RESOCONTO STENOGRAFICO -...

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Atti Parlamentari 19631 — Camera dei Deputat i X LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DEL 29 SETTEMBRE 198 8 RESOCONTO STENOGRAFIC O 180 . SEDUTA DI GIOVEDÌ 29 SETTEMBRE 198 8 PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ALFREDO BIOND I INDI DEL VICEPRESIDENTE GERARDO BIANC O E DEL PRESIDENTE LEONILDE IOTTI INDIC E PAG . PAG. Proposte di legge : (Annunzio) 19633, 1967 9 (Assegnazione a Commissione in sed e legislativa ai sensi dell'articolo 7 7 del regolamento) 19633, 1968 2 (Assegnazione a Commissione in sed e referente) 19680 Interrogazioni, interpellanza e mo- zioni: (Annunzio) 1971 0 Risoluzioni : (Annunzio) 1971 0 Modifica del calendario dei lavor i dell'Assemblea per la seduta del 30 settembre 1988 calendario dei la- vori dell'Assemblea per la sedut a del 3 ottobre 1988 (Approvazione) : PRESIDENTE . . 19673, 19674, 19675, 19676 , 19677, 19678, 1967 9 ALBORGHETTI GUIDO (PCI) 1967 5 CARDETTI GIORGIO (PSI) 1967 8 CALDERISI GIUSEPPE (FE) 1967 4 MATTIOLI GIANNI FRANCESCO (Verde) 1967 6 PAllAGLIA ALFREDO (MSI-DN) . 19675, 1967 9 RODOTÀ STEFANO (Sin . Ind.) 1967 7 Russo FRANCO (DP) 1967 8 Per lo svolgimento di una interpel- lanza : PRESIDENTE 1971 0 BAGHINO FRANCESCO GIULIO (MSI-DN) 19710

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Atti Parlamentari

— 19631 —

Camera dei Deputati

X LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DEL 29 SETTEMBRE 1988

RESOCONTO STENOGRAFICO

180.

SEDUTA DI GIOVEDÌ 29 SETTEMBRE 198 8

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ALFREDO BIONDI

INDI

DEL VICEPRESIDENTE GERARDO BIANCO

E DEL PRESIDENTE LEONILDE IOTTI

INDICE

PAG . PAG.

Proposte di legge :

(Annunzio) 19633, 1967 9(Assegnazione a Commissione in sed e

legislativa ai sensi dell'articolo 7 7del regolamento) 19633, 1968 2

(Assegnazione a Commissione in sed e

referente) 19680

Interrogazioni, interpellanza e mo-zioni:

(Annunzio) 19710

Risoluzioni :

(Annunzio) 19710

Modifica del calendario dei lavor idell'Assemblea per la seduta del 30

settembre 1988 calendario dei la-vori dell'Assemblea per la sedutadel 3 ottobre 1988 (Approvazione) :

PRESIDENTE . . 19673, 19674, 19675, 19676 ,19677, 19678, 1967 9

ALBORGHETTI GUIDO (PCI) 1967 5CARDETTI GIORGIO (PSI) 1967 8CALDERISI GIUSEPPE (FE) 19674MATTIOLI GIANNI FRANCESCO (Verde) 19676PAllAGLIA ALFREDO (MSI-DN) . 19675, 19679RODOTÀ STEFANO (Sin. Ind.) 19677Russo FRANCO (DP) 1967 8

Per lo svolgimento di una interpel-lanza :

PRESIDENTE 1971 0BAGHINO FRANCESCO GIULIO (MSI-DN) 19710

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Camera dei Deputat i

X LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DEL 29 SETTEMBRE 1988

PAG . PAG .

SCOTTI VINCENZO (DC) 19663, 1966 5

SERVELLO FRANCESCO (MSI-DN) 1969 5STAITI DI CUDDIA DELLE CHIUSE TOMAS O

(MSI-DN) 1970 3

19647, TAMINO GIANNI (DP) 19670

19670, TASSI CARLO (MSI-DN)

19683, 19684, 19685 ,19695, 1968819710 TATARELLA GIUSEPPE (MSI-DN)

. . . . 1970 1

19699 VALENSISE RAFFAELE (MSI-DN)

. . . . 1963 7

1965 7

19688 Richiesta ministeriale di parere parla-19647 mentare ai sensi dell'articolo

119647 della legge n . 14 del 1978 19682

19693

19666 Ordine del giorno della seduta di do-19634 mani 1971 019658

19706 Ritiro di un documento di sindacat o19682 ispettivo 19710

Proposta di modificazione del regola -mento (Seguito della discussione) :

Proposta di modificazione dell'arti -colo 49 (doc . II, n . 16) .

PRESIDENTE . . 19633, 19637, 19643,19652, 19658, 19663, 19665, 19666,19673, 19682, 19683, 19688, 19693,

19699, 19701, 19703, 19706 ,BARBIERI SILVIA (PCI)BASSANINI FRANCO (Sin. Ind .) . 19652 ,BERSELLI FILIPPO (MSI-DN)CALDERISI GIUSEPPE (FE) . . . . 19643 ,

DEL PENNINO ANTONIO (PRI)FACCIO ADELE (FE)FERRARA GIOVANNI (PCI)FIORI PUBLIO (DC)FRANCHI FRANCO (MSI-DN)MACERATINI GIuLIo (MSI-DN)PAllAGLIA ALFREDO (MSI-DN)

SEDUTA PRECEDENTE N . 179 — DI MERCOLEDÌ 28 SETTEMBRE 1988

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La seduta comincia alle 9,30.

MASSIMO TEODORI, Segretario, legge ilprocesso verbale della seduta di ieri .

(È approvato) .

Annunzio di proposte di legge .

PRESIDENTE. In data 28 settembre 198 8sono state presentate alla Presidenza le se -guenti proposte di legge dai deputati :

MARTINAllOLI ed altri: «Recepimentodelle direttive comunitarie 79/409 e 85/41 1concernenti la conservazione degli uccell iselvatici» (3185) ;

Lo' ed altri : «Norme per il collocamentoa riposo anticipato dei dipendenti di co-muni e province» (3186) ;

SAVIO: «Modifiche ed integrazioni all'arti-colo 3 del decreto-legge 16 settembre 1987,n. 379, convertito, con modificazioni, dallalegge 14 novembre 1987, n. 468, concernentela riliquidazione delle pensioni dei dirigenticivili e militari dello Stato e del personale a dessi collegato ed equiparato» (3187) .

Saranno stampate e distribuite .

Assegnazione di proposte di legge a Com-missioni in sede legislativa ai sensidell'articolo 77 del regolamento.

PRESIDENTE. Come la Camera ri-corda, nella seduta del 20luglio 1988 son ostate assegnate alla V Commissione per -

manente (Bilancio), in sede legislativa, iprogetti di legge nn. 2420 e 2536.

Per consentire alla stessa Commissionedi procedere all'abbinamento richiestodall'articolo 77 del regolamento, è quind iassegnata in sede legislativa anche la pro -posta di legge PAllAGLIA ed altri: «Nuovopiano di sviluppo economico e socialedella Sardegna» (3178) (con parere della I,della Il, della VIII, della IX, della X, della XIe della XIII Commissione, nonché della VI edella VII Commissione ex articolo 93 ,comma 3-bis, del regolamento), vertente sumateria identica a quella contenuta neiprogetti di legge sopra indicati .

Come la Camera ricorda, nella sedut adel 20 luglio 1988 è stato assegnato alla ICommissione permanente (Affari costitu-zionali), in sede legislativa, il progetto d ilegge n. 3000 .

Per consentire alla stessa Commissione d iprocedere all 'abbinamento richiesto dall'ar -ticolo 77 del regolamento, è quindi asse-gnata in sede legislativa anche la proposta dilegge RAVASIO ed altri: «Regolamentazion edelle qualifiche ad esaurimento delle ammi -nistrazioni dello Stato» (1579) (con pareredella V e della XI Commissione), vertente sumateria identica a quella contenuta nel pro-getto di legge sopra indicato .

Seguito della discussione della propost adi modificazione del regolamento: Pro-posta di modificazione dell'articolo 4 9doc. II, n . 16) .

PRESIDENTE. L'ordine del giorno recail seguito della discussione della proposta

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di modificazione dell'articolo 49 del rego-lamento. Ricordo che la discussione sullelinee generali, cominciata nella seduta de l27 settembre scorso, è proseguita nell aseduta di ieri .

E iscritto a parlare l'onorevole Fiori . Neha facoltà .

PUBLIO FIORI. Signor Presidente, non soper quale strano meccanismo psicologico ,dovendo oggi prendere la parola contro l edirettive del mio partito, questa notte hosmarrito la voce. Comunque, anche se no nho voce, mi auguro di poter svolgere inmodo completo il mio intervento .

GUIDO ALBORGHETTI. Te l 'hanno toltaDe Mita o Craxi !

MASSIMO TEODORI . È la divina provvi-denza!

PUBLIO FIORI. Si tratta di un appunta -mento estremamente importante per lavita del Parlamento, e credo che sia doveredi chi non condivide le linee della maggio-ranza parlare con lealtà e con franchezz aper esporre il proprio pensiero in rela-zione a questo passaggio delicato della vit adelle istituzioni .

Voglio chiamare per nome quanto st aper accadere . Credo che si debba dire . chestiamo vivendo una grave mistificazionepolitica perché, se è vero che ci troviamo difronte ad una crisi seria delle istituzion idovuta alla degenerazione morale dell apolitica, e che si sente il bisogno di riforme ,è anche vero che non si può dare ad inten -dere al paese che il primo, quasi l'unico, ocomunque il più importante obiettivo d aconseguire immediatamente sia quell odell 'abolizione del voto segreto, quasi ch ela situazione di malessere politico in cui c itroviamo dipendesse da questa Assemble ae dai colleghi parlamentari, e soprattuttodipendesse dalla possibilità, che la Costitu-zione garantisce ai parlamentari, di votaresecondo coscienza .

Signor Presidente, il problema non ènuovo. Voglio ricordare un passo di Rous -seau, che duecento anni fa si pose questo

problema. Nel saggio Considerazioni sulgoverno della Polonia, affrontando il tem adelle riforme istituzionali, egli si chiedevainfatti «se le odierne condizioni di ingover-nabilità possano essere superate da un aben congegnata riforma delle istituzioni, opiuttosto non sia necessario un rinnova -mento della politica ed un ricollegament odi essa ai valori etici» .

Dunque è con una caduta dei valori etic iche ci dobbiamo misurare . Mi domandoperò, e domando ai colleghi : è la caduta ditali valori ricollegata alla segretezza delvoto oppure essa va collegata al progres-sivo deteriorarsi del regime dei partiti ?

Diciamolo francamente: i partiti hannostravolto l'articolo 49 della Costituzione enoi deputati, anziché richiamare le forzepolitiche al rispetto del ruolo loro asse-gnato dal costituente, cosa ci inventiamo ?Una diminuzione dell 'autonomia del Par-lamento aumentando così ancora di più ivasti poteri dei partiti! Si obietta: in nes-sun'altra nazione del mondo esiste il votosegreto! Rispondo: è vero, ma in nes-sun'altra nazione del mondo i partit ihanno usurpato in maniera così vistosa ipoteri delle istituzioni democratiche .

Onorevoli colleghi, consentitemi un pic-colo richiamo storico. Negli scritti di Cice-rone e di Plinio il Giovane si leggé chenell'antica Roma, ogni qualvolta si abolì i lvoto segreto, si registrò un ritorno a situa -zioni non democratiche ed autoritarie ( equesto fenomeno lo abbiamo constatat oanche in epoche più recenti) . Su la Repub-blica è stata fatta una lunga esegesi dellastoria del voto segreto, forse con l'obiettiv odi dimostrare che esso è dannoso, ma laconclusione è stata che il voto segreto èstato abolito ogni qualvolta ci si è trovati d ifronte a vicende di tipo autoritario .

Il problema è che stiamo assistendo all osconvolgimento di due articoli fondamen-tali della Costituzione : il 49 ed il 67, cherappresentano i due cardini centrali in -torno ai quali si gioca la dialettica tra auto -nomia ed autorità, tra libertà ed indipen-denza. Se questo è il problema, se la mag -gioranza ed il Governo avessero volut orealmente affrontare il problema dell aquestione morale che travaglia le istitu-

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zioni della Repubblica, allora il prim opunto all'ordine del giorno avrebbe dovut oessere un altro: quello della regolamenta-zione dei partiti politici, ricollegata algrande dibattito culturale che, nato co nSturzo e con Lelio Basso, ha animato pe rcinquant'anni la storia democratica de lnostro paese.

Si assiste invece alla crescita di quest onuovo principe — il partito politico — ilquale di fatto vive al di fuori di ogni con-trollo, la cui vita interna non è regolata d aalcuna norma giuridica, bensì da unaprassi, spesso deteriore, svincolata da ognieffettivo controllo democratico .

Passo ora al tema del finanziamentopubblico dei partiti . Ebbene, devo dire chei partiti oggi vivono al di sopra delle lor opossibilità. Ognuno di noi conosce benis-simo questa triste e drammatica realt àdella nostra Repubblica. Sappiamo anch eche il finanziamento pubblico ha fallito isuoi obiettivi ; sappiamo che dietro di essosi nasconde un ben più ampio e pericolosofinanziamento privato, illecito, occulto ;eppure continuiamo a garantire ai partit ipolitici il massimo dell 'autonomia, dellalibertà e la totale assenza di controllo .

Le scelte che vengono compiute i nquesto paese per la formazione del Go-verno, per le presidenze degli enti, per iconsigli di amministrazione delle banche,per le centrali finanziarie, le grandi scelt eper le alte cariche dello Stato (la Presi-denza di questa Assemblea, ad esempio )non sono forse tutte scaturite da accordi d ivertice tra le segreterie dei partiti, a se-guito di operazioni che devono essere chia -mate con il loro nome, cioè lottizzazioni d ipotere? Tali scelte continuano a sfuggiresempre di più alla capacità di controllo de lParlamento .

Ebbene, sono oggi proprio questi partit i— che, non rispettando l'articolo 49 dellaCostituzione che descrive la loro funzionedi collegamento fra cittadini ed istituzioni ,si sono invece appropriati della società e dhanno occupato pesantemente le istitu-zioni — a chiedere al Parlamento traspa-renza e criteri obiettivi !

Non ci rendiamo forse conto che l egrandi difficoltà che stiamo vivendo, i mo -

menti di crisi ai quali abbiamo assistit oquando abbiamo effettuato votazioni con -trapposte e ci siamo trovati dinanzi a prov -vedimenti presentati dal Governo che nonci siamo sentiti di condividere, non ci ren -diamo conto, ripeto, che tutto ciò scatu-risce dal modo in cui si forma la volont àpolitica all ' interno dei partiti e viene tra -smessa imperiosamente agli organi istitu-zionali ed al Parlamento, quasi ch equest'ultimo dovesse ormai accettare supi -namente un ruolo subalterno e trasfor-mare quotidianamente i suoi membri i nyesmen, in «uomini-sì», capaci soltanto diobbedire alle direttive che provengon odagli apparati burocratici delle correnti edelle segreterie?

Accanto a tutto ciò vi è anche — vogliodirlo agli amici della stampa — la defini-zione di «franchi tiratori», che non rend egiustizia al fenomeno che si è sviluppato i nquesti anni . Se talvolta qualcuno ha utiliz -zato lo strumento dello scrutinio segret oper compiere imboscate, la maggior part edelle volte esso è stato impiegato per farfronte a problemi di coscienza, per impe-dire distorsioni che ci erano state propo-ste, per bocciare provvedimenti che ritene -vamo ingiusti, per rivendicare a questaAssemblea quel potere sovrano che ad ess aderiva direttamente dall ' investitura popo-lare .

Onorevoli colleghi, la nostra Costitu-zione è stata strutturata in modo tale d acollocare il Parlamento al centro delle isti -tuzioni e della nazione, dove non si trovan oné i partiti né il Governo . Mentre i partit idevono svolgere un'opera di raccordo, edil Governo deve esercitare la sua funzionenella misura in cui abbia il consenso de lParlamento, il potere popolare democra-tico e rappresentativo è di spettanza esclu -siva di questa Assemblea .

Invece, in questi anni abbiamo dovutoassistere ad un processo deteriore, in baseal quale i poteri sono transitati dalle istitu-zioni democratiche ai partiti . Oggi siamosul punto di votare un provvedimento chestabilisce definitivamente e sanziona unostravolgimento della Costituzione, con u npassaggio di poteri da quest'aula allestanze fumose delle segreterie dei partiti .

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A me sembra impossibile, signor Presi -dente, che seicento rappresentanti del po-polo possano avviarsi così tranquillamentead una sorta di suicidio collettivo. Mi ven-gono alla mente quegli incredibili feno-meni ecologici dei balenotteri che vannoogni tanto ad arenarsi, non si sa per qual estrana ragione ambientale o genetica, sull espiagge, uccidendosi, come se si fosseroimprovvisamente convinti che la loro fun-zione è giunta alla fine .

Si verificherebbe così una abdicazioneculturale ai grandi valori della nostra tra-dizione democratica . Non riesco a com-prendere come in quest 'aula vi possanoessere colleghi i quali danno a tale pro-blema un taglio del tutto particolare, qual equello dell'interesse del partito, del Go-verno ed anche del momento politico. Ono-revoli colleghi, questo non può essere u ntema sul quale i momenti di controllo e didecisione siano riferibili a fatti che pas-sano, che oggi sono in un modo e domanisaranno in un altro: oggi ci stiamo gio-cando il futuro di questo Parlamento, d iquesta grande istituzione democratica .

Vorrei dire ancora ai colleghi dellastampa, talvolta trascinati dalla spintadella moda (il franco tiratore è stato u nobiettivo di gran moda), che anch'essi s idevono assumere la responsabilità per i lmodo ingiusto attraverso il quale cercan odi mettere in difficoltà, di creare un com-plesso, di mettere in uno stato di sogge-zione psicologica chi ha questo grandeproblema .

Signor Presidente, onorevoli colleghi,siamo tutti uomini di partito, certamente, echi ha deciso in questo momento di votarecontro le direttive del partito lo ha fatto elo fa vivendo una situazione di difficoltà .Siamo tutti uomini di partito, abbiam oavuto tutti molto dal nostro partito, e fors eabbiamo anche dato qualcosa; nello stessotempo, però, onorevoli colleghi, prima an-cora di questo siamo i rappresentanti de lpopolo, i garanti della Costituzione. Dob-biamo allora trovare il coraggio, la forzamorale, la voglia di tornare ad essere i pro -tagonisti della vita politica . E se per farquesto è indispensabile disobbedire, eb-bene, credo che esistano nella vita anche

l'etica della disobbedienza, il dovere delladisobbedienza quando siano mirati a rea-lizzare beni superiori a quelli in discus-sione.

Signor Presidente, ci si dice che la tra-sparenza è un bene importante, che lagente deve capire cosa fa il parlamentare .Sono d'accordo, la trasparenza è un ben eimportante, che tuttavia non può esser erealizzato sacrificandone uno ancora pi ùimportante, quello dell'autonomia edell'indipendenza del Parlamento . Sba-gliano coloro i quali pensano di poter af-frontare questo problema in maniera set-toriale, proponendo cioè di considerareisolatamente la questione della traspa-renza valutando se sia giusto o meno che ideputati, quando si esprimono, lo faccian oin modo da essere compresi e controllat idall'opinione pubblica . Certo il problema ,considerato isolatamente; va risolto ne lsenso di garantire la trasparenza ; ma,quando ci si rende conto che il prezzo d iuna simile operazione va pagato in monet acostituzionale, con l'oltraggio a due arti -coli fondamentali (il 49 e il 67) della Costi -tuzione, allora, a mio giudizio, secondo unprincipio etico generale, occorre imboc-care un'altra strada, quella di una tutelaprioritaria dei grandi valori della nostraCostituzione, dei grandi princìpi, de igrandi cardini, delle travi portanti sull equali si regge l'equilibrio costituzionale edemocratico della nostra nazione, even-tualmente procedendo in seguito alla tu -tela dei altri beni che esistono e che vann osalvaguardati, ma che sono meno impor -tanti .

Ma, onorevoli colleghi, proprio il fatt oche si vada a cercare una giustificazione d iprincipio, direi quasi morale (occorre ca-pire, si dice, cosa facciano i deputati) e chequesta richiesta venga avanzata settorial-mente, ignorando il contesto più ampio ne lquale, invece, va portato il discorso, il fatt oche questo richiamo morale, direi anz imoralistico, parta in quest 'aula pratica-mente dai partiti che abbiamo visto muo-versi senza trasparenza, linearità e chia-rezza, fa nascere un sospetto .

Signor Presidente, come si fa a preten-dere che i parlamentari operino in una

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casa di vetro anche nel momento in cuivotano secondo coscienza, obbedendo a dun preciso dettato costituzionale, quand otale richiesta proviene da chi, invece, s imuove senza alcuna trasparenza ed alcunrispetto per l'opinione pubblica ?

Credo che mai nessuno abbia capito — oneanche abbia tentato di farlo — comevengono nominati i ministri, i sottosegre-tari, i presidenti degli enti, delle banche .Su tali scelte, che piovono nelle Commis-sioni, in Assemblea, abbiamo una modest acapacità e un modesto potere di controllo .Le grandi scelte vengono infatti compiut ealtrove. E proprio questi signori che al-trove effettuano tali scelte oggi preten-dono di sostituirsi completamente a noi, d iespropriare il Parlamento delle sue prero-gative più essenziali, per chiudere il di -scorso della democrazia rappresentativain questo paese .

L'altra sera nella riunione del gruppoparlamentare della democrazia cristianaalcuni colleghi hanno detto che il votopalese renderà ancora più effervescente l abattaglia politica in questa Assemblea .Non so cosa accadrà; io sono convinto de lcontrario . Credo che, una volta abolito loscrutinio segreto, non si verrà più inquest'aula o vi si verrà soltanto per abitu-dine, per prassi quotidiana . Ognuno espri -merà il suo voto secondo le direttive dipartito ed il dibattito assumerà toni easpetti del tutto formalistici ; ma in questomodo i fondamentali diritti dei cittadini, igrandi problemi del paese non potrann opiù essere tutelati e trattati .

Concludo il mio intervento (anche per -ché ho esaurito la voce, Presidente) ricor-dando che durante la discussione dell'ul-tima legge finanziaria (che, del resto, h arappresentato la molla che ha scatenato l arichiesta di abolizione dello scrutinio se -greto) sono stati espressi molti voti con-trari alle posizioni della maggioranza . Inalcuni casi anch'io ho votato in tal mod o(lo dissi apertamente) e sono fiero di averlofatto, Presidente !

Colleghi, sono fiero che il nostro Parla -mento abbia stanziato fondi per i pensio-nati anziché per i petrolieri ; ciò è statopossibile perché sessanta, settanta depu -

tati della maggioranza si sono rifiutati d ivotare senza esercitare alcun controllo eacriticamente, un provvedimento del Go-verno che prevedeva per i pensionati zerolire! Ebbene, il Parlamento, dopo unalunga battaglia combattuta al Senato, nelleCommissioni della Camera ed in Assem-blea, ha consegnato al paese una legg efinanziaria in cui sono previsti oltre cin-quemila miliardi per i pensionati !

Come si fa allora a sostenere che si trattadi franchi tiratori? Si tratta invece di depu -tati, di uomini di partito che amano i valoriche tale partito rappresenta (anche su tal eargomento occorrerebbe fare un'ampi adissertazione), o meglio lo amano poich éesso rappresenta i valori che dice di voleresprimere. In realtà, all 'interno dellastessa forza politica vi sono tanti partiti ; ioamo la democrazia cristiana, il mio par-tito, per ciò che essa rappresenta nella sto -ria, per il suo programma, per i grand ivalori ideali di cui si è sempre fatta porta-trice. Ma non è detto che vi sia semprecoincidenza tra il grande progetto di unpartito ed il momento storico in cui tal -volta esso è costretto a realizzarlo .

Ritengo pertanto che ognuno di no idebba compiere uno sforzo per rimaner efedele a quel grande progetto e non aquesto piccolo momento . Nel contempo,ciascun uomo di partito deve ricordare, inquesti giorni, di essere soprattutto uom odella nazione, rappresentante del popolo ,e deve quindi far prevalere i grandi valor icostituzionali e ideali, su motivi e moment idi minore portata .

PRESIDENTE. È iscritto a parlare l 'ono-revole Valensise . Ne ha facoltà .

RAFFAELE VALENSISE. Signor Presi -dente, onorevoli colleghi, debbo dar atto a lcollega Fiori dell'onestà intellettuale cheha contraddistinto il suo sofferto inter-vento, grazie al quale abbiamo avuto laprova del disagio, che si concreta nel dis -senso, che pervade molti uomini dei partitidella maggioranza .

Desidero iniziare il mio intervento fa-cendo un'osservazione che può sembrar ebanale, ma che è corrente nella valuta-

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zione del tasso di democrazia di determi-nati ordinamenti .

In un ordinamento giuridico, il tasso d idemocrazia ha un parametro, una misur ache non può essere elusa, e che si valuta i nbase alle misure previste in difesa del dis -senso. Nel momento in cui la scompost abattaglia per il voto palese, subito e ad ogn icosto, è posta in essere dalla maggioranza ,vale la pena lasciare agli atti della Cameral'aureo principio relativo al parametro didemocraticità di un ordinamento, ch edeve essere connesso alle cautele e all etutele di cui gode il dissenso .

La democrazia è questo! Dai banchidella maggioranza di questa Camera c ipotrebbero venire lezioni ed insegnamenti ,ma è curioso che gli appassionati di demo -crazia pratica (non voglio dire gli studiosi )siano coloro che rivendicano una tradi-zione culturale asseritamente antidemo-cratica, e cioè gli uomini del Movimentosociale italiano-destra nazionale !

Quando il relatore, onorevole Ciaffi ,nella sua introduzione parla della neces-sità del voto palese come passaggio allafase adulta della democrazia, dobbiam oricordare che le fasi adulte della demo-crazia hanno avuto diversi modi di espri-mersi . E dobbiamo ricordare (voglio anti-cipare quanto dirà successivamente l'ono-revole Franchi) ciò che è stato pubblicat oieri dalla nostra agenzia : è curioso che l ascoperta della fase adulta della demo-crazia cada proprio nel cinquantesimo an -niversario della costituzione della Cameradei fasci e delle corporazioni . Dagli attidell'epoca, e precisamente dalla relazion eAcerbo della Commissione speciale dell aCamera sul disegno di legge n . 2655 del 29novembre 1938, si evince che nella nuovaCamera, quella dei fasci e delle corpora-zioni, si era formata una struttura tale daassicurare un lavoro agile e spedito, «li-bero cioè dagli impacci delle vecchi eforme di oratoria e di procedura parla-mentare: esigenza vivamente sentita dall acoscienza nazionale»! Sono queste le pa-role che l'onorevole Franchi ha ricordat oin una sua dichiarazione di ieri .

Lungi da me l'idea di essere polemic onei confronti del fascismo-regime! E

ormai pacifico dall'approfondito esamedegli storici, che il fascismo-regime viss ein base agli anni del consenso — come li h adefiniti De Felice in un'opera che è diven -tata un best seller — e che in quegli anniprodusse il miracolo dello sposalizio tra l emasse popolari e lo Stato . Voglio sottoli-neare che la nascita della Camera dei fascie delle corporazioni e l'adozione del vot opalese — come il relatore ricorda — av-vennero in un contesto istituzionale di rin -novamento, di ammodernamento e di am-pliamento della partecipazione .

La Camera dei fasci e delle corporazioni ,nella quale si votava a scrutinio palese, erauna Camera che, per la sua formazione ,affiancava ad una componente politica euna componente che proveniva dalle cor-porazioni, dalle categorie, cioè da tutt equelle organizzazioni che erano format eattraverso sistemi di elezione dal bass o(perché quello era l'indirizzo, anche se f uparziale nella sua attuazione per la neces -sità di immediatezza che il fascismo-re-gime ebbe nel 1938, l'anno di Monaco, afronte dello scenario internazionale e afronte della tragedia che incombev asull'Europa) .

Ebbene, in tale direzione, la Camera de ifasci e delle corporazioni in tanto avev aadottato il voto palese in quanto aveva pro -dotto un rinnovamento profondo nellestrutture dello Stato, rinnovamento che s itraduceva nell'ingresso in Parlamento ,nella sede più alta delle deliberazioni, de irappresentanti di tutte le categorie libera -mente eletti all'interno delle categorie me -desime.

Oggi, viceversa, siamo di fronte ad un a«pezza a colori» . Oggi voi volete inaugurarela fase adulta della democrazia, rispett oalla quale Mussolini fece un tentativo co naltri mezzi istituzionali, cinquant'anni o rsono; ma la volete inaugurare come detta -glio finale di un contesto che è profonda-mente diverso, e non vi occupate minima -mente della situazione che avete creato eche avete tollerato e gestito nel suo de-grado, oserei dire dal 1948, dalla data dell aCostituzione ad oggi .

Ella, onorevole relatore, cerca di sceve -rare con molta attenzione le differenze

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riscontrabili rispetto alla situazione d ioggi, quando parla di un passaggio dalvoto segreto come baluardo contro il ti-ranno ad una fase in cui la forza dell'opi-nione pubblica serve per contenere il po-tere dei partiti . Devo riconoscere — lo dicoadesso per non ripetermi — che nella rela -zione dell'onorevole Ciaffi si riscontran omolti segnali di onestà intellettuale, de iquali gli va dato atto . Il civile dissenso chenoi esprimiamo in quest'aula, infatti, tieneconto anche e soprattutto dell'accuratezzae dell'onestà intellettuale con le quali i lrelatore si è espresso . Ma l'opinione pub-blica può costituire con la sua forza un aremora al potere dei partiti? Mi sembr ache purtroppo la vita quotidiana che sisvolge sotto i nostri occhi e gli esempi test érichiamati dal collega Fiori dimostrino as -solutamente il contrario !

Il relatore ha ripercorso la storia dei ten -tativi di abolizione del voto segreto ed haricordato la proposta Tittoni-Barzilai-An-tonelli del 1891 . Nessuna delle proposte dicui parlo è stata tradotta in realtà, salvo l aparentesi dell'adozione del voto palese allaCamera dei fasci e delle corporazioni del1938, che (come del resto fanno anche glistorici e i costituzionalisti) si spiega in rela -zione ad un cambiamento totale dell estrutture dello Stato. Dietro alla Cameradei fasci e delle corporazioni vi era, infatti ,il consiglio nazionale delle corporazioni ,nonché il sindacalismo giuridico. Esistevacioè un articolo 39 della Costituzione antelitteram, in base al quale le organizzazionidei lavoratori avevano la potestà di stipu-lare contratti aventi forza di legge ergaomnes . La contrattazione collettiva costi-tuiva quindi una fonte del diritto distintadalle leggi del Parlamento ; tra le fonti deldiritto rientravano i contratti collettivi e l enorme corporative, che si formavano al difuori del Parlamento, pur perfezionandos iall'interno di esso, dove le categorie eran orappresentate. La situazione era perciòcompletamente diversa .

Il relatore ha ricordato la proposta d iTittoni del 1891, giungendo sino ai giorn inostri, nei quali di colpo la maggioranza ,in base alle ragioni che vedremo, insorg eaffermando l'assoluta necessità ed ur-

genza dell 'abolizione immediata del votosegreto. Ebbene, l'onorevole Ciaffi deveconsentirmi una modesta osservazione : le isi è chiesto, onorevole relatore, perché ètrascorso quasi un secolo di vigenza de lvoto segreto, periodo rispetto al quale i du eo tre anni di vita della Camera dei fasci edelle corporazioni, in cui ha adottato i lvoto palese, rappresentano una modestaquantità temporale? Una ragione deve es-serci. Non è che coloro che sono vissut iprima di noi fossero meno avveduti di noi !Non è che i problemi di quanti hanno fattoparte prima di noi di questa Camera fos-sero diversi dai nostri! Certo, erano diversele dimensioni e le modalità con le quali iproblemi venivano posti : prima del 1919 laplatea degli elettori era certamente di -versa, dato che il suffragio universale fuintrodotto solo nella seconda decade de lsecolo. Tutto questo è risaputo .

Se tuttavia la tutela del dissenso, eserci -tata anche attraverso il voto segreto, haavuto una vita così lunga nell'arco dell anostra storia unitaria, le ragioni devon oesserci, e queste non possono essere pre-termesse o obliterate in base a quelle con -siderazioni che oggi suggerirebbero l'abo-lizione del voto segreto, come è stato pro -posto dalla Giunta per il regolamento edalla maggioranza .

Siamo quindi, onorevole relatore, a que lconfronto che ella molto opportunament eauspica; quel confronto sul quale noi aspet -tiamo di essere illuminati . Ci sembra infatt iche ella porti avanti argomenti sui qual ioccorre riflettere in modo più accurato .

Dopo aver ricostruito, secondo verità, l astoria di questi ultimi periodi e descrittol'atteggiamento delle varie forze politiche ,ella, onorevole Ciaffi, registra che «il clim adi consenso si è venuto deteriorando sull abase di diffidenze e sospetti» e poi ag-giunge che «il dibattito tra le diverse forz epolitiche è stato fortemente condizionatodalle reciproche prese di posizione sull'or -dine dei lavori e sulle questioni di metodo» ,ed auspica «il confronto sul merito» .Quindi, con molta onestà, ella riconosc eche esiste al riguardo tormento .

Sarebbe allora opportuno confrontarc icon lei sulle ragioni di questo tormento .

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Quando infatti in un'assemblea politica v isono inquetudini che si traducono poi i ndiscorsi come quello, sofferto, del collegaFiori, quando i maggiori partiti di opposi-zione, come il Movimento sociale italianoed il partito comunista, assumono posi-zioni di grande riserva, allora bisogna an-dare al fondo di questi problemi, occorresceverare il grano dal loglio, bisogna ap-profondire l'esame della situazione e non ,invece, marciare avanti con i marchin-gegni di Tizio o di Caio, che la stampa ciammannisce ogni giorno: quella stampache ha ricevuto una serie di «indicazioni »che fanno sì che al voto segreto sia riser-vato oggi, onorevole Ciaffi, lo stesso tratta -mento che, in tempi più remoti e men oleggiadri, veniva riservato all'untore .Quando non si conosceva la causa dellapeste, come tutti ricordiamo dalle nostr eletture manzoniane, tutto si risolveva co nil famoso: «Dagli all'untore» ; anziché ap-profondire le cause della peste, tutto ve-niva risolto attribuendo la colpa all'un-tore . E don Ferrante, lo studioso confor-mista dell'epoca, indagando se la pestefosse sostanza o accidente, moriva di pe-ste, poverino, perché l 'untore aveva pro -dotto quelle circostanze alle quali la ragio -nevolezza e la razionalità degli scienziat idel l 'epoca non sapevano porre rimedio! L abattaglia contro il voto segreto ha assunt ooggi proprio le caratteristiche della lott aall'untore . Il sistema non funziona, le legg ivengono fatte in ritardo, le maggioranze a lloro interno fanno acqua da tutte le parti etutto si risolve d'emblée con la bacchettamagica del voto palese !

Ha ragione il collega Fiori quando diceche assistiamo ad una mistificazione cheviene consumata ai danni dell'opinionepubblica . Stiamo vivendo una grave misti -ficazione politica: quella di dare ad inten-dere che è tutta colpa del voto segreto(sono le parole del collega Fiori) .

Allora, onorevole Ciaffi, in queste con -dizioni è necessario un confronto sulleragioni dell'ampiezza dell'area del dis-senso rispetto alla vostra proposta di abo -lizione del voto segreto, anche se poi vo icercate di salvarvi l'anima attraverso i lmantenimento del voto segreto per tutte

le materie che rientrano nel titolo primo ,parte prima, della Costituzione . A questopunto, consentitemi un'osservazione :questo salvarsi l'anima con il manteni-mento del voto segreto per i problemi ch eriguardano la prima parte del titoloprimo della Costituzione vigente (secondola proposta della Giunta) mi sembra ch esia un esempio di contraddizione logica ,che smonta, vanifica, brucia gli argo -menti a favore dell'abolizione del votosegreto. Onorevole Ciaffi, se il voto se -greto è un principio che non va accettato ,perché, come ella dice, si sono determi-nate condizioni di vita nella società (inquesta che lei chiama la fase adulta dell ademocrazia), tali per cui lo strapotere de ipartiti è ridotto dal peso dell'opinionepubblica, allora mi domando in base aquale logica si ritiene di salvare il vot osegreto per determinate materie . Delledue l'una: o il voto segreto è da demoniz-zare e, quindi, da abolire completamente(come avveniva nella Camera dei fasci edelle corporazioni), oppure esso ha in séuna funzione che voi stessi dichiarate in -sostituibile, tant 'è vero che la volete con -fermare, allora la vostra posizione è con-traddittoria e dal punto di vista logico ,non mi sembra accettabile in toto .

Piuttosto, onorevole relatore, occorr edire che il problema dei rapporti tra Par -lamento e partiti è un problema di riformeistituzionali, che non si risolve attravers ol'abolizione del voto segreto, «riservato»(perché se ne riconosce la sua insostitui-bile funzione) soltanto a determinate occa -sioni .

Il problema dei rapporti tra Parlamentoe partiti è il problema del nostro sistema, d iquesto tipo di democrazia . Altro che demo -crazia adulta: è una democrazia invec-chiata! E al suo invecchiamento avete con -tribuito attraverso il graduale aumento de lpotere dei partiti, che ella stessa riconosce !Quando scrive, con grande onestà, ch e«esiste una obiettiva situazione di predo-minanza che nel sistema attuale hannoassunto gli apparati dei partiti», ella fa un adiagnosi veritiera che riassume in un pe-riodo icastico, nella sintesi di una frase benscritta, per lo meno trent'anni di politica

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dominata dal cosiddetto «tiranno senzavolto» .

C 'era una volta l 'articolo 49 della Costi -tuzione, e c'è ancora adesso, felicemente i nvigore . Esso dà ai partiti una collocazion edi rilevanza costituzionale (nel senso ch eessi sono contemplati dalla Costituzione) econferisce loro una condizione strumen-tale, come mezzo al fine . Infatti, l'articol o49 — lo ricordiamo — dice : «Tutti i citta -dini hanno diritto di associarsi libera -mente in partiti per concorrere con me-todo democratico a determinare la politic anazionale» .

L'onorevole Ciaffi può insegnarmi, d aquel fine giurista che è, che il riconosci-mento di un diritto comporta la facoltà, enon il dovere, di esercitare lo stesso . Inaltri termini, tutti sappiamo che secondol 'ordinamento costituzionale i partiti sonostrumentalmente al servizio dei cittadini, iquali possono utilizzarli iscrivendosi a dessi, oppure possono non utilizzarli . Inaltre parole, i partiti nascono in funzion edi un diritto dei cittadini di associarsi i nessi, come previsto dall 'articolo 49 dellaCostituzione, che è poi un corollari odell'articolo 18, il quale sancisce il prin-cipio generale della libertà di associa-zione .

Detto questo, occorre chiarire qualisiano i compiti dei partiti, che i cittadin ihanno diritto di utilizzare . Quali obiettiv ihanno? Essi hanno il compito di «concor-rere con metodo democratico a determi-nare la politica nazionale» . Qui ci siamo !

A questo punto devo rievocare, per u nmomento soltanto, una grande figura digiurista e di costituzionalista che preseparte ai lavori di questa Assemblea e che ,certamente, non apparteneva a gruppi d idestra. Egli era assistito da una grandepreparazione . Mi riferisco a Costantin oMortati il quale, subito dopo l'entrata i nvigore della Costituzione, chiarì che l'arti -colo 49, quando recita «concorrere co nmetodo democratico a determinare la poli -tica nazionale», rivolge un comando ai par -titi valido anche al loro interno . La stessaopinione fu sostenuta in sede di Assembleacostituente, ma in quella occasione (ed ènoto che allora il Movimento sociale ita -

liano per ragioni di anagrafe politica nonera rappresentato) alcuni costituenti in -sorsero, sostenendo che all'interno de ipartiti non dovesse esservi alcuna disci-plina proveniente dall'esterno: i partiti ,infatti dovevano essere associazioni libere ,avevano il diritto di esser vivi anche seerano partiti anarchici o — come allora s idisse — sovversivi. Ci fu un interessantedibattito in materia per altro registratonegli atti della Costituente, in cui interven-nero Moro, Togliatti ed altri costituenti .

Onorevole Ciaffi, la verità è che oggi ipartiti hanno prevaricato lo Stato ; non sisono infatti limitati a consentire ai citta-dini di concorrere a determinare la poli-tica nazionale, ma hanno occupato tutte l ezone dello Stato arrogandosi compiti d idecisione. Una cosa è determinare la poli -tica nazionale, altra è decidere i dettagli d itale politica: dai posti nelle banche a quellinelle partecipazioni statali, dai posti deidirettori dei giornali a quelli nelle USL ,negli asili nido, nei provveditorati, nell eregioni, nel sottogoverno regionale e lo -cale, nelle aziende municipalizzate e viadicendo. È uno scandalo? Non più . La cosapiù preoccupante è infatti che non fa pi ùscandalo leggere, per esempio, sui giornal iche vi è stata una riunione interpartitica ,non per determinare la politica nazional eo locale (nossignori!) ma per raggiunger eaccordi sui posti da dividersi in questo o inquell'altro ente, settore o sottosettore dellavita nazionale o locale !

Allora, onorevoli colleghi, onorevole re -latore, noi diciamo che la degenerazion epartitocratica ha invaso le istituzioni, le h aasservite ai sinedri e ai piccoli gruppi oli-garchici dei partiti e diciamo altresì che ipartiti stessi si sono posti al di fuori dell aCostituzione formale (tant'è che molti stu-diosi parlano dell'esistenza di una costitu-zione materiale) .

Lasciatemi concludere, di fronte aqueste constatazioni di fatto (una volta for -mulate soltanto da questa parte politic amentre adesso si sono diffuse a macchiad'olio presso tutti gli studiosi e gli schiera -menti politici), con una affermazione :l'abolizione del voto a scrutinio segreto èl'ultima conquista della partitocrazia ai

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danni delle istituzioni . Questa è la realtà enon è possibile sfuggirle! Si tratta, in altr eparole, di una estrema conquista ottenutacon le armi della congiuntura politica (no nuserò altri termini), con i mezzi della ine-sorabilità politica, con gli espedienti delconvincimento: ma i risultati sono questi !La proposta ultimativa del l 'abolizione delvoto a scrutinio segreto è, nelle mani deipartiti e in questa situazione, un attentatoestremo e un modo per completare l'occu-pazione delle istituzioni .

Tale considerazione l'abbiamo desuntadalle stesse parole del relatore, allorch équesti ha ricordato che il progetto di abo-lizione del voto a scrutinio segreto è conte -nuto nel programma di Governo. Onore-vole relatore, si tratta di argomenti a tutt inoti; ma qui siamo in Parlamento e il pro -gramma di Governo non dovrebbe averenulla a che fare con gli interna corporisdelle Assemblee legislative. Nella gerar-chia degli organi costituzionali o costitu-zionalmente rilevanti ritengo che non visia alcun dubbio che debba esserci una pri -mazìa degli organismi eletti, depositaridella sovranità popolare, rispetto a quell idei partiti . Ebbene voi avete rovesciato tal eprimazìa, tant'è che lei, onorevole rela-tore, sostiene addirittura (come risult adagli atti dei nostri lavori) che l'argoment oin esame rientra nel programma di Go-verno. Siete arrivati proprio al fondo ne ldimostrare, con i vostri comportamenti ,che ormai la classe politica partitocratica èmitridatizzata! Essa non ha più alcuna sen -sibilità, rimasta invece in noi e in altr ischieramenti di opposizione, nonché in ta-luni galantuomini della maggioranza (ch eabbiamo qui ascoltato)! La classe politicapartitocratica, però, non ha più remore, èmitridatizzata; e persino un uomo dell asensibilità politica dell'onorevole Ciaff inon avverte neppure che quelle modifichepossono anche essere comprese in un pro -gramma di Governo figlio di accordi inter -partitici ma (almeno per pudore!) non pos -sono essere inserite, signor Presidente, i nun atto della Camera . Le modifiche delregolamento sono contenute negli accord idi Governo, ma si dimentica che la Costi -tuzione, all'articolo 64, stabilisce che cia -

scuna Camera adotta il proprio regola-mento a maggioranza assoluta dei suo icomponenti . Il Governo non può quindiassumere impegni che vincolano la sededella sovranità popolare; può farlo sol -tanto con i suoi sodali o con i suoi gruppiparlamentari . Basterebbe questo svarioneper conferire all'operazione che state con -ducendo un carattere di patologia costitu -zionale .

Allora noi dobbiamo dire che voi, partit idella maggioranza, non avendo la capacit àdi affrontare il problema delle cosiddett e«grandi riforme» — quam mutatus ab illo— , avete cominciato da quella più mode -sta, da una riforma di comodo che appar -tiene proprio alla patologia della vostr aCostituzione, alla patologia dei rapport ifra Parlamento e partiti, che non solo no navete risolto positivamente a favore de lParlamento e della libertà, ma che aggra -vate suggellando lo strapotere dei partit i— ormai incoercibile — nel Parlamento.

Ogni cosa ha una spiegazione. Ed alloraperché tutto questo? Non certo perché voi ,partiti della coalizione proponente, avet emire dittatoriali o altro . No! Voi avete sol -tanto mire di perfezionamento della parti -tocrazia, mediante il quale potrete attin-gere due obiettivi . Il primo è quello di farfunzionare il meccanismo parassitari odella «Costituzione materiale», mecca-nismo contrario alle riforme in quanto l aCostituzione materiale, pur facendo co-modo a tutti, è funzionale ai partiti de lpotere . Questi ultimi hanno scritto la Costi -tuzione formale, l'hanno osannata e poi sisono inventata quella materiale per fare i lloro comodo !

L'altro obiettivo è di nascondere la debo -lezza propria della cosiddetta coalizione ,che poi coalizione non è perché quello i ncarica è un Governo di programma, pro-gramma che prevede di imporre al Parla-mento anche modifiche regolamentari .Non so, signor Presidente, quanta preoc-cupazione ciò debba far nascere nella Pre-sidenza della Camera, che è la tutrice dell eprerogative parlamentari di cui all'arti-colo 64 .

Voi, dunque, volete nascondere quest adebolezza intrinseca con il voto palese ob-

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bligatorio, salvandovi l'anima attraverso i lsalvataggio della prima parte della Costi-tuzione, cioè compiendo un salto logicoche uccide la bontà dei vostri argoment icirca la pericolosità del voto segreto . Po-tete pure continuare a dire che avete bi-sogno di far venire fuori i franchi tiratori ,ma non è questo il problema perché, se unGoverno è forte (lo dicono anche i giornali)ciò non è necessario . Il Governo Craxi èsopravvissuto a 239 «impallinature» a vot osegreto. Il consenso verso di esso era suf -ficiente, per cui quel Governo era «votose-greto resistente» !

Concludo dicendo che voi non poteteneppure pensare che siano utili alle vostretesi gli argomenti secondo i quali il parla-mentare deve rispondere del mandato ri-cevuto dagli elettori, così come è scrittonella relazione . Onorevole Presidente, tuttiquanti conosciamo, o dovremmo cono-scere, l'articolo 67 della Costituzione se-condo cui ogni membro del Parlamentorappresenta la nazione ed esercita le su efunzioni senza vincolo di mandato . È unodei palladii della libertà, una delle cautel eper il dissenso ; una di quelle cautele chesarebbero vanificate dall'abolizione de lvoto segreto.

Non entro nei dettagli, perché altri ora -tori del mio gruppo interverranno sultema con maggior competenza della mia econ maggiore approfondimento. Riba-disco tuttavia che il tasso di democraticitàdi un ordinamento lo si misura attravers ola tutela del dissenso. Voi ora volete atten -tare ai meccanismi di tutela del dissenso:state attenti, perché questo è un bruttogiorno per le istituzioni espresse dal con -senso . (Applausi dei deputati del gruppo de lMovimento sociale italiano-destra nazio-nale) .

PRESIDENTE . È iscritto a parlare l'ono -revole Calderisi . Ne ha facoltà .

GIUSEPPE CALDERISI . Signor Presi -dente, colleghi, innanzitutto devo espri-mere la nostra grave preoccupazione e l anostra ferma denuncia per quanto sta ac-cadendo. Si è cominciato con la minacci adello scioglimento delle Camere, una sorta

di vendetta di alcune segreterie di partitonei confronti di una eventuale sovrana elibera decisione dei deputati, diversa d aquella concordata in sede di Governo .Questa minaccia è un affronto alle istitu-zioni repubblicane e sottintende, tra l 'al-tro, una manovrabilità del Presidente dellaRepubblica, il che è fatto gravissimo .

Si è dimenticato, inoltre, che in tema d iriforme regolamentari non è neppure am-messo il voto di fiducia, per cui è fuoridalla Costituzione chi sconfina da legit-time valutazioni politiche per attribuir eformale rilevanza, nel rapporto tra Go-verno e Parlamento, alla questione del votosegreto (che, come è noto, appartiene agl iinterna corporis della Camera dei deputat ied è un bene indisponibile per il Go-verno) .

Si è cominciato — dicevo — con quell aminaccia ed ora stiamo assistendo all 'an-nuncio di marchingegni singolari, trucch ied escamotages : si preparano «carte false» ,si vorrebbero commissariare sostanzial-mente i deputati ed impedire loro di espri -mere un voto secondo libertà di coscienza ,richiamando, a tal fine, l'articolo 64 dellaCostituzione .

A chi così improvvidamente cita questoarticolo per sostenere che anche gli emen -damenti vanno votati a maggioranza asso -luta, vorrei ricordare l 'articolo 138 dellaCostituzione che disciplina le leggi di revi -sione della Costituzione e le altre leggi costi -tuzionali : è vero che sono previste maggio-ranze assolute o di due terzi, ma ciò nonvuol dire che anche gli emendamenti s ivotino con quel sistema! In 40 anni vi sonostate parecchie modifiche costituzionali,ma gli emendamenti sono sempre stati vo-tati a maggioranza semplice ; anche in temadi modifiche regolamentari, del resto, ne lcorso degli ultimi sette anni si sono verifi -cati parecchi precedenti in tal senso .

Sulla democraticità della procedura se-guita dalla Giunta per il regolamento s ipotrebbero sollevare parecchie obiezioni ,così come del resto abbiamo fatto, inquanto riteniamo che le procedure legisla -tive ordinarie siano le uniche che possan ogarantire effettiva democraticità al pro -cesso di modifica del regolamento .

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Anche la mancata rappresentatività d itutti i gruppi parlamentari nella Giunt aper il regolamento è un fatto gravissimo(non solo noi ed altri gruppi dell'opposi-zione ne siamo esclusi, ma addirittura l ostesso gruppo liberale), soprattutto in un afase delicatissima come quella che stiam oattraversando .

Tra le questioni giuste e sacrosante ch esi potevano sollevare, i socialisti hannoquindi prospettato proprio l'unica che no nc 'entra nulla. Ritengo infatti pacifico ch enella votazione degli emendamenti sidebba far riferimento a maggioranze sem-plici e non prevedere marchingegni edescamotages che prefigurano ipotesi dicommissariamento dei deputati .

Anche l'ipotesi di votare nuovament eper parti separate gli emendamenti ch evenissero approvati è abbastanza singo-lare: se uno o più emendamenti vengon oapprovati, successivamente si deve votar enel suo complesso la modifica, così emen -data .

Adesso sentiamo dire che si vorrebber orinviare la discussione ed il voto alla pros -sima settimana. Ebbene, noi non siamod'accordo, Presidente : siamo stati convo-cati per la riunione della Conferenza de ipresidenti di gruppo ed in quella sede chie -deremo il rispetto del calendario, in mod oche si giunga alla conclusione del dibattit onel corso di questa settimana. Ci era sem-brato, tra l 'altro, che la maggioranza, e i lPSI in particolare, avessero molta fretta .Dunque le ipotesi di rinvio risultano ingiu -stificate ed inaccettabili .

Credo che il dibattito stia confermando,signor Presidente, colleghi, quanto an-diamo sostenendo (certo non da soli) :l'abolizione del voto segreto al di là de lcaso delle leggi di spesa — cioè un'aboli-zione pressoché totale del l 'istituto, senzamutare nient'altro del sistema politico edelettorale e in mancanza di una più ampi ariforma dei regolamenti parlamentari —non corrisponde affatto ad alcun disegnoanticonsociativo, come vorrebbero soste -nere i fautori della proposta, perché ess anon rappresenta affatto un rimedio all aingovernabilità ed alla crisi del Parla -mento.

Si è in presenza di fuorvianti mistifica-zioni e strumentalizzazioni . Nel corsodell ' intero scontro sulle riforme istituzio-nali e regolamentari i partiti tendono amuoversi più per contrattare sul terrenodei rapporti di forza che per mutare effet-tivamente le regole del gioco per quantoriguarda istituzioni e regolamenti parla-mentari, ai fini di una loro riforma demo-cratica .

L 'abolizione pressoché totale del votosegreto significherebbe la liquidazione de lParlamento, il definitivo assoggettamentodi esso e dei singoli parlamentari allo stra -potere delle segreterie e delle oligarchie d ipartito, con buona pace — come è stato pi ùvolte ricordato in quest'aula — dell'arti-colo 67 della Costituzione, che prevede cheil parlamentare eserciti la propria fun-zione senza vincolo di mandato .

Con la proposta di abolizione del vot osegreto, più che disfarsi del bambino conl'acqua sporca, si vuole in sostanza tener el'acqua sporca e gettare direttamente i lbambino: in altri termini si vuole liquidar eil Parlamento !

Per affrontare la crisi del Parlamentooccorre invece soffermarsi sulle cause ch ela determinano . Noi siamo per una ri-forma anticonsociativa, ma occorre allorasapere esattamente che cosa significh imuoversi in questa direzione.

Una sia pur piccola analisi sulla crisi de lParlamento credo dovrebbero compierlainnanzitutto i compagni socialisti, chehanno presentato una proposta di riformaregolamentare che in realtà non corri -sponde affatto a quella finalità cui sopraaccennavo .

Il Parlamento è certamente in crisi, m anoi sosteniamo che si tratta in primo luog odi una crisi che investe il suo ruolo e solo inun secondo momento, semmai, di una cris idi funzionamento . Chi pensa alla crisi delParlamento esclusivamente in chiave diefficienza funzionale compie un grave er-rore di valutazione, perché non si fonda sualcuna base oggettiva e scambia le appa-renze di un fenomeno con la sostanza .

Si dice che il Parlamento lavori poco : anoi sembra invece che non si tratti di que -sto. ma del fatto che esso lavora male. Si

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dice che produce poco, ma io credo ch eesso produca fin troppe leggi e «leggine», eche vi sia dunque una iperproduzione legi-slativa di cattiva, di pessima qualità .

Non è vero che le lungaggini sono dovut eai tempi di discussione, perché esse dipen -dono in gran parte da spinte extraistituzio -nali . Non è vero che il Governo e la mag-gioranza non possono imporre la loro legi -slazione: è invece evidente che le non-deci -sioni derivano per lo più dalla mancanza d icoesione interna alla maggioranza .

Quindi, siamo in presenza di una crisidel ruolo del Parlamento, dovuta essen-zialmente alla progressiva dislocazion edelle decisioni dalle sedi istituzionali (par-lamentari) a quelle extraistituzionali (par-titiche) . È l'uso consociativo del Parla-mento che rappresenta il vero centro dellacrisi, per cui assistiamo ad una situazion enella quale la maggioranza non esercita i lsuo ruolo e lo stesso accade per l ' opposi-zione. È la consociazione che distorce i lParlamento, rendendolo il luogo della con -trattazione permanente e della non-deci-sione . È la confusione dei ruoli che no nconsente il processo legislativo e che faperdere efficacia anche alle funzioni d icontrollo e di indirizzo, che dovrebberoessere svolte in particolare dall'opposi-zione .

Da tutto ciò dipendono dunque la man-canza di capacità decisionale del Parla -mento, la proliferazione delle «leggine», laconseguente dilatazione della spesa pub-blica, con la sistematica elusione dei vin -coli posti dall'articolo 81 della Costitu-zione; da tutto ciò dipendono lo svuota -mento e la caduta delle funzioni di con-trollo, sia per mancanza di strumenti ade -guati sia anche per il cattivo uso di quell iesistenti (dovuto anche alle varie prassiche si sono instaurate) .

Ci opponiamo fermamente alla logicadella continua riproposizione di riformeregolamentari, sulla linea di quelle che s isono susseguite dal 1980 in poi (60-70 mo -dificazioni al regolamento!) ; e che nonhanno in realtà sciolto i veri nodi della cris idel Parlamento, ma hanno anzi creato unainvoluzione perché hanno prodotto un im -poverimento del ruolo del Parlamento,

una frammentazione delle decisioni, al-lungato ulteriormente i tempi dei lavori ,svilito la funzione di selezione delle prio-rità dell'Assemblea, prodotto l'emargina-zione del ruolo dei deputati a favore d iquello dei gruppi e così via .

Abbiamo quindi presentato, insieme co ni rappresentanti dei gruppi verde e di de-mocrazia proletaria, una proposta vera -mente alternativa, che cerca di andare a lnodo dei problemi . La scelta, secondo noi ,sta appunto tra il rafforzamento della de-mocrazia consociativa, da una parte, e i lritorno alla democrazia competitiva, allacontrapposizione, alla distinzione dei ruol itra Governo e opposizione, dall'altra .

Se andiamo invece ad esaminare la pro -posta che i compagni socialisti hanno pre -sentato sul voto segreto e sulla comples-siva riforma regolamentare, vediamo chec'è qualcosa che proprio non va, e checredo sia sintomatica della strumentalitàcon la quale i compagni socialisti si stann omuovendo. Saremmo d'accordo perfetta -mente, ripeto, con le intenzioni dichiarat enella loro proposta, ma questa, per il mod ocon il quale è formulata, non va affatto a lnodo dei problemi, anzi li aggrava.

Per esempio, il fatto di prevedere ch equasi tutte le leggi siano approvate in Com -missione significa semplicemente aumen -tare le possibilità di contrattazione, incre -mentare l 'uso consociativo del Parla -mento. Su questo aspetto si basa l ' im-pianto della riforma regolamentare pro -posta! È quanto mai singolare che si vogli acancellare il voto segreto in aula e poi s iproponga che tutte le leggi siano appro-vate in Commissione! Si prevedono ses-sioni che lascerebbero al l ' attività dell 'As-semblea una sola settimana al mese (il ch epoi significherebbe i soliti due o tre giorn idi lavoro); si va quindi proprio alla liqui-dazione del Parlamento !

Vorremmo con i compagni socialisti unconfronto serio sui contenuti e non l'us ostrumentale di questa o quella questione ,esclusivamente a fini di contrattazione, d irapporti di forza . La pressoché totale abo -lizione del voto segreto non è accettabile i nquesto contesto. Sono stati citati dal col -lega Mellini e da altri (e sono stati in parte

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anche letti) i testi degli statuti dei partiti . Siè visto che la libertà di voto, garantita dall aCostituzione, viene negata dalla partito-crazia non solo in modo implicito, maanche esplicitamente con la previsione disanzioni . Prendiamo atto che alcun igruppi hanno dichiarato di essere inten-zionati a cancellare quelle storture, quellevere e proprie forme di incostituzionalità ,ma riteniamo che ciò non sia assoluta-mente sufficiente .

A tale riguardo avevamo proposto (m aieri la Giunta per il regolamento ha giudi-cato tale proposta inammissibile : e noiriteniamo ciò molto grave) di prevedere uncontrobilanciamento, nel senso che all aregolamentazione e alla parziale aboli-zione del voto segreto si accompagnin onorme che garantiscano la democraticità ela trasparenza della vita dei gruppi parla-mentari. Suggerivamo, ad esempio, che undecimo dei deputati potesse chiedere l aconvocazione del proprio gruppo, perchéle determinazioni degli indirizzi de lgruppo stesso fossero sottoposte perlo-meno ad un dibattito . Questa proposta èstata dichiarata inammissibile, e possoanche comprenderne le ragioni, ma politi-camente la questione è sul tappeto, ed èstrettamente connessa a quella del votosegreto .

Non è possibile infatti sostenere (credoche proprio sulla base di questa tesi si astata dichiarata inammissibile la nostr aproposta) che i gruppi sono sostanzial-mente delle associazioni private e che ilregolamento della Camera non può inva-derne la sfera di autonomia . Lo stessodiscorso è stato fatto per i partiti quand ohanno chiesto il finanziamento pubblico ,rifiutando però ogni controllo. I partitiinvocano la disciplina privatistica o pub-blicistica soltanto per trarne i relativi van -taggi, però poi non ne tirano le dovute con-seguenze: non vogliono nessun controllo enon danno nessuna garanzia di democra-ticità per quanto concerne la loro vitainterna e parlamentare. Non si può conti-nuare a volere la botte piena e la moglieubriaca !

Ci auguriamo quindi che ci sia un ripen -samento su tale norma e che sia possibile

sottoporla al voto, perché ritengo che s itratterebbe di un fatto molto importante .

Abbiamo altresì presentato, come ènoto (anzi, come dovrebbe essere noto da lmomento che la stampa ne ha parlato ,pochissimo), una proposta che riteniamoestremamente importante, credibile, ra-gionevole e chiara in ordine all 'abolizionedel voto segreto sulle leggi di spesa, ch erappresenta una questione importante .Tale proposta era già stata presentata ne lcorso della passata legislatura da circa 6 0deputati dei gruppi dell'area laica e socia -lista (era stata sottoscritta da Spadaccia ,Bozzi, Labriola, Reggiani e da altri 5 5deputati, dei quali 27 socialisti). Rite-niamo che l'abolizione del voto segret osulle leggi di spesa sia l'unico sbocco pos-sibile, forte e credibile per questa vicend aparlamentare; anche se tale misura non ècomunque sufficiente per attuare un con-trollo del disavanzo pubblico, come tutti icolleghi sanno molto bene. Il problemainfatti è di porre in essere una riform acomplessiva, perché se non incidiamo su lmeccanismo consociativo non credo saràpossibile controllare il disavanzo pub-blico. E necessario anche un interventosui lavori delle Commissioni dove, com esappiamo, avviene la contrattazione per-manente, dove non c'è lo scrutinio se-greto, dove si procede mediante scrutiniopalese. Alle attività delle Commissioni ,non assiste la stampa, i resoconti non ven -gono riportati dai giornali ed è proprionel chiuso delle Commissioni che avven-gono le più incredibili elusioni e gli aggi-ramenti dell 'articolo 81 della Costitu-zione. Se si vuole procedere sulla strad adel risanamento della finanza pubblica ,se si intende risanare il nostro debito pub -blico, allora molte cose dovranno esser efatte e non solo la riforma del voto se -greto. I compagni socialisti potrebberoper esempio chiedere che sia discussa evotata quella proposta di legge, presen-tata dai gruppi federalista europeo, libe-rale e repubblicano, che prevede che laquantificazione contenuta nelle leggi d ispesa sia considerata un limite invalica-bile della spesa stessa . Vi sono però tantealtre cose da fare per quanto riguarda il

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problema delle garanzie e del rispettodell'articolo 81 della Costituzione.

Riteniamo che l'attuale situazione poss atrovare uno sbocco ragionevole e significa-tivo. Desidero a questo proposito citare u npasso della relazione del l 'onorevole Ciaffiil quale, a pagina 4, afferma: «Gli esponent idei gruppi di maggioranza hanno conve-nuto sull'esigenza di dare attuazione agl iimpegni sottoscritti all 'atto della forma-zione del Governo e della votazione dell afiducia allo stesso, sottolineando la prio-rità politica che nell'approssimarsi dell asessione di bilancio rivestiva la questionedel voto segreto» . Se questa è la preoccu -pazione del relatore, allora si procedaall'abolizione del voto segreto sulle soleleggi di spesa : il resto si vedrà .

Potremmo anche abolire il voto segret opiù in là, se matureranno condizioni ch econsentiranno, senza una liquidazione de lParlamento, di compiere alcune scelte .

Vorrei da ultimo rivolgere un invito a icolleghi socialisti, che in questo moment opurtroppo non sono in aula; mi augurosolo che stiano ascoltanto Radio radicale inmodo da poterlo accogliere . Stiamo at-tuando un tentativo di dialogo nei con-fronti dei compagni socialisti che hannoassunto un atteggiamento per noi incom-prensibile .

FRANCESCO RUTELLI. Purtroppo esiste ilcretinismo parlamentare, ma anche il cre-tinismo antiparlamentare .

PRESIDENTE. Prendo atto di questasua affermazione .

FRANCESCO RUTELLI. È rivolta ad alcunisettori del nostro Parlamento .

GIOVANNI RUSSO SPENA. Sempre creti-nismo è.

PRESIDENTE . È una spartizione un po'drastica! Onorevole Calderisi, la prego dicontinuare il suo intervento .

GIUSEPPE CALDERISI . Nel momento i ncui il partito comunista dimostra disponi-bilità a muoversi in una direzione anticon-

sociativa, il partito socialista sembra no nvoler cogliere questo segnale, e anz isembra voler spingere nella direzione op-posta i compagni comunisti : questo fatto ,alquanto emblematico, lo dobbiamo sotto -lineare con forza .

Vogliamo perciò rivolgere un invito a icolleghi socialisti a riflettere prima ch evengano magari compiuti atti gravi, primache si dicano cose un po' balorde comequelle che sono state dette e sulle quali m isembra si stia insistendo in maniera osti -nata e sbagliata.

Signor Presidente, nel concludere il miointervento, preciso che intendiamo sotto -porre la nostra proposta all'attenzione d itutti i colleghi . Con l'abolizione del votosegreto sulle leggi di spesa formuliamouna proposta ragionevole che speriamopossa essere accolta al più presto, cos ìcome speriamo che in questa settimana lavicenda si concluda in maniera positiva eragionevole (Applausi dei deputati de lgruppo federalista europeo) .

PRESIDENTE . È iscritto a parlare l'ono -revole Del Pennino . Ne ha facoltà .

ANTONIO DEL PENNINO. Signor Presi -dente, onorevoli colleghi, credo nonsfugga a nessuno di noi la rilevanza poli-tico-istituzionale del dibattito che si stasvolgendo .

Mi sia consentito dire subito che tale rile -vanza non sta, come qualcuno ha volut oaffermare in questi giorni, nel fatto ch eesso si svolga in un clima di forte tensione edi aspra contrapposizione tra maggio-ranza ed opposizioni, né nella rottura in-tervenuta del sottile filo che sempre, i nquesti quarant'anni di Repubblica, ha te-nuto uniti, sulle scelte di fondo che riguar -davano le regole della nostra convivenzademocratica, i partiti che diedero vita allaCarta costituzionale .

Chi volesse enfatizzare questa interpre -tazione, sia per salutarla come una posi-tiva svolta, sia per demonizzarla come i lgrimaldello che può aprire la strada adegenerazioni avventuristiche, invero sba -glierebbe. Non siamo in presenza di unamaggioranza sorda e chiusa che vuole ga-

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rantirsi gli strumenti per poter piegare l avolontà dei parlamentari alle imposizionidell'esecutivo ; né siamo di fronte ad un adecisione che da sola può consentire unpiù efficace svolgimento dell'attività di go -verno. Stiamo in realtà compiendo sol -tanto il primo passo lungo una strada com-plessa e difficile, durante il cui percorsodovremo ancora effettuare molte tappe ,ma in fondo alla quale forse si potrà deli-neare l'alba di una democrazia compiut anel nostro paese .

Se riflettiamo in modo critico e serenosulla storia della Repubblica non pos-siamo, da un lato, ignorare i grandi pro-cessi di trasformazione intervenuti nel no -stro paese, dall'altro non constatare che ,ad un certo punto, il funzionamento de lsistema politico istituzionale ha incomin-ciato a rivelare scompensi e ritardi che no ngli hanno consentito di guidare in modopieno ed adeguato il processo di crescit adella società italiana .

Non si è trattato della crisi di singoli isti -tuti ma della crisi complessiva di un si-stema politico bloccato in cui si è persa l avisione d'insieme delle grandi opzioni checontrassegnano la lotta politica nelle mo-derne democrazie. Più che guardare aduna politica d'insieme che tenesse cont odelle esigenze globali di sviluppo, le forz epolitiche, sia di maggioranza sia di oppo-sizione, nella inesistenza di una concretaprospettiva di ricambio di governo, hannocercato di inseguire in questi anni il con -senso di singoli corpi sociali, sposandonegli interessi come occasione di accresci -mento dei propri suffragi, al di là di ogn ipreoccupazione di venire domani scalzat idal ruolo di governo o di dover assumer enel medio termine tale responsabilità .

La delicata questione del voto segreto vaappunto collocata in questo peculiarequadro politico-istituzionale . Esso è statolo strumento attraverso il quale una mag-gioranza che si considerava eterna conce-deva alle opposizioni margini di inter -vento, di influenza, di snaturamento dell esue decisioni di fondo, quasi che, scari-cando sulle opposizioni la responsabilit àdi alcune scelte, meglio potesse perpetuar eil proprio ruolo. Ed è stato, per converso,

lo strumento attraverso il quale un'opposi-zione rassegnata a considerare assai lon-tana la prospettiva di un suo ruolo digoverno, si accontentava di veder accolt oquesto o quell'emendamento che rispon-deva alle sollecitazioni di gruppi o catego-rie .

Di fronte agli effetti perversi che questointreccio di contrapposti interessi ha de -terminato sulla finanza pubblica, ed a lfatto che ad un certo punto l'inseguimentoconsociativo delle spinte provenienti da icorpi sociali ha determinato una situa-zione di bilancio tale da rendere semprepiù difficile una soddisfacente risposta aquelle che, con felice espressione, sonostate definite «le aspettative crescenti», si èposto — e noi stessi lo sottolineammo fi ndal febbraio del 1981 — il problema d iinterrompere un circolo vizioso di cui loscrutinio segreto era principale stru-mento .

Il tema è cresciuto in questi anni nell acoscienza dei partiti della maggioranza .Fu posto con vigore in quest'aula dall'ono -revole Craxi nel l 'ottobre del 1980, divennepunto qualificante del decalogo su cu inacque il secondo Governo Spadolini, fu a lcentro del dibattito in seno alla Commis-sione Bozzi e attraversò l'intera IX legisla -tura .

Ma — occorre dirlo con franchezza pro -prio in quest'ora e in questo clima — forsela situazione non si sarebbe ancora sbloc-cata se dal maggior partito dell'opposi-zione non fosse venuta, nel novembre de l1987, con la relazione del l 'allora vicesegre -tario onorevole Occhetto, l'indicazion edell'esaurimento della fase della demo-crazia consociativa nel sistema politico ita -liano e la conseguente proposta dell'indivi -duazione di strumenti idonei ad aprire ne lconcreto una prospettiva per la politic adell'alternativa . Una proposta confermatanel discorso pronunciato dallo stesso ono -revole Occhetto il 17 febbraio 1988 in occa -sione della fiducia al Governo Goria. «Ilnostro obiettivo — diceva allora — non èquello di rafforzare il potere di interdi-zione dell'opposizione, ma quello di garan -tire un più effettivo e democratico govern odei processi, dei conflitti e delle innova-

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zioni in tutti i campi, attraverso in prim oluogo la possibilità di realizzare un nuov oconfronto fra effettive alternative pro -grammatiche e di governo» .

Un'opzione di fondo di questo generenon poteva, dunque, non avere immediat ee importanti ricadute nel dibattito sull eriforme istituzionali . Altre sono le regole d iun sistema che attraverso gli anni è andatomodellandosi secondo le esigenze, le op-portunità e magari, in certe fasi — di cuinon rinneghiamo, certo, la rilevanza —, l enecessità della prassi consociativa; altresono le regole di un sistema di democrazi acompiuta, tipiche dei regimi occidentali ,nel quali partiti o raggruppamenti di par-titi si alternano al governo della cosa pub -blica e competono, contrapposti e caratte -rizzati da progetti politici diversi, per assu -mere, escludendosi l'un l'altro, la guida de lpaese.

In effetti, a quella scelta fecero seguit ogli incontri sui temi istituzionali tra demo-crazia cristiana, partito comunista, partit osocialista, partito repubblicano e altreforze politiche che portarono, in coinci-denza del varo dell'attuale Governo ,all'avvio del processo di revisione istituzio -nale .

Tutto ciò ha rappresentato un dato poli -tico di assoluta e fondamentale novità, no nsolo nella storia politica italiana del se-condo dopoguerra, ma vorrei dire nell'in-tera storia politica unitaria . Non possiamodimenticare, infatti, la lunga tradizion etrasformistica che caratterizzò l'Italia pre-fascista fino al primo dopoguerra . Certo,era un'altra Italia, era un altro sistem apolitico, era un altro contesto sociale e deconomico. Ben poco è come allora .

Eppure, non c'è chi non veda una cert aqual linea di continuità fra trasformism odelle consorterie ottocentesche e consocia -tivismo di un ' Italia repubblicana nellaquale le responsabilità politiche rischianodi confondersi, senza possibilità di distin -guere con nitidezza le proposte della mag -gioranza e quelle dell'opposizione, cosìcome nella Camera ottocentesca, che nonconosceva ancora i partiti, non era facil-mente comprensibile l'accorparsi e lo sfal -darsi di eterogenee maggioranze (certo,

tutte interne al mondo lato sensu liberale)intorno a questa o a quella personalità .

Ebbene,nel momento in cui diventa co-mune la coscienza che è necessario supe-rare questa logica, è difficile negare che s iponga il problema di una revisione del votosegreto. La facoltà di ricorrere allo scru-tinio segreto e l'obbligo di esprimere il votofinale sulle leggi a scrutinio segret o(quest'ultimo introdotto dallo Statuto al-bertino, come ha ricordato il relatore, col -lega onorevole Ciaffi) più che disposizion ia tutela del singolo parlamentare nei con -fronti dell 'esecutivo, si sono dimostrat istrumenti congeniali al particolare mod od'essere prima del fragile parlamenta-rismo trasformista, poi del parlamenta-rismo consociativo del secondo dopo -guerra .

Certo, questo non era altrettanto fragiledi quello dell'Italia prefascista, e per al-cuni anni è stato in grado di assecondare losviluppo del paese. Ma oggi la maggior eomogeneità della società italiana, la su alarga deideologizzazione, la distensione in -ternazionale, il conseguente dispiegarsi d inuove prospettive politiche, la matura-zione di una opinione pubblica sempre pi ùesigente, l'insoddisfazione crescente versoun sistema politico sempre più chius o(proprio in ragione dell'impossibilità d idistinguere progetti politici omogenei elimpidi) non giustificano più le prassi con-sociative volte a garantire, nell'impossibi -lità della partecipazione al governo, la co -gestione in Parlamento da parte del mag-gior partito di opposizione .

Onorevoli colleghi, la storia del voto se -greto ci viene riproposta di frequente i nquesti giorni e in queste ore ; non vogliofare concorrenza ai numerosi e valenti stu-diosi che su questo terreno si sono gi àcimentati, il frutto del cui lavoro ci è statoopportunamente fornito dal Servizio stud idella Camera . Desidero però richiamare l avostra attenzione su pochi punti che mipaiono essenziali, anche perché in tantodiscorrere della storia del voto segretoqualche confusione è stata fatta e qualcheimprecisione è stata pur detta .

Già ho fatto cenno alla singolarità delloStatuto albertino che, se era quasi letteral-

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mente ripreso dalla Costituzione belga del1831, nel punto relativo al voto segretorisultò invece ispirato ad alcuni testi costi -tuzionali francesi del periodo rivoluzio-nario che, non a caso, in pieno Terrore ,prevedevano l 'obbligo del voto segreto . Funel presupposto che l'esecutivo sarebb estato legato da un rapporto fiduciario a lsovrano, e non al parlamento, e nella con -sapevolezza che questo avrebbe dovut opresto esaminare proposte del governo inmateria delicatissima (quali i rapporti co nla Chiesa), che nacque l'articolo 63, cheprevedeva l'obbligo dello scrutinio segret osul voto finale di ogni legge .

Tale impostazione si rafforzò quando f usancita la prevalenza, al di là del vot ofinale, della richiesta di voto segreto . Ma èpur vero che la prassi concreta della Ca-mera prefascista fu estremamente misu-rata e discreta nel ricorso ad esso. «Dacchéesiste la Camera italiana » — affermò i lmarchese Di Rudinì — «mai e poi mai si èabusato della domanda di scrutinio se -greto». Questo identico argomento fu uti-lizzato dal consultore democristiano Mi-cheli nell'opporsi alla proposta dell'azio-nista Fenoaltea di abolire dal regolament odella Consulta la prevalenza della richiest adi voto segreto . Micheli parlò infatti didiscrezione dei parlamentari di alloranell'uso di questo diritto, «e non credo» —concluse — «che la discrezione dei consul -tori possa essere minore» .

Ma la democrazia cristiana, che alloratemeva il voto palese per la preoccupa-zione dei futuri sviluppi politici nazionali ,fu battuta e il voto segreto venne virtual-mente abolito con il sostegno di azionisti ,socialisti e comunisti .

L 'atteggiamento delle maggiori forz epolitiche, in questa come in successive cir -costanze, è estremamente significativo :esso dimostra, infatti, come l'opzione pro ocontro lo scrutinio segreto sia stata sempr econdizionata dalle contingenti circostanz epolitiche. Lo fu anche alla Costituente,quando il tema venne riproposto in dueoccasioni sotto entrambi i profili : preva-lenza ordinaria della richiesta di scrutini osegreto e obbligo del voto segreto finale su lprogetto di legge . In tutte e due le circo -

stanze si dovette scontare il mutato clim apolitico; i comunisti erano diventati favo -revoli allo scrutinio segreto e la demo-crazia cristiana, che lo aveva difeso all aConsulta, divenuta ormai partito di mag-gioranza relativa, assunse un atteggia -mento contrario . Si manifestò contraria il23 aprile 1947, quando per la prima volt afu chiesta l'applicazione dello scrutini osegreto in sede di votazione di un emenda-mento a un articolo del progetto di Costi-tuzione. Contraria fu anche alcuni mes idopo, quando Aldo Moro, rovesciando l aposizione di Cappa e di Micheli alla Con -sulta, presentò l 'emendamento, poi appro -vato, che chiedeva l'eliminazione dell aprevisione costituzionale della obbligato-rietà del voto segreto nei voti finali sulleleggi. I comunisti, a loro volta, mutaronoatteggiamento rispetto a quello assunt oalla Consulta e proposero di reintrodurrenel testo l'obbligo di scrutinio segreto .

La prima Camera repubblicana con -fermò nel 1948-49, sia pure con alcunemodifiche, il vecchio regolamento prefa-scista che prevedeva la prevalenza dellarichiesta di votazione segreta ed il votosegreto finale sulle leggi . Forte di una mag -gioranza divenuta pressoché assoluta, m apreoccupata di non rompere ogni dialog ocon le forze di ispirazione marxista, cheavevano concorso a definire la Carta costi -tuzionale, la democrazia cristiana accett òla permanenza dello scrutinio segreto ,nella prospettiva di un suo uso discreto ,così come discreto era stato in prece-denza.

Ma la prassi applicativa del Parlament orepubblicano, in particolare alla Camera ,si rivelò assai diversa : le votazioni a scru -tinio segreto aumentarono subito, pur at-testandosi per sei legislature su circa 160-170 per legislatura . Nella VII legislatura lecose peggiorarono e si ebbero ben 643

scrutini segreti ; precipitarono nell'VIII enella IX legislatura con quasi 2500 scrutin isegreti per ciascuna.

Certo, concorsero a favorire questo ver oe proprio abuso del voto segreto l'introdu -zione del sistema elettronico (che coincis eappunto con l'esplosione di questa patolo -gia) e il proliferare dei gruppi parlamen-

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tari. Ma furono soprattutto l'allentarsi de ivincoli di coalizione e l'indeboliment odella complessiva posizione del Governo i nParlamento (frutto della riforma regola-mentare del 1971) che indussero i grupp idi opposizione ad un più frequente ricors oalla richiesta di scrutinio segreto, qual estrumento per incidere sempre più sull esingole scelte .

Il ricorso al voto segreto si rivelò, pe rl 'appunto, potente strumento per imporreal Governo la cogestione parlamentare diogni decisione .

Per quanto riguarda la prassi degli altr ipaesi, tutti conosciamo l'esito del son-daggio compiuto dall 'Unione interparla-mentare. La realtà che emerge, al di là ditutte le indiscutibili ed effettive specificitàdel caso italiano, non può che far riflet-tere. Non sono le tante democrazie fasulle ,i tanti parlamenti ingabbiati dai regimi apartito unico i soli, come si potrebbe pen -sare, ad escludere il voto segreto e ad usareesclusivamente quello palese . Sono tutti iparlamenti del mondo, con le uniche ecce -zioni dell'Italia e della Bulgaria, paese i ncui si è forse voluto lasciare uno strument oche formalmente garantisca l'autonomi adel solo partito legittimamente sopravvis -suto, oltre a quello comunista : il partito de icontadini .

Ciò vuol dire che tutte le autentiche de -mocrazie compiute, nessuna esclusa, co-noscono solo il voto palese . Semmai, seuna distinzione effettivamente sussiste, èfra quei parlamenti che prevedono il vot opalese anche sulle persone e quelli ch esulle persone prevedono invece il voto se -greto. Qui sì che si vede la differenza tr ademocrazie autentiche e democrazie —per così dire — limitate. Quasi tutte ledemocrazie autentiche votano a scrutini osegreto sulle persone, mentre le altre vo-tano in modo palese persino sulle per-sone.

Se questo è il quadro di riferimento degl iordinamenti degli altri stati, davvero pen -siamo, colleghi dell'opposizione, che il no -stro paese sia tanto diverso da tutte le altredemocrazie, da dover mantenere un mec-canismo che tanta influenza negativa haavuto sulla finanza pubblica? E come non

riconoscere piuttosto che la sua abolizion erappresenta un passo non avventurosoverso l 'abbandono di quelle prassi conso-ciative che tutti affermiamo di voler supe -rare, in quanto hanno esaurito la loro fun-zione? E davvero pensiamo che i nostripartiti (per i quali pure non ci stanche -remo mai di ripetere che occorre maggior etrasparenza finanziaria e statuti che ga-rantiscano una più completa democraziainterna) siano tanto diversi e tanto pi ùcapaci di coartare la volontà dei loromembri rispetto ai partiti delle altre demo -crazie? Che idea abbiamo di noi stessi, s epensiamo di essere fuscelli in balia de lMoloch-partito, persone, uomini e donn edimezzati, non in grado, al tempo stesso, d idifendere senza danni le proprie idee, né d iaffrontare con un minimo di coraggi oeventuali conseguenze politiche? Permet-tetemi, onorevoli colleghi, pur confer-mando la necessità di affrontare il grandetema del partito politico e del suo ruolo inItalia come uno degli impegni per noi prio -ritari in questa stagione delle riforme isti -tuzionali, di respingere per altro con fer-mezza questa caricatura del parlamen-tare: essa non corrisponde alla verità ed èdavvero distruttiva della dignità stessa deldeputato !

Ed anche ammettendo che l'articolo 67della Costituzione significhi che il deputat odeve potersi sottrarre alle direttive del pro -prio gruppo, è il votare senza dire l'unicomodo per tutelare questa libertà da ogn imandato? E il tradimento di ogni traspa-renza verso il principe, l'unico che esiste indemocrazia, cioè il popolo, sarebbe la con -dizione della libertà del deputato? Certo, i lvoto segreto può essere usbergo del parla-mentare, a fronte di iniziative di un esecu-tivo che voglia imporre alla sua maggio-ranza stravolgimenti dei valori costituzio-nali di fondo o intenda ridurre i diritti dilibertà . Ma in questo senso la proposta com -plessiva avanzata dai gruppi della maggio-ranza, che consente il ricorso allo scrutiniosegreto per le leggi concernenti i diritti d ilibertà e di famiglia, ci sembra tale da con -sentirci di affermare che, rispetto a questopericolo, sono state introdotte sufficientiguarentigie .

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Mi consentano i colleghi comunisti d idire loro che se ulteriori perfezionamenti ,che pure avevamo auspicato, non son ostati purtroppo possibili, e la maggioranz asi è arroccata e chiusa sulla ipotesi con-templata nelle intese di governo, ciò è stat oin gran parte frutto dell ' irrigidimento in-tervenuto nella loro posizione, rispetto alleprecedenti aperture .

Non vogliamo fare alcun processo all eintenzioni, ma ci è sorto il dubbio che l eposizioni comuniste non siano del tutt oindipendenti dai recenti risultati delle ele-zioni amministrative, che ci sembranoaver determinato l 'assunzione di atteggia-menti più chiusi su questa materia, quas iche la volontà di individuare gli strument iidonei a concretizzare una prospettiva dialternativa si sia affievolita nel momentoin cui prendeva concretamente corpol'ipotesi del riequilibrio a sinistra, e quas iche si rafforzasse invece la propensione amantenere istituti in grado di garantire ,attraverso meccanismi consociativi, l apossibilità di influenza sulle decisioni digoverni e di maggioranze, rispetto ai qualiè meno forte la spinta a candidarsi com eforza di ricambio .

Se così fosse, si tratterebbe invero di ungrave errore, sia perché è sempre sbagliatopiegare alle contingenti preoccupazionipolitiche scelte che riguadano la vita dell eistituzioni, sia perché si allontanerebb eogni concreta prospettiva di realizzare u nsistema di democrazia compiuta.

Nel 1923 Giovanni .Amendola scriveva aFilippo Turati : «Si tratterebbe ora di ve-dere se si possa delineare una grande sini -stra, che si contrapponga all'attualità no ntanto come rivendicazione del passato,quanto come creazione di avvenire, ch eaccetti coraggiosamente le conclusioni ch evanno tratte dall'esperienza del passato, eche rispetti il bisogno di ordine e di sicu-rezza, avvertito in modo intenso durant euna profonda crisi economica . Una grandesinistra, insomma, che la coscienza degl iitaliani si abitui a considerare come un'al -ternativa non disprezzabile alla quale affi -darsi con il pensiero per il caso che ungiorno qualunque si dovesse cambiare. «Ioconcepisco» — continuava Amendola -

«questa corrente politica come una diquelle grandi opposizioni nelle quali s imilita tranquillamente, senza fretta, peranni, e che un giorno vanno al Governo abandiere spiegate, accompagnate dal con -senso nazionale, per creare, attravers olunghi anni di azione, una realtà nuova» . Euna sinistra che voglia apparire agli occh idegli italiani un'alternativa non disprezza -bile deve avere sempre la coscienza di cosadavvero serve al miglior funzionament odelle istituzioni (Applausi dei deputati de lgruppo del PRI) .

PRESIDENTE . È iscritto a parlare l'ono -revole Bassanini. Ne ha facoltà .

FRANCO BASSANINI . Signor Presidente ,onorevoli colleghi, è una situazione singo -lare quella che vive la Camera in quest igiorni . Si sta svolgendo qui un dibattito d inotevole qualità, su temi molto compless ied impegnativi : essi non riguardano sol-tanto le modalità di votazione della Ca-mera; ma, sullo sfondo, anche altre grand iquestioni: come garantire trasparenza, re-sponsabilità e soprattutto coerenza nell edecisioni parlamentari, ed insieme comemantenere fermi (e possibilmente raffor-zare) il ruolo del Parlamento e la sua rap-presentatività; come garantire rigore, ef-fettività, responsabilità alle decisioni sullaspesa e sulla programmazione delle ri-sorse, e come garantire, contemporanea -mente, che quelle decisioni corrispondanoeffettivamente ai bisogni, agli interessi ealle esigenze della società; come realizzareun equilibrato rapporto tra partiti, societàed istituzioni rappresentative . Si tratta, in -somma, di un dibattito importante, su que -stioni che non affaticano solo il Parla -mento italiano e la cultura politica ed isti -tuzionale italiana ; sono problemi che no npossono essere affrontati con semplifica-zioni affrettate o addirittura imponendosoluzioni prefabbricate che ne ignorano lacomplessità e la delicatezza .

La situazione singolare in cui ci tro-viamo sta nel fatto che questo dibattito ,così alto e su questioni tanto complesse, s isvolge nella consapevolezza che probabil -mente non si deciderà in questa sede ; anzi

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chi decide, o pretende di decidere, non èqui ad ascoltare questo dibattito, non s imisura con gli argomenti e con le opinioniche, anche dai banchi della maggioranza ,vengono esposti in questi giorni. Si vuole ,anzi, che tutto sia già deciso . Ne innove-tur .

Al banco del Governo non siede oggi nes -suno, secondo la tradizione ; ma vi è inrealtà un convitato di pietra, che peraltronon ascolta il dibattito (come il Governo ètenuto invece a fare negli altri casi), ch eanzi ha già qualificato questo dibattitocome irrilevante . Vi è qualcuno che ha giàstabilito quale dovrà essere il risultato de lnostro lavoro, che ha già fissato un testo eduna soluzione che non dovrebbero più es-sere modificati, qualunque siano gli argo -menti che in questa sede vengono esposti ,le soluzioni prospettate e perfino quell esulle quali si dovessero registrare largaconvergenza e larghi consensi .

L'assenza del Governo dai banchi adesso riservati risponde non solo ad una tra -dizione, ma anche ad un fondamentaleprincipio costituzionale : l'indipendenzadel Parlamento nel fissare le regole de lgioco parlamentare . È una conseguenzanecessaria della divisione dei poteri . Non èdunque solo in questione il corretto rap-porto tra maggioranza e opposizione . Nonripeto dunque quel che altri hanno giàdetto e che pure è vero: che, nel fissare leregole del gioco, maggioranza ed opposi-zione devono essere alla pari ; e che non c'èin questo, onorevole Del Pennino, alcunatentazione consociativa. Ha risposto beneieri Bianco su questo punto . Cosa c'è dimeno consociativo di due squadre che s iaffrontano in campo aperto, in una partit adi calcio, ad esempio? Se una vince, l'altr aperde. Ma le regole del gioco sono fissat eprima, d'accordo tra le squadre . Non èconsociazionismo pretendere che le regol edel gioco siano fissate non già da unasquadra sola, ma d'intesa tra tutti quell iche dovranno partecipare al gioco .

Perciò la Costituzione richiede, per l emodifiche al regolamento, una maggio-ranza qualificata, nella fattispecie unamaggioranza assoluta . Per questo si pre-vede che il banco del Governo sia vuoto:

non è materia di accordi di governo, non èmateria di programma di governo . E in-vece nell'ambito di un accordo di governosi pretende di imporre un esito prefabbri-cato al dibattito che qui si svolge, si prefi -gura una gabbia tale da rappresentare u nlimite duro e rigoroso — diciamolo co nfranchezza — alla sovranità di questa As -semblea. Addirittura, si minaccia una cris idi Governo, e persino lo scioglimento dell aCamera, se la decisione dovesse non corri -spondere esattamente a quella che è stataadottata fuori di qui, ad un tavolo a cu isiedevano poche persone; e ciò in una ma -teria che non riguarda, che non può ri-guardare il programma di governo, n ériguarda l'indirizzo politico di maggio-ranza; in una materia che riguarda esclu-sivamente questa Assemblea.

Si chiedono e si vorrebbero imporre —cosa di ieri — artifici procedurali per co-stringere la Camera ad un secco «prendereo lasciare» sul testo concordato fuori d iqui, azzerando con l'astensione organiz-zata la segretezza del voto prima che lariforma l'abbia abrogata .

È questa una pretesa inammissibile, unalesione della indipendenza e della sovra-nità del Parlamento . È inammissibile mi-nacciare crisi, addirittura prospettare i llicenziamento del Parlamento, in una ma-teria che non può costituzionalmente farparte di accordi di governo . Stupisce che i lPresidente della Repubblica, garante dellaCostituzione, taccia su una questione ch eriguarda essenzialmente i suoi poteri ed i lsuo ruolo di garanzia, mentre si minacci alo scioglimento delle Camere .

Non stupiscono le iniziative di chi h adefinito il Parlamento un «parco buoi» .Stupisce che tanti che invece hanno in pas -sato espresso opinioni rispettose del ruol oe della autonomia del Parlamento, si asso -cino nella minaccia di crisi e, addirittura,nel ricatto dello scioglimento delle Ca-mere. È cosa costituzionalmente, e anchemoralmente, inammissibile .

Dicevo che è una condizione singolare ,quasi schizofrenica, quella che viviamo :come non mai il dibattito dovrebbe, po-trebbe servire alla ricerca di una soluzioneequilibrata, alla ricerca di riforme e inno-

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vazioni che armonizzino nel più alto punt odi sintesi possibile le esigenze di traspa-renza e responsabilità delle decisioni e d irispetto dell'autonomia del Parlamento edella libertà del parlamentare, l'esigenz adi tempestività e corenza nell'attuazionedell'indirizzo e del programma del Go-verno e la necessità di assicurare il con-fronto democratico sulle scelte fondamen-tali, oltre che il controllo sulla loro attua-zione. Come non mai si vogliono render einvece questa ricerca e questo dibattitoprivi di qualsiasi valore, fino a negare l asovranità e l'indipendenza del Parlamentoin uno dei suoi profili più ovvi e fondamen -tali: la fissazione delle regole del suo fun -zionamento, delle procedure e dei modi diformazione della sua volontà .

Onorevoli colleghi, è, questa, una situa-zione inedita, credo inaudita, in un Parla -mento democratico : tutti i parlamenti de-mocratici, anche quelli che hanno vist omaggiormente deperire la loro funzion e(ne ha fatto ieri alcuni esempi l'onorevoleRodotà), sono sempre stati gelosi della lor oindipendenza almeno nel campo della fis-sazione delle regole del loro funziona -mento.

Ma questa situazione singolare contien ein sé anche un mónito che non possiamodavvero ignorare, onorevoli colleghi . Essaprefigura, infatti, io credo, la condizion edel Parlamento italiano se dovessero qu ioggi prevalere soluzioni non meditate, lacondizione quotidiana che questo Parla -mento e i suoi parlamentari si troverannoa dover affrontare. Questo dibattito, che s ivuole a soluzioni prefabbricate, costituiscela prefigurazione dei dibattiti futuri, s epasseranno soluzioni non meditate . Quelche si chiede, infatti è che prevalga, per -fino in una materia che non è e non pu òessere parte del programma di Governo,una decisione adottata fuori del Parla -mento e persino fuori del Governo, onore -voli colleghi, limitandosi il Parlamento a duna registrazione passiva ; come faceva —e neppure sempre, per la verità — la Ca-mera dei fasci e delle corporazioni; e comefaceva e fa — ma forse non lo farà più i nfuturo se saranno approvate le riforme i ncorso — il Soviet supremo dell'Unione So -

vietica. Vengono in tal modo ignorate l acomplessità e la delicatezza di tale que-stione, che non riguarda solo i modi d ivotazione. La si vuole trasformare in un aprova di forza, o in un banco di prova dellafermezza del Presidente del Consiglio, o i nuna dimostrazione della capacità del Go-verno di sfidare l'opposizione : tutti obiet-tivi evidentemente strumentali ; e del tuttoincoerenti rispetto alla questione della ri-forma delle procedure parlamentari, chedovrebbe invece essere l'oggetto unico delnostro dibattito .

Tutto ciò avviene in uno dei pochi casinei quali, al di fuori di qualsiasi logica con -sociativa, non solo è corretto, ma è istitu-zionalmente fisiologico e necessario cer-care ragionevoli e possibili intese . Possi-bili? Possibili . Pochi in quest'aula — ormaisiamo in grado di fare un primo bilancio d iquesto dibattito — negano la necessità d iuna incisiva riforma dell'organizzazione edel funzionamento del nostro Parlamento .Pochi negano la necessità di garantire me-glio la trasparenza, la responsabilità delledecisioni e soprattutto — vorrei sottoline-arlo — la possibilità di controllare la coe -renza tra quanto affermato e i comporta -menti realmente tenuti nel momento in cu ile decisioni vengono adottate . Pochi ne-gano perfino che il punto di arrivo di unprocesso riformatore dovrebbe essere lageneralizzazione, come regola, del votopalese.

Ma si avrebbe maggiore trasparenza ,maggiore responsabilità e maggiore possi-bilità di controllare la coerenza tra dichia -razioni di principio e comportamenti reali ,se si adottasse, qui ed ora, la riforma che lamaggioranza propone? Se il risultato fosseun Parlamento più «trasparente», ma dov esi decide e si controlla sempre meno,mentre sempre di più la sede delle deci-sioni si sposta verso luoghi ancor men otrasparenti e ancor più oscuri? Se le deci-sioni fossero sempre più il frutto di tratta -tive segrete fra le segreterie dei partiti, fos -sero il frutto di patti, di accordi, di tratta-tive, magari di ricatti, di negoziazioni tra l esegreterie dei partiti e le grandi concentra -zioni, i grandi centri di potere economico efinanziario e dell'informazione, o i grandi

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interessi organizzati (e qualche volta, Di onon voglia, persino le logge segrete o legrandi organizzazioni criminose) ; se le de -cisioni, dicevo, fossero adottate nel cors odi trattative segrete tra De Mita e Romiti ,tra Craxi e Berlusconi, tra qualche espo-nente politico e Cutolo, si avrebbe davver opiù trasparenza, più responsabilità, mag-giore verifica della coerenza delle deci-sioni? O non si farebbe — lo ricordav abenissimo ieri Gerardo Bianco — un ulte-riore passo sulla strada dell'oscurità delledecisioni, della loro incontrollabilità, dell aconcentrazione del potere in élites semprepiù ristrette, sempre meno democratiche ,sempre meno responsabili ?

Si dirà: già oggi buona parte delle deci -sioni è assunta così, fuori dalle sedi istitu-zionali . È vero, ma oggi è possibile unvaglio, un controllo, è possibile rimetter ein discussione queste scelte . Se si attuasseuna riforma che lasci le decisioni assunt ein queste sedi occulte di contrattazion eunchecked, come dicono gli americani edunque prive di ogni controllo, di ogni pos-sibilità di contestazione quale può esser eeffettuata da un libero parlamento ,quando le sue decisioni sono realment elibere, si farebbe davvero un passo avant isulla via della trasparenza e della respon-sabilità? Basterebbe forse fare appello a lcoraggio ed alla coerenza morale dei par-lamentari? Tanto Bianco quanto Rodotàsul punto hanno detto ieri parole che credosia inutile ripetere . Sappiamo che sonovere, sappiamo che il problema è un altro .Non basta fare appello al coraggio ed allacoerenza dei singoli parlamentari . Oc-corre garantire regole, istituzioni, statuti ecomportamenti politici che consentano achi dissente motivatamente di sottoporr eall'elettore le ragioni del dissenso ; di nontrovarsi nella condizione di dovere far giu -dicare le ragioni del dissenso da colui o d acoloro da cui egli dissente, da coloro ch ehanno assunto la decisione che egli in -tende contrastare, magari per ragioni d icoscienza .

Noi oggi non disponiamo di questi mec -canismi. In altri sistemi ne esistono d iragionevoli, che consentono in ultima ana -lisi di rimettere all'elettore, al popolo so -

vrano, la decisione sulla fondatezza dell eragioni del dissenso . Qui risiede il fonda -mento della libertà del parlamentare . Nonè, come vedete, questione di coraggio o dicoerenza .

Chi vi parla provò ad esprimere i nqualche occasione — non nel segretodell 'urna, ma pubblicamente in que-st'aula, nei primi anni in cui si trovava qui— il suo dissenso dalle posizioni assuntedal partito cui apparteneva : nel giro di dueanni, venne espulso dal partito . Né bastarichiamare discutibili precedenti . Ricor-davo l'altro giorno in quest'aula le parol edi uno dei miei maestri, Egidio Tosato .Ricordavo che Egidio Tosato, qui in Tran -satlantico, dieci giorni prima di morire, midisse parole che mi fecero riflettere, anch ese non mi sentii e non mi sento di condivi -derle senza eccezioni. Mi disse: «Ho lettoche lei da qualche giorno è membro dell aGiunta per il regolamento . Lei è giovane,non ha esperienza, ma si ricordi : il votosegreto è il presidio della libertà del Parla -mento; e la libertà del Parlamento è il pre -sidio della libertà, di tutti noi» . Oltre adEgidio Tosato, ho avuto un altro maestro ,Leopoldo Elia. Egli ha scritto ieri un arti -colo nel quale si citano singolari esempi d ipartiti democratici nei quali è garantita l alibertà di dissentire ; e per esempio To-gliatti allorché consentì a Concetto Mar-chesi di votare contro l'articolo 7 dellaCostituzione .

Non voglio scandalizzare nessuno. Manon credo che il partito comunist adell'epoca staliniana possa essere additat ocome modello di democrazia interna e d irispetto della libertà dei parlamentari .Quanti altri nel PCI avrebbero voluto dis -sentire sull'articolo 7 della Costituzione? Aquanti non è stato «concesso»? E davvero s ipuò dire chela libertà di coscienza dipend edalla «concessione» del capo? Non è piut -tosto un diritto che deve poter essere eser -citato senza autorizzazione di alcuno ,salvo restando il giudizio che ne darannogli elettori?

Il secondo problema è relativo alla ne-cessità di realizzare riforme che evitin ol'emarginazione del Parlamento pur ne lrafforzamento della stabilità dei governi e

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dell'efficacia della loro azione per l'attua-zione dei loro programmi (esigenze ch enon solo non disconosciamo, ma che rite-niamo debbano essere l'obiettivo di unserio processo riformatore) .

C'è un delicato equilibrio nei sistemi de -mocratici . Il Governo deve avere gli stru-menti per governare; ma non deve essereautorizzato a sottrarsi al confronto ed a lcontrollo, che solo un libero e forte Parla -mento può garantire .

Quando si parla di statuto dell'opposi-zione, non si rivendicano poltrone o inca-richi. Ieri Rodotà citava l'esempio di par -lamenti che hanno visto il loro ruolo inde -bolirsi fortemente, come il Parlamento in-glese .

Ebbene, il Parlamento inglese così com eil Congresso degli Stati Uniti (che invece èpotentissimo, tanto nel momento della de-cisione legislativa che del controllo) di-spongono di uno strumento a noi scono-sciuto che garantisce insieme l'efficaci adei poteri di controllo del Parlamento edun ruolo adeguato dell'opposizione (che èanch'essa elemento imprescindibile d iogni sistema democratico) . Questo istituto(in Inghilterra l 'Audit Off ice e negli Stat iUniti il Generai Accounting Office) è unaspecie di super Corte dei conti al servizi odiretto del Parlamento, dotato del poter edi compiere ispezioni in tutti gli organism idello Stato, nessuno escluso, anche a ri-chiesta del singolo parlamentare .

Il responsabile unico di questa istitu-zione, il Comptroller Generai, è nominato,tanto negli Stati Uniti quanto in Inghil-terra, di intesa tra maggioranza e opposi-zione; in modo che sia chiaro che egli è a lservizio del Parlamento nella sua unità ; eche la funzione di controllo del Parla -mento non può essere piegata alle esigenzedella maggioranza o del Governo, interes -sati ad occultare eventuali responsabili-tà .

Solo se si impostano riforme di questoimpegno, che garantiscano la libertà real edei parlamentari anche di dissentire dairispettivi partiti, e dall'altro rafforzino i lruolo autonomo del Parlamento, nel mo-mento delle grandi decisioni (per quest oabbiamo sostenuto la necessità di un pro -

cesso forte di delegificazione, per consen -tire al Parlamento di concentrarsi sull egrandi decisioni, dando al Governo gl istrumenti per attuarle e articolarle); se siva — dicevo — nel senso di un rafforza -mento dei poteri di grande decisione e d icontrollo, sarà allora possibile giungere asoluzioni che, come in altri paesi, preve-dano la prevalenza o addirittura l'applica-zione generale del voto palese .

Tutto ciò significa, nel frattempo, nonfare nulla? Niente affatto! Non abbiam omai detto che questo processo riformatorecomporti il rinvio di ogni riforma dell'at-tuale disciplina delle modalità di vota-zione. È possibile affrontare subito il pro-blema, perseguendo due obbiettivi : ilprimo è quello di riformare le disposizion iche consentono l 'uso del voto segreto no ncome presidio della libertà di decisione delParlamento, ma solo come strumento pe rmettere in crisi la stabilità dei governi .

Il cosiddetto doppio voto, previst odall 'articolo 116 del regolamento della Ca-mera, è stato il frutto di un compromessoperverso, col quale, mentre si toglieva a lParlamento la possibilità di modificare odi emendare le proposte del Governo con -tenute in un decreto-legge sul quale il Go -verno pone la fiducia, gli si dava in cambi ola possibilità di tendere imboscate al Go-verno e di porlo in crisi. Una soluzionesbagliata, che occorre cambiare, perché i lvoto segreto non può essere uno strument oper tendere imboscate. Uno degli argo -menti più giusti e più forti a favore di unariforma della disciplina del voto segreto èquello legato alla legislazione in materia d ispesa, di entrata e di programmazion edelle risorse, cioè alla legislazione finan-ziaria . La riforma più urgente del regola -mento è imposta dalle condizioni dell anostra finanza pubblica e dall 'esigenza diun risanamento finanziario . È vero che leregole oggi in vigore favoriscono la fi-nanza allegra e gli assalti alla diligenza ; èvero che rendono vano ogni tentativo d irecuperare la governabilità della finanz apubblica; è vero che impediscono ogni effi-cace programmazione delle risorse ; è veroche in tal modo non si ostacola soltant ol'attuazione di un qualsiasi programma di

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governo, ma anche la possibilità stessa d iun'opposizione che voglia candidarsicome alternativa di governo, di raccoglier ei frutti dell'eventuale successo parlamen-tare di proprie proposte alternative di pro -grammazione e distribuzione delle risorse,contrapposte a quelle governative .

Quindi è giusto porre subito, oggi, i nquesta settimana, il problema di una ri-forma incisiva dei regolamenti parlamen-tari per la parte che concerne la program-mazione delle risorse; e pertanto le leggifinanziarie, il bilancio, la legislazione dispesa e la legislazione in materia di en-trate .

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE

GERARDO BIANCO

FRANCO BASSANINI . Onorevoli colleghi ,se questo è il punto — e per molti di no iquesto è il punto — allora la questione no nriguarda soltanto, e neppure prevalente-mente, la disciplina delle modalità di vota -zione. È stato dimostrato (non da me) ch enon più del 10 per cento delle decisioni dispesa che sconvolgono l'equilibrio — si faper dire — della finanza pubblica e de lbilancio dello Stato sono adottate non i naula, con voto segreto, ma in Commis-sione, nei Comitati ristretti, nei Comitat idei nove, dove — i colleghi lo sanno — i lvoto segreto è una rarità . Ed anche perquanto riguarda l 'Assemblea, le statistichedimostrano che è prevalente il peso dell edecisioni di nuova spesa adottate a votopalese, — o a voto segreto, ma con il parerefavorevole della Commissione e del Go-verno (quindi con un esito che coincid econ quello che si avrebbe in caso di vota-zione palese) — rispetto a quelle adottate avoto segreto contro il parere della Com-missione e del Governo .

Non per questo il problema del vot osegreto sulle leggi di spesa, finanziaria e d ibilancio diventa irrilevante . Occorre af-frontarlo, ed affrontarlo subito, ma ne lquadro di una riforma dei procedimenti d iesame ed approvazione dei disegni di leggefinanziaria e di bilancio . È una riforma chepossiamo avviare immediatamente, per -

ché essa è all'esame della Giunta per ilregolamento da tempo e sulla base di pro-poste precise . Vi è la proposta dei colleghiCristofori, Macciotta ed altri ; e quella cheil sottoscritto e gli onorevoli Gitti, Segni eBattaglia presentarono già due o tre ann ifa, che in un convegno organizzato e pre-sieduto dall'onorevole Vincenzo Scott itrovò il consenso dello stesso Scotti, diAndreatta e di Amato .

In tali proposte, non si tratta solo de lvoto segreto, perché il recupero del con-trollo della spesa pubblica richiede, prim aancora, l'approvazione di norme efficaci eprecise che, una volta fissato con vot opalese l'equilibrio del bilancio pubblico edecisa la grande programmazione e ripar-tizione delle risorse, riconducano ogni de -cisione nell'ambito delle compatibilità i ntal modo determinate. Regole di tale na-tura consentirebbero di ottenere, sul pianodi una rigorosa programmazione delle ri-sorse, di un rigoroso recupero del con-trollo della spesa pubblica, effetti moltopiù rilevanti della stessa abolizione gene-rale del voto segreto sulle leggi di spesa .L'abolizione del voto segreto incide infatt ial massimo su quel 10 per cento di deci-sioni che oggi sono adottate a scrutini osegreto, ma non su quell'altro 90 per cento ,che nasce davvero da negoziazioni e com -promessi non di rado devastanti per l'equi-librio del bilancio .

Fu una decisione a scrutinio segreto, peresempio, che dirottò i 600 miliardi già stan -ziati per la cosiddetta operazione giaci -menti culturali al restauro e alla tutela de lpatrimonio storico artistico : quest 'Assem -blea lo decise con una maggioranza de idue terzi dei presenti, che il voto palesenon avrebbe registrato. Fu una decision eche non modificava in nulla l 'equilibrio delbilancio pubblico, non aumentava di un alira la spesa, né interveniva nella riparti-zione delle risorse tra le diverse ammini-strazioni . Ma cambiava molto sul pianodella moralità pubblica ; e della difesa etutela di beni culturali unici al mondo .

Soluzioni possibili dunque esistono . Mapossono essere varate solo se si recupera laindipendenza di questo Parlamento, se s ene difende la sovranità, nel momento della

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decisione finale che dovremo prendere ne iprossimi giorni . In una materia come que-sta, dove è in gioco l'indipendenza del Par -lamento, non possiamo accettare Diktatesterni, né soluzioni prefabbricate . La li-bertà del Parlamento è nelle nostre mani ,dipende dal nostro voto (Applausi dei de-putati dei gruppi della sinistra indipen-dente, del PCI e federalista europeo — Con-gratulazioni) .

PRESIDENTE . È iscritto a parlare l 'ono-revole Franchi . Ne ha facoltà .

FRANCO FRANCHI . Signor Presidente ,onorevoli colleghi, so che aprire l'animo i nquesto ambiente è pericoloso, ma lo farò l ostesso, perché dopo tanti anni di vita par -lamentare non ho mai avuto le idee cosìconfuse come in questa occasione. E le mieidee sono confuse perché sono entrato i ncrisi di identità, per colpa vostra: e perrecuperare la mia identità chiedo, quindi ,il vostro aiuto .

Non ho avuto la fortuna di avere i mae-stri dell'onorevole Bassanini, pur se hoconosciuto l 'onorevole Tosato, un grand emaestro di sicuro. Ognuno ha avuto i suoimaestri : io ne ho avuti due. Maestri, con laradice di magis : uno era Mussolini, l'altroAlmirante .

Di fronte al problema in discussione ,prendo a questo punto in mano il regola-mento della Camera dei fasci e delle cor-porazioni, un regolamento approvato esat-tamente mezzo secolo fa, e mi rendo contoche solo dopo sedici anni di regime fasci -sta, nel corso dei quali Mussolini sottopos eall'esame della Camera dei deputati (così sichiamò fino a quel momento) leggi ch evenivano poi approvate a scrutinio se -greto, si passò all'abolizione di quest'ul-timo . Mi sono anche divertito a notare ch eogni tanto negli scrutini segreti, c'eranotre o quattro voti contrari : c 'era, insomma ,chi votava contro . Per sedici anni, quindi ,la dittatura fa approvare le leggi dallaCamera a scrutinio segreto! Poi arriva lafine del 1938 e Mussolini ed il relator eAcerbo ritengono che il voto segreto no nsia più conforme all'ordinamento fascistae lo eliminano .

Allora ecco che entro in crisi di identità . . .Nel 1938 il voto segreto viene abolito i nquanto «non più rispondente alle esigenzedel regime fascista» . Voi vi accingete adadeguarvi al regolamento della Camer adei fasci e delle corporazioni del 1938; iomi oppongo, i miei amici si oppongono . Mache cosa sta succedendo? Si rivoltano lecarte in tavola, e sta a vedere che gira erigira mi tocca fare l'antifascista! Questa èla mia tragedia! (Si ride) .

Allora penso di essermi sbagliato ne lriguardare il regolamento . Sono andato ,quindi, a rileggere il disegno di legge isti -tutivo della Camera dei fasci e delle corpo -razioni che all'articolo 15 prevede che «l evotazioni hanno luogo in modo palese»; poiho preso in esame la legge, perché il di -segno di legge avrebbe potuto non esser eapprovato, ed ho visto che la legge istitu-tiva della Camera dei fasci e delle corpora -zioni del gennaio del 1939, all'articolo 1 5

dispone: «Le votazioni hanno luogo inmodo palese» .

Allora, onorevole Craxi, onorevole D eMita, ci dovete spiegare perché voletequeste cose, se no il conto non torna più !Mi permetterò di dimostrare, tra poco, chein questo caso si fa a pezzi anche la Costi -tuzione.

Ho avuto modo di apprezzare in altr eoccasioni, anche in recentissime occa-sioni, le doti del relatore, l'onorevol eCiaffi, che però ha dato una serie di moti -vazioni a favore dell'abolizione del vot osegreto che, secondo me, sono in con-trasto con la Costituzione . Ci volete por -tare a tutti i costi a rispondere dei nostr ivoti, sostenendo che l'elettore deve sa -pere. Che cosa deve sapere l'elettore s el'articolo 67 della Costituzione dice chenoi rappresentiamo la nazione, non gl ielettori, senza vincolo di mandato? Perch éci volete imprigionare al mandato? Ve-dete allora che la mia crisi d'identità con-tinua! Non vorrei ritrovarmi alla fine d iquesto dibattito (oddio, potrebbe anch epiacermi! Come vedete vi apro del tutto i lmio cuore) in una situazione diversa ; manon basta allora abolire il voto segreto ,bisogna istituire di nuovo la Camera de ifasci e delle corporazioni perché si segua

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una logica! Se si fa altrimenti, si resta al difuori di tale logica .

In quel sistema, quello del partito unico ,gli elettori dopo il 1938 non venivano di-sturbati; era pacifico che non sussisteva ildiscorso del voto segreto . Come voi miinsegnate, qui dentro non solo si votav apalesemente, ma a volte si votava «per can -tata» (uso questa formula), magari qual-cuno intonava «Giovinezza» e così si appro -vavano i provvedimenti .

Colleghi, noi dobbiamo stare attenti per-ché siamo di fronte ad un evento storico! Sivede che i tempi dell'abolizione del votosegreto sono lunghi, perché vanno dimezzo secolo in mezzo secolo: è passatoprecisamente mezzo secolo e si torna aproporre l'abolizione del voto segreto . Iomi chiedo, noi ci chiediamo perché, dopoun dibattito parlamentare ed extraparla-mentare sulle riforme istituzionali ch edura da venti anni (quella del Parlamento èinchiodata al Senato e non si sblocca, equella delle autonomie vedremo tra poc odi che «riformicchia» si tratti), si vogliacominciare a cambiare le carte in tavol aproprio dai regolamenti parlamentari .

Ma dico: Mussolini ha aspettato sedic ianni prima di mettere le mani sullo Statutoalbertino! Il voto segreto, infatti, non èstato messo (come scrivete voi) a tutela ed agaranzia dal tiranno. Quale tiranno? LoStatuto albertino garantiva il voto segretoe basta. E Mussolini ha paura di mettere lemani su questa parte dello Statuto cherispetta forse solo formalmente . Era osse-quioso formalmente! Rimase ossequios ofino al 1938 anche alla Camera! Addirit-tura aspettò sedici anni prima di riformareil regolamento! Voi invece improvvisa-mente decidete di attuare una riforma cosìimportante . Dite la verità : il voto segreto èscomodo perché disturba la partitocrazia ,il «manovratore»! Oggi vi siete accorti cheil meccanismo, che fu creato con la Costi-tuzione del 1948, non gira, ha tutte le ruot einceppate e molti ingranaggi rotti . Si co-minci allora, con ordine, a riformare l eistituzioni . I regolamenti parlamentarinon si toccano, sono come le leggi eletto -rali: si toccano solo quando la società lopretende .

Nella bella relazione dell'onorevol eCiaffi si legge (cito a memoria) che ci s iavvia verso una fase di democrazia adulta .Cancellerei questa espressione dalla rela-zione perché correte il rischio che vi di-cano che Mussolini, abolendo il voto se -greto, imboccò questa strada cin-quant'anni fa, imboccò cioè la strada dellademocrazia adulta . Vi sembra davvero ch esi stia andando verso una democraziaadulta quando siamo in presenza di unParlamento che non riesce a riformare s estesso e che, quando mette mano ad un ariforma, distrugge tutto, come ha fatto conquella sanitaria? Il Parlamento, varando l ariforma sanitaria, ha distrutto il settor edella sanità .

Il nostro Parlamento non ha la forza d icapire che è il sistema che deve essere cam -biato dalle fondamenta e che esso non ècorreggibile . Non si mettono le toppe ad unsistema che fa acqua da tutte le parti .Badate che sono lontano dalla vecchia po -lemica (ho ascoltato i miei due vecchi mae-stri che mi hanno sempre insegnato aguardare lontano) della Costituzione natamale: non ci interessa questo . La Costitu-zione purtroppo nacque male, ma oggi c iinteressa dire che essa non risponde piùalle esigenze della società contemporanea .In parte rispondeva alle esigenze della so -cietà di allora, in quanto il capitolo relativ oai princìpi fondamentali era un'esplosion edi gioia (lo sappiamo capire perfettament enoi, sconfitti allora, vinti) . La libertà rie-splodeva infatti da tutte le parti . Quellaparte della Costituzione deve essere vivaanche oggi e noi vogliamo difenderla .Quando però si passa alla parte relativ aall'ordinamento della Repubblica ci sirende conto che esso non è più sostenibile ,e voi lo sapete meglio di me . E siccome i lvoto segreto disturba il Presidente del Con -siglio ed il suo Governo, come disturbav al'onorevole Craxi, si va a certe soluzioni : i lricatto morale che stanno facendo non èmica uno scherzo! Cari deputati, se aboli -rete il voto segreto bene, in caso contrariotutti a casa! Onorevoli colleghi della demo -crazia cristiana, secondo noi se approvatequesta riforma l'onorevole Craxi poi a casavi ci manda lo stesso, perché De Mita gli ha

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tolto la castagna dal fuoco . È tanto chesogna solo questo! Allora voi pensateci ,prima di levargli questa castagna !

Siamo in presenza di un evento storico .Quarant'anni fa il ritorno alla segretezz adel voto non fu forse presentato come l agrande riconquista della democrazia? Ch ecosa è cambiato oggi? Non si tratta di rifor -mare una qualsiasi regola dell'ordina-mento della Repubblica; questa e quest asola è la vera e grande riforma che siintende attuare, con un colpo di mano ,come noi lo chiamiamo .

La gente è scontenta quando ci vedevotare la legge finanziaria in quella ma-niera stupida . Alla fine della giornata cifanno male le mani a forza di pigiare ibottoni. Si abolisce allora il voto segreto?No, si cambia la legge finanziaria! Voi par -tite sempre a rovescio !

Siamo di fronte ad una svolta autorita-ria. Io amo la parola autorità tanto quant oamo la parola libertà . Non ho nemmenopaura di pronunciare l'aggettivo autorita-rio: non ho mai detto che un Governo deveessere autorevole, il Governo — non l oStato! — deve essere autoritario, deve le-gittimamente esercitare l'autorità . Ma al-lora non si rinuncia né alla libertà né allademocrazia, allora ci vogliono i contrap-pesi, i bilanciamenti : io ti do autorità, ma t iaccorcio i mandati, ti do maggiori poteri,ma tu mi dai maggiori poteri di con-trollo .

Ma il check and balance, il bilanciamentoci deve essere . Qui no, qui c'è la svoltaautoritaria senza garanzia alcuna! C'èsempre questa mania di cominciare dadove non si dovrebbe . Scusate, non è fors estato deciso in un importante dibattito par -lamentare che si sarebbero portate avant ila riforma del Parlamento e quella dell eautonomie? E allora, perché si toccano iregolamenti, se ancora non si sa che tipo d iParlamento verrà fuori dalle decisioni de icolleghi del Senato e nostre? Nasce prim ail regolamento o l'istituzione? Prima — èovvio — si riforma l'istituzione, poi s iadegua il regolamento interno alla nuov anatura dell'istituzione stessa!

Invece no. Via il voto segreto, poi l ariforma del Parlamento non interessa più,

tanto il Governo, abolendo il voto segreto ,trova le sue cosiddette «corsie preferen-ziali» . . . Non si tocca e non si riforma nientedel sistema; solo una «cosina» si riforma:una volta abolito il voto segreto quelle«sciaguratelle» di opposizioni posson oanche andare a passeggio, perché mentr eloro passeggiano si riformano anche leleggi elettorali, che altrimenti non si toc-cherebbero . Per appello nominale vi fa -ranno cambiare le regole di gioco anche i ntema elettorale! Qui si cambiano le regoledel gioco della democrazia !

Vedete che mi sono allontanato dall oscherzo iniziale, tanto grave è questo pro -blema! Dopo, ha via libera tutto! Il sognodelle riforme . . . : noi siamo qui da anni cer-cando di portare il nostro modesto contri-buto ogni volta che si pronuncia la parolariforma, ed abbiamo ogni volta una nostraidea alternativa, brutta o bella che sia ;siamo persino riusciti a presentarven euna, di globale riforma dell'intero sistema:Governo, suo ruolo in Parlamento, Parla-mento, Capo dello Stato, enti locali . Non siè mai riusciti a mettere a segno un puntoperché le riforme non si vogliono!

Ma ora la maschera è caduta: si vuolequesta riforma, per arrivare subito aquell 'altra, per mettere le grinfie sull eleggi elettorali : il voto segreto è un in -tralcio alla partitocrazia, e le leggi eletto -rali anche . Quella maledettissima propor-zionale che permette l'esplosione delle li-ste . . .! Noi abbiamo invece salutato congioia l'arrivo in Parlamento di gruppinuovi; non ci garbano le loro idee ma i lpopolo italiano invii pure qui dentro —verdi o non verdi — tutti i gruppi che vuol ee noi, ripeto, li saluteremo con gioia !

Non si spazzano via con le leggi elettoral ile manifestazioni di volontà di un popolo ;non è possibile. E ci permettiamo di dir equeste cose solo per motivi di coscienza ,sapendo bene dove vanno a finire le paroleche si pronunciano qua dentro. Stiamoattenti, però, perché un'altra occasionenon tornerà presto se sarà approvat aquesta modifica del regolamento !

Sappiamo benissimo che con il mecca-nismo attuale non si può andare avanti ;non ci divertiamo noi, come non vi diver-

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tite voi di fronte alle lentezze, alle lungag -gini. Ma la democrazia ha determinati co -sti, ce lo avete insegnato voi, e uno di quest iè la segretezza del voto .

Vedete, onorevoli colleghi, voi conti-nuate a parlarci dell'autonomia del parla-mentare. L'onorevole Ciaffi ha sostenutoche dobbiamo conciliare due esigenze op -poste: autonomia del parlamentare nel de -liberare e diritto dell'elettore di saper ecome è stato esercitato il mandato confe-rito. Dove è scritto? Non vi accorgete che inquesto modo cambiate la Costituzione? Ch ilo conosce questo elettore? Dove è scritt oche il mandato davvero inchioda qu identro il parlamentare? Egli non rappre-senta forse più la nazione? Ognuno di noiha almeno il grande orgoglio di rappresen -tare la nazione. No, ci volete far diventarepiccoli meschini rappresentanti di inte-ressi particolaristici! Cancellate anch equesta espressione, malgrado l ' articolo 67della Costituzione sia un baluardo invali-cabile . . . !

Ci raccontate, poi, anche cose non vere .Fate un elenco enorme di esempi riguar-danti le altre democrazie . Anche noi cono-sciamo quell'elenco e sappiamo però —non potete fare a meno di ammetterlo —che in molte di esse il voto segreto esiste .

Vorrei farvi anche notare un altro vostrogrosso errore, una grossa contraddizione :voi avete sempre sostenuto che, di fronte aquelle democrazie, non può non rilevars il'atipicità del caso italiano. Ebbene il casoitaliano, ora, non è più atipico? Quando vichiediamo l'elezione diretta del Capo delloStato come ci rispondete? Come rispon-deva il compianto onorevole Bozzi, nellasua relazione, a queste nostre istanze? Ecome avete sempre risposto tutti voi, ogn ivolta che abbiamo chiesto l'elezione di -retta, popolare del Presidente della Repub -blica? Quando vi domandiamo se no nsiano democratiche l'America e la Francia,in realtà maestre di democrazia, due paes idi democrazia classica, che fanno eleggeredirettamente dal popolo il loro Presidente ,come ci rispondete? Ma in Italia c'è il com-plesso del tiranno! Allora l'Italia è un casoatipico. Adesso, colleghi, questa atipicit àscompare? L'Inghilterra, certo, può per -

mettersi questi lussi . Ma noi? Siamo in un afase adulta della nostra democrazia, o no npiuttosto nel vicolo cieco della democrazi abloccata dal più vecchio, anacronistico si -stema costituzionale che sia mai stato in-ventato? Altro che la Costituzione più bell adel mondo! Ho fatto salvi i princìpi fonda-mentali, che ci garbano molto, anche sesono pochi. Intanto, in questi quarant'annise ne sono aggiunti altri ; però quelli chec'erano rimangono validi, ed il resto è d abuttare via . Non si cominci allora da que-sta, ma da altre riforme !

Si dice che il voto segreto è usato pe rgiochi nascosti e spregiudicati di lotta tra igruppi politici . Ma davvero? Non ci si ac -corge, anche qui, della grande contraddi-zione esistente . Il marcio sta nella class epolitica, che tradisce persino i propri par-titi . E poiché il marcio è nella classe poli -tica, ad essa si può anche togliere questo«strumentino», ma marcia comunque re-sta! Quale sarebbe invece l'intervento lo-gico da operare? Quello di cambiare laclasse politica ed il tipo di rappresen-tanza !

È vero quanto è stato sostenuto, cioè ch eil voto segreto si può prestare anche agiochi particolari ; ma — attenzione! — l elobbies controllano meglio se il voto è pa -lese: comprano il partito e poi verificanocome esso ha votato . Anche questo argo -mento, quindi non regge . Occorre cambiare— lo ribadisco — il tipo di rappresen-tanza.

Chi sono i franchi tiratori? Sono i parla -mentari che appartengono alla partitocra-zia. E ciò non dimostra che c 'è qualcosa dimarcio? Come si eliminano i franchi tira-tori? Non facendoli nemmeno entrare qu identro, cambiando il tipo di rappresen-tanza, scegliendo uomini leali! Ogni par-tito deve cercare di far entrare in Parla-mento (ma non solo qui) gli uomini mi-gliori, perché — diciamo la verità — noinon rappresentiamo più nulla !

Non vi siete accorti che a volte è persinodifficile uscire dall 'ingresso principale ,perché la gente grida contro di noi? In que imomenti io esco dal Palazzo, ma mi mettoun cartello"con su scritto: «Io sono mis-sino», e così da quelle grida mi salvo . Ma

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quanti di voi possono salvarsi? La gente c igrida ciò che non sappiamo fare o co-munque non facciamo; anche se non di -pende sempre dalla nostra volontà la pos-sibilità di realizzare dei progetti . Non sache a volte anche le migliori volontà qu identro vengono distrutte, poiché il mecca -nismo non permette l'«esplosione» dell emigliori volontà. Bisogna allora modifi-care il meccanismo; occorre cambiare l aclasse dirigente e quella politica, anzi, iltipo di classe politica .

Cosa rappresentiamo noi, qui dentro ,dell ' individuo? Forse i suoi interessi uni -versali? Forse, in qualche misura, attra-verso l'intermediazione dei partiti . Ma l'in-dividuo è portatore sia di interessi univer-sali sia di interessi particolari ; oltre a guar-dare lontano e il cielo, guarda in terra .Appartiene ad una categoria produttrice ,che lavora (o sogna di farlo) . Ed è rappre-sentato da noi? No !

Bisogna cambiare, integrare la rappre-sentanza politica nelle Assemblee parla-mentari ed in quelle comunali, provincial ie regionali. Le categorie produttrici, l ecompetenze, debbono entrare in Parla -mento, altrimenti non si rappresentanulla .

Non si deve abolire il voto segreto ; sideve cambiare il sistema, togliere il mar-cio, che non deriva dalla segretezza de lvoto, ma dall'anima umana che tradisce edai partiti che non ce la fanno più . Parlodei vostri partiti perché, grazie a Dio, no nabbiamo di questi problemi : noi possiamovotare (e lo sapete benissimo) a scrutini opalese oppure cantando, «per cantata».Abbiamo scritto in fronte : «Siamo mis-sini»; giriamo con la nostra bella, piccolafiamma sulla fronte. Non abbiamo pro-blemi di voto segreto, anche perché c ipiace molto dire come abbiamo votato ecome siamo .

E veniamo al principio della responsabi -lità del deputato . Attenzione, perché ess opotrebbe applicarsi, pari pari, ancheall 'elettore! Perché, infatti, in una demo-crazia adulta, l 'elettore deve votare ne lsegreto dell'urna? Se il tiranno è sparito enon fa più paura, perché deve avere paur al 'elettore a dichiarare per chi vota? Non mi

direte che ci troviamo in uno Stato in cu iper mangiare ci vuole la tessera ; nonavrete il coraggio di dirmelo . Ogni citta-dino può quindi essere libero di dire pe rchi vota; lo dice forte in piazza : «VotoMovimento sociale italiano e do la prefe-renza al mio amico Pellegatta o a Gaston eParigi»! Solo partendo da una simile pre-messa, avrebbe senso il vostro discors oriferito a quest'Assemblea! Il rapporto d irappresentanza è questo, altrimenti no nha senso .

La verità è che non si risolve il problemadella governabilità modificando il regola -mento. Il problema della governabilità sirisolve (e ne abbiamo fornito le indica-zioni) attraverso una doppia legittima-zione parallela : il popolo, fonte insostitui -bile della legittimazione, elegge diretta -mente i governanti e — seconda legittima-zione — elegge il Parlamento. Noi vo-gliamo che ci si avvii verso una democrazi adiretta, che tuttavia non vada a sostituir ela democrazia rappresentativa (non siamocosì sciocchi da credere che 50 milioni d ipersone si possano mettere insieme a farele leggi, sia pure con i computers) . E indi-spensabile, cioè, un tipo nuovo di demo-crazia rappresentativa, rinvigorita dall alegittimazione dei governanti .

Allora, i punti fondamentali sono : ele-zione popolare diretta dei governanti, ac-corciamento dei mandati e rafforzamentodei poteri del Parlamento, soprattutto d iquelli di controllo, compreso il potere so-spensivo sugli atti del Governo . Ad un Go-verno eletto direttamente dal popolo sipossono conferire ampi poteri : si con-quista così — è questo il bilanciamento —l'efficienza dell'esecutivo .

Non siamo sordi al discorso secondo cu iil Governo ha bisogno di governare . Non losiamo, perché il Governo ha il dovere d igovernare! E d'intralcio il Parlamento? S imodifichino allora i meccanismi, ma nonsi mortifichi il Parlamento, non si cancell iil Parlamento !

Provate a chiudere gli occhi : senza votosegreto, è sufficiente che vengano inquest 'aula i nostri presidenti di gruppo edichiarino la loro forza. Un gruppo ha 3 5componenti, un altro ne ha 180 . . . È finita!

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Questo momento di libertà non deve esserecancellato, anche perché, quando si im-boccano certe strade, non si sa dove si va afinire! E noi, come tutti voi, non vogliamocorrere avventure. Prima si costruiscano inuovi edifici e poi si crei il regolamento a dessi adatto .

Concludo, signor Presidente . La demo-crazia non è consenso, diciamo la verità .La democrazia è tutela del dissenso .

Difendiamola, la democrazia, come tu -tela del dissenso! Lasciamo che la personaumana, uomo o donna, possa liberament eesprimere tale dissenso nella profonditàdella propria coscienza, attraverso il votosegreto! (Applausi dei deputati del grupp odel Msi-destra nazionale — Congratula-zioni) .

PRESIDENTE . È iscritto a parlare l ' ono-revole Vincenzo Scotti . Ne ha facoltà.

VINCENZO SCOTTI . Onorevole Presi -dente, onorevoli colleghi, chi abbia un aqualche dimestichezza con la storia poli-tica nazionale si troverà, ascoltando il di -battito di questi giorni, a sentire l'eco d iantiche e mai sopite polemiche, che hann oavuto e hanno al loro centro la formatipica e il modo più giusto di espressionedella volontà parlamentare .

Del resto, questa nostra discussione ,nella sua stessa severità e tensione, mostr afin troppo come non ci si trovi di fronte a dun puro problema tecnico e neanche ad u nsemplice congegno per la più o meno spe-dita organizzazione dei nostri lavori . Ci s itrova invece di fronte al punto più alto edelicato della forma stessa del regime par• •lamentare; il punto nel quale il mandatoricevuto dagli elettori si traduce per ogn irappresentante nell 'espressione dellaforza giuridica che dà vita e vitalità all eistituzioni : al Parlamento in primo luogo,ma anche a tutti gli altri organismi, statal ie pubblici, che dalla volontà parlamentar ericevono impulso e guida .

Vi è dunque in noi la piena consapevo-lezza di trovarci di fronte ad un passaggi oestremamente importante della nostra vit apolitica. Un passaggio oltre il quale, forse ,l ' intero sistema politico potrà acquistare

un nuovo volto e nuove dinamiche interne .Come sappiamo, nascono questioni politi-camente delicate ogni qual volta si intrec-ciano i diritti individuali con le esigenz ecollettive, ogni volta cioè che problemi d ilibertà si incontrano con problemi di coe-sione e solidarietà, per un qualunquecorpo sociale .

Abbiamo abbastanza senso storico perrenderci conto dell'importanza che il votosegreto ha avuto nell'organizzazione di li-beri parlamenti, specialmente quand oquesti dovevano contenere strapoteri reg io privilegi dell 'esecutivo. Bisogna infatt irisalire al grande secolo della storia diFrancia per trovare definita la segretezz adel voto (ed è il Gran Ciambellano di Luig iXIV a farlo) come forza dei deboli e ga-ranzia della giustizia .

Certo, da allora molta acqua è passatosotto i ponti . Il Parlamento di una grandedemocrazia contemporanea, non è ugual ea quello di uno Stato che appena si apr ealla rappresentanza dei ceti . Oggi, la re -gola del voto segreto ha assunto in realtàun andamento recessivo nelle grandi de-mocrazie europee, fin quasi alla sua total escomparsa. Ma ciò non è avvenuto senzaragione, e la principale di queste ragion ista proprio nel mutamento struttural edell'istituto parlamentare, dovuto all emolteplici funzioni che in una società com -plessa esigono dai parlamenti non soltant ola ponderazione dei diversi interessi epunti di vista, ma soprattutto la rapidità ela trasparenza delle decisioni .

La storia è fatta di idee semplici, ed è ver oche i parlamenti dell '800, nei quali il vot osegreto prevale, sono espressione della bor -ghesia di allora . E altrettanto certo che ogg il'istituto parlamentare perde di legittima-zione nella misura in cui perde capacità d iassumere le grandi decisioni ; e queste esi-gono in modo ineludibile la piena e paleseassunzione di responsabilità.

Del resto, anche il postulato ideologico su lquale poggia oggi l'istituto parlamentareesige un nuovo e diverso equilibrio tra vot opalese e voto segreto. Nel diritto pubblic osono due i momenti-chiave, entrambi pre-senti nel diritto costituzionale italiano : quelloindividualistico e quello istituzionale .

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Il primo, quello individualistico, h aavuto il suo culmine con l'affermazione ,all'origine, del parlamentarismo liberale, esi esprime con il distacco dell 'eletto daglielettori, con l 'autonoma interpretazionedel politico da parte dei membri di un Par -lamento che conosce individui e no ngruppi, che rappresenta una società sem-plice e non strutturata, che diffida dell eassociazioni e ignora i partiti .

Il secondo momento, quello istituzio-nale, si innesta su una società complessa ,nella quale (come del resto fa la Costitu-zione repubblicana) nulla è tolto all'indi-viduo e ai suoi diritti di libertà; ma a questostesso individuo è chiesto di integrarsi ,quasi di far corpo con la volontà di altriindividui, cercando insieme il bene co-mune e perseguendo collettivamente unasuperiore sintesi politica .

Nell'equilibrio complesso che regge i lnostro ordinamento politico-costituzio-nale non è più immaginabile che sempr eed in ogni caso la sovranità del popolo, dicui il Parlamento è la più alta espressione,sia totalmente suddivisa fra noi, in quantosingoli, e si ritrovi quasi interamente inognuno di noi . Vi sono infatti formazion icollettive che hanno in qualche modo at-tratto a se stesse una parte, e forse la piùcospicua, della capacità decisionale pub-blica che è sottesa al potere statale. In altr itermini, un sistema istituzionale ch epoggia su associazioni politiche deputat ealla determinazione dell'indirizzo politic onazionale non può, contemporaneamente ,affidarsi quasi al privato determinarsi d iciascun parlamentare, specialment equando questo privato determinarsi no ncerca la trasparenza di espressione, m ainvece la segretezza e quindi, in definitiva ,l'irresponsabilità .

A torto i sostenitori del voto segreto s irichiamano alle superiori ragioni istituzio -nali per mantenere, appunto, questa mo-dalità di votazione . Semmai, le ragionidelle istituzioni spingono all'adozion edella regola del voto palese, perché in ess odiventa più chiaro ed aperto il rapportoche ogni rappresentante ha con i propr ielettori, oltre che, naturalmente, con i lproprio partito . Del resto, tale orienta-

mento si muove nella piena tradizione delcattolicesimo democratico; infatti propriosu questo punto, e cioè sulla trasparenzadel rapporto tra eletti ed elettori, facevaperno già con Sturzo e De Gasperi la bat-taglia per superare la pervasività del votosegreto . E Moro raccoglieva tale insegna -mento quando, proprio in seno alla Costi-tuente, affermava che il voto segreto«tende a sottrarre i deputati alla necessari aassunzione di responsabilità di fronte a lcorpo elettorale per quanto hanno soste-nuto e deciso nell'esercizio del loro man-dato» .

Vi è quindi, alla base, un problema d icomplessiva moralizzazione delle rela-zioni politiche, che del resto si congiung econ l'attuale evoluzione del sistema poli-tico.

Il senatore Visentini ha ben colto il ruol oche il voto segreto ha avuto nelle forme ,più o meno striscianti, di democrazia con -sociativa nel più recente passato . Ma tutt iconveniamo, comunisti compresi, sulla ne -cessità di lasciarci alle spalle ogni tenta-zione consociativa, per approdare a form epiù libere e sciolte, in cui maggioranza e dopposizioni hanno ruoli ben definiti e asso -lutamente inconfondibili, e che tantomeno possono confondersi nel segret odelle urne .

Non si può non vedere quale stretto col -legamento vi sia fra la introduzione, siapure con i limiti che sono proposti, del vot opalese e questo fondamentale sviluppodella democrazia parlamentare italiana .D'altra parte, il Governo (e la sua maggio -ranza con esso) è impegnato a realizzareriforme incisive e politicamente costosesia nel campo finanziario che in quello piùstrettamente istituzionale.

Noi della democrazia cristiana, comepartito di maggioranza e per la responsa-bilità che abbiamo, siamo pronti ad assu-merci l'onere politico ed elettorale che pu ònascere da queste riforme, ma chiediamodi avere gli strumenti politici e parlamen-tari adeguati alla gravità e severità deicompiti che dobbiamo affrontare .

ALDO TORTORELLA. E bisogna fare leriforme a maggioranza?

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VINCENZO SCOTTI . D'altra parte, se no npotremo più confonderci con l 'opposi-zione (e le opposizioni non potranno farlocon noi), tanto meglio! Vorrà dire che dia -logheremo, ci confronteremo, ci scontre-remo alla luce del sole, di fronte al l' interaopinione pubblica . Per altro, ben sap-piamo che un regime di disciplina pi ùstretto in sede parlamentare implica ne-cessariamente un regime più largo di di-scussione e di partecipazione alle decisioniall ' interno dei partiti e dei gruppi parla-mentari, gli uni e gli altri bisognosi di rea -lizzare effettivamente in loro stessi que lmetodo democratico costituzionalment esancito per i partiti e le loro espressioni .Tutto questo significherà non solo accet-tare i limiti definiti ed il principio del dis -senso, ma anche rispettarne le ragioni echiedere soltanto che lo stesso sia portato ,ove necessario, nelle sedi istituzionali e ne imodi dovuti .

Già le riflessioni presentate da due col -leghi del gruppo della democrazia cri-stiana nel corso di questo stesso dibattit orappresentano un esempio del modo in cu ile opinioni individuali possano essere por-tate con dignità e stile al vaglio comune .

D'altra parte, la democrazia cristiana h avoluto con somma determinazione cheanche in queste occasioni non si giungessea forme inutili di radicalizzazione e ch esoprattutto fossero fatte salve le ragion idella coscienza individuale, là dove quest eragioni riguardano decisioni che toccan ointimamente proprio la parte più pro-fonda dell'individuo e delle sue libertà fon -damentali : i diritti di libertà costituzional -mente sanciti, le questioni che riguardanogli istituti della famiglia e la scelta dell epersone .

Certo, affrontiamo questo difficile mo-mento per realizzare un accordo dellamaggioranza, ma lo affrontiamo, quest omomento, per una forte convinzione poli-tica che ci tiene legati all'insegnamento d iSturzo, di De Gasperi e di Moro e, insieme ,ci consente di dare un altro decisivo con -tributo al cammino della democrazia ita-liana verso quei traguardi già da temp oraggiunti dalle grandi democrazie europe ee che richiedono, lo riconosciamo chiara -

mente, l 'introduzione di uno statutodell'opposizione nel Parlamento .

A chi obietta che ponendo all'ordine delgiorno delle Camere la nuova disciplin adel voto in Parlamento noi pensiamo disottrarci al primitivo impegno delle com-plesse riforme istituzionali — ed in parti-colare delle quattro riforme su cui c'er astata un'ampia intesa — rispondiamo che,certo, queste riforme si tengono tra loro .

Si tratta infatti . . .

ALDO TORTORELLA. E le fate a maggio-ranza semplice: questo è il problema !

VINCENZO SCOTTI . C ' è una maggioranzaprevista dal regolamento parlamentare : ri -spetteremo quella .

PRESIDENTE. Onorevole Tortorella ,lasci parlare liberamente l'onorevol eScotti .

VINCENZO SCOTTI . Si tratta — dicevo — ,in questo caso, proprio del contrario. Ilcomplesso disegno che vogliamo portar eavanti e la più ampia introduzione del vot opalese non sono che il primo passo i nquella direzione .

Mi sembra che non si possa togliere allamaggioranza il diritto di scegliere le neces -sarie priorità cronologiche . Ed è una prio -rità cronologica, questa, riconosciuta asuo tempo dallo stesso onorevole Oc-chetto .

L'intesa di massima con le opposizion i— e con il PCI, in particolare — di discu-tere insieme il complesso delle riformeresta ferma, purché non si voglia scam-biare la discussione con la paralisi . Delresto, anche recenti atti del Governo e delParlamento, dall 'approvazione della leggesulla Presidenza del Consiglio alla riform adei poteri locali, alla revisione dei ruol idelle due Camere, al riordinamento deglistrumenti di programmazione della spesa,a cominciare dalla spesa finanziaria, di-mostrano che il quadro delle riforme ètutt'altro che fermo .

Non si può, per altro verso, chiedere ch evengano artificiosamente accelerate ri-forme, come quella elettorale, che divi-

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dono ancora non solo l'opinione dei par-titi, ma l'intera opinione pubblica . È ovvioche quando queste riforme si faranno, ess eterranno conto e si adegueranno alla solu-zione data alla questione del voto segreto .Ciò può valere specialmente per il voto dipreferenza, purché non si pretenda di in-vocare princìpi come quello del divieto dimandato imperativo, che ha ben altra ori-gine e fondamento, non assolutamente in -vocabile per l'organizzazione dell'espres-sione di voto. Il divieto di mandato impe-rativo è servito alla rivoluzione frances eper demolire la rappresentanza dei ceti ecostituire la rappresentanza della nazione .Non è questo, oggi, il nostro problema .

Onorevole Presidente, onorevoli colle-ghi, non credo che sia necessario in questomomento fare appello alla intelligenza po -litica, alla coerenza politica di tutti e diciascuno dei deputati del mio partito . Tutt ii democratici cristiani hanno vissuto e vi-vono nella tradizione e nell'esperienzadella democrazia cristiana, e ne hanno acuore il futuro . Essi sanno che mai, anch enei momenti più difficili, il partito ha coar-tato la volontà dei suoi parlamentari : cosìsarà anche per l'avvenire .

Ciò che chiediamo è soltanto che a con-torte, nascoste e, quindi, false assunzionidi responsabilità si sostituiscano vere as-sunzioni di responsabilità prese e dichia-rate di fronte a tutti in questo libero Par-lamento (Applausi dei deputati del gruppodella democrazia cristiana — Congratula-zioni) .

PRESIDENTE . È iscritto a parlare l'ono-revole Ferrara. Ne ha facoltà .

GIOVANNI FERRARA. Signor Presidente ,onorevoli colleghi, con sempre maggior efoga, con insistenza orchestrata ed incal-zante si sostiene che il superamento delvoto a scrutinio segreto è questione essen-ziale e prioritaria per realizzare un pro-gramma di riforme istituzionali, che sitende a qualificare come intenzionato afare chiarezza tra i ruoli della maggio-ranza e della opposizione, determinand onuove regole e una nitida assunzione diresponsabilità che consentano al corpo

elettorale un giudizio sull'operato del Par -lamento, dei parlamentari, delle forze po-litiche e del Governo .

Si invoca e si dice di mirare ad avviareun nuovo corso delle istituzioni, nuove re -gole quindi per una fase adulta della no-stra democrazia : ciò è quanto ha sostenutoil relatore della maggioranza .

Noi comunisti dovremmo essere soddi-sfatti per questo auspicio ed impegno, per -ché solennemente, con convinzione e moti -vazioni approfondite ed alte abbiamo indi -cato, dal novembre scorso, il tema dell eriforme istituzionali come centrale i nquesta legislatura, ponendo proprio l aquestione delle regole e quella della neces-sità di una riforma del sistema politico edelle istituzioni per una democrazia che s iinveri nella vita associata e nei rapport ivissuti dei cittadini .

Abbiamo posto specificamente la que-stione del superamento della fase conso-ciativa della dinamica istituzionale perch éabbiamo giudicato storicamente esaurit aquesta concezione e questa prassi dell'an-damento del sistema politico. Da qui, lenostre proposte organiche per riformareincisivamente le istituzioni, la qualità de lloro funzionamento e rendimento, perdare nuovi contenuti ed una nuova forzaalla strategia quarantennale dei comuni-sti, rispetto alla riforma dello Stato .

Cosa avrebbe dovuto e cosa deve com-portare un disegno di tale spessore e por-tata da parte delle altre forze politiche ch ericonoscono — almeno a parole — la ne-cessità di una riforma profonda delle isti-tuzioni? Lo abbaimo detto, lo sappiam otutti: deve comportare una dialettica ser-rata, un dibattito aperto e leale, una ten-sione ideale e morale come quella che s iebbe nel clima costituente, e non certo i lricatto e la minaccia al Parlamento, che i nquesti giorni vengono tentati e perpe-trati .

Da qui, la necessità di un confrontoanche forte ma teso a determinare, onore-vole Scotti, le condizioni e le motivazioni diun incontro razionale, confluente per solu-zioni legali e soprattutto idonee a dar elegittimazione forte, e fondata sulla con-sentaneità di tutte le forze costituenti la

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nostra Repubblica, alla riforma delle re -gole, della dialettica e della dinamica poli-tica. È consociativismo questo? Assoluta-mente no, onorevoli colleghi .

Sono tanti e spesso parziali, affrettati ,impropri, mistificanti i richiami al dirittocomparato e alle esperienze delle altre de -mocrazie .

Voglio riferirmi ai fatti storici ed istitu-zionali che fondarono il primo esempio diinstaurazione di un regime libero, rappre-sentativo e parlamentare: il regime esem-plare di democrazia non consociativa . Misia consentita una citazione in questo di -battito così importante che ha visto impe -gnati oratori di opposizione ed anche dell amaggioranza, per corroborare le loro ar-gomentazioni con riferimenti alla cultur apolitica e giuridica più alta che deve illu-minare le nostre scelte .

Uno dei più illustri storici della Costitu -zione inglese, Gneist, in una delle sue oper eebbe modo di constatare che, come laMagna Charta libertatum fu conquistata daambedue i partiti inglesi nel medioevo ,come la restaurazione del 1660 fu dovutaall'accordo fra i due partiti dell'epoca, cos ìfurono i tories e whigs a cacciare gli Stuarte a determinare quell'evento che passò allastoria come «gloriosa rivoluzione» . Con-tinua poi a constatare che questa non pro -cedette da e per un programma di partito,ma dal riconoscimento delle condizion icomuni nelle quali i due partiti del pano -rama politico inglese volevano vivere i navvenire . . Ne scaturì il Bili of Rights del1689, cioè la definizione delle condizion iistituzionali e politiche comuni per la lott apolitica, comunemente pattuite tra le part idel sistema politico inglese che le hann opoi via via confermate, innovate, trasfor-mate, sempre però sulla base di una pat-tuizione paritaria, di una comune visione edeterminazione delle regole nuove da in-trodurre nel sistema . Altro che la prass iche si vuole instaurare qui con i tentativi,davvero incredibili, di qualche forza poli -tica !

Così, da un accordo, nacque un sistema ,un ordinamento che vive nel conflitto e de lconflitto netto e chiaro fra le parti politi -che . Un accordo la cui necessità istituzio -

naie derivava — com 'è stato sempre rico-nosciuto — da un'esigenza tra le più alte :quella di preservare il carattere legale epacifico della competizione politica . Que-sta, infatti, è garantita — e non può esserl oaltrimenti — dal riconoscimento della par idignità delle parti politiche nel dettare in -sieme le regole del conflitto .

Vorrei far notare all'onorevole Scott iche, se è giusto ricordare il giovane Morocostituente, è pur necessario ricordarel'insieme dell'opera sua, così come è dove -roso ricordare anche il Moro della terzafase che oggi si vuole nascondere e cancel -lare, cioè il Moro dell'impegno comun eper le istituzioni; impegno di tutte le forz ecostituzionali .

Come dicevo, occorre un confronto ,anche fortemente impegnato, per determi -nare le condizioni di un incontro razional eper soluzioni idonee a dare legittimazione,consentaneità alla riforma istituzionale . Econsociativismo? Non credo, signor Presi -dente, così come non credo che noi siam ooggi nelle condizioni migliori per un dia -logo teso all'accordo . Un accordo, per laverità, c 'era stato in primo luogo sul me-todo. E c'era stato anche un accordo, po i«sconsacrato» innanzi all'autorità dei Pre -sidenti delle due Camere, per quel ch eriguarda il modo in cui avrebbe dovut oessere regolato il conflitto, cioè attravers ostatuizioni che avrebbero dovuto determi -nare le condizioni per lo sviluppo della dia -lettica politica .

Questi accordi sono stati stracciati ,come ha dimostrato l'altro ieri il com-pagno onorevole Minucci, per motivazion iche sono e restano inaccettabili ; quellestesse che ieri ha indicato il compagnoonorevole Tortorella . Ma questo accordonoi lo ricerchiamo ancora con le nostr eproposte, con gli emendamenti presentati ,con la forza della ragione che presiede allascelta dei nostri comportamenti e dell esoluzioni che prospettiamo . Lo facciamo,non per un interesse nostro, di parte, chepure sarebbe legittimo, ma per dare u nfondamento legittimante alle riforme, aquelle del regolamento, anche a quella chesi è voluto isolare della disciplina dei modidi votazione, così come per ogni altra

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riforma; per contribuire a dare una baseampia di consenso alle regole, perché soloil consenso le rende sicure e durature . Dicoil consenso, cioè l'essenza stessa della de-mocrazia .

E vengo specificamente alla question edel voto segreto . Nessun dubbio sulla su aduplice valenza. Che esso garantisca lalibertà e l 'insindacabilità del voto parla-mentare e che non assicuri trasparenza econtrollo dell'opinione pubblica edell'elettorato, è certo . Credo che nessundubbio possa esserci anche sulle condi-zioni concrete attuali, politiche, istituzio-nali, culturali nelle quali il voto del parla -mentare si esprime oggi .

I condizionamenti che il parlamentareincontra nell 'esercizio delle sue funzioninon sono però scomparsi d'incanto, no nsaranno più quelli di una volta, ve ne son odi nuovi, non riassumibili nella espres-sione «controllo propriamente democra-tico» come pensava l 'onorevole Ciaffi ecome ieri l'onorevole Tortorella ha dimo-strato non esser vero. È per ciò che ab-biamo impostato nei termini della ponde-razione tra le due esigenze (quella dellalibertà del parlamentare e della traspa-renza del controllo) la questione oggettodel presente dibattito . Per questo propo-niamo che le modalità di votazione ven-gano disciplinate secondo il criterio cheieri Tortorella definiva della giusta mi-sura . Come individuare la giusta misura ?Credo che uno strumento esista . È quellostesso che utilizza una distinzione che dadecenni è stata accolta dalla dottrina costi -tuzionalista e che consiste nella individua -zione di due forme di indirizzo politico:l'indirizzo politico di maggioranza e l'indi -rizzo politico-costituzionale; quello che, inaltre parole, separa l'ambito della disponi -bilità decisionale della maggioranza e de lGoverno dall'ambito non disponibile pe rqueste due figure soggettive del sistema;ambito sottratto per Costituzione al lor odominio congiunto e consensuale. È unambito certo che comprende tutti i diritt icostituzionalmente garantiti, le leggi costi -tuzionali e quelle di rilievo costituzionale,per le quali, infatti, la Costituzione pre-scrive una riserva d'Assemblea . Tra queste

leggi c'è certamente la legge elettorale .Questo ambito abbastanza certo e indivi-duabile e che comprende anche le auto-nomie costituzionalmente sancite (quell eterritoriali e quelle degli organi parlamen -tari) è quello del controllo sull'uso de lpotere di governo, innanzi tutto in materiadi decretazione d'urgenza e certament esull'uso delle risorse tributarie .

E, cioè, l'ambito stesso entro il quale no iproponiamo di assicurare la possibilità d iricorso al voto segreto riconoscendo l'esi -genza del voto palese per tutti gli altr icampi della legislazione (quella di indi -rizzo di maggioranza e di governo) che lanostra opposizione, e — riteniamo — qua-lunque opposizione costituzionale, pu òcombattere nettamente ed apertamente,ma non impedire che si realizzi .

È questo, tutto questo, ma solo questo i lsignificato corretto che può e deve esser edato all'obiettivo del superamento dell aconsociazione (non di meno, ma non d ipiù) se non si vuole tendere ad una sorta d iassolutismo del potere di governo, cos ìcome mi sembrava di cogliere da una seri edi accenni che poc'anzi faceva l 'onorevoleScotti; accenni, in verità, molto preoccu-panti .

Non siamo quindi né abbarbicati né pre -giudizialmente orientati alla conserva-zione del voto segreto, ma aperti, interes-sati, promotori della sua riforma . Una ri-forma che abbia una base razionale, fon -data sulle esigenze reali ed individuat edella democrazia costituzionale .

Signor Presidente, vorrei fare qualcheosservazione sulle afférmazioni che ven-gono diffuse in questi giorni sulla que-stione della trasparenza del voto e dell aresponsabilità del parlamentare, perch éanche riguardo a questi aspetti è vasta egrave la manovra di disinformazione edeformazione; anche su tali questioni s iinvocano gli insegnamenti del diritto com -parato e ci si richiama a modelli . Ebbene,si dimenticano o si occultano dati essen-ziali che indentificano gli ordinamenti ri-chiamati, che vengono indicati come pre-scriventi il voto palese su tutte le materie,incluse le leggi costituzionali, quelle eletto -rali, quelle sui diritti umani (affermatisi in

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questo secolo per l 'azione coerente dei par-titi del movimento operaio) .

Negli altri ordinamenti, onorevol eScotti, i governi o sono di grande coali-zione o monopartitici o di piccola coali-zione, ma si tratta di coalizioni omoge-nee, soprattutto omogenee! In Italia no : igoverni italiani si fondano su coalizionicome quelle del pentapartito, amplis-sime, che superano enormemente il li -mite della maggioranza assoluta . Sonocoalizioni disomogenee al massimo, ch evedono il leader di un partito coalizzatoaccusare un altro dei partiti coalizzati d isvendere un ' istituzione basilare dell oStato contemporaneo nel continente eu-ropeo, la scuola pubblica . E questo leaderdi un partito coalizzato si sente rispon-dere dal leader del partito accusato d icommercio di istituzioni pubbliche conl 'epiteto di ubriaco. Mi pare che comeesempio di comunità di intenti politic inon ci sia male !

Per non parlare inoltre della differenz adi posizioni tra socialisti e democristiani s uquasi tutte le questioni dell ' indirizzo poli -tico (quello reale, non quello proclamat onelle formule vaghe di un programma ch ediventa preciso e vincolante soltantoquando si tratta di voto segreto!) .

I governi di coalizione disomogenei econflittuali, come si dice, non possono in -vocare la trasparenza e il controllo popo-lare per imporre il voto palese. Il mandatopolitico che gli elettori di questi partit ihanno ricevuto è sempre programmatica -mente differenziato, divergente, contrad-dicente . Non è sul mandato popolare che s ifondano le coalizioni di governo in Italia ,se per mandato si intende qualcosa d iserio, cioè le ragioni e gli obiettivi de lgovernare insieme e quindi un programm adi governo approvato dal corpo eletto-rale .

Si è parlato in questi giorni di una gla-snost italiana: penso che qualche autore-vole esponente della maggioranza, invo-candola, abbia dimenticato la condizioneessenziale di questa trasparenza, che èquella di un programma comune dell amaggioranza, sottoposto al voto popolar ee da questo approvato . La conflittualità

permanente ed organica nella maggio-ranza e nel Governo non può diventare u nprogramma. La glasnost all'italiana che ilpentapartito vorrebbe imporre somigli amolto ad una beffa cinica, con una vittim adesignata ed annunciata : la libertà dei par-lamentari !

Signor Presidente, onorevoli colleghi ,c'è una formula che in questi giorni vien eda molti ricordata e da molti usata : quellache si autodefinisce come formula mo-derna di un processo riformatore, ma ch enon è né moderna, né riformatrice; essa èla formula del Governo come comitatodirettivo del Parlamento. Essa è già aprima vista significativa di un capovolgi -mento della teoria classica della politica edel diritto costituzionale secondo cui i lGoverno è deputato ad eseguire la volont àdel Parlamento espressa in leggi o in att idirezionali dello Stato .

Possiamo anche riconoscere che in al-cuni ordinamenti il Governo sia divenutocomitato direttivo della maggioranza, co nconseguenze non certo virtuose per il si-stema parlamentare; ma dell'intero Parla -mento no, perché i parlamenti, in quant otali, sono la sede privilegiata della dialet-tica, del confronto, del conflitto politico ,che è ad essi parlamenti essenziale e ch etrova nell'opposizione il suo fulcro, il su oimprescindibile fattore .

La formula secondo cui il Governo di -viene organo direttivo del Parlamento pu òingenerare qualche speranza, ma è un aaberrazione. Comunque, l 'onorevole DeMita non si illuda sulla portata di questaformula: egli potrà dirigere, se ci riuscirà ,la sua maggioranza, l'opposizione no! Innessun caso noi comunisti lo chiamerem oa dirigerci, qualunque sia la riforma chesarà deliberata !

In ogni caso, noi ci batteremo per unariforma basata sulla ragione della demo-crazia parlamentare, una riforma che ga-rantisca la dinamica corretta dell'ordina-mento, la responsabilità dell'eletto, in-sieme con la responsabilità di tutti i parla -mentari, che è la libertà stessa del Parla -mento (Applausi dei deputati dei gruppi de lPCI e della sinistra indipendente — Congra-tulazioni) .

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PRESIDENTE. È iscritto a parlare l'ono-revole Tamino. Ne ha facoltà .

GIANNI TAMINO . Signor Presidente ,questo dibattito che giunge dopo anni didiscussione sulla necessità e opportunit àdi riforme istituzionali, è sicuramente em-blematico dell'incapacità di affontare taliproblemi da parte della maggioranza ch esorregge l 'attuale Governo . Infatti, anzi -ché proporre al Parlamento una riformadelle istituzioni, si è arrivati a chiederel'estensione pressoché totale del voto pa-lese.

Su questo aspetto occorre riflettere, per -ché forse a torto si è sostenuto che l ariforma proposta riguarda materia d ipoco conto . E vero invece che in form astrisciante, attraverso la modifica di un anorma regolamentare, si tende ad intro-durre modifiche istituzionali e costituzio-nali che non si ha il coraggio e la forza d iportare apertamente all ' approvazionedelle Assemblee parlamentari .

Non c'è dubbio che quella tra voto se -greto e voto palese non deve essere consi -derata come una scelta di campo, da com -piere prescindendo dal contesto nel qual eessa si colloca . Occorre in sostanza verifi-care in ogni momento storico, e con riferi-mento alla struttura istituzionale e social edel paese, quale sia lo strumento più adattoper soddisfare le esigenze e rispettare iprincìpi sanciti dalla Costituzione . Questoè lo sforzo che deve essere compiuto . Stu-pisce l'operazione del collega Scotti : neltentativo di recuperare le fratture interneal suo partito, compie un excursus nelquale mette in evidenza come il problemavoto segreto-voto palese vada inquadrat osotto il profilo storico (contrapponend o1'800 al '900, o meglio 1'800 al tardo '900) ,senza impostare un discorso nel quale col -locare la questione del voto segreto e de lvoto palese in un raffronto con le diverserealtà politiche, sociali e istituzionali de ipaesi europei, e più in generale di tutti ipaesi occidentali . Ma tralasciando questoaspetto, è chiaro che l'operazione diventamistificatrice, perché si afferma che è mo -derno il voto palese ed è vecchio' il votosegreto, senza esaminare i motivi in base ai

quali vi è stata una certa evoluzione in altr ipaesi (e non nel nostro), senza valutare conattenzione storico-politica se nel contest odella realtà italiana oggi sia opportuno ono eliminare il voto segreto .

Non voglio soffermarmi sulle afferma-zioni del collega Bianco, che condivido, i nmerito al fatto che oggi vi è ancora bisogn odel voto segreto perché manca una real egaranzia di autonomia dei singoli deputat irispetto ai loro partiti ; ma intendo quantomeno ricordare le consistenti differenz eche sussistono tra l'Italia e gli altri paes i(come la Francia, l'Inghilterra e gli Stat iUniti). E enorme, ad esempio, la diversitàdi potere del singolo parlamentare negl iStati Uniti d 'America rispetto al nostropaese, così come sono differenti le ga-ranzie di cui dispone.

Se vogliamo fare un reale paragone, ga -rantiamo prima la effettiva autonomia de iparlamentari, come prevede la più volt ecitata disposizione dell'articolo 67 dellaCostituzione! L'assenza di vincolo di man-dato significa che il parlamentare dev egodere di un'ampia autonomia e che de-vono essere date le opportune garanzie a lriguardo. Questo invece non viene propo-sto .

Molti colleghi sono giustamente andati averificare il contenuto dei regolamenti in -terni dei gruppi parlamentari e degli sta-tuti dei singoli partiti . Risulta confermatoche l'anomalia del sistema italiano non èda rinvenirsi nel voto segreto, ma nel tip odi condizionamento che i partiti esercitan osulla vita politica nel suo complesso, e ne lparticolare condizionamento che vien eesercitato dalle segreterie dei partiti ne iconfronti dei deputati . E questa la grandeanomalia !

In riferimento poi al sistema francese ,non si può prescindere dall'enorme diffe-renza istituzionale . Io non sono favorevol ea quel sistema ma, se si vuole prenderlo amodello, bisogna avere il coraggio di pre -sentare una proposta complessiva, di-cendo in Parlamento che si vuole la Repub -blica presidenziale . Se verrà avanzata, unasimile proposta, discuteremo anche su diessa. Non si può però cercare in manier asurrettizia di porre in essere delle riforme

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che hanno portata costituzionale e in-fluenza sulle istituzioni attraverso modi-fiche regolamentari .

In particolare quando si parla di altr ipaesi come esempi di realtà in cui si adott ail sistema del voto palese invece di quellosegreto, si dimentica un'altra rilevante dif-ferenza rispetto alla situazione italiana .Nella Costituzione italiana solo una volta èprevisto il tipo di voto che deve essere adot -tato, ed è il voto palese per appello nomi -nale al momento di votare la fiducia o l asfiducia al Governo . Non vi è invece (econosciamo le vicende della Costituente alriguardo) una scelta costituzionale sui me-todi di votazione (a scrutinio palese o se -greto) in ordine alle altre decisioni che l eCamere devono assumere . Si lascia infattialle Camere il compito di autoregolamen-tarsi, e dunque di stabilire esse stesse i lsistema di voto con cui adottare le propri edeliberazioni . In altre realtà, ove vige es-senzialmente il voto palese, si ricorre a lvoto segreto in occasione della fiducia algoverno. Colleghi, dobbiamo quindi staremolto attenti al riguardo : se è vero che isistemi di taluni paesi sono diversi dalnostro, ciò trova in parte giustificazion enel fatto che il voto di fiducia è segreto ; i lche determina un esercizio più libero de lcontrollo da parte del Parlamento su ese-cutivi che indubbiamente hanno più po-tere del nostro .

La nostra Costituzione, stabilendo unanetta distinzione tra funzioni legislative e desecutive, sancisce che la fiducia sia votataper appello nominale, ma è proprio pertale motivo che il voto segreto deve esser egarantito in tutte le altre occasioni . Ram-mentiamo che il Governo può ricorrere i nogni momento al voto di fiducia, anziabusa di questa sua prerogativa, come ab -biamo potuto constatare in questi ultimitempi .

Ma proprio perché l'esecutivo ha l apossibilità di ricorrere al voto di fiducia ,il voto segreto deve essere mantenut ocome garanzia di libertà dei singoli depu -tati, stante la particolare anomalia ita-liana che vede i partiti, e soprattutto l esegreterie, influenzare le scelte dei sin-goli deputati .

Non è casuale dover ricordare che anch eil dibattito che si sta svolgendo assum easpetti essenzialmente extraparlamentari .Infatti le modalità dell'odierno dibattitonon sono state scelte all'interno del Parla -mento, non sono il frutto di un dibattitosulle modifiche da apportare al regola -mento, bensì sono le risultanze di una im -posizione, di un Diktat che vien edall'esterno del Parlamento, cioè da segre-terie e da segretari di partito, indipenden -temente dalle priorità valutate dalle As-semblee parlamentari .

Questa è l'ennesima dimostrazione delpeso che hanno le segreterie dei partiti su lParlamento e sui singoli parlamentari .Siamo arrivati all'assurdo : un problemache riguarda la vita delle Assemblee no nè deciso dai loro protagonisti, bens ìdall'esterno . Addirittura si arriva a dire : seil Parlamento non accetterà questa modi-fica, noi (segretari, segreterie dei partiti ,io, Presidente del Consiglio, io, segretariodi partito) metteremo in discussione lastessa sopravvivenza di questo Parla -mento. Insomma, cari parlamentari, o vo iaccettate questa imposizione, o tutti a casa !Ma scherziamo? Dopo quarant ' annidall'approvazione della Costituzione dob -biamo sentire che un segretario di un par -tito, sostituendosi al Capo dello Stato, de -cide quando le Camere devono esseresciolte? Credo che questo dibattito debbafarci riflettere in quanto dimostra che ogg inon vi sono le condizioni per garantir eautonomia ai singoli deputati dalle segre-terie dei partiti, dai segretari, dalle deci-sioni prese a livello, questo sì, di consocia -zione, tra i vertici delle forze che costitui -scono la coalizione di Governo, uniti no ntanto da un programma comune, bens ìdalla volontà di esercitare il proprio po-tere. Risulta quindi abbastanza stonato i lrichiamo fatto più volte da alcuni espo-nenti della maggioranza (in particolare daquelli del partito socialista, ma anche poc ofa dal collega Scotti) alla responsabilità de lvoto. Bisogna capire che cosa si deve inten -dere con questo termine ed anzitutto qual isono i requisiti che il voto deve avere perrispondere ai princìpi che caratterizzanola nostra Costituzione .

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Non c'è dubbio che, oltre al principio diresponsabilità, deve quanto meno valer equello di libertà . Qual è allora la condi-zione che garantisce anzitutto la libertà e ,eventualmente, la responsabilità? Risiedeforse nella situazione di forte condiziona -mento dei partiti, che non svolgono piùnemmeno un ruolo di mediazione rispett oalla società civile e che risultano essere i nqualche modo una struttura troppo spess oseparata da quest'ultima? In tali condi-zioni il modo di garantire la libertà di vot oè nell'uso del voto palese? Non è invec enecessario, proprio a tale scopo, utilizzare— certo in modo non continuativo, noncome un vincolo od un obbligo — la pos-sibilità di ricorso al voto segreto?

D'altra parte, quale è il significato delprincipio costituzionale della responsabi-lità del voto? Se si intende che il voto deveessere responsabile, credo non vi sianoproblemi. Ma chi ha detto che il votopalese è responsabile? Tale voto rappre-senta essenzialmente l'accettazione delledirettive che vengono emanate dall'altodei partiti . Potremmo quindi definire que lvoto responsabile ?

Se invece si intende responsabilità ne lsenso di obbligo di rispondere a qualun-que, allora il voto (palese) verso chi èresponsabile? Verso i cittadini, verso lanazione, secondo il dettato del l 'articolo 67della Costituzione, o non invece verso i ver-tici del proprio partito? Ma questo la Costi -tuzione non lo afferma e non c'entraquindi nulla, con la Costituzione, la re-sponsabilità verso i vertici dei partiti .

Penso sia necessario dunque che i col -leghi della maggioranza che usano quest otermine chiariscano quale senso voglion oattribuire alla parola responsabilità . Nonc'è dubbio che molte volte un voto palese,che è responsabile rispetto alle direttiv edel partito, è poi irresponsabile verso gl iinteressi collettivi della nazione, ai quali inprimo luogo deve rispondere il parlamen-tare non essendo previsti vincoli di man -dato .

Non mi pare allora che i ragionament iaddotti anche recentemente dal collegaScotti, e più in generale da coloro che s isono espressi a favore del voto palese, tro -

vino un qualche riscontro nel contesto po-litico, sociale ed istituzionale del nostr opaese. Se si vuole il voto palese, bisogn aavere il coraggio di indicare un percorsoche renda possibile ricorrervi, modifi-cando cioè l 'attuale contesto politico e distituzionale. Ma non è questo il caso che civiene sottoposto .

Mantenendo inalterate determinate re-altà si vuole soltanto introdurre il votopalese: il che rappresenta un tentativo sub -dolo, sotterraneo ed irresponsabile, ch enon dà alcuna garanzia circa la volontà dimodificare la realtà istituzionale del no-stro paese. Infatti il principio costituzio-nale della netta distinzione tra il potereesecutivo e quello legislativo rischia, co nquesta modifica del regolamento di bass oprofilo, di venire gravemente compro -messo, come hanno messo in evidenza gi àaltri, a partire dal mio collega di partitoFranco Russo . Riguardo a tale problema,aspettiamo ancora dalla Presidenza dell aCamera ulteriori chiarimenti .

Cerco di spiegarmi meglio. Già datempo, dentro e fuori del Parlamento, daparte di importanti uomini di cultura ecostituzionalisti, è stato messo in evidenzacome si sia affievolita la separazione tr apotere legislativo e potere esecutivo, attra -verso l'abuso della decretazione d'ur-genza. Più volte si è denunciato come s itenda a trasformare questa Camera (defi-nita da qualcuno, con accenti preoccupati ,«parco buoi») in una sede di banale ratificadelle decisioni governative . Infatti, conl 'abuso della decretazione d'urgenza, son ovenuti in gran parte meno il ruolo legisla-tivo e quello ispettivo, così come, per l'ina -dempienza del Governo e per la sua pro-tervia, è venuto meno il ruolo di indirizz odel Parlamento.

Altri hanno già ricordato come negli ul-timi tempi ordini del giorno, mozioni, ap-provati a grande maggioranza, addiritturaall'unanimità del Parlamento, siano stat icompletamente ignorati dall'esecutivo .Proprio per questa ragione la estensione intale contesto del voto palese nei due ram idel Parlamento, di fronte al dilagare dell adecretazione d 'urgenza, preoccupa . Lostesso Presidente del Consiglio nel di-

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scorso di presentazione del Governo avev aritenuto doveroso mettere in evidenz al'esigenza che il ricorso alla decretazioned'urgenza avrebbe dovuto essere inqualche modo limitato. Nella pratica ,però, non ha assolutamente attuato quest ointendimento . Non vi è stata alcuna indica -zione di come rendere più chiaro il ricors oai decreti-legge . Se in questo contesto s iabolisce il voto segreto, da parte del l 'ese -cutivo, non si avranno neppure quei mo-menti di verifica costituzionale garantitiessenzialmente da tale tipo di voto rispettoall'uso anticostituzionale, ma ormai con-solidato, della decretazione d'urgenza .

Pensiamo alla valutazione della sussi-stenza dei requisiti costituzionali di neces-sità ed urgenza che troppo spesso, attra-verso logiche imposte dalla volontà dell esegreterie dei partiti, viene messa in di-scussione. In casi evidenti di decreti-legg erispetto ai quali mancano i requisiti d inecessità ed urgenza la logica delle segre -terie dei partiti ha imposto un voto allamaggioranza, in spregio alla Costituzione .Gli stessi rappresentanti della maggio-ranza, anche autorevoli, lo ammettono .Cosa accadrà quando non si voterà a scru -tinio segreto sulla sussistenza dei requisit idi necessità ed urgenza? Cosa accadràquando non vi sarà più neppure la vota-zione finale a scrutinio segreto sui disegn idi legge di conversione dei decreti -legge?

A quel punto l 'operazione «parco buoi »rischia veramente di andare in porto .

Mi domando se anche i deputati, i sena -tori della maggioranza possano accettar equesto tipo di operazione, i ricatti, da part edelle segreterie, dei segretari dei partiti e l atrasformazione del Parlamento in questadirezione .

Per queste ragioni, noi che non siam opregiudizialmente favorevoli o contrari a lvoto segreto (o a quello palese) riteniamoche, in questo contesto e con le attuali con -dizioni, salvaguardare il diritto all'espres -sione libera del voto costituisca la condi-zione fondamentale per poter attuare si-gnificative modifiche istituzionali che ri-spettino i principi della Costituzione e gl iinteressi collettivi del paese .

Ci auguriamo perciò che all'intern odella maggioranza, così come hanno giàfatto alcuni suoi esponenti, si manifesti i lrifiuto di chinare il capo e la schiena ascelte impositive operate da alcuni compo -nenti delle segreterie dei partiti, che ri-schiano di offendere la stessa autonomiadei due rami del Parlamento (Applausi de ideputati del gruppo di democrazia proleta-ria) .

PRESIDENTE . Sospendo la seduta sinoalle 16,30 .

La seduta, sospesa alle 13,25 ,è ripresa alle 16,30 .

PRESIDENZA DEL PRESIDENT E

LEONILDE IOTTI

Approvazione di una modifica del calen-dario dei lavori dell'Assemblea per laseduta del 30 settembre 1988 e del ca-lendario dei lavori dell'Assemblea pe rla seduta del 3 ottobre 1988.

PRESIDENTE . Comunico che la Confe -renza dei presidenti di gruppo, riunitas iquesta mattina, con l'intervento del rap-presentante del Governo, non ha raggiunt oun accordo unanime su una modifica alcalendario dei lavori dell'Assemblea, gi àapprovato nella seduta del 19 settembr e1988 .

Pertanto, sulla base degli orientament iprevalenti, propongo la seguente modific aal suddetto calendario:

Venerdì 30 settembre (antimeridiana e po-meridiana) :

Seguito e conclusione della discussionesulle linee generali della proposta di modi-ficazione del regolamento (doc . II, n . 16) .

Propongo altresì che nelle giornate disabato 1 0 e domenica 2 ottobre la Cameranon tenga sedute e che lunedì 3 ottobre ,alle 17,30, abbia luogo l'esposizione econo-mico-finanziaria da parte del ministro del

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bilancio e l'esposizione relativa al bilanciodi previsione da parte del ministro de ltesoro .

Su questa proposta, ai sensi dei commi 3e 5 dell'articolo 24 del regolamento, po-tranno parlare un oratore per gruppo pernon più di cinque minuti ciascuno .

Avverto, altresì, che nel pomeriggio d ilunedì 3 ottobre prossimo si riunirà la Con -ferenza dei presidenti di gruppo per deli-berare il programma e il calendario deilavori dell 'Assemblea per il periodo suc-cessivo .

GIUSEPPE CALDERISI . Chiedo di par -lare .

PRESIDENTE . Ne ha facoltà .

GIUSEPPE CALDERISI . Prego anzitutto icolleghi di fare un po' di silenzio, perché èveramente difficile parlare in questa con -fusione .

Signor Presidente, come già abbiam ofatto sia nella Conferenza dei capigrupp osia negli interventi di questa mattina, inten -diamo ora formalmente sottoporre ai col -leghi una proposta diversa rispetto a quell ache è stata approvata a maggioranza dall aConferenza dei capigruppo . Propongo cioèche si prosegua la discussione sulle lineegenerali, rispettando per quanto è possibil eil calendario stabilito, senza quindi inter-rompere i nostri lavori venerdì sera . Ri-tengo infatti che sia necessario proseguir eil dibattito, esaminando i principi che l aGiunta dovrà sottoporci, per poi giungerealla votazione conclusione .

Era stata soprattutto la maggioranza —ed alcuni gruppi di essa in particolare — aporre con forza il problema dell 'estremaurgenza di affrontare tale riforma regola-mentare : ritengo quindi che occorra ri-spettare il calendario stabilito . Indubbia -mente la maggioranza attraversa un gravemomento di difficoltà, che deriva dal con -trasto tra la nuova proposta elaborat adalla Giunta e l'orientamento della Ca-mera, emerso palesemente nel corso de ldibattito .

Vi è quindi un dissenso aperto nei con -fronti della proposta della Giunta, mentre

mi sembra che si manifesti un sempremaggiore consenso su quella di abolire i lvoto segreto sulle leggi di spesa : una pro-posta che ci sembra chiara, credibile ,senza pasticci né compromessi . Mi sembrainoltre che tale contrasto stia provocandouna grave impasse .

Ritengo che la maggioranza dovrebb eprendere atto di questa situazione e chedovrebbe smetterla (mi riferisco ad alcun iesponenti della maggioranza) di pensare amarchingegni o lasciarsi andare a commi -serazioni dei deputati . Intendiamo ricor-dare, Presidente e colleghi, che le riform eregolamentari costituiscono interna corpo-ris, cioè una materia estranea alle funzion ie alle iniziative del Governo. Si tratta d iquestioni non sottoponibili al voto di fidu -cia, e pertanto devia dai princìpi dellaCostituzione chi sconfina da pur legittim evalutazioni politiche per attribuire for-male rilevanza, nel rapporto Governo-Par -lamento, alla questione dell'abolizione de lvoto segreto.

Quanto alla perdurante minaccia d iscioglimento delle Camere, noi conti-nuiamo ad auspicare che si levi la voce de iloro Presidenti .

Per quanto riguarda i nostri lavori, in -fine, già ieri il servizio pubblico di infor -mazione ha annunciato che la discussion edel voto segreto sarebbe proseguita mar-tedì prossimo. Credo che anche al ri-guardo sia necessario un intervento : non èammissibile, infatti, che prima di una deci -sione della Conferenza dei capigruppo oeventualmente dell'Assemblea vi siaquesto tipo di intromissione, di interfe-renza, questo tentativo di precostituire iprogrammi dei nostri lavori .

La invitiamo, signor Presidente, ad in-tervenire anche a questo proposito, e riba-diamo la nostra proposta che la discus-sione sulla riforma del voto segreto pro -segua anche sabato e nei giorni succes-sivi .

PRESIDENTE. Onorevoli colleghi, èdavvero molto difficile riuscire a parlare ead ascoltare in questa confusione . Vi pregoquindi di fare un po' di silenzio e di pre-stare maggiore attenzione .

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GUIDO ALBORGHETTI. Chiedo di par-lare .

PRESIDENTE . Ne ha facoltà .

GUIDO ALBORGHETTI . Signor Presi -dente, onorevoli colleghi, dopo il voto d imartedì scorso con il quale si è respinta l aquestione sospensiva che noi avevamo pre -sentato e che ci sembrava così logica eragionevole, insieme con le altre presen-tate dai gruppi di opposizione, è davver oincredibile che sia la maggioranza a chie-dere un rinvio. È stata infatti proprio lamaggioranza ad addurre ragioni di mas-sima urgenza perché si arrivasse all'aboli -zione del voto segreto entro questa setti-mana. Forse avete cambiato opinione, oforse le resistenze e i dissensi interni co-minciano davvero a farsi sentire !

Non vorremmo che si esercitassero i nquesti giorni pressioni ancora più forti diquelle che già si esercitano sui singoli de -putati della maggioranza perché si unifor-mino ai Diktat dei segretari dei partiti . Sitratta di pressioni inqualificabili, che noinon condividiamo e respingiamo .

Per i motivi che ho esposto, siamo quindicontrari al rinvio. In chiusura del mio bre-vissimo intervento devo fra l'altro sottoli-neare come nel calendario dei lavoridell 'Assemblea proposto l'esame dellaquestione del voto segreto sia stato rinviat oformalmente sine die : mi auguro che siadavvero così! (Applausi dei deputati delgruppo del PCI) .

PRESIDENTE . Dovrebbe allora votare afavore della proposta di modifica del ca-lendario dei lavori dell 'Assemblea, onore-vole Alborghetti !

ALFREDO PAllAGLIA. Chiedo di par-lare .

PRESIDENTE. Ne ha facoltà .

ALFREDO PAllAGLIA. Signor Presi-dente, onorevoli colleghi, il gruppo de lMovimento sociale italiano-destra nazio-nale si oppone all ' inclusione nell 'ordine

del giorno dei lavori delle proposte relativealle modifiche regolamentari limitate . . .

È molto difficile parlare, questo pome-riggio, in una simile confusione !

PRESIDENTE. Onorevoli colleghi, viprego!

ALFREDO PAllAGLIA. Dicevo che ilgruppo del Movimento sociale italiano -destra nazionale si oppose all'inclusion enel calendario dei lavori delle proposte d imodifica regolamentare limitate all'abo-lizione quasi totale dello scrutinio se -greto. È di tutta evidenza, a mio avviso ,che chi è stato contrario all'inclusione d itale materia nel calendario debba esser econtrario alla continuazione e soprat-tutto ad una continuazione affrettata de ilavori .

Noi non siamo quindi favorevoli (l'ho gi àdetto stamane in sede di Conferenza de ipresidenti di gruppo) a che la giornata d idomani non venga dedicata, com'era in-vece previsto, alle interpellanze e alle in-terrogazioni, ma venga invece utilizzat aper la continuazione della discussione ge-nerale sulla proposta di modifica regola-mentare .

Limitarsi a questa affermazione equi -varrebbe però, signor Presidente, ad assu -mere soltanto un atteggiamento negativoriguardo alle sue proposte. Io desideroinvece riproporre in questa sede quanto h ogià proposto nella Conferenza dei presi -denti di gruppo; e credo che ciò potrebb einteressare qualche collega. Nella Confe-renza dei presidenti di gruppo ho fatto unaproposta politica, anche se forse non eraquella la sede per formularla. La ripro-pongo ora formalmente, signor Presi -dente, anche se nel corso della discussionesulle eventuali modifiche da apportare a lcalendario, affinché lei, al momento ch eriterrà più opportuno, in base al regola -mento, la possa mettere in discussione esottoporre a votazione.

Propongo lo stralcio della parte che ri-guarda l'esclusione del voto segreto pe rtutti i provvedimenti di spesa. Lei avràletto certamente più di me i giornali, si-gnor Presidente : tutta la stampa sostiene

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X LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DEL 29 SETTEMBRE 1988

che le ragioni per l'eliminazione dell oscrutinio segreto risiedono nel fatto ch eattraverso lo scrutinio segreto sono stat eaumentate le spese e modificate le legg ifinanziarie negli anni precedenti in modotale da determinare conseguenze negativ esulla situazione finanziaria del nostr opaese.

Se è questo il motivo non si comprendeperò perché si debba introdurre una modi-ficazione così ampia come quella propostadalla maggioranza; poichè ci avviciniam oalla discussione ed alla votazione dell alegge finanziaria, credo che sarebbe pru-dente per tutti, e soprattutto per la mag-gioranza che sostiene questa tesi, stral-ciare la parte relativa alle leggi che com-portino spesa, per discuterla e votarla ,salvo poi per ogni gruppo il manteniment odel proprio orientamento sulle altre parti ,in relazione alle quali esistono tanti con-trasti .

Signor Presidente, non sto dicendo i nquesta sede che voteremo sicuramente afavore di quella parte ; voglio invece dir eche noi, che manteniamo oggi la nostr adura opposizione ad una proposta di modi -fica del regolamento così ampia, consenti -remmo entro martedì l 'approvazione —con i voti di chi è favorevole — di unamodifica del regolamento relativa soltant oalla votazione a scrutinio segreto sull eleggi di spesa .

Formulo questa proposta formalment ein Assemblea, signor Presidente, perchémi pare che oltre tutto servirebbe a risol-vere i molti problemi che sono in quest omomento sul tappeto, tra i quali quell iregolamentari che, lei mi insegna, nonsono facili da risolvere e devono essereaffrontati dalla Giunta per il regola -mento .

«No» quindi a continuare domani, «sì» anon continuare sabato e domenica ; maprima di tutto, signor Presidente, si facci aluogo ad una decisione sulla proposta d istralcio, che noi formuliano anche per evi -denziare che il nostro «no» a questa modi -fica così ampia non è un «no» indiscrimi-nato alla modifica delle norme che riguar -dano lo scrutinio segreto, ma è un «no» a duna estensione che toglierebbe libertà ai

parlamentari e autonomia al Parlament o(Applausi dei deputati del gruppo del MSI-destra nazionale) .

GIANNI FRANCESCO MATTIOLI . Chiedo d iparlare.

PRESIDENTE . Ne ha facoltà .

GIANNI FRANCESCO MATTIOLI . Onore-vole Presidente, onorevoli colleghi, il no -stro gruppo voterà contro la proposta d imodifica del calendario . Chiunque sa beneche non si tratta di un voto di caratteretecnico. Dopo lo scontro di ieri sera in sed edi Giunta per il regolamento e la vicenda d iquesta mattina nella Conferenza dei presi -denti di gruppo, credo sia palese che anch eil voto di oggi pomeriggio ha un significat opolitico; e come tale noi lo consideriamo,anche se riteniamo che, senza acuire l elacerazioni all 'interno delle forze politi -che, si possa per un momento fare atten-zione ad un problema di attività parlamen -tare che può essere legittimante per i com -portamenti di tutti .

Come la Presidente ci ha annunciato ,lunedì ascolteremo dal ministro del tesor ola relazione che apre la problematica fi-nanziaria per le prossime settimane ed i lprossimo mese.

Vorrei che i colleghi ricordassero che c iaccingiamo ad affrontare la sessione d ibilancio sulla base di una nuova leggefinanziaria, ma senza un regolamento ; evorrei che quei colleghi che non chiacchie-rano prestassero attenzione a questo pro-blema, perché, ripeto, noi andiamo ad af -frontare una nuova legge finanziaria i nuna situazione in cui manca un regola-mento.

Allora, colleghi, di fronte ad una situa-zione che è sconosciuta solo a chi non lavuol vedere, che logora le forze politiche ,logora il paese, il meno che si possa dir eper non risultare offensivi per nessuno èche il dibattito sul voto segreto non è ma-turo nella situazione presente del paese .Non corrisponde forse a razionalità e lo-gica che si assuma una pausa di rifles-sione, e invece si ponga mano a ciò che èurgente, e cioè alla modifica del regola-

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X LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DEL 29 SETTEMBRE 1988

mento, per quello che riguarda la leggefinanziaria?

Stamane, in seno alla Conferenza deipresidenti di gruppo, il Presidente ha fatt opresente che la Giunta per il regolament onon ha ancora enucleato i princìpi emen-dativi alla proposta in esame . Ebbene, mipermetta di risponderle, signor Presi -dente, che la Giunta per il regolament onon sarà mai in condizioni di farlo se i suoicomponenti continueranno a sbranars isulla questione del voto a scrutinio segreto ,in merito alla quale non mi sembrano ma -turi i tempi per un esame da parte delleforze politiche .

Vorrei quindi che si prendesse in seriaconsiderazione questa mia proposta, chemi pare di buon senso: accantoniamo per ilmomento la questione relativa allo scru-tinio segreto e diamo al Parlamento l enuove norme regolamentari necessari eall'esame della legge finanziaria. Potremosuccessivamente riprendere, con anim opiù sereno, il dibattito sul voto a scrutiniosegreto .

Ma, colleghi della maggioranza e soprat -tutto colleghi della democrazia cristiana ,io vorrei che si riflettesse intorno a questamanovra, in cui mi sembra che quelle ca-ratteristiche dei colleghi socialisti chealtre volte, con la massima bonarietà, ab-biamo definito come una enorme abilità eprofessionalità della politica trovino inquesta vicenda la loro migliore dimostra-zione, quale che sia la conclusione dellaquestione del voto a scrutinio segreto . Col-leghi della democrazia cristiana, se la sop -pressione del voto segreto andrà in porto i lpartito socialista avrà portato a casa u npunto determinante della sua politica ; seinvece la maggioranza sarà sconfitta ilpartito socialista vi dirà che con De Mitanon si governa 'questo paese. È questo i lrisultato che volete ottenere? Pensatec ibene! (Applausi dei deputati del grupp overde) .

PRESIDENTE . Ha chiesto di parlarel 'onorevole Rodotà. Ne ha facoltà .

STEFANO RODOTÀ. Signor Presidente,credo che tutti ci stiamo chiedendo che

cosa sia avvenuto tra lo scorso martedìpomeriggio, quando una maggioranza im -paziente ha voluto imporre una immediat adiscussione sull'intera materia del voto ascrutinio segreto, e ques t 'oggi, giovedì po-meriggio, quando vediamo una maggio-ranza desiderosa di rinviare una decision eche sembrava tanto urgente .

Ù. accaduta una cosa molto semplice :all'interno della maggioranza si sono ma-nifestati palesi dissensi: lo sottolineo, pa-lesi dissensi; e la maggioranza non tollera idissensi palesi. Non ci sarebbe prova mi-gliore, tra quelle forniteci in questi giorni ,circa la giustezza delle tesi che abbiamosostenuto. La maggioranza sta portandoavanti due operazioni : una regolamentar eed una sotterranea (come ha ricordatopoc'anzi l 'onorevole Alborghetti), non perriassorbire politicamente un dissenso, m aper renderlo impossibile, attraversol'espediente dell'astensione, la manipola-zione della delibera del 1981 sulla proce-dura di riforma del regolamento, e le pres -sioni sui singoli parlamentari, se son oanche vere le voci di richiesta di dimissioni(almeno da alcuni incarichi) di parlamen-tari dissenzienti . Questo è il punto cheabbiamo di fronte e non, dunque, quellodella lungaggine di una discussione, che s isarebbe comunque esaurita nella matti -nata di domani, che è stata ampia e respon -sabile, e che avremmo potuto riprenderesui punti indicati dalla Giunta per il rego -lamento e concludere nel giro di quaran-totto ore.

Credo che questo sia un dato sul qual etutti dobbiamo riflettere, mantenendo pe rparte nostra intatta la disponibilità — giàmanifestata nella giornata di martedìscorso, nella precedente riunione dell aConferenza dei presidenti di gruppo e ,prima ancora, in quell'accordo stipulato aluglio e che la maggioranza non ha ono-rato — di procedere alla modifica dellenorme regolamentari relative all'esamedella legge finanziaria, non solo per to-gliere un alibi alla maggioranza, ma pe rdimostrare che non siamo meno sensibil ialle esigenze della corretta gestione finan-ziaria di quella maggioranza che, per tutt al'ottava legislatura, quando noi propone-

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vamo che si votasse preliminarmente i ltetto, ne rinviava la votazione alla fin edell'esame della legge finanziaria . I pala-dini, appena nati, del rigore dovrebber oriflettere sulla storia reale di questo Parla-mento, non sulla repubblica romana o suidibattiti risorgimentali, o nascondersidietro quello che diceva Moro alla Costi-tuente sul voto segreto .

Questi sono i dati in ragione dei qual iconsideriamo necessario, politicament ecorretto, pulito e trasparente, concluderedomani il nostro dibattito .

E dunque riproponiamo, in alternativ aalla proposta della maggioranza, che sivoti contro il rinvio, pur dichiarandoci fa-vorevoli allo stralcio sul punto della leggefinanziaria (Applausi dei deputati deigruppi della sinistra indipendente, da PCI efederalista europeo) .

FRANCO RUSSO. Chiedo di parlare .

PRESIDENTE. Ne ha facoltà .

FRANCO RUSSO. Presidente, ho chiesto diintervenire per sottolineare un solo punto :sembra che in questo Parlamento non s ifaccia altro che recitare, con uno scambi oapparente delle parti . Martedì eravamonoi dell ' opposizione a chiedere di rinviarela discussione sul voto segreto ; oggi è lamaggioranza che chiede un rinvio non d iquarantotto ore, ma di alcuni giorni, poi -ché al suo interno si sono manifestati dis-sensi profondi e resistenze tali da sugge-rire il ricorso ad invenzioni regolamentar ie procedurali per ridurre alla ragione i dis -senzienti .

Ho l ' impressione, signor Presidente, cheella sia stata costretta ad avanzare la pro -posta di cui ci stiamo occupando . Infatti ,tenendo conto degli orientamenti dellamaggioranza, in sede di Conferenza de ipresidenti di gruppo, lei ha dovuto — esottolineo ha dovuto — proporre di chiu-dere la discussione generale e di rinviarel'esame delle riforme del regolamento amartedì prossimo.

Desidero dar atto al gruppo del Movi-mento sociale italiano di aver formulatouna proposta abbastanza ragionevole, già

presentata in Conferenza dei presidenti d igruppo, quella cioè di arrivare ad un ostralcio di tale discussione. La stessa pro-posta noi avanzeremo dopo la chiusur adella discussione generale, nella giornat adi domani . Per questi motivi, signor Presi -dente, penso che ella dovrebbe offrireall'Assemblea un'ulteriore possibilità di ri -flessione. Non dovrebbe, cioè, chiuderedomani sera la discussione, ma chiedereinvece al gruppo del MSI di ridurre ulte-riormente il numero delle iscrizioni a par-lare e convocare la Giunta per il regola -mento per discutere le proposte di emen-damento e quella di stralcio che, perquanto non formalizzata, è stata pursempre avanzata in sede di Conferenza de ipresidenti di gruppo .

Speriamo che il nostro atteggiamentocontrario sia condiviso da quei settori dell amaggioranza che non vogliono farsi met-tere un bavaglio alla bocca, ma che vo-gliono esprimere il proprio dissenso e con -tinuare a discutere. Ogni giorno guada-gnato non significa, signor Presidente, u ngiorno in più per la Giunta per il regola-mento, ma un giorno in più offerto all epressioni interne ai gruppi della maggio-ranza per ridurre al silenzio l'opposizion einterna (Applausi dei deputati dei gruppi didemocrazia proletaria e della sinistra indi-pendente) .

GIORGIO CARDETTI. Chiedo di parlare .

PRESIDENTE . Ne ha facoltà .

GIORGIO CARDETTI . Signor Presidente ,colleghi, intervengo soltanto per dichia-rare l'adesione del gruppo socialista all aproposta che lei, con la solita correttezza ,ha rivolto all'Assemblea, facendosi inter-prete del prevalente orientamento emers onella Conferenza dei presidenti d igruppo.

Dirò anche che sembrano abbastanzasingolari alcuni riferimenti ad una pre-sunta volontà di rinvio da parte della mag -gioranza. Credo che l 'intenzione di arri-vare presto a decidere su un problema ch eè ormai maturo — e niente affatto imma-turo, come qualcuno ha sostenuto — sia

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X LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DEL 29 SETTEMBRE 1988

ampiamente emersa. Non vengono cert odai gruppi della maggioranza le iscrizion ia fiume, peraltro legittime in ragione dell alibera scelta che determinati gruppi hann oritenuto di compiere .

Non si è voluto troncare nessuna discus -sione. Si concluda, quindi, la discussion egenerale, parlino tutti coloro che riten-gono di dover portare ulteriori argoment ia quelli appassionati che abbiamo ascol-tato. Tra l'altro, mi sembra che vi sia ancheun'esigenza di non poco conto: quella ,cioè, che la Giunta per il regolamento va-luti con la dovuta accortezza le proposte d imodifica presentate, per accorparle inprincipi o mantenerle come proposteemendative autonome, in modo da potersottoporre all 'Assemblea con precision el'oggetto del voto .

Quindi, nessuna volontà di rinvio, m asolo la volontà di giungere ad una conclu-sione positiva . Né vale riproporre stralci ,se è vero che è stata richiamata l'esigenz adi contestualità della riforma regolamen-tare con le più ampie riforme istituzionali .Non si capisce, quindi, perché tale conte-stualità non debba valere quanto menolimitatamente al sistema di votazione .

Per concludere, signor Presidente, noivoteremo a favore della proposta di modi -fica del calendario da lei avanzata (Ap-plausi dei deputati del gruppo del PSI) .

PRESIDENTE . Onorevoli colleghi ,nessun altro chiedendo di parlare, vi ri-cordo che, in assenza di unanimità nellaConferenza dei presidenti di gruppo, i lPresidente sottopone all'Assemblea unaproposta di calendario dei lavori redatt asulla base degli orientamenti prevalenti,pur tenendo conto delle proposte risultat ein minoranza .

Nel caso di specie — lo ripeto per coloroche siano giunti in questo momento —dobbiamo votare la modifica al calendari odei nostri lavori, che reca per la giornata d ivenerdì 30 settembre, antimeridiana e po-meridiana, il seguito e la conclusione dell adiscussione sulle linee generali della pro -posta di modificazione del regolamento .Aggiungo che nelle giornate di sabato 1° edomenica 2 ottobre non sono previste se -

dute e che per lunedì 3 ottobre la modific aprevede che, alle 17,30, abbia luogo l'espo -sizione economico-finanziaria da parte delministro del bilancio e del ministro de ltesoro .

Desidero precisare che di norma le pro -poste alternative al calendario, sia pureavanzate nella Conferenza dei presidentidi gruppo e ribadite in Assemblea, non pos -sono essere poste in discussione nel cors odella seduta; bensì, nel caso in cui vengarespinta la proposta formulata dal Presi -dente, si deve convocare la Conferenza deipresidenti di gruppo per predisporre, sull abase delle proposte emerse, un nuovo ca-lendario da sottoporre all'Assemblea .

Per quanto riguarda la proposta d istralcio avanzata dal l 'onorevole Pazzagliasi pone il problema di come si possa con -figurare una richiesta di stralcio in ma-teria regolamentare . Su questo problemadesidero riflettere; tuttavia, anche talequestione rientra nel discorso di caratter egenerale che ho già fatto .

ALFREDO PAllAGLIA. Era una richiestaattinente ad una fase successiva, non all'at -tuale .

PRESIDENTE. Pongo in votazione l eproposte del Presidente, poc 'anzi annun-ziate, in materia di calendario dei lavor idell'Assemblea.

(Segue la votazione) .

Poiché i deputati segretari non son od'accordo sull 'esito della votazione e mene hanno fatto espressa richiesta, ai sens idel comma 1 dell 'articolo 53 del regola-mento, dispongo la controprova mediant eprocedimento elettronico, senza registra-zione di nomi .

(Sono approvate) .

Annunzio di proposte di legge .

PRESIDENTE. In data odierna sonostate presentate alla Presidenza le seguentiproposte di legge dai deputati:

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LABRIOLA : «Nuove norme sul trasferi-mento degli impiegati civili dello Stato»(3188) ;

LODIGIANI ed altri: «Modifiche ed inte-grazioni alla normativa di tutela delleacque dall ' inquinamento» (3189) ;

PERANI ed altri: «Norme in materia d iapertura di nuove farmacie» (3190) ;

SAVIO: «Contributi alle associazioni com-battentistiche per gli anni 1988, 1989 e1990» (3191) .

Saranno stampate e distribuite .

Assegnazione di proposte di leggea Commissioni in sede referente .

PRESIDENTE . A norma del comma 1dell'articolo 72 del regolamento, comu-nico che le seguenti proposte di legge son odeferite alle sottoindicate Commission ipermanenti in sede referente :

I Commissione (Affari costituzionali) :

FERRARI MARTE ed altri: «Norme per l acomposizione e la elezione degli organ idell'amministrazione comunale di Cam-pione d 'Italia» (1002) ;

NICOTRA ed altri : «Disposizioni relativ eall 'accesso alla dirigenza del personale di-rettivo del Ministero delle finanze» (1530)(con parere della V, della VI e della XI Com-missione) ;

FIORI : «Norme per l'inquadramentonella qualifica di sovrintendente degli ap-puntati di pubblica sicurezza in quie-scenza» (1559) (con parere della V e della XICommissione) ;

II Commissione (Giustizia) :

FARACE E SANGALLI : «Modifiche agli arti -coli 409 e 413 del codice di proceduracivile, relative alle controversie derivant idal contratto di agenzia» (2593) (con pareredella XI Commissione) ;

GHEZZI ed altri: «Nuova disciplina delleindennità spettanti ai giudici popolari »(2697) (con parere della V e della XI Com-missione) ;

III Commissione (Esteri) :

BIANCHINI ed altri: «Interventi a sostegn odei consorzi per il commercio estero costi -tuiti tra piccole e medie imprese indu-striali, commerciali ed artigiane» (1573)

(con parere della V, della X e della XI Com-missione);

IV Commissione (Difesa) :

TEALDI ed altri: «Riapertura dei termin iper la concessione della medaglia d'oro a lvalor militare al comune di Castellino Ta-naro in provincia di Cuneo» (1532) ;

ORCIARI ed altri: «Riordino della disci-plina degli assegni annessi alle decorazion ial valor militare» (1584) (con parere della VCommissione);

RAUTI : «Norme per l'aumento della pen-sione o assegno privilegiato tabellare»(2438) (con parere della V e della XII Com-missione) ;

V Commissione (bilancio) :

TEALDI ed altri: «Costituzione di rendita afavore del comune di Briga Alta, sostitu-tiva dei beni sottratti a seguito del trattatodi pace» (1533) (con parere della IV e dellaVI Commissione);

VI Commissione (Finanze):

TEALDI ed altri : «Trattamento fiscaledell 'attività agrituristica» (1534) (con pa-rere della V, della X e della XIII Commis-sione) ;

TEALDI ed altri: «Modifiche ed integra-zioni al decreto del Presidente della Re -pubblica 26 ottobre 1972, n . 633, concer-nenti la disciplina fiscale della raccolta ecoltivazione dei tartufi» (1536) (con pareredella V e della XIII Commissione) ;

Visco ed altri : «Modifica delle condizion idi deducibilità fiscale delle spese di pubbli -cità e incentivi fiscali per la pubblicità con-nessa al restauro, manutenzione, conser-vazione di opere d'arte e beni culturali »(1567) (con parere della V, della VII e dellaVIII Commissione) :

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X LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DEL 29 SETTEMBRE 198 8

RAVASIO ed altri: «Modifiche al decreto -legge 19 dicembre 1984, n . 853, convertito,con modificazioni, dalla legge 17 febbrai o1985, n. 17, in materia di aliquote dell ' im-posta sul valore aggiunto» (1578) (con pa-rere della V e della X Commissione);

FIORI : «Autorizzazione a vendere a trat-tativa privata ai comuni di Pontecorvo e dEsperia gli immobili dell'amministrazioneautonoma dei monopoli di Stato» (2296)(con parere della Il e della V Commis-sione);

PAllAGLIA ed altri: «Valore dichiarativodella denuncia di furto di un autoveicolo aifini dell'esonero dal pagamento delle suc-cessive tasse e soprattasse» (2674) (con pa-rere della I, della 11, della V e della IX Com-missione) ;

BORGOGLIO : «Agevolazioni per la realizza -zione di piccoli impianti di produzion eenergetica» (2763) (con parere della V edella X Commissione) ;

VII Commissione (Cultura) :

PORTATADINO ed altri: «Finanziamento acarico dello Stato delle opere per il risana -mento di edifici scolastici nelle cui strut-ture siano state utilizzate fibre di amianto»(1503) (con parere della I, della V, della VII Ie della XII Commissione);

CASATI ed altri: «Legge-quadro delle atti -vità di orientamento» (1544) (con pareredella I, della V, della X e della XI Commis-sione);

DEL DONNO : «Norme per l'organizza-zione e la programmazione della scuolaprescolastica» (1590) (con parere della I,della III, della V, della XI e della XII Com-missione);

VIII Commissione (Ambiente) ;

MAllA ed altri: «Istituzione di un corsopost-universitario per la formazione dispecialisti del territorio montano» (1522)(con parere della I, della Ve della VII Com-missione) ;

CASATI ed altri: «Modifica al l 'articolo 2della legge 5 novembre 1971, n . 1086, con-

cernente le norme per la disciplina delleopere di conglomerato cementizio armato ,normale e precompresso ed a strutturametallica» (1543) (con parere della 11e dellaX Commissione);

X Commissione (Attività produttive) :

CAPRILI ed altri: «Istituzione del fondospeciale rotativo per agevolare la ripres aproduttiva di imprese commerciali, arti-giane, industriali, turistiche e della pesc adistrutte o danneggiate da calamità natu-rali» (1563) (con parere della I, della V, dellaVIII e della XI Commissione) ;

XI Commissione (Lavoro) :

BERSELLI ed altri: «Riforma del ruolo deimedici operanti negli istituti universitaridi ricovero e cura» (1556) (con parere dellaI, della V, della VII e della XII Commis-sione);

PAllAGLIA ed altri: «Norme per il blocco ,ai livelli dell'anno 1983, di alcune inden-nità, dei gettoni di presenza e delle grati -fiche corrisposti dalla pubblica ammini-strazione» (1572) (con parere della I e dell aV Commissione);

SANGUINETI ed altri: «Norme per l 'assun-zione a carico dello Stato degli oneri rela-tivi al prepensionamento dei lavoratoriportuali» (1577) (con parere della V e dellaIX Commissione) ;

ORCIARI ed altri: «Estensione dei benefic iprevisti dalla legge 15 febbraio 1974, n. 36,ad alcune categorie di lavoratori ex dipen-denti della pubblica amministrazione civil ie militari» (1585) (con parere della I, dellaIV e della V Commissione) ;

DEL DONNO: «Estensione della facoltà d iriscatto degli anni di studi universitari, a ifini pensionistici, a favore di alcune cate-gorie di insegnanti non forniti di titolo spe -cifico» (1592) (con parere della V e della VIICommissione);

DEL DONNO ed altri : «Immissione ne iruoli della scuola materna delle maestre diasilo in possesso di abilitazione» (1594)(con parere della V e della VII Commis-sione) ;

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X LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DEL 29 SETTEMBRE 1988

DEL DONNO e RALLO : «Istituzione delruolo degli ispettori onorari ai beni cultu-rali» (1595) (con parere della I, della V edella VII Commissione) ;

TEALDI: «Norme per la perequazionedelle rendite derivanti da assicurazion eprevidenziale facoltativa» (2604) (con pa-rere della V Commissione);

VALENSISE ed altri: «Norme per il pas-saggio negli istituti di scuola secondaria d isecondo grado, con pari incarico, dei pre-sidi di ruolo nella scuola media in possessodi particolari requisiti» (2678) (con pareredella V Commissione, nonché della VIICommissione, ex articolo 73, comma 1-bisdel regolamento);

XII Commissione (Affari sociali) :

CoLUcci e MILANI : «Abrogazione dell'arti -colo 19 della legge 30 marzo 1971, n. 118,concernente l'erogazione da parte del -l'INPS delle pensioni di invalidità» (1539)(con parere della V e della XI Commis-sione) ;

PAllAGLIA ed altri: «Destinazione all'As-sociazione nazionale mutilati ed invalidi d iguerra del complesso immobiliare sito invia Parenzo, a Roma, già di propriet àdell'Istituto nazionale per i ciechi d iguerra» (2566) (con parere della I, della IV,della V e della VI Commissione) .

Assegnazione di una proposta di legge aCommissione in sede legislativa a isensi dell'articolo 77 del regolamento .

PRESIDENTE. Come la Camera ri-corda, nella seduta del 14 gennaio 1988 èstato assegnato alla II Commissione per-manente (Giustizia), in sede legislativa, i lprogetto di legge n. 1020-bis .

Per consentire alla stessa Commissionedi procedere all 'abbinamento richiestodall'articolo 77 del regolamento, è quind iassegnata in sede legislativa anche la pro -posta di legge RoJcx ed altri : «Modifiche edintegrazioni al secondo comma dell'arti-colo 6 della legge 4 maggio 1983, n . 184 ,concernente la disciplina dell'adozione e

dell'affidamento dei minori» (2662) (conparere della III Commissione), vertente sumateria identica a quella contenuta ne lprogetto di legge sopra indicato .

Richiesta ministeriale di parere parla-mentare ai sensi dell'articolo 1 dell alegge n. 14 del 1978.

PRESIDENTE . Il ministro del turismo edello spettacolo ha inviato, a' terminidell'articolo 1 della legge 24 gennaio 1978 ,n . 14, la richiesta di parere parlamentaresulla proposta di nomina del dottor Ma-rino Corona a presidente dell 'ENIT (Entenazionale italiano per il turismo).

Tale richiesta, a ' termini del comma 4dell'articolo 143 del regolamento, è defe-rita alla X Commissione permanente (Atti -vità produttive) .

Si riprende la discussione.

PRESIDENTE . Onorevoli colleghi, av-verto che la Giunta per il regolamento èconvocata nella sala della biblioteca de lPresidente. Invito il relatore, onorevoleCiaffi, a partecipare ai lavori della Giunta ;lo prego quindi di incaricare uno dei col -leghi di seguire attentamente i lavor idell'Assemblea per poterlo informar esugli interventi che si svolgeranno nelcorso della discussione .

ALFREDO PAllAGLIA. Chiedo di par-lare .

PRESIDENTE. Ne ha facoltà

ALFREDO PAllAGLIA . Signor Presi -dente, mi permetto di osservare che laGiunta per il regolamento ha il dovere d iseguire i lavori dell'Assemblea . Lei stessa ,signor Presidente, ha assicurato nel corsodi questa discussione l'osservanza di taleregola, sospendendo la seduta, quando laGiunta è stata convocata .

Non mi sembra, signor Presidente, ch etale regola possa essere violata, almen ofino a quando non verrà modificata la

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disposizione regolamentare che prevede lapartecipazione della Commissione di me -rito ai relativi lavori dell 'Assemblea .

Considereremmo assai grave la mancat aosservanza di questa regola . La prego ,dunque, signor Presidente, di voler rive-dere la sua decisione, organizzando i lavor idell'Assemblea e della Giunta per il regola -mento in modo che essi non risultino con-comitanti .

PRESIDENTE . Onorevole Pazzaglia, leisa molto bene, essendo stato in passatomembro della Giunta per il regolamento,che è accaduto frequentemente che l aGiunta per il regolamento si riunisse con -temporaneamente allo svolgimento dei la -vori dell'Assemblea .

Riconosco, tuttavia, che in questo caso l asua osservazione ha fondamento, dal mo-mento che contemporaneamente alla riu-nione della Giunta si svolgerebbe un dibat -tito su una proposta di modifica del rego-lamento .

Avverto, pertanto, che la Giunta per i lregolamento è convocata al termine dell aseduta odierna .

È iscritto a parlare l 'onorevole Tassi . Neha facoltà .

CARLO TASSI. Signor Presidente, onore -voli colleghi, credo che questo dibattitoabbia un poco il sapore di una pagina vol -tata e rivoltata ed anche il sottile signifi-cato della conclusione negativa di un ci-clo .

I nostri padri coscritti, quando fissaron oi principi della Carta costituzionale appro-vando le norme fondamentali della Costi-tuzione, pensavano di poter creare un si-stema di democrazia in cui avesse a conti -nuare quell'entusiasmo, che era allora de ineofiti e dei nostalgici del vecchio ordina -mento prefascista . Un entusiasmo che er astato vivificato, in costoro, dal conculca-mento dei princìpi e delle forme democra -tiche che vent'anni di fascismo avevan oindubbiamente posto all'attenzione dei pi ùsensibili alla democrazia .

Il fondamento della libertà dell'elezion ee nella elezione consistéva proprio nel ri-chiamo al voto di coscienza, senza possibi -

lità di condizionamenti esterni . Tant'è cheil voto dell'elettore, del cittadino, del po -polo sovrano ha — si dice — la segretezzaa fondamento della garanzia di libertà .

Non si può, infatti, revocare in dubbioche la segretezza sia l'unico modo per ren -dere efficiente, effettiva ed efficace la ga-ranzia della libertà nel voto del cittadino .Ed il voto segreto è stato introdotto ne lnostro sistema parlamentare appunt ocome espressione di questa garanzia dilibertà . Se poi dovessimo dare una scors aalla Costituzione per verificare se in essa visono gli elementi non dico per vietare altreforme di votazione, ma per sostenere l avotazione a scrutinio segreto, effettiva-mente ve li troveremmo .

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE

ALFREDO BIONDI

CARLO TASSI. L'unico sistema, allora ,per garantire l'esercizio della rappresen-tanza popolare (che deve essere esercitat asenza alcun vincolo di mandato, secondouna specifica prescrizione costituzionale )è quello di mantenere la votazione a scru -tinio segreto . Altrimenti, la conclusione d iquesto quarantennio rischierebbe di ripor -tarci ad una situazione vissuta cin-quant'anni fa, quando, sciolta la Cameradei deputati e istituita la Camera dei fasci edelle corporazioni, si sostenne che nel rin -novato sistema istituzionale il voto segret onon aveva più significato .

Per la verità, abbiamo già avuto qualcheavvisaglia di tentativi di restaurazione (conla iniziale minuscola): abbiamo un mini-stro della Repubblica, il ministro dei lavoripubblici, Ferri, che rifiuta il titolo di ono-revole ma pretende per sé quello di eccel-lenza; abbiamo De Mita e Craxi (non è un osbaglio vestire il segretario socialista ,come fa Forattini, in camicia nera e stiva-loni) che pretendono l'abolizione del votosegreto .

Quali considerazioni occorre trarre al-lora dal fatto che i due sistemi contrap-posti siano arrivati o arrivino alle stess econclusioni? Che per esercitare il potere ,per governare in maniera efficiente (lo ha

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stabilito Mussolini istituendo la Camer adei fasci e delle corporazioni ; lo vuole sta-bilire questa maggioranza), bisogna pas-sare attraverso l'abolizione del voto se-greto .

Le conclusioni, quindi, signor Presi-dente, mutatis mutandis, non possono cheessere queste . Ma arriviamo, allora, al peg -gior necrologio che si possa fare ad u nsistema democratico che si è fondato sull acaduta del fascismo e soprattutto sulla eli-minazione dei princìpi fondamentali esugli strumenti che del fascismo eranopropri! Forse più a parole che nei fatti ,visto che i quattro codici sono ancor aquelli del guardasigilli Rocco e del capodel governo Mussolini . Non è, però, man -cata occasione in cui i rappresentanti de igoverni che si sono succeduti dal 1945 adoggi non abbiano fatto professione di anti -fascismo e manifestato la volontà di riget -tare qualsiasi cosa che al fascismo si po-tesse richiamare . E molto strano, quindi ,che il democraticissimo Craxi e il democri -stianissimo De Mita convergano, concor-dino e giungano alla stessa conclusione cu igiunse il duce del fascismo : aboliamo i lvoto segreto.

Qual è la conseguenza? Quella di ren-dere omogeneo il voto della maggioranza .Ne abbiamo avuto una prova tutte le volt eche si è posta la questione di fiducia su undecreto-legge : successivamente (e l'attual ePresidente della Repubblica ne sa qual -cosa) nella votazione finale segreta sul di-segno di legge di conversione, composto d iun solo articolo, la maggioranza ha votat ocontro la conversione in legge del decreto -legge stesso . Se non sbaglio proprio il Pre-sidente Cossiga, allora Presidente del Con -siglio, si dimise a seguito di una di quest edisfatte d'aula .

Qual è allora la conclusione che dob-biamo trarne? Che il sistema è sbagliatooppure che il metodo non funziona? Sonosempre in attesa di una risposta a questodilemma, perché non so fino a che puntosia sbagliato il metodo oppure fino a ch epunto non funzioni il sistema . Sta di fatto ,però, che le conseguenze sono le stesse : pergovernare in maniera efficiente bisognaavere degli automi tra i deputati ed i sena-

tori; i parlamentari devono essere messi i ncondizione di votare in modo omogeneoalle decisioni del Governo .

Signor Presidente, fintanto che quest oavveniva in un regime che è stato definit oliberticida, in un regime che si autodefi-niva totalitario, in un regime che dicevache tutto esisteva all'interno del fascismo eniente al di fuori di esso, perché il fascism oera lo Stato mentre quello che era al d ifuori del fascismo era l'antistato, passi! M ami volete dire come si possa arrivare all estesse conclusioni in un regime democra-tico? Certamente allora era di rigore l asahariana nera ed il venire in Parlamentoin divisa; i rappresentanti dei fasci e dellecorporazioni venivano in divisa e così ve -stiti votavano. Lei crede però, signor Pre -sidente, che qualcuno di questi signorianche se vengono vestiti con i blue jeans oin altro modo, si alzerà per annunciare i lproprio voto contrario o semplicementeavrà il coraggio di schiacciare il bottone i nmaniera diversa? Qualcuno ha scrittoprima di me: «Il coraggio, se uno non c el'ha , mico se lo può dare» .

Si è parlato di proposte provocatorie .Ma perché allora non diamo una delega divoto plurimo ai presidenti dei gruppi ?Mandiamo Martinazzoli a votare con le su e270 deleghe, e lui schiaccerà i bottoni pe r270 persone !

Un mio conterraneo e mio concittadino ,Guareschi, diceva che «nel segretodell'urna elettorale Dio ti vede e Stalin no» ;si è di fronte soltanto alla propria co-scienza .

GUIDO ALBORGHETTI. E neppure Craxivede !

CARLO TASSI . Ma Craxi lo sa quello chesuccede in casa sua, non ti preoccupare !

Qui, invece, sei di fronte anche al re-gime, al partito, alla corrente, al capo co-sca, all'amico della mafia, a chi vuoi tu !Anzi oggi, signor Presidente, siamo in con -dizioni di dire che vi sarebbe del rischio ne lvotare a scrutinio palese, perché è tal -mente incancrenita la situazione dell'or -dine pubblico, l'emergenza è arrivata adun tale livello che francamente da parte di

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qualcuno potrebbero esservi delle pruri-gini (non certo da parte mia perché io son ouno che se ne frega, e se ne frega altissi-mamente) .

FRANCO PIRO. Questa è un 'affermazionenostalgica !

GIAN CARLO PAJETTA . C 'è stato un de-putato che si chiamava Matteotti . . . tu seitroppo giovane per saperlo !

FRANCO PIRO. Bravo Gian Carlo !

CARLO TASSI. La storia la conosco, Pa-jetta! Non ho paura dei fantasmi, so benis-simo qual è la storia di questo Parlamento !Non c'è mica bisogno di aver convissut ocon qualcuno per conoscerla! Io sono cat -tolico e Gesù Cristo è morto 2 mila ann ifa!

Ma quanti ce ne furono di Matteotti ?Quanti altri Matteotti ci furono? Nessunaltro . Se non sbaglio, dopo la dichiara-zione degli aventiniani, vennero alla Ca-mera solo i comunisti ; gli altri parlamen-tari se ne andarono tutti . Lasciamo stare! Ilcoraggio, diceva Manzoni, se uno non c el'ha, non se lo può dare .

FRANCO PIRO. Era don Abbondio ,quello !

CARLO TASSI . Ma quanti don Abbondioci sono in giro ?

FRANCO PIRO. Mica tanti !

CARLO TASSI. Lei crede, onorevole Piro?È ottimista e l'ottimismo è una deforma-zione psicologica .

Signor Presidente, le conclusioni sono l estesse ed i risultati sono uguali, ma, al -meno, allora le formazioni erano diverse .Sarà stato un tentativo sbagliato, malfatto,organizzato malissimo, ma a quell'epoca s ivolle che i rappresentanti delle categorieproduttive sedessero in quest 'aula . Quindinon solo i politici od i politicanti, non sol -tanto i raccoglitori di preferenze, non sol ocoloro i quali, per il fatto di avere l'amico

potente, con i soldi, attraverso i mass-media e quindi la pubblicità, arrivano quidentro !

Colleghi della maggioranza, anche sott oquesto profilo state prendendo il gatto pe rla coda e giungete alle conclusioni prim adi aver posto le premesse. Riformiamo(come da tempo il nostro gruppo sostiene )il Parlamento, modifichiamo la rappresen-tanza sia alla Camera sia al Senato, diffe-renziamo i due rami del Parlamento, riedi -fichiamo l'organo legislativo chiaman-done a far parte non solo i politici maanche i veri rappresentanti delle categori eproduttive, cerchiamo di dare un'estra-zione elettorale molto più vicina alla viv arealtà del paese, cerchiamo di diminuire l adistanza che esiste attualmente tra paeselegale e paese reale: solo a quel puntopotremo valutare l'opportunità di un di-verso sistema di votazione .

Nell'attuale situazione, l'ultima cosa d ariformare era proprio il voto segreto. Nonpossiamo certo dire che per far vivere i lsistema democratico dobbiamo uccider ela libertà di coscienza !

Signor Presidente, la storia non si fa co ni «se» o con i «ma»; credo però che la cro -naca la si possa valutare con i «se» e con i«ma». Se il voto di poco fa sulla modifica alcalendario fosse avvenuto a scrutinio se -greto, avrebbe forse avuto quel risultato ?Chiunque può pensarlo, ma io credo chenessuno che abbia un po' di serietà e un po 'di esperienza in ordine alle votazioni che s isvolgono alla Camera, lo possa davver ocredere. Allora, quando si tratta di situa-zioni gravi, importanti, quando si trattasoprattutto di situazioni che sono sotto-poste al vincolo della coscienza, dobbiamostare attenti .

Per mio carattere, io rispondo delle mieazioni prima a Dio e poi agli uomini, quindiprima di tutti al mio Dio e poi al mio par-tito, per una necessità gerarchica dei va-lori che per me è chiara ed incondizionata .Tale necessità ritengo debba essere pre-sente anche a coloro che siedono neibanchi posti alla mia destra . Ci si vuoleallora attestare sul Moloch del partito ,della disciplina di partito? Il nostro paese ,che ha eliminato la disciplina nelle scuole e

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nelle caserme, la vuole introdurre nel mas -simo tempio della democrazia! Si parla d idisciplina di partito : ma quali partiti ?Quelli che sostengono l 'attuale Governo,ovviamente! Ed allora che cosa si ottiene ?Ancora una volta, ciò che lo Stato avevaottenuto tanto tempo fa, ancora una volt asi asservirà il Parlamento al Governo attra -verso la sua maggioranza . Ecco allora chenon sarà più il Parlamento a decidere, acriticare, ad esprimere liberamente unvoto positivo o negativo; ecco che vi saràuna situazione amalgamata, omogeneiz-zata, ove i «capi-cabila» col dito su o co ldito giù, decideranno per tutti e perognuno !

Spero che non accada mai, ma non osoimmaginare quale situazione si determi-nerà in quest'aula all ' indomani dell'aboli-zione del voto segreto . Se già adesso esisteuna disaffezione per l 'aula, dopo quest adiventerà assoluta, perché comunque un ola pensi, qualunque cosa voglia o co-munque abbia congetturato di compor -tarsi, viene qui e deve schiacciare quel bot -tone.

Già qualche volta abbiamo visto lan-ciare, nei confronti di qualcuno che si èsbagliato, delle occhiate corrusche ; imma -ginate cosa succederà il giorno che tutt ociò sarà diventato norma e le circostanzeavranno reso il partito arbitro del Parla -mento. Il partito diventerà la cinghia ditrasmissione dell'ordine, del Diktat del Go-verno verso il Parlamento . Si sarà ottenutol'effetto di distruggere la possibilità d iquest'ultimo di farsi valere nei confrontidell'esecutivo.

Tutto ciò perché l'uomo è fatto di carne edeve pensare . In Italia «si tiene famiglia» ;si deve pensare, probabilmente, alla riele -zione . Non si tratta di gente che se ne frega ,ma di gente che ha già fatto i suoi calcoli :per pagare le spese elettorali della primacampagna, dove si sono indebitati fino agl iocchi, costoro hanno bisogno di tre legisla -ture: se ne fanno solo due, le ultime cam-biali chi le sconta? Bisogna tener present eanche questo .

Occorreva caso mai riconsiderare tutt ala situazione politica ed elettorale, no narrivare alle conclusioni punto e basta . Si

comincia proprio da quello che dovevaessere l'ultimo problema preso in esame,senza aver ristrutturato in modo più effi-ciente e più corretto, se così deve essere ,tutto ciò che lo precede.

Vede, signor Presidente, le leggi son omolte: «ma chi pone mano ad esse»? Le ipensa che, a parte il voto segreto, le cosemuteranno molto? Io credo che quel checonta siano gli uomini: ma anche questotema alla fine si ridurrà ad un palliativo .Vedrete che si verificheranno ancora as-senze ed altre situazioni analoghe . Percambiare qualcosa in Parlamento bisogn ariformare nei cittadini eletti la volontà d ipartecipare, il gusto di far politica ; bi-sogna poter far credere realmente alle per-sone quello in cui dicono di credere . Soloallora si potrà avere un rapporto corrett otra maggioranza ed opposizione e rico-struire qualcosa qui dentro . Fino a quelmomento si tratterà di qualcosa d i«scacco». Da parte dei partiti di maggio-ranza e da parte del Governo non si vuoleporre rimedio alla stanchezza politica : sivuole soltanto raggiungere il risultato diottenere i voti che si vogliono o che si pens adebbano essere espressi .

Il Governo, quindi, d 'ora in poi, dopoquesta riforma, potrà far eseguire il pro-prio programma con un Parlamento chesarà completamente prono alla sua volon-tà . Non ci sarà più da parte di quest'ultimola possibilità reale ed effettiva, quella ch einteressa alla gente e che si applica sulserio, di agire . Alla gente non interessanole parole, ma ciò che accade veramente . Siavrà allora una situazione amalgamata : i lGoverno stabilirà, il ministro proporrà, i lParlamento voterà . Si sarà finalmente rag -giunto il risultato di poter contare su tant ivoti a favore delle proposte del Govern oquanti saranno i parlamentari presenti .

Avremo però anche violato nella realtà ,pur se non formalmente, quell'articol odella Costituzione che stabilisce che i par -titi concorrono alla vita democratica de lpaese, non la determinano . Concorrerenon vuoi dire assolutamente determinare,anzi significa esattamente il contrario .

La maggioranza di governo, attravers ole segreterie dei partiti e mediante l'elimi-

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nazione del voto segreto, riuscirà ad im-porre in ogni occasione, per gli argoment imeno importanti come per i temi più gravi ,il voto addomesticato, imposto e determi -nato da una volontà che sarà forse dirett aalla realizzazione di un certo programm ama che rappresenterà comunque la pietr atombale del sistema parlamentare, cos ìcome l'hanno voluto i nostri Costituenti .Questi ultimi hanno voluto ristabilire inItalia il cosiddetto Stato di diritto, ampia-mente violentato dal fascismo, cioè loStato fondato sulla perfetta tripartizionedei poteri fondamentali : da una parte l'ese-cutivo (il Governo), dall'altra il legislativo(il Parlamento), dall'altra ancora il giudi-ziario (la magistratura) .

Le vicende relative alla magistratura c ihanno dimostrato che cosa può succeder ea un magistrato che emette un'ordinanz adi rinvio a giudizio in cui afferma di nonpoter rinviare a giudizio determinati poli -tici, pur riconoscendo la sussistenza neiloro confronti di determinate condizioni .Egli si ritrova automaticamente sottopost oa procedimento disciplinare, mentre magi -strati che ne fanno di tutti i colori pe rquattordici anni reggono regolarmente uf -fici giudiziari di alta rilevanza .

La magistratura è stata «scassata» i nogni modo, signor Presidente. Si è fatto d itutto, in primo luogo permettendo ai cosid -detti pretori d'assalto di intervenire dovenon sarebbe stato loro consentito, fuori de lloro ambito, con un 'invasione in altri po-teri (ad esempio nel potere esecutivo,quindi anche nella pubblica amministra-zione) che comportava comunque sempr eun attacco e l'inizio della distruzione oquanto meno del deterioramento dell oStato di diritto, che si regge appunto sullafondamentale tripartizione, sull'interindi-pendenza dei tre poteri fondamentali .

Ormai il potere giudiziario è stato am-piamente scosso e scassato, da una part eda iniziative che non voglio definire ,dall'altra da intimidazioni (che uno statodi emergenza e di disordine pubblico con -sente nei confronti di un popolo che h asempre il manzoniano ricordo e che è por -tato molto spesso a dire : «Chi me lo fa fare ,tengo famiglia») . Ma vi è stato anche un

terzo attacco, nuovo, frontale, nei con-fronti del Parlamento, ammantato di belleparole, di buone dichiarazioni, dette quas iin italiano da De Mita, in italiano più set-tentrionale da Craxi, dai due partiti d i«mangioranza» (la lettera «n» è voluta, nonè certamente un lapsus linguae). Si arri-verà a normalizzare, per così dire, il Par -lamento alla volontà del Governo .

Per chi crede nella democrazia comevalore, per chi la considera, come unic osistema possibile per un corretto esercizi odell'attività di Governo (non sono io, pe rme è uno dei sistemi, esattamente come l oè per il diritto canonico), per una rappre-sentanza effettiva e sostanziale degli inte-ressi del popolo, come unico modo pe rdare il massimo della felicità o, quant omeno, il minimo dell'infelicità a tutti e a dognuno, come l 'unico sistema per raggiun -gere nei fatti l'uguaglianza dei cittadini difronte alla legge (affinché quella non si asoltanto una frase vuota, scritta alle spalledei giudici che, nel momento in cui attra-verso la loro giurisdizione applicano l alegge al caso concreto, non possono leg-gerla, non avendo lo specchio retrovisore)credo si stiano avvicinando moment imolto grami .

Togliere la possibilità di agire, di vo-tare, di determinare, di deliberare in asso -luta libertà di coscienza (e ciò è possibil esoltanto attraverso la segretezza del voto) ,significa affermare in pratica, in realtà ,che il sistema democratico affidato allecoscienze dei rappresentanti eletti dal po-polo senza vincolo di mandato non puòesistere, non può resistere ; significa, per -tanto, che non può reggersi un sistemademocratico basato sulla coscienza de irappresentanti . Non si fidano dei lororappresentanti . . . Ma non è il popolo so-vrano che non si fida di loro ; sono i «capi -cabila» dei vari partiti di maggioranzache, per realizzare le loro cosidette ri-forme, i loro cosiddetti programmi, l eloro cosiddette volontà, i loro compro -messi (raggiunti nei modi che cono-sciamo: «Io ti dó una cosa a te, tu mi da iuna cosa a me», perché l'italiano non pi ùla lingua parlata da questi signori), da-ranno luogo alla conseguenza per la quale

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proprio grazie alla più democratica delleriforme si sarà veramente uccisa, nell asostanza, la democrazia .

Qualcuno, per ricordare un colleg adel l 'onorevole Matteotti, ebbe il coraggi odi gridare una volta qui dentro : «Viva i lParlamento!» (e non si era in un periodo incui fosse facile gridarlo, specialmente inquelle condizioni) . Ebbene, ci vorrebbequalcun altro che avesse il coraggio di gri -dare la stessa cosa, quando verrà appro-vata la modifica regolamentare che abo-lisce il voto segreto. Infatti, anche in quelcaso si darà luogo ad una soluzione ch econdurrà all'asservimento pratico e reale ,vero ed efficace, del Parlamento (Camera eSenato) ai voleri del Governo, proprio at-traverso quella che ho già avuto modo d idefinire la «cinghia di trasmissione» dell esegreterie dei partiti .

E ciò sarà compiuto in maniera subdola,segreta e ipocrita, ossia nei modi in cu iquesto tipo di democrazia ha vissuto fin oad ora. Non si conseguirà questo risultat osulla base di una esplicita dichiarazion econ la quale si riconosce che le cose no nvanno e che, pertanto, si seguirà l 'esempiodell 'antica Roma, dove si nominava qual-cuno per risolvere i problemi, un qualcun oche poi tornava a fare il Cincinnato . Ma qu idi Cincinnati non ve ne saranno ; non siavrà alcuna nomina! Si otterrà comunqu el'identico risultato : i «capi-cabila» avrannoconseguito la possibilità di ottenere i lplauso, il placet e l 'imprimatur del Parla -mento, il quale svolgerà sempre più un 'at-tività di timbratura, utile per assecondare iprogetti del Governo . In tal modo si avràuna considerazione sempre più scars adell 'altissima importanza e valore che, i ndemocrazia, dovrebbe avere il potere legi -slativo, anche e soprattutto nell'esplicar ela funzione di controllo preventivosull'operato del Governo . A quel punto i lgioco sarà fatto! Si sarà allora ottenutal'efficienza e l'immediatezza nella realiz-zazione dei programmi, e sarà ancorapeggio per il povero Pantalone .

Infatti, sino ad ora, signor Presidente ,hanno potuto vivere (meglio, sopravvi-vere) soltanto i settori nei quali questoregime non è riuscito ad operare delle

riforme, poiché quando esso è riuscito ariformare qualcosa, quel qualcosa ha ces -sato di esistere .

PRESIDENTE . Così come il tempo a suadisposizione, che è ormai trascorso .

CARLO TASSI . Ho usato tutto il tempo amia disposizione? Allora ho fatto il mi odovere .

Ritengo che avesse ragione il mio con-terraneo Giovannino Guareschi nel direche per la libertà, per il voto libero, oc-corre tener conto che nel segreto dell'urnaelettorale Dio ti vede e Stalin no . Però Tass imagari lo sa! (Applausi dei deputati de lgruppo del Movimento sociale italiano-de-stra nazionale) .

PRESIDENTE . È iscritto a parlare l 'ono-revole Berselli . Ne ha facoltà .

FILIPPO BERSELLI. Signor Presidente, i lgruppo del Movimento sociale italiano -destra nazionale è seriamente preoccu-pato per come si stanno mettendo le cosein quest'aula. Questa doveva essere unalegislatura costituente, in cui si sarebb edovuto porre mano alle riforme istituzio-nali, si sarebbe dovuto affrontare il com-plesso dibattito concernente il ruolo che s iintende dare al Parlamento italiano : se s idebba cioè adottare un sistema monoca-merale o non sia meglio conservare quell oattuale, differenziando però i compiti dell edue Camere .

Si sarebbe dovuto affrontare anche ildibattito sulla riforma dei partiti ; si sa-rebbe dovuto decidere se lo Stato italian odebba seguire l'esempio di altri paesi occi-dentali liberi, se cioè debba scegliere l asoluzione di una repubblica presidenzial eo, invece, conservare al Presidente dell aRepubblica i poteri che la vigente Costitu -zione gli affida .

Si sarebbe dovuto affrontare quindi u ngrande discorso, che però non è stato af-frontato . Un grande discorso alla fine de lquale si sarebbe anche potuto esaminare i lproblema del voto segreto .

Invece, la questione del voto segreto èstata affrontata per prima, ribaltando il

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ragionamento logico e giuridico ch eavrebbe dovuto consentire di esaminaretutte le altre questioni, senza un rovescia-mento dei ruoli .

In sostanza, non si sarebbe dovuto, anostro avviso, cambiare le regole del gioco :prima bisognava affrontare le riforme isti -tuzionali e poi eventualmente si sarebb edovuto affrontare il discorso del voto se -greto .

Perché siamo preoccupati? Perché cosìfacendo e operando abbiamo il timore ch equesta compagine governativa, e soprat-tutto l'onorevole Craxi e l'onorevole DeMita, si prefiggano di cambiare il sistem aelettorale italiano, cioè di modificare leleggi elettorali, dopo aver abrogato lo scru -tinio segreto, e quindi di cambiare le regol edel gioco. È come se si consegnasse ai gio -catori un pallone da football senza peròsapere quale gioco andranno a eseguire su lcampo !

E questa la nostra preoccupazione, ch edovrebbe essere quella di tutti i compo-nenti della Camera . Il problema, infatti,non è soltanto quello relativo alle leggi d ispesa, ma è quello di aver cercato, e d icercare, modificando il sistema di vota-zione all 'interno dei due rami del Parla -mento, di avviare un discorso diverso che ,finora, nessuno ha fatto .

Non si può prendere a pretesto, onore -voli colleghi, il fenomeno dei franchi tira -tori per cercare di eliminare il voto se -greto. A prescindere dal fatto che noi de-putati del gruppo del Movimento socialeitaliano-destra nazionale non siamo e no nvogliamo essere i difensori d'ufficio de ifranchi tiratori, la questione è di tutt'altrogenere. I franchi tiratori rappresentan oun problema per i gruppi nei quali ess iallignano. Non si può risolvere la que-stione dei franchi tiratori per il grupp osocialista, per il gruppo democratico cri-stiano e per gli altri gruppi della maggio-ranza, onorevole Presidente, impedendo a ideputati quel minimo di libertà che a loro ètuttora riservata attraverso l'esercizio delvoto segreto.

Non facciamo altro che parlare di parti-tocrazia, di strapotere dei partiti, ma tutt isappiamo che l'unica arma che resta ai

deputati per svolgere liberamente la lor ofunzione è proprio quella del voto segreto .Ebbene, si vuole togliere anche questa re -sidua libertà al Parlamento italiano, pereliminare il fenomeno, certamente disdi-cevole, dei franchi tiratori .

I franchi tiratori — si dice — apparten-gono a determinate lobbies di potere . Epossibile, ma anche i partiti sono i benefi -ciari delle lobbies di potere; anche e soprat -tutto le segreterie dei partiti hanno fre-quenti rapporti quotidiani con le lobbies dipotere. Quindi queste ultime non hannobisogno di affidarsi allo sparuto drappello ,che fisiologicamente esiste in questa Ca-mera, di franchi tiratori, potendo avvici-nare direttamente i segretari di partito pi ùautorevoli, i ministri in carica, i sottosegre -tari, i potentati di questo regime . Nonhanno bisogno di ricorrere ai franchi tira -tori !

E se non hanno provveduto in anticipo,onorevole Presidente, avvicinando i poten -tati di questo regime, possono ricorrere —e ricorrono — ai presidenti delle Commis -sioni e giù fino in fondo, lungo la scal agerarchica di questo sistema di potere de ipartiti, per arrivare alla pubblica ammini -strazione, allorché i provvedimenti nor-mativi devono avere pratica esecuzione .

Non è vero, quindi, che si vuole elimi-nare il voto segreto per eliminare i franch itiratori come portatori di interessi incon-fessati di qualche gruppo di potere . Sivuole eliminare il voto segreto perché s ivuole sottrarre al Parlamento italiano l'ul -timo margine di libertà che ancora gl irimane .

Si afferma che negli altri Stati vigonosistemi che non contemplano il voto se -greto. Vediamo allora a quali Stati ci s iriferisce. Gli Stati Uniti d'America? Ma lì ,signor Presidente e colleghi, vi è un assett oistituzionale completamente diverso dalnostro. A parte il fatto che si tratta di u nsistema presidenziale perfetto, in cui quasitutti i poteri sono nelle mani del Presi -dente, è altresì notorio che i partiti politic iamericani non hanno la struttura burocra-tica che caratterizza quelli italiani . NegliStati Uniti i partiti politici sono gruppi ocomitati elettorali e non hanno quel potere

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sui deputati e sui senatori che hanno in -vece i nostri partiti politici . I parlamentar istatunitesti rispondono soltanto agli elet-tori dei loro Stati e quindi hanno vera-mente un rapporto istituzionale dirett ocon essi .

Non è quindi possibile paragonare i lsistema statunitense a quello italiano, i nquanto, come ho poc'anzi evidenziato ,negli Stati Uniti tutto risulta diverso, com-preso il sistema elettorale .

Non è altresì possibile il paragone con l aFrancia, dove notoriamente esiste un si-stema presidenziale imperfetto, per cui ilPresidente della Repubblica è eletto da lpopolo e, una volta eletto, nomina sia ilPresidente del Consiglio che i singoli mini -stri . E i ministri francesi — è bene ricor-darlo — non possono essere parlamentari,per cui non sono in alcun modo condizio-nabili da parte di quelle lobbies che si dicedi voler combattere attraverso l'elimina-zione del voto segreto .

Sia negli Stati Uniti sia in Francia vi-gono, quindi, sistemi completamente di -versi dal nostro . Non è perciò proponibil eil discorso in base al quale, dal moment oche in quegli Stati esiste solo il voto palese ,lo stesso dovrebbe avvenire anche in Ita-lia .

Abbiamo già sottolineato che il pro-blema del voto palese avrebbe potuto edovuto essere affrontato una volta risolti igrandi nodi, le grandi questioni e i grand iargomenti legati alle riforme istituzionali ,non prima, come invece si vuole fare con l aproposta di modifica regolamentare i nesame.

Ho sentito un autorevole esponente d iuno dei partiti della compagine governa-tiva dire che soltanto nel Camerun esiste-rebbe il voto segreto. Posso risponder eall'autorevole collega che non è necessarioarrivare fino al Camerun, ma basta fer-marsi alla Spagna.

In Spagna, infatti, per votare a scrutini osegreto è sufficiente la richiesta di u nquinto dei membri del Parlamento, edanche la fiducia viene votata con lo stess osistema. In Germania il Presidente e i lVicepresidente del Bundestag (e non èpoco!) sono eletti a scrutinio segreto; ma,

addirittura, anche il Cancelliere federal e(hai ragione, caro Raffaele Valensise! )viene eletto con il voto segreto . L'Italia nonè quindi il solo Stato, nell'ambito delmondo libero occidentale, ad adoperarequesto tipo di votazione, anche se i sistemiistituzionali di cui ho parlato sono tutt idiversi dal nostro . Non è quindi, lo ripeto,assolutamente proponibile alcun para-gone tra il nostro e gli altri sistemi pe rquanto riguarda il voto segreto .

In occasione della precedente votazion esulla proposta di modifica al calendariodei lavori abbiamo avuto, signor Presi -dente, una dimostrazione di quanto an-diamo sostenendo, e ha fatto bene il col -lega Tassi a ricordarlo . Alcuni giorni faMontanelli ha scritto su il Giornale che nonsi può pretendere che i parlamentari di -ventino eroi . Purtroppo non possiamo pre -tenderlo dai colleghi democristiani qual iFiori, Segni ed altri, i quali hanno fattoalcune dichiarazioni di dissenso nei con -fronti dell'onorevole De Mita e di quest ainiziativa governativa, ma poi, poco fa ,quando si è votato a scrutinio palese ,hanno rinchiuso il dissenso in se stessi ,approvando in sostanza ciò che l'onore-vole De Mita, e l 'onorevole Craxi e questacompagine governativa hanno impost oloro.

La verità è questa! Al di là delle dichia-razioni di buone intenzioni, vige la logic adi potere dei partiti, nonché la logica adexcludendum dalle liste elettorali per queideputati che dovessero traccheggiare ri-spetto alle direttive dei singoli partiti .

È veramente risibile l'iniziativa del l 'ono-revole De Mita secondo cui nello statut odella democrazia cristiana (così mi sembr adi capire) o addirittura con una legge delloStato si dovrebbe imporre ai partiti, ch eper adesso sono libere associazioni no nriconosciute, di ripresentare alle elezioniquei deputati che abbiano espresso dis-senso rispetto a determinate decisioni par -lamentari (Si ride — Commenti del depu-tato Tassi) . A parte il fatto che per esclu-dere da una lista elettorale un deputato s ipotrebbero trovare motivazioni e giustifi -cazioni diverse da quella di avere espressoun determinato tipo di voto in una seduta

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della Camera dei deputati o del Senato ; contale imposizione si potrebbe addirittur aarrivare al paradosso di premiare propri oquel deputato che magari ha votato con-tro, proprio per garantirsi — come mi dic el 'onorevole Tassi — la ricandidatura all esuccessive elezioni !

Il problema è invece molto serio . Ed ètanto serio da indurre alcuni esponentidella Camera a manifestare grandi preoc-cupazioni (parlo di esponenti della mag-gioranza). Da queste preoccupazioni sievince che il vero risultato che De Mita eCraxi vogliono raggiungere non è quello dicompattare una maggioranza messa incrisi dai franchi tiratori, ma piuttostoquello di ricompattare una maggioranz alitigiosa che fa acqua da tutte le parti .Abbiamo letto, per esempio, non moltigiorni fa, che l'onorevole Martelli ha defi -nito pubblicamente «ubriacone» l'onore-vole La Malfa e che quest'ultimo ha reagitoa quelle dichiarazioni, offendendo a suavolta pesantemente l'onorevole Martelli .

Abbiamo anche letto un'intervist adell'onorevole Fiori, che voglio sommaria -mente ricordare all 'Assemblea perché inessa l'onorevole collega esprime talun econsiderazioni che noi, come gruppo de lMovimento sociale italiano-destra nazio-nale possiamo assolutamente condividere ,ma che rendono inconciliabile la perma-nenza dello stesso onorevole Fiori nelgruppo della democrazia cristiana . Infatti,un deputato convinto di una certa situa-zione non può poi contraddire se stess ocon la permanenza in quel gruppo poli-tico .

Ebbene, l'onorevole Publio Fiori, inun 'intervista rilasciata a il Resto del Car-lino dice: «Sono contrario all'abolizionedel voto segreto perché si tratta di unamistificazione, di un imbroglio politico a idanni dei parlamentari, dunque del Parla -mento, dunque degli elettori . Si sta ten-tando di spacciare per riforma istituzio-nale un provvedimento che in realtà punt aa limitare l'autonomia del Parlamento, amortificare la libertà di azione dei deputat ie dei senatori, che sono stati eletti dall agente sulla base di un rapporto fiduciario .I primi a tradire la trasparenza sono i par -

titi, i quali tendono a schiacciare le istitu -zioni per prendersi loro tutto il potere .Cosa succede quando c'è da nominare i lpresidente di una banca? I partiti di go-verno decidono non in base alla compe-tenza, ma in base alla lottizzazione : uno ate, due a me, tre a lui, e così per tutto i lresto» .

«Dov'è la trasparenza?» — si chiede i lcollega Fiori — «La verità è che i partit iavvolgono di nebbia tutte le loro azioni, mapoi vogliono fare lezione di morale al Par -lamento. Questa classe dirigente fa ciò chevuole senza vergogna. Una mattina si sve -glia e decide di porre a carico del Parla-mento tutti i mali della Repubblica . Se i lprogetto va avanti, la politica diventer àuna dittatura spartita tra cinque persone .De Mita, Craxi e gli altri del Governo deci -deranno per tutti . E questo» — dice Fiori— «è intollerabile!» .

Signor Presidente, la verità è: noi ci tro-viamo in presenza di un'iniziativa estrema -mente grave e preoccupante, che minaaddirittura la fiducia che il popolo italian oha riposto nel Parlamento . Non è vero checon lo scrutinio palese si restaura un climadi rapporto diretto tra elettore ed eletto ; èvero proprio il contrario . Se non ci fossestata la dura opposizione del Moviment osociale italiano e di altri partiti, ovvia -mente di opposizione, e se non ci fosserostate iniziative aperte, leali di dissenso d ialcuni colleghi della stessa maggioranza ,non avremmo avuto neppure la possibilitàdi esaminare l 'emendamento -.n . 4 5dell'onorevole Martinazzoli, che intendeestendere, quanto meno, la portata de ltesto che inizialmente era stato presentat oall'esame dell'Assemblea .

Proprio in virtù di questa nuova formu-lazione il voto segreto verrà mantenuto pe rle questioni concernenti i diritti di libert à(anche se non tutti : infatti il riferimentoall'articolo 23 della Costituzione è stat opretermesso). Si è operato un amplia -mento per quanto riguarda il diritto d ifamiglia, ma si è tralasciato il riferiment oall'articolo 31, primo comma, della Costi-tuzione; sono stati previsti diritti della per -sona umana, ma è stato dimenticato l 'arti-colo 32, primo comma. In sostanza, si è

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cercato di allargare la sfera dei diritti dilibertà, di famiglia e quelli legati all'inge -gneria genetica, ma non sono state com-prese tutte le previsioni contenute nel test odella Costituzione. Soprattutto, quel che èpeggio, si è lasciata la porta aperta all agrave, gravissima possibilità di modificar ea scrutinio palese le leggi elettorali !

L'onorevole Usellini (ed è forse anch equesto uno dei motivi che hanno indotto i lGoverno a sospendere la decisione dell aCamera su questa modifica regolamen-tare, per altro in contraddizione con l'at-teggiamento contrario assunto marted ìscorso sulla questione sospensiva presen-tata dai gruppi di opposizione) cosa pro -pone con l 'emendamento n . 48? Proponeche a scrutinio segreto debbano comunqu eeffettuarsi le votazioni riguardanti per-sone, le elezioni mediante schede, le vota -zioni finali di progetti di legge costituzio -nale, elettorale nonché le attribuzioni ed i lfunzionamento degli organi costituzionalidello Stato e l'ordinamento delle auto-nomie locali .

In questa situazione non c'è da meravi-gliarsi se il Governo abbia rivisto la suainiziale posizione, estendendo ad altri di -ritti, costituzionalmente previsti, la possi -bilità dello scrutinio segreto . Ma si com-prende anche perché, davanti a questacontestazione montante, all'interno dell astessa compagine governativa si sia decis odi rimandare alla prossima settimana lavotazione. Con quale speranza? Probabil-mente anche di un qualche «soccors orosso» che medio tempore può arrivare allacompagine governativa . Ho infatti motivodi ritenere che se nel frattempo tale soc-corso non dovesse sopraggiungere, diffi-cilmente questa Camera potrebbe appro-vare il tentativo di privare i deputati ita-liani di questa residua libertà .

Quindi, onorevole Presidente, la situa-zione che abbiamo davanti è indubbia -mente di grande preoccupazione : non èvero, nel modo più assoluto, che il motiv oispiratore dell 'eliminazione del voto se -greto sia riconducibile al dissesto delloStato. Non è vero! Non è vero quello che si èletto anche da parte di autorevoli polito-logi, secondo i quali il dissesto economico -

finanziario dello Stato avrebbe raggiuntolivelli talmente elevati che se non si eliminao si riduce grandemente lo scrutinio se -greto non si può sapere più dove arrive-rà.

Non è vero nel modo più assoluto, per -ché se il problema fosse stato questo, ono -revole Presidente, onorevoli colleghi, sa-rebbe stato sufficiente che il Governoavesse presentato un progetto di modificaregolamentare che prevedesse soltant oper le leggi di spesa la possibilità del votopalese. Sarebbe stato semplicissimo! Nonci sarebbe stato bisogno di innescar equesto contenzioso al Senato ed alla Ca-mera per arrivare ad una conclusione ch eavrebbe potuto trovare una larga disponi-bilità in questa Camera .

Voglio solo ricordare a me stesso che i lgruppo del Movimento sociale italiano -destra nazionale, che ha presentato alcun iemendamenti (non tanti ma, questa volta,indubbiamente di sostanza), ha chiest ocon la proposta di modifica n . 1 che solosulle leggi di spesa si possa far luogo alvoto palese: «Le votazioni hanno luogo ascrutinio palese quando riguardano arti -coli di progetti di legge o emendamenti cheprevedono modifiche alle entrate o allespese». Vi è poi un altro emendamento cheè del seguente tenore: «Le votazioni hann oluogo a scrutinio palese quando riguar-dano gli articoli della legge finanziaria oemendamenti che comportano modifich ealle entrate ed alle spese» .

Tutto ciò che significato ha? Che ilgruppo del MSI-destra nazionale non era enon è arroccato sulla «linea del Piave» ,sulla linea della difesa ad oltranza, contr oil voto a scrutinio palese, ma ha cercat oresponsabilmente di dare il proprio fattiv ocontributo a che questa modifica regola-mentare si realizzasse nei limiti in cui esi -stono, se non le necessità, almeno le obiet-tive opportunità per arrivarvi . Noi nonsiamo assolutamente disponibili — lo di-ciamo con franchezza — ad incoraggiar eun tentativo che si prefigge ben altri risul -tati .

Nel Corriere della sera del 18 settembre ,Giuliano Ferrara si chiede : «Sazierebbe l afame socialista un voto palese limitato alle

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sole leggi di spesa?» . È questo il punto ed èquesto l'argomento sul quale ruota tutto i ldiscorso, che a nostro avviso avrebbe po-tuto anche non iniziare! E tutto lì! Non èvero che lo scopo che si prefigge la com-pagine governativa sia quello di dotarequesto Parlamento di meccanismi regola-mentari che possano accelerare l ' iter delleleggi di spesa e in particolare della legg efinanziaria, il cui esame avrà inizio ne iprossimi giorni. La verità è che con il pre -testo della legge finanziaria e delle leggi d ispesa si vuole, in sostanza, espropriare i lParlamento ed i parlamentari, a vantaggi odel Governo, di poteri propri del Parla -mento e non del Governo .

In un'intervista a la Repubblica, LaMalfa dice testualmente: «Martelli ci accu -sava di voler vendere la SME, ma lui vuolevendere la scuola a Comunione e libera-zione» . Questi sono i fatti traumatizzant idella compagine governativa e questi son ogli elementi destabilizzanti! Noi infatti citroviamo in presenza di una compagin egovernativa che se anche per avventur a(cosa che francamente facciamo fatica acredere) dovesse superare indenne questoostacolo della riforma dei regolamenti d iCamera e Senato, difficilmente potrebbeandare avanti oltre un certo limite, perch ésono tali e tante le contraddizioni che laminano al proprio interno che prima o po ifinirebbero per esplodere anche se, peripotesi — lo ripeto —, questa miniriformaregolamentare dovesse giungere alla con-clusione che De Mita e Craxi si prefig-gono.

È stato giustamente ricordato che il votoa scrutinio segreto non è stato inventato i nquesti ultimi anni . Esso fu previsto per laprima volta dall'articolo 63 dello Statutoalbertino, che risale, come è a tutti noto, a l1848. Da allora ad oggi, tranne un brevis-simo intermezzo durante il regime fasci -sta, lo scrutinio segreto (una volta dett o«squittinio» segreto) ha continuato ad esi -stere. Certamente esso è sempre stato og-getto di discussione, anche alla fin edell 'Ottocento, ma nonostante tutte leobiezioni avanzate — guarda caso sempreda coloro che erano i responsabili del Go -verno — è stato mantenuto come presidio

di libertà. Gli onorevoli Franchi e Tass ihanno ricordato che lo stesso Benito Mus -solini non lo abrogò per parecchi anni .Dalla marcia su Roma al dicembre de l1938, quando la Camera dei fasci e dell ecorporazioni ed il Senato regio abolironoappunto il voto a scrutinio segreto, tra -scorsero sedici anni, durante i quali i lfascismo — sia pure il fascismo-regime ,sia pure il fascismo-dittatura — non se lasentì, da una parte, di violare lo Statut oalbertino e, dall'altra, di privare i parla-mentari italiani di quello che era (allora ,indubbiamente, ancor più di oggi) un re-siduo di libertà. Ebbene, è singolare chementre Benito Mussolini, dittatore e duc edel fascismo, dovette attendere (probabil-mente per opportunità politica) sedici anniper togliere al Parlamento italiano questodiritto di libertà, l'onorevole De Mita abbi adeciso di farlo solo dopo quattro mesi .L'onorevole Craxi, che a suo tempo fu «im -pallinato» dai franchi tiratori, mi sembr aessere il deus ex machina, l 'ispiratore, eforse domani il beneficiario dell'iniziativ aportata avanti in prima persona dall'at-tuale Presidente del Consiglio .

Per concludere, mi sia consentita unabattuta: sono convinto — e credo che molt icome me Io siano — che gli onorevoli D eMita e Craxi di Mussolini hanno soltantogli stivali di Forattini : nulla di più! (Ap-plausi dei deputati del gruppo del MSI-destra nazionale — Congratulazioni) .

PRESIDENTE . È iscritta a parlare l'ono-revole Faccio . Ne ha facoltà .

ADELE FACCIO . Signor Presidente, pro econtro il voto segreto si deve allineare,volendo essere corretti, tutta una serie d iragioni. Certamente, in un paese davverolibero, dove la gente non avesse continua -mente di fronte l'esempio altamente dise-ducativo della mafia infiltrata nelle pi ùalte sfere politiche, economiche, commer -ciali e culturali ; dove la gente fosse alle-nata, fin dalla più giovane età, ad avereidee e ad usarle con autonomia, a pensaresenza paura e con coerenza, sulla base diuna propria valutazione delle circostanzee delle condizioni di fronte alle quali di

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volta in volta viene a trovarsi ; dove nonesistessero le psicodipendenze, le alleanzenon chiaramente libere, le collusioni d ipotere e le dissolvenze incrociate in cu isfumano tutte le vicissitudini individuali ecollettive sviluppatesi all ' interno dei par-titi; in poche parole, in un ambiente diautonomia, di libertà, di onestà, di limpi-dezza, non ci sarebbe bisogno del vot osegreto .

Qui — ahimé! — dove tutte le relazion isono suscettibili di riuscire inquinate e dinquinanti, dove nessuno o quasi nessunogode di reale e concreta autonomia, sia pe rcarenze caratteriali sia anche, e forse so-prattutto, per carenze culturali (sempre acausa dell'infelice ed inetta scuola contem -poranea), qui, dico, proprio noi radicalidel gruppo federalista europeo (che quas icertamente, più e meglio di tutti gli altrigruppi rappresentati in questa Camera,possiamo affermare di non avere mai pro -blemi di disciplina e di obbedienza, m asolo di coerenza, di solidarietà, in nome de inostri principi e delle nostre idee) dob-biamo accanitamente difendere i diritti d ichi, all'interno delle proprie coalizioni po -litiche, diritti non ha !

Tutti, o quasi tutti, gli oratori che m ihanno preceduta hanno fatto riferiment oalle espressioni usate dall'onorevole Mor onell'Assemblea costituente, negli annieroici in cui tutti si aveva un solo ideale :rifare l'Italia e rifarla bene . L'onorevoleMoro usò l'espressione — un tantino spor-tiva — di «uomini vigorosi» per indicarecoloro i quali non hanno paura a votar echiaramente a scrutinio palese in qua-lunque condizione, anche contro la vo-lontà dichirata del partito di apparte-nenza .

Ecco, dunque, un primo nodo che an-drebbe affrontato prima del voto segreto :quello delle modalità di selezione dei can -didati alla Camera ed al Senato ; il pro-blema cioè della dipendenza assoluta de icandidati dal partito che a priori decide inquale posizione collocarli in lista . E giàquesto è un modo per destinarli al suc-cesso o alla sconfitta: lo spazio pubblici-tario che viene offerto ai candidati su iquali c'è una preferenza e quindi il gioco in

cui vengono coinvolti anche gli elettori, iquali credono di decidere ed invece ven-gono turlupinati nella libera autonomi adelle scelte, condizionati a priori dallemille trappole che vengono messe in attonella formazione delle liste, nella pubbli-cità loro concessa; le interviste televisive,gli spazi nei giornali, eccetera .

Successivamente tutto il gioco elettoral eè profondamente manipolato dai partiti .Quindi, in conclusione, è anche logico einevitabile che queste persone, così elette ,siano poi asservite alla volontà dei lor ocapigruppo, che sono «capi» in tutti isensi .

Se non si attua prima la riforma delsistema elettorale in toto e a priori, non siavranno in Italia eletti liberi e quindi non s iavrà mai gente sufficientemente «vigo-rosa» nell'esercizio della propria libertà d apoter votare a scrutinio palese in qua-lunque condizione, in qualunque circo-stanza, di fronte a qualunque problema .

Ci sarebbe un lungo discorso da faresulle radici socialiste di un certo modo d iintendere l'autonomia delle persone elett eche si è poi attestato su un approdo totali -tario di estrema destra . Ma questo fa part edi quella che io considero la causa fonda -mentale di questa sciagurata volontà d ilimitare ancora di più la libertà politica ecivile degli eletti alle due Camere. Parlo d icultura, ma forse sarebbe più giusto rife-rirsi all'incultura sociale di questa pover aItalia, sempre costretta ad una visione ar-retrata, che cammina con il collo voltoall'indietro senza sapere né vedere quell oche accade avanti, senza prospettive, senzaconoscenza di dove andrà a posare i suc-cessivi passi .

Mi si permetta un rapido excursus a volod'uccello per tentare di chiarire questopunto che ritengo fondamentale nella no-stra vita in società (mi sia lecito dire : nonsolo italiana, ma, ahimé, anche europea). Il'700 prerivoluzionario aveva scopertoquello che a me a scuola insegnavano con i lcliché di arcadiche pastorellerie: avevascoperto la natura, i prati, i fiumi, le bel-lezze naturali (non la farò lunga, sapetetutti quello che voglio dire) da Watteau aGiovanni Prati .

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L'umanità ha approfittato per 250 annidella natura fino a ridurla alle condizionistracciate in cui è ridotta oggi : buconell'ozono, piogge acide, deforestazione ,chimica esasperata, militarismo distrug-gente. Chiederete cosa c'entra tutto ciò co nil voto segreto. C'entra, eccome! Fino aquando non avremo capito che dobbiamosmetterla di porre al centro della natur al'uomo e le sue arroganti pretese di padro-nanza del mondo, fino a quando nonavremo capito che dipendiamo dalla na-tura, non ne siamo i padroni e dobbiam orispettarla, non avremo neppure rispett oper la libera volontà degli uomini .

Il mio collega Bruno Zevi ieri facev aappello alle persone colte di questa Assem-blea, alla grazia dell'arte che illumina tant epersone qui dentro (anche se esse non sonoilluminate dai fari della pubblicità), perch édifendano gli spazi di autonomia, di eser-cizio della libera scelta, di professione, d icapacità di giudizio, di cui ciascuno è do-tato; perché esercitino davvero la loro auto -nomia, la loro libera scelta, la loro capacitàdi giudizio, al di là del l 'ordine dei capi, a cuiin Italia non il popolo ma la borghesia è cosìmanifestamente e sciaguratamente prontaa chinare la testa.

Il voto segreto non è certo una bella cos ama, italiani e deputati, è l 'ultima spiaggia,è il residuo strumento che ci rimane pe rconservare un minimo di autonomia, d icapacità di giudizio, di libera scelta delledeterminazioni da assumere .

Colleghi deputati, abbiamo una stori aterribile dietro le nostre spalle : fu un socia -lista che privò gli italiani del voto, no ndimentichiamolo! Il voto segreto non è un abella cosa, non lo è certamente, ma rappre -senta quel minimo spazio di libertà ch eancora ci rimane. Difendiamolo con intel-ligenza, con vera autonomia, non co nquella cultura artificiale che sventurata -mente si continua ad insegnare nelle no-stre e nelle altrui scuole.

Ricordiamo che ciascuno può sbagliare ,ma finché si sbaglia secondo coscienza s ipuò sempre avere il ruolo di creature pen-santi; quando invece si versa il cervelloall'ammasso, colleghi, si diventa ammass oe certamente non ammasso di stelle!

Non dirò altro, perché intendo parlar ealle menti e quindi non voglio, per nessu nmotivo, scendere all'insulto . Voglio ag-giungere tuttavia un altro avvertimento:guardiamoci dai trucchetti inventati daqualche buffone in cerca di ruolo! E pe rconcludere: è vero che il voto palese èdegno di uomini «vigorosi», ma oggi quant ihanno la cosciente consapevolezza di es-sere vigorosi? Lasciamole agli olimpionic iqueste presunzioni! Cerchiamo dunque ,con il massimo vigore, di essere vigili cu -stodi della nostra autonomia, della nostr alibertà di coscienza, della nostra capacitàdi giudizio e meriteremo la stima ed i lrispetto degli italiani! Ma, prima, bisognacambiare il modo di votare, il sistema elet -torale. Allora sarà possibile uscire dall apartitocrazia ed entrare nella migliore ,nella più limpida condizione umana, che èquella di essere responsabili, coscienti, li -beri e capaci di esercitare il proprio giu-dizio con autonomia e riflessione, senz adipendere da nessuno, avendo chiara-mente capito quali siano i problemi e com epossano venire risolti (Applausi dei depu-tati del gruppo federalista europeo) .

PRESIDENTE . È iscritto a parlare l'ono-revole Servello. Ne ha facoltà .

FRANCESCO SERVELLO. Signor Presi-dente, onorevoli colleghi (pochi, in veri-tà!), negli ultimi anni i partiti ed il Parla-mento hanno scritto volumi ponderos isulla crisi delle istituzioni e sulle grandiriforme del sistema politico italiano . Lediagnosi, spesso impietose, non sonostate seguite da alcuna proposta seria edorganica. L'unica misura che è appars aall'orizzonte è la riforma della legge elet-torale, preceduta dall'abolizione dell oscrutinio segreto .

Con questa misura si intende condurreall'obbedienza i deputati della maggio-ranza dissenzienti o recalcitranti e risol-vere con la disciplina di partito la crisi difiducia che sale all ' interno dei partiti vers oi vertici delle segreterie. Si vuole in so-stanza sfuggire al vero problema, si vuol eevitare il discorso più profondo e radical eche riguarda i partiti .

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A nostro avviso occorre, ridisegnare, daun lato, il ruolo e la configurazione dell eistituzioni e, dall'altro, la fisionomia deipartiti, le loro prerogative, le loro funzioni .Il problema è proprio lì, nel sistema deipartiti . La crisi non può essere risolta sol otecnicamente: non è una pura question estrutturale, ma anche una questione poli-tica e istituzionale .

Il problema di fondo è che i partiti son oorganismi che devono essere concepit iall'interno della democrazia e del sistem apolitico, mentre oggi avviene il contrario : èil sistema politico e democratico ad esserecontenuto, anzi imprigionato, dentro l agabbia dei partiti .

L'articolo 49 della Costituzione sancisceil diritto dei cittadini di associarsi in partitiper concorrere con metodo democratico adeterminare la politica nazionale . Il sog-getto previsto dalla Costituzione è dunquerappresentato dai cittadini, ed i partit isono intesi come strumenti a disposizion edei primi ; nella realtà, invece, i partiti son odiventati i soggetti e persino i fini ultimidella vita politica, mentre i cittadini e l eistituzioni sono stati ridotti a meri stru-menti !

Di qui lo sconfinamento dei partiti, il lor opotere assoluto, il loro passaggio dal ruolo dicinghie di trasmissione tra cittadino e Statoal ruolo di padroni della cosa pubblica .Questa concezione privata del bene pub-blico, anzi questo uso privato del bene pub -blico ha favorito, per contrasto, anch el'emergere di forti potentati economici, digrandi lobbies che cercano di imporre i lorointeressi privati sulla vita pubblica .

È necessario ridefinire dunque i compit idei partiti, ridare loro un senso del limite ,impedire che continuino ad essere i domi -natori della cosa pubblica: altro che votopalese invece del voto segreto! E neces-sario concepire una forte e radicale ri-forma istituzionale, che riattivi il circuit otra Stato e cittadini, tra paese reale e paeselegale, che non deve passare sempre e sol -tanto dalle stanze dei partiti .

In che modo? Attivando le forme di de-mocrazia diretta, garantendo l'elezionedel l 'esecutivo da parte del popolo italiano ,sfoltendo la rappresentanza parlamentare

e partitica, configurando al suo fianco unarappresentanza delle competenze e dellecategorie sociali, rivedendo il sistema elet -torale riguardo a liste e voti di preferenza .In questo senso si restituirebbe alla demo -crazia il suo genuino significato di Go-verno espresso dal popolo, si ripristine-rebbe il significato autentico di rappresen -tanza e si ridarebbe ai partiti il loro ruolonaturale .

Il Movimento sociale italiano ha d atempo avanzato la proposta di elezionediretta del Capo dello Stato e dei sindaci ,per rafforzare l'esecutivo ; ha altres ìchiesto l'uso di referendum propositivi ,cioè di uno strumento di democrazia di -retta in cui il cittadino riprende il suo ruol odi sovrano e ridimensiona il parlamenta-rismo e la partitocrazia. Chiediamo go-verni autorevoli e stabili, ma siamo anchecoloro che chiedono l'attuazione dell'arti-colo 46 della Costituzione, che è già u npromettente avvio verso una democrazi apartecipativa, organica, in cui le compe-tenze e le categorie abbiano un loro ruolospecifico e primario, nel quadro di un apartecipazione agli utili e alla gestion edelle aziende .

Certo, altre riforme si possono studiare ,proporre, formulare . Molti studiosi, peresempio, sostengono che il punto debol edel nostro sistema elettorale, la zonad'ombra in cui nasce e prospera la corru-zione, è il voto di preferenza. E un pro-blema serio, che dobbiamo porci : ridiscu-tere il sistema dei voti di preferenza nonvuoi dire, però, arrivare necessariamente aliquidare il sistema proporzionale, comemolti erroneamente sostengono .

Non mi sembra invece un rimedio per l aquestione morale, e in generale per l ariforma istituzionale, l 'abolizione del votosegreto, che al contrario finirebbe con l'as-servire totalmente, o quasi, i deputati e isenatori alle segreterie dei partiti o ai lor ocapigruppo . Nella condizione attuale delParlamento, espropriato delle sue prero-gative dalla partitocrazia, sarebbe ungrave errore e una scelta suicida per leminoranze e per le opposizioni, specie pe rchi, come noi, si pone in una posizione dialternativa .

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Il malessere italiano, onorevoli colleghi ,è così profondo che il ricorso ai «pannicellicaldi» delle riforme regolamentari è de ltutto inadeguato, e tale da denunciare l'in-capacità della classe dirigente a coglier el'essenza di un fenomeno politico tant ocomplesso .

Dopo lunghi decenni di passioni ideolo-giche, di schieramenti politici ben preci-sati, si vanno spegnendo ad una ad una legrandi illusioni del dopoguerra : l'illusionemarxista, da tanti anni in crisi ideologica epolitica, è crollata ormai miserament esulle spalle del comunismo italiano ; cosìcome si sono spente l'illusione laicista, ov-vero la speranza coltivata dai partiti inter-medi di poter essere il sale della demo-crazia italiana, e l'illusione democristianadi poter governare a tempo indeterminatosugli italiani, non tenendo conto delle lor oesigenze e delle loro aspirazioni .

Insieme con le loro illusioni cadonoanche i motivi del loro consorzio: l'antifa-scismo è ormai miseramente tramontato ;la democrazia consociativa, come ricono-scono ormai tutti, è diventata impratica-bile; le alleanze si riducono ormai a tregu eprecarie da quando i maggiori partiti di-chiarano di voler giocare a pieno campo econ tutti . Tutte le comode certezze su cui sireggeva il «Palazzo» sono cadute, ad un aad una.

Manca ora ai partiti la legittimazion eideale e quella popolare ; manca ai partitiuna chiara linea politica ed una convint aidentità. Tutti improvvisano, si adattanoalle situazioni, cercano affannosamente diinseguire i mutamenti sociali . Si verificacosì un curioso fenomeno : quanto piùcresce l'Italia reale, la società italiana ,tanto più si allontana l 'Italia politica, delregime, del «Palazzo» . Lo ha riconosciutorecentemente anche il Capo dello Stato .

«Sarebbe assai grave — ha detto infatti i lPresidente Cossiga — se la gente, nel rivol -gersi alle istituzioni, avvertisse una sorta d iestraneità, non le sentisse come proprie ; sele scoprisse non strumento di libertà ma, a lcontrario, di oppressione».

Eugenio Scalfari ha osservato su la Re-pubblica : «La democrazia italiana non èmai stata molto vigorosa per una serie di

ragioni che attengono all'identità stessadella nazione e alla sua labile memoria sto -rica; ma da qualche tempo in qua essa pro -cede come una anatra zoppa, ed è unapena guardarla camminare così sbilenca eondeggiante che sembra cadere ad ognipasso. La classe politica che dovrebbe co -stituirne il nerbo ed il coronamento —aggiunge Scalfari — è invece la più isolatanel contesto generale ; la circonda nel mi-gliore dei casi l'indifferenza, più sovente i ldisprezzo. Le sue indicazioni sono disat-tese perché ad esse non si riconoscono pre -stigio ed obiettività . Il grado di corruzionee di incultura di buona parte dei suoi com -ponenti la collocano, nell'immaginariocollettivo, agli ultimi gradini della scalasociale . Come non temere, in queste condi -zioni, che il sommarsi dei vari punti di cris inon oltrepassi, ad un certo momento ,quella soglia critica al di là della quale l eistituzioni vengono direttamente investit edalla sfiducia popolare? Come non veder eche quella soglia critica è ormai vicina ,mentre i partiti e le istituzioni bamboleg-giano sull'orlo del vulcano?»

È vero, bamboleggiano sull'orlo del vul -cano: per incapacità, per indecisione e perincomprensione della realtà; ma bambo-leggiano anche perché non vogliono cam -biare strada, temono il rinnovamento .Oggi vi è un solo motivo che lega e unisce i nconsorzio i partiti del «Palazzo», c 'è un solofilo che scorre nei partiti di regime: que lfilo si chiama «conservazione».

Gli attuali detentori del potere posson odefinirsi progressisti, e talvolta anche rivo -luzionari; possono parlare di riforme, d icambiamenti, di trasformazioni, e posson opure camparci sopra; ma in realtà appar-tengono tutti ad un fronte invisibile che l iaccomuna in un'alleanza: è il fronte dellaconservazione.

Il potere dei partiti è cresciuto a dismi-sura in questo interminabile dopoguerra;essi controllano troppe leve ; hanno posi-zioni di rendita che non vogliono mollare ;temono i cambiamenti ; temono ogni cam-biamento, anzi il cambiamento . Adoranoancora un cadavere in avanzata putrefa-zione, la partitocrazia; fingono che questosia ancora vivo e vegeto; non vogliono pen-

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sare al dopo . Ecco i veri nostalgici imbal-samati, anzi i necrofili della politica! E decco il filo comune che li rende uguali ,omologhi ed omologati agli occhi de lpaese! Tutti uguali : è la sconsolata parolad 'ordine che circola tra gli italiani . E lì, inquell'immobilismo, in quel fronte dell aconservazione che trova ragione la stan-chezza degli italiani per la politica, il di-sgusto, la nausea e l'astensionismo . Nellasensazione che nulla possa cambiare, chenon vi possa mai essere un radicale rinno -vamento, che tutto resti come prima, sta l aragione dello sconforto che allontana gl iitaliani dalla politica .

Per la conservazione del l 'esistente i par-titi hanno mobilitato vecchi e nuovi fanta -smi: il golpismo, il terrorismo, la violenz adi piazza. Così la gente si è rassegnata almale nel timore del peggio : meglio la par-titocrazia che la violenza, lo sconvolgi -mento.

È nata così una democrazia parassitaria ,che è vissuta da una parte alle spalle delbenessere sociale, e dall'altra ha campatosul timore della violenza terroristica .

Il benessere sociale, diffusosi in Italianonostante la classe politica, malgrado l esue dissennate decisioni, ha offerto un co-modo cuscino agli italiani . Il terrorismo haquindi consentito di riempire di incub itutti i sacrosanti sogni di cambiamento .

In questa immensa zona grigia prospe-rano i partiti, ma vedono ogni giorno ce-dere il terreno sotto i piedi . A lungo andareil divorzio dalla società ha dei costi che ess idevono sopportare; a lungo andare la con -servazione non basta . Avviene così quell aperdita collettiva di identità nei partiti mi -nori che cercano con tutti i mezzi di distin -guersi, di farsi notare in un paesaggi osempre più uniforme .

Ma la crisi di identità colpisce anche ipartiti più grandi. Una democrazia cri-stiana sempre più distante dai valori e dairichiami del mondo cattolico, sempre pi ùprotesa in un pragmatismo senza respiroideale e senza coerenza politica . Un partitosocialista che sembra giovarsi delle altru iperdite di identità, cercando di masche-rare la propria identità perduta, convintoche alla povertà di contenuti si possa rime -

diare con l'arroganza dell'immagine . Unpartito comunista che vive l'esodo dall apropria ideologia e che riconosce con Oc -chetto di essere su una posizione che ap-pare «oggettivamente conservatrice», u npartito comunista che vede sgranare lapropria identità in una miriade di clubs,tendenze, strategie . Partiti senza identità epartiti senza progetto : nessuno di loro ch eabbia concretamente, organicamente, se-riamente disegnato un proprio modellopolitico e sociale per l'Italia che si avvicinaal 2000 ; nessuno che abbia idee, volontà ,indicazioni per il domani . Vivono conser -vando e, quando sono presi dal panico,buttano giù dalle loro pericolanti mongol -fiere le zavorre ideologiche e persino l eloro identità, pur di continuare a sopravvi -vere, a galleggiare .

Adesso hanno scoperto tutti insieme ch ela loro distanza dai cittadini o la loro «se -paratezza» (come dice con brutta espres-sione De Mita) è diventata ormai abissale .Ed allora si sono messi a cercare un capr oespiatorio per depistare il dissenso : attri -buiscono le inefficienze del sistema, l ' ingo-vernabilità e persino la corruzione, all edisfunzioni delle istituzioni . Queste disfun -zioni certamente esistono, e noi del Movi -mento sociale italiano lo diciamo da unpezzo, ma non possono essere un alibi, u nparavento o un parafulmine per la partito -crazia . Dobbiamo chiamare le cose col lor overo nome: dietro la crisi delle istituzionic 'è la crisi dei partiti e della partitocrazia .È là il cuore marcio del sistema, è là che s iannida la prima causa delle inefficienze ,della ingovernabilità e della corruzione.

Dobbiamo evitare che i partiti restino ,come i sovrani dell 'antichità, legibus soluti,sciolti da ogni vincolo e da ogni norma ,abitanti in una zona franca .

E poi, se andate a grattare sotto la ro-boante sigla di riforma istituzionale, s eandate a vedere cosa si nasconde dietro i lchiasso per le grandi riforme, scoprite ch ei partiti di regime dicono «riforma istitu-zionale», ma pensano già a tradurla, anzi aridurla, nel l 'abolizione del voto segreto i nParlamento ed alla riforma del sistem aelettorale. A questo disegno non è estraneoil partito comunista, il cui comportamento

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sulla questione del voto segreto apparecontraddittorio e strumentale .

Pochi giorni dopo che Scalf ari, come h oricordato prima, aveva scritto che la demo -crazia è sull'orlo di un vulcano, il su ozelante alunno, Ciriaco De Mita, ha scritt oproprio a la Repubblica che «ci avviamoverso la catastrofe del sistema» e che «dob-biamo cambiare il sistema», come se ilcambiamento non riguardasse soprattutt olui ed il suo partito. Lo stesso De Mita hadetto alla stampa : «La verità è che la poli -tica non ha più voce e che la crisi è dovutaalla solitudine dei partiti a cui manca u nquadro di riferimento preciso» . Bene ,dopo tutte queste catastrofiche denunce ,dopo questa richiesta di cambiare il si-stema, De Mita dice di non volere le tregrandi riforme e si limita in concreto achiedere il voto palese . La montagna hapartorito il topolino !

Ma dietro la montagna occhieggia qual -cuno che guarda alla riforma elettoral eper pilotare l'opinione pubblica verso i lvoto ai grandi partiti, nel tentativo di bloc -care la sfiducia che sale dal paese real everso la partitocrazia.

Noi del Movimento sociale italiano-de-stra nazionale opponendoci alla sostan-ziale abolizione del voto segreto, inten-diamo difendere la libertà di scelta no nsolo dei parlamentari ma, in prospettiva ,la libertà politica, la libertà di scelta degl ielettori italiani (Applausi dei deputati delgruppo del Movimento sociale italiano-de-stra nazionale) .

PRESIDENTE . È iscritta a parlare l 'ono-revole Barbieri . Ne ha facoltà .

SILVIA BARBIERI. Le ultime parole dellarelazione dell 'onorevole Ciaffi sulla pro-posta di modifica al regolamento presen-tata dalla maggioranza definiscono il temaintorno al quale siamo chiamati a deciderein questi giorni come un «passaggio chiavedel cammino verso una fase adulta dell ademocrazia» .

L'onorevole Ciaffi conclude, infatti, lasua esposizione, affermando che «il pro -cesso evolutivo verso la prevalenza de lvoto palese tende all'obiettivo di un cor -

retto gioco democratico» e poi che «unadiversa regolamentazione del voto segretocostituisce un vantaggio per l'afferma-zione di una matura democrazia dell'alter -nanza, verso cui vogliamo avviare questanostra Repubblica».

Chi leggesse queste parole, unitamentealla parte introduttiva della relazione, eomettesse di soffermarsi sulla parte cen-trale della stessa, tutta scopertamente tes aad edulcorare un passaggio che si intuisceamaro per la libertà del Parlamento, po-trebbe realmente pensare che si stia com-piendo qui, in questi giorni, una tappaimportante di quel cammino delle riform eistituzionali intorno al quale, e su temi d iben altra portata e nobiltà, la Camera h atenuto un impegnativo dibattito alcunimesi fa .

Se però lo stesso osservatore si peritass edi ricostruire i metodi, le strategie e le for-zature con le quali questo dibattito è statoimpostato, certamente sarebbe colto d aqualche dubbio circa la limpida determi-nazione dei proponenti di avviare in modosereno e democratico un cammino di ri-forma di cui pure tutti avvertiamol'estrema esigenza; se cogliesse la pervi-cace, testarda e ricattatoria chiusura versoogni proposta e tentativo di affrontare l aquestione della regolamentazione del vot osegreto in modo sereno e ragionato, at-tento a misurare le conseguenze perico-lose, per la libertà del Parlamento e deicittadini, della affrettata e drastica deci-sione che ci si vuole imporre, rimarrebbe ,credo, fortemente sconcertato .

Infatti, il rifiuto del confronto, dell eintese, il tenere in «non cale» gli impegn iassunti dal Presidente del Consiglio, l aparola data davanti ai Presidenti dell eCamere, chiaramente evidenziano la vo-lontà di sfuggire ad un confronto real esui motivi veri e le disfunzioni del nostr osistema parlamentare, sui motivi veri de llogoramento delle istituzioni democrati-che .

Si è allora bruciata in un così breve lass odi tempo, onorevoli colleghi della maggio -ranza, la vostra sincera ed onesta volont àdi lavorare, con il massimo della solida-rietà e nell'ambito di un confronto sereno

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con le opposizioni, alla ricostruzione dell estrutture portanti della nostra democra-zia? O quella volontà era così fragile d asbriciolarsi di fronte al ricatto politico, all aminaccia, impropria e lesiva delle prero-gative dello stesso Capo dello Stato, di scio -glimento delle Camere ?

Ricordiamo tutti la ferma reazione concui quasi unanimemente le forze politichereagirono al barbaro assassinio del sena-tore Ruffilli, emblematico attacco al deli-nearsi ed al consolidarsi di una seria vo-lontà di riforma . Ricordiamo tutti come,proprio rendendo omaggio alla memoriadel senatore Ruffilli, il Presidente De Mita ,all'atto del suo insediamento di fronte aquesta Camera, abbia assunto l ' impegno diben altre modalità e strategie per l'avviodella stagione delle riforme .

Ebbene, con ben altro atteggiamentomentale, onorevoli colleghi della demo-crazia cristiana, il compianto senator eRuffilli affrontava il tema della regola-mentazione del voto segreto. Sul numerode La discussione del 18 luglio 1986 scri-veva: «Appare indispensabile eliminare gl iabusi del voto segreto, che vengono a daggravare le distorsioni di un Parlamentogovernante e di un governo legiferante»,ma poi aggiungeva : «Il voto segreto riman euna garanzia ineliminabile per il singol oparlamentare, quando questi debba aver egarantita l'assoluta indipendenza di giudi -zio, come nel caso di valutazioni sulle per -sone e in presenza di gravi problemi dicoscienza» . Ed ancora : «Sono ormai stat eelaborate una serie di proposte equilibrat eper un avvio graduale della prevalenza delvoto palese, a partire dalle leggi di spesa edagli articoli di spesa delle leggi . Essevanno comunque inquadrate in una ade -guata razionalizzazione della nostr aforma di governo parlamentare» . E an-cora: «Occorre che vengano superate letentazioni di imporre Diktat e di fare valereveti preconcetti, e che vengano coinvoltetutte le forze in gioco, componendo lediverse legittime istanze in tema di libert àper il singolo parlamentare, di attività pro -prie dei partiti di maggioranza e di quelli d iopposizione e di funzionalità complessivadei poteri statali» .

Cautele, ricerca di equilibrio nel porr emano a modifiche così incidenti sul si-stema delle libertà, attenzione alle ga-ranzie dei diritti dell'opposizione, insiem ealla giusta sottolineatura dell'esigenza d iprocedere alla eliminazione degli abusi de lvoto segreto, che abbiamo sentito echeg-giare in quest'aula nelle meditate parol edell'onorevole Gerardo Bianco e negli in-terventi svolti dai banchi dell'opposizione,ma che non trovano spazio nelle propost edella Giunta per il regolamento e che son osmentite nei fatti dal metodo a cui è stat aimprontata, da parte della maggioranza ,questa discussione .

Che la libertà del Parlamento in un si-stema come il nostro sia fortemente mi-nacciata da una modifica del regolament odella Camera come quella qui proposta ecosì pervicacemente sostenuta dalla mag-gioranza si evince, d'altra parte, dalle rei-terate promesse di modifica dei regola -menti interni dei gruppi parlamentari, ch eabbiamo sentito più volte ripetere i nquest'aula .

In quale conto si tenga la volontà e l alibertà del parlamentare si desume dai di-versi marchingegni avventatamente archi -tettati e ventilati in questi giorni per co-stringere una maggioranza, in tanta part eevidentemente ancora riottosa, nella sur-rettizia trasparenza del voto di astensionesu una parte della decisione finale, ten-tando di imboccare così una ennesima for -zatura del regolamento.

Onorevoli colleghi, i resoconti che diqueste ventilate manovre davano i giornalidi stamane trasmettevano ai cittadini un aben triste immagine di ciò che sta avve-nendo in questo palazzo; un'immagine benlontana da quella correttezza istituzionaleche si invoca a fondamento di queste posi -zioni .

«Libertà di decisione, garantita dalla se -gretezza del voto per gravi questioni dicoscienza», scriveva il senatore Ruffilli .Vogliamo davvero credere che i gravi pro -blemi di coscienza si pongano solo in pre -senza di diritti garantiti dal titolo primo ,parte prima della Costituzione allargati a idiritti di famiglia? Non è gravemente im-pegnata la coscienza di ciascuno di noi

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quando sono in gioco grandi diritti etico-sociali, protetti e garantiti dalla Costitu-zione, quali la salute, l ' istruzione, l 'arte, lascienza, l'insegnamento? Non lo è, forse ,quando si tratta dei diritti economico-sociali, cui la Costituzione dedica un interotitolo? E, infine, non è grave problema dicoscienza quello che attiene ai diritti e airapporti politici, alle leggi elettorali e direvisione costituzionale? Non è proprio i nrelazione a questo insieme di diritti e d iquestioni che un ordinamento giuridicopuò muoversi sulla strada del riconosci-mento sempre più pieno della libertà edell'uguaglianza dei cittadini?

Signor Presidente, riflettendo intorno aquesti temi, a me, donna, è immediata-mente stato evidente come tanta parte de lcammino ancora impervio e pieno di osta -coli per il riconoscimento delle pari oppor-tunità a donne e uomini e per la garanziadella pari dignità personale, nel rispettodella differenza dei sessi, passi proprioattraverso una revisione e un arricchi-mento della legislazione che si preoccupidi dare attuazione a queste fasce di dirittigarantiti dalla Costituzione .

Vogliamo, allora, costringere un patri-monio di esperienza e di proposte cosìricco, che tanto ha inciso nella conquista d inuovi diritti civili nel nostro paese, nell agabbia del voto comandato e controllatodalle segreterie dei partiti? Vogliamo spe -gnere e mortificare quelle intese di so -stanza e di coscienza, che tante volte s isono sperimentate quando sono stati i ngioco i diritti delle donne e che certo no npossono essere ricondotte alla squalifi-cante semplificazione dei personalismi,delle lobbies e dei gruppi di pressione?

Signor Presidente, quando io, com etanti colleghi, ho messo piede per laprima volta in quest 'aula, poco più di unanno fa, portavo dentro, ad onta dei mes-saggi fortemente qualunquistici che i nrelazione all'istituzione parlamentare d atempo vengono inviati all 'opinione pub-blica, un sentimento di grande rispetto, d isperanza, di consapevolezza della neces-sità di un impegno grande e sereno pe ressere degni di contribuire alle più alt edecisioni che riguardano la vita dei citta-

dini. Un sentimento, credo, comune atanti colleghi .

Non vorremmo che questo sentimentofosse spento, mortificato e piegato ad u ncalcolo politico, che sempre più si mani -festa a difesa di un interesse di parte (Ap-plausi dei deputati dei gruppi del PCI e dell asinistra indipendente — Congratulazioni) .

PRESIDENTE . È iscritto a parlare l 'ono -revole Tatarella . Ne ha facoltà .

GIUSEPPE TATARELLA. Signor Presi-dente, onorevoli colleghi, il voto palese osegreto, a nostro parere, non può essere ilpresupposto della riforma istituzionale ecostituzionale, deve esserne la conse-guenza .

Sostenere che l'anomalia del caso ita-liano è il voto segreto e solo questo, è infatt iriduttivo e fuorviante, perché così facend osi assegnano virtù taumaturgiche al vot opalese.

Signor Presidente, l'anomalia del casoitaliano è più ampia, è storica e viene d alontano. Il nostro è, infatti, il solo paese a lmondo che abbia riproposto un modell opolitico e costituzionale antecedente di unventennio, senza modernizzare e cambiarele istituzioni ; lo stesso voto segreto ha ori -gini storiche e parlamentari nello Statutoalbertino .

Fino a quando non si supera tale ano -malia (la vera anomalia) della Costitu-zione, del sistema, della partitocrazia le-gata al patto costituzionale del dopo -guerra, il «male oscuro» della vita politic aitaliana, come l'ha definito Miglio, porta aconferire al voto segreto un valore stru-mentale ed interessato .

Il sistema di votazione a scrutinio se-greto è collegato al tipo di democrazia par -lamentare scelto dal patto costituzional edel 1946-1948; è cioè connesso al «mal eoscuro» di cui parla Miglio.

La Costituzione è figlia di vari compro -messi e contrappesi fra la democrazia cri -stiana e il partito comunista . Da tutto ci ònacque il voto segreto come arma di difes adel deputato in una democrazia rigida -mente parlamentare, di origine ottocente-

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sca, albertina e di realizzazione partitocra -tica .

Voler abolire il voto segreto senza cam-biare questo contesto (cioè il quadro gene -rale, il tipo di rappresentanza) è riduttivo ,inutile e strumentale ; appartiene alla filo-sofia perdente del minimalismo riforma-tore .

In altri termini, onorevoli colleghi, bast al'abolizione del voto segreto per eliminare iguai di questo sistema? Basta l 'omologa-zione italiana alle legislazioni straniere sulvoto segreto per annullare l'anomalia ita-liana? Evidentemente no! Notoriamenteno! Bisogna allora modificare il sistem acostituzionale e rappresentativo, resti-tuendo lo scettro al cittadino principe, to-gliendolo al partito tiranno, grazie allademocrazia diretta esercitata a tutti i li -velli, con il presidenzialismo, con i refe-rendum propositivi e con la riduzione de ipoteri dei partiti . Solo in tal modo il par -lamentare sarà più libero e i sistemi d ivotazione diventeranno conseguenza de lcambiamento e della modernizzazione .

Pertanto, quando si usa l'argomentochiave contro il voto segreto (cioè che i lnostro è il solo paese anomalo perch éricorre alla segretezza del voto) si dimen-tica che il nostro è lo Stato più anomalo a lmondo in materia di tirannica supremaziadei partiti .

Per quanto riguarda il voto segreto, ono -revoli colleghi, qualche solitario com-pagno di viaggio lo troviamo nel mondo,ma sulla partitocrazia nemmeno uno :siamo soli !

Il nemico non è pertanto lo scrutini osegreto, ma l'attuale reclutamento del per -sonale politico attraverso la cooptazionepartitocratica . Negli altri paesi non esisteinfatti il modello italiano di partito ; altrovei partiti sono movimenti di opinione o are epolitiche non burocratiche, meno osses-sive e non limitatrici di libertà .

In America, per esempio, non fa scan-dalo vedere repubblicani che votan ocontro il loro presidente e democratici ch evotano a favore del presidente repubbli-cano! In quel paese il partito è un movi-mento di opinione, non è il «partito-car-cere» che troviamo in Italia!

E quindi questione di voto segreto o d ivoto palese? No! E un problema relativo altipo e alla selezione della rappresentanza .Ecco perché l'omologazione dell'Italia congli altri paesi non può partire dal vot osegreto o dal voto palese, ma deve partiredal cambiamento delle ottocentesche re-gole della Costituzione formale, trasfor-mata dalla Costituzione materiale nell adittatura partitocratica del «tiranno senz avolto» di Maranini .

Ed è da un discepolo di Maranini che no ivogliamo partire per trovare rilievi critic iall 'abolizione del voto segreto . Scrivevanel 1982 Armaroli sul quotidiano Il Tempo:«Siamo giusti : i franchi tiratori hanno leloro brave colpe, però non sono responsa -bili di tutto . Ciò non di meno è stato postoper l'ennesima volta» — siamo nel 1982 —«sotto accusa il voto segreto . Si dice cheall 'estero prevale, di norma, il voto palese ,e, in un certo senso è vero . Però è altret-tanto vero che nelle dittature che conser-vano un Parlamento, la regola è quella delvoto palese, e questo perché non si vuol eche un membro delle Camere sia insinda-cabile per i voti dati nel l 'esercizio delle suefunzioni». Di tutto, anche del voto, egl ideve rispondere al partito .

«Ora il nostro» — continua Armaroli, di -scepolo di Maranini — «è un sistema demo -cratico, ma la partitocrazia ha preso il post odel sovrano assoluto di una volta. Se dovess eprevalere, in ogni caso, il voto palese, tant ovarrebbe allora mandare a casa senatori edeputati, per affidare a ciascun presidentedi gruppo parlamentare un numero di pal-line pari al numero dei membri della rispet-tiva rappresentanza politica» .

Più recentemente, un altro politologo ,onorevoli colleghi, Giancarlo Galli su Italiaoggi del 17 settembre 1988 ha scritto : «Insostanza, abolendo il voto segreto si togli eai deputati l'unica arma di cui dispongon oper indurre il Governo a far proprio ,prima di passare in aula, qualche emenda -mento. E non si dica che è possibile fa rvalere le proprie ragioni con le parole .Sappiamo in quale condizione si svolgono idibattiti parlamentari» .

Se dai politologi, onorevoli colleghi, pas -siamo ai giornalisti che formano la pub-

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blica opinione, la recente presa di posi-zione di Indro Montanelli è illuminante :«Presa per sé, l'abolizione del voto segretopresenta» — dice Montanelli — «più risch iche vantaggi, ma i rischi si possono elimi-nare con una riforma elettorale» .

Questa tesi di Montanelli è la stessa d itutti coloro che (anche all'interno del Par -lamento) collegano la necessità del votosegreto all ' introduzione del collegio uni -nominale. «In tale attesa» — dice Monta-nelli — «bisogna riconoscere che il vot osegreto rappresenta l 'unica garanzia di in -dipendenza. Se si abolisce il voto segreto ,possiamo abolire il Parlamento» !

Non è il Movimento sociale italiano adaffermarlo, ma un giornalista che forma l apubblica opinione e al quale spesso si rife-riscono anche colleghi di altri partiti .

Se dai politologi e dai giornalisti, onore -voli colleghi, passiamo ai diretti interes-sati, cioè ai parlamentari della maggio-ranza che vogliono tutelare il proprioruolo di libertà, ne citiamo per tutti uno,deputato da precedenti legislature, l'ono-revole Pisicchio, il quale recentemente h ascritto su La Gazzetta del Mezzogiorno : «Ildeputato italiano oggi, nella stragrandemaggioranza, è un cosmonauta cieco nell agalassia gelatinosa del suo partito . La suainclusione in lista dipende dai maggiorent idel suo partito; l'elezione stessa è in gra nparte condizionata da un gioco muscolaredelle maggioranze . E, se per ipotesi malau-gurata si riformasse il sistema proporzio-nale con il meccanismo uninominale »(questa è l'altra voce della democrazia cri-stiana contraria a quella che assegna virtùtaumaturgiche al collegio uninominale) «s ichiuderebbe» — dice Pisicchio — «l astrada anche all'eccezione». Il deputatoquando arriva a Montecitorio non pu òneppure scegliersi la Commissione in cuilavorare . Persino gli interventi in aula e l adistribuzione delle relazioni per i progettidi legge sono regolate da qualche capo.«Diceva un collega» — riferisce Pisicchio— «se passa il voto palese è pur meglio :evitiamo di venire a Roma e votiamo diret -tamente dalla prefettura» .

Allora il discorso è il seguente : Armarolinel 1982 sosteneva che con il voto palese si

abolisce la libertà del deputato ; Montanell iha affermato che così il Parlamento finirà ;più modestamente Pisicchio aggiunge ch esarà più comodo votare direttamente dall eprefetture . Insomma, ritornano Giolitti, l oStatuto albertino, 1'800, il prefascismo. Ilmale oscuro è proprio quel prefascismo,che è stato instaurato dopo il patto costi-tuzionale della paura del 1945-1948 e chenessuno vuole cambiare . O meglio, lo s ivuole cambiare soltanto eliminando il vot osegreto! E questa la grande sfida riforma-trice del Movimento sociale italiano, dell adestra politica .

Per concludere, onorevoli colleghi, s ivuole trasformare questo Parlamento ne l«parco buoi» di craxiana memoria, senzaperò avere il coraggio della grande ri-forma, che fu il provvisorio ed accatti-vante biglietto da visita del primo Govern odell'onorevole Craxi. Quindi, niente più ri -forma della Costituzione, né elezione di -retta del Capo dello Stato e dei sindaci ;niente più referendum propositivo, masolo ed esclusivamente voto palese, vot opalese, e voto palese! E ciò, signor Presi -dente, è molto triste e molto pericolos o(Applausi dei deputati del gruppo del MSI-destra nazionale — Congratulazioni) .

PRESIDENTE . È iscritto a parlare l'ono -revole Staiti di Cuddia delle Chiuse . Ne hafacoltà .

ToMAso STAITI DI CUDDIA DELL E

CHIUSE. Signor Presidente, onorevoli col -leghi (anche se presenti in numero esi-guo!), non ho volutamente preparato unintervento scritto e ho preferito parlare abraccio, perché credo che l'argomento sot -toposto in questi giorni e in queste oreall'attenzione della Camera richieda d aparte di ciascuno di noi non tanto un inter -vento preparato, quanto un discorso det-tato dalle nostre più profonde convinzioni ,che si basano anche sulla esperienza par -lamentare di ognuno .

Qualcuno sostiene che quello che stiam oaffrontando è un dibattito storico nellavita del Parlamento italiano. Mi permettodi notare che tale dibattito storico si svolg ein realtà tra la disattenzione degli altri col-

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leghi. So benissimo quali siano le regol eche la Camera si è data con le varie riformeregolamentari, che hanno di fatto esauto-rato le libertà proprie del parlamentare ela sua possibilità di incidere (non soloattraverso i numeri) nella realtà di u ndibattito in Parlamento . So benissimo cheil momento più importante è quello de lvoto, che quanto è detto nel dibattito vienedato per scontato, come anche le posizion idei singoli partiti e dei singoli parlamen-tari .

Mi permetto però di osservare che i lprimo vulnus inferto all'istituto parlamen -tare si determina quando il deputato nonpresta più attenzione a quanto il colleg adice e alla esposizione che esso fa in ordin eai vari argomenti, ma concentra la su aattenzione sulle posizioni ufficiali dei sin-goli partiti .

Non so se quello che stiamo vivendo si aun momento storico, ma certo si tratta d iun momento estremamente important edella nostra vita parlamentare, ed anche esoprattutto della nostra vita politica . Ri-tengo che in questo momento sia fonda -mentale dire le cose che si sentono di più,come un'esigenza che nasce dallo spirito,dall'animo e dalla mente di ciascuno d inoi .

Vorrei sgomberare immediatamente i lcampo da quello che considero un equi-voco: che cioè vi sia da parte di alcun igruppi e di molti parlamentari una speci edi difesa ideologica del voto segreto . Non ècosì! Poc'anzi alcuni colleghi del mi ogruppo ricordavano l'esperienza del fasci -smo, con l'abolizione dopo sedici anni de lvoto segreto. Io mi sono permesso di ricor -dare, sia pure a bassa voce, che nel GranConsiglio non vi fu bisogno del voto se -greto : altri uomini (al di là di posizioni, ch epossiamo giudicare storicamente condan-nabili o meno) in momenti particolarihanno avuto la forza, il coraggio e la capa -cità di affrontare, palesemente, le situa-zioni così come si presentavano !

Certo, mi rendo conto, ce ne rendiamoconto tutti, che intorno alla vicenda de lvoto segreto e a quella ricorrente deifranchi tiratori si è scatenata un'ondat aquasi scandalistica di indignazione, più o

meno strumentalizzata, da parte di talun iorgani di stampa, per suggestionare l'opi -nione pubblica e fare identificare ne ifranchi tiratori il male oscuro della nostrademocrazia . Da essi si vorrebbe far deri-vare l'impossibilità, da parte dell'esecu-tivo, di varare riforme e leggi e di dar eorganicità a determinate manovre poli-tiche o economico-finanziarie . La colpa —si dice — è dei franchi tiratori e delle lob-bies che essi rappresenterebbero. Si so-stiene così la necessità di arrivare adun'abolizione tout court del voto segreto .

Già altri miei colleghi hanno ricordatocome proprio da parte del Movimento so -ciale italiano non vi sia stata quella difesaideologica di cui parlavo poc'anzi, tant' èvero che ci siamo dichiarati pronti a discu-tere in maniera seria, concreta e responsa -bile dell'abolizione del voto segreto sulleleggi di spesa e sulla legge finanziaria .Siamo pronti a dare una risposta precisa aquelli che paiono i tormenti dell'onorevoleDe Mita e dell'onorevole Craxi; siamo cioèpronti a rimediare in maniera positiva all eimperfezioni del nostro sistema parlamen-tare (che forse noi per primi abbiamo de-nunciato) .

Ma di questa riforma dell'istituto delvoto segreto, signor Presidente e onorevol icolleghi, avremmo potuto discutere in ma-niera più ampia, non limitatamente alleleggi di spesa, se questo dibattito fossestato il capitolo finale di un grande di-scorso, di una grande riforma, di un agrande meditazione culturale e politica daparte di tutti noi (e non soltanto di noi) su lsistema politico italiano così come si èvenuto manifestando nei fatti (e non nell eleggi, molte volte) negli oltre quarant'annidi Repubblica .

Non è singolare, signor Presidente, ono -revoli colleghi, che deputati, anche appar -tenenti a gruppi della maggioranza, ab-biano presentato nelle scorse legislatur eproposte di legge sulla disciplina giuridicadei partiti politici, sul riconoscimento giu -ridico dei partiti, di questi Moloch che i nquarant 'anni si sono alimentati, creando ,attraverso burocrazie fameliche e spess osenza volto, una cappa di conformismo a lloro interno? L'onorevole Fiori, che noi

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ringraziamo per aver pubblicato su IlTempo un articolo coraggioso, ha presen-tato una proposta di legge sul riconosci -mento giuridico dei partiti ; e così hann ofatto anche l'onorevole Sterpa, l'onorevoleSpini e l'onorevole Belluscio ; e lo stesso h ofatto io . E ciò affinché il cittadino italianoche decida di iscriversi ad un partito poli-tico possa conoscere quali sono le garanzieinterne di libertà, di democrazia (se v ipiace di più) che devono essere assicurateal singolo iscritto e che devono essere assi-curate, a maggior ragione, al parlamen-tare, nel momento in cui dovrà risponderedel proprio operato all 'elettorato e nonavrà quindi più bisogno della copertur adel voto segreto .

Se questo fosse stato il punto d'arrivo diun discorso più ampio, di una riforma pi ùvasta, di un dibattito culturale nel nostr opaese, avremmo potuto affrontare il tem aal nostro esame con una serie di argomentimolto più ricchi e con un apporto più vast oda parte di tutti noi, mentre oggi assi-stiamo al piccolo gioco che tutto sommat osi tenta con l'abolizione tout court del votosegreto .

È evidente — lo dicono gli stessi attoriche recitano questo soggetto sulla scen apolitica italiana — che la riforma, cheparte del fondo, vuole arrivare in realtà arisultati diversi . Quando Giuliano Ferrar asi chiede se al famelico partito socialist apossa bastare questa riforma parziale de lvoto segreto che riguarda le leggi di spesa ,o se essa non sia che il primo passo pe rarrivare ad una riforma diversa, cioè i nsostanza alla riforma elettorale, si pone u nquesito reale .

Tale riforma dovrebbe garantire (al ri-guardo l'onorevole De Mita, che ogni tant ofa dei ragionamenti, dovrebbe ragionarein maniera più approfondita) una divers acollocazione del partito socialista, nel mo -mento in cui esso riuscisse a realizzarequella operazione politica che sta tentand oormai da anni .

Forse l 'onorevole De Mita non si rend econto di essersi messo in un vicolo cieco .Infatti, se passa questa riforma del votosegreto, egli si troverà prigioniero di u ncerto tipo di maggioranza ed avrà spianato

la strada ai successivi tentativi di Craxi pe rritornare ad essere attore principale sullascena politica italiana. Se invece la riform adel voto segreto non dovesse passare, evi -dentemente verranno tratte alcune conse-guenze . Almeno nei sintomi che si sonomanifestati nelle scorse settimane ,nell'agosto politicamente torrido che ab-biamo vissuto, ci sembra di poter coglier eun desiderio di disimpegno da parte delpartito socialista . Basterebbe pensare all epolemiche sulle giunte anomale, al litigi otra i vari ministri dei dicasteri finanziar iche non riescono a far quadrare i loroconti e che «danno i numeri» ciascuno perconto proprio, per capire che siamo in unafase politica estremamente delicata, nellaquale Craxi, dopo aver vinto le elezion ipolitiche lo scorso anno, ed aver vintoquelle amministrative durante l'anno incorso, cerca di ottenere una propria rivin -cita anche politica più vasta, con obiettiv iche forse è difficile individuare nella lor ointerezza, ma che sono facilmente intui-bili .

Allora, se questo è in realtà il piccologioco al quale stiamo assistendo, abbiam oil dovere di agire di conseguenza, anche a ldi là delle eventuali incomprensioni ch epotrebbero verificarsi da parte dell'opi-nione pubblica, perché indubbiament eall'elettore non piace sapere che il propriorappresentante non ha il coraggio di mani -festarsi pubblicamente . Diceva poi don Ab -bondio che, per carità, chi non ha coraggi onon se lo può certamente dare : c'è chinasce con certi cromosomi e chi con altri !Io credo che una persona libera potrebb eesserlo anche in un regime totalitario, per -ché la libertà è una esigenza spirituale chesi manifesta indubbiamente attravers oforme, atteggiamenti, comportamenti edesempi; esempi che questa classe politica equesto Parlamento purtroppo non hann osaputo dare durante tutti questi anni .

Ma non siamo tutti uguali, nonostante l ademocrazia! Per fortuna, la natura non c icrea tutti uguali . Vanno allora garantit ispazi di libertà anche per coloro che nonhanno il coraggio o non hanno la possibi-lità di manifestare il loro coraggio. Vannogarantiti spazi di libertà, di libertà di co-

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scienza perché ciascuno, in fondo, ri-sponde alla propria coscienza degli att iche compie e perché occorre salvaguar-dare questa ultima oasi di libertà .

Allora, signor Presidente, onorevoli col -leghi — e mi avvio alla conclusione — ,credo che si possa tranquillamente dire, aldi là del momento storico, della svolta sto-rica e dei riferimenti storici, che stiam ovivendo un momento estremamente im-portante che ciascuno giudica dalla pro-pria posizione, con le proprie capacità e l apropria intelligenza . Noi di questa opposi-zione (che non necessita di aggettivi ,mentre altre opposizioni ci paiono, invece ,più attente al gioco politico e ai vantagg ipolitici che possono trarre da eventual iaccordi), siamo coscienti di interpretare inquesto momento una esigenza di difesadella libertà, non soltanto del singolo par -lamentare, ma di tutti i cittadini italiani ,perché nel momento in cui fosse concul-cata questa libertà dei rappresentanti de lpopolo, lo sarebbe la libertà generale d itutti i cittadini italiani .

Continueremo allora a combatter equesta battaglia, coscienti come siamo ch emolte volte, al di là del risultato immediat oe della vittoria che si può ottenere in un abattaglia, conta il fatto di averla combat-tuta, per il presente ma soprattutto per i lfuturo! (Applausi dei deputati del gruppodel MSI-destra nazionale — Congratula-zioni) .

PRESIDENTE . È iscritto a parlare l'ono -revole Maceratini . Ne ha facoltà .

GIULIO MACERATINI . Signor Presi -dente, onorevoli colleghi, la maratona ora -toria alla quale i deputati del Movimentosociale italiano-destra nazionale, insiem eagli altri deputati delle diverse opposizion ipresenti in quest'aula, si sono impegnati ,non deriva dal desiderio (che sarebbe evi -dentemente estemporaneo) di apparir esulle stanche cronache del Palazzo, m adalla consapevolezza, dalla convinzione edalla sensazione (mai come in questa occa -sione viva e presente) che siamo ad uno d iquei mutamenti nel quadro istituzional edella nostra patria per i quali ognuno deve

raggiungere, secondo coscienza, il propri oposto di combattimento.

È inutile ed è vano il tentativo fatto daalcuni settori politici e dell'informazion edi sottovalutare il tema attualmente in di-scussione in Parlamento . E un tentativovano ed inutile perché il gioco mostra im -mediatamente i suoi limiti, lì dove si ved econ quale impegno quelli che oggi sono ipersonaggi maggiori della politica italianasi prodigano perché a questo risultato s igiunga .

Noi valutiamo complessivamente quest ache si tenta come la più pericolosa opera-zione di trasformismo istituzionale, che s icerca di contrabbandare come l ' inizio d iuna riforma, mentre rappresenta soltant ola squallida conclusione di un process odegenerativo in atto da anni e che avrànella votazione della proposta di modific ain esame il suo epilogo, un epilogo che noicercheremo di evitare .

Si vuole costruire il nuovo edificio costi-tuzionale, del quale tutti avvertono l'esi-genza, cominciando dal tetto, per poi pas -sare alle pareti esterne e infine alle fonda-menta. Di questo si tratta! Si tratta cioé diuna inversione logica e politica spiegabil ein un solo modo: non è l'inizio del nuovo ,ma la peggiore conclusione di ciò che divecchio e di sbagliato si porta appresso l apartitocrazia italiana .

Con il salvataggio che ha tentato di ope -rare nel corso della riunione dei parlamen -tari democristiani, De Mita ha fornito, anostro avviso, l'ennesima dimostrazionedella sua perfetta e collaudata abilità dipiegare l 'aria in quattro e di farne un pac-chettino, legato con un bel nastrino colo -rato: il tutto, notoriamente, spiegato a lpopolo con la sua ben nota e collaudat acapacità di eloquio . Questo però noncambia le cose.

In Italia, il tiranno senza volto, la parti-tocrazia, è stato ormai individuato datempo e da tutti i versanti, mentre unavolta eravamo soltanto noi i sovversivi che ,indicando nella partitocrazia il nemico dacombattere, si mettevano, per questo sol ofatto, al di fuori di una presunta legalitàrepubblicana. Ricordo che agli inizi degl ianni '70 anche di questo ci si accusava . Si

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costruivano processi ideologici e politici ,con campagne di stampa e giudici istrut-tori, contro la destra che metteva in discus -sione le fondamenta stesse delle istitu-zioni; e ciò solo perché noi, avendo avver-tito il pericolo, attaccavamo la partitocra-zia, denunciavamo il sovvertimento de irapporti di potere all'interno dello Statoche aveva trasformato i partiti, da sem-plice tramite della volontà popolare, inautentici tiranni all'interno delle istitu-zioni .

Successivamente, sulla riva della consa-pevolezza che il nemico era proprio quell oprima o poi sono arrivati tutti, ed oggi nes -suno qui dentro difende il regime dei par -titi. E un dato interessante sul quale sa-rebbe bene riflettere . Quando noi qui — echi vi parla non c 'era, ma c'erano i mie ipredecessori e noi sentiamo la continuit àideale che ci lega al loro messaggio politic o— attaccavamo il regime dei partiti, era-vamo soli . Oggi vorrei sfidare chiunque adifendere il regime dei partiti : nessunoavrebbe il coraggio politico di venire a dir eche il regime dei partiti è quello che i padr icostituenti avevano disegnato, sognato, vo -luto .

Eppure, nonostante questo sia il nemico ,nonostante tutti denunciamo l 'invadenza,l 'occupazione delle istituzioni e delle strut -ture dello Stato dai partiti, se andiamo aben riflettere, con l'operazione politicache sarà portata ai nostri voti attraverso l amodifica dei regolamenti della Camera edel Senato, ce ne accorgiamo, stiamo por -tando un mattone per una ulteriore forti-ficazione della partitocrazia .

Nessuno è stato capace di introdurreargomenti seri contro questa considera-zione di fondo, che è complessiva e ch emerita altre analisi (che cercherò di svol-gere nel tempo che mi è assegnato), ma checi fa intanto dire che la maggioranza conquesto voto si prepara a rinsaldare proprioil nemico che tutti concordemente, almen osul piano culturale, considerano esserequello da battere. Mi sembra che, almenoda questo punto di vista e sul piano con-cettuale, una replica ancora non si agiunta. Francamente, sarà difficile chegiunga nei prossimi giorni perché le argo-

mentazioni che si portano valgono —come diremmo noi avvocati — posterius,possono cioè essere utilizzate quando de-terminati fenomeni si sono già realizzati ,quando determinate riforme sono stat evarate, praticate e verificate .

Non è possibile partire dalla coda perrisalire ad un vertice che abbiamo tuttiriconosciuto essere malato . Invece, per lafredda decisione dell 'onorevole Craxi ,sulla quale poi l'onorevole De Mita si èappiattito per ragioni di sopravvivenzadella sua compagine governativa, ci tro-viamo di fronte a questo ukase. Evidente-mente all'onorevole Craxi piacciono gliukase, sono connaturati al suo caratterepiuttosto spregiudicato e direi anch eamante dell'esercizio dell'autorità : o si facosì o niente. Questi messaggi spesso giun -gono all'Italia da via del Corso . Probabil-mente Craxi, dall'alto del suo metro e no -vanta, sente di poterli mandare ; però nontutti, anche se non sono alti come lui, son odisposti ad accettarli ed a subirli . Qualchevolta anche l'onorevole Craxi può sba-gliare: qualche volta sbagliava cappello,quando era Presidente del Consiglio; edallora chiariva — lo ricordiamo tutti —che certe cose le diceva nella sua veste d iPresidente del Consiglio odi segretario de lpartito, a seconda di quello che gli conve -niva. Se qualcuno gli replicava chiamava i lParlamento «parco buoi». Ma quando si èvisto tradito, e si è accorto che i buoi d aPalazzo Montecitorio si trasferivano a Pa -lazzo Chigi, perché il tradito era lui e lafronte non faceva più male ai parlamen-tari, allora Craxi faceva i capricci, e lademocrazia italiana entrava in crisi .

Ora, di fronte a tutto ciò, il voto segretosembra essere l'ostacolo che si trova da -vanti la democrazia italiana: o lo si ri-muove o non si va più avanti . Questo è i ldiscorso che viene fatto fuori dai denti :non si cambia una virgola, non si cambiaun punto; queste sono le affermazioni d iCraxi o dei suoi collaboratori, e tutto dev eessere come è stato pensato in via de lCorso. Chi la pensa in maniera diversa no nso se avrà del piombo, ma certamente i lpiombo sui giornali del socialismo italian ose lo sarà indubbiamente meritato .

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Siamo di fronte a questi personaggi ; enoi in quest'aula — che indubbiamente èsolo grigia: non sarà sorda perché avr àuna sua eco fuori di qui —, che certament eè molto disattenta di fronte a questo nod ocostituzionale che deve essere in qualch emodo dipanato, piaccia o non piacci aall'onorevole Craxi e all'onorevole D eMita, facciamo il nostro dovere di opposi -tori; e non cesseremo di farlo nelle pros-sime ore, regolamento vigente alla mano.Riteniamo, infatti, che così facendo noiserviamo la causa della libertà di tutti icittadini, e quindi la causa del paese ne lquale siamo nati e nel quale vogliamovivere .

Certamente ripeto cose che sono statedette e cose che altri colleghi del mi ogruppo diranno con identica ispirazione ,perché è evidente la comune matrice poli -tica che ci tiene insieme e ci porta avant inel nostro impegno politico .

Com'è noto, nel nostro paese i partit isono al di fuori di ogni regolamentazionegiuridica. Sappiamo infatti, quanto sia tra -ballante, oscillante, la stessa giurispru-denza sulle associazioni non riconosciute ,di cui si dice tutto e se vogliamo il contrari odi tutto, perché — si dice — sono organiz -zazioni che hanno un patrimonio di fatto,uno status legato al loro regolamento in -terno e la magistratura deve essere ga-rante dell'osservanza di questo regola -mento. Viceversa, sappiamo con quantoritardo e con quanta inefficienza si muov ela magistratura anche nei confronti diquelle associazioni non riconosciute ch enon siano i partiti . Comunque, le espe-rienze fatte in questi quarant 'anni cihanno chiaramente fatto vedere come l'in -tervento del giudice sia sempre un qualchecosa di estremamente poco valido e di inef -ficace rispetto alle continue prevaricazion idei partiti .

Ebbene, i partiti possiedono un potereenorme. Ogni segretario di partito con lasua firma, dal Piemonte fino alla Sicilia,determina la presentazione delle liste el'ordine dei candidati ; solo a questi perso -naggi (eletti con meccanismi che spessosono stati criticati per la loro incerta rego-larità) è infatti consentito di svolgere l'atto

importantissimo della presentazione dell eliste e quello ancor più importante dell ascelta dell'ordine dei candidati .

Questo è l'attuale rapporto che lega gl iuomini espressi attraverso i partiti nel Par -lamento italiano alla casa madre, al partit oche li ha presentati alla pubblica opinione .Si tratta quindi di un rapporto di evidentesubordinazione, di un legame estrema -mente solido, grazie al quale poi si è potutasviluppare tutta quella cultura che si rias-sume nei termini «disciplina di partito» ,«fedeltà ai comuni ideali» e così via discor -rendo, ma che in realtà, al di là delle bell eparole, testimonia la presenza effettiva ,inderogabile dei partiti con le loro strut-ture e la dipendenza di fatto da essi de iparlamentari; parlamentari che hanno u nsolo sbocco verso la pubblica opinione,verso i cittadini, rappresentato dalla lorocapacità (spesso autonoma e non determi-nata dai partiti) di raccogliere consensi evoti di preferenza . Questo in un moment oin cui i partiti sono quella mala pianta (no nsenatus mala bestia, ma partiti mala bestia)che sappiamo, essendo presenti in tutti igangli dello Stato ed in tutte le strutturepolitiche, istituzionali ed economiche ogg iin qualche modo collegate alle istituzionipubbliche. È una piovra presente con i suoitentacoli in ogni angolo del paese ; in ogniaspetto della vita pubblica e talvolta diquella privata sono presenti i partiti, disci -plinati da regole così fragili, così traàgre -dibili, così frangibili .

Ebbene, in una situazione di tal genere l aprima misura da assumere sarebbe quell adi cercare in qualche modo di tagliare l eunghie ai partiti e di rendere ai rappresen-tanti del popolo una libertà capace di resti -tuire ad essi un pizzico di quella sovranit àche sappiamo essere così seriamente post ain discussione dalle attuali strutture istitu-zionali del nostro paese .

Invece no: noi non gliele tagliamo leunghie, gliele allunghiamo in maniera in -vereconda !

Con questa riforma noi porteremo i lsistema dei partiti a livello di u n'autenticacaserma. Verranno qui cinque o sei gene-rali con le stellette (potremmo anche assi -stere ad episodi di questo genere), se se le

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vorranno mettere, o senza stellette, tantonon ne hanno bisogno ; essi potranno dareordini magari restando nelle loro rocca-forti e qui dentro resteremmo noi, noncome rappresentanti del popolo, ma com erappresentanti dei partiti, soggetti ad un adisciplina che diventerà ferrea in manier amai conosciuta in precedenza . Non vi saràpiù modo di far comprendere che esiste i ldissenso, perché questo dissenso lo si pa-gherà e la trasgressione agli ordini verràsicuramente sanzionata con l'eliminazion edi chi non vuole stare nel coro, perché ne lcoro ha stonato.

Il voto segreto è nato e continua ad averela sua giustificazione proprio nel rapportoche deve esservi fra chi esercita un man-dato ed il cittadino che glielo ha conferito .Ed il cittadino ha inviato il suo rappresen -tante in Parlamento nel presupposto ch eegli sappia e possa (le due cose non sempr esono compatibili, come invece ci si vor-rebbe far credere) esercitare liberament eil suo mandato. Ma se questo esercizioviene regolato da ferree determinazioniassunte altrove (proprio nei partiti), lalibertà del parlamentare, e quindi quell adei cittadini di cui è espressione, va infumo, si disperde, si annulla .

È il primo passo per trasformare il Par -lamento in un'assemblea in cui (al pariforse di quanto avviene in qualche gioc otelevisivo), con un minimo input, rego-lando la valenza ponderale dei vari partiti ,si potrà sapere in anticipo quale scelta saràcompiuta dai rappresentanti del popolo(ormai l 'espressione assumerà valore d iparodia e di beffa) .

Non capisco perché dovremmo riunirc iqui in 630, quando gli otto segretari deipartiti, utilizzando ognuno il proprio get-tone, come ad un tavolo della roulette,potranno ad esempio affermare: «Io peso170 deputati e dico sì al l 'aborto!». E questasarà la decisione del popolo italiano !

Questo segretario di partito, per altro ,ha assunto il suo incarico secondo regol eche il popolo non ha mai controllato, se-condo giochi (magari interni, di corrente ,di cosca, di camarilla) che sono completa -mente sottratti ad una verifica popolare ,democratica, di legalità effettiva . Sono i

tanti principi del tiranno senza volto di cu iparlavo prima, feudatari che dispongon odel loro pacchetto di voti e lo buttano ,come la spada di Brenno, sulla bilanci adelle decisioni politiche.

Siccome questo meccanismo, che evi-dentemente incontrava ancora qualche re-sistenza nei pochi momenti di reazionedelle libere coscienze che nonostante tutt oil Parlamento esprimeva, di tanto in tantosi inceppava, è venuta fuori questa grandeoperazione politica ; e la parola «grande»,mi sia consentito, la dico con ironia edamarezza, perché non si tratta di un agrande operazione politica, ma del l 'ultimaoperazione con cui questa democrazia af-fossa se stessa, questo regime dimostra d iavere perso qualunque collegamento con i lpopolo del quale dice di essere l'espres-sione .

È un atto di brutalità e di violenza chenon mi meraviglia perché proviene dacerti personaggi, che viene gettato i nfaccia al Parlamento, il quale è costretto asubirlo in molti modi, comprese le manife -stazioni alle quali abbiamo assistito ne igiorni scorsi, di insofferenza verso l'in-transigente battaglia che noi intendiamoportare avanti .

Abbiamo già dichiarato perché, i nquesta fase storica, siamo decisamentecontrari all 'abolizione del voto segeto .Qualcuno ha anche chiarito che in situa-zioni particolari la società italiana, cos ìcomplessa, così ammalata, può richieder eche vi sia una aperta assunzione di respon-sabilità da parte di tutti i parlamentari ,senza che nessuno possa trincerarsi dietroil segreto del voto . Sono varchi sui quali l anostra disponibilità è stata dichiarata ed iocolgo l'occasione per ribadirla; ma tali di-sponibilità non interessavano . Il discorso èstato fatto, all'origine, con lo spirito concui all'inizio del mio intervento ho denun-ciato la manovra ; è stato fatto, cioè, con laiattanza di chi sentiva di poter buttare inquesta vicenda tutto il proprio impegn opolitico e tutta la sua progettualità poli-tica: il Parlamento, così come è organiz-zato, non è funzionale a certi giochi d ipotere e quindi bisogna cambiarne le re -gole di funzionamento.

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Comunque, a noi del Movimento socialeitaliano-destra nazionale che dall'origineabbiamo combattuto questo regime, per -ché vedevamo il male che in esso si anni -dava e che poi è esploso attraverso quell oche definiamo «il regime dei partiti», tutt osi potrà chiedere tranne che essere, inquesta occasione, complici di un'opera-zione a perdere, di un 'operazione perico-losa per la libertà del nostro paese, di un aoperazione che non ha alcuna giustifica-zione sul piano morale, politico e costitu-zionale, e che invece trova le sue spiega-zioni soltanto negli squallidi giochi di po-tere degli onorevoli Craxi e De Mita (Ap-plausi dei deputati del gruppo del MSI-destra nazionale) .

PRESIDENTE . Il seguito della discus-sione è rinviato a domani .

Per lo svolgimento di una interpellanza.

FRANCESCO GIULIO BAGHINO. Chiedo diparlare .

PRESIDENTE. Ne ha facoltà .

FRANCESCO GIULIO BAGHINO. SignorPresidente, vorrei sollecitare la rispostaalla mia interpellanza n . 2-00381, relativaalla situazione sempre più pesante in cu iversa lo stabilimento siderurgico d iCampi .

Come ella sa, i lavoratori dello stabili -mento di Campi hanno occupato ieri lastanza del sindaco per mezza giornata. Essivolevano così protestare per il fatto che,nonostante abbiano avanzato richiesta tra -mite la regione, la provincia e il comune diessere ascoltati dal Governo, non hanno ri -cevuto alcuna risposta al riguardo .

Chiedo, allora, che almeno il ministrocompetente venga alla Camera per rispon-dere alla interpellanza presentata e a spie-garci perché uno stabilimento che produc elaminati che non vengono fabbricati altrove ,in una nazione che ha una produzione side -rurgica inferiore al suo livello di consumi,debba chiudere. Ci si spieghi, inoltre, perchési debba chiudere uno stabilimento che stra -namente fa tanta gola ai francesi .

PRESIDENTE . Onorevole Baghino, sar àcura della Presidenza sollecitare il Go-verno per una rapida risposta all ' interpel-lanza alla quale ha fatto riferimento .

Annunzio di interrogazioni ,di una interpellanza e di mozioni .

PRESIDENTE. Sono state presentate allaPresidenza interrogazioni, una interpel-lanza e mozioni. Sono pubblicate in allegatoai resoconti della seduta odierna .

Annunzio di risoluzioni .

PRESIDENTE. Sono state presentat ealla Presidenza risoluzioni. Sono pubbli-cate in allegato ai resoconti della sedut aodierna .

Ordine del giorn odella seduta di domani .

PRESIDENTE . Comunico l 'ordine delgiorno della seduta di domani .

Venerdì 30 settembre 1988, alle 9,30 :

Seguito della discussione della propost adi modificazione del regolamento:

Proposta di modificazione dell 'articolo49 (doc. II, n. 16) .

— Relatore: Ciaffi .

La seduta termina alle 19,40.

Ritiro di un documentodel sindacato ispettivo .

Il seguente documento è stato ritirato da lpresentatore: interpellanza Manna n. 2-00386 del 28 settembre 1988.

IL CONSIGLIERE CAPO SERVIZIODEI RESOCONTI

DOTT. CESARE BRUNELL I

L'ESTENSORE DEL PROCESSO VERBALEPROF. TEODOSIO ZOTTA

Licenziato per la composizione e la stamp adal Servizio Resoconti alle 21,45 .

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RISOLUZIONI IN COMMISSIONE ,INTERROGAZIONI, INTERPELLANZA

E MOZIONI ANNUNZIATE

RISOLUZIONI IN COMMISSIONE

La IX Commissione ,

premesso che con decreto ministe-riale del 12 dicembre 1985 del ministrodella marina mercantile sono state so-spese le autorizzazioni alla pesca dellevongole a causa di uno sforzo di pesc aeccessivo rispetto alle risorse catturabili ;

considerato che in questi ultimi annisono aumentate di circa 150 unità le bar-che addette a questo tipo di pesca nono-stante l'esistenza del citato decreto e checontinuano ad essere rilasciate dal Mini-stero autorizzazioni alla pesca delle von-gole con draga manuale a natanti chiara-mente non idonei all'uso di tale attrezz oe quindi ovviamente destinati alla pesc aindustriale meccanizzata ;

visto il clima di forte tensione che s iè creato in diverse marinerie a seguit oproprio di tali improprie autorizzazioni ;

impegna il Governoe per esso il ministro della marina mer-cantile

1) a predispone un piano di settoreche armonizzi lo sforzo di pesca con lerisorse disponibili sulla base dei seguent iprincìpi :

valutazione per regione e compar-timenti delle risorre disponibili ;

diminuzione delle quantità cattu-rabili per barca ;

diminuzione dei giorni e dell'ora -rio di pesca;

ampliamento del periodo di fermoobbligatorio;

incentivazione di forme di ripopo-lamento;

2) a verificare sulla base del pre-detto piano la possibilità di sanare l'at-tuale situazione di conflittualità ;

3) ad esercitare i dovuti controll iperché il Ministero non rilasci autorizza-zioni in contrasto con le norme vigenti eperché le Capitanerie reprimano eventual iabusi .

(7-00190)

« Menzietti, Stefanini, Ridi » .

La XII Commissione

considerato che la regione EmiliaRomagna, con deliberazione n . 2488 del25 maggio 1988 assumeva la decisione dicostituire una Commissione consultivaper la valutazione delle condizioni di si-curezza di determinate attività industrial ia rischio e l'individuazione dei fattori chepotrebbero comportare incidenti rilevanti ;

la istituzione di tale Commissioneveniva motivata dalla presenza nel terri-torio regionale di un numero rilevante d iaziende ad alto rischio (20), e di oltre 21 3a rischio inferiore e dalla necessità d iprocedere ad una attenta valutazione deirapporti di sicurezza redatti dalle aziendestesse nel rispetto delle norme che regola-mentano la tutela del segreto industrialele modalità di informazione alle istitu-zioni e alle popolazioni . La Commissioneavrebbe inoltre lo scopo di stabilire ilgrado di compatibilità di determinate at-tività industriali con l'ambiente circo -stante al fine di garantire la tutela dell asalute delle popolazioni ; .

il Commissario di Governo ha di-chiarato la nullità della delibera adottatadalla Giunta della regione Emilia Roma-gna, ritenendo tale decisione in contrastocon le norme contenute nel decreto de lPresidente della Repubblica 175 del 1988 ;

le competenze delle regioni in mate -ria di programmazione, coordinamento

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per gli interventi di controllo e vigilanz aper la tutela delle popolazioni e dell'am-biente, sono regolamentate dalla 833, de -finite nei Piani Sanitari Regionali ;

è dimostrato come in numeroseaziende ad alto rischio, l'intervento con-tingente in presenza di situazioni già pre-carie non ha impedito la evoluzione intragedie gravi con pesanti conseguenzeper i lavoratori, le popolazioni ed i terri-tori circostanti ;

considerato che la conoscenza dell ereali dimensioni di eventuali fattori d irischio, la puntuale trasparenza, consen-tono di analizzare con la massima rigoro-sità gli impianti, gli eventi possibili chesi possono verificare e la possibilità d idefinire in modo rigoroso piani di emer-genza, modalità di controllo e di vigi-lanza, le compatibilità di determinate la-vorazioni con la tutela della salute dell epopolazioni e del territorio;

la decisione di istituire la citatacommissione consultiva e l'esercizio dell ecitate competenze non sono da riteners iin contrasto con quanto previsto all'arti-colo 16 del decreto del Presidente dell aRepubblica 175 del 1988,

impegna il Governo

ad intervenire per rimuovere gli impedi-menti che hanno ostacolato l'approva-zione della costituzione di una commis-sione volta a consentire la verifica dell econdizioni di sicurezza per le popolazionied il territorio e per la messa a punto dimodalità di informazione e proposte volt ea consentire la piena applicazione del de-creto del Presidente della Repubblican. 175 del 1988 .

(7-00191) «Montanari Fornari, Benevelli, Bo -selli, Bernasconi, Dignani Gri -maldi, Fachin Schiavi, Lo Ca-scio Galante, Mainardi Fava,Pellegatti, Sanna, Tagliabue,Grilli, Serafini Massimo, Cec iBonifazi . Colombini» .

La XIII Commissione ,

considerato che

la campagna bieticola 1988/89 ha ri-messo in evidenza, con maggiore urgenza ,tutti i problemi più gravi ed irrinviabilirelativi alla produzione ed alla trasforma-zione della bietola, con particolare riferi-mento a quelli dell'area meridionale ;

le due questioni essenziali del set-tore bieticolo-saccarifero del Mezzogiorn o- la costituzione della società unica meri-dionale e l'assegnazione del contingent edi zucchero alle industrie medesime -sono rimaste inevase ;

alcuna proposta è stata presentatadal ministro dell'agricoltura al Parla-mento per la revisione del Piano Bieticol oNazionale e per la istituenda nuova so-cietà saccarifera meridionale, benché s ifosse impegnato in tal senso, rispondendoad interrogazioni parlamentari ;

anche con la restituzione al Mezzo-giorno di circa 80 mila quintali di contin-gente zucchero previsti dal decreto mini-steriale del 30 giugno 1988, si è ben lon-tani dall'assegnare alle industrie meridio-nali i 3 .150.000 quintali di zucchero adesse necessari, in base alla superficie d i64 .000 ettari a bietole previste per le areemeridionali ;

l'approssimarsi della scadenza (2 3dicembre 1988) della gestione straordina-ria del Gruppo Saccarifero Veneto (zuc-cherifici del Rendina, dell'Incoronata e diLatina), rende ancora incerta la prospet-tiva di quegli stabilimenti, insieme aquello di Policoro, la cui chiusura caute-lativa è stata decretata dalla Magistra -tura per motivi di inquinamento :

impegna il Governo:

1) a presentare al Parlamento leproposte di riforma del Piano bieticol osaccarifero nazionale, con tutti i riferi-menti ad esso connessi, circa i bacini dicoltivazione, le quote di zucchero, la ri-strutturazione industriale con le relativeed eventuali riconversioni ;

Atti Parlamentari

— 19713 —

Camera dei Deputat i

X LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DEL 29 SETTEMBRE 1988

2) a procedere celermente alla costi-tuzione della Società Unica Meridionale ,quale unico soggetto giuridico di gestionedegli impianti saccariferi dell'Italia meri-dionale continentale ;

3) a prevedere, in caso di necessità ,la proroga temporanea e limitata ne ltempo, della gestione commissariale stra-ordinaria del Gruppo Saccarifero Veneto,

al fine di fornire ai produttori le garanzi eperché possano essere effettuate le futur esemine .

(7-00192) « Brescia, Stefanini, Toma, Bi-nelli, Civita, Cannelonga, Ga-lante, Nardone, Barzanti, La-vorato, Petrocelli, Recchia ,Schettini, Cicerone, Di Pie-tro » .

*

Atti Parlamentari

— 19714 —

Camera dei Deputati

X LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DEL 29 SETTEMBRE 1988

INTERROGAZION I

A RISPOSTA IN COMMISSION E

SOLAROLI . — Al Ministro dell 'interno.— Per sapere – premesso che -

sulla Gazzetta Ufficiale della Repub-blica italiana, n . 145 del 22 giugno 1988 ,è stato pubblicato il decreto del Ministrodell ' interno 16 maggio 1988 di approva-zione del certificato concernente la dimo-strazione da parte dei comuni e delleprovince della copertura minima dei cost idei servizi a domanda individuale perl 'anno 1988, al quale ha fatto seguito unacircolare telegrafica F .L. 22/88 in data 9luglio 1988 ;

dalla lettura del decreto e della cir-colare telegrafica risulta che per le en-trate occorre indicare quelle riscosse nel-l 'anno 1988, mentre per le spese non s iprecisa se trattasi dei pagamenti o degl iimpegni ;

ne risulta pertanto una incertezza diinterpretazione per quanto concerne lespese ;

nel contempo balza evidente l'incon-gruenza esistente tra previsione e consun-tivo. Infatti mentre nel certificato redatt oa corredo del bilancio di previsione l apercentuale di copertura viene determi-nata tenendo conto del bilancio di com-petenza e cioè del rapporto esistente traentrate da accertare e spese da impe-gnare, nel certificato a consuntivo l astessa percentuale deve essere determi-nata tenendo' conto del bilancio di cassa .conseguentemente non è possibile raffron-tare il preventivo con il consuntivo e pe rle entrate vi sarà obbligatoriamente undato carente per difetto in quanto non s ipotranno registrare le tariffe per le pre-stazioni degli ultimi mesi dell'anno, non-ché parte delle stesse in ritardo di paga-mento o dovute per gli aumenti annuali

tariffari o per gli ampliamenti dei serviziesistenti o la istituzione di nuovi ;

si è di fronte quindi ad una certifi-cazione anomala ed inattendibile, m agrave in quanto logicamente produttivadi percentuali di copertura più basse diquelle reali e pertanto tale da creare i lpericolo che scattino le sanzioni punitivese le coperture risultassero più basse aquelle fissate per legge –:

se il ministro non intenda rivederela certificazione riportandola alla compe-tenza sia per le entrate che per le spes eed eventualmente introdurre una certifi-cazione di cassa che però può essere soloaggiuntiva e di sostegno rispetto a quelladi competenza ;

se non ritiene che questa nuova im-postazione non sia da interpretare com enuovo elemento centralistico e purament epunitivo nei confronti di comuni e pro -vince .

(5-00932)

GALANTE, VIOLANTE, CANNE-LONGA, TESTA ENRICO, SANNELLA ,TOMA E BARGONE . — Al Ministro del-l'ambiente. — Per sapere – premesso che

nei giorni 28 e 29 settembre 198 8l'intera città di Manfredonia (FG) insiem econ i sindaci e gli amministratori deicomuni viciniori è scesa in lotta per pro-testare contro l'attracco della nave porta-rifiuti Deep Sea Carrier;

l'amministrazione comunale del cen-tro sipontino si era dichiarata indisponi-bile a ricevere la nave per l'assenza di u nqualsiasi coinvolgimento, per la man-canza di misure di garanzia e per la par-ticolare acutezza della questione ambien-tale che da anni caratterizza Manfredo-nia;

si è venuta a determinare una fortis-sima tensione nell'intera popolazione eduna situazione delicata sotto il profil odell'ordine democratico dagli esiti impre-vedibili ;

il Governo non ha ancora chiaritoquali siano le misure concrete per assicu-

Atti Parlamentari

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Camera dei Deputat i

X LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DEL 29 SETTEMBRE 1988

rare lo smaltimento dei rifiuti della DeepSea Carrier – :

se in conseguenza degli eventi deter-minatisi non ritenga di procedere ad unaurgente riconsiderazione del decreto auto-rizzativo per la città di Manfredonia .

(5-00933 )

BIANCHI BERETTA, MONTANAR IFORNARI, BENEVELLI, BEVILACQUA ,BERNASCONI . — Ai Ministri della sanitàe dell'ambiente. — Per sapere – premessoche

alla OXON di Mezzana Biglia (PV)ha perso la vita in un grave incidente sullavoro l 'operaio Pietro Morani di anni 29addetto alla pulizia di un reattore pe rl ' impianto ;

altri due operai, Giuseppe Boccagl idi 50 anni e Giuseppe Tasca di appen a17 anni, sono rimasti gravemente intossi-cati ;

l'operaio Morani ed i suoi colleghicoinvolti nel gravissimo incidente non ri-sultano alle dipendenze della OXON, m adi una delle piccole imprese che vengonochiamate per lo svolgimento di lavori adalto rischio ;

risulta che la pulitura del reattoredell'impianto, dove vengono mescolate pe-ricolose sostanze chimiche, sia stata effet-tuata senza la benché minima protezioneper i lavoratori addetti ;

la causa del decesso dell'operaio Mo-rani e la grave intossicazione dei suoicolleghi potrebbe essere determinata daavvelenamento da sostanze chimiche ri-maste all'interno dell'impianto stesso ;

la OXON non è inclusa nell eaziende ad alto rischio;

da anni viene denunciato il gravepericolo di inquinamento provocato dallaOXON nella zona, sia attraverso Io sca-rico di rifiuti nel Po, sia con la emission edi nubi di gas che provocano disagi e ser ipericoli per la salute delle popolazionidelle zone circostanti – :

se sono stati avviati i necessari ac-certamenti per verificare le cause e le

responsabilità del grave incidente sul la-voro; per verificare lo stato dei servizi edelle azioni di protezione per i lavoratoripresenti alla OXON ;

se la regione Lombardia ha pro-mosso le verifiche e le azioni necessarieper la inclusione della OXON tra leaziende ad alto rischio;

se sia assoggettata alla normativaprevista in attuazione del decreto del Pre-sidente della Repubblica 175/88 relativaai rischi di incidenti rilevanti conness icon determinate attività industriali ;

quali azioni si intendono promuo-vere per impedire forme di appalto e sub -appalto che non prevedono, tra lo altro ,la benché minima protezione per i lavo-ratori addetti .

(5-00934 )

FINOCCHIARO FIDELBO, QUERCINI ,LUCENTI, GHEZZI, DIAZ ; BALBO, MI-GLIASSO, FRANCESE, CIMA, ARTIOLI ,BREDA E CAPPIELLO . — Ai Ministri dellepartecipazioni statali e del lavoro e previ-denza sociale. — Per sapere – premessoche

negli stabilimenti del Gruppo SGS /Thomson, a partecipazione statale, datempo si sono instaurate pessime rela-zioni sindacali, caratterizzate dalla pre-tesa del Gruppo di imporre scelte ed ac-cordi sotto la costante minaccia di trasfe-rire produzioni in altre nazioni ;

nel gruppo si assiste da anni ad unadiminuzione degli addetti che coinvolgespecialmente le donne e si prevede un aulteriore sottrazione di 500 unità ne iprossimi anni, di cui circa 100 a Catania ;

in tale quadro si è realizzato unaccordo separato a Catania tra CISL-UIL-CISNAL e SGS/Thomson ;

tale accordo prevede l'istituzione d iun ciclo continuo di produzione (40 or esettimanali su quattro squadre) con con-seguente istituzione di turni notturni efestivi, in costanza della cassa integra-zione per 500 lavoratori, che coinvolgon otutti gli addetti ;

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— 19716 —

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X LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DEL 29 SETTEMBRE 1988

tale accordo oneroso per tutti ì lavo-ratori diventa praticamente insostenibileper le donne, impossibilitate a reggere ' alungo in queste condizioni, il doppio la-voro che le inchioda dentro la fabbrica edentro la casa – :

quali iniziative i Ministri interrogat iritengono opportuno intraprendere, nell eloro rispettive competenze, atte a :

1) accertare se sussistono le condi-zioni reali per attivare le procedure d ideroga delle misure previste dalla legg e903, previa verifica delle intese sindacal iconseguenti a sostegno della turnazionelavorativa ;

2) superare l 'accordo separato rea-lizzato nello stabilimento di Catania, par-ticolarmente grave in un gruppo a parte-cipazione statale, nella misura in cui nonrappresenta il nuovo modello di relazion isindacali dell'Intersind ;

3) recuperare corrette relazion icon tutto il movimento sindacale specienel settore delle produzioni ad alta tecno-logia che ha bisogno, per la sfida chesostiene a livelli internazionali, del con -senso di tutti i lavoratori possibile solo i nun quadro di civiltà delle condizioni d ilavoro e compatibilità del tempo in fab-brica con i tempi della più generale orga-nizzazione sociale .

(5-00935 )

SANNA, MACCIOTTA, BIANCHI BE-RETTA, BEVILACQUA, CORDATI RO-SATA, MASINI, CHERCHI E DIAZ . — AlMinistro della pubblica istruzione . — Persapere – premesso che:

l 'avvio dell 'anno scolastico 1988 -1989 registra nella città e nella provinci adi Cagliari una ingiustificata soppression edi 27 prime classi nelle scuole secondari edi primo grado nonostante il numero de -gli alunni iscritti nella provincia sia di-minuito di soli 33 alunni (si passa infatt ida 15 .083 a 15 .050) e di altre 19 secondee terze classi, arrivando ad un tagliocomplessivo di 46 classi ;

le soppressioni di classi avvengonoin talune situazioni nonostante il numerodi alunni iscritti risulti superiore a quelloprevisto e comunque in presenza di unalto numero di abbandoni scolastici e d iripetenze ;

si procede alla soppressione di se-conde e terze classi a tempo normale ,senza nessuna considerazione per le esi-genze di continuità didattica e col rischioche vengano bloccate le già limitate espe-rienze di tempo continuato, in una pro-vincia che registra alti indici di mortalitàscolastica e che per questa ragione èstata iscritta tra le « aree a rischio » ;

il dimezzamento dell'organico all a« Spano » di Cagliari comporterà quas icertamente l'interruzione dell'unico pro-getto avviato nella provincia di sperimen-tazione di lingue incrociate ;

in alcuni istituti di scuola seconda -ria di secondo grado, come il commer-ciale « Leonardo » e il geometri « Baca-redda » di Cagliari la carenza di aule hacostretto all'istituzione dei doppi e tripl iturni, e come nel caso del « Bacaredda »si prospetta l 'incubo delle lezioni a giorn ialterni per l'impossibilità ad istituirvi itripli turni in quanto l ' istituto ospita an-che i corsi serali ;

considerato altresì che le stesse pro-poste di programmazione e di uso dell estrutture di edilizia scolastica e di distri-buzione degli alunni avanzate dagli entilocali e dalle organizzazioni sindacali nonsono state tenute nella dovuta considera-zione da parte dell'Amministrazione sco-lastica, venendo così a mancare l 'oppor-tuno e necessario rapporto di collabora-zione – :

quali sono i motivi che ritardanol'utilizzo reale dei finanziamenti previst iper l'edilizia scolastica ;

quali sono le ragioni che hanno in-dotto gli organi competenti dell'Ammini-strazione scolastica ad adottare un pianodi programmazione del tutto diversodalle proposte avanzate dagli enti locali edalle organizzazioni sindacali ;

Atti Parlamentari

— 19717 —

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X LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DEL 29 SETTEMBRE 198 8

quali interventi ritiene di dover met-tere in atto per rispondere all'esigenza d iqualificazione della scuola media inferioree superiore, oggi disattesa anche con lasoppressione e l'accorpamento delle classi ;

quali interventi intende adottare pe rsuperare rapidamente una insostenibilesituazione di disagio provocata dal man-tenimento dei doppi e tripli turni in nu-merosi istituti ;

come intende intervenire perché l aregione e gli enti locali siano messi nell acondizione di intervenire per l'istituzionedi nuove scuole, anche in relazione alfatto che il 30 per cento degli studentidebbono trasferirsi dal territorio dell aprovincia nella città per frequentare l ascuola media superiore e che questo ac-centuato pendolarismo è fonte di gravis-simi disagi .

(5-00936)

k

Atti Parlamentari

- 19718 —

Camera dei Deputat i

X LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DEL 29 SETTEMBRE 198 8

INTERROGAZION I

A RISPOSTA SCRITT A

MOTETTA. — Al Ministro dei lavoripubblici. — Per sapere – premesso che

il comune di Macugnaga (Novara )fonda la propria economia preminente-mente sulla attività turistica ;

pertanto fondamentali sono i colle-gamenti viari con il fondovalle ;

collegamenti spesso precari a causadi slavine e valanghe che in inverno-pri-mavera rendono grave danno all'interacollettività sia sul piano economico siasul piano sociale dovendo subire veri epropri isolamenti per periodi insopporta-bili – :

se non si intenda ovviare a tal egrave situazione approntando un parava-langhe da tempo promesso e mai rea-lizzato in località Pestarena sul Ri oOvena. In questo senso va data assolut aprecedenza nei programmi dell 'ANAS aopere che oltre a garantire il collega-mento di Macugnaga in piena sicurezza eper tutti i periodi dell'anno aiutino acreare condizioni per impedire il dissen-nato spopolamento della montagna do-vuto a politiche sorde ai bisogni di quellepopolazioni .

(4-08656)

GARAVINI E BELLOCCHIO . — Ai Mi-nistri dell'interno e dell'ambiente. — Persapere se il Governo è a conoscenza – equali misure intende assumere in propo-sito – della grave situazione ambientaledeterminatasi nel territorio dei comuni d iQualiano (NA) e Parete (CE), , a caus adella presenza di discariche di rifiuti ur-bani e chimici, né gestite con criteri eco -logici, né provviste di adeguate autorizza-zioni . Queste discariche occupano un'areavasta in località « tre ponti » nel comunedi Oualiano . ed emettono esalazioni av-

vertite negli abitati dei comuni indicati ;tra l'altro vi si bruciano a cielo apertorifiuti urbani .

Inoltre le infiltrazioni delle discarich enel terreno, insieme alie esalazioni mefiti-che, hanno un effetto negativo sulla eco-nomia del territorio circostante, prevalen-temente agricola, con un elevato livelloqualitativo di prodotto. Tale effetto no-civo è risultato anche da un episodio illu-minante: un carico di mele « annurche »è stato rifiutato dalla Germania occiden-tale perché risultava inquinato da un ele-vato tasso di diossina ; la certificazionedel fatto fu. a suo tempo inviata al co-mune di Parete.

Le reazioni della popolazione a questifatti negativi sono probabilmente frenateda quelle preoccupazioni che caratteriz-zano aree come queste, dove si danno perscontate forza e influenza di strutturemafiose. E quindi sono indispensabili lemisure correttive di competenza del Go-verno .

(4-08657)

TADDEI E SERRA. — Al Ministro degliaffari esteri. — Per sapere – premesso che

in Cisgiordania e nella striscia diGaza il popolo palestinese sta vivendo i ncondizioni drammatiche, non giustificabil inemmeno con la situazione di occupa-zione militare ;

il popolo palestinese sta conducendouna lotta non armata per ottenere il rico-noscimento del diritto alla autodetermi-nazione ed alla costituzione di uno StatoPalestinese ;

lo stato di Israele sta compiendo ne iconfronti della popolazione palestineseatti che colpiscono individualmente e col-lettivamente i più elementari diritt iumani : vita, salute, diritto alla difesa incaso di accusa ;

da parte dello stato di Israele ven-gono inflitti ordini di espulsione con sem-pre maggior frequenza;

le condizioni inumane delle carceriper i prigionieri politici sono ormai notea tutto il mondo ;

Atti Parlamentari

- 19719 —

Camera dei Deputat i

X LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DEL 29 SETTEMBRE 1988

il presidente della lega israelian aper i diritti dell'uomo ha pubblicamentedenunciato le condizioni del campo di de-tenzione di Hansar 3 ;

il Parlamento Israeliano ha deciso diaprire una formale inchiesta sulla ucci-sione di due detenuti avvenuta in Hansa r3, il 16 agosto scorso ;

contro i dimostranti e i cittadinivengono usati, sia in luoghi aperti cheall'interno dei campi dei rifugiati e nell ecase, gas lacrimogeni tossici assimilabil iad armi chimiche, non ammessi dagli - ac-cordi internazionali ;

tali gas provocano intossicazione omorte nei luoghi chiusi e senso di soffo-camento e perdita di coscienza in luoghiaperti ;

le condizioni e le azioni sopra ri-chiamate sono state riscontrate personal-mente dalla parlamentari presenti al mee-ting per la Pace fra donne italiane, pale-stinesi e israeliane svoltosi a Gerusa-lemme nei giorni 26 e 27 agosto 1988 ;

durante il loro soggiorno le parla-mentari hanno aderito all'iniziativa d idonne palestinesi, parenti di prigionier iin Hansar 3, che intendevano manifestaredavanti al carcere per chiedere l'autoriz-zazione di visitare i loro congiunti e l achiusura del carcere speciale ;

la delegazione è stata bloccata in u nvillaggio dove è situato il carcere di Dar-hiha ed ha svolto una pacifica ed improv-visata manifestazione di fronte al carcerestesso ;

la manifestazione è stata sciolta co ngas lacrimogeni che hanno provocato sof-focamento e perdita di conoscenza ad al -cune donne palestinesi e italiane ;

il Governo di Israele ha accettatol 'applicazione della IV Convenzione di Gi-nevra ;

il Governo italiano che ha sotto-scritto la IV Convenzione di Ginevra ètenuto ad applicarla ed a verificare l asua applicazione da parte degli altri Stat iconcordatari

quali iniziative il Governo italian ointende prendere per verificare l'applica-

zione da parte del Governo di Israel edelle direttive della IV Convenzione diGinevra ;

quali iniziative intende prendere peril rispetto dei diritti umani e la sopravvi-venza del popolo palestinese ;

se intende farsi promotore a livell oeuropeo e dell 'ONU di una proposta perla presenza di osservatori nello stato diIsraele e nei territori occupati ;

se intende prendere immediata posi-zione contro l'uso dei gas lacrimogenitossici da parte dell'esercito israeliano .

(4-08658)

POLVERARI . — Al Ministro dell' in-terno. — Per sapere, premesso che l aGiunta Municipale di Inverigo (CO), conatto arbitrario, esautorando il consigli ocomunale, ha promosso un referendum de-liberando in un primo momento il 1 2settembre 1988, poi revocando su richie-sta del CO.RE .CO. di Como; successiva-mente il 19 settembre 1988 cambiando i nquest'ultima deliberazione la denomina-zione referendum in « Sondaggio popo-lare », da svolgersi il 25 settembre 1988 ,questo solamente quattro giorni dopo lapubblicazione della delibera, che tra l'al-tro non indicava la data di svolgiment odel « sondaggio popolare »

se siano stati usati mezzi conformialla legislazione ed alle norme vigenti i nmateria ;

inoltre se è nei poteri della Giunt aMunicipale utilizzare personale comunalenello svolgimento delle operazioni ;

per ultimo se il ministro dell ' internosia già a conoscenza dei fatti soprade-scritti, compreso che i consiglieri di mi-noranza si sono dimessi informando i lprefetto della provincia di Como, e qual imisure intende adottare per ripristinarela normalità democratica nel comune diInverigo .

(4-08659)

PIRO . — Al Ministro della pubblic aistruzione . — Per sapere – premesso che

Atti Parlamentari

— 19720 —

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X LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DEL 29 SETTEMBRE 1988

secondo notizie apparse su alcuni quoti-diani nazionali un bambino handicap-pato, affetto da sindrome di Down, Paol oVenturini di 10 anni iscritto alla class eIV B delle scuole elementari « Ardigo » diPadova, è rimasto il solo alunno frequen-tante. I suoi nove compagni sono rimastia casa e i loro genitori li hanno trasferit iin un'altra classe –:

per sapere come si sono svolti i fatt iin oggetto e quali provvedimenti intendeassumere affinché l 'anno scolastico perPaolo e i suoi compagni abbia un rego-lare svolgimento.

(4-08660)

RAUTI E MATTEOLI . — Al Presidentedel Consiglio dei ministri. — Per sapere see a conoscenza della vivacissima pole-mica in corso a Firenze sul problemadelle « scelte discrezionali » del Comune epiù precisamente della Giunta comunal ein materia di studi, progetti e consulenzeesterne. « Negli ultimi quattro anni –scrive Paolo De Anna su La Nazione diFirenze del 16 settembre scorso in u narticolo di fondo – Palazzo Vecchio h aspeso più di 16 miliardi e mezzo perstudi e progetti (molti dei quali sono ri-masti e rimarranno nel cassetto dei so-gni) affidati a professionisti esterni al -l'Amministrazione » . Si tratta di archi-tetti, , ingegneri, avvocati, commercialisti egiornalisti – prosegue l 'editoriale - ; sitratta di un centinaio di persone che, inmedia, hanno dunque ricevuto « 150 mi-lioni a testa » . Ora, c'è il fatto che « l agiunta comunale assegna gli incarichi vio-lando un regolamento approvato alla una-nimità dal Consiglio Comunale » . E cosìsi argomenta e documenta al riguardo :« Nelle delibere di giunta, sulla cui legit-timità si possono avanzare seri dubbi, s ilegge : « Preso atto della delibera 1162/1200 del del 19 marzo 1985 del consigli ocomunale per l'affidamento degli incari-chi professionali ma considerato che lastessa non è mai stata concretamente at-tivata la giunta delibera di affi-dare . . .» . Come dire: visto che non ho ma itenuto conto della volontà del Consiglio

comunale, continuo a fare come voglio » .Come vengono affidati questi incarichi, s ichiede, ancora, l'articolista de La Na-zione ? E perché, spesso, alle stesse per-sone ? Cosa pensano gli Ordini professio-nali ? Chi garantisce che l 'amministra-zione sia imparziale e rifugga, pur nellaricorrenza degli incarichi, da abitualit àclientelari ? Perché i professionisti no nvengono scelti in modo rotativo per esclu-dere ogni possibile forma di lottizza-zione ? C 'è una relazione tra l 'orienta-mento politico dei professionisti e l'attri-buzione di incarichi tanto onerosi ? St adi fatto che, al momento, solo 3 Assesso-rati su 15 hanno proceduto alla istitu-zione dell'« albo di disponibilità » previ -sto dal Regolamento comunale, con il re-lativo elenco nominativo annuale di pro-fessionisti . C'è una vera e propria « lotte -ria degli incarichi » dunque; e vi sono« nomi che ricorrono » fra quanti hannoquegli incarichi ; sicché « ogni Assessoresembra avere i suoi consulenti di fidu-cia » . L'interrogante legge : Il 1988 si aprecon la delibera 603, che affida all'archi-tetto Francesco Re uno studio sul tra-sporto pubblico per 177 milioni . Allostesso Re (e ad un altro professionista, S .Pascucci) nell'87 era stato affidato lo stu-dio sulla mobilità per l'area Novoli-Ca-stello per 240 milioni nonché numeros ialtri incarichi di consulenza dell'Ufficiotraffico fin del dicembre 1979 . Semprenell'88 è stato affidato all'architetto Ste-fano Chieffi (36 milioni) il progetto diriuso della birreria Peroni, lo stesso pro-fessionista che nell'87 aveva avuto l ' inca-rico per l 'impianto sportivo di viale Righi(10 milioni), per un centro di cultura esport alle Pavoniere (248 milioni), per unmuseo dello sport a Coverciano (6 milio-ni). Altro architetto molto richiesto èWalter Natali : nell'87 gli è stato commis-sionato il progetto delle tribune dello sta -dio di baseball, nell'86 la planimetria de lpatrimonio non abitativo del Comune (1 5milioni), negli anni precedenti il collaudodei restauri a porte, mure e torri, il col-laudo all 'arcone di piazza della Repub-blica, la direzione lavori del complessosportivo di San Marcellino (141 milioni) e

Atti Parlamentari

— 19721 —

Camera dei Deputati

X LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DEL 29 SETTEMBRE 1988

la direzione lavori delle « cupoline » diNovoli (110 milioni). E ancora, si legge :Tra i tanti incarichi spiccano quelli affi-dati agli architetti Bove e Breschi per l ecase minime di via Dei (52 milioni) ,Dezzi Bardeschi per il recupero del giar-dino dell'Orticoltura (29 milioni), Grassel-lini per un centro sportivo a Soffian o(139 milioni), Ferrara per il verde pub-blico alle Piagge (21 milioni) e le , grandiCascine (566 milioni), Toraldo di Franciaper lo arredo di piazza della Stazione(50). I piani particolareggiati di Novoli eCastello sono stati affidati all'architett oZevi (97 milioni) e all'avvocato Predier iper la parte giuridica (96 milioni), i No p(nulla osta prevenzione incendi) degli im-pianti sportivi agli architetti e ingegneriCampa (95 milioni), Nencini (61), Client i(86), Lupi (84), mentre i Nop per l escuole a 42 diversi professionisti a cia-scuno dei quali il Comune ha pagato 36milioni e 816 mila lire. I Nop per gl iedifici monumentali sono costati altri 32 5milioni . Nell'elenco, ancora lunghissimo –conclude La Nazione in un altro articolodedicato alla sconcertante vicenda – s ievidenziano i lavori affidati a De Sancti se Pagano (ex ingegnere capo del Comune )per l'emissario in riva destra (un mi-liardo e 967 milioni), a Gregotti (238 mi-lioni) per il centro di arte contemporane aa Rifredi, a Caroti e Santucci (un mi-liardo e 211 milioni) per il progetto deltratto Bagnese-Certosa della tangenziale ,a Gamberini (397 milioni) per il riordinodello stadio comunale, a Papi e Sacchi(174) per il museo Merini a San Pancra-zio .

Per conoscere, dunque, tutto ciò pre-messo :

a) se e come si intende intervenir eper far cessare questo stato di evident eillegalità ;

b) quali sono i « consulenti » estern iutilizzati negli ultimi quattro anni dall aGiunta Comunale di Firenze e quali com-pensi hanno percepito ; c) quali sono, tra i« progetti » redatti, quelli effettivament erealizzati e quali invece quelli rimast i« nel cassetto dei sogni » . (4-08661)

VESCE, MELLINI, AGLIETTA E CAL-DERISI. — Al Ministro di grazia e giusti -

zia. — Per sapere – premesso che

Luigi Conte di 32 anni si è impic-cato in una cella delle camere di sicu-rezza della questura di Torino ;

il Conte era conosciuto come tgFsico-dipendente da molti anni dalla questur adi Torino ed il suo cadavere è stato ritro-vato . soltanto al mattino quando gl iagenti erano , andati a prelevarlo per con-durlo in carcere –:

per quale motivo Luigi Conte nonera stato trasferito in carcere subito dopola condanna inflittagli dal pretore e pe rquale motivo non era sottoposto al neces-sario controllo essendo lo stesso cono-sciuto come tossicodipendente e quind ioggettivamente un soggetto a rischio .

(4-08662)

GRIPPO . — Al Ministro degli affari

esteri . — Per sapere – premesso ch e

da notizia di stampa da ritenere ve-ritiera si apprende dell'uso massiccio d iarmi chimiche da parte dell'esercito del-l'Irak contro i ribelli curdi ;

in tal modo è stata colpita indiscri-minatamente la popolazione civile per cu iil termine genocidio può ritenersi appro-priato alle circostanze ;

il Senato degli Stati Uniti d 'Americaper tale fatto ha votato alla unanimitàsanzioni nei confronti dell'Irak

quali passi il ministro interrogatointende compiere, sia a livello nazional eche comunitario, nei confronti del Go-verno irakeno per far cessare l'uso de igas tossici contro la popolazione curda .

(4-08663 )

TATARELLA . — Al Ministro dell 'am-

biente . — Per conoscere le iniziative cheintende prendere presso l'amministrazion eprovinciale di Bari per evitare che il pro-getto di difesa e di salvaguardia del Pulodi Molfetta (Bari) tuteli solo la natura

Atti Parlamentari

— 19722 —

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X LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DEL 29 SETTEMBRE 1988

archeologica e ambientale del Pulo e nonla flora e la fauna .

In merito il professor Francesco Mac-chia, direttore dell'Orto Botanico dell'Uni-versità di Bari, ha sostenuto la necessit àdella conservazione e salvaguardia d itutte le piante spontanee del Pulo, pe rl'importanza che esse hanno ai fini del -l'ambiente naturale, perché unico patri-monio biologico indispensabile per la co-noscenza e lo studio delle relazioni esi-stenti tra piante, clima e suolo. (4-08664)

TATARELLA . — Al Ministro della pub-blica istruzione. — Per sapere le azion iintraprese dopo l'esposto inviato al mini-stro della pubblica istruzione dal perso-nale docente ed A.T.A. riguardante lascuola « Kolbe » di Molfetta (Bari) e se ,alla luce della gravità della denunzia ,non intende disporre un'ispezione mini-steriale in merito.

Si fa presente infatti che, dopo ilprovvedimento del Ministero della pub-blica istruzione n . 16694 del 21 giugno1988, i presidi delle scuole medie di MoI -fetta hanno attuato un vero e propri osabotaggio del provvedimento, minuziosa-mente descritto nel citato esposto .

Il sabotaggio attuale, utilizzando le di-chiarazioni rese prima dell'annullamentoper illegittimità della chiusura dellascuola « Kolbe », mira a creare le condi-zioni per far disporre nel prossimo annola chiusura della scuola .

(4-08665 )

ARNABOLDI E CIPRIANI. — Al Presi-dente del Consiglio dei ministri e al Mini-stro delle partecipazioni statati. — Per sa-pere – premesso ch e

1) da martedì 20 settembre 1988 l 'u-scita del quotidiano milanese Il Giorno èbloccata da una vertenza dei giornalistiapertasi in seguito alla decisione unilate-rale dell'editore di procedere alla ridu-zione dell'organico mediante pensiona -mento simultaneo di tredici giornalisti ;

2) il presidente dell 'ordine, e il se-gretario della federazione della stampa

con una delegazione del Comitato di re-dazione de Il Giorno hanno fatto presentela gravità della situazione allo stesso Pre-sidente della Camera in un incontro avve-nuto il 28 settembre;

3) il 4 ottobre davanti al pretore d iMilano ci sarà una causa per il compor-tamento antisindacale della proprietà ;

4) le scelte di risanamento e di ri-lancio del giornale da parte della pro-prietà si sono esplicitate essenzialment enel ridimensionamento forzato di giorna-listi ;

5) tale situazione si verifica in unmomento particolarmente delicato ne lmondo dell'informazione e coinvolg euna testata di proprietà di un ente pub-blico –:

quali iniziative si intendono assu-mere affinché i dirigenti dell'ENI dianoconto del loro operato e propongano unpiano di risanamento della testata ch enon si risolva soltanto in un attacco al -l 'occupazione .

(4-08666 )

STAITI DI CUDDIA DELLE CHIUSE,MENNITTI E MATTEOLI . — Ai Ministridell'industria, commercio e artigianato edelle partecipazioni statali. — Per sapere –premesso che

la società Emerson elettronica, tito-lare del marchio di televisori Emerson, èstata rilevata dalla società Ultravox ,azienda a partecipazione REL, per la ci -fra di 600 milioni ;

tale acquisizione si è svolta attra-verso i meccanismi della legge n . 63 del1983 ;

tale acquisizione prevede, attraversola REL, finanziamenti alla Ultravox, maanche il carico dei dipendenti, da riassu-mere in 36 mesi ;

questa clausola è stata aggirata conun disinvolto accordo siglato da CGIL-CISL-UIL, con il risultato di vedere licen-ziato tutto il personale (350 unità) de idue stabilimenti di Firenze e Siena ;

Atti Parlamentari

— 19723 —

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X LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DEL 29 SETTEMBRE 1988

prima di siglare l'accordo di venditacon la Ultravox, il concordato preventiv oaveva ricevuto varie offerte da parte dialtre società del settore ;

in particolare, una avanzata dall aVerbania motori in data 29 settembr e1987, prevedeva l 'acquisizione del mar-chio Emerson, dei macchinari e impiantidi Firenze e la riassunzione degli opera iin CIG già dipendenti presso lo stabili -mento di Cupolina (FI) ;

i dipendenti della Emerson hannodato la loro disponibilità a pagare di pro-pria tasca la differenza (100 milioni) tral'offerta Ultravox e quella della Verbania ;

la soluzione adottata rischia di ag-gravare la situazione economica dellaREL senza consentire un reimpiego dell eforze produttive della Emerson – :

quali iniziative intendano prenderealla luce delle contestazioni mosse dal -l'accordo da importanti componenti sin-dacali, della petizione presentata dal Si-gnor Franco Quinti da Foiano dell aChiana (FI) ed assegnata alla X Commis-sione permanente della Camera dei depu-tati ;

se non sia il caso di rivedere l 'ac-cordo con la Ultravox che non favorisceminimamente il rilancio produttivo de lmarchio Emerson e chiude ogni possibi-lità alla riassunzione del personale ;

infine, quali iniziative concrete in-tendano assumere perché la soluzioneadottata salvaguardi comunque le duerealtà produttive toscane e soprattuttosgombri il campo dal sospetto di discri-minazioni operate dal Monte dei Pasch idi Siena che garantirebbe 30 milioni pe rogni dipendente assunto dalla Ultravoxnella provincia di Siena .

(4-08667 )

PALMIERI, MOTETTA E POLIDORI .— Ai Ministri della sanità, del turismo espettacolo e dell'interno . — Per sapere –premesso che

il 27 settembre 1988 scorso è mortoa Novara, durante una gara sportiva di

hockey, il ventiquattrenne Stefano DalLago di Trissino, provincia di Vicenza ,sceso in campo nonostante che nel feb-braio scorso gli fosse stato riscontrato ,sembra, un difetto cardiaco – :

quali sono state le valutazioni circala idoneità del giovane a svolgere cos ìimpegnative e stressanti competizioni ;

se non si intende assumere iniziativ eper accertare eventuali responsabilità e s esi intende assumere provvedimenti ond eevitare il ripetersi di analoghi luttuos ieventi .

(4-08668)

FOLENA, NAPPI, BEVILACQUA, OR-LANDI, BASSANINI, PRANDINI E

CRIPPA. — Al Ministro degli affari esteri .— Per sapere se il Governo italiano sia aconoscenza della vicenda della cittadinacilena Karin Eitel Villar che, arrestatadalla polizia politica (CNI) il 2 novembre1987, è stata trattenuta per 34 giorni i nstato di « incomunicazione » (senza alcuncontatto con i familiari, con il difensore ,e persino con i magistrati civili), per es-sere poi mostrata nel corso di un tele-giornale dove – portando gli evidenti se-gni delle torture subite – si autoaccusav apubblicamente, « confessando » di averpartecipato alle attività armate del« Frente patriotico Manuel Rodriguez » ,ed accusando di complicità il suo stess olegale .

Per sapere, pertanto, se il Governo ita-liano intenda muovere le opportune ini-ziative presso le autorità cilene affinché aKarin Eitel Villar – che è tuttora mante-nuta in regime di isolamento, mentre per -dura l'istruttoria segreta del procuratoremilitare Torres Silva – siano garantit econdizioni di detenzione civili e umane esia assicurato un processo rapido, pub-blico, con piene garanzie per la difesa econ la presenza di osservatori internazio-nali .

(4-08669 )

MAMMONE, SAPIO E ROMANI . — AlMinistro delle finanze . — Per sapere – pre-messo che

nel comune di Anagni ha sede, dacirca 30 anni, un ufficio distrettuale delle

Atti Parlamentari

— 19724 —

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imposte dirette a cui fanno capo 6 co-muni del circondario (Paliano, Piglio, Ser-rone, Acuto, Sgurgola, Anagni) e in cuiattualmente lavorano diciotto impie-gati – :

se corrisponde al vero la notizia diuna imminente soppressione dell'ufficiostesso ;

quali sono le motivazioni che hann odeterminato tale eventuale decisione ;

come si intende far fronte al gravedisagio che la chiusura dell'ufficio inevi-tabilmente comporterà per i 40 .000 utentidella zona .

(4-08670 )

BELLOCCHIO E RIDI. — Ai Ministridei trasporti e delle finanze . — Per cono-scere lo stato dei lavori della specialecommissione per l'individuazione dei benigià di pertinenza della disciolta AziendaFerrovie dello Stato fra il Demanio dell oStato e l ' istituito Ente delle Ferrovie econsiderato che sono trascorsi più di dueanni dalla costituzione della commis-sione; i nominativi dei membri di talecommissione e il compenso che viene lor oerogato.

(4-08671 )

PELLEGATTA. — Al Ministro dellapubblica istruzione. — Per conoscere sel'istituto professionale – scuola coordinat aalberghiera e la scuola media Ernes tPage, ambedue operanti in Saint Vincen t– Valle d'Aosta, sono da considerare atutti gli effetti – anche ai fini dell 'attribu-zione degli aumenti biennali del tratta -mento economico – scuole statali ;

nel caso positivo si chiede di cono-scere i motivi che hanno indotto il prov-veditorato agli studi di Catania a negar eal professor Mandalà padre Carmelo, ibenefici economici derivantigli dall'ave rprestato servizio in quegli istituti ne lcorso degli anni scolastici dal 1972-73 a l1977-78, quale insegnante di religione.

(4-08672)

PIRO. — A Ministro dei lavori pubblici .— Per sapere quali siano le ragioni che ,ormai da anni, impediscono il completa -mento della Superstrada E/7 tra Cesena eRoma .

(4-08673 )

FACCIO, AGLIETTA, VESCE E ZEVI .— Al Ministro per i beni culturali e am-bientali. — Per sapere – premesso ch e

a Vibo Valentia Marina, in localit àBivona, nell'area circostante il castell oangioino-aragonese sono stati di recenterinvenuti reperti archeologici di notevol evalore storico ;

anche alla luce di queste scoperte ,la sovrintendenza archeologica di Vib oValentia ritiene l'area di insediamento de lcastello zona archeologica ;

esistono invece progetti di trasfor-mazione dell'area in un sistema di strad ee parcheggi e di insediamento di piccol eimprese funzionale al Consorzio per losviluppo industriale di Vibo Valentia – :

1) se sia davvero in discussione l'in-toccabilità e l'integrità dell'area suddetta ;

2) se il ministro non abbia già pres ogli opportuni provvedimenti affinché si aprecluso ogni progetto urbanistico e indu-striale in quell 'area .

(4-08674)

TRABACCHINI . — Ai Ministri dellapubblica istruzione e per il coordinamentodelle iniziative per la ricerca scientifica etecnologica. — Per sapere – premesso che

l'« Università della Tuscia » di Vi-terbo è ormai una realtà viva da molt ianni e conosce un positivo sviluppo cultu-rale e didattico ;

a fonte di tale sviluppo non vi èalcun servizio serio che garantisce il real ediritto allo studio degli studenti ;

1'IDISU di Viterbo è ridotto ad unasorta di « ente inutile » che non riesce aspendere nemmeno una lira dei soldi di-sponibili per gli alloggi, le mense ed altriservizi urgenti e necessari ;

Atti Parlamentari

— 19725 —

Camera dei Deputat i

X LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DEL 29 SETTEMBRE 1988

la regione Lazio, come sue compe-tenze, deve addirittura ancora insediare irappresentanti degli studenti e dei do-centi eletti nel consiglio di amministra-zione dell'IDISU fin dal lontano 30 marz o1987 – :

se non si ritenga di intervenire contutti gli strumenti a disposizione pressola Giunta regionale del Lazio per obbli-garla a rendere operante e completo i lconsiglio di amministrazione dell'IDISUdi Viterbo ;

che cosa intendono fare i suddett iministri per fare in modo che agli stu-denti dell'Università della Tuscia sianogarantiti gli elementari diritti allo studio ;

quali misure straordinarie si inten-dono predisporre qualora persistesse l'im-mobilismo e l ' inutilità di un ente fonda -mentale per la crescita dell 'Università vi-terbese come l ' IDISU .

(4-08675 )

BORDON E PEDRAllI CIPOLLA . —Al Ministro di grazia e giustizia . — Persapere – premesso ch e

il nuovo codice di procedura penale ,recentemente firmato è in procinto di en-trare in vigore ;

è oramai prossima una revisione ge-nerale degli organici e delle circoscrizion igiudiziarie, e che in quella sede si potr àpiù compiutamente valutare ogni esi-genza ;

sono stati soppressi, con decreto de lPresidente della Repubblica, nella piant aorganica del tribunale di Trieste, i post idi un pretore e di un sostituto procura-tore della Repubblica ;

in tal modo viene a peggiorare ulte-riormente nel campo della giustizia aTrieste una situazione già molto precaria ,e che ha potuto reggere sin qui soltantograzie alla buona volontà e al contributodei magistrati e del personale – :

se non intenda assumere iniziativ eper la revoca del provvedimento in attesa

di quella revisione generale più sopra de -scritta .

(4-08676 )

CAPACCI . — Al Ministro del tesoro . —Per conoscere l'opinione del ministro i nmerito alla obbligatorietà di proceduranotarile per gli enti istituzionali e territo-riali che richiedono la concessione deimutui all 'Istituto per il Credito Sportivo .I costi di tale procedura notarile gravan osignificativamente sui bilanci degli entistessi a volte in modo insopportabile, so-prattutto per le realtà medie e piccole .

L'interrogante chiede se non si riteng aopportuno arrivare ad una modifica ditali procedure considerato, per quanto ri-sulta, che l 'Istituto per il Credito Spor-tivo è paragonato per le sue caratteristi -che e dipendenze alla Cassa DD .PP. e allaDirezione Generale degli Istituti di Previ-denza del Ministero del tesoro . Le proce-dure di concessione di mutui da parte d iquesti ultimi vengono rilasciati con l esole deleghe di pagamento (senza alcun aspesa a carico dei comuni), in quantosono redatte in carta semplice e per es-sere efficaci è necessaria la sola notific aai rispettivi tesorieri .

(4-08677)

ORCIARI, MACCHERONI, D 'AMATOCARLO, CRISTONI, BUFFONI, MAllA ,PRINCIPE, FIANDROTTI E MASTROGIA -COMO. — Al Ministro delle finanze. — Perconoscere – premesso che

da tempo è stata riconosciuta da lGoverno e dalle competenti Commission idel Parlamento la esigenza di ridurrel'IVA sulle calzature, attualmente al 1 8per cento, e di omogeneizzarla con quelladegli altri generi di abbigliamento, vist ala ingiustificata differenziazione, essend oper questi ultimi al 9 per cento ;

in più occasioni e di recente in sededi discussione della legge finanziaria '88 ,nelle Commissioni finanze di entrambi irami del Parlamento il rappresentante de lGoverno ha assunto formale impegno ariesaminare con un provvedimento riequi-libratore la intera materia ;

Atti Parlamentari

- 19726 —

Camera dei Deputati

X LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DEL 29 SETTEMBRE 1988

sembrerebbe invece che sia intendi -mento del Governo di aumentare l'ali -quota IVA, anziché ridurla, al 19 pe rcento – .

se siano state sufficientemente valu-tate le serie ripercussioni sociali, com-merciali ed occupazionali che ne derive-rebbero se il provvedimento dovesse es-sere adottato o se non sia invece pi ùopportuno riesaminare la materia all aluce delle discussioni e degli impegni as-sunti nelle Commissioni competenti .

(4-08678 )

BINELLI. — Al Ministro dell ' industria ,commercio e artigianato. — Per sapere –premesso che

l 'azienda « Nuova IB-MEI » di Asti èstata ceduta nel 1987 dalla GEPI all asocietà TEMA di Milano ;

la GEPI, in sede di trattativa pressola regione Piemonte, si è fatta garante ne iconfronti delle CDF e dei sindacati pe rconto della TEMA e per la durata di treanni degli assetti produttivi e occupazio-nali nonché del piano di investiment idella « Nuova IB-MEI » ;

la TEMA ha, a sua volta, quest 'annoceduto la « Nuova IB-MEI » ad una so-cietà denominata « IB-MEI S .A . » (spagno-la) ;

i lavoratori sono in sciopero dalmese di luglio e hanno già accumulato 6 0ore di astensione dal lavoro perché an-cora non sono riusciti ad ottenere con l anuova società che ha rilevato l 'aziendaincontri chiarificatori circa gli assetti pro-duttivi e occupazionali e i programmi disviluppo che si intendono perseguire ;

l 'astigiano, colpito da un drastico ri-dimensionamento di tutte le più impor-tanti realtà industriali, ha già conosciut opurtroppo episodi di vendita da partedella Finmeccanica di aziende (vedi e xMecort di Cortiglione) a società estere ch ehanno poi improvvisamente e senza spie-gazioni cessato ogni attività con l'annun -

cio in un semplice cartello affisso ai can-celli – :

1) se la GEPI in qualche modo si aancora coinvolta in questo ultimo passag-gio di proprietà ;

2) come la GEPI, garante per treanni non ancora trascorsi per conto dellaTEMA, si fa garante anche in questa fase ;

3) quali siano i punti qualificant idel contratto di vendita della « Nuova IB-MEI » (entità finanziaria, assetti produt-tivi ecc .) da parte della GEPI alla societàTEMA ;

4) se si conoscono i termini delnuovo contratto di cessione dell'aziend afra società TEMA e IB-MEI S .A . e come lìsono risolte anche le questioni occupazio-nali e produttive che più interessano ilavoratori ;

5) se il Ministro intende promuovereun incontro, presenti il CDF, i sindacati ,la GEPI, la TEMA e la nuova società IB-MEI S.A., al fine di affrontare e risolverein questa sede i problemi aperti che fi-nora sono stati elusi dalla IB-MEI S .A .col rifiuto di qualsiasi incontro a livell olocale .

(4-08679)

CAMBER . — Ai Ministri dell'ambiente edegli affari esteri. — Per sapere – pre-messo che

con ripetute interrogazioni l ' interro-gante ha chiesto, con specifico riferimentoalla Centrale nucleare di Krsko in Jugo-slavia, di conoscere gli elementi in pos-sesso del Governo italiano relativi a ba-stevole (o non) misure di sicurezza attuat enella citata Centrale nucleare . Sino adoggi non ha ancora ricevuto alcun cenn odi riscontro ;

recentemente, s 'è appreso che in Ju-goslavia vi sono molti depositi di scori eradioattive (alcuni relativi alla cennataCentrale di Krsko, altri operanti sin dallafine degli anni '50): uno di tali depositi ,si ha notizia, è stato casualmente sco-perto dagli abitanti del piccolo centro di

Atti Parlamentari

— 19727 —

Camera dei Deputat i

X LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DEL 29 SETTEMBRE 1988

Zavratec nei pressi di Idria, a brevissimadistanza dal territorio italiano delle pro -vince di Trieste e di Gorizia ;

l'ambiente ove è sito il deposito d iZavratec – ambiente carsico ! – per lasua peculiarità fa temere che, qualora i ldeposito nucleare in questione non si acostruito con le più perfezionate tecniche ,vi possa essere un'infiltrazione tale da re -care enormi danni non limitati evidente -mente al solo territorio jugoslavo bens ìestesi al contiguo territorio nazionale ita-liano ;

non appare peraltro all ' interroganteche la Jugoslavia possa venir ricompresatra le Nazioni all'avanguardia nell'attua-zione di congrue severe misure di sicu-rezza in ambito ecologico e, segnata-mente, nucleare : così apparendo quant omai necessario un interessamento del Go-verno italiano sia per verificare le attual imisure di sicurezza adottate (nella ge-stione dei depositi di scorie nucleari enella Centrale nucleare di Krsko), sia pe rrichiedere quindi l'adozione di quellenuove misure di sicurezza che si rivelas-sero necessarie . Il tutto, richiedendo an-che il coinvolgimento operativo di quegl iOrganismi sovranazionali specificamenteoperanti nell'ambito nucleare – :

se e quali iniziative sono già stateassunte a riguardo e di quali element iconoscitivi attualmente già dispone il Go-verno italiano in relazione ai depositi discorie radioattive in Jugoslavia (segnata -mente, ai depositi contigui al territorionazionale italiano) ed in relazione all 'u-nica Centrale nucleare jugoslava sita aKrsko ;

se già sono stati effettuati, o si in -tendano effettuare, sopralluoghi e ricerchemirate all 'accertamento di eventuali ef-fetti collaterali riconducibili all 'esistenzadei citati depositi di scorie nucleari e dalla Centrale nucleare di Krsko : effettirelativi sia al territorio jugoslavo sia, se-gnatamente, relativi ai territori delle pro-vince di Trieste e Gorizia .

(4-08680)

SANNELLA, D'ALEMA, BARGONE,CANNELONGA, GALANTE, TOMA E CI-

VITA . — Al Presidente del Consiglio de iministri. — Per sapere – premesso che

secondo le ultime rilevazioni sull'an-damento del mercato del lavoro, la disoc-cupazione a Taranto ha raggiunto la cifrarecord del 30 per cento ;

il declino occupazionale trae origine ,soprattutto, dalla crisi del settore siderur-gico iniziata nel 1981 ;

dal 1981 a tutto il 1987, l 'occupa-zione in siderurgia si è ridotta di 10 .562unità (4.900 diretti, 3 .500 indiretti e 2.162occupati in attività così dette in « out ») ;

i documenti relativi alla ristruttura-zione della siderurgia pubblica approvatidal CIPI e dal CIPE il 14 giugno 1988 ,prevedono ulteriori tagli occupazional iper Taranto di ben 4.512 unità, portandocosì l 'occupazione dalle 30 .000 unità del1981 a poco meno di 15.000 unità del1990 ;

vi saranno ulteriori riduzioni occu-pazionali per le prevedibili innovazionitecnologiche che saranno introdotte in si-derurgia allo stato non quantificabili ;

il Governo è stato impegnato, d auna mozione votata dal Parlamento nelmese di luglio del 1988, alla rapida pre-disposizione di una legislazione di soste-gno che consenta di creare le condizion inecessarie a dare attuazione a provvedi -menti di nuove iniziative produttive e d iconvogliare nelle aree siderurgiche i ncrisi tutte le iniziative industriali, mani-fatturiere e di servizi, che possono essereproposte da imprenditori pubblici o pri-vati ;

il 14 settembre 1988 il ministrodelle partecipazioni statali si è presentatoall'incontro con le organizzazioni sinda-cali senza un serio progetto di nuova in-dustrializzazione e di incentivazione allosviluppo di piccole e medie imprese nell earee colpite dalla crisi, senza le risorsefinanziarie necessarie alla attivazione diprocessi per la creazione dei 19 .200 post idi lavoro annunciati con le delibere CIPI-CIPE :

Atti Parlamentari

- 19728 —

Camera dei Deputati

X LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DEL 29 SETTEMBRE 1988

il ministro per gli interventi straor-dinari nel Mezzogiorno ha dichiarato lasua contrarietà alla utilizzazione de ifondi della legge 64 per la realizzazionedi progetti di reindustrializzazione nell earee di crisi siderurgica nel Sud ;

il ministro delle partecipazioni sta-tali Fracanzani e i vertici dell'IRI hann ofatto sapere che per l'area di Taranto nonsaranno rispettati gli impegni assunti agiugno 1988, per la creazione di 4 .205posti di lavoro a seguito dell'opposizionee dell'orientamento negativo degli ammi-nistratori locali ad accogliere nella citt àuna centrale a carbone ;

le recenti modifiche degli assetti or-ganizzativi e produttivi approvate daivertici dell'ILVA, oltre ad aver frantu-mato le competenze in mille rivoli, tantoda far ipotizzare che tali scelte rispon-dono più a futuri scorpori produttivi ch ea esigenze di maggiore economicità e pro-duttività, hanno anche creato le premess eper una più marcata emarginazione dell asiderurgia tarantina privandola di quei li-velli di autonomia necessari per recupe-rare le diseconomie e la scarsa traspa-renza gestionale nel settore degli approv-vigionamenti dei trasporti e dei servizi i ngenerale ;

tutto ciò rischia seriamente di com-promettere lo sforzo di risanamento e ri-qualificazione della siderurgia italiana ,che nella città di Taranto ha il suo bari -centro produttivo – :

quali iniziative urgenti intenda assu-mere per :

presentare, per la realtà di Taranto ,un sério progetto di reindustrializzazionecapace di creare nuovi posti di lavorocompensativi di quelli che si stanno per-dendo in siderurgia, avviando iniziativein quei settori dove l'Italia registra undeficit della bilancia commerciale e inquei comparti produttivi capaci di inne-scare processi positivi di sviluppo quali l ereti telematiche, i servizi alla produzion ee all ' innovazione, la ricerca, le produzion iambientali, il risparmio energetico, l'in -

formatica, l'aereospaziale, la robotica el'elettronica ;

rompere con la vecchia cultura side-rurgica per garantire l'indispensabile au-tonomia del centro siderurgico di Tarant oe per non privare il territorio pugliesedalle possibili ricadute positive sullo svi-luppo produttivo ed economico del terri-torio .

(4-08681 )

AULETA, CALVANESE, D'AMBROSIOE NARDONE . — Al Ministro dell ' interno .— Per sapere – premesso che alcun igiorni fa agenti motociclisti della poliziastradale di Vallo della Lucania (Salerno)hanno arrestato per ingiurie e poi, nono-stante le lacrime dell'interessata e le pro-teste di numerosi cittadini, hanno legatoad un palo della luce al centro del croce-via di Casalvelino Scalo la signora Volp eClara di Castelnuovo Cilento (Salerno), inattesa che sopraggiungesse un'auto dellapolizia per condurle nella pretura d iVallà della Lucania dove è stata condan-nata per oltraggio –:

se e quali provvedimenti ritieneadottare nei riguardi degli autori dell aincredibile vicenda che ha visto la si-gnora Volpe esposta per più di mezz 'oraad una inutile e mortificante prigioniapubblica .

(4-08682 )

MATTIOLI, PROCACCI E CERUTI . —Ai Ministri per i beni culturali e ambien-tali, della pubblica istruzione e dell'am-biente. — Per sapere – premesso ch e

a seguito di notizie di stampa ri-sulta che la custodia e la conservazionedi modelli in gesso di proprietà dell'Acca-demia di belle arti di Carrara siano asso-lutamente inadeguati al valore dell eopere in questione ;

tra le opere compaiono quelle digrandi scultori e ornatisti dell'ottocento,quali il Canova, il Thorwaldesn, il Barto-lini, il Fontana, il Tenerani, il Cacciatori ,il Bienaimè ;

Atti Parlamentari

— 19729 —

Camera dei Deputat i

X LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DEL 29 SETTEMBRE 198 8

nonostante le continue segnalazion idelle associazioni ambientaliste (tra cu iin particolare la sezione Apuo Lunense d iItalia Nostra) al ministro dei beni cultu-rali, alla Sovrintendenza ai monumenti ,al prefetto di Massa e Carrara, al Procu-ratore della Repubblica e al sindaco d iCarrara, nessun apprezzabile intervento èstato ordinato a tutela di dette opere – :

1) se e dove siano custodite tutte l eopere e se i locali e le cure siano atti agarantirne la buona conservazione ;

2) se e quali opere siano state allon-tanate dal museo ;

3) se siano stati verificati e denun-ciati, dai responsabili alla tutela, furti a idanni del patrimonio artistico ;

4) se intendano rendere pubblico l'e-lenco delle opere inventariate di proprietàdell 'Accademia, per effettuare, con il per -messo dell'Accademia stessa, visite di stu-dio e verifica sul patrimonio amministra-tivo;

5) se intendano rendere pubblico l'e-lenco delle opere giacenti presso la sedecentrale dell'Accademia di via Roma e ivari magazzini esterni ;

6) se intendano, qualora si riscon-trassero omissioni o manchevolezze nell agestione del patrimonio artistico, avviar ele doverose azioni disciplinari e costi-tuirsi parte civile nell 'eventuale procedi -mento penale, nonché sollecitare la defi-nizione del processo medesimo alla lucedegli articoli 59 e seguenti della legge 1 °giugno 1939, n . 1089 ;

7) se risponde al vero che buon aparte dei 200 pezzi in questione sia cu-stodita da oltre dieci anni in preda all 'u-midità nei magazzini comunali del mer-cato coperto di Carrara e quali iniziativeintende avviare per evitare la prosecu-zione di tale scempio ;

8) se non intenda affidare ad altreAccademie la cura e la gestione dell eopere d'arte in questione o di rimuovere iresponsabili in via immediata, sostituen-doli con persone più competenti . (4-08683)

BASSI MONTANARI, DONATI E LAN-ZINGER . — Ai Ministri della sanità e di

grazia e giustizia. — Per sapere – pre-messo

che l 'Italia e la Francia sono ormaigli unici due paesi europei che manten-gono l'obbligatorietà delle vaccinazioni ,sancita da una legge risalente al 1939 ,forse anche a causa della presenza di im-portanti istituti sieroterapici a scopo dilucro ;

che ogni medico che incentivi vacci-nazioni non obbligatorie viene compen-sato con lire 10 .000 per vaccinazione ,come denuncia Medicina Democratica, di-mostrando i grossi interessi economici ,più che sanitari, che costituiscono il « bu-siness vaccinale » : un medico con 1 .500assistiti che consigliasse a tutti la vacci-nazione antinfluenzale (considerata inutiledallo stesso Sabin) riceverebbe un « in-centivo economico » di lire 15 .000 .000 ;

che in Televideo-RAI del 10 novem-bre 1987 a pagina 250 veniva pubblicatauna notizia intitolata « Gli inconvenient idelle vaccinazioni » in cui, tra l'altro siscriveva : « Temibili, seppure molto rare ,sono le reazioni vaccinali a livello delsistema nervoso con encefaliti, nevriti, de -cessi dei bambini. Si sono manifestat esoprattutto dopo la somministrazione d ivaccini contro morbillo, rosolia, parotite ,poliomielite, tetano, difterite . Possonoaversi, infine, reazioni generalizzate daiper reattività individuale con il quadrodello shock allergico » ;

che i rischi delle vaccinazioni obbli-gatorie sono talmente evidenti che l 'alloraministro della sanità Costante Degan hapresentato un progetto di legge (recante i lnumero 3730), già approvato dal Senato ,sull 'indennizzo dei soggetti danneggiat ida complicanze di tipo irreversibile acausa di vaccinazioni obbligatorie ;

che ad una bambina di 6 anni d iPesaro, Noemi Passeri, è stata rifiutat al'iscrizione alla prima classe della scuol aelementare perché non sottoposta a vacci-

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nazione obbligatoria trivalente (difterite ,tetano, poliomielite) ;

che una bambina di Fano, DorinaSensale, è stata rifiutata dall'asilo per imedesimi motivi e che numerosi altribambini di Pesaro sono nelle stesse con-dizioni (alcuni, che già frequentavan ol'asilo, sono stati in questi giorni allonta-nati) ;

che il sindaco di Pesaro e quello diFano, hanno pilatescamente rinviato ogniprovvedimento in merito alle autorità sa-nitarie locali ;

che il coordinatore della USL n . 3di Pesaro, dottor Ferrati, ha condannatoil comportamento dei genitori, affer-mando tra l'altro che « o Si accettano leleggi, o si va a vivere altrove » e « no npossiamo pensare che prenda piede unacampagna contro la vaccinazione, altri -menti si andrebbe incontro ad una vera epropria anarchia sanitaria » e che « lavaccinazione resta obbligatoria, non tant operché c 'è una legge che la regola, maperché con la vaccinazione si sono debel-late diverse malattie infettive » ;

che tali affermazioni, estremamentegravi per un responsabile della sanit àpubblica, sono tra l'altro scientificament econfutate da un numero molto ampio d iscienziati, tra cui il professor Delarue, i lprofessor Tarro (professore di virologi aoncologica della Facoltà di medicina -Università di Napoli), i dottori Brioschi ,Donzelli, il professor Grigoraki (Facoltà d imedicina - Università di Atene) ;

che in data 27 settembre 1988 ve-niva notificata ai genitori di Noemi Pas-seri e a quelli di altri sei bambini d iPesaro (di età compresa tra i 6 e i 4anni), un'ordinanza del tribunale dei mi-nori di Ancona, emessa il 30 agosto 1988 ,che dispone che i sei minori siano« coattivamente sottoposti, nei modi e ne itempi opportuni, a cura della competentestruttura della USL n . 3 di Pesaro, allevaccinazioni previste come obbligatori edalla legge che risultino non ancora pra-ticate », disponendo altresì che il respon-

sabile della USL possa avvalersi dell'in-tervento della forza pubblica per dareesecuzione all'ordinanza ;

che tale ordinanza appare viziata d aeccesso di potere in quanto esula daicompiti del tribunale della libertà di-sporre trattamenti sanitari obbligatori dicompetenza del sindaco ;

che maggiore pregiudizio i sei bam-bini possono avere dall'esecuzione dell'or-dinanza che non dalla vaccinazione ;

che tale ordinanza non è sufficiente -mente motivata non essendosi mai potutasvolgere l'azione peritale sulle condizioniimmunologiche dei predetti bambini – :

1) se si ritiene opportuno intervenir eper evitare o comunque per sospenderel'esecuzione dell'ordinanza di vaccina-zione coattiva, che rappresenta una le-sione dei princìpi costituzionali di dignit àe integrità della persona e del diritto atrattamenti sanitari consensuali, non rile-vando pericoli per la salute pubblicadalla non vaccinazione dei bambini (e co-munque i provvedimenti in merito nonsarebbero stati di competenza del tribu-nale dei minori) ;

2) se si ritiene opportuno ed urgent egarantire il diritto all'educazione dei pre-detti bambini, disponendo la loro integra-zione immediata nella comunità scola-stica, stante la loro non pericolosità : èinfatti noto che i rischi di contagio sonoa carico dei non vaccinati ma non deivaccinati ;

3) se si ritiene opportuna e urgentel'approvazione di una disciplina legisla-tiva che rende facoltative, e non più ob-bligatorie, le vaccinazioni .

(4-08684 )

RENZULLI, BREDA E DE CARLI . —Al Presidente del Consiglio dei ministri. —Per sapere se non intenda promuovere ,nell'ambito delle sue competenze, leazioni necessarie a far piena luce su ogn iaspetto della vicenda legata al « casoMoncini » che sconcerto ed impressioneha suscitato nell'opinione pubblica della

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regione Friuli-Venezia Giulia in partico-lare, tenuto conto del ruolo svolto – sottol'aspetto giudiziario – di varie articola-zioni dell'amministrazione centrale e lo -cale .

(4-08685 )

TAMINO, RONCHI, VESCE, SCALIA ,TESTA ENRICO, RUSSO FRANCO E

TIEZZI . — Ai Ministri dell'ambiente, deilavori pubblici e per il coordinamento dell aprotezione civile. — Per sapere – premessoche

nel periodo 30 settembre 1986-1 3settembre 1988 sono state presentate va-rie interrogazioni, tutte senza risposta, ri-guardanti il grave dissesto ambientaleche si sta verificando a Pogerola, frazionedi Amalfi, in seguito alla realizzazione, invia di ultimazione, di 250 alloggi previstidal PEEP ;

in data 20 luglio 1988 il geolog oprofessor Floriano Villa ha effettuato perconto delle associazioni ambientaliste ,una valutazione di rischio geologico sul -l'area di Pogerola, nella quale afferma tr al'altro : « lo studio effettuato sull'area diespansione edilizia a Pogerola, frazionedel comune di Amalfi, ha evidenziato cheil sito prescelto è, per caratteristiche geo-morfologiche, geologiche ed idrologiche ,del tutto inadatto ad ospitare un insedia -mento di tali dimensioni . . . Tutte questecondizioni (esposte nello studio) fanno ri-tenere il versante naturalmente a rischi otuttavia notevolmente aggravato dagli in-sediamenti realizzati e/o previsti .

Essi infatti : a) variano le caratteristi-che morfologiche del versante ; b) creanoaggravi allo stesso; c) mutano l'assettoidrogeologico e le caratteristiche geotecni-che dei terreni di fondazione .

Si rende pertanto necessario ed ur-gente un intervento delle autorità compe-tenti per bloccare le attività edificatori ein corso, predispone interventi cautelativ ia tutela dell'area e della zona sottostante ,introdurre immediatamente tutte le modi -fiche a mitigazione dell'attuale situazion edi rischio, per evitare che fenomeni natu -

rali, che possono interessare la zona, sitrasformino in catastrofi »

quali iniziative intendano assumereper garantire la difesa del territorio el'incolumità delle persone in località Po-gerola ed in particolare se non intendan odar seguito alle conclusioni esposte nell avalutazione di rischio geologico dal pro-fessor Floriano Villa .

(4-08686)

PARLATO . — Ai Ministri per il coordi-namento delle iniziative per la ricerc ascientifica e tecnologica, della pubblicaistruzione e di grazia e giustizia . — Perconoscere –

premesso che

in data 2 giugno 1988 l ' interro-gante ha chiesto al Governo notizie su irapporti tra la società « Strategia ed Or-ganizzazione » ed il Consiglio nazional edelle ricerche ;

il CNR ha tempestivamente avut onotizia dell'atto tramite l'ufficio del mini-stro vigilante ed il servizio programma-zione dell'ente (abbonato agli atti parla-mentari) ;

la dottoressa Agricola, dello stess oCNR, ha dovuto inviare apposito atto didiffida e messa in mora al Presidente, a ldirettore generale (Bruno Colle) ed al di-rigente del Servizio affari generali del-l'ente al fine di ottenere finalmente u natto cui aveva diritto ai sensi di normelegislative e regolamentari citate nell'an-zidetta diffida ;

il CNR ha risposto in data 7 set-tembre (ben oltre i termini di scadenzadella diffida) e soltanto a seguito di appo-sito sollecito orale effettuato dalla dotto-ressa Agricola presso l 'ufficio del direttoregenerale ;

avuto riguardo ai curricula del pro-fessor Pietro Gennaro, del dottor Franc oGiannoni e del dottor Enrico Rodolfi ;

considerato che nel comportamentodel CNR, soprattutto del direttore gene-rale Colle, sono riscontrabili gli estremi

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del reato di omissione di atti d'ufficio ,reato per cui la terza sezione penale dell apretura di Roma ha da tempo avviatoun 'istruttoria preliminare – :

se, in base al testo della scheda re-lativa al dottor Rodolfi si sia verificata laseguente sua attività professionale :

a) dal 1977 collaboratore dell'I-SGO (Istituto di studi per la gestione el 'organizzazione), nel quale attualmentericopre la carica di vice direttore ;

b) dal 1980 ricercatore confermat opresso la facoltà di scienze politiche del -l'Università di Bologna ;

c) dal 1984 collaboratore di« Strategia e Organizzazione » . In base a idati suesposti, salvo omissioni addebita -bili all'anzidetto Colle e/o altre personeda identificare, il dottor Rodolfi avrebb eviolato il decreto del Presidente della Re -pubblica n. 382 del 1980, articolo 34, finoalla data di entrata in vigore della legg e22 aprile 1987, n . 158 (testo coordinatoin Gazzetta Ufficiale 11 maggio 1987) eser-citando attività palesemente incompatibil icon lo stato giuridico di ricercatore uni-versitario sia per la intensità e la qualit àdelle prestazioni professionali, sia perch éle stesse erano esercitate in sedi ,non vici-niori a quella di servizio (Bologna) ;

quale sia l'attuale qualifica del dot-tor Rodolfi, atteso che soltanto i ricerca-tori a tempo definito possono esplicaredeterminate attività professionali che co-munque non possono ledere, come di con-tro avvenuto nel passato, il dovere prima -rio di servire la Pubblica amministra-zione dedicandole tutte le energie ed itempi necessari ;

chi siano i soci, gli amministrator ied, ove esistenti, i componenti del colle-gio sindacale della « Strategia ed Orga-nizzazione » e della PRONIM SpA, societ àdi cui è presidente il professor Gennaro ,« bocconiano » come il Colle ;

se non sia meritevole di accerta-menti da parte delle competenti autorit àl'indubbia circostanza, che responsabi-lizza il Colle, della scelta della società« Strategia ed Organizzazione » senza al -

cuna preventiva ricerca di mercato ondeottenere condizioni di miglior favore peril CNR. Dalla deliberazione di giunta ri-sulta altresì che il Colle ha fissato il com-penso per la consulenza in lire 98 .700.000più IVA . A fronte di tale somma sembrache la società abbia riunito un paio divolte alcuni dirigenti del CNR senza chevi fosse palese motivo per escludere glialtri (tale procedura ha suscitato ancheproteste da parte degli esclusi) e tutti idirigenti, alla presenza del Colle a fineottobre 1987 . Il piano predisposto dalprofessor Gennaro è stato accolto con ma-nifesta freddezza da parte dei dirigentipartecipanti, tantoché l'unico ricordo èquello relativo alle prelibate pietanze of-ferte dal CNR ;

se voglia rendere pubblico l ' integralecontenuto del documento predispost odalla società al fine di confrontarlo conla proposta di ristrutturazione inviata da lCNR alle organizzazioni sindacali, così d aaccertare se il lavoro svolto abbia avutouna effettiva utilità visto che il docu-mento del professor Gennaro era ricco diun frasario molto tecnico e confacentepiù ad una azienda privata che ad unente pubblico, sia pure di ricerca, e pro-spettava situazioni così vistosamente lon-tane dalla realtà da non avere alcunaaccoglienza presso le varie component idell 'ente (dirigenti, organizzazioni sinda-cali, organi direttivi, ecc.) interessate invia formale ed informale al lavoro svoltodal professor Gennaro ;

se si voglia riscontrare l 'inutilitàdell'incarico di consulenza, anche all aluce della circostanza che la giunta am-ministrativa del CNR, nell'adunanza del31 ottobre 1986, ha dovuto affiancare a lprofessor Gennaro una composita e quali-ficata « Commissione di studio » avente lostesso oggetto dell'incarico di cui sopra ese detta commissione con un onere d ipoche centinaia di migliaia di lire no nsarebbe pervenuta da sola a risultati be npiù concreti, come sottolineato dalla dot-toressa Agricola nel punto 8) della letteradel 23 giugno 1987, a fronte di ben oltrecento milioni attribuiti alla beneficiata« Strategia ed Organizzazione » . (4-08687)

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— 19733 —

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INTERROGAZION E

A RISPOSTA ORAL E

VIOLANTE, GEREMICCA, PACETTI ,PEDRAllI CIPOLLA, BARGONE, FOR-LEO, CICONTE, FINOCCHIARO FI-DELBO, FRACCHIA, ORLANDI, TRABAC -CHI, TURCO, VACCA, ALINOVI, AULETA ,BELLOCCHIO, CALVANESE, D 'AMBRO-SIO, FERRARA, FRANCESE, NAPPI ,NARDONE E RIDI . — Al Presidente delConsiglio dei ministri e al Ministro dell'in-terno. — Per sapere – premesso che

alcuni uffici dei carabinieri e dell apolizia di Stato di Napoli stanno com-piendo una gravissima manovra intimida-trice nei confronti di coloro che sono im-pegnati nella petizione, promossa dal Par-

tito comunista, per le dimissioni del mi-nistro Gava;

le forze dell'ordine pretenderebberodi controllare ogni punto di raccolta dell efirme, chiedendone addirittura l'autorizza-zione (assolutamente non necessaria), tele-fonerebbero alle sezioni del PCI per sapereil numero delle firme raccolte e manifeste-rebbero contemporaneamente l'intenzionedi una eventuale presa in visione ;

a giudizio degli interroganti le forzedell'ordine starebbero compiendo un veroe proprio abuso di potere – :

se quanto premesso risponda a ve-rità e in caso affermativo per quale mo-tivo e da chi sia stato impartito l'ordin edi controllare così scrupolosamente l'ini-ziativa del Partito comunista e se non s iritenga di dover dare immediatamente di-sposizione perché abbia fine questo in-spiegabile comportamento di carabinieri epolizia .

(3-01127)

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INTERPELLANZ A

I sottoscritti chiedono di interpellare i lGoverno, per sapere – premesso che

quasi tutte le popolazioni vesuvianeservite dall'acquedotto Fonte Sarno sonosottoposte da oltre quattro mesi ad u nregime di erogazione ridotta, niente af-fatto imputabile soltanto alla siccitàestiva (tant'è vero che, in condizioni ana-loghe, le restrizioni degli anni passati nonsono mai state tanto insopportabili pe rdurata e consistenza, e, d'altra parte ,qualche settimana fa è tornata la pioggiama ai rubinetti non è passato affatto i lsinghiozzo . . .), è la conseguenza dell'inade-guatezza e dell'avanzato stato di putrefa-zione di gran parte delle condotte e dell epompe di collegamento che, predispost eai punti di confluenza, non sono più i ngrado di garantire la propulsione, in ter-mini di metri cubi al secondo, di cu il 'acqua ha bisogno per poter irrorare l ' in-tera rete e raggiungere tutta l'utenza ;

e visto e considerato che nel tuttoraperdurante frangente, caratterizzato d aturni giornalieri alternati, i disagi conti-nuano e si aggravano, specie negli ospe-dali, la situazione igienico-sanitaria v aprecipitosamente degradando fino a lpunto da far temere recrudescenze o in-sorgenze di vecchie e nuove malattie in-fettive : sicché la minaccia di un ritorn odei tristi momenti di suspence innescat iall'inizio dell'estate dalla disperata popo-lazione di Torre del Greco non è da rite-nersi sventata del tutto, e tanto più che,come detto, il ritorno della pioggia hareso giustizia all'incriminata siccità, e . . .la calma sarà pure la virtù dei forti ,come si dice, certamente non potrà esser ela virtù di contribuenti e non abbient itroppo a lungo sottoposti ad un regime d iforniture idriche col contagocce, e ,quindi, obbligati ad approvvigionament idi fortuna e a spese straordinarie (tani-che, damigiane, bidoni, autobotti e tra -

sporti) che nessuno, a quanto pare, saràdisposto a rimborsare – :

quali misure abbia predisposto ovorrà predispone al fine di sollecitare i lripristino di una normalità che – tanto alungo invocata – sarà, comunque, sempremaledettamente tardiva, e che, comun-que, risolverà i problemi emergenziali de lpresente, non anche quelli del futuro ;

quali interventi abbia operato o s iriservi di operare a che si possa risalirealle autentiche cause del regime restrit-tivo tuttora vigente : regime del quale –stando alle voci circolanti con insistenzafin dallo scorso mese di luglio e giunt epuntualmente negli ambienti prefettizi –sarebbero responsabili (altro che soltantola siccità !) anche e soprattutto granparte di quei politici e di quei tecnici iquali – preposti non certo per merito all aprogrammazione, alla progettazione, all acostruzione e alla manutenzione dell'ac-quedotto in parola nonché al controllodelle sue strutture alla fonte, alle pompee alle reti di distribuzione – sarebbero ,all'atto pratico, individui di comprovat aincapacità generica e di sperimentata ma-lafede specifica ;

se, data la portata dell'avvenimento(dal quale sono stati e sono tuttora tra -volti non meno di un milione di esser iumani !), abbia già ravvisato la opportu-nità – o si riservi di valutarla e ravvi-sarla, semmai, solo ad accertamenti espe-riti e completati – di assumere ogni ini-ziativa affinché venga avviata un'inchie-sta giudiziaria diretta a verificare se icomportamenti dei sullodati preposti all agestione dell'acquedotto in questionesiano stati e siano tuttora ineccepibili ,corretti al di là di ogni ragionevole dub-bio, o siano stati e siano tuttora penal-mente perseguibili e, dunque, da affidareal competente giudizio della magistraturaordinaria ;

se, comunque, non ritenga di doverprovvedere, assumendo iniziative anchelegislative, ad indennizzare almeno i pre-sidi ospedalieri, i macelli, gli alberghi, iristoranti, gli altri esercizi pubblici, le

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X LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DEL 29 SETTEMBRE 1988

industrie di trasformazione e le aziendeagricole dei danni irreparabili che hann osubito e che tuttora sono costretti a su-bire per effetto di restrizioni che, impu-tate con troppa superficialità soltanto al -l'avarizia del cielo, in numerosi casi benindividuati hanno notevolmente contri-buito, e continuano a contribuire, all 'ag-gravamento della già di per sé endemiz-zata crisi igienico-sanitaria, e di quella

economica (molte aziende hanno dovut oridurre i cicli di produzione e lasciare acasa decine e decine di Iavoratori) dicittà come Torre del Greco, Torre Annun-ziata, Pompei, Boscoreale, Terzigno, Sca-fati, Boscotrecase, Striano, Tre Case, Pog-giomarino, San Valentino Torio, PalmaCampania .

(2-00388)

« Manna, Parlato » .

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MOZION I

La Camera ,

riconosciuto che le recenti iniziativ edel Governo concernenti i limiti di velo-cità hanno contribuito, da un lato, a di -mostrare l 'esistenza di uno stretto colle-gamento tra efficacia delle normative econtinuità ed adeguatezza dei controlli e ,dall'altro, a sensibilizzare l'opinione pub-blica dell ' intero paese sulla questione piùgenerale della sicurezza stradale ;

constatato che il dibattito parlamen-tare ha espresso l 'esigenza di :

perseguire l 'obiettivo prioritari odella salvaguardia della salute del citta-dino sulla strada mediante l 'adozione d imisure diversificate e di portata più am-pia della pura e semplice regolamenta-zione della velocità ;

affrontare il problema della sicu-rezza stradale nell'ottica europea, evi-tando sin d 'ora soluzioni non in armoni acon la prassi e gli orientamenti prevalent iin sede CEE ;

recuperare con la necessaria tem-pestività i ritardi accumulati nell 'elabora-zione del nuovo codice della strada non -ché nell 'adeguamento dell 'organico, dellestrutture e degli strumenti di intervento ;

considerare la situazione in corsocome fase sperimentale in attesa dell apredisposizione in tempi brevi di un re-gime definitivo ;

dare attuazione alle previsioni d icui alla legge 18 marzo 1988, n . 111 ;

rivedere l 'attuale differenziazionedei limiti di velocità secondo il calenda-rio, per passare ad una eventuale diffe-renziazione per classi di cilindrata ;

condivise le raccomandazioni del Co-mitato economico e sociale della CEE si asulla necessaria gradualità dell'entrata in

vigore di decisioni riduttive delle velocitàattualmente stabilite nei diversi paesi, si asul limite di 130 chilometri/ora in auto-strade e strade equiparate, sia sulla fissa-zione di altri limiti tassativi e più sever idi quelli adottati in via normale per i« tratti neri » di strade ed autostrade ;

impegna il Governo:

a costituire un osservatorio tecnic ointerministeriale – aperto alle forze so-ciali e ad esperti esterni – sulla sicurezz astradale, con il compito di svolgere inda-gini, verificare disfunzioni e carenze, for-mulare proposte sulle problematiche d isettore ;

ad emanare provvedimenti urgentied organici in materia di sicurezza stra-dale che, in coerenza con l'indirizzo co-munitario e sulla base delle sollecitazion iemerse dal dibattito parlamentare, antici-pino alcune norme del nuovo codice dell astrada, dettando esposizioni riguardo si aagli utenti che ai veicoli ed alle strade ;

a riadeguare la severità delle san-zioni alla gravità delle infrazioni ;

a predisposrre programmi audiovi-sivi per l 'insegnamento dell 'educazionestradale nelle scuole ;

a rendere immediatamente obbliga -torio l 'uso delle cinture di sicurezza ne iveicoli in cui risultano installate ;

a mantenere in via normale – se-condo la raccomandazione CEE – il li -mite di 130 chilometri/ora sulle auto -strade e strade equiparate, per le autovet-ture di cilindrata superiore a 1000 cc . ,prevedendo limiti più bassi per le vettur eal di sotto di 1000 cc ., per i veicoli pe-santi, e, in ogni caso, nei « tratti neri » d istrade ed autostrade ;

a rendere più severe e effettivament eoperanti – anche con il concorso dell eofficine private specializzate – le misuredi accertamento dell'affidabilità e dell ' i-doneità alla circolazione dei veicoli co nanzianità superiore a 5 anni ;

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X LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DEL 29 SETTEMBRE 1988

ad esaminare le relative norme tec-niche atte ad installare su veicoli indu-striali sistemi frenanti antibloccaggio pa-raspruzzi, luci di segnalazione dellamassa di ingombro, indicatori del caricomassimo sull'asse ;

a predispone una rete efficace d icontrolli permanenti ed effettivi, construtture fisse o mobili, a larga diffusion ee con particolare riguardo alla circola-zione nelle aree metropolitane dove èmaggiormente diffusa la frequenza degl iincidenti ;

ad approntare misure coordinate fi-nalizzate a migliorare le condizioni di si-surezza ambientale delle strade (pavimen-tazione, segnaletica, illuminazione, bar-riere sparti-traffico, sistemi di informa-zione in tempo reale agli utenti sulle ef-fettive condizioni del traffico, della stradae del clima).

Lusetti, Bonsignore ,celii » .

La Camera ,

premesso che

a) nella Gazzetta Ufficiale del 10 set-tembre 1988, foglio delle inserzionin. 213, è apparso un avviso di gara fir-mato dal ministro per i beni culturali ,per l'affidamento « in concessione » d iprogetti finalizzati al recupero ed al re-stauro dei beni culturali . Tali progett isono quelli inseriti nel programma FIO1986 di cui alla delibera CIPE del 1 2maggio 1988, e sono predisposti in prose-cuzione ed a completamento dei progettiFIO 1984 e FIO 1985 in gran parte ese-guiti dalle locali Soprintendenze fino all aconcorrenza dei finanziamenti finora con -cessi : il 60 per cento per i FIO 1984 ed il50 per cento per i FIO 1985 . Prevedendole norme sul FIO la disponibilità di pro -getti « cantierabili » entro 120 giorni dal -l'assegnazione dei finanziamenti risult ache, con riferimento al finanziamento de-

liberato dal C1PE nel maggio scorso, lesoprintendenze abbiano già redatto pro-getti esecutivi e perizie di spesa con i lpreciso intento di proseguire e completar ei lavori avviati, tanto che risulta incom-prensibile che nell'avviso di gara si facci ariferimento alla disponibilità di « progettidi massima » che se rispondesse a verit àpregiudicherebbe la già avvenuta assegna-zione di fondi ;

b) le caratteristiche di partecipa-zione al bando di concessione (con accor-pamenti di finanziamenti attribuiti adopere diverse anche se ubicate nellastessa località) prevedono requisiti nonposseduti, di norma, da quasi nessunadelle ditte impegnate nei lavori avviaticon i precedenti finanziamenti ed ora i nattesa di completamento; tanto da preve-dere una pressoché inevitabile soluzion edi continuità nella prosecuzione dei la-vori, in evidente contrasto con gli obiet-tivi della stessa iniziativa che ha portat oall'avviso di gara citato ; ma oltre al ri-tardo la procedura della concessionerende molto probabile che, in questa cir-costanza, la operazione si traduca nell ainterposizione di passaggi puramente pa-rassitari capaci di assorbire consistent iquote di finanziamento attraverso la pra-tica dei subappalti, con i risultati sullequalità del lavoro facilmente prevedibili ,perché conseguenza della emarginazionedi una struttura produttiva che, almen osulle principali città d'arte e sicuramentea Firenze – è composta di piccole unitàche vantano una esperienza ed una altis-sima professionalità .

Tenuto conto che non sono chiare :

le ragioni che hanno indotto il mini-stro per i beni culturali e ambiental iBono Parrino ad una iniziativa senza pre-cedenti nel settore dei beni culturali ;

le ragioni per le quali il ministroprima ha ritenuto di sollecitare alle so-printendenze indicazioni e disponibilitàalla gestione dei fondi FIO poi ha rite-nuto di optare drasticamente per un aprocedura che sottrae alla soprintendenz ala gestione e la vigilanza su interventi d icosì cospicua entità nei territori di lorocompetenza:

(1-00199) « Botta, Ciliberti, Galli, Ange-lini Piero, Paganelli, Man -fredi, D'Angelo, Martuscelli ,

Ro-

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X LEGISLATURA — DISCUSSIONI — SEDUTA DEL 29 SETTEMBRE 198 8

le ragioni ed il fondamento di legit-timità per cui finanziamenti per oper ediverse sono stati accumulati in un unicofinanziamento ,

impegna il Governo

a revocare immediamente l 'avviso di garaper una meditata valutazione delle sin -gole situazioni che, escludendo drastich egeneralizzazioni, porti alla scelta più ido-nea, nella ricerca delle garanzie più ade-guate, nella utilizzazione della professio-nalità e competenza degli operatori del

Ministero dei beni culturali, e nella consi-derazione di una struttura produttiva dif-fusa in tante piccole imprese ricche diesperienza e di specifica competenza .

(1-00200) « Matulli, Casini Pier Ferdi-nando, Angelini Piero, Lago-rio, Chiriano, De Carolis ,Bisagno, Stegagnini, Agru-sti, Castagnetti Pierluigi ,Monaci, Ceruti, Balestracci ,Bassanini, Pisicchio, Nico-lini, Soave, Rognoni, Buo-nocore, Casini Carlo ,Sterpa, Cederna, Martini » .

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