Ripensandoci - gennaio 2009
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Ripensandoci... salotto di cultura e attualitàAnno II n. 1 gennaio 2009
Cittadinanza attiva
Gino Strada. Un esempiodi attivismo umanitario
“Emergency”sostienele popolazionivittimedella guerra
di Lucia Buccarello
Luigi Strada, meglio conosciuto comeGino, nasce a Sesto San Giovanni il 21aprile del 1948. Si laurea in Medicinanel 1978 e successivamente sispecializza in chirurgia d’urgenza.Durante gli anni universitari sposa lacausa dei sessantottini ed entra a farparte del Movimento Studentesco...(a pag. 17)
Delacroix:il superamentodell’allegoriae la popolarizzazionedella libertà
di Frédéric Pascali(a pag.36)
SerenellaMolendini:la Consiglieradi paritàdi Lecce controil mobbing
Finalmente una tutela istituzionalecontro le discriminazioni di generenegli ambienti di lavoro
di Emanuela Boccassini
Il complesso e delicato mondo femminileviene, troppo spesso, “oltraggiato”. Nonsempre chi subisce violenze, abusi,discriminazioni nel mondo del lavoro saa chi rivolgersi per chiedere soccorso.(a pag. 23)
Elio Petri, registadel cinema “civile”degli anni ’60-’70
Le sue pellicole narranoun’epoca di contestazionie repressione
di MassimoFiorino(a pag. 45)
Editoriale
La cittadinanzadi Rossella Bufano
La cittadinanza consiste,in termini giuridici, nellapienezza dei dritti civili epolitici che uno Statoriconosce a una personafisica (cittadino). Tali dirittisono enunciati nellecostituzioni e nelledichiarazioni dei diritti.
(a pag.5)
Direttore responsabile: G. GrecoDirettore editoriale: R. BufanoProgetto grafico: R. Bufano,S. Foti Sciavaliere, L. LongoCaporedattori:S. Foti Sciavaliere, L. LongoIn redazione:E.Boccassini, L. Buccarello,S. D’Amico, E. De Giorgio,M. Fiorino, D. Foti Sciavaliere,C. Greco, L. Leone, F. Pascali,M.B. Protino, S. Stefanelli
redazione:[email protected]
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Antonietta DePace,eroina gallipolinadel patriottismorisorgimentaleAnima intrepidae instancabiledei gruppi rivoluzionaridel Meridione
di Sara Foti Sciavaliere(a pag. 25)
Istituti di democrazia:strumentidi compartecipazionecivile
Previstidalla Costituzione,permettono l’interventodei cittadininella costruzionedel bene comune
di Laura Longo(a pag. 6)
rivista on line
Ripensandoci... salotto di cultura e attualitàAnno II n. 1 gennaio 2009
Cittadinanza attiva
Editoriale
Lo sguardo di Dora - La Tavola Rotonda della democraziadi Dora Foti Sciavaliere p. 4La cittadinanzadi Rossella Bufano p. 5
Società politica economiaIstituti di democrazia: strumentidi compartecipazione civiledi Laura Longo p. 6Servizio Civile: una scelta di cittadinanza attivadi Sara Foti Sciavaliere p. 8Dalla parte degli animali(Rubrica in collaborazione col dr. Massimo de Pascalis)di Stefania Stefanelli p. 10Donazione del cordone ombelicale.Un semplice gesto che può salvare una vitadi Lucia Buccarello p. 12Cessione del quinto:un prestito che supportachi non arriva alla fine del mesedi Stefania Stefanelli p. 15
Modelli di vita
Gino Strada. Un esempio di attivismo umanitariodi Lucia Buccarello p. 17
Pensiero e azione politica delle donne
Donne e cittadinanza politica: un rapporto difficiledi Rossella Bufano p. 19Donne e violenza: Hunziker e Bongiornoaiutano l'universo femminiledi Emanuela Boccassini p. 21Serenella Molendini: la Consigliera di paritàdi Lecce contro il mobbingdi Emanuela Boccassini p. 23Antonietta De Pace, eroina gallipolinadel patriottismo risorgimentaledi Sara Foti Sciavaliere p. 25Anna Maria Mozzoni e la lotta all’emancipazionedi Emanuela Boccassini p. 28La cittadinanza femminile secondo Marisa forcinadi Rossella Bufano p. 30L'associazionismo è fin dall'800 la forma più viva di cittadinanzadi Rossella Bufano p. 32
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Ripensandoci... salotto di cultura e attualitàAnno II n. 1 gennaio 2009
Cittadinanza attiva
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Arte
Il realismo drammatico di Andy Warholdi Maria Beatrice Protino p. 34A Roma, una mostra imperdibilesulla pittura olandese del '600di Stefania Stefanelli p. 36Delacroix:il superamento dell’allegoriae la popolarizzazione della libertàdi Frédéric Pascali p. 38
Cinema e teatro“Promessi sposi” a teatro.ln scena "la commedia degli equivoci"di Lucia Buccarello p. 40 "Dogma 95": un'altra idea di film, privo di effetti specialidi Massimo Fiorino p. 41"Changeling",nuova prova per il regista Clint Eastwood p. 43di Frédéric PascaliElio Petri, regista del cinema "civile" degli anni '60-'70di Massimo Fiorino p. 45
C 'era una volta
Re Artù e i suoi cavalieri: l'utopia di un regno immaginariodi Sara Foti Sciavaliere p. 47La stella "Orione": un misto tra mito e scienzadi Sergio D'Amico p. 50
Non tutti sanno che...
Galvani e Frankestein: un unico "filo conduttore"di Sergio D'Amico p. 51L’“identikit” del mediatore interculturaledi Laura Longo p. 53
Leggi con noi
“La musica sveglia il tempo”, saggio di Daniel Baremboimdi Maria Beatrice Protino p. 55Il "giallo" si tinge di impegno civile con Piero Grimadi Rossella Bufano p. 57Studio di Demetrio Paparoni sull'arte contemporaneadi Maria Beatrice Protino p. 58“Paula” di Isabel Allendedi Eliana De Giorgio p. 60
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Lo sguardo di Dora
Dora Foti Sciavaliere
La Tavola Rotonda della democrazia
Ripensandoci... salotto di cultura e attualitàAnno II n. 1 gennaio 2009
Cittadinanza attiva
La cittadinanza
Tra concetto giuridicoe pratica quotidiana
di Rossella Bufano
La cittadinanza consiste,in termini giuridici, nellapienezza dei dritti civilie politici che uno Statoriconosce a una personafisica (cittadino). Tali dirittisono enunciatinelle costituzionie nelledichiarazioni deidiritti.Quelli civili
includono: lalibertà personale,di movimento, diassociazione, diriunione, di coscienza e direligione, la proprietàprivata, l'uguaglianza difronte alla legge, ecc.I diritti politici
riguardano lapartecipazione dei cittadinial governo dello Stato edegli enti territoriali. Ciòpuò avveniredirettamente, attraversol’uso di strumenti quali ireferendum, le petizioni.Oppure indirettamente,eleggendo i proprirappresentanti (elettoratoattivo) o candidandosi(elettorato passivo).Infine vi sono i diritti
sociali: alla salute, allavoro, all'istruzione, allapensione, alladisoccupazione ecc.,introdotti dallo Statosociale. Definito anche lo“Stato del benessere”,viene istituito con la finalitàdi garantire unsoddisfacente livello di vitaai suoi cittadini. L’obiettivoche persegue è lariduzione delle
ineguaglianze el’integrazione socialeattraverso laredistribuzione del redditonazionale.La condizione di
cittadino dàla titolaritàanche adoveri, qualila difesa delloStato e il voto.Tuttavia
quello dicittadino è unacondizione
anche mentale oltre chegiuridica.Il concetto di cittadinanza
ha subito un’evoluzionecha va dalcittadinoaristotelico,individuo disessomaschilecapace didedicarsi allares publica, aquello piùampio diappartenenzaa comunitàestese comequellaeuropea.Eppure tante
volte questaidentità è più neidocumenti che nellospirito. Cittadini significaesserequotidianamente econsapevolmenteprotagonisti e coautoridelle scelte private epubbliche che ciriguardano. Anche quando
si educa un figlio arispettare le regole oquando si decide di nonbuttare per strada carte efazzoletti o, ancora,quando si decide di fare laraccolta differenziata si ècittadini. Si contribuiscecon la propria azione e conil proprio esempio acostruire un’identità delterritorio che si abita e adefinirne comportamentie costumi.Al contempo è necessario
ridurre la distanzapsicologia dalle istituzioni.Chi governa è da noidelegato e deverappresentarci, non è
“altro” da noi.Si è inpossesso diimportantistrumenti dicontrollo eperesprimere lapropriavolontà comele petizioni e ireferendum.Come affermail politologoPieroBarcellona, la“distanza” delleistituzioni
percepita dai cittadini hafatto dimenticare che ogniscelta del quotidiano puòessere un momento in cuisi esercita pienacittadinanza.
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Cittadinanza attiva
La cittadinanza
Tra concetto giuridicoe pratica quotidiana
di Rossella Bufano
editoriale
La consapevolezza e l'esercizio
di diritti e doverifanno di ciascuno
un cittadinopartecipe della vita
sociale
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Cittadinanza attiva
Ripensandoci... salotto di cultura e attualitàAnno II n. 1 gennaio 2009
Cittadinanza attiva
Societàpolitica
economia
Istituti di democrazia: strumenti dicompartecipazione civile
Previsti dalla Costituzione,permettono l’interventodei cittadini nella costruzione delbene comune
di Laura Longo
Il significato etimologicodella parola democraziaribadisce il concetto di“sovranità popolare”. Ilprincipio democraticoimplica quindi unalegittimazione “dal basso”del potere politico. Lademocrazia esiste solo seè stata resa effettiva lavolontà dei cittadini di unostato.Segno tangibile della
partecipazione alla vitapolitica dello stato è ildiritto di voto. Questo,oltre che per eleggere ipropri rappresentanti, puòessere esercitatoattraverso gli istitutidemocratici. Lepossibilità attribuitedalla Costituzione aicittadini per attivarsi eattuare misure di“democrazia diretta” sonomolteplici:• referendum;• petizioni e istanze;• iniziativa popolare;• proposte di
deliberazione.Unico limite di questa
forme di sovranità è chealcune materie (ratificadei trattati internazionali,leggi tributarie, amnistia,indulto e bilancio) nonsono sottoponibili aquesto genere diconsultazioni.Il referendum è lo
strumento attraverso cuiil corpo elettorale vieneconsultato direttamente sutemi specifici. Per indirlo
sono necessarie 500.000firme autenticate pressola Corte di Cassazione. Sipossono distinguere inbase al tipo di azione:propositivi, consultivi,confermativi e abrogativi.Di solito il referendum è
riservato all’abrogazionedi leggi ordinarie. Soloin caso di modifiche allaCostituzione può essereindetto un referendumconsultivo. Per ottenerela sua validità ènecessario raggiungereil quorum ovvero il 50%più uno degli aventi dirittoal voto.Con 300 firme si può
ottenere un’istanza con laquale si può chiederedettagliate spiegazioni suprecisi atti ocomportamentidell’amministrazionecomunale o degli enti.Viceversa con le petizionisi possono segnalareesigenze rilevanti per lacollettività comunale oper una parte di essa. Puòessere orale, scritta otrasmessa attraversointernet. E si distingue in:• precettistica, se
sollecita il legislatore adapprovare delle norme checolmino un vuotolegislativo (“vacatio”). Perla legge italiana sononecessarie 50.000 firmeautenticate per depositareun disegno di legge inParlamento;• di sensibilizzazione,
se hanno lo scopo difocalizzare l’interessedell’autorità su unaparticolare tematica;• abrogativa, se l’intento
è di invitare il legislatoread abrogare unadeterminata normagiuridica.Per le petizioni di
sensibilizzazione non èobbligatorial’autenticazione dellafirma: chi le raccoglie puòchiedere gli estremi di undocumento di identità.Viceversa la legge diiniziativa popolare,prevista dall’art. 71 c. 2della Costituzione, è unistituto legislativomediante il quale i cittadinipossono, attraverso unaraccolta di 50.000firme, inviare alParlamento (o a un enteamministrativo locale) unprogetto di legge,redatto in articoli. Gli artt.48 e 49 della legge n. 352del 1970, stabiliscono cheil progetto una voltapresentato a uno deiPresidenti delle dueCamere, verrà discusso evotato.Al contrario le
deliberazione popolarihanno effetto sugli entilocali. La proposta dideliberazione deve esseresottoscritta da almeno1500 cittadini (5000 sesi intende modificare lostatuto). Il consigliocomunale è tenuto a
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discutere e deliberare entro30 giorni. L’eventualeaccoglimento o rigetto dellaproposta popolare deveessere motivato ecomunicato ai presentatori,nei modi e nei tempi previstidal proprio statuto.Solo prendendo parte ai
processi decisionali del
nostro Paese, si puòarrivare alraggiungimentoeffettivo di unacittadinanzaresponsabile. E lo sipuò fare partendoproprio dalle nostrerealtà locali. Valedunque la tesiaristotelica secondola quale la cittàappartiene a chi laabita e non al corpopolitico che lagoverna: solo un dioo un animale puòfare a meno dellapolis, mentre unessere umano trovasoltanto in essa ilsuo compimento.
Approfondimenti
Per saperne di più
L’emittente Mtv, il canalemusicale preferito daigiovani, sta svolgendo una
campagna disensibilizzazione al fine dicoinvolgere i giovani neimeccanismi della democraziadiretta. L’obiettivo è diraccogliere le ambizioni e leesigenze delle nuove levenonché quello dirappresentare un esempioeducativo di avvicinamentoalle istituzioni.Il progetto si chiama “Tocca
a noi”, e consiste nelsottoscrivere un’iniziativapopolare da presentare inParlamento partendo dallascelta di una delle tematicheproposte: ambiente, lavoro,università/scuola e accessoalla politica.In base alle preferenze della
community verranno istituitidei comitati che redigerannouna proposta di legge diiniziativa popolare che saràletta, esaminata e votatadalle due Camere.Per chi è interessato può
andare all’indirizzo:http://www.mtv.it/toccanoi/vota.asp
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Cittadinanza attiva
Societàpolitica
economia
Servizio Civile: una sceltadi cittadinanza attiva
Dodici mesi da impiegarein cultura solidale, tuteladel patrimonioo impegno civico
di Sara Foti Sciavaliere
Il Servizio CivileNazionale è la possibilitàmessa a disposizione deigiovani tra i 18 e i 28 annidi dedicare un anno dellapropria vita a favore diun impegno solidaristicoverso il bene di tutti e diciascuno. Quest’esperienzagarantisce ai giovani unaforte valenza istruttiva eformativa. È un’opportunitàdi educazione allacittadinanza attiva, unprezioso strumento peraiutare le fasce più debolidella società contribuendoallo sviluppo sociale,culturale ed economico delnostro Paese. Chi sceglie diimpegnarsi per dodici mesi,sceglie di aggiungere
un’esperienza qualificante alproprio bagaglio diconoscenze, spendibile nelcorso della vita lavorativa,e nel frattempo si assicura
una certa autonomiaeconomica, seppur minima.Istituito con la legge 6
marzo 2001 n° 64, - che dal1° gennaio 2005 si svolgesu baseesclusivamentevolontaria – ilServizio CivileNazionale è unmodo di difenderela patria, che è“sacro dovere delcittadino” come èsancito dall’art. 52della Costituzione.Per difesa non ci siriferisce solo allatutela del territorioe dei confini delloStato, quanto allacondivisione di valoricomuni che ispiranol’ordinamentodemocratico. Èintesa quindi, esoprattutto, comesostegno allanazione con mezzi nonarmati e non violenti,mediante servizi di utilitàsociale tesi a costruire erafforzare i legami checonsentono la coesionedella comunità civile. Inquesto modo prendono partealla vita sociale le categoriein difficoltà, attraverso azionidi solidarietà epartecipazione, sipromuovono a vantaggio ditutti il patrimonio culturalee ambientale delle società.Si realizzano così reti dicittadinanza mediantel’intervento attivo delle
persone alla vita dellacollettività e delle istituzionia livello locale, nazionale,europeo e internazionale.Di fatto, il Servizio Civile
NazionaleVolontario nascecon l’obiettivo diraggiungere leseguenti finalità:concorrere, inalternativa alservizio militareobbligatorio, alladifesa del Paese;favorire larealizzazione deiprincipicostituzionali disolidarietàsociale,promuovendo ilsostegno di chi èin difficoltà e lacooperazione.A livello nazionale
e internazionale, sigarantiscono i diritti
sociali, i servizi alla personae all’educazione alla pace frai popoli. In più si partecipaalla salvaguardia delpatrimonio della nazione,con speciale attenzione aisettori ambientale, agricolodelle zone di montagna,forestale, storico-artistico,culturale e della protezionecivile. È un contribuito allaformazione civica, sociale,culturale e professionale deigiovani, le attività svolte anchein enti e amministrazionioperanti all’estero.Il Servizio Civile Nazionale
Volontario è dunque
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Il Servizio Civilenasce
in sostituzionealla leva
obbligatoria. È un’istituzione
che conservatra i proprifondamenti la difesa
nonviolentadella patria, ha una fortevalenza civica
e offre ai volontari un rimborso
spese
Locandina del servizio civile
Logo del servizio civile
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Cittadinanza attiva
l’opportunità per i giovaniinteressati di “offrire” dodicimesi della propria vita a sestessi e agli altri:formandosi, acquisendoconoscenze edesperienze ematurando unapropriacoscienzacivica. Il tuttoavvieneattraverso l’agireconcreto conprogetti disolidarietà,cooperazione,assistenza. Ilmetodo di lavoroè l’“impararefacendo”, afianco di persone più espertein grado di trasmettere illoro “saper fare” alle nuovegenerazioni. Lavorandoinsieme, crescendo inesperienza e capacità,valorizzando al massimo lerisorse personali di ognuno.
Approfondimenti
Per saperne di più
Il rimborsospese deivolontari
Nel 2006-2007lo stipendio, omeglio, ilrimborso speseofferto aivolontari è statodi 433,80 euronetti mensili, conun obbligo acoprire unminimo di 1400ore di attività
nell'arco dell'anno, sicché laretribuzione oraria è risultataessere di 3,71 euro. Anchenel 2005-2006 il rimborsospese era di 433,80 euro almese, ma le ore da coprireerano di meno, ossia unminimo 1200. Quindi dal
2006-2007 si può parlare diun abbassamento dei fondistanziati dallo Stato perretribuire i volontari delServizio Civile Nazionale.
Il simbolo del SCN
Il simbolo del Servizio CivileNazionale nascedall’esigenza di dare visibilitàall’ Ufficio attraverso unsegno distintivo checonsenta l’individuazione deigiovani che prestano la loroopera presso gli Entiaccreditati dall’UNSC.Iconograficamente il simbolocompendia, in unainnovativa sintesi grafica, lastella della Repubblica, icolori della bandiera italiana,il blu dell’Europa, l’abbracciodella solidarietà e dell’aiutoreciproco con i quali costruireuna società solidale e coesanel rispetto dei principiispiratori della normaistitutiva.
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«Un’occasioneper te, un’opportunità
per gli altri.Una sceltache cambiala vita tua
e degli altri. Metti in circolo
il tuo amore…comefai con una novità»(Campagne 2001-
2006 – UNSC)
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Cittadinanza attiva
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Cittadinanza attiva
Societàpolitica
economia
Dalla parte degli animali(Rubrica in collaborazionecol dott. Massimo de Pascalis)
Importante il primo impattocon i cuccioli
di Stefania Stefanelli
Francesca Martini,onorevole dell’attualeGoverno, ha affermatorecentemente che: «Untempo, anche delle donne sidiceva non avesseroun’anima. Ebbene, un giornoapparirà evidente che nonsolo uomini e donne, maanche i nostri amici animalihanno un’anima».È bello poter pensare che
anche gli animali possonoessere considerati esseriviventi e non oggetti di cui,a volte, si abusa!
Il dott. Massimo DePascalis, medicoveterinario, ci aiuterà acomprendere ledinamiche collegate aglianimali domestici con iquali ha un rapportocostante, diretto equotidiano.Laureato alla facoltà di
Veterinaria dell’Università diPisa, il dott. De Pascalisesercita la libera professioneprevalentemente a Gallipoli(Le) dove è titolare eresponsabile sanitario, daormai più di vent’anni, di unambulatorio veterinariocondotto in collaborazionecon la dott.ssa Piccinno. Ilsuo campo di interesse èquello degli animali dacompagnia. Dal 2000 faparte del Consigliodell’Ordine dei MediciVeterinari della provincia diLecce all’interno del qualesvolge il compito di tesoriere.
Come primoappuntamento, anche inconsiderazione delperiodo di festività chestiamo vivendo, vorreiparlare con te dei cuccioli.I bambini li amano, livorrebbero come regalo,ma poi quando entranoin casa spesso diventanoun peso perché difficili dagestire…
L’arrivo di un amico aquattro zampe è una delleesperienze più belle davivere e dobbiamo fare inmodo di creare i presuppostiaffinché la convivenza siaserena.Prima di tutto bisogna
stabilire quella che sarà lascala gerarchica che loguiderà negli anni e che gliindicherà il “capo branco” alquale dovrà obbedire edimostrare rispetto.Un cucciolo di pochi mesi
ha un bisogno enorme difare esperienze e il mondoche lo circonda è una fonteinesauribile di stimoli che loporteranno a formare ilcarattere. Pertanto, pochema chiare regole loaiuteranno a capiresubito il suo ruolo e, conil nostro aiuto, metterà inpratica quegli insegnamentiche una buona madredovrebbe avergli giàinculcato.
Come bisogna impostarequesto percorso?
Qualsiasi insegnamentodeve essere impostatocome un gioco, unqualcosa che porti semprea una ricompensagratificante se il suo agire èla risposta a una nostrarichiesta. Al contrariocomportamenti non correttivanno puniti ed èsufficiente usare un tonodi voce da rimprovero perfar capire al cucciolo chequella cosa è sbagliata.Ovviamente un tonorassicurante e di lode, chesegue l’esecuzionecorretta di un esercizio-gioco, sarà per lui unpremio e meglio ancora seil premio sarà un buonbocconcino da gustarenella sua cuccia.Il nostro cucciolo avrà
bisogno di un angolotutto suo, di assoluto relax,dove dormire, rifugiarsi, odove noi lo manderemo inpunizione.E quella sarà la sua zona
franca, la sua zona ansioliticadove noi permetteremo alcane, anche adulto, discaricare le sue ansie erinfrancarsi dalle sue pauredopo una sonora sgridata.Lì non potremo accanirci, luiavrà capito di aver sbagliato,ci disinteresseremo a lui egli presteremo attenzionesolo quando avremo decisodi perdonarlo. La nostracoerente autorità ci farà benvedere agli occhi delcucciolo che vedrà semprepiù in noi una figura che
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Cittadinanza attiva
sostituisce quella dellamamma. Perderà mano amano ogni velleità di dominioe ci eleggerà a capo di quelloche sarà il suo nuovo“branco”.
Questo significa chequella piccola canaglia ciconsidererà un “capo”?
Certamente. Un capo chepunisce ma sa premiare, chelo fa giocare, lo protegge,gli procura il cibo e gli dà damangiare e che lui rispetteràsempre. La nostraleadership si tradurrà perlui nella assolutamancanza di ansie epreoccupazioni.
Che ruolo assume ilveterinario in tuttoquesto?
Il veterinario saprà dare igiusti consigli per quantoriguarda gli aspetti
dell’educazione del cuccioloe per tutta la sua gestionemedica, dalle sverminazioni,ai vaccini, alle eventualisterilizzazioni, o ai microchipe tanto altro ancora.
Se qualcuno avessequalche domanda darivolgere al nostro esperto,può scrivere [email protected].
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Societàpolitica
economia
Donazione del cordoneombelicale. Un semplice gestoche puó salvare una vita
Grazie agli sforzidell’associazione“Un cordone per la vita”, sonostati istituiti centri di prelievoe di raccolta in tutta la Puglia
di Lucia Buccarello
Quando parliamo diimpegno civile o dicittadinanza attiva nonpossiamo fare a meno dimenzionare lo splendidoobiettivo raggiunto nel girodi tre anni dall’associazione“Un cordone per la vita”.L’istituzione della banca delcordone ombelicale perla donazione,conservazione etipizzazione dellestaminali è un eventopositivo e concreto per tuttala Puglia.Per celebrare il risultato
raggiunto abbiamoincontrato l’avvocatoAlessia Ferreri che, inqualità di presidente delComitato, si è resaimmediatamente disponibileper un incontro.
Quando nasce ilComitato “Un cordone perla vita”?
Il Comitato nasce nel2006 fondamentalmente sudue premesse: la prima èl’istituzione della banca delcordone ombelicale in Puglia,la seconda è la promozionee creazione della cosiddettacultura della donazione.Nasce sostanzialmente
grazie all’interesse di 5persone, oltre a me,Rosanna Metrangolo(caporedattore delQuotidiano di Lecce), donGerardo Ippolito, Verardo(Presidente del Tribunale deiMinori) e, infine, AntonioScarlino come
rappresentante del mondoimprenditoriale.
Qual è l’obiettivo che vieravate preposti?
Abbiamo raggiunto il nostroprimo obiettivo: la creazionedella banca del cordoneombelicale.
La nostra metodologiasi è basata sullasensibilizzazione dalbasso per arrivare in alto.Abbiamo cominciato con unaserie di point itineranti intutte le province parlandodella donazione del cordone:come avviene, quali sono gliutilizzi attuali e quali ancoraquelli in fase disperimentazione.Successivamente abbiamocontinuato con spot televisivi,manifesti per abituare lagente a parlare anche di
questa tematica. Era unperiodo difficile perché erada poco passato ilreferendum sulla legge 40.C’era una certa confusionetra staminali adulte estaminali embrionali equesto suscitava ancora unpo’ di diffidenzasull’argomento.Oggi il comitato conta
oltre 10.000 aderenti con60 associazioni che hannosposato questa battaglia diciviltà.
Attraverso quali canaliavete cercato di ottenereil risultato prefissato?
Oltre alla campagna disensibilizzazione abbiamoorganizzato un convegno nelgiugno del 2006 attraversoil quale abbiamo potutooffrire una visionemultidisciplinare sullamateria. La conclusione delseminario ha portato allaredazione della leggeregionale n. 24 del 2006,che prevede lariorganizzazione del sistematrasfusionale pugliese e ladesignazione di un centro incui istituire la banca delcordone.A marzo del 2007 abbiamo
organizzato una grandemanifestazione della duratadi 2 giorni “Il week-end delcordone” dove abbiamounito l’aspetto scientifico conquello ricreativo cercando dicolpire un target più ampio.Nell’agosto dello stesso annonel Documento economico
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Nascono in Pugliai primi centri
di prelievo, raccoltae tipizzazionedel cordoneombelicale.Finalmentela battaglia
di civiltà combattutadall’associazione
“Un cordoneper la vita”
ha dato i suoi frutti.Per la regioneè una vittoria
nel campo dellaricerca medica
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Cittadinanza attiva
programmatico la RegionePuglia ha designato il primocentro trasfusionale,stanziando un finanziamentostart-up alla strutturadesignata: l’ospedale di “SanGiovanni Rotondo”.Lo stesso documento della
Regione prevedeval’attivazione in un tempiomedio-lungo di altrestrutture similari sulterritorio: possibili centricome il “Policlinico” di Barie il “Perrino” di Brindisi. Marimaneva completamentescoperta tutta l’area del SudSalento e Taranto.A questo punto abbiamo
presentato una nostraproposta che richiedeval’apertura di un centro,almeno di prelievo eraccolta, a Lecce. El’abbiamo fatto per duemotivi: per la posizionegeografica e la competenzadel personale medico del“Vito Fazzi”.Per raggiungere l’obiettivo
abbiamo dato vita a unapetizione popolare. In menodi 45 giorni abbiamo raccolto16.000 firme consegnate poinelle mani del Presidente delConsiglio Regionale Pepe.A distanza di meno di un
mese dalla presentazionedelle firme, la Regione Pugliaci ha comunicato la volontàdi istituire nuovi centri: unoal “Vito Fazzi” di Lecce, glialtri presso il “CardinalePanico” di Tricase, a Brindisie a Taranto.Abbiamo continuato con le
manifestazioni, cercando dicoinvolgere maggiormentele parrocchie. Nel 2008abbiamo sollecitatoufficialmente l’assessoreTedesco per sapere i tempidi attuazione dei nuovicentri. E il 14 agostol’Istituzione ha approvato ilprogetto di una rete di centridel prelievo e raccolta intutta la Puglia. Per ora nesono previsti 14. Che nonsono di certo pochi.
Durante il percorso qualidifficoltà aveteincontrato? Le Istituzionivi hanno aiutato?
Le difficoltà più grandi sonostate sostanzialmente due:far recepire alle istituzioni,non solo politiche ma anche
sanitarie, l’importanza diavere una banca del cordonein loco e informare la gentedi un argomento cosìimportante a ridosso delreferendum che avevacreato un po’ di confusione.Avere un centro
specializzato sul territoriosignifica dare una speranzain più a tutti coloro che sonoin attesa di trapianto. Ilsangue del cordone puòessere, infatti, utilizzatoper la cura di molteplicimalattie: talassemia,mielosa. Tutte le malattieche afferiscono all’areadel sangue. In fase distudio poi ci sono ulterioriimpieghi che riguardano lacura del diabete giovanile,la ricostruzione di tessuti,alcune patologie del fegato,la cecità e la sordità.
Come è stata accoltal’iniziativa negli ospedali?E dalle mamme in attesa?
Il settore sanitario non eradel tutto convinto dell’utilitàdi queste strutture. Oggiperò c’è un maggioreentusiasmo che coinvolge itre reparti maggiormenteinteressati al servizio:trasfusionale,ginecologia/ostetricia eneonatologia.Le mamme sono entusiaste
all’idea di poter dare, nel
momento più bello della lorovita, una speranza ad altrevite. Vogliono donare perchéè un gesto semplice, noncosta nulla, è indolore eperché quel cordone cheviene considerato un rifiutospeciale in realtà puòdiventare una valida risorsadi vita.
Quali sono i dubbi piùricorrenti che lepotenziali donatriciespongono?
L’unico dubbio che sfiora lepotenziali donatrici è quellodi dover scegliere se donareo conservare per sé.Nella donazione la mamma
che decide di dare il suocordone ai centri di raccoltanon deve sobbarcarsi alcunaspesa. È tutto a carico del
sistema sanitario. Questaè la pratica consentita inItalia. La conservazioneper se stessi, non essendoconsentita in Italia,richiede un’autorizzazionedel Ministero della Sanitàche permetta alla madredi trasferire il cordone inuna struttura straniera. Ilcosto di questaoperazione oscilla fra i2000 e i 3000 euro.Questa è una pratica cheil comitato sconsigliafortemente ritenendolauna speculazione sia daun punto di vistascientifico che pratico. Indefinitiva è inutileconservare per sé.
In teoria il cordonepotrebbe comunqueessere utilizzato infuturo dalla stessadonatrice?
In teoria sì, se c’è ancorala disponibilità. È anche veroche trovare una compatibilitàesterna è veramente difficile.C’è un 92% di possibilità chela donatrice ritrovi il suocordone in caso di necessità.Inoltre la normativa italianaconcede alle donne, nelmomento del parto, dimantenere un uso dedicatodel cordone. Vale a dire chese in famiglia c’è un parentein attesa di trapianto potràcomunque utilizzare quelcordone in modo privilegiato.
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L'avvocato Alessia Ferreri, presidente delComitato "Un cordone per la vita"
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Perché lestrutture sanitarieche non sonoattrezzate per laraccolta delcordoneombelicale noninformano lepazienti su questapossibilità?
In realtà ci sonomolti medici che nonhanno effettivacognizionedell’attivazione diquesto servizio.L’idea è quella di
continuare la nostracampagna disensibilizzazione presso glistudi dei medici di base, iginecologi e i centriimmunotrasfusionali.
Questo tipo di battagliarientra nella cosiddettapolitica di genere osecondo la suaesperienza l’iniziativa hacoinvolto un settore piùvasto?
Diciamo che la tematica èstata sollecitata molto dalledonne. Poi si sa chi decidesono gli uomini. Ha giocatoun ruolo fondamentale
l’interesse dimostratodall’assessore Tedesco.La difficoltà iniziale è stata
quella di far recepire quantovale la vita di un bambino.E non solo per una donna.Probabilmente è una
questione di tenacia. E quiforse sono presenti più ledonne semplicementeperché è una caratteristicapiù al femminile.
Approfondimenti
Per saperne di piú
La donazione del cordoneè una pratica indolore. Non
porta alcunaconseguenza né allamamma né albambino. Possonodonare tutte le futuremamme che nonabbiano avuto unagravidanza a rischio,che non sianoportatrici di malattieereditarie comel’anemiamediterranea, nonabbiano contrattoinfezioni durante lagravidanza comel’epatite e l’AIDS oche il parto non abbiapresentato
complicanze ostetriche,come nel caso di sofferenzafetale acuta.Il prelievo può essere
effettuato sia dopo il partonaturale sia dopo il partocesareo. L’anestesiaepidurale non costituiscealcuna controindicazione alladonazione. Ulterioriinformazioni sono reperibilisul sitohttp://www.uncordoneperlavita.orgr
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Societàpolitica
economia
Cessione del quinto:un prestito che supporta chinon arriva alla fine del mese
Una forma di finanziamentoregolata dalla legge n. 80del 2005
di Stefania Stefanelli
I telegiornali ci bombardanocon notizie economiche chelentamente stannocambiando il nostro modo diintendere “lo stiledi vita”quotidiano.Abituati a fare
progetti a lungotermine, ora nonriusciamo adarrivare alla finedel mese con ilsolo stipendio.Ormai tutto
serve, tuttodiventanecessario anchela “social card”che con i suoi 40€mensili nonrisolve la crisifamiliare, ma serve,comunque, ad acquistare ilpane per qualche giorno. Lanostra vita si starimodulando nella direzionedel pragmatismo più stretto.Gli ideali lasciano il posto aivalori pratici.In questo contesto si
inserisce, ad hoc, unaforma di finanziamentoindirizzata principalmenteai dipendenti pubblici,dipendenti di aziendeprivate che abbiano uncontratto di lavoro a tempoindeterminato e aipensionati. Sono esclusi ilavoratori autonomi, mentre,in alcune ipotesi, possonorichiederlo i lavoratori aprogetto o a tempodeterminato.La cessione del quinto è
una forma di prestito
personale il cui rimborsoavviene con la cessionedi una quota dellostipendio o della pensione
fino a un massimodel quintodell’ammontaredelle stesse.Il D.P.R 180/1950
aggiornato dalla L.80/2005 regolaquesta materiaindividuandoaltresì i soggettiche sonoautorizzati aerogare ilprestito: gliistituti di creditoe di previdenzacostituiti fraimpiegati e
salariati delle pubblicheamministrazioni, l’IstitutoNazionale delle Assicurazioni,le società di assicurazionelegalmente esercenti, gliistituti e le società esercentiil credito escluse quellecostituite in nome collettivo oin accomandita semplice, lecasse di risparmio e i monti dicredito su pegno.La struttura finanziaria di
questa forma di finanziamentosi basa su elementifondamentali che sono:• la rata, che non supera
mai il quinto dello stipendio odella pensione;• la periodicità del
rimborso che avvienemensilmente;• la durata che varia da
due a dieci anni;• il tasso di interesse
(TAN o Tasso Annuo o
Nominale) previsto dallegislatore per l’intera duratadel finanziamento ;• i costi dell’operazione
che vengono riepilogati dalTAEG o Tasso Annuo EffettivoGlobale e dall’ISC o IndicatoreSintetico di Costo;• il datore di lavoro che,
per legge, è obbligato adaccettare la richiesta dicessione del quinto deldipendente.Al prestito è inoltre
collegata una polizzaassicurativa obbligatoriacontro il “rischio vita” e il“rischio impiego”, sicché seil richiedente dovesseperdere la vita o il lavoroo dovesse diventare inabile,l’assicurazioneestinguerebbe il debitoresiduo mantenendo indennidal rischio di rivalsa gli eredidello stesso.Per ultimo è da ricordare che
il prestito può essere estintoanticipatamente, quindi primadella scadenza.
Approfondimenti
Per saperne di più
- Rata: è il pagamentoperiodico da effettuare perestinguere un debito. Ècomposta da una quotacapitale e da una quotainteressi. Secondo quantoprevisto dall’art. 1194 delcodice civile, quota in contointeressi e oneri accessoriprecedono il rimborso delcapitale. Il debito residuo sicalcola, dunque, sottraendo
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Per i dipendenti a tempo
indeterminatoe i pensionati
si propone un finanziamento
che consentedi restituire
il prestito con ratemensili non
superioria un quinto
dello stipendioo della pensione
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al capitale inizialel’importo della rata,togliendo “prima”interessi e spese.- TAN: è il tasso di
interesse puroapplicato a unfinanziamento.- TAEG: L’Indice
Sintetico di costo(ISC), noto inprecedenza comeTasso Annuo EffettivoGlobale (TAEG) èl'indicatore di tasso diinteresse diun’operazione difinanziamento (es. unprestito, l'acquistorateale di beni o servizi). Èespresso in percentuale eindica il costo effettivo delfinanziamento.- Tasso di interesse: in
economia, rappresenta la
misura dell’interesse su unprestito e l’importo dellaremunerazione spettante alprestatore. Viene espressocome una percentuale perun dato periodo di tempo e
indica quanta partedella sommaprestata debbaessere corrispostacome interesse altermine del tempoconsiderato. Ildebitore, infatti,ricevendo unasomma di denaro,si impegna a pagareuna sommasuperiore a quellaricevuta. Ladifferenzacostituiscel’interesse, cheviene solitamentecalcolato in
percentuale sulla sommaprestata. Tale percentualecostituisce il tasso diinteresse.
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Gino Strada
Gino Strada. Un esempiodi attivismo umanitario
“Emergency” sostienele popolazioni vittimedella guerra
di Lucia Buccarello
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Gino Strada. Un esempiodi attivismo umanitario
“Emergency” sostienele popolazioni vittimedella guerra
di Lucia Buccarello
Modellidi vita
Luigi Strada, meglioconosciuto come Gino,nasce a Sesto San Giovanniil 21 aprile del 1948. Silaurea in Medicina nel 1978e successivamente si
specializza in chirurgiad’urgenza. Durante gli anniuniversitari sposa la causadei sessantottini ed entra afar parte del MovimentoStudentesco, anche comeresponsabile nel gruppo diservizio d’ordine della fpoi interessarsi alla
chirurgia traumatologica ela cura delle vittime della
guerra. La passione e lavolontà di aiutare i piùdeboli lo porta a diventarechirurgo di guerra perscelta dapprima con laCroce Rossa
Internazionale per poidivenire uno dei fondatoridell’ONG “Emergency”.L’associazione,sottotitolata “Life Supportof Civilian War Victims”,nasce nel 1994 con sedea Milano in via Bautta.“Emergency” èun’organizzazioneinternazionale privata che
accoglie tutti coloro che necondividono principi eobiettivi senza alcun tipo didiscriminazione.I membri dell’associazione
si occupano di fornireaiuti e assistenza medicaa tutte le popolazioni colpitedalla guerra. In definitiva sioccupano di far fronte atutte le necessità mediche,chirurgiche e riabilitative piùurgenti, senza trascurarel’aspetto relativo allamalnutrizione e ancor piùimportante alla diffusione diuna cultura della pace.Dalla sua nascita
“Emergency” haraggiunto obiettivi molto
“Emergency” partedal principio
dell’articolo 11della Costituzione
italiana che sancisce
il ripudiodella guerra.L’obiettivo
dell’organizzazioneè garantire con mezzi
di assistenza nelle zonemartoriate
dai conflitti bellici
Manifestazione di Emergency
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importanti, ha costruitosette ospedali eventicinque punti dipronto soccorso in zonedilaniate dalle ostilitàbelliche, come il Ruanda, ilKurdistan iracheno, laCambogia e l’Afghanistancontinuandoincessantemente a portaresostegno alle vittime civilidella guerra. Il suo impegnoparte dal presuppostopurtroppo fondato che lemaggiori vittime di qualsiasiconflitto sono i civili, inparticolare donne e bambini.Gino Strada ha più voltepolemizzato con i governiitaliani che si sono succedutiin questi anni senzadistinzione di colore. Egli hasottolineato come lo Statoitaliano non osservi con ilsuo operato l’articolo 11 dellaCostituzione il qualesottoscrive che:«L’Italia ripudia la guerra,
come strumento di offesaalla libertà degli altri popoli
e
come mezzo di risoluzionedelle controversieinternazionali; consente, incondizioni di parità con gli altriStati, alle limitazioni disovranità necessarie ad unordinamento che assicuri lapace e la giustizia fra leNazioni, promuove e favoriscele organizzazioni internazionalirivolte a tale scopo.»Il fondatore di
“Emergency” ha raccoltointorno a sé numeroseadesioni soprattutto fra igiovani, colpiti dalla caparbietàe serenità con cui Gino Stradamette in pericolo la sua vitaper aiutare quella degli altri.Non sono mancati di certo i
detrattori che hanno cercatodi gettare un’ombra sullapersona rivangando gli anniviolenti del MovimentoStudentesco.Ma questo non ha per nulla
offuscato la stima e la fiduciache numerose personeripongono in “Emergency”.Individui con storie, tradizioni
e colori politici diversi che siuniscono per dar voce a unno deciso e fermo alla guerra.
Approfondimenti
Per saperne di piú
Per chi volessedocumentarsi o sostenere“Emergency” può farloattraverso:
www.emergency.itwww.emergencyoggi.it – la
rivistawww.dirittoalcuore.it
campagna di costruzione diun ospedale dicardiochirurgia in Sudan.
Bibliografia di GinoStrada:
G. Strada, “Pappagalliverdi: cronache di unchirurgo di guerra”,Feltrinelli, 2000.G. Strada, “Buskashi. Storia
di un viaggio dentro laguerra”, Feltrinelli, 2002.G. Strada, “Green Parrots.
A War Surgeon’s Diary”,Charta, 2004.Z. Howard, G. Strada, “Just
war”, Charta, 2006.
Interessante ancheall’interno del sitowww.ilpaesedeibambinichesorridono.it leggere la storiascritta insieme alla figliaCecilia, per spiegare aibambini il significato diparole come “diritti”, “pace”e “uguaglianza”.Per leggere la favola andare
direttamente all’indirizzoseguente:http://www.ilpaesedeiba
mbinichesorridono.it/favola_gino_strada.htm
Gino Strada e il mediatore Hanefi
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Cittadinanza attiva
Donne e cittadinanza politica:un rapporto difficile
La separazione tra sferapubblica e privata in Italiaresiste per tutto il XX secolo
di Rossella Bufano
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Donne e cittadinanza politica:un rapporto difficile
La separazione tra sferapubblica e privata in Italiaresiste per tutto il XX secolo
di Rossella Bufano
Pensiero e azionepolitica delle donne
Il Novecento è statospesso definito il “secolodelle donne”. Perché?Perché hannoconquistato i diritti dicittadinanza (politici,sociali e civili) e hannoaffermato la lorosoggettività nella sferapubblica e in quella privatae familiare. Finalmentenon vengono piùconsiderate in funzione diqualcuno, cioè figlie, mogli,madri. È quanto affermaRaffaella Baritono nelsaggio “I movimenti delledonne” (pubblicato dalMulino, nel volumecollettaneo “Introduzionealla storiacontemporanea”, a curadello storico PaoloPombeni). Il ruolosubordinato della donnanella politica andrebberintracciato nella divisionefra ambito privato epubblico e in quello fraragione e corpo, presentegià nel pensiero grecoclassico. Secondo i filosofiellenici, le donne, acausa della differenzabiologica e delle lorofunzioni riproduttive,non erano in grado dicostituirsi comesoggetto autonomonella polis. La strutturafondata sul poterepatriarcale (il potere deipadri sui figli, del maritosulla moglie) sopravvisseanche in seguito, quandoi teorici della democrazialiberale elaborarono unmodello politico basato sul
contratto e la relazione fraindividui liberi e autonomi.
«In questa definizione diindividui liberi e autonominon furono ricomprese ledonne, considerate parteintegrante della sfera privatae quindi separata da quellapubblica i cui fondamentierano dati dai concetti diuguaglianza, di libertà, didiritti o di cittadinanza». (R.Baritono, “I movimenti delledonne”)
La riflessione sulvoto di genere sisvolge innumerosepubblicazioni. In“Desiderio e dirittodi cittadinanza. Leitaliane e il voto”(La Luna, 1997)scrivono diversestudiose, tra cuiAnna Rossi-Doria,autrice anche dellibro “Diventarecittadine. Il votoalle donne inItalia” (Giunti, 1996). Asuo parere le donnerisultano prive delledue qualità essenzialiche definiscono, apartire dal pensiero politicodel Seicento e delSettecento, il modernoconcetto di “individuo”:l’indipendenza e ilpossesso della propriapersona. Ancora piùradicale nelle donnesposate, i cui diritti civilisaranno negati fino aiprimi del Novecento.L’acquisizione dei diritti
politici femminili nonriguarda solo la sferapubblica, ma incideprofondamente anche suquella privata.Il valore simbolico del
voto alle donne sitraduce nei vari tentativi,perseguiti prima dallasuffragiste e poi dalleelettrici, di ridefinirel’identità femminile e lapolitica attraverso la
valorizzazione deiruoli domestici ematerni. Ma questitentativi nonriescono aeliminare laconcezionepatriarcale dellacittadinanza cheavevacontrapposto iltermine “donne” aquelli di“lavoratore” e“cittadino”. In Italiala storia delrapporto tra donnee cittadinanza
politica presenta ulterioripeculiarità: la disomogeneitàdelle culture locali el’egemonia della culturacattolica rafforzanol’identificazione donna-famiglia.Pieno di ambivalenze è il
disciplinamento delle donneattuato dal Fascismo, comesi può apprendere dallostudio di Victoria de Grazia“Le donne nel regimefascista” (Marsilio, 20013).Il regime ne incentiva il ruolofamiliare, ma al contempofavorisce una forma
Una societàbasata
sul poterepatriarcaleimpedisce
a lungoalla donna
di esercitarei propri dirittie far valerela propria
soggettività.Il primo passo
è il diritto di voto
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particolare di accesso allasfera pubblica, attraverso legrandi organizzazionifemminili di massa. Si trattadi una forma dipoliticizzazionesenzacittadinanza.Anche il
riconoscimentodel diritto divoto, avvenutocon il decreto DeGasperi-Togliatti(1 febbraio1945) presentaanomalie eincompiutezze.Nel corso delNovecento, ipartiti laici,liberali eazionisti,avevanosostenuto lebattagliefemminili perl’accesso al voto. Nelsecondo dopoguerra, glistessi partiti, temono diessere estromessi dallapolitica proprio a causadell’elettorato femminile,influenzato dalla Chiesa.Con l’accesso alle urne, il
rapporto con la politica sifonda sul valore dellamaternità esull’autorevolezzaconquistata dalle donnedurante la guerra, per
essersi prese cura della casae della società in assenzadei mariti. Ma nella sferapolitica i valori materni sirivelano inefficaci. L’idea
della donna come cittadinaè ancora debolissima e aidiritti politici noncorrisponderanno per moltotempo i diritti civili. LaCostituzione se riconosceràla piena parità tra i sessinella sfera pubblica, negheràla parità dei diritti individualiin quella familiare. Ilmatrimonio risulterà“ordinato sull’uguaglianza
morale e giuridica deiconiugi, con i limiti stabilitidalla legge a garanziadell’unità familiare”. Formulafortemente voluta dai
costituentidemocristianiche, della difesadella famigliacome societànaturaleantecedente loStato, avevanofatto il lorocavallo dibattaglia. Ledonne italianeottengono ildiritto di voto,attivo e passivo,mentre èancora invigore il codiceRocco e ilvecchio regimedi famiglia chene stabiliscono
la condizione di minorità.La conquista dei diritti civili
sarà ancora lenta e faticosa:nel 1963 l’accesso a tutte lecarriere e il divieto dilicenziamento permatrimonio, nel 1970 ildivorzio, nel 1975 il nuovodiritto di famiglia, nel 1977la parità nel lavoro, percitarne solo alcuni.
Manifestazione femminista
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Donne e violenza: Hunzikere Bongiorno aiutanol’universo femminile
Nasce l’associazione “Doppiadifesa” che tutela e difendele donne dalle discriminazionie dagli abusi
di Emanuela Boccassini
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Donne e violenza: Hunzikere Bongiorno aiutanol’universo femminile
Nasce l’associazione “Doppiadifesa” che tutela e difendele donne dalle discriminazionie dagli abusi
di Emanuela Boccassini
Pensiero e azionepolitica delle donneGiulia Bongiorno e Michelle Hunziker
Un personaggio famoso cheha utilizzato la propriaimmagine a fini sociali èMichelle Hunziker con la suafondazione “DoppiaDifesa”. Questaassociazione, che non hascopo di lucro, è sorta dallacollaborazione di duedonne, la showgirl el’avvocato penalista GiuliaBongiorno. A prima vista,in base a quanto loro stessehanno dichiarato, sembranonon avere nulla in comune.
Invece, hanno capito diessere entrambe battagliere,attive e con il desiderio disostenere le donne indifficoltà. “Doppia Difesa”,nata da appena un anno, hal’obiettivo di sostenere il
“gentil sesso” che ha subitodiscriminazioni, abusi eviolenze. Con il propriooperato, Hunziker eBongiorno, si propongonodi offrire supportopsicologico,assistenza legale,tutela alle vittime eassistenza sanitaria,in collaborazione conl’ospedale “San GiovanniCalibita Fatebenefratelli”di Roma. Giovandosidella loro “notorietà” e
“credibilità”, le duefondatrici voglionosensibilizzarel’opinione pubblicacercando di portarel’attenzione suiproblemi legati alledonne-vittime: ledifficoltà che sonocostrette adaffrontare, sole eimpaurite, senzasapere da doveiniziare, a chi rivolgersie come procedere.“Doppia Difesa” sipropone di inviare unmessaggio ben preciso:bisogna parlare perché“la violenza non è unfatto privato”, ènecessario “aprire gliocchi e la porta”. Ledonne che hanno subitoviolenze, abusi odiscriminazioni non sonoabbandonate, possono
contare sull’aiuto di espertinel campo del diritto e dellapsicologia. Michelle, inun’intervista, ha dichiarato,con un sorriso amaro, diessere rimasta sconvoltadalla quantità delle richieste
di aiuto. Pensava che la suafondazione sarebbe statautile e di appoggio, ma nonimmaginava che fossero cosìnumerose le donne
bisognose.È assurdo che
nel XXI secolo,periodo in cuisono assicuratela parità e latutela dei diritti,si assista acontinui atti diviolenzaperpetrati neiconfronti deicosiddetti“deboli”. Glianziani sonooggetti di truffee scippi, ibambini dipedofili e ledonne di abusie violenze diogni tipo.Spesso sui
giornali si leggono titoliincredibili: «Massacra lamoglie incinta», «Uccide lafidanzata per gelosia»,«Giovane stuprata da bandadi coetanei [...]» Ogni giornoin tutto il mondo, almeno undonna subisce sopraffazionie sovente si chiude in sestessa, non denunciandol’aggressione patita. Si senteavvilita, colpevole e giustifical’assalitore (quando questoè un membro della famiglia),responsabilizzando il propriocomportamento. A volteavverte l’incomprensione dichi la circonda e si chiede“perché proprio a me? Checosa ho fatto di male?”Niente! La “bestia”, che ha
La showgirlMichelleHunziker
e l’avvocatoGiulia Bongiornohanno dato vitaalla fondazioneonlus “Doppia
Difesa”.L’associazione
si occupadi raccogliere le denunce
di donnee forniresostegnoin caso
di stalkinge stupri
Logo della fondazione "Doppi Difesa"
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osato alzare le mani opuntare un’arma contro dilei, è l’unico e solo criminale,colui che dovrebbe essereincontestabilmente punito.Stuprata, aggredita (siafisicamente chepsicologicamente),discriminata, picchiata, ognicosa cambia nel suouniverso. Nulla è e saràcome prima. Incertezza,paura, sfiducia diventano lenuove “compagne” di unadonna che ha subito laviolenza in tutte le sueforme. Come può superareun trauma così profondo?A causa dell’inerzia delle
istituzioni, l’aiuto maggioreproviene da cittadini comuni(trovatisi nella medesimasituazione o per esperienzadiretta o per persone a lorovicine), che si riuniscono inassociazioni, mettendosi adisposizione di coloro chehanno bisogno. La giustizia,invece, necessita di “proveprovate”, per intervenire econdannare. Così si assistea un’ulteriore violazione dellapersona e dei suoi diritti. Ciòcapita quando si legge «Lei
stuprata si uccide e loro sela cavano». “Oltre il danno,
la beffa”. I colpevoli fuori dalcarcere a godere di unalibertà immeritata e levittime insultate e derise. Lepiù fragili, quindi, pongonofine alle proprie sofferenzee umiliazioni attraverso gestiestremi, vergognandosi di
una colpa che non è la loro,ma che parte della società
glielo fa credere.Fortunatamente, purnella sventura, esistonopersone che dedicano ilproprio impegno edenergie alla difesa e alsupporto delle “vittime”.
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Serenella Molendini:la Consigliera di paritàdi Lecce contro il mobbing
Finalmente una tutelaistituzionale controle discriminazionidi genere negli ambientidi lavoro
di Emanuela Boccassini
Serenella Molendini
Il complesso e delicatomondo femminile viene,troppo spesso, “oltraggiato”.Non sempre chi subisceviolenze, abusi,discriminazioni nel mondodel lavoro sa a chi rivolgersiper chiedere soccorso.Con una legge del 1991
è stata creata e nominatadal Ministero delLavoro, conl’ausilio delMinistero delle PariOpportunità, lafiguraistituzionaledella Consiglieradi Parità.«L’azione dellaconsigliera diParità riguardaattività che hannocontinuità ericadute forti sulterritorio perchériescono asensibilizzare e asollecitarecomportamentiantidiscriminiatori e dipromozione femminile daparte delle istituzioni, delleimprese e delle donnestesse».Questa ha il ruolo di
osservare e contrastare ildivario di generenell’approccio all’impiego,nello sviluppo e nellecondizioni di lavoro. LaConsigliera di Parità ha ilcompito di «promuovere,con azioni positive,l’occupazionefemminile», di «prevenire
e combattere discriminazioninei luoghi di lavoro»,utilizzando mezzigiuridici, istituzionali,professionali einformativi. Per questosostiene il lavoro femminile,la crescita professionale efavorisce la «democraziaparitaria».
La Consiglieradi Parità dellaRegione Pugliae della Provinciadi Lecce èSerenellaMolendini, unadonna che sioccupa epreoccupa delledonne e dei loroproblemilavorativi a 360gradi, la qualeoffregratuitamentesostegno,informazioni,suggerimenti,consulenza e
assistenza alle donnebisognose.Dal 2004 ha messo in moto
il comitato “Promozione esviluppo delle PariOpportunità”, che, come sipuò leggere sul suo sito(http://www.consparitalecce.it/), ha compiti particolari.Ha istituito un catalogo di«buone prassi» per rendereil luogo di lavoro, basato surispetto, solidarietà ecollaborazione, «sicuro,sereno e favorevole allerelazioni interpersonali». Ha
elaborato un codice dicondotta, per l’Università ela Sanità, per creare unambiente lavorativo dovei rappresentanti di entrambii sessi rispettino la reciprocadignità. In virtù dei poteri alei conferiti dal Ministero delLavoro, la Consigliera diParità ha favorito laformazione di «comitatidi parità e antimobbingnelle istituzioni». In talsenso, il comitato ha creatoun «archivio» riguardantele situazioni didiscriminazione e mobbing,mantenendo riserbo neiconfronti dei datori di lavoro.Molendini si è fattapromotrice della difesa edella battaglia contro ladiscriminazione e il mobbing.Ha, tra l’altro, organizzatocorsi per avvocatesse diformazione e aggiornamentosul diritto antidiscriminatorioIn collaborazione con
l’assessorato PariOpportunità della provinciadi Lecce e la FIDAPA(federazione italiana donnearti professioni e affari) hasteso una guida, indirizzataal “gentil sesso”: “Violenza.Un problema per tanti cherichiede l’impiego ditutti”. Questo vademecumsi propone d’individuare ericonoscere i vari tipi diviolenza, permettendo allavittima di «non restareindifferente». Tra l’altroSerenella Molendini hapromosso, per l’organicofemminile della Provincia di
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SerenellaMolendini,
nella sua attivitàdi Consigliera
di parità, incoraggiae favorisce
a donna all’internodelle istituzionie delle imprese
attraversola sensibilizzazionea comportamentiantidiscriminatori
e la tuteladelle lavoratrici
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Serenella Molendini:la Consigliera di paritàdi Lecce contro il mobbing
Finalmente una tutelaistituzionale controle discriminazionidi genere negli ambientidi lavoro
di Emanuela Boccassini
Pensiero e azionepolitica delle donne
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Lecce, lezioni gratis diautodifesa (Krav Maga,adoperato dai servizi disicurezza di molte nazioni).Cooperando con la
responsabile dei Centri perl’impiego e il ServizioStatistico, ha sostenuto unaricerca su “Donne e Lavoroin provincia di lecce”. I datistatistici raccolti, se da unlato hanno messo in rilievoaspetti negatividell’occupazione femminile,dall’altro, però, hannoevidenziato, a esempio, lacrescita delle imprese gestiteda donne. La nostraconsigliera ha aperto uno
«sportello donna» chepermette di conoscere idati relativi ancheall’allontanamentofemminile dal mondo dellavoro nel primo anno di vitadei figli.La Consigliera ha aderito e
sostenuto l’inizativa dell’UDI(www.udinazionale.org)“Staffetta di donne controla violenza sulle donne”. Iltestimone è rappresentatoda un’anfora portata da duedonne per esprimere lasolidarietà. Infatti «lasolitudine è la primacondanna della violenza».
Approfondimenti
Per saperne di più
Il mobbing
Un milione e mezzo dilavoratori in Italia sonovittime del mobbing. Siverifica quando undipendente è oggetto diingiustizie e prepotenze daparte dei superiori o colleghi:o lo si isola dall’ambiente dilavoro o lo si allontana. Laconseguenza è poca capacitàlavorativa e fiducia in sestesso, trauma emotivo,depressione e, in casiestremi, il suicidio. In Italiaesiste una legislazioneriguardo il mobbing: gliarticoli 32 e 40 dellaCostituzione tutelano salute,dignità, libertà e sicurezzadel cittadino. Nel codicecivile, l'art. 2087 riguardala tutela delle condizioni dilavoro. Il codice penalecondanna «chiunque cagionaad alcuno una lesionepersonale, dalla quale derivauna malattia nel corpo onella mente» e «chiunquereca molestie o disturbo aqualcuno». Poichè il mobbingpuò generare «malattieprofessionali», può esserepunito secondo il delitto di«lesione personale colposa».
Ripensandoci... salotto di cultura e attualitàAnno II n. 1 gennaio 2009
Cittadinanza attiva
Antonietta De Pace,eroina gallipolinadel patriottismorisorgimentale
Anima intrepidae instancabiledei gruppi rivoluzionaridel Meridione
di Sara Foti Sciavaliere
Antonietta De Pace
La battagliera AntoniettaDe Pace, rampolla di unafamiglia di proprietariterrieri, fu un’eroina delRisorgimento. Mazzinianae antiborbonica, lottò nelsilenzio, con audacecreatività, per i suoi idealidi libertà e giustizia.Antonietta bella e fiera,
non tollerava le iniquitàsociali. La sua animagenerosa si rivelò già atredici anni quando si reseconto delle condizioni di vitadurissime dei contadini chelavoravano nelle campagnedi Ugento: la malaria, il tifo,la tubercolosi erano malattieassai diffuse a causa dellapresenza di paludi infette,per la mancanza di acquapotabile sostituita da quellaputrescente delle cisterne.Per non parlare dellecondizioni igieniche precarieaggravate daun’alimentazioneinsufficiente. Tale situazionetoccò il cuore di Antoniettascatenando in lei la volontàdi lottare.Era ancora adolescente
quando visse un altroepisodio che l’avrebbeportata a intervenire inprima persona in difesa deideboli e degli oppressi.Una donna, Tonina, vivevacome una “belva ferita” acausa del marito che lacostringeva a stare fuori dacasa. Perciò la signora si eracostruita un riparo con tavolee canne. Spesso labastonava selvaggiamente,dandole da mangiare i propri
rifiuti che lei non riusciva amasticare poiché era senzadenti. Antonietta le regalòvestiti, del cibo e untemperino per tagliuzzare ilcibo e poterlo ingoiare. Conquel coltello però, la donnaaggredì e uccise il marito.La giovane De Pace nerimase sconvolta e decisedi studiaregiurisprudenza per poterlottare contro la miseriamorale ed economica dellasocietà a lei contemporanea.Soprattutto voleva dare vocea tanti derelitti, donne,bambini,privi di mezzidisussistenza eincapaci direagiredinanzi alleingiustizieinflitte dallasocietà.«Svelta,
intelligente,ardita eprudenteinsieme,dimenticò il mondofemminile, e tutta l’animaversò nel proposito diconcorrere a liberare lapatria dalla servitù», così ladescrive il marito diAntonietta, BeniaminoMarciano nella biografia dalui curata.Ospite a Napoli della sorella
Rosa e del cognatoEpaminonda Valentino,seguace mazziniano, la DePace viene a contatto conil circolo dei cospiratori.
Non fu subito accettata ma,in seguito, impressionati dalcoraggio e dalla suaintelligenza laconsiderarono parteintegrante del gruppopatriottico meridionale.La giovane donna ricevevai corrieri da Lecce, Brindisio Taranto. Prese attivamenteparte alla preparazione, inTerra d’Otranto, dei moti del1848. Combatté accantoa Settembrini. Dopo la fineprematura del cognato,Antonietta lasciò Gallipoli perandare a vivere a Napoli con
la sorella Rosa e i nipoti.Nel 1849 fondò un
Circolo femminile,compostoprevalentemente dadonne di estrazionenobile o alto borghese,i cui parenti si trovavanonelle carceri borboniche.Il compito delleaderenti era quello difar da tramite tra idetenuti politici e i loroparenti, facendopervenire nelle carceri
viveri e altri mezzi disussistenza, lettere einformazioni politiche.Oltre a dirigere il Circolo
femminile, e il successivoComitato politico femminile,attivo negli anni 1849-1855,Antonietta collaborò adassociazioni patriottichemeridionali quali l’Unitàd’Italia (1848), la Settacarbonico-militare (1851),il Comitato segretonapoletano (1855) chepropugnavano
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Con entusiasmoe coraggio,
Antonietta De Pace,tra Gallipoli
e Napoli, dedicòla sua vita alla lotta
antiborbonicae alla difesa
dei dirittidei contadinie delle donne
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Antonietta De Pace,eroina gallipolinadel patriottismorisorgimentale
Anima intrepidae instancabiledei gruppi rivoluzionaridel Meridione
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Pensiero e azionepolitica delle donne
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l’unificazione deinumerosi movimentipolitici del Meridione sottol’egida repubblicana.L’impegno di Antonietta per
i più deboli, per i più poverinon si affievolì neanche conil venir meno dell’impegnorivoluzionario. Anzi, ella fuprotesa verso l’istruzionespecialmente delle donneche, a suo avviso, soloattraverso la culturapossono riscattare lapropria condizione sociale.
Approfondimenti
Antonietta De Pace
Antonietta De Pace nascea Gallipoli, il 2 febbraio1818, da una famigliabenestante. Il padre,Gregorio De Pace èbanchiere e sindaco dellacittà e la madre, donnaLuisa Rocci Girasoli,un’aristocratica d’originespagnola.Fu introdotta giovanissima
nell’ambienteinsurrezionale dellaGiovane Italia dal cognatoEpaminonda Valentini, ilquale scoperto e arrestatoper la sua attivitàantiborbonica morìnell’istituto di detenzione diLecce. Antonietta fu peròsollecita a riprendere l’azionedel cognato: nell’agosto del1854 fu condotta nel carceredi S. Maria di Agnone. Fuaperto contro di lei unprocesso, accusata dicospirazione antigovernativa.Nonostante la requisitoriachiedesse per lei la penacapitale, l’intrepida donnariuscì a ottenere la libertà.Nel 1858 incontra
Beniamino Marciano, suofuturo marito. Con luicollaborò nella diffusionedelle idee mazziniane.Garibaldi le affidò la
direzione dell’ospedale Gesùdi Napoli. Dopo il successodi Porta Pia, accettò anchel’incarico di ispettrice dellescuole “Avvocata” di Napoli
che mantenne fino al 1862.Morì il 4 agosto 1893.
Gallipoli e Napoli hannointitolato in memoria diAntonietta, le proprie viecittadine. Dal 1959 l’Istitutoprofessionale femminile diLecce porta il suo nome.
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Emilia Bernardini,esponente della grandeborghesia gallipolina, nelcassetto segreto di unmobile antico, appartenutoalla sua nonna materna,trova un quadernetto chenarra la vita di Antoniettade Pace a opera di un maritoinnamorato.
Conti e date alla mano nonpuò che trattarsi dell’eroinaAntonietta De Pace, zia dellanonna di Emilia Bernardini.Da qui al desiderio ditradurre in romanzol’avventurosa vitadell’antenata, protagonistadelle vicende risorgimentali,il passo è breve.Nasce il romanzo
“Antonietta e i Borboni”,(Avagliano 2005) che offreal lettore dei flash back siadell’italia pre e post-unitariache dell’energia che animòAntonietta de Pace.
Bibliografia
B. Marciano, “Della vita edei fatti di Antonietta DePace”, (tipografia) Pierro eVeraldi, 1901F. Marciano, G. Esposito,
“Beniamino Marciano eAntonietta De Pace. Due eroidel Risorgimento Italiano”,Quaderni di culturaStrianese, Napoli, 1994O. Valio, “Donne
meridionali”, (tipografia)Fratelli Jovane, 1902A. Spinosa, “Italiane. Il lato
segreto del Risorgimento”,Mondadori, 1994M. S. Corciulo, “Antonietta
De Pace settaria e patriotanel contesto rivoluzionarionapoletano (1848 – 1860)”,in “Trimestre”, 3, 1999P. Palumbo, “Risorgimento
salentino (1799 – 1860)”,Centro studi salentino, 1968E. Bernardini, “Antonietta
e i Borboni”, Capone Ed.,1999O. Colangeli , “Antonietta
De Pace-Patriota gallipolina”,Editrice Salentina, 1967A. Buono Libero,
“Antonietta De Pacerivoluzionaria gallipolina”,Tipografia 5Emme, 2001
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Beniamino Marciano“La cospiratrice”
«[…] Era il tempo buio del presidente Navarro e del procurator generale Angelillo, conPeccheneda feroce prefetto di polizia, e si faceva la celebre causa dei quarantadue. Ella [ndr.Antonietta De Pace] seguiva il processo passo passo; e conosciute le famiglie più povere traquegli imputati, correva attorno per le famiglie liberali agiate; raccoglieva danaro, biancheria,abiti, ciò che poteva, ed aveva cura di portare ai bisognosi, che non avevano più i capi di casaper essere mantenuti. Instancabile, ostinata, la notte pensava, il giorno operava: suoi fini due:diffondere e propagare l’odio contro il dispotismo; inoculare ed accendere l’amore per la libertà[…].Conosciuta bene dagli uomini del comitato, come donna intelligente, animosa, segreta,
assennata, prudente ed ardita, le fu fatto conoscere un tal Wiott, parrucchiere, che andava eveniva da Procida, portando a lei la corrispondenza dei reclusi […].Nel tempio di S. Paolo la De Pace maturò e sviluppò il suo programma di cospiratrice: ebbe
cura di farsi amare da tutte là entro; e particolare studio pose a rendersi affezionate le personeche, a turno, erano addette alla portineria ed al parlatorio. Tutti in quel luogo dovevano benvederla; ma le persone del parlatorio dovevano adorarla: più avanti se ne vedrà il perché; perora basti l’accennare che, dovendo ella ricevere lettere, comunicazioni, imbasciate di ognimaniera, l’era necessità suggestionare quelle buone donne, per averle complici inconsciamente.[…]Nel bagno di Procida erano a scontare la pena di trenta anni, di venticinque, o anche meno,
parte dei liberali processati e condannati: v’era Schiamone Carissimo di Mandria, Carlo DeAngelis di Castellabate, i fratelli Mauro calabresi, Aniello Ventre di Quindici; e tanti altri. Ellasi disse parente dello Schiamone; e donna pia e filantropa ritenuta da quanti la conoscevanoin S. Paolo, le fu facile di andare periodicamente a Procida, sotto il colore di curare la biancheriadel parente; e visitare, per opera di misericordia, i carcerati. E perché la parentela improvvisataera debole filo, che avrebbe potuto infrangersi, d’accordo con i condannati di Procida, s’inventòun matrimonio di là da venire, con Aniello Ventre, il più giovane dei reclusi. Così la parentelaed il romanzo di nuovi promessi sposi, burlò la polizia ed il comando del bagno; e la signorinaper mesi e mesi potette andare impunemente al bagno per dare e ricevere le comunicazioni[…].Intanto al 1853 falliva il tentativo insurrezionale, promosso da Mazzini nel Lombardo-Veneto
[…]. Ma la notizia del tentativo fallito non affievolì la fede nei cospiratori napoletani, i qualicominciarono a lavorare nelle file dell’esercito borbonico, per seminarvi il lievito rivoluzionario,operando specialmente sui volontari e sui sottufficiali. Anima di questo movimento fu AntoniettaDe Pace, la quale dirigeva dal tempio di S. Paolo, ombreggiata e protetta dalla natura del luogo,dalla reputazione che godeva, e dalla propria avvedutezza. Ma la polizia finalmente ne ebbesentore […].Era il 1854, del mese di Agosto; e l’Antonietta, per avere maggiore libertà di contatto con
gli agenti della Giovane Italia, ottenuta licenza dalla buona superiora del ritiro, era andata astare in casa della signora Valentino, […] a fine di fare i bagni. In questo torno, per un’imprudenza,era stato arrestato Nicola Mignogna; altri cospiratori si erano messi in latitanza; altri avevanoriparato a Genova, quando il 26 Agosto fu tirata la corda del campanello di casa Valentino.L’Antonietta, trovandosi per caso a passare per la sala d’ingresso, aprì; ed invece di un messodel comitato, vide alcuni ceffi della polizia, dietro i quali scorse il commissario Campagna.Rapidamente capì che si andava ad arrestarla; ma col maggior sangue freddo, chiese: Chevolete? Ed uno di quelli: C’è qui la signorina Antonietta De Pace? Sì; e sono proprio io, rispose.E ratta come il baleno, tolse dal petto due proclami di Mazzini; ne fece una pillola, perchéMazzini usava la carta velina,ed in faccia a loro, l’inghiottì. Che fate? Gridarono gli agenti,temendo si avvelenasse: nulla, rispose; era l’ora di prendere una pillola; non ho alcuna ragionedi avvelenarmi. No, saltò fuori il commissario Campagna; quelli erano proclami di Mazzini,simili agli altri, che abbiamo presi nel cappello di Mignogna. Quel signore è pazzo, dissesorridendo la signorina De Pace: e di rimando – in nome della legge siete in arresto, frementedi rabbia, aggiunse il commissario Campagna. Datemi il tempo di compormi, replicò la De Pacein piena calma; son tornata dal bagno or ora. Ed un dopo l’altro entrarono in casa i birri, e sidiedero alla più laida e brutale perquisizione, spuntando le fodere delle materasse, e mettendosottosopra la ricca mobilia della padrona di casa. Appena composta negli abiti, e finita laperquisizione, Antonietta abbracciò la sua benefattrice Valentino, fatta pallida e tremante dallarabbia; e, a rivederci, disse la De Pace; vado con questi buoni signori! […]».
(tratto da B. Marciano, “Della vita e dei fatti di Antonietta De Pace”, 1901, pp. 31-39).
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Anna Maria Mozzoni e la lottaall’emancipazione
Un vita dedicata alle donnee alla rivendicazionedei loro diritti
di Emanuela Boccassini
Anna Maria Mozzoni
L’inglese Jane Austen, nelromanzo “NorthangerAbbey” pubblicato nel 1818,dà voce, attraverso laprotagonista, a unadomanda legittima (cheancora oggi ci si pone):«Come è possibileinteressarsi completamentea una storia senza donne?»La storia è «la narrazione
dei fatti memorabili dellacollettività umana». Ledonne hanno scritto con gliuomini il passato edovrebbero esseremenzionate. Invece neimanuali scolastici non siaccenna minimamente, peresempio, alla lotta perl’emancipazione femminile.Tuttavia numerosi sono i
personaggi e le iniziative delprocesso di emancipazioneancora sconosciuti ai più. Unesempio è offerto dallamilanese Anna MariaMozzoni (1837-1920). «InItalia fu una delle prime aoccuparsi di “questionefemminile”, anche se conuna ricchezza di analisi euna concretezza maggiori,che la portarono adallearsi con il movimentosocialista e quindi legare idiritti borghesi alla lotta diclasse, e prima ancoraall’interno della struttura diclasse». (“Questionefemminile” di ChiaraSaraceno, Utet, 1988).Ricevette un’educazione
superiore a quella delle altredonne del tempo. Ampliò lapropria cultura con una vastalettura degli scritti di
Plutarco, di Balzac, Filangeri,La Bruyère, degli illuministifrancesi e lombardi, sino aParini, Mazzini e i romanziericontemporanei.La riformatrice milanese si
applicò con intensità eardore per lo sviluppo socialee politico dell’Italiadifendendo i dirittifondamentali delle donnee, per questo operò su piùfronti. Infatti, non si limitòalla richiesta del voto, chelei reputava la base su cuilavorare per ottenere lapiena dignità femminile. Lesue propostespaziavano dallaparità di tutti icittadini alraggiungimentodella maggiore età,al diritto adacquisire lacittadinanzaanche se nubile,dall’ugualtrattamentodell’adulterio edel concubinato,alla separazionedei beni, dalconsenso dellamoglie per operazioni sullesue sostanze effettuate dalmarito, al diritto per lamadre a esercitare la tuteladei figli, da una severalegge sulla seduzione pertutelare le donne sino ai25 anni, a una completariforma delle scuoleaffinché preparassero il“gentil sesso” al lavoro eall’emancipazione,insegnassero le lingue
straniere e la “Storiacomparata della donna”.Dal 1864 pubblica i suoi
primi scritti dedicati al“problema femminile”: “Ladonna ed i suoi rapportisociali” («appassionatoappello alla coscienza degliuomini politici italiani infavore di una società piùgiusta») e “La donna infaccia al progetto delnuovo Codice CivileItaliano” (Milano, TipografiaSociale). Opere queste,nelle quali trapela lasperanza nel cambiamento
e il desiderio chele sue lettriciaprano gli occhidinanzi aicontrasti sociali,comprendanol’importanza delloro impegno eprendanocoscienza,soprattutto, deiloro diritti edoveri all’internodella società.La più
importanteazione politica
compiuta da Anna MariaMozzoni fu la petizione perl’estensione del voto alledonne, portata in Parlamentoda Salvatore Morelli nel1877. Anche se la suarichiesta non fu accolta, nonrinunciò a presentare altriesposti portando alle lunghela controversia sul diritto divoto. Nel 1906 scrisse conMaria Montessoriun’ulteriore istanza rivolta
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Anna MariaMozzoni
fu una delle primedonne italiane a occuparsi
in maniera attivadella lotta
all'emancipazionefemminile,
proponendo varieriforme in campo
economico,familiare
e personale
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Anna Maria Mozzoni e la lottaall’emancipazione
Un vita dedicata alle donnee alla rivendicazionedei loro diritti
di Emanuela Boccassini
Pensiero e azionepolitica delle donne
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al governo, che solo nel 1919ebbe risposta positiva,sebbene (per i noti eventistorici) si dovetteattendere laproclamazionedella Repubblica(il 2 giugno del1946) perché leidee dellafemministalombarda siconcretizzassero.Mozzoni fu
attiva sotto moltiaspetti. Ebberapporti conGiuseppeMazzini, il qualesembròinteressato alladifficilecondizionedelle donne. Collaborò conmazziniani e socialisti e conchiunque fosse in grado disostenerla e aiutarla a
concretizzare il suo continuoe instancabile lavoro per ladifesa dei diritti femminili.
Scrisse su varie riviste (“Ladonna”; “La Roma del
popolo”; “La riforma delsecolo XIX”; “Avanti!”)articoli di impegno sociale,
civile e politico,sempre a favoredell’emancipazionedelle donne.Quando morì, a
83 a Roma,l’“Avanti!” le diedecosì il suo addio:
«[…] fu […] unadelle più geniali eamabili assertricidei diritti e dellaemancipazionefemminile in Italia.[…] Si è spentaoscuramente, male tracce della suaopera di un temporestano
incancellabili nella storia dellacausa femminile […]».
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Proteste delle suffragiste inglesi
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La cittadinanza femminilesecondo Marisa Forcina
Le risorse di genere:consapevolezza, pratica,ridefinizione del linguaggio
di Rossella Bufano
La politica èamministrazione di interessio spazio della partecipazione?Il potere va inteso comedistribuzione o comeattivazione delle risorse?La filosofa Marisa Forcina
rileva che la cittadinanzadelle donne non èincompiuta, bensì “difficile”.Ma le donne stanno riscrivendola cittadinanza nella prassi enel simbolico.L’incompiutezza fa
presupporre la necessità dicorrettivi, di un interventodall’alto. Sulla cittadinanzafemminile, invece, gravano ilimiti che connotano l’originestessa del concetto dicittadinanza. Elementisopravvissuti fino alla cultura
democraticacontemporanea. Il progettodi isonomia, cioè di “unastessa legge” per tutti icittadini, ha omologato eescluso le “differenze”,anziché mediare tra desideri
e bisogni. L’esercizio didelega piuttosto chel’educazione permanente allapartecipazione è laconcezione di cittadinanzadominante. Sipensa che la classedirigente deveelargire,“concedere” diritti.La priorità vienedata agliobiettivi,dimenticandoche i mezzi, lepratiche sonoaltrettantofondamentali.Mezzi violenti, astuti emenzogneri possonodistruggere gli scopi. Illinguaggio stesso non
esprimecompiutamente lapluralità e icambiamenti dellacittadinanza.Questi aspetti
hanno a lungoostacolatol’introduzione diesperienze e valoridella sfera privatafemminile nellaconvivenzaregolata della polise la conseguenteridefinizione deirapporti sociali.
Secondo la legge i diritti dicittadinanza sono quelli civili,politici e sociali (alla vita,all’identità personale, allariservatezza, alla libertà dipensiero, di coscienza, direligione, di voto,
associativa). La questionepiù spinosa è che i dirittiumani (vita, libertà, giustizia,pace) vi sono ricompresi. Senon vi è il riconoscimento
della cittadinanza,non vi è alcunatutela dei dirittiumani.Nell’Ottocento
le donne hannoreclamato ildiritto di voto ele libertà civili.Il lororiconoscimentomorale ne haessenzialmente
rafforzato il ruolo di garantidella famiglia. L’acquisizioneformale nel Novecento deldiritto di voto e di accessoa tutti i lavori non hamodificato la sostanza. Si èottenuta, in realtà, la delegaall’organizzazione pubblicadei lavori di cura(educazione, servizi sociali,sanità). Attività che hannovisto diminuire carismaprofessionale e compensieconomici.Nel primo caso la donna è
rimasta funzionale al marito,nel secondo ha sostenutoculturalmente e persinoeconomicamente lo Statosociale.La cittadinanza
femminile, dunque, nondeve rivendicareconcessioni, ma«introdurre nuovi significatinello svolgimento di una vitache sia davvero civile».Infatti, la pratica politica di
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Per la filosofaForcina
la conquistadei diritti
è inefficace senzaconsapevolezza
maturata mediantel’esperienza
e la partecipazioneattiva
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La cittadinanza femminilesecondo Marisa Forcina
Le risorse di genere:consapevolezza, pratica,ridefinizione del linguaggio
di Rossella Bufano
Pensiero e azionepolitica delle donne
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genere, intesa nelsenso ampio dipartecipazione allacosa pubblica, «[...]sta dispiegandonuovi paradigmi sucui costruire legamid’amore e diamicizia, chevalgono anche comemodelli di rapportinella civitas e tracivitates diverse».Stariconcettualizzandoil potere, inteso nonpiù come forma didominazione easservimento, ma comereale capacità di mediazionee di comunicazione dicontenuti. Stareintroducendo, nell’era dellaglobalizzazione, la “pratica”politica, valorizzando le
esperienze soggettive,favorendo la consapevolezzae la corresponsabilizzazionee intervenendo sullinguaggio. Per questomotivo molte donne checonsiderano la libertà ilfondamento della
cittadinanza sonocontrarieall’introduzione diquote dipartecipazione (lequote rose).Richiede molto piùtempo ma risultamolto più efficacelavorare sullaconsapevolezzaattraversol’esperienza.La cittadinanza non
può essere vissutain una politica “in-differente”. Marisa
Forcina, citando HannahArendt, ricorda che lapolitica è spazio dellapartecipazione. E il potereva inteso come attivazionee non distribuzione dirisorse, come responsabilitàcapace di suscitare l’azione.
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Tocqueville ha indicato nelfenomeno associativo unodei cardini del sistemademocratico e uno dei piùimportanti strumenti dicivilizzazione.Questo concettosi è rivelatoancora piùfondato per lastoria e l’azionefemminile.L’associazionismoha rappresentatouna veraoccasione dicrescitapersonale e diespressionesociale.Negli ultimi dieci anni le
ricerche condotte da alcunestudiose, tra le quali lapolitologa FiorenzaTaricone, hanno svelatovicende sociali e politicheal femminile insospettabili.Tante sono le donne chehanno operato e incisosulla vita della nazioneitaliana. Storie a lungodimenticate. La cuiricostruzione purtroppo èaffidata un po’ alla“fortuna”. La fonteprincipale, infatti, sono gliarchivi personali, i quali,spesso, sono andatiperduti.L’associazionismo
femminile si è sviluppato
soprattutto nella secondametà dell’Ottocento,assumendo i nomi più vari:alleanza, assistenza,associazione, ausilio,
comitato,federazione, lega,società, unione. Icampi d’azionesono statimolteplici. Dallagestione di casebenefiche perpoveri di ambo isessi, a case per“giovani traviate”,alle società perl’educazione el’istruzione delladonna. Alcune
associazioni si sonocostituite in occasionedi grandi calamitànaturali: terremoti,epidemie, inondazioni.Molte donne si sonounite per combattere lepiù varie battaglie: ladiffusione di buoniscritti contro la “malastampa”, lottaall'alcolismo o per ladiffusione dei principimalthusiani per ilcontrollo delle nascite.Fiorente è stato ancheil filone dei comitatipro-voto, attivo fino alraggiungimento deldiritto di voto nel 1945.L’associazionismo
femminile si connota sindall’800, spesso comeorganismo intercetuale, incui convivono orientamentiideologici diversi.Significando per le donneoccasione di confronto, direte concreta persviluppare il proprio spiritod’iniziativa e per incideresul proprio tempo e luogodi vita.L’associazionismo fra
Ottocento e Novecento,insieme al giornalismo, èstato uno strumento attivoed efficace, per migliore lecondizioni di vita delledonne, spesso di quelle piùindigenti.
L’associazionismo èsin dall’800la forma più vivadi cittadinanza
Strumento fondamentaleper la partecipazioneattiva delle donnein Italia
di Rossella Bufano
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L’associazionismo èsin dall’800la forma più vivadi cittadinanza
Strumento fondamentaleper la partecipazioneattiva delle donnein Italia
di Rossella Bufano
Pensiero e azionepolitica delle donne
Al di sopradelle ideologie
o differenzecetuali, le donne
si alleanoper diferendere
comuni obiettivi,dalla tuteladei diritti
alla promozionesociale
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Approfondimenti
Sitografia e bibliografia
http://www.storiain.net/arret/num145/artic2.asp
- Fiorenza Taricone, “Peruna storiadell'associazionismofemminile italiano dall'unitàal fascismo”, Unicopli, 1996
- Fiorenza Taricone,“Teoria e prassidell'associazionismofemminile italiano”,Università di Cassino, 2003.
Stefania Maffeo
"La storia dell'associazionismo femminile italiano"
«[...] La prima categoria di donne a organizzarsi fu quella delle maestre:esponentidell'emergente ceto medio, dotate di buona cultura e di una relativa autonomiadi movimento, queste donne ambivano alla parità salariale e, più in generale, a un maggiorericonoscimento sociale. Molte di loro furono tra le fondatrici e tra le prime iscritte diassociazioni quali l'Unione femminile (nata a Milano nel 1899 e poi diffusa in altre cittàitaliane; la sezione romana era presieduta da Anna Celli), l'Associazione magistralefemminile di Milano e la Federazione romana delle opere di attività femminile, istituitanel 1900 dalla contessa Lavinia Taverna. Anche impiegate, contabili, telegrafiste e telefonisteaffollavano le leghe di tutela degli interessi femminili.Tra il 1892 (anno di nascita del Partito Socialista Italiano) ed il 1902 si assistette alla
formazione di sodalizi vicini alle organizzazioni del movimento operaio. A Bologna, giànel 1890 era attivo un Comitato per il miglioramento delle condizioni della donna; aMilano, nel 1893, fu fondata la Lega per la tutela degli interessi femminili, composta daun comitato di donne emancipazioniste e socialiste. L'associazione aveva "per principiola causa femminile" e la sua attività si articolava su un programma minimo di interventopratico locale, che prevedeva l'istituzione di una cassa di beneficenza, una campagna peril miglioramento delle condizioni morali ed economiche delle maestre d'asilo, delletelegrafiste, delle telefoniste, l'istruzione professionale per le figlie delle operaie, l'ammissionedelle donne ai consigli di amministrazione delle opere pie e corsi di istruzione e diaggiornamento, oltre, naturalmente, a proporsi lo "scopo delle rivendicazioni dei dirittimorali e giuridici della donna". Una lega con scopi affini nacque a Torino nel 1894 peropera di Emilia Mariani e Irma Scodnik, che l'anno successivo promossero la formazionedi associazioni simili a Venezia, Roma, Napoli e Palermo.[...]».
(tratto da http://www.storiain.net/arret/num145/artic2.asp)
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Arte
«Oggigiorno seiconsiderato anche se seiun imbroglione: puoiscrivere libri, andare in tv,concedere interviste. Seiuna grande celebrità enessuno ti disprezza perquesto anche se sei unimbroglione. Sei sempreuna star. Questo avvieneperché la gente ha bisognodelle star più di ogni altracosa». Scriveva questoAndy Warhol nel suo libro“The Philosophy of AndyWarhol”, la cui primapubblicazione risale al1975.Warhol sapeva bene
che i nuovi media
stavano cambiando ilmodo di pensare degliamericani e
determinando unatrasformazioneantropologica dellasocietà: come altri artistisuoicontemporanei,anche lui avevalavorato nelmondo dellapubblicità edellacomunicazionedi mass mediaa sufficienza perintuire questostato di cose.Quando Warhol
riporta sulla telal’immagine dellabottiglia di Coca-
Cola o dellelattineCampbell’s, se ritraei divi del cinema e lofa in manierareiterata (si pensi allesue produzioni inserie), questoavviene perché vuolerapportarsi al socialein maniera tutt’altroche inconsapevole oingenua: eglirivendica unrapporto moralecon la societàamericanadell’epoca. Questospiega anche ilperché di certi suoi
atteggiamentiprovocatori eapparentemente
frivoli: aderendo al dettatodadaista per cui “arteuguale vita”, rispecchia i
fenomeni della società alui contemporanea e listudia dall’interno, perchéciò che gli interessa è
recepire eregistrare sullasua tela tuttoquello che glista attorno.Si appropria
di foto trovatesu cuiinterviene nonsemplicementeritoccandole oagendo suivolumi, maalterandoneaddirittura lapercezioneattraversol’utilizzo di
ampie fasce di colore atinte piatte, riuscendonell’intento di dar vita adun evidente conflittopercettivo dell’opera nelsuo insieme. Il suorealismo non mira allariproduzione quanto piùfedele possibile delpaesaggio urbano o dellafauna umana: Warholvuole dare solo delleinformazioni sulsoggetto ritratto, inmodo da lasciare unmessaggio oggettivo, chenulla ha più a che vederecol punto di partenza, maattua quella cosiddettaeliminazione delsoggetto per cui siverifica il paradosso diun’arte che, purguardando alla realtà,
Il realismo drammaticodi Andy Warhol
Destrutturalizza la societàspersonalizzando i soggetti
di Maria Beatrice Protino
34
Andy Warhol
Warhol ha seguito“strade battute”
da altri, ma l’ha fatto
con una genialitàtale da conferire
all’insiemeun aspetto
assolutamentenuovo, al puntoda poter essere
preso comemodello per l’arte
a venire
Andy Warhol, "Marilyn Monroe" dettaglio, 1967
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vuole rappresentarneuna metafora.I colori accattivanti
mostrano un unicosoggetto alla volta enon lasciano spazioalla narrazione,riportano sguardi freddie quasi privi disentimenti, tanto darisultare finalmentevisione di una societàche, condizionata dalmodo in cui i mediasovrappongono laverità e lamenzogna, la finzionee la realtà, perde divista la coscienza ecrede si possanascondere addiritturamiseria e sconfittaesistenziale dietro unvelo di apparentefelicità.
Approfondimenti
Per saperne di più
Andy Warhol
È il nome d’arte diAndrew Warhola, natoa Pittsburgh il 6 agosto1928, è stato pittore,scultore e registastatunitense.Fu figura predominante del
movimento pop artamericano. Dopo la laurea,ottenuta nel 1949, si trasferìa New York. La “GrandeMela” gli offrì subito
molteplici possibilità diaffermarsi nel mondo dellapubblicità, lavorando perriviste come “Vogue” e“Glamour”.Morì a New York il 22
febbraio 1987.
Warhol dixit...
«Quel che c’è di veramentegrande nell’America è che siè dato il via al costume percui il consumatore più riccocompra essenzialmente lestesse cose del più povero.Mentre guardi in tv lapubblicità della Coca-Cola,sai che anche il Presidentebeve Coca-Cola, Liz Taylorbeve Coca-Cola e anche tupuoi berla. Una Coca è unaCoca e nessuna somma didenaro ti può permettere dicomprare una Coca miglioredi quella che beve il barboneall’angolo della strada. Tuttele Coche sono uguali e tuttele Coche sono buone. LizTaylor lo sa, lo sa ilPresidente, lo sa il barbone,lo sai tu» (Andy Warhol,“The Philosophy of AndyWarhol”, Harvest Books,
1975).
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Andy Warhol, "Lattina di zuppa Campbell's"-dettaglio, 1964
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Arte
La Fondazione Romaorganizza dall’11 novembre2008 al 15 febbraio 2009una mostra dedicata agliartisti fiamminghi eolandesi del ’600 tra i qualispiccanoRembrandt eVermeer.Fine ultimo
della rassegnaè quello didescriverel’intimitàfamiliare e gliinternidomesticidella societàolandese delXVII secolo.Ben 55 sono i
capolavoriesposti,attraverso iquali èpossibileconoscerel’arte e la cultura del “secolod’oro”. In questo contestonasce la pittura d’internie i ritratti di gruppo dovei personaggi sono impegnatiin attività semplici equotidiane. Per la prima voltaanche oggetti d’usocomune vengonopresentati in modominuzioso e a essi vieneattribuito un significatonascosto e di natura morale.I ritratti assumono
importanza grazie al fattoche i pittori dell’epoca,sprovvisti di commissioni eguadagni sicuri, sonoobbligati a soddisfare ilgusto popolare cherappresenta la nuovafonte di guadagno. Ecco
dunque una nuova classeche soppianta la nobiltàe il potere religioso e cheentra prepotentemente nelloscenario di questo secolo.Tra i capolavori esposti:
L’“Autoritratto conbastone” (1658) diRembrandt. Si tratta diun dipinto che proponeil pittore in abiti e posaregali. Risulta evidenteun velo di malinconianello sguardo dell’artista,ma al contempo unaprofonda umanitàtraspare dal suo viso,quasi a indicare una vitadi sofferenza soprattuttose si pensa che nel 1656,venne dichiarato il suofallimento e l’inventariodei suoi beni vennevenduto tutto all’asta.Ancor
più
suggestivo èil dipinto diJanVermeer,“Laragazzacol filo diperle”(1662-1665). Unafanciulladelicata chesispecchia,illuminatadalla lucecheprovienedallafinestra.Una giovanedonna
vestita con abiti preziosi cheindicano agiatezza ericchezza. Una parete scarnae priva di ornamenti incontrasto con il primo pianodel tavolo. Semplicielementi che denotano,tutti, grande semplicità eintimità.Una mostra da osservare,
guardare da vicino eassaporare quasi fosse undolce gustoso che si scioglielentamente in bocca.
Approfondimenti
Harmenszoon van RijnRembrandt
Rembrandt, nato a Leida,in Olanda, nel 1606 fupittore, disegnatore eincisore. Realizzava le sue
opere utilizzandodunque tecnichediverse, tuttevolte però aesprimere con lamassima intensitàatmosfera esentimenti. Ebbeun impattonotevole suicontemporanei einfluenzò lo stiledi molti artistidelle generazionisuccessive. La suapadronanza delchiaroscuro è taleda creareatmosfere daglieffetti drammaticiinsoliti e unici.Figlio di unmugnaio,Rembrandt si
A Roma, una mostra imperdibilesulla pittura olandese del ’600
Scene di vita quotidiana,rappresentazioni d’internie ritratti sono le tematichedelle tele fiamminghe
di Stefania Stefanelli
36
Locandina della mostra al Museo del Corso di Roma
Per la primavolta in Italia,
infatti, la FondazioneRoma proponenella capitale
una riccaselezione di opere
appartenentialla più
importantecollezione di artisti
del Secolo d’Orodei Paesi Bassi
Rembradt, "Auritratto conbastone", 1658
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affermò presto come artistae maestro, realizzando perricchi committenti ritratti,opere di soggetto mitologicoe religioso. Nonostante ilsuccesso artistico, la sua vitafu segnata da tragiciavvenimenti: dapprima ildolore per la perdita dei figlie della moglie Saskia, chenemmeno la nuovacompagna Hendrickje valsea mitigare, poi la bancarotta,dovuta anche al suodispendioso stile di vita. Morìad Amsterdam nel 1669.
Jan Vermeer
Vermeer (Delft 1632-1675)è un pittore olandese a lungorimasto nell’ombra. Furiscoperto e rivalutato dallafine dell’Ottocento.Visse modestamente
esercitando più il commerciodi opere d’arte che la pittura.
Solo 35 sono infatti le telea lui attribuite con certezza.
Questo numero limitatotrova spiegazione sia nellesue abitudini di lavoro -metodico e meticoloso -, sianella scomparsa di numeroseopere durante il periodo dioblio che seguì la sua morterelativamente prematura.La produzione di Vermeer
è caratterizzata da precisionedi esecuzione, perfetta resaluministica, forte senso dellacomposizione. Tranne pocheeccezioni si tratta di dipintidi genere, ispirati alla vitaquotidiana: frequenti sonogli interni domestici illuminatidal sole, in cui una o duefigure appaiono impegnatea leggere, a scrivere, asuonare uno strumento o asbrigare le faccendedomestiche.
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Vermeer, "La ragazza col filo diperle", 1662-1665
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Arte
Delacroix:il superamentodell’allegoria e la popolarizzazionedella libertà
Con la poetica del pittorela figura femminile diventaimmagine di dignità
di Frédéric Pascali
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F. V. E Delacroix, “La Libertà che guidail popolo” (1830)
Molto spesso le tracce deigrandi uomini e dei grandifatti sono narrate nei dipinti.Un esempio “La Libertà
che guida il popolo”, unolio su tela di grandidimensioni - 260 x 325centimetri - eseguito daEugène Delacroix nel1830.L’opera fu
realizzata perricordare itumultiscoppiati aParigi controla politica diCarlo X. Il 27,il 28 e il 29luglio diquell’anno, larivolta sitrasformò inrivoluzione,obbligandoCarlo X adabdicare. Legiornate dilotta furonoricordate come“Le tre Gloriose”.Al centro del dipinto
emerge una ragazza conil petto scoperto, unberretto frigio e il tricolore.Si eleva tra i caduti,circondata da uomini armatiche rappresentano le varieclassi sociali della Franciadell’epoca.Quella di Delacroix è
un’interpretazione tipicadella “libertà” così com’eraintesa dai suoi concittadini.Non un’immagine puramenteallegorica, ma laraffigurazione di una donna
in carne e ossa, unapopolana. Una personasemplice capace diinterpretare la forza e lacapacità di esistere di unaclasse sociale tenuta aimargini e già provata dallelotte di quarant’anni prima.La novità della “Libertà”
di Delacroix sta nellafigura femminilenuda, una donna delceto umile capace difarsi valere in uncontesto socio-politicoprettamente maschile.È un retaggioromanticodell’iconografiaeroica dellaRivoluzione del 1789,che si manifesta incontrotendenzarispetto alla tradizionesimbolica dell’epoca.Lo si comprende dalprofilo stesso che netraccia Balzac, che ladefinisce “scura di pellee focosa, l’immagine
stessa del popolo”.Non è da meno il poeta, e
accademico di Francia,Henri-Auguste Barbier cheper “la libertà fatta donna”scrive un poema, “La Curée”,per molti sicura ispirazioneper Delacroix. Quella chedescrive Barbier è una storiadi generosità, di orgoglio,libertà di costumi e spiritod’iniziativa: «Ella sceglie isuoi amanti nel popolo e nondona i suoi larghi fianchi chea chi è forte come lei. Oraella torna, sempre bella enuda con la fascia tricolore».
È la prima volta che lafigura femminile vienerappresentata in un dipintopriva del suo consuetoalone evocativo, della suaepica.Questa donna agisce. È
concreta. È il “popolo”. Neincarna la sua forza, lasua invincibilità, l’insiemedelle “sottoclassi” che locompone.L’interpretazione della
“libertà” di Delacroixsegnano una svoltaimportante nell’immaginariosociale. Un essere di bassaestrazione ma che nellasua nudità, e nel suonaturale vigore, è la sposaideale per l’idearivoluzionaria direpubblica e di libertà. Etale resterà fino alla fine delXIX secolo. La sua stagioneavrà termine con l’avventodei movimenti proletari esocialisti del XX secolo.Non cesserà di essere
raffigurata in quantodonna, ma la suaspregiudicatezza comeaffermazione della verità edella dignità del popolo saràspoglia di ogniconnotazione politica.Il canone estetico verrà
ricondotto nei suoi percorsioriginari, la nudità ritorneràai temi virginali del passatoe la donna riacquisterà il suoruolo sociale classico.Nell’iconografia socialistail corpo femminile saràsempre più vestito, quasioccultato, mentre,paradossalmente, sarà
Nel 1830 a ParigiEugène Delacroix
dipinge un quadro
“rivoluzionario”.Immortala
nella figura di una giovanepopolana a senonudo il trionfodella libertà.
È l’iniziodell’ascesa
iconografica di una “nuova”classe sociale:
la gente comune
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quello maschile a esserespogliato e idealizzato.È certo però che a partire
dal quadro di Delacroixnon muterà l’ascesaiconografica delle classisociali più basse. Le loroimmagini, i loro simboli, laloro fisicità, sarannocostantemente all’attenzionedei nuovi media che siavvicenderanno.
Approfondimenti
Ferdinand Victor EugèneDelacroix(Saint Maurice 1798-Parigi
1863).
Pittore francese consideratouno dei maggiori esponentiromantici del suo paese. Nel1830 realizza il suo dipintopiù famoso, “La libertà cheguida il popolo”. La posizionedei personaggi segue unoschema piramidale, un mistotra romanticismo eclassicismo: sarà considerato
un precursore dello schemaimpressionista. Il quadro èattualmente esposto a Parigi,
al Museo del Louvre.
Henri-Auguste Barbier(Parigi 1805-Nizza 1882)
Poeta francese, novellista,librettista, memorialista etraduttore. È ricordatosoprattutto per aver scrittole “Lambes et poèmes”.Poemi satirici ispirati a “Letre Gloriose”, le giornate ditumulti che diedero agio allabreve rivoluzione eportarono alla caduta diCarlo X e alla presa delpotere del duca d’Orleans,Luigi Filippo I.
Bibliografia- G. Duby, “Storia della
Francia”, Bompiani 2001.- E. Hobsbawm, “Gente non
comune”, Rizzoli 2000.
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“Promessi sposi” a teatro.In scena la “commediadegli equivoci”
La compagnia “AnonimiSalentini” rivisita in manierabuffa e fantasiosa l’intrecciodel capolavoro manzoniano
di Lucia Buccarrello
Chi di noi non conosce ilbellissimo romanzo diAlessandro Manzoni: i“Promessi Sposi”?Chi di noi non ha sognato
un amore puro e profondo,come quello di Renzo eLucia, capace di superareingiustizie, angherie,soprusi e persino la peste?Eppure molti studenti,
durante i faticosi annidell’adolescenza, vedono ilManzoni solo come coluiche impedisce le allegrescorribande pomeridianecon gli amici. Divertirsi astorpiare il romanzorendendolo più allegroe appetibile per tutti,diventa per i ragazzi unobiettivo da raggiungereinsieme.È quello che hanno
sapientemente fatto gli“Anonimi Salentini”, perla regia di GrazianoTramacere, presso ilcineteatro Antoniano diLecce.Una rivisitazione in
chiave ironica dei“Promessi Sposi”, indialetto salentino, che hadivertito e incuriosito tuttii presenti.Questa compagnia di attori
tutt’altro che amatoriali hariproposto un classico dellaletteratura italiana,presentando una storiaassai diversa dall’originale,che vede accanto aicelebri personaggi delManzoni altri del tuttoinventati.Durante la
rappresentazione spesso
fa capolino sulla scena lostesso AlessandroManzoni. Lo scrittore vienepresentato come un uomo
dedito esclusivamente allascrittura, per la qualeprova un desiderioirrefrenabile, che lo spingea scrivere anche durantele ore notturne,trascurando così i suoidoveri coniugali.Durante uno dei tanti
gustosi alterchi con lamoglie Enrichetta l’autoreci svela che il romanzoaltro non è che il regalo dinozze per due suoi nipoti,per l’appunto Renzo eLucia.La trama si divide in due
atti: il primo si svolge nellacasa di Agnese, il secondonel castello di Don Rodrigo.Ambientazione ecostumi fedeliall’originale immergonolo spettatore in unacornice fiabesca chemagicamente lo riportaindietro al tempo che fu.Nella storia di Tramacere,
Lucia, pur essendopromessa sposa di RenzoTramaglino, unpersonaggio quasigrottesco, si dichiara più
volte innamorata di DonRodrigo. Il crudelesignorotto del romanzo,qui, si trasforma in uningenuo “ragazzetto” incerca di moglie soggiogatodall’arcigna madre.Gli eventi si
susseguono veloci traequivoci e doppi sensi.Alla rappresentazioneprendono parte anche unsuperlativo Don Abbondio,l’Azzeccagarbugli, FraCristoforo e i bravi.Insieme a questipersonaggi realmentepresenti nei “PromessiSposi” del Manzonitroviamo anche unesilarante corvo, fidoconsigliere di Don Rodrigo,e un iniquo Mago Merlino,che convincerà il disperatoRodrigo ad acquistare unapozione magica perconquistare Lucia.Come in tutte le
commedie degliequivoci che sirispettino, il finale asorpresa riporta lastoria a riappacificarsiin parte con l’originale.Una riproduzione, quella
della degli “AnonimiSalentini”, piacevole einteressante. Daconsigliare a tutti coloroche vogliono passare unaserata allegra e rilassantee soprattutto a tutti glistudenti che, per un sera,potrebbero divertirsi aderidere l’intramontabileromanzo del Manzoni.
"Lucia Mondella", Milano. (1843).Collezione privata
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La compagnia degli “Anonimi
Salentini”invita gli spettatori a un’alternativa
di letturadei “Promessi Sposi”
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“Promessi sposi” a teatro.In scena la “commediadegli equivoci”
La compagnia “AnonimiSalentini” rivisita in manierabuffa e fantasiosa l’intrecciodel capolavoro manzoniano
di Lucia Buccarrello
Cinema e Teatro
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“Dogma 95”: un’altra ideadi film, privo di effetti speciali
Un collettivo di registi“riscrive” le regoledel cinema con un ritornoalle “origini”
di Massimo Fiorino
«Ci battiamo per unamaggiore democratizzazionedel mezzo cinematografico.Tutte le regole sono unasemplificazione dei vari modidi fare cinema».Lars von Trier èun regista “suigeneris”, uno diquei cineasti“genialoidi” allacontinua ricercadi sentieri nonancora battuti, unintellettuale chevive di immagini,un visionario chevive disperimentazione.Fondatore e
padre spiritualedel “Dogma95”, ilmovimento
cinematografico basato suprecise regole espresse inun manifesto pubblicato,appunto, nel ’95. Lars vonTrier si accostò al cinemacon la ferma convinzione checi fosse bisogno di uncambiamento radicale nelmodo di fare e concepire unfilm, un ritorno allo spiritooriginario dei primordi delcinema, all’“età dell’oro”.Quando la realizzazione diun lungometraggio non erastrettamente vincolato a unapura e semplice logica dimarketing, e il regista eraconsiderato alla stregua diun artista. L’obiettivo chevon Trier si prefiggeva,
insieme ai suoi “compagnidi avventura” ThomasVinteberg, Kristian Levringe Soren Kragh-Jacobsen, eraquello di “purificare” il
cinema dalla“cancrena”degli effettispeciali e dagliinvestimentimiliardari.Nel loro
“Manifesto”, iquattrofondatori,denunciano“certe tendenze”presenti nelcinemacontemporaneo:attaccano quelloche essidefinisconocome fondatosull’illusione(“made in
Hollywood”), basato suglieffetti speciali, le cui storiesono spesso solo unpretesto per mostrare leinnovazioni nel questocampo digitale.È un cinema che non
riesce - o non vuole più -raccontare la realtà.Inoltre, mettono in evidenzala deriva a cui è giunto ilcosiddetto “cinemad’autore”, direttodiscendente delleavanguardiecinematografiche sorte neglianni ’60 (la “Nouvelle Vague”,il “Free cinema inglese”, il“Cinema Novo” in Brasile, il“John Cassavetes” di Shadows
e Faces, etc.), a cui loro stessisi sono ispirati nel fondare illoro movimento. Secondo vonTrier e gli altri, questo tipo dicinema è arrivato aun’“impasse”. Questi registiritengono che molti autori nonriescono (più) a rinnovarsi ea rinnovare le loro storie e ilmodo di raccontarle. Dietro laproposta danese, si puòintravedere,provocatoriamente epresuntuosamente unavolontà di “rifondazione”dell’arte cinematografica,una sorta di annullamentoche non può però rinunciare(come possono fare e fannoi film basati sulla computergrafica) a quelli che questiregisti considerano i dueelementi essenziali del farecinema: la camera e gli attori.Il “Dogma 95” prende
spunto da una sorta di“decalogo”, un manifestocon alcune regole basilaria cui attenersi durante larealizzazione del film.Particolarmente importanteè la scelta del formato. Larsvon Trier e gli altri esponentidel “Dogma” decidono dirinunciare alla tradizionalecinepresa 35 mm, perutilizzare delle semplicihandycam digitali (le miniDV della Sony), piùmaneggevoli per fare ripresea spalla. I vantaggi derivantidalla scelta del digitale sonomolteplici. Innanzitutto perquanto riguarda i costi diproduzione, nettamenteinferiori rispetto alla
"Manifesto" del "Dogma 95"
41
Il movimento,fondato
a Copenaghen nel 1995,
ha tracciatoun decalogo che fornisce
i dettamiper “salvare”
il cinemacontemporaneo dalle logichedel marketing
e dalle tecnichedigitali che tolgonoai film la capacità
narrativa
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“Dogma 95”: un’altra ideadi film, privo di effetti speciali
Un collettivo di registi“riscrive” le regoledel cinema con un ritornoalle “origini”
di Massimo Fiorino
Cinema e Teatro
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realizzazione di un film supellicola; in secondo luogo,il costo non eccessivo delletelecamere, senza dubbiominore a quello delletradizionali cineprese,permette di utilizzare piùapparecchi in fase di ripresa.Nonostante il “Manifesto”
del “Dogma” sia chiaramenteantihollywoodiano,paradossalmente, è negliStati Uniti che la propostadanese è stata accoltacon maggiore entusiasmo.Il film “Festen”, premiato aCannes, ha riscosso notevolesuccesso nell’ambiente dei“filmaker” indipendenti,aprendo la strada allepellicole a basso costo,utilizzando il digitale.Malgrado la maggior partedei “film Dogma” siano statidelle piccole produzioniindipendenti che non hannoavuto una grandedistribuzione, il movimentodel “Dogma 95” ha scossol’intero ambientecinematografico, stimolandonumerosi registi aconfrontarsi con il video ocon alcune limitazioni delmanifesto.Il movimento danese ha
costituito soprattutto uninvito a evitare i “cliché”cinematografici, le scelte piùfacili e le forme narrativetradizionali per raccontareuna storia per immagini.Ha rappresentato e
rappresenta un vero eproprio rinnovamentodell’arte cinematografica, unritorno alla vera essenza delcinema e alla sua originariafinalità: quella di raccontareuna storia.
Approfondimenti
Filmografia
• "Dogma 1" - "Festen- Festa in famiglia" ("Festen",Danimarca, 1998).• "Dogma 2" - "Idioti"
("Idioterne", Danimarca,1998).• "Dogma 3" - "Mifune"
("Mifunes Sidste Sang",Danimarca, 1999).• "Dogma 4" - "Il re è
vivo" ("The King Is Alive",Danimarca, 2000).• "Dogma 5" - "Lovers"
("Lovers", Francia, 1999).• "Dogma 6" - "Julien
Donkey-Boy" (“JulienDonkey-Boy”, USA, 1999).• "Dogma 7" -
"Interview" ("Interview",Corea del Sud, 2000).• "Dogma 8" -
"Fuckland"("Fuckland",Argentina,2000).• "Dogma 9" -
"Babylon" ("Babylon",Svezia, 2001).• "Dogma 10" -
"Chetzemoka's Curse"("Chetzemoka's Curse",USA,2001).• "Dogma 11" -
"Diapason" ("Diapason",Italia, 2001).• "Dogma 12"-
"Italiano per principianti"("Italiensk For Begyndere",Danimarca, 2000).• "Dogma 13" -
"Amerikana" ("Amerikana",USA, 2001).• "Dogma 14" - Joy Ride
(Joy Ride, Svizzera, 2001).• "Dogma 15"- Camera
(Camera, USA, 2000).• "Dogma 16"- Bad
Actors (Bad Actors, USA,2000).• "Dogma 17" -
"Reunion (Reunion, USA,2001).• "Dogma 18" - "Et
Rigtigt Menneske" (Et RigtigtMenneske, Danimarca,2001).• "Dogma 19" - "Nâr
Nettene Blir Lange" ("NârNettene Blir Lange",Norvegia, 2000).• "Dogma 20" - "Strass"
("Strass", Belgio, 2001).• "Dogma 21" - "En
Kærlighedstorie" ("EnKærlighedstorie",Danimarca, 2001).• "Dogma 22" - "Era
Outra Vez" ("Era Outra Vez",Spagna, 2000).• "Dogma 23" - "Resin"
("Resin", USA, 2001).• "Dogma 24" -
"Security, Colorado"("Security, Colorado", USA,2001).• "Dogma 25" -
"Converging With Angels"("Converging With Angels",USA, 2002).
• "Dogma 26" - "TheSparkle Room" ("The SparkleRoom", USA, 2001).• "Dogma 27" - "Come
Now" ("Come Now", USA,2001).• "Dogma 28" - "Elsker
Dig For Evigt" ("Elsker DigFor Evigt", Danimarca,2002).• "Dogma 29" - "The
Breadbasket" ("TheBreadbasket", USA, 2002).• "Dogma 30" - "Días
de voda" ("Días de voda",Spagna, 2002).• "Dogma 31" - "El
Desenlace" ("El Desenlace,Spagna, 2004).• "Dogma 32" - "Se Til
Venstre, Der Er En Svensker"("Se Til Venstre, Der Er EnSvensker", Danimarca,2003).• "Dogma 33"-
"Residencia" ("Residencia",Cile, 2004).• Dogma 34" -
"Forbrydelser"("Forbrydelser", Danimarca,2004).• "Dogma 35" - "Così x
Caso" ("Così x Caso", Italia,2004).
Locandina di "Italian For Beginners",una delle pellicola di Dogma 95
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“Changeling”, nuova provaper il regista Clint Eastwood
Tratto da una storia vera,la vicenda di una “madrecoraggio”che fronteggiale istituzioni
di Frèdèric Pascali
Eccellente! Ancora unavolta Clint Eastwood siconferma un regista dinotevole qualità. Un’altrasuperba prova dietro lamacchina da presa. Dopo“The Milion dollar baby”anche per “Changeling”non è utopia parlare diOscar.Il film è una storia di
coraggio, dipassione, diriscatto.Tratta da unfatto dicronacarealmenteaccaduto,narra lavicenda diChristineCollins - unaeccellenteAngelina Jolie - e di suo figlioWalter diappena noveanni.I due vivono insieme in
un quartiere alla periferiadi Los Angeles. È l’Americadifficile degli anni Venti,vittima delle suecontraddizioni e delle sueaspirazioni. Un placidomattino del marzo 1928la madre, nubile, salutail figlioletto e, come ognigiorno, si incammina versola società telefonica dovelavora come centralinista.Sarà quella l’ultima voltache i due si vedranno.Al rientro a casa Christinescopre che di suo figlio
non v’è più traccia. Èsparito. Inghiottito nelmistero di una città cheimprovvisamente le appareostile e sconosciuta.Dopo cinque mesi di
ricerche senza esito, ungiorno la polizia notificaa Christine ilritrovamento di Waltere il suo arrivo nella locale
stazioneferroviaria. Almomentodell’incontro dasubito lei sirende conto cheil ragazzo che leriportano non èsuo figlio.Confusa edemozionatasubisce lapressione dellapolizia, desiderosadi rifarsiun’immaginepulita davanti allastampa e
all’opinione pubblica. Cosìdecide di portarsi lo stessoil bambino a casa.È da questo momento
che il film “accelera”. Lanarrazione viene sospintae sostenuta dai temiclassici delle battaglie civili.La bravura di Eastwood edel suo sceneggiatore,Michael Straczynski, è nelsaper miscelareadeguatamente, questasvolta con il dipanarsi delthriller poliziesco che stadietro la scomparsa diWalter.
A un certo puntoChristine decide diricominciare a lottareper ritrovare suo figlio.Rinnega il ragazzo che lehanno portato e sollecitala polizia a riprendere lericerche. E qui si rendeconto di quanto sia durala realtà sociale per chi,per di più donna, decidedi sfidare le regole “nonscritte” di una culturamaschilista e corrotta.Trova un aiutoimportante nella figuradel reverendopresbiteriano GustavBriegleb - un sempreimpeccabile JohnMalkovich - e dallapervicacia del detectiveYbarra - un convincenteMichael Kelly. Il primo lasalva dal manicomiocriminale, nel quale lapolizia l’aveva rinchiusa, ele organizza il favoredell’opinione pubblica. Ilsecondo ha il merito diessere un bravoinvestigatore e di fiutarela pista giusta per larisoluzione del caso.Alla fine tutto si intreccia
e in parte si svela. Conquella delicatezza eprecisione tipicadell’Eastwood regista chedifficilmente sbaglia i tempidel suo narrare.Christine Collins
diventa un’icona dilotta. Non è solo unamadre disperata cherincorre la verità sul
Locandina del film "Changeling"
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Nell’Americadegli anni Venti,Walter, di noveanni, scomparenel nulla per poiessere ritrovato.La madre “sente”che quel bambinonon sia suo figlio
e inizia un “bracciodi ferro”
con la polizia per riaprirele indagini
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Cittadinanza attiva
“Changeling”, nuova provaper il regista Clint Eastwood
Tratto da una storia vera,la vicenda di una “madrecoraggio”che fronteggiale istituzioni
di Frèdèric Pascali
Cinema e Teatro
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destino del figlio che le èstato sottratto, èsoprattutto una donnache afferma il diritto aessere tutelata e ascoltataal pari di chiunque altro.Quella di Christine Collins
è una storia vera che nel suo“simulacro di celluloide”celebra la speranza e la
dignità umana. È ilmessaggio ricorrente checontraddistingue questa fasedella carriera di Eastwoodregista. Lo esplicita girandoalla “sua maniera”, a metàtra lo stile hollywoodiano equello europeo classico.Le scene sono costruite su
inquadrature che sisusseguono senza maidiventare troppo freneticheo ridondanti. La macchinada presa dà spazio aidettagli, ma è parsimoniosanell’uso della soggettivacome nei primissimi piani.Per descrivere ci si affida
molto a una fotografia diassoluto valore e ai dialoghiche, sostenuti da unasceneggiatura decisamenteefficace, tratteggiano ipersonaggi con grandearguzia.Un film da non perdere che
lascia spazio al pensiero enon tradisce le emozioni.
Approfondimenti
Per saperne di più
Scheda cinematografica
ChangelingRegia: Clint Eastwood
Attori: Angelina Jolie(Christine Collins), JohnMalkovich (ReverendoGustav Briegleb), Amy Ryan(Carol Dexter), Jason ButlerHarner (Gordon Northcott),Jeffrey Donovan (CapitanoJ.J.Jones), Michael Kelly(Detective Lester Ybarra),Devon Conti (Arthur), EddieAlderson (Sanford Clark),Gabriel Schwalenstocker(James Nesbitt), Jason Ciok(Joshua Bell), Colm Feore(Capo della Polizia, JamesE. Davis), Devon Gearhart(Jeffrey), Geoffrey Pierson(Sammy ‘S.S.’ Hahn), GattlinGriffith (Walter Collins).Sceneggiatura : J.Michael
StraczynskiFotografia : Tom SternMontaggio: Joel Cox, Gary
RoachMusiche: Clint EastwoodGenere: ThrillerDurata: 140 min
Il regista e attore Clint Eastwood
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Cittadinanza attiva
Elio Petri, regista del cinema“civile” degli anni ’60-’70
Le sue pellicole narranoun’epoca di contestazionie repressione
di Massimo Fiorino
A cavallo degli anni ’60 e’70, nel panoramacinematografico italiano, fala sua comparsa un gruppodi artisti, che sull’ondadegli avvenimenti del ’68e della rivoluzionestudentesca, dà inizio a unfilone politico e sociale.Registi come Citto Maselli,Bernardo Bertolucci, ElioPetri e Gillo Pontecorvo sonogli esponenti piùrappresentativi del cinemacosiddetto “civile”,che, nelle suevarie forme, hacercato di portaresullo schermo lecontraddizioni diuna società incontinuatrasformazione.Sono anni bui e
di forte tensionesociale, in cui siavverte un climadicontrapposizionee di insofferenza verso ogniforma di ordine costituito.Sul piano internazionale,l’effimera Primavera di Pragaporta prepotentemente allaribalta il coraggio di chi sirifiuta di viveresilenziosamente sotto ilgiogo della dittatura, ilsacrificio di Martin LutherKing infonde nuova linfa allalotta per i diritti civili e lalotta studentesca assume icontorni di un cambiamentogenerazionale.È in questi anni che, sulla
scorta delle pellicole di
Francesco Rosi, e tenendopresente la lezione del filmdi Costa-Gravas, “Z-L’orgiadel potere”, alcuni registiitaliani abbandonano letematiche e generi a loro piùcongeniali, per passare a uncinema che si occupa delpresente o rilegge inchiave critica episodi delpassato.Dedito in gioventù alla
militanza politica, Elio Petrifece il suo apprendistato nel
mondo dellospettacololavorando comecriticocinematograficoper “l’Unità” ecomeorganizzatoreculturale, prima diavvicinarsi allamacchina dapresa, lavorandocome aiutoregista di DeSantis nel film
“Roma ore 11”. L’esordiocome regista avviene con“L’assassino”, un giallopsicologico, che perl’originalità nella scelta dellinguaggio e per l’abilità neldirigere gli attori, vieneaccolto favorevolmente dallacritica.La pellicola della
consacrazione comeautore maturo eimpegnato è però “ Igiorni contati”, un filmsperimentale, che innestasulla radice neorealista unaproblematica esistenziale e
di indagine sociale, conun linguaggio moderno, da“Nouvella Vague”, allaricerca di uno stilecinematografico personaleall’interno di generitradizionali.In linea con un cinema di
impegno civile, Petri esaminatemi di grande attualità:l’ipocrisia e la violenza delpotere, la contestazionegiovanile, la mafia e ladissoluzione della classepolitica.Dopo un periodo di
incertezza, in cui portò atermine “Il maestro diVigevano” e “La decimavittima”, generalmenteconsiderate opere minori, siafferma con la requisitoriasociale “"A ciascuno il suo”,tratto dal capolavoro diSciascia, con cui inizia la suacarriera di regista impegnatoteso a cercare un punto dicontatto tra qualità easpettativa del pubblico.Dopo la parentesi di “Un
tranquillo posto dicampagna”, una confusaallegoria sul ruolo dell’artistanella societàcontemporanea, realizzò icapolavori “Indagine su uncittadino al di sopra di ognisospetto” e “La classeoperaia va in paradiso”, cherappresentano due modellidi cinema civile,sanguigno, incentratisull’alienazione. Il primo,vincitore del premio Oscarper il miglior film stranieronel 1970, è incentrato sul
Elio Petri
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Il regista romano,consacratodall’opera
sperimentalee neorealista
“I giorni contati”,è autore
di una filmografiadi indagine sociale
sull’Italiasessantottina
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Elio Petri, regista del cinema“civile” degli anni ’60-’70
Le sue pellicole narranoun’epoca di contestazionie repressione
di Massimo Fiorino
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rapporto problematico trasocietà, nevrosi e potere,temi ricorrenti in tutta la suafilmografia. Nel secondo,vincitore della Palma d’oroa Cannes nel ’72, Petriaccentua la tendenzaal grottesco,spingendola ai limiti delsurreale. Entrambe lepellicole, interpretateda un grandissimo GianMaria Volontè,ritraggono allaperfezione la societàitaliana di quegli anni,la repressionepoliziesca el’alienazione della vitain fabbrica.Gli ultimi film, prima
della prematurascomparsa all’età di 53anni, sono all’insegnadi un inguaribilepessimismo. Regista eintellettualeraffinato, figliodell’epoca che cercòdi raccontare in tuttii suoi film, oggi apparequasi dimenticato, e lasua lezione sembra essersipersa nel tempo.
Approfondimenti
Filmografia• “Nasce un campione”
(1954) – cortometraggio.• “I sette contadini”
(1957) - cortometraggiodocumentaristico.• “L’assassino” (1961).• “I giorni contati”
(1962).
• “Il maestro diVigevano” (1963).• “Nudi per vivere”
(1964) - documentario,firmato assieme a GiulianoMontaldo e Giulio Questi con
lo pseudonimo di ElioMontesti.• “Alta infedeltà”,
episodio “Peccato nelpomeriggio” (1964).• “La decima vittima”
(1965).• “A ciascuno il suo”
(1967).• “Un tranquillo posto di
campagna” (1968).• “Ipotesi” in
“Documenti su GiuseppePinelli” (1970)• “Indagine su un
cittadino al di sopra di ognisospetto” (1970).• “La classe operaia va
in paradiso” (1971).• “La proprietà non è
più un furto” (1973).• “Todo modo” (1976).• “Le mani sporche”
(1978) - film tv.• “Le buone notizie”
(1979).
Contesto storico
Il 1968 è stato per moltiversi un anno nel qualegrandi movimenti di massasocialmente disomogenei(operai, studenti e gruppietnici minoritari) e formatiper aggregazione spessospontanea, attraversaronoquasi tutti i paesi del mondocon una forte carica dicontestazione. Sembraronofar vacillare governi e sistemipolitici in nome di unatrasformazione radicale dellasocietà. La portata dellapartecipazione popolare e lasua notorietà, oltre allosvolgersi degli eventi in untempo relativamenteconcentrato ed intenso,contribuirono a identificareil movimento col nomedell’anno, il “Sessantotto”appunto. Questo è stato unmovimento sociale e politicoancora oggi controverso:molti sostengono che proprioesso ci ha portato a unmondo “utopicamente”migliore mentre altrisostengono che abbiadistrutto la moralità e lastabilità politica mondiale.
Locandina del film "La classe operaia va inParadiso", 1971
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C'era una volta
Artù, figlio segreto del reUther Pèndragon, affidatoal mago Merlino e a suavolta al nobile cavaliereAntor, cresce come unragazzo qualunque sino aquando, ormai giovinetto,estrae in modo prodigiosola spada Excàlibur dallaroccia in cui era conficcata.L’impresa, che era statatentata inutilmente dai piùfamosi nobili dellaBretagna, unitamente allascoperta della sua origine,lo consacra re del suopopolo. Si assicura lafedeltà dei più forticavalieri, che erano solitisedere, pari tra i pari,attorno alla TavolaRotonda. Nell’immaginariocollettivo, il leggendariore Artù, emblema digiustizia, coraggio egrandezza d’animo -principali virtù dellacavalleria, è ricordatospesso associato ai“suoi uomini” intornoalla Tavola Rotonda,simbolo di uguaglianza,fratellanza esolidarietà.I cavalieri ammessi
dovevano prestaregiuramento solenne:onorare e vivere la propriavita in nome dell’ideale diCamelot.Giustizia e uguaglianza,
questi i principi da nontradire, da testimoniarenelle proprie gesta, inun’epoca di soprusi,violenze e battaglie
sanguinose. Su questivalori Artù aveva costruitoe pacificato un regno. Unsogno che sembravaun’utopia irraggiungibile eche forse anche per questoè diventata leggenda,troppo lontano dalla realtà.Re Artù è un importante
personaggio dei miti dellaGran Bretagna, doveappare come la figura delmonarca idealesia in pace che inguerra. È ilpersonaggioprincipale delcosiddetto “Ciclobretone”.Non tutti sono
concordi sullastoricità diArtù. Nellecitazioni piùantiche che loriguardano e neitesti in gallesenon viene maidefinito re, ma“dux bellorum”,ossia“comandantedella guerra”.alcuni studiosi,Artù è un personaggioispirato a Cu Chulainn,protagonista di poemi epiciirlandesi. Per altri un diodel pantheon celtico.C’è invece chi ritiene che
sia esistito veramente: nelVI secolo d.C. fu forse ilsovrano o il capo di unatribù britannica impegnatanella resistenza contro gliinvasori Sassoni.
Altri fanno coincidere Artùcon Lucio Artorio Casto, un“dux” romano del II secolo.Ufficiale della sesta legionein Britannia, potrebbe averguidato un’unità di cavalierisarmati (provenientidall’Ucraina meridionale),che conducevanocampagne militari a norddel vallo di Adriano. Isuccessi delle imprese
militari di Castopotrebbero esserestate ricordate peri secoli successivie aver contribuitoa formare ilnucleo dellatradizionearturiana.C’è poi l’ipotesi
che Artù sarebbein realtà un redell’età delbronzo, circa2300 a.C.:estrarre unaspada da unaroccia sarebbeinfatti unametafora dellacostruzione diquest’arma e
della sua estrazione dallaforma dopo la fusione.Diverse sono le teorie
e supposizioni suquesto personaggioormai leggendario. Aogni modo, visto glisvariati omonimi, si puòpensare che siano statiriuniti dalle credenzepopolari e tramandaticome se fossero un’unica
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Re Artù e i suoi cavalieri: l’utopiadi un regno immaginario
Gli ideali di giustiziae uguaglianza alla cortedi Camelot
di Sara Foti Sciavaliere
Leggendao storia,
i racconti su Artùe i suoi cavalieri
hannoattraversato
i secoli portandocon sé non solo
le gestacoraggiose
di nobilicondottieri,ma anche
un bagagliodi valori sempre
più utopicinella nostra
società
Re Artù
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persona. Artù potrebbequindi essere un semplicecollage di figure mitologichee storiche: la tradizionemedioevale narra così diun grande re dei Britanniche sconfigge i nemiciSassoni, unifica il propriopaese, fonda l’Ordine deiCavalieri della TavolaRotonda e costituisce ungoverno ideale a Camelot.
Approfondimenti
Per saperne di più
• Il nome Artù in linguaceltica significa “orso”,simbolo di forza, stabilità eprotezione, tratticaratteristici di questopersonaggio. Nella civiltàceltica gli uomini avevanocome nome proprio quellodi un animale chesceglievano per sottolineareun tratto fisico o caratteriale,e l’orso è l’animale simboloper eccellenza dellaregalità.
• Arthur nell’XI secolo eraconsiderato dagli Inglesiun eroe nazionale. Le sueimprese - diffuse dallecanzoni dei bardi - eranonote non solo in GranBretagna, Irlanda e nelnord della Francia, maperfino in Italia cometestimonia un bassorilievosulla “Porta della Pescheria”del Duomo di Modenarealizzato intorno al 1120.Dunque con almeno dieci
anni di anticipo sul ciclo dinarrazioni scritte daChretien de Troyes, il piùgrande scrittore medioevaledi romanzi arturiani.
• Per tutto il Medioevo fudiffusa un tipo particolare difesta chiamata “TavolaRotonda”, una sorta di festain maschera a temaarturiano. Una delle fonti piùantiche riguardo a questausanza menziona una“Tavola Rotonda” tenuta aCipro nel 1223 perfesteggiare la nomina acavaliere del figlio di un
crociato. Questo tipointrattenimenti aristocraticirimasero piuttosto diffusi inEuropa dal XIII al XV secolo.
• La reggia di Artù è stataidentificata da alcuni studiosicon la fortezza neolitica diCadbury, ai confini tra ilSomerset e il Dorset, da altricon il castello di Greenan, anord di Glasgow.
Fonti letterarie deiracconti arturiani
La prima allusione ad Artùsi trova nel poema gallese“Y Gododdin” (VII secolo).Il mitico sovrano della TavolaRotonda è citato di nuovonella “Historia Britonum”(metà del IX secolo) dellostorico gallese Nennio, cheforse scrisse questocompendio dell’antica storiadel suo paese nell’anno 830circa. Nuovamente,quest’opera ci descrive Artù
come un “comandante dibattaglie”, piuttosto checome un re. Due fontidistinte all’interno di questoscritto ricordano almeno 12battaglie in cui avrebbecombattuto, culminando conla battaglia del Monte Badon,dove si dice abbia ucciso, dasolo o con una sola mano,addirittura 960 avversari.Fa la sua comparsa anche
negli “Annales Cambriae” (Xsecolo), che fanno risalire lasua morte al 537. Il piùcompleto racconto delle
vicende che lo videroprotagonista è nella “Historiaregum Britanniae” (1136ca.) dell’inglese Goffredo diMonmouth. Quest’opera,simile a un best-sellermedievale, è all’origine dellapopolarizzazione dellaleggenda di Artù.
Artù e i suoi cavalieri
Artù era un personaggioche i romani avrebberodefinito “barbaro”: robustoe coraggioso quanto rozzoe incolto. La sua notorietàrendeva necessario un“rinnovamentodell’immagine” per nobilitarela sua figura e farne il degnosignore di Camelot.Fu proprio Geoffrey di
Monmouth a dare il via alprocesso che avrebbetrasformato da monarcabarbaro a simbolomessianico di re-sacerdotedei suoi cavalieri in perfettostile cavalleresco.L’ istituzione della Tavola
Rotonda era quello dievitare conflitti di potere.Infatti, non essendocinessuno a capo-tavola, ognicavaliere - re compreso -era uguale a tutti gli altri.L’uso di simili soluzionipresso i Celti èdocumentato storicamente.Nel ciclo arturiano, attorno
alla Tavola Rotonda re Artùe i suoi affiliati si sedevanoper discutere questioni dicruciale importanza per il
reame. Il numero diquesti cavalieri variamolto a seconda dei
racconti, da 12 a oltre 150.Sir Thomas Malory nella“Morte di Artù” descrive illoro codice comportamentalea partire dai seguentiprincipi: mai oltraggiare ocompiere omicidio, evitarel’inganno e la crudeltà,concedere aiuto a chi lochiede, soccorrere semprele dame e le vedove, maiingaggiare battaglia permotivi sbagliati quali amoree desiderio di beni materiali.
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I cavaliere di Camelot intorno alla Tavola Rotonda
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Jean Markale“La Tavola Rotonda”
«[…] Quando Artù seppe che i cavalieri della Tavola Rotonda venivano alla sua corte conl’intenzione dichiarata di rimanere per sempre non poté trattenere un impeto di gioia, perchévedeva realizzarsi il desiderio che coltivava dal giorno della sua investitura a cavaliere:completare, con l’aiuto di Merlino, l’opera iniziata da suo padre, re Uther. Uscì dunque daCarduel con un seguito imponente di cavaliere e andò incontro all’incantatore e ai suoi compagni.L’accoglienza festosa, deferente ed entusiasta, rassicurò i cavalieri della Tavola Rotonda sulladecisione di unirsi a re Artù e alla sua corte. […]Disposte le nozze, Merlino prese da parte il re e gli disse: “Ora è urgente rinnovare la Tavola
Rotonda che tuo padre e io abbiamo creato per la gloria del regno. Scegli i migliori cavalieridel regno, ma ricorda: se conosci qualche cavaliere povero e senza beni, ma forte e valoroso,non lasciarlo assolutamente fuori dalla compagnia. E così, se trovi un cavaliere di alto lignaggioche vuole sedervi a tutti i costi senza averne le qualità né il valore necessari, non dargli rettae rimandalo da dove è venturo senza curarti di quanto potrebbe dire o fare. Perché se ancheuno solo dei cavalieri non è all’altezza di tutta la compagnia ne sarà screditata”.“Merlino”, rispose il re, “tu conosci gli uomini meglio di me perché puoi leggere nel pensiero.
Non hai preferenza per nessuno e sei imparziale con tutti. Ti prego dunque di scegliere tustesso i cavalieri che riterrai i più degni di sedere intorno alla Tavola Rotonda”.“Molto bene”, accettò Merlino, “ giacché ti affidi al mio giudizio, farò in modo da non meritare
biasimo né da te né da nessun altro. […]”.Il re ordinò a tutti i baroni di Bretagna di presentarsi al castello di Camelot nel giorno fissato
per le nozze. I signori non mancarono, in gran pompa e con gran seguito di scudieri e servitori.Quando furono riuniti il re disse a Merlino: “Ora tocca a te scegliere ciò che è meglio per laTavola Rotonda”.L’indovino, senza attendere oltre chiamò i migliori e quando ne ebbe nominati un certo numero,
li riunì in una sala e li istruì sui loro compiti futuri: “Signori, da oggi in poi dovete amarviteneramente come fratelli, perché l’atmosfera d’amore e di dolcezza che regnerà intorno allatavola dove prendere posto vi farà conoscere una nuova felicità e segni d’affetto tali cheabbandonerete mogli e figli per venire a vivere qui e trascorrere insieme la giovinezza. […]”.Poi Merlino si rivolse ai cavalieri che avevano fatto parte della prima compagnia della Tavola
Rotonda e che aveva portato con sé dalla Carmelide.“Signori”, disse. “Ecco quelli che ho scelto come vostri fratelli. Voglia Nostro Signore far
regnare la pace e la concordia tra di voi come tra i suoi apostoli!”Li invitò ad abbracciarsi l’un l’altro e convocò i vescovi e gli arcivescovi del regno. “Signori,
occorre la vostra benedizione sui seggi dove questi uomini prenderanno posto per lunghi anni.La vita di questi cavalieri sarà esemplare e gloriosa agli occhi di Dio e del popolo. È giustoquindi che questo luogo sia benedetto e Nostro Signore, se vorrà, lo santificherà con la suaGrazia”.Fece sedere i cavalieri intorno alla tavola ciascuno al proprio posto […].Conclusa la cerimonia Merlino invitò i cavalieri ad alzarsi e disse: “È venuto il momento di
rendere omaggio ad Artù, che vi è pari a questa tavola, ma che rimane il vostro legittimosovrano. Poi sarà lui a giurare sulle sante reliquie di tenervi sempre sotto la sua protezione,perché quello è il suo dovere di sovrano”.Tutti i cavalieri confermarono il proposito di scambiare con Artù un giuramento di fedeltà e
fraternità che legasse ciascuno di loro con tutti gli altri e l’intera compagnia con re Artù,nell’onore e nel rispetto delle leggi di Bretagna e per la gloria del Signore Gesù Cristo. Unodopo l’altro resero omaggio al sovrano, poi Artù giurò solennemente che non avrebbe maiabbandonato nessuno dei cavalieri della Tavola Rotonda nel pericolo o nel dolore e che avrebbeconsacrato la vita a mantenere l’armonia e la giustizia tra tutti quelli che si rimettevano allasua autorità.[…] Allora Galvano, figlio di re Loth d’Orcanie, prese la parola rivolto a tutti i presenti.“Signore”, disse. “Credo di interpretare il pensiero di tutti i miei compagni facendo voto di
non rifiutare mai aiuto a una dama o damigella in pericolo che venga a chiederlo a questacorte. E giuro anche che mai un uomo verrà a chiedere giustizia contro un cavaliere, sia essodei nostri o straniero, senza che l’ottenga. E se uno dei nostri andasse disperso durante unaspedizione, a turno i compagni si metteranno alla sua ricerca per ritrovarlo vivo o morto, equesto per un anno e un giorno”.I compagni approvarono vivamente il discorso di Galvano e il re fece venire le reliquie più
sante del regno, e i cavalieri della Tavola Rotonda giurarono su quelle e sui santi di mantenereil voto appena fatto da Galvano a nome di ciascuno. Il re ordinò che quattro religiosi fosseroincaricati di scrivere le avventure che ciascun cavaliere avrebbe raccontato al re e ai baronial ritorno da ogni spedizione. […]»
(da J. Markale, “Il mistero del Graal. La conquista del Regno”, Sonzogno, 1998, pp. 159-165)
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C'era una volta
Se in una notte serenad’inizio inverno, ci capitadi alzare lo sguardo verso ilcielo, in direzione sud,possiamo scorgere trestelle, poco distanti fra loroe allineate obliquamente,e con la stessa luminosità.Questa singolareconfigurazione rappresentasolo una parte dellacostellazione di“Orione”:essa ospita unavasta e luminosa nebulosa,dove si stanno, tuttora,formando delle nuove stelle.Ma, all’origine di questacostellazione, c’è una storiamitologica. La storia di unamore contrastato.
Il “grande cacciatore”
Secondo la leggenda,Orione era un cacciatoredal fisico possente, che si erainnamorato di Merope,figlia di Atlante e Pleione,sovrani dell’isola greca di Chio.Poiché Atlante si ostinava anon concedere la sua erede aun rozzo abitatore delle selve,Orione, esasperato, rapì isovrani e la loro prole. MaZeus intervenne, e salvòla famiglia reale portandolain cielo, trasformandola nelpiccolo insieme di stelle,noto come “Pleiadi”. Altempo stesso, uccise Orione,facendolo pungere da unoscorpione velenoso. L’animaledivenne, a sua volta,l’omonima costellazionezodiacale.
Tuttavia, Artemide, numetutelare dei cacciatori, ebbepietà dell’amore infelice di
Orione, e trasformòquest’ultimo, anch’esso, inuna costellazione, posta apoca distanza dalle Pleiadi, eall’estremità opposta dal puntodel cielo in cui si trova lo“Scorpione”, in modo che i duenon potessero più incontrarsi.Ma Zeus, a sua volta, perevitare che Orione potessericongiungersi, almeno in cielo,con la sua amata, frappose frai due un toro enorme, a difesadi Merope e delle sue seisorelle.Le antiche carte
stellari hannoriassunto questastoria, raffigurandoOrione,accompagnato daisuoi segugi (il “CaneMaggiore” e il “CaneMinore”), che sidifende con unoscudo dal “Toro”, chelo sta caricando. Dietro aquest’ultimo, c’è il gruppodelle sette “Pleiadi” visibili aocchio nudo (Merope e lesorelle).
Una meraviglia del cielo
La configurazione dellecorpi celesti che formanoquesta costellazionericorda, in effetti, unagrande figura umana. Alcentro, vi sono tre stelleallineate, che gli astronomiarabi del Medioevochiamavano “la cintura delgigante”. Sopra e sotto, c’èuna coppia di astri, chesembrano delineare dueenormi figure trapezoidali:le spalle e le ginocchia diOrione. Sulla destra, una
serie di stelle formanti unarco: lo scudo.
Sotto la cintura di “Orione”,ci sono tre deboli astri, postiin diagonale, che formano laspada del gigante celeste.Tuttavia, non tutte sono stelle:infatti, l’astro centrale, è unadelle più belle e famosenebulose visibili in cielo: sitratta della “Grande Nebulosadi Orione” (o “M 42”).Già visibile a occhio nudo,
sotto un cielolimpido e scuro,con un aspettosfumato, questooggetto si rivelaspettacolare, seosservato ancheattraverso unpiccolotelescopio. Èformato dapolveri cosmiche
e gas, che si stannolentamente condensando,sotto l’azione della forza digravità, per formare, nell’arcodi pochi milioni di anni, dellenuove stelle.
Approfondimenti
Bibliografia
- G. Cavedon Giovanni, M.Cavedon, “Galaxias - Miti erealtà di stelle e pianeti”,Rizzoli, 1983.- V. Croce, “Guida del cielo”,
in “Astronomia – Allascoperta del Cielo”, Vol. 6,Armando Curcio Editore,1982.- F. Stoppa, “Atlas
Coelestis”, Salviati, 2006.
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La stella “Orione”: un misto fra mito e scienza
Il cacciatore che amò Meroperisplende nei cieli invernali:la sua costellazione rievocaantiche leggende e ospitanuove stelle
di Sergio D'Amico
Questacostellazione
è legata a un mitogreco che fornisce
la spiegazione,maturalmente
favolosa,della sua origine
Costellazione di Orione
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Galvani e Frankenstein:un unico “filo conduttore”
Le indagini del ricercatoreitaliano hanno segnatola storia della scienza.E anche quelladella letteratura horror
di Sergio D'Amico
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Galvani e Frankenstein:un unico “filo conduttore”
Le indagini del ricercatoreitaliano hanno segnatola storia della scienza.E anche quelladella letteratura horror
di Sergio D'Amico
Non tutti sanno che...
Luigi Galvani
Tutti noi abbiamo sentitoparlare del mostro diFrankenstein, anche incontesti diversi da quelliin cui siamo abituati apensare, cioè quelli dei filme dei romanzi dell’orrore.Ma sono in pochi a sapere
che le vicende di questo“essere spaventoso”furono concepite da unacolta ragazza inglese, neiprimi dell’Ottocento. E cheerano ispirate alle ricerchedi uno dei padri dellascienza moderna: l’italianoLuigi Galvani.
Elettricità, metalli ezampe di rana
Nel corso del XVIIIsecolo, uno dei principaliquesiti che si ponevanomedici e fisiologi erascoprire il principionaturale che rendevadifferenti gli organismiviventi dagli oggettiinanimati. Questointerrogativo si intersecòcon un altro filone diricerca: lo studio deifenomeni elettrici emagnetici. Pertanto,furono in molti a studiaregli effetti delle calamite edelle correnti elettrichesull’uomo e su animali vivie morti.Fra questi, ci fu il
medico e anatomistaLuigi Galvani, docente
all’Università di Bologna,sua città natale, nel 1780,mentre compiva ricerchesul sistema nervosodelle rane, Galvani scoprìche, se faceva passare unacorrente elettricaattraverso i nervi presentinelle zampe di rana.Queste iniziavano acontrarsi e a contorcersi;e che questi movimentiperduravano per tutto iltempo in cui lacorrenteattraversava inervi. Inseguito, loscienziatoosservò unfenomenoanalogo anchein assenza dicorrentielettriche,quando i nervierano messi acontatto con imuscoli dellezampe, per mezzo di unfilo metallico, o anchequando il filo era a contattocon un altro oggetto,costituito da un metallodiverso.Galvani attribuì questi
fenomeni a correntielettriche, prodottedall’organismo della rana,che venivano stimolate,amplificate e rese visibilidal passaggio di elettricitàesterna,il cui contatto fra
i nervi e oggetti metallici,era in grado di condurrecorrente. Pubblicò irisultati dei suoi studinel 1791, e scatenòun’ondata di interesseverso questo tipo diricerche, in tutti gliscienziati del tempo. Fraquesti, ci fu il fisicocomasco Alessandro Volta(1745-1827), il qualedimostrò, invece, che le
contrazionimuscolari eranodovute unicamentealla correnteelettrica, che siproduceva quandodue metallidifferenti sonoposti a contatto.Quindi, per causeesterne al sistemanervoso, che silimitava a condurrel’elettricità.In seguito, questo
fenomeno fuchiamato “effetto Volta”.
La “lady” e loscienziato pazzo
Ma l’opera di Galvani,come quella di Volta, noninteressò soltanto gliaddetti ai lavori, masuscitò la curiosità di tuttele persone colte dell’epoca.Fra queste, ci fu anche unaragazza inglese di buonafamiglia, poco più che
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L’inglese MaryShelley
nello scrivere,con tanta minuzia
di dettagliscientifici, l’opera
che l’ha resacelebre, pare si siaispirata agli studi
sperimentalidel medico italiano
Galvani
Ripensandoci... salotto di cultura e attualitàAnno II n. 1 gennaio 2009
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ventenne. MaryWollestonecraft Godwin,sposa in seconde nozze delpoeta Percy B. Shelley, ebbemodo di leggere i testi diGalvani nella ricca bibliotecadi famiglia, e ne rimaseprofondamenteimpressionata. Concepì,così, nel 1818, unromanzo, dove ilprotagonista creava unessere mostruoso, conparti di cadaveri umani, egli dava vita, per mezzodella corrente elettrica.Come aveva fatto Galvani, conle zampe di rana. La storiaera intitolata:“Frankenstein, or themodern Prometheus”, dalnome del suo protagonista,lo scienziato Viktor VonFrankenstein, appunto.
Approfondimenti
Per saperne di piùL’Effetto Volta
Si tratta di un fenomeno
fisico che si verifica quandodue conduttori (cioè corpi ingrado di farsi facilmenteattraversare da correntielettriche) di diverso tipo,posti a contatto e immersiin una sostanza isolante(cioè incapace di condurreelettricità), si trovano allastessa temperatura. Aseconda dei tipi di conduttoree di isolante, fra i dueconduttori si sviluppa unadifferenza di potenziale
elettrico, che provoca unacorrente elettrica. L’“effettoVolta” spiega i risultati delleosservazioni di Galvani: laresistenza offerta dai nervia farsi attraversare dallacorrente, prodotta dai metallia contatto, produce lacontrazione dei muscoli. Eproprio osservando i diversigradi di tensione dei muscolidella rana, al cambiare deltipo di metalli, che Volta ideòil termine “tensioneelettrica”, per indicare ladifferenza di potenzialeelettrico; termine ancoraoggi in uso (corrente abassa, media, alta tensione,ecc.). Inoltre, in base aquesti studi, il fisico realizzòil primo generatore dicorrente continua: cioè, la
prima pila. E dal suocognome deriva l’unità dimisura della differenza dipotenziale elettrico (Volt).
Bibliografia
- B. W. Aldiss, “LoScienziato e la Fantascienza”,in “Grande Enciclopedia dellaFantascienza”, vol. 2,Editoriale Del Drago, 1980.- E. Bellone, “La fisica dei
fluidi”, in “Storia della
Scienza moderna econtemporanea”, vol. 1,Utet, 1988.- F. Blezza, “Galvani e Volta:
la polemica sull’elettricità”,Editrice La Scuola, 1983.- P. Monacelli, “Effetto
Volta”, in “La PiccolaTreccani”, vol. 12, Istitutodell’Enciclopedia Italiana,1997.- M. Recenti, (a cura di)
Luigi Galvani, “Memorie sullaelettricità animale al celebreabate Lazzaro Spallanzani”,Sassi, 1797 (ristampaanastatica, Theoria, 1983).
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Mary Wollstonecraft Shelley
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Non tutti sanno che...
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L’“identikit”del mediatoreinterculturale
Un operatore socialeche promuove accoglienzae scambio culturale
di Laura Longo
Un mediatore interculturale
Il mediatoreinterculturale è una figuraprofessionale estremamentestimolante e decisamente alpasso coi tempi.Traduttore, ma non solo.
Interprete, ma non solo.La figura si abbina bene
alla perfetta padronanzadelle lingue straniere e auna profonda conoscenzadelle culture.Molte amministrazioni
locali, fra cui quella di Lecce,ne hanno fatto una bandiera.Klodiana Çuka, mediatore
di origine albanese, opera ecoordina il CentroInterculturaleComunale “LecceAccoglie” gestitodall’Associazione“Integra Onlus”, ciracconta virtù edifficoltà di chiintraprende questaprofessione.
Chi è il mediatoreinterculturale ?
Il mediatoreinterculturale è unprofessionista dellacomunicazioneinterpersonale e fa da“ponte” tra civiltà diverse.Spesso non è di nazionalitàitaliana o comunque la suaè un’esperienza di vita acavallo tra due culture: chesia italiano o straniero ilmediatore lavora concittadini stranieri,occupando un ruolochiave nel loro processodi integrazione.
L’obiettivo primario delmediatore è quello diprevenire i conflitti,saperli risolvere e rimuoveregli ostacoli culturali.
Un’attività non facile lasua...
Anche. Ma malgrado glisforzi, è fonte di unacrescita personale e diriscatto sociale per noi,“immigrati”. Tenga conto chela maggior parte deglistranieri arrivati qui in Italianon possono ottenere
l’equipollenza deititoli e sono quindicostretti a faresoprattutto imanovali.
Quali sono leemergenze chedevequotidianamenteaffrontare nel tuoposto di lavoro?
Il mediatorecollabora con gli
operatori italiani presso leistituzioni per elaborarestrategie volteall’integrazione e offreconsulenza alle persone ealle famiglie di immigrati, enon, facilitando i rapporti conle istituzioni e i servizi delpaese ospitante. Informa sullelegislazioni vigenti, porta aconoscenza dell’offerte dilavoro sul territorio, aiuta asbrigare pratiche burocratiche,indirizzando i soggetti versole strutture appropriate.
Da quanto tempo faquesto lavoro? In qualestrutture ha operatoprima di “LecceAccoglie”?
Io ho iniziato a “LecceAccoglie” nel 2001 comevolontaria. Poi hocollaborato con il “CIR”di Lecce (Consiglio Italianoper i Rifugiati) titolare dellagestione di “Lecce Accoglie”dal 2002-2005. Sono statanominata responsabiledella categoria e oggi miritrovo qui comecoordinatrice dellosportello comunale “LecceAccoglie”.
Secondo lei, sononumerosi i mediatoriculturali che prestanoservizio presso lestrutture di inserimentosociale nel territorio incui vive?
Non ancora. Il fenomenodell’immigrazione in Italia èin continua espansione comepure a Lecce. Si dovrebberoorganizzare e attivare piùcorsi di formazione per lafigura di mediatore.E si dovrebbero anche
attuare degli studi piùspecifici nei diversi settoridi impiego. Un conto èlavorare negli ospedali, unaltro è lavorare nelle scuoleo allo sportelloimmigrazione.Altrettanto importante è
attivare progetti efinanziamenti per garantire
Il mediatoreagevola
il processo di integrazione
degliimmigrati,
fornendo loroconsulenza
e facilitando il rapporto con le istituzioni
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la presenza dei mediatori inmaniera costante presso lestrutture socio-sanitarie,istituti scolastici, strutturepenitenziarie, e così via.
Se le nuove generazionevolessero intraprenderequesta attivitàprofessionale, cosaconsiglia di fare?
Tenga conto cheesistono duegeneri dimediatori. Imediatori“immigrati” chehanno avuto unvissuto giàimmigratorio equelli italiani. Perintraprenderequestaprofessione nonesiste unpercorsoprofessionaleunivoco. Ci sonofacoltà dilaurea, mastersulla mediazionema anche i corsidispecializzazione organizzatidagli enti locali o dallaregione (quasi sempregratuito) che rilascianol’attestato di mediatoreculturale. E poi lavoraretanto sul campo con altrimediatori e altriprofessionisti del sociale, instrutture pubbliche o delsettore no profit, che offronoservizi per immigrati, nonché
in servizi pubblici generali,presso uffici stranieri delleprincipali città, ma anchepresso le scuole per favorirel’integrazione dei bambiniimmigrati, nei servizisanitari, nei commissariatidi polizia, nei tribunali, nellecarceri, negli uffici pubblicie anche nei sindacati e nelleassociazioni di categoria.
Quali requisiti devonopossedere “i futuri”mediatori?
Oltre la propria culturad’origine, il mediatore“immigrato” deve avereun’ottima conoscenza dellalingua e della cultura italiana.Viceversa il mediatoreitaliano deve avere ben
chiara la realtà culturale esocio-economica dei paesidi provenienza degliimmigrati e del propriopaese.Sono anche indispensabili
particolari conoscenze, inrelazione al contesto in cuisi trova a operare. Unesempio è la conoscenzadella legislazione italiana
- specie inmateria diimmigrazione - ele sue modalità diattuazione. Nonmeno importanteè quella deisettori sanitarioed educativo.Infine, un’altra
caratteristicanecessaria è chedebba avere unabuonapredisposizionealle relazioniumane, elevatecapacità dicomunicazione,competenza nelletecniche dicomunicazione,conduzione e
risoluzione dei conflitti.Necessitano inoltre grandidoti di riservatezza perinstaurare con l’utente lacosiddetta empatia,importante per una buonamediazione. Mettersi neipanni dell’utente, senzatuttavia coinvolgersiemotivamente.
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“La musica sveglia il tempo”,saggio di Daniel Barenboim
Una riflessione sulla forzadella musica e sul suo rapportocon la saggezza
di Maria Beatrice Protino
Si tratta di un librosingolare, che lo stessoautore definisce permusicisti e per non-musicisti:
«Piuttosto un libro perle menti curiose di scoprirele corrispondenze framusica e vita, e lasaggezza che diventacomprensibile all’orecchiopensante […] Sonoconvinto che svilupparel’intelligenza dell’orecchiosia una necessitàfondamentale».
Edito da Feltrinelli nel 2007,è un libro in cui l’autore,se nella prima parte fa unariflessionesull’esperienza musicale,nella seconda passaall’esame degli assunti citatiattraversando la filosofiaspinoziana, per poisoffermarsi sul raccontodella straordinariaesperienza dell’orchestraWest-Eastern Divan - dalui stesso fondata - cheraccoglie musicistiprovenienti da Israele, dallaPalestina e da altri paesiarabi. Un’orchestra che,come sottolinea lo stessoautore, si fa provatangibile di come lacultura favorisca icontatti fra le persone ele avvicini,promuovendone i processidi inclusione e di reciprocorispetto.
Barenboim inizia col darela definizione della parola“musica”, e si affida allaprecisione e all’obiettivitàdi Ferruccio Busoni – ilgrande pianista ecompositore italianovissuto a cavallofra il 1800 e il1900 che ladefinì appunto“aria sonora” –,nellaconsapevolezzache parlaredavvero dimusica sia inrealtà“impossibile”, ma“tentarel’impossibile micomunica unasensazione dienergia chetrovo assaiattraente”. Anzi,il suo tentativoè addiritturaquello di porre in strettacorrelazione“l’inesprimibilecontenuto della musicacon l’inesprimibilecontenuto della vita”,come per trovare nell’ideadella musica un modello perla società. Affascinante lariflessione sul fenomenofisico del “suono” e sullametafora della vita che loscrittore riesce a cogliere.Scrive:
«Ecco subito una dellemaggiori difficoltà che
incontriamo nel cercare didefinire la musica: essa siesprime attraverso ilsuono, ma esso in sé nonè ancora musica, ma soloil mezzo tramite cui civiene trasmesso il
messaggio dellamusica, ovvero ilsuo contenuto».Il suono è unarealtà che,osservataobiettivamente,«scompareappena cessa: èeffimero […] esvanisce nelsilenzio».
Dunque, lastrettacorrelazione trasuono e silenzio:
«la prima notanon rappresental’inizio, ma
proviene dal silenzio chela precede. […] Quindi,l’ultima nota deve esserecollegata al silenzio che lasegue. Sotto questoaspetto, la musica è lospecchio della vita:entrambe cominciano dalnulla e finiscono nel nulla».
Questo implicherà, a suavolta, una riflessionesuccessiva ancora piùintensa: «Nel mondo deisuoni, neanche la morte ènecessariamentedefinitiva», nel senso che
Daniel Baremboim
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“La musica sveglia il tempo”,saggio di Daniel Barenboim
Una riflessione sulla forzadella musica e sul suo rapportocon la saggezza
di Maria Beatrice Protino
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Quello di DanielBarenboim è un libro
per le menticuriose
di scoprirele corrispondenze
fra musicae vita,
tra la potenzadella musica
e la saggezza,che diventa
comprensibileall’orecchiopensante
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cede il suo posto alla notasuccessiva. Questofenomeno, che chiamiamocon l’espressione italiana“legato”, “in musicagarantisce l’espressivitàdell’esecuzione ed è data dalcollegamento fra le note,tale per cui s’impedisce auna nota di sviluppare il suoio naturale, ovvero didiventare tanto importanteda mettere in ombra la notaprecedente. Ogni nota deveessere consapevole di sé maanche dei propri limiti”. Epoi, anche questa volta, unparallelo con la vita:
«Le stesse regole che siapplicano agli individui nellasocietà, si applicano anchealle note musicali. Per l’uomoè necessario contribuire allasocietà in manieraindividuale; ciò fa sì chel’intero sia maggiore dellasomma delle parti.
Individualismo ecollettivismo non devonoessere reciprocamenteesclusivi: insieme riescono
a potenziare l’esperienzaumana».
Barenboim sottolineala forza, il potere dellamusica, capace dirivolgersi a tutte lesfaccettaturedell’essere umano: allaparte animale, emotiva,intellettuale e spirituale.Come accade, infatti, frale note di unpentagramma, anche lequestioni personali,sociali e politiche nonsono indipendenti fraloro, ma anzi, siinfluenzano a vicenda:«pensiero logico edemozioni intuitive devono
coesistere costantemente.La musica insegna che tuttoè collegato».
Approfondimenti
Daniel Barenboim
Nasce a Buenos Aires, nel1942. A sette anni dà il suoprimo concerto ufficiale nellasua città. Nel 1952 sitrasferisce con la famiglia inIsraele.A dieci anni debutta come
pianista a Vienna e a Roma,poi a Parigi e a Londra e NewYork nel 1957, sotto ladirezione di LeopoldStokowski. Da allora inizianole sue regolari tournée inEuropa, negli Stati Uniti, inSud America, in Australia ein Estremo Oriente.La sua carriera è piena di
riconoscimenti e successi: èstato Direttore musicaledell’Orchestre de Paris,Direttore musicale dellaChicago SymphonyOrchestra, sino alriconoscimento di Direttoreprincipale a vita dellaStaatskapelle di Berlino.Nel 1999 fonda, insieme a
Edward Said, la West-Eastern Divan orchestra,formata da giovani musicistid’Israele e dei Paesi Arabi.Nel 2007 è stato onorato
in Giappone del PraemiumImperiale per la Cultura e leArti e nominatoAmbasciatore delle NazioniUnite per la Pace dalSegretario generale Ban KiMoon.
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Copertina del saggio "La musica sveglia il tempo"
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Il “giallo” si tinge di impegnocivile con Piero Grima
Tra omicidi e indaginilo scrittore descrivevizi e virtù del Salento
di Rossella Bufano
Anche “l’appuntamento conl’assassino” può essereun’occasione di cittadinanzaattiva.“Appuntamento con
l’assassino” è iltitolo dell’ultimoromanzo di PieroGrima (Besaeditrice), autore diuna serie di gialliche hanno comeprotagonista ilcommissarioSantoro.Parallela alla
storia deipersonaggi, lanarrazione svelal’anima deisalentini e delSalento. Loscrittore tra uninterrogatorio el’altro, unascoperta e unaconfessione, denuncia alcunimali della società locale e alcontempo ne dipinge gliaspetti più profondi.Tra i primi, viene più volte
ribadito lo spirito omertosoche rende difficile ogniinchiesta: «l’omertà daquelle parti era una verapestilenza».La vittima è un docente
universitario e, poiché leindagini si svolgonosoprattutto in dipartimento,emergono le dinamiche dinepotismo che affliggonol’ateneo. Dove spesso nonsono le capacità, ma il poterea determinare l’ascesa deisoggetti. Il collaboratore
della vittima racconta alcommissario: «sarànominato direttoredell’Istituto chi ha maggioriraccomandazioni, non certo
chi ha maggiorimeriti o titoliscientifici …purtroppo le cosevanno così». E ilnarratore, cheesprime lasensibilità delcommissario,commenta: «chetristezza… affidarein mano a quattropoliticanti l’interavita di unaprestigiosauniversità… chissàquando maisarebberocambiate le cose!».L’abilità
dell’autore sta nelfar “passare” la denuncianon solo attraverso ipersonaggi che destanosimpatia, ma ancheattraverso quelli sospettati,come un giovane che siritrova dapprima in cassaintegrazione e poidisoccupato. Ed ecco chenon manca il riferimento allacrisi economico-occupazionale, alla difficoltàa vincere concorsi in polizia,mentre per il commissarioera stato sufficienteparteciparvi e, infine, allemorti bianche.Accanto ai disagi quotidiani
che affliggono un po’ tuttal’Italia, ci sono quelli che
connotano in particolareLecce, il traffico «selvaggioche nessunaamministrazione comunaleera stata mai capace dirisolvere».Né mancano, infine, le
riflessioni sul cambiamentodi costumi, soprattutto, neirapporti interpersonali, cheper il commissario sonoormai improntati a una certasuperficialità.Eppure non è tutto
negativo. Tra una sortita el’altra dei nostri protagonisti,appare allo sguardo dellettore un’accoratadescrizione del paesaggio edel patrimonio artistico-architettonico del territorio.E tra una pausa e l’altra diSantoro e del suo fidato LoPalco, si profilano le ricettepiù antiche. Ma l’elementoche caratterizza ilcommissario è la sua«abitudine di rifarsi allacultura popolare dei detti edei proverbi che, a suogiudizio, trasudavanosaggezza e buonsenso, che,ahimè mancavanonell’attuale società divoratada una routine cinica etravolgente». Tra quelli a luipiù cari: un miglio sicostruisce un passo dopol’altro.E anche il contributo che
ognuno di noi può dare inqualità di cittadino è comeuno di quei passi che aiutanoa percorrere il miglio...
“Appuntamento con l'assassino”
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Il “giallo” si tinge di impegnocivile con Piero Grima
Tra omicidi e indaginilo scrittore descrivevizi e virtù del Salento
di Rossella Bufano
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Santoro avevasempre idealizzatoil “Maestro” che
considerava il veroeducatore
e formatoredei giovaniuna sorta
di modernoMentore… invece
ormainell’università
a tutto si pensavatranne che
a educare i giovani
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Studio di Demetrio Paparonisull’arte contemporanea
Quando l'arte mancadi risposte
di Maria Beatrice Protino
«L’arte contemporanea hasmesso di essereavanguardia e ha operatoun radicale ritorno all’ordine?Gli artisti più noti della scenaattuale sonoespressione dellacultura ufficiale?La figura delcritico èscomparsa,schiacciata traquella delmercante e quelladel curatore?»Sono questi alcunidei temi trattati daDemetrio Paparoni– tra i maggioricritici d’arteitaliani – nel libroedito da NeriPozza Editore nel2005, “L’artecontemporanea e il suometodo”, è dedicato a unattento esame sullecaratteristiche dell’arteattuale e su com’ècambiata la dinamicaideologica nell’arte nelcorso del Novecento.Paparoni parla di un
caustico “richiamo all’ordine”come caratteristicafondamentale dell’arte dioggi, ancora legataall’estetica e alla poetica, oaddirittura alle ideologieprogressiste delle cosiddetteAvanguardie storiche –Simbolismo, Cubismo,Astrattismo, Dadaismo,Surrealismo – affermatesitra Ottocento e Novecento,nonostante si tenti di
negarne espressamente omeno i presupposti. Se, infatti,le avanguardie storicherifiutavano la tradizione ela cultura ufficiali, l’arte
attuale sembracompiere ilpercorso opposto.In tal modo nega ase stessa quel ruoloinvece magistraleche dovrebbeesserle connaturato,cioè farsiespressione dellasocietàcontemporanea.Scrive Paparoni:
«L’arte attualeesprime il sociale ele scoperte chehanno caratterizzatol’inizio del secolo
scorso: la consapevolezzadell’esistenza dell’inconscio, isistemi ideologici e le grandirivoluzioni scientifiche epolitiche di cui ancora oggirimane traccia. Non esprime,invece, quanto meno non inmodo radicale, le rivoluzionidel nostro tempo, prime fratutte la cibernetica e Internet,la cui conseguenza piùevidente sul piano sociale epolitico è nel rafforzamentodella perversità dei processidi globalizzazione, cioè ladiffusione su scala planetariadell’ideologia del capitalismodi mercato, dei principi dellademocrazia occidentale e dellemerci».Al contrario, se le
avanguardie del primo
Novecento sirapportavano a una éliteculturale votata allasperimentazione, quelleattuali si rivolgono allemasse e da esse rimangonoschiacciate. Certo, il livelloculturale delle classi medieè elevato, ma il possesso ela comprensione dell’artespesso costituiscono ilraggiungimento di uno statussymbol: «Il ricatto delleavanguardie secondo cui “chinon capisce è ignorante”gioca a sfavore dell’artenuova perché, piuttosto cheindurre alla suacomprensione, “alimenta lemistificazioni”». Molti deiprotagonisti dell’arteattuale sono divenutipopolari grazie ai media,per cui appaiono in tv, inprogrammi di gossip,occupano le pagine dirotocalchi, dalle loro operesi ottengono gadget. «Laconseguenza è che gli artistitra i più interessanti sullascena internazionale degliultimi decenni, comeMatthew Barney, DamienHirst, Maurizio Cattelan […]di fatto sono espressionedella cultura ufficiale». Bastaqualche esempio: «RobertGober affascina perché ci haincantato il surrealismo eabbiamo assimilato le operedi René Magritte; MaurizioCattelan per il suo riprenderein chiave attuale le strategiedi Filippo TommasoMarinetti; […] John Currinper il richiamo al classicismo
Il libro “L'arte contempraneae il suo metodo”
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Studio di Demetrio Paparonisull’arte contemporanea
Quando l'arte mancadi risposte
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L’arte ha smessodi essere
avanguardia?Gli artisti sono
espressionedella cultura
ufficiale? DemetrioPaparoni,
tra i maggioricritici d’arte
italiana, sostieneche l’arte non è più
in gradodi dare risposte
alla società
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sempre presente nell’operadi Picasso».Si pensi, invece, a opere
come quelle di Paul Cézanne(in particolare “Le MontSaint-Victoire”, “Les GrandesBaigneuses”) o di PabloPicasso (“Les demoissellesd’Avignon”) o di UmbertoBoccioni (“Forme unichedella continuità nello spazio”)che, sottolinea l’autore, nonrappresentanosemplicemente laRivoluzione industriale informa simbolica ometaforica, o la scopertadell’inconscio, la rivolta versoi valori borghesi o ancoraaltro, ma sono molto di più:«In esse si avvertiva lacesura verso il passato, latensione dello strappo, lamentalità nuova chesostituisce la vecchia.Utilizzando linguaggi e formeche si identificavano con lamodernità, con le tensioniche scuotevano la società diallora».Oggi, l’artista si fa
invece imprenditore di sestesso, in quanto haassimilato ormai la mentalitàdel nostro tempo, che lo hareso narcisista. Ha legato ilsuo fare arte a un concettodi autostima estraneo,diversamente dagli artistidelle avanguardie del
Novecento. In una società acapitalismo avanzato ilvalore economico di una
merce diventa unità dimisura per valutarne laqualità, per cui “il denaroha diritto di vita e dimorte sull’arte”. Questovincola l’artista a un rapportodi dipendenza col potereeconomico, rappresentatomagari dal gallerista o dalcollezionista e, più ingenerale, dal sistema dellibero mercato: “L’idea cheil valore delle cose si misuriin soldi implica che più
l’opera d’arte costa (e vieneglorificata nei maggiorimusei) più il suo messaggiorisulterà incisivo”.La conclusione cui giunge
Paperoni constanell’auspicare il superamentodi questa finzione, tale percui l’artistacontemporaneo possarecuperare quella dignitàtanto forte ed essenziale,tipica dei protagonisti delleavanguardie storiche.
Approfondimenti
Demetrio Paparoni
Demetrio Paparoni(Siracusa 1954) vive aMilano.Critico d’arte, saggista e
curatore di mostre, è autoredi libri teorici sull’artecontemporanea e dimonografie.Nel 1983 ha fondato la
rivista d’arte “Tema Celeste”,che ha diretto fino al 2000.È stato tra l’altro
commissario al padiglioneitaliano della Biennale diVenezia del 1993.È professore di storia
dell’arte contemporanea allaFacoltà di architettura diCatania.
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Demetrio Paparoni
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“Paula ” di Isabel Allende
La scrittura cometerapia dal dolore
di Eliana De Giorgio
Paula è un romanzo diIsabel Allende pubblicato perla prima volta in Spagna nel1994. Nasce da un episodiodoloroso vissuto dallascrittrice. L'improvvisamalattia che nel dicembre1991 colpì la figlia Paula,appena ventottenne,conducendola nel giro di unanno al coma e alla morte.La vicenda prende avvio dalricovero di Paula in un
ospedale a Madrid, città incui viveva col marito Ernesto,per concludersi a SanFrancisco nella casa diAllende, dove era stata piùtardi trasferita vistal’irreversibilità della suamalattia.
Un’autobiografia informa di dialogo
La madre affianca sua figliadurante il coma, comunicacon leiattraverso unraccontoininterrotto chetocca momentidella sua vita edi quella deisuoi familiari eche proseguenella stanza dialbergo doveella alloggia escrive. Da questi scritti e daquelli successivi di SanFrancisco prenderà forma ilromanzo, una sorta diautobiografia dell’autrice informa di dialogo con suafiglia Paula. La narrazioneoscilla tra passato epresente, dalle descrizionidei suoi familiari, le cui figurevengono evocate e fatterivivere attorno a Paula, airicordi di infanzia e gioventùdella scrittrice stessa, allevicende storiche del Cile (ilgolpe, la dittatura, l’esilio)fino al dolore del presentevissuto in una stanzad’ospedale.
Un racconto senza veli,fra la vita e la morte
In queste pagine l’autricesi svela al lettore nelle suefragilità, preoccupazioni,sentimenti, paure e lotrascina all’interno dellastoria, che è la “sua” storia
ma che è anche un po’ lastoria di ognunonell’affrontare le difficoltàdella vita. Il romanzo èdenso di riflessioni sulla
morte, che ne esceperò quasitrasfigurata, avvoltada un alone di luce,quasi costituisse ilpassaggio ad unanuova realtà, piùricca di quellapresente. Ma vi sonoanche pagine densedi vita, di pensieri,paure, amori, saggi
consigli e presenze chearricchiscono la vita. Inquesto libro così intimo sisegue la vita di una scrittriceche all’improvviso diventauna di noi, con le nostreesitazioni, insicurezze epensieri e che culmina nellasua presa di coscienza finalee nella realizzazione del suodestino: la scrittura.Compiere un atto di forzaper riconoscere la propriaessenza: è in questadirezione che portano questepagine preziose.
“Appuntamento con l'assassino”
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“Paula ” di Isabel Allende
La scrittura cometerapia dal dolore
di Eliana De Giorgio
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La scrittrice si rivolge alla figlia
ventottenne in coma, nel
tentativo disperato di trattenerla
ancorata alla vita e alla realtà
Isabel Allende, la scrittrice