infatti scoperto persino la provviso-rietà di una legge-quadro . Questa è una

legge-quadro provvisoria . Ora, senza preten-dere di scoprire niente di nuovo, dico solo

che se questo titolo non è legittimo dal punt o

di vista costituzionale, allora sparisca. Checosa resta ? Resta un discorso molto semplice,

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che noi abbiamo sintetizzato in un nostroemendamento: sostituire l 'articolo primo ,quello della proposta di legge in esame, conil seguente : « Il titolo primo della Iegge 10febbraio 1953, n . 62, è sostituito dal seguen-te . . . », ma tutto, onorevoli colleghi. Troppocomodo dichiararne la incostituzionalità e po ifarne salvo un pezzettino che torna utile ! S eè incostituzionale il titolo, sparisca tutto il ti-tolo. E che cosa resta ?

BRESSANI, Relatore . Io non ho afferma-to che è incostituzionale . Ho detto soltantoche è stata sollevata la questione .

FRANCHI. Onorevole Bressani, ella nonsa quanto io la ringrazi per questa afferma-zione .

Quindi, mentre il proponente fonda il pro-prio convincimento sulla incostituzionalità edice : « è incostituzionale e quindi si modifi-ca » e sparisce, perché l 'autonomia delle re-gioni questo significa, da parte del partitodi maggioranza relativa, del relatore che i nquesto momento lo rappresenta, si pone indubbio anche l ' esistenza della incostituziona-lità . E questo è ancora più grave . Questo do-veva suggerire al vostro gruppo la rimedita-zione. Perché nemmeno noi sosteniamo che èincostituzionale, ma se lo è, lo è tutto e selo è tutto non si accetta il principio .

Ma allora che cosa resta ? Che cosa neconsegue ? Che si guarda all 'articolo 123della Costituzione. I casi sono due : o non s icrede nella incostituzionalità ed allora è de-littuoso far sparire queste norme, o si credenella incostituzionalità ed allora sparisce i ltitolo ma resta l 'articolo 123 della Costitu-zione – quello non lo travolge nessuno – doveè scritto che la regione delibera e il Parla-mento approva . E siccome la Costituzione h adistinto legge da legge e ha detto quando l alegge è di mera ratifica (articolo 72), se qu inon l'ha detto vuoi dire che si tratta di un alegge ordinaria. Quindi se il titolo I è inco-stituzionale, allora sparisce e rimane l ' arti-colo 123 della Costituzione. In questo caso i ldiscorso può essere accettato anche da noi ;ma allora non so quale fine raggiungerebb eil proponente di questa proposta di legge .

Il riferimento all ' articolo 123 è sacrosan-to : i consigli regionali deliberano e il Par -lamento approva e l 'approvazione non èlegge di ratifica perché questa si riferisce a itrattati internazionali i quali non si modifi-cano, si ratificano o si respingono . Ma qu iquesto non è detto e ciò vuoi dire che persino

il costituente allora sentì il bisogno di ridur -re nelle mani del Parlamento nazionale l asalvaguardia dell ' unità dello Stato, l ' armoniadi tutti gli statuti alle leggi e ai principi d iun ordinamento giuridico nazionale .

Non si possono vanificare questi discors ie non si può travolgere l 'articolo 123 . Alloranon so come si farà a non accettare il nostr omodesto emendamento che viene proprio in -contro all'onorevole Pieraccini . Infatti si dice:è incostituzionale; va .bene, ti crediamo, l otogliamo tutto . Resta l 'articolo 123 . Dopo s ifaranno i conti su quest'articolo . Ma l'ono-revole Pieraccini va oltre, ha scoperto – dicev o– che la legge-quadro è una legge provvisoria .Questa è l'unica legge-quadro e ci darete att oche se abbiamo perduto la battaglia, dicia-mo, globale sulle regioni, in tema di leggi -quadro i nostri discorsi qualche frutto l ohanno dato, se alla fine di quel famoso di-battito si arrivò a modificare un articolo diquesta legge dicendo che lo Stato entro du eanni avrebbe provveduto .

In fondo, questi decreti delegati sono al-trettante leggi-quadro; se non si fanno, leregioni andranno avanti lo stesso . Ma sulprincipio foste costretti ad ammettere cheera valida quella tesi e non quella che soste-neva l 'onorevole Ballardini che le leggi-qua-dro erano una barzelletta, una invenzione ,dimenticando tutto, perfino le dottrine tede-sca e francese sulle leggi-quadro . Voi supe-raste l 'ostacolo e salvaste il principio .

Questa, dicevo, è l 'unica legge-quadroche esiste e l'onorevole Pieraccini scopre ch euna legge-quadro è provvisoria . Orbene, iomi permetto di formulare una domanda :quando l'onorevole Pieraccini ha fatto que-sta proposta, vi siete chiesti, onorevoli col-leghi, se la regione può modificare lo sta-tuto ? La legge-quadro è provvisoria, spari-sce e quindi la regione delibera lo statuto ,restano provvisoriamente in piedi queste nor-me, dopo un anno la regione può modificar elo statuto. Queste norme sono sparite e allorache cosa succede ? Ce lo vuoi dire l'onore-vole Pieraccini ? Ce lo dirà l'onorevole rela-tore ? Dunque, provvisorietà di norme d ifronte al potere che ha la regione di modifi-care lo statuto. E se la regione nello statutoafferma che si tratta di un ordinamento giu-ridico sovrano e quindi la regione viene abi-litata a fare una sua politica estera, chi mo-difica quello statuto ? Forse che il Govern opotrà impugnarlo ? Non potrà farlo . La sal-vaguardia era in queste norme della legge-quadro, che l'onorevole Pieraccini definiscetransitoria . È pacifico che la regione ha il

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potere-diritto di modificare il proprio statutoanche dopo l'approvazione da parte del Par -lamento. Ma se voi farete sparire queste nor-me della legge-quadro perché le considerat etransitorie, contribuirete ad aprire la via a lcaos e al dramma .

Su una cosa, invece, siamo d'accordo conl'onorevole Pieraccini, cioè siamo d'accordosulla tesi originaria dell'onorevole Pieracci-ni, ossia che non è giusto che l 'attribuzionealle regioni del gettito di cui all ' articolo 7della legge 16 maggio 1970 abbia inizio da l1° gennaio 1971 . Noi dobbiamo premiare idiligenti, non punirli . In questo modo, in -vece, noi premiamo l ' ignavia. Prendiamo i lcaso di una regione che abbia deliberato i lproprio statuto . Se il Parlamento impiega unanno per approvarlo, perché la regione do-vrebbe pagare lo scotto della inefficienza de lParlamento ? Non è giusto . Le regioni chenon hanno provveduto ad emanare il propriostatuto perché devono dal 1° gennaio 197 1còminciare a percepire questi contributi ? Anoi sembra più giusta e più corretta la for-mula dei due mesi dal giorno della delibe-razione dello statuto da parte del consiglioregionale . Noi cerchiamo di essere obiettiv ie vogliamo stimolare le regioni a lavorare .

Detto questo, non so come farete a re -spingere i nostri emendamenti perché quan-to meno farebbero salvo il potere del Parla -mento . Voi potreste perfino nell ' ambito deivostri rapporti interni di maggioranza (or-mai si sa qual è la maggioranza) trovare l agiustificazione. Sono emendamenti validi ,non strumentali . Non facciamo alcun ostru-zionismo. Gli emendamenti sono giusti enon potete respingerli: se li respingere-te sarà una ulteriore prova della vostra in-sensibilità e – perdonatemi – della vo-stra incoscienza .

Signor Presidente, onorevoli colleghi, con-cludo esprimendo rammarico per il fatto chesi discuta di questa legge nello scorcio di un aseduta. Il provvedimento è stato approvat oin pochi minuti in Commissione, non è cor-redato da una relazione scritta ; e, con un 'abilemanovra truffaldina della maggioranza, si èingannato il Parlamento e il paese che cre-dono che in questo momento noi stiamo discu-tendo di una leggina di poco conto, e nonsanno che si tratta di una di quelle leggi chepotrebbero determinare la tragedia del nostr opopolo e della nostra nazione .

PRESIDENTE .

iscritto a parlare l 'ono-revole Caruso . Ne ha facoltà .

CARUSO. Signor Presidente, onorevol icolleghi, signor ministro, non possiamo na-scondere che il modo stentato e contrastat ocon cui procede l'attuazione dell ' ordinamentoregionale ci toglie anche la moderata sodi-sfazione per l ' atto riparatore che, sia puredopo molti anni e quindi con considerevol eritardo, ci viene offerto con la proposta dilegge in discussione, che contiene modifica-zioni alla legge 10 febbraio 1953, n . 62, sullacostituzione e sul funzionamento degli organ iregionali, proposta di legge già approvata da lSenato della Repubblica .

Pur tuttavia, se la proposta verrà appro-vata – come noi auspichiamo – anche da que-sto ramo del Parlamento, cadrà, sia pure par-zialmente, uno dei pilastri portanti dell ' edifi-cio antiregionalista costruito sul terreno d iuna sostanziale forzatura e violàzione dell enorme della Costituzione e tenacemente di-feso finora da ogni attacco e possibile modifi-cazione .

Non è il caso di fare la storia e di adden-trarsi nell'esame puntuale della legge Scelb ae dei numerosi tentativi di modifica, per ve-rificarne la portata alla luce delle norme co-stituzionali . Basta ricordare che essa, signifi-cativamente legata al nome del ministro pro -ponente, è nata nel clima politico nel qual eè maturata la « legge-truffa » del 1953, cheè precedente solo di qualche mese e che èmeritatamente scomparsa dal nostro ordina-mento giuridico per volere del popolQ ita-liano il 7 giugno 1953 . Il richiamo storico m iesime anche dallo spiegare le motivazion idella nostra adesione alla soppressione degl i

articoli 1, 2, 3, 4, 5 e 7 del primo titolo dellalegge n . 62 e della riduzione a norme transi-torie, come avrebbero dovuto sempre essere ,degli articoli contenuti nei titoli III e IV dell astessa legge .

Del resto, tali motivazioni sono divenute ,anche in forza della nostra tenace, costant ee costruttiva battaglia per l'ordinamento re-gionale, patrimonio politico e culturale co-mune, sicché, a volervi insistere, si avrebb el'impressione di un fuor d 'opera e soprattuttodi voler maramaldeggiare . Tuttavia, sottoquesto profilo non posso non sottolineare ch enella proposta al nostro esame sono conte-nute alcune espressioni che certo posson oessere ritenute residuati di altri tempi. In-tendo riferirmi alla modifica del secondo com-ma dell'articolo 6 della legge n . 62, contenut anella proposta in discussione, nella quale s ifa riferimento a criteri o parametri di valu-tazione (« interesse nazionale o quello di altr eregioni ») che sono quanto meno superflui e

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tali sono stati ritenuti da più parti nel cors odell'esame del provvedimento da parte dellaCommissione affari costituzionali riunita i nsede referente .

Lo sforzo, peraltro generoso, compiuto da lrelatore Bressani per sostenere la coerenzadei criteri sopraccennati con il quadro costi-tuzionale complessivo, urta sia contro la let-tera della Costituzione, che fa riferimentoagli interessi nazionali agli articoli 117 e 127ma ne tace all 'articolo 123, cui l 'articolo 6della legge n . 62 fa riferimento, sia controla funzionalità sistematica delle norme, tesea finalità diverse: le prime (articoli 117 e 127della Costituzione) intese ad un controllo d imerito su denuncia del Governo della produ-zione legislativa regionale con effetti esterni ,e la seconda (articolo 123) predisposta all averifica di norme prevalentemente di orga-nizzazione interna delle regioni o relative al -l 'esercizio del diritto di iniziativa legislativ ae del referendum, direttamente demandati a lParlamento .

Per altro, poiché è nostro interesse che l aproposta di legge sia prontamente varata, pe reliminare un ostacolo di rilevante importanzadal cammino dell 'ordinamento regionale, nonpresenteremo alcun emendamento soppressivoo modificativo della proposta, anche se avrem-mo preferito il richiamo puro e semplice al -l 'articolo 123 della Costituzione .

Il rilievo, tuttavia, ci consente di sottoli-neare la cautela estrema della proposta, ch ela fretta consiglia di mantenere nei termin iristretti ai quali è stata sottoposta, ma ch eè certamente arretrata rispetto alle modifica-zioni che la legge n. 62 meriterebbe, e soprat-tutto rispetto al quadro della maturazion edelle forze politiche . Intendo riferirmi allanecessità della modifica anche del titolo I Idella legge e soprattutto dell 'articolo 10 ch eè certamente un 'arma di offesa costantementepuntata contro le autonomie regionali . Inten-do riferirmi al titolo V, relativo ai controll ie sugli atti delle regioni e sugli atti degli entilocali, province e comuni . Questi articoli ,ispirati quanto meno ad una concezione ar-caica e paralizzante delle funzioni di con-trollo, devono essere urgentemente superati .

Anche qui non intendiamo insistere nel -l'esame puntuale delle singole norme dell alegge Scelba per dimostrarne la inattualitàe per svelare le funzioni abbastanza scopert eche ai controlli si è inteso attribuire, per al-tro coerentemente con tutta l'impostazion eispiratrice della legge .

È tempo di camminare anche' in questa di-rezione ; ed è soprattutto ora, signor ministro,

che alle regioni venga intanto attribuita l afunzione di controllo sugli atti degli enti lo -cali, che ad esse spetta, superando tutte le dif-ficoltà e soprattutto tutti gli ostacoli artificio-samente frapposti all'esercizio della funzion edi controllo con il ricorso a mezzi abbastanzameschini e ostruzionistici, che noi apertamentedenunciamo, come il rifiuto dell'assegnazionee del comando del personale statale .

Ci rendiamo conto che, specie per la pe-nosa situazione economica e finanziaria nell aquale il Governo e la maggioranza hanno co-stretto i comuni e le province, esistono anch econcrete difficoltà ; ma sappiamo anche ch eesistono i possibili rimedi anche su quest opiano e che è solo questione di volontà politi -ca. Esistono le forze per provvedere anche aquesta bisogna ed è tempo che ci si muova inquesta direzione con o senza il Governo, com eè avvenuto per la proposta che abbiamo in di-scussione .

Questa considerazione mi consente anche d irichiamare l'attenzione della Camera e di de-nunciare l'inerzia, o quanto meno la lentezza ,con la quale il Governo provvede alla predi-sposizione dei decreti delegati ex articolo 1 7della legge finanziaria regionale per il trasfe-rimento delle funzioni amministrative di com-petenza regionale. Sono già trascorsi sei mesie non uno dei detti provvedimenti ha visto laluce ; anzi, si susseguono allarmanti notizi esui vari tentativi di vanificare la portata dell anorma e la chiara volontà della legge .

La situazione è talmente allarmante che l amia parte politica e il gruppo socialista han-no dovuto presentare mozioni in tal senso a lSenato per riaffermare principi e volontà pe-raltro già chiaramente espressi, ma che l acolpevole inerzia governativa ha portato adintaccare . Queste mozioni sono in discussionein questo momento nell'altro ramo del Par-lamento; ma noi vorremmo essere rassicuratidal ministro Eugenio Gatto che si provveder àsenza indugio alla emissione dei decreti, pe ri quali per altro non esistono le difficoltà in-sormontabili che ci vengono ad ogni pié so -spinto opposte . una questione di responsa-bilità politica che noi faremo valere e denun-ceremo in tutte le sedi .

Le regioni, del resto, hanno dimostrato l aloro vitalità ed hanno dimostrato di non vole rrinunciare ai loro attributi costituzionali . Han -no talune impugnato la legge Scelba, hann otalaltre agito diversamente, ma tutte hann orifiutato di essere incastrate nella gabbia pre-disposta da essa, come appare chiaramentedall'esame degli statuti regionali finora ap-provati . Non credo che le maggioranze della

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Lombardia o del Veneto o del Piemonte pos-sano essere ritenute eversive ; solo credono ,come noi crediamo, al rinnovamento delloStato e della società italiana . Per questo ci sia-mo sempre battuti, per questo ci batteremoancora in collegamento con le forze popolar iche – come noi, espressione della classe lavo-ratrice – vogliono un paese rinnovato nell estrutture e nei metodi di governo .

Con queste finalità e con questi intenti, epur con i limiti denunciati, diamo la nostraadesione alla proposta di legge in discussione .(Applausi all'estrema sinistra — Congratula-zioni) .

PRESIDENTE. È iscritto a parlare l'ono-revole Giorno. Ne ha facoltà .

GIOMO. Signor Presidente, onorevole mi-nistro, noi liberali crediamo sia desiderio ge-nerale operare affinché le regioni a statutoordinario si avviino nel modo migliore all'eser-cizio dei poteri loro conferiti dalla Costituzio-ne ;, a tale esigenza ci sembra si ispiri la pro -posta di legge in esame, con la quale vengonoanzitutto abrogate alcune disposizioni dell alegge n. 62 del 1953 di dubbia legittimità co-stituzionale, evitando così di costringere i lParlamento a non approvare gli statuti regio-nali contenenti norme in contrasto con le sud -dette disposizioni le quali, fin quando no nsiano annullate dalla Corte costituzionale, re -

stano pienamente vigenti .

Il disegno di legge in esame, all'articolo 1 ,abroga gli articoli 1, 2, 3, 4, 5 e 7 della leggeScelba, ossia le disposizioni che riguardano i l

contenuto dello statuto regionale, con partico-lare riferimento all'iniziativa legislativa, a lreferendum abrogativo e alla revisione dellenorme statutarie . Invero, questi articoli ripro-ducevano in massirn,a parte delle norme costi-tuzionali e di conseguenza la loro abrogazionenulla toglie alla validità delle stesse . Anchela modifica che viene apportata al second ocomma dell'articolo 6 della legge Scelba c itrova consenzienti .

Una iniziativa che modificasse la leggeScelba era da tempo attesa . Appena approvatal'istituzione delle regioni, si è cominciato adiscutere sulla costituzionalità o meno di mol-te norme contenute in tale legge . Sarebbe stat opertanto opportuno che il Governo avesse i nproposito detto una parola chiara presentand oun proprio progetto di legge da fare approva -re prima che le regioni cominciassero a discu-tere sugli statuti . Il fatto che ciò non sia av-venuto ha fatto sì che i consigli regional istiano approvando statuti predisposti nella più

completa anarchia, non tenendo cioè conto n édelle 'disposizioni della legge Scelba, né d iun minimo di unicità di regolamentazione cu ilo Stato è certamente interessato .

Da un punto di vista generale, pertanto ,l'iniziativa presa dal gruppo senatoriale de lpartito socialista, di modificare la legge Scel-ba, va senz ' altro condivisa .

Anche il partito liberale, in una circolar einviata ai propri consiglieri regionali, in dat a16 settembre 1970, ha espresso diversi dubb isulla costituzionalità di molte disposizioni con-tenute nella legge Scelba .

Consenso mi sembra di dovere esprimer ealla norma contenuta nell'articolo 3 della pro -posta di legge in esame, tendente ad attribui-re alle regioni parte del gettito di alcune im-poste erariali dal primo giorno del bimestredi esazione successivo alla deliberazione degl istatuti da parte delle regioni, invece che dal -l ' approvazione degli stessi statuti da parte de lParlamento, come attualmente è previsto. Seil Parlamento non approverà gli statuti primadella fine del corrente anno (e ormai la cosa ècerta), l'innovazione ci sembra che costitui-sca il modo più idoneo per porre le region iin grado di far fronte alle spese che incontre-ranno prima che vengano trasferite le attri-buzioni che ad esse competono .

Per le suesposte ragioni, siamo pertanto inlinea di massima favorevoli all ' iniziativa pre-sa con questa proposta di legge .

Il mio gruppo si augura che venga ap-prezzato il contributo arrecato alla legislazio-ne riguardante la regione ; contributo che ov-viamente non pregiudica la nostra posizion ecritica verso l 'ordinamento regionale . Noi sia-mo perfettamente convinti che in questo modoridurremo al minimo gli effetti negativi delnuovo ordinamento e solleciteremo invec equanto 'di positivo può derivare da esso . Insostanza, ancora una volta, la nostra opposi-zione non vuole essere pregiudiziale, ma vuo-le essere democratica e costruttiva .

PRESIDENTE . l iscritto a parlare l'ono-revole Lattanzi . Ne ha facoltà .

LATTANZI . Signor Presidente, onorevol icolleghi, il gruppo del PSIUP darà voto favo-revole al provvedimento che modifica la legg en . 62 del 10 febbraio 1953 sulla costituzion ee sul funzionamento degli organi regionali ,nonché la legge n. 281 del 16 maggio 1970, re-cante provvedimenti finanziari per l 'attuazio-ne delle regioni a statuto ordinario . La miaparte politica, come del resto altre, aveva d atempo sostenuto la non rispondenza della co-

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siddetta legge Scelba del febbraio 1953, al det-tato costituzionale, al sistema delle autonomi elocali, incentrato sulle regioni, le province edi comuni, e posto a fondamento della nuovastruttura statuale, subentrata a quella alber-tina e a quella fascista .

Non occorreva, per altro, particolare acu-me giuridico per rendersi conto dell'inconci-liabilità del complesso delle norme della leg-ge 10 febbraio 1953, n. 62, con la Costituzio-ne, specie per quanto previsto dal titolo pri-mo, ove si pretendeva di direttamente inter-ferire sul contenuto degli statuti regionali esul loro processo formativo e di revisione, edi regolare l'istituto del referendum, ed ingenere il potere di iniziativa popolare . Occor-re invece una sensibilità politica, che alloranon ci fu, e la volontà non viziata da riservementali di dare compiuta attuazione alla pre-scrizione costituzionale, nel rispetto della ra-tio che informò il lavoro dei costituenti . Unatale sensibilità è andata facendosi strada daallora, soprattutto sotto la pressione unitari ache viene esercitata dai consigli regionali d irecente formazione e dalle forze politiche, sin-dacali e sociali, le quali avvertono l'importan-te ruolo che l 'autonomia regionale potrebbee potrà assumere .per lo sviluppo civile, eco-nomico e sociale delle singole zone . Ma sonoancora presenti forze non trascurabili, a li -vello politico, burocratico, finanziario ed im-prenditoriale, che organizzano una palese osotterranea resistenza contro l'attestarsi dell eregioni nelle funzioni che loro competono se-condo una moderna e corretta interpretazion edella Costituzione e le motivate istanze chevengono sollevate dagli organi regionali co-stituiti .

Di queste resistenze si trova il segno nell ostesso provvedimento che stiamo ora esami-nando, dopo l ' approvazione da parte del Se -nato, che limita il suo intervento demolitoreo modificatore ad una parte soltanto delle nor-me della legge Scelba, quando invece avreb-be dovuto ricomprenderla tutta in una nuo-va ed organica regolamentazione della ma-teria. Mi riferisco, in particolare, al titol oquinto, che disciplina l'istituto dei controll isull'amministrazione regionale, sulle provin-ce, sui comuni e sugli altri enti locali, ed inquesto quadro definisce i compiti ed i poteridel commissario di Governo .

Della ostilità, o quanto meno della diffi-denza con cui si guarda alle regioni ed all aloro rapida messa in movimento abbiamod'altra parte abbondanti prove : nelle diffi-coltà che vanno emergendo nel corso dell'ite rdi approvazione degli statuti regionali già da

qualche tempo davanti al Parlamento ; nellamancata od insodisfacente precisazione dell ecompetenze della Commissione bicameraleper le questioni regionali ; nella lentezza co nla quale il Governo si appresta ad adeguare l alegislazione nazionale alle esigenze dell'auto-nomia e del decentramento; nelle serie per-plessità sulla intenzione del Governo di addi-venire ad una corretta attuazione – ed entroscadenze prefissate e ravvicinate – dell'arti-colo 17 della legge 16 maggio 1970, n . 281;nelle incertezze che aleggiano intorno all aemanazione dei provvedimenti delegati per i ltrasferimento di funzioni dallo Stato alle re-gioni .

La diffidenza verso le regioni e la loro ca-pacità di rappresentare un momento rinno-vatore e profondamente democratico dell avita, non solo istituzionale, dello Stato e de lpaese, è apparsa chiaramente in occasione an-che di recenti discussioni in quest ' aula su im-portanti provvedimenti, dalla legge deleg asulla riforma della pubblica amministrazio-ne e sul riassetto degli statali alla legge sullaprotezione civile .

L'adesione ed il sostegno del gruppo par-lamentare del PSIUP alla proposta che gi àha avuto la approvazione del Senato si moti-va con il riconoscimento che essa opera nelsenso dell'affermazione di una concreta auto-nomia delle regioni, pur se incorre in quellaserie di limiti cui ho brevemente accennato ,e non basta a fugare i legittimi sospetti ch ecircondano l'atteggiamento del Governo edella maggioranza, o di parte di essa, in me-rito alla loro reale volontà di creare sollecita -mente le condizioni perché le regioni riesca -no a funzionare .

Il nostro voto favorevole vuole essere an-che l'espressione della fiducia che abbiamonella dinamica democratica che le region ihanno avviato (senza per altro pensare a chis-sà quale effetto miracolisticamente risoluto -re dei tanti mali che affliggono la nostra so-cietà) e nella capacità delle popolazioni d ifare delle regioni medesime un efficace stru-mento di partecipazione e di intervento nell egrandi scelte della politica nazionale .

PRESIDENTE. È iscritto a parlare l'ono-revole Ballardini . Ne ha facoltà .

BALLARDINI. Signor Presidente, onore -voli colleghi, onorevole ministro, dirò brev iparole per far partecipare anche noi a questodibattito, che ha un po' la portata tanto diuna discussione generale quanto di una seri edi dichiarazioni di voto . Dal momento che noi

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siamo i proponenti del provvedimento, è do-veroso partecipare al consenso di quasi tutta l aAssemblea e al parere favorevole espresso d aquasi tutti i colleghi che hanno parlato .

Siamo tutti d'accordo che non si tratta d iuna « leggina » . L'unica cosa sulla quale pens odi consentire con l'onorevole Franchi è pro-prio questa : per il suo contenuto certament eimportante non si tratta di una « leggina » . Adesempio, importante è il secondo comma dell oarticolo 1 (anche se ad esso sono state rivolt ealcune critiche, della cui fondatezza ci ren-diamo conto), che tende a risolvere una que-stione che fino ad oggi non è ancora stata ri-solta e che è dibattuta sul piano dottrinal enonché su quello pratico . Si tratta della que-stione della portata, del contenuto, del signi-ficato del potere di approvazione del Parla -mento degli statuti già approvati dai consigl iregionali . La domanda che si pone è la se-guente: tale potere di approvazione si deveinterpretare nel senso che esso deve consister ein un semplice sindacato di legittimità, cio èdi conformità alla Costituzione e alle legg idella Repubblica, o nel senso che deve com-portare anche un sindacato di merito ? Si èritenuto opportuno, alla vigilia dell'approva-zione degli statuti, regolare con legge tale que-stione e risolvere il quesito aderendo ad un ainterpretazione abbastanza lata del concett odi potere di approvazione .

Così come è formulata, questa norma de-finisce e delimita il potere di approvazionedel Parlamento rispetto agli statuti come unpotere che comporta certamente un sindacatodi Iegittimità, ma anche un sindacato di me -rito limitato all'interesse nazionale o al con-flitto di interessi fra le regioni . Non c'è dub-bio che un potere di sindacato nel merito in-teso nel suo senso lato andrebbe anche al d ilà, sarebbe addirittura un potere di sindacat osull'opportunità . Si è ritenuto di limitare que-sto sindacato, ripeto, alla pura questione d'in-teresse nazionale o di conflitto d'interessi re-gionali . Non è che si tratti di una norma de ltutto superflua (e direi neanche negativa) i nquanto delimita il potere di approvazione de lParlamento nei confronti degli statuti regio-nali e quindi stabilisce dei confini più precis ied anche abbastanza larghi alla autonomi adelle regioni .

Anche per ciò che riguarda gli altri arti -coli, la proposta di legge non è affatto una

leggina » : è una legge, ripeto, di notevoleportata . Siamo perfettamente d'accordo soprat-tutto con lo spirito con cui il relatore, onore-vole Bressani, ha illustrato la proposta di leggeall'Assemblea . Si tratta, come egli stesso aveva

detto in altra occasione, di uno dei numeros iatti che questa Assemblea dovrà compiere pe rattuare l'ordinamento regionale .

Le regioni non si evocano con un colpo d ibacchetta magica : l'attuazione dell'ordina-mento regionale costituisce un lungo pro -cesso che presuppone l'impegno costante d itutto il movimento democratico autonomistico ,che presuppone la presenza e la pression ecostanti non solo dei consigli regionali madelle forze politiche anche in questo Parla-mento .

È evidente infatti che la riforma è desti -nata a scontrarsi con enormi resistenze . Laprima che abbiamo incontrata è stata quest adella legge n . 62 del 1953: abbiamo comincia-to a smantellarla, a ridurla, a superare gl iostacoli che essa frapponeva alla creazione d iuna regione concepita in modo nuovo, vera-mente autonomistico . Così è stato quando ,approvando la legge sulla finanza regionale ,abbiamo abrogato l 'articolo 9 della leggedel 1953 .

Oggi ci troviamo nella necessità, andiam oavanti su questa strada di attuare una regionedi tipo nuovo, di abrogare altri articoli dell alegge n. 62. Certamente non sarà questo l'ul-timo atto : saremo convocati numerose volteper prendere in esame questi problemi ed al-tri articoli della legge del 1953 dovranno es-sere abrogati o modificati . Il provvedimentoattualmente al nostro esame è però impor-tante perché marca questo indirizzo nuovoche la maggioranza del Parlamento ha intra-preso .

Vorrei dire, rivolgendomi soprattutto a lrappresentante del Governo, che sebbene que-sto sia un atto importante del Parlamento pe rdare concreto sviluppo a questa svolta nell aconcezione dell'ordinamento regionale, è tut-tavia un atto relativamente facile, poiché ne lcreare le regioni abbiamo realizzato un impat-to con una vecchia struttura legislativa, co ndelle strutture ancora soltanto astrattamenteprefigurate . La legge del 1953, infatti, è sol-tanto un atto legislativo che prevede degl iistituti ; si tratta però di strutture che in realt ànon esistono e quindi, con un atto di volont àlegislativa, è facile togliere di mezzo quest ecroste, queste resistenze, queste norme chesono espressione di una concezione retrograda ,gerarchica delle regioni .

Penso che sarà assai più difficile l'impatt ocon le strutture amministrative del vecchioStato . Quando cominceremo - speriamo prest o- ad esaminare gli schemi di decreti legislativ idelegati per il trasferimento delle funzioni, aquel punto incontreremo le difficoltà maggiori .

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La strada però è ormai segnata . Anche quandotratteremo di quegli argomenti (e colgo a que-sto proposito l 'occasione per rinnovare so-lennemente l ' invito al rappresentante delGoverno di presentare il più presto possibil ealmeno quei testi dei decreti legislativi per i ltrasferimento delle funzioni che sono già statielaborati), quando arriveremo a quel punto ,bisognerà ricordarsi anche dell ' ispirazione checi proviene da questa legge .

Signor ministro, debbo dirle che comincia-mo ad essere un po' preoccupati . Infatti, ab-biamo sentito dire che alcuni di questi sche-mi, per alcune materie, sono già pronti . Al-lora, poiché la Commissione parlamentare perle questioni regionali è quasi disoccupata (alpunto che, per fare qualche cosa, è andata all aricerca di funzioni e di competenze che pro-babilmente non aveva), invitiamo il Governoa sottoporci al più presto questi schemi gi àpreparati ; avvertendo fin d ' ora che, se è veroquel che abbiamo visto a proposito dello sche-ma riguardante le competenze in materia d iturismo, prevediamo che ci saranno degli scon-tri abbastanza duri ; e non tanto con il Gover-no - diciamolo con franchezza - ma con quan-to sta dietro il Governo . Ci sono anche den-tro, ma le resistenze non provengono tutte dalGoverno come espressione politica ; esse pro-vengono dal Governo come organo di media-zione tra gli interessi di uno Stato che vo-gliamo modificare e l'ispirazione politica cheè della maggioranza .

Con questi chiarimenti e con questi auspici ,signor Presidente, preannuncio il voto favo-revole del gruppo socialista . (Applausi a si-nistra e all 'estrema sinistra) .

PRESIDENTE. Non essendovi altri iscritt ia parlare, dichiaro chiusa la discussionegenerale .

Ha facoltà di parlare il relatore, onorevoleBressani .

BRESSANI, Relatore . Aggiungerò solopoche parole, signor Presidente, alla relazio-ne con la quale è stato iniziato questo dibat-tito; poche parole soprattutto per ringraziarei colleghi che sono intervenuti nella discus-sione, in particolar modo l'onorevole Lattan-zi e quei colleghi che hanno dichiarato l ' ade-sione personale e quella del loro gruppo all aproposta di legge in esame. L' onorevoleGiorno ha precisato che il gruppo liberal enon rinuncia ad una posizione critica ne iconfronti dell'ordinamento regionale, ma nonper questo si rifiuta di dare un contributo co -

struttivo ad un adeguamento della legisla-zione in materia di regioni .

Nel suo intervento, l 'onorevole Carusoha sollevato qualche dubbio in ordine allaformulazione del secondo comma dell'arti-colo 1, laddove s ' intende modificare il secon-do comma dell'articolo 6 della legge n . 62 .Ribadisco il mio pensiero, che avevo giàespresso in Commissione e che d'altra part ecoincide con quello del collega Ballardini ;ritengo cioè che non contrasti con il sistemadella Costituzione la norma per cui l 'atto d iapprovazione del Parlamento non implicasoltanto un giudizio di conformità costituzio-nale degli statuti, ma involge anche una va-lutazione di non contrasto degli statuti me-desimi con l'interesse nazionale o con l'inte-resse di altre regioni. D'altra parte, per ci òche attiene alla legislazione regionale ordi-naria, spetta proprio al Parlamento investirs idi questo giudizio in ordine agli eventualiconflitti di interesse che potessero insorgeretra le regioni o tra le regioni e lo Stato .

Ribadisco poi alcuni concetti che avevogià espressi nella relazione in riferimento al -l'intervento dell'onorevole Franchi, l'inter-vento più radicalmente critico fra quanti ab-biano parlato in questa discussione . Esisteindubbiamente una profonda diversità d iconcezioni fra il modo di vedere dell 'ono-revole Franchi e il mio per quanto riguardale autonomie regionali e i rapporti tra leautonomie e lo Stato .

Partiamo da punti di vista molto diversi ,

molto distanti tra di loro, onorevole Franchi .Io sono portato naturalmente a valutare i ntermini positivi, sia pure nelle loro più di-verse e varie espressioni, ogni manifestazion edi autonomia da parte delle regioni e quind ia valutare in termini positivi anche la liber aricerca da parte delle regioni di forme orga-nizzative adeguate alle loro esigenze e al loro

modo di operare. Lei invece, onorevole Fran-chi, vede in questa pluralità e varietà di for-me organizzative un attentato all 'unità dell o

Stato . Ella ripropone qui, anche in questo di-

battito, un istituto che pensavamo orma icompletamente abbandonato e dimenticato ,l'istituto dello statuto-tipo ; vorrebbe oggi chesi ripresentasse alle regioni, non perché lo

adottino ma perché lo subiscano, una speci edi statuto-tipo approvato dal Parlamento odal Governo o da non so chi .

A me pare, onorevole Franchi, che lei ab-bia ragione in una cosa soltanto, là dovechiede e sottolinea l'esigenza che il Parla -mento assolva il suo compito fino in fondo

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con tutta serietà . Compito del Parlamento èquello di approvare gli statuti e di garantire ,anche in sede di approvazione degli statuti ,l'unità dell'ordinamento e l'interesse general edella comunità nazionale . Noi vogliamo ap-punto affrontare questo compito in termin idi serietà, e questa proposta di legge pon eappunto le condizioni perché il Parlament opossa fare seriamente l'esame degli statuti epóssa esercitare seriamente la sua funzion edi controllo in ordine agli statuti stessi .

Onorevole Franchi, non è una manovratruffaldina quella che noi stiamo consuman-do in questo momento, approvando quest aproposta di legge . Questa è stata discussa conimpegno dall 'altro ramo del Parlamento e ,per quanto in ristretti termini di tempo, èstata esaminata con serietà ed impegno dall aCommissione e oggi qui in aula. Io stesso,se lei ben ricorda, iniziando a riferire all aCamera, ho messo in evidenza l'importanz adi questa proposta di legge. Non ho cercat odi contrabbandare delle norme che sono og-gettivamente importanti mascherandole co nindicazioni di scarsa rilevanza ai fini dell 'or-dinamento complessivo . Ho detto chiara-mente nella mia relazione e ribadisco nellareplica questa valutazione : che cioè si trattaindubbiamente di un provvedimento che ,per quanto esiguo per numero di articoli ,per la materia trattata, indica una tendenzaimportante del legislatore, una tendenza ch enoi vogliamo si sviluppi e si affermi per loordinamento regionale e quindi per un ordi-namento della Repubblica sempre più con-forme alla Costituzione e sempre più adegua-to alle esigenze del tempo attuale . (Applaus ial centro) .

PRESIDENTE . Il seguito della discussioneè rinviato al pomeriggio .

Ritiro di una richiestadi rimessione all'Assemblea .

PRESIDENTE. Comunico che il Governoha dichiarato di ritirare la richiesta di rimes-sione all'Assemblea del disegno di legge :

« Attribuzioni del personale dirigente degl iuffici distrettuali delle imposte dirette » (2220) .

Il provvedimento resta, pertanto, assegnat oalla VI Commissione permanente (Finanze etesoro) in sede legislativa .

Sospendo la seduta fino alle 15 .

La seduta, sospesa alle 12,55, è ripresaalle 15.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ZACCAGNIN I

Annunziodi proposte di legge .

PRESIDENTE . ,Sono state presentate allaPresidenza le seguenti proposte di legge da ideputati :

GAMBA ed altri : « Equiparazione a tutti gl ieffetti della pensione di anzianità alla pensio-ne di vecchiaia anche per i titolari di essa ch eabbiano compiuto l'età stabilita per il pensio-namento di vecchiaia anteriormente alla datadi entrata in vigore della legge 30 aprile 1969 ,n. 153 » (2940) ;

COLOMBO VITTORINO ed altri : « Norme sul-l'attività delle regioni a statuto ordinario e icontrolli statali sulle medesime » (2941) ;

ACHILLI ed altri : « Regime fiscale degliapparecchi di accensione e delle pietrine fo-caie » (2942) .

Saranno stampate e distribuite . Avendogli onorevoli proponenti rinunciato allo svol-gimento, le proposte di legge saranno tra-smesse alle competenti Commissioni perma-nenti, con riserva di stabilirne la sede .

Annunzio di sentenzedella Corte costituzionale.

PRESIDENTE. Comunico che, a normadell 'articolo 30 della legge 11 marzo 1953 ,n . 87, il Presidente della Corte costituzionaleha trasmesso con lettere in data 16 dicembr e1970 copia delle sentenze nn . 188 e 190 dellaCorte stessa, depositate in pari data in Can-celleria, con le quali la Corte ha dichiarato :

« l'illegittimità costituzionale dell'artico -lo 164, ,primo comma, del codice civile nellaparte in cui non ammette i terzi a provare l asimulazione delle convenzioni matrimoniali »(doc . VII, n . 100) ;

« l'illegittimità costituzionale dell'artico-lo 304-bis, primo comma, del codice di proce-dura penale, limitatamente alla parte in cuiesclude il diritto del difensore dell'imputa-to di assistere alI'interrogatorio » (doc. VII ,n . 101) .

I documenti saranno stampati ,e distribuiti .

Relazione della Commissione di indaginechiesta dal deputato Giacomo Mancini .

PRESIDENTE . Ha facoltà di parlare l'ono-revole Compagna per riferire sulle conclusion idella Commissione di indagine nominata, ai

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sensi dell'articolo 74 del regolamento, su ri-chiesta dell'onorevole Giacomo Mancini .

COMPAGNA, Presidente della Commis-sione. Signor Presidente, onorevoli colleghi ,il 18 novembre scorso l 'onorevole Quilleri pre-sentava una interrogazione a risposta scritt arivolta al Presidente del Consiglio dei mini-stri, del seguente tenore : « Per sapere se èa conoscenza delle gravi accuse che si vannomuovendo all'onorevole Giacomo Mancini, inrelazione alla sua attività di ministro dei la-vori pubblici, attraverso gli articoli pubblica-ti in un noto settimanale, articoli nei quali s iparla chiaramente di aste truccate e di appalt iconcordati preventivamente, mediante versa -mento di cospicue tangenti ; per sapere perquali ragioni il procuratore della Repubblicadi Roma, pur essendo in possesso di una de-nuncia circostanziata, non ha finora ritenut odi promuovere una accurata indagine » .

L'onorevole Giacomo Mancini chiese im-mediatamente la nomina di una Commission edi indagine a norma dell'articolo 74 del rego-lamento della Camera. Il Presidente della Ca-mera, ravvisando nell'interrogazione gli estre-mi per l'applicazione della citata norma, ader ìalla richiesta e nominò la Commissione, dan-done annuncio all'Assemblea all'inizio dellaseduta del 24 novembre . Della Commission echiamò a far parte i deputati : Ariosto (che ,dimissionario per i suoi numerosi impegniconnessi con la carica di deputato questore, èstato successivamente sostituito dal deputat oSargentini), Avolio, Bressani, Compagna, Cos-siga, Ferioli, Guarra, Malagugini, Musotto ,Sangalli e Spagnoli . Alla Commissione fu as-segnato per riferire il termine del 20 dicembre1970 .

Il 25 novembre la Commissione si riunì perprocedere alla propria costituzione, che risult òla seguente : presidente Compagna, vicepresi-dente Spagnoli, segretario Sangalli .

Premesso che, sulla base della costanteprassi parlamentare, Ia Commissione di in-dagine ex articolo 74 del regolamento della Ca-mera ha il compito essenziale di riscontrare s eil comportamento dei deputati, nei loro reci-proci _rapporti e nelle particolari circostanz eche hanno provocato la nomina della Com-missione stessa, siano stati conformi a que iprincìpi di costume e di rispetto dell'onora-bilità e a quelle regole ordinatorie che debbon opresiedere all'attività della Camera, .la Com-missione ha dato inizio ai propri lavori ascol-tando gli onorevoli Quilleri e Mancini, le di-chiarazioni dei quali ritiene opportuno riferirein sintesi .

L'onorevole Quilleri ha affermato, in ma-niera chiara e aperta, di non aver in alcunmodo inteso, con la sua interrogazione, asso-ciarsi a voci diffamatorie o rivolgere accus enei confronti dell'onorevole Mancini, a so-stegno delle quali pertanto non è in grado d iaddurre alcuna prova o indizio, ma di ave rvoluto esercitare semplicemente un potere par-lamentare allo scopo di stimolare, pur se l aforma verbale usata – come egli ha affermato– avrebbe potuto essere diversa, un completochiarimento sugli attacchi recentemente diret-ti da un settimanale contro l 'onorevole Man-cini nella sua qualità di ex ministro . L'ono-revole Quilleri ha tenuto ad aggiungere ch ela sua interrogazione intendeva sollecitare l ostesso onorevole Mancini, affinché questi as-sumesse iniziative idonee a difendere la pro-pria onorabilità ; e ha al riguardo sottolineatoche, se avesse avuto notizie della denuncia pe rcalunnia sporta dall'onorevole Mancini av-verso il direttore responsabile del settimanal ein questione, sarebbe certamente venuta" menola ragione che lo ha indotto a presentare l'in-terrogazione .

Successivamente, la Commissione ha ascol-tato l'onorevole Mancini, al quale anzitutt oha dato lettura delle dichiarazioni rese dal -l'onorevole Quilleri . L'onorevole Mancini, purprendendo atto di tali dichiarazioni, ha avan-zato riserve circa la congruità del mezzo a lquale ha fatto ricorso l'onorevole Quilleri e ,proprio in relazione agli intenti di stimol oche hanno animato l'iniziativa parlamentar edi quest'ultimo, ha affermato che agli attac-chi o alle insinuazioni di cui il suo compor-tamento è stato fatto oggetto egli ha semprereagito risolutamente . In proposito, ha ricor-dato non soltanto di aver prontamente pre-sentato denuncia per calunnia contro il di -rettore del settimanale, le cui accuse sono al -l'origine dell'interrogazione del deputat oQuilleri, e, in seguito a quest'ultima, di ave rsubito richiesto la nomina della Commissio-ne di indagine, ma anche di aver respintocon pari energia consimili precedenti attac-chi alla sua reputazione : e ciò sia per mezz odi 'smentite su organi di stampa, come è rile-vabile dalle sue lettere pubblicate sull oAvanti ! il 10 agosto e il 2 settembre 1969 ,sia agendo presso il magistrato, in partico-lare sporgendo due querele per diffamazio-ne, una tuttora in attesa di giudizio, contr oun produttore cinematografico, e l'altra, po irimessa per le sodisfacenti dichiarazioni ri-lasciate dall'altra parte, nei confronti di unnoto giornalista.

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Al riguardo, l'onorevole Mancini ha con -segnato una rilevante documentazione, e, suc-cessivamente, ha fatto pervenire alla Com-missione copia della sua costituzione di partecivile nel procedimento penale per calunni acontro il direttore responsabile del settima-nale in questione .

Ho voluto esporre il contenuto delle di-chiarazioni degli onorevoli Quilleri e Man-cini perché esse, insieme ai dati informativ isulla loro base raccolti, costituiscono il prin-cipale punto di riferimento delle conclusion ialle quali la Commissione è pervenuta . LaCommissione, invero, in adempimento de lmandato ricevuto, e nell'ambito dei suoi com-piti e poteri, quali risultano dalla lettera edallo spirito dell'articolo 74 del regolamentodella Camera, ha ritenuto di poter chiuder ei suoi lavori, dopo aver constatato :

1) che da parte dell'onorevole Quillerinon v'era l'intenzione di muovere accuse al -l'onorevole Mancini, ma essenzialmente i lproposito di accertare se, e in quale modo ,quest'ultimo aveva reagito alle accuse rivol-tegli da un settimanale ;

2) che l'onorevole Quilleri ha dichiarat odi non essere in grado di valutare se le ac-cuse lanciate dal detto settimanale siano, a ldi là della sensazione che esse tendono a su-scitare, fondate oppure calunniose ;

3) che l 'onorevole Mancini, mentre l'ono-revole Quilleri presentava la sua interroga-zione, reagiva in sede giudiziaria, come giàin precedenti occasioni, alle accuse che – nell ecircostanze che hanno dato origine al caso d icui è stata investita la Commissione - son ostate rivolte contro di lui per il tempo in cu iera ministro dei lavori pubblici .

Sulla base di queste constatazioni, l aCommissione afferma che non si è voluta le-dere l ' onorabilità dell'onorevole Mancini co nl ' interrogazione dell'onorevole Quilleri, anchese questa – al di là delle intenzioni, come s iè chiarito nel corso dell'audizione dell'inter-rogante – non è formulata in termini parla-mentarmente appropriati . La Commissione ri-conosce altresì che l'onorevole Mancini si è

preoccupato di promuovere le iniziative dirett ea tutelare, sia in Parlamento sia fuori delParlamento, la sua onorabilità .

PRESIDENTE. Do atto alla Commission edella comunicazione di questa relazione .

FRANCHI. Propongo una medaglia pe rl'onorevole Mancini l

PRESIDENTE . Non è consentito interlo-quire sulla relazione della Commissione diindagine .

Si riprende la discussione della propostadi legge Pieraccini ed altri (2934) .

PRESIDENTE . Ha facoltà di parlare l'ono-revole ministro senza portafoglio senatoreGatto .

GATTO, Ministro senza portafoglio . SignorPresidente, onorevoli deputati, anzitutto sent oil dovere .di ringraziare il relatore onorevol eBressani per la sua chiarissima relazione e ideputati Franchi, Caruso, Giomo, Lattanzi eBallardini per i loro interventi .

Vorrei dire che questa è una settiman amolto importante per l ' istituzione delle re-gioni, una settimana, sotto certi aspetti, vera-mente critica . Noi ci auguriamo che di qui apoco la Camera dei deputati approvi defini-tivamente le modificazioni della legge Scelba,modificazioni che, come meglio dirò, hannoun'importanza veramente notevole soprattuttoper lo stato d'animo che esse indicano . Que-sto stesso pomeriggio il Presidente del Consi-glio risponderà al Senato ad una mozione pre-sentata da vari partiti, e nella sua rispostaindicherà i modi in cui verranno interpretatitaluni articoli fondamentali per la costruzion edelle regioni . Contemporaneamente al Senato ,proprio in questa settimana, sono entrati in di-scussione i primi statuti delle regioni . Comesi vede, l'attuazione delle regioni sta diven-tando una realtà .

Io debbo anche un particolare ringrazia-mento all'onorevole Giorno per una frase de lsuo discorso, là dove ha detto che egli e i lsuo partito sono stati contrari all'attuazionedelle regioni – e noi lo sappiamo – però h aanche aggiunto che ora che le regioni son onella legislazione italiana, fanno ormai partedel nostro Stato, egli e il suo partito farann oil possibile perché le regioni abbiano a sor-gere bene. Mi pare che questo sia un atteg-giamento corretto e doveroso, mi pare che cos ì

debbano fare i buoni cittadini : quando d 'unacosa non si 'è convinti, è doveroso esprimerelealmente la propria opinione ed opporsi co ntutte le proprie forze . Ma quando questa stes-sa cosa entra nello Stato, diviene indiscuti-bilmente e definitivamente patrimonio del no-stro paese, allora tutti i cittadini debbon oconcorrere a portare il proprio contributo, per-ché questa istituzione – la regione – abbia asorgere nel modo migliore.

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Non vi è dubbio che non si tratta di un a« leggina » . Già l'onorevole Ballardini questamattina ha detto chiaramente che « leggina »è soltanto se si misura a metro. Se invece s imisura ad importanza, a valore, a conseguen-ze nel nostro ordinamento statuale, noi dob-biamo dire che questa è una grande legge no nsolo per i suoi effetti ma anche per lo spiritoche la anima, cioè per il riconoscimento ch eessa fa dell'autonomia che spetta agli entiregionali, dell 'autonomia che la Costituzion eitaliana ha voluto che venisse data a questienti, a questi organi nuovi del nostro Stato ,e per il riconoscimento di una situazione poli-tica e sociale, di una situazione psicologicaprofondamente diversa da quella presente ne lmomento in cui si faceva la legge Scelba de l1953 (più esattamente del 1948, dato che fu intale anno che detta legge venne presentata) .

È certo che questo non sarà l 'unico gran-de atto che il Parlamento italiano verrà chia-mato a discutere e ad approvare in materi adi regioni . Questo ,è il primo, ma ve ne son oaltri (penso che se, come tutti ci auguriamo ,questa legislatura seguirà il suo normale cor-so, passerà alla storia della Repubblica italia-na soprattutto quale legislatura che si è occu-pata della attuazione delle regioni) . Vi sono inprimo luogo gli statuti che il Senato ha già ini-ziato ad esaminare e che verranno poi all 'esa-me della Camera; atto di importanza notevole ,atto di fronte al quale ognuno di noi deve as-sumere la sua responsabilità, atto del qual enon è possibile minimizzare l ' importanza . Mavi sono anche molti altri atti che verranno va-lutati dal Parlamento. Vi sarà il passaggiodelle materie in forza dell ' articolo 17 dell alegge finanziaria ; vi saranno le leggi-quadr oche il Parlamento dovrà esaminare, leggi -quadro che per talune materie certamente ver-ranno presentate; vi sarà l ' adeguamento deiprincipi della legislazione italiana, e quindil 'adeguamento delle varie leggi ai princìp inuovi .

È, questo, un compito di un enorme im-portanza che evidentemente non può esser eesaurito nello scorcio di una legislatura . In-fatti si tratta di rammodernare, di adeguar ealle esigenze attuali un po' tutto l 'ordina-mento statuale e tutte le leggi del nostro pae-se, si tratta di porre in essere una nuova leg-ge sui controlli, di dare una struttura defi-nitiva a quella funzione del Commissario de lGoverno che verrà ad assumere un 'importan-za sempre più notevole nell 'ordinamento re-gionale, e si tratta, infine, di emanare quegl ialtri provvedimenti che, come quest 'ultimoe come quello sui controlli, verranno a modifi -

care la legge Scelba, quei provvedimenti cio èche rientrano proprio in quell 'ordine di ide eche molti di voi hanno fatto presente durant ela discussione generale .

Sono, come vedete, leggi di importanz afondamentale per la costituzione della regio -ne e per la struttura definitiva che verrà dat aal nostro Stato, che verosimilmente in u ntempo assai prossimo il Parlamento sarà chia-mato ad esaminare .

Perché si è voluto modificare la leggeScelba ? Io non vorrei dire opinione alcun asulla costituzionalità o no della legge Scelba .Sia essa costituzionale o no, una cosa ri-tengo certa: la legge Scelba è, in parte, su-perata dalle vicende dei tempi, dall'evolvers idella nostra collettività. Ed è stata questal'esigenza che ha fatto sì che noi dovessim omodificarla .

FRANCHI. Non è esatto : il senatore pro-ponente dice altre cose .

GATTO, Ministro senza portafoglio . Stiatranquillo, onorevole Franchi, perché rispon-derò a tutti i suoi punti e, se ella mi permet-terà, senza lo stato d'animo che aveva le iquesta mattina e che io capisco, ma con as-soluta serenità e tranquillità cercherò anch'iodi dire quello che penso delle sue opinioni .

La ragione, quindi, discende da questomutamento della realtà italiana che natu-ralmente era fatale venisse sentito dalle re-gioni, le quali hanno fatto gli statuti nel -l 'ambito della Costituzione, ma non rispet-tando in pratica la legge Scelba.

Per le notizie che abbiamo degli statut ipervenuti, vorrei dire che nessuno ha in tutt orispettato la legge Scelba. E allora quale sa-rebbe stata la situazione ? Una situazione d iconflitto tra le posizioni delle regioni e le posi-zioni di una legge che però tutti sentivam oessere superata dal tempo, con delle conse-guenze che avrebbero potuto essere grav isulle attività delle regioni e con delle conse-guenze politiche che noi come uomini poli-tici non possiamo non vedere . Sarebbe statograve se gli statuti avessero dovuto essere rin-viati tutti alle regioni per delle violazioni dell enorme sulla organizzazione interna, ad esem-pio, della regione . Di fronte ad una situazionedi questo tipo, pare a me (ed ho il conforto d idire che pare anche alla stragrande maggio-ranza della Camera, che questa mattina si èpronunciata per l 'approvazione, sia pure condelle riserve, della legge che abbiamo all'esa-me) che sia stato atto di saggezza politicaquello di provvedere così come con la legge

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che sarete chiamati a votare si è intesoprovvedere .

È stata negata dall'onorevole Franchi l'ur-genza di questa legge. Io mi permetterei d idire, onorevole Franchi, che questa legge èinvece urgentissima .

Sono undici gli statuti approvati, ne man-cano cinque fra cui quelli della Calabria ,Molise, Abruzzo e Campania . Di questi undicistatuti approvati – ripeto – che rispettino l alegge Scelba non ve n'è nemmeno uno .

SANTAGATI . Bella sodisfazione !

GATTO, Ministro senza portafoglio; Lacritica che accetterò da parte vostra è un'al -tra. L'errore forse è stato quello di non cam-biare la legge Scelba tempestivamente .

SANTAGATI . La si sarebbe dovuta mo-dificare prima .

GATTO, Ministro senza portafoglio . Cer-to. Ne parlerò, non intendendo ritirarmi nep-pure di fronte agli argomenti difficili .

Degli undici statuti approvati, dicevo, ott osono, attualmente, quelli trasmessi dal Consi-glio dei ministri al Parlamento .

Ora, è evidente la situazione in cui si puòtrovare il Parlamento se questa legge non ver-rà approvata con urgenza . Tutti affermiamoche si devono approvare gli statuti il piùpresto possibile ; ma è chiaro che, se non s iapprova prima questo provvedimento, l'esam eche doverosamente il Parlamento farà de -gli statuti dovrà comprendere, nel suo giu-dizio, anche certi aspetti della legge Scelbaai quali gli statuti non si sono attenuti . Manoi riteniamo che, nel non attenersi a quest enorme, gli statuti abbiano in sostanza inter-pretato le esigenze attuali della nostra collet-tività .

In una situazione di questo genere, se vo-gliamo cercare di far sì che l'approvazionedegli statuti avvenga il più presto possibil ee non si crei un conflitto, che potrebbe com-portare gravi conseguenze, fra potere e auto-rità centrale e potere e autorità regionale ,dobbiamo approvare questa legge con ur-genza .

SANTAGATI . Allora, non sono state saggequelle regioni che invece hanno rispettato l alegge .

GATTO, Ministro senza portafoglio . Persua tranquillità, come ho detto un momentofa, e come ripeto, perché evidentemente la

mia voce non è arrivata fino a lei, nessunodegli undici statuti già approvati ha rispettat ointegralmente quella legge .

SANTAGATI . Allora si dà una sanatoriaa tutta la situazione.

GATTO, Ministro senza portafoglio . Nonintendiamo creare un clima di guerra civilenel paese per norme che riteniamo superate, enon intendiamo creare un conflitto tra region ie Stato proprio all'inizio, perché le istituzion i

sorgano nel peggiore dei modi . Si tratta diistituzioni fondamentali per la vita del nostr o

paese. Non abbiamo questa concezione dellatranquillità della nostra collettività .

FRANCHI. Non avete la concezione delloStato. Quello che ella dice è di una gravit à

eccezionale .

GATTO, Ministro senza portafoglio . LoStato sono le regioni, lo Stato siamo noi, l oStato sono i cittadini ! Non è un'entità mo-struosa, lo Stato . Io assumo la responsabilità

delle affermazioni che faccio. Se sono gravi ,ne assumo la responsabilità . Dico che sarebbe

veramente un grave errore seguire voi in que-sti vostri giudizi e rinviare tutti gli statuti

alle regioni .

FRANCHI . Le avete fatte voi, queste leggi !

Non era una legge fascista, era una legg e

vostra .

SANTAGATI . Non più tardi di sei mesi fa ,il Governo ha detto tutto il contrario di quan-to dice ora ! Qui, nel giro di settimane, si è

capovolta la situazione . Il Governo si rimangia

quello che ha detto prima .

PRESIDENTE. Onorevole Santagati, la

prego di non interrompere . Ella sa benissim oquali sono gli strumenti di cui dispone ogni

parlamentare per esprimere il suo parere.

Non ricorra alle interruzioni . (Commenti del

deputato Santagati) .Onorevole Santagati, ella non ha la parol a

neppure per polemizzare con il Presidente .

FRANCHI . Qui ogni cosa è una barzelletta .

(Proteste del deputato Ballardini) .

PRESIDENTE. Onorevole Franchi, la ri-

chiamo all 'ordine !

FRANCHI . Questa è una truffa ! (Protest e

al centro ed a sinistra) . Onorevole Ballardini,

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la smetta di voler fare il primo della classe .Oggi ella ha imperversato anche troppo .

PRESIDENTE. Onorevoli colleghi, vi do -mando se crediate dignitoso questo modo d icomportarsi . Non v ' è motivo per drammatiz-zare questa seduta . Onorevole Franchi, l 'hogià richiamato all 'ordine e la prego di noninsistere e di non costringermi a prender eun provvedimento che sarebbe increscioso .Onorevole ministro prosegua .

GATTO, Ministro senza portafoglio . Si èrimproverato al Governo di non aver assunt ola responsabilità di un proprio provvedi -mento . Il ministro per i problemi relativi al -l ' attuazione delle regioni, non appena assuntol ' incarico, pubblicamente - in discorsi e inripetute interviste - ebbe a dire che la leggeScelba, a parte il problema della sua costi-tuzionalità nelle parti riguardanti l'organiz-zazione interna e la disciplina degli organ iregionali, era politicamente superata e chequindi doveva essere sostituita con uno stru-mento aggiornato . In tal senso sono state for-mulate varie proposte . Il Presidente Colomb onelle sue dichiarazioni programmatiche disseche era all 'attenzione del Governo il proble-ma della modifica della legge n. 62 del 1953 .Furono le note importanti vicende politiche ,che tennero impegnati il Governo e il Parla-mento, ad impedire che, pur predisposto da lsottoscritto, un disegno di legge organico d isostituzione di parte della legge Scelba po-tesse essere presentato . Non quindi mancanzadi assunzione di responsabilità da parte de lGoverno, il quale pienamente e apertamenteassume le responsabilità dell 'adesione alleproposte presentate e che oggi spera ven-gano approvate .

Sul contenuto del provvedimento si è in -trattenuto - e non saprei dire se con più chia-rezza di così sia possibile farlo - il relatore .Si abrogano le norme riguardanti l'ordina -mento interno perché questo è di competenz aesclusiva delle regioni, e si rendono transi-torie le norme relative agli organi della re-gione e ai rapporti tra regione, provincia ,comune e altri enti locali . Sono transitorie ,queste norme, perché, una volta -fatto lo sta-tuto, sarà questo a contenerne la regolamen-tazione definitiva.

Le norme in esame tendono a dare u nmaggiore spazio al potere regionale nell'am-bito della sua autonomia, e quindi è fataleche avvenga quello che da qualche parte h osentito portare come una critica, come cio èuna diversità fra statuto e statuto . Ma io deb-

bo dire che abbiamo fatto le regioni perch él ' Italia non è tutta uguale e riteniamo ch esia bene che gli statuti rappresentino e riflet-tano le diversità che vi sono nel nostro paese .In sostanza gli statuti dovrebbero essere un aspecie di abito su misura fatto dal sarto anzi -ché un abito comprato al mercato .

Evidentemente, quindi, questo non pu òessere ritenuto un effetto negativo . Sarebbenegativo se gli statuti fossero profondamentediversi gli uni dagli altri, in modo tale d adimostrare l'esistenza di un paese che foss eprofondamente diviso nelle sue parti . Ma quibisogna dire che mi pare fino ad ora, perl'esame che ne ho fatto, che sia ben ripost ala fiducia nelle regioni e che gli statuti inlinea di massima rispondano alle esigenze

delle regioni stesse .

L 'onorevole Franchi stamane ha dramma-tizzato un po ' quelle dichiarazioni program-matiche che vi sono negli statuti, e dice ch elo hanno scandalizzato . Io vorrei dirgli chein fondo negli statuti non sta scritto né ch enon si vuole la libertà né che si vuoi con-culcare il diritto dei cittadini né che si vuoleimpedire lo sviluppo delle collettività . Vi sonoanzi delle affermazioni che rispondono a del -le finalità di ordine generale che sono molt onotevoli . Semmai, si potranno fare delle altr eosservazioni . Si potrà dire che queste affer-mazioni di principio, che tendono in fondoad esaltare dei valori che sono grandi valor idella nostra collettività, sono più che altroindicazioni di finalità d'ordine generale; manon mi pare che sia da farne una valutazion equale quella che l'onorevole Franchi h a

fatto. Comunque questi statuti sono all'esam edell'altro ramo del Parlamento ed io ritengo ,senza volere entrare nel merito del problemaper rispetto al Senato, che esso farà un

doveroso e giusto esame dei vari statuti . Vor-rei però dire che i primi giudizi che sono stat i

dati su questi statuti non sono stati negativi .Quegli articoli di Sensini sul Corriere dellaSera (cito un giornale che non è proprio ac-

cesamente regionalista) hanno dato atto d iuna formulazione di statuti che risponde agl i

interessi di tutta la collettività nazionale .

Vi è ancora la modifica dell'articolo 6, se-condo comma, su cui -si è molto discusso .

Debbo dire che si è inteso semplicement e

chiarire un punto della situazione. La legge

Scelba parlava di princìpi generali . I prin-cìpi generali - lo sappiamo tutti - sono u nconcetto molto difficile da poter essere iden-tificato con tranquillità di tutti . Si è volutoporre, al posto di « principi generali » qual-

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che cosa di più preciso, come « le leggi ».Io penso che certamente questo chiariment onon costituisca una violazione costituzionale .

Sono state anche criticate le procedurecon cui gli statuti sono stati presentati al Par-lamento. In proposito, bisogna dire che l alegge Scelba ha dato luogo a due interpreta-zioni : una, secondo la quale gli statuti dove-vano solo essere trasmessi dal Presidente de lConsiglio al Parlamento e un'altra che pre-vedeva necessariamente una legge per la tra-smissione. Con l ' invio degli statuti mediant euna legge, che però non entra nel merito de -gli statuti stessi, si è inteso trovare una vi aconciliante delle due tesi, ma rispettosa so-prattutto delle prerogative del parlamento .

Gli statuti debbono essere approvati al pi ùpresto . Al Senato si stanno esaminando pro-cedure che rispondono alle esigenze di una ap-provazione celere e, nello stesso tempo, al ri-spetto della Costituzione .

L'onorevole Franchi ci ha chiesto come èstata concepita la regione . Io direi, da quantosopra esposto, che soprattutto una risposta èda dare all 'onorevole Franchi : essa è stataconcepita nella libertà e nel rispetto della Co-stituzione .

L 'onorevole Caruso si è intrattenuto, tral 'altro, sulla questione dei controlli . Al riguar-do vi sono stati proprio in questi giorni (m ipare tre giorni fa) dei contatti con le region iper il passaggio dei controlli in base alla le-gislazione vigente ; inoltre, in base agli accord iche sono stati presi in questo colloquio, vi sa-ranno nei prossimi giorni – o sono già in corso ,non sono in grado di precisarlo perché questoera lasciato alle regioni – dei contatti a livellolocale tra gli esponenti delle regioni e i pre-fetti, per organizzare il servizio dei controll ie per tutti gli accordi per il passaggio di que-sta potestà . Questa richiesta, fatta dalle regio-ni, è stata quindi accolta . Non è esatto che v isia stato un rifiuto del personale per quest icontrolli . Debbo anzi dire che uno degli ar-gomenti, forse il principale argomento di que-sti colloqui fra le regioni e i prefetti, sarà pro-prio quello della richiesta del personale, siacome numero, sia per qualità .

Il ministro dell ' interno ha dimostrato e af-fermato la sua disponibilità per il trasferi-mento alle regioni del personale che sarà ne-cessario . Tali colloqui sono già in corso, o siterranno tra breve tempo ; qualora non tuttele questioni per il passaggio di questi controll ivenissero risolte in sede regionale, si è d ' ac-cordo che una commissione mista compost ada rappresentanti delle regioni, del Ministerodell ' interno e dal sottoscritto, esamini la

materia al fine di trovare la soluzione per

le eventuali difficoltà che la legge vigente pre-sentasse per quanto riguarda il passaggio de icontrolli . Si è temuto, in altri termini, chenon sempre, tra le interpretazioni delle leggi ,si potesse trovare, tra le regioni, le autorit àperiferiche dello Stato e i prefetti, una inter-pretazione accettabile da tutti ; se questionisorgeranno, quindi, si interverrà per trovareuna giusta soluzione .

Siamo convinti che la materia dei controll isia una materia delicatissima, ed una materi ache vada modificata ; così come riteniamo ch evada modificata la funzione del commissari odi Governo, riteniamo vada anche modificatala materia dei' controlli come prevista dallalegge Scelba. Devo dire che a tale scopo èstata creata una commissione mista tra region ied autorità centrale, per lo studio di una nuo-va legge che risponda alle esigenze attuali i nquesta materia .

Come sapete, vi sono situazioni di difficolt àper i grossi problemi presentati dai comuni edagli enti deficitari in genere . Lo Stato, evi-dentemente, mentre da un lato non può igno-rare quelle situazioni, dall 'altro non ha certoa disposizione il pozzo di san Patrizio : le suerisorse, essendo limitate, vanno distribuite se-condo giustizia, in base a certi criteri di scel-ta, tra i vari organismi . È evidente che que-sto problema, che vorrei quasi definire il pro-blema del chi paga e come paga, dovrà essere

affrontato; e dovrà essere affrontato nel pien orispetto delle autonomie regionali, così comedovrà essere affrontato tenendo anche nel giu-sto conto le esigenze dello Stato .

Per quanto riguarda la parte finanziaria ,e mi riferisco all'articolo 3 del provvedimen-to, per la previsione del 1971 le imposte su iterreni e sui fabbricati figurano per un total edi 31 miliardi e mezzo . In base alla legge fi-nanziaria, il 50 per cento di tali imposte do-veva affluire alle regioni a mano a mano chefossero stati approvati gli statuti . Mediamente

nel corso dell 'esercizio il versamento da par-

te dello Stato era stato previsto in circa 1 0miliardi ; per far fronte a questa spesa sonostati stanziati in bilancio 10 miliardi . Ora, conla decorrenza fissa del 1° gennaio 1971, an-dranno alle regioni circa 16 miliardi; per la

differenza, all 'occorrenza, si provvederà conuna nota di variazione. Si dice all'occorrenza ,perché per poter decidere bisogna attender el'esito del gettito dell'imposta, per stabilirequale debba essere l'integrazione da fare . Que-sto aspetto del provvedimento è stato criticat o

dall'onorevole Franchi, ma a me sincerament epare che se non si fossero fatti decorrere i ter-

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mini per tutte le regioni dallo stesso momento ,avremmo, a parte il resto, creato una situazio-ne di discriminazione a danno proprio dell eregioni che sotto certi aspetti si trovano i nmaggiori difficoltà.

L'onorevole Caruso, l'onorevole Ballardin ie l'onorevole Franchi hanno lamentato il ritar-do per quanto riguarda lo stato di attuazion edell'articolo 17 della legge 16 marzo 1970 ,n . 281 . Devo dire che il Governo intende pro -cedere rapidamente alla predisposizione de iprovvedimenti previsti dall'articolo 17 dell alegge finanziaria regionale, per sottoporli a lparere delle regioni e della Commissione par -lamentare per le questioni regionali non oltrela data del 30 giugno 1971 .

Il materiale di studio e di indagine rico-gnitiva per la preventiva puntualizzazionedelle attribuzioni e della struttura organizza-tivo-funzionale delle amministrazioni diretta-mente interessate al passaggio delle funzion idegli uffici e del personale statale alle region inelle materie indicate dall'articolo 117 dell aCostituzione è stato richiesto ai vari ministr ifin dal 28 aprile 1970, ossia in epoca anterior eall'entrata in vigore della legge finanziari aregionale . Tuttavia, la complessità, la delica-tezza e la natura dei problemi connessi coltrasferimento delle materie non hanno ancorapermesso a tutte le amministrazioni di appron-tare i progetti preliminari di provvediment ientro il termine ultimo del 31 ottobre 1970 ch el'ufficio aveva prefissato . Molti provvedimen-ti, compresi gli schemi di leggi-cornice, sonoin stato di avanzata elaborazione .

I decreti delegati relativi alle materie de lturismo, dell'industria alberghiera, delle fie-re, dei mercati, delle cave, delle torbiere, del -l 'artigianato, delle acque minerali e termali ,dell'assistenza scolastica, dei musei e delle bi-blioteche di enti locali, sono già all'esame pre-ventivo dei ministri dell ' interno, del tesoro,delle finanze e del bilancio e della program-mazione economica, indicati quali concertant idalla legge finanziaria regionale . Bisogna, intutta questa materia, tenere presente il prov =vedimento che il Parlamento ha recentementevotato all'articolo 5 della legge sul riassett odegli stipendi degli statali e sulla riformadella pubblica amministrazione .

Noi ci auguriamo che in effetti, così com ela legge prescrive, i decreti sui ministeri ch edebbono essere riorganizzati sulle materie chedai ministeri debbono passare alle regioni pos-sano essere fatti contemporaneamente . Peròabbiamo anche precisato che, ove non foss epossibile predisporre tempestivamente la com-

plessa materia della riorganizzazione dei mi-nisteri, le materie che debbono essere trasfe-rite alle regioni passeranno a queste ultimeindipendentemente dalla contestualità dei du edecreti .

Vi è poi un punto cruciale per tutta l'or-ganizzazione e l 'attuazione dell 'ordinamentoregionale, ossia l'interpretazione dell'articol o17 della legge finanziaria, relativamente acome debbano strumentarsi quei poteri di in-dirizzo e di coordinamento previsti dalla leg-ge finanziaria e che vengono risfrvati all oStato . Voi sapete che a tal proposito proprioin questo momento (o di qui a poco) il Pre-sidente del Consiglio parlerà al Senato, inrisposta alle mozioni che sono state presenta-te. Quindi, per ragioni di doverosa correttez-za, non esprimo la mia opinione .

Sono certo che tutti i ministri sono consa-pevoli della enorme importanza dell'ordina-mento regionale, sul quale oggi – diciamolochiaramente – poggiano le speranze di molt aparte della nostra collettività . Talvolta io sonoaddirittura preoccupato, perché mi pare chel'ordinamento regionale, abbia acceso speran-ze addirittura eccessive nel popolo italiano ;non vorrei che lo si potesse concepire come l atriaca, ossia come una medicina polivalenteche serve un po ' per tutte le malattie . Questopotrebbe portare a delusioni . Noi riteniamo

che si tratti di una delle strutture fondamen-tali dello Stato italiano e che dall'ordinamen-to regionale possa svilupparsi la riforma del -

le strutture del paese . Riteniamo che sull'or-dinamento regionale e sulla sua attuazione l aclasse politica italiana, senza tante distinzio-ni di parte, abbia giocato una delle sue cartepiù valide e, nello stesso tempo, anche pi ù

attese . Questo senso di responsabilità di fronte

al gravissimo impegno che ciascuno di noi haassunto verso il popolo italiano farà sì ch etutto ciò che deve essere fatto per attuare tem-pestivamente e bene le regioni sarà fatto ,e che tutte le informazioni, le notizie e le no-zioni richieste, necessarie per configurare iprovvedimenti che si devono prendere pe rl'attuazione delle regioni, verranno inviat e

tempestivamente .

Il tempo a nostra disposizione è sufficien-te, però devo dire chiaramente che non è af-fatto molto : è quello strettamente sufficiente ,lavorando anche con intensità, per poter far equanto si ha l'incarico di fare .

L'onorevole Ballardini ha lamentato che

l 'apposita Commissione parlamentare è di-soccupata e che cerca un po ' di lavoro in

materie non di sua competenza diretta . Come

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l'onorevole Ballardini ben sa, una volta chesiano predisposti i decreti delegati, questi de-vono essere prima sottoposti alle regioni, l equali hanno 60 giorni di tempo per fare l eloro osservazioni ; successivamente saranno in-viati a detta Commissione . Vorrei invece sot-tolineare l'enorme importanza di questa Com-missione parlamentare . 'B vero infatti che sitratta di una Commissione consultiva, è al-trettanto vero però che il parere consultivodi una Commissione composta di parlamen-tari delle due Camere non può-non avere u ngrandissimo valore presso il Consiglio dei mi-nistri . Di ogni provvedimento, quindi, solodopo che sarà stato esaminato, si potrà dir ecome effettivamente potrà, in ipotesi, essere ,e quali potranno, in ipotesi, configurarsi gl iordinamenti delle regioni italiane .

L'onorevole Lattanzi ha lamentato ch equesta riforma suscita anche delle resistenz ee delle difficoltà per quanto riguarda il pas-saggio delle materie alla competenza dell eregioni. È comprensibile ed è umano chequesto accada. Si tratta di una riforma d itanta importanza che tende a cambiare i nmodo anche vivo e profondo la struttura de lnostro paese, la struttura delle organizzazioniamministrative centrali; è indubbiamente unadelle più grandi riforme, forse la primagrande riforma che viene fatta nel nostr opaese : è umano, quindi, che una impresa d iquesto genere possa suscitare anche delle re-sistenze . Spetta però a noi (quando dico anoi, non voglio riferirmi soltanto al Governo ,

ma voglio dire al Governo e al Parlamento e ,al limite, a ciascun cittadino italiano), con-tribuendo a creare nell'opinione pubblica l aconsapevolezza del momento, fare rispettar ela nostra Costituzione .

Poiché si è parlato della irresponsabilit àdelle regioni, vorrei dare quei pochi dati ch eho sugli organici dei consigli regionali, perdimostrare l ' infondatezza dell 'accusa secon-do cui il nuovo ordinamento regionale avreb-be dato vita ad una seconda burocrazia, ma-stodontica tanto quanto quella dello Stato.L'Emilia ha deliberato per il personale de lconsiglio regionale un contingente di 25 unità ,il Molise di 29, il Piemonte di 33, l'Umbriadi 38: come vedete, non siamo di fronte acifre tali da creare delle situazioni di preoc-cupazione nel nostro paese ; anzi, sincera -mente, mi pare che si possa parlare di u nvivo senso di responsabilità da parte de inuovi organismi .

Così noi stiamo per dire addio ad una part edella legge Scelba. Debbo anche dire che

questa legge Scelba – che in fondo qui è statatanto criticata, che noi tutti abbiamo tantocriticata – ha fatto il suo dovere ; e che, infondo, a questa legge Scelba dobbiamo anch eessere grati perché noi, che crediamo nell eregioni, sappiamo che abbiamo potuto crear-le grazie ad essa . E allora, nel salutarla, noidiremo una cosa ; oggi la licenziamo noncome una cosa che abbia male operato nelnostro paese, ma come una cosa che il tempoe le vicende della nostra vita collettiva han -no superato, come una cosa che ha fatto i lsuo tempo, dopo essere servita a dare al no-stro paese una struttura nuova, quella strut-tura che in fondo tutto il nostro popolo at-tende .

Nel chiedervi l'approvazione di questalegge di riforma, vorrei dirvi che questa è

una prova di fiducia; una prova di fiduci areciproca, una prova di fiducia dello Statoverso le regioni e delle regioni verso lo Stato .

Vorrei anzi adoperare un termine un po ' di-

verso. Mi pare che non sia esatto parlare d i

Stato e regioni, perché paiono quasi due cos econtrapposte, mentre le regioni sono lo Stato ,

fanno parte dello Stato . E allora forse sa-rebbe più esatto dire che è una prova di ar-monia, una prova di senso di collaborazione ;

e deve essere una prova di armonia e di sen-so di collaborazione fondata e permeata nell afiducia fra organi dello Stato, fra organi del

nostro paese . E tutti hanno uno scopo : cer-

care di dare al nostro paese una struttura mo-derna rispondente alle esigenze della nostr a

collettività . (Applausi al centro e a sinistra) .

PRESIDENTE . Passiamo all'esame degl i

articoli (identici nei testi del Senato e dell a

Commissione) .

Si dia lettura dell'articolo 1 .

ARMANI, Segretario, legge :

« Gli articoli 1, 2, 3, 4, 5 e 7 della legge

10 febbraio 1953, n . 62, sono abrogati e ne

cessa immediatamente l'applicazione a tutt i

gli effetti .Il secondo comma dell'articolo 6 della leg-

ge 10 febbraio 1953, n. 62, è sostituito dal

seguente :

" Il Parlamento, qualora ritenga che l o

Statuto non sia in armonia con la Costitu-zione e con le leggi della Repubblica o con-

tenga disposizioni in contrasto con l'interess e

nazionale o con quello di altre Regioni, n e

rifiuta l ' approvazione e lo rinvia al Consiglio

regionale " » .

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Camera dei Deputati

V LEGISLATURA — DISCUSSIONI — SEDUTA DEL 18 DICEMBRE 1970

PRESIDENTE .

stato presentato il se-guente emendamento :

Sostituirlo con il seguente :

Il titolo I della legge 10 febbraio 1953 ,n. 62, è sostituito dal seguente articolo :

Lo statuto regionale è deliberato dal Con-siglio regionale e la sua approvazione avvienecon legge della Repubblica a norma dell'ar-ticolo 123 della Costituzione » .

1 . 1 . De Marzio, Ahnirante, Abelli, Alfano, Ca-

radonna, d'Aquino, Delfino, di Nardo ,Ferdinando, Franchi, Guarra, Marino ,Niccolai Giuseppe, Menicacci, Nicosia,

Pazzaglia, Roberti, Romeo, Romualdi ,Santagati, Servello, Sponziello, TripodiAntonino, Turchi.

FRANCHI . Chiedo di svolgerlo io .

PRESIDENTE. Ne ha facoltà .

FRANCHI. Mi limiterò a brevi parole sol -tanto per chiarire le cose e precisare la no-stra responsabilità .

Quando l'onorevole ministro poc'anzi ci haparlato della limitatezza delle richieste pe rformare la burocrazia regionale, non ha te-nuto conto 'del fatto che le regioni non hannoancora cominciato a funzionare e perciò nonsi può fin da oggi dire che esse non hanno

straripato » . Questo giudizio potrà darsi sol -tanto quando esse saranno entrate in funzione .

Ma il ministro ha fatto anche un'altr aaffermazione che ci sembra grave . Ad uncerto punto, parlando delle regioni e delloStato, egli ha detto che sembrano due cos econtrapposte; egli inoltre aveva esordito di-cendo - ed ecco il motivo del nostro emenda -mento - che si sarebbero creati conflitti e ch esarebbe pertanto grave dover rinviare alle re-gioni i rispettivi statuti, dato che praticament etutti gli statuti violano la legge . 'Quindi, da ldibattito si ha una conferma precisa che, esi-stendo un conflitto tra le regioni e le legg idello Stato, questo conflitto si risolve in unmodo solo : abrogando le leggi dello Stato .Questa è la morale che emerge da questo di -battito .

E poi, onorevole ministro, non è giusto enon è serio - mi sia consentito - che un aproposta di iniziativa parlamentare, che h auno scopo preciso, venga travisata nel suo sco-po persino nelle dichiarazioni del Governo .Chi ha il diritto di dire qual è lo scopo d iquesta legge ? Il 'proponente . Ma il senator ePieraccini, signor ministro, non ha certo detto

quello che ha detto lei ! E nemmeno quell oche ha detto il relator e

Il senatore Pieraccini ha detto al Senatoche scopo fondamentale del disegno di legg epresentato dal gruppo socialista è la elimina-zione dei vincoli e delle limitazioni che lalegge Scelba del 1953 ha posto all'autonomiastatutaria e organizzativa delle regioni, vin -coli e limitazioni che non trovano riscontronella Costituzione. Quindi, Io scopo della pro-posta di legge che stiamo discutendo è quellodi modificare una situazione di incostituzio-nalità . E il Governo invece ci viene a dire :per carità, noi non sappiamo se sia costituzio-nale o meno ! E il relatore si scandalizza ; sta-mane ha affermato : non ho detto che siano in -

costituzionali queste norme . Il senatore .Pie-raccini ha detto che sono incostituzionali .Vuole il Governo assumersi questa responsa-bilità ? Non ci accorgiamo nemmeno, onore-vole relatore, che noi ci sostituiamo al giudicecostituzionale che, se non sbaglio, è già stat oinvestito della questione ? Perché non abbia-mo atteso la sentenza della Corte costituzio-nale in questa materia? Chi deve giudicar ese una norma è costituzionale o no ? Il giudi-ce costituzionale, già investito della question ee che noi in questo modo scavalchiamo . Vo-gliamo ammettere che quelle norme sono in -costituzionali ? Benissimo . Ecco allora il no-stro emendamento. Se il titolo I della legg eScelba è incostituzionale, ebbene, lo si abro-ghi, come intendiamo proporre noi con il no-stro emendamento. Onorevole relatore, noi de lMSI siamo lontani dalla vostra impostazion epolitica, ma evidentemente non si può affer-mare che quelle norme sono incostituzionali epoi lasciare in vita due o tre righe di esse .

BRESSANI, Relatore. Ma io non l'ho detto .

FRANCHI . Se non l'ha detto, vogliono cor-tesemente il Governo e il relatore dire - per-ché questa è la sostanza della questione - cos afarà il Parlamento di fronte agli statuti ? L ipotrà modificare con emendamenti ? Volet edire cortesemente come si 'discuteranno e com esi approveranno questi statuti ? Si dovrà pren-dere atto di quello che in essi è contenut ooppure, se ciò che in essi è contenuto non pia -ce al Parlamento, si potranno rinviare gl istatuti alle regioni ? E se le regioni poi non

li modificano ?

GATTO, Ministro senza portafoglio . La

I

cosa pacifica è che la legge di approvazione èuna legge formale e che quindi il Parlamento

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può non approvare lo statuto e rinviarlo all aregione, ma non può modificarlo .

FRANCHI . Dove è scritto che tutto ciò èpacifico ?

GATTO, Ministro senza portafoglio . L'in-terpretazione dottrinaria è univoca in questosenso .

FRANCHI . Il nostro emendamento tendeappunto a superare questa tesi che vìola l'ar-ticolo 123 della Costituzione, il quale stabilisceche « lo statuto è deliberato dal consiglio re-gionale a maggioranza assoluta dei suoi com-ponenti, ed è approvato con legge della Re-pubblica » . Dove è scritto che si tratta di leggeformale ? La Costituzione all'articolo 72 havoluto distinguere i tipi 'di legge, parland oanche di leggi di ratifica . Questa è una leggeordinaria . Se siamo d ' accordo su questo, tutt oil discorso si ridimensiona . È incostituzionaleil titolo I della legge Scelba ? Benissimo, e al-lora, come dicevo stamane, viva l'articolo 123della Costituzione, del quale il nostro emenda-mento ripete la formula : « Lo statuto regio-nale è deliberato dal consiglio regionale e l asua approvazione avviene con legge della Re -pubblica, a norma dell 'articolo 123 della Co-stituzione » .

Si sta veramente calpestando e travolgend ola Costituzione, perché - mi permetto di ri-peterlo - facilitare e semplificare la discussio-ne sugli statuti significa per il Parlament oabdicare alla propria funzione . O ce ne ren-diamo conto o vogliamo essere incoscienti d ifronte alla luce del sole . Il Parlamento nonpuò rinunziare alla propria funzione . Ella,onorevole ministro, ci dice che verranno ema-nate le leggi-quadro . Ma chi può crederlo ,quando l 'unica legge-quadro esistente la s ivuole eliminare ? Se è incostituzionale, spari-sca tutto il titolo I della legge Scelba ; maresta fermo l'articolo 123 della Costituzioneche parla di « approvazione con legge dellaRepubblica », non con legge formale, non conlegge di ratifica . Quindi, il Parlamento avràil dovere e il diritto di emendare gli statut ie di rinviarli eventualmente alle regioni .

Credo di aver sufficientemente sottolineat osfamane la gravità di quello che ci si apprestaa fare e che non si dovrebbe fare . Richiamoancora una volta la cortese attenzione degl ionorevoli colleghi sull'importanza di quelloche stiamo per deliberare e mi auguro chealmeno questo ' mio emendamento, che vien eincontro . tra l'altro. alle tesi del senatore Pie-

raccini sulla incostituzionalità del titolo I dell alegge Scelba, venga accettato dalla Commis-sione e dal Governo 'e approvato dalla Camera .

PRESIDENTE. Qual è il parere dellaCommissione su questo emendamento ?

BRESSANI, Relatore . La Commissioneesprime parere contrario all'emendamentoDe Marzio 1. 1 . Non vorrei entrare in pole-mica troppo spesso con l'onorevole Franchi ,ma devo insistere sul fatto che nella mia re-lazione orale ho esposto le ragioni di oppor-tunità politica che consigliano di modificar ee di abrogare alcune norme del titolo I dellalegge n . 62 del 1953 . Ho fatto riferimento, cer-to, a questioni di legittimità costituzionale, ch esono state sollevate ovviamente in altra sede ,ma semplicemente come un riferimento stori-co o di cronaca; non ho addotto ragioni di le-gittimità costituzionale, ho invece addotto ra-gioni di opportunità politica e su queste in-sisto .

Sono queste le ragioni che consigliano d iabrogare gli articoli 1, 2, 3, 4, 5 e 7 del ti-tolo I della legge n . 62 del 1953, che non con-sigliano invece - come vorrebbe l'onorevol eFranchi - di abrogare anche l'articolo 6, per-ché è l 'unico articolo che contiene una dispo-sizione regolatrice del procedimento di ap-provazione, da parte del Parlamento, degl istatuti regionali .

L'onorevole Franchi è molto preoccupat oper il fatto che non vi siano delle norme ch econfigurino il potere di approvazione d aparte del Parlamento degli statuti regionali ,ma poi anche quelle póche che esistono, esono contenute nell 'articolo 6, le vuole abro-gare. Questo, onorevole Franchi, è il sensodell'emendamento che ella ha illustrato ; unemendamento, per altro, puramente ripetiti-vo, nella sua formulazione, della norma del -la Costituzione. L'emendamento De Marzio1. 1, se accolto, abrogherebbe il disposto del -l'articolo 6, perché verrebbe abrogato tuttoil titolo I della legge n . 62 del 1953 .

Per questi motivi esprimo parere contra-rio all 'emendamento in questione .

PRESIDENTE . Il Governo ?

GATTO, Ministro senza portafoglio . An-che il Governo è contrario per le ragioni espo-ste dal relatore .

PRESIDENTE. Passiamo ai voti. Onorevo-le Franchi, mantiene l 'emendamento De Mar-

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zio 1. 1, di cui ella è cofirmatario, non accet-tato dalla Commissione né dal Governo ?

FRANCHI. Sì, signor Presidente .

PRESIDENTE. Lo pongo in votazione .

(È respinto) .

Pongo in votazione l'articolo 1 .

(È approvato) .

Si dia lettura dell 'articolo 2 .

ARMANI, Segretario, legge :

« Le disposizioni contenute nei titoli II Ie IV della legge 10 febbraio 1953, n . 62, hannovalore transitorio sino al giorno dell ' entratain vigore degli Statuti delle singole Re-gioni » .

PRESIDENTE. È stato presentato il se-guente emendamento :

Sopprimerlo .2 . 1 . De Marzio, Almirante, Abelli, Alfano, Ca-

radonna, d'Aquino, Delfino, di Nardo ,Ferdinando, Franchi, Guarra, Marino ,Niccolai Giuseppe, Menicacci, Nicosia ,Pazzaglia, Roberti, Romeo, Romualdi ,Santagati, Servello, Sponziello, TripodiAntonino, Turchi.

FRANCHI. Chiedo di svolgerlo io .

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

FRANCHI. Mi auguro, signor Presidente ,che almeno questo emendamento non sia di-satteso dall'Assemblea . Non è possibile sop-primere delle norme - spero di chiarire me-glio quanto dicevo stamane - tenendo cont oche le regioni hanno diritto, dopo 6 mesi dal-l'approvazione dello statuto, anche di rifar-lo o di modificarlo .

Queste norme noi vogliamo definirle« transitorie » ; in proposito richiamo quantodicevo questa mattina parlando della « sco-perta » dell ' onorevole Pieraccini, di definir e« transitoria » una legge-quadro . inconce-pibile una legge-quadro transitoria : finchéesistono e durano le regioni, dura la legge -quadro, perché si può modificare ma non s ipuò sopprimere, eliminare .

Fino a quando poi sarebbe « transitoria » ?Evidentemente - penso di interpretare corret-tamente - fino all ' approvazione del quindice-simo ed ultimo statuto, dopo di che questenorme scomparirebbero .

Ebbene, siccome queste norme attengonoalla costituzione degli organi, alle funzioni ecosì via, e quindi costituiscono un termine d iparagone per un giudizio di merito del Parla-mento in sede di approvazione degli statuti, s eabbiamo detto che sono transitorie e dopo se imesi una regione cambia il proprio statutoil Parlamento non avrà più un termine di pa-ragone .

Come potrete, onorevole colleghi, respin-gere questo emendamento ? A parte il discors odella drammaticità della situazione, che hogià fatto, qui non è proprio possibile eliminar edelle norme che devono servire ad esprimereun giudizio di merito. Quando è stata formu-lata questa proposta - che è di iniziativa par -lamentare, non dimentichiamolo - e il Go-verno o non ha avuto il coraggio o evidente -mente al Governo è stata forzata la mano, i lpresentatore non aveva considerato che la re-gione dopo 6 mesi può modificare lo statuto .Se lo può modificare, cosa fa il Parlamento ?Chi controlla quello statuto ?

Ecco il motivo del nostro emendamento, i lquale propone puramente e semplicemente d isopprimere l'articolo 2 .

PRESIDENTE. Qual è il parere della Com-missione su questo emendamento De Marzio ?

BRESSANI, Relatore . Il relatore è con-trario . L'articolo 2 costituisce una parte essen-ziale della proposta di legge e quindi baste-rebbe richiamarsi alle ragioni da me addott enella relazione a sostegno del provvediment oper escludere che io possa esprimere parere fa-vorevole all'accoglimento dell'emendamento .

Vorrei ricordare all'onorevole Franchi ch epiù volte ci ha richiamati al senso dello Stat oche la proposta di legge che sta all'origin edella legge n . 62 del 10 febbraio 1953 contene-va una disposizione che è stata poi modificata :l'articolo 40. Quella disposizione contenutanell'articolo 40 del provvedimento presentatodall'onorevole Scelba considerava le disposi-zioni del- titolo III, come disposizioni transi-torie fino all'entrata in vigore degli statuti .Noi vogliamo in questo momento ritornare all aproposta che il Governo aveva fatto nel 1952-53 .

PRESIDENTE. Il Governo ?

GATTO, Ministro senza portafoglio . Il Go-verno esprime parere contrario per le ragion iespresse dal relatore .

PRESIDENTE. Passiamo ai voti . OnorevoleFranchi, mantiene l'emendamento De Marzio

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2. 1, di cui ella è cofirmatario non accettat odalla Commissione né dal Governo ?

FRANCHI . Sì, signor Presidente .

PRESIDENTE. Pongo in votazione l'arti-colo 2 di cui l'emendamento De Marzio pro -pone la soppressione .

(E approvato) .

Si dia lettura dell'articolo 3 .

ARMANI, Segretario, legge :

« L'ultimo comma dell'articolo 16 della leg-ge 16 maggio 1970, n . 281, è sostituito dal se-guente :

" L'attribuzione alle Regioni del gettito d icui all'articolo 7 ha inizio dal i° gennai o1971 " » .

PRESIDENTE .

stato presentato il se -guente emendamento:

Sostituirlo con il seguente:

L'ultimo comma dell'articolo 16 della leg-ge 16 maggio 1970, n . 281, è sostituito dal se-guente :

« L'attribuzione alle Regioni del gettito d icui all'articolo 7 ha inizio dal primo giornodel bimestre di esazione successivo alla deli-berazione dei rispettivi statuti » .

3 . I . De Marzio, Almirante, Abelli, Alfano, Ca-

radonna, d'Aquino, Delfino, di Nardo,Ferdinando, Franchi, Guarra, Marino,Niccolai Giuseppe, Menicacci, Nicosia,Pazzaglia, Roberd, Romeo, Romualdi,

Santagati, Servello, Sponzielto, TripodiAntonino, Turchi.

FRANCHI. Chiedo di svolgerlo io .

PRESIDENTE. Ne ha facoltà .

FRANCHI. Signor Presidente, a questopunto noi diciamo che aveva ragione l'onore-vole Pieraccini e ci sembra abbia torto laCommissione. Secondo noi non si può dire« L'attribuzione alle regioni del gettito di cu iall'articolo 7 ha inizio dal 1° gennaio 1971 » .Cosa vuoi dire ? Ci sono regioni che hanno giàapprovato lo statuto e regioni che non Io han -no approvato. Se Io stesso gruppo politico epersino lo stesso onorevole Pieraccini ha sen-tito il bisogno di fare riferimento al bimestr edi esazione successivo alla deliberazione degl istatuti, è evidente che aveva tenuto conto d iun giudizio di equità. Ma noi diciamo che no nsi possono punire regioni che già da tempo

hanno predisposto lo statuto e premiare quel-le che non lo hanno ancora preparato .

Si dice che possono esservi state delle dif-ficoltà . Ma che c'entrano le difficoltà ? Si trat-terà di volontà, si tratterà di lavorare o dinon lavorare . Anche se per noi non si trattadi una questione di fondo ma di una question epiù modesta, diciamo che ci sembra più giu-sto fare riferimento al bimestre successivo alladeliberazione degli statuti . Non sarebbe giu-sto far pagare alle regioni l'inattività per

esempio del Parlamento . Una regione ha pron-to lo statuto mentre il Parlamento non vuol eo non può approvarlo : non è giusto che la re-gione sia punita .

Come si vede noi cerchiamo di fare ragio-namenti obiettivi per dimostrare che il prrblema ci preme e per dimostrare anche che l anostra non .è un 'opposizione di principio . Bel -la figura ha fatto il partito liberale che nonaveva probabilmente capito niente di quelloche si discuteva . Non si tratta di odio versole regioni, è questione di serietà. Ci auguria-mo pertanto che sotto il profilo dell'equità edella giustizia l'Assemblea voglia approvar eil nostro emendamento .

PRESIDENTE . Qual è il parere della Com-missione sull'emendamento presentato all'ar-ticolo 3 ?

BRESSANI, Relatore . Il relatore esprimeparere contrario . Per le ragioni esposte nell arelazione e nella replica riteniamo opportun orendere uniforme il termine iniziale di devo-luzione di queste entrate alle regioni, qualeche sia il momento di approvazione dello sta-tuto .

PRESIDENTE. Il Governo ?

GATTO, Ministro senza portafoglio. Il Go-verno è contrario .

PRESIDENTE. Onorevole Franchi, mantie-ne l'emendamento De Marzio 3 . 1, di cui ellaè cofirmatario, non accettato dalla Commissio-ne né dal Governo ?

FRANCHI. Sì, signor Presidente .

PRESIDENTE. Lo pongo in votazione .

(E respinto) .

Pongo in votazione l'articolo 3 .

(E approvato) .

Si dia lettura dell'articolo 4, ultimo del di -segno di legge .

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ARMANI, Segretario, legge :

« La presente legge entra in vigore il gior-no successivo a quello della sua pubblicazionenella Gazzetta Ufficiale della Repubblica ita-liana » .

FRANCHI . Chiedo di parlare per dichia-razione di voto .

PRESIDENTE. Ne ha facoltà .

FRANCHI. I deputati del Movimento so-ciale italiano voteranno contro la propostadi legge in esame, e denunciano l'ignobilemanovra di alcuni gruppi politici al ser-vizio del partito comunista, la incoscienza col-pevole di altri gruppi come il partito liberale ,che non hanno capito o non hanno voluto ca-pire la gravità della proposta medesima, l airresponsabilità del Governo e della sua mag-gioranza, principali artefici di questo scempi oin danno dello Stato e del popolo italiano.(Commenti all 'estrema sinistra) .

PRESIDENTE. Pongo in votazione l ' arti-colo 4 .

(E approvato) .

La proposta di legge sarà successivamentevotata a scrutinio segreto .

Presentazionedi un disegno di legge .

GATTO, Ministro senza portafoglio . Chiedodi parlare per la presentazione di un disegnodi legge .

PRESIDENTE. Ne . ha facoltà .

GATTO, Ministro senza portafoglio. Mi.onoro presentare, a nome del ministro dell aagricoltura e delle foreste, il disegno di legge :

« Conversione in legge del decreto-legg e18 dicembre 1970, n . 1012, recante: Dispo-sizioni concernenti l 'organizzazione comun edei mercati nei settori degli ortofrutticoli edelle materie grasse di origine vegetale, non -ché modifiche alle procedure di accertamentoe di riscossione dell ' imposta di fabbricazio-ne gravante sull 'olio di oliva dì pressione edi sansa » .

PRESIDENTE. Do atto della presentazionedi questo disegno di legge, che sarà stampato ,distribuito e trasmesso alla Commissione com-petente, con riserva di stabilirne la sede .

Discussione del disegno di legge : Conver-sione in legge del decreto-legge 30 no-vembre 1970, n. 870, concernente l'attua-zione del regolamento della CEE sullapolitica agricola comune del tabacc ogreggio e l'integrazione delle disposi-zioni di cui alla legge 13 maggio 1966,n. 303 (2874) .

PRESIDENTE . L'ordine del giorno reca ladiscussione del disegno di legge : Conversion ein legge del decreto-legge 30 novembre 1970,n . 870, concernente l 'attuazione del regolamen-to CEE sulla politica agraria comune del ta-bacco greggio e l'integrazione delle disposi-zioni di cui alla legge 13 maggio 1966, n. 303 .

Come la Camera ricorda, la Commissionenella seduta pomeridiana di ieri è stata au-torizzata a riferire oralmente. Il relatore ono-revole Perdonà ha facoltà di svolgere la su arelazione .

PERDONA, Relatore . Signor Presidente ,onorevoli colleghi, su tutti i prodotti dell ' agri-coltura italiana, meglio su tutta l'agricoltur aitaliana, la politica agricola comunitaria h aprovocato - e d'altronde era inevitabile - pro -fonde ripercussioni, ed altre, per certi aspett iforse maggiori, ne provocherà in avvenire . Ècerto però che su nessun prodotto le ripercus-sioni sono state, specie nella fase finale di ap-plicazione dei regolamenti comunitari, così ri-levanti come sul tabacco . Ciò è dovuto al fatt oche, mentre per gli altri prodotti i regolament icomunitari hanno, sì, operato sulla forma-zione dei prezzi, ma hanno lasciato sostan-zialmente in vigore nell 'ambito comunitarioil precedente regime di mercato tendenzial-mente concorrenziale, per il tabacco il rego-lamento del Consiglio della CEE relativo allaattuazione di un'organizzazione comune deltabacco greggio ha modificato totalmente l econdizioni del mercato, passato da un regim emonopolistico ad un regime concorrenziale .

L'Italia, è vero, era già in cammino suquesta strada. Infatti con tre leggi della fin edel 1958 e della primavera del 1959 il nostropaese mutava le norme relative all'importa-zione di tabacchi manifatturati e alla vendit adei medesimi . Fino al 1958, infatti, l 'ammini-strazione dei monopoli comperava i quantita-tivi che credeva opportuni ; la vendita si ef-fettuava in un numero limitato di rivenditeautorizzate; l'amministrazione dei monopol ifissava autonomamente i prezzi . Con le leggisopra ricordate veniva invece liberalizzata l aimportazione dei tabacchi manifatturati, ve-niva fissato per ciascun prezzo di vendita una

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imposta che, a parità di prezzi, risultavauguale per i prodotti nazionali e per i prodottiesteri ; e la vendita veniva estesa a tutte l erivendite italiane .

Cominciavano così ad affermarsi, dapprimalentamente, poi in forma sempre più consi-stente, i tabacchi esteri . Il regolamento dell aCEE al nostro esame, quindi, se da un latoha portato avanti la liberalizzazione del ta-bacco greggio, dall'altro è sorto a tutela dell aproduzione nazionale.

Al riguardo, nonostante una certa frettache c'è nell'aria, non possono esimermi dal 'dire poche parole su alcuni punti essenzial idel regolamento comunitario. A questo pro-posito, innanzi tutto, bisogna dire che il rego-lamento della CEE, accogliendo il criterio se-guito in molti paesi produttori del tabacco, s ibasa sul concetto del prezzo di sostegno, voltoad assicurare redditi sodisfacenti al mondoagricolo .

I punti essenziali del regolamento comuni-tario sono : 1) istituzione di una organizzazio-ne comune di mercato nel settore del tabacc ogreggio; 2) erogazione di un premio per age-volare il conseguimento del prezzo d'obiettivoe lo smercio del tabacco greggio prodotto nell aComunità ; 3) determinazione annuale dei prez-zi d'obiettivo e dei prezzi di intervento, da cor-rispondere ai coltivatori per la raccolta del -l'anno successivo ; 4) assunzione del criteri oche il prezzo d'obiettivo sia fissato tenendoconto della necessità di promuovere una spe-cializzazione che contribuisca al migliora -mento della qualità e garantisca un redditoequo ai produttori ; 5) assunzione del princi-pio che il tabacco in foglia non venduto poss aessere ceduto agli organismi di intervento(vedi AIMA) in base ai prezzi di interventocorrispondenti al 90 per cento del prezzo diobiettivo e comunque a un prezzo non infe-riore al costo di produzione ; 6) controllo degl iscambi con i paesi attraverso la clausola d isalvaguardia e la restituzione alle esportazioni ;7) vendita del tabacco giacente presso gli or-ganismi di intervento mediante asta pubblica ;8) il premio – c'è da aggiungere ancora – vuolecolmare la eventuale differenza fra il prezz odei tabacchi prodotti dalla Comunità e i lprezzo internazionale dei tabacchi di varietàsimilari importati nonostante il dazio di circail 23 per cento che grava sui prodotti greggiimportati dai paesi terzi .

Ecco esposti, seppure telegraficamente, ipunti base del regolamento. Passiamo ora afare alcune considerazioni sul decreto-legge .Il decreto-legge oggi in esame, di cui siam ochiamati ad approvare il disegno di legge di

conversione, si pone tre obiettivi : primo, dar eattuazione nella nostra legislazione al Rego-lamento della CEE sulla politica agricola co-mune del tabacco greggio ; secondo, adeguarel'organismo di intervento alla realtà e all eesigenze del settore tabacchicolo ; terzo, prov-vedere i mezzi finanziari . Sulla urgenza de ldecreto-legge non penso che ci siano dubbi .Infatti anche se il regolamento della CEE èdell'aprile, gli 8 regolamenti applicativi son odi fine luglio e di fine agosto . Si tratta di 3mesi quindi, considerando il passaggio da u nregime di monopolio ad un regime di mercato ,che penso abbiano richiesto studi e approfon-dimenti tali, per cui il ricorso al decreto-leggemi sembra più che legittimo .

Il primo obiettivo (dare attuazione nell anostra legislazione al regolamento della CEE )ha significato abolire il monopolio della colti-vazione, della importazione e della vendit adel tabacco greggio e di conseguenza ha signi-ficato rompere un sistema da oltre 60 anni i natto, con tutti i suoi regolamenti, con tutte l enorme da rispettare, soprattutto da parte de lproduttore, anche con la garanzia di un ac-quisto sicuro . Di conseguenza scompare, èvero, la figura del concessionario ma vienemeno l'obbligo dell'acquisto a livello nazio-nale .

È soprattutto questo che più preoccupa i lmondo della produzione : la mancanza de lsicuro acquirente, specie quando manca, comenel nostro caso, il mercato . Infatti essendoc isempre stato il monopolio non si è formata ,per così dire, una categoria del settore ai var ilivelli .

Per ovviare a questa carenza del mercatoe per garantire gli operatori agricoli circa i lcollocamento della produzione e affinché iprezzi siano remunerativi, la legge, oltre ch eprevedere (vedi articolo 2) l'autorizzazione a imonopoli ad acquistare direttamente nei luo-ghi di produzione nazionale i tabacchi greggioccorrenti alle proprie fabbricazioni, ha pre-visto anche la costituzione di un ente d'am-masso (AIMA) e un regime di prezzi d'obiet-tivo e d'intervento, prezzi che non posson oessere inferiori a quelli riconosciuti dalla or-ganizzazione nazionale nel triennio 1967-1969.Allo scopo di proteggere il prodotto comuni-tario rispetto al prodotto proveniente dai paes iterzi, l'organizzazione del MEC copre l'even-tuale differenza fra il prezzo del tabacco co-munitario .e quello importato . Poiché il rego-lamento della CEE deve essere applicato apartire dalla campagna 1970, decadono (ved iarticolo 3) tutte le norme, di carattere anchepenale, legate alla coltivazione, alla conserva-

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zione della produzione agricola del tabacco ,con tutta la normativa che nel corso dei lun-ghi decenni si è sempre più allargata ed in-fittita .

Per quanto riguarda 1'AIMA, l'adeguamen-to dell'organismo d'intervento alle esigenz edel settore tabacchicolo, si prevede (vedi arti -colo 5) l'istituzione di una sezione specializ-zata per l'esercizio dei compiti degli organi-smi d'intervento previsti dal Regolamento .La sezione specializzata dell'AIMA non si li-mita quindi, come per altra parte, al solo am-masso, ma provvede anche di regola all'acqui-sto, alla prima manipolazione e al condizio-namento, al deposito, alla conservazione e all acommercializzazione del tabacco greggio, si asciolto sia manipolato e alla corresponsion edei premi,

È previsto all ' articolo 6 che nel consigli odi amministrazione dell 'AIMA, quando ven-gono trattati affari relativi alla sezione spe-cializzata per il settore dei tabacchi greggi ein rapporto all 'applicazione dei regolament icomunitari, facciano parte, con diritto d ivoto, una rappresentanza del Ministero dell efinanze e 3 – non 2 – esperti del settore par-ticolarmente qualificati . È previsto anche cheil consiglio di amministrazione possa dele-gare un comitato tecnico nominato con de-creto del ministro dell 'agricoltura . È pre-visto ancora (articolo 7) che l'AIMA si av-valga, per i compiti relativi al presente de-creto-legge, solo del personale impiegato edoperaio dell ' amministrazione dei monopol idello Stato. È previsto pure (articolo 9) ch ela sezione specializzata di regola utilizzi ilocali, i magazzini, gli stabilimenti e le at-trezzature disponibili dei monopoli di Stato eper il 1970 può affidare i compiti all'ammi-nistrazione dei monopoli di Stato .

Per quanto riguarda i mezzi finanziar iper la commercializzazione del tabacco greg-gio l'AIMA può attingere dal fondo di rota-zione previsto dalla legge 13 maggio 1967,n. 267, mentre per tutta la restante attivit àè autorizzata a contrarre mutui per ulterior i20 miliardi a fronte di 2 miliardi per paga-mento di interessi a carico dello Stato giàprevisti .

Nell'esaminare il provvedimento in sed ereferente sono state valutate ed ampiament ediscusse le osservazioni formulate dalla Com-missione agricoltura che aveva già espress oa maggioranza parere favorevole, come pur equelle proposte dei vari gruppi politici . Icolleghi delle varie posizioni, che pure hann ocontribuito a ritoccare il provvedimento ori-ginario, anche se alcuni non hanno avuto

nelle loro proposte il consenso della maggio-ranza, tutti però si sono dimostrati, nei lor ointerventi, vivamente preoccupati della dife-sa della produzione. Possiamo dire che no nc 'è stato alcuno che abbia negato la validi-tà della linea assunta dall'organo comuni-tario. Il problema, per tutti, è stato quell odi rendere il passaggio dal regime monopoli-stico a quello di mercato, specie all ' inizio, i lmeno incerto possibile .

Sentiamo tutti, quindi, che questo prov-vedimento che, inevitabilmente, incontrer àall'inizio, nonostante il lavoro preparatorio ,già a buon punto, dei Ministeri interessati ,delle difficoltà, deve però fare uscire la ta-bacchicoltura da quello stadio di sofferenza ,specie di questi ultimi anni, che ha messo inserie apprensioni vaste zone del nostro paese ,zone così ricche di capacità per la produzio-ne e per la lavorazione del prodotto. Sonointeressati, infatti, migliaia di operatori de icampi e parecchie migliaia di addetti alla la-vorazione. Non è retorica dire che è in gioco ,per queste regioni, un aspetto rilevante d itutta la loro economia .

Prima di concludere mi sia permesso pro -porre un emendamento al testo modificatodalla Commissione finanze e tesoro. Comerelatore ho accettato, e similmente la Com-missione, un emendamento alla seconda par -

te dell 'articolo 1, il quale recita : « sentite l eamministrazioni interessate e le organizza-zioni consortili dei coltivatori e dei pro-duttori » .

Il sottosegretario, giunto leggermente i nritardo, ha fatto presente che le organizza-zioni sono sempre state sentite e lo sarann osempre e che non era quindi il caso di insi-stere per due motivi : 1) la difficoltà di otte-nere tempestivamente il parere delle orga-nizzazioni consortili dei produttori e dei col-tivatori ; 2) la necessità di non aumentar eeccessivamente il numero dei partecipanti a l

consiglio, mentre accettava all 'articolo 6 d i

aumentare da due a tre il numero degl iesperti . Avevo pensato che accettata questatesi dalla generalità, la parte in discussion evenisse riveduta in sede di coordinamento ,mentre ho visto che appare nel testo cos ì

come era stato votato all'inizio .Per finire, se ne va con questo provvedi -

mento il monopolio della coltivazione del ta-bacco. Ci sono stati dei dirigenti validi, de ifunzionari solerti, che penso hanno servitocon probità e ben meritato del paese, mal'azione generale è stata improntata moltospesso ad una visione privatistica cruda . Illavoro è stato svolto sovente con un fiscali-

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smo così duro, con un'espressione dell'auto-rità così prepotente da suonare non pochevolte offesa agli operatori del settore . (Com-menti) . Se ne va il monopolio e penso senz arimpianti e ci auguriamo che il nuovo orga-nismo possa operare con una visione più uma-na dei rapporti ; ci auguriamo che esso poss aessere vicino ai produttori, a tutti, specie aipiù deboli, con tutta la fermezza della legge ,ma nell'interesse primo del mondo agricolotanto sofferente e tanto bisognoso di com-prensione e di aiuto . (Applausi al centro) .

PRESIDENTE. Dichiaro aperta la discus-sione generale .

Il primo iscritto a parlare è l'onorevol eImperiale, il quale svolgerà anche i seguent iordini del giorno :

« La Camera ,

in considerazione del grave ritardo nel-l'emanazione del decreto-legge 30 novembr e1970, n . 870, relativo all 'attuazione del regola-mento CEE sulla politica agricola comune de ltabacco greggio ;

constatato il grave disorientamento inatto nelle province tabacchicole ;

tenuto presente il prolungato silenziodell'Azienda del monopolio di Stato tabacchi .che non ha ancora fatto conoscere la sua po-litica relativa agli acquisti del tabacco indi-geno indispensabile alle sue manifatture :

ricordato che, specie per i tabacchi levan-tini prodotti nel meridione, in carenza di, suf-ficienti compratori sul mercato del greggio ,esiste il pericolo che gran parte di esso si adirottata all'organismo di intervento, provo-cando la messa in funzione delle norme comu-nitarie indirette che potrebbero agire su iprezzi e sui premi ;

impegna il Govern o

a predisporre misure atte ad assicurare daparte dell'Azienda manifatturiera del mono-polio il ritiro di più dell'80 per cento del ta-bacco italiano prodotto per ogni singola va-rietà nella campagna 1970 » .

Imperiale, Urso.

« La Camera ,

considerate le difficoltà che sta attraver-sando attualmente la tabacchicoltura italiana ,acuite in questi ultimi tempi dall'accavallars idelle necessarie disposizioni applicative dell enorme comunitarie ;

visto che dette norme entrano in appli-cazione con notevole ritardo ai fini del ritiroe dell'utile conservazione del tabacco ;

considerato che i trasformatori attraversoaccorte e compensate manovre sulla classific adi ogni partita del prodotto potrebbero far pas-sare come " prezzi d'obiettivo " remunerazio-ni molto basse sì da ottenere il premio fiss ocomunitario con evidente danno del coltiva-tore ;

impegna il Governo :

ad avviare con immediatezza le strutturedell'organismo di intervento e quindi del ri-tiro del prodotto ;

a tonificare per la sua parte il mercatoattraverso l'amministrazione dei monopoli d iStato come azienda trasformatrice ;

a predisporre norme precise e controll iseveri a tutela dei diritti dei coltivatori, im-pedendo facili accorgimenti intesi a deprez-zare il prodotto e quindi ad alterare il signi-ficato di incentivazione, che è alla base del -l ' intervento comunitario » .

Urso, Imperiale.

« La Camera ,

constatato che il personale del monopolioè esposto a eseguire i compiti relativi àl de-creto-legge 30 novembre 1970, n . 870, sotto lapropria personale responsabilità mancando daparte dell'Amministrazione ogni direttiva d iapplicazione ;

tenuto presente che al personale stesso èstato richiesto di dichiarare la propria dispo-nibilità per il passaggio alla costituenda se-zione specializzata dell'AIMA, senza conosce-re i compiti che dovrebbe assolvere rimanen-do al monopolio, né le condizioni di lavoro ,di sede, né i compiti da assolvere in caso dipassaggio all'AIMA ;

constatata l'incertezza circa le futur esorti del monopolio ,

impegna il Governo

a informare con tempestività e chiarezza i lpersonale interessato affinché possa sceglierenel proprio interesse la futura carriera, senzatrovarsi di fronte all'incerta e alcune voltedrammatica attuale alternativa » .

Bianchi Fortunato, Imperiale, Urso.

« La Camera ,

constatato che l'articolo 9 del decreto-legge 30 novembre 1970, n . 870,- dà facoltà all asezione specializzata dell'AIMA di servirsi del -l'opera delle cooperative e dei loro consorzi ,ai quali potranno essere affidati i servizi a isensi della legge 13 maggio 1966, n . 303 ;

tenuta presente la difficoltà delle coope-rative e loro consorzi ad assicurarsi le font idi finanziamento ;

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considerato che solo le cooperative son ocapaci di salvaguardare gli interessi dei pro-duttori di tabacco, senza esporli all'azione spe-culativa dei manipolatori o intermediari lo-cali,

impegna il Govern o

a disporre nei modi adeguati, affinché le coo-perative e i consorzi ,di coltivatori di tabacc opossano ottenere adeguate aperture di creditogarantite dal privilegio legale sul prodott oacquistato e sulle somme ricavate dalla ven-dita del prodotto immagazzinato dai soci me-diante apposite convenzioni con gli istituti d icredito, possibilmente approvate dal ministr odell'agricoltura di concerto con il ministro de ltesoro » .

Fasoli, Imperiale, Urso .

« La Camera ,

in considerazione che i produttori di ta-bacco premono per consegnarlo ai magazzin idi prima trasformazione per evitare ulterioredeterioramento del prodotto ;

visto che le maestranze stagionali dei ta-bacchifici insistono per ottenere il consuetoanche se breve periodo di occupazione ;

ricordato che pochi imprenditori sono i ngrado ,di provvedere al ritiro dei tabacchi ealla commercializzazione degli stessi per man-canza di mezzi finanziari ;

che i premi comunitari col sistema in -dicato dal decreto-legge in discussione saran -no erogati solo dopo che 1'AIMA avrà inte-grato il proprio consiglio di amministrazione ,organizzato la rete di controlli, messo a punt ole procedure per ottenere i mutui occorrenti ;

constatata la mancanza di alternativareale, mancando attualmente la possibilità d iconsegna del prodotto ai centri di interventoe di ammasso dell 'AIMA, che pone in condi-zione di grave inferiorità di fronte agli im-prenditori (ex concessionari) i produttori d itabacco, specie i più modesti ;

considerato il mancato inizio dei ritiri daparte delle agenzie ,del monopolio, tuttora fer-me, mancato inizio che impedisce la funzion ecalmieratrice sul mercato da parte delle agen-zie stesse ;

nel timore che l'incertezza presente nellezone tabacchicole provochi gravi disordini d aparte dei produttori e delle operaie tabacchine ,

impegna il Govern o

a predisporre gli organismi, le disposizioni de idecreti di applicazione e a fare tutte le op-portune sollecitazioni, perché i ritardi inevi -

tabili non siano tali da provocare ingenti dan-ni alle categorie interessate » .

Russo Ferdinando, Imperiale, Urso.

L'onorevole Imperiale ha facoltà di parlare .

IMPERIALE . Signor Presidente, onorevol icolleghi, il disegno di legge n . 2874, presentatodal ministro delle finanze, per convertire inlegge il decreto-legge 30 novembre 1970,n . 870, concernente l'attuazione del regola-mento CEE sulla politica agricola comune deltabacco greggio offre a noi il mòtivo per ap-profondire l'argomento del tabacco e della ta-bacchicoltura .

Il reddito che questa coltivazione assicur aai produttori delle zone interessate, l'insicu-rezza che, in seguito alle disposizioni comu-nitarie, si è diffusa tra i coltivatori per lamancanza di uno strumento legislativo atto arendere operanti le disposizioni stesse, la rid-da dei proponimenti che circolano negli am-bienti interessati, la diversità di impostazion edel problema che gli ambienti politici, nonsempre perfettamente aggiornati, presentanonei loro discorsi, hanno reso delicato e peri-coloso un settore particolarmente sensibil edell'agricoltura italiana . Il regolamento CE En. 727, del Consiglio della Comunità economi-ca europea del 21 aprile 1970, si riferisce all aattuazione di un'organizzazione comune de imercati, nel settore del tabacco greggio . Essoprevede, con inizio immediato, dalla campa-gna di coltivazione 1970 : 1) la fine del mono-polio delle coltivazioni ; 2) il sostegno della ta-bacchicoltura comunitaria, con l'ausilio deifondi FEOGA; 3) la fine delle concessioni, neipaesi ove vigeva il monopolio .

L'accordo, vincolante per i paesi della Co-munità sin dal mese di aprile, non ha ope-rato in Italia per via della mancata approva-zione di una legge, che solo con considerevol eritardo è stata sottoposta alla nostra attenzio-ne, sotto forma del decreto che stiamo consi-derando per il parere .

I coltivatori, gli artefici principali dell atabacchicoltura italiana, avanzano le loro ri-chieste soprattutto chiedendo chiarezza e pre-cise informazioni . Essi che hanno investitocapitali e lavoro e, a differenza degli altri an-ni, non hanno avuto possibilità di anticipa-zioni, attraversano un periodo economicoestremamente critico. L'amministrazione deimonopoli, nella trascorsa estate, preparò unoschema di decreto-legge che, tenendo presentile oposizioni e le difficoltà che da alcuni set-tori erano state avanzate nei confronti di unorganismo di intervento, affiancato (anche se

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pienamente autonomo) all 'Amministrazion edei monopoli di Stato, puntava alla costitu-zione di una sezione dell'AIMA pienamentesganciata dal resto dell 'organismo, con ordi-namento e gestione separata . Il momento po-litico, gli impegni e le preoccupazioni del Go-verno, le difficoltà che via via sorgevano, re-sero estremamente più grave il ritardo dellaemanazione del provvedimento . Tutto ciò haportato nelle province tabacchicole un grav edisorientamento" a danno dei produttori . Ne-gli anni decorsi la campagna di commercializ-zazione del tabacco greggio, a quest 'epoca(metà dicembre) era da tempo iniziata, e largaparte dei tabacchi erano stati già conferiti a imagazzini di prima lavorazione . Anche lemaestranze stagionali di detti magazzini, circ a70 mila unità, prevalentemente del Mezzogior-no, erano già in servizio nei tabacchifici . Ra-gione fondamentale del ritardo è da ritenersi ,da una parte, l ' indiscussa necessità tecnica d iun'organizzazione e di un corpo tecnico spe-cializzato (per le peculiari implicazioni chedifferenziano il tabacco ed il particolare siste-ma di intervento, tra gli altri prodotti agri -coli) quale solo l 'Amministrazione dei mono-poli di Stato dispone; e, d'altra parte, la de-cisa volontà e della dirigenza del monopolio ,e dell 'associazione di categoria degli ex con -cessionari (per ragioni, come spesso avvieneper le opposizioni, in contrasto tra loro) d iporre fine alle funzioni di intervento naziona-le, di contingentamento e di assistenza svoltefin qui dal monopolio nel settore.

I tabacchicoltori non sanno, ad esempio ,se l ' impegno di coltivazione con il loro exconcessionario è ancora valido e se, in conse-guenza, sono obbligati a consegnare ad esso i ltabacco . Da parte dell'Amministrazione de imonopoli, note è venuta una sola parola d ichiarimento del problema, né alcuna decisio-ne in proposito del suo consiglio di ammini-strazione. D'altra parte, in considerazione ch el'Amministrazione dei monopoli dovrà pur ri-tirare il tabacco indispensabile a rifornire lesue scorte, sostituendo il tabacco di preceden-ti annate, impiegato nella fabbricazione de imanufatti, qualora dovesse sortire una dichia-razione dell 'amministrazione dei monopoli ,assicurante il ritiro per sua parte del tabacco ,sulla base dei quantitativi degli scorsi anni ,per ogni singola varietà, come avverrà il ri-tiro del tabacco da parte degli ex concessio-nari, o delle cooperative e loro consorzi ?Quando avverrà, con quali criteri di scelt adei manipolatori ? E quali saranno le modalit àdi pagamento ?

Grave soprattutto si presenta la situazionedell'organismo che, dopo l'approvazione de ldisegno di legge n . 2874, dovrà svolgere l e

funzioni di intervento . Quanto ulteriore temp ooccorrerà per la realizzazione dell'organizza-zione dell'organismo stesso ? I premi comuni -tari sono di là da venire, potendo essere ero-gati con il sistema indicato dal decreto-legg ein discussione, solo dopo che 1'AIMA avràintegrato il proprio consiglio di amministra-zione, organizzato la necessaria rete di con-trolli, messo a punto le procedure ed ottenut ii mutui occorrenti . La mancanza inoltre dell aalternativa reale della possibilità di consegn adel prodotto ai centri di intervento e di am-masso dell'AIMA, pone i coltivatori in condi-zioni di grave inferiorità contrattuale, di fron-te agli imprenditori (ex concessionari) e pra-ticamente in balia dei medesimi . Il mancatoinizio dei ritiri, da parte delle agenzie del mo-nopolio tuttora ferme, impedisce anche un afunzione calmieratrice del mercato, sia pur esolo di fatto e non di diritto da parte delle me-desime.

Sotto la pressione delle poche e grosseaziende che, disponendo dei mezzi finanziar ioccorrenti, reclamano la possibilità di darcorso ai ritiri del prodotto, o nel timore d igravi reazioni e sconvolgimento dell 'ordinepubblico, o forse neIl'intento di trar benefici odal disordine e dall'incertezza creatisi nel set-tore, il monopolio sostituisce già, di fatto ,1'AIMA, nei controlli ai conferimenti del ta-bacco ai magazzini privati, nonostante il com-pito sia stato affidato ad un altro ente, e man-chi tuttora ogni minima indicazione, circa l emodalità di esecuzione di questo servizio, pre-viste dall'articolo 1 del decreto-legge in di-scussione .

Un altro argomento di fondamentale im-portanza riguarda il finanziamento dei mani-polatori ex concessionari, o cooperative e loroconsorzi, che acquisteranno il tabacco dai pro-duttori . In passato il concessionario provve-deva a pagare tempestivamente il tabacco alcoltivatore, appena il prodotto veniva conse-gnato nei suoi magazzini, in quanto usufruivadelle anticipazioni erogategli dal monopolio .Cessato l'obbligo del concessionario a conse-gnare il tabacco lavorato in colli al monopo-lio, non sarà possibile da parte di quest'ultimoprocedere ad anticipazioni di sorta. Per effettodella liberalizzazione, il manipolatore, o l ecooperative, a loro rischio dovranno reperiregli ingenti fondi occorrenti sul mercato finan-ziario, particolarmente difficile nell'attual emomento. L'operazione si presenta difficoltosa ,per il fatto che è venuta a mancare la garan-

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zia che il monopolio stesso dava al concessio-nario e questi ultimi, nella gran parte, no n

troveranno banche disposte a finanziarli .Occorre che il monopolio dica esattamentecosa vuoi fare . Se dovesse stabilire di stipu-lare contratti con i manipolatori e le coopera-tive di produttori, il monopolio potrà, come pe ril passato, procedere alle anticipazioni occor-renti, attraverso aperture di credito, in rela-zione ai contratti stipulati . D'altra parte, nonvi sono difficoltà insuperabili . L'amministra-zione dei monopoli di Stato, se deve provve-dersi del tabacco, come per il passato tanto va-le procedere all'acquisto in Italia, dove trova ,in altissima percentuale, la merce che occorrealle sue manifatture, e soprattutto qualità chenon hanno nulla da invidiare al tabacco stra-niero. Nei confronti del prezzo, la convenien-za ad acquistare il tabacco italiano, che usu-fruisce delle agevolazioni CEE, è lapalissian aper tutte le varietà, fatta eccezione per il sol oXanty Yaga, dei tabacchi orientali .

Desidero richiamare alla vostra attenzion eil problema del contingentamento della colti-vazione del tabacco, tenuto presente che per l aregolamentazione comunitaria, sono state eli -minate le norme precedentemente vigenti inmateria di tabacco greggio, esercitanti il co ntrollo o la salvaguardia fiscale e la lotta al con-trabbando . In seguito alla approvazione de iregolamenti CEE, la politica del tabacco greg-gio è divenuta prerogativa della Comunità ,prerogativa che viene esercitata non più coni mezzi diretti, quali l'obbligo di servirsi d ialcune pratiche colturali, la localizzazion edelle coltivazioni e il contingentamento dell evarietà, ma con lo strumento dei prezzi d iorientamento e di intervento e dei premi .Ammesso che le cose si andranno a normaliz-zare – diversamente i coltivatori saranno co-stretti ad abbandonare la coltura, con gravis-simo danno dell'economia di alcune provinc etabacchicole – i coltivatori potranno essere in-vogliati ad espandere le coltivazioni . Ci po-tremmo trovare in tal modo, nel prossimo fu -turo, con una produzione accresciuta, special -mente per i tabacchi orientali, che non trove-ranno sufficienti compratori, e pertanto difronte ad ingenti quantitativi dirottati sull'or-ganismo di intervento . Tale probabilità provo-cherebbe considerevole danno alla nostra ta-bacchicoltura, perché farebbe scattare la val-vola di sicurezza del 20 per cento di prodottoper varietà, che non può essere superato senzarichiamare l'intervento degli organi comuni-tari, per via indiretta, allo scopo di ridurre l eproduzioni eccedentarie, attraverso la diminu-zione dei prezzi unitari o dei premi .

Per tale motivo, e ad evitare le spiacevol iconseguenze ricordate, si dovrebbe ricorrer ead un sistema consentito dalla CEE, che foss ecapace di contigentare le produzioni . L'ecces-sivo incremento delle coltivazioni dannegger àsia il produttore sia l'organismo manifattu-riero italiano . Il primo perché ne avrebbepeggiorate le condizioni future di commercia-lizzazione, il secondo perché, con la diminu-zione del premio, andrà ad aumentare il cost odella materia 'prima sul mercato nazionale ,con la conseguente diminuzione del reddit omanifatturiero .

Come dianzi accennato, è indispensabil eche il monopolio chiarisca la sua politica, i nmodo da renderla nota ai coltivatori e permet-ter loro le decisioni più opportune e conve-nienti . Risulta chiaramente, considerando i lprezzo medio dei tabacchi sciolti delle cam-pagne precedenti, il prezzo di obiettivo d apagare secondo il deliberato della CEE per l esingole varietà ed il premio che dal prezz odi obiettivo deve sottrarsi, il costo della ma-teria prima a carico del commercializzatore ,costo di piena convenienza confrontato con iprezzi dei consimili tabacchi esteri .

Il monopolio deve, perché, fra le altr ecose, risulta ad esso conveniente, continuaread essere il principale acquirente del tabaccogreggio nazionale. doveroso pertanto d aparte sua render nota la politica riguardantegli acquisti che intenderà adottare. Conti-nuando nella impostazione assenteista fin qu iseguita, provocherà un disagio maggiore all atabacchicoltura nazionale ed in modo parti -colare ad alcune regioni eminentemente ta-bacchicole e soprattutto un danno all ' econo-micità di gestione del monopolio italiano odell 'ente pubblico che si andrà eventualment ea costituire .

Mi corre l 'obbligo di fare un rapido cennoal personale del monopolio . Esso è espostotra l'altro ad eseguire tali compiti, sotto lapropria personale responsabilità, mancand oda parte dell'amministrazione ogni direttiv adi applicazione e conseguente assunzione d iresponsabilità . Viene in questi giorni richie-sto al personale di dichiarare la propria even-tuale disponibilità per il passaggio alla costi-tuenda sezione specializzata dell'AIMA a sca-tola chiusa, senza che al medesimo vengan ofatti conoscere né i compiti che dovrebbe as-solvere rimanendo al monopolio, né le con -dizioni di lavoro, di sede e di compiti daassolvere in caso di passaggio all 'AIMA .del tutto incerto, infatti, se una buona part edei compiti finora assolti dal monopolio etuttora da assolvere, come la sperimentazione

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applicata, l ' assistenza tecnica, il migliora-mento della produzione, la produzione dell esementi, i servizi statistici saranno affidat iall 'AIMA od al monopolio e quale dimension eassumeranno i compiti di natura più stretta -mente commerciale, relativi all 'acquisto de itabacchi in foglia od in colli . L'incertezz acirca le future sorti del monopolio (sintetiz-zabile nel parallelo procedere di due contra-stanti proposte legislative di riforma del-l 'ente : proposta Bosco, per un ' azienda di Sta-to, e proposta Preti, per una holding finan-ziaria privatizzata) rende ancora .più incertal 'alternativa e drammatica in molti casi lascelta pretesa .

Onorevoli colleghi, non posso non ricor-dare che, non avendo assicurato alle coope-rative le fonti di finanziamento, anche me-diante operazioni di credito garantite dal pri-vilegio legale sul prodotto acquistato e sull esomme ricavate dalla vendita del prodott oimmagazzinato dai soci, mediante apposit econvenzioni con gli istituti di credito, magariapprovati dal Ministero dell 'agricoltura, d iconcerto con quello del tesoro, l'attività dell ecooperative resterà solamente sulla carta ,mentre l ' eventuale ricorso ad altri operator i(che sembra a prima vista siano citati nel de-creto-legge quasi incidentalmente) avrà luogo :e questi operatori, che corrispondono agli exconcessionari, avranno la piena disponibilitàdel prodotto e potranno usufruire più del pas-sato di ingenti utili a danno del coltivatore .

Nella situazione considerata, appare esem-plare la sollecitudine dimostrata dal Parla-mento con il passaggio all'immediata discus-sione e conversione in legge dello Stato de ldecreto-legge in esame . Va da sé che purtrop-po tale lodevole sollecitudine sarebbe frustra-ta da scelte che comportassero ulteriori inam-missibili ritardi, costituirebbero ragioni di re-sponsabilità anche nei riguardi dei paes ipartners che concorrono al finanziamento del -l'intervento «tabacco» che - è bene ricordare- costituisce una delle poche voci attive perl'Italia della gestione FEOGA e fornirebberoragioni di critica ai detrattori della solidarietàcomunitaria e delle strutture nazionali di ese-cuzione relative operanti nel campo agricolo .

Tenuto presente : 1) che gli adattament irichiesti all'AIMA, l 'organizzazione dei servi-zi centrali e periferici della relativa sezionespecializzata, la messa a punto delle proce-dure, la costituzione dei centri di intervento edi ammasso, il realizzo dei necessari finanzia-menti, richiedono inevitabili tempi tecnici de ltutto incompatibili con la situazione di ten-sione determinatasi nel settore produttivo e

del lavoro settoriale ; 2) che anche nel tipo d iorganizzazione proposto dal decreto-legge i nesame, tutti i compiti .da assolvere verrannoaffidati esclusivamente a personale attualmentein servizio, presso l'Amministrazione dei mo-nopoli di Stato, e le relative spese venganoposte a carico dell'amministrazione stessa ;3) che la particolare dislocazione della pro-duzione tabacchicola in zone economicament edepresse, delle quali costituisce prevalente,' ocomunque essenziale fonte di reddito agricoloe di lavoro, fa temere, in caso di ulteriore ri-tardo, turbativa .dell 'ordine pubblico; 4) che

l'Amministrazione dei monopoli dispone di

un'efficente organizzazione di settore che, difatto, e sia pure in, maniera informale, già siè sostituita alla necessariamente tuttora ca-rente AIMA, nell'esecuzione dei più urgent i

compiti di intervento; si ritiene che non possaesser presa in considerazione, nella situazion edeterminatasi, altra valida alternativa, se non

l'immediato affidamento all'Amministrazion edei monopoli di Stato . nella sua qualità di or-ganizzazione . nazionale, settoriale, di mercato ,

dei compiti .di intervento, relativi ai tabacchi

greggi del raccolto 1970 e la facoltà da part edell'AIMA stessa, ove se ne ravvisi la necessi-tà, o la semplice convenienza, di usufruire ul-teriormente, anche per i successivi prodotti ,

della prestazione della predetta amministra-zione .

opportuno ricordare, a tale proposito, chetra i settori più efficacemente e tempestiva -

mente assistiti dai beneficî delle politich e

agricole comunitarie si colloca il settore pro-duttivo del riso, nel quale le funzioni di or-ganismo di intervento sono state affidate ad

una preesistente organizzazione settoriale, co n

risultati indiscutibilmente positivi .

Per concludere, non si ravvisano valide ra-gioni a sostegno di una diversa soluzione che ,attraverso la disgregazione di una esistente

organizzazione statale, prevede di ricostruire ,

accettando i ritardi ed i traumi necessaria-

mente connessi, un nuovo ente: questo, in-

fatti, dovrebbe comunque operare con le me-desime persone, gli stessi mezzi tecnici e

l'esclusivo sostegno finanziario riferito all e

spese di esercizio della organizzazione disgre-

gata . (Applausi al centro) .

PRESIDENTE. iscritto a parlare l'ono-revole Foscarini, il quale svolgerà anche i l

seguente ordine del giorno :

« La Camera ,

rilevato lo stato di gravissimo malcon-tento dei tabacchicoltori (ex concessioni spe-

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ciali) perché preoccupati che l'Azienda auto -noma dei monopoli di Stato rifiuti di ricever eil loro tabacco in foglia ;

considerato che è urgente e necessari oridare fiducia e tranquillità ai numerosi con-tadini che giustamente contano di collocar eil prodotto al prezzo d 'obiettivo, come previ -sto dal regolamento CEE n . 727 ;

considerato che analoga assicurazionedebba essere data anche agli organismi coope-rativi e consortili fra tabacchicoltori, agl ienti di sviluppo e all 'ATI che stanno proce-dendo al ricevimento del tabacco per sotto -porlo alla prima lavorazione ;

impegna il Governoad impartire sollecite direttive all 'Aziendaautonoma dei monopoli di Stato affinché :

provveda al ritiro – al prezzo d'obiet-tivo – del tabacco in foglia dei tabacchicol-tori che ne facciano richiesta ;

dia assicurazione alle cooperative e a iconsorzi fra tabacchicoltori, agli ESA e al-l'ATI che il loro tabacco, condizionato i ncolli, sarà acquistato dall'Azienda per essereincorporato in prodotti manifatturati » .

Foscarini, Cesaroni, Vespignani, Cirillo,

Specchio, Scipioni.

L'onorevole Foscarini ha facoltà di parlare .

FOSCARINI . Signor Presidente, onorevol icolleghi, i problemi che riguardano il settor edel tabacco sono di una tale rilevanza eco-nomica e sociale che richiederebbero non gi àun esame affrettato, come purtroppo avverr àoggi affrontando l 'esame del disegno di legg en. 2874, ma un dibattito approfondito sull asituazione generale del settore, sul regola -mento della CEE, sulle scelte a breve e alungo termine che debbono essere compiut ee sugli obiettivi verso i quali il disegno d ilegge avrebbe dovuto muoversi .

Sia pur sinteticamente farò alcune consi-derazioni sulla situazione generale del settore .

Qual è la situazione nel settore del tabacc ogreggio ? La produzione del tabacco greggi onei sei paesi del MEC si aggira sulle 130 mil atonnellate . Essa è localizzata essenzialmentein due paesi, Italia e Francia, che producon oda soli più del 90 per cento dell'intera pro-duzione comunitaria .

Il tabacco prodotto nella Comunità copr eappena il 33 per cento del fabbisogno comu-nitario ; per la restante parte (285 .000 tonnel-late) la CEE ricorre all ' importazione da paes iterzi .

In Italia la produzione del tabacco greg-gio (riferito all 'anno 1969) è stata di 78 mila

tonnellate, pari al 60 per cento della produ-zione comunitaria. A questa coltura sono in-teressati 350 mila lavoratori ed alcune region iitaliane (Puglia, Campania, Basilicata, Vene-to, Umbria, parte della Toscana e del Lazio) .

Per l 'economia di alcune province il ta-bacco costituisce un reddito notevole, trattan-dosi di province scarsamente o per niente in-dustrializzate, é prevalentemente ad econo-mia agricola.

L 'Italia aveva, fino allo scorso anno, unregime di produzione, di importazione, d ifabbricazione e di vendita regolato dal mo-nopolio di Stato . Il monopolio poteva, cioè ,procedere direttamente alla coltivazione de ltabacco (concessione per manifesto) o conce-dere tale coltivazione ad altri (concession especiale), sia per l ' approvvigionamento delleproprie manifatture che per l'esportazione .Il monopolio accordava ai concessionari il di -ritto di coltivare determinate varietà di tabac-co, in località e superfici scelti da esso stess oe si impegnava ad acquistare tutto il tabacc ogreggio prodotto, in base a tariffe stabilite ,ogni tre anni, dal Ministero delle finanze, me-diante le concessioni « per manifesto » .

Il monopolio copriva appena il 16 pe rcento della produzione nazionale, i concessio-nari 1 '84 per cento .

Questa, sommariamente, la situazione dell atabacchicoltura fino all'entrata in vigore de lregolamento comunitario, le cui norme vengo-no recepite nell'ordinamento giuridico nazio-nale, attraverso il decreto-legge n . 870 all'esa-me dell'Assemblea .

Il 27 aprile è entrato in vigore il regola -mento CEE n . 727 relativo all 'attuazione d iun'organizzazione comune dei mercati nel set-tore del tabacco greggio . Con questo regola -mento si verificheranno, si stanno già verifi-cando conseguenze notevolissime . Sono libe-ralizzate (cioè sottratte al regime di monopo-lio) sia la fase della coltivazione sia quell adella commercializzazione del tabacco . Laazienda diventa così uno dei possibili acqui-renti del greggio sul mercato nazionale.

È ovvio che azienda di Stato e tabacchi -coltura (e ne dobbiamo avere coscienza) si tro-veranno sottoposti ad una pressione competi-

i da parte degli altri paesi del MEC chepone e porrà problemi seri di ristrutturazionedel settore. Di fronte a ciò non possono esser enascosti la superficialità, il ritardo e gli er-rori con cui si è giunti alla prima scadenza .

Analizzando oggi i processi che sono ve-nuti avanti negli ultimi anni si ha chiarae netta l'impressione che ciò che è avvenuto

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non è stato casuale, ma ha fatto parte di unpreciso disegno politico . La conferma la tro-viamo quando estendiamo l'indagine al settor edel tabacco manifatturato, dove profondamen-te diversa si presenta la situazione, in rap-porto al tabacco greggio .

Sul mercato delle sigarette i fabbricanti de ipaesi del MEC sono nell'ordine : la Germani afederale con una produzione del 42 per cento ,l'Italia con il 24 per cento, la Francia con i l22 per cento, l'Olanda con il 6 per cento ed i lBelgio con il 6 per cento .

I lavoratori occupati nelle industrie mani-fatturiere del MEC sono circa 115 .000, quell edelle manifatture italiane circa 19.000 .

Desidero richiamare l'attenzione della Ca-mera su un aspetto quasi ignorato . Il monopo-lio italiano, a partire dal 1958, inopinatamentemodificò le norme relative all'importazion edei tabacchi finiti esteri e alla loro vendita ,instaurando sostanziali norme liberalizzatric iche non potevano non porre il nostro mono-polio in una situazione veramente parados-sale. Pur vigendo il regime di monopolio, ann idopo anni si sono sempre più accresciute l evendite di sigarette estere in Italia, mentr el 'azienda di Stato è stata praticamente im-possibilitata di collocare nei paesi del MECi propri prodotti .

Così, mentre l'Italia spalancava le portealle sigarette straniere (in particolare tede-sche), gli altri paesi del MEC - ed in specia lmodo la Germania federale - sbarravano co nprovvedimenti opportuni la via all ' ingressodelle nostre sigarette .

Ma c'è di peggio : a partire dal 1962 si èautorizzata in Italia la fabbricazione di siga-rette estere « su licenza » . In seguito a ci òl'industriale straniero, proprietario di una li-cenza di fabbricazione è stato autorizzato aconfezionare in Italia le proprie sigarette, ser-vendosi delle manifatture italiane più efficien-ti, dove la miscela (il Blend) è stato trasferito ,già preparato, dall'estero e confezionato sott ola stretta sorveglianza del fabbricante stranie-ro. Il prodotto finito viene messo in venditasul mercato nazionale .

È evidente che tutto questo è stato fatt onel quadro di una manovra a largo raggio, pe r1a conquista di posizioni chiave, in vista dell aprivatizzazione della trasformazione industria -le del tabacco e della sua distribuzione al con-sumo.

stato fatto un primo passo con la priva-tizzazione della coltivazione, ma Ia privatiz-zazione dell'intero settore è la politica cheviene imposta alla CEE dai grandi gruppi in-dustriali deI tabacco stranieri, in prima linea

quelli tedeschi, e dagli ex grandi concessio-nari italiani che certamente non sono estrane iall'operazione . E il fatto grave è che quest apolitica è bene accetta dal Governo, e in spe-cial modo dal• ministro Preti, il quale si ndalla primavera ha fatto circolare uno schem adi disegno di legge con- il quale prevede l aabolizione dell'azienda tabacchi e la costi-tuzione di una società finanziaria .

Ecco come vengono ulteriormente ad aprir -si le porte ai capitali nostrani e stranieri .

Noi sappiamo che al Senato giace un di -segno di legge concernente la modifica del -l'azienda di Stato, che però non si muovenella direzione prospettata dall'attuale titolar edel dicastero delle finanze .

Ora qual è il pensiero del Governo, al ri-guardo ? Quello espresso dall'ex ministro Bo-sco oppure quello che circola fuori le muradel Parlamento, per iniziativa del ministroPreti ?

Nessuna meraviglia se in un prossimo av-venire ci trovassimo a discutere di un prov-vedimento col quale si verrebbe ad alienar eun patrimonio di mille miliardi di Iire del-l'azienda di Stato .

Noi siamo per la riforma dell'azienda, l osiamo sempre stati, ma ogni riforma che vo-glia caratterizzarsi in senso democratico devemuoversi in due direzioni : tenere ferma launitarietà fra i problemi di ristrutturazionedel settore delle coltivazioni e quelli di un ariforma democratica dell'azienda di Stato e ,in secondo luogo, rafforzare la funzione e edil peso dello Stato nel settore, con l'obiettivodi tendere allo sviluppo qualitativo e quanti-tativo della tabacchicoltura e di accrescere i lpeso dell'Italia nella Comunità economica eu-ropea la quale importa ben 285 .000 tonnellateall'esterno .

Per raggiungere tali obiettivi però occorr emuoversi con un piano complessivo di speri-mentazione, con un piano di riconversione, diirrigazione e favorire l'associazionismo con-tadino .

Ora il Governo si muove in questa dire-zione ? Il decreto-legge ci poteva dare un arisposta al riguardo, ma così non è stato .

La nuova disciplina CEE prevede alcunemisure di difesa del prezzo del prodotto . Sonoinfatti stabiliti due prezzi per il tabacco infoglia : un prezzo d'obiettivo ed un prezzo d i

intervento . Coloro i quali commercializzeran-no tabacco acquistato a prezzo d 'obiettivo (re-golamento CEE n. 1464 del 20 luglio 1970) ri-ceveranno un premio. Il tabacco che dovesserestare invenduto presso i produttori potràessere conferito all'organismo d'intervento, in

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misura pari al 90 per cento del prezzo d iobiettivo .

A chi toccherà il premio ? La materia è re-golata dall'articolo 3 del regolamento. Si ac-corda il premio a chi acquìsta, a prezzo d iobiettivi, il tabacco in foglia dai produttor icomunitari - ai fini della vendita - per esser eincorporato in prodotti manifatturati, ovveroper esportarlo verso paesi terzi oppure a ch isi impegna di incorporarlo in prodotti mani-fatturati, ovvero per esportarlo in paesi terzi .

E vero che i prodotti che non trovano acqui-renti potranno essere conferiti all'organismod'intervento, al prezzo pari al 90 per centodel prezzo d'obiettivo, ma quando, però, iquantitativi presi a carico dell'organismo d iintervento superano una percentuale ed u ndeterminato quantitativo (regolamento 1469del 20 luglio 1970), il Consiglio della CEE esa-mina la situazione entro il 30 aprile dell'ann osuccessivo. Scattano così le procedure previst edall'articolo 13 che prevede le seguenti mi-sure : abbassamento del livello del prezzo diintervento, esclusione parziale o totale del be-neficio degli acquisti d'intervento delle qua-lità di tabacco della varietà esaminata .

Ora di fronte a queste misure di tutela ,quale sarà la sorte del tabacco meridionale ein particolare del tabacco levantino ? Il PSIaveva chiesto che l'azienda acquistasse e la-vorasse il tabacco, usufruendo del premio ;utilizzando le proprie agenzie che assieme aquelle dell'ATI, degli enti di sviluppo agri -colo e delle cooperative, avrebbero assorbitola maggioranza del prodotto e requisendo imagazzini degli ex concessionari, ciò sarebbestato possibile . Si è risposto di no .

Il ministro Preti disse in proposito :Penso che le apprensioni dei coltivatori d i

tabacco non abbiano più ragione di essere .L'AIMA avrà a disposizione il denaro per pa-gare i premi e pertanto i trasformatori ex con -cessionari potranno ritirare subito il tabaccodai coltivatori . Il tabacco, che veniva conse-gnato direttamente in foglia al monopolio ,verrà ritirato anche quest'anno dal monopo-lio per conto dell'AIMA » .

Sennonché il tabacco consegnato all'AIMAverrà pagato al prezzo d'intervento senza pre-mio. A meno che l'azienda non si sia impe-gnata a ritirare il tabacco dai concessionari .In questo modo il premio andrà agli ex comcessionari e l'azienda rinuncerà a gran part edei 30 miliardi del FEOGA. Il gioco è cosìfatto: i concessionari messi fuori dalla port arientreranno dalla finestra e i coltivator iavranno qualche mille lire in più sul prezzo

d'intervento firmando che il tabacco è statopagato al prezzo d'obiettivo.

Se l'azienda avesse invece ritirato il ta-bacco, avrebbe assicurato il prezzo di obiettiv oai coltivatori, ed i coltivatori si sarebbero sen-titi protetti dalla garanzia finanziaria del -l'azienda . L'azienda stessa avrebbe introitat omiliardi, che sarebbero serviti per migliorarele attrezzature .

Ecco quello che noi vediamo in questo de-creto-legge : esso non va verso la direzionegiusta, bensì verso la direzione di sempre . S isegue la linea del passato, e così voi smobili-terete l'azienda, e danneggerete la nostra in-dustria manifatturiera . Non la metterete i ncondizioni di competitività . Oggi la situazioneè diversa rispetto al passato ; è necessario sen-tire la spinta degli industriali stranieri, ch evogliono arrivare al 1976 per mettere le man inelle nostre manifatture, come hanno già fat-to dal 1962, fabbricando sigarette di marc astraniera nelle nostre manifatture .

E questo il punto centrale che ho voluto

riassumere .Voi, signori del Governo, non affrontate i l

problema dell'associazionismo contadino e no ndate-ai coltivatori del mezzogiorno d'Italia l apossibilità di associarsi, di garantirsi come av-viene invece nelle zone dell'onorevole Perdo-ni, dove un aiuto concreto viene dato ai con-tadini .

Costoro, invece, nel mezzogiorno d'Italiasono abbandonati a se stessi. L'anno scorso- e l'onorevole sottosegretario per l'agricoltur acerto lo ricorda - noi decidemmo di utilizzareil finanziamento di ii miliardi di lire, strap-pando miglioramenti attraverso l'approvazion edi alcuni emendamenti al decreto-legge ; si sta-bilì che alle cooperative dovesse andare il 5 0

per cento. Le cooperative della provincia d i

Lecce, del Salento, di tutta la Puglia hann opresentato già da un anno e mezzo progetti ,con un notevole onere per i contadini, pro-getti che sono giacenti presso il ministero del-

l'agricoltura, e per i quali non si decide . La

gente dice che si era già deciso di dare a iconcessionari quegli 11 miliardi .

L'onorevole sottosegretario Borghi conosc epoi un'altra iniziativa che fu presa dai con-tadini proprio in vista del regolamento comu-nitario e sapendo del prezzo di obiettivo . Essi

hanno chiesto all'azienda dei monopoli d iStato l'utilizzazione di un magazzino del-a

l'agenzia di Squinzano .

BORGHI, Sottosegretario di Stato per l efinanze. Non è che lo si possa regalare .

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FOSCARINI. Evidentemente l'onorevolesottosegretario ignora come stanno le cose, per -ché la cauzione è- stata versata ed è statomandato lo statuto. Ora, quando si decider àper il magazzino di Squinzano ? Il tabacco ègiacente . Si vuole aiutare il tabacchicoltore ?Il miglior modo per dimostrarlo è quello d imuoversi effettivamente . E la colpa di tutt oquesto non ricade solo sull'amministrazione ,sulla direzione generale, sui funzionari, maricade sulle autorità politiche . Voi dovete daredisposizioni precise .

BORGHI, Sottosegretario di Stato per l efinanze. Le abbiamo date .

FOSCARINI. Le autorità politiche devonodimostrare maggiore sensibilità, devono di -mostrare di essere più vicine ai coltivatori ;dobbiamo salvare questa coltura, perché -come ho detto - nella Comunità economicaeuropea 285 tonnellate di tabacco vengonoimportate dai paesi terzi . Noi ci dobbiamo at-trezzare, e dobbiamo riconvertire le varietàche sono superate ; dobbiamo cominciare acoltivare il burley . Un contadino della pro-vincia di Lecce ha coltivato burley ; una quan-tità di questo tabacco è stata inviata all 'Azien-da autonoma dei monopoli di Stato per l ' ana-lisi, ma la risposta non è ancora stata data .E questo contadino ha coltivato il burley sen-za l'aiuto di nessuno, perché sa di dove rprovvedere alla riconversione . In risposta haottenuto il silenzio più assoluto .

Ora i problemi del Mezzogiorno si risol-vono, onorevoli colleghi, affrontando questicasi . Poiché ciò non si fa, la gente perde l afiducia fatalmente . Noi sentiamo che esist eun senso di insodisfazione, una sorta di rivol-ta; la gente non ha fiducia perché vede chei concessionari di tabacco hanno preso e con-tinuano a prendere denaro . Questa gente hadel tabacco giacente presso le proprie cas e(per fortuna, non c'è stata pioggia) . Sapetecosa significa avere 10 quintali di tabacco ?Conoscete la fatica che la coltivazione del ta-bacco richiede ? Ebbene, questa gente aspet-tava il prezzo d ' obiettivo; aspettava, in vist adelle feste, la possibilità di collocare il suoprodotto . Noi comunisti non possiamo appog-giare questa linea; sentiamo profondament ela necessità di modificarla, soprattutto discu-tendo il problema in questa sede . Sono statepresentate in proposito interrogazioni ed in-terpellanze scritte da parte di tutti i gruppipolitici, dal partito comunista alla democra-zia cristiana. Mai si è venuti a rispondere ;

qui si viene quando si tratta di convertir edei decreti-legge .

Questo stato di cose deve finire, se vo-gliamo affrontare con coerenza i problemi ,se vogliamo dimostrare effettivamente di es-sere dalla parte della gente che lavora e ch eha ragione. Dobbiamo usare le possibilit àesistenti per creare le cooperative, per svilup-pare l 'associazionismo contadino, per aiutare ,finanziare ed assistere questa categoria . An-che per quelle varietà che oggi sono ricusat eperché non sodisfano più il gusto del consu-matore, potremo - riconvertendole - assicu-rare al contadino la continuità del lavoro cheha fatto per anni e al quale si sente legato .

Il nostro partito darà voto contrario al di -segno di legge in esame . Esso sente, comun-que, la necessità di richiamare l 'attenzionedei rappresentanti del Governo sul problem adei coltivatori delle ex concessioni speciali .Voi dell'azienda autonoma monopoli di Sta-to avete dato direttive perché per le conces-sioni a manifesto venga ritirato il tabacco .Ebbene, vi sono molti coltivatori delle ex con -cessioni speciali che hanno fiducia nell'azien-da di Stato . Su loro richiesta, voi dovete riti -rare il tabacco e garantire il prezzo d 'obietti-vo. Credo che siate d ' accordo, inoltre, pe rritirare il tabacco condizionato in colli, ch esarà manipolato dagli enti di' sviluppo, dal -l'ATI, dalle cooperative e dai consorzi fr atabacchicoltori . Infatti, quando garantite i lritiro del tabacco condizionato in colli, costor odiventano acquirenti ed hanno la possibilit àdi utilizzare il premio e pagare il prezz od ' obiettivo ai propri associati .

Con questo, intendo illustrato l'ordine de lgiorno da me presentato .

Circa gli emendamenti (e così avrò illu-strato pure quelli) noi chiediamo che all ' ar-ticolo 9, dopo le parole « monopoli di Stato » ,siano aggiunte le parole « a cominciare da lraccolto 1970 » . Abbiamo, infatti, la preoccu-pazione che dopo il 1970 si voglia affidare icompiti di organismo di intervento alle so-cietà ex concessionarie di tabacco .

Con altri emendamenti chiediamo la rap-presentanza delle organizzazioni sindacali sianel consiglio di amministrazione sia nel co-mitato tecnico .

Inoltre, vi è un emendamento che riguar-da l ' utilizzazione delle strutture e dei magaz-zini da parte della sezione specializzata, dan-do la precedenza alle cooperative, agli entidi sviluppo; eccezionalmente ci si potrà ser-vire dei magazzini a seguito di aggiudicazionedel servizio per asta pubblica .

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Credo che i nostri emendamenti possanoessere accolti . Giudicheremo poi questo decre-to sulla base di quello che si farà . Non voglia-mo che questo subisca la stessa sorte del pre-cedente decreto-legge, dopo il quale 11 mi-liardi di lire disponibili non sono ancora uti-lizzati . (Applausi all ' estrema sinistra — Con-gratulazioni) .

PRESIDENTE . Non essendovi più iscritt ia parlare, dichiaro chiusa la discussione ge-nerale. Gli ordini Bel giorno sono già stat isvolti .

Ha facoltà di parlare il relatore onorevolePerdonà .

PERDONA, Relatore . Signor Presidente ,onorevoli colleghi, vorrei dire innanzi tutt oall 'onorevole Imperiale che per quanto con-cerne il ringraziamento e il plauso che hofatto, credo di essere stato sufficientement echiaro, nel senso che non volevo fare un at-tacco personale ai dirigenti e ai funzionari ,che penso abbiano ben meritato ; ritengo peròche l ' impostazione data a tutto il settor edell 'azienda dei monopoli sia improntata a duna fiscalità eccessiva . È una questione d irapporti umani .

CAVALLARI. Una volta tanto è da con -dannarsi la fiscalità .

PERDONA, Relatore . L'onorevole Foscari-ni ha detto che l ' Italia occupa il primo po-sto fra i paesi del MEC per quanto riguardail tabacco greggio, mentre non è certamentela prima, anzi occupa un posto molto distan-te dal primo, per quanto concerne la lavo-razione delle sigarette . È una affermazioneche ci dà ragione . Fino a quando, infatti ,l 'attività è lasciata in mano ai nostri opera-tori contadini, non temiamo alcun confron-to; quando la parte industriale operativ aresta nelle mani di certi organi, si chiamin oessi monopoli o come volete, si verifica u nfenomeno di arretratezza . Questa è la realtà .Arrivare quindi ad una liberalizzazione, cioèad un confronto, e non ad una assoluta tra-scuratezza di esigenze e di pungoli che pos-sono venire dalle persone, dai gruppi o dall ecooperative più sollecite, ritengo sia un van-taggio per tutta la comunità .

L'onorevole Foscarini ha anche accennat oal problema di ex concessionari che fanno in-cetta di tabacco a prezzo di svendita . Pensosia un fenomeno squisitamente locale, anch ese doloroso per coloro che lo subiscono ; nellecooperative delle nostre zone questo problema

non si pone. Il collega sa che nel 1976 si far àun altro passo avanti per cui sarà tolta l'im-posizione relativa ai paesi terzi . Vi saràquindi in atto anche una certa liberalizzazio-ne per quanto concerne la lavorazione e d iconseguenza vi sarà una invasione ancor amaggiore di sigarette dei paesi terzi . La vita ,però, è progresso . E dobbiamo guardar eavanti, tutelando gli interessi della gente piùumile, ma pungolando nel contempo gli or-ganismi interessati ad aggiornarsi e ad esser eall'altezza della situazione .

Per quanto riguarda accuse specifiche, s itratta di questioni di competenza del Go-verno.

PRESIDENTE . Ha facoltà di parlare l 'ono-revole sottosegretario di Stato per l'agricol-tura e le foreste .

SILVESTRI, Sottosegretario di Stato perl'agricoltura e le foreste . Sarò molto brev eperché abbiamo già avuto modo, ampiamente ,di illustrare l ' argomento, di rispondere adalcune perplessità e ad altri quesiti nell esedi delle Commissioni agricoltura e foreste ,e finanze e tesoro .

Di fronte a taluni argomenti di . caratteregenerale devo dire che il provvedimento è

nettamente positivo per l ' economia naziona-

le; va quindi approvato in quanto alcune ga-ranzie che i produttori di tabacco avevanodurante il monopolio di coltivazione (la ga-ranzia del prezzo, la garanzia del colloca-mento, la garanzia dell'impiego del prodotto) ,sono trasferite nel regolamento comunitari o

e quindi nel provvedimento legislativo che

lo attua.Riteniamo perciò senz 'altro positivo i l

prezzo perché - sia esso prezzo d 'obiettivo o

prezzo di intervento - rappresenta un nett o

miglioramento rispetto alla media dei prez-zi dell'ultimo triennio corrisposti dal mono-polio di coltivazione . Il prezzo di intervent oè addirittura superiore del 10 per cento a que-sta media, mentre il prezzo d 'obiettivo arriva

al 20 per cento . Quindi, sotto questo aspetto ,il produttore ottiene un netto migliorament o

di carattere economico . Ma è un vantaggio ne-cessario anche per l'industria manifatturier a

di Stato in quanto, potendo con questa regola-mentazione introitare il premio comunitario ,la mettiamo in condizione che un fattore d i

costo, quello della materia prima, sia alla

pari del prezzo internazionale e quindi l amettiamo in condizione di competitività -salvo quelle riforme a cui accennava l'onore-vole Foscarini - rispetto alle manifatture del-

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la Comunità . Ed è un netto vantaggio anch eper l'economia nazionale, perché di fronte a dun introito di premi di circa 50 milioni d iunità di conto a carico del FEOGA, l'Italiacorrisponderà come contribuzione poco menodi 20 milioni di unità di conto .

Questi sono i lati positivi di questa regola-mentazione comunitaria, e il Ministero del -l'agricoltura e delle foreste sta provvedendo a demanare i decreti ministeriali di attuazione ,per cui tutto iI meccanismo della sezione spe-cializzata dell ' AIMA è all ' inizio della sua or-ganizzazione e del suo funzionamento ; e pos-so assicurare a nome del Governo che, si apure in ritardo - ritardo non dovuto all'azio-ne governativa, ma ritardo nella emanazion edel regolamento comunitario che, ai fini dell acampagna di coltivazione, sarebbe stato piùutile se fosse stato emanato in autunno an-ziché in aprile - il meccanismo è già in faseorganizzativa e di funzionamento . Assicuria-mo, quindi, che ci sono già le disposizioni pe ril ritiro del tabacco greggio in foglia da partedi chi deve ritirarlo .

È stato detto che il regolamento porter àun danno all ' azienda manifatturiera di Sta-to: in proposito ho già detto, viceversa, ch equesto regolamento potenzia l'industria ma-nifatturiera italiana, in quanto le dà la pos-sibilità di acquistare a prezzo internazional eil tabacco che prima pagava a un prezzo po-litico che era a carico del proprio bilancio .

Per quanto riguarda la preferenza agli or-ganismi cooperativi, posso dare assicurazion eche il Governo è già orientato in questo senso ;nel senso cioè che la preferenza nell'acquistoa prezzo d 'obiettivo sia data alle organizza-zioni cooperative e consorziali .

Posso anche dichiarare che il Governovede con favore la possibilità di riconvertir ele colture di determinate varietà di tabacco ,e darà quindi tutti gli aiuti possibili per l ariconversione colturale di quelle varietà ch enon fossero necessarie o trovassero difficolt àdi collocamento sul mercato. A tale scopo c ' èun provvedimento che riguarda l ' istitutoscientifico per il tabacco, che vogliamo si acreato proprio ai fini di migliorare le variet àche l ' industria nazionale deve utilizzare .

Ritengo così di aver risposto esauriente -mente ai quesiti posti e sono a disposizion eper chiarire qualsiasi perplessità o dubbio .

PRESIDENTE . Degli ordini del giornoImperiale, Urso, Bianchi Fortunato, Fasoli ,Russo Ferdinando e Foscarini è già stat adata lettura nel corso di questa seduta .

Qual è il parere del Governo sugli ordin idel giorno presentati ?

SILVESTRI, Sottosegretario di Stato , perl'agricoltura e le foreste . Il Governo accettal'ordine del giorno Imperiale, che riguarda i lritiro da parte dell'azienda di Stato dell'80per cento del tabacco italiano prodotto per ognisingola varietà nella campagna 1970, in quan-to vi sono già disposizioni in questo senso .

Accetta l 'ordine del giorno Urso, sulla tu-tela dei coltivatori e su un pronto avviamentodell ' attività dell 'organismo di intervento .

Accetta l 'ordine del giorno Bianchi Fortu-nato sul personale del monopolio .

Accetta l'ordine del giorno Fasoli, che in-vita a disporre nei modi adeguati agevolazion icreditizie per le cooperative, naturalmente conriserva per la risposta che potranno dare gl iistituti di credito .

Accetta l'ordine del giorno Russo Ferdinan-do, perché è già in corso l 'emanazione dei de-creti ministeriali di applicazione .

Accetta infine l'ordine del giorno Foscarin icome raccomandazione, perché altrimenti ver-rebbe meno agli impegni comunitari che dan-no possibilità anche alle aziende manifatturie-re estere di acquistare alle stesse condizion iaell ' azienda manifatturiera italiana .

PRESIDENTE. Chiederò ora se, dopo ledichiarazioni del Governo, i presentatori in-sistano a che i loro ordini del giorno sianoposti in votazione .

RAUCCI . ' Non insisto per l 'ordine del gior-no Foscarini .

IMPERIALE . Non insisto per la votazion edel mio ordine del giorno, e degli ordini delgiorno Urso, Bianchi Fortunato, Fasoli eRusso Ferdinando, di cui sono cofirmatario .

PRESIDENTE. È così esaurita 1a trattazio-ne degli ordini del giorno .

Passiamo all'articolo unico del disegno d ilegge, nel testo della Commissione . Se ne dialettura .

ARMANI, Segretario, legge :

È convertito in legge il decreto-legge 30novembre 1970, n . 870, concernente l'attua-zione del regolamento CEE sulla politica agri -cola comune del tabacco greggio e l'integra-zione delle disposizioni di cui alla legge 13

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V LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DEL 18 DICEMBRE 1970

maggio 1966, n . 303, con le seguenti modifi-cazioni :

All 'articolo) 1, al primo comma, dopo l eparole : della coltivazione, sono inserite le pa-role : della prima trasformazione ; al terzocomma, dopo le parole : amministrazioni inte-ressate, sono inserite le parole: e le organiz-zazioni consortili dei coltivatori e dei pro-duttori .

Dopo l 'articolo 2 è inserito il seguente ar-ticolo 2-bis :

Non costituiscono entrate imponibili aisensi della legge 19 giugno 1940, n . 762, e suc-cessive modificazioni, le somme introitate in -dipendenza della vendita del tabacco allo stat overde, sciolto e greggio .

Analogo trattamento di esenzione si ap-plica per l ' importazione dall'estero del dettoprodotto .

All'articolo 3, al terzo comma, al primocapoverso, dopo l'alinea, le parole : preordi-nati alla lavorazione del tabacco, sono sosti-tuite con le parole : preordinati alla fabbrica-zione dei manufatti di tabacco .

All'articolo 5, nel secondo capoverso, dopol 'alinea, sono soppresse le parole : di regola .

All'articolo 6, al primo comma, le parole :due esperti, sono sostituite con le parole : treesperti ; il terzo comma è sostituito con il se-guenté:

Il Comitato è presieduto dal Presidente del -l 'Azienda di Stato per gli interventi nel mer-cato agricolo ed è composto dai seguent imembri :

a) da un Sottosegretario. di Stato per laagricoltura e le foreste, al quale il Ministropuò delegare le attribuzioni di Presidente de lComitato ;

b) da due rappresentanti del Ministerodell'agricoltura e delle foreste e dal rappresentante del Ministero del tesoro, che faccia -no già parte del Consiglio di amministrazion edell'Azienda ;

c) da un rappresentante del Ministerodelle finanze ;

d) da tre esperti del settore del tabacco .

Il Sottosegretario, che presiede il Comitato ,fa parte del Consiglio di amministrazione del -1'AIMA ogni volta che vengano trattati pro-blemi concernenti il settore del tabacco, e puòin tale sede essere delegato a presiedere i lConsiglio di amministrazione dell'Aziendastessa .

All'articolo 7, il secondo comma è sostituit ocon i seguent*

Il personale destinato ai suddetti compit iconserva l'intero trattamento economico e ibenefici economici e giuridici spettanti al per -sonale dell'Amministrazicine dei Monopoli d iStato ivi compresi i premi per l'incrementodel rendimento industriale e per l'incentiva-zione previsti dalla legge 3 luglio 1970, n . 843 ,il premio per il prolungamento d'orario equanto altro in avvenire dovesse spettare a lpersonale della medesima carriera e qualifica ,salvo il migliore trattamento previsto per i lpersonale che svolge analoghi compiti pressoil Ministero dell'agricoltura e delle . foreste .

Per l'assolvimento dei compiti di istitutoal personale predetto che venga comandat ofuori della propria sede di servizio saranno ap-plicate le norme relative al trattamento di mis-sione anche oraria di cui alla legge 15 april e1961, n . 291, in deroga all 'articolo 27 della leg-ge stessa.

La durata settimanale del lavoro non potr àcomunque superare quella prevista dall'art icolo 1 della legge 10 novembre 1970, n . 869 .

Tutte le spese per il funzionamento dell asezione specializzata dell'AIMA e dei relativ iuffici periferici sono a carico del bilancio del -l'Amministrazione 'autonoma dei Monopoli diStato che dovrà chiederne il rimborso per l aparte concernente l 'organizzazione dell'inter-vento » .

PRESIDENTE. Ricordo che la Commissio-ne ha modificato il suo testo, nel senso di sop-primere, al secondo comma dell 'articolo uni-co, le parole da: « al terzo comma » fino allafine del comma.

L'articolo 1 del decreto-legge è pertantocosì formulato :

« Il monopolio della coltivazione, dell'im-portazione e della vendita dei tabacchi greg-gi, di cui alla legge 17 luglio 1942, n . 907, su lmonopolio dei sali e dei tabacchi e successivemodificazioni, è abolito.

A partire dal raccolto della campagna agri -cola 1970, il tabacco greggio è sottoposto all aorganizzazione comune dei mercati disciplina-ta dal Regolamento comunitario n . 727/70 de l21 aprile 1970 pubblicato nella Gazzetta Uffi-ciale delle Comunità Europee n . L. 94/1 de l28 aprile 1970.

Con decreti del Ministro per l 'agricolturae le foreste, sentite le Amministrazioni inte-ressate, saranno stabilite le modalità per l'ap-plicazione dei provvedimenti adottati dall eComunità Europee nell'ambito del Regola-

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mento comunitario di cui al precedentecomma » .

stato presentato il seguente emenda-mento :

Al terzo comma, sostituire le parole : sen-tite le amministrazioni interessate, con le pa-role : sentite le associazioni consortili dei ma-nuali coltivatori, le organizzazioni sindacal ie le amministrazioni interessate .1 . 1 .

Cesaroni, Marras, Bardelli, Ognibene, Gian-nini, Foscarini.

Questo emendamento è già stato svolto ne lcorso della discussione generale .

Qual è il parere della Commissione su que-sto emendamento ?

PERDONA, Relatore. La Commissione ècontraria.

PRESIDENTE . Il Governo ?

SILVESTRI, Sottosegretario di Stato perl'agricoltura e le foreste . Anche il Governo ècontrario.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti . Onore-vole Marras, mantiene l'emendamento Cesaro-ni I . 1, di cui ella è cofirmatario, non accet-tato dalla Commissione né dal Governo ?

MARRAS. Sì, signor Presidente .

PRESIDENTE . Lo pongo in votazione .

(£ respinto) .

L'articolo 6 del decreto-legge è così formu-lato :

« Per la trattazione degli affari relativ ialla Sezione specializzata per gli intervent inel settore del tabacco greggio, di cui all'ar-ticolo precedente, .del Consiglio di amministra-zione dell'Azienda di Stato per gli intervent inel mercato agricolo (AIMA) previsto dall'ar-ticolo 5 della legge 13 maggio 1966, n . 303,fanno parte, con diritto di voto, quando s itratta di affari attinenti all'applicazione de lregolamento comunitario sul tabacco, un rap-presentante del Ministero delle finanze e dueèsperti del settore particolarmente qualificati .

Il consiglio di amministrazione può dele-gare, per la durata della campagna di com-mercializzazione, la trattazione degli affar irelativi alla Sezione specializzata per gli in-terventi nel settore del tabacco greggio ad un

Comitato tecnico nominato con decreto de lMinistro per l'agricoltura e le foreste .

Il Comitato è presieduto dal President edell'Azienda di Stato per gli interventi nel

mercato agricolo ed è composto dai seguent imembri, facenti parte del Consiglio di ammi-nistrazione dell'Azienda stessa :

a) il Sottosegretario di Stato per l'agri-coltura e le foreste, al quale il Ministro puòdelegare le attribuzioni di presidente del Co-mitato ;

b) due rappresentanti del Ministero del-l'agricoltura e delle foreste ;

c) il rappresentante del Ministero de l

tesoro ;d) il rappresentante del Ministero dell e

finanze ;e) i due esperti del settore del tabacco .

Le funzioni di segretario del Comitato tec-nico vengono svolte da un funzionario de lMinistero dell'agricoltura e delle foreste aven-te qualifica non inferiore a quella di direttor e

di divisione o equiparata .Il Direttore generale dell'Azienda di Stat o

per gli interventi nel mercato agricolo (AIMA )

partecipa, senza diritto di voto, alle riunion i

del Comitato tecnico per esigenze di coordi-namento » .

E stato presentato il seguente emenda-mento:

Al primo comma aggiungere, in fine, l eparole : indicati dalle associazioni consortil i

dei manuali coltivatori e da tre rappresentantidelle organizzazioni sindacali designati dall e

medesime.

Al terzo comma, dopo la lettera e), aggiun-gere la seguente :

f) i tre rappresentanti delle organizza-zioni sindacali .6 . I .

Cesaroni, Marras, Bardelli, Foscarini, Ogni-

bene, Giannini.

Questo emendamento è già stato svolto ne l

corso della discussione generale .

Qual è

parere della Commissione s u

questo emendamento ?

PERDONA, Relatore . La Commissione ècontraria .

PRESIDENTE. Il Governo ?

SILVESTRI, Sottosegretario di Stato perl'agricoltura e le foreste. Anche il Governo è

contrario .

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PRESIDENTE . Passiamo ai voti . Onore-vole Marras, mantiene l 'emendamento Cesa-roni 6. 1, di cui ella è cofirmatario, non ac-cettato dalla Commissione né dal Governo ?

MARRAS. Sì, signor Presidente .

PRESIDENTE. Lo pongo in votazione .

(È respinto) .

L'articolo 9 del decreto-legge è così formu-lato :

« La Sezione specializzata, per l'assolvi-mento dei propri compiti, di regola utilizza ,in rapporto alle effettive esigenze, i locali, imagazzini, gli stabilimenti e le attrezzatureche l'Amministrazione autonoma dei monopol idi Stato dichiara disponibili in conseguenz adell'abolizione del monopolio dei tabacch igreggi ,di cui all'articolo 1 . Può, inoltre, af-fidare i compiti medesimi all 'Amministrazio-ne autonoma dei, monopoli di Stato per il rac-colto 1970 .

La Sezione in caso di necessità può avva-lersi dell'opera delle cooperative e dei lor oconsorzi e degli enti di sviluppo mediantecontratti da stipularsi anche a trattativa pri-vata . Può inoltre avvalersi di altri operator ieconomici, singoli od associati, secondo la pro-cedura prevista dall'articolo 12 della legge 13maggio 1966, n . 303 » .

È stato presentato il seguente emenda -mento :

Sostituirlo con il seguente:

L'Amministrazione autonoma dei Monopol idi Stato, su richiesta dell'AIMA, agirà qualeassuntore dei servizi per l 'esecuzione delle ope-razioni di intervento . A questi fini, l'Ammi-nistrazione autonoma dei Monopoli di Stat ometterà a disposizione dell'AIMA, per l ' as-solvimento dei compiti dell'organismo di in-tervento, in rapporto alle effettive esigenze, imagazzini, gli stabilimenti e le attrezzatur eche l 'amministrazione stessa dichiarerà dispo-nibili in conseguenza dell'abolizione ,del mo-nopolio dei tabacchi greggi di cui all'arti-colo 1 .

In caso di necessità, oltre all'amministra-zione dei Monopoli di Stato, l'AIMA si avvaledi regola delle Cooperative, dei loro consorzi ,degli Enti di sviluppo e dell 'ATI come assun-tore di servizi . I rapporti sono regolati da con-tratti che possono essere stipulati anche a trat-tativa privata. Inoltre l 'AIMA può avvalers idi altri operatori economici, singoli od asso-

ciati, ai quali l 'affidamento dei compiti di as-suntore di servizi avrà luogo a seguito d iaggiudicazione per asta pubblica .

9 . 1.

Lepre, Santi, Salvatore.

Poiché i firmatari non sono presenti, s iintende che abbiano rinunciato a svolgerlo .

È stato presentato il seguente emenda-mento :

Al primo comma, dopo le parole : monopol i

di Stato, aggiungere le parole : a cominciar e

dal raccolto 1970 .

Sostituire il secondo comma con i seguenti:

La sezione in caso di necessità può avva-lersi, mediante contratti a trattativa privata ,dell 'opera di cooperative e consorzi di manual icoltivatori e degli enti di sviluppo agricolo .Può inoltre avvalersi dell ' ATI con le modalit à

di cui sopra .In carenza delle sovvenzionate strutture l a

sezione può prendere in affitto magazzini e

attrezzature di operatori privati e in caso d i

necessità può avvalersi degli stessi esclusiva-mente con asta pubblica .

9 . 2. Cesaroni, Foscarini, Vespignani, Cirillo, Spec-chio, Scipioni, Bardelli, Marras, Ognibene ,Giannini.

Questo emendamento è già stato svolto ne l

corso della discussione generale .Qual è il parere della Commissione su que-

sti emendamenti ?

PERDONA, Relatore . La Commissione è

contraria a entrambi gli emendamenti .

PRESIDENTE. Il Governo ?

SILVESTRI, Sottosegretario di Stato per

l'agricoltura e le foreste . Anche il Governo è

contrario .

PRESIDENTE. Passiamo ai voti . Poiché ifirmatari non sono presenti, l'emendament o

Lepre 9 . 1 s'intende ritirato .Onorevole Marras, mantiene l'emendamen-

to Cesaroni 9 . 2, di cui ella è cofirmatario, non

accettato dalla Commissione né dal Governo ?

MARRAS. Sì, signor Presidente .

Lo pongo in votazione .

(È respinto) .

Pongo in votazione l'articolo unico del di -segno di legge nel testo della Commissione,

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con la modifica apportata dalla Commission estessa .

(È approvato) .

Il disegno di legge, che consta di un arti -colo unico, sarà poi votato a scrutinio segreto .

Sospendo la seduta .

La seduta, sospesa alle 17,15, è ripres aalle 17,20.

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE PERTIN I

Auguri per il Natale e l'anno nuovo.

PRESIDENTE. Onorevoli colleghi, dal 13gennaio al 18 dicembre 1970 la Camera de ideputati ha tenuto 137 sedute pubbliche, perun totale di ore 793,05 .

Di tali sedute due si sono largamente pro -tratte oltre i limiti consueti e precisamente :in occasione dell ' approvazione del progetto d ilegge relativo a provvedimenti finanziari pe rle regioni a statuto ordinario (dalle ore 9,30del 26 gennaio alle ore 9,50 del 28 gennaio1970, per un complesso di ore 43,30 di lavoroeffettivo) ed in occasione della discussionecongiunta del secondo decreto anticongiuntu-rale e del progetto di legge per lo scioglimen-to del matrimonio (dalle ore 9 del 24 novem-bre alle ore 5,40 del 1° dicembre, per un to-tale di ore 124,05 di effettivo lavoro) .

Nel corso dello stesso anno le Commis-sioni hanno tenuto 558 sedute per comples-sive ore 930,24 e le Giunte 26 sedute per com-plessive ore 43,05 .

Nel periodo considerato la Camera ha, tr al 'altro :

concesso la fiducia al terzo GovernoRumor (17 aprile) ed al Governo Colombo(12 agosto) ;

approvato l 'esercizio provvisorio perl 'anno finanziario 1971 ;

affrontato, in sede di discussione di mo-zioni, interpellanze o interrogazioni, argo -menti di grande interesse quali : la situazion einternazionale (con particolare rilievo perL ' Indocina, la Libia ed iI medio oriente) ; lasituazione dell 'ordine pubblico nel paese (co nparticolare riguardo ai fatti di Reggio Cala-bria e agli incidenti di Milano del 12 dicem-bre scorso) ; la situazione economica del paese ,con particolare riguardo a quella dell'agricol-tura italiana; i problemi dell 'università diRoma .

La Camera, anche a mezzo delle Commis-sioni in sede legislativa, ha altresì approvato

numerosi progetti di legge (spesso di conver-sione di decreti-legge) fra i quali si ricordano :

a) in tema di politica estera:

organizzazione comune dei mercati ne isettori dello zucchero, delle piante vive e de iprodotti della floricoltura, del latte e dei pro -dotti lattiero caseari, delle carni bovine e de iprodotti trasformati a base di ortofrutticoli ;organizzazione comune per taluni prodott i

elencati nell 'allegato II del trattato istitutiv odella CEE ; regime di scambi applicabile atalune merci risultanti dalla trasformazionedei prodotti agricoli (legge 11 febbraio 1970,n . 23) ;

ratifica ed esecuzione delle conven-zioni nn . 91, 99, 103, 112, 115, 119, 120, 122 ,123, 124 e 127 della Organizzazione interna-zionale del lavoro (legge 19 ottobre 1970,n . 864) ;

ratifica ed esecuzione del nuovo test odella convenzione dell'Organizzazione euro-pea per le ricerche nucleari (legge 19 ottobre1970, n . 791) ;

ratifica ed esecuzione degli accord i

firmati ad Arusha il 24 settembre 1969 per

l ' associazione tra la CEE e le repubbliche d iTanzania, Uganda e Kenya ;

ratifica ed esecuzione degli accordi in-ternazionali firmati a Yaoundè il 29 luglio1969 per l 'associazione tra la CEE e gli stat iafricani e malgascio associati a tale Comunità ;

b) in tema di lavoro e sicurezza social e

in genere :provvidenze in favore dei mutilati ed

invalidi civili (legge 11 marzo 1970, n . 74) ;collocamento ed accertamento dei la-

voratori agricoli (legge 11 marzo 1970, n . 83) ;

disposizioni in materia di assistenzaai ciechi civili _(legge 27 marzo 1970, n . 382) ;

norme sulla tutela della libertà e di-gnità dei lavoratori, della libertà sindacale

e dell'attività sindacale nei luoghi di lavor oe norme sul collocamento (legge 20 maggio

1970, n . 300) ;provvidenze in. favore dei profughi

dalla Libia (legge 19 ottobre 1970, n . 744) ;

riordinamento e miglioramento delleprestazioni economiche dell'assicurazione con-tro la tubercolosi ed estensione della assicu-razione stessa a tutti i lavoratori e loro fa -

miliari ;estensione dell 'assistenza sanitaria e

farmaceutica ai congiunti dei caduti, dei di -spersi e delle vittime civili di guerra ;

miglioramento dell'assistenza ospeda-liera ai lavoratori disoccupati o sospesi (leg-ge 24 novembre 1970, n . 966) ;

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norme per la dispensa dal servizio d ileva dei giovani di taluni comuni della vall edel Belice impiegati nella ricostruzione enello sviluppo della valle stessa (legge 30 no-vembre 1970, n . 953) ;

e) in materia di interventi relativi a ca-lamità naturali :

fondo di solidarietà nazionale contr ole calamità naturali (legge 25 maggio 1970 ,n. 364) ;

norme sul soccorso e l'assistenza allepopolazioni colpite da calamità – protezionecivile (legge 8 dicembre 1970, n . 996) ;

provvidenze in favore delle popolazio-ni dei comuni colpiti dalle calamità natural iverificatesi nei mesi di agosto, settembre eottobre 1970 ;

d) in materia scolastica :nuovi termini per la presentazione de i

piani di studio universitari (legge 11 marz o1970, n . 85) ;

istituzione delle cattedre, non licenzia-bilità degli insegnanti non di ruolo, riservedei posti e sospensione degli esami di abili-tazione all ' insegnamento, nelle scuole ed isti-tuti di istruzione secondaria ed artistica (leg-ge 26 Itîglio 1970, n . 571) ;

ulteriore decentramento dei servizi de lMinistero della pubblica istruzione (legge 26luglio 1970, n . 578) ;

aumento di spesa per l 'attribuzionedegli assegni di studio universitari e dell eborse di addestramento didattico e scientific o(legge 26 luglio 1970, n . 574) ;

norme per gli scrutini finali e gli esa-mi nelle scuole e negli istituti di istruzionesecondaria ed artistica e modifiche alle nor-me medesime (legge 26 luglio 1970, nn . 572e 573) ;

e) per ciò che concerne la giustizia i ngenerale ed il diritto di famiglia in parti -colare :

casi di scioglimento del matrimoni o(legge 1° dicembre 1970, n . 898) ;

determinazione della durata della cu-stodia preventiva nella fase del giudizio e ne ivari gradi di esso (legge 1° luglio 1970, n . 406) ;

concessione di amnistia e di indult o(legge 21 maggio 1970, n . 282) ;

modificazioni dell'articolo 281 del co-dice di procedura penale sulla facoltà di im-pugnazione delle ordinanze sulla libertà prov-visoria (legge 5 novembre 1970, n. 824) ;

f) in materia di attuazione della Costi-tuzione :

provvedimenti finanziari per le regio-ni a statuto ordinario (legge 16 maggio 1970 ,n. 2811 :

referendum ed iniziativa legislativ adel popolo (legge 25 maggio 1970, n . 352) ;

modificazioni alle leggi sulla costitu-zione e il funzionamento degli organi regio-nali e sui provvedimenti finanziari per l'at-tuazione delle regioni a statuto ordinario ;

g) in materia di pubblico impiego :

norme a favore dei dipendenti civil idello Stato e degli enti pubblici ex combat-tenti e assimilati (legge 24 maggio 1970,

n. 336) ;proroga del termine stabilito dalla legg e

18 marzo 1968, n. 249 in materia di riordina -mento dell'amministrazione dello Stato, de-centramento delle funzioni e per il riassett odelle carriere e delle retribuzioni dei dipen-denti statali (legge 28 ottobre 1970, n . 775) ;

h) in materia di politica economica :

provvidenze per il credito edilizi o

(legge 6 marzo 1970, n . 73) ;aumento della quota di partecipazio-

ne dell 'Italia al Fondo monetario internazio-

nale ;conversione in legge del decreto-legge

26 ottobre 1970, n . 795, recante provvediment i

anticongiunturali (tale decreto ha sostituito i l

decreto-legge 27 agosto 1970, n . 621, decaduto

il 27 ottobre scorso) .La Camera ha altresì dedicato numerose se-

dute all ' esame dei progetti di legge relativ i

alla nuova disciplina degli affitti dei fondi ru-stici, del progetto del nuovo regolamento in -

terno nonché ai disegni di legge concernent i

la delega per la riforma tributaria e le modifi-che ed integrazioni dello statuto speciale per

il Trentino-Alto Adige .Nel contempo le Commissioni hanno pro-

seguito le indagini conoscitive in materia d i

emigrazione, istituti di prevenzione e di pena ,

problemi della spesa e contabilità pubblica ,

problemi dei trasporti .Si tratta pertanto, onorevoli colleghi, d i

un intenso lavoro, lavoro compiuto con molto

impegno e in discussioni anche animate, ma

sempre civili .Durante queste discussioni può darsi che

talvolta, senza volerlo, io abbia ferito l 'animo

di qualcuno di voi coi miei richiami o inter-

ruzioni. Se così fosse, sarei il primo a ram-maricarmene e mi sarà facile avere la vostra

comprensione sol che pensiate che non sono

mai stato animato da spirito di parte, ma

esclusivamente dal proposito di sdrammatiz-zare scontri e polemiche e di far sì che ogni

dibattito si svolgesse senza incidenti .

Più volte qui ho detto di considerarm i

primus inter pares, ma primus non nel senso

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gerarchico, concetto che non mi si addice .Primus mi considero solo per le maggiori re-sponsabilità che su di me pesano. Per altroho sempre pensato che sia preferibile esser eamati che temuti .

Intendo restare su questo terreno umano .Continuerò a mantenere con ciascuno di vo iquelle relazioni umane necessarie ad unaleale, franca collaborazione .

Di questa vostra collaborazione, miei caricolleghi, io avrò sempre bisogno per pote rcompiere in ogni circostanza il mio dover edegnamente .

Ci rivedremo alla metà del prossimo gen-naio e riprenderemo il nostro lavoro tenendopresenti solo gli interessi del paese .

Fervidi, affettuosi auguri a voi e alle vo-stre famiglie . (Vivissimi, generali applausi) .

CANTALUPO . Chiedo di parlare .

PRESIDENTE . Ne ha facoltà .

CANTALUPO. Signor Presidente, dovre idire la solita frase rituale : che il privilegiodi essere il decano della Camera, tanto pi ùche sono anche decano al Parlamento diStrasburgo - comincio ad essere decano do-vunque arrivo ! - mi rende malinconico; manon è vero, e direi una bugia .

Non, sono malinconico, anzitutto perché ,grazie a Dio, i miei anni li porto decente-mente e poi perché, quando alla mia età sipartecipa attivamente ai lavori del Parla-mento italiano, ogni malinconia deve esser ebandita .

Dobbiamo anzitutto, signor Presidente -parlo a nome di tutti i gruppi - ringraziar-la per l'opera valorosa, generosa ed umanis-sima che ella svolge a vantaggio di questoistituto dall'altissimo seggio che occupa .

Siamo qui per dare atto della sua equa-nimità, della sua imparzialità e del suo di-sinteresse, nel più alto senso spirituale, a ch enon si provochino urti fra le parti . Siamoanzi a darle atto che ella fa tutto quanto èpossibile per attenuare i fatali urti della lott apolitica, e noi gliene siamo riconoscenti per -ché, salvando nei limiti del possibile la se-renità, la tranquillità e la sicurezza di vit adel Parlamento, ella garantisce anche la no-stra funzione e quindi anche la funzione del -l ' istituzione che ciascuno di noi e tutti insie-me incarniamo . Desideriamo ringraziarla, si-gnor Presidente, per quello che ella ha fattodurante i periodi che abbiamo attraversato ,periodi che non sono stati facili, lo sappiamo ,perché siamo perfettamente coscienti delle

difficoltà da superare . A proposito di alcuneleggi che abbiamo votato, credo che sia con-forto per tutti pensare che ciascuno di no isia riuscito a dominare le proprie passionicollaborando con lei, signor Presidente, pe rportare a compimento un'opera legislativache avrebbe potuto dividere i deputati nelParlamento e che, se non li ha uniti di più ,è riuscita a mantenere integra l'unità dellanostra istituzione .

Si prepara per i prossimi lavori parla-mentari un periodo non meno difficile d iquello che abbiamo attraversato ; si preparacioè una mole di lavoro che noi affronteremosotto la sua guida come abbiamo fatto finoad ora con le nostre energie personali, conlo sforzo dei gruppi, dei capigruppo, dei fun-zionari della Camera e di tutti coloro ché inalto o in minore grado collaborano all ' unitàfunzionale ed organica del nostro istituto .

Vogliamo dire anche che siamo contenti d ipoter affrontare con animo più sereno ed ap-profondito l'esame della riforma del regola-mento, al quale attribuiamo, signor Presiden-te, molta importanza . Non soltanto ci augu-riamo che la riforma del regolamento riescaa snellire e a rendere più rapidi ed efficient ii lavori parlamentari, ma anche che attraver-so l'esame della riforma stessa emergano i nprimo piano alcune verità tali da consentirc idi affrontare, almeno su un piano teorico efilosofico in un primo momento e poi anch esul piano pratico, il più vasto problema dell atotale adesione della vita del Parlamento all avita del paese, di tutti gli strati sociali di que-sta società completamente trasformata ; essaesige infatti che il Parlamento la segua in que-sto rinnovamento autonomo che costituisce an-che esso un formidabile sforzo del popolo ita-liano, carico di episodi pur gravi, ma anch edi una forza vitale che è indice del destinoche ci aspetta .

Signor Presidente, ci impegniamo a conti-nuare nell'anno prossimo lo sforzo che abbia-mo compiuto in questo, e siamo sicuri ch equesto Parlamento avrà ancora un compit oimportante da svolgere. La ringraziamo - ri-peto - per l'opera che guidando tutti noi ell acompie. Ella, signor Presidente, può consi-derarci suoi collaboratori . Ed è con questi sen-timenti, che abbracciano tutti noi e tutti gl ielettori che noi rappresentiamo, e cioè la tota-lità del popolo italiano, è con questi sentimen-ti, signor Presidente, che a lei, alla sua fami-glia, ai suoi collaboratori dell'alta e della mi-nore burocrazia della Camera e a tutti color oche l'assistono nella sua opera, noi porgiam oil nostro profondo ossequio e il nostro devoto

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attaccamento e, se mi è consentito dire, il no-stro fraterno affetto . Tanti auguri . (Vivi, ge-nerali applausi) .

PRESIDENTE . Grazie, onorevole Canta-lupo.

FERRARI AGGRADI, Ministro del tesoro .Chiedo di parlare .

PRESIDENTE . Ne ha facoltà .

FERRARI AGGRADI, Ministro del tesoro .Signor Presidente, non so se la consuetudineindichi che il Governo debba prendere la pa-rola in questa occasione ; ma essendo qui pre-sente desidero farlo – non per il rispetto for-male di una consuetudine, ma per una spint aprofonda dei miei sentimenti – per rivolgere alei, signor Presidente, a nome del Governo l eespressioni di profonda deferenza, di partico-lare considerazione e di gratitudine per l aopera così generosa ricca di dedizione, di amo -re e di senso di umanità – forse è l'aspetto piùbello che ella ha voluto ricordare oggi – conla quale ha servito il Parlamento italiano con-ferendogli un'alta dignità e un alto prestigio .

Il Governo le è grato anche per il successoche ella ha contribuito in modo determinantea fare ottenere alla discussione e all'approva-zione di importanti leggi alcune delle qual ihanno avuto un iter molto difficile, seppu rsvolto con alta dignità e con prestigio del no-stro Parlamento .

Signor Presidente, difendere ed esaltare i lprestigio del Parlamento come ella ha fatt o– questo è un merito che nessuno le può ne -gare – significa difendere e rafforzare la no-stra democrazia ed esaltare i grandi valori ,in modo particolare quello della libertà, ch estanno alla base di qualsiasi progresso social eed umano del nostro paese .

L con questi sentimenti che, insieme con l anostra gratitudine, esprimiamo i più fervid iauguri alla sua persona, alla sua famiglia ,per il suo lavoro; e, se mi permette, desideroa nome del Governo estendere il ringrazia-mento e l'augurio ai parlamentari di tutti igruppi e al personale della Camera, incomin-ciando dal Segretario generale, che con tantafatica ha cercato di alleggerire la nostra ope-ra e di portarci al successo che abbiamo ot-tenuto .

Grazie, signor Presidente . (Vivi, generaliapplausi) .

PRESIDENTE . Grazie a lei, onorevoleministro .

Votazione segreta di una propostae di un disegno di legge .

PRESIDENTE . Procediamo alla votazionesegreta della proposta di legge n . 2934 e deldisegno di legge n. 2874, oggi esaminati .

(Segue la votazione) .

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ZACCAGNINI

PRESIDENTE. Le urne rimarranno apertee si proseguirà nello svolgimento dell'ordin edel giorno .

Seguito della discussione delle proposte dilegge: Senatori De Marzi ed altri : Nuo-va disciplina dell'affitto di fondi rustic i(testo unificato approvato dal Senato )(2176) ; Pirastu ed altri : Norme per lariforma del contratto di affitto pascoloin Sardegna (117) ; Andreoni ed altri :

Norme in materia di affitto di fondi ru-stici (2378) ; Bignardi ed altri: Norme inmateria di affitto di fondi rustici (2404) .

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca i lseguito della discussione delle proposte di leg-ge di iniziativa dei senatori De Marzi ed altri :Nuova disciplina dell'affitto di fondi rustic i(testo unificato approvato dal Senato) ; e deideputati Pirastu ed altri : Norme per la rifor-ma del contratto di affitto pascolo in Sarde-gna; Andreoni ed altri : Norme in materia d iaffitto di fondi rustici ; Bignardi ed altri : Nor-me in materia di affitto di fondi rustici .

• iscritto a parlare l'onorevole Cristofori .Poichè non è presente, s'intende che vi abbiarinunciato .

È iscritto a parlare l'onorevole Cassandro .Poichè non è presente, s ' intende che vi abbi arinunziato .

• iscritto a parlare l'onorevole Revelli .Ne ha facoltà .

REVELLI. Signor Presidente, onorevol icolleghi, onorevole sottosegretario, la propo-sta di legge al nostro esame è certo uno de iprovvedimenti più importanti che la quintalegislatura sta affrontando ed è, nella su aattuale formulazione, come ci è giunta dal

Senato, anche . tra le più sconvolgenti del no-stro sistema sociale ed economico. Direi di

più : questo è chiaramente un progetto di leg-ge ,di rottura e merita quindi una valutazioneapprofondita che, partendo dalla composit aed estremamente varia realtà della nostra eco-

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nomia agricola, ne preveda le conseguenze ,sul piano della economia generale e su quell osociale e politico, che certamente determinerà .Le valutazioni da farsi sono quindi compless ee numerose e i colleghi mi perdoneranno se ,contrariamente al mio solito, farò un esam esul piano generale e mi addentrerò poi in u nesame particolareggiato della proposta di leg-ge. Innanzitutto perché è stato presentato ilprogetto ? Ho letto attentamente le relazion idei presentatori, senatori De Marzi e Cipolla ,e ritengo di poter concludere che essenzial-mente tre sono state le ragioni addotte prin-cipalmente dai proponenti, al di là di quell edi ordine politico generale proprie della pro -posta comunista del senatore Cipolla : 1) cat-tiva prova fornita dalla legge 12 giugno 1962,n. 567, che non avrebbe visto applicati co nesattezza i principi in essa contenuti, parti-colarmente in rapporto al fine di assicurareuna equa remunerazione per il lavoro dell'af-fittuario e della sua famiglia e la buona con-duzione dei fondi, come recita l'articolo 3 del -la legge in vigore ; secondo quanto asserito ,non vi sarebbe stato da parte delle commis-sioni 'provinciali un ' applicazione corretta de icriteri che la legge poneva a base della deter-minazione dell'equo canone e inoltre si sareb-be riscontrata una varietà e difformità di va-lutazioni tra le diverse commissioni così d acreare aspetti negativi ; 2) necessità di autoriz-zare l 'affittuario a svolgere veramente la suafunzione di imprenditore agricolo, anche s ufondo altrui, attraverso la concessione di po-teri di iniziativa in materia di miglioramenti ,di trasformazioni e di predeterminazione dell ecolture; 3) necessità di agevolare la stabilit àdel rapporto così da consentire al colono e all asua famiglia la sicurezza del lavoro e dell acontinuità, anche in prospettiva, della propri aattività imprenditoriale .

La prima domanda che dobbiamo porci èquindi se sono valide le ragioni addotte da iproponenti . Esaminando il primo punto, men-tre le affermazioni dei proponenti sono gene-riche e prive di ogni riferimento di valutazio-ne con la realtà, una valutazione invece esi-ste nella relazione dei senatori Morlino e Sa -lari in cui ci si riferisce ad un documentoallegato del senatore Rossi Doria . In tale do-cumento si afferma che non vi sarebbe statain una valutazione dei lavori di 48 commis-sioni provinciali, e cioè circa il 50 per centodei casi, una applicazione del ricordato arti -colo 3 della legge del 1962 per quanto attienela ratio legis da esso emergente, per cui , « s iha l'impressione che la base per l'impiantodelle tabelle sia rimasto, anche dopo il 1962,

l'accertamento dei canoni vigenti nei casi piùdiffusi » .

Non so quanti colleghi, qui e al Senato ,hanno effettuato valutazioni al riguardo . Perquanto mi concerne l'ho fatto nell'ambito del -la mia regione, Liguria, e del vicino Piemon-te. Dagli accertamenti fatti è risultato ch enon solo non sono sorte .difficoltà nell'appli-cazione della legge da parte delle commissio-ni, non solo non vi sono stati apprezzabili con-trasti tra le parti, .ma (e questo risulta chia-ramente anche dalla relazione ben più precis adell 'onorevole Ceruti) le tabelle erano tuttesostanzialmente almeno del 30 per cento infe-riori al livello commerciale dei canoni .

Per quanto concerne la mia provincia –Imperia – ove la specializzazione florealicolacrea problemi particolari e di indubbia gra-vità e complessità, i dati sono notevolmentedifferenti, e cioè il canone commerciale è su-periore dall'80 al 100 per cento rispetto a lcanone equo determinato dalla commission eprovinciale . Devo perciò principalmente rile-vare come l'unica constatazione reale emersasia quella della sostanziale differenza esisten-te tra i canoni equi e quelli commerciali . Ciòsignifica che la legge del 1962 ha nella realtàraggiunto i suoi scopi, anche se nei limit ipropri di ogni legge . Validi appaiono invece idue motivi ulteriori posti a base delle propo-ste legislative in esame . Il problema dei poteriimprenditoriali dell'affittuario e della stabi-lità familiare sul fondo hanno certo un pro -fondo fondamento che si collega alla general estrutturazione della realtà agricola ed econo-mica italiane. Questi motivi hanno anche unaloro validità generale, nel senso che possia-mo considerarli comuni in linea di massimaall'intero mondo dell'agricoltura italiana : equindi bene assoggettabili a norme valide su

tutto l'arco della penisola .Chiariti i motivi di fondo che sono all a

base della normativa proposta, passiamo alloesame dei mezzi con cui si tende a sodisfare

le esigenze presunte e reali .Prima di dare uno sguardo analitico mi

pare opportuna, onorevoli colleghi, una visio-ne d'insieme per giudicare sostanzialmentedella validità dei mezzi propostici .

Premetto che alla base delle considerazio-ni che mi hanno indotto ad intervenire sonodue moventi principali . Primo la necessità d ifavorire lo sviluppo in linea generale dell anostra agricoltura che esige una ristruttura-zione secondo le nuove realtà nazionali, euro-pee e mondiali, nonché un impiego rilevantedi mezzi atti a renderla valida sia per la so-disf azione più completa possibile del mercato

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interno sia competitiva nei confronti dell eagricolture estere. Secondo, la necessità d iconsolidare una classe agricola legata alla ter-ra socialmente ed economicamente, e che dall aterra tragga la completa sodisfazione dell e'proprie esigenze e sia valida ai fini di con -durre l 'agricoltura nazionale ai livelli produt-tivi di efficienza e di reddito tali .da renderlavalida componente della nuova realtà econo-mica italiana ed europea .

Sulla base di tali prospettive, che pongon onecessariamente al primo posto il contadin ocon la sua famiglia, quale centro motore del- ,l'agricoltura, è opportuno vagliare la validit àdelle norme al nostro esame .

Un primo elemento indispensabile è rela-tivo alla costituzionalità delle proposte. Mispiace non aver visto, accanto alla relazionedell 'onorevole Ceruti, quella dell 'onorevolePadula, che pure in Commissione mi pareavesse accennato a perplessità di ordine costi-tuzionale . La prima impressione che si traeda questa legge, pur non priva di element ivalidi, ,è che con essa una parte politica abbiainteso giungere nella sostanza – o quant omeno tendenzialmente – all'espropriazionedella terra a favore non della collettività, madi singole persone, senza indennizzo, cos ìcome previsto dalle norme costituzionali invigore . Tale ci appare, nella sostanza, il prov-vedimento proposto per la determinazione de lcanone che non tiene affatto conto delle real icondizioni del terreno. F noto a tutti che i lcatasto, instaurato a fini esclusivamente fiscali ,aveva anche scopi di incentivazione attraversouna minor valutazione dei fondi più do-tati di attrezzature (case rurali, impianti irri-gui, ecc .) . Richiamando ora un dato assoluta -mente fittizio determinato oltre 30 anni fa inrapporto a situazioni ora totalmente modifi-cate per consistenza di terreno, colture, im-pianti e attrezzature, si toglie ogni base seriadi possibile reale valutazione anche tenut oconto dell'influenza che, con il decorso de ltempo, avrà il deterioramento del potered'acquisto della moneta . Per questo il prov-vedimento si evidenzia come un tentativo ano -malo di esproprio . A parte questo principalemotivo di perplessità, altri investono la leg-ge, in rapporto sempre alla sua aderenza a ldettato costituzionale, particolarmente agli ar-ticoli 41, 42, 44 e 47 della nostra legge fon-damentale . È interesse comune ridurre al mi-nimo l 'eventualità che la nostra fatica sia po-sta nel nulla, come ritengo molto probabil equalora permangano le più evidenti illegit-timità .

Una seconda osservazione di fondo riguar-da la pretesa di determinare con un'unica nor-mativa assai ristretta realtà agricole, econo-miche e sociali diversissime; e ciò, quand ol'agricoltura è una delle materie fondamental iper cui il legislatore costituente, conscio dell avarietà delle situazioni che essa presenta ne lnostro paese, l'affidò alla competenza osere idire primaria delle regioni . l veramente sin-golare la constatazione che, proprio nel mo-mento in cui ha inizio l'attuazione dell'ordi-namento regionale, proprio quando si parl adi sostanziale riduzione delle funzioni del Mi-nistero .dell'-agricoltura, le forze più regiona-liste del momento, vuoi per convinzione, vuo iper opportunità contingente, non sentano l'in-congruenza di una legge che vuol determinar eal dettaglio, con norma unica, una realtà ch eè effettivamente di rilevanza regionale e a vol-te, come nella mia Liguria, anche provinciale .

Terza valutazione, anch 'essa di ordine ge-nerale: la constatazione che questa legge ègravemente lacunosa in quanto, producend odeterminati sconvolgenti effetti sul piano eco-nomico, non si preoccupa di completare conspecifiche normative, soprattutto in rapport oall'impiego ,di capitale, necessità primaria del -la nostra agricoltura, forme di intervento attead assicurare la continuazione dell'affiuenz,adel credito che la legge interrompe e a garan-tire il pagamento dei mutui gravanti sull aproprietà contadina, nonché a consentire a icoltivatori l'acquisto della terra .

Infine, non si provvede a stabilire nuov enorme in materia fiscale, poiché per una no-tevole parte delle affittanze l'imposizione tri-butaria attuale sarà superiore al possibile red-dito determinato per legge . £ soprattutto inrapporto alle possibilità di miglioramento giu-stamente consentite al conduttore che la leg-ge non si preoccupa di fornirgli mezzi e fa-vorirgli l 'accesso al credito oggi pressoché im-possibile, nella realtà, senza garanzie immo-biliari .

Queste, onorevoli colleghi, su un piano ge-nerale, le lacune più evidenti della propostadi legge; talché (mi si perdoni questa battut airriverente) quidani de populo è indotto a do -mandarsi se tale è la saggezza dei membridella nostra Camera alta .

La coscienza della gravità delle conseguen-ze che deriveranno alla nostra economia agri -cola se verrà seriamente applicata la propo-sta di legge (molti colleghi pensano che sia d iper sé inapplicabile) mi induce ad un esam eanalitico che ho voluto fare anche consul-tando nella mia regione i tecnici agrari com-netenti attraverso . una riunione della consulta

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regionale agricola ligure. Quanto vi dirò èquindi frutto non solo della conoscenza di-retta di una realtà che, sia pure ristretta terri-torialmente, è parte non secondaria della va -ria consistenza della nostra agricoltura e so-prattutto del nostro commercio agricolo inter -nazionale, ma anche del parere unanime su lpiano tecnico-economico dei maggiori espert iagricoli della Liguria .

L 'articolo 1, che determina esclusivament ein danaro il canone di affitto del fondo rustico ,non mi pare corrispondere totalmente né all arealtà né all ' interesse principale del condut-tore. Sarebbe opportuno, fermo come princi-pio prevalente il pagamento in danaro, con -sentire allo stesso, in accordo eventuale co nil concedente, anche una corresponsione innatura che spesso, anche in rapporto al valorefluttuante del prodotto, soprattutto per cert igeneri, può essere notevolmente più favore-vole al colono .

L'articolo 2 prevede la modifica della com-missione tecnica provinciale spostando il rap-porto tra gli affittuari e i concedenti ed eli -minando i tecnici agrari . Non si comprendeil motivo di questa eliminazione quando l apresenza dei tecnici agrari consente di dareuna valida base tecnica ai valori e fa sì chedivengano spesso elemento di incontro tra leparti su un piano di valutazione superiore ri-spetto agli interessi settoriali .

Il fulcro della proposta è l'articolo 3 ch esostituisce il pari articolo della legge n . 567 .L'articolo 3 della legge del 1962 recita : « Per

ciascuna provincia la commissione determinaogni due anni, almeno nove mesi prima delloinizio dell ' annata agraria e per il biennio suc-cessivo, le tabelle dei canoni di affitto nell amisura minima e massima da considerars i

equa per zone agrarie omogenee, per qualitàe classi di terreni e per tipi aziendali, tenutoconto dello stato di produttività dei fondi ,

dell'esistenza e delle condizioni dei fabbricatirurali, delle attrezzature aziendali, degli one-ri a carico dei proprietari locatori, degli ap-

porti dell'affittuario, dei costi e degli oner igravanti sull'impresa, al fine di assicurareuna equa remunerazione per il lavoro dell'af-fittuario e della sua famiglia e la buona con-duzione dei fondi » . A tale formulazione, ch e

comprendeva le diverse realtà concrete dellaazienda agricola, la nuova proposta di leggesostituisce una valutazione automatica sullabase dei redditi dominicali determinati ne l1939 con un coefficiente di moltiplicazione da12 a 45 volte .

Domandiamoci prima di tutto se questo si-stema è valido. Esaminiamone poi le concrete

conseguenze. Sulla sua validità (e senza ripe-tere le osservazioni di carattere generale rela-tive alla costituzionalità del criterio e all'ap-plicazione di un'unica norma a realtà agrico-le ed economiche diversissime) si sono già in -trattenuti altri colleghi . Si è detto giustamentecome il reddito catastale sia stato istituito a

fini esclusivamente fiscali e con una tendenz a

che intendeva favorire l'impiego di capitali i n

agricoltura, per cui le case rurali non modifi-

cano il reddito catastale e così pure le attrez-zature e le infrastrutture (esempio : l'accessi-

bilità attraverso strade) . Le classi sono inoltr e

così poche che non coprono affatto la gammadi istituzioni diverse che entro la medesima

classe si possono rilevare, Inoltre il catasto è

inesistente in vaste zone del paese ; in tutto i l

territorio è ormai superato e non corrispond e

minimamente alla obiettiva realtà dell 'econo-

mia agricola, e ciò non solo in rapporto a l

variare della destinazione dei terreni, ma an-che perché i criteri base tuttora vigenti non

hanno più nessun valore di fronte alle realt à

nuove dell'agricoltura italiana così profonda -

mente modificata nelle sue strutture da 3.0 ann i

a questa parte .Queste non smentibili realtà sono state av-

vertite dal professor Rossi Doria che, nel do-cumento allegato alla relazione di maggioran-za al Senato, espone le sue perplessità. Egli

dice infatti : « 'È possibile, a mancanza di u n

loro aggiornamento, ancorare la determinazio-ne degli equi canoni ai redditi dominicali ?Le ragioni per le quali a prima vista la rispo-sta ad un tal quesito sembrerebbe dover es-sere negativa sono numerose ed ovvie . Gl iattuali redditi dominicali sono stati infatti de -terminati 30 anni or sono, nel 1939 . Dopo d i

allora sono intervenuti nella nostra economia ,

nella società e nell'agricoltura così vistosi mu-tamenti che la loro adozione sembra del tutt o

arbitraria. Anche a prescindere dal mutato va-

lore della moneta, del quale in qualche mod o

si potrebbe tener conto per questo settore come

lo si è fatto per molti altri, le principali ra-gioni che giustificano la massima diffidenz a

nei riguardi di un riferimento attuale a dat i

stimati 30 anni fa, sono di due ordini : il di-

verso sistema dei prezzi e i mutamenti tecno-

logici . I prezzi dei vari prodotti, e ancor più

quelli dei vari fattori di produzione fra i quali

in primo luogo proprio il lavoro umano, han -

no subìto in questo lasso di tempo così pro -

fonde e varie modifiche da togliere ogni va-lore a redditi dominicali stimati sulla base

di un sistema di prezzi dei prodotti e dei fat-

tori produttivi ormai scomparso. I mutamenti

tecnologici, a loro volta, sono stati in questi

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30 anni così profondi, sia nei riguardi dell erese unitarie delle singole produzioni, sia nel -l'impiego dei mezzi tecnici usati per ottenerle ,ossia dei dati fisici sui quali le stime del 1939erano state impostate da dare luogo a valor imolto diversi da quelli di un tempo, anche s ein qualche modo si riuscisse a tener conto del -le variazioni del sistema dei prezzi » . Però i lsocialista senatore Rossi Doria deve, per ob-bligo di partito, superare la realtà ed allor aprosegue timidamente affermando : « Ad unpiù attento esame tuttavia queste ragioni, in -dubbiamente valide in linea generale, nonsono tali da negare qualsiasi valore al riferi-mento ai dati ottimali di 30 anni fa . Essi in-fatti non valgono egualmente per tutta la real-tà agricola e le variazioni intervenute son omolto spesso valutabili, sia pure approssima-tivamente, e se ne può tener conto adottand ouna serie di vari coefficienti moltiplicatori de ivecchi redditi dominicali » .

Dobbiamo quindi avere il coraggio di af-fermare con chiarezza che il riferimento alreddito dominicale non solo non corrispond ead una realtà obiettiva come si pretenderebbe ,ma è un elemento artificioso non commisura-bile per i criteri fiscali di incentivazione se-guiti durante la sua istituzione alla realtàagricola di ieri, né tanto meno per i 30 annidecorsi e le profonde e generali trasformazio-ni intervenute alla realtà agricola dell'oggi .

Si è detto, giustamente, che tra la realt àfittizia del catasto e quella reale c'è una diffe-renza tra le 50 e le 125 volte e più . Penso d ipotere affermare che per le colture specializ-zate esso sia di gran lunga superiore . Ritengoche nessuno possa smentire queste realtà chenon sono modificabili neppure attraverso l erichieste di variazione, perché se queste posso -no modificare le categorie collegate al tipo d icoltura, o le classi di una stessa categoria, nonevidenziano mai, per i criteri d'origine, le va-riazioni strutturali intervenute, la realtà del-l'oggi .

Vediamo ora le conseguenze pratiche d iquesta applicazione rapportandola alla realt àeconomica. Mi limito a riferirmi alle provin-ce di Savona ed Imperia, ove ho svolto accer-tamenti diretti relativamente alle principal icolture, ortofrutticola l'una, florealicola l'altra .

Per quanto concerne le colture ortofrutti-cole, rispetto al canone equo determinate sullabase della legge del 1962, si passa da 40 a 5 0lire al metro quadrato a lire 16,70 come limitemassimo (45 volte), con un onere fiscale gra-vante sul terreno di 9 lire per cui il canon enetto massimo è di lire 7,70,

Se le categorie e le classi sono inferiori, di -scende in conseguenza il nuovo canone : 15,30con imposta di 8,5, 11,25 con imposta di 6,25 ,6,97 con imposta di 3,87 . Ma non possiam ofare un'esatta valutazione, se non conosciam oil reddito reale che per la situazione ortofrut-ticola di cui vi ho parlato, al massimo livell oè di 600 lire lorde e di 280-380 per quanto ri-guarda il reddito netto al metro quadrato .E cioè, il canone equo, secondo la legge de l1962, corrispondeva a circa un sesto del red-dito netto ; secondo le nuove norme propost ea un diciassettesimo .

Per le colture florealicole la situazione èla seguente : per un terreno di prima classe,con casa colonica, il canone equo 1962 è d ilire 95 al metro quadrato, senza casa rurale d ilire 80. Secondo le nuove norme scenderà alire 22,05, sempre ammesso il moltiplicatoremassimo, con una incidenza tributaria di lir e12,25 ed un reddito netto di lire 9; per la se-conda, da lire 76, o 64, a seconda che vi sia omeno la casa, si scende a lire 20,25, con un aimposta di lire 11,25, ed un reddito netto, an-cora, di lire 9 ; per la terza, da lire 52,44 a lir e15,30, con un'incidenza tributaria di lire 8,50ed un reddito netto di lire 6,80 . La realtà com-merciale, per quanto attiene alla prima classe ,è superiore dàll '80 al 100 per cento, con u ncanone che va da lire 150 a lire 190 al metroquadrato.

Per quanto attiene al reddito reale dell ecolture floricole, mi riferisco ad un accerta -mento diretto fatto da un ente pubblico localeai fini dell'imposizione fiscale . Si è calcolato ,con conoscenza esatta della situazione, ch esiamo sull'ordine di lire 900 lorde e 500 nett ein piena aria, fitto calcolato uguale a 100, elire 1200 lorde e 700 nette sotto serra . Ciò conesclusione delle colture di alta specializzazio-ne, per cui l'incidenza del canone è anchein questo caso di un quinto o un sesto sul red-dito netto reale .

Queste, nella scarna eloquenza delle cifre ,le conseguenze dell'applicazione della legge ;le rassegno all 'onorevole sottosegretario, a lrelatore, ai colleghi, per aggiungere un altroelemento di valutazione che mi pare rivest anotevole interesse .

Un fatto di estrema importanza mi paredi dover fare subito rilevare, e cioè che afronte di una differenza rilevante di redditoreale, da 280-300 lire per le colture ortofrutti-cole a 500-700 per le colture floreali, in pienaaria o sotto serra, cui corrisponde una valu-tazione di canone secondo la legge del 1962 ,sia pure in province diverse, che grosso modoè aderente alla realtà (40-50 lire per l'orticol-

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tura, 80-90 per la floricoltura), sta una diffe-renza minima, secondo le norme della nuovalegge, da 16,70 a 22,05. Il che conferma, ac-canto all'artificiosità del dato catastale, la pro -fonda ingiustizia delle sue conseguenze . Di

fronte a questa realtà, che penso pochissim i

colleghi conoscano, perché è settoriale e dimo-stra l ' impossibilità di un'unica normativa ,stanno le conseguenze generali e locali che l alegge avrà. È comune la valutazione delle ne-cessità dell'economia agricola italiana, che ri-

chiede massicci interventi ed impiego rilevante

di capitali. Ciò ai fini di una ristrutturazioneaziendale, di una migliore efficienza produt-tiva, di una moderna attrezzatura, per raggiun -gere quel definitivo punto di equilibrio tra l aconsistenza, anche numerica, di chi dedic aalla terra la sua attività con una sufficienteremunerazione, e la produttività e la compe-

titività dell'economia rurale . Un effetto imme-diato dell 'applicazione della nuova legge sar àl'arresto dell'afflusso di investimenti, per mol-tissime aziende agricole grandi, ma soprattutt omedie e piccole . La consistenza degli investi -

menti varia, a seconda delle colture e dellezone, e cresce in rapporto diretto alla specia-lizzazione .

È nostro dovere di legislatori e di politic ivalutare esattamente su questo piano, che èfondamentale, gli effetti che ne conseguiran-no sullo stato dell'economia agricola nazio-nale. Noi interessiamo, con questa legge, ben576 mila aziende, pari al 15 per cento delle

aziende agricole nazionali, corrispondenti a3,6 milioni di ettari, pari al 16 per cento dellaterra coltivata. Sarebbe interessante conoscer e

quante di queste 576 mila aziende apparten-gono a piccoli e medi proprietari, nella mag-gioranza tuttora coltivatori diretti o che l osono stati . Ritengo possiamo affermare chesiano la parte di gran lunga maggiore . Nella

mia provincia il 30 per cento delle aziende èin affitto, con 819 ettari di proprietari noncoltivatori e ben 2993 ettari di proprietar icoltivatori diretti . Se la percentuale è la stes-

sa in tutta Italia, penso che le considerazio-ni sul piano sociale siano intuitive ed evi -denti .

Si inserisce qui il discorso sui poteri dell oaffittuario in materia di iniziativa e di inve-stimenti. Riaffermo subito, onorevoli colle-ghi, che sono nettamente favorevole, in mod ie termini da precisarsi, alla concessione cre-scente del carattere e dei conseguenti poter idi imprenditore al colono, così come son ofavorevole alla stabilità del rapporto, in fun-zione soprattutto della stabilità familiare d ilavoro del contadino,

Ciò non solo è nel mio convincimento, maè nella linea di politica agraria della demo-crazia cristiana e nella sua tradizione . Sen-nonché, ci sentiamo noi di affermare che l e

pur interessanti affermazioni di principio che

la legge contiene al riguardo, e che ne costi-tuiscono l'aspetto positivo prevalente, s iconvertano nella realtà, quanto meno perconservare il livello attuale di investimenti ?

Con quali disposizioni di credito agrario ,senza la garanzia immobiliare, che certa-mente - in forza della nuova normativa -

non verrà più concessa dal proprietario, po-tranno essere contratti mutui e impiegato il

capitale ? Non mi pare affatto che le normesul fondo interbancario di garanzia siano

sufficienti da un lato a consentirci investi -

menti di rilievo e, dall'altro, a superare l ariluttanza degli istituti di credito nel conce-dere mutui con la larghezza e la tempestivit à

necessarie .Vi parlo ancora della mia zona. Vorrei

che i colleghi non valutassero come troppo

settoriale il mio intervento . A parte il fattoche esso investe l'economia prevalente di una

intera provincia e che consimili sono le si-tuazioni in altre zone del paese a coltura

floreale, quanto vi espongo rientra, com e

punta massima, nel quadro generale illustrat o

dal relatore . L'economia florealicola richiede

ingenti investimenti di capitale, tanto mag-giori quanto più si è venuta determinandola concorrenza di paesi stranieri (Israele ,

Sud Africa, Olanda, Spagna, Danimarca) ,

sicché non è più sufficiente il sole della ri-viera a garantirci i mercati internazionali ,

ma occorrono sia attrezzature (serre, elemen-to ormai normale, e sempre più impianti d iriscaldamento) sia una crescente specializza-zione (qualità dei fiori) .

Attualmente nella provincia di Imperia vi

sono mutui agricoli per circa 4 miliardi, pres-

soché tutti collegati alla proprietà del terre -

no in miglioramenti già apportati e da 'pa-

gare in un lungo volgere di anni . Se ne do-

vranno contrarre penso altrettanti per l'esten-

sióne delle serre, per l'installazione dei nuov i

impianti di riscaldamento, per nuovi sistem i

di irrigazione. Un dato analitico che mi pare

significativo è l'investimento medio di capi -

tale per metro quadrato necessario per la col-

tivazione floreale; esso varia da 4500 a 6000

lire (da 45 a 60 milioni per ettaro), a seconda

che vi sia (e sono almeno il 70 per cento) ne-

cessità di terrazzamenti ; e vi sono compresi ,

con questi, l'impianto irriguo e le serre ,

esclusi impianti speciali quale, ad esempio ,

il riscaldamento .

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Diamo noi con questa legge al colono l aeffettiva possibilità di sostituirsi al conce -dente, posto che ritengo nessuno di noi pens iancora che questi assuma iniziative in cam-po agricolo ? Non corriamo il rischio che l alegge, eliminando immediatamente ogni equalsiasi investimento da parte dei proprie -tari (e ci si porrà subito il problema grave ,soprattutto per la massa dei piccoli e mediproprietari coltivatori diretti, del pagamentodei ratei di mutuo degli investimenti già ef-fettuati), si converta in una pura affermazio-ne di principio senza che nella realtà econo-mica vi sia da parte degli affittuari, almen onella grande maggioranza, la concreta pos-sibilità di investire ?

Un altro elemento di valutazione, in rela-zione ai poteri del colono di iniziativa e mi-glioramento, connesso anche alla stabilità delfondo, è relativo alla entità dei miglioramen-ti . E cioè, poiché la legge prevede la prorogadi 12 anni del rapporto di affittanza nel casodi miglioramenti apportati dall 'affittuario, midomando quale deve essere, in rapporto all aprevista conseguenza, la entità dei migliora-menti . Deve intendersi che qualsiasi migliora-mento (ad esempio la costruzione di una va-sca) importa il diritto alla proroga di 12 anni ?Oppure quest 'ultima va commisurata alla en-tità, come previsto dall'articolo 15 che con -sente l 'aumento del canone da parte del con-cedente in rapporto a miglioramenti tali damodificare la stessa classificazione del terre -no ? Penso sia opportuno chiarire nettamentela volontà del legislatore .

Altro punto che mi pare fondamentale a ifini della concreta realizzazione del principi odi stabilità è la mancata precisazione dell adurata del rapporto: è, a mio avviso, un ele-mento da cui non si può prescindere su unpiano politico, economico, sociale e umano .

Onorevole sottosegretario, onorevoli colle-ghi, ho voluto esaminare con una certa mi-nuzia alcune parti della proposta di leggeche mi sono sembrate particolarmente peri-colose, perché tutti ne abbiamo piena coscien-za. Desidero ora, a grandi linee, esprimerealcune proposte di modifica che mi paion ofondamentali – e che si concreteranno inemendamenti da sottoporre al vaglio dell 'As-semblea – per giungere poi ad alcune final iconsiderazioni di ordine politico .

La formulazione dell ' articolo 3 della leg-ge del 1962 rispondeva molto più validament ea quella che è l 'essenza del rapporto agrario ,che è legato sostanzialmente alla produttivit àdel terreno. La originaria proposta del sena-tore De Marzi, riconoscendo 1a validità del

principio, apportava correttivi, quali l'ag-giunta, fra gli elementi di valutazione daparte delle commissioni provinciali, del red-dito catastale, con altre modifiche migliora-tive a favore dell ' affittuario .

A mio avviso, il reddito catastale non pu òessere – per le ragioni ampiamente illustrate– elemento base e tanto meno esclusivo d ivalutazione .

Tutta la legislazione delle democrazie eu-ropee è legata sostanzialmente al concetto d ireddito . Il problema vero, in applicazione de lprincipio di « equa remunerazione del lavor odell 'affittuario e della sua famiglia », è piut-tosto quello di determinare in misure crescen-ti questo quantum .

Questo era il concetto base di sostanzialegiustizia sociale da cui partire, e che potev aanche portare quella diminuzione in molt icasi del 20-30 per cento delle tabelle attuali ,e, in determinate situazioni, poteva anzi por-tarle sino ai livelli previsti dalla nuova leg-ge ed anche minori . Questa, come afferma-zione di principio, e come più valida sul pia -no dello sviluppo agricolo, degli interessi de lcolono, della difesa del piccolo e medio pro-prietario agricolo, desidero ribadire : perché ,onorevoli colleghi, a noi non interessa affattoil problema del grande agrario che ha spes-so e sempre più molti altri cespiti al suo at-tivo; non interessa il grande agrario che pote-va e può essere colpito sia attraverso unalimitazione di proprietà sancita legislativa-mente (ed è un problema morale, prima che

sociale ed economico) sia attraverso un uso

più intelligente del fisco .Interessano le centinaia di migliaia di pic-

coli e medi coltivatori, per molti dei quali i lraggiungimento della proprietà della terra è

aspirazione da assecondare, per altri realtà dadifendere e garantire : ed è sempre frutto d i

lungo lavoro e lungo amore anche attraverso

successive generazioni . Interessa che quest acategoria di piccoli e medi coltivatori si esten-da e si accresca in uno sviluppo senza sost e

che da un lato si trasformi in una conquistasociale di vaste dimensioni e dall 'altro mi-gliori il livello complessivo della nostra eco-nomia agricola .

Ma se elemento base ed esclusivo di va-lutazione del canone dovrà essere la renditacatastale, è assolutamente necessario, onorevo-li colleghi, di fronte alla semplice constata-zione della enorme diversità di situazioni del-

la nostra economia agricola, alle diverse ne-cessità di interventi, anche in rapporto all acompetenza che la Costituzione affida all eregioni, che alla loro responsabilità, alla loro

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conoscenza concreta delle realtà locali sia af-fidato il compito di determinare liberamentei limiti di moltiplicazione dopo aver chiara -mente stabilito i criteri cui dovranno atte-nersi e gli scopi prevalentemente sociali dell aprima parte della legge . Ritengo questa lasoluzione più corretta, più valida sul pian odei principi del nostro Stato e più produttivasul piano della realtà socio-economica dell anostra agricoltura, e che vale a diminuire u npoco il rischio di incostituzionalità della nor-mativa proposta .

Nella determinazione dei princìpi è altres ìindispensabile, onorevoli colleghi, lasciare u ncerto margine di valutazione in rapporto aspecifiche colture agricole specializzate che ri-chiedano rilevanti volumi di investimenti . Èuna realtà che non possiamo disconoscere eche richiede quindi da parte del legislator eun'attenta considerazione. Cerchiamo cioè d ifar sì che questa legge porti maggiori benefic iall ' economia agricola e ai coltivatori, e i mi-nori danni al suo sviluppo ; cerchiamo soprat-tutto di evitare che essa resti un pezzo di cart aavulso dalla realtà economica e sociale de lpaese, che trova nei rapporti concreti dall ecategorie la sua verifica, il suo limite, la suavalidità .

Un punto fondamentale, in rapporto sia a ilivelli dei canoni sia alle nuove potestà e re-sponsabilità imprenditoriali dell ' affittuario, èquello di stabilire con urgenza nuove norm eper consentire la concessione del credito agra -rio per miglioramenti anche in assenza di ga-ranzie immobiliari, nonché la possibilità con -creta di ricorso al credito agevolato per l 'ac-cesso alla proprietà contadina .

Sono provvedimenti strettamente conness ialla normativa più valida della legge, sia perconsentire che essa divenga realtà concreta esia - nel caso deprecato che le norme specifi-che sui canoni determinino l 'arresto degli in-vestimenti - per correggere, sul piano dell enecessità agricole nazionali, i danni che certa -mente deriveranno all'economia agraria .

Così pure ritengo debbano meglio precisars imodi ed entità dei miglioramenti, anche inrapporto alla proroga del rapporto contrattua-le, ed infine debba essere affrontato (e potreb-be forse essere anche qui lasciata alla regionela determinazione definitiva) il problema dell adurata del contratto, che è in relazione all econdizioni di vita del coltivatore prima di tuttoe al suo diritto al lavoro e alla sicurezza fa -miliare, nonché alle particolarità delle divers ecolture .

Il dibattito sulla nuova normativa è diven-tato politico, anzi direi che tale fattore prevale

e impedisce una valutazione serena della real-tà . Non sfuggirò - dopo un esame che ho cerca-to di sviluppare esclusivamente in chiave eco-nomica generale prima, sociale e tecnica poi -al dovere di 'esprimere, a conclusione del mi ointervento, anche sul piano politico , una pa-rola chiara . La democrazia cristiana - che fin oad oggi raccoglie Ia fiducia ed esprime perlarga e maggioritaria parte la volontà di vast emasse popolari, che raccoglie principalmenteattorno a sé il mondo contadino e il ceto medi o- non può, senza tradire la sua natura di par-tito di centro, fermo tutore di libertà, nemicodel conservatorismo e di ogni idea totalitari ao rigidamente classista, che difendere in ognicircostanza la sua più intima natura e i suo iprincìpi .

La proposta di legge presentata dal senator eDe Marzi al Senato - pur con lacune tecnich e- era completamente neIIa Iinea che la demo-crazia cristiana e la « Coltivatori diretti » han -no perseguito in questi 25 anni . La proposta d i

legge che il Senato ha approvato ha perdutomolte delle sue caratteristiche fondamentali ;di qui l'evidente necessità di emendarla e di ri-portarla agli scopi chiaramente affermati e dame condivisi : 1) equa e sempre maggiore re-

munerazione del lavoro dell ' affittuario e dell a

sua famiglia e buona conduzione dei fondi ;2) poteri di iniziativa e di miglioramento al -

l'affittuario quale imprenditore agricolo ; 3) sta-

bilità del rapporto contrattuale .

Tali obiettivi possono essere raggiunti sol o

attraverso una revisione della legge nei suoi

elementi negativi più macroscopici . Occorr e

cioè riportare la legge sia nell ' ambito di un alinea politica più aderente agli indirizzi demo-cratici, sia a valutazioni tecnico-economiche

che tengano conto della realtà . Noi intendiamo

che il coltivatore affittuario ricavi dalla terrauna remunerazione atta a sodisfare nella mi-sura più ampia possibile le necessità fami-

liari : la equità di tale remunerazione è ele-mento prevalente e basilare della normativa .

Desideriamo che egli divenga nella realtà im-prenditore agricolo, con i poteri e le respon-sabilità che ciò comporta, offrendogli i mezz i

e gli strumenti idonei perché tale principio s i

converta in concreta realtà ; desideriamo fa-

vorire le condizioni per l'accesso alla proprietà

diretta del suolo, alla completa autonomia e

responsabilità . Dobbiamo ribadire che ciò è

esattamente il contrario delle impostazion i

collettivistiche della sinistra comunista, in

quanto riteniamo che la nostra sia anche i n

questo campo un'affermazione di libertà ch e

tende a rendere più autonomo e più co-

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sciente della propria individuale dignità i lcontadino .

Intendiamo eliminare - non per ragion ieconomiche, ma soprattutto per motivi moral ie sociali - quanto ancora rimane di grand eproprietà terriera, sia attraverso una limita-zione del diritto proprietario, sia attravers ouna incisiva azione fiscale, secondo un con-cetto, che è nostro, di redistribuzione del red-dito e di funzione sociale della proprietà .

Dobbiamo ribadire anche il nostro inten-dimento di difendere la piccola e media pro-prietà siccome espressione connessa alla ca-pacità produttiva dell ' uomo, attinente alla suasfera di libertà, alla sua autonomia, nonch éelemento indispensabile di sviluppo econo-mico .

Non è inutile spaziare sempre un poco a ldi là delle nostre frontiere per valutare obiet-tivamente le tragedie che le dittature politi -che o politico-economiche creano negli indi-vidui e nei popoli soggetti . Un invito desider orivolgere, pressante, al Presidente del Consi-glio, al segretario del mio partito, all'onorevo-le ministro, ai colleghi democristiani : la por -tata politica della proposta di legge in esam eè di eccezionale importanza. È necessario aver -ne piena coscienza, valutando appieno, anch ea livello politico, le sue conseguenze .

La Camera ha la possibilità di farne unmezzo rilevante di riforma del rapporto agra -rio favorendone le finalità quali esse eran oproprie della originaria proposta De Marzi .Altri differenti obiettivi, che non possono es-sere i nostri, hanno in parte prevalso modi-ficandone sostanzialmente l'indirizzo . Mi au-guro che partito e gruppo sappiano ritrovar euna linea di coerenza e di iniziativa compatta ,sappiano ridare alla legge il suo significat oinnovatore nel rispetto della varia e comples-sa realtà dell'economia agricola italiana, af-finché la legge divenga un momento impor-tante di progresso economico e civile del no-stro mondo rurale .

Approfitto dell'occasione, onorevole sotto-segretario, per sollecitare responsabilmente l ealtre leggi agrarie (montagna, «piano verde)) )che i coltivatori attendono : nei contatti nume-rosi che nel corso dell'anno ho avuto con icontadini della mia Liguria pochi mi hann oparlato della legge sui fondi rustici ; tutti, econ accenti vibrati, della necessità delle nuov eleggi che consentano - attraverso idonei finan-ziamenti - lo sviluppo di quelle infrastrutture ,attrezzature, case rurali che sono la premessae la base di ogni progresso della nostra agri -coltura . (Applausi al centro) .

Chiusura della votazione segreta.

PRESIDENTE. Dichiaro chiusa la votazio-ne segreta e invito gli onorevoli segretari a

numerare i voti .

(I deputati segretari numerano i voti) .

Si riprende la discussione della proposta d ilegge dei senatori De Marzi ed altri sull anuova disciplina dell'affitto di fondi ru-stici (2176) e delle connesse proposte di

legge Pirastu ed altri (117), Andreoni

ed altri (2378) e Bignardi ed altri (2404) .

PRESIDENTE . È iscritto a parlare l'ono-revole Cantalupo . Ne ha facoltà.

CANTALUPO . Signor Presidente, onore-vole sottosegretario, non farò un discorso per -ché in materia non ho una competenza ch e

mi permetta di farlo .Mi limito a leggere un documento, una in -

.terrogazione con richiesta di risposta scritt a

presentata dieci giorni fa nel Parlamento eu-ropeo da due deputati, uno belga e uno ita-liano (ma principalmente da quello belga ch e

ne è l ' iniziatore), alla Commissione delle Co-munità europee della quale, se non erro, è

presidente un italiano, l'onorevole Malfatti ,

nostro ex collega .L'interrogazione dice : « i) La Commissio-

ne è a conoscenza della proposta di legg e

n . 2176 del 15 luglio 1968 approvata dal Se-

nato della Repubblica italiana in data 19 di-cembre 1969 e trasmessa alla Camera dei de-putati il 13 gennaio 1970, in base alla quale i l

regime dell'affitto dei fondi rustici viene mo-dificato in maniera non conforme alle dispo-sizioni previste nella proposta di direttiv apresentata dalla Commissione al Consiglio re-lativamente all'incoraggiamento a cessare l'at-tività agricola e alla destinazione della su-perficie agricola utilizzata a scopi di miglio-ramento delle strutture agrarie ? 2) Il Go-verno italiano ha comunicato alla Commis-sione la proposta di legge in questione, ai

sensi e per gli effetti delle disposizioni dell'ar-ticolo 5 della decisione del Consiglio dei mi-

nistri della CEE in data 4 dicembre 1962 ,

relativa al coordinamento delle politiche d i

struttura agraria ? (Gazzetta ufficiale n . 136

del 17 dicembre 1962) . 3) In caso affermativo ,

qual è il parere della Commissione sulla pro -

posta di legge in questione ? 4) In caso nega-tivo, quali sono le ragioni per le quali la Com-missione non ha chiesto la trasmissione dell a

proposta di legge in questione da parte del

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Governo italiano ? 5) È esatto che il Govern oitaliano rifiuta di comunicare la proposta d ilegge basandosi su un infondato formalismogiuridico relativo alla distinzione tra propost adi legge di iniziativa parlamentare e disegn odi legge di iniziativa governativa, affermandoche l'obbligo di comunicazione è limitato aidisegni di legge di iniziativa governativa ?6) Se la Commissione ha avuto conoscenza i nforma ufficiosa del contenuto della propost adi legge in questione, condivide essa l ' opinio-ne di importanti ambienti politici ed econo-mici secondo i quali, ove adottata, detta leggesarebbe in contraddizione con la politica diristrutturazione agricola comunitaria poichécondurrebbe ad una riduzione dei terreni of-ferti in affitto, mentre la proposta di diretti -va in questione stabilisce che " gli Stati mem-bri istituiscono un regime volto ad incorag-giare i proprietari ad affittare a lungo terminela superficie agricola utilizzata " (articolo 7 ,paragrafo 1) ? 7) La Commissione non ritienenecessario, dopo aver presentato al Consigli odei ministri una proposta di direttiva in basealla quale precisa la nozione ed il ruolo de lcontratto di affitto in una moderna visione del -l 'agricoltura, prendere senza indugi posizionesull 'argomento ? » .

Io parlo qui come deputato al Parlament oitaliano, ma questo documento è a mia cono-scenza nella mia qualità di deputato al Par -lamento europeo . Tra pochi giorni, alla ripre-sa dei lavori a Strasburgo, dovremo sentire l arisposta della Commissione e i deputati ita-liani dovranno, in questa occasione, contra-riamente a quanto hanno fatto altre volte ,prendere evidentemente posizione nell'interes-se della Comunità, altrimenti la loro funzion edi deputati europei viene annullata dalla lorofunzione di deputati italiani . Nasce cioè il con-flitto tra il Parlamento nazionale e il Parla-mento europeo, perché alcune delle leggi chenoi facciamo non corrispondono minimamen-te, come questa, ai dettami, alle proposte, all eformulazioni, alle normative di tutta l 'Euro-pa libera . Come ha detto l ' onorevole Revelli .di cui approvo completamente le conclusion ipolitiche, che sono di ispirazione nettamenteliberale pur provenendo da un democristiano ,noi adottiamo delle leggi che stabiliscono i lcontrario di quanto poi dobbiamo approvar ein sede di Comunità economica europea .

Queste discrepanze tra l ' azione politica le-gislativa che svolgiamo nel Parlamento ita-liano e gli impegni che assumiamo nella Co-munità europea, alla quale apparteniamo daventi anni, costituiscono il punto più .debole ,onorevole sottosegretario, della nostra azione

in questo momento, relativamente a quest alegge.

Che cosa vogliamo ? Ha detto l'onorevoleRevelli - lo cito perché è di parte democristia-ria - che in tutta l'Europa libera ormai i l

concetto del reddito agricolo è alla base ditutte le trasformazioni strutturali proposte non

solo dalla Comunità economica europea, ma

dai ,singoli governi, tranne il nostro, che n efanno parte : cioè da 5 su 6 .

Il piano Mansholt - pur non essendo u n

competente lo conosco bene, perché è statomio dovere studiarlo a fondo in quanto h odovuto parlare varie volte sull'argomento -non è che un progetto alquanto dubbio dalpunto di vista tecnico, perché comporterebb eun'enorme mass, di capitali di cui l 'Europa

libera non dispone . Tuttavia, se vi fosser oquesti capitali sarebbe un progetto destinat o

unicamente ,a trasformare le strutture agrico-le al fine di accrescere il reddito sia dell'af-fittuario sia del proprietario : quello che si

chiama, in linguaggio marxista, un regime ca-pitalistico; ma nel linguaggio degli antimar-xisti una legge come questa si chiama marxi-sta. L'onorevole Revelli lo ha detto in ter-mini molto più gentili di quelli che sto usan-

do io .Mi limito, dopo aver letto il documento, a

concludere che o apparteniamo alla Comunit àeconomica europea, nella quale noi prendia-mo impegni solenni di adeguare le nostr e

strutture economiche liberali alle struttur e

economiche liberali della Comunità, e allor aleggi come questa non le possiamo approvare ;

oppure approviamo leggi come questa, e al-lora vi dovete preparare, tra poche settima-

ne, non soltanto a leggere le risposte che stan -

no per darci al Parlamento europeo per quan-to riguarda questa legge, in base all'interro-gazione che ho avuto il privilegio di leggere ,

ma vi dovete anche preparare a sentire sot-toporre l'Italia a sanzioni che fino ad ora, incasi analoghi e più gravi, siamo riusciti a d

evitare perché lì si compie il miracolo ch e

non si compie qui : i deputati italiani di qua-si tutti i partiti di fronte al pericolo che l'Ita-lia venga colpita la difendono 'a tal punto ,

con rinvii o con altri mezzi, da ritardare l e

punizioni che ci dovrebbero essere inflitte a

norma degli statuti del trattato di Roma .

Questo caso è tipico, è il caso limite: per -

ché questa legge è contro l'economia dell aComunità europea della quale facciamo parte .

MARRAS . Sembra invece che Mansholt si a

entusiasta di questa legge .

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CANTALUPO . La prego, onorevole Marras ,mi lasci parlare . O siamo attori in quella Co-munità o ci siamo dentro per tradirla co ncolpi .di pugnale alle spalle . Onorevole sotto-segretario, la risposta che avremo a Strasbur-go spero sia preceduta da una risposta del Go-verno italiano che ci metta in condizioni d icompiere in questa e in quella sede il nostrodovere .

PRESIDENTE .

iscritto a parlare l'ono-revole Averardi . Ne ha facoltà .

AVERARDI. Signor Presidente, onorevol icolleghi, desidero fare, a nome del partito so-cialista unitario, alcune osservazioni per chia-rire l 'atteggiamento nostro non soltanto su lprovvedimento di legge nel testo unificato ap-provato dal Senato della Repubblica nella se-duta del 19 dicembre 1969, ma più in gene-rale sulla politica agraria del nostro paese .

Ritengo anzitutto che non si possa sfuggir ead alcune considerazioni che riguardano i ldibattito in corso,- e per il modo in cui la leg-ge è passata nell'altro ramo del Parlamento eper le polemiche sempre più accentuatesisulla stampa di partito e cosiddetta indipen-dente. Quando la legge ci fu trasmessa nel te-sto unificato dal Senato non vi nascondo, ono-revoli colleghi, che non vi fu tra noi social-democratici nessun atteggiamento di meravi-glia per la contraddizione insita in quel tipodi . votazione . E non per le considerazioni po-litiche svolte in questa aula dai rappresen-tanti di altri gruppi politici, ma perché inquesta particolare materia la tendenza all o« incontro » fra le posizioni tradizionali de lpartito comunista e quelle di una parte dell ademocrazia cristiana è connaturata — purtrop-po — al tipo di sviluppo che ambedue i mag-giori partiti assegnano all 'agricoltura de lnostro paese .

Non voglio andare a scomodare i docu-menti della ultima conferenza agraria del PC Ie la relazione in essa svolta dal senatore Chia-romonte, né mi pare necessario un riferiment odiretto alle posizioni assunte di recente da al-cuni dirigenti della DC per cogliere quell avisione comune di cui parlavo più sopra . Saràinvece sufficiente qualche riferimento agli ar-gomenti introdotti dagli oratori intervenuti i nquesto dibattito .

Per l 'onorevole Bardelli « siamo entrati i nun 'epoca in cui la fuga dalla terra può esserearrestata solo attraverso l 'accesso alla proprie-tà della terra da parte di chi la lavora e at-traverso lo sviluppo di un ampio sistema di

forme associative e cooperative libere e volon-tarie. Non esiste alternativa », secondo l'ono-revole Bardelli, « : l 'azienda capitalistica è uncavallo perdente, il suo fallimento produttivo ,oltre che sociale, ne è la più eloquente con-ferma » . Per questo diventa inevitabile secon-do il collega Bardelli «frenare il più possibil el 'esodo dalle— campagne e dal Mezzogiornocome condizione essenziale per ridurre le spes ee gli sprechi derivanti dalla congestione de igrandi centri industriali, per risolvere i pro-blemi della casa, della scuola e degli altr iservizi sociali, nonché per bloccare il proces-so di ulteriore degradazione produttiva e so-ciale dell'agricoltura e garantire una espansio-ne produttiva fondata sull'allargamento delmercato comune ». Per i colleghi comunist ichi parla della modernità del contratto di af-fitto è fuori del tempo, perché questo contratto— essi dicono — è sotto ogni aspetto indifen-dibile e deve essere rapidamente superato . An-zi, secondo la linea di politica agraria del PCIil rapporto di affitto non è meno arretrato e dè forse più parassitario della mezzadria e dellacolonia . Attendevamo ancora un argomento afavore della mezzadria e contro la sua trasfor-mazione in contratto di affitto : questo argo-mento c'è stato portato durante il dibattito incorso . I colleghi comunisti hanno sostenut oche.fra contratto di affitto e mezzadria è pre-feribile il rapporto mezzadrile poiché la pro-prietà è tenuta se non altro ad assicurare an-che un apporto di capitale di esercizio agra-rio, oltre al capitale fondiario, anche se a ciòsono connesse tutte le limitazioni che ben co-nosciamo . Nel rapporto di affitto invece la pro-prietà fondiaria è completamente assente da lprocesso produttivo aziendale : essa si limitaa concedere l'uso della terra, prelevando un arendita certa, non soggetta ad alea, renditache nella maggioranza dei casi non viene rein-vestita, né per tanto né per poco, sulla terra » .Perciò affermano i colleghi comunisti che ne lmomento stesso in cui vogliono e chiedo-no l'approvazione di questa legge, senza mo-difica alcuna, proprio per le ragioni sopr aesposte riconfermano la loro volontà di con-tinuare la lotta verso il superamento del con-tratto di affitto mediante il passaggio dellaterra in proprietà a chi la lavora .

OGNIBENE. Grazie di questa pubblicità .

AVERARDI. Anche negli interventi deglioratori del PSIUP, in particolare in quellodell'onorevole Avolio — per altri versi assa ipregevole — abbiamo sentito esporre gli stess iidentici concetti espressi dai comunisti .

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« Noi da tempo sosteniamo - ha detto l'ono-revole Avolio - che il rapporto di affitto, com ealtri rapporti agrari, deve essere superato nel -l'agricoltura italiana . . Ho sentito molte volt efare l'elogio del contratto di affitto, anche inquesta nostra Assemblea. Ebbene desidero con-fermare qui una posizione che altre volte hoillustrato : il contratto di affitto non è supe-riore ad altri contratti e soprattutto non riten-go possa essere considerato superiore, più mo-derno e più avanzato del contratto di mezza-dria . . . Come può il contratto di affitto - s idomanda l 'onorevole Avolio - essere conside-rato superiore al contratto di mezzadria ? In-fatti mentre in quest 'ultimo contratto il pro-prietario concedente partecipa all'alea dell aproduzione, investe dei capitali, corre deirischi, nel contratto di affitto dell 'uso dellaterra il proprietario non rischia nulla, pre-tende soltanto un canone che in molte zon edel nostro paese supera di molto il 50 per cen-to della produzione lorda vendibile » . Mal'onorevole Avolio ha aggiunto di più : « C' èuna esigenza di fondo », egli ha detto, « quel -la di prendere atto che una agricoltura mo-derna, per essere tale, si deve fondare sull aunificazione della proprietà e dell ' impresa» .

MARRAS. Non vorrà servirsi del discorsodell 'onorevole Avolio per interpretare il no-stro programma .

AVERARDI. Ora appare evidente come l oscopo della presente proposta di legge che icolleghi di parte comunista e del PSIUP vor-rebbero vedere approvata nel testo trasmess odal Senato non è dunque quello di valorizza -re il contratto di affitto in agricoltura - inaccordo con gli indirizzi raccomandati ne lpiù recente documento di politica agrari aeuropea e cioè nel piano Mansholt - ma quel -lo di colpire, in una con la proprietà (piccol ao grande, assenteista e parassitaria oppur epresente nel processo produttivo), il contrat-to di affitto rustico al quale assegnano valor iselciali che considerano in contrasto con l aloro ideologia e con lo sviluppo della loropolitica.

OGNIBENE. Vogliamo un migliore affitt operché siamo contro l'affitto .

AVERARDI. I liberali e le destre costitu-zionali volevano una legge che vedesse un a« equilibrata convivenza di capitale e di im-presa » - essi dissero - onde far scaturire ,mediante l ' equo reddito della terra, l ' invito

al risparmio accumulatore e, mediante i pro-fitti dei fittavoli, l'incentivo alle miglior icombinazioni aziendali e alla intensificazio-ne colturale. In realtà essi difendono toutcourt la proprietà fondiaria . I comunisti e i lPSIUP mediante questa legge intendono col-pire - ripeto - il reddito della terra e i pro -fitti dei fittavoli,. impedendo di fatto l ' esten-sione del contratto di affitto .

Noi socialdemocratici vogliamo quest alegge nella misura in cui attacca i privileg idella proprietà, colpisce a fondo i canoni d ifitto che sono tuttora i più alti d ' Europa, li-quida cioè una situazione abnorme, che con-diziona pesantemente e ostacola ogni possi-bile azione di ristrutturazione e di ammo-dernamento dell ' agricoltura italiana. Ma sia-mo contro questa legge per quanto in essavi è di arretrato e di confuso nel definire inuovi diritti degli affittuari, per quanto vi èdi equivoco nell'attacco indiscriminato all apiccola proprietà che i comunisti fingono divoler difendere, per l'assurdo tentativo checontiene di voler inchiodare i mezzadri a lcontratto di mezzadria, definito dal PCI e da l

PSIUP come un contratto più valido dell'af-fittanza, per quanto vi è di incerto, di iniqu o

e di assurdo nella determinazione del canon e

di affitto, per l'assenza in essa dell'unicopunto qualificante della legge stessa, ch e

avrebbe dovuto essere quello della durat adel contratto di affitto . Noi siamo convin-ti sostenitori di una politica che configur i

l 'attività primaria strutturata in compless i

agricoli economicamente validi e tali da of-frire alla famiglia conduttrice un reddit onon inferiore a quello prodotto da aziend e

operanti in altri settori .

Per il raggiungimento di queste finalit à

noi attribuiamo la massima importanza al -

l ' istituto dell ' affitto ed intendiamo incorag-giarne lo sviluppo in armonia a quanto è

previsto nel piano « Agricoltura '80 », che

condividiamo nella sua impostazione e soste-niamo .

A nulla è valsa l'esperienza del passato s e

oggi come venti anni fa si tende a dare im-pulso a processi di frammentazione fondia-ria, a polverizzare la proprietà, a inchiodaremasse di contadini poveri al loro miserabil e

pezzo di terra .

Il ragionamento del partito comunista. non

fa una piega, almeno dal punto di vista degl iobiettivi a lunga scadenza del PCI: noi dob-biamo andare - essi dicono - verso il supe-ramento del contratto di affitto così come dob-biamo muoverci verso il superamento di

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tutti i contratti agrari, mediante il passaggi odella terra in proprietà a chi la lavora . Nellostesso momento - essi insistono - noi dob-biamo impedire il formarsi in agricoltur adell'azienda capitalistica che spoglia iI con-tadino della sua proprietà e lo riduce a ran-go di salariato povero . Che cosa significa d ifatto questo discorso ? Esso significa ch etutta l'azione strategica del partito comuni -sta nelle campagne si riduce ad un trasferi-mento di terra dalle mani di un certo tip odi proprietà fondiaria a quelle del coltivato -re diretto, che non potrà mai diventare u nvero e proprio imprenditore agricolo poichénon appena tenterà di allargare il propriofondo per renderlo competitivo con la gran -de proprietà imprenditoriale - e nel caso i ncui questa fosse definitivamente scomparsa ,come è negli obiettivi dei comunisti, con l aagricoltura degli altri paesi europei - s iindirizzerà verso quel tipo di azienda capita-listica che i comunisti combattono e - cos aancora peggiore - sarebbe costretto ad en-trare nel ciclo infernale della proprietà . Im-pedendo all ' imprenditore agricolo di allarga -re l'impresa attraverso l'acquisizione di nuo-va terra da accorpare a quella che già pos-siede mediante l'affitto, il partito comunist avuole spingere l ' imprenditore all 'acquisto d ialtra terra, facendo impegnare capitali neces-sari a rinnovare e ristrutturare l ' agricoltur anella rotazione della proprietà .

Ma a che portano la rotazione della pro-prietà e la frammentazione dei poderi ? Ascol-tiamo Mansholt : la proprietà della terra è i ldesiderio atavico dei contadini . Questo desi-derio porta il buon padre di famiglia a spen-dere tutta la sua vita per acquistare il poder esu cui lavora e che poi lascerà ai figli . Quest ipagano la forte imposta di successione, poi di-vidono quello che resta . Uno solo di loro con-tinua a vivere . e a lavorare nel podere. Ma i lpodere non è suo. Deve riacquistare la partedei fratelli e deve ammortizzare il debito pe rla successione . Ne ha abbastanza per lavoraretutta la . vita. Ma, divenuto padrone, il cicl oinfernale della proprietà ricomincia. Tutto ci ònon aveva riflessi produttivi importanti fi ntanto che le necessità di impiego di capital inella azienda agraria erano modeste . Oggi rap-presenta invece una sottrazione di risorse adimpieghi più produttivi e ad azioni di ri-strutturazione sempre più necessarie . L'affit-to è Io strumento per interrompere quest ociclo . Secondo Mansholt ciò è dimostrato da lfatto che il contratto di affitto rappresenta un adelle forme contrattuali più diffuse nelle agri -colture avanzate .

BARDELLI . Per un difensore della pro-prietà capitalistica e parassitaria, evidente -mente, la via giusta non può che essere quella .

AVERARDI . Ecco allora il presupposto d acui partono oggi le proposte francesi . Essi di -cono che un libero contratto fra due parti no nsi può diffondere se non attraverso una rifor-ma che avvantaggi ambedue i contraenti .Il ministro dell'agricoltura francese, Duhamel ,ha presentato tre progetti di legge con scop iben definiti . . .

AVOLIO. Ma in Francia i canoni sono in-feriori di un terzo .

AVERARDI. Certo, e per questo vogliam oquesta legge, ma migliorata . -

. . . con due scopi ben precisi :

1) diffondere l'affitto a lungo termine de ifondi rustici, onde garantire agli affittuari un acerta stabilità, distogliendoli così dal deside-rio di acquistare la terra ed incoraggiandoli adimpiegare le proprie risorse finanziarie in mez-zi mobili e strumenti di lavoro (bestiame sele-zionato, macchine, fertilizzanti, ecc .) ;

2) fare in modo che maggiori quantit àdi risparmio affluiscano verso l ' agricoltura, ri-lanciando l'investimento terriero .

Si tratta di contratti di affitto della durat aminima di 18 anni e massima di 27 anni .Il proprietario che stabilisce un contratto d iquesto tipo può da un lato rivedere il ca-none di affitto ogni cinque anni, dall ' altro ot-tenere sgravi fiscali tra cui l 'esonero dall ' im-posta di successione sul 75 per cento del valorevenale del fondo. Per il risparmio si preve-dono raggruppamenti fondiari (GAF) format ida società civili composte da una stess afamiglia . Queste potranno accogliere anch eestranei alla famiglia che apportino capitali .Per agevolare questa immissione il 75 per cen-to del valore delle quote sarà esonerato dallaimposta di successione. Si prevede anche l aformazione di società agricole di investiment ofondiario (SAIF) : anche qui si tratta di nuovesocietà, formate da agricoltori e non agricol-tori, che acquisteranno grandi superfici di ter-reno con lo scopo di affittarlo con contratti alungo termine . Sono previste numerose mi-sure per agevolare l'intervento finanziario d iqueste società, mentre sul piano fiscale l eazioni sono esentate dall'imposta di « primotrasferimento » sul 75 per cento del valore .

Come si può capire, onorevoli colleghi, l eproposte di Duhamel non riguardano soltant ola Francia, ma l'intera comunità europea .

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stato scritto che esse sono un completament opiù che una alternativa del piano Mansholt .Infatti la politica delle strutture di Manshol tmanca proprio della parte istituzionale, senzala quale le misure finanziarie avranno ef-fetti discordanti fra di loro. Ora, onorevol icolleghi, diciamo la verità, tutti siamo in gra-do di vedere che cosa abbia a spartire que-sto discorso con la legge che il Senato ci hatrasmesso e che noi dovremmo approvare ,senza mutare una virgola, in questa Camera .E si capisce l'entusiasmo con il quale i comu-nisti la vorrebbero fare approvare . All'ono-revole Bardelli vorrei porre una domanda :quando egli dice : « a prescindere dal merit odelle proposte della Comunità, che consideria-mo sotto ogni aspetto assurde e quindi inac-cettabili, ci domandiamo se noi dobbiamo tol-lerare che la proprietà continui a percepire gl ielevati canoni attuali e in più gli incentivi co-munitari », non scopre in realtà la trama deldisegno comunista ? Non è il suo attacco all a« proprietà » la copertura dietro la quale egl inasconde l'attacco ben più consistente all estrutture della comunità europea e al suo ele-mento portante, che rimane il contratto d iaffitto ? Perché non potremo noi eliminare gl ielevati canoni attuali favorendo contempora-neamente il passaggio in affitto dei poderi ?

Per concludere su questo aspetto della que-stione, dovrei porre anche una domanda a icolleghi democristiani : se questa legge, aven-do ignorato l'elemento qualificante della du-rata del contratto di affitto, rappresenta unpasso in avanti nella linea indicata dalla po-litica agraria del PCI, come si spiega la con-fluenza su di essa di tanta parte della demo-crazia cristiana ? Esigenze di politica econo-mica e sociale tendono ad elevare le condizio-ni di vita e di reddito delle famiglie coltiva-trici soprattutto col rendere le aziende eco-nomicamente valide e vitali . Non siamo piùagli anni '50 o agli anni ' 60. Se la democra-zia cristiana sente il bisogno di rivedere edi aggiornare la sua linea di politica agraria ,il problema non è quello di allargare la « for-bice » da 45 a 60 volte, di assicurare alla pro-prietà assenteista il vantaggio di assicurars iuna rivalutazione automatica dei canoni senz apagare una sola lira di imposta in più . Il pro-blema non è neanche di far passare per vietraverse la linea che era del PCI e che potreb-be diventare della DC o viceversa : « la terraa chi lavora », che vuole consolidare la pra-tica del ciclo infernale della proprietà, maquello di presentare una alternativa in line acon la politica economica dell'Europa . (In-terruzioni all 'estrema sinistra) .

Ora, onorevoli colleghi, anch'io credo, comel'onorevole Avolio, di non dover spendere mol-te parole per sottolineare un fatto evidente :non si può in buona fede considerare questalegge come una mina in grado di far saltar ein aria la sacra proprietà, Non vi è in questimeccanismi alcuna carica rivoluzionaria, né l ointento, sia pure nascosto, di spogliare de ipropri diritti la parte padronale, come talun igiornali hanno scritto . Ma dove l'onorevoleAvolio ha torto è quando afferma che ci tro-viamo di fronte ad un tardivo intervento d icarattere legislativo orientato a sanare unasituazione di fatto già da tempo esistente eche andava a tutto svantaggio della parte pi ùvivace ed impegnata dell'agricoltura italiana .E torto marcio là dove ravvisa la parte quali-ficante del provvedimento nel tentativo di scio-gliere un antico nodo favorendo l'impresa agri-cola rispetto alla proprietà . Torto marcio per-ché questa legge non sana un beI nulla e no nscioglie nessun nodo, anzi, ne annoda di nuo-vi e più pesanti .

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE BOLDRINI

AVERARDI. Certo, onorevole Esposto ,sono d'accordo con lei quando dice che « toc-care gli ingranaggi della rendita fondiaria ,aprire nuove vie alle responsabilità del lavaratore e coltivatore nella direzione delle azien-de e nei rapporti di associazionismo fra l eaziende, mettere mano al meccanismo di for-mazione del reddito contadino, cambiarlo evolgerlo nel senso democratico e antimonopo-listico », certo, tutto ciò significa avvicinars icon una torcia accesa alla santabarbara dell avecchia e arretrata agricoltura italiana, signifi-ca far saltare le rendite parassitarie o, com eella dice, di derivazione feudale o di più re-cente formazione . Ma tutto ciò, onorevoleEsposto, rimarrebbe nel campo delle ipotes io, meglio ancora, come una testimonianza dibuona volontà del legislatore se la legge, perla sua incompletezza e più ancora per i mecca-nismi che mette in movimento, ponesse cap oa raggiungere il fine opposto a quello che s iprefigge, finisse – tanto per parlarci chia-ro – come sono finite tante altre leggi di rifor-ma votate da questo Parlamento . Noi guar-diamo con simpatia al movimento sorto nell ecampagne in appoggio e a sostegno di questalegge, noi ci sentiamo spiritualmente vicini a imezzadri, ai coloni, ai braccianti, ai coltiva -tori diretti, ai salariati agricoli quando ess imostrano una volontà di rinnovamento che èinsieme una garanzia di presenza democratica

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delle masse contadine nelle lotte sociali e ci -vili del nostro paese. E la nostra organizza-zione - l 'associazione italiana coltivatori - hapartecipato al movimento sorto nelle campa-gne in appoggio alla legge . Ma i coltivator inon debbono essere ingannati da una falsa ri-forma, conseguita a buon mercato, con unaccordo sottobanco fra forze politiche rappre-sentanti di interessi contrapposti . IJ lo stessosenatore Rossi Doria che ce lo dice quando ,nella sua lettera aperta al professor Vittori oRonchi, scrive : « Anch'io penso che la legg epotrebbe essere con poco resa migliore, su-perando le poche critiche che hanno, a mioavviso, un fondamento e introducendo la nor-ma sulla lunga durata dei contratti che riten-go essenziale » . Noi socialdemocratici apprez-ziamo queste posizioni oneste, alle quali perònon possiamo far credito politico se dietro d iesse non si muove l'intero partito socialista .Comunque, ,l ' atteggiamento del PSI su tuttala questione riguardante la legge sui fitt iagrari merita un cenno particolare . Su code -sto atteggiamento mi soffermerò alla fine d iquesto intervento .

Ho così, signor Presidente, onorevoli col -leghi, concluso la prima parte del mio discor-so e mi avvio rapidamente a considerazion idi ordine più generale sulle quali chiedo a icolleghi, soprattutto di parte' democristiana ,una risposta precisa. Siamo entrati nell astretta del mercato comune, esperienze nuov ee pericolose bussano alle porte del nostro paes ein discussioni europee e addirittura mondiali .Ho parlato prima della Francia . Prendiamo ,fra i paesi delle Comunità, l'esempio di quelpaese che più ha fatto in ordine al riordina -mento della proprietà fondiaria, alle conqui-ste di terre incolte, in ordine all'ingrandi-mento delle aziende vitali : il Belgio .

Naturalmente, l'esempio può essere assun-ta per tale in virtù di un assetto organizzativoin cui l'affitto intervenga in misura preponde-rante. Diversa, infatti, sarebbe la distribu-zione delle aziende nel Belgio, qualora l aterra in affitto non contribuisse per il 63,5 eper il 67,2 per cento alle superficie delle azien-de nelle classi da 5 a 10 e da 10 a 20 ettari ,per il 75,2 e per 1'84,2 per cento a quelle dell eunità produttive nelle classi tra 20 e 50 etra 50 e 100 ettari .

Questa circostanza - che tra l ' altro ha con -ferito un ' elasticità propizia, rispetto alla di-namica dei tempi, alle strutture aziendali -per la mancanza di un ' appropriata regola-mentazione ha però ostacolato l'esecuzione d imiglioramenti e di investimenti fondiari, enon solo sulle terre in affitto, ma pure suquelle che, in proprietà, traggono significato,

ai fini dell'esercizio agricolo, dalla integra-zione di superficie affittate .

Alla luce delle moderne esigenze di rin-novamento e di razionalizzazione dell ' impre-sa agricola, ma anche dei princìpi che infor-mano la politica di promozione sociale inagricoltura e dell'importante funzione ch el'affitto esplica nella formazione delle aziend eagricole belghe, si è fatta luogo e si è affer-mata la tendenza a rafforzare e regolare i ldiritto dell 'affittuario sulla terra, a volte an-che in deroga alle norme comuni .

Già la legge del 7 luglio 1951 ebbe a mo-dificare la normativa in vigore in forza dell alegge del 1929 . Onde fornire all ' affittuario-col-tivatore una maggiore sicurezza nella gestion ee consentirgli di meglio organizzare la propri aazienda, essa ha portato la durata dei period ilegali di affitto a 9 anni per il primo contrat-to; in 9 anni ha fissato il periodo della prim aproroga ed a tempo indeterminato la prorog asuccessiva.

Una proposta di legge presentata di recen-te al senato belga mira a modificare le disposi-zioni per la prova delle condizioni di affitto ne iricorsi di revoca del contratto, la cessione, i lsubaffitto e la successione, le indennità, spet-tanti all'affittuario per miglioramenti, la co-struzione e l'ammodernamento di fabbricat irurali e abitazioni, le piantagioni, eccetera .

È stato poi introdotto con legge 1° febbrai o1963 il diritto di prelazione in favore dell'af-fittuario, nei casi di vendita .del fondo o diuna parte di esso .

La legge in vigore stabilisce che l'affittua-rio gode del diritto di prelazione quando col-tivi il fondo personalmente o attraverso unparente diretto o affine . Tale diritto non h aefficacia nel caso in cui la vendita sia effet-tuata ad un parente od affine del proprietario ,ad un comproprietario, ad una pubblica am-ministrazione in vista di utilizzare la terr aper interesse generale ; ancora, nel caso in cu iil prezzo sia corrisposto, in parte o in tutto ,sotto forma di vitalizio, oppure quando la pro -messa di vendita sia stata stipulata in dat aanteriore al contratto di affitto ; infine, nel casoin cui l'affittuario abbia già disdetto il contrat-to. L'affittuario che ha fatto valere il propri odiritto non può, entro i cinque anni dall 'ac-quisto, vendere il fondo, né cederlo in colti-vazione a persona diversa da un suo parentediretto o affine; diversamente dovrà pagare alproprietario un'indennità pari al 20 per centodel prezzo di vendita, salvo che non sia auto -rizzato dal giudice conciliatore, per partico-lari motivi, a vendere. In senso inverso, que-sta norma agisce quando sia il proprietario

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a vendere il fondo senza aver messo l'affit-tuario in condizione di esercitare il diritto d iprelazione.

La legge dispone che all'atto della vendit ail venditore, qualora non risulti proprietari adelle terre da almeno otto anni, deve esseretassato fino al 30 per cento del plusvalore . I lplusvalore va calcolato sottraendo dalla diffe-renza tra il prezzo di vendita e quello corri -sposto all ' acquisto della terra, allo scopo d itener conto della svalutazione monetaria, u n5 per cento per ciascuno degli anni trascors itra l'acquisto e la vendita .

Ecco un modo per impedire la polverizza-zione delle aziende e della proprietà .

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ZACCAGNIN I

AVERARDI . L'Italia non è il Belgio, no nè la Francia . Siamo d'accordo . L'Italia no nè neanche l'America, tanto per allargare i ldiscorso; altro paese, altre ricchezze, altre ter-re, altro clima, altro mercato ; ma quei 5,5milioni di farmers, che coltivano circa 450milioni di ettari, coprendo il fabbisogno di250 milioni di uomini, alimentando colossal iexports, costituiscono, comunque, un parame-tro di produttività concorrenziale di cui nes-suno, in Europa, e meno di tutti noi italiani ,può non tenere il massimo conto . Come nonpossiamo non tener conto del grado di pro-duttività concorrenziale dei paesi del mercat ocomune. Prendiamo un altro esempio che c iriguarda da vicino: quello della Germania fe-derale, alle prese con gli stessi nostri proble-mi. Anche in Germania si tenta di uscire dall astretta della crisi che ha colpito l 'agricolturasviluppando il contratto di affitto fondato sul -l'equo canone, su concreti sussidi e garanzi edi autonomia imprenditoriale dell'affittuari ocoltivatore .

Il cancelliere federale ha dichiarato recen-temente: « Sono fonte di difficoltà le attualistrutture agrarie. Milioni di ettari richiedonodi essere ricomposti . L'estesa frammentazionedella superficie agraria si oppone alla mecca-nizzazione ed impedisce, quindi, che si innalz ila produttività del lavoro . La mancanza di cre-dito a condizioni sopportabili non permetteche numerose piccole aziende possano ingran-dirsi e diventare vitali . Sono inoltre necessar iurgenti interventi nel campo della sistemazio-ne idraulica . Essendo molti imprenditori trop-po vecchi, vanno ricercati nuovi provvedimen-ti legislativi per le successioni ereditarie .

« R in rari casi che gli imprenditori pos-sono da sé soli risolvere questi problemi . Diconseguenza, se non si provvede, restano aspi -

razioni teoriche la razionalizzazione e la mec-

canizzazione . Sono diverse centinaia di mi-gliaia di aziende che si trovano in queste con-dizioni. perciò urgente provvedere a miglio-rare le strutture agrarie e a creare sani rap-porti di lavoro, sviluppando e allargando l econcessioni delle terre in affitto .

« R mia opinione che ci troviamo in un acostante evoluzione verso l 'Europa unita . Ciòporrà, in un dato tempo, sia la nostra agri -coltura sia gli altri settori economici di fron-te ad una cruda realtà . Questo richiede chel'agricoltura, ricorrendo a risorse proprie e adaiuti statali, si sviluppi entro un dato period odi transizione, in modo tale da essere compe-titiva sul mercato europeo » .

La situazione recente, in Germania, è i lrisultato di una evoluzione tuttora in corso,in parte spontanea ed in parte provocata .

Va anzitutto rilevata la tendenza verso l ' in-grandimento delle aziende, resa possibile dalleterre abbandonate con l'esodo . Queste terresono concesse in affitto oppure, ma in minimamisura, vendute ai coltivatori . Ciò ha pro-vocato, tra il 1965 e il 1968, una riduzione de l16,6 per cento del numero delle aziende .

In Germania, di fronte all'alternativa d ivendere la terra, quasi sempre i proprietar ipreferiscono cederla in affitto ad imprenditor igià possessori di un'azienda, che in tal mod ola ingrandiscono . Per disposizioni concernent ii contratti di affitto, ma più ancora per lascarsa concorrenza tra le aziende interessate ,il livello dei canoni è però relativamente bass oe comunque non proporzionato ai valori d imercato dei terreni in vendita . Il fenomeno s ispiega anche con la diversa tendenza della do -manda nei due mercati : in aumento quell adelle compravendite per l 'accentuata resisten-za a vendere, in diminuzione quella degli af-fitti per il corrispondente incremento dell ' of-ferta. Ciò, mentre consente di non sottrarremezzi finanziari privati o pubblici ad altrepiù urgenti destinazioni, conferisce alle su-perficie una maggiore mobilità ritenuta utileper successivi adattamenti .

Tutto ciò significa, onorevoli colleghi, ch euna legge che rapportasse i canoni di affittoitaliani a quelli tedeschi, cioè una legge qualenoi vorremmo che questa Camera approvasse ,non provocherebbe un aumento eccessivo dell ecompravendite ma, al contrario, accentuereb-be la domanda degli affitti . Tutto ciò significa ,onorevoli colleghi, che questa legge si deveapprovare, ma con i dovuti emendamenti .

Da noi, invece, con un 23 per cento dipopolazione agricola, e il 13 per cento di red-dito, con 26 milioni di ettari, sfettucciati i n

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4,3 milioni di aziende (di cui tre quarti d idimensioni ridicole), da noi in questa Ca-mera si seguitano a ripetere i rancidi slo-gar : « non c 'è libertà se non c 'è proprie-tà », « la terra a chi la lavora », le coopera-tive di fazzoletti di terra : slogans coi qual inon faremo mai un passo in avanti .

E intanto 300 mila mezzadri, che si son opagati almeno 10 volte la terra che lavorano ,attendono da generazioni di diventarne pro-prietari .

Onorevoli colleghi, noi parliamo di « ac-corpamento » mentre si seguita a « spaccare »– con la scusa di voler « arrotondare » i faz-zoletti esistenti – le ultime terre di una cert aampiezza, che potrebbero attrezzarsi ex nov ocome medie o grandi aziende moderne. LaCassa per la proprietà contadina seguita im-perterrita a spendere miliardi su migliaia d iettari, distribuiti in lotti che si vorrebberogabellare per « efficienti » : mentre si dovreb-be varare una legge speciale per la ricompo-sizione e la concentrazione, magari in formacooperativa, delle aziende .

Insufficiente, ai fini dell'azienda « compe-titiva », appare la concessione di quei mutuiall ' 1 per cento che sussidiano magari unaimpresa incapace di svilupparsi, una fami-glia con figli sul punto di inurbarsi, a detri-mento dell 'ex mezzadro veramente bravo e daggiornato, che figli non ha per toccare que lreddito veramente competitivo ma che brac-cia e macchine se le trova dove sono, e le farendere .

Con 1 .421.510 aziende da ettari 0,50, i nmedia, ognuna ; con 1 .296 .556 aziende da et -tari 1,90; e altre 556.811 con una media d iettari 3,95; sono 3 milioni le aziende al d isotto dei 5 ettari che coprono 5,5 milioni d iettari e con le quali c ' è poco da « arroton-dare » .

Né riusciranno a prendere quote le 560 .33 0aziende da 5 a 10 ettari (media ettari 7,09) ele 332.563 da ettari 10 a 25 (media ettar i15,08), almeno quelle non decisamente spe-cializzate .

Da noi, stando alle ultime rilevazioni del -l ' ISTAT sulla struttura delle aziende agrico-le italiane, le aziende - che praticavano l 'af-fitto nel 1967 erano 576 mila, di cui il 46 pe rcento ad affitto puro, cioè con attività pro-duttiva svolta totalmente su terreni affittati ,e il 54 per cento ad affitto parziale . Si trattadi appena il 15 per cento sul complesso dell eaziende agricole . Se poi la percentuale vienecalcolata in base alla superficie tale importanzacala ancora di più, in quanto, sempre in bas eai dati ISTAT, risulta che solo il 9 per cento

della superficie agraria nazionale è interessatada aziende integralmente in affitto . Può essereutile ricordare che in siffatto ambiente vi-vono ancora delle famiglie coloniche in co-stante moto verso il raggiungimento di nuovee più auspicate situazioni vantaggiose ch ecancellino le superate condizioni attuali : si-tuazioni vantaggiose che potrebbero trovar-si in nuovi insediamenti configurati in azien-de miste in affitto e proprietà . Questa formaperò, se dovesse, conseguendo dalla mezza-dria, mantenere le stesse dimensioni ; non ri-solverebbe le difficoltà presenti, né, tantomeno, creerebbe le condizioni per una profi-cua e sana agricoltura . Si avrebbero di nuo-vo delle aziende avulse quasi totalmente d ameccanizzazioni integrali, e quindi non com-petitive. Giusta dimensione aziendale, pro-gramma colturale aderente alle condizion iambientali, proporzionata dotazione di mezzi

e uomini : queste sono le necessarie condi-zioni per svolgere oggi in modo funzionale

e positivo le attività dell'impresa agricola .È logico, onorevoli colleghi, che non posso-nó essere definite in formule uniche le di-mensioni aziendali ottimali : questo è un er-rore già commesso dagli enti di riforma e

nel quale non dobbiamo ricadere, poiché l edimensioni aziendali sfuggono a limiti ana-logistici, tante essendo le variabili che l econdizionano profondamente e che vann odalla vocazione dei terreni alla loro giacitura ,dalle influenze ecologiche alle esigenze d i

mercato, dalla possibilità di investimenti all ecapacità delle unità disponibili, dai mezz imeccanici alla funzionalità degli element ifondiari, tutti fattori questi che bisogna ana-lizzare singolarmente al fine di una utile e ri-spondente programmazione . Nuovi parametr i

informano la conduzione aziendale e si iden-tificano nella produttività del lavoro – sem-pre più intensa –, nell'indice di meccanizza-zione sempre più alto, e nei costi sempre più

competitivi a livello europeo .Ecco perché, onorevoli colleghi della de-

mocrazia cristiana e del partito comunista, i ldiscorso sulla proprietà non ci interessa . Eccoperché, onorevole Esposto, noi vorremmo ch e

i lavoratori delle campagne e i piccoli proprie -tari respingessero l'appello del partito comu-nista alla mobilitazione sulla parola d'ordin e« la terra a chi la lavora » . Perché questa èuna parola d'ordine conservatrice, di tipomedioevale, che poteva avere un senso – ap-punto – cinquant'anni fa . Perché è una parol ad'ordine demagogica che distrae le organizza-zioni professionali e sindacali contadine dal -l'obiettivo di fondo della loro lotta, che deve

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essere quello della parità di redditi fra i la-voratori della campagna e i lavoratori dell'in-dustria . Noi socialdemocratici – lo voglio direcon forza – preferiamo mille volte far vincer eil coltivatore sulla parola d'ordine della « pa-rità dei redditi fra città e campagna » che suquella della « terra a chi la lavora » . Noi so-cialdemocratici preferiamo, al contadino pro-prietario di un fazzoletto di terra, povero eaffamato, il coltivatore-operaio con il reddit odegli operai dell'industria, con la coscienz adi classe degli operai dell'industria . Certo ,onorevoli colleghi del partito comunista, senoi potessimo con la bacchetta magica trasfe-rire nelle stesse mani la proprietà e l'azienda ,tutte le proprietà voglio dire e tutte le azien-de agricole, il problema sarebbe risolto , allaradice, perché noi raggiungeremmo in uno du eobiettivi : eliminare alla radice la rendita fon-diaria, sotto tutte le sue forme, compres aquella della piccola proprietà contadina assen-teista ; restituire al lavoratore dei campi anchequella parte del reddito, piccola o grande chesia, che attraverso il contratto di affitto passanelle mani della proprietà . Ma, onorevoli col-leghi del partito comunista, le condizioni pe runa rivoluzione dei rapporti di classe nell ecampagne non esistono . E non esistono no nperché noi non operiamo in questa direzione ,ma perché la storia non ha permesso che essesi verificassero .

La realtà che si fa meglio intravedere pe ril prossimo avvenire si fonderà sostanzial-mente su un milione di aziende. Le altre ,come ha scritto giustamente Giuseppe Medici ,occuperanno da tre a quattro milioni di ettar ie saranno situate in prevalenza nelle vicinan-ze dei centri abitati . Vicino all'azienda com-petitiva, condotta in formula mista proprietà -affitto, vivranno quindi queste 'minuscole azien-de dalle quali circa 11 milioni di'abitanti trar -ranno una parte del proprio reddito in un fe-lice accordo fra il mondo esclusivament erurale, formato da soltanto un milione diaziende agricole, e il mondo urbano dove vi-vrà la maggior parte degli italiani .

Il fatto che la società italiana possa con -tare, nei prossimi anni, su un complesso d idue-tre milioni di famiglie di contadini ope-rai, di un milione di famiglie di artigiani, d iun milione di famiglie di piccoli commer-cianti, dà ad essa un equilibrio fondamental eai fini della costruzione di una società demo-cratica. Già sorgono e si sviluppano impetuo-samente famiglie di lavoratori che, pur re -stando agricole, possono destinare da 50 a 100giornate all'anno di alcuni dei suoi membr iad altre attività ; di contro centinaia di migliaia

di operai dell'industria dedicano saltuaria -mente la propria attività all'agricoltura. Hascritto Medici, rifacendosi alla esperienzadegli altri paesi europei, che il processo d iintensificazione dell'agricoltura specializzatanelle terre di pianura, nelle valli e nella bassacollina avverrà rapidamente . Nel 1980 potre-mo constatare che su 12 milioni di ettari colti-vati da circa 2 milioni di lavoratori agricol isi potrà ottenere gran parte di ciò che occorreper dare stabilità alla nostra economia ali-mentare. Tutto ciò è assolutamente vero, a duna sola condizione : che il legislatore - inter-venga aiutando il processo di rinnovament oin atto con leggi sagge, non demagogiche .Tutto ciò è assolutamente vero se la riform adel contratto di affitto permetterà, con l'acces-so a nuove terre dei contadini piccoli proprie-tari, con lo sviluppo della cooperazione, d iliquidare le aziende improduttive e non com-petitive, di eliminare almeno un milione d ipiccolissime aziende dove l'agricoltore vivepoveramente sognando di morire ricco .

Ho finito . Desidero prima di chiudere que- 'sto mio intervento dedicare alcune parole a icompagni del PSI . Voglio farlo con serenità ,ricordando i pochi anni trascorsi insieme ,quando dirigevo con l'onorevole Renato Co-lombo la sezione agraria del partito PSI-PSDIunificati, e l'esperienza che allora facemmo .Insieme allora stabilimmo le linee di una po-litica socialista nelle campagne . Dicemmo al-lora insieme che in un momento in cui tutt isi pongono come « amici » delle masse conta -dine, dei produttori agricoli, di fronte alla tra-gedia di centinaia di migliaia di uomini cheabbandonano in un'esodo forzoso la loro terr adi origine, il partito socialista indicava conchiarezza e forza di raziocinio le nuove viedel rinnovamento ,economico in agricoltura .La conferenza agraria nazionale del partito ri-conosceva così nel programma economico na-zionale la base che può garantire quella visio-ne generale necessaria a promuovere uno svi-luppo armonico della attività economica inagricoltura . Nuovi accordi comunitari, supe-ramento con il contratto di affitto dell'istitutodella mezzadria, nuovo impegno negli enti d isviluppo, difesa della proprietà coltivatriceanche in forma associatà, più alti redditi agra-ri erano obiettivi – dicemmo allora – che do-vevano portare a saldare l'azione socialistanel paese con l'azione delle organizzazioni con-tadine nelle campagne. Dicemmo insieme al-lora che l'agitazione paternalistica della D Ce la demagogia distruttiva del PCI erano riu-sciti a far pagare all'agricoltura forse il prez-zo più alto della sfavorevole congiuntura eco-

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nomica. Alla conferenza agraria dicemmo ch eil PCI, avendo affidato le proprie fortune poli-tiche per un ventennio alla agitazione brac-ciantile, si è trovato in campo . aperto, con unesercito ridotto al lumicino per l'esodo dallecampagne, e un avversario cresciuto di nume-ro e di aggressività. Avendo perduto il pro-prio esercito senza nemmeno avere la possibi-lità di impegnare battaglia con l'avversario ,il PCI è oggi nella paradossale situazione didover fare proprie le soluzioni individuate daaltre forze politiche, in particolare da alcun isettori della democrazia cristiana .

Questa legge, onorevoli colleghi, rispond ea quella logica di incontro ; e se si capiscono lavolontà e la tenacia con cui i comunisti vo-gliono condurla in porto nel testo concordatoal Senato fra loro e la democrazia cristiana ,meno comprensibile appare l'atteggiamentodei colleghi del PSI, i quali, dopo aver fatt eloro le critiche nostre alla legge, si accodanoperò al partito comunista . Né vale l'argomentosecondo cui introducendo alcune modifiche a ltesto noi rischiamo di affossare definitivamen-te la legge. Noi siamo disposti a concordar econ tutti gli altri gruppi politici gli emenda -menti da apportare alla legge sia in questasede sia al Senato . Siamo disposti a concorda-re i tempi di approvazione della legge pe rquanto attiene al Senato della Repubblica .Mentre ribadiamo il nostro concetto ch ela maggioranza è autonoma politicamentedalla minoranza ed è con questa soltantoin un rapporto dialettico, non possiamonon tener conto del profondo valore social edella legge in discussione, sulla quale ,evidentemente, il confronto libero tra mag-gioranza e minoranza, se condotto all aluce del sole senza sotterfugi, può por -tare ad un accordo generale largamentemigliorativo del testo che il Senato ci ha tra -smesso . Gli emendamenti dovrebbero ovvia -mente riguardare : i) la durata del contrattodi affitto, che noi pensiamo non possa essereinferiore a 15 anni; 2) le facilitazioni per l'ac-corpamento e la ricomposizione aziendale san-cite attraverso la non concessione di proroghe ,salvo quanto previsto dall'articolo 12 ; 3) il ri-torno al concetto che non è necessario corri-spondere il canone in denaro ; 4) l'introduzio-ne di una distinzione fra grandi e piccoli pro-prietari ; 5) la modificazione del rapporto de -gli affittuari con gli enti pubblici, i consorz idi bonifica, nel senso che oltre il titolo di pro-prietà anche quello di affitto dovrebbe darediritto ad entrare nei consigli di amministra-zione; a tal fine i contributi consortili dovreb-bero essere addossati a totale carico dell'affit-

tuario con corrispondente diminuzione del li -mite massimo di coefficiente ; 6) qualora l'af-fittuario avesse eseguito a sue spese i miglio-ramenti con le procedure previste, alla sca-denza del contratto questo dovrebbe essereprorogato per tanti anni quante fossero l equote annuali di ammortamento non ancoramaturate .

Signor Presidente, onorevoli colleghi, ap-provare una legge come questa nel testo vo-tato al Senato, quando tutti riconoscono, da icomunisti ai socialisti ai democristiani, che laparti fondamentali, vorrebbe dire abdicar ealla nostra funzione di legislatori, tradirequella parte di elettorato legata alle battagliecondotte in tanti anni dai contadini italiani ;vorrebbe dire riconoscere che questa Cameraha esaurito completamente le sue funzioni enon è in grado neanche di correggere una leg-ge nel momento stesso in cui prende pie-na coscienza della necessità di ciò . Se questoè l 'esempio che vogliamo dare al paese ,allora, onorevoli colleghi, fate pure . Siachiaro che voi vi assumereste una pe-sante responsabilità le cui conseguenz enon tarderebbero a farsi palesi per tut-ti . Noi socialdemocratici vogliamo che sia-no rispettati i diritti che la Costituzione re-pubblicana ha attribuito a questa Assemblea ,come garanzia per il presente e per il futuro .Chiediamo che non siano tradite le attese de lmondo contadino. Facciamo appello ai colle-ghi, ai compagni del PESI, perché essi si ren-dano consapevoli del fatto che una rottur adella maggioranza su .di una materia così in-candescente finirebbe con l'avere conseguenz einevitabili e a breve scadenza .

Ripetiamo ai colleghi comunisti : è unariforma, questa, .di enorme importanza . Nongiocate al « tanto peggio, tanto meglio » . Esi-stono tutte le condizioni per varare una leggeequa e giusta. Non illudetevi di poter coprir ea lungo il fallimento che sarebbe rappresen-tato - per le masse contadine - da un pas-saggio di questa legge senza i necessari indi-spensabili emendamenti . (Applausi a sinistr ae al centro — Congratulazioni) .

Risultato della votazione segreta .

PRESIDENTE. Comunico il risultato dellavotazione segreta dei provvedimenti :

Senatori PIERACCINI ed altri : « Modificazio-ni alla legge 10 febbraio 1953, n . 62, sullacostituzione e sul funzionamento degli organ iregionali, nonché alla Iegge 16 maggio 1970 ,

n. 28i, recante provvedimenti finanziari per

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l'attuazione delle regioni a statuto ordinario » Boldrin Cottone(approvato dal Senato) (2934) : Bologna

Bonifaz iBorghiBorra

Cristofor iD'Alessi oDall 'ArmellinaDamico

Presenti e votanti

.

41 5Maggioranza

. .

. .

20 8Voti favorevoli

405 Bortot D 'ArezzoVoti contrari

10 Bosco de' Cocc i

(La Camera approva) . BottaBottari

DeganDe Laurentii s

« Conversione in legge, con modificazioni, Bressani De Leonardisdel decreto-legge 30 novembre 1970, n . 870, Bruni Delfinoconcernente

l ' attuazione

del

regolamento Bucciarelli Ducci Della BriottaCEE sulla politica agricola comune del ta - Buffone Dell'Androvacco greggio e l'integrazione delle disposi- Buzzi De Lorenzo Giovannizioni

di

cui

alla

legge

13

maggio

1966, Caiati De Marian. 303 » (2874) : Caiazza de Meo

Presenti e votanti

415 Ca lvetti De Mita

Maggioranza . .

. .

208 Calv iC anestrar i

De Pont ide Stasio

Voti favorevoli

269Cantalupo Di Benedetto

Voti contrari

.

.

146Caponi Di Giannantonio

(La Camera approva) . CapraCaradonna

Di LeoDi Lisa

Hanno preso parte alla votazione : Cardi aCarenini

Di Maur oD'Ippolito

Abbiati

Ballardini Càroli Di PrimioAbelli

Barberi Carra Di PuccioAchilli

Barbi Carta Donat-Catti nAlboni

Barca Caruso Drag oAldrovandi

Bardelli Castellucci ElkanAlini

Bardotti Cattanei ErmineroAllegri

Baroni Cattaneo Petrini Evangelist iAllera

Bartesaghi Giannina FabbriAllocca

Bartole Cavaliere , Fanell iAImirante

Bastianelli Cavallari Fasol iAmadei Giuseppe

Battistella Cebrelli Felic iAmadei Leonetto

Beccaria Cecati Ferrar iAmadeo

Belci Ceravolo Sergio Ferrari AggradiAmasio

Benedetti Ceruti Ferri GiancarloAmandola

Beragnoli Cervone Finell iAmodio

BerIinguer Cesaroni Fiore tAndreoni

Bernardi C iaffi FiumanòAndreotti

Bertè Cianca Flamign iAnselmi Tina

Bertoldi Ciccardini ForlaniAntoniozzi

Bertucci Cicerone FornaleAriosto

Biaggi Cingari FortunaArmani

Biagini Cirillo Foscarin iArnaud

Biagioni Cocco Maria Fosch i

Arzilli

Biamonte Colajanni Fracanzan iAssante

Bianchi Fortunato Collesellí FracassiAverardi

Bianchi Gerardo Colombo Emilio FranchiAzimonti

Bignardi Colombo Vittorino FregoneseAzzaro

Bima Compagna Fulc i

Baccalini

Bini Conte Fusaro

Badaloni Maria

Bisaglia Corà Gall iBalasso

Bo Gorghi Galloni

Baldani Guerra

Bodrato Cortese Galluzzi

Baldi

Boffardi Ines Cossiga Gaspari

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Gessi NivesGigliaGioiaGiornoGiovannin iGirardinGittiGiudiceandreaGorreriGramegn aGranell iGrassi Bertazz iGraziosiGregg iGrimald iGuerrini Giorgi oGuglielmin oGuiGulloGullott iHelferImperialeIngraoIotti LeonildeIozzell iIsgròLa BellaLaforgiaLa Loggi aLattanziLattanzioLavagnol iLent iLepreLezz iLibertin iLizzeroLobiancoLodi AdrianaLombardi Maur o

SilvanoLongo Luig iLongo PietroLongoniLoperfid oLubertiLucifred iLupisLuzzatt oMaggion iMagriMalagugin iMalfatti Francesc oMancini Antoni oMancini VincenzoMarchett iMarmugiMarocco

Marott aMarraccin iMarrasMartelliMartini Maria ElettaMaschiellaMasciadr iMascoloMattaliaMattarell aMattarell iMazzaMazzarin oMazzarrinoMengozz iMerendaMerl iMeucciMicel iMicheli Filipp oMicheli PietroMiotti Carli Amali aMiroglioMisas iMitterdorferMolèMonasterioMont iMorell iMoro Din oMoscaMussa Ivaldi Vercell iNannin iNapolitano FrancescoNapolitano GiorgioNapolitano Luig iNattaNiccolai GiuseppeNicoliniNucciOgnibeneOlmin iOrili aOrlandiPadulaPajetta Gian Carl oPajetta GiulianoPalmitessaPandolfiPasson iPatriniPavonePedin iPellegrin oPellizzar iPennacchin iPerdonaPezzino

PicaPiccinell iPiccoliPigniPintusPirastuPiscitelloPisicchioPison iPitzalisPochetti

PrearoPucc iRacchett iRad iRaicichRampaRaucciRausaRe Giuseppin aReale OronzoReggianiReichlinRestivoRevell iRizRognoniRomanatoRosat iRossinovie hRuffin iRumorRusso Carl oRusso FerdinandoRusso VincenzoSalomon eSalvatoreSalv iSangalliSannaSantagat iSanton iSargentin iSart iSavio Emanuel a

Scagli aScalfaroScarascia MugnozzaScardavillaScarlatoSchiavonScianaticoScoton iScutar iSedat iSemerar oSenese .Servadei

Sgarbi BompaniLuciana

SgarlataSilvestr iSimonacc iSinesioSistoSorgiSpagnol iSpecialeSperanzaSpinell iSpitellaSporaSquicciarin iStellaSulloSulottoTambroni Armarol iTanass i

TaniTantaloTarabin iTavian iTedesch iTerranaTerrarol iTognoniToro sTozzi Condiv iTrainaTraversaTremellon iTripodi GirolamoTruzz iTuccar iTurnatur iUrsoUsvard iVaghiValeggian iValianteValor iVassalliVecch iVecchiarell iVedovat oVenturin iVenturol iVespignaniVetroneVicentin iVillaVincell iZaccagniniZamberlett iZanibelliZanti Tondi Carmen

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Sono in congedo (concesso nelle sedut eprecedenti) :

Bemporad

Reale Giusepp eMezza Maria Vittori a

(concesso nella seduta odierna) :

Brandi

Del DucaCattani

Sant i

Si riprende la discussione della proposta dilegge dei senatori De Marzi ed altri sullanuova disciplina dell'affitto di fondi ru-stici (2176) e delle connesse proposte d ilegge Pirastu ed altri (117), Andreoni e daltri (2378) e Bignardi ed altri (2404) .

PRESIDENTE . È iscritto a parlare l'ono-revole Mazzarino . Ne ha facoltà.

MAllARINO . Signor Presidente, onorevol icolleghi, questo nostro dibattito sui fondi ru-stici coincide col ritorno del ministro degl iesteri onorevole Moro dai colloqui di Londra .È una coincidenza singolare e significativa, edirei un monito . L' onorevole Moro torna dauna trattativa che riguarda i problemi dellosviluppo economico-agricolo e dell'allargamen-te della Comunità, e la trattativa mette in ri-lievo l ' importanza del nostro paese in questoquadro. Nello stesso tempo, la Commissioneesteri del Senato conclude l 'esame della rela-zione sulla Comunità europea per il 1969 . Or-bene, questo progetto di legge sui fondi ru-stici dovrebbe corrispondere alle direttive del -la Comunità europea: e invece ciò non av-viene nella misura che sarebbe necessaria esufficiente . All 'estero parliamo di Comunitàeuropea, che è invero il grande fatto storic odei nostri tempi; trattando di agricoltura, c ene dimentichiamo .

Ancora un'altra osservazione : in teoriaquesto progetto di legge De Marzi-Cipolla do-vrebbe stimolare l 'attività dell'imprenditore :in pratica la mortifica . Tutto l 'opposto di ciòche è lo spirito che anima la Comunità euro-pea, per questa parte della sua attività ; spiritovolto a ribadire l'attualità dell'affitto agrarionel senso più pieno e nell 'accezione più com-piuta. Questo non è, del resto, fatto del tuttonuovo ; per riconoscerne la necessità e le ori-gini, basta considerare la documentazione ch ene fu data nella « Serie agricoltura » degl iStudi della CEE, appunto in sede comparati-stica, sui rapporti fra locatore e affittuario d ifondi rustici, nel 1962 .

Mentre nella Comunità europea si accentu asempre più la tendenza a impiegare i capitali

per il miglioramento della conduzione secondoI criteri avanzati (anziché buttarli via, generica-

mente, in acquisti), il progetto di legge sco-raggia, nel fatto, lo sviluppo produttivistico

,sottraendo la conduzione all'autentico rappor-to economico . Invero, ogni sistema di condu-zione implica, per sua natura, una scissionetra due personalità economiche, quella delproprietario e quella dell'imprenditore ; ma gliinteressi dell'uno e dell'altro sono complemen-tari e, a mio giudizio, costituiscono nella pra-tica un unico interesse . Ho condotto un'inchie-sta, per altro assai provvisoria, in certe zon edel nostro paese, che meglio conosco ; e possodirvi che i redditi percepiti dall'affittuario nelperiodo della locazione possono compensar eil costo delle migliorie solo in quanto l'impren-ditore, con la sua volontà solidale e con l asua possibilità anche solidale di condurre loesercizio dell'impresa, senta la sua organizza-zione aziendale come un compito tecnico stret-tamente connesso cori gli interessi del proprie-tario. È qui, anche, lo spirito di quelle con-vinzioni, che oggi giustamente dominano nell acomunità europea, relative alla validità e all anecessità di incoraggiare l'affitto agrario, alfine dei miglioramenti del fondo .

È chiaro, per questo aspetto, che - com'er agià nella tendenza dei migliori (perché ce n eerano anche di buoni) tra i vecchi capitolat idi affitto, e come soprattutto deve essere sta-bilito oggi nelle forme nuove di conduzioneper affitto - l'efficienza produttiva diventatutt'uno con la tutela della proprietà : se vo-gliamo rendere le aziende più produttive edefficienti (com'è nello spirito e nelle convin-zioni della comunità europea), dobbiamo con-siderare necessità, ad esempio, investiment idi una parte della proprietà in un determinat osenso e non in altro, impostazione di certiconcimi e non di altri, tipici avvicendament i

(lo sapevano già gli agricoltori antichi), neces-sarie strutturazioni quanto all'allevamento de lbestiame, e precisazioni di quantità, e cos ìvia .

Certo oggi, con le possibilità di una tec-nologia propria della nostra epoca delle mac-chine, la reintegrazione di elementi fertiliz-zanti, che con i raccolti si perdevano, deve es-sere vista con altri occhi ; e così molte limita-zioni, che avevano per fine la tutela, posson o

cadere; ma il principio dello sviluppo produt-tivistico e della incentivazione e del rilanci o

degli investimenti, nel quadro di esigenze che

la comunità europea sottolinea e continuerà asottolineare, resta per eccellenza valido . Dob-biamo insomma stimolare l 'affittuario al mi-

glioramento del fondo : su ciò siamo tutti

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d'accordo. Dobbiamo trovare il modo con cu iegli può essere, per taluni aspetti, garantit onel quadro dell 'organizzazione aziendale .Proprio noi liberali, che - non dimenticatel o- siamo stati in questo campo i veri rivoluzio-nari (Gobetti e Croce sono per l'impostazio-ne teoretica i nostri maestri : non l 'uno incontrapposizione all'altro, ma tutt ' e due insie-me), proprio noi liberali lo andiamo affer-mando da tempo .

Lo affermiamo da tempo : ma in che sensovogliamo realizzare codesto modo di garan-zie ? Non nel senso che il progetto di legg eprevede . Noi diciamo : senza l 'apporto deci-sivo del capitale e della proprietà fondiaria ,la scissione delle due personalità - quelladel proprietario fondiario e quella dell'im-prenditore - diventa fatale . L'affittuario è i ldirettore tecnico dell'azienda e, assai spesso ,anche il proprietario del capitale d'eserciziodell ' azienda stessa; e, pur con la grandissimadifferenza che corre in rapporto all ' ampiez-za economica aziendale, l'attività di direzio-ne tecnica è sempre caratteristica, sia ch el'affittuario non si dedichi al lavoro manuale ,sia che anche questo lavoro lo tenga impe-gnato; sia che l 'affittuario sia conduttore, si ache l ' affittuario sia coltivatore diretto . Nell'ar-ticolo 10 del progetto De Marzi si annullanole clausole di contratti individuali o collettiv io capitolati che limitino poteri riconosciut iall 'affittuario dallo stesso progetto di legge, olimitino i suoi poteri per ciò che riguarda l adisponibilità dei prodotti . Come salverete inquesto caso quella che, adattando in un altrosenso un termine d'ordine generale, chiame -rei la « ofelimità » dell 'atto stesso, per cui i lproprietario ha deciso di diventare conce -dente ?

Ho detto, onorevoli colleghi, delle difficol-tà che il progetto De Marzi-Cipolla incontra ,quando lo si voglia, come necessariamente s ideve, inquadrare nello spirito degli orienta -menti della Comunità europea . Ora, vorre iinsistere su un altro punto : in questi giorn isi è discusso a lungo (e voi tutti conoscetel ' interpellanza del senatore Bergamasco e d ialtri colleghi del Senato) sul problema de ivincoli dell ' autonomia delle regioni . Ora,come volete conciliare questo progetto con l anecessità di una concezione interregionaleampia e coerente al tempo stesso ? Il proget-to sottrae i canoni alla economia di mercatoe li affida a commissioni provinciali : comeprocederanno queste commissioni ? La li-bertà unifica e concilia le diversità, ono-revoli colleghi ; sopprimendo la libertà, . lediversità si fanno più gravi . Nel nostro pae -

se si va dal grande affitto industriale (e tutt ivoi, onorevoli colleghi, pensate a quello ch eè il cuore agricolo di una parte della nostr avita economica, la zona irrigua della Lom-bardia) al sistema (tanto diverso !) del gabel-lotto-affittuario, e ancora ad altri tipi di af-fitto fra loro ben differenziati, a seconda, perlo più, del cointeressamento, o no, del la-voro manuale alla conduzione : basti pensare ,per esempio, al terratico dell'Italia meridio-nale; oppure all'affittanza collettiva, o, in Si-cilia, al subaffitto come sottotipo di affittanzacollettiva, in cui l ' intermediario scompare ; oallo stesso affitto misto .

Come verrebbero ordinate codeste diffe-renze nell ' ambito delle commissioni provin-ciali, previste dal progetto ? Come vengonoordinate le differenze delle varie forme diconduzione in rapporto a un sistema di affit-tanze come questo che leggiamo nel progettoDe Marzi-Cipolla ? L'onorevole Andreotti hadetto giustamente che bisogna creare nuov iistituti più aderenti alla realtà agricola. Maquesto progetto, sotttraendo il rapporto diaffittanza alla figura che gli è propria, di rap-porto economico, elude il problema di fondoche è proprio di ogni affittanza secondo l enuove esigenze della realtà agricola ; e che ap-punto per ciò ne ha sempre determinat ol 'enorme varietà di strutture : voglio dire i lproblema dell'indennità per i miglioramenti ,che pur è, in partenza, ispiratore del disegn odi legge .

R naturale che sia un problema diverso asecondo delle varie zone e delle varie form edi fitto. Il rapporto contrattuale fu sempre unfatto economico. Noi non possiamo dimenti-care, onorevoli colleghi, l'importanza dell aconsuetudine locale, la quale, nonostante l eprevisioni per il funzionamento delle commis-sioni tecniche provinciali, non sempre potràvenire rispettata. Secondo la legge Fisher, pè inversamente proporzionale a q ; questo val eanche, anzi soprattutto, in agricoltura ; e inquesti casi come potranno le statuizioni dellacommissione tecnica provinciale rispettare, i nbase aI progetto di legge com 'è ora formulato ,le condizioni determinabili caso per caso ?C'è un rapporto tra bilancio di fertilità ini-ziale e bilancio di fertilità conclusivo ; oppu-re, in altri casi, ci sono migliorie fondiarie ,che hanno carattere permanente, e che impor-tano, da parte del locatario, un'azione di pro-sciugamento, di irrigazione, di colture, di im-pianti nuovi, insomma, la quale non può es-sere affrontata senza l'incentivazione, nel pro-prietario, di un interesse che stimoli e tutel ila sua posizione di proprietario. Voi non po-

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tete procedere a tentoni, mettendo insiemetutti i contratti, tutti bloccandoli, e valutand otutto sulla base di un reddito dominicale, ch efinite con il considerare, anche se non ve neaccorgete in partenza, come un dato astratto .

Ernesto Pontieri, al quale dobbiamo un aapprofondita riflessione sulla nostra storia eco-nomica, ha mostrato, in un libro famoso, cheil nostro Risorgimento fu preparato, nei secol iprecedenti, da una formazione dello spirito d iproprietà. Tutta la dottrina è concorde sull anecessità di una disciplina giuridica che re-goli a un tempo le « ofelimità » rappresentatedalla personalità economica del proprietario equelle rappresentate dalla personalità dell'im-prenditore . Io mi permetterò di ricordarvi unvecchio lavoro, ancora, per molti rispetti, in-superato : gli Studi sui contratti agrari de lSerpieri . Si è sempre parlato dell ' indennità ;ma dobbiamo parlarne in rapporto con la pro-prietà e con il lavoro.

Onorevoli colleghi, questo progetto di leggeprocede invece a una sorta di espropria-zione: così è di fatto, e non c 'è modo di ne-garlo, anche se le forme del progetto sem-brano, a una considerazione superficiale, na-sconderlo ; si vuole partire da una sorta di re-viviscenze mitiche, e ve l'ha mostrato già l oonorevole Ferioli . Avete in questo stesso gior-no il monito che viene da un movimento de -terminato in gran parte dalla crisi dell'agri-coltura ; ma chiudete gli occhi, come se nonvoleste vedere; vi ostinate a non intendereche è in atto una tremenda crisi che si abbatt esu ogni forma di repressione dell'iniziativa .Non è possibile scindere l'interesse del pro-prietario da quello dell'affittuario . Questo pro -getto, onorevoli colleghi, -con il pretesto di at-tribuire nuovi diritti e nuovi poteri all'affit-tuario in ciò che riguarda la gestione dell'im-presa agricola, e la sua organizzazione, finisc ecol colpire l'intrapresa nel suo complesso . I ldiritto dell 'affittuario deve essere considerat oin stretta unità con il diritto del proprietario .È qui il punto base. È in atto una crisi agri-cola, e questo progetto di legge, se non sar àmodificato su molti punti, finirà con l'aggra-varla indefinitamente . I vincoli che esso vuo-le imporre alla disciplina dei fitti sono tal iche il proprietario agricolo dovrà rinunciar ealla sua stessa attività, se non vorrà esseretravolto dal peso di canoni assolutamente in-sopportabili .

Era questo che si voleva da chi proposeil disegno di legge ? Io, che pure in quest astessa aula, il 6 maggio 1969, illustrando l amozione, che portava la firma mia e di altr icolleghi liberali, sulla crisi agrumicola e or -

tofrutticola, avevo affermato che la linea po-litica attuale, contro cui l'opposizione costi-tuzionale liberale ha reagito da sempre ,avrebbe condotto a un aggravamento decisivodelle condizioni agricole del nostro paese, tut-tavia avevo sempre continuato a sperare i nuna resipiscenza, sollecitata appunto dall enostre osservazioni e dalla nostra opposizio .ne. Non si era forse detto, nell'ambito de lpartito di maggioranza, che per la democra-zia cristiana il problema dell'agricoltura ènon solo problema economico, bensì ancheproblema di valori umani e morali ? Che l ademocrazia cristiana doveva realizzare un apolitica agraria al servizio dell'uomo e no nviceversa ? Si badi : ciò era stato detto al Xcongresso nazionale della democrazia cristia-na, nel lontano novembre 1967. Che ne è ,ora, di quei propositi ? L'uomo è umiliato ,nel progetto di legge che discutiamo, ne lprimo dei suoi diritti fondamentali : quel-

lo di essere se stesso, di non essere punit operché ha conquistato, realizzando se stesso ,una proprietà. Noi chiediamo che l'uomo ab-bia il diritto di non ricevere, in ambito d i

conduzione dei fondi, un canone che even-tualmente risulti inferiore alla tassa chegrava sul fondo ! Si vuole che i proprietar iabbandonino le terre ? E che l'Italia divent iun paese di terre incolte ? Se si vuole questo ,lo si dica, almeno, con chiarezza. L'onorevol eTozzi Condivi, che pur non è di parte nostra ,che è un esponente, appunto, del partito d imaggioranza, ha già giustamente rilevato l egravi lacune di questa legge . È necessario –egli ha detto giustamente – il rinvio dell alegge in Commissione per modifiche radicali .

Io aggiungo : bisogna riconsiderare lo spiritodella legge, toglierle decisamente il caratter epunitivo, che essa sostanzialmente ha, i nfatto e in diritto; dare alla legge una caratte-ristica che sia almeno umana, nel quadrodelle necessità proprie della società di oggi .

Se una disciplina giuridica si vuole recar ealla conduzione di fondi rustici – e noi sia-mo i primi a convenire su questo punto –una siffatta disciplina giuridica deve prove-nire dal riconoscimento che la tutela dell aproprietà è un incentivo alle migliorie, per-ché non ci sono migliorie senza concordia ,nel sistema di conduzione, fra le due perso-nalità economiche che in partenza, nel siste-ma stesso, sono scisse . Noi dobbiamo stimo-lare l'imprenditore, ma stimolare anche i l

proprietario . Soprattutto, dobbiamo sviluppa-re gli investimenti fondiari .

In una Italia che è caratterizzata da di-verse strutture e consuetudini economiche, è

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assurdo sottrarre i fondi rustici alle leggi de lrapporto economico .

Mi permetto di ricordare, onorevoli colle-ghi, l ' insegnamento di un grande liberale ,De Viti-De Marco : non c ' è unità della patri asenza una libertà economica che la tuteli esostenga . (Applausi dei deputati del gruppoliberale) .

PRESIDENTE .

iscritto a parlare l'ono-revole Marras . Ne ha facoltà .

MARRAS. Signor Presidente, onorevol icolleghi, a differenza di quanto è avvenuto a lSenato circa un anno fa, il dibattito su que-sta legge avviene con una opinione pubblicamolto attenta, mentre è in atto nel paese u nduro scontro di. interessi che ha avuto rifless iprofondi anche dentro quest 'aula .

evidente che vi sono i sostenitori di que-sta legge e vi sono altrettanto aperti nemicidi essa : vi sono i sostentori convinti e i so-stenitori tentennanti; da una parte i 575 mil afittavoli, in tutto o in parte, e dall 'altra iproprietari dei 3 milioni 700 mila ettari d iterra concessi in affitto .

Vi è certo tra questi concedenti una gran -de massa di piccoli proprietari, che secondole mie valutazioni non dovrebbero toccare unmilione di ettari di questi 4 milioni ; ma c 'èsoprattutto un pugno di grandi proprietari ,e fra questi non nascondo che ci sono ancheimportanti enti morali, che pensano proba-bilmente di salvaguardare i loro bilanci con-servando ancora strutture di questo generenelle campagne o pensando che l 'assistenzao la sanità pubblica si possano risolvere pun-tando, come nei secoli scorsi, sui redditi delleterre .

Dico questo perché non dobbiamo mai di-menticare, affrontando questi argomenti, ch eci sono interessi radicalmente toccati, chequesti interessi si agitano, si muovono e nonpossono non arrivare anche dentro quest'aula .Debbo anche dire, per sgombrare immediata -mente il terreno di questo argomento, chel ' unica preoccupazione presentata con un mi-nimo di fondatezza da parte delle destre, èche in questo modo nessun proprietario d iterra investirebbe più in quelle terre chetanto hanno bisogno di investimenti, pe rdire che oggi in Italia quasi più nessun pro-prietario terriero investe profitti o reddit inelle terre . Altre destinazioni vengono scelt ea questo scopo .

Si arriva alla discussione di quest alegge con molto ritardo mentre è stato pos -

sibile in quest 'anno portare avanti provvedi -menti legislativi di grande importanza : lostatuto dei lavoratori, le regioni, il divorzio .Su questo provvedimento che ha iniziato i lsuo iter quasi contemporaneamente a quell iche citiamo, siamo già largamente in ritardo .Debbo aggiungere che un regalo è stato giàfatto alla rendita fondiaria, che segna in que-sto modo un certo punto a suo vantaggioperché probabilmente perplessità sorgerannosull'applicazione di quella norma della legg eche consentirà di applicare i nuovi livelli de icanoni anche all 'annata agraria 1969-70 . Nonsiamo lontani dal vero quando affermiamoche in questo modo 60 miliardi che potevanoessere nel 1970 dati ai contadini coltivator isono rimasti alla proprietà terriera .

La posizione dei comunisti su questa leg-ge, illustrata già dai colleghi Bardelli edEsposto, è sufficientemente limpida . Noi sia-mo uno dei gruppi promotori di questa legge .Sui contenuti di essa non in questa legislaturama in quelle precedenti (ricorderà per esem-pio il collega Truzzi le discussioni sulla leggen. 756 nel 1964) avanzammo un complesso or-ganico di emendamenti per introdurre l'affitt oin quella normativa .

Al Senato ci siamo astenuti dal voto perch éla legge secondo noi, poteva essere migliorata .E se oggi possiamo apparire i più convint iassertori di essa, nonostante la astensione ,questa collocazione non ce la siamo data noi :ci hanno aiutato a ritrovarla gli altri grupp i

politici .Si dice che abbiamo voluto strumentaliz-

zare questo provvedimento per fini demago-gici e propagandistici. I repubblicani ci accu-sano di servirci di questo provvediment ocome motivo di scontro con la democrazi acristiana per il controllo dei coltivatori di -retti . Poco fa l'esponente socialdemocratic oparlava invece di connubio tra noi e la demo-crazia cristiana, prospettando una specie d idiabolico disegno dei comunisti che conl'astensione al Senato e con la fermezza in

questa aula avrebbero da realizzare chiss àquali strani propositi per portare la eversione

nelle campagne . Noi respingiamo queste insi-nuazioni . Il nostro atteggiamento e la nostr abattaglia si proponevano esclusivamente di fa rfare un passo in avanti alle categorie che conquesta legge vedono meglio tutelati i loro di -

ritti . Non propaganda né demagogia, perché

noi siamo convinti – e ne abbiamo una larg aesperienza storica – che, come avanzano lecondizioni dei lavoratori, così avanza l ' in-fluenza e il prestigio del nostro partito tra

di essi .

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Il nostro obiettivo è stato uno solo : la ra-pida approvazione della legge che il Senat oci aveva trasmesso. Per ottenere questo – i lpresidente della Commissione agricoltura cene dia atto – ci siamo battuti contro il deferi-mento alle Commissioni riunite agricoltura egiustizia, segnalando al Presidente della Ca-mera questa strana ed imprevedibile iniziativ adi affidare, contro la prassi seguita nella pre-cedente legislatura per i contratti agrari, a du eCommissioni anziché ad una sola, con il pa-rere della Commissione giustizia, l ' esame delprovvedimento ; ci siamo sempre dichiarati di-sponibili per la sede legislativa e abbiamooperato perché questa si potesse ottenere : ab-biamo sempre vivamente protestato contro irinvii . E quando abbiamo chiesto il passaggioin aula del provvedimento due mesi fa, è statoperché forti motivi di dubbio in noi eranoinsorti, sulla base di una esperienza che du-rava da dieci mesi, circa la volontà politicadi certi settori della democrazia cristiana difar giungere in porto questo provvedimento .

E anche dopo che il provvedimento f uiscritto all'ordine del giorno dell'Assemblea –l'onorevole Truzzi ce ne dia atto – fummo pa-zienti ed attenti nella valutazione e nell'esamedelle perplessità anche legittime che insorge -vano in alcuni settori del vostro gruppo. Nonci siamo sottratti ad incontri, anche quandosi potevano prestare ad alimentare dubbi sull evostre intenzioni .

Se siamo arrivati oggi a sostenere che lalegge deve essere approvata nel testo de] Se -nato, questa posizione è il frutto di dodic imesi di rinvii, di perplessità, di incertezze checi davano la sensazione di come forze potenti ,oltre alle destre tradizionali, si stavano scate-nando contro la legge, e di come queste forzeerano riuscite in parte a far breccia anche ne lvostro partito .

Abbiamo visto disegnarsi una volontà dila-toria che sembrava e sembra tuttora affidars iad eventi ipotizzabili nell'attuale precaria si-tuazione politica : e questo era un legittimo mo-tivo di preoccupazione politica da parte no-stra, che ci induceva ad abbreviare i temp iper l 'approvazione della legge . Non è che c isfuggisse il fatto che nel provvedimento tra -smesso dal Senato vi fossero imperfezioni :c 'erano ed eravamo stati noi i primi a denun-ciarle in quel ramo del Parlamento . Ma i per-fezionamenti che ci venivano proposti da varieparti camminavano tutti in una direzione, era -no tutti contrassegnati dalla volontà di atte-nuare il colpo che la legge assesta alla rendit afondiaria, dalla preoccupazione di risponderealle pressioni, alle campagne di stampa e alle

agitazioni che si erano scatenate nel paese ,sulla stampa, in certe categorie negli ultim imesi .

D'altronde le proposte per mutare la com-posizione della commissione con una maggiorepresenza dei proprietari terrieri, l'aumentoreale dei coefficienti ad esentare commission iprovinciali, l 'orientamento a cui devono atte-nersi una regione italiana dove il contratto d iaffitto e quello del pascolo rappresentano fors eil livello più esoso della rendita fondiaria ,

l'introduzione della scala mobile sui canoni .

Che senso avevano tutte queste proposte ?D'altronde, che le nostre preoccupazioni aves-sero una validità non è stato forse confermatoin questa aula ? Non abbiamo nessuna difficol-tà a riconoscere la parte grande che uominidella democrazia cristiana e organizzazioni

largamente influenzate dalla democrazia cri-stiana hanno avuto in questa legge . E comepotremmo dubitare d'altronde, marxisti comesiamo ? Sappiamo che il vostro partito, le or-ganizzazioni di massa che voi controllate, or-ganizzano centinaia di migliaia di coltivatori ,

la maggioranza delle masse coltivatrici italia-ne; e la pressione, la volontà di cambiamento ,

di rinnovamento che vi è in loro non potevanonon riflettersi ai vertici di queste organizza-zioni e ai vertici del vostro partito. E tutta -via, trascurando le destre che fanno la lor o

parte, gli attacchi più duri alla legge, i « se » ,i condizionamenti, non sono forse venuti tutt i

dalla vostra parte ? O che senso hanno gli in-terventi dell'onorevole Spadola, dell'onorevole

Tozzi Condivi ? Non sono questi una confer-ma di larghe resistenze che ci sono nel vostr ogruppo, nel vostro partito e di cui non pote-vamo non preoccuparci ai fini del destino d iquesta legge? Ne abbiamo avuto una manife-stazione in aula . E in verità non gridiam oneanche allo scandalo per il fatto che parla-mentari vostri possano dissentire nettamente ,radicalmente, dall'impostazione di quest a

legge . Siete un pàrtito interclassista, lo dichia-rate ; ancora legami profondi, non recisi, man -tenete con certe forze conservatrici delle cam-pagne. Ed è un prezzo questo che si deve pa-gare per alcuni sostegni che si danno, che al-cuni di voi almeno vogliono pagare . E non honeanche difficoltà a riconoscere che alcuni d iquesti interessi, portati anche da intervent inegativi, come quelli degli onorevoli Tozz i

Condivi o Spadola, possano essere soggettiva-mente considerati come legittimi . Non mi per-metterò, di fronte a questa legge e a quelloche essa comporta, di fare del sarcasmo sull evedove, sui vecchi, sui piccoli proprietari cheverranno colpiti : perché verranno colpiti . Non

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me lo permetto. E trovo anche legittimo cheesigenze di questo genere trovino una loro vocedentro quest ' aula. Tuttavia, cari amici dell ademocrazia cristiana, una scelta la dobbiam ofare; e la politica è una milizia che imponescelte anche dolorose talvolta, purché questevengano fatte nella prospettiva del progresso edi un assetto più civile, avanzato e giusto dell anostra società . Anche noi lo abbiamo, il pro-blema dei piccoli proprietari . In Sardegna ungrande movimento di massa come il nostro ,che tocca i 200 mila voti, ha anch'esso nel su oseno migliaia di emigrati che hanno lasciat ole loro terre, migliaia di piccoli proprietari chesono andati in pensione, ma non possiamo pen-sare di sodisfare o di risolvere le loro preoc-cupazioni frenando il progresso. Pensiamo chesi debbano trovare le soluzioni idonee anch eper questo, non come propone l'onorevol eAverardi, separando la rendita dei piccol idalla rendita dei grandi (anche se la prima nonnon si presenta con gli stessi caratteri di eso-sità), ma trovando per i piccoli proprietari ,per le vedove, per gli emigrati quelle forme ,quegli aiuti, quei sostegni che iniziative legi-slative vostre e nostre propongono precisa-mente in questa direzione .

Ma voi pensate che il grande disegno, l agrande dottrina vostra, espressa nella formu-la della coincidenza dell'impresa con la pro-prietà – ed è in questa direzione che la legg eche stiamo discutendo cammina – possa va-lere solamente per l'appezzamento di terre -no di 100 ettari e non anche per quello di 10ettari ? Ma, d'altronde, non è stato uno de ivostri maggiori esponenti ad esprimere in ter-mini così significativi che in due sulla terr anon ci si vive più, che la vedova e il conta-dino non ci possono vivere ? A questo con co-raggio dobbiamo andare, salvaguardandoogni legittimo interesse . Quando qualcuno d ivoi dice che siete un partito più avanzato d iquanto non sia il corpo elettorale che vi segue ,noi vi diciamo che funzione dei partiti è pro-prio quella di portare l'elettorato al livello d icoscienza che le avanguardie organizzate ne ipartiti hanno raggiunto ; che questo proble-ma si può porre per voi su questo tema, com esi è posto per noi in tante altre circostanze .

Ma sarebbe ingiusta questa nostra analis iretrospettiva se non tenessimo conto anch edelle novità insorte nei dibattiti in aula. I lche vuoi dire che un confronto non lo abbiamorifiutato, che un confronto lo cerchiamo . Ora,di fronte ad interventi come quelli che ho ci-tato, abbiamo ascoltato da parte del vostr ogruppo eminenti esponenti del settore agrari omanifestare preoccupazioni che portano un al -

tro segno, che camminano in altra direzion erispetto a quella che conoscevamo, sollevareproblemi che non ci lasciano indifferenti, gl istessi problemi o gran parte di quelli che no iavevamo sollevato al Senato: il problema delledisdette, il problema del credito, il problem adegli altri contratti, il problema della duratadel contratto di affitto di cui parlava poc 'anzil'onorevole Averardi .

Ebbene, queste questioni, queste perples-sità, questo segno nuovo di un certo orienta -mento in parte dei vostri è un aspetto che no iconsideriamo positivo e sul quale vogliamoriflettere. Ma non abbiate nessuna perplessit àse noi abbiamo avanzato nel corso di questesettimane una linea di tattica parlamentareche mi sono incaricato di spiegare e di giusti-ficare, che ci avete in una qualche misura im-posto voi tenendo 12 mesi questa legge inquesto ramo del Parlamento : dobbiamo dirv iche nessuna perplessità abbiamo a soluzioni ,a provvedimenti, a misure anche rapide in di-rezione di quegli obiettivi positivi che uomin icome l'onorevole Lobianco e come l'onorevol eCiaffi hanno indicato .

Certo, noi eravamo contrari al cambia -mento del contratto di mezzadria in contratt odi affitto : lo abbiamo detto e scritto a suotempo, ma abbiamo sempre aggiunto, quan-do facevamo questa affermazione, che erava-mo contrari al cambiamento di quel contratt odi affitto retto dalle norme del 1962, ma, s efossimo riusciti ad avere norme più avanzat esull 'affitto dei fondi rustici, non avremmo avu-to nessuna difficoltà a riconoscere una libert à

per il mezzadro o per il colono a sceglier eil contratto più conveniente . E allora l'onore-vole Ciaffi dovrebbe ricordare 'che abbiamoapprezzato la sua iniziativa di presentare un aproposta di legge in questo senso . Possiamoannunciare che stiamo approntando una no-stra proposta di legge, forse più organica ; ealla ripresa parlamentare chiederemo che ven-ga discusso subito – come ci chiedono le orga-nizzazioni mezzadrili di cui siamo tanta part e– questo provvedimento legislativo autonomo .Siamo però anche attenti a quello che le orga-nizzazioni mezzadrili ci chiedono : ossia l 'ap-provazione della legge nel testo approvato da lSenato, seguita dall ' avanzata delle altre ini-ziative .

Questa, dunque, è stata, nei 12 mesi, lanostra posizione; questa è la posizione ch eabbiamo riconfermato in aula. Sostenendo eavanzando queste iniziative, non vogliamocertamente presentarci come interpreti unic i(non ne abbiamo la possibilità né la forza)

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del mondo contadino, dei coltivatori diretti ;ma ne siamo però una parte importante, e c ela siamo saputa conquistare attraverso analisi ,programmi, se volete anche ideologie, che han-no fatto fare al movimento operaio italian ograndi progressi . Salvo che nel settore brac-ciantile, il partito comunista aveva sempr emantenuto un atteggiamento diffidente ne iriguardi dei contadini coltivatori diretti ; maè stato proprio il partito comunista che, gra-dualmente, lentamente, ma con successo, h adato alla classe operaia coscienza e visionenazionale del problema contadino, dell'im-portanza della questione agraria e della rifor-ma agraria, come riforma centrale per lo svi-luppo del nostro paese .

TRUZZI . Anche i socialisti sono stati vo-stri predecessori !

MARRAS. E se oggi vi sono ancora, ne lmovimento operaio, manifestazioni di insuf-ficiente valutazione e comprensione, non èdalla nostra parte che le trovate . Certo, qual-cuno, come l'onorevole Lobianco, potrebbe af-fermare che uno dei meriti di questa legge èquello di aver convertito i comunisti alla pro-prietà della terra in mano ai contadini colti-vatori . In questo campo, non vogliamo farepolemiche. Certo, la nostra linea in questo sen-so si è evoluta nel corso dei decenni . Ab-biamo cercato di capire che cosa vogliono icontadini . E, se volete anche questo riconosci-mento, abbiamo cercato di imparare anch edalla vostra esperienza, dall 'esperienza del piùgrande movimento storico come organizzator edelle masse contadine del nostro paese . E c isiamo convinti che i sistemi e le soluzioniadottati in altri paesi, e certamente validi inquei paesi, non sono ripetibili nella situazion eitaliana; che l'agricoltura del nostro paese - do-vrà trovare le sue proprie forme produttive ,le sue forme .di proprietà, così come i conta-dini vorranno stabilirle . E per questo che nel-l'ultima conferenza agraria del nostro partitoabbiamo affermato una autonomia del movi-mento contadino anche dal movimento ope-raio: cioè come classi, come categorie, con in-teressi loro da confrontare con quelli di altr ecategorie, capaci di esprimerli autonomamen-te e di difenderli . Non ci sfugge, proprio per-ché in questi ultimi anni la classe operaia ita-liana ha fatto così grandi progressi, che c 'èun pericolo obiettivo di sopravvanzata degl iinteressi dei salariati del nostro paese rispet-to agli interessi dei contadini coltivatori . Que-

sto pericolo lo avvertiamo e a questo pericol ocerchiamo di porre riparo in primo luogo af-fermando, anche nei riguardi vostri, che setra il settore delle campagne, già largamenteesteso, influenzato dagli ideali socialisti, e i lpiù largo settore influenzato invece dal vostromovimento, non si trovano forme di incontro ,di dialogo, di solidarietà comune, le class icontadine nel nostro paese non potranno con -tare come contano oggi altre classi sulla bas edella loro unità e della loro autonomia dai go-verni, dai partiti e dai padroni .

Ecco perché questa legge ci interessava :anche per questo ! Perché, in questa legge ,quello che oggi le destre – e anche la social-democrazia – rimproverano come connubi ofra le due più grandi forze politiche del no-stro paese noi lo consideriamo altamente po-sitivo : consideriamo altamente positivo che ,partendo da una proposta di iniziativa vostrae da una proposta di iniziativa nostra, si sia-

no potuti trovare punti di incontro che fann oavanzare tutta la situazione e migliorano in

generale le condizioni dei lavoratori dellaterra .

Questa è la nostra linea, ed era necessari orichiamarla perché possiate capire le nostr e

preoccupazioni : preoccupazioni legittime. Viabbiamo detto che, se si vuol tornare indietrodalle conquiste già presenti in questo testo ,noi faremo blocco per difenderlo . Ci sono

possibilità di migliorare questo testo, voi dite ,non di peggiorarlo – come poteva sembrare i n

un primo momento – . Ebbene, se abbiam ouna volontà comune di migliorare questo te -sto, le espressioni legislative le sapremo tro-vare. Acquisiamo intanto rapidamente quest orisultato, con i suoi pregi e con i suoi limiti ,e mettiamoci in moto ! . . . Molto dipende da lei ,

onorevole Truzzi, per le funzioni che ha i nquesto ramo del Parlamento, per l 'autorità cheha e che si è saputa conquistare nel movi-mento contadino del nostro paese. Molto di -pende da lei nel mettere in moto in quest oramo del Parlamento una nuova e più dina-mica iniziativa parlamentare, grazie alla qual etante idee di rinnovamento, qui prospettate d avoi e da noi e niente affatto distanti le un edalle altre, abbiano la possibilità e le forze

per essere rapidamente attuate . (Applausi al-l'estrema sinistra — Congratulazioni) .

PRESIDENTE. Non essendovi altri iscritt ia parlare, dichiaro chiusa la discussione ge-nerale . Il seguito del dibattito è rinviato a daltra seduta .

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Annunziodi proposte di legge.

PRESIDENTE. Sono state presentate all aPresidenza le seguenti proposte di legge da ideputati :

CICCARDINI : « Modifica dell'articolo 18 del -la legge 19 ottobre 1956, n: 1224, concernent eil distacco dei segretari comunali » (2944) ;

MALFATTI FRANCESCO ed altri : « Riordina =mento degli enti lirici e sinfonici e delle atti-vità musicali » (2945) ;

BALLARDINI ed altri : « Istituzione dell'en-te " Comunità del Garda " » (2946) ;

TERRAROLI ed altri : « Istituzione dell ' enteComprensorio del Garda " » (2947) .

Saranno stampate e distribuite . La prima ,avendo l 'onorevole proponente rinunciato all osvolgimento, sarà trasmessa alla competent eCommissione, con riserva di stabilirne la sede .Delle altre, poiché importano onere finanzia-rio, sarà fissata in seguito – a norma dell ' ar-ticolo 133 del regolamento – la data di svol-gimento .

Trasmissione dal Senato .

PRESIDENTE. Il Presidente del Senatoha trasmesso alla Presidenza la seguente pro -posta di legge, approvata da quella IV Com-missione permanente :

Senatori PELIZZO ed altri : « Norme perl 'ulteriore trattenimento in servizio degli uf-ficiali di complemento e della riserva di com-plemento dell ' Arma dei carabinieri in deter-minate condizioni » (2948) .

Sarà stampata, distribuita e trasmess aalla competente Commissione permanente ,con riserva di stabilirne la sede .

Ritiro di una richiest adi rimessione all'Assemblea.

PRESIDENTE. Comunico che alcuni fir-matari della richiesta di rimessione all'As-semblea del disegno di legge: « Autorizza-zione della spesa per l 'esecuzione dei pro -grammi spaziali nazionali nel quadriennio1969-1972 » (approvato dalla I Commissionedel Senato) (2352) hanno dichiarato di riti -rare le proprie firme .

Essendo venuto meno, quindi, il requisi-to – prescritto dall 'articolo 40 del regolamen-to – della richiesta da parte di un decimo de ideputati, il disegno di legge ritorna, in sedelegislativa, alla Il Commissione (Interni) .

Approvazioni in Commissioni.

PRESIDENTE. La VIII Commission e(Istruzione) nella seduta di ieri, in sede legi-slativa, ha approvato le seguenti proposte d ilegge :

BERSANI ed altri : « Concessione di un con-tributo annuo all 'università di Bologna pe ril finanziamento del Centro di alti studi in-ternazionali » (191), con modificazioni ;

COMPAGNA : a Proroga dei termini per l echiamate e i trasferimenti a cattedre vacantipresso le facoltà universitarie » (2768), conmodificazioni .

Nelle riunioni di oggi delle Commissioni ,in sede legislativa, sono stati approvati i se-guenti disegni di legge :

dalla IX Commissione (Lavori pubblici) :

Modifica al testo unico delle leggi sugl iinterventi nel Mezzogiorno » (approvato dall aVII Commissione del Senato) (2510) ;

« Norme per l'assoggettamento a tutela de lterritorio dei comuni delle province di Padova ,Treviso, Venezia e Vicenza » (modificato dall aVII Commissione del Senato) (1687-B)- ;

« Ulteriore autorizzazione di spesa per l aapplicazione di provvidenze a favore dellezone devastate dalla catastrofe del Valont »(approvato dalle Commissioni riunite VII eIX del Senato) (2904) ;

dalla X Commissione (Trasporti) :

« Costruzione dei nuovi aeroporti di Fi-renze, Napoli e della Sicilia sud-occidental e(Agrigento), completamento del nuovo aeropor-to civile di Olbia – Costa Smeralda – e com-pletamento, ai fini dell'attività aerea civile ,di taluni aeroporti militari aperti al trafficocivile » (2228), con l'assorbimento della propo-sta di legge CASTELLUCCI ed altri : « Sistema-zione e potenziamento dello scalo civile del -l 'aeroporto di Ancona in Falconara » (887) laquale, pertanto, sarà cancellata dall 'ordine delgiorno;

dalla XIV Commissione (Sanità) :

Estensione al personale maschile delloesercizio della professione di infermiere pro-fessionale, organizzazione delle relative scuol ee norme transitorie per la formazione del per -sonale di assistenza diretta » (testo unificat oapprovato dalla XI Commissione del Senato )(1991), con modificazioni e con l'assorbimentodelle proposte di legge(: FERIOLI ed altri : « Isti-tuzione di scuole professionali per infermieri »(274) ; SPINELLI : « Estensione al personale ma-

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schile dell'esercizio della professione sanitari aausiliaria di infermiere professionale e mo-difiche delle scuole professionali per infer-mieri » (596) ; DARIDA : « Istituzione di scuol eper infermieri professionali » (898) le quali ,pertanto, saranno cancellate dall 'ordine delgiorno;

« Modifiche ed integrazioni alla tabella deidiritti per la visita del bestiame, dei prodottied avanzi animali ai confini dello Stato, aisensi dell'articolo 32 del testo unico delle leggisanitarie, approvato con regio decreto 27 lu-glio 1934, n . 1265, modificata ed integrata condecreto legislativo del Capo provvisorio dell oStato 27 settembre 1947, n . 1099, e con legg e23 gennaio 1968, n . 30 » (modificato dalla XICommissione del Senato) (2334-B) .

Deferimenti a Commissioni.

PRESIDENTE. Sciogliendo la riserva, co-munico che le seguenti proposte di legge sonodeferite alle sottoindicate Commissioni per-manenti, in sede referente :

alla I Commissione (Affari costituzio-nali) :

BOFFARDI INES ed altri : « Modifica degl iarticoli 18 e 19 del decreto del President edella Repubblica 5 giugno 1965, n . 749, e ri-pristino degli articoli 9, 10 e 15 della legg e22 luglio 1961, n. 628, sull 'ordinamento delMinistero del lavoro e della previdenza socia -le » (2905) (con parere della V e della XIIICommissione) ;

alla VI Commissione (Finanze e tesoro) :

Tozzi CONDIVI : « Modifica alla legge I 5febbraio 1958, n. 46, contenente nuove normesulle pensioni a carico dello Stato in favor edel coniuge e figli del dipendente defunto pri-ma di aver raggiunto l 'anzianità necessari aper il diritto alla pensione » (urgenza) (2705 )(con parere della I e della V Commissione) ;

alla VII Commissione (Difesa) :

FELICI : « Modifica alla legge 12 novembr e1955, n. 1137, sull'avanzamento degli ufficial idell'esercito, della marina e dell'aeronautica(2751) ;

alla VIII Commissione (Istruzione) :

CINGARI ed altri : « Provvedimenti per i lpersonale docente delle università » (2909 )(con parere della V Commissione) ;

alla IX Commissione (Lavori pubblici) :

CALVETTI e •GRASSI BERTAllI : « Modifica al -l'articolo unico del decreto legislativo del Cap oprovvisorio dello Stato 6 marzo 1948, n . 341 ,concernente il collaudo di lavori pubblici »(2906) ;

alla XI Commissione (Agricoltura) :

PREARO ed altri : « Concessione di un con-tributo allo Stato per favorire la commercia-lizzazione di prodotti ortoflorofrutticoli» (2741 )(con parere della V e della XII Commissione) ;

MENGOZZI ed altri : « Modifica dell'artico -lo 9 della legge 27 ottobre 1966, n . 910, concer-nente provvedimenti per lo sviluppo dell 'agri-coltura » (2907) (con parere della V Commis-sione) .

L'onorevole Ines Beffardi, per la sua pro -posta di legge n . 2905, testé deferita alla ICommissione (Affari costituzionali) in sede re-ferente, ha chiesto la procedura d'urgenza .

Se non vi sono obiezioni, l'urgenza s'inten-de accordata .

(Così rimane stabilito) .

Annunziodi risposte scritte ad interrogazioni .

PRESIDENTE. Sono pervenute alla Presi-denza dai competenti ministeri risposte scritt ead interrogazioni . Saranno pubblicate in al -legato al resoconto stenografico della sedutaodierna :

Annúnziodi interrogazioni e di una interpellanza.

ARMANI, Segretario, legge le interroga-zioni e l'interpellanza pervenute alla Presi-denza .

Ordine del giornodella prossima seduta .

PRESIDENTE . Comunico l'ordine del gior-no della seduta di venerdì 15 gennaio 1971 ,alle 16,30 :

1. — Interrogazioni .

2. — Seguito della discussione del disegnodi legge costituzionale:

Modificazioni e integrazioni dello Statutospeciale per il Trentino-Alto Adige (2216) ; -

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e della proposta di legge costituzionale :

BALLARDINI ed altri : Modifica dell'arti-colo 63 dello Statuto speciale della RegioneTrentino-Alto Adige (277) ;

- Relatori : Ballardini, per la maggio-ranza; Scotoni e Malagugini ; Luzzatto ; Almi-rante, di minoranza .

3. — Seguito della discussione delle pro -poste di legge :

Senatori DE MARZI ed altri ; CIPOLLA edaltri : Nuova disciplina dell 'affitto di fondirustici (Testo unificato approvato dal Senato )(2176) ;

PIRASTU ed altri : Norme per la riformadel contratto di affitto pascolo in Sardegna(117) ;

ANDREONI ed altri : Norme in materia d iaffitto di fondi rustici (2378) ;

BIGNARDI ed altri : Norme in materia diaffitto di fondi rustici (2404) ;

— Relatori : Ceruti e Padula, per la mag-gioranza; Sponziello; Bignardi, di minoranza .

4. — Seguito della discussione del disegnodi legge :

Delega legislativa al Governo della Re-pubblica per la riforma tributaria (1639) ;

- Relatori: Silvestri e Bima, per lamaggioranza; Raffaelli, Vespignani e Lenti ,di minoranza .

5. — Discussione del disegno di legge co-stituzionale :

Modifica del termine stabilito per la du-rata in carica dell'Assemblea regionale sici -

liana e dei Consigli regionali della Sardegna ,della Valle d'Aosta, del Trentino-Alto Adige ,del Friuli-Venezia Giulia (1993) ;

e della proposta di legge costituzionale :

LIMA e SGARLATA : Modifica del termin estabilito per la durata in carica dell'Assem-blea regionale siciliana e .dei Consigli regional idella Sardegna, della Valle d'Aosta, del Tren-tino-Alto Adige, del Friuli-Venezia Giuli a(1258) ;

— Relatore: Bressani .

6. — Discussione delle proposte di legge :

BONIFAZI ed altri : Norme per l 'attivitàe il finanziamento degli enti di sviluppo (Ur-genza) (1590) ;

MARRAS ed altri: Misure per contener eil livello dei prezzi nella distribuzione dei pro -dotti agricolo-alimentari (Urgenza) (1943) .

7. — Discussione delle proposte di leggecostituzionale :

Bozze ed altri : Modificazioni all'istitut odell'immunità parlamentare previsto dall'ar-ticolo 68 della Costituzione (Urgenza) (120) ;

ALESSI : Modifica all'articolo 68 della Co-stituzione (Urgenza) (594) .

La seduta termina alle 20,15.

IL CONSIGLIERE CAPO SERVIZIO DEI RESOCONTI

Dott . MANLIO ROSSI

L'ESTENSORE DEL PROCESSO VERBAL E

Dott . ANTONIO MACCANICO

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Camera dei Deputat i

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INTERROGAZIONI E INTERPELLANZ AANNUNZIATE

INTERROGAZION I

A RISPOSTA SCRITT A

ALPINO E DEMARCHI . — Al Ministrodell'interno . — Per conoscere :

in quali modi e ad opera di chi si astato impedito lo svolgimento della riunion eindetta dall ' UMI la mattina di domenica 1 3dicembre 1970, nel cinema Eden di Alba, perun dibattito sui problemi studenteschi e gio-vanili ;

quale sia stata l'azione svolta, in taleoccasione e durante i successivi incidenti, da lsindaco della città e dalla forza pubblica .

(4-15186)

ALPINO DEMARCHI. — Al Ministrodei trasporti e dell 'aviazione civile. — Persapere se non ravvisa la necessità di ade-guare, in accordo con la Compagnia interna-zionale dei vagoni letto, il relativo serviziosulla linea Torino-Roma e viceversa, - chetroppo sovente risulta insufficiente a front edelle esigenze del pubblico .

Si cita come caso recente la serata d imartedì 15 dicembre 1970, per la quale non siè ottenuta l'aggiunta di una carrozza-letti ,quando fin dal sabato precedente esisteva un aabbondante lista d'attesa di viaggiatori richie-denti il posto.

(4-15187 )

FLAMIGNI. — Ai Ministri del tesoro ,delle partecipazioni statali, del lavoro e pre-videnza sociale e dell'industria, commerci oe artigianato . — Per sapere se sono a cono-scenza dello stato di vivo malcontento deter-minatosi tra le popolazioni del comune d iMeldola (Forlì), a seguito della notizia diuna eventuale chiusura dello stabiliment odella Confitex, che conta circa 300 dipen-denti e costituisce la principale fonte di la-voro e di occupazione di quel comune .

Per sapere se non intendano promuovereuna indagine sulle reali cause dell 'attuale pe-sante crisi finanziaria e sull 'operato dell aditta Confitex, specie per quanto attien eall ' effettivo uso dell'ingente quantità di de-naro ricevuto a titolo di prestito dai variistituti di credito .

Per conoscere quali provvedimenti inten-dano prendere per impedire la smobilitazio-ne degli stabilimenti dipendenti dalla ditta

Confitex, compreso lo stabilimento di Mel-dola, le cui maestranze da tempo non ven-gono pagate con regolarità e soffrono le con-seguenze di una cattiva direzione .

Per sapere se non ritengano opportunoaccompagnare le doverose necessarie misurefinanziarie, che i Ministeri competenti do-vranno promuovere per salvare l'azienda, conla decisione di garantire un rigoroso controll opubblico e di sollecitare la partecipazionedelle maestranze alla riorganizzazione degl istabilimenti .

(4-15188 )

RICCIO. — Ai Ministri della difesa e del -l'interno . — Per conoscere se intendano con-cedere la promozione al grado superiore ,prima della data di collocamento in congedo ,a quei sottufficiali (marescialli) che sono ri-masti nei gradi di vicebrigadiere e brigadiereper complessivi quindici o sedici anni.

Si fa presente che per tali sottufficial ila promozione è un atto di giustizia, in quan-to essi sono rimasti nei gradi di vicebriga-diere e brigadiere un tempo più lungo d iquello in cui rimangono i sottufficiali dell e

leve più giovani .

(4-15189 )

RICCIO. — Al Ministro dell'agricoltura edelle foreste. — Per conoscere le ragioni, pe r

le quali a tutt 'oggi non sono stati presi i

provvedimenti a favore dei coltivatori dirett idella provincia di Caserta per i danni dagelo, verificatisi dal 1° al 5 maggio 1970 ,nonostante che l'ispettorato dell'agricolturaabbia trasmesso al Ministero perizia per l ariduzione del canone, nonché gli elementi

per l'applicazione del credito agevolato ;(4-15190 )

RICCIO. — Al Ministro delle poste e dell etelecomunicazioni . — Per conoscere se inten-da dare disposizioni perché sia consegnatanella mattinata la posta in arrivo a Rocca-rainola ed a Cicciano.

L'interrogante fa presente che, essendostato sostituito il titolare del servizio postal eche prima veniva fatto dalla Circumvesuvia-na, la posta giunge nelle ore pomeridiane ,il più delle volte, e non viene distribuita .

- (4-15191 )

RICCIO. — Al Ministro dell' industria, delcommercio e dell 'artigianato . — Per chiederese intenda intervenire per la sollecita realiz-zazione, in Torre Annunziata, dello stabili -mento per la lavorazione di acciaio speciale ,previsto dalla Breda Siderurgica .

(4-15192)

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RICCIO. — Al Ministro delle partecipa-zioni statali . — Per conoscere se e quandosarà potenziata la Dalmine di Torre Annun-ziata, sia con l 'attuazione di nuove lavora-zioni per le quali alcuni macchinari son ogià nello stabilimento, sia per lo ampliamentodello stesso .

(4-15193 )

RICCIO . — Ai Ministri della marina mer-cantile e dei lavori pubblici . — Per chiederese intendano realizzare il potenziamento el 'ammodernizzazione del porto di Torre An-nunziata; ed in particolare se intendano, econ urgenza, spendere i quattrocento milion igià stanziati, per l 'ampliamento ed il prolun-gamento della banchina « Crocella » di que lporto .

(4-15194 )

RICCIO. — Ai Ministri dei lavori pub-blici e del lavoro e previdenza sociale. — Perconoscere se intendono finanziare il piano d iopere, presentato dal comune di Torre An-nunziata da realizzarsi con i cantieri scuola ,dato che il comune non è in condizione difinanziare i lavori stessi ; e per chiedere, al-tresì se, in seguito alla domanda avanzatadal comune, saranno disposti altri contributiper cantieri a favore della città di Torr eAnnunziata .

(4-15195 )

RICCIO. — Al Ministro di grazia e giu-stizia e al Ministro per la riforma della pub-blica amministrazione. — Per conoscere see quando intendano procedere alla sistema-zione degli amanuensi addetti agli uffici giu-diziari .

(4-15196 )

RICCIO. — Al Ministro dell 'interno . —Per conoscere se è stata approvata la delibe-razione del comune di Napoli, spedita al Mi-nistero il 3 luglio 1970 relativa alla siste-mazione delle dopo-asiliste, dipendenti delcomune di Napoli .

(4-15197 )

TAGLIAFERRI . — Al Ministro del lavoroe della previdenza sociale . — Per saperequali orientamenti si ritiene di dover espri-mere in ordine all 'esigenza di una maggior eorganicità nel settore dell'istruzione profes-sionale e di una rapida definizione delle re-lative competenze, e, in particolare, quali mi-sure si intendano adottare a fronte delle ri-vendicazioni sollevate dall'agitazione degli

studenti dell'INAPLI e ENAIP che, come ne lcaso di Piacenza, hanno chiesto :

a) il diritto dell'assemblea _durante loorario scolastico ;

b) la possibilità di usufruire della men-sa a mezzogiorno ;

c) la riduzione dei costi, di trasportopubblico (come per gli altri studenti) ;

d) il miglioramento e potenziament odelle attrezzature didattiche .

(4-15198 )

PELLIZZARI. — Al Ministro del lavoro edella previdenza sociale. — Per chiedere qual iiniziative intenda prendere nei confronti dell a

società A. Pellizzari di Arzignano (Vicenza) ,occupata il 17 dicembre 1970 dalle maestranzein seguito alle prospettive fallimentari, no n

certo attenuatesi durante questi mesi di am-ministrazione controllata .

L'interrogante, richiamandosi agli impe-gni emersi a livello ministeriale durante un

qualificato incontro delle rappresentanze de ilavoratori della fabbrica, accompagnate d a

alcuni parlamentari vicentini e dal sindac o

di Arzignano, con i Ministri dell ' industria ,delle partecipazioni statali e dello stess oMinistro del lavoro, avvenuto nell'estat e

scorsa; constatando l'impossibilità di norma-lizzare la situazione senza urgenti intervent i

ministeriali e sottolineando il peso determi-nante di questa fabbrica elettromeccanica ne l

contesto dell 'economia della zona ai finioccupazionali e di sviluppo economico, chied e

che la fabbrica stessa venga incorporata nelle

partecipazioni statali, con conseguente con-trollo pubblico, nel quadro di una politica

di potenziamento e di sviluppo di tutto il set-

tore dell ' elettromeccanica pesante, al fine d i

assicurare il posto di lavoro ai 1 .700 dipen-denti e salvare in tal modo una fabbrica ch e

da decenni è stata vanto dei mercati nazional i

e internazionali per l'alta specialità dei suo i

prodotti .

(4-15199 )

RAUSA. — Al Ministro dell 'agricoltura e

delle fareste . — Per sapere se è a conoscenza

della crisi pesante in atto sul mercato de l

vino, soprattutto per quanto riguarda il pro -

dotto 1970 delle regioni meridionali e, in par-ticolare, del Salento, per il quale si registrano

forti giacenze in ogni centro e cantina so-

ciale ; se non ritiene opportuno disporre pe r

un conferimento massiccio di tali giacenze all a

distillazione agevolata; se infine non ritiene

di dover porre in atto quanto previsto da legg i

e disposizioni vigenti in materia .

( 4-15200)

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CIRILLO. — Al Ministro dei lavori pub-blici . — Per sapere quali provvedimenti ur-genti intende adottare per la sistemazionedella variante esterna all 'abitato di San Bar-tolomeo in Galdo (Benevento), da poco ul-timata, in relazione alla segnalazione del-l 'amministrazione comunale, inoltrata all ostesso Ministro, sulle carenze costruttive e idissesti che la variante medesima presenta ;quali sono i risultati del collaudo dell'oper ache sarebbe stato effettuato il 15 settembr e1970 .

(4-15201 )

CRISTOFORI. — Al Ministro della pub-blica istruzione . — Per sapere se è a cono-scenza delle conseguenze derivanti dal de-creto ministeriale 5 maggio 1970 pubblicat osulla Gazzetta Ufficiale del 31 ottobre 1970 ,n. 277, relativo al bando di concorso a 44 8posti di insegnante tecnico-pratico negli isti-tuti tecnici industriali, ai sensi del regio de-creto 16 ottobre 1934, n . 1840.

Tra l 'altro tale regio decreto prevede unlimite di età a 30 anni per consentire l'am-missione al concorso e l ' elevazione di tal elimite di età anche oltre i 40 anni per color oche fossero regolarmente iscritti al partit onazionale fascista .

Dopo 10 anni di sospensione dei concors iper insegnanti tecnico-pratici, molti hann osuperato i limiti di età previsti dal recent ebando di concorso e si trovano così nella con-dizione, dopo avere servito con fedeltà e de-dizione la scuola, di non poter neppure rego-larizzare la loro posizione che viene oramantenuta da un rapporto d'impiego a temp oindeterminato .

Si chiede pertanto che venga sospeso - i lconcorso e si provveda ad emanare nuove nor-me sul reclutamento degli insegnanti, chetengano conto della condizione in cui si trov ala categoria che conta ben 6 .000 insegnanti .

(4-15202 )

LOSPINOSO SEVERINI . — Al Ministrodell'agricoltura e delle foreste. — Per cono-scere il suo pensiero in ordine al contenut odel secondo comma dell'articolo 5 della pro -posta di disciplinare, riguardante la denomi-nazione di origine controllata del vino « Aglia-nico del Vulture » proposta pubblicata sull aGazzetta ufficiale del 19 maggio 1970, facen-do rilevare che :

1) è assurdo ed inconcepibile conceder eil diritto d'imbottigliamento del vino « Aglia-nico del Vulture » ai comuni di Canosa, Bar-letta e Trani, in quanto il riconoscimento di

tale diritto verrebbe seriamente a pregiudi-care gli interessi dei numerosi viticoltori dell azona del Vulture, sparsi in ben 14 comuni ,i quali hanno l'irrinunziabile esigenza di di -fendere con ogni mezzo la genuinità ed il pre-stigio del loro prodotto e verrebbe inoltre asconvolgere il programma accuratamente stu-diato per dare deciso impulso all'increment odella produzione di detto vino ed alla su acommercializzazione ;

2) si rende necessaria la soppression edell'intero secondo comma dell'articolo 5 del-la proposta di disciplinare che inficia e rend einoperante il contenuto del primo comma del -lo stesso articolo ;

3) giustificati sono i risentimenti de iproduttori del vino dei 14 comuni interessati ,i quali hanno sollevato vive proteste e sonoin agitazione per la illegittima ingerenza d icomuni che sono al di fuori della zona d iproduzione.

(4-15203 )

VECCHIARELLI . — Al Ministro dellefinanze . — Per conoscere se non ritenga op-portuno decretare, a seguito della creazionedella nuova provincia di Isernia, il ripristin odell 'ufficio del registro e l ' istituzione dell'uf-ficio distrettuale delle imposte dirette ne lcomune di Frosolone (Isernia) . Frosolone èun grosso centro su cui gravitano molti co-muni, ed è inopportuna l 'aggregazione agl iuffici finanziari di Isernia di Frosolone e dellazona .

L ' interrogante fa presente, inoltre, che s icostringono quelle popolazioni ad un disagioper avere lontani i suddetti uffici e si priv anel contempo l 'amministrazione finanziari adella possibilità di una maggiore efficienza edi una più diretta efficacia .

(4-15204 )

BOZZI . — Al Ministro dei lavori pub-blici . — Per sapere se non ritenga opportuno ,considerando le particolari condizioni geo-grafiche della zona attraversata dall'auto -strada Roma-L'Aquila, in prossimità dellagalleria di San Rocco, soggetta nel period oinvernale a continue tempeste di neve conconseguente formazione di ghiaccio che ren-de estremamente pericoloso il transito de iveicoli, prendere gli opportuni provvedi -menti per la creazione presso Avezzano d iuna sezione distaccata dell'ANAS del com-partimento di L 'Aquila .

Una decisione in tal senso, tenendo cont odella facilità con la quale-da Avezzano è pos-sibile raggiungere la zona sopra citata, oltre

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a favorire un intérvento più rapido ed inci-sivo, consentirebbe all'ANAS una miglior eorganizzazione sia di uomini sia di mezzi .

(4-15205 )

RUSSO FERDINANDO . — Al Ministro deilavori pubblici . — Per sapere :

a) il fabbisogno di vani da costruire exnovo in base al più aggiornato censimento ,nei diversi comuni terremotati della Sicili adi prima e seconda categoria e quale è, pe rsingolo comune, quello coperto dagli inter -venti del Ministero dei lavori pubblici ;

b) quali sono, in tale quadro, le richie-ste di intervento straordinario che sarebb enecessario chiedere alla GESCAL ;

c) quali sono i comuni delle zone terre-motate che dispongano, in atto, di uno stru-mento urbanistico (piano di fabbricazione ,piano regolatore, piano comprensoriale) i nmodo che la GESCAL possa intervenire ;

d) se non ritenga di dare le opportun edisposizioni affinché tutti i piani di lottizza-zione, in fase di realizzazione, tengano pre-sente la possibilità di insediamenti di lotti d icase da affidare alla GESCAL ;

e) se nella redazione degli attuali pian idi lottizzazione, sia prevista l ' assegnazionedi lotti alle cooperative di abitazione e, incaso diverso, se il Ministro non ritenga d iintervenire per prevedere particolari lotti pe rle cooperative e per le famiglie associate incondomini .

(4-15206 )

RUSSO FERDINANDO. — Al Ministrodel lavoro e della previdenza sociale . — Perconoscere la distribuzione territoriale de iprimi interventi GESCAL per la costruzion edi case per i lavoratori nell 'area terremotatadella Sicilia e per quali motivi tali intervent isono stati indirizzati alla periferia dei comu-ni distrutti e da trasferire totalmente o par-zialmente ; l ' interrogante, inoltre, tenuto pre-sente che il fabbisogno di vani da costruir esembra di gran lunga superiore a quello pre-visto in atto dal Ministero dei lavori pubblici ,chiede di conoscere :

a) se il Ministro non ritenga di consi-derare tali precedenti interventi GESCALcome ordinari ed intervenire ulteriorment econ un primo finanziamento di lire 15 mi-liardi nei comuni terremotati di prima eseconda categoria ;

b) quali previsioni di ulteriore spesasono possibili, da parte della GESCAL, pe rl 'ulteriore intervento eccezionale richiesto nel -l 'area della Valle del Belice per il triennio

1971-73, considerato in particolare che i pre-visti interventi del Ministero dei lavori pub-blici appaiono sin da adesso insufficienti acoprire il fabbisogno di vani necessari .

(4-15207 )

MALFATTI. — Al Presidente del Consi-glio dei ministri. — Per sapere :

1) se è a conoscenza che l 'ammini-strazione dell'Istituto centrale di statistic a(ISTAT), dovendo assumere del personal e« diurnista » per i censimenti del 1971 ha ef-fettuato una prima prova di selezione (600aspiranti), prendendo in considerazione le do-mande .dei soli uomini e solo quelle perve-nute negli ultimi 6 mesi (1° giugno-30 novem-bre 1970), escludendo tutte quelle pervenut eprima: del 1° giugno 1970, adducendo, per laprima questione, che, data la natura del la-voro (controllo dei tabulati meccanografici eoperazioni simili), dato l'orario di lavoro(eventuali turni) e,d il luogo di lavoro (even-tuale utilizzazione di detto personale in peri -feria) non era opportuno prendere in esamele domande delle aspiranti femminili, riser-vandosi di prenderle in esame, in un second otempo e in una selezione apposita, per lavor iloro più confacenti (quelli a carattere mecca-nico e meccanografico) e adducendo, per l aseconda questione, il motivo secondo il qual egli aspiranti, di cui alle domande presentat eprima del 1° giugno 1970, avrebbero orma itrovato un lavoro ;

2) se è a conoscenza che - a parte l aquestione di principio, per cui la Costituzionedella Repubblica sancisce la parità dei du esessi e quindi l 'uguale diritto nell ' accesso agl iimpieghi - la specifica esperienza dell'ISTATha dimostrato ampiamente che determinati la-vori sono stati svolti, .e tuttora vengono svolti ,da personale d'ambo i sessi, nulla ostando ,per il personale femminile, neppure l'even-tuale disagio dei turni e la utilizzazione inperiferia (si veda il lavoro svolto per i censi -

menti del 1961) ;3) se è a conoscenza del pronto inter-

vento delle organizzazioni sindacali (CGIL ,CISL e UIL), le quali avevano chiesto un aanaloga selezione delle aspiranti, di cui alledomande presentate dal personale femminile ,onde formare, poi, una graduatoria unicà ;

4) se è a conoscenza del netto rifiutodell ' amministrazione dell'ISTAT alla richie-sta delle organizzazioni sindacali ;

5) che cosa , intende fare per rimuover el ' amministrazione dell'ISTAT dalla incostitu-zionale ed ingiusta posizione assunta .

(4-15208)

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CICCARDINI . — Al Ministro dei lavor ipubblici . — Per sapere :

se è a conoscenza del progetto di un im-pianto di depurazione, presentato anni fa da lcomune di Terracina, che non ha avuto esit ofavorevole in quanto giudicato dalla sovrin-tendenza ai monumenti in « zona violabile » .Tutto questo, nonostante le assicurazioni co-munali circa l'accorta protezione di verde d icui sarebbe stato fatto oggetto il piccolo ma-nufatto ;

se gli è nota la richiesta di autorizzazio-ne a costruire un serbatoio pensile a Sabaudi a(destinato a servire, oltre Sabaudia, anch ePontina, San Felice Circeo, Latina e Aprilia )cui sembra sia stata data risposta negativa .Da considerare in merito l'emergente utilit àdi detto serbatoio per l'approvvigionament oidrico di 110 mila abitanti di 5 centri urbanie il danno che il veto arrecherebbe alla sti-pula del contratto per l'appalto dei lavori tr ala Cassa per il mezzogiorno e l'impresa appal-tatrice ;

se non ignora l'incidenza del tempo pre-zioso impiegato tra le osservazioni su cert imanufatti, prima, e il vincolo archeologic opoi, per l'acquedotto lepino ;

se è a conoscenza infine delle difficoltàposte alla realizzazione dell'infermeria pro-gettata dal comune di Ponza e destinata a fa rfronte alle esigenze di una popolazione attual-mente priva di attrezzature sanitarie pub-bliche ;

se e quali provvedimenti intende prende -re al fine di dinamizzare determinate proce-dure che (tenendo presente ovviamente la tu -tela del paesaggio) finiscono poi per inficiar ela inderogabilità di attuazioni a indiscussobeneficio sociale .

(4-15209 )

CICCARDINI . — Al Ministro dei lavoripubblici . — Per sapere :

se intende prendere in esame la situa-zione delle cosiddette « speculazioni edilizie »verificantisi al centro della città di Latina pe rl ' eccessivo e improprio rilascio di licenze .Considerando infatti la prospettiva di alcun elicenze che prevedono volumetrie di 18 metr icubi per ogni metro quadrato, quando l a« legge-ponte » prescrive, all'articolo 17, ch enon possono essere superati, in ogni caso, i 3metri cubi per metro quadrato di superfici eanche quando, come nel caso appunto di La-tina, ci si vuole riferire ad un vecchio pian oregolatore privo di elementi particolareggiati ,appare infatti evidente l'impellenza di prov-vedimenti in merito ;

se è pertanto a conoscenza degli abus iamministrativi resi possibili nonostante l'ac-cresciuta sensibilità dell'opinione pubblicaverso i problemi della collettività e gli stess irigori della legge ;

se gli è nota quella parte delle prescri-zioni che accompagnano il « parere favorevo-le » (di cui si attende ancora di conoscere i ltesto ufficiale) riferito al piano regolatore -de l1935, più comunemente noto come piano Frez-zotti interessante, grosso modo, il centro del-la città posto all'interno della circonvalla-zione ;

se non ignora che il parere dell'organ oministeriale, a quanto risulta, è che sulle are edel vecchio piano regolatore non sarebber oapplicabili le norme che lo regolamentavan oin quanto inconciliabili con le più recenti li-mitazioni imposte dalla legge-ponte .

Questo, occorre rilevarlo, perché il con-siglio comunale, modificando l'indirizzo degl iurbanisti che avevano fissato per il centro u nincremento edilizio assai modesto, aveva sta-bilito che si potessero realizzare, nel vecchi ocentro, costruzioni limitate ad una altezzamassima di 22,60 metri, senza che venissedato alcun peso ai termini edilizi, quali lacubatura, le distanze, i rapporti, ecc . ;

se gli è nota altresì la decisione pres adal consiglio comunale che ha consentito, nel -lo « esclusivo interesse dei lavoratori », l arealizzazione di complessi residenziali propri oal centro della città dove, a rigor di logica ,essendo maggiore la densità degli insedia -menti, sarebbe stata più opportuna una piùattenta utilizzazione degli spazi ancora dispo-nibili . Da rilevare, in tale decisione, il crite-rio di scelta suggerito, più che da valutazion idi ordine urbanistico, da considerazioni d inatura pratica dovendo fronteggiare la minac-cia di una possibile crisi del settore ediliziodovuta proprio all'entrata in vigore dell alegge-ponte ;

se è stato informato inoltre sul partico-lare che tale « criterio » ha consentito il rila-scio di numerose licenze e, nonostante il ten-tativo di ripristino settoriale promosso dal -l 'allora assessore all 'urbanistica teso a conte-nere la speculazione privata, restava però l adelibera consiliare, integra nella sua validità ,per cui nel centro non era possibile costruire ;

se ha potuto constatare, malgrado i var ielementi deterrenti esposti, l'attuazione de lnuovo convincimento per cui, in seguito adiverse posizioni politiche in giunta, si po-teva costruire nel vecchio centro nell'integra-le rispetto del piano Frezzotti 1935 : il permes -so, cioè, di erigere palazzi con l'unica limi-

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tazione di non dover superare in altezza l alarghezza della strada su cui fossero prospi-cienti, più un 50 per cento ; e tutto ciò igno-rando totalmente la suaccennata delibera con-siliare che stabiliva esattamente il contrario ;

se infine intende intervenire per ovviar ealla concretizzazione volumetrica di dette li-cenze edilizie le quali, in caso di mancatocontenimento, verranno ad infittire il soffo-cante numero di abitazioni del centro affett e– già oggi – da forte carenza di servizi .

(4-15210 )

GATTO. — Al Ministro della sanità . —Per conoscere quali iniziative concrete e riso-lutive voglia prendere di diverso livello perassicurare l'inserimento dell'istituto Eastmandi Roma nell'organizzazione pubblica ospe-daliera, sottraendolo alle manovre dei grupp iprivati e di interessi di baronie cattedratiche ,che vogliono impedirne il riconoscimento co-me ospedale regionale, arrivando a sabotarein diverse maniere il già firmato decreto de lPresidente della Repubblica, che sancisce tal ericonoscimento .

(4-15211 )

RUSSO FERDINANDO. — Al Ministrodella pubblica istruzione . — Per sapere s enon ritenga di intervenire per normalizzar ela situazione in cui si è venuta a trovare l ascuola elementare a Palermo e nella provinci aper il crescente numero di allievi ed il blocc odel ruolo dei maestri . Considerato che, conil decreto provveditoriale n . 3062 dell'8 marzo1968, venne disposta la soppressione di be n73 posti di ruolo normale dell'organico dellescuole elementari della provincia ;

tenuto presente che, sin dal 15 novembre1968, il Ministro del tempo avvertì la neces-sità di ripristinare la precedente situazioneautorizzando l ' immediata utilizzazione di 1 3posti dei 73 soppressi come da decreto de lprovveditore agli studi di Palermo n . 33938del 19 novembre 1968 ;

risultando, di conseguenza, il ruolo or-ganico delle scuole elementari della provincia ,con tali decurtazioni, definito dal 1 0 ottobre1968 in posti 3.700 per le scuole comuni, 10 1per le speciali, 66 per le differenziali, 14 pe rle reggimentali ed il ruolo in soprannumer ocon posti 388 ; l'interrogante chiede di cono-scere se il Ministro non ritenga disporre l asollecita emanazione di contingenti provvedi -menti con i quali si operi la restituzione de i60 posti soppressi nel 1968 e• la integrazionedi quelli occorrenti per l'avvenuto incremento

demografico, migliorando così il rapport omaestro-alunni .

L'interrogante, infine, per l'eccezionalit àdella situazione venutasi a determinare nell ascuola elementare di Palermo, ove fra l'altroè invalso l 'uso dello smembramento delle clas-si, in occasione 'di assenze dei maestri titolari ,con la conseguente paralisi didattica che s iregistra, in tali casi, per il limitato spaziodelle aule e per i tripli turni esistenti, chied edi conoscere se il Ministro non ritenga di-sporre che, sin dal primo giorno di assenz adell'insegnante titolare, vengano affidati i ra-gazzi al maestro supplente .

(4-15212 )

TUCCARI . — Al Ministro del lavoro e del-la previdenza sociale . — Per sapere se è in-formato del grave incidente sul lavoro occors oil 17 dicembre 1970 a 16 operai della raffineriadi Milazzo (Messina) rimasti seriamente ustio -nati ; per conoscere quale intervento sia stat odisposto per accertare le responsabilità del -l'incidente e per verificare le misure di pro -tezione degli operai da parte di un grandecomplesso monopolistico, le cui carenze i nquesto campo appaiono davvero inammissibili .

(4-15213 )

FLAMIGNI . — Al Ministro del lavoro edella previdenza sociale. — Per sapere se èa conoscenza dello sciopero a tempo indeter-minato proclamato, a partire dal 19 dicem-bre 1970, dai rappresentanti del personal edirettivo, ispettivo e amministrativo del-l'ispettorato del lavoro di Forlì .

Per conoscere la sua opinione , in meritoai seguenti punti che costituiscono i motiv i

più salienti della agitazione sindacale :1) potenziamento e riorganizzazione de l

servizio di ispezione del lavoro al fine di con -seguire una effettiva e globale difesa fisica ,economica e previdenziale dei lavoratori ,mediante l'eliminazione delle duplicazioni edelle interferenze degli interventi ispettiv iche ora si verificano a causa della pluralitàe della eterogeneità degli uffici e degli ent ioperanti in tale campo ;

2) ristrutturazione degli ispettorati de l

lavoro a livello centrale, regionale e provin-ciale ;

3) democratizzazione degli intervent ipubblici per la tutela del lavoro mediante :

a) la costituzione di commissioni pro-vinciali, regionali e centrali per la sicurezz asociale, con la partecipazione di tutte le com-ponenti pubbliche e sindacali del mondo de l

lavoro ;

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b) la istituzionalizzazione dei comitat iprovinciali, regionali e centrali per la pre-venzione degli infortuni e l'igiene del lavoro ;

4) adeguamento degli strumenti di pro-tezione del lavoro, anche attraverso l'inaspri-mento delle penalità, e l ' introduzione di u nsistema che consenta la tutela diretta dei di-ritti patrimoniali dei lavoratori ;

5) richieste presentate al Ministero perla soluzione di alcuni problemi inerenti acondizioni economiche e di carriera in ap-plicazione della legge 18 marzo 1968, n . 249 ,sulla riforma della pubblica amministra-zione ;

per conoscere quali misure intend aprendere per giungere ad una composizion edella vertenza sindacale ed alla soluzione de iproblemi sollevati al fine di garantire un aadeguata efficienza dell'ispettorato del lavoro ,onde contribuire validamente alla salvaguar -dia dei diritti e degli interessi dei lavoratori .

(4-15214 )

DELFINO. — Al Ministro della pubblicaistruzione . — Per conoscere se non ritenga d idover ormai concretizzare con una specific ainiziativa l'assicurazione data – in risposta aprecedente interrogazione – sulla volontà de lMinistero della pubblica istruzione di rivalu-tare l'assegno vitalizio di benemerenza previ -sto dall 'articolo 30 +del regio decreto 26 april e1928, n . 1227 .

(4-15215 )

FIUMANO E TRIPODI GIROLAMO . — AlMinistro dell'agricoltura e delle foreste . — Persapere quali interventi e controlli intenda di-sporre allo scopo di evitare che anche per l aannata 1969-70 e per la presente annata 1970 -1971, si abbiano a verificare illeciti arricchi-menti a favore +dei gestori dei 21 sansifici dell aprovincia +di Reggio Calabria, i quali, nei pri-mi tre anni da quando decorrono i provvedi -menti comunitari che prevedono l'integrazion edel prezzo dell'olio di oliva, hanno beneficiatodi una somma di lire 4,5 miliardi, corrispon-denti ad una quantità di olio di estrazion esuperiore alla corrispondente relativa quan-tità globale di olive prodotte .

Per l'annata 1969-70, la quantità totale diolio dichiarata dai sansifici è di quintal i48 .250, sproporzionata rispetto alla quantit àdi olive prodotte di quintali 1 .968 .198 in tutt ala provincia .

Ed infatti per poter dichiarare la suddett aquantità +di olio, i sansifici hanno denunziat oquintali 827.000 di sansa, nel mentre la quan-tità di sansa corrispondente a quintali 1 .968 .198

di olive prodotte non doveva superare i 688mila quintali .

C'è pertanto una differenza in più di circ aquintali i4Q mila dì sansa .

Gli interroganti fanno presente :a) che detti sansifici si sono organizzat i

in consorzio non tanto per corrispondere afinalità sociali cooperativistiche, ma allo scop od ' imporre il prezzo delle sanse evitando l alibera concorrenza e ,per un'azione solidari-stica tendente ad ottenere integrazioni delprezzo dell'olio in misura non dovuta ;

b) che pertanto occorre che l'AIMA di-sponga, anche per l'olio di estrazione, l'in-tervento della apposita commissione provin-ciale in modo che essa +possa eseguire un mi-nimo di indagine (in atto previsto solo pe rl'olio di pressione) intesa a determinare l equantità d'ammettere all'integrazione ;

c) che gli uffici preposti debbono esser erichiamati ad effettuare, prima della liquida-zione, i « controlli contabili e di merito sugliatti dai quali vengono desunti i dati riportat inella scheda », così come stabilito dalla cir-colare AIMA, perché, fin 'oggi tutto ciò no nè avvenuto ;

d) che sarebbe opportuno procedere adun'indagine di carattere regionale e nazio-nale allo scopo di confrontare i dati della pro-duzione di olive con quelli delle quantità d isansa ricavate rispettivamente nella regione e

nel Paese .

(4-15216)

QUILLERI. — Ai Ministri della pubblic aistruzione e dell'interno. — Per sapere sesono a conoscenza degli episodi di intolle-ranza verificatisi nelle scuole di Brescia i noccasione dei recenti scioperi degli studenti ;

se sono a conoscenza del documento in-viato dalla maggioranza dei professori de l

liceo ginnasio Arnaldo, nel quale si lamenta ,che gli istituti siano stati abbandonati incon-trollatamente in mano alla violenza e si pre-annuncia un ' astensione dal lavoro da parte

degli stessi professori allo scopo di denunziarealle autorità e alla pubblica opinione l'in-tollerabilità della situazione ;

e per sapere, infine, quali provvediment iintendano adottare per ridare al mondo dellascuola non solo serenità, ma soprattutt oserietà come unica risposta valida all'infanti-lismo di ogni estremismo .

(4-15217 )

MOSCA. — Ai Ministri del lavoro e pre-videnza sociale e dell'industria, commercio eartigianato . — Per sapere se nel procedimento

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disciplinare promosso dall'ENEL contro duedirigenti sindacali l'ingegner Valerio Bitetto ,della commissione interna del centro di pro-gettazione e costruzioni tecniche di Milano, el'ingegner Francesco De Simone, della com-missione interna del centro di progettazioni ecostruzioni tecniche di Roma, e al quale fariferimento il comunicato stampa unitario del -le tre segreterie regionali lombarde dell aCGIL, CISL e UIL del 5 dicembre 1970 alle-gato, non ravvisino un grave attentato all elibertà sindacali e costituzionali messo in att odeliberatamente, per soffocare ogni dialettic ademocratica all'interno dell'ente di Stato, eper bloccare il pubblico dibattito su scelte che ,anche se maturate a livello di ENEL,, coinvol-gono direttamente le responsabilità degli ent ilocali e dei pubblici poteri .

Si chiede inoltre quali provvedimenti s iintendano prendere da parte dei Ministri in-teressati, nei , confronti dell'ENEL, affinchévengano salvaguardati i diritti costituzional ie sindacali dei due sindacalisti colpiti .

(4-15218)

BIGNARDI . — Al Ministro dei lavori pub-blici . — Per conoscere se, in considerazion edella prossima scadenza (31 dicembre 1970)del termine utile alla presentazione delle do-mande dirette all'ottenimento dei contributidi cui all'articolo 6 della legge 13 luglio 1966 ,n. 610, per la ricostruzione dei fabbricati ru-rali distrutti o gravemente danneggiati a cau-sa della guerra, non voglia dare urgenti istru-zioni ai competenti organi periferici affinchévengano accettate come valide anche le do-mande fatte pervenire entro il termine sud-detto sfornite della necessaria documentazio-ne probante con la riserva di presentazionedella stessa in un tempo successivo . Ciò inquanto l'eccezionale affollamento delle richie-ste dei necessari documenti presso gli uffic icompetenti - affollamento dovuto in gran par -te al ritardo con cui sono state emanate l eistruzioni ministeriali circa i criteri di valu-tazione di alcuni tipi di fabbricato rurale -rende, in molti casi, impossibile il tempesti-vo ottenimento degli stessi da parte degli in-teressati .

(4-15219)

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INTERROGAZION IA RISPOSTA ORAL E

« Il sottoscritto chiede d ' interrogare i Mi-nistri dei lavori pubblici e del lavoro e previ-denza sociale per conoscere - premesso ch enumerosi cittadini di Buonalbergo, fin da l1966, affidarono alla Gescal le loro pratich eintese ad ottenere i contributi previsti dallalegge 1431 per la ricostruzione di immobili di -strutti dal terremoto; che, purtroppo, fino a doggi (dopo 4 anni di attesa), tali pratiche nonhanno avuto conclusione alcuna in quantonon ancora si è provveduto all'esproprio dellearee occorrenti, non avendo l'amministrazionecomunale provveduto a predisporre la periziadi valutazione e descrizione dei suoli ; che no-nostante ogni sollecitudine i predetti cittadin ia distanza di 8 anni dal terremoto non ancor aintravedono la soddisfazione dei loro diritti .pur essendosi affidati ad un ente statale -disposto l 'accertamento di quanto innanzi ,quali provvedimenti intendano con ogni ur-

genza adottare .

(3-04004)

« PAPA » .

« I sottoscritti chiedono di interrogare i lPresidente del Consiglio dei ministri e il Mi-nistro degli affari esteri, per conoscere i nquale modo il Governo italiano intenda ma-nifestare la sua indignazione, il suo dolore ela sua condanna di fronte alla repression eviolenta messa in atto dal governo polacco at-traverso misure di polizia e al ricorso brutal eall'uso delle armi da fuoco e di carri armat iper soffocare manifestazioni di protesta contr ol'aumento ,dei prezzi dei generi alimentari d iprima necessità . Se non ritiene il Governo d iesprimere tutto lo sdegno degli uomini liber icontro l'oppressione autoritaria in atto e tuttala solidarietà umana di fronte alle vittime de idisordini .

« Ancora una volta l'oppressione, il soffo-camento degli spiriti e di tutta la vita indivi-duale e associata, caratteristica dei regimi co-munisti e autoritari, oggi in Polonia come i nSpagna, genera frutti di dolore, di miseria edi sangue.

« Gli interroganti, nel convincimento ch euno Stato libero possa esprimere la propri acondanna contro manifestazioni così brutal ie che il silenzio del Governo e degli uomin iliberi possa essere un incoraggiamento a mag-giori repressioni là dove l'esercizio dei diritti

della libertà è precluso, confidano nella sen-sibilità del Governo per una pronta risposta .

(3-04005) « MALAGODI, BozzI, GIOMo, COTTONE,

FERIOLI » .

« I sottoscritti chiedono di interrogare iMinistri dell'industria, commercio e artigia-nato e del bilancio e programmazione econo-mica, per sapere quali misure urgenti i lGoverno intenda adottare per garantire chenon decada con il 31 dicembre 1970 la ridu-zione del 25 per cento delle tariffe pe r

utenze elettriche di forza motrice fino ai 3 0chilowatt (artigiani, esercenti, aziende agri -cole) tanto più che prendendo pretesto da tal eriduzione fu stabilito nel 1969 un aument ocompensativo di lire 6 a chilowattora sullaenergia elettrica per uso illuminante nell egrandi città e che tale aumento, già non giu-stificato allora, diventerebbe dal 1° gennai o1971 una beffa e un balzello illegittimo sotto

ogni punto di vista ; e per sapere infine i nquale modo il Governo e il CIPE intendan orispettare l'impegno assunto in Parlament odi rivedere tutto il sistema delle tariffe elet-triche entro il 31 dicembre 1970 .

(3-04006) « .BARCA, RAFFAELLI, VESPIGNANI ,

BASTIANELLI, RAUCCI » .

« Il sottoscritte) chiede di interrogare i lPresidente del Consiglio dei ministri e i lMinistro degli affari esteri, per conoscer equale atteggiamento il Governo italiano abbi aassunto o intenda assumere di fronte ai tra-gici avvenimenti che sconvolgono la vicin anazione polacca .

« Mentre contemporaneamente i paesi de-mocratici stanno deplorando i dolorosi fatt idi Spagna, l'interrogante ritiene indispensa-bile anche una chiara presa di posizione ne i

confronti ' di quanto sta accadendo oltr e

cortina.« Si assiste alla uccisione di lavorator i

inermi in un paese dove il sistema economic osocialista avrebbe dovuto garantire all'uomo

una esistenza dignitosa . Il fatto che a ribel-larsi siano stati gli operai e non gli student icome nel marzo 1968, facilmente tacciabil idi teppismo da parte delle autorità, è assaisignificativo per un sistema che si regge sull aparola d'ordine del potere proletario .

« Significativo che proprio in Polonia la" Primavera di Praga " abbia avuto i con-traccolpi più vistosi e che gli operài polacch iabbiano dichiarato il loro rifiuto a dei sacrificieconomici che ancora una volta vengono ri-

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chiesti, senza che si aprano loro nuove pro-spettive di partecipazione e di libertà .

« Ciò dimostra che dopo i fatti sanguinos idi Poznan nel 1956 e la rivolta del 1968 iveri problemi rimangono sempre irrisolti eche alla lunga a Varsavia come a Praga nonsarà la forza bruta dei carri armati che potràrisolverli, come la dottrina della " normaliz-zazione " di Breznev vorrebbe far credere ,mentre si dimostra invece sempre più inca -pace ad afferrare e a contenere l'impeto de-gli avvenimenti e gli aneliti di libertà de ipopoli d'oltre cortina .

(3-04007)

« MIOTTI CARLI AMALIA » .

« Il sottoscritto chiede d ' interrogare il Pre-sidente del Consiglio dei ministri e i Ministr idell'interno e della pubblica istruzione pe rconoscere quali provvedimenti politici inten-dano adottare a seguito degli avveniment igravissimi che si sono verificati nei giorn iscorsi a Bari, dove gruppi organizzati di ele-menti neo-fascisti si sono abbandonati, conripetute azioni, ad inqualificabili atti di van-dalismo e di teppismo per turbare la pacificamanifestazione di protesta, a cui avevano ade -rito oltre seimila giovani, per agitare i tem idel diritto allo studio e della riforma dell ascuola .

« Nel corso di quella manifestazione giova-ni appartenenti ai partiti democratici son ostati proditoriamente aggrediti, come nel cas odello studente socialista Vito Carlo D ' Aprile ,il quale, all'angolo tra via Sparano e via AbateGimma, veniva brutalmente percosso conmanganelli e mazze ferrate e, quindi, costret-to al ricovero nel policlinico in stato di chocove gli veniva diagnosticata la " contusionetemporo-parietale bilaterale con sospetta in -frazione ossea " .

« Di fronte ad avvenimenti di tal genere ,che ormai si ripetono con sempre maggiorefrequenza e intensità in ogni parte del Paese ,l ' interrogante chiede di sapere le iniziativ eche il Governo intende adottare per venireincontro alle legittime rivendicazioni degl istudenti e per evitare che si ripeta, come èavvenuto in occasione delle agitazioni sinda-cali dello scorso anno, un nuovo, più vastoe preordinato tentativo di repressione direttoa colpire, attraverso una vera e propria stra-tegia della tensione, la politica ormai intra -presa delle riforme, che costituisce l'obiettivodi fondo delle agitazioni sindacali e studen-tesche .

(3-04008)

« LENOCI » .

« Il sottoscritto chiede. di interrogare i lPresidente del Consiglio dei ministri, perconoscere che cosa il Governo ha fatto o in-tende fare per esprimere ai lavoratori spagnol ie polacchi la solidarietà del popolo italiano inquesti momenti così drammatici della lor ovita .

« In particolare, di fronte ai tragici avve-nimenti di Danzica, Gdinia e Stettino - dov eil sanguinoso intervento poliziesco non è statoun disgraziato incidente, ma il cinico e spie-tato ordine del governo comunista polaccoper reprimere nel sangue le manifestazioni d iun popolo che ha perduto con la libertà an-che qualsiasi diritto di intervenire con i pro-pri rappresentanti politici e sindacali persin onelle questioni che riguardano la sua alimen-tazione - l'interrogante chiede se il Govern onon ritenga opportuno manifestare, a nom edella maggioranza parlamentare che lo so-stiene, la più esplicita e ferma condanna d iun sistema politico e sociale che ha prodottoquesta ennesima efferatezza .

(3-04009)

« BARBI » .

« I sottoscritti chiedono di interrogare i lMinistro dei trasporti e dell'aviazione civile ,per sapere quali iniziative intenda assumer eperché si proceda con la massima sollecitu-dine alla riparazione dei danni sofferti in .un

recente incendio dal Nuovo teatro delle Musein Roma, di proprietà del Dopolavoro ferro -

viario .« Gli interroganti ricordano che Roma è

tra le capitali europee forse la città più po-vera - o tra le più povere - di sale teatrali eche sembra quindi indispensabile restituireal più presto ai romani un locale che tra l'al-tro mantiene un ottimo livello culturale .

(3-04010) « BERNARDI, VILLA, BERTUCCI, CIC -

CARDINI, SIMONACCI » .

« 11 sottoscritto chiede di interrogare i l

Ministro del lavoro e della previdenza sociale ,

per conoscere quali provvedimenti intend eadottare in merito alla grave situazione de-

terminatasi a danno dei 200 lavoratori dipen-denti dalla ditta ALIA, viale Certosa 247 ,

Milano .« La direzione della predetta azienda, ad-

ducendo non ben precisate esigenze di " ri-strutturazione ", da anni di fatto sottopone i

propri dipendenti a pesanti riduzioni di ora -

rio di lavoro, a "ponti " prolungati e a so-spensioni a " zero " ore. L'ultimo grave prov-

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vedimento, che ha causato la vivace protest aoperaia, è stato preso circa un mese fa, conla messa in sospensione a zero ore di 50 la-voratori a tempo indeterminato, fra i qual iparecchi sono prossimi all 'età di pensiona-mento, malati e attivisti sindacali .

« Di fronte al perenne stato d'incertezzadel proprio posto di lavoro che pesa su tutt ií dipendenti, al grave danno economico cheessi sono costretti continuamente a subir eper le decurtazioni d'orario e le ricorrenti so-spensioni, tutto ciò aggravato dal persistent erifiuto padronale a discutere globalmente co ni sindacati le prospettive dell'attività produt-tiva e occupazionali ; l'interrogante chiede inparticolare di conoscere quali urgenti misuresi intende prendere, al fine di tutelare gli in-teressi dei lavoratori, le prerogative dei lor osindacati, nel quadro dei diritti costituzional iad essi riconosciuti .

(3-04011)

« ALINI » .

INTERPELLANZ A

« I sottoscritti chiedono di interpellare i lMinistro della pubblica istruzione, per cono-scere quale valutazione egli è in grado di for-nire sulla situazione di crescente tensione ne -gli istituti secondari in tutto il paese, a for-mare e ad aggravare la quale concorrono in-sieme vistosi ritardi storici e recenti inter-venti governativi, per un verso inadeguati perl'altro autoritari ;

se si rende conto come di fronte alla pau-rosa crisi delle strutture, alla sclerosi degl iordinamenti, dei contenuti, dei metodi, all aassenza di una organica politica per il dirittoallo studio, le rivendicazioni essenziali ch eemergono dalle lotte studentesche, pur nell acontraddittorietà di spinte esasperate di sfidu-cia nella funzione civile, culturale e profes-sionale della scuola, costituiscano un punt odi forza per avviare il processo di radicale tra-sformazione delle strutture educative ;

se in questo quadro non ritiene assai di-scutibile, come risulta anche dalle manifesta-zioni di protesta degli studenti e dagli ordin idel giorno di rifiuto votati da numerosi con-sigli di professori, la circolare n . 375 del 23novembre 1970 sugli organi di Governo nell ascuola, e ciò per i seguenti motivi :

1) Ia circolare è stata emanata propri omentre ha inizio alla Camera dei deputati ladiscussione del disegno di legge sullo stat ogiuridico e sugli organi di Governo nella scuo -

la, e perciò stesso costituisce una prevarica-zione dell'esecutivo nei confronti del Parla -mento in materia di evidente competenza le-gislativa ;

2) la circolare esclude qualsiasi formadi gestione sociale della scuola da realizzars iattraverso la presenza negli organi di Go-verno degli enti locali, dei sindacati e dell ealtre articolazioni di vita democratica (i nquesto contesto, a livello di scuola dell'obbli-go, anche dei genitori), gestione sociale be ndiversa sia dall'attuale autonomia corporativ ae burocratica, sia dalla cogestione con le fa-miglie prevista dalla circolare ;

3) la circolare, privilegiando la pre-senza delegata delle famiglie, può, come fon-damento denunciato da molte assemblee di stu -denti delle scuole medie superiori, agevolar ela creazione di un blocco paternalistico e auto-ritario, con lo scopo di frenare e di compri -mere le lotte in corso per la riforma dellascuola ;

per quale motivo, dopo la lettera ai sin-dacati e alle associazioni scolastiche del 4 lu-glio 1970, non ha provveduto ad abrogare oa modificare profondamente le vigenti normedisciplinari, che risalgono alla legislazione eal clima fascista e che proprio in questi giorn isono largamente applicate con evidenti scop iintimidatori nei confronti del movimento degl istudenti ;

se non ritiene che l'intervento della po-lizia negli istituti, conseguenza logica dell amancanza di una linea di intervento politico ,sia il meno idoneo a sciogliere i nodi, che sonoappunto politici e non di ordine pubblico eche politicamente vanno affrontati nel Parla -mento e nel paese, e sia soprattutto in profon-do contrasto con i fini istituzionali dellascuola ;

se non intende urgentemente provvedere ,nell'ambito dei suoi poteri, a dar soluzion eimmediata ad alcune questioni concrete ch esono alla radice di molte rivendicazioni degl istudenti, quali per esempio :

a) utilizzazione immediata dei fondi ,scandalosamente non spesi per l'edilizia sco-lastica, le cui condizioni oggi costituiscono i lpiù pesante impaccio ad una politica anchegraduale per il diritto allo studio ;

b) utilizzazione immediata dei fond iper la gratuità dei trasporti, per l'organizza-zione delle mense scolastiche e di tutti i ser-vizi necessari, per gli studenti pendolari i nmodo particolare, e parallelo intervento de lMinistro dell'interno perché le somme a ci òdestinate dagli enti locali più sensibili a tal iesigenze, non vengano sistematicamente can-

Page 108: SEDUTA DI VENERA 18 DICEMBRE 1970legislature.camera.it/_dati/leg05/lavori/stenografici/sed0376/sed0376.pdfAtti Parlamentari — 24143 — Camera dei Deputati V LEGISLATURA — DISCUSSIONI

Atti Parlamentari

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Camera dei Deputat i

V LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DEL 18 DICEMBRE 197 0

celiate dai bilanci per l'intervento degli organ itutori della finanza locale ;

e) soluzione dei problemi derivati dal -le norme sugli esami di Stato in merito al rap-porto tra tali esami e l'iscrizione negli alb iprofessionali e questioni riguardanti il signifi-cato della sperimentazione in corso negli isti-tuti professionali di Stato ;

quali direttive abbia comunicato ai prov-veditori agli studi di recente convocati a Ro-ma e quali intenda comunicare perché anch elocalmente affrontino con tempestività e at-traverso il metodo della più ampia consulta-zione i problemi via via emergenti e ne dianosoluzione in un quadro più generale in cui

una scuola democratica, culturalmente ricca eprofessionalmente qualificante abbia negli im-pegni del Governo quella collocazione priori-taria e non fatta oggetto di scorrimenti che alei spetta e che ad avviso non solo degli inter-pellanti ma di masse popolari sempre più va-ste costituisce il fondamento e la premessa d iogni politica di riforma della società italiana .

(2-00591) « RAICICH, LEVI ARIAN GIORGINA ,BINI, GIANNANTONI, GIUDICEAN-DREA, GRANATA, LOPERFIDO, NATTA ,PASCARIELLO, SCIONTI, TEDESCHI » .

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