Rivista UniAbita 2/2012

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La rivista della Cooperativa di Abitanti PERIODICO DI INFORMAZIONE DELLA COOPERATIVA UNIABITA - ANNO IV - APRILE/GIUGNO - 2012 | N°02 | LO/0812/2011 La Bergamella continua il suo cammino Il ripristino dell'IMU allo 0,4 per cento I volontari della Rsa del Sole

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Rivista della Cooperativa UniAbita

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La rivista della Cooperativa di Abitanti

PeriodiCo di informAzione deLLA CooPerAtivA UniABitA - Anno iv - APriLe/GiUGno - 2012 | n°02 |

LO/0

812/

2011

La Bergamella continua il suo cammino Il ripristino dell'IMU allo 0,4 per cento I volontari della Rsa del Sole

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foCUS

Servizi5 editoriale6 da volontari a creatori di lavoro e servizi. L’esperienza delle cooperative sociali10 La cooperazione sestese ha anche un tavolo strategico13 viaggio nel mondo cooperativo di Sesto San Giovanni14 La Bergamella continua il suo cammino18 imU "prima casa" anche per i soci abitanti20 La crisi del settore edilizio e la recessione22 i giovani Adest finalmente “al lavoro”24 AAA volontari cercansi per una missione speciale27 L’esperienza di due volontarie28 imparare a conoscersi, per dimagrire in salute30 mondo Auprema viaggi: nuovo look, nuovo sito, nuovi servizi

Rubriche32 Al Carroponte ci sarà anche uno “Spazio UniAbita”33 Siamo tutti italiani. La cittadinanza è una scelta di civiltà e di giustizia34 L’Auprema volley conquista le “final four” provinciali con le due formazioni U14 35 Sport per tutti i gusti e inglese, in attesa delle vacanze estive36 nucleo essenziale e orizzonte sociale37 filosofia preventiva38 Per non dimenticare Carla39 La scomparsa di emilio terruzzi41 La ricetta di primavera 42 Le nostre culle / notizie flash44 La pietra del castello più bello

Sommario14_La Bergamella

20_La crisi del settore edilizio

18_il ripristino dell’imU allo 0,4%

24_AAA volontari cercansi

UniABitA APriLe/GiUGno

La rivista della Cooperativa di Abitantin02

Redazione e Amministrazione:Piazza Soncino, 120092 - Cinisello Balsamo - mitel. 02 66 071 81fax 02 61 25 675mail: [email protected]

Direttore Editoriale:Angelo majCo-direttore:Luigi SevesoSegretaria di redazione:rossella PariniProgetto grafico:emanuele Gipponi

Hanno collaborato:fabio Brioschi, Leonardo d'Agata, Alessandra fraccon, Annie iacone, Caterina Paola La Grotteria, rosy matrangolo, fiorenza melani, Carlo e.L. molteni, Laura rischitelli, renato Seregni, roberta valente, marta valota

Comitato di redazione:rosanna CantarelliPio di marinoelena malagolimara negri

Impaginazione:emanuele GipponiStampa:Arti Grafiche Amilcare Pizzi S.p.A.

iscrizione al tribunale di monza reg.n.1949 del 25.03.2009 - Albo Soc.Coop. n°A109242 Sez. Cooperative a mutualità Prevalente, Cat.Cooperative edilizie di Abitazione

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Non restiamo indifferenti

il Presidente della repubblica Giorgio napolitano richiama ogni giorno istituzioni, associazioni, imprese e cittadini alla vigilanza sui rischi che la grave situazione economica potrebbe seriamente far correre alla tenuta politica e sociale dell'italia, già deteriorata da anni di malgoverno e di scandali. La drammatica situazione che oggi vivono gli italiani viene genericamente attri-buita a tutta la classe politico-partitica, senza distinzione, alimentando un clima di insofferenza e qualunquismo che certamente non giova al superamento delle difficoltà, ma anzi suscita giudizi negativi verso qualsiasi proposta espressa per dare soluzione alla crisi.Anche in occasione delle ultime elezioni amministrative i cittadini non hanno po-tuto conoscere i programmi dei candidati, perché il clamore degli scandali passati dai mezzi di comunicazione sovrastava le proposte politiche. Certamente, le ultime vicende che coinvolgono noti personaggi politici favoriscono sentimenti di antipo-litica. tutto questo fa crescere insofferenza, diffidenza e sfiducia verso qualsiasi tipo di istituzione, sia essa sociale o politica, vanificando ogni confronto. Siamo convinti, invece, che nel Paese ci siano ancora tante persone oneste e ca-paci, che operano con intelligenza, volontà ed energia, senza particolari interessi personali, ma spinti unicamente da ideali e valori di civiltà, che si adoperano per obiettivi concreti per la crescita e lo sviluppo della società. riprendiamo ciò che il ministro Andrea riccardi ha espresso nel corso di un'intervista e che sottolinea come in un momento drammatico come quello che stiamo attraversando “...siano venute a mancare varie rete di solidarietà, comprese le sezioni dei partiti: luoghi in cui il dramma personale si inseriva in un discorso collettivo. oggi queste reti sono in gran parte dissolte e la gente è sola nel quotidiano…”. noi cooperatori riteniamo di far parte di quella rete di solidarietà a cui si riferisce il ministro, e viviamo concretamente il dramma di tanti nostri soci che si trovano in situazioni di difficoltà per la perdita o la mancanza di lavoro: questo stato di pre-carietà economica non consente, in particolare alle giovani coppie, di avere valide prospettive per il futuro. il movimento cooperativo riafferma la propria missione attraverso azioni concrete, per dare alle persone dignità, consapevolezza e senso di appartenenza, individuando collettivamente i bisogni ai quali dare risposte e of-frire soluzioni. La cooperazione è indubbiamente una pagina nobile e trasparente delle vicende sociali e politiche del Paese, che tuttora contribuisce efficacemente all’affermarsi dei valori di democrazia e di solidale convivenza civile.

Luigi Seveso

editoriALe

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mondo CooPerAtivo

6 - UNIABITA | SERVIZI Aprile/Giugno 2012

sfare, nuove strade da percorrere, nuove competenze da sviluppare. I "puristi" storcerebbero il naso di fronte ad alcune realtà che della cooperazione vera e propria han-no ben poco, ma in questo nostro breve viaggio vogliamo parlare di chi in nome della solidarietà ha messo in piedi progetti che hanno creato lavoro per soggetti in difficoltà e servizi di qualità per utenti in stato di necessità. Sono le cooperative sociali, che da qualche anno sono anche Onlus - casomai qualcuno avesse mai avuto il dubbio che realizzassero un profitto di nascosto - vero motore del vo-lontariato attivo e fattivo, che crea lavoro e servizi.

Tralasciamo, quindi, per una volta la cooperazione di "casa nostra" - le edificatrici, le consumo e quelle per il tempo libero - e gettiamo lo sguardo su un mondo che po-chi conoscono, anche se in molti ce l'hanno sotto il naso.

Sono oltre 60 le cooperative presenti a Cinisello Balsamo: un panorama variegato e variopinto che va dalle banche alle onlus, dalle edificatrici alle consumo, a quelle di lavoro. Un vero e proprio arcipelago, insomma, che quest'anno festeggia un appuntamen-to molto speciale: l'anno internazionale della cooperazione. Chi sono, dunque, queste realtà, che ogni giorno coinvolgono centi-naia, forse migliaia, di soci, volontari, dipendenti, utenti? Tradizio-nalmente chi proviene dal mondo cooperativo "storico" è subito portato a pensare alle edificatrici e alle consumo, e trova difficile pensare a una banca come a una cooperativa vera e propria, an-che se lo statuto parla chiaro.

Negli anni, tuttavia, il panorama si è evoluto, il quadro socio-economico è mutato e le forme di solidarietà - concetto che è alla base stessa della cooperazione e che tutti condividono senza il benché minimo dubbio - hanno trovato nuovi bisogni da soddi-

Da volontari a creatori di lavoro e servizi.L’esperienza delle cooperative socialiIl contesto e la crisi socio-economica creano sempre nuovi bisogni e insieme nuove difficoltà. La pratica della solidarietà nell’impegno quotidiano delle cooperative Sammamet, il Torpedone e Acli Service

di Fabio Brioschi

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SERVIZI | UNIABITA - 7Aprile/Giugno 2012

Nella sua ormai lunga storia, Sammamet ha visto arrivare e ripartire centinaia di soggetti, fra cui diverse decine di ex carcerati."C'è una domanda altissima di inserimenti - con-tinua Poletti - e noi non riusciamo a starci dietro. Facciamo del nostro meglio e quasi sempre siamo riusciti a riavviare nel mondo del lavoro le persone che sono venute da noi. Mettia-mo al primo posto la promozione, lo sviluppo e la dignità della persona, a partire dai soggetti svantaggiati, perché attraverso il lavoro si riacquistano la propria responsabilità e la propria autonomia". L'opportunità di uscire dal carcere, almeno di giorno, per lavorare e guadagnare è ghiotta per chi ha voglia davvero di rimettersi in gioco e pare proprio che fra detenuti ed ex detenuti intenzionati a riscattarsi sia scattata una gara di solidarietà.

"I carcerati, o ex carcerati - racconta ancora Poletti

Partiamo dalla cooperativa Sammamet: effettua la manu-tenzione del verde in ben sette stabili UniAbita di Cinisello Balsamo. Nata fra il 1989 e il 1990, da oltre vent'anni si oc-cupa di inserire nel mondo lavorativo persone svantaggiate, come ex carcerati, ex tossicodipendenti, disabili. "Oggi - ci ha spiegato il presidente Claudio Poletti - abbiamo 18 dipendenti: nove addetti al settore manutenzione del verde e nove del set-tore pulizie. Fra questi ci sono persone che hanno necessità di essere aiutate a ricollocarsi nel mondo del lavoro e ci vengono indicate dai consorzi che si occupano di formazione oppure dagli assistenti sociali, compresi quelli carcerari. Lavoriamo un po' in tutto il Nord Milano e ci occupiamo della manutenzione del verde, soprattutto in condominio. Il nostro scopo, del resto, è proprio quello di creare opportunità di lavoro per persone che altrimenti sarebbero escluse a priori".

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Le noStre iniziAtiveimmoBiLiAri

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"Creare posti di lavoro e difenderli - ha aggiunto Gerardo Bianchi, presidente di Acli Service Cooperativa - è diffici-lissimo. Oggi le strutture pubbliche non ci danno una grossa mano: quando le gare per i servizi sono al ribasso, è chiaro che devi fare dei tagli. E cosa sei costretto a tagliare per primo? Gli stipendi, ovviamente... Oggi, per dare uno sti-pendio da mille euro a un dipendente devi fare i salti mor-

tali e molte cooperative restano in piedi grazie solamente al lavoro dei volontari, che ci credono e che si impegnano gra-tuitamente.

Noi siamo nati alla fine degli anni '70 come cooperativa di lavoro: c'erano tipografi, ingegneri, elettricisti; aveva-mo cominciato a fare anche le dichia-razioni dei redditi. Facevamo anche le attività classiche del movimento Acli, come il tempo libero. Quando sono stati creati i Caf, a noi è rimasta la gestione del tempo libero: abbiamo il sito di via Marconi 48 con bar e ristorante, un rifu-gio in montagna e la casa per vacanze di Albenga. Oggi ci siamo accreditati anche come centro di formazione, an-che se organizzare i corsi è durissima. Insieme al Torpedone abbiamo creato il Centro Diurno Integrato "Punturiere", che si trova al primo piano della nostra sede: oggi il Centro è accreditato per ospitare 30 persone. Un bel risultato". Fra concorrenza dei privati, costo del lavoro, fondi pubblici sempre più scarsi, viene spontaneo chiedersi se valga an-cora la pena di scegliere la forma co-operativa oppure di pensare a cercare il profitto come fanno, legittimamente,

i privati. "Se vale la pena? - si chiede retoricamente Poletti - Certo che sì. Noi lavoriamo con un bilancio che arriva a zero tutti gli anni, se siamo fortunati. Ma se vogliamo dare dignità al lavoro, non tanto nel senso della remunerazione, quanto nella creazione di posti di lavoro nei quali ci si senta a proprio agio, questa è l'unica strada. Solo così, tenendo in solidarietà tutti i miei soci e i dipendenti, riesco a crea-re un lavoro che sia dignitoso e per tutti, anche per chi in un'azienda privata non lo prenderebbero mai". Consolaro e Bianchi sorridono e annuiscono convinti.

- stanno con noi per un tempo definito; poi, ovviamente, de-vono trovare da soli la loro strada. Loro stessi per primi han-no capito che non possono restare da noi per sempre, perché lasciando libero il posto è possibile aiutare qualcun altro a uscire dal carcere: si è instaurata una gara di solidarietà, per cui chi esce, quando si sistema è ben contento di permettere a qualcun altro di prendere il suo posto...". Inoltre, Samma-met inserisce nel proprio organico anche disabili, e fa parte di un consorzio di co-operative denominato "Farsi prossimo".

Da una costola di Sammamet nel 1994 è nata un'altra esperienza storica: il Torpedone. Tutte e due le cooperative trovano origine a Sant'Eusebio e nasco-no nell'ambito della parrocchia, dalla quale spiccano presto il volo. "All'inizio - ci ha raccontato la presidente Maria Teresa Consolaro - eravamo un gruppo di soci di Sammamet che volevano dedi-carsi all'assistenza domiciliare di anziani e disabili: insieme a noi c'erano volontari del Marse e del Gruppo Accoglienza Di-sabili. Parallelamente è nata anche l'idea di creare dei posti di lavoro per giovani educatori e assistenti sanitari. Negli anni siamo cresciuti e oggi, oltre alle nostre attività assistenziali, gestiamo il Centro Diurno Integrato "Punturiere" di via Marconi 48, che si trova presso la sede delle Acli".

Se Sammamet è una cooperativa di tipo "B", vale a dire che mira a inserire persone svantaggiate nell'organico ope-rativo, il Torpedone è una cooperativa di tipo "A", cioè una cooperativa di servizi alla persona. Un mercato, questo, che a differenza di quello occupato da Sammamet, fa gola a mol-ti operatori privati. "Certamente - continua la presidente - i servizi alla persona sono un business. Noi come cooperativa abbiamo un'idea solidale della nostra offerta: lo facciamo per-ché crediamo nei valori della cooperazione e perché crediamo che l'attenzione ai bisogni reali delle persone sia la cosa più importante: non pensiamo al guadagno, bensì al benessere dei nostri assistiti".

Posto di lavoro e solidarietà, fra i dipendenti e verso gli utenti, una cosa difficilissima da mantenere in equilibrio.

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Gerardo Bianchi, presidente Acli Service Coop

Maria Teresa Consolaro, presidente Il Torpedone

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Il mondo della cooperazione si guarda allo specchio. An-che e soprattutto per imparare a posare meglio lo sguardo su quanto accade intorno. Lo strumento è quello del “tavolo strategico” della cooperazione sestese, un luogo di confronto che, dalla sua nascita nel 2008, ha portato una rappresentan-za di cooperative cittadine a compiere un’analisi della propria attività in relazione al sistema cooperativo locale e al territorio in cui opera.

Accade nell’Anno Internazionale della Cooperazione, che vedrà il prossimo autunno i 16 attori del Tavolo riunirsi in un convegno, in cui verranno divulgati i risultati di questo lungo “esame di coscienza” volto a sottolineare qualità e obiettivi – ma anche limiti e criticità – della mutualità nel campo del lavoro, dei servizi, del sociale e del consumo.

“Il Tavolo non è un organismo formalizzato – premette

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La cooperazione sestese ha anche un tavolo strategicoÈ in preparazione il Bilancio Sociale di rete della cooperazione di Sesto San Giovanni. Una realtà che oggi offre oltre mille posti di lavoro suddivisi su più di cento cooperative

di Rosy Matrangolo

Fabrizio Tagliabue, presidente Famiglie e dintorni

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portino proprio ad avvalorare lo scopo del tavolo: dimostra-re quali sono i contributi che il sistema cooperativo apporta a una comunità locale”. Un esempio: le cooperative sestesi offrono mille posti di lavoro a Sesto. Un dato da non sottova-lutare in tempi di crisi dell’occupazione, in cui la tendenza a licenziare supera l’emergenza di salvare un’impresa.

Sono tre i passaggi a cui i membri del Tavolo stanno la-vorando: l’identità del sistema organizzativo; la produzione e distribuzione del valore; la relazione sociale. L'analisi è ancora in fase di studio. E potrebbe segnare le indicazioni da seguire per il futuro. “Una possibilità – conclude Tagliabue – potreb-be essere quella di seguire esempi già avviati in altri contesti come le cooperative di comunità, una sorta di partnership in cui un bene primario come l'acqua, la salute o l'energia pos-sano essere erogati e gestiti direttamente a partire dalla par-tecipazione di soci-utenti. Questo processo farebbe anche sì che tali beni fondamentali per l'uomo restino pubblici, perchè a godere dei benefici scaturiti dal funzionamento dell'impresa sarebbe l'intera comunità, ripagata in servizi”.

Fabrizio Tagliabue, presidente della cooperativa sociale “Fa-miglie e dintorni” –, ma vuole trovare strategie e fare rete rispetto a tre temi fondamentali per la cooperazione, alla luce anche e soprattutto del delicato momento storico che stia-mo vivendo: attenzione ai temi del lavoro e alla salvaguardia dell’occupazione, la realizzazione di un Patto per lo sviluppo tra i diversi interlocutori di un unico territorio, la promozione della responsabilità sociale”.

Il bene comune al centro della discussione, dunque. Ma pri-ma di tutto, all’origine dell’operare cooperativo. Eppure, come contabilizzare quel “circuito virtuoso” di benefici che l’attività cooperativa può apportare a una città, a un territorio?

“Il punto è proprio questo – commenta Tagliabue –, stia-mo lavorando per raccogliere quei dati che nei diversi settori di attività delle cooperative di questo Tavolo dimostrino come una coop sia in grado di produrre benessere per una società. Il risultato tangibile sarà la presentazione del Bilancio Sociale di rete della cooperazione sestese, non la sommatoria dei singoli bilanci sociali di ogni cooperativa, ma il frutto di indicatori che

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Le noStre iniziAtiveimmoBiLiAri

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lo stesso settore vale nell'ambito delle imprese industriali totali, ossia il 56,5%.

Le cooperative sociali sono 9, di cui 7 di tipo A (svolgo-no attività d'offerta di servizi socio-sanitari ed educativi) e 2 di tipo B (svolgono attività finalizzate all'inserimento lavorativo di persone svantaggiate). Queste ultime rappre-sentano il 18,3% del totale delle cooperative a Sesto.

I servizi caratterizzano il 61,5% del settore economico in cui opera il mondo cooperativo sestese, a seguire l'in-dustria col 25,7% e il commercio con il 9,2%. A chiudere l'agricoltura e altro con un 3,6%.

Ma qual è il profilo dell'impresa cooperativa a Sesto San Giovanni? In attesa dei dati che emergeranno dai la-vori del Tavolo, valgono i risultati di una interessante ricer-ca effettuata dalla Banca di credito cooperativo di Sesto San Giovanni e presentata nel 2008. Sarebbero 109 le co-operative in città, attive perlopiù nel settore dei trasporti, magazzinaggio e movimento merci (30,3%, pari a 29 at-tività). Seguono le cooperative edilizie, che rappresenta-no invece il 19,3% del totale. Nella cooperazione, inoltre, il settore costruzioni ed edilizia ha un peso percentuale pari al 77,8%, di gran lunga superiore rispetto a quanto

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Cooperativa edificatrice Nuova Torretta Nata nel 1954 per volere di alcuni abitan-ti di Cascina Torretta, oggi la cooperativa edificatrice Nuova Torretta conta 1.360

soci. Cinque gli stabili presenti in città, per un totale di 261 ap-partamenti, che nel tempo sono stati la pronta risposta alla do-manda di casa per fasce di red-dito diverse. La prima abitazione risale al ’63 ed è

in via Saint Denis: la palazzina fu in parte autocostruita dai soci stessi. Negli anni ’70 un immobile della cooperativa è persino diventato patrimonio culturale, perché scenografia di alcune scene del film “Ro-manzo popolare”, di Mario Monicelli, con Ornella Muti e Ugo Tognazzi girato in par-te a Sesto San Giovanni. “Si è partiti con ideali forti – sottolinea Sergio Pignatelli, dal 2008 presidente della cooperativa – da un forte spirito di partecipazione che ha contraddistinto i primi soci. Il volontariato ha caratterizzato quest’attività: dal consi-glio d’amministrazione ai rappresentanti di caseggiato, ognuno si sentiva parteci-pe dell’attività della cooperativa e oggi il clima non è cambiato”. Sessant’anni fa, come oggi, abitare in una casa di coopera-

tiva significa: “Scegliere la garanzia di chi costruisce non solo una casa, ma una re-lazione che duri nel tempo – aggiunge Pi-gnatelli -. I nostri soci, infatti, abitano per lungo tempo nelle nostre case. Ancora oggi scegliere la cooperativa è vantaggioso, an-che in termini economici se si tratta di edi-lizia convenzionata”. Come Nuova Torretta, inoltre, le energie non si rivolgono soltanto al tema dell’abitare. Gli investimenti della cooperativa come veicolo culturale hanno trovato nel tempo conferma nelle attivi-tà del Circolo Nuova Torretta di via Saint Denis e nella programmazione del Centro Valmaggi di via dei Partigiani. Per info: www.nuovatorretta.it.

Cooperativa sociale La Grande CasaAl centro dell’impegno di tutti c’è l’atten-zione alla persona e ai suoi bisogni, in un contesto di “corresponsabilità, collegia-lità e democrazia partecipata”. Liviana Marelli, presidente della cooperativa so-ciale La Grande Casa, considera il fattore umano dei suoi soci ed educatori la vera forza di questa grande cooperativa che si occupa di bambini e ragazze da un lato, famiglie in difficoltà dall’altro. Da quando è nata, nell'84, dall'idea di alcuni cittadini sestesi, La Grande Casa ha ampliato il suo raggio d'azione e oggi vi sono progetti at-tivi dal Lecchese alla Brianza al Caratese. L'azione educativa, pedagogica, sociale e politica della cooperativa si traduce con-cretamente nella progettazione e gestio-

ne di comunità educative per minori e adolescenti, servizi educativi territoriali, accoglienze dedicate a donne maltrat-tate e in uscita da tratta-prostituzione, accoglienze per famiglie di ri-chiedenti asilo politico, progetti di avvio all'au-tonomia. Nuove aree di inter-vento riguarda-no invece pro-getti e servizi per la promozio-ne e il sostegno dell'affido fami-liare, centri polifunzionali per la famiglia, interventi nella scuola, centri di counse-ling e psicoterapia, formazione rivolta agli operatori sociali. La parola d'ordine di chi lavora per La Grande Casa è “normalità”. “I 250 operatori della cooperativa – com-menta Marelli – sono persone capaci e competenti che, prima di essere profes-sionisti, sono uomini e donne con un'e-sperienza e un sapere che rende unico il loro approccio. La tecnica e la competenza professionale ci sono, ma prima di tutto, tra di noi, diamo importanza alle idee. I nostri educatori abitano i territori per cui non conoscono esclusivamente 'i casi', ma le comunità, le storie in cui ogni domanda di aiuto si insedia”. Per info: www.lagrandecasa.com.

Viaggio nel mondo cooperativo di Sesto San Giovanni, l’esperienza di Sergio Pignatelli e Liviana Marelli

di Rosy Matrangolo

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SviLUPPo immoBiLiAre

14 - UNIABITA | SERVIZI

Intanto registriamo con soddisfazione che la fase, lunga, delicata e impegnativa delle bonifiche si è conclusa, perlome-no nella parte del cantiere su cui sorgeranno le costruzioni e le opere pubbliche e cioè a ridosso delle vie Mulino Tuono e Fratelli Di Dio. Resta per ora esclusa dalle bonifiche una pic-cola zona in fondo alla via Livorno, laddove sorgevano gli orti abusivi. Lì si è deciso di intervenire solo in un secondo momen-to, quando saranno a disposizione i risultati di indagini appro-fondite sul terreno, per decidere il tipo di bonifiche necessarie.

Intanto è stato presentato in Comune il progetto per le

Il progetto della Bergamella al quartiere Cascina Gatti di Sesto San Giovanni prosegue il suo corso, non senza qualche difficoltà dovute anche alle condizioni climatiche di questa primavera che è tale solo sul calendario. Le piogge delle scor-se settimane hanno infatti ridotto l’area del cantiere a un im-menso acquitrino. Successivamente il ritorno del bel tempo, accompagnato da venti sostenuti, ha creato mulinelli di terra e di polvere che hanno determinato qualche problema alle case vicine. Cose che capitano. L’importante è che i lavori non ne abbiano subito conseguenze rilevanti.

La Bergamella continua il suo camminoLe bonifiche nelle aree interessate al cantiere sono concluse ed è stato presentato in Comune il progetto per le opere pubbliche. Nel frattempo proseguono i lavori per gli orti urbani. Una riflessione sulle iniziative proposte dal Comitato Cascina Gatti.

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In questo caso, d’ac-cordo col Comune e con il Parco Media Valle del Lam-bro, sulla base di analoghe esperienze realizzate a Mi-lano, facendo tesoro in par-ticolare dell’esperienza mi-lanese del “bosco in città” di Italia Nostra, si è deciso

che bisognava coinvolgere le persone interessate: l’area anda-va sistemata, ma i conduttori degli orti dovevano esserne con-vinti e coinvolti. Ci sono state alcune assemblee anche vivaci con gli “ortisti”, poi è arrivato il consenso della stragrande maggioranza di essi. E, insieme, il loro lavoro gratuito e volon-tario per smantellare i vecchi orti, ripulire le aree, e, soprattut-to, preparare nel parco i terreni che avrebbero ospitato i nuovi orti urbani. Un lavoro (spesso duro e faticoso) doppiamente utile, perché chi vi ha partecipato avrà un punteggio più alto nella graduatoria per l’assegnazione degli orti. Proprio quegli orti di cui ora si comincia a intravvedere la fisionomia.

In mezzo a queste notizie positive diamo conto anche di qualcosa che positivo non è. In questi ultimi mesi si è infatti formato a Cascina Gatti un Comitato, che ha l’obiettivo pri-mario di opporsi alla realizzazione dell’intervento della Ber-gamella. Ora è chiaro che in democrazia ognuno è libero di avere e manifestare opinioni differenti, meno legittimo è dele-gittimare e diffamare. E qui, in qualche caso, si è andati oltre.

Ad esempio, il volantino di convocazione di un’assemblea pubblica indetta dallo stesso comitato recava infatti per titolo “Le mani sulla nostra Cascina Gatti”, con evidenti analogie con il titolo del grande film di Francesco Rosi con cui si denun-ciava il “sacco di Napoli”, la gigantesca speculazione edilizia degli anni sessanta ai danni del capoluogo campano. Le cose stanno così? Oppure si può, come è stato argomentato nel corso dell’assemblea, sostenere che sì, le bonifiche effettuate sull’area sono state eseguite a regola d’arte, ma insinuare che così è avvenuto soltanto per il puntuale controllo del Comita-to, poiché altrimenti chissà che cosa sarebbe capitato...?

All’assemblea è intervenuto anche il presidente di UniA-bita, Matteo Marangoni, che ha preso la parola per ricordare la genesi del progetto, che ha permesso di mettere fine a

opere pubbliche, che van-no approvate prima che si inizino le costruzioni vere e proprie. Di quali opere si parla? Di tutte, con l’unica eccezione del parco che non verrebbe realizzato da UniAbita ma direttamente dall’Ente Parco. E quindi il verde attrezzato, i marciapiedi, lo spazio giochi per i bambini, la pavimentazione della piazza della Chiesa, la realizzazione dei parcheggi che verranno posizionati sia sul lato di via Mu-lino Tuono che su via Curie. Si è anche esaminato il progetto della viabilità, con l’indicazione di due ipotesi sulle quali si è rinviata la decisione in attesa dell’insediamento della nuova Amministrazione comunale.

Conseguentemente è già stato presentato il progetto della residenza. La commissione paesaggistica comunale sta valu-tando il progetto con i tecnici del Comune e ipotizziamo che questo iter di confronto possa esaurirsi positivamente entro l’estate.

Siamo invece in una fase avanzata per quanto riguarda gli orti urbani che sorgeranno nella zona del parco, dove via Livorno effettua una curva a novanta gradi. Nel mese di apri-le è stata posata la prima pietra del capanno comune, dove verranno riposti gli attrezzi e troveranno sede dei servizi a di-sposizione degli “ortisti”, come vengono ormai comunemente chiamati con un neologismo i conduttori degli orti.

Quella della realizzazione di questi orti è una vicenda esemplare sotto più punti di vista. Alla necessità di ripulire l’a-rea dove sorgevano un centinaio di orti abusivi e dove ortaggi e verdure crescevano su un terreno nel quale sono stati ritro-vati materiali inquinanti di ogni tipo, di solito si risponde con le ruspe. Una bella spianata e via. In questo caso si è deciso di procedere diversamente, anche per andare incontro al deside-rio di tante persone di continuare a fare l’orto, un’occupazione e un impegno irrinunciabile per tanti lavoratori e pensionati, un hobby, un diversivo, ma anche un modo per ritornare ai paesi di origine, al mondo contadino da cui a forza si sono dovuti allontanare per venire a trovare lavoro nelle fabbriche delle nostre città.

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le aree è successo di tutto? Discariche abusive, insediamenti abusivi, orti abusivi, viene da dire parafrasando la “terra dei cachi” di Elio e le storie tese. Alcuni orti, poi, erano vere e pro-prie topaie inquinate, sopra le quali si coltivava insalata. Dove si smontavano auto, lavatrici e quant’altro per rivendere even-tualmente il rame. Dove vi si aggiravano topi dalle dimensioni di agnelli. Dove, con la scusa dell’orto ben nascosto, sono stati eretti manufatti che possiamo considerare veri e propri abusi edilizi? E soprattutto dove, nelle strade e nelle aree prospicienti, la gente aveva paura a passare. Dov’era il Comitato? Come mai, proprio ora che a tutto ciò si cerca di porre fine, ci si oppone alla realizzazione di un programma che darà risposte positive a tutti quei problemi che per 30/40 anni sono stati ignorati da tutti? E quali risposte: circa 180 mila mq di nuovo parco, giardini attrezzati, nuovi orti regolarmente realizzati e attrezzati, giochi per bambini, asilo e materna, poliambulatorio, nuova viabilità e ovviamente anche case, soprattutto in edilizia residenziale con-venzionata e pubblica comunale.

Certo! Per fare tutto ciò ci vogliono anche investimenti, mol-to onerosi, circa 100 milioni di euro. E alla fine i conti devono tornare, senza manovre e speculazioni strane, che non appar-tengono nè al nostro modo di operare nè alla nostra storia. E’ una scommessa che siamo determinati a vincere. Per questo, perlomeno, meritiamo rispetto. Se ci sono esigenze di confronto non ci tireremo indietro, ben vengano. Siamo però convinti che, più che le parole, a parlare saranno i fatti. Tra qualche anno quella sarà una zona molto diversa, pulita, dignitosa e più vi-vibile, grazie alla lungimiranza dell’Amministrazione comunale che ha fatto quella scelta, ma anche e soprattutto grazie al mo-vimento cooperativo che in questo intervento ha investito tanto lavoro e ingenti risorse finanziarie.

un contenzioso tra il Comune e i proprietari di quell’area (la famiglia Mariani e altri) che risaliva agli espropri di terreni agricoli degli anni settanta. Ha messo a tacere ogni illazione sulle bonifiche: il rispetto delle leggi è nel dna e nella routine di UniAbita. Ha ricordato la scelta di rinunciare a una consi-stente quota di edilizia libera a favore di quella convenziona-ta, proprio per venire incontro al bisogno di casa dei nostri soci di riferimento: le famiglie dei lavoratori. Ha spiegato che l’intervento avrà la classe energetica più elevata, con van-taggi in termini di risparmio e di tutela ambientale. Ha fatto presente che il “contestato” aumento dell’altezza dei palazzi deriva dalla redistribuzione delle volumetrie contenute in uno dei palazzi che non verrà più edificato, perché erroneamente posizionato dai progettisti in prossimità del collettore fognario che passa nelle vicinanze di via Mulino Tuono. E che altri premi volumetrici derivano non da ipotetici favori ma da norme di legge che incentivano l’isolamento termico degli edifici, tant’è che l’intero intervento è di classe A, la più avanzata dal punto di vista ambientale.

Per quanto riguarda la Bergamella, quindi, nessuna corsia preferenziale, nessun favoritismo. Neppure nessuna preclusio-ne al dialogo con chiunque. Però anche nessuna discrimina-zione, nessuna ipotesi che mandi ancora più in là i tempi di questo intervento che sono già stati lunghissimi. E nessuna ri-duzione delle volumetrie che metta a rischio l’equilibrio finan-ziario dell’intervento. Solo il rispetto della legalità e l’appli-cazione dei piani e dei progetti regolarmente approvati nelle sedi appropriate dagli organismi, dagli enti e dalle istituzioni competenti.

Viene però spontaneo porgere alcune domande. Ma dov’e-ra il Comitato durante i 30/40 anni nel corso dei quali in quel-

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PoLitiCA deLLA CASA

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IMU "prima casa"anche per i soci abitanti> una sceltadi equità e buon senso

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Successo parziale del mondo cooperativo che, col soste-gno di gran parte delle forze politiche, si è mobilitato per ot-tenere il riconoscimento di “abitazione principale” anche per gli alloggi dei soci abitanti di cooperative edilizie, così come prevedeva la normativa ICI precedente.

Il Governo ha infatti riesaminato il proprio decreto e ha escluso dal gettito spettante allo Stato la quota di imposta dovuta per le abitazioni delle cooperative a proprietà indivisa, rimandando ai Comuni la possibilità di applicare l’aliquota ri-dotta anche per i soci abitanti.

Molto più equo e corretto sarebbe stato il riconoscimento effettivo di queste abitazioni come “prima casa”, ma la modi-fica perlomeno permette di non penalizzare i soci assegnatari in godimento di un alloggio di cooperativa.

Il decreto legge dello scorso 24 aprile ristabilisce così una condizione di equità, che era stata fortemente messa in di-scussione dal precedente provvedimento discriminatorio che il Governo Monti era in procinto di varare.

Secondo tale norma, infatti, le Cooperative a proprietà in-divisa venivano escluse dai benefici sulla prima casa previsti dalla tassa IMU. Questa decisione appariva assolutamente in-comprensibile e iniqua, considerando che le case in coopera-tiva rappresentano, effettivamente, per i soci e le loro famiglie

la principale e spesso unica abitazione. Stiamo parlando di una realtà di 41 mila famiglie sul territorio nazionale, 18 mila in Lombardia e circa 4 mila distribuite tra i due comuni di Cini-sello Balsamo e Sesto San Giovanni, tra soci delle cooperative UniAbita, La Nostra Casa, Diaz e Nuova Torretta.

Una situazione doppiamente paradossale e iniqua, voglia-mo aggiungere. Paradossale perché non riconosceva lo status di abitazione principale a degli alloggi in godimento, la cui assegnazione è subordinata precisamente al non possesso di un altro alloggio. Iniqua perché poneva fasce più deboli della popolazione nella condizione di dover pagare molto di più ri-spetto a quanto spettava a un comune cittadino proprietario di prima casa! Oltre al danno c’era la beffa: dover pagare im-poste superiori su una presunta seconda casa senza avere il possesso di nessuna prima casa.

“Crediamo che gli sforzi comuni del mondo cooperativo e di esponenti politici di diverso orientamento abbia rappre-sentato un caso esemplare di come, preso atto dell’esistenza di una situazione palesemente iniqua, si possa trovare una sintesi positiva in grado di ripristinare doverose condizioni di equità sociale”, ha commentato Gian Matteo Marangoni, pre-sidente di UniAbita.

Nelle scorse settimane, in seguito all’approvazione in

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Consiglio comunale della delibera, il sindaco Daniela Gaspari-ni ha inviato ai presidenti delle cooperative edilizie di Cinisello una lettera per informare che in Consiglio comunale era stata approvata la delibera relativa alla determinazione delle ali-quote IMU.

“Le sollecitazioni che abbiamo inoltrato al Parlamento e al Governo per correggere la legge introduttiva dell’IMU - che prevedeva che le case Aler, delle Cooperative e delle Fondazio-ni Onlus, fossero considerate per tutti gli abitanti come secon-da casa e quindi con un’aliquota base del 7,6 per mille - hanno avuto successo e ci hanno consentito di scegliere!

La decisione che abbiamo preso - aggiunge il sindaco - è stata quella di salvaguardare le famiglie che, in questo periodo di crisi, rappresentano i soggetti maggiormente in difficoltà, includendo nelle abitazioni principali anche le famiglie delle case ALER, dei soci abitanti delle cooperative e delle Fonda-zioni Onlus, e applicando per tutte queste categorie l’aliquota del 4 per mille”.

Approdata felicemente a buon esito l’intera vicenda, su qualche organo di stampa qualcuno “ha pensato bene” di intravvedere il “solito” favore fatto alle cooperative. Quan-do quello che abbiamo reclamato non era un trattamento di favore, ma semmai identico a quello riservato ai proprietari di prima casa. Non esiste una posizione di vantaggio delle cooperative rispetto ad altre categorie come trasparirebbe da alcune posizioni riprese dai media. Non è infatti possibile com-parare la tassazione sulla “prima casa”, quale effettivamente è quella dei soci della cooperativa, con le aliquote riservate a negozi o attività produttive. Tanto è vero che UniAbita (e come per la nostra cooperativa il discorso vale per tutte le altre), per il proprio patrimonio edilizio di natura commerciale, dovrà corrispondere l’aliquota prevista nei vari comuni, senza quindi alcun vantaggio rispetto alle categorie equiparabili.

“È necessario spiegare che con l’introduzione dell’IMU non entreranno più soldi rispetto all’ICI nelle casse del Comu-ne. Infatti una buona parte del gettito andrà al Governo cen-trale. In questo modo il Comune diventa un esattore per conto dello Stato” ha affermato il sindaco di Cinisello Balsamo, Da-niela Gasparini, che di questa battaglia di giustizia a favore dei diritti degli abitanti di case in cooperativa a proprietà indi-visa è stata una degli alfieri più convinti e determinati. “Siamo consapevoli della grave crisi che il Paese sta attraversando, non vogliamo sfuggire alle nostre responsabilità, ma nemme-no scaricarle sui cittadini. Il rischio più grande che corriamo è la confusione, i cittadini pensano che sia il Comune a chiedere ulteriori sacrifici quando invece la nuova imposta è municipale solo nel nome”.

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iL merCAto immoBiLiAre

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avanzati sono andati meglio del previsto grazie alla domanda interna degli Usa. Ma, nello stesso tempo, le prospettive future si sono deteriorate, in particolare le previsioni 2012 per l’area euro sono diventate di recessione, e questo a causa dell’ulte-riore aumento dei tassi dei debiti sovrani, della stretta del cre-dito bancario e delle misure di austerità aggiuntive approvate dai singoli governi”.

La questione di fondo è quella del debito. Nei paesi indu-strializzati famiglie, imprese e pubbliche amministrazioni sono intente a smaltire i debiti accumulati durante la fase di boom. Finché questa fase non sarà stata superata, e serviranno anni a causa dell’enorme ragnatela di debiti che ancora avvolge le economie occidentali, la domanda di consumi e investimenti è destinata a rimanere debole e la capacità produttiva sottouti-lizzata. Un dato su tutti è spaventoso, e le cronache quotidiane ce lo sbattono in faccia: l’interesse sul debito greco in dieci anni è passato dall’1 al 33 per cento.

Ma se Atene piange, Roma non ride. Se il governo Monti ha risolto il nodo della credibilità del paese, non ha ancora fornito risposte positive alla capacità di crescita. La variazione del Pil nel decennio 2000-2010 è stata particolarmente bassa per l’Italia: terzultima su 148 paesi. Un dato straordinaria-mente negativo in rapporto agli altri paesi ma anche alla sua

Nel territorio del Nord Milano è in atto una vera e propria rivoluzione immobiliare. I grandi interventi che riguardano le numerose aree dismesse presenti a Milano e nei comuni vicini, e le ripercussioni che avranno nei programmi delle ammini-strazioni pubbliche, muteranno radicalmente il nostro territo-rio. E ciò investe già ora i programmi di intervento dello stesso movimento cooperativo.

È a partire da questa considerazione che UniAbita ha orga-nizzato lo scorso aprile un workshop, che ha visto la partecipa-zione di istituzioni finanziarie, esponenti delle amministrazioni pubbliche, tra cui i sindaci di Sesto San Giovanni e Cinisello Balsamo, operatori del mercato immobiliare, invitando Loren-zo Bellicini, direttore del Cresme, il Centro Ricerche Economi-che Sociali di Mercato per l'Edilizia e il Territorio, a tenere una relazione su “Analisi della domanda e mercato immobiliare residenziale”. Una relazione interessante, ricca di informa-zioni sulle dinamiche dell’economia mondiale e nazionale e del comparto edilizio in particolare. Ma per certi aspetti anche poco confortante, perché i dati presentati poco o nulla hanno concesso all’ottimismo, anzi hanno fatto chiaramente intende-re che il peggio non è ancora passato.

Ne ricordiamo alcuni. Secondo i dati del Fmi (Fondo mo-netario internazionale), “nel terzo trimestre del 2011 i paesi

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La crisi del settore edilizio e la recessione

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sempre più spesso i nuovi rapporti di lavoro, non riescono ad accedere a finanziamenti e mutui.

È evidente che ciò metta al centro del problema il ruolo delle istituzioni finanziarie che, attuando una profonda revi-sione delle politiche di credito, potrebbero fornire alle famiglie, che oggi compongono la quota maggioritaria della domanda, un supporto indispensabile nell’acquisto del bene casa.

Oltre al problema delle risorse finanziarie, nel corso del workshop è emerso come la ridefinizione dell’offerta poggi su altri due aspetti chiave. Il primo è legato all’utilizzo di materiali e soluzioni tecnologiche in grado di abbattere drasticamente i consumi energetici e, quindi, l’impatto sull’ambiente. Il secon-do consiste nel generare un contesto dell’abitare appagante

dal punto di vista delle opportunità di relazioni sociali e di servizi: l’ac-quisto di una casa sarà sempre più indirizzato dalle possibilità di vi-vere in comunità carat-terizzate da un tessuto sociale equilibrato e positivo.

Gian Matteo Ma-rangoni, nel suo inter-vento conclusivo, ha ricordato come UniA-bita, “oltre a mettere in campo meccanismi

di sostegno all’acquisto, come il “patto di futura vendita” per i giovani, da sempre interviene nei territori affiancando alla costruzione di abitazioni lo sviluppo di una rete di servizi sociali, culturali, educativi e sanitari. Molto intenso è anche l’impegno sui temi ambientali: fotovoltaico, geotermico, tele-riscaldamento, materiali a basso impatto ambientale sono ele-menti che guidano i nostri progetti e le nostre realizzazioni”.

“I modelli sociali sono in evoluzione, cambia la domanda, l’offerta cerca di adeguarsi, gli operatori devono rivoluzionare i loro modi di operare, ma le amministrazioni pubbliche sono al passo con questa urgenza di cambiamento? Non mi pare - ha aggiunto Marangoni - perché troppo spesso i tempi che intercorrono tra l’inizio di un iter costruttivo e la posa della prima pietra sono abnormi. Per questo motivo, a volte, gli in-terventi che si realizzano non sono al passo con le esigenze di una società che si modifica molto più velocemente”.

stessa storia. Ed ecco il nodo del problema italiano: non c’è crescita economica, ma c’è crescita demografica, e ciò grazie all’eccezionale flusso di immigrati.

Tutto ciò che ripercussioni ha sul mercato delle costruzio-ni? Le nuove costruzioni sono in caduta libera, mentre tengo-no gli investimenti di riqualificazione del patrimonio esistente. Ci sono 250/300 mila abitazioni invendute, che tengono bloc-cati investimenti nell’ordine dei 30 miliardi di euro. C’è una massa spaventosa di invenduto, stimata oltre il milione di abi-tazioni invendute. Ma è il mercato delle transazioni residen-ziali a segnare il saldo negativo più significativo: meno 30 per cento. Questa domanda negli anni passati era stata sostenuta dagli immigrati, ma oggi anche questa domanda rallenta. È in grande difficoltà anche la classe media, che si sta assottigliando, po-larizzandosi sempre più rapidamente tra “pove-ri” e “ricchi”. Insomma, l’indebitamento e la difficoltà delle famiglie è un elemento sempre più attuale. Per sintetiz-zare siamo passati da una fase molto lunga in cui i redditi delle fa-miglie consentivano di comperare casa senza fare ricorso al credito, per entrare in un’altra fase, che ha coinciso col periodo 1998-2007, dove il reddito non cresceva ma l’accesso al credito era facile e l’investimento immobiliare sicuro, per entrare nella fase attuale in cui il reddito non cresce (anzi nuovi studi ci dicono ogni giorno che il potere d’acquisto è fortemente dimi-nuito), l’accesso al credito è difficile e l’investimento immobi-liare non è più così sicuro.

Riassumiamo: un mercato sostanzialmente fermo non riesce a rispondere alla domanda di abitazioni, nonostante il paradosso di un volume di invenduto consistente, e con prezzi che si mantengono stabili. La progressiva diminuzio-ne di risorse economiche da parte delle famiglie, esclude di fatto dall’accesso al bene casa ampie fasce di popolazione, a partire dai giovani. Questi ultimi, da un lato possono contare sempre meno sul tradizionale supporto delle famiglie d’ori-gine, dall’altro, a causa della precarietà con cui sono regolati

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Il presidente UniAbita Marangoni e Lorenzo Bellicini, direttore del Cresme

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CooPerAtivA di ABitAnti

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È terminata la prima fase di formazione “tradizionale” dei giovani aspiranti consiglieri della Cooperativa UniAbita, che partecipano al corso Adest. Dopo un anno di lezioni abbiamo cominciato a ragionare su aspetti concreti della vita di UniA-bita attraverso dei “team work”, ovvero attività di gruppo dedicate all’approfondimento di tematiche prioritarie per la cooperativa. Il gruppo dei 22 è stato scomposto in tre parti e ciascuna lavora su uno specifico tema con il supporto di un coordinatore.

La formazione dei sottogruppi è tesa a creare un mix di caratteristiche personali che bilanci posizioni maggiormente orientate all’attenzione verso le metodologie di lavoro e verso il risultato, con posizioni più attente agli aspetti creativi e alle relazioni. Le caratteristiche di ogni partecipante al corso sono

I giovani Adest finalmente “al lavoro”I 22 aspiranti consiglieri sono stati suddivisi in tre gruppi che affrontano differenti tematiche, sulle quali cercheranno di individuare proposte concrete di intervento da sottoporre alla Cooperativa

di Fiorenza Melani

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focus group, cioè l’incontro/confronto con gruppi di soci, con l’intento di coinvolgerli in una sorta di progettazione parteci-pata che consenta di individuare proposte e alternative per il futuro”. Giuseppe Bernardi, ex dirigente di una multinazionale che da anni dedica il suo tempo al management coaching, è il coordinatore del gruppo che lavora sui comitati di caseggiato. “Con questo team ho scelto una proporzione al 20 per cento formativa e all’80 per cento operativa – spiega Bernardi –. Ho proposto un project layout aziendale classico dentro il quale il team, lavorando sia individualmente che in aula, sta portando dati, interviste, idee e proposte. L’ambizioso obiettivo finale è un documento di progetto che sia un buon ‘compito in classe’ ma anche un documento leggibile dai dirigenti UniAbita come spunto per prendere decisioni operative, e questo dipenderà dalla creatività del team.”

Il gruppo che si sta dedicando alle nuove offerte della cooperativa è guidato da Sergio Nasi, uomo di grandissima esperienza nel mondo della cooperazione, a lungo ai vertici di Legacoop e Coopfond: “Ci proponiamo di indagare due aspet-ti: come stimare e monitorare l’evoluzione delle variabili che possono influenzare le dinamiche dell’interazione domanda-offerta sull’accesso alla casa; sulla base di ciò, come ipotizzare arricchimenti di distintività dell’offerta cooperativa. Il gruppo lavorerà declinando cinque variabili: economia, modelli socia-li, politiche pubbliche, welfare e sicurezza sociale, tecnologie”.

Al termine dei lavori, tra il 30 giugno e i primi giorni di lu-glio, tutti i progetti elaborati verranno presentati alla direzione di UniAbita.

emerse durante una delle attività proposte all’interno delle lezioni frontali. Attraverso l’elaborazione statistica di uno dei giovani corsisti è stato possibile evidenziare le caratteristiche prevalenti di ognuno, potendo così formare gruppi eterogenei per personalità e attitudini.

I temi sui quali ogni team è impegnato, scelti da UniAbita, sono: “Nuove opzioni di offerta della cooperativa di abitanti a una base sociale che, nel medio periodo, modificherà so-stanzialmente la propria composizione”; “Possibili modalità di coordinamento e integrazione ai servizi di comunità che oggi UniAbita offre”; “Elaborare una o più ipotesi su un nuovo mo-dello organizzativo dei Comitati di Caseggiato”. Ogni gruppo è supportato da un referente tecnico interno alla cooperativa e da un coordinatore esterno, scelto per capacità di guida e per esperienza nel management, che aiuta i corsisti nell’elabora-zione di efficaci strategie di lavoro e di un piano progettuale da presentare ai vertici di UniAbita.Ogni team sta quindi atti-vamente lavorando sul tema assegnato proprio in questi mesi. Abbiamo chiesto ai tre coordinatori di spiegarci le linee guida dei loro interventi.

Daniela Ambroset, una lunga esperienza come dirigente aziendale e come presidente di una cooperativa edificatrice milanese, così sintetizza l’avvio del lavoro dedicato all’inte-grazione dei servizi di comunità: “Abbiamo impostato il lavoro su un’analisi non teorica ma ‘sul campo’ delle problematiche e delle aspettative del corpo sociale nei riguardi dei servizi di comunità. Assunto come linea-guida il concetto di ‘centralità dell’utenza’, abbiamo optato per una rilevazione attraverso

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Con quale intento è sorta l’Associazione Amici della Residenza del Sole Onlus?

Mi piace rispondere a questa domanda con l’Art. 2.1 del nostro Statuto, che recita così: Associazione senza fini di lucro che con l’azione diretta, personale e gratuita dei propri ade-renti persegue esclusivamente finalità di solidarietà sociale nel campo dell’associazionismo sociale a favore degli anziani. In queste parole è contenuto il senso del nostro lavoro, del nostro impegno, della missione che ci sentiamo di svolgere come persone e come associazione.

Quanti volontari operano nella RSA il Sole? Come sono suddivisi per età, sesso, professione?

Ad oggi siamo 25 volontari, ma con l’ampliamento della struttura previsto a giugno, quando ci sarà l’inaugurazione del nuovo padiglione, avremo bisogno di nuova linfa, sebbene non mi possa lamentare della situazione attuale. Da quando è nata, la nostra associazione ha continuato a crescere e anche nel corso del 2012 sono arrivati nuovi volontari. La maggior parte è costituita da donne, gli uomini attualmente sono due,

Il suo motto è “fare e non apparire”, il suo impegno è pura passione, una passione lucida e professionale. Abbia-mo intervistato Angelo Tosoni, presidente dell’Associazione Amici della Residenza del Sole, che dal 2006 opera all’inter-no dell’omonima RSA cinisellese. Ci siamo fatti raccontare cosa significhi essere un volontario oggi, quale sia il ruolo di sostegno, di aiuto e di conforto nei confronti degli anziani ospiti della struttura.

Quando è nata l’Associazione Amici della Residenza del Sole Onlus?

È nata nel maggio del 2006, in concomitanza con l’en-trata in funzione della Residenza del Sole, per volontà del presidente del Consorzio il Sole, Davide Viganò, che ha for-temente voluto la presenza di un’associazione di volontari nella struttura. L’associazione è sostenuta economicamente dal Consorzio il Sole e dai volontari che ne sono anche soci. L’associazione ha sede presso la Residenza Il Sole, ha uno statuto e un regolamento ed è iscritta all’Albo della Provin-cia e della Regione Lombardia.

AAA Volontari cercansiper una missione specialeIntervista ad Angelo Tosoni, presidente dell’Associazione Amici della Residenza del Sole, i volontari che svolgono una funzione importantissima a favore degli anziani ospiti della Rsa

di Caterina Paola La Grotteria

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Come ho già accennato lavoriamo a stretto contatto con il personale della RSA anche per quanto riguarda le linee guida formative del volontario e della sua attività. Nell’arco dell’an-no sono previsti due incontri di formazione con la psicologa e tre incontri con il personale medico, nel corso dei quali vengo-no delineati i piani di lavoro in accordo con gli operatori e i re-sponsabili dei nuclei di degenza. Sono momenti di fondamen-tale importanza perché rappresentano una presa di coscienza per il volontario dell’importanza del proprio compito in una struttura come questa, dove sono chiamati a svolgere un ruolo molto delicato, a stretto contatto con la fragilità umana. Es-sere volontario è un impegno serio: a ognuno viene richiesto di coprire almeno un turno settimanale di due ore ma alcuni, compatibilmente con gli impegni personali, riescono a essere in RSA anche quattro o sei ore a settimana.

Che rapporti si instaurano tra i volontari e gli ospiti?È un rapporto molto stretto e delicato. Gli anziani della

RSA, benché ospitati in una struttura eccellente, sono persone sole che chiedono affetto e attenzioni e la presenza del volon-tario è attesa e apprezzata. Ecco perché è molto importante, in primo luogo, che il volontario sia consapevole del proprio ruolo ed eviti di assumere in prima persona i problemi di un ospite al quale, magari, si è legato particolarmente. È necessa-

ma non sono mancate e non mancano esperienze di giovani. Recentemente una studentessa, dopo il tirocinio in RSA, ha chiesto di poter continuare come volontaria della nostra as-sociazione e questo rappresenta un buon segnale. I pazienti della RSA, poi, amano in modo particolare i giovani. C’è una signora che compirà 100 anni tra qualche settimana che si è legata in modo particolare a un giovane volontario e lo aspet-ta con ansia ogni domenica, quasi fosse un nipote o un figlio.

Quali sono i vostri compiti come volontari?Non ci occupiamo di accudimento dei pazienti, questo è

un ruolo che spetta al personale qualificato. Noi affianchiamo il servizio di animazione interno alla RSA, siamo ‘nel nostro piccolo’ una guida, un sostegno, ci occupiamo dei laboratori, dei momenti di svago (come le tombolate, per esempio), aiu-tiamo gli ospiti durante la riabilitazione in palestra, visitiamo i pazienti che non possono lasciare, per problematiche fisiche, le loro stanze nei nuclei di degenza. Insomma, lavoriamo a stretto contatto con l’equipe della Residenza, ma siamo co-munque autonomi. Il nostro lavoro è riconosciuto e apprezza-to, non solo dai pazienti.

Quali sono i vostri contatti con il personale inter-no alla struttura?

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Quando una bambola non è un gioco, le “emphaty dolls” alla Rsa del Sole

Sarà anche vero che da vecchi si ritorna bambini, però l’idea che le bambole possano servire non solo per giocare ma anche per “curare” è deci-samente forte. Fatto sta l’equipe di lavoro della Residenza Il Sole ha deciso di attivare un proget-to sperimentale ed innovativo dedicato al nucleo protetto all’interno della RSA che ospita pazienti affetti da demenza. Qui, da giugno, prenderà vita un nuovo percorso terapeutico, non farmacolo-gico, con le “bambole terapeutiche”, più cono-sciute in ambito sanitario e assistenziale come “emphaty dolls”. Parliamo di oggetto lontano dal nostro ideale di bambola, ma con tratti del viso particolari e con caratteristiche come peso, posi-zione delle braccia e delle gambe, appositamen-te studiate per favorire il desiderio di contatto e di accudimento. Perché la decisione di accoglie-re le Emphaty dolls nella RSA? Perché la bambo-

la risveglia sentimenti e incentiva interazioni tra ospiti e bambola, tra ospiti e familiari e tra ospiti e operatori. La terapia della bambola favorisce il riaffiorare dell’istinto di accudimento insito sia nell’uomo che nella donna, facendo riemer-gere relazioni affettive importanti per l’ospite. La bambola diventa il bambino da accudire, da accarezzare, da curare e perché no, anche da sgridare, stimolando emozioni arcaiche in cui gli ospiti identificano come vero l’oggetto inanima-to, favorendo la diminuzione di gravi disturbi del comportamento, sintomi della malattia.La decisione di inserire questa sperimentazione all’interno della RSA Il Sole nasce dalla consa-pevolezza che l’insieme di cure date dagli inter-venti sanitari e assistenziali insieme a interventi alternativi sono in grado di favorire il benessere psicofisico degli ospiti. Non si parte comunque da

zero. Le “emphaty dolls” sono nate in Svezia nel 1996, grazie alla terapeuta Britt Marie Jakobs-son, e sono state portate in Italia dal prof. Ivo Ci-lesi, consulente in terapie non farmacologiche, e formatore degli operatori che proprio all’interno della RSA il Sole gestiranno il progetto.

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rio un preciso comportamento per saper gestire le confidenze, per muoversi nel rispetto della privacy anche di persone che vivono in uno stato di debolezza fisica e mentale. Io per esem-pio, ogni domenica sono qui, tra i miei vecchietti, e loro mi aspettano sempre, con ansia e con affetto sinceri!

Ci dica qualcosa della sua esperienza di presiden-te: cosa rappresenta per lei questo ruolo, com’è nato questo impegno, cosa pensa di poter offrire con il suo lavoro.

Sono presidente de l’Associazione Amici della Residenza del Sole Onlus dalla sua fondazione. Tutto è nato, in realtà, dopo un’esperienza personale. Ho avuto modo di curare a casa per diversi anni mia mamma, che aveva avuto un’ische-mia, un’esperienza molto importante e dura dal punto di vista mentale e fisico. Quando l’accompagnavo presso vari centri di riabilitazione, pur essendo strutture all’avanguardia, perfette dal punto di vista medico, a volte notavo scarsa umanità, man-cava attenzione alla persona, ai suoi bisogni e al suo sentire, anche e soprattutto in un momento di debolezza. Insomma, donne e uomini che avevano contribuito alla nascita della nuova Italia, che avevano avuto in passato lavori di presti-

Abbiamo intervistato due volontarie dell’Asso-ciazione Amici della Residenza del Sole Onlus, due sorelle – Calogera e Antonella Randazzo – che dopo anni di lavoro, non appena raggiunta la ‘meritata pensione’, hanno deciso di impegnarsi nel sociale, di fare nel loro piccolo qualcosa per chi, forse, avrebbe avuto bisogno di un aiuto. E hanno scoperto di diventare, ogni giorno, un po’ più ricche.

CALOGERA: “PENSAVO DI FARE QUALCOSA PER GLI ANZIANI, IN REALTÀ È MOLTO DI PIÙ CIÒ CHE MI DANNO LORO”

Perché ha deciso di diventare una volontaria dell’Associazione Amici della Residenza del Sole?Ho sempre pensato agli anziani come a una real-tà speciale, ricca di esperienze per una vita già trascorsa, ma debole, fragile, bisognosa di aiuto e protezione per una vita ancora da trascorrere.

Quando andai in pensione, avendo del tempo libero, decisi di impegnarmi su questo fronte.”

Quali attività svolge all’interno della Residen-za con gli ospiti?Gli anziani hanno bisogno di sentirsi utili, vivi. Le attività proposte sono diverse: intellettuali e ricreative come la pittura o le recite dove gli ospiti della RSA sono i primi attori e poi il cine-ma, la tombola, gli aperitivi… Quelle che pre-ferisco sono i lavori femminili, la maglia, l’un-cinetto, la piccola bigiotteria. Ci sono signore abilissime, capaci di creare dei veri capolavori!

Ognuno di voi ha un compito specifico, in base alle proprie competenze e attitudini? Propo-nete voi stessi qualche attività o siete orga-nizzati a livello centrale?Ognuno di noi sceglie i giorni e quindi segue le attività proposte in quei giorni; ognuno secondo la propria esperienza e capacità. Si può anche

proporre qualcosa, naturalmente piccole cose, senza stravolgere certo le direttive generali.

Che cosa le regala, come persona in primo luogo, questa esperienza?Mi sono avvicinata al volontariato pensando di riuscire a fare qualcosa per gli anziani. In realtà è molto di più ciò che loro riescono a darmi: è bellissimo quando sorridono, quando mi parla-no della loro vita passata, dei figli, dei nipotini.

Ci racconti un episodio che vi ha commosso o divertito e che non dimenticherete mai?Quel giorno Maria non era molto tranquilla. Ad un certo punto iniziò a raccontarmi che da lì a poco la sua pronipote avrebbe festeggiato il compleanno e che lei, trovandosi in struttura, non avrebbe potuto regalarle ‘un bel niente’ . Maria è molto brava con il lavoro ai ferri, così decidemmo di fare una borsetta colorata. E la cosa la mise di ottimo umore.

L’esperienza di due volontarie

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C O N S O R Z I O

ilSOLERES IDENZA

delSoleR E S I D E N Z AS A N I T A R I AA S S I S T E N Z I A L E

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gio, ora erano considerati alla stregua di pacchi postali. Da qui, e forse per una mia particolare propensione al sociale – sono infatti anche coordinatore di Emergency di Cinisello Balsamo, consigliere del giornale cittadino “La Città” e consigliere della Cooperativa Agricola – è nata la decisione di accettare nel 2006 questo ruolo.

Qual è il quadro del mondo dell’associazionismo a Cinisello Balsamo? Esiste una collaborazione tra le realtà locali?

Il mondo dell’associazionismo cinesellese è molto forte e radicato: i volontari sono una parte importante e attiva del tes-suto sociale. Si sta cercando, inoltre, di arrivare a un raccordo tra le associazioni: personalmente ritengo sia molto importante riuscirci. Restare in contatto con altre attività, avere un piano condiviso, aiuterebbe a rimanere ben radicati nel territorio e consapevoli. Prima che se ne vada vorrei chiederle un favore – è l’ultima parola di Angelo Tosoni, quando già siamo nei corridoi e ci stiamo salutando –, siamo sempre alla ricerca di nuovi volon-tari. Se qualcuno fosse interessato, la prego, lo inviti a contattar-ci presso la sede della RSA. Come non farlo? Ecco i contatti, per chi volesse affacciarsi nel mondo del volontariato.

Residenza del Sole www.consorzioilsole.itTelefono: 02 61 11 111Fax: 02 61 11 11 202 e-mail: amicidel [email protected]

C’è una persona speciale che avete incontra-to tra gli ospiti e che vi ha particolarmente colpito?Tutti gli ospiti a loro modo sono speciali, ma ri-cordo Anna ormai quasi completamente senza memoria. Un giorno la portai in giardino a fare una passeggiata, si aggrappava al mio braccio e continuava ininterrottamente a dirmi grazie, con la sua figura esile, aggraziata, le sue unghie curate. Chissà come sarà stata bella ed elegante nella sua giovinezza!

ANTONELLA: “TANTI DEI NOSTRI ANZIANI HANNO ANCORA TANTA VOGLIA DI VIVERE, DI DARE E RICEVERE AFFETTO”Perché ha deciso di diventare una volontaria dell’Associazione Amici della Residenza del Sole?Perché dedicare un po’ del mio tempo a queste per-sone era un modo per sentire ancora vicini i miei genitori, anche se ormai mancavano da molti anni.

Quali attività svolge all’interno della Resi-denza con gli ospiti?Principalmente attività di laboratorio; ognuno porta la propria esperienza adattandola alle capacità degli ospiti. Ma il laboratorio è soprat-tutto un modo per distogliere gli anziani, anche se a volte solo per pochi minuti, dalla routine o dall’apatia e far sì che possano comunicare fra loro e con qualcuno al di fuori della struttura.

Che cosa le regala, come persona in primo luogo, questa esperienza? Dare a questi anziani un po’ del mio tempo, un paio d’ore cariche di ascolto, comprensione e gioia di vivere… strappare loro un sorriso. Tut-to questo mi dà la carica per andare avanti e tornare alla vita di tutti i giorni con un po’ più di serenità.

Ci racconta un episodio che l’ha commossa o divertita e che non dimenticherà mai?

In questa realtà ci sono persone con tanta voglia di vivere, di dare e di ricevere affetto. Un marte-dì mattina in laboratorio, ci viene presentato un nuovo ospite, un settantenne ancora piacente: una signora ultranovantenne si è alzata e an-data incontro a questo signore presentandosi e offrendo la sua compagnia, con l’entusiasmo di una ragazzina. Il signore, un po’ in imbarazzo, cercava di sottrarsi alle sue proposte e chiedeva aiuto con lo sguardo all’animatrice, che per sua fortuna è riuscita a portarlo via!

C’è una persona speciale che avete incontrato tra gli ospiti e che vi ha particolarmente col-pito?Sì, c’è una persona che, nonostante i tanti pro-blemi, quando mi incontra mi chiede: “Come stai? Com’è andata la settimana? Riguardati mi raccomando!”. Queste attenzioni mi emoziona-no, mi sento un po’ figlia di tutte queste dolcis-sime donne.

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CooPerAtivA di ABitAnti

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Imparare a conoscersi, per dimagrire in saluteÈ stato un successo il Corso di psicoeducazione per il controllo del peso tenuto dalla dottoressa Galli presso il Poliambulatorio Il Sole durante tre serate dello scorso marzo

di Caterina Paola La Grotteria

Aprile/Giugno 2012

una dieta su misura, un ennesimo approccio fallimentare alla perdita di peso, ma gli strumenti razionali, cognitivi ed emotivi per imparare a nutrirsi correttamente, ad accettare la propria struttura corporea, ad automonitorarsi. La parola d’ordine è: cambiare stile di vita.

Il corso è strutturato in moduli che affrontano, ognuno, un argomento specifico. Il primo modulo ha riguardato l’an-nosa questione del Peso Naturale. Come per l’altezza – ha spiegato la dottoressa – ognuno di noi ha un peso naturale ereditato dalla propria famiglia, che non è facile modificare e che determina, così come il metabolismo basale, la risposta termica al cibo, l’attività fisica spontanea e la struttura di ogni persona. I meccanismi che regolano il comportamento ali-mentare sono complessi ed è necessario che vengano presi in considerazione: ci sono fattori esterni che possono essere mo-dificati e interni che non si riescono a intaccare, c’è la teoria del Set Point che ritiene il peso corporeo relativamente stabile nel tempo perché determinato da meccanismi biologici che si oppongono a qualsiasi tentativo di modifica, ci sono i rischi le-

Un nutrito gruppo di persone ben distribuite per età, sesso (non mancavano gli uomini) e professione, hanno partecipato con interesse alle lezioni della dottoressa Galli, specializzata in endocrinologia, consulente Cida (Centro italiano disturbi alimentari di Milano) e Aidap (Associazione italiana disturbi alimentari e peso), che da anni collabora con il Poliambula-torio Il Sole.

L’approccio che propone la dottoressa Galli nei suoi incon-tri è sicuramente innovativo e si basa sulla presa di coscienza del paziente, prima ancora che focalizzarsi sul dimagrimento in se stesso e fine a se stesso. Ciò che vuole fornire non è

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SERVIZI | UNIABITA - 29

gati al sovrappeso e al sottopeso e l’Indice di Massa Corporea. E, soprattutto, una domanda: quale peso si deve raggiungere? Il Peso Ragionevole, secondo la teoria della dottoressa Galli, è l’obiettivo di una dieta equilibrata e di successo.

Il secondo modulo, invece, si è concentrato sull’attività fisica, croce e delizia di buona parte del popolo italico. La dottoressa Galli ha spiegato l’importanza di uno stile di vita che preveda un’attività moderata e continuativa e rifugga dalla sedentarietà: camminare, salire le scale, lasciare a casa la macchina quando è possibile, o semplicemente alzarsi per primi per prendere un oggetto sono attività utili per eliminare i chili di troppo, certo, ma anche per mantenere in salute il cuo-re, favorire la circolazione e sentirsi meglio psicologicamente. “Sono troppo stanco”, “Sono troppo depresso”, “Sono troppo grasso” : ecco le scuse razionali più diffuse, che vanno com-battute.

Ma quale dieta scegliere? Lo spiega dottoressa nel modulo dedicato al Trattamento Nutrizionale. Sicura-mente da evitare le diete oggi così di moda (a Zone, ATkins, Scardale). In genere si tratta di diete dissociate ad alto conte-nuto di proteine e basso in carboidrati, pericolose per la salute perché provocano un carico eccessivo a danno dei reni e in genere hanno un’efficacia limitata nel tempo. In pratica, non appena si inizia a mangiare normalmente, si riprende tutto il peso perso. Ancora una volta la dieta più efficace si rivela la buona, vecchia dieta mediterranea. Ci sono poi dei passi da compiere che permettono di scegliere la dieta adeguata: calcolare l’Indice di Massa Corporea, il metabolismo basale, scegliere nel manuale di autoaiuto il programma kcalorie ade-guato e imparare a leggere con attenzione l’etichetta nutrizio-nale dei prodotti alimentari.

E, infine, viene il punto più dif-ficile. Come riuscire a prevenire le ricadute una volta iniziato un per-corso di dimagrimento? Il “modello morale” oggi in voga, che ritiene che il controllo del cibo dipenda esclusi-vamente dalla forza di volontà e che chi trasgredisce sia un debole, è pe-ricoloso e fortemente implicato nella ricaduta. Il successo nel controllo, per la dottoressa Galli, dipende piut-tosto dall’acquisizione di specifiche abilità comportamentali che il pa-ziente deve acquisire e che gli per-metteranno di raggiungere uno stile

di vita bilanciato, di affrontare con abilità le situazioni ad alto rischio, di modificare gli stimoli ambientali che portano a tra-sgredire, di superare le cadute. Il percorso di presa di coscienza di sé è lungo e certamente denso di ostacoli, ma il consiglio della dottoressa a tutte le persone che hanno preso parte al corso è stato quello di iniziare con piccoli passi: un quaderno, per esempio, dove scrivere tutto ciò che si mangia nel corso della giornata con sincerità, un hobby per imparare a “dimen-ticarsi” qualche ora del cibo, pesarsi una volta alla settimana, non di meno, non di più. E, soprattutto, tanta pazienza.

Il corso tenuto dal Poliambulatorio si è rivelato molto utile per l’87% dei partecipanti, che ha valutato l’esperienza come in grado di influenzare il proprio stile di vita in futuro.

Per informazioni e curiosità:Poliambulatorio Consorzio Il SoleTel. 02 66041157 - 02 [email protected]

Aprile/Giugno 2012

C O N S O R Z I O

ilSOLERES IDENZA

delSoleR E S I D E N Z AS A N I T A R I AA S S I S T E N Z I A L E

Prevenzione del Glaucoma al Poliambulatorio del Sole

Nello scorso ottobre presso il Poliambulatorio del Consorzio Il Sole si è tenuta una campagna di prevenzione del glaucoma, nel corso della quale sono state visitate 422 persone, di età compresa tra i 50 e i 55 anni, in stragrande maggioranza socie della nostra cooperativa. Ogni socio è stato sottoposto a misurazione della pressione intraoculare, a esame biomicroscopico della morfologia del bulbo oculare e della testa del nervo ottico. 350 soci non hanno

mostrato significative alterazioni oculari (82 per cento dei soci indagati), 72 soci si sono invece dimostrati meritevoli di approfondimento diagnostico. il 4 per cento dei soci esaminati sono risultati affetti da glaucoma del quale non erano consapevoli, il 10,4 per cento dei soci presentava anomalie morfologiche o della pressione intraoculari meritevoli di accurati approfondimenti diagnostici; il 2,6 per cento dei soci è risultato affetto da patologie oculari già note.

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CooPerAtivA di ABitAnti

30 - UNIABITA | SERVIZI

Eccoci, quindi, proprio al sito: www.mondoauprema.it (e-mail: [email protected]). Esso è graficamente allineato al sito “madre” di UniAbita, possiede però immagine e iden-tità proprie, originali, funzionali. Fra le pagine web si trovano tutte le informazioni utili per contattare - e farsi contattare – dall'Agenzia (sezione Contatti – Recapiti, Orari, New-sletter). Nella sezione Archivio documenti si sfogliano depliant e opuscoli relativi alle proposte viaggi/vacanze. Alla voce Borgo Magliano si scopre il Resort che sorge sulle colline toscane, in provincia di Grosseto, a pochi chilometri dal Parco dell'Uccellina e dall'Argentario, che ospita sia in formula residence che in formula hotel, in un'area che com-prende ristorante, bar, piscine, campi da tennis e molto altro.In Chi siamo – i nostri servizi, ecco l'elenco delle attivi-tà svolte a favore dell'utenza più generale, ma a condizioni agevolate e alle migliori tariffe disponibili per i soci UniAbita e delle altre Cooperative di Abitanti:

Mondo Auprema Viaggivia Cadorna 49, Cinisello Balsamotel. 02 61293712 fax 02 61770932www.mondoauprema.it [email protected]

Dopo l'unificazione del 2010 fra Auprema e Camagni-Olmi-ni, anche i Servizi di Comunità – i servizi organizzati da UniA-bita a favore di soci e cittadinanza per dare risposte di qualità nei settori sanità (Consorzio Il Sole), solidarietà (Fondazione Auprema), tempo libero/cultura/sport (Circolo Auprema e GCS Sesto San Giovanni), turismo (Mondo Auprema) – sono stati oggetto di rinnovamento, nell'ottica di migliorare e ottimizza-re la qualità dei servizi stessi.

In questo numero, vedremo nel dettaglio le migliorie rela-tive all'agenzia di viaggi operante nel settore turismo Mondo Auprema Viaggi, con sede a Cinisello Balsamo.

Prima di tutto: nuovo marchio. Si tratta di una rosa dei venti molto stilizzata, e indica che Mondo Auprema Viaggi può in-dirizzare la propria clientela verso qualunque meta. Il nuovo marchio, passo dopo passo, andrà a sostiuire il precedente su ogni canale di comunicazione, nell'ottica di una immagine co-ordinata: depliant, modulistica, vetrine, sito web.

Mondo Auprema Viaggi> nuovo look, nuovo sito, nuovi servizi

Aprile/Giugno 2012

Circolo AupremaSport, cultura e tempo libero

Fondazione Auprema Onlus

Mondo AupremaViaggi e vacanze

Consorzio il Sole Soc. Coop.Poliambulatorio

Gestione Centri SportiviSport e tempo libero

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SERVIZI | UNIABITA - 31

- prenotazione biglietteria aerea nazionale e internazionale;- prenotazione alberghi e soggiorni in Italia e estero;- noleggio auto;- servizio di assicurazione;- prenotazione treni alta velocità Trenitalia e NTV Italo Treno;- liste nozze e crociere, speciale quote famiglia;- programmi soggiorni e viaggi per gruppi.

Infine, in vetrina nella Home Page e nella sezione Le nostre proposte, ecco le ultime offerte e le nuove idee suggerite e consigliate da Mondo Auprema Viaggi: tour, soggiorni, viaggi/gite di gruppo.Lo staff di Mondo Auprema Viaggi (Stefania, Lorenza e Azzur-ra) vi aspettano in via Cadorna 49 a Cinisello Balsamo, per consigliarvi su mete, budget, servizi, tutto quanto su misura sulla vostra vacanza, i vostri viaggi e le vostre esigenze, con tanta cordialità e la massima professionalità e serietà.

Aprile/Giugno 2012

Tour Trieste – Lubiana – Aquileia29 – 30 settembre 2012Un viaggio che spazia tra le località più significative della Mit-teleuropa, da Trieste a Lubiana per finire ad Aquileia, uno dei centri archeologici più importanti del Nord Italia, considerata dall'Unesco Patrimonio dell'Umanità.Quota per persona in camera doppia: €250Quota per persona in camera singola: €280Inclusi: viaggio in pullman, hotel 4 stelle pensione completa, guide, funicolare, ingressi. Esclusi: bevande, extra vari

La ferrovia delle Centovalli: un viaggio attraverso la nostalgia e il romanticismo. Gita in pullman.Sabato 15 Settembre 2012 Con la ferrovia delle Centovalli e della Valle Vigezzo attraver-seremo un territorio selvaggio e romantico, in cui si alternano ponti vertiginosi, ruscelli d'acqua purissima, vigneti, boschi di castagni e villaggi arroccati su pendii.Quota min.40 iscritti: soci €85 - NON soci €90 - bimbi 6-15 anni € 60. Inclusi: pullman a/r Cinisello Balsamo/Sesto S. Giovanni,Treno delle Centovalli da Domodossola a Locarno in 2 classe; pranzo in ristorante a Locarno (primo, secondo, con-torno, dessert, acqua e vino); guida, visita guidata a Locarno e Ascona, accompagnatrice Mondo Auprema.Prenotazioni entro 25 giugno 2012.

Borgo Magliano Resort - ToscanaPer informazioni e prenotazioni:Mondo Auprema Viaggi

I prossimi viaggi di Mondo Auprema

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Info

Circolo Aupremavia Garibaldi 47/49, Cinisello Balsamotel. 02 6127830www.uniabita.it

32 - UNIABITA | RUBRUCHE

Attraversare il Carroponte, soprattutto la sera, è un’esperienza incredibile: un'im-mensa struttura, di ferro e acciaio, lunga 200 metri, distesa su un grande prato. Qui un tempo c’era la Breda, una delle grandi fabbriche cha hanno fatto la storia di Sesto San Giovanni. Migliaia erano gli operai che si riversavano nelle fabbriche e le sirene dei cambi turno scandivano il tempo come cam-pane. Il Carroponte è fermo dal 1996, ma quel grande spazio ha ricominciato a vivere dal 2006. Insieme ad altre realtà, rappre-senta la scommessa di trasformare il Nord Milano da centro industriale a distretto cul-turale. Straordinario esempio di archeologia industriale, il Carroponte è oggi una grande arena concerti gestita durante la stagione estiva da Arci Milano. Le presenze lo scorso anno sono state quasi 100 mila, facendo en-trare questo spazio tra le più grandi realtà del panorama musicale italiano ed europeo. UniAbita da sempre sente il bisogno di rivol-gersi alle giovani generazioni con l’obiettivo di promuovere il modello cooperativo per af-frontare il problema del lavoro, della casa e dell’aggregazione. Il Carroponte rappresenta l’occasione di muoversi in questa direzione, cercando di coniugare le finalità di promo-

zione dell’immagine della cooperativa alla necessità di incrociare e intercettare gli in-teressi dei giovani nei loro luoghi di ritrovo. Per questo abbiamo deciso di essere presenti al Carroponte, durante il periodo estivo da giugno a settembre, con lo “Spazio UniAbi-ta” a noi dedicato. La tensostruttura è stata pensata per essere fortemente caratterizzata dall’immagine della Cooperativa, con uno stile di comunicazione che diventi elemento di curiosità per gli utenti che fruiranno il Car-roponte. I nostri collaboratori provvederanno a distribuire materiale informativo, in parti-colare le FAQ (frequently asked questions – domande fatte frequentemente) una sorta di riassunto dell’offerta abitativa e non solo di UniAbita. Tramite un questionario si cercherà di indagare gli interessi dei giovani rispetto al tema della casa. Lo spazio sarà utilizzato per i dibattiti. UniAbita organizzerà due sera-te, in collaborazione con il Politecnico di Mi-lano, dedicate all’housing sociale e ai servizi all’abitare. I nostri soci e i loro figli potranno accedere a quasi tutti i concerti della stagio-ne con uno sconto. Per questo sarà possibile fare un’apposita tessera al Circolo Auprema, che provvederà a tenere aggiornati via mail i soci sui concerti e le scontistiche applicate.

Al Carroponte ci sarà anche uno “Spazio UniAbita”Un luogo per incontrare i giovani frequentatori dell’arena culturale gestita dall’Arci in via Granelli a Sesto San Giovanni, ma anche un’occasione di confronto e dibattito per tante realtà

di Leonardo D’Agata

CULtUrA

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SERVIZI | UNIABITA - 33

Nelle nostre città vivono, spesso dalla nascita, ragazze e ragazzi che hanno condiviso con i loro coetanei la scuola, i luoghi dello sport, gli oratori, hanno cantato l’inno di Mameli e celebrato i 150 anni dell’Unità d’Italia. Per la legge però non sono italiani. Sono i figli, nati in Italia, di cittadini stranieri, oppure sono ra-gazzi che in Italia stanno completando il loro ciclo di studi, spesso iniziato alla materna e protrattosi fino all’università. Il Comitato Genitori Docenti per la qualità della scuola pubblica di Sesto San Giovanni, partendo dall’esperienza della scuola, luogo per eccellenza di inclusione e crescita comu-ne, ha voluto porre in primo piano questo problema, che riguarda un numero sempre più elevato di ragazzi e di famiglie. L’idea è stata quella di organizzare una giornata di festa cittadina dove dare voce alla richiesta, presentata a tutti i livelli istituzionali, affinché venga approvata al più presto una legge che garantisca un principio di giustizia e civiltà e dia la cittadinanza italiana a tutti coloro che nascono in Italia o che in Italia hanno com-piuto un ciclo completo di studi. L’iniziativa, che ha avuto il patrocinio del Comune di Se-sto San Giovanni e l’adesione di vari enti e associazioni tra cui la Fondazione Auprema,

si è svolta domenica 22 aprile. Un breve cor-teo si è mosso da piazza del Rondò fino al Carroponte. Qui, ad alcune testimonianze e interventi, tra cui quello di Monica Chittò, in qualità di assessore all’Educazione uscente, è seguito un intero pomeriggio di giochi e festa, con numerosi laboratori per bambini, pos-sibilità di andare a cavallo, teatro, musica e danza. Era presente anche un gazebo di Fon-dazione Auprema. Alle 18 ha preso il volo una mongolfiera colorata, costruita dai bambini con i loro messaggi, e la serata è prosegui-

ta con alcuni concerti svolti all’interno dello spazio del Maglio. Il prossimo appuntamento sarà con la nuova amministrazione sestese, a cui verrà chiesto di dare la cittadinanza ono-raria ai bambini nati in Italia, ragazzi che nel-le nostre scuole studiano i diritti sanciti dalla nostra Costituzione, che a loro sono invece negati. Come ha dichiarato di recente il Pre-sidente della Repubblica, Giorgio Napolitano: “Negare l’urgenza di questa scelta di civiltà è un’autentica follia, un’assurdità. I bambini hanno questa aspirazione.”

Siamo tutti italiani. La cittadinanza è una scelta di civiltà e di giustiziaUna giornata di mobilitazione a Sesto San Giovanni per sostenere i diritti dei figli, nati in Italia, di cittadini stranieri, oppure dei ragazzi che, nati all’estero, in Italia hanno però completato il loro ciclo di studi

di Annie Iacone

Alcuni momenti dell'iniziativa in favore del diritto di cittadinanza

SoLidArietà

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34 - UNIABITA | RUBRUCHE

Storico successo raggiunto dall’Auprema Vol-ley, presente con la formazione femminile e maschile alla Final Four di Under 14, organiz-zata dal Comitato Provinciale di Milano della Fipav a Pantigliate. Nel campionato provinciale, la squadra di U14 maschile allenata dal coach Eugenio Scovino e dal vice Valerio Bizzocchi, si è distinta per tutta la durata del campionato imponendosi su tutti i contendenti e raggiungendo così le fasi finali. La sconfitta esterna contro At Ser-vice Bresso nella gara di ritorno delle semi-finali, dopo un incontro mozzafiato, ha però precluso ai nostri ragazzi la possibilità di accedere alla finale per il primo posto. Nella gara per il terzo e quarto il Vero Volley AG Mi-lano si è poi imposto sulla nostra formazione per 3-1 (25-14, 25-13, 7-25, 25-10). La nostra U14 maschile ha chiuso così al quarto posto del torneo provinciale.Impresa superba della squadra di U14 fem-minile allenata dai coach Stefano Dentale, Si-mona Megliani e Angelo Robbiati. Le ragazze hanno iniziato il campionato in sordina, con il semplice obiettivo di riconfermare per la prossima stagione la permanenza nel girone di eccellenza. Gara dopo gara, la crescita e la tenacia del gruppo ha però permesso di

avere la meglio su quasi tutte le altre com-pagini, conquistando così la Final Four come squadra rivelazione della stagione. Dopo aver battuto in semifinale il Progetto ABC Bresso, che si era classificato davanti a noi nel girone, nella finalissima per il primo posto di fronte all’Auprema Volley c’era la favoritissima Pro Patria Yamamay Milano, all’ottavo trionfo nelle ultime dieci stagioni. In alcuni momenti della partita le nostre ragazze sono riuscite a

mettere in difficoltà la forte formazione di Mi-lano, che però si è rivelata più forte, vincendo poi la gara con il punteggio 3-0 (25-12, 26-24, 25-18). Nonostante la sconfitta nella finale le ragazze dell’Auprema escono dal campo a testa alta, consapevoli di avere sostenuto una prestazione superba e dimostrato una grande tenacia. Prova ne è che la nostra atleta Greta Rosi ha ricevuto il premio individuale come miglior giocatrice delle finali!

L’Auprema Volley conquista le “final four” provinciali con le due formazioni Under 14 I ragazzi si fermano al quarto posto, mentre le quattordicenni arrivano alla finalissima dove però sono battute dalle pluricampionesse della Pro Patria Yamamay Milano

di Roberta Valente

SPort e temPo LiBero

Aprile/Giugno 2012

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Un centro estivo nuovo, dove giocare, ma so-prattutto fare sport: dal tennis alla danza hip hop. Il tutto chiacchierando in inglese. È questa la proposta pensata per le ragazze e i ragazzi di età compresa tra i 10 e i 14 anni, che hanno appena terminato le scuole e attendono le va-canze. Il campus estivo, che partirà l’11 giugno e terminerà il 6 luglio, si terrà al Centro sportivo Falck in via General Cantore 105, a Sesto San Giovanni. L’idea è nata dalla Gestione centri sportivi (Gcs), la società controllata da UniAbi-ta, che gestisce dal 2001 le due strutture spor-tive comunali di Sesto San Giovanni, il centro Falck e il centro Boccaccio. “È la prima volta che proponiamo questo tipo di servizio – spiega Pio di Marino, presidente Gcs – e il centro sportivo di via Cantore è il luogo ideale per realizzarlo. È un ambiente pro-tetto, con tanto verde curato, campi da tennis e calcetto. Quello che offriamo è un campus di qualità, patrocinato dal Comune, dove i ragazzi saranno seguiti da istruttori professionali che già tengono i corsi che si svolgono durante l’anno all’interno della struttura”. La proposta è rivolta ai soci di UniAbita e ai cittadini di Se-sto San Giovanni e Cinisello Balsamo. “L’inizia-tiva – prosegue di Marino – vuole far conosce-re e apprezzare il centro Falck e le sue attività.

Durante tutto l’anno, insieme alla struttura di via Boccaccio, seguiamo oltre 120 ragazzi con i corsi di tennis”. Le ragazze e i ragazzi saranno seguiti da istruttori della Federazione italiana tennis e della Federazione italiana pallavolo, oltre che da esperti in animazione dell’associa-zione Puppenfesten.

Una giornata al campusLa giornata tipo comincia alle 8 con piccoli gio-chi e chiacchiere per ambientarsi. Dalle 9 alle 12.30 si entra nel vivo delle attività. Due gruppi si alterneranno con le lezioni di tennis o volley e l’animazione in lingua inglese, secondo il me-todo Helen Doron, che stimola l’apprendimen-to attraverso il gioco. Alle 12.30 è il momento del pranzo, fornito dal catering Sodexo, che a richiesta può fornire anche menù “su misura”. Dalle 13.30 fino alle 16.30 è il momento ancora dello sport, con lezioni di danza hip hop e rug-by, alternate a giochi, tecniche di riscaldamento e il laboratorio teatrale. Infine, alle 16.30 arriva il momento della merenda fino al termine del campus, fissata per le 17.30. Una giornata par-ticolare è quella del venerdì, quando i ragazzi possono sperimentare quanto hanno imparato in settimana e cimentarsi nell’esplorazione del parco della Media Valle del Lambro.

Informazioni e iscrizioniIl costo per frequentare una settimana del campus è di 130 euro, mentre la quota per due settimane è di 250 euro. Per i soci UniA-bita l’importo è rispettivamente di 120 euro e di 235 euro. Per l’iscrizione occorre presentare un certificato medico di sana e robusta costitu-zione e dare un acconto di 60 euro sull’importo complessivo, che deve essere saldato entro fine maggio. Per informazioni si può contattare il Centro sportivo Falck allo 02 2484123, dal lu-nedì al venerdì, dalle 10 alle 18.30 oppure si può chiamare la sede sestese di UniAbita allo 02 26264115, dal lunedì al giovedì, dalle 9 alle 12.30.

Sport per tutti i gusti e inglese, in attesa delle vacanze estiveUn campus per ragazzi e ragazze da 10 a 14 anni: l’interessante e innovativa proposta della Gcs al Centro Falck di via General Cantore a Sesto

di Laura Rischitelli

RUBRICHE | UNIABITA - 35

SPort e temPo LiBero

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36 - UNIABITA | RUBRICHE

Nucleo essenziale e orizzonte socialeCasa: guscio e tempio dove tutto accade(Saj Retona)

di Renato Seregni

Responsabile Circolo Auprema Settore Cultura

CULtUrA

La casa rappresenta la cellula fondante dei rapporti sociali, riassume umori, abbracci e solidarietà. Entro tale realtà si consumano consensi, conflitti e mediazioni, come se tra quelle mura si specchiassero le contraddizio-ni e le aspirazioni dell’umana convivenza. Un respiro corre le mura, tra noi e il vicinato, occasioni di incontri, di collaborazione. Da ciò, l’accezione “casa” assume altre sfaccet-tature significative. Viene “connotata” per la sua concretezza: edificio di valore, delimitato da mura che garantiscono conforto e prote-zione (finalmente nella mia casa). La stessa casa “denota” un altro significato: luogo di incontro tra genitori e figli, scambio vicende-vole di compiti funzionali, di responsabilità e intimità affettive (finalmente tra i miei cari). Questa premessa ci aiuta a comprende-re quanto sia complessa pure la lettura di una realtà vissuta quotidianamente, quali e quanti godibili stimoli produce la conoscenza dei valori, alle volte dati per scontati. Quindi, si può convenire che la casa rappresenti la pancia entro cui si manifestano i vissuti del nucleo costituito, come pure una finestra sul mondo, da cui trarre conoscenza. Così enun-ciato parrebbe la realizzazione di un sogno, ma così non è. Molti i quartieri costituiti da edifici anonimi, realizzati entro sfilacciate ur-banizzazioni, privi di strutture complementa-ri indispensabili alle realtà abitative capaci di armonizzare le corrette esigenze di una crescita sociale e culturale. C’è chi ci prova e su questo si spende. Ma

non basta “fare case”, serve rendere con-corde l’impegno imprenditoriale con la bat-taglia culturale. A compimento di tale impe-gno, UniAbita è presente gestendo strutture socio-sanitarie, promozioni di attività spor-tive, attenzione ai giovani. Come pure, irri-nunciabile, lo stimolo alla conoscenza, che permette la valutazione delle proposte, cor-relando l’approfondimento delle finalità da perseguire, quindi la competenza per elabo-rarle in relazione al contesto entro cui si ope-ra, sfidando il populismo imperante di maghi o illusionisti da cui diffidare. Essendo la storia determinata dalla volontà degli uomini, noi tutti rappresentiamo il tes-suto valoriale che può e deve esprimere la di-sponibilità a risolvere il conflitto tra progetto comune e bisogni individuali. La coabitazio-ne esige conoscenza e rispetto dei bisogni funzionali come pure degli aspetti relaziona-li. In particolare noi, abitanti una società che ha a che fare con le molte trasformazioni in atto caratterizzate sempre più dal peso della conoscenza, dell’informazione e dei servizi rispetto alla produzione, avvertiamo il biso-gno di riacquistare una nuova centralità. È quindi evidente che, per un modello d’im-presa che ha posto la persona al centro, sia come lavoratore, come utente o consumato-re, tutto ciò costituisca una grande opportu-nità. A condizione che la cooperazione sia in grado di coglierla e di appropriarsene atti-vandola. Per farlo deve cambiare, innovare, modernizzarsi, riformarsi”. UniAbita ci prova

utilizzando Auprema Cultura, perseguendo l’intento di mettere al centro la persona, i cit-tadini. Ciò contribuisce ad affermare un reale pluralismo, finalizzando approfondimenti nel campo sociale, civile educativo. Viviamo un momento di enorme difficoltà, dal nucleo familiare alla realtà nazionale, ci si sente smarriti, sfiduciati. Le crisi nascono dall’angoscia, come il giorno nasce dalla notte. Senza crisi non ci sono sfide, voglia di capire, di risolvere. La società dell’affari-smo immorale, dell’inganno trionfalistico, dell’etica tradita, potrà essere battuta solo dal “sapere” che rende il cittadino consape-vole delle proprie scelte. Quindi, alla sfidu-cia, come alle risposte irrazionali, facciamo come il grande scrittore e drammaturgo August Strindberg, che rispose alle sfide del suo tempo, provocatoriamente proponendo un “catechismo per le classi inferiori”. Infe-riori, come lo sono i giovani, i disoccupati, i pensionati, costretti a esercizi funambolici per sopravvivere; inferiori, come pure i molti benestanti con cilindrata e cospicuo conto bancario esclusivamente abbarbicati in dife-sa dei “giudaici denari”, rincretiniti dagli in-ganni della speculazione politica che li vuole conformisti adattabili a ogni situazione. Mai assoggettarci agli accadimenti, mai rasse-gnarci, bensì, in nome della nostra dignità, che solo la cultura sa onorare, dialogare, proporre, veicolando conoscenza, giocandoci scalando l’impervia ma affascinante parete della conoscenza.

Aprile/Giugno 2012

Un Barbagianni alla Cooperativa AgricolaNuova gestione per il locale di via Mariani. La scelta del km zero, della sostenibilità ambientale e di prezzi accessibili. Qui si trova anche la sede dei GAStronauti e del presidio Slow Food

di Marta Valota

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RUBRICHE | UNIABITA - 37

Una recente indagine a livello europeo sullo stress negativo (distress) legato al lavoro ha rilevato che questo fenomeno riguarda circa il 22% dei lavoratori dei 27 Stati dell’UE (2005) e che in Italia riguarda il 27% dei lavoratori. Ma già nel 2002 l’Unione Europea, allora composta da quindici paesi, valutava il costo economico dello stress lavoro-correlato in circa 20 miliardi di euro. Se trascurato, il distress può portare al Burn-out, quella patologia per cui una persona si sente esaurita fisicamente ed emotivamente, inadeguata, incapace di rispondere alle aspet-tative degli altri, oltre a manifestare sintomi a livello somatico. Un fenomeno importante, dun-que, e costoso da curare. Ma non è forse meglio prevenire, visto il detto popolare che recita “un grammo di prevenzione val quanto un chilo di cura”? Nel settore della salute e della formazione da molto tempo c’è sensibilità per la prevenzione. Ma che cosa si intende per salute? L’Oms, l’Or-ganizzazione Mondiale della Sanità, la defini-sce come “stato di completo benessere fisico, psichico e sociale e non semplice assenza di malattia”. A questo stato di benessere fisiolo-gico, psicologico e sociale contribuiscono fattori culturali e dimensioni sociali della persona. Tradurre questo ideale in comportamenti richie-de il cambiamento del nostro modo di pensare e di agire e la collaborazione di diverse discipli-ne. Qui si apre lo spazio per le Pratiche Filoso-fiche sul ben-essere nel luogo di lavoro, volte a prevenire lo stress negativo o distress e il Burn-out. Più precisamente, il Counseling Filosofico

può aiutare il lavoratore procurandogli «i mezzi attraverso i quali può non solo essere più ca-pace di affrontare i problemi futuri, ma anche prevedere, anticipare e perciò evitare quei pro-blemi, o prevenire il loro presentarsi.” (Raabe)Questo in teoria. Ma nel nostro paese? Mi consenta il lettore di citare alcune esperienze personali, di cui riferisco nel libro Filosofia pre-ventiva (ed. Isfipp, Torino 2009). Esse sono sta-te sperimentate dal 2008 ad oggi con alcune professioni d’aiuto, le più a rischio Burn-out: insegnanti, educatori, operatori sociosanitari, dirigenti scolastici. Il metodo utilizzato non è stato quello della lezione astratta dell’esperto, ma il dialogo maieutico, quello cioè che aiutava il gruppo a far emergere problemi, prospettive, soluzioni. ll ruolo del Counselor Filosofico infatti è tale che non si sostituisce ai partecipanti, ma li aiuta ad attivare le risorse che ciascuno ha na-scoste dentro di sé. Il guadagno è quello di un incremento dell’autonomia dell’operatore, che evita la delega all’esperto per ogni problema, ma impara a far emergere le sue potenzialità.Molti gli ambiti di riflessione, tra cui i punti criti-ci nell’esperienza lavorativa, le motivazioni alla scelta della professione, gli aspetti gratificanti

sperimentati nella relazione con gli utenti o i colleghi. Abbiamo insieme esplicitato la filo-sofia di vita nascosta dietro lo stereotipo non stress, distinguendo tra stress positivo (eu-stress) e stress negativo (distress), tra avere un problema ed essere un problema, tra compor-tamento e persona, tra approvazione degli al-tri e autogratificazione. In quest’ottica diventa possibile per il lavoratore scoprire il senso del limite, che protegge dalle illusioni di onnipo-tenza e da richieste impossibili da soddisfare, con conseguente senso di frustrazione. Ma diventa possibile anche valorizzare il pensiero creativo, che protegge dalla noia della routine e costituisce un valore aggiunto nel lavoro.Allargare la visuale sull’ambito lavorativo ha consentito di guardare dall’alto i fattori stres-sogeni, autodistanziandosi da essi e trascen-dendo le difficoltà immediate. E trascendere significa guadagnare una prospettiva più am-pia, uscire fuori dal proprio ristretto perimetro (Lahav), guadagnare una visione che ridi-mensiona e legge diversamente le difficoltà, scoprendo nella crisi i lati del problema che sono opportunità di crescita professionale e personale.

Filosofia preventivaStress sul lavoro? Come il Counseling Filosofico può essere utile per prevedere, anticipare, prevenire i problemi

di Carlo E. L. Molteni

fiLoSofiA e Ben – eSSere Φ

Aprile/Giugno 2012

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Ai primi di maggio abbiamo dato l’ultimo sa-luto a Carla Scasso, di 76 anni, ma molti la co-noscevano come Carla Buccelloni, dal nome del marito, o più semplicemente “la Carla”. Si è spenta all’improvviso, al mare, nella sua casa di Pietra Ligure, dove si recava appena aveva qualche giorno libero. Carla era stata una delle protagoniste della vita politica e sociale sestese degli anni set-tanta e ottanta. Attiva nel movimento dei genitori della scuola, nel Partito comunista italiano, nella Cna (l’associazione degli ar-tigiani), nell’Anpi. Sempre insieme al marito Renzo, anche nel gruppo che fondò la Coope-rativa Carlo Olmini, (che dopo la fusione con la Camagni e poi l'Auprema, ha dato vita a UniAbita).La commemorazione funebre, tenuta dal sin-daco di Sesto San Giovanni, Giorgio Oldrini, con il saluto del vice presidente di UniAbi-ta, Luigi Zavaroni, si è svolta nei giardini dell’Anpi, in una giornata di sole caldo, come solare era la figura di Carla. Da queste pagine vogliamo porgere le più sincere condoglianze da parte dei soci della Cooperativa UniAbita ai famigliari e in particolare alle figlie Emma e Laura, delle quali, di seguito, riportiamo un ricordo commosso della loro mamma.

“Ieri abbiamo salutato Carla, mamma, non-na, suocera, sorella, zia… amica di tanti, oserei dire di tutti. Eravate in molti, lì a sa-lutarla e non era un saluto formale, era pal-pabile la tristezza, lo sconforto, il rimpianto,

il bisogno di tutti del suo sorriso. Una donna forte, coraggiosa, capace di mettersi in gio-co, di sfidarsi, di non perdere mai la fiducia e l’entusiasmo. Ha cercato di insegnarci tutto questo, non tanto con le parole, quanto con l’esempio, con i fatti. Le piaceva esserci sem-pre, non solo con la presenza fisica ma anche con lo spirito, il ricordo, gli esempi… Quando si è tutti vivi non si apprezzano tante cose… E poi la cucina, i suoi pranzetti, le ricette del-la tradizione, ma anche la voglia di provare e cimentarsi in cose nuove! Per i suoi nipoti e quelli acquisiti tutte le domeniche prepa-rava manicaretti attesi e rassicuranti, pranzi che univano la famiglia e che aiutavano indi-rettamente anche noi figlie, magari prese in altre situazioni. Aveva vari modi per aiutare gli altri e cercava di aiutarli comunque tutti, il consiglio, la chiacchierata, il vasetto di pesto, la ricetta dell’ultimo minuto, il sorriso… Non chiedeva mai aiuto, era orgogliosa e corag-giosa, intrepida e risoluta. Non è stata una mamma facile ma ci ha dato

tanto… non era avvezza a dimostrazioni fi-siche, con i suoi cari era riservata ma il suo calore, il suo affetto, lo abbiamo colto sem-pre in mille sfumature! Ieri avremmo voluto ringraziarvi tutti, perchè le avete voluto bene e perchè eravate lì in tanti a piangerla e a sa-lutarla, non ce l’abbiamo fatta, troppo grande era ed è il nostro dolore e lo sconforto. Se ieri in qualche modo fosse stata presente sicura-mente sarebbe stata contenta, vedervi tutti lì è la riprova che far del bene, essere solidali e fiduciosi, aiuta a vivere meglio, ma è anche riconosciuto e apprezzato da tutti… sempre! Grazie a tutti quelli che hanno partecipato, in particolare a chi ha saputo dare di Carla un’immagine vera e sincera e a chi si è mo-bilitato per organizzare la commemorazione, dimostrandoci così una forte solidarietà e una sincera vicinanza”.

Le figlie Emma e Laura, i generi Giancarlo e Michele, i nipoti Giorgia, Alice, Davide,

Gianluca, Andrea, i pronipoti Anita e Leonardo... i nipoti acquisiti Massimo e Alice

Per non dimenticare Carla

i noStri SoCi

Aprile/Giugno 201238 - UNIABITA | RUBRICHE

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Il 7 maggio ci ha lasciato il socio Emilio Ter-ruzzi, consigliere di amministrazione della no-stra cooperativa. Una grave malattia lo aveva colpito lo scorso anno, ma per tutto questo tempo aveva continuato a partecipare alla nostra vita sociale, convivendo con le limita-zioni che la malattia gli provocava con grande discrezione, dignità e coraggio.Era nato a Milano il 19 dicembre 1948 e per una vita aveva lavorato alla Pirelli, fino alla pensione. In fabbrica era stato un delegato sindacale molto apprezzato e in lui l’impegno sindacale andava di pari passo con quello politico e, poi, nella cooperativa. Andato in pensione, il suo impegno sociale anziché di-minuire era piuttosto aumentato. Non c’era giorno che non passasse in cooperativa o al sindacato dei pensionati, dove svolgeva il ruolo di amministratore della sede di Cinisel-lo. Era una persona schiva, di poche parole, qualche volta pronunciate in milanese, che non alzava mai la voce, ma che quando parla-va sapeva farsi ascoltare. Sempre con un sor-riso discreto stampato sul volto. Non era dif-ficile voler bene a Emilio Terruzzi. Per questo erano in tanti, lo scorso 9 maggio, alla Sala del Commiato del Cimitero Nuovo, a porgergli l’estremo saluto e a stringere in un abbraccio affettuoso la moglie Nadia e la figlia Marta, a cui rivolgiamo da queste pagine il commosso cordoglio dei soci della Cooperativa UniAbita.Riportiamo, di seguito, la testimonianza del Presidente della Fondazione Auprema, Attilio

Miglioli, che con Emilio Terruzzi ha condiviso tanti momenti di impegno comune.

“Che brutto momento! Non avrei mai volu-to fare quello che invece mi è stato chiesto, peraltro con molta tristezza e dispiacere: commemorare Emilio Terruzzi. A prima vista parlare di Emilio, per me in modo particolare, dovrebbe essere molto facile: prima di tutto siamo stati amici, abbiamo lavorato fianco a fianco per anni nella Cooperativa, nel Circolo e nella Fondazione, sempre con una grande intesa personale. Ma, ora che sto tessendo il suo profilo, mi accorgo che, al contrario, non è così scontato parlare di Emilio senza scivolare nella retorica: infatti lui era, molto semplice-mente, una bella persona: intelligente, propo-sitiva e disponibile; in poche parole, sapeva ideare, progettare e programmare, e poi lavo-rava concretamente per realizzare quanto sta-bilito. Emilio apparteneva a una categoria di persone abbastanza rara: i grandi personaggi; la cui grandezza non deriva dalla realizzazio-ne di cose che rendono famosi nel mondo, ma dall'intensità con cui viene sentita la loro mancanza da tutti coloro che hanno avuto la fortuna di averli incontrati e frequentati.Quando leggerete queste righe una delle ma-nifestazioni a cui Emilio teneva di più, sicura-mente quella a cui si dedicava con grandis-sima passione e impegno, si sarà già svolta: l’annuale Trofeo di Pesca che vede partecipare alcune decine di persone, soprattutto ragazze

e ragazzi diversamente abili. Essendo una ma-nifestazione che, sotto diverse denominazioni e sempre nell’ambito della nostra cooperati-va, viene organizzata sin dagli anni Ottanta, credo sia superfluo dilungarmi a spiegarla nei dettagli, però ritengo che questa sia “la ma-nifestazione di Emilio” e per questo mi pia-ce ricordarlo con questa fotografia, scattata durante la premiazione dello scorso anno, e salutarlo con un fortissimo «Ciao Emilio da parte di tutti noi»”.

Attiglio Miglioli

La scomparsa di Emilio TerruzziConsigliere della nostra Cooperativa, aveva lavorato per tanti anni alla Pirelli. Delegato sindacale, militante politico, cooperatore appassionato. Era malato da tempo.

i noStri SoCi

RUBRICHE | UNIABITA - 39Aprile/Giugno 2012

ll saluto a Fausto Adami e Mario Biassoni

“Ciao amici, siete state persone speciali per tutti noi”.

Il Comitato di caseggiato e gli inquilini di viale Rinascita 80

Page 40: Rivista UniAbita 2/2012

Le noStre iniziAtiveimmoBiLiAri

Page 41: Rivista UniAbita 2/2012

Info

Ristorante Barbagianni Via Mariani 11, Cinisello Balsamo Per maggiori informazioni sulle iniziative del ristorante Barbagianni, consultare il sito: www.agricoladibalsamo.it

l cuoco e il suo localeNatale Gianduzzo ha 48 anni e da 30 anni fa il cuoco di professione. Lavoro e passione coin-cidono per lui da sempre ed è grazie a que-sto binomio vincente che ha gestito a Milano prima l’osteria del cinema Anteo, dove serviva piatti veloci tra un film e l’altro, e poi il ristoran-te Rendez vous, frequentato soprattutto per le sue specialità a base di pesce.Dall’inizio del 2012 gestisce il ristorante Bar-bagianni di via Mariani 11 a Cinisello Balsa-mo. Il locale, situato nella sede di quella che un tempo fu la prima cooperativa agricola dei contadini della città, si distingue non solo per la qualità dei piatti offerti, ma anche per le molte iniziative in programma durante l’anno. Dagli eventi speciali a cui vengono abbinati menù scelti con cura alle serate “Tre cereali per tre corti teatrali”, dove, oltre a cenare, si assiste a uno spettacolo dal vivo, fino alle serate di musica jazz del venerdì. A breve, il giovedì sera, inizierà l’aperitivo con le stelle dove sarà possibile scoprire le caratteristiche del proprio segno zodiacale grazie alla presen-za di un’astrologa tra i tavoli. Il 10 giugno è già in programma una grigliata all’aperto con un concerto musicale dove non mancheranno la Bevera, la Scigheira e la Felina, le gustose birre artigianali del birrificio Menaresta di Ca-rate Brianza che il Barbagianni propone tutto l’anno in onore del consumo critico a km zero e della filiera corta. Esperto della ristorazione e cuoco d’eccellenza, Natale Gianduzzo, con le sue ricette semplici e veloci, ci terrà com-pagnia per i prossimi numeri con questa rin-novata rubrica.

Cosa si cucina in primavera?La stagione primaverile dà il benvenuto a tanti tipi di verdure e legumi, come le fave. Per rea-lizzare piatti colorati, freschi e versatili (dagli antipasti ai primi e ai secondi piatti) e ricette gustose e ricche di proteine, le fave sono l'in-grediente che, in questa stagione, non può mancare sulle nostre tavole. La vellutata di fave, con il suo colore verde brillante e il gam-bero, con le sue striature bianche e arancioni, porteranno un tocco di primavera nei nostri piatti.

RicettaSgusciare e lessare le fave in acqua bollente per mezz’ora. Rosolare una cipolla in olio ex-travergine di oliva in una padella antiaderente e poi aggiungere le fave lessate in preceden-za. Lasciarle rosolare fino a quando diventano molto tenere, tanto da poterle stemperare con un cucchiaio. A piacere, si può decidere di avere una vellutata più consistente e compatta o più morbida e liscia. Se si preferisce avere una vel-lutata più liscia, passare le fave nel frullatore fino ad ottenere una crema morbida ma non liquida. A questo punto la vellutata di fave è pronta. Lavare il gamberone e scottarlo per po-chi minuti in acqua bollente. Asciugarlo e farlo saltare in una padella antiaderente con olio ex-travergine di oliva, aglio, timo e qualche pomo-dorino di pachino e cuocerlo, così, per un minu-to. Una volta cotto appoggiarlo sulla vellutata e servire in tavola. Accompagnate l’antipasto di “vellutata di fave con gambero saltato” con un vino Pecorino di Marconi bianco fresco. Livello di preparazione: facile

CuriositàDal punto di vista nutrizionale le fave sono considerate sia legumi che verdura, visto il loro ricco contenuto di proteine e di vitamina C. Le più piccole e fresche possono consumarsi crude mentre le più grosse e dure vanno consumate cotte. Il gambero è un alimento caratterizzato da uno scarso apporto energetico e da un ri-dotto contenuto di acidi grassi saturi e di zuc-cheri. È adatto nelle diete dimagranti, dato lo scarso apporto calorico, è ricco di vitamina A, sodio e potassio.

La ricetta di primaveradi Marta Valota

temPo LiBero

Natale Gianduzzo, il gestore del "Barbagianni"

RUBRICHE | UNIABITA - 41Aprile/Giugno 2012

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i noStri SoCi

Le nostre culle

MelissaMi chiamo Melissae sono arrivata il 4 dicembre 2011 ad addolcire la mamma, il papà, i nonni e tutte le persone intorno a me!Laura & Riccardo Via Gassman 15, Sesto San Giovanni

42 - UNIABITA | RUBRUCHE

EmmaMamma Valentina e papà Stefano sono felici di comunicare l'arrivo del loro angiolettoEmma, nata il 28 marzo 2012.Portando con sé gioia, amore e sorrisi, le au-guriamo che la vita le sorrida sempre e le doni salute, fortuna e felicità.

Monica Chittò è il nuovo sindaco di Sesto San Giovanni. L’assessore uscente alla Cul-tura della giunta Oldrini, che era appoggiata dallo schieramento di centrosinistra com-prendente Partito Democratico, Italia dei Va-lori, Sinistra Ecologia Libertà e Federazione della Sinistra, ha vinto al ballottaggio del 20 e 21 maggio con 16.144 voti, pari quasi al 70% (69,39%), contro il 30% della sfidan-te del centrodestra, la docente universitaria Franca Landucci. Sull’elezione di Monica Chittò, il sindaco uscente Giorgio Oldrini ha dichiarato: “Sono molto felice che Mo-nica Chittò abbia conquistato, grazie al suo coraggio e alla sua capacità di mettersi in sintonia con la città, l'impegno faticoso ed esaltante di essere sindaco di Sesto San Gio-vanni per i prossimi anni. Ha sicuramente le

qualità per saper far fronte a una situazione di difficoltà che il Paese sta attraversando e che ha i suoi riflessi anche sulla nostra co-munità, ma anche alle opportunità di svilup-po che si stanno delineando per la nostra cit-tà. A lei, naturalmente, va il mio augurio più sincero ed affettuoso perché possa diventare un sindaco straordinario, come si merita. Vo-glio augurare alle consigliere comunali e ai consiglieri eletti un lavoro proficuo e respon-sabile. Infine voglio inviare un saluto e un augurio particolarmente caloroso a Roberto Scanagatti, che è stato assessore al bilancio del Comune di Sesto San Giovanni, e che da oggi è il nuovo sindaco di Monza”.Parole alle quali ci associamo pienamente, formulando ai due neosindaci gli auguri più sinceri dei soci di UniAbita.

Aprile/Giugno 2012

Monica Chittò e Roberto Scanagatti sono i nuovi sindaci di Sesto e Monza

Page 43: Rivista UniAbita 2/2012

NEWS

NEWSnotizie fLASh

Sabato 10 marzo il Comitato di caseggiato di via Carlo Villa 6 ha festeggiato l’8 marzo, giornata del-le donne, con mimose e un rinfresco. All’iniziativa è intervenuta la consigliera comunale Patrizia Bartolo-meo, che ha anche svolto un apprezzato intervento sulle origini e l'attualità della giornata internaziona-le delle donne. Il tutto si è svolto in un’atmosfera di simpatia e cordialità.

In via Carlo Villa 6 festeggiato l’8 marzo

Un’interessante esposizione è in svolgimento fino al 15 giugno alla Residenza del Sole di via Bernini 14 a Cinisello Balsamo. Si tratta di una miniatura in legno del borgo antico di Irsina (Monte Pelo-so) in provincia di Matera, realizzata nel corso di sette anni da Giacomo Masiello, collaboratore del Consorzio Il Sole e in particolare della Residenza del Sole. Il borgo è stato ricostruito molto fedelmente nei minimi dettagli, che solo la mano esperta e la bravura dell’artista hanno saputo riprodurre. Invi-tiamo tutti i soci UniAbita a visitare l'esposizione: ne vale la pena!

Ricordiamo ai soci il calendario delle prossime assemblee. I dettagli su www.uniabita.it

ASSEMBLEE SEPARATEPrima convocazione unica per tutte le sepa-rate: lunedì 21/05/2012, ore 08.00 c/o sede UniAbita.- Martedì 05/06/12, ore 21.00 zona NORD OVEST c/o Salone della Cooperazione G. Matteotti- Mercoledì 06/06/12, ore 21.00 zona NORD EST c/o Salone di Via 5 Giornate- Giovedì 07/06/12, ore 21.00 zona SUD OVEST c/o salone Di Salvo (COOP)- Martedì 12/06/12, ore 21.00 zona SUD EST c/o Cooperativa Agricola- Mercoledì 13/06/12, ore 21.00 zona SESTO S.G. + Altri Comuni c/o Auditorium BCCASSEMBLEA GENERALE- Prima convocazione assemblea generale: Martedì 29/05/2012, ore 08.00 c/o sede UniAbita- Seconda convocazione: sabato 23/06/2012, ore 10.00 c/o COSMO HOTEL PALACE, via De Sanctis 5 – Cinisello Balsamo

Un paese in miniatura creato da Giacomo Masiello

RUBRICHE | UNIABITA - 43Aprile/Giugno 2012

Nelle scorse settimane, in occasione del trentennale della morte, la famiglia di Rosario Di Salvo, il giovane comunista ucciso dalla mafia, al quale la Cooperativa UniAbita ha dedicato il salone di via Garibaldi, ha ricevuto la medaglia d'oro al merito civile, conferita

Il Presidente Giorgio Napolitano con Filippo La Torre, figlio di Pio, e, a sinistra, Rosa Casanova, vedova di Rosario Di Salvo, dopo la cerimonia di consegna della medaglia al merito civile (foto Quirinale)

alla memoria, con la seguente motivazione: “Colla-boratore di un noto esponente politico impegnato nella lotta alla criminalità mafiosa, mentre lo accom-pagnava alla guida di un'auto, rimaneva vittima di un vile agguato e veniva raggiunto da numerosi colpi di arma da fuoco indirizzatigli da sicari mafiosi per-dendo tragicamente la vita nel tentativo di reagire. Nobile esempio di coraggio e di spirito di servizio”. Rosario Di Salvo, nato a Bari il 16 agosto 1946, dopo il trasferimento a Palermo e le nozze con Rosa, e in seguito a un periodo di emigrazione in Germania, era tornato a Palermo per entrare nell’apparato tecnico del Partito comunista italiano. Siamo negli anni in cui nell’isola l’offensiva mafiosa si dispiega con la massima ferocia colpendo quasi quotidianamente

magistrati, carabinieri, poliziotti, giornalisti, uomini politici onesti, chiunque si frapponga sulla sua stra-da. Il Partito comunista manda nell’isola un siciliano tutto d’un pezzo, un dirigente politico molto popola-re che mette il partito in prima fila nella lotta contro la mafia. Le minacce sono continue e i rischi altissimi. Rosario è il suo autista, l’uomo che l’accompagna ovunque e che sta al suo fianco per proteggerlo. Ma nulla può il 30 aprile 1982, quando un agguato ma-fioso li colpisce in via Turba, un “budello” dove ci si passa appena. Di Salvo è al suo posto come sempre, al fianco di La Torre. Tira fuori la sua arma e spara. Per difendere un’ultima volta il suo segretario regionale. Muoiono entrambi. Ai famigliari di Rosario Di Salvo l’abbraccio della cooperativa UniAbita.

Una medaglia alla memoria

Assemblee Soci UniAbita

Page 44: Rivista UniAbita 2/2012

44 - UNIABITA | RUBRICHE

La pietra del castello più bello

di Alessandra Fraccon

fAvoLe Per BAmBini

C'era una volta in una spiaggia del Chissadove un piccolo mucchietto di sabbia. Ogni suo granello, anche il più piccolo raccontava grandi storie di sé: di viaggi negli abissi del mare, di incontri meravigliosi e di avventure magiche. In verità alcune non erano affatto vere, e in realtà molte non erano del tutto reali, ma tra racconti e ricordi il mucchietto di sabbia trascorreva un mucchio di giorni felici, cullato dal canto del mare e del vento.

Un giorno un'onda spumeggiante accompagnò in quella spiaggia un sassolino piuttosto vanitoso che si presentò come essere il RE dei sassi.Pensate: la pietra arrivava dal famosissimo castello Marcondirondirondello, di cui diceva essere il pezzettino più importante.I granelli, che da qualche parte avevano sentito già cantare le gesta di quella incredibile fortezza, con molta ammirazione cominciarono a incuriosirsi e presto ciascuno di loro iniziò a ritenersi il granello più importante, degno di poter costruire insieme alla pietra una nuova reggia altrettanto forte e maestosa.Uno alla volta provarono ad accostarsi alla pietra, ma ahimé proprio nessuno sembrava esserne all'altezza. Qualcuno cominciò a salirle sul naso, aiutato dal vento, qualcun altro ad arrampicarsi fino in cima alla testa, addirittura uno credeva di poterla sostenere, ma tutti i tentativi risultarono vani. In nessun modo un granello unito alla pietra assomigliava lontanamente a un castello.Ad un tratto però accadde ciò che per molti e molti anni fu poi raccontato. I granelli furono improvvisamente catturati da una strana pinza a cinque dita e ammucchiati dentro una casa buia e profonda.Poco alla volta i granellini si ritrovarono sempre più stretti, felici di potersi unire in un

Aprile/Giugno 2012

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RUBRICHE | UNIABITA - 45

abbraccio rassicurante. In silenzio attesero di scoprire cosa stesse loro accadendo mentre la pietra li guardava impotente, svanire dentro un coloratissimo secchiello.Poi...oplà! Due abili manine ribaltarono velocemente il secchiello mentre una melodia festosa accompagnava la magia di quella trasformazione:

“Se diventi bello sarai il mio castellose diventi bruttosarai però distrutto!”

Come per incanto davanti agli occhi increduli della pietra, apparve una bellissima torre di un castello che lentamente fu poi costruito. Alla fine la pietra fu scelta e messa in cima alla torre più alta, quella realizzata con il mucchietto di sabbia. Ancora una volta si ritrovò a dominare un nuovo castello, mentre allegramente un altro bambino orgoglioso cantava:

Oh che bel castelloMarcondirondirondello...

Finisce così la storiella di una piccola pietra del castello più bello e di quei granellini di sabbia che impararono che uniti si può essere fortissimi.

Aprile/Giugno 2012

Page 46: Rivista UniAbita 2/2012

OsteriaBarbagianni

L’Officina dei Bambini

Asilo nido

AUTOSCUOLA

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AUTOSCUOLA

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Page 47: Rivista UniAbita 2/2012

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ACI Automobile Club d’ItaliaSig. Fabio Tasselli Via Casati 17 20092 Cinisello BalsamoTel. 02 61298089 [email protected]

Gioielleria Colombo Via Don Minzoni 1120099 Sesto San GiovanniTel. 02 2409810

ANPI Polispor tiva SesteseVilla ZornVia Cesare da Sesto 113 20099 Sesto San GiovanniTel. Fax 02 [email protected]

CineTeatro PaxVicolo Fiume 420092 Cinisello Balsamo Tel. Fax 02 [email protected]

Cinema Teatro RondinellaViale Matteotti 42520099 Sesto San Giovanni Tel. 02 22478183 · Fax 02 [email protected]

Centro Salutistico c/o ParafarmaciaVia A. Da Giussano 3/5 20092 Cinisello BalsamoTel. 02 61291095Fax 02 [email protected]

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