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FREEPRESS Mensile di cultura e spettacoli aprile 2015 n.5 ROMAGNA&DINTORNI R O M A G N A & D I N T O R N I SESSO, RISATE E LIBRI DAL CASO MISSIROLI AL RACCONTO IN ANTEPRIMA DI ERALDO BALDINI ALL’INTERNO musica • teatro • libri • arte • gusto • junior • cultura d’impresa • Redazione tel 0544 271068 • [email protected] • Pubblicità tel. 0544 408312 • [email protected] Prezzo 0,08 COP I A OMAGGIO APRILE 2015 L’immagine realizzzata da Claudio Notturni in copertina di “Tra l’Adriatica e il West” di Eraldo Baldini, in uscita per Fernandel

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n.5

ROMAGNA&DINTO

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R O M A G N A & D I N T O R N I

SESSO, RISATE E LIBRIDAL CASO MISSIROLI AL RACCONTO IN ANTEPRIMA DI ERALDO BALDINI

ALL’INTERNO musica • teatro • libri • arte • gusto • junior • cultura d’impresa

• Redazione tel 0544 271068 • [email protected] • Pubblicità tel. 0544 408312 • [email protected] Prezzo € 0,08COPIA OMAGGIO

A P R I L E 2 0 1 5

L’immaginerealizzzata da

Claudio Notturniin copertina di

“Tra l’Adriatica eil West” di EraldoBaldini, in uscita

per Fernandel

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ciclo di conferenze 2015

Giovedì 19 FEBBRAIOAlbergo Cappello

RAVENNA

Alessandro BucciFaenza

LaprimastanzaMontiano (FC)

Giovedì 19 MARZOOggetti d’Autore

FORLÌ

Tomas GhiselliniFerrara

Stefano PiracciniCesena

Giovedì 23 APRILEEdilpiùLUGO

Iotti / PavaraniReggio Emilia

BrensoBologna

Giovedì 21 MAGGIOSala Conferenze

Autorità PortualeRAVENNA

M2RReggio Emilia

Tappi / BarbieriCesena

Giovedì 18 GIUGNOAzienda vitivinicola

Poderi dal NespoliNESPOLI (FC)

Andrea Oliva Reggio Emilia

Miro architettiBologna

Giovedì 17 SETTEMBREMagazzini del Sale

CERVIA

Antonio RavalliFerrara

Pulelli / ValbonesiCesena

Giovedì 15 OTTOBREGalleria Comunale

Palazzo del CapitanoCESENA

Alessandra Chemollo

Marghera (VE)

EcrùParma

Giovedì 19 NOVEMBREAlbergo Cappello

RAVENNA

Sperandio / PozziSantarcangelo (RN)

ORDINEARCHITETTIRAVENNA

Comitato scientifico Gianluca Bonini, Stefania Bertozzi, Giovanni Mecozzi, Filippo Pambianco Organizzazione, promozione, documentazione Reclam edizioni e comunicazione srl – Casa Premium rivista dell’abitare

Marco MulazzaniFerrara

Otto incontri/confronti fra protagonisti esperti

ed emergenti della progettazione

contemporanea

Comune di Ravenna

Con il patrocinio Comune di Cervia

Comune di Lugo

Comune di Forlì

Comune di Cesena

ore 20 Apertura, registrazione crediti formativi ore 20.30 Saluto azienda promotrice ore 20.45 Architetti emergenti ore 21.45 Architetti esperti ore 22.45 Spazio interventi e saluto conviviale

Info Reclam tel. 0544 [email protected] - www.reclam.ra.it

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Segnali intermittenti

L’ EDITORIALE

Autorizzazione Tribunale di Ravenna n. 1172 del 17 dicembre 2001R&D Cult nr. 5 supplemento a R&D anno XIV nr. 622 del 26-3-2015

Editore: Edizioni e Comunicazione srlVia della Lirica 43 - 48100 Ravenna - tel. 0544 408312www.reclam.ra.it

Direttore Generale: Claudia CuppiPubblicità: [email protected] tel. 0544 408312 - 392 9784242

Area clienti: Denise Cavina tel. 335 7259872Amministrazione: Alice Baldassarri, [email protected]

Stampa: Galeati srl (Imola) - www.galeati.it

Direttore responsabile: Fausto PiazzaCollaborano alla redazione: Andrea Alberizia, Federica Angelini,Luca Manservisi, Serena Garzanti (segreteria), Maria Cristina Giovannini, Gianluca Achilli (grafica). Collaboratori:Roberta Bezzi, Alberto Bucci, Matteo Cavezzali, Francesco DellaTorre, Nevio Galeati, Giorgia Lagosti, Linda Landi, Fabio

Magnani, Guido Sani, AngelaSchiavina, Serena Simoni.

Redazione: tel. 0544 271068 Fax 0544 [email protected]

Poste Italiane spaSped. in abb. post. D.L. 353/2003 (conv. di legge 27/02/2004 n. 46) art. 1 comma 1 DCB C.R.P.- C.P.O. RAVENNA

Aprile 2015, si celebrano i settant’anni della Liberazione e da queste parti pare che accanto alleformule più tradizionali, si stiano cercando nuovi linguaggi e nuovi modi per comunicare i conte-nuti antifascisti su cui si fonda la Repubblica. Linguaggi che sono quelli della musica, della lette-ratura, della cultura in senso lato insomma. Mezzi questi che da sempre riescono a veicolare con-tenuti attraverso le generazioni, in contesti diversi, rinnovando i messaggi su cui si fonda (o sidovrebbe fondare) una comunità. Anche per questo non può che essere accolta come una buonanotizia la decisione della nuova giunta regionale a guida Bonaccini di aumentare di dieci milioni ifondi alla cultura che arrivano così a superare i 28 milioni di euro. Una boccata d’ossigeno per iComuni in difficoltà, anche sul fronte culturale, nel redigere il bilancio a fronte di nuovi tagli e peril sistema culturale tutto che, per via delle nuove norme sulle tassazioni delle Fondazioni bancarie,rischia di avere nel 2015 meno risorse da cui attingere sui territori per progetti di varia natura.E arriva anche a fronte di un’altra notizia non proprio positiva per la nostra regione, rispetto allaquale alcuni consiglieri regionali si stanno muovendo: oltre al riconoscimento dell’Emilia Roma -gna Teatro come Teatro Nazionale, il ministero ha infatti accolto solo la candidatura del Due diParma a diventare Teatro di Rilevante Interesse Culturale per il triennio 2015/2017, rigettandoquelle degli altri tre candidati, di cui due romangoli, ossia Accademia Perduta /Romagna Teatri(che organizza rassegne a Cervia, Faenza, Bagnacavallo, Meldola, Ravenna stessa) e RavennaTeatro (a cui si devono, tra le altre cose, la stagione di prosa di Ravenna, quella sul contempora-neo di Ravenna-viso-in-aria e la straordinaria esperienza della non-scuola), che sono rientrati solonella categoria dei centri di produzione teatrale. E la Romagna, insomma, si troverà di fatto senzanemmeno un cosiddetto Tric, con i mancati finanziamenti che questo comporta. Noi siamo ovvia-mente di parte, ma ci pare un fatto piuttosto curioso visto l’ampiezza della produzioni, delle sta-gioni, del pubblico e della vitalità della proposta teatrale da queste parti. E siamo certi che anchesenza riconoscimenti dal ministero questa qualità non verrà meno né nei calendari delle stagioni,né nelle produzioni che anzi, negli ultimi anni, sia per Accademia Perduta (con la collaborazionecon Massimo Carlotto) sia per Ravenna Teatro hanno ottenuto ottimi riscontri e mostrano unavitalità senza appannamenti. La speranza è che più di un ministero, possa il pubblico in platea.Insieme ai rappresentanti della politica che, almeno a Bologna, sembrano essersi mossi per tempoe aver dato un bel segnale a inizio mandato.

SOMMARIO

Torna (dal 9 al 30 aprile tra Rimini eCattolica) Smiting Fest, giunto alla sestaedizione e dedicato quest’anno all’assurdo eal nonsense con incontri, concerti,proiezioni, eventi anche per i più piccoli. Tragli appuntamenti clou la serata al teatro degliAtti di Rimini del 19 aprile con il recital tramusica e teatro “Waterface – Neil Young, glianni della trilogia oscura”. Lo spettacolo èdedicato agli anni della depressionesuccessivi al successo di Young (quelli dal 73al 75 in cui dà alle stampe anche il miticoalbum “On the beach” da cui è tratta questafoto). Il programma completo della rassegnasul sito www.smitingfestival.it.

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• MUSICAIntervista ai Verdena.................pag. 6

• TEATROLa magia del mentalista...............pag. 11

• CINEMALa verità sul grande schermo ..pag. 15

• LIBRIIntervista a Marco Missiroli .....pag. 16

• ARTEIl Bel Paese: la recensione .......pag. 20

• JUNIORLa stagione dei parchi .............pag. 23

• GUSTOIntervista allo chef Borroni ......pag. 24

• EXTRADa Sgm a Unieuro: parla Silvestrini...pag. 30

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DAL VIVO

LA STORIA DELL’HARDCORE MELODICOAl Rock Planet di Pinarella di Cervia il 4 aprile arriva una bandicona della scena dell’hardcore-punk melodico, i californianiLagwagon (nella foto), con alle spalle 25 anni di carriera. Eun’altra piccola leggenda della scena, i newyorkesi Dog Eat Dog,saranno a Pinarella il 18 aprile. Il 25 si cambia genere invececon gli irlandesi The Answer e il loro hard-blues.

«Ha creato un movimento rock in un’area dance, ilVelvet è stata la roccaforte della musica quando anco-ra il rock era nel sottobosco». Lo ha dichiarato SamuelRomano, celebre cantante dei Subsonica, che aThomas Balsamini hanno dedicato anche il nuovodisco. Ed è solo uno dei numerosi nomi di spicco dellascena rock italiana ad aver omaggiato pubblicamenteBalsamini, gestore e dj storico del Velvet di Rimini eancor prima dello Slego, scomparso prematuramentenel 2013.Dopo la festa del 2014 che ha di fatto portato alla

reunion dei Bluvertigo, il 3 aprile al Velvet si terràun’altra serata dedicata a Thomas, in occasione diquello che sarebbe stato il suo compleanno.«Continua la grande voglia di manifestare ricono-

scenza da parte dello staff del Velvet e di generazioni digiovani che al Velvet e allo Slego, grazie a Thomas,hanno suonato, cantato, ascoltato, ballato e conosciu-

to la musica per tre decenni».Per festeggiare il compleanno di Balsamini que-

st’anno è in programma la performance (elettronica)di Godblesscomputers a cui seguiranno i concerti diCristina Donà e Afterhours. La serata proseguirà conalla consolle Boosta, Samuel, Ninja e C-Max, pratica-mente i Subsonica in versione dj set.Ingresso 15 euro, prevendita consigliatissima su

www.bookingshow.it e www.mailticket.it.

IL RICORDO

Anche gli Afterhoursper Thomas Balsamini

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4 MUSICAICONE PUNKE PSICHEDELIAL’americano SonnyVincent (nella foto),leggenda vivente delpunk-rock, sarà al Sidrodi Savignano il 22 aprile.Ma sono tanti altrii concerti di caraturainternazionale dellocale: dal blues-rock diMolly Gene (15 aprile)alla psichedelia degliamericani DeadMeadow (5 aprile) e deitedeschiSpacelords (8 aprile), alpunk-rock degliamericani Banner Pilot(24 aprile)al rock’n’roll di ungruppo addiritturacileno, i Perrosky (29aprile).

C’ERANO UNA VOLTAI JETHRO TULLIl 18 aprile al Carisport di Cesenaarriva l’uomo che ha reso poplare ilflauto nel mondo del rock: IanAnderson, leader della storica banddi rock progressivo inglese JethroTull, per uno show che spazierà dalnuovo concept album dell’artistafino ai grandi classici del suo gruppo.

ECCO BLUEBEATERS E MODENA CITY RAMBLERS

Al Velvet di Rimini in aprile oltre alla festa in ricordo diThomas Balsamini sono da segnalare anche i concertidei Bluebeaters (funk e soul) il 18 aprile e quello deiModena City Ramblers (combat-folk) del 30.

AL VELVET

Anche CristinaDonà saràal Velvetper Balsamini

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DAL VIVOTRE FACCE DELLA MUSICA ITAL IANA TRA RAVENNA E RIMINIDiversissimi tra loro, sono tre artisti del panorama italiano che si esibiranno in aprile in Romagna: Tricarico (a sinistra) sarà al Marianidi Ravenna il 2 aprile con il suo cantautorato stralunato e surreale; Carmen Consoli con il suo pop d’autore sarà il 24 aprile al 105Stadium di Rimini; Giovanni Allevi infine farà tappa ancora a Ravenna con un tour di solo piano il 19 aprile al Pala De André

MUSICA

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Con l’arrivo della primavera tornano anche iconcerti in spiaggia, in particolare nelRavennate.Al Boca Barranca di Marina Romea si

parte in grande stile il 3 aprile (dalle 23.30)con il 61enne Eugene Chadbourne, storicafigura dell’avanguardia e controculturanewyorkese, chitarrista tra i primi a fondereblues, free jazz, rock’n’roll e politica che ha col-

laborato negli anni con artisti del calibro diJohn Zorn, Fred Frith, Derek Bailey, Jello Biafra,They Might Be Giants, Sun City Girls, ViolentFemmes. Adesso Chadbourne è innamoratodel suo le sue canzoni surreali contro le ingiu-stizie (come la sua “Roll over Berlusconi”). Il10 aprile al Boca un altro grande artista ame-ricano, Tav Falco, maestro di una ruvida fusio-ne di rockabilly, blues e rumoristica variegata,

tra i primi agitatori insieme ai Cramps di quel-la scena che poi verrà chiamata psychobilly.Spostandosi di qualche chilometro, la sta-

gione del bagno Hana-Bi di Marina diRavenna inizierà (in versione indoor) il 16aprile con il concerto folk-blues degli america-ni Arborea. L’inaugurazione vera e propria èinvece in programma il 25 aprile con gli spa-gnoli Mourn, promettente band catalana for-mata da quattro giovani nostalgici delle sono-rità indie rock d'annata, dell'alt-rock anni '90e del punk rock di Ramones e discepoli.Infine da segnalare il ritorno del Pitch Party

del Barrumba di Pinarella di Cervia, il 24aprile, con il concerto di una delle band stori-che della scena rock alternativa italiana, i TreAllegri Ragazzi Morti, in questa occasione inversione acustica.

CONCERTI IN SPIAGGIA

È già estate tra Tav Falcoe Allegri Ragazzi Morti

Eugene Chadbourneapre la stagionedel Boca Barrancadi Marina Romea

Estate in Riviera Feste ed eventi in Romagna

Feste ed eventi al Mare & Dintorni come ai tempi di actotum.Prenota il tuo post a [email protected]

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mio parere suonacome una collezionepoco omogenea e allalunga dispersiva, conil nuovo disco sembra-te aver trovato la vo -stra dimensione sono-ra, pur nella varietà distili toccati. Un po’ ilfamoso album dellamaturità, forse, cosane pensi?

«È ancora presto per noi per potergiudicare il nuovo disco, forse saremoin grado di farlo tra un paio di anni.Sicuramente siamo convinti di ciò cheabbiamo fatto e di come è uscito. Credoche la compattezza di Endkadenz rispet-to a Wow sia dovuta al fatto che abbia-mo scritto tutte le canzoni assieme insala prove, e anche in fase di registra-zione abbiamo fatto tutto insieme. InWow invece c’erano un sacco di inter-venti musicali di Alberto o Luca dasoli».

Come sarà il Volume 2 di End -kadenz e quando uscirà? Con checriterio avete diviso il disco?

«Uscirà tra qualche mese e abbiamodiviso i brani con un criterio semplice,quello di equilibrio, di atmosfere e dibpm. Se nel Volume 1 ci sono tot can-zoni con il pianoforte, sarà così anchenel 2, idem per la chitarra elettrica eacustica».

Come nascono i testi? C'è chi licritica per alcuni passaggi a dirpoco surreali, ma sono obiettiva-mente una delle vostre forze,unita al cantato molto simile auno strumento aggiunto. Quantaimportanza hanno per voi?

«I testi negli ultimi anni stannoprendendo sempre più importanza,nel senso che Alberto ci dedica sem-pre più tempo».

E come vi rapportate con lanuova tecnologia, penso a Spotifyo al download, voi che fate albumcon espliciti riferimenti al mondodel vinile?

«Siamo molto legati ai supportifisici, per cui preferiamo ancora ilvinile o il cd alla musica digitale.Detto questo, penso sia una cosa posi-tiva aver la possibilità di accedere aquasi tutto in qualsiasi momento».

Quali sono i vostri ascoltirecenti? Date l'idea di ascoltareanche cose molto lontane dalrock...

«Durante la scrittura e la registra-zione di Endkadenz in realtà nonabbiamo ascoltato molta musica, senon noi stessi. Negli ultimi anni sonosubentrati nuovi ascolti, tipo i BeachBoys o i Queen... In linea di massimacose più “liriche” che penso ci abbia-no influenzati in questi due ultimidischi».

di Luca Manservisi

Dopo i sold out – tra gli altri – delVelvet di Rimini e dell’Estragon diBologna, i Verdena arrivano con unaltro concerto andato tutto esaurito inprevendita, l’11 aprile, al Bronson diRavenna.

Forti del trionfo – come si dice inquesti casi – di critica e pubblico (con ildebutto al terzo posto tra i dischi piùvenduti in Italia) del loro nuovo disco,Endkadenz Vol. 1, i Verdena sono tra ipochi eredi (insieme a Le Luci DellaCentrale Elettrica, per esempio) diquella scena figlia di gruppi comeAfterhours e Marlene Kuntz che neglianni Novanta in particolare avevaportato il rock alternativo anche inItalia a un pubblico più vasto.

Ne parliamo con la bassista RobertaSammarelli, che forma il terzetto ber-gamasco insieme ai fratelli Alberto(voce, chitarra) e Luca (batteria)Ferrari.

Roberta, allora, com’e che sidiventa la più grande rock banditaliana? Vi sentite ancora parte diuna scena?

«Non ci siamo mai posti domandedel genere, abbiamo sempre fattomusica non guardandoci molto ingiro, perché siamo cresciuti ascoltan-do prettamente musica straniera e inun luogo abbastanza isolato. In lineadi massima non credo si sia mai potu-to parlare di scena musicale in Italia,piuttosto di tanti gruppi ma ognunocon la sua storia diversa».

Come sta andando ilnuovo tour? Vi aspet-tavate i sold out diquesti giorni?

«Non ci aspettavamoassolutamente questaaffluenza di pubblico;ogni volta che rimania-mo in studio per tre annici chiediamo se la gente siricorderà ancora di noi,per cui quando poi succe-de è una sensazione bel-lissima. Il tour sta andan-do molto bene, avevamo bisogno ditornare sul palco dopo tutto questotempo».

Dal vivo come avete cambiato ilvostro approccio rispetto agliinizi, anche alla luce della com-plessità degli ultimi due dischi?

«I primi dischi erano sicuramentepiù semplici e immediati. Non avevanobisogno di tanti arrangiamenti. Anchese già al terzo disco c’era un quartoelemento alle tastiere, Fidel Fogaroli.Quando lui se ne andò iniziammo afare tutto noi sui dischi, sovraincisioni,eccetera, per cui riproporre dal vivotutte quelle atmosfere necessitava diuna persona in più (in questo tour liaccompagna Giuseppe Chiara, ndr). Peròè normale che più il tempo passa piùampliamo i nostri orizzonti e cerchia-mo di migliorarci, anche a livello stu-mentale».

Mentre il precedente Wow a

L’INTERVISTA

I Verdena e quei dubbi in studio:«Ma la gente si ricorderà di noi?»

AL BRONSON FUZZTONES, SNAIL,STATO SOCIALE, WHITE HILLS...

Oltre ai Verdena (già sold out da tempo),al Bronson di Ravenna in aprile sono attesigli americani The Fuzztones, leggende delgarage che tornano in Italia con un tourper celebrare i 35 anni di carriera (il 4aprile con in apertura i connazionali,psichedelici, The Vacant Lots); il nuovofenomeno indie-pop italiano Lo StatoSociale (5 aprile); l’eccentrica songwriteramericana psych-folk Azalia Snail (8aprile); la giovane Soak, uno degli astrinascenti del cantautorato britannico (10aprile) e – dopo i Doormen (vedi articoloa pagina 7) – il trio space-rockpsichedelico newyorkese White Hills (23aprile - nella foto).

IL BLUES DI POPA CHUBBY INDISCOTECA A FORLÌ

Il 17 aprile il chitarrista e bluesmanamericano Popa Chubby sarà in concertoa Forlì, alla discoteca Empyre. Biglietto 20euro. Info: 366 1512799.

AL VIDIA FOLK DEMENZIALEE THRASH METAL “EXTREMO”

Al Vidia di Cesena il 5 aprile seratatra folk, comicità e teatro canzonecon il romagnolo Duo Bucolico e iromani Kutso. In apertura ladebuttante Crista, pop-rock-electroda Cattolica (nella foto).L’11 aprile al Vidia invece il thrashmetal dei milanesi Extrema.

AGENDA

Parla la band travoltada un successo inaspettato

«Il nuovo disco?Influenzato anche da

Beach Boys e Queen...»

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MUSICA

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Il difficile terzo disco per The Doormen, è unpo’ quello della rinascita. Abbandonata la storicasezione ritmica (bassista e batterista) con cui ilquartetto si era fatto conoscere ben oltre i confinidella loro Ravenna tra gli appassionati di rock distampo anglosassone, i soli Vins Baruzzi e LucaMalatesta si sono chiusi in studio di registrazioneper dare vita a una sorta di concept album sullapropria città. Si chiama Abstract [ra] e il tema èquello appunto della provincia (che si vorrebbeabbandonare ma a cui si resta legati, come nellebelle illustrazioni dell’edizione cartonata del cd, acura di Nicola Varesco), ma anche dell’amore, dellavoro (con testi sempre in lingua inglese). La prima notizia è che la “piccola rivo-luzione” di cui si parla nella cartella stampa non è così evidente e questo confermail fatto che erano loro due, evidentemente, le menti al centro del progetto anche neiprimi due dischi e che il “suono Doormen”, pur se qui più ricercato, scuro e a trat-ti vagamente psichedelico, resta quello già noto. Quello che fa riferimento al revivalpost-punk, al britpop o al post-britpop inglese, tanto per intenderci, con la voce diBaruzzi sempre più matura e in grado di toccare ambiti finora inesplorati, ma checontinua inevitabilmente a ricordare all’ascoltatore gruppi come Interpol o Suede,finendo così per essere valore aggiunto ma allo stesso tempo limite nell’ottica di cer-care di ampliare la potenziale platea di riferimento della band, che pur si ritrova conun disco con diverse frecce al suo arco. A partire dalla nervosa partenza di “AbstractDream” e passando per i pezzi che più cercano di allontanarsi dal passato (e da alcu-ni rimandi stranianti agli Afterhours. tipo nell’attacco di “Through My Bones”),come l’ipnotismo dell’ottima “It Could Be You”, che si stempera nei coretti finalialla Blur, o un trittico finale che vale da solo il prezzo del biglietto e da cui mi augu-ro ripartiranno quando sarà ora di tornare in studio: dall’elegante epicità di “Insidemy orbit” fino alla perfetta cavalcata conclusiva di “Higway Again” passando perquello che è forse il capolavoro del disco, una struggente “Technology” che è un po’la summa della loro (ancor giovane) carriera. I Doormen confermano così pregi(un suono e un tiro che niente hanno da invidiare a band inglesi che vendonomigliaia di copie) e difetti (legati all’essere ancora troppo derivativi) e si preparanoa far parlare di sé anche nel loro naturale paese di riferimento, l’Inghilterra, dove ildisco verrà promosso sui media.

“Abstract [ra]” esce il 6 aprile e verrà presentato in un tour (di nuovo inquartetto) che parte l’11 da Perugia e che il 18 aprile arriva nella

Ravenna citata nel disco, al Bronson di Madonna dell’Albero.

LA ROMAGNA IN CUFFIA

I nuovi Doormene un album da cui ripartire

di Luca Manservisi

Gli Amycanbe svelano “Wolf” al Verdi di Cesena

NUOVE USCITE/1

Esce ufficialmente il 20 aprile ilnuovo disco dei cervesi Amycanbe. Sichiama Wolf e verrà presentato conun tour che in questo mese toccheràanche la Romagna grazie al concertodel 18 aprile al teatro Verdi di Cesena.

Si tratta del terzo album della bandche ha alle spalle già dieci anni di car-riera. Pur restando all’interno disonorità indie-pop, il nuovo albumviene annunciato con sonorità piùminimali incentrate su piano, tastieree tappeti elettronici, su cui spicca l’or-mai nota voce della cantante raven-nate Francesca Amati (nella foto,attiva anche con il suo progetto paral-lelo Comaneci).

NUOVE USCITE/2

Uscirà con tutta probabilità il 23 aprile esi chiamerà Gigantic il nuovo album deiravennati Rigolò. Il loro è un neo-folk deltutto rivisitato che vede alla voce e allachitarra il fondatore Andrea Carella,accompagnato dal violoncello di JennyBurnazzi (insieme nella foto). A comple-tare la line up Alessandro Reggiani(basso/ukulele) e Andrea Napolitano allabatteria.

Prima di intraprendere il nuovo tour asupporto del disco, i Rigolò chiuderannoidealmente il tour 2014 con un’ultimadata il 9 aprile all’Ottavino di Santar -cangelo di Romagna.

Il nuovo disco è prodotto insieme aMattia Coletti (che l’ha registrato e mixa-to) e la Garage Records, per cui esce e chene cura anche il mastering.

I Rigolò a Santarcangelo, poi ecco “Gigantic”

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Il 25 aprile all’Almagià di Ravenna torna ClubAdriatico con il live del britannico Objekt, tratechno, Uk bass e dubstep (in apertura PetitSingle). Ultima serata della stagione invernale,sarà anche un’anteprima di Loose, un nuovoprogetto di musica elettronica in vari spazidi Ravenna che si terrà dall’8 al 10 maggio.

di Lorenzo “Godblesscomputers” Nada *

Scrivere di musica è come ballare di architettura dicevaqualcuno. Mettiamola così: esistono due livelli di lettura ecomprensione della musica. Uno è quello emotivo, cheriguarda appunto le emozioni che ognuno prova ad ascoltarecerti dischi e certe canzoni. Si tratta di una dimensione indi-viduale e intima, una dimensione soggettiva che, in quantotale, non riesce ad essere trasposta adeguatamente in scrittu-ra. E questo per una ragione molto semplice: ossia che la per-cezione della musica da parte di ognuno di noi è frutto dellanostra sensibilità, una sensibilità che abbiamo coltivato ededucato nel tempo, frutto di attitudini individuali che simischiano con visioni, letture e ascolti, ma anche con storiedi vita vissuta. E questa miscela è unica, perchè ognuno di noiè diverso. Quando un giornalista musicale scrive che un discosuscita determinate emozioni è giusto tenere a mente che lesensazioni di cui sta parlando sono le sue e non è detto cheproviamo le stesse cose. Se invece scrive che un disco ricordaaltri ascolti o artisti di riferimento, entriamo nel secondolivello di lettura, una lettura oggettiva che oggi più che maiserve a orientare l’ascoltatore nella grande moltitudine di

uscite discografiche.Con questa premessa non voglio certo dire che il primo livello di lettura sia sbagliato o

non debba esistere. È interessante leggere gli spunti di carattere emozionale dell’autore,anche se l'attenzione si sposta su chi scrive e non sul disco di cui si sta parlando.Mi è stato chiesto di parlare di alcuni album che mi sono piaciuti e che mi sento di consi-

gliare e in un certo senso mi trovo un po' in difficoltà a farlo. Non vorrei far passare l'ideache quelle che scriverò di seguito siano vere e proprie recensioni. Si tratta semplicemente didischi che mi hanno colpito per varie ragioni legate al primo livello di comprensione a cuisopra facevo riferimento.Ma veniamo finalmente ai dischi. Siccome sono un grande appassionato di musica e ci

sono dischi che sono dei manifesti della mia vita, in questa disamina rischierei di perdermitra la miriade di album a cui sono affezionato, perciò ho deciso di restringere il campo e diparlare di una manciata di dischi usciti recentemente che per qualche ragione mi hanno col-pito molto.

Drake - If you're reading this it's too late Per chi non lo conoscesse Drake è unrapper canadese, molto noto negli Stati Uniti. Personalmente ho snobbato i suoi dischi finoad un paio d'anni fa quando a casa di un amico ascoltai per caso il suo precedente lavoro inti-tolato Nothing was the same. Alcuni brani mi colpirono molto, così il giorno seguente melo riascoltai con calma nella solitudine della mia cameretta. Da allora non ho mai smesso diascoltarlo. Il suo ultimo album, uscito qualche settimana fa, si intitola If you're readingthis it's too late e non ha affatto deluso le mie aspettative. Si tratta di minimalismo sonoroin chiave hip hop. Strumentali scarne, con melodie accennate e batterie potentissime chefanno tremare le vetrate. Il rap di Drake è profondo, cadenzato e molto musicale. Alterna liri-che crude a melodie vocali talvolta impastate con l'autotune. C'è una strana malinconia difondo nelle atmosfere del disco, e credo che in fondo sia proprio questo a farmelo piacere.Brani consigliati: Know Yourself, Preach, Wednesday Night InterludeElectric Wire Hustle - Love can prevailÈ da qualche anno ormai che sostengo che

in Nuova Zelanda ci sia una delle migliori scene musicali. Qui ci sono straordinari esempi diartisti che mischiano soul, dub, reggae ed elettronica in miscele uniche e sorprendenti. Hoscoperto la Nuova Zelanda nelle mappe musicali grazie ai Fat Freddy's Drop, uno dei mieigruppi preferiti, per i quali ho avuto l'onore di aprire il concerto nel 2013 all'Estragon diBologna. È grazie a loro che ho conosciuto gruppi fantastici provenienti dalla stessa isola.Uno di questi, appunto, sono gli Electric Wire Hustle. In questo loro secondo e ultimo lavo-ro mischiano tribalismo, elettronica e soul. La voce di Mara Tk (questo il nome del cantan-te del gruppo) è un soul struggente e malinconico che nuota tra armonie elettroniche e beatssincopati. Tutto quello che cercavo negli ultimi mesi è condensato in questo disco. Miglioralbum del 2014.Brani consigliati: If these are the last days / Bottom Line / By & ByeRomare - Projection L'ultimo disco di cui vorrei parlare è Projection del producer

inglese Romare uscito pochi giorni fa sulla label inglese Ninja Tune. Di Romare mi ha sem-pre colpito l'utilizzo sapiente dei campionamenti provenienti da posti lontani come l'Africa,l'Asia e il Sud America. La sua elettronica è ruvida e pulsante e in questo disco conferma ilsuo grande talento di compositore. Per chi compone musica al computer è sempre molto dif-ficile distanziarsi dal suono delle macchine, dai preset computerizzati e digitali, per questoammiro molto chi ricerca i suoni caldi e organici. La sua musica elettronica fa riferimentoal blues, alla sua forza emotiva e trascinante mischiata con ritmiche e groove che fannoesplodere il dancefloor. Non mancherò di suonare questo disco nei miei prossimi dj set.Brani consigliati: Work Song / Lover Man / Prison Blueso.

* Lorenzo Nadalin, per tutti Nada, con il suo progettoGodblesscomputers è considerato dalla critica come uno dei piùgrandi talenti della musica elettronica italiana. Nato 30 anni fa a

Faenza e cresciuto a Lugo, dopo alcuni anni a Berlino ora vive e lavora(producendo anche la musica di altri artisti) a Bologna

Dal minimalismo di Drakealla scena neozelandese:tre dischi da recuperare

CONSIGLI D’AUTORE

«Quel flusso demoniaco che parte dall’utero...»Il nuovo album di Stefania “?Alos” Pedretti

SPERIMENTALE

ELETTRONICA

RAP HORROR

RAP X FACTOR

Arrivano il 4 aprile al Vidiadi Cesena i Dope D.O.D,trio olandese che ha portatoad alti livelli il cosiddetto raphorrorcore. Contaminazionidi metal ed evocazionihorror per un gruppo natonel 2006 e con un nutritogruppo di fan in tuttaEuropa.

Il rapper Madh, volto notoal grande pubblicoper la sua partecipazioneall’ultima edizione di X Factor,sarà in concerto al Kojakdi Porto Fuori il 2 aprile

È uscito il 16 marzo Matrice, il nuovo album di ?Alos, progetto diStefania Pedretti, artista di musica sperimentale conosciuta anche aldi fuori dall’Italia, lombarda ma ormai ravennate d’adozione.L’album è distribuito dall’etichetta belga Cheap Satanism ed è statoregisrato, mixato e masterizzato da Lorenzo Stecconi all’Ardis Hall diRavenna, spazio di prova della compagnia teatrale Fanny &Alexander. L’album verrà presentato con una serie di concerti in apri-le anche all’estero (tra Svizzera, Belgio, Olanda, Ungheria...) per poiarrivare il 2 maggio al Bronson.

Abbiamo chiesto a Stefania di descriverci il suo nuovo disco inpoche righe, che pubblichiamo qui con estremo piacere.

“In questo mio nuovo disco, dopo dieci anni di attività e cinque dischicome ?Alos, ho cercato di addentrarmi maggiormente nel lato oscuro,esote-rico, primordiale, forse ancestrale della mia musica e del mio essere. Da qui“Matrice”, la materia prima, il caos che prende forma, la luce e le tenebrerifuse insieme. Tutto questo l'ho tradotto in cinque pezzi, in cui, attraversoil suono caratteristico della mie chitarra e voce, ho mescolato il doom, ilmetal con l’elettronica creatami da ospiti d'eccellenza, come gli inglesi NecroDeathmorth in “Matrice” o Mai Mai Mai in “Ignis red elixer”. Nella con-clusiva traccia “Hyle” ritorno alla mia passione per l'elettro acustica e laricerca, in esso la mia voce si fonde con le percussioni del giovane batteristapugliese Giovanni Todisco. Il disco è un viaggio, un flusso demoniaco cheparte dall’utero, si espande attraverso il suono e travolge”.

Stefania Pedretti

LorenzoNada

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Da Diane Schuur a Raul Midòn per CrossroadsIL FESTIVAL/1

Parata di grandi nomi per dare nuova vita al jazz. Omaggi anche a Pink Floyd e ZappaIn aprile entra decisamente nel vivo e si espande in tutta la Romagna il festival itinerante di jazz

moderno Crossroads. A segnare momenti salienti della programmazione arriveranno musicisticapaci di interpretare l’idioma jazzistico da prospettive assai diverse. La cantante americanaDiane Schuur per esempio è la portabandiera di un mainstream venato di virtuosismo (celeber-rimi i suoi sovracuti), per l’occasione declinato in forma di omaggio a Stan Getz e Frank Sinatra(17 aprile al teatro degli Atti di Rimini), mentre quello del multistrumentista americano RaulMidòn è quasi un cantautorato jazz-folk (25 aprile sempre al teatro degli Atti di Rimini).

Sul fronte italiano spiccano le nuove creazioni musicali del trombettista Enrico Rava, inun poetico duo col chitarrista brasiliano Irio De Paula (10 aprile al Jazz Club di Coriano), edel vocalist John De Leo, impegnato a ricreare dal vivo il suo ultimo disco Il Grande Abarassecon un'orchestra acustico-tecnologica (8 aprile al teatro comunale di Cervia).Il cartellone di Crossroads 2015 fornisce inoltre una perfetta fotografia delle variegate

espressioni della musica improvvisata italiana: il trombettista Fabrizio Bosso sarà in“Tandem” col pianista Julian Oliver Mazzariello (2 aprile alla Baracca dei Talenti diGambettola); le musiche dei Pink Floyd diventeranno materia di improvvisazione grazie allapianista Rita Marcotulli, circondata da un cast ragguardevole che comprende anche AndySheppard, Raiz, Fausto Mesolella, Ares Tavolazzi (16 aprile al teatro comunale di Russi). Il 24aprile, infine, Coriano ospiterà una seconda serata a tutto Brasile con il duo che affianca levoci e le chitarre di Cristina Renzetti e Tati Valle seguito dal Trio Correnteza, conGabriele Mirabassi, Roberto Taufic e ancora la Renzetti.Infine, i Quintorigo, rinforzati dalla batteria di Roberto Gatto, esploreranno il repertorio

fantasmagorico di Frank Zappa (il 30 aprile al comunale di Russi).

Big dell’avanguardiain ricordo di Pezzinga

IL FESTIVAL/2

L’Area Sismica di Ravaldino in Monte (Forlì) orga-nizza il secondo Haiku Festival, dedicato alla memoriadi Pierantonio Pezzinga, tra le altre cose redattore diRadio Fujiko ed esperto di musica d’avanguardia e spe-rimentale. Saranno quei suoni “altri” da lui tantoamati a caratterizzare quindi il festival con alcuninomi di caratura internazionale.Si parte sabato 11 aprile (ore 22.30) con il duo

composto da Luigi Ceccarelli (vera e propria star delpanorama della musica contemporanea italiana, chesi esibirà a laptop ed elettroniche) e Paolo Ravaglia(nome trasversale alle scene jazz e d’avanguardia,capace di collaborare con artisti del calibro di conPhilip Glass o Steve Reich) ai clarinetti.Il giorno dopo – domenica 12, alle 18 – un altro

nome storico della scena italiana (ora di Barcellona)Paolo Angeli con la chitarra orchestra da lui stessoideata: 18 corde, ibrido tra chitarra baritono, violon-cello e batteria, dotato di martelletti, pedaliere, eliche apasso variabile. Con questa singolare creazione ilmusicista sardo rielabora, improvvisa e compone una

musica inclassificabile, sospesa tra freejazz, folk noise, pop minimale, post-rock.Il festival torna poi nell’ultimo weekend

del mese con alcuni big americani. Sabato25 alle 22.30 l’appuntamento è con l’elet-tronica di Bob Ostertag, una sorta dimonumento delle arti innovative contem-poranee a stelle e strisce. Domenica 26,alle 18, ecco invece la NaturalInformation Society, progetto del composi-tore e multistrumentista Joshua Abramsimperniato intorno al suono del guimbri,uno strumento originario della Guinea,ma diffuso nel nord Africa, integrandocomposizione e improvvisazione per crea-re tappeti ipnotici, fortemente ritmici, gra-zie all’apporto di musicisti di altissimacaratura, come Lisa Alvarado (harmo-nium, gong) e Frank Rosaly, batterista agi-tatore della scena di Chicago.Infno: 346 4104884 e info@areasi-

smica.it.

A RICCIONE ARRIVA IL GRANDE LEW TABACKINA CESENATICO SERATA HAMMOND CON SAM PAGLIA

L'ultimo concerto della rassegna“Jazzenatico” sarà il 3 aprile al teatro comu-nale di Cesenatico con una serata intera-mente dedicata all’organo Hammond. Sulpalco tre organisti d'eccezione come SamGambarini (Jazz à la mode), Mecco Guidi(Groovadelic Trio) e Sam Paglia. Ad accom-pagnarli anche Alessandro Scala eAlessandro Fariselli al sax tenore e i batteri-sti Max Ferri e Fabio Nobile. Info e prenota-zioni: 0547 79274.Ultimo appuntamento anche con la rasse-gna del Teatro del Mare di Riccione che

sabato 11 aprile ospita una stella del jazz americano come il flautista e sas-sofonista Lew Tabackin (nella foto) con un quintetto che vede, tra gli altri, allabatteria Roberto Gatto.

JAZZ

MUSICA

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R&DCULTaprile 2015

Enrico Ravacon Irio De Paula:il duo si esibiràil 10 aprilea Coriano

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IL FESTIVAL

Non solo lirica all’Opera di LugoDa Piazzolla ai contrabbassi, dalle canzoni spagnole a quelle dei Beatles rivisitate

Torna al teatro Rossini il Lugo Opera Festival conun programma serrato che parte giovedì 2 aprilecon Crime passionnel, con musiche di AstorPiazzolla che si rivela in questa pièce un talentoanche in campo drammaturgico. Nella sua primarappresentazione del 1982 a Parigi, Crime passion-nel fu eseguita con enorme successo. A poco più ditrent’anni di distanza da quella data, Mario Ceiritorna al mondo della canzone francese d’autore eporta per la prima volta in Italia questa rara e pre-ziosa opera con gli arrangiamenti e l’accompagna-mento al pianoforte di Alessandro Sironi e la messain scena di Roberto Recchia.Giovedì 16 aprile l’appuntamento è con Tosca X,

creazione per 14 danzatori di Monica Casadei, sumusiche naturalmente di Giacomo Puccini. Il gior-no dopo sarà la volta di Quando i Beatles mettono ilfrac... con il Trio Lennon, fondato nel 1995 e compo-sto da affermati solisti marchigiani con un repertorioche spazia dal classico al romantico. In questo caso leimmortali melodie del quartetto di Liverpool sonostate elaborate e ripensate da Roberto Molinelli in unastesura diversa dall’originale, di più ampio e sinfonicorespiro, ma che conservano inalterate le caratteristi-che. Domenica 19 ecco The Bass Gang, quartetto dicontrabassisti che spazierà dal classico al rock passan-do da colonne sonore e canzoni napoletane.Mercoledì 22 aprile verranno invece rispolverate

antiche canzoni spagnole (musiche di F. Sor, F. GarciaLorca, E. Granados, J. Rodrigo, M. de Falla) con RuthRosique (soprano) e Francisco Bernieralla chitarra.Infine, prima degli ultimi appuntamenti di maggio,

martedì 28 aprile va in scena Cara ingrata patria conmusiche di Rossini, Donizetti, Bellini e Verdi, conAnnunziata Vestri (mezzosoprano), MariangelaSicilia (soprano), Alessandro Luongo (baritono) eRosetta Cucchi al pianoforte.Spettacoli alle 20.30. Informazioni: 0545 38542 e

www.teatrorossini.it.

Anche Vinicio Caposselaa Forlì con la MadernaA Ravenna Mario Brunello

CLASSICA

Villoresi e Sparagna per i 70 anni della Liberazione

Ravenna Festival, con il patrocinio della Presidenza del Consiglio dei Ministri e in colla-borazione con il Comune di Ravenna e l’Anpi Provinciale, presenta: “25 Aprile sempre!”in scena al teatro Alighieri sabato 25 aprile (ore 21) in occasione dei 70 anni della Libe-razione. Un evento in cui si intrecciano due momenti di spettacolo: la grande attrice Pa-mela Villoresi in una sorta di inno alla libertà dal titolo Io Ho visto e Ambrogio Sparagnacon l’Orchestra Popolare Italiana dell’Auditorium Parco della Musica (nella foto) e il Co-ro Amarcanto, nel concerto “Dalle belle città: canti di popolo dal Risorgimento alla Re-sistenza”. Info e prevendite: 0544 249244 e on line www.ravennafestival.org.

L’EVENTOProsegue al teatro Alighieri di Ravenna (inizio con-

certi ore 20.30) la stagione musicale curata dall’asso-ciazione Angelo Mariani. Il 14 aprile ad allinearsi sulpalcoscenico saranno i componenti dellaFilarmonica Arturo Toscanini, diretta da MarcoDallara con la partecipazione di due artisti di calibrointernazionale: il violinista russo Sergej Krylov, fra lealtre cose vincitore dei concorsi “Stradivari” diCremona e “Kreisler” di Vienna, e il celebre violoncel-lista Mario Brunello, primo artista italiano a vincereil Concorso Ciaikovskij di Mosca nel 1986. Sarannosolisti nel Concerto per violino, violoncello e orchestradi Brahms.Il 20 aprile sarà ospite l’Europa Galante, comples-

so italiano nato nel 1990 con lo scopo di interpretare,su strumenti d’epoca, composizioni del grande reper-torio barocco e classico. Diretto dal suo fondatore, ilviolinista Fabio Biondi, ha ottenuto un grande succes-so fin dalla pubblicazione del suo primo disco, dedica-to a Vivaldi. E proprio a Vivaldi sarà dedicato granparte del programma.Il 28 aprile all’Alighieri si esibirà in recital la piani-

sta Beatrice Rana, che a soli venti anni si è già impo-sta nel panorama musicale internazionale grazie allevittorie dei prestigiosi concorsi pianistici Van Cliburn edi Montreal. A Ravenna eseguirà un’ampia scelta dicomposizioni di Chopin. L’Orchestra Maderna di Forlì sarà protagoni-

sta dei due appuntamenti di aprile (ore 21) dellastagione al teatro Fabbri di Forlì; il 14 aprile condue opere di Mozart (Il Flauto Magico e Sinfonia con-certante per violino e viola) e il Maestro PaoloChiavacci nella doppia veste di violinista e direttoredel Conservatorio Maderna di Cesena; il 29 inscena anche la voce recitante di VinicioCapossela nel Requiem per Animali Immaginari delmaestro Stefano Nanni, nata da una suggestionescaturita da un testo di Borges regalatogli dallo stes-so Capossela.

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MUSICAR&DCULTaprile 2015

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Nell’Ottocento i mentalisti erano maghi che millantavano di essere dotati di poteri paranormali cheandavano in giro per l’Europa con i loro spettacoli in cui leggevano nella mente, prevedevano il futuroed evocavano presenze paranormali. Con l’avvento degli effetti speciali al cinema e dopo cheNietzsche ci ha detto che non solo non esistono i fantasmi, ma che forse nemmeno Dioci osserva più in cielo, il lavoro del mentalista si è fatto più faticoso. Troppo scet-ticismo. È nato quindi negli ultimi trent’anni un nuovo mentalismo cheparte dai meccanismi psicologici che esistono nella realtà. Inganni quo-tidiani nei quali caschiamo senza nemmeno accorgercene. «Spessocrediamo di essere liberi di pensare, mentre le idee che abbiamo civengono indotte da qualcun altro». Da questo ragionamento è par-tito il forlivese Francesco Tesei per il suo spettacolo, Mind Juggler,che lo ha portato sui palcoscenici di tutta Italia conquistando an-che la critica. Ora è al lavoro per un nuovo progetto che sarà in sce-na dal 17 al 21 aprile in anteprima nazionale al Dragoni di Meldo-la. Di nuovo si tratta di uno spettacolo che unisce psicologia e illu-sionismo in una seduzione collettiva. Lo abbiamo intervistato perscoprire in che inganno ci siamo cacciati.Buongiorno Francesco, una prima domanda…«Vuoi chiedermi che cos’è il mentalismo?»Allora è vero che legge nella mente.«Già». Confessi: tutte le interviste le iniziano così…«Esatto. Potrei mettere questa prima ri-

sposta come segreteria del telefono». Faccia finta che sia la prima inter-

vista che fa. Ci rispieghi per l’enne-sima volta cos’è il mentalismo.

«Il mentalismo consiste nell’esplora-re le magie della mente e della comuni-cazione in maniera spettacolare. È l’u-nione di magia, illusionismo e psicolo-gia attuata tramite il coinvolgimentodel pubblico che diventa il vero prota-gonista dello spettacolo. Non è daconfondere con una scienza però, èuno spettacolo». Psicologia e magia, apparen-

temente due tecniche agli anti-podi…

«Sono più simili di quello che sipensi. “La magia si compie dentrola mente degli spettatori” dicevaun illusionista molto famoso.Quando un mago fa sparire unapallina o apparire una colomba inrealtà quella visione c’è solo nellamente dello spettatore, non è rea-le. È un trucco artigianale, maagisce sulla percezione dellamente. Usiamo gli occhi, maguardiamo con la mente».Cosa succede nel suo spet-

tacolo?«Faccio magie psicologiche

per dimostrare quanto siamoprevedibili nelle nostre scelte.Condizionabili. Pensiamo di sce-gliere liberamente anche quandosiamo pilotati».Ad esempio?«Agiamo per associazioni mentali. Fac-

cio pensare a una parola liberamente e poi laindovino. Condiziono il libero arbitrio del pub-blico in maniera subliminale, senza che se ne ac-corga. Così sollevo dubbi senza dare risposte». Leggere nel pensiero è un fatto di psicologia o

è una buon vecchio trucco da mago?«Per leggere il pensiero basta la comunicazione. Ca-

pisco a cosa stai pensando leggendo il linguaggio nonverbale. La postura del corpo, i movimenti del volto, iltono della voce, le pause… è possibile leggere nel pen-siero e lo dimostro».Come ha iniziato a fare magie?«Ho iniziato da bambino. Come dice Raul Cremona

“il mago è un bambino a cui hanno regalato una sca-tola di giochi di prestigio e dopo trenta anni è ancora lì

che ci gioca”. Della magia ti innamori da bambino. Capita a tutti così». E quando è diventato un mago di professione?

«A diciotto anni ho iniziato a lavorare come illusionista sulle navi da crociera». C’era un altro illusionista che lavorava sulle crociere e poi ha fattocarriera…

«Ah ah, già.. Anche lui è diventato mentalista poi… Per altro ho fatto an-che uno spettacolo a Cesano Boscone (dove Silvio Berlusconi ha fatto i servizi

sociali in seguito alla sentenza Mediaset, ndr) recentemente…»Immagino che fosse un pubblico esigente… Torniamo a lei.Come è passato dalla magia da crociere al mentalismo psico-logico?

«Mi sono stancato di fare numeri, quando avevo 35 anni volevouscire da quel tipo di magia un po’ limitante. Ho visto uno spettacolodel mentalista inglese Darren Brown e per me è stata rivelazione. Ilmentalismo anni fa era ancora legato al dissimulare “poteri sopran-naturali” e questo non mi interessava, ma adesso stava prendendopiede un approccio basato sulle parole. Prima di buttarmi sul men-talismo ho iniziato a studiare. Ho seguito un master in PNL Pro-grammazione Neuro Linguistica a Torino basato sulle teorie dellopsicoloco-ipnotista Wilton Erikson. Molti le studiano queste teo-

rie per diventare venditori in sette giorni, a me non piace queltipo di approccio. Sono materie che se studiate in ma-

niera seria fanno capire molti meccanismi della co-municazione».

Come si possono applicare i suoi truc-chi di lettura del pensiero alla vita quo-tidiana?

«Mi scrivono molti giocatori di poker chevorrebbero capire che carte ha in mano l’av-versario, altri vorrebbero applicare la lettu-ra del pensiero nel proprio lavoro o inamore… Ogni persona dice mediamenteventi bugie al giorno. Io smaschero lebugie. Quando uno ci sta mentendosi comporta in maniera diversa daquando dice la verità». Non deve essere facile essere

la fidanzata di un mentalista…«Beh, non funziona proprio con

tutte le bugie…» Il suo spettacolo ha anche

contenuti molto seri, non sidistingue più cosa è psicolo-gia e cosa illusionismo. Vuo-le insinuare dei dubbi nelpubblico su cosa sia larealtà?«Cos’è la realtà? Una cosa og-

gettiva da scoprire o qualcosache si plasma sui nostri pensie-ri? La nostra famiglia, la nostraeducazione diventano i nostriocchiali. Noi scambiamo per larealtà oggettiva quello che noipercepiamo come realtà. Il si-gnificato di ciò che ci circondadipende dal nostro livello di espe-

rienza. Se i miei genitori mi hannosempre detto di non fidarmi degli al-

tri, da adulto questo insegnamento fi-nirà a influenzarmi inconsciamente

nella vita. La realtà si plasma sui nostripensieri. Non esiste “La realtà”».Lei insinua anche che la negatività se-

guita alla crisi sia in parte una magia diillusionismo…«La negatività è un fattore psicologico che

ci fa percepire il mondo in maniera pessimisti-ca. Se continui a pensare come hai semprepensato otterrai solo i risultati che hai sempreottenuto. Cambiando i tuoi piani mentalicambia la tua realtà. La realtà è come unospettacolo di illusionismo, cambia solo chenella realtà non c’è alla fine il mago che tispiega il trucco che ha usato».

Matteo Cavezzali

L’INTERVISTA

«La realtà? Non esiste». Parola di mentalistaIl forlivese Francesco Tesei sul suo lavoro tra magia e psicologia. Anteprima a Meldola del nuovo spettacolo

«È possibile leggere nel pensiero e lo dimostroOgni persona dice mediamente

venti bugie al giorno: io le smascheroMa con la fidanzata

non funziona proprio sempre...»

11TEATRO R&DCULTaprile 2015

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RICERCA

L’APRILE SPERIMENTALE E CONTEMPORANEO DEL DIEGO FABBRIL’aprile contemporeaneo del teatro Fabbri a Forlì inizia venerdì 3 con la La società (foto a sinistra) della Compagnia MusellaMazzarelli che sabato4 e domenica 5 aprile dalle 10 alle 16 alla Fabbrica della candele terrà anche un workshop gratuito. Il 10 aprile è la volta della danza di Animalisenza favola di Simona Bertozzi/Nexus alle 21 (foto centrale), mentre alle 22 una produzione del collettivo cinetico: Francesca Pennini inMiniballetto N°1 (foto a sinistra).

Una due giorni intensa a Ravenna per gli amanti della danza contemporanea chesconfina nel teatro di ricerca. Venerdì 17 aprile alle 21 e in replica sabato 18 alle 19,alle Artificerie Almagià, il gruppo nanou presenta, per la prima volta in città, laversione completa della sua ultima produzione: John Doe. Una collezione di raccontilasciati incompiuti, di sapore carveriano, che si muovono attorno al tema dell’assen-za di identità: “John Doe” è del resto un nome usato solitamente nel gergo giuridicostatunitense per indicare una persona la cui identità è sconosciuta, come nel casodel ritrovamento di un cadavere non identificato.Sabato 18 aprile alle 21 al Teatro Alighieri, invece, MK presenta Robinson, uno

spettacolo che prende spunto dal noto romanzo di Daniel Defoe ma lo restituisceattraverso una coreografia essenziale e quasi algida. Nello spettacolo i cinque dan-zatori si muovono a scatti violenti, quasi meccanici o mossi da fili invisibili (foto).

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TEATROR&DCULTaprile 2015

Il John Doe del gruppo nanoue il Robinson di MK in scena a Ravenna

DANZA/1

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RICERCA

TEATRO

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R&DCULTaprile 2015

LA SOCìETAS IN PALESTRADomenica 19 aprile alle 21 alla palestra Ginnasio Sportivo G. Ambrosini di Forlì sarà inscena Giudizio. Possibilità. Essere. Esercizi di ginnastica su “La morte di Empedocle” diFriedrich Hölderlin, da eseguire in una palestra, di Romeo Castellucci - Societas RaffaelloSanzio, con Chiara Causa, Silvia Costa, Laura Dondoli, Irene Petris.

DOPPIO SPETTACOLO

Doppia serata il 24 aprile al Fabbri di Forlì, con, alle 21,il dramma sonoro Indigenous (foto a sinistra) delgruppo Barokthegreat, e alle 22 Francesca Foscarini eYasmeen Godder in Gut Gift (foto destra)

Il Don Chisciotte di Aterballetto a ForlìDANZA/2

A Rimini 300 allievi dalla Romagna (e dintorni) per “Sosteniamo il talento”

A Rimini prosegue fino ad aprile la stagione della danza.Sabato 11 aprile al teatro Novelli va infatti in scena lo spet-tacolo di e con Serena Cuccaro dal titolo Iperuranico con lapartecipazione di Sandra Urbinati e Marco Baldazzi e per laregia di Angela Drudi. Sempre a Rimini si svolge lo spetta-colo per la raccolta di fondi per borse di Studio a cura diSpazio Corpo, venerdì 24 e sabato 25 aprile al Novelli.Durante le due serate si alterneranno sul palcoscenico piùdi 300 allievi di 13 scuole di danza dalle Province di Rimini,Forlì-Cesena, Ravenna, Pesaro e Ancona. “Sosteniamo ilTalento” è un fondo permanente per borse di studio, dedica-to a giovani in formazione nel campo artistico. Nato nel

2010 ha devoluto dalla sua creazione 14mila euro in dona-zioni a giovani studenti come Giacomo Pini (ora al TrinityLaban Conservatoire of Music and Dance), MatteoMagalotti (studente alla scuola dell’Opera di Vienna), eaccompagnato altri come Matteo Di Loreto (Balletodell’Opera Danese) al professionismo.A Forlì, invece, giovedì 16 aprile al Diego Fabbri salirà sul

palco Aterballetto con il suo Don Q. Don Quixote de laMancha per la coreografia di Eugenio Scigliano, le musichedi Kimmo Pohjonen e repertorio classico spagnolo per unarilettura, nel linguaggio della danza moderna, del grandeclassico della letteratura iberica (nella foto).

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Dal Decameronesecondo Balianiad Arthur Miller

PROSA/1

Le grandi stagioni di prosavolgono al termine un po’ intutti i principali teatri della Ro-magna e si fanno più rari gliappuntamenti da non perderein cartellone. Sicuramente traquesti c’è Decamerone, vizi,virtù, passioni liberamentetratto dal grande classico dellaletteratura italiana di ognitempo, la raccolta di novelleDecamerone di Giovanni Boc-caccio. In scena il volto notissi-mo e molto amato anche dalpubblico del grande schermodi Stefano Accorsi per l’adatta-mento e la regia del grandeMarco Baliani, in scena dal 10al 13 aprile al teatro Alighieridi Ravenna.

A Lugo, in quei giorni, arri-va un classico contemporaneo,il celeberrimo testo di ArthurMiller Morte di un commessoviaggiatore interpretato da unodei nomi di punta della prosaitaliana, Elio de Capitani, in-sieme a Cristina Crippa, al Ros-sini l’11 e il 12 aprile.

A Russi, la scena è di ElenaBucci e Marco Sgrosso dellacompagnia Le belle bandiereche mercoledì 15 aprile porta-no lo spettacolo, che affonta iltema della dittatura, La morte ela fanciulla di Ariel Dorfmancon Elena Bucci, Marco Sgros-so, Maurizio Cardillo alle20.45 al teatro comunale.

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Silvio Orlando riporta La scuoladi Starnone al Bonci di Cesena

PROSA/2

Al Bonci di Cesena, Silvio Orlando è protagonsita del-la commedia La scuola, sempre attuale per raccontare,con la regia di Daniele Lucchetti, il mondo appunto di

una scuola media superiore tra iro-nia e comicità ma con uno sguardocritico che impone allo spettatoreuna riflessione profonda. L’autoredel testo è infatti Domenico Starno-ne, pluripremiato scrittore e inse-gnante che per Feltrinelli ormai ol-tre vent’anni fa pubblicò alcuni vo-lumi, il più celebre intitolato Ex cat-tedra, sul mondo della scuola. Libriincisivi a tratti esilaranti, da cui so-no stati realizzati film e spettacoliteatrali. E che, soprattutto, sonoancora attualissimi. In scena damartedì 21 al 24 aprile.

Elena Bucci e MarcoSgrosso nel loro celebreAntigone. Saranno inscena a Russi ad aprile conil nuovo lavoro La morte ela fanciulla

Stefano Accorsi inscena all’Alighierinel Decamerone diBaliani

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TEATROR&DCULTaprile 2015

CRISTICCHI CANTAE RACCONTALA SECONDA GUERRA

Domenica 26 aprile alle21 al teatro Moderno diSavignano sul Rubicone,andrà in scena Miononno è morto in guerra Voci, canzoni e memoriedella seconda guerramondiale di e conSimone Cristicchi, con icontributi concessidall’associazionenazionale Vittime Civilidi Guerra. Unospettacolo di memorie,canzoni evideoproiezioni,aneddoti.

SAVIGNANO

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di Albert Bucci *

La nuova edizione di “Per Non Morire di Televisione” – rassegna del documenta-rio d'autore, in programma al PalaCinema di Ravenna nell’ultimo week end dimarzo ma anche il 10-11 aprile – non è solo un'opportunità imperdibile per potervedere in sala film di grande valore e di difficile reperibilità, ma offre anche lo spun-to per riflettere su un genere, il documentario, sul quale esistono confusi preconcet-ti e false opinioni.Si tende intanto ad associare il documentario al giornalismo e alla televisione: ma

solo perché si confonde il documentario con il reportage o servizio giornalistico tele-visivo. E invece il documentario nasce insieme al cinema. La prima dimostrazione pub-

blica dei fratelli Lumière è una sequenza documentaria: un treno alla stazione fer-roviaria. Il cinema nasce dunque per rappresentare la realtà, nasce già documenta-rio. Ed è solo dopo che Méliès inventa il cinema di finzione: che rappresenta narra-zioni e filma il proprio immaginario. Il cinema quindi vive fin dalla sua nascitàimmerso in questa relazione tra realtà e narrazione, creando i suoi due generi fon-damentali documentario e fiction. I due generi non sono mai rimasti distinti, ma si sono mescolati e contaminati a

più livelli. Nel cinema narrativo, spesso si usa l'artificio del finto documentario (pro-totipo è Zelig di Woody Allen); nel cinema documentario, sempre più si voglionocogliere le storie raccontabili a partire dalla realtà. Nella rassegna al Palacinema, solo per citare alcuni titoli, ci sono documentari

come Qui di Daniele Gaglianone, che racconta senza pregiudizi il primo movimentono Tav in Val di Susa; The Internet’s Own Boy, la storia dell'attivista Aaron Swartz;oppure Le Maratone di Peter di Giovanni Visentin, dedicato al regista teatrale PeterStein; e soprattutto il film di chiusura, il primo rockumnetary Gimme Shelter del1970, sul tour americano dei Rolling Stones dell'anno precedente, opera di AlbertMaysles, uno dei grandi maestri del documentario, scomparso di recente. Maysles fugrande esponente del Direct Cinema degli anni '60, e meglio di tutti seppe descrive-re con chiarezza il ruolo artistico e sociale del documentarista nelle pulsioni soloapparentemente contrapposte tra narrazione e realtà: «Come documentarista, seiun osservatore, un autore, ma non un regista. Sei un esploratore e uno scopritore,non un controllore del set... Fare un film non è trovare la risposta a una domanda.È cercare di catturare la vita così come è... Quello che un documentario può magni-ficamente fare è di insegnarci che cosa è il mondo vero. Se non c'è la verità non c'èvera conoscenza».

* Albert Bucci (Ravenna, 1968) è direttore artistico del Ravenna Nightmare. È statodocente di Sce neg giatura e Tecniche della Narra zione presso la Università Iulm di Milano,e produttore esecutivo di spot pubblicitari televisivi. Possiede anche una laurea in FisicaTeorica. Il suo vero nome è Alberto, ma in effetti è meglio noto come Albert.

CONTROCINEMA

Il primo film? Un documentario. Dei fratelli LumièreNel rapporto tra realtà e finzione l’origine stessa della settima arte. Ad aprile la seconda parte di una rassegna

Prosegue in tutta la Regione la proiezioni dei documentari selezionati per la nona edizione delDoc in tour, la rassegna di documentari itineranti curata da Regione Emilia-Romagna, Fice Emilia-Romagna, D.E-R – Documentaristi Emilia-Romagna e Fondazione Cineteca di Bologna progettoFronte del Pubblico. Sul grande schermo venti documentari selezionati tra opere di autori o case diproduzione emiliano-romagnole, o con temi che riguardano la regione. «Doc in Tour – spiegano gliorganizzatori – è parte di un progetto che vede la Regione impegnata ad attrarre sul territorio tuttele fasi della filiera: dal processo creativo fino alla distribuzione in sala, passando per la produzionecinematografica».Tra le programmazioni più articolate e lunghe quella del Cinema Tiberio a Rimini dove si comin-

cia il 9 aprile e si prosegue fino a fine maggio (proiezioni gratuite tutte alle 21). Tra le prime date inprogramma giovedì 9 aprile, Francesco Guiccini. La mia Thule di Nene Grignaffini, FrancescoConversano (il 7 aprile sarà invece al Supercinema di Santarcangelo e il 27 invece al San Biagio diCesena); giovedì 16 aprile Il futuro è troppo grande di Giusy Buccheri, Michele Citoni; giovedì 23 apri-le, Kevin, will, will my people find peace? di Elisa Mereghetti, Eco de femmes di CarlottaPiccinini e Mulheres di Elisa Bucchi, Nicola Bogo; giovedì 30 aprile 2015 Vite in centro di NicolaZambelli, Fabio Ferrero, Andrea Paco Mariani. Al Supercinema di Santarcangelo invee il 14 aprile (alle 21) sarà proiettato Paese mio di

Riccardo Marchesini, il 21 aprile Italianiveri di Di Marco Raffaini e Giuni Ligabuee il 28 aprile Questa non è un’esercita-zione. Al San Biagio di Cesena il 13 aprile ci

sarà L’altro Fellini di Roberto Naccarie Stefano Bisulli (il 17 aprile sarà invecealla Cineteca di Rimini) e il 20 aprile Ilcielo capovolto: 7 giugno 1964, loscudetto del Bologna di Paolo Muran (il24 aprile anche alla Cineteca di Rimini).A Forlì al Saffi D’Essai il 20 aprile ci

sarà la tripla proiezione di La beautéc’est la tete, Mulheres e Eco des fem-mes mentre il 27 aprile si potrannovedere STiplife e Stolica/Sedia. La pro-grammazione proseguirà poi fino a finemaggio in altre varie sale delle tre pro-vince romagnole.

15CINEMA R&DCULTaprile 2015

Doc in tour: venti pellicole per valorizzarel’Emilia-Romagna sul grande schermo

RASSEGNA

FrancescoGuccini checanta©FrancescoConversano

A sinistraun’immagine daThe Internet’s OwnBoy, a destraun’immagine diGimme Shelter

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L’AUTORE

di Federica Angelini

Riusciamo a contattare MarcoMissiroli tra una presentazione e l’al-tra, per una chiacchierata sul suoultimo libro, Atti osceni in luogo priva-to, pubblicato da Feltrinelli da pochesettimane e che è già diventato il casoletterario del momento. Riminesed’origine, Missiroli, classe 1981, è alsuo quarto romanzo, dopo Il sensodell’elefante, Il buio addosso e Bianco,tutti editi da Guanda. Ma il successosta arrivando con quest’ultimo libro,di cui hanno parlato bene nomicome Emmanuel Carrère e RobertoSaviano, che è stato recensito datutte le principali testate e che svettanella classifica dei libri più venduti. Mentre scrivevi il libro avevi

immaginato una simile reazioneal momento della pubblicazione?

«No, ho fatto un libro per unavolta libero, scritto come volevo,come sono nella vita comune, usan-do il mio codice sentimentale. Mentrelo scrivevo non sapevo nemmeno sepubblicarlo proprio perché era moltointimo. Poi, quando l’ho finito, hodeciso di farlo leggere. E alla fine misono detto: va bene lo pubblico». Dunque questo successo,

come si dice, di pubblico e di cri-tica, ti ha stupito?

«Beh, non è un successo da mare-moto, ma è di certo un passo in avan-ti grosso. Ed è soprattutto un segnalebellissimo, che dimostra come i letto-ri hanno voglia di cose nuove, spon-tanee. Il mercato editoriale non èmorto».Possiamo definire il libro una

sorta di educazione sentimenta-le e sessuale?

«È un libro sentimentale di unragazzo dai 12 ai 36 anni attraversoil sesso e la letteratura, da un puntodi vista maschile». Eppure è un libro che è piaciu-

to moltissimo a tante donne...«Sì, piace soprattutto alle donne. Il

libro ha due chiavi di lettura, mostracome gli uomini pensano alle donnee dà alle donne la possibilità di capirecome cambiare un uomo».Un uomo si può cambiare?«Certo, la donna è maieutica per

l’uomo. Ne può tirare fuori il bello o ilbrutto, ma comunque tira fuori qual-cosa».Tra i personaggi che svettano

indiscutibilmente nella storia cisono il padre e forse ancora dipiù la madre di Libero, il protago-nista.

«Sì, sono complementari. Lamadre è quella della ferita primor-diale ma che poi guarisce quellaferita e dà un senso al nome diLibero. Lei è una donna libera e allafine le perdoni tutto proprio per lasua libertà. Il padre non può quin-di che essere a tratti invisibile, ma ècomunque sempre presente, naif efunambolico. E per Libero i due

«Sogno che il mio romanzo diventi un amuleto»Il riminese Marco Missiroli sul suo ultimo libro Atti osceni in luogo privato, caso editoriale del momento

comportava effettivamente unrischio altissimo di sbracamento.Per questo ho scelto una linguache non definirei controllata, mamisurata. In questo modo il libro silegge velocemente, ma arriva inprofondità».È stata quindi una scelta fatta

a priori?«In realtà la scrittura, quella scrit-

tura, mi è venuta in modo sponta-neo. A scrivere il libro ci ho messo 21giorni appena. Anche se poi ho con-tinuato a lavorarci per due anni». I libri accompagnano l’educa-

zione di Libero. A cosa serve laletteratura e speri in qualchemodo che il tuo libro possadiventare in futuro un libro perun ragazzino che cresce?

«Lo spererei tanto, spero che possadiventare una specie di amuleto cheli faccia sentire meno soli. L’età daitredici ai vent’anni per me è stata dif-ficile, ero timido e invisibile alleragazze».Come hai scelto i testi che

accompagnano Libero? Hai do -vuto escluderne alcuni per ra -gioni di coerenza narrativa, vistoche Libero compie dodici annipiù o meno nell’anno in cui tunascevi?

«Sì, tantissimi, penso a Carver peresempio, che cito appena, ma anchead Ammaniti per certi versi. Ma èanche vero che tutti i libri che com-paiono nel romanzo sono stati volu-mi della mia formazione, la solitudi-ne per il Deserto dei Tartari, il riscattoper il Commesso, sono tutti veriagganci emotivi e non solo un confi-ne culturale»Libero compie dodici anni nel-

l’anno in cui muore Sartre.Perché scegliere quel periodostorico? E perché Parigi?

«Parigi è la mia città d’elezione,insieme a New York. Ho scelto quelperiodo perché era un momento cul-turalmente fervido e dove si potevaancora avere gradualità e lentezza,non c’era la velocità di adesso».E oggi, quindi, com’è l’adole-

scenza dei ragazzi?«È completamente bruciata da

social e da telefonini. È tutto velo-cizzato, sicuramente è molto di -ver so, sono cambiati i tempi dicre scita e di sviluppo, anche alivello sentimentale». Libero cresce a Parigi, tu inve-

ce sei cresciuto a Rimini, in unacittà di provincia, quanto puòcambiare questo nell’educazio-ne sentimentale di un ragazzo?.

«In realtà Rimini è una grandecittà. A Rimini si cresce d’estate,quando di abitanti ne fa un milio-ne, mentre d’inverno si va in letar-go. E se sei timido, non hai dimesti-chezza con il rapporto tra i corpi,rischi di crescere molto insicuro.Ecco, credo che la letteratura servaa dare sicurezza».

«Il successo? Non me

l’aspettavo, ma credo sia unbuon segnale per l’editoria:

i lettori ci sono ehanno voglia di cose nuove,spontanee»

«È la storia di un’educazione sentimentale ed emotiva

che piace anche alle donne perchémostra loro come possono

cambiare un uomo»sono sempre insieme».Mentre la bibliotecaria, la

donna più matura, l’amica checonsiglia e consola, che donnarappresenta?

«È l’utero, colei che ha la funzionedi rimettere al mondo gli altri.Quando la famiglia tradisce, le donnetradiscono, c’è lei che ricostruisce. Leiè il vero femminile».Il libro è un’educazione senti-

mentale, ma parla tanto di sesso.C’era un timore nell’affrontarequesto tema di fatto poi non cosìfrequente fuori dai libri di gene-re? Nel romanzo citi la Duras...

«Assolutamente sì. C’era la pauradi rompere anche quel politically cor-rect sulla sessualità che aveva carat-terizzato i miei libri precedenti. Ma misono detto che dovevo trovare ilcoraggio di farlo e di farlo adesso».Lo hai scritto con una lingua

molto precisa, con frasi pulitesenza mai una sbavatura, puraffrontando argomenti che pote-vano giustificare una scritturamagari più impulsiva e menocontrollata.

«Scrivere in prima persona e ditemi come il sentimento e il sesso

Atti osceni che non voglionoscandalizzare

IL LIBRO

Lanciato verso il successo da nomi come Roberto Saviano edEmmanuel Carrère, il romagnolo Marco Missiroli è il caso lettera-rio del momento con il suo Atti osceni in luogo privato(Feltrinelli). In copertina la “Holy Cross (in hoc signo vince)” diErwin Blumenfeld a dire già molto del libro. Il romanzo parla infat-ti di sesso e di corpi, ma anche di letteratura, di vita raccontata erappresentata di rapporto tra letture e vissuto. La storia è quella di

Libero Marsell, raccontata inprima persona, e della sua for-mazione sentimentale e ses-suale dai dodici anni finoall’età adulta. Il libro è scandi-to in parti che suddividono levarie fasi della sua vita dall’in-fanzia, l’adolescenza, la giovi-nezza, la maturità, l’adultità.Filo conduttore è l’elementosessuale come elemento vitalee quasi esistenziale, e la volga-rità viene evitata con una curaanche perché non c’è alcunaintenzione di turbare o stupireo scandalizzare. È una storiaanche famigliare, di ricompo-sizione, di affetti. Tra i perso-naggi che emergono con piùforza e che più sfuggono qual-siasi rischio di cliché, pur nel-l’apparente banalità della lorovicenda sentimentale, sonoquelli della madre e del padre,sia nel rapporto tra loro, sia inquello con il figlio, che fa da fil-tro rispetto al lettore lascian-

dogli lo spazio per riempire i vuoti sapientemente disseminati da unpunto di vista tanto coinvolto. Infine, ci sono due città che dannoforma alla vita dei personaggi che ne modificano percezioni e sen-sazioni, Parigi e Milano, a volte con immagini un po’ cartolinesche,forse, a tratti invece coinvolgenti come veri e propri luoghi dell’ani-ma del protagonista. (fe. an.)

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16 LIBRI

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A dieci anni dalla morte, Rimini dedicaun’intera rassegna al grande poeta dialetta-le santarcangiolese, Raffaello Baldini, dal ti-tolo Baldiniana 2015. Con un approccio col-to e popolare allo stesso tempo, si susseguo-no mostre e incontri con attori, registi e stu-diosi del teatro contemporaneo a confrontosulla lingua teatrale di Baldini (Baldini ateatro, 18 aprile), fino alla presentazionedell’ultimo libro a lui dedicato, in tandemcon Franco Loi, da uno dei maggiori studiosiitaliani della poesia contemporanea in dia-letto, Manuel Cohen (23 aprile), dal titoloBaldini per me (per noi, per tutti). La rassegnasi chiude al Teatro degli Atti con il recital IlBaldini degli altri (mercoledì 29 aprile), testi-monianza viva della proliferazione baldinia-na, cui parteciperanno i nuovi poeti in dia-letto e gli sperimentati attori provenienti datutta la Romagna. Infine, due documentarida vedere sui poeti romagnoli sono in pro-gramma alla Cineteca comunale: Santarcan-gelo di Romagna. il paese dei poeti di Simonet-ta Nicolini e Romagna terra dei poeti di EddiBisulli (10 aprile).

LIBRI

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AGENDA

Ecco i big della letteraturaDa Mari a Tobagi, gli appuntamenti da non perdere con gli autori

Fitto il calendario di incontri con gli autoridi aprile. Si comincia a Ravenna dove l’1 alCaffé letterario di via Diaz, per la rassegna “Iltempo ritrovato”, sarà ospite il filosofoErmanno Bencivenga con il suo La filosofiain sessantadue favole (Mondadori), mentre il 15aprile, sarà la volta di Stefano Petrocchi,direttore del Premio Strega, con il suo La polve-riera, sempre alle 18. Alla bibiliotecaClassense ci sarà invece Paola Mastrocolal'11 aprile alle 17.30. stesso orario per MarcoMalvaldi il 16 aprile che sarà anche allaMalatestiana di Cesena il 17 aprile alle 20.30.Tornando a Ravenna, ma alla bilioteca Orianialle 17, sarà la volta di Benedetta Tobagi, il29 aprile. A Rimini invece l’appuntamento è alla

Gambalunga con Michele Mari il 13 alle 18intervistato da Emiliano Visconti che sem-pre nella biblioteca riminese presenterà ancheil suo libro il 19 aprile Je so pazz'. ASantarcangelo, due gli appuntamenti inbiblioteca: Fabio Geda, autore di Se la vita chesalvi è la tua (Einaudi) il 19 aprile alle 18 eLaura Pariani il 23 alle 21, mentre il 22 alle21 sarà a Lugo, all’Ala d’oro per il Caffé lette-rario sempre con il suo ultimo libro Questoviaggio chiamavamo amore dedicato a DinoCampana. Tra gli appuntamenti di aprile diquesta ricca e longeva rassegna anchePierluigi Panza, autore per Bompiani deL’inventore della dimenticanza il 10 aprile elunedì 13 Giuseppe Antonelli con Comunqueanche Leopardi diceva le parolacce. A Faenza ilcircolo Prometeo dedica gli incontri del mesedi aprile alla Resistenza, mentre al Mic, sabato11 aprile alle 16,30 l’ospite letteraria saràCinzia Leone, attrice a autrice anche di nar-rativa, per Bompiani ha firmato Cellophane.

A 10 anni dalla morte, Riminicelebra il grande poetadel dialetto: Raffaello Baldini

POESIA

A PENNABILLI SI CELEBRA LA MATEMATICA IPAZIA

Il Museo del Calcolo Mateureka di Pennabilli, a Rimini, ricordacon una mostra la scienziata Ipazia di Alessandria a 1.600 annidalla sua morte; donna eccezionale, conosciuta e studiatacome filosofa, ma anche valente astronoma e prima donnamatematica di cui si hanno ragionevoli informazionidocumentate. La mostra inaugura il 4 aprile (e resterà apertafino al 30 agosto) con i seguenti orari di visita: sabato edomenica 10-12.30 e 15-18.

LA MOSTRA

Michele Mari

Marco Malvaldi

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LIBRIR&DCULTaprile 2015

L’ANTEPRIMA

Un mio antenato delle caverne: Uhr BalduhrRingraziamo Eraldo Baldini per

averci dato la possibilità di antici-pare qui uno dei suoi settantasetteracconti che compongono il volumein uscita l’8 aprile per Fernandeldal titolo Tra l’Adriatico e ilWest.

Una volta, facendo scaviintorno a casa per adeguare ilcollegamento delle fogne, abbia-mo scoperto che sotto c’è unacavità, un’antica grotta che fuabitata nella preistoria. Lì civiveva un mio lontanissimoantenato, il primo di cui siarimasta memoria: Uhr Balduhr. Come faccio a saperlo? Perché

Uhr Balduhr inventò una prima,rudimentale forma di scrittura,con la quale ricoprì tutta lasuperficie interna della grotta.Segni a migliaia, con cui ha rac-contato la propria vita e la pro-pria storia. Non è stato faciledecifrare quella scrittura, peròcon l’ausilio di alcuni esperti cel’ho fatta.Uhr Balduhr era ritenuto un

visionario con la testa tra lenuvole, uno che perdeva tempoa fare cose insensate e inutili.Un protocretino, insomma. Lasua invenzione della scritturanon venne capita né apprezzata,e risulta che spesso sua moglie etutti gli altri componenti dellafamiglia lo suonassero a colpi diclava perché ritenevano cherovinasse le pareti della dimoraa forza di incidervi segni. Suamoglie (in realtà la sua seconda

moglie, per questo chiamata Bis;di cognome faceva Bethica) silamentava di continuo, ma Uhrsecondo me era un genio, trop-po avanti per i suoi tempi. Come tutti i geni aveva qual-

che difetto, ad esempio quello diraccontare balle colossali. Lepoche volte che andava a cac-cia, al ritorno s’inventava diavere ucciso animali ferocissimied enormi, così grandi che nonera riuscito a portarli alla caver-na. Insomma, tornava sempre amani vuote. Solo una volta riu-scì a portare a casa una tigre daidenti a sciabola (l’aveva trovatasvenuta in un crepaccio, anchese narrò di averla neutralizzataa mani nude), ma la bestia dopoun paio d’ore si riprese e divorònell’ordine: la zia Prima Tiva, ilnonno Troglo Dith e la cuginaNea N. der Thal (che probabil-mente, come si può dedurre dalnome, derivava da una nobilefamiglia preistorica di stirpegermanica). Gli altri riuscironoa fuggire e in quell’occasione,spinti dalla necessità di svignar-sela in fretta, conquistarono

Un racconto inedito dalla nuova raccolta di Eraldo Baldini, in uscita l’8 aprile

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LIBRI

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TRA L’ADRIATICO E IL WEST,77 RACCONTI DA RIDERE

Esce l’8 aprile, per l’editore Fernandel, una raccolta di settantasette rac-conti comici, brillanti, dissacranti a firma dello scrittore ravennate EraldoBaldini, noto al grande pubblico, italiano e non solo, per i suoi roman-zi e racconti tra noir e “gotico e rurale” e per la sua produzione saggi-stica in veste di antropologo e conoscitore della Romagna. Qui, nellaraccolta chiamata “Tra l’Adriatico e il West” la cifra stilistica che rivelal’autore è piuttosto quella dell’ironia (che i suoi lettori hanno già avutomodo di scoprire e apprezzare nel romanzo L’uomo nero e la biciclettablu), dello humor talvolta caustico a narrare vicende di pura fantasia oche prendendo spunto da un fatto reale, magari di cronaca, che diven-tano occasione per una sorta di divertissement. Tra le prime presenta-zioni, quella alla Feltrinelli di Ravenna giovedì 23 aprile alle 18.

IL LIBRO

Wu Ming 1 parla di Prima guerra mondiale

Sabato 11 aprile, al Ridotto del Teatro Fabbri di Forlì (via dal-l'Aste 10) alle 18, per il ciclo Palinsesti (VIII edizione), si tienel’incontro sulla Grande Guerra con Wu Ming 1, con anticipa-zioni sul prossimo progetto narrativo del collettivo di scritto-ri Wu Ming. Info: 0543 712819.

FORLÌ

Valerio Evangelisti e Il sol dell’avvenire

Giovedì 16 aprile, alle 21, torna al Mama’s club di Ravenna (via San Ma-ma) lo scrittore Valerio Evangelisti per presentare il romanzo storico-so-ciale-politico ambientato tra Romagna e Bologna Il sol dell’avvenire,secondo tomo, quello intitolato Chi ha il ferro ha il pane (Mondadori).Accompagneranno la serata le musiche di Gigi Tartaull.

RAVENNA

minava sempre a piedi nudi,cosa che gli aveva provocatoil formarsi di grossi calli eduroni nei piedi e nei calca-gni. Questi ispessimenti glicausavano prurito, e unavolta cominciò a grattarselifuriosamente con unbastoncino di legno. Grattae sfrega, sfrega e gratta, ilbastoncino prima cominciòa puzzare di bruciato (comepure i duroni di Uhr), poi siaccese. Gli altri corsero araccogliere il tizzone e riu-scirono a conservare ilfuoco, facendo fare all’uma-nità un grosso balzo inavanti. Nessuno però si inte-ressò del povero Uhr, a cuibruciò la gamba fino alginocchio, così che per il

resto della vita rimase sciancato.Da allora arrancò appoggiandosia un ramo d’albero tagliato a suamisura. Inventò così la stampella.Uhr sulle pareti della grotta

faceva anche disegni, che lamoglie, trovandoli orrendi,cercò sempre di cancellare. Conun sistema a base di luce raden-te al laser siamo riusciti a farliriemergere, scoprendo che ilmio antenato aveva dipinto cosemolto simili alla Gioconda, aGuernica di Picasso e a un qua-dro di Bosch. La sua ultimacreazione, appena abbozzata difretta, fatta quando si accorseche nella grotta, in cui si trova-va in quel momento da solo, eraentrata un’altra tigre dai denti asciabola (riuscì a darne notiziapoco prima di essere divorato), èmolto simile a un altro quadrofamoso: l’urlo di Munch. Iocredo che fosse davvero ungrande, Uhr Balduhr.

definitivamente la posizioneeretta. Poi la tigre morì di indi-gestione e i miei antenati super-stiti poterono rientrare nellacaverna. Ma il vero motivo per cui Uhr

Balduhr dovrebbe passare allastoria è che scoprì il fuoco. Oranon è che gli altri non lo cono-scessero, perché ogni tanto unfulmine incendiava la foresta,ma nessuno sapeva comeaccenderlo. Un vicino dei mieiantenati, Men Thecat, ci avevaprovato in tutti i modi, finchéuna volta, al sopraggiungere diun temporale, si era arrampica-to su un albero tutto avvolto infasci di paglia secca; idea nonmalvagia, perché al primo ful-mine la paglia si era incendiatadavvero, ma Men Thecat nonaveva calcolato bene i tempidella faccenda: a scendere dal-l’albero togliendosi nel frattem-po la paglia accesa di dosso glisarebbero occorsi tre minuti,ma il fuoco aveva divorato lui, la

paglia e l’intero albero in tresecondi. Perlomeno, comunque,aveva inventato la cremazione.Uhr Balduhr (come tutti gli

altri, perché non erano ancorastate inventate le scarpe) cam-

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LA RECENSIONE

Quel Belpaese da inventareAl Mar in mostra la frammentarietà dell’Italia all’indomani dell’unità fino ai primi del ‘900

di Serena Simoni

Pare che la celebre frase «Abbiamofatto l’Italia, ora dobbiamo fare gliItaliani» non sia mai stata pronun-ciata da Massimo D’Azeglio - scritto-re, uomo politico e patriota in primalinea nelle lotte risorgimentali - checon una certa diffidenza aveva vistosorgere l’unità italiana. La distanzacritica del Primo Ministro del Regnosabaudo si basava sulla consapevo-lezza delle enormi differenze dei variregni preunitari, riuniti forzosamen-te sotto l’egida piemontese. Comealtri intellettuali dell’epoca, egliavrebbe preferito una confederazionee a giudicare dalla realtà sociale epolitica del tempo, le sue ragioni nonerano così avventurose. Il giornodopo alla proclamazione del Regnod’Italia, il paese aveva una stragran-de maggioranza di analfabeti cheparlavano dialetti diversi e vivevanoin un paese profondamente agricolo,povero di risorse e di materie prime,quasi sfornito di strade e ferrovie. Nel1861 l’utopia dell’identità nazionalegareggiava con una realtà parcelliz-zata e centrifuga.La nascita del Belpaese fu quindi

un’invenzione a tavolino che si trovòa dover rielaborare in fretta simbolisemplici e stabilizzanti, in grado dispingere un popolo straniero a sestesso a sentirsi “uno”. Sugli sforzi diripensare una nazione inesistente econquistata a fatica indaga la mostra

vedute fantastiche dal chiaroimpianto romantico. La sua Vedutadei principali monumenti d’Italia(1858) sembra una dichiarazioneprogrammatica dell’importanza delpatrimonio culturale italiano in fun-zione unitaria. Sprovvista di elemen-ti comuni sul piano reale, l’idea Italiaviene mediata attraverso la visionetradizionale del Grand Tour che dadue secoli garantiva continue migra-zioni di stranieri al di qua delle Alpi. Ilmare, il pino marittimo simbolo dellaveduta di Napoli, la serie dei piùimportanti monumenti artistici ita-liani ai bordi di una baia, la catenamontuosa che unisce le montagnedel Cadore al Vesuvio, forniscono unbaedeker visivo per gli italiani appe-na nati.Altrettanto importante diventa la

cronaca risorgimentale organizzataattorno alle quasi mitiche figure di

A sinistra: pittore italianodel XIX sec, la vivandiera,Roma, Colelzione Apolloni

Van Elven Petrus HenricusTheodor Tetar, Vedutafantastica dei principalimonumenti d Italia, 1858,Genova, Galleria d artemoderna

recentemente aperta al Mar, aRavenna, che sceglie numerosi taglitematici quasi a riproporre la fram-mentarietà che perdura in modo evi-dente nel Belpaese dall’unità finoalmeno agli inizi del ‘900 e si attenuain procinto della prima Guerra mon-diale, quando il grande bagno di san-gue cementò nel nazionalismo l’ideadello Stato.La prima sezione della mostra

curata da Claudio Spadoni si aprecon un grande dipinto dell’olandeseTetar Van Elven, pittore di fiducia delsovrano sabaudo, specializzato in

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20 ARTE

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ARTE

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Garibaldi e dei suoi uomini nell’asse-dio di Roma o ai bersaglieri alla presadi Porta Pia. La volontà nel registraregli eventi quasi in contemporanea diCammarano, Lega e Buonamici siprolungano verso fine secolo nellevedute eroiche di VittorioGuaccimanni o nella creazione dimitologie quotidiane, come nellavivandiera orgogliosamente vestitadel tricolore.Se per ricordare l’epopea risorgi-

mentale si ondeggia fra un realismoscelto in funzione didascalica e l’idea-lizzazione figurativa tratta dalla tra-dizione classicista, nei decenni suc-cessivi si riprende la funzione dellaguida turistica organizzata dalle Alpial mare, passando attraverso le gran-di città italiane. A ciascuno il suo: ilpaesaggio del Piccio fissa le prealpi

lombarde nel fremito dell’interpreta-zione romantica mentre Previatiindaga le cime dell’arco alpino utiliz-zando le sperimentazioni delDivisionismo. È un’Italia varia e agri-cola, selvatica e povera, che entra nelvivo del paesaggio nostrano con duebellissime vedute del Borgo di PortaAdriana e della pineta di Ravennaeseguite rispettivamente daTelemaco Signorini (1875) e LuigiBertelli (1890).In questa sezione vale la pena

segnalare quello che a buon titolopuò essere definito una piacevolescoperta: a dispetto dell’attenzionedel pubblico ricevuta in vita, il nomedi Ippolito Caffi è stato riconsideratosolo negli ultimi decenni grazie allarivalutazione di un colorismo raffi-nato, oscillante fra veduta romantica

e luminismo realista, applicato allavedute di Venezia, Genova e Roma enelle descrizioni di celebrazioni uffi-ciali o di feste popolari.Seguono in mostra le sezioni dei

riti e dei costumi sociali, dei ritratti difamiglia, della vita nei campi: si trattadi opere che faticano a ricomporre unquadro unitario sia perché - come sidiceva - ancora inesistente, sia perchéfrutto di proiezioni ideali o sempliceaccademismo. Passiamo così dall’inti-mità borghese di una lezione di pianodel toscano Cecioni alle scenette digenere di gusto neosettecentesco diMosé Bianchi, dal neoromanticismoscapigliato dei ragazzetti di TranquilloCremona al documentarismo velocedei riti popolari di Michetti. Qualchevolta traspare una modernità attentaalle novità linguistiche d’Oltralpe,

come nella fredda passeggiata di bor-ghesi di Bonzagni (1910) che ripren-de il cromatismo furioso dei Fauves eDie Brücke, senza dimenticare lesagome indifferenti di Munch. Di con-trasto, la documentazione fotograficaesposta appare un po’ più vera, un po’meno ideale: in essa compaiono

anche alcune donne che però - a diffe-renza di quanto viene presentato inmolti dipinti, dove appaiono comesoggetto preferito - non leggono, nonscrivono, non meditano sugli scogli diSorrento. Sono spesso lavoratriciavvolte da grandi fazzolettoni, gineceiattorno al capofamiglia o madri chegiocano con i bambini in mezzo adaltre donne. La guerra in arrivo - esal-tata dagli avanguardisti in mostra - leporterà fuori dalle case, nei posti dilavoro in città e finalmente nella sto-ria.

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L’idea Italia vieneinizialmente mediata

attraverso la visione delGrand Tour e dalla cronaca

risorgimentale

Aroldo Bonzagni,Mondanità, 1910,courtesy Galleriad'Arte Montrasio,Milano

Ippolito Caffi,Fine della festa deimoccoletti al Corsoallíaltezza di S.Marcello, Roma,Collezione Apolloni

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Volete andare a studiare all’estero,ma sentirvi a casa? Beh, c’è UnirsmDesign dell’Università degli Studi dellaRepubblica di San Marino. Parte pro-prio dal piccolo stato situato nellanostra regione questa indagine sulleopportunità formative in Romagnalegate all’ambito creativo. Il Corso dilaurea triennale in Design è nato dadieci anni, seguendo un trend che havisto moltiplicarsi le scuole che propon-gono un percorso che storicamente ènato al Politecnico di Milano, ma cheha da sempre alcune declinazioni negliIsia come nell'esperienza faentina,incentrata sulla ceramica. Difficiledistricarsi tra corsi universitari, pubbli-ci e privati, che sotto la stessa etichettanascondono in realtà identità piuttostodifferenti. Abbiamo chiesto aiuto alOmar Vulpinari che insegna sin dallafondazione a San Marino.

Che cosa si impara nei Corsi dilaurea in Design?

«Il corso di laurea triennale inDesign propone un percorso trasversaletra Design di Prodotto e Design dellaComunicazione Visiva e Multimedialeche al terzo anno prevede una scelta aseconda del proprio orientamento. Nelnostro corso di laurea magistrale inDesign, attivo dal 2012 si può invecescegliere tra Motion Graphic Designoppure Interaction Design. I laureatipossono trovare impiego nella liberaprofessione, in aziende, in agenzie estudi e in tutte le realtà in cui sonorichieste competenze interdisciplinaritra product, visual e interaction design,come negli ambiti del cinema, televisio-ne, editoria multimediale, industria cul-turale e nelle imprese ad alto contenutotecnologico. Il titolo magistrale permet-te anche di intraprendere la carrieraaccademica. Bisogna ricordare che ilprogetto formativo è nato in partner-ship con lo Iuav di Venezia e, anche seora i Corsi di laurea camminano con leproprie gambe, lo Iuav certifica e garan-tisce l'equipollenza con il titolo accade-mico italiano».

Certo, non dimentichiamoci chesiamo all’estero. E come si sta inquesto estero così vicino? Cosatrova uno studente che in qualchemodo contraddistingue l’esperien-za di studi?

«Innanzitutto la qualità del rapportodocente/studente, che è continuo ediretto e fatto da insegnanti giovani,brillanti e di fama internazionale. SanMarino si può permettere, vista la gio-vane età, di selezionare docenti chenascono nella professione e che hannolo sguardo sul futuro. Così il Corso didesign a indirizzo comunicazione è par-ticolarmente rivolto alla comunicazio-ne ad alto contenuto tecnologico, e ildesign di prodotto ha una particolareattenzione per l’interattività, che oggi èmaggiormente richiesta. La rivoluzionedigitale richiede un lavoro più comples-so, il presupposto è l'innovazione tecno-logica per cui c'è ampio spazio per pro-dotti innovativi e di servizio. E poi c’è unaspetto davvero singolare e privilegiato

dovuto al fatto che San Marino è unanazione molto piccola: gli studenti inalcuni casi hanno l'opportunità di rea-lizzare progetti proposti dal governostesso. Per fare un esempio concreto,Matteo Di Iorio e Giovanni Vincenzistanno realizzando i francobolli checelebreranno il 10° Anniversario diUnirsm Design».

E per la vita serale c’è Rimini? «Certo la repubblica sammarinese

non può competere con la Miamidell'Adriatico, ma l'atmosfera familiare,da comunità che si vive all'universitàha qualcosa di speciale. Sono circa 400tra studenti e docenti, e hanno profon-damente cambiato le abitudini del cen-tro storico e dei dintorni dove i localinotturni e gli eventi culturali non man-cano».

E a livello di opportunità lavora-tive cosa fa l’università? Esiste unaccompagnamento al lavoro, untutoraggio?

«Compreso nei tre anni della laureadi primo livello c’è lo stage in azienda,che può essere svolto in Italia comeall'estero. In più, da pochi mesi è partitoil parco scientifico tecnologico di SanMarino che offre finanziamenti per ideedi Start Up selezionate e uno spazioincubatore, a cui l’università ovvia-mente collabora. E poi offriamo tuto-raggio per i contest di design e numero-si workshop e seminari durante tuttol’anno che portano i ragazzi a lavorarecon professionisti straordinari da tuttoil mondo».

Per quanto riguarda il tuo speci-fico settore ci sono particolari pos-sibilità?

«Avendo lavorato per 16 anni per lacomunicazione sociale dell’Onu quan-

essere attivate borse di studio offerte daaziende partner. La segreteria fa un otti-mo lavoro di supporto e la condizionefamiliare sta anche in questo. Stare inuna realtà piccola, ma accessibile per-mette di concentrarsi sul lavoro e lo stu-dio, ma essere connessi con il mondo. Idocenti hanno come età media 40/45anni e gli assistenti spesso sono ex stu-denti. C'è una rete collaborativa infor-

do ero a capo del dipartimento di VisualCommunication di Fabrica, ho portatoquesta esperienza con me e da tre annici sono studenti che fanno lo stageall’Unric di Bruxelles dove si occupanodi comunicazione online».

Ci sono sistemi di welfare per glistudenti, studentati o altro?

«Ad oggi purtroppo non ce ne sono,stiamo però lavorando perché possano

male molto forte, e le spese di vitto ealloggio sono contenute rispetto a con-testi diversi come le grandi città».

Finora chi sono stati gli studenti? «C’è innanzitutto un buon equilibrio

di genere, ovvero maschi e femmine inmodo paritario. In maggioranza appe-na usciti dalle superiori, ma c’è anchechi si iscrive in età più matura.Provengono soprattutto dallaRomagna, dalle Marche e da SanMarino, ma anche da Veneto e regionidel Sud Italia. Gli studenti stranieri ini-ziano ad arrivare per i workshop estivi».

E i docenti? «Come dicevo è uno degli aspetti più

rilevanti. In questo caso l’internaziona-lizzazione è significativa, soprattutto neiworkshop di luglio. Ma anche il meglioa livello italiano e qui mi limito a citaresolo uno dei casi più recenti come quel-lo di Massimo Banzi, l'inventore dellapiattaforma open-source Arduino».

Elettra Stamboulis

Un allestimento durante un open daydell’ateneo frequentato da molti studenti diForlì, Ravenna e Cesena. Sotto una vedutadel monte Titano su cui sorge San Marino, apochi chilometri da Rimini

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ARTER&DCULTaprile 2015

CINQUE DOMANDE A DUE EX STUDENTI

Abbiamo posto 5 domande a due neo laureati della Facoltà di San Marino, Matteo Di Iorio , originario di Forlimpopoli, e Giovanni Vincenzi,di San Marino, per avere anche lo sguardo di chi ha frequentato la scuola. Facoltà di design: per chi? E per chi assolutamente no? Matteo di Iorii:«Io l'ho scelta inconsapevolmente, solo perché pensavo fosse congeniale alla mia personalità. Design è anche un modo divivere: ci vuole una costante osservazione del mondo che ci circonda». Giovanni Vincenzi. «Adatta a chi sente la necessità di sviluppare conoscenze e competenze in un ambiente creativo e stimolante da vive-re come una "full immersion". Bisogna lavorare in gruppo, quindi non è fatta per chi non sa confrontarsi o mettersi in gioco insieme aglialtri».Le tre cose più belle dello stare a San Marino da studentiMdI: «C'è molta socializzazione tra gli studenti. San Marino inoltre non ha ritmi e stress di una grande città, e questo aiuta anche lo stu-dio. A livello economico è sicuramente una spesa affrontabile, sia come affitto che come vita quotidiana».GV: «Il paesaggio è magnifico, soprattutto al tramonto quando si esce dalle lezioni. Gli alloggi per gli studenti sono messi a disposizionedalla città e i locali di ritrovo si trovano tutti molto vicini tra loro, è facile quindi trovarsi e incontrari. Studiare in un antico e bellissimo ex-monastero (una struttura invidiabile) è sicuramente molto suggestivo».E le tre più brutte...MdI: «Forse il senso di “isolamento” dal mondo e di estraniazione. è un luogo dove risiedono famiglie principalmente e, nel centro stori-co, neanche quelle. Poi la nebbia. Ah, e la strada ripidissima da fare per raggiungere la facoltà...»GV: «Spostarsi sul territorio, se non si è auto-muniti, è piuttosto difficoltoso. Il centro storico, dove risiede la facoltà, non è frequentato dagiovani del posto e non ha grandi attrattive. Quando nevica diventa un luogo magnifico per quanto non praticabile».Cosa rimpiangi? MdI:«Rimpiango che il mio percorso sia volato via. Tre anni passano veloci e e forse avrei potuto imparare ancora di più da questa fanta-stica facoltà. Uno dei periodi più belli della mia vita».GV: «Sinceramente non ho rimpianti; forse l'unico è quello di non aver fatto un esperienza semestrale all'estero».In una riga cosa fai ora...MdI: «Sono graphic designer presso uno studio di Londra. Inoltre ho anche collaborato recentemente con la facoltà per la realizzazione diun francobollo interattivo collegato a internet per celebrare i10 anni dalla nascita della facoltà di Design di San Marino».GV: «Mi sono laureato da poco più di un mese, ora sto portando avanti alcuni progetti personali. Tra questi un c'è un francobollo comme-morativo per la Repubblica di San Marino per celebrare il 10° anniversario di Unirsm Design». (el. stam.)

INTERVISTA DOPPIA

FORMAZIONE

Il design? All’estero, ma in RomagnaIntervista a Omar Vulpinari docente al corso dell’università di San Marino che compie dieci anni

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R&DCULTaprile 2015

24 GUSTO

di Guido Sani

Ha appena 24 anni, milanese di origine, già ai fornellida quando ne aveva 14, eppure Mattia Borroni è chef exe-cutive dell’Alexander, uno dei più rinomati ristorantiravennati, ed è anche il più giovane fra i cuochi dell’asso-ciazione regionale CheftoChef che vanta grandi “soci”come Massimo Bottura, Massimo Spigaroli, Igles Corelli,Paolo Teverini... Alcuni gourmet ed esperti di gastronomiahanno colto nelle sue creazioni un grande talento e loritengono un’autentica promessa della “nuova” cucina.

«Mi chiedi della vocazione del cuoco? Non so se l’ho maiavuta... Quand'ero bambino i miei genitori, molto impegnati nellavoro, mi portavano sempre a mangiar fuori al ristorante o in piz-zeria. Fra i miei sogni c’era quello di fare da grande il pizzaiolo.Sicuramente mi attirava la manualità. Da adolescente mi interes-sava più manipolare il legno o darmi da fare con la meccanica piùche guardare la tv o giocare alla playstation».

Quando hai cominciato a brigare tra i fornelli?«A pranzo, d'estate cucinavo io a casa. Avevo rispolverato

un'enciclopedia di gastronomia mai aperta. Iniziai con i dolci piùsemplici, poi qualche primo piatto, facevo la pasta all'uovo... Cosìmia madre mi spinse verso la scuola alberghiera. Avevamo ancheun amico di famiglia che faceva il ristoratore vicino a Saronno. A13 anni andai da lui a fare pratica durante le vacanze estive, face-vo gli stuzzichini, qualche dolce, aiutavo i cuochi in qualche pre-parazione. È li che ho intuito che le cucine erano il mio mondo.Quello che volevo fare nella vita. Iniziai a frequentare l’istitutoCarlo Porta a Milano. Anche nella pratica a scuola ero il più entu-siasta, comunque il più intraprendente. Di solito facevo il respon-sabile di un team di più allievi a cui era affidata la preparazione diun piatto. Al terzo anno di scuola alberghiera l'impegno è cresciu-to, quando si trattava di organizzare esercitazioni come fossimonelle cucine di un vero ristorante. Io cercavo sempre di ottenereun ruolo da chef: ricevere le comande, disporre il lavoro ai fornel-li, seguire le preparazioni e l'uscita dei piatti. Poi andavo semprequalche concorso o seguivo progetti particolari anche esterni allascuola. Mentre studiavo per il diploma, i venerdi sera e il sabato ela domenica, a pranzo e cena, ho sempre lavorato in un locale. Neho cambiati tanti nel corso di quegli anni e mi sono allenato sul

campo, soprattutto in locali milanesi». Com'era l'impatto con un ambiente professionale«Beh, non c'è paragone con l'ambiente scolastico che è molto

tranquillo e protetto. Mi sono abituato presto ai ritmi e alla faticaprofessionale. Se sei uno alle prime armi stare dentro la cucina diun grande ristorante può anche essere traumatico, ti senti un po'fuori luogo. Quando ero al “Four Season”, in un albergo 5 stelle dilusso, non erano ammessi errori, c'era molta severità e si tendevaa una certa perfezione. In altri locali, magari, chi dirigeva era unpo' più tollerante. Ma la disciplina non doveva mancare, servivasempre un minimo di rigore nel muoversi fra i fornelli. In un risto-rante di Como non mi era concessa alcuna sbavatura nel lavoro.Ho patito una fatica e una frustrazione tremenda, ma ho tenutoduro e alla fine queste regole molto rigide mi sono servite profes-sionalmente per puntare sempre a migliorare le mie prestazioni».

Dopo la gavetta quando hai immaginato di diventareuno chef ?

«Quando, a 18 anni, ho cominciato ad avere qualche soddisfa-zione economica e indipendenza, ma pensavo di cavarmela inmodo meno impegnativo. Poi, dopo diverse esperienze, sono capi-tato a Ravenna, e un po' per caso ho trovato l'opportunità di espri-mere la mia personalità, la mia creatività, in maniera autonoma.In effettti, il mio obiettivo era essere un cuoco speciale, per quelloho fatto anche tanta gavetta, Per imparare, per capire i segreti delmestiere, innanzitutto. Avevo l'ambizione di essere qualcuno,senza pensare troppo ai guadagni e al tempo libero. Visto che è unlavoro faticoso e richiede molto tempo almeno volevo togliermiqualche soddisfazione personale, potere sperimentare».

Com'è la vita quotidiana di uno chef o almeno quellache intraprendi oggi?

«Inizio a muovermi in cucina alle 10, fino alle 15.30; poi soli-tamente dalle 18.30 alle 23.30, e questo come attività ordinaria.Se poi ci sono eventi particolari, gli orari si dilatano. Ma in fondoil lavoro non finisce mai, bisogna risolvere problemi organizzativi,poi di notte il lavoro continua a ronzarti in testa e sogni i piatti dafare. Mi capita anche che il giorno di riposo vada a mangiare inqualche ristorante stellato o di alto livello per verificare le propo-ste dei colleghi. Certo è un piacere ma siamo sempre in campo».

Fra creare e organizzare qual è l'impegno professionalemaggiore?

PROFESSIONE CUOCO

Le ardite creazioni di un giovane Chef

Lo chef Mattia Borroni. Nella pagina afianco una serie di sue recenti creazioni

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GUSTO R&DCULTaprile 2015

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«Quello che è difficile, delicato, non è tanto organizzare lelinee, preparare i piatti e tenere il ritmo di uscita delle comande,fortunatamente posso contare su di una brigata efficiente e col-laudata. Direi che è molto più complicato e rischioso inventareun piatto nuovo che possa essere compreso dai clienti. Sul pianocreativo non ho problemi, in questa fase ho molte idee, facciodiversi studi, esperimenti, ma alla fine la difficoltà è trovare quel-l'equilibrio che possa accontentare chi viene al ristorante. C'è unproblema di sostenibilità economica, c'è un problema di replica-bilità del piatto per un adeguato numero di persone, ma anche diapprezzamento della novità. Non si tratta solo di gusto ma pro-piro di superare i pregiudizi. C'è chi rifiuta un ingrediente, o untipo di cottura, anche se magari non l’ha mai assaggiato. I clien-ti curiosi e disponibili a provare sapori nuovi, a scoprire combi-nazioni inedite, sono una minoranza».

Quanto contano le materie prime?«Se sono ottime ed eccellenti per uno chef significa potere

essere già a metà dell'impresa culinaria. Quindi la loro scelta haun valore fondamentale per qualificare lo stile e la reputazione diun ristorante. I prodotti migliori facilitano molto il lavoro in cuci-na. Diciamo che per alcuni piatti o loro componenti serve lamateria al top della gamma, per altri basta il miglior rapportoqualità/prezzo».

E la stagionalità che importanza riveste nella tua cuci-na?

«A dire il vero la stagionalità non esiste più. Il mercato oggioffre una varietà di prodotti da ogni parte d'Italia e del mondo.Qualche volta si trovano prodotti in anticipo o in ritardo chesono molto più buoni di quelli di stagione. Ma è meglio non esa-gerare nella reperibilità, anche per ragioni di costi e comunquevale la pena utilizzare le materie prime di qualità locali, se sonodisponibili...»

Non avere sempre a disposizione il meglio dei prodottiche ti servirebbero è più una sfida o una sfortuna?

«Sinceramente una sfortuna. Ma si fa per dire... In realtà èsempre una sfida, perché bisogna precisare che per una certatipologia di materie prime l'accurato processo di trasformazione,a cui è sottoposta in cucina, può sopperire bene alla sua qualità,diciamo di medio livello. Per altri prodotti, nel caso siano il cuoredi un piatto, come la carne e il pesce, invece serve l'eccellenza oquanto meno l'ottimo. Se non lo si ha a disposizione non si fa...».Comunque il top della gamma di un prodotto non è sempre con-veniente, per ragioni economiche, visto che poi il costo ricadreb-be in modo esagerato sul conto di chi si siede a tavola».

E gli scarti di certi prodotti o sottoprodotti con cui haisperimentato certe preparazioni?

«In generale hanno valore, ma quasi mai nella ristorazione.Non per il risultato finale, che può anche essere prelibato, ma peri tempi lunghi di trasformazione e preparazione, che sono impos-sibili da sostenere nella cucina di un locale. Sono una dimensio-ne poco esplorata di conoscenza alimentare, una dimostrazione

di creatività culinaria fondata su elementi apparentemente pococommestibili. Insomma, ricerche ed esercizi di stile. Ma nulla ache fare con il menù di un ristorante».

Quanta tecnologia serve nel tuo lavoro creativo?«È molto importante. Ma dipende dalla cucina che si fa. Se si

punta alla semplicità, all'essenziaiità, se ne può fare anche ameno. Se invece si vuole innovare, abbattitore, bimbi, roner,pacojet, forno rational, camera di lievitazione... sono indispensa-bili, per realizzare certe trasformazioni, forme, consistenze ecomunque cotture o miscelazioni ottimali».

Cosa ne pensi della moda ormai smodata della cucinain tv e ormai citata ovunque...

«Ne penso bene, perché promuove il nostro lavoro di chef, cida visibilità, svela un mestiere difficile, i retroscena di prodotti epreparazioni... D'altra parte però ho l'impressione che non stiacambiando più di tanto le abitudini delle persone che vanno amangiar fuori. Quello dei gourmet o comunque di chi frequentala ristorazione di qualità e innovativa, resta un pubblico limita-to. In futuro chissà...»

Sei più orientato alla tendenza fusion o alle tradizionidel territorio...

«La tradizione intesa come sapere alimentare tramandatopuò, anzi dovrebbe, sopravvivere ottimamente a livello domesti-co, nelle cucine di casa. Nella ristorazione la tradizione non puòessere imbalsamata ma in continuo rinnovamento, fra destrut-turazione e ristrutturazione dei piatti tipici. Anche perché la tec-nologia si evolverà e già oggi ci permette di realizzare pronta-mente trattamenti dei cibi come l’essiccazione, l’affumicazione,le cotture lentissime che sono proprie delle tradizioni culinariepiù antiche. Con risultati straordinari. La difficoltà come dicevoprima è la clientela che spesso intende la tradizione come conser-vazione, come consuetudine... Ma nell’evoluzione e nella speri-mentazione non si può osare troppo, sarebbe velleitario. D’altraparte se fusion vuol dire innestare particolari accostamenti,ingredienti o spezie tipiche di altri paesi allora è interessante estimolante. Altra cosa, molto discutibile, è creare dei mostri culi-nari che mescolano per così dire capre e cavoli».

Oltre le materie prime e le preparazioni quanto tiimpegni nell'impiattamento, nell'estetica delle tue pro-poste?

«Certo l'aspetto visivo di un piatto è fondamentale, anche perattirare l'attenzione sul gusto. All'estetica della portata, all'effet-to della presentazione, nel mio lavoro, ci tengo moltissimo.Diciamo che ciò che è bello o curioso non può che introdurre albuono. Nell'economia della preparazione, l’aspetto finale occupain certi casi la metà del tempo che dedico all’intera pietanza. Avolte, per rendere più esaltante la presentazione di un piatto miritrovo anche a cambiare o a rielaborare un ingrediente, chemagari era già efficace nell'accostamento di sapori. Quandoinvento un menù penso non solo come a come cucinarlo maanche a come impiattarlo alla perfezione».

Conversazione con Mattia Borroni, 24anni, già ai fornelli all'età di 14. Chefexecutive del ristorante Alexander di

Ravenna – e il più giovane fra i cuochi diCheftoChef – per alcuni gourmet

ed esperti è un'autentica promessa della “nuova” cucina

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Gran folla di appassionati e affariper i vini di Romagna a Vinitaly

FIERA INTERNAZIONALE

La 49esima edizione del Vinitalydi Verona, una delle fiere di riferi-mento a livello nazionale e interna-zionale per il settore del vino, ha re-gistrato un notevole successo dipubblico (ma anche di incontri fraaddetti ai lavori ed esperti enologi edi scambi commerciali) nel Padi-glione 1, curato dall’Enoteca Re-gionale dell’Emilia Romagna. Mol-te le novità che hanno accompa-gnato i vini emiliano romagnolinella kermesse. A partire dall’alle-stimento di tutto il padiglione (cir-ca 4.000 mq), che ha trovato comeelemento caratterizzante di promo-zione delle eccellenze enologiche lavia Emilia, uno dei “simboli” italia-ni più celebri e antichi, l’arteriastradale più lunga e importante d’I-talia, costruita dal console MarcoEmilio Lepido nel 187 a.C.

«Lungo tutto il suo percorso, daRimini a Piacenza, con una piccoladeviazione per raggiungere Ferra-ra – ha sottolinea Pierluigi Sciolet-te, presidente dell’enoteca regiona-le – la via Emilia è quella linea chedà continuità a tutta la nostra re-gione, unendo cultura, gastrono-mia, paesaggi, tradizioni e, soprat-tutto, caratteristiche uniche nel-l’offerta di vini».

Tra aziende e consorzi erano induecento i rappresentanti e gli am-basciatori del vino del territorioemiliano romagnolo all’interno delPadiglione 1. Fra questi, il Consor-zio dei Vini di Romagna e una folta

schiera di aziende vitivinicole ro-magnole (una cinquantina circa)provenienti dalle provincie di Forlì-Cesena, Ravenna e Rimini, presenticon i loro prodotti nei banchi di as-saggio.

Fra i tanti eventi, incontri tecnicie d’affari con i buyer internaziona-li, forum, degustazioni guidate, ab-binamenti con la gastronomia tipi-ca, anche alcune curiosita, come lapresentazione di quello che è statodefinito il “più antico vino del mon-do” nello stand di Coldiretti. Quellopresentato al Vinitaly deriva sicu-ramente dalla tecnica più anticadel mondo ma ha un cuore molteromagnolo: le uve di Albana. La

tecnica arriva dalla Georgia dove13 mila anni fa è sopravvissuta lavitis vinifera, la madre di tutti i viti-gni moderni. È qui che migliaia dianni fa è nata l’arte di fare il vinoconservato in grandi anfore di ter-racotta messe sottoterra. Da questopresupposto l’azienda Tremonti diImola ha preso le mosse per iniziarela prima produzione di vino inanfore di terracotta. Il frutto dellasperimentazione sono con le prime600 bottiglie di un vino che hannochiamato “Vitalba”. Si tratta di Al-bana ottenuto con 120 giorni dimacerazione con le bucce in anfo-ra, solo con lieviti indigeni dellostesso vino e senza solfiti.

A Russi convegno sulle eccellenzegastronomiche regionali in vista dell’Expo

Il municipio di Russi (Ravenna), ha ospiato recentemente, nell’ambitodella seconda edizione della “Festamercato dei Salumicotti” (nella fo-to), ha ospitato convegno “Russi Città della Gastronomia”. Molti gli in-terventi, aperti da Luigi Franchi, coordinatore di CheftoChef, l’associa-zione che riunisce i migliori cuochi della regione e che ha ideato e or-ganizzato l’evento russiano, e conclusi da Simona Caselli, assessore al-l’agricoltura della Regione Emilia-Romagna. «L’Emilia Romagna è la re-gione con il maggior tasso di biodiversità in Italia – ha sottolineato l’as-sessore – Sono tre le parole che devono identificare e connotare la no-stra agricoltura: sostenibile, per l’ambiente ma anche per il reddito de-gli agricoltori; competitiva, e qui ce la giochiamo se riusciamo a esse-re distintivi e innovativi pur nel rispetto delle tradizioni; internazionale,in quanto nessun Paese può più sopravvivere contando sulla sola do-manda interna. È chiaro che noi dobbiamo puntare su una qualità cre-scente dei prodotti perché altrimenti subiamo la concorrenza di quelloche arriva dall’estero. In vista di Expo, la Regione ha incrementato ifondi destinati alla promozione, nonostante i tagli che ci hanno colpi-to». «Essere stati scelti dalla Regione fra i soggetti partner per affronta-re al meglio l’”avventura” di Expo è ovviamente per noi una gratifica-zione – ha detto nel suo intervento lo chef stellato Paolo Teverini, vicepresidente di Cheftochef – L’Emilia Romagna è da considerarsi la re-gione gastronomica più importante al mondo, con i suoi prodotti uni-ci, conosciuti e riconosciuti a livello internazionale, E per valorizzare almeglio questi prodotti occorre anche innalzare il livello di preparazio-ne e di formazione degli operatori del settore. A partire dalle cucinedei ristoranti».

CHEFTOCHEF

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GUSTOR&DCULTaprile 2015

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R&DCULTaprile 2015PASQUA CON GUSTO

VVIIEENNII AA PPRROOVVAARREE

LLEE NNOOSSTTRREE SSPPEECCIIAALLIITTÀÀ DDII PPEESSCCEE

Vecchia Ravenna, ristorante nel cuore storico della città, in cui è possibileritrovare i sapori tradizionali della cucina romagnola con le minestre fattein casa, secondi tipici, pesce e carne, accompagnati da ottimi vini locali enazionali: il tutto in un’atmosfera di ospitalità e cortesia. Vecchia Ravennapropone infatti in autunno e in inverno i suoi tradizionali piatti per unviaggio alla riscoperta di antiche ricette della cucina romagnola, un tuffoindietro nel tempo per ritrovare vecchi sapori e profumi oggi dimenticati. Inoltre viene offerto un vasto ed orignale menù d’affari a prezzo fisso atutti coloro che anche durante la pausa di lavoro non vogliono rinunciarealla buona cucina.

Al ristorante Vecchia Ravenna rivive la cucina romagnola e anche qualco-sa di più, grazie ad una consolidata esperienza e ad una gestione dinami-ca che è in grado di soddisfare ogni vostra esigenza.

Chiuso la Domenica.Via Pasolini 41 - Ravenna - Tel. 0544 215135 - Cell. 339 3774225

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OSTERIA MALABOCCA Piazza della Libertà 15 - Bagnacavallo (RA)Tel. 0545 64468www.malabocca.it

Osteria Malabocca

L'Osteria Malabocca è unpiccolo e confortevole loca-le a gestione familiare situa-to nella piazza principale diBagnacavallo. Ci piace direche la nostra cucina è privadi etichette, se non quelladella "stagionalità", infatti inostri menù cambiano con ilmutare dei prodotti che lanatura mette a disposizione,cercando di lavorarli nellamaniera più semplice possi-bile.Tutto viene preparato gior-nalmente da noi, compresile paste, i dolci e il pane.Roberto e Denise vi aspetta-no tutti i giorni escluso ilmercoledì, mettendo a vo-stra disposizione un menùvegetariano, uno di pesce euno di carneoltre ad una selezione dipiatti dedicati ai sapori e aiprofumi del territorio.

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Pasqua e Pasquetta�������������������� �����������������'���!��� !�������#���'��� ����������� ����������� ��"!!����!!��������!!�'��!������!!����� "����(�������'����!!����� "��������������������������� ������'�� !���!!���(������������!�'� �!�!���" !�����������"����� !����!�'�������������!������������������ �������������������!���'����"�

EURO

3200

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Per ogni cerimonia pluriennale esperienza

OSTERIATERRAE MARIS via Reale 440Mezzano (RA)Tel. 0544 1674067Cell. 333 7185253www.osteriaterraemaris.it

A pochi passi da Ravenna, Terrae Maris non la classica osteria ma un tranquillo edaccogliente locale che propone una cucina del territorio con pietanze sia classi-che che rivisitate. L’accurata scelta delle materie prime la si può riscontrare sianelle proposte di carne che in quelle di pesce. Una dedizione che viene ricono-sciuta dalle principali guide enogastronimiche. La cantina propone le miglioribollicine nazionali e diverse proposte tra vini biologici e biodinamici, garanten-do un’ottimo rapporto qualità/prezzo. A pranzo una proposta di mare veloce econveniente per chi lavora, con un occhio sempre alla qualità. Seguici su Face-book: Osteria Terrae Maris e scopri le nostre proposte per le festività.

Aperto dalle 12 alle 15 e dalle 19 alle 22 ad esclusione della domenica sera e del mercoledì

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R&DCULTaprile 2015 PASQUA CON GUSTO

Menù di PasquaTorta Pasqualina della tradizione

Uova con asparagi e pancetta croccante

Ravioli di brasato con crema di latte e salsa di spinaciCrespella formaggio e erbette gratinata al forno

Costolette di agnello con salsa Panpepato e radicchio veronese brasato

Cosciotto di maiale al forno al profumo di Salicornia

Tortino speziato con crema zabaione

Acqua, vini della casa e caffè

€ 30 a persona

Tel. +39 0544 71156 - Cell. 335 218700Via Madonna della Neve 15 - Cervia (RA)

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La Dama delle Saline

# degusta# giudica# riguarda

ShowChef è lo SHOW dello CHEF

Il primo web-show inlivestreamingsull’arte culinaria e sulledegustazioniproposte da Grandi Chefitaliani

Ristorante-pizzeriapub-disco-showchef

Via San Vitale | Albergone, n. 27 Bagnacavallo (RA)Tel. 0545 61574

Cell. 348 7046583www.maisonbarcelona.com

Giovedì 16 aprile 2015

ShowChef

ZENZERO Ristorante & PizzeriaMarina di RavennaViale delle Nazioni, 353Cell. 346 1676092

Dipinto di pesce freddo

Padellata di frutti di mare con ragù di scalogno basilico e pomodoro fresco

Risotto di scampi e carciofi allo zenzero

Assaggio di fritto con verdure croccanti

Brodetto alla portocorsinese e bruschette di pane all’olio

Crostatina con chantilly e tris di cioccolati

Acqua e caffè

N U O V A A P E R T U R A RISTORANTE - PIZZERIALa botteLa botte

La Botte Viale Romagna 1 - Lido di Savio (RA)Info e prenotazioni cell. 333 4283254 - tel. 0544 939375

Aperto tutti i giorni

OGNI GIORNOVI ASPETTANO TRE MENU DIVERSI

CUCINA TRADIZIONALEROMAGNOLA A BUFFET

VASTA SCELTA DI CARNEPESCE E PIZZA

RISTORANTE - PIZZERIA

Antipasto misto mareStrozzapreti allo scoglio

Risotto di mareSorbetto al limone

Grigliata mista di pesceAssaggio di frutta - Caffè

Bevande incluse (acqua e vino)€ 40,00 a persona

+ ricco buffet con vasta scelta di contorni e stuzzicherie

MMeennùù dd ii PPaassqquuaaMMeennùù dd ii PPaassqquuaa

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Accademia di Teatro MusicaleParola, Canto, Musica, Danza

Con il contributo di Con il patrocinio di COMUNEDI RAVENNA

Non solo divertimento nei parchi della RivieraIn aprile inizia la stagione, da Rimini a Ravenna, tra animali da scoprire, spettacoli e didattica

Con aprile inizia la stagione dei parchi della riviera romagnola chespesso non sono solo divertimento, ma anche proposte didattiche eculturali.

Come per esempio allo storico “Italia in miniatura” di Rimini, chedal 28 marzo ha riaperto le sue attrazioni con ingresso tutti i giornidalle 9 alle 19. Alle oltre 250 miniature delle principali città italiane(e non solo) si affiancano un padiglione dedicato alle leggi della fisica,alcuni percorsi dedicati ai più piccoli, la “scuola guida interattiva” espettacoli dal vivo. Peculiarità di Rimini è anche il Parco tematico del-l’aviazione, che in aprile resterà aperto dalle 9 alle 18 con i suoi100mila metri quadrati di esposizione e gli oltre 50 velivoli in mostra.

Restando nel Riminese dal 1° aprile resterà aperto tutti i giorni(dalle 9.30 alle 16.30) il grande Acquario di Cattolica con le sue oltrecento vasche espositive, mentre il 1° aprile apre anche l’Oltremare diRiccione (dalle 10 alle 18) con attrazioni e spettacoli e la possibilità diconoscere da vicino delfini, rapaci e pappagalli. Il 28 marzo ha ancheriaperto il Delfinario di Rimini che nella stagione 2015 ospita tre

esemplari di leoni marini della California, protagonisti dello spettaco-lo in programma alle 16 fino al 30 aprile.

A Rimini dal 3 aprile (inizialmente solo per weekend e festivi, poidal 23 aprile tutti i giorni) apre Fiabilandia, il grande parco tematicosulle fiabe con attrazioni ma anche spettacoli dal vivo.

Risalendo la costa, a Milano Marittima ha aperto in marzo la Casadelle Farfalle (con la serra e la Casa degli insetti) che in aprile osser-verà i seguenti orari: 9.30-12.30 e 14.30-18 (chiusura settimanalelunedì), sabato, domenica e festivi orario continuato (tutti i sabati e ledomeniche partono visite guidate comprese nel biglietto di ingresso).

A Ravenna riapre dal 2 al 7 e poi nei weekend e tutti i giorni dal 24aprile Mirabilandia, con un nuovo spettacolo di stuntman e quelli suidinosauri, il concerto di mariachi, la parata con artisti di strada, oltrealle consuete attrazioni. Di fronte a Mirabilandia, era già aperto inmarzo nei weekend e in aprile aprirà i battenti tutti i giorni (dalle 10fino agli ultimi ingressi delle 15) il Safari con animali esotici e anchele sue occasioni didattiche.

A RAVENNA IN SCENA ANCHE ALICEALLA CASA DELLE MARIONETTE

Il museo La Casa delle Marionette di vicolo Padenna,in centro a Ravenna, organizza una serie di attività inaprile, a partire da sabato 11 (ore 16) con un momentoludico- didattico di educazione espressiva rivolto aibambini condotto da Silvia Rastelli.Domenica 12 alle 11 in occasione dei 150 anni dallapubblicazione del capolavoro Alice nel paese dellemeraviglie, di Lewis Carroll, verrà proposto lospettacolo di marionette e teatro d’oggetti “Alice!!!”di e con Sergio Diotti. Sabato 18 aprile alle 17 sisvolgerà invece la VII edizione del minifestival dipoesia per bambini e ragazzi 7/13 anni “La Pentolad’oro”, in collaborazione con RavennaPoesia.Fino al 31 maggio il Museo sarà aperto tutti i sabati etutte le domeniche (tranne Pasqua e Pasquetta) dalleore 10 alle 13 e dalle 15 alle 18, con possibilità divisite guidate personalizzate su prenotazione (info 3926664211).

VISITA CON LANTERNE PER FAMIGLIEALLA ROCCA MALATESTIANA DI CESENA

Domenica 26 aprile alla Rocca Malatestiana di Cesena dalle 16.30 alle 18 un suggestivo percorso alla scopertadei segreti, della bellezza e dei sapori della città. Unpercorso a luce di lanterna che si svolge neicamminamenti interni alle mura e negli spaltipanoramici (in caso di pioggia nella Rocchetta). Inquesta occasione fra letture, suoni e sapori tipici edimenticati, si va alla scoperta di passaggi segreti einediti della fortezza attraverso pensieri e poesie che allume di lanterna possono ricordare le usanze e la magiadella Romagna. Alla Rocca sono in programma altreiniziative per bambini, il programma è consultabile suwww.roccamalatestianadicesena.it.

A CERVIA TRE GIORNI DEDICATI AI LEGOCON COSTURZIONI E AREA GIOCHI

Dal 4 al 6 aprile dalle 10 alle 18, al Club Hotel Dantedi Cervia si svolgerà “Mattoncini a Cervia”,esposizione di costruzioni e diorami realizzati dacollezionisti e appassionati Lego. Ci saranno set ecostruzioni a partire dagli anni '60 fino ad oggi. Areagiochi per i bambini e area vendita allestita dalnegozio Lego di Ravenna.

AGENDA

RIAPERTURE

Uno scorciodell’Italiain miniatura

29JUNIOR R&DCULTaprile 2015

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EXTRARAVENNA&DINTORNI aprile 2015

30

In principio furono bombole e fornel-li a gas, cucine a legna, radio e macchi-ne da cucire. Oggi sono tablet, compu-ter e tv in 3D. L’impero Unieuro guidatodal forlivese Giuseppe Silvestrini affon-da le radici in quell’attività aperta nel1937 dal padre Vittorio. Con il presi-dente di Sgm Distribuzione, società checontrolla la catena nazionale, parliamodi impresa e imprenditori, in bilico fraesigenze economiche e sensibilità civili.

Cominciamo da una definizione:cos’è la cultura d’impresa?

«È l’insieme dei valori alla base delreciproco impegno dell’imprenditore edei suoi collaboratori nel portare avantiun progetto che non è solo economico,ma anche etico e sociale. In particolare,per l’imprenditore, deve essere la consa-pevolezza che ogni azione, ogni decisio-ne presa, ogni valutazione fatta, ha unaricaduta sulle persone che lavoranoassieme a lui e che hanno contribuito arealizzare il sogno di una vita. Per i col-laboratori è la coscienza che il propriolavoro è importante indipendentemen-te dal ruolo perché l’azienda è un mec-canismo delicato in cui ognuno è uningranaggio indispensabile».

La cultura d’impresa perUnieuro ha valori specifici?

«Credo fermamente che prima diogni cosa venga la famiglia e credoanche che il lavoro sia uno dei motorifondamentali per il sostegno e lo svilup-

L’INTERVISTA

«L’impresa ha una responsabilitàanche oltre le mura aziendali»Tra famiglia e lavoro: da Sgm a Unieuro, il racconto del forlivese Giuseppe Silvestrini

po della famiglia. E affinché una azien-da possa crescere e svilupparsi e l’am-biente lavorativo sia confortevole, sti-molante e proficuo, vi sono valoriimprescindibili sui quali in Unieuro nontransigiamo: l’onestà, il merito, la com-petenza».

Quando una realtà imprendito-riale si espande nel corso deglianni, può accadere che si perdanocerti valori? O addirittura è neces-sario cambiarli per ampliarsi?

«Assolutamente no. Nel percorso dicrescita indubbiamente tante cosecambiano, l’organizzazione deve neces-sariamente adattarsi per poter gestiredimensioni e complessità crescenti, maaltrettanto sicuramente i valori origi-nari sono rimasti intatti ed anzi rappre-sentano il collante della nuova Unieuro,le fondamenta su cui ancora oggi pog-gia tutta l’azienda».

È rimasto un legame con il terri-torio?

«Assolutamente sì perché la sedecentrale è rimasta a Forlì e, sebbene ilmagazzino sia stato spostato aPiacenza, questa operazione ha rappre-sentato una opportunità di crescitaulteriore per molti collaboratori e pertutti i dipartimenti aziendali.Complessivamente oggi l’azienda contacirca quattromila dipendenti sul territo-rio nazionale e di questi circa 220 sononella sede di Forlì e altri 200 negli 8

L'evoluzione della specieNel 2015 compie 10 anni e raggiunge la pubblicazionedei 100 numeri la rivista dell'abitare a Ravenna e inRomagna Trovacasa, poi evoluta nel 2010 in TrovacasaPremium, e ora di nuovo in trasformazione.

La rivista cambia nome in Casa Premium, riordina la veste grafica, si aprea nuove sezioni dedicate all’arte e al design,rimanendo tuttavia fedele alla sua natura dispazio – informativo e di dibattito – innovativoper fare incontrare, attraverso una molteplicitàdi relazioni: il mercato immobiliare e dellecostruzioni, le imprese del territorio, la cultura ei professionisti del progetto e i cittadini tutti.

«Il gruppo riveste un ruolocruciale per la diffusione

della cultura nel nostro Paesevendendo quasi tutti

i mezzi di divulgazione»«Il web ha creato un mondo

di totale trasparenzache premia i comportamenti

leali e virtuosi»UN IMPERO DA 1,4 MILIARDI DI FATTURATO

Nell'ottobre 2013 viene siglato un accordo l’ingleseDixons e Sgm per la creazione di una società che con-trolli le insegne Unieuro e Marcopolo Expert, costituen-do così il secondo gruppo italiano a proprietario uniconel settore dell'elettronica di consumo. Il fatturato sti-mato (chiusura FY 2014: 28 febbraio 2015) è di 1,4miliardi euro.

IL DATO

Giuseppe Silvestrini, presidentedi Sgm Distribuzione e patrondella catena Unieuro

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EXTRARAVENNA

&DINTORNI aprile 2015

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negozi romagnoli, da Faenza a MisanoAdriatico».

Cosa ricorda dei tempi in cui èiniziata la sua avventura? Tra allo-ra e oggi è modificata la sensibilitàche l’opinione pubblica pretendeda un imprenditore?

«Sicuramente il mondo è molto cam-biato. C’è oggi una aumentata sensibi-lità dell’opinione pubblica sul temadella responsabilità degli imprenditorinel fare impresa, un responsabilità cheva oltre il confine delle mura aziendali esi estende sia all’ambito sociale, dati glistretti legami con il territorio, sia a quel-lo etico. Un tema quest’ultimo a noimolto caro dato che da anni sostenia-mo la ricerca nel campo medico scienti-fico per la cura di gravi malattie, sulquale il territorio romagnolo esprimedelle eccellenze in campo mondiale, edinoltre aiutiamo una Onlus(Associazione Amici di Padre Querzani)fortemente impegnata in una missioneumanitaria a favore dei bambini delCongo».

Il matrimonio tra Sgm e Dixon(vedi box) è avvenuto non moltotempo fa. Le unioni sono la ricettaper uscire dalla crisi?

«La crisi economica ha indubbia-mente spinto le aziende a cercare mag-giore efficienza nei processi operativi e acercare sinergie sia interne che esterne.Una delle modalità più efficaci per per-seguire tali obiettivi e sicuramente quel-lo delle aggregazioni che consentono daun lato di esprimere sinergie di costiimpensabili nelle piccole dimensioni edall’altro di avere un’organizzazione ingrado di competere in un mondo sem-pre più globalizzato, un quadro norma-tivo sempre più complesso e un consu-matore sempre più esigente. Infatti, conl’avvento dell’era digitale e dei socialnetwork, è aumentata molto anche laconsapevolezza da parte dei consuma-

tori dei propri diritti e le aziende vengo-no messe continuamente di fronte alleloro responsabilità, misurate e confron-tate in base alla loro capacità di rispon-dere in modo efficiente, corretto e com-petitivo alle esigenze del consumatoremoderno: in poche parole non c’è piùspazio per il pressapochismo o per ope-ratori improvvisati».

Tra le ricette per la ripresa vaelencato anche il Jobs Act? Lepiace? Per il gruppo avrà risvolti?

«Come concetto base è l’azienda chedeve tutelare i propri collaboratori, nonc’è dubbio che finalmente, dopo anni diimmobilismo, questo provvedimentovada nella direzione di dare maggioristrumenti all’impresa per competerenel mercato globale e per fronteggiarepositivamente sia i momenti di crisi chequelli di espansione. Ma nello stesso

tempo offra ai lavoratori maggioriopportunità di inserimento nel mondodel lavoro e una giusta rete protettiva incaso di difficoltà, che però stimoli glistessi lavoratori ad attivarsi per la ricer-ca di nuova occupazione, dando unaprima spallata ad un sistema assisten-zialista passivo che tanto male ha fattoalla nostra economia. Per la Unieuro ivantaggi del Jobs Act deriverannosoprattutto dagli aspetti di maggioreflessibilità operativa che saranno utili amigliorare la gestione dell’organizzazio-ne del lavoro».

L’universo online sta modifican-do molto il modo di fare impresa.Un pro e un contro di questoimpatto?

«Come dicevo prima l’avvento delweb, delle vendite online e dei socialnetwork, ha in sostanza messo a nudo

le imprese e le ha poste di fronte alle lororesponsabilità, proiettandole diretta-mente in un mondo di totale trasparen-za dove vengono premiati i comporta-menti leali e virtuosi, mentre vengonomessi alla gogna i comportamenti opa-chi e poco corretti. L’unico problema diquesto processo è che è avvenuto inmodo molto veloce e repentino e molteaziende hanno trovato difficoltà nell’a-dattarsi alle nuove regole del gioco, avolte per responsabilità degli stessiimprenditori che si sono trovati a cortodi idee nuove, ma soprattutto per unquadro normativo e istituzionale moltoconservativo e ingessato su vecchi sche-mi, non più al passo con i tempi».

Quale sarebbe il rapporto perfet-to tra impresa e mondo della cultu-ra? E Unieuro che legame ha con lacultura locale e nazionale?

«Ci tengo a sottolineare una cosa chegeneralmente ci viene poco riconosciu-ta: Unieuro, assieme anche ai competi-tor del nostro settore, riveste da sempreun ruolo cruciale per la diffusione dellacultura nel nostro Paese: siamo i princi-pali venditori di quasi tutti i mezzi didivulgazione di informazioni e quindianche di cultura. Vendiamo libri, televi-sori, cd musicali, computer, tablet,telefoni, tutti i mezzi che consentonoall’informazione e alla cultura di diffon-dersi a tutti i livelli della popolazionerendendola facilmente accessibile.Inoltre il ruolo delle imprese è semprepiù proiettato nell’ambito sociale e spe-cialmente per una azienda retail comela nostra, l’aspirazione sarebbe che ilnegozio non venisse più visto come unsemplice luogo di acquisiti, ma semprepiù come un luogo di aggregazione, incui trascorrere tempo libero e nutrire leproprie passioni, siano esse cinemato-grafiche, culinarie, di lettura, o cultura-li, nel senso più ampio del termine».

Guido Sani

DALLE BOMBOLE DEGLI ANNI TRENTAAI 420 NEGOZI DEL 2015

1973 Vittorio Silvestrini lascia la guida diSgm Distribuzione, azienda di commercioall’ingrosso e al dettaglio nata nel 1937come rivendita di cucine e bombole gas, aifigli Giuseppe e Maria Grazia.

1982 Apertura a Forlì del primo megastoredella Romagna (1500 mq)

2000 Sgm entra in Expert Italia.

2001 Sgm apre il suo sito di ecommercemarcopoloshop.it in un periodo quandoancora il commercio online era poco diffu-so (dieci anni dopo arriverà a contare più di600mila clienti registrati, 20 milioni di visi-tatori unici, 150mila ordini annui e un fattu-rato di oltre 35 milioni di euro).

2003 Giuseppe Silvestrini diventa presi-dente del gruppo Expert Italia di cui Sgmfa parte come uno dei soci di maggioran-za.

2005 Il fondo di private equity RhoneCapital entra nella compagine sociale diSgm.

2007-2012 Con le acquisizioni diConsumer, Venex e Eldo Sgm, con l'inse-gna Marcopolo Expert, raggiunge una retecomplessiva di 79 punti vendita diretti e138 affiliati.

2013 Sgm acquista la catena Unieuro, coni suoi 93 punti vendita diretti e 88 affiliati.

2014 Conclusa l'operazione di rebrandingdi tutta la catena: la nuova Unieuro contaoltre 420 negozi su tutto il territorio nazio-nale.

LE TAPPE

Il poeta, scrittore e sceneggiatoreriminese Tonino Guerra, morto nel2012 a 92 anni. Nel 2001 prestò ilvolto alla compagna promozioneUnieuro pronunciando la frase poidivenuta celebre: «Gianni,l’ottimismo è il profumo della vita»

ORDINEARCHITETTIRAVENNA

Comune di Ravenna

Con il patrocinio

Comune di Cervia

Comune di Lugo

Comune di Forlì

Comune di Cesena

ciclo di conferenze 2015ore 20 Apertura e registrazione crediti formativi ore 20.30 Saluto azienda Edilpiù

ore 20.45 Architetti Brenso ore 21.45 Architetti Iotti / Pavarani ore 22.45 Spazio interventi e saluto conviviale

Info Reclam tel. 0544 408312 - [email protected] - www.reclam.ra.it

Otto incontri/confronti fra protagonisti esperti ed emergentidella progettazione contemporanea

GIOVEDÌ 23 APRILE

BrensoBologna

Iotti / PavaraniReggio Emilia

Edilpiù LUGO via Piratello, 58/2

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