09 gennaio 2009

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Strade nuove pag. 1 STraDE NUOVE Giornalino a cura dellA.C. parrocchiale san Giuseppe artigiano anno I - n. 9 - mensile gennaio 2009 Redazione parrocchia San Giuseppe Artigiano diffusione interna Materiali e collaborazioni si intendono forniti a titolo gratuito Messaggio del parroco Messaggio del parroco Messaggio del parroco Messaggio del parroco Questo numero del giornalino cade a conclusione della settimana di preghiera per l'unità dei cristiani e nel giorno in cui la Chiesa celebra la festa della conversione di san Paolo. Conversione significa cambiamento, nuova direzione alla propria esistenza, per vivere secondo il cuore di Dio. L'Apostolo Paolo non è stato sempre un apostolo! Nella sua vita c'è stato un momento importante, quello della conversione. E la festa di quest'anno cade in un anno speciale, quello che stiamo vivendo, e che è tutto dedicato a San Paolo. Siamo infatti nell'anno giubilare paolino, cioè festeggiamo i 2000 anni dalla nascita di San Paolo! L'Apostolo Paolo è importantissimo per la vita della Chiesa! Il suo impegno di missionario, coraggioso e instancabile; le sue parole piene di sapienza; il suo cuore pieno di amore per Gesù, hanno aiutato i primi credenti a crescere nella fede, a comprendere sempre meglio il mistero d'amore per Dio. Hanno aiutato i primi gruppi di cristiani a diventare, piano piano, delle vere comunità, cioè la Chiesa. Voglia il Signore aiutarci ad essere, come San Paolo, autentici e instancabili testimoni di Cristo Gesù, impegnati quotidianamente nella costruzione del Regno di Dio. don Salvatore Camillo parroco don Salvatore Camillo parroco don Salvatore Camillo parroco don Salvatore Camillo parroco ALLA LARGA DAI BUGIARDI...E DA CHI FA PROMESSE DA MARINAI Qualcuno ricorderà in uno dei primi numeri di STRADE NUOVE l'articolo “HO SOGNATO UN CAMPO SPORTIVO”, avevo utilizzato un modo ironico per dire la verità di ciò che era accaduto e cioè della presa in giro di questa amministrazione relative alle promesse fatte al nostro parroco circa la sistemazione del cosiddetto “campetto” lasciato in completo stato di abbandono, candidato a discarica a cielo aperto dove l'unico che ringrazia è il cavallo che spesso viene tenuto nel recinto. Non è più tempo di scherzare ma, in prospettiva delle prossime elezioni amministrative, abbiamo il dovere di capire e scovare chi si candida a prenderci in giro. STRADE NUOVE, è pronto a chiedere ai futuri candidati di tutti gli schieramenti atti concreti - non promesse - e nemmeno solo idee, quelle le abbiamo anche noi! Dobbiamo pretendere che chi si candida non sia solo espressione di “faccia pulita” prestata a questo o quello schieramento ma, abbia la personale consapevolezza di ciò che si accinge ad amministrare (debiti, crediti, patrimonio, pendenze legali in corso, problematiche territoriali ecc.). Non è ammissibile che dopo essere stati eletti si pianga sulla eredità ricevuta dai predecessori. continua a pag. 6 SOMMARIO: Messaggio del parroco essaggio del parroco essaggio del parroco essaggio del parroco Editoriale ditoriale ditoriale ditoriale pag.1 pag.1 pag.1 pag.1 Agor gor gor gorà Azione cattolica Azione cattolica Azione cattolica Azione cattolica meeting di taize meeting di taize meeting di taize meeting di taize pag.2 pag.2 pag.2 pag.2 weekend educatori ACR weekend educatori ACR weekend educatori ACR weekend educatori ACR Ministranti Ministranti Ministranti Ministranti pag.3 pag.3 pag.3 pag.3 Una finestra sui cristiani Una finestra sui cristiani Una finestra sui cristiani Una finestra sui cristiani poesia poesia poesia poesia Pag.4 Pag.4 Pag.4 Pag.4 San Giuseppe San Giuseppe San Giuseppe San Giuseppe Pag.5 Pag.5 Pag.5 Pag.5 Articoli Articoli Articoli Articoli Pag.6 Pag.6 Pag.6 Pag.6 Il buon samaritano l buon samaritano l buon samaritano l buon samaritano Pag.7 Pag.7 Pag.7 Pag.7 Sulla strada del vangelo Sulla strada del vangelo Sulla strada del vangelo Sulla strada del vangelo pag. pag. pag. pag.8 Editoriale Editoriale Editoriale Editoriale Visita il sito: www.stradenuove.altervista.org

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Strade nuove pag. 1

STraDE NUOVE

Giornalino a cura dell’A.C. parrocchiale san Giuseppe artigiano

anno I - n. 9 - mensile gennaio 2009

Redazione parrocchia San Giuseppe Artigiano diffusione interna

Materiali e collaborazioni si intendono forniti

a titolo gratuito

Messaggio del parrocoMessaggio del parrocoMessaggio del parrocoMessaggio del parroco

Questo numero del giornalino cade a conclusione della settimana di

preghiera per l'unità dei cristiani e nel giorno in cui la Chiesa celebra la

festa della conversione di san Paolo. Conversione significa cambiamento, nuova

direzione alla propria esistenza, per vivere secondo il cuore di Dio.

L'Apostolo Paolo non è stato sempre un apostolo! Nella sua vita c'è stato un momento

importante, quello della conversione.

E la festa di quest'anno cade in un anno speciale, quello che stiamo vivendo, e che è

tutto dedicato a San Paolo. Siamo infatti nell'anno giubilare paolino, cioè festeggiamo i

2000 anni dalla nascita di San Paolo!

L'Apostolo Paolo è importantissimo per la vita della Chiesa!

Il suo impegno di missionario, coraggioso e instancabile; le sue parole piene di

sapienza; il suo cuore pieno di amore per Gesù, hanno aiutato i primi credenti a

crescere nella fede, a comprendere sempre meglio il mistero d'amore per Dio. Hanno

aiutato i primi gruppi di cristiani a diventare, piano piano, delle vere comunità, cioè la

Chiesa.

Voglia il Signore aiutarci ad essere, come San Paolo, autentici e instancabili testimoni

di Cristo Gesù, impegnati quotidianamente nella costruzione del Regno di Dio.

don Salvatore Camillo parrocodon Salvatore Camillo parrocodon Salvatore Camillo parrocodon Salvatore Camillo parroco

ALLA LARGA DAI BUGIARDI...E DA CHI FA

PROMESSE DA MARINAI Qualcuno ricorderà in uno dei primi numeri di STRADE NUOVE

l'articolo “HO SOGNATO UN CAMPO SPORTIVO”, avevo

utilizzato un modo ironico per dire la verità di ciò che era

accaduto e cioè della presa in giro di questa amministrazione

relative alle promesse fatte al nostro parroco circa la

sistemazione del cosiddetto “campetto” lasciato in completo

stato di abbandono, candidato a discarica a cielo aperto dove

l'unico che ringrazia è il cavallo che spesso viene tenuto nel

recinto.

Non è più tempo di scherzare ma, in prospettiva delle

prossime elezioni amministrative, abbiamo il dovere di capire

e scovare chi si candida a prenderci in giro.

STRADE NUOVE, è pronto a chiedere ai futuri candidati di tutti

gli schieramenti atti concreti - non promesse - e nemmeno

solo idee, quelle le abbiamo anche noi!

Dobbiamo pretendere che chi si candida non sia solo

espressione di “faccia pulita” prestata a questo o quello

schieramento ma, abbia la personale consapevolezza di ciò

che si accinge ad amministrare (debiti, crediti, patrimonio,

pendenze legali in corso, problematiche territoriali ecc.).

Non è ammissibile che dopo essere stati eletti si pianga sulla

eredità ricevuta dai predecessori.

continua a pag. 6

SOMMARIO:

MMMMessaggio del parroco essaggio del parroco essaggio del parroco essaggio del parroco EEEEditoriale ditoriale ditoriale ditoriale

pag.1pag.1pag.1pag.1 AAAAgorgorgorgorà

Azione cattolicaAzione cattolicaAzione cattolicaAzione cattolica meeting di taize meeting di taize meeting di taize meeting di taize pag.2pag.2pag.2pag.2 weekend educatori ACRweekend educatori ACRweekend educatori ACRweekend educatori ACR MinistrantiMinistrantiMinistrantiMinistranti pag.3pag.3pag.3pag.3 Una finestra sui cristianiUna finestra sui cristianiUna finestra sui cristianiUna finestra sui cristiani poesia poesia poesia poesia Pag.4 Pag.4 Pag.4 Pag.4 San Giuseppe San Giuseppe San Giuseppe San Giuseppe Pag.5 Pag.5 Pag.5 Pag.5 Articoli Articoli Articoli Articoli Pag.6Pag.6Pag.6Pag.6 IIIIl buon samaritano l buon samaritano l buon samaritano l buon samaritano Pag.7Pag.7Pag.7Pag.7

Sulla strada del vangelo Sulla strada del vangelo Sulla strada del vangelo Sulla strada del vangelo pag.pag.pag.pag.8888

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Strade nuove pag. 2

DOMENICA 18 GENNAIO LE AC DI TUTTO IL MONDO IN PREGHIERA PER LA PACE IN TERRA SANTA

“Chiedo anche a voi di pregare

per la fine del conflitto nella striscia di

Gaza”

L’Azione Cattolica Italiana con tutte le

AC del mondo si unisce al Santo Padre

Benedetto XVI e ai fedeli delle Chiese

cristiane di Gerusalemme in preghiera

per la fine del conflitto nella striscia di

Gaza.

Dall’Angelus del 4 gennaio

I Patriarchi ed i Capi delle Chiese

cristiane di Gerusalemme oggi, in tutte

le Chiese della Terrasanta, invitano i

fedeli a pregare per la fine del conflitto

nella striscia di Gaza e implorare

giustizia e pace per la loro terra. Mi

unisco a loro e chiedo anche a voi di fare

altrettanto, ricordando, come essi

dicono, "le vittime, i feriti, quanti hanno

il cuore spezzato, chi vive nell'angoscia e

nel timore, perché Dio li benedica con la

consolazione, la pazienza e la pace che

vengono da Lui".

Le drammatiche notizie che ci giungono

da Gaza mostrano quanto il rifiuto del

dialogo porti a situazioni che gravano

indicibilmente sulle popolazioni ancora

una volta vittime dell’odio e della

guerra.

La guerra e l’odio non sono la soluzione

dei problemi.

Lo conferma anche la storia più recente.

Preghiamo, dunque, affinché

"il Bambino nella mangiatoia...

ispiri le autorità e i responsabili

di entrambi i fronti, israeliano e

palestinese, a un’azione immediata per

porre fine all’attuale tragica situazione".

Accogliendo le parole del Santo Padre

la Presidenza Nazionale dell’Azione

Cattolica Italiana invita tutte le

associazioni diocesane e parrocchiali a

unirsi nella comune preghiera per la

Terra Santa.

Anche quest’anno ho partecipato

all’esperienza del meeting proposto

dalla comunità di Taizè (dopo Milano nel

2006, Zagabria nel 2007 e Ginevra nel

2008), insieme ad altri 6 giovani: tre

della nostra parrocchia, Luigi, Tiziano e

Giovanni e tre ragazzi della parrocchia

Sacra Famiglia, Massimo, Andrea e Nico.

La comunità di taizé, una comunità

ecumenica di frati cattolici e di diverse

origini evangeliche, organizza alla fine di

ogni anno un meeting, chiamato

“pellegrinaggio di fiducia sulla terra”, in

una città europea che raccoglie migliaia

di giovani da tutta Europa (quest’anno

circa quarantamila).

Cosa dire di questa esperienza che ogni

.

anno dà sempre emozioni nuove,

trovarsi in una città straniera insieme a

migliaia di giovani che sono lì per

pregare, per condividere insieme la fede

cristiana, anche se non tutti siamo

cattolici. Ma proprio questa è la

bellezza, in quei giorni lo stare insieme

va oltre le differenze storiche che hanno

portato alla divisione dei cristiani, anzi

permette di entrare in contatto con le

loro realtà, come ad esempio lo scorso

anno a Ginevra, siamo stati ospitati da

una comunità protestante, dove la

domenica abbiamo partecipato alla loro

celebrazione eucaristica.

Tante sono le cose belle da raccontare,

non passa di certo inosservata

un’ondata benevola di ragazzi che

colorano la città in pochi giorni e che

lasciano un messaggio di speranza alle

persone che abitano lì, e soprattutto a

coloro che hanno aiutato

nell’organizzazione del meeting e alle

famiglie che hanno messo a disposizione

le loro case per ospitarci. Quest’ultima è

proprio una delle cose più belle di

questa esperienza, essere ospitati in una

famiglia, che non conosci, ma che in

pochi giorni ti fanno sentire a casa tua,

si mettono a disposizione per farti

trovare tutto perfetto, ti danno fiducia

(ci hanno dato anche le chiavi di casa), e

condividono con noi le loro tradizioni.

L’unica nota “negativa” è proprio la

scarsa partecipazione dei giovani della

nostra diocesi, che preferiscono

festeggiare il solito capodanno (bello

anche quello, ma uguale ogni anno)

piuttosto che partecipare a un

esperienza bellissima, nel quale si riesce

a socializzare con ragazzi di altre nazioni,

giocare, cantare e condividere con loro

vari momenti della giornata.

La speranza è proprio questa, quella di

riuscire ad essere più numerosi il

prossimo anno a Poznan, in Polonia, per

partecipare a questo “pellegrinaggio di

fiducia sulla terra”.

Gabriele Camillo

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Strade nuove pag. 3

Noi animatori e responsabili ACR

abbiamo partecipato al “week-end

formativo” proposto dall’azione

cattolica diocesana che si è svolto nei

locali del seminario.

Sabato 10 gennaio, ci siamo incontrati

con altri animatori e responsabili per

dare inizio al week-end. Subito dopo

l’accoglienza, abbiamo ascoltato prima

un responsabile e poi don Antonio, che

ci hanno illustrato cosa c’è alla base di

un gruppo ACR e quale comportamento

dobbiamo assumere noi, animatori e

responsabili, nei confronti dei ragazzi.

Per essere veramente animatori ed

educatori di un gruppo dobbiamo

seguire due elementi: vangelo e vita.

Questo significa che partendo dal

vangelo e dai suoi insegnamenti,

dobbiamo entrare nella vita dei ragazzi,

non solo di passaggio, ma per

accompagnarli sempre, e quindi

conoscerli non solo nell’ora d’incontro.

Di seguito abbiamo celebrato i vespri

nella cappella del seminario; quindi c’è

stata una divertente cena tutti insieme e

un gioco, i cui premi erano parole

importanti che devono essere

.

necessariamente presenti in un gruppo.

Infine, dopo il gioco, alcuni, tra cui noi,

sono tornati a casa; altri invece sono

rimasti per la notte.

Dobbiamo entrare nella loro vita in

senso positivo, aiutandoli a esporre i

loro problemi, a fidarsi di noi e a sapere

che per loro saremo sempre presenti.

Il giorno dopo, domenica 11 gennaio, ci

sono stati i laboratori: siamo stati divisi

in gruppi. Ogni gruppo è stato diviso

ancora in altri tre gruppi determinati

dalle fasce di età dei ragazzi di cui ci si

occupa: io ero con gli animatori dei

bambini dai 9 agli 11 anni.

Ad ogni gruppo è stato assegnato un

passo del vangelo diverso da leggere,

con una piccola spiegazione; bisognava

organizzare un momento di preghiera

adatto ai ragazzi, cercando di spiegare

quel passo mediante elementi comuni

alla loro vita quotidiana, vivacizzando il

momento di preghiera con canti e

fissando le idee su cartelloni. Al mio

gruppo era stato assegnato il passo del

vangelo del buon samaritano. Abbiamo

pensato di strutturare così un momento

di preghiera: Canto, lettura del passo

con il commento del parroco; poi

mostrare ai ragazzi un cartellone su cui

era rappresentato Gesù con un medico

che gli chiede chi è il suo prossimo e con

la risposta di Gesù; e alla fine un segno

ai ragazzi, un foglietto a forma di

impronta di scarpa, che rappresenta i

passi da compiere per arrivare a Gesù;

ad esempio su questo foglietto i ragazzi

possono scrivere chi ritengono sia il

proprio prossimo; e alla fine un canto

che chiuda il momento di preghiera.

A conclusione di questo week-end c’è

stata la messa celebrata da don Antonio,

quindi i saluti ed il ritorno a casa pieni di

positività e proposte.

Questa esperienza per me è stata molto

significativa e costruttiva, essendo alla

mia prima esperienza di animatrice e

non avevo le idee molto chiare in

proposito, l’unica cosa che sapevo è che

non è un compito facile. Incontrare

ragazzi della mia età e più grandi, e

ascoltare la parola di chi ha più

esperienza è stato utile. Ho capito che

essere animatrice non vuol dire solo

tenere a bada un gruppetto di ragazzi e

farli giocare ma vuol dire tentare di

insegnare loro attraverso il gioco, che

vicino a noi c’è un prossimo da amare,

rispettare, aiutare. Ognuno di noi è il

prossimo del suo vicino e quindi come io

ho bisogno del mio prossimo così il mio

vicino ha bisogno di me.

Queste cose, non facili, ne da dire e ne

da fare, se davvero lo vogliamo anche

noi, educatori e animatori della nostra

parrocchia, “ i magnifici 10”, ci possiamo

riuscire.

Antonella animatrice ACR

Ciao amici! C'eravamo lasciati l'anno

scorso con il secondo posto (nella

Diocesi!) al Congresso dei Ministranti,

che si è svolto a San Paolo di Civitate.

Da allora ne sono successe di cose!!!

Alla ripresa delle attività purtroppo

siamo rimasti senza responsabile perchè

Pina, che ormai da anni guidava i

chierichetti, con grande dispiacere non

ha potuto seguire il nostro gruppo, a

causa di gravi problemi familiari.

Don Salvatore ha chiesto ai catechisti di

prendere la guida del gruppo, ma

nessuno ha accettato perchè non si

sentiva all'altezza di un compito così

importante.

Nonostante ciò i più grandi del nostro

gruppo non si sono scoraggiati e hanno

continuato a tenere gli incontri il sabato

pomeriggio, mantenendo così, con

grande senso di responsabilità, la

continuità del gruppo.

Inoltre siamo riusciti a crescere, con

l'arrivo di due nuovi ministranti, ed

abbiamo partecipato ad alcuni incontri

diocesani, che anche quest'anno si

tengono presso il Seminario. Quando

sembravamo ormai destinati a rimanere

senza responsabile, è arrivata una

notizia sensazionale, che ha riempito di

gioia il cuore di tutti: PINA RIPRENDE LA

GUIDA DEL GRUPPO MINISTRANTI!!!

E ora con grande entusiasmo

cercheremo di continuare più

serenamente il nostro cammino.

Il gruppo ministranti

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Strade nuove pag. 4

La settimana di preghiera per l’unità

dei cristiani

Carissimi Amici,

è provvidenziale il fatto che inizio questa

serie di articoli avranno come tema

centrale l’ecumenismo, nel pieno della

settimana di preghiera per l’unità dei

cristiani. Infatti da cento ed uno anni

ormai, dal 18 al 25 gennaio la Chiesa

universale si riunisce per pregare per

l’unità di tutti i cristiani, sull’esempio di

Gesù, che nell’orto del Getsemani a

pochi istanti dal suo arresto così pregò:

«Io non ti prego soltanto per questi miei

discepoli, ma prego anche per altri, per

quelli che crederanno in me dopo aver

ascoltato la loro parola. Fa’ che siano

tutti una cosa sola: come tu, Padre, sei

in me e io sono in te, anch’essi siano in

noi. Così il mondo crederà che tu mi hai

mandato» (Gv. 17, 20–21 trad.

interconfessionale)

Una piccola precisazione, lo so che per

voi è superflua e scontata, ma non

voglio che nessuno si lasci prendere da

libere interpretazioni: quando si parla di

cristiani si intendono i cattolici (che

siamo noi), i protestanti e gli ortodossi.

Tutte queste tre confessioni religiose

hanno ricevuto ed accolto il messaggio

di salvezza portatoci da Cristo, per

questo ci chiamiamo cristiani.

In questo 2009 la settimana di preghiera

per l’unità dei cristiani, così come ogni

anno, nasce da uno sforzo unitario di

cristiani di varie parti del mondo. In

primo luogo, per quest’anno in

particolare, si tratta di cristiani coreani

che ci offrono come spunto di

meditazione il versetto «Essere riuniti

nella tua mano» ( Ez. 37, 17) tratto dalla

seconda grande visione del profeta

Ezechiele.

I coreani citano questa visione perché si

trovano nella situazione da cui era

partito Israele prima dell’esperienza

dell’esilio fatta da Ezechiele e dalla sua

generazione.

Anche la Corea come Israele di allora, è

un paese diviso in due stati: quello del

nord e quello del sud, che nonostante la

divisione ed una terribile guerra di oltre

cinquant’anni fa, si sente un’unica

nazione. Ma questa è anche la realtà

della cristianità di oggi, una realtà divisa,

ma che ha come speranza centrale

quella di formare un solo bastone nelle

mani di Dio.

Sentiamoci uniti nella preghiera con

tutta la santa Chiesa di Dio sparsa per il

mondo affinché questi giorni siano

trascorsi “in un clima di orante ascolto

dello Spirito di Dio, perché si compiano

significativi passi sulla via della

comunione piena e perfetta fra tutti i

discepoli di Cristo” (Benedetto XVI,

udienza generale del 17.01.2007)

"Signore Gesù Cristo,

che alla vigilia della tua passione, hai pregato

perché tutti i tuoi discepoli

fossero uniti perfettamente

come Tu nel Padre

ed il Padre in Te,

fa che noi sentiamo con dolore

l’infedeltà della nostra divisione e che

lealmente possiamo scoprire in noi

e sradicare ogni sentimento di indifferenza,

di diffidenza e di mutua astiosità.

Concedici la grazia di poterci incontrare

tutti in Te, affinché dal nostro cuore

e dalle nostre labbra

si elevi incessantemente la tua preghiera

per l’unità dei cristiani,

come Tu la vuoi

e con i mezzi che Tu vuoi.

In Te, che sei la Carità perfetta,

fa che noi troviamo la Via

che conduce all’unità nell’obbedienza

al tuo amore ed alla tua verità."

Amen

Gioia e Dolore

La gioia di un bambino

è la cosa più bella

sulla faccia della terra.

Vedo sulle sue labbra

un magico sorriso

ed i suoi grandi occhi

straordinariamente belli

sembrano due vere stelle.

Ma il dolore di un bambino

è la cosa più triste

che ci sia!

Sono laceri i suoi vestiti

è sporco,affamato

e non sembra

essere molto amato

da quel mondo

che presto figli

più non avrà

se amarlo non saprà.

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Strade nuove pag. 5

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Di San Giuseppe non si può fare una biografia come per gli altri santi, perché la sua figura e missione lo collocano talmente

vicino a Cristo da doverlo considerare alla luce del mistero dell’incarnazione, fondamento della redenzione. Diversamente

non sarebbe san Giuseppe. Di qui la necessità di considerarlo sotto due aspetti: quello teologico e quello del fatto religioso.

La teologia di San Giuseppe

La definizione di San Giuseppe come “il più vicino possibile a

Cristo” la leggiamo nell’esortazione apostolica Il custode del

Redentore (RC), scritta da Giovanni Paolo II nel 1989, in

occasione del centenario di una precedente Enciclica,

ugualmente dedicata a San Giuseppe da Leone XIII e

intitolata Quamquam pluries.

Già da questi riferimenti si comprende l’importanza di San

Giuseppe, se i sommi pontefici si interessano direttamente

di lui con documenti ufficiali rivolti a tutta la Chiesa, a

cominciare dai vescovi fino a tutti i fedeli. Si deve

aggiungere, inoltre, che l’esortazione “Il custode del

Redentore” è strettamente collegata con l’enciclica La

Madre del Redentore (1987), preceduta dal dall’enciclica Il

Redentore dell’uomo (1979) e seguita da un’altra enciclica,

intitolata La missione del Redentore (1990), che si riferisce

alla Chiesa. In questo modo chiunque si rende facilmente

conto dell’importanza di San Giuseppe, inserito

direttamente nel mistero della Redenzione e, perciò, in

stretta relazione con Gesù, verso il quale adempie la

funzione di padre con Maria, la Madre di Gesù, della quale

egli è sposo, e con la Chiesa, affidata alla sua protezione. Si

tratta di una posizione talmente eccezionale e sublime da

suscitare atteggiamenti opposti.

Matteo, infatti, stima talmente San Giuseppe da farne

l’“introduttore” al suo Vangelo, che inizia con la genealogia,

la quale raggiunge lo scopo di agganciare Gesù a Davide e ad

Abramo proprio attraverso Giuseppe; lo presenta, inoltre,

come “sposo di Maria”, la persona certamente più in vista

nella chiesa apostolica; lo qualifica, infine, come .

“uomo giusto”, che comporta l’approvazione della sua

condotta.

Per questo san Bernardo dice candidamente che “la lode di

San Giuseppe è nel Vangelo”. Che cosa cercare di più e di

meglio? Nessun santo, eccetto Maria, occupa un posto così

distinto.

Eppure, incontriamo ancora oggi chi ripete, chissà con quale

fondamento, che il Vangelo ci riferisce poco o nulla di San

Giuseppe e che, in ogni caso, la sua figura è marginale.

Di qui lo scarso interesse negli studi teologici, dove egli è del

tutto ignorato. C’è da aggiungere che, fin dai primi secoli,

una letteratura che la Chiesa considera “apocrifa”, perché

romanzesca, ha strumentalizzato, la figura di San Giuseppe,

attribuendogli figli avuti da un precedente matrimonio e

un’età veneranda al momento del matrimonio con Maria.

Evidentemente il suo scopo era quello di attribuire a lui “i

fratelli di Gesù”, nominati nei Vangeli, e garantire la

verginità della sua ipotetica “seconda sposa”, ossia Maria.

Giustamente San Girolamo tagliava corto, rispondendo che

queste cose non sono “scritte” nei Vangeli e che si tratta

solo di “deliri”. Bisogna purtroppo constatare che,

nonostante ciò, queste fantasie hanno avuto un largo

consenso lungo i secoli e ancora oggi stentano a scomparire.

Ne accenno qui per spiegare come mai in tante opere

letterarie ed artistiche San Giuseppe viene rappresentato

vecchio e come una figura quasi marginale.

Ecco allora la necessità di conoscere più da vicino San

Giuseppe, seguendo il vangelo e quello che il magistero ci

insegna su di lui attraverso la dottrina e il culto.

da San Giuseppe, Il Santo più vicino a Gesù

di Tarcisio Stramare

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Strade nuove pag. 6

L’altra settimana sono stato invitato dal

comitato festa, per l’organizzazione

della festa del nostro protettore San

Giuseppe. Però quest’anno non posso

impegnarmi per vari motivi.

Quello che sto per scrivere serva per

raccontarvi di alcune mie riflessioni che

a distanza di giorni mi ritornano in

mente. Chi leggerà queste mie righe può

crederci o non crederci.

Tutto ebbe origine nel gennaio 2007,

quando mi impegnai per la seconda

volta ad organizzare la festa di San

Giuseppe Artigiano, patrono e

protettore della mia comunità.

Da anni chiedo inutilmente di collocare

le luci come addobbi per la festa di

quartiere, ma ho la sensazione che la

mia voce non produca nessun suono,

non venga ascoltata, non arrivi al cuore

del parroco ostinato a non darmi retta

poiché confuso dai molti debiti da

pagare. Verso la metà del mese di aprile

vennero in parrocchia gli operai di un

noto negozio di giocattoli a consegnarci

una montagna di giochi rotti; in un

primo momento mi irritai poiché, nella

situazione in cui ci trovavamo, non era il

momento giusto per scaricare quegli

oggetti, dopo capii che questi erano

necessari per la pesca di beneficenza

che avremmo dovuto organizzare.

Decisi di riordinare quei giocattoli e

notai delle serie di lampadine di natale;

subito le provai e, nel farlo, avvertivo

dentro di me una sensazione o vocina

che, avendo tanto ascoltato le mie

richieste, ora mi diceva: “desideravi

delle lampadine per dare un segnale di

festa alla parrocchia?... bene io te le ho

portate, ora spetta a te capire come

usarle”.

Appena mi fui liberato ne parlai con il

prete e mi suggerì l’aiuto di un

parrocchiano, esperto del problema;

costui dopo un po’ di giorni,

consapevole del grosso lavoro, rinunciò

trovando alcune scuse.

Ormai scoraggiato, la solita vocina mi

consigliò di andare da Adriano,

l’idraulico, che appena spiegato il lavoro

l’aveva già fatto.

Solo in seguito capii che questa voce o

sensazione, il quale mi aveva aiutato a

soddisfare il mio desiderio di illuminare

la festa della parrocchia, proveniva da

un Qualcuno che condivideva il mio

sogno… che fosse San Giuseppe?

Il secondo evento si manifestò alcuni

giorni dopo in prossimità della festa del

Soccorso, patrona e regina della mia

città natale, San Severo; mi trovavo

presso i locali dell’oratorio parrocchiale

e discutendo con Giancarlo, uno dei

giovani della parrocchia, mi fece notare

che a differenza delle altre parrocchie,

in cui esistono le confraternite i quali

indossano la tunica, la nostra parrocchia

si differenzia per l’appunto; che non

esistesse una confraternita e non ci

fossero i soldi per l’acquisto delle

tuniche era noto, anzi gli feci notare che

vi erano cose più importanti da

sistemare, come le altre, che avrebbe

favorito il trasporto di San Giuseppe

Artigiano per le strade del quartiere nel

periodo di festa. Dopo alcuni giorni le

tuniche erano arrivate in parrocchia,

pronte per essere indossate da codesti

confratelli in onore della festa del

Soccorso, a cui San Giuseppe doveva

partecipare.

Sara un caso o San Giuseppe ci ha

aiutato??????

Nazario d’Errico

continua dalla prima

Non è ammesso alcun beneficio di

inventario neppure morale, portato a

scaricare le responsabilità su chi ha

amministrato precedentemente e

giustificare la propria incapacità

amministrativa e di gestione sui buchi o

sui problemi lasciati dai predecessori.

Chi si candida deve avere le idee chiare

e ricette concrete di come sistemare il

passato e contemporaneamente

mettersi all'opera per concretizzare un

proprio piano di crescita territoriale dal

punto di vista sociale, economico.

Dobbiamo rifiutarci di far parte delle

liste fiume al fine di attrarre il voto

proprio e di qualche parente e dopo le

elezioni essere riposti nel dimenticatoio.

Mi chiedo quanti dei candidati (circa

700) della precedente elezione è stato

poi coinvolto nelle decisioni sia nella

maggioranza che nell'opposizione.

Quale è allora il senso della candidatura

quando poi a tirare le fila sono solo gli

eletti , mentre tutti gli altri quelli che

.

hanno fatto capitalizzare il proprio

voto,quello dei propri parenti, degli

amici e di quelli che hanno creduto...

sono stati completamente esclusi.

E' facile di questi tempi farsi abbindolare

dalle promesse e dalla voglia di mettere

la propria fotografia come un santino sui

muri del paese, per questo bisogna

rifiutare di farsi strumentalizzare

(quando si ha la consapevolezza di non

essere vocati per la politica) mentre si

può essere cittadini attivi e attenti al di

fuori delle liste e pretendere che la città

debba essere amministrata seriamente.

Ricordiamoci di non svendere e

spendere il nostro nome solo per

favorire lo schieramento che ci incolla il

manifesto sul muro, con la canditatura

apriamo un debito con quelli che poi ci

danno il loro voto, fossero anche solo i

nostri figli o genitori o il proprio

coniuge, e il debito aperto nessuno degli

eletti avrà voglia di estinguerlo...per

questo attenti!

Noi che stiamo in periferia (e non siamo

pochi!) dobbiamo scegliere se credere

alle favole o essere determinati e

pretendere da chi si candida a

governare la nostra città che vengano

realizzati piani di intervento urgenti per

rendere il nostro territorio vivibile e

creare opportunità di sviluppo anche

economico. Dobbiamo uscire dal nostro

focolare domestico e diventare il

“partito” dei cittadini con l'onere di

reclamare il diritto ad ottenere tutti gli

interventi opportuni ad evitare di essere

relegati come quelli che abitano al

“TEXAS” senza nessuna possibilità di

riscatto e mantenuti alla larga come

degli appestati.

Il giornalino e il sito parrocchiale

www.stradenuove.altervista.org

possono diventare in questo delicato

momento la voce del nostro territorio

per tenerci...ALLA LARGA DAI

BUGIARDI...E DA CHI FA PROMESSE DA

MARINAI.

Ciro del Buono

Page 7: 09 gennaio 2009

Strade nuove pag. 7

Anatomia e fisiologia del corpo umano n.4

CONOSCERE

IL CORPO UMANO

IL SISTEMA NERVOSO Ricezione, elaborazione e controllo

L’apparato nervoso è costituito da organi centrali ed organi

periferici. Il Sistema Nervoso Centrale è costituito dall’encefalo

contenuto nella scatola cranica e dal midollo spinale contenuto

nel canale vertebrale.

.

L’Apparato Nervoso collega e riunisce tutte le parti

dell’organismo, regola e coordina le loro attività soprintendendo

alla loro vita particolare e alla vita dell’organismo nel suo

insieme. Gli eccitamenti che si producono nelle varie parti del

corpo e le impressioni che gli agenti esterni esercitano sugli

organi di senso sono raccolti dal sistema nervoso. In

determinati sedi di questo si formano le sensazioni e le idee e si

compiono i fenomeni di coscienza.

Nel Sistema Nervoso si producono, infine, gli stimoli ai

movimenti involontari (riflessi9 e volontari ed essi sono

trasmessi agli organi che devono produrre il movimento..

Il sistema nervoso periferico è costituito dai nervi i quali

partendo dall’asse cerebrospinale, si portano nei vari organi del

corpo e si diramano. A seconda della funzione si distinguono in

nervi di moto, nervi di senso,nervi misti.

I nervi di moto somatici ( efferenti) sono a decorso

centrifugo,hanno origine nel sistema nervoso centrale e vanno

direttamente a terminare nei muscoli volontari, mentre i nervi

motori viscerali nascono anch’essi dal SNC e trasmettono gli

impulsi alla muscolatura del cuore, alla muscolatura liscia degli

organi e alle ghiandole; esse , con

però, non raggiungono queste strutture direttamente, ma con

l’intermezzo di uno o più neuroni successivi ( gangli simpatici e

parasimpatici); entrano in funzione senza l’intervento della

volontà.

I nervi di senso (afferenti) sono a decorso centripeto e

raccolgono gli stimoli provenienti dall’esterno e che si generano

mediante la stimolazione dei recettori.

La cellula nervosa è costituita dal nucleo o corpo cellulare in

grado di elaborare i segnali elettrici, dai dendriti che raccolgono

i segnali e dal neurite o assone che trasmette il segnale elettrico.

.

Nel Sistema Nervoso Centrale si distinguono anche

all’osservazione macroscopica due qualità di sostanze, la

sostanza grigia e la sostanza bianca le quali differiscono l’una

dall’altra per colorito e consistenza che è maggiore per la

sostanza bianca.

La sostanza grigia è costituita dalle cellule nervose, mentre la

sostanza bianca è costituita dalle fibre nervose

Page 8: 09 gennaio 2009

Strade nuove pag. 8

Guarigione di un lebbroso Quando Gesù fu sceso dal monte, molta folla lo seguiva. Ed ecco venire un lebbroso e prostrarsi a lui dicendo: «Signore, se vuoi, tu puoi sanarmi». E Gesù stese la mano e lo toccò dicendo: «Lo voglio, sii sanato». E subito la sua lebbra scomparve. Poi Gesù gli disse: «Guardati dal dirlo a qualcuno, ma và a mostrarti al sacerdote e presenta l'offerta prescritta da Mosè, e ciò serva come testimonianza per loro».

(Mt 8,1-4)

“Lo voglio…sii purificato!”

Gesù scende dal monte,una gran folla lo seguì… ecco l'esodo:

l'antico esodo fu dalla terra di schiavitù, che era l'Egitto, verso

la terra di Canaan, la terra della libertà,il nuovo esodo, che

Gesù è venuto ad inaugurare, è la fuga dall'istituzione religiosa

che ha nascosto e deturpato, per i propri interessi, il volto di

Dio.

Un esodo per far conoscere il vero volto del Padre.

Il primo personaggio che incontriamo è un lebbroso un

personaggio emblematico, (quando nei vangeli troviamo

personaggi senza nome, significa che sono personaggi

rappresentativi, figura di tutte quelle situazioni nelle quali il

lettore si può rispecchiare).

La condizione del lebbroso era tragica in Israele, il lebbroso

non veniva considerato un ammalato, ma un maledetto da

Dio. Secondo la mentalità dell’epoca, la lebbra era un terribile

castigo che Dio inviava in punizione dei peccati, quindi non era

un'infermità che, come tante altre, suscita compassione, ma

era un castigo per determinate gravi colpe.

Il lebbroso, dal momento che è colpito dalla lebbra è impuro,

non può avere alcun contatto con Dio, l'unico che lo può

purificare è Dio, ma lui, fintanto che è lebbroso, non può

neanche rivolgersi a Dio; è una situazione senza uscita, l'unico

che può togliere questa impurità è Dio ma non è possibile

rivolgersi a Dio fintanto che si è impuri.

Allora, nel lebbroso, l'evangelista rappresenta tutte quelle

categorie di persone che vivono una situazione senza via di

uscita, che non hanno nessuna possibilità di uscire dalla loro

condizione, l'unico che potrebbe aiutarli è Dio, ma loro non

possono rivolgersi a Lui.

Nel brano, il lebbroso avvicinatosi a Gesù gli si prostrò davanti

dicendo "Signore, se vuoi puoi purificarmi ”; il lebbroso non gli

chiese la guarigione, perché pensava che non fosse possibile,

ma chiede la purificazione, cioè di essere riammesso in

contatto con Dio. Il lebbroso, per primo, trasgredisce la legge

che lo obbligava a tenersi a distanza dai centri abitati e dalle,

persone, dopo aver sentito l'eco del discorso della montagna

che parlava di un Padre che ama tutti gli uomini

indipendentemente dalla loro condizione.

Nei vangeli, ogniqualvolta c'è un barlume di vita, è sempre in

seguito ad una trasgressione della legge, là dove c'è

l'osservanza della legge non c'è spazio per la vita che Dio vuol

comunicare.

Il lebbroso, quindi, prende coraggio, ha sentito l'eco delle

parole di Gesù, trasgredisce la legge e si avvicina a Lui.

Gesù non fugge via di fronte al peccatore. Gesù, se fosse stato

una pia persona avrebbe dovuto dire al lebbroso "te la sei

voluta la tua infermità, ti sta bene!…Quindi sentiti punito per i

tuoi peccati", invece Gesù: "tesa la mano lo toccò dicendo "lo

voglio, sii purificato".

In questo versetto c'è la demolizione di tutto quel castello

teologico che gli scribi avevano creato deturpando il vero volto

di Dio.

Gesù tende la mano e il suo gesto ha un duplice significato.

Non è vero che Dio punisce gli individui, non è vero che Dio

emargina i peccatori, Dio rivolge il suo amore a tutti quanti. E’

stata la legge, la legge menzognera creata dagli scribi, che ha

deturpato questo volto di Dio.

Cosa ci vuol dire l'evangelista con quest'episodio importante:

che con Gesù non si accetta più nessuna discriminazione tra gli

uomini fatta in nome di Dio, non c'è un solo individuo che, a

causa della sua condizione morale, religiosa o altro, possa

essere escluso dall'amore di Dio.

Buon cammino a tutti

Si ringrazia tutti coloro che hanno contribuito alla

realizzazione di questo numero.

Le collaborazioni gratuite a questo giornalino sono sempre

gradite.

La redazione si riserva il diritto di sintetizzare gli articoli e le

rubriche proposte in base agli spazi disponibili.

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NATALE

Tanti auguri a tutta la redazione del

giornale parrocchiale.

Seccia, don Michele

+ Vescovo