Rivista PRÈMIATY Novembre Dicembre 2012

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LA RIVISTA DI CUCINA, BENESSERE, TEMPO LIBERO E CASA N. 5 - NOVEMBRE-DICEMBRE 2012 NUMERO 5 - NOVEMBRE-DICEMBRE 2012 1,00 E URO FESTE Speciale MENù DELLA VIGILIA, DI NATALE E DEL VEGLIONE IDEE PER REGALI CURIOSI PREPARATI DA VOI DECORI DA CREARE CON I BAMBINI 8 004348 126127 DUE CHIACCHIERE VIP Massimo Giletti, il signore della domenica VIAGGIO IN ITALIA Trentino, mercatini ad alta quota 1,00 IN OMAGGIO BONUS PosteMobile PIù DI 30 BUONI SCONTO PER RISPARMIARE OLTRE 15 SULLA TUA SPESA 1,00 IN OMAGGIO BONUS PosteMobile

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Rivista PRÈMIATY Novembre Dicembre 2012

Transcript of Rivista PRÈMIATY Novembre Dicembre 2012

l a r i v i s t a d i c u c i n a , b e n e s s e r e , t e m p o l i b e r o e c a s a

N. 5 - Novembre-dicembre 2012

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festeSpeciale

menù della vigilia, di natale e del veglioneidee per regali curiosi preparati da voidecori da creare con i bambini

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due chiacchiere vipMassimo Giletti, il signore della domenica

viaggio in italiaTrentino, mercatini ad alta quota

1,00 €

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maggio bonus postemobile

più di 30 buoni scontoper risparmiare

OLtre 15 €suLLa tua

spesa

1,00 €in omaggio

bOnus postemobile

Editoriale

Gentile Lettrice, o Lettore, siamo giunti al quinto numero del 2012 della rivista Premiaty, un progetto importante che ha coin-volto tutti i supermercati del gruppo Sigma e che sta raccogliendo numerosi consensi.Questo numero è particolarmente importante perché è il numero di Natale. All’interno troverete

infatti un’ampia sezione dedicata alla feste con ricette dedicate e consigli per preparavi a trascorrere insieme ai vostri cari il periodo più magico dell’anno.Pensando al Natale viene automatico pensare ai regali. Non a caso una parte dello speciale è de-

dicata a qualche preziosa, ma anche insolita idea, per sorprendere e meravigliare. Ma quello su cui vogliamo soffermarci è il significato vero dell’atto dello scambio di regali, del

dono. Si tratta di un’usanza che ha le sue origini lontane nel tempo, un elemento di coesione tra individui che purtroppo, spesso, il contesto sociale in cui viviamo ha snaturato in un semplice eser-cizio di consumo. Il vero e nobile significato che è alla base del donare è un dare senza ricevere nulla in cambio,

anche se in realtà qualcosa in cambio la si ottiene: chi fa un regalo riceve, infatti, attenzione, gratitu-dine e in generale tutte quelle emozioni che un atto di “altruismo” suscita nel destinatario. Il regalo è prima di tutto un elemento di relazione fra individui, un modo per sentirsi più uniti, un modo per dimostrare affetto o stima verso l’altro. Ed è anche un mezzo di comunicazio-ne, un gesto che può sostituire le parole e può davvero aiutare a colmare alcune incomunicabilità. Il dono vero è svincolato da un suo reale valore economico. Non importa quanto lo si è pagato,

quello che conta invece è l’attenzione e l’amore che ci abbiamo messo nello sceglierlo. Vogliamo che ciò che regaliamo piaccia, sia utile, sia adatto a chi lo riceverà. In questo modo il regalo sarà oggetto di gratificazione sia per chi lo fa che per chi lo riceve. Questa riflessione è un invito a riconsiderare alcuni gesti che spesso rientrano in una sorta di auto-

matismo, ma che nascondono un valore profondo per la qualità dei rapporti umani. La relazione autentica fra persone è infatti un valore importante, un valore che traduciamo anche

nel nostro lavoro, nei supermercati più o meno piccoli, vicino a casa, dove ci si conosce per nome, e dove ogni cliente è unico.L’augurio quindi a Voi è di trascorrere le festività natalizie serenamente insieme alle persone a

voi più care, e a noi di lavorare sempre mantenendo la capacità di riconoscere ognuno di Voi, per nome.Tanti auguri.

Editoriale

Gentile Lettrice, o Lettore, siamo giunti al quinto numero del 2012 della rivista Premiaty, un progetto importante che ha coin-volto tutti i supermercati del gruppo Sigma e che sta raccogliendo numerosi consensi.Questo numero è particolarmente importante perché è il numero di Natale. All’interno troverete

infatti un’ampia sezione dedicata alla feste con ricette dedicate e consigli per preparavi a trascorrere insieme ai vostri cari il periodo più magico dell’anno.Pensando al Natale viene automatico pensare ai regali. Non a caso una parte dello speciale è de-

dicata a qualche preziosa, ma anche insolita idea, per sorprendere e meravigliare. Ma quello su cui vogliamo soffermarci è il significato vero dell’atto dello scambio di regali, del

dono. Si tratta di un’usanza che ha le sue origini lontane nel tempo, un elemento di coesione tra individui che purtroppo, spesso, il contesto sociale in cui viviamo ha snaturato in un semplice eser-cizio di consumo. Il vero e nobile significato che è alla base del donare è un dare senza ricevere nulla in cambio,

anche se in realtà qualcosa in cambio la si ottiene: chi fa un regalo riceve, infatti, attenzione, gratitu-dine e in generale tutte quelle emozioni che un atto di “altruismo” suscita nel destinatario. Il regalo è prima di tutto un elemento di relazione fra individui, un modo per sentirsi più uniti, un modo per dimostrare affetto o stima verso l’altro. Ed è anche un mezzo di comunicazio-ne, un gesto che può sostituire le parole e può davvero aiutare a colmare alcune incomunicabilità. Il dono vero è svincolato da un suo reale valore economico. Non importa quanto lo si è pagato,

quello che conta invece è l’attenzione e l’amore che ci abbiamo messo nello sceglierlo. Vogliamo che ciò che regaliamo piaccia, sia utile, sia adatto a chi lo riceverà. In questo modo il regalo sarà oggetto di gratificazione sia per chi lo fa che per chi lo riceve. Questa riflessione è un invito a riconsiderare alcuni gesti che spesso rientrano in una sorta di auto-

matismo, ma che nascondono un valore profondo per la qualità dei rapporti umani. La relazione autentica fra persone è infatti un valore importante, un valore che traduciamo anche

nel nostro lavoro, nei supermercati più o meno piccoli, vicino a casa, dove ci si conosce per nome, e dove ogni cliente è unico.L’augurio quindi a Voi è di trascorrere le festività natalizie serenamente insieme alle persone a

voi più care, e a noi di lavorare sempre mantenendo la capacità di riconoscere ognuno di Voi, per nome.Tanti auguri.

4 5

attualità agenda 6fondazione Veronesi non blocchiamo la ricerca 8due chiacchiere Vip massimo Giletti, il signore della domenica 10

a tavolai freschissimi il carrello di novembre-dicembre 12Verdura di stagione cavoli: un inverno a tutta salute 15frutta di stagione irresistibile frutta secca 21pesce di stagione salmone: il pesce della festa 27

Occhio al prodotto olio d’oliva: un’eccellenza italiana 32degustando Gorgonzola: il re degli erborinati 38scuola di cucina sfoglia dal cuore ricco 44 soffici e cremose tentazioni 48

da bere brindando tutto l’anno 52

in viaggioViaggio in italia trentino: mercatini ad alta quota 58Viaggio nel mondo christmas in new York 66

Sommario

10

8252

58

speciale feste prepariamoci al natale 72

idee regalo per tutti i gusti 74

decora il tuo albero 77

la cena della vigilia 78

il pranzo di natale 82

l’ultima sera dell’anno 86

il natale dei bambini 92

indice deLLe ricette 97

78

86

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attualità agenda 6fondazione Veronesi non blocchiamo la ricerca 8due chiacchiere Vip massimo Giletti, il signore della domenica 10

a tavolai freschissimi il carrello di novembre-dicembre 12Verdura di stagione cavoli: un inverno a tutta salute 15frutta di stagione irresistibile frutta secca 21pesce di stagione salmone: il pesce della festa 27

Occhio al prodotto olio d’oliva: un’eccellenza italiana 32degustando Gorgonzola: il re degli erborinati 38scuola di cucina sfoglia dal cuore ricco 44 soffici e cremose tentazioni 48

da bere brindando tutto l’anno 52

in viaggioViaggio in italia trentino: mercatini ad alta quota 58Viaggio nel mondo christmas in new York 66

Sommario

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speciale feste prepariamoci al natale 72

idee regalo per tutti i gusti 74

decora il tuo albero 77

la cena della vigilia 78

il pranzo di natale 82

l’ultima sera dell’anno 86

il natale dei bambini 92

indice deLLe ricette 97

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6 7

arte gola libri

vino

agenda da non perdere...

Fiera del bue grasso

•dOVe Carrù(Cn)•QuandO 13dicembre2012•infowww.comune.carru.cn.it

un tradizionale appuntamento commerciale e folkloristico, la cui importanza è diffusa anche fuori dai confini regionali (dalla 98esima edizione dell’11 dicembre 2008 ha ottenuto la qualifica di fiera nazionale), con la finalità di promuovere l’allevamento dei bovini di razza piemontese, favorendo il consumo di carni di eccellente qualità. infatti, alla fiera, sono ammessi solo bovini da macello di razza piemontese, suddivisi nelle categorie buoi, manzi, vitelle, vitelli, vacche, manze, torelli e tori. le giurie, composte da tecnici, veterinari, allevatori e macellai, redigono le classifiche e alle 11 in piazza mercato c’è la premiazione, con l’attribuzione ai capi migliori delle gudrappe e fasce decorate a mano, nonché di medaglie d’oro, coppe, targhe e diplomi, alla quale segue la passerella espositiva dei buoi e dei manzi. contestualmente alla mostra zootecnica, si tiene il mercato settimanale, l’esposizione di macchine e attrezzature agricole. nei ristoranti, fin dal primo mattino, è possibile degustare i piatti tipici locali, quali il bollito con le salse e la minestra di trippe.

enologica – salone del vino e del prodotto tipico dell’emilia romagna

•dOVe Faenza,centrofieristico•QuandO 16-18novembre(il19riservatoaglioperatoridelsettore)•infOwww.enologica.org,[email protected]

torna enologica, l’evento di successo interamente dedicato alla promozione del prodotto locale del territorio dell’emilia romagna attraverso un programma ricchissimo di laboratori, incontri con i produttori ed esperti del settore, forum, degustazioni. 130 cantine espositrici porteranno il meglio della produzione vinicola regionale, mentre gli artigiani realizzeranno ogni giorno un mercato tematico con le eccellenze territoriali. sarà inoltre allestita una vera e propria osteria tipica che produrrà in diretta tutta la pasta e la piadina, e tanto altro.

picasso – capolavori del museo nazionale picasso di parigi

•dOVe Milano,PalazzoReale•QuandOdal20settembre2012al6gennaio2013•infOwww.mostrapicasso.it

saranno oltre 200 le opere, tra dipinti, sculture, fotografie, disegni, libri illustrati e stampe, molte delle quali mai uscite dal museo picasso di parigi, che affolleranno le sale di palazzo reale a milano, in occasione della grande antologica dedicata all’artista spagnolo. la mostra è pensata come un excursus cronologico sulla produzione dell’artista e offre la possibilità unica di confrontarsi con le maggiori fasi artistiche della modernità, testimoniate da un unico genio: il periodo blu e quello rosa, il periodo della ricerca “africana” o proto-cubista, il cubismo sintetico e il cubismo classico, le pitture surrealiste, il periodo del coinvolgimento politico e i dipinti sul tema della guerra, l’interludio pop e le variazioni sul tema ispirate ai grandi maestri dell’arte rinascimentale e moderna, fino alle sue ultimissime produzioni prima della morte, avvenuta nel 1972.

che colazione sarebbe senza nutella? ecco il liet-motiv dell’originale libro dedicato alla crema da spalmare celebrata in tutto il mondo. a forma di vaso di nutella, con una simpatica e originale copertina morbida al tatto, il libro raccoglie 20 ricette con la nutella per iniziare la giornata con il sorriso e il buonumore. si spazia dalla colazione classica, a quella per i bambini e per tutte le occasioni di festa (natale, pasqua, compleanno, san valentino, Halloween). tante preparazioni semplici da realizzare e di sicuro successo per celebrare il risveglio. arricchiscono il volume divertenti e curiose pagine di intermezzo, con giochi per i più piccoli e suggerimenti per allestire la tavola della colazione in modo fantasioso per i più grandi.

buongiorno con nutellafood editore, 64 pagg., 4,90 €

november porc

•dOVe e QuandOSissa(Pr)3-4novembre,PolesineParmense(Pr)10-11,Zibello(Pr)17-18,Roccabianca(Pr)24-25•infOwww.novembreporc.it,www.stradadelculatello.it

È la staffetta più golosa d’italia, organizzata dalla strada del culatello di Zibello, che anche quest’anno ci accompagna in quattro località della bassa parmense (una per ogni fine settimana) che mettono in tavola i sapori tipici del territorio. l’11esima edizione inizia a sissa, sabato 3 e domenica 4 novembre e poi ci si sposta il 10 e 11 a polesine parmense. il 17 e 18 si fa tappa a Zibello e si finisce a roccabianca il 24 e 25 novembre. per ogni appuntamento vengono realizzati mercati di prodotti tipici, diversi in ogni località, grandi stand gastronomici in cui è possibile pranzare e cenare e si possono assaggiare gratuitamente i prodotti della salumeria padana. il tutto con il contorno di intrattenimenti musicali e animazione per piccoli e adulti.

Fiera del Formaggio di Fossa

•dOVeSoglianoalRubicone(Forlì-Cesena)•QuandO 18e25novembre,2dicembre•infOwww.comune.sogliano.fc.it,www.prolocosogliano.it

celebra la tradizionale apertura delle fosse, ambienti sotterranei scavati nel suolo argilloso dell’antico centro storico del paese, dove il celebre “formaggio di fossa” (dop dal 2009) viene deposto ad affinare all’inizio dell’estate. durante la fiera, giunta alla 38esima edizione, è possibile assaggiare e acquistare non solo il formaggio ma anche altri tipici prodotti soglianesi: salumi vari (fra cui ricordiamo il cosciatello), il savòr (marmellata composta da diverse varietà di frutta e semi oleosi), la saba (dolcissimo mosto bollito), vino, miele e olio. per l’occasione si organizzano numerose manifestazioni collaterali: spettacoli teatrali, musicali e ricreativi, convegni riguardanti l’alimentazione o di carattere storico-culturale, stand di prodotti tipici provenienti da diverse zone d’italia e banchi di degustazione.

tempo liberol’artigiano in Fiera

•dOVe Milano,NuovoPolofieristicoaRho•QuandO dall’1al9dicembre •infO www.artigianoinfiera.it

artigiano in fiera è un evento unico al mondo: momento di incontro per conoscere e abbracciare le tradizioni e le culture del lavoro di oltre cento paesi, in un’atmosfera di festa e condivisione. c’è veramente di tutto: dall’oggettistica all’abbigliamento, dai mobili e complementi d’arredo all’oreficeria e gioielleria, fino ad arrivare a una vasta esposizione di prodotti enogastronomici e oltre 40 ristoranti tipici. un’occasione imperdibile anche per scegliere originali regali di natale.

merano WineFestival

•dOVeMerano(Bz),Kurhaus •QuandO 9-12novembre•infOwww.meranowinefestival.com,[email protected],tel.0473210011

È il più esclusivo evento nel mondo del vino che celebra il meglio della produzione enologica nazionale e internazionale e che nella passata edizione ha registrato oltre 5000 presenze. alla 21esima edizione del festival sono attesi produttori selezionati, operatori, giornalisti, ma anche tanti appassionati che si incontreranno qui per il piacere di degustare veri e propri gioielli enologici. molti gli eventi collegati, che prevedono degustazioni di annate introvabili o dedicate ai Grands crus de bordeaux. non solo vino comunque. alla Gourmetarena sono le creazioni realizzate in spettacolari show cooking a deliziare i palati, mentre a culinaria oltre un centinaio di artigiani del gusto proporranno le eccellenze del loro territorio.

Buongiorno con

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arte gola libri

vino

agenda da non perdere...

Fiera del bue grasso

•dOVe Carrù(Cn)•QuandO 13dicembre2012•infowww.comune.carru.cn.it

un tradizionale appuntamento commerciale e folkloristico, la cui importanza è diffusa anche fuori dai confini regionali (dalla 98esima edizione dell’11 dicembre 2008 ha ottenuto la qualifica di fiera nazionale), con la finalità di promuovere l’allevamento dei bovini di razza piemontese, favorendo il consumo di carni di eccellente qualità. infatti, alla fiera, sono ammessi solo bovini da macello di razza piemontese, suddivisi nelle categorie buoi, manzi, vitelle, vitelli, vacche, manze, torelli e tori. le giurie, composte da tecnici, veterinari, allevatori e macellai, redigono le classifiche e alle 11 in piazza mercato c’è la premiazione, con l’attribuzione ai capi migliori delle gudrappe e fasce decorate a mano, nonché di medaglie d’oro, coppe, targhe e diplomi, alla quale segue la passerella espositiva dei buoi e dei manzi. contestualmente alla mostra zootecnica, si tiene il mercato settimanale, l’esposizione di macchine e attrezzature agricole. nei ristoranti, fin dal primo mattino, è possibile degustare i piatti tipici locali, quali il bollito con le salse e la minestra di trippe.

enologica – salone del vino e del prodotto tipico dell’emilia romagna

•dOVe Faenza,centrofieristico•QuandO 16-18novembre(il19riservatoaglioperatoridelsettore)•infOwww.enologica.org,[email protected]

torna enologica, l’evento di successo interamente dedicato alla promozione del prodotto locale del territorio dell’emilia romagna attraverso un programma ricchissimo di laboratori, incontri con i produttori ed esperti del settore, forum, degustazioni. 130 cantine espositrici porteranno il meglio della produzione vinicola regionale, mentre gli artigiani realizzeranno ogni giorno un mercato tematico con le eccellenze territoriali. sarà inoltre allestita una vera e propria osteria tipica che produrrà in diretta tutta la pasta e la piadina, e tanto altro.

picasso – capolavori del museo nazionale picasso di parigi

•dOVe Milano,PalazzoReale•QuandOdal20settembre2012al6gennaio2013•infOwww.mostrapicasso.it

saranno oltre 200 le opere, tra dipinti, sculture, fotografie, disegni, libri illustrati e stampe, molte delle quali mai uscite dal museo picasso di parigi, che affolleranno le sale di palazzo reale a milano, in occasione della grande antologica dedicata all’artista spagnolo. la mostra è pensata come un excursus cronologico sulla produzione dell’artista e offre la possibilità unica di confrontarsi con le maggiori fasi artistiche della modernità, testimoniate da un unico genio: il periodo blu e quello rosa, il periodo della ricerca “africana” o proto-cubista, il cubismo sintetico e il cubismo classico, le pitture surrealiste, il periodo del coinvolgimento politico e i dipinti sul tema della guerra, l’interludio pop e le variazioni sul tema ispirate ai grandi maestri dell’arte rinascimentale e moderna, fino alle sue ultimissime produzioni prima della morte, avvenuta nel 1972.

che colazione sarebbe senza nutella? ecco il liet-motiv dell’originale libro dedicato alla crema da spalmare celebrata in tutto il mondo. a forma di vaso di nutella, con una simpatica e originale copertina morbida al tatto, il libro raccoglie 20 ricette con la nutella per iniziare la giornata con il sorriso e il buonumore. si spazia dalla colazione classica, a quella per i bambini e per tutte le occasioni di festa (natale, pasqua, compleanno, san valentino, Halloween). tante preparazioni semplici da realizzare e di sicuro successo per celebrare il risveglio. arricchiscono il volume divertenti e curiose pagine di intermezzo, con giochi per i più piccoli e suggerimenti per allestire la tavola della colazione in modo fantasioso per i più grandi.

buongiorno con nutellafood editore, 64 pagg., 4,90 €

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È la staffetta più golosa d’italia, organizzata dalla strada del culatello di Zibello, che anche quest’anno ci accompagna in quattro località della bassa parmense (una per ogni fine settimana) che mettono in tavola i sapori tipici del territorio. l’11esima edizione inizia a sissa, sabato 3 e domenica 4 novembre e poi ci si sposta il 10 e 11 a polesine parmense. il 17 e 18 si fa tappa a Zibello e si finisce a roccabianca il 24 e 25 novembre. per ogni appuntamento vengono realizzati mercati di prodotti tipici, diversi in ogni località, grandi stand gastronomici in cui è possibile pranzare e cenare e si possono assaggiare gratuitamente i prodotti della salumeria padana. il tutto con il contorno di intrattenimenti musicali e animazione per piccoli e adulti.

Fiera del Formaggio di Fossa

•dOVeSoglianoalRubicone(Forlì-Cesena)•QuandO 18e25novembre,2dicembre•infOwww.comune.sogliano.fc.it,www.prolocosogliano.it

celebra la tradizionale apertura delle fosse, ambienti sotterranei scavati nel suolo argilloso dell’antico centro storico del paese, dove il celebre “formaggio di fossa” (dop dal 2009) viene deposto ad affinare all’inizio dell’estate. durante la fiera, giunta alla 38esima edizione, è possibile assaggiare e acquistare non solo il formaggio ma anche altri tipici prodotti soglianesi: salumi vari (fra cui ricordiamo il cosciatello), il savòr (marmellata composta da diverse varietà di frutta e semi oleosi), la saba (dolcissimo mosto bollito), vino, miele e olio. per l’occasione si organizzano numerose manifestazioni collaterali: spettacoli teatrali, musicali e ricreativi, convegni riguardanti l’alimentazione o di carattere storico-culturale, stand di prodotti tipici provenienti da diverse zone d’italia e banchi di degustazione.

tempo liberol’artigiano in Fiera

•dOVe Milano,NuovoPolofieristicoaRho•QuandO dall’1al9dicembre •infO www.artigianoinfiera.it

artigiano in fiera è un evento unico al mondo: momento di incontro per conoscere e abbracciare le tradizioni e le culture del lavoro di oltre cento paesi, in un’atmosfera di festa e condivisione. c’è veramente di tutto: dall’oggettistica all’abbigliamento, dai mobili e complementi d’arredo all’oreficeria e gioielleria, fino ad arrivare a una vasta esposizione di prodotti enogastronomici e oltre 40 ristoranti tipici. un’occasione imperdibile anche per scegliere originali regali di natale.

merano WineFestival

•dOVeMerano(Bz),Kurhaus •QuandO 9-12novembre•infOwww.meranowinefestival.com,[email protected],tel.0473210011

È il più esclusivo evento nel mondo del vino che celebra il meglio della produzione enologica nazionale e internazionale e che nella passata edizione ha registrato oltre 5000 presenze. alla 21esima edizione del festival sono attesi produttori selezionati, operatori, giornalisti, ma anche tanti appassionati che si incontreranno qui per il piacere di degustare veri e propri gioielli enologici. molti gli eventi collegati, che prevedono degustazioni di annate introvabili o dedicate ai Grands crus de bordeaux. non solo vino comunque. alla Gourmetarena sono le creazioni realizzate in spettacolari show cooking a deliziare i palati, mentre a culinaria oltre un centinaio di artigiani del gusto proporranno le eccellenze del loro territorio.

Buongiorno con

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Non blocchiamola ricerca

Spesso quando si parla di ricerca scientifica, soprattutto quella fatta in Italia, il primo pen-siero che ci viene in mente è quello legato alle

difficoltà economiche e alla mancanza di fondi. Ep-pure senza ricerca, e non è la sola opinione di Um-berto Veronesi, non è possibile stare. Proprio in un momento di crisi economica come questo gli stati che riusciranno ad emergere saranno quelli che la ricerca la sostengono veramente. Ecco perché sarebbe sba-gliato, proprio ora, smettere di credere nel progresso delle scienze. In fondo i risultati parlano chiaro: in questi ultimi anni la ricerca scientifica ha fatto pro-gressi inimmaginabili sino a poco tempo fa. Pensiamo ad esempio al melanoma, il più diffuso tu-more della pelle. Spesso la diagnosi arriva quando il cancro si è diffuso oltre la superficie della pelle ad al-tri organi, come i linfonodi, i polmoni, il cervello o al-tre parti del corpo. Un paziente su cinque sviluppa la forma aggressiva e avanzata della malattia, con una prognosi infausta e un tempo medio di sopravvivenza pari a 6-9 mesi. Per più di 30 anni si è assistito impo-tenti al decorso della malattia. A nulla sono valsi i tentativi di sviluppare nuovi che-mioterapici per la cura di questo devastante tumo-re. Eppure, grazie alla costante ricerca, negli ultimi tempi si sono fatti passi da gigante e, grazie ad un nuovo approccio chiamato immunoterapia, il tasso di sopravvivenza è raddoppiato. E che dire invece degli straordinari successi nel campo della diagno-si precoce? Un esempio su tutti è quello della TAC spirale, capace di ridurre del 20 per cento il numero di decessi per tumore del polmone nei forti fumatori e negli ex fumatori. Grazie ad essa infatti è possibile evidenziare neoplasie polmonari in stadio precoce difficilmente rilevabili dall’utilizzo di altre tecniche diagnostiche. Il progresso delle scienza, oltre ad aver

portato ad un netto miglioramento in termini di so-pravvivenza, ha compiuto anche grossi passi avanti nella qualità delle cure. «Molti anni fa, quando ho iniziato a occuparmi di oncologia, il paradigma che tutti tenevamo a mente era curare il paziente con il trattamento massimo tollerato» racconta Umberto Veronesi. «Oggi il punto di vista si è ribaltato e il nostro scopo è erogare il trattamento minimo effi-cace». Che, tradotto in termini operativi, significa chemioterapia, chirurgia radioterapia tutte in punta di piedi, solo quando sono utili e necessarie, e nella misura in cui sono utili e necessarie.Tutto ciò e molto altro ancora è oggi possibile anche grazie a quelle persone che hanno capito che promuo-vere la ricerca è fondamentale per un futuro migliore. Se vuoi conoscere i nostri progetti e contribuire an-che tu a sostenere il progresso scientifico collegati a www.fondazioneveronesi.it.

l’azione protettiva delle antocianine

Gli alimenti di origine vegetale sono composti da un insieme variegato di sostanze che svolgono un’azione protettiva sulla nostra salute. tali molecole in alcuni casi sono dei pigmenti, gli agenti responsabili della colorazione tipica della frutta e della verdura, che costituiscono i cosiddetti “colori della salute”: bianco, verde, giallo, rosso, blu-viola (vedi box). È importante scegliere giornalmente alimenti di colore diverso per assumere una vasta gamma di sostanze preziose per la nostra salute come vitamine, minerali, polifenoli, carotenoidi e fibra. tra i cinque colori, approfondiamo gli effetti positivi sulla nostra salute degli alimenti colorati di rosso-viola, come ad esempio il mirtillo, l’arancia rossa, il ribes, la fragola, il cavolo cappuccio e la melanzana. le antocianine sono responsabili della pigmentazione rossastra e svolgono diverse azioni preventive contro lo sviluppo di molte patologie croniche, in particolare delle malattie cardiovascolari. pare che l’effetto benefico delle antocianine sia il risultato della loro azione protettiva nei riguardi dell’ossidazione del colesterolo cattivo e della loro attività antinfiammatoria. a mettere in luce tali proprietà sono diverse evidenze scientifiche che dimostrano che il consumo regolare di fragole, o di altri alimenti ricchi in antocianine, riduce lo stato infiammatorio.inoltre, un sorprendente miglioramento del profilo lipidico è stato ottenuto in alcuni soggetti obesi che consumavano regolarmente circa 300 g al giorno di fragole o frutti rossi. a caratterizzare tale traguardo è l’aumento del colesterolo ”buono” Hdl e la riduzione del colesterolo ldl, quest’ultimo implicato nello sviluppo di svariate patologie che colpiscono il sistema cardio-circolatorio. in conclusione, gli avanzamenti delle ricerche sui meccanismi alla base dell’azione protettiva delle antocianine, hanno permesso di evidenziare come tali composti presenti in molta frutta e verdura possano proteggerci dall’insorgenza di malattie croniche, sottolineando il ruolo di una corretta nutrizione nell’aiutarci a raggiungere in buono stato di salute e di efficienza gli anni della vecchiaia.

Lucilla Titta (Borsa di Ricerca Fondazione Umberto Veronesi)Ricercatrice e nutrizionista presso il Campus Ifom-Ieo di Milano, Dipartimento di Oncologia Sperimentale. Gli interessi principali della sua attività di ricerca sono focalizzati sulle correlazioni tra alimentazione e salute, con particolare attenzione alla nutrizione umana, l’epidemiologia della nutrizione e gli studi clinici di intervento. Una seconda area di interesse è rappresentata dalla divulgazione scientifica incentrata sull’alimentazione come fondamentale strumento della prevenzione delle malattie cardiovascolari, diabete tipo 2, obesità e tumori.

di daniele banfi - giornalista scientifico della Fondazione veronesi

I colori della salute

1. bianco: aglio, cavolfiore, cipolla, finocchio, funghi, porro, sedano, mela, pera.2. verde: asparago, agretti, basilico, bietola, broccolo, carciofo, cavolo, cetriolo, cicoria, cime di rapa, indivia, lattuga, prezzemolo, spinaci, zucchini, olive, kiwi.4. giallo: albicocca, arancia, kaki, limone, mandarino, melone, nespola, pesca, pompelmo, carota, peperone, zucca.3. rosso: anguria, arancia rossa, lamponi, fragola, ciliegia, barbabietola rossa, pomodoro, rapa rossa e ribes.5. viola: more, mirtilli, fico, prugna, uva nera, melanzana, radicchio, cavolo cappuccio.

MarciAnnoni,ricercatoresostenutodallaFondazioneUmbertoVeronesi

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Non blocchiamola ricerca

Spesso quando si parla di ricerca scientifica, soprattutto quella fatta in Italia, il primo pen-siero che ci viene in mente è quello legato alle

difficoltà economiche e alla mancanza di fondi. Ep-pure senza ricerca, e non è la sola opinione di Um-berto Veronesi, non è possibile stare. Proprio in un momento di crisi economica come questo gli stati che riusciranno ad emergere saranno quelli che la ricerca la sostengono veramente. Ecco perché sarebbe sba-gliato, proprio ora, smettere di credere nel progresso delle scienze. In fondo i risultati parlano chiaro: in questi ultimi anni la ricerca scientifica ha fatto pro-gressi inimmaginabili sino a poco tempo fa. Pensiamo ad esempio al melanoma, il più diffuso tu-more della pelle. Spesso la diagnosi arriva quando il cancro si è diffuso oltre la superficie della pelle ad al-tri organi, come i linfonodi, i polmoni, il cervello o al-tre parti del corpo. Un paziente su cinque sviluppa la forma aggressiva e avanzata della malattia, con una prognosi infausta e un tempo medio di sopravvivenza pari a 6-9 mesi. Per più di 30 anni si è assistito impo-tenti al decorso della malattia. A nulla sono valsi i tentativi di sviluppare nuovi che-mioterapici per la cura di questo devastante tumo-re. Eppure, grazie alla costante ricerca, negli ultimi tempi si sono fatti passi da gigante e, grazie ad un nuovo approccio chiamato immunoterapia, il tasso di sopravvivenza è raddoppiato. E che dire invece degli straordinari successi nel campo della diagno-si precoce? Un esempio su tutti è quello della TAC spirale, capace di ridurre del 20 per cento il numero di decessi per tumore del polmone nei forti fumatori e negli ex fumatori. Grazie ad essa infatti è possibile evidenziare neoplasie polmonari in stadio precoce difficilmente rilevabili dall’utilizzo di altre tecniche diagnostiche. Il progresso delle scienza, oltre ad aver

portato ad un netto miglioramento in termini di so-pravvivenza, ha compiuto anche grossi passi avanti nella qualità delle cure. «Molti anni fa, quando ho iniziato a occuparmi di oncologia, il paradigma che tutti tenevamo a mente era curare il paziente con il trattamento massimo tollerato» racconta Umberto Veronesi. «Oggi il punto di vista si è ribaltato e il nostro scopo è erogare il trattamento minimo effi-cace». Che, tradotto in termini operativi, significa chemioterapia, chirurgia radioterapia tutte in punta di piedi, solo quando sono utili e necessarie, e nella misura in cui sono utili e necessarie.Tutto ciò e molto altro ancora è oggi possibile anche grazie a quelle persone che hanno capito che promuo-vere la ricerca è fondamentale per un futuro migliore. Se vuoi conoscere i nostri progetti e contribuire an-che tu a sostenere il progresso scientifico collegati a www.fondazioneveronesi.it.

l’azione protettiva delle antocianine

Gli alimenti di origine vegetale sono composti da un insieme variegato di sostanze che svolgono un’azione protettiva sulla nostra salute. tali molecole in alcuni casi sono dei pigmenti, gli agenti responsabili della colorazione tipica della frutta e della verdura, che costituiscono i cosiddetti “colori della salute”: bianco, verde, giallo, rosso, blu-viola (vedi box). È importante scegliere giornalmente alimenti di colore diverso per assumere una vasta gamma di sostanze preziose per la nostra salute come vitamine, minerali, polifenoli, carotenoidi e fibra. tra i cinque colori, approfondiamo gli effetti positivi sulla nostra salute degli alimenti colorati di rosso-viola, come ad esempio il mirtillo, l’arancia rossa, il ribes, la fragola, il cavolo cappuccio e la melanzana. le antocianine sono responsabili della pigmentazione rossastra e svolgono diverse azioni preventive contro lo sviluppo di molte patologie croniche, in particolare delle malattie cardiovascolari. pare che l’effetto benefico delle antocianine sia il risultato della loro azione protettiva nei riguardi dell’ossidazione del colesterolo cattivo e della loro attività antinfiammatoria. a mettere in luce tali proprietà sono diverse evidenze scientifiche che dimostrano che il consumo regolare di fragole, o di altri alimenti ricchi in antocianine, riduce lo stato infiammatorio.inoltre, un sorprendente miglioramento del profilo lipidico è stato ottenuto in alcuni soggetti obesi che consumavano regolarmente circa 300 g al giorno di fragole o frutti rossi. a caratterizzare tale traguardo è l’aumento del colesterolo ”buono” Hdl e la riduzione del colesterolo ldl, quest’ultimo implicato nello sviluppo di svariate patologie che colpiscono il sistema cardio-circolatorio. in conclusione, gli avanzamenti delle ricerche sui meccanismi alla base dell’azione protettiva delle antocianine, hanno permesso di evidenziare come tali composti presenti in molta frutta e verdura possano proteggerci dall’insorgenza di malattie croniche, sottolineando il ruolo di una corretta nutrizione nell’aiutarci a raggiungere in buono stato di salute e di efficienza gli anni della vecchiaia.

Lucilla Titta (Borsa di Ricerca Fondazione Umberto Veronesi)Ricercatrice e nutrizionista presso il Campus Ifom-Ieo di Milano, Dipartimento di Oncologia Sperimentale. Gli interessi principali della sua attività di ricerca sono focalizzati sulle correlazioni tra alimentazione e salute, con particolare attenzione alla nutrizione umana, l’epidemiologia della nutrizione e gli studi clinici di intervento. Una seconda area di interesse è rappresentata dalla divulgazione scientifica incentrata sull’alimentazione come fondamentale strumento della prevenzione delle malattie cardiovascolari, diabete tipo 2, obesità e tumori.

di daniele banfi - giornalista scientifico della Fondazione veronesi

I colori della salute

1. bianco: aglio, cavolfiore, cipolla, finocchio, funghi, porro, sedano, mela, pera.2. verde: asparago, agretti, basilico, bietola, broccolo, carciofo, cavolo, cetriolo, cicoria, cime di rapa, indivia, lattuga, prezzemolo, spinaci, zucchini, olive, kiwi.4. giallo: albicocca, arancia, kaki, limone, mandarino, melone, nespola, pesca, pompelmo, carota, peperone, zucca.3. rosso: anguria, arancia rossa, lamponi, fragola, ciliegia, barbabietola rossa, pomodoro, rapa rossa e ribes.5. viola: more, mirtilli, fico, prugna, uva nera, melanzana, radicchio, cavolo cappuccio.

MarciAnnoni,ricercatoresostenutodallaFondazioneUmbertoVeronesi

10 11

La tradizione di famiglia lo avrebbe voluto imprenditore alla guida dell’azienda tessile fondata dal bisnonno Pier Anselmo nel 1884,

ma Massimo Giletti si è sottratto da questo destino già scritto per inseguire un sogno: il giornalismo televisivo. Una passione che lo ha spinto a lascia-re Ponzone, nel biellese, alla volta di Roma dove comincia la carriera nella trasmissione di attualità Mixer di Giovanni Minoli, realizzando inchieste, reportage e ritratti di grandi personaggi politici ita-

liani. Dal 2004 è mattatore de L’Arena, trasmissione di Rai Uno leader della domenica pomeriggio e che registra ascolti quasi da prima serata, battendo ogni concorrenza. Giletti è un uomo sportivo, amante dei cibi sani e naturali anche se, quando ritorna nelle sue zone natie, non rinuncia a un buon piatto di agnolotti secondo la migliore tradizione piemon-tese. Una ricetta che lo fa tornare ai sapori della sua infanzia. Uno scapolo d’oro della nostra televisione che sta attento nel fare la spesa e che sceglie prodotti di qualità e di stagione.

Che rapporto hai con la tavola?Conflittuale. Devo stare attento a quel che mangio perché ho un metabolismo lento. Mi piace cibarmi con alimenti sani. Per esempio il minestrone lo pre-paro con cura andando a scegliere le verdure (pata-te, zucchine e fagioli) direttamente dal mio ortolano di fiducia che poi gentilmente si presta a tritarmele. In generale quando posso cucino io. E se sono in difficoltà, telefono a mia madre.

Il tuo piatto preferito?Amo i piatti di mare e tra tutti gli spaghetti con il sugo di seppie.

Qual è il segreto vincente de L’Arena?L’Arena è nata da uno spazio di 25 minuti, un seg-mento d’intermezzo di Domenica In tra la parte con-dotta dalla Venier e quella di Pippo Baudo. In pochi anni è diventato un talk di riferimento. Il successo in tre parole: tanto lavoro, passione in quello che faccio, equilibrio della squadra.

Ha ancora senso investire sul giornali-smo d’inchiesta?Ogni domenica proponiamo nove pezzi filmati,

AbbiAmo incontrAto mAssimo Giletti, GiornAlistA televisivo di successo. dAl 2004 è il mAttAtore de l’ArenA, il proGrAmmA leAder dellA domenicA

pomeriGGio di rAi uno di Giulio Serri

due chiacchiere vip

Ilsignoredella domenica

tre dei quali sono d’inchiesta in un orario incon-sueto e presidiato in passato dalle varie Lecciso, dai personaggi del Grande Fratello. L’Arena è stata una scommessa vinta e ha dimostrato come gli ita-liani siano più intelligenti di quanto a volte vengo-no dipinti.

Spesso nel tuo salotto sono invitate per-sone comuni che portano una testimonian-za, uno scoop. Ormai tutti si improvvisano giornalisti?Bisogna essere molto cauti, verificare bene le fonti. Vengo dalla scuola di Giovanni Minoli il quale mi mandò un giorno a intervistare il giudice Falcone. Non potrò mai dimenticare una sua frase che negli anni è diventata il mio mantra per fare del buon giornalismo: “Vada a cercare la verità lungo i bi-nari del treno. Spesso la verità corre parallela e non è quella che ci viene detta”.

I social network sono sempre più impre-scindibili per fare del buon giornalismo?No, sono strumenti pericolosi. Detesto questo esi-bizionismo personale, narcisistico. Ho una conce-zione del dialogo un po’ più profonda rispetto alle poche parole che si possono usare su twitter.

Torniamo alla cucina. Qual è un piatto che ti ricorda l’infanzia? In assoluto gli agnolotti con il sugo al Barolo; poi anche la carne arrosto preparata con cura da Ma-ria, la signora che ci aiutava nelle faccende dome-stiche. Ricordo che passava tutta la notte a prepa-rare l’arrosto e lo faceva cuocere tantissimo. Sento ancora il profumo dei chiodi garofano.

E alla tua donna cosa cucini? L’unica donna che ho è la Juve.

In tre parole il segreto vincente de L’Arena: tanto lavoro, passione per quello che faccio, equilibrio della squadra

Il piatto giusto per una cena romantica?Aragosta. Non può proprio mancare.

Hai mai sedotto in cucina?Se mi piace una donna mi cimento a prepararle qualcosa di carino. Per esempio la mia salsina di capperi sul pesce lesso è imbattibile.

Tu e la spesa...Mi piace fare la spesa e mi definisco il re del “3x2”. Il mio carrello è sempre stracolmo di insalate, ver-dure, frutta e yogurt.

Ti rifornisci di piatti pronti e surgelati?Non spesso. Mi limito ai piselli e, se proprio non riesco a prepararmelo, a qualche minestrone.

Come mantieni la linea a tavola?Usando con raziocinio i condimenti: no burro, poco olio rigorosamente extravergine d’oliva. Le insalate le condisco con un goccio di aceto balsamico, men-tre nella pasta abbondo con il pomodoro per evitare altri grassi aggiunti.

Vino bianco o vino rosso?Bianco, possibilmente con bollicine, perché spu-manti e Champagne mi mettono allegria.

Chi inviteresti a cena?Se potessi Lamberto Sposini. Con lui ho trascorso tante belle serate. È un cultore del cibo tanto che dopo ogni cena mi dava perfino un voto. L’ultima volta mi diede un 6 e mezzo, ma per lui significava un nove perché pretendeva tanto.

Un politico?Silvio Berlusconi, ma senza burlesque.

Una bella donna?Antonella Clerici per prepararle per la centesima volta le mie seppie. Sarebbe una serata di tante risa-te e in cui rivivrei momenti bellissimi.

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La tradizione di famiglia lo avrebbe voluto imprenditore alla guida dell’azienda tessile fondata dal bisnonno Pier Anselmo nel 1884,

ma Massimo Giletti si è sottratto da questo destino già scritto per inseguire un sogno: il giornalismo televisivo. Una passione che lo ha spinto a lascia-re Ponzone, nel biellese, alla volta di Roma dove comincia la carriera nella trasmissione di attualità Mixer di Giovanni Minoli, realizzando inchieste, reportage e ritratti di grandi personaggi politici ita-

liani. Dal 2004 è mattatore de L’Arena, trasmissione di Rai Uno leader della domenica pomeriggio e che registra ascolti quasi da prima serata, battendo ogni concorrenza. Giletti è un uomo sportivo, amante dei cibi sani e naturali anche se, quando ritorna nelle sue zone natie, non rinuncia a un buon piatto di agnolotti secondo la migliore tradizione piemon-tese. Una ricetta che lo fa tornare ai sapori della sua infanzia. Uno scapolo d’oro della nostra televisione che sta attento nel fare la spesa e che sceglie prodotti di qualità e di stagione.

Che rapporto hai con la tavola?Conflittuale. Devo stare attento a quel che mangio perché ho un metabolismo lento. Mi piace cibarmi con alimenti sani. Per esempio il minestrone lo pre-paro con cura andando a scegliere le verdure (pata-te, zucchine e fagioli) direttamente dal mio ortolano di fiducia che poi gentilmente si presta a tritarmele. In generale quando posso cucino io. E se sono in difficoltà, telefono a mia madre.

Il tuo piatto preferito?Amo i piatti di mare e tra tutti gli spaghetti con il sugo di seppie.

Qual è il segreto vincente de L’Arena?L’Arena è nata da uno spazio di 25 minuti, un seg-mento d’intermezzo di Domenica In tra la parte con-dotta dalla Venier e quella di Pippo Baudo. In pochi anni è diventato un talk di riferimento. Il successo in tre parole: tanto lavoro, passione in quello che faccio, equilibrio della squadra.

Ha ancora senso investire sul giornali-smo d’inchiesta?Ogni domenica proponiamo nove pezzi filmati,

AbbiAmo incontrAto mAssimo Giletti, GiornAlistA televisivo di successo. dAl 2004 è il mAttAtore de l’ArenA, il proGrAmmA leAder dellA domenicA

pomeriGGio di rAi uno di Giulio Serri

due chiacchiere vip

Ilsignoredella domenica

tre dei quali sono d’inchiesta in un orario incon-sueto e presidiato in passato dalle varie Lecciso, dai personaggi del Grande Fratello. L’Arena è stata una scommessa vinta e ha dimostrato come gli ita-liani siano più intelligenti di quanto a volte vengo-no dipinti.

Spesso nel tuo salotto sono invitate per-sone comuni che portano una testimonian-za, uno scoop. Ormai tutti si improvvisano giornalisti?Bisogna essere molto cauti, verificare bene le fonti. Vengo dalla scuola di Giovanni Minoli il quale mi mandò un giorno a intervistare il giudice Falcone. Non potrò mai dimenticare una sua frase che negli anni è diventata il mio mantra per fare del buon giornalismo: “Vada a cercare la verità lungo i bi-nari del treno. Spesso la verità corre parallela e non è quella che ci viene detta”.

I social network sono sempre più impre-scindibili per fare del buon giornalismo?No, sono strumenti pericolosi. Detesto questo esi-bizionismo personale, narcisistico. Ho una conce-zione del dialogo un po’ più profonda rispetto alle poche parole che si possono usare su twitter.

Torniamo alla cucina. Qual è un piatto che ti ricorda l’infanzia? In assoluto gli agnolotti con il sugo al Barolo; poi anche la carne arrosto preparata con cura da Ma-ria, la signora che ci aiutava nelle faccende dome-stiche. Ricordo che passava tutta la notte a prepa-rare l’arrosto e lo faceva cuocere tantissimo. Sento ancora il profumo dei chiodi garofano.

E alla tua donna cosa cucini? L’unica donna che ho è la Juve.

In tre parole il segreto vincente de L’Arena: tanto lavoro, passione per quello che faccio, equilibrio della squadra

Il piatto giusto per una cena romantica?Aragosta. Non può proprio mancare.

Hai mai sedotto in cucina?Se mi piace una donna mi cimento a prepararle qualcosa di carino. Per esempio la mia salsina di capperi sul pesce lesso è imbattibile.

Tu e la spesa...Mi piace fare la spesa e mi definisco il re del “3x2”. Il mio carrello è sempre stracolmo di insalate, ver-dure, frutta e yogurt.

Ti rifornisci di piatti pronti e surgelati?Non spesso. Mi limito ai piselli e, se proprio non riesco a prepararmelo, a qualche minestrone.

Come mantieni la linea a tavola?Usando con raziocinio i condimenti: no burro, poco olio rigorosamente extravergine d’oliva. Le insalate le condisco con un goccio di aceto balsamico, men-tre nella pasta abbondo con il pomodoro per evitare altri grassi aggiunti.

Vino bianco o vino rosso?Bianco, possibilmente con bollicine, perché spu-manti e Champagne mi mettono allegria.

Chi inviteresti a cena?Se potessi Lamberto Sposini. Con lui ho trascorso tante belle serate. È un cultore del cibo tanto che dopo ogni cena mi dava perfino un voto. L’ultima volta mi diede un 6 e mezzo, ma per lui significava un nove perché pretendeva tanto.

Un politico?Silvio Berlusconi, ma senza burlesque.

Una bella donna?Antonella Clerici per prepararle per la centesima volta le mie seppie. Sarebbe una serata di tante risa-te e in cui rivivrei momenti bellissimi.

il carrello di novembre-dicembre

ortaggI•barbabietola•broccolo•carciofo•cardo•carota•cavolfiore•cavoletto di bruxelles•cicoria•costa•crauto•finocchio•indivia•patata•porro•radicchio•rapa•scalogno•spinaci•topinambur

frutta•arancia•caco•castagna•kiwi•limone•mandarancio•mandarino•melagrana•mela •nocciola•noce •pera•pompelmo•uva

pesce•acciuga •cefalo•dentice•muggine•nasello•orata •sardina•sogliola•spigola

Non ci stanchiamo di ripeterlo: scegliete sempre frutta e verdura di stagione, un modo di mangiare in salute, ma anche economico. Con quali frutti della terra

riempire quindi il carrello di novembre e dicembre? La lista dei prodotti di stagione di novembre non è molto diversa da quella di ottobre, anche se alcune varietà vanno rimpiazzate però da qualche new en-try di sicuro interesse. Questo mese sui banchi del fresco possiamo scovare, ma non ancora per molto, il finocchio, le carote, le bietole da coste, la cicoria, la cicoria belga, la catalogna e il sedano. Rispetto a ottobre, troviamo adesso un ortaggio importante come il carciofo (ricco di magnesio, fosforo e potas-sio), oltre alle patate dolci e alle rape, tartufi e topi-nambur e sedano rapa. E comincia la stagione della famiglia dei cavoli che ci accompagneranno per un po’ di mesi. In bella mostra quindi cavolfiori, cavo-lini di Bruxelles, broccoli, cavolo cappuccio, cavolo verza, cavolo rosso e cardi. Nel reparto frutta la new entry più importante è il kiwi, di cui l’Italia è il maggiore produttore a livello mondiale. Ecco poi le mele, le pere, i melograni, le clementine, l’uva, i cachi, le castagne, le noci e le

nocciole. Per arance, mandaranci e mandarini in-vece è meglio aspettare dicembre: saranno gustosis-simi e a buon prezzo.E arriviamo a dicembre, il mese più tentatore dell’anno: l’atmosfera di festa, cene e cenoni ci fanno cadere in tentazione. Se non riuscite proprio a evi-tare il peccato di gola di mangiare pesche e ciliege a dicembre, limitatene sensibilmente l’acquisto: sono carissimi e poco gustosi. I nostri territori sono ric-chi di varietà autoctone, primizie e specialità da far invidia a tutto il mondo, quindi perchè non far pre-valere i prodotti di stagione, anche durante le feste? Comincia la vera e propria stagione degli agrumi per la frutta, mentre tra gli ortaggi continua il tem-po di bietole, broccoli, patate, rape, finocchi, porri, insalate, spinaci e radicchi, e fanno la loro comparsa i cardi. Soprattutto per le festività natalizie aumenta il consumo di pesce. Se vogliamo stare sul pescato di stagione possiamo scegliere tra acciughe e sardine, cefalo, muggine, dentice, nasello, orata e sogliola. Ma non possiamo dimenticare il pesce in assoluto protagonista della tavola delle feste: il salmone.Buona spesa!

a tavola i freschissimi

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il carrello di novembre-dicembre

ortaggI•barbabietola•broccolo•carciofo•cardo•carota•cavolfiore•cavoletto di bruxelles•cicoria•costa•crauto•finocchio•indivia•patata•porro•radicchio•rapa•scalogno•spinaci•topinambur

frutta•arancia•caco•castagna•kiwi•limone•mandarancio•mandarino•melagrana•mela •nocciola•noce •pera•pompelmo•uva

pesce•acciuga •cefalo•dentice•muggine•nasello•orata •sardina•sogliola•spigola

Non ci stanchiamo di ripeterlo: scegliete sempre frutta e verdura di stagione, un modo di mangiare in salute, ma anche economico. Con quali frutti della terra

riempire quindi il carrello di novembre e dicembre? La lista dei prodotti di stagione di novembre non è molto diversa da quella di ottobre, anche se alcune varietà vanno rimpiazzate però da qualche new en-try di sicuro interesse. Questo mese sui banchi del fresco possiamo scovare, ma non ancora per molto, il finocchio, le carote, le bietole da coste, la cicoria, la cicoria belga, la catalogna e il sedano. Rispetto a ottobre, troviamo adesso un ortaggio importante come il carciofo (ricco di magnesio, fosforo e potas-sio), oltre alle patate dolci e alle rape, tartufi e topi-nambur e sedano rapa. E comincia la stagione della famiglia dei cavoli che ci accompagneranno per un po’ di mesi. In bella mostra quindi cavolfiori, cavo-lini di Bruxelles, broccoli, cavolo cappuccio, cavolo verza, cavolo rosso e cardi. Nel reparto frutta la new entry più importante è il kiwi, di cui l’Italia è il maggiore produttore a livello mondiale. Ecco poi le mele, le pere, i melograni, le clementine, l’uva, i cachi, le castagne, le noci e le

nocciole. Per arance, mandaranci e mandarini in-vece è meglio aspettare dicembre: saranno gustosis-simi e a buon prezzo.E arriviamo a dicembre, il mese più tentatore dell’anno: l’atmosfera di festa, cene e cenoni ci fanno cadere in tentazione. Se non riuscite proprio a evi-tare il peccato di gola di mangiare pesche e ciliege a dicembre, limitatene sensibilmente l’acquisto: sono carissimi e poco gustosi. I nostri territori sono ric-chi di varietà autoctone, primizie e specialità da far invidia a tutto il mondo, quindi perchè non far pre-valere i prodotti di stagione, anche durante le feste? Comincia la vera e propria stagione degli agrumi per la frutta, mentre tra gli ortaggi continua il tem-po di bietole, broccoli, patate, rape, finocchi, porri, insalate, spinaci e radicchi, e fanno la loro comparsa i cardi. Soprattutto per le festività natalizie aumenta il consumo di pesce. Se vogliamo stare sul pescato di stagione possiamo scegliere tra acciughe e sardine, cefalo, muggine, dentice, nasello, orata e sogliola. Ma non possiamo dimenticare il pesce in assoluto protagonista della tavola delle feste: il salmone.Buona spesa!

a tavola i freschissimi

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Cavoli:un inverno

verdura di stagione cavoli

verdure fresche come quella invernale, la varietà e la versatilità in cucina, caratteristici di questa famiglia di ortaggi, assicurano piatti genuini a base di verdu-ra sempre diversi anche nei mesi freddi: minestre, sformati, involtini, stufati... ce n’è per tutti i gusti!Le tante piante erbacee che si nascondono sotto il termine generico di “cavolo” si possono classificare considerando che alcune sono coltivate per il loro fiore (cavolfiore e broccolo), altre per le foglie (cavo-lo cappuccio e verza) e, altre ancora, per la radice (rape).

èÈ proprio il caso di dirlo: poco calorici e ricchissimi di nutrienti importanti per la salute, i cavoli rivesto-no un ruolo fondamentale per la nostra alimenta-zione. Vitamine, potassio, calcio, acido folico sono solo alcuni dei tanti elementi che apportano, quindi non scoraggiatevi all’idea dell’odore che emanano in cottura. Per questo, poi, un rimedio c’è: aggiunge-re nella pentola poco succo di limone, un cucchiaio d’aceto o un pezzo di pane secco, aiuterà a dissipare un po’ l’odore. I cavoli risolvono, inoltre, un proble-ma di non poco conto. In una stagione meno ricca di

colorAti, versAtili e sAlutAri. ecco lA GrAnde FAmiGliA dei cAvoli: dAl cAvolFiore Ai broccoli, dAl cAvolo verZA Al cAvolo cAppuccio serviteli in tAvolA per riscAldAre l’inverno con piAtti buoni e pieni di sAlute di Lucia carlettia tutta salute

Gustosissime

sia fresche sia tostate

Maxifette comode da tagliare

in tutte le forme che vuoi

Tramezzini e tartine dalla morbidezza irresistibile,o toast deliziosamente croccanti?Con il Tramezzino Roberto hai il pane perfetto per dare ai tuoi spuntini e ai tuoi aperitivi una fetta di gusto e di morbidezza in più. www.robertoalimentare.com

Chiedi di più ai tuoi tramezzini!

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Cavoli:un inverno

verdura di stagione cavoli

verdure fresche come quella invernale, la varietà e la versatilità in cucina, caratteristici di questa famiglia di ortaggi, assicurano piatti genuini a base di verdu-ra sempre diversi anche nei mesi freddi: minestre, sformati, involtini, stufati... ce n’è per tutti i gusti!Le tante piante erbacee che si nascondono sotto il termine generico di “cavolo” si possono classificare considerando che alcune sono coltivate per il loro fiore (cavolfiore e broccolo), altre per le foglie (cavo-lo cappuccio e verza) e, altre ancora, per la radice (rape).

èÈ proprio il caso di dirlo: poco calorici e ricchissimi di nutrienti importanti per la salute, i cavoli rivesto-no un ruolo fondamentale per la nostra alimenta-zione. Vitamine, potassio, calcio, acido folico sono solo alcuni dei tanti elementi che apportano, quindi non scoraggiatevi all’idea dell’odore che emanano in cottura. Per questo, poi, un rimedio c’è: aggiunge-re nella pentola poco succo di limone, un cucchiaio d’aceto o un pezzo di pane secco, aiuterà a dissipare un po’ l’odore. I cavoli risolvono, inoltre, un proble-ma di non poco conto. In una stagione meno ricca di

colorAti, versAtili e sAlutAri. ecco lA GrAnde FAmiGliA dei cAvoli: dAl cAvolFiore Ai broccoli, dAl cAvolo verZA Al cAvolo cAppuccio serviteli in tAvolA per riscAldAre l’inverno con piAtti buoni e pieni di sAlute di Lucia carlettia tutta salute

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verdura di stagione cavoli

oppure cotti: lessati, al vapore, saltati in padella, fritti in pastella, stufati o gratinati al forno con be-sciamella. Sono squisiti anche in zuppe, minestre, pastasciutte o come contorno per salsicce o carne di maiale in genere. Provateli anche con il risotto, nelle polpette o per completare una gustosa torta salata: sono buonissimi! Dopo aver tagliato le cimette e averle pulite sotto acqua corrente, ricordate di non cuocerle troppo: 15 minuti al vapore o 10 minuti in acqua bollente saranno sufficienti per garantire la cottura e il man-tenimento delle proprietà nutritive.

cavolo verza, capostipite dei cavoli“a cespo”La verza si presenta come una specie di palla co-stituita da foglie grandi, croccanti, bollose e molto increspate, ben raccolte su se stesse. Tra le produ-zioni locali ricordiamo la Verza comune, la Verza pre-coce, la Verza del Vesuvio e la Verza Vittoria. Al momento dell’acquisto le foglie devono essere croccanti, il cuore compatto e ben chiuso. Guar-date poi la lunghezza del torsolo: più sarà corto, migliore sarà la verza. Può essere conservata in fri-gorifero per una decina di giorni.In cucina Ottima gustata cruda (grazie alla sua consistenza e al suo spiccato sapore), la verza è buonissima anche lessata o bollita, oppure utilizza-ta come ingrediente per la preparazione di zuppe

e minestre. Può inoltre essere protagonista di se-condi e piatti unici: la cassoeula lombarda, le verze ripiene, gli involtini in foglie di verza, spezzatini e brasati.

cavolo cappuccio, il croccante dei cavoliNel cavolo cappuccio, le foglie, sode e croccanti, sono riunite in un cespo compatto di colore varia-bile. Ecco le varietà più note: il Precoce di Napoli, il Rotondo di Pisa, il Testa di negro, il Rosso grosso e il Cap-puccio quintale. Al momento dell’acquisto deve esse-re compatto, con foglie lucide e non ammaccate: dopo aver tolto quelle più esterne appassite e aver-lo lavato bene, è pronto per essere cucinato. Potete conservarlo in frigorifero per una decina di giorni. In cucina È ottimo crudo, tagliato a fettine, op-pure lessato, utilizzato come ingrediente in zuppe e minestre, per preparare involtini e insalate. Da provare anche stufato, brasato, saltato in padella e farcito con riso e carne. Si accompagna bene con olio e aceto, limone, vinaigrette e con spezie ed erbe aromatiche.

tantO benessere cOn i caVOLi

le benefiche qualità e virtù terapeutiche dei cavoli sono numerose. contengono vitamine (a, b1, b2, b6, c, d, e, K, pp), molti sali minerali (bromo, calcio, cobalto, ferro, fosforo, iodio, rame, manganese, magnesio, potassio, zinco, zolfo), clorofilla, carboidrati, proteine, aminoacidi, mucillagini, saponine e un buon tenore di fibra, con il vantaggio di essere poveri di grassi.nei cavoli è anche presente l’acido folico, che ha un’ottima azione antianemica, e il gefarnato, che protegge la mucosa dello stomaco dagli attacchi degli acidi gastrici. sono inoltre dei potenti rimineralizzanti, ottimi rigeneratori di tessuti, efficaci diuretici e disinfettanti naturali. si è evidenziato, inoltre, un collegamento tra il regolare consumo di cavoli con una bassa incidenza di cancro al colon. per mantenere tutte le proprietà nutrizionali, la cottura è fondamentale: mai più di 20 minuti e ideale è la cottura al vapore delle cimette o delle foglie intere.

Cavoli e broccoli sono buoni croccanti, appena scottati ma anche ridotti in puree e vellutate; verze e cavoli sono ottimi in insalata o saltati in padella insaporiti con semi di finocchio

cavolfiore, il più diffusoSi presenta con una grande infiorescenza globosa e carnosa, di colore bianco ma anche violetto, con ri-lievi arrotondati. Tra le varietà ricordiamo il Gigante di Napoli, il Tardivo di Fano, il Palla di neve, il Pisano, il Violetto di Sicilia, il Romanesco, il Precoce di Jesi e quello Toscano. Al momento dell’acquisto le cimette devono esse-re serrate, la superficie piuttosto uniforme e non devono esserci germogli verdi tra le infiorescenze della testa. Le foglie devono essere aderenti, non ingiallite e abbastanza dure. Se acquistato molto fresco si mantiene bene in frigorifero fino a una de-cina di giorni.In cucina Dopo la pulitura sotto acqua corren-te, il cavolfiore può essere lessato, cotto al vapore o fritto, ma anche impiegato come condimento di pastasciutte. Si accompagna bene con olio e aceto, limone, vinaigrette e maionese, con spezie ed erbe aromatiche, ed è perfetto anche per essere cotto al forno con besciamella e poco burro. Se lo abbina-te ai fagioli porterete in tavola gustose e originali lasagne. E cosa ne dite di provarlo nella frittata o nella classica insalata di rinforzo (cavolfiore lessa-to con acciughe, olive, capperi, olio e aceto)? Di-

venterà irresistibile! In ogni caso, qualunque sia la preparazione, il cavolfiore va prelessato in acqua o al vapore per un tempo che varia a seconda che si consumi direttamente lesso o che invece sia poi cotto in altro modo.

broccolo, un ortaggio per tutti i gustiCon il termine “broccolo” ci si riferisce a due pian-te, il cavolo broccolo e il cavolo broccolo ramoso. Il primo ha infiorescenze di colore verde intenso e fiori biancastri simili a quelli del cavolfiore, ma molto più piccoli. Il secondo è simile al cavolfiore, ma si differenzia per il colore verde-azzurro delle sue teste e per i piccoli germogli laterali detti “broc-coletti”. Tra le varietà di broccolo citiamo il Ramoso di Calabria, il Bianco Comune o il Bianco Precoce di Al-benga, il Broccolo di Verona, il Verde romanesco, il Violetto di Sicilia e di Napoli. Quando acquistate i broccoli controllate che le fo-glie esterne siano croccanti e lisce e i fiori sodi e non ingialliti. Si conservano in frigorifero, in sac-chetti di plastica, per massimo 2-3 giorni.In cucina Ottimi al palato grazie alla loro dolcez-za aromatica, se molto teneri possono essere consu-mati crudi (conditi con olio, sale e limone o aceto)

per chi non si accontenta

Se cercate gusti e piatti sempre nuovi e originali, eccovi accontentati con altri cavoli! Il cavolo nero può essere lessato o cotto al vapore, stufato con un po’ di burro, accompagnato con olio e limone

e insaporito con spezie. È, inoltre, il protagonista della celebre ribollita. Il cavolo rapa, può essere gustato crudo, oppure rosolato, cotto al vapore o al forno, farcito o inserito in zuppe e minestre. I cavolini di Bruxelles possono essere preparati al vapore, bolliti o in padella. Il loro gusto leggermente amaro li rende perfetti in abbinamento a cibi dolci come castagne, ceci e composte

di frutta. Ricordate di consumarli sempre cotti.

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verdura di stagione cavoli

oppure cotti: lessati, al vapore, saltati in padella, fritti in pastella, stufati o gratinati al forno con be-sciamella. Sono squisiti anche in zuppe, minestre, pastasciutte o come contorno per salsicce o carne di maiale in genere. Provateli anche con il risotto, nelle polpette o per completare una gustosa torta salata: sono buonissimi! Dopo aver tagliato le cimette e averle pulite sotto acqua corrente, ricordate di non cuocerle troppo: 15 minuti al vapore o 10 minuti in acqua bollente saranno sufficienti per garantire la cottura e il man-tenimento delle proprietà nutritive.

cavolo verza, capostipite dei cavoli“a cespo”La verza si presenta come una specie di palla co-stituita da foglie grandi, croccanti, bollose e molto increspate, ben raccolte su se stesse. Tra le produ-zioni locali ricordiamo la Verza comune, la Verza pre-coce, la Verza del Vesuvio e la Verza Vittoria. Al momento dell’acquisto le foglie devono essere croccanti, il cuore compatto e ben chiuso. Guar-date poi la lunghezza del torsolo: più sarà corto, migliore sarà la verza. Può essere conservata in fri-gorifero per una decina di giorni.In cucina Ottima gustata cruda (grazie alla sua consistenza e al suo spiccato sapore), la verza è buonissima anche lessata o bollita, oppure utilizza-ta come ingrediente per la preparazione di zuppe

e minestre. Può inoltre essere protagonista di se-condi e piatti unici: la cassoeula lombarda, le verze ripiene, gli involtini in foglie di verza, spezzatini e brasati.

cavolo cappuccio, il croccante dei cavoliNel cavolo cappuccio, le foglie, sode e croccanti, sono riunite in un cespo compatto di colore varia-bile. Ecco le varietà più note: il Precoce di Napoli, il Rotondo di Pisa, il Testa di negro, il Rosso grosso e il Cap-puccio quintale. Al momento dell’acquisto deve esse-re compatto, con foglie lucide e non ammaccate: dopo aver tolto quelle più esterne appassite e aver-lo lavato bene, è pronto per essere cucinato. Potete conservarlo in frigorifero per una decina di giorni. In cucina È ottimo crudo, tagliato a fettine, op-pure lessato, utilizzato come ingrediente in zuppe e minestre, per preparare involtini e insalate. Da provare anche stufato, brasato, saltato in padella e farcito con riso e carne. Si accompagna bene con olio e aceto, limone, vinaigrette e con spezie ed erbe aromatiche.

tantO benessere cOn i caVOLi

le benefiche qualità e virtù terapeutiche dei cavoli sono numerose. contengono vitamine (a, b1, b2, b6, c, d, e, K, pp), molti sali minerali (bromo, calcio, cobalto, ferro, fosforo, iodio, rame, manganese, magnesio, potassio, zinco, zolfo), clorofilla, carboidrati, proteine, aminoacidi, mucillagini, saponine e un buon tenore di fibra, con il vantaggio di essere poveri di grassi.nei cavoli è anche presente l’acido folico, che ha un’ottima azione antianemica, e il gefarnato, che protegge la mucosa dello stomaco dagli attacchi degli acidi gastrici. sono inoltre dei potenti rimineralizzanti, ottimi rigeneratori di tessuti, efficaci diuretici e disinfettanti naturali. si è evidenziato, inoltre, un collegamento tra il regolare consumo di cavoli con una bassa incidenza di cancro al colon. per mantenere tutte le proprietà nutrizionali, la cottura è fondamentale: mai più di 20 minuti e ideale è la cottura al vapore delle cimette o delle foglie intere.

Cavoli e broccoli sono buoni croccanti, appena scottati ma anche ridotti in puree e vellutate; verze e cavoli sono ottimi in insalata o saltati in padella insaporiti con semi di finocchio

cavolfiore, il più diffusoSi presenta con una grande infiorescenza globosa e carnosa, di colore bianco ma anche violetto, con ri-lievi arrotondati. Tra le varietà ricordiamo il Gigante di Napoli, il Tardivo di Fano, il Palla di neve, il Pisano, il Violetto di Sicilia, il Romanesco, il Precoce di Jesi e quello Toscano. Al momento dell’acquisto le cimette devono esse-re serrate, la superficie piuttosto uniforme e non devono esserci germogli verdi tra le infiorescenze della testa. Le foglie devono essere aderenti, non ingiallite e abbastanza dure. Se acquistato molto fresco si mantiene bene in frigorifero fino a una de-cina di giorni.In cucina Dopo la pulitura sotto acqua corren-te, il cavolfiore può essere lessato, cotto al vapore o fritto, ma anche impiegato come condimento di pastasciutte. Si accompagna bene con olio e aceto, limone, vinaigrette e maionese, con spezie ed erbe aromatiche, ed è perfetto anche per essere cotto al forno con besciamella e poco burro. Se lo abbina-te ai fagioli porterete in tavola gustose e originali lasagne. E cosa ne dite di provarlo nella frittata o nella classica insalata di rinforzo (cavolfiore lessa-to con acciughe, olive, capperi, olio e aceto)? Di-

venterà irresistibile! In ogni caso, qualunque sia la preparazione, il cavolfiore va prelessato in acqua o al vapore per un tempo che varia a seconda che si consumi direttamente lesso o che invece sia poi cotto in altro modo.

broccolo, un ortaggio per tutti i gustiCon il termine “broccolo” ci si riferisce a due pian-te, il cavolo broccolo e il cavolo broccolo ramoso. Il primo ha infiorescenze di colore verde intenso e fiori biancastri simili a quelli del cavolfiore, ma molto più piccoli. Il secondo è simile al cavolfiore, ma si differenzia per il colore verde-azzurro delle sue teste e per i piccoli germogli laterali detti “broc-coletti”. Tra le varietà di broccolo citiamo il Ramoso di Calabria, il Bianco Comune o il Bianco Precoce di Al-benga, il Broccolo di Verona, il Verde romanesco, il Violetto di Sicilia e di Napoli. Quando acquistate i broccoli controllate che le fo-glie esterne siano croccanti e lisce e i fiori sodi e non ingialliti. Si conservano in frigorifero, in sac-chetti di plastica, per massimo 2-3 giorni.In cucina Ottimi al palato grazie alla loro dolcez-za aromatica, se molto teneri possono essere consu-mati crudi (conditi con olio, sale e limone o aceto)

per chi non si accontenta

Se cercate gusti e piatti sempre nuovi e originali, eccovi accontentati con altri cavoli! Il cavolo nero può essere lessato o cotto al vapore, stufato con un po’ di burro, accompagnato con olio e limone

e insaporito con spezie. È, inoltre, il protagonista della celebre ribollita. Il cavolo rapa, può essere gustato crudo, oppure rosolato, cotto al vapore o al forno, farcito o inserito in zuppe e minestre. I cavolini di Bruxelles possono essere preparati al vapore, bolliti o in padella. Il loro gusto leggermente amaro li rende perfetti in abbinamento a cibi dolci come castagne, ceci e composte

di frutta. Ricordate di consumarli sempre cotti.

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• 350 g di broccoli • 2 patate • brodo vegetale• 1 cipolla • 2 spicchi d’aglio • 2 fette di pane casereccio• olio d’oliva extravergine • sale e pepe

preparazione 20 minuti cottura 25 minutiesecuzione facile vino Menfi Grecanico

Pulite il broccolo, eliminate la parte dura del gambo e dividetelo in cimette. Spellate le patate e tagliatele a dadini; tritate la cipolla con 1 spicchio d’aglio. Soffriggete il trito con un filo d’olio, aggiungete le patate e lasciate cuocere per 3 minuti. Unite anche le cimette del broccolo, lasciate insaporire per 2 minuti e coprite il tutto con il brodo. Portate a ebollizione e fate cuocere per 20 minuti.

Tagliate il pane a dadini e fatelo dorare con un filo d’olio e l’aglio rimasto. Eliminate l’aglio e tenete da parte i crostini facendoli asciugare su carta da cucina. Frullate la zuppa fino a ottenere una crema omogenea, servitela sui crostini con olio a crudo e pepe, completando a piacere con 1 acciuga sott’olio.

Zuppa di broccoli e patateper 4 persone

l’idea in piùper un tocco di sapore in più completate la crema con qualche fogliolina di timo. inoltre potete anche aggiungere ai crostini in doratura un pizzico di peperoncino.

• 320 g di riso carnaroli • 150 g di cavolfiore • 150 g di broccolo • 2 scalogni • 1 fetta di pane pugliese • 4 filetti d’acciuga sott’olio • 1 mazzetto di timo • 1 l di brodo vegetale • olio d’oliva extravergine • sale e pepe

preparazione 20 minuti cottura 25 minutiesecuzione facile vino San Severo Bianco

Riducete il cavolfiore e il broccolo in cimette, lavateli e scottateli in acqua bollente salata per pochi minuti, scolandoli al dente.

Spellate gli scalogni, tritateli e soffriggeteli a fiamma bassa con 4 cucchiai di olio d’oliva. Versate il riso e fatelo tostare per 1 minuto senza aggiungere liquidi.

Versate il brodo caldo sul riso, un mestolo alla volta, e mescolando spesso. A metà cottura aggiungete le cimette sbollentate e cuocete finché il riso non risulterà al dente.

Nel frattempo tritate il pane al mixer con le acciughe, 1 cucchiaio di timo sfogliato e un filo di olio d’oliva extravergine.

Tostate il tutto in una padella antiaderente e distribuite questa granella sul risotto una volta impiattato. Spolverizzate di pepe e servite.

risotto al cavolfiore con briciole croccantiper 4 persone

ucInIamo con I cavolIC

• 250 g di pasta sfoglia • 300 g di broccolo • 250 g di patate • 200 g di robiola • 1/2 cipolla • 50 g di burro • 2 cucchiai di latte • 1 cucchiaio di semi di finocchio • sale e pepe

preparazione 25 minuti cottura 45 minutiesecuzione facile vino Oltrepò Pavese Cortese

Pulite i broccoli sotto acqua corrente e divideteli in cimette; lavate le patate e spellatele. Lessate le verdure separatamente in acqua bollente salata

strudel di broccoli e patateper 6 persone

e scolatele al dente. Tagliate le patate a fette e i broccoli a pezzetti. Fate appassire la cipolla tritata con 30 g di burro. Aggiungete le verdure, i semi di finocchio, sale e pepe e rosolate per 2-3 minuti.

Lavorate la robiola con il latte tiepido e unitela alle verdure. Distribuite il composto sulla pasta stesa con il mattarello e avvolgetela sigillando bene i bordi. Spennellate lo strudel con il restante burro fuso, mettetelo su una teglia rivestita con carta oleata e infornatelo a 180°C per 30 minuti.

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• 350 g di broccoli • 2 patate • brodo vegetale• 1 cipolla • 2 spicchi d’aglio • 2 fette di pane casereccio• olio d’oliva extravergine • sale e pepe

preparazione 20 minuti cottura 25 minutiesecuzione facile vino Menfi Grecanico

Pulite il broccolo, eliminate la parte dura del gambo e dividetelo in cimette. Spellate le patate e tagliatele a dadini; tritate la cipolla con 1 spicchio d’aglio. Soffriggete il trito con un filo d’olio, aggiungete le patate e lasciate cuocere per 3 minuti. Unite anche le cimette del broccolo, lasciate insaporire per 2 minuti e coprite il tutto con il brodo. Portate a ebollizione e fate cuocere per 20 minuti.

Tagliate il pane a dadini e fatelo dorare con un filo d’olio e l’aglio rimasto. Eliminate l’aglio e tenete da parte i crostini facendoli asciugare su carta da cucina. Frullate la zuppa fino a ottenere una crema omogenea, servitela sui crostini con olio a crudo e pepe, completando a piacere con 1 acciuga sott’olio.

Zuppa di broccoli e patateper 4 persone

l’idea in piùper un tocco di sapore in più completate la crema con qualche fogliolina di timo. inoltre potete anche aggiungere ai crostini in doratura un pizzico di peperoncino.

• 320 g di riso carnaroli • 150 g di cavolfiore • 150 g di broccolo • 2 scalogni • 1 fetta di pane pugliese • 4 filetti d’acciuga sott’olio • 1 mazzetto di timo • 1 l di brodo vegetale • olio d’oliva extravergine • sale e pepe

preparazione 20 minuti cottura 25 minutiesecuzione facile vino San Severo Bianco

Riducete il cavolfiore e il broccolo in cimette, lavateli e scottateli in acqua bollente salata per pochi minuti, scolandoli al dente.

Spellate gli scalogni, tritateli e soffriggeteli a fiamma bassa con 4 cucchiai di olio d’oliva. Versate il riso e fatelo tostare per 1 minuto senza aggiungere liquidi.

Versate il brodo caldo sul riso, un mestolo alla volta, e mescolando spesso. A metà cottura aggiungete le cimette sbollentate e cuocete finché il riso non risulterà al dente.

Nel frattempo tritate il pane al mixer con le acciughe, 1 cucchiaio di timo sfogliato e un filo di olio d’oliva extravergine.

Tostate il tutto in una padella antiaderente e distribuite questa granella sul risotto una volta impiattato. Spolverizzate di pepe e servite.

risotto al cavolfiore con briciole croccantiper 4 persone

ucInIamo con I cavolIC

• 250 g di pasta sfoglia • 300 g di broccolo • 250 g di patate • 200 g di robiola • 1/2 cipolla • 50 g di burro • 2 cucchiai di latte • 1 cucchiaio di semi di finocchio • sale e pepe

preparazione 25 minuti cottura 45 minutiesecuzione facile vino Oltrepò Pavese Cortese

Pulite i broccoli sotto acqua corrente e divideteli in cimette; lavate le patate e spellatele. Lessate le verdure separatamente in acqua bollente salata

strudel di broccoli e patateper 6 persone

e scolatele al dente. Tagliate le patate a fette e i broccoli a pezzetti. Fate appassire la cipolla tritata con 30 g di burro. Aggiungete le verdure, i semi di finocchio, sale e pepe e rosolate per 2-3 minuti.

Lavorate la robiola con il latte tiepido e unitela alle verdure. Distribuite il composto sulla pasta stesa con il mattarello e avvolgetela sigillando bene i bordi. Spennellate lo strudel con il restante burro fuso, mettetelo su una teglia rivestita con carta oleata e infornatelo a 180°C per 30 minuti.

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frutta

secc

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da seMplice e Gustoso snacK a iMMancabile inGrediente di MoltissiMi dolci. la frutta secca stupisce, perÒ, ancHe nelle preparaZioni salate di Lucia carletti

Croccante, energetica e incredibilmente gustosa. Chi può resistere alla frutta secca? In queste pagine ci concentreremo su quella a guscio (ma esiste anche essiccata), che certo non può mancare nel periodo natalizio, ma che si sta guadagnando sempre più un ruolo di primo piano anche nel rito dell’aperi-tivo. Relegare la frutta secca a un ristretto numero di occasioni è però, osiamo dire, ingiusto, perché, se praticamente nessuno può fare a meno di sgra-

irr

eSiS

tib

iLe

frutta di stagione frutta secca

Seguici su facebook www.facebook.com/astitosti

SCOPRI IL NUOVO MOSCATO TOSTI

www.tosti.it

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Croccante, energetica e incredibilmente gustosa. Chi può resistere alla frutta secca? In queste pagine ci concentreremo su quella a guscio (ma esiste anche essiccata), che certo non può mancare nel periodo natalizio, ma che si sta guadagnando sempre più un ruolo di primo piano anche nel rito dell’aperi-tivo. Relegare la frutta secca a un ristretto numero di occasioni è però, osiamo dire, ingiusto, perché, se praticamente nessuno può fare a meno di sgra-

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ucInIamo con la frutta seccaC

bucatini con patate e nocciole

• 280 g di bucatini • 400 g di patate • 1/2 l di brodo vegetale• 60 g di nocciole • 3 cucchiai di parmigiano• 1 bustina di zafferano • 1 scalogno• 40 g di burro • 4 cucchiai di olio d’oliva extravergine• 1 rametto di cerfoglio • sale e pepe

preparazione 15 minuti cottura 30 minutiesecuzione facile vino Curtefranca Bianco

per 4 persone

nocchiare qualche mandorla o noce per una pausa energetica, la frutta secca può con successo essere utilizzata anche come ingrediente principe di nu-merose preparazioni dolci e salate. Cosa sarebbero i pansotti liguri (pasta ripiena) sen-za la salsa di noci, la mortadella senza l’aroma del pistacchio o il pesto genovese senza i pinoli? Impos-sibile, poi, pensare al torrone o al croccante senza le mandorle o le nocciole!

noci, la versatilità in cucinaTra le numerose varietà di noci, la Sorrento (Campa-nia) è la più pregiata. Saporiti e nutrienti, in cucina questi frutti sono utilizzati principalmente per la produzione di dolci (farciture con cioccolato, dolci al cucchiaio, snack, torte e confetture) e diventano ancora più golosi se farciti con marzapane o crema al cioccolato, oppure caramellati. Le noci possono essere aggiunte in prodotti lievitati come pane o biscotti, in accompagnamento a formaggi saporiti, mescolate in fresche insalate o impiegate nel ripieno del pollo o della pasta fresca. Dal mallo verde infuso in alcol e zucchero si ottiene il liquore Nocino; dal seme si ottiene un ottimo olio.

nocciole, non solo piemonteIn Italia i maggiori produttori di nocciole sono il Piemonte, il Lazio e la Campagna; tra le varietà ri-cordiamo la Nocciola Piemonte Igp, la Nocciola Romana Dop e la Nocciola di Giffoni Igp. Le nocciole sono utiliz-zate secche e tostate (intere o in granella) soprattutto per la produzione di dolci come torrone, farciture, creme, snack, gelati e torte. Impossibile poi non la-sciarsi tentare da praline, gianduiotti, cioccolatini e croccanti a base di nocciole. Sono inoltre impiegate sotto forma di trito per preparare panature alterna-tive o fresche insalate miste. Se apprezzate gli abbi-namenti particolari dovete assolutamente provarle tritate e mescolate al burro per accompagnare pesci e crostacei.

Quanta energia!

la frutta secca ha molte proprietà nutritive ma anche tante calorie; per questo deve essere consumata con moderazione, mai dopo un pasto completo. molto energetica, la frutta secca oleosa è costituita per il 50-60% di grassi insaturi e polinsaturi che svolgono un’azione protettiva dell’organismo senza intaccare il colesterolo. contiene vitamine, proteine, carboidrati, zuccheri e fibre ed è ricca di potassio, calcio, fosforo, magnesio e zinco. le noci svolgono un’importante azione antiossidante; le nocciole e i pistacchi sono ricchi di fitosfenoli che contribuiscono alla riduzione del colesterolo; le mandorle sono un ottimo antisettico per l’intestino e aiutano la rigenerazione dei tessuti; le arachidi sono una fonte di niacina che favorisce l’abbassamento della pressione sanguigna nei casi di ipertensione.

buone, dolci mandorleDolci, o più raramente amare, le mandorle sono un ingrediente ricorrente nei piatti tipici italiani: ama-retti, cantucci, confetti, marzapane, panforte, torro-ne, pasta reale, ecc. Se però amate sperimentare an-che gusti internazionali, vi suggeriamo una ricetta davvero deliziosa: il pollo alle mandorle. Da prova-re anche l’abbinamento con il salmone e la trota e, passando alle verdure, con asparagi e capperi. Sono a base di mandorle anche alcune bevande dissetanti come l’orzata e il latte di mandorla. Tra le varietà italiane più famose ricordiamo la pugliese Tuono, la siciliana Pizzuta di Avola, la Filippo Ceo, la Falsa Barese, la Fascionello, la Fellamosa e la Ferragnes.

pistacchi, l’oro verde di bronteIn Italia dire pistacchio significa pensare subito a Bronte, cittadina alle pendici dell’Etna che regala i pregiati pistacchi di Bronte Dop. Profumati e di un intenso colore verde smeraldo, sono uno di quei pro-dotti che vanno assolutamente provati! Commer-cializzati al naturale sia sgusciati sia pelati, spesso tostati e salati, sono utilizzati in pasticceria, come aromatizzanti in alcuni salumi come la mortadella e come snack, ma anche per preparare primi, se-condi di carne o pesce o fantasiose panature.

preziosi pinoliIn Italia sono prodotti soprattutto in Toscana (fa-mosi i pinoli di Pisa) e Lazio e sono impiegati in piatti dolci e salati (classico è l’accostamento con l’uvetta nella cucina siciliana, in abbinamento con pesce e carne), in pasticceria per biscotti, crostate, dolci tra-dizionali (unici sono il castagnaccio e la pinoccata umbra) e nella realizzazione del pesto ligure. Buoni anche per la preparazione di insalate e ripieni. Una curiosità: per ottenere 1 kg di pinoli occorro-no 30 kg di pigne e una pigna impiega tre anni per maturare. Ecco perché i pinoli sono considerati un alimento prezioso.

Spellate le patate e tagliatele a dadini. Tritate lo scalogno e soffriggetelo con il burro, poco olio e 1 cucchiaio d’acqua. Unite le patate, lo zafferano e il brodo e cuocete coperto per circa 10 minuti. Frullate con il minipimer una parte delle patate con il parmigiano grattugiato, riunite la purea ottenuta al resto del condimento e aggiustate di sale e pepe.

Lessate i bucatini in acqua bollente salata, versateli nel condimento di patate, unite le nocciole tostate e tritate grossolanamente, una spolverizzata di pepe e foglioline di cerfoglio. Irrorate con un filo d’olio e servite subito.

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bucatini con patate e nocciole

• 280 g di bucatini • 400 g di patate • 1/2 l di brodo vegetale• 60 g di nocciole • 3 cucchiai di parmigiano• 1 bustina di zafferano • 1 scalogno• 40 g di burro • 4 cucchiai di olio d’oliva extravergine• 1 rametto di cerfoglio • sale e pepe

preparazione 15 minuti cottura 30 minutiesecuzione facile vino Curtefranca Bianco

per 4 persone

nocchiare qualche mandorla o noce per una pausa energetica, la frutta secca può con successo essere utilizzata anche come ingrediente principe di nu-merose preparazioni dolci e salate. Cosa sarebbero i pansotti liguri (pasta ripiena) sen-za la salsa di noci, la mortadella senza l’aroma del pistacchio o il pesto genovese senza i pinoli? Impos-sibile, poi, pensare al torrone o al croccante senza le mandorle o le nocciole!

noci, la versatilità in cucinaTra le numerose varietà di noci, la Sorrento (Campa-nia) è la più pregiata. Saporiti e nutrienti, in cucina questi frutti sono utilizzati principalmente per la produzione di dolci (farciture con cioccolato, dolci al cucchiaio, snack, torte e confetture) e diventano ancora più golosi se farciti con marzapane o crema al cioccolato, oppure caramellati. Le noci possono essere aggiunte in prodotti lievitati come pane o biscotti, in accompagnamento a formaggi saporiti, mescolate in fresche insalate o impiegate nel ripieno del pollo o della pasta fresca. Dal mallo verde infuso in alcol e zucchero si ottiene il liquore Nocino; dal seme si ottiene un ottimo olio.

nocciole, non solo piemonteIn Italia i maggiori produttori di nocciole sono il Piemonte, il Lazio e la Campagna; tra le varietà ri-cordiamo la Nocciola Piemonte Igp, la Nocciola Romana Dop e la Nocciola di Giffoni Igp. Le nocciole sono utiliz-zate secche e tostate (intere o in granella) soprattutto per la produzione di dolci come torrone, farciture, creme, snack, gelati e torte. Impossibile poi non la-sciarsi tentare da praline, gianduiotti, cioccolatini e croccanti a base di nocciole. Sono inoltre impiegate sotto forma di trito per preparare panature alterna-tive o fresche insalate miste. Se apprezzate gli abbi-namenti particolari dovete assolutamente provarle tritate e mescolate al burro per accompagnare pesci e crostacei.

Quanta energia!

la frutta secca ha molte proprietà nutritive ma anche tante calorie; per questo deve essere consumata con moderazione, mai dopo un pasto completo. molto energetica, la frutta secca oleosa è costituita per il 50-60% di grassi insaturi e polinsaturi che svolgono un’azione protettiva dell’organismo senza intaccare il colesterolo. contiene vitamine, proteine, carboidrati, zuccheri e fibre ed è ricca di potassio, calcio, fosforo, magnesio e zinco. le noci svolgono un’importante azione antiossidante; le nocciole e i pistacchi sono ricchi di fitosfenoli che contribuiscono alla riduzione del colesterolo; le mandorle sono un ottimo antisettico per l’intestino e aiutano la rigenerazione dei tessuti; le arachidi sono una fonte di niacina che favorisce l’abbassamento della pressione sanguigna nei casi di ipertensione.

buone, dolci mandorleDolci, o più raramente amare, le mandorle sono un ingrediente ricorrente nei piatti tipici italiani: ama-retti, cantucci, confetti, marzapane, panforte, torro-ne, pasta reale, ecc. Se però amate sperimentare an-che gusti internazionali, vi suggeriamo una ricetta davvero deliziosa: il pollo alle mandorle. Da prova-re anche l’abbinamento con il salmone e la trota e, passando alle verdure, con asparagi e capperi. Sono a base di mandorle anche alcune bevande dissetanti come l’orzata e il latte di mandorla. Tra le varietà italiane più famose ricordiamo la pugliese Tuono, la siciliana Pizzuta di Avola, la Filippo Ceo, la Falsa Barese, la Fascionello, la Fellamosa e la Ferragnes.

pistacchi, l’oro verde di bronteIn Italia dire pistacchio significa pensare subito a Bronte, cittadina alle pendici dell’Etna che regala i pregiati pistacchi di Bronte Dop. Profumati e di un intenso colore verde smeraldo, sono uno di quei pro-dotti che vanno assolutamente provati! Commer-cializzati al naturale sia sgusciati sia pelati, spesso tostati e salati, sono utilizzati in pasticceria, come aromatizzanti in alcuni salumi come la mortadella e come snack, ma anche per preparare primi, se-condi di carne o pesce o fantasiose panature.

preziosi pinoliIn Italia sono prodotti soprattutto in Toscana (fa-mosi i pinoli di Pisa) e Lazio e sono impiegati in piatti dolci e salati (classico è l’accostamento con l’uvetta nella cucina siciliana, in abbinamento con pesce e carne), in pasticceria per biscotti, crostate, dolci tra-dizionali (unici sono il castagnaccio e la pinoccata umbra) e nella realizzazione del pesto ligure. Buoni anche per la preparazione di insalate e ripieni. Una curiosità: per ottenere 1 kg di pinoli occorro-no 30 kg di pigne e una pigna impiega tre anni per maturare. Ecco perché i pinoli sono considerati un alimento prezioso.

Spellate le patate e tagliatele a dadini. Tritate lo scalogno e soffriggetelo con il burro, poco olio e 1 cucchiaio d’acqua. Unite le patate, lo zafferano e il brodo e cuocete coperto per circa 10 minuti. Frullate con il minipimer una parte delle patate con il parmigiano grattugiato, riunite la purea ottenuta al resto del condimento e aggiustate di sale e pepe.

Lessate i bucatini in acqua bollente salata, versateli nel condimento di patate, unite le nocciole tostate e tritate grossolanamente, una spolverizzata di pepe e foglioline di cerfoglio. Irrorate con un filo d’olio e servite subito.

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• 220 g di farina bianca “00” • 200 g di zucchero • 80 g di mandorle spellate • 150 g di yogurt greco • 1 bicchierino di liquore all’anice• 140 ml di olio d’oliva extravergine • 1/2 bustina di lievito per dolci • 2 uova • sale

preparazione 30 minuti cottura 60 minutiesecuzione facile vino Gravina Spumante Dolce

Disponete 60 g di mandorle su una teglia rivestita con carta da forno e tostatele a 160°C per circa 15 minuti. Fatele raffreddare e frullatele grossolanamente.

Tritate le mandorle rimaste. Fate ridurre il liquore a fuoco basso per circa 5 minuti. Setacciate la farina con il lievito, unite un pizzico di sale e le mandorle tostate.

Sbattete i tuorli con lo zucchero, aggiungete l’olio a filo, poi lo yogurt e il liquore. Unite poi la farina e amalgamate il tutto.

Montate gli albumi a neve e uniteli delicatamente al composto. Rivestite uno stampo da plumcake con carta da forno, versatevi metà delle mandorle e l’impasto. Terminate con le mandorle rimaste e cuocete a 180°C per 40 minuti.

pluMcaKe allo yoGurt e Mandorleper 6 persone

scaloppine al balsaMico con pinoli e uvetta

• 600 g di fettine di maiale • 50 ml d’aceto balsamico• 50 ml di brodo • 1 cucchiaino di zucchero • 30 g di pinoli • 30 g d’uvetta • 1 ciuffo di prezzemolo • 20 g di burro • farina bianca “00” • olio d’oliva extravergine • sale e pepe

preparazione 20 minuti cottura 40 minutiesecuzione facile vino Colli Bolognesi Merlot

Ammollate l’uvetta. Infarinate la carne e rosolatela in 2 cucchiai d’olio e metà burro a fuoco vivace per 1 minuto per lato. Salate e tenete in caldo.

Versate l’aceto balsamico e il brodo nella padella, unite lo zucchero e cuocete a fiamma bassa finché il sugo si riduce della metà. Aggiungete il burro rimasto, i pinoli e l’uvetta strizzata e cuocete per 1-2 minuti. Unite le fettine di maiale e fatele insaporire.

Trasferite la carne in un piatto da portata, spolverizzate con prezzemolo tritato e pepe e servite.

per 4 persone • 210 g di farina bianca “00” • 140 g di burro• 70 g di zucchero a velo • 3 tuorli • 1 limone non trattato• 1/2 cucchiaino di bicarbonato • 30 g di burro • sale per la crema • 1/2 l di latte • 4 tuorli • 50 g di farina “00” • 100 g di zucchero • 1 cucchiaio di pasta di pistacchio • saleper decorare • 60 g di cioccolato fondente

preparazione 40 minuti cottura 25 minuti esecuzione media vino Moscato di Siracusa

Lavorate il burro con lo zucchero a velo con le fruste elettriche, aggiungete i tuorli uno alla volta, la scorza del limone grattugiata, il bicarbonato e il sale. Versate anche la farina e impastate velocemente; avvolgete poi la frolla nella pellicola trasparente e lasciatela riposare in frigorifero per 1 ora.

Preparate la crema al pistacchio sbattendo i tuorli con lo zucchero, poco sale e la farina setacciata. Versate a filo il latte bollente mescolando e riportate sul fuoco per addensare. Incorporate al composto 1 cucchiaio raso di pasta al pistacchio e fate raffreddare.

Tirate la pasta, foderatevi 4 stampini rotondi imburrati e infarinati e bucherellate il fondo. Coprite con dei fagioli secchi e infornate a 175°C per 20 minuti circa. Sformate le crostatine e fatele raffreddare, quindi riempitele con la crema al pistacchio.

Fondete il cioccolato e riempite un cono fatto arrotolando un triangolo di carta da forno attorno al palmo della mano: tagliate la punta e fate cadere a filo il cioccolato sulle crostatine. Servitele fredde.

crostatina al pistaccHioper 4 persone

• 200 g di zucchero • 200 g di farina bianca “00”• 3 uova • 150 g di burro • 200 g di nocciole• 1 bustina di lievito per dolci • 1 baccello di vaniglia• 1 cucchiaio di olio d’oliva extravergine

preparazione 30 minuti cottura 40 minutiesecuzione facile vino Asti Spumante

Tostate in forno per pochi minuti le nocciole, lasciatele raffreddare e con un canovaccio privatele della pelle. Tritatele poi finemente.

In una terrina sbattete le uova con lo zucchero, la farina, il burro a temperatura ambiente, le nocciole, l’olio, i semi estratti dal baccello di vaniglia e il lievito. Amalgamate bene fino a ottenere un impasto liscio e omogeneo.

Versate il composto in una teglia imburrata e infarinata e cuocetelo a 180°C per 40 minuti. Servite la torta spolverizzata di zucchero a velo.

torta di noccioleper 6 persone

Da sapere

- se la ricetta prevede di utilizzare le nocciole spellate, fatele tostare in padella per alcuni minuti, poi mettetele in un canovaccio e massaggiate energicamente. per eliminare la pellicina che ricopre le mandorle e il gheriglio di noce (il seme commestibile) immergeteli per alcuni secondi in acqua bollente e poi strofinateli con un panno ruvido.- per tostare le mandorle e le nocciole disponetele in una teglia e cuocete in forno a 180°c, scuotendo ogni tanto la teglia, fino a quando la frutta secca avrà assunto un colore ambrato. per i pinoli utilizzate una padella antiaderente: ponetela sul fuoco e mescolate lasciando cuocere fino a quando assumeranno una colorazione ambrata.- per conservare le nocciole e le noci riponetele in frigorifero in contenitori di vetro chiusi ermeticamente.

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• 220 g di farina bianca “00” • 200 g di zucchero • 80 g di mandorle spellate • 150 g di yogurt greco • 1 bicchierino di liquore all’anice• 140 ml di olio d’oliva extravergine • 1/2 bustina di lievito per dolci • 2 uova • sale

preparazione 30 minuti cottura 60 minutiesecuzione facile vino Gravina Spumante Dolce

Disponete 60 g di mandorle su una teglia rivestita con carta da forno e tostatele a 160°C per circa 15 minuti. Fatele raffreddare e frullatele grossolanamente.

Tritate le mandorle rimaste. Fate ridurre il liquore a fuoco basso per circa 5 minuti. Setacciate la farina con il lievito, unite un pizzico di sale e le mandorle tostate.

Sbattete i tuorli con lo zucchero, aggiungete l’olio a filo, poi lo yogurt e il liquore. Unite poi la farina e amalgamate il tutto.

Montate gli albumi a neve e uniteli delicatamente al composto. Rivestite uno stampo da plumcake con carta da forno, versatevi metà delle mandorle e l’impasto. Terminate con le mandorle rimaste e cuocete a 180°C per 40 minuti.

pluMcaKe allo yoGurt e Mandorleper 6 persone

scaloppine al balsaMico con pinoli e uvetta

• 600 g di fettine di maiale • 50 ml d’aceto balsamico• 50 ml di brodo • 1 cucchiaino di zucchero • 30 g di pinoli • 30 g d’uvetta • 1 ciuffo di prezzemolo • 20 g di burro • farina bianca “00” • olio d’oliva extravergine • sale e pepe

preparazione 20 minuti cottura 40 minutiesecuzione facile vino Colli Bolognesi Merlot

Ammollate l’uvetta. Infarinate la carne e rosolatela in 2 cucchiai d’olio e metà burro a fuoco vivace per 1 minuto per lato. Salate e tenete in caldo.

Versate l’aceto balsamico e il brodo nella padella, unite lo zucchero e cuocete a fiamma bassa finché il sugo si riduce della metà. Aggiungete il burro rimasto, i pinoli e l’uvetta strizzata e cuocete per 1-2 minuti. Unite le fettine di maiale e fatele insaporire.

Trasferite la carne in un piatto da portata, spolverizzate con prezzemolo tritato e pepe e servite.

per 4 persone • 210 g di farina bianca “00” • 140 g di burro• 70 g di zucchero a velo • 3 tuorli • 1 limone non trattato• 1/2 cucchiaino di bicarbonato • 30 g di burro • sale per la crema • 1/2 l di latte • 4 tuorli • 50 g di farina “00” • 100 g di zucchero • 1 cucchiaio di pasta di pistacchio • saleper decorare • 60 g di cioccolato fondente

preparazione 40 minuti cottura 25 minuti esecuzione media vino Moscato di Siracusa

Lavorate il burro con lo zucchero a velo con le fruste elettriche, aggiungete i tuorli uno alla volta, la scorza del limone grattugiata, il bicarbonato e il sale. Versate anche la farina e impastate velocemente; avvolgete poi la frolla nella pellicola trasparente e lasciatela riposare in frigorifero per 1 ora.

Preparate la crema al pistacchio sbattendo i tuorli con lo zucchero, poco sale e la farina setacciata. Versate a filo il latte bollente mescolando e riportate sul fuoco per addensare. Incorporate al composto 1 cucchiaio raso di pasta al pistacchio e fate raffreddare.

Tirate la pasta, foderatevi 4 stampini rotondi imburrati e infarinati e bucherellate il fondo. Coprite con dei fagioli secchi e infornate a 175°C per 20 minuti circa. Sformate le crostatine e fatele raffreddare, quindi riempitele con la crema al pistacchio.

Fondete il cioccolato e riempite un cono fatto arrotolando un triangolo di carta da forno attorno al palmo della mano: tagliate la punta e fate cadere a filo il cioccolato sulle crostatine. Servitele fredde.

crostatina al pistaccHioper 4 persone

• 200 g di zucchero • 200 g di farina bianca “00”• 3 uova • 150 g di burro • 200 g di nocciole• 1 bustina di lievito per dolci • 1 baccello di vaniglia• 1 cucchiaio di olio d’oliva extravergine

preparazione 30 minuti cottura 40 minutiesecuzione facile vino Asti Spumante

Tostate in forno per pochi minuti le nocciole, lasciatele raffreddare e con un canovaccio privatele della pelle. Tritatele poi finemente.

In una terrina sbattete le uova con lo zucchero, la farina, il burro a temperatura ambiente, le nocciole, l’olio, i semi estratti dal baccello di vaniglia e il lievito. Amalgamate bene fino a ottenere un impasto liscio e omogeneo.

Versate il composto in una teglia imburrata e infarinata e cuocetelo a 180°C per 40 minuti. Servite la torta spolverizzata di zucchero a velo.

torta di noccioleper 6 persone

Da sapere

- se la ricetta prevede di utilizzare le nocciole spellate, fatele tostare in padella per alcuni minuti, poi mettetele in un canovaccio e massaggiate energicamente. per eliminare la pellicina che ricopre le mandorle e il gheriglio di noce (il seme commestibile) immergeteli per alcuni secondi in acqua bollente e poi strofinateli con un panno ruvido.- per tostare le mandorle e le nocciole disponetele in una teglia e cuocete in forno a 180°c, scuotendo ogni tanto la teglia, fino a quando la frutta secca avrà assunto un colore ambrato. per i pinoli utilizzate una padella antiaderente: ponetela sul fuoco e mescolate lasciando cuocere fino a quando assumeranno una colorazione ambrata.- per conservare le nocciole e le noci riponetele in frigorifero in contenitori di vetro chiusi ermeticamente.

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I

Salmone,il pesce della festa

Immancabile nei pranzi delle festività invernali, spe-cie se affumicato, il salmone è l’ingrediente giusto per arricchire e dare più gusto a tartine e stuzzichini, ma rivela tutta la sua bontà anche se utilizzato per cucinare sughi per la pasta o secondi sfiziosi.La sua carne saporita, delicata, morbida ma com-patta, fa infatti del salmone un pesce pregiato molto versatile in cucina. Il suo caratteristico colore rosa aranciato è poi garanzia di presentazioni ad effetto: pensate, per esempio, ai riccioli di salmone affumi-cato che potete sistemare sulle bruschette per creare un effetto scenografico a prova di chef, o al contrasto di colori che potete portare in tavola quando lo uti-lizzate fresco.

pesce di stagione salmone

molto AppreZZAto, sulle tAvole delle FestivitÀ nAtAliZie ArrivA un pesce dAlle cArni preGiAte e sAporite. AncHe AFFumicAto, puÒ FAr nAscere piAtti ricercAti e Appetitosi di Lucia carletti

conoscere il salmoneTipico pesce dei mari freddi, il salmone è diffuso nel Pacifico e nell’Atlantico. Nasce nelle acque dolci, ma vive poi in mare, risalendo nel periodo riproduttivo i fiumi per deporre e fecondare le uova. La cosa dav-vero curiosa è che risale esattamente le stesse acque percorse qualche anno prima. Per compiere questo lungo viaggio controcorrente lo sforzo è però tal-mente grande che la maggior parte degli esemplari muore durante il ritorno in mare; solo i più resistenti riescono a sopravvivere, ma di solito non effettuano comunque più di 2-3 migrazioni nella vita.In natura esistono diverse varietà di salmone (vedi box p. 28). Dobbiamo però ricordare che in com-

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Salmone,il pesce della festa

Immancabile nei pranzi delle festività invernali, spe-cie se affumicato, il salmone è l’ingrediente giusto per arricchire e dare più gusto a tartine e stuzzichini, ma rivela tutta la sua bontà anche se utilizzato per cucinare sughi per la pasta o secondi sfiziosi.La sua carne saporita, delicata, morbida ma com-patta, fa infatti del salmone un pesce pregiato molto versatile in cucina. Il suo caratteristico colore rosa aranciato è poi garanzia di presentazioni ad effetto: pensate, per esempio, ai riccioli di salmone affumi-cato che potete sistemare sulle bruschette per creare un effetto scenografico a prova di chef, o al contrasto di colori che potete portare in tavola quando lo uti-lizzate fresco.

pesce di stagione salmone

molto AppreZZAto, sulle tAvole delle FestivitÀ nAtAliZie ArrivA un pesce dAlle cArni preGiAte e sAporite. AncHe AFFumicAto, puÒ FAr nAscere piAtti ricercAti e Appetitosi di Lucia carletti

conoscere il salmoneTipico pesce dei mari freddi, il salmone è diffuso nel Pacifico e nell’Atlantico. Nasce nelle acque dolci, ma vive poi in mare, risalendo nel periodo riproduttivo i fiumi per deporre e fecondare le uova. La cosa dav-vero curiosa è che risale esattamente le stesse acque percorse qualche anno prima. Per compiere questo lungo viaggio controcorrente lo sforzo è però tal-mente grande che la maggior parte degli esemplari muore durante il ritorno in mare; solo i più resistenti riescono a sopravvivere, ma di solito non effettuano comunque più di 2-3 migrazioni nella vita.In natura esistono diverse varietà di salmone (vedi box p. 28). Dobbiamo però ricordare che in com-

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una punta di giallo; la consistenza della polpa deve essere morbida e leggermente elastica. La superficie esterna, inoltre, non deve essere unta (in caso con-trario l’affumicatura potrebbe non essere perfetta), ma la fetta deve essere giustamente grassa; i bordi non devono essere scuri o secchi. Il salmone affumi-cato va conservato in frigorifero e consumato entro la data di scadenza indicata; una volta aperta la con-fezione è possibile conservarlo per 2-3 giorni. Prima di assaporarlo è opportuno tenerlo per almeno 10 minuti a temperatura ambiente.

in cucinaVarietà è la parola d’ordine quando si parla di sal-mone in cucina. Il salmone si prepara soprattutto bollito, ma è ottimo anche cotto al forno. In tranci o a fette è perfetto per essere cotto in padella o alla griglia. Cosa ne dite poi di provare il salmone crudo? È squisito! Per un salmone marinato a regola d’arte, mescolate sale grosso e zucchero di canna in uguale quantità e aggiungete dei grani di pepe pestati. Sfi-lettate il salmone, eliminate le spine con le apposite pinzette e distribuite metà della miscela preparata su un vassoio, disponendovi poi il salmone con il lato della pelle verso il basso. Ricoprite con la restante miscela e un po’ di aneto spezzettato, coprite con pellicola trasparente e fate marinare in frigorifero per 48 ore. Scolate il pesce, sciacquatelo velocemen-

te e asciugatelo con carta assorbente. Tagliate il sal-mone a fette sottilissime e servitelo condendolo con pepe rosa, aneto fresco e un filo di olio d’oliva. Volete qualche altro suggerimento culinario? Per i momenti speciali vi suggeriamo una buonissima mousse di salmone, le crocchette di salmone e gam-beretti o la tagliata di salmone ai pistacchi. Se invece siete dei salutisti o siete perennemente a dieta, ma non volete rinunciare al gusto, preparatelo nella ver-sione light al pepe rosa o al forno con una panatura leggera di pangrattato e limone. Il salmone si abbina bene anche alla preparazione di sughi per il condimento della pasta. Da provare al cartoccio, in crosta, al forno con patate o farcito. Sperimentate poi le zucchine ripiene con salmone e ricotta, verdure e salmone in salsa rosa o la zuppa di salmone e lenticchie. Anche se amate solo il salmone affumicato, la possibilità per creare piatti straordi-nari c’è. Il grande classico sono le tartine preparate con pane e burro, ma, se abbinato a panna e Vodka, rende gustoso anche un piatto di tagliolini. Per tagliare il salmone affumicato esiste un coltello speciale, detto “coltella”, a lama stretta e lunga, non appuntita, simile a quella per il prosciutto ma con depressioni regolari lungo tutta la parte tagliente. Il taglio deve avvenire trasversalmente con un angolo di incidenza il più possibile acuto rispetto al piano orizzontale ancora ricoperto dalla pelle.

pesce di stagione salmone

mercio molto spesso si trova, tutto l’anno, il salmone di allevamento. Ma non solo: questo pesce è venduto anche surgelato, essiccato, in scatola e affumicato. Vera e propria prelibatezza gastronomica, il salmo-ne affumicato che portiamo in tavola proviene so-prattutto da Scozia e Norvegia. Il salmone, pulito e aperto a libro, è immerso in salamoia per una leg-gera salatura; si procede quindi con l’affumicatura vera e propria con legni aromatici.L’aspetto del salmone varia in base alla varietà. In generale presenta un corpo allungato e leggermente compresso, con squame dai riflessi metallici. Vi siete mai chiesti perché le sue carni sono rosa? I salmoni, in natura, nascono bianchi e solo durante la crescita acquistano il loro tipico colore rosa dovuto all’ali-mentazione a base di crostacei, alghe e plancton. I salmoni allevati, invece, sono alimentati con olio e farina di pesce a cui viene aggiunta una miscela di coloranti autorizzati. Per molto tempo, il salmo-ne è stato un pesce molto abbondante, oggi invece è piuttosto raro a causa della pesca intensiva, della costruzione di dighe e dell’inquinamento. Il salmone dell’Atlantico è stato il primo a rischiare l’estinzione.

acquistare e pulire il salmoneIl salmone fresco potete trovarlo intero, a tran-ci o a fette. Se volete cucinarlo intero, al momento dell’acquisto assicuratevi che l’occhio sia convesso e vivo, le branchie umide e rosate, la carne ben soda: solo così saprete se è veramente fresco! Per non in-correre in spiacevoli sorprese, tenete a mente che non sono molto buoni i salmoni con la mandibola infe-riore molto incurvata all’insù. Prima di utilizzarlo, il salmone va privato di pinne, squame e viscere (quello di allevamento è venduto già eviscerato) e lavato con un panno umido e non sotto acqua corrente.Il salmone a tranci deve avere un colore uniforme e la carne deve essere ben attaccata alla lisca. Ricor-date che la parte centrale è la migliore. Se invece preferite acquistarlo già a fette la lisca deve essere ben aderente alla cartilagine. Il salmone a tranci o a filetti va pulito con carta assorbente bagnata, av-volto poi in carta da forno e conservato in frigorife-ro al massimo un giorno. Il salmone di allevamento è facilmente riconoscibile dalla carne leggermente scura. Il salmone affumicato di qualità, invece, deve avere la carne con colore uniforme, rosea con

c’è salmone e salmone

ecco una breve panoramica dei salmoni più comuni in natura.- salmone dell’atlantico: è l’unico salmone presente nell’atlantico e risale i fiumi europei e del nord america; non muore dopo la riproduzione, come invece avviene per i salmoni del pacifico (i cinque che descriviamo qui di seguito) e può riprodursi fino a quattro volte. la sua carne è rosa e molto profumata, tanto da suggerirvi di preferire preparazioni semplici per riuscire ad assaporarlo pienamente. È il salmone più diffuso e mangiato.- salmone reale: particolarmente pregiato, la sua carne può essere rosa chiaro o arancione scuro. È commercializzato soprattutto fresco o affumicato.- salmone rosso: dopo il salmone reale è la qualità più ricercata. la sua carne è di colore rosso opaco, molto saporita e soda. È usato soprattutto per la produzione di salmone in scatola, anche se si può trovare fresco e affumicato.- salmone argentato: la sua carne rosso-arancio è molto simile, per sapore e consistenza, a quella del salmone reale e del salmone rosso. È utilizzato soprattutto nell’industria conserviera, ma è venduto anche fresco, affumicato e in salamoia.- salmone rosa: è il più piccolo della specie. la sua carne è piuttosto molle e si sbriciola facilmente: per questo motivo è considerato di qualità inferiore. anche questa specie è destinata soprattutto all’industria conserviera.- salmone keta: le sue carni non sono di grande qualità, perché si presentano spugnose, molli e tendenti allo sbriciolarsi. tra i salmoni è il meno grasso e il più economico. È preferibile gustarlo fresco.

Sarà perché si trova sia fresco sia affumicato, sarà perché oltre a cucinarlo intero potete acquistarlo in tranci o a fette, ma questo pesce vi permette

davvero di sbizzarrirvi in tantissime ricette!

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una punta di giallo; la consistenza della polpa deve essere morbida e leggermente elastica. La superficie esterna, inoltre, non deve essere unta (in caso con-trario l’affumicatura potrebbe non essere perfetta), ma la fetta deve essere giustamente grassa; i bordi non devono essere scuri o secchi. Il salmone affumi-cato va conservato in frigorifero e consumato entro la data di scadenza indicata; una volta aperta la con-fezione è possibile conservarlo per 2-3 giorni. Prima di assaporarlo è opportuno tenerlo per almeno 10 minuti a temperatura ambiente.

in cucinaVarietà è la parola d’ordine quando si parla di sal-mone in cucina. Il salmone si prepara soprattutto bollito, ma è ottimo anche cotto al forno. In tranci o a fette è perfetto per essere cotto in padella o alla griglia. Cosa ne dite poi di provare il salmone crudo? È squisito! Per un salmone marinato a regola d’arte, mescolate sale grosso e zucchero di canna in uguale quantità e aggiungete dei grani di pepe pestati. Sfi-lettate il salmone, eliminate le spine con le apposite pinzette e distribuite metà della miscela preparata su un vassoio, disponendovi poi il salmone con il lato della pelle verso il basso. Ricoprite con la restante miscela e un po’ di aneto spezzettato, coprite con pellicola trasparente e fate marinare in frigorifero per 48 ore. Scolate il pesce, sciacquatelo velocemen-

te e asciugatelo con carta assorbente. Tagliate il sal-mone a fette sottilissime e servitelo condendolo con pepe rosa, aneto fresco e un filo di olio d’oliva. Volete qualche altro suggerimento culinario? Per i momenti speciali vi suggeriamo una buonissima mousse di salmone, le crocchette di salmone e gam-beretti o la tagliata di salmone ai pistacchi. Se invece siete dei salutisti o siete perennemente a dieta, ma non volete rinunciare al gusto, preparatelo nella ver-sione light al pepe rosa o al forno con una panatura leggera di pangrattato e limone. Il salmone si abbina bene anche alla preparazione di sughi per il condimento della pasta. Da provare al cartoccio, in crosta, al forno con patate o farcito. Sperimentate poi le zucchine ripiene con salmone e ricotta, verdure e salmone in salsa rosa o la zuppa di salmone e lenticchie. Anche se amate solo il salmone affumicato, la possibilità per creare piatti straordi-nari c’è. Il grande classico sono le tartine preparate con pane e burro, ma, se abbinato a panna e Vodka, rende gustoso anche un piatto di tagliolini. Per tagliare il salmone affumicato esiste un coltello speciale, detto “coltella”, a lama stretta e lunga, non appuntita, simile a quella per il prosciutto ma con depressioni regolari lungo tutta la parte tagliente. Il taglio deve avvenire trasversalmente con un angolo di incidenza il più possibile acuto rispetto al piano orizzontale ancora ricoperto dalla pelle.

pesce di stagione salmone

mercio molto spesso si trova, tutto l’anno, il salmone di allevamento. Ma non solo: questo pesce è venduto anche surgelato, essiccato, in scatola e affumicato. Vera e propria prelibatezza gastronomica, il salmo-ne affumicato che portiamo in tavola proviene so-prattutto da Scozia e Norvegia. Il salmone, pulito e aperto a libro, è immerso in salamoia per una leg-gera salatura; si procede quindi con l’affumicatura vera e propria con legni aromatici.L’aspetto del salmone varia in base alla varietà. In generale presenta un corpo allungato e leggermente compresso, con squame dai riflessi metallici. Vi siete mai chiesti perché le sue carni sono rosa? I salmoni, in natura, nascono bianchi e solo durante la crescita acquistano il loro tipico colore rosa dovuto all’ali-mentazione a base di crostacei, alghe e plancton. I salmoni allevati, invece, sono alimentati con olio e farina di pesce a cui viene aggiunta una miscela di coloranti autorizzati. Per molto tempo, il salmo-ne è stato un pesce molto abbondante, oggi invece è piuttosto raro a causa della pesca intensiva, della costruzione di dighe e dell’inquinamento. Il salmone dell’Atlantico è stato il primo a rischiare l’estinzione.

acquistare e pulire il salmoneIl salmone fresco potete trovarlo intero, a tran-ci o a fette. Se volete cucinarlo intero, al momento dell’acquisto assicuratevi che l’occhio sia convesso e vivo, le branchie umide e rosate, la carne ben soda: solo così saprete se è veramente fresco! Per non in-correre in spiacevoli sorprese, tenete a mente che non sono molto buoni i salmoni con la mandibola infe-riore molto incurvata all’insù. Prima di utilizzarlo, il salmone va privato di pinne, squame e viscere (quello di allevamento è venduto già eviscerato) e lavato con un panno umido e non sotto acqua corrente.Il salmone a tranci deve avere un colore uniforme e la carne deve essere ben attaccata alla lisca. Ricor-date che la parte centrale è la migliore. Se invece preferite acquistarlo già a fette la lisca deve essere ben aderente alla cartilagine. Il salmone a tranci o a filetti va pulito con carta assorbente bagnata, av-volto poi in carta da forno e conservato in frigorife-ro al massimo un giorno. Il salmone di allevamento è facilmente riconoscibile dalla carne leggermente scura. Il salmone affumicato di qualità, invece, deve avere la carne con colore uniforme, rosea con

c’è salmone e salmone

ecco una breve panoramica dei salmoni più comuni in natura.- salmone dell’atlantico: è l’unico salmone presente nell’atlantico e risale i fiumi europei e del nord america; non muore dopo la riproduzione, come invece avviene per i salmoni del pacifico (i cinque che descriviamo qui di seguito) e può riprodursi fino a quattro volte. la sua carne è rosa e molto profumata, tanto da suggerirvi di preferire preparazioni semplici per riuscire ad assaporarlo pienamente. È il salmone più diffuso e mangiato.- salmone reale: particolarmente pregiato, la sua carne può essere rosa chiaro o arancione scuro. È commercializzato soprattutto fresco o affumicato.- salmone rosso: dopo il salmone reale è la qualità più ricercata. la sua carne è di colore rosso opaco, molto saporita e soda. È usato soprattutto per la produzione di salmone in scatola, anche se si può trovare fresco e affumicato.- salmone argentato: la sua carne rosso-arancio è molto simile, per sapore e consistenza, a quella del salmone reale e del salmone rosso. È utilizzato soprattutto nell’industria conserviera, ma è venduto anche fresco, affumicato e in salamoia.- salmone rosa: è il più piccolo della specie. la sua carne è piuttosto molle e si sbriciola facilmente: per questo motivo è considerato di qualità inferiore. anche questa specie è destinata soprattutto all’industria conserviera.- salmone keta: le sue carni non sono di grande qualità, perché si presentano spugnose, molli e tendenti allo sbriciolarsi. tra i salmoni è il meno grasso e il più economico. È preferibile gustarlo fresco.

Sarà perché si trova sia fresco sia affumicato, sarà perché oltre a cucinarlo intero potete acquistarlo in tranci o a fette, ma questo pesce vi permette

davvero di sbizzarrirvi in tantissime ricette!

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l’idea in piùGli scialatielli, non sempre facili da reperire, possono essere sostituiti con spaghetti alla chitarra freschi ma anche con bavette o tagliolini all’uovo. se l’aneto non incontra i vostri gusti potete sostituirlo con erba cipollina o con cerfoglio.

• 350 g di filetto di salmone • 6-7 foglie di lattuga• sale e pepe per la salsa • 1 limone non trattato• 4 cucchiai di panna fresca • 50 g di burro• 2 cucchiai di olio d’oliva extravergine • 1 foglia d’alloro • 1 cucchiaino di pepe in grani • sale e pepe

preparazione 30 minuti cottura 15 minutiesecuzione media vino Blanc de Morgex et de La Salle

Spinate e spellate il salmone; tagliatelo orizzontalmente in modo da ricavare 2 filetti rettangolari. Ponete i filetti tra 2 fogli di pellicola trasparente e batteteli delicatamente, in modo da allargarli in maniera omogenea. Salate, pepate e sovrapponetevi la lattuga sbollentata per 5 secondi e scolata su un canovaccio asciutto. Arrotolate e stringete a cannolo nella pellicola sigillando le estremità. Cuocete al vapore per circa 8-10 minuti.

Intanto soffriggete nel burro a fuoco basso il pepe in grani, sfumate con il limone e poca acqua oppure con un brodo fatto con gli scarti del salmone; profumate con l’alloro. Filtrate il tutto e legate con la panna fredda frullando al mixer con poco olio per omogeneizzare. Aggiustate di sale e pepe e tenete da parte.

Scartate il rollè e tagliatelo a bocconcini, glassando poi con la salsa al limone. Decorate, a piacere, con la buccia del limone tagliata a listarelle sottili.

rollÈ di salMone e lattuGa con salsa al liMoneper 4 persone

• 600 g di salmone • 120 g di valeriana • 125 g di yogurt • 1 cucchiaio di maionese • 2 cucchiai di succo di limone • 20 g di pepe rosa • 2 cucchiai di olio d’oliva extravergine • erba cipollina • sale

preparazione 10 minuti cottura 10 minutiesecuzione facile vino Fiano di Avellino

Tagliate il salmone a pezzetti e infilateli su 4 stecchi per spiedini. Spennellateli con un filo di olio d’oliva extravergine, salateli e cospargeteli con il pepe rosa leggermente pestato. Cuoceteli su una piastra in ghisa rigata calda, rigirandoli spesso e molto delicatamente, quindi aggiustate di sale.

In una terrina mescolate la maionese con lo yogurt, il succo di limone e l’erba cipollina. Servite gli spiedini sopra l’insalata e condite con la salsa allo yogurt.

spiedini di salMone al pepe rosaper 4 persone

ucInIamo con Il salmoneC

• 350 g di scialatielli • 250 g di filetti di salmone• 80 g di pistacchi non salati• 4 cucchiai di olio d’oliva extravergine• 1 rametto d’aneto fresco • sale e pepe

preparazione 25 minuti cottura 15 minutiesecuzione facile vino Fiano di Avellino

Scottate i pistacchi in acqua bollente per pochi secondi, scolateli e sfregateli in uno strofinaccio per eliminare la pellicina esterna. Metteteli nel frullatore con 3 cucchiai d’olio, un pizzico di sale e 1/2 bicchiere d’acqua. Frullate fino a ottenere una crema.

Eliminate la pelle dal pesce e tagliatelo a fettine sottili. In una padella scaldate l’olio rimastoe saltatevi il salmone per alcuni minuti. Aggiustate di sale e pepe.

Cuocete la pasta in abbondante acqua bollente salata, scolatela lasciando un po’ d’acqua di cottura e versatela sul pesce. Unite l’aneto spezzettato e la salsa ai pistacchi. Mescolate accuratamente per amalgamare gli ingredienti e servite.

scialatielli con pistaccHi e salMoneper 6 persone

le proprietà nutrizionali

Quanta salute nel salmone! Questo pesce è ricco di “omega-3”, acidi grassi polinsaturi che aiutano ad aumentare il colesterolo “buono” (Hdl) e ridurre quello “cattivo” (ldl), svolgendo un’importante azione protettiva sul sistema cardiovascolare. Questi acidi grassi consentono anche di contrastare il calo delle capacità cognitive legate all’età e rendono la pelle più luminosa. il salmone contiene anche fosforo, ferro, calcio e tante proteine (per questo ultimo elemento è paragonabile alla carne rossa). cento grammi di salmone apportano circa 180 kcal; quello affumicato è meno calorico. per l’alto contenuto di lipidi, il salmone potrebbe risultare di difficile digestione, quindi sarebbe meglio non farlo mangiare ai bambini sotto i due anni. per quello affumicato i tempi si allungano ed è consigliabile aspettare fino ai 4-5 anni.

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e

l’idea in piùGli scialatielli, non sempre facili da reperire, possono essere sostituiti con spaghetti alla chitarra freschi ma anche con bavette o tagliolini all’uovo. se l’aneto non incontra i vostri gusti potete sostituirlo con erba cipollina o con cerfoglio.

• 350 g di filetto di salmone • 6-7 foglie di lattuga• sale e pepe per la salsa • 1 limone non trattato• 4 cucchiai di panna fresca • 50 g di burro• 2 cucchiai di olio d’oliva extravergine • 1 foglia d’alloro • 1 cucchiaino di pepe in grani • sale e pepe

preparazione 30 minuti cottura 15 minutiesecuzione media vino Blanc de Morgex et de La Salle

Spinate e spellate il salmone; tagliatelo orizzontalmente in modo da ricavare 2 filetti rettangolari. Ponete i filetti tra 2 fogli di pellicola trasparente e batteteli delicatamente, in modo da allargarli in maniera omogenea. Salate, pepate e sovrapponetevi la lattuga sbollentata per 5 secondi e scolata su un canovaccio asciutto. Arrotolate e stringete a cannolo nella pellicola sigillando le estremità. Cuocete al vapore per circa 8-10 minuti.

Intanto soffriggete nel burro a fuoco basso il pepe in grani, sfumate con il limone e poca acqua oppure con un brodo fatto con gli scarti del salmone; profumate con l’alloro. Filtrate il tutto e legate con la panna fredda frullando al mixer con poco olio per omogeneizzare. Aggiustate di sale e pepe e tenete da parte.

Scartate il rollè e tagliatelo a bocconcini, glassando poi con la salsa al limone. Decorate, a piacere, con la buccia del limone tagliata a listarelle sottili.

rollÈ di salMone e lattuGa con salsa al liMoneper 4 persone

• 600 g di salmone • 120 g di valeriana • 125 g di yogurt • 1 cucchiaio di maionese • 2 cucchiai di succo di limone • 20 g di pepe rosa • 2 cucchiai di olio d’oliva extravergine • erba cipollina • sale

preparazione 10 minuti cottura 10 minutiesecuzione facile vino Fiano di Avellino

Tagliate il salmone a pezzetti e infilateli su 4 stecchi per spiedini. Spennellateli con un filo di olio d’oliva extravergine, salateli e cospargeteli con il pepe rosa leggermente pestato. Cuoceteli su una piastra in ghisa rigata calda, rigirandoli spesso e molto delicatamente, quindi aggiustate di sale.

In una terrina mescolate la maionese con lo yogurt, il succo di limone e l’erba cipollina. Servite gli spiedini sopra l’insalata e condite con la salsa allo yogurt.

spiedini di salMone al pepe rosaper 4 persone

ucInIamo con Il salmoneC

• 350 g di scialatielli • 250 g di filetti di salmone• 80 g di pistacchi non salati• 4 cucchiai di olio d’oliva extravergine• 1 rametto d’aneto fresco • sale e pepe

preparazione 25 minuti cottura 15 minutiesecuzione facile vino Fiano di Avellino

Scottate i pistacchi in acqua bollente per pochi secondi, scolateli e sfregateli in uno strofinaccio per eliminare la pellicina esterna. Metteteli nel frullatore con 3 cucchiai d’olio, un pizzico di sale e 1/2 bicchiere d’acqua. Frullate fino a ottenere una crema.

Eliminate la pelle dal pesce e tagliatelo a fettine sottili. In una padella scaldate l’olio rimastoe saltatevi il salmone per alcuni minuti. Aggiustate di sale e pepe.

Cuocete la pasta in abbondante acqua bollente salata, scolatela lasciando un po’ d’acqua di cottura e versatela sul pesce. Unite l’aneto spezzettato e la salsa ai pistacchi. Mescolate accuratamente per amalgamare gli ingredienti e servite.

scialatielli con pistaccHi e salMoneper 6 persone

le proprietà nutrizionali

Quanta salute nel salmone! Questo pesce è ricco di “omega-3”, acidi grassi polinsaturi che aiutano ad aumentare il colesterolo “buono” (Hdl) e ridurre quello “cattivo” (ldl), svolgendo un’importante azione protettiva sul sistema cardiovascolare. Questi acidi grassi consentono anche di contrastare il calo delle capacità cognitive legate all’età e rendono la pelle più luminosa. il salmone contiene anche fosforo, ferro, calcio e tante proteine (per questo ultimo elemento è paragonabile alla carne rossa). cento grammi di salmone apportano circa 180 kcal; quello affumicato è meno calorico. per l’alto contenuto di lipidi, il salmone potrebbe risultare di difficile digestione, quindi sarebbe meglio non farlo mangiare ai bambini sotto i due anni. per quello affumicato i tempi si allungano ed è consigliabile aspettare fino ai 4-5 anni.

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C

strettAmente leGAto AllA culturA GAstronomicA itAliAnA, l’olio di olivA, eXtrAverGine e non, esAltA QuAlsiAsi pietAnZA. delicAto o intenso, vAloriZZA Appieno AncHe le nostre peculiAritÀ territoriAli di monica Nastrucci

Ci sono prodotti che, da soli, sono in grado di rac-chiudere la storia, le tradizioni e la cultura di un Paese. E per l’Italia l’olio di oliva è senza dubbio uno di questi. Pur essendo la Spagna il maggiore produt-tore mondiale, l’olio di oliva rimane uno dei pilastri più rappresentativi e noti della nostra alimentazione e della dieta mediterranea. L’Italia è comunque al secondo posto di questa speciale classifica ed è sul secondo gradino del podio anche se si parla di con-sumo (in questo caso il primato spetta alla Grecia).

l’olio italiano da nord a sudTutto parte dalle olive (le varietà autoctone sono davvero numerose!) e l’olivo in Italia è un elemento così integrante da aver caratterizzato il paesaggio, la cucina e le tradizioni di quasi tutte le regioni. Non stupisce, quindi, sapere che esistono tantissimi oli di oliva italiani (42 possono vantare il marchio Dop,

Olio d’oliva,eccellenza italiana

classificazione degli oli di oliva

per l’olio esistono diverse denominazioni di vendita che, in base all’acidità massima e ai metodi di lavorazione, ne definiscono la qualità (maggiore è l’acidità più scadente è il prodotto):- olio extravergine di oliva: ottenuto con spremitura meccanica, senza alcun trattamento che non sia lavaggio, decantazione, filtrazione. si presenta di colore giallo-oro, con una leggera sfumatura di verde, di aroma fruttato mandorlato, di gusto dolce, retrogusto di mandorla. massimo di acidità: 0,8 g per 100 g;- olio vergine di oliva: ottenuto come l’extravergine ma con acidità che può arrivare a 2 g;- olio di oliva: ricavato dal taglio di olio di oliva raffinato (che ha subito un processo chimico volto all’eliminazione dei difetti) con olio di oliva vergine. tenore di acidità non superiore a 1 g;- olio di sansa di oliva: si ottiene dal taglio di olio di oliva vergine con olio di sansa raffinato (non commestibile, ricavato dalla sansa, ovvero ciò che resta dopo l’estrazione dell’olio). acidità massima: 1 g.

uno quello Igp) di qualità eccellente e capaci di ren-dere speciale ogni piatto. La produzione avviene per la grande maggioranza nel Sud, ma anche Nord, Centro e isole hanno molto da offrire. Iniziamo quindi il viaggio per conoscere meglio i “nostri” oli.

Gli oli del NordSe in Liguria l’extravergine rappresenta un’icona della tradizione gastronomica (vedi box p. 34), oli di qualità sono prodotti anche in altre region. L’extravergine Garda Dop ha caratteri fruttati al profumo accompagnati da un gusto dolce e delica-to. Altra tipologia lombarda è la Dop Laghi Lombar-di: oli fini con note vegetali e di mandorla. Oli simili, ma con un’accentuata sapidità, sono quelli che rientrano nella Dop Veneto. Di buon li-vello qualitativo è anche l’olio friulano: la Dop Ter-

geste è caratterizzata da profumo fruttato e legge-ra piccantezza. In Piemonte e Valle d’Aosta l’olio prodotto presenta sapore dolce, senza accenno di piccante. In Emilia Romagna sono due le zone vo-cate: una che copre le province di Ravenna e Forlì (Brisighella Dop), l’altra che abbraccia le colline ri-minesi, cesenati e forlivesi (Colline di Romagna Dop).In cucina Gli oli delle regioni settentrionali, con la loro delicatezza, consentono di conservare i sapori dei prodotti ai quali sono abbinati: ottimi sulle insalate, come i radicchi veneti, sulle erbe di

campo, su ortaggi tipici come gli asparagi o i cardi. Provate gli extravergini più saporiti con i bolliti e con i pesci di lago o dell’Adriatico: esalteranno il sapore del piatto in modo unico.

Gli oli del CentroQualitativamente eccellenti, sono una sintesi armo-nica tra l’eleganza degli oli settentrionali e l’intensità di quelli del Sud. La Toscana vanta tre extravergi-ni Dop (Chianti Classico, Lucca, Terre di Siena) e un Igp (Toscano): in genere, hanno un colore verdogno-

occhio al prodotto olio d’oliva

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strettAmente leGAto AllA culturA GAstronomicA itAliAnA, l’olio di olivA, eXtrAverGine e non, esAltA QuAlsiAsi pietAnZA. delicAto o intenso, vAloriZZA Appieno AncHe le nostre peculiAritÀ territoriAli di monica Nastrucci

Ci sono prodotti che, da soli, sono in grado di rac-chiudere la storia, le tradizioni e la cultura di un Paese. E per l’Italia l’olio di oliva è senza dubbio uno di questi. Pur essendo la Spagna il maggiore produt-tore mondiale, l’olio di oliva rimane uno dei pilastri più rappresentativi e noti della nostra alimentazione e della dieta mediterranea. L’Italia è comunque al secondo posto di questa speciale classifica ed è sul secondo gradino del podio anche se si parla di con-sumo (in questo caso il primato spetta alla Grecia).

l’olio italiano da nord a sudTutto parte dalle olive (le varietà autoctone sono davvero numerose!) e l’olivo in Italia è un elemento così integrante da aver caratterizzato il paesaggio, la cucina e le tradizioni di quasi tutte le regioni. Non stupisce, quindi, sapere che esistono tantissimi oli di oliva italiani (42 possono vantare il marchio Dop,

Olio d’oliva,eccellenza italiana

classificazione degli oli di oliva

per l’olio esistono diverse denominazioni di vendita che, in base all’acidità massima e ai metodi di lavorazione, ne definiscono la qualità (maggiore è l’acidità più scadente è il prodotto):- olio extravergine di oliva: ottenuto con spremitura meccanica, senza alcun trattamento che non sia lavaggio, decantazione, filtrazione. si presenta di colore giallo-oro, con una leggera sfumatura di verde, di aroma fruttato mandorlato, di gusto dolce, retrogusto di mandorla. massimo di acidità: 0,8 g per 100 g;- olio vergine di oliva: ottenuto come l’extravergine ma con acidità che può arrivare a 2 g;- olio di oliva: ricavato dal taglio di olio di oliva raffinato (che ha subito un processo chimico volto all’eliminazione dei difetti) con olio di oliva vergine. tenore di acidità non superiore a 1 g;- olio di sansa di oliva: si ottiene dal taglio di olio di oliva vergine con olio di sansa raffinato (non commestibile, ricavato dalla sansa, ovvero ciò che resta dopo l’estrazione dell’olio). acidità massima: 1 g.

uno quello Igp) di qualità eccellente e capaci di ren-dere speciale ogni piatto. La produzione avviene per la grande maggioranza nel Sud, ma anche Nord, Centro e isole hanno molto da offrire. Iniziamo quindi il viaggio per conoscere meglio i “nostri” oli.

Gli oli del NordSe in Liguria l’extravergine rappresenta un’icona della tradizione gastronomica (vedi box p. 34), oli di qualità sono prodotti anche in altre region. L’extravergine Garda Dop ha caratteri fruttati al profumo accompagnati da un gusto dolce e delica-to. Altra tipologia lombarda è la Dop Laghi Lombar-di: oli fini con note vegetali e di mandorla. Oli simili, ma con un’accentuata sapidità, sono quelli che rientrano nella Dop Veneto. Di buon li-vello qualitativo è anche l’olio friulano: la Dop Ter-

geste è caratterizzata da profumo fruttato e legge-ra piccantezza. In Piemonte e Valle d’Aosta l’olio prodotto presenta sapore dolce, senza accenno di piccante. In Emilia Romagna sono due le zone vo-cate: una che copre le province di Ravenna e Forlì (Brisighella Dop), l’altra che abbraccia le colline ri-minesi, cesenati e forlivesi (Colline di Romagna Dop).In cucina Gli oli delle regioni settentrionali, con la loro delicatezza, consentono di conservare i sapori dei prodotti ai quali sono abbinati: ottimi sulle insalate, come i radicchi veneti, sulle erbe di

campo, su ortaggi tipici come gli asparagi o i cardi. Provate gli extravergini più saporiti con i bolliti e con i pesci di lago o dell’Adriatico: esalteranno il sapore del piatto in modo unico.

Gli oli del CentroQualitativamente eccellenti, sono una sintesi armo-nica tra l’eleganza degli oli settentrionali e l’intensità di quelli del Sud. La Toscana vanta tre extravergi-ni Dop (Chianti Classico, Lucca, Terre di Siena) e un Igp (Toscano): in genere, hanno un colore verdogno-

occhio al prodotto olio d’oliva

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occhio al prodotto olio d’oliva

lo, un aroma erbaceo intenso e un gusto deciso, amarognolo-piccante. Nella parte settentrionale della regione, invece, l’olio si fa più fruttato e meno aggressivo. Molto buoni gli oli marchigiani: quel-lo Cartoceto Dop è mediamente fruttato, talvolta con un particolare retrogusto di mandorla. In Umbria si produce un extravergine Dop fruttato con lievi sentori di amaro e piccante. Nel Lazio (quattro pro-duzioni Dop) si va da quelli del viterbese dotati di profumo intenso e gusto deciso, a quelli più floreali della provincia di Latina.In cucina Gli oli più delicati di questa parte d’Ita-lia si sposano a perfezione con i pesci di lago, con i legumi tipici di queste regioni e con carni bianche; le tipologie più intense si possono gustare sempli-cemente sul pane (provatele per le bruschette), su zuppe (ribollita, zuppa di farro), sulle carni più sa-porite come l’agnello o su verdure come i carciofi e la cicoria. Se amate piatti semplici e genuini, tra le vostre ricette non può mancare la panzanella... una vera delizia per il palato da condire con olio di qualità!

dalla produzione all’acQuisto

Il primo passo nella produzione di questo straordinario “oro liquido” è l’estrazione dell’olio dalle olive. Dopo un periodo di riposo, un ultimo processo di filtrazione rende l’olio più brillante, pronto per essere ospitato da bottiglie di vetro, lattine a banda stagnata o cartone plastificato. Al momento dell’acquisto, leggete l’etichetta: vi darà preziose informazioni! L’olio può essere conservato, se sigillato e tenuto lontano da fonti di luce e di calore, fino a 1-2 anni. Per essere sicuri di gustare un olio ben conservato prestate attenzione al colore (con il tempo l’olio assume una trasparenza e una brillantezza innaturale) e al profumo (se l’olio è vecchio, è più acidulo). Una volta aperto, l’olio va consumato il prima possibile e tenuto preferibilmente in contenitori non di metallo.

Gli oli del Sud e delle isoleL’olio del Sud emerge per la qualità e il gusto mar-cato e deciso. In Campania l’extravergine Cilento Dop è delicato con leggere note amaro-piccanti, mentre un gusto più deciso contraddistingue la Dop Colline Salernitane; l’olio Dop Irpinia Colline dell’Ufi-ta è fruttato con sentori erbacei e quello Penisola Sorrentina Dop è dolce, con sentori che rimandano alle erbe aromatiche e alla mandorla fresca. Nel nord della Puglia nascono extravergini equilibrati, mediamente intensi (Dauno Dop), nel barese sono aromatici e piccanti (Terra di Bari Dop), nel sud si presentano fruttati, più o meno piccanti e tenden-ti all’amaro (Terre Tarantine Dop, Collina di Brindi-si Dop, Terra d’Otranto Dop). In Calabria (tre Dop: Bruzio, Alto Crotonese e Lametia) troviamo oli freschi, fluidi, equilibratamente fruttati.Spostandosi in Sicilia, la Dop dei Monti Iblei si con-traddistingue per fragranza e finezza; profumo frut-tato e sapore fresco con retrogusto di mandorla e carciofo sono propri del Valdemone Dop. L’inteso aro-ma fruttato-erbaceo che richiama il pomodoro e il

Un olio verde è migliore di uno giallo? Si pensa erroneamente che le qualità organolettiche dell’extravergine siano direttamente collegate al suo colore, che

dipende invece dalla varietà delle olive e dal loro stadio di maturazione. Un olio giallo paglierino potrà, infatti, essere caratterizzato da un gusto molto intenso, così come

uno verde brillante può rivelarsi tenue e delicato

l’olio ligure: fra i più pregiati della nostra penisola

L’oliodiquestaterrapresentaodorefruttatodilieveomediaintensità,

saporefruttato,connettasensazionedolceedeventualmentepuò

avereunaleggeranotapiccanteoamara.Ancheseperlesuepeculiaritàl’olioRivieraLigureDopèadattoallecotturedivariotipoeallefritture,ilsuomigliorimpiegorimanequelloacrudo.Nellapreparazionedelclassico

pesto,lasuadelicatezzasisposaperfettamenteconl’aromaticitàdel

basilicolocaleesiabbinabeneancheconfarinate,focacce,tortesalate,

preparazionidiverdureepescetipichedellacucinaligure.

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occhio al prodotto olio d’oliva

lo, un aroma erbaceo intenso e un gusto deciso, amarognolo-piccante. Nella parte settentrionale della regione, invece, l’olio si fa più fruttato e meno aggressivo. Molto buoni gli oli marchigiani: quel-lo Cartoceto Dop è mediamente fruttato, talvolta con un particolare retrogusto di mandorla. In Umbria si produce un extravergine Dop fruttato con lievi sentori di amaro e piccante. Nel Lazio (quattro pro-duzioni Dop) si va da quelli del viterbese dotati di profumo intenso e gusto deciso, a quelli più floreali della provincia di Latina.In cucina Gli oli più delicati di questa parte d’Ita-lia si sposano a perfezione con i pesci di lago, con i legumi tipici di queste regioni e con carni bianche; le tipologie più intense si possono gustare sempli-cemente sul pane (provatele per le bruschette), su zuppe (ribollita, zuppa di farro), sulle carni più sa-porite come l’agnello o su verdure come i carciofi e la cicoria. Se amate piatti semplici e genuini, tra le vostre ricette non può mancare la panzanella... una vera delizia per il palato da condire con olio di qualità!

dalla produzione all’acQuisto

Il primo passo nella produzione di questo straordinario “oro liquido” è l’estrazione dell’olio dalle olive. Dopo un periodo di riposo, un ultimo processo di filtrazione rende l’olio più brillante, pronto per essere ospitato da bottiglie di vetro, lattine a banda stagnata o cartone plastificato. Al momento dell’acquisto, leggete l’etichetta: vi darà preziose informazioni! L’olio può essere conservato, se sigillato e tenuto lontano da fonti di luce e di calore, fino a 1-2 anni. Per essere sicuri di gustare un olio ben conservato prestate attenzione al colore (con il tempo l’olio assume una trasparenza e una brillantezza innaturale) e al profumo (se l’olio è vecchio, è più acidulo). Una volta aperto, l’olio va consumato il prima possibile e tenuto preferibilmente in contenitori non di metallo.

Gli oli del Sud e delle isoleL’olio del Sud emerge per la qualità e il gusto mar-cato e deciso. In Campania l’extravergine Cilento Dop è delicato con leggere note amaro-piccanti, mentre un gusto più deciso contraddistingue la Dop Colline Salernitane; l’olio Dop Irpinia Colline dell’Ufi-ta è fruttato con sentori erbacei e quello Penisola Sorrentina Dop è dolce, con sentori che rimandano alle erbe aromatiche e alla mandorla fresca. Nel nord della Puglia nascono extravergini equilibrati, mediamente intensi (Dauno Dop), nel barese sono aromatici e piccanti (Terra di Bari Dop), nel sud si presentano fruttati, più o meno piccanti e tenden-ti all’amaro (Terre Tarantine Dop, Collina di Brindi-si Dop, Terra d’Otranto Dop). In Calabria (tre Dop: Bruzio, Alto Crotonese e Lametia) troviamo oli freschi, fluidi, equilibratamente fruttati.Spostandosi in Sicilia, la Dop dei Monti Iblei si con-traddistingue per fragranza e finezza; profumo frut-tato e sapore fresco con retrogusto di mandorla e carciofo sono propri del Valdemone Dop. L’inteso aro-ma fruttato-erbaceo che richiama il pomodoro e il

Un olio verde è migliore di uno giallo? Si pensa erroneamente che le qualità organolettiche dell’extravergine siano direttamente collegate al suo colore, che

dipende invece dalla varietà delle olive e dal loro stadio di maturazione. Un olio giallo paglierino potrà, infatti, essere caratterizzato da un gusto molto intenso, così come

uno verde brillante può rivelarsi tenue e delicato

l’olio ligure: fra i più pregiati della nostra penisola

L’oliodiquestaterrapresentaodorefruttatodilieveomediaintensità,

saporefruttato,connettasensazionedolceedeventualmentepuò

avereunaleggeranotapiccanteoamara.Ancheseperlesuepeculiaritàl’olioRivieraLigureDopèadattoallecotturedivariotipoeallefritture,ilsuomigliorimpiegorimanequelloacrudo.Nellapreparazionedelclassico

pesto,lasuadelicatezzasisposaperfettamenteconl’aromaticitàdel

basilicolocaleesiabbinabeneancheconfarinate,focacce,tortesalate,

preparazionidiverdureepescetipichedellacucinaligure.

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carciofo sono patrimonio delle Dop Valle del Belice e Valli Trapanesi. Panorama particolare è quello sardo: gli oli sono finissimi, ricchi di sfumature erbacee e buona fluidità. La Dop Sardegna abbraccia l’intero territorio regionale e produce oli fruttati, dai sentori di mandorla e cardo.In cucina Le note aromatiche e la corposità che contraddistinguono la maggior parte degli oli meri-dionali ben si affiancano a zuppe di legumi, funghi e verdure, primi saporiti come la pasta con le cime di rapa, secondi a base di carni rosse. Le tipologie più delicate sono invece da preferire per le carni bianche, i pesci e i crostacei. Gli oli delle isole sono molto adatti per gli utilizzi a crudo o su insalate di mare, arrosti di pesce e minestre di verdure. Rie-scono a valorizzare anche piatti più saporiti come la caponata siciliana o l’agnello sardo.

novembre, il mese dell’olio novelloNovembre non è solo il mese del vino novello, ma anche dell’olio nuovo. È l’olio extravergine di oliva “appena franto” e che si caratterizza per una spic-cata personalità: ha gusto amaragnolo e leggermen-te piccante, profumo intenso e colore giallo/verde.

Generalmente non viene filtrato e quindi è legger-mente velato nel suo aspetto. Il consiglio è quello di consumarlo nel giro di qualche mese per poterne apprezzare appieno tutte le sue virtù organolettiche. Ogni anno in tantissimi frantoi (sono circa 6000) è possibile partecipare al rito dell’assaggio dell’olio novello sul pane bruscato. Un’occasione anche per accostare l’enorme patrimonio di uliveti secolari unici al mondo, come quelli della Piana di Gioia Tauro, della provincia di Vibo Valentia, gli olivi se-colari della Puglia, o i terrazzi di olivo in Liguria, Molise e Cilento.

delicati o saporiti, meglio a crudo o in cottura?Davanti a una così vasta scelta di oli ci si può scorag-giare: quale olio è meglio impiegare a crudo? Quale per la cottura? Oltre ai suggerimenti già forniti, vi proponiamo una piccola “guida” che, partendo da una suddivisione generica tra oli delicati (o dolci) e oli saporiti, vi sarà molto utile per orientarvi ancora meglio. Per il consumo a crudo, un olio delicato si addice alle insalate, alle verdure lessate, ai pesci al vapore e alle salse, mentre un olio più saporito si

I benefici dell’olio extravergine di oliva

l’olio extravergine d’oliva è costituito prevalentemente da acidi grassi monoinsaturi, con la presenza in giusta quantità di acido grasso linoleico, beta carotene, polifenoli e vitamina e. il suo costante utilizzo favorisce un abbassamento del colesterolo “cattivo” (ldl) e un contemporaneo innalzamento di quello “buono” (Hdl) aiutando a prevenire le malattie cardiovascolari e l’artereosclerosi. Ha però un apporto calorico molto elevato: 900 kcal ogni 100 g di olio.

presta a condire legumi, zuppe e verdure crude di sapore forte, come i carciofi o i finocchi.Parlando di cotture, invece, generalmente sono pre-feribili oli più delicati, ma, seguendo la forza aroma-tica di determinati cibi, si può scegliere un olio dal sapore più marcato. Merita qualche indicazione in più la frittura: l’olio deve essere scelto con attenzio-ne, deve essere caldo ma non superare il livello di fumo, poiché vorrebbe dire che sta bruciando (vedi Premiaty n. 3, luglio-agosto 2012). Come consiglio vi suggeriamo di utilizzare l’extravergine di oliva.Spesso, la piacevolezza degli abbinamenti olio-cibo può derivare, più che da un’affinità, da un contrasto di sapori: per esempio l’amarognolo deciso di certe verdure può essere valorizzato da un olio dolce, così come un extravergine saporito può essere utilizzato per condire piatti a base di pesce.

gli oli aromatizzati

come l’aceto anche l’olio si può aromatizzare. È un’operazione semplicissima. come sempre la differenza la farà la qualità della materia prima che sceglierete. ecco le nostre proposte.

olio al rosmarino scaldate 1/2 litro di ottimo olio d’oliva extravergine con un rametto di rosmarino, 2 spicchi d’aglio e 2 peperoncini piccanti. ritirate dal fuocoe aggiungete 1/2 litro di olio freddo. imbottigliate e utilizzate per cotture che ben si accompagnano al profumo del rosmarino, per esempio legumi in umido, carne alla griglia o patate al forno.

olio alle erbe Fate essiccare leggermente 1 mazzetto di melissa e 1 mazzetto di timo per un paio di giorni, quindi poneteli in un vaso di vetro o in una bottiglia con 1 mazzetto di basilico. unite 3 spicchi d’aglio interi e 10 grani di pepe nero. a questo punto versate 1 l di olio d’oliva extravergine fino a coprire completamente gli aromi e chiudete con un tappo di sughero. Fate riposare per almeno 1 mese prima di utilizzarlo.

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carciofo sono patrimonio delle Dop Valle del Belice e Valli Trapanesi. Panorama particolare è quello sardo: gli oli sono finissimi, ricchi di sfumature erbacee e buona fluidità. La Dop Sardegna abbraccia l’intero territorio regionale e produce oli fruttati, dai sentori di mandorla e cardo.In cucina Le note aromatiche e la corposità che contraddistinguono la maggior parte degli oli meri-dionali ben si affiancano a zuppe di legumi, funghi e verdure, primi saporiti come la pasta con le cime di rapa, secondi a base di carni rosse. Le tipologie più delicate sono invece da preferire per le carni bianche, i pesci e i crostacei. Gli oli delle isole sono molto adatti per gli utilizzi a crudo o su insalate di mare, arrosti di pesce e minestre di verdure. Rie-scono a valorizzare anche piatti più saporiti come la caponata siciliana o l’agnello sardo.

novembre, il mese dell’olio novelloNovembre non è solo il mese del vino novello, ma anche dell’olio nuovo. È l’olio extravergine di oliva “appena franto” e che si caratterizza per una spic-cata personalità: ha gusto amaragnolo e leggermen-te piccante, profumo intenso e colore giallo/verde.

Generalmente non viene filtrato e quindi è legger-mente velato nel suo aspetto. Il consiglio è quello di consumarlo nel giro di qualche mese per poterne apprezzare appieno tutte le sue virtù organolettiche. Ogni anno in tantissimi frantoi (sono circa 6000) è possibile partecipare al rito dell’assaggio dell’olio novello sul pane bruscato. Un’occasione anche per accostare l’enorme patrimonio di uliveti secolari unici al mondo, come quelli della Piana di Gioia Tauro, della provincia di Vibo Valentia, gli olivi se-colari della Puglia, o i terrazzi di olivo in Liguria, Molise e Cilento.

delicati o saporiti, meglio a crudo o in cottura?Davanti a una così vasta scelta di oli ci si può scorag-giare: quale olio è meglio impiegare a crudo? Quale per la cottura? Oltre ai suggerimenti già forniti, vi proponiamo una piccola “guida” che, partendo da una suddivisione generica tra oli delicati (o dolci) e oli saporiti, vi sarà molto utile per orientarvi ancora meglio. Per il consumo a crudo, un olio delicato si addice alle insalate, alle verdure lessate, ai pesci al vapore e alle salse, mentre un olio più saporito si

I benefici dell’olio extravergine di oliva

l’olio extravergine d’oliva è costituito prevalentemente da acidi grassi monoinsaturi, con la presenza in giusta quantità di acido grasso linoleico, beta carotene, polifenoli e vitamina e. il suo costante utilizzo favorisce un abbassamento del colesterolo “cattivo” (ldl) e un contemporaneo innalzamento di quello “buono” (Hdl) aiutando a prevenire le malattie cardiovascolari e l’artereosclerosi. Ha però un apporto calorico molto elevato: 900 kcal ogni 100 g di olio.

presta a condire legumi, zuppe e verdure crude di sapore forte, come i carciofi o i finocchi.Parlando di cotture, invece, generalmente sono pre-feribili oli più delicati, ma, seguendo la forza aroma-tica di determinati cibi, si può scegliere un olio dal sapore più marcato. Merita qualche indicazione in più la frittura: l’olio deve essere scelto con attenzio-ne, deve essere caldo ma non superare il livello di fumo, poiché vorrebbe dire che sta bruciando (vedi Premiaty n. 3, luglio-agosto 2012). Come consiglio vi suggeriamo di utilizzare l’extravergine di oliva.Spesso, la piacevolezza degli abbinamenti olio-cibo può derivare, più che da un’affinità, da un contrasto di sapori: per esempio l’amarognolo deciso di certe verdure può essere valorizzato da un olio dolce, così come un extravergine saporito può essere utilizzato per condire piatti a base di pesce.

gli oli aromatizzati

come l’aceto anche l’olio si può aromatizzare. È un’operazione semplicissima. come sempre la differenza la farà la qualità della materia prima che sceglierete. ecco le nostre proposte.

olio al rosmarino scaldate 1/2 litro di ottimo olio d’oliva extravergine con un rametto di rosmarino, 2 spicchi d’aglio e 2 peperoncini piccanti. ritirate dal fuocoe aggiungete 1/2 litro di olio freddo. imbottigliate e utilizzate per cotture che ben si accompagnano al profumo del rosmarino, per esempio legumi in umido, carne alla griglia o patate al forno.

olio alle erbe Fate essiccare leggermente 1 mazzetto di melissa e 1 mazzetto di timo per un paio di giorni, quindi poneteli in un vaso di vetro o in una bottiglia con 1 mazzetto di basilico. unite 3 spicchi d’aglio interi e 10 grani di pepe nero. a questo punto versate 1 l di olio d’oliva extravergine fino a coprire completamente gli aromi e chiudete con un tappo di sughero. Fate riposare per almeno 1 mese prima di utilizzarlo.

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Isi contrAddistinGue per morbideZZA e sApore,

e non è pArAGonAbile A nessun Altro FormAGGio di Armando minuz

Il nome, senza dubbio, deriva dal paese di Gorgon-zola, vicino a Milano, mentre la sua origine risale secondo alcuni a un tempo anteriore all’anno Mille. Come per tutti i formaggi antichi, tuttavia, non esi-ste un “certificato di nascita”, mentre abbondano le leggende e la mitologia che li riguardano.Si sa che il primo vero nome del Gorgonzola fu “stracchino di Gorgonzola”, o stracchino verde, probabilmente per il colore delle sue muffe, mentre sulla sua “scoperta” non si sa niente di preciso. An-cora una volta, come per molte invenzioni gastro-

degustando gorgonzola

Gorgonzola.Il re degli erborinati

nomiche, anche il Gorgonzola sembra essere nato in seguito a una dimenticanza, a una modifica non voluta di un processo già consolidato: la “leggenda” più popolare, infatti, narra di un casaro che si scor-dò la cagliata della sera appesa a una sacca; que-sta, per non essere sprecata, fu unita il giorno dopo a quella calda della mattina e così la differenza di temperatura fra le due cagliate e gli ambienti di la-voro di una volta, umidi e contaminati da muffe, ci regalarono proprio il Gorgonzola. Da questa sorta di “dimenticanza” nacque anche il procedimento originario, quello denominato “a due paste”, oggi senz’altro meno diffuso e a carattere prettamente artigianale. Secondo l’attuale metodo, il Gorgonzola è prodotto con la tecnica “a pasta singola”, che fornisce mag-giore costanza qualitativa e un controllo più attento

carta di identità

- forma esteriore: cilindrica, dalla caratteristica crosta increspata e tenera, di colore chiaro o aranciato. la pasta è di colore bianco-avorio, tendente al marroncino con il procedere della stagionatura; è presente la caratteristica erborinatura, più o meno consistente; - peso: molto variabile secondo il produttore e la forma. indicativamente dai 6 ai 13 kg;- al taglio: più soda, compatta e quasi friabile la forma stagionata, morbida e cremosa quella più fresca;- sapore e odore: il Gorgonzola meno stagionato ha sentori di latte e un gusto dolce. tuttavia, è sempre presente un certo grado di piccantezza, quasi inavvertibile all’inizio è sempre più intenso con il procedere della stagionatura.

aspetti nutrizionali

sembra che, nella zona del milanese, durante il medioevo, lo “stracchino di Gorgonzola” venisse somministrato per curare alcuni disturbi gastro-intestinali. Quello che è certo, invece, è che il Gorgonzola risulta veramente ricco di minerali e vitamine, contenendo inoltre proteine nobili. non ultimo, il Gorgonzola è un formaggio altamente digeribile, grazie anche alla fondamentale azione svolta dalle muffe del genere penicillium durante la stagionatura del formaggio.

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Isi contrAddistinGue per morbideZZA e sApore,

e non è pArAGonAbile A nessun Altro FormAGGio di Armando minuz

Il nome, senza dubbio, deriva dal paese di Gorgon-zola, vicino a Milano, mentre la sua origine risale secondo alcuni a un tempo anteriore all’anno Mille. Come per tutti i formaggi antichi, tuttavia, non esi-ste un “certificato di nascita”, mentre abbondano le leggende e la mitologia che li riguardano.Si sa che il primo vero nome del Gorgonzola fu “stracchino di Gorgonzola”, o stracchino verde, probabilmente per il colore delle sue muffe, mentre sulla sua “scoperta” non si sa niente di preciso. An-cora una volta, come per molte invenzioni gastro-

degustando gorgonzola

Gorgonzola.Il re degli erborinati

nomiche, anche il Gorgonzola sembra essere nato in seguito a una dimenticanza, a una modifica non voluta di un processo già consolidato: la “leggenda” più popolare, infatti, narra di un casaro che si scor-dò la cagliata della sera appesa a una sacca; que-sta, per non essere sprecata, fu unita il giorno dopo a quella calda della mattina e così la differenza di temperatura fra le due cagliate e gli ambienti di la-voro di una volta, umidi e contaminati da muffe, ci regalarono proprio il Gorgonzola. Da questa sorta di “dimenticanza” nacque anche il procedimento originario, quello denominato “a due paste”, oggi senz’altro meno diffuso e a carattere prettamente artigianale. Secondo l’attuale metodo, il Gorgonzola è prodotto con la tecnica “a pasta singola”, che fornisce mag-giore costanza qualitativa e un controllo più attento

carta di identità

- forma esteriore: cilindrica, dalla caratteristica crosta increspata e tenera, di colore chiaro o aranciato. la pasta è di colore bianco-avorio, tendente al marroncino con il procedere della stagionatura; è presente la caratteristica erborinatura, più o meno consistente; - peso: molto variabile secondo il produttore e la forma. indicativamente dai 6 ai 13 kg;- al taglio: più soda, compatta e quasi friabile la forma stagionata, morbida e cremosa quella più fresca;- sapore e odore: il Gorgonzola meno stagionato ha sentori di latte e un gusto dolce. tuttavia, è sempre presente un certo grado di piccantezza, quasi inavvertibile all’inizio è sempre più intenso con il procedere della stagionatura.

aspetti nutrizionali

sembra che, nella zona del milanese, durante il medioevo, lo “stracchino di Gorgonzola” venisse somministrato per curare alcuni disturbi gastro-intestinali. Quello che è certo, invece, è che il Gorgonzola risulta veramente ricco di minerali e vitamine, contenendo inoltre proteine nobili. non ultimo, il Gorgonzola è un formaggio altamente digeribile, grazie anche alla fondamentale azione svolta dalle muffe del genere penicillium durante la stagionatura del formaggio.

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delle diverse fasi di produzione. Inoltre è previsto l’utilizzo di latte vaccino intero pastorizzato, di una o due mungiture. La caratteristica erborinatura si ottiene aggiungendo fermenti lattici e spore, foran-do le facce delle forme con aghi di acciaio inox, che anticamente erano in osso o in legno, per permette-re la circolazione dell’aria e il conseguente formarsi di muffe. Esiste anche il “Gorgonzola bianco”, le cui forme non subiscono alcuna foratura: in questo modo le muffe si sviluppano poco o niente. Anche il luogo di stagionatura è fondamentale per la buona riuscita di questo formaggio: all’inizio si sta-gionava in grotte, da cui la grande popolarità delle cosiddette casere, le grotte naturali della Valsassina. Oggi queste grotte sono spesso deputate alla produ-zione di altri formaggi, anche perché l’avvento di celle frigorifere a temperatura e umidità controllata possono ricreare qualsiasi tipo di habitat, fornendo poi un maggiore controllo igienico. Dal lontano Medioevo al 1996, anno in cui il Gor-gonzola ha ricevuto la Dop, questo storico formag-gio ha fatto molta strada. Proprio la Dop ne delimi-ta la produzione al Piemonte nella zona di Novara, dove ha sede il Consorzio di Tutela dal 1970, Vercel-li, Casale Monferrato, Cuneo, Biella, Verbano Cu-sio Ossola e alla Lombardia nelle zone di Milano, Como, Pavia, Bergamo, Brescia, Cremona, Lecco, Lodi, Monza e Varese, mentre il Consorzio garan-tisce la tutela sia dei produttori sia degli amanti di questo eccellente prodotto italiano.

il gorgonzola in cucinaVi sono abbinamenti “obbligati” per questo for-maggio, primo fra tutti, probabilmente, quello con le noci (e magari un’aggiunta di mascarpone, che bilancia ottimamente il gusto sapido del Gorgon-zola). La struttura e la complessità di questo for-maggio, inoltre, permette altri abbinamenti dav-vero basilari ma efficaci, per esempio con verdure di stagione crude, fra cui primeggiano senz’altro sedano, pomodorini e ravanelli. Anche per quan-to riguarda le salse non c’è che l’imbarazzo della scelta: si può partire dal classico abbinamento con un miele millefiori di qualità, per poi azzardare accostamenti più arditi, ma sempre gustosi e anzi spesso sorprendenti, per esempio con una marmel-lata d’agrumi, ma anche con una confettura di ci-polle o con mostarda. Senza dimenticare che molti intenditori consigliano di gustarlo accompagnato semplicemente con una fetta di pane casereccio, magari abbrustolito. Questo formaggio si presta inoltre alla realizzazio-ne di piatti sia semplici sia elaborati, così come di ottime salse e gustose creme, aggiungendo solita-mente elementi quali burro oppure panna da cu-cina. L’aggiunta di questi ingredienti permette fra

degustando gorgonzola

l’altro il recupero di quel Gorgonzola che, lasciato a lungo in frigorifero, acquista un sapore troppo deciso per essere consumato al naturale. Provate allora la salsa al Gorgonzola in abbinamento alla polenta. Il risultato è garantito.

incontri di gustoProvate il gorgonzola con vini dolci aromatici - come il Passito di Pantelleria - ma anche vini li-quorosi con apprezzabile dolcezza, come per esem-pio il Marsala Superiore Riserva. L’equilibrio è perfetto, ma da proporre solo quando quando il formaggio è servito alla fine del pasto o quando il formaggio è consumato da solo e costituisce l’unica portata del pasto. Diversamente si consigliano vini rossi robusti molto morbidi e alcolici.

come conservare il gorgonzola

essendo un alimento ‘vivo’ e quindi in continua maturazione il primo consiglio è di acquistarne piccole quantità, da consumare in breve tempo. per conservarlo, comunque, avvolgetelo in fogli di stagnola o alluminio. inoltre, per evitare che l’odore caratteristico di questo formaggio si diffonda nel frigo eliminate la crosta, poiché è quella che emana il forte odore o conservatelo, sempre avvolto nell’alluminio, nelle apposite vaschette salva sapore. se ne avete acquistato di più potete tagliarlo in fette sottili, avvolgerlo in fogli di alluminio, e surgelarlo. Quando vorrete mangiarlo basterà farlo scongelare nel frigorifero dal giorno prima e sarà perfetto.

gli erborinati in Italia e all’estero

l’aggettivo “erborinato” sembra derivare da “erborin”, parola che in alcuni dialetti lombardi indica il prezzemolo. Questo perché il verde di alcune muffe degli erborinati ricorderebbe quello del prezzemolo. Gli erborinati, nel mondo, sono spesso formaggi di grande spessore e di chiara fama: in italia il più celebre è appunto il Gorgonzola, ma sarà bene ricordare anche alcuni parenti “stranieri”, fra cui il francese roquefort e l’inglese stilton. sempre in italia troviamo prelibatezze quali il castelmagno, il moncensio, il blu di capra o blu del campidano, il blu del chianti e il monteblu invernale. sono formaggi forse meno conosciuti, ma vantano tutti una lunga tradizione e sono tutti da scoprire.

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delle diverse fasi di produzione. Inoltre è previsto l’utilizzo di latte vaccino intero pastorizzato, di una o due mungiture. La caratteristica erborinatura si ottiene aggiungendo fermenti lattici e spore, foran-do le facce delle forme con aghi di acciaio inox, che anticamente erano in osso o in legno, per permette-re la circolazione dell’aria e il conseguente formarsi di muffe. Esiste anche il “Gorgonzola bianco”, le cui forme non subiscono alcuna foratura: in questo modo le muffe si sviluppano poco o niente. Anche il luogo di stagionatura è fondamentale per la buona riuscita di questo formaggio: all’inizio si sta-gionava in grotte, da cui la grande popolarità delle cosiddette casere, le grotte naturali della Valsassina. Oggi queste grotte sono spesso deputate alla produ-zione di altri formaggi, anche perché l’avvento di celle frigorifere a temperatura e umidità controllata possono ricreare qualsiasi tipo di habitat, fornendo poi un maggiore controllo igienico. Dal lontano Medioevo al 1996, anno in cui il Gor-gonzola ha ricevuto la Dop, questo storico formag-gio ha fatto molta strada. Proprio la Dop ne delimi-ta la produzione al Piemonte nella zona di Novara, dove ha sede il Consorzio di Tutela dal 1970, Vercel-li, Casale Monferrato, Cuneo, Biella, Verbano Cu-sio Ossola e alla Lombardia nelle zone di Milano, Como, Pavia, Bergamo, Brescia, Cremona, Lecco, Lodi, Monza e Varese, mentre il Consorzio garan-tisce la tutela sia dei produttori sia degli amanti di questo eccellente prodotto italiano.

il gorgonzola in cucinaVi sono abbinamenti “obbligati” per questo for-maggio, primo fra tutti, probabilmente, quello con le noci (e magari un’aggiunta di mascarpone, che bilancia ottimamente il gusto sapido del Gorgon-zola). La struttura e la complessità di questo for-maggio, inoltre, permette altri abbinamenti dav-vero basilari ma efficaci, per esempio con verdure di stagione crude, fra cui primeggiano senz’altro sedano, pomodorini e ravanelli. Anche per quan-to riguarda le salse non c’è che l’imbarazzo della scelta: si può partire dal classico abbinamento con un miele millefiori di qualità, per poi azzardare accostamenti più arditi, ma sempre gustosi e anzi spesso sorprendenti, per esempio con una marmel-lata d’agrumi, ma anche con una confettura di ci-polle o con mostarda. Senza dimenticare che molti intenditori consigliano di gustarlo accompagnato semplicemente con una fetta di pane casereccio, magari abbrustolito. Questo formaggio si presta inoltre alla realizzazio-ne di piatti sia semplici sia elaborati, così come di ottime salse e gustose creme, aggiungendo solita-mente elementi quali burro oppure panna da cu-cina. L’aggiunta di questi ingredienti permette fra

degustando gorgonzola

l’altro il recupero di quel Gorgonzola che, lasciato a lungo in frigorifero, acquista un sapore troppo deciso per essere consumato al naturale. Provate allora la salsa al Gorgonzola in abbinamento alla polenta. Il risultato è garantito.

incontri di gustoProvate il gorgonzola con vini dolci aromatici - come il Passito di Pantelleria - ma anche vini li-quorosi con apprezzabile dolcezza, come per esem-pio il Marsala Superiore Riserva. L’equilibrio è perfetto, ma da proporre solo quando quando il formaggio è servito alla fine del pasto o quando il formaggio è consumato da solo e costituisce l’unica portata del pasto. Diversamente si consigliano vini rossi robusti molto morbidi e alcolici.

come conservare il gorgonzola

essendo un alimento ‘vivo’ e quindi in continua maturazione il primo consiglio è di acquistarne piccole quantità, da consumare in breve tempo. per conservarlo, comunque, avvolgetelo in fogli di stagnola o alluminio. inoltre, per evitare che l’odore caratteristico di questo formaggio si diffonda nel frigo eliminate la crosta, poiché è quella che emana il forte odore o conservatelo, sempre avvolto nell’alluminio, nelle apposite vaschette salva sapore. se ne avete acquistato di più potete tagliarlo in fette sottili, avvolgerlo in fogli di alluminio, e surgelarlo. Quando vorrete mangiarlo basterà farlo scongelare nel frigorifero dal giorno prima e sarà perfetto.

gli erborinati in Italia e all’estero

l’aggettivo “erborinato” sembra derivare da “erborin”, parola che in alcuni dialetti lombardi indica il prezzemolo. Questo perché il verde di alcune muffe degli erborinati ricorderebbe quello del prezzemolo. Gli erborinati, nel mondo, sono spesso formaggi di grande spessore e di chiara fama: in italia il più celebre è appunto il Gorgonzola, ma sarà bene ricordare anche alcuni parenti “stranieri”, fra cui il francese roquefort e l’inglese stilton. sempre in italia troviamo prelibatezze quali il castelmagno, il moncensio, il blu di capra o blu del campidano, il blu del chianti e il monteblu invernale. sono formaggi forse meno conosciuti, ma vantano tutti una lunga tradizione e sono tutti da scoprire.

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ucInIamo con Il gorgonzolaC

• 320 g di fusilli lunghi bucati • 250 g di gorgonzola dolce • 300 g di finocchio • 50 ml di panna da cucina • prezzemolo • 3 cucchiai di olio d’oliva extravergine • sale e pepe

preparazione 15 minuti cottura 20 minutiesecuzione facile vino Colli Orientali del Friuli Friulano

Tagliate il finocchio a cubetti (tenete da parte la barba verde), saltatelo in una padella con l’olio e un pizzico di sale finché inizia a colorirsi. Bagnate la verdura con 1/2

fusilli con GorGonZola e finoccHioper 4 persone

bicchiere d’acqua e cuocete coperto per circa 10 minuti. Salate e pepate. Sciogliete in una casseruola a fuoco dolce il gorgonzola tagliato a pezzetti con la panna da cucina.

Cuocete i fusilli in acqua bollente salata, scolateli conservando un po’ d’acqua di cottura e versateli in padella con i finocchi. Unite la crema di gorgonzola, il prezzemolo tritato e la barba verde del finocchio tagliuzzata. Mescolate molto bene e servite.

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Premiaty 205x285_ctm.indd 1 11/09/12 16:36

ucInIamo con Il gorgonzolaC

• 320 g di fusilli lunghi bucati • 250 g di gorgonzola dolce • 300 g di finocchio • 50 ml di panna da cucina • prezzemolo • 3 cucchiai di olio d’oliva extravergine • sale e pepe

preparazione 15 minuti cottura 20 minutiesecuzione facile vino Colli Orientali del Friuli Friulano

Tagliate il finocchio a cubetti (tenete da parte la barba verde), saltatelo in una padella con l’olio e un pizzico di sale finché inizia a colorirsi. Bagnate la verdura con 1/2

fusilli con GorGonZola e finoccHioper 4 persone

bicchiere d’acqua e cuocete coperto per circa 10 minuti. Salate e pepate. Sciogliete in una casseruola a fuoco dolce il gorgonzola tagliato a pezzetti con la panna da cucina.

Cuocete i fusilli in acqua bollente salata, scolateli conservando un po’ d’acqua di cottura e versateli in padella con i finocchi. Unite la crema di gorgonzola, il prezzemolo tritato e la barba verde del finocchio tagliuzzata. Mescolate molto bene e servite.

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sfoglia dal cuore ricco

Sfoglia all'uovo + ripieno+un po' di esercizio= tortelli, tortellini, ravioli etc. a prova di chef. ed è subito festa!di Francesca badi

Un piatto da gourmet che sulla tavola delle feste non può mancare. A seconda della zona di produzione cambia la forma, che

può essere quadrata, a treccia, a "cappello", tonda, a mezzaluna, ma anche il ripieno, a base di carne, di verdure o di pesce. Parliamo di tortelli, ravioli, tortellini, etc. che dif-feriscono anche per il tocco finale del condimento: da quello basico burro e salvia, a quello più com-plesso di terra o di mare. Riscopriamo il piacere di prepararli in casa, basta solo un po' di manualità e una sfoglia setosa ed elastica da modellare come la tradizione suggerisce. Ricordate poi che un tocco personale non guasta mai.

scuola di cucina tortelli e ravioli

iL ripienO di carne

ecco la ricetta classica. in una ciotola versate 100 g di lombo di maiale macinato cotto, 100 g di prosciutto crudo e 100 g di mortadella tritati, 120 g di parmigiano grattugiato e 1 uovo; aggiustate di sale e spolverizzate con poca noce moscata grattugiata. mescolate con cura fino ad amalgamare bene gli ingredienti e fate riposare il ripieno. se preferite non usare solo il maiale potete sostituirlo con un po' di carne di vitello. c'è anche chi arricchisce il ripieno con la salsiccia. potete gustare i tortellini sia asciutti con burro fuso o panna, sia in brodo di carne.

Tortelloni

Tortellini

➊ Ricavate dalla sfoglia tanti cerchi con un tagliapasta di 3 cm di diametro. Bagnate con poca acqua la metà dei cerchi e distribuitevi il ripieno. Coprite con l'altra metà dei cerchi e pressate bene per sigillare.

➊ Ritagliate dei quadrati di pasta sfoglia all'uovo di 3 cm di lato; spennellateli d'acqua.

➋ Con un coppapasta dal diametro di 1 cm, utilizzato dalla parte non tagliente, pressate leggermente per sigillare il ripieno.

➋ Distribuite una pallina di ripieno in un angolo del quadrato di pasta.

➌ Arrotolate il tortellone su se stesso dalla parte del ripieno e chiudetelo unendo le estremità. Una volta chiuso, rivoltatelo verso l'esterno.

➌ Chiudete il quadrato formando un triangolo e sigillate bene i bordi. Bagnate un angolo del triangolo e avvolgete il tortellino su se stesso.

step 1: La pasta sfOGLia aLL'uOVO

l'impasto ideale è 1 uovo per ogni etto di farina e un po' di olio d'oliva extravergine necessario per rendere l'impasto più elastico. procedete così: create una fontana con la farina su un tagliere, aggiungete l'olio e amalgamate aiutandovi con una forchetta. sempre con la forchetta incorporate la farina alle uova e continuate a impastare con le mani. Formate una palla, avvolgetela in un foglio di pellicola trasparente infarinata e fate riposare in frigorifero per circa 30 minuti. per formare le strisce di sfoglia tagliate una fetta dall'impasto e stendetela allo spessore di 2-3 mm o con l'apposita sfogliatrice o con il mattarello. ora è pronta per accogliere il ripieno!

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sfoglia dal cuore ricco

Sfoglia all'uovo + ripieno+un po' di esercizio= tortelli, tortellini, ravioli etc. a prova di chef. ed è subito festa!di Francesca badi

Un piatto da gourmet che sulla tavola delle feste non può mancare. A seconda della zona di produzione cambia la forma, che

può essere quadrata, a treccia, a "cappello", tonda, a mezzaluna, ma anche il ripieno, a base di carne, di verdure o di pesce. Parliamo di tortelli, ravioli, tortellini, etc. che dif-feriscono anche per il tocco finale del condimento: da quello basico burro e salvia, a quello più com-plesso di terra o di mare. Riscopriamo il piacere di prepararli in casa, basta solo un po' di manualità e una sfoglia setosa ed elastica da modellare come la tradizione suggerisce. Ricordate poi che un tocco personale non guasta mai.

scuola di cucina tortelli e ravioli

iL ripienO di carne

ecco la ricetta classica. in una ciotola versate 100 g di lombo di maiale macinato cotto, 100 g di prosciutto crudo e 100 g di mortadella tritati, 120 g di parmigiano grattugiato e 1 uovo; aggiustate di sale e spolverizzate con poca noce moscata grattugiata. mescolate con cura fino ad amalgamare bene gli ingredienti e fate riposare il ripieno. se preferite non usare solo il maiale potete sostituirlo con un po' di carne di vitello. c'è anche chi arricchisce il ripieno con la salsiccia. potete gustare i tortellini sia asciutti con burro fuso o panna, sia in brodo di carne.

Tortelloni

Tortellini

➊ Ricavate dalla sfoglia tanti cerchi con un tagliapasta di 3 cm di diametro. Bagnate con poca acqua la metà dei cerchi e distribuitevi il ripieno. Coprite con l'altra metà dei cerchi e pressate bene per sigillare.

➊ Ritagliate dei quadrati di pasta sfoglia all'uovo di 3 cm di lato; spennellateli d'acqua.

➋ Con un coppapasta dal diametro di 1 cm, utilizzato dalla parte non tagliente, pressate leggermente per sigillare il ripieno.

➋ Distribuite una pallina di ripieno in un angolo del quadrato di pasta.

➌ Arrotolate il tortellone su se stesso dalla parte del ripieno e chiudetelo unendo le estremità. Una volta chiuso, rivoltatelo verso l'esterno.

➌ Chiudete il quadrato formando un triangolo e sigillate bene i bordi. Bagnate un angolo del triangolo e avvolgete il tortellino su se stesso.

step 1: La pasta sfOGLia aLL'uOVO

l'impasto ideale è 1 uovo per ogni etto di farina e un po' di olio d'oliva extravergine necessario per rendere l'impasto più elastico. procedete così: create una fontana con la farina su un tagliere, aggiungete l'olio e amalgamate aiutandovi con una forchetta. sempre con la forchetta incorporate la farina alle uova e continuate a impastare con le mani. Formate una palla, avvolgetela in un foglio di pellicola trasparente infarinata e fate riposare in frigorifero per circa 30 minuti. per formare le strisce di sfoglia tagliate una fetta dall'impasto e stendetela allo spessore di 2-3 mm o con l'apposita sfogliatrice o con il mattarello. ora è pronta per accogliere il ripieno!

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Tortelli di ricotta e spinaci

➌ Disponete il ripieno nella parte inferiore della striscia con un sac-à-poche.

➊ Mescolate la ricotta con le bietole precedentemente lessate e tritate. Unite il parmigiano grattugiato, l'uovo, una grattata di noce moscata, sale e pepe.

➍ Ripiegate la parte superiore della sfoglia fino a chiuderla.

➎ Con il dito schiacciate bene tra un mucchietto di ripieno e l'altro per togliere l'aria.

➋ Stendete la pasta e ricavate delle strisce di sfoglia di 2 mm di spessore e di circa 6 cm di larghezza.

Ingredienti per 6 persone• 500 g di pasta all'uovo • 250 g di ricotta romana • 200 g di bietole già cotte • 100 g di parmigiano • 1 uovo • noce moscata • sale e pepe

➏ Con una rotella tagliapasta eliminate la pasta in eccesso e ricavate i tortelli.

i super cLassici

rappresentano una delle preparazioni più conosciute. per non coprire il gusto molto delicato del ripieno il condimento migliore è a base di burro fuso e salvia e, a piacere, una generosa spolverizzata di parmigiano. essendo di magro è tradizione prepararli per la cena della vigilia.se non trovate gli spinaci potete sostituirli con le erbette (o bietine).ricordate che sono conosciuti con il nome di tortelli nel parmense, altrove come ravioli. si chiamano tortelli anche nel piacentino,ma hanno una forma diversa: la pasta si avvolge attorno al ripieno formando una sorta di treccia che termina con una coda (sono conosciuti infatti come tortelli con la coda). si possono gustare in tutte le trattorie della zona conditi con burro fuso e salvia, ma anche con il sugo ai funghi.

Ravioloni con branzino

➌ Incorporate il pancarré, privato della crosta, ammollato nel latte e strizzato. Trasferite in una terrina, unite l'erba cipollina tritata e mescolate.

➊ Eliminate la pelle dai filetti di branzino. Mettete la polpa in un mixer e frullatela con un pizzico di sale e pepe.

➍ Stendete la pasta in una sfoglia sottile e disponete il ripieno aiutandovi con un cucchiaio.

➋ Aggiungete anche l'albume e la maggiorana. Frullate di nuovo.

Ingredienti per 4 persone • 350 g di pasta all'uovo • 250 g di filetti di branzino • 100 g di pancarré • 1 albume • latte, erba cipollina • maggiorana • sale e pepe

➏ Con un coppapasta dentellato formate i ravioloni. Cuoceteli per 3-4 minuti, scolateli e conditeli a piacere.

iL cOndimentO

Qualche idea per il condimento: zucchine a dadini saltate in padella con olio, scalogno ed erba cipollina tritati; carciofi tagliati a fettine e spadellati con olio e maggiorana; pistacchi tritati, olio d'oliva e cerfoglio; pomodorini spadellati con olio d'oliva, basilico e profumati con buccia di limone grattugiata; pomodorini freschi, vongole e gamberetti.

➎ Ricoprite con altra sfoglia i mucchietti di ripieno e schiacciate intorno al ripieno per eliminare l'aria.

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Tortelli di ricotta e spinaci

➌ Disponete il ripieno nella parte inferiore della striscia con un sac-à-poche.

➊ Mescolate la ricotta con le bietole precedentemente lessate e tritate. Unite il parmigiano grattugiato, l'uovo, una grattata di noce moscata, sale e pepe.

➍ Ripiegate la parte superiore della sfoglia fino a chiuderla.

➎ Con il dito schiacciate bene tra un mucchietto di ripieno e l'altro per togliere l'aria.

➋ Stendete la pasta e ricavate delle strisce di sfoglia di 2 mm di spessore e di circa 6 cm di larghezza.

Ingredienti per 6 persone• 500 g di pasta all'uovo • 250 g di ricotta romana • 200 g di bietole già cotte • 100 g di parmigiano • 1 uovo • noce moscata • sale e pepe

➏ Con una rotella tagliapasta eliminate la pasta in eccesso e ricavate i tortelli.

i super cLassici

rappresentano una delle preparazioni più conosciute. per non coprire il gusto molto delicato del ripieno il condimento migliore è a base di burro fuso e salvia e, a piacere, una generosa spolverizzata di parmigiano. essendo di magro è tradizione prepararli per la cena della vigilia.se non trovate gli spinaci potete sostituirli con le erbette (o bietine).ricordate che sono conosciuti con il nome di tortelli nel parmense, altrove come ravioli. si chiamano tortelli anche nel piacentino,ma hanno una forma diversa: la pasta si avvolge attorno al ripieno formando una sorta di treccia che termina con una coda (sono conosciuti infatti come tortelli con la coda). si possono gustare in tutte le trattorie della zona conditi con burro fuso e salvia, ma anche con il sugo ai funghi.

Ravioloni con branzino

➌ Incorporate il pancarré, privato della crosta, ammollato nel latte e strizzato. Trasferite in una terrina, unite l'erba cipollina tritata e mescolate.

➊ Eliminate la pelle dai filetti di branzino. Mettete la polpa in un mixer e frullatela con un pizzico di sale e pepe.

➍ Stendete la pasta in una sfoglia sottile e disponete il ripieno aiutandovi con un cucchiaio.

➋ Aggiungete anche l'albume e la maggiorana. Frullate di nuovo.

Ingredienti per 4 persone • 350 g di pasta all'uovo • 250 g di filetti di branzino • 100 g di pancarré • 1 albume • latte, erba cipollina • maggiorana • sale e pepe

➏ Con un coppapasta dentellato formate i ravioloni. Cuoceteli per 3-4 minuti, scolateli e conditeli a piacere.

iL cOndimentO

Qualche idea per il condimento: zucchine a dadini saltate in padella con olio, scalogno ed erba cipollina tritati; carciofi tagliati a fettine e spadellati con olio e maggiorana; pistacchi tritati, olio d'oliva e cerfoglio; pomodorini spadellati con olio d'oliva, basilico e profumati con buccia di limone grattugiata; pomodorini freschi, vongole e gamberetti.

➎ Ricoprite con altra sfoglia i mucchietti di ripieno e schiacciate intorno al ripieno per eliminare l'aria.

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Soffici e cremose tentazioni

uova freschissime, zucchero, mascarpone, panna, un po’ di liquore, di cioccolato o caffè. ecco gli ingredienti di base che, sapientemente

dosati e lavorati, vengono trasformati in questi must di golosità di Francesca badi

scuola di cucina dolci al cucchiaio

Con l’arrivo dei primi freddi cresce la voglia di dol-ce, si diventa più golosi ed è più difficile resistere alla tentazione di affondare il cucchiaio in una

golosissima crema e sentire sciogliersi in bocca la sua delicata consistenza. E se è vero che sono per la

maggior parte ipercalorici, è anche vero che su una tavola delle feste tradizionale non posso-

no mancare. Noi vi proponiamo due dolci al cucchia-io tra i più nazional popolari: tiramisù e charlotte al cioccolato, tipicamente italia-no, il primo importato, ma ormai di “casa nostra” l’altro. Il tiramisù, di certo il dolce italiano più conosciuto anche all’estero, nacque nel XVII secolo ad opera di pa-sticceri di Siena per celebrare l’arrivo del

Granduca di Toscana Cosimo de Medici; era chiamato infatti la “zuppa del duca”. In

breve conquistò tutta la nobiltà che gli attri-buì proprietà afrodisiache ed eccitanti: da qui

il nome “tiramisù”. L’invenzione della squisita charlotte invece è attribuita a un cuoco francese

Marie Antonin Careme che lavorava in Inghil-terra alla corte del principe regnante. Si dice che il dolce fu chiamato così in onore della regina

Charlotte, moglie del re Giorgio III. E ora buon lavoro: dosate bene gli ingredienti, se-

guite la nostra scuola, metteteci un po’ di passione e il gioco è fatto!

TiramisùIngredienti per 8 persone• 1/2 kg di mascarpone • 150 g di zucchero • 6 uova • 300 g di savoiardi • 1 tazza di caffè • 1 bicchierino di Marsala • 70 g di cacao amaro in polvere • 100 g di cioccolato fondente

➊ Preparate uno sciroppo cuocendo lo zucchero con 50 ml d’acqua fino a raggiungere i 121°C. Montate i tuorli e versatevi lo sciroppo a filo, continuando a montare finché il tutto si sarà raffreddato. Con un cucchiaio lavorate il mascarpone per renderlo cremoso e unitelo al composto.

➍ Distribuite uno strato di crema al mascarpone, livellate con una spatola o con un cucchiaio e spolverizzate con scaglie di cioccolato o cacao in polvere.

➋ A parte montate gli albumi a neve (aggiungendo eventualmente un pizzico di sale) e uniteli con delicatezza alla crema già preparata.

➏ Completate con uno strato di crema, spolverizzate con abbondante cacao amaro e rifinite con scaglie (o gocce) di cioccolato fondente. Riponete in frigorifero per almeno 3 ore prima di servire il dolce.

➎ Procedete con un secondo strato di biscotti e proseguite in questo ordine fino a esaurire gli ingredienti.

➌ Miscelate il caffè con il Marsala, immergetevi i savoiardi e disponetene uno strato in una pirofila.

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Soffici e cremose tentazioni

uova freschissime, zucchero, mascarpone, panna, un po’ di liquore, di cioccolato o caffè. ecco gli ingredienti di base che, sapientemente

dosati e lavorati, vengono trasformati in questi must di golosità di Francesca badi

scuola di cucina dolci al cucchiaio

Con l’arrivo dei primi freddi cresce la voglia di dol-ce, si diventa più golosi ed è più difficile resistere alla tentazione di affondare il cucchiaio in una

golosissima crema e sentire sciogliersi in bocca la sua delicata consistenza. E se è vero che sono per la

maggior parte ipercalorici, è anche vero che su una tavola delle feste tradizionale non posso-

no mancare. Noi vi proponiamo due dolci al cucchia-io tra i più nazional popolari: tiramisù e charlotte al cioccolato, tipicamente italia-no, il primo importato, ma ormai di “casa nostra” l’altro. Il tiramisù, di certo il dolce italiano più conosciuto anche all’estero, nacque nel XVII secolo ad opera di pa-sticceri di Siena per celebrare l’arrivo del

Granduca di Toscana Cosimo de Medici; era chiamato infatti la “zuppa del duca”. In

breve conquistò tutta la nobiltà che gli attri-buì proprietà afrodisiache ed eccitanti: da qui

il nome “tiramisù”. L’invenzione della squisita charlotte invece è attribuita a un cuoco francese

Marie Antonin Careme che lavorava in Inghil-terra alla corte del principe regnante. Si dice che il dolce fu chiamato così in onore della regina

Charlotte, moglie del re Giorgio III. E ora buon lavoro: dosate bene gli ingredienti, se-

guite la nostra scuola, metteteci un po’ di passione e il gioco è fatto!

TiramisùIngredienti per 8 persone• 1/2 kg di mascarpone • 150 g di zucchero • 6 uova • 300 g di savoiardi • 1 tazza di caffè • 1 bicchierino di Marsala • 70 g di cacao amaro in polvere • 100 g di cioccolato fondente

➊ Preparate uno sciroppo cuocendo lo zucchero con 50 ml d’acqua fino a raggiungere i 121°C. Montate i tuorli e versatevi lo sciroppo a filo, continuando a montare finché il tutto si sarà raffreddato. Con un cucchiaio lavorate il mascarpone per renderlo cremoso e unitelo al composto.

➍ Distribuite uno strato di crema al mascarpone, livellate con una spatola o con un cucchiaio e spolverizzate con scaglie di cioccolato o cacao in polvere.

➋ A parte montate gli albumi a neve (aggiungendo eventualmente un pizzico di sale) e uniteli con delicatezza alla crema già preparata.

➏ Completate con uno strato di crema, spolverizzate con abbondante cacao amaro e rifinite con scaglie (o gocce) di cioccolato fondente. Riponete in frigorifero per almeno 3 ore prima di servire il dolce.

➎ Procedete con un secondo strato di biscotti e proseguite in questo ordine fino a esaurire gli ingredienti.

➌ Miscelate il caffè con il Marsala, immergetevi i savoiardi e disponetene uno strato in una pirofila.

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Charlotte al cioccolatoIngredienti per 6 persone• 100 g di zucchero • 250 ml di panna fresca • 75 g di cioccolato fondente • 1/2 l di latte • 3 tuorli • 1/2 baccello di vaniglia • 3 fogli di gelatina • savoiardi

➍ Montate bene la panna e, mescolando, amalgamatela delicatamente alla crema.

➊ Fate bollire il latte con la vaniglia, togliete dal fuoco e fate riposare per 10 minuti. Ammollate la gelatina in acqua fredda. Sbattete i tuorli con lo zucchero, unite a filo il latte bollente, dopo aver tolto la bacca di vaniglia.

➎ Bagnate d’acqua uno stampo da charlotte e rivestitelo con pellicola trasparente. Adagiate sul fondo e sulle pareti dello stampo i savoiardi, allineandoli dritti contro le pareti con la parte bombata verso l’esterno e accavallandoli leggermente.

➌ Quando la crema si è addensata e vela il cucchiaio, toglietela dal fuoco, unite il cioccolato sciolto a bagnomaria e versatela, filtrandola, in una terrina. Aggiungete la gelatina scolata e strizzata e fate raffreddare.

➐ Versate il resto della crema, livellatela bene e chiudete la superficie con altri biscotti. Ponete in frigorifero per almeno 4 ore.

➏ Versate un po’ di crema sul fondo e fate rassodare il composto in frigorifero in modo che i savoiardi si “saldino” alla base della crema.

➋ Versate il composto nella pentola in cui avete fatto bollire il latte e rimettete sul fuoco a calore moderato, mescolando continuamente e facendo attenzione che il composto non raggiunga il bollore.

➑ Sformate su un piatto e decorate, a piacere, con panna montata e scaglie di cioccolato fondente.

Dolcezza al femminile.

Acquista le mie

MILLEFOGLIE D’ITALIA,

collegati al sito

www.matildetiramisu.it

e scopri subito se hai vinto!

Concorso valido dal 2 luglio al 9 dicembre

Matilde Vicenzi

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Charlotte al cioccolatoIngredienti per 6 persone• 100 g di zucchero • 250 ml di panna fresca • 75 g di cioccolato fondente • 1/2 l di latte • 3 tuorli • 1/2 baccello di vaniglia • 3 fogli di gelatina • savoiardi

➍ Montate bene la panna e, mescolando, amalgamatela delicatamente alla crema.

➊ Fate bollire il latte con la vaniglia, togliete dal fuoco e fate riposare per 10 minuti. Ammollate la gelatina in acqua fredda. Sbattete i tuorli con lo zucchero, unite a filo il latte bollente, dopo aver tolto la bacca di vaniglia.

➎ Bagnate d’acqua uno stampo da charlotte e rivestitelo con pellicola trasparente. Adagiate sul fondo e sulle pareti dello stampo i savoiardi, allineandoli dritti contro le pareti con la parte bombata verso l’esterno e accavallandoli leggermente.

➌ Quando la crema si è addensata e vela il cucchiaio, toglietela dal fuoco, unite il cioccolato sciolto a bagnomaria e versatela, filtrandola, in una terrina. Aggiungete la gelatina scolata e strizzata e fate raffreddare.

➐ Versate il resto della crema, livellatela bene e chiudete la superficie con altri biscotti. Ponete in frigorifero per almeno 4 ore.

➏ Versate un po’ di crema sul fondo e fate rassodare il composto in frigorifero in modo che i savoiardi si “saldino” alla base della crema.

➋ Versate il composto nella pentola in cui avete fatto bollire il latte e rimettete sul fuoco a calore moderato, mescolando continuamente e facendo attenzione che il composto non raggiunga il bollore.

➑ Sformate su un piatto e decorate, a piacere, con panna montata e scaglie di cioccolato fondente.

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Matilde Vicenzi

dA sempre simbolo delle Feste e delle ricorrenZe, Gli spumAnti oGGi si stAppAno in molte Altre occAsioni, percHé oltre AllA FrescHeZZA

e AllA FAcilitÀ di bevA se ne AppreZZAno le cApAcitÀ di AbbinAmento con il cibo di vittorio barbieri

Brindandotutto l’anno

duti sono Franciacorta e Trento, rispettivamente con 11 e 8,5 milioni di bottiglie commercializzate tra Italia ed estero.Il metodo della rifermentazione in bottiglia è il più difficile e affascinante, ma anche quello in grado di dare i prodotti più eleganti, complessi e longevi.Nel Metodo Classico, una volta ottenuto il vino base di partenza, si aggiungono nella bottiglia gli zuccheri e i lieviti necessari per avviare una secon-da fermentazione alcolica (rifermentazione) che produce anidride carbonica la quale, venendosi a trovare in un ambiente chiuso ermeticamente (la bottiglia tappata con il tappo a corona), si discio-glie nel liquido originando la spuma.La sosta sui lieviti, detta presa di spuma, nei pro-dotti di qualità va dai 18 mesi in su e può spingersi fino a 50 o 100 mesi e più nelle grandi selezioni. Dopo la sosta sui lieviti si procede alla sboccatura, durante la quale viene tolto il tappo a corona per liberare il vino dai residui di fermentazione che lo intorbidiscono e per aggiungere la liqueur d’expedi-tion (uno sciroppo di dosaggio che varia da azien-da ad azienda e da vino a vino, composto general-mente da vino e zucchero, o solo da vino nei “non

cosa signiFica brut?

È possibile classificare gli spumanti anche in base al contenuto di zuccheri. il brut, che spesso erroneamente è considerato sinonimo di spumante tout court, in realtà è solo una tra le diverse tipologie di spumante, né troppo secco, né troppo morbido, una via di mezzo che accontenta (quasi) tutti. alcuni preferiscono i più secchi e decisi nature o pas dosè, con meno di 3 g/l di zuccheri, o gli extra brut, meno di 6 g/l, mentre i brut devono avere meno di 12 g/l. per gli amanti delle morbidezze è meglio orientarsi sugli extra dry (molti prosecco rientrano in questa categoria), da 12 a 17 g/l, o sui dry (17-32 g/l), per arrivare a dolcezze più adatte al fine pasto nei demi sec, 32-50 g/l, e nei dolci, che oltrepassano i 50 g/l.

da bere spumante

Festosi ed esclusivi, briosi e seducenti, i vini Spumanti allietano i palati degli ap-passionati che, in numero sempre mag-giore, li scelgono. L’obbligo di berli solo a Natale, o comunque in occasioni di festa,

per fortuna è stato superato. Ora si beve Spumante 365 giorni all’anno e non solo all’ora dell’aperitivo.E il consumo di bollicine è in crescita. Nel 2011 sono state stappate circa 420 milioni di bottiglie di Spumante italiano, 270 milioni delle quali all’este-ro. Siamo i maggiori esportatori in quantità e i terzi produttori dopo Francia e Germania.

lo “spumante”Di vini con le bollicine se ne parla fin dal Medioe-vo e nel 1622 i medici marchigiani sottolineavano le proprietà salutistiche dei vini spumeggianti. Ma cos’è uno “Spumante”? Ci troviamo di fronte a un termine molto generico dietro al quale si nascon-

dosati”) per tapparlo definitivamente con il tappo di sughero che prende la caratteristica forma a fungo e sigillarlo con la gabbietta che impedirà al tappo di fuoriuscire per l’alta pressione interna.

le denominazioni di origineFranciacortaLa storia spumantistica di quest’area, posta nelle colline lombarde tra Brescia e l’estremità sud del Lago d’Iseo, inizia nei primi anni Sessanta, ma è solo 20 anni dopo ad avere inizio il vero e proprio boom. È stato uno dei fenomeni più clamorosi che la storia del vino italiano ricordi, avvenuto anche gra-zie all’intuizione di legare, come il modello Cham-penoise, il nome del vino a quello del territorio di provenienza, quindi di identificare con un unico ter-mine un territorio, una filosofia produttiva e un vino.Le varie versioni, prodotte con chardonnay, pinot bianco e pinot nero, si dividono in: Franciacorta (18 mesi sui lieviti), Satèn (fatto solo con uve bianche e solo in versione Brut, più morbido per il minor contenuto di anidride carbonica), Rosè, Millesimato (ottenuto per almeno l’85% da un’unica annata e dopo almeno 30 mesi sui lieviti), Riserva (un millesi-mato con almeno 60 mesi sui lieviti).

dono tipologie piuttosto diverse tra loro, anche se accomunate dalla presenza di bollicine e da una pressione interna di almeno 3 bar (3,5 per i VSQ, Vini Spumanti di Qualità) dovuta all’anidride car-bonica presente.Esistono due grandi tipologie di Spumante: il Me-todo Classico e il Metodo Charmat o Martinotti. Il 95% della produzione nazionale, circa 400 milioni di bottiglie, rientra tra i Metodo Charmat (Prosec-co e Asti in testa), mentre la Francia nel 2011 è ar-rivata a 490 milioni di bottiglie totali, il 95% delle quali ottenuto con il Metodo Champenoise o della rifermentazione in bottiglia, che in Italia chiamia-mo Metodo Classico.

il metodo classicoI Metodo Classico sono stati creati proprio se-guendo il modello Champenoise, anche nelle uve più utilizzate: chardonnay e pinot nero. I più ven-

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dA sempre simbolo delle Feste e delle ricorrenZe, Gli spumAnti oGGi si stAppAno in molte Altre occAsioni, percHé oltre AllA FrescHeZZA

e AllA FAcilitÀ di bevA se ne AppreZZAno le cApAcitÀ di AbbinAmento con il cibo di vittorio barbieri

Brindandotutto l’anno

duti sono Franciacorta e Trento, rispettivamente con 11 e 8,5 milioni di bottiglie commercializzate tra Italia ed estero.Il metodo della rifermentazione in bottiglia è il più difficile e affascinante, ma anche quello in grado di dare i prodotti più eleganti, complessi e longevi.Nel Metodo Classico, una volta ottenuto il vino base di partenza, si aggiungono nella bottiglia gli zuccheri e i lieviti necessari per avviare una secon-da fermentazione alcolica (rifermentazione) che produce anidride carbonica la quale, venendosi a trovare in un ambiente chiuso ermeticamente (la bottiglia tappata con il tappo a corona), si discio-glie nel liquido originando la spuma.La sosta sui lieviti, detta presa di spuma, nei pro-dotti di qualità va dai 18 mesi in su e può spingersi fino a 50 o 100 mesi e più nelle grandi selezioni. Dopo la sosta sui lieviti si procede alla sboccatura, durante la quale viene tolto il tappo a corona per liberare il vino dai residui di fermentazione che lo intorbidiscono e per aggiungere la liqueur d’expedi-tion (uno sciroppo di dosaggio che varia da azien-da ad azienda e da vino a vino, composto general-mente da vino e zucchero, o solo da vino nei “non

cosa signiFica brut?

È possibile classificare gli spumanti anche in base al contenuto di zuccheri. il brut, che spesso erroneamente è considerato sinonimo di spumante tout court, in realtà è solo una tra le diverse tipologie di spumante, né troppo secco, né troppo morbido, una via di mezzo che accontenta (quasi) tutti. alcuni preferiscono i più secchi e decisi nature o pas dosè, con meno di 3 g/l di zuccheri, o gli extra brut, meno di 6 g/l, mentre i brut devono avere meno di 12 g/l. per gli amanti delle morbidezze è meglio orientarsi sugli extra dry (molti prosecco rientrano in questa categoria), da 12 a 17 g/l, o sui dry (17-32 g/l), per arrivare a dolcezze più adatte al fine pasto nei demi sec, 32-50 g/l, e nei dolci, che oltrepassano i 50 g/l.

da bere spumante

Festosi ed esclusivi, briosi e seducenti, i vini Spumanti allietano i palati degli ap-passionati che, in numero sempre mag-giore, li scelgono. L’obbligo di berli solo a Natale, o comunque in occasioni di festa,

per fortuna è stato superato. Ora si beve Spumante 365 giorni all’anno e non solo all’ora dell’aperitivo.E il consumo di bollicine è in crescita. Nel 2011 sono state stappate circa 420 milioni di bottiglie di Spumante italiano, 270 milioni delle quali all’este-ro. Siamo i maggiori esportatori in quantità e i terzi produttori dopo Francia e Germania.

lo “spumante”Di vini con le bollicine se ne parla fin dal Medioe-vo e nel 1622 i medici marchigiani sottolineavano le proprietà salutistiche dei vini spumeggianti. Ma cos’è uno “Spumante”? Ci troviamo di fronte a un termine molto generico dietro al quale si nascon-

dosati”) per tapparlo definitivamente con il tappo di sughero che prende la caratteristica forma a fungo e sigillarlo con la gabbietta che impedirà al tappo di fuoriuscire per l’alta pressione interna.

le denominazioni di origineFranciacortaLa storia spumantistica di quest’area, posta nelle colline lombarde tra Brescia e l’estremità sud del Lago d’Iseo, inizia nei primi anni Sessanta, ma è solo 20 anni dopo ad avere inizio il vero e proprio boom. È stato uno dei fenomeni più clamorosi che la storia del vino italiano ricordi, avvenuto anche gra-zie all’intuizione di legare, come il modello Cham-penoise, il nome del vino a quello del territorio di provenienza, quindi di identificare con un unico ter-mine un territorio, una filosofia produttiva e un vino.Le varie versioni, prodotte con chardonnay, pinot bianco e pinot nero, si dividono in: Franciacorta (18 mesi sui lieviti), Satèn (fatto solo con uve bianche e solo in versione Brut, più morbido per il minor contenuto di anidride carbonica), Rosè, Millesimato (ottenuto per almeno l’85% da un’unica annata e dopo almeno 30 mesi sui lieviti), Riserva (un millesi-mato con almeno 60 mesi sui lieviti).

dono tipologie piuttosto diverse tra loro, anche se accomunate dalla presenza di bollicine e da una pressione interna di almeno 3 bar (3,5 per i VSQ, Vini Spumanti di Qualità) dovuta all’anidride car-bonica presente.Esistono due grandi tipologie di Spumante: il Me-todo Classico e il Metodo Charmat o Martinotti. Il 95% della produzione nazionale, circa 400 milioni di bottiglie, rientra tra i Metodo Charmat (Prosec-co e Asti in testa), mentre la Francia nel 2011 è ar-rivata a 490 milioni di bottiglie totali, il 95% delle quali ottenuto con il Metodo Champenoise o della rifermentazione in bottiglia, che in Italia chiamia-mo Metodo Classico.

il metodo classicoI Metodo Classico sono stati creati proprio se-guendo il modello Champenoise, anche nelle uve più utilizzate: chardonnay e pinot nero. I più ven-

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da bere spumante

TrentoIn Trentino invece la storia inizia con Giulio Fer-rari, reduce da esperienze in Champagne, agli inizi del Novecento. Oggi l’area di produzione prende in considerazione numerosi Comuni in provincia di Trento, sullo sfondo delle Dolomiti, da cui proven-gono le tipologie Bianco (minimo 15 mesi sui lieviti), anche Millesimato (24 mesi) e Riserva (36 mesi), e il Rosè. Si possono usare le stesse uve del Franciacorta con l’eventuale aggiunta di pinot meunier.Gli altriDa non dimenticare l’Oltrepò Pavese, che è terra storica del Metodo Classico, qui prodotto dal 1870, e oggi del progetto Cruasè, Rosè naturale ottenuto da sole uve pinot nero (nelle altre denominazioni il Rosé può provenire anche da uve bianche) e l’Al-ta Langa, idea di Metodo Classico piemontese che ridà vigore all’intuizione di Gancia, che nel 1865 produsse un vino chiamato “Champagne italiano”.

il metodo charmat o martinottiEsiste poi il Metodo Charmat (nome dell’ingegnere francese che brevettò il metodo) o Martinotti (enolo-go italiano che ideò il metodo, ma senza brevettarlo), talvolta detto Metodo Italiano, dove la rifermenta-zione avviene in grossi contenitori di acciaio chia-mati autoclavi, che lavorano a pressione costante e sono in grado di dare, in tempi più ridotti (più o

meno dai 30 giorni ai 6-9 mesi, raramente di più), prodotti immediati e semplici che esaltano la fre-schezza degli aromi. Gli Charmat vengono realizzati in quasi tutta la pe-nisola, spesso a partire da uve tipiche dei territori di produzione. Il Prosecco e gli Spumanti da uve aro-matiche vengono prodotti con questo Metodo.

con quali piatti gustarliGli Spumanti, vista l’ampia varietà tipologica, si pre-stano ad accompagnare numerosi piatti dall’antipa-sto al dolce. I Metodo Charmat sono ottimi da aperitivo, ma sono adatti a molti antipasti e a paste di pesce; da provare anche i Rosè da pinot nero con una tartare di cavallo o con pollame al forno. I Metodo Classico più semplici sono adatti a frutti di mare crudi o lessati, insalate di mare e salumi; quelli più complessi, oltre a sposarsi bene con salumi sta-gionati, danno il meglio con ostriche crude, tartufi, foie gras, pesci affumicati, caviale e carni bianche. Con i dolci meglio optare per un Asti, oppure un Metodo Classico Demi Sec.E occhio alla stappatura. Un tappo malamente ge-stito da un inesperto stappatore può schizzare senza controllo e provocare danni gravi agli occhi, oltre che troncare sul nascere allegri festeggiamenti o ro-mantici duetti.

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da bere spumante

TrentoIn Trentino invece la storia inizia con Giulio Fer-rari, reduce da esperienze in Champagne, agli inizi del Novecento. Oggi l’area di produzione prende in considerazione numerosi Comuni in provincia di Trento, sullo sfondo delle Dolomiti, da cui proven-gono le tipologie Bianco (minimo 15 mesi sui lieviti), anche Millesimato (24 mesi) e Riserva (36 mesi), e il Rosè. Si possono usare le stesse uve del Franciacorta con l’eventuale aggiunta di pinot meunier.Gli altriDa non dimenticare l’Oltrepò Pavese, che è terra storica del Metodo Classico, qui prodotto dal 1870, e oggi del progetto Cruasè, Rosè naturale ottenuto da sole uve pinot nero (nelle altre denominazioni il Rosé può provenire anche da uve bianche) e l’Al-ta Langa, idea di Metodo Classico piemontese che ridà vigore all’intuizione di Gancia, che nel 1865 produsse un vino chiamato “Champagne italiano”.

il metodo charmat o martinottiEsiste poi il Metodo Charmat (nome dell’ingegnere francese che brevettò il metodo) o Martinotti (enolo-go italiano che ideò il metodo, ma senza brevettarlo), talvolta detto Metodo Italiano, dove la rifermenta-zione avviene in grossi contenitori di acciaio chia-mati autoclavi, che lavorano a pressione costante e sono in grado di dare, in tempi più ridotti (più o

meno dai 30 giorni ai 6-9 mesi, raramente di più), prodotti immediati e semplici che esaltano la fre-schezza degli aromi. Gli Charmat vengono realizzati in quasi tutta la pe-nisola, spesso a partire da uve tipiche dei territori di produzione. Il Prosecco e gli Spumanti da uve aro-matiche vengono prodotti con questo Metodo.

con quali piatti gustarliGli Spumanti, vista l’ampia varietà tipologica, si pre-stano ad accompagnare numerosi piatti dall’antipa-sto al dolce. I Metodo Charmat sono ottimi da aperitivo, ma sono adatti a molti antipasti e a paste di pesce; da provare anche i Rosè da pinot nero con una tartare di cavallo o con pollame al forno. I Metodo Classico più semplici sono adatti a frutti di mare crudi o lessati, insalate di mare e salumi; quelli più complessi, oltre a sposarsi bene con salumi sta-gionati, danno il meglio con ostriche crude, tartufi, foie gras, pesci affumicati, caviale e carni bianche. Con i dolci meglio optare per un Asti, oppure un Metodo Classico Demi Sec.E occhio alla stappatura. Un tappo malamente ge-stito da un inesperto stappatore può schizzare senza controllo e provocare danni gravi agli occhi, oltre che troncare sul nascere allegri festeggiamenti o ro-mantici duetti.

come conservare lo spumantePremettiamo che gli Spumanti, salvo rare eccezioni, non si prestano a lunghissime conservazioni dopo la sboccatura (è la data che potete trovate nella retro-etichetta). Troppo spesso succede invece che si acquista o si ri-ceve in dono una bottiglia importante e si attende che capiti l’occasione giusta per aprirla. E si aspetta-no anni e quando arriva l’occasione giusta, ahimè, il vino non ha più verve, le bollicine sono quasi sparite e ha perso tutta la sua freschezza. Le bottiglie di Spumante, così come quelle dei vini fermi, vanno conservate in cantina coricate, in modo che il tappo rimanga bagnato dal vino e resti turgi-do, impedendo così l’entrata dell’ossigeno.La temperatura del locale deve essere il più possibi-le costante: mai scendere sotto i 10-12°C e arrivare a 16-18°C al massimo; inoltre altri alimenti, quali salumi, formaggi, patate soprattutto, devono essere tenuti rigorosamente ben distanti perché il vino, at-traverso il sughero del tappo, assorbe odori che po-trebbero alterarlo. E il tempo massimo di conservazione? In generale gli spumanti dolci, tipo Asti e Bracchetto, vanno be-vuti entro l’anno successivo alla vendemmia; per i vini secchi più freschi, ottenuti con il Metodo Char-mat, si può arrivare fino a due anni; per gli Spuman-

ti classici occorre fare un distinguo. I base andreb-bero bevuti entro un paio d’anni dalla sboccatura, i millesimati entro 3-4 anni, mentre le grandi riserve di millesimi eccezionali si possono conservare fino a 6-8 anni.

per un servizio impeccabileCominciamo dal bicchiere. L’immaginario co-mune degli Spumanti prevede sostanzialmente due forme per gustarli: la coppa e la flûte. Stereotipi a volte ancora validi, ma che in certi casi consigliamo di abbandonare. Se la coppa è da riservare agli aro-matici dolci, le flûte alte e strette, con aperture poco accentuate che favoriscono la risalita delle bolle ed esaltano i profumi più immediati, sono adatte per gli Charmat, mentre flûte, o altri tipi di calici, con apertura più ampia sono adatte ai Metodo Classico per dar modo alle maggiori sfaccettature aromati-che di esprimersi con l’ossigenazione. Il bicchiere va afferrato per lo stelo, che deve essere lungo per non trasmettere calore al vino.Per quanto riguarda la temperatura di servizio consigliamo di servire gli Spumanti tra gli 8° e i 12°, salendo di temperatura via via che si passa a vini più complessi: uno spumante Metodo Classico millesimato si apprezzerà nella sua complessità e maturita a ben 14°C.

preziosi accessori

dopo aver stappato la bottiglia è necessario mantenerla in tavola alla temperatura corretta. la soluzione migliore, anche dal punto di vista estetico, rimane il secchiello portaghiaccio riempito per un terzo con ghiaccio e acqua fredda (non solo ghiaccio perché diventa difficoltoso affondare la bottiglia). l’alternativa è un funzionale, ma decisamente meno bello, contenitore di plastica preraffreddato nel freezer. non dimenticate di preparare un bel tovagliolo a fianco del secchiello: vi servirà per poter asciugare la bottiglia, quando la estraete dal ghiaccio per servire il vino. un altro accessorio necessario è un buon tappo con chiusura ermetica, nel caso non si finisca la bottiglia e la si voglia conservare per il giorno dopo.

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come conservare lo spumantePremettiamo che gli Spumanti, salvo rare eccezioni, non si prestano a lunghissime conservazioni dopo la sboccatura (è la data che potete trovate nella retro-etichetta). Troppo spesso succede invece che si acquista o si ri-ceve in dono una bottiglia importante e si attende che capiti l’occasione giusta per aprirla. E si aspetta-no anni e quando arriva l’occasione giusta, ahimè, il vino non ha più verve, le bollicine sono quasi sparite e ha perso tutta la sua freschezza. Le bottiglie di Spumante, così come quelle dei vini fermi, vanno conservate in cantina coricate, in modo che il tappo rimanga bagnato dal vino e resti turgi-do, impedendo così l’entrata dell’ossigeno.La temperatura del locale deve essere il più possibi-le costante: mai scendere sotto i 10-12°C e arrivare a 16-18°C al massimo; inoltre altri alimenti, quali salumi, formaggi, patate soprattutto, devono essere tenuti rigorosamente ben distanti perché il vino, at-traverso il sughero del tappo, assorbe odori che po-trebbero alterarlo. E il tempo massimo di conservazione? In generale gli spumanti dolci, tipo Asti e Bracchetto, vanno be-vuti entro l’anno successivo alla vendemmia; per i vini secchi più freschi, ottenuti con il Metodo Char-mat, si può arrivare fino a due anni; per gli Spuman-

ti classici occorre fare un distinguo. I base andreb-bero bevuti entro un paio d’anni dalla sboccatura, i millesimati entro 3-4 anni, mentre le grandi riserve di millesimi eccezionali si possono conservare fino a 6-8 anni.

per un servizio impeccabileCominciamo dal bicchiere. L’immaginario co-mune degli Spumanti prevede sostanzialmente due forme per gustarli: la coppa e la flûte. Stereotipi a volte ancora validi, ma che in certi casi consigliamo di abbandonare. Se la coppa è da riservare agli aro-matici dolci, le flûte alte e strette, con aperture poco accentuate che favoriscono la risalita delle bolle ed esaltano i profumi più immediati, sono adatte per gli Charmat, mentre flûte, o altri tipi di calici, con apertura più ampia sono adatte ai Metodo Classico per dar modo alle maggiori sfaccettature aromati-che di esprimersi con l’ossigenazione. Il bicchiere va afferrato per lo stelo, che deve essere lungo per non trasmettere calore al vino.Per quanto riguarda la temperatura di servizio consigliamo di servire gli Spumanti tra gli 8° e i 12°, salendo di temperatura via via che si passa a vini più complessi: uno spumante Metodo Classico millesimato si apprezzerà nella sua complessità e maturita a ben 14°C.

preziosi accessori

dopo aver stappato la bottiglia è necessario mantenerla in tavola alla temperatura corretta. la soluzione migliore, anche dal punto di vista estetico, rimane il secchiello portaghiaccio riempito per un terzo con ghiaccio e acqua fredda (non solo ghiaccio perché diventa difficoltoso affondare la bottiglia). l’alternativa è un funzionale, ma decisamente meno bello, contenitore di plastica preraffreddato nel freezer. non dimenticate di preparare un bel tovagliolo a fianco del secchiello: vi servirà per poter asciugare la bottiglia, quando la estraete dal ghiaccio per servire il vino. un altro accessorio necessario è un buon tappo con chiusura ermetica, nel caso non si finisca la bottiglia e la si voglia conservare per il giorno dopo.

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dalla fine di novembre ai primi di gennaio, il Trentino-Alto Adige vi aspetta per festeggiare insieme il Natale, tra cime innevate, borghi incantati, antichi

presepi e tante originali idee regalo artigianali di Gilda ciaruffoli

Una tazza di vin brulé tra le mani. Ne-gli occhi l’allegra intermittenza del-le luci che addobbano alberi e case. L’aria è pervasa dal profumo del le-

gno intagliato, di succulenti piatti di canederli, strudel e zelten appena sfornati, e da musiche fe-stose che accompagnano danzatori in costume ti-pico e cori natalizi. Con la neve che abbraccia la piazza, il paese e le montagne tutto attorno. Siamo in Trentino-Alto Adige. Qui, dove Natale significa

davvero tradizione e calore, in attesa della Notte Santa, ogni paese, ogni cittadina o borgo, si mette in ghingheri e dà il meglio di sé per accompagna-re il visitatore lungo un sentiero fatto di dolcezza. Il sentiero disseminato di bancarelle, o meglio di casette in legno, e stand gastronomici ricchi di pre-libatezze, dei “mercatini di Natale”, cuore di ogni manifestazione locale e punto di ritrovo per quanti desiderino respirare una boccata di limpida e rige-nerante aria di festa.

mercatiniad alta quota

viaggio in italia trentino-alto adige

un brindisi al trentinoÈ a Trento che il nostro tour tra i principali merca-tini della regione ha inizio. Dal 24 novembre, infat-ti, la cittadina si trasforma in un villaggio da fiaba grazie alle centinaia di casette in legno che spun-teranno tra le sue antiche mura. Qui, mentre i più piccoli visitano la Casa di Babbo Natale e degli Elfi del Bosco, o partecipano al concorso di decorazioni realizzate con materiali di riciclo dell’Albero Cre-Attivo, i grandi possono degustare un bicchiere di

vino partecipando a due “gustose” manifestazioni: Bollicine su Trento, presso Palazzo Roccabruna, e TrentinoDoc on the roads, che si svolge lungo le Strade del Vino e dei Sapori. Approfittate della gita per visitare il Castello del Buonconsiglio, e lasciatevi affascinare dagli affreschi del Ciclo dei Mesi, uno degli esempi più importanti di gotico internazio-nale. Da non perdere anche le originali Gallerie di Piedicastello, centro espositivo ricavato in due tun-nel stradali in disuso. Gli appassionati di arte però

Nellapaginaafianco,imercatinidiLevicoe,inquestapagina,quellidiMerano

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dalla fine di novembre ai primi di gennaio, il Trentino-Alto Adige vi aspetta per festeggiare insieme il Natale, tra cime innevate, borghi incantati, antichi

presepi e tante originali idee regalo artigianali di Gilda ciaruffoli

Una tazza di vin brulé tra le mani. Ne-gli occhi l’allegra intermittenza del-le luci che addobbano alberi e case. L’aria è pervasa dal profumo del le-

gno intagliato, di succulenti piatti di canederli, strudel e zelten appena sfornati, e da musiche fe-stose che accompagnano danzatori in costume ti-pico e cori natalizi. Con la neve che abbraccia la piazza, il paese e le montagne tutto attorno. Siamo in Trentino-Alto Adige. Qui, dove Natale significa

davvero tradizione e calore, in attesa della Notte Santa, ogni paese, ogni cittadina o borgo, si mette in ghingheri e dà il meglio di sé per accompagna-re il visitatore lungo un sentiero fatto di dolcezza. Il sentiero disseminato di bancarelle, o meglio di casette in legno, e stand gastronomici ricchi di pre-libatezze, dei “mercatini di Natale”, cuore di ogni manifestazione locale e punto di ritrovo per quanti desiderino respirare una boccata di limpida e rige-nerante aria di festa.

mercatiniad alta quota

viaggio in italia trentino-alto adige

un brindisi al trentinoÈ a Trento che il nostro tour tra i principali merca-tini della regione ha inizio. Dal 24 novembre, infat-ti, la cittadina si trasforma in un villaggio da fiaba grazie alle centinaia di casette in legno che spun-teranno tra le sue antiche mura. Qui, mentre i più piccoli visitano la Casa di Babbo Natale e degli Elfi del Bosco, o partecipano al concorso di decorazioni realizzate con materiali di riciclo dell’Albero Cre-Attivo, i grandi possono degustare un bicchiere di

vino partecipando a due “gustose” manifestazioni: Bollicine su Trento, presso Palazzo Roccabruna, e TrentinoDoc on the roads, che si svolge lungo le Strade del Vino e dei Sapori. Approfittate della gita per visitare il Castello del Buonconsiglio, e lasciatevi affascinare dagli affreschi del Ciclo dei Mesi, uno degli esempi più importanti di gotico internazio-nale. Da non perdere anche le originali Gallerie di Piedicastello, centro espositivo ricavato in due tun-nel stradali in disuso. Gli appassionati di arte però

Nellapaginaafianco,imercatinidiLevicoe,inquestapagina,quellidiMerano

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alto adige: non solo meranoA Bolzano la festa inizia il 30 novembre. Ad ani-marsi con un ricco mercatino è piazza Walther. Giovani artigiani da tutto il mondo espongono le loro opere in Piazza Municipio, e nel cortile di Pa-lazzo Campofranco si nasconde un Bosco Incantato fatto di alberi di Natale. Regalatevi un viaggio sui treni d’epoca della ferrovia di Renon, lungo un sug-gestivo tragitto che risale all’Impero austro-ungari-co, e una visita a Castel Roncolo, dove ammirare sorprendenti affreschi medievali. Spostiamoci quin-di a nord e raggiungiamo Merano, dove si svolge il mercatino forse più celebre della regione. Qui non solo la passeggiata Lungo Passirio, Piazza Terme e Piazza della Rena si vestono a festa (l’inaugurazione

del mercatino è il 29 novembre), ma anche gli splen-didi dintorni della cittadina si trasformano in scrigni di sogni e dolcezza. Come il Castello di Scena, che apre le porte a musica, letture, prelibatezze e arti-gianato locale dal 13 al 16 dicembre. O Castel Tiro-lo dove viene organizzato dal 14 al 16 dicembre un mercatino piccolissimo ma dalla qualità senza pari. Tutti i fine settimana di dicembre, inoltre, il merca-tino Thalerhof, a Lana, accompagna alla scoperta dei prodotti agricoli della zona, come erbe di mon-tagna, sali aromatizzati e cioccolata artigianale, mentre gli artisti altoatesini trovano spazio presso Castel Kallmünz. Il 29 novembre si inaugura anche il mercatino di Brunico nel Parco Tschurtschenthaler. Qui, fino al 6 gennaio, è possibile, passeggiando tra i caratteri-stici falò all’aperto, accompagnati dalle locali bande di ottoni, unirsi a una delle visite guidate alle mura della città e assistere, il 7 dicembre, alla sfilata dei Krampus. Se vi trovate a Vipiteno non mancate invece l’ap-puntamento delle 17. È a quell’ora infatti che gli an-gioletti si ritrovano in centro per aprire, giorno dopo giorno, le finestrelle del calendario dell’Avvento. Ad attendervi anche il delizioso presepe allestito presso l’imponente Torre delle Dodici, nella piazza prin-cipale dove, dal 30 novembre al 6 gennaio, si svol-ge il tradizionale mercatino. Concludiamo quindi il nostro tour a Bressanone, “la città dei presepi”,

per scalatori della storia

mmm, ovvero messner mountain museum. si tratta di un circuito 5 musei, collocati in contesti di incredibile bellezza, voluti e realizzati dal celebre alpinista reinhold messner. visitarli è un’esperienza incredibile, e non solo perché così facendo si entra in contatto diretto con la vita delle popolazioni che abitano le montagne del mondo intero. ma anche perché l’incontro tra le strutture ospitanti, dal fascino secolare, e l’allestimento museale è così riuscito da lasciare incantati. la sede centrale del mmm è a castel Firmiano, a bolzano. abbiamo poi mmm Juval, in val venosta, dedicato alla sacralità della montagna; mmm ortles, a solda, che illustra il mondo dei ghiacci; mmm dolomites, sul monte rite nel cadore, che parla di roccia e alpinismo dolomitico, e mmm ripa, dedicato ai popoli della montagna, presso il castello di brunico.

arte e sport sulla neve

dal 14 al 29 dicembre, gli appassionati di sci che si troveranno in trentino-alto adige potranno assistere alle gare italiane della coppa del mondo maschile che si svolgeranno tra val Gardena, madonna di campiglio e bormio. niente di più facile poi sarà procurarsi un paio di sci – di ciaspole, o uno slittino – e lanciarsi lungo una delle attrezzatissime piste delle province di bolzano e trento. in una regione a prevalenza montuosa, con vette che spesso superano i 3000 metri, la neve infatti non può che essere protagonista, e non solo nello sport! diverse per esempio le manifestazioni dedicate alle sculture di ghiaccio, come il concorso che si svolge dal 27 al 30 dicembre (anche se le opere potranno essere ammirate fino allo scioglimento) a selva Gardena, quest’anno a tema animali delle alpi.

non potranno fare a meno di raggiungere Rovereto. Qui, perdetevi tra gli stand del Natale dei Popoli: presepi da tutto il mondo e una tenda in stile bedui-no dedicata all’artigianato di Betlemme renderanno ancor più magica la passeggiata nel centro storico. Non prima però di avere fatto visita al Mart, museo di arte moderna e contemporanea che nel 2012 fe-steggia il suo decimo compleanno. Tornando nei pressi di Trento, fate sosta a Santa Massenza, dove, nella cornice del mercatino nata-lizio (ogni fine settimana dal 24 novembre al 16 di-cembre) si svolgono due manifestazioni dedicate alla grappa: Spirito Artigiano nel Borgo della Grappa e, dal 7 al 9 dicembre, La Notte degli Alambicchi Accesi. Nel vicino borgo di Calavino, il Rione Mas, nucleo più antico del paese, si trasforma invece in un

viaggio in italia trentino-alto adige

UnaviailluminatadiMerano

suggestivo presepio vivente. Da vedere. Spostandoci in Valsugana, raggiungiamo Levico Terme, meta di villeggiatura preferita dalla nobiltà mitteleuropea tra Otto e Novecento. A ospitare il mercatino (dal 24 novembre al 6 gennaio) è il Parco degli Asburgo. Visitatelo all’imbrunire, quando luci soffuse illumi-nano le maestose piante del secolare arboreto. Un angolo di paradiso. Per i più piccoli verrà allestita una fattoria in miniatura, dove divertirsi mentre i genitori partecipano alla Festa della Polenta o a quella dei “Formai de Malga”, alcuni degli eventi in programma nel Parco. Perzenland e la Valle In-cantata è invece il titolo della manifestazione che si svolge a Pergine dal 10 novembre. Qui i visitatori vengono accompagnati in un mondo antico dove

ammirare artigiani e scultori dare vita ad autenti-che opere d’arte. Un pony accompagnerà i bambini nelle loro passeggiate e i Krampus, spettacolari dia-voli legati a San Nicolò e usciti dalle miniere della Val dei Mocheni – la valle incantata – faranno loro compagnia durante le giornate di festa. Natalarte è, infine, la manifestazione che si tiene a Caldonazzo, località nota per il suo lago (il più grande del Tren-tino), dove vi aspetta una mostra-mercato di pezzi unici realizzati da artisti locali (ogni fine settimana dal 24 novembre al 23 dicembre).

A Rovereto dedicate una visita agli stand del Natale dei Popoli con presepi da tutto il mondo e una tenda in stile beduino omaggio all’artigianato di Betlemme

IlmercatinonataliziodiBrunico

IlcastellodiJuvainValVenosta

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alto adige: non solo meranoA Bolzano la festa inizia il 30 novembre. Ad ani-marsi con un ricco mercatino è piazza Walther. Giovani artigiani da tutto il mondo espongono le loro opere in Piazza Municipio, e nel cortile di Pa-lazzo Campofranco si nasconde un Bosco Incantato fatto di alberi di Natale. Regalatevi un viaggio sui treni d’epoca della ferrovia di Renon, lungo un sug-gestivo tragitto che risale all’Impero austro-ungari-co, e una visita a Castel Roncolo, dove ammirare sorprendenti affreschi medievali. Spostiamoci quin-di a nord e raggiungiamo Merano, dove si svolge il mercatino forse più celebre della regione. Qui non solo la passeggiata Lungo Passirio, Piazza Terme e Piazza della Rena si vestono a festa (l’inaugurazione

del mercatino è il 29 novembre), ma anche gli splen-didi dintorni della cittadina si trasformano in scrigni di sogni e dolcezza. Come il Castello di Scena, che apre le porte a musica, letture, prelibatezze e arti-gianato locale dal 13 al 16 dicembre. O Castel Tiro-lo dove viene organizzato dal 14 al 16 dicembre un mercatino piccolissimo ma dalla qualità senza pari. Tutti i fine settimana di dicembre, inoltre, il merca-tino Thalerhof, a Lana, accompagna alla scoperta dei prodotti agricoli della zona, come erbe di mon-tagna, sali aromatizzati e cioccolata artigianale, mentre gli artisti altoatesini trovano spazio presso Castel Kallmünz. Il 29 novembre si inaugura anche il mercatino di Brunico nel Parco Tschurtschenthaler. Qui, fino al 6 gennaio, è possibile, passeggiando tra i caratteri-stici falò all’aperto, accompagnati dalle locali bande di ottoni, unirsi a una delle visite guidate alle mura della città e assistere, il 7 dicembre, alla sfilata dei Krampus. Se vi trovate a Vipiteno non mancate invece l’ap-puntamento delle 17. È a quell’ora infatti che gli an-gioletti si ritrovano in centro per aprire, giorno dopo giorno, le finestrelle del calendario dell’Avvento. Ad attendervi anche il delizioso presepe allestito presso l’imponente Torre delle Dodici, nella piazza prin-cipale dove, dal 30 novembre al 6 gennaio, si svol-ge il tradizionale mercatino. Concludiamo quindi il nostro tour a Bressanone, “la città dei presepi”,

per scalatori della storia

mmm, ovvero messner mountain museum. si tratta di un circuito 5 musei, collocati in contesti di incredibile bellezza, voluti e realizzati dal celebre alpinista reinhold messner. visitarli è un’esperienza incredibile, e non solo perché così facendo si entra in contatto diretto con la vita delle popolazioni che abitano le montagne del mondo intero. ma anche perché l’incontro tra le strutture ospitanti, dal fascino secolare, e l’allestimento museale è così riuscito da lasciare incantati. la sede centrale del mmm è a castel Firmiano, a bolzano. abbiamo poi mmm Juval, in val venosta, dedicato alla sacralità della montagna; mmm ortles, a solda, che illustra il mondo dei ghiacci; mmm dolomites, sul monte rite nel cadore, che parla di roccia e alpinismo dolomitico, e mmm ripa, dedicato ai popoli della montagna, presso il castello di brunico.

arte e sport sulla neve

dal 14 al 29 dicembre, gli appassionati di sci che si troveranno in trentino-alto adige potranno assistere alle gare italiane della coppa del mondo maschile che si svolgeranno tra val Gardena, madonna di campiglio e bormio. niente di più facile poi sarà procurarsi un paio di sci – di ciaspole, o uno slittino – e lanciarsi lungo una delle attrezzatissime piste delle province di bolzano e trento. in una regione a prevalenza montuosa, con vette che spesso superano i 3000 metri, la neve infatti non può che essere protagonista, e non solo nello sport! diverse per esempio le manifestazioni dedicate alle sculture di ghiaccio, come il concorso che si svolge dal 27 al 30 dicembre (anche se le opere potranno essere ammirate fino allo scioglimento) a selva Gardena, quest’anno a tema animali delle alpi.

non potranno fare a meno di raggiungere Rovereto. Qui, perdetevi tra gli stand del Natale dei Popoli: presepi da tutto il mondo e una tenda in stile bedui-no dedicata all’artigianato di Betlemme renderanno ancor più magica la passeggiata nel centro storico. Non prima però di avere fatto visita al Mart, museo di arte moderna e contemporanea che nel 2012 fe-steggia il suo decimo compleanno. Tornando nei pressi di Trento, fate sosta a Santa Massenza, dove, nella cornice del mercatino nata-lizio (ogni fine settimana dal 24 novembre al 16 di-cembre) si svolgono due manifestazioni dedicate alla grappa: Spirito Artigiano nel Borgo della Grappa e, dal 7 al 9 dicembre, La Notte degli Alambicchi Accesi. Nel vicino borgo di Calavino, il Rione Mas, nucleo più antico del paese, si trasforma invece in un

viaggio in italia trentino-alto adige

UnaviailluminatadiMerano

suggestivo presepio vivente. Da vedere. Spostandoci in Valsugana, raggiungiamo Levico Terme, meta di villeggiatura preferita dalla nobiltà mitteleuropea tra Otto e Novecento. A ospitare il mercatino (dal 24 novembre al 6 gennaio) è il Parco degli Asburgo. Visitatelo all’imbrunire, quando luci soffuse illumi-nano le maestose piante del secolare arboreto. Un angolo di paradiso. Per i più piccoli verrà allestita una fattoria in miniatura, dove divertirsi mentre i genitori partecipano alla Festa della Polenta o a quella dei “Formai de Malga”, alcuni degli eventi in programma nel Parco. Perzenland e la Valle In-cantata è invece il titolo della manifestazione che si svolge a Pergine dal 10 novembre. Qui i visitatori vengono accompagnati in un mondo antico dove

ammirare artigiani e scultori dare vita ad autenti-che opere d’arte. Un pony accompagnerà i bambini nelle loro passeggiate e i Krampus, spettacolari dia-voli legati a San Nicolò e usciti dalle miniere della Val dei Mocheni – la valle incantata – faranno loro compagnia durante le giornate di festa. Natalarte è, infine, la manifestazione che si tiene a Caldonazzo, località nota per il suo lago (il più grande del Tren-tino), dove vi aspetta una mostra-mercato di pezzi unici realizzati da artisti locali (ogni fine settimana dal 24 novembre al 23 dicembre).

A Rovereto dedicate una visita agli stand del Natale dei Popoli con presepi da tutto il mondo e una tenda in stile beduino omaggio all’artigianato di Betlemme

IlmercatinonataliziodiBrunico

IlcastellodiJuvainValVenosta

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• 800 g di spinaci • 300 g di pane casereccio raffermo• 40 ml di latte • 1 cucchiaio di farina bianca “00”• 2 cucchiai di pangrattato • 30 g di burro• 1 spicchio d’aglio • 1 cipolla piccola • 2 uova • noce moscata • sale e pepeper il condimento • 80 g di burro • 4 cucchiai di parmigiano

preparazione 30 minuti cottura 30 minutiesecuzione media vino Carso Chardonnay

canederli di spinaciper 4 persone

Tagliate il pane a dadini e bagnatelo nel latte. Sciacquate gli spinaci e lessateli in poca acqua salata. Scolateli, strizzateli bene e tritateli finemente.

Fate sciogliere il burro in una casseruola e rosolatevi lo spicchio d’aglio e la cipolla tritata; aggiungete gli spinaci e lasciate insaporire per 5 minuti. Unite le uova e gli spinaci al pane strizzato, mescolate bene, salate e pepate e profumate con un pizzico di noce moscata.

Aggiungete poi la farina e il pangrattato e amalgamate bene il tutto. Con il composto così ottenuto formate dei canederli e lessateli in acqua bollente salata per circa 15 minuti. Scolateli con un mestolo forato e serviteli ben caldi conditi con il burro fuso e il parmigiano grattugiato.

inFormazioni utili

aereo• bolzano ha un suo aeroporto (www.abd-airport.it) che la collega a roma Fiumicino e olbia. Gli aeroporti più vicini a trento sono quelli di verona (www.aeroportoverona.it) e bergamo (www.sacbo.it) e il collegamento è assicurato da speciali pullman. treno e bus• trento e bolzano si trovano sulla linea ferroviaria del brennero. molti i collegamenti dalle maggiori città italiane, con coincidenza a bologna e verona. trento è anche sulla linea della valsugana da venezia. in occasione dei mercatini viene attivato uno speciale treno storico che collega trento-milano-bergamo-brescia (www.ferrovieturistiche.it). carte sconto: esistono diverse carte che consentono di avere accesso a trasporti pubblici, musei e manifestazioni a prezzi privilegiati, come la museumobil card (www.mobilcard.info) e la trentorovereto card (www.trentorovereto.it).per informazioni: www.visittrentino.it; www.suedtirol.info

consigliati dadove mangiare• cavallino bianco un’istituzione in città. cucina tipica tirolese (prezzo medio 25 euro). via bottai, bolzano; www.weissesroessl.org/it

dove (nello stesso periodo) si svolge il mercatino ai piedi del magnifico Duomo. Del Duomo visitate an-che i sontuosi interni e il chiostro con i suoi affreschi. Da non perdere il vicino Museo Diocesano che cu-stodisce una ricca raccolta di presepi storici. Ce n’è uno, in particolare. È stato realizzato nell’Ottocento. Racconta tutta la vita di Cristo, e lo fa attraverso cin-

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• Forsterbrau storica birreria in centro con cucina tipica e abbondante (prezzo medio 20 euro). corso della libertà 90, merano; www.forsterbrau.it• al trivio tradizione rivisitata in pieno centro storico (menù degustazione 37 euro. via campiello del trivio 11, rovereto; www.altrivio.it).

dove dormire• b&b eden ambiente tipico, posizione strategica. singola da 45 euro. via roma 27, trento;www.bbeden.it• hotel greif 33 stanze, tutte diverse (anche nelle facilities), nate dalla creatività di vari artisti (singola da 113 euro). piazza Walther, bolzano; www.greif.it• romantik hotel turm arte e benessere tra le mura di una struttura del Xiii sec. addossata a una rupe (singola da 116 euro). piazza chiesa 9, Fie allo sciliar (bz); www.hotelturm.it

dove comprare• Gli addobbi per l’albero di natale in vetro, ceramica e legno, ma anche le corone dell’avvento o le ciabatte in feltro, tutti realizzati a mano. presso gli stand dei prodotti tipici dell’alto adige, inoltre, è possibile acquistare miele o pacchetti di mele essiccate contribuendo all’iniziativa solidale sos-Kinderdorf italia.

viaggio in italia trentino-alto adige

una mela al giorno…

se è una pausa di relax quella che cercate, il trentino-alto adige fa per voi. tra i principali centri dedicati al benessere, ricordiamo per esempio le terme di merano, che utilizzano le acque ricche di radon del monte san vigilio. presso questa splendida struttura è anche possibile sottoporsi a trattamenti effettuati utilizzando le materie prime locali, dalle mele all’uva, dal pino mugo alla lana. un approccio condiviso da molte realtà della zona, e che porta a sempre nuove scoperte. l’ultima? con la quarzite argentata estratta dalla finestra dei tauri in val di vizze, mista a erbe aromatiche, alla resina e ai fiori della valle aurina, è possibile fare massaggi energizzanti senza pari.

quemila personaggi realizzati a mano. Un’opera di rara maestria, esempio altissimo di quell’attenzione alle tradizioni e di quell’abilità artigiana, che, uni-te a una rara gentilezza e allo spirito di accoglienza unico della gente di questa regione, contribuisco-no a rendere ogni viaggio in Trentino-Alto Adige un’esperienza indimenticabile.

VARIANTI SUL TEMA

non mancano. oltre a quelli in ricetta sono molto diffusi i canederli al formaggio e allo speck. si servono in brodo, ma anche asciutti conditi con burro fuso, funghi porcini, spinaci o fegato di vitello.

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• 800 g di spinaci • 300 g di pane casereccio raffermo• 40 ml di latte • 1 cucchiaio di farina bianca “00”• 2 cucchiai di pangrattato • 30 g di burro• 1 spicchio d’aglio • 1 cipolla piccola • 2 uova • noce moscata • sale e pepeper il condimento • 80 g di burro • 4 cucchiai di parmigiano

preparazione 30 minuti cottura 30 minutiesecuzione media vino Carso Chardonnay

canederli di spinaciper 4 persone

Tagliate il pane a dadini e bagnatelo nel latte. Sciacquate gli spinaci e lessateli in poca acqua salata. Scolateli, strizzateli bene e tritateli finemente.

Fate sciogliere il burro in una casseruola e rosolatevi lo spicchio d’aglio e la cipolla tritata; aggiungete gli spinaci e lasciate insaporire per 5 minuti. Unite le uova e gli spinaci al pane strizzato, mescolate bene, salate e pepate e profumate con un pizzico di noce moscata.

Aggiungete poi la farina e il pangrattato e amalgamate bene il tutto. Con il composto così ottenuto formate dei canederli e lessateli in acqua bollente salata per circa 15 minuti. Scolateli con un mestolo forato e serviteli ben caldi conditi con il burro fuso e il parmigiano grattugiato.

inFormazioni utili

aereo• bolzano ha un suo aeroporto (www.abd-airport.it) che la collega a roma Fiumicino e olbia. Gli aeroporti più vicini a trento sono quelli di verona (www.aeroportoverona.it) e bergamo (www.sacbo.it) e il collegamento è assicurato da speciali pullman. treno e bus• trento e bolzano si trovano sulla linea ferroviaria del brennero. molti i collegamenti dalle maggiori città italiane, con coincidenza a bologna e verona. trento è anche sulla linea della valsugana da venezia. in occasione dei mercatini viene attivato uno speciale treno storico che collega trento-milano-bergamo-brescia (www.ferrovieturistiche.it). carte sconto: esistono diverse carte che consentono di avere accesso a trasporti pubblici, musei e manifestazioni a prezzi privilegiati, come la museumobil card (www.mobilcard.info) e la trentorovereto card (www.trentorovereto.it).per informazioni: www.visittrentino.it; www.suedtirol.info

consigliati dadove mangiare• cavallino bianco un’istituzione in città. cucina tipica tirolese (prezzo medio 25 euro). via bottai, bolzano; www.weissesroessl.org/it

dove (nello stesso periodo) si svolge il mercatino ai piedi del magnifico Duomo. Del Duomo visitate an-che i sontuosi interni e il chiostro con i suoi affreschi. Da non perdere il vicino Museo Diocesano che cu-stodisce una ricca raccolta di presepi storici. Ce n’è uno, in particolare. È stato realizzato nell’Ottocento. Racconta tutta la vita di Cristo, e lo fa attraverso cin-

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• Forsterbrau storica birreria in centro con cucina tipica e abbondante (prezzo medio 20 euro). corso della libertà 90, merano; www.forsterbrau.it• al trivio tradizione rivisitata in pieno centro storico (menù degustazione 37 euro. via campiello del trivio 11, rovereto; www.altrivio.it).

dove dormire• b&b eden ambiente tipico, posizione strategica. singola da 45 euro. via roma 27, trento;www.bbeden.it• hotel greif 33 stanze, tutte diverse (anche nelle facilities), nate dalla creatività di vari artisti (singola da 113 euro). piazza Walther, bolzano; www.greif.it• romantik hotel turm arte e benessere tra le mura di una struttura del Xiii sec. addossata a una rupe (singola da 116 euro). piazza chiesa 9, Fie allo sciliar (bz); www.hotelturm.it

dove comprare• Gli addobbi per l’albero di natale in vetro, ceramica e legno, ma anche le corone dell’avvento o le ciabatte in feltro, tutti realizzati a mano. presso gli stand dei prodotti tipici dell’alto adige, inoltre, è possibile acquistare miele o pacchetti di mele essiccate contribuendo all’iniziativa solidale sos-Kinderdorf italia.

viaggio in italia trentino-alto adige

una mela al giorno…

se è una pausa di relax quella che cercate, il trentino-alto adige fa per voi. tra i principali centri dedicati al benessere, ricordiamo per esempio le terme di merano, che utilizzano le acque ricche di radon del monte san vigilio. presso questa splendida struttura è anche possibile sottoporsi a trattamenti effettuati utilizzando le materie prime locali, dalle mele all’uva, dal pino mugo alla lana. un approccio condiviso da molte realtà della zona, e che porta a sempre nuove scoperte. l’ultima? con la quarzite argentata estratta dalla finestra dei tauri in val di vizze, mista a erbe aromatiche, alla resina e ai fiori della valle aurina, è possibile fare massaggi energizzanti senza pari.

quemila personaggi realizzati a mano. Un’opera di rara maestria, esempio altissimo di quell’attenzione alle tradizioni e di quell’abilità artigiana, che, uni-te a una rara gentilezza e allo spirito di accoglienza unico della gente di questa regione, contribuisco-no a rendere ogni viaggio in Trentino-Alto Adige un’esperienza indimenticabile.

VARIANTI SUL TEMA

non mancano. oltre a quelli in ricetta sono molto diffusi i canederli al formaggio e allo speck. si servono in brodo, ma anche asciutti conditi con burro fuso, funghi porcini, spinaci o fegato di vitello.

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rosticciata di carne e patate (HerrnGeröstel)

• 600 g di carne di vitello • 1,5 kg di patate • 160 g di burro• 1 cipolla • 2 foglie d’alloro • 1 mazzetto di prezzemolo • maggiorana • sale e pepe

preparazione 25 minuti cottura 40 minutiesecuzione facile vino Alto Adige Lagrein Dunkel

Tritate la cipolla e imbionditela nella metà del burro. Appena dorata aggiungete anche la carne tagliata a stiscioline e rosolate il tutto a fiamma vivace.

A parte in una padella con il rimanente burro cuocete le patate, precedentemente spellate e lessate, tagliate a fettine, quindi unitele alla carne mescolando bene il tutto.

Aggiustate di sale, pepe, insaporite con foglie d’alloro e poca maggiorana. Spolverizzate di prezzemolo tritato e servite la rosticciata ben calda con le patate e, a piacere, con un’insalatina fresca.

• 300 g di farina di segale • 200 g di farina bianca “00”• 1 cucchiaio di trifoglio montano• 1 cucchiaio di semi di finocchio• 25 g di lievito di birra • sale

preparazione 40 minuti cottura 30 minutiesecuzione media

Su una spianatoia disponete le 2 farine setacciate, aggiungete un pizzico di sale, unite il trifoglio e i semi di finocchio. Mescolate bene il tutto, formate un cratere e versatevi al centro acqua tiepida, in cui avrete precedentemente sciolto il lievito di birra, sufficiente a ottenere un composto liscio e omogeneo di media consistenza. Lavorate energicamente e a lungo l’impasto fino a omogeneizzare il tutto, modellate un panetto e lasciatelo lievitare per circa 2 ore.

Dividete la pasta in 6 panetti tondi e schiacciateli con le mani formando delle pizzette tonde non troppo sottili. Distribuitele su una placca da forno foderata con carta da forno, bucherellate la superficie con una forchetta (o premete con la punta delle dita per formare degli incavi) e cuocete a 200°C per circa 30 minuti. Servite le focaccine schiacciate tiepide.

focaccine scHiacciate (scHuttelbrot)

per 4 persone per 4-6 persone

strudel di Mele

• 350 g di farina bianca “00” • 90 g di burro • 1 uovo • 2 tuorli • olio d’oliva extravergine • saleper il ripieno • 6 mele di qualità acidula • 2 cucchiai di pangrattato • 3 cucchiai di zucchero • rum• 1/2 cucchiaino di cannella in polvere • 2 cucchiai d’uvetta

preparazione 60 minuti cottura 60 minutiesecuzione media vino Trentino Moscato Giallo

Sulla spianatoia disponete 300 g di farina a fontana: versatevi al centro l’uovo, 1 tuorlo, 50 g di burro fuso a bagnomaria, un pizzico di sale e acqua tiepida sufficiente a impastare tutti gli ingredienti. Lavorate fino a ottenere una pasta liscia ed elastica. Ungetevi le mani con l’olio e date all’impasto la forma di una palla, quindi lasciate riposare per 1 ora in luogo asciutto.

Nel frattempo, sbucciate le mele, affettatele sottili e irroratele con il Rum. Mettete in ammollo in acqua tiepida l’uvetta, per circa 10 minuti, poi strizzatela e asciugatela. Unite l’uvetta alle mele, aggiungete lo zucchero e la cannella e mescolate.

Disponete sulla spianatoia un ampio canovaccio infarinato e stendete la pasta col mattarello per ottenere una sfoglia sottile, cercando di darle una forma ovale. Spennellate la superficie con burro fuso, cospargetela di pangrattato e sistematevi sopra il ripieno, lasciando libero un bordo di pasta di circa 2,5 cm. Sollevate i lembi del canovaccio e arrotolate lo strudel su se stesso, poi premete bene all’estremità del rotolo, in modo che non fuoriesca il ripieno in cottura.

Fate scivolare il rotolo sulla piastra imburrata e spennellatene la superficie con burro sciolto e mescolato al tuorlo. Infornate a 200°C per circa 15 minuti poi, abbassate la temperatura a 180°C e ultimate la cottura. Servite lo strudel caldo spolverizzando, a piacere, di zucchero a velo.

per 4-6 persone

• 4 mele • 1 vasetto di marmellata di mirtilli rossi • cannella in polvere • zucchero • olio di semi per friggereper la pastella • 200 g di farina bianca “00”• 50 g di zucchero • 1 bicchiere di latte • 4 uova • 1 cucchiaio di olio d’oliva extravergine • sale

preparazione 30 minuti cottura 15 minutiesecuzione facile vino Alto Adige Moscato Rosa

Lavate e asciugate bene le mele, eliminate il torsolo quindi tagliatele a fette dello spessore di circa 1/2 cm. Disponetele in un piatto e cospargetele di zucchero e cannella. Ricoprite con un canovaccio e lasciate riposare.

In una terrina capiente versate prima la farina setacciata con metà dello zucchero, poi il latte, i tuorli e infine l’olio. Lavorate con una frusta fino a ottenere una pastella omogenea e piuttosto densa.

Separatamente montate gli albumi a neve ferma, aggiungete lo zucchero restante e la crema fatta con i tuorli, amalgamando bene il tutto. Passate le mele nella pastella e tuffatele in abbondante olio bollente, finché sono ben dorate. A quel punto, toglietele con l’aiuto della paletta forata e spolveratele abbondantemente di cannella e zucchero.

Servite le frittelle calde, accompagnate da marmellata di mirtilli rossi o, mirtilli freschi.

frittelle di Mele con Mirtilli per 4 persone

LA CURIOSITà

si preparano in tutta la provincia di bolzano e si possono trovare anche aromatizzate con cumino o trigonella o con l’aggiunta di trifoglio di montagna nell’impasto. da provare tiepide con lo speck.

il COnSiGliOper questa ricetta è preferibile utilizzare carne adatta da fare a fettine, per esempio la coscia di vitello. se dovesse asciugarsi troppo in cottura potete irrorare con sugo di arrosto.

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rosticciata di carne e patate (HerrnGeröstel)

• 600 g di carne di vitello • 1,5 kg di patate • 160 g di burro• 1 cipolla • 2 foglie d’alloro • 1 mazzetto di prezzemolo • maggiorana • sale e pepe

preparazione 25 minuti cottura 40 minutiesecuzione facile vino Alto Adige Lagrein Dunkel

Tritate la cipolla e imbionditela nella metà del burro. Appena dorata aggiungete anche la carne tagliata a stiscioline e rosolate il tutto a fiamma vivace.

A parte in una padella con il rimanente burro cuocete le patate, precedentemente spellate e lessate, tagliate a fettine, quindi unitele alla carne mescolando bene il tutto.

Aggiustate di sale, pepe, insaporite con foglie d’alloro e poca maggiorana. Spolverizzate di prezzemolo tritato e servite la rosticciata ben calda con le patate e, a piacere, con un’insalatina fresca.

• 300 g di farina di segale • 200 g di farina bianca “00”• 1 cucchiaio di trifoglio montano• 1 cucchiaio di semi di finocchio• 25 g di lievito di birra • sale

preparazione 40 minuti cottura 30 minutiesecuzione media

Su una spianatoia disponete le 2 farine setacciate, aggiungete un pizzico di sale, unite il trifoglio e i semi di finocchio. Mescolate bene il tutto, formate un cratere e versatevi al centro acqua tiepida, in cui avrete precedentemente sciolto il lievito di birra, sufficiente a ottenere un composto liscio e omogeneo di media consistenza. Lavorate energicamente e a lungo l’impasto fino a omogeneizzare il tutto, modellate un panetto e lasciatelo lievitare per circa 2 ore.

Dividete la pasta in 6 panetti tondi e schiacciateli con le mani formando delle pizzette tonde non troppo sottili. Distribuitele su una placca da forno foderata con carta da forno, bucherellate la superficie con una forchetta (o premete con la punta delle dita per formare degli incavi) e cuocete a 200°C per circa 30 minuti. Servite le focaccine schiacciate tiepide.

focaccine scHiacciate (scHuttelbrot)

per 4 persone per 4-6 persone

strudel di Mele

• 350 g di farina bianca “00” • 90 g di burro • 1 uovo • 2 tuorli • olio d’oliva extravergine • saleper il ripieno • 6 mele di qualità acidula • 2 cucchiai di pangrattato • 3 cucchiai di zucchero • rum• 1/2 cucchiaino di cannella in polvere • 2 cucchiai d’uvetta

preparazione 60 minuti cottura 60 minutiesecuzione media vino Trentino Moscato Giallo

Sulla spianatoia disponete 300 g di farina a fontana: versatevi al centro l’uovo, 1 tuorlo, 50 g di burro fuso a bagnomaria, un pizzico di sale e acqua tiepida sufficiente a impastare tutti gli ingredienti. Lavorate fino a ottenere una pasta liscia ed elastica. Ungetevi le mani con l’olio e date all’impasto la forma di una palla, quindi lasciate riposare per 1 ora in luogo asciutto.

Nel frattempo, sbucciate le mele, affettatele sottili e irroratele con il Rum. Mettete in ammollo in acqua tiepida l’uvetta, per circa 10 minuti, poi strizzatela e asciugatela. Unite l’uvetta alle mele, aggiungete lo zucchero e la cannella e mescolate.

Disponete sulla spianatoia un ampio canovaccio infarinato e stendete la pasta col mattarello per ottenere una sfoglia sottile, cercando di darle una forma ovale. Spennellate la superficie con burro fuso, cospargetela di pangrattato e sistematevi sopra il ripieno, lasciando libero un bordo di pasta di circa 2,5 cm. Sollevate i lembi del canovaccio e arrotolate lo strudel su se stesso, poi premete bene all’estremità del rotolo, in modo che non fuoriesca il ripieno in cottura.

Fate scivolare il rotolo sulla piastra imburrata e spennellatene la superficie con burro sciolto e mescolato al tuorlo. Infornate a 200°C per circa 15 minuti poi, abbassate la temperatura a 180°C e ultimate la cottura. Servite lo strudel caldo spolverizzando, a piacere, di zucchero a velo.

per 4-6 persone

• 4 mele • 1 vasetto di marmellata di mirtilli rossi • cannella in polvere • zucchero • olio di semi per friggereper la pastella • 200 g di farina bianca “00”• 50 g di zucchero • 1 bicchiere di latte • 4 uova • 1 cucchiaio di olio d’oliva extravergine • sale

preparazione 30 minuti cottura 15 minutiesecuzione facile vino Alto Adige Moscato Rosa

Lavate e asciugate bene le mele, eliminate il torsolo quindi tagliatele a fette dello spessore di circa 1/2 cm. Disponetele in un piatto e cospargetele di zucchero e cannella. Ricoprite con un canovaccio e lasciate riposare.

In una terrina capiente versate prima la farina setacciata con metà dello zucchero, poi il latte, i tuorli e infine l’olio. Lavorate con una frusta fino a ottenere una pastella omogenea e piuttosto densa.

Separatamente montate gli albumi a neve ferma, aggiungete lo zucchero restante e la crema fatta con i tuorli, amalgamando bene il tutto. Passate le mele nella pastella e tuffatele in abbondante olio bollente, finché sono ben dorate. A quel punto, toglietele con l’aiuto della paletta forata e spolveratele abbondantemente di cannella e zucchero.

Servite le frittelle calde, accompagnate da marmellata di mirtilli rossi o, mirtilli freschi.

frittelle di Mele con Mirtilli per 4 persone

LA CURIOSITà

si preparano in tutta la provincia di bolzano e si possono trovare anche aromatizzate con cumino o trigonella o con l’aggiunta di trifoglio di montagna nell’impasto. da provare tiepide con lo speck.

il COnSiGliOper questa ricetta è preferibile utilizzare carne adatta da fare a fettine, per esempio la coscia di vitello. se dovesse asciugarsi troppo in cottura potete irrorare con sugo di arrosto.

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dal momento in cui l’enorme albero del rockefeller center si accende di mille luci all’esplosione di gioia del capodanno in Times Square, la Grande mela si trasforma nel Paese delle meraviglie di Gilda ciaruffoli

Cinque, quattro, tre… la tensione è alle stelle. L’attesa unisce tutti i presen-ti, emozionati e felici per il solo fatto di esserci. E un attimo dopo i cuori si

fermano e gli occhi si riempiono di luce. L’enorme abete del Rockefeller Center è finalmente acceso. Il 28 novembre si festeggia l’80° anniversario dell’at-teso evento, anche se i festeggiamenti per il Natale a New York si aprono ufficialmente il 22, con la Ma-cy’s Thanksgiving Day Parade, parata che celebra il giorno del Ringraziamento e che, con i suoi carat-teristici giganti gonfiabili, è una gioia per gli occhi di bambini e adulti. Siamo nel Midtown di Man-hattan, cuore del distretto principale della capitale mondiale dei festeggiamenti natalizi: tra novembre e dicembre, quindi, il centro del mondo!

magie in vetrina È a Manhattan che si trovano tutti i principali punti di riferimento newyorkesi, dall’Empire State Buil-ding, a Wall Strett, alla Statua della Libertà. Im-mancabile una visita al World Financial Center.

chriStmAS iN New york

viaggio nel mondo new york

DuesuggestiveimmaginidelRockefellerCenter;nellapaginaafianco,laMacy’sThanksgivingDayParade

E non solo per lo shopping che è possibile fare in questi splendidi palazzi. Ma anche perché dalle sue finestre si gode della vista più suggestiva su Ground Zero e sulla fontana commemorativa delle vittime dell’11 settembre. Se è però di shopping che voglia-mo parlare, la scelta a NY è infinita e in questo pe-riodo andare per regali è un’esperienza al limite del favoloso. La sfida tra negozi infatti è quella alla miglior vetri-na: artisti, designer e architetti si sbizzarriscono per realizzare l’allestimento più spettacolare. Blooming-dale’s, Bergdorf Goodman, Barneys… si trasforma-no così in magici set per elfi, regine dell’inverno e angeli carichi di doni. Da rimanere a bocca aperta. Per gli acquisti, inevitabile la Fifth Avenue, le botte-ghe di design e quelle di tendenza di East Village, Tribeca e Soho, e i mercatini natalizi, all’aperto e al coperto. Tra i principali ricordiamo il modaiolo Grand Central Terminal Holiday Fair, il Crafts at the Cathedral, con il suo artigianato di qualità, e il classico Union Square Park Holiday Market. Dopo lo shopping concedetevi una pausa in uno dei caffè

non solo Broadway

nella Grande mela il teatro è protagonista. lo show natalizio per eccellenza è, dal 1933, il christmas spectacular del radio city music hall. in alternativa, tante le proposte dei grandi teatri di time square o degli scrigni d’avanguardia a downtown, dei locali jazz di brooklyn o del madison square Garden con i suoi maxi concerti. senza dimenticare i musical di broadway: per avere un biglietto a prezzi accettabili mettetevi in fila in uno degli sportelli tKts, potreste aggiudicarvi una raffinata matinée anche con il 50% di sconto!

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dal momento in cui l’enorme albero del rockefeller center si accende di mille luci all’esplosione di gioia del capodanno in Times Square, la Grande mela si trasforma nel Paese delle meraviglie di Gilda ciaruffoli

Cinque, quattro, tre… la tensione è alle stelle. L’attesa unisce tutti i presen-ti, emozionati e felici per il solo fatto di esserci. E un attimo dopo i cuori si

fermano e gli occhi si riempiono di luce. L’enorme abete del Rockefeller Center è finalmente acceso. Il 28 novembre si festeggia l’80° anniversario dell’at-teso evento, anche se i festeggiamenti per il Natale a New York si aprono ufficialmente il 22, con la Ma-cy’s Thanksgiving Day Parade, parata che celebra il giorno del Ringraziamento e che, con i suoi carat-teristici giganti gonfiabili, è una gioia per gli occhi di bambini e adulti. Siamo nel Midtown di Man-hattan, cuore del distretto principale della capitale mondiale dei festeggiamenti natalizi: tra novembre e dicembre, quindi, il centro del mondo!

magie in vetrina È a Manhattan che si trovano tutti i principali punti di riferimento newyorkesi, dall’Empire State Buil-ding, a Wall Strett, alla Statua della Libertà. Im-mancabile una visita al World Financial Center.

chriStmAS iN New york

viaggio nel mondo new york

DuesuggestiveimmaginidelRockefellerCenter;nellapaginaafianco,laMacy’sThanksgivingDayParade

E non solo per lo shopping che è possibile fare in questi splendidi palazzi. Ma anche perché dalle sue finestre si gode della vista più suggestiva su Ground Zero e sulla fontana commemorativa delle vittime dell’11 settembre. Se è però di shopping che voglia-mo parlare, la scelta a NY è infinita e in questo pe-riodo andare per regali è un’esperienza al limite del favoloso. La sfida tra negozi infatti è quella alla miglior vetri-na: artisti, designer e architetti si sbizzarriscono per realizzare l’allestimento più spettacolare. Blooming-dale’s, Bergdorf Goodman, Barneys… si trasforma-no così in magici set per elfi, regine dell’inverno e angeli carichi di doni. Da rimanere a bocca aperta. Per gli acquisti, inevitabile la Fifth Avenue, le botte-ghe di design e quelle di tendenza di East Village, Tribeca e Soho, e i mercatini natalizi, all’aperto e al coperto. Tra i principali ricordiamo il modaiolo Grand Central Terminal Holiday Fair, il Crafts at the Cathedral, con il suo artigianato di qualità, e il classico Union Square Park Holiday Market. Dopo lo shopping concedetevi una pausa in uno dei caffè

non solo Broadway

nella Grande mela il teatro è protagonista. lo show natalizio per eccellenza è, dal 1933, il christmas spectacular del radio city music hall. in alternativa, tante le proposte dei grandi teatri di time square o degli scrigni d’avanguardia a downtown, dei locali jazz di brooklyn o del madison square Garden con i suoi maxi concerti. senza dimenticare i musical di broadway: per avere un biglietto a prezzi accettabili mettetevi in fila in uno degli sportelli tKts, potreste aggiudicarvi una raffinata matinée anche con il 50% di sconto!

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inFormazioni utili•i principali scali newyorkesi sono tre: il JFK, nel Queens e a 25 km da manhattan; il newark liberty international airport (eWr), nel new Jersey, e il laguardia (lga), sempre nel Queens ma usato quasi esclusivamente per i voli interni.tutte le informazioni sugli aeroporti e i collegamenti con manhattan al sito: www.panynj.gov•la metropolitana: è il mezzo più rapido per spostarsi in città grazie a treni locali che fermano in tutte le stazioni, e treni espressi che fermano solo nelle principali (www.mta.info/nyct/subway).•i treni: due le stazioni principali – Grand central terminal e penn station –, entrambe nel midtown di manhattan.•i taxi: quelli gialli, gli unici autorizzati (ce ne sono anche moltissimi abusivi), sono il mezzo preferito dai newyorkesi grazie anche alle tariffe abbordabili.

consigliati dadove mangiare •scotty’s dinerpresso times square, un locale semplice ma molto tipico e soprattutto aperto 24 ore su 24 (prezzo medio 20 euro). 336 lexington ave; www.scottysnyc.com•good enough to eatpanetteria/ristorante per brunch, colazioni abbondanti o stuzzichini di metà giornata. central park è a due passi (prezzo medio 20 euro). 483, amsterdam ave; www.goodenoughtoeat.com

dove dormire•urban oasis hostel & guest housea midtown, per sentirsi veri newyorkesi una struttura dal fascio contemporaneo (da 140 dollari a persona a notte). 5 West 31st st, new York;www.urbanoasisnyc.com•mount morris houseatmosfera calda e accogliente, per sentirsi a casa anche ad Harlem in uno splendido edificio storico di mattoni rossi (da 140 dollari a persona a notte). 12 mount morris park West, new York; www.mountmorrishouse.com

cosa acQuistare imperdibile la t-shirt “i love nY” che è possibile acquistare anche in stock risparmiando parecchio (fino a 10 dollari per 5 magliette). per uno shopping più di tendenza, dopo una visita al moma (museum of modern art), fate un salto nel ricco e coloratissimo store del museo dove fare incetta di gadget ironici e vere opere d’arte di design (midtown, 53a strada; www.momastore.org).

del Greenwich Village, culla della Beat Generation, o in un lounge bar tra le gallerie d’arte di Chelsea. Se è poi la cultura che cercate, visitate gli imperdibi-li Metropolitan Museum e Guggenheim nell’Upper East Side; mentre, se la folla non vi spaventa, fatevi trascinare da quella in Canal Street, a Chinatown, tra banchi di pesce, spezie e addobbi cinesi, per con-cludere la passeggiata in una delle tante, tantissime chiese di Harlem, dove assistere a una coinvolgente messa gospel.

ultima fermata: times squareBasta una passeggiata di venti minuti per scoprire come anche gli altri quattro distretti newyorkesi possano stupire durante le festività natalizie. Venti minuti, ovvero il tempo che si impiega ad attra-versare il ponte di Brooklyn e arrivare dritti nel distretto che più di tutti fa concorrenza in quanto a

pattinando in central park

un passatempo invernale molto newyorkese è quello del pattinaggio su ghiaccio. lo si fa al rockefeller center, certamente, ma lo scenario più suggestivo è quello di central park: 340 ettari di prati, alberi, laghetti, statue (celebre quella di alice nel paese delle meraviglie) e pace assoluta. da vedere qui la più grande menorah al mondo illuminata in occasione dell’Hannukah, ricorrenza ebraica che si festeggia quest’anno dall’8 al 16 dicembre.

mondanità e glamour alla stessa Manhattan. Il quartiere da visitare a Natale è il Dyker Heights, dove, in un tripudio di kitsch ed eccentricità, i re-sidenti fanno a gara per inventarsi le composizioni luminose più stravaganti. Per visitare il multietnico Queens invece fatevi un giro sull’International Ex-press, treno sopraelevato che attraversa il distretto e regala panorami unici sul resto della città. In al-ternativa, prenotate un biglietto per l’Annual Hi-storic Holiday House Tour, giro in tram alla sco-perta delle principali attrazioni della zona. Si va ancora in treno nel Bronx, anche se questa volta si tratta di un modellino che sfreccia all’in-terno del New York Botanical Garden, splendido giardino botanico, in un percorso tra le ricostru-zioni dei principali monumenti della città realiz-zate con materiali naturali. Concludete infine con una passeggiata a Staten Island con le sue lunghe

viaggio nel mondo new york

spiagge, così romantiche in inverno, dove lasciar-vi meravigliare dal Candelight Tours, percor-so tra case illuminate dalle sole luci di candele e lampade a olio. Il Capodanno ormai è alle porte. Per festeggiarlo come si deve (e in mondovisione), tornate a Manhattan, in Times Square, dove dal 1904 si celebra questo scintillante, grandioso e co-lorato rito collettivo. Tutto è pronto per la discesa, a mezzanotte, della luminosa palla del Waterford Crystal dal tetto dell’One Times Square. La folla, infreddolita ma felice, è in attesa. Il nuovo anno è alle porte. Il conto alla rovescia può avere inizio: cinque, quattro, tre…

cosa mangiare a new York

nella più frenetica delle metropoli americane è possibile provare tutti i tipi di cucina. Fin dal primo mattino è un susseguirsi per le strade di carretti con bretzel, hot dog, mandorle e noccioline tostate, donuts, fette di torta e bagels e, per i più coraggiosi e arditi, ci sono anche venditori ambulanti di odorosi ammassi di carne.per andare sul sicuro e non spendere cifre eccessive, oltre alle numerosissime catene dove fare colazione o gustare hamburger, ali di pollo, optate per le steak house. i dolci sono ipercalorici, ma concedetevi una fetta di cheesecake, uno tra i più tipici dolci americani. in generale ricordate che le porzioni sono molto abbondanti (quasi il doppio delle nostre), quindi regolatevi quando ordinate, e che il servizio (mancia) non è mai compreso: corrisponde al 10-20% del conto e potete lasciarlo in contanti o aggiungerlo sul talloncino del pagamento della carta di credito al momento della firma.

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inFormazioni utili•i principali scali newyorkesi sono tre: il JFK, nel Queens e a 25 km da manhattan; il newark liberty international airport (eWr), nel new Jersey, e il laguardia (lga), sempre nel Queens ma usato quasi esclusivamente per i voli interni.tutte le informazioni sugli aeroporti e i collegamenti con manhattan al sito: www.panynj.gov•la metropolitana: è il mezzo più rapido per spostarsi in città grazie a treni locali che fermano in tutte le stazioni, e treni espressi che fermano solo nelle principali (www.mta.info/nyct/subway).•i treni: due le stazioni principali – Grand central terminal e penn station –, entrambe nel midtown di manhattan.•i taxi: quelli gialli, gli unici autorizzati (ce ne sono anche moltissimi abusivi), sono il mezzo preferito dai newyorkesi grazie anche alle tariffe abbordabili.

consigliati dadove mangiare •scotty’s dinerpresso times square, un locale semplice ma molto tipico e soprattutto aperto 24 ore su 24 (prezzo medio 20 euro). 336 lexington ave; www.scottysnyc.com•good enough to eatpanetteria/ristorante per brunch, colazioni abbondanti o stuzzichini di metà giornata. central park è a due passi (prezzo medio 20 euro). 483, amsterdam ave; www.goodenoughtoeat.com

dove dormire•urban oasis hostel & guest housea midtown, per sentirsi veri newyorkesi una struttura dal fascio contemporaneo (da 140 dollari a persona a notte). 5 West 31st st, new York;www.urbanoasisnyc.com•mount morris houseatmosfera calda e accogliente, per sentirsi a casa anche ad Harlem in uno splendido edificio storico di mattoni rossi (da 140 dollari a persona a notte). 12 mount morris park West, new York; www.mountmorrishouse.com

cosa acQuistare imperdibile la t-shirt “i love nY” che è possibile acquistare anche in stock risparmiando parecchio (fino a 10 dollari per 5 magliette). per uno shopping più di tendenza, dopo una visita al moma (museum of modern art), fate un salto nel ricco e coloratissimo store del museo dove fare incetta di gadget ironici e vere opere d’arte di design (midtown, 53a strada; www.momastore.org).

del Greenwich Village, culla della Beat Generation, o in un lounge bar tra le gallerie d’arte di Chelsea. Se è poi la cultura che cercate, visitate gli imperdibi-li Metropolitan Museum e Guggenheim nell’Upper East Side; mentre, se la folla non vi spaventa, fatevi trascinare da quella in Canal Street, a Chinatown, tra banchi di pesce, spezie e addobbi cinesi, per con-cludere la passeggiata in una delle tante, tantissime chiese di Harlem, dove assistere a una coinvolgente messa gospel.

ultima fermata: times squareBasta una passeggiata di venti minuti per scoprire come anche gli altri quattro distretti newyorkesi possano stupire durante le festività natalizie. Venti minuti, ovvero il tempo che si impiega ad attra-versare il ponte di Brooklyn e arrivare dritti nel distretto che più di tutti fa concorrenza in quanto a

pattinando in central park

un passatempo invernale molto newyorkese è quello del pattinaggio su ghiaccio. lo si fa al rockefeller center, certamente, ma lo scenario più suggestivo è quello di central park: 340 ettari di prati, alberi, laghetti, statue (celebre quella di alice nel paese delle meraviglie) e pace assoluta. da vedere qui la più grande menorah al mondo illuminata in occasione dell’Hannukah, ricorrenza ebraica che si festeggia quest’anno dall’8 al 16 dicembre.

mondanità e glamour alla stessa Manhattan. Il quartiere da visitare a Natale è il Dyker Heights, dove, in un tripudio di kitsch ed eccentricità, i re-sidenti fanno a gara per inventarsi le composizioni luminose più stravaganti. Per visitare il multietnico Queens invece fatevi un giro sull’International Ex-press, treno sopraelevato che attraversa il distretto e regala panorami unici sul resto della città. In al-ternativa, prenotate un biglietto per l’Annual Hi-storic Holiday House Tour, giro in tram alla sco-perta delle principali attrazioni della zona. Si va ancora in treno nel Bronx, anche se questa volta si tratta di un modellino che sfreccia all’in-terno del New York Botanical Garden, splendido giardino botanico, in un percorso tra le ricostru-zioni dei principali monumenti della città realiz-zate con materiali naturali. Concludete infine con una passeggiata a Staten Island con le sue lunghe

viaggio nel mondo new york

spiagge, così romantiche in inverno, dove lasciar-vi meravigliare dal Candelight Tours, percor-so tra case illuminate dalle sole luci di candele e lampade a olio. Il Capodanno ormai è alle porte. Per festeggiarlo come si deve (e in mondovisione), tornate a Manhattan, in Times Square, dove dal 1904 si celebra questo scintillante, grandioso e co-lorato rito collettivo. Tutto è pronto per la discesa, a mezzanotte, della luminosa palla del Waterford Crystal dal tetto dell’One Times Square. La folla, infreddolita ma felice, è in attesa. Il nuovo anno è alle porte. Il conto alla rovescia può avere inizio: cinque, quattro, tre…

cosa mangiare a new York

nella più frenetica delle metropoli americane è possibile provare tutti i tipi di cucina. Fin dal primo mattino è un susseguirsi per le strade di carretti con bretzel, hot dog, mandorle e noccioline tostate, donuts, fette di torta e bagels e, per i più coraggiosi e arditi, ci sono anche venditori ambulanti di odorosi ammassi di carne.per andare sul sicuro e non spendere cifre eccessive, oltre alle numerosissime catene dove fare colazione o gustare hamburger, ali di pollo, optate per le steak house. i dolci sono ipercalorici, ma concedetevi una fetta di cheesecake, uno tra i più tipici dolci americani. in generale ricordate che le porzioni sono molto abbondanti (quasi il doppio delle nostre), quindi regolatevi quando ordinate, e che il servizio (mancia) non è mai compreso: corrisponde al 10-20% del conto e potete lasciarlo in contanti o aggiungerlo sul talloncino del pagamento della carta di credito al momento della firma.

Arrivano puntuali con il loro carico di gioia ma anche tanto stress. regali da fare, addobbi da preparare, pranzi e cene da inventare. ecco tutti i nostri consigli per organizzarsi in tempo utile e vivere al meglio il periodo più magico dell’anno di monica Nastrucci e martina tringali

specialefeste

Arrivano puntuali con il loro carico di gioia ma anche tanto stress. regali da fare, addobbi da preparare, pranzi e cene da inventare. ecco tutti i nostri consigli per organizzarsi in tempo utile e vivere al meglio il periodo più magico dell’anno di monica Nastrucci e martina tringali

specialefeste

Siete pronte ad affrontare anche quest’anno il perio-do delle feste, senza arrivare stremate al 25 dicem-bre? Il segreto per godersi questo momento di gioia, così come dovrebbe essere, con serenità e amore per

ciò che rappresenta realmente, ha un solo nome e si chiama “organizzazione”. Noi donne siamo campionesse di salto in lungo con tripla piroetta negli spostamenti a tempo zero, perché mentre an-diamo al supermercato, con una mano guidiamo, con l’al-tra stiliamo la lista della spesa, nel frattempo abbiamo già accompagnato un figlio in piscina e l’altro a musica. Sia-mo campionesse di giochi di prestigio quando prepariamo la cena nonostante nel frigorifero ci siano un uovo fossile e cinque capperi di Pantelleria sotto sale, così come ci trasfor-miamo in fate turchine quando in un baleno la casa torna in

ordine e brillante. Ma abbiamo un enorme difetto, che a questo punto vale

la pena di affrontare prima della fine del mondo (per chi ci crede): siamo così abituate ai nostri superpo-

teri da pensare di riuscire ad affrontare i prepa-rativi natalizi in una sola settimana, convinte di poter arrivare al pranzo di Natale fresche

come rose. Ogni anno ci facciamo fregare e, tra il 26 e il 27 dicembre, nel mondo si verifica il

crollo psicofisico delle donne guerriere. Cambiamo strategia quest’anno?

i love “slow” shoppingFare un regalo è un vero piacere. Perché arrivano dal cuore, perché donare qualcosa all’altro significa avere l’occasione per dimostrargli il nostro affetto e poi, perché in quel regalo

speciale feste

prepariamocial Natale

inizia il conto alla rovescia prima delle feste. Gli elfi di babbo Natale sonogià al lavoro e le renne quasi pronte per partire. ecco cosa fare per nonarrivare stressate al grande giorno

è custodito anche un messaggio di profonda ami-cizia, stima e conoscenza. Insomma: vietato avere fretta. Per godersi lo shopping natalizio conviene iniziare a pensare con largo anticipo a chi regala-re cosa. Quindi la prima settimana di novembre bisogna aver già stilato una lista con i nomi delle persone alle quali desideriamo fare un regalo e, ac-canto, due o tre idee possibili. Quando avete messo nero su bianco quello che vi serve, avete un mese di tempo per fare gli acquisti, scegliere, valutare, impacchettare con calma senza arrivare la mattina della vigilia di Natale arroto-late nei nastri colorati, piene di pezzetti di scotch sulla maglietta, polpastrelli affettati dalla carta da regalo e biglietti scritti con gli auguri più banali del mondo. Entro fine novembre i regali non devono più essere un vostro pensiero.

Luci e palline dorateLa tradizione vuole che le decorazioni natalizie si facciano il secondo weekend del mese di dicembre. Ma visto che i negozi e i centri commerciali, già da qualche anno, cominciano a brillare di lucine già dal primo giorno di novembre, se vi può aiutare, potete concedervi una partenza anticipata sulla ta-bella di marcia, a patto che teniate per buoni gli addobbi dell’anno passato. Altrimenti, la prima settimana di dicembre è il caso di fare un giro di ricognizione in soffitta, controllare lo stato di palline, albero, ghirlande, fiocchi, personaggi del presepe, lucine e candele e

scrivere, anche in questo caso, una lista delle deco-razioni da sostituire o da aggiungere. Conviene acquistarle subito, così battete sul tempo i poco organizzati e avete un’ampia scelta di colori, materiali e forme. Dopodiché, accendete lo stereo, mettete un cd con le più belle canzoni di Natale e addobbate la vostra casa.

il menù delle festeChissà perché negli anni, tutta, ma proprio tutta la famiglia ha deciso che a casa vostra si sta meglio, che c’è più spazio, che i bambini si divertono, che la cucina è ben attrezzata e che, quindi, Natale si fa da voi e da nessun altro. Armatevi di tutta la lucidi-tà mentale di cui siete dotate e pensate al menù del pranzo di Natale. La prima mossa è capire quante persone ci saran-no, verificare lo stato del servizio di piatti e bicchieri delle feste e decidere il menù. Per prima cosa se-guendo i menù che vi proponiamo, dall’antipasto al dolce, per la cena della Vigilia, il pranzo di Natale e la cena del Veglione. Potete anche creare dei menù a vostro piacere combinando i piatti che preferite. Siete proprio in difficoltà? Potete ispirarvi navi-gando in Internet: vi basterà digitare “idee menù di natale” per avere l’imbarazzo della scelta. Una settimana prima del 25 preparate praline e biscotti. Poi ravioli, contorni e secondi che congelerete. E gli ultimi giorni, andate a farvi belle e dedicatevi a voi stesse. Arrivare rilassate alla vigilia, sarà il vostro più bel regalo.

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Siete pronte ad affrontare anche quest’anno il perio-do delle feste, senza arrivare stremate al 25 dicem-bre? Il segreto per godersi questo momento di gioia, così come dovrebbe essere, con serenità e amore per

ciò che rappresenta realmente, ha un solo nome e si chiama “organizzazione”. Noi donne siamo campionesse di salto in lungo con tripla piroetta negli spostamenti a tempo zero, perché mentre an-diamo al supermercato, con una mano guidiamo, con l’al-tra stiliamo la lista della spesa, nel frattempo abbiamo già accompagnato un figlio in piscina e l’altro a musica. Sia-mo campionesse di giochi di prestigio quando prepariamo la cena nonostante nel frigorifero ci siano un uovo fossile e cinque capperi di Pantelleria sotto sale, così come ci trasfor-miamo in fate turchine quando in un baleno la casa torna in

ordine e brillante. Ma abbiamo un enorme difetto, che a questo punto vale

la pena di affrontare prima della fine del mondo (per chi ci crede): siamo così abituate ai nostri superpo-

teri da pensare di riuscire ad affrontare i prepa-rativi natalizi in una sola settimana, convinte di poter arrivare al pranzo di Natale fresche

come rose. Ogni anno ci facciamo fregare e, tra il 26 e il 27 dicembre, nel mondo si verifica il

crollo psicofisico delle donne guerriere. Cambiamo strategia quest’anno?

i love “slow” shoppingFare un regalo è un vero piacere. Perché arrivano dal cuore, perché donare qualcosa all’altro significa avere l’occasione per dimostrargli il nostro affetto e poi, perché in quel regalo

speciale feste

prepariamocial Natale

inizia il conto alla rovescia prima delle feste. Gli elfi di babbo Natale sonogià al lavoro e le renne quasi pronte per partire. ecco cosa fare per nonarrivare stressate al grande giorno

è custodito anche un messaggio di profonda ami-cizia, stima e conoscenza. Insomma: vietato avere fretta. Per godersi lo shopping natalizio conviene iniziare a pensare con largo anticipo a chi regala-re cosa. Quindi la prima settimana di novembre bisogna aver già stilato una lista con i nomi delle persone alle quali desideriamo fare un regalo e, ac-canto, due o tre idee possibili. Quando avete messo nero su bianco quello che vi serve, avete un mese di tempo per fare gli acquisti, scegliere, valutare, impacchettare con calma senza arrivare la mattina della vigilia di Natale arroto-late nei nastri colorati, piene di pezzetti di scotch sulla maglietta, polpastrelli affettati dalla carta da regalo e biglietti scritti con gli auguri più banali del mondo. Entro fine novembre i regali non devono più essere un vostro pensiero.

Luci e palline dorateLa tradizione vuole che le decorazioni natalizie si facciano il secondo weekend del mese di dicembre. Ma visto che i negozi e i centri commerciali, già da qualche anno, cominciano a brillare di lucine già dal primo giorno di novembre, se vi può aiutare, potete concedervi una partenza anticipata sulla ta-bella di marcia, a patto che teniate per buoni gli addobbi dell’anno passato. Altrimenti, la prima settimana di dicembre è il caso di fare un giro di ricognizione in soffitta, controllare lo stato di palline, albero, ghirlande, fiocchi, personaggi del presepe, lucine e candele e

scrivere, anche in questo caso, una lista delle deco-razioni da sostituire o da aggiungere. Conviene acquistarle subito, così battete sul tempo i poco organizzati e avete un’ampia scelta di colori, materiali e forme. Dopodiché, accendete lo stereo, mettete un cd con le più belle canzoni di Natale e addobbate la vostra casa.

il menù delle festeChissà perché negli anni, tutta, ma proprio tutta la famiglia ha deciso che a casa vostra si sta meglio, che c’è più spazio, che i bambini si divertono, che la cucina è ben attrezzata e che, quindi, Natale si fa da voi e da nessun altro. Armatevi di tutta la lucidi-tà mentale di cui siete dotate e pensate al menù del pranzo di Natale. La prima mossa è capire quante persone ci saran-no, verificare lo stato del servizio di piatti e bicchieri delle feste e decidere il menù. Per prima cosa se-guendo i menù che vi proponiamo, dall’antipasto al dolce, per la cena della Vigilia, il pranzo di Natale e la cena del Veglione. Potete anche creare dei menù a vostro piacere combinando i piatti che preferite. Siete proprio in difficoltà? Potete ispirarvi navi-gando in Internet: vi basterà digitare “idee menù di natale” per avere l’imbarazzo della scelta. Una settimana prima del 25 preparate praline e biscotti. Poi ravioli, contorni e secondi che congelerete. E gli ultimi giorni, andate a farvi belle e dedicatevi a voi stesse. Arrivare rilassate alla vigilia, sarà il vostro più bel regalo.

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idee regaloper tutti i gusti

Alzi la mano chi, durante l’anno, quando il Natale era l’ultimo dei pensieri, non ha trovato il regalo perfetto per un ami-co e ha detto “Questo devo ricordarme-

lo perché sarebbe l’ideale da mettere sotto l’albero”. E poi? Completamente dimenticato. Il dilemma del “a chi regalo cosa” ritorna puntuale ogni anno e le idee pronte per essere realizzate, sembrano svanire in un battibaleno come se non fossero mai esistite. Partendo dal presupposto che un dono deve piacere

a chi lo regala, ma soprattutto a chi lo riceve, che deve avere un significato e che deve essere anche in linea con il budget che abbiamo a nostra dispo-sizione, basta non fare le spese di corsa e indaga-re per tempo sui possibili desideri da esaudire. Noi proviamo a suggerirvi qualche idea regalo origina-le, chissà mai che insieme si riesca a sorprendere e a meravigliare anche chi, ogni volta, sa indovinare esattamente cosa c’è nel pacchetto prima ancora di scartarlo.

speciale feste

idee hi-techtelefoni e tablet di ultima generazione sono senza dubbio tra i regali più gettonati. ma intorno a questi oggetti del desiderio c’è tutta una serie di accessori fashion da regalare. dalla custodia alle casse acustiche da borsetta.

gourmandagli amanti della buona tavola potete regalare una degustazione enogastronomica in un rinomato ristorante della vostra zona, un corso base per sommelier, un corso di cucina oppure, per essere al passo con i tempi, di cake design.

divertimentouna vera sorpresa, insospettabile, è una busta con dentro il biglietto per un concerto, un abbonamento alla stagione teatrale, un carnet di ingressi al cinema o una “gift card”. ce ne sono ormai di tutti i tipi e permettono di spendere l’importo caricato come meglio si crede. provate a regalarne una dedicata ai libri o da spendere per scaricare della musica. sono regali sempre graditi.

per gli sportivise lo sport aiuta a vivere meglio e più a lungo, allora il miglior regalo (e augurio) è un abbonamento in palestra a chi già la ama o a chi è affetto da “pigrizia cronica”. non è necessario spendere grandi cifre, basta un “voucher” di dieci ingressi o un mese di prova per iniziare. e se la palestra non fosse il luogo più giusto, potete sempre optare per un corso in piscina o uno di ballo.

idee regaloper tutti i gusti

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idee regaloper tutti i gusti

Alzi la mano chi, durante l’anno, quando il Natale era l’ultimo dei pensieri, non ha trovato il regalo perfetto per un ami-co e ha detto “Questo devo ricordarme-

lo perché sarebbe l’ideale da mettere sotto l’albero”. E poi? Completamente dimenticato. Il dilemma del “a chi regalo cosa” ritorna puntuale ogni anno e le idee pronte per essere realizzate, sembrano svanire in un battibaleno come se non fossero mai esistite. Partendo dal presupposto che un dono deve piacere

a chi lo regala, ma soprattutto a chi lo riceve, che deve avere un significato e che deve essere anche in linea con il budget che abbiamo a nostra dispo-sizione, basta non fare le spese di corsa e indaga-re per tempo sui possibili desideri da esaudire. Noi proviamo a suggerirvi qualche idea regalo origina-le, chissà mai che insieme si riesca a sorprendere e a meravigliare anche chi, ogni volta, sa indovinare esattamente cosa c’è nel pacchetto prima ancora di scartarlo.

speciale feste

idee hi-techtelefoni e tablet di ultima generazione sono senza dubbio tra i regali più gettonati. ma intorno a questi oggetti del desiderio c’è tutta una serie di accessori fashion da regalare. dalla custodia alle casse acustiche da borsetta.

gourmandagli amanti della buona tavola potete regalare una degustazione enogastronomica in un rinomato ristorante della vostra zona, un corso base per sommelier, un corso di cucina oppure, per essere al passo con i tempi, di cake design.

divertimentouna vera sorpresa, insospettabile, è una busta con dentro il biglietto per un concerto, un abbonamento alla stagione teatrale, un carnet di ingressi al cinema o una “gift card”. ce ne sono ormai di tutti i tipi e permettono di spendere l’importo caricato come meglio si crede. provate a regalarne una dedicata ai libri o da spendere per scaricare della musica. sono regali sempre graditi.

per gli sportivise lo sport aiuta a vivere meglio e più a lungo, allora il miglior regalo (e augurio) è un abbonamento in palestra a chi già la ama o a chi è affetto da “pigrizia cronica”. non è necessario spendere grandi cifre, basta un “voucher” di dieci ingressi o un mese di prova per iniziare. e se la palestra non fosse il luogo più giusto, potete sempre optare per un corso in piscina o uno di ballo.

idee regaloper tutti i gusti

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speciale feste

cestino portafortunadisponete della spugna da fiori bagnata in un cestino; accorciate il gambo dei lilium e inseriteli nella spugna. rivestite di colla le palline di polistirolo e poi rotolatele nei piselli disidratati o nelle lenticchie secche; quindi, aiutandovi con uno stecchino, infilatele nella spugna. completate il cesto con i melograni e le candele “allungate” con gli stecchini, ricoprendo gli eventuali buchi con il muschio; spruzzate neve spray.

pasticceria da regalocon un tagliabiscotti a forma di albero ricavate la base dei biscotti da un disco di pasta frolla. ricopriteli con un leggero strato di glassa di zucchero e decorateli con codette di cioccolato e ribes. confezionateli in una scatola trasparente legata con un fiocco di raso rosso o di cartone bianco decorata con stelle in pannolenci.

pensieri gourmetregalate ai vostri amici golosi un vaso di conserva artigianale, da confezionare in sacchetti davvero unici. usate quelli per il pane e applicatevi un’etichetta in cotone con la forma dell’ingrediente principale della conserva. potete ricamare a punto croce una dedica. inoltre, potete aggiungere particolari in evidenza (per esempio il picciolo di un frutto o la foglia di un ortaggio) con il pannolenci.

cornice portafotole cornici decorate sono sempre regali molto apprezzati, e con lo stencil potrete prepararne di veramente originali. noi abbiamo scelto di aggiungere dei fiocchi di neve su fondo rosso, poi abbiamo incollato qualche piccola perlina. per fissare il tutto è consigliabile stendere un leggero strato di vernice trasparente.

cuori in pannolenciritagliate dal pannolenci rosso dei cuori. decorateli a piacere con uno stencil: noi abbiamo scelto dei fiocchi di neve bianchi.completate con un nastrino di raso rosso per appenderli.

decori ghiottiun’idea low cost per il vostro albero. appendete dei brezel, singoli o a gruppetti, con un nastrino rosso. a piacere potete utilizzare anche taralli, focaccine e mini panini.

festoni in cartasostituite i classici festoni decorativi con originali decori in carta. noi abbiamo scelto i fiocchi di neve, che richiamano quelli utilizzati per i cuori.

giochi di lucei classici fili luminosi sono stati sostituiti da candele vere. Fissatele con attenzione ai rami, verso l’esterno, servendovi di piccoli portacandela in plastica.

pacchi regalorichiamate i colori delle decorazioni nelle confezioni dei regali. scegliete della carta velina bianca e nastri di raso rosso a quadretti o tinta unita. attorno spargete un po’ di neve finta.

decora il tuo albero con...

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speciale feste

cestino portafortunadisponete della spugna da fiori bagnata in un cestino; accorciate il gambo dei lilium e inseriteli nella spugna. rivestite di colla le palline di polistirolo e poi rotolatele nei piselli disidratati o nelle lenticchie secche; quindi, aiutandovi con uno stecchino, infilatele nella spugna. completate il cesto con i melograni e le candele “allungate” con gli stecchini, ricoprendo gli eventuali buchi con il muschio; spruzzate neve spray.

pasticceria da regalocon un tagliabiscotti a forma di albero ricavate la base dei biscotti da un disco di pasta frolla. ricopriteli con un leggero strato di glassa di zucchero e decorateli con codette di cioccolato e ribes. confezionateli in una scatola trasparente legata con un fiocco di raso rosso o di cartone bianco decorata con stelle in pannolenci.

pensieri gourmetregalate ai vostri amici golosi un vaso di conserva artigianale, da confezionare in sacchetti davvero unici. usate quelli per il pane e applicatevi un’etichetta in cotone con la forma dell’ingrediente principale della conserva. potete ricamare a punto croce una dedica. inoltre, potete aggiungere particolari in evidenza (per esempio il picciolo di un frutto o la foglia di un ortaggio) con il pannolenci.

cornice portafotole cornici decorate sono sempre regali molto apprezzati, e con lo stencil potrete prepararne di veramente originali. noi abbiamo scelto di aggiungere dei fiocchi di neve su fondo rosso, poi abbiamo incollato qualche piccola perlina. per fissare il tutto è consigliabile stendere un leggero strato di vernice trasparente.

cuori in pannolenciritagliate dal pannolenci rosso dei cuori. decorateli a piacere con uno stencil: noi abbiamo scelto dei fiocchi di neve bianchi.completate con un nastrino di raso rosso per appenderli.

decori ghiottiun’idea low cost per il vostro albero. appendete dei brezel, singoli o a gruppetti, con un nastrino rosso. a piacere potete utilizzare anche taralli, focaccine e mini panini.

festoni in cartasostituite i classici festoni decorativi con originali decori in carta. noi abbiamo scelto i fiocchi di neve, che richiamano quelli utilizzati per i cuori.

giochi di lucei classici fili luminosi sono stati sostituiti da candele vere. Fissatele con attenzione ai rami, verso l’esterno, servendovi di piccoli portacandela in plastica.

pacchi regalorichiamate i colori delle decorazioni nelle confezioni dei regali. scegliete della carta velina bianca e nastri di raso rosso a quadretti o tinta unita. attorno spargete un po’ di neve finta.

decora il tuo albero con...

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La cenadella Vigilia

speciale feste

ghirlanda milleluciaccogliete i vostri ospiti

decorando la porta di ingresso con una originale ghirlanda

luminosa. realizzarla è semplice: prendete del filo di ferro e

dategli una forma circolare. rivestitelo con del cordone rosso

e decoratelo con pigne, nastri dorati e una pratica fila di stelle

a energia solare.

Finalmente si inizia. Il nostro suggerimento è quello per una Vigilia tutta giocata sul bianco e oro per cre-are un’atmosera magica. La tovaglia sarà in fiandra bianca, come il servizio di piatti. Come fermatova-

glioli utilizzate un nastrino di raso, sempre bianco, e arricchi-telo con rami spruzzati di oro, che potete anche posizionare in ordine sparso sulla tovaglia. Disponete a piacere sulla tavola tante candele, sempre bianche e oro decorate. Utilizzate la coppa per il brindisi finale come originale segnaposto: inseri-tevi una palla natalizia in plastica trasparente e all’estremità un cartoncino bianco con il nome dell’ospite scritto in penna-rello rigorosamente oro. Al centro della tavola ponete un’alza-tina in vetro trasparente con fette d’arancia essiccate.

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La cenadella Vigilia

speciale feste

ghirlanda milleluciaccogliete i vostri ospiti

decorando la porta di ingresso con una originale ghirlanda

luminosa. realizzarla è semplice: prendete del filo di ferro e

dategli una forma circolare. rivestitelo con del cordone rosso

e decoratelo con pigne, nastri dorati e una pratica fila di stelle

a energia solare.

Finalmente si inizia. Il nostro suggerimento è quello per una Vigilia tutta giocata sul bianco e oro per cre-are un’atmosera magica. La tovaglia sarà in fiandra bianca, come il servizio di piatti. Come fermatova-

glioli utilizzate un nastrino di raso, sempre bianco, e arricchi-telo con rami spruzzati di oro, che potete anche posizionare in ordine sparso sulla tovaglia. Disponete a piacere sulla tavola tante candele, sempre bianche e oro decorate. Utilizzate la coppa per il brindisi finale come originale segnaposto: inseri-tevi una palla natalizia in plastica trasparente e all’estremità un cartoncino bianco con il nome dell’ospite scritto in penna-rello rigorosamente oro. Al centro della tavola ponete un’alza-tina in vetro trasparente con fette d’arancia essiccate.

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• 800 g di code di gambero • 600 g di vongole veraci • 300 g di ceci secchi • 1 costa di sedano • 1 carota • 1 scalogno • 1 porro • prezzemolo • basilico • 2 spicchi d’aglio • 6 cucchiai di olio d’oliva extravergine • pepe in grani • salvia • rosmarino • sale

preparazione 30 minuti cottura 2 ore esecuzione facile vino Ribolla Gialla

passata di ceci con GaMberi e vonGole veraciper 6 persone

• 450 g di gamberi rossi • 300 g di filetti di orata • 240 g di filetti di tonno • 240 g di filetti di pesce spada • filetti di melanzana sott’olio • 1/2 limone • 30 g di capperi • 1/2 arancia non trattata • 1 cucchiaino di senape • menta• 1 mazzetto di prezzemolo • 10 cucchiai di olio d’oliva e.v. • erba cipollina • finocchietto • 4 cucchiai di aceto di vino bianco • sale e pepe

preparazione 50 minuti cottura 5 minutiesecuzione media vino Franciacorta Rosé Brut

Pulite i gamberi e tritateli. Diluite la senape con 2 cucchiai d’olio, il succo del limone e poco pepe, condite i gamberi e lasciateli riposare per 5 minuti. Impiattate aiutandovi con un coppapasta e decorate con erba cipollina tritata. Tritate al coltello l’orata e, a parte, i capperi con il prezzemolo e unitevi 3 cucchiai d’olio, sale e pepe. Condite il pesce con questo composto e lasciatelo riposare per alcuni minuti, quindi impiattatelo e decorate con qualche cappero intero. Emulsionate il succo dell’arancia con 3 cucchiai d’olio e sale. Tritate il finocchietto e mescolatelo al succo con filetti di scorza d’arancia e pepe. Ricavate delle fettine di tonno dal filetto e conditele con l’emulsione. Tagliate a dadini i filetti di melanzana, scolati dall’olio di conservazione, e conditevi il pesce spada tagliato a fette.

carpaccio e tartare di pesceper 4 persone

Mettete in ammollo i ceci per una notte, quindi lessateli per circa 2 ore in acqua aromatizzata con 1 spicchio d’aglio, la salvia, il porro, il sedano e la carota. Una volta cotti scolateli, eliminate gli odori e passateli al passaverdura aggiungendo un po’ del loro brodo di cottura: dovete ottenere una passata da condire con 3 cucchiai d’olio riscaldato con 1 spicchio d’aglio, salvia, rosmarino e poi filtrato. Lavate e fate aprire le vongole con poca acqua

in una padella caldissima, poi sgusciatele e conservate il loro liquido filtrato. Appassite lo scalogno

tritato in 3 cucchiai d’olio e insaporitevi le code di gambero sgusciate e

le vongole; sfumate con il liquido di cottura, salate,

spolverizzate con il pepe e il prezzemolo tritato.

Quindi versate sulla passata di ceci calda, irrorata con

un filo di olio d’oliva.

• 2 filetti di branzino (circa 800 g) • 1 filetto di salmone pulito (circa 250 g) • 250 g di pasta sfoglia • 30 g di zucchina (la parte verde) • 30 g di tartufo nero • 120 g di trito di sedano, carota, alloro, cipolla • 1 cespo di lattuga • dragoncello • 30 g di porro • 1 uovo • 1 bicchiere di vino bianco secco • sale • pepe in grani

preparazione 30 minuti cottura 40 minutiesecuzione media vino Greco di Tufo

Riducete in una piccola dadolata il porro, la zucchina e il tartufo; insaporite con sale, pepe e foglioline di dragoncello. Cospargete il filetto di branzino con un po’ di trito, appoggiatevi sopra il filetto di salmone, un po’ di trito e coprite con l’altro filetto di branzino. Sbollentate 18 foglie di lattuga e disponetele su un foglio di carta da forno leggermente sovrapposte in modo da formare un rettangolo. Appoggiatevi sopra il pesce e arrotolatelo; avvolgetelo con il foglio di carta da forno e legatelo. Trasferitelo in una pirofila con il vino, un po’ d’acqua, gli odori e il pepe e cuocetelo in forno per 20 minuti a 200°C. Sfornate, fatelo raffreddare e avvolgetelo nella pasta sfoglia tagliata a rete con l’apposito rullo. Spennellate con l’uovo sbattuto e cuocete in forno a 200°C per altri 15 minuti.

branZino e salMone nella reteper 6 persone

• 250 ml di latte • 40 g di zucchero • 50 g di farina bianca “00” • 100 g di torrone alle mandorle • 4 uova • 30 g di burro • 1 cucchiaio di miele di acacia • cannella • noce moscata

preparazione 30 minuti cottura 2 ore esecuzione facile vino Ribolla Gialla

soufflé al torrone e cannellaper 6 persone

Bollite il latte con lo zucchero (tenetene da parte 50 ml). In una terrina stemperate la farina aggiungendo il latte freddo rimasto poco alla volta. Versate la pastella nel latte caldo e cuocete per alcuni minuti, finché inizierà a diventare una crema densa e liscia. Ritirate dal fuoco e lasciate raffreddare. Fate fondere il burro e tritate il torrone (tenetene da parte 2 cucchiai per la decorazione finale). Incorporate al composto di latte e

zucchero 1 tuorlo alla volta, il burro fuso freddo, il miele e il torrone tritato. Insaporite con la cannella e la

noce moscata. Montate gli albumi a neve ben ferma e incorporateli alla pasta. Imburrate

e zuccherate 8 stampini da soufflé, poi riempiteli per 3/4 con la crema. Cuocete in forno a 160°C per 20 minuti. Servite ben caldo accompagnando il soufflé con scaglie di torrone.

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• 800 g di code di gambero • 600 g di vongole veraci • 300 g di ceci secchi • 1 costa di sedano • 1 carota • 1 scalogno • 1 porro • prezzemolo • basilico • 2 spicchi d’aglio • 6 cucchiai di olio d’oliva extravergine • pepe in grani • salvia • rosmarino • sale

preparazione 30 minuti cottura 2 ore esecuzione facile vino Ribolla Gialla

passata di ceci con GaMberi e vonGole veraciper 6 persone

• 450 g di gamberi rossi • 300 g di filetti di orata • 240 g di filetti di tonno • 240 g di filetti di pesce spada • filetti di melanzana sott’olio • 1/2 limone • 30 g di capperi • 1/2 arancia non trattata • 1 cucchiaino di senape • menta• 1 mazzetto di prezzemolo • 10 cucchiai di olio d’oliva e.v. • erba cipollina • finocchietto • 4 cucchiai di aceto di vino bianco • sale e pepe

preparazione 50 minuti cottura 5 minutiesecuzione media vino Franciacorta Rosé Brut

Pulite i gamberi e tritateli. Diluite la senape con 2 cucchiai d’olio, il succo del limone e poco pepe, condite i gamberi e lasciateli riposare per 5 minuti. Impiattate aiutandovi con un coppapasta e decorate con erba cipollina tritata. Tritate al coltello l’orata e, a parte, i capperi con il prezzemolo e unitevi 3 cucchiai d’olio, sale e pepe. Condite il pesce con questo composto e lasciatelo riposare per alcuni minuti, quindi impiattatelo e decorate con qualche cappero intero. Emulsionate il succo dell’arancia con 3 cucchiai d’olio e sale. Tritate il finocchietto e mescolatelo al succo con filetti di scorza d’arancia e pepe. Ricavate delle fettine di tonno dal filetto e conditele con l’emulsione. Tagliate a dadini i filetti di melanzana, scolati dall’olio di conservazione, e conditevi il pesce spada tagliato a fette.

carpaccio e tartare di pesceper 4 persone

Mettete in ammollo i ceci per una notte, quindi lessateli per circa 2 ore in acqua aromatizzata con 1 spicchio d’aglio, la salvia, il porro, il sedano e la carota. Una volta cotti scolateli, eliminate gli odori e passateli al passaverdura aggiungendo un po’ del loro brodo di cottura: dovete ottenere una passata da condire con 3 cucchiai d’olio riscaldato con 1 spicchio d’aglio, salvia, rosmarino e poi filtrato. Lavate e fate aprire le vongole con poca acqua

in una padella caldissima, poi sgusciatele e conservate il loro liquido filtrato. Appassite lo scalogno

tritato in 3 cucchiai d’olio e insaporitevi le code di gambero sgusciate e

le vongole; sfumate con il liquido di cottura, salate,

spolverizzate con il pepe e il prezzemolo tritato.

Quindi versate sulla passata di ceci calda, irrorata con

un filo di olio d’oliva.

• 2 filetti di branzino (circa 800 g) • 1 filetto di salmone pulito (circa 250 g) • 250 g di pasta sfoglia • 30 g di zucchina (la parte verde) • 30 g di tartufo nero • 120 g di trito di sedano, carota, alloro, cipolla • 1 cespo di lattuga • dragoncello • 30 g di porro • 1 uovo • 1 bicchiere di vino bianco secco • sale • pepe in grani

preparazione 30 minuti cottura 40 minutiesecuzione media vino Greco di Tufo

Riducete in una piccola dadolata il porro, la zucchina e il tartufo; insaporite con sale, pepe e foglioline di dragoncello. Cospargete il filetto di branzino con un po’ di trito, appoggiatevi sopra il filetto di salmone, un po’ di trito e coprite con l’altro filetto di branzino. Sbollentate 18 foglie di lattuga e disponetele su un foglio di carta da forno leggermente sovrapposte in modo da formare un rettangolo. Appoggiatevi sopra il pesce e arrotolatelo; avvolgetelo con il foglio di carta da forno e legatelo. Trasferitelo in una pirofila con il vino, un po’ d’acqua, gli odori e il pepe e cuocetelo in forno per 20 minuti a 200°C. Sfornate, fatelo raffreddare e avvolgetelo nella pasta sfoglia tagliata a rete con l’apposito rullo. Spennellate con l’uovo sbattuto e cuocete in forno a 200°C per altri 15 minuti.

branZino e salMone nella reteper 6 persone

• 250 ml di latte • 40 g di zucchero • 50 g di farina bianca “00” • 100 g di torrone alle mandorle • 4 uova • 30 g di burro • 1 cucchiaio di miele di acacia • cannella • noce moscata

preparazione 30 minuti cottura 2 ore esecuzione facile vino Ribolla Gialla

soufflé al torrone e cannellaper 6 persone

Bollite il latte con lo zucchero (tenetene da parte 50 ml). In una terrina stemperate la farina aggiungendo il latte freddo rimasto poco alla volta. Versate la pastella nel latte caldo e cuocete per alcuni minuti, finché inizierà a diventare una crema densa e liscia. Ritirate dal fuoco e lasciate raffreddare. Fate fondere il burro e tritate il torrone (tenetene da parte 2 cucchiai per la decorazione finale). Incorporate al composto di latte e

zucchero 1 tuorlo alla volta, il burro fuso freddo, il miele e il torrone tritato. Insaporite con la cannella e la

noce moscata. Montate gli albumi a neve ben ferma e incorporateli alla pasta. Imburrate

e zuccherate 8 stampini da soufflé, poi riempiteli per 3/4 con la crema. Cuocete in forno a 160°C per 20 minuti. Servite ben caldo accompagnando il soufflé con scaglie di torrone.

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il pranzodi Natale

speciale feste

Per il pranzo di Natale vi suggeria-mo questa tavola nei colori tradi-zionali del bianco e rosso, ma con spunti originali che le danno un

tocco nordico. Bianche sono la tovaglia e le stoviglie, ravvivate dal colore rosso di un tovagliolo, dei bicchieri per l’acqua e del nastro in raso scozzese. È disposto sulla tovaglia quasi a delimitare le sedute, alla base delle candele, appoggiate su una fo-glia, ed è utilizzato come fermatovagliolo completato con un bottone in madreperla e un rametto di bacche rosse. Altri rametti sono messi in ordine sparso sulla tavola. Se avete spazio potete aggiungere anche delle lanterne rosse. Bella l’alzatina bianca con la frutta, ma che potete utilizzare anche come originale portapane.

soffici decoriattaccateli alle maniglie

delle porte e delle finestre, appoggiateli sulla tavola. sono

semplici da realizzare. ritagliate da pezzi di stoffa o pannolenci

rosso cuori, stelle, calze natalizie. sovrapponetene due della

stessa forma e dimensione e cuciteli lasciando un’apertura per

inserire l’imbottitura.

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il pranzodi Natale

speciale feste

Per il pranzo di Natale vi suggeria-mo questa tavola nei colori tradi-zionali del bianco e rosso, ma con spunti originali che le danno un

tocco nordico. Bianche sono la tovaglia e le stoviglie, ravvivate dal colore rosso di un tovagliolo, dei bicchieri per l’acqua e del nastro in raso scozzese. È disposto sulla tovaglia quasi a delimitare le sedute, alla base delle candele, appoggiate su una fo-glia, ed è utilizzato come fermatovagliolo completato con un bottone in madreperla e un rametto di bacche rosse. Altri rametti sono messi in ordine sparso sulla tavola. Se avete spazio potete aggiungere anche delle lanterne rosse. Bella l’alzatina bianca con la frutta, ma che potete utilizzare anche come originale portapane.

soffici decoriattaccateli alle maniglie

delle porte e delle finestre, appoggiateli sulla tavola. sono

semplici da realizzare. ritagliate da pezzi di stoffa o pannolenci

rosso cuori, stelle, calze natalizie. sovrapponetene due della

stessa forma e dimensione e cuciteli lasciando un’apertura per

inserire l’imbottitura.

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• 300 g di farina bianca “0” • 3 uova• 1 cucchiaio di olio d’oliva extravergineper il ripieno • 600 g di patate • 300 g di formaggio fresco di malga • 3 cucchiai di parmigiano • timo e maggiorana freschi • saleper il condimento • 100 g di burro• 5-6 foglioline di salvia • 20 g di semi di papavero

preparazione 1 ora e 10 minuti cottura 40 minuti esecuzione facile vino Val Venosta Riesling

tortelli di forMaGGio di MalGa con seMi di papaveroper 4 persone

• 320 g di foie gras • 300 ml di porto rosso • 7 g di gelatina in fogli • 1 mela renetta • pan brioche • basilico • alloro • chiodi di garofano • cannella • dragoncello • cerfoglio • coriandolo • burro • sale e pepe in grani

preparazione 30 minuti cottura 20 minutiesecuzione media vino Verduzzo di Ramandolo

Portate a bollore il Porto con 1 foglia di basilico, 1 di alloro, 1 chiodo di garofano e un pizzico di sale. Toglietelo dal fuoco, filtratelo e unitevi la gelatina, già ammollata e strizzata. Riportate subito il Porto sul fuoco, versatelo in una teglietta foderata con carta da forno e passatelo in frigorifero a rassodare per circa 30 minuti. Spellate la mela, riducetela a spicchi di media grandezza e torniteli. Rosolate gli spicchi di mela con qualche fiocco di burro, un pizzico di sale e una spolverizzata di cannella. Servite il foie gras a fette, accompagnato dalla gelatina, le mele rosolate e qualche triangolino di pan brioche tostato. Profumate con foglioline di dragoncello, cerfoglio, coriandolo e guarnite con 1 riga di pepe macinato.

foie Gras con Gelatina al portoper 4 persone

Disponete la farina a fontana, mettete al centro le uova e l’olio e impastate fino a ottenere un composto omogeneo. Formate una palla e fatela riposare in frigorifero per circa 1 ora. Lessate le patate partendo da acqua fredda salata; una volta intiepidite, sbucciatele, schiacciatele e riunitele in una terrina con timo e maggiorana tritati, il parmigiano e il formaggio di malga a

dadini; aggiustate di sale. Tirate la sfoglia sottile e adagiatevi sopra dei mucchietti di ripieno, distanziati tra loro

di 2-3 cm. Ripiegate poi la pasta sul ripieno e sigillate premendo con le dita; ritagliate

i tortelli con l’apposita rotellina. Scaldate il burro con le foglie

di salvia e unite i semi di papavero. Lessate i tortelli

e serviteli cosparsi con il burro fuso caldo.

• 1 tacchino pulito (2,5 kg) • 200 g di polpa di vitello • 200 g di prosciutto cotto a dadini • 200 g di lonza di maiale • 200 ml di panna fresca • 4 fette di pancarré • latte • 100 g di sedano, carota, cipolla, salvia e rosmarino • 5 mele verdi • paprica • chiodi di garofano • succo di mostarda di cremona • burro • vino bianco • olio d’oliva e.v. • sale e pepe

preparazione 60 minuti cottura 180 minutiesecuzione media vino Alto Adige Cabernet

Spolpate il tacchino iniziando con un’incisione lungo il dorso. Sollevate un lembo di polpa e, raschiandola via con il coltello, separatela dalla carcassa che va messa a nudo, quindi staccatela dal volatile al quale rimarranno attaccate le cosce e i moncherini delle ali. Passate al mixer la lonza con il vitello, 70 g di prosciutto, 2 cucchiai di succo di mostarda, la panna, il pancarré ammollato nel latte, paprica, sale, pepe e chiodi di garofano pestati. Unite il resto del prosciutto. Farcite il tacchino con il ripieno iniziando dal collo, cucitelo e legatelo con lo spago. Sistematelo nella teglia con gli odori a pezzi, le erbe, sale e pepe; infornate a 200°C per 3 ore, bagnando con il vino e con il sughetto che si formerà. Passate il fondo di cottura al setaccio e distribuitelo sul tacchino. Servitelo con le fette di mela rosolate nel burro.

taccHino ripieno con salsa di Meleper 6 persone

• 300 g di pandoro • 400 g di mascarpone• 4 uova • 8 cucchiai di zucchero• 150 ml di rum bianco• 80 g di torrone • 1 arancia non trattata• cannella in polvere • sale

preparazione 35 minuti cottura 5 minuti esecuzione facile

coppe speZiate al pandoroper 4 persone

Separate i tuorli dagli albumi e montateli con 4 cucchiai di zucchero fino a ottenere una crema chiara e spumosa. Unite il mascarpone e 1 cucchiaino raso di cannella, versate il Rum poco alla volta, sempre mescolando, infine incorporate delicatamente gli albumi montati a neve ben solida con un pizzico di sale

e lo zucchero rimasto. Tagliate dal pandoro una fetta sottilissima e tenetela da parte per la

decorazione, poi spezzettate quello rimasto; tritate grossolanamente il torrone. Distribuite un po’ di pandoro spezzettato sul fondo di 4 bicchieri o coppette di vetro, ricoprite con la metà della crema al mascarpone e aggiungete il torrone tritato; completate con uno strato di pandoro e con la crema rimanente.Mettete i bicchieri in frigorifero per 2 ore. Poco prima di servire, dividete in 4 pezzi la fetta di pandoro tenuta da parte e fatela tostare su una bistecchiera ben calda. Decorate il dessert con l’arancia tagliata a zeste, o pelata a vivo e poi a spicchio, e con il pandoro tostato.

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• 300 g di farina bianca “0” • 3 uova• 1 cucchiaio di olio d’oliva extravergineper il ripieno • 600 g di patate • 300 g di formaggio fresco di malga • 3 cucchiai di parmigiano • timo e maggiorana freschi • saleper il condimento • 100 g di burro• 5-6 foglioline di salvia • 20 g di semi di papavero

preparazione 1 ora e 10 minuti cottura 40 minuti esecuzione facile vino Val Venosta Riesling

tortelli di forMaGGio di MalGa con seMi di papaveroper 4 persone

• 320 g di foie gras • 300 ml di porto rosso • 7 g di gelatina in fogli • 1 mela renetta • pan brioche • basilico • alloro • chiodi di garofano • cannella • dragoncello • cerfoglio • coriandolo • burro • sale e pepe in grani

preparazione 30 minuti cottura 20 minutiesecuzione media vino Verduzzo di Ramandolo

Portate a bollore il Porto con 1 foglia di basilico, 1 di alloro, 1 chiodo di garofano e un pizzico di sale. Toglietelo dal fuoco, filtratelo e unitevi la gelatina, già ammollata e strizzata. Riportate subito il Porto sul fuoco, versatelo in una teglietta foderata con carta da forno e passatelo in frigorifero a rassodare per circa 30 minuti. Spellate la mela, riducetela a spicchi di media grandezza e torniteli. Rosolate gli spicchi di mela con qualche fiocco di burro, un pizzico di sale e una spolverizzata di cannella. Servite il foie gras a fette, accompagnato dalla gelatina, le mele rosolate e qualche triangolino di pan brioche tostato. Profumate con foglioline di dragoncello, cerfoglio, coriandolo e guarnite con 1 riga di pepe macinato.

foie Gras con Gelatina al portoper 4 persone

Disponete la farina a fontana, mettete al centro le uova e l’olio e impastate fino a ottenere un composto omogeneo. Formate una palla e fatela riposare in frigorifero per circa 1 ora. Lessate le patate partendo da acqua fredda salata; una volta intiepidite, sbucciatele, schiacciatele e riunitele in una terrina con timo e maggiorana tritati, il parmigiano e il formaggio di malga a

dadini; aggiustate di sale. Tirate la sfoglia sottile e adagiatevi sopra dei mucchietti di ripieno, distanziati tra loro

di 2-3 cm. Ripiegate poi la pasta sul ripieno e sigillate premendo con le dita; ritagliate

i tortelli con l’apposita rotellina. Scaldate il burro con le foglie

di salvia e unite i semi di papavero. Lessate i tortelli

e serviteli cosparsi con il burro fuso caldo.

• 1 tacchino pulito (2,5 kg) • 200 g di polpa di vitello • 200 g di prosciutto cotto a dadini • 200 g di lonza di maiale • 200 ml di panna fresca • 4 fette di pancarré • latte • 100 g di sedano, carota, cipolla, salvia e rosmarino • 5 mele verdi • paprica • chiodi di garofano • succo di mostarda di cremona • burro • vino bianco • olio d’oliva e.v. • sale e pepe

preparazione 60 minuti cottura 180 minutiesecuzione media vino Alto Adige Cabernet

Spolpate il tacchino iniziando con un’incisione lungo il dorso. Sollevate un lembo di polpa e, raschiandola via con il coltello, separatela dalla carcassa che va messa a nudo, quindi staccatela dal volatile al quale rimarranno attaccate le cosce e i moncherini delle ali. Passate al mixer la lonza con il vitello, 70 g di prosciutto, 2 cucchiai di succo di mostarda, la panna, il pancarré ammollato nel latte, paprica, sale, pepe e chiodi di garofano pestati. Unite il resto del prosciutto. Farcite il tacchino con il ripieno iniziando dal collo, cucitelo e legatelo con lo spago. Sistematelo nella teglia con gli odori a pezzi, le erbe, sale e pepe; infornate a 200°C per 3 ore, bagnando con il vino e con il sughetto che si formerà. Passate il fondo di cottura al setaccio e distribuitelo sul tacchino. Servitelo con le fette di mela rosolate nel burro.

taccHino ripieno con salsa di Meleper 6 persone

• 300 g di pandoro • 400 g di mascarpone• 4 uova • 8 cucchiai di zucchero• 150 ml di rum bianco• 80 g di torrone • 1 arancia non trattata• cannella in polvere • sale

preparazione 35 minuti cottura 5 minuti esecuzione facile

coppe speZiate al pandoroper 4 persone

Separate i tuorli dagli albumi e montateli con 4 cucchiai di zucchero fino a ottenere una crema chiara e spumosa. Unite il mascarpone e 1 cucchiaino raso di cannella, versate il Rum poco alla volta, sempre mescolando, infine incorporate delicatamente gli albumi montati a neve ben solida con un pizzico di sale

e lo zucchero rimasto. Tagliate dal pandoro una fetta sottilissima e tenetela da parte per la

decorazione, poi spezzettate quello rimasto; tritate grossolanamente il torrone. Distribuite un po’ di pandoro spezzettato sul fondo di 4 bicchieri o coppette di vetro, ricoprite con la metà della crema al mascarpone e aggiungete il torrone tritato; completate con uno strato di pandoro e con la crema rimanente.Mettete i bicchieri in frigorifero per 2 ore. Poco prima di servire, dividete in 4 pezzi la fetta di pandoro tenuta da parte e fatela tostare su una bistecchiera ben calda. Decorate il dessert con l’arancia tagliata a zeste, o pelata a vivo e poi a spicchio, e con il pandoro tostato.

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speciale feste di natale

Sia che la serata si trascorra in famiglia, sia che si condivida con gli amici, l’atmo-sfera è quella di festa. Abbondate con le candele e con i decori e non dimenticate

di appendere il vischio alla porta: un bacio scam-biato sotto vi porterà fortuna. Si sa è una serata in cui ci si intrattiene volentieri fino a tardi, quin-di preparate giochi di società, le carte, una rac-colta di foto dei momenti più belli dell’anno che si chiude e, perché no, anche qualche rivista con l’oroscopo del nuovo anno: anche i più scettici una letta gliela daranno. Spendete anche un po’ di tempo per selezionare la musica: potreste rac-cogliere in un cd tutte le canzoni must dell’anno. Tutto il resto del tempo dedicatelo alla tavola, che deve essere ricca e golosissima come suggerisce il nostro menù, e alla scelta dei vini da abbinare.

L’ultima seradell’anno

speciale feste di natale

Sia che la serata si trascorra in famiglia, sia che si condivida con gli amici, l’atmo-sfera è quella di festa. Abbondate con le candele e con i decori e non dimenticate

di appendere il vischio alla porta: un bacio scam-biato sotto vi porterà fortuna. Si sa è una serata in cui ci si intrattiene volentieri fino a tardi, quin-di preparate giochi di società, le carte, una rac-colta di foto dei momenti più belli dell’anno che si chiude e, perché no, anche qualche rivista con l’oroscopo del nuovo anno: anche i più scettici una letta gliela daranno. Spendete anche un po’ di tempo per selezionare la musica: potreste rac-cogliere in un cd tutte le canzoni must dell’anno. Tutto il resto del tempo dedicatelo alla tavola, che deve essere ricca e golosissima come suggerisce il nostro menù, e alla scelta dei vini da abbinare.

L’ultima seradell’anno

• 4 cuori di carciofo • 300 g di patate • 700 ml di brodo vegetale • 1 scalogno • 1 rametto di maggiorana • 30 g di olio d’oliva e.v.• 1 tartufo nero • 200 g di pasta sfoglia • 1 limone • sale e pepe

preparazione 20 minuti cottura 30 minutiesecuzione facile vino Bardolino Chiaretto

Spellate le patate e tagliatele a cubetti. Tagliate i cuori di carciofo sempre a cubetti e immergeteli in acqua acidulata con il succo di limone. Fate stufare in una casseruola lo scalogno tritato nell’olio; unite il tartufo tritato grossolanamente, le patate e coprite con il brodo caldo. Cuocete per 20 minuti; aggiustate di sale e pepe e aromatizzate con la maggiorana tritata. Versate la zuppa nelle ciotole di ceramica, sigillate i bordi di ciascuna con un disco di pasta sfoglia tirato sottile e spennellate la superficie con l’uovo sbattuto. Infornate a 200°C per circa 10 minuti o, comunque, fino a quando la pasta sfoglia risulterà gonfia e dorata.

Zuppa di carciofi e patate per 4 persone

• 320 g di paccheri • 1/2 kg di calamari • 200 g di filetti di triglia • 120 g di frutti di cappero sottolio• 1 scalogno • olio d’oliva extravergine • finocchietto selvatico • sale e pepe

preparazione 40 minuti cottura 15 minuti esecuzione media vino Castel del Monte Sauvignon

Sfilate la cartilagine e la testa del calamaro precedentemente lavato. Separate i tentacoli dalla testa ed eliminate il dente posto al centro dei tentacoli; quindi spellate delicatamente il corpo iniziando dall’alto. Tagliate i tentacoli a piccoli rombi e divideteli a tocchetti. Sistemate i filetti di triglia su una teglia, salate, pepate e irrorateli con un filo di olio d’oliva. Passate al forno per 4 minuti. In una padella stufate lo scalogno tritato con 2 cucchiai d’olio, unite i calamari e saltateli a fiamma vivace per 2 minuti. Cuocete la pasta in abbondante acqua bollente salata, scolatela al dente conservando un po’ d’acqua di cottura e versatela sui calamari. Unite il finocchietto spezzettato, una macinata di pepe e i frutti del cappero tagliati a metà. Saltate a lungo per amalgamare gli ingredienti, irrorate con olio a crudo e servite la pasta nei piatti disponendo su ognuno i filetti di triglia.

paccHeri con triGlie e calaMariper 4 persone

spiedini di polloBocconcini di petti di pollo infilati su stecchini, fritti in padella con un filo d’olio, sale, pepe bianco, 1 cucchiaino di estratto di carne e filetti di scorza d’arancia.

GaMberi in sfoGliaGamberoni avvolti in una fetta di lardo sottile e arrotolati in una striscia di pasta sfoglia; spennellati con uovo sbattuto e cosparsi con semi di sesamo. Vanno cotti in forno a 200°C per 10 minuti.

vol-au-vent alla ricottaRicotta fresca lavorata con basilico tritato, sale e pepe, disposta all’interno di vol-au-vent già cotti; serviteli decorati con prezzemolo e una spolverizzata di pepe nero.

canapÈ con le MeleQuadrati di focaccia guarniti con purè di mele (cotte e frullate con sale, pepe bianco e una noce di burro); i canapè sono completati da fettine di bottarga di muggine e foglioline di basilico fresche.

fantasia di antipasti

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• 4 cuori di carciofo • 300 g di patate • 700 ml di brodo vegetale • 1 scalogno • 1 rametto di maggiorana • 30 g di olio d’oliva e.v.• 1 tartufo nero • 200 g di pasta sfoglia • 1 limone • sale e pepe

preparazione 20 minuti cottura 30 minutiesecuzione facile vino Bardolino Chiaretto

Spellate le patate e tagliatele a cubetti. Tagliate i cuori di carciofo sempre a cubetti e immergeteli in acqua acidulata con il succo di limone. Fate stufare in una casseruola lo scalogno tritato nell’olio; unite il tartufo tritato grossolanamente, le patate e coprite con il brodo caldo. Cuocete per 20 minuti; aggiustate di sale e pepe e aromatizzate con la maggiorana tritata. Versate la zuppa nelle ciotole di ceramica, sigillate i bordi di ciascuna con un disco di pasta sfoglia tirato sottile e spennellate la superficie con l’uovo sbattuto. Infornate a 200°C per circa 10 minuti o, comunque, fino a quando la pasta sfoglia risulterà gonfia e dorata.

Zuppa di carciofi e patate per 4 persone

• 320 g di paccheri • 1/2 kg di calamari • 200 g di filetti di triglia • 120 g di frutti di cappero sottolio• 1 scalogno • olio d’oliva extravergine • finocchietto selvatico • sale e pepe

preparazione 40 minuti cottura 15 minuti esecuzione media vino Castel del Monte Sauvignon

Sfilate la cartilagine e la testa del calamaro precedentemente lavato. Separate i tentacoli dalla testa ed eliminate il dente posto al centro dei tentacoli; quindi spellate delicatamente il corpo iniziando dall’alto. Tagliate i tentacoli a piccoli rombi e divideteli a tocchetti. Sistemate i filetti di triglia su una teglia, salate, pepate e irrorateli con un filo di olio d’oliva. Passate al forno per 4 minuti. In una padella stufate lo scalogno tritato con 2 cucchiai d’olio, unite i calamari e saltateli a fiamma vivace per 2 minuti. Cuocete la pasta in abbondante acqua bollente salata, scolatela al dente conservando un po’ d’acqua di cottura e versatela sui calamari. Unite il finocchietto spezzettato, una macinata di pepe e i frutti del cappero tagliati a metà. Saltate a lungo per amalgamare gli ingredienti, irrorate con olio a crudo e servite la pasta nei piatti disponendo su ognuno i filetti di triglia.

paccHeri con triGlie e calaMariper 4 persone

spiedini di polloBocconcini di petti di pollo infilati su stecchini, fritti in padella con un filo d’olio, sale, pepe bianco, 1 cucchiaino di estratto di carne e filetti di scorza d’arancia.

GaMberi in sfoGliaGamberoni avvolti in una fetta di lardo sottile e arrotolati in una striscia di pasta sfoglia; spennellati con uovo sbattuto e cosparsi con semi di sesamo. Vanno cotti in forno a 200°C per 10 minuti.

vol-au-vent alla ricottaRicotta fresca lavorata con basilico tritato, sale e pepe, disposta all’interno di vol-au-vent già cotti; serviteli decorati con prezzemolo e una spolverizzata di pepe nero.

canapÈ con le MeleQuadrati di focaccia guarniti con purè di mele (cotte e frullate con sale, pepe bianco e una noce di burro); i canapè sono completati da fettine di bottarga di muggine e foglioline di basilico fresche.

fantasia di antipasti

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• 1 lonza di maiale (circa 600 g) • 1 grappolo d’uva rosata a chicchi grandi • 1 bicchiere di vino rosato • 4 foglie d’alloro • 2 rametti di rosmarino • 5 foglie di salvia • 4 cucchiai di olio d’oliva extravergine • 4 fette spesse di pancetta dolce tesa • 2 scalogni • sale e pepe

preparazione 30 minuti cottura 55 minutiesecuzione facile vino Lagrein Dunkel

Tritate la salvia finemente e unitevi il rosmarino sfogliato. Salate e pepate la carne e massaggiatela con le erbe aromatiche tritate. Avvolgetela con le fette di pancetta e legate con lo spago da cucina in maniera da tenerle ferme durante la cottura. Sgrappolate l’uva e lavatela in una terrina con acqua fredda; scolatela e asciugatela su un canovaccio. Rosolate brevemente in una padella antiaderente gli scalogni tritati grossolanamente con l’olio e poi doratevi la carne girandola più volte; sfumate con il vino e aggiustate di sale e pepe. Versate il tutto in una pirofila da forno e unite l’uva sul fondo con l’alloro. Infornate a 190°C per 45 minuti circa. Lasciate intiepidire e servite.

lonZa di Maiale all’uva rosataper 4 persone

• 4 fette di filetto di salmone (circa 120 g ognuna) • 3 cucchiaini di tè verde • 1 mazzetto d’erbe miste (basilico, menta, maggiorana) • 4 cucchiai di olio d’oliva extravergine per la salsa • 250 g di yogurt bianco intero • 2 cetrioli medi • 1 mazzetto d’aneto • 1 cucchiaino di cumino • sale e pepe

filetto di salMone al vapore di tÈper 4 persone

• 1 panettone (1 kg) • 4 tuorli • 250 g di mascarpone • 120 g di zucchero • 250 g di panna fresca• 10 g di gelatina • rum o Maraschino • alchechengi • meringhe • cacao • 50 g di cioccolato fondente

preparazione 20 minuti esecuzione facile vino Colli di Parma Malvasia Dolce

Sciogliete la gelatina, precedentemente ammollata e strizzata, in poco liquore. Montate lo zucchero con i tuorli fino a ottenere un composto ben sodo, incorporate il mascarpone, la gelatina sciolta e, per ultima, la panna montata. Lavorate la crema delicatamente evitando la formazione di grumi. Tagliate il panettone in senso orizzontale in 3 o 4 fette alte 2 cm. Spalmate ogni disco con uno strato abbondante di crema al mascarpone. Fondete il cioccolato a bagnomaria e immergetevi gli alchechengi. Decorate il panettone spolverizzandolo con cacao e aggiungete gli alchechengi e le meringhe. A piacere, potete personalizzare il dolce con zucchero caramellato. Conservate il dolce in luogo fresco fino al momento di servire.

panettone farcito con creMa al Mascarponeper 6 persone

preparazione 15 minuti cottura 20 minuti esecuzione facile vino Classico Franciacorta Brut

Tagliate i cetrioli a dadini, cospargeteli con 1 cucchiaino di sale, mescolate e lasciate riposare in un piatto con

un peso sopra per 30 minuti. Mettete a bollire 6 tazze d’acqua e versatele in una brocca in cui

avrete messo il tè verde e le erbe aromatiche. Lasciate in infusione per 6-7 minuti, quindi filtrate l’infuso direttamente nella pentola per la cottura al vapore. Scolate i cetrioli e

riuniteli in una terrina con lo yogurt, l’aneto tritato e i semi di cumino. Insaporite con pepe macinato al momento e un pizzico di sale. Lasciate riposare in frigorifero. Sistemate i filetti di salmone sulla griglia per la cottura al vapore, salateli e cuoceteli sull’infuso al tè a leggera ebollizione per 15 minuti. Serviteli accompagnati dalla salsa allo yogurt, irrorati con un filo di olio crudo e una spolverizzata di pepe.

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• 1 lonza di maiale (circa 600 g) • 1 grappolo d’uva rosata a chicchi grandi • 1 bicchiere di vino rosato • 4 foglie d’alloro • 2 rametti di rosmarino • 5 foglie di salvia • 4 cucchiai di olio d’oliva extravergine • 4 fette spesse di pancetta dolce tesa • 2 scalogni • sale e pepe

preparazione 30 minuti cottura 55 minutiesecuzione facile vino Lagrein Dunkel

Tritate la salvia finemente e unitevi il rosmarino sfogliato. Salate e pepate la carne e massaggiatela con le erbe aromatiche tritate. Avvolgetela con le fette di pancetta e legate con lo spago da cucina in maniera da tenerle ferme durante la cottura. Sgrappolate l’uva e lavatela in una terrina con acqua fredda; scolatela e asciugatela su un canovaccio. Rosolate brevemente in una padella antiaderente gli scalogni tritati grossolanamente con l’olio e poi doratevi la carne girandola più volte; sfumate con il vino e aggiustate di sale e pepe. Versate il tutto in una pirofila da forno e unite l’uva sul fondo con l’alloro. Infornate a 190°C per 45 minuti circa. Lasciate intiepidire e servite.

lonZa di Maiale all’uva rosataper 4 persone

• 4 fette di filetto di salmone (circa 120 g ognuna) • 3 cucchiaini di tè verde • 1 mazzetto d’erbe miste (basilico, menta, maggiorana) • 4 cucchiai di olio d’oliva extravergine per la salsa • 250 g di yogurt bianco intero • 2 cetrioli medi • 1 mazzetto d’aneto • 1 cucchiaino di cumino • sale e pepe

filetto di salMone al vapore di tÈper 4 persone

• 1 panettone (1 kg) • 4 tuorli • 250 g di mascarpone • 120 g di zucchero • 250 g di panna fresca• 10 g di gelatina • rum o Maraschino • alchechengi • meringhe • cacao • 50 g di cioccolato fondente

preparazione 20 minuti esecuzione facile vino Colli di Parma Malvasia Dolce

Sciogliete la gelatina, precedentemente ammollata e strizzata, in poco liquore. Montate lo zucchero con i tuorli fino a ottenere un composto ben sodo, incorporate il mascarpone, la gelatina sciolta e, per ultima, la panna montata. Lavorate la crema delicatamente evitando la formazione di grumi. Tagliate il panettone in senso orizzontale in 3 o 4 fette alte 2 cm. Spalmate ogni disco con uno strato abbondante di crema al mascarpone. Fondete il cioccolato a bagnomaria e immergetevi gli alchechengi. Decorate il panettone spolverizzandolo con cacao e aggiungete gli alchechengi e le meringhe. A piacere, potete personalizzare il dolce con zucchero caramellato. Conservate il dolce in luogo fresco fino al momento di servire.

panettone farcito con creMa al Mascarponeper 6 persone

preparazione 15 minuti cottura 20 minuti esecuzione facile vino Classico Franciacorta Brut

Tagliate i cetrioli a dadini, cospargeteli con 1 cucchiaino di sale, mescolate e lasciate riposare in un piatto con

un peso sopra per 30 minuti. Mettete a bollire 6 tazze d’acqua e versatele in una brocca in cui

avrete messo il tè verde e le erbe aromatiche. Lasciate in infusione per 6-7 minuti, quindi filtrate l’infuso direttamente nella pentola per la cottura al vapore. Scolate i cetrioli e

riuniteli in una terrina con lo yogurt, l’aneto tritato e i semi di cumino. Insaporite con pepe macinato al momento e un pizzico di sale. Lasciate riposare in frigorifero. Sistemate i filetti di salmone sulla griglia per la cottura al vapore, salateli e cuoceteli sull’infuso al tè a leggera ebollizione per 15 minuti. Serviteli accompagnati dalla salsa allo yogurt, irrorati con un filo di olio crudo e una spolverizzata di pepe.

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il nataledei bambini

Condividete la preparazione al Natale con i vostri piccoli. Coinvolgeteli per esempio in una semplice attività di bricolage o av-vicinateli allo stencil, una tecnica adatta

a tutti i bambini. I più grandi potranno disegnare e tagliare le maschere per creare i disegni, mentre i più piccoli saranno felici di colorarle. Basteranno poche cose, un po’ di fantasia, e anche di pazien-za da parte vostra, per mettervi al lavoro con loro e creare addobbi, decorazioni, pensieri originali e super economici. Ecco le nostre proposte: il classico calendario dell’Avvento, una scatola portagioie o da usare per confezionare un regalo, un portatovaglio-lo. Sono solo degli spunti, dei suggerimenti da adat-tare, trasformare, variare o arricchire.

idee e spunti per creare con i vostri bambini decorazioni, addobbi e regali. un’occasione per stare con loro e spiegare i significati più autentici del Natale e delle sue tradizioni

busta per regaliprovate a creare questa bellissima busta e utilizzatela per impacchettare i vostri regali. prendete una busta di carta colorata (potete scegliere anche una bustanormale e colorarla voi) e decoratela con stencil e altridecori a vostra scelta: noi abbiamo utilizzato lo stencil di un orsetto e tante piccole paillettes color oro incollate in ordine sparso.

speciale feste

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il nataledei bambini

Condividete la preparazione al Natale con i vostri piccoli. Coinvolgeteli per esempio in una semplice attività di bricolage o av-vicinateli allo stencil, una tecnica adatta

a tutti i bambini. I più grandi potranno disegnare e tagliare le maschere per creare i disegni, mentre i più piccoli saranno felici di colorarle. Basteranno poche cose, un po’ di fantasia, e anche di pazien-za da parte vostra, per mettervi al lavoro con loro e creare addobbi, decorazioni, pensieri originali e super economici. Ecco le nostre proposte: il classico calendario dell’Avvento, una scatola portagioie o da usare per confezionare un regalo, un portatovaglio-lo. Sono solo degli spunti, dei suggerimenti da adat-tare, trasformare, variare o arricchire.

idee e spunti per creare con i vostri bambini decorazioni, addobbi e regali. un’occasione per stare con loro e spiegare i significati più autentici del Natale e delle sue tradizioni

busta per regaliprovate a creare questa bellissima busta e utilizzatela per impacchettare i vostri regali. prendete una busta di carta colorata (potete scegliere anche una bustanormale e colorarla voi) e decoratela con stencil e altridecori a vostra scelta: noi abbiamo utilizzato lo stencil di un orsetto e tante piccole paillettes color oro incollate in ordine sparso.

speciale feste

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disegnate un albero di natale sul cartoncino e ritagliatelo. prendete la sagoma ottenuta, ricalcatela sul feltro e ritagliate con le forbici.

speciale feste

appoggiate il bicchiere sul pannolenci e utilizzatelo per ricercare la forma dei cerchi: dovrete ottenerne 24 in tutto (nel nostro caso abbiamo utilizzato 4 colori diversi). ritagliate i cerchi con la forbice.

cosa serve• feltro verde scuro (50 x 60 cm) • pannolenci colorato • colori a rilievo • paillettes • cartoncino • matita • forbici • forbici a zig-zag • colla vinilica • pennello piccolo a punta piatta • bicchiere (circa 6 cm di diametro) • cordino di raso

utilizzate i colori a rilievo per disegnare i

numeri sui cerchi di pannolenci. lasciateli

asciugare completamente prima di utilizzarli.

applicate con il pennello la colla su 3/4 del bordo esterno dei cerchi numerati e incollateli in modo da formare delle piccole tasche. abbellite il vostro calendario incollando qualche paillette tra i cerchi numerati.

1

2

3

4

disegnate la sagoma di un babbo natale sul cartoncino normale e ritagliatela. appoggiatela sul cartoncino spesso e disegnatene il contorno.

portatovagliolo Babbo Natale

ritagliate il contorno. per ricavare il buco centrale praticate un foro con uno stecchino in modo da far passare le forbici senza rischiare di stroppicciare il cartoncino.

cosa serve• cartoncino normale e spesso • matita • forbici • pennello piccolo a punta piatta • colori a tempera rosso e bianco • pennarello nero a punta fine • nastro di stoffa

disegnate con una matita i contorni del vostro

babbo natale. coloratelo prima con il rosso

poi con il bianco. lasciate asciugare bene.

se notate qualche sbavatura non reoccupatevi,

una volta asciutto si può tornare sul colore

e ritoccare.

legate il nastro intorno al collo di babbo natale come se fosse una sciarpa. se volete potete personalizzare il vostro babbo natale scrivendo il nome della persona che si siederà in quel posto: in questo modo il portatovagliolo sarà anche un originale segnaposto.

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calendario dell’Avvento

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disegnate un albero di natale sul cartoncino e ritagliatelo. prendete la sagoma ottenuta, ricalcatela sul feltro e ritagliate con le forbici.

speciale feste

appoggiate il bicchiere sul pannolenci e utilizzatelo per ricercare la forma dei cerchi: dovrete ottenerne 24 in tutto (nel nostro caso abbiamo utilizzato 4 colori diversi). ritagliate i cerchi con la forbice.

cosa serve• feltro verde scuro (50 x 60 cm) • pannolenci colorato • colori a rilievo • paillettes • cartoncino • matita • forbici • forbici a zig-zag • colla vinilica • pennello piccolo a punta piatta • bicchiere (circa 6 cm di diametro) • cordino di raso

utilizzate i colori a rilievo per disegnare i

numeri sui cerchi di pannolenci. lasciateli

asciugare completamente prima di utilizzarli.

applicate con il pennello la colla su 3/4 del bordo esterno dei cerchi numerati e incollateli in modo da formare delle piccole tasche. abbellite il vostro calendario incollando qualche paillette tra i cerchi numerati.

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disegnate la sagoma di un babbo natale sul cartoncino normale e ritagliatela. appoggiatela sul cartoncino spesso e disegnatene il contorno.

portatovagliolo Babbo Natale

ritagliate il contorno. per ricavare il buco centrale praticate un foro con uno stecchino in modo da far passare le forbici senza rischiare di stroppicciare il cartoncino.

cosa serve• cartoncino normale e spesso • matita • forbici • pennello piccolo a punta piatta • colori a tempera rosso e bianco • pennarello nero a punta fine • nastro di stoffa

disegnate con una matita i contorni del vostro

babbo natale. coloratelo prima con il rosso

poi con il bianco. lasciate asciugare bene.

se notate qualche sbavatura non reoccupatevi,

una volta asciutto si può tornare sul colore

e ritoccare.

legate il nastro intorno al collo di babbo natale come se fosse una sciarpa. se volete potete personalizzare il vostro babbo natale scrivendo il nome della persona che si siederà in quel posto: in questo modo il portatovagliolo sarà anche un originale segnaposto.

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calendario dell’Avvento

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colorate la superficie esterna della scatolina e il coperchio.

speciale feste

scatoline stellate

mescolate in un contenitore il colore (nel nostro caso giallo) con qualche goccia d’acqua. intingete lo spazzolino nel colore e spruzzate sulla scatolina muovendo il dito sullo spazzolino verso di voi. prima di colorare la scatola è consigliabile fare una prova su un foglio di carta.

cosa serve• scatolina di cartone a forma di stella • pennello medio a punta piatta • spazzolino da denti • stencil a stella • pennello per stencil • nastro adesivo di carta • colori a tempera

preparate lo stencil ricalcando la figura di

una stella su un foglio di plastica e ritagliatela.

posizionatelo sul coperchio e fissatelo con

nastro adesivo di carta per tenerlo fermo.

immergete il pennello da stencil nel colore, togliete la pittura in eccesso e “picchiettatelo” sulla sagoma della stella. lasciate asciugare bene e rimuovete lo stencil.

1

2

3

4

Indice delle ricetteantipastiCanapè con le mele 88Carpaccio e tartare di pesce 80Focaccine schiacciate 64Foie gras con gelatina al Porto 84Gamberi in sfoglia 88Rollè di salmone e lattuga con salsa al limone 31Spiedini di pollo 88Spiedini di salmone al pepe rosa 30Strudel di broccoli e patate 18Vol-au-vent alla ricotta 88

priMiBucatini con patate e nocciole 23Canederli di spinaci 63Fusilli con gorgonzola e finocchio 42Paccheri con triglie e calamari 89Passata di ceci con gamberi e vongole veraci 80Ravioli con branzino 47Risotto al cavolfiore con briciole croccanti 19Scialatielli con pistacchi e salmone 31Tortelli di formaggio di malga con semi di papavero 84Tortelli di ricotta e spinaci 46Zuppa di broccoli e patate 19Zuppa di carciofi e patate 89

secondiBranzino e salmone nella rete 81Filetto di salmone al vapore di tè 90Lonza di maiale all’uva rosata 90Rosticciata di carne e patate 64Scaloppine al balsamico con pinoli e uvetta 24Tacchino ripieno con salsa di mele 85

dolciCharlotte al cioccolato 50Coppe speziate al pandoro 85Crostatina al pistacchio 25Frittelle di mele con mirtilli 65Panettone farcito con crema al mascarpone 91Plumcake allo yogurt e mandorle 25Soufflé al torrone e cannella 81Strudel di mele 65Tiramisù 49Torta di nocciole 24

condiMenti Olio al rosmarino 37Olio alle erbe 37

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colorate la superficie esterna della scatolina e il coperchio.

speciale feste

scatoline stellate

mescolate in un contenitore il colore (nel nostro caso giallo) con qualche goccia d’acqua. intingete lo spazzolino nel colore e spruzzate sulla scatolina muovendo il dito sullo spazzolino verso di voi. prima di colorare la scatola è consigliabile fare una prova su un foglio di carta.

cosa serve• scatolina di cartone a forma di stella • pennello medio a punta piatta • spazzolino da denti • stencil a stella • pennello per stencil • nastro adesivo di carta • colori a tempera

preparate lo stencil ricalcando la figura di

una stella su un foglio di plastica e ritagliatela.

posizionatelo sul coperchio e fissatelo con

nastro adesivo di carta per tenerlo fermo.

immergete il pennello da stencil nel colore, togliete la pittura in eccesso e “picchiettatelo” sulla sagoma della stella. lasciate asciugare bene e rimuovete lo stencil.

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Indice delle ricetteantipastiCanapè con le mele 88Carpaccio e tartare di pesce 80Focaccine schiacciate 64Foie gras con gelatina al Porto 84Gamberi in sfoglia 88Rollè di salmone e lattuga con salsa al limone 31Spiedini di pollo 88Spiedini di salmone al pepe rosa 30Strudel di broccoli e patate 18Vol-au-vent alla ricotta 88

priMiBucatini con patate e nocciole 23Canederli di spinaci 63Fusilli con gorgonzola e finocchio 42Paccheri con triglie e calamari 89Passata di ceci con gamberi e vongole veraci 80Ravioli con branzino 47Risotto al cavolfiore con briciole croccanti 19Scialatielli con pistacchi e salmone 31Tortelli di formaggio di malga con semi di papavero 84Tortelli di ricotta e spinaci 46Zuppa di broccoli e patate 19Zuppa di carciofi e patate 89

secondiBranzino e salmone nella rete 81Filetto di salmone al vapore di tè 90Lonza di maiale all’uva rosata 90Rosticciata di carne e patate 64Scaloppine al balsamico con pinoli e uvetta 24Tacchino ripieno con salsa di mele 85

dolciCharlotte al cioccolato 50Coppe speziate al pandoro 85Crostatina al pistacchio 25Frittelle di mele con mirtilli 65Panettone farcito con crema al mascarpone 91Plumcake allo yogurt e mandorle 25Soufflé al torrone e cannella 81Strudel di mele 65Tiramisù 49Torta di nocciole 24

condiMenti Olio al rosmarino 37Olio alle erbe 37

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redazione

direttore responsabilePaolo dalcò

coordinamento di redazionemonica Nastrucci

in redazioneFrancesca badi, cristina bottari, Giulia malerba, Armando minuz, monia Petrolini (grafica)

Hanno collaborato a questo numerotesti vittorio barbieri, Lucia carletti, Gilda ciaruffoli, Fondazione veronesi, Giulio Serri, martina tringaliricette Licia cagnoni, Simone rugiatiFotografie Azienda per il turismo valsugana (pag. 58), brunico kronplatz turismo (pag. 60 foto box e pag. 61), davide di Prato (ricette e still life),messner mountain museum (pag. 61 foto box), Nyc & company (pag. 66 foto in basso e pag. 67), Nyc & company/Alex Lopez (pag. 69), Nyc & company/Gus Powell (pag. 68 foto in alto), Nyc & company/will Steacy (pag. 66 foto in alto), terme merano/trend (pag. 62).

editoreFood s.r.l.via mazzini n. 643121 Parmatel. 0521 388511 - fax 0521 388555mail: [email protected]

iscrizione al registro degli operatori di comunicazione al n. 2273registrazione presso la cancelleria del tribunale in corso

n. 5 – novembre-dicembre 2012Stampato nel mese di settembre 2012presso incentive Promomedia Srlvia domenico Nicolai, 6370122 bari

tutti i diritti di produzione, riproduzione o traduzione sono riservati. testi e fotografie, anche se non pubblicati, non si restituiscono. in conformità al d.Lgs. n. 196/2003 sulla tutela dei dati personali, informiamo che i dati raccolti saranno trattati con la massima riservatezza e verranno utilizzati per scopi inerenti la nostra attività. in ogni momento, a norma dell’art. 7 del d.Legs. n. 196/2003, si potrà chiedere l’accesso, la modifica, la cancellazione o opporsi al trattamento dei dati scrivendo a Food Srl via mazzini, 6 – 43121 Parma

Le Tisane Bonomelli offrono una miscela buona da gustare e utile per stare bene. L’ampia gamma delle Tisane Bonomelli, infatti, combina diverse tipologie di erbe: quelle funzionali per il

benessere dell’organismo e quelle aromatiche per dare un buon sapore e un piacevole profumo.Il risultato è una preziosa miscela da sorseggiare per riscoprire il piacere di “vivere bene con gusto”.

FiltroFiore Bonomelliunica marca del mercato della

camomilla ad investire in comunicazione in tv

tiSAne FUnZionAli Bonomelli

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investe e sostiene tutte le lineesia in comunicazione sia con attività al consumatore

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in un anno sono state pubblicate

oltre 200 ricette!

le puoi trovare sul sito

WWW.supersigma.com

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N. 5 - Novembre-dicembre 2012

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menù della vigilia, di natale e del veglioneidee per regali curiosi preparati da voidecori da creare con i bambini

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