SEDUTA DI MERCOLEDÌ 3 LUGLIO 1974 -...

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Atti Parlamentari — 15435 — Camera dei Deputat i VI LEGISLATURA — DISCUSSIONI — SEDUTA DEL 3 LUGLIO 1974 266 . SEDUTA DI MERCOLEDÌ 3 LUGLIO 1974 PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE LUCIFRED I PAG. 1547 3 1543 8 15438 15439 15439 INDICE Disegni di legge : (Approvazione in Commissione) . . (Autorizzazione di relazione orale ) (Rimessione all'Assemblea) . . . . Disegno e proposte di legge (Seguito dell a discussione) : Riordinamento del rapporto di lavoro del personale dipendente da ent i pubblici (303) ; BARCA ed altri : Liquidazione degli ent i superflui ed anagrafe degli enti ch e usano pubblico denaro (38) ; or NARRO : Riordinamento del rapport o di impiego del personale dipendent e da enti pubblici (111) ; GUNNELLA ed altri : Istituzione di u n registro nazionale-degli enti pubblic i dello Stato, delle regioni, degli ent i locali e delle società al cui capital e gli stessi partecipano, ai fini di u n pubblico controllo (1475) ; ALMIRANTE ed altri : Schedario nazio- nale degli enti pubblici e privat i finanziati con pubblico denaro, con- trollo parlamentare sulle nomine de i loro organi direttivi e potenziamento della vigilanza dello Stato e del con- trollo della Corte dei conti (2224) . PRESIDENTE PAG . BALLARDINI 17 451 C ARU SO 1545 7 DEL PENNINO 1 5 4 3 9 nI NARRO 1544 7 IANNI ELLO TRANTINO Proposte di legge : (Annunzio) 1543 7 (Assegnazione a Commissione in sed e referente) 1513 7 Interrogazioni -(Annunzio) 1547 3 Commemorazione del deputato Nicola Romeo : PRESIDENTE 15438 GUI, Ministro senza portafoglio 15439 Sull'ordine dei lavori : PRESIDENTE . . 15465, 15466, 15467, 15468 ANDERLINI 15465, 15466, 1546 7 BALLARDINI, Presidente della Commis - sione istruzione 15465 GAI.IONI, Relatore per il disegno d i legge n. 303 GuI, Ministro senza portafogli o NICCOLAI GIUSEPPE POC RETTI 15166 , Ordine del giorno della seduta di domani : PRESIDENTE 15473 , P O C H ETTI 1546 9 1546 8 15465 1546' 7 15466 15467 1547 5 15475

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Atti Parlamentari

— 15435 —

Camera dei Deputati

VI LEGISLATURA — DISCUSSIONI — SEDUTA DEL 3 LUGLIO 1974

266.

SEDUTA DI MERCOLEDÌ 3 LUGLIO 1974PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE LUCIFRED I

PAG.

1547 3

1543 815438

15439

15439

INDICE

Disegni di legge :

(Approvazione in Commissione) . .(Autorizzazione di relazione orale )(Rimessione all'Assemblea) . . . .

Disegno e proposte di legge (Seguito dell adiscussione) :

Riordinamento del rapporto di lavorodel personale dipendente da entipubblici (303) ;

BARCA ed altri : Liquidazione degli entisuperflui ed anagrafe degli enti ch eusano pubblico denaro (38) ;

or NARRO : Riordinamento del rapport odi impiego del personale dipendent eda enti pubblici (111) ;

GUNNELLA ed altri : Istituzione di unregistro nazionale-degli enti pubblic idello Stato, delle regioni, degli ent ilocali e delle società al cui capital egli stessi partecipano, ai fini di u npubblico controllo (1475) ;

ALMIRANTE ed altri : Schedario nazio-nale degli enti pubblici e privat ifinanziati con pubblico denaro, con-trollo parlamentare sulle nomine de iloro organi direttivi e potenziamentodella vigilanza dello Stato e del con-trollo della Corte dei conti (2224) .

PRESIDENTE

PAG .

BALLARDINI 17 451

C ARU SO 1545 7

DEL PENNINO 1 5 439

nI NARRO 1544 7

IANNI ELLO

TRANTINO

Proposte di legge :

(Annunzio) 1543 7(Assegnazione a Commissione in sed e

referente) 1513 7

Interrogazioni -(Annunzio) 1547 3

Commemorazione del deputato Nicola Romeo :

PRESIDENTE 15438GUI, Ministro senza portafoglio 15439

Sull'ordine dei lavori :

PRESIDENTE

. . 15465, 15466, 15467, 15468ANDERLINI 15465, 15466, 1546 7

BALLARDINI, Presidente della Commis -sione istruzione 15465

GAI.IONI, Relatore per il disegno dilegge n. 303

GuI, Ministro senza portafogli oNICCOLAI GIUSEPPE

POC RETTI 15166 ,

Ordine del giorno della seduta di domani :

PRESIDENTE 15473 ,P O C H ETTI

1546 91546 8

154651546' 715466

15467

1547 515475

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La seduta comincia alle 16,30.

GUNNELLA, Segretario, legge il processoverbale della seduta di ieri .

(È approvato) .

Annunzio

di proposte di legge.

16 marzo 1973, n . 31, convertito nella legg e17 maggio 1973, n . 205 » (3044) (con parer edella V Commissione) ;

alla VI Commissione (Finanze e tesoro) :

IOZZELLI : « Estensione dell'assegno pere-quativo ai pensionati dello Stato e modifich eal trattamento di quiescenza » (3036) (conparere della I e della V Commissione) ;

PRESIDENTE. Sono state presentate all aPresidenza le seguenti proposte di legge da ideputati :

SACCUCCI : « Estensione della legge 14 feb-braio 1970, n . 57, alle guardie ed agli appun-tati del Corpo delle guardie di pubblica sicu-rezza, già sottufficiali delle forze armate, de icorpi armati dello Stato e dei relativi servizi »(3068) ;

CASTIGLIONE ed altri : « Formazione nel -l ' istituto magistrale delle insegnanti di scuol amaterna » (3069) .

Saranno stampate e distribuite .

Assegnazione di progetti di legge

a Commissioni in sede referente.

PRESIDENTE. A norma del primo com-ma dell 'articolo 72 del regolamento, comunic oche i seguenti progetti di legge sono deferit ialle sottoindicate Commissioni permanenti i nsede referente :

alla I Commissione (Affari costituzio-nali) :

PROPOSTA DI LEGGE DEL CONSIGLIO REGIONAL EDELLA PUGLIA : « Modifica degli articoli 5 e 6della legge 17 febbraio 1968, n. 108, recantenorme per la elezione dei consigli regional idelle regioni a statuto ordinario » (3045) ;

PROPOSTA DI LEGGE DEL CONSIGLIO REGIONALEDELLE MARCHE : « Elezione unilaterale a suf-fragio universale diretto dei delegati italian ial Parlamento europeo » (3048) (con pareredella 111 Commissione) ;

alla 11 Commissione (Interni):

PROPOSTA DI LEGGE DEL CONSIGLIO REGIONALEDELLE MARCHE : « Integrazione al decreto-legge

alla VII Commissione (Difesa) :

BUFFONE ed altri : « Nuove norme sul re-

clutamento dei sergenti dell 'esercito » (2994 )

(con parere della I e della V Commissione) ;

alla X Commissione (Trasporti) :

MITTERDORFER ed altri: « Modifica dell a

legge 16 febbraio 1974, n . 39, concernente l a

sistemazione degli incaricati di stazione, fer-mata e passaggi a livello nei ruoli organic i

dell 'azienda autonoma delle ferrovie dell o

Stato » (3033) (con parere della I e della VCommissione) ;

VINEIS ed altri : « Libertà di installazione

di impianti di ripetizione dei programmi tele -

visivi stranieri » (3043) (con parere della ICommissione) ;

alla XI Commissione (Agricoltura) :

Gromo ed altri : « Abrogazione della legg e

11 febbraio 1971, n . 11, e della legge 10 di-

cembre 1973, n . 814, modificativa della stessa

in materia di fitti rustici » (3010) (con pareredella I e della IV Commissione) ;

alla XII Commissione (Industria) :

VENTURINI ed altri: « Nuova disciplina giu-

ridica delle imprese artigiane » (2959) (conparere della I, della 11, della IV e della XII ICommissione) ;

alla XIV Commissione (Sanità) :

- FRASCA ed altri: « Immissione in ruolo de l

personale amministrativo, sanitario ausiliario ,

tecnico ed esecutivo degli ospedali » (3007 )(con parere della I e della V Commissione) .

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Autorizzazion e

di relazioni orali .

PRESIDENTE. Avverto che la IX Com-missione permanente (Lavori pubblici), nellaseduta odierna, ha deliberato di chiedere l'au-torizzazione a riferire oralmente all'Assem-blea sul seguente disegno di legge :

« Conversione in legge del decreto-legge31 maggio 1974, n . 206, recante norme pe rl'esecuzione di urgenti opere di sistemazion eidraulica a salvaguardia del territorio dellaprovincia di Modena » (3009) .

Se non vi sono obiezioni, rimane cos ìstabilito .

(Così rimane stabilito) .

Il disegno di legge sarà iscritto all'ordin edel giorno della prossima seduta .

Anche la XI Commissione permanent e(Agricoltura), nella seduta di ieri, ha delibe-rato di chiedere l 'autorizzazione a riferir eoralmente all 'Assemblea sul seguente disegn odi legge :

Conversione in legge del decreto-legge31 maggio 1974, n . 214, concernente la distil-lazione agevolata dei vini da pasto di produ-zione nazionale » (3026) .

Se non vi sono obiezioni, rimane così sta-bilito .

(Così rimane stabilito) .

Il disegno di legge sarà iscritto all'ordinedel giorno della -prossima seduta .

Rimessione all'Assemblea.

PRESIDENTE. Comunico che, a norma delquarto comma dell ' articolo 92 del regolamen-to, un decimo dei componenti della Cameraha fatto pervenire richiesta di rimessione inAssemblea del seguente disegno di legge, gi àassegnato alla II Commissione permanente(Interni) in sede legislativa :

« Aumento del contingente annuo dei vo-lontari ausiliari di leva da reclutare nel Cor-po nazionale dei vigili del fuoco » (2849) .

Il disegno di legge resta, pertanto, asse-gnato alla Commissione stessa in sede refe-rente .

Commemorazion e

del deputato Nicola Romeo.

PRESIDENTE . (Si leva in piedi, e con luii deputati e i membri del Governo) . Onore -voli colleghi, con animo commosso mi accingoa ricordare l'onorevole Nicola Romeo, stron-cato da un male ribelle ad ogni cura il 25maggio ultimo scorso a Milano .

Faceva parte di questa Assemblea qualedeputato per la circoscrizione di Milano de lMovimento sociale italiano-destra nazionale .

Nicola Romeo era nato a Napoli nel 1902da famiglia calabrese . In Calabria, subitodopo la laurea in giurisprudenza, aveva ini-ziato la professione forense, che aveva po icontinuato a Roma e a Milano . Era patroci-nante in Cassazione e revisore ufficiale de iconti .

Esercitava la professione con grande pas-sione e umanità, prediligendo i casi più diffi-cili e onerosi .

Si arruolò come volontario alla second aguerra mondiale, partecipando ad azioni diprima linea e rimanendo ferito . Era invalidodi guerra :

Nel 1960 fu eletto consigliere del comun edi Milano per il Movimento sociale italian oe nel 1963 deputato per la circoscrizione Mi-lano-Pavia nello stesso partito . Nella sua pri-ma legislatura fece parte della Commission egiustizia, nella quale poté portare il contri-buto della sua vasta esperienza professionale .

Fu rieletto nella stessa circoscrizione ne l1968 e nel 1972 e fu membro prima dell aCommissione bilancio e partecipazioni statal ie poi, nell'attuale legislatura, di quella degl iesteri .

Non concepiva l 'azione e la posizione del -l ' Italia scisse dalla problematica europea : edè per questo che si impegnò con passion enel Parlamento europeo, di cui fece parte ericoprì gli uffici di vicepresidente della com-missione economica e della commissione giu-ridica, distinguendosi per la preparazione ela competenza .

In seno alla commissione economica s ioccupò soprattutto delle questioni dell 'agricol-tura italiana e dei suoi rapporti con quell edegli altri Stati, prospettando la necessità d isuperare i dissidi derivati dalle differenzesociali e culturali ; egli lottò affinché l'agri-coltura italiana, a carattere prettamente me-diterraneo, non rimanesse in una condizionedi inferiorità .

Anche in questa Assemblea si distinse pe rla serietà con la aruale assolveva i suoi im-

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pegni di deputato e di vicepresidente de lgruppo del suo partito .

A nome dell'Assemblea e mio personale ,invio ai familiari del collega scomparso lepiù sincere condoglianze ed esprimo al grup-po del MSI-destra nazionale, cui apparteneva ,il nostro sincero cordoglio . (Segni di gene-rale consentimento) .

GUI, Ministro senza portafoglio . Chied odi parlare .

PRESIDENTE . Ne ha facoltà .

GUI, Ministro senza portafoglio . Il Go-verno si associa alla commemorazione del -l'onorevole Nicola Romeo e partecipa al cor-doglio della famiglia e del gruppo parlamen-tare al quale egli apparteneva .

Seguito della discussione del disegno d i

legge : Riordinamento del rapporto di

lavoro del personale dipendente da enti

pubblici (303) e delle concorrenti pro-poste di legge Barca ed altri (38), d iNardo (111), Gunnella ed altri (1475) e

Almirante ed altri (2224) .

PRESIDENTE . L'ordine del giorno reca i lseguito della discussione del disegno di legge :Riordinamento del rapporto di lavoro del per -sonale dipendente da enti pubblici; e delleconcorrenti proposte di legge Barca ed altri ;di Nardo; Gunnella ed altri ; Almirante e daltri .

È iscritto a parlare l ' onorevole Del Pen-nino. Ne ha facoltà .

DEL PENNINO . Signor Presidente, ono-revoli colleghi, se un giorno uno storico vor-rà analizzare quello che è stato il comporta -mento della classe politica italiana di frontealla degenerazione delle strutture pubblich edel nostro paese, non potrà che rimaner esconcertato .

Circa dieci anni or sono, riferendo riguar-do ad un convegno di studi amministrativ ida lei presieduto, signor Presidente, un se -vero ed autorevole critico delle disfunzion idel nostro sistema politico, il Maranini, scri-veva, riferendosi agli enti pubblici : « In mar-gine allo Stato, più forte dello Stato, è sort oun nuovo mondo feudale la cui intima leggeè proprio quella della feudalità antica, e no ncerto quella dello Stato di diritto . Come il so-vrano antico, incapace di amministrare diret-

tamente il suo regno, distribuiva terra e po-tere ai vassalli in cambio di denari ed ar-mati, così il sovrano moderno, l 'apparato dipartito, distribuisce ai fedeli gli enti pubblicie semipubblici, -richiedendo lealtà politica e

soccorso finanziario. Se lo Stato di diritto – i Isolo sovrano che un popolo libero può ricono-scere – non reagirà », concludeva il Maranini ,« non basteranno certo le prediche morali eneppure la repressione giudiziaria a promet-terci un domani migliore » .

Giovedì scorso, nel suo intervento sulle di-chiarazioni del Governo, l'onorevole . De Mar-tino esprimeva concetti analoghi, sottolinean-do che « il sistema di potere che si è venut ocreando in questi anni è una sorta di nuov ofeudalesimo . . . cioè esiste un potere centrale ,come un tempo le vecchie monarchie, ch eerano deboli, e poi una serie di signori feu-dali, di vassalli, i quali alla fine, molte volte,decidono loro quello che deve fare lo Statoed il potere politico . Bisogna », proseguiva i lsegretario del partito socialista, « cercare d imodificare questo sistema, restituire l 'autoritàdemocratica agli organi politici ed in prim oluogo al Governo ed al Parlamento, subordi-nando tutti coloro che dirigono i grandi enti . . .al controllo e all ' indirizzo politico del Go-verno, con il conforto del Parlamento » .

Se collezionassimo tutti i giudizi formulat inel corso di questi dieci anni da giuristi ,uomini di Governo, commentatori politici su lproblema del funzionamento della pubblicaamministrazione, e su quello degli enti pub-blici in particolare, troveremmo una profon-da convergenza con le valutazioni che ho po-c'anzi ricordato. Individueremmo una serie d iproposte spesso simili tra di loro, rileverem-mo una sostanziale identità tra gli obiettiviche, in questa materia, le diverse forze politi-tiche si riproponevano e si ripropongono . Ep-pure, ogni tentativo di riordinare il settore s iè sempre arenato ; nessuna delle degenerazion iconcordemente denunciate è stata corretta ;l 'apparato pubblico è divenuto vieppiù elefan-tiaco ed inefficiente, ed il suo peso sule- strut -

ture produttive del paese si ' è aggravato .In verità, si è operato esattamente nell a

direzione opposta a quella che si dichiarav adi voler perseguire . La produzione legislativaè stata troppo influenzata da spinte settorial i

e corporative, il Governo non ha avuto' né l aforza né la volontà politica di coordinare i var isettori pubblici . Ogni ente, ogni amministra-zione statale ha finito col far prevalere la sualogica particolare ; e gli interessi degli addett iai lavori hanno fatto premio su quelli dell acollettività .

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Esaminando un simile comportamento del -

la classe politica, l'ipotetico storico non po-trà quindi non giungere alla conclusione cheesso è l 'esempio più clamoroso di incoe-renza tra le dichiarazioni di principio ed iconcreti atti legislativi ed amministrativi ; eove mai volesse ricercare le cause della per -dita di credibilità di una classe politica, netroverebbe in questo comportamento una dell eprincipali .

Di questa perdita di credibilità e dell ' in-sufficienza delle maggiori forze politiche ita-liane abbiamo avuto un'altra prova proprionei giorni scorsi, quando il presidente dell aConfindustria, Giovanni Agnelli, ha individua-to una delle fondamentali ragioni dell'attual ecrisi economica nel fatto che « si è ritenutoche il settore pubblico e parapubblico - i lquale ha assunto nel tempo prevalente naturaparassitaria - potesse conseguire gli indispen-sabili obiettivi di natura sociale, senza far ealcuna attenzione ai loro costi reali » e, ri-cordando come il settore pubblico, che ne l1969 aveva assorbito il 29 per cento del ri-sparmio delle famiglie, nel 1972 fosse pas-sato ad una quota del 62 per cento, ha sotto-lineato la necessità di « ridare spazio all'are adell'efficienza, restringendo i margini di spre-co, di parassitismo e di assistenzialismo clien-telare » .

Per chi, come noi, non da oggi ha soste-nuto che al fondo della crisi del paese stal'eccessivo peso che le strutture pubbliche eparapubbliche esercitano sull 'apparato pro-duttivo, queste affermazioni non sono appars esorprendenti, né ci sono parse sottintender ealtro se non l ' accresciuta consapevolezza, daparte degli operatori economici, della gravitàdi questo fenomeno. Le abbiamo valutate e l evalutiamo come un richiamo alla responsa-bilità rivolto a tutte le maggiori forze politich eper l ' incoerenza dell ' azione finora svolta .

Perché - e questo, onorevoli colleghi, misembra un punto essenziale - nessuno de itre maggiori partiti italiani è senza colpe .

Se è vero, infatti, che la democrazia cri-s t iana ha alimentato in questi anni il cetomedio parassitario, cresciuto all 'ombra del -l'amministrazione pubblica, e su di esso h acostruito le sue clientele elettorali, è altret-tanto vero che i partiti della sinistra, legat iad un'impostazione dogmatica secondo cui l osfruttamento capitalistico colpirebbe ugual -mente le forze operaie e le categorie impie-gatizie, hanno finito con lo sposare tutte lerivendicazioni, comprese quelle del ceto me -dio parassitario. E di questa impostazione,

tesa a collegare alla realtà e agli interess idella classe operaia anche le posizioni de iceti medi del pubblico impiego abbiamo avut ouna eco anche ieri nel pur interessante inter -vento svolto dall ' onorevole Vetere a nome de lgruppo comunista .

Speravamo che, di fronte al fatto che sonoproprio i gruppi più illuminati del mondoimprenditoriale a sottolineare l 'esigenza dicolpire gli sprechi e la clientela, in una pro-spettiva di superamento della crisi, le forz epolitiche fossero indotte a ripensare critica-mente le ragioni di fondo delle difficoltà ch estiamo attraversando . Abbiamo invece assi-stito al tentativo di interpretare tali dichia-razioni solo in termini di scelta tra i var ischieramenti, evitando di dare ad esse un acoerente risposta sul piano dei contenuti poli-tici . Così, sull'Avanti! di giovedì scorso, i nun articolo pubblicato di spalla (forse no nsolo tipograficamente) nella pagina in cui ap-pariva il discorso con il quale l 'onorevole DeMartino aveva rivendicato in quest'aula u n

ruolo più incisivo del suo partito di front e

all ' eclissi dell'egemonia democristiana, si sot-tolineava come un fatto di indubbio interesse

« la strategia dell 'alleanza tra il profitto e i llavoro produttivo contro il parassitismo », de-lineata dal presidente della Confindustria, ela si interpretava come una tendenza « dell aparte più evoluta dell'imprenditorialità nazio-nale a scavalcare il potere ufficiale . . . d 'accor-

do con i ' partiti di sinistra e i sindacati » . Ma

da parte socialista non è stata data ancor a

una precisa indicazione, con atti politici con -

seguenti, di come si intenda operare una pro -

fonda e radicale revisione delle forme at-traverso le quali si è sviluppato finora l ' in-

tervento pubblico nella vita economica na-zionale .

Quanto alla democrazia cristiana, essa havisto nelle dichiarazioni dell ' avvocato Agnell ila prova che « la strategia sociale della demo-crazia cristiana non è congeniale alla gross aindustria capitalistica » nonché « un attaccocontro i programmi di giustizia sociale ch ela democrazia cristiana ha sempre coerente -mente portato avanti » ; ed ha rifiutato ogniesame autocritico .

Il ministro Gullotti ha addirittura tentat odi rovesciare le responsabilità dell 'attual ecrisi su « un modello di accumulazione 'an-corato ad una tipologia industriale ancora ar-retrata . . . che ha privilegiato in modo esclu-sivo certi settori della società e ha dispersoe sprecato imponenti risorse » ; e, pur ricono-scendo che ci troviamo « di fronte ad una

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caduta di consenso che può essere fatale pe rle sorti del paese », non ha fatto altro ch erivendicare, come 'presupposto di ogni « pro-getto di crescita », « il primato della politica ,cioè l 'unico primato che una società demo-cratica può tollerare » .

Ma, onorevoli colleghi, una classe di Go-verno, una classe politica, per giustificare l asua funzione di guida del paese, non può ogn imomento rivendicare « il primato della poli-tica » . Se è costretta a ciò per riaffermare l asua funzione di fronte alle forze sociali, vuoidire che ormai essa può interessare solo l aricerca dell'ipotetico storico di cui parlavam oprima . Una classe politica deve avere il corag-gio di riconoscere i propri errori e di operar eanche scelte impopolari e severe per correg-gere le disfunzioni e portare il paese, fuor idella crisi . Solo così si rivendica il primatodella politica: non con affermazioni verbali ,ma con atti precisi che ridiano credibilitàe prestigio alle istituzioni, che garantiscan oil non riprodursi delle cause che hanno por-tato il paese alla « Caporetto economica » .

In questo senso, il disegno di legge cheoggi è all 'esame della Camera - lo ricordav aanche l ' onorevole Di Giulio la scorsa setti-mana - è un banco di prova di fondamentaleimportanza per le forze politiche ed esigeprecise assunzioni di responsabilità .

Vorrei rifuggire da un certo ottimismo dìmaniera che ha caratterizzato alcune presen-tazioni sulla stampa del testo del disegno dilegge in esame . Con la sua approvazione no inon riusciremo, come è stato scritto, « a far epiazza pulita delle decine di migliaia di ent ipubblici non economici che pompano denar odalle casse dello Stato con l 'unico obiettivo d iperpetuare se stessi » . Sono però convinto ch edal tipo di legge che uscirà da questa Cameradipenderà la possibilità di rimettere un po'd'ordine nella « giungla » del parastato, di in-trodurre anche in questo settore qualche ele-mento di efficienza, di « aprire qualche squar-cio sulla misteriosa realtà delle retribuzioni de lpubblico impiego », come è stato auspicato.

Vorrei soffermarmi subito su questi dueultimi aspetti, e non certo perché si sottova-luti da parte nostra l ' importanza del proble-ma dei controlli e della soppressione degli ent iinutili . Anzi, siamo pienamente convinti dell anecessità di riconsiderare con particolare ri-gore se sia opportuno mantenere forme di de-centramento funzionale per vari servizi, onon sia piuttosto il caso di riportare diretta-mente allo Stato la gestione degli stessi . Molt ienti pubblici, ai quali furono in passato

decentrati questi compiti, ritenendo che ess ipotessero rappresentare forme di gestione piùsnelle e meno burocratizzate, hanno infatti di -mostrato di non riuscire a garantire questamaggiore funzionalità, e, per contro, si son oaffievoliti i controlli degli organi elettivi su tal igestioni . È quindi evidente che, nel momentoin cui affrontiamo questa materia, si richiedaparticolare rigore sia nel definire le proce-dure di scioglimento degli enti superflui, sianell'individuare gli enti realmente indispen-sabili e che debbono essere conservati . Ma sutale punto tornerò più avanti .

Quello che mi preme ora di chiarire è ch equesto è solo un aspetto del problema - ben-ché su di esso si concentra maggiormente l'at-tenzione della stampa e dell'opinione pubbli-ca - e forse, quantitativamente, nemmeno i lpiù importante. Le indagini condotte hannoinfatti messo in luce l ' esistenza di 59 .477 enti

pubblici nel nostro paese; ma in questa cifrasono compresi, oltre agli enti pubblici eco-nomici, gli enti locali e territoriali, le istitu-zioni pubbliche d'assistenza e beneficenza(che insieme assommano a 30 mila), gli ent i

ospedalieri, gli enti ecclesiastici, le univer-sità, gli istituti di istruzione, gli ordini e icollegi professionali, le camere di commercio ,

gli enti di patronato per l 'assistenza ai lavo-ratori : ai quali tutti non si applica la disci-plina contenuta in questo disegno di legge .Di conseguenza con il meccanismo previst oper la soppressione degli enti e la loro liqui-dazione potremmo al massimo incidere s u

qualche migliaio di organismi ; e a ciò si ag-giunge che, essendo garantito il manteni-mento del posto di lavoro al personale degl i

enti soppressi assunto prima del 31 di-cembre 1973, i riflessi sulla finanza pub-blica non potranno comunque essere d i

eccessivo rilievo .

Inoltre, come ha rilevato lo stessso onore-vole Galloni nella sua relazione, i 90 enti con -tenuti nella tabella allegata al disegno di leg-ge, di cui si prevede la sopravvivenza, « rap-presentano la stragrande maggioranza dei di -pendenti degli enti di diritto pubblico non eco-nomici esistenti nel paese » . Si calcola infatt iche solo i dipendenti degli enti che gestiscono

forme obbligatorie di previdenza e d 'assistenzaassommino a 100 mila, mentre i dipendent idi tutti gli enti inclusi nella tabella ammon-tano a una cifra che non si è potuta calcolar eesattamente - è questa una materia i cui datisono tutti oltremodo misteriosi - ma che si ag-gira intorno ai 130-140 mila su un totale d i

170 mila dipendenti del cosiddetto parastato .

.fitti Parlamentari

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Acquistano quindi particolare importanza ,per ottenere un contenimento dei costi e mag-giore snellezza ed efficienza del settore, gl ialtri due obiettivi che l'onorevole Galloni in-dica nella sua relazione : quello di garantireun modo nuovo di organizzare il personale ,che ne valorizzi le competenze ; e quello d iassicurare un sistema retributivo uniforme ,che elimini nel tempo le gravi sperequazion iesistenti, facilitando la mobilità del personal ee il suo passaggio dagli enti soppressi a quell imantenuti in vita .

Da questi punti di vista dobbiamo dire ch ela legge suscita in noi qualche perpless i tà .Non è che manchino innovazioni positive, néche sia mancato un certo rigore nel fissare i lprincipio dell 'onnicomprensività, le norme re-lative alle assunzioni, all 'orario di lavoro, agl i

- straordinari . ai congedi, ai fondi integrativi ;né può dirsi che il nuovo meccanismo di pas-saggio tra le varie qualifiche sia insodisfa-cente . Ma è il numero di qualifiche stabilitoche non ci convince ; così come ci preoccup ache non si siano fissati limiti alla contratta-zione collettiva per quanto riguarda la pro-gressione economica per anzianità .

Non possiamo, infatti, non preoccuparc idi circondare la contrattazione dì alcune cau-tele, nel momento in cui le riconosciamo pie -ria legittimità . Non possiamo considerare suf-ficienti garanzie la sola presenza di osservato-ri del Governo alle trattative, e il fatto ch eal Governo stesso spetti poi di dar valore agl iaccordi sindacali raggiunti,. attraverso suo idecreti .

E necessaria una particolare attenzione ,una particolare cautela proprio per quell 'ele-mento che Io stesso relatore sottolineava : cioèper la posizione contrattuale più debole de ldatore di lavoro pubblico rispetto al datoredi lavoro privato, per la mancanza del limiterappresentato dal mercato, di talché non esisteper gli enti pubblici il pericolo, che è propri odelle imprese industriali, di essere espulsi da lmercato per un aumento dei costi . Gli aggravidei costi nel settore pubblico, inoltre, no nsono pagati direttamente dai datori di lavoro ,ma dalla collettività, con le tasse o, peggioancora, con il ricorso a prestiti obbligazionari .Questo che dovrebbe essere un limite fors eancora più rigido nell ' amministrazione deldenaro di tutti i cittadini non ha condizionat ol 'atteggiamento dei rappresentanti della manopubblica. L'onorevole Vetere, nel suo inter-vento di ieri, parlava di « spagnolismo » .Obiettivamente, dobbiamo considerare comeil datore di lavoro pubblico sia quasi sempre

di estrazione politica, quindi più preoccupat odi andare incontro ai propri dipendenti, perragioni di tipo elettorale .

t quindi necessario che . vi sia una parti -colare attenzione sui modi e sui limiti attra-verso i quali si articolerà la contrattazionesindacale nel settore parastatale .

Oltre tutto, l'elemento della stabilità d'im-piego, che è stato altre volte sottolineatocome caratterizzante la posizione dei dipen-denti pubblici rispetto a quelli del settoreprivato, assume in questo momento econo-mico particolare rilievo . Noi sappiamo che i lrischio di perdere il posto, cui sono sottopost ii dipendenti del settore privato, non è para-gonabile a quello che può correre il dipen-dente di un settore pubblico . Infatti le nor-me che prevedono la dispensa dal servizio pe rscarso rendimento trovano un'applicazionesoltanto eccezionale; e nel settore dell'impie-go pubblico non esiste il rischio dei licen-ziamenti collettivi per difficoltà economich edelle aziende (caso mai esistono gli « esod id'oro », che sono stati tanto frequenti inquesti anni e hanno avuto riflessi così nega-tivi sulla struttura della pubblica ammini-strazione) . In una fase di prevista recessione ,la differente posizione dei lavoratori del set-tore pubblico rispetto a quelli del settor eprivato acquista un'importanza eccezionale ,perché oltre ai rischi di riduzione dell'orari odi lavoro, di sospensioni, di licenziamenti, ilavoratori del settore privato andranno incon-tro a -maggiori difficoltà per trovare, in un asituazione occupazionale difficile, un nuov oposto di lavoro. quindi necessario valutaree discutere attentamente questo disegno d ilegge tenendo conto dei riflessi che può avereun aumento dei costi del parastato sul set-tore direttamente produttivo, e del suo effettodi acceleramento della fase di recessione .

Si è parlato molto in queste settimane dell anecessità di evitare eccessive restrizioni de lcredito all'industria per scongiurare effett irecessivi ; ora credo che il primo concreto in-tervento per consentire maggiori crediti a lsettore industriale debba essere proprio quell odi evitare un aumento dei costi della pubblicaamministrazione .

Vi è poi un'altra considerazione da far eper mettere in evidenza l'importanza di questiaspetti della legge che stiamo discutendo. Noidobbiamo evitare il rischio di fare un'ennesi-ma riforma per gli « addetti ai lavori », laquale, con la scusa di voler salvaguardar ealcune esigenze di moralizzazione attraversola soppressione di alcuni enti, dia invece ai

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dipendenti del parastato, che comunque re-stano, dei trattamenti privilegiati . Vorrei ri-cordare l'esempio - richiamato in quest'aul anel corso della discussione sulle comunica-zioni del Governo la scorsa settimana - dell ariforma ospedaliera . È stato calcolato infatt iche, dopo la sua entrata in vigore, la spes aper l ' assistenza ospedaliera è aumentata fin oa triplicarsi in tre anni, a causa della solaspesa per il personale, senza alcun migliora -mento dei servizi . Un ulteriore aumento de l28 per cento, poi, è stato determinato negl iultimi tempi dal nuovo contratto per il per-sonale degli enti ospedalieri .

Desidero leggere quanto osserva a tal pro-posito il Gorrieri nel suo interessante libr oLa giungla retributiva : « Che cosa ha pro-vocato l 'aumento della spesa per il perso-nale ? Sono state proprio la riforma ospeda-liera e la contrattazione sindacale che ne èseguita . Infatti i decreti delegati, emanati ne lmarzo 1969 in applicazione della legge, rego -Iano l'ordinamento interno degli ospedali, lostato giuridico dei dipendenti e i servizi d iassistenza. A seguito di questi decreti e dell acontrattazione tra la FIARO ed i sindacati de ilavoratori ospedalieri, si sono determinati duefenomeni : l 'aumento numerico del personaleed il miglioramento delle sue condizioni retri-butive e ,normative. In questo modo, della ri-forma ospedaliera hanno beneficiato soprat-tutto i medici e gli altri lavoratori ospedalieri ,che si sono visti aumentare le retribuzioni ,ridurre l'orario ed alleggerire la fatica, sen-za che ai degenti ne sia derivato un miglio-ramento tale, nell 'assistenza, da giustificarela crescita vertiginosa della spesa » .

Nella sua relazione, l 'onorevole Gallon irileva giustamente che gli enti da conservar ein vita secondo la tabella allegata al provve-dimento « sotto un diverso controllo o in ve-ste o in forme organizzative nuove sarann ochiamati a svolgere un ruolo essenziale, anz iad essere protagonisti dell 'azione riforma-trice volta al potenziamento delle struttur eche sodisfano una domanda crescente, o d apotenziare, di beni di consumo pubblico » .Proprio per raggiungere questi fini, è perònecessario non ripetere gli errori della rifor-ma ospedaliera . )J necessario che le spese d igestione non finiscano con l ' assorbire tutte l erisorse, impedendo il miglioramento dei ser-vizi . Del resto, anche se abbiamo parlato d iun certo rigore con cui sono stati regolat ialcuni istituti, taluni di questi, come il con-gedo, sono istituti che non esistono nel set-tore privato, e rappresentano già un ulterior eelemento di grosso favore per i parastatali .

Mentre i ritmi di lavoro sono più pesanti nelsettore privato rispetto a quello pubblico, e i lrendimento e la conseguente usura psicofisicadel lavoratore, salve le dovute eccezioni, ècerto inferiore fra i lavoratori del settorepubblico e parapubblico, rispetto a quelli del -l'industria .

D'altro canto, onorevoli colleghi, quantevolte è capitato ad ognuno di noi di sentireindicare la richiesta di un posto statale o pa-rastatale come la suprema aspirazione del cit-tadino 1 Se la situazione dei lavoratori del -

lo Stato e del parastato non presentasse in -dubbi vantaggi rispetto a quella di lavorator idi altri settori, questa richiesta evidentemen-te non sarebbe spiegabile. Per questo rite-niamo necessaria una particolare attenzione inquesta materia e proponiamo una serie d imodifiche ad alcune norme del provvedi -

mento, indispensabili per impedire ogni de -generazione e per raggiungere gli scopi ch e

tutti dichiariamo di prefiggerci .Ricordavo prima la nostra perplessità sul-

l'introduzione della qualifica unica per ogn icarriera tradizionale del pubblico impiego ,perplessità aggravata dalla mancanza di li -miti legislativi alla progressione economic a

per anzianità. Conosciamo le argomentazion i

di coloro che hanno sostenuto la qualifica

unica. Ne abbiamo discusso lungamente i n

Commissione. Anche nella relazione, l'onore-vole Galloni mette in evidenza come l'espe-rienza abbia dimostrato che l'attuale sistema

di promozioni per merito nasca da valutazio-ni discrezionali dei consigli d'amministra-zione e dei superiori gerarchici, e finisca co nil produrre atteggiamenti conformistici o for-me particolari di favoritismo . E, per contro ,sottolinea come anche il sistema proposto pre-veda alcune forme di incentivazione : dalla

possibilità di anticipare due volte la class edi stipendio, alla facoltà concessa agli enti d iprevedere qualifiche funzionali di coordina-tore, in aggiunta a quelle di collaboratore e

di assistente .Queste motivazioni, per altro, non ci con -

vincono del tutto. La qualifica unica ha im-plicazioni non calcolabili sul piano della dila-tazione dei costi del personale e sull'orga-nizzazione dei pubblici uffici, che richiedonouna distribuzione dei dipendenti su un mag-gior numero di livelli funzionali . Né ci paredel tutto tranquillizzante la sola prospettiva d iaffidare agli enti la possibilità di istituire al -tre due qualifiche, oltretutto unicamente peri livelli di collaboratore e di assistente .L 'avanzamento retributivo ordinario per anzia-nità all ' interno di quattro qualifiche uniche

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finisce col favorire obiettivamente l'appiatti -mento e col non premiare l 'efficacia e l'effi-cienza nel servizio . Non è certo un correttivoadeguato di questa situazione la possibilit àconcessa agli enti di anticipare due volt e

le classi di stipendio al 15 per cento dei di -pendenti per ogni qualifica . Il sistema dell aprogressione economica per anzianità rimane ,anche con i correttivi che sono stati introdotti ,l 'elemento portante della nuova organizza-zione del personale che viene proposta .

Al di là delle considerazioni prima svilup-pate, vorrei ancora ricordare quello che dice i lGorrieri a proposito delle gravi sperequazion iche derivano dal modo in cui opera l'anzia-nità di servizio tra le diverse categorie de ilavoratori, danneggiando soprattutto le cate-gorie più deboli, quelle dei lavoratori dell ' in-dustria . L'autore 'avanza, infatti, forti dubb isull'opportunità di mantenere in vita l'istitut odella progressione retributiva per anzianità esi domanda « quale fondamento economic oabbia e a quali esigenze risponda nella vit adel lavoratore . Non è dettò, infatti, che sem-pre la prestazione lavorativa migliori co lpassare degli anni e che l'uomo dia il megliodi sé a 50-60 anni. Certo l ' esperienza che s i

acquisisce col tempo ha il suo valore; ma lafreschezza delle energie, la capacità creativa ,l'attitudine ad aggiornarsi non hanno minor eimportanza . E il rischio di adagiarsi nelloscetticismo e nella routine aumenta di par i

passo con l'anzianità, specialmente nel pub-blico impiego . Anche dal punto di vista dell enecessità personali o familiari, non è veroche esse aumentino con gli anni e raggiun-gano il massimo alla vigilia della quie-scenza » .

Certo esiste il problema di ridurre le at-tuali 24 qualifiche, eccessive ed esclusiva-mente nominali, e di rivedere il sistema dell epromozioni ; ma occorre trovare una soluzioneche risponda alle esigenze di migliore funzio-namento degli enti, senza cedere alle pres-sioni corporative del personale . Su questastrada credo possa esserci di ausilio la sceltache ha caratterizzato la legislazione sul per-sonale della maggior parte delle regioni, ch e« alle varie qualifiche hanno inteso dare u ncontenuto fondato soprattutto sulle caratteri-stiche professionali delle mansioni svolte, fa-cendo riferimento anche alle competenze tec-nico-scientifiche richieste », ma senza arrivarealla qualifica unica .

In tale prospettiva riteniamo opportun oprevedere (e presenteremo un emendament oin tal senso) la definizione di otto qualifiche

funzionali, individuate ciascuna per un diver-so contenuto professionale, e, per evitare l'an-coramento al titolo di studio, di non separareil personale nelle quattro carriere tradizional i(come del resto si fa anche nel testo del dise-gno di legge), ma di dargli un 'organizzazioneunitaria, in modo da non creare comparti-menti stagni favorendo, al contrario, la mas-sima mobilità verticale .

Ci sembra- altresì essenziale, per impedi-re che gli accordi sindacali utilizzino l ' isti-tuto della progressione retributiva per anzia-nità all ' interno delle singole qualifiche i nmodo da creare ulteriori « punte » e da' ag-gravare le sperequazioni esistenti tra i lavo-ratori dei diversi settori, prevedere che gl iaumenti per scatti periodici e per classi d istipendio non possano complessivamente su-perare il 75 per cento dello stipendio inizial edella qualifica .

Vi sono altri due problemi che desiderosottolineare relativamente allo stato giuridi-co e al trattamento economico dei dipendent idegli enti pubblici di cui stiamo discutendo .Il primo riguarda la pratica delle comparteci-pazioni alle entrate dei rispettivi uffici per idipendenti incaricati di svolgere compiti d inatura professionale per i quali occorra laiscrizione agli albi . Tali compartecipazion isono un retaggio del passato, le eredi dei fa-mosi diritti casuali, in forza dei quali abbia-mo avuto episodi clamorosi di retribuzioniextra che superavano addirittura lo stipen-dio tabellare . Nella legge si riconferma i lprincipio dell'onnicomprensività ; ma vi s ideroga per quanto riguarda gli iscritti agl ialbi professionali, demandando alla contrat-tazione sindacale la definizione delle percen-tuali di queste compartecipazioni . Riteniamoche questa deroga debba essere assolutamen-te eliminata. Non possiamo consentire di apri -re una breccia attraverso là 'quale doman ile falangi del parastato potranno cercare d ipassare per ottenere il riconoscimento d itrattamenti integrativi particolari .

L'altro problema che ci preme di sottoli-neare è quello relativo al blocco delle assun-zioni sino al completo riassorbimento da par -te degli enti sopravvissuti del personale tra-sferito dagli enti soppressi e collòcato in so-prannumero o negli appositi ruoli ad esauri-mento. La legge, è vero, prevede il blocc odegli organici degli enti non compresi nellatabella e un più penetrante controllo sugl iorganici degli enti che sopravviveranno . Maquesto non ci pare sufficiente . Occorre unprovvedimento più drastico, che obblighi gli

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enti non posti in liquidazione a non _adagiars inel facile, comodo sistema delle nuove as-sunzioni, ma a ricercare una maggiore pro-duttività e ad intraprendere una seria operadi riqualificazione del personale dipendente .

PRESIDENTE. Onorevole Del Pennino ,devo ricordarle che, pur avendo il gruppoal quale ella appartiene chiesto la deroga a ilimiti di tempo previsti dal regolamento pe rgli interventi dei suoi iscritti, la deroga nonè però consentita in alcun caso per i discors iletti . Ed ella sta leggendo da molto più d imezz'ora . . . La invito pertanto a concludereil suo intervento .

DEL PENNINO. D'accordo, signor Presi -dente .

Ci rendiamo conto che le proposte da no iavanzate sullo stato giuridico e sul trattamen-to economico del personale degli enti para -statali sono particolarmente rigorose e chetroveranno non poche resistenze . Riteniam operò doveroso dire subito che le sosteniam ocon fermezza e che dal loro accoglimento di -penderà il voto finale che noi daremo suquesto disegno di legge .

Nei giorni scorsi un acuto commentatorepolitico osservava che « la prospettiva di un arigorosa austerità sta provocando nel paes eun censimento dei beni e delle risorse d iciascun ceto, ma, soprattutto, dei meriti so-ciali, cioè del reale contributo che ognun odà al sistema produttivo . Ed è questo un cen-simento che sta approfondendo le frattur enel rapporto fra interessi sociali e loro rap-presentanza politica » .

Ora, dal modo in cui la rappresentanzapolitica si comporterà di fronte a questa leg-ge, essa dimostrerà se è più preoccupatadegli interessi sociali che rappresenta o de lreale contributo che ognuno dà al sistemaproduttivo. E anche su questo sarà giudicat ada quell ' ipotetico storico futuro .

Se ci siamo particolarmente soffermati su lproblema dello stato giuridico e del tratta -mento economico dei dipendenti del parasta-to, è perché sappiamo che questo aspetto de ldisegno di legge al nostro esame è quell oche può mettere a dura prova la reale volont àriformatrice delle forze politiche.

D 'altro canto, come dicevo all ' inizio, nonsottovalutiamo minimamente la necessità d iun migliore sistema di controlli e di una cor-retta definizione del meccanismo di soppres-sione degli enti inutili .

Sotto questi due punti di vista dobbiam odire francamente che il testo della Commis-sione ci appare più sodisfacente ; ma ritenia-mo che, per qualche verso, esso vada cor-retto ed integrato .

Per quanto riguarda il sistema di con-trolli, ci siamo posti il problema dell 'oppor-tunità di sottoporre i bilanci degli enti – l acui spesa complessiva supera l'ammontare d,i

quella dello Stato – al diretto controllo de lParlamento, prevedendo che le due Camer eli discutano e li approvino in allegato al bi-lancio dello Stato . Ma le obiezioni di carat-tere costituzionale del relatore, basate su lfatto che, « in tal modo, si rischiava di attri-buire al Parlamento compiti di amministra-zione attiva che esulano dalle sue competen-ze », ci sono apparse convincenti, tenendo an-che conto del fatto che il _controllo che s isarebbe esercitato su questi bilanci in occa-sione della discussione del bilancio general edello Stato avrebbe finito col diventare pi ùteorico che reale. L'avere stabilito, invece ,l'obbligo per gli enti di predisporre in mod ouniforme ogni anno il bilancio preventivo e dil conto consuntivo da sottoporre ai Minister ivigilanti e il dovere per questi ultimi di tra -smetterli al Parlamento entro il 31 luglio c isembra sufficiente per consentire un adeguat oesercizio del sindacato ispettivo da parte de imembri delle due Camere .

D'altro canto, il problema centrale in que-sta materia è proprio quello di rendere omo-genei tra loro e intelleggibili i bilanci deisingoli enti, in modo da incentivarne l ' esamee lo studio da parte di tutti . Vorrei ricordarein proposito quello che scriveva il Plebanonell'introduzione alla sua Storia della fi-

nanza italiana nei primi 40 anni dall'unifi-cazione : « Senza dubbio il modo come furaccolto e si raccoglie, come fu speso e sispende quel miliardo e mezzo o giù di lì, chead ogni volgere dei dodici mesi l ' erario delloStato richiede come sua partecipazione a ifrutti dell 'attività produttiva italiana, involgei più validi interessi di ciascun cittadino ; eparmi abbia accennato ad una evidente ve-rità il simpatico e colto deputato Fortunato ,quando, non è guari, diceva ai suoi elettor iche, se il gran popolo dei contribuenti italian iavesse un po' più di familiarità con quel li-bro arcano (il bilancio) in cui è il segretodelle nostre fortune, per vie assai migliori s iandrebbe tutta la cosa pubblica » .

Ebbene, l 'aver tentato di rendere meno ar-cani í bilanci degli enti pubblici credo rap-presenti un importante e positivo elemento di

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questa legge . ,Ci pare invece opportuno raffor-zare i poteri di controllo del Parlamento sullenomine degli amministratori degli enti. Inquesto senso si sono pronunciati anche divers icolleghi di varie parti politiche .

Un'iniziativa era stata presa lo scorso ann odal presidente della Commissione lavoro, ch eaveva invitato il ministro del lavoro a rife-rire alla Commissione « sulle motivazioni esugli orientamenti ai quali intendeva richia-marsi nella nomina dei presidenti e dei di-rettori generali degli istituti sottoposti all asua vigilanza » . Ma nemmeno questa pur cau-ta proposta aveva trovato accoglimento : pro-va del fatto che non ci si può affidare soloalla buona volontà del Governo e alla su adisponibilità di tenere adeguatamente infor-mato il Parlamento .

Mi sembrerebbe pertanto opportuno risol-vere il problema introducendo nel testo d iquesto disegno di legge un articolo che rece-pisca una proposta presentata dai colleghi d iparte liberale al Senato: cioè l'obbligo peri ministri e per il Governo di sottoporre pre-ventivamente al parere di una Commission eparlamentare mista i nomi delle persone cheintendono scegliere per i consigli d 'ammini-strazione di questi enti . In tale modo potremomeglio garantire l'imparzialità di queste no -mine e cercare di evitare che rispondano piùa criteri di lottizzazione che non a requisit idi preparazione e di efficienza .

Per quel che concerne lo scioglimento de-gli enti inutili, la Commissione ha fatto tesor odel fallimento dell 'esperienza della legge 1 4dicembre 1956, n . 1404, ed ha giustamentestabilito l 'inversione del meccanismo attra-verso il quale si deve giungere alla soppres-sione degli organismi superflui, prevedend o

lo scioglimento e la fine dei contributi pub-blici per tutti gli enti non contenuti nelle ta-belle, a meno che entro tre anni il Govern onon emani appositi decreti delegati che li di-chiarino necessari ai fini dello sviluppo de lpaese .

Ebbene, noi siamo un po' preoccupati d iquesta facoltà lasciata esclusivamente al Go-verno di stabilire quali enti debbano esser emantenuti in vita, senza che sia data possibi-lità al Parlamento di verificare se le decision idel Governo corrispondano realmente alle esi-genze del paese e non a quelle di qualche« clientela » . Per questo, ci sembrerebbe pi ùcorretto prevedere che la dichiarazigne d iutilità dei singoli enti sia fatta, anziché co ndecreti delegati, attraverso decreti del Go-verno da sottoporre a convalida del Parla-

mento, stabilendo che, se entro un anno dall apresentazione i decreti non saranno convali-dati, anche questi enti dovranno essere sciol-ti . In, questo modo potremo meglio raggiun-gere l'obiettivo che dichiariamo di prefig-gerci, riducendo al minimo la possibilità chepressioni corporative e particolaristiche rie-scano a mantenere in vita realtà parassitarie .

Ma se questa correzione è necessaria pe rgarantire al meccanismo di scioglimento degl ienti di funzionare appieno, ancór più impor -tante al fine di evitare la sopravvivenza di ent iinutili è la scelta che faremo in quest'aula de-gli enti da includere nella tabella . È vero -come osserva il relatore - che l'inclusione diun ente nella tabella « non impedisce che conseparato provvedimento legislativo . . . esso pos-sa essere soppresso, fuso o ristrutturato . . ., so-

prattutto in relazione a future leggi di rifor-ma »; ma questo significa rinviare il proble-ma di quell 'ente sine die, in attesa di una ri-forma che chissà quando verrà, e rinunciar einvece a mettere in moto più sollecitamenteil processo di riforma. E questo vale soprat-tutto per gli enti previdenziali .

Ha giustamente osservato Massimo Sever oGiannini, a proposito di questi enti, che « ipiù antichi nacquero già alla fine dello scors osecolo, come enti assicuratori, spesso di carat-tere mutualistico; nel periodo fascista la mag-gior parte di essi fu trasformata in enti pub-blici, e vennero a costituirsi così l ' INPS,l'INAM e l'INAIL . Però, parallelamente aquesti istituti che avevano attribuzioni gene-rali, ossia riguardavano una molteplicità d i

lavoratori, ma nel contempo provvedevano asettori abbastanza definiti di assistenza, ven-nero fuori enti che provvedevano a più formedi assistenza, ma nei riguardi di singole cate-gorie di lavoratori o di professionisti : gl istatali, i dipendenti dagli enti locali, i dipen-denti dagli enti di diritto pubblico, i notai ,gli avvocati, i giornalisti . I governi uscit idalla Repubblica trovarono molto comodo se-guitare ad istituire siffatti enti sezionali, an-che se ormai era chiaro a tutti che perseveraresu questa strada era un grave errore » .

I risultati del fenomeno descritto dal pro-fessor Giannini sono sotto i nostri occhi !Basta leggere il primo , gruppo degli enti, con -tenuto nella tabella, quello appunto relativo

agli enti che gestiscono forme obbligatorie d iprevidenza ed assistenza (che ne raccoglie tr al'altro ben 34 sui 90 complessivi), per trovare

tutta una serie di casse o di enti che tutelan o

solo questa o quella categoria . Purtroppo il

processo di unificazione è reso difficile dal fat-

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to che anche le norme che regolano i tratta-menti previdenziali per le varie categori esono differenti tra di loro . Questo, oltre acreare sperequazioni sul piano sostanziale, c icostringe oggi a dover accettare la sopravvi-venza dei vari ENPAS, delle varie casse degl iavvocati, dei notai, eccetera.

Ma la politica di unificazione degli ent iva egualmente perseguita, ricercando almeno ,nella categoria di quelli che gestiscono form eobbligatorie di assistenza e di previdenza ,quelli che realizzano servizi complementari ,e la cui unificazione non comporti necessa-riamente una modifica delle norme che rego-lano il rapporto assicurativo .

Per questo noi non siamo stati d'accordosul mantenimento nella tabella dello SCALI ' edell'ENAOLI; e per questo proponiamo di to-gliere anche l'ENPI. I compiti dello SCAU ,infatti, dovranno essere riassorbiti dall'INPS ,nel processo di unificazione della riscossion edei contributi ; l'ENPI e LENAOLI realizzanoservizi complementari a quelli dell'INAIL epotranno essere assorbiti da quell'istituto.

Se esaminiamo questi tre enti rileviamoinfatti che l'INAIL, nell'ambito della sfer adi intervento nei riguardi delle cause aboli-tive o menomative delle capacità del lavora-tore, provvede alla tutela economica, sanitariaed assistenziale di quanti subiscono un infor-tunio o contraggono una malattia professio-nale. L'ENPI ha lo scopo di promuovere laprevenzione degli infortuni sul lavoro e dell emalattie professionali . L'ENAOLI provved eall'assistenza agli orfani dei lavoratori . Emer-ge chiaramente un quadro istituzionale di in-terventi a favore del lavoratore in tutto l'arcoche va dall'esposizione al rischio di infortu-nio alla tutela economica, sanitaria, assisten-ziale del lavoratore colpito dall'evento dan-noso; nel quale arco operano più enti per i lperseguimento di un'unica funzione .

Tale sistema comporta evidentemente unamancanza di organicità negli interventi, a tut-to svantaggio non solo del lavoratore oggettodella tutela, ma anche dell ' ambiente socialee del relativo contesto economico in cui il la-voratore è inserito : come ha rilevato Io stess oministro Bertoldi quando ha affermato che« le funzioni dell'ENPI non erano assolte o l oerano in maniera del tutto distorta e inade-guata » .

D'altra parte, già nel 1945 si ebbe un inter-vento diretto da parte dell'INAIL nel camp odella prevenzione. Quest'ultima, pur affidat aall'ENPI, era esercitata per conto dell'INAIL ,di cui l'ENPI costituiva un servizio : ed ancor

oggi l'apporto dell'INAIL al bilancio del -l'ENPI rappresenta il 50 per cento delle en-trate .

Per quanto riguarda 1ENAOLI, poi, sonole sedi dell'INAIL che, in base a una conven-zione del 1948, provvedono al pagamento dellerette a collegi e convitti ospitanti orfani, al-l'erogazioni di sussidi, di premi, borse di stu-dio e rimborsi di viaggi. Non si vede quindiper quali motivi mantenere in vita tre enti ,includendo l'ENPI e 1ENAOLI in tabella, enon accelerare invece il processo di fusion econ l'INAIL.

Signor Presidente, onorevoli colleghi, m iavvio alla conclusione, riservandomi, in sed edi illustrazione degli emendamenti, di preci-sare alcune questioni di minor rilievo e di in-dicare le ragioni per cui chiediamo di cancel-lare dalla tabella taluni altri enti di scarsaimportanza e utilità . Nel mio intervento hocercato di sintetizzare i punti che ai repub-blicani appaiono essenziali perché questa leg-ge di riforma possa rispondere a ragioni d icarattere generale e non si traduca in unaennesima espressione di quella produzion elegislativa frammentaria e settoriale che hacaratterizzato gli ultimi anni .

Credo che in un momento difficile com equello che stiamo attraversando sia necessari oche tutte le parti politiche compiano' uno sfor-zo per non spingere più oltre il paese versol'abisso, e che questa sia un'occasione da nonperdere.

A chi volesse vedere nelle nostre osserva-zioni il frutto di un inguaribile pessimismo,ed evocare ancora una volta l'immagine diCassandra, risponderò soltanto che agli occh i

di quel famoso storico è meglio apparire ina-scoltate Cassandre che non come quanti, d ifronte alle rivendicazioni corporative e setto-riali di tutti questi anni, hanno continuato arispondere, come mastro Pangloss nel Candi-de di Voltaire, che « coloro i quali hannoaffermato che tutto va bene hanno detto un acastroneria . Bisognava affermare che megliodi così non potrebbe andare » .

PRESIDENTE. E iscritto a parlare l'ono-revole di Nardo . Ne ha facoltà .

DI NARDO. Signor Presidente, onorevol icolleghi, essendo presentatore in questa mate-ria, di una proposta di legge, e. nella passatae in questa legislatura, preceduta da una miarelazione, a quella relazione io in gran part emi rifaccio .

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Debbo per altro osservare che in questamateria - che io considero, quanto altre mai ,costituzionale - quando si parla di « parasta-to » si parla dello Stato in una sua significa-zione primaria . Non sì può infatti dubitareche sia impositore di cogenza sempre l oStato, anche quando lo appaia altro ente su ocollaboratore per fini ed attuazioni, comequello che eserciti la previdenza o l'assisten-za, sempre per conto dello Stato . Dietro tutt ociò c'è lo Stato: in questi casi le diverse de-finizioni sono soprattutto fatto recettivo, o re-cettizio, e si risolvono nella pura e semplic edizione .

Ora, questo è un campo nel quale l abattaglia parlamentare si esercita soprattuttoattraverso la partecipazione in Commis-sione, ove si mira a raggiungere un deter-

minato testo. Oppure vi è poi quello che po-trebbe considerarsi « l'appello », nell'ipotes iche la prima fase possa essere stata solo no-minalmente statuente : quando la Camera -così come mi appare in questa occasione -libera da eccessivi impegni di partito, è ab-bastanza recettiva da voler modificare per i lmeglio un provvedimento legislativo, propri oin questa sede .

Quindi la battaglia, più che nella fasedella discussione di carattere generale, ch edeve procedere per analisi ed enunciazioni ,va fatta per mezzo degli emendamenti . Pos-so io ritenere che la proposta di legge da mepresentata debba assumere il significato diemendamento ' rispetto al testo unificato, ri-spetto cioè a tutto ciò che il testo unificat onon ha accolto di quella mia proposta di leg-ge ? Ritengo di no, perché anche per quant origuarda essa la vita procede, e la mia pro -posta di legge, presentata il 25 maggio 1972 ,e ricalcante in parte la proposta di legge d ame presentata nella precedente legislatura ,è stata superata da eventi successivi, tra iquali, ad esempio, lo statuto dei lavoratori .Se la mia proposta di legge fosse stata rite-nuta valida, e recepita dalla Commissione,avrei dovuto presentare degli emendament irispetto al testo da me formulato, poiché -ripeto - nei fatti quel testo è già superato .Era necessario che in quel settore che no ichiamiamo del parastato si apportassero del -le modificazioni ; è quello un campo in cu ici sono mille confusioni, un campo in cu isussistono correlazioni, collegamenti con tutt ele altre attività della vita pubblica . Dobbia-mo tenere presente che, quando si parla d ienti pubblici, si parla di enti tra i quali sonocompresi alcuni nati nel periodo pre-fascista,

altri derivanti dall'organizzazione di Stato-re-gime: sicché si ha un diverso significato, espesso una diversa fonte. A proposito de lCONI, ad esempio, ricordo di avere difesodelle cause in sede di Consiglio di Stato, ov esi diceva che il CONI traeva il suo potere da lsegretario del partito, che era ministro d iStato; oggi la forma dello Stato non è piùquella, e quindi è ridicolo che il CONI fac-cia derivare i propri poteri da quei principi .Quando si parla dell ' INAM o di altri enti si-mili, bisogna ricordare che, all'avvento d iquesta nuova forma di Stato (nuova forma d iStato-regime), si è avuto il rivivere immedia-to di tutte le casse mutue aziendali, le qual isoltanto per la simpatia di tizio o di caio ,che si erano visti all 'epoca epurati, riusciro-no a rivivere. Taluna di queste casse è rima-sta per conto proprio, ma la maggior part eè nata per forme di inacidimento o di ven-detta, o in seguito all 'opportunità del mo-mento; una volta nate, grazie a questa formadi clientelismo, con la quale si sviluppa que-sto tipo di Stato, questo tipo di organizza-zione democratica che è comunque anch ' essasuperata e dovrà essere rivista nelle forme enei modi, sono rimaste come « democratica »fonte di simpatia, di foraggiamento e di van-taggi . Ora è pacifico che tutto questo va ri-visto, e non può non essere rivisto .

Devo rilevare che nelle affermazioni con -tenute nella relazione (non nelle conclusioni ,ma nelle affermazioni) si dice che è necessa-rio arrivare ad una definizione di ente pub-blico di natura non economica . Se non si ar-riva ad una definizione dell 'ente pubblico d inatura non economica, non si è in grado d istabilire quegli enti che sono simili tra d iloro, impropriamente definiti corporativi, equelli che non lo sono . Non c'è, a mio avviso ,un ' ipotesi di simiglianza corporativa pe rquesta specie, come non c 'è un ' ipotesi di col-leganza corporativa nell ' ambito delle catego-rie che lavorano in questo settore ; entriamonel campo funzionale, con cui nulla hann oa che vedere il corporativo o il settoriale, maun campo funzionale che attiene all'attivitàdello Stato . Tutto questo andava identificato,anche perché nello stesso codice civile, nelleleggi, non esiste una precisa definizione diente; il nome di ente comprende tutto, ancheper esempio l'ente per la canzone « SalvatoreDi Giacomo », onde un cittadino che creda d irivolgersi ad un ente di Stato si trova magar idi fronte un'organizzazione di discografici ,che realizzano i propri' profitti con un nom edi « ente » ! Lo Stato deve difendere se stes-so, perché solo difendendo se stesso difende

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la credibilità della democrazia ; in caso con-trario, non la difende affatto .

Dal 1959 quattro commissioni di studi osi sono succedute per innovare e per dare u nutile contributo alla materia ; siamo ora nel1974, ci troviamo di fronte a questo provve-dimento. Ho riletto l ' intervento del collegaGasco, il quale, dopo aver richiamato donSturzo (il quale subito dopo il ritorno all avita politica inveì contro gli enti inutili) ,esprime il suo plauso di circostanza al prov-vedimento, per concludere poi che niente v abene e che questi enti inutili ci tirano a fon -do da tutte le parti .

Non ci sarà una sola persona che plaudiràcon sincerità a questo provvedimento . E veroche si tratta di una operazione difficile; maanche governare o fare il parlamentare è e pu òessere cosa difficile . E molto comodo sentirs ichiamare onorevole e magari beneficiare di u nossequio o di una anticipata comunicazionetelefonica . . . Bisogna anche ricordare, però ,che certe cose rappresentano un dovere per ch iha responsabilità di Governo, o siede in Par-lamento .

Non basta, però, pretendere di sistemar equesto settore legiferando, come si dice, « apezze Già « a pezze » si è legiferato per lascuola e per il diritto di famiglia . Ora si pre-tende di agire nello stesso modo in questocampo che attiene all 'essenza stessa delloStato. Non si può più andare avanti con i lgiuoco dei cerchi (il cerchio della famiglia ,il cerchio della categoria, il cerchio della respublica), a meno che non si tenga conto delfatto che il « cerchio dello Stato » deve esser equello prevalente, perché da esso derivanotutti i diritti-doveri propri dei rapporti tr asingolo e generalità.

È ormai giunto iI momento di intervenir econ serietà in questo settore . E troppo tempoche se ne parla, ma si fa poi partorire all amontagna un topolino, cioè un provvediment oprivo dell'indicazione degli enti inutili e ridi -coli da sopprimere, oltre che della definizionedi ente di natura non economica .

Eppure, già nella passata legislatura, i ostesso mi preoccupai di dare una definizion edi ente pubblico non economico e di indicar eil modo per sopprimere gli enti superflui e pe reliminare il relativo deficit . Nel quale defici tnon vanno calcolati solo i contributi dell oStato a questi enti, ma anche gli esborsi de icontribuenti, ché la ricchezza di un paese nonè data solo dalla quantità di risorse di cu idispone lo Stato o dal valore della sua moneta ;è data anche dalla situazione natrimoniale

delle sue aziende, di qualunque tipo esse sia -no, a carattere pubblico o privato, padronale

o no. Potremo anche modificare il processodi distribuzione, ma dobbiamo ricordare cheil processo di produzione della ricchezza è d i

tutti e deve servire a tutti .Nella mia proposta di legge mi preoccupa-

vo anche di ammodernare Ia regolamentazio-ne del settore per adeguarla alla nuova siste-matica. Non dobbiamo infatti dimenticare ch e

nel periodo in cui gli enti sorsero si era i npresenza di uno Stato che contava qualcosa ,che aveva in sé i concetti di Stato etico, d i

Stato impositivo e di Stato rispettato e rispet-tabile in sé e per sé . Oggi, invece, che in que-sto Stato non si crede più, in tutti i rapporti

intercorrenti fra l 'uomo e il suo lavoro si cer-ca sempre di trasformare il rapporto di dirittopubblico in rapporto di diritto privato . Tutt ii lavoratori, ad esempio, cercano di evitare

di ricorrere al Consiglio di Stato per difen-dere i loro interessi; cercano di declassare i lloro rapporto d'impiego a rapporto di carat-tere privatistico, perché sanno che nel Consi-glio di Stato difficilmente potranno essere ascol-tati dall'ex prefetto, dall'ex questore o da l

parlamentare fallito che siedono in ves te di

giudici . Preferiscono , che sia competente i lmagistrato ordinario, forti dello statuto dei la-voratori, e pretendono un ' assoluta parità d i

trattamento fra i cittadini (tutto il contrario .per fare un esempio, di quanto è poi accadut o

con la legge in favore degli ex combattenti l )siano essi dipendenti dallo Stato, da enti pub-blici o da privati .

Lavoratori pubblici e lavoratori privati de-vono essere considerati allo stesso modo, sen-za tener conto da dove vengano i soldi per re-tribuire le loro eguali prestazioni . Ed io nella

mia proposta di legge mi preoccupai di preve-dere il controllo del Parlamento anche sull e

normative in itinere . In Italia, sono in molt i

ad avere facoltà normative . Forse è propri oil Parlamento ad avere la minore potestà nor-mativa: tutti gli enti, però, ne hanno un po 'e male la esercitano .

Già allora, comunque, mi ero reso cont oche redigere una legge di questo genere eramolto difficile, visto che erano in corso la ri-forma dell 'assistenza sanitaria, quella ospeda-liera, quella del rapporto di pubblico im-piego . Per di più, lo Stato non disponeva d i

una anagrafe di questi enti. E non ne dispo-neva per mancanza di volontà, perché sareb-be bastato - e basterebbe - emettere una nor-ma che stabilisca, che tutti gli enti che entrouna certa data non abbiano comunicato la loro

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esistenza e non abbiano provveduto alla lororegistrazione (ricevendo il relativo placet) s iintendono decaduti .

Era necessario che il provvedimento a lnostro esame avesse una adeguata sistematica .Io ho letto la relazione dell 'onorevole Galloni ,non posso non ammirarne l 'onestà di intent ie condivido molte delle sue affermazioni, an-che se non condivido il testo unificato . Si par-la infatti della necessità di definire l 'ente(questo oggetto misterioso !) ma senza po iconcludere in merito . Ebbene, ciò equivale auna dichiarazione di impotenza del Parla-mento ! Inoltre si legge che la disciplina de lriordinamento deve essere idonea ad un rag-gruppamento di enti di genere, anche se non d ienti di specie . E non si deve dimenticare ch eil personale ha determinate qualificazioni edeterminate specializzazioni, quindi non èsempre possibile raggrupparlo a vanvera . Silegge ancora : « . . .la disciplina con criteri uni -tari di considerazione del personale e la suasburocratizzazione . . ; . . .la formazione di u ncoacervo corporativo e non settoriale . . . ; . . .larelativa disciplina unitaria del controllo de lParlamento . . . », per poi concludere nell aproposta unificata che è « inutile definire ch ecos 'è l 'ente pubblico » .• Insomma, come Par -lamento, ci si dichiara incapaci di definir el ' ente pubblico non economico . Ma è un dirit-to-dovere di uomini preposti al Governo de lpaese quello di dare una definizione basilar edei concetti che si disciplinano !

Si parla quindi di decine e decine di mi-gliaia di enti inutili, ma poi si acclude unatabellina piuttosto misera, come per dire :questi sono gli enti che abbiamo trovato .

Per quanto riguarda poi il personale, ci tro-viamo in presenza di una cosiddetta refor-matio in pejus . In base a sentenze conform idel Consiglio di Stato e anche della Corte co-stituzionale, è possibile anche una reformatioin pejus; ma soltanto quando, prendendo i nconsiderazione vantaggi e svantaggi, si abbi aun complessivo vantaggio . E allora la que-stione dell ' abrogazione del 20 per cento dif-ferenziale in favore del personale degli ent ipubblici, come la mettete ? Non si dimentic hpoi che molti di questi dipendenti hanno un aprovenienza bancaria . Quando per l ' INAIL s ifece scandalo perché ai fini tributari consentiv aagli impiegati di optare fra la liquidazion edella pensione in forma periodica o capitaliz-zata, fu chiarito appunto che queste regole pro -venivano dal settore bancario, da cui l'INAI Ltraeva origine . E necessario pertanto, definir eprima l'ente, .per poter poi raggruppare quel -

li che si possono conservare ed eliminare gl ialtri .

Ancora (malattia del regime) : perché, puressendo vivo e vitale l 'articolo 39 della Costi-tuzione, sebbene non attuato (ahimè, è unvivo eternamente nominato e innominabil enella realtà), chiunque fa una legge, la strut-tura subdolamente a fini personali ? Infatt ileggiamo nella legge in esame : « le organiz-zazioni sindacali maggiormente rappresenta-tive potranno . . . » . Ma come ? Nell'ipotes iche le « maggiormente rappresentative » i ngenerale siano in quell 'ambito rappresenta-tive di niente, che fine fa l ' articolo 39 e ognialtro articolo ad esso attinente della Costitu-zione ?

E la libertà sindacale ? Io ero per l 'unitàsindacale . Avete voluto la libertà sindacale ?Ricordo le vecchie discussioni fatte in sed edi Assemblea Costituente sull'articolo 8 e sul -l ' articolo 9 del progetto di Costituzione ; holetto tutti gli interventi dell ' onorevole Santie degli altri, ho letto anche gli interventi ci italune parti politiche, che poi si sono con-vertite alla pluralità sindacale. Comunqu eoggi 'siamo in un regime di pluralità sinda-cale . L' intervento dell 'onorevole Bozzi, da lpunto di vista dell ' identificazione giuridica ecostituzionale dei fatti, non fa una grinza.Bene, questo è il sistema . E allora, quand ovoi vi regolate in questa maniera, nell 'attua-zione a vostro comodo di un regime, voi vio-late il sistema !

Ha un bel dire il ministro, nel rispondereall'intervento di un mio collega, che non èvero che per quanto riguarda gli enti pub-blici non economici è stato recepito in tutt ala sua validità lo statuto dei lavoratori . Ne èstata però recepita molta parte; e, nel rece-pirne molta parte, voi commettete una dell eviolazioni più gravi . Che cosa è « libertà » ?Quando - parlo da avvocatò - si è andato aviolare il segreto professionale, che cosa siè violato ? Quella che Mazzini chiamava « l alibertà di sentimento » (la libertà di cre-dere) . Quando allora violate la libertà d iopinione e stabilite, come in questa legge, ch ela delega deve essere pubblica, deve esser enota, a tutti, voi violate la più fondamental edelle libertà del lavoratore dipendente d inon comunicare a tutti le proprie opinioni ,che è il presupposto della libertà della demo-crazia .

Dopo questo intervento molto passionale ,molto per « battute », direi molto « da mac-chiaiolo », esprimo la speranza che la Came-ra accolga non la mia sollecitazione, ma lasollecitazione del mio amico onorevole Del

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Pennino, e che la Camera v6glia, nell 'util edello Stato, nell ' utile delle categorie del la-voro, ma soprattutto nell 'utile della catego-ria degli utenti, ovvero di tutti i cittadin id'Italia, e nel presupposto che la res publicavada creduta e rispettata, accogliere ogn iemendamento più utile, da qualsiasi parteesso venga . (Applausi a destra) .

PRESIDENTE. È iscritto a parlare l'ono-revole Ballardini . Ne ha facoltà .

BALLARDINI. Signor Presidente, onore -voli colleghi, onorevole ministro, non è ritua-le l'omaggio che anche io voglio rendere al -l'onorevole Galloni per la relazione che hascritto per l'aula su questo provvedimento le-gislativo. È una relazione che ha il vantaggi odi fornire una motivazione politica del prov-vedimento, ma, cosa assai più rara da qual -che tempo a questa parte, è anche densa d inotazioni tecniche e guridiche .

Accade molte volte, purtroppo, che l'inter-prete delle leggi abbia bisogno, per capirle ,per chiarirne il significato, di ricorrere agl iatti preparatori ; e il più delle volte le relazion iche accompagnano i lavori delle Commission iper l'aula sono densamente motivate, ma sott oil profilo politico . Questa volta, invece, dob-biamo dare atto al collega Galloni che, oltr ealla motivazione politica, che è ben presente ,vi è anche un notevole sforzo di illumina-zione tecnico-giuridica .

Direi che è importante e valida, questa re-lazione, anche per il sentimento di equilibrio ,di misura, di moderazione che la pervade. Erafacile su questo argomento cadere nella ten-tazione del trionfalismo, perché è un argo -mento di grande importanza, di grande at-tualità . anche se in realtà il suo contenuto èabbastanza grigio, è abbastanza noioso, è ab-bastanza tecnico, è poco facile da trattare : noncontiene quegli elementi di smalto, di facil epopolarità, sui quali è possibile fare discors ibrillanti . Insomma, è un argomento abba-stanza pesante per il suo contenuto, ma -come ho detto - era facile farsi prendere l amano dalla tentazione del trionfalismo .

Il relatore, onorevole Galloni, ha espressoiI clima culturale, prima ancora che politico ,che ha dominato il lavoro preparatorio di que-sto testo normativo. Vi è stata una collabo-razione da parte dei gruppi di maggioranz ae dei gruppi di opposizione - è stato già ri-levato da vari oratori che mi hanno prece-duto - e anche da parte, per certi aspetti, de lGoverno (collaborazione, dobbiamo ricono-scere, non sempre entusiasta) . Il lavoro col -

lettivo svolto in Commissione è importante ,perché è una dimostrazione palese della fal-sità di uno dei luoghi comuni più ricorrent iquando si parla di leggi di riforma dell'am-ministrazione dello Stato . Vi è la tendenza adire che il Parlamento, che è un organism ocosì vasto, così macchinoso, non può affron-tare l'elaborazione di testi legislativi tecnici ,di contenuto complesso ; e quindi si ritienenecessario su questi argomenti affidare l adelega al Governo . Il lavoro svolto ha invec edimostrato - anche se questa legge contien euna limitata delega al Governo - come il Par -lamento, in realtà, quando è dominato da un aprecisa volontà politica, sia un organo capac edi egregie produzioni legislative anche da lpunto di vista tecnico e sia in grado di affron-tare i problemi complessi come, e forse me-glio, del Governo .

L'argomento è di grande . importanza e d igrande attualità, perché in questi mesi di cris ieconomica, di difficoltà economiche generali ,vi è stata una nota dominante, cioè quella d idire che il nostro sistema risente della cris ieconomica mondiale, ma ne risente di pi ùperché il nostro sistema economico è appe-santito da vaste zone di scarsa produttività .E, prevalentemente, zone di scarsa produt-tività si riscontrano nei settori pubblici .

Da parte del governatore della Banc ad 'Italia, da parte dell'onorevole La Malfa eun po' da parte di tutti si continua a dire ch evi sono vaste zone di parassitismo (questa ogg iè ormai una parola abbastanza diffusa), so-prattutto nel settore della pubblica ammini-strazione. È vero, non vi è dubbio : è nel set-tore della pubblica amministrazione, nel set-tore del parastato, di cui stiamo discutendo ,che si trovano vaste zone, se non di parassi-tismo, di scarsa produttività . Quando si di-scute di questi argomenti, viene da pensar eal paradosso contenuto in una storia decen-nale. Ad un certo momento, i nostri prede-cessori scoprirono che, nel momento in cu ilo Stato si avviava a interessarsi di proble-mi sempre più vasti, non era più in grad ofronteggiarli secondo i metodi tradizional idell'amministrazione diretta . E allora crearo-no questo modo, questa strumentazione di am-ministrazione indiretta ; e si arrivò appunto alparastato .

Giudicando dalle autorevoli proposte ch esono state formulate, alcuni si sono orma iindotti a pensare che la stessa amministra-zione indiretta dello Stato, e cioè il parastato ,non sia più in grado di assolvere alle fun-zioni che sono diventate funzioni pubbliche ,tant'è vero che si è arrivati a proporre di ab-

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bandonare oramai, come avvenne per l'ammi-nistrazione diretta dello Stato, anche lo stru-mento operativo del parastato, non riponen-dosi più fiducia nella sua capacità di assol-vere determinate funzioni . Si è pensato - inquesta prospettiva - di attribuire alcune spe-cifiche funzioni pubbliche ad enti che nonsiano né statali né parastatali, ma sul tipodell'IRI . E ricordo la proposta che fu fatt adi attribuire a un consimile ente i progett ispeciali di cui pure si è parlato . Si è propostodi attribuire ad enti economici, più o menopubblici, ed anche privati, lo svolgimento d ifunzioni che sono tipicamente pubbliche .

La vastissima problematica, che present acertamente grandi difficoltà obiettive, si im-pone all'attenzione del mondo politico e, al -meno in parte, viene affrontata con questoprovvedimento. Ma per altre ragioni l 'argo-mento è importante: infatti una delle po-lemiche correnti, abbastanza vivace, riguardail modo di gestire iI potere, riguarda lo stil econ il quale i pubblici poteri esercitano l eloro funzioni . Altra parola molto ricorrentenelle polemiche odierne è quella della « lot-tizzazione » del potere . Sappiamo benissimoche gli strumenti attraverso i quali questa de -generazione della funzione governativa, dellafunzione pubblica si determina sono rappre-sentati in buona parte da questi enti parasta -tali . Vero è che con codesto provvedimentonon si affronta nella sua complessità il feno-meno della lottizzazione del potere, perchéquesto fenomeno degenerativo dell'eserciziodel potere è ormai diffuso anche in enti nonstrettamente statuali . Le polemiche odierne s iriferiscono anche a quanto sta avvenendo inSicilia (non senza - pare - il concorso di am-ministratori eletti sotto il simbolo del mi opartito) . Ciò dimostra come anche nelle re-gioni si sia diffuso questo morbo .

Il provvedimento in oggetto delimita, effet-tivamente, l'ambito della sua applicazione ,escludendo molti enti che sono parte cospi-cua di questa pratica della lottizzazione de lpotere : gli enti economici, la RAI-TV, ec-tera. Tuttavia, se esso dovesse servire comun-que ad introdurre un inizio di innovazione ,un inizio di cura, se dovesse cominciare asvolgere una funzione terapeutica in ordinea questo vizio, sia pure in un 'area limitata ,sarebbe già un fatto positivo . In questo set-tore, inoltre, - ed anche per questo motivol'argomento, credo, è di attualità - si verifi-cano di tanto in tanto fatti abbastanza clamo-rosi . Leggiamo sui giornali, di quando inquando (naturalmente, non tutti questi fattiaffiorano al controllo dell 'opinione pubblica),

notizie di episodi particolari : le « pensionid'oro », le liquidazioni faraoniche . Sono tuttifatti che si verificano nell'ambito del para-stato, ed interessano enti che rientrano i nquest'ampia definizione .

Direi che anche questi fatti sensazional idi cui abbiamo notizia di quando in quandosuscitano una reazione di tipo morale, maimpongono all'attenzione delle forze politich ela necessità di affrontare un quadro real epiuttosto preoccupante, sul quale addiritturaè stato scritto - l'ha citato poc'anzi l'onore-vole Del Pennino - un libro veramente pre-zioso, da parte di un nostro ex collega, Gor-rieri : La giungla retributiva . Per tutte que-ste ragioni (necessità di razionalizzare, moda-lità della spesa del denaro pubblico, necessit àdi riordinare, di purificare in qualche manier ala gestione del potere, necessità di perequaredeterminati trattamenti economici) l'argo -mento in discussione diviene di grande attua-lità, anche se, ripeto, gli elementi in cui ess osi articola possono essere, in se stessi, tal ida non suscitare o da non invitare ai vol ipindarici, ai voli astratti della grande po-litica .

Orbene, come risponde a queste esigenz eil disegno di legge in esame ? Già prima d ime ha parlato, in nome del gruppo socialista ,l 'onorevole Concas ; e questo suo precedent eintervento mi risparmierà di esaminare ne isuoi numerosi particolari questo provvedi -mento, che ha un carattere così vasto . Certo ,però, noi diamo un giudizio fondamentalmen-te positivo . E direi che questa parola « fonda -mentalmente » non vuole essere limitativa .com 'è di solito . Il nostro, dunque, è -un giu-dizio positivo, anche se - come vedremo poi -qualche elemento di dubbio, di perplessità eanche di resistenza esiste .

A noi sembra che il provvedimento in esa-me tenda ad affrontare in maniera adeguata ,in maniera, direi, misuratamente riformatri-ce, anche se non radicale, rivoluzionaria, sov-vertitrice, profondamente riformatrice, la ma-teria, ad esempio, per quel che riguarda i lproblema degli enti inutili . chiaro chel 'aspetto della produttività del parastato s irisolve sfoltendo la « giungla » degli ent iinutili, togliendo di mezzo questi strument ivoraci di-risorse pubbliche, che bruciano inu-tilmente ricchezza nazionale, senza nulla pro -durre .

un tema vecchio sul quale si può far edella facile demagogia e si possono fare deidiscorsi molto approssimativi, come ne ab-biamo sentiti, ma che finalmente - mi pare -

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viene affrontato in maniera abbastanza seria ,un po' insolita, come diceva nel suo interven-to di ieri l ' onorevole Sozzi, in maniera inge-gnosa . Senza dubbio è stato escogitato un mec-canismo, per giungere a questo risultato delloscioglimento degli enti inutili, che lì per lì ,a prima vista, appare appunto ingegnoso, in -solito . E vi è, per tutto questo, una ragion eche mi pare valga la pena di enunciare .

I tentativi, operati da autorevoli personag-gi della vita politica del nostro paese, di met-tere in liquidazione gli enti inutili sono fal-liti tutti, o quasi tutti o quasi del tutto, per -ché si dava sempre delega al Governo di pro -cedere all ' individuazione e allo sciogliment odegli enti inutili . E noi sappiamo che, ognivolta che si è tentato di seguire questa strada .si è fatto, come si dice, un buco nell 'acqua .Perché ? Indipendentemente dal Governo ch esi è trovato in modo concreto ad attuare tal ecompito, vi è una ragione che armai l 'espe-rienza acquisita in questo settore, oltre chein altri, ci ha indicato : allorché il Parlamen-io delega il Governo a modificare, a riforma -re o a sopprimere qualcosa nel campo del -

l'amministrazione pubblica, diretta o indiret-ta, il Governo cessa di essere il comitato ese-cutivo della volontà del Parlamento e (mi ri-ferisco a qualsiasi Governo . di centro-destra ,di centro-sinistra e probabilmente anche d isinistra) diventa invece il comitato esecutiv odell'amministrazione, subisce cioè in manie-ra molto più accentuata le pressioni, i freni ,le remore dell ' apparato amministrativo ch enon la suggestione dell ' indirizzo politico de lParlamento .

Abbiamo verificato ciò ogni volta che ab-biamo delegato il Governo a riformare la pub-blica amministrazione diretta dello Stato e, aproposito dell ' argomento in discussione, tuttele volte in cui lo abbiamo delegato a soppri-mere gli enti pubblici inutili . Allora ecco che.ammaestrati da questa esperienza, è stato ne-cessario escogitare un marchingegno ; e nonv'è dubbio che la soluzione adottata, mutuat adel resto daI testo della proposta di legg eBarca ed altri, è consistita nel rovesciare irapporti, in modo abbastanza ingegnoso .

Debbo dire subito che non sono del tuttosicuro che questo meccanismo produrrà gl ieffetti voluti . Non facciamoci illusioni, proba-bilmente esso ne produrrà di più di quell iprodotti dal meccanismo tradizionale, però ,che produca tutti gli effetti voluti, qualch edubbio lo ho; e ciò perché noi oggi stabi-liamo, approvando il disegno di legge in esa-me, che alla scadenza del triennio gli enti

sono tutti defunti, salvo che non siano statifatti resuscitare dal Governo con appositodecreto legislativo . In questo vi è un fattoimportante, cioè si obbliga il Governo ad ope-rare un censimento nominatim, uno per uno ,dei vari enti, si obbliga il 'Governo a fornir euna motivazione di utilità o di necessità pe rmantenere in vita questi enti . Però, quandosaranno scaduti i tre anni, che cosa succe-derà degli enti che non sono stati individuati ,censiti dal Governo con suoi decreti legisla-tivi, e mantenuti in vita ? Teoricamente i lproblema è risolto : a questo punto il ministr odel tesoro dovrà adottare dei decreti di scio-glimento, dei decreti di liquidazione . Se i lministro del tesoro non adotterà questi de-creti, qualsiasi cittadino lo potrà denunciar epenalmente per omissione di atti d'ufficio.Perché, configurato in questo modo, il de-creto è un atto dovuto e quel ministro de ltesoro che non compisse questo atto dovuto

potrebbe essere denunciato . Io non vorrei es-sere ministro del tesoro in quell'epoca . . .

CARUSO . Non c'è pericolo !

BALLARDINI . Se non c'è pericolo . . . peròcertamente vi sarà una situazione di grav epericolo per lui, per il ministro del tesoro

dell'epoca, perché non è escluso che molt i

di questi enti sfuggano alla stessa cognizione ,allo stesso riscontro, ossia restino latitanti .

CARUSO . In quel caso, manca il dolo.

BALLARDINI . In quel caso manca il dol odal punto di vista penale, è vero . E quind iconcedo che penalmente il ministro si salverà .

Ma, lasciando stare queste ipotesi, non v iè dubbio che pressioni enormi si eserciteran-no nel tentativo di farsi resuscitare con lemotivazioni ,più pretestuose. Questo non lodico perché sia un profeta, lo dico perch é

possiamo constatare che vi sono stati e visono anche adesso, anche in sede parlamen-tare, degli enti che sono riusciti a farsi « infi-lare » nella tabella allegata con delle motiva-zioni inesistenti . Figurarsi quindi domani - ene parleremo - quando questo giudizio dinecessità dovrà essere fatto dal ministro !Però indubbiamente, nonostante tutte quest epreoccupazioni, tutte queste cautele, tuttequeste previsioni - esse non sono pessimisti-che, ma realistiche, ed è bene farle perch él'uomo politico deve farsi guidare anche datali previsioni - il meccanismo adottato conil consenso del Governo è ingegnoso e certa -mente produrrà degli effetti .

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Quanto ad alcuni contenuti della legge, v iè anche qui uno sforzo – forse anche quest onon completamente adeguato alla necessità ,però penso che su questo punto si possa, tutt osommato, rimanere sodisfatti – nel senso d ievitare, o di tentare di evitare, quegli scan-dali di cui si parlava prima a proposito dell a« giungla » retributiva, della disparità di trat-tamento, delle « pensioni d 'oro », delle li-quidazioni faraoniche, eccetera . Infatti gli ar-ticoli 12 e 13 cercano di affrontare questo pro-blema e lo risolvono, direi, almeno per l'av-venire . A proposito della disparità di tratta-mento pensionistico, per esempio, ricordo ch enei primi giorni di lavoro nel Comitato ri-stretto, un po' anche sollecitati dall'esperien-za mitteleuropea del presidente, onorevol eRiz, eravamo stati spinti ad esaminare alcun iaspetti un po ' atipici della nostra situazion enazionale, e si arrivò persino a ricercar euna qualche giustificazione teorica dell ' isti-tuto dell ' indennità di anzianità . vero: neparlammo a titolo del tutto accademico, datal ' immaturità dei tempi . Sennonché allora s idisse che nel nostro paese l ' indennità d ' an-zianità era nata come indennità di disoccupa-zione nell ' impiego privato, come istituto pe rrendere possibile la sopravvivenza del dipen-dente privato per alcuni mesi dopo la ces-sazione del rapporto di lavoro, quando le pen-sioni erano (e in gran parte nell'impiego pri-vato lo sono ancora) insufficienti ; però, nelmomento in cui le pensioni sono pari all ostipendio, probabilmente l ' istituto dell ' inden-nità di anzianità, così come è accaduto negl ialtri paesi d 'Europa, non ha più la giustifi-cazione che poteva avere nel passato . Vi è ,cioè, un'evoluzione negli istituti .

Naturalmente, ripeto, questo è un discor-so del tutto accademico, e lo si è fatto per ac-cidens . Non vi è però dubbio che una unifor-mità nel trattamento pensionistico e previ-denziale sia necessaria, mentre nel parastatosappiamo che esistono le situazioni più dispa-rate . Quando si parla di parastato come regn odel parassitismo o dei favoritismi, anche que-sto è un errore, è un ' indebita generalizza-zione. Vi sono, sì, situazioni abnormi, ma v isono anche situazioni addirittura di sfrutta-mento . Nei giornali d'oggi leggiamo che al-cuni alti dirigenti della Banca d'Italia chie-dono pensioni di 30-40 milioni di lire all'anno ,e pare abbiano presentato al governatore Carl iun documento in tal senso . Ma non è così pertutti i lavoratori del parastato . Questo citatoè certo un fatto scandaloso, anche in rapportoal limite massimo di 7 .200 .000 lire attualment eprevisto in base alla vigente normativa INPS

(che tutto sommato non è un limite disprez-zabile), raggiunto attraverso il meccanismo ,di cui si parla anche nel provvedimento i nesame, dei fondi integrativi .

Ora, il provvedimento in esame dimostr ache la Commissione ha avuto ben present equesto problema, non nel senso di abolire di -ritti acquisiti, conquiste che sono certament epassate in giudicato, bensì nel senso di tentaredi realizzare una, perequazione, una unifor-mità .

L'onorevole Ciampaglia ieri è insorto con-tro l'articolo 13, il quale prevede che i fond iintegrativi di previdenza previsti dal regola -mento di taluni enti siano conservati limitata -mente al personale in servizio o già cessat odal servizio alla data di entrata in vigore dellapresente legge . Cioè, per l'avvenire si sper adi poter abolire questa situazione di privi-legio. L'onorevole Ciampaglia insorge affer-mando che così si abolisce la solidarietà tra l egenerazioni . Ma questa va effettivamente abo-lita, proprio in nome della solidarietà gene-rale dei viventi e di tutti coloro che hann odiritto ad un trattamento uguale per una atti-vità ed una funzione uguale !

Ritengo dunque che, in questo settore, si astato compiuto ogni sforzo possibile, e che s i

tratti di uno sforzo positivo . Ciò che invece misembra inadeguato – e mi pare che su quest ovalga la pena soffermarsi – è il problema dell a« lottizzazione » del parastato, come l ' abbia-mo chiamata. Il relatore introduce questo ar-gomento sotto una denominazione diversa, eparla di moralizzazione degli enti pubblici .Ma non credo che sia un'espressione giusta .Non si tratta di moralizzare; si tratta di emen-darci da un costume, da un vizio che è poli-tico, non un problema morale o moralistico .Quando alcuni gruppi politici – e non escludoil mio – si avvalgono degli strumenti di po-tere di - cui dispongono per conservare il pro-prio potere anziché per fini di pubblico inte-resse, non è che violino regole morali, bensìviolano regole politiche, e quindi soprattutt oregole di buon governo .

In base a queste considerazioni, a me par eche il problema in questione non sia affron-tato in maniera adeguata dall 'articolo 31 de ldisegno di legge . Perché ? Perché può forsesodisfare il sentimento morale offeso il direche un amministratore di un ente pubblico ,dopo due mandati, non può più essere ri-confermato nella carica ; ma ciò non basta .Secondo me, è troppo poco, e direi, anzi, cheè perfino sbagliato. Infatti, a parer mio, nonè affatto immorale che un amministratore

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bravo, capace, onesto, possa essere nominat oper la terza volta . Direi addirittura che è im-morale non nominarlo o è immorale se, percompensarlo di questa decadenza, lo si no -mina in un altro ente - come probabilmenteaccade e come probabilmente accadrebbe -dal momento che lo si sposta da un ente ne lquale aveva acquisito competenza ad un al-tro del quale non ha competenza alcuna . Ab-biamo visto - ed è cosa di cui si discute i nquesti giorni - l 'onorevole Tupini passaredalla « Finmeccanica » all'« Alitalia » : pro-babilmente egli ha competenza anche com eamministratore dell'« Alitalia », non ne di-scuto; ma voglio dire che, se questa è la so-luzione che si propone con l 'articolo 31, nonritengo che sia la soluzione giusta.

Su questo specifico problema vi è un pre-cedente specifico al quale voglio riferirmi .Nella passata legislatura furono presentat equattro proposte di legge su questo argomen-to : una aveva come primo firmatario l 'ono-revole Bozzi, una seconda l 'onorevole Luzzat-to, una era a firma dell'onorevole Sullo, euna quarta era firmata da alcuni deputat idel mio gruppo, forse anche da me (non ri-cordo il nome del primo firmatario) . La ICommissione affrontò l 'esame di questo pro-blema in maniera approfondita ; e non si li-mitò ad un primo esame, ma ricordo ch earrivò anche ad una deliberazione . Secondola proposta Luzzatto, la nomina degli ammi-nistratori degli enti pubblici doveva esser eaffidata al Parlamento; la proposta Sullo equella del mio gruppo prevedevano la deca-denza dalla carica ricoperta in un ente dopodue mandati ; la proposta Bozzi ed altri pre-vedeva invece una specie di controllo in iti-nere, nel senso che il Governo avrebbe comu-nicato al Parlamento le sue intenzioni moti -vate, il Parlamento avrebbe espresso il su oparere entro un certo periodo, , parere nonvincolante, e alla fine il Governo avrebbe de-ciso le nomine . Ricordo che in Commission esi votò un documento nel quale veniva esclu-sa la proposta Luzzatto, perché contrari aall 'ordinamento vigente (le nomine, in quan-to atto amministrativo comportante una re-sponsabilità politica, devono spettare al Go-verno, e non conviene fare confusione i nquesta materia) ; si escludeva per la sua ina-deguatezza la soluzione che voi invece ogg iavete accolto in Commissione (quella del li -mite al cumulo di mandati successivi) ; e s iaccettava in linea di principio la soluzioneBozzi . Vedo che tra gli atti di iniziativa le-gislativa di questa legislatura vi è una pro-posta di legge firmata dai miei colleghi di

gruppo Giolitti, Bertoldi, Achilli e Mario Ferr iche va in questa direzione, anche se in manier aun po' attenuata . Infatti questa proposta pre-vede la comunicazione al Parlamento da par-te del Governo non prima dell'atto, ma adatto assunto : prima il Governo provvede all anomina e poi informa il Parlamento delle ra-gioni di essa . Dico francamente che preferi-sco la soluzione che prevede la comunicazio-ne prima della nomina, in modo che il con-trollo si eserciti prima che l 'atto sia formal-mente perfezionato . In ogni caso, io non mi

fisso sull'una o sull'altra delle soluzioni . Iocredo che, prima che questo provvediment oesca da quest'aula, dobbiamo trovare il mododi raggiungere in merito a tale questione lasoluzione che meglio risponde alle esigenz eche sono, ritengo, unanimemente sentite .

BOZZI . C'è un emendamento al riguardo .

BALLARDINI. Lo so, onorevole Bozzi ; pro-

babilmente più di uno; ma so dell ' emenda-mento che è stato da lei presentato .

Altra questione, alla quale accenno brevis-simamente, è quella, che ho prima annuncia-to, di alcuni enti che figurano nella tabell aallegata al disegno di legge in esame . La in-clusione in questo elenco, infatti, è, per u n

ente, assai importante. L'onorevole Galloni ègià stato molto chiaro nella sua relazione, an-che se la questione particolare che ora mi in-teressa l'ha messa fra parentesi, in un inciso ;ma la risposta c'è . P vero, infatti, che si so-stiene che l'inclusione nella suddet ta tabellanon significa per questi enti ricevere l'immor-talità, perché con altri provvedimenti di legg edi riforma gli stessi enti possono essere sop-pressi . Non possono però, sicuramente, esser esoppressi con i decreti legislativi di cui all'ar-ticolo 3, perché questo articolo conferisce a lGoverno il potere di emanare decreti legisla-tivi per « risuscitare » enti non inclusi nellatabella e per sopprimere prima della scadenz adel prossimo triennio enti che non sono stat iricompresi in questa tabella ; ma non dà a lGoverno il potere di sopprimere nel suddettotriennio enti già inclusi in questa tabella . Talesoppressione potrà avvenire per mezzo di al -tre leggi di riforma.

GALLONI, Relatore . O anche con altri de-creti delegati .

BALLARDINI . O anche con altri decret ilegislativi, ma basati su leggi di delegazion ediverse da questa .

Il figurare, quindi, in questa tabella - lodice con onestà e lucidità, come sempre, il

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nostro relatore - significa per gli enti rela-tivi essere coperti da una presunzione legaledi necessità. Ora, io dico, in questo momentodiscutiamo intorno alla necessità di alcuni d iquesti enti; in questa Camera, in quest'aula ,in questo palazzo, non da oggi, ma da anni ,con argomenti abbondanti, si discute sulla ne-cessità dell 'esistenza di questi enti, da molt icontestata (anche se non voglio ripetere i nomifatti da altri colleghi). Ora, mentre da unaparte questo Parlamento si appresta magaria sopprimere, o ad organizzare in modo di -verso, questi enti, dall 'altra si vuole dare aquesti stessi enti una patente di necessità . Nonvoglio, dicevo, ripetere nomi che sono stat ifatti da altri colleghi e che saranno fatti an-cora; ma uno me lo dovete lasciar dire . per -ché credo sia scandaloso aver inserito quest oente nella tabella . Io veramente mi scuso coni colleghi, che ammiro e stimo, ma questonome deve essere stato frutto di disattenzio-ne: mi riferisco all ' Ente nazionale per le TreVenezie. Che questo ente possa presentare untitolo, uno solo, di necessità, veramente sfidochiunque a dimostrarlo. un ente che costi-tuisce uno scandalo vivente dei due regimi ,perché risale a parecchio tempo addietro ; èun ente retto ancora da uno statuto fascista ,da un commissario ; è un ente che è stato ne rnumerosi anni oggetto delle più asnre critich eda parte della Corte dei conti ; è un ente chein modo vergognoso, impunemente, ha sven-duto patrimoni; è un ente che non ha svolt oalcuna funzione. Comprendere in gnes{a ta-bella l ' Ente nazionale per le Tre Venezi e(anche se tutto sommato è una questione se-condaria rispetto ad altri problemi, e me n erendo perfettamente conto) non è confacent ealla nostra dignità di legislatori : eliminiamo -lo quindi dalla tabella allegata al dise gno dilegge. EIiminarlo dalla tabella non signific asopprimerlo, anche se sarebbe giusta che ve-nisse soppresso. Non comprendiamole comun-que nella citata tabella .

GALLONI, Relatore . Sarà soppresso conla legge sugli enti di sviluppo agricolo .

BALLARDINI. esatto; proprio per que-sto non dobbiamo comprenderlo nella tabella .Non cadiamo in una contraddizione palese :la volontà di sopprimerlo è nostra, di tutt inoi, compreso anche lei, onorevole Galloni ; enon possiamo volere e non volere nello stessotempo .

Il disegno di legge in esame, e mi avvio aconcludere, è - e mi pare che siamo quasi

tutti d'accordo - un provvedimento importan-te, bene orientato, che costituisce un pass oavanti veramente notevole ; è un provvedi -mento che fa onore al Parlamento. Tuttavi adobbiamo essere coerenti fino in fondo conquesti principi ispiratori . Ci sono alcuni sforz ida fare, che chiediamo ai colleghi della demo-crazia cristiana, e che chiediamo naturalment eal Governo. Sono sforzi che riguardano que-sti aspetti . Bisogna ripulire l 'elenco da alcun ienti, bisogna trovare una soluzione al proble-ma del controllo delle nomine ; su questopunto mi rivolgo in questo momento in parti -colare ai colleghi della democrazia cristiana .

In queste ultime settimane vi è stata un'on-data di accuse contro la democrazia cristiana ,il partito che - si è detto - ha costruito u nsistema di potere parassitario, clientelare . Lademocrazia cristiana si è risentita: ed iocapisco, comprendo, mi rendo perfettament econto del risentimento con cui la democrazi acristiana respinge questa accusa, affermand odi non essere il partito degli enti parassitari ,che ha gestito solo in forma clientelare, madi essere un partito di lavoratori, di rappre-sentare vasti ceti di lavoratori del nostro pae-se. Sono convinto che vi è una dose notevol edi verità in queste asserzioni ; però non bi-sogna far sorgere ombre intorno ad esse, nonbisogna far sorgere sospetti . Non dovete com-piere atti che possano giustificare le accus eche vengono rivolte alla democrazia cristiana ,al vostro partito . E se voi vi ostinate, ad esem-pio, a voler impedire che le nomine in quest ienti possano essere fatte in maniera più visi -bile, più controllabile, o se vi ostinate a vole rtenere in questa tabella alcuni enti, che asso-lutamente necessari non sono, coprendoli d iuna presunzione di necessità, allora quest ovostro atteggiamento ingiustificato di resi-stenza può dare fondamento ai sospetti, all eaccuse . Dimostratelo con i fatti, che questecose non sono vere . Anche perché questa leg-ge deve nascere bene, essendo poi molto im-portante la gestione che di essa si farà . E lagestione di questa legge coinvolgerà la respon-sabilità di questo e dei futuri Governi (di que-sto solo Governo, se sarà un Governo di lungadurata, come noi ci auguriamo) e coinvolgerànaturalmente la responsabilità di tutte le for-ze politiche, che attraverso un permanent eesercizio di controllo democratico dovrann ogarantirne l 'attuazione. Grazie, signor Presi -dente . (Applausi dei deputati del gruppodel PSI) .

PRESIDENTE.

iscritto a parlare l 'ono-revole Caruso . Ne ha facoltà .

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CARUSO . Signor Presidente, onorevoli col -leghi, onorevole ministro, vorrei iniziare dan-do atto all'onorevole relatore dello sforzo com-piuto con la sua pregevole relazione per dar euna sistemazione scientifica ed una solida basegiuridica al lavoro che insieme abbiamo com-piuto; noi consentiamo con molte delle cos eespresse nella relazione, onorevole Galloni .ma non possiamo non rilevare che in ess amanca qualcosa : manca la politica . Capiscoche è stata una scelta, anche se una scelt acontraddittoria al suo personale impegno po-litico all ' interno della DC e del paese . Però ,dalla politica non si può prescindere affron-tando un argomento di così grande rilevan-za e attualità come quello che abbiamo a lnostro esame .

Credo anzi, al riguardo, che non sia pri-vo di significato il fatto che la discussion edi questo disegno di legge avvenga dopo i ldibattito che ha concluso - diciamo così -l 'anomala crisi del Governo Rumor, che nes-suno che sia dotato di un minimo di sensopolitico vorrà ritenere superata con l'aggiu-stamento provvisorio e traballante di Vill aMadama .

Il paese - è ormai persuasione comune -attraversa una grave crisi e lo scontro poli-tico investe in primo luogo il modo con il qua-le la democrazia cristiana e gli altri partit ialleati hanno governato il paese e il sistem adi potere che essa ha costruito, nell ' illusionedi poter meritare in questo modo una perenneinvestitura popolare .

Il disegno di legge ha una apparenza inno-cua: « Riordinamento del rapporto di lavorodel personale dipendente da enti pubblici » . Inrealtà, sotto questo titolo vi è, corposa, tutt ala problematica degli enti pubblici, che va d aquella sugli enti inutili a quella della riorga-nizzazione delle strutture amministrative, a lmodo di esercizio e di esplicazione delle fun-zioni pubbliche, al rapporto tra i poteri dell oStato .

Sono note le dure polemiche che investo-ro le strutture pubbliche del nostro paese .senza eccezione alcuna . Queste critiche hannoricevuto dalla crisi economica in atto un ali -mento obiettivo, e c'è chi è arrivato ad iden-tificare il settore pubblico con quello del pa-rassitismo e dello spreco, riservando al set-tore privato la palma dell 'efficienza .

Conosciamo bene la storia del nostro paes ee possiamo distinguere in queste critiche tr aquanto di interessato e di mistificatorio ap-partiene al filone politico e culturale che, s emi è consentito, definirei tardo-borghese o

tardo-liberista, che coltiva l'illusione che sol ol'iniziativa rivata sarebbe in definitiva pro-duttiva e q indi essa sola socialmente e poli-ticamente tile ; e quanto di obiettivamentevero esiste nella descrizione di fenomeni dif-fusi di malgoverno e di malcostume, di esem-pi clamorosi di inettitudine, di inefficienza ,di sprechi colossali e nella denuncia di ver ie propri reati nella gestione degli enti pub-blici .

In definitiva, noi crediamo che non esistaun problema di privatizzazione di funzionipubbliche, ma che esista certo - e sia indila-zionabile - il problema della organizzazionedelle funzioni pubbliche nel senso voluto dall aCostituzione; nonché il problema di un nuo-vo modo di gestire gli interessi pubblici i nmodo più efficiente e più democratico .

Del resto, la vasta ed incisiva presenza del -l ' intervento pubblico in tutti i settori dell avita economica e sociale è notoriamente unadelle caratteristiche degli Stati moderni, diStati, cioè, che hanno la responsabilità del -I 'andamento complessivo dell ' intera società enon di Stati a responsabilità limitata comequelli ottocenteschi vagheggiati dai' nostr itardo-liberisti .

Tale vasta e incisiva presenza è stata im-posta dalla necessità di sodisfare le esigenzeemergenti prodotte dalla modificazione deirapporti sociali, dalle battaglie democratichecondotte dalle classi lavoratrici per il miglio-ramento e l'elevazione delle condizioni di vit adelle popolazioni, dallo svilulppo delle forz eproduttive, dai progressi della scienza e dell atecnica .

Certo, non sono state estranee al manife-starsi e al diffondersi dell ' intervento pubblicole stesse esigenze di conservazione del sistem asociale . Ne è prova il modo in cui si è andatomanifestando questo stesso intervento, che èstato il più vario e che, il più delle volte, h aavuto carattere episodico e accidentale, impo-sto dalle circostanze . Ma questa constatazion enon modifica il quadro obiettivo: accantoallo Stato, infatti, anche a causa del cat-tivo funzionamento della sua amministrazionediretta, sono stati creati volta per volta, pe rfronteggiare esigenze emergenti, appositi entifunzionali caratterizzati da una infinita variet àdi forme e di figure, tutti però riconducibil iad uno schema politico, economico e social edi tipo conservatore .

Tutto questo complesso di enti va sotto i lnome di parastato ; ed è proprio l'approssima-zione giuridica, l'antiscientificità di questaformula definitoria che, se rende il senso di

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una evoluzione politica e sociale prorompentee incontenibile, sottolinea nel contempo la ne-cessità e l'urgenza di una sistemazione dell apresenza pubblica che risponda a tre esigenz efondamentali : l 'aderenza all 'ordinamento pre-visto dalla Costituzione, l'effettiva utilità so ,ciale, una corretta, democratica ed efficient egestione degli interessi pubblici ad essa affi-dati .

Quanto al primo punto, è notorio che gl ienti pubblici cosiddetti del parastato sonostrettamente legati ad un ordinamento accen-tratore e corrispondono ad una concezion eche certo con tranquillità può essere definit aprecostituzionale, se non proprio incostituzio-nale. Ma, a prescindere dalla disputa sull acostituzionalità, è ulteriormente tollerabile, adesempio, la sottrazione delle competenze spet-tanti alle regioni in nome di questa conce-zione ?

Quanto al secondo punto, l 'ampiezza ela vastità dell ' intervento pubblico, che si evi-denzia dall ' infinita miriade degli enti e dal -l'enorme influenza e peso che essi hanno sul -la finanza pubblica, impongono una urgentericognizione dell 'effettiva utilità sóciale d imolti di essi, sia al fine della riqualificazion ee selezione della spesa, sia per evitare spre-chi nelle risorse del paese . Quanti sono gl ienti pubblici ? Quali di essi possono esser edefiniti utili ? Quanti svolgono una realefunzione rilevante dal punto di vista eco-nomico-sociale ? Nessuno è in, grado di ri-spondere con 'cognizione di causa . In Italianon esiste infatti un 'anagrafe degli enti pub-blici e quindi non si è in grado di accertarneil numero, né di verificarne l 'effettiva utilit àsociale . Non sono mancate naturalmente in-chieste specifiche anche di carattere parla-mentare (si ricordi .la cosiddetta commissioneD'Aragona), né è mai cessata la presa de lmovimento democratico sul problema, anch ese i risultati - occorre riconoscerlo obiettiva -mente - sono stati scarsi . Basti ricordare che,nonostante sia in vigore da circa 20 anni lalegge 14 dicembre 1956, n. 1404 (che conferi-sce al Ministero del tesoro il potere di pro -muovere la soppressione e messa in liquida-zione degli enti di diritto pubblico e degl ialtri enti, sotto qualsiasi forma costituiti, einteressanti comunque la finanza statale, i cu iscopi siano cessati e non più perseguibili) ,soltanto 41 enti sono stati soppressi . Tuttoquesto naturalmente non è avvenuto per caso .È noto che la rete degli enti pubblici ha co-stituito la tela di ragno attraverso cui è stat ocostituito e si è andato consolidando il siste-ma di potere della democrazia cristiana, ed

è quindi facile comprendere perché così te-nace si sia finora manifestata la resistenza an-che solo a mettere in discussione l'esistenz adi enti trasformati in centri di potere peresclusivo scopo di riproduzione del potere ,cioè di sottogoverno (l 'onorevole Ballardiniaccennava testé all 'ente delle Tre Venèzie, ch enon ha altra funzione se non quella di sot-togoverno) .

Ecco perché la battaglia che i lavoratoriconducono nel paese per una svolta politic ademocratica e per le riforme, per un nuovomodello di sviluppo, tocca diretÌamente nonsoltanto l 'organizzazione dell 'economia, matutte le strutture del potere e pone perciò subasi nuove la stessa impostazione tradizional edella battaglia sugli enti pubblici, sottoli-neando sì l 'esigenza e la necessità di elimi-nare rapidamente gli enti inutili, ma anchequella di arrivare ad una nuova gestione, piùdemocratica, di quelli ritenuti socialment eutili : quanti sono gli enti, quanto denar oamministrano, come sono amministrati, aquale sistema di controllo sono sottoposti . I lcompagno Vetere ha già fornito alcuni dati .Chi volesse trovarne altri, può consultare l ' in-dagine compiuta dal ,CIRIEC e pubblicat adall 'editore Angeli . Quanto alla massa mone-taria amministrata, l ' indagine condotta a cur adella Mediobanca sulla finanza pubblica pergli anni 1966-70 ci dà la dimensione del fe-nomeno . È notorio che le entrate degli ent ipubblici sono costituite da contributi dirett idello Stato o di amministrazioni autonome ,o -da imposte, tasse e contributi che, con ca-rattere di continuità, gli enti pubblici sonoautorizzati ad imporre o che sono ad ess idevoluti .

Dunque, secondo i dati ricordati dal col -lega Vetere, risulta che la massa monetariaamministrata dagli enti pubblici è pari oquasi alla massa monetaria amministrata di -rettamente dallo Stato . La constatazione in-duce immediatamente a chiederci : tutta que-sta enorme massa monetaria come è stata ecome viene amministrata ? Quali controll isono previsti ? Quale forza di penetrazion eessi hanno ? Una rapida riflessione sulle strut-ture e sulla composizione degli organi di am-ministrazione e sul sistema di controllo in -terno ed esterno (Ministero vigilante, colle-gio dei sindaci o dei revisori) e sul controll odella gestione finanziaria degli enti consentedi cogliere' immediatamente la differenza so -stanziale rispetto all 'amministrazione direttadello Stato, sia per quanto attiene alla strut-tura, sia per quanto attiene al sistema dei con-trolli, sia, infine, per quanto attiene alle re-

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gole di amministrazione e di contabilità . Mala riflessione consente di rilevare, insieme all edifferenze e alla scarsità di immaginazione co ncui gli interessi pubblici, a volta a volta rite-nuti meritevoli di intervento statale, sono stat iorganizzati, anche la persistenza della volon-tà di mantenere legati il più possibile gl ienti al ceppo dell 'amministrazione statale ,mediante il cordone ombelicale della presen-za diretta dei rappresentanti ministeriali ne iconsigli d 'amministrazione, compresi i rap-presentanti dei Ministeri vigilanti, il che, oltr etutto, è un assurdo dal punto di vista orga-nizzativo .

Per altro, a compenso dei vincoli derivant idalla massiccia presenza di rappresentant iministeriali nei consigli d'amministrazione ,nessuna o scarse regole di amministrazione edi contabilità sono previste dalla legge ne iprovvedimenti costitutivi degli enti ; e in ogn icaso, quando sono previste, tali regole nonsono confrontabili con il sistema minuziosodi norme e di controlli previsto per l 'ammi-nistrazione diretta dello Stato .

In pratica come ha funzionato questo mec-canismo ? Il sistema delle nomine dei presi-denti dei consigli d'amministrazione, salv orarissimi casi, è stato quello a cui la demo-crazia cristiana ci ha abituati : il sistema dell alottizzazione del potere . Non per nulla la pa-rola « sottogoverno » è quella più ricorrent eper questi enti ; e non per nulla i colleghi li-berali hanno potuto presentare una propost adi legge dal titolo « Norme per il controllo de lsottogoverno » . Anche la scelta dei funzionar iministeriali è quasi sempre avvenuta premian-do quelli più fedeli alla maggioranza in ca-rica, e così è avvenuto per i componenti de icollegi sindacali .

Anche per questi enti vale quello che h apubblicato nei giorni scorsi un settimanale d ilarga diffusione, relativamente alle Casse d irisparmio : su 24 Casse di risparmio, le piùimportanti del nostro paese, vi sono 19 pre-sidenti democristiani, uno del partito socia -Iista, due socialdemocratici, uno del partit orepubblicano e uno del Siidtiroler Volks-partei .

Per i vicepresidenti vi è una più articolat aproporzione nella lottizzazione tra i suddett ipartiti .

P, la stessa triste storia che si ripete per l epresidenze e le vicepresidenze delle banch ee degli istituti di credito, degli enti economi -ci di cui si parla in questi giorni .

Se provassimo a fare una breve indaginesugli enti oggetto del nostro esame, i risul-tati sarebbero identici .

Si è parlato, a proposito della lottizzazion edel potere, di un nuovo feudalesimo, e co nragione, anche se pare opportuno precisar eche, almeno agli albori della società feudale ,e per lungo periodo — ce lo ha insegnato MarcBloch in quel suo bellissimo saggio sulla so-cietà feudale — i feudatari assolvevano fun-zioni socialmente rilevanti, vere funzioni d igoverno, come ad esempio la difesa delle po-polazioni, o funzioni sovrane come l'ammi-nistrazione della giustizia, mentre ai nuov ifeudatari non può essere accreditato lo svol-gimento di funzioni altrettanto socialmente ri-levanti, poiché i nuovi feudatari hanno, sì, iprivilegi degli antichi, ma gratuitamente ,come in segno di favore.

Ecco perché aberrante e corruttrice è Iateoria della lottizzazione del potere . Essa èmoralmente riprovevole e politicamente ab -norme, chiaramente contro la Costituzione, chericonosce a tutti i cittadini il diritto di acce-dere in condizioni di uguaglianza ai pubblic iuffici e alle cariche elettive. Una teoria daesercito di occupazione, alla quale si è accom-pagnata naturalmente l'arroganza e la persua-sione dell ' impunità e dell ' immunità in tutti ifeudatari e nei loro cortigiani, e che ha pro-vocato danno alle istituzioni, gettato discredit osul regime democratico, reso poco credibile i lsistema dei partiti politici, alimentato il qua-lunquismo.

Le conseguenze sono rilevanti e pongon oseri problemi, che tra l'altro non sono tutt irisolvibili nell ' immediato .

Vediamoli da vicino . Nella IV legislaturala V Commissione permanente (Finanze e te -soro) del Senato, nel riferire all'Assembleasulla relazione , della Corte dei conti concer-nente la gestione finanziaria degli enti sotto -posti a controllo, ha ritenuto di poter far pro-pri i seguenti rilievi della Corte, concernenti :il ritardato od omesso adempimento delle in-combenze da parte degli organi di controllo ;l'eccesso delle gestioni commissariali e la esa-sperata durata di esse, che portano a formedi gestione monocratica e incontrollata ; la so -stanziale immunità in cúi queste gestioni sisvolgono (e ne abbiamo alcuni esempi piutto-sto rilevanti nell'Opera nazionale combattenti ,nell 'ente « Tre Venezie », nella « Gioventù ita-liana » e via di seguito) ; il ritardo nella pre-sentazione dei bilanci preventivi e consuntivi ;l ' eccesso delle spese generali e per il perso-nale; l 'esorbitazione dai limiti delle leggi isti-tutive e delle norme statutarie; l ' inesistenza d iorganici e il loro superamento abusivo, quand ogli organici esistono ; la mancanza di bilancinelle organizzazioni periferiche (vi sono enti

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che hanno un 'organizzazione periferica, peròdegli uffici periferici si ignora tutto) ; la man-canza di regolamenti del personale ; la dilapi-dazione di patrimoni immobiliari, cui si pro-cede per affrontare la spesa corrente (ved i« Gioventù italiana »), la mancanza di rego-lamenti per l 'attuazione di leggi organiche ;la pletoricità degli organi di amministrazion eattiva; il fatto che negli enti si stia moltipli-cando la presenza di funzionari di grado ele-vato; il naturale ritardo del versamento d icontributi da parte dello Stato; l ' eccesso d idepositi presso le banche e di disponibilit àliquide rispetto alle esigenze .

Traducendo i predetti rilievi in linguaggi ogiuridico-costituzionale, si deve concludereche nell'amministrazione degli enti non si èavuto molto riguardo ai canoni della corret-tezza e della buona amministrazione previst idall'articolo 97 della Costituzione . Traducen-do quei rilievi in linguaggio economico, cioèin cifre, si deve dire che si è fatto largospreco di denaro pubblico . Ma il modo comesono stati amministrati e come è stata orga-nizzata l ' amministrazione degli enti non haavuto solo le conseguenze dannose, sul pian odella gestione, che sono state denunciate nel -la relazione della V Commissione del Senatoe che tuttora permangono aggravate, poichénon risulta che modificazioni o rimedi sostan-ziali siano stati introdotti finora .

Questo modo di amministrare ha avut oconseguenze abnormi anche per quanto ri-guarda l 'applicazione della legge n . 1404 . Aquesto riguardo, la rappresentanza burocra-tica ministeriale e la rappresentanza politic ahanno fatto blocco per rendere impossibile ecomunque per vanificare l 'applicazione di talelegge. Senza sminuire per questo la responsa-bilità dei partiti politici che hanno diretto i lpaese, anzi allo scopo di sottolineare laresponsabilità dei partiti di Governo e dellademocrazia cristiana in primo luogo, occorredire che il meccanismo organizzatorio nonpoteva avere altro risultato che quello di evi-tare la soppressione degli enti inutili . Perconvincersene basta chiedersi : i rappresen-tanti ministeriali quali interessi curano ? Gl iinteressi dei Ministeri, di cui hanno la rap-presentanza, o gli interessi degli enti di cuisono amministratori in prima persona ? Nell aprima qualità avrebbero avuto il dovere quan-to meno di segnalare ai Ministeri rappresen-tati il verificarsi delle condizioni che compor-tano la soppressione degli enti ; nella qualitàdi amministratori avevano ed hanno interess eal mantenimento della sopravvivenza degl ienti . Nel migliore dei casi possiamo dire che

finora le due contrastanti esigenze si sono an-nullate a vicenda, fino a vanificare í comand ilegislativi, con premio degli interessi corpo-rativi, del parassitismo, del sottogoverno .

Alla luce dell'esperienza, le perplessità, l etitubanze e le opposizioni che i nostri com-pagni manifestarono nel corso della di-scussione parlamentare della predetta legg en. 1404, ritenendo che essa avrebbe consen-tito al Governo di avere le mani eccessiva-mente libere nello scioglimento degli enti ,nel senso che la vaghezza e la relativa inde-terminatezza dei presupposti potevano con-sentire gli arbitri più scandalosi, si sono ri-velate quanto meno ingenue . Alla luce del-l'esperienza, si può invece affermare che l alegge n . 1404 ha avuto obiettivamente un afunzione protettiva degli enti superflui ed inu-tili, nel senso che, escludendo ogni inter-vento di altri organi dello Stato, e segnata -mente del Parlamento, e rivendicando solo ase stesso il giudizio sulla utilità degli enti ,il Governo ha fatto il bello e il cattivo temp oed ha mantenuto in vita un gigantesco appa-rato di potere e di sottogoverno, di cui orasi avverte, anche da parte di altre forze de-mocratiche, tutto il peso .

Anche in questo campo la questione varicondotta al « problema dei problemi » delnostro paese : alla concezione cioè esclusivistae totalizzante del potere da parte della demo-crazia cristiana, alla pretesa di esaurire essasoltanto, con il supporto dì alleati fedeli ,volta a volta diversi e fungibili, l 'area dellademocrazia, alla esclusione dei lavoratori edel maggior partito politico della classe lavo-ratrice dall 'esercizio del potere . Anche qui ,in una parola, la presunta mancanza di un aalternativa democratica ha comportato l 'oc-cupazione totale o quasi del potere (che pre-tende l ' impunità e l ' immunità anche quand ol 'operare ha rasentato e realizzato ipotesi de-littuose) . È stato ricordato che con meno de l40 per cento dei voti la democrazia cristian aoccupa oltre 1'80 per cento dei posti di potere .

Questa condizione, dura a morire, si scon-tra ormai sempre più frequentemente con laforza crescente del movimento dei lavoratori ,che lotta non solo per una diversa e più giu-sta e democratica organizzazione della società ,nella quale il lavoro, e non' il parassitismo ,abbia la collocazione che ad esso compete ,ma che si batte anche per costruire il sistemadi potere previsto dalla Costituzione .

D'altra parte, la grave crisi economica esociale che il paese sta attraversando, can-cellate d'un colpo, e definitivamente, tutte leillusioni e le speranze dei facili boom, non

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consente più Io spreco tipico del sottogovern oe della distribuzione di costosi favori ed im-pone, invece, la mobilitazione delle risors eper scopi produttivi . Perciò, constatato il fal-limento del meccanismo previsto dalla legg en. 1404, utilizzato dal Governo, ripeto, com elegale copertura per la conservazione dellepiù incongrue ed aberranti situazioni paras-sitarie degli enti nonostante ripetuti invit idella Corte dei conti, sotto la pressione del-l'opinione pubblica e della spinta del movi-mento dei lavoratori, la problematica degl ienti pubblici è stata impostata in termin inuovi .

Rivendichiamo all ' iniziativa dei comunist il'aver proposto una chiave per la soluzion edel problema, come appare dalla proposta d ilegge n. 38 presentata il 24 maggio 1972, ch erichiama quella identica presentata anche nelcorso della V legislatura . I deputati: comuni-sti hanno proposto di rovesciare l'imposta-zione della succitata legge n . 1404, dichiaran-do soppressi tutti gli enti pubblici non previst idalla Costituzione e gli altri enti sotto qual-siasi forma costituiti, alla gestione finanziari adei quali lo Stato concorra in via ordinaria ,e che, con decreto del Presidente della Repub-blica, non siano dichiarati indispensabili ai finidello sviluppo economico, civile e cultural edel paese .

Per debito di lealtà, dobbiamo dire cheanche le altre forze politiche si sono mosse .Infatti, il 5 aprile 1973, i deputati socialist i(tra cui gli onorevoli Giolitti e Bertoldi, oggiministri in carica) hanno presentato una pro -posta di legge contenente disposizioni concer-nenti l ' informazione parlamentare sulle nomi -ne effettuate dal Governo . Il 24 ottobre 1972 ,al Senato, i senatori liberali hanno presentat ola proposta di legge n . 486, che ha per titoloquello significativo di « Norme per il controll odel sottogoverno » . È significativo che solo ideputati democristiani non abbiano presen-tato alcuna proposta di legge sull'argomento ,poiché anche i deputati repubblicani, il 1 7gennaio 1973, hanno presentato alla Cameradei deputati una proposta di legge per l'isti-tuzione di un registro nazionale degli ent ipubblici dello Stato, delle regioni e degli ent ilocali, e delle società al cui capitale gli stess ipartecipano, ai fini del pubblico controllo .

Questo fiorire di iniziative legislative sul-l'argn'nento, di diverso segno politico e d idiverso contenuto, sottolinea che il problem aè maturo per la soluzione . L 'occasione è stataofferta dalla vertenza che i lavoratori para-statali hanno aperto con il Governo per il rias-setto delle retribuzioni e il riordinamento del

rapporto di lavoro; proprio sulla spinta dellelotte sindacali dei lavoratori del settore, è sta-to formulato il testo in discussione che, s erisente della particolare angolazione da cu itrae origine, non elude la sostanza del pro-blema che viene anzi affrontato e risolto espli-citamente . Il testo è la completa rielabora-zione del disegno di legge n . 303 presentatodal Governo il 26 maggio 1972 che, a propo-sito degli enti, si limitava puramente e sem-plicemente a proporre una lieve modifica del -l 'articolo 1 della più volte citata legge n . 1404del 1956, lasciando inalterati i poteri del Go-verno; in altri termini, ancora una volta l'ese-cutivo reclamava carta bianca nel settore degl ienti pubblici . Invece, il testo del disegno d ilegge predisposto dalla Commissione con i lresponsabile concorso di tutte le parti poli-tiche, ad esclusione del MSI-destra nazional e(come ha riconosciuto l 'onorevole relatore ecome anch'io volentieri riconosco ed intendosottolineare) dispone che tutti gli enti pub-blici, con esclusione degli enti locali, territo-riali e dei loro consorzi, e di quelli indicat iall'articolo 1, sono soppressi di diritto e ces-sano dalle loro funzioni alla scadenza del ter-mine di tre anni dalla data di entrata in vigo-re del provvedimento, qualora entro la stess adata non siano dal Governo dichiarati neces-sari allo sviluppo economico e sociale de lpaese .

Nei riguardi degli altri enti pubblici, noncostituiti con legge, alla scadenza del trien-nio sopra indicato, cessa qualsiasi contribu-zio-ie ordinaria e straordinaria a carico de l

bilancio dello Stato e di altri enti pubblici ,nonché qualsiasi facoltà impositiva .

Volevo richiamare l ' attenzione dell 'onore-vole Ballardini su questo punto, sulle per-plessità ed i dubbi che egli ha espresso i n

ordine all ' efficacia di questo meccanismo.L'introduzione di questa norma, della cessa-zione di qualsiasi facoltà impositiva e d iqualsiasi contribuzione a carico dello Stato ,secondo me, elimina completamente le per-plessità manifestate dall'onorevole Ballar-dini oggi e dall'onorevole Bozzi ieri, anchese restano pendenti vari problemi : questi ul-timi saranno affrontati man mano che se n e

presenterà l'occasione, se ci sarà la volont àpolitica di farlo. Da quanto sopra, risulta evi -dente che per la soppressione degli- enti su-perflui non occorrerà più alcun provvedi -mento, nel senso che se il Governo non l idichiarerà utili allo sviluppo del paese, ess isaracino soppressi di diritto e cesseranno

automaticamente dalle loro funzioni . In altr itermini, l'inerzia e l'eventuale silenzio del

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Governo non, gioveranno, _com'è avvenuto, co r i

la vecchia legge n. 1404, alla vita degli enti ,ma ne determineranno la fine automatica .Risulta inoltre evidente che la fissazione d iun termine, a pena di soppressione auto-matica degli enti, costringerà il Governo al -l 'esame approfondito della loro collocazion ee funzione, e dovrebbe anche stimolare gl ienti stessi ad uscire allo scoperto per fars i

« esaminare » ; che il Governo sarà costrett oall 'esame pubblico degli enti, se non vuol eprovocarne la fine automatica, e sarà un esa-me che dovrà essere condotto alla luce de iprincipi e criteri direttivi fissati nella legge ;che il Governo sarà costretto ad assumersile proprie responsabilità e non potrà pi ùnascondere la propria inerzia dietro scus epuerili .

Conosceremo finalmente quanti sono gl i

enti pubblici del nostro paese e quanto effet-tivamente pesano sulla finanza pubblica . IlGoverno dovrà tenere conto, nella valuta-zione dell 'utilità degli enti, anche della con-venienza che essi continuino a rimaneresempre distinti dall 'amministrazione dirett adello Stato, nonché, e soprattutto, dalla com-petenza delle regioni .

Onorevoli colleghi, quest'ultimo riferi-mento alla competenza delle regioni merit a

di essere sottolineato, perché il sistema de lparastato risente fortemente della concezion eaccentratrice di derivazione ottocentesca, so -stanzialmente antidemocratica, tipica dell 'as-setto amministrativo dello Stato italiano .Questa concezione, notoriamente, è stata unacomponente non secondaria della politica d irestaurazione conservatrice guidata dalla de-mocrazia cristiana dopo la rottura dell 'unitàantifascista, che ha subordinato gli interess idel paese a quelli delle classi dominanti -rappresentate dai gruppi monopolistici e daifruitori di rendita - scambiati per interess inazionali, e che ha portato allo svuotament odelle finalità democratiche e partecipativ enella gestione della cosa pubblica caratteri-stiche dell'ordinamento previsto dalla Costi-tuzione.

Sotto questo profilo, il disegno di leggedenuncia un'eccessiva timidezza e una grav econtraddizione, attestate dal mantenimento ,nell 'elenco allegato, degli 'enti di sviluppoagricolo interregionali e di altri enti assisten-ziali, mentre ben ci si sarebbe potuti spin-gere oltre, e disporre il trasferimento alle re-gioni delle funzioni esercitate dagli enti stes-si, ai sensi dell'articolo 117 della Costituzio-ne, funzioni che, viceversa, per una letturavolutamente su perficiale. sostanzialmente il -

legittima, della delega contenuta nell 'articolo17 della legge finanziaria regionale, sonostate mantenute agli enti stessi . Tuttavia i lriferimento resta ugualmente importante per-ché sottolinea ancora una volta la necessitàdel predetto trasferimento; denuncia la pro-tervia del Governo nell'avere finora volutomantenere in vita enti le cui funzioni devonoessere assegnate alle regioni, che sono un arealtà da tempo operante nel nostro ordina-mento; denuncia una inversione di tendenzasul piano dell 'organizzazione del potere ne lsenso che riconosce, sia pure con timidezza ,la sostanziale superiorità della gestione de-mocraticamente « aperta » della cosa pub-blica, rispetto a quella verticistica e « chiu-sa » degli enti cosiddetti funzionali .

Perciò, nonostante la cautela delle espres-sioni, segno anche dell'impaccio col qual eprocede la maggioranza, pur sempre invi-schiata in questioni di potere, lo sforzo com-piuto dalla Commissione va giudicato in ter-mini positivi, poiché tende a ricondurre l apresenza pubblica nella vita sociale sui bi-nari indicati dall 'ordinamento costituzionale .In tal senso è significativo, anche se larga -mente insufficiente, l 'accenno che, il testo ela-borato dalla Commissione riserva all'altr oaspetto della gestione democratica degli enti ,quello dei, rapporti col Parlamento .

È noto che una delle caratteristiche sa-lienti dell'attuale sistema degli enti pubblic iè la sostanziale loro estraneità ad ogni rap-porto col Parlamento . La giustificazione teo-rica di questo stato di cose deriva da un aapplicazione meccanica e tendenziosa de lprincipio della divisione dei poteri . Ora,quale che sia oggi la validità del principi odella divisione dei poteri, di cui nessuno vuo-le disconoscere l ' importanza, ma che certova ripensato ed aggiornato alla luce delle mo-dificazioni politico-sociali intervenute nei du esecoli trascorsi da quando esso è stato for-mulato, resta il fatto che l 'attuale stato dellalegislazione considera il settore degli enti pub-blici « riserva di caccia » esclusiva dell ' ese-cutivo. >J vero che tanta parte della storiadei regimi parlamentari è anche la storia de irapporti tra organi rappresentativi ed esecu-tivo, e soprattutto dello sforzo da questo fatt oper sottrarsi il più possibile ad ogni controll odel Parlamento ; ma mai questa divaricazio-ne è stata così grande come nel caso degl iattuali enti pubblici . Ne deriva che enti ch eamministrano denaro pubblico, per un am-montare complessivo pari, se non superiore ,all'intero bilancio dello Stato, sfuggono pra-ticamente ad ogni controllo parlamentare .

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vero che la Corte dei conti riferisce a lParlamento sui risultati del controllo finan-ziario esercitato sugli enti ai sensi della legge21 marzo 1958, n . 259. Ma, a parte che il con-trollo della Corte non copre l ' intero comples-so degli enti, e le relative relazioni sono inritardo di vari anni, resta il fatto che si trat-ta sempre e soltanto di un controllo ex poste quindi privo di un reale e incisivo signifi-cato politico; da qui deriva anche la scars aattenzione che il Parlamento presta alle pre-dette relazioni, pure in sé pregevoli .

Sotto questo profilo il disegno di legge s idimostra timido ed imbarazzato ; riconosce laesistenza del probléma ma non lo risolve .Il testo prevede la presentazione al Parlamen-to di una relazione sui bilanci di prevision ee sulla consistenza degli organici degli ent isottoposti alla vigilanza, con allegati i bilan-ci di previsione stessi, le relative piante orga-niche e i conti consuntivi dell 'esercizio pre-cedente. già qualche cosa rispetto al nienteattuale, ma in definitiva il capitolo dei rap-porti con il Parlamento è un capitolo ancor atutto da scrivere, che richiede anche una ma-turazione teorica (che lo stato attuale dell adottrina costituzionale non agevola), ma cheè soprattutto una questione di comportament ipolitici .

Si parla molto spesso di valorizzazione de -gli istituti democratici, ed in primo luogo de lParlamento . Lo abbiamo sentito, e con ripe -tute affermazioni, nel discorso del Presidentedel Consiglio la scorsa settimana. Ma se nonvogliamo ridurre queste affermazioni ad unaspecie di omaggio formale alle istituzioni, s enon vogliamo che queste affermazioni diven-tino un rito ipocrita, come quello che com-pie il falso credente che s'inginocchia davant iall'altare ma non vive effettivamente la su areligione, occorre mutare atteggiamento e farvivere democraticamente il sistema politico .In tal senso, come non sono tesi a restituir eal Parlamento il ruolo e l'autorità che ad ess ocompetono nella vita nazionale né il ricorsocontinuo alla decretazione d'urgenza, né l amancata osservanza del voto del Parlamento ,non lo sono neanche il modo di lavorare chesi impone al Parlamento, né il sottrarre allostesso il controllo sugli enti pubblici che a desso spetta .

In questo modo si incoraggia il disprezzoed il discredito delle istituzioni, e gli stess iGoverni, che pure ritengono di trarne qualch erelativo vantaggio in termini di contingenz apolitica, alla fine ne sono travolti, mancand odella autorità morale e politica che solo il

Parlamento può dare, perché mancano dellafiducia popolare .

Ecco perché è urgente provvedere ancheper quanto riguarda il settore degli enti pub-blici . Una presenza più incisiva e pregnantedel Parlamento è necessaria sul piano del con-trollo . Ciò non significa che il 'Parlamentodebba svolgere attività amministrativa ; signi-fica soltanto che il controllo politico deve es-sere organizzato in termini meno vaghi degl iattuali ., t vero che , i vari giullari del potereteorizzano la morte del Parlamento come pro -dotto della società industriale, ma credo ch equesta non possa essere la concezione dei par-titi che hanno combattuto la guerra di libe-razione e fondato la Repubblica . Ecco perché ,onorevole Galloni, noi abbiamo così lunga -mente insistito in Commissione su questa par-te del disegno di legge, e credo che anche le iconvenga con noi che in definitiva la question edella gestione degli enti pubblici si sald acon la questione più vasta della organizzazio-ne politica. L 'organizzazione del potere di unoStato, quale previsto dalla nostra Costituzio-ne, deve tendere alla estensione della demo-crazia e deve proporsi la realizzazione degliobiettivi nella stessa Costituzione- indicati ,certo anche in termini di efficienza: ma nonsono certo esempio di efficienza, come non l osono di democrazia, i nostri enti pubblici, edin particolare gli enti mutualistici che vannoper la maggiore e che la coscienza popolar equalifica impietosamente come « carrozzoni » .

Con il disegno di legge che abbiamo in-sieme predisposto forse siamo ad un punto d isvolta, ma tanta strada resta ancora da per-correre ed il cammino è incerto e faticoso ,come dimostrano le vicende politiche in cor-so, mentre tanti e potenti avversari lavo-rano perché tutto resti come prima . Ma nessu-no si illuda, è questa la nostra risposta al su oscetticismo, onorevole Bozzi . Grandi forze so-ciali, e i lavoratori in primo luogo, non son opiù disposte a tollerare. Hanno fatto i conti edhanno scoperto che non c'è convenienza amantenere un sistema di potere parassitari oe clientelare, che li ripaga facendo caderesempre su di essi il peso del malgoverno . Noiriteniamo di aver interpretato questa esigen-za di moralizzazione e di rinnovamento ch esorge dal profondo della coscienza popolare ,impostando e sostenendo soluzioni che con -sentono un nuovo modo, più limpido e piùchiaro di gestire i pubblici interessi . Lo' ab-biamo fatto impostando e sostenendo soluzioninuove anche per quanto riguarda l'organiz-zazione del personale, che è fattore decisivo

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per un corretto ed efficiente funzionament odegli enti . Qui l'innovazione è sostanziale eprofonda: d 'un sol colpo abbiamo cancellato ,superando pregiudizi e false credenze, un or-dinamento che, se riconosceva ai dipendent ipubblici qualche orpello e magari qualch e« patacca », in fondo li considerava pur sem-pre dei servitori, anche se servitori della co-rona .

Sono personalmente convinto che, dopo laapprovazione del nuovo ordinamento, gli stu-diosi - me lo consenta l'onorevole President e- dovranno riscrivere i loro testi dedicati alpubblico impiego, e soprattutto che le conse-guenze sul piano della resa dei servizi saran-no molto benefiche e salutari . Abbiamo lavo-rato per restituire ai dipendenti degli enti pub-blici un ' immagine di dignità, capace di vin -cere quella scaduta e negativa con cui ess ivengono rappresentati, di lavoratori parassiti ,neghittosi, carrieristi, improduttivi, corpo-rativi, animatori della « giungla retributiva » .Non neghiamo che questi fenomeni esistano ,e largamente ; ma, ci chiediamo : non sono ess iil frutto del clientelismo, di un modo di ge-stire il personale e gli enti che non ha portat oad altro che al sottogoverno ? Non sono essi i lfrutto di un certo sindacalismo autonomo ecorporativo, lungamente accarezzato e colti-vato in odio ai sindacati di classe ? Clienteli-smo nelle assunzioni . . .

PRESIDENTE. Onorevole Caruso, i limit idi tempo a sua disposizione sono scaduti . Lainvito pertanto a concludere .

CARUSO. La ringrazio, signor Presidente .Clientelismo, dicevo, nelle assunzioni, cliente-lismo nella progressione di carriera, cliente-lismo nelle attribuzioni di posti di responsa-bilità e di guadagno, clientelismo nei tratta -menti economici, financo nell ' assegnazionedel lavoro straordinario . 'Con queste politichedel personàle, quali risultati si potevano rag-giungere, diversi da quelli rappresentati ? V iè chi trae spunto dall'inefficienza della pub-blica amministrazione, complessivamente con-siderata, per rimettere in discussione conqui-ste da tempo acquisite dal movimento dei la-voratori, come il principio della stabilità delrapporto di lavoro, proponendo una sorta d iriprivatizzazione di questo rapporto . Lo stran oè che queste proposte vengono avanzate quan-do i lavoratori del settore privato, con la lorolotta, stanno conquistando il traguardo dell astabilità del lavoro (basta pensare alla legg esulla giusta causa, allo statuto dei diritti dei

lavoratori, agli istituti della cassa integrazio-ne, del salario garantito, eccetera) . La respon-sabilità per la inefficienza della pubblica am-ministrazione non risiede nella stabilità de lrapporto di lavoro dei dipendenti . Certo, bi-sogna rendere duttile questo principio, ade-guarlo alla varietà e complessità e alle modifi-cazioni rapide dell 'attività amministrativapubblica; occorre rendere più flessibile l'or-ganizzazione del personale, moralizzare i ltrattamento economico ; 'ma non si può rinun-ciare alla stabilità del rapporto di lavoro, ch eè principio di libertà . In questo senso si muo-ve il proposto ordinamento del personale i nqualifiche funzionali, che rompe l 'attuale

struttura gerarchica e piramidale dei ruoli ,fonte di carrierismo e di inefficienza . Un ordi-namento, questo, per cui ci siamo lungamen-te battuti, vincendo alla fine anche le resisten-ze presenti all'interno delle categorie, alimen-tate dalla burocrazia ministeriale, timoros a

degli effetti dirompenti che il nuovo ordina-mento avrà all'interno dell'amministrazion ediretta dello Stato .

A questo fine tende anche il principio del -la contrattazione del trattamento economico ,con il riconoscimento di una presenza istitu-zionalizzata del sindacato nella vita degli enti .

A nessuno credo sfugge l'importanza di que-sta presenza che non potrà non essere unapresenza rinnovatrice nelle politiche del per-

sonale e un fattore di stimolo e di aiuto per-ché le amministrazioni diventino efficienti eproduttive. Con l'ingresso del sindacato com e

controparte degli enti, con la contrattazionenazionale organizzata finirà, ne siamo sicuri ,l'epoca delle mance, un colpo serio riceverà

la « giungla retributiva », i problemi del per-sonale cesseranno di essere oggetto di politica

clientelare . '

Noi condividiamo le sue argomentazioni ,onorevole Galloni, in risposta alle obiezion igiuridiche che vengono avanzate sul punt odella contrattazione sindacale . Aggiungiamo

di nostro che non esiste un diritto valido pertutte le stagioni e che il diritto si crea con lanuova legislazione : noi lo stiamo creando .

Ci risérviamo in ogni caso di intervenire sul -l 'argomento in sede di discussione dei rela-tivi articoli, se sarà necessario .

PRESIDENTE. Onorevole Caruso, le ri-cordo ancora una volta che il tempo consen-tito dal regolamento per la lettura dei di-scorsi è scaduto . La sollecito quindi a con-cludere .

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CARUSO. Mi consenta, signor Presidente ,di aggiungere solo poche parole conclusive .Signor Presidente, onorevoli colleghi, ci sia-mo impegnati, com'è nostro costume, nell aelaborazione del disegno di legge e, fedeli all oinsegnamento di TogIiatti, non ci siamo limi-tati a fare opposizione, ma abbiamo contribui-to con idee, proposte e suggerimenti alla for-mazione del testo . Riproporremo in quest'aul aalcuni emendamenti già proposti in Commis-sione, e ne proporremo anche di nuovi, mi-gliorativi, a nostro giudizio, del disegno d ilegge. Il nostro atteggiamento finale sarà con-dizionato dall 'accoglimento che ad essi verràriservato e dal comportamento complessiv odella maggioranza e del Governo . Ecco perchého esordito dicendo che non era senza signi-ficato che questa discussione avvenisse subitodopo il dibattito sulla fiducia .

Questo disegno di legge è la prima provadella dichiarata afférmazione di voler cambia -re strada. In un certo senso è una sfida : sevorrete farlo, non troverete ostacoli da partenostra . (Applausi all'estrema sinistra) .

Sull'ordine dei lavori.

ANDERLINI . Chiedo di parlare .

PRESIDENTE . Voglia indicarne il motivo .

ANDERLINI. Vorrei pregarla, signor Pre-sidente, di esaminare la possibilità di sospen-dere, a questo punto, il dibattito in corso a lfine di riprendere, sia pur brevemente, la di-scussione, interrotta lunedì scorso, sul prov-vedimento relativo al finanziamento dell ' IS-SOCO, relativamente al quale era stata con-clusa la discussione sulle linee generali e i lGoverno aveva preannunciato la presentazion edi un emendamento, inviato per il parere allaCommissione bilancio . Poiché la predettaCommissione ha espresso il suo parere, siamoin condizioni di riprendere, e, se non di con-cludere, quanto meno di avviare a conclusion equesto argomento . Ciò sarebbe possibile anch ein considerazione del fatto che è presente i naula il presidente della Commissione istru-zione, il quale potrebbe sostituire il relatoreMasciadri, assente oggi come già lunedì, eche è presente anche il rappresentante de lGoverno .

PRESIDENTE. Onorevole Anderlini, que-sta modifica dell'ordine dei nostri lavori pu òanche essere inserita nel quadro delle deci -

sioni adottate dalla Conferenza dei capi -gruppo, la quale ha deliberato che quest oprovvedimento debba essere appunto trattatoin questi giorni : quindi nulla osta da parte

mia. Naturalmente, però, l'accoglimento dell asua richiesta non dipende dalla Presidenza .Se ella fa una proposta formale, dovrò chie-dere se vi siano delle osservazioni in contrari oe poi sottoporla a votazione .

ANDERLINI. La mia è, appunto, una pro -posta formale, signor Presidente .

PRESIDENTE. Ella, onorevole Ballardini ,sarebbe disposto a sostituire il relatore, ono-revole Masciadri, oggi assente ?

BALLARDINI, Presidente della Commis-sione istruzione . Si, signor Presidente .

GALLONI, Relatore per il disegno di leg-ge n . 303 . Chiedo di parlare .

PRESIDENTE. Ne ha facoltà .

GALLONI, Relatore per il disegno di leg-ge n. 303 . Signor Presidente, avrei un, mo-tivo di opposizione da avanzare in relazio-ne all'ordinato svolgimento dei nostri lavori .Noi possiamo forse concludere questa serastessa la discussione sulle linee general idel disegno di legge concernente il parastatoe, nella mia qualità di relatore sul provvedi -mento, devo esprimere la preoccupazione ch euna eventuale modifica dell 'ordine del giorno ,rispetto agli orari e ai tempi, possa turbaretale nostro lavoro molto più gravemente d iquanto non - possa apparire . Se non sbaglio ,questa sera potremmo terminare la discus-sione sulle linee generali del disegno di legge

n . 303, mentre la variazione dell'ordine de ilavori richiesta dall 'onorevole Anderlini l aritarderebbe inevitabilmente e ne provoche-rebbe, probabilmente, il rinvio alla prossim asettimana .

Se l'inserimento della proposta di leggeriguardante l'ISSOCO potesse esser fatte nel -l'ordine del giorno della seduta di domani,credo che non si avrebbe alcun turbament onei lavori dell 'Assemblea .

Ecco perché sarei tendenzialmente contra-rio alla proposta Anderlini ; e ciò non perchéio sia contrario alla discussione della pro -posta di legge sull'ISSOCO, ma perché pensoche se questo argomento fosse discusso do -mani, dopo le autorizzazioni a procedere, s ipotrebbe mantenere l ' ordine dei lavori come

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è stato stabilito e arrivare la prossima set-timana all 'esame degli articoli del disegno d ilegge che ora stiamo discutendo .

PRESIDENTE . Onorevole Anderlini ?

ANDERLINI. Signor Presidente, vorre ifare osservare al collega Galloni che la di-scussione della proposta di legge sull ' ISSOCO ,per quel che è possibile presumere, impe-gnerà l 'Assemblea soltanto per un quartod'ora, e non di più. Pertanto l'accoglimentodella mia proposta certamente non potrebb esconvolgere l 'andamento dei nostri lavori . Amio parere, Ie cose invece si complichereb-bero proprio se questa discussione veniss einserita nell'ordine del giorno della sedut adi domani fra le autorizzazioni a procedere ei disegni di legge per la conversione dei de-creti-legge varati recentemente dal Governo .

In considerazione di ciò, mi permetterei ,pertanto, di insistere nella mia richiesta .

NIGCOLAI GIUSEPPE . Chiedo di parlare .

PRESIDENTE. Ne ha facoltà .

NICCOLAI GIUSEPPE . Signor Presidente ,parlerò brevemente per dichiarare il nostropiù reciso « no » alla richiesta di inversionedell ' ordine del giorno .

L ' altra volta si è parlato di scandalo, aproposito di questa vicenda . Ora, proprio pe rla serietà dell 'Assemblea, non vorrei che . ascandalo si aggiungesse scandalo . Di conse-guenza, per questi motivi, giustamente rile-vati anche dall'onorevole Galloni, chiediamoche l'Assemblea rispetti l'ordine del giornogià concordato .

POCHETTI. Chiedo di parlare .

PRESIDENTE. Ne ha facoltà .

POCHETTI . Signor Presidente, desiderere iconoscere dalla Presidenza I'ordine dei lavori -fissato per i giorni successivi ; soltanto in bas ead esso, io penso, si può decidere sulla pro-posta dell 'onorevole Anderlini .

Evidentemente, nel caso in cui questa sera ,dopo aver concluso la discussione sulle line egenerali con il discorso dell'onorevole Tran-tino (mi pare infatti che debba parlare ancor asoltanto il collega Trantino) . . .

PRESIDENTE. Deve parlare anche l ' ono-revole Ianniello .

POCHETTI . . . .e con quello dell'onorevoleIanniello, il seguito del dibattito dovesse es-sere ugualmente rinviato ad altra seduta perle repliche del relatore e del Governo, pensoche potrebbero essere egualmente rinviati idiscorsi dell'onorevole Trantino e dell'onore-vole Ianniello .

Nel caso in cui non si dovesse arrivare a duna rapida conclusione, seguiamo pure un'al -tra strada. Però – ripeto – desidererei cono-scere l'ordine dei lavori previsto per i giorn isuccessivi .

PRESIDENTE. Ella sa bene, onorevol ePochetti, che l'ordine dei lavori non è fissat odal Presidente di turno ma dalla Conferenzadei capigruppo . Non avrei alcuna difficoltà,se ella ne facesse richiesta, a sospendere l aseduta per convocare la Conferenza dei capi -gruppo. Per parte mia, posso dirle soltant oche per domani è previsto questo ordine de lgiorno : discussione dei disegni di legge d iconversione in legge del decreto-legge per l adistillazione agevolata dei vini, e del decreto -legge 31 maggio 1974, n. 206, per la esecu-zione di opere per la salvaguardia del terri-torio della provincia di Modena . È previsto,inoltre, l'esame di alcune domande di auto-rizzazione a procedere in giudizio .

POCHETTI. Signor Presidente, dalla su alettura si ricava che nella giornata di doman inon si concluderà assolutamente il dibattitòsul parastato, che necessariamente dovrà pro-seguire nella settimana ventura .

PRESIDENTE. Il dibattito no ; però le re-pliche del relatore e del Governo si sarebberodovute tenere nella seduta di domani .

POCHETTI. Vorrei allora chiedere all'ono-revole Galloni se pensa che, nel momento at-tuale, evitando di rinviare i due intervent idegli onorevoli Trantino e Ianniello si guada-gnerebbe effettivamente del tempo, o se, do-vendosi necessariamente concludere il dibat-tito la settimana prossima, non valga la pen arinviare a domani, oltre che le repliche delrelatore e del Governo, anche questi due ul-timi interventi .

PRESIDENTE . ,Onorevole Pochetti, perchéil voto sia . chiaro io devo osservare che anchela continuazione oggi, o meglio la ripresa de ldibattito sulla proposta di legge n . 302 nonporterebbe a un suo esaurimento, perché ri-marrebbero in sospeso l 'esame degli emenda-

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menti e l'approvazione degli articoli . Nell'uncaso o nell'altro, la cosa non muterebbe molto .

ANDERLINI . Chiedo di parlare .

PRESIDENTE. Onorevole Anderlini, ell aha già svolto la sua proposta di modifica del-l'ordine dei lavori . Le ricordo che, a strett otermine di regolamento, dovrebbero parlareun oratore a favore ed uno contro, mentresono già intervenuti ben quattro colleghi .

ANDERLINI. Signor Presidente, con il su oconsenso, vorrei modificare la mia proposta .

PRESIDENTE. Sta bene, onorevole An-derlini .

ANDERLINI . Da quanto ella ci ha detto ,se la proposta di Iegge n . 302 non fosse di-scussa oggi pomeriggio, essa non sarebbe po-sta in discussione nemmeno domani, il che .se mi consente, sarebbe in contrasto con ledecisioni prese dalla Conferenza dei capigrup-po . Io che, sia pure come rappresentante d iun « minigruppo », faccio parte di quella Con-ferenza, so infatti che essa. ha deciso che l aproposta di legge n. 302 debba essere discuss ae votàta nel corso di questa settimana.

Vorrei allora proporre, rinunciando, perquanto mi riguarda, alla mia precedente ri-chiesta, di collocare la discussione del prov-vedimento n. 302 al primo punto dell'ordin edel giorno della seduta di domani . Potremmoesaurirla assai rapidamente, perché non ab-biamo bisogno di molto tempo . Dopo di ch esi potrebbe agevolmente riprendere la discus-sione sul parastato e sugli altri argoment idell ' ordine del giorno .

PRESIDENTE. Onorevole Anderlini, m isembra che la soluzione più efficace potrebb eessere quella di porre ìl provvedimento sul -I'ISSOCO al terzo punto dell'ordine del gior-no della seduta di domani, prima delle auto-rizzazioni a procedere (e non già al primopunto, perché per la conversione dei due de-creti-legge esistono dei termini, che non s ipongono invece per la proposta- di legg en. 302) .

POCHETTI. Signor Presidente, secondo l edeliberazioni della Conferenza dei capigrup-po, le autorizzazioni a procedere occupano i lsecondo punto nell'ordine del giorno .

PRESIDENTE . Io ho fatto una proposta .Io non sono la Conferenza dei capigruppo .

Ella chiederà, se vuole, una inversione del-l'ordine del giorno . Però l'ordine del giornoche è stato già stampato per la seduta di do-mani è quello da me comunicato .

GUI, Ministro senza portafoglio. Stiamoperdendo del tempo per niente; questa è l asostanza .

PRESIDENTE . Onorevole Pochetti, ella ac-cetta la mia proposta, o dobbiamo proceder ealla votazione ? In questo caso vorrei non di-lazionarla ulteriormente, perché altrimenti iltempo perso in queste discussioni preliminar isarebbe senz'altro maggiore di quello che spe-ravamo di guadagnare .

ANDERLINI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà .

ANDERLINI. Faccio mie le osservazion idell'onorevole Pochetti, anche perché corri-spondono esattarnenté alle decisioni della Con-ferenza dei capigruppo . La Conferenza dei ca-pigruppo aveva stabilito in via eventuale ch ei decreti-legge potessero essere discussi, anch eperché nel momento in cui la Conferenza s iera riunita, non era ancora certo che le Com-missioni riuscissero a concludere l 'esame de idisegni di legge n. 3026 e n . 3009 entro do -mani .

Facendo salve queste osservazioni, e con-siderando che comunque la proposta di leggen. 302, di cui sono primo firmatario, potràessere discussa e votata nel corso della gior-nata di domani, accetto la sua proposta, si-gnor Presidente .

PRESIDENTE. Sta bene. A titolo informa-tivo, desidero avvertire, onorevole Pochetti ,che mi giunge ora notizia — e la fornisco cosìcome la forniscono a me — che c'è un impegnodei capigruppo affinché i decreti-legge sian otrasmessi entro domani al Senato . OnorevolePochetti, desidera dire qualcosa ?

POCHETTI . Signor Presidente, non voglioinsistere, ma, per il corretto svolgimento del -l'ordine del giorno, desidero precisare che hoqui una lettera che è stata inviata a noi dal-l'Ufficio leggi, norme ed usi, nella quale pe rla data di giovedì 4 luglio si dice : eventualediscussione e votazione dei disegni di leggeper la conversione dei decreti-legge per le al-luvioni Modena, la distillazione vini e la pro-roga dei fitti, mentre viene dato per certol ' esame e la votazione delle autorizzazioni a

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procedere, il che vuoi dire che questo argo -mento dovrebbe precedere gli altri .

PRESIDENTE. Cercheremo di fare tutto ,onorevole Pochetti . Domani presiederò io laseduta, e per parte mia sono disposto ad ar-rivare fino a . mezzanotte, se lei lo desidera ,e sempre che i colleghi non si stanchino e nonpreferiscano vedere la partita . Dico questoperché c'è anche questo problema ; non credo ,infatti, che in questo momento siano tutti pre-senti .

Se non vi sono altre osservazioni, può ri-manere stabilito – e vorrei che non si ritor-nasse ulteriormente sull'argomento – che laproposta di legge relativa all'ISSOCO veng aiscritta all'ordine del giorno della seduta didomani, subito dopo i decreti-legge.

(Così rimane stabilito) .

Si riprende la discussione del disegno d i

legge n. 303 e delle concorrenti proposte

di legge.

PRESIDENTE. È iscritto a parlare l'ono-revole Trantino . Ne ha facoltà .

TRANTINO. Signor Presidente, onorevolicolleghi, onorevole ministro, si racconta di u nsarto dilettante il quale, avendo a disposi-zione un mantello, decise di ridurlo in unvestito; tentò tale riduzione, ed essendo im-perfetto il taglio, decise di ridurlo ulterior-mente in una giacca, fino a quando cercò d iottenere, non riuscendovi, un berretto . Credoche siamo di fronte ad una situazione analo-ga, cioè ad una presuntuosa riforma che, stra-da facendo, è diventata una modesta riforma ,che viene alla Camera come una miniriforma ,ed infine diventa una mini-miniriforma . Sia-mo quasi davanti – non tradendo la radic edel termine – ad una forma di riforma. Lachiave di tutto questo, signor Presidente, anostro modo di vedere, sta nella mancanza d iun'anagrafe degli enti del cosiddetto parasta-to . Tale anagrafe è stata sollecitata da tutto i lnostro gruppo in diverse riprese, ed inutil-mente, come avviene per le cose giuste solle-citate dal gruppo del Movimento sociale ita-liano-destra nazionale . Questa riforma diven-ta più tragica in un momento in cui si la -menta la crescita ciclopica della mala piantadel parassitismo . Vi sono, signor Presidente ,onorevoli colleghi, enti alimentati dai soldidello Stato che sono addirittura irreperibil ipersino da parte del portalettere ; vi sono enti

che ancora devono distribuire favori e privi-legi collegati a certi terremoti del 1909 . Visono enti dei quali forse non è ancora notala qualificazione, ma che – osiamo pensarl o– forse stabiliranno quali saranno i futuri ter-remoti, e forse prevederanno quali saranno l efuture spartizioni di somme che dovranno es-sere fatte per l ' occasione .

E così, mentre si cerca da parte del Go-verno di rastrellare (il termine da predonenon è nostro, lo ha usato l 'onorevole Presi -dente del Consiglio) circa 3 mila miliardi ;mentre il centro-sinistra invita i lavoratori astringere la cinghia sempre di più ; mentresiamo nel clima – o forse oltre – dell'Americadel 1929, che aveva però nei nostri confront iil vantaggio che almeno allora gli american ipotevano abbeverarsi con il surrogato delwhisky, mentre l 'unica bevanda disponibil eoggi a buon mercato per il popolo italiano èl'antifascismo, che viene canalizzato attraver-so la televisione, propinato dai giornali de lregime e indicato persino nei temi della pri-ma elementare; mentre tutto dunque rotola ne lprecipizio, dall'ordine pubblico all'economia ,mentre i nostri governanti questuano battendoa porte sempre più ostili alle richieste, ch eoffendono il lavoro degli altri, noi apprendia-mo da calcoli ufficiosi che gli enti parastatal iingoiano quasi 18 mila miliardi, vale a dir euna cifra superiore al bilancio dello Stato .

Bisogna allora trarre una 'morale e direche il Governo si presenta oggi molto scor-rettamente a chiedere l 'approvazione di que-sta legge senza disporre della necessaria pre-messa, cioè dell'anagrafe e di un calcoló, al -meno ufficioso, fatto in famiglia, per saperequanti approssimativamente siano questi enti .

E dire che questo Governo è provvido ne lsapere tutto : riesce non solo a sapere quelloche c'è, ma anche a prevedere quello che dev eavvenire, visto che riesce a prevedere persinole « trame nere » che ama, con il suo alle-gro ministro dell'interno, fabbricare con l acatena di montaggio e distribuire in serie !

Noi, allora, siamo orientati ad un atteg-giamento di critica e di vigilanza, a recla-mare la moralizzazione della spesa pubblica ,la moralizzazione dell 'erogazione, sinora indi-scriminata, agli enti gestiti da amici e da ami-ci degli amici .

Onorevole relatore, in Sicilia la mala pian-ta della mafia e a volte quella della delin-quenza comune trovano campo di ingrassag-gio proprio nei cosiddetti enti di Stato, nei co-siddetti enti innominati, nei cosiddetti ent idalle funzioni generiche . Oggi in Sicilia not imafiosi, pregiudicati comuni, con le rituali

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penali che hanno bisogno del cosiddetto fo-glio di allungamento, diventano improvvisa-mente controllori del denaro di questi enti, es-sendo chiamati, con il titolo di competenti ,quali collaboratori o consulenti esterni . E sic-come di questi enti nulla si sa, tranne che loStato ha il diritto di mantenerli, ci accorgia-mo che involontariamente (ed uso un eufe-mismo molto elegante per rispetto a quest aaula) noi diventiamo alimentatori, e quind icomplici, di coloro i quali usano il pubblicodenaro per compiere addirittura attività de-littuose .

E allora, se questi enti servono come cam-po di ingrassaggio per le clientele, credo chemoralizzare tali enti debba essere una esigen-za elementare, nel momento in cui gli italianicominciano a fare i conti anche con le mill elire .

Noi saremo quindi obiettivamente (e dic oobiettivamente per dire eticamente) avversar iinflessibili di tutti quegli enti che diventan oil centro di propulsione per clientele fameli-che e spregiudicate ; di tutti quegli enti ch enon hanno funzioni né definite né di rispon-denza sociale . Saremo altresì inflessibilment econtro etichette fumose . che vogliono soltantosignificare la possibilità di contrabbandi fu -turi, etichette che vogliono indicare la certez-za di intrallazzi presenti e futuri . Saremo con-tro quegli zelatori di interessi illeciti che oggi ,con il cavallo di Troia delle etichette prete-stuose, generiche e roboanti, vogliono intro-durre sempre di più le armi e gli armati nel -la cittadella finanziaria dello Stato: a questocavallo parastatale, certamente noi non da-remo né spallate, né ausilio, né spinte i navanti . Saremo invece a favore, in umiltà econ fermezza, del parastato pulito, utile, fun-zionale, quello che merita rispetto e per que-sto troverà in noi amicizia e favore, in ob-bedienza alla concezione dello Stato che ci ani -ma e che ci vuole a favore dello Stato comecasa del diritto e non del delitto .

Questo nostro intervento aveva un sol oscopo: nella brevità, nella sintesi, in un mo-mento in cui la brevità e Ia sintesi comincian oa diventare concetti non solo oratori, ma eco-nomici (perché cominciamo a risparmiare fi nda ora persino nella parola per fare un pia -cere - e non sarà l 'ultimo che faremo - alPresidente del Consiglio sul piano della sfid adello stile e del costume), vogliamo precisar euna inflessibile opposizione a tutti quegli entidi malavita politica, di etichetta mafiosa co ntopografia o senza topografia, a tutti quegl ienti che diventano pompe di ingrassaggio .mentre saremo disponibili per tutta una ope -

razione di pulizia a favore di coloro i qual ilavorano davvero per produrre davvero . (Ap-plaus a destra — Congratulazioni) .

PRESIDENTE. È iscritto a parlare l 'ono-revole Ianniello . Ne ha facoltà .

IANNIELLO. Signor Presidente, onorevol icolleghi, prima di affrontare il merito de lprovvedimento e di esprimere le mie valuta-zioni, mi pare doveroso dare atto innanzituttoal Governo della sensibilità dimostrata perun problema profondamente sentito da tuttal'opinione pubblica, la cui soluzione poneva ,e pone ancora, una serie di difficoltà non certotrascurabili . Il ritardo lamentato in questaaula da alcuni settori politici è la confermadella complessità di una materia nella qual eper la prima volta si è tentato di introdurr eun'organica e unitaria disciplina . Debbo al-tresì dare atto alle organizzazioni sindacal i

del settore del contributo prezioso offertoe soprattutto del senso di responsabilità di -mostrato . A nessuno è certamente sfuggito

il ruolo determinante svolto dai rappresen-tanti sindacali nella difficile azione di pilo-taggio di una trattativa protrattasi per oltr esei anni, specie per le spinte corporative pi ùvolte affiorate in alcuni enti, alimentate an-che dalle rinunce imposte dalI 'economia gene-rale della vertenza . Infine, desidero ancor adare atto al Comitato ristretto e al relatore ,nonché al presidente della Commissione af-fari costituzionali, dello sforzo compiuto e

dell ' impegno profuso nell ' estenuante lavoro d irielaborazione del testo originario, al fine d iadattarlo ad una realtà multiforme e disor-dinata quale quella del parastato . Il lavorocompiuto, anche se solo propedeutico, pu òsembrare poco appariscente nella forma, marappresenta nella sostanza una reale e decis asvolta nella politica fin qui adottata nei con -fronti degli enti pubblici non economici ( ein proposito, onorevole Caruso, mi pare vera -mente ingeneroso accusare questo provvedi-mento di mancanza di ogni indicazione circale linee politiche che il Governo e la mag-gioranza intendono perseguire in questo set-tore) . Ma la svolta e il rinnovamento impli-cano anche le finalizzazioni strumentali ri-spetto ai principi della economicità e dell aefficienza cui dovranno obbedire, nell'ambit odelle riforme per il decentramento ammini-strativo, gli enti parastatali . Ho parlato d isvolta e di primo tentativo di disciplina unita -ria pur avendo presente che, con la legge 2 1novembre 1945, n . 722, si è cercato, trent 'ann iorsono, di addivenire ad un primo allinea-

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mento limitatamente al trattamento economicodel personale degli enti parastatali . Ma ,ahimè, quanti guasti ha prodotto questa leg-ge, sia per la indefinibilità di una base d iriferimento, sia per l ' impossibilità di stabilireun funzionale collegamento con le qualifichee le retribuzioni dell'amministrazione dirett adello Stato ! Tuttavia, l 'effetto più deleteri odella legge n . 722 è stato soprattutto il falso .ed aberrante pregiudizio determinatosi contr oi parastatali, ritenuti a torto una categoriaprivilegiata rispetto agli altri pubblici di -pendenti .

Ho vissuto, signor Presidente, onorevol icolleghi, da parastatale i sacrifici di una cate-goria che ha dovuto pagare con un lungostallo del proprio trattamento economico u nprivilegio che non ha mai avuto, giacché lafamosa fascia del 20 per cento di maggiora-zione massima rispetto al trattamento riser-vato agli statali non ha compensato che assa iparzialmente l'innumerevole serie di inden-nità e appannaggi vari di cui ha sempregoduto il settore dell'impiego statale .

Ritengo altresì doveroso smitizzare la gros-sa montatura che si è fatta qui, in Parlament oe nel paese, circa la pletora degli enti para-statali . Ci saranno enti di varia natura, cene sarà una pletora, non lo voglio mettere i ndubbio. Ma questa sera, per cercare qualch eargomento valido a sostegno di questa tesi ,si è scivolato, da parte del collega Caruso ,sugli enti a carattere economico, per affer-mare che in essi si fa del clientelismo nell aripartizione degli incarichi .

Ora, a me pare che questa osservazione si apoco consistente, in un momento in cui stiam oparlando degli enti non economici, e mentresiamo impegnati ad esprimere la nostra opi-nione sugli sforzi compiuti dalla Commis-sione e dal Governo per cercare di stabilireuna precisa delimitazione dei destinatari de lprovvedimento in esame .

Si è parlato di oltre 58 mila enti, con u nrichiamo ad una indagine del CIRIEC, cherappresenta l'unica ricerca organica finora ef-fettuata in questo campo . Ma per la esattezz adel riferimento bisognerebbe precisare che da i58 o 59 mila enti individuati dovrebbero essereesclusi i 10 mila e più a carattere locale, com-prese le aziende municipalizzate e le comu-nità montane, i 9 .500 enti di assistenza e d ibeneficenza, i 16 mila enti paracomunali e ipatronati scolastici, le 6 mila casse scolasti -che, e infine tutti gli enti economici, i consor-zi di bonifica e gli altri organismi non desti-natari della legge .

Si concluderà così che gli enti pubblici noneconomici cui è diretto il provvedimento. inesame sono solo poche centinaia, alcuni de iquali dovranno essere trasferiti sotto le com-petenze regionali e altri, come ad esempio l ecasse mutue dei coltivatori diretti, vanno con-siderati come un'entità unica sul piano nazio-nale, anche se articolata a livello dei singol icomuni .

Una seconda osservazione mi pare dovero-sa per chiarire la grave confusione che, anti-cipata già ieri, si è ripetuta questa sera, con-fusione che mi ha turbato non poco. In que-st'aula, infatti, è riecheggiata la tesi in basealla quale si cerca di rovesciare sui lavora-tori la colpa delle disfunzioni, delle manche-volezze, del clientelismo – perché no ? – ch epossono esistere in questi enti e le cui respon-sabilità tutt 'al più ricadono sulla gestione de iconsigli d 'amministrazione o, se preferite, de iloro presidenti, ma non certamente su questabenedetta categoria di lavoratori, che è diven-tata una specie di capro espiatorio sul qualescaricare tutti i livori che il clima politico de-termina . 1J ingiusto, vorrei dirlo soprattuttoal collega Vetere, attribuire al personale l ecarenze di gestione che, semmai, riguardano l emassime gerarchie di taluni enti, ma non pos-sono essere riferite ai lavoratori, con una sortadi svilimento morale delle loro prestazioni .

Qui torna opportuno sottolineare come i lprovvedimento in discussione realizzi un au-tentico balzo in avanti, introducendo per l aprima volta una verifica ed un controllo delParlamento sui bilanci dei singoli enti, me-diante la presentazione, in allegato ai bilanc idelle singole amministrazioni vigilanti, de ipreventivi e dei consuntivi degli enti vigilati .

Semmai, merita una successiva e serenaverifica la politica patrimoniale dei vari enti ,e quella finanziaria in ordine ai capitoli degl iinteressi bancari extracartello . Sarà questo unpasso che potrà intervenire immediatament edopo, anche per assicurare gestioni cristallin ee trasparenti, nelle quali l'opinione pubblica ,oltre che il Parlamento, possano vedere chia-ramente il rapporto tra costi e prestazion ierogate, se vi siano sperperi o spese inutili, a lfine di ottenere una costante moralizzazion edella vita di questi enti . Ciò tuttavia non to-glie nulla al grande significato politico dell anorma che sottopone alla valutazione del Par -lamento i bilanci degli enti, potendosi in pro-sieguo di tempo ampliare con idonei strumentila vigilanza sulle loro gestioni .

È stato diffusamente trattato anche il pro-blema dei criteri della scelta e della nomina

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dei consigli di amministrazione e dei presi -denti dei vari enti . Anche stasera, da diverseparti politiche, si sono udite battute sull a« lottizzazione del potere » . Se non vogliamoconferire un mero significato strumentale aqueste affermazioni di principio, dobbiam opuntare al rapido contenimento del numerodei componenti i vari consigli di amministra-zione, in rapporto, ovviamente, alla consisten-za dei bilanci dei singoli enti . A che val eparlare di criteri per le nomine quando siam oalla vigilia della trasformazione o della sop-pressione delle varie strutture parastatali esi-stenti, o almeno di gran parte di esse ? Ha cer-tamente maggiore rilevanza sul piano sostan-ziale l'aver sottratto le nomine alla praticadel sottogoverno e del clientelismo ; anche se ,onorevoli colleghi della maggioranza e dell aopposizione, nessuna componente politica pre-sente in quest'aula si è mai sottratta alla ten-tazione di cercare di influenzare certe scelte .

Il nuovo meccanismo della qualifica unicafunzionale e, soprattutto, l 'adozione, per laprima volta nel settore pubblico e parapub-blico, dei criteri stabiliti dalla legge n . 274del 1949 per le assunzioni temporanee, rap-presentano la migliore garanzia di obiettivit àin un settore verso il quale nessuna parte po-litica può qui dire, a cuor sereno, di essereimmune da tentativi di influenzare deter-minate scelte . Oggi sono le organizzazionisindacali a gestire il meccanismo degli avan-zamenti di carriera e, tramite le commission idi collocamento, le assunzioni . Ed io credonell ' impegno moralizzante dei sindacati .

Ma l'aspetto innovativo più qualificante d iquesto provvedimento sta, a mio avviso, nel -l'adozione del principio della contrattazion ein materia di trattamento economico del per-sonale. Il principio, già ampiamente introdot-to negli enti locali, nel settore ospedaliero eper i dipendenti delle regioni, ha avuto un aulteriore dilatazione con la sua estensione agl istatali, prevista dalla legge n . 775, e speri-mentata in sede pratica con gli accordi dell oscorso 18 marzo 1973 per la perequazione re-tributiva, con l 'applicazione dello statuto- deilavoratori e con la parità normativa tra opera ie impiegati .

solo accademia, a mio parere, sollevar edubbi di costituzionalità in questa materia .Già il relatore, onorevole Galloni, ha fugat oogni incertezza dal punto di vista più propria -mente giuridico . Ma a me preme sottolineare .soprattutto sul piano pratico, che la negozia-zione con le organizzazioni sindacali è statapraticata da anni ufficiosamente ; ed oggi, con

gli incontri Governo-sindacati, è stata forma-lizzata anche in un campo molto più impegna-tivo, come quello delle scelte di politica eco-nomica e creditizia. D'altro canto, il mecca-nismo introdotto dal disegno di legge in ma-teria di contrattazione lascia ampie garanzi ea salvaguardia della natura pubblicistica de lrapporto di impiego; semmai si introduce u ncondizionamento alla indiscriminata libert àdei singoli consigli di amministrazione . Sequesto spaventa qualcuno, non deve tuttavi adestare preoccupazioni, perché alla fine far àbene allà « salute » degli enti stessi .

Certo, il testo sottoposto al nostro esam enon è, e non poteva essere, perfetto . Lacuneed insufficienze possono essere colmate co nla gradualità necessaria. Gradualità che sar àtanto più rapida quanto più alla volontà po-litica del Governo e della maggioranza faràriscontro lo sforzo convergente anche dell ' op-posizione . Un primo problema, infatti, è quel -lo di rendere operanti, alla data dell ' entratain vigore della legge, alcuni provvediment idi riassetto, onde evitare il protrarsi ulterioredelle attese della categoria. Il perfezionamen-to del primo contratto, infatti, richiederà al-cuni mesi di tempo, trattandosi del prim odella serie, e nel frattempo altre categori eporteranno a compimento le loro trattative ,dilatando ulteriormente le differenze con i pa-rastatali .

Sarà quindi opportuno definire in questasede, e con apposito emendamento, il conglo-bamento dell 'assegno temporaneo con decor-renza dal 1° ottobre 1973, come previsto pe rle altre rivendicazioni che saranno definite i nsede di contrattazione. 1 bene ricordare cheil parastato ha già subito una discriminazion eed una mortificazione all'atto dell ' istituzion edi tale assegno. Infatti, esso non solo ebb euna decorrenza posticipata al 1° maggio 1973rispetto all 'analogo assegno perequativo con-cesso agli statali con decorrenza 1° gennai o1973, ma venne altresì stabilito in una mi-sura, fissa per tutte le categorie, che era infe-riore a quella minima stabilita per i pubblic idipendenti .

L'accoglimento di questa istanza non do-vrebbe, perciò . Incontrare difficoltà in sed egovernativa, onorevole ministro Gui, né im-pedimento in eventuali preoccupazioni di con-tenimento della spesa corrente, verso il qual eè rivolta tutta l 'azione dell 'esecutivo, data l adelicata situazione economica che sta attraver-sando il paese .

A mio parere, dovrà farsi un analogo di -scorso per quanto concerne l'orario di lavoro

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ed il lavoro straordinario . Il primo non può zione dei singoli raggruppamenti . Infatti, men-infatti

essere

bloccato

a 40 ore settimanali, tre sono contrario ad anticipare talune esclu -perché costituirebbe un arretramento rispettoa talune situazioni attuali già acquisite, non -ché nei confronti della linea di tendenza ditutti i contratti, sia del settore privato sia d iquello pubblico . Bisogna rimettere alla con-trattazione la determinazione dell ' orario set-timanale, anche se appare opportuno stabilir efin da ora una fascia tra le 36 e le 40 or ecome limite invalicabile anche in sede di con -trattazione, per evitare fughe in avanti . Lostesso dicasi per il lavoro straordinario chepotrà essere contenuto nelle 250 ore annue, sesarà modificato il sistema di calcolo dell 'ali-quota oraria . Diversamente, il limite dovràessere portato alle 300 ore annue pro capite ,come richiesto dai sindacati nelle trattative .

Un punto merita la nostra particolare con-siderazione: si tratta della norma dell ' arti-colo 13, relativa al trattamento previdenziale .Così come è stato formulato, esso verrebbe aledere i diritti acquisiti dei pensionati, crean-do un'ingiusta distinzione tra dipendenti vec-chi e nuovi . Vero è che dovrà intervenire, i nepoca successiva, apposita legge di riordina-mento e di unificazione dei trattamenti pen-sionistici ma, nel frattempo, si cristallizza un asituazione discriminante che influenzerà ne-gativamente anche il principio della mobilitàdel personale da un ente all 'altro .

Difatti si potrà verificare che un dipen-dente, nel trasferirsi ad altro ente, trovi unasituazione peggiore o migliore di quella di cu igodeva presso l 'ente di provenienza, con l econseguenze facilmente intuibili nei rapport icori i colleghi di pari qualifica e funzioni de lnuovo ente . Appare perciò utile riconsiderar ela proposta dei_ sindacati dI unificare il trat-tamento di pensione sulla base di una ricon-siderazione del riparto delle aliquote alimen-tanti i fondi integrativi, in modo da stabilir efin da ora un trattamento unico tra i vari ent ie fra vecchi e nuovi assunti, cosa che agevo-lerebbe, per altro, anche il principio dell amobilità, il cui meccanismo dovrà necessa-riamente essere perfezionato, se si vuole per -seguire lo scopo di una maggiore efficienz acoli la rivalutazione delle prestazioni dei sin-goli dipendenti .

Sul problema delle tabelle, occorre ricon-siderare talune esclusioni e inclusioni . Sonocomprensibili le difficoltà di individuazione edi classificazione dei vari enti, data la dispa-rità della natura e dei compiti di ciascuno .Non si può però non rispettare l'adozione d iun criterio unico ed uniforme nella determina -

sioni come L'ENAL, lo SCAU, l'ONMI, chepotranno valutarsi solo al momento del -l 'attuazione delle riforme cui l ' attività di det-ti enti è collegata, appare un non senso esclu-dere l'ISTAT e non escludere la Cassa per i lmezzogiorno .

La dottrina e la giurisprudenza hanno ma-nifestato l'opinione che la Cassa, secondo l 'at-tuale legislazione, debba configurarsi qual eorgano dello Stato con propria personalit àgiuridica, in quanto l'attività svolta, anchese di natura straordinaria, rientra integral-mente nel quadro delle funzioni proprie del -lo Stato. Se proprio per queste motivazioni èstato escluso l'ISTAT, non si vede perché l ostesso ragionamento non debba valere per l aCassa per il mezzogiorno . L ' inopportunità d iun inserimento della Cassa nel parastato, inol-tre, si collega all ' indirizzo che si va affer-mando con sempre maggiore convinzione cir-ca la necessità di attuare uno stretto collega -mento tra Governo, CIPE, regioni e ministr oper gli interventi straordinari nel mezzogior-no, da una parte, e l 'organo di attuazionedei programmi, dall 'altra . Infine, l ' inseri-mento della Cassa nel parastato comporte-rebbe l 'accentuarsi di un processo di sepa-razione e di autonomia dell'istituto, che po-trebbe contraddire con il perseguimento di unfine statale, come lo sviluppo del Mezzogior-no, in nessun modo delegabile da parte de lGoverno .

Altri emendamenti concernono gli articol i2, 14, 20, 21, 26, 33, 34 e 40, e riguardano mo-dificazioni tecniche ed integrazioni di talun iaspetti trascurati dal provvedimento . Mi ri-servo di illustrarli in sede di esame dei sin-goli articoli, annunciandone fin da ora la pre-sentazione .

Signor Presidente, onorevoli colleghi, ono-revole ministro, pur con le inevitabili lacuneche il provvedimento può presentare, a mepare che non si possa non esprimere il piùampio consenso per il suo contenuto innova-tore, che non ha precedenti nella storia dellevicissitudini attraversate dal parastato nel no-stro paese. Certo, pur di esasperare i difetti ,si può far finta di ignorare i pregi, come h afatto ieri l'onorevole , de Vidovich, indicand onella mancanza di una anagrafe degli enti enelle indisponibilità finanziarie i punti debol idel provvedimento . A me pare, onorevoli col -leghi, che i pregi vengano esaltati proprio datali considerazioni . Se si è riusciti a stabilireuna distinzione precisa fra tutti gli enti, pur

Alli Parlamentari

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Camera dei Deputati

VI LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DEL 3 LUGLIO 1.97 4

in assenza di una vera e propria anagrafe eclassificazione precostituita ; se si è riusciti apredisporre un disegno organico di ristruttu-razione economica e normativa, pur nelle ri-strettezze finanziarie in cui si dibatte il tesoro ,vuoi dire che veramente si è fatto un buo nlavoro .

Se vogliamo conquistare il consenso de ilavoratori interessati e l ' apprezzamento dell apubblica opinione, che attende da noi una pro-va di buona volontà, abbiamo il dovere di ac-celerare i tempi di approvazione di quest oprovvedimento, che condiziona la ripresa e l osviluppo del paese, in' quanto passa per l'effi-cienza del parastato ogni progetto di riform ae di decentramento delle vecchie strutture am-ministrative dello Stato .

PRESIDENTE . Non essendovi altri iscritt ia parlare, dichiaro chiusa la discussione sul -le Iinee generali .

Il seguito del dibattito è rinviato ad altraseduta.

Approvazioni in Commissione .

PRESIDENTE . Comunico che, nelle riunio-ni di oggi delle Commissioni, in sede legisla-tiva, sono stati approvati i seguenti progett idi legge :

dalle Commissioni riunite III (Affariesteri) e VIII (Istruzione) :

Autorizzazione alle spese per il finanzia -mento della partecipazione italiana a program-mi spaziali internazionali » (approvato da lSenato) (2772), con modificazioni ;

dalla 1 Commissione (Affari costituzio-nali) :

« Estensione delle norme dello Statuto de -gli impiegati civili dello Stato di cui al decre-to del Presidente della Repubblica 10 gennaio1957, n . 3, e successive modificazioni ed inte-grazioni, agli ' operai dello Stato, compres iquelli delle amministrazioni ad ordinament oautonomo » (2357), con modificazioni ;

dalla X Commissione (Trasporti) :« Disposizioni per l ' ammodernamento e l a

ristrutturazione dei servizi di trasporto eser-citati per mezzo della gestione governativ adelle ferrovie meridionali sarde ed autoservi-zi integrativi » (approvato dalla VIII Commis-sione del Senato) (2559) ;

dalla XIV Commissione (Igiene e sanità) :

« Modifiche alla legge 16 agosto 1962, nu-mero 1354, sulla disciplina igienica della pro -

duzione e del commercio della birra in Italia »(approvato dalla XII Commissione del Sena-to) (2618) ;

« Modifiche alla legge 19 maggio 1967 ,n. 378, sul rifornimento idrico delle isoleminori » (2936) .

Annunzio di interrogazioni .

GUNNELLA, Segretario, legge le interro-gazioni pervenute alla Presidenza .

Ordine del giorn odella seduta di domani .

PRESIDENTE . Comunico l'ordine delgiorno della seduta di domani .

Giovedì 4 luglio 1974, alle 16,30 :

1 . — Discussione del disegno di legge :Conversione in legge del decreto-legge

31 maggio 1974, n . 214, concernente la distil-lazione agevolata dei vini da pasto di produ-zione nazionale (3026) ;

— Relatore : Miroglio .

2. — Discussione del disegno di legge :

Conversione in legge del decreto-legge31 maggio 1974, n . 206, recante norme per l aesecuzione di urgenti opere di sistemazion eidraulica a salvaguardia del territorio dell aprovincia di Modena (3009) ;

— Relatore : Fusaro .

3. — Seguito della discussione della pro -posta di legge:

ANDERLINI ed altri. : Concessione di u ncontributo annuo di lire 50 milioni a favor edell 'Istituto per lo studio della società con-temporanea (ISSOCO) (302) ;

— Relatore : Masciadri .

4 . — Domande di autorizzazione a proce-dere in giudizio:

Contro il deputato Raffaelli, per il reat odi cui all 'articolo 113, quinto comma, de ltesto unico delle leggi di pubblica sicurezzaapprovato con regio decreto 18 giugno 1931 ,n. 773 e agli articoli 2 e 4 della legge 23 gen-naio 1941, n . 166 (affissione di manifesti fuor idegli spazi appositamente predisposti) e pe ril reato di cui all 'articolo 336, primo comma ,del codice penale (minaccia a un pubblicoufficiale) (doc. IV, n . 24) ;

— Relatore: Padula ;

Contro il deputato Almirante, per i reat idi cui agli articoli 283 e 303 del codice penale

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(pubblica istigazione ad attentato contro l aCostituzione dello Stato) e agli articoli 284e 303 del codice penale (pubblica istigazion eall ' insurrezione armata contro i poteri dell oStato) (doc . IV, n. 9) ;

— Relatore : Musotto ;

Contro il deputato Lauro, per il reat odi cui agli articoli 81, capoverso, e 314 de lcodice penale (peculato continuato) (doc . IV,n. 86) ;

— Relatore : Padula ;

Contro il deputato Lauro, per i reati dicui agli articoli 490, 476, 635, capoverso, n . 3 ,e 61, n . 9, del codice penale (distruzione d iatti veri, danneggiamento continuato e falsit àmateriale in atti pubblici) (doc . IV, n. 90) ;

— Relatore : Padula ;

Contro il deputato Lospinoso Severini ,per concorso - ai sensi dell 'articolo 110 delcodice penale - in due reati di cui agli arti -coli 324 e 81, capoverso, del codice penal e(interesse continuato privato in atti di ufficio )(doc . IV, n . 38) ;

— Relatore: Galloni ;

Contro i deputati Cassano Michele, Fer-rari Attilio, De Leonardis Donato, De Marzi oErnesto, Ferri Mauro, Giglia Luigi, La Log-gia Giuseppe, Vicentini Rodolfo, per i se-guenti reati : a) i primi due per concors o- ai sensi dell ' articolo 110 del codice penale -nel reato di cui agli articoli 81, capoverso ,nn. i e 2, e 314 del codice penale (peculatocontinuato) e per il reato di cui agli arti -coli 81, capoverso, nn . i e 2, e 319, prim aparte e capoverso, del codice penale (corru-zione aggravata continuata per atti contrar iai doveri d'ufficio) ; b) gli altri per concors o- ai sensi dell'articolo 110 del codice penale -nel reato di cui all ' articolo 314 del codicepenale (peculato) (doc. IV, n. 93) ;

— Relatore : Galloni ;

Contro il deputato Caradonna, per i lreato di cui all ' articolo 588, capoverso, delcodice penale (rissa) n(doc. IV, n. 19) ;

— Relatore : Lettieri ;

Contro il deputato Mitterdorfer, per con-corso - ai sensi dell 'articolo 110 del codic epenale - nel reato di cui agli articoli 112 ,nn. 1 e 2, del codice penale, 72 del testo coor-dinato della legge regionale Trentino-AltoAdige 20 agosto 1952, n . 24, con le modifich edi cui alle leggi regionali 18 giugno 1964 ,n. 23, 3 agosto 1968, n. 19, e all 'articolo 95del testo unico delle leggi per l'elezione dell aCamera dei deputati, approvato con decret odel Presidente della Repubblica 30 marzo

1957, n . 361 (elargizione di denaro in period oelettorale) (doc . IV, n. 27) ;

— Relatore : Fracchia ;

'Contro il deputato Benedikter,' per con -corso - ai sensi dell'articolo 110 del codicepenale - nel reato di cui agli articoli 112 ,nn . 1 e 2, del codice penale, 72 del testo coor-dinato della legge regionale Trèntino-Alt oAdige 20 agosto 1952, n . 24, con le modifich edi .cui alle leggi regionali 18 giugno 1964,n . 23, 3 agosto 1968, n . 19, e all ' articolo 95del testo unico delle leggi per l'elezione dell aCamera dei deputati, approvato con decret odel Presidente della Repubblica 30 marz o1957, n . 361 (elargizione di denaro in periodoelettorale) (doc . IV, n. 100) ;

— Relatore : Fracchia ;

Contro il deputato Tripodi Girolamo,per i reati di cui agli articoli 18 e 25 deltesto unico delle leggi di pubblica sicurezza(riunione e corteo in luogo pubblico senza i lpreventivo avviso alle autorità), all'articol o655 del codice penale (radunata sediziosa) eall'articolo 1, ultimo comma, del decreto le-gislativo 22 gennaio 1948, n . 66 (blocco stra-dale) (doc. IV, n. 37) ;

— Relatore : Bernardi ;

Contro il deputato Ballarin, per concor-so - ai sensi dell'articolo 110 del codice pena-le - nel reato di cui all'articolo 25 del testounico delle leggi di pubblica sicurezza ap-provato con regio decreto 18 giugno 1931 ,n. 773 (promozione e direzione di manifesta-zione e corteo senza il preventivo avviso all eautorità) (doc. IV, n . 51) ;

— Relatore : Musotto ;

Contro il deputato Servello, per il reatodi cui all 'articolo 8 della legge 4 aprile 1956 ,n. 212 (affissione di manifesti elettorali - fuor idegli appositi spazi) (doc . IV, n. 50) ;

— Relatore: Cataldo .

5. — Seguito della discussione del disegnodi legge :

Riordinamento del rapporto di lavoro de lpersonale dipendente da enti pubblici (303) ;

e delle proposte di legge :' BARCA ed altri : Liquidazione degli ent i

superflui ed anagrafe degli enti che usan opubblico denaro (38) ;

DI NARDO : Riordinamento del rapport odi impiego del personale dipendente da ent ipubblici (111) ;

GUNNELLA ed altri : Istituzione di un re-gistro nazionale degli enti pubblici dello Stato,

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delle regioni, degli enti locali e delle societ àal cui capitale gli stessi partecipano, ai fin idi un pubblico controllo (1475) ;

ALMIRANTE ed altri : Schedario nazionaledegli enti pubblici e privati finanziati conpubblico denaro, controllo parlamentare sull enomine dei loro organi direttivi e potenzia-mento della vigilanza dello Stato e del con-trollo della Corte dei conti (2224) ;

— Relatore : Galloni .

6. — Discussione dei progetti di legg e(ai sensi dell'articolo 81, comma 4, del re-,golainento) :

MACALUSO EMANUELE ed altri : Trasfor-mazione dei contratti di mezzadria, di colo-nia ed altri in contratto di affitto (467) ;

SALVATORE ed altri : Norme per la tra-sformazione della mezzadria, colonia parzia-ria e dei contratti atipici di concessione d ifondi rustici in contratti di affitto (40) ;

SALVATORE ed altri : Norme per la rifor-ma dei contratti agrari (948) ;

— Relatori : De Leonardis e Speranza ;

ALMIRANTE ed altri : _Inchiesta parlamen -tare sulle « bande armate » e sulle organiz-zazioni paramilitari operanti in Italia (21) ;

Tozzi ,CONDIVI : Norme di ' applicazionedegli articoli 39 e 40 della Costituzione (243) ;

— Relatore : Mazzola ;

ANDERLINI ed altri : Istituzione di un aCommissione di indagine e di studio sui pro-blemi dei codici militari, del regolamento d idisciplina e sulla organizzazione della giusti -zia militare (473) ;

— Relatore : Dell'Andro ;

ANDERLINI ed altri : Norme sul commis-sario parlamentare alle forze armate (472) ;

RAFFAELLI ed altri : Modifiche alle nor-me relative all ' imposta sui redditi di ric-chezza mobile e all ' imposta complementareprogressiva sul reddito complessivo derivanteda lavoro dipendente e da lavoro autonom o(1126) ;

— Relatore: Pandolfi ;

Riccio STEFANO : Disciplina giuridica del -le associazioni sindacali, del contratto col-lettivo di lavoro, dello sciopero e della ser-rata (102) ;

- Relatore : Mazzola ;

VINEIS ed altri : Costituzione _di unaCommissione di inchiesta parlamentare sui

responsabili, promotori, finanziatori e fian-cheggiatori della riorganizzazione del discioltopartito fascista (urgenza) (608) ;

e delle proposte di legge costituzionale:

ALMIRANTE ed altri : Modifiche degli ar-ticoli 56 e 57 della Costituzione per l'eletto -rato passivo degli italiani all'estero (554) ;

— Relatore: Codacci-Pisanelli ;

TRIPODI ANTONINO ed altri : Designazionecon legge della Repubblica dei capoluogh idelle regioni a statuto ordinario (986) ;

— Relatore :, Galloni .

7. — Discussione delle proposte di legg e(ai sensi dell 'articolo 107, comma 2, del re-golamento) :

BOFFARDI INES : Estensione dell'indennit àforestale spettante aI personale del ruolo tec-nico superiore forestale a tutto il personal edelle carriere di concetto ed esecutiva del-l'amministrazione del corpo forestale dell oStato (urgenza) (118) ;

— Relatore : De Leonardis ;

BOFFARDI INES e CATTANEI : Contribut oannuo dello Stato alla fondazione Nave scuo-la redenzione Garaventa con sede in Genov a(urgenza) (211) .

POCHETTI . Chiedo di parlare .

PRESIDENTE . Ne ha facoltà .

POCHETTI . Signor Presidente, non è mi aintenzione esasperare il problema dell'ordin edel giorno della seduta di domani . Tuttavia ,dopo quanto ho detto poc'anzi circa i motiv iper i quali noi riteniamo che l'ordine de lgiorno debba essere diversamente formulato ,vorrei pregare la Presidenza di prendere con -tatto con i presidenti dei gruppi allo scop odi chiarire la questione .

PRESIDENTE . Prendo atto di questa su adichiarazione. La Presidenza cercherà, se èpossibile, di procedere nella stessa mattinatadi domani a questa presa di contatto .

La seduta termina alle 20 .

It. CONSIGLIERE CAPO SERVIZIO DEI RESOCONT I

Dott . MARIO BOMMEZZADRI

L'ESTENSORE DEL PROCESSO VERBAL E

Dott . MANLIO Rossi

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VI LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DEL 3 LUGLIO 197 4

INTERROGAZIONI ANNUNZIATE

INTERROGAZION IA RISPOSTA IN COMMISSION E

FRACANZANI, SOBRERO, SANTUZ, CA-BRAS E ARMATO. — Al Ministro della dife-sa. — Per sapere se rispondano a verità do-cumentate notizie più o meno estesament eriportate da quasi tutti gli organi di stampa ,secondo le quali vi sarebbero state gravi irre-golarità nella direzione e nello svolgimentodelle attività connesse alla sicurezza dell oStato, in particolare per il mancato rispett odi decisioni adottate in sede parlamentare i nmerito all ' eliminazione dei fascicoli illegit-timamente predisposti dal SIFAR, e sempresecondo le quali vi sarebbero consistenti so -spetti, se non addirittura piene prove, sul fat-to che informatori e appartenenti ai serviz idi sicurezza abbiano omesso di impedire stra-gi, delitti, attentati, o non abbiano tempesti-vamente portato a conoscenza degli elementi ,acquisiti in relazione ai medesimi, gli orga-ni politici da cui dipendono, né tantomen oabbiano collaborato con la magistratura nel -l ' individuazione dei colpevoli di gravissimireati, e ancora secondo le quali regnerebbeun profondo stato di disorganizzazione i ntutto il meccanismo dei servizi di sicurezza ,all ' interno dei quali troverebbe largo spazi ol ' arbitrio dei singoli, con conseguenze spess oabnormi anche sotto il profilo della strett afunzionalità .

Di fronte all 'estrema gravità di quest ostato di cose, e per di più di fronte alle infor-mazioni diffuse dalla stampa, secondo cui l adecisione di non trasmettere alla magistra-tura alcune informazioni rilevanti per i pro-cedimenti in corso, sarebbe stata presa ad -dirittura a livello politico interministeriale ,gli interroganti chiedono innanzitutto al Mi-nistro se non ritenga di individuare, in re-lazione a questi fatti, già da ora delle benprecise responsabilità a livello politico e am-ministrativo, e quali strumenti si intendanoattivare per evidenziarle con chiarezza e tem-pestività ;

si chiede inoltre se il Ministro non riten-ga che la mancata tempestiva comunicazion edi questi fatti - che ora sono diventati d idominio comune attraverso la stampa - a lParlamento non sia da ritenersi sostanzial-mente lesiva delle primarie prerogative dell eCamere in materia, e non avvalori di fatto e

oggettivamente un ruolo subordinato e secon-dario di questi organi .

Gli interroganti chiedono ancora se il Mi-nistro non ritenga che sia giunto il moment odi precisare, senza ulteriori indugi, le form ee i modi più appropriati per dare esecuzion ealle indicazioni emesse al termine dei lavor idella Commissione di inchiesta che indagòsugli eventi del giugno-luglio del 1964, evi-tando altresì che si continui a usare in mod oillegittimo il potere di indagine e di inchiest ae raccogliere elementi informativi sulla vitadei cittadini senza nessun collegamento conle esigenze della difesa, dando invece con-creta effettività a una decisione del Parla -mento maturata negli anni addietro;

più in generale, gli interroganti chiedon oal Ministro se non ritenga che vi siano tutti ipresupposti per affrontare in termini organic iuna disciplina dell ' intero settore dei serviz idi sicurezza connessi alla difesa dello Stato ,capace di riflettere i fondamentali princìp isui quali si basa il nostro ordinamento costi-tuzionale, tenendo conto pertanto della neces-sità primaria di ricondurre, in termini chiar ie precisi, normativaménte prestabiliti, nel -l 'ambito della responsabilità politica, l ' interaorganizzazione dei servizi di sicurezza ; assi-curando che gli indirizzi fondamentali ven-gano dati in sede parlamentare e che que-sti trovino pronta e puntuale esecuzione a idiversi livelli senza che sopravvenute con-siderazioni possano paralizzarne la portata ,senza un tempestivo consenso prestato nel -la mesedima sede; regolando in modo di -verso, e cioè costituzionalmente corretto, l ' in-tero sistema del segreto di Stato, evitand oin ogni caso che possa paralizzare l ' attivit àispettiva del Parlamento e della magistra-tura, o fornire comode e ingiustificate coper-ture di attività illecite ;

si chiede inoltre se anche a tal fine, eallo scopo di raccogliere i necessari element iconoscitivi e di far luce in termini unitari eglobali sull 'attività dei servizi di sicurezz adal 1964 a oggi e sui rapporti intercorsi traappartenenti ai medesimi e organizzatori dell etrame nere eversive, nonché sui mandanti egli ispiratori e finanziatori delle trame stesse ,il Governo non ritenga di promuovere la co-stituzione di una Commissione di indagine ,dotata di tutti i necessari poteri . .(5-0(7797 )

DI GIANNANTONIO . — Al Ministro degliaffari esteri . — Per conoscere, a seguito d irecenti e recentissime prese di posizione de lgoverno cileno, quale sia la valutazione del

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VI LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DEL 3 LUGLIO 1974

Governo italiano in merito alla situazione ri-guardante la nostra rappresentanza diploma-tica a Santiago del Cile e, più in generale, l atutela degli interessi italiani nel Cile .

(5-00798 )

SCUTARI, LA TORRE E BARDELLI . —Ai Ministri dell'agricoltura e foreste e delcommercio con l 'estero . — Per sapere se, nelquadro della politica di alleggerimento dell abilancia dei pagamenti e per difendere la pro-duzione ortofrutticola nazionale, non inten-dono adottare misure per bloccare la impor-tazione di generi superflui ed in particolar edella frutta esotica, che concorre al defici tdella bilancia dei pagamenti per circa 50 mi-liardi annui .

(5-00799 )

INTERROGAZION IA RISPOSTA SCRITT A

IANNIELLO. — Al Presidente del Consi-glio dei ministri e ai Ministri della difesa edel lavoro e previdenza sociale . — Per saperequali urgenti iniziative intendono promuo-vere per assicurare la continuità del lavoroai 200 dipendenti della ditta De Risi di Sa-viano (Napoli) .

L'azienda, che lavora esclusivamente perI 'Amministrazione militare e civile delloStato, per l'approvvigionamento delle calza-ture ed affini, ha deciso la messa a cassa in-tegrazione dell'intera maestranza per man-canza di commesse .

Da tener presente che la decisione dell aazienda, se non revocata rapidamente, potreb-be rendere drammatica una situazione già al-larmante sul piano occupazionale in un'are anella quale ai fenomeni recessivi collegati all acrisi di carattere generale si uniscono le grav iripercussioni prodotte dall'epidemia coleric adello scorso anno sull 'attività produttiva lo -cale .

L'interrogante chiede, in particolare, d n

sapere se non si ritenga disporre l ' indizionedelle gare relative a tutti gli slanziamenti de lcorrente anno 1974 e l 'anticipazione di quell erelative all 'esercizio dell'anno 1975, anche all oscopo di scongiurare l 'esasperazione deliatensione sociale esistente oltre che per ridar etranquillità e fiducia alle maestranze del cai-zaturificio in questione .

(4-10526

BIAMONTE . — Al Ministro del tesoro . —Per conoscere quando sarà definita la praticadi pensione intestata all'ex combattente Sici -

lia Pasquale nato il 20 dicembre 1892 - daCoperchia (Salerno) - posizione n . 12023803 .

L' età avanzata del Sicilia e le gravi condi-zioni di salute cui versa dovrebbero indurregli uffici a trattare la pratica con estrema com-prensione e urgenza .

(4-10527 )

ROBERTI, TREMAGLIA, CASSANO, PAZ-ZAGLIA, TRANTINO E BORROMEO D'AD -DA . — Al Presidente del Consiglio dei mini-stri e al Ministro per l 'organizzazione dell apubblica amministrazione . — Per conoscer ese non ritengano necessario precisare ufficial-mente quali siano le intenzioni e l 'atteggia -mento del Governo nei confronti della pro-posta avanzata da taluni dirigenti di confe-derazioni sindacali di sospendere l'efficacia el'attuazione della legge n . 336 del 1970 cheprevede la possibilità di esodo anticipato peri pubblici dipendenti .

Ciò perché detta proposta avventatament ee pubblicamente annunziata - e che comun-que non potrebbe attuarsi se non con u nprovvedimento legislativo - ha determinatouna situazione di panico negli ambienti inte-ressati, con precipitose richieste di esodo, ch eaggravano, anziché attenuare la crisi di ser-vizi e di funzioni nella pubblica amministra-zione .

(4-10528 )

TOZZI CONDIVI . — Al Presidente delConsiglio dei ministri . — Per chiedere se no nritenga opportuno rassicurare con somma ur-genza la categoria degli ex combattenti avver-tendo che il Governo non intende accettare l ainsensata richiesta dei sindacati . La minac-ciata sospensione della efficacia della legg en . 336 ha causato infatti in tutti i Ministeri ,aziende ed enti l'affluire di una massa di ri-chieste anticipate di pensionamento col rischioevidente di una sospensione di ogni attivitàper la contemporanea dimissione di un così

elevato numero di dipendenti .

L'interrogante chiede anche se non intend a

assicurare che invece la legge n . 336 sarà ul-teriormente prorogata onde scaglionare mag-giormente l'esodo dei dipendenti .

(4-10529 )

BIAMONTE. — Al Ministro per gli inter-venti straordinari nel Mezzogiorno e nell ezone depresse del centro-nord . — Per cono-scere gli estremi delle deliberazioni con l e

quali sono stati concessi, di recente, contribu-ti per complessivi 4 miliardi e 850 mila lir eal comune di Capaccio (Salerno) .

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Camera dei Deputal i

VI LEGISLATURA — DISCUSSIONI — SEDUTA DEL 3 LUGLIO 1974

Il finanziamento sarebbe stato deliberato ,dal consiglio d 'amministrazione della Cassaper il mezzogiorno, nella seduta del 10 mag-gio 1974 .

- (4-10530 )

LOSPINOSO SEVERINI. — Al Ministrodi grazia e giustizia . — Per sapere se è asua conoscenza che gli ufficiali giudiziari del -l 'ufficio unico della corte di appello di Rom asono in sciopero ininterrottamente dal 27 mag-gio 1974 e cha tale stato di fatto pregiudic agravemente l'andamento della giustizia ;

se è inoltre a conoscenza che è minac-ciato uno sciopero di tutti gli ufficiali giudi-ziari che, se attuato, paralizzerebbe l ' ammi-nistrazione della giustizia in tutta la nazione ;

se è infine a conoscenza che sono in scio -pero dalla stessa data anche gli amanuens idel medesimo ufficio di Roma, con pericol oche anche detta categoria estenda lo scioperoa tutti gli uffici giudiziari d'Italia .

All ' interrogante consta che le rivendica-zioni prospettate sia dagli ufficiali giudiziari ,sia dagli amanuensi sono quanto mai legitti-me e meritano non soltanto la massima con-siderazione ma anche un ' immediata risolu-zione .

Infatti gli ufficiali giudiziari chiedono :

1) l ' adeguamento delle pensioni ;2) la conservazione della percentuale su i

recuperi che, in base all 'ordinamento degl iufficiali giudiziari, è parte della retribuzione :

3) l ' adeguamento dell'indennità chilome-trica .

Dette richieste, tenu to conto dell 'enormeaumento del costo della vita . sono quanto maigiustificate ed il loro accoglimento riveste ca-rat+ere di massima urgenza .

Gli amanuensi dal canto loro chiedono u nprovvedimento per la loro sistemazione su lpiano giuridico ed economico .

Anche detta richiesta è giusta e va accolt acon la massima urgenza essendo a tutti notoche gli amanuensi non hanno una posizion egiuridica e percepiscono emolumenti di fam epur ponendo il massimo impegno per il buo nandamen t o dell ' amministrazione della giu-stizia .

L'interrogante chiede inoltre di sapere s eè a conoscenza del Ministro il fatto che neig i orni 28, 29 e 30 giugno 1974 è stato tenutoin Roma il congresso nazionale della categori adegli ufficiali giudiziari e che durante il cors odei lavori è stata ribadita la necessità di ,por -tare la lotta fino in fondo per l'accoglimentodelle sopra indicate richieste .

(4-10531)

TOZZI CONDIVI . — Al Ministro dellapubblica istruzione . — Per sapere per qualeragione, malgrado le sollecitazioni in propo-sito, i numerosi pareri positivi espressi dagl iorgani competenti da due anni a questa part ee l'estr'ema urgenza con cui il provvedimen-to dovrebbe essere adottato, ancora non si èprovveduto alla statizzazione della Libera uni-versità abruzzese degli studi « D'Annunzio »di Chieti.

L ' interrogante fa presente che l'universitàconta ormai sette facoltà, frequentate da cir -ca 14.000 studenti e che un ulteriore ritardo ,nell'adempimento di questo obbligo doveros onei confronti dell'Abruzzo, metterebbe seria-mente in pericolo l'esistenza dell'ateneo stesso .

(4-10532 )

DE MARZIO. — Al Ministro del tesoro . —Per conoscere :

quali siano i motivi e le ragioni per cu ialla data attuale la Direzione generale degl iistituti di previdenza non ha ancora proce-duto alla liquidazione della pensione in fa-vore della posizione n . 418988 tenendo contoche l'interessato è stato collocato a riposo an-cora in data 30 giugno 1970 ;

se questi ritardi derivano da carenze odifficoltà legislative o da situazioni organiz-zative degli istituti di previdenza ;

quali siano i provvedimenti concreti chesi ritengono di adottare al fine di eliminarequeste situazioni di disagio che i diretti inte-ressati – ed a ragione – non possono in alcu nmodo giustificare .

(4-10533 )

ASCARI RACCAGNI . — Al Ministro dellavoro e della previdenza sociale . — Per co-noscere 'se intenda adottare concrete iniziativecirca la modifica del criterio di determina-zione del premio di assicurazione obbligatoriapresso l'INAIL, dei medici, contro il rischioradiologico, giusta decreto del Ministro del la-voro del 13 ottobre 1973 .

Il consorzio antitubercolare di Forlì, consua nota n . 2493 dell '8 giugno 1974, ha tra-smesso al Ministro un esposto molto chiara-mente motivato, con cui, in vista dell 'oneresproporzionato che verrebbe a gravare su iconsorzi antitubercolari, chiede la revision edei criteri di determinazione del premio assi -curativo, da commisurare al rischio effettiv oe non alla semplice esistenza di certe appa-recchiature anche se non funzionanti e no nusate dai medici.

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Camera aei Deputati

VI LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DEL 3 LUGLIO 1974

L'interrogante, condividendo le motivazion iesposte e considerata ia forte incidenza dell aspesa in relazione alla modestia dei bilanc idei consorzi antitubercolari, chiede al Mini-stro interessato provvedimenti adeguati .

(4-10534 )

RAUTI, CARADONNA E SACCUCCI . —Al Ministro dell'interno . — Per conoscere -premesso che nella notte del 24 aprile 197 4venne dato alle fiamme il municipio di Anti-coli Corrado, piccolo centro della Valle del-l 'Aniene in provincia di Roma; considerat oche in quell'occasione alcuni amministrator isocialcomunisti - appoggiati dagli esponent idei partiti del cosiddetto « arco costituziona-le » - indirizzarono i loro « sospetti » e l eloro veementi accuse per il fatto contro l aprecedente amministrazione imbastendo l asolita speculazione polemica e parlando aper-tamente di « criminale attentato fascista con-tro l ' amministrazione di sinistra », al sol oscopo di screditare nel paese la Destra na-zionale; tenuto conto altresì che le _autoritàinquirenti si misero subito all 'opera per sco-prire gli autori dell ' attentato - :

a) i risultati dell ' inchiesta di polizi agiudiziaria e quali responsabilità di natur adolosa siano in seguito ad essa emerse ;

b) i veri motivi per i quali il segretariocomunale di Anticoli Corrado sia stato di re-cente trasferito dal predetto comune a quell odi Cervara ;

e) quali siano le ipotesi più probabil isui responsabili dell ' incendio ;

d) i nominativi dei componenti la pre-cedente Amministrazione comunale, con l'in-dicazione, per ognuno, del rispettivo « colo -re » politico .

(4-10535 )

RAUTI, CARADONNA E SACCUCCI . —Al Ministro dell'interno . — Per sapere s enon ritenga opportuno disporre una pront ainchiesta al- fine di valutare alcuni fatti am-ministrativi verificatisi al comune di Cervar adi Roma, che hanno suscitato e suscitano po-lemiche e perplessità tra i cittadini .

In particolare si chiede di indagare se isottoindicati problemi siano stati trattati anorma di legge :

a) cava di breccia in località Pilaro ,dove una ditta sarebbe stata autorizzata sen-za rispetto delle norme di legge ad estrarr emateriale breccioso;

b). gara di appalto della scuola elementa-re : il progetto sarebbe stato approvato e la

gara si sarebbe svolta senza il rispetto dell enorme procedurali ;

c) deposito fondi derivanti dalla venditadi terreno alla società « Espineta » ; detti fon -di - consistenti nella somma di lire 48.630.000circa, che dovevano essere impegnati nell oacquisto di titoli fruttiferi, sarebbero stat iinvece depositati in banca a tassi irrisori ela scelta dell ' istituto di credito sarebbe stat afatta senza criteri logici ;

d) se risulta a verità che l 'attuale sin-daco, nel 1968 era anche tesoriere del comu-ne, in contrasto con le norme in vigore .

(4-10536 )

PASCARIELLO . — Al Ministro della pub-blica istruzione . — Per sapere perché press ogli uffici competenti si procede con estrem ainammissibile lentezza alla riliquidazion edelle pensioni dei docenti, ai sensi del-decre-to del Presidente della Repubblica 28 dicern-bre 1970, n. 1081 ;

per sapere, in particolare :a) a che punto è la definizione delle

pratiche relative alle insegnanti elementar iCarella Mignon Beatrice, nata Bonazzi (Cin-goli, Macerata, 11 novembre 1891), in pen-sione dal 1° ottobre 1954 (libretto n . 3464042) ,residente a Lecce in via Cesare Battisti, 55 ; eCarella Adele nata D'Armiento (Genova 18 feb-braio 1892), in pensione dal 1° ottobre 1949n. iscrizione 3447782, residente a Lecce in vi aSalvator Grande, 15 ;

b) perché a tutt'oggi non sono stat eerogate le competenze di riliquidazione spet-tanti alla insegnante elementare Ada Santin aCarlotta Lionetti nata Rubietti per la quale èstato emesso, a suo tempo, il decreto mini-steriale, inviato fin dal 23 ottobre 1973 conelenco 2613/E, agli organi di controllo pe rgli ulteriori adempimenti .

(4-10537)

CESARONI, D'ALESSIO E POCHETTI . —Al Ministro delle finanze . — Per sapere seè a conoscenza che negli ultimi giorni laDirezione dell 'ufficio registro del demanio d iRoma, in rappresentanza dell 'amministrazionedemaniale, ha inviato agli occupanti degl iappezzamenti di terreni siti in Fiumicin o(Roma) Isola Sacra, diffida a « rilasciare ea restituire entro e non oltre 60 giorni » . . .« libero da persone, animali e cose » . . . i pre-detti terreni (si tenga presente che gli « oc-cupanti » sono circa 300) .

Va ricordato che i terreni demaniali di cu isi parla sono spesso da decenni in possesso

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VI LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DEL 3 LUGLIO 197 4

degli attuali occupanti in base a regolare con -cessione, e su di essi, previa autorizzazione ,sono state costruite case di abitazione, botte-ghe artigiane, locali pubblici, strade, ecc . ,e che il ripetersi di una tale « formalità »da parte degli uffici (sono già parecchie volteche tali diffide vengono inviate) oltre a no nrisolvere alcun problema, mette in una po-sizione, spesso ridicola, la pubblica ammini-strazione ed i funzionari costretti ad adem-piere tali formalità inutili e senza alcun se-guito, perché seguiti non possono avere inquanto nessuno pensa che sia possibile di -struggere 300-400 abitazioni .

Quali provvedimenti si intendono adottar eper porre fine a tale assurda situazione ga-rantendo al comune di Roma la possibilit àdi dare alla zona una decorosa e definitivasistemazione urbanistica ; agli « occupanti »dei terreni, ovviamente dietro il pagament odelle somme che con il demanio vanno con -cordate sulla base di concrete proposte gi àpiù volte discusse e dalle parti accettate, d ipoter esercitare i loro diritti senza lo stilli-cidio di diffide o minacce di altra natura .

(4-10538 )

MAMMI. — Al Ministro del tesoro . — Perconoscere quali urgenti provvedimenti si in-tendano prendere al fine di ovviare alla grav esituazione in cui si trovano i lavoratori instato di quiescenza, costretti ad attendere mol-tissimo tempo, causa il disservizio dei compe-tenti uffici, prima di ottenere la propria pen-sione .

(4-10539 )

SKERK, LIZZERO E MENICHINO. — AiMinistri del turismo e spettacolo e degli affar iesteri . — Per sapere quali siano i motivi pe rcui, dopo vari anni, non si vuole riconoscer elo stato giuridico del Teatro stabile slovenodi Trieste, costituitosi in consorzio del qual efanno parte anche il comune e la provinci adi Trieste . Per sapere inoltre se corrisponda-no al vero voci, secondo le quali al detto ri-conoscimento giuridico della massima istitu-zione culturale della minoranza nazionale slo-vena, che è il Teatro stabile sloveno di Trieste ,vi si opporrebbe il Ministero degli affar iesteri .

Gli interroganti fanno presente che il man-cato riconoscimento giuridico del Teatro sta-bile sloveno di Trieste, e quindi il non avve-nuto relativo finanziamento previsto per leg-ge, ha provocato una situazione fallimentaredella istituzione culturale in questione, pe rcui, se non interverranno immediati e concreti

provvedimenti, sarà costretto a chiudere i bat-tenti .

Per sapere infine se non si intende pren-dere le necessarie misure in proposito, anch eper non contravvenire allo spirito ed alla let-tera dell 'articolo 4-b del Memorandum d' in-tesa di Londra del 1954 tra l ' Italia e la Jugo-slavia .

(4-10540 )

LAFORGIA, URSO SALVATORE, PAVO-NE E COCCO MARIA. — Al Presidente de lConsiglio dei ministri e ai Ministri delle fi-nanze e del Lavoro e previdenza sociale . —Per conoscere quali urgenti provvedimenti s iintenda adottare onde evitare la indiscrimi-nata tassazione degli arretrati di pensione inapplicazione degli articoli 12, 13 e 46 del de-creto del Presidente della Repubblica 29 set-tembre 1973, n . 597 .

Infatti la rigidità delle norme tributarie ,operando la assimilazione senza eccezione de -gli arretrati delle pensioni agli emolument iarretrati percepiti dai prestatori di lavor odipendente, comporterebbe in pratica pe rmoltissimi pensionati, anche se titolari d ipensione sociale o di pensione minima d inorma non tassabili perché percettori di u nreddito inferiore al minimo imponibile, l ' as-soggettamento ad imposizioni almeno per gl iarretrati .

In tal caso al pregiudizio derivante da lritardo nell 'erogazione delle prestazioni s iaggiungerebbe l 'aggravio del prelievo fiscal eche, invece, ove la prestazione fosse statatempestivamente erogata, non sarebbe appli-cato .

Considerato che il ritardo nell'erogazionedella pensione non è imputabile all ' assicura-to e che il danno per quest 'ultimo sarebbetanto maggiore quanto più lungo risultassetale ritardo, si chiede se non si ritenga op-portuno disporre che tali arretrati di pensio-ne, ai fini del calcolo della ritenuta fiscale ,siano imputati ai singoli periodi di paga -mento delle pensioni di competenza dell'an-no stesso, giusto quanto disposto dal punto15 della circolare del Ministero delle finan-ze n. 1/RT del 15 dicembre 1973 . (4-10541 )

LAFORGIA, PAVONE, URSO SALVATO -RE E COCCO MARIA. — Al Presidente de lConsiglio dei ministri e ai Ministri delle fi-nanze e del lavoro e previdenza sociale . —Per conoscere quali provvedimenti si inten-dano adottare con urgenza per evitare . che daparte dell ' INPS sia operata la sospensione dal

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VI LEGISLATURA — DISCUSSIONI — SEDUTA DEL 3 LUGLIO 1974

1° ottobre 1974 del pagamento delle pensioni acirca 11 milioni di aventi diritto .

Infatti L'INPS, compreso tra gli enti te-nuti a comunicare entro il 31 marzo 1974 al -l'anagrafe tributaria gli elementi di identifi-cazione, necessari per l'attribuzione del nu-mero del codice fiscale ai pensionati, non h apotuto provvedervi nei termini prescritti (12marzo 1974) sia per le obiettive difficoltà ope-rative rivenienti dalla carenza di personale ,sia per l'elevato numero dei pensionati, sia pe rla brevità del tempo considerato dallo stessodecreto ministeriale 12 marzo 1974 .

Poiché l'articolo 12 del decreto del Presi -dente della Repubblica 29 settembre 1973 ,n. 605, stabilisce che non può essere eseguitoalcun pagamento in base ai titoli emessi dall eAmministrazioni dello Stato, comprese quell econ ordinamento autonomo, che non rechinol ' indicazione del numero di codice fiscale de isoggetti beneficiari o l'annotazione del moti-vo dell ' esclusione, dal 1° ottobre 1974, a nor-ma dell ' articolo 17 del citato decreto del Pre-sidente della Repubblica 29 settembre 1973,n. 605, l'INPS dovrebbe sospendere l'eroga-zione dei ratei di pensione a tutti i suoi assi-stiti e ciò con grave disagio dei pensionati .

(4-10542 )

SCUTARI . — Al Ministro dei lavori pub-blici . — Per sapere se intende accogliere larichiesta fatta dal comune di Venosa (Po-tenza) con delibera di giunta del 24 aprile1974, n . 118, per la realizzazione di uno svin-colo tra la costruenda superstrada Melfi -Potenza e la strada Ginestra-Barile nel pun-to in cui le predette arterie vengono ad inter-secarsi, onde permettere ai comuni di Venosa ,Ripacandida, Ginestra, Maschito, Palazzo ,Montemilone, Forenza, ecc . di raggiungerepiù rapidamente la nuova superstrada .

(4-10543 )

SCUTARI . — Ai Ministri dell ' agricolturae foreste e delle finanze. — Per sapere se s iintenda intervenire presso la direzione del -l'Ente sviluppo di Puglia e Lucania per sol-lecitare la definizione dei contratti di asse-gnazione dei poderi degli ex assegnatari con-tadini del comune di Lavello (Potenza) .

(4-10544 )

BENEDETTI GIANFILIPPO . — Al Mini-stro della difesa. — Per sapere se sia a cono-scenza dello stato di turbamento, se non di al-larme, nel quale vive ormai da tempo la popo-lazione di Valcinante di Roccafluvione in pro-vincia di Ascoli Piceno a causa dell 'atteggia -

mento che i carabinieri hanno tenuto e conti-nuano a tenere in una vicenda che ha profon-damente diviso quella popolazione; infatti aseguito del trasferimento del parroco, avvenu-to agli inizi del 1973, una parte degli abitant idi quella frazione ha manifestato rammarico edissenso ritenendo il parroco stesso molto vici -no ai problemi della popolazione . Nei fatti ch ene sono seguiti il comportamento dei carabi-nieri è apparso nell'insieme finalizzato a un apresa di posizione contro i sostenitori del vec-chio parroco . Il 20 novembre 1973 i carabi-nieri si allontanarono dalla piazza della fra-zione proprio mentre il nuovo parroco . deter-minando con simile gesto risentimenti e rea-zioni, prendeva a fotografare quelli che resta -vano in piazza senza andare alla messa ; i ca-rabinieri tornarono per effettuare quattro ar-resti, denunciare alcune persone, eseguire per-quisizioni personali (tal ,Casciaroli Giovannidi anni settanta che osservava quanto accade -va fu invitato a rovesciare le tasche e di po iperquisito mentre poco lontano un sostenito-re del nuovo parroco riusciva a percuotere du eoppositori) . Nei giorni successivi i carabinie-ri hanno cominciato ad eseguire battute ch etroverebbero giustificazione nel fatto che l aprotesta si manifesterebbe con suoni e rumo-ri prodotti, peraltro, nelle ore diurne e negl isparsi casolari . È accaduto nel corso di tal ibattute che siano stati rincorsi e fermati, conrichiesta di generalità, ragazzi di circa dieci -undici anni. Azioni di tal genere sembran oevocare le- trame di una vicenda grottesca ocomunque non proporzionata ai reali conte-nuti dai quali è insorta anche se condotte insingoli casi nel rispetto della legalità o al li -mite di essa (tal Lolli,Cesare si è visto ritira -re, per non avvenuta annotazione del muta-mento di residenza, la patente di guida esi-bita come documento di identità mentre pro -cedeva a piedi ; il 27 gennaio 1974 il brigadieredei carabinieri, ispezionate con il binocolo l ecolline circostanti, avrebbe ordinato a du emilitari di andare a prendere tal Milani An-gelo che si assumeva aver dato inizio a circ atre chilometri di distanza, armato di una bom-bola per gas liquido, a un concerto di protest ae che risultò invece tranquillamente present enella piazza) .

Denunce e procedimenti penali hanno pro-vocato una serie di sfavorevoli reazioni anchesul piano amministrativo a carico di aicun isostenitori del vecchio parroco che si sono vist isospendere la rinnovazione della licenza d icaccia .

In questa situazione parte non indifferentedella popolazione di Valcinante di Roccaflu-

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VI LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DEL 3 LUGLIO 197 4

vione ha la sensazione che i poteri della Statosi avvalgano degli strumenti coercitivi dellalegge non tanto o non soltanto per imporne i lrispetto quanto per intervenire sostanzialmen-te contro i sostenitori del parroco col pito dalprovvedimento di trasferimento .

L'interrogante chiede di sapere : quali sonole ragioni di tale comportamento e in parti-colare perché gli interventi di ordine pubbli-co, se e in quanto necessari, non sono statieffettuati nei limiti della reale necessità e co nla discrezione indispensabile al prestigio ealla' obiettività della pubblica amministrazio-ne; se e come, valutata la situazione, intend eintervenire perché possa risolversi lo stato d idisagio nel quale, da vicenda così modesta, h afinito per trovarsi tanta parte della popolazio-ne di Valcinante e perché cessi il rapporto ch eoggi è di incomprensione, se non di sottin-tesa ostilità, tra molti cittadini di quella fra-zione e i militari dell'arma dei carabinier i

(4-10545 )

POLI. — Al Ministro delle finanze . — Persapere come intende risolvere il grave statodi agitazione del personale dei ruoli aggiunt idel lotto .

Come è noto il personale in questione èormai da diversi anni che ha impostato un aazione sindacale per ottenere :

a) un trattamento assistenziale simile aquello degli altri impiegati dello Stato ;

b) un periodo di congedo retribuito pe rferie e la riduzione per i viaggi in ferrovia ,nella misura e con le modalità stabilite pertutti gli impiegati dello Stato ;

c) la responsabilizzazione diretta dell apersona che nei periodi di assenza del rice-vitore assume la dirigenza della ricevitoria ;

d) il riconoscimento ai fini della pensio-ne e della liquidazione del fondo di previ-denza delle anzianità acquisite durante i lservizio prestato nei ruoli aggiunti .

L'interrogante chiede inoltre che venga af-frontato con tutta urgenza il problema rela-tivo all ' abolizione del « ruolo aggiunto » lacui esistenza è fonte di ingiustizie e di spere-quazioni .

A questo proposito basta pensare che ne l« ruolo aggiunto » sono inclusi impiegati conquindici e più anni di anzianità, che pur es-sendo professionalmente preparati e ottima -mente qualificati, vengono superati dai nuov iassunti, vincitori di concorso o appartenent ia categorie speciali, anche se questi hanno ,almeno al momento dell 'entrata in servizio ,scarsa conoscenza dei compiti da svolgere .

(4-10546)

TRIPODI GIROLAMO . — Al Ministro del-l ' industria, del commercio e dell'artigianatoe al Ministro per gli interventi straordinarinel Mezzogiorno e nelle zone depresse delcentro-nord . — Per sapere :

1) se alla base del ritardo e dei rinvi idella esecuzione dei lavori di rifacimentodella rete elettrica interna del comune di Po-listena (Reggio Calabria), dove la rete attual eoltre ad essere da anni completamente ineffi-ciente si è resa pericolosa per la stessa inco-lumità dei cittadini e per le abitazioni a caus adella caduta di cavi e di esplosioni d'incend iche più volte si sono verificati, vi siano arti-ficiosi ostruzionismi dato che da oltre un

anno sono state date assicurazioni da partedell'ENEL del distretto di Catanzaro che er astato predisposto il finanziamento dell 'opera eche entro il primo semestre del corrente annosarebbero stati iniziati regolarmente i lavori ;

2) le ragioni per cui i lavori per l 'elet-

trificazione rurale delle contrade Giuseppina ,Gracà e Primogenito del territorio di Poli-stena e Petrizzi, Aloi e Pizzo del Ladro de l

territorio di Cittanova (Reggio Calabria) non

sono stati iniziati, nonostante sia stata dat acomunicazione nel 1973 che i lavori eran ostati già appaltati e che sarebbero stati com-pletati entro giugno 1974 e che quindi sareb-be stata risolta finalmente una lunga attesa

di centinaia di famiglie di contadini condan-nati ancora al buio o al lume di candela ;

3) quali misure intendono predisporre

per intervenire sull 'ENEL affinché i suddett ilavori possano essere rapidamente iniziati e

completati celermente eliminando eventual i

ostruzionismi o ostacoli burocratici che oltread arrecare disagi alle popolazioni si potreb-bero verificare conseguenze anche gravi per

l'incolumità stessa dei cittadini .

(4-10547 )

TRIPODI GIROLAMO . — Ai Ministri del

lavoro e previdenza sociale, dell ' industria ,

commercio e artigianato e di grazia e giusti -

zia . — Per conoscere :

1) se siano a conoscenza del clamorosoed indecente fatto riportato da vari organi d i

stampa (L'Espresso n . 23 del 9 giugno 1974 ,

Gazzetta del Sud n. 165 del 18 giugn o

1974, ecc.), secondo i quali il signor Aureli o

Romeo, vincitore del pubblico concorso di ra-gionieri, bandito, in data 2 aprile 1973 dal -

l'ENEL, compartimento di Napoli, distretto d i

Catanzaro, è stato vergognosamente esclus odalla graduatoria e quindi dalla occupazione

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Camera dei Deputati

VI LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DEL 3 LUGLIO 1974

del posto, perché dopo aver partecipato a lconcorso, ha continuato gli studi universitar ie conseguito, dopo un anno, la laurea in eco-nomia e commercio, violando così una assur-da e paradossale presunta norma del bando ;

2) se non ritengano che l ' arbitraria de-cisione presa dall 'ENEL rappresenta un as-surdo giuridico ed una incivile e sciocca pre-tesa, chissà a quale scopo, perché offende l adignità del cittadino e viola apertamente l ospirito degli articoli 3, 4 e 34 della Costitu-zione della Repubblica, nonché l'articolo 1 0dello statuto dei lavoratori e persino il con -tratto collettivo di lavoro che prevede parti-colari agevolazioni per i lavoratori studenti ;

3) quali interventi urgenti intendonoadottare per difendere gli elementari princìp idi giustizia e , di civiltà nei riguardi del citato ,vincitore di concorso facendo revocare la de-cisione dell ' ENEL onde garantire l 'occupa-zione del posto di cui è risultato vincitore diconcorso tenendo conto che l 'avvenuto conse-guimento della laurea ha qualificato maggior -mente il Romeo, le cui qualità culturali supe-riori saranno utili all ' Ente .

(4-10548)

DAMICO . — Ai Ministri dell'industria ,commercio e artigianato e dell ' interno. — Perconoscere quali misure urgenti intendano as-sumere per ricondurre nella legalità e nelpiù rigoroso rispetto delle leggi i dirigent idell ' ACI di Torino.

L ' interrogante chiede inoltre di sapere pe rquali motivi il prefetto di Torino non ha ma igarantito, anche nei confronti dell 'Automobi-le Club Torino, l ' applicazione del prezzo am-ministrativo dei prodotti petroliferi ai sens idell 'articolo 4 della legge 15 settembre 1974 ,n . 896 e per quali motivi non ha denunciato ,per violazione dell 'articolo 14 della stessalegge, i dirigenti responsabili dell'ALT ch enon hanno ottemperato, e dichiarato di nonottemperare, alle disposizioni impartite da lCIP .

L'interrogante chiede di sapere se i Mini-stri interessati non ritengono che il compor-tamento del prefetto di Torino sia ingiustifi-cabile da parte di chi deve garantire l ' osser-vanza delle leggi e degli atti del Governo eche, oltretutto, è per legge, presidente de lcomitato provinciale prezzi .

(4-10549)

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VI LEGISLATURA - DISCLT SSIONI - SEDUTA DEL 3 LUGLIO 1974

INTERROGAZION IA RISPOSTA ORAL E

« I sottoscritti chiedono di interrogare i lMinistro delle partecipazioni statali, per cono-scere se ha elaborato, per le nomine degl iamministratori negli enti e nelle società apartecipazione statale, criteri obiettivi, ch etengano adeguato conto dei connotati di espe-rienza e di competenza degli uomini prescelt io da prescegliere ; e se egli non ritenga dove -roso comunicare alla Camera i detti criteri ,al fine di assicurare, attraverso il Parlamen-to, il Paese che non prevalgano scelte sugge-rite da considerazioni estranee se non addi-rittura contrastanti rispetto alle effettive esi-genze di funzionalità e di efficienza degli ent ie delle società .

(3-02557) « GUNNELLA, COMPAGNA, LA MALF AGIORGIO » .

Il sottòscritto chiede di interrogare i lMinistro delle poste e delle telecomunicazio-ni, per sapere - premesso che :

a) nell ' autunno 1972 l 'attuale interro-gante segnalava con interrogazione n . 4-02036episodi, francamente stravaganti, nel settoredel recapito della corrispondenza che appari -vano a qualsiasi profano ed, a maggior ra-gione, potevano apparire agli organi di go-verno sintomi appariscenti di un diffuso eradicale disservizio ;

b) la risposta del Ministro in data 20novembre 1972 giudicava " l'organizzazionedel servizio tale da assicurare la rapidità el 'efficienza nel suo svolgimento " e valutava" il servizio di recapito in via di normaliz-zazione " ;

c) recenti fatti verificatisi a Cene, e ri-feriti da tutta la stampa nazionale, fann osupporre che la " normalizzazione " sia stat aperseguita inviando all ' estero (ma dopo aver-la trasformata in cartone ed aver fabbricat ocon esso " valigie per emigranti ") corrispon-denza bollata solo per l'interno (rappresen-tata talora da vaglia, libretti di pensione (fa-scicoli giudiziali, raccomandate) che, nel ri-spetto della legge e con indubbio vantaggi odegli utenti del servizio, avrebbe dovuto re -stare nel nostro paese, per essere consegnat aai legittimi destinatari - :

1) se il Ministro consideri doveroso ri-ferire immediatamente al Parlamento le ri-sultanze delle indagini e dare notizie dei

provvedimenti che certo, nel caso di specie ,saranno stati adottati con la stessa rapiditàe solerzia usata nei confronti dei ripetitor itelevisivi ;

2) se intenda esprimere un giudizio sul -la originale tesi attribuita dalla stampa a dun alto funzionario ministeriale, il qual eavrebbe considerato l'episodio di Cene " mar-ginale " perché, " in fondo ", la corrispon-denza trasformata in valige " era meno de ltre per cento di quella smistata dall 'ufficio(aprendo una nuova prospettiva di dichiara-zione di legittimità dei comportamenti sull abase della loro " marginalità ", che impor-rebbe, ad esempio, di considerare " margi-nali " e quindi legali i ripetitori televisivi ,che diffondono meno del tre per cento de icolori e delle combinazioni di colori esisten-ti in natura o creabili in laboratorio) ;

3) se, considerato che in sede di rifor-ma della pubblica amministrazione è statadisciplinata la personale " responsabilità "dei dirigenti la burocrazia statale, ritengaopportuno precisare chi abbia fornito, in con-creto, al Ministro gli elementi posti a basedella risposta alla interrogazione n . 4-02036 ericavati, evidentemente, da uno studio de lservizio postale sul pianeta Mercurio;

4) se pensi che l'attuazione della mode -sta iniziativa segnalata al punto 3 giovi allacredibilità delle istituzioni repubblicane, i nquanto consentirebbe alla pubblica opinionedi incominciare a sperare che ogni responsa-bilità per gli inconcepibili fatti di Cene sar àeffettivamente perseguita e punita .

(3-02558)

« CASTELLI » .

« Il sottoscritto chiede di interrogare i lPresidente del Consiglio dei ministri e il Mi-nistro del lavoro e della previdenza sociale ,per sapere quali iniziative intendono assu-mere in ordine alla nuova grave vertenz asindacale riaperta dalla proprietà del quoti -diano Il Telegrafo di Livorno che ha comu-nicato alla direzione e alla redazione - la pro-pria decisione di sospendere la edizione de llunedì a partire dall '8 luglio 1974 ;

per sapere come può conciliarsi tale de-cisione unilaterale della proprietà dopo gliimpegni da questa assunti in occasione d iprecedente vertenza e per la stessa questio-ne in sede ministeriale, impegni che eranovolti a garantire, mantenendo in vita la edi-zione del lunedì, la stessa sopravvivenza dell atestata, una delle più antiche d'Italia e ch eesce ininterrottamente dal 1877:

fitti Parlamentari

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Camera dei Deputati

VI LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DEL 3 LUGLIO 197 4

per sapere, inoltre, se cogliendo Iospunto da questa ennesima manifestazione d icrisi che insorge nella stampa quotidiana ,non ritengono opportuno prendere iniziativeper sollecitare il Governo ad un concreto esa-me delle ormai ben note conclusioni dell aCommissione parlamentare d ' indagine su iproblemi della stampa per approntare senz aindugio quelle auspicate misure legislative e

amministrative che valgano quanto meno adarrestare una grave situazione di declino edi depauperamento dei valori del giornalism oitaliano .

(3-02559)

« POLI >> .

STABILIMENTI TIPOGRAFICI CARLO COLOMBO