Rivista PRÈMIATY Luglio Agosto 2012

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LA RIVISTA DI CUCINA, BENESSERE, TEMPO LIBERO E CASA NUMERO 3 - LUGLIO-AGOSTO 2012 NUMERO 3 - LUGLIO-AGOSTO 2012 1,00 E URO 8 004348 126127 in omaggio i guanti felpati POMODORO l’oro rosso del Mediterraneo DA BERE Birra, tradizione senza tempo MONDO DONNA Finalmente sotto al sole VIAGGIO NEL MONDO Londra, la città che non dorme mai CON 64 BUONI SCONTO PER RISPARMIARE OLTRE 30 SULLA TUA SPESA

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Rivista PRÈMIATY Luglio Agosto 2012

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l a r i v i s t a d i c u c i n a , b e n e s s e r e , t e m p o l i b e r o e c a s a

Numero 3 - luglio-agosto 2012

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in omaggio

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pomodorol’oro rosso del Mediterraneo

da bereBirra, tradizione senza tempo

mondo donnaFinalmente sotto al sole

viaggio nel mondoLondra, la città che non dorme mai

la raccolta punti continua...

Per premiare la tua fedeltà al supermercato sigma e

Coal di fiducia, prosegue l’iniziativa della raccolta

punti. Fai la spesa, accumuli i punti e poi scegli tra i

tanti prodotti a catalogo. moderni, funzionali e di

design, sono stati selezionati per migliorarti la

vita di ogni giorno, in casa e all’aperto, nelle

attività quotidiane, nelle occasioni conviviali

e nel tempo libero. Un piacere che ti

premia ogni volta con la certezza di

trovare sempre la bontà, la freschezza

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con 64 buoni sconto

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spesa

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EditorialeEgregi Lettori e Clienti dei punti di vendita Sigma,

dedichiamo questo editoriale alla presentazione di I Frutti della Cooperazione, un’iniziativa di successo che, seppure a livello di test, ha richiamato l’attenzione e curiosità dei Clienti coinvolti.Questa offerta fa riferimento a un pacchetto di prodotti (circa quaranta ogni volta), tutti di origine

cooperativa: dalla produzione al confezionamento, dal trasporto alla vendita, selezionati prevalen-temente da imprese di produzione locale, che si distinguono per la qualità, il gusto e la freschezza degli articoli selezionati.Una vera e propria operazione “chilometro zero”, dove non occorre fare diversi chilometri in auto

(e consumare benzina o gasolio) per raggiungere i luoghi di produzione e fare gli acquisti, ma basta-no pochi passi, dalla propria casa al punto di vendita, per usufruire di questa preziosa opportunità. Vini, prodotti agricoli, carni, latticini e formaggi, sono i settori merceologici che sono stati scelti e

proposti alla vendita, ottimizzando tutti i costi della filiera e garantendo così al consumatore finale la qualità dei prodotti freschi a un prezzo conveniente.Pensate che questa formula ha avuto risonanza anche nella vicina Francia, tanto che una della più

importanti Associazioni di contadini, la Felcoop, ha organizzato recentemente un apposito conve-gno a Parigi, a cui naturalmente siamo stati invitati per illustrare meglio e direttamente le modalità di tale operazione.L’ampia disponibilità dei tre soggetti coinvolti (Confcooperative/Fedagri, Sigma e Realco, la piat-

taforma dell’Emilia Romagna a lei associata e con sede a Reggio Emilia) ha reso possibile il coin-volgimento di oltre 160 punti vendita.La forte presenza di imprese a matrice cooperativa, nella suddetta regione, ha favorito il principio

sociale che ha ispirato tale iniziativa, sostenuta e promossa anche da diverso materiale informativo, che illustra i valori della tradizione che contraddistinguono le aziende coinvolte, tutte leader nei settori dell’ortofrutta fresca e trasformata, del vino, delle carni e dei salumi, del latte e dei prodotti caseari. E tutti rigorosamente e naturalmente di produzione italiana al 100%. Un’iniziativa che ovviamente contiamo di allargare ad altre regioni italiane.

Aldo Puccini Presidente Onorario Sigma

Ogni numero del periodico Premiaty contiene un breve editoriale dedicato a tutti voi, alla vostra preziosa attenzione, con l’obiettivo di aiutarvi a comprendere meglio, di volta in volta, le tante e diverse problematiche in essere nel commercio dei prodotti alimentari. Una finestra sempre aperta, utile a voi per farvi sentire più vicini, preziosa per noi per aiutarci a comprendere meglio le vostre esigenze, per apprezzare i vostri giudizi e, perché no, prendere buona nota delle eventuali critiche e segnalazioni.Un contatto diretto che si può concretizzare scrivendo una mail a: [email protected] o all’indirizzo Redazione prèmiaty, via Nanni Costa 30 - 40133 Bologna.Da parte nostra, tramite il periodico PREMIATY, vi annunceremo le iniziative più innovative e più coinvolgenti che, i punti di vendita associati alla Centrale SIGMA, vi offrono per consolidare un rapporto già in essere da lungo tempo (a marzo abbiamo festeggiato i primi cinquanta anni di presenza sul territorio italiano 1962–2012).

Prodotti del territorio, di qualità, ecocompatibili

frutti dellaIcooperazione

Vicino a te, vicino alla natura.LA VICINANZA, OLTRE A DIMINUIRE COSTI E TEMPI DI TRASPORTO, RIDUCE LE EMISSIONI DI ANIDRIDE

CARBONICA E IL DISPENDIO DI ENERGIA PER LA CONSERVAZIONE DEI PRODOTTI.

PER QUESTO LA FILIERA CORTA CONTRIBUISCE A UN’EFFICACE AZIONE DI SOSTENIBILITÀ AMBIENTALE.

Sigma ti offre un ponte diretto tra produttori e consumatori.DALLE MIGLIORI COOPERATIVE AGROALIMENTARI DEL TUO TERRITORIO, OGGI ARRIVANO DIRETTAMENTE A TE

PRODOTTI DI ASSOLUTA QUALITÀ: RIDOTTI COSTI DI TRASPORTO, DISTRIBUZIONE, CONSERVAZIONE.

EQUA RETRIBUZIONE A CHI PRODUCE. RISPARMIO SICURO PER TE.

Dalle tue parti, dalla tua parte.I PRODOTTI DELLA FILIERA COOPERATIVA SONO QUELLI DEL TUO TERRITORIO, GENUINI,

DI TRADIZIONE LOCALE. TI ASSICURANO PIÙ FRESCHEZZA, TI FANNO RISCOPRIRE IL PIACERE

DEL CONSUMO STAGIONALE E AL GIUSTO GRADO DI MATURAZIONE. E QUANDO LI SCEGLI, VALORIZZI

LA CULTURA E LE TIPICITÀ DELLA TUA TERRA PROMUOVENDONE LA PROSPERITÀ.

I valori della cooperazione portano sempre ottimi frutti.

Promosso da

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EditorialeEgregi Lettori e Clienti dei punti di vendita Sigma,

dedichiamo questo editoriale alla presentazione di I Frutti della Cooperazione, un’iniziativa di successo che, seppure a livello di test, ha richiamato l’attenzione e curiosità dei Clienti coinvolti.Questa offerta fa riferimento a un pacchetto di prodotti (circa quaranta ogni volta), tutti di origine

cooperativa: dalla produzione al confezionamento, dal trasporto alla vendita, selezionati prevalen-temente da imprese di produzione locale, che si distinguono per la qualità, il gusto e la freschezza degli articoli selezionati.Una vera e propria operazione “chilometro zero”, dove non occorre fare diversi chilometri in auto

(e consumare benzina o gasolio) per raggiungere i luoghi di produzione e fare gli acquisti, ma basta-no pochi passi, dalla propria casa al punto di vendita, per usufruire di questa preziosa opportunità. Vini, prodotti agricoli, carni, latticini e formaggi, sono i settori merceologici che sono stati scelti e

proposti alla vendita, ottimizzando tutti i costi della filiera e garantendo così al consumatore finale la qualità dei prodotti freschi a un prezzo conveniente.Pensate che questa formula ha avuto risonanza anche nella vicina Francia, tanto che una della più

importanti Associazioni di contadini, la Felcoop, ha organizzato recentemente un apposito conve-gno a Parigi, a cui naturalmente siamo stati invitati per illustrare meglio e direttamente le modalità di tale operazione.L’ampia disponibilità dei tre soggetti coinvolti (Confcooperative/Fedagri, Sigma e Realco, la piat-

taforma dell’Emilia Romagna a lei associata e con sede a Reggio Emilia) ha reso possibile il coin-volgimento di oltre 160 punti vendita.La forte presenza di imprese a matrice cooperativa, nella suddetta regione, ha favorito il principio

sociale che ha ispirato tale iniziativa, sostenuta e promossa anche da diverso materiale informativo, che illustra i valori della tradizione che contraddistinguono le aziende coinvolte, tutte leader nei settori dell’ortofrutta fresca e trasformata, del vino, delle carni e dei salumi, del latte e dei prodotti caseari. E tutti rigorosamente e naturalmente di produzione italiana al 100%. Un’iniziativa che ovviamente contiamo di allargare ad altre regioni italiane.

Aldo Puccini Presidente Onorario Sigma

Ogni numero del periodico Premiaty contiene un breve editoriale dedicato a tutti voi, alla vostra preziosa attenzione, con l’obiettivo di aiutarvi a comprendere meglio, di volta in volta, le tante e diverse problematiche in essere nel commercio dei prodotti alimentari. Una finestra sempre aperta, utile a voi per farvi sentire più vicini, preziosa per noi per aiutarci a comprendere meglio le vostre esigenze, per apprezzare i vostri giudizi e, perché no, prendere buona nota delle eventuali critiche e segnalazioni.Un contatto diretto che si può concretizzare scrivendo una mail a: [email protected] o all’indirizzo Redazione prèmiaty, via Nanni Costa 30 - 40133 Bologna.Da parte nostra, tramite il periodico PREMIATY, vi annunceremo le iniziative più innovative e più coinvolgenti che, i punti di vendita associati alla Centrale SIGMA, vi offrono per consolidare un rapporto già in essere da lungo tempo (a marzo abbiamo festeggiato i primi cinquanta anni di presenza sul territorio italiano 1962–2012).

Prodotti del territorio, di qualità, ecocompatibili

frutti dellaIcooperazione

Vicino a te, vicino alla natura.LA VICINANZA, OLTRE A DIMINUIRE COSTI E TEMPI DI TRASPORTO, RIDUCE LE EMISSIONI DI ANIDRIDE

CARBONICA E IL DISPENDIO DI ENERGIA PER LA CONSERVAZIONE DEI PRODOTTI.

PER QUESTO LA FILIERA CORTA CONTRIBUISCE A UN’EFFICACE AZIONE DI SOSTENIBILITÀ AMBIENTALE.

Sigma ti offre un ponte diretto tra produttori e consumatori.DALLE MIGLIORI COOPERATIVE AGROALIMENTARI DEL TUO TERRITORIO, OGGI ARRIVANO DIRETTAMENTE A TE

PRODOTTI DI ASSOLUTA QUALITÀ: RIDOTTI COSTI DI TRASPORTO, DISTRIBUZIONE, CONSERVAZIONE.

EQUA RETRIBUZIONE A CHI PRODUCE. RISPARMIO SICURO PER TE.

Dalle tue parti, dalla tua parte.I PRODOTTI DELLA FILIERA COOPERATIVA SONO QUELLI DEL TUO TERRITORIO, GENUINI,

DI TRADIZIONE LOCALE. TI ASSICURANO PIÙ FRESCHEZZA, TI FANNO RISCOPRIRE IL PIACERE

DEL CONSUMO STAGIONALE E AL GIUSTO GRADO DI MATURAZIONE. E QUANDO LI SCEGLI, VALORIZZI

LA CULTURA E LE TIPICITÀ DELLA TUA TERRA PROMUOVENDONE LA PROSPERITÀ.

I valori della cooperazione portano sempre ottimi frutti.

Promosso da

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attualità agenda 6 il tumore al seno? 8 oggi si combatte

parliamo di… si saldi chi può 10Due chiacchiere Vip mara venier, la signora 14 della domenica

a tavolai freschissimi il carrello di luglio-agosto 16Verdura di stagione pomodoro: l’oro rosso 18 del mediterraneo

Frutta di stagione pesche: il top dell’estate 24

pesce di stagione cozze, vongole &co.: 30 i frutti del mare

sottovetro conserve, marmellate e salse: 36 1a puntata

occhio al prodotto Frittura: quale olio usare? 38Degustando mozzarella: tutto il sapore 40 del latte

Due chiacchiere con lo chef i consigli di alessandro borghese, 44 protagonista di cucina con ale

scuola di cucina l’arte della frittura 46 Gelati e sorbetti: belli freschi 50 anche d’estate

sommario

14

6440

80

58 84

da bere chiare, fresche, dolci acque 54 birra, tradizione senza tempo 58 cocktail, mix estivi intramontabili 62

in viaggioViaggio in italia sardegna: storia e mistero 64 nell’isola segreta

Viaggio nel mondo londra: nella città che non dorme mai 72 mondo junior 0-12 la dieta d’estate per il mio bambino 76 Figli unici: più tristi o più felici? 80

mondo donna Finalmente sotto il sole 84

home care Quando ci sono ospiti 88 indesiderati

da una vecchia agenda 90

verde le piante allo scoperto 92 il momento di frutta e fiori 93

a tavola con stile Fresche trasparenze 94 semplici fiori di campo 96

indice delle ricette 97

Ricettadicopertina 98

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attualità agenda 6 il tumore al seno? 8 oggi si combatte

parliamo di… si saldi chi può 10Due chiacchiere Vip mara venier, la signora 14 della domenica

a tavolai freschissimi il carrello di luglio-agosto 16Verdura di stagione pomodoro: l’oro rosso 18 del mediterraneo

Frutta di stagione pesche: il top dell’estate 24

pesce di stagione cozze, vongole &co.: 30 i frutti del mare

sottovetro conserve, marmellate e salse: 36 1a puntata

occhio al prodotto Frittura: quale olio usare? 38Degustando mozzarella: tutto il sapore 40 del latte

Due chiacchiere con lo chef i consigli di alessandro borghese, 44 protagonista di cucina con ale

scuola di cucina l’arte della frittura 46 Gelati e sorbetti: belli freschi 50 anche d’estate

sommario

14

6440

80

58 84

da bere chiare, fresche, dolci acque 54 birra, tradizione senza tempo 58 cocktail, mix estivi intramontabili 62

in viaggioViaggio in italia sardegna: storia e mistero 64 nell’isola segreta

Viaggio nel mondo londra: nella città che non dorme mai 72 mondo junior 0-12 la dieta d’estate per il mio bambino 76 Figli unici: più tristi o più felici? 80

mondo donna Finalmente sotto il sole 84

home care Quando ci sono ospiti 88 indesiderati

da una vecchia agenda 90

verde le piante allo scoperto 92 il momento di frutta e fiori 93

a tavola con stile Fresche trasparenze 94 semplici fiori di campo 96

indice delle ricette 97

Ricettadicopertina 98

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arte gola libri

sport

agenda da non perdere...

sagra del Jambon de bosses

•QUanDo 1adomenicadiluglio•Dove SaintRhémy-en-Bosses(Ao)•infowww.jambondebosses.it

anche quest’anno il piccolo borgo valdostano della valle del Gran san bernardo celebra il pregiato prosciutto crudo (dop dal 1996). ai numerosissimi stand, allestiti dai produttori nel centro del paese, è possibile degustare e assaggiare questo speciale prosciutto crudo dalla forma compatta e dal sapore aromatico, acquisito grazie alle peculiarità climatiche dell’ambiente e al particolare procedimento di stagionatura.

avanguardie russe malevich, Kandinskij, chagall, rodchenko, tatlin e gli altri

•DoVe Roma,AraPacis(ingressoviaRipetta)•QUanDofinoal2settembre•inFotel.060608,www.arapacis.it

una mostra dedicata alle principali correnti dell’arte russa di inizio ’900: il cubofuturismo, l’astrattismo, il costruttivismo e il suprematismo, illustrate da 70 opere dei più grandi maestri russi tra cui malevich, Kandinskij, chagall, rodchenko, tatlin, lentulov e Goncharova. l’esposizione è arricchita da un’installazione dell’artista pablo echaurren come testimonianza dell’influenza delle avanguardie su tutte le arti, dal teatro al cinema, dalla poesia alla musica, e da un’analisi sui rapporti tra futurismo italiano e russo di claudia salaris. alcuni video raccontano il contesto storico in cui sono nate le avanguardie.

gym camp con Jury chechi

•DoVe FaidellaPaganella(Tn),PalazzettoPolifunzionale•QUanDo dal18agostoall’8settembre•inFotel.0461585836,www.faivacanze.it,www.visitdolomitipaganella.it

anche quest’anno il campione olimpionico Jury chechi, il signore degli anelli, terrà a Fai della paganella, nel cuore del trentino, i suoi Gym camp, tre della durata di una settimana ciascuno, in collaborazione con il Fai vacanze e l’apt dolomiti paganella. i corsi sono dedicati a ragazzi e ragazze di età compresa tra 6 e 14 anni che impareranno a destreggiarsi tra gli anelli o perfezioneranno la propria tecnica. le attività della settimana prevedono tutte le mattine un allenamento in palestra, condotto personalmente da chechi, nelle varie discipline contemplate dalla ginnastica artistica ed escursioni nel pomeriggio.

i quadri del re. capolavori delle collezioni sabaude

•DoVe Torino,ReggiadiVenariaReale•QUanDofinoal9settembre•inFotel.0114992333,[email protected]

un’esposizione di dipinti preziosi e capolavori d’arte provenienti dalla Galleria sabauda di torino. un’occasione unica per ammirare 130 opere di celebri artisti (da reni a van dyck, da brueghel ai rinomati nomi della pittura fiamminga e olandese) che tornano ad arricchire le pareti della reggia di venaria, in attesa dell’allestimento definitivo della nuova Galleria sabauda, nella manica nuova di palazzo reale, la cui apertura è prevista nel 2014. la mostra è allestita presso le sale delle arti ed è integrata al percorso di visita della reggia, completamente rinnovato per la stagione 2012 e che evoca le emozioni e la storia di uno dei più grandi capolavori dell’architettura barocca universale.

volete perdere peso solo dove è necessario, preservando la massa magra e fornendo al corpo tutto ciò di cui ha bisogno? scegliete tisanoreica, un metodo sano e infallibile messo a punto da Gianluca mech e seguito da politici, personaggi del jet set e dello star system. dopo il successo di La Dieta Tisanoreica e alla luce delle ultime ricerche, il nuovo volume è un aggiornamento che conserva i principi della dieta tisanoreica ma si arricchisce di un capitolo dedicato alla nutrigenomica, l’applicazione nell’alimentazione di avanzati studi in campo genetico. nella parte iniziale mech spiega che tisanoreica è una vera e propria terapia, basata sul principio che per perdere peso bisogna mangiare in maniera “disequilibrata”, attivando quel processo chiamato chetogenesi, grazie al quale il nostro corpo continua a “mangiare grassi”. seguono gli interventi di medici che ne testimoniano l’attendibilità e una sezione di ricette a base di preparati alimentari tisanoreica.

Gianluca mech, Non sono a dieta, sono in Tisanoreica!mondadori, 160 pagg., 12,90 €

Festa del Fagiolo di sarconi

•QUanDo 18e19agosto•DoVeSarconi(Pz)•inFowww.sagradelfagiolo.it

una kermesse tutta dedicata a questo prodotto igp di eccellenza della gastronomia lucana e italiana. tutto si svolge per strada. lungo le vie del centro storico, infatti, è organizzato un itinerario per scoprire le 17 varietà ecotipe del fagiolo locale, la loro storia e il loro legame con il territorio. i ristoratori, invece, offrono un menù a tema, rigorosamente a base di fagiolo. a corredo della manifestazione mostre, spettacoli di strada, musica e folclore.

sagra del peperone di carmagnola

•QUanDo dal24agostoal2settembre•DoVeCarmagnola(To)•inFoUfficioManifestazionitel.0119724270,[email protected],www.comune.carmagnola.to.it/SagraDelPeperone

rossi, gialli, verdi, i peperoni di carmagnola vengono celebrati con questa grande festa giunta alla 63esima edizione. da anni la sagra riscuote un crescente afflusso di pubblico: oltre alla tradizionale esposizione di peperoni e ai relativi concorsi e degustazioni, la sfilata di “re povron” e la “bela povronera”, le esibizioni dei gruppi folkloristici carmagnolesi, serate musicali e spettacoli.

vinocalici di stelle: eventi e degustazioni di qualità nelle piazze italiane nella notte di san lorenzo

•QUanDo 10agosto •inFo www.movimentoturismovino.it

ritorna anche quest’anno “calici di stelle” il tradizionale appuntamento estivo ideato dal movimento turismo del vino, in collaborazione con l’associazione nazionale città del vino, che, inneggiando a bacco, in una delle notti più suggestive dell’anno, offre ai turisti la possibilità di godersi “la pioggia di lacrime di san lorenzo” in compagnia di un vino di qualità. il 10 agosto, nei centri storici e nelle piazze italiane, gli appassionati del buon bere potranno degustare i migliori vini delle cantine associate abbinati ai prodotti tipici, espressione del patrimonio locale di ogni regione che ospita l’evento. accanto alle degustazioni, guidate da sommelier e famosi enologi italiani, una ricca serie d’iniziative: concerti, cortei storici e performance teatrali. per l’occasione alcuni vignaioli apriranno le loro cantine.

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arte gola libri

sport

agenda da non perdere...

sagra del Jambon de bosses

•QUanDo 1adomenicadiluglio•Dove SaintRhémy-en-Bosses(Ao)•infowww.jambondebosses.it

anche quest’anno il piccolo borgo valdostano della valle del Gran san bernardo celebra il pregiato prosciutto crudo (dop dal 1996). ai numerosissimi stand, allestiti dai produttori nel centro del paese, è possibile degustare e assaggiare questo speciale prosciutto crudo dalla forma compatta e dal sapore aromatico, acquisito grazie alle peculiarità climatiche dell’ambiente e al particolare procedimento di stagionatura.

avanguardie russe malevich, Kandinskij, chagall, rodchenko, tatlin e gli altri

•DoVe Roma,AraPacis(ingressoviaRipetta)•QUanDofinoal2settembre•inFotel.060608,www.arapacis.it

una mostra dedicata alle principali correnti dell’arte russa di inizio ’900: il cubofuturismo, l’astrattismo, il costruttivismo e il suprematismo, illustrate da 70 opere dei più grandi maestri russi tra cui malevich, Kandinskij, chagall, rodchenko, tatlin, lentulov e Goncharova. l’esposizione è arricchita da un’installazione dell’artista pablo echaurren come testimonianza dell’influenza delle avanguardie su tutte le arti, dal teatro al cinema, dalla poesia alla musica, e da un’analisi sui rapporti tra futurismo italiano e russo di claudia salaris. alcuni video raccontano il contesto storico in cui sono nate le avanguardie.

gym camp con Jury chechi

•DoVe FaidellaPaganella(Tn),PalazzettoPolifunzionale•QUanDo dal18agostoall’8settembre•inFotel.0461585836,www.faivacanze.it,www.visitdolomitipaganella.it

anche quest’anno il campione olimpionico Jury chechi, il signore degli anelli, terrà a Fai della paganella, nel cuore del trentino, i suoi Gym camp, tre della durata di una settimana ciascuno, in collaborazione con il Fai vacanze e l’apt dolomiti paganella. i corsi sono dedicati a ragazzi e ragazze di età compresa tra 6 e 14 anni che impareranno a destreggiarsi tra gli anelli o perfezioneranno la propria tecnica. le attività della settimana prevedono tutte le mattine un allenamento in palestra, condotto personalmente da chechi, nelle varie discipline contemplate dalla ginnastica artistica ed escursioni nel pomeriggio.

i quadri del re. capolavori delle collezioni sabaude

•DoVe Torino,ReggiadiVenariaReale•QUanDofinoal9settembre•inFotel.0114992333,[email protected]

un’esposizione di dipinti preziosi e capolavori d’arte provenienti dalla Galleria sabauda di torino. un’occasione unica per ammirare 130 opere di celebri artisti (da reni a van dyck, da brueghel ai rinomati nomi della pittura fiamminga e olandese) che tornano ad arricchire le pareti della reggia di venaria, in attesa dell’allestimento definitivo della nuova Galleria sabauda, nella manica nuova di palazzo reale, la cui apertura è prevista nel 2014. la mostra è allestita presso le sale delle arti ed è integrata al percorso di visita della reggia, completamente rinnovato per la stagione 2012 e che evoca le emozioni e la storia di uno dei più grandi capolavori dell’architettura barocca universale.

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Gianluca mech, Non sono a dieta, sono in Tisanoreica!mondadori, 160 pagg., 12,90 €

Festa del Fagiolo di sarconi

•QUanDo 18e19agosto•DoVeSarconi(Pz)•inFowww.sagradelfagiolo.it

una kermesse tutta dedicata a questo prodotto igp di eccellenza della gastronomia lucana e italiana. tutto si svolge per strada. lungo le vie del centro storico, infatti, è organizzato un itinerario per scoprire le 17 varietà ecotipe del fagiolo locale, la loro storia e il loro legame con il territorio. i ristoratori, invece, offrono un menù a tema, rigorosamente a base di fagiolo. a corredo della manifestazione mostre, spettacoli di strada, musica e folclore.

sagra del peperone di carmagnola

•QUanDo dal24agostoal2settembre•DoVeCarmagnola(To)•inFoUfficioManifestazionitel.0119724270,[email protected],www.comune.carmagnola.to.it/SagraDelPeperone

rossi, gialli, verdi, i peperoni di carmagnola vengono celebrati con questa grande festa giunta alla 63esima edizione. da anni la sagra riscuote un crescente afflusso di pubblico: oltre alla tradizionale esposizione di peperoni e ai relativi concorsi e degustazioni, la sfilata di “re povron” e la “bela povronera”, le esibizioni dei gruppi folkloristici carmagnolesi, serate musicali e spettacoli.

vinocalici di stelle: eventi e degustazioni di qualità nelle piazze italiane nella notte di san lorenzo

•QUanDo 10agosto •inFo www.movimentoturismovino.it

ritorna anche quest’anno “calici di stelle” il tradizionale appuntamento estivo ideato dal movimento turismo del vino, in collaborazione con l’associazione nazionale città del vino, che, inneggiando a bacco, in una delle notti più suggestive dell’anno, offre ai turisti la possibilità di godersi “la pioggia di lacrime di san lorenzo” in compagnia di un vino di qualità. il 10 agosto, nei centri storici e nelle piazze italiane, gli appassionati del buon bere potranno degustare i migliori vini delle cantine associate abbinati ai prodotti tipici, espressione del patrimonio locale di ogni regione che ospita l’evento. accanto alle degustazioni, guidate da sommelier e famosi enologi italiani, una ricca serie d’iniziative: concerti, cortei storici e performance teatrali. per l’occasione alcuni vignaioli apriranno le loro cantine.

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Il tumore al seno?oggi si combatte

I l tumore del seno colpisce una donna su dieci nell’arco della vita. È il tumore più frequente nel sesso femminile e rappresenta il 25% di tutti

i tumori che colpiscono le donne. È la prima causa di mortalità per tumore nel sesso femminile, con un tasso di mortalità del 17% di tutti i decessi per causa oncologica. Più dell’80% dei casi di tumore del seno colpisce donne sopra i 50 anni. Il tumore al seno, oltre ad aumentare di frequenza con l’età, può avere una componente familiare: circa il 10% delle donne con tumore del seno ha infatti più di un familiare stretto malato. Non solo, vi sono an-che alcuni geni che predispongono a questo tipo di tumore: sono il BRCA1 e il BRCA2. Le mu-tazioni di questi geni sono responsabili del 50% circa delle forme ereditarie di cancro del seno e dell’ovaio. Ma, mentre anni fa il tumore al seno era un temibile cancro, ora la medicina ci mette a disposizione numerosi strumenti in grado di com-batterlo. L’arma fondamentale è rappresentata dalla diagnosi preococe. Come comportarsi? I controlli periodici indivi-duali devono iniziare già a 30-35 anni con un’eco-grafia mammaria annuale e dai 40 anni anche con una mammografia annuale, l’unico esame in grado di identificare per esempio le micro-calcifi-cazioni che sono spesso una spia di una iniziale le-sione tumorale. Oggi infatti con la mammografia digitale e l’ecografia con sonda ad alta frequenza è possibile diagnosticare tumori talmente piccoli da non dare inizialmente segni clinici. Se opera-ti in questa fase le donne colpite da tumori alla mammella hanno una possibilità di guarigione che sfiora il 100%. Addirittura in alcuni centri come l’Istituto Europeo di Oncologia è possibile curare questa malattia su base giornaliera.

Ciò significa entrare in ospedale la mattina, veni-re operati e tornare comodamente a casa la sera. Concludo dicendo che l’età dai 30 ai 50 anni è la più delicata dal punto di vista diagnostico, poi-ché coesistono tutte le patologie, benigne (fibro-adenomi, cisti, displasia) ma anche neoplastiche. È quindi opportuno abbinare la mammografia all’ecografia e possibilmente al controllo speciali-stico dal senologo che, in base ai vari fattori di ri-schio (come la familiarità) e agli esiti degli esami, può indirizzare la singola donna verso il corretto iter di prevenzione. Visita il nostro sito www.fondazioneveronesi.it

la Funzione protettiva degli alimenti

la nutrigenomica è la scienza che studia gli effetti della dieta o dei suoi singoli componenti sull’espressione dei nostri geni, vale a dire come l’alimentazione influisce sulle molteplici attività biologiche del nostro organismo. la nutrigenomica è solo una delle tante applicazioni delle scienze della nutrizione che si avvalgono degli straordinari e recenti progressi degli studi sul genoma umano. tutto ciò sembra qualcosa di molto lontano dalla nostra vita quotidiana ma in realtà l’applicazione delle conoscenze in questo ambito può arrivare direttamente sulle nostre tavole attraverso l’innovazione di prodotti alimentari e quindi la formulazione di alimenti funzionali, come per esempio i probiotici, fino ad arrivare alla personalizzazione della terapia nutrizionale in base al proprio genoma. Questa giovane branca delle scienze della nutrizione è studiata nei laboratori più avanzati del mondo, ma non è così difficile avvicinarsi a queste conoscenze proprio perché l’alimentazione e i suoi effetti ci riguardano tutti da molto vicino. per esempio, esperimenti in laboratorio hanno dimostrato che il succo di arancia rossa è in grado di convertire completamente il programma di trascrizione dei geni indotto da una dieta ricca di grasso. come se il consumo di succo di arancia rossa “annullasse” l’aumento di peso provocato da una dieta ricca di grassi. Questo è un esempio di nutrigenomica, l’incredibile effetto di un fattore della dieta su una delle attività biologiche dell’organismo più conosciute: l’accumulo di grasso corporeo e quindi l’aumento di peso. inoltre numerosi studi hanno evidenziato che il rapporto tra colesterolo della dieta e livelli di colesterolo nel sangue, dipende dalla “forma” di un gene specifico: se tale gene ha una certa “forma” allora l’elevato colesterolo nella dieta avrà come ricaduta elevati livelli di colesterolo nel sangue, mentre chi possiede un’altra “forma” con un elevato apporto di colesterolo nella dieta mantiene livelli normali di colesterolo nel sangue. Questo è un esempio di nutrigenetica, individui diversi rispondono in maniera diversa alla stessa dieta. conoscendo meglio gli effetti dei nutrienti sulla salute potremo migliorare ulteriormente la dieta mediterranea, intensificando il consumo dei componenti della dieta più importanti e protettivi per la nostra salute. in futuro probabilmente sarà possibile creare diete personalizzate, cioè ritagliate su misura della singola persona, o meglio dei propri polimorfismi (le diverse “forme” dei nostri geni), ma per questo ci vorrà ancora qualche anno.

Lucilla Titta (Borsa di Ricerca Fondazione Umberto Veronesi)Biologa nutrizionista. Gli interessi principali della sua attività di ricerca sono focalizzati sulle correlazioni tra alimentazione e salute, con particolare attenzione agli effetti di diete arricchite in antiossidanti di origine alimentare, attraverso lo sviluppo di studi in vivo e in vitro. La nutrizione umana, l’epidemiologia della nutrizione e studi clinici di intervento rappresentano la sua seconda area di ricerca, incentrata sull’alimentazione come fondamentale strumento della prevenzione dei tumori.

di Paolo Veronesi - chirurgo senologo e presidente della Fondazione Veronesi

Page 9: Rivista PRÈMIATY Luglio Agosto 2012

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Il tumore al seno?oggi si combatte

I l tumore del seno colpisce una donna su dieci nell’arco della vita. È il tumore più frequente nel sesso femminile e rappresenta il 25% di tutti

i tumori che colpiscono le donne. È la prima causa di mortalità per tumore nel sesso femminile, con un tasso di mortalità del 17% di tutti i decessi per causa oncologica. Più dell’80% dei casi di tumore del seno colpisce donne sopra i 50 anni. Il tumore al seno, oltre ad aumentare di frequenza con l’età, può avere una componente familiare: circa il 10% delle donne con tumore del seno ha infatti più di un familiare stretto malato. Non solo, vi sono an-che alcuni geni che predispongono a questo tipo di tumore: sono il BRCA1 e il BRCA2. Le mu-tazioni di questi geni sono responsabili del 50% circa delle forme ereditarie di cancro del seno e dell’ovaio. Ma, mentre anni fa il tumore al seno era un temibile cancro, ora la medicina ci mette a disposizione numerosi strumenti in grado di com-batterlo. L’arma fondamentale è rappresentata dalla diagnosi preococe. Come comportarsi? I controlli periodici indivi-duali devono iniziare già a 30-35 anni con un’eco-grafia mammaria annuale e dai 40 anni anche con una mammografia annuale, l’unico esame in grado di identificare per esempio le micro-calcifi-cazioni che sono spesso una spia di una iniziale le-sione tumorale. Oggi infatti con la mammografia digitale e l’ecografia con sonda ad alta frequenza è possibile diagnosticare tumori talmente piccoli da non dare inizialmente segni clinici. Se opera-ti in questa fase le donne colpite da tumori alla mammella hanno una possibilità di guarigione che sfiora il 100%. Addirittura in alcuni centri come l’Istituto Europeo di Oncologia è possibile curare questa malattia su base giornaliera.

Ciò significa entrare in ospedale la mattina, veni-re operati e tornare comodamente a casa la sera. Concludo dicendo che l’età dai 30 ai 50 anni è la più delicata dal punto di vista diagnostico, poi-ché coesistono tutte le patologie, benigne (fibro-adenomi, cisti, displasia) ma anche neoplastiche. È quindi opportuno abbinare la mammografia all’ecografia e possibilmente al controllo speciali-stico dal senologo che, in base ai vari fattori di ri-schio (come la familiarità) e agli esiti degli esami, può indirizzare la singola donna verso il corretto iter di prevenzione. Visita il nostro sito www.fondazioneveronesi.it

la Funzione protettiva degli alimenti

la nutrigenomica è la scienza che studia gli effetti della dieta o dei suoi singoli componenti sull’espressione dei nostri geni, vale a dire come l’alimentazione influisce sulle molteplici attività biologiche del nostro organismo. la nutrigenomica è solo una delle tante applicazioni delle scienze della nutrizione che si avvalgono degli straordinari e recenti progressi degli studi sul genoma umano. tutto ciò sembra qualcosa di molto lontano dalla nostra vita quotidiana ma in realtà l’applicazione delle conoscenze in questo ambito può arrivare direttamente sulle nostre tavole attraverso l’innovazione di prodotti alimentari e quindi la formulazione di alimenti funzionali, come per esempio i probiotici, fino ad arrivare alla personalizzazione della terapia nutrizionale in base al proprio genoma. Questa giovane branca delle scienze della nutrizione è studiata nei laboratori più avanzati del mondo, ma non è così difficile avvicinarsi a queste conoscenze proprio perché l’alimentazione e i suoi effetti ci riguardano tutti da molto vicino. per esempio, esperimenti in laboratorio hanno dimostrato che il succo di arancia rossa è in grado di convertire completamente il programma di trascrizione dei geni indotto da una dieta ricca di grasso. come se il consumo di succo di arancia rossa “annullasse” l’aumento di peso provocato da una dieta ricca di grassi. Questo è un esempio di nutrigenomica, l’incredibile effetto di un fattore della dieta su una delle attività biologiche dell’organismo più conosciute: l’accumulo di grasso corporeo e quindi l’aumento di peso. inoltre numerosi studi hanno evidenziato che il rapporto tra colesterolo della dieta e livelli di colesterolo nel sangue, dipende dalla “forma” di un gene specifico: se tale gene ha una certa “forma” allora l’elevato colesterolo nella dieta avrà come ricaduta elevati livelli di colesterolo nel sangue, mentre chi possiede un’altra “forma” con un elevato apporto di colesterolo nella dieta mantiene livelli normali di colesterolo nel sangue. Questo è un esempio di nutrigenetica, individui diversi rispondono in maniera diversa alla stessa dieta. conoscendo meglio gli effetti dei nutrienti sulla salute potremo migliorare ulteriormente la dieta mediterranea, intensificando il consumo dei componenti della dieta più importanti e protettivi per la nostra salute. in futuro probabilmente sarà possibile creare diete personalizzate, cioè ritagliate su misura della singola persona, o meglio dei propri polimorfismi (le diverse “forme” dei nostri geni), ma per questo ci vorrà ancora qualche anno.

Lucilla Titta (Borsa di Ricerca Fondazione Umberto Veronesi)Biologa nutrizionista. Gli interessi principali della sua attività di ricerca sono focalizzati sulle correlazioni tra alimentazione e salute, con particolare attenzione agli effetti di diete arricchite in antiossidanti di origine alimentare, attraverso lo sviluppo di studi in vivo e in vitro. La nutrizione umana, l’epidemiologia della nutrizione e studi clinici di intervento rappresentano la sua seconda area di ricerca, incentrata sull’alimentazione come fondamentale strumento della prevenzione dei tumori.

di Paolo Veronesi - chirurgo senologo e presidente della Fondazione Veronesi

Page 10: Rivista PRÈMIATY Luglio Agosto 2012

acquistare a prezzi scontati è una tentazione irresistibile. Ma attenzione perché significative riduzioni di prezzo spesso sono uno specchio

per le allodole. ecco cosa c’è da sapere per evitare le truffe di stefania Piras

La frenesia dei saldi, chi non la conosce. Oggi per colpa della crisi economica sono diven-tati un appuntamento strategico nel bilan-cio annuale, l’occasione per comprare quel

paio di scarpe o quella giacca che a prezzo pieno erano decisamente fuori budget. Un sogno, o poco ci manca. Essersi trattenuti dall’acquisto, quindi, raf-forza la convinzione di avere a disposizione più soldi da spendere durante le vendite di fine stagione. Ed è proprio nella giungla di negozi che si nascondono le peggiori sorprese. Mai come in questo caso conosce-re le regole del “gioco” è importante per non cadere nei tranelli del mercato.

si saldi chi può!

parliamo di saldi

ogni caso diffidate dei capi che possono essere solo guardati e non provati. Etichetta Evitate di comprare capi d’abbiglia-mento che non hanno l’etichetta di composizione e preferite quelli che hanno anche l’etichetta di ma-nutenzione, che spiega come lavarli e pulirli. Qualità Anche se non avete dimestichezza con tessuti e cuciture fate sempre riferimento a prodot-ti di qualità. Nel settore dell’abbigliamento ci sono marche a cui fare più affidamento, ma bisogna fare attenzione alla veridicità del brand esposto. Si può, infatti, incappare facilmente in marchi che imitano nelle fattezze o in qualche elemento quelli più noti, ma in realtà sono contraffazioni. Taglia Bisogna sempre controllare le taglie quan-do si tratta di un capo d’abbigliamento a due pezzi, se è venduto a prezzi stracciati e non lo provate: potrebbero essere due taglie diverse. Sconti eccessivi Diffidate perché spesso nascon-dono capi vecchi o fondi di magazzino. Inoltre sta-te alla larga da sigle come “quasi un fallimento”, “a prezzi fallimentari” perché nascondono solo vendite promozionali.Merci in offerta speciale Debbono trovarsi nel negozio ben separate dalle altre a prezzo normale.Irregolarità Se riscontrate delle irregolarità su tempi e modi di vendita, rivolgetevi alla polizia municipale, in particolare al nucleo annonario.Scontrino Conservate sempre lo scontrino fisca-le: è fondamentale per ogni contestazione.

come funzionano i saldiOgni regione si autoregola per dare inizio ai saldi, che si svolgono due volte l’anno. Solitamente il via parte il primo sabato di luglio per quelli estivi e il primo giorno feriale antecedente l’Epifania per quelli invernali. In entrambi i casi durano 60 gior-ni e i commercianti devono dare comunicazione al Comune cinque giorni prima di iniziare. I saldi ri-guardano il settore dell’abbigliamento, delle scar-pe, degli accessori, della biancheria intima, della pelletteria e valigeria e, da qualche anno, il mondo dell’elettronica. I prodotti scontati devono essere della collezione/stagione che sta finendo e non fondi di magazzino. Questi, se venduti, devono essere notevolmente deprezzati. Purtroppo dietro invitanti mega scritte che solleticano il consuma-tore si nascondono non poche insidie, studiate da commercianti desiderosi di alleggerire i magazzini dalla merce in eccesso. Ecco quindi che cosa dove-te sapere prima di darvi allo shopping.Cartellini Devono per legge contenere tre ele-menti: il prezzo iniziale, lo sconto applicato e il prezzo finale. Prova dei capi È consigliabile provarli perché l’acquisto vada in porto sicuro. I maggiori pro-blemi infatti sorgono quando, una volta rientrati a casa, ci si accorge che le scarpe sono strette o la merce ha difetti che non avevate notato prima. In

I prodotti scontati devono essere della collezione/stagione che sta finendo

e non fondi di magazzino

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Oltre ai saldi: ribassi e liquidazioni

anche se le sigle sotto cui compaiono le vendite straordinarie sono molto diverse, le norme attuali prevedono di fatto solo queste situazioni:• saldi o vendite di fine stagione: possono essere effettuati dal 7 gennaio al 7 marzo e dal 10 luglio al 10 settembre (ma ogni regione si autoregola) e riguardano solo i prodotti stagionali;• vendite promozionali o ribassi: consistono in vendite straordinarie che, a differenza dei saldi e delle liquidazioni, non hanno limiti di tempo e di durata, ma non possono essere effettuate durante il periodo dei saldi e nei 40 giorni precedenti il loro inizio per evitare concorrenze sleali tra i commercianti. il cartellino delle merci deve riportare il prezzo normale, quello scontato e la percentuale dello sconto oppure ci deve essere un solo cartello con indicata la percentuale di sconto per tutta la merce in vendita presente in uno scaffale o in un espositore. in questa categoria ci sono anche le offerte speciali per linea di prodotto nel settore alimentare come le colombe dopo le festività pasquali o i prodotti tipici dopo il natale; • liquidazione: consiste nella vendita di tutta, o quasi tutta, la merce al prezzo più basso ed è consentita solo per rinnovo o trasformazione dell’esercizio, per cessazione dell’attività, per trasferimento in altri locali, per cambio di gestione. prima di avviare una liquidazione bisogna avvertire il comune quindici giorni prima. può essere fatta in ogni periodo dell’anno, non può superare le 13 settimane, per le cessioni o cessazioni dell’attività, e le 6 settimane in caso di rinnovo o ristrutturazione dei locali.• vendita sottocosto: comprende un numero limitato di prodotti che vengono messi in vendita a un prezzo più basso. l’offerta deve essere pubblicizzata in modo chiaro.

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acquistare a prezzi scontati è una tentazione irresistibile. Ma attenzione perché significative riduzioni di prezzo spesso sono uno specchio

per le allodole. ecco cosa c’è da sapere per evitare le truffe di stefania Piras

La frenesia dei saldi, chi non la conosce. Oggi per colpa della crisi economica sono diven-tati un appuntamento strategico nel bilan-cio annuale, l’occasione per comprare quel

paio di scarpe o quella giacca che a prezzo pieno erano decisamente fuori budget. Un sogno, o poco ci manca. Essersi trattenuti dall’acquisto, quindi, raf-forza la convinzione di avere a disposizione più soldi da spendere durante le vendite di fine stagione. Ed è proprio nella giungla di negozi che si nascondono le peggiori sorprese. Mai come in questo caso conosce-re le regole del “gioco” è importante per non cadere nei tranelli del mercato.

si saldi chi può!

parliamo di saldi

ogni caso diffidate dei capi che possono essere solo guardati e non provati. Etichetta Evitate di comprare capi d’abbiglia-mento che non hanno l’etichetta di composizione e preferite quelli che hanno anche l’etichetta di ma-nutenzione, che spiega come lavarli e pulirli. Qualità Anche se non avete dimestichezza con tessuti e cuciture fate sempre riferimento a prodot-ti di qualità. Nel settore dell’abbigliamento ci sono marche a cui fare più affidamento, ma bisogna fare attenzione alla veridicità del brand esposto. Si può, infatti, incappare facilmente in marchi che imitano nelle fattezze o in qualche elemento quelli più noti, ma in realtà sono contraffazioni. Taglia Bisogna sempre controllare le taglie quan-do si tratta di un capo d’abbigliamento a due pezzi, se è venduto a prezzi stracciati e non lo provate: potrebbero essere due taglie diverse. Sconti eccessivi Diffidate perché spesso nascon-dono capi vecchi o fondi di magazzino. Inoltre sta-te alla larga da sigle come “quasi un fallimento”, “a prezzi fallimentari” perché nascondono solo vendite promozionali.Merci in offerta speciale Debbono trovarsi nel negozio ben separate dalle altre a prezzo normale.Irregolarità Se riscontrate delle irregolarità su tempi e modi di vendita, rivolgetevi alla polizia municipale, in particolare al nucleo annonario.Scontrino Conservate sempre lo scontrino fisca-le: è fondamentale per ogni contestazione.

come funzionano i saldiOgni regione si autoregola per dare inizio ai saldi, che si svolgono due volte l’anno. Solitamente il via parte il primo sabato di luglio per quelli estivi e il primo giorno feriale antecedente l’Epifania per quelli invernali. In entrambi i casi durano 60 gior-ni e i commercianti devono dare comunicazione al Comune cinque giorni prima di iniziare. I saldi ri-guardano il settore dell’abbigliamento, delle scar-pe, degli accessori, della biancheria intima, della pelletteria e valigeria e, da qualche anno, il mondo dell’elettronica. I prodotti scontati devono essere della collezione/stagione che sta finendo e non fondi di magazzino. Questi, se venduti, devono essere notevolmente deprezzati. Purtroppo dietro invitanti mega scritte che solleticano il consuma-tore si nascondono non poche insidie, studiate da commercianti desiderosi di alleggerire i magazzini dalla merce in eccesso. Ecco quindi che cosa dove-te sapere prima di darvi allo shopping.Cartellini Devono per legge contenere tre ele-menti: il prezzo iniziale, lo sconto applicato e il prezzo finale. Prova dei capi È consigliabile provarli perché l’acquisto vada in porto sicuro. I maggiori pro-blemi infatti sorgono quando, una volta rientrati a casa, ci si accorge che le scarpe sono strette o la merce ha difetti che non avevate notato prima. In

I prodotti scontati devono essere della collezione/stagione che sta finendo

e non fondi di magazzino

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Oltre ai saldi: ribassi e liquidazioni

anche se le sigle sotto cui compaiono le vendite straordinarie sono molto diverse, le norme attuali prevedono di fatto solo queste situazioni:• saldi o vendite di fine stagione: possono essere effettuati dal 7 gennaio al 7 marzo e dal 10 luglio al 10 settembre (ma ogni regione si autoregola) e riguardano solo i prodotti stagionali;• vendite promozionali o ribassi: consistono in vendite straordinarie che, a differenza dei saldi e delle liquidazioni, non hanno limiti di tempo e di durata, ma non possono essere effettuate durante il periodo dei saldi e nei 40 giorni precedenti il loro inizio per evitare concorrenze sleali tra i commercianti. il cartellino delle merci deve riportare il prezzo normale, quello scontato e la percentuale dello sconto oppure ci deve essere un solo cartello con indicata la percentuale di sconto per tutta la merce in vendita presente in uno scaffale o in un espositore. in questa categoria ci sono anche le offerte speciali per linea di prodotto nel settore alimentare come le colombe dopo le festività pasquali o i prodotti tipici dopo il natale; • liquidazione: consiste nella vendita di tutta, o quasi tutta, la merce al prezzo più basso ed è consentita solo per rinnovo o trasformazione dell’esercizio, per cessazione dell’attività, per trasferimento in altri locali, per cambio di gestione. prima di avviare una liquidazione bisogna avvertire il comune quindici giorni prima. può essere fatta in ogni periodo dell’anno, non può superare le 13 settimane, per le cessioni o cessazioni dell’attività, e le 6 settimane in caso di rinnovo o ristrutturazione dei locali.• vendita sottocosto: comprende un numero limitato di prodotti che vengono messi in vendita a un prezzo più basso. l’offerta deve essere pubblicizzata in modo chiaro.

Page 12: Rivista PRÈMIATY Luglio Agosto 2012

la merce in saldo è sostituibileLo ha stabilito il decreto legislativo del 2002 quindi diffidate da cartelli o messaggi che affermano il con-trario. Ovviamente non si può cambiare la merce acquistata perché abbiamo avuto un ripensamento sul modello o sul colore. Si può, invece, restituire un capo difettoso accompagnato dallo scontrino fiscale che ne dichiari la vendita. Ecco infatti uno dei motivi per cui bisogna sempre conservare lo scontrino. Nel Codice del Consumo sono stati introdotti dei nuovi articoli in base ai quali ogni bene acquistato da un consumatore gode di una garanzia piena e assoluta di due anni, e di almeno un anno quando si tratta di un bene usato. Il negoziante è quindi obbligato a sostituire l’articolo difettoso anche se dichiara che i capi in saldo non si possono cambiare. Se non è possibile la sostituzione, il cliente avrà di-ritto di scegliere se richiedere la riparazione del bene senza alcuna spesa accessoria, una riduzione proporzionale del prezzo o addirittura la restituzio-ne dei soldi. Ovviamente il rimedio scelto non deve essere oggettivamente impossibile o eccessivamen-te oneroso per il venditore. La garanzia si può far valere entro due anni dall’acquisto, occorre quindi non solo conservare gli scontrini ma anche prestare attenzione a quelli di carta chimica, che sbiadiscono

uno sguardo alle tendenze e ai portafogliDopo una Primavera/Estate in linea con il trend degli ultimi anni (-1%), per la stagione Autunno/Inverno 2011 si è accentuata la flessione anomala dei consumi (–5,5%), evidenziando un anno a due velocità. La crisi economica, il clima fuori stagio-ne e il troppo caldo, hanno portato a questo bru-sco risultato negativo. A questo si aggiunge ormai un’amara realtà: l’indebolimento del potere d’ac-quisto. E a farne le spese è stato il settore dell’abbi-gliamento. I consumatori si orientano sempre più verso prodotti in promozione e le vendite in saldo sono aumentate (oltre il 20%) a discapito del pro-dotto a prezzo pieno. Nell’ultima tornata di saldi poi siamo stati adulati con proposte di ribassi fino a ridosso del Natale, con promozioni innovative, dalla rottamazione alle offerte speciali per un gior-no con evento, su un prodotto particolare. Sono andati male però i saldi di gennaio 2012, a dimo-strazione che la promozione permanente rende meno appetibili i saldi canonici. Maggiori difficoltà si registrano al Sud e nelle clas-si di età oltre i 35 anni che, in vista di una ridu-

dopo qualche mese, eventualmente fotocopiandoli per poterli esibire al momento opportuno. La garan-zia copre qualsiasi difetto di conformità esistente al momento della consegna del bene o insorto nei 24 mesi successivi. Prima c’era uno stretto limite tem-porale per la denuncia dei difetti, stabilendo che il cliente dovesse comunicarli al venditore entro otto giorni dalla scoperta. Il decreto legislativo del 2002 ha ampliato questo termine stabilendo invece che il consumatore debba denunciare al venditore il difetto di conformità entro due mesi dalla data in cui lo ha scoperto. Anche se il cambio della merce rimane un argomen-to molto controverso e spesso genera discussioni tra chi vende e chi compra, da uno studio dell’Unione nazionale consumatori sul comportamento e la con-sapevolezza degli acquirenti, emerge che i consuma-tori sono decisamente più accorti e informati. Alla domanda, infatti, “Durante i saldi vale la garan-zia?”, è emerso che otto consumatori su dieci sono informati e sanno di avere diritto al cambio della merce sui prodotti difettosi, anche se li hanno acqui-stati in saldo.

zione complessiva di potere d’acquisto, tagliano di più le spese percepite come superflue, e in primis l’abbigliamento. Nel 2011 sono stati intensamente colpiti tutti i settori del Fashion System e quello dell’abbigliamento donna, solitamente il più dina-mico, ha registrato il calo più significativo. Male anche gli accessori, oggetti feticcio, abitualmente ancora di salvezza nei periodi di crisi. In questa situazione di brusca frenata dei consumi gli unici canali in crescita sono risultati gli outlet (+30%) e internet (+60%), che garantiscono un ottimo rap-porto qualità-prezzo e un’ampia offerta.

parliamo di saldi

Come difendersi dalla contraffazione. I consigli pratici della Guardia di Finanza

• per gli acquisti rivolgersi sempre a distributori autorizzati, che offrono evidenti garanzie sull’origine dei prodotti.• valutare attentamente il rapporto esistente tra il prezzo di mercato del bene e quello attuato dal venditore, molto spesso infatti l’eccessivo divario rappresenta un elemento essenziale della contraffazione.• avvalersi della consulenza di persone che abbiano maggiore conoscenza del prodotto.• controllare sempre le etichette dei prodotti acquistati e diffidare di quelli privi delle indicazioni d’origine e del “marchio ce”.• occorre sempre tenere presente che esistono sanzioni anche per chi acquista prodotti contraffatti.• sapere che l’acquisto non consapevole di un prodotto contraffatto equivale ad acquistare, comunque, un prodotto non conforme. in questo caso il risarcimento non può essere né la riparazione, né la riduzione del prezzo, bensì l’annullamento del contratto con la restituzione della somma pagata.

Conservate sempre lo scontrino: la garanzia si può far valere entro due anni dall’acquisto

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Vetrine e insegne

altro specchietto per le allodole è la vetrina coperta di manifesti e “strilli” che invitano a scovare l’affare. colgono in pieno la fame dell’occhio alla ricerca di offerte e di primo acchito centrano l’obiettivo che è quello di farvi entrare. ma resta un ostacolo fondamentale per l’acquisto: i vetri tappezzati di pubblicità non permettono di vedere cosa sia realmente esposto nel punto vendita. le pubblicità e i cartelloni devono veicolare informazioni veritiere e facilmente verificabili: se la promessa fatta attraverso la pubblicità non corrisponde alla realtà il venditore è tenuto al rispetto di questi obblighi, altrimenti rischia il pagamento di una sanzione pecuniaria.

Page 13: Rivista PRÈMIATY Luglio Agosto 2012

la merce in saldo è sostituibileLo ha stabilito il decreto legislativo del 2002 quindi diffidate da cartelli o messaggi che affermano il con-trario. Ovviamente non si può cambiare la merce acquistata perché abbiamo avuto un ripensamento sul modello o sul colore. Si può, invece, restituire un capo difettoso accompagnato dallo scontrino fiscale che ne dichiari la vendita. Ecco infatti uno dei motivi per cui bisogna sempre conservare lo scontrino. Nel Codice del Consumo sono stati introdotti dei nuovi articoli in base ai quali ogni bene acquistato da un consumatore gode di una garanzia piena e assoluta di due anni, e di almeno un anno quando si tratta di un bene usato. Il negoziante è quindi obbligato a sostituire l’articolo difettoso anche se dichiara che i capi in saldo non si possono cambiare. Se non è possibile la sostituzione, il cliente avrà di-ritto di scegliere se richiedere la riparazione del bene senza alcuna spesa accessoria, una riduzione proporzionale del prezzo o addirittura la restituzio-ne dei soldi. Ovviamente il rimedio scelto non deve essere oggettivamente impossibile o eccessivamen-te oneroso per il venditore. La garanzia si può far valere entro due anni dall’acquisto, occorre quindi non solo conservare gli scontrini ma anche prestare attenzione a quelli di carta chimica, che sbiadiscono

uno sguardo alle tendenze e ai portafogliDopo una Primavera/Estate in linea con il trend degli ultimi anni (-1%), per la stagione Autunno/Inverno 2011 si è accentuata la flessione anomala dei consumi (–5,5%), evidenziando un anno a due velocità. La crisi economica, il clima fuori stagio-ne e il troppo caldo, hanno portato a questo bru-sco risultato negativo. A questo si aggiunge ormai un’amara realtà: l’indebolimento del potere d’ac-quisto. E a farne le spese è stato il settore dell’abbi-gliamento. I consumatori si orientano sempre più verso prodotti in promozione e le vendite in saldo sono aumentate (oltre il 20%) a discapito del pro-dotto a prezzo pieno. Nell’ultima tornata di saldi poi siamo stati adulati con proposte di ribassi fino a ridosso del Natale, con promozioni innovative, dalla rottamazione alle offerte speciali per un gior-no con evento, su un prodotto particolare. Sono andati male però i saldi di gennaio 2012, a dimo-strazione che la promozione permanente rende meno appetibili i saldi canonici. Maggiori difficoltà si registrano al Sud e nelle clas-si di età oltre i 35 anni che, in vista di una ridu-

dopo qualche mese, eventualmente fotocopiandoli per poterli esibire al momento opportuno. La garan-zia copre qualsiasi difetto di conformità esistente al momento della consegna del bene o insorto nei 24 mesi successivi. Prima c’era uno stretto limite tem-porale per la denuncia dei difetti, stabilendo che il cliente dovesse comunicarli al venditore entro otto giorni dalla scoperta. Il decreto legislativo del 2002 ha ampliato questo termine stabilendo invece che il consumatore debba denunciare al venditore il difetto di conformità entro due mesi dalla data in cui lo ha scoperto. Anche se il cambio della merce rimane un argomen-to molto controverso e spesso genera discussioni tra chi vende e chi compra, da uno studio dell’Unione nazionale consumatori sul comportamento e la con-sapevolezza degli acquirenti, emerge che i consuma-tori sono decisamente più accorti e informati. Alla domanda, infatti, “Durante i saldi vale la garan-zia?”, è emerso che otto consumatori su dieci sono informati e sanno di avere diritto al cambio della merce sui prodotti difettosi, anche se li hanno acqui-stati in saldo.

zione complessiva di potere d’acquisto, tagliano di più le spese percepite come superflue, e in primis l’abbigliamento. Nel 2011 sono stati intensamente colpiti tutti i settori del Fashion System e quello dell’abbigliamento donna, solitamente il più dina-mico, ha registrato il calo più significativo. Male anche gli accessori, oggetti feticcio, abitualmente ancora di salvezza nei periodi di crisi. In questa situazione di brusca frenata dei consumi gli unici canali in crescita sono risultati gli outlet (+30%) e internet (+60%), che garantiscono un ottimo rap-porto qualità-prezzo e un’ampia offerta.

parliamo di saldi

Come difendersi dalla contraffazione. I consigli pratici della Guardia di Finanza

• per gli acquisti rivolgersi sempre a distributori autorizzati, che offrono evidenti garanzie sull’origine dei prodotti.• valutare attentamente il rapporto esistente tra il prezzo di mercato del bene e quello attuato dal venditore, molto spesso infatti l’eccessivo divario rappresenta un elemento essenziale della contraffazione.• avvalersi della consulenza di persone che abbiano maggiore conoscenza del prodotto.• controllare sempre le etichette dei prodotti acquistati e diffidare di quelli privi delle indicazioni d’origine e del “marchio ce”.• occorre sempre tenere presente che esistono sanzioni anche per chi acquista prodotti contraffatti.• sapere che l’acquisto non consapevole di un prodotto contraffatto equivale ad acquistare, comunque, un prodotto non conforme. in questo caso il risarcimento non può essere né la riparazione, né la riduzione del prezzo, bensì l’annullamento del contratto con la restituzione della somma pagata.

Conservate sempre lo scontrino: la garanzia si può far valere entro due anni dall’acquisto

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Vetrine e insegne

altro specchietto per le allodole è la vetrina coperta di manifesti e “strilli” che invitano a scovare l’affare. colgono in pieno la fame dell’occhio alla ricerca di offerte e di primo acchito centrano l’obiettivo che è quello di farvi entrare. ma resta un ostacolo fondamentale per l’acquisto: i vetri tappezzati di pubblicità non permettono di vedere cosa sia realmente esposto nel punto vendita. le pubblicità e i cartelloni devono veicolare informazioni veritiere e facilmente verificabili: se la promessa fatta attraverso la pubblicità non corrisponde alla realtà il venditore è tenuto al rispetto di questi obblighi, altrimenti rischia il pagamento di una sanzione pecuniaria.

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Il fatto che fosse sempre pronta alle cose buone della vita nessuno l’aveva mai messo in dubbio perché Mara Venier, oltre a essere uno dei personaggi più

apprezzati della nostra televisione per avvenenza e spontaneità, è sia un’ottima cuoca che un’attenta con-sumatrice. La passione per la cucina, ereditata dalla sua adorata mamma Elsa, la coltiva fin da bambina, esplorando anche tradizioni gastronomiche distanti da quella veneta. Mara si muove sicura, infatti, an-che al mercato di Campo de Fiori a Roma dove si reca quasi tutte le mattine prima di raggiungere gli studi di La Vita in diretta, programma leader del po-meriggio di Raiuno e che la spumeggiante conduttri-ce presenta già da due anni.

Parlaci della tua passione culinaria…Da sempre, quando finisco di lavorare torno a casa e mi metto ai fornelli. Adoro preparare i piatti che piacciono a mio marito. Lui ama la mia cucina. Ni-cola è un dono del cielo; è arrivato in un momento della mia vita in cui non solo ero sola, ma non pen-savo nemmeno più all’amore. La vita è meraviglio-sa perché, da un momento all’altro, ti fa incontrare qualcuno che ti cambia l’esistenza. E lui me l’ha cam-biata: in meglio, ovviamente.

Sei, dunque, il sale e il pepe di tuo marito…Lui si diverte come un matto con me. Quando ci sia-mo conosciuti mi corteggiava molto. Io ho cercato di avvertirlo subito che sono una “pesciarola” nel senso che sono una caciarona, mi piace far festa mentre lui è un gentleman, un gran signore.

Anche il tuo nipotino di otto anni si diverte tanto con te…Purtroppo non ci vediamo tantissimo, perché lui fre-quenta una scuola americana e torna a casa il pome-riggio quando io sono al lavoro. È un piccolo genio, sono affascinata dal cervello di questo bambino che continua a sorprendermi. Devo dirti che io sono una nonna un po’ matta. Infatti mia figlia mi sgrida rego-larmente: “Mamma, non dire questo, mamma non fare quello…”.

L’impegno quotidiano con La Vita in diretta deve essere molto faticoso…Sì, ma allo stesso tempo molto stimolante. È bel-lissimo il contatto con il pubblico. Mi piace questa trasmissione perché cavalca l’attualità e ha un ta-glio giornalistico. Ciò che è faticoso è truccarsi tut-ti i giorni; non ero più abituata a questi ritmi dopo quattro anni in cui sono stata lontana dal video per dedicarmi totalmente alla mia famiglia

avvenente, spontanea e solare è perfetta anche in cucinadi giulio serri

due chiacchiere vip

MaraVenier,la signora della domenica

Chi ha scoperto la tua verve televisiva?Nanni Loy. Allora facevo l’attrice e mi aveva diretto in Testa o croce (1982), commedia con Renato Pozzet-to e Nino Manfredi. Gli volevo bene. Per me è stato come un secondo padre. Sono anni che non c’è più ma mi manca ancora tanto. Persona fantastica, oltre che un grande artista: il mio punto di riferimento. Mi chiamò per realizzare una serie di candid camera. Inizialmente non volevo, ero timida per andare in tv. Lui venne a casa mia e mi convinse. Quell’episodio mi ha sbloccata perché mi sono divertita da morire.

Un ricordo, invece, del grande Manfredi…Dovevamo andare ospiti alla Domenica In di Pippo Baudo. Ero agli inizi della mia carriera televisiva, terrorizzata dalle telecamere. Chiamai Nino e gli raccontai tutto. Lui senza scomporsi venne a pren-dermi a casa col suo autista, portandosi dietro una bottiglia di Champagne. Mi fece bere due bicchie-ri… arrivammo agli studi che ero in uno stato di eu-foria e l’intervista venne benissimo.

Ti piace fare la spesa? Stai attenta a quello che compri?Mi reco personalmente al mercato di Campo de Fio-ri a Roma dove scelgo soprattutto ortaggi e frutta di stagione. Trovo prodotti freschi a buon prezzo. In particolare pomodori e carciofi di ottima qualità. A quel mercato mi legano anche tanti ricordi di quan-do venni ad abitare nella capitale: a partire da Toto, il mio pescivendolo che purtroppo non c’è più e che mi regalava il pesce fresco per i miei figli.

pasta e Fagioli alla venier

lasciate 200 g di fagioli borlotti in ammollo in acqua fredda per 12 ore. pulite e affettate 1 cipolla e soffriggetela con abbondante rosmarino in 6 cucchiai di olio d’oliva extravergine. aggiungete i fagioli scolati e 300 g di polpa di pomodoro, aggiustate di sale e mescolate, fate insaporire brevemente. versate acqua sufficiente a coprire il tutto di due dita e cuocete per 2 ore circa. prelevate 2 mestoli di fagioli e passate al passaverdure, versate nuovamente nel tegame e continuate a cuocere per 30 minuti. aggiungete 200 g di ditalini rigati e, se necessario, un po’ d’acqua; portate a cottura. insaporite con pepe macinato al momento e un filo di olio d’oliva extravergine. servitela subito ben calda.

Ho ereditato la passione per la cucina da mia madre. Ogni giorno, quando torno a casa dal lavoro, mi metto ai fornelli perché mi rilassa

È vero che quando decidi di tirare la sfoglia vuol dire che sei arrabbiata?Più che arrabbiata, direi annoiata. Cucinare mi rilas-sa moltissimo. Perciò quando in passato mi annoiavo mortalmente di un compagno e capivo che il rappor-to era arrivato al capolinea, iniziavo a preparare le lasagne, senza sosta: era un modo per sfogarmi. Dun-que quando mi metto a tirare la sfoglia e a preparare il ragù con tre tipi di carne non è un buon segno.

Il tuo piatto forte è sempre la pasta e fagioli?Assolutamente sì e il mio segreto sta nell’abbondare con il rosmarino. Ti racconto un aneddoto che risale a tanti anni fa. Nicola faceva il produttore e stava lavorando a un film con Jerry Calà. Un giorno discu-tendo mi disse che Jerry gli aveva parlato benissimo di me. Io credevo che si riferisse alle mie doti artisti-che o al fatto che gli piacessi fisicamente. E invece no, gli disse che ero una donna straordinaria perché cucinavo un’ottima pasta e fagioli! Venticinque anni dopo, quando abbiamo iniziato a frequentarci, ricor-dava ancora quello che gli disse Jerry. Sospetto che prese a corteggiarmi solo per assaggiarla. Alla prima occasione gliel’ho fatta. E continuo a prepararla.

Cosa c’è nel futuro di Mara?A ottobre compirò 62 anni, potrei già essere in pen-sione ma non ci penso proprio. La Vita in diretta è un programma che mi sta un incanto. Ma se dovesse finire mi darò alla mia più grande passione: i viaggi. Amo il mio lavoro ma non sono mai stata una per-sona che ha vissuto solo per quello, né una che ha bisogno di andare in video per sentirsi viva.

Page 15: Rivista PRÈMIATY Luglio Agosto 2012

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Il fatto che fosse sempre pronta alle cose buone della vita nessuno l’aveva mai messo in dubbio perché Mara Venier, oltre a essere uno dei personaggi più

apprezzati della nostra televisione per avvenenza e spontaneità, è sia un’ottima cuoca che un’attenta con-sumatrice. La passione per la cucina, ereditata dalla sua adorata mamma Elsa, la coltiva fin da bambina, esplorando anche tradizioni gastronomiche distanti da quella veneta. Mara si muove sicura, infatti, an-che al mercato di Campo de Fiori a Roma dove si reca quasi tutte le mattine prima di raggiungere gli studi di La Vita in diretta, programma leader del po-meriggio di Raiuno e che la spumeggiante conduttri-ce presenta già da due anni.

Parlaci della tua passione culinaria…Da sempre, quando finisco di lavorare torno a casa e mi metto ai fornelli. Adoro preparare i piatti che piacciono a mio marito. Lui ama la mia cucina. Ni-cola è un dono del cielo; è arrivato in un momento della mia vita in cui non solo ero sola, ma non pen-savo nemmeno più all’amore. La vita è meraviglio-sa perché, da un momento all’altro, ti fa incontrare qualcuno che ti cambia l’esistenza. E lui me l’ha cam-biata: in meglio, ovviamente.

Sei, dunque, il sale e il pepe di tuo marito…Lui si diverte come un matto con me. Quando ci sia-mo conosciuti mi corteggiava molto. Io ho cercato di avvertirlo subito che sono una “pesciarola” nel senso che sono una caciarona, mi piace far festa mentre lui è un gentleman, un gran signore.

Anche il tuo nipotino di otto anni si diverte tanto con te…Purtroppo non ci vediamo tantissimo, perché lui fre-quenta una scuola americana e torna a casa il pome-riggio quando io sono al lavoro. È un piccolo genio, sono affascinata dal cervello di questo bambino che continua a sorprendermi. Devo dirti che io sono una nonna un po’ matta. Infatti mia figlia mi sgrida rego-larmente: “Mamma, non dire questo, mamma non fare quello…”.

L’impegno quotidiano con La Vita in diretta deve essere molto faticoso…Sì, ma allo stesso tempo molto stimolante. È bel-lissimo il contatto con il pubblico. Mi piace questa trasmissione perché cavalca l’attualità e ha un ta-glio giornalistico. Ciò che è faticoso è truccarsi tut-ti i giorni; non ero più abituata a questi ritmi dopo quattro anni in cui sono stata lontana dal video per dedicarmi totalmente alla mia famiglia

avvenente, spontanea e solare è perfetta anche in cucinadi giulio serri

due chiacchiere vip

MaraVenier,la signora della domenica

Chi ha scoperto la tua verve televisiva?Nanni Loy. Allora facevo l’attrice e mi aveva diretto in Testa o croce (1982), commedia con Renato Pozzet-to e Nino Manfredi. Gli volevo bene. Per me è stato come un secondo padre. Sono anni che non c’è più ma mi manca ancora tanto. Persona fantastica, oltre che un grande artista: il mio punto di riferimento. Mi chiamò per realizzare una serie di candid camera. Inizialmente non volevo, ero timida per andare in tv. Lui venne a casa mia e mi convinse. Quell’episodio mi ha sbloccata perché mi sono divertita da morire.

Un ricordo, invece, del grande Manfredi…Dovevamo andare ospiti alla Domenica In di Pippo Baudo. Ero agli inizi della mia carriera televisiva, terrorizzata dalle telecamere. Chiamai Nino e gli raccontai tutto. Lui senza scomporsi venne a pren-dermi a casa col suo autista, portandosi dietro una bottiglia di Champagne. Mi fece bere due bicchie-ri… arrivammo agli studi che ero in uno stato di eu-foria e l’intervista venne benissimo.

Ti piace fare la spesa? Stai attenta a quello che compri?Mi reco personalmente al mercato di Campo de Fio-ri a Roma dove scelgo soprattutto ortaggi e frutta di stagione. Trovo prodotti freschi a buon prezzo. In particolare pomodori e carciofi di ottima qualità. A quel mercato mi legano anche tanti ricordi di quan-do venni ad abitare nella capitale: a partire da Toto, il mio pescivendolo che purtroppo non c’è più e che mi regalava il pesce fresco per i miei figli.

pasta e Fagioli alla venier

lasciate 200 g di fagioli borlotti in ammollo in acqua fredda per 12 ore. pulite e affettate 1 cipolla e soffriggetela con abbondante rosmarino in 6 cucchiai di olio d’oliva extravergine. aggiungete i fagioli scolati e 300 g di polpa di pomodoro, aggiustate di sale e mescolate, fate insaporire brevemente. versate acqua sufficiente a coprire il tutto di due dita e cuocete per 2 ore circa. prelevate 2 mestoli di fagioli e passate al passaverdure, versate nuovamente nel tegame e continuate a cuocere per 30 minuti. aggiungete 200 g di ditalini rigati e, se necessario, un po’ d’acqua; portate a cottura. insaporite con pepe macinato al momento e un filo di olio d’oliva extravergine. servitela subito ben calda.

Ho ereditato la passione per la cucina da mia madre. Ogni giorno, quando torno a casa dal lavoro, mi metto ai fornelli perché mi rilassa

È vero che quando decidi di tirare la sfoglia vuol dire che sei arrabbiata?Più che arrabbiata, direi annoiata. Cucinare mi rilas-sa moltissimo. Perciò quando in passato mi annoiavo mortalmente di un compagno e capivo che il rappor-to era arrivato al capolinea, iniziavo a preparare le lasagne, senza sosta: era un modo per sfogarmi. Dun-que quando mi metto a tirare la sfoglia e a preparare il ragù con tre tipi di carne non è un buon segno.

Il tuo piatto forte è sempre la pasta e fagioli?Assolutamente sì e il mio segreto sta nell’abbondare con il rosmarino. Ti racconto un aneddoto che risale a tanti anni fa. Nicola faceva il produttore e stava lavorando a un film con Jerry Calà. Un giorno discu-tendo mi disse che Jerry gli aveva parlato benissimo di me. Io credevo che si riferisse alle mie doti artisti-che o al fatto che gli piacessi fisicamente. E invece no, gli disse che ero una donna straordinaria perché cucinavo un’ottima pasta e fagioli! Venticinque anni dopo, quando abbiamo iniziato a frequentarci, ricor-dava ancora quello che gli disse Jerry. Sospetto che prese a corteggiarmi solo per assaggiarla. Alla prima occasione gliel’ho fatta. E continuo a prepararla.

Cosa c’è nel futuro di Mara?A ottobre compirò 62 anni, potrei già essere in pen-sione ma non ci penso proprio. La Vita in diretta è un programma che mi sta un incanto. Ma se dovesse finire mi darò alla mia più grande passione: i viaggi. Amo il mio lavoro ma non sono mai stata una per-sona che ha vissuto solo per quello, né una che ha bisogno di andare in video per sentirsi viva.

Page 16: Rivista PRÈMIATY Luglio Agosto 2012

Il carrello di luglio-agostoOrtaGGI•aglio fresco•basilico•bietole•carote•cetrioli•cicoria da taglio•cipolle e scalogni•Fagioli•Fagiolini•Fiori di zucca•indivia•lattughe•melanzane•patate•peperoncini•peperoni•pomodori•ravanelli•rucola•sedano da coste•Zucchine

Frutta•albicocche•cocomero•Fichi•Fragole•Frutti di bosco•mele estive•meloni•pere estive•pesche•prugne•uva da tavola

pesCe•alici•calamari•cannolicchi•cozze•Gamberetti•Gamberi•nasello•orata•pesce spada

a tavola i freschissimi

Mai come in estate abbiamo a disposi-zione una così ricca scelta di frutta e verdura che sono i migliori alleati per combattere il solleone. E se è vero che

molte varietà ormai le abbiamo a disposizione tutto l’anno, è altrettanto vero che mangiate in stagione sono sicuramente più gustose, oltre che economi-che. Che cosa non deve mancare quindi nel carrello della spesa? Sicuramente il pomodoro che trovia-mo anche in inverno, ma d’estate ha il sapore della maturazione al sole. E poi le zucchine, i fagioli e i fagiolini. Durante tutto l’anno possiamo mangiare i fagioli secchi, ma d’estate possiamo consumare quelli freschi nelle insalatone. A fine estate arriva-no anche le melanzane e i peperoni nazionali. Nei mesi di luglio e agosto possiamo fare delle belle scor-

pacciate di pesche, cocomeri, meloni, susine, frutti di bosco, continua anche la stagione delle ciliegie e quella delle albicocche e, nel mese di agosto, inizia quella dei fichi. Gustateli al naturale, preparatevi della mega macedonie, dei succhi, dei centrifugati o dei gustosissimi frappè.E al banco del pesce? Anche qui avrete solo da sce-gliere. Cozze, vongole, gamberetti, ma anche nasel-li, orate, spigole e sogliole sono l’ideale per un’ali-mentazione leggera e adatta per tutta la famiglia.Solo qualche consiglio: effettuate acquisti ridotti e ripetuti nel tempo; prediligete frutti interi (per esem-pio il cocomero) perché si conservano più a lungo; mantenete separate le confezioni delle diverse varie-tà di frutta e verdura acquistate, meglio se riposte in contenitori di carta e non in buste di plastica. •ricci

•sarde•sgombro•sogliola•spigola•telline •tonno rosso•trigliette• vongole

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Il carrello di luglio-agostoOrtaGGI•aglio fresco•basilico•bietole•carote•cetrioli•cicoria da taglio•cipolle e scalogni•Fagioli•Fagiolini•Fiori di zucca•indivia•lattughe•melanzane•patate•peperoncini•peperoni•pomodori•ravanelli•rucola•sedano da coste•Zucchine

Frutta•albicocche•cocomero•Fichi•Fragole•Frutti di bosco•mele estive•meloni•pere estive•pesche•prugne•uva da tavola

pesCe•alici•calamari•cannolicchi•cozze•Gamberetti•Gamberi•nasello•orata•pesce spada

a tavola i freschissimi

Mai come in estate abbiamo a disposi-zione una così ricca scelta di frutta e verdura che sono i migliori alleati per combattere il solleone. E se è vero che

molte varietà ormai le abbiamo a disposizione tutto l’anno, è altrettanto vero che mangiate in stagione sono sicuramente più gustose, oltre che economi-che. Che cosa non deve mancare quindi nel carrello della spesa? Sicuramente il pomodoro che trovia-mo anche in inverno, ma d’estate ha il sapore della maturazione al sole. E poi le zucchine, i fagioli e i fagiolini. Durante tutto l’anno possiamo mangiare i fagioli secchi, ma d’estate possiamo consumare quelli freschi nelle insalatone. A fine estate arriva-no anche le melanzane e i peperoni nazionali. Nei mesi di luglio e agosto possiamo fare delle belle scor-

pacciate di pesche, cocomeri, meloni, susine, frutti di bosco, continua anche la stagione delle ciliegie e quella delle albicocche e, nel mese di agosto, inizia quella dei fichi. Gustateli al naturale, preparatevi della mega macedonie, dei succhi, dei centrifugati o dei gustosissimi frappè.E al banco del pesce? Anche qui avrete solo da sce-gliere. Cozze, vongole, gamberetti, ma anche nasel-li, orate, spigole e sogliole sono l’ideale per un’ali-mentazione leggera e adatta per tutta la famiglia.Solo qualche consiglio: effettuate acquisti ridotti e ripetuti nel tempo; prediligete frutti interi (per esem-pio il cocomero) perché si conservano più a lungo; mantenete separate le confezioni delle diverse varie-tà di frutta e verdura acquistate, meglio se riposte in contenitori di carta e non in buste di plastica. •ricci

•sarde•sgombro•sogliola•spigola•telline •tonno rosso•trigliette• vongole

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L’oro rossodel Mediterraneo

un oro vegetale. il poModoro è una ricchezza del territorio italianoe un prezioso ingrediente, in grado di far parte della tradizione e di adattarsi ai gusti Moderni e a un nuMero elevatissiMo di utilizzidi monica Nastrucci

verdura di stagione pomodori

HHa portato nuovi profumi e sapori sulla tavola, colore nelle pietanze e allegria per il palato. Ma non subito. Originario del Sud America, il pomodoro, infatti, arriva in Europa nel ’500 e si diffonde inizialmente come pianta ornamentale per la forma e la bellezza del suo frutto. È solo dopo il ’700 che l’acidulo sapore di questa bacca inizia a essere molto apprez-zato, tanto da diventare una delle tipicità alimentari della cucina di tutto il mondo mediterraneo, creando una vera e propria rivoluzione gastronomica: sughi, pastasciutte e pizza oggi non esisterebbero senza il pomodoro! Per non parlare poi dell’effetto, sia in ambito industriale che in campo alimen-tare, dell’introduzione della cosiddetta “conserva in scatola”: un’intuizione tutta italiana che ha permesso la conservazione della passata di pomodoro e la sua diffusione in tutto il mondo e in tutte le stagioni dell’anno.Oggi è una delle produzioni orticole più importanti di tutto il mondo e l’Italia (in particolare le regioni Campania, Emilia Romagna, Lazio, Puglia e Sicilia) è ai primi posti fra i paesi produttori ed esportatori.

le varietà del pomodoroIl pomodoro (Solanum lycopersicum, L.) è una pianta erbacea annuale della famiglia delle Solanaceae. Le varietà prodotte in Italia sono almeno 300 e si distinguono per forma, peso, colore, sviluppo, sa-pore. Ecco una piccola carrellata dei prodotti che si trovano normalmente sul mercato.È possibile individuare tre grandi gruppi: i po-modori da industria, dalla forma piriforme o quadrato allungata, che trovano impiego nella pro-duzione di pelati, concentrati, succhi e salse; i po-modori insalatari (o da mensa), di forma tonda e globosa, che possono essere lisci o costoluti, hanno polpa soda e abbondante, e i pomodori da ser-bo, tipici del Sud, con frutti di piccole dimensio-ne, e che possono essere conservati, appesi in locali idonei, anche fino alla primavera successiva.Tra i pomodori adatti al consumo fresco spicca il cuore di bue, chiamato così per la sua caratteristica forma a cuore, dalla polpa farinosa e abbondante, con pochi semi e buccia sottile. Tra le varietà più conosciute e apprezzate c’è il co-siddetto pomodoro insalataro, in numerose tipologie accomunate dalla raccolta a maturazione non pie-na, dalla polpa abbondante e saporita, dalla forma tonda appiattita e leggermente costoluta oppure ro-tonda e liscia, o, ancora, sferica e croccante come quella del Camone, pregiato pomodoro originario della Sardegna. Poi ci sono i pomodori perini (o oblunghi): hanno forma allungata e sono croccanti, resistenti e saporiti. A questa categoria appartiene, per esempio, il San Marzano Dop, ottimo crudo e

un alimento sano e beneFico

Il pomodoro è costituito dal 94% di acqua, è ricco di vitamina C, betacarotene e potassio; inoltre contiene vitamine A ed E, acido folico, ferro, fosforo e calcio, sostanze antiossidanti come lo zolfo e il licopene, che protegge la pelle dall’invecchiamento. Facilita la digestione dei cibi ricchi di fecole e amidi (per es. pasta, riso e patate) e aiuta a eliminare l’eccesso di proteine derivante da un’alimentazione troppo ricca di carne. Infine vanta la particolarità di essere povero di calorie: 100 g di prodotto apportano solo 20 kcal! Ecco perché viene spesso inserito all’interno di diete e regimi alimentari specifici.

impiegato per la produzione dei pomodori pelati.Tra i pomodori dalla forma allungata alcune va-rietà sono di piccole dimensioni, con le bacche raccolte in grappoli. Ne è un esempio il pomodoro datterino, gustoso e molto ricco di zuccheri, ottimo consumato crudo o dopo cotture brevi. Si utilizza-no per preparare ottime bruschette, insalate, primi piatti, ma si prestano anche alla preparazione di deliziose salse, il ciliegino a grappolo e il vesuviano a grappolo. Tra le varietà che si distinguono per la tipicità e il pregio ricordiamo anche il pomodoro di Pachino Igp, che si produce in Sicilia, il pomodori-no del Piennolo del Vesuvio Dop (qualità da serbo), il pomodoro del Cavallino (insalataro tondo e liscio tipico di Cavallino-Treporti e Venezia), il pomodo-ro invernale giallo (pomodoro da serbo tipico moli-sano), il pomodoro giallo di Castelfiorentino (dalla

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L’oro rossodel Mediterraneo

un oro vegetale. il poModoro è una ricchezza del territorio italianoe un prezioso ingrediente, in grado di far parte della tradizione e di adattarsi ai gusti Moderni e a un nuMero elevatissiMo di utilizzidi monica Nastrucci

verdura di stagione pomodori

HHa portato nuovi profumi e sapori sulla tavola, colore nelle pietanze e allegria per il palato. Ma non subito. Originario del Sud America, il pomodoro, infatti, arriva in Europa nel ’500 e si diffonde inizialmente come pianta ornamentale per la forma e la bellezza del suo frutto. È solo dopo il ’700 che l’acidulo sapore di questa bacca inizia a essere molto apprez-zato, tanto da diventare una delle tipicità alimentari della cucina di tutto il mondo mediterraneo, creando una vera e propria rivoluzione gastronomica: sughi, pastasciutte e pizza oggi non esisterebbero senza il pomodoro! Per non parlare poi dell’effetto, sia in ambito industriale che in campo alimen-tare, dell’introduzione della cosiddetta “conserva in scatola”: un’intuizione tutta italiana che ha permesso la conservazione della passata di pomodoro e la sua diffusione in tutto il mondo e in tutte le stagioni dell’anno.Oggi è una delle produzioni orticole più importanti di tutto il mondo e l’Italia (in particolare le regioni Campania, Emilia Romagna, Lazio, Puglia e Sicilia) è ai primi posti fra i paesi produttori ed esportatori.

le varietà del pomodoroIl pomodoro (Solanum lycopersicum, L.) è una pianta erbacea annuale della famiglia delle Solanaceae. Le varietà prodotte in Italia sono almeno 300 e si distinguono per forma, peso, colore, sviluppo, sa-pore. Ecco una piccola carrellata dei prodotti che si trovano normalmente sul mercato.È possibile individuare tre grandi gruppi: i po-modori da industria, dalla forma piriforme o quadrato allungata, che trovano impiego nella pro-duzione di pelati, concentrati, succhi e salse; i po-modori insalatari (o da mensa), di forma tonda e globosa, che possono essere lisci o costoluti, hanno polpa soda e abbondante, e i pomodori da ser-bo, tipici del Sud, con frutti di piccole dimensio-ne, e che possono essere conservati, appesi in locali idonei, anche fino alla primavera successiva.Tra i pomodori adatti al consumo fresco spicca il cuore di bue, chiamato così per la sua caratteristica forma a cuore, dalla polpa farinosa e abbondante, con pochi semi e buccia sottile. Tra le varietà più conosciute e apprezzate c’è il co-siddetto pomodoro insalataro, in numerose tipologie accomunate dalla raccolta a maturazione non pie-na, dalla polpa abbondante e saporita, dalla forma tonda appiattita e leggermente costoluta oppure ro-tonda e liscia, o, ancora, sferica e croccante come quella del Camone, pregiato pomodoro originario della Sardegna. Poi ci sono i pomodori perini (o oblunghi): hanno forma allungata e sono croccanti, resistenti e saporiti. A questa categoria appartiene, per esempio, il San Marzano Dop, ottimo crudo e

un alimento sano e beneFico

Il pomodoro è costituito dal 94% di acqua, è ricco di vitamina C, betacarotene e potassio; inoltre contiene vitamine A ed E, acido folico, ferro, fosforo e calcio, sostanze antiossidanti come lo zolfo e il licopene, che protegge la pelle dall’invecchiamento. Facilita la digestione dei cibi ricchi di fecole e amidi (per es. pasta, riso e patate) e aiuta a eliminare l’eccesso di proteine derivante da un’alimentazione troppo ricca di carne. Infine vanta la particolarità di essere povero di calorie: 100 g di prodotto apportano solo 20 kcal! Ecco perché viene spesso inserito all’interno di diete e regimi alimentari specifici.

impiegato per la produzione dei pomodori pelati.Tra i pomodori dalla forma allungata alcune va-rietà sono di piccole dimensioni, con le bacche raccolte in grappoli. Ne è un esempio il pomodoro datterino, gustoso e molto ricco di zuccheri, ottimo consumato crudo o dopo cotture brevi. Si utilizza-no per preparare ottime bruschette, insalate, primi piatti, ma si prestano anche alla preparazione di deliziose salse, il ciliegino a grappolo e il vesuviano a grappolo. Tra le varietà che si distinguono per la tipicità e il pregio ricordiamo anche il pomodoro di Pachino Igp, che si produce in Sicilia, il pomodori-no del Piennolo del Vesuvio Dop (qualità da serbo), il pomodoro del Cavallino (insalataro tondo e liscio tipico di Cavallino-Treporti e Venezia), il pomodo-ro invernale giallo (pomodoro da serbo tipico moli-sano), il pomodoro giallo di Castelfiorentino (dalla

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uCInIamO COn I pOmOdOrICverdura di stagione pomodori

i pomodori pelati

1 Dopoaverlilavati,scottateipomodoriinacquabollente.Scolateliedeliminatelapelle.

2 Tagliateliametàedeliminatelapolpaeisemi.Fatelisgocciolareper10minuti,quindidisponetelineivasidivetro.

3 Cuoceteivasiabagnomariaper40min.Fateliraffreddarenellastessaacquaperunanotteinmododacompletareilprocessodisterilizzazione.

bacca gialla e vuota, perfetto ripieno), il pomodoro canestrino di Lucca e il costoluto fiorentino.In generale, il pomodoro a grappolo è ideale per piatti di lunga cottura o per le classiche salse da conservare in bottiglia; il camone, il perino e il cuo-re di bue sono ottimi per il consumo a crudo, men-tre il pomodoro vesuviano è adatto per cotture ve-loci, perché la buccia, leggera e poco consistente, si amalgama con la polpa e non deve essere passata.

la sua versatilità in cucinaL’introduzione del pomodoro nella cucina tradi-zionale la modifica, o meglio, la arricchisce per sempre. Potete consumarlo sia crudo, in insalata, con le verdure o la mozzarella o per accompagna-re secondi piatti di carne o pesce, oppure cotto in tantissime preparazioni: stufati, minestre, zuppe, sughi, condimenti, salse, succhi. Gustatelo anche verde in frittura (piatto tipicamen-te americano), in composte (ottime per accompa-gnare formaggi stagionati e piatti di carne), griglia-to, ripieno, al forno. Viene utilizzato anche per preparare cocktail, uno su tutti il famosissimo e speziato Bloody Mary a base di vodka, pomodoro, tabasco e salsa Worcester.

la conservazione dei pomodoriI pomodori si possono conservare nello scomparto della frutta e della verdura all’interno del frigorifero o in un luogo fresco e asciutto anche per una setti-mana. Potete anche congelarli (basta privarli di pelle, acqua e semi) divisi in spicchi dopo averli sbollentati per 15 minuti: raffreddati rapidamente, confeziona-ti, devono essere utilizzati entro 6 mesi.Inoltre possono anche essere essiccati: scegliete po-modori sani e maturi, generalmente oblunghi, ta-gliateli a metà in verticale, eliminate la costa centrale e disponeteli su un piano, in un unico strato, con la parte interna rivolta verso l’alto. Dopo averli salati leggermente, copriteli con dei taglieri su cui saran-no appoggiati dei pesi per almeno 1 ora. Dopodi-ché scottateli al vapore (o nell’aceto) per 4 minuti e lasciati asciugare disposti su reti o su vassoi, distesi sul dorso. Appena saranno asciutti andranno girati: quando si presenteranno flessibili e ben rassodati, potranno, conservateli in sacchetti di tela, aggiun-gendo qualche foglia di alloro, oppure sott’olio. Altri due metodi di conservazione del prodotto sono la tipica passata di pomodoro e i pelati, che permet-tono di utilizzare l’ortaggio per tutto l’anno successi-vo alla preparazione.

• 12 pomodori tondi piccoli• 250 g di tonno sott’olio • 250 g di ricotta romana• 4 foglie di lattuga• 100 g di frutti di cappero• sale

preparazione 10 minuti esecuzione facile vino Ischia Biancolella

Pomodori riPieni di tonnoper 6 persone

Lavate i pomodori e svuotateli con l’aiuto di uno scavino. Salateli leggermente all’interno e lasciateli scolare a testa in giù per 30 minuti.

Nel frattempo frullate il tonno sgocciolato, riunitelo in una terrina con la ricotta e le foglie di lattuga tagliate a striscioline.

riempite i pomodorini con il composto, sistemateli su un piatto da portata sopra a foglie di lattuga e decorate con i frutti di cappero.

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uCInIamO COn I pOmOdOrICverdura di stagione pomodori

i pomodori pelati

1 Dopoaverlilavati,scottateipomodoriinacquabollente.Scolateliedeliminatelapelle.

2 Tagliateliametàedeliminatelapolpaeisemi.Fatelisgocciolareper10minuti,quindidisponetelineivasidivetro.

3 Cuoceteivasiabagnomariaper40min.Fateliraffreddarenellastessaacquaperunanotteinmododacompletareilprocessodisterilizzazione.

bacca gialla e vuota, perfetto ripieno), il pomodoro canestrino di Lucca e il costoluto fiorentino.In generale, il pomodoro a grappolo è ideale per piatti di lunga cottura o per le classiche salse da conservare in bottiglia; il camone, il perino e il cuo-re di bue sono ottimi per il consumo a crudo, men-tre il pomodoro vesuviano è adatto per cotture ve-loci, perché la buccia, leggera e poco consistente, si amalgama con la polpa e non deve essere passata.

la sua versatilità in cucinaL’introduzione del pomodoro nella cucina tradi-zionale la modifica, o meglio, la arricchisce per sempre. Potete consumarlo sia crudo, in insalata, con le verdure o la mozzarella o per accompagna-re secondi piatti di carne o pesce, oppure cotto in tantissime preparazioni: stufati, minestre, zuppe, sughi, condimenti, salse, succhi. Gustatelo anche verde in frittura (piatto tipicamen-te americano), in composte (ottime per accompa-gnare formaggi stagionati e piatti di carne), griglia-to, ripieno, al forno. Viene utilizzato anche per preparare cocktail, uno su tutti il famosissimo e speziato Bloody Mary a base di vodka, pomodoro, tabasco e salsa Worcester.

la conservazione dei pomodoriI pomodori si possono conservare nello scomparto della frutta e della verdura all’interno del frigorifero o in un luogo fresco e asciutto anche per una setti-mana. Potete anche congelarli (basta privarli di pelle, acqua e semi) divisi in spicchi dopo averli sbollentati per 15 minuti: raffreddati rapidamente, confeziona-ti, devono essere utilizzati entro 6 mesi.Inoltre possono anche essere essiccati: scegliete po-modori sani e maturi, generalmente oblunghi, ta-gliateli a metà in verticale, eliminate la costa centrale e disponeteli su un piano, in un unico strato, con la parte interna rivolta verso l’alto. Dopo averli salati leggermente, copriteli con dei taglieri su cui saran-no appoggiati dei pesi per almeno 1 ora. Dopodi-ché scottateli al vapore (o nell’aceto) per 4 minuti e lasciati asciugare disposti su reti o su vassoi, distesi sul dorso. Appena saranno asciutti andranno girati: quando si presenteranno flessibili e ben rassodati, potranno, conservateli in sacchetti di tela, aggiun-gendo qualche foglia di alloro, oppure sott’olio. Altri due metodi di conservazione del prodotto sono la tipica passata di pomodoro e i pelati, che permet-tono di utilizzare l’ortaggio per tutto l’anno successi-vo alla preparazione.

• 12 pomodori tondi piccoli• 250 g di tonno sott’olio • 250 g di ricotta romana• 4 foglie di lattuga• 100 g di frutti di cappero• sale

preparazione 10 minuti esecuzione facile vino Ischia Biancolella

Pomodori riPieni di tonnoper 6 persone

Lavate i pomodori e svuotateli con l’aiuto di uno scavino. Salateli leggermente all’interno e lasciateli scolare a testa in giù per 30 minuti.

Nel frattempo frullate il tonno sgocciolato, riunitelo in una terrina con la ricotta e le foglie di lattuga tagliate a striscioline.

riempite i pomodorini con il composto, sistemateli su un piatto da portata sopra a foglie di lattuga e decorate con i frutti di cappero.

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• 1/2 kg di pomodori maturi (o 400 g di pelati) • 1 patata • 1 scalogno • 1/2 carota • 1 foglia d’alloro • 1 spicchio d’aglio • 1 mazzetto di prezzemolo • 1 rametto di timo • 1 mazzetto di basilico • 4 cucchiai di panna da cucina • 2 uova • olio d’oliva extravergine • 30 g di burro • sale e pepe

preparazione 30 minuti cottura 65 minutiesecuzione media vino Bolgheri Vermentino

Lessate la patata, tritate la carota con il prezzemolo e il timo e tenete il composto da parte. Scottate i pomodori in acqua salata, scolateli e privateli della pelle e dei semi; tagliate la polpa a pezzetti.

Tritate lo scalogno e l’aglio, metteteli in un tegamino con l’olio e l’alloro e fateli appassire. Aggiungete la polpa di pomodoro, la carota tritata, un po’ di sale e di pepe e fate cuocere per 15-20 minuti mescolando. Se necessario fate asciugare il liquido a fuoco vivace: dovete ottenere un composto denso.

Frullate il tutto con la patata ridotta a purè, versate il composto in una ciotola, aggiungete la panna, le uova, un po’ di basilico spezzettato, un pizzico di sale e di pepe e amalgamate.

Imburrate degli stampini di 8 cm di diametro e versatevi l’impasto. Fate cuocere a bagnomaria in forno a 180°C per circa 40 minuti, sformate e servite i budini caldi.

Budini al Pomodoro per 4 persone

• 400 g di farina di grano duro • saleper il condimento• 4 pomodori • 3 cucchiai di olio d’oliva extravergine• 3 spicchi d’aglio • peperoncino • basilico • origano • sale

preparazione 45 minuti cottura 10 minutiesecuzione facile vino Gioia del Colle Bianco

Lavate e tagliate a pezzetti i pomodori, versateli in una terrina e schiacciateli insieme all’aglio spellato e tritato; aggiungete qualche foglia di basilico spezzettata con le mani e il peperoncino schiacciato. Insaporite con un pizzico d’origano, versate l’olio e mescolate bene il tutto. Salate e lasciate insaporire per circa 2 ore.

Nel frattempo lavorate la farina con un pizzico di sale e acqua sufficiente a ottenere una pasta liscia di media consistenza. Formate dei cordoncini e tagliateli a piccoli pezzetti; premeteli uno a uno con un dito trascinandoli sulla spianatoia infarinata, dandogli la caratteristica forma incavata.

Lessate i cavatelli in abbondante acqua bollente salata, scolateli appena cotti e versateli nella terrina con il condimento di pomodori; mescolate e servite subito completando, a piacere, con una grattugiata di ricotta stagionata.

Cavatelli alla Crudaiolaper 4 persone

• 400 g di pane raffermo • 1,2 kg di pomodori maturi • 1 mazzetto di basilico • 5 spicchi d’aglio• 6 cucchiai di olio d’oliva extravergine• 1,5 l di brodo vegetale • sale e pepe

preparazione 25 minuti cottura 30 minutiesecuzione media vino Bianco di pitigliano

Lavate i pomodori, spezzettateli ed eliminate i semi; quindi cuoceteli a fuoco moderato per 20 minuti e passateli con il passaverdura.

mettete a bollire il brodo, poi aggiungete la passata di pomodoro, le fettine di pane spezzettate grossolanamente, l’olio d’oliva, l’aglio, il basilico intero, sale e pepe.

Cuocete finché il liquido sarà consumato completamente e il pane si sarà ridotto a una pappa. Togliete gli spicchi d’aglio e il basilico.

Quando la minestra sarà nel piatto aggiungete un filo di olio d’oliva e un pizzico di pepe; decorate, a piacere, con pezzetti di pomodoro fresco e basilico.

PaPPa al Pomodoroper 4 persone

• 300 g di carne di manzo macinata • 3 cucchiai di pecorino • 3 cucchiai di pangrattato • 3 uova • 1 spicchio d’aglio• 1 mazzetto di prezzemolo • sale e pepeper il condimento • 1/2 kg di pomodori maturi • 1 cipolla • 3 cucchiai di olio d’oliva extravergine • basilico • sale e pepe

preparazione 25 minuti cottura 30 minutiesecuzione facile vino Cellatica Superiore

In una ciotola capiente mescolate la carne con il pecorino grattugiato, il pangrattato, le uova e un trito di prezzemolo e aglio.

Aggiungete un pizzico di sale e pepe, quindi amalgamate il tutto. Con il composto formate delle palline di circa 5 cm di diametro.

Sbollentate i pomodori, scolateli, spellateli e passateli al passaverdura.

Versate in una padella l’olio d’oliva, la cipolla tritata e il basilico. Non appena la cipolla imbiondisce, mettete a rosolare le polpette. Aggiungete la salsa di pomodoro e aggiustate di sale e pepe.

Coprite il recipiente e lasciate cuocere per circa 20 minuti. Servite le polpette al sugo calde o tiepide, secondo il vostro gusto.

PolPette al sugoper 4 persone

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• 1/2 kg di pomodori maturi (o 400 g di pelati) • 1 patata • 1 scalogno • 1/2 carota • 1 foglia d’alloro • 1 spicchio d’aglio • 1 mazzetto di prezzemolo • 1 rametto di timo • 1 mazzetto di basilico • 4 cucchiai di panna da cucina • 2 uova • olio d’oliva extravergine • 30 g di burro • sale e pepe

preparazione 30 minuti cottura 65 minutiesecuzione media vino Bolgheri Vermentino

Lessate la patata, tritate la carota con il prezzemolo e il timo e tenete il composto da parte. Scottate i pomodori in acqua salata, scolateli e privateli della pelle e dei semi; tagliate la polpa a pezzetti.

Tritate lo scalogno e l’aglio, metteteli in un tegamino con l’olio e l’alloro e fateli appassire. Aggiungete la polpa di pomodoro, la carota tritata, un po’ di sale e di pepe e fate cuocere per 15-20 minuti mescolando. Se necessario fate asciugare il liquido a fuoco vivace: dovete ottenere un composto denso.

Frullate il tutto con la patata ridotta a purè, versate il composto in una ciotola, aggiungete la panna, le uova, un po’ di basilico spezzettato, un pizzico di sale e di pepe e amalgamate.

Imburrate degli stampini di 8 cm di diametro e versatevi l’impasto. Fate cuocere a bagnomaria in forno a 180°C per circa 40 minuti, sformate e servite i budini caldi.

Budini al Pomodoro per 4 persone

• 400 g di farina di grano duro • saleper il condimento• 4 pomodori • 3 cucchiai di olio d’oliva extravergine• 3 spicchi d’aglio • peperoncino • basilico • origano • sale

preparazione 45 minuti cottura 10 minutiesecuzione facile vino Gioia del Colle Bianco

Lavate e tagliate a pezzetti i pomodori, versateli in una terrina e schiacciateli insieme all’aglio spellato e tritato; aggiungete qualche foglia di basilico spezzettata con le mani e il peperoncino schiacciato. Insaporite con un pizzico d’origano, versate l’olio e mescolate bene il tutto. Salate e lasciate insaporire per circa 2 ore.

Nel frattempo lavorate la farina con un pizzico di sale e acqua sufficiente a ottenere una pasta liscia di media consistenza. Formate dei cordoncini e tagliateli a piccoli pezzetti; premeteli uno a uno con un dito trascinandoli sulla spianatoia infarinata, dandogli la caratteristica forma incavata.

Lessate i cavatelli in abbondante acqua bollente salata, scolateli appena cotti e versateli nella terrina con il condimento di pomodori; mescolate e servite subito completando, a piacere, con una grattugiata di ricotta stagionata.

Cavatelli alla Crudaiolaper 4 persone

• 400 g di pane raffermo • 1,2 kg di pomodori maturi • 1 mazzetto di basilico • 5 spicchi d’aglio• 6 cucchiai di olio d’oliva extravergine• 1,5 l di brodo vegetale • sale e pepe

preparazione 25 minuti cottura 30 minutiesecuzione media vino Bianco di pitigliano

Lavate i pomodori, spezzettateli ed eliminate i semi; quindi cuoceteli a fuoco moderato per 20 minuti e passateli con il passaverdura.

mettete a bollire il brodo, poi aggiungete la passata di pomodoro, le fettine di pane spezzettate grossolanamente, l’olio d’oliva, l’aglio, il basilico intero, sale e pepe.

Cuocete finché il liquido sarà consumato completamente e il pane si sarà ridotto a una pappa. Togliete gli spicchi d’aglio e il basilico.

Quando la minestra sarà nel piatto aggiungete un filo di olio d’oliva e un pizzico di pepe; decorate, a piacere, con pezzetti di pomodoro fresco e basilico.

PaPPa al Pomodoroper 4 persone

• 300 g di carne di manzo macinata • 3 cucchiai di pecorino • 3 cucchiai di pangrattato • 3 uova • 1 spicchio d’aglio• 1 mazzetto di prezzemolo • sale e pepeper il condimento • 1/2 kg di pomodori maturi • 1 cipolla • 3 cucchiai di olio d’oliva extravergine • basilico • sale e pepe

preparazione 25 minuti cottura 30 minutiesecuzione facile vino Cellatica Superiore

In una ciotola capiente mescolate la carne con il pecorino grattugiato, il pangrattato, le uova e un trito di prezzemolo e aglio.

Aggiungete un pizzico di sale e pepe, quindi amalgamate il tutto. Con il composto formate delle palline di circa 5 cm di diametro.

Sbollentate i pomodori, scolateli, spellateli e passateli al passaverdura.

Versate in una padella l’olio d’oliva, la cipolla tritata e il basilico. Non appena la cipolla imbiondisce, mettete a rosolare le polpette. Aggiungete la salsa di pomodoro e aggiustate di sale e pepe.

Coprite il recipiente e lasciate cuocere per circa 20 minuti. Servite le polpette al sugo calde o tiepide, secondo il vostro gusto.

PolPette al sugoper 4 persone

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Peschegrazie alla sua dolcezza e succulenza è uno dei frutti più apprezzati.

disponibile in tantissiMe varietà, è versatile, nutriente e ingrediente perfetto per Molte preparazioni culinarie d’eccellenza di monica Nastrucci

Ci sono quelle da consumo fresco e le cultivar de-stinate all’industria, possono avere polpa bianca o gialla, succosa o aromatica, buccia vellutata o pelle liscia, sono sempre profumatissime. Insomma c’è solo l’imbarazzo della scelta. E la loro stagione è lunga: le più precoci maturano a giugno, le ultime si trovano a settembre. Non resta quindi che approfit-tarne per fare scorta di vitamine a basso contenuto calorico e imparare a conoscerle nelle loro molteplici varietà per poi assaporarle non solo come frutto, ma anche come ingrediente per sfiziose preparazioni.

frutta di stagione pesche

o gialla più soda, con pelle liscia e rossa. Entram-be sono da consumo fresco, mentre sono destinate all’industria le percoche. Tendenzialmente, le pe-sche gialle e bianche, rispetto alle nettarine, sono più dolci, profumate e succose; le seconde invece si conservano più a lungo, mantenendo un ottimo sa-pore e una grande dolcezza al palato.In base all’epoca di maturazione si distinguono in: precocissime (coltivate prevalentemente al Sud, con maturazione a maggio, e al Nord con maturazione a giugno), precoci (sono pronte nei primi 15 gironi di luglio), a media maturazione (dalla seconda metà di luglio ai primi di agosto), tardive (sul mercato ol-tre la metà di agosto).

le pesche italianeNonostante l’immenso quantitativo di varietà oggi coltivate, nella grande produzione “resistono” an-che tanti ecotipi nazionali che meritano di essere ricordati per il loro valore organolettico. Tra le più note ricordiamo la Pesca e Nettarina di Romagna. Prodotta in numerosi comuni di Ferra-ra, Forlì, Cesena e Ravenna, marchio Igp dal 1998, può essere sia a polpa gialla che bianca. Dolce e succosa è ottima al naturale, in abbinamento a vini dolci e aromatici, ma si può accompagnare anche a piatti di carne fredda, come il roast beeef. La Pe-sca Bella di Cesena è ideale per preparare il Bellini, cocktail a base di nettare di pesca bianca e Prosec-co. Altrettanto apprezzata è la varietà Pesca di Ve-rona: si distingue per la polpa consistente e succosa e il gusto dolce. Le pesche a polpa gialla e bianca e le nettarine a polpa gialla, prodotte nell’intero ter-ritorio della provincia veronese, hanno ottenuto il marchio Igp nel 2010. Viene coltivata a Pontassieve (Firenze), in località Rosano, la Pesca Cotogna: ma-tura a settembre, ha uno spiccatissimo gusto dolce

il top dell’estate

un concentrato di salute ed energia

le pesche sono uno dei frutti più nutrienti: sono ricche di zuccheri solubili, carboidrati disponibili, sali minerali (calcio, fosforo e magnesio), vitamine (a, c, pp e b) e contengono anche buone percentuali di potassio. sono inoltre ricche di fibra insolubile, che dà un senso di sazietà molto elevato, e hanno un basso contenuto calorico (25 kcal per 100 g) per cui vengono spesso integrate nelle diete. contengono anche pectina, una fibra solubile importante per il nostro organismo poiché aiuta a regolare i livelli di glucosio e colesterolo nel sangue.

pesche, nettarine e percocheGrazie alle sue favorevoli condizioni climatiche, l’Italia copre il 12% della produzione totale mon-diale di pesche (la Cina detiene la leadership, segui-ta da USA, Spagna, Grecia e Francia) concentrata in Emilia Romagna, Campania, Veneto e Piemonte.Le varietà sono davvero tantissime, oltre un centi-naio. Tra le cultivar estive più apprezzate ricordia-mo: la pesca gialla o bianca, con polpa succosa, aro-matica e buccia vellutata, prevalente al Centrosud, e la pesca nettarina o pesca noce, a polpa bianca

Le pesche in cucina

sono ottime gustate fresche, con lo zucchero o affettate nel vino oppure nelle macedonie. la loro applicazione principale è legata ai dolci: sono perfette per torte, crostate, pasticcini(in particolare la pesca gialla), ma anche per preparare frappè, frullati, gelati, bavaresi, budini, sorbetti (la più adatta è la pesca bianca) e altre leccornie, come la famosa pesca al forno ripiena di amaretti, dolce piemontese. meno conosciuto, ma meritevole di essere provato, anche il loro impiego in preparazioni salate. le pesche si abbinano bene a pollo, maiale, volatili e ai frutti di mare. provate per esempio un’insalata di pollo, cetriolo e pesche, o con gamberi e pesche. con le pesche potete preparare confetture, composte, sciroppi dolci, conserve sciroppate, liquori aromatizzati e grappe. sono molto utilizzate anche nell’industria conserviera, per la preparazione di succhi e pesche sciroppate; essiccate vengono utilizzate come aromatizzante per il tè o aggiunte in miscele per tisane o infusi alla frutta.

ed è tradizione gustarla con un bicchiere di Chianti zuccherato. È vanto del tortonese la Pesca di Vol-pedo prodotta in quantità limitate e di altissima qualità. E poi ricordiamo la Pesca della Val d’Aso, nelle Marche, la Merendella dalla pelle liscia e colo-re bianco-verde diffusa in Calabria, la Saturnina o Pesca Tabacchiera della Sicilia, dalla forma schiac-ciata e dal sapore molto dolce e intenso, la Pesca di Leonforte e le pesche del trevigiano.

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Peschegrazie alla sua dolcezza e succulenza è uno dei frutti più apprezzati.

disponibile in tantissiMe varietà, è versatile, nutriente e ingrediente perfetto per Molte preparazioni culinarie d’eccellenza di monica Nastrucci

Ci sono quelle da consumo fresco e le cultivar de-stinate all’industria, possono avere polpa bianca o gialla, succosa o aromatica, buccia vellutata o pelle liscia, sono sempre profumatissime. Insomma c’è solo l’imbarazzo della scelta. E la loro stagione è lunga: le più precoci maturano a giugno, le ultime si trovano a settembre. Non resta quindi che approfit-tarne per fare scorta di vitamine a basso contenuto calorico e imparare a conoscerle nelle loro molteplici varietà per poi assaporarle non solo come frutto, ma anche come ingrediente per sfiziose preparazioni.

frutta di stagione pesche

o gialla più soda, con pelle liscia e rossa. Entram-be sono da consumo fresco, mentre sono destinate all’industria le percoche. Tendenzialmente, le pe-sche gialle e bianche, rispetto alle nettarine, sono più dolci, profumate e succose; le seconde invece si conservano più a lungo, mantenendo un ottimo sa-pore e una grande dolcezza al palato.In base all’epoca di maturazione si distinguono in: precocissime (coltivate prevalentemente al Sud, con maturazione a maggio, e al Nord con maturazione a giugno), precoci (sono pronte nei primi 15 gironi di luglio), a media maturazione (dalla seconda metà di luglio ai primi di agosto), tardive (sul mercato ol-tre la metà di agosto).

le pesche italianeNonostante l’immenso quantitativo di varietà oggi coltivate, nella grande produzione “resistono” an-che tanti ecotipi nazionali che meritano di essere ricordati per il loro valore organolettico. Tra le più note ricordiamo la Pesca e Nettarina di Romagna. Prodotta in numerosi comuni di Ferra-ra, Forlì, Cesena e Ravenna, marchio Igp dal 1998, può essere sia a polpa gialla che bianca. Dolce e succosa è ottima al naturale, in abbinamento a vini dolci e aromatici, ma si può accompagnare anche a piatti di carne fredda, come il roast beeef. La Pe-sca Bella di Cesena è ideale per preparare il Bellini, cocktail a base di nettare di pesca bianca e Prosec-co. Altrettanto apprezzata è la varietà Pesca di Ve-rona: si distingue per la polpa consistente e succosa e il gusto dolce. Le pesche a polpa gialla e bianca e le nettarine a polpa gialla, prodotte nell’intero ter-ritorio della provincia veronese, hanno ottenuto il marchio Igp nel 2010. Viene coltivata a Pontassieve (Firenze), in località Rosano, la Pesca Cotogna: ma-tura a settembre, ha uno spiccatissimo gusto dolce

il top dell’estate

un concentrato di salute ed energia

le pesche sono uno dei frutti più nutrienti: sono ricche di zuccheri solubili, carboidrati disponibili, sali minerali (calcio, fosforo e magnesio), vitamine (a, c, pp e b) e contengono anche buone percentuali di potassio. sono inoltre ricche di fibra insolubile, che dà un senso di sazietà molto elevato, e hanno un basso contenuto calorico (25 kcal per 100 g) per cui vengono spesso integrate nelle diete. contengono anche pectina, una fibra solubile importante per il nostro organismo poiché aiuta a regolare i livelli di glucosio e colesterolo nel sangue.

pesche, nettarine e percocheGrazie alle sue favorevoli condizioni climatiche, l’Italia copre il 12% della produzione totale mon-diale di pesche (la Cina detiene la leadership, segui-ta da USA, Spagna, Grecia e Francia) concentrata in Emilia Romagna, Campania, Veneto e Piemonte.Le varietà sono davvero tantissime, oltre un centi-naio. Tra le cultivar estive più apprezzate ricordia-mo: la pesca gialla o bianca, con polpa succosa, aro-matica e buccia vellutata, prevalente al Centrosud, e la pesca nettarina o pesca noce, a polpa bianca

Le pesche in cucina

sono ottime gustate fresche, con lo zucchero o affettate nel vino oppure nelle macedonie. la loro applicazione principale è legata ai dolci: sono perfette per torte, crostate, pasticcini(in particolare la pesca gialla), ma anche per preparare frappè, frullati, gelati, bavaresi, budini, sorbetti (la più adatta è la pesca bianca) e altre leccornie, come la famosa pesca al forno ripiena di amaretti, dolce piemontese. meno conosciuto, ma meritevole di essere provato, anche il loro impiego in preparazioni salate. le pesche si abbinano bene a pollo, maiale, volatili e ai frutti di mare. provate per esempio un’insalata di pollo, cetriolo e pesche, o con gamberi e pesche. con le pesche potete preparare confetture, composte, sciroppi dolci, conserve sciroppate, liquori aromatizzati e grappe. sono molto utilizzate anche nell’industria conserviera, per la preparazione di succhi e pesche sciroppate; essiccate vengono utilizzate come aromatizzante per il tè o aggiunte in miscele per tisane o infusi alla frutta.

ed è tradizione gustarla con un bicchiere di Chianti zuccherato. È vanto del tortonese la Pesca di Vol-pedo prodotta in quantità limitate e di altissima qualità. E poi ricordiamo la Pesca della Val d’Aso, nelle Marche, la Merendella dalla pelle liscia e colo-re bianco-verde diffusa in Calabria, la Saturnina o Pesca Tabacchiera della Sicilia, dalla forma schiac-ciata e dal sapore molto dolce e intenso, la Pesca di Leonforte e le pesche del trevigiano.

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• 1/2 kg di petto di pollo • 4 pesche• 4 cucchiai di olio di girasole • 1/2 cucchiaino di peperoncino• 1 cucchiaino di cumino in polvere• 1 cucchiaio di zucchero di canna • saleper la salsa• 30 g di cipolla tritata • 100 ml di latte di cocco• 100 ml di panna fresca • 1 cucchiaino di curry• 1/2 pesca • olio d’oliva extravergine • sale

preparazione 10 minuti cottura 25 minutiesecuzione facile vino Colli del Trasimeno Gamay

Tagliate il pollo a filetti, asciugateli con un panno e riduceteli a dadini; quindi infilateli su 6 spiedini. mescolate olio, peperoncino, cumino, sale e zucchero.

Grigliate gli spiedini da tutti i lati per 10 minuti spennellandovi sopra la marinata. dopo circa 6 minuti aggiungete anche le pesche, tagliate a metà e private del nocciolo.

Soffriggete la cipolla con poco olio, unite la pesca tagliata a dadini, il latte di cocco e la panna. Aggiungete il curry e cuocete per 15 minuti finché la salsa si sarà addensata; aggiustate di sale e frullate con il minipimer.

disponete le pesche grigliate nei piatti e adagiatevi sopra gli spiedini di pollo. Completate cospargendo la carne con la salsa preparata e servite.

sPiedini di Pollo Con PesCa grigliata al Curryper 4 persone

L’idea in più se non trovate le mazzancolle sostituitele con le code di gambero. e se il tempo è poco al posto della julienne di verdure accompagnatele con un’insalatina di spinaci novelli e germogli.Mazzancolle alle verdurine croccanti

mazzanColle alle verdurine CroCCanti e PesChe (In foto)

• 250 g di mazzancolle • 100 g di pesche• 50 g di coste di sedano • 50 g di carote• 50 g di zucchine • 20 g di scalogno • 300 ml d’aceto bianco• olio d’oliva extravergine • 10 g di farina bianca “00” • 20 ml di cognac • sale e pepe

preparazione 20 minuti cottura 10 minutiesecuzione facile vino Franciacorta Satèn

Con l’aiuto di un pelapatate ricavate il verde dalla zucchina e con un coltello formate delle strisce sottilissime e tenetele da parte. Sempre con il pelapatate ricavate delle striscioline di carota, tagliatele a julienne e mettete anch’esse da parte. procedete analogamente con il sedano.

Infarinate la julienne di verdure e fatela saltare in padella per 1 minuto circa. Aggiustate di sale e pepe e disponete le verdure sui piatti “a nido”.

portate a ebollizione l’aceto in un pentolino quindi gettatevi le pesche sbucciate e tagliate a fettine sottili. dopo averle cotte per 5 minuti, eliminate l’aceto e frullate le pesche; aggiungete poco olio. Versate la salsa, detta anche coulis, attorno alle verdure.

pulite le mazzancolle conservando attaccata la coda; con un coltello incidetele sul dorso, apritele a libro e privatele delle interiora. Nella stessa padella delle verdure appassite lo scalogno tritato finemente, aggiungete le mazzancolle, salate e pepate; fiammeggiate con il Cognac e allontanate dal fuoco.

disponete le mazzancolle nei piatti dove avete preparato le verdure e la salsa, irrorate con olio d’oliva e, a piacere, decorate con fettine di pesca disposte a ventaglio.

per 4 persone

uCInIamO COn Le pesCheC

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• 1/2 kg di petto di pollo • 4 pesche• 4 cucchiai di olio di girasole • 1/2 cucchiaino di peperoncino• 1 cucchiaino di cumino in polvere• 1 cucchiaio di zucchero di canna • saleper la salsa• 30 g di cipolla tritata • 100 ml di latte di cocco• 100 ml di panna fresca • 1 cucchiaino di curry• 1/2 pesca • olio d’oliva extravergine • sale

preparazione 10 minuti cottura 25 minutiesecuzione facile vino Colli del Trasimeno Gamay

Tagliate il pollo a filetti, asciugateli con un panno e riduceteli a dadini; quindi infilateli su 6 spiedini. mescolate olio, peperoncino, cumino, sale e zucchero.

Grigliate gli spiedini da tutti i lati per 10 minuti spennellandovi sopra la marinata. dopo circa 6 minuti aggiungete anche le pesche, tagliate a metà e private del nocciolo.

Soffriggete la cipolla con poco olio, unite la pesca tagliata a dadini, il latte di cocco e la panna. Aggiungete il curry e cuocete per 15 minuti finché la salsa si sarà addensata; aggiustate di sale e frullate con il minipimer.

disponete le pesche grigliate nei piatti e adagiatevi sopra gli spiedini di pollo. Completate cospargendo la carne con la salsa preparata e servite.

sPiedini di Pollo Con PesCa grigliata al Curryper 4 persone

L’idea in più se non trovate le mazzancolle sostituitele con le code di gambero. e se il tempo è poco al posto della julienne di verdure accompagnatele con un’insalatina di spinaci novelli e germogli.Mazzancolle alle verdurine croccanti

mazzanColle alle verdurine CroCCanti e PesChe (In foto)

• 250 g di mazzancolle • 100 g di pesche• 50 g di coste di sedano • 50 g di carote• 50 g di zucchine • 20 g di scalogno • 300 ml d’aceto bianco• olio d’oliva extravergine • 10 g di farina bianca “00” • 20 ml di cognac • sale e pepe

preparazione 20 minuti cottura 10 minutiesecuzione facile vino Franciacorta Satèn

Con l’aiuto di un pelapatate ricavate il verde dalla zucchina e con un coltello formate delle strisce sottilissime e tenetele da parte. Sempre con il pelapatate ricavate delle striscioline di carota, tagliatele a julienne e mettete anch’esse da parte. procedete analogamente con il sedano.

Infarinate la julienne di verdure e fatela saltare in padella per 1 minuto circa. Aggiustate di sale e pepe e disponete le verdure sui piatti “a nido”.

portate a ebollizione l’aceto in un pentolino quindi gettatevi le pesche sbucciate e tagliate a fettine sottili. dopo averle cotte per 5 minuti, eliminate l’aceto e frullate le pesche; aggiungete poco olio. Versate la salsa, detta anche coulis, attorno alle verdure.

pulite le mazzancolle conservando attaccata la coda; con un coltello incidetele sul dorso, apritele a libro e privatele delle interiora. Nella stessa padella delle verdure appassite lo scalogno tritato finemente, aggiungete le mazzancolle, salate e pepate; fiammeggiate con il Cognac e allontanate dal fuoco.

disponete le mazzancolle nei piatti dove avete preparato le verdure e la salsa, irrorate con olio d’oliva e, a piacere, decorate con fettine di pesca disposte a ventaglio.

per 4 persone

uCInIamO COn Le pesCheC

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PesChe riPiene al forno

• 4 pesche gialle mature e sode • 80 g di amaretti• 60 g di zucchero • 2 tuorli • 30 g di burro• 70 g di cioccolato fondente • 1/2 cucchiai di rum • 10 g di cacao amaro in polvere • granella di nocciole

preparazione 20 minuti cottura 45 minutiesecuzione facile vino moscato d’Asti

Lavate le pesche e tagliatele a metà senza spellarle. denocciolatele e togliete un po’ di polpa da ciascuna metà con l’aiuto di uno scavino; versatela in un piattino e schiacciatela con una forchetta.

Sbriciolate gli amaretti pestandoli in un mortaio. montate i tuorli con lo zucchero. Versate il composto in una ciotola e, mescolando, aggiungete la polvere di amaretti, il cacao amaro, il cioccolato tritato, la polpa di pesca e il rum.

Farcite l’incavo delle mezze pesche, decorate con un po’ di granella di nocciole e sistematele in una teglia rivestita imburrata. Cuocete in forno a 180°C per circa 40-45 minuti. Servite le pesche calde.

• 1,6 kg di pesche a pasta dura• 1 l d’acqua minerale• 850 g di zucchero• 1 bicchierino di liquore all’amaretto

preparazione 25 minuti cottura 10 minutiesecuzione facile vino nessun vino consigliato

Fate bollire l’acqua con lo zucchero e il liquore fino a ottenere uno sciroppo che non risulti troppo denso. Spegnete il fuoco, fate raffreddare bene il composto e tenete da parte.

Nel frattempo sbucciate accuratamente le pesche, tagliatele a metà nel senso della lunghezza, denocciolatele ed eliminate con un coltellino appuntito la parte grinzosa e scura che sta a contatto con il nocciolo.

Sistemate le pesche nei barattoli prescelti e colmateli con lo sciroppo freddo. Chiudete ermeticamente i barattoli e fateli bollire a bagnomaria per 3 minuti. Fateli intiepidire nell’acqua e poi capovolgeteli su un piano pulito: lasciateli così per 2 giorni; quindi conservateli in una credenza fino al momento del consumo.

PesChe sCiroPPate

per 4 persone

per 4-6 vasetti da 150 g Budino di PesChe

• 1 kg di pesche • 200 g di amaretti • 6 biscotti secchi • 2 uova• 200 g di zucchero • 30 g di burro• 80 g di confettura di pesche • 3 cucchiai di gin

preparazione 25 minuti cottura 40 minutiesecuzione media vino romagna Albana Spumante

Sbriciolate gli amaretti pestandoli in un mortaio o con l’aiuto delle lame di un robot. Spellate le pesche, affettatele e schiacciatele con una forchetta in una terrina; unite lo zucchero, gli amaretti sbriciolati e le uova sbattute. mescolate bene il tutto.

Imburrate 6 stampini monoporzione, spolverizzateli con i biscotti secchi sbriciolati, riempiteli con il composto di pesche e infornate a 180°C per circa 40 minuti.

Fate raffreddare, sformateli, copriteli con la confettura diluita con il Gin e serviteli decorati, a piacere, con qualche dadino di pesca.

per 6 persone

• 250 g di farina bianca “00” • 2 tuorli • 100 g di zucchero• 100 g di burro • 1 bustina di lievito • saleper la crema • 5 savoiardi • 5 pesche sciroppate• 4 tuorli • 80 g di zucchero • 35 g di farina bianca “00”• 30 g di burro • 1 limone non trattato• 150 ml di latte • 100 ml di sciroppo

preparazione 60 minuti cottura 40 minuti esecuzione media vino molise moscato passito

disponete la farina a fontana sulla spianatoia e al centro mettete lo zucchero, il lievito, i tuorli, 2 cucchiai d’acqua, il burro a fiocchetti e un pizzico di sale. Impastate rapidamente e formate una palla che metterete a riposare in frigorifero per 30 minuti avvolta nella pellicola trasparente.

montate i tuorli con lo zucchero finché saranno spumosi, aggiungete la farina, il latte tiepido a filo, lo sciroppo e la scorza del limone tagliata spessa. Cuocete a fuoco basso, mescolando, finché la salsa comincerà a rapprendersi; quindi eliminate la scorza e unite il burro.

Stendete la pasta frolla e foderate uno stampo di 22 cm di diametro imburrato e infarinato. Spolverizzate con i savoiardi sbriciolati e appoggiatevi le pesche sciroppate sgocciolate e tagliate a fettine.

Versate sopra la crema e con i ritagli di pasta fate delle striscioline che disporrete a griglia sulla superficie. Cuocete in forno a 180°C per 40 minuti, sfornate la crostata e servitela tiepida.

Crostata Con Crema di PesCheper 6 persone

L’idea in piùse durante la cottura spruzzate le pesche con un po’ di moscato otterrete un’ottima salsina con cui servirle. potete accompagnarle anche con una pallina di gelato alla vaniglia. Le pesche ripiene sono un dolce tipico piemontese e per tradizione sono proposte abbinate a un bicchiere di Brachetto.

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PesChe riPiene al forno

• 4 pesche gialle mature e sode • 80 g di amaretti• 60 g di zucchero • 2 tuorli • 30 g di burro• 70 g di cioccolato fondente • 1/2 cucchiai di rum • 10 g di cacao amaro in polvere • granella di nocciole

preparazione 20 minuti cottura 45 minutiesecuzione facile vino moscato d’Asti

Lavate le pesche e tagliatele a metà senza spellarle. denocciolatele e togliete un po’ di polpa da ciascuna metà con l’aiuto di uno scavino; versatela in un piattino e schiacciatela con una forchetta.

Sbriciolate gli amaretti pestandoli in un mortaio. montate i tuorli con lo zucchero. Versate il composto in una ciotola e, mescolando, aggiungete la polvere di amaretti, il cacao amaro, il cioccolato tritato, la polpa di pesca e il rum.

Farcite l’incavo delle mezze pesche, decorate con un po’ di granella di nocciole e sistematele in una teglia rivestita imburrata. Cuocete in forno a 180°C per circa 40-45 minuti. Servite le pesche calde.

• 1,6 kg di pesche a pasta dura• 1 l d’acqua minerale• 850 g di zucchero• 1 bicchierino di liquore all’amaretto

preparazione 25 minuti cottura 10 minutiesecuzione facile vino nessun vino consigliato

Fate bollire l’acqua con lo zucchero e il liquore fino a ottenere uno sciroppo che non risulti troppo denso. Spegnete il fuoco, fate raffreddare bene il composto e tenete da parte.

Nel frattempo sbucciate accuratamente le pesche, tagliatele a metà nel senso della lunghezza, denocciolatele ed eliminate con un coltellino appuntito la parte grinzosa e scura che sta a contatto con il nocciolo.

Sistemate le pesche nei barattoli prescelti e colmateli con lo sciroppo freddo. Chiudete ermeticamente i barattoli e fateli bollire a bagnomaria per 3 minuti. Fateli intiepidire nell’acqua e poi capovolgeteli su un piano pulito: lasciateli così per 2 giorni; quindi conservateli in una credenza fino al momento del consumo.

PesChe sCiroPPate

per 4 persone

per 4-6 vasetti da 150 g Budino di PesChe

• 1 kg di pesche • 200 g di amaretti • 6 biscotti secchi • 2 uova• 200 g di zucchero • 30 g di burro• 80 g di confettura di pesche • 3 cucchiai di gin

preparazione 25 minuti cottura 40 minutiesecuzione media vino romagna Albana Spumante

Sbriciolate gli amaretti pestandoli in un mortaio o con l’aiuto delle lame di un robot. Spellate le pesche, affettatele e schiacciatele con una forchetta in una terrina; unite lo zucchero, gli amaretti sbriciolati e le uova sbattute. mescolate bene il tutto.

Imburrate 6 stampini monoporzione, spolverizzateli con i biscotti secchi sbriciolati, riempiteli con il composto di pesche e infornate a 180°C per circa 40 minuti.

Fate raffreddare, sformateli, copriteli con la confettura diluita con il Gin e serviteli decorati, a piacere, con qualche dadino di pesca.

per 6 persone

• 250 g di farina bianca “00” • 2 tuorli • 100 g di zucchero• 100 g di burro • 1 bustina di lievito • saleper la crema • 5 savoiardi • 5 pesche sciroppate• 4 tuorli • 80 g di zucchero • 35 g di farina bianca “00”• 30 g di burro • 1 limone non trattato• 150 ml di latte • 100 ml di sciroppo

preparazione 60 minuti cottura 40 minuti esecuzione media vino molise moscato passito

disponete la farina a fontana sulla spianatoia e al centro mettete lo zucchero, il lievito, i tuorli, 2 cucchiai d’acqua, il burro a fiocchetti e un pizzico di sale. Impastate rapidamente e formate una palla che metterete a riposare in frigorifero per 30 minuti avvolta nella pellicola trasparente.

montate i tuorli con lo zucchero finché saranno spumosi, aggiungete la farina, il latte tiepido a filo, lo sciroppo e la scorza del limone tagliata spessa. Cuocete a fuoco basso, mescolando, finché la salsa comincerà a rapprendersi; quindi eliminate la scorza e unite il burro.

Stendete la pasta frolla e foderate uno stampo di 22 cm di diametro imburrato e infarinato. Spolverizzate con i savoiardi sbriciolati e appoggiatevi le pesche sciroppate sgocciolate e tagliate a fettine.

Versate sopra la crema e con i ritagli di pasta fate delle striscioline che disporrete a griglia sulla superficie. Cuocete in forno a 180°C per 40 minuti, sfornate la crostata e servitela tiepida.

Crostata Con Crema di PesCheper 6 persone

L’idea in piùse durante la cottura spruzzate le pesche con un po’ di moscato otterrete un’ottima salsina con cui servirle. potete accompagnarle anche con una pallina di gelato alla vaniglia. Le pesche ripiene sono un dolce tipico piemontese e per tradizione sono proposte abbinate a un bicchiere di Brachetto.

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I frutti del mare

Conosciuti e apprezzati per la loro pregiata sempli-cità, appartengono alla grande famiglia dei mollu-schi, e alla classe dei Bivalvi, perché sono dotati di una conchiglia costituita da due valve, generalmente uguali, applicate una contro l’altra, che racchiude una carne morbida e saporita. Vivono generalmente a poca profondità, molte specie si trovano infisse nel fango o nella sabbia in posizione verticale, altre vivo-no attaccate ai corpi sommersi; alcune specie infine scavano buche nel legno o nelle rocce.

pesce di stagione cozze, vongole & co.

cozze, vongole, telline, cannolicchi… sono ingredienti iMMancabili nelle ricette che sanno di Mare. sono seMplici da cucinare e facilMente reperibili. nell’acquisto una sola avvertenza:

devono essere seMpre freschissiMi di monica Nastrucci

Diversi tra loro nell’aspetto, ma ugualmente sfiziosi, questi frutti di mare sanno arricchire di colore, sapo-re e fascino ogni piatto marinaro. Ecco una sintetica presentazione dei molluschi bivalbi più diffusi e ap-prezzati, con indicazioni preziose per acquistarli in sicurezza e cucinarli nei migliori dei modi. Alla categoria appartengono anche ostriche e cape-sante, ma ne parleremo successivamente in quanto la loro stagionalità cade nei mesi che vanno da settem-bre ad aprile.

mitilo o cozzaQuesto mollusco è tra i più apprezzati e consumati. la maggior parte della produzione deriva dall’allevamento (diffuso nell’adriatico, nello ionio, nel tirrenio e nel mar di sardegna) e solo in piccola parte i mitili vengono pescati su banchi naturali (se ne trovano di selvaggi nel conero, nelle marche). viene venduto fresco, confezionato in sacchetti di rete plastificata corredati da un’etichetta che dichiari l’impianto di depurazione di provenienza (la depurazione è obbligatoria); ma può essere commercializzato anche surgelato, sgusciato e preparato in conserva. tra i mitili autoctoni e tradizionali ricordiamo la tarantina e i muscoli del Golfo di la spezia. in cucina i mesi caldi sono i migliori per il consumo di cozze perché in estate sono più grasse e gustose. vanno selezionate solo le cozze chiuse e integre. Quindi va eliminato il bisso (cioè il filamento nero che esce dal guscio) e vanno lavate sotto l’acqua sfregandole l’una contro l’altra. rientrano nella preparazione di molti piatti tipici: zuppe, muscoli ripieni, impepata, pasta al sugo di cozze, cozze fritte, gratinate o alla marinara.

vongolavive infossata nei fondali sabbiosi della costa, in particolare nell’adriatico e nel basso e medio tirreno. la vongola non è allevata, ma ne viene gestita la raccolta dai pescatori riuniti in consorzi. viene commercializzata fresca, come prodotto surgelato sgusciato e confezionato in scatola. ogni confezione deve avere il bollo sanitario ce, che garantisce l’origine del prodotto. in cucina prima di cucinarle occorre farle spurgare per almeno due ore in acqua salata in modo che perdano tutti i residui di sabbia, e in seguito lavarle sotto acqua corrente. per quasi tutte le preparazioni, perché si aprano naturalmente vanno poste in larghe padelle a fuoco vivace. Quelle

che rimangono chiuse vanno scartate, mentre l’acqua di mare che, aprendosi, le conchiglie lasceranno cadere sul fondo, va sempre conservata come ingrediente della ricetta (stessa cosa per le cozze). le vongole si cucinano in umido, in brodetti o zuppe e sono ottime per condire un piatto di classicissimi spaghetti. tra le tante varietà, la “verace” è riconosciuta come la più pregiata.

tellina o arsellaÈ molto comune nel mediterraneo e viene pescata tutto l’anno. deve essere venduta viva e con la conchiglia chiusa, in sacchetti di rete, con indicata la data di confezionamento. in cucina prima di cucinarle vanno lasciate spurgare in acqua salata per circa 2 ore. si distinguono per la dolcezza e la delicatezza delle loro carni. trovano la loro naturale collocazione nei sauté, nei condimenti di pasta e riso e anche in zuppe di pesce.

cannolicchioÈ un mollusco molto pregiato, caratterizzato da una conchiglia a forma tubolare allungata. in italia il prodotto disponibile è ancora totalmente pescato. viene venduto ancora vivo, ma per verificarne la freschezza basta toccare la massa muscolare che sporge: l’animale dovrebbe subito ritrarre quello che si chiama piede. in cucina occorre farli spurgare in acqua salata per almeno 3 ore e poi sciacquarli. avendo un gusto molto delicato vanno cucinati in modo semplice: gratinati al forno, come condimento per la pasta con pomodorini e basilico; con altri molluschi e crostacei rientrano nella preparazione di risotti e minestre.

tartuFo di mareÈ diffuso nel mediterraneo, nell’atlantico orientale ed è abbastanza comune nelle nostre acque, in particolare in puglia, in Friuli e nel Golfo di napoli. il tartufo di mare non viene allevato ed è pescato tutto l’anno con rastrelli da natante e a mano da esperti subacquei.in cucina prima di cucinarli vanno fatti spurgare in acqua salata per almeno un paio d’ore. sono ottimi preparati in salsa bianca, alla marinara o nelle insalate.

Fasolaremolto diffuso nell’oceano atlantico e nel mediterraneo, in particolare nell’alto adriatico e lungo le coste laziali, si caratterizza per un gusto deciso e una consistenza tenace. al momento dell’acquisto sono da preferire quelli di medie dimensioni perché altrimenti le carni potrebbero risultare dure e gommose.in cucina ottimi per sughi per la pasta o per polpettine oppure gratinati. È consigliabile aprirli a crudo e non sottoporli a lunghe cotture perché le loro carni potrebbero indurire.

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I frutti del mare

Conosciuti e apprezzati per la loro pregiata sempli-cità, appartengono alla grande famiglia dei mollu-schi, e alla classe dei Bivalvi, perché sono dotati di una conchiglia costituita da due valve, generalmente uguali, applicate una contro l’altra, che racchiude una carne morbida e saporita. Vivono generalmente a poca profondità, molte specie si trovano infisse nel fango o nella sabbia in posizione verticale, altre vivo-no attaccate ai corpi sommersi; alcune specie infine scavano buche nel legno o nelle rocce.

pesce di stagione cozze, vongole & co.

cozze, vongole, telline, cannolicchi… sono ingredienti iMMancabili nelle ricette che sanno di Mare. sono seMplici da cucinare e facilMente reperibili. nell’acquisto una sola avvertenza:

devono essere seMpre freschissiMi di monica Nastrucci

Diversi tra loro nell’aspetto, ma ugualmente sfiziosi, questi frutti di mare sanno arricchire di colore, sapo-re e fascino ogni piatto marinaro. Ecco una sintetica presentazione dei molluschi bivalbi più diffusi e ap-prezzati, con indicazioni preziose per acquistarli in sicurezza e cucinarli nei migliori dei modi. Alla categoria appartengono anche ostriche e cape-sante, ma ne parleremo successivamente in quanto la loro stagionalità cade nei mesi che vanno da settem-bre ad aprile.

mitilo o cozzaQuesto mollusco è tra i più apprezzati e consumati. la maggior parte della produzione deriva dall’allevamento (diffuso nell’adriatico, nello ionio, nel tirrenio e nel mar di sardegna) e solo in piccola parte i mitili vengono pescati su banchi naturali (se ne trovano di selvaggi nel conero, nelle marche). viene venduto fresco, confezionato in sacchetti di rete plastificata corredati da un’etichetta che dichiari l’impianto di depurazione di provenienza (la depurazione è obbligatoria); ma può essere commercializzato anche surgelato, sgusciato e preparato in conserva. tra i mitili autoctoni e tradizionali ricordiamo la tarantina e i muscoli del Golfo di la spezia. in cucina i mesi caldi sono i migliori per il consumo di cozze perché in estate sono più grasse e gustose. vanno selezionate solo le cozze chiuse e integre. Quindi va eliminato il bisso (cioè il filamento nero che esce dal guscio) e vanno lavate sotto l’acqua sfregandole l’una contro l’altra. rientrano nella preparazione di molti piatti tipici: zuppe, muscoli ripieni, impepata, pasta al sugo di cozze, cozze fritte, gratinate o alla marinara.

vongolavive infossata nei fondali sabbiosi della costa, in particolare nell’adriatico e nel basso e medio tirreno. la vongola non è allevata, ma ne viene gestita la raccolta dai pescatori riuniti in consorzi. viene commercializzata fresca, come prodotto surgelato sgusciato e confezionato in scatola. ogni confezione deve avere il bollo sanitario ce, che garantisce l’origine del prodotto. in cucina prima di cucinarle occorre farle spurgare per almeno due ore in acqua salata in modo che perdano tutti i residui di sabbia, e in seguito lavarle sotto acqua corrente. per quasi tutte le preparazioni, perché si aprano naturalmente vanno poste in larghe padelle a fuoco vivace. Quelle

che rimangono chiuse vanno scartate, mentre l’acqua di mare che, aprendosi, le conchiglie lasceranno cadere sul fondo, va sempre conservata come ingrediente della ricetta (stessa cosa per le cozze). le vongole si cucinano in umido, in brodetti o zuppe e sono ottime per condire un piatto di classicissimi spaghetti. tra le tante varietà, la “verace” è riconosciuta come la più pregiata.

tellina o arsellaÈ molto comune nel mediterraneo e viene pescata tutto l’anno. deve essere venduta viva e con la conchiglia chiusa, in sacchetti di rete, con indicata la data di confezionamento. in cucina prima di cucinarle vanno lasciate spurgare in acqua salata per circa 2 ore. si distinguono per la dolcezza e la delicatezza delle loro carni. trovano la loro naturale collocazione nei sauté, nei condimenti di pasta e riso e anche in zuppe di pesce.

cannolicchioÈ un mollusco molto pregiato, caratterizzato da una conchiglia a forma tubolare allungata. in italia il prodotto disponibile è ancora totalmente pescato. viene venduto ancora vivo, ma per verificarne la freschezza basta toccare la massa muscolare che sporge: l’animale dovrebbe subito ritrarre quello che si chiama piede. in cucina occorre farli spurgare in acqua salata per almeno 3 ore e poi sciacquarli. avendo un gusto molto delicato vanno cucinati in modo semplice: gratinati al forno, come condimento per la pasta con pomodorini e basilico; con altri molluschi e crostacei rientrano nella preparazione di risotti e minestre.

tartuFo di mareÈ diffuso nel mediterraneo, nell’atlantico orientale ed è abbastanza comune nelle nostre acque, in particolare in puglia, in Friuli e nel Golfo di napoli. il tartufo di mare non viene allevato ed è pescato tutto l’anno con rastrelli da natante e a mano da esperti subacquei.in cucina prima di cucinarli vanno fatti spurgare in acqua salata per almeno un paio d’ore. sono ottimi preparati in salsa bianca, alla marinara o nelle insalate.

Fasolaremolto diffuso nell’oceano atlantico e nel mediterraneo, in particolare nell’alto adriatico e lungo le coste laziali, si caratterizza per un gusto deciso e una consistenza tenace. al momento dell’acquisto sono da preferire quelli di medie dimensioni perché altrimenti le carni potrebbero risultare dure e gommose.in cucina ottimi per sughi per la pasta o per polpettine oppure gratinati. È consigliabile aprirli a crudo e non sottoporli a lunghe cotture perché le loro carni potrebbero indurire.

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3Aggiungetelevongolee1bicchieredivinobiancosecco.Lasciatecuocereperaltri5minuticirca,quindieliminateleconchigliechesonorimastechiuse.

6Uniteleconchiglieaperteeilliquidofiltrato.Fatecuocereper4-5minuti.Spolverizzateconprezzemolotritatoeservite,apiacere,confettedipanetostato.

1Mettete1/2kgdivongole,1kgdicozzee1/2kgdifasolariperqualcheorainacquaesale,cambiandoditantointantol’acqua.Controllatechenonvenesianodirotte(nelcasoeliminatele).

4Trasferiteilconchigliameinunaciotolae,conl’aiutodiunagarzaeuncolino,filtrateilliquidodicotturainmododaeliminareiresiduidisabbia.

2Inunapadellascaldateunpo’d’oliocon1spicchiod’aglioincamiciaschiacciato,1peperoncinoeilprezzemolo.Aggiungeteifasolarielecozze.Copriteecuoceteafuocolentofinoall’aperturadeigusci.

5Inunapadellafatesoffriggere10pomodoriniciliegiatagliatiametàcon2cucchiaidioliod’olivae1spicchiod’aglio.

sauté di cozze, vongole e Fasolari

pesce di stagione cozze, vongole & co.

Le proprietà nutrizionali

sono perfetti quando c’è bisogno di stare leggeri: per 100 g di prodotto si arriva al massimo a 90 calorie. tra le loro caratteristiche, i molluschi risultano essere una fonte eccellente di vitamina b12 e contengono in misura variabile altre vitamine del gruppo b. una ricchezza insospettabile dei frutti di mare è data dai minerali: oltre che di iodio, sono ricchi di ferro - generalmente carente nei pesci - in particolar modo le cozze, con un apporto di 5-6 mg per 100 g di prodotto, una percentuale tripla rispetto a quella contenuta nella carne di manzo e di poco inferiore a quella del fegato. particolarmente alto è però il contenuto di sodio, molto elevato nei frutti di mare rispetto a quello contenuto nei pesci in genere (60 - 100 mg) e nella carne di manzo, che ne contiene in media 45 mg: per esempio una cozza contiene 290 mg di sodio ogni 100 g di prodotto, la vongola 181: valori molto simili a quelli dei formaggi semi-stagionati.

limpido e incolore. Quando si mettono a bagno in acqua fredda (preferibilmente salata, come abbiamo visto per tutti i molluschi sopracitati) per eliminare la sabbia, devono andare a fondo e non galleggiare.

a tutela del consumatoreEsistono precise norme igienico-sanitarie che ga-rantiscono la salubrità del prodotto. La normativa prevede l’obbligo di confezionamento del prodotto in contenitori adeguati, resistenti e sigillati. La con-fezione, generalmente costituita da retine di plasti-ca, deve essere munita di bollo sanitario attestante la provenienza, la specie (denominazione comune e scientifica), l’identificazione del centro di spedizio-ne e di depurazione, la data di confezionamento e il termine minimo di conservazione (TMC); in al-ternativa il TMC può essere sostituito dalla menzio-ne “questi animali devono essere vivi al momento dell’acquisto”. Si consiglia di acquistare i molluschi in confezione e non sfusi e di maneggiare il sacchetto con cura per evitare la rottura delle valve e la fuoriuscita del liqui-do racchiuso in esse. Se il prodotto è venduto sfuso il venditore deve avere la confezione originale da mo-strare: se avete un dubbio non esitate a far aprire una confezione nuova al momento.

consigli per l’acquistoTutti i molluschi in conchiglia devono essere acqui-stati freschissimi, ancora vivi, e cucinati nel più breve tempo possibile. Indice della loro freschezza sono le valve che devono apparire di colore intenso, lucide e ben serrate o serrarsi al minimo stimolo. Inoltre, soppesata nella mano, la conchiglia deve essere pe-sante e i molluschi all’interno della conchiglia devo-no emanare un odore gradevole e salmastro. Per riconoscere se sono vivi si inizia dall’esame delle valve, che devono essere ben chiuse e opporre gran-de resistenza al taglio dei muscoli con un coltello. Se una conchiglia è aperta bisogna battere con un coltello: se si richiude va bene, altrimenti è già morta e va scartata. Nel momento in cui si forza la conchiglia ad aprir-si, il corpo deve essere ben aderente alle valve, con colori vividi e lucenti, e deve avere il liquido interno

sempre meglio cottiLa maggior parte dei molluschi si nutre filtran-do grandi quantità di acqua, spesso contaminate dall’inquinamento dovuto a scoli abusivi e fognari tipico di molte zone costiere. Ecco la ragione per cui è meglio evitare di mangiarli crudi e sottoporli inve-ce a cottura. Una cottura abbastanza prolungata riduce moltis-simo i rischi per la salute. Prima di tutto, durante la cottura, i gusci si aprono ed è prudente scartare quelle valve che non si sono aperte o che erano già rotte. Inoltre la cottura rende i molluschi anche più appetibili (modificandone aspetto, colore e sapore), oltre che più digeribili, e ne aumenta la conserva-bilità, in quanto il calore crea un ambiente inadatto all’attività di microrganismi ed enzimi.

Quando acquistate i molluschi assicuratevi che siano freschissimi e provengano dalle aree autorizzate all’esportazione nel nostro Paese

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3Aggiungetelevongolee1bicchieredivinobiancosecco.Lasciatecuocereperaltri5minuticirca,quindieliminateleconchigliechesonorimastechiuse.

6Uniteleconchiglieaperteeilliquidofiltrato.Fatecuocereper4-5minuti.Spolverizzateconprezzemolotritatoeservite,apiacere,confettedipanetostato.

1Mettete1/2kgdivongole,1kgdicozzee1/2kgdifasolariperqualcheorainacquaesale,cambiandoditantointantol’acqua.Controllatechenonvenesianodirotte(nelcasoeliminatele).

4Trasferiteilconchigliameinunaciotolae,conl’aiutodiunagarzaeuncolino,filtrateilliquidodicotturainmododaeliminareiresiduidisabbia.

2Inunapadellascaldateunpo’d’oliocon1spicchiod’aglioincamiciaschiacciato,1peperoncinoeilprezzemolo.Aggiungeteifasolarielecozze.Copriteecuoceteafuocolentofinoall’aperturadeigusci.

5Inunapadellafatesoffriggere10pomodoriniciliegiatagliatiametàcon2cucchiaidioliod’olivae1spicchiod’aglio.

sauté di cozze, vongole e Fasolari

pesce di stagione cozze, vongole & co.

Le proprietà nutrizionali

sono perfetti quando c’è bisogno di stare leggeri: per 100 g di prodotto si arriva al massimo a 90 calorie. tra le loro caratteristiche, i molluschi risultano essere una fonte eccellente di vitamina b12 e contengono in misura variabile altre vitamine del gruppo b. una ricchezza insospettabile dei frutti di mare è data dai minerali: oltre che di iodio, sono ricchi di ferro - generalmente carente nei pesci - in particolar modo le cozze, con un apporto di 5-6 mg per 100 g di prodotto, una percentuale tripla rispetto a quella contenuta nella carne di manzo e di poco inferiore a quella del fegato. particolarmente alto è però il contenuto di sodio, molto elevato nei frutti di mare rispetto a quello contenuto nei pesci in genere (60 - 100 mg) e nella carne di manzo, che ne contiene in media 45 mg: per esempio una cozza contiene 290 mg di sodio ogni 100 g di prodotto, la vongola 181: valori molto simili a quelli dei formaggi semi-stagionati.

limpido e incolore. Quando si mettono a bagno in acqua fredda (preferibilmente salata, come abbiamo visto per tutti i molluschi sopracitati) per eliminare la sabbia, devono andare a fondo e non galleggiare.

a tutela del consumatoreEsistono precise norme igienico-sanitarie che ga-rantiscono la salubrità del prodotto. La normativa prevede l’obbligo di confezionamento del prodotto in contenitori adeguati, resistenti e sigillati. La con-fezione, generalmente costituita da retine di plasti-ca, deve essere munita di bollo sanitario attestante la provenienza, la specie (denominazione comune e scientifica), l’identificazione del centro di spedizio-ne e di depurazione, la data di confezionamento e il termine minimo di conservazione (TMC); in al-ternativa il TMC può essere sostituito dalla menzio-ne “questi animali devono essere vivi al momento dell’acquisto”. Si consiglia di acquistare i molluschi in confezione e non sfusi e di maneggiare il sacchetto con cura per evitare la rottura delle valve e la fuoriuscita del liqui-do racchiuso in esse. Se il prodotto è venduto sfuso il venditore deve avere la confezione originale da mo-strare: se avete un dubbio non esitate a far aprire una confezione nuova al momento.

consigli per l’acquistoTutti i molluschi in conchiglia devono essere acqui-stati freschissimi, ancora vivi, e cucinati nel più breve tempo possibile. Indice della loro freschezza sono le valve che devono apparire di colore intenso, lucide e ben serrate o serrarsi al minimo stimolo. Inoltre, soppesata nella mano, la conchiglia deve essere pe-sante e i molluschi all’interno della conchiglia devo-no emanare un odore gradevole e salmastro. Per riconoscere se sono vivi si inizia dall’esame delle valve, che devono essere ben chiuse e opporre gran-de resistenza al taglio dei muscoli con un coltello. Se una conchiglia è aperta bisogna battere con un coltello: se si richiude va bene, altrimenti è già morta e va scartata. Nel momento in cui si forza la conchiglia ad aprir-si, il corpo deve essere ben aderente alle valve, con colori vividi e lucenti, e deve avere il liquido interno

sempre meglio cottiLa maggior parte dei molluschi si nutre filtran-do grandi quantità di acqua, spesso contaminate dall’inquinamento dovuto a scoli abusivi e fognari tipico di molte zone costiere. Ecco la ragione per cui è meglio evitare di mangiarli crudi e sottoporli inve-ce a cottura. Una cottura abbastanza prolungata riduce moltis-simo i rischi per la salute. Prima di tutto, durante la cottura, i gusci si aprono ed è prudente scartare quelle valve che non si sono aperte o che erano già rotte. Inoltre la cottura rende i molluschi anche più appetibili (modificandone aspetto, colore e sapore), oltre che più digeribili, e ne aumenta la conserva-bilità, in quanto il calore crea un ambiente inadatto all’attività di microrganismi ed enzimi.

Quando acquistate i molluschi assicuratevi che siano freschissimi e provengano dalle aree autorizzate all’esportazione nel nostro Paese

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• 30 cannolicchi • 2 spicchi d’aglio• 1 mazzo di insalatina verde • prezzemolo• 4 cucchiai di olio d’oliva extravergine• 10 pomodorini ciliegia • 1/2 limone

preparazione 15 minuti cottura 50 minutiesecuzione facile vino Arborea Trebbiano

Schiacciate l’aglio e scaldatelo in padella con l’olio senza farlo colorire. Unite i molluschi lavati e fateli aprire a fiamma viva. Tagliate l’insalata a julienne e tritate il prezzemolo.

Filtrate il fondo dei cannolicchi, fatelo restringere e unitevi il succo del limone e il prezzemolo. Frullate la salsina e conditevi i cannolicchi adagiati su un fondo di insalatina tagliata a julienne. Tagliate i pomodori in 2 parti, privateli dei semi, riduceteli a dadini e disponeteli sull’insalata di cannolicchi completando, a piacere, con altro prezzemolo tritato.

insalata di CannoliCChiper 4 persone

L’idea in piùcon cozze e arselle potete preparare anche una gustosa zuppa. pulite 1 kg di cozze e 1 kg di arselle e fatele aprire in tegami separati. in una casseruola fate soffriggere 4 spicchi d’aglio in olio d’oliva, aggiungete 1/2 kg di pelati, 1 bicchiere di Vernaccia, 1 peperoncino e le conchiglie. cuocete coperto per 10 minuti, aggiustate di sale e unite 1 mazzetto di prezzemolo tritato. Fate tostare in forno qualche fetta di pane toscano, a piacere sfregato con uno spicchio d’aglio. servite la zuppa, calda o tiepida con i crostini di pane.

• 1 kg di cozze • 200 g d’arselle • 200 g di pomodori • 3 cucchiai di olio d’oliva extravergine• 1 spicchio d’aglio • 1 mazzetto di prezzemolo• basilico • sale

preparazione 30 minuti cottura 40 minutiesecuzione facile vino Bianco di pitigliano

pulite e lavate con acqua fredda corrente le arselle e le cozze quindi fatele aprire in padella con il coperchio a fiamma vivace. Eliminate gli eventuali gusci non aperti e ricavate solo i molluschi, conservando l’acqua di cottura.

In una padella con l’olio ben caldo cuocete i pomodori, precedentemente lavati, privati dei semi e tagliati a cubetti; salate, versate le cozze e le arselle, l’aglio tritato finemente al coltello e bagnate con poca acqua di cottura filtrata.

Cuocete per alcuni minuti poi insaporite con qualche foglia di basilico e il prezzemolo tritati. Utilizzate questa salsa ben calda per condire piatti di pasta.

• 2 kg di cozze • 50 g di pangrattato• 3 spicchi d’aglio • 2 limoni • prezzemolo• 6 cucchiai di olio d’oliva extravergine • sale e pepe

preparazione 25 minuti cottura 15 minutiesecuzione facile vino Capri Bianco

pulite e lavate bene le cozze, fatele poi cuocere in pentola coperte a fuoco vivo per farle aprire. Eliminate la metà di gusci vuoti dalle cozze e mettetele con il guscio rimasto in una teglia; cospargete con l’aglio tritato, sale e pepe, un filo d’olio d’oliva extravergine, pangrattato e prezzemolo tritato.

Fate cuocere sotto il grill del forno per 5 minuti, aggiungete il succo dei limoni e terminate la gratinatura. Servite le cozze ben calde e dorate.

salsa di Cozze e arselle Cozze gratinateper 4-6 persone per 4 persone

uCInIamO COn Le COnChIGLIe

• 20 fasolari • 1 patata • 2 pomodori san Marzano• 1 scalogno • 2 spicchi d’aglio • 1/2 peperoncino rosso• 1/2 l di brodo di pesce • prezzemolo• 3 cucchiai di olio d’oliva extravergine

preparazione 20 minuti cottura 25 minutiesecuzione facile vino Ebaluce di Caluso

mettete i fasolari in acqua freddissima: devono rimanere al pelo dell’acqua in modo che possano spurgarsi dalla sabbia che contengono al loro interno.

Bollite la patata, sbucciatela e tagliatela a dadini.

Sbollentate i pomodori, pelateli e tagliateli a dadini. Tritate lo scalogno, aggiungete 1 spicchio d’aglio, l’olio e sistematevi i fasolari.

Stufate a fuoco lento e aggiungete il peperoncino e i pomodori. Unite il brodo e lasciate cuocere per 15 minuti in modo che si formi una zuppetta. Quindi aggiungete la patata.

Servite la zuppa spolverizzando con il prezzemolo tritato accompagnandola, a piacere, con fette di pane strofinate d’aglio e tostate sotto il grill del forno per 5 minuti.

zuPPetta di fasolariper 4 persone

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• 30 cannolicchi • 2 spicchi d’aglio• 1 mazzo di insalatina verde • prezzemolo• 4 cucchiai di olio d’oliva extravergine• 10 pomodorini ciliegia • 1/2 limone

preparazione 15 minuti cottura 50 minutiesecuzione facile vino Arborea Trebbiano

Schiacciate l’aglio e scaldatelo in padella con l’olio senza farlo colorire. Unite i molluschi lavati e fateli aprire a fiamma viva. Tagliate l’insalata a julienne e tritate il prezzemolo.

Filtrate il fondo dei cannolicchi, fatelo restringere e unitevi il succo del limone e il prezzemolo. Frullate la salsina e conditevi i cannolicchi adagiati su un fondo di insalatina tagliata a julienne. Tagliate i pomodori in 2 parti, privateli dei semi, riduceteli a dadini e disponeteli sull’insalata di cannolicchi completando, a piacere, con altro prezzemolo tritato.

insalata di CannoliCChiper 4 persone

L’idea in piùcon cozze e arselle potete preparare anche una gustosa zuppa. pulite 1 kg di cozze e 1 kg di arselle e fatele aprire in tegami separati. in una casseruola fate soffriggere 4 spicchi d’aglio in olio d’oliva, aggiungete 1/2 kg di pelati, 1 bicchiere di Vernaccia, 1 peperoncino e le conchiglie. cuocete coperto per 10 minuti, aggiustate di sale e unite 1 mazzetto di prezzemolo tritato. Fate tostare in forno qualche fetta di pane toscano, a piacere sfregato con uno spicchio d’aglio. servite la zuppa, calda o tiepida con i crostini di pane.

• 1 kg di cozze • 200 g d’arselle • 200 g di pomodori • 3 cucchiai di olio d’oliva extravergine• 1 spicchio d’aglio • 1 mazzetto di prezzemolo• basilico • sale

preparazione 30 minuti cottura 40 minutiesecuzione facile vino Bianco di pitigliano

pulite e lavate con acqua fredda corrente le arselle e le cozze quindi fatele aprire in padella con il coperchio a fiamma vivace. Eliminate gli eventuali gusci non aperti e ricavate solo i molluschi, conservando l’acqua di cottura.

In una padella con l’olio ben caldo cuocete i pomodori, precedentemente lavati, privati dei semi e tagliati a cubetti; salate, versate le cozze e le arselle, l’aglio tritato finemente al coltello e bagnate con poca acqua di cottura filtrata.

Cuocete per alcuni minuti poi insaporite con qualche foglia di basilico e il prezzemolo tritati. Utilizzate questa salsa ben calda per condire piatti di pasta.

• 2 kg di cozze • 50 g di pangrattato• 3 spicchi d’aglio • 2 limoni • prezzemolo• 6 cucchiai di olio d’oliva extravergine • sale e pepe

preparazione 25 minuti cottura 15 minutiesecuzione facile vino Capri Bianco

pulite e lavate bene le cozze, fatele poi cuocere in pentola coperte a fuoco vivo per farle aprire. Eliminate la metà di gusci vuoti dalle cozze e mettetele con il guscio rimasto in una teglia; cospargete con l’aglio tritato, sale e pepe, un filo d’olio d’oliva extravergine, pangrattato e prezzemolo tritato.

Fate cuocere sotto il grill del forno per 5 minuti, aggiungete il succo dei limoni e terminate la gratinatura. Servite le cozze ben calde e dorate.

salsa di Cozze e arselle Cozze gratinateper 4-6 persone per 4 persone

uCInIamO COn Le COnChIGLIe

• 20 fasolari • 1 patata • 2 pomodori san Marzano• 1 scalogno • 2 spicchi d’aglio • 1/2 peperoncino rosso• 1/2 l di brodo di pesce • prezzemolo• 3 cucchiai di olio d’oliva extravergine

preparazione 20 minuti cottura 25 minutiesecuzione facile vino Ebaluce di Caluso

mettete i fasolari in acqua freddissima: devono rimanere al pelo dell’acqua in modo che possano spurgarsi dalla sabbia che contengono al loro interno.

Bollite la patata, sbucciatela e tagliatela a dadini.

Sbollentate i pomodori, pelateli e tagliateli a dadini. Tritate lo scalogno, aggiungete 1 spicchio d’aglio, l’olio e sistematevi i fasolari.

Stufate a fuoco lento e aggiungete il peperoncino e i pomodori. Unite il brodo e lasciate cuocere per 15 minuti in modo che si formi una zuppetta. Quindi aggiungete la patata.

Servite la zuppa spolverizzando con il prezzemolo tritato accompagnandola, a piacere, con fette di pane strofinate d’aglio e tostate sotto il grill del forno per 5 minuti.

zuPPetta di fasolariper 4 persone

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Confettura di frutti rossi e vaniglia4-5 vasetti da 250 g

pulite e lavate 1 kg di fragole, 1/2 kg di lamponi, 375 g di more e 125 g di mirtilli. in una ciotola riunite i frutti, 1,1 kg di zucchero, 4-5 foglie di basilico e 1 fialetta di essenza di vaniglia. lasciate riposare per 4 ore. trasferite la frutta e il liquido di vegetazione in una casseruola con 1/2 bicchiere di Zibibbo e qualche altra foglia di basilico. portate a ebollizione, abbassate la fiamma e fate cuocere per circa 30 minuti, mescolando e schiumando spesso. lasciate riposare il composto per 10 minuti a fuoco spento, quindi trasferitelo in un mixer e frullatelo grossolanamente. rimettete la confettura su fuoco molto dolce e lasciate cuocere per altri 30 minuti. Quindi invasatela bollente, terminando con 1 foglia di basilico per vaso, e chiudete ermeticamente.

è teMpo di conserve, confetture, MarMellate, salse e gelatine. per il piacere di ritrovare nella stagione invernale sapori,

profuMi e colori dell’estate di maria Vittoria mazzoni

sottovetro prima puntata

Gusto e saporesottovetro

NNon c’è una stagione così prodiga di varietà di frut-ta e verdura come quella estiva. Il banco dell’orto-frutta si colora e si arricchisce tanto da stuzzicare anche i più refrattari. E conviene approfittarne preparando, non solo fresche insalatone o mega macedonie, ma anche facendoli diventare i protagonisti di confetture, marmellate, gelatine e salse da conservare in va-setto per tutto l’inverno. A onor del vero visto che oggi questi prodotti sono facilmente reperibili già pronti in commercio e sono pratici, sicuri dal punto di vista igienico e

anche economici, si è un po’ persa l’abitudine a farli in casa. Noi vogliamo stimolare la vostra cre-atività e manualità proponendovi in questo nume-ro e nel successivo sfiziose conserve, salse o mar-mellate, dolci e salate, che vi faranno riscoprire o apprendere una pratica che, certo richiede tempo e pazienza, ma vi renderà orgogliosi di “firmare” queste prelibatezze. E quando li offrirete ai vostri ospiti, in abbinamen-to a un formaggio particolare, per accompagnare un secondo o come farcitura di una torta potrete dire “l’ho fatto io”!

pochi ma fondamentali consigli per ottimi risultati

• scegliete sempre frutta o verdura sana, al giusto grado di maturazione, possibilmente non trattata e lavatela accuratamente.• per la cottura utilizzate tegami in rame non stagnato o in acciaio inossidabile, evitate l’alluminio.• se la frutta e la verdura devono essere cotte o sbollentate, ricordate di tuffarle in acqua solo al momento dell’ebollizione e di immergerle utilizzando un cucchiaio di legno perché il colore rimanga intatto e brillante. • lavate vasi e coperchi, quindi fateli bollire per 20 minuti; stendeteli ad asciugare capovolti su un canovaccio.• se il prodotto richiede una cottura preliminare prima di essere invasato, fatelo quando è ancora caldo riempiendo i contenitori fino a 1 cm dal bordo. capovolgeteli per 5 minuti, avvolgeteli in un canovaccio e poi fateli riposare. controllate dopo un giorno che siano ben sigillati e poi riponeteli in un luogo fresco e asciutto. una volta aperto il prodotto deve essere conservato in frigorifero.• le conserve a base di ortaggi (specialmente melanzane e pomodori) una volta invasate vanno sterilizzate subito quando sono ancora calde. collocate i vasi in una pentola capiente e riempitela di acqua (a una temperatura uguale a quella della conserva) fino a superare di alcuni cm il coperchio dei vasi. Quando l’acqua inizia a bollire, abbassate la fiamma e lasciate sul fuoco il tempo indicato nella ricetta. per le marmellate, confetture e gelatine di frutta, se invasate a caldo, potete evitare la sterilizzazione o aspettare che il prodotto si sia raffreddato.

salsa agrodolce6 vasetti da 150 g

lavate 1/2 kg di pomodori rossi maturi e sodi, 1/2 kg di peperoni. eliminate i semi dai pomodori senza sbucciarli e togliete semi e filamenti interni ai peperoni, quindi tritateli. tritate 250 g di cipolle di tropea e fatele dorare in un tegame con qualche cucchiaio d’olio, aggiungete le verdure preparate e 1 peperoncino. Fate riprendere il bollore, unite 100 g di zucchero e 1 cucchiaio raso di sale, abbassate la fiamma e lasciate sobbollire per circa 2 ore. Frullate il composto, rimettetelo nella pentola, aggiungete 250 ml di aceto balsamico, 1 cucchiaino di zenzero, 1 cucchiaino di cannella, 1 cucchiaino di noce moscata, 1/2 cucchiaino di senape in polvere e 1 chiodo di garofano polverizzato. regolate di sale e fate restringere sul fuoco per altri 30 minuti. Quindi trasferite la salsa nei vasetti. Fate raffreddare, chiudete ermeticamente e sterilizzate per 20 minuti.

marmellata di pomodori verdi4 vasetti da 150 g

lavate e asciugate accuratamente 1 kg di pomodori verdi, quindi tagliateli a pezzetti e fateli macerare per 3 ore con il succo di 1 limone. scolateli accuratamente, metteteli in una pentola con 1/2 kg di zucchero e fate cuocere a fuoco medio per circa 2 ore.una volta pronta può essere consumata subito, dopo averla fatta raffreddare, oppure può essere conservata per qualche mese in barattoli di vetro a chiusura ermetica.

Abbinatela al pecorino toscano o ad altri

formaggi stagionati; deliziosa anche con la ricotta fresca.

È un classico per la prima colazione, con

pane e burro, ma perfetta anche per

farcire dolcetti e crostate.

Utilizzate la salsa per accompagnare piatti di carne alla griglia

e bolliti misti.

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Confettura di frutti rossi e vaniglia4-5 vasetti da 250 g

pulite e lavate 1 kg di fragole, 1/2 kg di lamponi, 375 g di more e 125 g di mirtilli. in una ciotola riunite i frutti, 1,1 kg di zucchero, 4-5 foglie di basilico e 1 fialetta di essenza di vaniglia. lasciate riposare per 4 ore. trasferite la frutta e il liquido di vegetazione in una casseruola con 1/2 bicchiere di Zibibbo e qualche altra foglia di basilico. portate a ebollizione, abbassate la fiamma e fate cuocere per circa 30 minuti, mescolando e schiumando spesso. lasciate riposare il composto per 10 minuti a fuoco spento, quindi trasferitelo in un mixer e frullatelo grossolanamente. rimettete la confettura su fuoco molto dolce e lasciate cuocere per altri 30 minuti. Quindi invasatela bollente, terminando con 1 foglia di basilico per vaso, e chiudete ermeticamente.

è teMpo di conserve, confetture, MarMellate, salse e gelatine. per il piacere di ritrovare nella stagione invernale sapori,

profuMi e colori dell’estate di maria Vittoria mazzoni

sottovetro prima puntata

Gusto e saporesottovetro

NNon c’è una stagione così prodiga di varietà di frut-ta e verdura come quella estiva. Il banco dell’orto-frutta si colora e si arricchisce tanto da stuzzicare anche i più refrattari. E conviene approfittarne preparando, non solo fresche insalatone o mega macedonie, ma anche facendoli diventare i protagonisti di confetture, marmellate, gelatine e salse da conservare in va-setto per tutto l’inverno. A onor del vero visto che oggi questi prodotti sono facilmente reperibili già pronti in commercio e sono pratici, sicuri dal punto di vista igienico e

anche economici, si è un po’ persa l’abitudine a farli in casa. Noi vogliamo stimolare la vostra cre-atività e manualità proponendovi in questo nume-ro e nel successivo sfiziose conserve, salse o mar-mellate, dolci e salate, che vi faranno riscoprire o apprendere una pratica che, certo richiede tempo e pazienza, ma vi renderà orgogliosi di “firmare” queste prelibatezze. E quando li offrirete ai vostri ospiti, in abbinamen-to a un formaggio particolare, per accompagnare un secondo o come farcitura di una torta potrete dire “l’ho fatto io”!

pochi ma fondamentali consigli per ottimi risultati

• scegliete sempre frutta o verdura sana, al giusto grado di maturazione, possibilmente non trattata e lavatela accuratamente.• per la cottura utilizzate tegami in rame non stagnato o in acciaio inossidabile, evitate l’alluminio.• se la frutta e la verdura devono essere cotte o sbollentate, ricordate di tuffarle in acqua solo al momento dell’ebollizione e di immergerle utilizzando un cucchiaio di legno perché il colore rimanga intatto e brillante. • lavate vasi e coperchi, quindi fateli bollire per 20 minuti; stendeteli ad asciugare capovolti su un canovaccio.• se il prodotto richiede una cottura preliminare prima di essere invasato, fatelo quando è ancora caldo riempiendo i contenitori fino a 1 cm dal bordo. capovolgeteli per 5 minuti, avvolgeteli in un canovaccio e poi fateli riposare. controllate dopo un giorno che siano ben sigillati e poi riponeteli in un luogo fresco e asciutto. una volta aperto il prodotto deve essere conservato in frigorifero.• le conserve a base di ortaggi (specialmente melanzane e pomodori) una volta invasate vanno sterilizzate subito quando sono ancora calde. collocate i vasi in una pentola capiente e riempitela di acqua (a una temperatura uguale a quella della conserva) fino a superare di alcuni cm il coperchio dei vasi. Quando l’acqua inizia a bollire, abbassate la fiamma e lasciate sul fuoco il tempo indicato nella ricetta. per le marmellate, confetture e gelatine di frutta, se invasate a caldo, potete evitare la sterilizzazione o aspettare che il prodotto si sia raffreddato.

salsa agrodolce6 vasetti da 150 g

lavate 1/2 kg di pomodori rossi maturi e sodi, 1/2 kg di peperoni. eliminate i semi dai pomodori senza sbucciarli e togliete semi e filamenti interni ai peperoni, quindi tritateli. tritate 250 g di cipolle di tropea e fatele dorare in un tegame con qualche cucchiaio d’olio, aggiungete le verdure preparate e 1 peperoncino. Fate riprendere il bollore, unite 100 g di zucchero e 1 cucchiaio raso di sale, abbassate la fiamma e lasciate sobbollire per circa 2 ore. Frullate il composto, rimettetelo nella pentola, aggiungete 250 ml di aceto balsamico, 1 cucchiaino di zenzero, 1 cucchiaino di cannella, 1 cucchiaino di noce moscata, 1/2 cucchiaino di senape in polvere e 1 chiodo di garofano polverizzato. regolate di sale e fate restringere sul fuoco per altri 30 minuti. Quindi trasferite la salsa nei vasetti. Fate raffreddare, chiudete ermeticamente e sterilizzate per 20 minuti.

marmellata di pomodori verdi4 vasetti da 150 g

lavate e asciugate accuratamente 1 kg di pomodori verdi, quindi tagliateli a pezzetti e fateli macerare per 3 ore con il succo di 1 limone. scolateli accuratamente, metteteli in una pentola con 1/2 kg di zucchero e fate cuocere a fuoco medio per circa 2 ore.una volta pronta può essere consumata subito, dopo averla fatta raffreddare, oppure può essere conservata per qualche mese in barattoli di vetro a chiusura ermetica.

Abbinatela al pecorino toscano o ad altri

formaggi stagionati; deliziosa anche con la ricotta fresca.

È un classico per la prima colazione, con

pane e burro, ma perfetta anche per

farcire dolcetti e crostate.

Utilizzate la salsa per accompagnare piatti di carne alla griglia

e bolliti misti.

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Dsi dice che fritta è gustosa qualsiasi cosa. sarà vero,

Ma è fondaMentale scegliere l’olio giusto: più buono sarà, Migliore sarà il risultato di maria Vittoria mazzoni

D’oliva, extravergine e non, di mais, di soia o di arachidi. E l’elenco potrebbe continuare. Per una buona qualità di un fritto è fondamentale la scelta della giusta tipologia di olio considerando che esso interferisce con il gusto della pietanza. Ma come orientarsi nel mare magnum degli oli sul mercato per portare in tavola una frittura fragrante e dorata e, soprattutto, digeribile? I nutrizionisti, se non lo bandiscono, sicuramente consigliano di limitare al massimo il consumo dei cibi fritti, anche per il loro elevato contenuto calorico; va da sé che una volta che “si sgarra” ne deve valere la pena.

indispensabili nozioni di baseLa prima qualità di un olio per frittura è la stabili-tà. È importante che l’olio non arrivi mai al “punto di fumo” cioè la temperatura massima raggiungi-bile oltre la quale inizia a bruciare e a decomporsi producendo fumo e sapori acri e sostanze tossiche, dannosissime per il nostro fegato. Più un olio è ricco di grassi polinsaturi, più la decomposizione è veloce.Ecco il punto di fumo di alcuni oli: - olio di palma raffinato 240°C- olio extravergine di oliva 210°C- olio di arachide 180°C

Frittura,quale olio usare?

occhio al prodotto oli per friggere

- olio di cocco 177°C- olio di mais 160°C- olio di soia 130°C- olio di girasole meno 130°CDall’elenco si evince che i tanto pubblicizzati oli di semi sono molto in basso nella scala della stabilità. In alcuni paesi europei, infatti, è obbligatoria l’in-dicazione sull’etichetta di “olio non adatto per frig-gere”. Un discorso a parte invece va fatto per gli oli di semi modificati, cioè quegli oli che hanno subito delle modifiche in laboratorio tali da renderli resi-stenti al calore; vengono specificatamente etichettati come “oli da frittura” o “oli per friggere”. Occorre inoltre ricordare che il punto di fumo può diminuire anche in modo significativo se l’olio non è conserva-to in maniera corretta: è necessario ripararlo dalla luce, dal calore e da reazioni ossidative.

l’olio d’oliva è il migliorePer quanto riguarda gli aspetti nutrizionali e saluti-stici l’olio d’oliva è quello da preferire per friggere: è poverissimo di acidi polinsaturi e ha un punto di fumo molto alto. E non a caso è quello consigliato anche dagli chef. Ma sorge spontanea la richiesta di una precisazione: deve essere extravergine sì o no? Entrambi hanno la stessa resistenza al calore, è solo una questione di gusto. L’olio d’oliva extravergine trasferisce al cibo la sua ricchezza di profumi e aro-mi, quello d’oliva è più neutro. Quindi se le fritture sono già saporite di loro è meglio evitare l’extraver-gine per non caricare troppo il gusto finale.

Un’alternativa tra quelli di semi (oltre a quelli mo-dificati) è l’olio di arachide, che vanta una compo-sizione molto simile all’olio d’oliva, è ricco di grassi monoinsaturi e resistente alle alte temperature.

Friggere in padella o per immersione?Il tipo di frittura varia a seconda degli ingredienti e della loro pezzatura. Si friggono in padella (quel-la a bordi retti) ingredienti di grossa pezzatura (per esempio una fetta di carne) o anche piccoli ma che richiedono di essere girati a metà cottura. La padel-la può essere in ferro o in alluminio. Quest’ultima dopo l’uso si può lavare (ma va sempre utilizzata solo per la frittura), quella in ferro invece va sem-plicemente pulita con della carta. Se invece dovete friggere alimenti impastellati, crocchette o alcune preparazioni speciali come arancini, dolci fritti la modalità è quella per immersione. In questo tipo di frittura l’alimento viene totalmente immerso nell’olio molto caldo. Dovete usare la friggitrice do-mestica (se non ne possedete una elettrica): si tratta di un tegame in ferro smaltato munito di un cesti-no d’acciaio per scolare i fritti. Durante la cottura dovete scuotere gli ingredienti muovendo il cestello. Infine c’è la frittura nel wok, la calotta sferica di fer-ro, tipica della cucina cinese. È quella che richiede meno olio, ma anche l’accortezza che la tempera-tura sia sempre altissima. Dopo l’utilizzo il wok va lavato, fatto asciugare sul fuoco e passato con un panno umido prima di riporlo.

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Dsi dice che fritta è gustosa qualsiasi cosa. sarà vero,

Ma è fondaMentale scegliere l’olio giusto: più buono sarà, Migliore sarà il risultato di maria Vittoria mazzoni

D’oliva, extravergine e non, di mais, di soia o di arachidi. E l’elenco potrebbe continuare. Per una buona qualità di un fritto è fondamentale la scelta della giusta tipologia di olio considerando che esso interferisce con il gusto della pietanza. Ma come orientarsi nel mare magnum degli oli sul mercato per portare in tavola una frittura fragrante e dorata e, soprattutto, digeribile? I nutrizionisti, se non lo bandiscono, sicuramente consigliano di limitare al massimo il consumo dei cibi fritti, anche per il loro elevato contenuto calorico; va da sé che una volta che “si sgarra” ne deve valere la pena.

indispensabili nozioni di baseLa prima qualità di un olio per frittura è la stabili-tà. È importante che l’olio non arrivi mai al “punto di fumo” cioè la temperatura massima raggiungi-bile oltre la quale inizia a bruciare e a decomporsi producendo fumo e sapori acri e sostanze tossiche, dannosissime per il nostro fegato. Più un olio è ricco di grassi polinsaturi, più la decomposizione è veloce.Ecco il punto di fumo di alcuni oli: - olio di palma raffinato 240°C- olio extravergine di oliva 210°C- olio di arachide 180°C

Frittura,quale olio usare?

occhio al prodotto oli per friggere

- olio di cocco 177°C- olio di mais 160°C- olio di soia 130°C- olio di girasole meno 130°CDall’elenco si evince che i tanto pubblicizzati oli di semi sono molto in basso nella scala della stabilità. In alcuni paesi europei, infatti, è obbligatoria l’in-dicazione sull’etichetta di “olio non adatto per frig-gere”. Un discorso a parte invece va fatto per gli oli di semi modificati, cioè quegli oli che hanno subito delle modifiche in laboratorio tali da renderli resi-stenti al calore; vengono specificatamente etichettati come “oli da frittura” o “oli per friggere”. Occorre inoltre ricordare che il punto di fumo può diminuire anche in modo significativo se l’olio non è conserva-to in maniera corretta: è necessario ripararlo dalla luce, dal calore e da reazioni ossidative.

l’olio d’oliva è il migliorePer quanto riguarda gli aspetti nutrizionali e saluti-stici l’olio d’oliva è quello da preferire per friggere: è poverissimo di acidi polinsaturi e ha un punto di fumo molto alto. E non a caso è quello consigliato anche dagli chef. Ma sorge spontanea la richiesta di una precisazione: deve essere extravergine sì o no? Entrambi hanno la stessa resistenza al calore, è solo una questione di gusto. L’olio d’oliva extravergine trasferisce al cibo la sua ricchezza di profumi e aro-mi, quello d’oliva è più neutro. Quindi se le fritture sono già saporite di loro è meglio evitare l’extraver-gine per non caricare troppo il gusto finale.

Un’alternativa tra quelli di semi (oltre a quelli mo-dificati) è l’olio di arachide, che vanta una compo-sizione molto simile all’olio d’oliva, è ricco di grassi monoinsaturi e resistente alle alte temperature.

Friggere in padella o per immersione?Il tipo di frittura varia a seconda degli ingredienti e della loro pezzatura. Si friggono in padella (quel-la a bordi retti) ingredienti di grossa pezzatura (per esempio una fetta di carne) o anche piccoli ma che richiedono di essere girati a metà cottura. La padel-la può essere in ferro o in alluminio. Quest’ultima dopo l’uso si può lavare (ma va sempre utilizzata solo per la frittura), quella in ferro invece va sem-plicemente pulita con della carta. Se invece dovete friggere alimenti impastellati, crocchette o alcune preparazioni speciali come arancini, dolci fritti la modalità è quella per immersione. In questo tipo di frittura l’alimento viene totalmente immerso nell’olio molto caldo. Dovete usare la friggitrice do-mestica (se non ne possedete una elettrica): si tratta di un tegame in ferro smaltato munito di un cesti-no d’acciaio per scolare i fritti. Durante la cottura dovete scuotere gli ingredienti muovendo il cestello. Infine c’è la frittura nel wok, la calotta sferica di fer-ro, tipica della cucina cinese. È quella che richiede meno olio, ma anche l’accortezza che la tempera-tura sia sempre altissima. Dopo l’utilizzo il wok va lavato, fatto asciugare sul fuoco e passato con un panno umido prima di riporlo.

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Dgusto, delicatezza, versatilità. questi sono i pilastri su cui si fonda un vero e proprio Mito della gastronoMia italiana di armando minuz

Dici mozzarella e ti si spalanca davanti agli occhi un mondo, un mondo di sapore. Perché quello che noi riduciamo a un nome unico, ormai quasi un nome affettuoso con cui chiamiamo uno dei for-maggi più popolari del mondo (se non altro perché finisce immancabilmente sull’onnipresente pizza), rimanda in realtà a forme diverse del gusto. Parlando di mozzarella, infatti, bisogna almeno distinguere fra bufala e fiordilatte, distinzione che a sua volta rimanda all’ingrediente principale, che può essere o il latte di bufala o quello vaccino.Non è distinzione da poco: la mozzarella di bu-fala ha spesso una nota leggermente più acidula e persistente (chi la apprezza è pronto a giurare che il buono sia proprio quello), mentre la fiordilatte ti inonda la bocca con il fiore del latte, che è come dire la sua parte migliore, ovvero quella cremosi-tà, quella delicatezza, quel raffinato equilibrio fra crema e amarognolo che sono caratteristiche delle migliori mozzarelle fiordilatte. Poi, la consistenza. La fiordilatte ha pasta soda e compatta, a volte quasi elastica, ed è più asciut-ta. La bufala tende invece a essere più morbida e burrosa, si distingue per una “pelle” sottile e più dura, che protegge un cuore morbidissimo e quasi fondente. E tuttavia, proprio a questo proposito, è bene ricordare una cosa: contrariamente alla mag-gior parte dei formaggi, la bufala con il passare dei giorni non indurisce, vira invece verso il morbido, cosicché le mozzarelle di bufala più fresche sono in realtà quelle più elastiche e compatte, anche se non raggiungono la consistenza della fiordilatte.

degustando mozzarella

Tutto il saporedel latte

conoscere il prodottoIl termine deriva dal verbo “mozzare”, cioè dal ge-sto che fanno i casari quando, dalla grande massa di pasta filata, staccano i singoli pezzi di mozzarel-la. La mozzarella può essere definita un latticino fresco. Da qualche anno, la Mozzarella di Bufa-la Campana si fregia del marchio Dop. La zona di produzione di questo formaggio si distende in alcune province della Campania, del Lazio, della Puglia e del Molise. In aree predefinite in cui le bu-fale siano allevate con metodi specifici frutto della tradizione locale, la mozzarella di bufala campana può assumere nella denominazione le specificazio-ni di “Aversana”, “Piana del Volturno”, “Pontina” o “Piana del Sele”. La mozzarella di latte vaccino è invece tipica di Campania, Puglia, Basilicata e Molise: in quest’ul-tima regione spicca la cittadina di Bojano, famosa in tutta Italia proprio per la produzione di moz-zarelle da latte vaccino. Attualmente la mozzarel-la, o fiordilatte, ha ottenuto il riconoscimento dal Ministero delle politiche agricole e forestali, con l’indicazione di Prodotto Agroalimentare Tra-dizionale (Pat). Sempre con l’obiettivo di regola-mentare un mercato abbastanza “selvaggio” (tutti ricordano ancora le famigerate mozzarelle “blu”) il Ministero ha iscritto la “Mozzarella” nell’elenco delle Specialità Tradizionali Garantite (Stg), codi-ficando alcune norme di produzione e di conserva-zione. Questo perché alla notorietà di un prodotto si accompagna sempre un certo grado di contraf-fazione, e non è un caso che la mozzarella sia fra i

la mozzarella di buFala campana dop

È tutelata da un apposito consorzio, che vuole salvaguardare sia la qualità del prodotto, sia la storia della bufala stessa, molto antica. Basti pensare che nelle cronache e nei documenti medievali, i primi riferimenti a questo animale, nelle piane del Volturno e del Sele, risalgono al XII secolo. Eppure, si pensa che il bufalo fosse presente in queste zone già dal VI secolo.

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Dgusto, delicatezza, versatilità. questi sono i pilastri su cui si fonda un vero e proprio Mito della gastronoMia italiana di armando minuz

Dici mozzarella e ti si spalanca davanti agli occhi un mondo, un mondo di sapore. Perché quello che noi riduciamo a un nome unico, ormai quasi un nome affettuoso con cui chiamiamo uno dei for-maggi più popolari del mondo (se non altro perché finisce immancabilmente sull’onnipresente pizza), rimanda in realtà a forme diverse del gusto. Parlando di mozzarella, infatti, bisogna almeno distinguere fra bufala e fiordilatte, distinzione che a sua volta rimanda all’ingrediente principale, che può essere o il latte di bufala o quello vaccino.Non è distinzione da poco: la mozzarella di bu-fala ha spesso una nota leggermente più acidula e persistente (chi la apprezza è pronto a giurare che il buono sia proprio quello), mentre la fiordilatte ti inonda la bocca con il fiore del latte, che è come dire la sua parte migliore, ovvero quella cremosi-tà, quella delicatezza, quel raffinato equilibrio fra crema e amarognolo che sono caratteristiche delle migliori mozzarelle fiordilatte. Poi, la consistenza. La fiordilatte ha pasta soda e compatta, a volte quasi elastica, ed è più asciut-ta. La bufala tende invece a essere più morbida e burrosa, si distingue per una “pelle” sottile e più dura, che protegge un cuore morbidissimo e quasi fondente. E tuttavia, proprio a questo proposito, è bene ricordare una cosa: contrariamente alla mag-gior parte dei formaggi, la bufala con il passare dei giorni non indurisce, vira invece verso il morbido, cosicché le mozzarelle di bufala più fresche sono in realtà quelle più elastiche e compatte, anche se non raggiungono la consistenza della fiordilatte.

degustando mozzarella

Tutto il saporedel latte

conoscere il prodottoIl termine deriva dal verbo “mozzare”, cioè dal ge-sto che fanno i casari quando, dalla grande massa di pasta filata, staccano i singoli pezzi di mozzarel-la. La mozzarella può essere definita un latticino fresco. Da qualche anno, la Mozzarella di Bufa-la Campana si fregia del marchio Dop. La zona di produzione di questo formaggio si distende in alcune province della Campania, del Lazio, della Puglia e del Molise. In aree predefinite in cui le bu-fale siano allevate con metodi specifici frutto della tradizione locale, la mozzarella di bufala campana può assumere nella denominazione le specificazio-ni di “Aversana”, “Piana del Volturno”, “Pontina” o “Piana del Sele”. La mozzarella di latte vaccino è invece tipica di Campania, Puglia, Basilicata e Molise: in quest’ul-tima regione spicca la cittadina di Bojano, famosa in tutta Italia proprio per la produzione di moz-zarelle da latte vaccino. Attualmente la mozzarel-la, o fiordilatte, ha ottenuto il riconoscimento dal Ministero delle politiche agricole e forestali, con l’indicazione di Prodotto Agroalimentare Tra-dizionale (Pat). Sempre con l’obiettivo di regola-mentare un mercato abbastanza “selvaggio” (tutti ricordano ancora le famigerate mozzarelle “blu”) il Ministero ha iscritto la “Mozzarella” nell’elenco delle Specialità Tradizionali Garantite (Stg), codi-ficando alcune norme di produzione e di conserva-zione. Questo perché alla notorietà di un prodotto si accompagna sempre un certo grado di contraf-fazione, e non è un caso che la mozzarella sia fra i

la mozzarella di buFala campana dop

È tutelata da un apposito consorzio, che vuole salvaguardare sia la qualità del prodotto, sia la storia della bufala stessa, molto antica. Basti pensare che nelle cronache e nei documenti medievali, i primi riferimenti a questo animale, nelle piane del Volturno e del Sele, risalgono al XII secolo. Eppure, si pensa che il bufalo fosse presente in queste zone già dal VI secolo.

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tarte tatin salata al Pomodoro e mozzarella

• 250 g di pasta brisée • 6 pomodori perini• 1 patata • 1 mozzarella • basilico • olio d’oliva extravergine • sale e pepe

preparazione 15 minuti cottura 30 minutiesecuzione facile vino Irpinia Coda di Volpe

Tagliate a metà i pomodori, togliete i semi, salateli e lasciateli capovolti per alcuni minuti su carta da forno affinché perdano la loro acqua.

disponete i pomodori in una tortiera con cerniera ben unta con la parte tagliata verso l’alto; tagliate a dadolata la patata e distribuitela sul pomodoro. Aggiustate di sale e pepe, ricoprite con la pasta brisée e infornate a 200°C per 30 minuti.

Staccate accuratamente i bordi della pasta e rovesciate la torta salata sul piatto da portata. Completate con la mozzarella a fette e decorate con foglioline di basilico.

per 4 persone

degustando mozzarella

prodotti più imitati, e adulterati, in Europa e non solo, sulla scia di Parmigiano Reggiano, Grana Padano e altri marchi forti. La mozzarella è in genere prodotta nelle tipiche forme tonde, di varie pezzature, dal bocconcino di 80-100 grammi fino alle forme di mezzo chilo. Si trovano poi mozzarelle a forma di fiaschetto (tradi-zionalmente soprattutto in Puglia) o a treccia. Esiste anche una mozzarella affumicata, molto gu-stosa, ottenuta attraverso affumicatura naturale.

cruda o cotta? Sia la fiordilatte sia la bufala sono molto utilizzate in cucina. Crude sono entrambe ottime in insalata, in panini e tramezzini, e naturalmente nella celebre “caprese”. Secondo molti, tuttavia, è cotta che la mozzarella dà il meglio di sé. Come già accennato è un ingrediente fondamentale della pizza, anche se bisogna fare attenzione: recentemente stanno pren-dendo piede altri formaggi, spesso definiti “formag-gi per pizza”, o simili, che come qualità sono quasi sempre inferiori. Ci sono poi ricette interamente de-dicate a questo formaggio: basti pensare alla celebre mozzarella in carrozza. E tuttavia la mozzarella è eccellente anche semplicemente cotta alla piastra. Come ingrediente si trova in moltissime paste al for-no, asciutte o ripiene. In questo caso è consigliabile sfruttarla in ricette che non la facciano fondere ma che la ammorbidiscano appena.

consigli di utilizzo e di conservazioneSia per la bufala sia per la fiordilatte, se le si vuole impiegare cotte, si consiglia di affettare la mozzarel-la un po’ prima dell’utilizzo e di lasciarla scolare per qualche ora; questo ridurrà la presenza del siero, che altrimenti farebbe colare e sciogliere il formag-gio ancora prima della cottura. Se invece volete utilizzare la mozzarella cruda, la regola è semplice: toglietela dal frigo per tempo, così da poterla servire appena fresca ma non fredda. C’è chi sostiene, inoltre, che per sentirne appieno il gu-sto sia utile immergere la mozzarella per 5 minuti in acqua appena tiepida, a 35°C circa. In linea gene-rale, il freddo livella i sapori, ma una buona mozza-rella si merita di vedere apprezzati tutti i suoi aromi. Per la conservazione casalinga è bene mantenere la panna o il liquido di governo della confezione, che non va sostituito con acqua o altri liquidi.

Carta di identità

– forma esteriore: tonda, ma anche tipo nodino, a treccia, a bocconcini;– peso: molto variabile secondo il produttore e la forma. indicativamente dagli 80-100 g al 1/2 kg . il disciplinare della mozzarella di bufala campana dop prevede un peso ancora più variabile: dai 10 g fino agli 800 g, ma con punte fino ai 3 kg per le trecce;– al taglio: più soda e compatta la fiordilatte, più morbida e burrosa la bufala; – sapore e odore: la fiordilatte lascia in bocca uno spiccato sentore di latte, così come la bufala, che però si arricchisce di un retrogusto acidulo. il profumo è sempre quello del latte.

aspetti nutrizionali

È ricca d’acqua, e nella sua composizione troviamo proteine, lipidi e calcio. bisogna però fare attenzione: essendo prodotta con latte intero, non è da considerarsi un formaggio magro. rimane comunque un formaggio facilmente digeribile. la mozzarella di bufala ha ottime qualità nutrizionali, è infatti ricca di sali minerali, calcio e vitamine.

mozzarella in Carrozza Con fiori di zuCCa e zuCChine

• 2 mozzarelle • 6 fette di pancarrè• 4 filetti d’acciuga sott’olio• 1 uovo • 2 cucchiai di latte• 3 cucchiai di pangrattato • saleper le zucchine • 2 zucchine • 5 fiori di zucca• 3 cucchiai di olio d’oliva extravergine • 1 spicchio d’aglio • sale e pepe

preparazione 20 minuti cottura 5 minutiesecuzione facile vino Lacryma Christi del Vesuvio

Togliete la crosta dal pancarrè, inumiditelo con poco latte e farcitelo con la mozzarella a fette sottili e alcuni pezzetti di filetto d’acciuga sott’olio.

Tagliate a quadretti le fette di pane farcito e pressate con le mani. Sbattete l’uovo con poco sale e passatevi i bocconcini ottenuti; quindi scolateli dall’eccedenza e panateli.

Cuocete le mozzarelle in carrozza su una piastra in ghisa rigata per circa 5 minuti, facendo attenzione che non anneriscano.

Lavate e spuntate le zucchine e tagliatele a julienne; saltatele in una padella antiaderente con l’olio d’oliva e lo spicchio d’aglio schiacciato.

Tagliate i fiori di zucca al coltello, poi uniteli nella padella. Salate e pepate le zucchine e ponetele al centro dei piatti; quindi, adagiate attorno le mozzarelle in carrozza. decorate, a piacere, con dadini di pomodoro fresco e servite subito.

per 4 persone

ric

ett

e m

oz

za

re

lla

L’idea in piùVolete preparare in casa la pasta brisée? ecco la ricetta.impastate 300 g di farina con 150 g di burro, un pizzico di sale e acqua fredda necessaria a ottenere un impasto della giusta consistenza. prima di utilizzarlo fatelo riposare in frigorifero per 1 ora avvolto nella pellicola.

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tarte tatin salata al Pomodoro e mozzarella

• 250 g di pasta brisée • 6 pomodori perini• 1 patata • 1 mozzarella • basilico • olio d’oliva extravergine • sale e pepe

preparazione 15 minuti cottura 30 minutiesecuzione facile vino Irpinia Coda di Volpe

Tagliate a metà i pomodori, togliete i semi, salateli e lasciateli capovolti per alcuni minuti su carta da forno affinché perdano la loro acqua.

disponete i pomodori in una tortiera con cerniera ben unta con la parte tagliata verso l’alto; tagliate a dadolata la patata e distribuitela sul pomodoro. Aggiustate di sale e pepe, ricoprite con la pasta brisée e infornate a 200°C per 30 minuti.

Staccate accuratamente i bordi della pasta e rovesciate la torta salata sul piatto da portata. Completate con la mozzarella a fette e decorate con foglioline di basilico.

per 4 persone

degustando mozzarella

prodotti più imitati, e adulterati, in Europa e non solo, sulla scia di Parmigiano Reggiano, Grana Padano e altri marchi forti. La mozzarella è in genere prodotta nelle tipiche forme tonde, di varie pezzature, dal bocconcino di 80-100 grammi fino alle forme di mezzo chilo. Si trovano poi mozzarelle a forma di fiaschetto (tradi-zionalmente soprattutto in Puglia) o a treccia. Esiste anche una mozzarella affumicata, molto gu-stosa, ottenuta attraverso affumicatura naturale.

cruda o cotta? Sia la fiordilatte sia la bufala sono molto utilizzate in cucina. Crude sono entrambe ottime in insalata, in panini e tramezzini, e naturalmente nella celebre “caprese”. Secondo molti, tuttavia, è cotta che la mozzarella dà il meglio di sé. Come già accennato è un ingrediente fondamentale della pizza, anche se bisogna fare attenzione: recentemente stanno pren-dendo piede altri formaggi, spesso definiti “formag-gi per pizza”, o simili, che come qualità sono quasi sempre inferiori. Ci sono poi ricette interamente de-dicate a questo formaggio: basti pensare alla celebre mozzarella in carrozza. E tuttavia la mozzarella è eccellente anche semplicemente cotta alla piastra. Come ingrediente si trova in moltissime paste al for-no, asciutte o ripiene. In questo caso è consigliabile sfruttarla in ricette che non la facciano fondere ma che la ammorbidiscano appena.

consigli di utilizzo e di conservazioneSia per la bufala sia per la fiordilatte, se le si vuole impiegare cotte, si consiglia di affettare la mozzarel-la un po’ prima dell’utilizzo e di lasciarla scolare per qualche ora; questo ridurrà la presenza del siero, che altrimenti farebbe colare e sciogliere il formag-gio ancora prima della cottura. Se invece volete utilizzare la mozzarella cruda, la regola è semplice: toglietela dal frigo per tempo, così da poterla servire appena fresca ma non fredda. C’è chi sostiene, inoltre, che per sentirne appieno il gu-sto sia utile immergere la mozzarella per 5 minuti in acqua appena tiepida, a 35°C circa. In linea gene-rale, il freddo livella i sapori, ma una buona mozza-rella si merita di vedere apprezzati tutti i suoi aromi. Per la conservazione casalinga è bene mantenere la panna o il liquido di governo della confezione, che non va sostituito con acqua o altri liquidi.

Carta di identità

– forma esteriore: tonda, ma anche tipo nodino, a treccia, a bocconcini;– peso: molto variabile secondo il produttore e la forma. indicativamente dagli 80-100 g al 1/2 kg . il disciplinare della mozzarella di bufala campana dop prevede un peso ancora più variabile: dai 10 g fino agli 800 g, ma con punte fino ai 3 kg per le trecce;– al taglio: più soda e compatta la fiordilatte, più morbida e burrosa la bufala; – sapore e odore: la fiordilatte lascia in bocca uno spiccato sentore di latte, così come la bufala, che però si arricchisce di un retrogusto acidulo. il profumo è sempre quello del latte.

aspetti nutrizionali

È ricca d’acqua, e nella sua composizione troviamo proteine, lipidi e calcio. bisogna però fare attenzione: essendo prodotta con latte intero, non è da considerarsi un formaggio magro. rimane comunque un formaggio facilmente digeribile. la mozzarella di bufala ha ottime qualità nutrizionali, è infatti ricca di sali minerali, calcio e vitamine.

mozzarella in Carrozza Con fiori di zuCCa e zuCChine

• 2 mozzarelle • 6 fette di pancarrè• 4 filetti d’acciuga sott’olio• 1 uovo • 2 cucchiai di latte• 3 cucchiai di pangrattato • saleper le zucchine • 2 zucchine • 5 fiori di zucca• 3 cucchiai di olio d’oliva extravergine • 1 spicchio d’aglio • sale e pepe

preparazione 20 minuti cottura 5 minutiesecuzione facile vino Lacryma Christi del Vesuvio

Togliete la crosta dal pancarrè, inumiditelo con poco latte e farcitelo con la mozzarella a fette sottili e alcuni pezzetti di filetto d’acciuga sott’olio.

Tagliate a quadretti le fette di pane farcito e pressate con le mani. Sbattete l’uovo con poco sale e passatevi i bocconcini ottenuti; quindi scolateli dall’eccedenza e panateli.

Cuocete le mozzarelle in carrozza su una piastra in ghisa rigata per circa 5 minuti, facendo attenzione che non anneriscano.

Lavate e spuntate le zucchine e tagliatele a julienne; saltatele in una padella antiaderente con l’olio d’oliva e lo spicchio d’aglio schiacciato.

Tagliate i fiori di zucca al coltello, poi uniteli nella padella. Salate e pepate le zucchine e ponetele al centro dei piatti; quindi, adagiate attorno le mozzarelle in carrozza. decorate, a piacere, con dadini di pomodoro fresco e servite subito.

per 4 persone

ric

ett

e m

oz

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L’idea in piùVolete preparare in casa la pasta brisée? ecco la ricetta.impastate 300 g di farina con 150 g di burro, un pizzico di sale e acqua fredda necessaria a ottenere un impasto della giusta consistenza. prima di utilizzarlo fatelo riposare in frigorifero per 1 ora avvolto nella pellicola.

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Il Lusso della semplicità è il motto (oltre che il nome della sua società di catering e banchetti) di Alessandro Borghese, che abbiamo incontrato fra

un pranzo e l’altro. Effettivamente, Alessandro vive il mondo della cucina con allegria e semplicità. Anzi, considera la cucina “un posto straordinario dove usa-re l’ingegno per le proprie ricette”.D’altronde, la sua è una passione che nasce da molto lontano, quando, già a cinque anni, ogni domenica

lo chef protagonista di Cortesie per gli ospiti, la fortunata trasmissione televisiva che insegna come organizzare una cena perfetta,

e di Cucina con ale, si racconta con la solita simpatia di Cristina Bottari

due chiacchiere con lo chef

i consigli dialessandro borghese

chi e comprare prodotti inutili, magari condizionati dalla posizione comoda sullo scaffale. Se pensi a cosa preparerai nei giorni successivi comprerai prodotti mirati. Questo per la spesa di casa, per il lavoro ho fornitori specializzati.

Oggi la cucina è uno degli argomenti più trattati in televisione: pensi che questo abbia migliorato il modo di cucinare degli italiani? Sicuramente sì. Ha portato gli italiani a conoscere un vasta gamma di prodotti alimentari e le loro dif-ferenze, a parlare di diete sane; ha anche riavvicinato i ragazzi al mondo della cucina perché il cucinare è un gesto bellissimo, che non si deve perdere. Si parla tanto di calcio e di politica... perché non parlare di cucina, che è un patrimonio nazionale al pari dell’ar-te e della cultura. Certo bisogna fare programmi di-vertenti e intelligenti, educativi, che lascino passare un messaggio di qualità. Oggi i programmi di cucina fanno il 10-15% di share: ma dietro di noi chef che ci mettiamo la faccia, c’è il mondo dei produttori senza i quali sarebbe impossibile fare una cucina.

Cosa hai rilevato durante il tuo girovagare nelle case e nelle cucine della gente? Ho scoperto che spesso c’è troppa voglia di stupire. Le nostre nonne, le nostre mamme sapevano cucina-re. Le figlie, molto meno. Vuoi per il poco tempo a di-sposizione causa il lavoro, i mille impegni quotidiani, la facilità a reperire piatti pronti che semplificano le cose... insomma, bisogna recuperare il saper cucina-re, nella sua semplicità.

La cucina è un patrimonio nazionale, al pari dell’arte e della cultura, e cucinare è un gesto bellissimo che non si deve perdere

mattina, si svegliava molto presto per osservare le mani di suo padre muoversi sicure tra fornelli, piatti e coltelli. “Il suo sorriso concesso nel descrivermi una ricetta - dice Alessandro - come un regalo speciale, ha sviluppato gradualmente il modo di comunicare il mio lavoro, che trascende il puro tagliare, affettare, mantecare: quando cucino, mi diverto sul serio!”

E proprio dai ricordi comincia la nostra intervista...A casa tua, con una mamma bellissima (la

mamma è Barbara Bouchet, attrice ndr) e fa-mosa e un papà appassionato di cucina, cosa hai imparato dall’una e dall’altro?A dir la verità, non ho ancora finito di imparare! Il mondo della cucina è un mondo dove non si finisce mai di imparare, anche dalle persone che si incontra-no via via: ognuno di loro custodisce piccoli segreti, piccoli trucchi che apprendo volentieri. Ho comun-que ricevuto, già in casa, un imprinting gastronomi-co particolare: sono cresciuto seguendo mio padre, napoletano appassionato di cucina, che preparava il ragù della domenica. Poi scuole e anche tanta espe-rienza sulle navi...

Come si pone uno chef di fronte agli scaffali di un supermercato? Amo i mercati rionali, ma i supermercati mi affa-scinano per la grande varietà di prodotti alimentari che vi si trova. Sempre, però, ricerco la stagionalità e prediligo la filiera corta, che abbatte i costi e forni-sce materia prima freschissima e di qualità. Mi piace anche programmare la settimana, per evitare spre-

Quanto è servito al tuo stile il tuo essere - per nascita e per formazione - internazionale? Per me è stato importantissimo girare il mondo e co-noscere le cucine lontane dalla nostra, i prodotti ali-mentari dai profumi diversissimi eppure intriganti. Uno chef deve viaggiare tanto per fare esperienza e formarsi il proprio bagaglio professionale. Poi deve tornare a casa e fare i piatti della sua tradizione: solo conoscendo cosa hanno e fanno gli altri possiamo ap-prezzare ciò che abbiamo e usarlo al meglio.

Con un budget di spesa di 10 euro, cosa sug-gerisci?Sgombro fresco, patate, porro e pane per la panatu-ra. Cuociamo lo sgombro al forno, impanato con una bella crosta di pane grattugiato mescolato con sale di Cervia; lessiamo le patate, le frulliamo e le condiamo con un filo d’olio extravergine e stufiamo il porro ta-gliato a fettine sottili per accompagnare il pesce.Cosa non deve mai mancare nella dispensa?Pasta, parmigiano, pomodoro, cioccolato, olio extra-vergine e sale buono... che fa la differenza!

Tu che conosci le cucine del mondo... quali sono gli ingredienti ideali per cucinare? Parmigiano, curry, cumino, tagli di carne particola-ri... considerato che oggi si trova tutto dappertutto, è interessante provare a prendere un prodotto che si trova in tutto il mondo, per esempio un pollo, e vede-re come viene cucinato negli altri paesi. Sarebbe poi divertente mettere tutti i polli insieme, assaggiarli e vedere le differenze.

Qual è secondo te l’errore più frequente in cui incorrono le casalinghe?La fretta. A cominciare da una spesa sbagliata, im-pulsiva e non ragionata, per poi cucinare velocemente e senza cura, senza amore.

Il cliente che non hai mai avuto e per il quale vorresti cucinare? Valentino Rossi, perché sono appassionato di moto. Mi informerei sui suoi gusti e poi...

Ci dai qualche consiglio di stile, in cucina e sulla tavola?Per la cucina, consiglio sempre un menù a base di prodotti di stagione; per la tavola, una decorazione che richiami il menù. Ti faccio un esempio: ricette con i carciofi e carciofi come centrotavola. Tutti gli ortaggi offrono spunti decorativi eccezionali.

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Il Lusso della semplicità è il motto (oltre che il nome della sua società di catering e banchetti) di Alessandro Borghese, che abbiamo incontrato fra

un pranzo e l’altro. Effettivamente, Alessandro vive il mondo della cucina con allegria e semplicità. Anzi, considera la cucina “un posto straordinario dove usa-re l’ingegno per le proprie ricette”.D’altronde, la sua è una passione che nasce da molto lontano, quando, già a cinque anni, ogni domenica

lo chef protagonista di Cortesie per gli ospiti, la fortunata trasmissione televisiva che insegna come organizzare una cena perfetta,

e di Cucina con ale, si racconta con la solita simpatia di Cristina Bottari

due chiacchiere con lo chef

i consigli dialessandro borghese

chi e comprare prodotti inutili, magari condizionati dalla posizione comoda sullo scaffale. Se pensi a cosa preparerai nei giorni successivi comprerai prodotti mirati. Questo per la spesa di casa, per il lavoro ho fornitori specializzati.

Oggi la cucina è uno degli argomenti più trattati in televisione: pensi che questo abbia migliorato il modo di cucinare degli italiani? Sicuramente sì. Ha portato gli italiani a conoscere un vasta gamma di prodotti alimentari e le loro dif-ferenze, a parlare di diete sane; ha anche riavvicinato i ragazzi al mondo della cucina perché il cucinare è un gesto bellissimo, che non si deve perdere. Si parla tanto di calcio e di politica... perché non parlare di cucina, che è un patrimonio nazionale al pari dell’ar-te e della cultura. Certo bisogna fare programmi di-vertenti e intelligenti, educativi, che lascino passare un messaggio di qualità. Oggi i programmi di cucina fanno il 10-15% di share: ma dietro di noi chef che ci mettiamo la faccia, c’è il mondo dei produttori senza i quali sarebbe impossibile fare una cucina.

Cosa hai rilevato durante il tuo girovagare nelle case e nelle cucine della gente? Ho scoperto che spesso c’è troppa voglia di stupire. Le nostre nonne, le nostre mamme sapevano cucina-re. Le figlie, molto meno. Vuoi per il poco tempo a di-sposizione causa il lavoro, i mille impegni quotidiani, la facilità a reperire piatti pronti che semplificano le cose... insomma, bisogna recuperare il saper cucina-re, nella sua semplicità.

La cucina è un patrimonio nazionale, al pari dell’arte e della cultura, e cucinare è un gesto bellissimo che non si deve perdere

mattina, si svegliava molto presto per osservare le mani di suo padre muoversi sicure tra fornelli, piatti e coltelli. “Il suo sorriso concesso nel descrivermi una ricetta - dice Alessandro - come un regalo speciale, ha sviluppato gradualmente il modo di comunicare il mio lavoro, che trascende il puro tagliare, affettare, mantecare: quando cucino, mi diverto sul serio!”

E proprio dai ricordi comincia la nostra intervista...A casa tua, con una mamma bellissima (la

mamma è Barbara Bouchet, attrice ndr) e fa-mosa e un papà appassionato di cucina, cosa hai imparato dall’una e dall’altro?A dir la verità, non ho ancora finito di imparare! Il mondo della cucina è un mondo dove non si finisce mai di imparare, anche dalle persone che si incontra-no via via: ognuno di loro custodisce piccoli segreti, piccoli trucchi che apprendo volentieri. Ho comun-que ricevuto, già in casa, un imprinting gastronomi-co particolare: sono cresciuto seguendo mio padre, napoletano appassionato di cucina, che preparava il ragù della domenica. Poi scuole e anche tanta espe-rienza sulle navi...

Come si pone uno chef di fronte agli scaffali di un supermercato? Amo i mercati rionali, ma i supermercati mi affa-scinano per la grande varietà di prodotti alimentari che vi si trova. Sempre, però, ricerco la stagionalità e prediligo la filiera corta, che abbatte i costi e forni-sce materia prima freschissima e di qualità. Mi piace anche programmare la settimana, per evitare spre-

Quanto è servito al tuo stile il tuo essere - per nascita e per formazione - internazionale? Per me è stato importantissimo girare il mondo e co-noscere le cucine lontane dalla nostra, i prodotti ali-mentari dai profumi diversissimi eppure intriganti. Uno chef deve viaggiare tanto per fare esperienza e formarsi il proprio bagaglio professionale. Poi deve tornare a casa e fare i piatti della sua tradizione: solo conoscendo cosa hanno e fanno gli altri possiamo ap-prezzare ciò che abbiamo e usarlo al meglio.

Con un budget di spesa di 10 euro, cosa sug-gerisci?Sgombro fresco, patate, porro e pane per la panatu-ra. Cuociamo lo sgombro al forno, impanato con una bella crosta di pane grattugiato mescolato con sale di Cervia; lessiamo le patate, le frulliamo e le condiamo con un filo d’olio extravergine e stufiamo il porro ta-gliato a fettine sottili per accompagnare il pesce.Cosa non deve mai mancare nella dispensa?Pasta, parmigiano, pomodoro, cioccolato, olio extra-vergine e sale buono... che fa la differenza!

Tu che conosci le cucine del mondo... quali sono gli ingredienti ideali per cucinare? Parmigiano, curry, cumino, tagli di carne particola-ri... considerato che oggi si trova tutto dappertutto, è interessante provare a prendere un prodotto che si trova in tutto il mondo, per esempio un pollo, e vede-re come viene cucinato negli altri paesi. Sarebbe poi divertente mettere tutti i polli insieme, assaggiarli e vedere le differenze.

Qual è secondo te l’errore più frequente in cui incorrono le casalinghe?La fretta. A cominciare da una spesa sbagliata, im-pulsiva e non ragionata, per poi cucinare velocemente e senza cura, senza amore.

Il cliente che non hai mai avuto e per il quale vorresti cucinare? Valentino Rossi, perché sono appassionato di moto. Mi informerei sui suoi gusti e poi...

Ci dai qualche consiglio di stile, in cucina e sulla tavola?Per la cucina, consiglio sempre un menù a base di prodotti di stagione; per la tavola, una decorazione che richiami il menù. Ti faccio un esempio: ricette con i carciofi e carciofi come centrotavola. Tutti gli ortaggi offrono spunti decorativi eccezionali.

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l’artedella fritturaun buon fritto deve essere croccante all’esterno, morbido e succoso

all’interno e non unto. ecco come fare step by step di Francesca Badi

Il fritto: croce e delizia! Sicuramente da conce-dersi solo qualche volta, ma non da abolire: l’im-portante è imparare le regole e usare l’olio giusto

(vedi pag. 38).

regole di frittura- la quantità di olio deve sempre essere proporzio-nata alla quantità di prodotto da friggere;- non riempite troppo la pentola perché quan-do si calano gli ingredienti il livello dell’olio sale;- scaldate prima l’olio senza superare la temperatura di 180°C;- controllate la temperatura: quando immer-gete il prodotto la temperatura si abbassa di circa 40°C, quindi alzate leggermente la fiamma per poi riabbassarla per proseguire la frittura; - gli ingredienti devono essere asciutti e della stes-sa dimensione;- non friggete i cibi freddi, ma portateli prima a temperatura ambiente;- la maggior parte degli ingredienti richiede una co-pertura (vedi box alla pag. seguente) per formare la crosta, tranne quelli ricchi di amido, zucchero o albumina;- non salate gli ingredienti prima di frigger-li perché il sale tende a estrarre i liquidi;- per le fritture dolci usate poco zucchero nell’im-pasto perché assorbe il grasso di frittura;- per muovere gli ingredienti nell’olio e poi estrarli utilizzate la schiumarola o il ragno, in alterna-tiva anche due forchette facendo però attenzione a non bucare gli ingredienti;- scolate il fritto su carta gialla o assorbente;

scuola di cucina fritture

come preparare GLi aLimenTi per La FriTTUra a eccezione degli alimenti che contengono amido, zucchero o albumina, tutti gli altri necessitano di una copertura per la formazione della crosta. ecco le più utilizzate:- infarinatura: è la più veloce. si passano gli ingredienti umidi nella farina e poi si scuotono per eliminare quella in eccesso. viene utilizzata per alcune verdure (per esempio carciofi, oppure zucchine) e per pesci di piccola taglia;- panatura: prima si infarina, poi si passa nell’uovo sbattuto, infine nel pangrattato;- doratura: prima si infarina e poi si passa nell’uovo sbattuto; la doratura leggera invece prevede prima il passaggio nell’albume sbattuto e poi nel pangrattato;- impastellatura: gli ingredienti si immergono in una pastella a base di farina di grano tenero oppure di riso (quella utilizzata per la tenpura giapponese), con l’aggiunta di acqua, con o senza gas, oppure latte, o birra, l’uovo intero o l’albume montato. a piacere si possono unire erbe aromatiche in polvere o aromi. viene utilizzata soprattutto per le verdure. alcune, per esempio asparagi, carciofi in cuore, cardi, sedano, cavolfiori in cime, cipolle a rondelle, prima di essere passate nella pastella, richiedono di essere leggermente scottate in acqua calda.

FriGGere aLLa GiUsTa TemperaTUrain generale le temperature di frittura sono tre: moderata fra 130° e 150°c, alta fra 150° e 170°c, molto alta fino a 180°c. se non avete un termometro, adottate vecchi metodi empirici. intingete un bastoncino di legno: la temperatura va bene quando attorno a esso si formano delle bollicine. oppure servitevi della prova del cubetto di pane: se frigge in 40 secondi la temperatura è moderata, se ne occorrono 30 è alta, caldissima, infine, se frigge in soli 25 secondi. la temperatura moderata è quella ideale per friggere ingredienti di grossa pezzatura (per es. pesci in tranci o oltre i 200 g, pollo in pezzi), quella alta per prodotti pastellati o infarinati di medie dimensioni, l’altissima invece per le piccole cose (pesci piccoli, carciofi ecc.).

- non coprite il fritto con la carta, prima di servirlo, perché l’umidità farà diventare “molle” la crosta. Se dovete tenere il fritto al caldo mettetelo nel forno un po’ caldo con lo sportello aperto;- aggiustate di sale o zucchero subito perché quando gli ingredienti sono caldi attaccano meglio, ma poi serviteli immediatamente. Alcuni per salare o zuccherare uniformemente mettono il fritto in un sacchetto di carta, aggiungono sale o zucchero e poi scuotono (un po’ come si fa con lo zucchero a velo per il pandoro);- evitate assolutamente la pratica della ri-colmatura, cioè l’aggiunta di olio fresco a quello usato, perché il fresco si altera più rapidamente;- non riutilizzate mai lo stesso olio per friggere.

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l’artedella fritturaun buon fritto deve essere croccante all’esterno, morbido e succoso

all’interno e non unto. ecco come fare step by step di Francesca Badi

Il fritto: croce e delizia! Sicuramente da conce-dersi solo qualche volta, ma non da abolire: l’im-portante è imparare le regole e usare l’olio giusto

(vedi pag. 38).

regole di frittura- la quantità di olio deve sempre essere proporzio-nata alla quantità di prodotto da friggere;- non riempite troppo la pentola perché quan-do si calano gli ingredienti il livello dell’olio sale;- scaldate prima l’olio senza superare la temperatura di 180°C;- controllate la temperatura: quando immer-gete il prodotto la temperatura si abbassa di circa 40°C, quindi alzate leggermente la fiamma per poi riabbassarla per proseguire la frittura; - gli ingredienti devono essere asciutti e della stes-sa dimensione;- non friggete i cibi freddi, ma portateli prima a temperatura ambiente;- la maggior parte degli ingredienti richiede una co-pertura (vedi box alla pag. seguente) per formare la crosta, tranne quelli ricchi di amido, zucchero o albumina;- non salate gli ingredienti prima di frigger-li perché il sale tende a estrarre i liquidi;- per le fritture dolci usate poco zucchero nell’im-pasto perché assorbe il grasso di frittura;- per muovere gli ingredienti nell’olio e poi estrarli utilizzate la schiumarola o il ragno, in alterna-tiva anche due forchette facendo però attenzione a non bucare gli ingredienti;- scolate il fritto su carta gialla o assorbente;

scuola di cucina fritture

come preparare GLi aLimenTi per La FriTTUra a eccezione degli alimenti che contengono amido, zucchero o albumina, tutti gli altri necessitano di una copertura per la formazione della crosta. ecco le più utilizzate:- infarinatura: è la più veloce. si passano gli ingredienti umidi nella farina e poi si scuotono per eliminare quella in eccesso. viene utilizzata per alcune verdure (per esempio carciofi, oppure zucchine) e per pesci di piccola taglia;- panatura: prima si infarina, poi si passa nell’uovo sbattuto, infine nel pangrattato;- doratura: prima si infarina e poi si passa nell’uovo sbattuto; la doratura leggera invece prevede prima il passaggio nell’albume sbattuto e poi nel pangrattato;- impastellatura: gli ingredienti si immergono in una pastella a base di farina di grano tenero oppure di riso (quella utilizzata per la tenpura giapponese), con l’aggiunta di acqua, con o senza gas, oppure latte, o birra, l’uovo intero o l’albume montato. a piacere si possono unire erbe aromatiche in polvere o aromi. viene utilizzata soprattutto per le verdure. alcune, per esempio asparagi, carciofi in cuore, cardi, sedano, cavolfiori in cime, cipolle a rondelle, prima di essere passate nella pastella, richiedono di essere leggermente scottate in acqua calda.

FriGGere aLLa GiUsTa TemperaTUrain generale le temperature di frittura sono tre: moderata fra 130° e 150°c, alta fra 150° e 170°c, molto alta fino a 180°c. se non avete un termometro, adottate vecchi metodi empirici. intingete un bastoncino di legno: la temperatura va bene quando attorno a esso si formano delle bollicine. oppure servitevi della prova del cubetto di pane: se frigge in 40 secondi la temperatura è moderata, se ne occorrono 30 è alta, caldissima, infine, se frigge in soli 25 secondi. la temperatura moderata è quella ideale per friggere ingredienti di grossa pezzatura (per es. pesci in tranci o oltre i 200 g, pollo in pezzi), quella alta per prodotti pastellati o infarinati di medie dimensioni, l’altissima invece per le piccole cose (pesci piccoli, carciofi ecc.).

- non coprite il fritto con la carta, prima di servirlo, perché l’umidità farà diventare “molle” la crosta. Se dovete tenere il fritto al caldo mettetelo nel forno un po’ caldo con lo sportello aperto;- aggiustate di sale o zucchero subito perché quando gli ingredienti sono caldi attaccano meglio, ma poi serviteli immediatamente. Alcuni per salare o zuccherare uniformemente mettono il fritto in un sacchetto di carta, aggiungono sale o zucchero e poi scuotono (un po’ come si fa con lo zucchero a velo per il pandoro);- evitate assolutamente la pratica della ri-colmatura, cioè l’aggiunta di olio fresco a quello usato, perché il fresco si altera più rapidamente;- non riutilizzate mai lo stesso olio per friggere.

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Carciofi fritti in pastella

Tempura di pesce

➊ pulite i carciofi eliminando la parte dura del gambo, le foglie esterne più dure e la barba interna. Tagliate ognuno in 6 spicchi; scottateli in acqua bollente salata per 3 minuti, scolateli e teneteli da parte.

➊ pulite le mazzancolle e riducete la platessa a tocchetti. mondate e tagliate le verdure a fette sottili.

➋ mescolate la farina con l’olio, un pizzico di sale e acqua fredda. Frustate per alcuni minuti e fate riposare per 1 ora. Aggiungete gli albumi montati a neve appena prima di friggere e immergetevi i carciofi.

➋ preparate la pastella unendo le due farine e una quantità d’acqua sufficiente a ottenere un composto mediamente fluido.

➌ Friggete i carciofi in abbondante olio d’oliva bollente e scolateli su carta assorbente. Salateli e serviteli subito affinché la crosticina dorata non si inumidisca, perdendo croccantezza.

➌ Immergetevi il pesce e le verdure e friggetele poi in olio bollente. Scolate su carta assorbente e servite.

scuola di cucina fritture

Ingredienti per 4 persone• 150 g di farina bianca “00” • 50 g di semola di grano duro • 2 carote • 2 zucchine • acqua frizzante• 200 g di filetto di platessa • 20 mazzancolle • olio di semi d’arachide

Ingredienti per 4 persone• 4 carciofi • 250 g di farina bianca “00” • 1 cucchiaio di olio d’oliva extravergine • 2 albumi • olio d’oliva • sale

Ingredienti per 4 persone• 4 zucchine • 12 fiori di zucca • 1 bicchiere di farina bianca “00” • 1 uovo • 1 bicchiere d’acqua gassata molto fredda • olio di semi di arachide

Zucchine e fiori in pastella

➍ Immergete i fiori di zucchina e le zucchine nella pastella. Scolate l’eccedenza e friggeteli in una padella in abbondante olio.

➎ Scolateli e disponeteli su un vassoio con carta assorbente da cucina.

➏ Salateli subito e serviteli ben caldi.

➊ Tagliate le zucchine a fette non troppo sottili nel senso della lunghezza; quindi riducetele a listarelle.

➋ preparate la pastella mescolando l’uovo sbattuto con l’acqua gassata freddissima.

➌ Unite la farina e mescolate fino a ottenere un composto omogeneo e colloso.

L’iDea in più e iL consiGLionella preparazione della pastella potete sostituire l’acqua gassata con la birra, da utilizzare sempre molto fresca. inoltre, per una frittura più leggera (ma forse meno gustosa) potete preparare i fiori di zucchina semplicemente passandoli nella farina, poi nell’albume, nel pangrattato e infine friggerli come indicato nella ricetta. per una variante più golosa potete anche farcirli con un pezzetto di acciuga sotto sale e un cubetto di mozzarella, dopo avere eliminato il pistillo interno. essendo molto delicati, i fiori si possono lavare con poca acqua fredda, facendo attenzione a non rovinarli. in alternativa è possibile pulirli con le dita, aprendoli poi delicatamente per controllare che non vi siano insetti o terra al loro interno.

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Carciofi fritti in pastella

Tempura di pesce

➊ pulite i carciofi eliminando la parte dura del gambo, le foglie esterne più dure e la barba interna. Tagliate ognuno in 6 spicchi; scottateli in acqua bollente salata per 3 minuti, scolateli e teneteli da parte.

➊ pulite le mazzancolle e riducete la platessa a tocchetti. mondate e tagliate le verdure a fette sottili.

➋ mescolate la farina con l’olio, un pizzico di sale e acqua fredda. Frustate per alcuni minuti e fate riposare per 1 ora. Aggiungete gli albumi montati a neve appena prima di friggere e immergetevi i carciofi.

➋ preparate la pastella unendo le due farine e una quantità d’acqua sufficiente a ottenere un composto mediamente fluido.

➌ Friggete i carciofi in abbondante olio d’oliva bollente e scolateli su carta assorbente. Salateli e serviteli subito affinché la crosticina dorata non si inumidisca, perdendo croccantezza.

➌ Immergetevi il pesce e le verdure e friggetele poi in olio bollente. Scolate su carta assorbente e servite.

scuola di cucina fritture

Ingredienti per 4 persone• 150 g di farina bianca “00” • 50 g di semola di grano duro • 2 carote • 2 zucchine • acqua frizzante• 200 g di filetto di platessa • 20 mazzancolle • olio di semi d’arachide

Ingredienti per 4 persone• 4 carciofi • 250 g di farina bianca “00” • 1 cucchiaio di olio d’oliva extravergine • 2 albumi • olio d’oliva • sale

Ingredienti per 4 persone• 4 zucchine • 12 fiori di zucca • 1 bicchiere di farina bianca “00” • 1 uovo • 1 bicchiere d’acqua gassata molto fredda • olio di semi di arachide

Zucchine e fiori in pastella

➍ Immergete i fiori di zucchina e le zucchine nella pastella. Scolate l’eccedenza e friggeteli in una padella in abbondante olio.

➎ Scolateli e disponeteli su un vassoio con carta assorbente da cucina.

➏ Salateli subito e serviteli ben caldi.

➊ Tagliate le zucchine a fette non troppo sottili nel senso della lunghezza; quindi riducetele a listarelle.

➋ preparate la pastella mescolando l’uovo sbattuto con l’acqua gassata freddissima.

➌ Unite la farina e mescolate fino a ottenere un composto omogeneo e colloso.

L’iDea in più e iL consiGLionella preparazione della pastella potete sostituire l’acqua gassata con la birra, da utilizzare sempre molto fresca. inoltre, per una frittura più leggera (ma forse meno gustosa) potete preparare i fiori di zucchina semplicemente passandoli nella farina, poi nell’albume, nel pangrattato e infine friggerli come indicato nella ricetta. per una variante più golosa potete anche farcirli con un pezzetto di acciuga sotto sale e un cubetto di mozzarella, dopo avere eliminato il pistillo interno. essendo molto delicati, i fiori si possono lavare con poca acqua fredda, facendo attenzione a non rovinarli. in alternativa è possibile pulirli con le dita, aprendoli poi delicatamente per controllare che non vi siano insetti o terra al loro interno.

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belli freschianche d’estate

sono un po’ il simbolo della stagione estiva, perché sono gustosie leggeri. e si possono anche preparare in casa con successo

di armando minuz

scuola di cucina sorbetti e gelati

➊ Lavate accuratamente le fragole, privatele delle foglie e delle parti poco mature e tagliatele a pezzetti. mettete le fragole nel mixer.

➌ Lasciate raffreddare bene in frigorifero, poi versate il preparato nella gelatiera e mantecate per 10 minuti.

➍ Sbattete l’albume con la forchetta e versate nel sorbetto con la macchina in funzione. In alternativa potete utilizzare delle fruste elettriche a bassa velocità.

➋ Aggiungete lo sciroppo di zucchero e il succo del limone, quindi frullate fino a ottenere un composto liquido e omogeneo.

➎ Quando la massa risulta cremosa e compatta, il sorbetto è pronto. Servitelo in coppette formando delle palline con il classico utensile del gelato oppure con due cucchiai e decoratelo, a piacere, con panna montata, una fragola tagliata a metà e una fogliolina di menta. Se non lo consumate subito conservatelo in freezer coperto con carta oleata.

Offrono i gusti più svariati, possono essere alla frutta o alla crema, con l’aggiunta di pezzettoni di frutta o di altre delizie qua-

li biscotti, scaglie di cioccolato e chi più ne ha più ne metta. Proprio per questa grande varietà, oltre che per l’innegabile bontà, gelati e sorbetti sono in grado di accontentare tutti, dai bambini agli adulti. Innanzi tutto occorre fare una distinzione: anche se spesso vengono confusi uno con l’altro, il gelato e il sorbetto sono due cose ben distinte.

Il sorbetto è composto sostanzialmente da acqua, zucchero, frutta e sostanze addensanti. Il gelato, invece, oltre agli ingredienti sopra elencati, con-tiene anche il latte. È quindi meno freddo, ma anche meno digeri-bile rispetto al sorbetto. Ora mettetevi al lavoro: seguite le nostre ricette illustrate step by step e, appresa l’arte, date libero sfogo alla vostra fanta-sia cambiando frutta e aromi per ottenere prepa-razioni sempre diverse.

Ingredienti per 4 persone• 500 g di fragole • 280 ml di sciroppo di zucchero • 1 limone • 1 albume

Sorbetto alla fragola

L’iDea in piùuno dei sorbetti più classici è quello al limone, spesso servito a metà di un pasto abbondante per favorire la digestione. se lo servite a fine pasto potete aggiungere al succo di limone anche del limoncello o della grappa. le bevande alcoliche, oltre che a conferire il proprio gusto, abbassano il punto di congelamento del composto e lo rendono più soffice e cremoso.

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belli freschianche d’estate

sono un po’ il simbolo della stagione estiva, perché sono gustosie leggeri. e si possono anche preparare in casa con successo

di armando minuz

scuola di cucina sorbetti e gelati

➊ Lavate accuratamente le fragole, privatele delle foglie e delle parti poco mature e tagliatele a pezzetti. mettete le fragole nel mixer.

➌ Lasciate raffreddare bene in frigorifero, poi versate il preparato nella gelatiera e mantecate per 10 minuti.

➍ Sbattete l’albume con la forchetta e versate nel sorbetto con la macchina in funzione. In alternativa potete utilizzare delle fruste elettriche a bassa velocità.

➋ Aggiungete lo sciroppo di zucchero e il succo del limone, quindi frullate fino a ottenere un composto liquido e omogeneo.

➎ Quando la massa risulta cremosa e compatta, il sorbetto è pronto. Servitelo in coppette formando delle palline con il classico utensile del gelato oppure con due cucchiai e decoratelo, a piacere, con panna montata, una fragola tagliata a metà e una fogliolina di menta. Se non lo consumate subito conservatelo in freezer coperto con carta oleata.

Offrono i gusti più svariati, possono essere alla frutta o alla crema, con l’aggiunta di pezzettoni di frutta o di altre delizie qua-

li biscotti, scaglie di cioccolato e chi più ne ha più ne metta. Proprio per questa grande varietà, oltre che per l’innegabile bontà, gelati e sorbetti sono in grado di accontentare tutti, dai bambini agli adulti. Innanzi tutto occorre fare una distinzione: anche se spesso vengono confusi uno con l’altro, il gelato e il sorbetto sono due cose ben distinte.

Il sorbetto è composto sostanzialmente da acqua, zucchero, frutta e sostanze addensanti. Il gelato, invece, oltre agli ingredienti sopra elencati, con-tiene anche il latte. È quindi meno freddo, ma anche meno digeri-bile rispetto al sorbetto. Ora mettetevi al lavoro: seguite le nostre ricette illustrate step by step e, appresa l’arte, date libero sfogo alla vostra fanta-sia cambiando frutta e aromi per ottenere prepa-razioni sempre diverse.

Ingredienti per 4 persone• 500 g di fragole • 280 ml di sciroppo di zucchero • 1 limone • 1 albume

Sorbetto alla fragola

L’iDea in piùuno dei sorbetti più classici è quello al limone, spesso servito a metà di un pasto abbondante per favorire la digestione. se lo servite a fine pasto potete aggiungere al succo di limone anche del limoncello o della grappa. le bevande alcoliche, oltre che a conferire il proprio gusto, abbassano il punto di congelamento del composto e lo rendono più soffice e cremoso.

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Sorbetto al caffèIngredienti per 4 persone• 100 g di zucchero • 1/2 l d’acqua • 200 g di panna montata • 4 tazzine di caffè forte ristretto

➊ In un pentolino versate l’acqua e lo zucchero, portate a ebollizione mescolando e lasciate cuocere per alcuni minuti.

➍ Trasferite tutto in una vaschetta di alluminio e mettete in freezer per 2 ore.

➋ Unite quindi allo sciroppo i caffè, abbassate la fiamma e mescolate in modo da amalgamare bene il tutto. Spegnete la fiamma.

➎ Trascorso questo tempo, frullate la crema con fruste elettriche a bassa velocità direttamente nella vaschetta.

➌ Quando il composto si sarà raffreddato, unite la panna montata mescolando con delicatezza dal basso verso l’alto per evitare che si smonti.

➏ Servite il sorbetto guarnito a piacere con panna montata e con qualche chicco di caffè al cioccolato.

scuola di cucina sorbetti e gelati

La cUriosiTàil matcha appartiene alla tipologia dei tè verdi giapponesi, ma si differenzia dagli altri perché si presenta in polvere anziché in foglie. Ha un gusto particolarissimo, in bilico tra il dolce e l’amaro.È il protagonista di numerose ricette fredde partendo dal gelato, passando per mousse e panne cotte, fino ad arrivare a budini e bavaresi: tutti ideali per la stagione estiva. un’idea sfiziosa per servire gelati e sorbetti al matcha è quella di accompagnarli con cocco disidratato o mirtilli tiepidi.

L’iDea in più se volete una versione leggera, senza panna, ecco la ricetta. Fate bollire per 1 minuto 250 ml di acqua con 350 g di zucchero e unite 250 ml di caffè ristretto. mescolate con cura e fate raffreddare in frigorifero. versate il tutto, attraverso il colino, in un contenitore di metallo. per ultimo unite l’albume montato a neve con 50 g di zucchero. mettete in freezer e, durante il congelamento, frullate il composto almeno un paio di volte affinché rimanga omogeneo.

Gelato al tè MatchaIngredienti per 4 persone• 300 ml di latte • 350 ml di panna fresca • 100 g di zucchero • 5 cucchiaini di tè matcha • 3 tuorli

➊ Scaldate il latte senza portarlo a ebollizione e spegnete la fiamma.

➍ Infine versate i tuorli e la panna.mescolate con cura a fuoco spento, quindi passate il composto al colino. Lasciate riposare in freezer per 1 ora.

➋ Unite il tè matcha e lasciate riposare per mezza giornata.

➎ Estraete il composto e frullate per 1 minuto. rimettete in freezer per 1 ora e ripetete l’operazione almeno altre 2 volte. riponete infine il gelato nel freezer e lasciatelo riposare per 2 ore o fino a quando avrà raggiunto la giusta consistenza. prima di servirlo, riponetelo per 15 minuti in frigorifero.

➌ Scaldate nuovamente il lattee aggiungete lo zucchero.

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Sorbetto al caffèIngredienti per 4 persone• 100 g di zucchero • 1/2 l d’acqua • 200 g di panna montata • 4 tazzine di caffè forte ristretto

➊ In un pentolino versate l’acqua e lo zucchero, portate a ebollizione mescolando e lasciate cuocere per alcuni minuti.

➍ Trasferite tutto in una vaschetta di alluminio e mettete in freezer per 2 ore.

➋ Unite quindi allo sciroppo i caffè, abbassate la fiamma e mescolate in modo da amalgamare bene il tutto. Spegnete la fiamma.

➎ Trascorso questo tempo, frullate la crema con fruste elettriche a bassa velocità direttamente nella vaschetta.

➌ Quando il composto si sarà raffreddato, unite la panna montata mescolando con delicatezza dal basso verso l’alto per evitare che si smonti.

➏ Servite il sorbetto guarnito a piacere con panna montata e con qualche chicco di caffè al cioccolato.

scuola di cucina sorbetti e gelati

La cUriosiTàil matcha appartiene alla tipologia dei tè verdi giapponesi, ma si differenzia dagli altri perché si presenta in polvere anziché in foglie. Ha un gusto particolarissimo, in bilico tra il dolce e l’amaro.È il protagonista di numerose ricette fredde partendo dal gelato, passando per mousse e panne cotte, fino ad arrivare a budini e bavaresi: tutti ideali per la stagione estiva. un’idea sfiziosa per servire gelati e sorbetti al matcha è quella di accompagnarli con cocco disidratato o mirtilli tiepidi.

L’iDea in più se volete una versione leggera, senza panna, ecco la ricetta. Fate bollire per 1 minuto 250 ml di acqua con 350 g di zucchero e unite 250 ml di caffè ristretto. mescolate con cura e fate raffreddare in frigorifero. versate il tutto, attraverso il colino, in un contenitore di metallo. per ultimo unite l’albume montato a neve con 50 g di zucchero. mettete in freezer e, durante il congelamento, frullate il composto almeno un paio di volte affinché rimanga omogeneo.

Gelato al tè MatchaIngredienti per 4 persone• 300 ml di latte • 350 ml di panna fresca • 100 g di zucchero • 5 cucchiaini di tè matcha • 3 tuorli

➊ Scaldate il latte senza portarlo a ebollizione e spegnete la fiamma.

➍ Infine versate i tuorli e la panna.mescolate con cura a fuoco spento, quindi passate il composto al colino. Lasciate riposare in freezer per 1 ora.

➋ Unite il tè matcha e lasciate riposare per mezza giornata.

➎ Estraete il composto e frullate per 1 minuto. rimettete in freezer per 1 ora e ripetete l’operazione almeno altre 2 volte. riponete infine il gelato nel freezer e lasciatelo riposare per 2 ore o fino a quando avrà raggiunto la giusta consistenza. prima di servirlo, riponetelo per 15 minuti in frigorifero.

➌ Scaldate nuovamente il lattee aggiungete lo zucchero.

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Nonostante sgorghi anche dai rubinetti di casa, è la bevanda più diffusa e più acquistata dagli italiani. Non si tratta di un alcolico, di una bibita o di un

succo di frutta, è semplicemente acqua. C’è però acqua e acqua: specifichiamo subito che, legge italiana alla mano, possono definirsi “mine-rali” le acque che “avendo origine da una falda o giacimento sotterraneo, provengono da una o più sorgenti naturali o perforate e che hanno caratte-ristiche igieniche particolari ed, eventualmente, proprietà favorevoli alla salute”. Diverso il discorso per l’acqua “potabile”, la quale non deve per forza avere caratteristiche igieniche particolari o pro-prietà salutari; non deve però contenere micror-ganismi e parassiti, né altre sostanze, in quantità, o concentrazioni tali da rappresentare un pericolo per la salute umana. L’Italia è un mercato molto fortunato per l’acqua minerale: siamo il Paese europeo che guida la classifica dell’acquisto. Attualmente, nel mercato mondiale l’Italia è al terzo posto per consumi pro capite, con 205,6 litri e 240 bottiglie per famiglia l’anno. Ma il made in Italy si distingue anche nella produzione mondiale di minerale, con 325 marche e 192 fonti di approvvigionamento. Un’industria di rilievo, che occupa 7000 addetti e imbottiglia 12 miliardi di litri, di cui oltre 1 miliardo esportato, pari al 10% della produzione (fonte Cipsi, dossier sull’acqua 2011).

Insomma, l’acqua minerale è più cara dell’acqua potabile di rubinetto, costa di più anche in termini di impatto ambientale, eppure si guadagna ampia-mente la fiducia dei consumatori. Secondo un recente studio, infatti, gli italiani ap-prezzano l’acqua in bottiglia per i pregi sensoriali (gusto, assenza di odori sgradevoli, limpidezza), di funzionalità (ognuno può scegliere in base alle ca-ratteristiche e alle proprietà) e di sicurezza. In que-sto ambito incidono soprattutto l’etichetta, la pro-venienza e la fiducia nella marca, che però come sappiamo è spesso veicolata da azioni di marketing

Con un consumo pro capite annuo di oltre 200 litri l’acqua è la bevanda

più acquistata dagli italiani

gli scaffali offrono un’ampia scelta di etichette di acque minerali. Per saperne di più e scegliere

al meglio occorre però essere sempre bene informati di armando minuz

Chiare, FresChe, dolciacque

occhio al prodotto acqua minerale

e pubblicitarie. Recentemente, in base a una nuova sensibilità adottata da molti consumatori, la scelta si orienta anche verso l’eticità e il rispetto dell’am-biente. Anche per questo le aziende si sono dotate di politi-che di riciclaggio della plastica o del vetro, nonché di atteggiamenti “virtuosi” che, oltre a far bene all’ambiente, sembrano particolarmente apprezza-ti da molti, al punto da fare aumentare le vendite di una marca piuttosto che di un’altra. Un proble-ma che però rimane, e impatta non poco sulla sa-lute ambientale, è l’ingente movimentazione che il trasporto delle bottiglie genera ogni anno. Senza contare che, nonostante le politiche virtuose, nean-che il problema dello smaltimento del rifiuto può dirsi risolto (e parliamo di diversi miliardi di botti-glie ogni anno).

acqua e salute

l’acqua rappresenta la bevanda per eccellenza, essendo fra l’altro il nostro organismo composto per circa il 60% proprio da questo prezioso elemento.ma l’acqua minerale aiuta l’organismo anche per l’apporto di sali minerali, di cui è ricca. si distinguono in questo senso acque “minimamente mineralizzate”, con un contenuto di sali minerali inferiore ai 50 mg/litro, quelle “oligominerali”, con un contenuto non superiore di 500 mg/litro, le “medio minerali”, con un contenuto tra i 500 e i 1000 mg/litro, e quelle “ricche di sali minerali”, con oltre 1500 mg/litro.

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Nonostante sgorghi anche dai rubinetti di casa, è la bevanda più diffusa e più acquistata dagli italiani. Non si tratta di un alcolico, di una bibita o di un

succo di frutta, è semplicemente acqua. C’è però acqua e acqua: specifichiamo subito che, legge italiana alla mano, possono definirsi “mine-rali” le acque che “avendo origine da una falda o giacimento sotterraneo, provengono da una o più sorgenti naturali o perforate e che hanno caratte-ristiche igieniche particolari ed, eventualmente, proprietà favorevoli alla salute”. Diverso il discorso per l’acqua “potabile”, la quale non deve per forza avere caratteristiche igieniche particolari o pro-prietà salutari; non deve però contenere micror-ganismi e parassiti, né altre sostanze, in quantità, o concentrazioni tali da rappresentare un pericolo per la salute umana. L’Italia è un mercato molto fortunato per l’acqua minerale: siamo il Paese europeo che guida la classifica dell’acquisto. Attualmente, nel mercato mondiale l’Italia è al terzo posto per consumi pro capite, con 205,6 litri e 240 bottiglie per famiglia l’anno. Ma il made in Italy si distingue anche nella produzione mondiale di minerale, con 325 marche e 192 fonti di approvvigionamento. Un’industria di rilievo, che occupa 7000 addetti e imbottiglia 12 miliardi di litri, di cui oltre 1 miliardo esportato, pari al 10% della produzione (fonte Cipsi, dossier sull’acqua 2011).

Insomma, l’acqua minerale è più cara dell’acqua potabile di rubinetto, costa di più anche in termini di impatto ambientale, eppure si guadagna ampia-mente la fiducia dei consumatori. Secondo un recente studio, infatti, gli italiani ap-prezzano l’acqua in bottiglia per i pregi sensoriali (gusto, assenza di odori sgradevoli, limpidezza), di funzionalità (ognuno può scegliere in base alle ca-ratteristiche e alle proprietà) e di sicurezza. In que-sto ambito incidono soprattutto l’etichetta, la pro-venienza e la fiducia nella marca, che però come sappiamo è spesso veicolata da azioni di marketing

Con un consumo pro capite annuo di oltre 200 litri l’acqua è la bevanda

più acquistata dagli italiani

gli scaffali offrono un’ampia scelta di etichette di acque minerali. Per saperne di più e scegliere

al meglio occorre però essere sempre bene informati di armando minuz

Chiare, FresChe, dolciacque

occhio al prodotto acqua minerale

e pubblicitarie. Recentemente, in base a una nuova sensibilità adottata da molti consumatori, la scelta si orienta anche verso l’eticità e il rispetto dell’am-biente. Anche per questo le aziende si sono dotate di politi-che di riciclaggio della plastica o del vetro, nonché di atteggiamenti “virtuosi” che, oltre a far bene all’ambiente, sembrano particolarmente apprezza-ti da molti, al punto da fare aumentare le vendite di una marca piuttosto che di un’altra. Un proble-ma che però rimane, e impatta non poco sulla sa-lute ambientale, è l’ingente movimentazione che il trasporto delle bottiglie genera ogni anno. Senza contare che, nonostante le politiche virtuose, nean-che il problema dello smaltimento del rifiuto può dirsi risolto (e parliamo di diversi miliardi di botti-glie ogni anno).

acqua e salute

l’acqua rappresenta la bevanda per eccellenza, essendo fra l’altro il nostro organismo composto per circa il 60% proprio da questo prezioso elemento.ma l’acqua minerale aiuta l’organismo anche per l’apporto di sali minerali, di cui è ricca. si distinguono in questo senso acque “minimamente mineralizzate”, con un contenuto di sali minerali inferiore ai 50 mg/litro, quelle “oligominerali”, con un contenuto non superiore di 500 mg/litro, le “medio minerali”, con un contenuto tra i 500 e i 1000 mg/litro, e quelle “ricche di sali minerali”, con oltre 1500 mg/litro.

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occhio al prodotto acqua minerale

acque “controllate”I controlli sull’acqua minerale sono molti e frequen-ti, tutti naturalmente a garanzia del consumatore. Le tipologie si possono ricondurre a tre grandi fa-miglie: - i controlli direttamente allo stabilimento, di solito svolti da Arpa e Asl e direttamente proporzionali alla quantità d’acqua imbottigliata; - sempre Arpa e Asl, in concomitanza con i Nas, effettuano quotidianamente ulteriori controlli sul punto vendita;- all’ultima famiglia appartiene il cosiddetto auto-controllo, o Haccp, sigla con cui si riassume quell’at-teggiamento normativo, igienico e di buon senso che spetta a ogni organismo della filiera.

una curiosità: l’adam, ovvero i degustatori dell’acquaUna reale cultura dell’acqua minerale potrebbe evi-tare di ricadere in acquisti dettati unicamente da suggestioni pubblicitarie o dal prezzo “vincente”, anche perché le acque minerali sono spesso molto diverse fra loro (per gusto, composizione chimica, proprietà benefiche). Per favorire questa tendenza ad acculturarsi sull’argomento è nata l’Adam, l’As-sociazione Degustatori Acque Minerali. Fra i pun-ti cardinali dell’associazione, c’è il concetto che in base al loro contenuto e al gusto, le acque minerali possono essere impiegate in abbinamento con vari cibi, secondo criteri simili a quelli dei vini. A questo scopo, l’Adam pubblica la Carta delle acque mine-rali, che fornisce inoltre alcuni esempi di abbina-menti per macrocategorie.

acqua sangemini®, il calcio è preziosoL’Acqua Minerale Sangemini si con-traddistingue tra le bicarbonato-cal-ciche per il suo elevato contenuto di Calcio Altamente Assimilabile (333 mg per litro) caratteristica certificata dal Ministero della Salute e avvalora-ta da numerose ricerche scientifiche. Tra queste, in particolare, “Assorbibi-lità del Calcio contenuto nell’Acqua Sangemini” (Prof. R.P. Haeney e M.S Dowell, Creigthon University, Nebra-ska USA), ha dimostrato che 3 bic-chieri di Acqua Sangemini equivalgo-no, per quantità di calcio apportato, a circa 1 bicchiere di latte senza i grassi e le calorie, in esso natural-mente contenute, e senza incorrere nel rischio di intolleranze al lattosio.

Il giusto abbinamento

È un concetto meno diffuso rispetto all’abbinamento cibo-vino, eppure anche quello fra cibo e acqua minerale merita una considerazione. Ogni piatto ha la sua giusta combinazione con una particolare tipologia d’acqua, che prende in considerazione caratteristiche organolettiche ed effervescenza. Seguendo le indicazioni dell’Adam (vedi sotto) scopriamo che, per esempio, secondi di carni salsate richiedono acque effervescenti, mentre per verdure crude si consiglia un’acqua “piatta”, o leggermente effervescente. Una “Carta delle Acque” è scaricabile su www.degustatoriacque.com

Inoltre, grazie al bassissimo conte-nuto di nitrati (0,77 mg per litro), Sangemini risulta l’acqua ideale per il consumo in tutte le fasi della vita e in particolare durante la gravidanza, l’allattamento, la crescita post-svez-zamento e nell’età matura.

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Leggiamo l’etichetta

il mercato italiano delle acque minerali offre una vastissima scelta, e in questa selva intricata l’etichetta è lo strumento fondamentale a disposizione del consumatore per orientarsi nell’acquisto.ecco dunque alcuni importanti aspetti da tenere sempre presenti: • deve esserci la dicitura “acqua minerale naturale”, seguita dal nome dell’acqua e da un’eventuale classificazione sul contenuto di anidride carbonica; • il nome della sorgente e il luogo di utilizzazione; • il termine minimo di conservazione, che indica la data entro la quale il prodotto mantiene inalterate le sue proprietà; • l’analisi chimica, che riporta gli elementi caratteristici di ciascuna acqua in mg/l, la data in cui è stata eseguita e il laboratorio in cui è stata effettuata; • il titolare dell’autorizzazione regionale all’utilizzo dell’acqua; • la dicitura di identificazione del lotto; • la classificazione, in base al residuo fisso e le proprietà salutari, approvate dal ministero della salute; • la segnalazione di eventuali trattamenti chimici, qualora fossero stati attuati.

È bene poi ricordare che le etichette riportano spesso la dicitura “conservare in luogo fresco, asciutto e al riparo della luce”. Questo perché l’acqua non subisce trattamenti al momento dell’imbottigliamento. microbiologicamente pura, infatti, non significa sterile, ma priva di patogeni e di indicatori di inquinamento.

caraTTerisTiche criTeri inDicaZioni

minimamente mineralizzata residuo fisso non superiore a 50 mg/l indicata per la ricostruzione di latte e alimenti per l’infanzia

oligominerale residuo fisso non superiore a 500 mg/l azione diuretica e antispastica

ricca in sali minerali residuo fisso non superiore a 1500 mg/l indicata negli stati di carenza di sali minerali

contenente bicarbonato tenore di bicarbonato superiore a 600 mg/l

azione anti-infiammatoria, di facilitazione dei processi digestivi; indicata per gli sportivi

solfata tenore di solfati (so) superiore a 200 mg/l

contribuisce a favorire la digestione e a stimolare le vie biliari

calcica tenore di calcio (Ca) superiore a 150 mg/l

indicata nella crescita e prevenzione dell’osteoporosi e dell’ipertensione

magnesiaca tenore di magnesio (mg) superiore a 50 mg/l

elemento utile per il sistema nervoso, muscolare e antistress

Ferruginosa tenore di ferro (Fe) superiore a 1 mg/l indicata nelle anemie da carenza di ferro

acidula tenore di anidride carbonica superiore a 250 mg/l facilita la digestione

sodica tenore di sodio (Na) superiore a 200 mg/l indicata in stati di carenze specifiche e nell’attività sportiva

acqua a basso contenuto di sodio tenore di sodio (Na) inferiore a 20 mg/l indicata per le diete povere di sodio

Fluorata tenore di fluoro (F) superiore a 1 mg/l utile per rinforzare la struttura dei denti e la prevenzione della carie

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occhio al prodotto acqua minerale

acque “controllate”I controlli sull’acqua minerale sono molti e frequen-ti, tutti naturalmente a garanzia del consumatore. Le tipologie si possono ricondurre a tre grandi fa-miglie: - i controlli direttamente allo stabilimento, di solito svolti da Arpa e Asl e direttamente proporzionali alla quantità d’acqua imbottigliata; - sempre Arpa e Asl, in concomitanza con i Nas, effettuano quotidianamente ulteriori controlli sul punto vendita;- all’ultima famiglia appartiene il cosiddetto auto-controllo, o Haccp, sigla con cui si riassume quell’at-teggiamento normativo, igienico e di buon senso che spetta a ogni organismo della filiera.

una curiosità: l’adam, ovvero i degustatori dell’acquaUna reale cultura dell’acqua minerale potrebbe evi-tare di ricadere in acquisti dettati unicamente da suggestioni pubblicitarie o dal prezzo “vincente”, anche perché le acque minerali sono spesso molto diverse fra loro (per gusto, composizione chimica, proprietà benefiche). Per favorire questa tendenza ad acculturarsi sull’argomento è nata l’Adam, l’As-sociazione Degustatori Acque Minerali. Fra i pun-ti cardinali dell’associazione, c’è il concetto che in base al loro contenuto e al gusto, le acque minerali possono essere impiegate in abbinamento con vari cibi, secondo criteri simili a quelli dei vini. A questo scopo, l’Adam pubblica la Carta delle acque mine-rali, che fornisce inoltre alcuni esempi di abbina-menti per macrocategorie.

acqua sangemini®, il calcio è preziosoL’Acqua Minerale Sangemini si con-traddistingue tra le bicarbonato-cal-ciche per il suo elevato contenuto di Calcio Altamente Assimilabile (333 mg per litro) caratteristica certificata dal Ministero della Salute e avvalora-ta da numerose ricerche scientifiche. Tra queste, in particolare, “Assorbibi-lità del Calcio contenuto nell’Acqua Sangemini” (Prof. R.P. Haeney e M.S Dowell, Creigthon University, Nebra-ska USA), ha dimostrato che 3 bic-chieri di Acqua Sangemini equivalgo-no, per quantità di calcio apportato, a circa 1 bicchiere di latte senza i grassi e le calorie, in esso natural-mente contenute, e senza incorrere nel rischio di intolleranze al lattosio.

Il giusto abbinamento

È un concetto meno diffuso rispetto all’abbinamento cibo-vino, eppure anche quello fra cibo e acqua minerale merita una considerazione. Ogni piatto ha la sua giusta combinazione con una particolare tipologia d’acqua, che prende in considerazione caratteristiche organolettiche ed effervescenza. Seguendo le indicazioni dell’Adam (vedi sotto) scopriamo che, per esempio, secondi di carni salsate richiedono acque effervescenti, mentre per verdure crude si consiglia un’acqua “piatta”, o leggermente effervescente. Una “Carta delle Acque” è scaricabile su www.degustatoriacque.com

Inoltre, grazie al bassissimo conte-nuto di nitrati (0,77 mg per litro), Sangemini risulta l’acqua ideale per il consumo in tutte le fasi della vita e in particolare durante la gravidanza, l’allattamento, la crescita post-svez-zamento e nell’età matura.

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Leggiamo l’etichetta

il mercato italiano delle acque minerali offre una vastissima scelta, e in questa selva intricata l’etichetta è lo strumento fondamentale a disposizione del consumatore per orientarsi nell’acquisto.ecco dunque alcuni importanti aspetti da tenere sempre presenti: • deve esserci la dicitura “acqua minerale naturale”, seguita dal nome dell’acqua e da un’eventuale classificazione sul contenuto di anidride carbonica; • il nome della sorgente e il luogo di utilizzazione; • il termine minimo di conservazione, che indica la data entro la quale il prodotto mantiene inalterate le sue proprietà; • l’analisi chimica, che riporta gli elementi caratteristici di ciascuna acqua in mg/l, la data in cui è stata eseguita e il laboratorio in cui è stata effettuata; • il titolare dell’autorizzazione regionale all’utilizzo dell’acqua; • la dicitura di identificazione del lotto; • la classificazione, in base al residuo fisso e le proprietà salutari, approvate dal ministero della salute; • la segnalazione di eventuali trattamenti chimici, qualora fossero stati attuati.

È bene poi ricordare che le etichette riportano spesso la dicitura “conservare in luogo fresco, asciutto e al riparo della luce”. Questo perché l’acqua non subisce trattamenti al momento dell’imbottigliamento. microbiologicamente pura, infatti, non significa sterile, ma priva di patogeni e di indicatori di inquinamento.

caraTTerisTiche criTeri inDicaZioni

minimamente mineralizzata residuo fisso non superiore a 50 mg/l indicata per la ricostruzione di latte e alimenti per l’infanzia

oligominerale residuo fisso non superiore a 500 mg/l azione diuretica e antispastica

ricca in sali minerali residuo fisso non superiore a 1500 mg/l indicata negli stati di carenza di sali minerali

contenente bicarbonato tenore di bicarbonato superiore a 600 mg/l

azione anti-infiammatoria, di facilitazione dei processi digestivi; indicata per gli sportivi

solfata tenore di solfati (so) superiore a 200 mg/l

contribuisce a favorire la digestione e a stimolare le vie biliari

calcica tenore di calcio (Ca) superiore a 150 mg/l

indicata nella crescita e prevenzione dell’osteoporosi e dell’ipertensione

magnesiaca tenore di magnesio (mg) superiore a 50 mg/l

elemento utile per il sistema nervoso, muscolare e antistress

Ferruginosa tenore di ferro (Fe) superiore a 1 mg/l indicata nelle anemie da carenza di ferro

acidula tenore di anidride carbonica superiore a 250 mg/l facilita la digestione

sodica tenore di sodio (Na) superiore a 200 mg/l indicata in stati di carenze specifiche e nell’attività sportiva

acqua a basso contenuto di sodio tenore di sodio (Na) inferiore a 20 mg/l indicata per le diete povere di sodio

Fluorata tenore di fluoro (F) superiore a 1 mg/l utile per rinforzare la struttura dei denti e la prevenzione della carie

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gli ingredienti della biondaOvunque gli ingredienti base per produrla sono però gli stessi. Per fare la birra servono infatti ac-qua, malto d’orzo, luppolo e lievito.- L’acqua è il componente principale, tra l’85% e il 92%, a seconda della tipologia di birra. Non è un caso che le prime birrerie siano state costruite proprio vicino a corsi d’acqua.- Il malto d’orzo è il cereale più usato in quan-to i suoi enzimi accelerano la trasformazione degli amidi in zucchero.- Il luppolo viene utilizzato per compensare il sapo-re dolce del malto. Per la produzione birraia si sele-zionano solo i fiori femminili che racchiudono una polverina gialla, la luppolina, custode delle resine e degli oli essenziali da cui dipende l’aroma amaro.- Il lievito è un microrganismo unicellulare grazie al quale gli zuccheri vengono consumati per pro-durre alcol e anidride carbonica.

a ognuno la suaIl panorama del mondo birraio è ricco di sfumatu-re, per cui è difficile fare una classificazione esau-stiva delle birre, anche se generalmente i professio-nisti ricorrono al parametro della fermentazione.- Birre a fermentazione spontanea Raccol-gono il lievito dell’aria e lasciano fermentare li-beramente il mosto. La più famosa è la Lambic, prodotta storicamente in Belgio nei mesi più freddi dell’anno. Il mosto è fatto riposare per una notte in vasche aperte e poi viene messo a riposare per un anno in botti che hanno ospitato vino. Se invece la Lambic viene fatta riposare per due anni può esse-

da bere birra

è la bevanda più antica del mondo e tut-tora la più consumata. La sua storia va di pari passo con quella dell’uomo: alcune tracce della produzione di bir-ra sono state addirittura ritrovate nelle

prime comunità della Mesopotamia e nell’Antico Egitto. Ma il merito della sua diffusione va ricono-sciuto soprattutto alle popolazioni Germaniche e Celtiche che radicarono nel Nord Europa l’abitu-dine a consumare la birra, mantenutasi inalterata nel tempo (si pensi all’Oktoberfest, il grande festi-val che si svolge ogni anno dai primi del 1800 a Monaco di Baviera).La birra è così sopravvissuta allo scorrere dei se-coli, diffondendosi in tutto il globo: dal Medioevo, quando la birra era realizzata principalmente nei monasteri europei, passando per la rivoluzione in-dustriale che ne permise la commercializzazione su larga scala; per giungere ai giorni nostri, dove è a tutti gli effetti una bevanda planetaria, consumata dall’Europa all’Asia.

dalla popolare lager tedesca alla più

ricercata trape, la birra è la bevanda

alcolica MaggiorMente consuMata al

Mondo, capace di accoMpagnare al

Meglio anche la cucina tradizionale italiana

di erika Ferrari

Birra, tradizione senza tempo

re utilizzata per produrre Gueuze (miscela di più Lambic), Kriek (Lambic con aggiunta di ciliegie), Framboise (Lambic più lamponi) e Faro (Lambic più zucchero candito bruno o caramello).- Birre ad alta fermentazione Presentano un’ampissima gamma di varietà e sono prodotte un po’ ovunque. Tra le tedesche vi sono: l’Altbier, tipica di Düsseldorf, dal colore ambrato e aroma di caramello; la Berliner Weisse, prodotta solo a Ber-lino, presenta 3,5% di gradazione alcolica e una particolare acidità; la Waisse (o Waizen), realizzata in Baviera con malto d’orzo e di frumento e un lie-vito che le dona l’aroma di banana. Fra le inglesi la più famosa è l’Ale, di cui fanno par-te le Mild Ale con una bassa gradazione alcolica, colore scuro e aroma di caramello, e le Bitter, più amare e poco alcoliche. Le Pale Ale presentano invece un grado alcolico più elevato (5%), colore ambrato e retrogusto amaro. Altra tipologia di birra è la Barley Wine (birra da meditazione), con 10% di gradazione alcolica, dall’aroma ricco e intenso. Dall’Irlanda arriva la Guinness, della famiglia delle stout: birra ad alta fermentazione, scura, dal tipico aroma di caffè, li-quirizia e note affumicate, gusto secco con finale amaro e 5% di gradazione alcolica. Altre note birre sono quelle d’abbazia, originaria-mente prodotte nei monasteri: sono forti e corpose, molto alcoliche e con aroma intenso e fruttato. In Belgio, e per la precisione in soli cinque birrifici a cui se ne aggiunge uno olandese, viene prodotta la Trape (birra trappista). Al Belgio vanno poi fatte risa-lire le Saison, birre di stagione leggere e amarognole,

birra da mangiare

la birra non è solo da bere, ma anche da mangiare. anche se non rientra tipicamente nella tradizione italiana, l’ampia diffusione di piccoli microbirrifici ha portato la birra a farsi strada nella cultura enogastronomica locale, mostrandone l’ampio uso che se ne può fare in cucina. la birra risulta particolarmente adatta per preparazioni che richiedono una cottura lenta, come gli stufati, oppure per le ricette a base di carne bianca, in sostituzione del classico vino bianco. un esempio di ricetta è lo stinco di vitello da fare rosolare al forno con una birra doppio malto. ma la birra è un ottimo ingrediente anche per preparare le pastelle per friggere le verdure, creando uno strato compatto e morbido attorno all’ingrediente.

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gli ingredienti della biondaOvunque gli ingredienti base per produrla sono però gli stessi. Per fare la birra servono infatti ac-qua, malto d’orzo, luppolo e lievito.- L’acqua è il componente principale, tra l’85% e il 92%, a seconda della tipologia di birra. Non è un caso che le prime birrerie siano state costruite proprio vicino a corsi d’acqua.- Il malto d’orzo è il cereale più usato in quan-to i suoi enzimi accelerano la trasformazione degli amidi in zucchero.- Il luppolo viene utilizzato per compensare il sapo-re dolce del malto. Per la produzione birraia si sele-zionano solo i fiori femminili che racchiudono una polverina gialla, la luppolina, custode delle resine e degli oli essenziali da cui dipende l’aroma amaro.- Il lievito è un microrganismo unicellulare grazie al quale gli zuccheri vengono consumati per pro-durre alcol e anidride carbonica.

a ognuno la suaIl panorama del mondo birraio è ricco di sfumatu-re, per cui è difficile fare una classificazione esau-stiva delle birre, anche se generalmente i professio-nisti ricorrono al parametro della fermentazione.- Birre a fermentazione spontanea Raccol-gono il lievito dell’aria e lasciano fermentare li-beramente il mosto. La più famosa è la Lambic, prodotta storicamente in Belgio nei mesi più freddi dell’anno. Il mosto è fatto riposare per una notte in vasche aperte e poi viene messo a riposare per un anno in botti che hanno ospitato vino. Se invece la Lambic viene fatta riposare per due anni può esse-

da bere birra

è la bevanda più antica del mondo e tut-tora la più consumata. La sua storia va di pari passo con quella dell’uomo: alcune tracce della produzione di bir-ra sono state addirittura ritrovate nelle

prime comunità della Mesopotamia e nell’Antico Egitto. Ma il merito della sua diffusione va ricono-sciuto soprattutto alle popolazioni Germaniche e Celtiche che radicarono nel Nord Europa l’abitu-dine a consumare la birra, mantenutasi inalterata nel tempo (si pensi all’Oktoberfest, il grande festi-val che si svolge ogni anno dai primi del 1800 a Monaco di Baviera).La birra è così sopravvissuta allo scorrere dei se-coli, diffondendosi in tutto il globo: dal Medioevo, quando la birra era realizzata principalmente nei monasteri europei, passando per la rivoluzione in-dustriale che ne permise la commercializzazione su larga scala; per giungere ai giorni nostri, dove è a tutti gli effetti una bevanda planetaria, consumata dall’Europa all’Asia.

dalla popolare lager tedesca alla più

ricercata trape, la birra è la bevanda

alcolica MaggiorMente consuMata al

Mondo, capace di accoMpagnare al

Meglio anche la cucina tradizionale italiana

di erika Ferrari

Birra, tradizione senza tempo

re utilizzata per produrre Gueuze (miscela di più Lambic), Kriek (Lambic con aggiunta di ciliegie), Framboise (Lambic più lamponi) e Faro (Lambic più zucchero candito bruno o caramello).- Birre ad alta fermentazione Presentano un’ampissima gamma di varietà e sono prodotte un po’ ovunque. Tra le tedesche vi sono: l’Altbier, tipica di Düsseldorf, dal colore ambrato e aroma di caramello; la Berliner Weisse, prodotta solo a Ber-lino, presenta 3,5% di gradazione alcolica e una particolare acidità; la Waisse (o Waizen), realizzata in Baviera con malto d’orzo e di frumento e un lie-vito che le dona l’aroma di banana. Fra le inglesi la più famosa è l’Ale, di cui fanno par-te le Mild Ale con una bassa gradazione alcolica, colore scuro e aroma di caramello, e le Bitter, più amare e poco alcoliche. Le Pale Ale presentano invece un grado alcolico più elevato (5%), colore ambrato e retrogusto amaro. Altra tipologia di birra è la Barley Wine (birra da meditazione), con 10% di gradazione alcolica, dall’aroma ricco e intenso. Dall’Irlanda arriva la Guinness, della famiglia delle stout: birra ad alta fermentazione, scura, dal tipico aroma di caffè, li-quirizia e note affumicate, gusto secco con finale amaro e 5% di gradazione alcolica. Altre note birre sono quelle d’abbazia, originaria-mente prodotte nei monasteri: sono forti e corpose, molto alcoliche e con aroma intenso e fruttato. In Belgio, e per la precisione in soli cinque birrifici a cui se ne aggiunge uno olandese, viene prodotta la Trape (birra trappista). Al Belgio vanno poi fatte risa-lire le Saison, birre di stagione leggere e amarognole,

birra da mangiare

la birra non è solo da bere, ma anche da mangiare. anche se non rientra tipicamente nella tradizione italiana, l’ampia diffusione di piccoli microbirrifici ha portato la birra a farsi strada nella cultura enogastronomica locale, mostrandone l’ampio uso che se ne può fare in cucina. la birra risulta particolarmente adatta per preparazioni che richiedono una cottura lenta, come gli stufati, oppure per le ricette a base di carne bianca, in sostituzione del classico vino bianco. un esempio di ricetta è lo stinco di vitello da fare rosolare al forno con una birra doppio malto. ma la birra è un ottimo ingrediente anche per preparare le pastelle per friggere le verdure, creando uno strato compatto e morbido attorno all’ingrediente.

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da bere birra

e le Blanche, le “bianche” poco alcoliche e prodotte con una percentuale di frumento non maltato.- Birre a bassa fermentazione Sono le birre più “giovani”, ma anche quelle più diffuse, soprat-tutto grazie alle tedesche lager. Di questa tipolo-gia fanno parte le Pils, prodotte per la prima volta dalla Pilsner Urquell nel 1842, per le quali viene utilizzata acqua a basso contenuto di sali minerali

birra d’abbazia, mentre per il provolone è meglio scegliere una Bitter fruttata. Un altro felice matrimonio culinario, tipica-mente italiano, è quello tra pizza e birra, ma attenzione a non sottovalutare l’ab-binamento: con la classica margherita è consigliata una Pils o una Lager, mentre con pizze dal gusto più deciso, come la salamino piccante, è preferibile anco-ra una Bock. In generale, però, tutta la cucina nazionale può trovare un perfetto connubio con la birra. Si pensi al risotto alla milanese da gustare con una Lager oppure al caciucco alla livornese da servire insieme a una Weizen. Per giungere infine ai dessert da abbinare alle Barley Wine inglesi per i dolci di frutta secca, o alle Chocolate stout per i dolci al cioccolato. A chiusura pasto non dimenticatevi una birra da meditazione, da accompagnare, per gli appassiona-ti, a un toscano.

le produzioni artigianali made in italyAnche se in Italia il consumo pro capite di birra resta fra i più bassi d’Europa, la sua produzione è in costante crescita, merito soprattutto di un inte-ressante moltiplicarsi di microbirrifici e brewpub. Questi microbirrifici producono in prevalenza bir-ra non pastorizzata e non filtrata che utilizza una

attenzione al bicchiere e alla temperatura di servizio

sono fondamentali per valorizzare le caratteristiche organolettiche delle diverse birre. per le birre molto alcoliche (per es. le belghe d’abbazia) vanno utilizzati ampi bicchieri a calice. per le Weizen viene invece scelto il classico bicchiere alto e stretto nel corpo e più largo in testa. le pils devono invece essere servite in strette e alte flûte. per le birre a bassa fermentazione è infine consigliato il boccale. va sfatato il mito che la birra vada bevuta fredda. temperature attorno ai 6°c sono indicate per pils e lager, o comunque per birre a bassa fermentazione, mentre per le blanche o le Weizen è consigliata una temperatura di 8°-9°c, per arrivare ai 10°c per le più corpose come le bock o ai 12°-14°c per le versioni più alcoliche, fra cui le birre d’abbazia o le barley Wine.

e un luppolo della zona, lo Saaz. Vi sono poi le Dunkel, lager tedesche che utilizzano malti tostati; le Rauchbier, tipiche birre “affumicate”; le Bock, birre corpose da un intenso gusto di malto, con profumi di caramello.

come realizzare un vero menù birraioPer realizzare un perfetto menù birraio, oltre al gu-sto personale, basta seguire alcuni semplici consigli. Per esempio come aperitivo possono essere servite Pils o Blanche. Per i primi piatti, le carni bianche o il pesce sono indicate le Saison belghe. Se inve-ce il menù prevede carni più saporite è preferibile abbinare birre corpose come le Bock tedesche o le birre d’abbazia. Piatti affumicati possono invece es-sere accompagnati dalle birre torbate. Per quanto riguarda i formaggi, il consiglio è che con prodotti delicati vengano servite birre leggere, mentre con formaggi più gustosi si scelgano birre aromatiche come le Bock. Per esempio un Parmigiano Reg-giano di 12 mesi può essere accompagnato da una

varia gamma di luppoli e cereali con l’aggiunta di ingredienti locali, come castagne, mosto di vino o miele. Una cultura del tutto recente, ma che si sta progressivamente facendo notare anche al di fuori dei confini nazionali. Non è qui possibile fare un elenco dettagliato dei birrifici artigianali italiani, sorti principalmente nel Nord Italia, ma è comun-que opportuno citare alcune eccellenze, fra cui Agostino Arioli, fra i fondatori nel 1996 del Bir-rificio Italiano, e Teo Musso, il birraio italiano più famoso al mondo, fondatore, sempre nel 1996, del Birrificio Le Baladin.

università della birra, dove diventare un perFetto “publican”

attiva dal 1997 ad azzate in lombardia, l’università della birra è un istituto professionale accreditato dalla regione per la formazione di gestori di locali birrai. l’obiettivo è di colmare il vuoto culturale italiano sulla birra, offrendo, grazie a un corso di quattro giorni che prevede vitto e alloggio, l’opportunità di approfondire le tematiche legate alla produzione della birra, alla sua storia, alle tecniche di assaggio e spillatura, alle tipologie di birre, alla gastronomia birraia, al marketing e comunicazione. le lezioni sono sia teoriche sia pratiche, grazie al locale annesso all’università dove alla sera gli iscritti al corso possono confrontarsi con la gestione diretta di un pub. al termine del corso è previsto un breve esame che permette di ottenere il diploma da “publican” (gestore di pub).

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da bere birra

e le Blanche, le “bianche” poco alcoliche e prodotte con una percentuale di frumento non maltato.- Birre a bassa fermentazione Sono le birre più “giovani”, ma anche quelle più diffuse, soprat-tutto grazie alle tedesche lager. Di questa tipolo-gia fanno parte le Pils, prodotte per la prima volta dalla Pilsner Urquell nel 1842, per le quali viene utilizzata acqua a basso contenuto di sali minerali

birra d’abbazia, mentre per il provolone è meglio scegliere una Bitter fruttata. Un altro felice matrimonio culinario, tipica-mente italiano, è quello tra pizza e birra, ma attenzione a non sottovalutare l’ab-binamento: con la classica margherita è consigliata una Pils o una Lager, mentre con pizze dal gusto più deciso, come la salamino piccante, è preferibile anco-ra una Bock. In generale, però, tutta la cucina nazionale può trovare un perfetto connubio con la birra. Si pensi al risotto alla milanese da gustare con una Lager oppure al caciucco alla livornese da servire insieme a una Weizen. Per giungere infine ai dessert da abbinare alle Barley Wine inglesi per i dolci di frutta secca, o alle Chocolate stout per i dolci al cioccolato. A chiusura pasto non dimenticatevi una birra da meditazione, da accompagnare, per gli appassiona-ti, a un toscano.

le produzioni artigianali made in italyAnche se in Italia il consumo pro capite di birra resta fra i più bassi d’Europa, la sua produzione è in costante crescita, merito soprattutto di un inte-ressante moltiplicarsi di microbirrifici e brewpub. Questi microbirrifici producono in prevalenza bir-ra non pastorizzata e non filtrata che utilizza una

attenzione al bicchiere e alla temperatura di servizio

sono fondamentali per valorizzare le caratteristiche organolettiche delle diverse birre. per le birre molto alcoliche (per es. le belghe d’abbazia) vanno utilizzati ampi bicchieri a calice. per le Weizen viene invece scelto il classico bicchiere alto e stretto nel corpo e più largo in testa. le pils devono invece essere servite in strette e alte flûte. per le birre a bassa fermentazione è infine consigliato il boccale. va sfatato il mito che la birra vada bevuta fredda. temperature attorno ai 6°c sono indicate per pils e lager, o comunque per birre a bassa fermentazione, mentre per le blanche o le Weizen è consigliata una temperatura di 8°-9°c, per arrivare ai 10°c per le più corpose come le bock o ai 12°-14°c per le versioni più alcoliche, fra cui le birre d’abbazia o le barley Wine.

e un luppolo della zona, lo Saaz. Vi sono poi le Dunkel, lager tedesche che utilizzano malti tostati; le Rauchbier, tipiche birre “affumicate”; le Bock, birre corpose da un intenso gusto di malto, con profumi di caramello.

come realizzare un vero menù birraioPer realizzare un perfetto menù birraio, oltre al gu-sto personale, basta seguire alcuni semplici consigli. Per esempio come aperitivo possono essere servite Pils o Blanche. Per i primi piatti, le carni bianche o il pesce sono indicate le Saison belghe. Se inve-ce il menù prevede carni più saporite è preferibile abbinare birre corpose come le Bock tedesche o le birre d’abbazia. Piatti affumicati possono invece es-sere accompagnati dalle birre torbate. Per quanto riguarda i formaggi, il consiglio è che con prodotti delicati vengano servite birre leggere, mentre con formaggi più gustosi si scelgano birre aromatiche come le Bock. Per esempio un Parmigiano Reg-giano di 12 mesi può essere accompagnato da una

varia gamma di luppoli e cereali con l’aggiunta di ingredienti locali, come castagne, mosto di vino o miele. Una cultura del tutto recente, ma che si sta progressivamente facendo notare anche al di fuori dei confini nazionali. Non è qui possibile fare un elenco dettagliato dei birrifici artigianali italiani, sorti principalmente nel Nord Italia, ma è comun-que opportuno citare alcune eccellenze, fra cui Agostino Arioli, fra i fondatori nel 1996 del Bir-rificio Italiano, e Teo Musso, il birraio italiano più famoso al mondo, fondatore, sempre nel 1996, del Birrificio Le Baladin.

università della birra, dove diventare un perFetto “publican”

attiva dal 1997 ad azzate in lombardia, l’università della birra è un istituto professionale accreditato dalla regione per la formazione di gestori di locali birrai. l’obiettivo è di colmare il vuoto culturale italiano sulla birra, offrendo, grazie a un corso di quattro giorni che prevede vitto e alloggio, l’opportunità di approfondire le tematiche legate alla produzione della birra, alla sua storia, alle tecniche di assaggio e spillatura, alle tipologie di birre, alla gastronomia birraia, al marketing e comunicazione. le lezioni sono sia teoriche sia pratiche, grazie al locale annesso all’università dove alla sera gli iscritti al corso possono confrontarsi con la gestione diretta di un pub. al termine del corso è previsto un breve esame che permette di ottenere il diploma da “publican” (gestore di pub).

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spiedini alla Frutta e sFiziosità salate

Sbucciate 1 kiwi, eliminate le foglie a 8 fragole e pulite 2 fette di ananas. Tagliate la frutta a cubetti e componete dei mini spiedini.In alternativa, essendo un cocktail per il dopo cena, potete servirlo con ciotoline di frutta secca.

tre cocktail classici, all’insegna del colore e della freschezza. ideali per allietare un dopocena tra aMici, si possono offrire anche

nel tardo poMeriggio, per un ritrovo in giardino o in terrazza, accoMpagnati da sfiziosi appetizer salati

di maria Vittoria mazzoni

da bere cocktail

daiquiri alla Fragola

patatine, arachidi & co

È uno dei cocktail “after dinner” più richiesti e apprezzati in estate. Servitelo con un’ampia scelta di classiche sfiziosità salate: patatine, arachidi, pistacchi e anacardi; oppure con mini spiedini alla frutta. Se avete più ospiti potete offrirlo in 3/4 di anguria svuotata, con un grande effetto scenografico.

daiquiri alla fragola

versate nel bicchiere del mixer il ghiaccio tritato, 5 fragole a pezzetti, 3 cl di rum bianco, 1/4 di misura di succo di limone e 1 cucchiaio di sciroppo di zucchero. chiudete e frullate per 1 minuto. passate il bordo di un bicchiere senza stelo in 2 cucchiai di sciroppo di fragola e poi nello zucchero. versate il cocktail nel bicchiere.

watermelon bourbonWatermelon Bourbon

pulite 1 fetta di anguria eliminando la buccia e privandola dei semi. Frullate la polpa con il succo di 1/2 limone e qualche goccio di sciroppo di granatina. passate il tutto in un passino a maglie grosse in modo da eliminare eventuali semi rimasti. mettete qualche cubetto di ghiaccio in un bicchiere ampio e versatevi 4 cl di bourbon Whisky, colmate con il succo di anguria e servite il drink decorando con qualche foglia di menta.

Mix estiviintramontabili

Frozen di anguria e melone

pulite 1 fetta di anguria e 1 di melone eliminando la buccia e i semi. mettete in un frullatore a bicchiere la frutta a fette, unite 4 cl di rum, il succo di 1/2 limone, 1 cucchiaio di zucchero e poco maraschino. Frullate il tutto per qualche istante, aggiungete il ghiaccio e frullate nuovamente fino a ottenere una mousse. servite decorando a piacere.

spiedini di Feta e Frutta estiva

Tagliate 200 g di feta a dadi e conditela con un pizzico di paprica

in polvere. Pulite 1/2 melone e 1/4 di anguria e riducete la polpa a tocchetti. Alternate, su ogni stuzzicadenti, 2 cubetti di frutta e 1 cubetto di formaggio. Disponete gli stuzzichini in una ciotola o su un vassoio colorati.

Frozen di anguria e melone

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spiedini alla Frutta e sFiziosità salate

Sbucciate 1 kiwi, eliminate le foglie a 8 fragole e pulite 2 fette di ananas. Tagliate la frutta a cubetti e componete dei mini spiedini.In alternativa, essendo un cocktail per il dopo cena, potete servirlo con ciotoline di frutta secca.

tre cocktail classici, all’insegna del colore e della freschezza. ideali per allietare un dopocena tra aMici, si possono offrire anche

nel tardo poMeriggio, per un ritrovo in giardino o in terrazza, accoMpagnati da sfiziosi appetizer salati

di maria Vittoria mazzoni

da bere cocktail

daiquiri alla Fragola

patatine, arachidi & co

È uno dei cocktail “after dinner” più richiesti e apprezzati in estate. Servitelo con un’ampia scelta di classiche sfiziosità salate: patatine, arachidi, pistacchi e anacardi; oppure con mini spiedini alla frutta. Se avete più ospiti potete offrirlo in 3/4 di anguria svuotata, con un grande effetto scenografico.

daiquiri alla fragola

versate nel bicchiere del mixer il ghiaccio tritato, 5 fragole a pezzetti, 3 cl di rum bianco, 1/4 di misura di succo di limone e 1 cucchiaio di sciroppo di zucchero. chiudete e frullate per 1 minuto. passate il bordo di un bicchiere senza stelo in 2 cucchiai di sciroppo di fragola e poi nello zucchero. versate il cocktail nel bicchiere.

watermelon bourbonWatermelon Bourbon

pulite 1 fetta di anguria eliminando la buccia e privandola dei semi. Frullate la polpa con il succo di 1/2 limone e qualche goccio di sciroppo di granatina. passate il tutto in un passino a maglie grosse in modo da eliminare eventuali semi rimasti. mettete qualche cubetto di ghiaccio in un bicchiere ampio e versatevi 4 cl di bourbon Whisky, colmate con il succo di anguria e servite il drink decorando con qualche foglia di menta.

Mix estiviintramontabili

Frozen di anguria e melone

pulite 1 fetta di anguria e 1 di melone eliminando la buccia e i semi. mettete in un frullatore a bicchiere la frutta a fette, unite 4 cl di rum, il succo di 1/2 limone, 1 cucchiaio di zucchero e poco maraschino. Frullate il tutto per qualche istante, aggiungete il ghiaccio e frullate nuovamente fino a ottenere una mousse. servite decorando a piacere.

spiedini di Feta e Frutta estiva

Tagliate 200 g di feta a dadi e conditela con un pizzico di paprica

in polvere. Pulite 1/2 melone e 1/4 di anguria e riducete la polpa a tocchetti. Alternate, su ogni stuzzicadenti, 2 cubetti di frutta e 1 cubetto di formaggio. Disponete gli stuzzichini in una ciotola o su un vassoio colorati.

Frozen di anguria e melone

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Page 64: Rivista PRÈMIATY Luglio Agosto 2012

oltre la mondanità delle coste più celebri e affollate, tre itinerari alla scoperta di una sardegna inattesa, fatta di paesaggi lunari, antichi riti, lingue mai

udite prima e incontaminati angoli di paradisodi gilda Ciaruffoli

Stanchi della vita mondana e del caos delle località più celebri dell’estate sar-da vi chiedete se quest’isola possa offri-re qualcosa di più? La risposta è, ovvia-

mente, sì. Una quantità incredibile di meraviglie naturali e archeologiche, spesso avvolte nel mi-stero, è infatti proprio dietro l’angolo, e aspetta solo di essere scoperta. Per chi si trovasse già in Costa Smeralda potrebbe essere interessante per esempio spingersi di poco nell’entroterra gallurese e visitare Tempio Pau-sania. A farla da padrone qui i sughereti e tanto verde. Il clima è sempre fresco e il paesaggio cir-costante lunare, segnato dalle rocce granitiche; da qui, raggiungere il Monte Limbara sarà forse poco agevole ma riempirà i vostri occhi di mera-viglia. Se vi trovate in zona per Ferragosto, non perdete la Discesa dei Candelieri a Sassari, nel pomeriggio del 14. Si tratta di una processione danzante di enormi ceri di legno, profondamente sentita dalla popolazione. Approfittatene anche per visitare la basilica della Santissima Trinità di Saccargia, la cui facciata romanica sorge dal nulla e si staglia contro il cielo. Al suo interno si trovano rari affreschi di influenza bizantina. Poco distante Ardara, borgo dal quale si gode un’ampia vista sulla Piana del Logudoro e che si apre sulla Valle dei Nuraghi, dove la densità di siti archeologici non ha pari.

In tema, virando verso nord, d’obbligo una sosta all’altare preistorico di Monte d’Accoddi, tempio a gradoni che ricorda le ziqqurat mesopotamiche, unico nel bacino del Mediterraneo, dalle origini sconosciute. Voglia di un tuffo in acque limpide? Organizzandosi per tempo (è necessario prenota-re) vale la pena unirsi a una visita guidata all’Asi-nara, il cui accesso è soggetto a forti limitazioni, per bagnarsi nelle acque di Cala Sabina, con la sua spiaggia tempestata di gigli selvatici. Proseguendo verso sud, e dopo aver fatto sosta presso l’antica città mineraria, oggi fantasma, di Argentiera - suggestiva e inquietante -, fermatevi ad Alghero, oasi catalana dove non solo i nomi delle strade ma anche la lingua parlata rimanda all’antica dominazione spagnola. Da qui allunga-tevi verso Capo Caccia e la Grotta del Nettuno, da raggiungere percorrendo i 652 scalini della Escala de Cabriol o via mare, con un tour che vi farà scoprire alcune tra le più grandi e belle grotte d’Italia. Percorrendo una splendida strada panoramica, raggiungete quindi Bosa, nel cui centro storico di pietra vulcanica rosa si respira un’atmosfera genuinamente rurale. Una passeggiata sul lungo Temo, unico fiume navigabile sardo lungo il qua-le sorgono sas conzas, serie di concerie abbando-nate, seguita a una gita al Castello Malaspina, renderanno la visita indimenticabile.

storIa e MIsteronell’isola segreta

viaggio in italia sardegna

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oltre la mondanità delle coste più celebri e affollate, tre itinerari alla scoperta di una sardegna inattesa, fatta di paesaggi lunari, antichi riti, lingue mai

udite prima e incontaminati angoli di paradisodi gilda Ciaruffoli

Stanchi della vita mondana e del caos delle località più celebri dell’estate sar-da vi chiedete se quest’isola possa offri-re qualcosa di più? La risposta è, ovvia-

mente, sì. Una quantità incredibile di meraviglie naturali e archeologiche, spesso avvolte nel mi-stero, è infatti proprio dietro l’angolo, e aspetta solo di essere scoperta. Per chi si trovasse già in Costa Smeralda potrebbe essere interessante per esempio spingersi di poco nell’entroterra gallurese e visitare Tempio Pau-sania. A farla da padrone qui i sughereti e tanto verde. Il clima è sempre fresco e il paesaggio cir-costante lunare, segnato dalle rocce granitiche; da qui, raggiungere il Monte Limbara sarà forse poco agevole ma riempirà i vostri occhi di mera-viglia. Se vi trovate in zona per Ferragosto, non perdete la Discesa dei Candelieri a Sassari, nel pomeriggio del 14. Si tratta di una processione danzante di enormi ceri di legno, profondamente sentita dalla popolazione. Approfittatene anche per visitare la basilica della Santissima Trinità di Saccargia, la cui facciata romanica sorge dal nulla e si staglia contro il cielo. Al suo interno si trovano rari affreschi di influenza bizantina. Poco distante Ardara, borgo dal quale si gode un’ampia vista sulla Piana del Logudoro e che si apre sulla Valle dei Nuraghi, dove la densità di siti archeologici non ha pari.

In tema, virando verso nord, d’obbligo una sosta all’altare preistorico di Monte d’Accoddi, tempio a gradoni che ricorda le ziqqurat mesopotamiche, unico nel bacino del Mediterraneo, dalle origini sconosciute. Voglia di un tuffo in acque limpide? Organizzandosi per tempo (è necessario prenota-re) vale la pena unirsi a una visita guidata all’Asi-nara, il cui accesso è soggetto a forti limitazioni, per bagnarsi nelle acque di Cala Sabina, con la sua spiaggia tempestata di gigli selvatici. Proseguendo verso sud, e dopo aver fatto sosta presso l’antica città mineraria, oggi fantasma, di Argentiera - suggestiva e inquietante -, fermatevi ad Alghero, oasi catalana dove non solo i nomi delle strade ma anche la lingua parlata rimanda all’antica dominazione spagnola. Da qui allunga-tevi verso Capo Caccia e la Grotta del Nettuno, da raggiungere percorrendo i 652 scalini della Escala de Cabriol o via mare, con un tour che vi farà scoprire alcune tra le più grandi e belle grotte d’Italia. Percorrendo una splendida strada panoramica, raggiungete quindi Bosa, nel cui centro storico di pietra vulcanica rosa si respira un’atmosfera genuinamente rurale. Una passeggiata sul lungo Temo, unico fiume navigabile sardo lungo il qua-le sorgono sas conzas, serie di concerie abbando-nate, seguita a una gita al Castello Malaspina, renderanno la visita indimenticabile.

storIa e MIsteronell’isola segreta

viaggio in italia sardegna

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D’obbligo poi una sosta a Orgosolo, celebre borgo nel quale da sempre si respira aria di ribellione: se-gno tangibile di questo spirito sono i meravigliosi murales che ne tratteggiano i vicoli e che raccon-tano storie di lotta e libertà. Non troppo distante, il magico sito archeologico di Sas Concas, a Oniferi, la più estesa necropoli della Barbagia le cui domus de janas sono decorate con caratteristici uomini a testa in giù, simbolo dal misterioso significato, e il Bosco di Badde Salighes, oasi verde di antichi lecci e gi-nepri, e cristalline sorgenti di fresche acque presso le quali è piacevole sostare per un pranzo all’aria aperta, da veri sardi!

sulcis in fundoIl sud della Sardegna è da sempre una terra ricca, in superficie di vegetazione e, nel profondo, di minera-li preziosi. Dunque una terra ambita, le cui risorse sono state sfruttate fin dall’antichità. Innumerevoli

tra gole rocciose e muralesLa seconda metà di agosto è invece il periodo giusto per fare un salto nel nuorese. Dal 18 al 26 infatti si svolge la Festa del Redentore, ricca di appuntamenti e iniziative. Per le strade di Nuoro sfilano antiche maschere e cavalieri in co-stume, in attesa del pellegrinaggio del 29 al Monte Ortobene, dove la statua del Redentore veglia su un panorama che dà i brividi. Approfittatene anche per visitare la Casa-Museo della scrittrice premio Nobel Grazie Deledda e il Museo del Costume, che racconta la tradizione locale. Se di cavalieri e maschere non siete ancora paghi, addentratevi nel Supramonte e raggiungete Dorga-li, dove il ferragosto si dilata e, dal 14 al 17, si vive al ritmo dei canti e delle danze tipici. Diversi gli itine-rari possibili da qui per immergersi nel Parco nazio-nale del Golfo di Orosei e del Gennargentu. Tra le mete consigliate: la grotta carsica di Ispinigoli, con la sua stalagmite alta 38 m; la gola di Su Gorro-pu, dove uno stretto sentiero taglia pareti alte anche 200 m; e il suggestivo insediamento preistorico di Tiscali, nascosto all’interno di una cavità rocciosa. Per un meritato bagno, dopo tanto camminare, per-correte la panoramica che porta a Cala Gonone, o spostatevi a sud, e raggiungete Marina di Gairo, dove si alternano piccole spiagge sabbiose, lunghe lingue rosse di scogli e guglie a picco nel mare.

L’insediamentopreistoricodiBarumini UnmuralesaOrgosolo

le tracce di insediamenti preistorici, come quello di Burumini, ovvero il villaggio di Su Nuraxi, l’esem-pio più completo e meglio conservato di nuraghe. O ancora Sant’Antioco, dove merita una visita il museo archeologico con annessa area di sepoltura del Tofet. Incredibile il poco distante villaggio ipo-geo con le sue tombe puniche sotterranee per lungo tempo abitate e oggi spesso impiegate come cantine; un gioiello infine il piccolo museo etnografico Ma-gasinu ’e su Binu. Poco distante, Monte Sirai con il suo insediamento fenicio-punico dove si fa notare la tomba della dea Tanit con il simbolo capovolto della divinità, unico al mondo. Ultimo, ma non in fascino, il sito di Mon-tessu. Grande è qui la soddisfazione di raggiungere dopo una bella scarpinata, l’ampia necropoli prenu-ragica, unica in Sardegna a presentare tutte le an-tiche tipologie tombali. Al tramonto, con il panora-ma che si apre sul mare, lo spettacolo è incantevole. A una storia decisamente più recente fanno inve-ce capo i tanti ruderi legati al mondo delle minie-re che rappresentano infatti qui un patrimonio di archeologia industriale non indifferente. Tra i siti principali, impossibile non ricordare la Miniera Porto Flavia, a Masua, che emerge dalla roccia a picco sul mare, e la Grande miniera di Serbariu, dove è possibile rivivere la discesa al centro della terra con la suggestiva ricostruzione di un tunnel. E

AreadisepolturadelTofetaSant’Antioco

un paese fuori dal tempo

prima ancora dei colori delle antiche case affacciate sul porto, delle palme, dei fichi d’india lungo le strette vie del borgo, sbarcati a carloforte (cl), a riempire i sensi è la musicalità di una lingua unica. una litania barocca – è antico ligure, il tabarchino, misto al sardo – che trasmette la tranquillità di un borgo isolato nello spazio e nel tempo. arroccata tra le mura, con le sue chiese e il museo civico in un fortino settecentesco, carloforte occupa un lembo minimo dell’isola di san pietro, per il resto praticamente disabitata e traboccante macchia mediterranea, dove è normale vedere fenicotteri rosa a passeggio per le saline, e orchidee che nascono spontanee nei pressi del faro, la vedetta ovest d’italia. da visitare anche la tonnara, dove si organizzano immersioni nelle reti o sessioni di apnea con il tonno.

Lungo insoliti binari

attraversa l’entroterra, toccando località spesso raggiungibili con la sola ferrovia e offrendo spunti per escursioni di ogni tipo. È il trenino verde, con le sue quattro linee. la macomer-bosa, che passa dagli oltre 500 metri dell’altopiano di campeda fino alla stazione di bosa marina. la linea isili-sorgono, che si inerpica tra i rilievi del versante ovest del Gennargentu grazie ad autentiche opere d’arte di ingegneria ferroviaria. la mandas-arbatax, considerata la “più bella del mondo”, che del Gennargentu attraversa il versante sud. e la sassari-tempio-palau che, in realtà, prosegue fino ad alghero, ed è chiamata “linea dei due mari”. da non perdere l’officina di tempio: un museo interno alla bella stazione del paese che ripropone l’atmosfera di una vera officina ferroviaria di fine ottocento (www.treninoverde.com).

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D’obbligo poi una sosta a Orgosolo, celebre borgo nel quale da sempre si respira aria di ribellione: se-gno tangibile di questo spirito sono i meravigliosi murales che ne tratteggiano i vicoli e che raccon-tano storie di lotta e libertà. Non troppo distante, il magico sito archeologico di Sas Concas, a Oniferi, la più estesa necropoli della Barbagia le cui domus de janas sono decorate con caratteristici uomini a testa in giù, simbolo dal misterioso significato, e il Bosco di Badde Salighes, oasi verde di antichi lecci e gi-nepri, e cristalline sorgenti di fresche acque presso le quali è piacevole sostare per un pranzo all’aria aperta, da veri sardi!

sulcis in fundoIl sud della Sardegna è da sempre una terra ricca, in superficie di vegetazione e, nel profondo, di minera-li preziosi. Dunque una terra ambita, le cui risorse sono state sfruttate fin dall’antichità. Innumerevoli

tra gole rocciose e muralesLa seconda metà di agosto è invece il periodo giusto per fare un salto nel nuorese. Dal 18 al 26 infatti si svolge la Festa del Redentore, ricca di appuntamenti e iniziative. Per le strade di Nuoro sfilano antiche maschere e cavalieri in co-stume, in attesa del pellegrinaggio del 29 al Monte Ortobene, dove la statua del Redentore veglia su un panorama che dà i brividi. Approfittatene anche per visitare la Casa-Museo della scrittrice premio Nobel Grazie Deledda e il Museo del Costume, che racconta la tradizione locale. Se di cavalieri e maschere non siete ancora paghi, addentratevi nel Supramonte e raggiungete Dorga-li, dove il ferragosto si dilata e, dal 14 al 17, si vive al ritmo dei canti e delle danze tipici. Diversi gli itine-rari possibili da qui per immergersi nel Parco nazio-nale del Golfo di Orosei e del Gennargentu. Tra le mete consigliate: la grotta carsica di Ispinigoli, con la sua stalagmite alta 38 m; la gola di Su Gorro-pu, dove uno stretto sentiero taglia pareti alte anche 200 m; e il suggestivo insediamento preistorico di Tiscali, nascosto all’interno di una cavità rocciosa. Per un meritato bagno, dopo tanto camminare, per-correte la panoramica che porta a Cala Gonone, o spostatevi a sud, e raggiungete Marina di Gairo, dove si alternano piccole spiagge sabbiose, lunghe lingue rosse di scogli e guglie a picco nel mare.

L’insediamentopreistoricodiBarumini UnmuralesaOrgosolo

le tracce di insediamenti preistorici, come quello di Burumini, ovvero il villaggio di Su Nuraxi, l’esem-pio più completo e meglio conservato di nuraghe. O ancora Sant’Antioco, dove merita una visita il museo archeologico con annessa area di sepoltura del Tofet. Incredibile il poco distante villaggio ipo-geo con le sue tombe puniche sotterranee per lungo tempo abitate e oggi spesso impiegate come cantine; un gioiello infine il piccolo museo etnografico Ma-gasinu ’e su Binu. Poco distante, Monte Sirai con il suo insediamento fenicio-punico dove si fa notare la tomba della dea Tanit con il simbolo capovolto della divinità, unico al mondo. Ultimo, ma non in fascino, il sito di Mon-tessu. Grande è qui la soddisfazione di raggiungere dopo una bella scarpinata, l’ampia necropoli prenu-ragica, unica in Sardegna a presentare tutte le an-tiche tipologie tombali. Al tramonto, con il panora-ma che si apre sul mare, lo spettacolo è incantevole. A una storia decisamente più recente fanno inve-ce capo i tanti ruderi legati al mondo delle minie-re che rappresentano infatti qui un patrimonio di archeologia industriale non indifferente. Tra i siti principali, impossibile non ricordare la Miniera Porto Flavia, a Masua, che emerge dalla roccia a picco sul mare, e la Grande miniera di Serbariu, dove è possibile rivivere la discesa al centro della terra con la suggestiva ricostruzione di un tunnel. E

AreadisepolturadelTofetaSant’Antioco

un paese fuori dal tempo

prima ancora dei colori delle antiche case affacciate sul porto, delle palme, dei fichi d’india lungo le strette vie del borgo, sbarcati a carloforte (cl), a riempire i sensi è la musicalità di una lingua unica. una litania barocca – è antico ligure, il tabarchino, misto al sardo – che trasmette la tranquillità di un borgo isolato nello spazio e nel tempo. arroccata tra le mura, con le sue chiese e il museo civico in un fortino settecentesco, carloforte occupa un lembo minimo dell’isola di san pietro, per il resto praticamente disabitata e traboccante macchia mediterranea, dove è normale vedere fenicotteri rosa a passeggio per le saline, e orchidee che nascono spontanee nei pressi del faro, la vedetta ovest d’italia. da visitare anche la tonnara, dove si organizzano immersioni nelle reti o sessioni di apnea con il tonno.

Lungo insoliti binari

attraversa l’entroterra, toccando località spesso raggiungibili con la sola ferrovia e offrendo spunti per escursioni di ogni tipo. È il trenino verde, con le sue quattro linee. la macomer-bosa, che passa dagli oltre 500 metri dell’altopiano di campeda fino alla stazione di bosa marina. la linea isili-sorgono, che si inerpica tra i rilievi del versante ovest del Gennargentu grazie ad autentiche opere d’arte di ingegneria ferroviaria. la mandas-arbatax, considerata la “più bella del mondo”, che del Gennargentu attraversa il versante sud. e la sassari-tempio-palau che, in realtà, prosegue fino ad alghero, ed è chiamata “linea dei due mari”. da non perdere l’officina di tempio: un museo interno alla bella stazione del paese che ripropone l’atmosfera di una vera officina ferroviaria di fine ottocento (www.treninoverde.com).

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• 300 g di fregola • 1 kg d’arselle (vongole)• 4 cucchiai di passata di pomodoro• 3 cucchiai di olio d’oliva extravergine• 2 spicchi d’aglio • 1 mazzetto di prezzemolo• 1 pomodoro secco • 1 l d’acqua

preparazione 20 minuti cottura 40 minutiesecuzione media vino Nuragus di Cagliari

Immergete le arselle in una terrina con abbondante acqua fresca leggermente salata e lasciatele in ammollo per circa 2 ore affinché i molluschi rilascino tutta la sabbia.

fregola Con le arselleper 4 persone

Scolate le arselle e fatele aprire in una padella ampia con 2 cucchiai di olio d’oliva a fiamma vivace. Sgusciate quindi i molluschi, teneteli da parte e filtrate l’acqua di cottura.

In una casseruola a parte imbiondite l’aglio in un filo d’olio e appassitevi il pomodoro secco tagliato a pezzetti. Aggiungete la passata di pomodoro e lasciate insaporire mescolando di tanto in tanto; versate l’acqua e portate a ebollizione.

Aggiungete le arselle insieme alla loro acqua di cottura filtrata e unite poi il prezzemolo tritato finemente. Appena giunto a ebollizione tuffatevi la fregola: sarà pronta quando emergerà in superficie. Servitela calda.

inFormazioni utili

aereo• la sardegna è facilmente raggiungibile da ogni regione d’italia in aereo. i principali aeroporti sono l’elmas di cagliari (www.cagliari-airport.com), il Fertilia di alghero (www.aeroportodialghero.it) e l’olbia costa smeralda di olbia (www.geasar.it). traghetti• per raggiungere l’isola via nave è possibile imbarcarsi ai porti di Genova, savona, la spezia, livorno, piombino, palermo e trapani. i porti di arrivo sono olbia, Golfo aranci, palau, santa teresa di Gallura, porto torres, abratax e cagliari. i traghetti tirrenia da Genova a porto torres e da civitavecchia a olbia e cagliari hanno una coincidenza diretta con le linee ferroviarie. per trasportare la propria auto sull’isola i collegamenti sono da Genova, la spezia, civitavecchia e livorno. treno e bus• la principale compagnia di trasporti pubblici è l’azienda regionale sarda trasporti. per info: www.arst.sardegna.it, tel. 800 865 042.

dove mangiare e dormirewww.charmingsardinia.comwww.sognandosardegna.comwww.sardegna.com; www.portalesardegna.comwww.agriturismodisardegna.itwww.bed-breakfast-sardegna.com

ancora il villaggio di Ingurtosu ad Arbus, oggi pres-soché disabitato, nelle cui vicinanze si apre il deser-to di Piscinas, con le sue alte (fino a 60 m) dune che si allungano per chilometri fino a buttarsi nel mare.C’è da dire che spiagge e mare qui si fanno tutte un po’ notare. L’acqua è limpida anche in piena stagio-ne e la folla mai eccessiva persino presso le località turistiche più in voga come Margherita di Pula, Vil-lasimius e Muravera. E se avete la fortuna di passare da queste parte tra il 14 e il 18 luglio, raggiungete Quartu Sant’Elena. Ad attendervi, i colori e le mu-siche dei gruppi folcloristici provenienti da tutto il mondo e riuniti in occasione della Sciampitta. Sì, perché quella sarda è una terra generosa, che sa ac-cogliere e condividere. E per questo merita rispetto.

ric

ett

e s

ar

de

gn

a

IlfestivalDromosospitatoaOristanoeinpaesivicini

L’isola della musica

alle tradizioni del folclore più antico, si accompagnano nell’estate sarda Festival che fanno vibrare l’isola di ritmi e culture diverse. a luglio c’è la notte dei poeti, dove tra nora, pula e cagliari si alternano momenti di teatro, musica e danza. e ancora, Festivalguer, ad alghero, dove ogni anno, l’anfiteatro del palazzo dei congressi di maria pia e il suggestivo angolo del centro storico del Forte della maddalena, vedono esibirsi cantanti e artisti di fama internazionale. il piccolo paese di narcao (ci) è invece teatro, sempre nel mese di luglio, del narcao blues Festival, mentre sulle rive del mare si svolge il Festival internazionale cala gonone Jazz (nu). oristano e i vicini paesi costieri ospitano, tra luglio e agosto, il festival dromos, che unisce musica e letteratura, arte e filosofia; parola d’ordine di quest’anno: santa Hispanidad. il sarroch summer grooves (ca), infine, torna ad agosto con la sua musica alternativa, d’autore e di tendenza.

consigliati da• al tonno di corsa a carloforte, lo chef secondo borghero propone il pregiato tonno della vicina tonnara in un’infinta serie di versioni. via marzoni 47, carloforte (cl); tel. 0781 855106; www.tonnodicorsa.it• ristorante su meriagu caratteristico ristorante gestito da due sorelle con annesso un laboratorio artigianale di arte bianca molto simile a un museo. da visitare. via leonardo da vinci 140, Quartu sant’elena (ca); tel. 070890842.• antica dimora del gruccione albergo diffuso in un palazzo dell’800 che mantiene forti connessioni con le attività rurali del luogo, come per esempio la produzione del formaggio tipico casizzolu, diventato presidio slow Food. via michele obinu 31, santu lussurgiu (or); tel. 0783 552035/550300; www.anticadimora.com

dove comprare• i.s.o.l.a. è un progetto dell’istituto sardo per l’organizzazione del lavoro artigiano che ha messo a disposizione degli artigiani locali spazi per esporre le proprie produzioni di qualità. diversi i negozi sull’isola. da ricordare quello di cagliari in via monsignor bua, 10.• per assicurarsi un pezzo unico, recatevi a isili (nu). Gli artigiani locali lavorano il rame e realizzano caldaie per la lavorazione del formaggio, mestoli per schiumare il latte e i caratteristici bracieri. l’unicità è legata alla tradizione: i ramai locali sono eredi di una corporazione molto chiusa la cui storia è ancora oggi velata di mistero.

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• 300 g di fregola • 1 kg d’arselle (vongole)• 4 cucchiai di passata di pomodoro• 3 cucchiai di olio d’oliva extravergine• 2 spicchi d’aglio • 1 mazzetto di prezzemolo• 1 pomodoro secco • 1 l d’acqua

preparazione 20 minuti cottura 40 minutiesecuzione media vino Nuragus di Cagliari

Immergete le arselle in una terrina con abbondante acqua fresca leggermente salata e lasciatele in ammollo per circa 2 ore affinché i molluschi rilascino tutta la sabbia.

fregola Con le arselleper 4 persone

Scolate le arselle e fatele aprire in una padella ampia con 2 cucchiai di olio d’oliva a fiamma vivace. Sgusciate quindi i molluschi, teneteli da parte e filtrate l’acqua di cottura.

In una casseruola a parte imbiondite l’aglio in un filo d’olio e appassitevi il pomodoro secco tagliato a pezzetti. Aggiungete la passata di pomodoro e lasciate insaporire mescolando di tanto in tanto; versate l’acqua e portate a ebollizione.

Aggiungete le arselle insieme alla loro acqua di cottura filtrata e unite poi il prezzemolo tritato finemente. Appena giunto a ebollizione tuffatevi la fregola: sarà pronta quando emergerà in superficie. Servitela calda.

inFormazioni utili

aereo• la sardegna è facilmente raggiungibile da ogni regione d’italia in aereo. i principali aeroporti sono l’elmas di cagliari (www.cagliari-airport.com), il Fertilia di alghero (www.aeroportodialghero.it) e l’olbia costa smeralda di olbia (www.geasar.it). traghetti• per raggiungere l’isola via nave è possibile imbarcarsi ai porti di Genova, savona, la spezia, livorno, piombino, palermo e trapani. i porti di arrivo sono olbia, Golfo aranci, palau, santa teresa di Gallura, porto torres, abratax e cagliari. i traghetti tirrenia da Genova a porto torres e da civitavecchia a olbia e cagliari hanno una coincidenza diretta con le linee ferroviarie. per trasportare la propria auto sull’isola i collegamenti sono da Genova, la spezia, civitavecchia e livorno. treno e bus• la principale compagnia di trasporti pubblici è l’azienda regionale sarda trasporti. per info: www.arst.sardegna.it, tel. 800 865 042.

dove mangiare e dormirewww.charmingsardinia.comwww.sognandosardegna.comwww.sardegna.com; www.portalesardegna.comwww.agriturismodisardegna.itwww.bed-breakfast-sardegna.com

ancora il villaggio di Ingurtosu ad Arbus, oggi pres-soché disabitato, nelle cui vicinanze si apre il deser-to di Piscinas, con le sue alte (fino a 60 m) dune che si allungano per chilometri fino a buttarsi nel mare.C’è da dire che spiagge e mare qui si fanno tutte un po’ notare. L’acqua è limpida anche in piena stagio-ne e la folla mai eccessiva persino presso le località turistiche più in voga come Margherita di Pula, Vil-lasimius e Muravera. E se avete la fortuna di passare da queste parte tra il 14 e il 18 luglio, raggiungete Quartu Sant’Elena. Ad attendervi, i colori e le mu-siche dei gruppi folcloristici provenienti da tutto il mondo e riuniti in occasione della Sciampitta. Sì, perché quella sarda è una terra generosa, che sa ac-cogliere e condividere. E per questo merita rispetto.

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IlfestivalDromosospitatoaOristanoeinpaesivicini

L’isola della musica

alle tradizioni del folclore più antico, si accompagnano nell’estate sarda Festival che fanno vibrare l’isola di ritmi e culture diverse. a luglio c’è la notte dei poeti, dove tra nora, pula e cagliari si alternano momenti di teatro, musica e danza. e ancora, Festivalguer, ad alghero, dove ogni anno, l’anfiteatro del palazzo dei congressi di maria pia e il suggestivo angolo del centro storico del Forte della maddalena, vedono esibirsi cantanti e artisti di fama internazionale. il piccolo paese di narcao (ci) è invece teatro, sempre nel mese di luglio, del narcao blues Festival, mentre sulle rive del mare si svolge il Festival internazionale cala gonone Jazz (nu). oristano e i vicini paesi costieri ospitano, tra luglio e agosto, il festival dromos, che unisce musica e letteratura, arte e filosofia; parola d’ordine di quest’anno: santa Hispanidad. il sarroch summer grooves (ca), infine, torna ad agosto con la sua musica alternativa, d’autore e di tendenza.

consigliati da• al tonno di corsa a carloforte, lo chef secondo borghero propone il pregiato tonno della vicina tonnara in un’infinta serie di versioni. via marzoni 47, carloforte (cl); tel. 0781 855106; www.tonnodicorsa.it• ristorante su meriagu caratteristico ristorante gestito da due sorelle con annesso un laboratorio artigianale di arte bianca molto simile a un museo. da visitare. via leonardo da vinci 140, Quartu sant’elena (ca); tel. 070890842.• antica dimora del gruccione albergo diffuso in un palazzo dell’800 che mantiene forti connessioni con le attività rurali del luogo, come per esempio la produzione del formaggio tipico casizzolu, diventato presidio slow Food. via michele obinu 31, santu lussurgiu (or); tel. 0783 552035/550300; www.anticadimora.com

dove comprare• i.s.o.l.a. è un progetto dell’istituto sardo per l’organizzazione del lavoro artigiano che ha messo a disposizione degli artigiani locali spazi per esporre le proprie produzioni di qualità. diversi i negozi sull’isola. da ricordare quello di cagliari in via monsignor bua, 10.• per assicurarsi un pezzo unico, recatevi a isili (nu). Gli artigiani locali lavorano il rame e realizzano caldaie per la lavorazione del formaggio, mestoli per schiumare il latte e i caratteristici bracieri. l’unicità è legata alla tradizione: i ramai locali sono eredi di una corporazione molto chiusa la cui storia è ancora oggi velata di mistero.

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malloreddus Con salsiCCia

• 300 g di malloreddus • 600 g di pomodori • 200 g di salsiccia • 1 foglia d’alloro • zafferano• 2 foglie di basilico • 1 cipolla piccola • 1 spicchio d’aglio • 2 cucchiai di olio d’oliva extravergine • sale

preparazione 15 minuti cottura 25 minutiesecuzione facile vino Vermentino di Gallura

In una padella ampia soffriggete in un filo d’olio la cipolla e l’aglio tritati finemente al coltello; appena dorati aggiungete la salsiccia spezzettata e fatela rosolare per alcuni minuti.

Versate i pomodori, precedentemente sbollentati, spellati, privati dei semi e tagliati a pezzetti; aggiustate di sale, insaporite con l’alloro, il basilico spezzettato e unite un pizzico di zafferano.

Cuocete la salsa a fiamma bassa, mescolando di tanto in tanto e bagnando con poca acqua, se necessario.

Lessate i malloreddus in abbondante acqua bollente salata, scolateli al dente e saltateli in padella con la salsa preparata. Spolverizzate, a piacere, di pecorino grattugiato e di prezzemolo e servite subito.

• 1,2 kg di tonno fresco • 30 g di olive nere denocciolate• 1/2 limone • 3 foglie d’alloro • 1 costa di sedano • 1/2 cipolla • 100 ml di vino bianco • sale• 3 cucchiai di olio d’oliva extravergine

preparazione 20 minuti cottura 30 minutiesecuzione difficile vino Torbato di Alghero

Ammollate per circa 2 ore il tonno in una bacinella contenente acqua acidulata con il succo di limone. Trascorso questo periodo, rosolate in padella con l’olio d’oliva un trito di cipolla e sedano, aggiungendo anche l’alloro.

Unite anche il tonno e fatelo cuocere a fiamma bassa per 20 minuti circa, girandolo di tanto in tanto per uniformare la cottura.

Versate il vino, fate sfumare e aggiungete le olive. Aggiustate di sale, coprite il tegame e terminate la cottura. Servite il tonno a fette ben caldo, decorando con le olive e con il sughetto di cottura.

tonno all’algherese

per 4 persone

per 4 persone

Pane frattau

• 8 fogli di pane carasau • 4 uova• 400 ml di salsa di pomodoro • 1 l di brodo vegetale• 150 g di pecorino stagionato • sale

preparazione 10 minuti cottura 20 minutiesecuzione facile vino Alghero rosato

Versate il brodo in due pentole capienti; in una immergete per pochi secondi i fogli di pane, quindi scolateli e posateli su un piatto di portata alternandoli con qualche cucchiaio di salsa di pomodoro, un pizzico di sale e pecorino grattugiato.

Nell’altra pentola cuocete le uova in camicia. Tuffatele una alla volta nel brodo mescolando in senso rotatorio per formare un vortice in modo che l’uovo resti compatto.

Scolatele con un mestolo forato, una alla volta, dopo circa 3 minuti. posatele sul pane e completate con il pecorino grattugiato rimasto. Servite il pane frattau ben caldo.

per 4 persone

• 1 kg di farina bianca “00” • 200 g di strutto • olio di semi per friggere • sale per il ripieno • 1 kg di formaggio fresco • 50 g di farina bianca “00” • 1/2 bicchiere d’acqua • 2 bustine di vanillina • 1 arancia non trattataper decorare • miele amaro

preparazione 40 minuti cottura 30 minutiesecuzione media vino Nasco di Cagliari Liquoroso

Tagliate il formaggio a fettine e mettetelo in un tegame a fondere, con l’acqua, la vanillina e la scorza grattugiata dell’arancia. mescolate, incorporando infine la farina a pioggia. dividete in porzioni il formaggio fuso, poi sistematelo su un tagliere umido. Formate tante schiacciatine e lasciatele asciugare.

Nel frattempo, versate la farina a fontana sulla spianatoia, incorporatevi lo strutto, un pizzico di sale e versate acqua tiepida sufficientea ottenere una pasta di consistenza morbida ed elastica. Amalgamate bene fino a ottenere un impasto liscio e omogeneo. Stendete la pasta con il matterello, ottenendo una sfoglia larga e sottile.

Tagliate la sfoglia a dischetti e al centro di ognuno sistemate le porzioni di formaggio, quindi coprite con un altro dischetto di sfoglia, premendo bene con le dita lungo i bordi. Tuffate le sebadas e friggetele in abbondante olio caldo. Servitele ancora calde, irrorandole con miele amaro o, a piacere, cospargendole con dello zucchero.

seBadasper 6-8 persone

IL Tonno roSSo dI CarLoForTE

viene catturato a maggio e giugno con l’antico metodo della tonnara. del tonno rosso si mangia tutto, interiora, uova e cuore. la parte più pregiata è la ventresca, grassa e molto morbida, seguita dal tarantella, che mantiene il sapore intenso ma è meno grassa, e il tonno, la parte più magra, più asciutta e meno saporita.

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malloreddus Con salsiCCia

• 300 g di malloreddus • 600 g di pomodori • 200 g di salsiccia • 1 foglia d’alloro • zafferano• 2 foglie di basilico • 1 cipolla piccola • 1 spicchio d’aglio • 2 cucchiai di olio d’oliva extravergine • sale

preparazione 15 minuti cottura 25 minutiesecuzione facile vino Vermentino di Gallura

In una padella ampia soffriggete in un filo d’olio la cipolla e l’aglio tritati finemente al coltello; appena dorati aggiungete la salsiccia spezzettata e fatela rosolare per alcuni minuti.

Versate i pomodori, precedentemente sbollentati, spellati, privati dei semi e tagliati a pezzetti; aggiustate di sale, insaporite con l’alloro, il basilico spezzettato e unite un pizzico di zafferano.

Cuocete la salsa a fiamma bassa, mescolando di tanto in tanto e bagnando con poca acqua, se necessario.

Lessate i malloreddus in abbondante acqua bollente salata, scolateli al dente e saltateli in padella con la salsa preparata. Spolverizzate, a piacere, di pecorino grattugiato e di prezzemolo e servite subito.

• 1,2 kg di tonno fresco • 30 g di olive nere denocciolate• 1/2 limone • 3 foglie d’alloro • 1 costa di sedano • 1/2 cipolla • 100 ml di vino bianco • sale• 3 cucchiai di olio d’oliva extravergine

preparazione 20 minuti cottura 30 minutiesecuzione difficile vino Torbato di Alghero

Ammollate per circa 2 ore il tonno in una bacinella contenente acqua acidulata con il succo di limone. Trascorso questo periodo, rosolate in padella con l’olio d’oliva un trito di cipolla e sedano, aggiungendo anche l’alloro.

Unite anche il tonno e fatelo cuocere a fiamma bassa per 20 minuti circa, girandolo di tanto in tanto per uniformare la cottura.

Versate il vino, fate sfumare e aggiungete le olive. Aggiustate di sale, coprite il tegame e terminate la cottura. Servite il tonno a fette ben caldo, decorando con le olive e con il sughetto di cottura.

tonno all’algherese

per 4 persone

per 4 persone

Pane frattau

• 8 fogli di pane carasau • 4 uova• 400 ml di salsa di pomodoro • 1 l di brodo vegetale• 150 g di pecorino stagionato • sale

preparazione 10 minuti cottura 20 minutiesecuzione facile vino Alghero rosato

Versate il brodo in due pentole capienti; in una immergete per pochi secondi i fogli di pane, quindi scolateli e posateli su un piatto di portata alternandoli con qualche cucchiaio di salsa di pomodoro, un pizzico di sale e pecorino grattugiato.

Nell’altra pentola cuocete le uova in camicia. Tuffatele una alla volta nel brodo mescolando in senso rotatorio per formare un vortice in modo che l’uovo resti compatto.

Scolatele con un mestolo forato, una alla volta, dopo circa 3 minuti. posatele sul pane e completate con il pecorino grattugiato rimasto. Servite il pane frattau ben caldo.

per 4 persone

• 1 kg di farina bianca “00” • 200 g di strutto • olio di semi per friggere • sale per il ripieno • 1 kg di formaggio fresco • 50 g di farina bianca “00” • 1/2 bicchiere d’acqua • 2 bustine di vanillina • 1 arancia non trattataper decorare • miele amaro

preparazione 40 minuti cottura 30 minutiesecuzione media vino Nasco di Cagliari Liquoroso

Tagliate il formaggio a fettine e mettetelo in un tegame a fondere, con l’acqua, la vanillina e la scorza grattugiata dell’arancia. mescolate, incorporando infine la farina a pioggia. dividete in porzioni il formaggio fuso, poi sistematelo su un tagliere umido. Formate tante schiacciatine e lasciatele asciugare.

Nel frattempo, versate la farina a fontana sulla spianatoia, incorporatevi lo strutto, un pizzico di sale e versate acqua tiepida sufficientea ottenere una pasta di consistenza morbida ed elastica. Amalgamate bene fino a ottenere un impasto liscio e omogeneo. Stendete la pasta con il matterello, ottenendo una sfoglia larga e sottile.

Tagliate la sfoglia a dischetti e al centro di ognuno sistemate le porzioni di formaggio, quindi coprite con un altro dischetto di sfoglia, premendo bene con le dita lungo i bordi. Tuffate le sebadas e friggetele in abbondante olio caldo. Servitele ancora calde, irrorandole con miele amaro o, a piacere, cospargendole con dello zucchero.

seBadasper 6-8 persone

IL Tonno roSSo dI CarLoForTE

viene catturato a maggio e giugno con l’antico metodo della tonnara. del tonno rosso si mangia tutto, interiora, uova e cuore. la parte più pregiata è la ventresca, grassa e molto morbida, seguita dal tarantella, che mantiene il sapore intenso ma è meno grassa, e il tonno, la parte più magra, più asciutta e meno saporita.

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siete a londra per seguire le olimpiadi 2012? ecco qualche consiglio per distrarvi tra una gara e l’altra con mostre, musical e tanto shoppingdi gilda Ciaruffoli

“Quando un uomo è stanco di Londra, è stanco della vita, perché a Londra si trova tutto quanto la vita può offrire”. Era così nel XVIII secolo, quando il poeta inglese

Samuel Johnson pronunciò questa celebre massima, ed è così ancora adesso. Nei secoli, Londra non ha mai smentito la sua fama di centro culturale, artistico e multietnico, il cui cuore, da tradizione, è Charing Cross, inevitabile punto di partenza per chi visiti la città per la prima volta. Usciti dalla centralissima stazione della metro, due le alternative che si prospettano. Per chi ritiene che un cambio della guardia, nella vita, sia proprio impossibile non vederlo, la via da imboccare è il Mall, viale

Nella CittàChe NoN dorme mai

viaggio nel mondo londra

UnascenograficaimmaginedelTamigiedelTowerBridge

Le olimpiadi del divertimento

il 27 luglio si conclude il conto alla rovescia per i Giochi olimpici 2012, che si svolgono a londra fino al 12 agosto. seppure questo sia senza dubbio l’evento che monopolizzerà l’attenzione mondiale sulla città, tanti gli appuntamenti estivi dedicati anche a chi di sport non capisce nulla. tra i principali: quello del 7 luglio con il worldpride, cuore della manifestazione gay friendly che attira in città milioni di visitatori, e quello del 26-27 agosto con il notting hill carnival, quando si terrà per le eleganti strade del quartiere una grandiosa e colorata festa in costume.

re tutto, a qualsiasi ora del giorno e della notte. Piccadilly Circus, Oxford Street, Covent Gar-den e Soho (ma anche la suggestiva Chinatown), si trovano a poca distanza l’uno dall’altro, con i loro negozi, le sale da tè e i locali di tendenza. Ad attraversarli Shaftesbury Avenue, una sorta di Broadway locale costellata di teatri che ha valso al West End il nomignolo di Theatreland. Unirvi a una delle ordinate file in attesa di acquistare un biglietto per uno dei classici musical in cartellone (imperdibile The Phantom of the Opera) vi farà senti-re davvero londinesi!

a sud del tamigiÈ ora di attraversare il Tamigi e scoprire una Londra diversa, meno turistica ma vivace e di tendenza. Superato il Tower Bridge, ottocente-sco simbolo della città, la zona dei docks, ovvero l’ex zona industriale nonché porto di Londra, e i quartieri di Southwark e South Bank, racchiudo-no infatti tesori inattesi. Come i due galeoni at-traccati presso Cathedral Street, ovvero le copie dei Kathleen & May, dei primi del ’900, e quello di Francis Drake (in tema, seppure parecchio di-stante, è impossibile non citare Little Venice con i suoi canali e le sue case galleggianti); e ancora lo Shakespeariano Globe Theatre, ricostruito con i materiali originali e dove, come ai tempi del Bar-do, le rappresentazioni si tengono alla sola luce del sole. E poi i tanti, e spesso sorprendenti, mu-sei. In realtà l’argomento meriterebbe un capitolo a parte. Londra pullula letteralmente di esposi-zioni d’arte e collezioni storiche di ogni sorta. Ci sono i grandi classici, come il British Museum, la National Gallery e la Royal Accademy; e quelli entrati nella leggenda, come il museo delle cere

alberato che costeggia St. Jame’s Park – fastoso parco dove fermarsi ad ascoltare ensemble di an-ziani violinisti o improvvisate orchestrine jazz sdraiati nel verde – e che arriva dritto a Buckin-gham Palace. Di lì raggiungere la cattedrale di Westminster e il Big Bang è tanto semplice quanto imprescindibile. Per chi invece preferisce toccare subito con mano il brulichio della vita londinese, la direzione è quella del West End, che si apre con Trafalgar Square. La zona incarna alla perfezio-ne l’idea di vivacità culturale e mondana che la capitale britannica evoca: qui è possibile trova-

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siete a londra per seguire le olimpiadi 2012? ecco qualche consiglio per distrarvi tra una gara e l’altra con mostre, musical e tanto shoppingdi gilda Ciaruffoli

“Quando un uomo è stanco di Londra, è stanco della vita, perché a Londra si trova tutto quanto la vita può offrire”. Era così nel XVIII secolo, quando il poeta inglese

Samuel Johnson pronunciò questa celebre massima, ed è così ancora adesso. Nei secoli, Londra non ha mai smentito la sua fama di centro culturale, artistico e multietnico, il cui cuore, da tradizione, è Charing Cross, inevitabile punto di partenza per chi visiti la città per la prima volta. Usciti dalla centralissima stazione della metro, due le alternative che si prospettano. Per chi ritiene che un cambio della guardia, nella vita, sia proprio impossibile non vederlo, la via da imboccare è il Mall, viale

Nella CittàChe NoN dorme mai

viaggio nel mondo londra

UnascenograficaimmaginedelTamigiedelTowerBridge

Le olimpiadi del divertimento

il 27 luglio si conclude il conto alla rovescia per i Giochi olimpici 2012, che si svolgono a londra fino al 12 agosto. seppure questo sia senza dubbio l’evento che monopolizzerà l’attenzione mondiale sulla città, tanti gli appuntamenti estivi dedicati anche a chi di sport non capisce nulla. tra i principali: quello del 7 luglio con il worldpride, cuore della manifestazione gay friendly che attira in città milioni di visitatori, e quello del 26-27 agosto con il notting hill carnival, quando si terrà per le eleganti strade del quartiere una grandiosa e colorata festa in costume.

re tutto, a qualsiasi ora del giorno e della notte. Piccadilly Circus, Oxford Street, Covent Gar-den e Soho (ma anche la suggestiva Chinatown), si trovano a poca distanza l’uno dall’altro, con i loro negozi, le sale da tè e i locali di tendenza. Ad attraversarli Shaftesbury Avenue, una sorta di Broadway locale costellata di teatri che ha valso al West End il nomignolo di Theatreland. Unirvi a una delle ordinate file in attesa di acquistare un biglietto per uno dei classici musical in cartellone (imperdibile The Phantom of the Opera) vi farà senti-re davvero londinesi!

a sud del tamigiÈ ora di attraversare il Tamigi e scoprire una Londra diversa, meno turistica ma vivace e di tendenza. Superato il Tower Bridge, ottocente-sco simbolo della città, la zona dei docks, ovvero l’ex zona industriale nonché porto di Londra, e i quartieri di Southwark e South Bank, racchiudo-no infatti tesori inattesi. Come i due galeoni at-traccati presso Cathedral Street, ovvero le copie dei Kathleen & May, dei primi del ’900, e quello di Francis Drake (in tema, seppure parecchio di-stante, è impossibile non citare Little Venice con i suoi canali e le sue case galleggianti); e ancora lo Shakespeariano Globe Theatre, ricostruito con i materiali originali e dove, come ai tempi del Bar-do, le rappresentazioni si tengono alla sola luce del sole. E poi i tanti, e spesso sorprendenti, mu-sei. In realtà l’argomento meriterebbe un capitolo a parte. Londra pullula letteralmente di esposi-zioni d’arte e collezioni storiche di ogni sorta. Ci sono i grandi classici, come il British Museum, la National Gallery e la Royal Accademy; e quelli entrati nella leggenda, come il museo delle cere

alberato che costeggia St. Jame’s Park – fastoso parco dove fermarsi ad ascoltare ensemble di an-ziani violinisti o improvvisate orchestrine jazz sdraiati nel verde – e che arriva dritto a Buckin-gham Palace. Di lì raggiungere la cattedrale di Westminster e il Big Bang è tanto semplice quanto imprescindibile. Per chi invece preferisce toccare subito con mano il brulichio della vita londinese, la direzione è quella del West End, che si apre con Trafalgar Square. La zona incarna alla perfezio-ne l’idea di vivacità culturale e mondana che la capitale britannica evoca: qui è possibile trova-

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inFormazioni utili•cinque gli aeroporti che permettono di raggiungere la città, anche se il london city airoport è utilizzato quasi esclusivamente da un’utenza business. meglio Heathrow, a 30 km da londra; più lontani Gatwick, luton (entrambi a circa 50 km) e stansted (60 km). •principali compagnie che effettuano la tratta diretta: british airways (www. britishairways.com), alitalia (www.alitalia.com), easyjet (www.easyjet.com), ryanair (www.ryanair.com).•heathrow è collegato alla città dalla piccadilly line (50 minuti) e dall’Heathrow express (20 minuti). attivo anche il servizio di pullman national express e l’autobus 9 che lo collega con trafalgar square di notte. •gatwick è collegato a victoria station dal Gatwick express (30 minuti). attivi anche i pullman airbus a5 e national express speedlink.•a luton è attivo un servizio ferroviario che collega l’aeroporto alle diverse stazioni di londra (35 minuti). •stansted è collegato alla stazione di liverpool street dallo stansted express (45 minuti).

consigliati dadove mangiare•bonninghton cafe: locale vegetariano con uno chef diverso ogni giorno. consigliata la prenotazione. vauxhall Grove, 11 - www.bonningtoncafe.co.uk•seven: bar/galleria d’arte di recente apertura con arredamento eccentrico. si trova nel brixton market, mercato coperto (che fa il paio con il brixton village) ricco di locali e ristoranti. unit 7 market row www.sevenatbrixton.wordpress.com•nobu: locale stellato con cucina nippo-peruviana aperto da robert de niro. old park lane, 19 www.noburestaurants.com

dove dormire•millennium mayfair hotelelegantissimo, in un edificio del Xviii secolo. Grosvenor square, 44 – www.millenniumhotels.co.uk•the mayfair hotelmembro di radisson edwardian Hotel, dal design decisamente contemporaneo. stratton street www.themayfairhotel.co.uk

cosa acquistare•un originale capo vintage/mod in uno degli ultimi capisaldi del genere, il the Face, all’1 di marlborough court – www.sherrys.co.uk•a londra il tempo è imprevedibile. Quasi necessario un ombrello, in ogni stagione. dove acquistarlo? al James smith and sons, immersi in un’autentica atmosfera vittoriana. new oxford street, 53www.james-smith.co.uk

Unaaffollataviadelloshoppinglondineseeitradizionalibussuduepiani,unodeisimbolidellacittà

Fuori dai soliti itinerari

due mete curiose, ai capi estremi della città. a nord-ovest, nella zona di neasden, troviamo il baps shri swaminarayan mandir (in foto; www.mandir.org), ovvero il più grande tempio indiano fuori dall’india: una magnifica struttura in marmo che è luogo di culto (quindi occhio all’abbigliamento!) ma anche sede di diversi festival. al capo opposto, ovvero a sud-est, il crystal palace park, parco vittoriano che nasconde un segreto: un vero e proprio labirinto verde, immancabile protagonista di tanta letteratura inglese, nel quale giocare a perdersi e ritrovarsi.

di Madame Tussaud’s. Ma volendo focalizzare l’attenzione sulla sponda sud del Tamigi, qui tro-viamo cattedrali dell’arte contemporanea, come il Tate Modern, realizzato in un’ex centrale ter-moelettrica, o il Southbank Centre, il più grande centro delle arti d’Europa, e la splendida Dulwich Picture Gallery, primo museo d’arte pubblico d’Inghilterra. Infinite sono poi le esposizioni “mi-nori” e curiose, come il Bramah Tea and Coffee Museum, dove degustare i migliori tè del mondo, l’Old Operating Theatre che, nella mansarda del-la chiesa di St. Thomas, ospita la più antica sala chirurgica del paese, e i terrificanti London Dun-geon e Clink Prison Museum che, con una note-vole dose di ironico cinismo tipicamente british, mettono in scena i momenti più tremendi della storia cittadina.

le vie dello shoppingE dopo tanta cultura, un giro per negozi è d’ob-bligo. D’altra parte la capitale britannica detta da sempre legge in fatto di moda e il ventaglio di scel-te è più che ampio. Ci sono le vie del lusso di May-fair, dove passeggiare lungo il Shepherds Market, area pedonale ricca di atelier; quelle dell’anti-quariato di Portobello Road, a Notting Hill, e del Greenwich Market, e le “pulci alternative” di Camdan Town. Il sabato poi è la volta del Broa-dway Market di London Fields, attualmente il più

quotato tra i giovani che qui amano anche pas-sare le giornate rilassandosi nell’adiacente parco. Con il guardaroba rinnovato, prima di salutare la città, concedetevi infine un giro sul London Eye, la ruota panoramica più alta d’Europa, sulla cima della quale è possibile abbracciare con lo sguardo un panorama che raggiunge i 40 km, e avere così “la città che non dorme mai”, con le sue insegne, i negozi, i locali, l’arte e la gente che vi arriva dai quattro angoli del mondo, tutta ai vostri piedi.

viaggio nel mondo londra

Fish&chips, apple pie… e poi?

che londra non vanti una grande reputazione gastronomica è un dato di fatto. ma questo non toglie che anche la tradizione culinaria inglese qualche piatto tipico lo annoveri. provateli nei classici pub. Qui potete gustare le pie, delle torte salate con un ripieno in genere a base di carne, come la famosissima steak and kidney pie (torta di carne e rognoni), oppure le cottage pie (o sheppard pie) a base di carne e patate, oltre naturalmente al famoso fish and chips (pesce e patatine fritte), accompagnati da ottime birre. scegliete invece le carvery (letteralmente locali dove si taglia la carne), per provare gli arrosti, le cose migliori della cucina inglese. oltre al noto rostbeef, assaggiate i sostanziosi arrosti di maiale, serviti con la gravy (la salsina dell’arrosto addensata) e accompagnati dagli yorkshire pudding, piccoli soufflé a base di uova e farina, salsa di mostarda, cipolle e vari ortaggi cotti al vapore o bolliti, il lancashire hotpot, una casseruola di carne e verdure condita con patate affettate, oppure le bangers and mash, salsiccia e purea di patate. da provare anche il bubble & squeak: ortaggi avanzati da pasti precedenti, fritti e accompagnati da purea di patate, salsicce, uova. i primi sono rari e di solito sono una zuppa o una minestra servite con piccoli panini caldi chiamati ‘rolls’.non rinunciate poi ai dolci: oltre alle tipiche apple pie (una sorta di strudel di mele) o chesee-cake (morbido formaggio fresco su una base di pan di spagna o pasta biscotto declinata in mille versioni), assaggiate lo spotted dick, un pudding con uvetta, o la teacle tarte, la torta di melassa accompagnata da crema pasticcera, fragole e panna, o la red velvet cake: una torta di colore rosso a tre strati, profumata alla vaniglia o cioccolato e farcita con crema al mascarpone/formaggio, e panna e con glassa al formaggio. da accompagnare a una buona tazza di tè inglese le allegre e invoglianti cup cake e i muffin, i dolci inglesi di riferimento.

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inFormazioni utili•cinque gli aeroporti che permettono di raggiungere la città, anche se il london city airoport è utilizzato quasi esclusivamente da un’utenza business. meglio Heathrow, a 30 km da londra; più lontani Gatwick, luton (entrambi a circa 50 km) e stansted (60 km). •principali compagnie che effettuano la tratta diretta: british airways (www. britishairways.com), alitalia (www.alitalia.com), easyjet (www.easyjet.com), ryanair (www.ryanair.com).•heathrow è collegato alla città dalla piccadilly line (50 minuti) e dall’Heathrow express (20 minuti). attivo anche il servizio di pullman national express e l’autobus 9 che lo collega con trafalgar square di notte. •gatwick è collegato a victoria station dal Gatwick express (30 minuti). attivi anche i pullman airbus a5 e national express speedlink.•a luton è attivo un servizio ferroviario che collega l’aeroporto alle diverse stazioni di londra (35 minuti). •stansted è collegato alla stazione di liverpool street dallo stansted express (45 minuti).

consigliati dadove mangiare•bonninghton cafe: locale vegetariano con uno chef diverso ogni giorno. consigliata la prenotazione. vauxhall Grove, 11 - www.bonningtoncafe.co.uk•seven: bar/galleria d’arte di recente apertura con arredamento eccentrico. si trova nel brixton market, mercato coperto (che fa il paio con il brixton village) ricco di locali e ristoranti. unit 7 market row www.sevenatbrixton.wordpress.com•nobu: locale stellato con cucina nippo-peruviana aperto da robert de niro. old park lane, 19 www.noburestaurants.com

dove dormire•millennium mayfair hotelelegantissimo, in un edificio del Xviii secolo. Grosvenor square, 44 – www.millenniumhotels.co.uk•the mayfair hotelmembro di radisson edwardian Hotel, dal design decisamente contemporaneo. stratton street www.themayfairhotel.co.uk

cosa acquistare•un originale capo vintage/mod in uno degli ultimi capisaldi del genere, il the Face, all’1 di marlborough court – www.sherrys.co.uk•a londra il tempo è imprevedibile. Quasi necessario un ombrello, in ogni stagione. dove acquistarlo? al James smith and sons, immersi in un’autentica atmosfera vittoriana. new oxford street, 53www.james-smith.co.uk

Unaaffollataviadelloshoppinglondineseeitradizionalibussuduepiani,unodeisimbolidellacittà

Fuori dai soliti itinerari

due mete curiose, ai capi estremi della città. a nord-ovest, nella zona di neasden, troviamo il baps shri swaminarayan mandir (in foto; www.mandir.org), ovvero il più grande tempio indiano fuori dall’india: una magnifica struttura in marmo che è luogo di culto (quindi occhio all’abbigliamento!) ma anche sede di diversi festival. al capo opposto, ovvero a sud-est, il crystal palace park, parco vittoriano che nasconde un segreto: un vero e proprio labirinto verde, immancabile protagonista di tanta letteratura inglese, nel quale giocare a perdersi e ritrovarsi.

di Madame Tussaud’s. Ma volendo focalizzare l’attenzione sulla sponda sud del Tamigi, qui tro-viamo cattedrali dell’arte contemporanea, come il Tate Modern, realizzato in un’ex centrale ter-moelettrica, o il Southbank Centre, il più grande centro delle arti d’Europa, e la splendida Dulwich Picture Gallery, primo museo d’arte pubblico d’Inghilterra. Infinite sono poi le esposizioni “mi-nori” e curiose, come il Bramah Tea and Coffee Museum, dove degustare i migliori tè del mondo, l’Old Operating Theatre che, nella mansarda del-la chiesa di St. Thomas, ospita la più antica sala chirurgica del paese, e i terrificanti London Dun-geon e Clink Prison Museum che, con una note-vole dose di ironico cinismo tipicamente british, mettono in scena i momenti più tremendi della storia cittadina.

le vie dello shoppingE dopo tanta cultura, un giro per negozi è d’ob-bligo. D’altra parte la capitale britannica detta da sempre legge in fatto di moda e il ventaglio di scel-te è più che ampio. Ci sono le vie del lusso di May-fair, dove passeggiare lungo il Shepherds Market, area pedonale ricca di atelier; quelle dell’anti-quariato di Portobello Road, a Notting Hill, e del Greenwich Market, e le “pulci alternative” di Camdan Town. Il sabato poi è la volta del Broa-dway Market di London Fields, attualmente il più

quotato tra i giovani che qui amano anche pas-sare le giornate rilassandosi nell’adiacente parco. Con il guardaroba rinnovato, prima di salutare la città, concedetevi infine un giro sul London Eye, la ruota panoramica più alta d’Europa, sulla cima della quale è possibile abbracciare con lo sguardo un panorama che raggiunge i 40 km, e avere così “la città che non dorme mai”, con le sue insegne, i negozi, i locali, l’arte e la gente che vi arriva dai quattro angoli del mondo, tutta ai vostri piedi.

viaggio nel mondo londra

Fish&chips, apple pie… e poi?

che londra non vanti una grande reputazione gastronomica è un dato di fatto. ma questo non toglie che anche la tradizione culinaria inglese qualche piatto tipico lo annoveri. provateli nei classici pub. Qui potete gustare le pie, delle torte salate con un ripieno in genere a base di carne, come la famosissima steak and kidney pie (torta di carne e rognoni), oppure le cottage pie (o sheppard pie) a base di carne e patate, oltre naturalmente al famoso fish and chips (pesce e patatine fritte), accompagnati da ottime birre. scegliete invece le carvery (letteralmente locali dove si taglia la carne), per provare gli arrosti, le cose migliori della cucina inglese. oltre al noto rostbeef, assaggiate i sostanziosi arrosti di maiale, serviti con la gravy (la salsina dell’arrosto addensata) e accompagnati dagli yorkshire pudding, piccoli soufflé a base di uova e farina, salsa di mostarda, cipolle e vari ortaggi cotti al vapore o bolliti, il lancashire hotpot, una casseruola di carne e verdure condita con patate affettate, oppure le bangers and mash, salsiccia e purea di patate. da provare anche il bubble & squeak: ortaggi avanzati da pasti precedenti, fritti e accompagnati da purea di patate, salsicce, uova. i primi sono rari e di solito sono una zuppa o una minestra servite con piccoli panini caldi chiamati ‘rolls’.non rinunciate poi ai dolci: oltre alle tipiche apple pie (una sorta di strudel di mele) o chesee-cake (morbido formaggio fresco su una base di pan di spagna o pasta biscotto declinata in mille versioni), assaggiate lo spotted dick, un pudding con uvetta, o la teacle tarte, la torta di melassa accompagnata da crema pasticcera, fragole e panna, o la red velvet cake: una torta di colore rosso a tre strati, profumata alla vaniglia o cioccolato e farcita con crema al mascarpone/formaggio, e panna e con glassa al formaggio. da accompagnare a una buona tazza di tè inglese le allegre e invoglianti cup cake e i muffin, i dolci inglesi di riferimento.

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La dieta d’estateper il mio bambino

arriva il caldo e il probleMa dell’inappetenza per i più piccoli.

ecco i nostri consigli perché affrontino il solleone pieni di energie

di giada gaetano - specialista in dietetica e nutrizione applicata

Quando arriva il caldo tutti tendiamo a consumare meno energia per man-tenere costante la temperatura corpo-rea rispetto a quando fa freddo e, di

conseguenza, l’organismo ha bisogno di assumere una quantità minore di calorie attraverso l’alimen-tazione. I bambini, rispetto agli adulti, hanno un meccanismo di autoregolazione più funzionale ed è per questo motivo che tendono a mangiare meno e possono diventare inappetenti. Ecco qualche prezioso consiglio per gestire dalla colazione alla cena l’alimentazione dei più piccoli nei mesi più caldi.

mondo junior 0-12 dieta d’estate

pasti leggeri e tanta acquaIl primo accorgimento è quello di evitare di for-zarli a consumare pasti troppo abbondanti, ma al contrario invogliarli alla tavola attraverso la pre-parazione di cibi più leggeri e soprattutto ricchi di vitamine e minerali, che vengono persi con la sudorazione.Per reintegrare i liquidi persi è, inoltre, fondamen-tale fare bere tanta acqua durante la giornata, af-finché non si disidratino, con particolare attenzio-ne per quelli più piccoli che non sono in grado di comunicare la sete. Un’alternativa all’acqua possono essere i succhi di

frutta, quelli senza zuccheri aggiunti, o le spremute di frutta fresca o i frullati con mix di frutta nu-triente come banane, kiwi, mela, fragole. Va bene anche il latte, tenendo presente però che non è una bevanda, ma un alimento. Sono invece da limitare le bibite gassate e zuccherate, che possono aumen-tare la diuresi e quindi il rischio di disidratazione.Ma cominciamo dalla colazione. Se nei periodi più afosi ai piccoli non vanno le cose calde, prepara-te del latte freddo con i cereali o biscotti secchi, oppure yogurt e frutta fresca o succo di frutta e

cereali o biscotti secchi o una fetta di torta tipo margherita. Se il piccolo gradisce il salato potete accompagnare il latte, lo yogurt o il succo con un panino al prosciutto o con un panino al formaggio. Qualche volta può essere una colazione nutriente anche un succo di frutta e un pezzo di pizza sem-plice, tipo margherita. Anche a merenda sono ottimi frutta e yogurt, op-pure un bel gelato che fornisce il giusto apporto calorico, oltre a elementi importanti per la crescita come proteine, calcio, fosforo, ferro e vitamine A,

Nei mesi più caldi privilegiate per i vostri bambini cibi e pietanze leggere e ricche di vitamine e minerali. Inoltre convinceteli a bere molta acqua

per evitare il pericolo della disidratazione

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La dieta d’estateper il mio bambino

arriva il caldo e il probleMa dell’inappetenza per i più piccoli.

ecco i nostri consigli perché affrontino il solleone pieni di energie

di giada gaetano - specialista in dietetica e nutrizione applicata

Quando arriva il caldo tutti tendiamo a consumare meno energia per man-tenere costante la temperatura corpo-rea rispetto a quando fa freddo e, di

conseguenza, l’organismo ha bisogno di assumere una quantità minore di calorie attraverso l’alimen-tazione. I bambini, rispetto agli adulti, hanno un meccanismo di autoregolazione più funzionale ed è per questo motivo che tendono a mangiare meno e possono diventare inappetenti. Ecco qualche prezioso consiglio per gestire dalla colazione alla cena l’alimentazione dei più piccoli nei mesi più caldi.

mondo junior 0-12 dieta d’estate

pasti leggeri e tanta acquaIl primo accorgimento è quello di evitare di for-zarli a consumare pasti troppo abbondanti, ma al contrario invogliarli alla tavola attraverso la pre-parazione di cibi più leggeri e soprattutto ricchi di vitamine e minerali, che vengono persi con la sudorazione.Per reintegrare i liquidi persi è, inoltre, fondamen-tale fare bere tanta acqua durante la giornata, af-finché non si disidratino, con particolare attenzio-ne per quelli più piccoli che non sono in grado di comunicare la sete. Un’alternativa all’acqua possono essere i succhi di

frutta, quelli senza zuccheri aggiunti, o le spremute di frutta fresca o i frullati con mix di frutta nu-triente come banane, kiwi, mela, fragole. Va bene anche il latte, tenendo presente però che non è una bevanda, ma un alimento. Sono invece da limitare le bibite gassate e zuccherate, che possono aumen-tare la diuresi e quindi il rischio di disidratazione.Ma cominciamo dalla colazione. Se nei periodi più afosi ai piccoli non vanno le cose calde, prepara-te del latte freddo con i cereali o biscotti secchi, oppure yogurt e frutta fresca o succo di frutta e

cereali o biscotti secchi o una fetta di torta tipo margherita. Se il piccolo gradisce il salato potete accompagnare il latte, lo yogurt o il succo con un panino al prosciutto o con un panino al formaggio. Qualche volta può essere una colazione nutriente anche un succo di frutta e un pezzo di pizza sem-plice, tipo margherita. Anche a merenda sono ottimi frutta e yogurt, op-pure un bel gelato che fornisce il giusto apporto calorico, oltre a elementi importanti per la crescita come proteine, calcio, fosforo, ferro e vitamine A,

Nei mesi più caldi privilegiate per i vostri bambini cibi e pietanze leggere e ricche di vitamine e minerali. Inoltre convinceteli a bere molta acqua

per evitare il pericolo della disidratazione

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Ok al panino in spiaggia, purché…

d’estate capita spesso di rimanere a pranzo in spiaggia e la preoccupazione di molte mamme è cosa preparare al proprio bambino per permettergli di affrontare la giornata di mare. il panino può essere una soluzione, l’importante è che sia farcito in maniera assortita e studiata e sempre accompagnato da una porzione di frutta. i classici sono con salume o salume e formaggio, ma sarebbe bene completarli aggiungendo della verdura. tra i salumi, preferite il prosciutto (crudo o cotto) e lo speck sgrassati, la bresaola, la fesa di pollo o tacchino, la spalla cotta magra. varianti di panino leggero e nutriente sono con la frittata (meglio se farcita con piselli, spinaci, zucchine, ecc…) o con la carne o pesce accompagnati da verdura. la carne o il pesce possono essere preparati anche sotto forma di hamburger, molto gradito ai bimbi, purché gli alimenti siano selezionati. potete cucinare hamburger di manzo, pollo, tacchino, coniglio, agnello, ma anche di merluzzo o nasello, salmone, spigola, orata, ecc. per esempio l’hamburger di salmone piace molto perché ha un sapore delicato. Gli hamburger possono essere preparati anche miscelando carne o pesce a verdure o legumi: la patata lessa, i fagioli, i piselli, i ceci e le lenticchie sono ottimi leganti. alcuni esempi: panino con prosciutto, pomodoro e/o cetrioli, panino con frittata di zucchine, panino con merluzzo e spinaci, panino con pollo (es. coscia disossata, anche preparata sotto forma di hamburger) e peperoni, panino con stracchino e radicchio… le possibili combinazioni sono molteplici, ma ciascuna mamma deve assecondare le preferenze del proprio bambino, cercando di variare il più possibile nella scelta degli alimenti. a partire dallo stesso pane che può essere bianco comune, al latte, tipo rosetta, ma anche di cereali, di kamut, ecc… in spiaggia è importante che tutti gli alimenti siano conservati con cura e non esposti al calore. l’ideale sarebbe riporli in apposite borse termiche.

mondo junior 0-12 dieta d’estate

B1 e B12. Va bene sia quello artigianale che con-fezionato, tenendo presente che i gelati alla frutta contengono meno calorie rispetto alle creme.A pranzo e cena non devono mai mancare frutta e verdura, almeno 2 porzioni al giorno di verdura e 3 di frutta e rigorosamente di stagione. E nei mesi estivi avete l’imbarazzo della scelta.Anche la pasta e il riso sono alimenti indispensa-bili perché contengono gli elementi fondamentali per la produzione dell’energia necessaria, zuccheri sotto forma di amido, proteine e un po’ di grassi, di solito aggiunti nel condimento, oltre a una certa quantità di sali minerali e di vitamine. Inoltre sono di facile digestione. Proponeteli, per esempio, sotto forma di colorate e divertenti insalate fredde. La carne va preparata in modo semplice per fa-vorirne la digestione: prediligete quindi le cotture a vapore, al forno, in umido e limitate la frittura. I fritti (si possono iniziare a far mangiare dal ter-zo anno di età) richiedono molto tempo per essere digeriti e vanno quindi proposti con molta parsi-monia, ma non banditi perché hanno il vantag-gio di essere molto appetitosi e di piacere molto ai bambini e possono essere utilizzati come arma per combattere accentuati casi di inappetenza. L’unica indicazione per la frittura è scegliere l’olio d’oliva extravergine o di semi di arachide, da usare una sola volta.A prescindere dalla stagione, vale lo stesso consi-

glio: alternare nella dieta settimanale la carne a uova, latticini e formaggi o, specialmente, il pesce, che tra l’altro è un’ottima fonte di Omega-3, che aiutano lo sviluppo delle funzioni intellettive e del sistema immunitario.

Frutta e verdura, gli indispensabiliPer una corretta alimentazione estiva la racco-mandazione comune è di consumare frutta e ver-dura in abbondanza nella dieta di tutti i giorni.Durante le vacanze al mare la frutta o la verdura rappresentano uno spuntino ideale per i bambini: sono dissetanti, ricche di vitamine e reintegrano i sali minerali persi con la sudorazione corporea, come potassio, sodio, calcio e magnesio. Inoltre sono entrambe poco caloriche, ricche d’acqua e di cellulosa, che favorisce le funzioni intestinali dell’organismo. Verdura e frutta sono poi insostituibili fonti d’idra-tazione interna, per le cellule e i tessuti dell’organi-smo, e rendono la pelle più sana.In generale non ci sono frutti o verdure da privile-giare o da scartare: l’importante è consumare ciò che la natura stagionalmente offre, nel posto in cui ci si trova. Ma se volete fare una preferenza privi-legiate i vegetali gialli e rossi (carote, pomodori, peperoni, albicocche, pesche, ecc.), che stimolano la produzione di melanina proteggendo la pelle dalle radiazioni solari. Preziosi nella dieta dei vo-

esempio di una giornata al mare dalla colazione alla cena

colazione: una tazza di latte scremato, biscotti secchispuntino del mattino: frutta frescapranzo: panino con frittata di spinaci e parmigiano, frutta frescamerenda: gelato tipo fior di lattecena: pasta al pomodoro, pesce al forno, verdura cotta, pane, frutta frescacondimento: olio d’oliva extravergine

lo schema proposto è un modello generale, che va personalizzato nelle porzioni e nella scelta degli alimenti. le porzioni, in particolare, variano a seconda dell’età, del sesso e dell’andamento di crescita del bambino.

stri bambini sono la carota e il cocomero, che con-tengono grandi quantità di antiossidanti. Il secon-do, in particolare, è un frutto che contiene molta acqua e poche calorie e, tra le sue qualità positive, c’è anche quella di piacere molto ai bambini.Le vitamine sono presenti in qualsiasi frutto ma in quantità variabile: per esempio le albicocche sono ricche di vitamina A e C, l’uva di vitamina del gruppo B, i kiwi di vitamine del gruppo C. Stes-so discorso vale per i sali minerali come potassio sodio, calcio, e magnesio: l’albicocca per esempio è particolarmente ricca di magnesio, mentre la ba-nana contiene una gran quantità di potassio.

La frutta poi è anche altamente energetica grazie al fruttosio, zuccheri semplici, di facile e rapida assimilazione, che restituiscono immediatamente energia al corpo.Per invogliare l’appetito, la frutta la si può tagliare con forme geometriche e presentare in spiedini co-lorati. Un’altra possibilità è la macedonia, dolcifi-cata con zucchero o miele o accompagnata da una pallina di gelato o da yogurt. Anche la verdura cruda può essere servita tagliata a tocchetti, per esempio le carote a rondelle sottili, come fossero patatine o a tronchetti, al naturale o in pinzimonio per i bimbi dal palato più esigente.

Nella alimentazione quotidiana del vostro bambino non devono mai mancare frutta e verdura perché

sono dissetanti, ricchi di vitamine e di sali minerali

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Ok al panino in spiaggia, purché…

d’estate capita spesso di rimanere a pranzo in spiaggia e la preoccupazione di molte mamme è cosa preparare al proprio bambino per permettergli di affrontare la giornata di mare. il panino può essere una soluzione, l’importante è che sia farcito in maniera assortita e studiata e sempre accompagnato da una porzione di frutta. i classici sono con salume o salume e formaggio, ma sarebbe bene completarli aggiungendo della verdura. tra i salumi, preferite il prosciutto (crudo o cotto) e lo speck sgrassati, la bresaola, la fesa di pollo o tacchino, la spalla cotta magra. varianti di panino leggero e nutriente sono con la frittata (meglio se farcita con piselli, spinaci, zucchine, ecc…) o con la carne o pesce accompagnati da verdura. la carne o il pesce possono essere preparati anche sotto forma di hamburger, molto gradito ai bimbi, purché gli alimenti siano selezionati. potete cucinare hamburger di manzo, pollo, tacchino, coniglio, agnello, ma anche di merluzzo o nasello, salmone, spigola, orata, ecc. per esempio l’hamburger di salmone piace molto perché ha un sapore delicato. Gli hamburger possono essere preparati anche miscelando carne o pesce a verdure o legumi: la patata lessa, i fagioli, i piselli, i ceci e le lenticchie sono ottimi leganti. alcuni esempi: panino con prosciutto, pomodoro e/o cetrioli, panino con frittata di zucchine, panino con merluzzo e spinaci, panino con pollo (es. coscia disossata, anche preparata sotto forma di hamburger) e peperoni, panino con stracchino e radicchio… le possibili combinazioni sono molteplici, ma ciascuna mamma deve assecondare le preferenze del proprio bambino, cercando di variare il più possibile nella scelta degli alimenti. a partire dallo stesso pane che può essere bianco comune, al latte, tipo rosetta, ma anche di cereali, di kamut, ecc… in spiaggia è importante che tutti gli alimenti siano conservati con cura e non esposti al calore. l’ideale sarebbe riporli in apposite borse termiche.

mondo junior 0-12 dieta d’estate

B1 e B12. Va bene sia quello artigianale che con-fezionato, tenendo presente che i gelati alla frutta contengono meno calorie rispetto alle creme.A pranzo e cena non devono mai mancare frutta e verdura, almeno 2 porzioni al giorno di verdura e 3 di frutta e rigorosamente di stagione. E nei mesi estivi avete l’imbarazzo della scelta.Anche la pasta e il riso sono alimenti indispensa-bili perché contengono gli elementi fondamentali per la produzione dell’energia necessaria, zuccheri sotto forma di amido, proteine e un po’ di grassi, di solito aggiunti nel condimento, oltre a una certa quantità di sali minerali e di vitamine. Inoltre sono di facile digestione. Proponeteli, per esempio, sotto forma di colorate e divertenti insalate fredde. La carne va preparata in modo semplice per fa-vorirne la digestione: prediligete quindi le cotture a vapore, al forno, in umido e limitate la frittura. I fritti (si possono iniziare a far mangiare dal ter-zo anno di età) richiedono molto tempo per essere digeriti e vanno quindi proposti con molta parsi-monia, ma non banditi perché hanno il vantag-gio di essere molto appetitosi e di piacere molto ai bambini e possono essere utilizzati come arma per combattere accentuati casi di inappetenza. L’unica indicazione per la frittura è scegliere l’olio d’oliva extravergine o di semi di arachide, da usare una sola volta.A prescindere dalla stagione, vale lo stesso consi-

glio: alternare nella dieta settimanale la carne a uova, latticini e formaggi o, specialmente, il pesce, che tra l’altro è un’ottima fonte di Omega-3, che aiutano lo sviluppo delle funzioni intellettive e del sistema immunitario.

Frutta e verdura, gli indispensabiliPer una corretta alimentazione estiva la racco-mandazione comune è di consumare frutta e ver-dura in abbondanza nella dieta di tutti i giorni.Durante le vacanze al mare la frutta o la verdura rappresentano uno spuntino ideale per i bambini: sono dissetanti, ricche di vitamine e reintegrano i sali minerali persi con la sudorazione corporea, come potassio, sodio, calcio e magnesio. Inoltre sono entrambe poco caloriche, ricche d’acqua e di cellulosa, che favorisce le funzioni intestinali dell’organismo. Verdura e frutta sono poi insostituibili fonti d’idra-tazione interna, per le cellule e i tessuti dell’organi-smo, e rendono la pelle più sana.In generale non ci sono frutti o verdure da privile-giare o da scartare: l’importante è consumare ciò che la natura stagionalmente offre, nel posto in cui ci si trova. Ma se volete fare una preferenza privi-legiate i vegetali gialli e rossi (carote, pomodori, peperoni, albicocche, pesche, ecc.), che stimolano la produzione di melanina proteggendo la pelle dalle radiazioni solari. Preziosi nella dieta dei vo-

esempio di una giornata al mare dalla colazione alla cena

colazione: una tazza di latte scremato, biscotti secchispuntino del mattino: frutta frescapranzo: panino con frittata di spinaci e parmigiano, frutta frescamerenda: gelato tipo fior di lattecena: pasta al pomodoro, pesce al forno, verdura cotta, pane, frutta frescacondimento: olio d’oliva extravergine

lo schema proposto è un modello generale, che va personalizzato nelle porzioni e nella scelta degli alimenti. le porzioni, in particolare, variano a seconda dell’età, del sesso e dell’andamento di crescita del bambino.

stri bambini sono la carota e il cocomero, che con-tengono grandi quantità di antiossidanti. Il secon-do, in particolare, è un frutto che contiene molta acqua e poche calorie e, tra le sue qualità positive, c’è anche quella di piacere molto ai bambini.Le vitamine sono presenti in qualsiasi frutto ma in quantità variabile: per esempio le albicocche sono ricche di vitamina A e C, l’uva di vitamina del gruppo B, i kiwi di vitamine del gruppo C. Stes-so discorso vale per i sali minerali come potassio sodio, calcio, e magnesio: l’albicocca per esempio è particolarmente ricca di magnesio, mentre la ba-nana contiene una gran quantità di potassio.

La frutta poi è anche altamente energetica grazie al fruttosio, zuccheri semplici, di facile e rapida assimilazione, che restituiscono immediatamente energia al corpo.Per invogliare l’appetito, la frutta la si può tagliare con forme geometriche e presentare in spiedini co-lorati. Un’altra possibilità è la macedonia, dolcifi-cata con zucchero o miele o accompagnata da una pallina di gelato o da yogurt. Anche la verdura cruda può essere servita tagliata a tocchetti, per esempio le carote a rondelle sottili, come fossero patatine o a tronchetti, al naturale o in pinzimonio per i bimbi dal palato più esigente.

Nella alimentazione quotidiana del vostro bambino non devono mai mancare frutta e verdura perché

sono dissetanti, ricchi di vitamine e di sali minerali

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Page 80: Rivista PRÈMIATY Luglio Agosto 2012

sulla spinosa questione dei figli unici e del loro sviluppo affettivo e sociale, si sono accumulati nel corso degli ultimi decen-ni numerosi studi e altrettante posizioni

teoriche. A livello generale, i ricercatori e i clinici dell’età evolutiva hanno sempre riconosciuto, tra i tratti caratteriali dei figli unici, una più accentua-ta presenza di timidezza e introversione rispetto ai bambini con uno o più fratelli/sorelle. Ciò a causa della solitudine e della conseguente infelicità.Il periodo di forte crisi economica in cui stiamo vivendo purtroppo ci condiziona nella scelta di formare una famiglia numerosa. Il boom economico è un ricordo, come quello de-mografico, anche perché un figlio assorbe circa il 25% del reddito. E poi, non c’è più quella rete di sostegni che anni fa veniva offerta dalla famiglia d’origine. Così, ogni donna ha in media 1,3 figli, ma nella realtà ne vorrebbe due. Per necessità o per scelta sempre più spesso si opta per avere un solo figlio, anche se socialmente questa soluzione non viene condivisa da chi ci circonda.

Figli unici: più tristi o più felici?

secondo una ricerca inglese i figli unici sarebbero più sereni. Ma non tutti gli esperti sono d’accordo. ci sono i pro e i contri che caMbiano nelle varie fasi della vita di elisa mazzola - psicologa e psicoterapeuta

mondo junior 0-12 figli unici

il parere degli espertiLa visione del senso comune è che solitamente il figlio unico sarà un bambino introverso, viziato e forse anche un po’ triste, che fa fatica a staccarsi da mamma e papà e a socializzare con i coetanei. Tuttavia, una recente ricerca, i cui risultati van-no considerati con estrema cautela, giunge a una conclusione opposta: il livello di felicità dichiara-to dai bambini tende a diminuire in proporzione al numero di fratelli/sorelle. Quindi, più fratelli e sorelle si hanno, meno si è felici. Lo studio è stato realizzato dall’agenzia gover-nativa britannica Economic and Social Research Council su un campione di 100 mila soggetti (di cui 40 mila famiglie). A 2500 giovani sono stati forniti anche questionari dettagliati, analizza-ti poi dall’Institute for Social and Economic Research dell’Università dell’Essex. I risultati parlano da soli: il 54% ha subìto del bullismo da parte di fratelli e sorelle più grandi, il 30% è stato apostrofato con brutti nomi o trat-tato male, il 17,6% ha sofferto per i propri giochi,

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sulla spinosa questione dei figli unici e del loro sviluppo affettivo e sociale, si sono accumulati nel corso degli ultimi decen-ni numerosi studi e altrettante posizioni

teoriche. A livello generale, i ricercatori e i clinici dell’età evolutiva hanno sempre riconosciuto, tra i tratti caratteriali dei figli unici, una più accentua-ta presenza di timidezza e introversione rispetto ai bambini con uno o più fratelli/sorelle. Ciò a causa della solitudine e della conseguente infelicità.Il periodo di forte crisi economica in cui stiamo vivendo purtroppo ci condiziona nella scelta di formare una famiglia numerosa. Il boom economico è un ricordo, come quello de-mografico, anche perché un figlio assorbe circa il 25% del reddito. E poi, non c’è più quella rete di sostegni che anni fa veniva offerta dalla famiglia d’origine. Così, ogni donna ha in media 1,3 figli, ma nella realtà ne vorrebbe due. Per necessità o per scelta sempre più spesso si opta per avere un solo figlio, anche se socialmente questa soluzione non viene condivisa da chi ci circonda.

Figli unici: più tristi o più felici?

secondo una ricerca inglese i figli unici sarebbero più sereni. Ma non tutti gli esperti sono d’accordo. ci sono i pro e i contri che caMbiano nelle varie fasi della vita di elisa mazzola - psicologa e psicoterapeuta

mondo junior 0-12 figli unici

il parere degli espertiLa visione del senso comune è che solitamente il figlio unico sarà un bambino introverso, viziato e forse anche un po’ triste, che fa fatica a staccarsi da mamma e papà e a socializzare con i coetanei. Tuttavia, una recente ricerca, i cui risultati van-no considerati con estrema cautela, giunge a una conclusione opposta: il livello di felicità dichiara-to dai bambini tende a diminuire in proporzione al numero di fratelli/sorelle. Quindi, più fratelli e sorelle si hanno, meno si è felici. Lo studio è stato realizzato dall’agenzia gover-nativa britannica Economic and Social Research Council su un campione di 100 mila soggetti (di cui 40 mila famiglie). A 2500 giovani sono stati forniti anche questionari dettagliati, analizza-ti poi dall’Institute for Social and Economic Research dell’Università dell’Essex. I risultati parlano da soli: il 54% ha subìto del bullismo da parte di fratelli e sorelle più grandi, il 30% è stato apostrofato con brutti nomi o trat-tato male, il 17,6% ha sofferto per i propri giochi,

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mondo junior 0-12 figli uniciFigli unici: i pro e i contro nelle diverse fasi della vita

vantaggi dell’essere figli unici

nell’infanzia • il primo vantaggio è l’avere tutte le attenzioni dei genitori e dei parenti. • da ciò possono derivare anche una serie di vantaggi materiali. • l’avere tutto, e sempre, a propria completa disposizione, mamma e papà inclusi li rende non solo più felici, più estroversi e fiduciosi nel socializzare con gli altri, ma anche più sicuri di se stessi, con conseguenti maggiori probabilità di successo nella vita.

nell’adolescenza • il figlio unico avrà l’opportunità di ricevere uno stile educativo più equilibrato poiché non si mettono in mezzo fratelli o sorelle a confondere le idee dei genitori. benchè faccia più fatica a separarsi dai modelli genitoriali diventerà per lui più semplice identificarsi con il genitore del proprio sesso.

nell’età adulta• oltre al fatto di doversi occupare della salute dei genitori non avrà liti o contrasti in famiglia legati a fratelli e sorelle e quindi, benché il suo rapporto familiare sia più stretto e molto legato alla vita della famiglia d’origine, può avere su di sé tutte le cure di cui lui e i suoi eventuali figli possano avere bisogno senza doverle condividere con un fratello o sorella. svantaggi dell’essere figli unici

nell’infanzia • lo svantaggio maggiore di essere figlio unico durante l’infanzia è dato dal fatto che se entrambi i genitori lavorano il bambino trascorrerà molto tempo affidato alle cure di altre figure di riferimento, come nonni o baby sitter. se il relazionarsi prevalentemente con persone adulte da un lato accresce e migliora la ricchezza del vocabolario del bambino, dall’altro la mancanza del costante confronto con i propri pari priva il bambino di una serie di esperienze comunicative e sociali molto importanti per il suo sviluppo emotivo e cognitivo.

nell’adolescenza • in generale segna un passaggio fondamentale nello sviluppo dell’individuo: in questo momento la condizione di figlio unico può presentare il maggior numero di svantaggi. la presenza di un fratello permette ai genitori di suddividere le energie e in questo modo di diminuire le attenzioni e le richieste all’adolescente che inevitabilmente arrivano soprattutto laddove vi sia una madre eccessivamente protettiva che non riesce ad accettare i bisogni del figlio e che interpreta i suoi tentativi di svincolo e di autonomia come una ferita personale.• la coppia giovane spesso ha le risorse per superare la richiesta di autonomia del figlio che contrasta con il desiderio di averlo sempre sotto controllo e rispondente ai propri bisogni inconsci. la coppia matura la vive con maggiore fatica: in presenza di un solo figlio la madre potrebbe sentirsi più vulnerabile e sola rispetto all’emancipazione di quest’ultimo, rischiando di scoraggiare il suo processo di crescita. • non avere la complicità dei fratelli e delle sorelle e dover affrontare i genitori da solo per contrattare sulle regole o per ottenere permessi. • infine il rischio maggiore consiste nel fatto che, essendo presente solo un figlio, i genitori riversino su di lui moltissime aspettative: questo comporta che egli sia più preoccupato di non deludere i genitori piuttosto che compiere autonomamente le proprie scelte e, in casi più gravi, che sviluppi un senso di inautenticità derivante dal dubbio costante che ciò che si è e che si fa non sia dettato dalle proprie decisioni quanto dal cercare di soddisfare, più o meno consapevolmente, le aspettative più o meno esplicite dei genitori.

nell’età adulta• in questa fase avere dei fratelli o delle sorelle può essere prezioso perché in prospettiva dell’invecchiamento dei propri genitori consente di non restare soli a fronteggiare il prendersi cura di loro e, nella ineludibilità della loro scomparsa, di poter condividere il peso emotivo della loro perdita.

conclusioniPertuttelecoppieindeciseseregalareomenounfratellinoalpropriofiglioilconsiglioèquellodinonscegliereinbaseallapauracheilbambinocrescaviziatoochesisentasolo,amenochenonsiailbambinostessoadesiderareunfratellinoounasorellina.Piuttostoèmegliodomandarsisesièrealmenteconvintidiaffrontareunnuovoinvestimentoemotivo,materialeefisico,senzasentirsiincolpasesidecidechenonsièprontiperfarlo.

dai genitori. Con l’arrivo del secondogenito, egli subisce la “detronizzazione”: non è più soltanto lui il centro dell’interesse dei genitori, ma deve imparare a condividere l’interesse delle persone care con il nuovo arrivato. L’evento della “detronizzazione” può provocare nel primogenito la formazione di vissuti negativi: dal senso dell’abbandono ai tentativi di riacqui-stare la posizione persa. Dunque, alcuni possono diventare disobbedien-ti e ribelli, altri imbronciati e tendenti a distan-ziarsi dalla propria famiglia o, ancora, possono assumere atteggiamenti che rappresentano una richiesta di attenzione per i genitori. Ci sono poi inevitabilmente delle ripercussioni sulle dinami-che familiari a causa dello stress che i continui litigi dei figli provocano nei genitori, che spesso sono chiamati a fare da arbitri.

L’arrivo di un fratello può provocare nel primogenito dei vissuti negativi,

tra cui il senso dell’abbandono

portati via o rotti dagli altri. Anche lo spazio in casa da dividere, l’attenzione dei genitori, le pre-ferenze mostrate da questi ultimi hanno avuto un ruolo determinante. Altri studi recenti, al contrario, evidenziano che avere fratelli ha molti lati positivi: nei momenti di difficoltà si può contare sul sostegno reciproco, si impara prima, grazie al confronto, a risolvere i conflitti, si capisce che anche gli altri hanno un proprio spazio e che l’universo non ruota intorno a sé. In realtà non si può avere un punto di vista oggettivo e assoluto riguardo alle maggiori o mi-nori opportunità dell’essere figli unici o del non esserlo. È difficile sapere da coloro che vivono la condizione di figli unici cosa significa avere dei fratelli, così come chi li ha non può comprendere fino in fondo come ci si senta a essere figlio unico.

come cambia la famiglia con l’arrivo del secondogenitoIl primogenito inizia la vita avendo per sé tutte le attenzioni dei genitori. Infatti, per un periodo di tempo, egli è figlio unico e riceve cure speciali

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mondo junior 0-12 figli uniciFigli unici: i pro e i contro nelle diverse fasi della vita

vantaggi dell’essere figli unici

nell’infanzia • il primo vantaggio è l’avere tutte le attenzioni dei genitori e dei parenti. • da ciò possono derivare anche una serie di vantaggi materiali. • l’avere tutto, e sempre, a propria completa disposizione, mamma e papà inclusi li rende non solo più felici, più estroversi e fiduciosi nel socializzare con gli altri, ma anche più sicuri di se stessi, con conseguenti maggiori probabilità di successo nella vita.

nell’adolescenza • il figlio unico avrà l’opportunità di ricevere uno stile educativo più equilibrato poiché non si mettono in mezzo fratelli o sorelle a confondere le idee dei genitori. benchè faccia più fatica a separarsi dai modelli genitoriali diventerà per lui più semplice identificarsi con il genitore del proprio sesso.

nell’età adulta• oltre al fatto di doversi occupare della salute dei genitori non avrà liti o contrasti in famiglia legati a fratelli e sorelle e quindi, benché il suo rapporto familiare sia più stretto e molto legato alla vita della famiglia d’origine, può avere su di sé tutte le cure di cui lui e i suoi eventuali figli possano avere bisogno senza doverle condividere con un fratello o sorella. svantaggi dell’essere figli unici

nell’infanzia • lo svantaggio maggiore di essere figlio unico durante l’infanzia è dato dal fatto che se entrambi i genitori lavorano il bambino trascorrerà molto tempo affidato alle cure di altre figure di riferimento, come nonni o baby sitter. se il relazionarsi prevalentemente con persone adulte da un lato accresce e migliora la ricchezza del vocabolario del bambino, dall’altro la mancanza del costante confronto con i propri pari priva il bambino di una serie di esperienze comunicative e sociali molto importanti per il suo sviluppo emotivo e cognitivo.

nell’adolescenza • in generale segna un passaggio fondamentale nello sviluppo dell’individuo: in questo momento la condizione di figlio unico può presentare il maggior numero di svantaggi. la presenza di un fratello permette ai genitori di suddividere le energie e in questo modo di diminuire le attenzioni e le richieste all’adolescente che inevitabilmente arrivano soprattutto laddove vi sia una madre eccessivamente protettiva che non riesce ad accettare i bisogni del figlio e che interpreta i suoi tentativi di svincolo e di autonomia come una ferita personale.• la coppia giovane spesso ha le risorse per superare la richiesta di autonomia del figlio che contrasta con il desiderio di averlo sempre sotto controllo e rispondente ai propri bisogni inconsci. la coppia matura la vive con maggiore fatica: in presenza di un solo figlio la madre potrebbe sentirsi più vulnerabile e sola rispetto all’emancipazione di quest’ultimo, rischiando di scoraggiare il suo processo di crescita. • non avere la complicità dei fratelli e delle sorelle e dover affrontare i genitori da solo per contrattare sulle regole o per ottenere permessi. • infine il rischio maggiore consiste nel fatto che, essendo presente solo un figlio, i genitori riversino su di lui moltissime aspettative: questo comporta che egli sia più preoccupato di non deludere i genitori piuttosto che compiere autonomamente le proprie scelte e, in casi più gravi, che sviluppi un senso di inautenticità derivante dal dubbio costante che ciò che si è e che si fa non sia dettato dalle proprie decisioni quanto dal cercare di soddisfare, più o meno consapevolmente, le aspettative più o meno esplicite dei genitori.

nell’età adulta• in questa fase avere dei fratelli o delle sorelle può essere prezioso perché in prospettiva dell’invecchiamento dei propri genitori consente di non restare soli a fronteggiare il prendersi cura di loro e, nella ineludibilità della loro scomparsa, di poter condividere il peso emotivo della loro perdita.

conclusioniPertuttelecoppieindeciseseregalareomenounfratellinoalpropriofiglioilconsiglioèquellodinonscegliereinbaseallapauracheilbambinocrescaviziatoochesisentasolo,amenochenonsiailbambinostessoadesiderareunfratellinoounasorellina.Piuttostoèmegliodomandarsisesièrealmenteconvintidiaffrontareunnuovoinvestimentoemotivo,materialeefisico,senzasentirsiincolpasesidecidechenonsièprontiperfarlo.

dai genitori. Con l’arrivo del secondogenito, egli subisce la “detronizzazione”: non è più soltanto lui il centro dell’interesse dei genitori, ma deve imparare a condividere l’interesse delle persone care con il nuovo arrivato. L’evento della “detronizzazione” può provocare nel primogenito la formazione di vissuti negativi: dal senso dell’abbandono ai tentativi di riacqui-stare la posizione persa. Dunque, alcuni possono diventare disobbedien-ti e ribelli, altri imbronciati e tendenti a distan-ziarsi dalla propria famiglia o, ancora, possono assumere atteggiamenti che rappresentano una richiesta di attenzione per i genitori. Ci sono poi inevitabilmente delle ripercussioni sulle dinami-che familiari a causa dello stress che i continui litigi dei figli provocano nei genitori, che spesso sono chiamati a fare da arbitri.

L’arrivo di un fratello può provocare nel primogenito dei vissuti negativi,

tra cui il senso dell’abbandono

portati via o rotti dagli altri. Anche lo spazio in casa da dividere, l’attenzione dei genitori, le pre-ferenze mostrate da questi ultimi hanno avuto un ruolo determinante. Altri studi recenti, al contrario, evidenziano che avere fratelli ha molti lati positivi: nei momenti di difficoltà si può contare sul sostegno reciproco, si impara prima, grazie al confronto, a risolvere i conflitti, si capisce che anche gli altri hanno un proprio spazio e che l’universo non ruota intorno a sé. In realtà non si può avere un punto di vista oggettivo e assoluto riguardo alle maggiori o mi-nori opportunità dell’essere figli unici o del non esserlo. È difficile sapere da coloro che vivono la condizione di figli unici cosa significa avere dei fratelli, così come chi li ha non può comprendere fino in fondo come ci si senta a essere figlio unico.

come cambia la famiglia con l’arrivo del secondogenitoIl primogenito inizia la vita avendo per sé tutte le attenzioni dei genitori. Infatti, per un periodo di tempo, egli è figlio unico e riceve cure speciali

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FiNalmeNte

Il sole è come l’amore, ti fa bella e il più delle volte anche sana. Stimola le difese della pelle, favorisce la sintesi della vitamina D, indispensa-bile per l’assorbimento del calcio nelle ossa, ed

è letteralmente una manna dal cielo per chi soffre di dolori reumatici. E poi, si sa, al sole scompare quel colorino grigio-verde da ufficio metropolita-no, lasciando spazio a quell’aspetto sano e vacan-ziero che vorremmo conservare per i successivi dieci mesi. Non ultimi, gli effetti dei raggi solari sull’umore, perché stimolano le molecole del buo-numore e funzionano meglio degli antidepressivi. Alzi la mano chi sotto il sole non ha mai avuto voglia di cantare, ballare, muoversi, socializzare e innamorarsi. Questi sono i pro. E i contro? Ce

mondo donna al sole protette

occorrono almeno 24 ore prima che la melanina si attivi ed entri in circolo come difesa naturale per la nostra pelle: è chiaro che è sconsigliato esporsi ai raggi solari i primi due giorni per troppo tempo e nelle ore centrali. Altra variabile da non sotto-valutare è la presenza di superfici riflettenti, come l’acqua del mare e la neve. Se fate una vacanza in barca a vela o su un ghiacciaio partite ben attrez-zate di filtri e protezioni, oltre all’abbigliamento.

le regole d’oroPer evitare di rosolare al sole e trasformarsi in poche ore in un gambero rosso di dubbia prove-nienza, è sufficiente seguire alcune regole base. Le ore migliori per andare in spiaggia sono quelle che

FiNalmeNte sotto IL soLe

fa bene, rende più belli e dona il buon uMore. l’iMportante è esporsi protetti e con saggezza per evitare fastidiose ustioni

e godere di tutti i benefici di martina tringali

ne sono parecchi, ecco perché proveremo a dar-vi qualche semplice regola da seguire e da tenere sempre a mente e in borsa, accanto alle creme sola-ri, per godervi solo il meglio e i benefici del solleone senza pentimenti.

di che colore sei?La prima regola è conoscerci, sapere quale tipo di pelle abbiamo e proteggerci di conseguenza. Non si può avere la pelle lunare e spiaggiarsi in riva al mare con un profumatissimo olio di cocco che fa su-bito estate. Perché rischiate di passarvi il resto della vacanza a guardare il mare dalla finestra dell’alber-go, così tanto ustionate da non riuscire nemmeno a mettere il costume dal dolore. In spiaggia ci si va

con la testa, coperta sì, ma funzionante. Quindi la prima regola è chiedersi a quale fototipo (ereditato geneticamente) appartiene la propria pelle. Ovve-ro, quanta melanina si produce al sole e quanto è alta la sensibilità ai raggi UV. I fototipi individuati, tenendo conto di capelli, oc-chi e pelle, sono sei: bianco latte, chiara, mode-ratamente chiara, olivastra, scura e molto scura. Più alto è il fototipo stimato e minore è il rischio di scottarsi. Detto ciò, è comunque sempre impor-tante valutare una serie di variabili che fanno la differenza tra un contesto e l’altro durante l’esposi-zione. L’altitudine per esempio, mare o montagna? L’orario: il sole delle 8 del mattino è ben diverso da quello delle 13. Il tempo di esposizione, dato che

capeLLi peLLe comparsa eriTemi aBBronZaTUra

rossi lattescente ad ogni esposizione lieve

bionda chiara prima dell’abbronzatura e dopo lunghe esposizioni lieve

castani moderatamente chiara rara media

bruni olivastra rara scura

marroni scura assente molto facile

neri molto scura assente molto facile

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FiNalmeNte

Il sole è come l’amore, ti fa bella e il più delle volte anche sana. Stimola le difese della pelle, favorisce la sintesi della vitamina D, indispensa-bile per l’assorbimento del calcio nelle ossa, ed

è letteralmente una manna dal cielo per chi soffre di dolori reumatici. E poi, si sa, al sole scompare quel colorino grigio-verde da ufficio metropolita-no, lasciando spazio a quell’aspetto sano e vacan-ziero che vorremmo conservare per i successivi dieci mesi. Non ultimi, gli effetti dei raggi solari sull’umore, perché stimolano le molecole del buo-numore e funzionano meglio degli antidepressivi. Alzi la mano chi sotto il sole non ha mai avuto voglia di cantare, ballare, muoversi, socializzare e innamorarsi. Questi sono i pro. E i contro? Ce

mondo donna al sole protette

occorrono almeno 24 ore prima che la melanina si attivi ed entri in circolo come difesa naturale per la nostra pelle: è chiaro che è sconsigliato esporsi ai raggi solari i primi due giorni per troppo tempo e nelle ore centrali. Altra variabile da non sotto-valutare è la presenza di superfici riflettenti, come l’acqua del mare e la neve. Se fate una vacanza in barca a vela o su un ghiacciaio partite ben attrez-zate di filtri e protezioni, oltre all’abbigliamento.

le regole d’oroPer evitare di rosolare al sole e trasformarsi in poche ore in un gambero rosso di dubbia prove-nienza, è sufficiente seguire alcune regole base. Le ore migliori per andare in spiaggia sono quelle che

FiNalmeNte sotto IL soLe

fa bene, rende più belli e dona il buon uMore. l’iMportante è esporsi protetti e con saggezza per evitare fastidiose ustioni

e godere di tutti i benefici di martina tringali

ne sono parecchi, ecco perché proveremo a dar-vi qualche semplice regola da seguire e da tenere sempre a mente e in borsa, accanto alle creme sola-ri, per godervi solo il meglio e i benefici del solleone senza pentimenti.

di che colore sei?La prima regola è conoscerci, sapere quale tipo di pelle abbiamo e proteggerci di conseguenza. Non si può avere la pelle lunare e spiaggiarsi in riva al mare con un profumatissimo olio di cocco che fa su-bito estate. Perché rischiate di passarvi il resto della vacanza a guardare il mare dalla finestra dell’alber-go, così tanto ustionate da non riuscire nemmeno a mettere il costume dal dolore. In spiaggia ci si va

con la testa, coperta sì, ma funzionante. Quindi la prima regola è chiedersi a quale fototipo (ereditato geneticamente) appartiene la propria pelle. Ovve-ro, quanta melanina si produce al sole e quanto è alta la sensibilità ai raggi UV. I fototipi individuati, tenendo conto di capelli, oc-chi e pelle, sono sei: bianco latte, chiara, mode-ratamente chiara, olivastra, scura e molto scura. Più alto è il fototipo stimato e minore è il rischio di scottarsi. Detto ciò, è comunque sempre impor-tante valutare una serie di variabili che fanno la differenza tra un contesto e l’altro durante l’esposi-zione. L’altitudine per esempio, mare o montagna? L’orario: il sole delle 8 del mattino è ben diverso da quello delle 13. Il tempo di esposizione, dato che

capeLLi peLLe comparsa eriTemi aBBronZaTUra

rossi lattescente ad ogni esposizione lieve

bionda chiara prima dell’abbronzatura e dopo lunghe esposizioni lieve

castani moderatamente chiara rara media

bruni olivastra rara scura

marroni scura assente molto facile

neri molto scura assente molto facile

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Non trascurate mai le labbra e le palpebre. Questo vale per tutti, sia per il fototipo I che per il VI. La pelle di queste aree è molto più sottile e sensibile rispetto alle altre parti del corpo e va protetta con stick specifici a schermo totale che, oltre a preve-nire scottature e arrossamenti, preserva dall’invec-chiamento precoce della pelle e dalle rughe.

gli amici per la pelle sono in tavolaAcqua, vitamine e sali minerali sono gli alleati numero uno per una tintarella omogenea e dura-tura. Non dimenticate mai di portare in spiaggia una bottiglia d’acqua o di tè verde freddo, ricco di antiossidanti per la pelle. Inoltre non devono mai mancare le vitamine e i sali minerali di frutta e verdura perché forniscono alla pelle la giusta idra-tazione e aiutano a rendere piacevolmente dorata l’abbronzatura. Come il betacarotene, contenuto nella polpa rossa e gialla di alimenti come peperoni e pomodori, questi ultimi ricchissimi di licopene il carotenoide efficace come una crema solare. An-che la C di kiwi e agrumi, che stimola la melanina e ripara e lenisce i tessuti danneggiati dalle scottature e la E, antiossidante presente nelle uova e nei broc-coli, sono indispensabili. Non fatevi mai mancare meloni, angurie, albicoc-che, banane e fragole, ottime anche per uno spun-tino sotto l’ombrellone.

sos scottatureUna chiacchiera di troppo in riva al mare, una pas-seggiata infinita sulla battigia, un pisolino improvvi-so e… voilà! Il danno è fatto e il peggio deve ancora arrivare. Al di là del disegno del costume impresso a fuoco, il problema è il dolore, che avvertirete già sotto la doccia calda. Dunque, sì a una doccia fresca di acqua dolce, con un prodotto lenitivo per pelli ar-rossate. No ad accappatoi e a teli spugna: asciugate la pelle con teli di cotone o di lino finissimo e, prima di vestirvi, preferibilmente con abiti di cotone e lino, stendete un velo di doposole rinfrescante e idratan-te. Se avete zone più rosse di altre, i metodi della nonna continuano a stupire in efficacia: impacchi di camomilla, tè verde, malva e calendula sono un toccasana. Come le preparazioni già pronte di aloe vera e olio di iberico.

scegliere la protezione giustaI prodotti disponibili in commercio soddisfano tut-te, ma proprio tutte le esigenze di ogni tipo di pelle. Dalla più chiara e delicata alla più scura e forte. Se non avete particolari problemi e non siete sensibili alle scottature, potete partire con protezioni medie, tipo SPF 8, 10, 12. Se, invece, avete la pelle sensibi-le, non abbiate paura e osate pure con le alte, tipo SPF 30/40 per la prima settimana, per poi passa-re a 25/20/15 man mano che la tintarella si fissa.

mondo donna al sole protette

tintarella eco-chic

se desiderate prepararvi in casa un olio protettivo, sappiate che non otterrete mai un fattore di protezione alto. Quindi usatelo sulla pelle già abbronzata ed evitate di stenderlo sui bambini. l’olio di jojoba, per esempio, ha un filtro naturale corrispondente al cinque, regola le pelli miste e grasse ed è efficace per migliorare l’elasticità dei tessuti. se ne mescolate 50 ml a 40 ml di olio di avocado e aggiungete 20 ml di olio carota, stimolante di betacarotene, otterrete un olio solare a bassa protezione, 100% naturale, da utilizzare a fine estate per tutta la famiglia. altri tipi di filtri naturali oleosi sono: l’olio di germe di grano e di sesamo, che filtrano il 55% dei raggi uvb, l’olio di oliva e di cocco (il 25%), l’olio di vinaccioli e ricino (il 20%).

sole, sale e vento tra i capelli

Si arriva al mare con un colore brillante, un taglio perfetto e una chioma sana e, se non si fa attenzione, si rischia di tornare a casa con la testa da rifare. Esistono degli ottimi prodotti “amici” dei capelli, ma se non ne avete uno a portata di mano, affidatevi al buon senso e a qualche goccia di olio di semi di lino o all’olio di argan, protettivo e fortificante. Quando fate il bagno al mare sciacquate immediatamente i capelli con l’acqua dolce. Al sole tenete un cappello e, prima di ogni esposizione solare, spruzzate un film protettivo specifico sulle lunghezze. Durante le giornate più ventose, il segreto è raccoglierli.

vanno dalle 7 alle 11 del mattino e dalle 17 del po-meriggio fino al tramonto. Restare sotto il sole nel-le ore centrali della giornata è sconsigliato, ma se proprio non volete farne a meno, sappiate che non potete fidarvi della protezione dell’ombrellone, perché attraverso il tessuto passa il 50% dei raggi. Stessa percentuale per le T-shirt che qualcuno tie-ne addosso durante il bagno o per fare ore e ore di snorkeling, pensando di mettersi al sicuro. Nei ne-gozi di articoli sportivi o in quelli specializzati per gli amanti del surf, esistono T-shirt e pantaloncini a prova di raggi UVA e UVB ad altissima prote-zione. Se a scottarci siamo noi, pazienza, faremo tesoro della dolorosa esperienza per la prossima volta. Ma se affidate a una maglietta di cotone la protezione della pelle del vostro bambino, pensan-do di poter stare tranquille, sappiate che rischiate un’ustione che la pelle di vostro figlio difficilmente dimenticherà per il resto della vita. Altra regola è: diffidate del cielo nuvoloso d’estate e delle giornate ventose. Si prendono più scottature sotto le nuvole e al vento che in situazioni normali, perché non è sufficiente non dover strizzare gli oc-chi per la luce o non sentire il calore sulla pelle per scampare ai raggi solari.

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Non trascurate mai le labbra e le palpebre. Questo vale per tutti, sia per il fototipo I che per il VI. La pelle di queste aree è molto più sottile e sensibile rispetto alle altre parti del corpo e va protetta con stick specifici a schermo totale che, oltre a preve-nire scottature e arrossamenti, preserva dall’invec-chiamento precoce della pelle e dalle rughe.

gli amici per la pelle sono in tavolaAcqua, vitamine e sali minerali sono gli alleati numero uno per una tintarella omogenea e dura-tura. Non dimenticate mai di portare in spiaggia una bottiglia d’acqua o di tè verde freddo, ricco di antiossidanti per la pelle. Inoltre non devono mai mancare le vitamine e i sali minerali di frutta e verdura perché forniscono alla pelle la giusta idra-tazione e aiutano a rendere piacevolmente dorata l’abbronzatura. Come il betacarotene, contenuto nella polpa rossa e gialla di alimenti come peperoni e pomodori, questi ultimi ricchissimi di licopene il carotenoide efficace come una crema solare. An-che la C di kiwi e agrumi, che stimola la melanina e ripara e lenisce i tessuti danneggiati dalle scottature e la E, antiossidante presente nelle uova e nei broc-coli, sono indispensabili. Non fatevi mai mancare meloni, angurie, albicoc-che, banane e fragole, ottime anche per uno spun-tino sotto l’ombrellone.

sos scottatureUna chiacchiera di troppo in riva al mare, una pas-seggiata infinita sulla battigia, un pisolino improvvi-so e… voilà! Il danno è fatto e il peggio deve ancora arrivare. Al di là del disegno del costume impresso a fuoco, il problema è il dolore, che avvertirete già sotto la doccia calda. Dunque, sì a una doccia fresca di acqua dolce, con un prodotto lenitivo per pelli ar-rossate. No ad accappatoi e a teli spugna: asciugate la pelle con teli di cotone o di lino finissimo e, prima di vestirvi, preferibilmente con abiti di cotone e lino, stendete un velo di doposole rinfrescante e idratan-te. Se avete zone più rosse di altre, i metodi della nonna continuano a stupire in efficacia: impacchi di camomilla, tè verde, malva e calendula sono un toccasana. Come le preparazioni già pronte di aloe vera e olio di iberico.

scegliere la protezione giustaI prodotti disponibili in commercio soddisfano tut-te, ma proprio tutte le esigenze di ogni tipo di pelle. Dalla più chiara e delicata alla più scura e forte. Se non avete particolari problemi e non siete sensibili alle scottature, potete partire con protezioni medie, tipo SPF 8, 10, 12. Se, invece, avete la pelle sensibi-le, non abbiate paura e osate pure con le alte, tipo SPF 30/40 per la prima settimana, per poi passa-re a 25/20/15 man mano che la tintarella si fissa.

mondo donna al sole protette

tintarella eco-chic

se desiderate prepararvi in casa un olio protettivo, sappiate che non otterrete mai un fattore di protezione alto. Quindi usatelo sulla pelle già abbronzata ed evitate di stenderlo sui bambini. l’olio di jojoba, per esempio, ha un filtro naturale corrispondente al cinque, regola le pelli miste e grasse ed è efficace per migliorare l’elasticità dei tessuti. se ne mescolate 50 ml a 40 ml di olio di avocado e aggiungete 20 ml di olio carota, stimolante di betacarotene, otterrete un olio solare a bassa protezione, 100% naturale, da utilizzare a fine estate per tutta la famiglia. altri tipi di filtri naturali oleosi sono: l’olio di germe di grano e di sesamo, che filtrano il 55% dei raggi uvb, l’olio di oliva e di cocco (il 25%), l’olio di vinaccioli e ricino (il 20%).

sole, sale e vento tra i capelli

Si arriva al mare con un colore brillante, un taglio perfetto e una chioma sana e, se non si fa attenzione, si rischia di tornare a casa con la testa da rifare. Esistono degli ottimi prodotti “amici” dei capelli, ma se non ne avete uno a portata di mano, affidatevi al buon senso e a qualche goccia di olio di semi di lino o all’olio di argan, protettivo e fortificante. Quando fate il bagno al mare sciacquate immediatamente i capelli con l’acqua dolce. Al sole tenete un cappello e, prima di ogni esposizione solare, spruzzate un film protettivo specifico sulle lunghezze. Durante le giornate più ventose, il segreto è raccoglierli.

vanno dalle 7 alle 11 del mattino e dalle 17 del po-meriggio fino al tramonto. Restare sotto il sole nel-le ore centrali della giornata è sconsigliato, ma se proprio non volete farne a meno, sappiate che non potete fidarvi della protezione dell’ombrellone, perché attraverso il tessuto passa il 50% dei raggi. Stessa percentuale per le T-shirt che qualcuno tie-ne addosso durante il bagno o per fare ore e ore di snorkeling, pensando di mettersi al sicuro. Nei ne-gozi di articoli sportivi o in quelli specializzati per gli amanti del surf, esistono T-shirt e pantaloncini a prova di raggi UVA e UVB ad altissima prote-zione. Se a scottarci siamo noi, pazienza, faremo tesoro della dolorosa esperienza per la prossima volta. Ma se affidate a una maglietta di cotone la protezione della pelle del vostro bambino, pensan-do di poter stare tranquille, sappiate che rischiate un’ustione che la pelle di vostro figlio difficilmente dimenticherà per il resto della vita. Altra regola è: diffidate del cielo nuvoloso d’estate e delle giornate ventose. Si prendono più scottature sotto le nuvole e al vento che in situazioni normali, perché non è sufficiente non dover strizzare gli oc-chi per la luce o non sentire il calore sulla pelle per scampare ai raggi solari.

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zanzare & co.Si presentano senza invito, non sono affatto gradite e lasciano fastidiosi segni sulla pelle. Il segreto per trascorrere una piacevole serata all’aperto, senza che le zanzare facciano banchetto su di noi, è stendere un velo di olio di semi di soia su tutto il corpo: gli esperti dicono che è in grado di proteggerci addirittura per 90 minuti. Altri repel-lenti naturali, ma di durata più breve, sono: l’olio di citronella, di menta, di eucalipto e il geranio. A pro-posito di quest’ultimo, se amate i fiori, sappiate che potete creare una barriera naturale di gerani zonali sul vostro terrazzo, dal profumo intenso, ma altret-tanto sgradevole e repellente per le zanzare. Ma se le fragranze naturali e le soluzioni unte non vi piacciono, in vendita ci sono prodotti molto va-lidi, alcuni ideali anche per pelli sensibili e derma-tologicamente testati. Per i bambini (e non solo), per esempio, esistono dei microcerotti alla citronella da applicare alla t-shirt, ai pantaloni o al lettino, oppure

Quando ci sono ospiti indesiderati

con il caldo avanzano zanzare, Mosche, api, farfalline. ecco tutti i riMedi per tenerli alla larga di martina tringali

L’ estate è alle porte e gli insetti anche. Chi al di là delle finestre, come zanzare, mosche, api. E chi al di qua delle ante, all’interno delle dispense in cucina, come le picco-

le farfalline. Oppure negli armadi, dove le tarme si annidano tra maglioni di lana e abiti invernali. E come ogni anno tutti sono alla ricerca dei rimedi più efficaci per azzerare il “traffico aereo” di ani-maletti con le ali, in casa e fuori: noi ve ne sveliamo alcuni per togliervi il pensiero (e il fastidio).

cucina, è qui la festa delle farfalle?Ogni anno, con il caldo, c’è sempre una farfallina che apre le danze in cucina. Seguita solitamente da molte altre. Sì, ma il problema è che tutto avviene in maniera molto discreta e, quando vediamo la prima farfalla svolazzare, è già allarme rosso. Significa che ci sono uova, larve e falene che stanno infestando il cibo in dispensa. Che si fa? O si attaccano all’interno

delle ante quei cartoncini con la superficie appicci-cosa, impregnata di una sostanza a base di feromoni in grado di attirare tutti i maschi, e si procede a una disinfestazione lenta, ma efficace. Oppure si fa così: la prima mossa è svuotare tutto il reparto che con-tiene pasta, riso, pane, biscotti, farine, orzo, farro, miglio, tè e tisane, gli alimenti preferiti dalle falene. La seconda mossa è buttare il sacchetto problemati-co. Terza mossa: preparate una soluzione di acqua e aceto di vino bianco, mettetela in un contenitore spray e spruzzatela all’interno delle dispense, senza risparmiare cerniere, mensole e angoli e passate con un panno ogni millimetro. Prima di rimettere a po-sto le scorte ispezionate e prive di “fili di seta” o parti

home care zanzare, api & co.dopo la punturaNonostante tutte le precauzioni, può capitare anche a voi di essere particolarmente “attraenti” per una zanzara femmina. Il rimedio più naturale? Per alleviare il prurito basta strofinare un po’ di sale, anche l’olio di lavanda aiuta perché calma il dolore. Un’altra soluzione è il bicarbonato di sodio impastato con l’acqua oppure il succo di limone. E da tenere sempre in borsa, per un pronto soccorso prê-à-porter, ci sono gli stick a base di gel post-puntura. Se poi a pungervi è stata un’ape, la prima cosa da fare è rimuovere il pungiglione con una pinzetta e appoggiare immediatamente un cubetto di ghiaccio per evitare che il veleno si diffonda. Per alleviare il dolore basta bagnare una pallina di cotone nell’aceto bianco, appoggiarla sulla puntura e schiacciarla con una fettina di limone.

di prodotto dalla consistenza alterata, ricordatevi che è sempre meglio conservare pasta, riso e farina in barattoli di vetro o di plastica dalla chiusura er-metica. Per essere ancora più certi che nessuna far-fallina oserà entrare o deporre le uova nei barattoli tra un’apertura e l’altra, basterà infilare nel baratto-lo una o due foglie di alloro lavate e asciugate. Non altererà il sapore dei cibi e terrà lontano le falene. Diluite poi qualche goccia di olio essenziale di men-ta o eucalipto o citronella in una tazzina di aceto bianco, inzuppatevi un panno di cotone e passatelo all’interno delle dispense. E se volete essere ancora più sicuri che nessuna falena passerà da lì, incastrate un chiodo di garofano in ogni angolo.

apparecchi agli ultrasuoni da attaccare al passeggi-no. Di ultima generazione poi, ci sono gli aspiratori luminosi a corrente che, oltre a catturare le zanzare, servono anche da luce di cortesia per la notte. Non ultimi, da usare in giardino sono gli zampironi pro-fumati e le candele alla citronella. Altri fastidiosi insetti aerei tipici estivi sono mosche e api. Cosa fare per tentare di allontanarle? Con le api si crea un’esca: basta un piattino con una fetta di crudo, di frutta o pesce, insomma, fate come se aveste un ospite in più a tavola, ma un po’ più in là. Con le mosche la situazione è più complessa: per tenerle lontano dal tavolo, tagliate tante fettine di li-mone quante sono le persone sedute e infilzate dei chiodi di garofano. Mettete negli angoli della casa delle ciotoline con aceto bianco e grani di pepe nero e profumate la casa con olio di pino, menta, eucalip-to, limone, cedro e citronella.

questo armadio non è un albergoCappotti, sciarpe, maglioni di cashmere e di lana sono le portate preferite di un menù scritto diret-tamente dalle tarme. Ecco la soluzione: durante il cambio degli armadi è sufficiente una pulizia a base di acqua e ammoniaca e, prima di riporre abiti e indumenti, è bene preparare dei sacchettini di fiori di lavanda secchi e chiodi di garofano, oppure agli agrumi. Vi basterà far seccare le bucce di un’arancia o un limone e metterle in un sacchettino di cotone, lino o garza, con dei chiodi di garofano. Se però non avete il tempo di preparare una solu-zione bio fatta in casa, sappiate che in commercio trovate gli antitarme in gel e in polvere, ma anche bustine di talco profumato, palline di legno naturale di cedro efficaci contro gli animaletti golosi di lana.

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zanzare & co.Si presentano senza invito, non sono affatto gradite e lasciano fastidiosi segni sulla pelle. Il segreto per trascorrere una piacevole serata all’aperto, senza che le zanzare facciano banchetto su di noi, è stendere un velo di olio di semi di soia su tutto il corpo: gli esperti dicono che è in grado di proteggerci addirittura per 90 minuti. Altri repel-lenti naturali, ma di durata più breve, sono: l’olio di citronella, di menta, di eucalipto e il geranio. A pro-posito di quest’ultimo, se amate i fiori, sappiate che potete creare una barriera naturale di gerani zonali sul vostro terrazzo, dal profumo intenso, ma altret-tanto sgradevole e repellente per le zanzare. Ma se le fragranze naturali e le soluzioni unte non vi piacciono, in vendita ci sono prodotti molto va-lidi, alcuni ideali anche per pelli sensibili e derma-tologicamente testati. Per i bambini (e non solo), per esempio, esistono dei microcerotti alla citronella da applicare alla t-shirt, ai pantaloni o al lettino, oppure

Quando ci sono ospiti indesiderati

con il caldo avanzano zanzare, Mosche, api, farfalline. ecco tutti i riMedi per tenerli alla larga di martina tringali

L’ estate è alle porte e gli insetti anche. Chi al di là delle finestre, come zanzare, mosche, api. E chi al di qua delle ante, all’interno delle dispense in cucina, come le picco-

le farfalline. Oppure negli armadi, dove le tarme si annidano tra maglioni di lana e abiti invernali. E come ogni anno tutti sono alla ricerca dei rimedi più efficaci per azzerare il “traffico aereo” di ani-maletti con le ali, in casa e fuori: noi ve ne sveliamo alcuni per togliervi il pensiero (e il fastidio).

cucina, è qui la festa delle farfalle?Ogni anno, con il caldo, c’è sempre una farfallina che apre le danze in cucina. Seguita solitamente da molte altre. Sì, ma il problema è che tutto avviene in maniera molto discreta e, quando vediamo la prima farfalla svolazzare, è già allarme rosso. Significa che ci sono uova, larve e falene che stanno infestando il cibo in dispensa. Che si fa? O si attaccano all’interno

delle ante quei cartoncini con la superficie appicci-cosa, impregnata di una sostanza a base di feromoni in grado di attirare tutti i maschi, e si procede a una disinfestazione lenta, ma efficace. Oppure si fa così: la prima mossa è svuotare tutto il reparto che con-tiene pasta, riso, pane, biscotti, farine, orzo, farro, miglio, tè e tisane, gli alimenti preferiti dalle falene. La seconda mossa è buttare il sacchetto problemati-co. Terza mossa: preparate una soluzione di acqua e aceto di vino bianco, mettetela in un contenitore spray e spruzzatela all’interno delle dispense, senza risparmiare cerniere, mensole e angoli e passate con un panno ogni millimetro. Prima di rimettere a po-sto le scorte ispezionate e prive di “fili di seta” o parti

home care zanzare, api & co.dopo la punturaNonostante tutte le precauzioni, può capitare anche a voi di essere particolarmente “attraenti” per una zanzara femmina. Il rimedio più naturale? Per alleviare il prurito basta strofinare un po’ di sale, anche l’olio di lavanda aiuta perché calma il dolore. Un’altra soluzione è il bicarbonato di sodio impastato con l’acqua oppure il succo di limone. E da tenere sempre in borsa, per un pronto soccorso prê-à-porter, ci sono gli stick a base di gel post-puntura. Se poi a pungervi è stata un’ape, la prima cosa da fare è rimuovere il pungiglione con una pinzetta e appoggiare immediatamente un cubetto di ghiaccio per evitare che il veleno si diffonda. Per alleviare il dolore basta bagnare una pallina di cotone nell’aceto bianco, appoggiarla sulla puntura e schiacciarla con una fettina di limone.

di prodotto dalla consistenza alterata, ricordatevi che è sempre meglio conservare pasta, riso e farina in barattoli di vetro o di plastica dalla chiusura er-metica. Per essere ancora più certi che nessuna far-fallina oserà entrare o deporre le uova nei barattoli tra un’apertura e l’altra, basterà infilare nel baratto-lo una o due foglie di alloro lavate e asciugate. Non altererà il sapore dei cibi e terrà lontano le falene. Diluite poi qualche goccia di olio essenziale di men-ta o eucalipto o citronella in una tazzina di aceto bianco, inzuppatevi un panno di cotone e passatelo all’interno delle dispense. E se volete essere ancora più sicuri che nessuna falena passerà da lì, incastrate un chiodo di garofano in ogni angolo.

apparecchi agli ultrasuoni da attaccare al passeggi-no. Di ultima generazione poi, ci sono gli aspiratori luminosi a corrente che, oltre a catturare le zanzare, servono anche da luce di cortesia per la notte. Non ultimi, da usare in giardino sono gli zampironi pro-fumati e le candele alla citronella. Altri fastidiosi insetti aerei tipici estivi sono mosche e api. Cosa fare per tentare di allontanarle? Con le api si crea un’esca: basta un piattino con una fetta di crudo, di frutta o pesce, insomma, fate come se aveste un ospite in più a tavola, ma un po’ più in là. Con le mosche la situazione è più complessa: per tenerle lontano dal tavolo, tagliate tante fettine di li-mone quante sono le persone sedute e infilzate dei chiodi di garofano. Mettete negli angoli della casa delle ciotoline con aceto bianco e grani di pepe nero e profumate la casa con olio di pino, menta, eucalip-to, limone, cedro e citronella.

questo armadio non è un albergoCappotti, sciarpe, maglioni di cashmere e di lana sono le portate preferite di un menù scritto diret-tamente dalle tarme. Ecco la soluzione: durante il cambio degli armadi è sufficiente una pulizia a base di acqua e ammoniaca e, prima di riporre abiti e indumenti, è bene preparare dei sacchettini di fiori di lavanda secchi e chiodi di garofano, oppure agli agrumi. Vi basterà far seccare le bucce di un’arancia o un limone e metterle in un sacchettino di cotone, lino o garza, con dei chiodi di garofano. Se però non avete il tempo di preparare una solu-zione bio fatta in casa, sappiate che in commercio trovate gli antitarme in gel e in polvere, ma anche bustine di talco profumato, palline di legno naturale di cedro efficaci contro gli animaletti golosi di lana.

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home care consigli della nonna

per lavare alla perfezione le verdure ed eliminare terra e parassiti utilizzate acqua e aceto: l’acqua acidulata, infatti, mantiene inalterate le caratteristiche organolettiche del vegetale, mentre la pratica diffusa di utilizzare il bicarbonato provoca la perdita di vitamine idrosolubili e di sali minerali.

avete esagerato con il sale preparando il brodo? aggiungete qualche fetta di patata cruda. Questo rimedio è efficace anche per gli arrosti troppo salati. È scappato troppo salee la minestra risulta immangiabile? non aggiungete l’acqua ma versate nella pentola un albume. lasciatelo rapprendere, toglietelo con la schiumarola e vi accorgerete che il sale in eccesso se ne sarà andato.

il sugo non si attaccherà al fondo del tegamino di cottura se al posto del coperchio mettete una fondina piena d’acqua.

avete preparato una bella torta per la colazione della vostra settimana? per mantenerla fresca, mettete mezza mela sul piatto sul quale avete adagiato la torta e copritelo.

Da una vecchia agendatanti consigli, trucchi e suggeriMenti per la vostra casa,

la cura della vostra persona, la cucina, il giardino e tanto altro ancora. provateli e MeMorizzateli, seMplificherete la vostra quotidianità

e un po’ gioverà anche al vostro salvadanaio di maria Vittoria mazzoni

per la cucina

per la casaper eliminare anche le macchie più strane e ostinate e per avere un bucato più bianco, basterà aggiungere qualche cucchiaio di sale grosso da cucina al normale detersivo per lavatrice.

se volete evitare l’uso di prodotti chimici per pulire il forno usate l’aceto, o il succo di limone o il bicarbonato. se ci sono zone molte incrostate lasciate per una notte all’interno del forno una pentola d’acqua calda con un bicchiere di ammoniaca.

il vostro armadio ha uno sgradevole odore di chiuso? sistemate all’interno un sacchetto di lino con bulbi di giglio polverizzati, oppure mele cotogne, foglie d’eucalipto, bucce di arancia o di limone.

le scarpe di vernice non vanno mai spazzolate: si spolverano invece con un panno morbido e si puliscono con una spugna imbevuta di latte, asciugandole quindi con una pezzuola pulita.

È tempo di indossare i cappelli di paglia per ripararsi dal solleone. per farli tornare come nuovi spazzolateli con una miscela metà acqua e metà succo di limone; strofinateli poi con un panno asciutto e fateli asciugare all’ombra.

prima di andare a dormire, lavatevi il volto con acqua fredda, quindi massaggiate le zone più delicate, dove più facilmente si formano rughe, con un poco di succo di cetriolo.

per la cura di voi stesse

se volete travasare una pianta che pensate sia troppo stretta nel suo vaso originale, non innaffiatela per qualche giorno: la terra diventerà secca e le radici usciranno dal contenitore senza spezzarsi.

Quando è bene innaffiare fiori e piante del vostro giardino? dipende dalla stagione: in estate, la sera per far sì che abbiano tutta la notte per assorbire l’acqua, in inverno la mattina per evitare che durante la notte l’acqua possa gelare e rovinare così le radici.

per ridare lucentezza e vigore alle vostre piante d’appartamento pulite le foglie con un tampone di ovatta imbevuto di birra chiara.

Quando rinvasate le vostre piante per farle crescere belle e rigogliose sistemate sul fondo del nuovo vaso una matassina di paglietta di ferro, ricoprite di terra e concimate: è un ottimo sistema per drenare l’acqua e nutrire la pianta.

per il verde

vi siete esposti al sole senza una protezione adeguata e vi siete scottati? le patate sono un ottimo rimedio. contengono, infatti, la solanina che non permette che si formino le vesciche e dà un immediato sollievo alla pelle arrossata. È sufficiente applicare una fetta di patata cruda sulla scottatura per 15-20 minuti per avere una sensazione di freschezza.

COLLaBOra anChe tu!Se conosci dei vecchi rimedi o trucchi o ricordi quanto ti raccontava la tua nonna scrivi a: Redazione PRÈMIATY, via Nanni Costa, 30 40133 Bologna. Mail: prè[email protected]. Il tuo consiglio verrà pubblicato.

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home care consigli della nonna

per lavare alla perfezione le verdure ed eliminare terra e parassiti utilizzate acqua e aceto: l’acqua acidulata, infatti, mantiene inalterate le caratteristiche organolettiche del vegetale, mentre la pratica diffusa di utilizzare il bicarbonato provoca la perdita di vitamine idrosolubili e di sali minerali.

avete esagerato con il sale preparando il brodo? aggiungete qualche fetta di patata cruda. Questo rimedio è efficace anche per gli arrosti troppo salati. È scappato troppo salee la minestra risulta immangiabile? non aggiungete l’acqua ma versate nella pentola un albume. lasciatelo rapprendere, toglietelo con la schiumarola e vi accorgerete che il sale in eccesso se ne sarà andato.

il sugo non si attaccherà al fondo del tegamino di cottura se al posto del coperchio mettete una fondina piena d’acqua.

avete preparato una bella torta per la colazione della vostra settimana? per mantenerla fresca, mettete mezza mela sul piatto sul quale avete adagiato la torta e copritelo.

Da una vecchia agendatanti consigli, trucchi e suggeriMenti per la vostra casa,

la cura della vostra persona, la cucina, il giardino e tanto altro ancora. provateli e MeMorizzateli, seMplificherete la vostra quotidianità

e un po’ gioverà anche al vostro salvadanaio di maria Vittoria mazzoni

per la cucina

per la casaper eliminare anche le macchie più strane e ostinate e per avere un bucato più bianco, basterà aggiungere qualche cucchiaio di sale grosso da cucina al normale detersivo per lavatrice.

se volete evitare l’uso di prodotti chimici per pulire il forno usate l’aceto, o il succo di limone o il bicarbonato. se ci sono zone molte incrostate lasciate per una notte all’interno del forno una pentola d’acqua calda con un bicchiere di ammoniaca.

il vostro armadio ha uno sgradevole odore di chiuso? sistemate all’interno un sacchetto di lino con bulbi di giglio polverizzati, oppure mele cotogne, foglie d’eucalipto, bucce di arancia o di limone.

le scarpe di vernice non vanno mai spazzolate: si spolverano invece con un panno morbido e si puliscono con una spugna imbevuta di latte, asciugandole quindi con una pezzuola pulita.

È tempo di indossare i cappelli di paglia per ripararsi dal solleone. per farli tornare come nuovi spazzolateli con una miscela metà acqua e metà succo di limone; strofinateli poi con un panno asciutto e fateli asciugare all’ombra.

prima di andare a dormire, lavatevi il volto con acqua fredda, quindi massaggiate le zone più delicate, dove più facilmente si formano rughe, con un poco di succo di cetriolo.

per la cura di voi stesse

se volete travasare una pianta che pensate sia troppo stretta nel suo vaso originale, non innaffiatela per qualche giorno: la terra diventerà secca e le radici usciranno dal contenitore senza spezzarsi.

Quando è bene innaffiare fiori e piante del vostro giardino? dipende dalla stagione: in estate, la sera per far sì che abbiano tutta la notte per assorbire l’acqua, in inverno la mattina per evitare che durante la notte l’acqua possa gelare e rovinare così le radici.

per ridare lucentezza e vigore alle vostre piante d’appartamento pulite le foglie con un tampone di ovatta imbevuto di birra chiara.

Quando rinvasate le vostre piante per farle crescere belle e rigogliose sistemate sul fondo del nuovo vaso una matassina di paglietta di ferro, ricoprite di terra e concimate: è un ottimo sistema per drenare l’acqua e nutrire la pianta.

per il verde

vi siete esposti al sole senza una protezione adeguata e vi siete scottati? le patate sono un ottimo rimedio. contengono, infatti, la solanina che non permette che si formino le vesciche e dà un immediato sollievo alla pelle arrossata. È sufficiente applicare una fetta di patata cruda sulla scottatura per 15-20 minuti per avere una sensazione di freschezza.

COLLaBOra anChe tu!Se conosci dei vecchi rimedi o trucchi o ricordi quanto ti raccontava la tua nonna scrivi a: Redazione PRÈMIATY, via Nanni Costa, 30 40133 Bologna. Mail: prè[email protected]. Il tuo consiglio verrà pubblicato.

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Page 92: Rivista PRÈMIATY Luglio Agosto 2012

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Le piante allo scopertoil giardinaggio in vaso di Billa leoni

verde in casa

sostituito i materiali naturali e artigianali dando origine a interpretazioni diverse e stravaganti. Ma attenzione: in vaso risulta più facile esaltare la bellezza di un elemento vegetale ma più difficile creare delle combinazioni felici e armoniose. Non esistono regole precise e, anche se sembra assurdo, talvolta anche le combinazioni più estreme e ardite danno luogo a bellissimi insiemi. Per esempio, met-tere assieme una collezione di piante grasse risulte-rà sicuramente gradevole, ma sarà altrettanto bello miscelarle con i gerani. Un grande vaso di limone, che accompagna da sempre la storia di una famiglia, avrà la stessa im-portanza del vasetto microscopico - contenente la piccola pianta di cactus acquistata al supermercato - del collezionista di succulente. Una vaschetta di coccio di svampite viole del pen-siero posta su un piccolo davanzale urbano assu-merà la stessa importanza della balconata di fiori ricadenti del vicino di casa. L’importante è sfrutta-re i mesi estivi per godere dei piccoli piaceri regala-ti dal verde e dai fiori. Anche in città.

L’estate è il momento in cui, se possibile, si met-tono le piante di casa all’aperto, sul balcone, sul terrazzo o sotto un’albero in giardino. L’importante è non mettere mai le piante verdi d’appartamento al sole diretto, che brucerebbe le loro foglie. Mettetele dunque al riparo, in zona ombreggiata, o, al limite, in un angolo che riceva esclusivamente il sole del mattino. Non dimentica-te d’innaffiarle e di concimarle: lo stare all’aperto stimola molto la loro vegetazione rendendo neces-saria più acqua e più nutrimento. Inoltre, è anche il momento di pensare a nuove piante e fiori. Qualunque davanzale o angolo di terrazzo può ospitare vasi e cassette che, se usati e disposti con fantasia e buon gusto, possono arreda-re e creare un vero e proprio giardino. Praticità, leggerezza e soprattutto colore, sono i co-muni denominatori dei nuovi prodotti sempre più utilizzati e apprezzati soprattutto negli ambienti moderni. Si pensi soltanto alla praticità di quei vasi di resina leggerissimi. Oltre ai classici vasi di coc-cio, infatti, resine e materiali plastici hanno spesso

Luglio è il mese in cui l’orto regala i suoi frutti migliori, ma è anche il periodo in cui le piante da fiore cominciano a rallentare la loro produzione. Dovete quindi “svecchiare” i rosai che hanno già finito di fiorire, recidendo alla base della pianta i rami più vecchi, scuri e legnosi. Per quanto riguarda i rosai rifiorenti, tagliate le rose sfiorite accorciando direttamente di un terzo anche i rami, per favorire una fioritura continua. Ripulite anche i gerani dai fiori sfioriti - parigini, edera e zonali, ma anche tutte le altre piante fiorite - per favorire nuove emissioni. Ma l’operazione più importante dei mesi estivi è senz’altro l’irrigazione: irrigate frequentemente e costantemente, cercando di non bagnare le foglie; per le coltivazioni orticole, meglio irrigare con goccia a goccia. Anche dopo i violenti temporali estivi, che lasciano comunque il

Il momento di frutti e fioriirrigare ed eliMinare i fiori sfioriti. due operazioni indispensabili

per sostenere le fioriture di Billa leoni

verde in giardino

Approfittate di questi mesi per fare nuove talee (per esempio, a ortensie, gerani, philadelphus, lamponi, more, edera ecc.): tagliate rametti semilegnosi e fateli radicare in terra o in acqua, con l’aiuto dell’ormone radicante in polvere. Un ultimo consiglio: continuate a concimare. Le fioriture sono in piena attività da diverse settimane, quindi le piante hanno bisogno di essere aiutate.

terreno asciutto e compatto, non interrompete l’irrigazione.Inoltre, in questo periodo diserbate l’orto e le aiuole fiorite alla prima comparsa di erbacce: le infestanti con il caldo vanno a seme velocemente, diventando assai invasive e difficili da estirpare, perfino nelle vasche da terrazzo.Se il caldo estivo indurisce la crosta del terreno del vostro giardino o orto, zappettate la terra in superficie in modo da far assorbire meglio l’acqua dell’irrigazione. Nei giardini o nei terrazzi di nuovo impianto controllate le foglie delle piante in terra o in vaso: se, pur irrigate costantemente, a metà giornata presentano segni di sofferenza e disidratazione, significa che non sono state piantate nel luogo giusto. In questo caso, segnate nome e posizione sul calendario e spostatele al momento opportuno.

non troppo maturi

Se avete un orto o coltivate qualche ortaggio vaso, ricordate che certi ortaggi non devono essere portati a maturazione completa perché comprometterebbero lo sviluppo di nuovi fiori (e quindi futuri frutti). In particolare fagiolini, zucchini e cetrioli vanno raccolti piuttosto acerbi, sia per non far sviluppare i semi interni, sia per lasciare più forza alla pianta per la produzione successiva. In ogni caso la raccolta va effettuata in modo scalare, a mano a mano che i frutti si presentano del colore e della dimensione più adatti per l’uso. Inoltre, tenete presente che verdure come gli spinaci e le insalate dopo la fioritura non sono più commestibili.

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Le piante allo scopertoil giardinaggio in vaso di Billa leoni

verde in casa

sostituito i materiali naturali e artigianali dando origine a interpretazioni diverse e stravaganti. Ma attenzione: in vaso risulta più facile esaltare la bellezza di un elemento vegetale ma più difficile creare delle combinazioni felici e armoniose. Non esistono regole precise e, anche se sembra assurdo, talvolta anche le combinazioni più estreme e ardite danno luogo a bellissimi insiemi. Per esempio, met-tere assieme una collezione di piante grasse risulte-rà sicuramente gradevole, ma sarà altrettanto bello miscelarle con i gerani. Un grande vaso di limone, che accompagna da sempre la storia di una famiglia, avrà la stessa im-portanza del vasetto microscopico - contenente la piccola pianta di cactus acquistata al supermercato - del collezionista di succulente. Una vaschetta di coccio di svampite viole del pen-siero posta su un piccolo davanzale urbano assu-merà la stessa importanza della balconata di fiori ricadenti del vicino di casa. L’importante è sfrutta-re i mesi estivi per godere dei piccoli piaceri regala-ti dal verde e dai fiori. Anche in città.

L’estate è il momento in cui, se possibile, si met-tono le piante di casa all’aperto, sul balcone, sul terrazzo o sotto un’albero in giardino. L’importante è non mettere mai le piante verdi d’appartamento al sole diretto, che brucerebbe le loro foglie. Mettetele dunque al riparo, in zona ombreggiata, o, al limite, in un angolo che riceva esclusivamente il sole del mattino. Non dimentica-te d’innaffiarle e di concimarle: lo stare all’aperto stimola molto la loro vegetazione rendendo neces-saria più acqua e più nutrimento. Inoltre, è anche il momento di pensare a nuove piante e fiori. Qualunque davanzale o angolo di terrazzo può ospitare vasi e cassette che, se usati e disposti con fantasia e buon gusto, possono arreda-re e creare un vero e proprio giardino. Praticità, leggerezza e soprattutto colore, sono i co-muni denominatori dei nuovi prodotti sempre più utilizzati e apprezzati soprattutto negli ambienti moderni. Si pensi soltanto alla praticità di quei vasi di resina leggerissimi. Oltre ai classici vasi di coc-cio, infatti, resine e materiali plastici hanno spesso

Luglio è il mese in cui l’orto regala i suoi frutti migliori, ma è anche il periodo in cui le piante da fiore cominciano a rallentare la loro produzione. Dovete quindi “svecchiare” i rosai che hanno già finito di fiorire, recidendo alla base della pianta i rami più vecchi, scuri e legnosi. Per quanto riguarda i rosai rifiorenti, tagliate le rose sfiorite accorciando direttamente di un terzo anche i rami, per favorire una fioritura continua. Ripulite anche i gerani dai fiori sfioriti - parigini, edera e zonali, ma anche tutte le altre piante fiorite - per favorire nuove emissioni. Ma l’operazione più importante dei mesi estivi è senz’altro l’irrigazione: irrigate frequentemente e costantemente, cercando di non bagnare le foglie; per le coltivazioni orticole, meglio irrigare con goccia a goccia. Anche dopo i violenti temporali estivi, che lasciano comunque il

Il momento di frutti e fioriirrigare ed eliMinare i fiori sfioriti. due operazioni indispensabili

per sostenere le fioriture di Billa leoni

verde in giardino

Approfittate di questi mesi per fare nuove talee (per esempio, a ortensie, gerani, philadelphus, lamponi, more, edera ecc.): tagliate rametti semilegnosi e fateli radicare in terra o in acqua, con l’aiuto dell’ormone radicante in polvere. Un ultimo consiglio: continuate a concimare. Le fioriture sono in piena attività da diverse settimane, quindi le piante hanno bisogno di essere aiutate.

terreno asciutto e compatto, non interrompete l’irrigazione.Inoltre, in questo periodo diserbate l’orto e le aiuole fiorite alla prima comparsa di erbacce: le infestanti con il caldo vanno a seme velocemente, diventando assai invasive e difficili da estirpare, perfino nelle vasche da terrazzo.Se il caldo estivo indurisce la crosta del terreno del vostro giardino o orto, zappettate la terra in superficie in modo da far assorbire meglio l’acqua dell’irrigazione. Nei giardini o nei terrazzi di nuovo impianto controllate le foglie delle piante in terra o in vaso: se, pur irrigate costantemente, a metà giornata presentano segni di sofferenza e disidratazione, significa che non sono state piantate nel luogo giusto. In questo caso, segnate nome e posizione sul calendario e spostatele al momento opportuno.

non troppo maturi

Se avete un orto o coltivate qualche ortaggio vaso, ricordate che certi ortaggi non devono essere portati a maturazione completa perché comprometterebbero lo sviluppo di nuovi fiori (e quindi futuri frutti). In particolare fagiolini, zucchini e cetrioli vanno raccolti piuttosto acerbi, sia per non far sviluppare i semi interni, sia per lasciare più forza alla pianta per la produzione successiva. In ogni caso la raccolta va effettuata in modo scalare, a mano a mano che i frutti si presentano del colore e della dimensione più adatti per l’uso. Inoltre, tenete presente che verdure come gli spinaci e le insalate dopo la fioritura non sono più commestibili.

Page 94: Rivista PRÈMIATY Luglio Agosto 2012

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Fresche trasparenze

un pranzo all’oMbra per alleviare il caldo estivo più intensodi Cristina Bottari

Una tavola apparecchiata senza tovaglia, d’effetto nella sua semplicità: i piatti, in vetro trasparente decorato, sono appoggiati direttamente sul tavolo rivestito in piastrelle di ceramica. L’atmosfera che si respira è di totale relax, all’ombra di un portico. L’effetto che si vuole ottenere disponendo i coperti direttamente sulla tavola, utilizzando solo un sottopiatto blu in rafia, è proprio quello di un’elegante essenzialità, che valorizza un pranzo leggero ma raffinato, un buffet di piatti freddi, magari preparati il giorno prima, per assaporare al meglio il gusto dell’estate. Anche gli elementi decorativi sono in vetro, seppure decorati diversamente. I fermatovaglioli sono delle farfalle realizzate in perline di vetro colorate. Le ortensie azzurre, all’apice della loro bellezza, risaltano con il rosso intenso e vellutato delle pesche, creando un piacevolissimo contrasto di colore.

l’idea da rubare

disponete in una coppa di vetro della frutta di stagione, quindi lasciate ricadere dai bordi alcuni rami di edera e delle ortensie appena colte. il centrotavola è realizzabile anche abbinando alla frutta altri fiori, purché siano di un colore nettamente contrastante.

a tavola con stile

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Fresche trasparenze

un pranzo all’oMbra per alleviare il caldo estivo più intensodi Cristina Bottari

Una tavola apparecchiata senza tovaglia, d’effetto nella sua semplicità: i piatti, in vetro trasparente decorato, sono appoggiati direttamente sul tavolo rivestito in piastrelle di ceramica. L’atmosfera che si respira è di totale relax, all’ombra di un portico. L’effetto che si vuole ottenere disponendo i coperti direttamente sulla tavola, utilizzando solo un sottopiatto blu in rafia, è proprio quello di un’elegante essenzialità, che valorizza un pranzo leggero ma raffinato, un buffet di piatti freddi, magari preparati il giorno prima, per assaporare al meglio il gusto dell’estate. Anche gli elementi decorativi sono in vetro, seppure decorati diversamente. I fermatovaglioli sono delle farfalle realizzate in perline di vetro colorate. Le ortensie azzurre, all’apice della loro bellezza, risaltano con il rosso intenso e vellutato delle pesche, creando un piacevolissimo contrasto di colore.

l’idea da rubare

disponete in una coppa di vetro della frutta di stagione, quindi lasciate ricadere dai bordi alcuni rami di edera e delle ortensie appena colte. il centrotavola è realizzabile anche abbinando alla frutta altri fiori, purché siano di un colore nettamente contrastante.

a tavola con stile

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Semplici fiori di campo

cosa occorreun rettangolo di spugna da fiori, sette o otto papaveri coltivati, qualche spiga di lavanda o altro fiore blu (fiordaliso, liatris, speronella, nigella), alcuni ciuffi di euforbia verde, tre o quattro foglie grandi di galax (una foglia cuoriforme simile all’edera helix, la comune edera che ricopre i vecchi muri), una sportina di paglia rivestita all’interno con materiale impermeabile.

come si realizza • tagliate la spugna a misura e bagnatela. • infilate nell’ordine le foglie negli angoli, l’euforbia, le spighe blu, lasciando lo spazio in due soli punti per i papaveri. tagliate gli steli dei papaveri tutti della stessa misura, quindi infilateli raggruppandoli in modo da ottenere una macchia di colore decisa. • infine, con molta delicatezza, inserite la composizione nella sportina. se la tenete in casa, bagnate la spugna almeno una volta al giorno.

Indice delle ricetteantiPastiBudini al pomodoro 22Pomodori ripieni di tonno 21Sauté di cozze, vongole e fasolari 33Spiedini di feta e frutta estiva 63Zuppetta di fasolari 34

PrimiCavatelli alla crudaiola 22Fregola con le arselle 69Malloreddus con salsiccia 70Pappa al pomodoro 23Zuppa di cozze e arselle 35

seCondi e ContorniCarciofi fritti in pastella 49Cozze gratinate 35Insalata di cannolicchi 35Mazzancolle alla verdurine croccanti e pesche 27Mozzarella in carrozza con fiori di zucca e zucchine 43Pane frattau 71Polpette al sugo 23Spiedini di pollo con pesca grigliata al curry 27Tarte tatin salata al pomodoro e mozzarella 43Tempura di pesce 49Tonno all’algherese 70Zucchine e fiori in pastella 48

dolCiBudino di pesche 28Crostata con crema di pesche 29Gelato al tè Matcha 53Pesche ripiene al forno 28Sebadas 71Sorbetto al caffè 52Sorbetto alla fragola 51

salse e ConserveConfettura di frutti rossi e vaniglia 37Marmellata di pomodori verdi 37Pesche sciroppate 29Pomodori pelati 20Salsa agrodolce 37Salsa di cozze e arselle 35

CoCktailDaiquiri alla fragola 63Frozen di anguria e melone 63Watermelon Bourbon 62

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Semplici fiori di campo

cosa occorreun rettangolo di spugna da fiori, sette o otto papaveri coltivati, qualche spiga di lavanda o altro fiore blu (fiordaliso, liatris, speronella, nigella), alcuni ciuffi di euforbia verde, tre o quattro foglie grandi di galax (una foglia cuoriforme simile all’edera helix, la comune edera che ricopre i vecchi muri), una sportina di paglia rivestita all’interno con materiale impermeabile.

come si realizza • tagliate la spugna a misura e bagnatela. • infilate nell’ordine le foglie negli angoli, l’euforbia, le spighe blu, lasciando lo spazio in due soli punti per i papaveri. tagliate gli steli dei papaveri tutti della stessa misura, quindi infilateli raggruppandoli in modo da ottenere una macchia di colore decisa. • infine, con molta delicatezza, inserite la composizione nella sportina. se la tenete in casa, bagnate la spugna almeno una volta al giorno.

Indice delle ricetteantiPastiBudini al pomodoro 22Pomodori ripieni di tonno 21Sauté di cozze, vongole e fasolari 33Spiedini di feta e frutta estiva 63Zuppetta di fasolari 34

PrimiCavatelli alla crudaiola 22Fregola con le arselle 69Malloreddus con salsiccia 70Pappa al pomodoro 23Zuppa di cozze e arselle 35

seCondi e ContorniCarciofi fritti in pastella 49Cozze gratinate 35Insalata di cannolicchi 35Mazzancolle alla verdurine croccanti e pesche 27Mozzarella in carrozza con fiori di zucca e zucchine 43Pane frattau 71Polpette al sugo 23Spiedini di pollo con pesca grigliata al curry 27Tarte tatin salata al pomodoro e mozzarella 43Tempura di pesce 49Tonno all’algherese 70Zucchine e fiori in pastella 48

dolCiBudino di pesche 28Crostata con crema di pesche 29Gelato al tè Matcha 53Pesche ripiene al forno 28Sebadas 71Sorbetto al caffè 52Sorbetto alla fragola 51

salse e ConserveConfettura di frutti rossi e vaniglia 37Marmellata di pomodori verdi 37Pesche sciroppate 29Pomodori pelati 20Salsa agrodolce 37Salsa di cozze e arselle 35

CoCktailDaiquiri alla fragola 63Frozen di anguria e melone 63Watermelon Bourbon 62

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redazione

direttore responsabilePaolo Dalcò

coordinamento di redazionemonica Nastrucci

in redazioneFrancesca Badi, Cristina Bottari, giulia malerba, armando minuz, monia Petrolini (grafica)

Hanno collaborato a questo numerotesti gilda Ciaruffoli, erika Ferrari, Fondazione Veronesi, giada gaetano, Billa leoni, elisa mazzola, maria Vittoria mazzoni, stefania Piras, giulio serri, martina tringaliricette licia Cagnoni, simone rugiatiFotografie arst (pag. 66 foto in basso), associazione Culturale Dromos (pag. 68), gilda Ciaruffoli (pag. 66 foto in alto, pag. 67 foto in alto), Comune di orgosolo (pag. 67 foto in basso a ds), Fondazione Barumini (pag. 67 foto in basso a sn)

editoreFood s.r.l.Via mazzini n. 643121 Parmatel. 0521 388511 - fax 0521 388555mail: [email protected]

iscrizione al registro degli operatori di Comunicazione al n. 2273registrazione presso la Cancelleria del tribunale in corso

n. 3 – luglio-agosto 2012stampato nel mese di maggio 2012presso incentive Promomedia srlVia Domenico Nicolai, 6370122 Bari

tutti i diritti di produzione, riproduzione o traduzione sono riservati. testi e fotografie, anche se non pubblicati, non si restituiscono. in conformità al D.lgs. n. 196/2003 sulla tutela dei dati personali, informiamo che i dati raccolti saranno trattati con la massima riservatezza e verranno utilizzati per scopi inerenti la nostra attività. in ogni momento, a norma dell’art. 7 del D.legs. n. 196/2003, si potrà chiedere l’accesso, la modifica, la cancellazione o opporsi al trattamento dei dati scrivendo a Food srl via mazzini, 6 – 43121 Parma

Pomodori riPieni di Panzanella

• 8 pomodori ramati • 250 g di pane casereccio a fette • 4 uova • 3 cucchiai d’aceto bianco• 1 spicchio d’aglio • 1 cipolla rossa • 10 foglie di basilico• olio d’oliva extravergine • sale e pepe

preparazione 30 minuti cottura 25 minutiesecuzione facile vino Friuli Grave Verduzzo Frizzante

Fate ammorbidire il pane in poca acqua. Eliminate la crosta delle fette di pane, strofinatele con lo spicchio d’aglio, spezzettatele, disponetele in una pirofila in un solo strato e irroratele con l’aceto e 2-3 cucchiai d’olio. Lavate i pomodori, tagliate le calotte e tenetele da parte; quindi svuotateli e conservate la polpa.

Spellate la cipolla e tagliatela a dadini. Sbriciolate con le mani il pane ammorbidito, trasferitelo con la polpa dei pomodori e unite le uova e le foglie spezzettate di basilico; regolate di sale e pepe e mescolate, in modo da ottenere un composto omogeneo.

Suddividete il ripieno preparato all’interno dei pomodori e riposizionate le calotte tenute da parte sul ripieno.

Foderate una pirofila con carta da forno bagnata e strizzata, disponetevi i pomodori ripieni; irrorateli con un filo d’olio e cuocete in forno a 180°C per 20-25 minuti. Lasciate intiepidire e servite.

per 4 persone

Ricetta di copertina

Agenda della SalutePuoi donare € 3,00 alla Fondazione Umberto Veronesi ritirando con solo300 punti l’Agenda della Salute“La salute in tasca”: una utile guidaalla prevenzione e un memorandumdei tuoi esami sempre a portata di mano.

Cod. 2308

SIGMA per il Sociale

GRATIS 300 PUNTI

FONDAZIONEUMBERTO VERONESIPER IL PROGRESSO DELLE SCIENZELa ricerca scientifi ca ha come obiettivo il miglioramento della qualità della vita. Ad ogni risultato raggiunto corrisponde non solo la soluzione più utile e innovativa ad un interrogativo scientifi co, ma anche una nuova speranza per chi soffre, nuove prospettive di una vita migliore che incidono sulla famiglia, sul mondo del lavoro, su tutta la società. Per questo la Fondazione Umberto Veronesi investe energie, fondi e condivide con studiosi autorevoli importanti iniziative che possano aprire le porte al futuro. Lo fa sostenendo i progetti più all’avanguardia e offrendo borse di ricerca a giovani medici e scienziati. Al contempo la Fondazione è attiva anche nell’ambito della divulgazione scientifi ca, affi nché i risultati e le scoperte della scienza diventino patrimonio di tutti, attraverso grandi conferenze con relatori internazionali, progetti per le scuole, campagne di sensibilizzazione e pubblicazioni.

Per info: www.fondazioneveronesi.it

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• 8 pomodori ramati • 250 g di pane casereccio a fette • 4 uova • 3 cucchiai d’aceto bianco• 1 spicchio d’aglio • 1 cipolla rossa • 10 foglie di basilico• olio d’oliva extravergine • sale e pepe

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Fate ammorbidire il pane in poca acqua. Eliminate la crosta delle fette di pane, strofinatele con lo spicchio d’aglio, spezzettatele, disponetele in una pirofila in un solo strato e irroratele con l’aceto e 2-3 cucchiai d’olio. Lavate i pomodori, tagliate le calotte e tenetele da parte; quindi svuotateli e conservate la polpa.

Spellate la cipolla e tagliatela a dadini. Sbriciolate con le mani il pane ammorbidito, trasferitelo con la polpa dei pomodori e unite le uova e le foglie spezzettate di basilico; regolate di sale e pepe e mescolate, in modo da ottenere un composto omogeneo.

Suddividete il ripieno preparato all’interno dei pomodori e riposizionate le calotte tenute da parte sul ripieno.

Foderate una pirofila con carta da forno bagnata e strizzata, disponetevi i pomodori ripieni; irrorateli con un filo d’olio e cuocete in forno a 180°C per 20-25 minuti. Lasciate intiepidire e servite.

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FONDAZIONEUMBERTO VERONESIPER IL PROGRESSO DELLE SCIENZELa ricerca scientifi ca ha come obiettivo il miglioramento della qualità della vita. Ad ogni risultato raggiunto corrisponde non solo la soluzione più utile e innovativa ad un interrogativo scientifi co, ma anche una nuova speranza per chi soffre, nuove prospettive di una vita migliore che incidono sulla famiglia, sul mondo del lavoro, su tutta la società. Per questo la Fondazione Umberto Veronesi investe energie, fondi e condivide con studiosi autorevoli importanti iniziative che possano aprire le porte al futuro. Lo fa sostenendo i progetti più all’avanguardia e offrendo borse di ricerca a giovani medici e scienziati. Al contempo la Fondazione è attiva anche nell’ambito della divulgazione scientifi ca, affi nché i risultati e le scoperte della scienza diventino patrimonio di tutti, attraverso grandi conferenze con relatori internazionali, progetti per le scuole, campagne di sensibilizzazione e pubblicazioni.

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Page 100: Rivista PRÈMIATY Luglio Agosto 2012

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Numero 3 - luglio-agosto 2012

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in omaggio

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