Rivista fatima ottobre

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PERIODICO DI CULTURA E D'INFORMAZIONE SOCIALE E RELIGIOSA - Direttore resp.: P. VITO MAGNO - Poste Italiane S.p.A. - Sped. in abb. post. D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 1 - Aut. GIPA/C/AV 34/2012 - Reg. Trib. di Trani - n° 13 del 31 Gennaio 1949 Iscrizione ROC n. 5853 del 19.03.2012 Tassa Pagata/Taxe perçeu/ - Stampa Valsele Tipografica - Anno 64 - n. 6 - ottobre 2013 Associato USPI In fretta... per il mondo € 0,13

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Ecco voi la rivista della Madonna di Fatima di ottobre. Buona lettura.

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Carissimi amici e benefattori,dopo un lungo periodo di silenzio

cartaceo, ma non del cuore, sempre in sintonia con il vostro, eccoci a voi con la nostra semplice rivista per il mese di ottobre. Il periodo estivo e le va-rie difficoltà economiche ci han-no portato a sospendere tempo-raneamente l’invio della stessa.

Sempre grande è il nostro sentimento di gratitudine per tutto il bene che ci volete e che concretamente ci fate.

Ottobre, è il mese missiona-rio per antonomasia e anche il mese del Santo Rosario.

La Madonna, possiamo dire è sta-ta la prima missionaria. Infatti dopo aver ricevuto dall’Angelo Gabriele l’annuncio che sarebbe diventata la Madre del Salvatore, colma di Gioia, della Gioia vera, di sentirsi amata da Dio, corre, “in fretta” dall’anziana cu-gina Elisabetta, sia per essere un vali-do aiuto, sia perché non può rimane-re ferma, correndo il rischio di tenere il Dono ricevuto, solo per se stessa. Nella preghiera, «davanti a Dio che parla», nella riflessione sui fatti della sua vita, Maria non ha fretta, e non si lascia trascinare dagli eventi,ma quan-do ha chiaro cosa Dio le chiede, non si ferma davanti a niente, non indugia, non ritarda, ma va “in fretta”. Il suo agire, è una conseguenza della sua ob-bedienza alle parole dell’Angelo, unita

alla Carità: va da Elisabetta per render-si utile. In questo uscire dalla sua casa, da se stessa, per amore, porta quanto ha di più prezioso: Gesù, suo Figlio. A volte, anche noi ci fermiamo all’ascol-to, alla riflessione, forse abbiamo anche chiara la decisione che dobbiamo pren-dere, ma non facciamo questo passag-gio. Non mettiamo in gioco noi stessi

muovendoci “in fretta” verso gli altri per portare anche noi, come Maria, ciò che abbiamo di più prezioso e che ab-biamo ricevuto: Gesù e il suo Vangelo».

Carissimi e carissime, abbiamo ini-ziato un nuovo anno scolastico con lo stesso impegno e la stessa passione e compassione che ci derivano dal nostro Santo Fondatore che ha fatto dell’e-ducazione ed evangelizzazione dei fanciulli poveri il suo chiodo fisso, tra-smettendo a noi suoi figli questa santa missione, che svolgiamo come sapete non solo in Italia, ma anche in terre lon-tane e povere.

Il Signore continui a benedirvi per intercessione della Vergine Maria, di Sant’Antonio e Sant’Annibale Maria Di Francia.

Padre Carlo

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Primo impegno missionario: la preghiera!

La singolare richiesta di Gesù: ”Ro-gate...Pregate...”, ricorre nel con-testo della sua attività apostolica.

Egli, che percorreva città e villaggi, in-segnava, annunciava il Vangelo, guariva da ogni genere di malattia e infermità, vedendo le folle stanche e sfinite come pecore senza pastore, disse appunto: ”La messe è molta e gli operai sono pochi, pregate dunque il Signore della messe perché mandi operai nella sua messe”. Gesù prima di in-viare i suoi discepoli, visse personalmen-te la missione. Andava intorno, predica-va, guariva ecc., ma soprattutto sentiva la compassione, sentiva cioè un amore vi-scerale verso il suo popolo e aveva pietà della sua miserevole condizione di soffe-renza e di abbandono. Ma Dio non lascia soli, non abbandona, ma allo stesso tem-po richiede il nostro coinvolgimento e partecipazione e nella preghiera e nell’a-zione missionaria.

Davanti alla messe abbondante e ma-tura e al gregge senza pastore, Gesù chiede prima di tutto la preghiera e poi l’andare in missione, farsi missionari, mettendo al primo posto Lui, confidan-do in Lui, piuttosto che nel denaro e nei mezzi umani.

Il pregare per i buoni operai, espri-me quindi, la nostra partecipazione alla Compassione di Dio.

Prima di andare e di fare, dicevamo, occorre pregare, con una preghiera che si fa presente davanti a Dio e davanti ai poveri. Pregare infatti non vuol dire estraniarsi dalla storia, dal vissuto, ma in-

carnarsi in essi. Preghiera e azione, con-templazione e servizio, Dio e il Prossimo, ecco la dinamica che coinvolge la Chie-sa...noi e costituisce il Cuore del Carisma di Sant’Annibale M. Di Francia.

Dio non ci chiede di salvare il mondo, ma di fare solo la nostra parte.

“Non ascoltare il comando di Gesù: ”Pre-gate il Padrone della messe, perché mandi operai nella sua messe”, è per l’umanità una grande opportunità mancata. Infatti, come si può rimediare alla mancanza di buoni operai, di missionari, se non pregando. A volte siamo sordi al più grande rimedio datoci non da un uomo qualsiasi , ma da Gesù stesso. Se Egli ci comanda questa preghiera, vuol dire che la vuole esaudire. L’aver uomini apostolici, man-dati da Dio, ardenti di zelo per il vangelo, è cosa più importante che avere denari e altri mezzi umani. L’opera delle missioni richiede, prima di tutto, missionari. E dove c’è un mis-sionario secondo il cuore di Dio, si apre una nuova porta della divina Provvidenza per quel missionario e per le missioni”.

Sant’Annibale M. Di Francia

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Quest’anno celebriamo la Giorna-ta Missionaria Mondiale, mentre si sta concludendo l’Anno del-

la fede. La fede è dono prezioso di Dio, il quale apre la nostra mente perché Lo possiamo conoscere ed amare. Dio ci ama! La fede, però, chiede di essere ac-colta, chiede cioè la nostra personale ri-sposta, il coraggio di affidarci a Dio, che per primo si fida di noi, di vivere il suo amore, grati per la sua infinita misericor-dia. E’ un dono non solo per se stessi, ma per tutti, perché tutti dovrebbero poter sperimentare la gioia di sentirsi amati da Dio, la gioia della salvezza! Tenendo questo dono solo per noi stessi, diven-teremo cristiani isolati, sterili e ammala-ti. La solidità della nostra fede, a livello personale e comunitario, si misura anche dalla capacità di comunicarla ad altri, di diffonderla, di testimoniarla.

Nel vangelo si legge di Gesù, che invia “altri settantadue davanti a sé in ogni cit-tà e luogo in cui stava per recarsi” (Luca, 10,1-12).

Scrive padre Sertillanges: “Incaricare questi poveri uomini di conquistare il mondo sembra una follia, invece è onni-potenza”. Nei settantadue ci siamo an-che noi, ci sono tutti i cristiani: infatti sia-mo cristiani nella misura in cui abbiamo sentito una voce, un amore, una bontà infinita che ci coinvolge.

Dio non ha bisogno di cortigiani che dicano: "Signore, Signore!”, ma di per-sone che lavorino per introdurre nel

mondo la novità di un Dio che ama. Un cristiano che non sente bollire nell’anima la voglia di gridare il Vangelo, che non sente il dovere e il piacere di parlare di Dio, e non sente l’urgenza di impegnarsi nell’apostolato... non è cristiano.

La Chiesa non può ripiegarsi, intimi-dita, su se stessa, a causa delle difficoltà che incontra, perché Gesù che manda, che ci butta nella mischia come agnelli in mezzo ai lupi, non abbandona coloro che invia. “Non abbiate paura, abbiate fiducia in me”. Gesù ci vuole allora co-raggiosi, adulti e infiammati, mentre a volte sono deboli il fervore, la gioia, il coraggio, la speranza nell’annunciare a tutti il Messaggio di Cristo, che è an-nuncio di speranza, di riconciliazione, di comunione, annuncio della vicinanza di Dio, della sua misericordia.

L’uomo del nostro tempo ha bisogno di una luce sicura che rischiari la sua stra-da e che solo l’incontro con Cristo può donare.

Se sei crist iano... se credi, tu sei apostolo!

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I cristiani di oggi, siano come Paolo che, parlando ai greci nell’Areo-pago, costruì ponti per annunzia-

re il Vangelo senza condannare nessuno, mostrando così un atteggiamento “co-raggioso”, che “si avvicina di più al cuo-re” di chi ascolta, “cerca il dialogo”. Per questo, l’Apostolo delle Genti fu davvero un “pontefice, costruttore di ponti” e non “costruttore di muri”.

Questo, ci fa pensare all’atteggiamen-to che sempre deve avere un cristiano: “Un cristiano deve annunziare Gesù Cristo in una maniera che Gesù Cristo venga accettato, ricevuto, non rifiutato. E Paolo sa che lui deve seminare questo messaggio evangelico.

Lui sa che l’annunzio di Gesù Cristo non è facile, ma che non dipende da lui: lui deve fare tutto il possibile, ma l’an-nunzio di Gesù Cristo, l’annunzio della verità, dipende dalla Spirito Santo. Gesù ci dice nel Vangelo di oggi: ‘Quando ver-rà Lui, lo Spirito della verità, vi guiderà a tutta la verità’.

Paolo non dice agli ateniesi: ‘Questa è la enciclopedia della verità. Studiate questo e avrete la verità. No! La verità non entra in una enciclopedia. La ve-rità è un incontro; è un incontro con la Somma Verità: Gesù, la grande Verità. La Chiesa, “non cresce nel proselitismo”, ma “cresce per attrazione, per la testi-monianza, per la predicazione”. E Paolo aveva proprio questo atteggiamento: an-nuncia non fa proselitismo. E riesce ad

agire così perché “non dubitava del suo Signore”. “I cristiani che hanno paura di fare ponti e preferiscono costruire muri, sono cristiani non sicuri della propria fede, non sicuri di Gesù Cristo”. I cristia-ni invece, facciano come Paolo e inizino “a costruire ponti e ad andare avanti”: Quando la Chiesa perde questo corag-gio apostolico diventa una Chiesa ferma, una Chiesa ordinata, bella, tutto bello, ma senza fecondità, perché ha perso il corag-gio di andare alle periferie, qui dove sono tante persone vittime dell’idolatria, della mondanità, del pensiero debole, ecc.

Chiediamo a San Paolo che ci dia que-sto coraggio apostolico, questo fervore spirituale.

Papa Francesco

I Cristiani: Pontefici...Costruttori di ponti

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Il Rosario missionario ha lo scopo di far pregare per la pace nel mondo e per la conversione di tutti gli uomi-

ni. I cinque colori diversi rappresentano i cinque continenti e richiamano l’in-tenzione secondo la quale si deve pre-gare. La decina bianca è per la vecchia EUROPA, perché sia capace di riappro-priarsi della forza evangelizzatrice che ha generato tante Chiese e per il sommo Pontefice, il Vicario di Cristo che conti-nuamente veglia sui destini del mondo.

La decina gialla è per l’ASIA, che esplode di vita e di giovinezza, la terra del Sol levante, la culla delle civiltà. La decina verde è per l’AFRICA, provata dalla sofferenza, ma disponibile all’an-nuncio ci ricorda le verdi foreste e il colo-re sacro dei musulmani.

La decina rossa è per l’AMERICA, che ebbe, come primi abitanti, i Pellerossa e vivaio di nuove forze missionarie.

La decina azzurra è per il continente dell’OCEANIAcon le innumerevoli isole sparse nelle azzurre acque del Pacifico.e dell’Australia che attende una più capil-lare diffusione del Vangelo.

È lo stesso Giovanni Paolo II a ricor-darci che: «Il rosario è anche un percorso di annuncio e di approfondimento, nel quale il mistero di Cristo viene conti-nuamente ripresentato ai diversi livelli dell›esperienza cristiana.

La storia del Rosario mostra come que-sta preghiera sia stata utilizzata special-mente dai Domenicani, in un momento

difficile per la Chiesa a motivo del dif-fondersi dell›eresia. Oggi siamo davanti a nuove sfide. Perché non riprendere in mano la Corona con la fede di chi ci ha preceduto? Il Rosario conserva tutta la sua forza e rimane una risorsa non tra-scurabile nel corredo pastorale di ogni buon evangelizzatore».

“Il Rosario è preghiera orientata per sua natura alla pace, anche per i frutti di carità che produce”, tra cui il “desiderio di accogliere, difendere e promuovere la vita, facendosi carico della sofferenza dei bambini in tutte le parti del mondo”; di “testimoniare le beatitudini nella vita di ogni giorno”; di “farsi ‘cirenei’ in ogni fratello affranto dal dolore o schiacciato dalla disperazione”.

Di diventare, in una parola, “costrut-tori della pace nel mondo” e di “sperare che, anche oggi, una ‘battaglia’ tanto dif-ficile come quella della pace possa essere vinta”.

Rosario missionario

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E’ stato questo il motivo condut-tore nell’anno della fede che ha animato i vari giorni del campo

estivo per i nostri ragazzi che fidandosi di Lui, di Cristo si sono messi in cammi-no, dietro di Lui, con Lui, per ascoltare, pregare, operare, stare, come i due di-scepoli di Giovanni Battista, Andrea e Giovanni. Questi dopo che Giovanni Battista ebbe indicato Gesù presente tra la folla, definendolo Agnello di Dio, salu-tato il loro primo maestro, seguirono il Maestro.

Durante il cammino, dice il Vange-lo essi camminavano dietro Gesù, che voltatosi chiese loro cosa volessero, cosa stessero cercando. I due con semplicità gli chiesero dove abitasse. Gesù guardan-doli con amore li invitò a seguire e a ve-dere. L’aver visto, l’aver ascoltato cambiò totalmente la vita di Andrea e Giovanni e che non solo si misero decisamente alla

sequela del Maestro, ma si fecero subito missionari in famiglia, coinvolgendo nel-la loro scoperta anche i rispettivi fratelli: Pietro e Giacomo.

Mi fido di te. Quanti nel corso della storia si sono fidati di Cristo e non sono rimasti delusi. I nostri ragazzi nel corso di pomeriggi intensi non solo di giochi ma anche di riflessioni, si sono confron-tati con persone che hanno già compiuto questo itinerario, raggiungendo la santi-tà. Tra questi il nostro Santo Fondatore, Annibale Maria Di Francia, presentato ai bambini nelle sue varie sfumature di do-nazione a Dio e al Prossimo, divenendo per tutti esempio, compagno di viaggio e sostegno.

Un grazie particolare va ai giovani animatori, che hanno saputo trasmette-re con gioia ai più piccoli la loro fede e il loro amore per Gesù, con un entusiasmo capace di riscaldare i cuori di tutti.

Cardia

MI FIDO DI TE

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Amico lettore, per aiutarci nella nostra opera con donazioni, offerte, ecc., si consiglia di utilizzare le forme di bonifico postale o bancario, secondo le coordinate qui sotto specificate. Per lasciti a nostro sostegno si prega di utilizzare la seguente dicitura: “Lascio (o dono) all’Istituto Antoniano Maschile dei Padri Rogazionisti di Trani, Via Sant’Annibale Maria Di Francia, 133 per le proprie opere caritative”. Per maggiori informazioni rivolgersi al Direttore telefonando ai numeri sottoelencati oppure usando l’indirizzo e-mail: [email protected]

Il suo indirizzo è custodito nell’archivio elettronico di questo Istituto, e nel rispetto di quanto stabilito dalla legge D.Lgs 196/2003 sulla tutela dei dati personali, la informiamo che gli indirizzi dei benefattori sono esclusivamente utilizzati per l’invio di questa rivista e che non saranno oggetto di comunicazione o diffusione a terzi e che in qualsiasi momento potrà esercitare il dirito di modifica o cancellazione chiamando i numeri telefonici o utilizzando l’indirizzo di posta elettronica sotto riportati. Grazie di cuore.

OPERA MADONNA DI FATIMA - VIA SANT’ANNIbALE M. DI FRANCIA, 133 - 76125 TRANI Centro Socio-Educativo - Tel. 0883 507133 / 580120 - Fax 0883 492505

indirizzo e-mail: [email protected] - sito web: http://www.rogazionistitrani.it - Casella Postale 550 - C.C.P. n° 996702banco Posta - Codice IbAN: IT55 N076 0104 0000 0000 0996 702 - codice bIC/SWIFT: bPPIITRRXXX

UNIONE DI PREGHIERA PER LE VOCAZIONI O Dio Tu ci hai fatto dono di Maria,

che ai tre pastorelli a Fatima ha chiesto di pregareper la conversione dei peccatori,

di fare penitenza per la salvezza delle anime,Ti preghiamo per Sua intercessione e per intercessionedi Sant’Annibale Maria Di Francia, che hai chiamato

ad essere padre degli orfani e dei poverie apostolo delle vocazioni,

di mandare nella Tua Chiesa operai santi,apostoli capaci di annunciare

la Tua Parola di perdono e pace. Amen.

Scrivere sempre ben chiaro e completo il vostro indirizzo, non dimenticando il codice di avviamento postale della vo-stra città.

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Segnalare se si ricevono più co-pie della stessa rivista.

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Chi desidera può inviarci in-dirizzi di amici e parenti a cui inviare gratuitamente la nostra rivista.

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Chi desidera può inviarci il proprio indirizzo di posta elet-tronica per una più celere corri-spondenza.

Fra le mani tue SignoreGuardi con tenerezza la tua creatura.

Forte come roccia, fuscello tra le mani del vento.

Con potenza la plasmi, paziente la ceselli

con splendore di bellezza. Sorriso le infondi,

con amore trasfigurante, la illumini.

(Maria Caterina Scandale)