Rassegna 11 novembre

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Rassegna Stampa 11 novembre

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Rassegna Stampa

11 novembre

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Il sistema Mora

e quelle carovane

per le ville

TU MI RUBYAltro che caso chiuso, il pm dei minori contro Maroni

“Mai detto sì all’affido alla Minetti, vado al Csm”

IL BUON SAMARITANO

In queste fotografie apparentemente innocenti pulsa la(poco) commendevole storia recente italiana. Ragazzeche varcano i cancelli di ghisa della villa del padrone,

spesso condotte da Lele Mora in persona, telefonateproibite, favoritismi, promesse, corsie privilegiate e sopratutto l’ombra del mercimonio in un universo ribaltato incui il merito va nell’angolo e l’avvenenza fisica spalanca

ogni porta per un breve, effimero momento di gloria.

Flo MarinceaLa “Pupa” del Secchione

L a pupa Flo, ex del reality di ItaliaUno “La Pupa e il Secchione”, ex fi-

danzata di Stefano Ricucci, viene vista abordo di una Mercedes con i vetri oscu-rati raggiungere assieme a Lele Mora lavilla di Arcore nel luglio scorso.

Lisandra Silva“Madre natura”

N elle immagini mostrate dal settimanaleOggi, due spedizioni di ragazze nella vil-

la di Arcore, organizzate da Mora, c’è anche laSilva, una ragazza da una bellezza altera tantoda meritarsi il titolo di ‘madre natura’ nel pro-gramma Ciao Darwin di Paolo Bonolis.

Francesca LodoL’ex “meteorina” di Fede

F a l’attrice, oggi nota soprattutto alleriviste rosa. Coinvolta nell’inchiesta

Vallettopoli, è stata interrogata dal pmFrank Di Maio per l’inchiesta su vip ecocaina. Ex amica di Belen. Ha condottoil meteo per il Tg4 di Emilio Fede.

di Gianni Barbacettoe Antonella Mascali

È stata in silenzio fino allarelazione in Parlamentodel ministro dell’Inter noRoberto Maroni. Poi, do-

po una notte agitata, Annama-ria Fiorillo, pm del Tribunaleper i minorenni di Milano, hadeciso di appellarsi al Consigliosuperiore della magistratura.Per contestare la versione delresponsabile del Viminale sullanotte in questura di Ruby e sulsuo affidamento. Il ministro hasostenuto che la polizia era sta-ta autorizzata dal Tribunale peri minorenni ad affidare la ragaz-za marocchina (spacciata da Sil-vio Berlusconi come nipote delpresidente egiziano Hosni Mu-barak) alla consigliera regiona-le del Pdl, Nicole Minetti, igie-nista dentale del premier. An-che il procuratore di Milano Ed-mondo Bruti Liberati la settima-na scorsa aveva dichiarato chenella notte del 27 maggio la pro-cedura della polizia (fotosegna-lamento e identificazione dellaragazza) “era stata corretta”. Eche, alla fine, “la soluzionedell’affidamento al consigliereMinetti era stata considerata datutti ragionevole”. Ma Fiorillo,di turno quella sera, ora si chia-ma fuori. Con una lettera alCsm, si contrappone in un col-po solo al ministro, al capo dellaProcura di Milano e alla polizia:“Con riferimento alle dichiara-zioni rese dal ministro”, scriveFiorillo, “essendo stata perso-nalmente coinvolta nella vicen-da, osservo che esse non corri-spondono alla mia diretta espe-rienza. Poiché il ministro ha te-nuto a rimarcare che il correttocomportamento degli agenti èstato confermato anche dall’au -torità giudiziaria per voce delprocuratore Edmondo Bruti Li-berati all’esito di specificaistruttoria, chiedo che la discre-panza con i dati di realtà che so-no a mia conoscenza vengachiar ita”.

TRADOTTO: Fiorillo sostie-ne di non aver mai dato la sua au-torizzazione ai funzionari di po-lizia perché Karima El Mahroug,detta Ruby, denunciata per fur-to, quella notte uscisse dallaquestura con Nicole Minetti. Èancora più esplicita con le agen-zie di stampa: “Si deve sapereche io non ho mai dato l’autor iz-zazione all’affidamento della mi-

n o re n n e ”. Poi ipotizza che laprocura abbia fatto scelte politi-che: “Ho detto in modo chiaro epreciso, a chi sta facendo l’inda -gine, quello che è accaduto. Ionon punto il dito contro il siste-ma o contro i colleghi. Capisco

quante e quali possano essere lepreoccupazioni che influenza-no determinate decisioni...Quando parlai con la Iafrate(Giorgia Iafrate, la funzionariadella polizia che era di turnoquella sera di maggio, ndr) fui

molto dura e usai toni accesi”.

FIORILLO sostiene di aver da-to precise disposizioni affinchéRuby andasse in comunità o, inalternativa, trascorresse la nottein questura. E ieri ha deciso di

rivolgersi al Csm con una moti-vazione appassionata: “Pe n s oche sia importante soprattutto ilrispetto delle istituzioni e dellalegalità, cosa a cui ho dedicato lamia vita e cosa in cui credo pro-fondamente. Proprio per questo

rispetto della legalità e della giu-stizia, quando le vedo calpesta-te, parlo, perché altrimenti nonpotrei più guardarmi allo spec-chio come un essere umano”.Il resoconto di Maroni in Parla-mento racconta invece un’a l t ra

Bruti Liberati:“Tutto chiarito”Ma Fiorilloinsiste: “Capiscocosa possainfluenzare certedecisioni”

“Scorte alle ragazze e festini, basta silenzi”D’ALEMA CONVOCA B. DI PIETRO DOPO LE RIVELAZIONI DEL “FAT T O ” : “INDEGNO PIANTONARE I CENTRI MASSAGGI”

D a una parte il finiano Carmelo Bri-guglio, dall’altra Antonio Di Pietro:

manovra a tenaglia sulla questione del-la sicurezza del presidente del Consi-glio. “Come si fa a non essere allarma-ti”, avverte Briguglio, “di fronte a im-magini come quelle di Lele Mora cheentra senza controlli, con la sua autocon ospiti a bordo, nelle dimore delp re m i e r ? ”. Incalza Di Pietro: “È maipossibile che i carabinieri delle scorte,anziché lavorare per le istituzioni e indifesa dello Stato, si ritrovino a fare datassisti, autisti e badanti per le ragazzedelle feste di Silvio Berlusconi?”.Briguglio, membro del Copasir (il co-mitato parlamentare di controllo suiservizi segreti) è intervenuto sui videopubblicati dal sito web del settimanaleOggi, che mostrano Lele Mora entraread Arcore in auto assieme a ragazzedella sua scuderia. “Il problema da af-frontare, in termini non più rinuncia-bili, come questione di Stato, è l’ine-

sistenza di barriere rassicuranti perl’accesso alle residenze di Berlusco-ni”, argomenta il deputato di Futuro elibertà. “Senza controlli adeguati, nonesiste la certezza che le persone che sirecano nelle sue dimore private nonsiano al servizio di intelligence stranie-re o di Paesi ostili”.

IL PRESIDENTE del Copasir, Massi-mo D’Alema, rinnova intanto a Berlu-sconi l’invito a presentarsi davanti alcomitato: invito formale, con lettera uf-ficiale, “ai sensi dell’articolo 31, com-ma 1, della legge 124 del 2007”. Com-menta Briguglio: “Il comitato è statosoft e indulgente per motivi di cortesiaistituzionale, ma visto il moltiplicarsi diepisodi come il ‘Ruby gate’, si imponela necessità di rivolgere a Berlusconiuna richiesta decisa alla quale non haalcuna possibilità di sottrarsi”.Briguglio si dice “preoccupato anchedell’uso delle scorte in compiti del tut-

to estranei a quelli istituzionali”. E pro-prio su questo ieri è intervenuto allaCamera Antonio Di Pietro, che ha ri-proposto le proteste, affidate al Fa t t oQuotidiano, da alcuni carabinieri di scor-ta alle “per sonalità” che frequentano leville di Berlusconi e le sue feste. È maipossibile, ha chiesto Di Pietro, che i ca-rabinieri debbano proteggere le ragaz-ze ospiti dei festini, debbano scortare“interi convogli di ragazze”? È mai pos-sibile che il premier si rivolga agli uo-mini delle scorte, dicendo: “Beati voiche andate a casa a dormire, a me toccaandare a trombare”? “Tra poco”, con-clude Di Pietro, “ci libereremo di Ber-lusconi, ma non possiamo accettare ol-tre questo abuso. Chi va a trovare il pre-mier non può andarci con il servizio diStato”.Il ministro per i Rapporti con il Parla-mento, Elio Vito, risponde gettando lapalla fuori campo. “Sono 1.988 le unitàdelle forze di polizia destinate ai servizi

di scorta in Italia. Ma la responsabilitàdella sicurezza del premier è affidataall’Agenzia informazioni e sicurezza in-terna (Aisi), esulando quindi dalle at-tribuzioni del ministero dell’Inter no”.Dunque sono i servizi segreti, rispondeVito, a curare la protezione di Berlusco-ni. La denuncia era però partita dai ca-rabinieri che scortano le “per sonalità”spesso ospiti ad Arcore. Erano loro adirsi mortificati per essere ridotti a pro-teggere ragazze e festini. Di Pietro, in-soddisfatto della risposta di Vito, ha re-plicato: “La polizia ormai piantona ho-tel e centri massaggi, le scorte si lamen-tano di dover fare la guardia alle escortdel premier. Il ministro dell’Interno Ro-berto Maroni deve riferire su questo.Ma forse è Berlusconi, nelle ultime oredi questo fine regime, che deve stabi-lire almeno che le ragazze che vanno acasa sua ci vadano con auto proprie enon con servizi dello Stato”.

G.Barb. A.Masc.

Il Viminale (martedì)“Via libera dopole sue indicazioni”

“I l funzionario di turnoaccertava che al mo-

mento non vi erano posti di-sponibili nelle comunità del-la zona e pertanto, conside-rata l’avvenuta identificazio-ne della giovane, nonché ilruolo della Minetti e il con-senso della ragazza che af-fermava di conoscerla, sullabase delle indicazioni del pmdi turno presso il Tribunaledei minorenni, veniva redat-to verbale di affidamento”.

Il magistrato (ieri)“Calpestate legalitàe giustizia”

“M i rivolgerò al Consi-glio Superiore della

Magistratura in quanto le pa-role del ministro Maroni chesembrano in accordo conquelle del procuratore BrutiLiberati non corrispondonoa quella che è la mia direttaconoscenza del caso. Si devesapere che io non ho mai da-to alcuna autorizzazioneall’affido della minorenne.Parlo perché vedo calpestaterispetto, legalità e giustizia”.

Giovedì 11 novembre 2010

Arcore, il telefono di Perlae la soffiata dei Servizi

L’INTERROGATORIO DELLA “P E N T I TA ”:“L’UOMO DI FORMIGONI DISSE ‘SEI CONTROLLATA’”

IL BUON SAMARITANO

Barbara GuerraDalla “Fattoria” su Italia Uno

H a partecipato al reality la Fattoria diMediaset, ex fidanzata di Mario Ba-

lotelli: si sono lasciati, lei l’ha querelato.Ha partecipato a una festa ad Arcore nelsettembre 2008: “Cene allegre, non or-ge”.

Letizia FilippiL’amica di Gianpy Tarantini

L e sue fotografie hanno riempito roto-calchi di mezzo mondo per una pre-

sunta relazione con Cristiano Ronaldo.Rientra nel giro delle ragazze di Gianpy edelle cene a Palazzo Grazioli. Tarantiniha precisato che lei non ha preso soldi.

Manuela e Marianna FerraraDue gemelle per Capodanno

L e sorelle gemelle fanno tutto insie-me. Già ex meteorine nella finestra

del Tg4 di Emilio Fede, Sipario. Rampadi lancio per molte starlette. Ospiti d’ec-cezione nella festa esclusiva di Capodan-no 2008 a Villa Certosa in Sardegna.

Siria De FazioIl bacio di Saffo del GF9

F a parte di quella grande eredità di ra-gazze che dal Grande Fratello su Cana-

le 5 arriva direttamente a casa di Berlusco-ni (come Angela Sozio, Carolina Marconi,Imma Di Ninni). Lei è anche conosciuta co-me la ‘lesbica’ della nona edizione del Gf.

STORIE INCROCIATE Le candidature e i fondi per don Verzé

La “r et e ” dell’assistente tra il Senato e Bogotà

storia: “Il consigliere regionaleNicole Minetti”, arrivata in que-stura, “riferiva di conoscere laragazza, assicurando la propriadisponibilità a prendersi curadella minore. Il funzionario diturno accertava che al momento

di Marco Lillo

I eri Il Fatto Quotidiano ha rac-contato l’incredibile storiadei 48 contatti telefonicitra Perla Genovesi e Villa

San Martino, la residenza di Sil-vio Berlusconi, dal settembre2003 al settembre 2007. E poi i500 contatti con una sim inte-stata a Sandro Bondi e un’a l t rainserita successivamentenell’apparecchio telefonicoappartenuto al ministro dellacultura e infine i 127 contattitelefonici con l’attuale mini-stro della Funzione Pubblica,Brunetta. Nello stesso periodoquesta ragazza di Parma che al-lora aveva un’età oscillante tra i25 e i 29 anni e ora ne ha com-piuti 32, aveva rapporti strettis-simi con narcotrafficanti sici-liani vicini alla famiglia mafiosacapeggiata da Matteo MessinaDenaro, il numero uno dellamafia. La strana storia di PerlaGenovesi è quella di una perso-na dalla tripla vita: narcotraffi-cante per amore, assistenteparlamentare del senatore diForza Italia Enrico Pianetta perlavoro, ma anche infiltrata dellaPolizia tra i boss. Una storia chemerita di essere raccontata conle parole dei suoi verbali con ipm di Palermo Calogero Ferra-ra e Marcello Viola del 27 luglioe 19 agosto del 2010. Perla Ge-

novesi racconta anche di avereappreso di strani giri di soldi su-gli appalti del San Raffaele. Suiquali Paolo Berlusconi, fratellodi Silvio, avrebbe percepitouna somma definita dalla ragaz-za “t a n ge n t e ”: “Scoprii tramitealtre persone, non personebuone, delinquenti, che prati-camente il fratello di Berlusco-ni, Paolo, era quello che gestivapraticamente come si può diretangenti, non lo so se si posso-no chiamare tangenti, però ifurgoni camion che portavanosu la merce dal meridione su,gli appalti di questi camion pa-gavano un pizzo”.

NOME IN CODICE: CO-RALLOPm:Quindi tra gli 11 e i 7 anni fagrossomodo, lei ha fatto da in-formatore della …G e n ove s i : Per la narcotici sonoi Carabinieri che si occupano diindagini antidroga. Il mio nomein codice era “C o ra l l o ”. Nellostesso tempo facevo anche dainformatrice per la Digos di Par-ma, facevo riferimento più pre-cisamente al dott. Festa.Pm: E la Digos che indagini fa inmateria di droga, scusi signora?La narcotici lo capisco, ma … laDigos si occupa d’altro come leisa.G e n ove s i : Non lo so, però conme il dott. Festa e la Digos han-

no fatto alcuni arresti.Pm: Sempre di droga, in mate-ria di droga?G e n ove s i : Sì.Pm: Ho capito.G e n ove s i : E tutto questo l’hofatto per una … né per scopo dilucro né perché io ne facessiuso …Pm: E perché lo faceva?G e n ove s i : Perché …questa è lacosa più difficile magari da …perché ritenevo responsabili glispacciatori della rovina dellamia famiglia. Perché mio zio eramorto dopo che l’avevano pic-chiato in carcere perché era sta-to in carcere per colpa della dro-ga, per colpa del fratello che fa-ceva spaccio …Pm: Come si chiamava suozio?G e n ove s i : Antonio Montoro eio … ero piccola, so che quelgiorno che è morto avevo giu-rato che da grande avrei arresta-to gli spacciatori e poi me ne so-no dimenticata ovviamente diquesto giuramento, a 21 anni…

L’ASSISTENTE DI FOR-MIGONIG e n ove s i : Io pensavo che se ioavessi fatto anche da infiltrata,informatrice, … Berlusconi equesta gente avrebbe saputoqueste cose, perché sapevo cheavevano i servizi segreti che la-

voravano per loro, che tra l’a l t romi avevano detto che avevo il te-lefono sotto controllo, l’Assi -stente di Formigoni me l’ave vodetto, e quindi avevo paura a fa-re l’informatrice su cose piùpiccole anche.Pm: Che le aveva detto l’Assi -stente di Formigoni?G e n ove s i : Che avevo il telefo-no sotto controllo.Pm: Ma in che occasione glielodisse? Cioè vi siete incontrati ungiorno e le disse “guarda, sai cihai il telefono sotto controllo”…G e n ove s i : Più o meno così midisse. Sì, mi stava …tutti i giornici sentivamo, lui mi veniva die-tro, però più o meno sì.Pm: L’Assistente di Formigoni?G e n ove s i : Uno degli Assistentisì.Pm: E come si chiama innanzi-tutto questo?G e n ove s i : Alessandro.Pm: Alessandro come?G e n ove s i : Alessandro … ades -so il cognome … non me lo ri-cordo, però ce l’ho scritto, an-che il numero telefonico.Pm: E lei non le disse “ma comelo sai, chi te l’ha detto?”G e n ove s i : Sì, ‘uno dei servizis e gre t i ’, mi aveva detto.Pm: Quindi uno dei servizi gliaveva detto che lei aveva il te-lefono sotto controllo.G e n ove s i : Sì.Pm: Questo mentre lei lavoravacol Senatore?G e n ove s i : Sì.

COCA A BARCELLONAPerla Genovesi sostiene di ave-re scoperto con chi aveva a chequando Paolo Messina, impie-gato del comune di Campobel-lo di Mazara cinquantenne le ri-vela il senso del loro viaggio inSpa gnaG e n ove s i : Solo quando mi dis-se che il viaggio che avevamofatto a Barcellona … il camperaveva trasportato 12 chili di co-caina …Pm: 12?G e n ove s i : E non so se il primo oil secondo viaggio 8 chili o qual-cosa del genere.Pm: Con riferimento a questadroga che lei ha visto nella va-ligia cosa le disse?G e n ove s i : Che era quella chetornava su …Pm: Cioè?G e n ove s i : I 12 chili, erano 6chili e mezzo …Pm: E perché tornavano su?G e n ove s i : Perché si fermavanoa Roma quei 6 chili e mezzo.

di Carlo Tecce

T remano politici, governo, affaristi. Tre-mano per l'operazione Bogotà, l'in-

chiesta dei Carabinieri di Palermo sul traf-fico internazionale di droga. Un ponteche collegava la Sicilia a Roma e poi aMilano con base a Parma, la città di PerlaGenovesi: il corriere dei narcotrafficantiVito Faugiana e Paolo Messina, arrestatail luglio scorso e ora ai domiciliari. Oggi ètrasfigurata nelle foto segnaletiche, ma labionda Perla, ex consigliere di quartiere diForza Italia, era un punto di riferimentoper la politica berlusconiana. Era più di unassistente parlamentare, portaborse delsenatore Enrico Pianetta, ingegnere diTortona, Alessandria. Era più di una ra-gazza d'apparato, accontentata con unaconsulenza in Regione a Bologna. L'im-putata Perla è diventata la “pentita”: harovesciato nei verbali il suo passato e la-sciato nei tabulati tracce di contatti te-lefonici (ben 48) con Arcore, la residenza

privata di Silvio Berlusconi, e ancora conSandro Bondi e Renato Brunetta. Gli in-quirenti cercano di legare pezzi che ca-dono come macigni dall'operazione Bo-gotà, oltre la cocaina, oltre la malavita.Perla racconta di una sua amica, sempreparmigiana, ennesima attrattiva nei fe-stini di Papi. Si chiama Nadia Macrì, ra-gazza madre, di professione escort. LaMacrì ha confermato il “de relato” di Per-la nell'interrogatorio: “Ho avuto incontricon il presidente Berlusconi tramite LeleMora per cui ho lavorato. Sono stata trevolte da Berlusconi, ma solo in due ab-biamo avuto delle prestazioni sessuali. Midiede regali e 10 mila euro”. E poi conBrunetta: 300 euro per un rapporto ses-suale e un consiglio legale. Ecco che spun-ta l'avvocato Taormina: “Ricordo che Bru-netta mi presentò la Macri”. Nel secondoatto dell'operazione Bogotà i personaggiescono ed entrano di scena all'improv-viso. Al centro c'è Perla che, per il se-natore Pianetta, era più di una collabo-

ratrice cooptata dal partito. Nella legi-slatura 2001-06, Pianetta era presidentedella commissione Diritti umani. E da unaposizione di comando – confessa Perla –il senatore aveva agevolato stanziamenti“go n fi a t i ” in favore del San Raffaele, l'o-spedale milanese fondato da don Verzé.Una rendita da sfruttare per la candi-datura del 2006: “Lui aveva paura, però.Gli dissi che sarei andata io”. E Perlachiese e ottenne un appuntamento conMario Cal, vicepresidente del San Raf-faele. La pentita rievoca un faccia a facciatra il presidente del Consiglio e Pianetta:“Berlusconi doveva prendere un aereoprivato e lui gli disse che doveva parlargli.Lui disse che durante il viaggio con Ber-lusconi gli aveva chiesto della candidaturae lui gli aveva detto di non preoccuparsi.In quei giorni tutti lo stavano supplicando.Quindi se aveva messo fuori persone piùin vista di lui, voleva dire che quel cheaveva fatto...”. E una consulenza (10 milaeuro) del San Raffaele per Perla – c he

mostra una pagina del contratto agli in-quirenti – per studi sul “metabolismo re-gionale di glucosio in oncologia” ra f fo r z al'ipotesi di rapporti tra il senatore e l'o-spedale di don Verzé. E dunque Perlapoteva condizionare le candidature diForza Italia e ne conosceva i meccanismi:“Volevo garantire una buona posizione aPianetta (elezioni 2006), chiesi ad alcunimassoni e mi informai su altri fronti. Poimi avvicinò una persona, suo figlio avevalavorato con il figlio di Dell'Utri in un'a-genzia pubblicitaria. Mi disse che vole-vano per una candidatura buona circa150 mila euro”. Negli interrogatori parlaanche di party “bollenti” in ville privatetra Trapani, Castelvetrano, Triscina, Cam-pobello e Tre Fontane con amministratorilocali, sindaci e addirittura parlamentarisiciliani. Piccoli e grandi politici che tra-scorrono serate tra belle donne e coca.Nella storia di Perla c'è una sceneggia-tura già scritta per un'Italia che somiglia aBogotà, Colombia.

CarrierePerla Genovesi: da consiglieredi quartiere per FI ai Palazzi

giusti. Fino alla coca

non vi erano posti disponibilinelle comunità della zona e per-tanto, considerata l’av ve nu t aidentificazione della giovane,nonché il ruolo della Minetti e ilconsenso della ragazza che af-fermava di conoscerla, sulla ba-se delle indicazioni del pm diturno presso il tribunale dei mi-norenni, veniva redatto verbaledi affidamento. Alle 2”, ha pro-seguito il ministro, “otto ore do-po essere entrata, la minore la-sciava la questura insieme allaMinetti e di ciò veniva avvisato iltribunale dei minorenni con lanota di trasmissione degli atti”.

INSOMMA Maroni ripetequanto detto in piena indaginedal procuratore di Milano. E ieri,dopo la smentita di Fiorillo, riba-disce di essere “d’accordo conBruti Liberati” e che “il caso èch i u s o ”. Anche per il procurato-re non ci sono altri accertamentida fare sul comportamento dellapolizia: “Non ho nulla da aggiun-gere a quanto già detto nei gior-ni scorsi. Per me la vicenda eragià chiusa allora”. Secondo fontigiudiziarie, Fiorillo avrebbe for-nito versioni orali discordanti eavrebbe infine ammesso di nonricordare con precisione il con-tenuto delle diverse telefonatecon i funzionari di polizia, la not-te del 27 maggio. Dunque per laprocura non si potrebbe prova-re che le decisioni prese quellanotte in questura siano statescorrette. Ora la parola passa alCsm.

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Giovedì 11 novembre 2010 pagina 5

di Wanda Marra

U n’Aula quasi deserta. Dauna parte, un discorsobreve e addirittura disar-mante, dall’altra, dichia-

razioni di fuoco che però ca-dono in un silenzio spiazzante:è surreale l’atmosfera a Monte-citorio mentre il ministro dellaCultura, Sandro Bondi, riferi-sce sul crollo di Pompei. Sulpunto di esplodere “come unamina” (parole sue) definisce la

richiesta di dimissioni “un attopoliticamente e moralmenteing iusto”. E anche se la sua re-lazione si consuma nell’indif -ferenza generale (praticamen-te deserti i banchi di Pdl e Lega,semi-abbandonati quelli deifuturisti, pieni a metà quellidell’opposizione) alla fine il Pdlancia il cuore oltre l’ostacoloe mantiene la promessa; in se-rata è il segretario Pier LuigiBersani ad annunciare che lamozione di sfiducia nei con-

fronti del Ministro è stata fattae sarà presentata nelle prossi-me ore. Si dovrebbe votarenell’arco di un paio di settima-ne. Di più: i Democratici stan-no raccogliendo le firme peruna mozione di sfiducia com-plessiva nei confronti del go-ver no.

“SE AVESSI responsa bilitàper ciò che è accaduto sarebbegiusto chiedere le mie dimissio-ni, anzi le avrei date io. Se in-vece facciamo prevalere serie-tà, obiettività e misura, allorasarebbe giusto riconoscere chei problemi di Pompei come lesituazioni in cui versa il patri-monio artistico si trascinano dadecenni senza che nessuno siariuscito a risolverli definitiva-mente e a impostare una stra-tegia efficace”, si difende Bon-di, parlando di “un segno di in-cattivimento della lotta politicain Italia”. Poi però ci tiene a nonscaricare le responsabilitàdell’accaduto: il crollo dellaDomus dei Gladiatori a Pompei

“non e' colpa delle scarse risor-se”, ma del modo in cui sonogestite. Perché la causa del crol-lo è “la pressione sulle muratu-re del terrapieno” e non “lamancanza di risorse”. Per il mi-nistro bisogna dunque lasciareai soprintendenti la tutela,mentre la gestione va assegnataa nuove figure gestionali. “Pe rquesto - annuncia - il ministerosta predisponendo le linee gui-da per una fondazione perPompei: sovrintendenti e ma-nager dei beni culturali devonolavorare insieme”. E intantosmentisce i nuovi crolli a Pom-pei, denunciati dalla Uil.

SEGUE breve dibattito in Au-la. Con Veltroni che intervieneper il Pd, chiedendo le dimis-sioni non per “una circostanzas p e c i fi c a ”, ma per “lo stato diabbandono della cultura italia-na”. Le dimissioni le voglionoanche Idv e Udc. E Granataprende la parola per Fli: paroledure, ma poi una conclusioneche è ancora interlocutoria: "Al

ministro Bondi non chiediamole dimissioni ma un atto di co-raggio: si assuma le sue pesan-tissime responsabilità politi-che". Un modo per lasciarsiaperta la possibilità di firmareuna mozione altrui e di non sco-prirsi, guardando l’evolver sidel quadro politico. Alla fine,Franceschini tira le conclusionie in Aula annuncia la mozione.Il Ministro, ancora una volta, ri-badisce la sua posizione. A Gra-nata dice: nessun passo indie-tro. “Non so cosa intenda. Leiniziative di carattere politicocontro il Governo non hannonulla a che fare con Pompei e lac u l t u ra ”. E alla fine è Bersani adannunciare: “Abbiamo presen-tato la mozione di sfiducia suBondi, ora stiamo raccogliendole firme per quella al governo”.È chiaro che “il nostro obiettivoè quello di rendere formale lacr isi”, spiega. "Ora vedremo itempi e i modi dell'iniziativa. Lacrisi va formalizzata in Parla-mento”. Scontato il plauso diDi Pietro: “Fi n a l m e n t e ”.

Grandi manovre

intorno

alla legge elettorale

I eri i parlamentari e i tecnici del Pdl sisono incontrati nello studio delvicepresidente del Senato Gaetano

Quagliariello per fare un primo giro di orizzontesu una possibile riforma della legge elettorale.La riunione, si è svolta alla presenza (tra gli altri)del capogruppo Maurizio Gasparri e delpresidente della commissione Affari

Costituzionali Carlo Vizzini.Nella maggioranza però non si nasconde uncerto scetticismo. La vera intenzione,sostengono alcuni parlamentari d’opposizione ,sarebbe un’altra: impedire che la legge elettoralecambi davvero. L’idea, viene spiegato, sarebbepiuttosto semplice: al Senato, visto che ci sono inumeri per farlo, si modifica il 'Porcellum'. Senza

soddisfare l'opposizione. Così alla Camera iltesto cambierebbe. Ma poi dovrebbe tornare aPalazzo Madama. In questo 'ping pong' voluto iltempo passerebbe e alla fine si tornerebbe alleurne senza cambiare la legge. L'unica possibilitàdi cambiare davvero la legge elettorale,insomma, sarebbe quella di arrivare a ungoverno tecnico.

IL BUIO OLTRE LA CRISINapolitano: “Momento di grandi incognite”Letta ammette: “La prospettiva è stretta”

di Sara Nicoli

G ianni Letta che si lasciasfuggire - proprio lui - chela stagione del governo è fi-nita. Napolitano che chie-

de cautela, ma invita a risolvere lasituazione al più presto. E i finia-ni che annunciano: se oggi andràmale con Bossi, i nostri usciran-no subito dopo dal governo. Iltutto mentre il Cavaliere pensa altrappolone. Sempre più scossoanche per via di sondaggi chedanno il Pdl in picchiata (26%)adesso si è messo in testa che tut-ti stanno lavorando per un’imbo -scata ai suoi danni. La realtà è di-versa, Fini insiste a chiedere lasua testa e lui a non voler indie-treggiare di un passo; non è cam-biato nulla, la crisi è conclamataanche se tutti si agitano per farcredere di avere la soluzione intasca. Che, invece, non c’è.Mentre volava ieri verso il G20 diSeul, Berlusconi ha ribadito lasua visione del momento: “Io diFini non mi fido, si è lasciato lemani libere, perché mai dovreb-be legarsele con un nuovo pat-to?”. Però qualcosa sembra muo-versi, ma è difficile capire in chedirezione se persino la prover-biale prudenza di Gianni Letta ie-ri si è persa per un attimo eall’eminenza azzurra è uscitauna battuta rivelatrice: “Le pro-spettive del governo sembranoessere brevi”. Non c’è alcun dub-bio che questo esecutivo sia or-mai al tramonto, ma la grande in-cognita è rappresentata dal “do -po”. Il Cavaliere, sostengono uo-mini a lui vicini, starebbe “rif let-tendo”. Ma il pressing della Legae le preoccupazioni del Quirina-le che anche ieri ha chiesto “unosforzo per dare risposte al Paese,chiunque sarà chiamato a gover-nare ancora, o a governare nuo-va m e n t e ”, hanno convinto Ber-lusconi a dare almeno l’impres -sione di stare trattando per undopo che potrebbe essere ancheun “Berlusconi bis”. Il primo anon crederci, però, è propriolui. “Se domani (oggi, ndr) l’in -contro con Bossi finirà male – haannunciato ieri il finiano FabioGranata – ritireremo i ministridal governo”. Al più tardi, hapuntualizzato Enzo Raisi, “e n t rolunedì”.Comunque, si tratta. Ben sapen-do che la strada verso le elezioniè ormai spianata, ma si tratta. IeriMontecitorio è stato palcosceni-co di un intreccio di incontri dif-ficili da decifrare se non come

estremo tentativo di Fini di por-tare il Pdl sulle proprie posizio-ni, ossia allargando la maggio-ranza a Casini (che è stato più diun’ora a colloquio con il presi-dente della Camera, ma poi è ar-rivato anche Rutelli) e riparten-do da una nuova agenda per leriforme: il leader Udc ha pratica-mente sondato tutti, così comehanno fatto alcuni uomini dellaLega. Le variabili sul campo, pe-rò, appaiono ancora troppe e laquadratura del cerchio è lonta-nissima; alla fine di una giornatafrenetica si è persino parlato diun possibile accordo che preve-desse una nuova “s c u d a t u ra ” delpremier per i suoi processi incambio di un’accelerazione sul-la legge elettorale. A patto, però,che fosse ancora targata Pdl. Uncircolo vizioso. Che mette in an-

sia il Quirinale. In un colloquiocon Maroni, il capo dello Statoavrebbe espresso preoccupazio-ne per lo “stallo”, accennando al-la possibilità di “p i l o t a re ” la crisiper evitare un “p a t e ra c ch i o ” diesecutivo tecnico senza Pdl e Le-ga e che sarebbe un rimedio peg-giore del male. Meglio le urne euna nuova ripartenza. Di questosi sarebbe fatto portavoce sem-pre il ministro dell’Interno conFini, così come Bossi cercherà dicapire oggi sempre dal presiden-te della Camera se ci sono le con-dizioni per andare avanti in que-sta direzione. Il Cavaliere, secon-do alcune voci raccolte tra i suoifedelissimi, non sarebbe pregiu-dizialmente contrario all’ingres -so di Udc e Fli in un nuovo go-verno, ma teme “l’imboscata,una congiura di palazzo” ai suoi

danni che poi possa pregiudica-re una sua possibile elezione alQuirinale; in molti, in questeore, lo descrivono come “scos -so, in condizioni psicofisichemolto precarie, dunque moltodebole”. Il quadro si fa quindisempre più complicato, tantoche ieri, alla fine, anche D’Alemaha spezzato una lancia in favoredi “un governo breve, che af-fronti alcune emergenze”, nellaconsapevolezza che si è ormaiall’inizio “di una nuova stagio-ne”. Oggi, dunque, il colloquio“r isolutore” tra Bossi e Fini, pervalutare se ci sono i margini perpilotare una crisi in tempi rapidiverso un nuovo governo. Ma senon ci crede più neppure GianniLetta, vuol dire proprio che iltempo del Cavaliere è agli sgoc-cioli.

Bondi non vuole pagare per tuttiIL PD CHIEDE LA SFIDUCIA PER IL MINISTRO E RACCOGLIE LE FIRME PER LA MOZIONE CONTRO IL GOVERNO

MAGGIORANZA (?)

Oggi incontroBossi-FiniI futuristip ro n t ia ritirarela delegazioneal governo

Italo Bocchino, alla Camera, legge Il Fatto Quotidiano: sulla prima le telefonate ad Arcore di Perla Genovesi (FOTO ANSA)

RespingimentiItalia-Libia, su cosa è andato sotto il governo

Intanto va chiarito che i respingimenti in maredei migranti non sono previsti da nessuna legge:non se ne parla nella Bossi-Fini, non nei varidecreti sicurezza e nemmeno nel recenteTrattato di amicizia italo-libico. I respingimenticollettivi sono semplicemente una prassi, peraltroinaugurata già durante il precedente governoBerlusconi, quando al Viminale sedeva GiuseppePisanu: l’innovazione della gestione Maroni,coadiuvato dalle autorità libiche, è che oraavvengono addirittura in mare. Il motivo per cuinon c’è legge che li preveda è semplice: irespingimenti collettivi violano buona parte deldiritto internazionale – la Dichiarazione dei dirittidell’uomo, la Convenzione di Ginevra – e persinola Costituzione italiana (art. 10) perché in buonasostanza hanno l’unico scopo di non riconoscere ildiritto d’asilo a chi ne avesse i requisiti. ALampedusa, per capirci, nel 2008 sbarcarono circa27 mila cittadini stranieri: il 75% chiese asilo e lametà lo ottenne. Oggi, sostiene il nostro governo,quelle persone faranno la loro richiesta in Libia,ma è una bugia: Tripoli non riconosce il dirittod’asilo e ha pure chiuso l’ufficio Onu che si occupadi rifugiati. È su questo tema che l’esecutivo èandato sotto tre volte martedì: l’emendamentodel radicale Mecacci - Colombo (e le conseguentimozioni di Udc e Fli) prevedeva di legare irespingimenti all’effettiva applicazione del dirittointernazionale in Libia, il governo ha dato parere

negativo e GianfrancoFini – che ormaip ro p o n epubblicamente dicambiare anche la“sua” l e g gesull’immigrazione (“avolte chiede aglistranieri cosea s s u rd e ”) – hacominciatoufficialmente a usciredalla maggioranza.

(Marco Palombi)

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LA NAZIONE Pagina 9 – Firenze Oggi a S. Apollonia intervista-show di Di Pietro «DI PIETRO incontra Firenze»: questo il titolo dell’evento promosso da Idv Toscana con il presidente dell’Italia dei Valori, Antonio Di Pietro. Oggi alle 17.30, all’Auditorium di Sant’Apollonia, in via San Gallo 25, i cittadini potranno così vedere l’ex magistrato messo questa volta lui «sotto torchio» da tre giornalisti, fra cui il direttore de «La Nazione» Giuseppe Mascambruno.

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IL TIRRENO Pagina 5 - Prato NO ALLA RIFORMA GELMINI Lezioni in piazza PRATO. L’iniziativa “E ora tagliateci anche le piazze”, lezioni in piazza contro la riforma Gelmini, promossa dai partiti del centrosinistra pratese (Pd, Gd, Idv, sel, Federazione della sinistra) e Radio Gas, rinviata lo scorso 7 novembre a causa del maltempo, è stata riconvocata per sabato 13 novembre in piazza Duomo alle 16.

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