Rivista PRÈMIATY Marzo Aprile 2012

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PASTA un ritratto italiano LA RIVISTA DI CUCINA, BENESSERE, TEMPO LIBERO E CASA VIAGGIO IN ITALIA Il cuore verde di Roma MONDO DONNA Stop alla cellulite VERDURA DI STAGIONE Asparagi, germogli di primavera NUMERO 1 - MARZO-APRILE 2012 1,00 E URO 8 004348 126127 CON 80 BUONI SCONTO PER RISPARMIARE OLTRE 40 SULLA TUA SPESA

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Rivista PRÈMIATY Marzo Aprile 2012

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pastaun ritratto italiano

l a r i v i s t a d i c u c i n a , b e n e s s e r e , t e m p o l i b e r o e c a s a

viaggio in italiaIl cuore verde di Roma

mondo donnaStop alla cellulite

verdura di stagioneAsparagi, germoglidi primavera

Numero 1 - marzo-aprile 2012

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EditorialeGentile Cliente, in questi anni carichi di tensioni e difficoltà Sigma sta compiendo un importante sforzo per assicurare ai propri clienti la necessaria convenienza con prodotti sempre di grande qualità e la garanzia di un servizio accorto e cordiale.È proprio in quest’ottica che nasce Premiaty, una rivista bimestrale che il nostro cliente troverà alle casse del proprio supermercato Sigma di fiducia. Un nuovo modo di dialogare, uno strumento prezioso per essere sempre al fianco di chi quotidianamente ci sceglie.Premiaty quindi è un progetto semplice ma ambizioso e si pone più di un obiettivo. Innanzitutto regalare momenti di relax attraverso la lettura di articoli di attualità, benessere, tempo libero e inerenti il mondo del gusto. Il cuore della rivista, infatti, batte per la cucina: in ogni numero ci saranno tante ricette, splendidamente illustrate, spiegate nel dettaglio e arricchite da consigli e suggerimenti per portare in tavola ogni giorno piatti che fanno “stare bene” senza rinunciare al gusto. Si imparerà a cucinare ma anche a conoscere le materie prime. Oltre alla tavola, tanto altro: interviste a VIP del mondo dello spettacolo, della musica o della cultura, approfondimenti su argomenti di attualità, dell’universo femminile o del mondo bimbo. In ogni numero poi una rubrica fissa a firma della Fondazione Veronesi, impegnata con Sigma e tutti i suoi clienti in una importantissima iniziativa nel campo della ricerca scientifica. Saranno articoli di gradevole lettura e ricchi di contenuto per semplificare la gestione della quotidianità a 360°.Il gruppo Sigma, sensibile e attento all’esigenza di risparmio che questi tempi impongono, allegherà a ogni numero della rivista un inserto di buoni sconto per risparmiare sulla spesa quotidiana. E non solo: ci sarà anche un utile omaggio scelto tra gli oltre 1200 prodotti a marchio garantiti da Sigma.È questa la nostra nuova sfida, che ancora una volta dimostra l’attenzione riservata alla nostra clientela e alle sue esigenze. E proprio per questo ci deve essere un dialogo costante: non esitare a esprimere una tua opinione o suggerimento di quanto ti piacerebbe fosse modificato o trattato nei prossimi numeri. I tuoi consigli saranno preziosi.Buona lettura, quindi, con Premiaty, sperando di aiutarti a trascorrere qualche ora di relax e, perché no, di sana golosità.

AldoPuccini PresidenteOnorarioSigma

Per i tuoi consigli e suggerimenti puoi scrivere a: RedazionePrèmiaty,ViaNanniCosta30-40133Bologna

mail:[email protected]

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EditorialeGentile Cliente, in questi anni carichi di tensioni e difficoltà Sigma sta compiendo un importante sforzo per assicurare ai propri clienti la necessaria convenienza con prodotti sempre di grande qualità e la garanzia di un servizio accorto e cordiale.È proprio in quest’ottica che nasce Premiaty, una rivista bimestrale che il nostro cliente troverà alle casse del proprio supermercato Sigma di fiducia. Un nuovo modo di dialogare, uno strumento prezioso per essere sempre al fianco di chi quotidianamente ci sceglie.Premiaty quindi è un progetto semplice ma ambizioso e si pone più di un obiettivo. Innanzitutto regalare momenti di relax attraverso la lettura di articoli di attualità, benessere, tempo libero e inerenti il mondo del gusto. Il cuore della rivista, infatti, batte per la cucina: in ogni numero ci saranno tante ricette, splendidamente illustrate, spiegate nel dettaglio e arricchite da consigli e suggerimenti per portare in tavola ogni giorno piatti che fanno “stare bene” senza rinunciare al gusto. Si imparerà a cucinare ma anche a conoscere le materie prime. Oltre alla tavola, tanto altro: interviste a VIP del mondo dello spettacolo, della musica o della cultura, approfondimenti su argomenti di attualità, dell’universo femminile o del mondo bimbo. In ogni numero poi una rubrica fissa a firma della Fondazione Veronesi, impegnata con Sigma e tutti i suoi clienti in una importantissima iniziativa nel campo della ricerca scientifica. Saranno articoli di gradevole lettura e ricchi di contenuto per semplificare la gestione della quotidianità a 360°.Il gruppo Sigma, sensibile e attento all’esigenza di risparmio che questi tempi impongono, allegherà a ogni numero della rivista un inserto di buoni sconto per risparmiare sulla spesa quotidiana. E non solo: ci sarà anche un utile omaggio scelto tra gli oltre 1200 prodotti a marchio garantiti da Sigma.È questa la nostra nuova sfida, che ancora una volta dimostra l’attenzione riservata alla nostra clientela e alle sue esigenze. E proprio per questo ci deve essere un dialogo costante: non esitare a esprimere una tua opinione o suggerimento di quanto ti piacerebbe fosse modificato o trattato nei prossimi numeri. I tuoi consigli saranno preziosi.Buona lettura, quindi, con Premiaty, sperando di aiutarti a trascorrere qualche ora di relax e, perché no, di sana golosità.

AldoPuccini PresidenteOnorarioSigma

Per i tuoi consigli e suggerimenti puoi scrivere a: RedazionePrèmiaty,ViaNanniCosta30-40133Bologna

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attualità agenda 6 la ricerca guarda al futuro 8parliamo di… come cambia la nostra spesa 10 con l’aumento dell’iva Due chiacchiere Vip lucio dalla, artista senza limiti 14 Gianrico carofiglio, 16 dal tribunale all’anima

a tavolai freschissimi il carrello di marzo-aprile 18Verdura di stagione Gli asparagi: germogli 20 di primavera

Frutta di stagione le fragole: tentazioni golose 26pesce di stagione la spigola: gustosa, 32 sana e delicata

occhio al prodotto la pasta secca, 38 un ritratto italiano Degustando cioccolato, che passione 46Due chiacchiere con lo chef i consigli di 50 Francesco sposito

scuola di cucina l’abc delle lasagne 52 il bello del cioccolato 56

Sommario

14 68

38

88

60 95

da bere i vini passiti: intriganti 60 nettari dorati

succhi di frutta, 64 elisir per una buona salute

in viaggioViaggio in italia il cuore verde di roma 68

Viaggio nel mondo praga, primavera 76 nella città d’oro

mondo junior 0-12 aspetti nutrizionali 80 dello svezzamento

Quando i bimbi mangiano troppo 84

mondo donna stop alla cellulite 88

home care pulizie di primavera: che fare? 92

verde cure facili per le piante di casa 94 le bulbose estive 95

a tavola con stile assaggio di primavera 96

indice delle ricette 97

Ricetta di copertina 98

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attualità agenda 6 la ricerca guarda al futuro 8parliamo di… come cambia la nostra spesa 10 con l’aumento dell’iva Due chiacchiere Vip lucio dalla, artista senza limiti 14 Gianrico carofiglio, 16 dal tribunale all’anima

a tavolai freschissimi il carrello di marzo-aprile 18Verdura di stagione Gli asparagi: germogli 20 di primavera

Frutta di stagione le fragole: tentazioni golose 26pesce di stagione la spigola: gustosa, 32 sana e delicata

occhio al prodotto la pasta secca, 38 un ritratto italiano Degustando cioccolato, che passione 46Due chiacchiere con lo chef i consigli di 50 Francesco sposito

scuola di cucina l’abc delle lasagne 52 il bello del cioccolato 56

Sommario

14 68

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da bere i vini passiti: intriganti 60 nettari dorati

succhi di frutta, 64 elisir per una buona salute

in viaggioViaggio in italia il cuore verde di roma 68

Viaggio nel mondo praga, primavera 76 nella città d’oro

mondo junior 0-12 aspetti nutrizionali 80 dello svezzamento

Quando i bimbi mangiano troppo 84

mondo donna stop alla cellulite 88

home care pulizie di primavera: che fare? 92

verde cure facili per le piante di casa 94 le bulbose estive 95

a tavola con stile assaggio di primavera 96

indice delle ricette 97

Ricetta di copertina 98

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arte gola libri

design

verde

agenda da non perdere...

il settecento a verona. la nobiltà della Pittura: tiePolo, rotari, cignaroli

•QuanDo fino al 9 aprile •DoVe Verona, Palazzo della Gran Guardia, P.zza Bra•inFo Tel. 045 8036353 - 045 597140 www.settecentoverona.it, [email protected] Orari: tutti i giorni 9.30-19.30

continua l’evento espositivo dedicato allo sviluppo del ’700 a verona, un secolo fondamentale per l’arte. nel prestigioso palazzo della Gran Guardia sono in mostra oltre 150 capolavori tra quadri, stampe e disegni provenienti dai più grandi musei del mondo. si possono ammirare le opere di grandi maestri quali tiepolo, pietro rotari e cignaroli. in esposizione anche una sezione dedicata ai vedutisti quali luca carlevarijs e bernardo belletto. per l’occasione le guide turistiche propongono diversi itinerari alla scoperta della verona del Xviii secolo.

mostra dell’asParago bianco di bassano

•QuanDo 22 aprile•DoVe Bassano del Grappa (Vi)•inFo www.asparagobiancobassano.com

una mostra dedicata al turione bianco che si fregia dal 2007 della dop, il marchio europeo che identifica i prodotti locali con particolari caratteristiche di qualità e tipicità. in piazza libertà a bassano i produttori allestiranno i loro stand mettendo in mostra non solo l’asparago ma anche tanti prodotti dop e igp. la kermesse, quest’anno

giunta alla 77a edizione, prevede un ricchissimo programma di concorsi di cucina e di fotografia e percorsi formativi, rivolti soprattutto ai giovani: un fortunato incontro tra convivialità e cultura. come da tradizione “da santo a santo”, cioè dal 19 marzo (giorno di s. Giuseppe e data storica in cui ha inizio la raccolta nelle asparagiaie) al 13 giugno (s. antonio), il gruppo ristoratori bassanesi si farà promotore di una rassegna enogastronomica che prevede un menù a prezzo fisso, dall’antipasto al dolce, con protagonista l’asparago bianco abbinato al vespaiolo, vino bianco autoctono della doc di breganze, e all’olio extravergine d’oliva delle colline bassanesi.

salone internaZionale del mobile

•QuanDo 17-22 aprile•DoVe Milano, Quartiere Fiera Milano, Rho Ingressi: Porta Sud, Porta Est, Porta Ovest. Apertura al pubblico 21 e 22 aprile. Orari: 9.30 - 18.30•inFo www.cosmit.it

È il punto di riferimento a livello mondiale del settore casa-arredo, giunto alla 51a edizione. Quasi 3000 espositori offriranno una panoramica a 360° sulle tendenze dell’arredo dal classico al design al moderno. inseriti nella maglia espositiva del salone del mobile, anche il salone internazionale del complemento d’arredo, eurocucina e il salone internazionale del bagno. non perdete il salone satellite, trampolino di lancio per creativi e studenti di scuole di design. per tutta la durata della manifestazione alcuni quartieri della città saranno animati da eventi collaterali.

nel segno del giglio

•QuanDo dal 15 al 17 aprile •DoVe Colorno (Pr), Parco della Reggia •inFo AR.TU, tel. 0521 282431 - 0521 235708, info@artourparma it Orari: dalle 10 alle 19

mostra di riferimento europeo in un settore, quello delle mostre mercato di giardinaggio, sovraffollato e con iniziative di altissima qualità. Fra le varie manifestazioni collaterali alla grande esposizione di fiori, piante, arredi e complementi di colorno, non poteva macare la violetta di parma. nel segno del Giglio ospiterà il momento conclusivo dei festeggiamenti che parma dedica alla sua celeberrima violetta intitolandole iniziative storiche, artistiche, culinarie, botaniche, cosmetiche. e verrà proclamato il vincitore del concorso che mette in lizza gli esemplari più significativi della profumatissima violetta.

van gogh e il viaggio di gauguin

•QuanDo fino al 15 aprile •DoVe Genova, Palazzo Ducale, Piazza Matteotti 9 •inFo Tel. 010 5574004 Orari: lun-ven 9-19, sab-dom 9-20

ottanta capolavori della pittura europea e americana del XiX e XX secolo provenienti dai musei di tutto il mondo sul tema del viaggio come spostamento fisico da un luogo all’altro e nella propria interiorità. al centro dell’esposizione ben 35 opere di van Gogh (tra cui il celeberrimo Autoritrato al cavalletto) e il capolavoro di Gauguin Da dove veniamo? Chi siamo? Dove andiamo?, prestito epocale del museo di boston, dove è conservato, e solo per la seconda volta in europa. accanto a essi altrettanti capolavori da Hopper a Kandinsky. una cucina, un forno, piatti

semplici cucinati alla luce del sole di sicilia, una macchina fotografica. ecco gli ingredienti di Al forno, un libro vivace e ricco che mostra in pieno il talento della giovane blogger palermitana silvia crucitti, autrice di www.kitchenqb.it, uno tra i food blog più seguiti. il volume è nato preparando per la famiglia e per gli amici le ricette più buone della tradizione famigliare, e non solo. il passaggio dalla rete alla carta non ha modificato lo stile informale che contraddistingue i testi di silvia, arricchiti da aneddoti e racconti di vita quotidiana. il volume è suddiviso per occasioni di consumo: “tuttigiorni”, per quando il tempo è poco ma non manca l’appetito; “colazione & merenda”, per un dolce risveglio o una pausa golosa; “il pranzo della domenica e delle feste”, per sfornare lasagne, arrosti e torte irresistibili; “fingerfood”, per creare stuzzichini caldi e fragranti perfetti per l’aperitivo.

silvia crucitti Al fornoFood editore, p. 192, 24 euro

Week end donna: tre giorni esclusivi per la donna e le sue passioni

•QuanDo 16-17-18 marzo•DoVe Milano, Fieramilanocity, Padiglione 1, Viale Scarampo, Porta Scarampo•inFo ingresso giornaliero 12 €, acquisto on line scontato 8 €. Orari: 9.30-19

una kermesse unica nel suo genere in italia interamente dedicata all’universo donna, che esalta e celebra la femminilità in tutte le sue molteplici e variegate sfumature. diecimila metri quadrati di piacere, benessere, relax, servizi utili, shopping e divertimento con proposte, consigli, suggerimenti, curiosità. e ancora… eventi speciali, show, work shop e ospiti prestigiosi. tra i settori merceologici: Wellness & spa, Fitness, medicina estetica e naturale, Hair & beauty, make-up & cosmetica, moda & accessori, vintage & usato, cucina & arte della tavola, viaggi & tempo libero.

temPo libero

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arte gola libri

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agenda da non perdere...

il settecento a verona. la nobiltà della Pittura: tiePolo, rotari, cignaroli

•QuanDo fino al 9 aprile •DoVe Verona, Palazzo della Gran Guardia, P.zza Bra•inFo Tel. 045 8036353 - 045 597140 www.settecentoverona.it, [email protected] Orari: tutti i giorni 9.30-19.30

continua l’evento espositivo dedicato allo sviluppo del ’700 a verona, un secolo fondamentale per l’arte. nel prestigioso palazzo della Gran Guardia sono in mostra oltre 150 capolavori tra quadri, stampe e disegni provenienti dai più grandi musei del mondo. si possono ammirare le opere di grandi maestri quali tiepolo, pietro rotari e cignaroli. in esposizione anche una sezione dedicata ai vedutisti quali luca carlevarijs e bernardo belletto. per l’occasione le guide turistiche propongono diversi itinerari alla scoperta della verona del Xviii secolo.

mostra dell’asParago bianco di bassano

•QuanDo 22 aprile•DoVe Bassano del Grappa (Vi)•inFo www.asparagobiancobassano.com

una mostra dedicata al turione bianco che si fregia dal 2007 della dop, il marchio europeo che identifica i prodotti locali con particolari caratteristiche di qualità e tipicità. in piazza libertà a bassano i produttori allestiranno i loro stand mettendo in mostra non solo l’asparago ma anche tanti prodotti dop e igp. la kermesse, quest’anno

giunta alla 77a edizione, prevede un ricchissimo programma di concorsi di cucina e di fotografia e percorsi formativi, rivolti soprattutto ai giovani: un fortunato incontro tra convivialità e cultura. come da tradizione “da santo a santo”, cioè dal 19 marzo (giorno di s. Giuseppe e data storica in cui ha inizio la raccolta nelle asparagiaie) al 13 giugno (s. antonio), il gruppo ristoratori bassanesi si farà promotore di una rassegna enogastronomica che prevede un menù a prezzo fisso, dall’antipasto al dolce, con protagonista l’asparago bianco abbinato al vespaiolo, vino bianco autoctono della doc di breganze, e all’olio extravergine d’oliva delle colline bassanesi.

salone internaZionale del mobile

•QuanDo 17-22 aprile•DoVe Milano, Quartiere Fiera Milano, Rho Ingressi: Porta Sud, Porta Est, Porta Ovest. Apertura al pubblico 21 e 22 aprile. Orari: 9.30 - 18.30•inFo www.cosmit.it

È il punto di riferimento a livello mondiale del settore casa-arredo, giunto alla 51a edizione. Quasi 3000 espositori offriranno una panoramica a 360° sulle tendenze dell’arredo dal classico al design al moderno. inseriti nella maglia espositiva del salone del mobile, anche il salone internazionale del complemento d’arredo, eurocucina e il salone internazionale del bagno. non perdete il salone satellite, trampolino di lancio per creativi e studenti di scuole di design. per tutta la durata della manifestazione alcuni quartieri della città saranno animati da eventi collaterali.

nel segno del giglio

•QuanDo dal 15 al 17 aprile •DoVe Colorno (Pr), Parco della Reggia •inFo AR.TU, tel. 0521 282431 - 0521 235708, info@artourparma it Orari: dalle 10 alle 19

mostra di riferimento europeo in un settore, quello delle mostre mercato di giardinaggio, sovraffollato e con iniziative di altissima qualità. Fra le varie manifestazioni collaterali alla grande esposizione di fiori, piante, arredi e complementi di colorno, non poteva macare la violetta di parma. nel segno del Giglio ospiterà il momento conclusivo dei festeggiamenti che parma dedica alla sua celeberrima violetta intitolandole iniziative storiche, artistiche, culinarie, botaniche, cosmetiche. e verrà proclamato il vincitore del concorso che mette in lizza gli esemplari più significativi della profumatissima violetta.

van gogh e il viaggio di gauguin

•QuanDo fino al 15 aprile •DoVe Genova, Palazzo Ducale, Piazza Matteotti 9 •inFo Tel. 010 5574004 Orari: lun-ven 9-19, sab-dom 9-20

ottanta capolavori della pittura europea e americana del XiX e XX secolo provenienti dai musei di tutto il mondo sul tema del viaggio come spostamento fisico da un luogo all’altro e nella propria interiorità. al centro dell’esposizione ben 35 opere di van Gogh (tra cui il celeberrimo Autoritrato al cavalletto) e il capolavoro di Gauguin Da dove veniamo? Chi siamo? Dove andiamo?, prestito epocale del museo di boston, dove è conservato, e solo per la seconda volta in europa. accanto a essi altrettanti capolavori da Hopper a Kandinsky. una cucina, un forno, piatti

semplici cucinati alla luce del sole di sicilia, una macchina fotografica. ecco gli ingredienti di Al forno, un libro vivace e ricco che mostra in pieno il talento della giovane blogger palermitana silvia crucitti, autrice di www.kitchenqb.it, uno tra i food blog più seguiti. il volume è nato preparando per la famiglia e per gli amici le ricette più buone della tradizione famigliare, e non solo. il passaggio dalla rete alla carta non ha modificato lo stile informale che contraddistingue i testi di silvia, arricchiti da aneddoti e racconti di vita quotidiana. il volume è suddiviso per occasioni di consumo: “tuttigiorni”, per quando il tempo è poco ma non manca l’appetito; “colazione & merenda”, per un dolce risveglio o una pausa golosa; “il pranzo della domenica e delle feste”, per sfornare lasagne, arrosti e torte irresistibili; “fingerfood”, per creare stuzzichini caldi e fragranti perfetti per l’aperitivo.

silvia crucitti Al fornoFood editore, p. 192, 24 euro

Week end donna: tre giorni esclusivi per la donna e le sue passioni

•QuanDo 16-17-18 marzo•DoVe Milano, Fieramilanocity, Padiglione 1, Viale Scarampo, Porta Scarampo•inFo ingresso giornaliero 12 €, acquisto on line scontato 8 €. Orari: 9.30-19

una kermesse unica nel suo genere in italia interamente dedicata all’universo donna, che esalta e celebra la femminilità in tutte le sue molteplici e variegate sfumature. diecimila metri quadrati di piacere, benessere, relax, servizi utili, shopping e divertimento con proposte, consigli, suggerimenti, curiosità. e ancora… eventi speciali, show, work shop e ospiti prestigiosi. tra i settori merceologici: Wellness & spa, Fitness, medicina estetica e naturale, Hair & beauty, make-up & cosmetica, moda & accessori, vintage & usato, cucina & arte della tavola, viaggi & tempo libero.

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L a Fondazione Umberto Veronesi nasce nel 2003 allo scopo di sostenere la ricerca scientifica, attraverso l’erogazione di borse

di ricerca per medici e ricercatori e il sostegno a progetti di altissimo profilo. Ne sono promotori scienziati (tra i quali ben sei premi Nobel che ne costituiscono il Comitato d’onore) il cui operato è riconosciuto a livello internazionale. Al contempo la Fondazione è attiva anche nell’am-bito della divulgazione scientifica, affinché i ri-sultati e le scoperte della scienza diventino patri-monio di tutti, attraverso grandi conferenze con relatori internazionali, progetti per le scuole, cam-pagne di sensibilizzazione e pubblicazioni. Un progetto ambizioso che, per raggiungere il suo obiettivo, agisce in sinergia con il mondo della scuola, con le realtà - sia pubbliche che private - nel campo della ricerca e con il mondo dell’infor-mazione. Le attività e le iniziative della Fondazio-ne possono contribuire a migliorare la vita delle persone e della società. Per questo il sostegno ideale

e concreto di ciascuno è importante. Ogni contribu-to ci permetterà di proseguire nelle iniziative già in atto e di individuare nuove aree di intervento. Visita il nostro sito www.fondazioneveronesi.

La ricerca guardaal futuro

Cari Amici, sono lieto di essere il primo testimone della collaborazione tra Sigma e Fondazione Veronesi. Nelle pagine di questa rivista, dedicata al dialogo con i clienti e ricca di informazioni utili, troveremo spazio an-che noi, per parlare di ricerca scientifica, di medicina, di prevenzione, di salute. Lo faremo con semplicità e immediatezza per farne com-prendere l’importanza nella vita di tutti i giorni. Lo faremo però con l’autorevolezza scientifica che con-traddistingue tutte le numerose iniziative intraprese dalla Fondazione.Siamo qui grazie a un’azienda illuminata come Sigma.Le aziende sono partner naturali del progresso scientifico quando sono naturalmente orientate al costante migliora-mento, all’eccellenza, alla ricerca di soluzioni all’avan-guardia, innovative, ma anche immediatamente prati-cabili.La scienza ha bisogno della stessa energia, per dare luce a progetti che possono sembrare impossibili e raggiungere obiettivi inattesi.Guardare avanti, oltre il consueto, è costoso, in tutti i sensi: in termini di impegno, di energie, di professionalità coinvolte, di mezzi impiegati… Spesso sono necessari anni di studi per raggiungere nuove conoscenze.La ricerca scientifica guarda al futuro, ma può avere effetti immediati sulla nostra vita: la Fondazione crede fermamente in questo e ha deciso di investire molto nel sostegno di un’area così strategica e vitale.Sostenere la ricerca significa dare nuove speranze per tutti: migliorare la qualità di vita dei malati, individuare terapie meno invasive, aumentare le possibilità di successo nei con-fronti di malattie gravi, ma sempre più curabili. Solo negli ultimi due anni la Fondazione Veronesi ha as-segnato 94 borse di ricerca a giovani medici, finanziato 38 progetti di ricerca di oncologia clinica e cardiologia, e sostenuto 52 studenti PhD presso la Scuola Europea di

Medicina Molecolare. Uno sforzo che è stato reso possibile dalla fiducia di partner “amici della scienza” come le im-prese, ma anche dalle scelte dei cittadini che con il 5x1000 o con singole donazioni dimostrano di credere nel ruolo della scienza nel nostro quotidiano.La scienza, aiutata dal coraggio di coloro che la sostengono perché capaci di guardare oltre se stessi e di progredire a fianco dell’universo scientifico, può fornire molte delle risposte che noi tutti attendiamo.Grazie a Sigma, prima di tutto, per l’aiuto che ha voluto dare alla ricerca, ma anche per lo spazio in queste pagine, attra-verso le quali la Fondazione Veronesi potrà raccontare a tante persone valori, risultati e speranze del mondo scientifico.E grazie a voi, che avrete il desiderio di saperne di più e leggere i contenuti preparati dagli esperti della Fondazione nei prossimi numeri.

la dieta mediterranea, la Parola alla scienZa

la dieta mediterranea, intesa come modello nutrizionale ispirato allo stile alimentare tradizionalmente diffuso nei paesi che si affacciano sul mar mediterraneo, è recentemente entrata a far parte del patrimonio dell’umanità indetto dall’unesco. Questo stile alimentare si basa sul consumo prevalente di alimenti di origine vegetale come cereali e derivati, legumi, frutta, verdura e olio extravergine di oliva e su un consumo moderato di prodotti di origine animale come carne, latticini e pesce. inoltre la dieta mediterranea prevede un consumo quotidiano di vino in quantità moderate (un bicchiere per le donne, due per gli uomini). esistono ormai numerose evidenze scientifiche che testimoniano l’efficacia di questo modello nutrizionale nella prevenzione delle malattie croniche come cancro, obesità, diabete e malattie cardiovascolari. per questo motivo è importante non abbandonare la dieta mediterranea in favore di stili alimentari che non solo non appartengono alla nostra cultura, ma che aumentano notevolmente il rischio di ammalarsi. particolarmente sconsigliata l’alimentazione diffusa nei paesi occidentali, basata sul consumo di alimenti ricchi di grassi saturi, zuccheri semplici o sale.

Lucilla Titta (Borsa di Ricerca Fondazione Umberto Veronesi)Biologa nutrizionista. Gli interessi principali della sua attività di ricerca sono focalizzati sulle correlazioni tra alimentazione e salute, con particolare attenzione agli effetti di diete arricchite in antiossidanti di origine alimentare, attraverso lo sviluppo di studi in vivo e in vitro. La nutrizione umana, l’epidemiologia della nutrizione e studi clinici di intervento rappresentano la sua seconda area di ricerca, incentrata sull’alimentazione come fondamentale strumento della prevenzione dei tumori.

di umberto Veronesi, presidente della Fondazione Veronesi

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L a Fondazione Umberto Veronesi nasce nel 2003 allo scopo di sostenere la ricerca scientifica, attraverso l’erogazione di borse

di ricerca per medici e ricercatori e il sostegno a progetti di altissimo profilo. Ne sono promotori scienziati (tra i quali ben sei premi Nobel che ne costituiscono il Comitato d’onore) il cui operato è riconosciuto a livello internazionale. Al contempo la Fondazione è attiva anche nell’am-bito della divulgazione scientifica, affinché i ri-sultati e le scoperte della scienza diventino patri-monio di tutti, attraverso grandi conferenze con relatori internazionali, progetti per le scuole, cam-pagne di sensibilizzazione e pubblicazioni. Un progetto ambizioso che, per raggiungere il suo obiettivo, agisce in sinergia con il mondo della scuola, con le realtà - sia pubbliche che private - nel campo della ricerca e con il mondo dell’infor-mazione. Le attività e le iniziative della Fondazio-ne possono contribuire a migliorare la vita delle persone e della società. Per questo il sostegno ideale

e concreto di ciascuno è importante. Ogni contribu-to ci permetterà di proseguire nelle iniziative già in atto e di individuare nuove aree di intervento. Visita il nostro sito www.fondazioneveronesi.

La ricerca guardaal futuro

Cari Amici, sono lieto di essere il primo testimone della collaborazione tra Sigma e Fondazione Veronesi. Nelle pagine di questa rivista, dedicata al dialogo con i clienti e ricca di informazioni utili, troveremo spazio an-che noi, per parlare di ricerca scientifica, di medicina, di prevenzione, di salute. Lo faremo con semplicità e immediatezza per farne com-prendere l’importanza nella vita di tutti i giorni. Lo faremo però con l’autorevolezza scientifica che con-traddistingue tutte le numerose iniziative intraprese dalla Fondazione.Siamo qui grazie a un’azienda illuminata come Sigma.Le aziende sono partner naturali del progresso scientifico quando sono naturalmente orientate al costante migliora-mento, all’eccellenza, alla ricerca di soluzioni all’avan-guardia, innovative, ma anche immediatamente prati-cabili.La scienza ha bisogno della stessa energia, per dare luce a progetti che possono sembrare impossibili e raggiungere obiettivi inattesi.Guardare avanti, oltre il consueto, è costoso, in tutti i sensi: in termini di impegno, di energie, di professionalità coinvolte, di mezzi impiegati… Spesso sono necessari anni di studi per raggiungere nuove conoscenze.La ricerca scientifica guarda al futuro, ma può avere effetti immediati sulla nostra vita: la Fondazione crede fermamente in questo e ha deciso di investire molto nel sostegno di un’area così strategica e vitale.Sostenere la ricerca significa dare nuove speranze per tutti: migliorare la qualità di vita dei malati, individuare terapie meno invasive, aumentare le possibilità di successo nei con-fronti di malattie gravi, ma sempre più curabili. Solo negli ultimi due anni la Fondazione Veronesi ha as-segnato 94 borse di ricerca a giovani medici, finanziato 38 progetti di ricerca di oncologia clinica e cardiologia, e sostenuto 52 studenti PhD presso la Scuola Europea di

Medicina Molecolare. Uno sforzo che è stato reso possibile dalla fiducia di partner “amici della scienza” come le im-prese, ma anche dalle scelte dei cittadini che con il 5x1000 o con singole donazioni dimostrano di credere nel ruolo della scienza nel nostro quotidiano.La scienza, aiutata dal coraggio di coloro che la sostengono perché capaci di guardare oltre se stessi e di progredire a fianco dell’universo scientifico, può fornire molte delle risposte che noi tutti attendiamo.Grazie a Sigma, prima di tutto, per l’aiuto che ha voluto dare alla ricerca, ma anche per lo spazio in queste pagine, attra-verso le quali la Fondazione Veronesi potrà raccontare a tante persone valori, risultati e speranze del mondo scientifico.E grazie a voi, che avrete il desiderio di saperne di più e leggere i contenuti preparati dagli esperti della Fondazione nei prossimi numeri.

la dieta mediterranea, la Parola alla scienZa

la dieta mediterranea, intesa come modello nutrizionale ispirato allo stile alimentare tradizionalmente diffuso nei paesi che si affacciano sul mar mediterraneo, è recentemente entrata a far parte del patrimonio dell’umanità indetto dall’unesco. Questo stile alimentare si basa sul consumo prevalente di alimenti di origine vegetale come cereali e derivati, legumi, frutta, verdura e olio extravergine di oliva e su un consumo moderato di prodotti di origine animale come carne, latticini e pesce. inoltre la dieta mediterranea prevede un consumo quotidiano di vino in quantità moderate (un bicchiere per le donne, due per gli uomini). esistono ormai numerose evidenze scientifiche che testimoniano l’efficacia di questo modello nutrizionale nella prevenzione delle malattie croniche come cancro, obesità, diabete e malattie cardiovascolari. per questo motivo è importante non abbandonare la dieta mediterranea in favore di stili alimentari che non solo non appartengono alla nostra cultura, ma che aumentano notevolmente il rischio di ammalarsi. particolarmente sconsigliata l’alimentazione diffusa nei paesi occidentali, basata sul consumo di alimenti ricchi di grassi saturi, zuccheri semplici o sale.

Lucilla Titta (Borsa di Ricerca Fondazione Umberto Veronesi)Biologa nutrizionista. Gli interessi principali della sua attività di ricerca sono focalizzati sulle correlazioni tra alimentazione e salute, con particolare attenzione agli effetti di diete arricchite in antiossidanti di origine alimentare, attraverso lo sviluppo di studi in vivo e in vitro. La nutrizione umana, l’epidemiologia della nutrizione e studi clinici di intervento rappresentano la sua seconda area di ricerca, incentrata sull’alimentazione come fondamentale strumento della prevenzione dei tumori.

di umberto Veronesi, presidente della Fondazione Veronesi

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c’ è anche un’altra borsa a far tremare i mercati. Con la b minuscola, più ordi-naria e sempre meno piena. È quella

degli italiani alle prese con le nuove tasse. In prin-cipio fu la manovra della scorsa estate entrata in vigore il 17 settembre (Legge n. 148/2011) e poi il decreto salva Italia emanato dal governo Monti (Legge n. 201/2011). Ma sia prima che dopo a in-cidere, non poco, sulla vita quotidiana dei consu-

matori in entrambe le manovre è lei: tre lettere, un acronimo ormai noto a tutti. L’Iva. Il passaggio dell’Imposta sul valore aggiunto dal 20 al 21% nella prima manovra si è fatto senti-re subito: il controcanto del prelievo sui consumi lo ha intonato l’inflazione che ha sforato nei mesi precedenti il 3 per cento. In soldoni: i consumi stanno entrando in zona retrocessione e il potere d’acquisto si erode.

L’IVA È L’ImpostA pIù conoscIutA, Anche perché IL suo Aumento sI rIpercuote ImmedIAtAmente suI prezzI AL consumAtore

di Stefania piras

parliamo di iva

come cambia la nostra spesa

Quando si ritocca l’Iva ci si attende inesorabil-mente un aumento dei prezzi, ecco perché è così impopolare. È una delle tante facce della crisi che s’infila spedita nel carrello della spesa. L’impatto immediato dell’Iva al 21% è stato un rialzo dei prezzi dello 0,6%, come non accadeva dal giugno 1995. Anche se gli aumenti si applicano solo a precise categorie merceologiche come vino, spumanti, caffè, bevande gassate, succhi di frutta, la per-cezione dei rincari non è solo una sensazione. E i ritocchi all’insù riguardano tanti altri articoli: prime fra tutti le sigarette, poi l’abbigliamento e le calzature, il telefono, detergenti e prodotti per la pulizia della casa, pacchetti vacanza, mobili, trasporti, fino alla palestra e al parrucchiere. Ma non abituatevi. Il governo ha già previsto mi-sure per tassare di più le cose e meno le persone. Ci tengono marcati da Bruxelles, e il pressing è talmente forte che tra i provvedimenti che il pre-mier Mario Monti ha vagliato per salvare l’Italia c’è quello di aumentare ulteriormente l’Iva di due punti per far entrare 8,4 miliardi di euro in più rispetto a quelli che stanno entrando ora con l’ali-quota al 21 per cento. Questo si tradurrebbe per quest’anno con una spesa di circa 418 euro in più per una famiglia composta da tre persone, di 558 euro se si sale a quattro componenti. E dal prossimo ottobre non sarà immune dagli au-menti neanche l’aliquota ridotta al 10% che tassa beni come carne, pesce, uova, acqua, frutta e ver-

dura, ma anche bar, farmaci, elettricità e gas. Au-mentare questi significa assestare un bel cazzotto alle famiglie meno abbienti come ripetono in un coro unanime le associazioni dei consumatori che denunciano la necessità di rilanciare la domanda interna. C’è poco da stare allegri, insomma, il carrello piange. Dieci centesimi qui, 15 centesimi là: l’Iva è una manina invisibile che taglia il traguardo ar-rivando dritta in tasca.

una stangata softLo conferma l’Istat che cronometra la corsa dei prezzi al consumo per quasi tutte le tipologie di beni e servizi, in particolare quelli energetici che registrano gli incrementi più rilevanti. E attenzione: su questi andamenti ha influito an-che l’aumento dell’aliquota dell’Iva ordinaria dal 20% al 21%.Se ci concentriamo sul peso dei prodotti su cui grava l’Iva ordinaria, e dunque interessati dall’au-mento varato a settembre, scopriamo che è pari al 47,8% del paniere dell’indice dei prezzi al con-sumo per l’intera collettività, con forti differen-

cos’è l’iva

l’iva è l’imposta sul valore aggiunto. È una tassa sui consumi che colpisce l’incremento di valore che un bene o un servizio acquista ad ogni passaggio economico (valore aggiunto). l’imposta grava completamente sul consumatore finale, rimane neutrale invece per l’imprenditore o il professionista che cedono beni e servizi, e quindi possono “scaricarla”. in italia esistono tre tipologie di iva: • 4%: aliquota super-ridotta, per i generi di prima necessità: pane, latte, pasta, olio, legumi; • 10%: aliquota ridotta, per i servizi turistici (alberghi, bar, ristoranti), determinati prodotti alimentari (carne, pesce, yogurt, uova, miele, riso, cioccolata), farmaci, elettricità e gas; • 21%: aliquota ordinaria, per tutti i beni e servizi per i quali non è prevista una delle due aliquote precedenti. Grava su vino, caffè, bevande gassate, ma anche su abbigliamento, scarpe, detergenti, tv, computer, parrucchiere, frigoriferi, automobili, ecc.

L’aumento dell’IVA potrebbe incidere sul carrello della spesa anche in vista

di un aumento dell’aliquota su beni comuni come carne, yogurt, pesce, riso

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c’ è anche un’altra borsa a far tremare i mercati. Con la b minuscola, più ordi-naria e sempre meno piena. È quella

degli italiani alle prese con le nuove tasse. In prin-cipio fu la manovra della scorsa estate entrata in vigore il 17 settembre (Legge n. 148/2011) e poi il decreto salva Italia emanato dal governo Monti (Legge n. 201/2011). Ma sia prima che dopo a in-cidere, non poco, sulla vita quotidiana dei consu-

matori in entrambe le manovre è lei: tre lettere, un acronimo ormai noto a tutti. L’Iva. Il passaggio dell’Imposta sul valore aggiunto dal 20 al 21% nella prima manovra si è fatto senti-re subito: il controcanto del prelievo sui consumi lo ha intonato l’inflazione che ha sforato nei mesi precedenti il 3 per cento. In soldoni: i consumi stanno entrando in zona retrocessione e il potere d’acquisto si erode.

L’IVA È L’ImpostA pIù conoscIutA, Anche perché IL suo Aumento sI rIpercuote ImmedIAtAmente suI prezzI AL consumAtore

di Stefania piras

parliamo di iva

come cambia la nostra spesa

Quando si ritocca l’Iva ci si attende inesorabil-mente un aumento dei prezzi, ecco perché è così impopolare. È una delle tante facce della crisi che s’infila spedita nel carrello della spesa. L’impatto immediato dell’Iva al 21% è stato un rialzo dei prezzi dello 0,6%, come non accadeva dal giugno 1995. Anche se gli aumenti si applicano solo a precise categorie merceologiche come vino, spumanti, caffè, bevande gassate, succhi di frutta, la per-cezione dei rincari non è solo una sensazione. E i ritocchi all’insù riguardano tanti altri articoli: prime fra tutti le sigarette, poi l’abbigliamento e le calzature, il telefono, detergenti e prodotti per la pulizia della casa, pacchetti vacanza, mobili, trasporti, fino alla palestra e al parrucchiere. Ma non abituatevi. Il governo ha già previsto mi-sure per tassare di più le cose e meno le persone. Ci tengono marcati da Bruxelles, e il pressing è talmente forte che tra i provvedimenti che il pre-mier Mario Monti ha vagliato per salvare l’Italia c’è quello di aumentare ulteriormente l’Iva di due punti per far entrare 8,4 miliardi di euro in più rispetto a quelli che stanno entrando ora con l’ali-quota al 21 per cento. Questo si tradurrebbe per quest’anno con una spesa di circa 418 euro in più per una famiglia composta da tre persone, di 558 euro se si sale a quattro componenti. E dal prossimo ottobre non sarà immune dagli au-menti neanche l’aliquota ridotta al 10% che tassa beni come carne, pesce, uova, acqua, frutta e ver-

dura, ma anche bar, farmaci, elettricità e gas. Au-mentare questi significa assestare un bel cazzotto alle famiglie meno abbienti come ripetono in un coro unanime le associazioni dei consumatori che denunciano la necessità di rilanciare la domanda interna. C’è poco da stare allegri, insomma, il carrello piange. Dieci centesimi qui, 15 centesimi là: l’Iva è una manina invisibile che taglia il traguardo ar-rivando dritta in tasca.

una stangata softLo conferma l’Istat che cronometra la corsa dei prezzi al consumo per quasi tutte le tipologie di beni e servizi, in particolare quelli energetici che registrano gli incrementi più rilevanti. E attenzione: su questi andamenti ha influito an-che l’aumento dell’aliquota dell’Iva ordinaria dal 20% al 21%.Se ci concentriamo sul peso dei prodotti su cui grava l’Iva ordinaria, e dunque interessati dall’au-mento varato a settembre, scopriamo che è pari al 47,8% del paniere dell’indice dei prezzi al con-sumo per l’intera collettività, con forti differen-

cos’è l’iva

l’iva è l’imposta sul valore aggiunto. È una tassa sui consumi che colpisce l’incremento di valore che un bene o un servizio acquista ad ogni passaggio economico (valore aggiunto). l’imposta grava completamente sul consumatore finale, rimane neutrale invece per l’imprenditore o il professionista che cedono beni e servizi, e quindi possono “scaricarla”. in italia esistono tre tipologie di iva: • 4%: aliquota super-ridotta, per i generi di prima necessità: pane, latte, pasta, olio, legumi; • 10%: aliquota ridotta, per i servizi turistici (alberghi, bar, ristoranti), determinati prodotti alimentari (carne, pesce, yogurt, uova, miele, riso, cioccolata), farmaci, elettricità e gas; • 21%: aliquota ordinaria, per tutti i beni e servizi per i quali non è prevista una delle due aliquote precedenti. Grava su vino, caffè, bevande gassate, ma anche su abbigliamento, scarpe, detergenti, tv, computer, parrucchiere, frigoriferi, automobili, ecc.

L’aumento dell’IVA potrebbe incidere sul carrello della spesa anche in vista

di un aumento dell’aliquota su beni comuni come carne, yogurt, pesce, riso

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I dati della spesa registrati da Confindustria infatti descrivono «un crescente ricorso alla grande di-stribuzione alla ricerca dei prezzi più bassi». Le private label o marche private, infatti, permet-tono al consumatore di portare a casa un prodotto di qualità assimilabile a quella di marca a costi più contenuti. Si tratta di prodotti competitivi che spesso vengono realizzati nello stesso distretto in-dustriale del prodotto “più famoso”, ma sugli scaf-fali a un costo inferiore in quanto non vengono so-stenuti dalle tradizionali campagne pubblicitarie. È una grande opportunità che le catene distribu-tive offrono alla clientela per fidelizzarla e per ri-spondere alle sue esigenze di risparmio.

ziazioni per divisione di spesa. La dinamica con-giunturale dei prezzi dei prodotti a Iva ordinaria è stata influenzata nei mesi a cavallo tra una ma-novra e l’altra dai forti rialzi registrati per alcuni prodotti, solo parzialmente attribuibili all’effetto dell’aumento dell’aliquota: in particolare il trio sigarette, gas naturale e gasolio per mezzi di tra-sporto ha giocato un ruolo molto importante che si è riversato immediatamente sulle variazioni dell’indice dei prezzi dei prodotti a Iva ordinaria.

e sulla tavola? Anche i beni alimentari aumentano. Prezzi più alti per formaggi, carne, pane, pasta e aumenti record anche per zucchero e caffè. Sul podio sale, dunque, oltre la metà di un pasto principale ita-liano. In tempi di crisi si ritorna a far da sé: si mangia meno fuori e si cucina di più in casa pri-vilegiando i prodotti freschi e non quelli pronti che, alla fine saranno pur veloci, ma pesano di più sullo scontrino.

In realtà anche verdure e frutta fresca però hanno subito un rialzo significativo. Ma è il carburante a dare più nell’occhio con au-menti vertiginosi e, considerando che i beni in Ita-lia sono trasportati su gomma nell’85% dei casi, è sul prezzo finale del prodotto che si scaricherà quel pieno di benzina. Gli aumenti annui dei beni energetici viaggiano a ritmi a doppia cifra: benzina, gasolio e anche il gas per il riscaldamento hanno contribuito pesan-temente ad affaticare il portafoglio.

il carrello della spesa Rappresenta un indicatore preciso di reddito di-sponibile e riduzioni e privazioni sono ormai en-trate nelle pratiche quotidiane. La crisi cambia le abitudini e nel carrello finisco-no sempre più prodotti «private label», quelli non etichettati da grandi brand ma contraddistinti di-rettamente dal marchio della catena di supermer-cati che li mette in vendita.

parliamo di iva

che cos’è l’istat

l’istituto nazionale di statistica è un ente di ricerca pubblico; è il principale produttore di statistica ufficiale a supporto dei cittadini e dei decisori pubblici. tra i fenomeni studiati dall’istat c’è l’inflazione che si misura attraverso la costruzione di un indice dei prezzi al consumo, uno strumento statistico che registra le variazioni nel tempo dei prezzi. l’istat produce tre diversi indici dei prezzi al consumo: per l’intera collettività nazionale (nic), per le famiglie di operai e impiegati (Foi) e l’indice armonizzato europeo (ipca). i tre indici dei prezzi al consumo hanno finalità differenti: • nic misura l’inflazione: considera l’italia come se fosse un’unica grande famiglia di consumatori, all’interno della quale le abitudini di spesa sono ovviamente molto differenziate. per gli organi di governo il nic rappresenta il parametro di riferimento per la realizzazione delle politiche economiche; • foi si riferisce ai consumi dell’insieme delle famiglie che fanno capo a un lavoratore dipendente (extragricolo). È l’indice usato per adeguare periodicamente i valori monetari, per esempio gli affitti o gli assegni dovuti al coniuge separato; • ipca è stato sviluppato per assicurare una misura dell’inflazione comparabile a livello europeo. infatti viene assunto come indicatore per verificare la convergenza delle economie dei paesi membri dell’unione europea, ai fini dell’accesso e della permanenza nell’unione monetaria.

L’IVA è aumentata, Sigma restituisce di più

mai come nell’attuale difficile e problematico contesto economico e sociale sigma è a fianco del consumatore con una serie di iniziative. si è conclusa con successo l’iniziativa “operazione esclusiva”: per ogni 10 euro di spesa effettuata dal 27 dicembre al 15 gennaio il cliente ha potuto beneficiare di un buono del valore di 2,5 euro da utilizzare dal 16 al 31 gennaio per ogni 10 euro di spesa. per tutto il mese di marzo 250 prodotti a marchio sigma (e coal per i punti di vendita coal) usufruiranno di uno sconto del 25%. e, infine, la linea risparmio primo prezzo, con cui sigma arricchisce la sua gamma di private label, dedicata a un target di consumatori molto attenti, in questa fase economica difficile, alla leva prezzo. si tratta di una linea di prodotti food e non food realizzata secondo rigidi criteri di produzione, che consente di risparmiare senza rinunce. le confezioni, caratterizzate da un allegro colore giallo e dall’“omino”, sono semplici ma ben riconoscibili. la proposta di sigma, sempre attenta alle esigenze della sua clientela, è stata premiata: sta ottenendo, infatti, un grande successo e si è pronti ad ampliare la gamma di referenze.

Dai dati della spesa registrati da Confindustria emerge un crescente ricorso alla grande distribuzione alla ricerca dei prezzi più bassi

il Parere della gente comune

per Gloria, 35 anni, operaia part time con uno stipendio di 600 euro mensili, è vitale fare delle scelte: “non mi concedo praticamente più bresaola e salmone e altri sfizi. trovo convenienza per tanti prodotti scegliere quelli a marchio del supermercato perché costano meno ma hanno sempre una buona qualità. mi considero anche fortunata perché non ho un affitto da pagare, ma è dura”. anche per Giulia, 47 anni, dipendente pubblica e tre figli, si risparmia ma senza rinunciare alla qualità: “ci tengo all’alimentazione, però qualcosa ho dovuto cambiare: ora prendo il vitellone invece che la vitella, privilegio i tagli meno costosi. mi fido dei prodotti con il marchio del supermercato, prendo soprattutto pasta e detersivi. cerco la frutta di stagione e quando posso vado a comprarla direttamente dal produttore. le bollette sono pesanti! a casa mia ho emanato un ordine sulla lavatrice, la facciamo solo dopo le 19”. roberto, 25 anni, studente fuori sede e lavoratore part time: “la colazione al bar è la prima cosa che ho tolto dal mio budget mensile, era un lusso alla fine. sul mangiare però non taglio, meglio fare meno aperitivi fuori e più cene a casa, in compagnia. poi cerco di rinviare tutti quegli acquisti come le scarpe”.

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I dati della spesa registrati da Confindustria infatti descrivono «un crescente ricorso alla grande di-stribuzione alla ricerca dei prezzi più bassi». Le private label o marche private, infatti, permet-tono al consumatore di portare a casa un prodotto di qualità assimilabile a quella di marca a costi più contenuti. Si tratta di prodotti competitivi che spesso vengono realizzati nello stesso distretto in-dustriale del prodotto “più famoso”, ma sugli scaf-fali a un costo inferiore in quanto non vengono so-stenuti dalle tradizionali campagne pubblicitarie. È una grande opportunità che le catene distribu-tive offrono alla clientela per fidelizzarla e per ri-spondere alle sue esigenze di risparmio.

ziazioni per divisione di spesa. La dinamica con-giunturale dei prezzi dei prodotti a Iva ordinaria è stata influenzata nei mesi a cavallo tra una ma-novra e l’altra dai forti rialzi registrati per alcuni prodotti, solo parzialmente attribuibili all’effetto dell’aumento dell’aliquota: in particolare il trio sigarette, gas naturale e gasolio per mezzi di tra-sporto ha giocato un ruolo molto importante che si è riversato immediatamente sulle variazioni dell’indice dei prezzi dei prodotti a Iva ordinaria.

e sulla tavola? Anche i beni alimentari aumentano. Prezzi più alti per formaggi, carne, pane, pasta e aumenti record anche per zucchero e caffè. Sul podio sale, dunque, oltre la metà di un pasto principale ita-liano. In tempi di crisi si ritorna a far da sé: si mangia meno fuori e si cucina di più in casa pri-vilegiando i prodotti freschi e non quelli pronti che, alla fine saranno pur veloci, ma pesano di più sullo scontrino.

In realtà anche verdure e frutta fresca però hanno subito un rialzo significativo. Ma è il carburante a dare più nell’occhio con au-menti vertiginosi e, considerando che i beni in Ita-lia sono trasportati su gomma nell’85% dei casi, è sul prezzo finale del prodotto che si scaricherà quel pieno di benzina. Gli aumenti annui dei beni energetici viaggiano a ritmi a doppia cifra: benzina, gasolio e anche il gas per il riscaldamento hanno contribuito pesan-temente ad affaticare il portafoglio.

il carrello della spesa Rappresenta un indicatore preciso di reddito di-sponibile e riduzioni e privazioni sono ormai en-trate nelle pratiche quotidiane. La crisi cambia le abitudini e nel carrello finisco-no sempre più prodotti «private label», quelli non etichettati da grandi brand ma contraddistinti di-rettamente dal marchio della catena di supermer-cati che li mette in vendita.

parliamo di iva

che cos’è l’istat

l’istituto nazionale di statistica è un ente di ricerca pubblico; è il principale produttore di statistica ufficiale a supporto dei cittadini e dei decisori pubblici. tra i fenomeni studiati dall’istat c’è l’inflazione che si misura attraverso la costruzione di un indice dei prezzi al consumo, uno strumento statistico che registra le variazioni nel tempo dei prezzi. l’istat produce tre diversi indici dei prezzi al consumo: per l’intera collettività nazionale (nic), per le famiglie di operai e impiegati (Foi) e l’indice armonizzato europeo (ipca). i tre indici dei prezzi al consumo hanno finalità differenti: • nic misura l’inflazione: considera l’italia come se fosse un’unica grande famiglia di consumatori, all’interno della quale le abitudini di spesa sono ovviamente molto differenziate. per gli organi di governo il nic rappresenta il parametro di riferimento per la realizzazione delle politiche economiche; • foi si riferisce ai consumi dell’insieme delle famiglie che fanno capo a un lavoratore dipendente (extragricolo). È l’indice usato per adeguare periodicamente i valori monetari, per esempio gli affitti o gli assegni dovuti al coniuge separato; • ipca è stato sviluppato per assicurare una misura dell’inflazione comparabile a livello europeo. infatti viene assunto come indicatore per verificare la convergenza delle economie dei paesi membri dell’unione europea, ai fini dell’accesso e della permanenza nell’unione monetaria.

L’IVA è aumentata, Sigma restituisce di più

mai come nell’attuale difficile e problematico contesto economico e sociale sigma è a fianco del consumatore con una serie di iniziative. si è conclusa con successo l’iniziativa “operazione esclusiva”: per ogni 10 euro di spesa effettuata dal 27 dicembre al 15 gennaio il cliente ha potuto beneficiare di un buono del valore di 2,5 euro da utilizzare dal 16 al 31 gennaio per ogni 10 euro di spesa. per tutto il mese di marzo 250 prodotti a marchio sigma (e coal per i punti di vendita coal) usufruiranno di uno sconto del 25%. e, infine, la linea risparmio primo prezzo, con cui sigma arricchisce la sua gamma di private label, dedicata a un target di consumatori molto attenti, in questa fase economica difficile, alla leva prezzo. si tratta di una linea di prodotti food e non food realizzata secondo rigidi criteri di produzione, che consente di risparmiare senza rinunce. le confezioni, caratterizzate da un allegro colore giallo e dall’“omino”, sono semplici ma ben riconoscibili. la proposta di sigma, sempre attenta alle esigenze della sua clientela, è stata premiata: sta ottenendo, infatti, un grande successo e si è pronti ad ampliare la gamma di referenze.

Dai dati della spesa registrati da Confindustria emerge un crescente ricorso alla grande distribuzione alla ricerca dei prezzi più bassi

il Parere della gente comune

per Gloria, 35 anni, operaia part time con uno stipendio di 600 euro mensili, è vitale fare delle scelte: “non mi concedo praticamente più bresaola e salmone e altri sfizi. trovo convenienza per tanti prodotti scegliere quelli a marchio del supermercato perché costano meno ma hanno sempre una buona qualità. mi considero anche fortunata perché non ho un affitto da pagare, ma è dura”. anche per Giulia, 47 anni, dipendente pubblica e tre figli, si risparmia ma senza rinunciare alla qualità: “ci tengo all’alimentazione, però qualcosa ho dovuto cambiare: ora prendo il vitellone invece che la vitella, privilegio i tagli meno costosi. mi fido dei prodotti con il marchio del supermercato, prendo soprattutto pasta e detersivi. cerco la frutta di stagione e quando posso vado a comprarla direttamente dal produttore. le bollette sono pesanti! a casa mia ho emanato un ordine sulla lavatrice, la facciamo solo dopo le 19”. roberto, 25 anni, studente fuori sede e lavoratore part time: “la colazione al bar è la prima cosa che ho tolto dal mio budget mensile, era un lusso alla fine. sul mangiare però non taglio, meglio fare meno aperitivi fuori e più cene a casa, in compagnia. poi cerco di rinviare tutti quegli acquisti come le scarpe”.

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I ncontrare Lucio Dalla e chiacchierare con lui è facile come bere un bicchier d’acqua: semplice e diretto, senza fronzoli, trasmette con natura-

lezza la profonda passione per il suo lavoro, mentre sembra elaborare nuove idee anche durante l’in-tervista, tra una risposta e l’altra. Idee abbozzate che potrebbero trasformarsi in grandi successi.

Ci parli del suo nuovo cd Questo è Amore. Il mio ultimo cd nasce in maniera anomala rispet-to alle richieste del mercato: anni fa feci un cd,

12.000 Lune, che raccoglieva tutti i miei successi, tutte le canzoni più amate dal pubblico, dove però non riuscii a mettere quelle più amate da me. In questo nuovo cd, dunque, ho voluto riscoprire i miei brani preferiti e “meno noti” scelti tra quelli scritti fra il 1971 e il 2011, con in più tre inediti e un duetto con Marco Mengoni. Dal mio punto di vista sono le mie canzoni migliori, quelle sulle qua-li la gente ha, magari, sorvolato. Il titolo è Questo è Amore perché non c’è canzone che non nasca da un atto d’amore, non solo in senso stretto bensì anche in senso sociale. La vita è piena di atti d’amore che si possono rivolgere in diverse direzioni.

Dove trova l’ispirazione?Difficile dirlo. L’idea parte da una mia attitudine naturale, ma siccome ho un grandissimo rispetto del mio lavoro, viene poi elaborata fino a trasfor-marsi in qualcosa di qualità. Un lavoro di affina-mento un po’ in controtendenza rispetto al mo-mento storico. Guardi la televisione: difficilmente è di qualità, più spesso, invece, va semplicemente incontro al gusto del pubblico, mentre in passa-to ci sono stati momenti di grandissima qualità nell’ambito del cinema, della televisione e della musica.

Cosa significa per lei “qualità”? Applicare regole severe a un’idea nata in modo casuale, allegramente, e lavorarci su finché io per primo non sono soddisfatto del risultato raggiunto. Attenti al lupo, per esempio, è una canzone giocosa e apparentemente facile, ma non è per niente stu-pida: faceva parte di un lavoro ben più comples-so che comprendeva un’operazione di teatro, un balletto, così che la gente potesse rendersi conto

grandi successi che durano nel tempo, nuove idee per il futuro:la (sua) musica non si ferma mai

di Cristina Bottari

due chiacchiere vip

Lucio Dalla, artista senza limiti

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che era qualcosa di nuovo. Ebbe un successo così grande che anch’io ne fui sorpreso, a riprova del fatto che se l’operazione è di qualità il pubblico risponde in modo adeguato.

Quando scrive le sue canzoni? Ogni tanto mi impongo di programmare il mio lavoro, di sedermi a tavolino a scrivere, ma l’ispi-razione arriva quando meno te l’aspetti. Le faccio un esempio: se vado su un’isola deserta per “con-centrarmi”, in realtà faccio solo dei gran bagni. L’ispirazione può arrivare quando sono allo sta-dio, mentre sono in giro in moto, al bar: l’ultima canzone che ho scritto, quella che mi piace di più, l’ho scritta proprio al bar. Mi porto sempre die-tro un’agenda e mi metto a scrivere dove capita; magari resto seduto al bar anche quattro ore, rin-correndo un’idea, buttando giù una traccia su cui lavorare.

Caruso è riconosciuta dalla critica come il suo capolavoro. Concorda?Caruso ha venduto 30 milioni di copie nel mondo, anche, anzi, soprattutto, cantata da altri, ma no-nostante ciò non è la mia canzone preferita; altre, minori, le trovo più interessanti. È chiaro, però, che non posso fare un concerto senza cantarla, è un atto dovuto al pubblico che l’aspetta. Lo stesso succede con 4 marzo 1943. Ecco perché ho voluto fare una compilation con i brani che più mi piac-ciono, quelli nascosti nel cassetto per tanto tempo. Sono 40 anni che scrivo canzoni, è chiaro che ho un sacco di materiale: recupero pezzi, li rimonto, li riprovo, li riarrangio.

Dalla canzone leggera alle colonne so-nore per il cinema (da Mario Monicelli a Antonioni fino a Verdone): qual è la forma d’arte in cui si identifica maggiormente?L’arte in generale, senza steccati, m’intriga in tutte le sue forme. Ho avuto anche una galleria d’arte, cui poi ho rinunciato perché non avevo il tempo di seguirla; ma fra tutte le forme artisti-che, il cinema è quello che preferisco. Pensi che ho

anche fatto l’attore, nel lontano 1968, nel film dei fratelli Taviani I Sovversivi, e stavo quasi per vin-cere la Coppa Volpi. Ma le mie collaborazioni in campo cinema-tografico riguardano soprattutto

le colonne sonore. Insomma, il mio scambio di fantasia - e di coscienza - con il pubblico passa attraverso tante forme d’arte. Mi sarebbe piaciuto fare il regista, ma non ne ho avuto il tempo.

Questo suo eclettismo artistico si tradu-ce anche in bricolage?No, non so fare assolutamente niente, nemmeno cucinare. A parte il fatto che non sono mai a casa, un po’ perché sono sempre in giro per lavoro, un po’ anche perché ho alcune case sparse qua e là, a Urbino, in Sicilia, alle Tremiti, e va a finire che a casa a Bologna ci sto solo a Natale.

Il cantante italiano preferito?Non ci ho mai pensato… ho molta stima di Bat-tiato, per quello che pensa, per quello che fa e per come lo fa, per la sua musica.

A cosa non rinuncerebbe mai?Oltre alla musica, è ovvio (si figuri che dormo con la musica accesa), non rinuncerei mai alla lettura e al cinema. E non potrei vivere senza il mare. Il mare per me è vita e ispirazione. Ho una barca con una sala di incisione… e anche mentre faccio le manovre, può venirmi un’idea.

Lucio DaLLa, un boLognese a tavoLa

Mi piace l’idea della cucina, più che mangiare, e mi piacciono gli odori delle cose. Per esempio, sono astemio ma mi piace annusare il profumo del vino di chi è tavola con me; poi, mi piace il profumo della grappa, perché mi ricorda l’odore delle infermerie della Seconda guerra mondiale, e quello del tartufo. Rispetto la cucina bolognese, ma non essendo un pastaiolo, quando vado da Cesari, un ristorante vicino a casa che frequento da sempre, prendo una vaschetta di ragù e me la mangio senza pasta. Quando vado a fare la spesa, raramente, mi limito a comprare qualche formaggio e del prosciutto, che è la base della mia alimentazione. Anche prima dei concerti, chiedo solo yogurt, prosciutto e fette biscottate, perché non mangio mai né prima né dopo i concerti.

Non c’è canzone che non nasca da un atto d’amore, in senso stretto ma anche sociale. La vita è piena di atti d’amore che si possono rivolgere in diverse direzioni

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G ianrico Carofiglio, senatore e magistrato, è un autore non solo di successo (i suoi libri su-perano in Italia i 4 milioni di copie vendute),

ma anche poliedrico. Non sono molti, infatti, gli scrit-tori che hanno la fortuna di inventare un personaggio di successo come Guido Guerrieri (avvocato di una serie di noti legal thriller quali Testimone inconsapevole, oggi alla cinquantottesima edizione, Ad occhi chiusi, Ragionevoli dubbi e Le perfezioni provvisorie) che poi scel-gono di non fondarvi un vero e proprio “marchio di fabbrica”. Oltre ai legal thriller, per esempio, Gianri-co Carofiglio ha scritto un saggio sul valore e l’impor-tanza della lingua (La manomissione delle parole), e una graphic novel (Cacciatori nelle tenebre). Anche il recente Il silenzio dell’onda si differenzia per inventiva e per l’in-trecciarsi di più storie all’interno del singolo romanzo. Abbiamo intervistato l’autore per voi.

a parte essere uno scrittore con una forte coscienza sociale, lei è anche magistrato e senatore, elementi che l’hanno avvicinata a molte persone. Percepisce su di sé il signifi-

cato “sociale” dello scrittore, di chi può rag-giungere milioni di persone con un suo mes-saggio? Ci pensa mai mentre scrive? No. Quando scrivo cerco di concentrarmi sulla sto-ria, sui personaggi e sulla scrittura. Questo non si-gnifica che non sia consapevole delle possibili conse-guenze - anche politiche - di quello che scrivo.

Piacciono dei suoi libri le molte citazioni, i rimandi ad altri libri, dischi, film. Le piace l’idea di segnalare al lettore un buon disco o una bella poesia? Oppure questi riferimenti sono funzionali alla storia?Non mi piace l’idea di strizzare l’occhio al lettore e non voglio proprio dare suggerimenti di ascolto o di lettura, o altro. Mi parrebbe di fare una scrittura pedagogica, cioè una cosa che detesto. Faccio ci-tazioni musicali - ma anche letterarie, cinemato-grafiche, pittoriche - per sviluppare la storia o per disegnare indirettamente i personaggi.

il significato di un’opera lo deve trova-re soprattutto il fruitore. ma lei si chiede

dA “testImone InconsApeVoLe” A “IL sILenzIo deLL’ondA”, IL percorso deL mAgIstrAto scrIttoredi armando minuz

due chiacchiere vip

Gianrico carofiglio,dal tribunale all’anima

che tipo di messaggio potrebbe veicolare o tende a prediligere storia e personaggi? Confermo quello che ho detto prima. Mi concentro su storia e personaggi e cerco di non pensare a mes-saggi e significati. Come ha detto lei, quelli devono trovarli i lettori.

Nel libro Lamanomissione delle parole si intuisce l’urgenza di ridare il giusto peso alla lingua. Che cosa possiamo fare per riappro-priaci delle parole oggi? Possiamo pensare, smettere un at-teggiamento passivo e inconsapevo-le rispetto alla lingua, alle parole e ai significati. Possiamo praticare la virtù di fare domande e di chiede-re conto agli altri - soprattutto a chi esercita il potere - di non nasconder-si dietro parole e frasi e significati manipolati.

il primo manoscritto che ha proposto agli editori è rimasto per molto tempo nel cassetto? No, no. Ho cominciato a scrivere il primo romanzo nel settembre 2000 e l’ho finito nel maggio 2001. La pubblicazione è del settembre 2002. Molto semplice-mente (e quindi molto misteriosamente) nel settem-bre 2000 ho avuto la sensazione di non poter rinviare ancora. Così ho cominciato a scrivere e sono andato avanti fino alla fine. Non so spiegare bene come sia potuto accadere, ma per fortuna (mia) è accaduto.

Quale libro consiglierebbe a un lettore che non ha mai letto niente di Carofiglio? Non consiglio mai a nessuno di leggere i miei libri. Ho visto altri scrittori farlo e mi sono sentito in im-barazzo per loro. Se però qualcuno ha già deciso di leggere qualcosa di mio può iniziare o dal primo, cioè da Testimone inconsapevole, o dall’ultimo, cioè da Il silenzio dell’onda.

Legge qualche scrittore in particolare del panorama italiano contemporaneo?Ne leggo parecchi. Alcuni mi piacciono, altri meno. Trovo particolarmente interessanti le scritture di Ve-ronesi e di Ammaniti.

E il cibo? Spesso nei suoi personaggi il cibo simboleggia la vita positiva, “giusta”. Che ruolo ha il cibo nelle sue opere?Se mi fa passare il pasticcio verbale: il cibo nei roman-zi è come un condimento. Un quantitativo moderato

migliora il gusto, un quantitativo eccessivo rende il piatto immangiabile. Cerco di attenermi a questa re-gola e non mi piacciono gli scrittori che la violano. Per dirla in altri termini: trovo insopportabili i romanzi in cui ogni due pagine c’è la descrizione di quello che mangiano o bevono i protagonisti.

Ha una ricetta preferita? Un sapore che la fa sentire a casa anche quando si trova lontano? Sì. Gli spaghetti alla “fumo negli occhi”. La ricetta si trova nel romanzo Ragionevoli dubbi.

Le piace cucinare? Che rap-porto ha con la cucina?So preparare qualcosa - anche qualche buon dolce a dire il vero - ma sostenere che so cucinare mi sembra una dichiarazione avven-tata. Mi piace la cucina e ogni

2-3 mesi penso di frequentare un corso e imparare davvero. Magari prima o poi lo farò.

a parte Lamanomissionedelleparole, Ilsi-lenziodell’onda è il libro che più si distanzia dal genere giallo e mostra una dimensione più legata all’interiorità dei personaggi. Da che idea è nata questa sua opera?Volevo scrivere un romanzo che parlasse di un ragazzino solitario e introverso, che vive in bili-co fra i sogni, le sue fantasie e una realtà che gli piace poco. Volevo far raccontare a questo stesso ragazzino la sua storia, nella forma di un diario in cui rimane ambiguo cosa sia realmente accaduto e cosa sia, appunto, frutto della fantasia di questo ragazzo. Il romanzo è nato e si è sviluppato attorno a questa idea. Tutto il resto è venuto dopo.

l’autore

Gianrico carofiglio, oltre a essere parlamentare dal 2008, è magistrato e scrittore. con Testimone Inconsapevole, del 2002, ha inventato il noto personaggio Guido Guerrieri, avvocato, ma la sua produzione è molto varia. il suo titolo più recente è Il silenzio dell’onda, un libro che racconta con una narrazione serrata del rapporto fra padri e figli, ma anche delle assenze e delle fragilità degli uomini.

Il cibo nei romanzi è come un condimento:

un quantitativo moderato migliora il gusto,

eccessivo rende il piatto immangiabile

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G ianrico Carofiglio, senatore e magistrato, è un autore non solo di successo (i suoi libri su-perano in Italia i 4 milioni di copie vendute),

ma anche poliedrico. Non sono molti, infatti, gli scrit-tori che hanno la fortuna di inventare un personaggio di successo come Guido Guerrieri (avvocato di una serie di noti legal thriller quali Testimone inconsapevole, oggi alla cinquantottesima edizione, Ad occhi chiusi, Ragionevoli dubbi e Le perfezioni provvisorie) che poi scel-gono di non fondarvi un vero e proprio “marchio di fabbrica”. Oltre ai legal thriller, per esempio, Gianri-co Carofiglio ha scritto un saggio sul valore e l’impor-tanza della lingua (La manomissione delle parole), e una graphic novel (Cacciatori nelle tenebre). Anche il recente Il silenzio dell’onda si differenzia per inventiva e per l’in-trecciarsi di più storie all’interno del singolo romanzo. Abbiamo intervistato l’autore per voi.

a parte essere uno scrittore con una forte coscienza sociale, lei è anche magistrato e senatore, elementi che l’hanno avvicinata a molte persone. Percepisce su di sé il signifi-

cato “sociale” dello scrittore, di chi può rag-giungere milioni di persone con un suo mes-saggio? Ci pensa mai mentre scrive? No. Quando scrivo cerco di concentrarmi sulla sto-ria, sui personaggi e sulla scrittura. Questo non si-gnifica che non sia consapevole delle possibili conse-guenze - anche politiche - di quello che scrivo.

Piacciono dei suoi libri le molte citazioni, i rimandi ad altri libri, dischi, film. Le piace l’idea di segnalare al lettore un buon disco o una bella poesia? Oppure questi riferimenti sono funzionali alla storia?Non mi piace l’idea di strizzare l’occhio al lettore e non voglio proprio dare suggerimenti di ascolto o di lettura, o altro. Mi parrebbe di fare una scrittura pedagogica, cioè una cosa che detesto. Faccio ci-tazioni musicali - ma anche letterarie, cinemato-grafiche, pittoriche - per sviluppare la storia o per disegnare indirettamente i personaggi.

il significato di un’opera lo deve trova-re soprattutto il fruitore. ma lei si chiede

dA “testImone InconsApeVoLe” A “IL sILenzIo deLL’ondA”, IL percorso deL mAgIstrAto scrIttoredi armando minuz

due chiacchiere vip

Gianrico carofiglio,dal tribunale all’anima

che tipo di messaggio potrebbe veicolare o tende a prediligere storia e personaggi? Confermo quello che ho detto prima. Mi concentro su storia e personaggi e cerco di non pensare a mes-saggi e significati. Come ha detto lei, quelli devono trovarli i lettori.

Nel libro Lamanomissione delle parole si intuisce l’urgenza di ridare il giusto peso alla lingua. Che cosa possiamo fare per riappro-priaci delle parole oggi? Possiamo pensare, smettere un at-teggiamento passivo e inconsapevo-le rispetto alla lingua, alle parole e ai significati. Possiamo praticare la virtù di fare domande e di chiede-re conto agli altri - soprattutto a chi esercita il potere - di non nasconder-si dietro parole e frasi e significati manipolati.

il primo manoscritto che ha proposto agli editori è rimasto per molto tempo nel cassetto? No, no. Ho cominciato a scrivere il primo romanzo nel settembre 2000 e l’ho finito nel maggio 2001. La pubblicazione è del settembre 2002. Molto semplice-mente (e quindi molto misteriosamente) nel settem-bre 2000 ho avuto la sensazione di non poter rinviare ancora. Così ho cominciato a scrivere e sono andato avanti fino alla fine. Non so spiegare bene come sia potuto accadere, ma per fortuna (mia) è accaduto.

Quale libro consiglierebbe a un lettore che non ha mai letto niente di Carofiglio? Non consiglio mai a nessuno di leggere i miei libri. Ho visto altri scrittori farlo e mi sono sentito in im-barazzo per loro. Se però qualcuno ha già deciso di leggere qualcosa di mio può iniziare o dal primo, cioè da Testimone inconsapevole, o dall’ultimo, cioè da Il silenzio dell’onda.

Legge qualche scrittore in particolare del panorama italiano contemporaneo?Ne leggo parecchi. Alcuni mi piacciono, altri meno. Trovo particolarmente interessanti le scritture di Ve-ronesi e di Ammaniti.

E il cibo? Spesso nei suoi personaggi il cibo simboleggia la vita positiva, “giusta”. Che ruolo ha il cibo nelle sue opere?Se mi fa passare il pasticcio verbale: il cibo nei roman-zi è come un condimento. Un quantitativo moderato

migliora il gusto, un quantitativo eccessivo rende il piatto immangiabile. Cerco di attenermi a questa re-gola e non mi piacciono gli scrittori che la violano. Per dirla in altri termini: trovo insopportabili i romanzi in cui ogni due pagine c’è la descrizione di quello che mangiano o bevono i protagonisti.

Ha una ricetta preferita? Un sapore che la fa sentire a casa anche quando si trova lontano? Sì. Gli spaghetti alla “fumo negli occhi”. La ricetta si trova nel romanzo Ragionevoli dubbi.

Le piace cucinare? Che rap-porto ha con la cucina?So preparare qualcosa - anche qualche buon dolce a dire il vero - ma sostenere che so cucinare mi sembra una dichiarazione avven-tata. Mi piace la cucina e ogni

2-3 mesi penso di frequentare un corso e imparare davvero. Magari prima o poi lo farò.

a parte Lamanomissionedelleparole, Ilsi-lenziodell’onda è il libro che più si distanzia dal genere giallo e mostra una dimensione più legata all’interiorità dei personaggi. Da che idea è nata questa sua opera?Volevo scrivere un romanzo che parlasse di un ragazzino solitario e introverso, che vive in bili-co fra i sogni, le sue fantasie e una realtà che gli piace poco. Volevo far raccontare a questo stesso ragazzino la sua storia, nella forma di un diario in cui rimane ambiguo cosa sia realmente accaduto e cosa sia, appunto, frutto della fantasia di questo ragazzo. Il romanzo è nato e si è sviluppato attorno a questa idea. Tutto il resto è venuto dopo.

l’autore

Gianrico carofiglio, oltre a essere parlamentare dal 2008, è magistrato e scrittore. con Testimone Inconsapevole, del 2002, ha inventato il noto personaggio Guido Guerrieri, avvocato, ma la sua produzione è molto varia. il suo titolo più recente è Il silenzio dell’onda, un libro che racconta con una narrazione serrata del rapporto fra padri e figli, ma anche delle assenze e delle fragilità degli uomini.

Il cibo nei romanzi è come un condimento:

un quantitativo moderato migliora il gusto,

eccessivo rende il piatto immangiabile

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ogni stagione ha la sua verdura e la sua frutta, ma anche i suoi prodotti ittici. La stagionalità, che non interessa in-fatti solo i prodotti della terra, ma an-

che quelli del mare, permette di fare la spesa con un occhio al gusto e uno al portafoglio. Questo perché ortaggi, frutta e pesci di stagione sono più disponibili, non devono essere importati e hanno quindi un costo inferiore. E non solo: consumarli nella loro stagione vuol dire apprezzarne il loro gu-sto autentico. Per quanto riguarda marzo e aprile, i due mesi cha danno inizio alla primavera, per tutte le categorie vi è soltanto l’imbarazzo della scelta.Per le verdure possiamo scegliere, solo per fare alcuni esempi, fra asparagi, carciofi, carote, rape, lattuga. Naturalmente, secondo l’andamento del tempo, si possono ancora gustare varie verdure propriamen-te invernali, come broccoli, cavoli, finocchi e ave-

re anticipazioni di alcune specialità della stagione estiva, quali per esempio le zucchine e i peperoni. Per la frutta sono da preferire mele, pere e limoni. A marzo si ha ancora la possibilità di gustare aran-ce e mandarini, mentre ad aprile arrivano fragole e nespole. Il banco dei freschissimi della frutta comincia quindi a colorarsi, senza rinunciare a prodotti an-cora tipici della stagione più fredda. Per quanto riguarda il pesce le scelte sono molte: prima di tutto le deliziose e pregiate spigole, e poi pagelli, occhiate e mormore, ma anche tanto pesce azzurro del nostro mare.In ogni sezione troverete un approfondimento de-dicato alle singole categorie. Un’ultima raccomandazione: il fresco è sempre da preferire, ma nel caso vi fosse necessario un ingre-diente “fuori stagione”, vi consigliamo sempre di ricorrere a un surgelato di qualità.

Il carrello di marzo-aprile

OrTAggI•aglio•asparago•barbabietola•bietola da costa•broccoletti•carciofo•carota novella•cavolo•cipolla•cipollotto•Finocchio•lattuga e insalata•patata novella•porro•rapa•ravanello•sedano•spinaci

frUTTA•arancia•Fragola•limone•mandarino•mela•nespola•pera

peSCe•acciuga•cefalo•Gallinella•leccia•mormora•pagello•palamita•sarago•sgombro•spigola

a tavola i freschissimi

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ogni stagione ha la sua verdura e la sua frutta, ma anche i suoi prodotti ittici. La stagionalità, che non interessa in-fatti solo i prodotti della terra, ma an-

che quelli del mare, permette di fare la spesa con un occhio al gusto e uno al portafoglio. Questo perché ortaggi, frutta e pesci di stagione sono più disponibili, non devono essere importati e hanno quindi un costo inferiore. E non solo: consumarli nella loro stagione vuol dire apprezzarne il loro gu-sto autentico. Per quanto riguarda marzo e aprile, i due mesi cha danno inizio alla primavera, per tutte le categorie vi è soltanto l’imbarazzo della scelta.Per le verdure possiamo scegliere, solo per fare alcuni esempi, fra asparagi, carciofi, carote, rape, lattuga. Naturalmente, secondo l’andamento del tempo, si possono ancora gustare varie verdure propriamen-te invernali, come broccoli, cavoli, finocchi e ave-

re anticipazioni di alcune specialità della stagione estiva, quali per esempio le zucchine e i peperoni. Per la frutta sono da preferire mele, pere e limoni. A marzo si ha ancora la possibilità di gustare aran-ce e mandarini, mentre ad aprile arrivano fragole e nespole. Il banco dei freschissimi della frutta comincia quindi a colorarsi, senza rinunciare a prodotti an-cora tipici della stagione più fredda. Per quanto riguarda il pesce le scelte sono molte: prima di tutto le deliziose e pregiate spigole, e poi pagelli, occhiate e mormore, ma anche tanto pesce azzurro del nostro mare.In ogni sezione troverete un approfondimento de-dicato alle singole categorie. Un’ultima raccomandazione: il fresco è sempre da preferire, ma nel caso vi fosse necessario un ingre-diente “fuori stagione”, vi consigliamo sempre di ricorrere a un surgelato di qualità.

Il carrello di marzo-aprile

OrTAggI•aglio•asparago•barbabietola•bietola da costa•broccoletti•carciofo•carota novella•cavolo•cipolla•cipollotto•Finocchio•lattuga e insalata•patata novella•porro•rapa•ravanello•sedano•spinaci

frUTTA•arancia•Fragola•limone•mandarino•mela•nespola•pera

peSCe•acciuga•cefalo•Gallinella•leccia•mormora•pagello•palamita•sarago•sgombro•spigola

a tavola i freschissimi

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Germoglidi primavera

tenerI e deLIcAtI, gLI AspArAgIsono dA sempre un ortAggIo moLto rIcercAto

di Cristina Bottari

verdura di stagione asparago

IIndipendentemente dal colore, l’asparago ha un gusto erbaceo che ricorda quello del carciofo. Disponibile sul mercato da marzo a giugno, esiste in numerose varietà che si distinguono per forma, colore, area di produzione. L’asparago bianco (tipico del Veneto), di sapore dolce e delicato, deve la sua particolare pig-mentazione al metodo di coltura: la sua crescita infatti avviene sottoterra al buio. La varietà verde (diffusa in Romagna) cresce quasi completamente scoperta ed esposta alla luce e ha un sapore erbaceo. L’asparago violetto, di cui il più fa-moso è quello di Albenga, è tenero e saporito. Nume-rose sono le tipicità regionali: famosi sono l’asparago bianco di Bassano del Grappa (Vi, che si fregia della Dop) o il verde di Altedo (Bo), il primo in Italia ad aver ottenuto il marchio Igp.

3 Quando risulteranno ben teneri, scolateli e poneteli in una bacinella con acqua e ghiaccio affinché il colore rimanga vivace.

come e quando consumarliAll’acquisto è importante prestare attenzione ad al-cune caratteristiche: gli asparagi devono essere inte-gri, sani e privi di residui terrosi. Per verificarne la freschezza occorre osservare le squame del turione: quanto più queste sono chiuse e compatte, tanto più l’asparago è fresco e quindi tenero e saporito. Se le squame tendono ad aprirsi e il turione è molle al tatto significa che sta già appassendo; se il gambo è legnoso significa che l’asparago è vecchio. L’asparago depe-risce facilmente, la sua conservazione pertanto deve essere il più breve possibile. In frigorifero resiste per 3-4 giorni al massimo, avvolto in un canovaccio ap-pena umido. Per preparare gli asparagi, allineateli su un piano di lavoro e tagliate la parte finale dura e legnosa, quindi, con un coltellino affilato o con un pelapatate, raschia-teli delicatamente fino a metà della parte verde o vio-la. Essendo un ortaggio molto delicato, richiede cot-ture brevi, per non alterarne il contenuto vitaminico. Gli asparagi grossi sono ideali per essere lessati, men-tre è preferibile riservare quelli più sottili per prepa-razioni come frittate, risotti, salse per primi piatti o crepe, lasagne, zuppe, minestre, ecc. In generale, è preferibile la cottura al vapore - ponendo un cestel-lo internamente alla pentola, alto per 2/3 della stes-sa, che mantenga la punta degli asparagi al di sopra dell’acqua - o in asparagera. La cottura è giusta allor-ché gli asparagi cominciano a “piegare il capo”.

PuliZia e cottura

1 Lavate gli asparagi sotto acqua fredda corrente ed eliminate con un coltello la parte finale del gambo dura e terrosa. Raschiateli aiutandovi con un pelaverdure.

2 Legate gli asparagi con lo spago da cucina per tenerli uniti in cottura. Lessateli in acqua bollente salata per circa 10 minuti.

Un ortaggio da cogliere giovane

l’Asparagus officinalis appartiene alla famiglia delle liliacee (la stessa cui appartengono aglio e cipolla). la pianta a primavera emette giovani polloni di consistenza inizialmente carnosa, i turioni (la parte che comunemente mangiamo), che si sviluppano dalle radici, dette comunemente zampe. Questi turioni, se lasciati crescere, diventano legnosi e raggiungono altezze anche superiori al metro. a differenza di molte altre verdure, dove i germogli più piccoli e fini sono anche più teneri, gli steli più grossi dell’asparago sono i migliori poiché hanno una maggiore polpa. la varietà selvatica (asparagina), invece, cresce spontanea in diverse regioni d’italia; a differenza di quella coltivata, ha turioni sottili e fragili dal gusto amarognolo.

le ProPrietà nutriZionali

composti per oltre il 90% di acqua, gli asparagi hanno un basso contenuto di proteine e zuccheri. sono un ortaggio povero e per questo indicato nelle diete ipocaloriche (29 kcal/100 g). Forniscono un ottimo apporto vitaminico (vitamine a, c, e, pp e b) e di sali minerali; per il loro elevato contenuto di potassio sono un ottimo diuretico naturale. inoltre, sono ricchi in ferro, pertanto indicati in casi di anemia. contengono tuttavia sostanze che ne limitano l’uso: l’asparagosio è controindicato per chi soffre di infiammazioni.

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Germoglidi primavera

tenerI e deLIcAtI, gLI AspArAgIsono dA sempre un ortAggIo moLto rIcercAto

di Cristina Bottari

verdura di stagione asparago

IIndipendentemente dal colore, l’asparago ha un gusto erbaceo che ricorda quello del carciofo. Disponibile sul mercato da marzo a giugno, esiste in numerose varietà che si distinguono per forma, colore, area di produzione. L’asparago bianco (tipico del Veneto), di sapore dolce e delicato, deve la sua particolare pig-mentazione al metodo di coltura: la sua crescita infatti avviene sottoterra al buio. La varietà verde (diffusa in Romagna) cresce quasi completamente scoperta ed esposta alla luce e ha un sapore erbaceo. L’asparago violetto, di cui il più fa-moso è quello di Albenga, è tenero e saporito. Nume-rose sono le tipicità regionali: famosi sono l’asparago bianco di Bassano del Grappa (Vi, che si fregia della Dop) o il verde di Altedo (Bo), il primo in Italia ad aver ottenuto il marchio Igp.

3 Quando risulteranno ben teneri, scolateli e poneteli in una bacinella con acqua e ghiaccio affinché il colore rimanga vivace.

come e quando consumarliAll’acquisto è importante prestare attenzione ad al-cune caratteristiche: gli asparagi devono essere inte-gri, sani e privi di residui terrosi. Per verificarne la freschezza occorre osservare le squame del turione: quanto più queste sono chiuse e compatte, tanto più l’asparago è fresco e quindi tenero e saporito. Se le squame tendono ad aprirsi e il turione è molle al tatto significa che sta già appassendo; se il gambo è legnoso significa che l’asparago è vecchio. L’asparago depe-risce facilmente, la sua conservazione pertanto deve essere il più breve possibile. In frigorifero resiste per 3-4 giorni al massimo, avvolto in un canovaccio ap-pena umido. Per preparare gli asparagi, allineateli su un piano di lavoro e tagliate la parte finale dura e legnosa, quindi, con un coltellino affilato o con un pelapatate, raschia-teli delicatamente fino a metà della parte verde o vio-la. Essendo un ortaggio molto delicato, richiede cot-ture brevi, per non alterarne il contenuto vitaminico. Gli asparagi grossi sono ideali per essere lessati, men-tre è preferibile riservare quelli più sottili per prepa-razioni come frittate, risotti, salse per primi piatti o crepe, lasagne, zuppe, minestre, ecc. In generale, è preferibile la cottura al vapore - ponendo un cestel-lo internamente alla pentola, alto per 2/3 della stes-sa, che mantenga la punta degli asparagi al di sopra dell’acqua - o in asparagera. La cottura è giusta allor-ché gli asparagi cominciano a “piegare il capo”.

PuliZia e cottura

1 Lavate gli asparagi sotto acqua fredda corrente ed eliminate con un coltello la parte finale del gambo dura e terrosa. Raschiateli aiutandovi con un pelaverdure.

2 Legate gli asparagi con lo spago da cucina per tenerli uniti in cottura. Lessateli in acqua bollente salata per circa 10 minuti.

Un ortaggio da cogliere giovane

l’Asparagus officinalis appartiene alla famiglia delle liliacee (la stessa cui appartengono aglio e cipolla). la pianta a primavera emette giovani polloni di consistenza inizialmente carnosa, i turioni (la parte che comunemente mangiamo), che si sviluppano dalle radici, dette comunemente zampe. Questi turioni, se lasciati crescere, diventano legnosi e raggiungono altezze anche superiori al metro. a differenza di molte altre verdure, dove i germogli più piccoli e fini sono anche più teneri, gli steli più grossi dell’asparago sono i migliori poiché hanno una maggiore polpa. la varietà selvatica (asparagina), invece, cresce spontanea in diverse regioni d’italia; a differenza di quella coltivata, ha turioni sottili e fragili dal gusto amarognolo.

le ProPrietà nutriZionali

composti per oltre il 90% di acqua, gli asparagi hanno un basso contenuto di proteine e zuccheri. sono un ortaggio povero e per questo indicato nelle diete ipocaloriche (29 kcal/100 g). Forniscono un ottimo apporto vitaminico (vitamine a, c, e, pp e b) e di sali minerali; per il loro elevato contenuto di potassio sono un ottimo diuretico naturale. inoltre, sono ricchi in ferro, pertanto indicati in casi di anemia. contengono tuttavia sostanze che ne limitano l’uso: l’asparagosio è controindicato per chi soffre di infiammazioni.

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• 300 g di lasagne verdi secche • 300 g di punte di asparagi • 150 g di culatello in un’unica fetta • 1/2 carota • 1/2 cipolla• 1/2 costa di sedano • 1 rametto di timo • 2 tuorli • 40 g di farina bianca “00” • 300 ml di latte • 80 g di burro• 70 g di parmigiano • 100 ml di panna fresca • sale e pepe

preparazione 70 minuti cottura 50 minutiesecuzione media vino pagadebit di Romagna

Cuocete le punte di asparagi a vapore per 10 minuti, quindi tritatele grossolanamente. Fate soffriggere in una casseruola il sedano, la carota e la cipolla tritati con 20 g di burro per 10 minuti. Unite gli asparagi, il timo e il culatello tagliato a listarelle; salate, pepate e cuocete a fuoco vivo per 5 minuti.

Mescolate la panna con i tuorli in una casseruola e fatela ridurre a fuoco moderato. preparate una besciamella con 50 g di burro, la farina e il latte, salatela, pepatela e incorporatevi 20 g di parmigiano e la salsa di panna e uova.

Lessate le lasagne e stendetele su un telo. Ungete una pirofila con il burro rimasto, fateuno strato di pasta e condite con asparagi, grana e un po’ di salsa. Continuate gli strati fino a esaurire tutti gli ingredienti. terminate con asparagi mescolati a un po’ di salsa e parmigiano, poi infornate a 180°C per 25-30 minuti.

• 20 asparagi • 20 fette di lardo • 6 cucchiai di olio d’oliva extravergine • 4 rametti di rosmarino •

preparazione 25 minuti cottura 25 minutiesecuzione facile vino Oltrepo’ pavese Malvasia frizz.

pulite gli asparagi e cuoceteli al vapore per circa 10 minuti. Fate intiepidire in una padella 4 cucchiai di olio con il rosmarino a fuoco basso per 10 minuti.

In un’altra padella insaporite l’olio rimanente con gli spicchi d’aglio in camicia e unite gli asparagi; cuocete per 5 minuti. Dopo che si sono raffreddati avvolgeteli nel lardo e passateli in forno caldo affinché il lardo si sciolga. serviteli caldi e cosparsi con l’olio al rosmarino.

• 1 kg di asparagi • 120 g di parmigiano• 200 g di mollica di pane fresco • 150 ml di latte• 4 uova • 200 ml di panna fresca • 100 g di burro• pangrattato • noce moscata • sale e pepe bianco

preparazione 70 minuti cottura 40 minutiesecuzione media vino Bianco dell’Empolese

Eliminate la parte dura del gambo degli asparagi e lavateli. Disponete il cestello per la cottura al vapore in una casseruola larga. Riempite con una quantità di acqua sufficiente a sfiorare il fondo del cestello e portate a bollore.

Cuocete gli asparagi nel cestello al dente per circa 5 minuti. passateli sotto un getto d’acqua fredda. Mettete da parte qualche punta di asparago e riducete il resto a fettine.

sciogliete 20 g di burro in una padella, unite gli asparagi, un pizzico di sale e fate insaporire per 3-4 minuti. Frullate gli asparagi ottenendo una crema omogenea; aggiungete le uova, la mollica di pane imbevuta di latte e strizzata, 100 g di parmigiano grattugiato, un pizzico di noce moscata e pepe bianco e, continuando a frullare, unite a filo 70 g di burro sciolto a bagnomaria.

Imburrate 6 stampini da budino lisci, spolverizzate il fondo con il pangrattato, riempite con il composto e cuocete a bagnomaria nel forno a 180°C per 25-30 minuti. Lasciate riposare per 5 minuti, sformate i budini nei piatti e guarnite con le punte di asparago. accompagnate con una salsina che avrete preparato scaldando la panna fresca con 20 g di parmigiano grattugiato e servite.

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lasaGnE cOn asParaGi, culatEllO E salsa mOrnay (In foto)

asParaGi larDEllati

BuDini Di PanE E asParaGi

per 4 persone

per 4 persone

per 4 persone

Lasagne con asparagi, culatello e salsa Mornay

Page 23: Rivista PRÈMIATY Marzo Aprile 2012

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• 300 g di lasagne verdi secche • 300 g di punte di asparagi • 150 g di culatello in un’unica fetta • 1/2 carota • 1/2 cipolla• 1/2 costa di sedano • 1 rametto di timo • 2 tuorli • 40 g di farina bianca “00” • 300 ml di latte • 80 g di burro• 70 g di parmigiano • 100 ml di panna fresca • sale e pepe

preparazione 70 minuti cottura 50 minutiesecuzione media vino pagadebit di Romagna

Cuocete le punte di asparagi a vapore per 10 minuti, quindi tritatele grossolanamente. Fate soffriggere in una casseruola il sedano, la carota e la cipolla tritati con 20 g di burro per 10 minuti. Unite gli asparagi, il timo e il culatello tagliato a listarelle; salate, pepate e cuocete a fuoco vivo per 5 minuti.

Mescolate la panna con i tuorli in una casseruola e fatela ridurre a fuoco moderato. preparate una besciamella con 50 g di burro, la farina e il latte, salatela, pepatela e incorporatevi 20 g di parmigiano e la salsa di panna e uova.

Lessate le lasagne e stendetele su un telo. Ungete una pirofila con il burro rimasto, fateuno strato di pasta e condite con asparagi, grana e un po’ di salsa. Continuate gli strati fino a esaurire tutti gli ingredienti. terminate con asparagi mescolati a un po’ di salsa e parmigiano, poi infornate a 180°C per 25-30 minuti.

• 20 asparagi • 20 fette di lardo • 6 cucchiai di olio d’oliva extravergine • 4 rametti di rosmarino •

preparazione 25 minuti cottura 25 minutiesecuzione facile vino Oltrepo’ pavese Malvasia frizz.

pulite gli asparagi e cuoceteli al vapore per circa 10 minuti. Fate intiepidire in una padella 4 cucchiai di olio con il rosmarino a fuoco basso per 10 minuti.

In un’altra padella insaporite l’olio rimanente con gli spicchi d’aglio in camicia e unite gli asparagi; cuocete per 5 minuti. Dopo che si sono raffreddati avvolgeteli nel lardo e passateli in forno caldo affinché il lardo si sciolga. serviteli caldi e cosparsi con l’olio al rosmarino.

• 1 kg di asparagi • 120 g di parmigiano• 200 g di mollica di pane fresco • 150 ml di latte• 4 uova • 200 ml di panna fresca • 100 g di burro• pangrattato • noce moscata • sale e pepe bianco

preparazione 70 minuti cottura 40 minutiesecuzione media vino Bianco dell’Empolese

Eliminate la parte dura del gambo degli asparagi e lavateli. Disponete il cestello per la cottura al vapore in una casseruola larga. Riempite con una quantità di acqua sufficiente a sfiorare il fondo del cestello e portate a bollore.

Cuocete gli asparagi nel cestello al dente per circa 5 minuti. passateli sotto un getto d’acqua fredda. Mettete da parte qualche punta di asparago e riducete il resto a fettine.

sciogliete 20 g di burro in una padella, unite gli asparagi, un pizzico di sale e fate insaporire per 3-4 minuti. Frullate gli asparagi ottenendo una crema omogenea; aggiungete le uova, la mollica di pane imbevuta di latte e strizzata, 100 g di parmigiano grattugiato, un pizzico di noce moscata e pepe bianco e, continuando a frullare, unite a filo 70 g di burro sciolto a bagnomaria.

Imburrate 6 stampini da budino lisci, spolverizzate il fondo con il pangrattato, riempite con il composto e cuocete a bagnomaria nel forno a 180°C per 25-30 minuti. Lasciate riposare per 5 minuti, sformate i budini nei piatti e guarnite con le punte di asparago. accompagnate con una salsina che avrete preparato scaldando la panna fresca con 20 g di parmigiano grattugiato e servite.

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lasaGnE cOn asParaGi, culatEllO E salsa mOrnay (In foto)

asParaGi larDEllati

BuDini Di PanE E asParaGi

per 4 persone

per 4 persone

per 4 persone

Lasagne con asparagi, culatello e salsa Mornay

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• 4 filetti di maialino (200 g l’uno) • 16 asparagi• 2 spicchi d’aglio • 4 rametti di rosmarino• 6 cucchiai di olio d’oliva extravergine• 1 bicchiere di vino bianco • sale e pepe

preparazione 30 minuti cottura 35 minutiesecuzione media vino Friuli aquileia Rosato

Eliminate gli eventuali filamenti di grasso dai filetti di carne e incideteli da ambo i lati per tutta la lunghezza. aprite la carne e appiattitela con un batticarne tra due fogli di pellicola trasparente inumidita.

Lessate gli asparagi e tagliateli a metà nel senso della lunghezza. Condite la carne con sale, pepe e rosmarino tritato. Coprite quindi con uno strato di asparagi, salate di nuovo e arrotolate formando degli involtini. Legate bene con spago da cucina e lasciate riposare per 15 minuti in frigorifero.

scaldate poco olio in una padella antiaderente con 2 spicchi d’aglio e rosolatevi il filetto; bagnate con vino bianco e lasciate evaporare. Finite la cottura in forno a 180°C per 15 minuti. tagliate il rollè a rondelle dello spessore di 2 cm. Disponetelo nel piatto e condite con un filo di olio d’oliva extravergine.

• 250 g di pasta fillo • 70 g di ricotta • 300 g di asparagi • 3 uova • 60 g di mascarpone • 25 g di parmigiano• 8 gamberi • 30 g di burro • prezzemolo • finocchietto• 1 arancia • olio d’oliva extravergine • sale e pepe bianco

preparazione 60 minuti cottura 20 minutiesecuzione difficile vino Franciacorta Brut

sciogliete il burro in una casseruola, saltatevi gli asparagi e fateli imbiondire. Una volta freddi frullateli. In una ciotola mettete il mascarpone, la ricotta, il parmigiano grattugiato, la crema di asparagi e le uova; condite con sale e pepe bianco, lavorate il tutto e passatelo al setaccio.

Foderate delle tegliette monoporzione con 3 strati di pasta fillo spennellati di burro; farcite con il composto di asparagi e fate cuocere in forno caldo a 120°C per pochi minuti.

In una casseruola versate l’olio, il succo di arancia, poco sale, il prezzemolo e il finocchietto, adagiatevi i gamberi e cuoceteli a fuoco basso per circa 5 minuti. sformate i flan nei piatti, disponetevi sopra i gamberi caldi e un po’ del sughetto di cottura.

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maialinO aGli asParaGi Flan Di asParaGi cOn GamBEri (In foto)per 4 persone per 4 persone

Risotto agli aspaRagi

• 350 g di riso vialone nano • parmigiano• 10-12 asparagi verdi • 1 cipolla piccola• 50 g di burro • 1 l di brodo vegetale• 1/2 bicchiere di vino bianco • sale

PrePArAZIoNe 10minuti CotturA 20 minutieSeCuZIoNe facile vINo Colli Berici Manzoni Bianco

Mondate gli asparagi e tagliateli a rondelle. Tritate la cipolla e fatela stufare in una casseruola con 30 g di burro e poca acqua. Unite gli asparagi (tenendo da parte le punte) e fateli insaporire nel fondo di cipolla. Versate il riso in casseruola e fatelo tostare senza aggiungere liquidi (1), quindi sfumatecon il vino bianco. Una volta evaporato il vino, aggiungete il brodo mano a mano che viene assorbito dal riso (2) e mescolate. Aggiungete le punte 7-8 minuti prima di terminare la cottura e salate (3). A fuoco spento mantecate il risotto con il burro rimasto e del parmigiano grattugiato (4); servitelo dopo un paio di minuti di riposo.

per 4 persone Flan di asparagi con gamberi

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• 4 filetti di maialino (200 g l’uno) • 16 asparagi• 2 spicchi d’aglio • 4 rametti di rosmarino• 6 cucchiai di olio d’oliva extravergine• 1 bicchiere di vino bianco • sale e pepe

preparazione 30 minuti cottura 35 minutiesecuzione media vino Friuli aquileia Rosato

Eliminate gli eventuali filamenti di grasso dai filetti di carne e incideteli da ambo i lati per tutta la lunghezza. aprite la carne e appiattitela con un batticarne tra due fogli di pellicola trasparente inumidita.

Lessate gli asparagi e tagliateli a metà nel senso della lunghezza. Condite la carne con sale, pepe e rosmarino tritato. Coprite quindi con uno strato di asparagi, salate di nuovo e arrotolate formando degli involtini. Legate bene con spago da cucina e lasciate riposare per 15 minuti in frigorifero.

scaldate poco olio in una padella antiaderente con 2 spicchi d’aglio e rosolatevi il filetto; bagnate con vino bianco e lasciate evaporare. Finite la cottura in forno a 180°C per 15 minuti. tagliate il rollè a rondelle dello spessore di 2 cm. Disponetelo nel piatto e condite con un filo di olio d’oliva extravergine.

• 250 g di pasta fillo • 70 g di ricotta • 300 g di asparagi • 3 uova • 60 g di mascarpone • 25 g di parmigiano• 8 gamberi • 30 g di burro • prezzemolo • finocchietto• 1 arancia • olio d’oliva extravergine • sale e pepe bianco

preparazione 60 minuti cottura 20 minutiesecuzione difficile vino Franciacorta Brut

sciogliete il burro in una casseruola, saltatevi gli asparagi e fateli imbiondire. Una volta freddi frullateli. In una ciotola mettete il mascarpone, la ricotta, il parmigiano grattugiato, la crema di asparagi e le uova; condite con sale e pepe bianco, lavorate il tutto e passatelo al setaccio.

Foderate delle tegliette monoporzione con 3 strati di pasta fillo spennellati di burro; farcite con il composto di asparagi e fate cuocere in forno caldo a 120°C per pochi minuti.

In una casseruola versate l’olio, il succo di arancia, poco sale, il prezzemolo e il finocchietto, adagiatevi i gamberi e cuoceteli a fuoco basso per circa 5 minuti. sformate i flan nei piatti, disponetevi sopra i gamberi caldi e un po’ del sughetto di cottura.

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maialinO aGli asParaGi Flan Di asParaGi cOn GamBEri (In foto)per 4 persone per 4 persone

Risotto agli aspaRagi

• 350 g di riso vialone nano • parmigiano• 10-12 asparagi verdi • 1 cipolla piccola• 50 g di burro • 1 l di brodo vegetale• 1/2 bicchiere di vino bianco • sale

PrePArAZIoNe 10minuti CotturA 20 minutieSeCuZIoNe facile vINo Colli Berici Manzoni Bianco

Mondate gli asparagi e tagliateli a rondelle. Tritate la cipolla e fatela stufare in una casseruola con 30 g di burro e poca acqua. Unite gli asparagi (tenendo da parte le punte) e fateli insaporire nel fondo di cipolla. Versate il riso in casseruola e fatelo tostare senza aggiungere liquidi (1), quindi sfumatecon il vino bianco. Una volta evaporato il vino, aggiungete il brodo mano a mano che viene assorbito dal riso (2) e mescolate. Aggiungete le punte 7-8 minuti prima di terminare la cottura e salate (3). A fuoco spento mantecate il risotto con il burro rimasto e del parmigiano grattugiato (4); servitelo dopo un paio di minuti di riposo.

per 4 persone Flan di asparagi con gamberi

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U

goloseottIme e benefIche AL nAturALe sono un IngredIente

prezIoso per IL menu dI prImAVerA

di Cristina Bottari

Un “falso frutto” che celebra la primavera con uno scoppio di colore, una pianta erbacea perenne di cui si conoscono circa una ventina di varietà, fra le quali la più pregiata, in termini di ricchezza di sapore, è la fragolina di bosco.Le fragole che generalmente troviamo nella gran-de distribuzione sono quelle definite “di campo”: si riconoscono dalla pezzatura consistente del frutto, con la polpa carnosa e soda. Le fragole di bosco, originarie dell’Europa e del-

la Siberia, sono invece di taglia molto più piccola; profumatissime, sono più rare e delicate delle so-relle “maggiori”. In Italia le principali regioni produttrici sono la Campania, l’Emilia Romagna, la Sicilia, il Veneto, la Basilicata, il Lazio e il Piemonte. Il calendario di produzione copre ormai l’intero anno iniziando a gennaio nelle aree più calde del paese (Sicilia) per finire nel tardo autunno con le produzioni della coltura trentina e veronese.

frutta di stagione fragole

scelta e conservazioneAl momento dell’acquisto bisogna innanzi tutto osservare bene il frutto che deve avere un colore rosso brillante, uniforme. La presenza di parti bianche o verdi indica che il frutto non è ancora giunto a maturazione; a questo proposito è bene sapere che le fragole non continuano la matura-zione una volta raccolte.La consistenza deve essere soda, non troppo ce-devole al tatto, sul frutto non ci devono essere ammaccature, tagli e parti annerite; se le fragole sono confezionate in vaschetta bisogna control-lare bene che non si sia sviluppata della muffa soprattutto nella parte inferiore. Il picciolo deve essere attaccato e di colore verde vivo, senza par-ti ingiallite, annerite o secche. Una volta acqui-state, le fragole possono essere tenute a tempera-tura ambiente per un giorno o conservate nella parte bassa del frigorifero e consumate entro due

giorni. Nel caso siano confezionate, è bene to-glierle dalla vaschetta di plastica e metterle in un sacchetto di carta aperto, controllando che non siano troppo costrette o schiacciate l’una contro l’altra. Per pulirle occorre lavarle in acqua corrente de-licatamente. Evitate di tenerle a mollo, poiché si rovinano velocemente e asciugatele sfiorandole con della carta assorbente. Lavatele solo al mo-mento dell’uso e ricordatevi di condirle poco pri-ma di portarle in tavola, poiché diventano subito molli e perdono molto succo.Vista la loro deperibilità l’ideale è consumarle fresche, ma possono anche essere congelate: per mantenerle sode e con un colore vivo lasciatele intere e spolverizzatele con dello zucchero, cir-ca 200 g ogni kg di frutta, quindi riponetele in sacchetti per alimenti, avendo cura di eliminare l’aria in eccesso.

La coltivazione delle fragole è possibile anche su terrazzi, in vasi profondi una ventina di centimetri. Si prestano bene anche alla bordura di aiuole. I tipi di fragola coltivabili sono molti: unifere, rifiorenti con produzione dalla primavera all’autunno, annuali, rampicanti ecc. Le fragole piccole, o di bosco, preferiscono l’esposizione a mezz’ombra e si prestano bene a essere coltivate in vaso anche nelle zone più fredde. Fanno frutti anche se una gelata tardiva brucia le prime gemme.

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Tentazioni

La fragola è un “falso frutto”: la polpa rossa che tanto apprezziamo è un ricettacolo carnoso che raccoglie i veri frutti di questa pianta,

ossia i semini coriacei (acheni) disseminati sulla sua superficie

un frutto benefico: le ProPrietà

sono tante e inaspettate. le fragole apportano benefici a tutto l’organismo. contengono sostanze antiossidanti, polifenoli e tannini, ed elevate quantità di pectina, fibra utile nel contenere il tasso di colesterolo nel sangue. Hanno un buon contenuto di vitamina c (77 mg/100 g) e sono una fonte di acido folico; hanno proprietà dissetanti, rinfrescanti, diuretiche e depurative (contengono 160 mg/100 g di potassio). inoltre sono tra gli alimenti maggiormente correlati a una bassa mortalità per cancro. le fragole contengono, infatti, acido ellagico, sostanza riconosciuta come inibitrice dei tumori di lingua, esofago e polmoni e pare siano utili nell’impedire la formazione di nitrosammine, sostanze cancerogene che si formano nell’organismo a partire da nitrati (contenuti in salumi) e ammine (contenute in alimenti proteici). sono costituite per il 90% da acqua e apportano solo 30 kcal per 100 g di prodotto: ideali, quindi, per chi seguendo una dieta ipocalorica voglia concedersi un peccato di gola.

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goloseottIme e benefIche AL nAturALe sono un IngredIente

prezIoso per IL menu dI prImAVerA

di Cristina Bottari

Un “falso frutto” che celebra la primavera con uno scoppio di colore, una pianta erbacea perenne di cui si conoscono circa una ventina di varietà, fra le quali la più pregiata, in termini di ricchezza di sapore, è la fragolina di bosco.Le fragole che generalmente troviamo nella gran-de distribuzione sono quelle definite “di campo”: si riconoscono dalla pezzatura consistente del frutto, con la polpa carnosa e soda. Le fragole di bosco, originarie dell’Europa e del-

la Siberia, sono invece di taglia molto più piccola; profumatissime, sono più rare e delicate delle so-relle “maggiori”. In Italia le principali regioni produttrici sono la Campania, l’Emilia Romagna, la Sicilia, il Veneto, la Basilicata, il Lazio e il Piemonte. Il calendario di produzione copre ormai l’intero anno iniziando a gennaio nelle aree più calde del paese (Sicilia) per finire nel tardo autunno con le produzioni della coltura trentina e veronese.

frutta di stagione fragole

scelta e conservazioneAl momento dell’acquisto bisogna innanzi tutto osservare bene il frutto che deve avere un colore rosso brillante, uniforme. La presenza di parti bianche o verdi indica che il frutto non è ancora giunto a maturazione; a questo proposito è bene sapere che le fragole non continuano la matura-zione una volta raccolte.La consistenza deve essere soda, non troppo ce-devole al tatto, sul frutto non ci devono essere ammaccature, tagli e parti annerite; se le fragole sono confezionate in vaschetta bisogna control-lare bene che non si sia sviluppata della muffa soprattutto nella parte inferiore. Il picciolo deve essere attaccato e di colore verde vivo, senza par-ti ingiallite, annerite o secche. Una volta acqui-state, le fragole possono essere tenute a tempera-tura ambiente per un giorno o conservate nella parte bassa del frigorifero e consumate entro due

giorni. Nel caso siano confezionate, è bene to-glierle dalla vaschetta di plastica e metterle in un sacchetto di carta aperto, controllando che non siano troppo costrette o schiacciate l’una contro l’altra. Per pulirle occorre lavarle in acqua corrente de-licatamente. Evitate di tenerle a mollo, poiché si rovinano velocemente e asciugatele sfiorandole con della carta assorbente. Lavatele solo al mo-mento dell’uso e ricordatevi di condirle poco pri-ma di portarle in tavola, poiché diventano subito molli e perdono molto succo.Vista la loro deperibilità l’ideale è consumarle fresche, ma possono anche essere congelate: per mantenerle sode e con un colore vivo lasciatele intere e spolverizzatele con dello zucchero, cir-ca 200 g ogni kg di frutta, quindi riponetele in sacchetti per alimenti, avendo cura di eliminare l’aria in eccesso.

La coltivazione delle fragole è possibile anche su terrazzi, in vasi profondi una ventina di centimetri. Si prestano bene anche alla bordura di aiuole. I tipi di fragola coltivabili sono molti: unifere, rifiorenti con produzione dalla primavera all’autunno, annuali, rampicanti ecc. Le fragole piccole, o di bosco, preferiscono l’esposizione a mezz’ombra e si prestano bene a essere coltivate in vaso anche nelle zone più fredde. Fanno frutti anche se una gelata tardiva brucia le prime gemme.

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Tentazioni

La fragola è un “falso frutto”: la polpa rossa che tanto apprezziamo è un ricettacolo carnoso che raccoglie i veri frutti di questa pianta,

ossia i semini coriacei (acheni) disseminati sulla sua superficie

un frutto benefico: le ProPrietà

sono tante e inaspettate. le fragole apportano benefici a tutto l’organismo. contengono sostanze antiossidanti, polifenoli e tannini, ed elevate quantità di pectina, fibra utile nel contenere il tasso di colesterolo nel sangue. Hanno un buon contenuto di vitamina c (77 mg/100 g) e sono una fonte di acido folico; hanno proprietà dissetanti, rinfrescanti, diuretiche e depurative (contengono 160 mg/100 g di potassio). inoltre sono tra gli alimenti maggiormente correlati a una bassa mortalità per cancro. le fragole contengono, infatti, acido ellagico, sostanza riconosciuta come inibitrice dei tumori di lingua, esofago e polmoni e pare siano utili nell’impedire la formazione di nitrosammine, sostanze cancerogene che si formano nell’organismo a partire da nitrati (contenuti in salumi) e ammine (contenute in alimenti proteici). sono costituite per il 90% da acqua e apportano solo 30 kcal per 100 g di prodotto: ideali, quindi, per chi seguendo una dieta ipocalorica voglia concedersi un peccato di gola.

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• 1/2 kg di fragole • 150 g di mele Golden• 12 gamberoni (o mazzancolle) • 100 g di uvetta • 20 g di zenzero candito • 1 spicchio d’aglio • 200 ml d’aceto di mele • 100 g di zucchero di canna • 2 cipollotti • 1/2 limone non trattato • peperoncino piccante fresco • 4 chiodi di garofano • 1/2 cucchiaino di noce moscata • 1 stecca di cannella • 1/2 cucchiaino di senape in polvere • sale

preparazione 25 minuti cottura 70 minuti esecuzione facile vino Collio sauvignon

tagliate a pezzetti le mele, mettetele in una terrina con un pezzettino di peperoncino tagliato a julienne, l’uvetta, tutte le spezie, lo zenzero e l’aglio tritati. Versate l’aceto e lo zucchero in una casseruola, portatelo a ebollizione, aggiungete il contenuto della terrina, mescolate e fate sobbollire per circa 30 minuti a fuoco basso.

aggiungete le fragole mondate, lavate e tagliate a fettine, i cipollotti tritati, la scorza del limone tagliata a listarelle e 100 ml d’acqua calda. salate e continuate la cottura per 30 minuti: il composto deve risultare come una confettura. Lasciate raffreddare a temperatura ambiente e poi servitelo con i gamberoni sgusciati e cotti a vapore per 4-5 minuti circa.

chutnEy Di FraGOlE cOn GamBErOni (In foto)per 4 persone

• 4 filetti di manzo (180 g l’uno) • 8 fette di speck• 100 g di fragole • 5 cucchiai d’aceto balsamico• 4 cipollotti • 1 spicchio d’aglio • 3 cucchiai di olio d’oliva extravergine • 1 cucchiaio di zucchero • 250 g di taccole • sale e pepe in grani

preparazione 30 minuti cottura 10 minutiesecuzione facile vino alto adige pinot nero

avvolgete ogni filetto con 2 fette di speck e legate con lo spago. salateli e pepateli. scaldate in una padella antiaderente poco olio d’oliva e rosolate i filetti per 3-4 minuti per lato.

per la salsa fate rosolare in una padella l’aglio tritato e l’olio. aggiungete lo zucchero e le fragole a pezzetti (tenetene alcune da parte per decorare); lasciate insaporire e bagnate con l’aceto balsamico. Frullate il tutto e aggiustate di sale.

Lessate le taccole e i cipollotti in acqua bollente salata per 5-6 minuti. scolateli e saltateli in padella con 1 cucchiaio d’olio d’oliva. Insaporite i filetti con sale e pepe, serviteli su un letto di taccole con la salsa alle fragole e decorate con le fragole tenute da parte e tagliate a dadini.

FilEttO in salsa Di FraGOlEper 4 persone

• 200 g di fragole • 80 g di spinacini freschi • 30 g di mandorle • 100 g di primosale • olio d’oliva extravergine • sale e pepe bianco

preparazione 10 minuti esecuzione facilevino sicilia Catarratto

Lavate le fragole e tagliatele a fettine sottili. Lavate gli spinacini e asciugateli delicatamente.tagliate le mandorle a pezzetti e tenetele da parte.

Disponete nei piatti un letto di spinacini, adagiatevi le fragole, il primosale sbriciolato grossolanamente e completate con le mandorle. preparate il condimento mescolando insieme l’olio d’oliva extravergine, il sale e il pepe bianco. Versate l’emulsione sull’insalata e servite.

insalata Di FraGOlE, sPinacini E manDOrlEper 4 persone

FRagolE... in VERsionE salataL’abbinamento più conosciuto è con l’aceto balsamico tradizionale, utilizzato in purezza. sono ottime anche per accompagnare formaggi freschi, crostacei e salame: sarete stupiti dal loro gusto... inaspettato.

chutney di fragole con gamberoni

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• 1/2 kg di fragole • 150 g di mele Golden• 12 gamberoni (o mazzancolle) • 100 g di uvetta • 20 g di zenzero candito • 1 spicchio d’aglio • 200 ml d’aceto di mele • 100 g di zucchero di canna • 2 cipollotti • 1/2 limone non trattato • peperoncino piccante fresco • 4 chiodi di garofano • 1/2 cucchiaino di noce moscata • 1 stecca di cannella • 1/2 cucchiaino di senape in polvere • sale

preparazione 25 minuti cottura 70 minuti esecuzione facile vino Collio sauvignon

tagliate a pezzetti le mele, mettetele in una terrina con un pezzettino di peperoncino tagliato a julienne, l’uvetta, tutte le spezie, lo zenzero e l’aglio tritati. Versate l’aceto e lo zucchero in una casseruola, portatelo a ebollizione, aggiungete il contenuto della terrina, mescolate e fate sobbollire per circa 30 minuti a fuoco basso.

aggiungete le fragole mondate, lavate e tagliate a fettine, i cipollotti tritati, la scorza del limone tagliata a listarelle e 100 ml d’acqua calda. salate e continuate la cottura per 30 minuti: il composto deve risultare come una confettura. Lasciate raffreddare a temperatura ambiente e poi servitelo con i gamberoni sgusciati e cotti a vapore per 4-5 minuti circa.

chutnEy Di FraGOlE cOn GamBErOni (In foto)per 4 persone

• 4 filetti di manzo (180 g l’uno) • 8 fette di speck• 100 g di fragole • 5 cucchiai d’aceto balsamico• 4 cipollotti • 1 spicchio d’aglio • 3 cucchiai di olio d’oliva extravergine • 1 cucchiaio di zucchero • 250 g di taccole • sale e pepe in grani

preparazione 30 minuti cottura 10 minutiesecuzione facile vino alto adige pinot nero

avvolgete ogni filetto con 2 fette di speck e legate con lo spago. salateli e pepateli. scaldate in una padella antiaderente poco olio d’oliva e rosolate i filetti per 3-4 minuti per lato.

per la salsa fate rosolare in una padella l’aglio tritato e l’olio. aggiungete lo zucchero e le fragole a pezzetti (tenetene alcune da parte per decorare); lasciate insaporire e bagnate con l’aceto balsamico. Frullate il tutto e aggiustate di sale.

Lessate le taccole e i cipollotti in acqua bollente salata per 5-6 minuti. scolateli e saltateli in padella con 1 cucchiaio d’olio d’oliva. Insaporite i filetti con sale e pepe, serviteli su un letto di taccole con la salsa alle fragole e decorate con le fragole tenute da parte e tagliate a dadini.

FilEttO in salsa Di FraGOlEper 4 persone

• 200 g di fragole • 80 g di spinacini freschi • 30 g di mandorle • 100 g di primosale • olio d’oliva extravergine • sale e pepe bianco

preparazione 10 minuti esecuzione facilevino sicilia Catarratto

Lavate le fragole e tagliatele a fettine sottili. Lavate gli spinacini e asciugateli delicatamente.tagliate le mandorle a pezzetti e tenetele da parte.

Disponete nei piatti un letto di spinacini, adagiatevi le fragole, il primosale sbriciolato grossolanamente e completate con le mandorle. preparate il condimento mescolando insieme l’olio d’oliva extravergine, il sale e il pepe bianco. Versate l’emulsione sull’insalata e servite.

insalata Di FraGOlE, sPinacini E manDOrlEper 4 persone

FRagolE... in VERsionE salataL’abbinamento più conosciuto è con l’aceto balsamico tradizionale, utilizzato in purezza. sono ottime anche per accompagnare formaggi freschi, crostacei e salame: sarete stupiti dal loro gusto... inaspettato.

chutney di fragole con gamberoni

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DaDi sOFFici al ciOccOlatO cOn FraGOlE FrEschE

Lavate le fragole, eliminate il verde e tagliatele a metà. sciogliete il cioccolato bianco e fatelo intiepidire.

sformate i dolcetti e tagliateli a dadi; ponetevi sopra poco cioccolato bianco e 1 spicchio di fragola. Lasciate raffreddare e serviteli cosparsi, a piacere, con zucchero a velo.

CioCColato & fraGole

irrinunciabile golosità da provare per una coccola al tempo stesso fresca e avvolgente. il cioccolato fondente, al latte o bianco, magari sciolto e proposto come fonduta è ideale in abbinamento a fragole fresche da intingere e assaporare: un peccato di gola... perdonabile!

• 1/2 kg di fragole • 400 g di zucchero a velo• sciroppo di fragole • 1 albume

preparazione 10 minuti esecuzione facilevino Brachetto d’acqui spumante

Lavate le fragole, asciugatele bene con carta da cucina e disponetele sopra un vassoio ricoperto da un foglio di carta da forno. In una terrina mescolate lo zucchero con l’albume.

Dividete il composto in due parti e in metà aggiungete qualche goccia di sciroppo di fragole.

Immergete le fragole, tenendole sospese per il picciolo, per 3/4 nello zucchero e posatele sulla carta, ricavandone metà con la glassa biancae metà con la glassa rossa.

Quando la glassa si sarà un po’ rappresa mettete ciascuna fragola in un pirottino e servitele subito.

• 75 g di mandorle • 40 g di farina bianca “00”• 10 g di fecola di patate • 100 g di cioccolato al latte• 50 g di cioccolato fondente • 15 g di Brandy• 75 g di burro • 75 g di zucchero • 100 g di uova• 100 g di mascarpone per decorare • 200 g di fragole • 50 g di cioccolato bianco

preparazione 30 minuti cottura 25 minutiesecuzione facile vino alto adige Moscato Rosa

tostate le mandorle in forno a 170°C e poi tritatele al mixer. Fondete a bagnomaria o al microonde il cioccolato al latte e quello fondente.

sbattete il burro ammorbidito e lo zucchero con le fruste elettriche; unite il cioccolato, il Brandy, le uova sbattute e alla fine il mascarpone.

Incorporate le mandorle e la farina setacciata con la fecola di patate e versate in piccoli stampini rettangolari. Infornate per 20 minuti a 180°C e lasciate raffreddare.

• 300 g di fragole • 100 g di cioccolato fondente • 100 g di cioccolato gianduia • 100 g di panna fresca

preparazione 25 minuti cottura 10 minutiesecuzione facile vino nessun vino consigliato

Lavate ed eliminate la parte verde delle fragole; asciugatele e tagliatele a pezzetti non troppo piccoli.

Mettete a sciogliere a bagnomaria o nel microonde il cioccolato fondente e il gianduia con la panna. appena il composto di cioccolato si sarà sciolto, toglietelo dal fuoco e lasciatelo intiepidire.

Dividete le fragole in 4 stampini cilindrici senza fondo e ricoprite con la crema di cioccolato. Fate raffreddare in frigorifero per 1 ora, sformate e servite.

FraGOlE BicOlOr GlassatE

mattOnElla Di FraGOlEE GianDuia

per 4 persone

per 4 persone

per 4 persone

iDEE golosEL’abbinamento con gelato alla crema, al cioccolato o al limone, oppure con panna fresca montata non tradisce mai. provatele anche in una versione un po’ più leggera irrorate con porto, spumante o con un vino rosso leggero e aromatico. chi è a dieta si può consolare con fragole al naturale accompagnate da yogurt greco e un cucchiaino di miele o frullate con un vasetto di yogurt magro.

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DaDi sOFFici al ciOccOlatO cOn FraGOlE FrEschE

Lavate le fragole, eliminate il verde e tagliatele a metà. sciogliete il cioccolato bianco e fatelo intiepidire.

sformate i dolcetti e tagliateli a dadi; ponetevi sopra poco cioccolato bianco e 1 spicchio di fragola. Lasciate raffreddare e serviteli cosparsi, a piacere, con zucchero a velo.

CioCColato & fraGole

irrinunciabile golosità da provare per una coccola al tempo stesso fresca e avvolgente. il cioccolato fondente, al latte o bianco, magari sciolto e proposto come fonduta è ideale in abbinamento a fragole fresche da intingere e assaporare: un peccato di gola... perdonabile!

• 1/2 kg di fragole • 400 g di zucchero a velo• sciroppo di fragole • 1 albume

preparazione 10 minuti esecuzione facilevino Brachetto d’acqui spumante

Lavate le fragole, asciugatele bene con carta da cucina e disponetele sopra un vassoio ricoperto da un foglio di carta da forno. In una terrina mescolate lo zucchero con l’albume.

Dividete il composto in due parti e in metà aggiungete qualche goccia di sciroppo di fragole.

Immergete le fragole, tenendole sospese per il picciolo, per 3/4 nello zucchero e posatele sulla carta, ricavandone metà con la glassa biancae metà con la glassa rossa.

Quando la glassa si sarà un po’ rappresa mettete ciascuna fragola in un pirottino e servitele subito.

• 75 g di mandorle • 40 g di farina bianca “00”• 10 g di fecola di patate • 100 g di cioccolato al latte• 50 g di cioccolato fondente • 15 g di Brandy• 75 g di burro • 75 g di zucchero • 100 g di uova• 100 g di mascarpone per decorare • 200 g di fragole • 50 g di cioccolato bianco

preparazione 30 minuti cottura 25 minutiesecuzione facile vino alto adige Moscato Rosa

tostate le mandorle in forno a 170°C e poi tritatele al mixer. Fondete a bagnomaria o al microonde il cioccolato al latte e quello fondente.

sbattete il burro ammorbidito e lo zucchero con le fruste elettriche; unite il cioccolato, il Brandy, le uova sbattute e alla fine il mascarpone.

Incorporate le mandorle e la farina setacciata con la fecola di patate e versate in piccoli stampini rettangolari. Infornate per 20 minuti a 180°C e lasciate raffreddare.

• 300 g di fragole • 100 g di cioccolato fondente • 100 g di cioccolato gianduia • 100 g di panna fresca

preparazione 25 minuti cottura 10 minutiesecuzione facile vino nessun vino consigliato

Lavate ed eliminate la parte verde delle fragole; asciugatele e tagliatele a pezzetti non troppo piccoli.

Mettete a sciogliere a bagnomaria o nel microonde il cioccolato fondente e il gianduia con la panna. appena il composto di cioccolato si sarà sciolto, toglietelo dal fuoco e lasciatelo intiepidire.

Dividete le fragole in 4 stampini cilindrici senza fondo e ricoprite con la crema di cioccolato. Fate raffreddare in frigorifero per 1 ora, sformate e servite.

FraGOlE BicOlOr GlassatE

mattOnElla Di FraGOlEE GianDuia

per 4 persone

per 4 persone

per 4 persone

iDEE golosEL’abbinamento con gelato alla crema, al cioccolato o al limone, oppure con panna fresca montata non tradisce mai. provatele anche in una versione un po’ più leggera irrorate con porto, spumante o con un vino rosso leggero e aromatico. chi è a dieta si può consolare con fragole al naturale accompagnate da yogurt greco e un cucchiaino di miele o frullate con un vasetto di yogurt magro.

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SGustosa, sana e delicata

Se cercate un pesce che vi risolva brillantemente una cena fra amici o un pranzo speciale o avete voglia di qualcosa che vi offra la possibilità di sbiz-zarrirvi in cucina con ricette prelibate e originali, la spigola fa al caso vostro! Tra le tante varietà di pesce tra cui potete scegliere, questo ha senz’al-tro come pregi l’essere particolarmente versatile e l’avere carni davvero buone. In queste pagine imparerete a conoscerlo meglio, ad acquistarlo in modo consapevole e soprattutto ad apprezzarne il sapore esaltandolo con alcune gustosissime ricette. Ricordate, però, che la spigola ha una stagionali-tà ben precisa: il periodo migliore per gustarla è la primavera.

conoscerla e riconoscerlaLa spigola, chiamata così nel Sud Italia e cono-sciuta come branzino nella zona adriatica e ligure, è forse tra i pesci più noti e apprezzati. Numerosi sono i nomi dialettali, che variano da regione a re-gione, con cui è conosciuta: per esempio, Loasso in Liguria, Ragno o Spinola in Toscana, Calabria e Abruzzo, Lupu in Sicilia e in Puglia, Arranassa in Sardegna, Baicolo in Veneto.Nonostante sia considerato un pesce di mare, la spi-gola risale i fiumi e spesso abita per brevi periodi tratti di acque dolci. Si presenta con un corpo al-lungato e leggermente schiacciato ai fianchi; la testa è robusta e la bocca sporgente, con una dentatura aguzza. Il dorso è scuro, il ventre bianco e i fianchi argentei. Ha una lunghezza media di 50 centime-tri, ma può arrivare fino a un metro. Esistono due tipologie di spigola: quella selvatica e quella di alle-vamento, che si distingue dalla prima per il colore grigio scuro del dorso e per il sapore meno deciso. Se acquistate esemplari di questo secondo tipo vi consigliamo di scegliere quelli allevati in Italia. In

mare, vive nelle acque temperate del Mediterraneo e dell’Atlantico Orientale. Una specie simile è la spigola puntata, che si differenzia per le macchie nere presenti sul corpo. Pur avendo carni ottime, è considerata di minor pregio. Non si trova nel Me-diterraneo ma viene importata dai Paesi africani.

la spigola in cucinaLe carni bianche, magre, sode e sapide della spi-gola vantano, come già detto, un’ottima versatilità in cucina, elemento che la rende davvero adatta a tutte le preparazioni, anche se semplici e con pochi

pesce di stagione spigola

per I VostrI pIAttI dI mAre scegLIete LA spIgoLA, È moLto VersAtILe e Le sue cArnI sono dAVVero buone

di lucia Carletti

L’importanza della freschezza

al momento dell’acquisto vi sono alcuni accorgimenti che un consumatore attento deve sempre tenere a mente: solo così eviterete di portare a casa e cucinare un “falso” fresco. 1 l’occhio del pesce deve essere sporgente con la pupilla nera e la cornea trasparente. per essere sicuri basterà esaminare il cristallino: se è trasparente il pesce è certamente fresco, se è opaco ha 2-3 giorni, se è scuro è sicuramente pesce decongelato venduto per fresco.2 il pesce freschissimo è caratterizzato da una tipica rigidità, facilmente verificabile tenendolo in posizione orizzontale.3 non c’è bisogno di particolari abilità nel riconoscere dall’odore un pesce avariato. un pesce non più fresco, infatti, ha un aroma forte, rancido o dolciastro secondo la varietà.4 le carni devono essere sode, elemento che si può accertare con la “prova dell’impronta”: se apponendo delicatamente il pollice sulla pelle del pesce vedrete persistere l’impronta il pesce non è più fresco.5 le branchie devono essere di un rosso molto vivo e brillante, se sfumano verso un rosso più tenue o varie tonalità di marrone il pesce può essere addirittura avariato.

le ProPrietà nutriZionali

la spigola è ricca di sali minerali, come potassio, calcio, fosforo, magnesio, e vitamina a; ha un buon apporto di proteine e pochi grassi. cento grammi di questo pesce forniscono circa 82 calorie. preferite le spigole pescatein mare a quelle provenienti da allevamento intensivo, molto più grasse e quindi caloriche.

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SGustosa, sana e delicata

Se cercate un pesce che vi risolva brillantemente una cena fra amici o un pranzo speciale o avete voglia di qualcosa che vi offra la possibilità di sbiz-zarrirvi in cucina con ricette prelibate e originali, la spigola fa al caso vostro! Tra le tante varietà di pesce tra cui potete scegliere, questo ha senz’al-tro come pregi l’essere particolarmente versatile e l’avere carni davvero buone. In queste pagine imparerete a conoscerlo meglio, ad acquistarlo in modo consapevole e soprattutto ad apprezzarne il sapore esaltandolo con alcune gustosissime ricette. Ricordate, però, che la spigola ha una stagionali-tà ben precisa: il periodo migliore per gustarla è la primavera.

conoscerla e riconoscerlaLa spigola, chiamata così nel Sud Italia e cono-sciuta come branzino nella zona adriatica e ligure, è forse tra i pesci più noti e apprezzati. Numerosi sono i nomi dialettali, che variano da regione a re-gione, con cui è conosciuta: per esempio, Loasso in Liguria, Ragno o Spinola in Toscana, Calabria e Abruzzo, Lupu in Sicilia e in Puglia, Arranassa in Sardegna, Baicolo in Veneto.Nonostante sia considerato un pesce di mare, la spi-gola risale i fiumi e spesso abita per brevi periodi tratti di acque dolci. Si presenta con un corpo al-lungato e leggermente schiacciato ai fianchi; la testa è robusta e la bocca sporgente, con una dentatura aguzza. Il dorso è scuro, il ventre bianco e i fianchi argentei. Ha una lunghezza media di 50 centime-tri, ma può arrivare fino a un metro. Esistono due tipologie di spigola: quella selvatica e quella di alle-vamento, che si distingue dalla prima per il colore grigio scuro del dorso e per il sapore meno deciso. Se acquistate esemplari di questo secondo tipo vi consigliamo di scegliere quelli allevati in Italia. In

mare, vive nelle acque temperate del Mediterraneo e dell’Atlantico Orientale. Una specie simile è la spigola puntata, che si differenzia per le macchie nere presenti sul corpo. Pur avendo carni ottime, è considerata di minor pregio. Non si trova nel Me-diterraneo ma viene importata dai Paesi africani.

la spigola in cucinaLe carni bianche, magre, sode e sapide della spi-gola vantano, come già detto, un’ottima versatilità in cucina, elemento che la rende davvero adatta a tutte le preparazioni, anche se semplici e con pochi

pesce di stagione spigola

per I VostrI pIAttI dI mAre scegLIete LA spIgoLA, È moLto VersAtILe e Le sue cArnI sono dAVVero buone

di lucia Carletti

L’importanza della freschezza

al momento dell’acquisto vi sono alcuni accorgimenti che un consumatore attento deve sempre tenere a mente: solo così eviterete di portare a casa e cucinare un “falso” fresco. 1 l’occhio del pesce deve essere sporgente con la pupilla nera e la cornea trasparente. per essere sicuri basterà esaminare il cristallino: se è trasparente il pesce è certamente fresco, se è opaco ha 2-3 giorni, se è scuro è sicuramente pesce decongelato venduto per fresco.2 il pesce freschissimo è caratterizzato da una tipica rigidità, facilmente verificabile tenendolo in posizione orizzontale.3 non c’è bisogno di particolari abilità nel riconoscere dall’odore un pesce avariato. un pesce non più fresco, infatti, ha un aroma forte, rancido o dolciastro secondo la varietà.4 le carni devono essere sode, elemento che si può accertare con la “prova dell’impronta”: se apponendo delicatamente il pollice sulla pelle del pesce vedrete persistere l’impronta il pesce non è più fresco.5 le branchie devono essere di un rosso molto vivo e brillante, se sfumano verso un rosso più tenue o varie tonalità di marrone il pesce può essere addirittura avariato.

le ProPrietà nutriZionali

la spigola è ricca di sali minerali, come potassio, calcio, fosforo, magnesio, e vitamina a; ha un buon apporto di proteine e pochi grassi. cento grammi di questo pesce forniscono circa 82 calorie. preferite le spigole pescatein mare a quelle provenienti da allevamento intensivo, molto più grasse e quindi caloriche.

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condimenti. Ve la consigliamo al cartoccio o ar-rosto, ma è da provare anche lessata e alla griglia. Che dire poi delle tartare e dei carpacci? Basta sfi-lettare il pesce, condirlo crudo con un’emulsione di olio d’oliva, zeste e succo di limone, sale e pepe e il gioco è fatto.Un’altra preparazione classica è il branzino al sale: il pesce viene pulito, ricoperto con un composto di sale grosso e fino, albume montato a neve e acqua e cotto in forno; la crosta che si creerà andrà poi aperta. Il sale trattiene l’umidità naturale e gli aro-mi delle carni e il sapore non è alterato da condi-menti e aromi intensi. Se poi volete sorprendere i vostri ospiti cucinando qualcosa di gustoso e parti-colare, provate il branzino come base per il ripieno di ravioli o tortelli, da accompagnare, per esempio,

con un sugo di zucchine tagliate a dadini e saltate in padella con olio, scalogno ed erba cipollina o con un condimento di pistacchi tritati, olio d’oliva ex-travergine e cerfoglio. Infine, chi apprezza il fegato dei pesci troverà ottimo quello della spigola grossa, che di solito si cucina con burro e salvia come quel-lo di vitello.Non vanno poi dimenticati i piatti regionali che han-no come protagonista questo pesce. Solo per fare qualche esempio, in Veneto il branzino, insaporito da alloro e aglio, è impiegato per arricchire i risotti, che diventano un piatto unico. In Liguria è cucinato al forno con olive taggiasche, pinoli, olio d’oliva de-licato, vino bianco ed erbe aromatiche e, secondo la stagione, si può anche arricchire la preparazione con pomodoro fresco, carciofi o funghi.

• 600 g di filetto di spigola • 3 cucchiai di olio d’oliva extravergine • 30 g di burro • 1 limone • saleper il purè • 400 g di ceci • 1 costa di sedano• brodo vegetale • 3 cucchiai di olio d’oliva extravergineper la salsa • 150 g di riso • 1 scalogno • 1 porro• 1 bicchiere di vino bianco • 600 ml di latte• 50 g di mascarpone • 1 bustina di zafferanoper decorare • 12 foglie di prezzemolo • 1 porro

preparazione 40 minuti cottura 45 minutiesecuzione difficile vino Greco di tufo

Fate imbiondire il sedano ridotto a cubetti, aggiungete i ceci e bagnate con del brodo vegetale fino a coprire; cuocete per circa 45 minuti. In un mixer riducete a purea e montate con l’olio d’oliva extravergine.

preparate un trito di porro e scalogno e tostatevi il riso; bagnate con il vino bianco, fate evaporare, aggiungete il latte caldo e lasciate cuocere per circa 30 minuti. Quindi, con l’aiuto del mixer, frullate e incorporate lo zafferano e il mascarpone.

spinate e squamate i filetti di spigola conservando la pelle. scaldate l’olio in padella e, dopo averli leggermente salati, scottate i filetti (la cottura varia in base allo spessore del filetto); quindi aggiungete il burro e il succo del limone.

servite la spigola su un letto di purè di sedano e ceci, guarnite con la salsa allo zafferano e, a piacere, con porro e prezzemolo fritto.

• 240 g di filetti di spigola • 200 g di ricotta• 120 g di mascarpone • 400 g di pomodorini ciliegia• 1 cipolla • 2 uova • 1 spicchio d’aglio• olio d’oliva extravergine • prezzemolo • sale e pepeper la pasta • 300 g di farina bianca “00”• 3 uova • 2 sacche di nero di seppia

preparazione 60 minuti cottura 30 minutiesecuzione difficile vino Marino secco

spinate e lavate bene la spigola, mettetela in padella con l’olio d’oliva, l’aglio e il prezzemolo tritato e fate cuocere per circa 10 minuti per parte. Eliminate a fine cottura le eventuali lische rimaste e ponetela in una ciotola. Unitevi la ricotta, il mascarpone, le uova e amalgamate bene.

Disponete la farina a fontana sulla spianatoia e unite al centro le uova e il nero di seppia. Impastate energicamente aggiungendo l’acqua necessaria a ottenere un composto omogeneo ed elastico.

stendete la sfoglia sottile e ricavate dei quadrati di circa 8 cm di lato. ponete al centro di ogni quadrato 1 cucchiaino di ripieno, richiudete la pasta formando un triangolo e unite 2 angoli del tortello facendoli aderire intorno al dito.

preparate il sugo facendo soffriggere la cipolla tritata nell’olio d’oliva, aggiungete poi i pomodorini tagliati a pezzetti (fatene cuocere alcuni interi che terrete da parte per decorare i piatti), sale e pepe e cuocete per 15-20 minuti. passate poi tutto al mixer scolando prima i pomodorini interi. Lessate i tortelli in abbondante acqua salata, scolateli e conditeli con il sughetto di pomodoro.

ric

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a

sPiGOla su Purè Di cEcicOn salsa Di risO E zaFFEranO

tOrtElli nEri alla sPiGOla

per 4 persone

per 4 persone 3 Squamate la spigola con l’apposito attrezzo oppure con un coltello.

6 Con una pinzetta levate le lische più sottili. Conservate la polpa in frigorifero avvolta in un foglio di pellicola per 1-2 giorni al massimo.

1 Con una forbice da cucina tagliate le pinne del pesce.

4 Effettuate un taglio all’altezza della testa e incidete il dorso, aprendo poi il pesce a libro e staccando la polpa dalla lisca centrale.

2 Aiutatevi poi con l’altra mano per aprire il ventre del pesce.

5 Sfilettate anche l’altra metà tenendo con una mano l’estremità della coda e con l’altra tagliando in senso contrario.

come Pulire la sPigola

pesce di stagione spigola

Un consiglio Da chEFQuando cuocete il pesce in padella fate molta attenzione ai tempi di cottura. se si dovesse asciugare troppo aggiungete altro liquido; se invece il pesce dovesse sembrare troppo secco in superficie coprite la padella con un coperchio. per velocizzare la preparazione di questo secondo piatto e risparmiare tempo potete farvi sfilettare la spigola direttamente dal pescivendolo.

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condimenti. Ve la consigliamo al cartoccio o ar-rosto, ma è da provare anche lessata e alla griglia. Che dire poi delle tartare e dei carpacci? Basta sfi-lettare il pesce, condirlo crudo con un’emulsione di olio d’oliva, zeste e succo di limone, sale e pepe e il gioco è fatto.Un’altra preparazione classica è il branzino al sale: il pesce viene pulito, ricoperto con un composto di sale grosso e fino, albume montato a neve e acqua e cotto in forno; la crosta che si creerà andrà poi aperta. Il sale trattiene l’umidità naturale e gli aro-mi delle carni e il sapore non è alterato da condi-menti e aromi intensi. Se poi volete sorprendere i vostri ospiti cucinando qualcosa di gustoso e parti-colare, provate il branzino come base per il ripieno di ravioli o tortelli, da accompagnare, per esempio,

con un sugo di zucchine tagliate a dadini e saltate in padella con olio, scalogno ed erba cipollina o con un condimento di pistacchi tritati, olio d’oliva ex-travergine e cerfoglio. Infine, chi apprezza il fegato dei pesci troverà ottimo quello della spigola grossa, che di solito si cucina con burro e salvia come quel-lo di vitello.Non vanno poi dimenticati i piatti regionali che han-no come protagonista questo pesce. Solo per fare qualche esempio, in Veneto il branzino, insaporito da alloro e aglio, è impiegato per arricchire i risotti, che diventano un piatto unico. In Liguria è cucinato al forno con olive taggiasche, pinoli, olio d’oliva de-licato, vino bianco ed erbe aromatiche e, secondo la stagione, si può anche arricchire la preparazione con pomodoro fresco, carciofi o funghi.

• 600 g di filetto di spigola • 3 cucchiai di olio d’oliva extravergine • 30 g di burro • 1 limone • saleper il purè • 400 g di ceci • 1 costa di sedano• brodo vegetale • 3 cucchiai di olio d’oliva extravergineper la salsa • 150 g di riso • 1 scalogno • 1 porro• 1 bicchiere di vino bianco • 600 ml di latte• 50 g di mascarpone • 1 bustina di zafferanoper decorare • 12 foglie di prezzemolo • 1 porro

preparazione 40 minuti cottura 45 minutiesecuzione difficile vino Greco di tufo

Fate imbiondire il sedano ridotto a cubetti, aggiungete i ceci e bagnate con del brodo vegetale fino a coprire; cuocete per circa 45 minuti. In un mixer riducete a purea e montate con l’olio d’oliva extravergine.

preparate un trito di porro e scalogno e tostatevi il riso; bagnate con il vino bianco, fate evaporare, aggiungete il latte caldo e lasciate cuocere per circa 30 minuti. Quindi, con l’aiuto del mixer, frullate e incorporate lo zafferano e il mascarpone.

spinate e squamate i filetti di spigola conservando la pelle. scaldate l’olio in padella e, dopo averli leggermente salati, scottate i filetti (la cottura varia in base allo spessore del filetto); quindi aggiungete il burro e il succo del limone.

servite la spigola su un letto di purè di sedano e ceci, guarnite con la salsa allo zafferano e, a piacere, con porro e prezzemolo fritto.

• 240 g di filetti di spigola • 200 g di ricotta• 120 g di mascarpone • 400 g di pomodorini ciliegia• 1 cipolla • 2 uova • 1 spicchio d’aglio• olio d’oliva extravergine • prezzemolo • sale e pepeper la pasta • 300 g di farina bianca “00”• 3 uova • 2 sacche di nero di seppia

preparazione 60 minuti cottura 30 minutiesecuzione difficile vino Marino secco

spinate e lavate bene la spigola, mettetela in padella con l’olio d’oliva, l’aglio e il prezzemolo tritato e fate cuocere per circa 10 minuti per parte. Eliminate a fine cottura le eventuali lische rimaste e ponetela in una ciotola. Unitevi la ricotta, il mascarpone, le uova e amalgamate bene.

Disponete la farina a fontana sulla spianatoia e unite al centro le uova e il nero di seppia. Impastate energicamente aggiungendo l’acqua necessaria a ottenere un composto omogeneo ed elastico.

stendete la sfoglia sottile e ricavate dei quadrati di circa 8 cm di lato. ponete al centro di ogni quadrato 1 cucchiaino di ripieno, richiudete la pasta formando un triangolo e unite 2 angoli del tortello facendoli aderire intorno al dito.

preparate il sugo facendo soffriggere la cipolla tritata nell’olio d’oliva, aggiungete poi i pomodorini tagliati a pezzetti (fatene cuocere alcuni interi che terrete da parte per decorare i piatti), sale e pepe e cuocete per 15-20 minuti. passate poi tutto al mixer scolando prima i pomodorini interi. Lessate i tortelli in abbondante acqua salata, scolateli e conditeli con il sughetto di pomodoro.

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sPiGOla su Purè Di cEcicOn salsa Di risO E zaFFEranO

tOrtElli nEri alla sPiGOla

per 4 persone

per 4 persone 3 Squamate la spigola con l’apposito attrezzo oppure con un coltello.

6 Con una pinzetta levate le lische più sottili. Conservate la polpa in frigorifero avvolta in un foglio di pellicola per 1-2 giorni al massimo.

1 Con una forbice da cucina tagliate le pinne del pesce.

4 Effettuate un taglio all’altezza della testa e incidete il dorso, aprendo poi il pesce a libro e staccando la polpa dalla lisca centrale.

2 Aiutatevi poi con l’altra mano per aprire il ventre del pesce.

5 Sfilettate anche l’altra metà tenendo con una mano l’estremità della coda e con l’altra tagliando in senso contrario.

come Pulire la sPigola

pesce di stagione spigola

Un consiglio Da chEFQuando cuocete il pesce in padella fate molta attenzione ai tempi di cottura. se si dovesse asciugare troppo aggiungete altro liquido; se invece il pesce dovesse sembrare troppo secco in superficie coprite la padella con un coperchio. per velocizzare la preparazione di questo secondo piatto e risparmiare tempo potete farvi sfilettare la spigola direttamente dal pescivendolo.

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• 4 filetti di spigola grandi (100 g l’uno)• 1 manciata di fagiolini verdi • 2 pomodori rossi maturi• 5-6 foglie di basilico • 60 g di sesamo nero• 3 cucchiai di olio d’oliva extravergine • 1 cipollotto• sale e pepe

preparazione 30 minuti cottura 15 minutiesecuzione media vino Colli di Luni Bianco

spuntate i fagiolini e cuoceteli in acqua salata o al vapore per circa 7-8 minuti; scolateli bene al dente. Intanto spinate la spigola e battetela delicatamente tra 2 fogli di pellicola trasparente.

ponete 5 o 6 fagiolini a un’estremità del filetto e arrotolatelo su se stesso, dopo averlo salato e pepato leggermente. Chiudete nella pellicola stringendo bene alle estremità e cuocete al vapore per circa 7 minuti.

Intanto spellate i pomodori e tagliate la polpa a dadini; stufate il cipollotto in casseruola con l’olio e unitevi i pomodori cuocendoli solo per 1 minuto; profumate con il basilico sminuzzato, sale e pepe.

scartate i rollè e rotolateli nel sesamo nero; tagliateli a fette spesse e serviteli con il pomodoro cotto, decorando con foglie di basilico.

• 700 g di filetti di spigola • 2 melanzane (circa 350 g l’una) • 2 zucchine • 1/2 peperone rosso • 1/2 peperone giallo• 100 ml di panna fresca • 60 g di burro • 40 g di farina bianca “00” • 6 cucchiai di olio d’oliva extravergine• rosmarino • basilico • sale e pepe

preparazione 30 minuti cottura 25 minutiesecuzione facile vino Bianco d’alcamo

Cuocete la melanzana su una piastra in ghisa rigata. privatela della buccia e frullatela con la panna ottenendo una purea omogenea.

sciogliete il burro e setacciatevi la farina. Unite sale e pepe, quindi incorporate il tutto alla purea di melanzana. Mescolate bene.

rOllè Di sPiGOla E FaGiOlini cOn POmODOrO E BasilicO (In foto)

sPiGOla cOn salsa allE mElanzanE

per 4 persone

per 4 persone

• 1 spigola (circa 1 kg) • 3 mandarini maturi non trattati• 1 rametto di rosmarino • 1 albume • 5 cucchiai di olio d’oliva extravergine • 1 kg di sale grosso • pepe bianco

preparazione 20 minuti cottura 30 minutiesecuzione facile vino Greco di tufo

pulite la spigola (seguite la scuola a pag. 32) eliminando anche le branchie e inserite nel ventre il rametto di rosmarino. Versate in una terrina il sale, unitevi la scorza di 2 mandarini grattugiata e pepe bianco macinato al momento. Unite l’albume e impastate bene.

Mettete in una teglia da forno 1/3 del sale che avete preparato, appiattendolo con il palmo; poggiatevi la spigola e coprite con il resto del sale pressando bene per compattare e ricoprire in maniera omogenea il pesce. Infornate a 190°C per circa 30 minuti.

Intanto grattugiate la scorza del terzo mandarino nell’olio (o mettetela a julienne sottile) e lasciatela in infusione per aromatizzare il condimento. Rompete la crosta della spigola e sfilettatela delicatamente; servitela con l’olio al mandarino.

sPiGOla al salE arOmaticO E OliO al manDarinOper 4 persone

salate e pepate la spigola, profumatela con il basilico e il rosmarino tritati e cuocetela su una piastra in rigata.

Lavate le zucchine, spuntatele e tagliatele a fette molto sottili nel senso della lunghezza, quindi grigliate anch’esse sulla piastra. Lavate i peperoni, eliminate i semi e i filamenti interni e tagliateli a listarelle.

Disponete la purea di melanzana su una fettina di zucchina, adagiatevi sopra il filetto di pesce, irrorate con l’olio d’oliva e servite subito accompagnando con la julienne di peperoni.

la cURiositÀil sale aromatico oggi si compra già pronto ed è disponibile in numerose varianti. ma si può anche preparare in casa, come una volta, frantumando il sale grosso con una bottiglia di vetro e aggiungendo aglio, salvia e rosmarino freschi tritati.

rollè di spigola e fagiolinicon pomodoro e basilico

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• 4 filetti di spigola grandi (100 g l’uno)• 1 manciata di fagiolini verdi • 2 pomodori rossi maturi• 5-6 foglie di basilico • 60 g di sesamo nero• 3 cucchiai di olio d’oliva extravergine • 1 cipollotto• sale e pepe

preparazione 30 minuti cottura 15 minutiesecuzione media vino Colli di Luni Bianco

spuntate i fagiolini e cuoceteli in acqua salata o al vapore per circa 7-8 minuti; scolateli bene al dente. Intanto spinate la spigola e battetela delicatamente tra 2 fogli di pellicola trasparente.

ponete 5 o 6 fagiolini a un’estremità del filetto e arrotolatelo su se stesso, dopo averlo salato e pepato leggermente. Chiudete nella pellicola stringendo bene alle estremità e cuocete al vapore per circa 7 minuti.

Intanto spellate i pomodori e tagliate la polpa a dadini; stufate il cipollotto in casseruola con l’olio e unitevi i pomodori cuocendoli solo per 1 minuto; profumate con il basilico sminuzzato, sale e pepe.

scartate i rollè e rotolateli nel sesamo nero; tagliateli a fette spesse e serviteli con il pomodoro cotto, decorando con foglie di basilico.

• 700 g di filetti di spigola • 2 melanzane (circa 350 g l’una) • 2 zucchine • 1/2 peperone rosso • 1/2 peperone giallo• 100 ml di panna fresca • 60 g di burro • 40 g di farina bianca “00” • 6 cucchiai di olio d’oliva extravergine• rosmarino • basilico • sale e pepe

preparazione 30 minuti cottura 25 minutiesecuzione facile vino Bianco d’alcamo

Cuocete la melanzana su una piastra in ghisa rigata. privatela della buccia e frullatela con la panna ottenendo una purea omogenea.

sciogliete il burro e setacciatevi la farina. Unite sale e pepe, quindi incorporate il tutto alla purea di melanzana. Mescolate bene.

rOllè Di sPiGOla E FaGiOlini cOn POmODOrO E BasilicO (In foto)

sPiGOla cOn salsa allE mElanzanE

per 4 persone

per 4 persone

• 1 spigola (circa 1 kg) • 3 mandarini maturi non trattati• 1 rametto di rosmarino • 1 albume • 5 cucchiai di olio d’oliva extravergine • 1 kg di sale grosso • pepe bianco

preparazione 20 minuti cottura 30 minutiesecuzione facile vino Greco di tufo

pulite la spigola (seguite la scuola a pag. 32) eliminando anche le branchie e inserite nel ventre il rametto di rosmarino. Versate in una terrina il sale, unitevi la scorza di 2 mandarini grattugiata e pepe bianco macinato al momento. Unite l’albume e impastate bene.

Mettete in una teglia da forno 1/3 del sale che avete preparato, appiattendolo con il palmo; poggiatevi la spigola e coprite con il resto del sale pressando bene per compattare e ricoprire in maniera omogenea il pesce. Infornate a 190°C per circa 30 minuti.

Intanto grattugiate la scorza del terzo mandarino nell’olio (o mettetela a julienne sottile) e lasciatela in infusione per aromatizzare il condimento. Rompete la crosta della spigola e sfilettatela delicatamente; servitela con l’olio al mandarino.

sPiGOla al salE arOmaticO E OliO al manDarinOper 4 persone

salate e pepate la spigola, profumatela con il basilico e il rosmarino tritati e cuocetela su una piastra in rigata.

Lavate le zucchine, spuntatele e tagliatele a fette molto sottili nel senso della lunghezza, quindi grigliate anch’esse sulla piastra. Lavate i peperoni, eliminate i semi e i filamenti interni e tagliateli a listarelle.

Disponete la purea di melanzana su una fettina di zucchina, adagiatevi sopra il filetto di pesce, irrorate con l’olio d’oliva e servite subito accompagnando con la julienne di peperoni.

la cURiositÀil sale aromatico oggi si compra già pronto ed è disponibile in numerose varianti. ma si può anche preparare in casa, come una volta, frantumando il sale grosso con una bottiglia di vetro e aggiungendo aglio, salvia e rosmarino freschi tritati.

rollè di spigola e fagiolinicon pomodoro e basilico

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Pasta un ritratto italiano

Sana, completa e guStoSa, ma Soprattutto mai banale grazie ai tantiSSimi formati, la paSta italiana è un vero e proprio

marchio di fabbrica del miglior made in italydi Armando Minuz

Anche limitandosi alla pasta secca, dunque non prendendo in considerazione quella fresca o ripiena, iniziamo col dire che c’è pasta e pasta. A differen-za di quanto succede in altri Paesi, dove è consentito l’impiego di grano tenero, in Italia la pasta secca è preparata utilizzando acqua e farina di grano duro, caratteristica questa che le permette di tenere ottima-mente la cottura. La semola di grano duro, infatti, risulta più ricca di complessi proteici rispetto a quella di grano tenero, sostiene meglio la cottura, è più elastica, compatta e sprigiona un sincero profumo di grano. Completano il quadro acqua sorgiva e anni e anni di esperienza tramandata, che fanno della pasta italiana un alimen-to che si differenzia per qualità e bontà.

La produzione. Dal grano alla tavolaVa da sé che materie prime di qualità devono essere trattate nel modo giusto, perché anche la pasta mi-gliore può essere compromessa da un’essiccazione a temperature troppo elevate. Una volta preparato l’impasto, poi trasformato nei vari formati, c’è infatti la delicata fase dell’essicca-zione. Quella tradizionale non supera di solito i 55-60°C, e dura a seconda del procedimento dalle 40 alle 80 ore. I risultati migliori si ottengono a temperature basse:

occhio al prodotto pasta secca

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basti pensare che un tempo ci si affidava alla luce so-lare e all’aria, e questo spiega il motivo per cui molti pastifici con una storia antica alle spalle sono localiz-zati nel Sud Italia o comunque in zone con un clima particolare, quali per esempio Campania o Liguria. L’essiccazione, infatti, non è data soltanto dal calore, ma da una sapiente miscela fra caldo e umidità; ca-ratteristiche che oggi sono ricreate ottimamente nei pastifici italiani, ma che in passato dovevano essere “fornite” dal clima locale. A differenza della pasta fresca e di quella ripiena, la pasta secca, vista proprio la complessità del procedi-mento, è oggi appannaggio esclusivo della produzio-ne industriale.

Le molte forme della pastaIn Italia esistono oltre 300 formati, con una varietà incredibile di nomi che ben evidenzia una creatività tutta italiana. Inoltre, i vari formati di pasta secca, a seconda delle loro caratteristiche e della trafilatura in teflon o bronzo (la trafilatura è l’operazione attra-verso cui l’impasto prende la forma desiderata, pas-sando appunto attraverso la trafila), possono avere superficie liscia o ruvida, e colore variabile, in ge-nere bianco-giallo, ma anche verde, rosso, rosato se vengono aggiunti ingredienti nell’impasto come per esempio verdure, nero di seppia o farro.Non si può pensare alla pasta senza che alle labbra affiori la parola spaghetti: all’estero sono il primo tra i luoghi comuni che descrivono il nostro Paese. Ciò deriva dal fatto che sono sicuramente uno tra i formati più amati prima di tutto dagli italiani stes-

La pasta secca aLL’uovo

Quando si parla di pasta all’uovo si pensa immediatamente alla pasta “fatta in casa”, anche se oggi ne esistono ottime versioni prodotte a livello industriale. A differenza della versione casalinga (1 uovo ogni 100 g di farina), quella industriale deve avere un quantitativo minimo di 4 uova per ogni kg di semola. Resta il fatto che se la pasta secca all’uovo di qualità sarà, dal punto di vista organolettico, diversa da quella fatta in casa, anche nella sua versione industriale si distinguerà per un impasto sottile ma allo stesso tempo consistente e ricco.Il gusto poi, dipenderà, come sempre, dalla qualità delle materie prime. I formati? Tagliatelle, tagliolini, pappardelle, pici, senza dimenticare quelli ideali per le minestre, come i quadrucci e le sorpresine. E molto altro: insomma un mondo vario quasi quanto quello della pasta di semola.

La pasta seNZa GLutINe

Essere celiaci non significa più dover rinunciare a un buon piatto di pasta. Mentre in passato le paste senza glutine erano relegate a una piccola nicchia, oggi c’è una vasta gamma di formati e alcuni pastifici artigianali producono solo pasta di questo tipo. La differenza, ovviamente, risiede nell’utilizzo di farine alternative. Fra queste, la più diffusa è probabilmente la farina di mais, ma esiste anche chi opta per l’utilizzo del riso o per una miscela di farina di mais e riso, con l’eventuale aggiunta di legumi per dare una nota di sapore in più. Via libera poi ai formati più diversi, anche all’uovo: dai classici spaghetti ai fusilli, dalle penne alla pasta per lasagne.

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si, che li hanno resi protagonisti della tradizione alimentare dello Stivale. Primo incontrastato mo-dello di pasta secca lunga, i tradizionali spaghetti a sezione tonda e superficie liscia sono classificati in base allo spessore da cui anche il nome prende spunto: avremo così spaghettini e spaghettoni. Una volta si trovavano in commercio spaghetti con il numero 5, spaghettini di numero 3 e spaghettoni numero 8. Oggi i pastifici producono anche i nu-meri intermedi, creando così un’offerta altamente specializzata, che ci dà la possibilità di scegliere lo spessore più amato e più adatto al condimento. Oltre allo spaghetto vero e proprio esistono poi tutti quei formati che gli assomigliano, ma che si differenziano per la forma e, di conseguenza, per la sensazione al palato e per il modo di trattenere e assorbire i sughi con cui sono conditi. Fra i formati più noti troviamo le penne, di origine napoletana, anche se la fama nel tempo ha contribuito a ren-

derle protagoniste di tutta la cucina italiana, sia nella versione liscia sia in quella rigata. Da sempre vengono gustate con sughi tipici italiani: il primo piatto per antonomasia a base di penne è la piccan-te arrabbiata. La classica penna viene poi declinata in tante va-rianti, che differiscono soprattutto in base al for-mato. Non dobbiamo stupirci di tutto questo proli-ferare di formati, spesso differenti fra loro soltanto di pochi millimetri: basti pensare che le penne sono probabilmente il formato tubolare più diffuso e conosciuto al mondo. Troviamo dunque penne, pennette, pennini, pen-noni... e sempre dalla stessa famiglia discendono i bombardini, di grandi dimensioni e con un dia-metro ancora maggiore rispetto ai già importanti pennoni. Qualunque sia il formato, anche in que-sto caso la prima distinzione è però fra liscio e ri-gato: quest’ultimo offre due discreti vantaggi, cioè

I numeri della pasta

I pRINcIpaLI coNsuMatoRI DI pasta NeL MoNDo*

caLoRIe peR 100 GRaMMI DI pRoDotto

QuaNto ‘ReNDe’ IN cottuRa La pasta?

ITALIA 26VENEZUELA 13TUNISIA 12GRECIA 10SVIZZERA 10STATIUNITI 9SVEZIA 9*in kg a personaFonte: Elaborazioni Coldiretti

Pastadisemola 365caloriePastafresca 265caloriePastafrescaall’uovo 270caloriePastaintegrale 335caloriePastaall’uovo 368calorieFonte: Dietaland.com

Spaghettin°5 252gSpaghettin°3 245gBucatinin°9 240gFarfalle 228gRigatoni 224gPiperigate 217gFusilli 213gPennerigate 212gTortiglioni 210gConchiglierigate 209g100 g da crudo a peso cottoFonte: Newsfood.com

occhio al prodotto pasta secca

La pasta è un alimento sano ed equilibrato. Queste sono

le ragioni del suo successo in tutto il mondo. Regina della dieta mediterranea, è stata

decretata dall’Unesco patrimonio immateriale dell’umanità

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tiene meglio la cottura e assorbe meglio il gusto, anche se c’è chi preferisce la versione liscia perché, a detta di molti, la superficie ben levigata e pulita della penna dona al palato un’incomparabile sen-sazione di leggerezza. Infine, è bene ricordare che non tutte le scuole consigliano l’abbinamento fra sugo corposo e pa-sta rigata. Alcuni chef, infatti, trovano molto pia-cevole il contrasto fra una pasta liscia e un sugo sostanzioso.Hanno avuto una grande fortuna anche tutte quelle forme affusola-te, nate per trattenere il sugo. Leg-genda vuole che i fusilli siano nati nel Cinquecento, dal semplice ge-sto di un bambino. Sembra infatti che il cuoco al servizio del Granduca di Toscana stesse preparando la pasta fresca: una striscia cad-de a terra e il figlio del cuoco, che stava giocando con il ferro da cucito della nonna, istintivamente prese la striscia di pasta e iniziò ad avvolgerla in-torno al ferretto. Così, per gioco, nacque questo curioso formato.Quel che è certo è che i fusilli, nel corso del Nove-cento, venivano fatti a mano e poi venduti dalle si-gnore in casa; la particolare tecnica di produzione li ha resi famosi e oggi sono il fiore all’occhiello di molti pastifici. Un tempo i fusilli nascevano da spaghetti ancora freschi avvolti attorno a un ferro da maglia, detto anche fuso, fatti essiccare e quindi coppati e fatti a

tocchi; ne risultava un formato di pasta corto dalla tipica forma a spirale o di vite. Il procedimento, fra l’altro, replica in molte zone il gesto di filare la lana con il fuso. Oltre ai fusilli, poi, l’Italia propone formati tipici elicoidali, o comunque affusolati. Si tratta sempre di formati molto adatti a trattenere il sugo che, non a caso, si gustano con condimenti abbondanti e saporiti. Di solito la differenza più importante fra

questi formati alternativi e i fusil-li veri e propri sta nel diametro della pasta e in una spirale più o meno larga. È una differenza im-portante: la spirale stretta fa sì che il sugo sia trattenuto ulteriormen-te dalla pasta, mentre una spirale

più larga dona al palato una sensazione di maggior leggerezza, fermo restando che tutte le paste elicoi-dali sono piuttosto “strutturate” e sono pensate per impregnarsi di sugo. Basti pensare che in Basilica-ta, che verosimilmente ha dato i natali proprio ai fusilli, questi vengono gustati con un ragù a base di braciole di maiale, cioè con un sugo corposo e sa-porito. Ogni formato, insomma, rappresenta una storia a sé, si differenzia dagli altri per tradizione e cultura ed è lo specchio di un particolare momen-to storico oppure, semplicemente, testimonia una geniale intuizione del suo inventore. E, com’è noto in tutto il mondo, l’Italia non è mai stata avara né di ingredienti di qualità, né di creatività.

Come riconoscere una pasta di qualità?

Attraverso l’amido e il glutine. Quando le paste sono di cattiva qualità solitamente il glutine, presente in scarsa quantità, non riesce a contenere l’amido, che si disfa per la maggior parte e va a intorpidire l’acqua. La pasta si presenta collosa e all’assaggio risulta priva della consistenza soda e compatta che contraddistingue le paste “forti” e con un buon nerbo.

Il formato rigato tiene meglio la cottura

e trattiene meglio il sugo, la versione liscia offre al palato una piacevole sensazione di leggerezza

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• 350 g di bavette • 20 scampi medi• 4 pomodori maturi e sodi• 4 cucchiai di olio d’oliva extravergine• 1/2 bicchiere di vino bianco secco• 2 spicchi d’aglio • 1 lime • dragoncello• sale e pepe

preparazione 20 minuti cottura 20 minutiesecuzione facile vino Lamezia Rosato

Sgusciate le code degli scampi. Incidete a croce con un coltellino affilato la base dei pomodori, scottateli in acqua bollente per 30 secondi, eliminate la pelle e i semi interni. Tagliate la polpa a striscioline.

Bavette con scampi, pomodoro fresco e limeper 4 persone

In una padella scaldate l’olio d’oliva extraverginecon gli spicchi d’aglio schiacciati, unite gli scampi e poco dopo sfumate con il vino bianco.

Aggiungete il pomodoro, salate e cuocete coperto per 5 minuti. Unite il dragoncello e la buccia di lime grattugiata.; tenete da parte.

Cuocete le bavette in acqua bollente salata, scolatele al dente con poca acqua di cottura e saltatele nel condimento. Irrorate con un filo d’olio d’oliva a crudo, spolverizzate con del pepe macinato al momento e servite completando, a piacere, con cerfoglio fresco.

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• 320 g di cellentani • 2 porri medi • 300 g di salsiccia fresca• 150 ml di panna fresca • 2 bustine di zafferano• 30 g di burro • 2 cucchiai di olio d’oliva extravergine• parmigiano grattugiato • latte • sale e pepe

preparazione 20 minuti cottura 15 minutiesecuzione facile vino Colli Berici Merlot

Ponete il burro e l’olio d’oliva in una padella e, appena saranno caldi, unitevi i porri mondati e tagliati a rondelle sottili. Lasciateli rosolare a fuoco basso fino a quando risulteranno leggermente dorati, quindi frullateli con latte sufficiente a ottenere una crema abbastanza densa. Tenetela da parte.

Nella stessa padella dei porri sbriciolate la salsiccia e fatela rosolare bene a fuoco basso; spolverizzate con poco pepe.

Unite di nuovo in padella la crema di porri e diluite con la panna. Portate a leggera ebollizione mescolando delicatamente, quindi aggiungete le bustine di zafferano e aggiustate di sale.

Lessate la pasta in abbondante acqua bollente salata, scolatela al dente e fatela saltare velocemente nella padella con il condimento. Servite i cellentani spolverizzati con parmigiano grattugiato.

cellentani in salsa di porri e salsiccia allo zafferanoper 4 persone

• 280 g di bucatini • 250 g di tonno fresco a fette spesse• 100 g di cipollotto • 100 g di pomodori san Marzano• 1/2 melanzana • 3 spicchi d’aglio • 1/2 peperoncino rosso fresco • 2 cucchiai di olio d’oliva extravergine• 1 rametto di timo • 3 foglie di basilico • sale e pepe

preparazione 30 minuti cottura 15 minutiesecuzione facile vino Torbato di Alghero

Spellate e tritate l’aglio; tagliate il tonno, i pomodori e la melanzana a cubetti. Pulite il cipollotto togliendo le radici e la parte verde delle foglie e affettatelo.

In una padella versate l’olio d’oliva extravergine, soffriggetevi l’aglio, il cipollotto, la melanzana e il peperoncino senza che prendano colore. Unite i cubetti di pomodoro e rosolate per 4 minuti. Togliete dal fuoco ed eliminate l’aglio.

In un’altra padella antiaderente scottate velocemente i cubetti di tonno, in modo che all’interno rimangano rosati.

Cuocete i bucatini in abbondante acqua bollente salata, scolateli al dente e fateli saltare nel condimento. Unite il tonno scottato, le foglie di timo tritate e il basilico spezzettato. Regolate di sale e pepe e servite completando con un filo d’olio a crudo.

Bucatini con cipollotto e tonno frescoper 4 persone

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da primo... a piatto unico

Il mix di pesce e verdure rende questo primo piatto unico, salutare e particolarmente nutriente. Dal pesce avremo i minerali (fosforo e selenio), dalle zucchine una buona dose di potassio. Un filo di un buon olio d’oliva extravergine completerà il sapore del piatto.

insalata di farfalle con cernia e zucchine

Spremete il succo di limone e di pompelmo ed emulsionatelo con dell’olio. Aggiungete il sale e il pepe bianco e fatevi marinare i gamberi e la cernia non appena cotti e colati. Lasciate riposare il pesce.

Lavate e tagliate la zucchina a rondelle sottili, aggiungetela al pesce in marinatura e mescolate il tutto per far amalgamare bene i sapori.

Condite la pasta già fredda con tutta la marinatura, aggiungete delle zeste di limone e il lime pelato a vivo, mescolate e, a piacere, aggiungete delle mandorle affettate leggermente tostate.

• 1/2 kg di farfalle • 300 g di gamberi • 2 filetti di cernia • 1 zucchina • 1 pompelmo rosa non trattato• 1 limone non trattato • 1 lime non trattato• 1 foglia d’alloro • olio d’oliva extravergine • sale • 1 cucchiaino di pepe bianco • 1 cucchiaino di pepe rosa

preparazione 25 minuti cottura 25 minutiesecuzione facile vino Alto Adige Chardonnay

Lessate la pasta in abbondante acqua bollente salata, scolatela (vedi box) e lasciatela raffreddare completamente.

Lavate e pulite il pesce, sgusciando i gamberi, privandoli della testa e del filamento nero interno. Sfilettate la cernia e tenete da parte.

In un pentolino portate a bollore dell’acqua leggermente salata con l’aggiunta di una scorzetta di limone, una di pompelmo rosa e una di lime, 1 foglia d’alloro e 1 cucchiaino di pepe rosa in grani.

Quando bolle lessatevi dapprima le code dei gamberi e successivamente, quando le avrete già scolate, i filetti di cernia interi. Il pesce deve essere solo sbollentato.

per 4 persone

un consiglio da chefAttenzione!Quandoscolatelapastadaservireininsalatapassatelavelocementesottol’acquacorrentequandoèancoranelloscolapasta,mescolatela,quindiscolatelaancora.Questaoperazioneènecessariaperfermarelacotturaedeliminarel’eccessodiamidochealtrimentilarenderebbecollosa.

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• 300 g di spaghettini • 4 carciofi • 1 scalogno• 2 limoni non trattati • prezzemolo• olio d’oliva extravergine • sale

preparazione 10 minuti cottura 10 minutiesecuzione facile vino nessun vino consigliato

Lavate i carciofi, privateli delle punte e delle foglie esterne. Tagliateli a listarelle e metteteli a bagno nel succo di uno dei 2 limoni.

Tritate lo scalogno e fatelo appassire in poco olio d’oliva; unite il succo del limone e i carciofi e cuocete per pochi minuti a fiamma viva. Spegnete e tenete da parte. Tagliate il secondo limone e affettatene alcune fette sottilissime, ricavandone poi degli spicchi senza eliminare la buccia.

Cuocete gli spaghetti in acqua bollente salata e scolateli nella padella piuttosto al dente con i carciofi; unite le fettine di limone, infine spolverizzate con prezzemolo e servite.

• 320 g di fusilli • 200 g di pomodorini ciliegia• 100 g di pancetta affumicata a cubetti• 4 gherigli di noce • 5-6 mandorle spellate • 30 g di burro• 1 manciata di pinoli • 1 cipolla dorata • 30 g di parmigiano• 30 g di pecorino romano • olio d’oliva extravergine • peperoncino secco • sale e pepe

preparazione 15 minuti cottura 10 minutiesecuzione facile vino Alto Adige Kerner

Fate dorare in padella con l’olio la cipolla tritata e la pancetta. Aggiungete le noci e le mandorle tagliate a pezzettini e leggermente battute nel mortaio. A metà cottura unite i pomodorini tagliati a metà e fate cuocere per qualche minuto. Unite i pinoli e insaporite con poco sale e peperoncino sbriciolato.

Cuocete la pasta in acqua bollente salata; quando sarà al dente scolatela, versatela nella padella e fate saltare. Aggiungete parmigiano e pecorino grattugiati e il burro; mescolate e spolverizzate con pepe macinato al momento. Servite subito.

spaghettini con carciofi e limone

fusilli con mandorle, pinoli e pancetta

per 4 persone per 4 persone

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croce e deLIzIA dI ognI goLoso, IL cIoccoLAto È LA tentAzIone pIù IrresIstIbILe deI nostrI tempI di Francesca Badi

Allenta lo stress, dà una sferzata di energia, riscalda corpo e anima. La più versatile delle ghiottonerie af-fonda le sue radici nella notte dei tempi.

le origini di un mitoL’avventura del cioccolato inizia nel continente ameri-cano molto tempo prima che quest’ultimo venisse sco-perto dai naviganti del Vecchio Mondo. I Maya furono i primi a scoprire la bontà dei semi di cacao nel 600 a.C.Per gli Indios i semi di cacao erano un simbolo cen-trale nei riti di prosperità ma anche una medicina magica capace di guarire la mente e il corpo. Si può solo tentare di ricostruire il tragitto dei primi semi di cacao dal Nuovo Mondo verso la vecchia Europa: tra le testimonianze a noi pervenute ci sono le lettere di Cortés che scriveva che “una tazza di questa preziosa bevanda consente a un uomo di sopportare un’intera giornata di marcia senza prendere altri cibi”. Alla cor-te di Spagna, affascinati dalla singolare mistura eso-tica, cercarono di adeguarla al proprio gusto unendo alla bevanda zucchero e spezie. Diluita con il latte, e non più con l’acqua, la bevanda al cioccolato prese in seguito il nome di “cioccolatte”.

conoscere il prodottoLa ribalta del cacao di prima qualità ha spinto molti pasticceri a trasformarsi in cioccolatieri che propongo-no sempre più originali variazioni sul tema sotto forma

degustando cioccolato

di cioccolatini, praline, dragées oppure di semplici tavolette, dove l’interesse è incentrato soprattutto sulla varietà, qualità e percentuale di cacao, cosa che, in un certo senso, definisce anche l’identità del produttore. Una tavoletta di alta qualità deve ave-re un contenuto di cacao compreso tra il 64% e il 72% (massimo 75%-80%). Dopo la fase definita di temperaggio, durante la quale viene fuso, il ciocco-lato viene versato negli stampi e fatto raffreddare. Dopo 12 ore di riposo a 12°C è possibile rimuove-re la tavoletta dallo stampo e incartarla. In commercio sono reperibili tavolette di ciocco-lato fondente con una percentuale di cacao mini-ma del 35% (nella versione extra si supera anche il 70%); tavolette farcite, il cui interno può essere preparato come una vera e propria ganache. Re-centemente sta riscuotendo un buon successo il cioccolato aromatizzato con spezie o arricchito di frutta secca. Per ottenerelo è possibile, per esem-

pio, chiudere il cioccolato per più giorni all’interno di un sacco con varie spezie: la materia grassa del cioccolato ne catturerà l’aroma. È inoltre possibile aromatizzare direttamente il burro di cacao sciol-to e temperarlo poi con il cioccolato, procedendo infine alla realizzazione della tavoletta. Da citare per la particolarità del metodo produtti-vo è il cioccolato di Modica, prodotto dalla lavora-zione a freddo della massa di cacao grezzo, ottenu-ta dopo la tostatura e la macinazione dei semi con zucchero di canna e, talvolta, spezie.

come sceglierlo e conservarlo al meglioPer un acquisto intelligente è necessario saper leg-gere le singole voci riportate sulle confezioni: la denominazione di vendita (tavoletta, pralina, ecc.) indica la tipologia di cioccolato che si sta acqui-stando. L’etichetta deve presentare, in maniera chiaramente leggibile, l’indicazione “contiene altre

Cioccolatoche passione La salute vien mangiando...

il cioccolato contiene circa 380 sostanze benefiche: fra queste, i flavonoidi sono antiossidanti e contribuiscono al buon funzionamento dell’apparato cardiovascolare, la serotonina migliora l’umore, la teobromina è un leggero eccitante, la feniletilamina alza la pressione e i battiti cardiaci, l’anandamide dà una sensazione di benessere. recentemente è stato osservato che un consumo regolare di cioccolato amaro riduce il rischio di gestosi durante la gravidanza.

il gianduiotto

Realizzato con cioccolato gianduia, è avvolto in carta dorata ed è ottenuto impastando il cacao e lo zucchero con la famosa nocciola tonda gentile delle Langhe. Le sue origini si rintracciano nella storia d’Italia: con il blocco napoleonico il cacao da importare aveva prezzi altissimi. Una nota società dolciaria di Torino sostituì con la nocciola una parte del cacao necessario per produrre il cioccolato.

di che cioccolato sei?

CIoCCoLATo AL LATTe ottenuto da prodotti di cacao, zuccheri e latte; ha un tenore minimo di sostanza secca totale di cacao del 25%.

CIoCCoLATo ALLe noCCIoLe molto popolare, è un misto di cioccolato, pasta di nocciole e nocciole intere.

CIoCCoLATo BIAnCo È il prodotto ottenuto da burro di cacao, latte o prodotti a base di latte e zuccheri; non contiene cacao.

CIoCCoLATo FonDenTe Ha un tenore minimo di sostanza secca totale di cacao del 35%. in commercio si trova in diverse percentuali (anche fino al 90%!).

PRALIne sono dolcetti di cioccolato ripieni. pur avendo origine belga ormai sono largamente diffuse anche in italia.

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A

croce e deLIzIA dI ognI goLoso, IL cIoccoLAto È LA tentAzIone pIù IrresIstIbILe deI nostrI tempI di Francesca Badi

Allenta lo stress, dà una sferzata di energia, riscalda corpo e anima. La più versatile delle ghiottonerie af-fonda le sue radici nella notte dei tempi.

le origini di un mitoL’avventura del cioccolato inizia nel continente ameri-cano molto tempo prima che quest’ultimo venisse sco-perto dai naviganti del Vecchio Mondo. I Maya furono i primi a scoprire la bontà dei semi di cacao nel 600 a.C.Per gli Indios i semi di cacao erano un simbolo cen-trale nei riti di prosperità ma anche una medicina magica capace di guarire la mente e il corpo. Si può solo tentare di ricostruire il tragitto dei primi semi di cacao dal Nuovo Mondo verso la vecchia Europa: tra le testimonianze a noi pervenute ci sono le lettere di Cortés che scriveva che “una tazza di questa preziosa bevanda consente a un uomo di sopportare un’intera giornata di marcia senza prendere altri cibi”. Alla cor-te di Spagna, affascinati dalla singolare mistura eso-tica, cercarono di adeguarla al proprio gusto unendo alla bevanda zucchero e spezie. Diluita con il latte, e non più con l’acqua, la bevanda al cioccolato prese in seguito il nome di “cioccolatte”.

conoscere il prodottoLa ribalta del cacao di prima qualità ha spinto molti pasticceri a trasformarsi in cioccolatieri che propongo-no sempre più originali variazioni sul tema sotto forma

degustando cioccolato

di cioccolatini, praline, dragées oppure di semplici tavolette, dove l’interesse è incentrato soprattutto sulla varietà, qualità e percentuale di cacao, cosa che, in un certo senso, definisce anche l’identità del produttore. Una tavoletta di alta qualità deve ave-re un contenuto di cacao compreso tra il 64% e il 72% (massimo 75%-80%). Dopo la fase definita di temperaggio, durante la quale viene fuso, il ciocco-lato viene versato negli stampi e fatto raffreddare. Dopo 12 ore di riposo a 12°C è possibile rimuove-re la tavoletta dallo stampo e incartarla. In commercio sono reperibili tavolette di ciocco-lato fondente con una percentuale di cacao mini-ma del 35% (nella versione extra si supera anche il 70%); tavolette farcite, il cui interno può essere preparato come una vera e propria ganache. Re-centemente sta riscuotendo un buon successo il cioccolato aromatizzato con spezie o arricchito di frutta secca. Per ottenerelo è possibile, per esem-

pio, chiudere il cioccolato per più giorni all’interno di un sacco con varie spezie: la materia grassa del cioccolato ne catturerà l’aroma. È inoltre possibile aromatizzare direttamente il burro di cacao sciol-to e temperarlo poi con il cioccolato, procedendo infine alla realizzazione della tavoletta. Da citare per la particolarità del metodo produtti-vo è il cioccolato di Modica, prodotto dalla lavora-zione a freddo della massa di cacao grezzo, ottenu-ta dopo la tostatura e la macinazione dei semi con zucchero di canna e, talvolta, spezie.

come sceglierlo e conservarlo al meglioPer un acquisto intelligente è necessario saper leg-gere le singole voci riportate sulle confezioni: la denominazione di vendita (tavoletta, pralina, ecc.) indica la tipologia di cioccolato che si sta acqui-stando. L’etichetta deve presentare, in maniera chiaramente leggibile, l’indicazione “contiene altre

Cioccolatoche passione La salute vien mangiando...

il cioccolato contiene circa 380 sostanze benefiche: fra queste, i flavonoidi sono antiossidanti e contribuiscono al buon funzionamento dell’apparato cardiovascolare, la serotonina migliora l’umore, la teobromina è un leggero eccitante, la feniletilamina alza la pressione e i battiti cardiaci, l’anandamide dà una sensazione di benessere. recentemente è stato osservato che un consumo regolare di cioccolato amaro riduce il rischio di gestosi durante la gravidanza.

il gianduiotto

Realizzato con cioccolato gianduia, è avvolto in carta dorata ed è ottenuto impastando il cacao e lo zucchero con la famosa nocciola tonda gentile delle Langhe. Le sue origini si rintracciano nella storia d’Italia: con il blocco napoleonico il cacao da importare aveva prezzi altissimi. Una nota società dolciaria di Torino sostituì con la nocciola una parte del cacao necessario per produrre il cioccolato.

di che cioccolato sei?

CIoCCoLATo AL LATTe ottenuto da prodotti di cacao, zuccheri e latte; ha un tenore minimo di sostanza secca totale di cacao del 25%.

CIoCCoLATo ALLe noCCIoLe molto popolare, è un misto di cioccolato, pasta di nocciole e nocciole intere.

CIoCCoLATo BIAnCo È il prodotto ottenuto da burro di cacao, latte o prodotti a base di latte e zuccheri; non contiene cacao.

CIoCCoLATo FonDenTe Ha un tenore minimo di sostanza secca totale di cacao del 35%. in commercio si trova in diverse percentuali (anche fino al 90%!).

PRALIne sono dolcetti di cioccolato ripieni. pur avendo origine belga ormai sono largamente diffuse anche in italia.

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Degustare il cioccolato con i 5 sensi

VISTA osservate l’aspetto del cioccolato: deve essere lucido e di colore omogeneo; la superficie dev’essere priva di bolle d’aria e macchie opache.

TATTo il cioccolato dev’essere liscio e non appiccicoso; all’assaggio, deve sciogliersi in modo uniforme senza che si percepiscano parti granulose o ruvide. in bocca verrà percepito come una massa avvolgente, quasi setosa.

UDITo una tavoletta di cioccolato di buona qualità spezzandosi produrrà un suono netto.

oLFATTo oltre all’aroma di cacao una tavoletta di qualità deve avere un insieme di profumi ricco e piacevole di frutta, fiori, caramello, tabacco, caffè, liquerizia e spezie.

GUSTo È consigliabile bere prima di tutto un bicchiere d’acqua frizzante. per gustarlo al meglio va addentate e fatto sciogliere lentamente in bocca. all’assaggio si dovrà percepire un equilibrio tra i 4 sapori dolce, amaro, acido, salato e dovrà rimanere in bocca un gusto rotondo e persistente.

L’ABBInAmenTo enoLoGICoil cioccolato e i dolci a base di cioccolato sono i più difficili da accompagnare a un vino. provate con il marsala, il barolo chinato, il porto oppure con distillati come rum, brandy o Grand marnier.

materie grasse vegetali oltre al burro di cacao” se al prodotto sono stati aggiunti altri grassi. La percentuale minima di cacao indica il tenore di sostanza secca. Il cioccolato andrebbe conservato a temperatura ambiente e lontano da fonti di luce e di calore: è consigliabile lasciarlo nella sua confezione ori-ginale o, in alternativa, avvolgerlo in carta sta-gnola e poi nella pellicola trasparente. Se non correttamente conservato, il cioccolato può “fio-rire”: in caso di evaporazione appaiono particel-le di zucchero che rendono variegata la superfi-cie; in caso di sbalzi di temperatura si formano macchie grigio-biancastre. Sebbene antiestetica, la fioritura non intacca la qualità del prodotto che può essere utilizzato senza problemi.

tartuFi all’Earl GrEy

• 220 g di panna fresca • 250 g di cioccolato fondente• 60 g di burro • 100 g di cacao amaro in polvere• 2 cucchiai di tè nero earl Grey

preparazione 20 minuti cottura 5 minutiesecuzione facile

portate a ebollizione la panna con il tè nero in una casseruola coperta. Quindi spegnete il fuoco e lasciate in infusione per 5 minuti. Filtrate la panna, versatela sul cioccolato tritato e mescolate fino a ottenere una crema liscia.

Unite il burro a pezzettini e mescolate. Mettete il recipiente in frigorifero a raffreddare per qualche ora. Formate con due cucchiaini delle piccole quenelle, rotolatele nel cacao, quindi mettete del cacao sui palmi della mano e, rotolando le quenelle tra i palmi, date loro la forma di palline. Conservate i tartufi in frigorifero e serviteli a temperatura ambiente.

per 30 tartufi

• 100 g di farina bianca “00” • 120 g di burro• 100 g di zucchero • 60 g di cacao amaro in polvere• 2 uova • 7-8 g di lievito per dolci • 15-20 ml di latte• 100 ml di caffè poco zuccherato • sale

preparazione 25 minuti cottura 35 minutiesecuzione facile

Mettete nel mixer il burro, ammorbidito a temperatura ambiente, e lo zucchero e miscelate a bassa velocità fino a quando il composto sarà spumoso. aggiungete le uova leggermente sbattute, la farina, 40 g di cacao amaro e un pizzico di sale. Unite il latte e infine il lievito e mescolate bene con un cucchiaio di legno.

tOrta ciOccOcaFFèper 6 persone

Versate il composto in una pirofila imburrata, cospargetelo con una miscela ottenuta mescolando il cacao rimasto e 1 cucchiaio di zucchero e completate versando velocemente il caffè raffreddato. Infornate a 180°C per 30-35 minuti.

sfornate e servite la torta tagliata a fette, completando il piatto con la cremina di caffè che si sarà formata sul fondo della pirofila.

per variare la presentazione potete cuocere l’impasto lavorando gli ingredienti in stampini monoporzione, ottenendo dei piccoli sformati. in questo caso dimezzate i tempi di cottura.

degustando cioccolato

il cioccolato in cUcinanon solo dolce: il cacao è ottimo anche come ingrediente salato di numerosi piatti tradizionali e non. La classica pasta fresca all’uovo, per esempio, aromatizzata con il cacao diventa un primo piatto speciale abbinata a un sugo a base di selvaggina o formaggi erborinati. che dire poi del cinghiale in dolceforte? un secondo saporito della tradizione culinaria toscana in cui il cacao esalta il gusto deciso della carne.

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Degustare il cioccolato con i 5 sensi

VISTA osservate l’aspetto del cioccolato: deve essere lucido e di colore omogeneo; la superficie dev’essere priva di bolle d’aria e macchie opache.

TATTo il cioccolato dev’essere liscio e non appiccicoso; all’assaggio, deve sciogliersi in modo uniforme senza che si percepiscano parti granulose o ruvide. in bocca verrà percepito come una massa avvolgente, quasi setosa.

UDITo una tavoletta di cioccolato di buona qualità spezzandosi produrrà un suono netto.

oLFATTo oltre all’aroma di cacao una tavoletta di qualità deve avere un insieme di profumi ricco e piacevole di frutta, fiori, caramello, tabacco, caffè, liquerizia e spezie.

GUSTo È consigliabile bere prima di tutto un bicchiere d’acqua frizzante. per gustarlo al meglio va addentate e fatto sciogliere lentamente in bocca. all’assaggio si dovrà percepire un equilibrio tra i 4 sapori dolce, amaro, acido, salato e dovrà rimanere in bocca un gusto rotondo e persistente.

L’ABBInAmenTo enoLoGICoil cioccolato e i dolci a base di cioccolato sono i più difficili da accompagnare a un vino. provate con il marsala, il barolo chinato, il porto oppure con distillati come rum, brandy o Grand marnier.

materie grasse vegetali oltre al burro di cacao” se al prodotto sono stati aggiunti altri grassi. La percentuale minima di cacao indica il tenore di sostanza secca. Il cioccolato andrebbe conservato a temperatura ambiente e lontano da fonti di luce e di calore: è consigliabile lasciarlo nella sua confezione ori-ginale o, in alternativa, avvolgerlo in carta sta-gnola e poi nella pellicola trasparente. Se non correttamente conservato, il cioccolato può “fio-rire”: in caso di evaporazione appaiono particel-le di zucchero che rendono variegata la superfi-cie; in caso di sbalzi di temperatura si formano macchie grigio-biancastre. Sebbene antiestetica, la fioritura non intacca la qualità del prodotto che può essere utilizzato senza problemi.

tartuFi all’Earl GrEy

• 220 g di panna fresca • 250 g di cioccolato fondente• 60 g di burro • 100 g di cacao amaro in polvere• 2 cucchiai di tè nero earl Grey

preparazione 20 minuti cottura 5 minutiesecuzione facile

portate a ebollizione la panna con il tè nero in una casseruola coperta. Quindi spegnete il fuoco e lasciate in infusione per 5 minuti. Filtrate la panna, versatela sul cioccolato tritato e mescolate fino a ottenere una crema liscia.

Unite il burro a pezzettini e mescolate. Mettete il recipiente in frigorifero a raffreddare per qualche ora. Formate con due cucchiaini delle piccole quenelle, rotolatele nel cacao, quindi mettete del cacao sui palmi della mano e, rotolando le quenelle tra i palmi, date loro la forma di palline. Conservate i tartufi in frigorifero e serviteli a temperatura ambiente.

per 30 tartufi

• 100 g di farina bianca “00” • 120 g di burro• 100 g di zucchero • 60 g di cacao amaro in polvere• 2 uova • 7-8 g di lievito per dolci • 15-20 ml di latte• 100 ml di caffè poco zuccherato • sale

preparazione 25 minuti cottura 35 minutiesecuzione facile

Mettete nel mixer il burro, ammorbidito a temperatura ambiente, e lo zucchero e miscelate a bassa velocità fino a quando il composto sarà spumoso. aggiungete le uova leggermente sbattute, la farina, 40 g di cacao amaro e un pizzico di sale. Unite il latte e infine il lievito e mescolate bene con un cucchiaio di legno.

tOrta ciOccOcaFFèper 6 persone

Versate il composto in una pirofila imburrata, cospargetelo con una miscela ottenuta mescolando il cacao rimasto e 1 cucchiaio di zucchero e completate versando velocemente il caffè raffreddato. Infornate a 180°C per 30-35 minuti.

sfornate e servite la torta tagliata a fette, completando il piatto con la cremina di caffè che si sarà formata sul fondo della pirofila.

per variare la presentazione potete cuocere l’impasto lavorando gli ingredienti in stampini monoporzione, ottenendo dei piccoli sformati. in questo caso dimezzate i tempi di cottura.

degustando cioccolato

il cioccolato in cUcinanon solo dolce: il cacao è ottimo anche come ingrediente salato di numerosi piatti tradizionali e non. La classica pasta fresca all’uovo, per esempio, aromatizzata con il cacao diventa un primo piatto speciale abbinata a un sugo a base di selvaggina o formaggi erborinati. che dire poi del cinghiale in dolceforte? un secondo saporito della tradizione culinaria toscana in cui il cacao esalta il gusto deciso della carne.

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Taverna Estia, a Brusciano in provincia di Na-poli, è un ristorante nato dalla passione di Ar-mando Sposito, insegnante con l’amore per la

cucina, che porta avanti il suo progetto grazie ai suoi assi nella manica: la moglie Margherita, Violetta e i due figli Mario e Francesco tra sala e cucina. Nel novembre 2007 la prima stella Michelin, nel 2009 l’ingresso nella prestigiosa Associazione Italiana Jeu-nes Restaurateurs d’Europe e, grazie a un buon lavoro di squadra gli ultimi riconoscimenti a Francesco: Mi-gliore Chef Emergente d’Italia per la Guida del Gam-

bero Rosso 2011 e, nel 2012, la segnalazione della Guida di L’espresso 2012 come “Giovane dell’Anno”, il più promettente talento per il futuro della cucina italiana. Con queste premesse incontriamo i giova-nissimi artefici di questi successi, Francesco, chef, e il fratello Mario, sommelier e responsabile di sala.

6 DOmaNDE PEr FraNCESCOCome si pone uno chef stellato di fronte agli

scaffali di un supermercato? Guardo gli scaffali con l’attenzione necessaria,

quella che dovremmo tutti avere, perché in cucina l’ingrediente più importante è la qualità. Detto que-sto, sono curioso di tutto, ma la pasta, il reparto latti-cini e il banco dei salumi sono i miei preferiti.

Cosa consiglia alla signora maria che fa la spesa tutti i giorni?Consiglio di leggere sempre bene l’etichetta di un prodotto, di decifrarne la provenienza (è proprio il caso di dirlo, perché spesso le etichette sono indeci-frabili), prediligendo il Made in Italy perché i nostri sono i prodotti migliori: come facciamo noi le cose difficilmente le sanno fare gli altri.

Con un budget di spesa di 10 euro, cosa sug-gerisce?Suggerisco di scegliere gli alimenti stagionali: hanno sicuramente un costo contenuto e intanto aiutiamo l’ambiente. Meno inquinamento equivale a più salute a tavola. Per questo periodo, punterei su un primo piatto con legumi primaverili e pesce azzurro.

Cosa ne pensa della ristorazione di oggi?Beh, penso che a una qualità sempre più elevata dei cibi, ci sia purtroppo una risposta sempre più medio-

è il “Giovane dell’Anno 2012” secondo la Guida di L’espressoe il più promettente talento per il futuro della cucina italiana

di Cristina Bottari

due chiacchiere con lo chef

i consigli difrancesco sposito

cre dell’offerta attuale di ristorazione. Ci stiamo av-vicinando sempre più a quel modello di ristorazione in franchising che ha modificato le abitudini alimen-tari mondiali e, ora, anche degli italiani. Resta inteso che al momento viviamo un’ottima stagione per la cucina italiana, le nostre specialità sono conosciute in tutto il mondo e con un lavoro duro e costante le porteremo avanti nel tempo.

mangiare oggi in un ristorante stellato è in-negabilmente molto costoso ed è un privile-gio di pochi. Come fare per avvicinare all’al-ta ristorazione un pubblico più vasto?Non è del tutto vero, se pensiamo che in un ristorante o trattoria qualsiasi, in media, per un pasto completo si spendono dai 25 ai 35 euro, mentre in uno stellato “ moderno” puoi anche spendere dai 45 ai 70 euro…. Non è veramente possibile fare confronti, non c’è una logica. Dovrebbero, secondo me, cambiare le abitu-dini degli italiani: meglio ridurre le uscite ma farle con criterio, puntando su una qualità maggiore. Io proporrei anche un vero e proprio mese della qualità a basso costo, organizzando una vera associazione di ristoranti stellati che arrivino con il messaggio dell’alta qualità nelle case di tutti gli italiani.

Quanto è importante per uno chef di alto livello saper comunicare, non solo in termini di prestigio personale ma anche di divulga-zione di un messaggio di qualità?Oggi come ieri, lo chef non è solo colui che cucina, ma è un insieme di tante cose. Al primo posto, oltre alle capacità tecniche, deve essere un grande comu-nicatore: le persone hanno bisogno dei nostri consigli e la qualità, come dicevo, è, oltre che il mio punto di partenza, il messaggio che voglio trasmettere.

Un ristorante dove le piace tornare...?Nel mio ristorante... va da sè!

2 DOmaNDE PEr mariOQuanto conta oggi, nella gestione di un ri-

storante, un’esperienza formativa come la sua? (è laureato a Londra in Economia e Fi-nanza internazionale, ndr) Il segreto del successo nel mondo del lavoro è pas-sione e professionalità. Oggi tutti abbiamo bisogno di persone che sanno fare con conoscenza e amore il proprio lavoro. Un curriculum è importante ma è fine a se stesso, quello che conta è cosa si è riusciti ad apprendere. Quello è il reale valore di se stessi.Bisogna avere delle basi su cui costruire la propria figura professionale, ma poi ci vuole passione, dedi-zione al lavoro: aggiornarsi, specializzarsi, seguire corsi di formazione etc. Insomma, fare anche per tre se è necessario.

Secondo lei, cosa ha in più la ristorazione italiana rispetto al resto d’Europa e cosa ha in meno?Il know-how, il famoso “saper fare”: da sempre Made in Italy è sinonimo di qualità ed eccellen-za, ed è questa la nostra marcia in più. La nostra cultura del cibo è invidiata da tutto il mondo. In compenso, manca un’adeguata formazione pro-fessionale.

In senso orario: una sala della Taverna Estia; Parmigiana di melanzane, piatto tipico reinterpretato da Francesco; Mario e Francesco Sposito

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Taverna Estia, a Brusciano in provincia di Na-poli, è un ristorante nato dalla passione di Ar-mando Sposito, insegnante con l’amore per la

cucina, che porta avanti il suo progetto grazie ai suoi assi nella manica: la moglie Margherita, Violetta e i due figli Mario e Francesco tra sala e cucina. Nel novembre 2007 la prima stella Michelin, nel 2009 l’ingresso nella prestigiosa Associazione Italiana Jeu-nes Restaurateurs d’Europe e, grazie a un buon lavoro di squadra gli ultimi riconoscimenti a Francesco: Mi-gliore Chef Emergente d’Italia per la Guida del Gam-

bero Rosso 2011 e, nel 2012, la segnalazione della Guida di L’espresso 2012 come “Giovane dell’Anno”, il più promettente talento per il futuro della cucina italiana. Con queste premesse incontriamo i giova-nissimi artefici di questi successi, Francesco, chef, e il fratello Mario, sommelier e responsabile di sala.

6 DOmaNDE PEr FraNCESCOCome si pone uno chef stellato di fronte agli

scaffali di un supermercato? Guardo gli scaffali con l’attenzione necessaria,

quella che dovremmo tutti avere, perché in cucina l’ingrediente più importante è la qualità. Detto que-sto, sono curioso di tutto, ma la pasta, il reparto latti-cini e il banco dei salumi sono i miei preferiti.

Cosa consiglia alla signora maria che fa la spesa tutti i giorni?Consiglio di leggere sempre bene l’etichetta di un prodotto, di decifrarne la provenienza (è proprio il caso di dirlo, perché spesso le etichette sono indeci-frabili), prediligendo il Made in Italy perché i nostri sono i prodotti migliori: come facciamo noi le cose difficilmente le sanno fare gli altri.

Con un budget di spesa di 10 euro, cosa sug-gerisce?Suggerisco di scegliere gli alimenti stagionali: hanno sicuramente un costo contenuto e intanto aiutiamo l’ambiente. Meno inquinamento equivale a più salute a tavola. Per questo periodo, punterei su un primo piatto con legumi primaverili e pesce azzurro.

Cosa ne pensa della ristorazione di oggi?Beh, penso che a una qualità sempre più elevata dei cibi, ci sia purtroppo una risposta sempre più medio-

è il “Giovane dell’Anno 2012” secondo la Guida di L’espressoe il più promettente talento per il futuro della cucina italiana

di Cristina Bottari

due chiacchiere con lo chef

i consigli difrancesco sposito

cre dell’offerta attuale di ristorazione. Ci stiamo av-vicinando sempre più a quel modello di ristorazione in franchising che ha modificato le abitudini alimen-tari mondiali e, ora, anche degli italiani. Resta inteso che al momento viviamo un’ottima stagione per la cucina italiana, le nostre specialità sono conosciute in tutto il mondo e con un lavoro duro e costante le porteremo avanti nel tempo.

mangiare oggi in un ristorante stellato è in-negabilmente molto costoso ed è un privile-gio di pochi. Come fare per avvicinare all’al-ta ristorazione un pubblico più vasto?Non è del tutto vero, se pensiamo che in un ristorante o trattoria qualsiasi, in media, per un pasto completo si spendono dai 25 ai 35 euro, mentre in uno stellato “ moderno” puoi anche spendere dai 45 ai 70 euro…. Non è veramente possibile fare confronti, non c’è una logica. Dovrebbero, secondo me, cambiare le abitu-dini degli italiani: meglio ridurre le uscite ma farle con criterio, puntando su una qualità maggiore. Io proporrei anche un vero e proprio mese della qualità a basso costo, organizzando una vera associazione di ristoranti stellati che arrivino con il messaggio dell’alta qualità nelle case di tutti gli italiani.

Quanto è importante per uno chef di alto livello saper comunicare, non solo in termini di prestigio personale ma anche di divulga-zione di un messaggio di qualità?Oggi come ieri, lo chef non è solo colui che cucina, ma è un insieme di tante cose. Al primo posto, oltre alle capacità tecniche, deve essere un grande comu-nicatore: le persone hanno bisogno dei nostri consigli e la qualità, come dicevo, è, oltre che il mio punto di partenza, il messaggio che voglio trasmettere.

Un ristorante dove le piace tornare...?Nel mio ristorante... va da sè!

2 DOmaNDE PEr mariOQuanto conta oggi, nella gestione di un ri-

storante, un’esperienza formativa come la sua? (è laureato a Londra in Economia e Fi-nanza internazionale, ndr) Il segreto del successo nel mondo del lavoro è pas-sione e professionalità. Oggi tutti abbiamo bisogno di persone che sanno fare con conoscenza e amore il proprio lavoro. Un curriculum è importante ma è fine a se stesso, quello che conta è cosa si è riusciti ad apprendere. Quello è il reale valore di se stessi.Bisogna avere delle basi su cui costruire la propria figura professionale, ma poi ci vuole passione, dedi-zione al lavoro: aggiornarsi, specializzarsi, seguire corsi di formazione etc. Insomma, fare anche per tre se è necessario.

Secondo lei, cosa ha in più la ristorazione italiana rispetto al resto d’Europa e cosa ha in meno?Il know-how, il famoso “saper fare”: da sempre Made in Italy è sinonimo di qualità ed eccellen-za, ed è questa la nostra marcia in più. La nostra cultura del cibo è invidiata da tutto il mondo. In compenso, manca un’adeguata formazione pro-fessionale.

In senso orario: una sala della Taverna Estia; Parmigiana di melanzane, piatto tipico reinterpretato da Francesco; Mario e Francesco Sposito

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l’abcdelle lasagneDalla pasta al condimento, tutte le tecniche per preparare in casa

uno dei piatti più tipici della cucina italianadi Francesca Badi

Al ragù, al pesto, vegetariane, di pesce, ai formaggi: le lasagne sono uno dei piatti che meglio identificano la tradizione ga-

stronomica italiana nel mondo. Preparate, solitamente per il pranzo domenica-le, con pasta fresca all’uovo, ragù di carne e be-sciamella, le lasagne sono uno dei comfort food che meglio esprimono il piacere e il sapore della

lentezza in cucina. Oltre alla versione classica, vi proponiamo di seguito la variante vegetariana, per chi non ama la carne o per chi vuole reinter-pretare la tradizione con un pizzico di leggerezza in più. Divertitevi, con la ricetta base, a creare mille va-rianti di gusto sperimentando abbinamenti sem-pre nuovi.

1a fase: preparate la pasta all’uovoIngredienti per 1,6 kg di impasto• 1 kg di farina bianca “00” • 10 uova • 1 cucchiaio di olio d’oliva extravergine

scuola di cucina lasagne

Ingredienti per 1 kg di ragù• 400 g di polpa magra di maiale • 400 g di polpa di manzo (spalla) • 60 g di concentrato di pomodoro• 300 ml di vino rosso • 150 ml d’acqua • 80 g di cipolla • 50 g di lardo • 50 g di burro • 20 ml di olio d’oliva extravergine • 40 g di carota • 30 g di sedano • 2 foglie di salvia • 6 foglie di basilico • prezzemolo • sale e pepe

Ingredienti per 1 kg di besciamella• 1 l di latte intero • 80 g di farina bianca “00” • 80 g di burro • noce moscata • sale

2a fase: preparate il ragù di carne

3a fase: preparate la besciamella

➊ tritate finemente il sedano, la carota e la cipolla insieme al lardo. Riducete la carne a bocconcini e tritatela dandole colpi secchi con la punta di un coltello. Legate salvia e prezzemolo con lo spago da cucina.

➊ Fate fondere il burro in una padella. Quando sarà quasi fuso unite la farina e mescolate con la frusta. Fate cuocere per 2 minuti.

➋ Versate il burro in una pentola, unite l’olio d’oliva e il trito preparato. aggiungete il mazzetto di aromi e rosolate mescolando; quindi unite la carne precedentemente tritata.

➋ appena il composto risulterà dorato unitelo al latte bollente e mescolate bene per evitare che si formino grumi.

➌ Quando il fondo risulterà caramellato unite il pomodoro. Versate il vino e fate sfumare. Unite al sugo l’acqua e cuocete per 2 ore. a 3/4 della cottura unite sale e pepe. a fine cottura unite il basilico spezzettato ed eliminate gli aromi.

➌ Unite la noce moscata e mescolate ancora fino a ottenere una besciamella della consistenza desiderata.

➊ Create una fontana con la farina su un tagliere, unite le uova. aggiungete l’olio e amalgamate prima aiutandovi con una forchetta, poi continuate a impastare con le mani.

➋ aiutandovi con la mano sinistra tenete fermo l’impasto e con la destra rotolatelo sul tagliere fino a formare un cilindro. schiacciate nuovamente l’impasto e arrotolatelo una seconda volta sul tagliere infarinato.

➌ stringete il rotolino fino a formare una palla e avvolgetela in un foglio di pellicola precedentemente infarinato. Fate riposare l’impasto in frigorifero per un periodo di tempo compreso tra i 15 e i 40 minuti.

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l’abcdelle lasagneDalla pasta al condimento, tutte le tecniche per preparare in casa

uno dei piatti più tipici della cucina italianadi Francesca Badi

Al ragù, al pesto, vegetariane, di pesce, ai formaggi: le lasagne sono uno dei piatti che meglio identificano la tradizione ga-

stronomica italiana nel mondo. Preparate, solitamente per il pranzo domenica-le, con pasta fresca all’uovo, ragù di carne e be-sciamella, le lasagne sono uno dei comfort food che meglio esprimono il piacere e il sapore della

lentezza in cucina. Oltre alla versione classica, vi proponiamo di seguito la variante vegetariana, per chi non ama la carne o per chi vuole reinter-pretare la tradizione con un pizzico di leggerezza in più. Divertitevi, con la ricetta base, a creare mille va-rianti di gusto sperimentando abbinamenti sem-pre nuovi.

1a fase: preparate la pasta all’uovoIngredienti per 1,6 kg di impasto• 1 kg di farina bianca “00” • 10 uova • 1 cucchiaio di olio d’oliva extravergine

scuola di cucina lasagne

Ingredienti per 1 kg di ragù• 400 g di polpa magra di maiale • 400 g di polpa di manzo (spalla) • 60 g di concentrato di pomodoro• 300 ml di vino rosso • 150 ml d’acqua • 80 g di cipolla • 50 g di lardo • 50 g di burro • 20 ml di olio d’oliva extravergine • 40 g di carota • 30 g di sedano • 2 foglie di salvia • 6 foglie di basilico • prezzemolo • sale e pepe

Ingredienti per 1 kg di besciamella• 1 l di latte intero • 80 g di farina bianca “00” • 80 g di burro • noce moscata • sale

2a fase: preparate il ragù di carne

3a fase: preparate la besciamella

➊ tritate finemente il sedano, la carota e la cipolla insieme al lardo. Riducete la carne a bocconcini e tritatela dandole colpi secchi con la punta di un coltello. Legate salvia e prezzemolo con lo spago da cucina.

➊ Fate fondere il burro in una padella. Quando sarà quasi fuso unite la farina e mescolate con la frusta. Fate cuocere per 2 minuti.

➋ Versate il burro in una pentola, unite l’olio d’oliva e il trito preparato. aggiungete il mazzetto di aromi e rosolate mescolando; quindi unite la carne precedentemente tritata.

➋ appena il composto risulterà dorato unitelo al latte bollente e mescolate bene per evitare che si formino grumi.

➌ Quando il fondo risulterà caramellato unite il pomodoro. Versate il vino e fate sfumare. Unite al sugo l’acqua e cuocete per 2 ore. a 3/4 della cottura unite sale e pepe. a fine cottura unite il basilico spezzettato ed eliminate gli aromi.

➌ Unite la noce moscata e mescolate ancora fino a ottenere una besciamella della consistenza desiderata.

➊ Create una fontana con la farina su un tagliere, unite le uova. aggiungete l’olio e amalgamate prima aiutandovi con una forchetta, poi continuate a impastare con le mani.

➋ aiutandovi con la mano sinistra tenete fermo l’impasto e con la destra rotolatelo sul tagliere fino a formare un cilindro. schiacciate nuovamente l’impasto e arrotolatelo una seconda volta sul tagliere infarinato.

➌ stringete il rotolino fino a formare una palla e avvolgetela in un foglio di pellicola precedentemente infarinato. Fate riposare l’impasto in frigorifero per un periodo di tempo compreso tra i 15 e i 40 minuti.

Page 54: Rivista PRÈMIATY Marzo Aprile 2012

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1a ricetta: lasagne classiche al ragù 2a ricetta: lasagne vegetariane

➊ tirate la pasta sottile e ricavate dei quadrati di 10x10 cm.

➊ Mondate e tagliate le verdure a fette (salate le melanzane e fatele spurgare per circa 1 ora) e grigliatele su una piastra rigata. Mescolate la ricotta e la besciamella e unite il basilico.

➍ Disponetene uno strato in una pirofila imburrata e condite con il ragù, la besciamella e il parmigiano.

➍ Completate con una spolverizzata di montasio grattugiato e con un filo d’olio all’aglio. Ripetete l’operazione e terminate con uno strato di pasta.

➋ scottate le lasagne ottenute in acqua bollente salata.

➋ Distribuite uno strato di besciamella e ricotta sul fondo di una pirofila e disponetevi sopra il primo strato di pasta. Ricoprite con un altro strato di composto al formaggio.

➎ Fate 3 stati di condimento e terminate con abbondante parmigiano.

➎ Ricoprite l’ultimo strato di pasta con la besciamella rimasta e decorate con qualche pomodorino ciliegia tagliato in due parti.

lasagne... di mare

Potete preparare un ragù di mare saltando in padella con olio e scalogno tritato per pochi minuti 300 g di filetti di branzino e 20 gamberi sgusciati; sfumate con poco vino bianco e unite a fine cottura 50 g di cozze e vongole cotte e sgusciate. Componete le lasagne alternando il sugo di pesce a strati di besciamella.

➌ scolatele dopo 2 minuti di cottura e asciugatele su un canovaccio.

➌ Distribuite sul formaggio le verdure precedentemente tagliate a losanghe e grigliate.

➏ Infornate a 180°C per 20 minuti, sfornate e servite.

➏ Cuocete in forno a 200°C per circa 20 minuti e completate a piacere con foglie di basilico fritte.

scuola di cucina lasagne

Ingredienti • 200 g di lasagne secche • 500 g di besciamella liquida • 250 g di ricotta di pecora • 40 g di montasio • 1 melanzana • 2 zucchine • 1/2 peperone rosso • 1/2 peperone giallo • 100 g di pomodorini ciliegia• olio d’oliva extravergine all’aglio e rosmarino • basilico • sale e pepe

Ingredienti • 250 g di pasta fresca all’uovo • 600 ml di besciamella • 700 g di ragù di carne • 80 g di parmigiano • burro • sale

poTeTe sosTiTuire La ricoTTa con 200 g di formaggi freschi e a pasta filata misti (robiola, crescenza, mozzarella). per preparare l’olio all’aglio mettete in infusione in 1/2 litro d’olio 2-3 spicchi d’aglio sbucciati e 2 rametti di rosmarino; chiudete e lasciate insaporire per una settimana.

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1a ricetta: lasagne classiche al ragù 2a ricetta: lasagne vegetariane

➊ tirate la pasta sottile e ricavate dei quadrati di 10x10 cm.

➊ Mondate e tagliate le verdure a fette (salate le melanzane e fatele spurgare per circa 1 ora) e grigliatele su una piastra rigata. Mescolate la ricotta e la besciamella e unite il basilico.

➍ Disponetene uno strato in una pirofila imburrata e condite con il ragù, la besciamella e il parmigiano.

➍ Completate con una spolverizzata di montasio grattugiato e con un filo d’olio all’aglio. Ripetete l’operazione e terminate con uno strato di pasta.

➋ scottate le lasagne ottenute in acqua bollente salata.

➋ Distribuite uno strato di besciamella e ricotta sul fondo di una pirofila e disponetevi sopra il primo strato di pasta. Ricoprite con un altro strato di composto al formaggio.

➎ Fate 3 stati di condimento e terminate con abbondante parmigiano.

➎ Ricoprite l’ultimo strato di pasta con la besciamella rimasta e decorate con qualche pomodorino ciliegia tagliato in due parti.

lasagne... di mare

Potete preparare un ragù di mare saltando in padella con olio e scalogno tritato per pochi minuti 300 g di filetti di branzino e 20 gamberi sgusciati; sfumate con poco vino bianco e unite a fine cottura 50 g di cozze e vongole cotte e sgusciate. Componete le lasagne alternando il sugo di pesce a strati di besciamella.

➌ scolatele dopo 2 minuti di cottura e asciugatele su un canovaccio.

➌ Distribuite sul formaggio le verdure precedentemente tagliate a losanghe e grigliate.

➏ Infornate a 180°C per 20 minuti, sfornate e servite.

➏ Cuocete in forno a 200°C per circa 20 minuti e completate a piacere con foglie di basilico fritte.

scuola di cucina lasagne

Ingredienti • 200 g di lasagne secche • 500 g di besciamella liquida • 250 g di ricotta di pecora • 40 g di montasio • 1 melanzana • 2 zucchine • 1/2 peperone rosso • 1/2 peperone giallo • 100 g di pomodorini ciliegia• olio d’oliva extravergine all’aglio e rosmarino • basilico • sale e pepe

Ingredienti • 250 g di pasta fresca all’uovo • 600 ml di besciamella • 700 g di ragù di carne • 80 g di parmigiano • burro • sale

poTeTe sosTiTuire La ricoTTa con 200 g di formaggi freschi e a pasta filata misti (robiola, crescenza, mozzarella). per preparare l’olio all’aglio mettete in infusione in 1/2 litro d’olio 2-3 spicchi d’aglio sbucciati e 2 rametti di rosmarino; chiudete e lasciate insaporire per una settimana.

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il bello del cioccolatotrucchi e segreti per realizzare in casa decorazioni a prova di pasticcere di Francesca Badi

Chi non ha mai desiderato abbellire una torta o un dolce al cucchiaio con raffi-nate decorazioni al cioccolato? In queste

pagine troverete consigli, idee e spunti creativi per sperimentare in cucina le vostre doti artisti-che. Iniziamo dalle tecniche di base fondamen-tali, prima fra tutte il temperaggio, una lavora-zione cui bisogna sottoporre il cioccolato prima di utilizzarlo per decori o per realizzare ciocco-latini per non rischiare di ottenere un prodotto finito non uniforme nell’aspetto.

3° metodo: temperaggio per inseminazione

Grattugiate 2/3 di cioccolato e sciogliete la parte restante al microonde a 50°C. unite il cioccolato sciolto a quello grattugiato e mescolateli. Il composto finale dovrà avere una temperatura compresa tra i 30°C e i 32°C. Il cioccolato temperato ottenuto da questa lavorazione avrà la liquidità data dal cioccolato fuso e la lucentezza data da quello grattugiato. Se la temperatura ambiente fosse molto alta lasciate il cioccolato in frigorifero a indurirsi prima di grattugiarlo.

scuola di cucina decorazioni di cioccolato

le temperature del temperaggio

Le temperature di utilizzo ideali dei diversi tipi di cioccolato in tempera: cioccolato fondente: 31°c; cioccolato al latte: 29°c; cioccolato bianco: 28°c. oltrepassando queste temperature rischierete di portare il cioccolato “fuori tempera”, ovvero di far perdere al prodotto la caratteristica brillantezza e la densità che lo contraddistinguono; una volta cristallizzato, il cioccolato avrà un aspetto biancastro. La quantità-base di cioccolato da usare è di 300 g.

1° metodo: temperaggio al microonde

➊ spezzettate il cioccolato finemente aiutandovi con un coltello.

➋ trasferitelo nel microonde e fate sciogliere a media potenza rimescolando (ogni 15 secondi) fino a quando il cioccolato sarà sciolto.

➌ Misurate la temperatura del cioccolato (max 33°C) prima di procedere all’utilizzo.

2° metodo: temperaggio su marmo

➊ sciogliete il cioccolato al microonde o a bagnomaria fino a una temperatura di 45-50°C.

➍ potete utilizzare anche unabase di acciaio per abbassare la temperatura di partenza fino a 27°C.

➋ trasferite 2/3 del cioccolato su un piano di marmo.

➎ Reinserite il cioccolato spatolato nel recipiente e rimiscelatelo al restante cioccolato fuso.

➌ spatolate il cioccolato fuso sul piano di marmo.

➏ Il composto finale dovrà avere una temperatura di 30-32°C.

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il bello del cioccolatotrucchi e segreti per realizzare in casa decorazioni a prova di pasticcere di Francesca Badi

Chi non ha mai desiderato abbellire una torta o un dolce al cucchiaio con raffi-nate decorazioni al cioccolato? In queste

pagine troverete consigli, idee e spunti creativi per sperimentare in cucina le vostre doti artisti-che. Iniziamo dalle tecniche di base fondamen-tali, prima fra tutte il temperaggio, una lavora-zione cui bisogna sottoporre il cioccolato prima di utilizzarlo per decori o per realizzare ciocco-latini per non rischiare di ottenere un prodotto finito non uniforme nell’aspetto.

3° metodo: temperaggio per inseminazione

Grattugiate 2/3 di cioccolato e sciogliete la parte restante al microonde a 50°C. unite il cioccolato sciolto a quello grattugiato e mescolateli. Il composto finale dovrà avere una temperatura compresa tra i 30°C e i 32°C. Il cioccolato temperato ottenuto da questa lavorazione avrà la liquidità data dal cioccolato fuso e la lucentezza data da quello grattugiato. Se la temperatura ambiente fosse molto alta lasciate il cioccolato in frigorifero a indurirsi prima di grattugiarlo.

scuola di cucina decorazioni di cioccolato

le temperature del temperaggio

Le temperature di utilizzo ideali dei diversi tipi di cioccolato in tempera: cioccolato fondente: 31°c; cioccolato al latte: 29°c; cioccolato bianco: 28°c. oltrepassando queste temperature rischierete di portare il cioccolato “fuori tempera”, ovvero di far perdere al prodotto la caratteristica brillantezza e la densità che lo contraddistinguono; una volta cristallizzato, il cioccolato avrà un aspetto biancastro. La quantità-base di cioccolato da usare è di 300 g.

1° metodo: temperaggio al microonde

➊ spezzettate il cioccolato finemente aiutandovi con un coltello.

➋ trasferitelo nel microonde e fate sciogliere a media potenza rimescolando (ogni 15 secondi) fino a quando il cioccolato sarà sciolto.

➌ Misurate la temperatura del cioccolato (max 33°C) prima di procedere all’utilizzo.

2° metodo: temperaggio su marmo

➊ sciogliete il cioccolato al microonde o a bagnomaria fino a una temperatura di 45-50°C.

➍ potete utilizzare anche unabase di acciaio per abbassare la temperatura di partenza fino a 27°C.

➋ trasferite 2/3 del cioccolato su un piano di marmo.

➎ Reinserite il cioccolato spatolato nel recipiente e rimiscelatelo al restante cioccolato fuso.

➌ spatolate il cioccolato fuso sul piano di marmo.

➏ Il composto finale dovrà avere una temperatura di 30-32°C.

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Decorazione con foglio di acetato + tampone effetto legnoIngredienti• 300 g di cioccolato fondente • 300 g di cioccolato bianco • 1 foglio di acetato • tampone effetto legno

decorazione con foglie

Potete utilizzare anche foglie vere (ben lavate) per realizzare questa decorazione: prelevate con un pennello una piccola quantità di cioccolato bianco temperato e stendetela sulle foglie. Lasciate cristallizzare il cioccolato sulle foglie. Dopo la cristallizzazione staccate con delicatezza la forma ottenuta.

scuola di cucina decorazioni di cioccolato

➊ Distribuite sul foglio di acetato uno strato sottile di cioccolato fondente temperato.

➍ stendetelo uniformemente con una spatola e fate cristallizzare nuovamente.

➋ stendetelo aiutandovi con il tampone effetto legno e fate cristallizzare.

➎ separate delicatamente il foglio di acetato dal cioccolato indurito.

➌ Versate uno strato di cioccolato bianco sul cioccolato fondente cristallizzato.

➏ Utilizzate il cioccolato variegato così ottenuto per decorare i vostri dessert spezzettandolo a piacere.

perché non provare con la carta da imballaggi?

Potete utilizzare anche oggetti di uso comune per ottenere le decorazioni. versate il cioccolato temperato sulla carta precedentemente lavata e spatolatelo fino a ottenere uno spessore di 1/2 cm. riponetelo in frigorifero. trascorso il tempo di raffreddamento, staccate delicatamente il cioccolato dal foglio di carta da imballaggi.

Decorazione con stampo in policarbonato

Decorazione con numeri & lettere

Ingredienti• 300 g di cioccolato fondente • stampo in policarbonato

Ingredienti• 300 g di cioccolato bianco • formine per biscotti

➊ Riempite un sac-à-poche con il cioccolato temperato e distribuitelo nelle cellette.

➊ stendete il cioccolato bianco temperato su un foglio di carta da forno, aiutandovi con una spatola, fino a uno spessore di 3-4 mm.

➋ sbattete lo stampo per livellare il cioccolato e fate cristallizzare.

➋ Fate cristallizzare il cioccolato e, aiutandovi con delle formine per biscotti, decorate il cioccolato indurito incidendovi tante lettere o numeri.

➌ sformate le tavolette di cioccolato ottenute capovolgendo lo stampo su un piano con un movimento deciso.

➌ staccate il cioccolato bianco cristallizzato dal foglio di carta da forno e ricavate le forme precedentemente incise.

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Decorazione con foglio di acetato + tampone effetto legnoIngredienti• 300 g di cioccolato fondente • 300 g di cioccolato bianco • 1 foglio di acetato • tampone effetto legno

decorazione con foglie

Potete utilizzare anche foglie vere (ben lavate) per realizzare questa decorazione: prelevate con un pennello una piccola quantità di cioccolato bianco temperato e stendetela sulle foglie. Lasciate cristallizzare il cioccolato sulle foglie. Dopo la cristallizzazione staccate con delicatezza la forma ottenuta.

scuola di cucina decorazioni di cioccolato

➊ Distribuite sul foglio di acetato uno strato sottile di cioccolato fondente temperato.

➍ stendetelo uniformemente con una spatola e fate cristallizzare nuovamente.

➋ stendetelo aiutandovi con il tampone effetto legno e fate cristallizzare.

➎ separate delicatamente il foglio di acetato dal cioccolato indurito.

➌ Versate uno strato di cioccolato bianco sul cioccolato fondente cristallizzato.

➏ Utilizzate il cioccolato variegato così ottenuto per decorare i vostri dessert spezzettandolo a piacere.

perché non provare con la carta da imballaggi?

Potete utilizzare anche oggetti di uso comune per ottenere le decorazioni. versate il cioccolato temperato sulla carta precedentemente lavata e spatolatelo fino a ottenere uno spessore di 1/2 cm. riponetelo in frigorifero. trascorso il tempo di raffreddamento, staccate delicatamente il cioccolato dal foglio di carta da imballaggi.

Decorazione con stampo in policarbonato

Decorazione con numeri & lettere

Ingredienti• 300 g di cioccolato fondente • stampo in policarbonato

Ingredienti• 300 g di cioccolato bianco • formine per biscotti

➊ Riempite un sac-à-poche con il cioccolato temperato e distribuitelo nelle cellette.

➊ stendete il cioccolato bianco temperato su un foglio di carta da forno, aiutandovi con una spatola, fino a uno spessore di 3-4 mm.

➋ sbattete lo stampo per livellare il cioccolato e fate cristallizzare.

➋ Fate cristallizzare il cioccolato e, aiutandovi con delle formine per biscotti, decorate il cioccolato indurito incidendovi tante lettere o numeri.

➌ sformate le tavolette di cioccolato ottenute capovolgendo lo stampo su un piano con un movimento deciso.

➌ staccate il cioccolato bianco cristallizzato dal foglio di carta da forno e ricavate le forme precedentemente incise.

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le uve vengono attaccate in pianta da una partico-lare muffa, la Botrytis Cinerea, che non solo non reca danno al vino, ma offre anche caratteristiche organolettiche uniche. La scelta della procedura di appassimento è naturalmente legata al clima del territorio. I grappoli vengono raccolti a perfetta maturazione e portati in appositi locali chiusi ma ben areati chiamati fruttai, disposti orizzontalmen-te su graticci di bambù o reti metalliche o appesi a strutture di legno o metallo. Per evitare il rista-gno di umidità nei fruttai, che potrebbe portare alla proliferazione di muffe dannose, oltre alla apertu-ra e chiusura delle finestre, è possibile avvalersi di impianti di ventilazione forzata o di deumificatori, come pure è pos-sibile creare le condizioni ambien-tali favorevoli alla formazione della muffa nobile (Botrytis Cinerea). I tempi di appassimento possono va-riare da vitigno a vitigno, in base all’andamento stagionale e al grado di concentra-zione zuccherina che si vuole ottenere, ma sono co-munque lunghi: in genere da dicembre a febbraio.Questa tecnica è sfruttata soprattutto nelle regioni del Nord e del Centro e consente di produrre i Re-cioto di Soave e Recioto della Valpolicella, i Vino Santo del Trentino e i Vin Santo Toscani, solo per citare i più noti, oltre a un numero sempre cre-scente di passiti di ogni regione, dalla Valle d’Aosta all’Umbria, con l’impiego di svariati vitigni, sempli-ci o aromatici, autoctono o internazionali.Nelle regioni del Sud, invece, dove il clima è più caldo, l’estate molto protratta e la maturazione del-

le uve fortemente anticipata, si lascia fare alla na-tura. Sarà il sole ad appassire rapidamente le uve raccolte e stese su stuoie o pietre vulcaniche e il suo calore contribuirà a conferire i tipici aromi floreali, di agrumi canditi e di macchia mediterranea tipici, solo per fare qualche esempio, della Malvasia delle Lipari o del Moscato Passito di Pantelleria.

la vinificazioneLe fasi di vinificazione dei vini passiti non sono dissimili da quelle degli altri vini con vinificazione in bianco, in rosso o in rosato, è solo richiesta una meticolosa attenzione perché la concentrazione

dei composti del mosto provoca anche una crescita dei rischi de-generativi. Il risultato qualitativo è legato all’abilità e alla sensibilità dell’enologo o del cantiniere. All’operazione di appassimento segue la torchiatura che può avve-

nire dopo sei settimane, a fine dicembre, a febbraio oppure nella settimana Santa (da cui il nome “Vin Santo” dato a diversi vini torchiati nella settimana di Pasqua). Comincia così un lungo periodo di fermen-tazione, in funzione della temperatura ambiente, che si fermerà quando il vino aggiungerà i 15° e i lieviti interromperanno spontaneamente la loro attività di trasformazione dello zucchero in alcol. Questa fase, più che in qualsiasi altro vino, dovrà essere moni-torata costantemente per evitare delle ossidazioni o fermentazioni acetiche. Dopo essere stato filtrato il vino inizia la sua lunga fase di affinamento che, per vini così ricchi e concentrati, si può protrarre per di-

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Intrigantinettari dorati

prodottI In LImItAtIssIme quAntItà I VInI pAssItI sono un orgogLIo deL nostro pAtrImonIo VItIVInIcoLo

di monica Nastrucci

da bere vini passiti

Morbidi, caldi, avvolgenti. In poche parole vini passiti. Perfetti per con-cludere un pasto importante, ideali per accompagnare momenti di relax condivisi con cari amici o da gode-

re in solitudine, grazie alla loro dolcezza seducono il palato anche di chi il vino lo beve solo occasio-nalmente. Come per le altre tipologie, il Belpaese, da Nord a Sud, ci regala un patrimonio che rende quasi imbarazzante la scelta. Da qui la necessità di

fare un po’ di chiarezza e dare quelle informazioni di base che preserveranno da spiacevoli errori.

dalla vigna alla cantinaCome suggerisce la parola, i passiti prevedono un appassimento delle uve o in pianta, sono le famo-se vendemmie tardive, o sugli appositi graticci con l’obiettivo di far salire la concentrazione degli zuc-cheri nell’acino, grazie alla disidratazione. A questi si aggiungono i prestigiosi muffati: in questo caso

Il Sauternes: oro liquido

È uno dei fiori all’occhiello della produzione francese e viene prodotto nella sottozona Graves, sotto bordeaux con uve sémillon in primis. la sua produzione richiede un gran lavoro, a partire dalla vendemmia che viene fatta rigorosamente a mano e selezionando solo i grappoli affetti da botrite. Generalmente soltanto da due o quattro annate per ogni decennio permettono di produrre un sauternes degno di tale nome. oltre che come vino da meditazione, è ottimo con foie gras e formaggi erborinati.

In un vino dolce il grado di acidità deve essere

proporzionato al suo grado di dolcezza per evitare di avvertire sensazioni di stucchevolezza al gusto

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le uve vengono attaccate in pianta da una partico-lare muffa, la Botrytis Cinerea, che non solo non reca danno al vino, ma offre anche caratteristiche organolettiche uniche. La scelta della procedura di appassimento è naturalmente legata al clima del territorio. I grappoli vengono raccolti a perfetta maturazione e portati in appositi locali chiusi ma ben areati chiamati fruttai, disposti orizzontalmen-te su graticci di bambù o reti metalliche o appesi a strutture di legno o metallo. Per evitare il rista-gno di umidità nei fruttai, che potrebbe portare alla proliferazione di muffe dannose, oltre alla apertu-ra e chiusura delle finestre, è possibile avvalersi di impianti di ventilazione forzata o di deumificatori, come pure è pos-sibile creare le condizioni ambien-tali favorevoli alla formazione della muffa nobile (Botrytis Cinerea). I tempi di appassimento possono va-riare da vitigno a vitigno, in base all’andamento stagionale e al grado di concentra-zione zuccherina che si vuole ottenere, ma sono co-munque lunghi: in genere da dicembre a febbraio.Questa tecnica è sfruttata soprattutto nelle regioni del Nord e del Centro e consente di produrre i Re-cioto di Soave e Recioto della Valpolicella, i Vino Santo del Trentino e i Vin Santo Toscani, solo per citare i più noti, oltre a un numero sempre cre-scente di passiti di ogni regione, dalla Valle d’Aosta all’Umbria, con l’impiego di svariati vitigni, sempli-ci o aromatici, autoctono o internazionali.Nelle regioni del Sud, invece, dove il clima è più caldo, l’estate molto protratta e la maturazione del-

le uve fortemente anticipata, si lascia fare alla na-tura. Sarà il sole ad appassire rapidamente le uve raccolte e stese su stuoie o pietre vulcaniche e il suo calore contribuirà a conferire i tipici aromi floreali, di agrumi canditi e di macchia mediterranea tipici, solo per fare qualche esempio, della Malvasia delle Lipari o del Moscato Passito di Pantelleria.

la vinificazioneLe fasi di vinificazione dei vini passiti non sono dissimili da quelle degli altri vini con vinificazione in bianco, in rosso o in rosato, è solo richiesta una meticolosa attenzione perché la concentrazione

dei composti del mosto provoca anche una crescita dei rischi de-generativi. Il risultato qualitativo è legato all’abilità e alla sensibilità dell’enologo o del cantiniere. All’operazione di appassimento segue la torchiatura che può avve-

nire dopo sei settimane, a fine dicembre, a febbraio oppure nella settimana Santa (da cui il nome “Vin Santo” dato a diversi vini torchiati nella settimana di Pasqua). Comincia così un lungo periodo di fermen-tazione, in funzione della temperatura ambiente, che si fermerà quando il vino aggiungerà i 15° e i lieviti interromperanno spontaneamente la loro attività di trasformazione dello zucchero in alcol. Questa fase, più che in qualsiasi altro vino, dovrà essere moni-torata costantemente per evitare delle ossidazioni o fermentazioni acetiche. Dopo essere stato filtrato il vino inizia la sua lunga fase di affinamento che, per vini così ricchi e concentrati, si può protrarre per di-

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Intrigantinettari dorati

prodottI In LImItAtIssIme quAntItà I VInI pAssItI sono un orgogLIo deL nostro pAtrImonIo VItIVInIcoLo

di monica Nastrucci

da bere vini passiti

Morbidi, caldi, avvolgenti. In poche parole vini passiti. Perfetti per con-cludere un pasto importante, ideali per accompagnare momenti di relax condivisi con cari amici o da gode-

re in solitudine, grazie alla loro dolcezza seducono il palato anche di chi il vino lo beve solo occasio-nalmente. Come per le altre tipologie, il Belpaese, da Nord a Sud, ci regala un patrimonio che rende quasi imbarazzante la scelta. Da qui la necessità di

fare un po’ di chiarezza e dare quelle informazioni di base che preserveranno da spiacevoli errori.

dalla vigna alla cantinaCome suggerisce la parola, i passiti prevedono un appassimento delle uve o in pianta, sono le famo-se vendemmie tardive, o sugli appositi graticci con l’obiettivo di far salire la concentrazione degli zuc-cheri nell’acino, grazie alla disidratazione. A questi si aggiungono i prestigiosi muffati: in questo caso

Il Sauternes: oro liquido

È uno dei fiori all’occhiello della produzione francese e viene prodotto nella sottozona Graves, sotto bordeaux con uve sémillon in primis. la sua produzione richiede un gran lavoro, a partire dalla vendemmia che viene fatta rigorosamente a mano e selezionando solo i grappoli affetti da botrite. Generalmente soltanto da due o quattro annate per ogni decennio permettono di produrre un sauternes degno di tale nome. oltre che come vino da meditazione, è ottimo con foie gras e formaggi erborinati.

In un vino dolce il grado di acidità deve essere

proporzionato al suo grado di dolcezza per evitare di avvertire sensazioni di stucchevolezza al gusto

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da bere vini passiti

versi anni, a volte più di 10. Una resa bassissima (da 100 kg di uva fresca si ottengono in genere 60 kg di uva appassita che daranno 25-30 litri di vino), una vinificazione piuttosto lenta, lunghi tempi di attesa per renderli pronti al consumo: ecco le ragioni del pregio e, ahime’, anche dei costi piuttosto elevati di una bottiglia di passito in genere commercializzato in bottiglie da 350 ml.

i passiti a tavola: la regola è l’elasticitàA parte alcuni criteri imprescindibili, in generale l’abbinamento cibo-vino è un ambito molto lega-to alla soggettività e formulare delle regole rigide è quasi impossibile. Considerazione quanto mai calzante per i vini passiti: secondo il principio della concordanza si dovrebbero abbinare solo a prepa-razioni dolci, in realtà le possibilità da sperimentare che sconfinano nel salato ci sono e anche di grande piacevolezza. Per le loro caratteristiche intrinseche di dolcezza e ricchezza di aromi prediligono cibi con una forte aromaticità e spiccata dolcezza, quindi i dolci con confetture, frutta secca, canditi e spezie, la pasticceria secca e i biscotti. Se invece consideriamo l’alcolicità, l’acidità (dei bianchi) o astringenza (dei rossi), riuscito è anche l’abbinamento con cibi salati

e strutturati, in particolare i formaggi ed erborinati. L’alcol e l’astringenza consentono, infatti, di miti-garne la succulenza, l’acidità la loro grassezza. Non è un caso che tra gli abbinamenti più apprezzati ab-biamo il Passito di Pantelleria con il gorgonzola o il Sagrantino di Montefalco Passito con il pecorino stagionato, senza scomodare i cugini d’Oltralpe per cui è un classico proporre il loro Sauternes con il roquefort. Proviene dalla Francia, ma è sempre più diffusa anche da noi, la scelta di proporli con foie gras. Ma ricordiamo anche il piacere di degustarli da soli in quei rari momenti di relax che la quotidia-nità ci concede: la loro ricchezza e complessità li fa bastare a se stessi.

come servirliCome i rossi e i bianchi, anche i passiti hanno il loro bicchiere: richiedono un calice di piccole dimensio-ni, perché dato il loro pregio ed elevato grado alco-lico se ne serve una quantità contenuta, dal corpo largo e dall’apertura stretta in modo da concentrare gli aromi. Passando alla temperatura, l’intervallo è piuttosto ampio, dai 10 ai 18 gradi, seguendo però alcune regole fondamentali: un vino dolce servito troppo caldo risulta stucchevole perché la percezio-ne della dolcezza è maggiore a temperature alte; se la temperatura, al contrario, è troppo bassa si pena-lizza la percezione degli aromi. Infine occorre considerare anche la temperatura della pietanza a cui viene abbinato: se il cibo è cal-do, il vino deve essere servito a una temperatura di 2-3 gradi superiore, in modo da evitare contrasti termici troppo pronunciati.

vini dolci dal nord

sono gli icewine (in Germania eiswein) o “vini di ghiaccio” così chiamati perché l’uva viene lasciata sulla pianta e raccolta in gennaio, quando i grappoli sono avvolti da un velo di ghiaccio, mentre l’acqua all’interno degli acini si è congelata. durante la pigiatura questa acqua si elimina, pertanto il mosto risulta particolarmente ricco di zuccheri e di sostanze estrattive. austria, Germania e canada sono i principali produttori di questi vini.

Da Nord a Sud, i passiti da provarePIemonTe • loazzolo doc: si tratta di un vino dolce passito rarissimo, vinificato e imbottigliato

esclusivamente da uve moscato bianco nel solo comune di loazzolo, tra il cuneese e l’alessandrino. da provare con pasticceria secca, torte e crostate alla frutta, dolci da forno.

• erbaluce di caluso Passito doc: viene prodotto nei comuni di caluso, ivrea e altridel canavese, nelle province di torino, biella e vercelli esclusivamente da uve erbaluce. da provare con baci di dama, canestrelli, torta alle nocciole, ma anche con formaggi erborinati.

LomBARDIA • moscato di scanzo doc: viene prodotto nel comune di scanzorosciate, in provincia

di bergamo dal vitigno moscato di scanzo. da provare con le fave dei morti e pasticceria secca e, per tradizione locale, con la polenta e osei dolce.

TRenTIno• trentino vino santo doc: viene prodotto nella valle dei laghi da uve nosiola vinificate

in purezza durante la settimana santa (da qui l’origine del nome). da provare con pasticceria secca, ma apprezzato anche come vino da meditazione.

VeneTo• recioto della valpolicella doc: è il fulcro della storia della valpolicella (vr). si ottiene

da uve locali, tra cui corvina e rondinella. da provare con formaggi stagionati e con il cioccolato.

• torcolato di breganze doc: viene prodotto nei comuni della provincia di vicenza,tra cui breganze dalla vinificazione delle uve vespaiola. il nome deriva dal metodo di appassimento che prevede che le uve siano “intorcolate”, ovvero attorcigliate a una cordicella e appese alle travi della soffitta. da provare con frittelle di mele, focaccia di pasqua, bussolà vicentino, ma anche con foie gras e formaggi stagionati come quello di fossa.

LIGURIA• cinque terre sciacchetrà Passito doc: viene prodotto nelle cinque terre con uve

bosco, albarola e vermentino. da provare con il pandolce genovese, altri dolci secchi regionali e anche formaggi stagionati.

emILIA RomAGnA• albana di romagna Passito docg: la zona di produzione coinvolge le province di

Forlì, ravenna e bologna, il vitigno è l’albana. da provare, oltre che con la pasticceria secca, con foie gras e formaggi erborinati e, soprattutto, con il formaggio di fossa.

ToSCAnA• vin santo del chianti classico doc: si produce in provincia di siena e Firenze da un uvaggio composto da uve

trebbiano toscano e malvasia bianca, e sangiovese nella tipologia occhio di pernice. da provare con cantucci, ricciarelli e panforte, ma anche come vino da meditazione.

UmBRIA• montefalco sagrantino Passito docg: viene prodotto in provincia di perugia da uve sagrantino. da provare

con pasticceria secca con frutta candita, nocciole, dolci al cioccolato e con la torta di formaggio pasquale.

SICILIA• malvasia delle lipari doc: la zona di produzione comprende l’arcipelago delle isole eolie o lipari, ma

particolarmente salina e stromboli, in provincia di messina. È uno dei vini più antichi della sicilia e si ottiene da uve malvasia di lipari in purezza. da provare con scorzette di arancia candite, dolci secchi alle mandorle, mostaccioli messinesi e cannoli.

• moscato Passito di Pantelleria doc: si produce solo sull’isola di pantelleria e solo con uve Zibibbo o moscatodi alessandria, coltivate dentro buche profonde scavate nel terreno vulcanico. da provare con la pasticceria siciliana o secca, biscottini e dolcetti al cioccolato, dolci speziati e con formaggi erborinati e piccanti.

SARDeGnA• malvasia di bosa doc: viene prodotto in alcuni comuni della provincia di nuoro, tra cui bosa, da uve malvasia

di bosa. da provare con tutta la pasticceria secca sarda (candealus, pardulas, turronis di miele e mandorle).

Intensità e ricchezza di aromi, un’elevata alcolicità, dolcezza,

morbidezza, una lunga persistenza gusto-olfattiva sono le caratteristiche

dei vini passiti. Quelli prodotti da uve bianche si distinguono per un’apprezzabile acidità; quelli da uve rosse per una

sostanziale astringenza

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da bere vini passiti

versi anni, a volte più di 10. Una resa bassissima (da 100 kg di uva fresca si ottengono in genere 60 kg di uva appassita che daranno 25-30 litri di vino), una vinificazione piuttosto lenta, lunghi tempi di attesa per renderli pronti al consumo: ecco le ragioni del pregio e, ahime’, anche dei costi piuttosto elevati di una bottiglia di passito in genere commercializzato in bottiglie da 350 ml.

i passiti a tavola: la regola è l’elasticitàA parte alcuni criteri imprescindibili, in generale l’abbinamento cibo-vino è un ambito molto lega-to alla soggettività e formulare delle regole rigide è quasi impossibile. Considerazione quanto mai calzante per i vini passiti: secondo il principio della concordanza si dovrebbero abbinare solo a prepa-razioni dolci, in realtà le possibilità da sperimentare che sconfinano nel salato ci sono e anche di grande piacevolezza. Per le loro caratteristiche intrinseche di dolcezza e ricchezza di aromi prediligono cibi con una forte aromaticità e spiccata dolcezza, quindi i dolci con confetture, frutta secca, canditi e spezie, la pasticceria secca e i biscotti. Se invece consideriamo l’alcolicità, l’acidità (dei bianchi) o astringenza (dei rossi), riuscito è anche l’abbinamento con cibi salati

e strutturati, in particolare i formaggi ed erborinati. L’alcol e l’astringenza consentono, infatti, di miti-garne la succulenza, l’acidità la loro grassezza. Non è un caso che tra gli abbinamenti più apprezzati ab-biamo il Passito di Pantelleria con il gorgonzola o il Sagrantino di Montefalco Passito con il pecorino stagionato, senza scomodare i cugini d’Oltralpe per cui è un classico proporre il loro Sauternes con il roquefort. Proviene dalla Francia, ma è sempre più diffusa anche da noi, la scelta di proporli con foie gras. Ma ricordiamo anche il piacere di degustarli da soli in quei rari momenti di relax che la quotidia-nità ci concede: la loro ricchezza e complessità li fa bastare a se stessi.

come servirliCome i rossi e i bianchi, anche i passiti hanno il loro bicchiere: richiedono un calice di piccole dimensio-ni, perché dato il loro pregio ed elevato grado alco-lico se ne serve una quantità contenuta, dal corpo largo e dall’apertura stretta in modo da concentrare gli aromi. Passando alla temperatura, l’intervallo è piuttosto ampio, dai 10 ai 18 gradi, seguendo però alcune regole fondamentali: un vino dolce servito troppo caldo risulta stucchevole perché la percezio-ne della dolcezza è maggiore a temperature alte; se la temperatura, al contrario, è troppo bassa si pena-lizza la percezione degli aromi. Infine occorre considerare anche la temperatura della pietanza a cui viene abbinato: se il cibo è cal-do, il vino deve essere servito a una temperatura di 2-3 gradi superiore, in modo da evitare contrasti termici troppo pronunciati.

vini dolci dal nord

sono gli icewine (in Germania eiswein) o “vini di ghiaccio” così chiamati perché l’uva viene lasciata sulla pianta e raccolta in gennaio, quando i grappoli sono avvolti da un velo di ghiaccio, mentre l’acqua all’interno degli acini si è congelata. durante la pigiatura questa acqua si elimina, pertanto il mosto risulta particolarmente ricco di zuccheri e di sostanze estrattive. austria, Germania e canada sono i principali produttori di questi vini.

Da Nord a Sud, i passiti da provarePIemonTe • loazzolo doc: si tratta di un vino dolce passito rarissimo, vinificato e imbottigliato

esclusivamente da uve moscato bianco nel solo comune di loazzolo, tra il cuneese e l’alessandrino. da provare con pasticceria secca, torte e crostate alla frutta, dolci da forno.

• erbaluce di caluso Passito doc: viene prodotto nei comuni di caluso, ivrea e altridel canavese, nelle province di torino, biella e vercelli esclusivamente da uve erbaluce. da provare con baci di dama, canestrelli, torta alle nocciole, ma anche con formaggi erborinati.

LomBARDIA • moscato di scanzo doc: viene prodotto nel comune di scanzorosciate, in provincia

di bergamo dal vitigno moscato di scanzo. da provare con le fave dei morti e pasticceria secca e, per tradizione locale, con la polenta e osei dolce.

TRenTIno• trentino vino santo doc: viene prodotto nella valle dei laghi da uve nosiola vinificate

in purezza durante la settimana santa (da qui l’origine del nome). da provare con pasticceria secca, ma apprezzato anche come vino da meditazione.

VeneTo• recioto della valpolicella doc: è il fulcro della storia della valpolicella (vr). si ottiene

da uve locali, tra cui corvina e rondinella. da provare con formaggi stagionati e con il cioccolato.

• torcolato di breganze doc: viene prodotto nei comuni della provincia di vicenza,tra cui breganze dalla vinificazione delle uve vespaiola. il nome deriva dal metodo di appassimento che prevede che le uve siano “intorcolate”, ovvero attorcigliate a una cordicella e appese alle travi della soffitta. da provare con frittelle di mele, focaccia di pasqua, bussolà vicentino, ma anche con foie gras e formaggi stagionati come quello di fossa.

LIGURIA• cinque terre sciacchetrà Passito doc: viene prodotto nelle cinque terre con uve

bosco, albarola e vermentino. da provare con il pandolce genovese, altri dolci secchi regionali e anche formaggi stagionati.

emILIA RomAGnA• albana di romagna Passito docg: la zona di produzione coinvolge le province di

Forlì, ravenna e bologna, il vitigno è l’albana. da provare, oltre che con la pasticceria secca, con foie gras e formaggi erborinati e, soprattutto, con il formaggio di fossa.

ToSCAnA• vin santo del chianti classico doc: si produce in provincia di siena e Firenze da un uvaggio composto da uve

trebbiano toscano e malvasia bianca, e sangiovese nella tipologia occhio di pernice. da provare con cantucci, ricciarelli e panforte, ma anche come vino da meditazione.

UmBRIA• montefalco sagrantino Passito docg: viene prodotto in provincia di perugia da uve sagrantino. da provare

con pasticceria secca con frutta candita, nocciole, dolci al cioccolato e con la torta di formaggio pasquale.

SICILIA• malvasia delle lipari doc: la zona di produzione comprende l’arcipelago delle isole eolie o lipari, ma

particolarmente salina e stromboli, in provincia di messina. È uno dei vini più antichi della sicilia e si ottiene da uve malvasia di lipari in purezza. da provare con scorzette di arancia candite, dolci secchi alle mandorle, mostaccioli messinesi e cannoli.

• moscato Passito di Pantelleria doc: si produce solo sull’isola di pantelleria e solo con uve Zibibbo o moscatodi alessandria, coltivate dentro buche profonde scavate nel terreno vulcanico. da provare con la pasticceria siciliana o secca, biscottini e dolcetti al cioccolato, dolci speziati e con formaggi erborinati e piccanti.

SARDeGnA• malvasia di bosa doc: viene prodotto in alcuni comuni della provincia di nuoro, tra cui bosa, da uve malvasia

di bosa. da provare con tutta la pasticceria secca sarda (candealus, pardulas, turronis di miele e mandorle).

Intensità e ricchezza di aromi, un’elevata alcolicità, dolcezza,

morbidezza, una lunga persistenza gusto-olfattiva sono le caratteristiche

dei vini passiti. Quelli prodotti da uve bianche si distinguono per un’apprezzabile acidità; quelli da uve rosse per una

sostanziale astringenza

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Elisirper una buona salute

pIAccIono A tuttI, bAmbInI e AduLtI, e non conoscono stAgIone, sono dIsponIbILI In tAntIssIme decLInAzIonI dI gusto,

sono goLosI e nutrIentI. pArLIAmo dI succhI e nettArI dI fruttAdi monica Nastrucci

da bere succhi di frutta

Sono un sano break quotidiano, le mamme li infilano negli zaini di scuola dei figli, c’è chi li sceglie come partner per una sana cola-zione. La frutta da bere piace e fa bene. Ci sono i succhi, semplici e concentrati, i netta-

ri, le spremute, denominazioni diverse per prodotti alla frutta effettivamente differenti sul piano nutrizionale. Cominciamo quindi col fare un po’ di chiarezza, indi-spensabile per un acquisto consapevole.

frutta e zuccheri, occhio alle percentualiSecondo la normativa italiana solo le bevande che con-tengono il 100% di frutta possono utilizzare il nome “succo” e possono prevedere opzionalmente l’aggiunta di zucchero che deve essere indicata in etichetta (non deve superare i 100 g/l); con il termine di nettare o “succo e polpa”, invece, si indica un liquido che contie-ne una percentuale di frutta dal 25% al 50%, a cui sono aggiunti acqua e zucchero (al massimo pari a un quinto del peso totale). Esistono poi le bevande alla frutta, che hanno un con-tenuto minimo di frutta del 12%, cui si aggiungono acqua, zuccheri, aromi e conservanti, e le bevande al gusto frutta, che hanno percentuali ancora inferiori al 12%, ma possono anche non contenerne affatto. Il gu-sto e il colore in questo caso sono ottenuti attraverso l’aggiunta di aromi e coloranti. Gusti e piacevolezza a parte, i più interessanti dal punto di vista nutrizionale sono succhi e nettari. I succhi si distinguono in freschi, che si trovano sul ban-co frigo e hanno la scadenza di circa un mese, e a lunga conservazione. Tra questi ultimi a lunga scadenza una categoria particolare è rappresentata dai succhi ottenu-ti da succo concentrato. Si tratta sempre di succhi al

Succhi fai da te

occorre scegliere frutta fresca ben matura, che va lavata e poi sbucciata. Quindi si fa bollire in un litro d’acqua con il succo di mezzo limone e si aggiunge lo zucchero (in quantità moderata). Quando la frutta è morbida, si lascia riposare, poi va frullata fino a ottenere una morbida crema. si distribuisce il succo nelle bottigliette, si chiudono ermeticamente e si fanno di nuovo bollire in acqua per un’altra mezz’ora. una volta raffreddate vanno conservate in frigorifero.

Dai più tradizionali ai più innovativi, in quanto a gusti c’è davvero l’imbarazzo della scelta. Se i succhi o nettari all’albicocca, alla pesca, all’arancia rimangono sempre in vetta alle preferenze, stanno riscuotendo ampio consenso anche gusti meno classici ma dall’alto valore nutrizionale e dai comprovati benefici sulla salute. Tra questi il succo di mirtillo che, oltre a essere molto gradevole, è ricchissimo di una speciale classe di antiossidanti, gli antociani, che aiutano a mantenere tonici i vasi sanguigni, rinforzando i capillari.

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Elisirper una buona salute

pIAccIono A tuttI, bAmbInI e AduLtI, e non conoscono stAgIone, sono dIsponIbILI In tAntIssIme decLInAzIonI dI gusto,

sono goLosI e nutrIentI. pArLIAmo dI succhI e nettArI dI fruttAdi monica Nastrucci

da bere succhi di frutta

Sono un sano break quotidiano, le mamme li infilano negli zaini di scuola dei figli, c’è chi li sceglie come partner per una sana cola-zione. La frutta da bere piace e fa bene. Ci sono i succhi, semplici e concentrati, i netta-

ri, le spremute, denominazioni diverse per prodotti alla frutta effettivamente differenti sul piano nutrizionale. Cominciamo quindi col fare un po’ di chiarezza, indi-spensabile per un acquisto consapevole.

frutta e zuccheri, occhio alle percentualiSecondo la normativa italiana solo le bevande che con-tengono il 100% di frutta possono utilizzare il nome “succo” e possono prevedere opzionalmente l’aggiunta di zucchero che deve essere indicata in etichetta (non deve superare i 100 g/l); con il termine di nettare o “succo e polpa”, invece, si indica un liquido che contie-ne una percentuale di frutta dal 25% al 50%, a cui sono aggiunti acqua e zucchero (al massimo pari a un quinto del peso totale). Esistono poi le bevande alla frutta, che hanno un con-tenuto minimo di frutta del 12%, cui si aggiungono acqua, zuccheri, aromi e conservanti, e le bevande al gusto frutta, che hanno percentuali ancora inferiori al 12%, ma possono anche non contenerne affatto. Il gu-sto e il colore in questo caso sono ottenuti attraverso l’aggiunta di aromi e coloranti. Gusti e piacevolezza a parte, i più interessanti dal punto di vista nutrizionale sono succhi e nettari. I succhi si distinguono in freschi, che si trovano sul ban-co frigo e hanno la scadenza di circa un mese, e a lunga conservazione. Tra questi ultimi a lunga scadenza una categoria particolare è rappresentata dai succhi ottenu-ti da succo concentrato. Si tratta sempre di succhi al

Succhi fai da te

occorre scegliere frutta fresca ben matura, che va lavata e poi sbucciata. Quindi si fa bollire in un litro d’acqua con il succo di mezzo limone e si aggiunge lo zucchero (in quantità moderata). Quando la frutta è morbida, si lascia riposare, poi va frullata fino a ottenere una morbida crema. si distribuisce il succo nelle bottigliette, si chiudono ermeticamente e si fanno di nuovo bollire in acqua per un’altra mezz’ora. una volta raffreddate vanno conservate in frigorifero.

Dai più tradizionali ai più innovativi, in quanto a gusti c’è davvero l’imbarazzo della scelta. Se i succhi o nettari all’albicocca, alla pesca, all’arancia rimangono sempre in vetta alle preferenze, stanno riscuotendo ampio consenso anche gusti meno classici ma dall’alto valore nutrizionale e dai comprovati benefici sulla salute. Tra questi il succo di mirtillo che, oltre a essere molto gradevole, è ricchissimo di una speciale classe di antiossidanti, gli antociani, che aiutano a mantenere tonici i vasi sanguigni, rinforzando i capillari.

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100% di frutta, ma il processo produttivo prevede prima una concentrazione della frutta per evaporazione; successivamente il succo viene ricostituito aggiungendo aromi e acqua in quantità uguale a quella persa durante l’evaporazione. Queste componen-ti non compaiono nell’elenco degli ingre-dienti, ma sull’etichetta deve essere precisa-to “a base di succo concentrato”.

succhi di frutta al 100%, benefici come la frutta interaÈ quanto emerge da un recente studio condotto presso l’University of Califor-nia di Davis, negli USA, che ha analiz-

da bere succhi di frutta

QuatrE-Quart aGli aGrumi E vaniGlia

• 250 g di farina bianca “00” • 250 g di zucchero• 130 g di olio di semi di mais • 3 uova• 130 ml di succo d’arancia • scorza di limone• 1 bustina di lievito

preparazione 10 minuti cottura 50 minutiesecuzione facile

Montate bene le uova con lo zucchero ottenendo un composto liscio e gonfio. Unite la farina setacciata, continuando a mescolare, l’olio, il succo d’arancia e la scorza del limone. amalgamate e solo alla fine aggiungere il lievito.

Versate l’impasto in uno stampo da plumcake foderato con carta da forno (o in una teglia imburrata e infarinata), e cuocete in forno a 160° per 45 minuti, quindi lasciate riposare a forno spento per 5 minuti. servite il dolce spolverizzando, a piacere, di zucchero a velo e decorando con fiori o bucce di agrumi.

le scelte giuste per bambiniPediatri e nutrizionisti sono concordi nel ritenere che far bere la frutta ai bambini fa bene perché nutre, sazia e non ingrassa, fornisce una fonte supplementare di vitamine, sali minerali e fibre ed è un’alternativa a quando fanno i capricci per mangiare la frutta fresca. L’importante però è saper cosa scegliere. In linea generale vanno preferiti i prodotti che riportano sull’etichetta “100% frutta” e che per legge non possono contenere conservanti, coloranti e aro-mi artificiali, e senza zuccheri aggiunti o comun-que con percentuali ridotte. L’assuefazione, infatti, a consumare in giovane età liquidi dolci può determinare una propensio-ne a scegliere in età adulta alimenti molto zuc-cherati, con i problemi ben noti che questo tipo di alimentazione comporta. In quanto ai gusti è meglio privilegiare agrumi e melagrana perché sono ricchi di vitamine C, aumentano le difese immunitarie e favoriscono l’eliminazione delle tossine; o i mix di frutta e ortaggi, per esempio arancia, carota e limone, che apportano fibre e mantengono attivo l’intestino dei bambini. Il consiglio è comunque quello di non abusare di questi alimenti che non possono rappresentare un sostitutivo all’acqua o alla frutta fresca. Non dimentichiamo, infatti, che subiscono un pro-cesso di pastorizzazione per evitare il fenomeno della fermentazione, che, in parte, diminuisce il contenuto di vitamine.

Impariamo a leggere le etichetteprendiamo l’etichetta di uno dei succhi più classici e consumati:

il succo d’arancia. la quantità di zucchero contenuta in 100 ml di succo in media è di 10-12 gr.solo in piccola parte deriva direttamente dalla frutta. Gli zuccheri dichiarati sono zuccheri di origine naturale, quali sciroppo di glucosio o fruttosio, ma anche zuccheri sintetici come l’aspartame.

contiene la vitamina c (e300) e la vitamina a, usati come antiossidanti. sono inoltre consentiti i seguenti additivi: l’acido malico (e296) e l’acido lattico (e270) come conservanti, l’acido citrico (e330) e i tartrati di potassio (e336), come antiossidanti e regolatori di acidità, il carbonato di calcio (e170) come colorante.

Sono inoltre ammesse l’anidride solforosa, utilizzata per stabilizzare il succo, e che deve essere indicata in etichetta solo

se la quantità supera i 10 mg per litro, e aromi per esaltare il succo.

per 4 persone

zato i succhi al 100% frutta e ha concluso che l’apporto di sostanze benefiche è quasi lo stesso di quello garantito dalla frutta intera. Gli autori spiegano che come frutta e vegetali assunti regolarmente hanno una funzione pro-tettiva, stesso discorso vale per il succhi al 100% che mantengono una serie di componenti bio-attivi, efficaci per una buona salute e per la pre-venzione di alcune malattie. Qualche esempio? I succhi di mela o d’uva sono preziosi per combattere problemi cogniti-vi legati all’età e stimolare la memoria, quello al mirtillo è efficace per la prevenzione delle infe-zioni urinarie, il succo di melograno invece ri-durrebbe il rischio di cancro alla prostata, men-tre quelli di arancia e pompelmo aiuterebbero a prevenire il tumore allo stomaco e ai polmoni. Inoltre l’assunzione di tutti i succhi al 100% è stata collegata a un aumento dell’attività antios-sidante nell’organismo.Insomma, oltre che per la loro bontà, ecco altre ragioni per non rinunciare ad avere in dispensa o in frigorifero una buona scelta di succhi.

i sUcchi in cUcinaOltre che essere impiegati per la preparazione di cocktail alcolici e analcolici, i succhi rientrano anche come ingredienti di ricette, in particolare dolci. Possono essere mescolati all’impasto e alle creme o semplicemente essere usati per bagnare pan di Spagna o savoiardi.Nota bene: nuove regole nelle etichettature più attente ai consumatori sono state approvate dal

Parlamento europeo e sono in attesa di essere adottate dal Consiglio perché entrino in vigore.

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100% di frutta, ma il processo produttivo prevede prima una concentrazione della frutta per evaporazione; successivamente il succo viene ricostituito aggiungendo aromi e acqua in quantità uguale a quella persa durante l’evaporazione. Queste componen-ti non compaiono nell’elenco degli ingre-dienti, ma sull’etichetta deve essere precisa-to “a base di succo concentrato”.

succhi di frutta al 100%, benefici come la frutta interaÈ quanto emerge da un recente studio condotto presso l’University of Califor-nia di Davis, negli USA, che ha analiz-

da bere succhi di frutta

QuatrE-Quart aGli aGrumi E vaniGlia

• 250 g di farina bianca “00” • 250 g di zucchero• 130 g di olio di semi di mais • 3 uova• 130 ml di succo d’arancia • scorza di limone• 1 bustina di lievito

preparazione 10 minuti cottura 50 minutiesecuzione facile

Montate bene le uova con lo zucchero ottenendo un composto liscio e gonfio. Unite la farina setacciata, continuando a mescolare, l’olio, il succo d’arancia e la scorza del limone. amalgamate e solo alla fine aggiungere il lievito.

Versate l’impasto in uno stampo da plumcake foderato con carta da forno (o in una teglia imburrata e infarinata), e cuocete in forno a 160° per 45 minuti, quindi lasciate riposare a forno spento per 5 minuti. servite il dolce spolverizzando, a piacere, di zucchero a velo e decorando con fiori o bucce di agrumi.

le scelte giuste per bambiniPediatri e nutrizionisti sono concordi nel ritenere che far bere la frutta ai bambini fa bene perché nutre, sazia e non ingrassa, fornisce una fonte supplementare di vitamine, sali minerali e fibre ed è un’alternativa a quando fanno i capricci per mangiare la frutta fresca. L’importante però è saper cosa scegliere. In linea generale vanno preferiti i prodotti che riportano sull’etichetta “100% frutta” e che per legge non possono contenere conservanti, coloranti e aro-mi artificiali, e senza zuccheri aggiunti o comun-que con percentuali ridotte. L’assuefazione, infatti, a consumare in giovane età liquidi dolci può determinare una propensio-ne a scegliere in età adulta alimenti molto zuc-cherati, con i problemi ben noti che questo tipo di alimentazione comporta. In quanto ai gusti è meglio privilegiare agrumi e melagrana perché sono ricchi di vitamine C, aumentano le difese immunitarie e favoriscono l’eliminazione delle tossine; o i mix di frutta e ortaggi, per esempio arancia, carota e limone, che apportano fibre e mantengono attivo l’intestino dei bambini. Il consiglio è comunque quello di non abusare di questi alimenti che non possono rappresentare un sostitutivo all’acqua o alla frutta fresca. Non dimentichiamo, infatti, che subiscono un pro-cesso di pastorizzazione per evitare il fenomeno della fermentazione, che, in parte, diminuisce il contenuto di vitamine.

Impariamo a leggere le etichetteprendiamo l’etichetta di uno dei succhi più classici e consumati:

il succo d’arancia. la quantità di zucchero contenuta in 100 ml di succo in media è di 10-12 gr.solo in piccola parte deriva direttamente dalla frutta. Gli zuccheri dichiarati sono zuccheri di origine naturale, quali sciroppo di glucosio o fruttosio, ma anche zuccheri sintetici come l’aspartame.

contiene la vitamina c (e300) e la vitamina a, usati come antiossidanti. sono inoltre consentiti i seguenti additivi: l’acido malico (e296) e l’acido lattico (e270) come conservanti, l’acido citrico (e330) e i tartrati di potassio (e336), come antiossidanti e regolatori di acidità, il carbonato di calcio (e170) come colorante.

Sono inoltre ammesse l’anidride solforosa, utilizzata per stabilizzare il succo, e che deve essere indicata in etichetta solo

se la quantità supera i 10 mg per litro, e aromi per esaltare il succo.

per 4 persone

zato i succhi al 100% frutta e ha concluso che l’apporto di sostanze benefiche è quasi lo stesso di quello garantito dalla frutta intera. Gli autori spiegano che come frutta e vegetali assunti regolarmente hanno una funzione pro-tettiva, stesso discorso vale per il succhi al 100% che mantengono una serie di componenti bio-attivi, efficaci per una buona salute e per la pre-venzione di alcune malattie. Qualche esempio? I succhi di mela o d’uva sono preziosi per combattere problemi cogniti-vi legati all’età e stimolare la memoria, quello al mirtillo è efficace per la prevenzione delle infe-zioni urinarie, il succo di melograno invece ri-durrebbe il rischio di cancro alla prostata, men-tre quelli di arancia e pompelmo aiuterebbero a prevenire il tumore allo stomaco e ai polmoni. Inoltre l’assunzione di tutti i succhi al 100% è stata collegata a un aumento dell’attività antios-sidante nell’organismo.Insomma, oltre che per la loro bontà, ecco altre ragioni per non rinunciare ad avere in dispensa o in frigorifero una buona scelta di succhi.

i sUcchi in cUcinaOltre che essere impiegati per la preparazione di cocktail alcolici e analcolici, i succhi rientrano anche come ingredienti di ricette, in particolare dolci. Possono essere mescolati all’impasto e alle creme o semplicemente essere usati per bagnare pan di Spagna o savoiardi.Nota bene: nuove regole nelle etichettature più attente ai consumatori sono state approvate dal

Parlamento europeo e sono in attesa di essere adottate dal Consiglio perché entrino in vigore.

Page 68: Rivista PRÈMIATY Marzo Aprile 2012

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Un itinerario tra ville, parchi e giardini, per vedere la città eterna con occhi nuovi e viverla non più da turisti ma da veri innamorati. Fuori dai soliti percorsi

e dagli scorci da cartolina, lungo strade solo nostre fatte di arte e naturadi Gilda Ciaruffoli

Pensando ai parchi di Roma il primo nome che salta alla mente è quello di Villa Borghese. Ed è naturale, perché, nonostante non sia il più esteso della

città, è certamente il più famoso, grazie soprat-tutto alla sua posizione decisamente centrale (dei 9 ingressi, i più utilizzati sono quelli di Trinità dei Monti e Piazza del Popolo). La generosa primavera romana invita a perdersi tra le stradine e il verde del suo giardino, i laghet-ti e le fontane, fino a raggiungere il Pincio, con il suo splendido panorama, e, all’estremo oppo-sto, il Bioparco. Da visitare la Galleria Borghese, interna alla Villa, che conserva opere d’arte dal XV al XVIII secolo; per i cinefili invece la Casa

del Cinema, con le sue mostre a tema e gli spet-tacoli all’aperto; il Silvano Toti Globe Theatre, ricostruzione del Globe Theatre di Shakespeare a Londra, consente infine di rendere omaggio al Bardo in un’atmosfera fuori dal tempo. Già da questi pochi cenni è chiaro dunque come un parco, una villa, a Roma si trasformino in centri di attività e cultura che non temono rivali, fosse anche solo per la magnificenza delle loca-tion… E allora, un’idea originale per visitare la città, fuori dai soliti percorsi turistici, è quella di far tappa in una, alcune, o tutte (avendo molto tempo a disposizione!) le sue ville, per conoscer-ne la storia e viverne le attività, da veri roma-ni. L’itinerario è ottimo anche per chi, arrivato

Il cuore verdedI roma

viaggio in italia roma

In alto: il tempio di Esculapio sito sull’isolotto artificiale del lago nel Giardino di Villa BorgheseSotto: uno scorcio del Roseto comunale, considerato uno dei giardini più belli al mondo

Come dentro a un film

Muoversi in auto o con i mezzi pubblici a Roma può non essere semplice; il mezzo più comodo per girare la città è certamente su due ruote. E se siete cresciuti con il mito romantico dell’amore tra Anna/Audrey Hepburn e Joe/Gregory Peck, la scelta della Vespa sembra quasi obbligata. Ripercorrere il celebre tragitto di “Vacanze romane”, rigorosamente in due, per le vie della capitale, sarà divertente e romantico. Tra le tappe principali: i Fori Imperiali, dai quali partire in direzione Bocca della Verità e, cercando di evitare contromano e polizia, arrivare a Fontana di Trevi, dalla quale muovere verso Piazza di Spagna dove, come Anna, mangiare un delizioso gelato, fino a raggiungere il 51 di Via Margutta, casa di Joe. Il tour si conclude sul Tevere, presso Castel Sant’Angelo, con un romantico bacio. Tra le tante realtà che propongono il tour guidato, segnaliamo www.happyrent.com, che consente l’utilizzo di veicoli d’epoca.

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Un itinerario tra ville, parchi e giardini, per vedere la città eterna con occhi nuovi e viverla non più da turisti ma da veri innamorati. Fuori dai soliti percorsi

e dagli scorci da cartolina, lungo strade solo nostre fatte di arte e naturadi Gilda Ciaruffoli

Pensando ai parchi di Roma il primo nome che salta alla mente è quello di Villa Borghese. Ed è naturale, perché, nonostante non sia il più esteso della

città, è certamente il più famoso, grazie soprat-tutto alla sua posizione decisamente centrale (dei 9 ingressi, i più utilizzati sono quelli di Trinità dei Monti e Piazza del Popolo). La generosa primavera romana invita a perdersi tra le stradine e il verde del suo giardino, i laghet-ti e le fontane, fino a raggiungere il Pincio, con il suo splendido panorama, e, all’estremo oppo-sto, il Bioparco. Da visitare la Galleria Borghese, interna alla Villa, che conserva opere d’arte dal XV al XVIII secolo; per i cinefili invece la Casa

del Cinema, con le sue mostre a tema e gli spet-tacoli all’aperto; il Silvano Toti Globe Theatre, ricostruzione del Globe Theatre di Shakespeare a Londra, consente infine di rendere omaggio al Bardo in un’atmosfera fuori dal tempo. Già da questi pochi cenni è chiaro dunque come un parco, una villa, a Roma si trasformino in centri di attività e cultura che non temono rivali, fosse anche solo per la magnificenza delle loca-tion… E allora, un’idea originale per visitare la città, fuori dai soliti percorsi turistici, è quella di far tappa in una, alcune, o tutte (avendo molto tempo a disposizione!) le sue ville, per conoscer-ne la storia e viverne le attività, da veri roma-ni. L’itinerario è ottimo anche per chi, arrivato

Il cuore verdedI roma

viaggio in italia roma

In alto: il tempio di Esculapio sito sull’isolotto artificiale del lago nel Giardino di Villa BorgheseSotto: uno scorcio del Roseto comunale, considerato uno dei giardini più belli al mondo

Come dentro a un film

Muoversi in auto o con i mezzi pubblici a Roma può non essere semplice; il mezzo più comodo per girare la città è certamente su due ruote. E se siete cresciuti con il mito romantico dell’amore tra Anna/Audrey Hepburn e Joe/Gregory Peck, la scelta della Vespa sembra quasi obbligata. Ripercorrere il celebre tragitto di “Vacanze romane”, rigorosamente in due, per le vie della capitale, sarà divertente e romantico. Tra le tappe principali: i Fori Imperiali, dai quali partire in direzione Bocca della Verità e, cercando di evitare contromano e polizia, arrivare a Fontana di Trevi, dalla quale muovere verso Piazza di Spagna dove, come Anna, mangiare un delizioso gelato, fino a raggiungere il 51 di Via Margutta, casa di Joe. Il tour si conclude sul Tevere, presso Castel Sant’Angelo, con un romantico bacio. Tra le tante realtà che propongono il tour guidato, segnaliamo www.happyrent.com, che consente l’utilizzo di veicoli d’epoca.

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nella capitale per celebrare la Settimana Santa, voglia ritagliarsi un momento di relax, e, in fin dei conti, per chiunque desideri allontanarsi dal caos che le belle giornate scatenano per le vie del centro.

Da Villa Carpegna al Belvedere del GianicoloSpostiamoci allora all’estremo ovest della capi-tale, oltre la Città del Vaticano, dove, immersa nel parco a cui dà il nome, sorge Villa Carpegna (viale di Valle Aurelia, 129). La dimora risale alla fine del Seicento e conserva nei suoi ambienti un notevole patrimonio stori-co-artistico, ancora poco conosciuto; il Casino nobile è sede della Fondazione La Quadriennale di Roma, istituzione per la promozione dell’arte contemporanea.

si aprono invece i cancelli del Roseto comunale che, per quanto relativamente piccolo, è definito da molti il più bello al mondo grazie alla ma-estosa cornice che, dai ruderi del Palatino sino all’osservatorio di Monte Mario, riassume secoli di storia. Diviso al suo interno tra un settore che racconta l’evoluzione della rosa, dall’antichità a oggi, e uno dedicato al Concorso Internazionale Premio Roma per le nuove varietà, il roseto sor-ge su un terreno anticamente adibito a Cimitero della Comunità Ebraica e omag-gia il luogo sacro con la struttura dei suoi viali, progettati a forma di Menorah, il candelabro sim-bolo dell’ebraismo, ben visibile dalla scalinata centrale. A est del Circo Massimo sorge Villa Celi-montana (via della Navicella), la cui struttura e il cui parco risalgono al ’500 e sono tra i me-glio tenuti: bisognerà però aspettare l’estate per assistere al Villa Celimontana Jazz Festival e ai tanti concerti che qui si svolgono sotto le stelle.

I parchi nel cuore di RomaMuoviamo dunque verso il colle del Quirinale e, salendo per via 4 Novembre, alziamo lo sguardo: dalle mura di un antico palazzo fanno capolino le fronde di rigogliosi alberi, i custodi del giardino

pensile, unico e inatteso, di Villa Aldobrandini. Poco frequentato e dall’emozionante vista sui tet-ti delle case del rione Monti, con la Vittoria alata del Vittoriano a pochi metri, il giardino è ricco di spunti interessanti anche per gli appassionati di botanica: a farsi notare tra gli altri un meraviglioso esemplare di Ginkgo biloba. Sempre restando nella zona calda del turismo ro-mano, in cima alla scalinata di Trinità dei Monti, in posizione defilata, troviamo Villa Medici, sede

dell’Accademia di Francia. Nella tranquillità dei giardini ri-nascimentali, punteggiati di fon-tane dall’acqua cristallina e dai grandi pini mediterranei, la ma-estosità dell’architettura di questo edificio testimonia le diverse in-

fluenze che ne fanno una sintesi della storia dell’ar-te italiana. E l’arte qui è proprio dappertutto, perché la Villa offre un programma ricco e vario di appuntamen-ti. Per i mesi di marzo e aprile, in particolare, sono previsti tra l’altro una mostra delle opere dell’ar-tista francese Jean-Marc Bustamante, e il festival di cinema Re/Visioni con la proiezione delle co-pie restaurate di film di Miloš Forman e Jacques Becker. Con Villa Torlonia, la più recente tra le ville nobiliari romane la cui edificazione è iniziata

Gli antichi edifici e il giardino circostante po-polato di sculture sono stati di recente aperti al pubblico grazie a un servizio di visite guidate (info: 06 9774531); tante inoltre le presentazioni di libri e le mostre qui organizzate. Poco distan-te si stende su un lenzuolo verde il più grande parco della città, quello di Villa Doria Pamphili, adagiata sul Gianicolo. L’edificio più antico, pre-cedente il XVII secolo, è la Villa Vecchia, oggi sede del Museo Comunale; il lato ovest del parco proietta invece nell’antica campagna romana, at-traversata da viali rosa di ciliegi. Il terreno della Villa ospita anche una necropo-li romana, visitabile su prenotazione (info: 06 39967800), e la Casa dei Teatri, un progetto de-dicato allo spettacolo dal vivo particolarmente attivo nella bella stagione; qui anche l’Immemo-riale Carmelo Bene, centro di raccolta e divulga-zione del lavoro del grande maestro. Poco distante, inevitabile (e romanticissimo al tramonto) il Belvedere del Gianicolo, con la sua passeggiata e la vista mozzafiato sulla città; con un aperitivo in mano divertitevi a riconoscere monumenti e basiliche dall’alto.

Il Roseto comunaleAltra sorprendente vista panoramica è quella che si gode dal Giardino degli Aranci, nome familiare del Parco Savello dovuto alle tante piante di aran-ce amare che contiene; siamo passati alla sponda opposta del Tevere, la destra, e il colle è l’Aventino. Qui la vera sorpresa la troviamo nel portone dell’adiacente Complesso dell’Ordine dei Cavalie-ri di Malta. Avvicinando l’occhio alla sua serratura infatti godremo di una vista incredibile: a stagliarsi davanti a noi e contro il cielo il solo Cupolone di San Pietro! Difficile da descrivere ma davvero en-tusiasmante da scoprire. Sul versante orientale del colle Aventino, presso l’area del Circo Massimo,

In alto: Villa Carpegna, il Casino nobileSotto: i Giardini di Villa Doria Pamphili

Le ville romane, anche solo per la magnificenza della location,con i loro parchi e giardini si trasformano in importanti centri di attività e cultura, da vivere e godere nella bella stagione

Tra Caravaggio e misteri

Le chiese romane custodiscono incredibili segreti. Artistici, prima di tutto, come le opere del Caravaggio, che, sebbene rare e difficili da vedere in mostra, sono qui in esposizione perenne. In particolare, nella chiesa di Santa Maria del Popolo (Conversione di San Paolo e Crocifissione di san Pietro), nella basilica di Sant’Agostino (in foto, Madonna dei Pellegrini) e in San Luigi dei Francesi (Martirio di San Matteo, San Matteo e l’angelo e Vocazione di san Matteo). Di tutt’altro registro i segreti custoditi dalla chiesa del Sacro Cuore del Suffragio e da Santa Maria della Concezione. Nel primo caso si tratta del Museo delle anime del Purgatorio, piccolissimo ma ricco di reperti dal fascino misterioso; nel secondo del Cimitero dei frati cappuccini, un inquietante percorso lungo una cripta-ossario che ha davvero dell’incredibile.

Dal Belvedere del Gianicolo si può godere di una vista mozzafiato sulla città e giocare a

riconoscere monumenti e basiliche dall’alto

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nella capitale per celebrare la Settimana Santa, voglia ritagliarsi un momento di relax, e, in fin dei conti, per chiunque desideri allontanarsi dal caos che le belle giornate scatenano per le vie del centro.

Da Villa Carpegna al Belvedere del GianicoloSpostiamoci allora all’estremo ovest della capi-tale, oltre la Città del Vaticano, dove, immersa nel parco a cui dà il nome, sorge Villa Carpegna (viale di Valle Aurelia, 129). La dimora risale alla fine del Seicento e conserva nei suoi ambienti un notevole patrimonio stori-co-artistico, ancora poco conosciuto; il Casino nobile è sede della Fondazione La Quadriennale di Roma, istituzione per la promozione dell’arte contemporanea.

si aprono invece i cancelli del Roseto comunale che, per quanto relativamente piccolo, è definito da molti il più bello al mondo grazie alla ma-estosa cornice che, dai ruderi del Palatino sino all’osservatorio di Monte Mario, riassume secoli di storia. Diviso al suo interno tra un settore che racconta l’evoluzione della rosa, dall’antichità a oggi, e uno dedicato al Concorso Internazionale Premio Roma per le nuove varietà, il roseto sor-ge su un terreno anticamente adibito a Cimitero della Comunità Ebraica e omag-gia il luogo sacro con la struttura dei suoi viali, progettati a forma di Menorah, il candelabro sim-bolo dell’ebraismo, ben visibile dalla scalinata centrale. A est del Circo Massimo sorge Villa Celi-montana (via della Navicella), la cui struttura e il cui parco risalgono al ’500 e sono tra i me-glio tenuti: bisognerà però aspettare l’estate per assistere al Villa Celimontana Jazz Festival e ai tanti concerti che qui si svolgono sotto le stelle.

I parchi nel cuore di RomaMuoviamo dunque verso il colle del Quirinale e, salendo per via 4 Novembre, alziamo lo sguardo: dalle mura di un antico palazzo fanno capolino le fronde di rigogliosi alberi, i custodi del giardino

pensile, unico e inatteso, di Villa Aldobrandini. Poco frequentato e dall’emozionante vista sui tet-ti delle case del rione Monti, con la Vittoria alata del Vittoriano a pochi metri, il giardino è ricco di spunti interessanti anche per gli appassionati di botanica: a farsi notare tra gli altri un meraviglioso esemplare di Ginkgo biloba. Sempre restando nella zona calda del turismo ro-mano, in cima alla scalinata di Trinità dei Monti, in posizione defilata, troviamo Villa Medici, sede

dell’Accademia di Francia. Nella tranquillità dei giardini ri-nascimentali, punteggiati di fon-tane dall’acqua cristallina e dai grandi pini mediterranei, la ma-estosità dell’architettura di questo edificio testimonia le diverse in-

fluenze che ne fanno una sintesi della storia dell’ar-te italiana. E l’arte qui è proprio dappertutto, perché la Villa offre un programma ricco e vario di appuntamen-ti. Per i mesi di marzo e aprile, in particolare, sono previsti tra l’altro una mostra delle opere dell’ar-tista francese Jean-Marc Bustamante, e il festival di cinema Re/Visioni con la proiezione delle co-pie restaurate di film di Miloš Forman e Jacques Becker. Con Villa Torlonia, la più recente tra le ville nobiliari romane la cui edificazione è iniziata

Gli antichi edifici e il giardino circostante po-polato di sculture sono stati di recente aperti al pubblico grazie a un servizio di visite guidate (info: 06 9774531); tante inoltre le presentazioni di libri e le mostre qui organizzate. Poco distan-te si stende su un lenzuolo verde il più grande parco della città, quello di Villa Doria Pamphili, adagiata sul Gianicolo. L’edificio più antico, pre-cedente il XVII secolo, è la Villa Vecchia, oggi sede del Museo Comunale; il lato ovest del parco proietta invece nell’antica campagna romana, at-traversata da viali rosa di ciliegi. Il terreno della Villa ospita anche una necropo-li romana, visitabile su prenotazione (info: 06 39967800), e la Casa dei Teatri, un progetto de-dicato allo spettacolo dal vivo particolarmente attivo nella bella stagione; qui anche l’Immemo-riale Carmelo Bene, centro di raccolta e divulga-zione del lavoro del grande maestro. Poco distante, inevitabile (e romanticissimo al tramonto) il Belvedere del Gianicolo, con la sua passeggiata e la vista mozzafiato sulla città; con un aperitivo in mano divertitevi a riconoscere monumenti e basiliche dall’alto.

Il Roseto comunaleAltra sorprendente vista panoramica è quella che si gode dal Giardino degli Aranci, nome familiare del Parco Savello dovuto alle tante piante di aran-ce amare che contiene; siamo passati alla sponda opposta del Tevere, la destra, e il colle è l’Aventino. Qui la vera sorpresa la troviamo nel portone dell’adiacente Complesso dell’Ordine dei Cavalie-ri di Malta. Avvicinando l’occhio alla sua serratura infatti godremo di una vista incredibile: a stagliarsi davanti a noi e contro il cielo il solo Cupolone di San Pietro! Difficile da descrivere ma davvero en-tusiasmante da scoprire. Sul versante orientale del colle Aventino, presso l’area del Circo Massimo,

In alto: Villa Carpegna, il Casino nobileSotto: i Giardini di Villa Doria Pamphili

Le ville romane, anche solo per la magnificenza della location,con i loro parchi e giardini si trasformano in importanti centri di attività e cultura, da vivere e godere nella bella stagione

Tra Caravaggio e misteri

Le chiese romane custodiscono incredibili segreti. Artistici, prima di tutto, come le opere del Caravaggio, che, sebbene rare e difficili da vedere in mostra, sono qui in esposizione perenne. In particolare, nella chiesa di Santa Maria del Popolo (Conversione di San Paolo e Crocifissione di san Pietro), nella basilica di Sant’Agostino (in foto, Madonna dei Pellegrini) e in San Luigi dei Francesi (Martirio di San Matteo, San Matteo e l’angelo e Vocazione di san Matteo). Di tutt’altro registro i segreti custoditi dalla chiesa del Sacro Cuore del Suffragio e da Santa Maria della Concezione. Nel primo caso si tratta del Museo delle anime del Purgatorio, piccolissimo ma ricco di reperti dal fascino misterioso; nel secondo del Cimitero dei frati cappuccini, un inquietante percorso lungo una cripta-ossario che ha davvero dell’incredibile.

Dal Belvedere del Gianicolo si può godere di una vista mozzafiato sulla città e giocare a

riconoscere monumenti e basiliche dall’alto

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• 320 g di bucatini • 120 g di guanciale• 1/2 kg di pomodori pelati • 1 cipolla piccola• 5 cucchiai di olio d’oliva extravergine• peperoncino piccante • sale

preparazione 10 minuti cottura 25 minutiesecuzione facile vino Cesanese di Affile

Eliminate i semi ai pomodori e frullateli. Tritate finemente la cipolla e fatela appassire nell’olio d’oliva

Bucatini all’amatricianaper 4 persone

extravergine a fuoco dolce. Unite il guanciale tagliato a dadini e lasciatelo rosolare per alcuni minuti.

Aggiungete in padella la salsa di pomodoro, salate e insaporite con il peperoncino. Cuocete finché il condimento risulterà sufficientemente denso e ristretto.

Cuocete i bucatini in abbondante acqua salata, scolateli al dente e versateli nel condimento. Insaporite a piacere con il pecorino grattugiato.

InfoRmazIonI utIlIDall’aeroporto leonardo da Vinci (www.adr.it/fiumicino)

•treno:- Leonardo Express diretto con arrivo alla stazione Termini- Linea FR1 Fara Sabina Fiumicino con fermate a Roma Tiburtina, Tuscolana, Ostiense, Trastevere•autobus: Autonoleggio Tirreno (www.autonoleggiotirreno.it), Cotral (www.cotralspa.it), Sit Bus Shuttle (www.sitbusshuttle.it), Terravision (www.terravision.eu)

Dall’aeroporto Roma Ciampino (www.adr.it/ciampino)•metro: collegamento tra la stazione ferroviaria di Ciampino e la stazione Termini (15 minuti).•autobus:Atral (www.atral-lazio.com), Cotral (www.cotralspa.it), Schiaffini (www.schiaffini.it), Sit Bus Shuttle (www.sitbusshuttle.it), Terravision (www.terravision.eu)

In taxi, tariffa fissa da e per l’aeroporto: 40 e da Fiumicino e 30 e da Roma-Ciampino.Carpooling: www.autostradecarpooling.it

DoVe manGIaRehttp://www.menudiroma.comhttp://www.ristorantidiroma.comhttp://www.romaexplorer.ithttp://www.DoveMangi.it (è la guida gastronomica fatta direttamente dai consumatori)

DoVe DoRmIRea poco prezzohttp://www.hoteldiscount.it/italia/roma.phpDalle suorehttp://www.turismo-celeste.it/vaticano/dormire_suore.htmlIn bed&breakfasthttp://www.bed-and-breakfast.it/In centro storicohttp://www.hotel-roma-centro.itIn campeggio o in appartamentohttp://www.turismoroma.it/dove-dormire

nel XIX secolo, ci spostiamo decisamente verso est. Il parco, raro esempio di giardino all’inglese in città, è costellato di edifici e arredi artistici. Oltre al museo del Casino Nobile (via Nomen-tana, 70), dedicato ai reperti rinvenuti in villa, da visitare l’originale Casina delle Civette con il suo stile tirolese e l’incredibile campionario di vetrate artistiche che, mai come altrove, docu-mentano la storia di quest’arte nei primi decenni del XX secolo. E ci fermiamo qui, ma potremmo proseguire a lungo. Perché parchi e giardini a Roma sboc-ciano a ogni angolo, e con loro arte, concerti e spettacoli. Ce ne sono di immensi, come Villa Ada, poco fuori le mura aureliane, cuore delle manifestazioni dell’estate romana, o dai risvol-ti inattesi, come Villa Glori (piazzale del parco della Rimembranza), con il suo intenso percor-so di arte contemporanea… e l’elenco potrebbe continuare ma, come detto, ci fermiamo qui. Perché di volti da mostrare, meno consueti, meno abusati, Roma ne ha ancora tanti, ed è bello scoprirli da soli per il piacere di guardare da una prospettiva nuova, solo nostra, la città che credevamo di conoscere, lasciandoci mera-vigliare ogni volta come fosse la prima.

Una sosta inattesa

“Qui giace uno il cui nome fu scritto sull’acqua” recita la lapide del poeta inglese John Keats. Nel 1821 le sue spoglie trovarono riposo nel Cimitero acattolico, presso la Piramide Cestia. E qui si trovano ancora oggi, accanto a quelle di illustri colleghi come Percy Shelley e, tra gli italiani, Antonio Gramsci e Dario Bellezza. Una meta d’obbligo quindi per chi voglia rendere omaggio ad alcune tra le più grandi menti e penne della storia. Ma non solo. Il Cimitero dei protestanti (o degli inglesi, o ancora, degli artisti e dei poeti) è un luogo ideale per una insolita sosta al riparo da traffico e caos. Qui, immersi nel verde di un delizioso giardino, è piacevole sedere per leggere un libro o anche solo godersi il sole circondati da amichevoli gattoni (i veri padroni di casa).

ric

ett

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a

Villa Medici, sede dell’Accademia di Francia a Roma

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• 320 g di bucatini • 120 g di guanciale• 1/2 kg di pomodori pelati • 1 cipolla piccola• 5 cucchiai di olio d’oliva extravergine• peperoncino piccante • sale

preparazione 10 minuti cottura 25 minutiesecuzione facile vino Cesanese di Affile

Eliminate i semi ai pomodori e frullateli. Tritate finemente la cipolla e fatela appassire nell’olio d’oliva

Bucatini all’amatricianaper 4 persone

extravergine a fuoco dolce. Unite il guanciale tagliato a dadini e lasciatelo rosolare per alcuni minuti.

Aggiungete in padella la salsa di pomodoro, salate e insaporite con il peperoncino. Cuocete finché il condimento risulterà sufficientemente denso e ristretto.

Cuocete i bucatini in abbondante acqua salata, scolateli al dente e versateli nel condimento. Insaporite a piacere con il pecorino grattugiato.

InfoRmazIonI utIlIDall’aeroporto leonardo da Vinci (www.adr.it/fiumicino)

•treno:- Leonardo Express diretto con arrivo alla stazione Termini- Linea FR1 Fara Sabina Fiumicino con fermate a Roma Tiburtina, Tuscolana, Ostiense, Trastevere•autobus: Autonoleggio Tirreno (www.autonoleggiotirreno.it), Cotral (www.cotralspa.it), Sit Bus Shuttle (www.sitbusshuttle.it), Terravision (www.terravision.eu)

Dall’aeroporto Roma Ciampino (www.adr.it/ciampino)•metro: collegamento tra la stazione ferroviaria di Ciampino e la stazione Termini (15 minuti).•autobus:Atral (www.atral-lazio.com), Cotral (www.cotralspa.it), Schiaffini (www.schiaffini.it), Sit Bus Shuttle (www.sitbusshuttle.it), Terravision (www.terravision.eu)

In taxi, tariffa fissa da e per l’aeroporto: 40 e da Fiumicino e 30 e da Roma-Ciampino.Carpooling: www.autostradecarpooling.it

DoVe manGIaRehttp://www.menudiroma.comhttp://www.ristorantidiroma.comhttp://www.romaexplorer.ithttp://www.DoveMangi.it (è la guida gastronomica fatta direttamente dai consumatori)

DoVe DoRmIRea poco prezzohttp://www.hoteldiscount.it/italia/roma.phpDalle suorehttp://www.turismo-celeste.it/vaticano/dormire_suore.htmlIn bed&breakfasthttp://www.bed-and-breakfast.it/In centro storicohttp://www.hotel-roma-centro.itIn campeggio o in appartamentohttp://www.turismoroma.it/dove-dormire

nel XIX secolo, ci spostiamo decisamente verso est. Il parco, raro esempio di giardino all’inglese in città, è costellato di edifici e arredi artistici. Oltre al museo del Casino Nobile (via Nomen-tana, 70), dedicato ai reperti rinvenuti in villa, da visitare l’originale Casina delle Civette con il suo stile tirolese e l’incredibile campionario di vetrate artistiche che, mai come altrove, docu-mentano la storia di quest’arte nei primi decenni del XX secolo. E ci fermiamo qui, ma potremmo proseguire a lungo. Perché parchi e giardini a Roma sboc-ciano a ogni angolo, e con loro arte, concerti e spettacoli. Ce ne sono di immensi, come Villa Ada, poco fuori le mura aureliane, cuore delle manifestazioni dell’estate romana, o dai risvol-ti inattesi, come Villa Glori (piazzale del parco della Rimembranza), con il suo intenso percor-so di arte contemporanea… e l’elenco potrebbe continuare ma, come detto, ci fermiamo qui. Perché di volti da mostrare, meno consueti, meno abusati, Roma ne ha ancora tanti, ed è bello scoprirli da soli per il piacere di guardare da una prospettiva nuova, solo nostra, la città che credevamo di conoscere, lasciandoci mera-vigliare ogni volta come fosse la prima.

Una sosta inattesa

“Qui giace uno il cui nome fu scritto sull’acqua” recita la lapide del poeta inglese John Keats. Nel 1821 le sue spoglie trovarono riposo nel Cimitero acattolico, presso la Piramide Cestia. E qui si trovano ancora oggi, accanto a quelle di illustri colleghi come Percy Shelley e, tra gli italiani, Antonio Gramsci e Dario Bellezza. Una meta d’obbligo quindi per chi voglia rendere omaggio ad alcune tra le più grandi menti e penne della storia. Ma non solo. Il Cimitero dei protestanti (o degli inglesi, o ancora, degli artisti e dei poeti) è un luogo ideale per una insolita sosta al riparo da traffico e caos. Qui, immersi nel verde di un delizioso giardino, è piacevole sedere per leggere un libro o anche solo godersi il sole circondati da amichevoli gattoni (i veri padroni di casa).

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Villa Medici, sede dell’Accademia di Francia a Roma

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per saperne di più

Abbacchio è un termine di origine laziale usato nell’Italia centrale per indicare l’agnello macellato ancora lattante (3-4 settimane). Oltre che in forno viene cucinato stufato: in questo caso viene tagliato a pezzi e rosolato con gli aromi. È una tipica ricetta pasquale.

• 8 carciofi romani • 1 limone• olio d’oliva extravergine • sale e pepe

preparazione 20 minuti cottura 20 minutiesecuzione facile vino Cerveteri Bianco

Con un coltello affilato tagliate il gambo dei carciofi e puliteli, eliminate le foglie esterne più dure esterne e la barba interna. Lasciate per alcuni minuti i carciofi ottenuti in acqua acidulata con succo di limone. Scolateli, asciugateli e aprite le foglie tenendoli per il gambo. Aggiustate di sale e pepe.

In una casseruola scaldate abbondante olio d’oliva e cuocetevi i carciofi coperti per circa 20 minuti a fuoco basso prima a testa in su e poi rivoltandoli al contrario. Alzate poi la fiamma e, a tegame scoperto, ultimate la doratura del carciofo, che dovrà risultare morbido al cuore e croccante all’esterno.

Scolateli dall’olio e asciugateli su carta assorbente; servite i carciofi alla giudia ben caldi.

• 320 g di bucatini • 120 g di pecorino romano grattugiato • sale e pepe

preparazione 5 minuti cottura 10 minutiesecuzione facile vino Colli Albani Bianco

Cuocete i bucatini in abbondante acqua salata, scolateli al dente lasciandoli umidi e conservando un mestolo della loro acqua di cottura.

Mettete la pasta in una zuppiera, cospargetela di pecorino grattugiato e aggiungete abbondante pepe macinato al momento.

Amalgamate gli ingredienti e, se la pasta dovesse risultare troppo asciutta, bagnatela con parte dell’acqua di cottura tenuta da parte. Servite ben caldo.

• 1 kg di puntarelle • 4 acciughe • 2 spicchi d’aglio• 1 cucchiaio d’aceto bianco • 2 cucchiai di olio d’oliva extravergine • sale e pepe

preparazione 15 minuti esecuzione facile vino Castelli Romani Bianco Secco

Pulite le puntarelle eliminando le parti più dure, lavatele bene sotto acqua fredda corrente e lasciatele immerse in una terrina con acqua per circa 30 minuti. Scolatele, asciugatele bene e versatele in un’insalatiera.

In un mortaio (o con un mixer) pestate bene le acciughe con gli spicchi d’aglio spellati. Unite qualche goccia d’aceto, un filo di olio d’oliva e mescolate fino a ottenere una salsa liscia e cremosa.

Aggiustate di sale e pepe e unite la salsina alle puntarelle mescolando per insaporirle bene. Lasciate riposare per circa 15 minuti prima di servire.

• 1 agnello da latte (circa 1 kg) • 2 rametti di rosmarino• 1 kg di patate novelle • burro • sale e pepe

preparazione 25 minuti cottura 60 minutiesecuzione facile vino Aglianico del Vulture

Lavate la carne, asciugatela e steccatela con pezzetti di rosmarino, quindi salatela, pepatela e mettetela in una teglia imburrata; distribuitevi attorno le patate già pelate, lavate e ben asciugate.

Cuocete l’abbacchio in forno a 180°C e durante la cottura mescolate di tanto in tanto le patate; voltate e rivoltate la carne affinché si colorisca perfettamente.

Servite l’abbacchio in un unico pezzo, contornandolo con le patate: tagliatelo direttamente in tavola davanti ai commensali.

carciOFi alla GiuDiaBucatini caciO E PEPE PuntarEllE cOn lE acciuGhEaBBacchiO arrOstOper 4 persone per 4 persone per 4 persone per 4 persone

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per saperne di più

Abbacchio è un termine di origine laziale usato nell’Italia centrale per indicare l’agnello macellato ancora lattante (3-4 settimane). Oltre che in forno viene cucinato stufato: in questo caso viene tagliato a pezzi e rosolato con gli aromi. È una tipica ricetta pasquale.

• 8 carciofi romani • 1 limone• olio d’oliva extravergine • sale e pepe

preparazione 20 minuti cottura 20 minutiesecuzione facile vino Cerveteri Bianco

Con un coltello affilato tagliate il gambo dei carciofi e puliteli, eliminate le foglie esterne più dure esterne e la barba interna. Lasciate per alcuni minuti i carciofi ottenuti in acqua acidulata con succo di limone. Scolateli, asciugateli e aprite le foglie tenendoli per il gambo. Aggiustate di sale e pepe.

In una casseruola scaldate abbondante olio d’oliva e cuocetevi i carciofi coperti per circa 20 minuti a fuoco basso prima a testa in su e poi rivoltandoli al contrario. Alzate poi la fiamma e, a tegame scoperto, ultimate la doratura del carciofo, che dovrà risultare morbido al cuore e croccante all’esterno.

Scolateli dall’olio e asciugateli su carta assorbente; servite i carciofi alla giudia ben caldi.

• 320 g di bucatini • 120 g di pecorino romano grattugiato • sale e pepe

preparazione 5 minuti cottura 10 minutiesecuzione facile vino Colli Albani Bianco

Cuocete i bucatini in abbondante acqua salata, scolateli al dente lasciandoli umidi e conservando un mestolo della loro acqua di cottura.

Mettete la pasta in una zuppiera, cospargetela di pecorino grattugiato e aggiungete abbondante pepe macinato al momento.

Amalgamate gli ingredienti e, se la pasta dovesse risultare troppo asciutta, bagnatela con parte dell’acqua di cottura tenuta da parte. Servite ben caldo.

• 1 kg di puntarelle • 4 acciughe • 2 spicchi d’aglio• 1 cucchiaio d’aceto bianco • 2 cucchiai di olio d’oliva extravergine • sale e pepe

preparazione 15 minuti esecuzione facile vino Castelli Romani Bianco Secco

Pulite le puntarelle eliminando le parti più dure, lavatele bene sotto acqua fredda corrente e lasciatele immerse in una terrina con acqua per circa 30 minuti. Scolatele, asciugatele bene e versatele in un’insalatiera.

In un mortaio (o con un mixer) pestate bene le acciughe con gli spicchi d’aglio spellati. Unite qualche goccia d’aceto, un filo di olio d’oliva e mescolate fino a ottenere una salsa liscia e cremosa.

Aggiustate di sale e pepe e unite la salsina alle puntarelle mescolando per insaporirle bene. Lasciate riposare per circa 15 minuti prima di servire.

• 1 agnello da latte (circa 1 kg) • 2 rametti di rosmarino• 1 kg di patate novelle • burro • sale e pepe

preparazione 25 minuti cottura 60 minutiesecuzione facile vino Aglianico del Vulture

Lavate la carne, asciugatela e steccatela con pezzetti di rosmarino, quindi salatela, pepatela e mettetela in una teglia imburrata; distribuitevi attorno le patate già pelate, lavate e ben asciugate.

Cuocete l’abbacchio in forno a 180°C e durante la cottura mescolate di tanto in tanto le patate; voltate e rivoltate la carne affinché si colorisca perfettamente.

Servite l’abbacchio in un unico pezzo, contornandolo con le patate: tagliatelo direttamente in tavola davanti ai commensali.

carciOFi alla GiuDiaBucatini caciO E PEPE PuntarEllE cOn lE acciuGhEaBBacchiO arrOstOper 4 persone per 4 persone per 4 persone per 4 persone

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Dominata dall’imponente castello, Praga è una miscela architettonica unica. ogni quartiere è un mondo a sé, e i primi caldi invitano a scoprirne i segreti

di Gilda Ciaruffoli

I l sole scintilla sui tetti rossi, le facciate degli eleganti palazzi sul lungofiume, le acque della Moldava. L’aria è decisamente fresca, vivace (e lo sarà fino a giugno). Il battello

si muove, il tour ha inizio. Sì, perché una delle prime cose da fare a Praga con l’arrivo della bel-la stagione è un’escursione lungo la Moldava, che attraversa la capitale ceca regalando una prospet-tiva unica sulle sue bellezze. L’imbarco all’altezza della casa danzante (raro esempio di architettu-ra contemporanea, a firma Frank Gehry), dà la giusta prospettiva: sulla destra Città Nuova (Nové Město), Città Vecchia (Staré Město) e Quartiere Ebraico, sulla sinistra il Piccolo Quartiere (Malá Strana) e il Castello, che su Praga veglia fin dal IX secolo. E di cose ne ha viste, perché nei secoli questa città ha conosciuto splendore e rovina, in-vasioni e rivolte, le cui tracce ne fanno oggi uno scrigno di arte e storia. Iniziamo dunque il nostro percorso dal Quartiere Ebraico. Dell’antico ghet-to restano pochi ma affascinanti simboli: il cimi-tero, fondato nel 1478, con le sue migliaia di lapidi accalcate, e le circostanti sinagoghe immerse in una calma irreale. Ricostruito nell’Ottocento il quartiere è piacevole da attraversare, con le sue palazzine liberty e, più raramente, cubiste. Se-guendo la Moldava verso sud si entra nel cuore di Praga, la Città Vecchia, la cui piazza già nell’XI

secolo era centro pulsante di attività e commerci. Gli edifici che vi si affacciano, e che ricamano il dedalo di stradine che la circondano, sono un cro-giuolo di stili diversi: Gotico, Barocco, Rococò e Liberty convivono qui con eccentrica armonia. A dominare la piazza, oltre ai tanti tavolini di bar e ristoranti, l’orologio astronomico, con un mecca-nismo che, dal 1490, ripropone a ogni ora il suo carosello di personaggi. Qui tra marzo e aprile si tengono i concerti della Festa Internazionale della Musica Bandistica di Praga; e ancora qui, e in piazza Venceslao, hanno luogo i mercatini di Pasqua, dove acquistare, oltre ai classici cristalli boemi e alle porcellane bianche e blu, le tradizio-nali uova dipinte a mano.

prIMaveraneLLa CIttà D’oro

viaggio nel mondo praga

A fianco e sotto: vista della città dominata dal Castello; sopra, uno scorcio dell’elegante quartiere al Castello

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Dominata dall’imponente castello, Praga è una miscela architettonica unica. ogni quartiere è un mondo a sé, e i primi caldi invitano a scoprirne i segreti

di Gilda Ciaruffoli

I l sole scintilla sui tetti rossi, le facciate degli eleganti palazzi sul lungofiume, le acque della Moldava. L’aria è decisamente fresca, vivace (e lo sarà fino a giugno). Il battello

si muove, il tour ha inizio. Sì, perché una delle prime cose da fare a Praga con l’arrivo della bel-la stagione è un’escursione lungo la Moldava, che attraversa la capitale ceca regalando una prospet-tiva unica sulle sue bellezze. L’imbarco all’altezza della casa danzante (raro esempio di architettu-ra contemporanea, a firma Frank Gehry), dà la giusta prospettiva: sulla destra Città Nuova (Nové Město), Città Vecchia (Staré Město) e Quartiere Ebraico, sulla sinistra il Piccolo Quartiere (Malá Strana) e il Castello, che su Praga veglia fin dal IX secolo. E di cose ne ha viste, perché nei secoli questa città ha conosciuto splendore e rovina, in-vasioni e rivolte, le cui tracce ne fanno oggi uno scrigno di arte e storia. Iniziamo dunque il nostro percorso dal Quartiere Ebraico. Dell’antico ghet-to restano pochi ma affascinanti simboli: il cimi-tero, fondato nel 1478, con le sue migliaia di lapidi accalcate, e le circostanti sinagoghe immerse in una calma irreale. Ricostruito nell’Ottocento il quartiere è piacevole da attraversare, con le sue palazzine liberty e, più raramente, cubiste. Se-guendo la Moldava verso sud si entra nel cuore di Praga, la Città Vecchia, la cui piazza già nell’XI

secolo era centro pulsante di attività e commerci. Gli edifici che vi si affacciano, e che ricamano il dedalo di stradine che la circondano, sono un cro-giuolo di stili diversi: Gotico, Barocco, Rococò e Liberty convivono qui con eccentrica armonia. A dominare la piazza, oltre ai tanti tavolini di bar e ristoranti, l’orologio astronomico, con un mecca-nismo che, dal 1490, ripropone a ogni ora il suo carosello di personaggi. Qui tra marzo e aprile si tengono i concerti della Festa Internazionale della Musica Bandistica di Praga; e ancora qui, e in piazza Venceslao, hanno luogo i mercatini di Pasqua, dove acquistare, oltre ai classici cristalli boemi e alle porcellane bianche e blu, le tradizio-nali uova dipinte a mano.

prIMaveraneLLa CIttà D’oro

viaggio nel mondo praga

A fianco e sotto: vista della città dominata dal Castello; sopra, uno scorcio dell’elegante quartiere al Castello

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Per sentirvi praghesi, immancabile una serata a teatro; in zona l’indirizzo è quello dell’Image Theatre, tempo del Teatro Nero: un’esperienza davvero magica. Con Piazza Venceslao entriamo nella Città Nuova, vasto quartiere completamen-te ricostruito a fine Ottocento e quindi di forte impronta Liberty, consigliato anche per gli aman-ti di locali alla moda e negozi di marca. Da visita-re il Museo Mucha, dedicato al celebre esponente ceco dell’Art Nouveau. È tempo di attraversare la Moldava, e per farlo è d’obbligo risalire fino al Ponte Carlo con le sue statue barocche stagliate contro il cielo. La sua costruzione fu commissio-nata dal re di Boemia e Sacro Romano Impera-tore Carlo IV ed ebbe inizio nel 1357. Si dice che dei tuorli d’uovo furono aggiunti alla calcina per rafforzarne la struttura. È il punto di ritrovo di pittori, artigiani e musicisti ed è sempre affollat-tissimo, soprattutto all’ora del tramonto quando regala uno spettacolo memorabile. Ad aprirsi sull’altra sponda il Piccolo Quartie-re. L’atmosfera qui cambia, è forse più rilassata e composta, grazie anche a un’architettura per la quale il tempo si è fermato a fine Settecento. Strette viuzze e rapide salite si aggrovigliano at-torno a fastosi edifici barocchi, chiese e giardini

informaZioni utili•l’aeroporto di Praga (www.prg.aero/en) si trova a circa 15 km dal centro della città.

•dall’italia voli diretti da: bari, milano/bergamo, milano/malpensa, napoli, pisa, rimini, roma/Fiumicino, venezia/marco polo, venezia/treviso.

•tra le principali compagnie aeree che effettuano la tratta diretta: air one (flyairone.com), alitalia - compagnia aerea italiana (www.alitalia.com), csa czech airlines (www.czechairlines.it/en), easyJet (www.easyjet.com), smartWings (www.smartwings.com), Wind Jet (www.volawindjet.it), Wizz air (wizzair.com).

•dall’aeroporto è possibile raggiungere il centro cittadino con l’autobus 119, e la stazione ferroviaria di Holešovice con l’airport express.

•la stazione centrale (Hlavní nádraží) è uno snodo ferroviario internazionale.

•trasporti pubblici: www.dpp.cz/entaxi: +420/222333222, +420/14014 – www.aaataxi.cz

dove mangiarehttp://www.zingarate.com/mangiare/repubblica-ceca/praga/http://www.viaggioineuropa.it/rep_ceca/praga/praga-mangiare.htmlhttp://www.praga.go.it/birrerie-caffe-ristoranti-praga.asp

dove dormirehttp://www.myczechrepublic.com/praga/http://www.prague.fm/it/alberghi/http://www.viaggioineuropa.it/rep_ceca/praga/praga-dove-dormire.htmlhttp://www.zingarate.com/dormire/repubblica-ceca/praga/http://www.appartamentiapraga.comhttp://www.a-praga.com/appartamentihttp://www.youresidence.cz

cosa acquistareartigianato originale o riproduzioni di pezzi antichi in cristallo di boemia o nella tipica porcellana bianca e blu; in cristallo anche gioielli e collane. Giocattoli di legno, in particolare marionette; tra queste la più tipica è la strega, con varie fattezze e formati. le coloratissime uova dipinte a mano.

TRUhLáR mARIoneTy ReVIewu luzického semináre 5, piccolo Quartiere www.marionety.comampia scelta di marionette in legno fatte a mano.

ART DeCoRATIFZárybničná, 43, città vecchia - www.artdecoratif.cz riproduzioni di gioielli e oggettistica art nouveau.

e inoltre per partire preparati e conoscere tutto su Praga consulta: http://www.praguewelcome.cz/it

In alto: la Moldava e il Ponte Carlo visti dal CastelloIn basso: l’Orologio Astronomico e la piazza della Città Vecchia

dalla misteriosa eleganza; l’Isola di Kampa e il suo parco sono una vera oasi di serenità. Salire al Castello è a questo punto una piacevole fatica. Sopravvissuto a incendi e invasioni, domi-na la città con la Cattedrale di San Vito, i con-venti, i santuari e i palazzi nobili, ricchi di gal-lerie d’arte e tesori, che lo circondano. Sede del Presidente della Repubblica, il Castello si impone su un quartiere di grande eleganza. Proprio per questo a farsi notare è una viuzza an-tica, tutta case basse e colorate: il Vicolo d’Oro, dove, tra le botteghe artigiane, al 22, visse Kaf-ka. Di meraviglioso qui c’è però soprattutto il pa-norama: una vista che abbraccia tutta la città, il fiume che la attraversa, il verde che la circonda, con il sole che la bagna trasformandola in una vera Città d’Oro. Un momento indimenticabile, che vale l’intero viaggio.

appuntamenti di primaveraNella capitale Ceca la bella stagione si apre uffi-cialmente con la Prague Half Marathon (31 mar-zo). Evento amato non solo dagli sportivi, è anche un’occasione per divertirsi con gli spettacoli degli artisti di strada che, per quanto non manchino mai di animare vie e piazze della città, si danno per quest’occasione un appuntamento speciale. Si parte e si arriva al Rudolfinum, che è anche casa-madre del celebre festival musicale Primavera di Praga (12 maggio-3 giugno), i cui concerti si ten-gono qui e in una serie di case, chiese e palazzi solitamente chiusi al pubblico. Tra le date da ricordare anche quella del 30 apri-le quando, nella notte, presso l’Isola di Kampa si svolge il tradizionale “rogo delle streghe”, una fe-sta di fine inverno rischiarata dalla luce dei falò. Altra giornata cara ai praghesi è quella del pri-mo maggio che qui non rappresenta solo la Festa dei Lavoratori ma anche quella degli innamorati che, la sera, usano radunarsi presso la statua del poeta Karel Hynek Mácha, nel parco di Petřín, e omaggiarla con fiori e promesse d’amore. Per gli amanti della letteratura invece, l’appunta-mento è dal 17 al 20 maggio con il Book World Prague 2012 presso l’Incheba Expo Praha (Areál Výstavište, 67).

praga a tavola

visitando praga vi sarà difficile resistere al richiamo di ristoranti, osterie e birrerie del centro storico. piatto forte del paese è senz’altro la carne: nelle vostre tappe gastronomiche non può mancare un assaggio del maiale servito arrosto e accompagnato da crauti, gnocchi di pasta lievitata o patate. prelibatezza di questa città è poi il prosciutto cotto di praga. lasciato in salamoia per 2 o 3 settimane, viene poi stagionato e affumicato a caldo nel legno di faggio, disossato e cotto. squisito è anche lo smazeny syr, ovvero il formaggio fritto. il dolce più diffuso è la crêpe con marmellata, cioccolato, fragole o gelato. ma non perdetevi un assaggio di un’altra tipicità: il trdlo. si tratta di una sorta di pane dolce che viene modellato in un lungo filoncino arrotolato intorno a una mattarello, cosparso di zucchero e cannella e poi cotto sul fuoco come se fosse uno spiedo. se volete concludere in bellezza il vostro pasto, eccovi accontentati: ordinate un bicchierino di slivovice (liquore alle prugne) o di becherovka (amaro alle erbe). ma vero e proprio mito di praga è la birra: piuttosto che un bel bicchiere di vino vi troverete a brindare con Pilsner, Budvar e Staropramen, generalmente servite in boccali da mezzo litro.

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Per sentirvi praghesi, immancabile una serata a teatro; in zona l’indirizzo è quello dell’Image Theatre, tempo del Teatro Nero: un’esperienza davvero magica. Con Piazza Venceslao entriamo nella Città Nuova, vasto quartiere completamen-te ricostruito a fine Ottocento e quindi di forte impronta Liberty, consigliato anche per gli aman-ti di locali alla moda e negozi di marca. Da visita-re il Museo Mucha, dedicato al celebre esponente ceco dell’Art Nouveau. È tempo di attraversare la Moldava, e per farlo è d’obbligo risalire fino al Ponte Carlo con le sue statue barocche stagliate contro il cielo. La sua costruzione fu commissio-nata dal re di Boemia e Sacro Romano Impera-tore Carlo IV ed ebbe inizio nel 1357. Si dice che dei tuorli d’uovo furono aggiunti alla calcina per rafforzarne la struttura. È il punto di ritrovo di pittori, artigiani e musicisti ed è sempre affollat-tissimo, soprattutto all’ora del tramonto quando regala uno spettacolo memorabile. Ad aprirsi sull’altra sponda il Piccolo Quartie-re. L’atmosfera qui cambia, è forse più rilassata e composta, grazie anche a un’architettura per la quale il tempo si è fermato a fine Settecento. Strette viuzze e rapide salite si aggrovigliano at-torno a fastosi edifici barocchi, chiese e giardini

informaZioni utili•l’aeroporto di Praga (www.prg.aero/en) si trova a circa 15 km dal centro della città.

•dall’italia voli diretti da: bari, milano/bergamo, milano/malpensa, napoli, pisa, rimini, roma/Fiumicino, venezia/marco polo, venezia/treviso.

•tra le principali compagnie aeree che effettuano la tratta diretta: air one (flyairone.com), alitalia - compagnia aerea italiana (www.alitalia.com), csa czech airlines (www.czechairlines.it/en), easyJet (www.easyjet.com), smartWings (www.smartwings.com), Wind Jet (www.volawindjet.it), Wizz air (wizzair.com).

•dall’aeroporto è possibile raggiungere il centro cittadino con l’autobus 119, e la stazione ferroviaria di Holešovice con l’airport express.

•la stazione centrale (Hlavní nádraží) è uno snodo ferroviario internazionale.

•trasporti pubblici: www.dpp.cz/entaxi: +420/222333222, +420/14014 – www.aaataxi.cz

dove mangiarehttp://www.zingarate.com/mangiare/repubblica-ceca/praga/http://www.viaggioineuropa.it/rep_ceca/praga/praga-mangiare.htmlhttp://www.praga.go.it/birrerie-caffe-ristoranti-praga.asp

dove dormirehttp://www.myczechrepublic.com/praga/http://www.prague.fm/it/alberghi/http://www.viaggioineuropa.it/rep_ceca/praga/praga-dove-dormire.htmlhttp://www.zingarate.com/dormire/repubblica-ceca/praga/http://www.appartamentiapraga.comhttp://www.a-praga.com/appartamentihttp://www.youresidence.cz

cosa acquistareartigianato originale o riproduzioni di pezzi antichi in cristallo di boemia o nella tipica porcellana bianca e blu; in cristallo anche gioielli e collane. Giocattoli di legno, in particolare marionette; tra queste la più tipica è la strega, con varie fattezze e formati. le coloratissime uova dipinte a mano.

TRUhLáR mARIoneTy ReVIewu luzického semináre 5, piccolo Quartiere www.marionety.comampia scelta di marionette in legno fatte a mano.

ART DeCoRATIFZárybničná, 43, città vecchia - www.artdecoratif.cz riproduzioni di gioielli e oggettistica art nouveau.

e inoltre per partire preparati e conoscere tutto su Praga consulta: http://www.praguewelcome.cz/it

In alto: la Moldava e il Ponte Carlo visti dal CastelloIn basso: l’Orologio Astronomico e la piazza della Città Vecchia

dalla misteriosa eleganza; l’Isola di Kampa e il suo parco sono una vera oasi di serenità. Salire al Castello è a questo punto una piacevole fatica. Sopravvissuto a incendi e invasioni, domi-na la città con la Cattedrale di San Vito, i con-venti, i santuari e i palazzi nobili, ricchi di gal-lerie d’arte e tesori, che lo circondano. Sede del Presidente della Repubblica, il Castello si impone su un quartiere di grande eleganza. Proprio per questo a farsi notare è una viuzza an-tica, tutta case basse e colorate: il Vicolo d’Oro, dove, tra le botteghe artigiane, al 22, visse Kaf-ka. Di meraviglioso qui c’è però soprattutto il pa-norama: una vista che abbraccia tutta la città, il fiume che la attraversa, il verde che la circonda, con il sole che la bagna trasformandola in una vera Città d’Oro. Un momento indimenticabile, che vale l’intero viaggio.

appuntamenti di primaveraNella capitale Ceca la bella stagione si apre uffi-cialmente con la Prague Half Marathon (31 mar-zo). Evento amato non solo dagli sportivi, è anche un’occasione per divertirsi con gli spettacoli degli artisti di strada che, per quanto non manchino mai di animare vie e piazze della città, si danno per quest’occasione un appuntamento speciale. Si parte e si arriva al Rudolfinum, che è anche casa-madre del celebre festival musicale Primavera di Praga (12 maggio-3 giugno), i cui concerti si ten-gono qui e in una serie di case, chiese e palazzi solitamente chiusi al pubblico. Tra le date da ricordare anche quella del 30 apri-le quando, nella notte, presso l’Isola di Kampa si svolge il tradizionale “rogo delle streghe”, una fe-sta di fine inverno rischiarata dalla luce dei falò. Altra giornata cara ai praghesi è quella del pri-mo maggio che qui non rappresenta solo la Festa dei Lavoratori ma anche quella degli innamorati che, la sera, usano radunarsi presso la statua del poeta Karel Hynek Mácha, nel parco di Petřín, e omaggiarla con fiori e promesse d’amore. Per gli amanti della letteratura invece, l’appunta-mento è dal 17 al 20 maggio con il Book World Prague 2012 presso l’Incheba Expo Praha (Areál Výstavište, 67).

praga a tavola

visitando praga vi sarà difficile resistere al richiamo di ristoranti, osterie e birrerie del centro storico. piatto forte del paese è senz’altro la carne: nelle vostre tappe gastronomiche non può mancare un assaggio del maiale servito arrosto e accompagnato da crauti, gnocchi di pasta lievitata o patate. prelibatezza di questa città è poi il prosciutto cotto di praga. lasciato in salamoia per 2 o 3 settimane, viene poi stagionato e affumicato a caldo nel legno di faggio, disossato e cotto. squisito è anche lo smazeny syr, ovvero il formaggio fritto. il dolce più diffuso è la crêpe con marmellata, cioccolato, fragole o gelato. ma non perdetevi un assaggio di un’altra tipicità: il trdlo. si tratta di una sorta di pane dolce che viene modellato in un lungo filoncino arrotolato intorno a una mattarello, cosparso di zucchero e cannella e poi cotto sul fuoco come se fosse uno spiedo. se volete concludere in bellezza il vostro pasto, eccovi accontentati: ordinate un bicchierino di slivovice (liquore alle prugne) o di becherovka (amaro alle erbe). ma vero e proprio mito di praga è la birra: piuttosto che un bel bicchiere di vino vi troverete a brindare con Pilsner, Budvar e Staropramen, generalmente servite in boccali da mezzo litro.

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fino all’anno di vita. Bisogna sempre tenere presente che lo svezzamento è una fase delicata dell’alimen-tazione, che può presentare delle difficoltà. È utile mantenere la calma e cercare di seguire, recuperare e consolidare le tradizioni e abitudini della dieta me-diterranea. L’obiettivo è di evitare gli eccessi alimen-tari e prevenire abitudini scorrette che, se instaurate precocemente, tendono a stabilirsi nelle età successi-ve (tracking alimentare).

quali regole seguire?La norma più comune da osservare consiste nel co-minciare a introdurre gradualmente i vari alimenti, iniziando con piccole dosi, sia per saggiare la tolle-ranza, sia per abituare il piccolo ai nuovi gusti, se-guendo mediamente un numero di 5 pasti, con un apporto energetico di circa 100-110 Kcal/Kg di peso corporeo, rappresentato per il 10-12% da proteine, il 40% da grassi e per il 48-50% da carboidrati.Inizialmente è facile che il bambino rifiuti i pasti sapidi. Si può procedere così a una prima sommi-nistrazione di pappe dolci (farine lattee o creme di cereali) e biscotti senza glutine né uovo; passando successivamente al consolidato pasto di brodo vege-tale, semolino, crema di riso o semolino di riso, olio extra vergine di oliva, liofilizzato od omogeneizzato di carne e omogeneizzato di frutta. La frutta è cer-tamente molto gradita: mela, pera e successivamente la banana sono alimenti ricchi di vitamine e fibre, utili per il metabolismo e le reazioni enzimatiche. All’inizio gli assaggi della frutta potranno essere offerti occasionalmente tra una poppata e l’altra, in forma di succo, poi grattugiando i frutti.Già al 5° mese possono essere assunte le creme di cereali come riso, mais, tapioca.Intorno al 6° mese si introducono le verdure, prima come brodo, poi come passati; i legumi (lentic-chie e fagioli) passati; il formaggino. In questa fase si possono introdurre alimenti contenenti il glutine, quindi tutti gli alimenti a base di grano. Al

Aspetti nutrizionali dello svezzamento

sI trAttA dI unA fAse deLIcAtA e fondAmentALe per IL bAmbIno, durAnte LA quALe È fondAmentALe consoLIdAre AbItudInI ALImentArI corrette

di Giada Gaetano - dietista, specialista in dietetica e nutrizione applicata

L o svezzamento è il passaggio graduale da una dieta a base esclusiva di latte a una dieta diversificata e completa, che com-prende inizialmente cibi semi-solidi e poi

solidi. L’introduzione di cibi solidi deve essere molto graduale perché l’apparato digestivo del bambino si adatti a scomporre gli alimenti. Lo svezzamento va iniziato non prima del 4° e non dopo il 6° mese di vita e si deve concludere all’anno. Dopo il 6° mese il latte materno e, in mancanza di esso, il latte di pro-seguimento, cessa di essere l’alimento esclusivo del

lattante, in quanto non consente di soddisfare tutte le necessità del bambino a livello di energia, proteine, vitamine e sali minerali (ferro e zinco).La pappa è il primo pasto sostitutivo del latte ed è una tappa fondamentale per la crescita dei piccoli. Può essere costituita da alimenti precotti, liofilizzati, omogeneizzati. Tutti possono essere diluiti con latte, acqua, brodo. L’importante è non aggiungere sale o zucchero. È fondamentale che il 50% dell’apporto nutrizionale totale del bambino continui a essere co-perto dal latte materno o da quello di proseguimento

mondo junior 0-12 svezzamento

durante l’allattamento il seno materno è il centro del piacere, del «bene». inoltre, elementi quali il calore dell’abbraccio e lo sguardo materno, insieme alla suzione stessa, generano sensazioni di serenità, appagamento. nello svezzamento si realizza un importante cambiamento psicologico, sia per il piccolo che per la madre, che riguarda la disponibilità di entrambi a operare una rinuncia e ad affrontare una separazione fisica e mentale. per il bambino piccolo l’attesa, cioè la momentanea privazione dell’oggetto capace di soddisfarlo, costituisce un’esperienza dolorosa ma, nello stesso tempo, necessaria al suo sviluppo psicologico. infatti l’attesa costringe il bambino a constatare che la propria soddisfazione dipende dalla presenza premurosa di un altro. il bambino capisce allora che la mamma “buona”, che dispensa amore e soddisfazione, è anche la mamma che può non esserci. dunque il nutrimento contiene una dimensione sociale attraverso la quale si può riconoscere, accettare o rifiutare l’altro. in questo senso l’atto del mangiare è espressione delle emozioni del bambino che si traducono in comportamenti positivi o negativi a seconda di quello che il piccolo vuole comunicare. per questo motivo il significato dello svezzamento non è solo introdurre nella dieta cibi diversi dal latte, ma significa aiutare il piccolo a conquistare un nuovo mondo. il vero problema dello svezzamento è preparare convenientemente il bambino a staccarsi un po’ per volta dalla madre. il nuovo cibo dovrebbe essere offerto come gioco, e non somministrato con la forza. dovrebbe contenere per il bambino dei motivi di interesse e suscitarne la curiosità. può diventare un ostacolo all’alimentazione l’intervento di figure diverse da quelle di accudimento, come i genitori, i nonni, gli zii, ecc. È importante seguire lo sviluppo alimentare del bambino con attenzione, attraverso l’osservazione, i tentativi, ma anche il rispetto e il sostegno del cambiamento.

Introdurre gradualmente i vari ingredienti, magari a piccole dosi,

è senz’altro la prima regola da seguire per uno svezzamento corretto

Svezzamento e psicologiadi elisa mazzola - psicologa psicoterapeuta

Page 81: Rivista PRÈMIATY Marzo Aprile 2012

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fino all’anno di vita. Bisogna sempre tenere presente che lo svezzamento è una fase delicata dell’alimen-tazione, che può presentare delle difficoltà. È utile mantenere la calma e cercare di seguire, recuperare e consolidare le tradizioni e abitudini della dieta me-diterranea. L’obiettivo è di evitare gli eccessi alimen-tari e prevenire abitudini scorrette che, se instaurate precocemente, tendono a stabilirsi nelle età successi-ve (tracking alimentare).

quali regole seguire?La norma più comune da osservare consiste nel co-minciare a introdurre gradualmente i vari alimenti, iniziando con piccole dosi, sia per saggiare la tolle-ranza, sia per abituare il piccolo ai nuovi gusti, se-guendo mediamente un numero di 5 pasti, con un apporto energetico di circa 100-110 Kcal/Kg di peso corporeo, rappresentato per il 10-12% da proteine, il 40% da grassi e per il 48-50% da carboidrati.Inizialmente è facile che il bambino rifiuti i pasti sapidi. Si può procedere così a una prima sommi-nistrazione di pappe dolci (farine lattee o creme di cereali) e biscotti senza glutine né uovo; passando successivamente al consolidato pasto di brodo vege-tale, semolino, crema di riso o semolino di riso, olio extra vergine di oliva, liofilizzato od omogeneizzato di carne e omogeneizzato di frutta. La frutta è cer-tamente molto gradita: mela, pera e successivamente la banana sono alimenti ricchi di vitamine e fibre, utili per il metabolismo e le reazioni enzimatiche. All’inizio gli assaggi della frutta potranno essere offerti occasionalmente tra una poppata e l’altra, in forma di succo, poi grattugiando i frutti.Già al 5° mese possono essere assunte le creme di cereali come riso, mais, tapioca.Intorno al 6° mese si introducono le verdure, prima come brodo, poi come passati; i legumi (lentic-chie e fagioli) passati; il formaggino. In questa fase si possono introdurre alimenti contenenti il glutine, quindi tutti gli alimenti a base di grano. Al

Aspetti nutrizionali dello svezzamento

sI trAttA dI unA fAse deLIcAtA e fondAmentALe per IL bAmbIno, durAnte LA quALe È fondAmentALe consoLIdAre AbItudInI ALImentArI corrette

di Giada Gaetano - dietista, specialista in dietetica e nutrizione applicata

L o svezzamento è il passaggio graduale da una dieta a base esclusiva di latte a una dieta diversificata e completa, che com-prende inizialmente cibi semi-solidi e poi

solidi. L’introduzione di cibi solidi deve essere molto graduale perché l’apparato digestivo del bambino si adatti a scomporre gli alimenti. Lo svezzamento va iniziato non prima del 4° e non dopo il 6° mese di vita e si deve concludere all’anno. Dopo il 6° mese il latte materno e, in mancanza di esso, il latte di pro-seguimento, cessa di essere l’alimento esclusivo del

lattante, in quanto non consente di soddisfare tutte le necessità del bambino a livello di energia, proteine, vitamine e sali minerali (ferro e zinco).La pappa è il primo pasto sostitutivo del latte ed è una tappa fondamentale per la crescita dei piccoli. Può essere costituita da alimenti precotti, liofilizzati, omogeneizzati. Tutti possono essere diluiti con latte, acqua, brodo. L’importante è non aggiungere sale o zucchero. È fondamentale che il 50% dell’apporto nutrizionale totale del bambino continui a essere co-perto dal latte materno o da quello di proseguimento

mondo junior 0-12 svezzamento

durante l’allattamento il seno materno è il centro del piacere, del «bene». inoltre, elementi quali il calore dell’abbraccio e lo sguardo materno, insieme alla suzione stessa, generano sensazioni di serenità, appagamento. nello svezzamento si realizza un importante cambiamento psicologico, sia per il piccolo che per la madre, che riguarda la disponibilità di entrambi a operare una rinuncia e ad affrontare una separazione fisica e mentale. per il bambino piccolo l’attesa, cioè la momentanea privazione dell’oggetto capace di soddisfarlo, costituisce un’esperienza dolorosa ma, nello stesso tempo, necessaria al suo sviluppo psicologico. infatti l’attesa costringe il bambino a constatare che la propria soddisfazione dipende dalla presenza premurosa di un altro. il bambino capisce allora che la mamma “buona”, che dispensa amore e soddisfazione, è anche la mamma che può non esserci. dunque il nutrimento contiene una dimensione sociale attraverso la quale si può riconoscere, accettare o rifiutare l’altro. in questo senso l’atto del mangiare è espressione delle emozioni del bambino che si traducono in comportamenti positivi o negativi a seconda di quello che il piccolo vuole comunicare. per questo motivo il significato dello svezzamento non è solo introdurre nella dieta cibi diversi dal latte, ma significa aiutare il piccolo a conquistare un nuovo mondo. il vero problema dello svezzamento è preparare convenientemente il bambino a staccarsi un po’ per volta dalla madre. il nuovo cibo dovrebbe essere offerto come gioco, e non somministrato con la forza. dovrebbe contenere per il bambino dei motivi di interesse e suscitarne la curiosità. può diventare un ostacolo all’alimentazione l’intervento di figure diverse da quelle di accudimento, come i genitori, i nonni, gli zii, ecc. È importante seguire lo sviluppo alimentare del bambino con attenzione, attraverso l’osservazione, i tentativi, ma anche il rispetto e il sostegno del cambiamento.

Introdurre gradualmente i vari ingredienti, magari a piccole dosi,

è senz’altro la prima regola da seguire per uno svezzamento corretto

Svezzamento e psicologiadi elisa mazzola - psicologa psicoterapeuta

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mondo junior 0-12 svezzamento

7° mese si introduce il pesce (trota, sogliola e nasel-lo), il tuorlo d’uovo, il prosciutto crudo magro e il formaggio.All’8° mese si introduce la ricotta.Per avere un’idea più chiara si può fare riferimento allo schema dei diversi alimenti in rapporto all’età. Durante lo svezzamento è bene usare i preparati industriali dell’alimentazione della prima infanzia, perché garantiscono una maggiore qualità igienica e nutrizionale rispetto alle preparazioni domestiche.Un corretto svezzamento è preventivo per patolo-gie quali le allergie, le intolleranze alimentari e le malattie cronico-degenerative dell’adulto. Per la prevenzione dello sviluppo di allergie, la strategia consigliata è usare cautela nella somministrazione di alcuni alimenti che possono essere più facilmente al-lergizzanti se non introdotti nella fascia d’età corret-ta: il latte vaccino, l’uovo (più l’albume del tuorlo), il pesce; fra le verdure: il pomodoro; fra le car-ni: il pollo; fra i cereali: il frumento; fra la frutta: fragole, kiwi e frutta secca. La somministrazio-

ne, per saggiare la tolleranza del bambino, andrà fatta con un alimento per volta, ben cotto e in quan-tità non troppo elevata.

come strutturare i pasti?Per una corretta alimentazione si consiglia di distri-buire l’assunzione di pasti in 5 momenti della giorna-ta. Nella fase iniziale dello svezzamento non bisogna tuttavia fissare schemi troppo rigidi, per numero, quantità e orario della somministrazione dei pasti, purché vengano soddisfatti i veri bisogni energetici e nutritivi. I fabbisogni nutritivi variano a seconda dell’età, del sesso, della conformazione fisica, della struttura e del livello di attività del bambino. La cosa importante è introdurre tanta energia quanta ne vie-ne consumata. I fabbisogni energetici sono indicati dai LARN (Livelli di Assunzione Raccomandati di Energia e Nutrienti) elaborati ed approvati dalle società scientifiche. In genere si inizia con 4 pasti a base di latte e una pappa per ridurre poi il latte ad una sola somministrazione e aggiungendo un’altra

pappa e degli spuntini. Dopo l’ottavo mese si può co-minciare a strutturare l’alimentazione del bambino in base a ritmi più simili a quelli dell’adulto: la frut-ta e lo yogurt potranno rappresentare uno spuntino di metà mattina o pomeriggio, i cibi solidi gradual-mente avranno sostituito le poppate giornaliere, a partire da quella centrale che cade intorno a mez-zogiorno. Per la pappa, inoltre, si potrà individuare un orario simile a quello del pranzo della famiglia e, quando il pranzo solido di mezzogiorno sarà ben acquisito, si potrà proporre anche il pasto serale. Naturalmente, con l’introduzione di pasti solidi, le poppate al seno subiranno ritmi diversi: quella del risveglio e l’ultima della giornata saranno le ultime a essere sostituite. A 12 mesi i pasti e gli spuntini del bimbo dovranno essere regolari e dovranno costitu-ire la corretta abitudine alimentare.

Per finire... vero o falso?il bambino può toccare il cibo con le mani?VERO, infatti nelle fasi iniziali dello svezzamento, questo è un modo per portare il cibo alla bocca, sco-prirne al tatto la consistenza e prendere confidenza con i nuovi alimenti. Attenzione: non deve diventare un gioco, né un’abitudine che si protragga a lungo.Se il bambino è svogliato deve essere distrat-to con giochi, favole o tv mentre mangia?FALSO, è preferibile che il bambino non si distragga per non diventare indifferente a ciò che ha nel piatto.Legumi e cereali possono sostituire la carne?VERO e FALSO, infatti i legumi sono ottime fonti di proteine ma poveri di aminoacidi solforati, di cui

sono invece ricchi i cereali. Gli alimenti di origine vegetale sono però privi di un micronutriente fonda-mentale, la vitamina B12, e non possono sostituire del tutto carni e derivati di origine animale.Se il bambino non vuole finire la pappa si deve insistere?FALSO, infatti insistere produce l’effetto contrario. Il bambino in buona salute è in genere in grado di autoregolarsi, eventualmente si consiglia un control-lo della crescita da parte del pediatra.Se il bambino rifiuta un piatto bisogna pre-parane subito un altro?FALSO, se il bambino fa i capricci non bisogna ac-contentarlo affinché non si abitui ad averla sempre vinta e a non sperimentare mai nuovi sapori. Atten-zione però a non intestardirsi sulle cose che vera-mente non gli piacciono, ma provare a preparare lo stesso alimento con una nuova ricetta. Se il piccolo non mangia (e la sua crescita è regolare) recupererà nei pasti successivi.il bambino può assaggiare il cibo dei grandi?VERO, assaggiare il cibo dei genitori è un modo per farlo sentire grande e fargli fare nuove esperienze, anche se è opportuno tenere presenti le indicazioni riguardo l’introduzione graduale degli alimenti du-rante lo svezzamento.

aLimenTi 1-2° mese Di sVezzamenTo

2-3° mese Di sVezzamenTo

3-5° mese Di sVezzamenTo

Dopo 1 anno Di eTà

latte e yoGurt Latte materno o di proseguimento Yogurt Latte di crescita

o vaccino

cereali Crema di riso, crema di mais e tapioca

Semolino di grano, creme multicereali, creme con cereali integrali, biscotti per l’infanzia

Pastina (piccolo formato), riso (chicco intero)

Pastina (formato più grande), pane

verdure Patata, carota, zucchina

Fagiolini, finocchi, zucca, spinaci, erbette Legumi (senza buccia) Pomodoro

carne Agnello, coniglio, pollo, vitello manzo, maiale Prosciutto

pescetrota, sogliola, salmone, merluzzo, nasello

uova tuorlo Albume

Frutta mela, pera, banana Prugna, ananas, albicocca, pesca Agrumi Frutti rossi (fragola,

lamponi, mirtilli), kiwi

FormaGGi Formaggi stagionati grattugiati

Formaggi freschi (crescenza, ricotta, caprino)

È importante rispettare un percorso che tenga conto del tempo trascorso. La tabella è però esemplificativa, in quanto lo svezzamento

può variare da bambino a bambino

esempi di dietabimbo di 6-7 mesi bimbo di 8 mesi bimbo di 1 anno

colazione Latte materno o di proseguimento + biscotto granularepranzo Pappa di brodo vegetale con crema di riso e carne di pollo omogeneizzata, banana omogeneizzatamerenda Lattecena Brodo vegetale con passato di verdure, crema di mais e tapioca e carne di coniglio omogeneizzata, mela omogeneizzata

colazione Latte materno o di proseguimento + biscotto granularepranzo Pastina al pomodoro con prosciutto omogeneizzato e grana grattugiato, frutta di stagione grattugiatamerenda Yogurt cena Pappa di pesce, frutta di stagione grattugiata

colazione Latte + biscotti o cerealipranzo Pastina con zucca e grana grattugiato, polpettine di uova e spinaci, frutta di stagionemerenda Yogurt o un frutto cena vellutata di legumi con pastina e grana grattugiato, frutta di stagione

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mondo junior 0-12 svezzamento

7° mese si introduce il pesce (trota, sogliola e nasel-lo), il tuorlo d’uovo, il prosciutto crudo magro e il formaggio.All’8° mese si introduce la ricotta.Per avere un’idea più chiara si può fare riferimento allo schema dei diversi alimenti in rapporto all’età. Durante lo svezzamento è bene usare i preparati industriali dell’alimentazione della prima infanzia, perché garantiscono una maggiore qualità igienica e nutrizionale rispetto alle preparazioni domestiche.Un corretto svezzamento è preventivo per patolo-gie quali le allergie, le intolleranze alimentari e le malattie cronico-degenerative dell’adulto. Per la prevenzione dello sviluppo di allergie, la strategia consigliata è usare cautela nella somministrazione di alcuni alimenti che possono essere più facilmente al-lergizzanti se non introdotti nella fascia d’età corret-ta: il latte vaccino, l’uovo (più l’albume del tuorlo), il pesce; fra le verdure: il pomodoro; fra le car-ni: il pollo; fra i cereali: il frumento; fra la frutta: fragole, kiwi e frutta secca. La somministrazio-

ne, per saggiare la tolleranza del bambino, andrà fatta con un alimento per volta, ben cotto e in quan-tità non troppo elevata.

come strutturare i pasti?Per una corretta alimentazione si consiglia di distri-buire l’assunzione di pasti in 5 momenti della giorna-ta. Nella fase iniziale dello svezzamento non bisogna tuttavia fissare schemi troppo rigidi, per numero, quantità e orario della somministrazione dei pasti, purché vengano soddisfatti i veri bisogni energetici e nutritivi. I fabbisogni nutritivi variano a seconda dell’età, del sesso, della conformazione fisica, della struttura e del livello di attività del bambino. La cosa importante è introdurre tanta energia quanta ne vie-ne consumata. I fabbisogni energetici sono indicati dai LARN (Livelli di Assunzione Raccomandati di Energia e Nutrienti) elaborati ed approvati dalle società scientifiche. In genere si inizia con 4 pasti a base di latte e una pappa per ridurre poi il latte ad una sola somministrazione e aggiungendo un’altra

pappa e degli spuntini. Dopo l’ottavo mese si può co-minciare a strutturare l’alimentazione del bambino in base a ritmi più simili a quelli dell’adulto: la frut-ta e lo yogurt potranno rappresentare uno spuntino di metà mattina o pomeriggio, i cibi solidi gradual-mente avranno sostituito le poppate giornaliere, a partire da quella centrale che cade intorno a mez-zogiorno. Per la pappa, inoltre, si potrà individuare un orario simile a quello del pranzo della famiglia e, quando il pranzo solido di mezzogiorno sarà ben acquisito, si potrà proporre anche il pasto serale. Naturalmente, con l’introduzione di pasti solidi, le poppate al seno subiranno ritmi diversi: quella del risveglio e l’ultima della giornata saranno le ultime a essere sostituite. A 12 mesi i pasti e gli spuntini del bimbo dovranno essere regolari e dovranno costitu-ire la corretta abitudine alimentare.

Per finire... vero o falso?il bambino può toccare il cibo con le mani?VERO, infatti nelle fasi iniziali dello svezzamento, questo è un modo per portare il cibo alla bocca, sco-prirne al tatto la consistenza e prendere confidenza con i nuovi alimenti. Attenzione: non deve diventare un gioco, né un’abitudine che si protragga a lungo.Se il bambino è svogliato deve essere distrat-to con giochi, favole o tv mentre mangia?FALSO, è preferibile che il bambino non si distragga per non diventare indifferente a ciò che ha nel piatto.Legumi e cereali possono sostituire la carne?VERO e FALSO, infatti i legumi sono ottime fonti di proteine ma poveri di aminoacidi solforati, di cui

sono invece ricchi i cereali. Gli alimenti di origine vegetale sono però privi di un micronutriente fonda-mentale, la vitamina B12, e non possono sostituire del tutto carni e derivati di origine animale.Se il bambino non vuole finire la pappa si deve insistere?FALSO, infatti insistere produce l’effetto contrario. Il bambino in buona salute è in genere in grado di autoregolarsi, eventualmente si consiglia un control-lo della crescita da parte del pediatra.Se il bambino rifiuta un piatto bisogna pre-parane subito un altro?FALSO, se il bambino fa i capricci non bisogna ac-contentarlo affinché non si abitui ad averla sempre vinta e a non sperimentare mai nuovi sapori. Atten-zione però a non intestardirsi sulle cose che vera-mente non gli piacciono, ma provare a preparare lo stesso alimento con una nuova ricetta. Se il piccolo non mangia (e la sua crescita è regolare) recupererà nei pasti successivi.il bambino può assaggiare il cibo dei grandi?VERO, assaggiare il cibo dei genitori è un modo per farlo sentire grande e fargli fare nuove esperienze, anche se è opportuno tenere presenti le indicazioni riguardo l’introduzione graduale degli alimenti du-rante lo svezzamento.

aLimenTi 1-2° mese Di sVezzamenTo

2-3° mese Di sVezzamenTo

3-5° mese Di sVezzamenTo

Dopo 1 anno Di eTà

latte e yoGurt Latte materno o di proseguimento Yogurt Latte di crescita

o vaccino

cereali Crema di riso, crema di mais e tapioca

Semolino di grano, creme multicereali, creme con cereali integrali, biscotti per l’infanzia

Pastina (piccolo formato), riso (chicco intero)

Pastina (formato più grande), pane

verdure Patata, carota, zucchina

Fagiolini, finocchi, zucca, spinaci, erbette Legumi (senza buccia) Pomodoro

carne Agnello, coniglio, pollo, vitello manzo, maiale Prosciutto

pescetrota, sogliola, salmone, merluzzo, nasello

uova tuorlo Albume

Frutta mela, pera, banana Prugna, ananas, albicocca, pesca Agrumi Frutti rossi (fragola,

lamponi, mirtilli), kiwi

FormaGGi Formaggi stagionati grattugiati

Formaggi freschi (crescenza, ricotta, caprino)

È importante rispettare un percorso che tenga conto del tempo trascorso. La tabella è però esemplificativa, in quanto lo svezzamento

può variare da bambino a bambino

esempi di dietabimbo di 6-7 mesi bimbo di 8 mesi bimbo di 1 anno

colazione Latte materno o di proseguimento + biscotto granularepranzo Pappa di brodo vegetale con crema di riso e carne di pollo omogeneizzata, banana omogeneizzatamerenda Lattecena Brodo vegetale con passato di verdure, crema di mais e tapioca e carne di coniglio omogeneizzata, mela omogeneizzata

colazione Latte materno o di proseguimento + biscotto granularepranzo Pastina al pomodoro con prosciutto omogeneizzato e grana grattugiato, frutta di stagione grattugiatamerenda Yogurt cena Pappa di pesce, frutta di stagione grattugiata

colazione Latte + biscotti o cerealipranzo Pastina con zucca e grana grattugiato, polpettine di uova e spinaci, frutta di stagionemerenda Yogurt o un frutto cena vellutata di legumi con pastina e grana grattugiato, frutta di stagione

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o Body Mass Index (BMI) in inglese: il valore si ot-tiene dividendo il peso in kg per la statura in me-tri elevata al quadrato (IMC²). In questo modo si ottiene un valore che può essere inserito in speci-fiche tabelle “percentili”: se il valore ottenuto si trova sotto la linea del 5° percentile il bambino è sottopeso; se si trova sopra il 5° e sotto l’85° percentile è normopeso; se tra l’85° e il 95° è so-vrappeso; se oltre il 95° percentile è obeso (potete scaricare le tabelle a questo indirizzo: www.cdc.gov/growthcharts).

i fattori responsabili dello sviluppo dell’obesità Alle radici di questa “epidemia” vi sono molte-plici fattori, il più importante dei quali è sicura-mente un bilancio energetico positivo protratto nel tempo, ovvero l’introduzione di un numero di calorie giornaliere maggiore di quelle consumate. In altre parole, alle scorrette abitudini alimentari si associa uno stile di vita seden-tario. A questi fattori ambientali si aggiungono poi famigliarità e predisposizione genetica.

1. Iperalimentazione e cattive abitudini alimentari A seguito dei grandi cambiamenti socioculturali avvenuti negli ultimi decenni, i consumi alimen-tari si sono sempre più rivolti a cibi di rapido uti-

lizzo, altamente calorici rispetto al loro peso e al loro volume, molto sapidi, generalmente ricchi in zuccheri semplici e grassi e poveri in fibre, fatti per essere consumati rapidamente e in qualsiasi momento della giornata: esattamente il contrario di quanto sarebbe raccomandato e ben rappresen-tato nella famosa piramide alimentare.

Nonostante bambini e genitori dimostrino una sempre crescente informazione sulle tematiche di educazione alimentare, soltanto l’1% dei bambini che vive nei Pae- si sviluppati adotta a tavola abi-tudini in linea con la composizio-ne ottimale della dieta suggerita

dall’Organizzazione Mondiale della Sanità. Ne sono un esempio lo scarso consumo di frutta e verdura, una dieta eccessivamente ricca di protei-ne (soprattutto di derivazione animale) e la prima colazione, un’abitudine ancora troppo spesso as-

Quando i bambinimangiano troppo

soVrAppeso e obesItà neI bAmbInI e negLI AdoLescentI sono probLemI dA rIconoscere e AffrontAre con LA gIustA soLuzIone

di Giorgio Gazzola - pediatra di famiglia e segretario provinciale Fimp (parma)

I n tutto il mondo occidentale la popolazione in sovrappeso oppure obesa è aumentata no-tevolmente negli ultimi decenni. Per quanto riguarda l’Europa, nell’European Health Report

2002 pubblicato dall’Ufficio Regionale Europeo dell’OMS, l’obesità è definita come “una vera e propria epidemia estesa a tutta la Regione Euro-pea”, dove “più della metà della popolazione adul-ta si trova al di sopra della soglia di sovrappeso e circa il 20-30% degli individui adulti è obeso”. Questa epidemia interessa notevolmente anche i bambini italiani, come dimostrano i dati raccolti recentemente in una indagine svolta sul territorio nazionale (Okkio alla Salute 2008-2010). Questi dati confermano livelli preoccupanti di ec-cesso ponderale: nella media nazionale il 22,9% dei bambini misurati è risultato in sovrappeso e l’11,1% in condizioni di obesità. Approfondendo ancora l’analisi, si vede come questa “epidemia” sia diffusa in modo disomogeneo nelle regioni ita-liane: per obesità e sovrappeso si va dal 15% in Alto Adige al 48,8% in Campania. L’obesità infantile è un grave problema sociale: infatti il rischio relativo per un bambino obeso di diventare un adulto obeso è molto elevato, aumen-ta con l’età ed è direttamente proporzionale alla gravità dell’eccesso ponderale. Tra i bambini obesi in età prescolare, dal 26 al 41% sarà obeso da adul-to; tra quelli obesi in età scolare il 69% sarà obeso da grande; questa percentuale sale ancora per gli adolescenti obesi (83%). In generale, un bambino obeso rischia di esserlo anche da adulto da 2 a 6,5 volte in più rispetto un coetaneo normopeso.

quando il bambino è in sovrappeso Un fatto curioso è che generalmente i genitori non si rendono conto che il loro bambino è in sovrap-peso: può perciò essere utile fornire un criterio obiettivo per definire se un bambino ha un peso normale per la sua età e la sua statura, o se è sot-topeso, sovrappeso o obeso. Questo criterio fa ri-ferimento all’“Indice di Massa Corporea” (IMC)

mondo junior 0-12 obesità

Obesità: quanto conta la componente psicologica

tra le conseguenze dell’obesità vanno considerati anche i disturbi di carattere psicologico. il bambino che comincia a ingrassare rischia poi di entrare in quello che viene definito “il circolo vizioso dell’obesità”: facendo più fatica a muoversi e a fare sport, il bambino tende a farlo sempre meno, anche perché le sue performance diventano più scadenti. spesso deriso dai coetanei per il suo aspetto fisico, è a rischio di perdere autostima e sviluppare un senso di insicurezza che lo porta a isolarsi: stando più tempo in casa consuma meno e in questo modo ha molte più occasioni e anche motivazioni psicologiche per rifugiarsi nel cibo.

nella media nazionale il 22,9% dei bambini

è risultato in sovrappeso e l’11% in una condizione

di obesità

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o Body Mass Index (BMI) in inglese: il valore si ot-tiene dividendo il peso in kg per la statura in me-tri elevata al quadrato (IMC²). In questo modo si ottiene un valore che può essere inserito in speci-fiche tabelle “percentili”: se il valore ottenuto si trova sotto la linea del 5° percentile il bambino è sottopeso; se si trova sopra il 5° e sotto l’85° percentile è normopeso; se tra l’85° e il 95° è so-vrappeso; se oltre il 95° percentile è obeso (potete scaricare le tabelle a questo indirizzo: www.cdc.gov/growthcharts).

i fattori responsabili dello sviluppo dell’obesità Alle radici di questa “epidemia” vi sono molte-plici fattori, il più importante dei quali è sicura-mente un bilancio energetico positivo protratto nel tempo, ovvero l’introduzione di un numero di calorie giornaliere maggiore di quelle consumate. In altre parole, alle scorrette abitudini alimentari si associa uno stile di vita seden-tario. A questi fattori ambientali si aggiungono poi famigliarità e predisposizione genetica.

1. Iperalimentazione e cattive abitudini alimentari A seguito dei grandi cambiamenti socioculturali avvenuti negli ultimi decenni, i consumi alimen-tari si sono sempre più rivolti a cibi di rapido uti-

lizzo, altamente calorici rispetto al loro peso e al loro volume, molto sapidi, generalmente ricchi in zuccheri semplici e grassi e poveri in fibre, fatti per essere consumati rapidamente e in qualsiasi momento della giornata: esattamente il contrario di quanto sarebbe raccomandato e ben rappresen-tato nella famosa piramide alimentare.

Nonostante bambini e genitori dimostrino una sempre crescente informazione sulle tematiche di educazione alimentare, soltanto l’1% dei bambini che vive nei Pae- si sviluppati adotta a tavola abi-tudini in linea con la composizio-ne ottimale della dieta suggerita

dall’Organizzazione Mondiale della Sanità. Ne sono un esempio lo scarso consumo di frutta e verdura, una dieta eccessivamente ricca di protei-ne (soprattutto di derivazione animale) e la prima colazione, un’abitudine ancora troppo spesso as-

Quando i bambinimangiano troppo

soVrAppeso e obesItà neI bAmbInI e negLI AdoLescentI sono probLemI dA rIconoscere e AffrontAre con LA gIustA soLuzIone

di Giorgio Gazzola - pediatra di famiglia e segretario provinciale Fimp (parma)

I n tutto il mondo occidentale la popolazione in sovrappeso oppure obesa è aumentata no-tevolmente negli ultimi decenni. Per quanto riguarda l’Europa, nell’European Health Report

2002 pubblicato dall’Ufficio Regionale Europeo dell’OMS, l’obesità è definita come “una vera e propria epidemia estesa a tutta la Regione Euro-pea”, dove “più della metà della popolazione adul-ta si trova al di sopra della soglia di sovrappeso e circa il 20-30% degli individui adulti è obeso”. Questa epidemia interessa notevolmente anche i bambini italiani, come dimostrano i dati raccolti recentemente in una indagine svolta sul territorio nazionale (Okkio alla Salute 2008-2010). Questi dati confermano livelli preoccupanti di ec-cesso ponderale: nella media nazionale il 22,9% dei bambini misurati è risultato in sovrappeso e l’11,1% in condizioni di obesità. Approfondendo ancora l’analisi, si vede come questa “epidemia” sia diffusa in modo disomogeneo nelle regioni ita-liane: per obesità e sovrappeso si va dal 15% in Alto Adige al 48,8% in Campania. L’obesità infantile è un grave problema sociale: infatti il rischio relativo per un bambino obeso di diventare un adulto obeso è molto elevato, aumen-ta con l’età ed è direttamente proporzionale alla gravità dell’eccesso ponderale. Tra i bambini obesi in età prescolare, dal 26 al 41% sarà obeso da adul-to; tra quelli obesi in età scolare il 69% sarà obeso da grande; questa percentuale sale ancora per gli adolescenti obesi (83%). In generale, un bambino obeso rischia di esserlo anche da adulto da 2 a 6,5 volte in più rispetto un coetaneo normopeso.

quando il bambino è in sovrappeso Un fatto curioso è che generalmente i genitori non si rendono conto che il loro bambino è in sovrap-peso: può perciò essere utile fornire un criterio obiettivo per definire se un bambino ha un peso normale per la sua età e la sua statura, o se è sot-topeso, sovrappeso o obeso. Questo criterio fa ri-ferimento all’“Indice di Massa Corporea” (IMC)

mondo junior 0-12 obesità

Obesità: quanto conta la componente psicologica

tra le conseguenze dell’obesità vanno considerati anche i disturbi di carattere psicologico. il bambino che comincia a ingrassare rischia poi di entrare in quello che viene definito “il circolo vizioso dell’obesità”: facendo più fatica a muoversi e a fare sport, il bambino tende a farlo sempre meno, anche perché le sue performance diventano più scadenti. spesso deriso dai coetanei per il suo aspetto fisico, è a rischio di perdere autostima e sviluppare un senso di insicurezza che lo porta a isolarsi: stando più tempo in casa consuma meno e in questo modo ha molte più occasioni e anche motivazioni psicologiche per rifugiarsi nel cibo.

nella media nazionale il 22,9% dei bambini

è risultato in sovrappeso e l’11% in una condizione

di obesità

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sente o comunque inadeguata in termini quanti-tativi e soprattutto qualitativi. Tra i bambini in età scolare che non fanno la prima colazione il 27,5% è in sovrappeso e il 9,6 obeso; tra quelli, coetanei, che fanno una prima colazione adegua-ta solo il 9,1% è in sovrappeso e il 4,5 obeso.

2. Sedentarietà È sicuramente vero che oggi fin da piccolissimi i bambini vengono indirizzati verso una disciplina sportiva; se però da una parte è aumentata molto l’at-tività fisica organizzata, dall’altra è quasi sparita quella spontanea, come il gioco improvvisato in cor-tile o all’aria aperta. Questo fa sì che i bambini, al di là delle poche ore settimanali di sport svolto in palestra o nelle varie società sportive, passino gran parte del loro tempo in casa, molto spesso fermi davanti alla TV, al computer o al videogioco. I dati raccolti

negli Stati Uniti, sovrapponibili ai nostri, dicono che il 17% dei bambini tra 0 e 11 mesi e il 48% di quelli tra i 12 e 23 mesi è esposto a più di 2 ore al giorno di televisione, percentuale che aumenta negli anni successivi. È noto che i bambini che passano molto tempo davanti alla TV sono a maggior rischio di obe-sità: spesso spizzicano di continuo e consumano maggiori quantità di bevande zuccherate rispet-

to agli altri.

3. Famigliarità Inoltre, nella valutazione del problema dell’obesità non si può trascurare la componente famigliare: nel 70% dei casi di

obesità infantile vi è almeno un parente stretto obeso; un bimbo che ha un genitore obeso rischia tre volte di più della norma di diventarlo a sua volta; se mamma e papà sono entrambi obesi la probabilità decuplica.

4. Predisposizione genetica Pur esistendo in realtà poche alterazioni geneti-che che da sole sono in grado di causare obesità nel bambino, non si può non tener conto di fattori genetici predisponenti.Per esempio il cosiddetto “gene del risparmio” - e cioè quell’assetto genetico ancestrale che permet-teva a chi ne era portatore di ingrassare nei pe-riodi di cibo abbondante e di sopravvivere nei pe-riodi di digiuno prolungato - sembra giocare una parte di prim’ordine. Nella società occidentale attuale questo assetto genetico non dà alcun vantaggio; al contrario, in presenza di un’alimentazione ricca e costante, ac-compagnata da una scarsa attività fisica, favorisce la comparsa di obesità.

le conseguenze dell’obesità infantile L’obesità infantile è associata a disfunzioni me-taboliche e gravi problemi per la salute: l’obesità è responsabile dei 57% dei casi di diabete tipo 2, del 33% dei casi di calcolosi biliare e del 19% dei casi di patologie cardiovascolari; è inoltre associata anche a fenomeni quali ipertensione e varie malattie che coinvolgono il nostro apparato respiratorio. Tutto questo, oltre evidentemente a danneggiare la singola persona con una minore aspettativa di qualità e durata della vita, ha un peso enorme sulla società e sui servizi sanitari. È quindi evi-dente che si sia di fronte a un problema enorme: affrontare e sconfiggere l’obesità infantile vuol dire avere domani una società più sana.

Suggerimenti per combattere il problema

se l’obesità è il risultato di abitudini alimentari scorrette e movimento fisico insufficiente appare evidente che il problema non è iniziare precocemente una dieta ipocalorica, ma aiutare il ragazzo a modificare il proprio stile di vita. Questo approccio funziona a questa età se nel cambiamento viene coinvolto tutto il nucleo famigliare: fare colazione insieme o dedicare tempo per fare movimento con i propri figli, per esempio, potranno essere per il ragazzo stimoli utili a intraprendere percorsi nuovi. È questa una sfida che non solo i genitori, ma anche gli insegnanti e i pediatri non possono perdere: è necessario che queste figure, una volta presa coscienza del problema e delle sue cause, instaurino una sorta di alleanza terapeutica in cui ciascuno per la parte che gli compete trasmetta ai bambini messaggi univoci su alimentazione e stile di vita. se si perde questa scommessa il rischio è che, per la prima volta nell’epoca moderna, ogni generazione successiva abbia una vita più breve e meno sana di quella che l’ha preceduta.

L’aLLaTTamenTo aL seno neLLa preVenzione DeLL’obesiTà

buone abitudini alimentari e un’adeguata attività fisica, quello che si chiama “un corretto stile di vita”, sono fondamentali nella prevenzione dell’obesità. tutto questo dovrebbe instaurarsi quanto più precocemente nel bambino, tenendo conto di tutti i fattori che nel corso della vita favoriscono o sfavoriscono sovrappeso e obesità. per capire da quanto lontano possa venire questo problema, si pensi per esempio che l’allattamento materno sembra avere un effetto protettivo nei riguardi dell’obesità, con una riduzione del rischio di sovrappeso e obesità tra il 16 e il 28%.

Messaggi pubblicitari e obesità

i bambini di oggi sono costantemente immersi in un mondo dove da una parte vengono proposti come figure sociali vincenti attori o atleti magri e scattanti, dall’altra vengono suggerite abitudini alimentari assai discutibili. se si confrontano i contenuti della piramide alimentare virtuosa, dove sono rappresentate qualità e quantità consigliate di alimenti, con i tempi delle pubblicità televisive riferite ai vari prodotti, ci rendiamo conto che le proposte sono l’esatto contrario.

La piramiDe aLimenTare per una DieTa sana

La pubbLiciTà TeLeVisiVa aLTera La piramiDe aLimenTare per i bambini

Cibi grassi e dolci.

In prevalenzacereali confezionati e molto zuccherati

per la prima colazione, alimenti già preparati e pasti dei fast-food.

Tra i bambini in età scolare che non fanno una adeguata prima colazione il 27,5% è in sovrappeso,

il 9,6% obeso

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sente o comunque inadeguata in termini quanti-tativi e soprattutto qualitativi. Tra i bambini in età scolare che non fanno la prima colazione il 27,5% è in sovrappeso e il 9,6 obeso; tra quelli, coetanei, che fanno una prima colazione adegua-ta solo il 9,1% è in sovrappeso e il 4,5 obeso.

2. Sedentarietà È sicuramente vero che oggi fin da piccolissimi i bambini vengono indirizzati verso una disciplina sportiva; se però da una parte è aumentata molto l’at-tività fisica organizzata, dall’altra è quasi sparita quella spontanea, come il gioco improvvisato in cor-tile o all’aria aperta. Questo fa sì che i bambini, al di là delle poche ore settimanali di sport svolto in palestra o nelle varie società sportive, passino gran parte del loro tempo in casa, molto spesso fermi davanti alla TV, al computer o al videogioco. I dati raccolti

negli Stati Uniti, sovrapponibili ai nostri, dicono che il 17% dei bambini tra 0 e 11 mesi e il 48% di quelli tra i 12 e 23 mesi è esposto a più di 2 ore al giorno di televisione, percentuale che aumenta negli anni successivi. È noto che i bambini che passano molto tempo davanti alla TV sono a maggior rischio di obe-sità: spesso spizzicano di continuo e consumano maggiori quantità di bevande zuccherate rispet-

to agli altri.

3. Famigliarità Inoltre, nella valutazione del problema dell’obesità non si può trascurare la componente famigliare: nel 70% dei casi di

obesità infantile vi è almeno un parente stretto obeso; un bimbo che ha un genitore obeso rischia tre volte di più della norma di diventarlo a sua volta; se mamma e papà sono entrambi obesi la probabilità decuplica.

4. Predisposizione genetica Pur esistendo in realtà poche alterazioni geneti-che che da sole sono in grado di causare obesità nel bambino, non si può non tener conto di fattori genetici predisponenti.Per esempio il cosiddetto “gene del risparmio” - e cioè quell’assetto genetico ancestrale che permet-teva a chi ne era portatore di ingrassare nei pe-riodi di cibo abbondante e di sopravvivere nei pe-riodi di digiuno prolungato - sembra giocare una parte di prim’ordine. Nella società occidentale attuale questo assetto genetico non dà alcun vantaggio; al contrario, in presenza di un’alimentazione ricca e costante, ac-compagnata da una scarsa attività fisica, favorisce la comparsa di obesità.

le conseguenze dell’obesità infantile L’obesità infantile è associata a disfunzioni me-taboliche e gravi problemi per la salute: l’obesità è responsabile dei 57% dei casi di diabete tipo 2, del 33% dei casi di calcolosi biliare e del 19% dei casi di patologie cardiovascolari; è inoltre associata anche a fenomeni quali ipertensione e varie malattie che coinvolgono il nostro apparato respiratorio. Tutto questo, oltre evidentemente a danneggiare la singola persona con una minore aspettativa di qualità e durata della vita, ha un peso enorme sulla società e sui servizi sanitari. È quindi evi-dente che si sia di fronte a un problema enorme: affrontare e sconfiggere l’obesità infantile vuol dire avere domani una società più sana.

Suggerimenti per combattere il problema

se l’obesità è il risultato di abitudini alimentari scorrette e movimento fisico insufficiente appare evidente che il problema non è iniziare precocemente una dieta ipocalorica, ma aiutare il ragazzo a modificare il proprio stile di vita. Questo approccio funziona a questa età se nel cambiamento viene coinvolto tutto il nucleo famigliare: fare colazione insieme o dedicare tempo per fare movimento con i propri figli, per esempio, potranno essere per il ragazzo stimoli utili a intraprendere percorsi nuovi. È questa una sfida che non solo i genitori, ma anche gli insegnanti e i pediatri non possono perdere: è necessario che queste figure, una volta presa coscienza del problema e delle sue cause, instaurino una sorta di alleanza terapeutica in cui ciascuno per la parte che gli compete trasmetta ai bambini messaggi univoci su alimentazione e stile di vita. se si perde questa scommessa il rischio è che, per la prima volta nell’epoca moderna, ogni generazione successiva abbia una vita più breve e meno sana di quella che l’ha preceduta.

L’aLLaTTamenTo aL seno neLLa preVenzione DeLL’obesiTà

buone abitudini alimentari e un’adeguata attività fisica, quello che si chiama “un corretto stile di vita”, sono fondamentali nella prevenzione dell’obesità. tutto questo dovrebbe instaurarsi quanto più precocemente nel bambino, tenendo conto di tutti i fattori che nel corso della vita favoriscono o sfavoriscono sovrappeso e obesità. per capire da quanto lontano possa venire questo problema, si pensi per esempio che l’allattamento materno sembra avere un effetto protettivo nei riguardi dell’obesità, con una riduzione del rischio di sovrappeso e obesità tra il 16 e il 28%.

Messaggi pubblicitari e obesità

i bambini di oggi sono costantemente immersi in un mondo dove da una parte vengono proposti come figure sociali vincenti attori o atleti magri e scattanti, dall’altra vengono suggerite abitudini alimentari assai discutibili. se si confrontano i contenuti della piramide alimentare virtuosa, dove sono rappresentate qualità e quantità consigliate di alimenti, con i tempi delle pubblicità televisive riferite ai vari prodotti, ci rendiamo conto che le proposte sono l’esatto contrario.

La piramiDe aLimenTare per una DieTa sana

La pubbLiciTà TeLeVisiVa aLTera La piramiDe aLimenTare per i bambini

Cibi grassi e dolci.

In prevalenzacereali confezionati e molto zuccherati

per la prima colazione, alimenti già preparati e pasti dei fast-food.

Tra i bambini in età scolare che non fanno una adeguata prima colazione il 27,5% è in sovrappeso,

il 9,6% obeso

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le donne magrissime che soffrono di questa pato-logia. È altrettanto vero, però, che maggiore è la massa grassa, maggiore è il “terreno fertile” che si offre alla proliferazione della cellulite. Perciò mantenere il peso forma è la prima fondamen-tale regola per tenere lontana la cellulite. Quali sono gli alimenti da preferire? Via libera a frutta, verdura, corn flakes, patate, legumi, olio d’oliva, uova sode o alla coque, formaggi freschi e yogurt; semaforo verde anche per riso e pasta, purché conditi con sughi leggeri. Bisognerebbe poi consumare carne, bianca o ros-sa, e pesce azzurro almeno tre o quattro volte alla settimana. La natura viene in nostro aiuto fornen-doci alimenti preziosi: alcuni poveri di sodio ma ricchi di potassio, altri ricchi di vitamina C, altri ancora con proprietà diuretiche e infine alcuni che favoriscono il microcircolo (li trovate nella tabella a lato). Oltre a una dieta varia e sana ci sono due semplici accorgimenti che possono diventare allea- ti fondamentali nella lotta alla ritenzione idrica: bere molta acqua lontano dai pasti e limitare l’uso del sale a tavola.

Stop alla cellulite! È L’InestetIsmo femmInILe per defInIzIone

e coLpIsce noVe donne su dIecI. È dAVVero ImpossIbILe sconfIggerLA?di Francesca Badi

L a cellulite è un’alterazione dell’ipoder-ma, lo strato adiposo ricco di vasi san-guigni posto sotto il derma che funge da isolante termico e da protezione. Se la

circolazione sanguigna è insufficiente, lo scambio tra il sangue arterioso, pulito e ricco di ossigeno e il sangue venoso, carico di scorie, non avviene in modo corretto, i liquidi ristagnano e il tessuto adiposo si riempie di tossine, assumendo la tipica conformazione a buccia d’arancia o a noduli. La cellulite si deposita soprattutto su fianchi, cosce e glutei, più raramente colpisce braccia, addome e polpacci. Si distinguono tre stadi nell’evoluzione della cellulite:1) La classica buccia d’arancia, caratterizza-ta da pelle ruvida, poco tonica e senso di pesan-tezza e gonfiore.2) La pelle a materasso, in cui la pelle appare come bucherellata e sottopelle si toccano i primi noduli.3) Nei casi più gravi compaiono dei veri e propri cuscinetti nodosi che, se manipolati, provoca-no dolore.Causa principale della cellulite sono gli estrogeni, per questo colpisce soprattutto le donne. Anche l’uso della pillola contraccettiva può essere all’ori-gine di un aumento della cellulite nelle donne pre-disposte. Altri fattori scatenanti sono l’ereditarietà e la tendenza all’ipotiroidismo che, causando un rallentamento del metabolismo, favorisce la riten-zione idrica.

una corretta alimentazioneNon è stata accertata nessuna corrispondenza tra sovrappeso e cellulite e, infatti, non sono poche

mondo donna cellulite

gli alleati a tavola

Cibi ricchi di potassio:• albicocche, patate,

rucola, funghi secchi, legumi secchi, tè in foglie, mandorle dolci, uva sultanina, melanzane, zafferano, orzo solubile, cacao in polvere, cumino, semi di finocchio.

Cibi con proprietà diuretiche:• ananas, finocchi, angurie, fragole, carciofi,

indivia, cetrioli, meloni, cicorie, pesche.

Via libera ai frutti di bosco! mirtilli e lamponi, infatti, favoriscono la circolazione microcapillare e rinforzano le pareti dei vasi sanguigni

Aiutiamo la circolazione

Quante volte, a fine giornata, sentiamo che le gambe sono stanche e pesanti? la sensazione di gonfiore è il segnale che la circolazione è affaticata; ma possiamo adottare diversi accorgimenti e trucchi molto efficaci, che non richiedono grande impegno. Quindi:• fate spugnature sulle gambe alternando acqua fredda ad acqua calda;• dopo la doccia, applicate una crema anticellulite massaggiandovi

dolcemente (va bene anche un olio di mandorle dolci) partendo dalle caviglie e risalendo lungo le gambe;

• prima di coricarvi fate un pediluvio unendo all’acqua olio essenzialedi ginepro, altamente drenante;

• se dovete trascorrere molto tempo sedute, procuratevi un poggiapiedi;• utilizzate calze a compressione graduata, soprattutto se dovete stare

a lungo in piedi;• non utilizzate gambaletti;• rinunciate all’ascensore e preferite le scale;• se utilizzate i mezzi pubblici per andare al lavoro approfittate del tempo

del viaggio per fare piccoli movimenti rotatori dei piedi se avete un posto a sedere oppure, se siete in piedi, contraete i glutei a intervalli regolari;

• camminate, camminate, camminate.

L’acqua depura il fegato aiutandolo nella sua azio-ne di laboratorio chimico; inoltre porta ossigeno all’organismo, aiuta il drenaggio e l’eliminazione delle tossine. È consigliabile perciò bere 1,5 litri di acqua al giorno, che corrispondono a 8-10 bic-chieri, lontano dai pasti per non diluire i succhi gastrici. Il sale o, meglio, il sodio in esso contenu-to, favorisce la ritenzione idrica perché trattiene i liquidi nei tessuti. Sarebbe bene, perciò, ridurrne l’assunzione allo stretto indispensabile, evitando cibi salati e insaporendo le pietanze con spezie e

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le donne magrissime che soffrono di questa pato-logia. È altrettanto vero, però, che maggiore è la massa grassa, maggiore è il “terreno fertile” che si offre alla proliferazione della cellulite. Perciò mantenere il peso forma è la prima fondamen-tale regola per tenere lontana la cellulite. Quali sono gli alimenti da preferire? Via libera a frutta, verdura, corn flakes, patate, legumi, olio d’oliva, uova sode o alla coque, formaggi freschi e yogurt; semaforo verde anche per riso e pasta, purché conditi con sughi leggeri. Bisognerebbe poi consumare carne, bianca o ros-sa, e pesce azzurro almeno tre o quattro volte alla settimana. La natura viene in nostro aiuto fornen-doci alimenti preziosi: alcuni poveri di sodio ma ricchi di potassio, altri ricchi di vitamina C, altri ancora con proprietà diuretiche e infine alcuni che favoriscono il microcircolo (li trovate nella tabella a lato). Oltre a una dieta varia e sana ci sono due semplici accorgimenti che possono diventare allea- ti fondamentali nella lotta alla ritenzione idrica: bere molta acqua lontano dai pasti e limitare l’uso del sale a tavola.

Stop alla cellulite! È L’InestetIsmo femmInILe per defInIzIone

e coLpIsce noVe donne su dIecI. È dAVVero ImpossIbILe sconfIggerLA?di Francesca Badi

L a cellulite è un’alterazione dell’ipoder-ma, lo strato adiposo ricco di vasi san-guigni posto sotto il derma che funge da isolante termico e da protezione. Se la

circolazione sanguigna è insufficiente, lo scambio tra il sangue arterioso, pulito e ricco di ossigeno e il sangue venoso, carico di scorie, non avviene in modo corretto, i liquidi ristagnano e il tessuto adiposo si riempie di tossine, assumendo la tipica conformazione a buccia d’arancia o a noduli. La cellulite si deposita soprattutto su fianchi, cosce e glutei, più raramente colpisce braccia, addome e polpacci. Si distinguono tre stadi nell’evoluzione della cellulite:1) La classica buccia d’arancia, caratterizza-ta da pelle ruvida, poco tonica e senso di pesan-tezza e gonfiore.2) La pelle a materasso, in cui la pelle appare come bucherellata e sottopelle si toccano i primi noduli.3) Nei casi più gravi compaiono dei veri e propri cuscinetti nodosi che, se manipolati, provoca-no dolore.Causa principale della cellulite sono gli estrogeni, per questo colpisce soprattutto le donne. Anche l’uso della pillola contraccettiva può essere all’ori-gine di un aumento della cellulite nelle donne pre-disposte. Altri fattori scatenanti sono l’ereditarietà e la tendenza all’ipotiroidismo che, causando un rallentamento del metabolismo, favorisce la riten-zione idrica.

una corretta alimentazioneNon è stata accertata nessuna corrispondenza tra sovrappeso e cellulite e, infatti, non sono poche

mondo donna cellulite

gli alleati a tavola

Cibi ricchi di potassio:• albicocche, patate,

rucola, funghi secchi, legumi secchi, tè in foglie, mandorle dolci, uva sultanina, melanzane, zafferano, orzo solubile, cacao in polvere, cumino, semi di finocchio.

Cibi con proprietà diuretiche:• ananas, finocchi, angurie, fragole, carciofi,

indivia, cetrioli, meloni, cicorie, pesche.

Via libera ai frutti di bosco! mirtilli e lamponi, infatti, favoriscono la circolazione microcapillare e rinforzano le pareti dei vasi sanguigni

Aiutiamo la circolazione

Quante volte, a fine giornata, sentiamo che le gambe sono stanche e pesanti? la sensazione di gonfiore è il segnale che la circolazione è affaticata; ma possiamo adottare diversi accorgimenti e trucchi molto efficaci, che non richiedono grande impegno. Quindi:• fate spugnature sulle gambe alternando acqua fredda ad acqua calda;• dopo la doccia, applicate una crema anticellulite massaggiandovi

dolcemente (va bene anche un olio di mandorle dolci) partendo dalle caviglie e risalendo lungo le gambe;

• prima di coricarvi fate un pediluvio unendo all’acqua olio essenzialedi ginepro, altamente drenante;

• se dovete trascorrere molto tempo sedute, procuratevi un poggiapiedi;• utilizzate calze a compressione graduata, soprattutto se dovete stare

a lungo in piedi;• non utilizzate gambaletti;• rinunciate all’ascensore e preferite le scale;• se utilizzate i mezzi pubblici per andare al lavoro approfittate del tempo

del viaggio per fare piccoli movimenti rotatori dei piedi se avete un posto a sedere oppure, se siete in piedi, contraete i glutei a intervalli regolari;

• camminate, camminate, camminate.

L’acqua depura il fegato aiutandolo nella sua azio-ne di laboratorio chimico; inoltre porta ossigeno all’organismo, aiuta il drenaggio e l’eliminazione delle tossine. È consigliabile perciò bere 1,5 litri di acqua al giorno, che corrispondono a 8-10 bic-chieri, lontano dai pasti per non diluire i succhi gastrici. Il sale o, meglio, il sodio in esso contenu-to, favorisce la ritenzione idrica perché trattiene i liquidi nei tessuti. Sarebbe bene, perciò, ridurrne l’assunzione allo stretto indispensabile, evitando cibi salati e insaporendo le pietanze con spezie e

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aromi come basilico, rosmarino, salvia e peperon-cino. Chi ama mangiare salato tende ad aumenta-re progressivamente le dosi di sale che aggiunge ai cibi. Ma, rinunciare al sale, così come bere acqua durante il giorno, è solo questione di abitudine: una volta eliminato, si ricomincia a distinguere il sapore di ogni cibo e si recupera il gusto di man-giare.

no alla sedentarietàLa cellulite si accanisce soprattutto sulle persone che conducono una vita sedentaria. Gli sport più adatti per combatterla sono quelli aerobici, come il nuoto, la corsa lenta e la bicicletta. Attività nelle quali lo sforzo è di media intensità ma costante: come l’acqua nella roccia, scavano a poco a poco all’interno delle riserve di grasso del nostro corpo. L’esercizio fisico, inoltre, crea un circolo virtuoso: la massa magra (cioè i muscoli) consuma più ener-gia della massa grassa, perciò più massa magra si ha e più si bruciano calorie. Un’attività ideale per contrastare la cellulite è l’acquagym: l’acqua, in-fatti, produce un massaggio a livello linfatico che stimola la diuresi e il drenaggio dell’organismo. Oltre a praticare con costanza l’attività fisica, ci

sono alcuni consigli pratici da seguire quotidia-namente per contrastare la cellulite. Bisogna in-nanzitutto fare attenzione alla postura: mai stare per troppo tempo sedute, ferme in piedi, tenere le gambe accavallate o incrociate; anche stare in pie-di a lungo senza muoversi nuoce alla circolazione: se non è spinto dal movimento della camminata, infatti, il sangue fatica a fluire dai piedi fino al cuore. Attenzione anche a come ci si veste: biso-gna evitare di indossare abiti o biancheria troppo attillata, scarpe strette o con tacchi esageratamen-te alti. Quelli elencati sono tutti atteggiamenti o abitudini che compromettono la corretta circola-zione linfatica e sanguigna, favorendo il ristagno e l’infiammazione dei tessuti.

sì a trattamenti estetici mirati I trattamenti che i centri estetici propongono per combattere la cellulite sono decisamente effica-ci: il miglioramento è visibile a occhio nudo sia in termini di centimetri, sia per ciò che riguarda la qualità della pelle, che appare subito più liscia, tonica e compatta. Bisogna però essere consape-voli che non si tratta di soluzioni definitive: una volta che si sospende il trattamento, bastano pochi

Un corretto atteggiamento posturale aiuta la circolazione, favorisce la respirazione e un’adeguata ossigenazione dell’organismo. Stare sedute troppo a lungo comprime i glutei e nuoce alla circolazione. e quando si ha la possibilità

di camminare, si è spesso cariche di borse e sacchetti. La postura ne risulta quindi squilibrata e la circolazione ne risente

ecco un semplice test per scoprire se soffriamo di ritenzione idrica: premete con forza il pollice sulla parte anteriore della coscia per un paio di secondi. Se dopo aver tolto il dito rimane ben visibile l’impronta, siamo con tutta

probabilità in presenza di ritenzione idrica

Cose da non fare

• mangiare cibi grassi• bere eccessivamente alcol • fumare sigarette• condurre una vita troppo sedentaria

Cose da fare

• bere 1,5 l d’acqua al giorno• mangiare cibi ricchi di fibre• fare esercizio fisico• fare massaggi drenanti• limitare il consumo di grassi di origine animale, caffé, alcol e di cibi ricchi di sodio

mesi e si è punto e a capo. Questi sono i principali trattamenti anti-cellulite che vengono proposti: il classico massaggio, che ha lo scopo di riattivare la circolazione; il linfodrenaggio, un massaggio, manuale o prodotto dalle macchine pressoterapi-che, che effettua una pressione leggera sui canali linfatici in modo da riattivarne la circolazione e favorire l’eliminazione delle tossine; la pressote-rapia, basata su un’azione fisica prodotta da una macchina, migliora la circolazione venosa e lin-fatica attenuando di conseguenza la cellulite e la ritenzione di liquidi; la ionoforesi, invece, attra-verso la corrente elettrica, inietta nei tessuti ioni attivi che riattivano il metabolismo e la circola-zione. Infine, vi è la ginnastica passiva, in cui i muscoli vengono costretti a lavorare da lievi sca-riche di elettricità.Altri trattamenti più profondi vengono invece proposti dai medici estetici. Sono trattamenti più risolutivi, benché anche questi non siano definiti-vi se la cellulite è a uno stadio avanzato, ma anche più invasivi e devono essere eseguiti da personale medico specializzato. Nei centri di medicina estetica si possono effet-tuare sedute di mesoterapia, che consiste in una serie di iniezioni nelle zone critiche con soluzioni farmacologiche che sciolgono il grasso e i cusci-netti adiposi; sedute di ozonoterapia, che utiliz-za lo stesso metodo della mesoterapia iniettando però ozono nei tessuti. L’elettrolipolisi, invece, sfrutta l’elettricità per riattivare la circolazione e la combustione dei grassi e gli ultrasuoni vengono utilizzati per provocare un movimento all’interno del liquido ristagnante e smuovere l’accumulo di grasso. La seduta in un centro estetico dura dai 30 ai 45 minuti e per ottenere risultati soddisfacenti sono necessarie 10-15 sedute. E infine vi sono centri termali, che offrono sempre più trattamenti di ca-rattere estetico (vedi box a lato).

TraTTamenTi TermaLi: un aiuTo DaLLa naTura

senza ricorrere alla medicina estetica potete trarre numerosi benefici, oltre che dai massaggi linfodrenanti e dall’attività fisica, anche dalla frequentazione di stabilimenti termali. tra i trattamenti più praticati vi sono la balneoterapia (immersione totale o parziale in vasche d’acqua minerale a 36-38 gradi) e i fanghi. poco dopo esservi immerse in una vasca di acqua termale noterete che la vostra pelle si arrossa e si riscalda, segno che la microcircolazione è già stata attivata. ricordate che sia i trattamenti che le cure termali richiedono un check-up completo da parte del vostro medico.

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aromi come basilico, rosmarino, salvia e peperon-cino. Chi ama mangiare salato tende ad aumenta-re progressivamente le dosi di sale che aggiunge ai cibi. Ma, rinunciare al sale, così come bere acqua durante il giorno, è solo questione di abitudine: una volta eliminato, si ricomincia a distinguere il sapore di ogni cibo e si recupera il gusto di man-giare.

no alla sedentarietàLa cellulite si accanisce soprattutto sulle persone che conducono una vita sedentaria. Gli sport più adatti per combatterla sono quelli aerobici, come il nuoto, la corsa lenta e la bicicletta. Attività nelle quali lo sforzo è di media intensità ma costante: come l’acqua nella roccia, scavano a poco a poco all’interno delle riserve di grasso del nostro corpo. L’esercizio fisico, inoltre, crea un circolo virtuoso: la massa magra (cioè i muscoli) consuma più ener-gia della massa grassa, perciò più massa magra si ha e più si bruciano calorie. Un’attività ideale per contrastare la cellulite è l’acquagym: l’acqua, in-fatti, produce un massaggio a livello linfatico che stimola la diuresi e il drenaggio dell’organismo. Oltre a praticare con costanza l’attività fisica, ci

sono alcuni consigli pratici da seguire quotidia-namente per contrastare la cellulite. Bisogna in-nanzitutto fare attenzione alla postura: mai stare per troppo tempo sedute, ferme in piedi, tenere le gambe accavallate o incrociate; anche stare in pie-di a lungo senza muoversi nuoce alla circolazione: se non è spinto dal movimento della camminata, infatti, il sangue fatica a fluire dai piedi fino al cuore. Attenzione anche a come ci si veste: biso-gna evitare di indossare abiti o biancheria troppo attillata, scarpe strette o con tacchi esageratamen-te alti. Quelli elencati sono tutti atteggiamenti o abitudini che compromettono la corretta circola-zione linfatica e sanguigna, favorendo il ristagno e l’infiammazione dei tessuti.

sì a trattamenti estetici mirati I trattamenti che i centri estetici propongono per combattere la cellulite sono decisamente effica-ci: il miglioramento è visibile a occhio nudo sia in termini di centimetri, sia per ciò che riguarda la qualità della pelle, che appare subito più liscia, tonica e compatta. Bisogna però essere consape-voli che non si tratta di soluzioni definitive: una volta che si sospende il trattamento, bastano pochi

Un corretto atteggiamento posturale aiuta la circolazione, favorisce la respirazione e un’adeguata ossigenazione dell’organismo. Stare sedute troppo a lungo comprime i glutei e nuoce alla circolazione. e quando si ha la possibilità

di camminare, si è spesso cariche di borse e sacchetti. La postura ne risulta quindi squilibrata e la circolazione ne risente

ecco un semplice test per scoprire se soffriamo di ritenzione idrica: premete con forza il pollice sulla parte anteriore della coscia per un paio di secondi. Se dopo aver tolto il dito rimane ben visibile l’impronta, siamo con tutta

probabilità in presenza di ritenzione idrica

Cose da non fare

• mangiare cibi grassi• bere eccessivamente alcol • fumare sigarette• condurre una vita troppo sedentaria

Cose da fare

• bere 1,5 l d’acqua al giorno• mangiare cibi ricchi di fibre• fare esercizio fisico• fare massaggi drenanti• limitare il consumo di grassi di origine animale, caffé, alcol e di cibi ricchi di sodio

mesi e si è punto e a capo. Questi sono i principali trattamenti anti-cellulite che vengono proposti: il classico massaggio, che ha lo scopo di riattivare la circolazione; il linfodrenaggio, un massaggio, manuale o prodotto dalle macchine pressoterapi-che, che effettua una pressione leggera sui canali linfatici in modo da riattivarne la circolazione e favorire l’eliminazione delle tossine; la pressote-rapia, basata su un’azione fisica prodotta da una macchina, migliora la circolazione venosa e lin-fatica attenuando di conseguenza la cellulite e la ritenzione di liquidi; la ionoforesi, invece, attra-verso la corrente elettrica, inietta nei tessuti ioni attivi che riattivano il metabolismo e la circola-zione. Infine, vi è la ginnastica passiva, in cui i muscoli vengono costretti a lavorare da lievi sca-riche di elettricità.Altri trattamenti più profondi vengono invece proposti dai medici estetici. Sono trattamenti più risolutivi, benché anche questi non siano definiti-vi se la cellulite è a uno stadio avanzato, ma anche più invasivi e devono essere eseguiti da personale medico specializzato. Nei centri di medicina estetica si possono effet-tuare sedute di mesoterapia, che consiste in una serie di iniezioni nelle zone critiche con soluzioni farmacologiche che sciolgono il grasso e i cusci-netti adiposi; sedute di ozonoterapia, che utiliz-za lo stesso metodo della mesoterapia iniettando però ozono nei tessuti. L’elettrolipolisi, invece, sfrutta l’elettricità per riattivare la circolazione e la combustione dei grassi e gli ultrasuoni vengono utilizzati per provocare un movimento all’interno del liquido ristagnante e smuovere l’accumulo di grasso. La seduta in un centro estetico dura dai 30 ai 45 minuti e per ottenere risultati soddisfacenti sono necessarie 10-15 sedute. E infine vi sono centri termali, che offrono sempre più trattamenti di ca-rattere estetico (vedi box a lato).

TraTTamenTi TermaLi: un aiuTo DaLLa naTura

senza ricorrere alla medicina estetica potete trarre numerosi benefici, oltre che dai massaggi linfodrenanti e dall’attività fisica, anche dalla frequentazione di stabilimenti termali. tra i trattamenti più praticati vi sono la balneoterapia (immersione totale o parziale in vasche d’acqua minerale a 36-38 gradi) e i fanghi. poco dopo esservi immerse in una vasca di acqua termale noterete che la vostra pelle si arrossa e si riscalda, segno che la microcircolazione è già stata attivata. ricordate che sia i trattamenti che le cure termali richiedono un check-up completo da parte del vostro medico.

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un panno e risciacquate. Se avete degli elementi di legno passate la superficie con la cera d’api. Prima di pulire i pavimenti con i detergenti spaz-zate o passate l’aspirapolvere. Liberate quanto possibile la superficie da pulire da mobili e tap-peti e, dopo aver lavato con acqua e detersivo, sciacquate bene ripetendo l’operazione più volte se necessario. Secondo il tipo di pavimento il pro-cedimento può però cambiare: per il cotto servo-no spray specifici in caso di macchie di grasso; per il marmo utilizzate alcol profumato diluito in acqua; per la moquette basta l’aspirapol-vere o, se volete ravvivare i colori, un panno imbevuto in acqua e poca ammoniaca; per il parquet usate de-tergenti per legno diluiti in acqua e uno straccio morbido. Prestate attenzione alla cura dei tappeti. L’ideale per pulire a fondo ed eliminare parassiti e odori sgradevoli è spargere il bicarbonato, farlo agire per 15 minuti e quindi aspirare per rimuoverlo. Un intervento meno impegnativo è la pulizia con una spazzola non troppo dura e, poi, con l’aspira-polvere. Un consiglio della nonna ci ricorda che se avete tappeti di lana è meglio metterli via durante l’estate avvolti in fogli di giornale, mantenendoli poi in posizione orizzontale.

dalla cucina al bagnoIn cucina eliminate le spugnette ormai logore, but-tate le stoviglie rotte e controllate che le pentole sia-no in condizioni ottimali. Pulite il forno, il frigori-fero, il freezer e l’interno degli armadietti. Passando al bagno cambiate la tenda della doccia, se l’avete e se è rovinata. Controllate le medicine eliminan-do quelle scadute e facendo rifornimento di cotone idrofilo, cerotti e disinfettante. Se non siete ordina-

ti riponete i prodotti per il bagno in contenitori.Per la camera da letto è fondamen-tale la pulizia del materasso e dei cuscini, che potete poi estendere agli altri mobili in tessuto (divani e poltro-ne). Lavate la fodera del materasso,

eliminate la polvere con l’aspirapolvere e, se ha il “doppio lato”, voltatelo sul lato estivo. Potete scam-biare il lato testa con quello piedi: garantirà una maggiore durata del vostro materasso. Per i cuscini leggete l’etichetta: non tutti possono essere lavati. In salotto spolverate la libreria e i soprammobili. Per l’argenteria esistono prodotti specifici, ma se non è troppo ossidata potete usare acqua tiepida e sapone neutro, acqua e bicarbonato o acqua di cottura del-le patate, asciugando subito con un panno. Se avete arredamento in legno, per ravvivarlo dopo l’inver-no trattatelo con i prodotti appositi.

pulizie di primavera: che fare?

ecco unA sempLIce e prAtIcA guIdA per AffrontAre senzA fAtIcA Le temute, mA necessArIe, puLIzIe dI stAgIone

di lucia Carletti

L e pulizie di primavera vi spaventano? Non sapete come affrontarle e temete di perdere troppo tempo? Non disperate! In queste pagi-ne troverete tanti trucchi e spiegazioni che vi

aiuteranno nella “pulizia generale” della casa che inevi-tabilmente va fatta con l’inizio della bella stagione.Prima di tutto prendetevi il tempo che vi serve: nessuno vi obbliga a pulire tutta la casa in pochi giorni. Il lavoro e gli impegni quotidiani influiscono sulle attività dome-stiche, limitando il vostro tempo a qualche ora la sera o al fine settimana. Per questo è utile preparare un piano di lavoro e un’accurata lista della spesa: sarebbe un’inutile perdita di tempo già pronti in abiti da lavoro accorgersi che mancano strofinacci o detersivi.

Pulizie per tutta la casaPartite dall’alto, scendendo solo dopo verso il basso, perché la “polvere cade”. Occupatevi quindi come prima cosa di muri e soffitti. Finito l’inverno è un clas-sico ritrovarsi con i “baffi” sul muro causati dai termo-sifoni: spolverate la parete e lavatela con acqua e sapo-ne neutro; pulite i termosifoni passando uno scovolino fra le piastre e lavandoli poi con acqua e detersivo. Per togliere le ragnatele dal soffitto basta una scopa allungabile.Un altro punto critico è la pulizia dei vetri. Oltre ai detersivi appositi, a venirvi in soccorso è l’intramon-tabile foglio di giornale imbevuto di acqua e aceto con cui potete strofinarli prima di ripassarli con fogli asciutti. Infine passate a tapparelle o persiane: togliete la polvere con un panno e con un pennello, igienizzate con l’aspirapolvere a vapore, rimuovete lo sporco con

home care

Come pulire i peluche

vero e proprio ricettacolo di polvere e acari, i peluche hanno bisogno di una pulizia particolare. il metodo migliore è lavarli in lavatrice, ma per tutti quei pupazzi che non lo consentono per la dimensione o per la presenza di parti elettroniche, esiste un’alternativa: chiudeteli in un sacchetto di plastica con 2 cucchiai di bicarbonato e 2 di sale, scuotete bene e dopo circa 10 minuti utilizzate l’aspirapolvere per eliminare i residui.

per un pulito a prova di… ambiente

Pulizia non fa sempre rima con ecologia. Pur non rinunciando al detersivo, è possibile farne un uso più razionale ricorrendo quando possibile ad alternative più ecologiche. L’aceto è un ottimo anticalcare e sostitutivo dei disincrostanti: usatelo per la cucina, il bagno e i vetri. Per il bagno potete impiegare anche il bicarbonato diluito in acqua calda, ideale per igienizzare ma anche per sgrassare e assorbire gli odori. E perché non provate anche l’olio d’oliva? Farà tornare come nuove le vostre pentole in rame e ghisa.

Prestate attenzione alla cura dei tappeti. L’ideale per pulire a fondo ed eliminare parassiti e odori

sgradevoli è spargere il bicarbonato

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un panno e risciacquate. Se avete degli elementi di legno passate la superficie con la cera d’api. Prima di pulire i pavimenti con i detergenti spaz-zate o passate l’aspirapolvere. Liberate quanto possibile la superficie da pulire da mobili e tap-peti e, dopo aver lavato con acqua e detersivo, sciacquate bene ripetendo l’operazione più volte se necessario. Secondo il tipo di pavimento il pro-cedimento può però cambiare: per il cotto servo-no spray specifici in caso di macchie di grasso; per il marmo utilizzate alcol profumato diluito in acqua; per la moquette basta l’aspirapol-vere o, se volete ravvivare i colori, un panno imbevuto in acqua e poca ammoniaca; per il parquet usate de-tergenti per legno diluiti in acqua e uno straccio morbido. Prestate attenzione alla cura dei tappeti. L’ideale per pulire a fondo ed eliminare parassiti e odori sgradevoli è spargere il bicarbonato, farlo agire per 15 minuti e quindi aspirare per rimuoverlo. Un intervento meno impegnativo è la pulizia con una spazzola non troppo dura e, poi, con l’aspira-polvere. Un consiglio della nonna ci ricorda che se avete tappeti di lana è meglio metterli via durante l’estate avvolti in fogli di giornale, mantenendoli poi in posizione orizzontale.

dalla cucina al bagnoIn cucina eliminate le spugnette ormai logore, but-tate le stoviglie rotte e controllate che le pentole sia-no in condizioni ottimali. Pulite il forno, il frigori-fero, il freezer e l’interno degli armadietti. Passando al bagno cambiate la tenda della doccia, se l’avete e se è rovinata. Controllate le medicine eliminan-do quelle scadute e facendo rifornimento di cotone idrofilo, cerotti e disinfettante. Se non siete ordina-

ti riponete i prodotti per il bagno in contenitori.Per la camera da letto è fondamen-tale la pulizia del materasso e dei cuscini, che potete poi estendere agli altri mobili in tessuto (divani e poltro-ne). Lavate la fodera del materasso,

eliminate la polvere con l’aspirapolvere e, se ha il “doppio lato”, voltatelo sul lato estivo. Potete scam-biare il lato testa con quello piedi: garantirà una maggiore durata del vostro materasso. Per i cuscini leggete l’etichetta: non tutti possono essere lavati. In salotto spolverate la libreria e i soprammobili. Per l’argenteria esistono prodotti specifici, ma se non è troppo ossidata potete usare acqua tiepida e sapone neutro, acqua e bicarbonato o acqua di cottura del-le patate, asciugando subito con un panno. Se avete arredamento in legno, per ravvivarlo dopo l’inver-no trattatelo con i prodotti appositi.

pulizie di primavera: che fare?

ecco unA sempLIce e prAtIcA guIdA per AffrontAre senzA fAtIcA Le temute, mA necessArIe, puLIzIe dI stAgIone

di lucia Carletti

L e pulizie di primavera vi spaventano? Non sapete come affrontarle e temete di perdere troppo tempo? Non disperate! In queste pagi-ne troverete tanti trucchi e spiegazioni che vi

aiuteranno nella “pulizia generale” della casa che inevi-tabilmente va fatta con l’inizio della bella stagione.Prima di tutto prendetevi il tempo che vi serve: nessuno vi obbliga a pulire tutta la casa in pochi giorni. Il lavoro e gli impegni quotidiani influiscono sulle attività dome-stiche, limitando il vostro tempo a qualche ora la sera o al fine settimana. Per questo è utile preparare un piano di lavoro e un’accurata lista della spesa: sarebbe un’inutile perdita di tempo già pronti in abiti da lavoro accorgersi che mancano strofinacci o detersivi.

Pulizie per tutta la casaPartite dall’alto, scendendo solo dopo verso il basso, perché la “polvere cade”. Occupatevi quindi come prima cosa di muri e soffitti. Finito l’inverno è un clas-sico ritrovarsi con i “baffi” sul muro causati dai termo-sifoni: spolverate la parete e lavatela con acqua e sapo-ne neutro; pulite i termosifoni passando uno scovolino fra le piastre e lavandoli poi con acqua e detersivo. Per togliere le ragnatele dal soffitto basta una scopa allungabile.Un altro punto critico è la pulizia dei vetri. Oltre ai detersivi appositi, a venirvi in soccorso è l’intramon-tabile foglio di giornale imbevuto di acqua e aceto con cui potete strofinarli prima di ripassarli con fogli asciutti. Infine passate a tapparelle o persiane: togliete la polvere con un panno e con un pennello, igienizzate con l’aspirapolvere a vapore, rimuovete lo sporco con

home care

Come pulire i peluche

vero e proprio ricettacolo di polvere e acari, i peluche hanno bisogno di una pulizia particolare. il metodo migliore è lavarli in lavatrice, ma per tutti quei pupazzi che non lo consentono per la dimensione o per la presenza di parti elettroniche, esiste un’alternativa: chiudeteli in un sacchetto di plastica con 2 cucchiai di bicarbonato e 2 di sale, scuotete bene e dopo circa 10 minuti utilizzate l’aspirapolvere per eliminare i residui.

per un pulito a prova di… ambiente

Pulizia non fa sempre rima con ecologia. Pur non rinunciando al detersivo, è possibile farne un uso più razionale ricorrendo quando possibile ad alternative più ecologiche. L’aceto è un ottimo anticalcare e sostitutivo dei disincrostanti: usatelo per la cucina, il bagno e i vetri. Per il bagno potete impiegare anche il bicarbonato diluito in acqua calda, ideale per igienizzare ma anche per sgrassare e assorbire gli odori. E perché non provate anche l’olio d’oliva? Farà tornare come nuove le vostre pentole in rame e ghisa.

Prestate attenzione alla cura dei tappeti. L’ideale per pulire a fondo ed eliminare parassiti e odori

sgradevoli è spargere il bicarbonato

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Cure facili per le piante di casaLe pIAnte dA Interno AmAno essere seguIte e curAte di Cristina Bottari

verde in casa

1

2

Caduta delle foglieAnche in questo caso il primo imputato è l’eccesso di acqua. È indispensabile ridurre drasticamente la quantità somministrata e attendere che il terreno al piede della pianta si presenti asciutto prima di innaffiare nuovamente. Un’altra causa può essere ricercata nella presenza di parassiti sulla vegetazio-ne o nel terreno. Di solito si tratta di afidi, insetti che si trovano normalmente sulla pagina inferiore della foglia o all’estremità dei germogli più giovani, o di cocciniglie, insetti a forma di scudo che si loca-lizzano sul fusto, sui rami e sulla pagina inferiore delle foglie, confondendosi spesso con le diverse co-lorazioni dei vari organi della pianta, o, ancora, del temuto ragnetto rosso. In tutti i casi, è sufficiente in-dividuarli e poi intervenire con insetticidi adeguati.

foglie piccole e fragiliIn questo caso la causa è spesso da ricercare in di-fetti di alimentazione, in particolare in un’insuffi-ciente quantità di azoto presente nel terreno. È necessario allora somministrare con le irrigazio-ni piccole quantità dell’elemento, senza esagerare (circa 2-3 g per litro di acqua). Questo intervento favorisce anche il rinverdimento della vegetazione.

3

4

Le piante da appartamento sono spesso soggette a “sofferenze” che possono manifestarsi sotto varie forme. In genere le cause sono una eccessiva distri-buzione di acqua e una posizione poco felice che abbiamo loro riservato nelle nostre case. In defini-tiva, spesso le piante in vaso soffrono, non tanto per malesseri esterni, ma per le eccessive cure che rice-vono, per un “overdose” di attenzioni. Per ovviare a tutto ciò è indispensabile intervenire tempestivamente appena notiamo i primi sintomi strani. Ecco dunque i quattro sintomi più comu-ni, risolti i quali le vostre piante si riprenderanno nel migliore dei modi.

Crescita stentata e aspetto sofferenteIl problema deriva spesso da sostanze nutritive insufficienti a causa di irrigazioni eccessive. Con-viene quindi rinvasare con terriccio nuovo e ri-durre il numero delle annaffiature. Solitamente, in concomitanza con questa operazione, si sosti-tuisce anche il vaso con uno di dimensioni legger-mente superiori. Durante il rinvaso è essenziale controllare lo stato di salute delle radici: se sono molto scure, quelle più sofferenti vanno eliminate con le cesoie.

foglie con bordi scuri o punte ingiallite È necessario cambiare la posizione della pianta nella stanza, ridurre la quantità di acqua e di ferti-lizzante somministrato e aumentare leggermente il tasso di umidità dell’ambiente.

Le bulbose estivespettAcoLArI protAgonIste deL gIArdIno

sI pIAntAno orA e fIorIscono con IL cALdodi Cristina Bottari

95

I bulbi primaverili come narcisi, giacinti e tulipani non hanno ancora perso i loro fiori ed è già arrivato il momento di mettere a dimora nel terreno le bulbose che coloreranno la nostra prossima estate ed anche buona parte dell’autunno in terra, su balconi, terrazzi o in vasi da collocare sul davanzale della finestra.

In vaso o in terra: cosa piantareIn marzo-aprile è possibile mettere a dimora all’aperto numerose varietà di bulbose: anemoni, ranuncoli e colchici (adatti a piccoli spazi e bordure), begonie tuberose, dalie, lilium, gigli, calle, canne e gladioli (per grandi spazi all’aperto), tutti bulbi che potranno rimanere nel terreno anche per diversi anni. Per un tocco più esotico, sono bellissime acidantere, fresie, crocosomie, tigridie. Il consiglio per tutti i bulbi è quello di interrarli sempre in gran numero e molto vicini fra loro, soprattutto se si tratta di bulbi piccoli. Nella fase di messa a dimora non sono richiesti interventi fertilizzanti particolari in quanto i bulbi contengono all’interno tutto il nutrimento necessario. Anzi, i bulbi che si naturalizzano nel terreno spesso producono numerosi bulbilli laterali, segno che le condizioni “alimentari” sono ottimali. Anche le “bulbose” coltivate in vaso non sono esigenti: la scelta di un terriccio universale è valida e sufficiente a favorire abbondanti fioriture senza alcuna concimazione. Se coltivate queste piante in vaso, alla fine della fioritura non lasciate un antiestetico vaso vuoto o con foglie giallastre; conviene piuttosto estrarre dal terreno i “bulbi” e conservarli, dopo averli ripuliti dalla terra e spruzzati di polvere insetticida, in ambienti bui e asciutti. Potranno così essere riutilizzati nella primavera successiva.

verde in giardino

Bulbi generosi se ben accuditi

L’esposizione dell’aiuola dedicata ai bulbi a fioritura estiva deve sempre essere in pieno sole. tuttavia, soprattutto nelle regioni settentrionali, è preferibile coltivare alcuni bulbi perenni ma delicati, come il meraviglioso agapanthus, in vasi di grandi dimensioni per poterli riparare dal freddo. Provate anche a piantare i bulbi a strati, per un vero e proprio sandwich di fiori: ogni varietà, infatti, affonda le radici a una precisa distanza dalla superficie. La regola generale è piantare i bulbi a una profondità pari al doppio della loro dimensione; ogni piantina troverà poi la sua strada.

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Cure facili per le piante di casaLe pIAnte dA Interno AmAno essere seguIte e curAte di Cristina Bottari

verde in casa

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Caduta delle foglieAnche in questo caso il primo imputato è l’eccesso di acqua. È indispensabile ridurre drasticamente la quantità somministrata e attendere che il terreno al piede della pianta si presenti asciutto prima di innaffiare nuovamente. Un’altra causa può essere ricercata nella presenza di parassiti sulla vegetazio-ne o nel terreno. Di solito si tratta di afidi, insetti che si trovano normalmente sulla pagina inferiore della foglia o all’estremità dei germogli più giovani, o di cocciniglie, insetti a forma di scudo che si loca-lizzano sul fusto, sui rami e sulla pagina inferiore delle foglie, confondendosi spesso con le diverse co-lorazioni dei vari organi della pianta, o, ancora, del temuto ragnetto rosso. In tutti i casi, è sufficiente in-dividuarli e poi intervenire con insetticidi adeguati.

foglie piccole e fragiliIn questo caso la causa è spesso da ricercare in di-fetti di alimentazione, in particolare in un’insuffi-ciente quantità di azoto presente nel terreno. È necessario allora somministrare con le irrigazio-ni piccole quantità dell’elemento, senza esagerare (circa 2-3 g per litro di acqua). Questo intervento favorisce anche il rinverdimento della vegetazione.

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Le piante da appartamento sono spesso soggette a “sofferenze” che possono manifestarsi sotto varie forme. In genere le cause sono una eccessiva distri-buzione di acqua e una posizione poco felice che abbiamo loro riservato nelle nostre case. In defini-tiva, spesso le piante in vaso soffrono, non tanto per malesseri esterni, ma per le eccessive cure che rice-vono, per un “overdose” di attenzioni. Per ovviare a tutto ciò è indispensabile intervenire tempestivamente appena notiamo i primi sintomi strani. Ecco dunque i quattro sintomi più comu-ni, risolti i quali le vostre piante si riprenderanno nel migliore dei modi.

Crescita stentata e aspetto sofferenteIl problema deriva spesso da sostanze nutritive insufficienti a causa di irrigazioni eccessive. Con-viene quindi rinvasare con terriccio nuovo e ri-durre il numero delle annaffiature. Solitamente, in concomitanza con questa operazione, si sosti-tuisce anche il vaso con uno di dimensioni legger-mente superiori. Durante il rinvaso è essenziale controllare lo stato di salute delle radici: se sono molto scure, quelle più sofferenti vanno eliminate con le cesoie.

foglie con bordi scuri o punte ingiallite È necessario cambiare la posizione della pianta nella stanza, ridurre la quantità di acqua e di ferti-lizzante somministrato e aumentare leggermente il tasso di umidità dell’ambiente.

Le bulbose estivespettAcoLArI protAgonIste deL gIArdIno

sI pIAntAno orA e fIorIscono con IL cALdodi Cristina Bottari

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I bulbi primaverili come narcisi, giacinti e tulipani non hanno ancora perso i loro fiori ed è già arrivato il momento di mettere a dimora nel terreno le bulbose che coloreranno la nostra prossima estate ed anche buona parte dell’autunno in terra, su balconi, terrazzi o in vasi da collocare sul davanzale della finestra.

In vaso o in terra: cosa piantareIn marzo-aprile è possibile mettere a dimora all’aperto numerose varietà di bulbose: anemoni, ranuncoli e colchici (adatti a piccoli spazi e bordure), begonie tuberose, dalie, lilium, gigli, calle, canne e gladioli (per grandi spazi all’aperto), tutti bulbi che potranno rimanere nel terreno anche per diversi anni. Per un tocco più esotico, sono bellissime acidantere, fresie, crocosomie, tigridie. Il consiglio per tutti i bulbi è quello di interrarli sempre in gran numero e molto vicini fra loro, soprattutto se si tratta di bulbi piccoli. Nella fase di messa a dimora non sono richiesti interventi fertilizzanti particolari in quanto i bulbi contengono all’interno tutto il nutrimento necessario. Anzi, i bulbi che si naturalizzano nel terreno spesso producono numerosi bulbilli laterali, segno che le condizioni “alimentari” sono ottimali. Anche le “bulbose” coltivate in vaso non sono esigenti: la scelta di un terriccio universale è valida e sufficiente a favorire abbondanti fioriture senza alcuna concimazione. Se coltivate queste piante in vaso, alla fine della fioritura non lasciate un antiestetico vaso vuoto o con foglie giallastre; conviene piuttosto estrarre dal terreno i “bulbi” e conservarli, dopo averli ripuliti dalla terra e spruzzati di polvere insetticida, in ambienti bui e asciutti. Potranno così essere riutilizzati nella primavera successiva.

verde in giardino

Bulbi generosi se ben accuditi

L’esposizione dell’aiuola dedicata ai bulbi a fioritura estiva deve sempre essere in pieno sole. tuttavia, soprattutto nelle regioni settentrionali, è preferibile coltivare alcuni bulbi perenni ma delicati, come il meraviglioso agapanthus, in vasi di grandi dimensioni per poterli riparare dal freddo. Provate anche a piantare i bulbi a strati, per un vero e proprio sandwich di fiori: ogni varietà, infatti, affonda le radici a una precisa distanza dalla superficie. La regola generale è piantare i bulbi a una profondità pari al doppio della loro dimensione; ogni piantina troverà poi la sua strada.

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Assaggio di primavera

a tavola con stile

cosa occorreper questa composizione abbiamo scelto una particolare varietà di tulipano crispa (cioè con i margini frangiati) in due toni di rosa, sia a fiori semplici che a fiori doppi; inoltre, procuratevi due mazzetti di violette di campo e alcuni steli di Gypsophila, anche detto “velo da sposa”.come contenitore, utilizzate una piccola serra o una scatola trasparente.

come si realiZZa • tagliate gli steli di tulipani ad altezze diverse, per creare un andamento spontaneo della composizione; • infilate tutti i tulipani al centro di una spugna precedentemente bagnata; • disponete agli angoli del contenitore i mazzolini di violette in bicchierini contenenti dell’acqua; • accorciate il velo da sposa e con questo rifinite la composizione.

Indice delle ricette

antiPastiAsparagi lardellati 23Chutney di fragole con gamberoni 29Flan di asparagi con gamberi 24Insalata di fragole, spinacini e mandorle 29

PrimiBavette con scampi, pomodoro fresco e lime 42Bucatini all’amatriciana 73Bucatini cacio e pepe 74Bucatini con cipollotto e tonno fresco 43Cellentani in salsa di porri e salsiccia allo zafferano 43Fusilli con mandorle, pinoli e pancetta 45Insalata di farfalle con cernia e zucchine 44Lasagne classiche al ragù 54Lasagne con asparagi, culatello e salsa mornay 23Lasagne di mare 54Lasagne vegetariane 55Linguine con ricotta, asparagi e mandorle 98Pasta all’uovo 52Risotto agli asparagi 24Spaghettini con carciofi e limone 45Tortelli neri alla spigola 35

sEcOnDi E cOntOrniAbbacchio arrosto 74Budini di pane e asparagi 23Carciofo alla giudia 75Filetto in salsa di fragole 29Maialino agli asparagi 24Puntarelle con le acciughe 75Rollè di spigola e fagiolini con pomodoro e basilico 37Spigola al sale aromatico e olio al mandarino 37Spigola con salsa alle melanzane 37Spigola su purè di ceci con salsa di riso e zafferano 35

DOlciDadi soffici al cioccolato con fragole fresche 30Fragole bicolor glassate 31Mattonella di fragole e gianduia 31Quatre-quart agli agrumi e vaniglia 67Tartufi all’Earl Grey 48Torta cioccocaffè 49

suGhi E cOnDimEntiBesciamella 53Ragù di carne 53

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Assaggio di primavera

a tavola con stile

cosa occorreper questa composizione abbiamo scelto una particolare varietà di tulipano crispa (cioè con i margini frangiati) in due toni di rosa, sia a fiori semplici che a fiori doppi; inoltre, procuratevi due mazzetti di violette di campo e alcuni steli di Gypsophila, anche detto “velo da sposa”.come contenitore, utilizzate una piccola serra o una scatola trasparente.

come si realiZZa • tagliate gli steli di tulipani ad altezze diverse, per creare un andamento spontaneo della composizione; • infilate tutti i tulipani al centro di una spugna precedentemente bagnata; • disponete agli angoli del contenitore i mazzolini di violette in bicchierini contenenti dell’acqua; • accorciate il velo da sposa e con questo rifinite la composizione.

Indice delle ricette

antiPastiAsparagi lardellati 23Chutney di fragole con gamberoni 29Flan di asparagi con gamberi 24Insalata di fragole, spinacini e mandorle 29

PrimiBavette con scampi, pomodoro fresco e lime 42Bucatini all’amatriciana 73Bucatini cacio e pepe 74Bucatini con cipollotto e tonno fresco 43Cellentani in salsa di porri e salsiccia allo zafferano 43Fusilli con mandorle, pinoli e pancetta 45Insalata di farfalle con cernia e zucchine 44Lasagne classiche al ragù 54Lasagne con asparagi, culatello e salsa mornay 23Lasagne di mare 54Lasagne vegetariane 55Linguine con ricotta, asparagi e mandorle 98Pasta all’uovo 52Risotto agli asparagi 24Spaghettini con carciofi e limone 45Tortelli neri alla spigola 35

sEcOnDi E cOntOrniAbbacchio arrosto 74Budini di pane e asparagi 23Carciofo alla giudia 75Filetto in salsa di fragole 29Maialino agli asparagi 24Puntarelle con le acciughe 75Rollè di spigola e fagiolini con pomodoro e basilico 37Spigola al sale aromatico e olio al mandarino 37Spigola con salsa alle melanzane 37Spigola su purè di ceci con salsa di riso e zafferano 35

DOlciDadi soffici al cioccolato con fragole fresche 30Fragole bicolor glassate 31Mattonella di fragole e gianduia 31Quatre-quart agli agrumi e vaniglia 67Tartufi all’Earl Grey 48Torta cioccocaffè 49

suGhi E cOnDimEntiBesciamella 53Ragù di carne 53

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redazione

direttore responsabilepaolo Dalcò

in redazioneFrancesca BadiCristina BottariGiulia malerbaarmando minuzmonica Nastrucci

Hanno collaborato a questo numero: Daniela Beati (grafica), licia Cagnoni (ricette), lucia Carletti, Gilda Ciaruffoli, Silvia Crucitti (foto e ricetta di cover), Claudia Dagrada (foto pagg. 77 e 78), Davide Di prato (foto), Fondazione Veronesi, Giada Gaetano, Giorgio Gazzola, elisa mazzola, Stefania piras, Simone rugiati (ricette)

editoreFood s.r.l.Via mazzini n. 643121 parmaTel. 0521 388511 - fax 0521 388555mail: [email protected]

iscrizione al registro degli operatori di Comunicazione al n. 2273registrazione presso la Cancelleria del Tribunale in corso

n. 1 - marzo-aprile 2012Stampato nel mese di gennaio 2012presso incentive promomedia SrlVia Domenico Nicolai, 6370122 Bari

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linGuinE cOn ricOtta, asParaGi E manDOrlE

• 400 g di tagliatelle (o linguine) • 200 g di ricotta• 10 asparagi di media grandezza • 50 g di parmigiano• 80 g di mandorle tritate • pepe nero in grani• timo • sale

preparazione 20 minuti cottura 10 minutiesecuzione facile vino Bianco di Custoza

pulite gli asparagi eliminando la parte dura finale del gambo. Dividete i gambi dalle punte, tagliate i gambi a tocchetti e tenete le punte intere. sbollentate il tutto per 5 minuti e tenete da parte. Nel bicchiere del minipimer mettete la ricotta, i gambi degli asparagi, il parmigiano e una macinata di pepe, quindi frullate il tutto fino a ottenere un composto liscio e omogeneo. Unite 3/4 delle mandorle tritate e mescolate con un cucchiaio. Dividete le punte degli asparagi in due parti per la loro lunghezza.

Cuocete la pasta in abbondante acqua bollente salata, scolatela al dente tenendo da parte un mestolo di acqua di cottura. Mantecate nella pentola le tagliatelle con il composto di ricotta, unite gli asparagi e un po’ di acqua di cottura, se necessario. servite la pasta completando ogni piatto con il resto delle mandorle, una macinata di pepe, qualche rametto di timo e, a piacere, una spolverata di parmigiano.

per 4 persone

Ricetta di copertina

Page 99: Rivista PRÈMIATY Marzo Aprile 2012

pastaun ritratto italiano

l a r i v i s t a d i c u c i n a , b e n e s s e r e , t e m p o l i b e r o e c a s a

viaggio in italiaIl cuore verde di Roma

mondo donnaStop alla cellulite

verdura di stagioneAsparagi, germoglidi primavera

Numero 1 - marzo-aprile 2012

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