Rassegna 2 novembre

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di Paola Zancae Antonella Mascali

L a storia di Ruby, dei suoi legamicon il presidente del Consiglio edello spiegamento di mezzi cheha portato alla sua “l i b e ra z i o n e ”

dopo il fermo per un furto, è una storiadi donne. Ma non sono solo la cubistaminorenne, l’ex igienista diventata con-sigliere regionale Nicole Minetti, o lacoinquilina brasiliana. Ieri, a occuparsidi quella notte di fine maggio, è arrivatoil procuratore aggiunto di Milano IldaBoccassini. Negli uffici della poliziagiudiziaria di piazzetta Umanitaria hasentito il racconto di Vincenzo Indolfi, al-l'epoca capo della questura di Milano.Un déjà vu per Berlusconi, suo ex im-putato al processo Sme-Ariosto. Per luiaveva chiesto, ma non ottenuto, unacondanna a otto anni. Dalla sua primagrande inchiesta sulla mafia al Nord, laDuomo Connection, agli anni siciliani al-

la ricerca degli assassini di Falcone eBorsellino, fino a Mani Pulite, Ilda Boc-cassini indaga da trent'anni sulla corru-zione e sugli intrecci tra la criminalitàorganizzata e la politica. Per capire diche pasta è fatta, al processo Imi-Sir-Lo-do Mondadori, che rischiava di esseretrasferito a Brescia, per effetto della leg-ge Cirami sul legittimo sospetto, decisedi pronunciare una requisitoria alla ro-vescia: si è aperta con le richieste di con-danna, di solito pronunciate alla fine.Perché quei nomi e cognomi degli im-putati (Previti e i magistrari Metta eSquillante, che avevano “tradito la Co-stituzione”) lei sentiva il dovere di pro-nunciarli subito.Ma la Boccassini non è l'unica donnache nel Ruby-gate gioca un ruolo deter-minante. Ce ne sono altre tre. Il trava-gliato fotosegnalamento di quella mino-renne fermata, è toccato al commissa-rio capo Giorgia Iafrate. Trent'anni,una laurea in Giurisprudenza, sta pren-

dendo la seconda in Diritto pubblico del-l'economia. Nata a Frosinone, è in ser-vizio a Milano solo da fine marzo. E daallora le è successo di tutto. Non è una acui manca l'ironia, tanto che qualcheamico si chiede se avere a che fare tuttii giorni con delinquenti di varia natura,non le possa far perdere la sua “gioia div i v e re ”. Tre settimane fa è in largo Cac-cia Dominioni a prelevare Morris Cia-varella, l'uomo che ha mandato in comairreversibile il tassista colpevole di averinvestito un cane. Nella notte tra il 27 eil 28 maggio è lei che il capo di gabinettodella questura chiama per dire che laminorenne va lasciata libera, è lei chespiega ai colleghi che la ragazza diconosia la nipote di Moubarak, è lei che rag-giunge “l ' a c c o rd o ” con il pm di turno mi-nori per affidare Ruby a Nicole Minetti,ancora lei che poco dopo quel verbale diaffidamento si rifiuta di firmarlo. Unanotte di ordini e contrordini, di telefo-nate convulse. Alle 9 e 12 del mattino

successivo, su Facebook la descriveràcosì: “Follia pura”. Ora è pronta al “fac -cia a faccia” con chi insinua che abbiamentito al Tribunale: su lasciare Rubynella mani della Minetti, dice, erano tut-ti d'accordo: “Sfido chiunque a dimo-strare il contrario”. Il pm di turno, quellanotte era Annamaria Fiorillo. Chila conosce bene racconta che in questigiorni è arrabbiata, anzi “ inc... nera”.Non ci sta a passare per un magistratoche ha scavalcato le leggi, che ha con-cesso privilegi, solo perché il presidentedel Consiglio ha chiamato in questuraquella sera. Molti avvocati milanesi ladescrivono come un magistrato di lungaesperienza, affidabile, “tosta”, che nonsi fa intimidire. Chi la frequenta per la-voro, dice che dopo tanti anni di pro-fessione, è diventata anche “una mam-ma, una psicologa”. Alle udienze “fa leprediche ai ragazzi accusati di vari reati– racconta un avvocato sorridendo –Crede che sia possibile un loro recupero.

Vuole che abbiano una possibilità”. Haun carattere opposto il capo di Anna-maria Fiorillo, il procuratore MonicaFre d i a n i . “S ev e ra ”, “fo r m a l e ”, “aset -tica”. Sono questi gli aggettivi usati dachi la conosce. Ma anche “ser ia”, “pre -p a ra t a ”, “molto professionale”. È leiche ha inviato al procuratore di Milano

Bruti Liberati una corposa documenta-zione su quella notte. Un fascicolo chesembra confermare quanto trapelatodal Tribunale dei minori: il pm Fiorillonon ha mai autorizzato Nicole Minettia portarsi via la ragazza marocchina.Ma questa volta il premier non può direche ancora una volta ha a che fare conuna toga rossa. Frediani è vicina ad Uni-cost, la corrente moderata dei magistra-ti. Anzi, alcuni suoi colleghi dicono che èuna “berlusconiana perbene”. Quandole dichiarazioni del ministro Maroni sul-la schedatura dei minori rom scatena-rono un putiferio europeo, Frediani di-chiarò che non capiva “tutto questo cla-m o re ”. E da capo della procura dei mi-nori a Milano si è resa protagonista di ungiro di vite sull'articolo 31 della leggesugli immigrati che consente a un ge-nitore senza documenti di restare in Ita-lia per il bene del figlio che va a scuola.

Il ministroe la ballerina

“Le hoconsigliatoalcuni avvocati,aveva paura chele togliesseroil figlio

Cene, ritie marijuana

“Il racconto diuna cubistatirata in ballodall’exassistente di unsenatore Pdl

Dai salotti buoni

al narcotraffico:

la parabola di Perla

D roga, manette, feste, orge,politici. Un lungo racconto cheaccorcia le distanze tra Palermo

e Milano e fa di Parma una capitale.Parmigiana è Perla Genovesi, 32enne, exattivista di Forza Italia, narcotrafficanteinternazionale, carichi spagnoli, base sicilianae una carriera da assistente parlamentare del

senatore Enrico Pianetta, oggi deputato delPdl, interrotta nel 2007 per guai con lagiustizia. La Genovese viene arrestata nel2010, passa pochi giorni in carcere poiottiene i domiciliari. Prima nega le accuse,parla di equivoci: sono un’infiltrata delle forzadell’ordine, conosco mafiosi, nel giro dispacciatori internazionali per farli

rintracciare .Viene arrestata il luglio scorso insieme conaltre tredici persone in un’inchiesta condottadai carabinieri di Palermo, coordinata daipubblici ministeri Teresa Principato, GeriFerrara e Marcello Viola. L’ex giovane di ForzaItalia viene indicata come un corriere chetrasporta la droga dalla Spagna all’Emilia sino a

POLVERE DI STALLEU n’altra Ruby: “Droga a Villa Certosa”

Il Caimano sempre più nella melmadi Gianni Barbacetto

O ra nei festini del presi-dente del Consiglio fala sua comparsa anchela droga. Hashish e ma-

rijuana che le giovani ragaz-ze invitate da Silvio Berlusco-ni trovavano sul comodino,nelle camere di villa Certosain Sardegna e che potevanoutilizzare prima dei party.Questo almeno secondo ilracconto di una ragazza chefa la cubista a Milano e che èstata sentita dai magistrati diPalermo impegnati da tempoin un’indagine su un trafficodi droga. Ora le dichiarazionidella ragazza, videoregistra-te, saranno mandate alla Pro-cura di Milano, dove conflui-ranno nell’inchiesta su Ruby,la ragazza che racconta diaver partecipato ad alcunefeste di Berlusconi ad Arco-re .I racconti delle due giovani –la cubista sentita a Palermo eRuby, che ieri ha compiutodiciott’anni – si confermanoin molti punti. Entrambe de-scrivono le cene, i riti sessua-li, i tuffi in piscina. In più, lacubista aggiunge il particola-re delle droghe leggere chegiravano tra le ragazze. Unparticolare inedito, che con-traddice altre dichiarazionidi ragazze presenti alle feste,le quali descrivono invece aigiornalisti un Berlusconimolto attento a non far en-trare droghe nelle sue resi-denze.

ADESSO toccherà a IldaBoccassini, procuratore ag-giunto a Milano, gestire insie-me al pm Antonio Sangerma-no anche i materiali investi-gativi arrivati dalla Sicilia.L’indagine milanese era de-collata l’estate scorsa, dopo

alcuni mesi di un’i n ch i e s t asottotraccia su un giro di pro-stituzione d’alto bordo. Gli in-vestigatori si erano già imbat-tuti in una certa Karima ElMahroug (il vero nome di Ru-by) e stavano cercando di de-cifrare il ruolo di Lele Mora edi Nicole Minetti, la ballerinadi “Colorado Cafè” che si èrapidamente trasformata inigienista dentale del presi-dente del Consiglio e ancorpiù rapidamente in consiglie-ra regionale della Lombardia.

NEL LUGLIO 2010, gli in-vestigatori si concentrano suun fatto successo due mesiprima, quando Ruby era statafermata con un’accusa di fur-to e portata in questura a Mi-lano. È la ormai famosa nottetra il 27 e il 28 maggio 2010,quando la ragazza viene affi-data – dopo due telefonate di

Berlusconi e contro la dispo-sizione del magistrato dei mi-nori – proprio a Nicole Mi-netti e alla escort brasilianaMichelle, che ospita Ruby nelsuo appartamento milanesesui Navigli. Michelle ha di-chiarato al Corriere della seradi essere stata lei ad avvertireBerlusconi del fermo di Ruby,sostenendo di aver avuto daanni in agenda il numero pri-vato del presidente del Con-siglio, da usare in caso di“emer genze”.Poi Ruby, minorenne, è statapiù volte sentita dal procura-tore aggiunto di Milano Pie-tro Forno. Intanto, Berlusco-ni veniva informato in direttadelle mosse della procura diMilano e faceva avviare lecontromosse per tentare didisinnescare le indagini. Il ca-so ha voluto che dall’altro ca-po d’Italia, in Sicilia, i magi-strati palermitani Teresa Prin-cipato, Geri Ferrara e Marcel-lo Viola s’imbattessero in untraffico di droga in cui eracoinvolta una trentenne diParma, Perla Genovesi, attivi-sta di Forza Italia e assistenteparlamentare di un senatorePdl della Lombardia, EnricoPianetta. Perla è in contattocon un boss di Cosa nostradella provincia di Trapani,Paolo Messina, consideratouno di coloro che proteggo-no la latitanza del superbossMatteo Messina Denaro. Ladonna ha rapporti anche conVito Faugiana, di Castelvetra-no, militante del Nuovo Psi.Messina commercia droga.Faugiana si occupa di gestirela clientela che acquista la co-ca.

PERLA fa il corriere: t ra-sporta droga dalla Spagnaall’Italia e la distribuisce in Si-cilia, in Emilia-Romagna, in

Lombardia. Alle elezioni re-gionali del 2005, con VitoFaugiana tenta l’av ve n t u rapolitica, presentando il Nuo-vo Psi in Emilia e finanziandola campagna elettorale con isoldi del traffico di droga. Dal-le urne esce un flop, ma Perladiventa assistente del senato-re Pianetta. È in contatto conil deputato Ignazio La Russa,con la coordinatrice Pdldell’Emilia-Romagna IsabellaBertolini, con Sandro Bondi.Chiama anche villa San Mar-tino, la residenza di Arcore diSilvio Berlusconi.

NEL 2007 cominciano iguai. Viene fermata a un po-sto di blocco in compagnia diFaugiana e gli agenti le tro-vano della cocaina in macchi-na. Evita l’arresto soltantoperché è incinta. Non lo evi-terà però tre anni dopo, quan-

Dall’altra parte I volti dell’indagine

Boccassini & co: 4 donne “c o nt ro ” B.

do nel luglio 2010 viene con-dotta in carcere. A questopunto decide di parlare. E rac-conta, oltre a quel che sa deitraffici di droga, anche dei fe-stini targati Pdl. Un giro di“banchetti orgiastici” a basedi sesso e droga, organizzatida Paolo Messina nelle ville diesponenti del Popolo della li-bertà nella Sicilia occidenta-le. Ma accenna anche a festesimili che avvengono alN o rd .

DICE DI AVER p re s e n t a t o

una sua amica, una cubistaventenne, a Renato Brunetta,parlamentare Pdl che in se-guito diventa ministro dellaFunzione pubblica. Perla rife-risce che la ragazza le ha poiraccontato di essersi inseritanel giro grande, quello dellefeste di Berlusconi, di averpartecipato a party notturninelle sue residenze a Roma, aMilano e in Costa Smeralda.“Sono entrata nel giro dellefeste del presidente”, leavrebbe confidato la ragazza.Brunetta, raggiunto al telefo-

In prima filaSopra Ilda Boccassini. A sinistra, Perla Genovesi

e Lele Mora. A destra, Ruby (FOTO ANSA)Dal procuratoredel caso Sme alledue magistrateminorili, finoalla funzionariache non firmòil sì alla Minetti

IL BUON SAMARITANOMartedì 2 novembre 2010

I 18 ANNI DELLA RAGAZZA

TRA PARTY E REBUS ESPULSIONE: LE SPINE DI RUBACUORI

di Antonella Mascali

I lda Boccassini è appenaentrata nell’indagine suRuby, la ragazza che rac-conta i suoi incontri con

Silvio Berlusconi. E subitopunta al cuore della faccenda:le telefonate del presidentedel Consiglio alla Questura diMilano per far rilasciare la mi-norenne, nella notte tra il 27 eil 28 maggio scorso. Ieri ilpubblico ministero ha ascol-tato l'ex questore VincenzoIndolfi. L’interrogatorio è av-venuto negli uffici della poli-zia giudiziaria di via Umanita-ria, a pochi metri dal Palazzodi Giustizia milanese, chiusoper la festività del 1 novem-bre. Presente anche il magi-strato Antonio Sangermano, acui è affidata l’indagine sul ca-so, finora coordinata dal pro-curatore aggiunto Pietro For-no.Il 27 maggio, Ruby era stataportata in questura da unapattuglia del commissariatoMonforte, dopo una segnala-zione di Caterina P., una cubi-sta che pochi giorni prima

aveva ospitato la ragazza peruna notte: “Se n’è andata por-tandomi via 3 mila euro e al-cuni gioielli”, sostiene. Berlu-sconi viene avvertito del fer-mo o dalla stessa Ruby o dallaescort presso cui abitava, labrasiliana Michele. E intervie-ne: chiedendo di rilasciare laragazza, di non mandarla incomunità, ma di consegnarlaa una sua delegata. È NicoleMinetti, la ballerina di secon-da fila a Colorado Cafèe aScor ie,diventata rapidamente igieni-sta dentale del presidente delConsiglio e ancor più rapida-mente consigliera regionaledel Pdl in Lombardia, nel listi-no del governatore RobertoFor migoni.

I FUNZIONARI della que-stura obbediscono al Cavalie-re, malgrado le disposizionidel magistrato di turno dellaProcura dei minori, Annama-ria Fiorillo, che aveva racco-mandato di mandarla in comu-nità subito o il giorno succes-sivo, trattenendola intanto inquestura. Il prefetto Indolfi ri-schia. Con lui, i funzionari che

hanno deciso di lasciar andareRuby. E Nicole Minetti che si èimpegnata ad accudire la ra-gazza ma non lo ha fatto. Ri-schia, infine, anche Berlusco-ni. Infatti l’articolo 495 del Co-dice penale punisce con unapena fino a tre anni chi facciauna dichiarazione falsa in unatto pubblico. L’articolo suc-cessivo, il 496, punisce fino aun anno chi dia false dichiara-zioni sull’identità di una per-sona. E il premier quella nottedisse al capo di gabinetto dellaquestura, Pietro Ostuni, chegli avevano segnalato Ruby(cioè la marocchina Karima ElMahroug, da ieri maggioren-ne) come nipote del presiden-

te egiziano Hosni Mubarak. Sesi sfoglia il codice penale sonodiversi i reati che in astrattopotrebbero essere contestatial presidente del Consiglio,che è anche pubblico ufficia-le. Dall'articolo 48 che regola icasi di “induzione all'errorecon l'altrui inganno”, proprioper la balla alla polizia sulla pa-rentela della minorenne conMubarak, all'articolo 323 sul-l'abuso d'ufficio. In questo ca-so si potrebbe trattare di “a bu-so produttivo di un danno in-giusto idoneo a ledere l'inte-resse della Pubblica ammini-s t ra z i o n e ”. Pena da sei mesi atre anni. C'è anche l'articolo374 bis: “False dichiarazioni o

attestazioni in atti de-stinati all’autorità giu-diziar ia” relative a un“imputato, al condan-nato o alla persona sot-toposta a procedimen-to di prevenzione”. Pe-na prevista da due a seianni se il fatto è com-messo da un pubblicoufficiale, da un incari-cato di un pubblicoservizio o da un eser-cente la professionesanitar ia.

ANCHE MINETTI,indagata per favoreg-giamento della prosti-tuzione assieme a LeleMora ed Emilio Fede,

potrebbe rischiare un'altra ac-cusa, cioè l'abbandono di mi-nore, essendosi disinteressatadel destino di Ruby, subito do-po averla prelevata dalla que-stura. L’articolo 591 del codi-ce penale prevede pene da seimesi a cinque anni per chiun-que abbandoni una persona“della quale abbia la custodia odebba avere cura”. Se l'inchie-sta della Procura di Milano do-vesse confermare che il pmFiorillo non aveva autorizzatol'affidamento di Ruby a Minet-ti, l'accusa di abbandono di mi-nore potrebbe scattare ancheper i funzionari di polizia chehanno lasciato andare la ragaz-za con chi – secondo una delletelefonate di Berlusconi – si sa-rebbe presa volentieri cura dilei ma che, invece, l'ha abban-donata per strada.

Pressioni, abusi e bugie:rischia anche il premier

LA TELEFONATA E L’INCHIESTA DELLA PROCURAIERI SOTTO TORCHIO L’EX QUESTORE DI MILANO

MinettiAbbandono di minore

È già indagata per favoreggia-mento della prostituzione as-

sieme a Mora e Fede, ma potrebberischiare anche l'abbandono di mi-nore. L’articolo 591 del codice pe-nale prevede pene da sei mesi acinque anni per chiunque abbando-ni una persona “della quale abbia lacustodia o debba avere cura”. Unimpegno che aveva sottoscritto nelverbale di consegna di Ruby.

BerlusconiLa balla Mubarak

L’ articolo 495 del codice penale pu-nisce con una pena fino a tre anni

chi faccia una dichiarazione falsa in unatto pubblico. L’articolo 496, punisce fi-no a un anno le false dichiarazionisull’identità di una persona. La posizio-ne del premier è disciplinata anche daaltri articoli che riguardano i pubbliciufficiali: l’articolo 48 che regola i casi di“induzione all’errore con l’altrui ingan-no” e l’articolo 323 sull'abuso d'ufficio.

I funzionari di poliziaL’ordine del pm violato

S e l'inchiesta della Procura di Mi-lano dovesse confermare che il

pm Fiorillo non aveva autorizzatol'affidamento di Ruby alla Minetti,ma aveva disposto l’invio in una co-munità, l’accusa di abbandono diminore potrebbe scattare ancheper i funzionari di polizia che han-no lasciato andare la ragazza conuna persona non titolata per l’af fi-damento.

IL BUON SAMARITANO

no dal Fatto quotidiano, spie-ga di aver visto la ragazza unavolta sola, durante un conve-gno a Roma, e di averle for-nito consigli legali. “Mi è statapresentata da Perla Genovese

e, disperata, mi ha chiestoconsigli perché aveva paurache le togliessero il figlio. Leho suggerito i nomi di alcuniavvocati che potevano aiutar-la e poi non ho rivisto più nélei né la Genovese”.In seguito la ventenne ha con-fermato le dichiarazioni dellaGenovese e ha raccontato lefeste del premier a cui ha par-tecipato. Ha descritto parti-colari che combaciano conquelli di Ruby e, in più, haaggiunto la presenza delladroga leggera a disposizionedelle ospiti, per prepararsi al-la gran serata.

ADESSO le dichiarazioni diPerla e quelle, ancor più scot-tanti, della ventenne cubista,arriveranno sul tavolo di IldaBoccassini, ad appesantire ifascicoli che coinvolgono Le-le Mora, già in passato descrit-to come manager con un en-tourage non privo di relazionipericolose con ambienti dellacriminalità organizzata. La di-ciottenne Ruby, nei primigiorni della sua maggiore età,ne vedrà delle belle.

di Ferruccio Sansa

“M acché festa per i diciotto anni. Hoaltro cui pensare”, giura Ruby. A

Genova, però, si annuncia un party chesta accendendo più riflettori del matri-monio del principe William: “Sì, credoche Ruby festeggerà il suo compleannoall’Albikokka dove veniva sempre. Stia-mo già organizzando i preparativi”, rac-conta Antonio Matera, costruttore eproprietario di diversi locali dove la di-ciottenne più ricercata d’Italia si esibi-va. Dove ha moltissimi amici. Tutto veroo l’ennesima trovata pubblicitaria? Lei,Ruby, ieri sera smentiva: “Giuro, nessu-na festa”. Chissà, forse il suo avvocato,Massimo Dinoia, è riuscito a convincer-la. Da giorni raccomanda alla sua irre-quieta assistita di restare calma. Un’im -presa non facile, però: “Io ho fame divita”, ripeteva sempre Ruby alle educa-trici del centro per minori di Genova do-ve era ospitata. E via... spariva in giro per

i locali della Riviera e ancora più lonta-no, fino in Versilia. Addirittura in Sarde-gna: “No, non a Villa Certosa”, assicuralei. Ma ormai è difficile, impossibile ca-pire dove finisca la verità e cominci lare c i t a .

INTANTO LE DISCOTECHE di Ge-nova sono affollatissi-me. Di cronisti, tutti acaccia di Ruby. Mate-ra, che ha anche co-struito il residence diRivarolo dove la ragaz-za si sarebbe rifugiata,si frega le mani e ride:“Non è mai stata lì. Ma igiornalisti hanno co-munque prenotatoquattro stanze speran-do di intervistarla”.Già, questa diciotten-ne – ieri è diventata fi-nalmente maggioren-

ne – tiene in sospeso il mondo politico diun Paese di sessanta milioni di abitanti eda giorni prende per il naso decine dicronisti che la seguono ovunque. Dome-nica era a Milano, ieri è tornata in Liguriaper passare il compleanno con gli amici.Ma che cosa ne sarà di Ruby adesso che èdiventata maggiorenne? L’incertezza è

assoluta. Perfino chi ladifende ha difficoltà aricostruire la vera si-tuazione. La ragazzanon ha lo straccio diuna carta di identità. AlViminale starebberoaddirittura pensandodi espellerla. Soltantosulla carta, però: diffi-cile, quasi impossibile,che la ragazza ritorni inMarocco, almeno intempi brevi. Se davve-ro le fosse notificato ilprovvedimento di

espulsione, il suo difensore potrebbe im-pugnarlo. Insomma, si andrebbe per lelunghe. Non solo: Ruby dovrebbe esseretrattenuta in Italia per esigenze di giusti-zia, perché persona informata sui fatti inun’indagine. Ma il punto è un altro: quiparliamo di una ragazzina figlia di due im-migrati regolari che abitano in Italia da15 anni. Insomma, non è assolutamentedetto che possa scattare il provvedimen-to di espulsione verso il Marocco doveRuby non è praticamente mai vissuta.Non sarà facile, però, per questa ragazzaalta un metro e ottanta che a diciotto an-ni ha vissuto più di un adulto. Tutti oggi lacercano, ma tra qualche mese potrebberitrovarsi da sola. A Letojanni (Messina),dove vive suo padre M’Hamed El Ma-roug, non la aspettano a braccia aperte. Ei suoi potenti amici milanesi chissà fino aquando staranno dietro alle bizze di que-sta adolescente. Già una volta l’hanno la-sciata a casa di una donna che, sostieneRuby, l’aveva spinta sul marciapiede.

Da Genovaa Milano:tutti a cacciadella giovaneLei: nullada festeggiare,solo guai

Milano. La difesa e la reticenza durano poco, laGenovese inizia a collaborare. Negliinterrogatori parla di party “bollenti” in villeprivate tra Trapani, Castelvetrano, Triscina,Campobello e Tre Fontane con amministratorilocali, sindaci e addirittura parlamentarisiciliani. Piccoli e grandi politici chetrascorrano serate a base di belle donne e

cocaina. Ma c’è un particolare che porta latriste storia di Perla, che una volta evitò lagalera perché incita, sino a Milano. Dentro leville di Silvio Berlusconi, le feste e le donne.Perla confida agli inquirenti di aver presentatouna ragazza, una cubista che vive al Nord, a unpolitico che sarebbe diventato ministro dellaRepubblica. De relato, ovvero riportando

confidenze altrui, dice che la sua amica leraccontava di esser stata invitata, tra il 2009 al2010, a diverse feste fra la Sardegna, Roma eMilano del presidente del Consiglio. Imagistrati di Palermo hanno trasmesso ilverbale alla Procura di Milano per competenzaterritoriale. Ora i racconti della Genoveseverranno verificati dai magistrati incrociando

date, circostanze, passaggi precisi e altri piùconfusionari. Da tempo è finita la carrierapolitica della Genovese, già consigliere diquartiere a Fidenza. La passione politica vienedeviata nello spaccio di droga quando in Siciliaconosce Paolo Messina, impiegato comunale diCampobello di Mazara e Vito Faugiana diC a s t e l ve t r a n o.

Il coinvolgimentodi Mora

“Stretta sulmanager deivip. Le suerelazioni con lacriminalitào rg a n i z z a t a

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pagina 4 Martedì 2 novembre 2010

Da Giannino, la Milano da bereNEL RISTORANTE DI VIA VITTOR PISANI STORIE DI RAGAZZE, POLITICI E ULTRAS

di Davide MilosaMilano

D i mezzo c’è un tartufo regalato.Nulla di male, in fondo. Se non

fosse che il prezioso tubero è statodonato da uno dei titolari del risto-rante Giannino, meta fissa del presi-dente del Consiglio, al capo ultrasdella curva milanista. Un tizio pocoraccomandabile con importanti en-trature nella malavita organizzata eattualmente alla sbarra per tentataestorsione alla stessa società rosso-nera. Da Giannino, il boss di San Siro,legato al padrino Pepè Onorato, ci vaspesso e volentieri. Non da solo, ov-viamente, ma in compagnia, adesempio, di Loris Grancini, altro rascurvaiolo legato a importanti fami-glie della ’ndrangheta e a un larussia-no doc come Marco Clemente, con-sigliere di Fiera Milano. Siamo in viaVittor Pisani 6. In fondo la Stazione

Centrale. Molto prima sulla destra esotto i portici proprio Giannino. Ri-storante-covo della cricca berlusco-niana. A partire dal premier che il 14febbraio scorso qui cenò assieme allaminorenne Ruby e che qui è ritorna-to sabato sera dopo il match di cam-pionato tra il suo Milan e la Juventus.Cena riservatissima, naturalmente,officiata nel privè da 48 posti. Al ta-volo con il Cavaliere, in quella tardasera, c’era anche la parlamentare eu-ropea Licia Ronzulli, ex infermiera.Di lei Barbara Montereale, coinvoltanello scandalo escort a Palazzo Gra-zioli disse: “A villa La Certosa, la Ron-zulli organizza la logistica dei viaggidelle ragazze, decide chi arriva e chiparte, smista nelle stanze”. Non è fi-nita, perché il nome della fedelissi-ma di B. compare in un’infor mativasui rapporti tra la ’ndrangheta e laPubblica amministrazione lombar-da. Con lei, da Giannino, sabato scor-

so sedeva anche Isabella Votino, por-tavoce del ministro dell’Interno Bo-bo Maroni. Lui, si sa, milanista doc.

Gli ospitid’eccezione

TRA I GRANDI frequentatori del ri-storante c’è l’ad del Milan AdrianoGalliani, lo stesso che ha l’abitudine difarsi accompagnare dalla scorta di Sta-to agli incontri con ultras pregiudica-ti. Lui è ospite fisso e artefice della for-tuna di Lorenzo Tonetti, ex camerierenei locali dell’Ippodromo, ora facto-tum dello stesso Galliani e amico deipadrini del tifo milanese. Che affolla-no le sale del Giannino, di cui Tonettiè uno dei titolari, pressoché quotidia-namente. E con loro, arrivano ancheimprenditori calabresi in odore di ma-fi a .Questo il milieu di uno dei più noti lo-

cali della movida milanese che in que-sta zona incrocia diversi interessi. Alcivico 31 della stessa via ci sono gli uf-fici della New Parking Company, so-cietà di parcheggi, ora inattiva, e tra icui soci compare quel Marco Clemen-te che assieme allo stesso Grancini, silegge nelle carte dell’ultima inchiestasulla mafia al nord, si dava da fare perfar ottenere favori carcerari al padre diun boss della ’ndrangheta che coman-da a Limbiate. Nel popoloso paese

dell’hinterland milanese, uomini delPdl vicini al ministro La Russa hannoincassato moltissime preferenze alleultime regionali di aprile.Via Vittor Pisani regala altri locali stro-boscopici. Il Giannino, però, resta ilsancta santorum. Cenare qui significaavere un credito da giocare sul tavolodi questa nuova Milano da bere. Chesiano ragazze con cui passare la notte,o affari che agganciano pericolosa-mente politica e mafia.

Lele Mora a una presentazione al ristorante “da Giannino” (FOTO OLY C O M )

Previsione del Times

(a firma Bill Emmott)

“La fine è vicina”

“L a fine di un regno” è vicina madopo Berlusconi non ci sarà“l’alluvione del caos” scrive Bill

Emmott sul Times di Londra. Secondo l’ex direttoredell’Economist e autore di un nuovo libro intitolatoForza, Italia “la generazione politica che seguiràpotrebbe sorprenderci”. Fini, il giovane sindaco diFirenze Renzi, Vendola sono i leader a cui guarda

Emmott per chiedersi “cosa potrebbe succederedopo la caduta dell’i m p e r a t o re ”: il giornalistaprende le mosse dal caso Ruby - le accuse“potrebbero essere non vere”, ma l’intervento sullaQuestura milanese “è un chiaro abuso di potere” -e ne conclude che il dopo Berlusconi “p o t re b b enon essere bello, come al tempo in cui gli uominiindossavano toghe macchiate di sangue”. Per

OPPOSIZIONE SFINITASenza fliniani mancano i numeri per votare la sfiducia

Il Pd pensa a una “censura”, ma all’Idv non bastadi Wanda Marra

M entre Fli continua afare un passo avantie uno indietro, l’op-posizione va all’at-

tacco come può. Partendoda un assunto di base, cheresta sempre lo stesso: i nu-meri per far cadere il gover-no Berlusconi non ci sono. Edunque, la strada è tutt’a l t roche facile, passa per una dif-ficile tessitura di rapporti eper una pressione politicacostante su Fini e sui suoi.Che cerca di stringere i fu-turisti all’angolo, battendosulle corde della coerenza eribadendo l’i n d i fe n d i b i l i t àdel premier. L’analisi la fa inserata Filippo Penati, capodella segreteria di Pier LuigiBersani: - "Fini dice una cosala domenica per diventareprudentissimo il lunedi'. Mala verità è che la spina al go-verno la sta staccando il Pae-se. Chi non se ne rende con-to si attarda in tattiche inutilie ormai insostenibili, e chepreparano solo giorni peri-colosi per le prospettive del-l'Italia".

IL PROBLEMA è che ungioco di strategia e tattica èquello che sta portandoavanti anche il Pd. Domeni-ca, Bersani ha invitato le op-posizioni a presentare unamozione di censura al gover-no, che avrebbe lo stesso va-lore politico di una sfiducia,ma il vantaggio di essere piùfacilmente votata dai finiani.Incassando il sì di Di Pietro.Ha ribadito ieri Maurizio Mi-gliavacca, coordinatore dellasegreteria del partito: “Il go-verno Berlusconi è il gover-no degli sconfitti. E’ il gover-no del fallimento. E’ fuor didubbio che se questa mag-

gioranza non avesse avutoproblemi conclamati non sta-remmo a questo livello di cri-si. E’ un governo che ha per-so la sua sfida”.Nel frattempo, però, ieri c’èstato il dietrofront di Fli, af-fidato a Italo Bocchino: “Siperde tempo a cercare tranoi chi vuole staccare la spi-na al Governo. Il nostroobiettivo è un altro: è quellodi accendere la macchina”.E dunque, il “l avo ro ” dei De-mocratici si fa ancora piùcomplicato. E loro sembranopiù disorientati del solito:stanno lavorando a un docu-mento parlamentare, che,appunto, non è una sfiduciaperché si rischia di non averei numeri e di giocarsi un’oc-casione. E che però hal’obiettivo di convogliarequanti più finiani possibile edi inchiodare Berlusconi allesue responsabilità. E per que-sto si stanno tessendo rap-porti con il resto dell’oppo-sizione e con settori dellamaggioranza. Un percorsoche - come si ammette anchenel partito - è lungo e diffi-cile. Peraltrro, questa setti-mana la Camera è chiusa esabato c’è la convention diFuturo e Libertà: i prossimisaranno dunque giorni di at-tesa e di lavoro dietro le quin-te. Anche per lavorare su uneventuale dopo: il governo ditransizione. Ha ribadito ieriDario Franceschini, replican-do alla Lega, che aveva par-lato di golpe, nel caso andas-se in porto questa ipotesi:“La Lega sa bene che laCo-stituzione dice che prima disciogliere le Camere va veri-ficato se possa esserci un’al-tra maggioranza” a sostegnodi un governo e “io credo checi possa essere”. Scalpita - alsolito - Antonio Di Pietro, che

va all’attacco: “Basta aspetta-re San Fini. Chi va con lo zop-po impara a zoppicare e que-sto proverbio vale per Fini e isuoi che hanno imparato azoppicare. Orsu', dunque,rimbocchiamoci le maniche,come direbbe Bersani, e co-minciamo a costruire un'op-posizione seria, capace e in-transigente, senza aspettare'san Fini' dal cielo".

IL PUNTO è, come? Lo stes-so leader dell’Italia dei Valo-ri, mentre si dichiara dispo-sto a sostenere qualsiasi do-cumento contro il capo delGoverno, ammette che senzail Pd non ha i numeri per pre-

IL BUON SAMARITANO

sentare neanche la mozionedi sfiducia.L’Udc, intanto, risponde pic-che a Berlusconi, che nelleanticipazioni del libro di Ve-spa l’aveva invitata ad entra-re nel governo: “Non abbia-mo nessuna intenzione dipartecipare a questo gover-no, che naviga al buio e hadimostrato di non riuscire adaffrontare con serietà i gran-di nodi del Paese. Abbiamogià indicato a Berlusconi l'u-nica strada seria per uscire daquesta situazione: le dimis-sioni del governo e l’aper turadi una nuova fase politica”,afferma il segretario, Loren-zo Cesa.

L’Udc risponde “picche”all’invitoa entrare nel governo:“Ci vuole una nuova fase politica”

I media egiziani

Tutti zittisu Mubarak

I n Egitto è stata la rete a occuparsi senza remore dell'affaire Ruby.La stampa ufficiale ha appena sfiorato l'argomento. “Quando ci

sono notizie, anche false, che riguardano direttamente il presidenteHosni Mubarak, i giornali e le televisioni vanno con i piedi di piom-bo”, ci dice il giornalista Issandr el Amrani. Il suo blog The Arabist èuno dei più seguiti dai giovani mediorientali e i suoi commenti allevicende politiche internazionali sono argute analisi che poco hannoa che vedere con gli articoli ingessati pubblicati su buona parte deimedia ufficiali. “La stampa egiziana è una stampa di regime –continua el Amrani che in Italia è ben conosciuto dai lettori delsettimanale Internazionale, di cui è collaboratore – e quando suc-cede qualcosa che tira in ballo Mubarak, prima di riferirne, bisognaessere sicuri che ciò non gli dispiaccia”. Anche quando il presidenteMubarak è vittima inconsapevole? “Sì, anche in questo caso. Anchese Mubarak non c'entra niente, di certo non è opportuno insisteresul fatto che un altro uomo politico abbia usato il suo nome per lesue sordide vicende private”. Vuol dire che una notizia del genereinduce a pensare che Mubarak è così debole e poco stimato dapoter essere usato dal premier di un altro Paese per scopi illeciti ?“Sì, possiamo metterla in questo modo. Ma diciamo che l'affaireRuby è anche qualcosa di veramente imbarazzante per tutto ilmondo della politica. E' un fatto unico nella storia degli incidentidiplomatici. Non si era mai visto un primo ministro sfruttare inmodo così plateale le buone relazioni con il capo di un altro Stato,per trovare una giustificazione plausibile a un reato che stava com-mettendo. Certo è subito emerso che il vostro Premier avesse men-tito. In Egitto nessuno ha dubitato della totale estranietà della fa-miglia di Mubarak in questa sordida vicenda. Ma anche per unnostro strano concetto del rispetto, qui si è preferito non dare trop-po risalto alla vicenda”. Nonostante Ruby Rubacuori non avesse, enon abbia alcun grado di parentela con il vecchio e malato dittatoreegiziano, nessuno al Cairo ha considerato opportuno sottolineareche Mubarak sia stato utilizzato come alibi dal suo alleato Ber-lusconi. Meglio far finta di niente, almeno pubblicamente. “Il titolodel mio post era proprio questo, Mubarak trasformato in alibi delPremier italiano che ha usato il suo nome per mentire e abusare delproprio ruolo istituzionale. Ho sottolineato anche le buone relazionitra i due perchè è la dimostrazione che ormai non ci si può più fidarenemmeno degli amici. Scherzi a parte – ironizza el Amrani – vaanche detto che l'atteggiamento del vostro premier è stato dop-piamente indelicato, per non dire di peggio”. A Mubarak l'annoscorso è morto un giovane nipote in modo tragico. Per lui e la suafamiglia è stato un evento davvero doloroso e la trovata di Ber-lusconi non sarà stata presa solo come il patetico tentativo di tro-vare una scusa ai propri errori. Roberta Zunini

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LA NAZIONE Pagina 11 – Viareggio Seravezza Leoluca Orlando domenica alla Cope TORNA Leoluca Orlando a Seravezza. L’appuntamento con l’ex sindaco di Palermo e oggi portavoce nazionale dell’Italia dei Valori è fissato per domenica prossima (ore 10,30) in sala Cope a Querceta. Orlando è anche vicepresidente del gruppo europeo dei Liberali democratici riformatori analizzerà la situazione politica italiana e presenterà le proposte dell’IdV. Interverrà anche Fabio Evangelisti, vicecapogruppo alla Camera, di recente eletto coordinatore regionale dell’Idv.

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•• 12 CRONACAFIRENZE MARTEDÌ 2 NOVEMBRE 2010

ILFUTURODEICINEMA

Lanuovavitadell’OdeonMenosoldi,mapiùattivitàSuper sala concerti e diretta su maxi schermo di eventi che si svolgono altrove

SE L’ODEON vive, e accentragran parte dell’attività culturaledel cinema fiorentino, le altre saleconoscono una crisi che sembranon avere fine. L’ultimo caso èquello del Colonna.COLONNA Il cinema Colonna,grande sala in zona Firenze sud, èancora chiuso “per ferie”. In real-tà, la società che lo aveva in gestio-ne, la Nuova Colonna srl, si è riti-rata. I proprietari dell’immobilesono anche i proprietaridell’azienda cinematografica:stanno cercando un nuovo gesto-re. Che certamente arriverà. Mache per il momento non c’è. Il ci-nema Colonna è nato nel 1929, haconosciuto un grande splendorenegli anni ’50 e ’60, poi la crisi. E’stato ristrutturato nel 1995: prati-camente, è una sala ottima per

comfort e standard di proiezione.Il proprietario è intenzionato aproseguirne l’attività cinemato-grafica: “Vogliamo continuare atenere aperto il cinema”, dichiaraAldo Giovannoni, erede dei fon-datori del cinema stesso. Nellapiù “hard” delle ipotesi, potrebbegestirlo lui stesso.PRINCIPE E FIAMMA Le duesale ex Cecchi Gori sono gestiteoggi dal liquidatore della società.Sono in liquidazione anche gli im-

mobili: due aste giudiziarie per illoro acquisto sono andate deserte.Non è detto che non vengano ac-quistati alla prossima occasione,se il prezzo di vendita si abbasse-rà. Il Fiamma non è vincolato, ilPrincipe sì.MANZONI E’ chiuso da un an-no e mezzo. Se anche qualcuno vo-lesse riaprirlo, è una sala a grandecapienza, e non potrebbe più far-lo. La legge regionale stabilisceche, nella provincia di Firenze,c’è una eccedenza di 3500 posti dicinema. Dovrebbe trasformarsiin una sala di meno di 300 posti,per poter riaprire.FLORA Il cinema Flora di piaz-za Dalmazia tiene duro. I proprie-tari, la famiglia Banchi, tengonomolto a questa sala storica, nataprima della prima guerra mondia-

le. L’avvento del Multiplex a No-voli sarebbe però, per loro, la ter-za guerra mondiale. Quella defini-tiva.FULGOR E VARIETY La pro-prietà del Variety ha manifestatoda tempo l’interesse a farne degliappartamenti. Ma il Comune nonlo sta permettendo. Le cinque sa-le del Variety per ora sono salve.Al Fulgor vorrebbero farci deiparcheggi, ma anche in quel casonon se ne parla in tempi brevi.

GAMBRINUS Continua a esse-re chiuso. Si parla dell’Hard Rockcafè come annunciato dal sinda-co. Il locale è vincolato a destina-zioni di uso culturale. Nelle di-chiarazioni di Renzi c’era un “pro-getto cinema”, come è stato evi-dente anche con l’operazione cen-to luoghi. Al momento, per i cine-ma “di città” non è stato fatto mol-to. Neanche piccole cose: comeconvenzioni con i parcheggi vici-ni ai cinema, o riduzioni delle im-poste comunali. Per esempio,quella sui rifiuti urbani: i cinemapagano per le superfici che occu-pano, ma è evidente che non pro-ducono montagne di rifiuti. O an-cora, le imposte per le vetrine sul-le strade. Sono molto alte, diconoi gestori dei cinema.

G. B.

INCENTROSTORICO DALLAREGIONE

LE ALTRE SALE STOP PER IL COLONNA MENTRE QUELLE DI CECCHI GORI ATTENDONO NUOVI PROPRIETARI. REGGE IL FLORA

Chiuse, all’asta o in procinto di diventare case o parcheggi

E’ LACASAFIORENTINADOVESI SVOLGONOFESTIVALEANTEPRIME

DAL2011 ILCONTRIBUTOPASSAA 200MILAEUROERIDOTTODAL2012

di GIOVANNI BOGANI

I CINEMA sono un valore, per lacittà. Quando chiude un cinema,spesso si spegne un quartiere. Per-ché, intorno a un cinema, c’è gen-te viva, vera, che discute, che si ap-passiona. I cinema, in una città,sono piccole sentinelle della nor-malità del vivere. Che succedequando spariscono? A Firenze, ingran parte, restano dei gusci vuo-ti. Il nostro viaggio parte dalla sto-rica sala cinematografica del cen-tro: l’Odeon.

IN PIENO CENTRO, davanti aPalazzo Strozzi, è il crocevia ditutte le proiezioni d’essai, degli in-contri, delle anteprime. E’ anchela sala più bella: un gioiello Liber-ty del 1919. Sembrava votato a unlento declino: l’ha preso in gestio-ne la Regione toscana, attraversola Fondazione sistema toscana.Da un paio d’anni agisce come“casa del cinema” di Firenze, ospi-tando i festival fiorentini e variealtre manifestazioni. Poteva con-tare su un contributo pubblico di400.000 euro l’anno, più altri200.000 per i “50 giorni di cine-ma”. Dal 2011 il contributo saràtagliato: “L’abbiamo propostonoi all’assessore alla cultura dellaRegione, Cristina Scaletti”, diceStefania Ippoliti, direttrice delleattività cinematografichedell’Odeon. “L’assessore ha accol-to con favore la nostra proposta:dal 2011 il contributo sarà portato

a 200.000 euro, e dimezzato ulte-riormente dal 2012”. Insomma: sitira la cinghia. Lo stesso contrat-to d’affitto tra la Regione e i pro-prietari del cinema Odeon è statoridiscusso.

IN PRATICA, la Regione ha ri-

nunciato a gestire in proprio ilbar ristorante, che è andato in ge-stione a Piero Iervolino, speciali-sta del settore. Il ristorante, cheha iniziato la sua attività da unasettimana, ha cucine proprie enuovi arredi. Con questa operazio-ne, la Regione ha salvato 65.000euro all’anno di affitto. “Voglia-mo una gestione virtuosa del de-naro, e arrivare a non pesare suglienti pubblici”, dice la Ippoliti.

TORNIAMO all’Odeon inteso

come cinema.La novità più grande è che è statomesso a norma il palco, ed è in gra-do di ospitare concerti.

IL PRIMO è stato quello di TimRobbins: l’acustica era perfetta.Nel prossimo futuro lo schermoservirà anche come sfondo visua-le per i concerti, con proiezioni dicoreografie e giochi di luce. E lostesso sistema di regia sarà usatoper dare in streaming eventi chesi svolgeranno all’Odeon.L’Odeon si avvia a diventare una“sala digitale”, con la possibilitàdi proiettare in diretta eventi chesi svolgono altrove: come la gran-de lirica internazionale, ad esem-pio. Si potranno vedere, in con-temporanea, anteprime di festivalinternazionali. Come se l’Odeonfosse un “televisorone”, dedicatoperò agli eventi di qualità.

INFINE, sono state inaugurateproiezioni per i diversamente abi-li. Proiezioni sottotitolate per inon udenti, e con audio guide incuffia per i non vedenti. Sono sta-ti già proiettati due film in questomodo: “La Passione” e “La solitu-dine dei numeri primi”. Divente-rà un appuntamento fisso, perreintegrare al cinema una partedella popolazione esclusa da que-sto appuntamento sociale.Proseguiranno anche i film in lin-gua originale, per i quali OdeonFirenze riceverà un finanziamen-to dall’Unione europea.

L’OFFERTAIntanto c’è spazioancheper la ristorazioneconuna cucina propria

LA SITUAZIONE delMultiplex della discordia,quello semicostruito a Novoli, èassai difficile. Allo statoattuale, non si può fare.L’autorizzazione regionale allacostruzione di un cinema èdecaduta. La ImmobiliareNovoli ha chiesto al Tar lasospensione della validità deldecreto di decadenza, ma ilTar ha negato questa richiesta.In più, nella provincia diFirenze risultano ancora 3.595posti “di troppo”, rispetto alleeffettive capacità diassorbimento del mercato.Dunque, secondo una leggeregionale, nessuna sala di oltretrecento posti può aprire nellaprovincia di Firenze.Se i proprietari dellaImmobiliare Novolicostruissero all’internodell’edificio Umi F – quelloall’angolo di via Forlanini –qualcosa che ha a che fare conuna destinazionecinematografica, sarebbe unabuso edilizio. E in vista delprocesso che si terrà a dicembre,per gli abusi edilizi precedentinella costruzione dell’edificio,senza i necessari progettidettagliati e con Dia scaduta,ovviamente la ImmobiliareNovoli non vorrà esporsi arischi di altre irregolarità.Infine, l’assessore regionaleScaletti ha ribadito la suaopposizione al Multiplex.Se il Multiplex non si può fare,il Comune dovrà porsi ilproblema di che cos’altro ci puòstare, in quell’edificio.

IN STILE Lo splendido liberty del cinema del centro

IlMutiplexdiNovolinonsi può fareLodiconole licenzee la legge

GAMBRINUSIl sindaco ha annunciatol’arrivo del locale della catena«Hard rock cafè»

FULGOR E VARIETYSi rincorrono le voci,per ora smentite,di diversa destinazione

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LA NAZIONE Pagina 4 – Massa Carrara Scatta una grande mobilitazione per far fronte all’emergenza MASSA — LA TRAGEDIA massese ha mobilitato i servizi di emergenza attivi su tutta la Toscana. A fianco delle istituzioni (Comune, Provincia, prefettura e forze dell’ordine) si sono schierati 130 volontari, è stato spiegato al briefing della Protezione civile. Una cinquantina provenienti dalle province di Lucca, Pistoia, Prato Firenze e Pisa attivati dal comitato operativo volontariato regionale (a cui aderiscono Anpass, Cri, Vab e Misericordia), dotati di 20 automezzi e 20 idrovore utilizzate sulla costa; gli altri della zona apuana, messi a disposizione anche da associazioni non aderenti al coordinamento. Inoltre il Soccorso alpino di Massa ha assicurato il monitoraggio a Forno e sul Fescione mentre alle 4.30 di domenica mattina si sono messe in moto anche le pubbliche assistenze della Toscana: due squadre sono partite da Viareggio e Pietrasanta, una da Fucecchio, una da Pistoia, una da Pisa e una da Monsummano, per un totale di 25 volontari. Il maltempo ha messo a dura prova anche la rete elettrica. Nella notte dell’emergenza Enel ha lavorato per riparare i guasti alle linee tranciate da frane, con un monitoraggio che continua in queste ore da parte dei centri operativi di Firenze e Livorno. Dal mondo politico continuano ad arrivare messaggi di solidarietà alle famiglie colpite: dai consiglieri comunali Stefano Caruso e Bruno Quieti del Pdl, dal presidente del consiglio regionale Alberto Monaci, dall’onorevole Lucio Barani, dal coordinatore Idv Galeano Fruzzetti.

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LA NAZIONE Pagina 7 – Prato Donzella sotto accusa al congresso Idv Ma lui: «Non ho fatto il doppio gioco» IL CAPOGRUPPO Idv Aurelio Donzella è finito nel mirino del garante nell’ultimo congresso regionale per aver firmato entrambe le mozioni in lizza. Lui si difende: «Avevo revocato l’adesione alla mozione Evangelisti 24 ore prima ma il segretario non l’ha detto».

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LA NAZIONE Pagina 5 – Prato Il problema. Carlesi al centrodestra: “Ora collaboriamo” Tagli sui bus, appello bipartisan dal consiglio «Non bisogna penalizzare la realtà pratese» IL CONSIGLIO comunale ha ritrovato l’unità sui tagli al trasporto pubblico. L’appello ad un’azione comune per arginare l’effetto della manovra è stato bipartisan: «Il trasporto pubblico locale è utilizzato da ben 25mila cittadini al giorno — ha detto Luca Vannucci del Pd — una così forte decurtazione del servizio paralizzerebbe la città, in un momento già di grande difficoltà. Facciamo quindi appello all’unità, al di là delle appartenenze politiche, perché la maggioranza sensibilizzi il governo sui tagli indiscriminati». Dello stesso tenore è stato anche l’intevento dela capogruppo dell’Idv Aurelio Donzella. Poi Roberto Baldi, il capogruppo del Pdl: «Le sollecitazioni vanno rivolte soprattutto nei confronti della Regione, che manifesta un atteggiamento onnicomprensivo non attento alle peculiarità di Prato: l’immigrazione e la positiva esperienza nel trasporto pubblico richiederebbero un’attenzione diversa e non penalizzante». Anche Gianluca Banchelli del Pdl ha sottolineato che «la palla adesso è passata alla Regione», che ha scelto di «operare dei tagli in modo orizzontale e così penalizzante per il servizio». «Se gli utenti delle Lam sono raddoppiati nel giro di pochi anni passando da 4,5 milioni di passeggeri all’anno a 10 milioni è perchè il servizio funziona — ha affermato poi il capogruppo Pd, Massimo Carlesi — L’utilizzo dei fondi Fas, strutturalmente destinati ad altro, è stato ipotizzato da Tremonti perchè si è reso conto che i tagli paralizzerebbero mezza Italia. Il Comune dovrebbe proporre alla Regione un nuovo progetto sul trasporto pubblico locale che ne implementi l’uso, così da avere nuovi investimenti. Migliorare e razionalizzare il servizio è possibile e noi siamo disponibili a collaborare con la maggioranza».

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LA NAZIONE Pagina 6 – Livorno Rosignano. Patrizio Loprete annuncia la realizzazione del cimitero per cani e gatti «L’ultima cuccia per i nostri animali» Sarà inaugurato nei primi mesi del 2011: sepoltura a costi sociali di CINZIA GORLA ROSIGNANO — «SONO CONVINTO che questi esserini che accompagnano gran parte della nostra vita dandoci tanto amore meritino di essere accolti in modo degno quando ci lasciano. I tempi e i costi? Sarà inaugurato nei primi mesi del 2011, in un terreno di 500 metri quadrati vicino al cimitero di Rosignano Marittimo messo a disposizione in comodato gratuito da un privato che ha una grande sensibilità verso gli animali. I costi di sepoltura saranno sociali. Amo gli animali, ho un cane, so bene che un cane e un gatto fanno parte della famiglia, con loro si divide gran parte della nostra esistenza. E ho sempre pensato a un’esigenza che è di tanti nel momento doloroso del lutto a cui, adesso, come presidente Crom, ho l’opportunità di poter dare una risposta». L’ANNUNCIO del primo cimitero della provincia, con l’ultima cuccia per i nostri amati cani e gatti, Patrizio Loprete lo darà oggi, durante l’annuale convegno «Cimiterinforma» organizzato da Crom a Castello Pasquini dalle 9.30 e dedicato alla cremazione. Un progetto di alto senso civico a cui Loprete sta lavorando a gran ritmo. L’ultima cuccia sarà in terra, ma in futuro si penserà anche a un impianto di cremazione. Un servizio di cui si occupano due società in Italia, i dati a cui rivolgersi si trovano su internet. IL PRIMO CIMITERO della provincia dicevamo, tra i pochi in Italia. In Toscana il primo fu ad Aulla, primo anche in Italia, poi San Giorgio a Colonica, provincia di Prato, e Pistoia. Vedremo come si svilupperà, ci piacerebbe accogliesse anche i meno fortunati, i randagi e chi ha vissuto in canile e gattile. UN PROGETTO che catapulta a livello nazionale una Rosignano invece indietro sul regolamento di tutela dei diritti degli animali. Lo torna a chiedere il 30enne Francesco Bartalesi, PD, con una mozione all’ordine del giorno del consiglio comunale di domani. Mozione che impegna il sindaco Franchi — che esercita la tutela degli animali come da Codice Civile — ad avviare subito le commissioni preposte. BARTALESI chiede inoltre di vietare sul territorio allevamento, utilizzo e cessione degli animali per fini scientifici, in risposta alla rabbrividente e barbara direttiva europea con parere favorevole anche alla sperimentazione su cani e gatti randagi.

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LA NAZIONE Pagina 6 – Livorno Rosignano. Il Coordinatore plaude all’iniziativa promossa dall’Arci della bassa Val di Cecina L’Italia dei Valori aderisce al «Tavolo per i paesi collinari» ROSIGNANO — L’ITALIA dei Valori aderisce all’iniziativa dell’Arci denominata «Tavolo per i paesi collinari», relativa a Castelnuovo della Misericordia, Nibbiaia e Gabbro. «Siamo stati presenti— dice ils egretario provinciale Patrizio Loprete, che cè anche consigliere comunale nonchè presidente di Crom — ed è una iniziativa che ho ascoltato con attenzione perchè va verso la direzione tanto da noi auspicata di recuperare il senso della partecipazione». E aggiunge: «E’ proprio di questi giorni l’attenzione del nostro assessore Luca Simoncini verso le frazioni collinari istituendo un ricevimento in loco dei cittadini avvicinando l’istituzione comunale». LO SVILUPPO delle zone rurali è una delle scommesse strategiche per il futuro del nostro territorio, ma per la Toscana in generale. Ancora Loprete: «Vedo uno sviluppo rurale che deve combattere l’esclusione sociale. Uno sviluppo rurale che svolga un ruolo importante nella coesione territoriale, economica e sociale. Molteplici sono le iniziative da prendere per far si che chi vuole continuare a vivere in un ambiente rurale possa avere l’opportunità di farlo senza che sia obbligato ad andarsene o a rimanere rinunciando a qualcosa che lo faccia sentire dimenticato e al di fuori della società. E’ necessario quindi avviare un processo virtuoso che sappia valorizzare il capitale territoriale. Da subito siamo disponibili a confrontarci e aderiamo all’iniziativa lanciata ieri dall’Arci».

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LA NAZIONE Pagina 10 – Arezzo San Giovanni. Procede la costruzione del quartiere: sarà completato entro il giugno 2012 La città a sud appesa al nuovo Borgo d’Arnolfo QUANDO, DOVE e come cambierà la viabilità nella zona sud del centro storico di San Giovanni? Tutto é legato all’ultimazione dei lavori del nuovo Borgo D’Arnolfo, la cui edificazione avanza a buon ritmo. «Hanno confermato che non ci saranno rinvii, ed i lavori saranno conclusi entro il giugno del 2012. E’ importante, perché consentirà all’amministrazione comunale di effettuare in quella parte della città importanti variazioni alla viabilità» afferma l’assessore all’urbanistica Marco Spadaccio. La costruzione del Borgo cresce a vista d’occhio, siamo giunti già all’ultimo piano. La nuova viabilità nella zona sud della città varierà notevolmente, diventerà più snella e sicura, grazie al nuovo ponte sul Borro della Madonna (per adesso funziona solo per servizio al Borgo), alla parte terminale di Corso Italia che sarà chiusa al traffico e riservata ai pedoni. Poi? Ci sono fondate ipotesi sulla revisione della viabilità in linea generale, da approfondire a tempo debito. Il Corso sarà prolungato e portato fino al ponte dell’ex Ospedale, oggi ai confini del Borgo, all’incrocio semaforico. Con chiusura totale del traffico. Dal lato opposto, quello della linea ferroviaria, la viabilità da Via Mannozzi proseguirà fino al Borgo,senza entrare più in Corso Italia, e fiancheggerà la ferrovia fino al nuovo ponte sul Borro della Madonna, per poi congiungersi con Via Martiri della Libertà e Via 2 Giugno, che resterà a senso unico. Mentre potrebbe variare il doppio senso di Via Lavagnini, in un senso unico direzionale verso l’ingresso alla città. E per l’accesso al Borgo d’Arnolfo dal lato nord, da direzione della stazione, vi si accederà per Via Mannozzi e inizio Via Eleonora Gori. E tra le altre ipotesi c’é il senso unico per Via Vetri Vecchi in entrata per l’Università ed il grande parcheggio da oltre 150 posti. Giorgio Grassi

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