rivista settembre-ottobre 2012

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mici di Gesù Crocifisso A Rivista del Movimento Laicale Passionista “Amici di Gesù Cr ocifisso” In caso di mancato recapito inviare al CPO di Macerata per la restituzione al mittente previo pagamento resi Settembre - Ottobre 2012 - Anno XIII n. 5

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mici di Gesù CrocifissoA Rivista del Movimento Laicale Passionista “Amici di Gesù Cr ocifisso”

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Settembre - Ottobre 2012 - Anno XIII n. 5

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9 – Pescare le perle nel mare della Passionedi P. Alberto PierangioliSettembre 2012

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San Paolo della Croce, per farecapire meglio la grandezza delmistero della passione di Gesù,

usa varie immagini, specialmentequella del mare e dell’oceano.Completa poi la comprensione del-l’immagine, invitando a immergersi ea tuffarsi nel mare di amore e di dolo-re della passione di Gesù e, per arriva-re al concreto, invita ad andare a“pescare” in questo mare le “ perle”preziose.

Posta la passione di Gesù comecentro del cammino spirituale, Paolodella Croce insegna una dottrina spiri-tuale molto concreta ed equilibrata: dauna parte insiste senza stancarsi sulraccoglimento interiore,sulla unione intima emistica con GesùCrocifisso, sulle “peneinfuse”e sulla meditazionedella passione, dall’altrachiede un serio eserciziodelle virtù, suggerendo dipescare le loro perle pre-ziose, nel mare della pas-sione. Paolo intende parla-re della comprensione edell’esercizio delle virtùcristiane che più risaltanonella passione di Cristo.

La vera pesca nel mar edella passione

Per il santo l’amore diDio e del prossimo non èun semplice sentimento dibenevolenza disimpegna-ta, ma è una forza che influenza deci-samente il pensiero e la vita dell’uo-mo. Se uno si fa penetrare da questaforza basilare d’amore, si dedicherànecessariamente anche all’eserciziodelle “virtù”. L’amore e l’ eserciziodelle virtù cristiane sono inseparabili.

L’amore dà alle virtù la “forzanecessaria”; l’esercizio delle virtùdiviene una “manifestazione necessa-ria” dell’amore. Un ef fetto essenzialedell’essere penetrati dalla passione diGesù consiste nel risvegliare nell’uo-mo un forte desiderio di imitare levirtù del Signore sof ferente, che giàall’inizio del ritiro di Castellazzo, ilgiovane Paolo sintetizza nel desideriodi “essere crocifisso con Gesù”..

Per farsi capire meglio dai suoidiscepoli, il santo ricorre alle immagi-ni dei pescatori che aveva visto tantevolte all’opera alle falde del MonteArgentario: la pesca nel mare.

Scrive a una suora di clausura,afflitta da varie malattie: “State nellastanza interiore del vostr o cuore;vestitevi delle pene di Gesù e abissate-vi in esse. Amate e tacete . Oh sacrosilenzio di fede e di amor e! Vorreiancora che qualche volta andaste apescare. E come? Eccolo. La passionedi Gesù è un mare di dolore e diamore. Dite al Signore che v’insegni apescare in questo mar e. Immergeteviin esso fino a tr ovare il fondo.

Lasciatevi penetrare tutta dall’amoree dal dolor e. Fate vostre le pene diGesù. Pescate le perle delle virtù diGesù. Questa pesca si fa senza parole;la fede e l’amor e la insegnano. Chi èpiù umile è più bravo pescator e” (L.III, p.515-6).

Così scrive a un’altra suora:“Quando piace a Dio di concederle lagrazia del santo amore, non può fare ameno di immer gersi tutta nel mar edella santissima Passione ed ivi far egran pesca di perle e di tutte le gioieche sono le virtù dello Sposo divinoappassionato, per adornarsi bene, peressere una vittima sacrificata in olo-causto nel fuoco del Santo Amore” (L.III,336s).

Le corsie paralleledella via della santità

Per il santo, vita interiore ed eserci-zio delle virtù sono “corsie parallele” diun’unica via che conduce alla santità.In una lettera incoraggia la venerabileLucia Burlini ad “essere umile, carita-tevole con tutti, mansueta, paziente,aver buon concetto di tutti, fuor ché divoi stessa, amica del silenzio, di starritirata, di fuggire l’ozio, ma lavorare etacere, e dentro stare con Dio”. Dopoaverle spiegato come sia fruttuosoimmergersi nel mare della passione di

Gesù, continua: “Rinata anuova vita deifica e santa,lo Sposo Divino vi porta apescare nel mar e dellasua Passione; pescatepure, figliuola. Lasciatevipenetrare tutta dall’amo-re e dal dolore, e fatevostre le pene di Gesù . Inquesto gran mar e dellaPassione pescherete leperle di tutte le virtù diGesù Cristo. Questa divi-na pesca si fa pur e senzapartirsi dalla solitudine edal silenzio interior e.Gesù v’insegnerà tutto, sesarete ben umile, e mortaa tutto”.

È l’amore che Dioconcede a colui che siimmerge nel “mare della

passione di Gesù”, che muove l’uomoe gli dà la forza per imitare le virtù diGesù sofferente (L.L. I, 302).

Il tuffarsi nel mare della passione el’esercizio delle varie virtù che ilnostro fondatore invita a pescarvi sicompletano a vicenda e portano l’ani-ma a entrare pienamente nella misticadella passione e nell’esercizio dellevirtù, per avere una vita santa. Tuttoquesto ci aiuta a capire sempre meglioche la passione di Gesù non è solo ilpunto centrale di tutto l’edificio spiri-tuale, ma anche la sor gente da cuidevono scaturire tutte le virtù e gliatteggiamenti particolari del camminopassionista.

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In copertina: Faro al tramonto con il logo dell’Anno della Fede . Esso rappresenta una barca, una immaginedella Chiesa in navigazione sui flutti. L’albero maestro è una croce che issa le vele le quali realizzanoil trigramma di Cristo (IHS). Sullo sfondo delle vele è rappresentato il sole c he rimanda all’Eucaristia.

Germana si consacra a Gesù Crocifissoper pescare nel mare della Passione

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Uno dei punti di partenza del-l’itinerario spirituale, propo-sto da san Paolo della Croce,

è la presa di coscienza del NULLA,che è l’uomo, e del TUTTO, che èDio. Può sembrare una constatazio-ne ovvia, ma per il santo è “un’altis-sima verità”(L, I,257,488), tanto dafarne un punto fermo del suo inse-gnamento e trovarlo continuamentenelle sue lettere di direzione spiritua-le. Secondo il santo, da qui bisognapartire per fare un serio camminoverso la santità.

Scriveva: “Per essere santo, civuole una N e una T; la N sei tu, chesei un orribile NULLA; la T è Dio,che è l’infinitoTUTTO”(L, III, 747). Eafferma che il “rimirareil proprio orribile nullaè la via più corta allavera unione con Dio ealla santità” (L,I,257).

Il santo parlandodella creatura come diun “Nulla”, non fauna speculazione filo-sofica, ma parte dallafede, dal rapportoCreatore-creatura ,visto alla luce dellafede. In questa luce, ilCreatore è veramenteil Tutto, perché è l’ori-gine di tutto; la creatu-ra è il niente, perchéniente sarebbe senzadi Lui. Anzi, poiché lacreatura umana èavvolta nel peccato,“è peggio dello stessoniente” perché il peccato “è peggiodel nulla, è un orribile nulla”.

Questa non è una visione pessi-mistica dell’esistenza, né disprezzodella creatura. È semplicemente unavisione realistica, anzi una visioneeminentemente biblica. La Bibbiaparla continuamente della povertà,fragilità, impotenza e finitezza del-l’uomo e della sua assoluta dipen-denza dal Creatore per pervenireall’essere e per rimanere nell’esi-stenza. Siamo nulla; se siamo qual-cosa, lo dobbiamo solo a Dio. “Checosa è l’uomo per ché ti ricordi diLui?”, dice il salmo (8,5).

Per questo san Paolo della Croceinsiste che bisogna sprofondarsisempre più nella cognizione del pro-prio nulla e “convincersi di niente

essere, niente avere, niente potere,niente sapere”. Bisogna avere duesguardi di fede: uno all’immensagrandezza di Dio, l’altro al nostronulla. Occorre l’umiltà vera delcuore, quale virtù fondamentaledell’edificio spirituale, perché, dice-va il nostro santo, “un granello disuperbia getta a terra una monta-gna di santità ”. Della cognizionedel proprio nulla e del vero tutto, cheè Dio, bisogna fare “lo studio prima-rio della propria vita”, ripete spessonelle sue lettere (I, 258, 238…).

Di questa nullità e indegnitàdell’uomo, S. Paolo della Croceaveva una coscienza vivissima e una

convinzione profonda prima di tuttodi se stesso. Nel diario e nelle letteretroviamo numerose espressioni pit-toresche, quasi irrepetibili, basti direche si riteneva degno solo di staresotto i piedi del demonio. Egli cerca-va di inculcare questa profondaconoscenza di se stesso a tutti i suoidiscepoli, religiosi e laici.

Immerso in DioQuesta “altissima verità” del

proprio nulla non deve rimanere soloteorica, ma deve portare ad accettareserenamente la radicale cognizionedi creatura povera e peccatrice.Questo “nobile e divino eser cizio”va fatto alla luce della fede, alla luce

della cognizione di Dioche è “Tutto”, ma Padrepieno di amore e di misericordiaverso le sue creature.

Solo alla luce di questa fede, lavisione della condizione umana nonporta alla sfiducia, all’inerzia, maall’abbandono e fiducia in Dio. Piùsaremo umili, più cambierà il nostroatteggiamento verso Dio e verso ilprossimo; acquisteremo non solopiena fiducia in Dio, ma anchecoraggio nella vita: “Miri il suoniente e non si fidi di sé, ma si fididi Dio e confidi in Dio” .

San Paolo della Croce ebbe tantocoraggio nel portare avanti la sua gran-

de missione, senzaappoggi e mezzi umani,basandosi proprio sullaconvinzione del pro-prio nulla e sulla gran-dezza, onnipotenza eamore infinito di Dio.

Diceva anche che ilTutto attrae a sé il nulla,con la forza soavissimadel suo amore. Noidobbiamo essere comeuna goccia d’acqua chebrama perdersi nelmare: il nulla si tuf fanell’immenso maredell’infinito Tutto e inesso si inabissa. Come“la farfalletta”, che silascia attirare dalla lucee dal calore della fiam-ma e si lascia bruciareda essa, l’anima che siperde in Dio si realizzapienamente, perviene

all’intima unione con Dio e nel divinoabbraccio rinasce a vita nuova.Avviene allora una duplice nascita diDio nell’anima e dell’anima in Dio.Questa profonda intimità con Dio èl’aspetto positivo della cognizione eaccettazione del proprio nulla, è lavetta del cammino spirituale di sanPaolo della Croce, perché fa sgor garedal cuore una illimitata, dolce, serena,filiale fiducia nel Dio Tutto.

È come una vitale esigenza dallacreatura nulla a sentirsi attratta irre-sistibilmente dal divino Tutto perdiventare una cosa sola con Lui, finoad essere divinizzata. Immersa inDio, la creatura scopre la sua gran-dezza di figlia di Dio, fatta partecipedella vita stessa di Dio

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10 – L’uomo il “niente” che si tuffa nel “Tutto”di P. Alberto PierangioliOttobre 2012

Lucia, Germana, Angela, Rita e Fabrizioscelgono il Tutto che è Dio

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la sua vita a favore dei molti con pienacoscienza, fino all’ultimo respiro.

Dopo che Gesù è stato crocifisso, isoldati si dividono i suoi vestiti. Questogesto costituisce un’allusione al Sal22,19: «Si sono divise tra lor o le mievesti, sul mio vestito hanno gettato lasorte». L’abito esprime la dignità dellapersona. Secondo Marco, le vesti diGesù trasmettono la sua potenza guari-trice (Mc 5,28) e manifestano la suadivinità (Mc 9,3). Lasciandosi spoglia-re degli indumenti, Gesù cela il suopotere soprannaturale. Nella sua infini-ta sapienza, questa è la modalità con cuiDio ha deciso di salvare i suoi figlisegnati dalla malattia e dal peccato.

La scritta recante il motivo della suacondanna («il re dei Giudei») potrebbeessere letta ad un livello più profondo:Gesù è il re che dà la vita per il suopopolo inaugurando, nella sua persona,un nuovo modo di esercitare l’autorità.

La regalità di Gesùvisibile nella fede

I passanti insultano Gesù. Il termi-ne usato da Marco, che scrive in greco,è «bestemmiare». Ogni parola discherno o di insulto rivolta controGesù equivale ad una bestemmia, per-ché egli non è un uomo qualsiasi, ma ilFiglio di Dio (cf. Mc 1,1.1 1; 9,7;15,39). I passanti ironizzano su unafalsa testimonianza usata contro Gesùnel processo davanti al sinedrio,secondo la quale egli avrebbe afferma-to di distruggere il tempio fatto damani d’uomo per riedificarne, in tre

giorni, un altro non fatto da creaturaalcuna (Mc 14,58). Nel vangelo diMarco Gesù non fa mai quest’afferma-zione. Tuttavia in queste parole blasfe-me si può intravedere un riferimentoalla risurrezione, attraverso la qualeGesù riedifica il tempio del suo corpo,tre giorni dopo la sua morte. È come segià nella sua morte iniziasse a germo-gliare una nuova vita (cf. Gv 12,24) .

Similmente, i sommi sacerdoti congli scribi si fanno beffe di lui, dicendotra loro che se riuscisse a salvare sestesso scendendo dalla croce, loro,dopo aver visto questo, giungerebberoalla fede in lui.

Gesù però non fa questo perchéegli certamente è la manifestazionedella potenza di Dio, ma, non dimenti-chiamolo, la forza di Dio spesso èmisteriosa e si attua proprio sotto isegni della debolezza (cf. 2Cor 12,9).

La Buona NotiziaNel corso della storia l’uomo,

spesso gravato dal fardello del male edalla sofferenza, fa l’esperienza di unDio che molte volte non intervienenelle vicende delle persone secondo leloro aspettative. In questo caso la fidu-cia dell’uomo nel Signore viene messaa dura prova. Tuttavia la verità piùprofonda delle cose è ben altra e lafede c’insegna che nulla è impossibilea Dio. Egli può portare a compimentoil suo progetto di salvezza andandoben al di là del modo di pensare del-l’uomo (cf. Mc 8,33).

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Carissimi Amici, proseguendo lanostra meditazione sui raccontidella Passione in Marco, siamo

giunti alla crocifissione di Gesù.Procediamo con la lettura-ascolto delbrano scritturistico.

Costrinsero a portare la sua cr oceun tale che passava, un certo Simonedi Cirene, che veniva dalla campagna,padre di Alessandro e di Rufo.Condussero Gesù al luogo delGòlgota, che significa «Luogo del cra-nio», e gli davano vino mescolato conmirra, ma egli non ne pr ese. Poi locrocifissero e si diviser o le sue vesti,tirando a sorte su di esse ciò cheognuno avrebbe preso. Erano le novedel mattino quando lo crocifissero. Lascritta con il motivo della sua condan-na diceva: «Il re dei Giudei». Con luicrocifissero anche due ladr oni, uno adestra e uno alla sua sinistra. Quelliche passavano di là lo insultavano,scuotendo il capo e dicendo: «Ehi, tuche distruggi il tempio e lo ricostruisciin tre giorni, salva te stesso scendendodalla croce!». Così anche i capi deisacerdoti, con gli scribi, fra lor o sifacevano beffe di lui e dicevano: «Hasalvato altri e non può salvare se stes-so! Il Cristo, il r e d’Israele, scendaora dalla croce, perché vediamo e cre-diamo!». E anche quelli che eranostati crocifissi con lui lo insultavano.

Gesù si spogliadella propria dignità

Mentre conducono il Signore versoil Calvario, costringono un certoSimone di Cirene a portare la croce diGesù. Egli ha passato la notte preceden-te davanti al sinedrio dove, dopo averconfessato senza timore la sua identitàmessianica, viene dichiarato reo dimorte (Mc 14,64), nonché umiliato epercosso dai suoi stessi giudici insiemeai loro servi (Mc 14,65). Al mattinocompare davanti a Pilato, dove vieneconsegnato definitivamente alla morte(Mc 15,15). A questo punto viene fla-gellato (Mc 15,15) e ridicolizzato nellasua regalità con tormenti di vario tiposubiti dai soldati (Mc 15,16-20). Gesù,che veramente sta dando tutta la sua vitaper la moltitudine (cf. Mc 10,45), è allostremo delle forze.

Giunti sul Gòlgota, gli offrono vinomescolato con mirra. Si tratta di unabevanda volta a stordire il condannato,al fine di attenuarne le sofferenze. Gesùla rifiuta; vuol bere il calice dellaPassione senza “sconti”, è deciso a dare

4 V - MEDITIAMO CON IL VANGELO DI MARCOGesù Crocifisso, la vita donata senza limiti (15,21-32)

di P. Roberto CecconiCP

Amici di Gesù Crocifisso, con la consacrazione,s’impegnano a meditare la Passione di Gesù

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Profonditàdell’amore di Maria.

Maria, pur essendo una pura crea-tura, le supera tutte in potenza, santitàe grandezza. Non si può paragonare anessuna di esse; bisogna salire fino altrono di Dio e solo là considerare lasua eccelsa grandezza, di Madre, diFiglia e di Sposa di Dio. Misurare lagrandezza di questa sua Eletta, soloDio può farlo, come anche solo Luipuò conoscere i misteri racchiusinell’amore di Maria. Tutto ciò che siriferisce alla Ss. ma Vergine richiamal’attenzione e l’interesse delle animesinceramente cristiane.

A volte basta loro solo sentire oricordare il suo nome o la parola“madre”, perché il loro cuore si com-muova, il loro pensiero voli subito aquell’unica che di madre possiede contutta perfezione il nome e l’amore.Amano considerarla santa, pura, senzamacchia, fin dalla sua immacolataConcezione; ma poiché si sentonopeccatrici, cariche di miserie e dicolpe senza numero, hanno bisogno diconsiderarla anche come Madre dimisericordia, rifugio dei peccatori eche non disdegna i poveri e miserabili.Amano considerarla nella gloria, ele-vata su tutti gli Angeli e i santi, in untrono inferiore solo a “Dio; ma voglio-no anche tenerla vicina a sé, poichéMaria è la Mediatrice con Dio, da cuiElla può ottenere per loro il perdono ela misericordia. Per Maria, per la suagloria, perché sia più conosciuta eamata, le anime amanti sono pronte asacrificarsi, a perdere tutto, anche lavita.

Il vero amore a Maria.In che cosa consiste il vero amore

a Maria la vera devozione verso diLei? Nell’amore di Dio. Dove c’è, Luiinsegna tutto. Conforme a questoamore si modella e prende formal’amore a Maria! Piuttosto che molti-plicare le pratiche di devozione, biso-gna cercare di compiere con più fedel-tà e diligenza le pratiche che già sifanno: non recitare preghiere imparatea memoria, senza quasi rendersi contodi ciò che diciamo, né fissarsi in prati-che esteriori abitudinarie e meccani-che, ma coltivare il sentimento intimodell’anima, dove risiede la sostanzadella devozione. L ’ amore a Mariaconsiste nelle disposizioni del cuoreche è sempre pronto ad inclinarsi a ciòche è gradito a Lei, nel servizio di Dioe nel compimento dei propri doveri,indovinando i suoi più piccoli deside-ri; in un continuo ricordo della suabontà e tenerezza, nel ricorrere a Leispesso, anche col solo pronunciare ilsuo Nome; nel sentire sempre lanecessità del suo aiuto, invocandolaspontaneamente e con naturalezza,con la mente, con le labbra e con ilcuore; nello sperare tutto da Lei, spe-cialmente tutto ciò che riguarda la sal-vezza e la santificazione della propriaanima, avendo nel suo amore come unpegno sicuro della propria predestina-zione, a somiglianza di San Gabrieledell’Addolorata, il quale aveva tantasicurezza su ciò che ripeteva spesso, econ lui lo vanno ripetendo tutti gliamanti di Maria: In te, Signora, hosperato, non sarò confuso in eterno.A Maria vola il pensiero degli amantidi Dio quando il loro cuore desideravederla nella patria celeste, perchésanno che Lei è la porta del cielo. AMaria accorrono quando soffrono, per-ché Lei è la consolazione degli afflitti;a Maria ricorrono quando il demonio liassale, perché Lei ha vinto il dragoneinfernale. E quando qualche pericolo liminaccia, o le passioni premono, e letenebre oscurano lo spirito, a Maria,mistica Luna, si rivolgono, e nontemono la notte, perché è anchel’Aurora della divina Luce. E al caderedelle ombre della morte, nell’ultimogiorno della nostra vita, Maria verrà aconsolarci con la sua presenza. Perquesto, in vita e in morte, ripetiamocon la più ferma fiducia: “Nontemerò alcun male,perché tu seicon me” (cf. Sai 22, 4).

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“ Io sono la madr e del bel-l’amore (Sir 24)

Maria Santissima,esemplare di amore.

In questo appuntamento con laMadre Maddalena ci accostiamo a con-siderare il ruolo fondamentale dellaMadonna nel cammino verso la santità.Maddalena, forte della sua esperienzapersonale, afferma che l’anima cheveramente ama Dio, sente l’intimaunione che c’è tra Dio e Maria, che fuscelta da Lui come madre; così anche leipuò chiamare Maria madre e può andarea Lei a chiederle che le dia Gesù, che siè fatto nostro per mezzo suo. Quantopiù si ama Dio, più si sente questaparentela divina con Gesù e Maria. Peramare Gesù è necessario amare Maria,ricorrere a Lei, invocare il suo patroci-nio, poiché, come dicono tutti i santi,per le sue mani passano tutte le grazie,soprattutto quella che le contiene tutte:l’amore di Dio. Ma è anche certo che,per amare Maria, con amore ardente esincero, è necessario amare Dio ed esse-re presi totalmente dal suo amore. Gesùvuole che noi ci rivolgiamo alla suaMadre, verso quella creatura che Egliama di più e desidera vedere amata;soprattutto vuole che la contempliamo ecompatiamo nelle pene e nei dolori chesoffrì per noi. Amare Maria, la Madr edi misericordia e di clemenza, il rifugiodegli sventurati, dei poveri, dei peccato-ri, è la cosa più consolante della nostrasanta Religione. Infatti vediamo che,anche i cattivi cristiani che hannodimenticato Dio e che hanno quasi per -duto la fede, amano in qualche modoMaria. Non è certo molto buono il loroamore, a causa del peccato. Ma tuttaviala amano, hanno dei sentimenti che limuovono verso di Lei. In fondo al lorocuore, pochi sono i cristiani che restanoinsensibili all’amore di Maria, quandosentono parlare di Lei, della sua bontà,della sua clemenza di Madre. Dio stessopare che abbia dato all’amore di Mariaun non so che di particolare, di amabile,per poter esercitare su tutti indistinta-mente, giusti e peccatori, l’uf ficio dimediatrice fra questi e Lui. Non è quin-di strano che tutti sentano nell’anima glieffetti dell’amore materno di Maria.Ma, se sentono questo i cuori morti allagrazia, che succederà nei cuori dovearde il fuoco sacro dell’amore di Dio?L’amore a Maria, all’Eletta del Signore,è tanto forte, potente e vivo, da nonpotersi esprimere.

XV - I CARATTERI DEL DIVINO AMORE: Amore a Maria SantissimaMadre M. Maddalena Marcucci

di Maria Grazia Coltorti

Madre dell’amore

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6 L’ANNO DELLA FEDE: L’annuncio

Nell’ottobre 2012 nel 50° anni-versario dell’apertura delConcilio Vaticano II inizierà l’

“Anno della Fede” voluto daBenedetto XVI “per dare rinnovatoimpulso alla missione di tutta laChiesa di condurre gli uomini fuori daldeserto in cui spesso si trovano versoil luogo della vita, l’amicizia conCristo che ci dona la vita in pienezza”

Ad annunciarlo è stato il Ponteficedurante la Santa Messa celebrata a SanPietro a conclusione del primo incon-tro internazionale promosso dalPontificio Consiglioper la Promozionedella NuovaEvangelizzazione epoi nell’Angelusrecitato insieme aifedeli riuniti in piaz-za.

“Questo “Annodella Fede” – haspiegato – inizieràl’11 ottobre 2012,nel 50° anniversariodell’apertura delConcilio VaticanoII, e terminerà il 24novembre 2013,Solennità di CristoRe dell’Universo.Sarà un momento digrazia e di impegnoper una sempre piùpiena conversione aDio, per raf forzarela nostra fede in Luie per annunciarLocon gioia all’uomodel nostro tempo”.

“Le motivazioni, le finalità e lelinee direttrici di questo “Anno”, - haaggiunto il Santo Padre – le ho espostenella Lettera Apostolica “PortaFidei”. Il Servo di Dio Paolo VI indis-se un analogo “Anno della fede” nel1967, in occasione del diciannovesimocentenario del martirio degli ApostoliPietro e Paolo, e in un periodo di gran-di rivolgimenti culturali. Ritengo che,trascorso mezzo secolo dall’aperturadel Concilio, legata alla felice memo-ria del Beato Papa Giovanni XXIII, siaopportuno richiamare la bellezza e lacentralità della fede, l’esigenza di raf-forzarla e approfondirla a livello per-sonale e comunitario, e farlo in pro-spettiva non tanto celebrativa, mapiuttosto missionaria, nella prospetti-va, appunto, della missione ad gentes edella nuova evangelizzazione”.

L’Anno della fede, ha sottolineatoMons. Fisichella presentando il docu-

mento papale, anzitutto, intende soste-nere la fede di tanti credenti che nellafatica quotidiana non cessano di af fi-dare con convinzione e coraggio lapropria esistenza al Signore Gesù. Laloro preziosa testimonianza, che nonfa notizia davanti agli uomini, ma èpreziosa agli occhi dell’Altissimo, èciò che permette alla Chiesa di presen-tarsi nel mondo di oggi, come lo fu nelpassato, con la forza della fede e conl’entusiasmo dei semplici. QuestoAnno, comunque, si inserisce all’inter-no di un contesto più ampio segnato da

una crisi generalizzata che investeanche la fede. Sottoposto da decennialle scorribande di un secolarismo chein nome dell’autonomia individualerichiedeva l’indipendenza da ogniautorità rivelata e faceva del proprioprogramma quello di “vivere nelmondo come se Dio non esistesse”, ilnostro contemporaneo si ritrova spes-so a non sapersi più collocare. La crisidi fede è espressione drammatica diuna crisi antropologica che ha lasciatol’uomo a se stesso; per questo si ritro-va oggi confuso, solo, in balia di forzedi cui non conosce neppure il volto, esenza una meta verso cui destinare lasua esistenza. E’ necessario poterandare oltre la povertà spirituale in cuisi ritrovano molti dei nostri contempo-ranei, i quali non percepiscono piùl’assenza di Dio dalla loro vita, comeuna assenza che dovrebbe essere col-mata. L’Anno della fede, quindi, inten-

de essere un percorso che la comunitàcristiana offre a tanti che vivono con lanostalgia di Dio e il desiderio di incon-trarlo di nuovo. E’ necessario, pertan-to, che i credenti sentano la responsa-bilità di of frire la compagnia dellafede, per farsi prossimo con quantichiedono ragione del nostro credere”.E’ un percorso fatto nella fiducia inDio perché, ricordava Papa Benedetto,citando l’apostolo Paolo: “Il nostroVangelo non si dif fuse fra voi soltantoper mezzo della parola, ma anche conla potenza dello Spirito Santo e con

profonda convinzio-ne”. “Questa paroladell’Apostolo dellegenti – ha concluso– sia auspicio e pro-gramma per i mis-sionari di oggi –sacerdoti, religiosi elaici – impegnati adannunciare Cristo achi non lo conosce,oppure lo ha ridottoa semplice perso-naggio storico. LaVergine Maria aiutiogni cristiano adessere valido testi-mone del Vangelo”.

L’Anno dellaFede ospiterà unagran quantità dieventi, di cui quasiuna quindicina allapresenza del SantoPadre.

Il Papa sarà pre-senta alla GiornataMondiale della

Gioventù, alla canonizzazione di seimartiri, alle giornate per i consacrati,le novizie, i novizi e i seminaristi, peri movimenti vecchi e nuovi, per il‘vangelo della vita’ e un’adorazioneeucaristica nel giorno del CorpusDomini, a livello globale.

L’Anno della Fede che si tieneanche nel ventesimo della pubblica-zione del Catechismo della ChiesaCattolica, ospiterà anche, il prossimo 5maggio, un giorno dedicato alla fedenella pietà popolare.“La pietà popola-re non può essere disprezzata, essa èuna espressione molto importantedella vita di fede”. .Giovanni Paolo IIinfatti ha af fermato che “sempre edovunque, i Santuari cristiani sonostati o hanno voluto essere i segni diDio, della sua irruzione nella storiaumana”. Un luogo di incontro tra ladomanda dell’uomo e la risposta diDio.

di Manuela Peraio

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François Xavier Nguyen VanThuân (il nome Thuân letteral-mente significa “che è in armo-

nia con la volontà (di Dio)” nasce il 17aprile 1928 nella cittadina di Hue dauna famiglia di alti dignitari dell’im-pero vietnamita, di salde radici cattoli-che e con una folta schiera di martiri econfessori della fede. Si pensi solo chenel 1885 tutti gli abitanti del villaggiodi sua madre erano stati bruciati viviall’interno della chiesa parrocchialeperché cristiani. Il nonno, fuggitoall’eccidio, glielo lo raccontava spes-so. Sua nonna ogni sera era solita reci-tare il rosario per i sacerdoti. Da lei ilgiovane François imparerà a leggere levicende umane secondo la misericor -dia di Dio. L a figura fondamentaleper la sua educazione cristiana è lamadre Hiep. Ogni sera gli insegna lestorie della Bibbia e si sof ferma sulletestimonianze dei martiri, specialmen-te dei suoi antenati. Soprattutto gliinsegna a pregare. All’età di 13 annientra nel seminario minore. A 25anni,viene ordinato sacerdote. Dopoappena tre mesi di servizio parrocchia-le gli viene diagnosticata una tuberco-losi che rende necessaria l’asportazio-ne del polmone destro. Poco primadell’intervento i chirur ghi effettuanoun’ultima radiografia e, con grandesorpresa, constatano che il polmone ècompletamente guarito. Per il giovanesacerdote è veramente un miracolo.Viene a Roma dove consegue il dotto-rato in diritto canonico. Al terminedegli studi rientra in patria e inizia alavorare come docente presso il semi-nario minore a Hue, di cui nel 1960viene eletto Rettore.

Il 1 novembre 1963 il Vietnam delSud è vittima di un colpo di Stato. Ilpresidente Diem (zio di Van Thuân)viene assassinato dai suoi stessi gene-rali. Il cuore del giovane sacerdote nonpuò trattenere il risentimento e la rab-bia. Comprende allora di essere appenaall’inizio del cammino spirituale,occorrerà ancora molto tempo perchériesca a perdonare completamente .Nel giugno 1967 viene nominatovescovo. Il suo impegno è molto inten-so perché consapevole della minacciacomunista che si profila all’orizzonte eperché prevede la fine della libertàdella Chiesa, come in ef fetti avverrà.

Nel 1971 è nominato Consultore delPontificio Consiglio per i laici. In talefunzione si reca più volte a Roma,dove conosce un altro componente diquell’organismo, l’arcivescovo-metro-polita di Cracovia, Karol Wojtyla.

Il 30 aprile 1975 le truppe comu-niste del Nord (i cosiddetti ‘Vietcong’)conquistano la capitale Saigon, chediventerà da ora in poi Ho-Chi- Minh.Per Van Thuân è l’inizio del periodopiù drammatico della sua vita. E’ stato

da poco nominato arcivescovo diVadesi e coadiutore di Saigon da PapaPaolo VI quando il 15 agosto vieneconvocato nel palazzo presidenziale esubito arrestato e incarcerato con l’ac-cusa di essere un infiltrato di un gover-no straniero e nemico della rivoluzionecomunista. Resterà in carcere per 13anni (fino al 1988), di cui nove incompleto isolamento, senza mai esse-re processato.

Messo agli arresti domiciliari ini-zia a scrivere una serie di messaggi allacomunità cristiana di cui continua asentirsi pastore. Grazie a un bambinodi 7 anni, che gli procura di nascostodei fogli di carta sui cui scrivere, il pro-getto potrà realizzarsi. Da qui nasce ilsuo primo libro intitolato : Il camminodella speranza. Più tardi scriverà, sem-pre di notte e in segreto, altri due librisempre sul “cammino della speranza”.

Nel 1976 viene trasferito in un altrocampo di prigionia e rinchiuso in unacella angusta senza finestre. Inizia l’in-cubo peggiore. Nessuno può avvicinar-si a lui e nessuno parla con lui, neanche

le guardie. Ben presto l’isolamentototale produce l’ef fetto desideratodagli aguzzini: privato di qualunquesegno di presenza umana, Van Thuâncomincia ad avere terrore del vuoto edel silenzio attorno a lui. I carcerieriusano anche l’oscurità per tormentarlo.L’unico sollievo, ironia della sorte, èquando vengono a prelevarlo per gliinterrogatori. Il fatto di vedere dellealtre persone, di poter parlare, lo con-forta.

Segue poi un perio-do di isolamento, dura-to nove anni. Due guar-die ne seguono ognimovimento. Non puòportare con sé la Bibbia.Allora raccoglie tutti ipezzetti di carta chetrova e riesce a compor-re un minuscolo librosul quale trascrive piùdi 300 frasi delVangelo. Per tutti questilunghi anni l’unico suosostentamento è laSanta Messa: la cele-brerà ogni giorno ser -vendosi del palmo dellamano a far da calice,

con tre gocce di vino e una gocciad’acqua. Il vino era riuscito ad averlocome“medicina contro il mal di stoma-co”. Le briciole di pane consacrato leconserverà in pacchetti di sigarette chegli altri prigionieri cattolici riuscirannopoi a portare nelle loro celle. La suabontà instancabile, il suo amore anchee soprattutto per i nemici, colpisconotutti.

La sua liberazione avviene il 21novembre 1988, festa della presentazio-ne di Maria Santissima al tempio.Espulso dal suo Paese è costretto all’esi-lio. Si trasferisce a Roma. Nel 2001 ènominato,da papa Giovanni Paolo II,cardinale e Presidente del PontificioConsiglio Giustizia e Pace . Nel marzodel 2000 viene chiamato in Vaticano apredicare gli Esercizi spirituali al Papa ealla Curia romana. Muore a Roma il 16settembre del 2002 al termine di unalunga e dolorosa malattia : ha 74 anni. Acinque anni dalla morte, il 17 settembre2007 presso la Congregazione per lecause dei Santi è iniziata la causa di bea-tificazione.

L’ANNO DELLA FEDE: I testimoni

Il Servo di Dio François-Xavier Nguyen Van Thuân (1928-2002)

di Manuela Peraio

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Partecipare a uncorso di eser-cizi spirituali

non è soltanto un iti-nerario di ascolto,ma è anche unnuovo incontro conDio in un ascolto disilenzio del mondo edel nostro cuore, chevuole parlare conLui. Avevo ardentedesiderio di questoincontro, per ritro-vare la gioia di vive-re la mia avanzataetà. Le giornatediventano tristi e imomenti di sof fe-renza difficili da superare. Tantevolte, li vediamo nell’ottica di unafede inconsapevole. Che cosa è dun-que la fede? È stata questa la temati-ca del corso: un ar gomento che il p.Alberto Pierangioli, con invito illu-minato, ha anticipato all’Anno dellafede, indetto dal S. Padre BenedettoXVI per il prossimo 1 1 ottobre. Sitratta di un percorso, che partendodal Concilio Vaticano II, la Chiesavuole tracciarci per superare le sfidedella secolarizzazione del nostrotempo, che vive una crisi di Dio,camuffata da una religiosità vuota.In questo contesto, p.Alberto hasvolto il tema in cinque catechesi: laporta della fede , alimentare lafede, l’obbedienza della fede, testi-moniare la fede, la fede di Maria ela nostra fede. L’icona della porta ciricorda la nostra comunione con Dioe l’ingresso nella sua Chiesa, che ciaiuta con la parola di Dio e i sacra-menti ad alimentare la nostra fede,perché non si spenga. Fede significasottomissione libera alla parolaascoltata, per trasformarla nella vitaquotidiana in autentica testimonian-za sull’esempio della Vergine Maria.Le cinque catechesi ampie, profon-de, da meditare alla luce quotidianadell’adorazione eucaristica, hannoaiutato tutti nella revisione del pro-prio credere; un credere sviluppatonell’ottica passionista, che è“amore”. Ma l’amore è dif fusivo: osi diffonde o si spegne. Acquistareconsapevolezza della propria fedesignifica “intensificare la carità” eper noi Amici di G.C. vuol dirediventare irradiazione di amore nel

mondo quali testimoni dell’Amoresenza fine, Cristo crocifisso, ilRisorto. Un impegno missionariourgente, che fa parte della nostravocazione, specialmente oggi;un’esperienza di vera fede, dif ficile,ma ineguagliabile per il dono dellapace con noi stessi e della consape-volezza del nostro vivere. Solo nellafede è la gioia della vita.

Margherita Padovani

Consacrazione: un saltonelle braccia di Gesù

Dopo 4 annisono finalmenteritornata a fare gliesercizi spirituali. Èstata una settimanameravigliosa, vissu-ta cuore a cuore conil Signore e in leti-zia con i fratelli.Sono arrivata a SGabriele con ilcuore pesante, redu-ce da tanti problemie sono tornata a casaricca! Non pensavodi fare laConsacrazione, per-ché non volevoprendermi un impe-gno così importante con il Signore,anche se dentro di me lo desideravo.Il Signore però, mi ha “af ferrata”irresistibilmente ed io non potevofare altro che dir gli di sì! È statauna settimana intensa, ho riflettutomolto perché avevo paura di dire sì,

e, nel “deserto”, ho posto al Signorele mie domande e Lui mi ha dato leSue risposte. Ho passato una notte apregare e a chiedermi se avrei sapu-to fare ciò che Gesù vuole da me. Almattino le mie paure erano ancoratutte lì! La questione era di fidarsi eavere fede, come fare un salto nelvuoto, ma con la certezza che a“prenderci” saranno le braccia diGesù. Ho deciso di fidarmi.

Quando mi sono inginocchiataper pronunciare la mia promessa, hosperato di riuscire a leggere fino allafine. Ero alle ultime frasi e all’im-provviso le campane del Santuariohanno cominciato a suonare, unsuono che ha raggiunto la miaanima. La mia voce si è incrinata.Era come se Gesù, con quel suonodi campane, dicesse a me: “ora miappartieni, finalmente!”. Una gran-de serenità è scesa dentro di me.Sono tornata a casa serena. I proble-mi sono quelli di prima, nulla ècambiato. Io sono cambiata. Nonriesco a descrivere quello che sentodentro: serenità, pace, gioia. In que-sti giorni sto vivendo la mia vita conuna pace interiore che è come se miavvolgesse in un caldo abbraccio, dafarmi sentire al sicuro, protetta.Sono cambiata, ma sono ancora la

creatura imperfetta di prima.Confido nel Signore che mi ama, mistarà vicino e mi darà la forza di farela Sua volontà, giorno per giorno.Mi abbandono a Lui. Grazie,Signore, per questa mia Consacra-zione.

Lucia Papa

CORSO DI ESERCIZI SPIRITUALI

Amici di Gesù Crocifisso al corso di Esercizispirituali intorno a S. Paolo della Croce

Lucia si consacra a Gesù Crocifisso

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9Echi del corso di formazione per famiglie

Dal 15 al 20 agosto si è svoltopresso il santuario di sanGabriele il corso di forma-

zione per famiglie degli AGC, gui-dato da p. Luciano Temperilli conl’aiuto di p. Alberto Pierangioli. I

partecipanti sono stati 45 fra genito-ri, figli e altri Amici, più diversi pen-dolari. “Formazione e testimonian-za” è stato il tema trattato da p.Luciano; le sue catechesi mirate allerelazioni familiari e all’educazionecristiana dei figli hanno avuto comeriferimento l’unico vero insegna-mento che è stato quello di Gesù.Questi sono i temi svolti dal P .Luciano: Educazione di Gesù -Educare al Vangelo - Come educaGesù - Educar e: un cammino direlazione - Chiesa, famiglia esocietà, per un’alleanza educativa.Il p. Luciano si è servito di powerpoint per fare accogliere e seguiremeglio le sue catechesi. In questocorso è stato dato spazio anche altempo libero ed ai giochi fra genitorie figli; non sono mancati però,momenti importanti di preghiera e diriflessione per le famiglie avuti nellecelebrazioni eucaristiche, via crucis

e rosari serali davanti all’urna di SanGabriele. Siamo grati al Santo peraverci chiamati anche quest’anno acondividere questi momenti di fede edi gioia. Ringraziamo il nostro assi-stente p. Alberto che ci segue sempre

con tanta dedizione e ringraziamosoprattutto p. Luciano per tutto il suolavoro, apprezzatoda tutti i partecipantial corso. Mariella Menghini

Il corso dellefamiglie a SanGabriele, con

l’eccezionale contri-buto di padreLuciano Temperilli,mi ha rivelato lanatura cristianadell’educare i figli edi come sia impor-tante, oggi più chemai, seguire gli insegnamenti chenostro Signore ci ha indicati nel van-gelo, per vivere in serenità e da cri-stiani, la crescita dei nostri figli.

Rosa Simoni Catinari

Anche quest’anno abbiamoavuto la grazia di partecipareal corso di formazione per

famiglie a San Gabriele. P . LucianoTemperilli ci ha parlato sul tema“Educare alla vita buona delVangelo”. Abbiamo cercato di met-tere in pratica quanto ci ha detto,perché siamo stati insieme con inostri fratelli nella semplicità enell’amore fraterno, fatto di piccoligesti di servizio e di amore, ai qualisi dà a volte poco valore, ma che ineffetti hanno una grande importanza.Siamo grati a Dio per averci chiama-ti a vivere questa esperienza insiemeai fratelli di diverse fraternità, allaluce della spiritualità passionista.

Letizia G. e Riccardo R.

Ogni corso di esercizi è unarinascita. Grandi cose fa ilSignore a chi si accosta alla

sua parola, ai suoi sacramenti, a chi loadora in povertà di spirito. GrazieSignore Gesù! Lo Spirito Santo operain coloro che spendono tempo perinsegnare qualcosa a noi famigliebisognose di tanti consigli e ogni voltasi raccolgono frutti copiosi. Chiedo al

Signore la grazia di poter conservarequesto prezioso bagaglio nel nostrocuore per potercene servire per farconoscere Gesù ad altre famiglie.

Fiorella

Gruppo del corso delle famiglie intornoa S. Paolo della Croce

Gruppo delle famiglie in ascolto e preghiera

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10 ESERCIZI E RITIRI DELLE FAMIGLIE

“Venite in disparte, voi soli, inun luogo deserto, e riposatevi unpo’” (Mc.6.3). Ho risposto all’invitodel Signore perché sentivo il biso-gno di rimettermi in ascolto della suaparola. In questi esercizi ho capitosempre più che se l’eucaristia dàforza e vita, la parola di Gesù nutrela mente di fede e speranza. Ho rias-saporato la gioia di vivere, l’entusia-smo di andare avanti, l’antidoto con-tro il pessimismo che assilla me e lamia famiglia. Le difficoltà che inve-stono tutti noi a livello economicomettono a dura prova la nostra spe-ranza e a rischio la nostra fede. Iltempo che mi è stato dato da vivereè l’unico tempo per la mia salvezza,diversamente i problemi mi schiac-

cerebbero e perderei insieme beniterreni e bene eterno. Abbiamoapprofondito la fede. Dove attingia-mo la nostra fede? Dalla rivelazione,dal catechismo, dai documenti dellachiesa. Dai documenti del ConcilioVaticano Secondo possiamo risco-prire:

Come prega un cristiano?(Sacrosantum Concilium). Dadove scaturisce la nostra forma divita? (Dei Verbum). Che cos’è laChiesa? (Lumen Gentium). Comeci si rapporta con il mondo attua-le? (Gaudium et spes). Gli esercizimi hanno ricordato dove attingere lafede. Mi è stato detto che la fede nonsi conquista una volta per sempre,ma che deve essere alimentata ognigiorno con i sacramenti, la preghierae la Parola. La fede è anche obbe-

dienza: “Signore noncapisco, ma mi fido di tee mi abbandono fra le tuebraccia”. La fede, inoltre,va testimoniata con lavita e con la parola, perdonarla ai fratelli, comehanno fatto i Santi. Comelaico cristiano, chiedoogni giorno al Signore diaccrescere la mia fede, didare nuovo slancio allasperanza e di darmi tantagenerosità per esercitarela carità.

Pio Calvarese

Gruppo degli Esercizi in ascoltodella catechesi sulla Fede

Ragazze del Gruppo Famiglieanimano il Rosario davanti a S. Gabriele

I giovani al corso del Gruppo Gamiglie

Gruppodel

Canto

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11TESTIMONIANZA DI AMICA AGGREGATA

Elena Pilloni è una mamma diRoma, che in un momento digrande prova, ha trovato fidu-

cia e coraggio nella fede e il 28 aprile2012 ha aderito agli AGC come aggre-gata alla fraternità di Morrovalle. Hapreso sul serio la sua scelta. Ogni voltache il gruppo di Morrovalle si ritrovaper la Lectio divina o per la catechesi,Elena da lontano si unisce spiritual-mente al gruppo e poi invia subito lasua riflessione. Ne riporto qualchestralcio, come esempio per tutti gliAmici aggregati. P.A.

8-5-2 Maria e obbedienza nellafede. Invio le mie impressioni sullalettura di questa sera. La frase che miha colpito profondamenteè stata: “Maria era nelprogetto di Dio fin dal-l’eternità”. Dio che èamore infinito, ha creatoMaria perfetta nell’amore,per poter accogliere ilfiglio di Dio. Maria hadetto sempre sì a Dio, finoal “tutto è compiuto ” aipiedi della croce. Ho rilet-to le prime pagine dellaBibbia quando Adamo,dopo il peccato, è spaven-tato e ha paura di Dio. Eproprio in quel momentoche Dio progetta Maria.Maria presente fin dalleprime pagine delle sacrescritture, ci accompagnaper sempre nel più grandeprogetto di amore.

22-5-12. Ai piedidella Croce c’è sempr eMaria. Unita a voi in preghiera, ierisera mi trovavo a pregare nei giardinivaticani. Mi ero preparata qualche oraprima la lettura proposta. In quei luo-ghi sembrava più bella di quella cheavevo letto qualche ora prima. Lafrase che mi ha colpito di più è “Il san-gue di Gesù e le lacrime di Maria sonoun oceano di dolore e amore”. Mi sonoanche chiesta come ha fatto Maria anon dire a Gesù “scendi dalla croce”.Ogni mamma lo avrebbe fatto, ma Leiè rimasta fedele al suo sì fino all’ulti-mo. Queste meditazioni scritte per noisono meravigliose.

12-6-12 “Questo è il mio corpodato per voi”. Unita con il gruppo inpreghiera, ho letto il brano con atten-zione. Mi è tornata in mente una pagi-na di fratel Carlo Carretto, che riportauna domanda fatta dal Papa Pio XI a

un gruppo di giovani: “ Che cosa faGesù nella Eucaristia” ? Nessunoseppe rispondere. Carlo Carretto scri-ve: “Cosa fa Gesù ridotto a un po’ dipane? Gesù non parla. Non ha gambeperché sono inchiodate, non ha maniperché è appeso alla croce”. FratelCarlo afferma: “L’Eucaristia è davveroil silenzio di Dio. Gesù aspetta me, te,noi! Aspetta che noi e Lui siamo unacosa sola, perchè Gesù non ha mani,ha solo le nostre mani, non ha piedi, hai nostri piedi, non ha voce, ha la nostravoce. Gesù aspetta ogni giorno conamore che mangiamo il pane che è ilsuo corpo e che il nostro cuore diventiil suo altare. Questa è la risposta cheavrei dato a Pio XI”. Grazie, padre,

perché mi hai aiutato a conoscereGesù più da vicino!

26-6-12 Meditazione a distanzasul mistero del dolor e. Lontana dalmio gruppo, ho meditato su un misterotanto grande, “La partecipazione allapassione di Gesù”, due pagine intensesul mistero del dolore. Esistono duedolori, il dolore del corpo e il doloredell’anima, molto più forte e dif ficileda curare. La lontananza da Dio e lanegazione di ogni forma di dialogocon Gesù porta l’uomo non alla libertàma alla più grande schiavitù dei nostritempi. La libertà di non avere sceltoGesù è il grande infinito dolore.Dolore profondo che nessuna medici-na può curare e che si manifesta conodio, solitudine, depressione: questa èla vera morte, la morte dello spirito.Quando siamo in comunione con Dio,

ogni dolore materiale è un nulla, per -chè l’amore ci unisce a GesùCrocifisso. L’amore con Gesù ci rendeveramente liberi. La stessa morte, perchi crede in Cristo, è un passaggio allavita senza fine. Dolore e Amore: nonc’è vero amore senza dolore. GesùCrocifisso può dire che ha tanto soffer-to, perché ha tanto amato. Ma esiste unessere umano che ami tanto fino adare la sua vita per amore? Sì! Èl’amore di una mamma! Ognimamma comprenderà il mio messag-gio. Quante volte, quando un figliosta male, noi mamme af fermiamo:“Avrei voluto questo dolore per me enon per mio figlio”. Questo è puroamore. Maria, madre di Gesù, sicura-

mente lo avrà desiderato.Lei ha sopportato insilenzio il più grandedolore. Grazie, padre,per le parole che scriveper noi. Aprono il cuoree lo rendono capace diaccogliere l’AmoreCrocifisso.

31-7-12 La volontàdi Dio al primo posto .Uniti con voi in preghie-ra, ieri sera, nella letturasempre meravigliosa, misono venite in mente dueimmagini bellissime euna breve riflessione. Laprima immagine è quelladi Gesù che prega in unluogo appartato in unmomento più tranquillo ein ginocchio dialoga conil Padre, come noi dopo2000 anni. La seconda

immagine è quella della capanna delladivina volontà e ho immaginato medentro una capanna immersa nel-l’amore, mi sono sentita tranquilla,serena, protetta, felice, come un bam-bino quando la sera va a dormire nellasua stanza sapendo che nella stanzaaccanto c’è la sua mamma, semprepronta a intervenire per qualsiasi cosa.Accettare la volontà di Gesù è abban-donarsi come un bambino a tutto ciòche Lui desidera per noi, perché è lacosa migliore. L’ultima è una riflessio-ne per capire quale è la volontà di Dioe quale è la mia volontà.Personalmente quando dialogo conGesù e sento ciò che Lui desidera dame, spesso la sua volontà non coincidecon la mia. Ma allora ripeto anch’iocome disse Lui al Padre: “Non comevoglio io ma come vuoi tu”.

Elena Pilloni

Elena e Lucia, di Roma, amiche aggregate

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12 PELLEGRINAGGIO ALLA MADONNA DELLA STELLA

24 giugno 2012 – Una giornatasplendida, che ha lasciato nel mioanimo tracce indelebili di una folladi ricordi antichi, ma sempre nuovi.Ero profondamente commossaquando ho rivisto davanti allaMadonna della Stella tanti fratelli

di fede, un popolo di amici con cuiho vissuto tanti momenti belli dipreghiera e di fraternità. Ventitreanni trascorsi in un cammino difede, che riapparivano alla miamente, mentre rivedevo i volti ditanti amici vecchi e nuovi. Ho rin-graziato il Signore per questa gior -nata di grazia, che mi donava nono-stante la mia vetustà età. Con que-sti sentimenti di gratitudine ho par-tecipato alla S. Messa, presiedutadal superiore generale dei passioni-sti, P. Ottaviano D’Egidio, concele-brata con il padre provinciale P .Piergiorgio Bartoli e il nostro assi-stente nazionale P . AlbertoPierangioli. Eravamo tanti: religio-si, Amici di G.C. provenienti davarie regioni, fedeli; una grandefamiglia ai piedi della Vergine“Auxilium Christianorum”, perchiederle aiuto e sostegno nelle dif-ficoltà del tempo presente. In parti-colare noi AGC siamo venuti e rin-graziare la Vergine Santa che 23

anni fa in questo santuario, ispirò ilnostro cammino di fede. Abbiamopercepito lo sguardo materno diMaria, che mostrandoci in braccioil Bambino Gesù, ci rassicuravadella sua vicinanza, ripetendo aciascuno, come al piccolo Righetto,

“sii buono”. Bontà: una parola checompendia tutto un itinerario divita cristiana, orientata e or ganiz-zata alla luce del Vangelo. È quantoè emerso dalla dotta e chiara confe-renza del rettore del Santuario P .Luciano Temperilli, che ne ha tra-sferito il senso in alcuni aspetti delcammino passionista per una speci-fica lezione mariana. Ai piedi dellaCroce c’è Maria; se si va dalCrocifisso c’è sempre sua madre,che come discepola del suo Figlioci insegna l’alfabeto della vita cri-stiana: accoglienza della Parola,adesione totale, generosa e oblativaal divino volere. Nella spiritualitàpassionista Maria non è solo l’ico-na della Pietà, bensì madre dellafede e della speranza, nostro aiuto econforto. Siamo venuti nel suo san-tuario a ringraziarla e af fidarle lanostra vita, perché continui a gui-darci nel cammino della santità.

Margherita Padovani

Da tempo avevamo programma-to per il 24 giugno di ritrovarciinsieme al nostro Padre Generale,Ottaviano D’Egidio, presso ilSantuario della “Madonna dellaStella” nella ricorrenza dei 150anni delle apparizioni. Anche dallefraternità di Giulianova e SanNicolò a T. siamo partiti con unpullman alla volta del santuario.Siamo stati accolti dall’instancabi-le Padre Alberto, guida e animadegli AGC. Dopo il rinfresco offer-toci dalla fraternità e dalla comuni-tà dei Passionisti, P . LucianoTemperilli svolgeva una catechesisulla Madonna della Stella e la spi-ritualità degli AGC, che nascevanoqui nel 1989.

P. Luciano sottolineava e appli-cava a noi il messaggio dellaMadonna al veggente: “Righetto:sii buono”.

Le apparizioni a Righettoavvennero nel 1862, la costruzionee inaugurazione dello splendidoSantuario nel 1881, l’af fidamentodel santuario ai Passionisti nel1884.

Accanto al Santuario nasce ilconvento che diventa sede e casa diformazione degli studenti. Oggi èanche un’oasi per ritiri spirituali eincontri di preghiera.

Il messaggio della Madonna aRighetto “Sii buono” è più che maiattuale, in una società dominata daegoismi e cattiveria. La Madonnaci è stata data da Gesù per madresul Calvario nella persona diGiovanni e ora invita noi ad esseremadre per ogni Giovanni cheincontriamo nel nostro cammino.Solo così vivremo pienamente ilnostro carisma passionista.

Dopo la catechesi, abbiamo par-tecipato alla messa solenne presie-duta dal padre generale, che nellaomelia ci ha rivolto un ulteriore sti-molo a vivere la vita buona delVangelo.

Dopo il pranzo, ci siamo recatiper una breve visita a sanFrancesco d’Assisi per respirareanche la sua spiritualità, così origi-nale e semplice e poi tornare a casacon un pieno di bontà da custodirenel cuore.

Pio Calvarese

Pellegrinaggio degli AGC alla Madonna della Stella

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13PASSIONISTI-CHIESA-SOCIETÀ

PASSIONISTI

XXXIITendopoli:Giovane, questo mondoè per te.

Questo è stato il titolo della XXXIITendopoli di san Gabriele, la manifesta-zione che ogni anno raduna centinaia digiovani presso il santuario abruzzese.L’edizione di quest’anno si è aperta coni migliori auspici visto l’augurio delvescovo Seccia, che ha riconosciuto neltitolo anno un forte messaggio di spe-ranza di cui, ha sottolineato, c’è grandebisogno nel nostro tempo.

Interessantissimi e seguitissimi i rela-tori che si sono avvicendati sul palco: ilprof. Dag Tessore, monaco, ed esperto inpreghiera comparata nel mondo monotei-sta (cristianesimo, ebraismo, islam), cheha presentato una relazione dal titolo:“Giovane cerca la gioia, abita la terra,vivi con fede ”; il prof. Meluzzi che hariflettuto sul tema: “Giovane, siete forti eavete vinto il maligno” (1Gv 2,13); S. E.Mons. Giuliadori col sig. LorenzoLattanzi (AIART di Macerata) che hannoprovocato i giovani col tema “ Getta lereti, non cadere nella rete”. La chiusura èstata affidata al card. Angelo Comastri,che ha invece riflettuto sulla via della feli-cità portando l’esempio eminente si santie beati di ogni tempo (Francesco diAssisi, Teresa di Calcutta, Gabrieledell’Addolorata e Giovanni Paolo II). La tendopoli è stata seguita in tempo realesul sito ufficiale http://www.tendopoli.it .

Arrivail capitolo generale

Il 46° Capitolo Generale dellaCongregazione, iniziato il 9 settembre, èstato preceduto dal rilascio di un nuovosito dedicato allo scopo. Nato per rispon-dere all’esigenza di una comunicazioneveloce e capillare che raggiunga tutti iconfratelli ed i membri della famigliapassionista, ed accessibile a tutti gli inte-ressati alla vita della Congregazionedella Passione, il sito è in realtà unacostola del sito passiochristi di cui èsotto-dominio:

http://capitulum.passiochristi.org/.Classico nella grafica leggera e

sobria, innovativo nelle interazioni tra ivari sistemi di social networking, preve-de l’integrazione con Facebook,

Tweeter, Instagram ed è dotato di unsistema che ne semplifica l’integrazionee visualizzazione sui più moderni sup-porti digitali (smartphones, tablets,ecc.). Redatto nelle tre lingue uf ficialidella congregazione ha a disposizioneanche un comodo sistema di newsletterche permette di ricevere gli aggiorna-menti giornalieri o in tempo reale diret-tamente sulla propria casella di postaelettronica. Un sito di cui la famigliapassionista non potrà fare a meno!

CHIESA

Weakileaks VS VatileaksQualche anno fa un amico carabinie-

re che condivideva con me la passione el’interesse per internet e i suoi meandrimi segnalò un sito a quel tempo ancorapoco conosciuto, ma destinato a diventa-re un fenomeno di fama mondiale: wiki-leacks. Il suo creatore, Julian Assange(attualmente barricato nell’ambasciataecuadoregna in Londra) era riuscito aviolare i sistemi informatici di mezzomondo ottenendo documenti segretissi-mi che, pubblicati nel suo blog, avevanogenerato imbarazzi a vari livelli.Qualcosa di simile è accaduto anche inVaticano. Protagonista è il maggiordomoprivato del papa, il Sig. Paolo Gabrieleche avendo trafugato numerosi docu-menti privati dalle stanze del pontefice liaveva poi af fidati a qualcuno che neaveva fatto un libro. Quali le dif ferenzefra i due casi?

La prima riguarda il modo in cuisono stati trafugati i documenti: nelprimo caso ci si era af fidati ad espertinavigatori del web, nel secondo ci si èaffidati, piuttosto che alle zampette deipiccioni viaggiatori, alle grinfie di corvi ecornacchie.La seconda riguarda lo statodel processo perché mentre JulianAssange vive beato nell’ambasciata diun Paese che non è il suo eppure lo difen-de, Paolo Gabriele vive da mesi nellecarceri vaticane in attesa dell’amnistia

implorata dal Santo Padre mentre già isuoi legali si defilano. La terza riguardainvece il ruolo: uno è un giornalista, l’al-tro un maggiordomo. Dal primo uno selo aspetta, dal secondo invece ci si atten-de il massimo riserbo.

SOCIETÀ

Processo alle Agenziedi Rating.

I lettori più attenti ricorderanno chegià tempo fa (nr . 2/2012) scrissi unabreve presentazione di cosa siano ecome funzionino le agenzie di rating edosservavo che non sembra giustificatodare loro tanto credito per qualcosa cheè sotto gli occhi di tutti come è per ildebito sovrano degli Stati. In quell’oc-casione insinuai che sembravano esser-ci interessi privati dietro valutazioni esvalutazioni apparentemente ingiustifi-cate del debito pubblico del nostroPaese. Il tempo sembra avermi datoragione. O almeno la pensa come me laprocura di Trani che nello scorso mesedi giugno ha accusato l’agenzia dirating Standard & Poor’s di aver causa-to “un danno patrimoniale di rilevan-tissima gravità” alla Repubblica italia-na e aver “destabilizzato l’immagine, ilprestigio e l’affidamento cr editiziodell’Italia sui mercati finanziari nazio-nali e internazionali” con cinque diri-genti indagati per manipolazione delmercato continuata e pluriaggravata. Ilpm Michele Ruggiero, titolare delfascicolo, ha chiesto che sulla basedell’inchiesta la Consob valuti il bloccodell’operatività di Standard & Poor’s inItalia. Secondo l’accusa, infatti, indiverse occasioni dal 201 1 ad oggi lamultinazionale avrebbe diffuso rapportisul debito sovrano italiano dando infor-mazioni tendenziose e distorte, “anchefalsate” sulle iniziative di risanamentoe rilancio economico del governo italia-no, per non incentivare l’acquisto dititoli e deprezzarne il valore. E infattinegli ultimi mesi le agenzie di ratingsembrano valutare meno generosamen-te le nostre banche, ma tacere sulla qua-lità del nostro debito pubblico.

di P. Lorenzo Mazzoccante

Page 14: rivista settembre-ottobre 2012

14 TESTIMONIANZE

Una forte esperienza conil diacono Riccardo

Carissimo padre, stavolta non lescrivo per conto di mamma ma in primapersona. Giovedì scorso, mia mammami ha invitata a partecipare al loroincontro alla Madonna della Portella diRivisondoli. Dalla chiesetta provenivauna melodia celestiale: entrati, vedem-mo due escursionisti, moglie e marito,che, in cerca di un po’ di frescura, eranoentrati in chiesa ed esprimevano con ilcanto il loro grazie alla Madonna. Cihanno spiegato che fanno parte del corodel loro paese vicino a Milano. Nonpoteva esserci per il nostro incontro uninizio più bello di quello. Li abbiamosalutati e finalmente ho avuto il piaceredi conoscere il diacono Riccardo, guidadel gruppo degli AGC. Non sapeva chefossi la figlia di Maria e mi ha dato ilbenvenuto all’incontro, avvertendomidel fatto che il tema non sarebbe statocerto dei più semplici o piacevoli: siparlava della nostra partecipazione allacroce di Gesù. In ef fetti avrei preferitoqualcosa di più leggero, ma mi sono“fatta coraggio” e ho chiesto alloSpirito Santo di rendere il mio cuore ela mia mente disponibili all’ascolto ealla ricezione. Dopo quasi un’ora (che èdavvero volata) sono giunta alla con-clusione che la croce può essere uncarico leggero da portare, se si of fronole sofferenze, le tristezze, le tribolazionia Dio e ci si immer ge nelle piaghe diGesù. Riccardo è così profondo nellesue riflessioni: semplicemente chiuden-do gli occhi, si immer ge in un mondosuo, o meglio non suo, ma divino e ti ciporta con la mente e con il cuore. Èstata un’esperienza di forte crescita spi-rituale: certo, su un tema del genere cisarebbe ancora molto da riflettere einfatti per tutto quel pomeriggio e neigiorni seguenti, non ho fatto altro cherifletterci. La ringrazio per le sue cate-chesi, ultima quella di luglio. Invio imiei più cari saluti con quelli dimamma e di tutto il gruppo degli ACGdi Pescocostanzo!

Martina

La consacrazione,perché la vita valgala pena di essere vissuta.

Caro padre, abbiamo atteso un po’prima di scrivere questa testimonian-za, per prendere maggiore consapevo-

lezza del passo compiuto . La sensa-zione stupenda che abbiamo provatoè stata quella di un Amore grande checonquista, avvolge e trascina e a cuiè impossibile rimanere indif ferenti.Quando siamo tornati a casa e neigiorni seguenti, siamo stati pervasida un senso di leggerezza, quasi fos-simo svuotati, ma non si trattava diqualcosa di spiacevole, ma di nuovo.La mente era libera e serena, quasiche le preoccupazioni non avesseropiù peso, ci ritrovavamo a sorriderequasi senza motivo. Come lei ci dice-va, la consacrazione non cambia daun giorno all’altro la vita, perché ciritroviamo con le stesse dif ficoltà e idifetti di sempre, ma due cose sonosubito emerse: una maggiore forza divolontà nel proseguire questo cam-mino e la scomparsa di ogni forma dipaura. Paura perché l’avvicinarsi inprofondità a Gesù Crocifisso incuterispetto, ma anche timore.Riflettevamo che oggi si tende avivere in modo superficiale, senzariflettere sul significato della nostravita, non perché non interessi maperché spaventa, così come spavental’assunzione di ogni responsabilità.L’idea di non poter tornare indietroterrorizza l’uomo di oggi. Ma comesi può aver paura quando c’è Coluiche ci ha tanto amato da dare la vitaper noi? Noi con la consacrazioneabbiamo creduto che valeva la penadi rischiare, di abbandonarsi a GesùCrocifisso, fidandoci di Lui senzariserve. Questa Verità, per il nostrointelletto quasi inconcepibile, è diuna forza incredibile e da sola basta adire che la vita valga la pena di esse-re vissuta. La nostra consacrazione,oltre a rinnovare le promesse del bat-tesimo e a dichiarare con consapevo-

lezza di voler essere cristiani e averfiducia nella Chiesa perché, rinno-vandosi, possa portare luce e speran-za nelle tenebre in cui siamo immer -si. Grazie, padre, per questo movi-mento che ci aiuta a comprendere inprofondità l’Amore che Cristo haavuto per noi ed il significato dellanostra esistenza. Questo ci dà laforza per af frontare la vita in modonuovo. Ora a chi mi chiederà chevuol dire contemplare CristoCrocifisso risponderò che Lui non miincute paura e tristezza, ma dà unagioia e una pace infinita. E non sitratta di suggestione, come ci siamosentiti dire tante volte, ma di Fede.Grazie, Signore Gesù, per la Fedeche ci hai dato, fa che cresca e che ciaccompagni sempre.

Elia ed Emanuela Torresi

10 anni di vitadi un gruppod’intercessione

Il nostro piccolo gruppo di inter -cessione compie 10 anni! Sembraieri, quando in tre, iniziammo a direil rosario davanti al tabernacolo. Pocodopo, Giovanni Paolo Secondo indis-se l’Anno del Rosario e noi decidem-mo di continuare. Non mancavanorichieste di preghiere, anche viaemail, soprattutto a padre Alberto,così nacque questo cenacolo cheancora oggi è per noi e per chi si affi-da alle nostre preghiere, forza e spe-ranza. Abbiamo sperimentato che Dioascolta chi lo prega con fede e che lafedeltà agli impegni presi è veramen-te importante!

Fiorella

Concelebrazione al Corso delle Famiglie con il P. Luciano,P. Alberto e il diacono Riccardo

Page 15: rivista settembre-ottobre 2012

15TESTIMONIANZE

Le attenzioni affettuose diDio anche nelle prove

Caro padre, ringrazio il Signoreper il prezioso movimento che haisaputo avviare e dirigere. Non saiquale sollievo provo nel ripensare aituoi insegnamenti (che sono poi diGesù e di San Paolo della Croce) sullepiccole croci quotidiane: sicuramentesarei smarrito senza le tue parole sullasofferenza. Sai, in una riunione dilavoro hanno notato l’immagine diGesù crocifisso che tengo sul desktop,ed è nata una breve discussione in cuiil Signore mi ha illuminato. Ho fattopresente ai partecipanti che davantialla sofferenza umana esistono tre rea-zioni istintive: scappare, imprecarecon tutta la rabbia del caso, o trovareconforto e ragione nella fede cristiana,perché ogni croce umana, anche la piùpesante, diviene causa di redenzione esalvezza. Come dice San Paolo, lacroce di nostro Signore è il più beldono del suo Amore per noi. Graziealla fede, si può capire la propria sof-ferenza, con la speranza di arrivare adamarla perché diventi salvezza e glo-ria. Spero che tu sia contento di avercondotto un fratello ansioso e triste adaffidarsi alla Divina Provvidenza, e sedovrà fare ancora molta strada, sei riu-scito a ridonarmi speranza e cercare dicapire il significato della sof ferenza.Anche se spesso non riesco ancora avedere la strada da percorrere e a capi-re i disegni di Dio, riesco a notare niti-damente le sue attenzioni di Padreaffettuoso e premuroso e a sperare cheanche Lui un giorno possa essere con-tento di me.

Leopoldo

Bacio la Crocee consacro me stessoa Gesù Crocifisso Risorto.

Anna, la nostra piccola martire, èsempre molto vivace e molto socie-vole e fa i suoi piccoli progressi. Giovanni sta finendo brillantementela prima elementare; è un bambinomolto sensibile e prega molto.

La nostra vita si articola nell’illo-gicità manifesta, nel limite dellamedicina, in un costante e crescentevivere nel mondo senza sentirsi delmondo. E questa forse è la Grazia diDio. Sembra che Dio - pur facendocivivere su questa terra - ci voglia stac-care progressivamente da ogni attac-

camento terreno. Una richiesta, percosì dire, a donarsi totalmente a Lui,giorno dopo giorno, pur sapendoquanto difficile sia vivere pienamen-te questa realtà. Che sia questo, caropadre, il vero miracolo? Prepararcidavvero ad una vita non materiale davivere fra le Sue braccia e nella SuaGioia, immergendoci quotidiana-mente nel Suo Cuore trafitto, dalquale promana la Vita Eterna? Il fattoè che più vado avanti e più avvertoquesto messaggio nonostante imomenti di sconforto e di avversioneal male in sé e per sé. Dono semprei miei peccati a Gesù Crocifisso e glichiedo sempre di accrescere la miafede, di insegnarmi le vie della vita edi non abbandonarmi alla tentazione,come si dice nell’ultima versione delPadre Nostro. Non so più davverocosa chiedere, perché umanamentenon so cosa è bene e cosa è male, omeglio: “Ciò che sembra un male, èdavvero un male?”. Con gli occhidell’Amore dico di NO! Gesù haindicato la Via della Croce, la stradastretta e scomoda e il deserto comeluogo del silenzio, della tentazione edell’incontro intimo con il Padre.L’avversario non perde l’occasionedi “scodinzolare”, ma quello che sap-piamo è che Gesù ha vinto la morte eche Satana è l’eterno sconfitto. Colcuore, con la mente e con la boccabacio sempre la Croce e a GesùCrocifisso e Risorto consacro mestesso, la mia vita e la mia famigliaogni giorno. Ti saluto con grandeaffetto e prego Dio e la Vergine che

benedicano sempre il tuo preziosoministero e tutta la FamigliaPassionista.

Fabrizio – Firenze

Catechesi sulla FedeHo letto con attenzione le catechesi

degli esercizi spirituali di agosto: sonodensi di approfondimento biblico. Iriferimenti evangelici sono una com-pleta catechesi sulla fede. Ritengo cheabbiate posto bene l’accento sulla“mimetizzazione “ della fede dei catto-lici oggi. Sono certo che un’ora setti-manale di adorazione eucaristica sareb-be una grande grazia per ravvivare lafede nelle nostre famiglie. Ho pensato aMaria, madre e discepola di Gesù, chec’invita continuamente alla conversio-ne, a farci umili, alla fede e fiducia nelSignore, a vivere da figli di Dio, comeci raccomandano tutti i santi, citati nellecatechesi. San Giacomo ci dice che lafede senza le opere non serve; io pensoa quei cristiani che si definiscono talima che non compiono la volontà di Diocon la loro pessima condotta di vita,con gli scandali, con il loro egoismosfrenato. Ritengo anche di particolarerilievo i riferimenti a san Paolo dellaCroce, fondatore della FamigliaPassionista, che ci dà continuamentestimoli sulla fede, con l’accettazionedel “Divino Beneplacito”, anche nellesituazioni più dolorose. Le catechesisono per noi una lezione magistrale.Grazie, padre.

Gaetano Pugliese

Gruppo Famiglie: gioia e fraternità anche a tavola

Page 16: rivista settembre-ottobre 2012

SOMMARIO2. P. A. Pierangioli Pescare le perle nel mare della Passione3. P. A. Pierangioli L’uomo il “niente” che si tuffa nel “Tutto”4. P. R. Cecconi V - Meditiamo con il vangelo di Marco5. Coltorti M.Grazia XVI – La santità è amore 6. Manuela Peraio L’Anno della fede: Annuncio 7. Manuela Peraio L’Anno della fede: I Testimoni8. Margherita – Lucia Esercizi Spirituali09. Varie Echi del corso di formazione per famiglie10. Pio Calvarese Esercizi e foto 11. Pilloni Elena Testimonianza di Amica Aggregata12. Margherita e Pio Pellegrinaggio alla Madonna della Stella13. P. L. Mazzocante Passionisti, Chiesa, Società14-15. Testimonianze 16. Incontro con Tiziana

Ricordiamo al Signore i nostri defunti: Fusari Nazzareno di MC: 01-05.12 - De Carolis M.Laura di FM: 22-6-12.Di Battista Giuseppa di Roccaraso: 11-08-2012.

Settembre-Ottobre 2012 – Anno XIII n. 5Autor. Trib. di MC n. 438\99 del 17-12-1999Sped. Ab. Post. D.353/2003 (L. 27/02/2004 n. 46)Art. 1, Comma 2, DCB Macerata.Editoriale ECO srl - C. c. p. 11558624Dir. Tonino Taccone – Red. P. Luciano TemperilliPiazzale S. Gabriele 2 – 62010 Morrovalle McT. 0733/221273 - C. 349.8057073 - Fax 0733/222394E-mail [email protected]://www.amicidigesucrocifisso.org

Un grazie sincero a coloro che hanno inviato la loro offerta per le spese di stampa

La Fede di TizianaOrmai da diversi anni è un appuntamento irrinunciabile andare a visi-tare nel mese di luglio una nostra aggregata della Fraternità diGiulianova, Tiziana e la sua splendida famiglia, insieme a P . Alberto.Tiziana ha un sorriso che riempie il cuore e lo regala a tutti coloro chehanno il privilegio di conoscerla ed è spontaneo volerle bene come aduna sorella. È circondata dall’af fetto del padre, dalla famiglia del fra-tello Domenico, Anastasia la moglie, i piccoli Rachele e Francesco e lesorelle di cui una è Suor Pia Regina Passionista. Tiziana appena laureata si ammalò di un terribilemale, ma in sé aveva già un percorso di FEDE, poiché da ragazza, conobbe P. Alberto e si iscrisse agliA.G.C. così oggi con una pace del cuore accetta la volontà di Dio. Nell’omelia P. Alberto ha ricordatola mamma di Tiziana, Rachele, che prega dal cielo per la sua famiglia. Le foto di gruppo fatte con unosfondo del nostro Gran Sasso e di seguito una festa fraterna preparata dalla famiglia.

Rita e A.G.C. Giulianova

Calendario degli Amici 09 settembre: Ritiro mensile a Morrovalle MC 02 ottobre: Consacrazioni a Sulmona 04 ottobre: Consacrazioni a Roccaraso 05 ottobre: Animazione a Trasacco 13 ottobre Consiglio Nazionale 07 ottobre: Ritiro mensile a Morrovalle MC 28 ottobre: Ritiro e consacrazioni alla Madonna della Stella 04 novembre: Ritiro mensile a Morrovalle MC 10 novembre: Ritiro e consacrazioni a San Nicolò a Tordino TE 25 novembre: Ritiro e consacrazioni a Giulianova Lido TE