Rassegna 6 novembre

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6 novembre

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La corte dei miracoli:

ragazze, bunga bunga

e grandi vip

STATO DI BANANAS

Per quante ragazze si sono aperte le portedelle ville del premier? In quante hanno partecipato

ai riti hard (bunga bunga incluso)? E soprattutto:in quante hanno immortalato le scene e sono disposte

ad utilizzare gli scatti per ottenere favori?

Nadia Macrì“5.000 euro per fare sesso”

È solo l’ultima: “Ho fato sesso con il pre-mier per due volte, sono stata pagata

con 5mila euro ogni volta”. Così ai magistra-ti palermitani Nadia Macrì, escort di ReggioEmilia. “Ci faceva trovare hashish nellestanze prima di andare tutte in piscina”.

Karima-RubyLa minorenne “liberata”

“È la nipote di Mubarak, rilasciatela”.Questa la telefonata del premier al-

la Questura di Milano lo scorso 27 maggio.La ragazza, minorenne, era stata fermataper furto. Lei ha raccontato ai magistrati:“Mi ha dato 30 mila euro in contanti”.

Noemi Letizia“Papi” e il Casoria-gate

A prile 2009: Berlusconi si precipitatoalla sua festa di 18 anni, la ragazza che

lo accoglie con il nomignolo “papi”. Lagiovane è stata diverse volte ospite dellefeste di B. Veronica disse: “Non posso starecon un uomo che frequenta minorenni”.

SCORTE E DINTORNI Difesa allegra del palazzo

Sicurezza nazionale sotto i tacchi

di Gianni Barbacetto

I l grande mercato sotterra-neo si è già avviato. Ci so-no in giro 500-600 fotoche hanno a che fare con

Silvio Berlusconi e le sue ra-gazze, dice il tam-tam che rim-balza dalle redazioni dei gior-nali di gossip agli ambienti del-la politica. Il catalogo della Re-pubblica del bunga-bunga.“Ma meglio stare attenti: cre-do che girino molti falsi e al-cuni trappoloni”, mette inguardia un operatore del set-tore fotogiornalistico. Forse inumeri non sono così alti, manelle memorie elettroniche didecine di telefoni cellulari ecomputer potrebbero riposa-re decine e decine di immagi-ni delle feste celebrate nelleresidenze del presidente delConsiglio.

QUANTE SONO le ragazze,veline o prostitute professio-nali, che negli ultimi anni sonoentrate nella villa di Arcore, al-la Certosa in Sardegna, a Palaz-zo Grazioli a Roma, nel castellodi Tor Crescenza? Tra di loroc’è chi ora siede in qualcheconsiglio comunale o regiona-le, alla Camera o al Parlamentoeuropeo. Altre continuano afare le attrici tv, le subrettine diseconda fila, le modelle. Moltecontinuano a praticare l’anticomestiere che oggi viene nobi-litato con l’uso un po’ ipocr itadella parola inglese escor t. Eb-bene: quante di queste ragazzehanno scattato qualche fotocon il telefonino, o girato un vi-deo? Un souvenir innocente diuna serata indimenticabile.Oppure una prova da tenere afutura memoria, magari spe-rando di ricavarci qualcosa dipiù dei 5 mila euro che alcune,tra cui la stessa Ruby, raccon-tano d’avere intascato a fine se-rata. Monica Lewinsky conser-vò un vestito che poi le risultòutile nella contesa con il pre-sidente Bill Clinton. Non è dif-ficile immaginare che moltedelle ragazze di Silvio abbianoalmeno scattato qualche provafotografica del loro accesso al-la corte del satrapo anziano. Lamancanza di controlli agli in-gressi delle residenze del pre-sidente del Consiglio è stato di-scusso perfino dal Comitatoparlamentare di controllo suiservizi di sicurezza. Che le fo-to-ricordo siano già state scat-

tate in passato è nella memoriavisiva di tutti coloro che ricor-dano le immagini di BarbaraMontereale e Lucia Rossini neibagni di Palazzo Grazioli, lanotte in cui erano in compa-gnia di Patrizia D’Addar io.Quest’ultima realizzò e poiconsegnò ai magistrati, anchele registrazioni audio della se-ra t a .

ORA IL CATALOGO si èampliato del capitolo Ruby.Con escort – come MicheleCoincecao Santos Oliveira, labrasiliana che ospitava Ruby acasa sua – che dichiarano diavere in tasca addirittura il nu-mero di cellulare di Silvio Ber-lusconi, da usare in caso di“emer genza”. È evidente chein questa situazione il rischioche si tentino ricatti è piutto-sto alto. È quanto temono alcu-ni dei parlamentari del Copa-sir, il comitato di controllo suiservizi, che vorrebbero sentireche cosa ne dice il premier.Scatti e ricatti: questo è il ca-pitolo che si è aperto nella vi-cenda italiana. Con molti ope-ratori già al lavoro. Non c’è dastupirsi, se si pensa che già Val-lettopoli è stata una grande sta-gione di foto scattate e di agen-zie impegnate a vendere le im-magini compromettenti: perlo più agli stessi personaggi fo-

tografati, che avevano tuttol’interesse a toglierle dalla cir-colazione. Per questi giochet-ti, Fabrizio Corona è già statocondannato in primo gradoper estorsione. Arma di ricattoanche i video di Piero Marraz-

zo.E ora? Quello strano mondofatto di fotografi, agenti, inter-mediari, venditori, che gira leredazioni dei giornali ma an-che gli studi di importanti av-vocati, da qualche giorno è in

fibrillazione. Le foto della festadi compleanno di Ruby sonostate offerte ai giornali a prezzisuperiori ai 100 mila euro. Fuo-ri mercato. Ma immaginate al-lora i prezzi di (eventuali?) im-magini ben più golose, con le

cene in villa, le feste in piscina,i canti e le danze della “papi gir-ls”. Silvio Berlusconi, quandoera ancora soltanto un impren-ditore televisivo, fece fare dauna sua collaboratrice il girodei giornali italiani per “r itira-

“P olizia di Stato e carabinieri di-ventano bodyguard usati im-

propriamente dai potenti. Mentrecon il nuovo pacchetto sicurezza diMaroni la lotta alla criminalità vie-ne affidata alle ronde di ultra-ses-santenni e alle polizie locali cheaprono senzioni anti-terrorismo,come succede a Milano”. Durissi-me le parole con cui Felice Ro-mano del Siulp commenta lanuova legge-Maroni, in riferimen-to, anche, al caso Ruby. Per il sin-dacato di polizia le cronache dellenotti nelle residenze del premierBerlusconi sono “un piccolo ma-nuale su come aggirare le normaliprocedure di sicurezza di un capodi governo da parte dello stessoprotetto: nessuno può entrare o sipuò avvicinare in casa di uno scor-tato senza controllo se non è luistesso a dare l’assenso; allora comesi spiega che non sapesse che que-

sta Ruby fosse minorenne e credes-se, secondo quanto dicono Ghedinie Sallusti, che si trattasse davverodella nipote di Mubarak?”. Comedire, essere una bella ragazza nonpuò esser l’unico lascia-passare. Èun copione già scritto per Romano:“Alla fine gli unici che pagherannosenza aver sbagliato, saranno i po-liziotti, messi ancora sotto scaccodalla politica. Le ‘p re mu re ’ che i col-leghi ricevono dalla politica, comequella telefonata da Palazzo Chigi,sono molte; che per la ‘p re mu ra ’ siscomodi addirittura il premier la di-ce lunga sui vertici politici di questoPaese. Altrove sono i capi-scortache decidono dove e come un pro-tetto può recarsi, qui, come il casodella statuetta del Duomo a Mila-no insegna, sono troppo spesso iprotetti ad avere l’ultima parola”.Paolo Guzzanti, un passato daberlusconiano doc, è sicuro: “C’è

un conflitto tra Berlusconi che re-siste alle convocazioni del Copasir(il comitato di controllo sui servizi,ndr) e il problema evidente dellasua ricattabilità e della sua vulne-rabilità: chiunque facesse una vitadel genere si sottoporrebbe a rischi,un capo di governo però sottopone

al rischio anche la nazione. Chiun-que potrebbe ucciderlo, sommini-strargli dei farmaci, ottenere infor-mazioni riservate: se una di questeragazze fosse stata un agente se-greto di un Paese ostile invece dellafalsa nipote di Mubarak?”. Nel2009 quando esplose il caso Noe-mi Letizia, trentacinque parlamen-tari del Partito democratico pre-sentarono un’interpellanza su sicu-rezza e ricattabilità del presidentedel Consiglio. “Senza ricevere ri-sposta”, ricorda oggi il senatoreLuigi Zanda: “È uno dei modi concui viene uccisa l’attività del Parla-mento. Mai una risposta se nonevasiva. Ma quell’interpellanza èancora attualissima. Il caso Ruby, lascoperta di una telefonata con cui ilpremier mente sulla falsa nipote diun capo di Stato estero, provoche-rebbe in un altro Paese le immedia-te dimissioni. Automatiche, senza

CASA SILVIO “Via vaidi femmine ai cancelli”“I o? Certo che la conoscevo Nadia”. Vacanze di Pa-

squa 2009, Villa Certosa. Alla corte del premier –oltre alla escort che adesso racconta di prestazioni ses-suale fornite al caimano e remunerate con 5 mila euro avolta – c'era anche Elisa Alloro, 34 anni, ex showgirl eautrice del pamphlet Noi, le ragazze di Silvio, edito da Ali-berti. “Nadia è una fuori dalle righe, strana. (…) Se cir-colavano spinelli a prescindere dalle abitudini del pre-mier? Non posso sapere quel che accadesse nelle stan-ze private delle altre ragazze, ma non esistevano con-trolli sui bagagli. C'era fiducia, evidentemente, nellepersone che venivano ospitate”. Fiducia, parola chiave,sembra. Anche perché nel libro la Alloro ha raccontato“di altre apparizioni mai annunciate, femminili e non, aicancelli delle sue dimore, nell’ingenua illusione di ac-cedere, attraverso quella porta, alle dorate luci dellar ibalta”. La conferma di un via-vai incontrollato, checollima con quelli raccontati dagli uomini della scortaal premier e ai suoi compagni d’avventura. La Alloro poiracconta anche della “ge n e ro s i t à ” del Cavaliere: “E lastoria dei cadeaux... quanta malizia e inutili sospetti suun gesto che nasce senza secondi fini dalla generosità diun uomo che ama lasciare segni tangibili dei suoi in-contri conviviali”. Per poi chiudere con uno ieratico“perché l’infinita sensibilità vibrante di una donna nonè una cosa che si può stendere su un letto”.

Sarebbero 600le immaginiin circolazioneA quali prezzie per qualimanovre questom e rc a t o ?

Guzzanti:“Comportandosicosì, chiunquep o t re b b eucciderlo”Bossi: “Nonvada al Copasir”

CHI HA QUELLE FOTO?Le escort: “Tutte fanno scatti alle feste del Caimano”Per lui è “vendetta della malavita”. Premier ricattabile

Sabato 6 novembre 2010

Prostituzione, lotta durama “villa sicura”

L’ULTIMA: STRETTA SULLE LUCCIOLE IN STRADACASO RUBY, B. NON PARLERÀ AL FORUM FAMIGLIA

SU “PA N O R A M A ” di Pino Corrias

Feltri, contorsioni ad padronem“Informare non è sputtanare”

V ittorio Feltri – uno dei più presti-giosi utilizzatori finali della li-

bertà di stampa –ha scritto ieri su “Pa-norama” che “un conto è informare,un altro sputtanare”. La notizia è chenon stava parlando di sé. Ma di “certastampa”. E poi: “È arrivato il momen-to di mettere un po’ d’or dine”. Èinammissibile che vi sia un trafficosotterraneo di anticipazioni e di car-teggi”. Non sta bene, non si fa. Perché

poi a “certi cronisti” fa comodo“ricevere materiale scottante”per farne “un uso strumentale afini politici ed editoriali”.La notizia è che non stava nean-che parlando delle novanta pri-me pagine estive che il suo “Gior-nale” ha dedicato all’apparta-mento di Montecarlo che non so-

no state certamente stampate “afini politici ed editoriali”. O allenotevoli inchieste dei suoi celebri se-gugi sul tesoro segreto di Di Pietro. Osui calzini azzurri del giudice Rai-mondo Mesiano. O sulla falsa infor-mativa che ha fucilato l’ex direttoredi “Avvenir e” Dino Boffo.Di chi stava parlando allora il diret-tore? Di quale canaglia del giornali-smo? Una traccia –dicono certi testimo-ni – affiorava dal la-biale di Feltri duran-te la consegna delpezzo. Un labialepurtroppo incom-pleto. Diceva: “In-censurato… mag-gior enne”.

STATO DI BANANAS

Lele MoraL’ombra della ‘ndrangheta

I ntreccio pericoloso per il manager deivip: da un lato le indagini sui festini ad

Arcore - è indagato per favoreggiamentodella prostituzione - dall’altro i contatti conpersonaggi legati alla ‘ndrangheta finaliz-zati a fare affari “nel settore dei casinò”.

re ” le foto che non ritenevaadatte a pubblicizzare la suaimmagine. Oggi sta succeden-do qualcosa di simile? C’è qual-cuno che si sta muovendo per“b o n i fi c a re ” il mercato, facen-do sparire le foto-souvenir del

bunga-bunga? A quali prezzi,con quali contrattazioni? E conquali garanzie, vista la possibi-lità di duplicare all’infinito im-magini e file elettronici? Il granmercato appena iniziato po-trebbe così allargarsi in uncomplesso rimpallo di ricatti eminacce incrociate. La sorte diquesto (eventuale) materialevisivo incuriosisce anche il ser-vizio di sicurezza interna, cheper compiti d’istituto deve ve-gliare sulla sicurezza, appun-to, degli uomini di Stato.

IL QUADRO diventa ancorpiù complicato se si considerache il dossier Ruby (e connes-se ragazze dei festini) non è lasola partita che in questo mo-mento si sta giocando. Ce nesono altre, più immediatamen-te politiche, nell’Italia in cui,com’ebbe a dire Giuliano Fer-rara, “per far politica bisognaessere ricattabili”. La più graveè quella dei rapporti con la ma-fia. Ribaltando la frittata, Ber-lusconi ha dichiarato che loscandalo Ruby potrebbe esse-re il risultato della “ve n d e t t adella malavita”. Ma la “m a l av i -ta” è quella che incautamenteBerlusconi si porta in casa, vi-ste le frequentazioni di alcuneescort o di qualche “i m p re s a -r io”. A un livello superiore, pe-sano altre minacce, altri più te-mibili ricatti. Che senso han-no, per esempio, i silenzi diuno dei fratelli Graviano, i bossdi Cosa nostra protagonisti del-le stragi del 1992-93 e dellatrattativa con lo Stato? Se trat-tativa ci fu, e se qualcuno a ca-vallo del 1994 fece delle pro-messe (non ancora mantenu-te) ai boss, oggi potrebbe es-sere arrivato il momento dellaresa dei conti. Così Berlusconi,indebolito a Milano, potrebbeessere affondato a Palermo.

nessuna richiesta da parte delleopposizioni. E poi c’è il problemadella sicurezza nazionale messaa rischio da un presidente del Con-siglio evidentemente ricattabile”.Intanto, ieri, il ministro Umber toBossi ha invitato Berlusconi “anon andare al Copasir, farebbesoltanto un favore a D’Alema, cheè in cerca di visibilità”. Eppure “ilpresidente del Copasir – a f fe r m ail senatore Felice Casson (Pd) –ha applicato una norma chiara,qui si parla di sicurezza naziona-

le. Inaccettabile che il premier nonsi presenti, mai verificato un casodel genere; sarebbe una mancan-za di rispetto al Parlamento”. SiaD’Alema “sia gli altri membri delComitato – aggiunge Casson – so -no in grado di capire se si tratta disicurezza di Stato o di vicende pri-vate: mi pare che la facilità con cuisi può entrare in contatto con ilpremier nelle sue residenze rap-presenti un potenziale pericoloper lo Stato”.

g. cal.

Nella reteBerlusconi, le escorte le fitte trame di un

mercato di ricatti:i l lu s t ra z i o n e

di Emanuele Fucecchi

di Giampiero Calapà

O perazione ripulitura re-putazione del governoavviata. Necessaria perun esecutivo a cortocir-

cuito continuo: dal caso Rubyal reato di prostituzione, confoglio di via per le “signor ine”straniere che esercitano in stra-da approvato ieri dal Consigliodei ministri; e Carlo Giovanar-di “i nv i a t o ” da Palazzo Chigi adaprire la Conferenza nazionaledella famiglia – a Milano da lu-nedì a mercoledì prossimo – insostituzione della già annun-ciata inaugurazione del pre-mier Silvio Berlusconi (che, co-munque, dovrebbe sedere inplatea). Proprio Giovanardi,sottosegretario con delega allePolitiche familiari, soltantodue giorni fa, rispondeva agliimbarazzi provenienti dagli or-ganizzatori, indicando comenecessaria la presenza del pre-mier alla Conferenza milanese:“Il presidente parlerà come ca-po di una maggioranza che hasulla famiglia una linea politi-ca. D’altronde, se l’obiezionefosse che la situazione perso-nale dei leader politici rispettoalla famiglia, o al fatto di averepiù famiglie, deve incidere, semi guardo attorno ci sono po-chi esponenti politici che po-trebbero aprire una conferen-

za del genere”. Detto fatto. Ber-lusconi non va, prego Giova-nardi tocca a lei. “Per evitare at-tacchi e strumentalizzazionip re a n nu n c i a t e ”, annunciava-no ieri a margine del Consigliodei ministri.

LO STESSO Cdm che avevaappena approvato un nuovopacchetto sicurezza firmatoRoberto Maroni e Mara Carfa-gna (ministri dell’Interno e del-le Pari opportunità), con tantodi introduzione del reato di pro-stituzione e foglio di via “per chiesercita la prostituzione legatoalla violazione delle stesse ordi-nanze del sindaco”, ovvero perle prostitute straniere sulle stra-de. Il reato di prostituzione era

già previsto da un ddl Carfagnaapprovato dal governo nel set-tembre 2008, ma poi arenato inParlamento. Solo una normaspot quindi? Riesumata per de-creto appositamente per attuti-re i colpi dello scandalo Ruby?Altro che pari opportunità, “vi -sto quello che succede nelle re-sidenze del premier – affer mal’eurodeputata Deborah Ser-racchiani – siamo di fronte a unatteggiamento classista del go-verno: una certa prostituzioneben retribuita e patinata vienetollerata e incentivata, mentrecon un provvedimento ipocritasi va a colpire quella di strada,senza pensare ad una tutela diragazze che in genere sonos ch i ave ”. Mentre dalla maggio-

ranza giungono, invece, moltiapplausi, dissente ancora unavolta la finiana Angela Napoli:“Non mi pare, visto quello checi raccontano le cronache ri-spetto alle feste nelle case delpremier, che sia proprio il mo-mento più opportuno per unprovvedimento del genere.Non credo che così risolvere-mo i problemi di sicurezza delPaese, anzi. Dal momento che ilfoglio di via vuol dire nuovo pe-so sulle spalle di forze dell’ordi -ne che troppo spesso non han-no neppure i soldi per la ben-zina, mi sembra che vada nelladirezione opposta. Poi, il mes-saggio che passa... Via dalle stra-de, ma va bene dentro le casedei potenti. È un po’ come lastoria della mafia, adesso po-tranno dirsi: ‘che bravi combat-tiamo la prostituzione’ come sidicono di esser bravi a combat-tere la mafia”. L’antiproibizioni -sta Rita Bernardini, dei Radicali,commenta: “Quando si diceaver la faccia come il culo. Nonha più senso quello che fanno,mi pare che questo governo agi-sca per confondere le acque.Ora apprendo che il premiernon aprirà più la Conferenzadella famiglia, lo invito quindialla nostra contro-conferenza aspiegare perché la gente devesopportare leggi che lui non so-

lo non rispetta, ma che sbeffeg-gia anche prima di approvare”.E Pia Covre, del Comitato dirittidelle prostitute, attacca: “È in-costituzionale introdurre unreato per decreto, inoltre Ber-lusconi sta solo sparando fumoper annebbiare la vista su ciòche sta succedendo: ci voglio-no far credere che c’è un’emer -genza prostituzione comel’emergenza immigrati. Ma nonè così. La sola emergenza pro-stituzione è nel governo”.

Umorismo nelnuovo decreto,Angela Napoli:rigore nelle strade,ma bagordi nellecase dei potenti

SANTANCHÈ & CO “Io spio”manganella Ruby

S orpresa relativa, ieri mattina aMilano e a Roma, per l’i nva s i o n e

degli ultracorpi. Quelli di Ruby edelle sue amiche in bella mostrasulla prima pagina di Io Spio e di-stribuiti in forze in ogni angolo del-la città. Migliaia di copie dissemi-nate in giro per infangare la testi-monianza della ragazza marocchi-na (titolo “Bunga Bufala”, catenac-cio sotto una foto di Ruby: “Ecco laneo-maggiorenne che con le suefantasiose dichiarazioni rischia difar cadere il governo”. Dietro,

un’ipotesi di regia neanche troppoocculta. La concessionaria pubbli-citaria di Io Spio di proprietà dellostampatore Farina è infatti la Visibiliadi Daniela Santanchè, deputata Pdlvicinissima a Berlusconi, che sulgiornale scandalistico (il secondonumero ha tirato un milione di co-pie) conta su generosi inserzionistiscelti tra le grandi multinazionalidel paese. La macchina del fangoha risvegliato l’attenzione dell’Or-dine dei giornalisti del Lazio che hadeciso di aprire un’i n ch i e s t a .

STAMPA ESTERA“Cavaliere assediato”

“U n premier sotto ricatto”: la stampa internazionalesi concentra sugli scandali sessuale del Presidente

del Consiglio. La Bild online titola a proposito di Nadia“Nuove voci e accuse, adesso è questa ragazza ad ac-cusare il premier”. Sulla home page anche un link conaggiornamenti in tempo reale. L’inglese The Guardiandescrive Berlusconi come un leader “assediato comemai prima d’ora da scandali di sesso e di droga”. TheIndependent: “Il circo politico italiano è entrato in quellache molti sperano sia la fase finale”. Anche il Times diLondra dedica un servizio alle parole di Berlusconi sullamafia come possibile mandante di una “ve n d e t t a ” con-tro di lui, ma cita pure le “imbarazzanti rivelazioni” sulpremier, incluse la testimonianza di Perla Genovesi.

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LA NAZIONE Pagina 21 – Viareggio Incontro con Orlando alla ‘Cope’ IL FUTURO dell’Italia, ma prima ancora quello di Seravezza e della Provincia. Ad aprire le danze per l’Italia dei Valori che sostiene il sindaco uscente e ricandidato Ettore Neri sarà Leoluca Orlando. Domani mattina alle 10,30 alla Cope in Piazza Matteotti a Querceta, il portavoce dell’Idv e vicepresidente del gruppo europeo dei Liberali Democratici Riformatori. Sarà l’occasione per analizzare l’attuale situazione politica italiana e presentare le proposte dell’Italia dei Valori, forza politica in ascesa in tutta Italia, così come nel comune di Seravezza. All’incontro interverrà Fabio Evangelisti, vicecapogruppo alla Camera dei Deputati, di recente eletto coordinatore regionale dell’Italia dei Valori.

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IL TIRRENO Pagina 5 - Grosseto «Rivedere il modello di sviluppo» L’Idv al Granduca con Pardi e Evangelisti sul tema del lavoro GROSSETO. Rimodernare il sistema produttivo della Maremma a partire dalle attività fondamentali come turismo, agricoltura e servizi. L’Italia dei Valori, che ha avviato un percorso politico centrato sul lavoro, si è interrogata sul tema dello sviluppo in provincia nel corso di un convegno all’hotel Granduca. E lo ha fatto attraverso un’attenta analisi della realtà economica grossetana che è stata illustrata al convegno da Oris Carrucoli. Se è vero che la provincia di Grosseto, in Toscana, ha sofferto meno di altre province, l’analisi della realtà locale mostra tutte le conseguenze di una crisi annosa e di un sistema che ha bisogno di rinnovarsi nelle sue attività fondamentali. Da tre anni,ormai, occupazione e sviluppo economico in provincia di Grosseto marcano il passo e la crisi è ancora lontana dall’essere superata. Che la situazione si stia aggravando, anche in zona, lo denunciano, secondo l’Idv anche casi come quello della ex Mabro, ma anche il settore del turismo che non sembra più in grado di assorbire la perdita dei posti di lavoro del manifatturiero, senza citare, poi, il crollo dell’edilizia. L’Italia dei Valori parla della necessità di un riesame complessivo dei modelli di sviluppo e di un ripensamento che deve riguardare i settori produttivi principali per la provincia di Grosseto, a partire dal turismo, passando per l’agricoltura e l’edilizia, senza trascurare i servizi. Rinnovare i modelli produttivi, dunque, per ridare slancio alla produzione e creare nuove opportunità di lavoro. Ma per il senatore Pancho Pardi, per uscire dalla crisi e per creare un sistema più competitivo c’è anche bisogno di risposte efficaci su due fronti fondamentali: il credito e la formazione, due elementi fondamentali sui quali «questo governo - accusa il senatore dell’Idv - crede poco. Il credito viene concesso in modo centellinato, ai piccoli imprenditori che vanno a chiedere soldi alle banche viene chiesto quali garanzie hanno da offrire, mentre invece avrebbero bisogno di quel denaro per portare avanti la loro impresa, i loro progetti». E.P.

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IL TIRRENO Pagina 6 - Prato Prosegue l’occupazione del liceo di via Filzi La protesta stradale degli studenti del Livi MI. MO. PRATO. Continua l’occupazione degli studenti del liceo Livi e proseguono le iniziative per sensibilizzare l’opinione pubblica sulle difficoltà in cui si dibatte la scuola italiana. Ieri mattina gruppetti di studenti hanno attraversato a più riprese la strada, in via Filzi, provocando un rallentamento del traffico. A vigilare sulla protesta personale della Digos. Mercoledì scorso, invece, l’anniversario dei 150 anni dell’Unità d’Italia è stato il pretesto, di un incontro con il vicepresidente del consiglio regionale Giuliano Fedeli. Gli studenti hanno approfittato della presenza del delegato regionale per porre alcune domande. Tra le questioni sollevate dai ragazzi i problemi della scuola e l’accoglienza degli immigrati. Il vicepresidente Fedeli ha spiegato ai ragazzi quali sono le competenze e i margini di azione della Regione in materia di istruzione ed immigrazione, ipotizzanto anche alcune ipotesi di risparmio per l’ente regionale. Nonostante l’occupazione studentesca ancorain corso, all’incontro hanno partecipato quasi tutti gli studenti. Il dibattito è stato registrato dagli operatori di Toscana Tv che hanno effettuato delle interviste ai ragazzi. Le riprese andranno in onda domani sull’emittente.

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LA NAZIONE Pagina 20 – Firenze I dieci anni dell’associazione ‘La Finestra’ della speranza Sostegno ai malati di tumore UNA GIORNATA di studio per tirare le somme di dieci anni di attività di sostegno psicorelazionale e di socializzazione nell’esperienza della malattia tumorale. La organizza oggi, dalle 8,45, La Finestra, associazione di volontariato ben radicata nel territorio, dove ha aperto laboratori di musica e di teatro, di arte terapia, di scrittura creativa, di visualizzazione e gentle touch, destinati ai pazienti oncologici, o meglio a quei malati e ai loro familiari che hanno deciso di affiancare anche interventi di tipo psicologico ai farmaci e ai trattamenti standard. Il convegno dal titolo Occasioni per attivare le proprie risorse positive si terrà all’auditorium dell’Ente Cassa di Risparmio di Firenze, in via Portinari 5. Ad aprire i lavori l’assessore alle politiche socio sanitarie del comune di Firenze, Stefania Saccardi, cui faranno seguito il saluto di Antonella Coniglio, assessore provinciale alle politiche sociali, e la relazione del presidente dell’associazione Francesco Guidi Bruscoli. Le conclusioni sono affidate alla dottoressa Maria Luisa Fioretto, direttore del dipartimento oncologico asl di Firenze.

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••5CRONACALIVORNOSABATO 6 NOVEMBRE 2010

LA CARTA della pericolosità geologica delComune di Livorno, allegata al piano struttu-rale, è opera degli studi geologici Libero Mi-chelucci e Antonio Rafanelli. Lo stesso LiberoMichelucci, rifersice l’avvocato Patrizio Rossicon i documenti alla mano, in una relazioneper il vincolo idrogeologico del 4 maggio 1994a pagina 11, sostiene: «Non ci sono problemidi stabilità sul versante (del sito della cava exCanaccini di Monte La Poggia, ndr) intorno ilcomplesso estrattivo, nè all’interno del perime-tro di cava». E «non sono ipotizzzabili partico-

lari problemi geologici o idrogeologici che pos-sano diminuire la stabilità di insieme del si-to».

«STRANO che nel 1994 Michelucci — osser-va Rossi — scrivesse ciò, quando poi il sito del-la ex cava è in classe 4 di pericolosità elevatacome lui stesso ha indicato nella carta della pe-ricolosità». Una pericolosità che si traduce nel-la suddetta carta della pericolosità in «erosio-ne marcata e dissesto attivo in atto» conferma-

ti dagli eventi franosi nel maggio e settembre2010 e nel 1998. Intanto lunedì sarà depositatadallo studio legale Rossi una istanza per la re-voca, o la sospensione dell’autorizzzazione re-lativa al vincolo idrogeologico concernente ilsito dell’ex cava Canaccini all’unità organizza-tiva ambiente del Comune. «Questo in riferi-mento alle frane e all’alterazione della circola-zione delle acque — precisa dallo studio legaleRossi — e al disboscamento selvaggio posterio-ri al rilascio della autorizzazione integrata am-bientale per trasformare la cava in discarica».

di MONICA DOLCIOTTI— LIVORNO —

CRESCE l’instabilità nei rapportitra i consiglieri Pd, IdV e la giuntadel presidente Kutufà sulla spino-sa vicenda della discarica all’ex ca-va Canaccini (oggi della famigliaBellabarba) a Monte La Poggia inzona Limoncino. Ieri mattina incommissione ambiente, dove si ètenuta l’audizionedel comitatocontro la discarica, il Pd (il consi-gliere Antonio Ceccantini e il ca-pogruppo Elis Bufalini) e l’Idv(Luca Bogi, presidente della com-missione ambiente) hanno premu-to per «approfondire la vicendadella discarica in commissione esuccessivamente in consiglio pro-vinciale». E lo hanno fatto alline-nadosi sulla posizione di Alessan-dro Corsinovi (Pdl) che ha chiestoal presidente della commissioneche «acquisisca dagli uffici compe-tenti e dal comitato tutta la docu-mentazione del progetto e dellepratiche istruttorie e delle autoriz-zazioni allo scopo di consentire al-la commissione di verificare la si-tuazione e riferire in consiglio, perfare una riflessione ulteriore sulpiano di smaltimento dei rifiutispeciali nei terreni della «Bel.ma»

(partecipata di Bellabarba, ndr) aLimoncino».

IL RESPONSABILE del settoreambiente della Provincia, l’archi-tetto Reginaldo Serra, ha detto che«spetta ai tecnici del Comune sta-bilire se il sito della cava presenta

fattori di rischio per l’instabilitàidrogeolgica (denunciata dal comi-tato in commissione) tali da rende-re necessaria la revoca o la sospen-sione dell’autorizzazione rilasciatadalla Provincia». Allora l’assessoreall’ambiente Nicola Nista, sentitotutto ciò, ha richiamato nei ram-

ghi le sue truppe. «Sia chiaro cheallo stato attuale non esistono ele-menti per far ritenere necessario al-cun atto di sospensione o revocadell’autotirazzione. Mi pare cheoggi si stia dando adito ad aspetta-tive infondate».

POI C’E’ IL PIANO Atlante (vo-luto dal Comune e Industriali) perripristinare i siti delle cave dismes-se (come Monte La Poggia) trasfor-mandole in discariche. Ce lo ha il-lustrato a margine della commis-sione l’avvocato Patrizio Rossi, le-gale di fiducia del comitato. «Il pia-no prende nome dalla società At-lante Srl registrata il 20 maggio2003 di cui fanno parte: la Gaeta-no Bellabarba, il geologo AntonioRafanelli e la sezione edile dellaAssociazione Industriali di Livor-no». Tra gli amministratori spicca-no: «Paolo Bellabarba e AntonioRafanelli». La suddetta società «haottenuto un provvedimento auto-rizzativo — precisa Rossi — per laconcessione dei terreni in localitàPoggio Corbolone per il ripristinodell’area ex estrattiva Tiro al vololato Poggio Corbolone. Ed è stataavviata nel 2003 la procedura di va-lutazione di impatto ambientale(via) per tale sito».

LIMONCINO IL LEGALE DEL COMITATO SPULCIA I DOCUMENTI RELATIVI AL ’94 E QUELLI PIÙ RECENTI

L’avvocato Rossi: «Contraddizione sul rischio geologico»

LamaggioranzasiallineaalPdlechiedeverifichesulLimoncinoDiscarica: Pd e Idv vogliono altri chiarimenti sul piano della cava

IL VICESINDACO eassessore all’ambienteCristiano Toncelli (nellafoto) interviene percommentare quantoemerso dallacommissione ambiente inProvincia. «Quello chesostiene l’architetto Serraè ovvio. Infatti dopol’ultimo evento franoso dimaggio è stato chiestodalla Provincia aldipartimento diprotezione civile delComune uno studiotecnico che abbiamoinviato il 13 settembre».Nella relazione del 13settembre «non risultanomotivi di preoccupazione.Tuttavia la Provincia cichiede un’analisi ulterioredella suddetta relazione eun parere ultimativo».

IL SITO L’area dell’ex Cava Canaccini a Monte la Poggia,contestatissima dal comitato dei residenti al Limoncino

LA PROTESTA Il presidiodei residenti lungo la strada

LIMONCINOToncelli:

«La Provinciachiede verifiche»

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IL TIRRENO Pagina 5 - Grosseto Protestano 11 commissarie (su 23): «Regolamento deciso insieme» «Fuga di notizie che ci preoccupa» Intanto nei giorni scorsi una si è dimessa e non è stata sostituita GUIDO FIORINI GROSSETO. La bozza di nuovo regolamento per la commissione pari opportunità sta facendo scoppiare un caso politico, pur in un organismo che, ma tutti sanno che è così solo sulla carta, dovrebbe essere lontano dai partiti. Del resto ci sono voluti mesi di tira e molla proprio fra i partiti di maggioranza, e in particolare dentro al Pd, per scegliere la presidente, con veti e controveti su vari nomi. Poi la scelta è caduta su Reana De Simone e qualche giorno fa l’altra che pareva papabile, Marisa Ferrini, ha rassegnato le dimissioni e non è stata ancora sostituita. Ora il caso è legato alla bozza di nuovo regolamento. Semplice “bozza” in quanto non ancora passato al vaglio della giunta, del consiglio provinciale e soprattutto dei tecnici della Provincia che lo modificheranno profondamente, ma comunque testo approvato dalla commissione stessa. Bozza nella quale, mentre il presidente della Regione Rossi (Pd) sta tagliando ovunque, è previsto il raddoppio del gettone per la presidente e l’aumento del 50% per due vicepresidenti, la presenza di due uomini in commissione, ma senza diritto di voto, l’obbligo per la commissione di dare pareri un po’ su tutto quanto prodotto dalla Provincia, compreso il bilancio dell’Ente e il Ptc. Il fatto che la bozza sia finita in mano al nostro giornale, cosa non difficile visto che l’avevano tutte le commissarie, sia quelle d’accordo che quelle... meno d’accordo, ha scatenato la rabbia di una parte di loro, peraltro meno della metà e neppure tutte quelle di maggioranza. Così giovedì, nel giro di pochi secondi, sono arrivati in redazione due documenti, uno di seguito all’altro. Uno, il primo, firmato da 11 commissarie (erano 12, una aveva chiesto di essere cancellata, ma il suo nome è stato lasciato, così ci ha chiamato pregando di toglierlo) sulle 23 attuali, di cui 8 di maggioranza e tre di minoranza, e uno firmato dal presidente della Provincia Leonardo Marras, con un immediato chiarimento. Quasi un richiamo. Un segnale di quanto l’altro documento, di cui la capofila è la commissaria Giovanna Longo (area Pd), non sia stato gradito dai vertici politici dell’Ente. Ecco di seguito il documento firmato da Giovanna Longo, Paola Ziviani, Alessandra Sorbelli, Veronica Tancredi, Luciana Pericci, Ulrica Fatarella, Sabrina Gaglianone, Laura Cutini, Federica Dragoni, Giovanna Casolaro, Patrizia Subissati. «Ci è risultato quanto meno inusuale che ci sia stata una “fuga” di notizie così tempestiva all’indomani della discussione della Giunta su una bozza di regolamento che, apprendiamo dalla stampa, “circola in città”. Gli articoli rappresentano una commissione “dittatorialmente” diretta dalla presidente, che attribuisce aumenti di gettone del tutto immotivati per sé e le sue vice e conferisce alla commissione il potere di intervenire sugli atti della giunta e dell’Amministrazione. Una raffigurazione che non ci appartiene. Le modifiche e le novità che abbiamo proposto nel nuovo regolamento sono state approvate dalle commissarie. La discussione che ha portato all’approvazione è stata intensa, il confronto aperto e partecipato: è inaccettabile, quindi, la semplicistica riduzione di responsabilità della sola presidente, come commissarie rivendichiamo il nostro ruolo. La nostra intenzione era quella di aggiornare un regolamento datato e introdurre una novità: invitare in maniera permanente due consiglieri provinciali uomini, soluzione che in questa fase non poteva essere diversamente proposta, in quanto il bando di costituzione non prevedeva l’apertura al genere maschile. In quanto alle considerazioni “che in giunta alcuni aspetti non sarebbero stati digeriti, a partire dall’assessore Tenuzzo che, da membro dell’Idv, è la prima a non vedere di buon occhio le modifiche, sia per i gettoni, sia per numerosi altri aspetti”, come commissarie ci aspettavamo di essere convocate per illustrare il regolamento ed eventualmente aprire un confronto diretto, e non mediatico, sui punti “mal digeriti” (dal presidente, dagli assessori?) Ci riserviamo, dunque, di chiarire gli aspetti più contestati nei tempi e nei luoghi dedicati, allo scopo di recuperare la correttezza formale e dei rapporti politici e personali. Siamo consapevoli che il lavoro fin qui svolto è perfettibile e che la sua operatività avrebbe avuto luogo dopo i doverosi passaggi: ufficio legale, commissione competente, capigruppo, giunta e consiglio provinciale, al quale spetta l’approvazione finale. La correttezza formale e quella personale sono, per noi, valori importanti».

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LA NAZIONE Pagina 10 – Prato Comune, c’è un giallo. Non esiste nessun contratto in repertorio «Bomba» swap sui conti In un anno spesa di 1,8 milioni. Verso azione legale per uscirne UN CONTRATTO «diseconomico», fatto in «modo maldestro», che solo nei prossimi tre anni può costare «6 milioni di euro», ma durerà fino al 2026, che ha costi «occulti» importanti ed è caratterizzato da un «conflitto d’interessi». La relazione dell’assessore al bilancio Adriano Ballerini sull’impatto che hanno gli swap sui conti del Comune, fatta davanti ai consiglieri, lascia poco spazio alle interpretazioni. I derivati sottoscritti dal 2002 con la banca Dexia Crediop spa, ritrattati sei volte fino al 2006 «con il costo delle commissioni che è costantemente aumentato», rischiano di avere gravi ripercussioni sugli equilibri di bilancio e per il Comune presentano gravi irregolarità formali, tanto che l’avvocato Pasquale Vulcano è già stato incaricato di «verificare l’opportunità di un’azione in tutte le sedi giurisdizionali e di atti amministrativi per autotutela». Non solo, è emerso che in Comune non esiste nessun atto in repertorio e nessun contratto formalizzato sugli swap. C’è solo una proposta irrevocabile firmata dall’allora dirigente della ragioneria, senza numero di protocollo e sottoscritta per presa visione solo nell’ultima pagina. Un iter che in Comune risulta reiterato per ben sei volte. Insomma, un giallo nel rosso dei conti. A questo punto toccherà proprio all’avvocato Vulcano capire se questo elemento può aiutare l’amministrazione nel piano di uscita dagli swap («Dobbiamo evitare peggioramenti, se non danni finanziari e patrimoniali», ha detto Ballerini), mentre la procura ha già acquisito una relazione sull’intera operazione, che negli anni rischia di costare molti milioni di euro. L’ultimo contratto sottoscritto è del 29 giugno 2006 e ha un valore di 67,5 milioni, con scadenza 30 giugno 2026, a fronte di un’estinzione anticipata di mutui (2004) con successiva emissione di Boc (2004/2019). Dal secondo semestre 2009 gli swap, parole di Ballerini, «sono costati 1,8 milioni di euro, con grave danno per gli equilibri di bilancio». Per uscire ora il Comune dovrebbe pagare quasi 11 milioni (erano 6 un anno fa). Poi c’è il contratto. Secondo l’attuale amministrazione «non rispetta il valore della convenienza economica e la banca, non avendo informato dei rilevanti costi impliciti delle operazioni, è venuta meno al principio di buona fede e correttezza nei rapporti». Inoltre il Comune ha evidenziato un problema di «conflitto d’interessi», perché Dexia era sia la banca che doveva cercare per l’amministrazione gli strumenti finanziari più convenienti (advisor) sia quella che alla fine li ha venduti (arranger). Infine le procedure amministrative: secondo la giunta «l’individuazione di Dexia come advisor non è avvenuta con procedure selettive ad evidenza pubblica». Leonardo Biagiotti

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LA NAZIONE Pagina 10 – Prato Pd e Idv si astengono Carlesi: «Delibera troppo fumosa» NONOSTANTE gli appelli all’unità del centrodestra, l’opposizione ha deciso di astenersi sulla delibera relativa agli swap. «Se la domanda è se siamo favorevoli a tutelare gli interessi dei cittadini contro gli effetti dei contratti swap la risposta non può che essere sì e non può non vederci favorevoli — ha detto il capogruppo Carlesi — ma non siamo favorevoli ad una delibera fumosa, senza indirizzi puntuali, in cui non si capisce perchè il consiglio dovrebbe sollecitare la giunta in base ad una relazione che la giunta stessa ci presenta e per un’azione che già compete alla giunta. Insomma, non si capisce cosa vuole la giunta dal consiglio comunale». Poi Giardi: «Gli appelli non vanno solo enunciati, ma anche attuati. Un tema del genere non si affronta la mattina per votarlo il pomeriggio. Avremmo voluto collaborare nella stesura della delibera». Infine Donzella (Idv): «Il ricorso a questi strumenti è avvenuto per finanziare opere pubbliche e servizi a fronte di un sempre decrescente flusso di trasferimenti statali».

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LA NAZIONE Pagina 11 – Prato Il problema. Manifestazione del centrosinistra contro la riforma Lezioni anti Gelmini in piazza Duomo LEZIONI in piazza del Duomo per sensibilizzare i cittadini sullo stato della scuola pratese, sulle conseguenze dei tagli e della riforma Gelmini. Ad organizzarle, per domani alle 16 in piazza del Duomo, saranno le forze della sinistra – Pd, Idv, Federazione della sinistra e Sel, con l’appoggio di Radiogas - , che raduneranno insieme almeno una dozzina di insegnanti di elementari, superiori e docenti universitari, che si presteranno a fare lezione su diversi temi: «Senza nessun supporto, per far vedere che non abbiamo più nulla, che ci hanno tolto tutto». «La scuola è un diritto sacrosanto — sottolinea Ilaria Bugetti, neosegretario Pd — la riforma Gelmini ha solo tagli, non cultura. Mentre in tutta Europa si investe sull’istruzione, noi facciamo la scelta contraria. E invece la scuola pubblica va difesa, è lì che le menti dei nostri ragazzi devono crescere e formarsi per poter essere competitivi. Vogliamo dare un segnale alle famiglie: la scuola di oggi con tutte le sue criticità e carenze è solo il primo passo di cos’è la riforma Gelmini». Chiamati in piazza sono loro, gli studenti, ma anche i genitori: «Abbiamo cercato insegnanti da tutte le scuole: vogliamo che siano loro, e non i partiti, a parlare in piazza», dice Serena Tropepe dei Giovani Democratici. «Abbiamo voluto dirette testimonianze di chi queste cose le segue ogni giorno», sottolinea Alessio Tassi dell’Idv, che in questi giorni sta distribuendo volantini nelle scuole. E Federico Gestri della Federazione della sinistra sottolinea: «Appoggiamo questa iniziativa per difendere il diritto allo studio. Questa manovra taglia il 95% delle borse di studio». Per Paolo Balestri di Sel «la finanziaria taglia a spese dello stato sociale e lo fa a pezzi. Elimina pezzi di servizi che fanno funzionare il paese». Infine per Ilaria Santi, consigliera comunale Pd, «la scuola è in sofferenza tutta, e questa sofferenza è l’atto finale della riforma. Ma il futuro del Paese è in chi sta in quelle aule e a loro dobbiamo dare un segno realizzabile». In caso di pioggia, l’iniziativa sarà rimandata a data da destinarsi. Lucia Pecorario

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