Rassegna 12 novembre

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12 novembre

• 10 PRIMOPIANO IL RESTO DEL CARLINO - LA NAZIONE - IL GIORNO VENERDÌ 12 NOVEMBRE 2010

L’ITALIAALBIVIO FABIOMUSSI: «VENDOLAVAALLEPRIMARIEPERVINCERLE.PRESTOSMETTEREMODI PARLAREDELLE ABITUDINI DEL PREMIER»

IRITI della prima Repubblica, tantoesorcizzati per anni, in realtà sonoancora dietro l’angolo e tornano a

dominare la scena politica. Segno, forse, chela cosiddetta seconda Repubblica non è mainata.E così, in un groviglio di polemiche e di teorieche si pensavano appartenessero solo alpassato, tornano di attualità vecchie formule.Si parla di governi di transizione, di

appoggio esterno, di verifiche, di possibilirimpasti. Improvvisamente spuntano i fautoridelle crisi pilotate, i mediatori, gli esploratori.Il dilemma è tra il tirare a campare diandreottiana memoria e lo staccare la spina.Ma anche qui ci si divide tra i ‘tifosi’ del votosubito e chi spinge invece per una crisiparlamentare dall’esito elettorale affattoscontato, tenendo soprattutto conto delledifficoltà del Paese e dell’incognitaQuirinale, cui spetta per Costituzione loscioglimento delle Camere e che per oramantiene un giusto e rigoroso silenzio.Come si vede, il ‘teatrino’ della politica hariaperto il sipario e la situazione si presentaconfusa e ricca di incognite. Ma minimizzareo fare finta di niente non giova né allamaggioranza né alle opposizioni, anche se le

possibili soluzioni non sono facilmenteindividuabili. Occorre, però, non tirare troppola corda e mostrare quel senso dello Stato chenegli anni bui della tanto bistrattata primaRepubblica non è mai venuto meno aicosiddetti ‘Vecchi’ della politica. Era anzi,pur nella differenza delle posizioni e nelrispetto dei ruoli, il loro naturale collante.Nessuna nostalgia, nessun ritorno a queglianni, che pure sono stati importanti perl’Italia, ma una loro rivalutazione sì.L’auspicio oggi è di valutare con attenzione leconseguenze di eventuali decisioni ‘dipancia’. Abbiamo alle porte alcuni impegniimprorogabili che riguardano in particolarel’economia e la situazione dei conti pubbliciche vanno messi in sicurezza. La Legge diStabilità, ossia la vecchia Finanziaria che è

una priorità davanti all’Europa, non puòtrovare il Parlamento latitante, così comel’asta di dicembre per i titoli pubblici necessitadi certezze. E non è tutto.P.S. Mentre scrivo ho ancora sotto gli occhi leimmagini dell’alluvione che ha colpito ilVeneto. Una regione operosa alla quale va lasolidarietà di tutto il Paese, insieme ad aiuticoncreti verso una popolazione che chiede solodi essere messa in condizione di riprendere atesta alta il proprio cammino di crescita. Eproprio questa calamità dimostra ancora unavolta come l’Italia, al di là di naturalidivisioni geografiche, debba essere unita: dalNord al Sud. Quel Sud, spesso dimenticato ea torto deriso, che per i suoi problemi, che nonriguardano solo Pompei o i rifiuti, pretendeda tutti rispetto e analoga solidarietà.

* Europarlamentare del Pdl

di STEFANO CECCHI— FIRENZE —

Onorevole Di Pietro, ha vi-sto? Berlusconi a dimettersiproprio non pensa...

«E dove sta la sorpresa? Lui nonsi dimetterà mai perché l’unica ra-gione per cui fa il presidente delconsiglio è non farsi processare».

Dunque?«Dunque mai come in questo mo-mento c’è necessità che tutte le op-posizioni e le persone di buona vo-lontà, a cominciare da quelle chea parole lo hanno già detto, voti-no una mozione di sfiducia».

Più facile a dirsi che a farlo..«E la strada più netta che abbia-mo davanti. Sfiduciare il presiden-te del consiglio e ridare al Paese

un governo che torni a occuparsidei suoi problemi e non di quellidi Berlusconi».

Lei insommadubitacheunac-cordo fra Gianfranco e Silviovenga in qualche modo ritro-vato?

«Fini e i finiani a Mirabello e poia Perugia sembravano militantidell’Idv di lunga data. Se per farepace si accontentassero di qual-che ministero in più, sarebbe unatruffa ai danni degli italiani».

Quando parla di sfiduciareBerlusconi lei si rivolge ancheall’Udc: prove di nuova mag-gioranza?

«L’Idv ha sempre detto che, per iltempo di un battito di ali di farfal-la, non solo è disponibile ma lavo-ra per trovare all’interno del Parla-

mento una maggioranza per sfidu-ciare Berlusconi...»

Ma lì si ferma...«Appunto. La maggioranza pergovernare il Paese non la si devetrovare con un ribaltone parla-mentare. Altrimenti si corre il ri-schio di trasformare Berlusconiin una vittima».

Quindi niente governi condentro l’Idv e Fini...

«Noi non parteciperemo a nessuntipo di ribaltone in questa legisla-tura. Intendiamo infatti costruireun’area riformista che abbia co-me base il Pd, l’Idv e Sel».

E Fini?«Le realtà di destra devono staredall’altra parte. L’unica cosa chepossiamo concedere è che primadi andare al voto si faccia una nuo-

va legge elettorale».Di fronteaunpossibilegover-no tecnico che vari la nuovalegge quale sarebbe allora ilvostro comportamento?

«Se si facesse un governo tecniconoi non vi parteciperemo, ma da-remo un appoggio esterno a sca-denza. 90 giorni, non uno di più.E ogni giorno uno di noi si alze-rebbe: -89, -88. Al suono dellacampanella, tutti a casa».

Nel caso, chi sarebbe il candi-dato premier vincente perl’Idv?

«L’Idv non metterà bastoni fra leruote a ciò che i partiti della coali-zione sceglieranno o attraverso leprimarie o con un accordo inter-no. L’unica cosa che posso dirle èche io, nel caso, non mi presente-

rò».E perché?

«Perché in questo momento c’è bi-sogno di una figura che ridia sere-nità e non l’impressione che si siasempre in guerra».

Come dire che lei è tipo datrincea...

«Io in questi anni sono stato mol-to al fronte, adesso vorrei far partedi una squadra il cui caposquadravenga visto dagli italiani come unpunto di riferimento per il rilan-cio»

Renzigiocherebbenellasqua-dra?

«Io credo che per il centrosini-stra, più persone risvegliano le co-scienze e la voglia di fare e meglioè. A me non preoccupa la presen-za di Renzi, al contrario preoccu-

pa che di Renzi ce ne siano pochi.Ne vorrei molti di più».Di Pietro ieri era a Firenze a parte-cipare a una manifestazionedell’Idv, terminata con un’intervi-sta pubblica fatta anche dal diret-tore della Nazione Giuseppe Ma-scambruno. Euforico e torrenzia-le come spesso gli capita, ha piùvolte insistito col suo ufficio stam-pa perché i giornalisti gli chiedes-sero del Berlusconi bis e della mo-zione di sfiducia che il Pd vuolpresentare e nella quale lui credeparecchio. «Si perché — ha prova-to a convincere i presenti — Ber-lusconi ora è ferito politicamente.Ma se non si va alle elezioni, la fe-rita si rimargina e tra due anni siripresenta e ci fa un mazzo così».Amen.

IL TEATRINO DELLA POLITICA RIALZA IL SIPARIO

PRIMARIE«Nonmetteremo i bastonitra le ruote dei nostri alleati,io nonparteciperò»

Il leader dell’Idv, ieri aFirenze per un’intervistapubblica con il direttoredella NazioneGiuseppe Mascambruno(PressPhoto)

di CLEMENTEMASTELLA*

Di Pietro, appello alla sfiducia«I finiani non salveranno Silvio»«Ormai hanno rotto i ponti, a Perugia sembravano militanti Idv»

Venerdì 12 novembre 2010 pagina 5

Il precedente

Nel ‘94 con la Lega

non si contò l’aula

“N el 1994 Silvio Berlusconi sidimise da presidente delConsiglio senza attendere

il voto formale di sfiducia da parte delle Camere,perchè Bossi ritirò la partecipazione della Legaal governo. Ricordare questo precedente forsein questo momento può essere di qualcheutilità”. Ad affermarlo è Carmelo Briguglio.

All’epoca la parola magica era “ve r i f i c a ”.L’esponente leghista Roberto Maroni spiegava:“Tutte le componenti di questa maggioranzaandranno con le loro richieste e si dovrà fare ilpunto della situazione e vedere se il programmadi Governo potrà essere realizzatocompiutamente, dalla verifica in poi, da questamaggioranza”. La “ve r i f i c a ” che i leghisti

aspettavano era fissata “dopo la finanziaria”. L’8dicembre 1994 Umberto Bossi al Tg2 tuonerà:“Non ci sarà un Berlusconi bis; una volta checade, cade per sempre”. Il 21 dicembre allaCamera lo stesso Bossi annunciò: “Presidente, laLega le toglie la fiducia”, e senza nessun voto sispalancarono le porte al governo tecnico diLamberto Dini.

CAIMANOA L L’U LT I M OGIRO

La lega non convince FiniB. non ha la maggioranza

Pd e Idv depositano la sfiducia a BondiDI PIETRO: “SAVIANO? UN RAGAZZO STRAORDINARIO, MA DEVE IMPARARE”

mente da Fini: “Le cose sono mol-to più complicate di come le pre-senta Bossi”. Tanto per dirneuna: Casini aveva posto a Finiun’unica condizione per uneventuale proseguimento dellalegislatura con un governo allar-gato, che Berlusconi scendessedal trono di Palazzo Chigi: nienteda fare. È stato poi Italo Bocchinoa chiarire il senso: “Prima Berlu-sconi si deve dimettere, poi ve-d re m o ”.

I FINIANI (con Casini) voglio-no la testa di Berlusconi, ancheBossi, in fondo, gliela vorrebbedare in cambio della “pace” sulfederalismo, ma il Cavaliere resi-ste contro tutto e tutti. Al punto,a tarda sera di ieri, di convincereBossi a riallinearsi: “No ad alter-native a Berlusconi senza il suoconsenso”. L’incontro tra Fini eBossi ha fatto da perno alla gior-nata politicamente più caldadall’inizio della legislatura, con-trappuntata da altri due momen-ti, il vertice Pdl e quello dei finia-ni. Che alla fine, con Della Vedo-va, hanno scritto una parola de-finitiva sulla loro posizione: “SeBerlusconi torna dal G20 (vener-dì notte, ndr) e non ha nulla dinuovo da dire, è chiaro che i no-stri ministri si dimetteranno”.Dello stesso tenore le parole diBocchino: “Berlusconi deveprendere atto che c’è una com-ponente determinante dellamaggioranza che ha deciso dinon sostenerlo più; nel ’94 – ec -co un “sugger imento” – Berlu -

sconi si dimise senza ottenere ilvoto formale di sfiducia da partedel Parlamento”. Solo che stavol-ta il Cavaliere vuole puntare tuttala prossima, possibile campagnaelettorale sul “t ra d i m e n t o ” di Fi-ni. E per questo ha bisogno diuna scena che immortali il mo-mento.

UNA “M A N OV R A di palaz-zo”, come lui chiama la politicavera, non gli sarebbe altrettantoutile. In contemporanea, l’i n t e roquartier generale del Pdl ha bloc-cato ogni ipotesi di “crisi pilota-ta” come avrebbe voluto Bossi(pro domo sua): “Riteniamo inac-cettabile che la legislatura possaproseguire con un premier diffe-rente ed un governo diverso”. Fi-ne di ogni gioco.Domenica mattina, dopo un sa-bato di attesa di una risposta diBerlusconi (che nel Pdl, si sostie-ne, non arriverà), i componentidi Fli nel governo si dimetteran-no. A quel punto, al Cavalierenon resteranno che due strade:prendere l’interim delle posizio-ni lasciate vacanti, in particolaredi quella del ministro Ronchi allePolitiche comunitarie, oppurepresentarsi a Napolitano con un

di Sara Nicoli

R esistere, resistere, resiste-re. Pur ammettendo,adesso, di avere “q u a l ch edif ficoltà”, da Seul il Cava-

liere ha chiamato ieri FabrizioCicchitto, che era chiuso da treore in una riunione nelle stanzedel gruppo Pdl alla Camera conmezzo governo e ha parlatochiaro: “Non ho alcuna intenzio-ne di dimettermi, Fini se vuolemi sfiduci in Parlamento”. Quin-di, il proclama del Pdl: “O Silvio aPalazzo Chigi o voto”. La crisi sicomplica, Berlusconi non cede,gli ex alleati neppure, il Quirina-le si preoccupa. E Bossi bara.Erano appena passate le tre delpomeriggio e ieri alla Cameraera già successo tutto. Il summittra Fini e Bossi, quel re n d e z - v o u s

carico di aspettative che dovevaservire da chiarimento sul futu-ro della maggioranza, era statodichiarato fallito parecchie orepr ima.

D’ALTRA PARTE, il presi-dente della Camera si era limitatoa ribadire a Bossi la sostanza dellostrappo di Bastia Umbra: nuovogoverno, nuovo programma,nuova maggioranza con allarga-mento della base all’Udc. E il Se-natùr, per nulla intenzionato aperdere il suo ruolo di sedicentemediatore, all’uscita ha persinomandato un messaggio ambi-guo, spacciando una débâcle peruna sua mezza vittoria, “c’è unospazio per una trattativa per nonandare ad una crisi al buio e l’Udcpuò andare al mare”, salvo poi ri-cevere una doccia gelata diretta-

CAOS DI GOVERNO

piccolo elenco di nomi nuovi perun rimpasto volante. Qualunquecosa decida, il passaggio al Qui-rinale sarà d’obbligo. Qui potreb-be però attenderlo la richiestadel capo dello Stato di una veri-fica parlamentare della maggio-ranza. Ovviamente dopo la Fi-nanziaria. Perché sulla legge distabilità nessuno ha intenzionedi discutere. Persino i finiani vo-teranno la legge, ma si asterran-no da una eventuale voto di fidu-cia del governo. Sarà dunque a

partire da metà dicembre, varatala Finanziaria, che comincerà ilconto alla rovescia. Berlusconipotrebbe cadere anche sulla sfi-ducia a Bondi oppure su un altro“incidente di percorso” che, aquel punto, verrà cercato da tut-ti. Il Quirinale giocherà un ruolofondamentale. E non è detto che,alla fine, non esca un governo Pi-sanu, sostenuto persino dalla Le-ga, a rimescolare le carte e leggeelettorale. Il Caimano, però, ven-derà cara la pelle.

“B erlusconi deve andare a casa. Le ipo-tesi che sento girare su un Berlusconi

bis, che in realtà sarebbe poi il Berlusconiquater, sono ipotesi ad un passo dal deli-r io”. Il Pd con il suo segretario, Pier LuigiBersani tenta l’affondo. Non è più il tempodi compromessi e di mezze mosse: “Il pre-mier si dimetta e vada al Quirinale”. Quan-to al futuro, Bersani ribadisce la posizionedel suo partito, ormai nota: “Abbiamo datouna nostra disponibilità ad un governo del-la 'ripartenza'”. Intanto i Democratici lavo-rano “a t t i va m e n t e ” alla caduta del gover-no: è appena stata depositata alla Camera lamozione di sfiducia a Bondi. Duecento fir-me, anche quelle dell’Idv. Il ministro deiBeni culturali, Sandro Bondi, “ha privile-giato la sua attività di coordinatore nazio-nale del Partito del Popolo delle Libertà,piuttosto che i difficili compiti di direzionestrategica e amministrativa del patrimonioartistico nazionale - si legge nel testo - egli siè quindi dimostrato inadeguato al ruoloconfer itogli”. Per questo, se ne chiedono

le dimissioni. Alla base della richiesta nonsolo il crollo di Pompei, dunque, per il qua-le Bondi ha negato strenuamente di averecolpa (ma la mozione sottolinea essere“del tutto priva di fondamento giuridico efa t t u a l e ” tale “d i ch i a ra z i o n e ”), ma tuttal’attività del dicastero. “Il ministro per i be-ni e le attività culturali - si legge nella mo-zione - non è stato in grado di andare al di làdi atti puramente simbolici e ininfluenti,quali la mancata partecipazione alle riu-nioni del Consiglio dei ministri in cui ve-nivano adottate le misure di taglio alle ri-sorse del Ministero, nè di promuovere al-cuna seria iniziativa per la tutela del nostropatrimonio artistico e culturale italiano,come dimostra il crollo di Pompei, peraltropreceduto da quelle delle arcate di Traianoalla Domus Aurea e da quelle di elementidel Colosseo". Alla fine, dunque, nonostan-te tra i due gruppi principali dell’opposi -zione non sia mancato un momento di ten-sione, quando il capogruppo a Montecito-rio dell’Idv, Donadi aveva dato la disponi-

bilità a dire di sì alla mozione di sfiducia aBondi, ma dopo quella al ministro Calde-roli, “reo di aver mentito al Parlamento, diaver truffato il Governo e le istituzioni,abrogando indebitamente una norma (lacosiddetta salva camicie verdi, ndr) cheprevedeva un grave reato solo per aiutare36 suoi colleghi leghisti rinviati a giudi-zio”. Alla fine, però, anche l’Idv ha firmatola mozione di sfiducia a Bondi. Che dovreb-be essere votata entro una decina di giorni.Sempre se il governo sarà ancora in piedi.Nel frattempo, si lavora a una mozione disfiducia complessiva. Spiega Bersani: "Stia-mo raccogliendo le firme su due righe, es-senzialissime”. . E nel frattempo Di Pietro,ribadendo la sua intenzione di promuove-re una maggioranza per sfiduciare Berlu-sconi, si esprime sul candidato leader delcentrosinistra. Netto su Saviano: “È un ra-gazzo pulito e straordinario, se vuole met-tere la faccia e aiutarci bene. Ma se vuolefare politica deve imparare, anche lui”.

wa . m a .

Silvio BerlusconiOre 9,29

“Nelmio paesein questomomentohoqualched i ff i c o l t à

Umberto BossiOre 15,29

“Finis a re b b e‘abbastanzad’a c c o rd o ’sull’ipotesi diuna crisipilotata

Gianfranco FiniOre 16,26

“Le cosesonomolto piùcomplicatedi come lep re s e n t aBossi

IL CODICE ETICO DE L L’IDV

E SE DE MAGISTRISSI AUTOSOSPENDESSE?

L uigi De Magistris è una persona onesta e cri-stallina. Nessuno, nemmeno i suoi più feroci

detrattori che lo accusano di aver condotto inda-gini malfatte o criticano le sue posizioni politiche,ha mai potuto insinuare qualcosa di men che cor-retto nella sua condotta di pm e di europarlamen-tare. È stato uno dei pochissimi magistrati, con DiPietro e altri che si contano sulle dita di una mano,a lasciare la toga prima di darsi alla vita politica. Hapagato un prezzo altissimo alla sua fedeltà alla Co-stituzione, quando a Catanzaro avrebbe potuto vol-tarsi dall’altra parte, come tanti presunti colleghi,dinanzi al puzzo trasversale della malapolitica edelle malaeconomia, e invece provò a indagare fin-chè gli fu consentito. Ora è stato rinviato a giudizioa Salerno per omissione di atti d’ufficio. Antefatto:un tizio denuncia magistrati di Lecce. Il gip di Po-tenza archivia. Il tizio lo denuncia a Catanzaro. DeMagistris chiede l’archiviazione. Il gip ordina nuo-ve indagini. De Magistris dimostra di averle già fat-te. Il tizio lo denuncia a Salerno. Di qui il rinvio agiudizio. Non c’è nulla di grave o di imbarazzante:De Magistris avrà la possibilità di difendersi nelprocesso, spiegando le ragioni del suo operato inuna scelta endoprocessuale che forzatamente èstata trasferita in un processo penale a caricodell’ex pm. Accusare poi di mancate indagini pro-prio chi passava per un pm troppo bulimico, fa sor-ridere. Ma ora, nel suo partito, c’è chi ricorda il co-dice etico dell’Idv che prevede la sospensione deirinviati a giudizio. Altri propongono una deroga,che inevitabilmente sarebbe ad personam, per evi-targli l’onta della sospensione. Altri ricordano cheanche Di Pietro fu indagato quando era già in po-litica (vero, ma mai rinviato a giudizio). Di Pietro èimbarazzato, anche perchè qualcuno tenta di usa-re la vicenda per emarginare un concorrente fortee credibile. Forse De Magistris potrebbe sciogliereil nodo con una mossa preventiva ed elegante: au-tosospendersi dall’Idv fino alla sentenza. Che se,come pensiamo, gli sarà favorevole, lo rafforzeràvieppiù. E farà di lui, ancora una volta, un politicodiverso dagli altri. Marco Travaglio

DIZIONARIO politico“Crisi pilotata”

N on è un termine molto comune nella vita di governodegli ultimi anni quello di “crisi pilotata” (nel 2007

la ventilò l’Udc). Nel dizionario politico si intende conquesta parola una avvicendamento che non coinvolgela coalizione che governa, ma il programma con la qua-le questa si è presentata agli elettori e il governo me-desimo che, con il nuovo programma, subisce un “r im-pasto”. La maggioranza, in una crisi pilotata, resta quin-di nei confini di quella eletta. Le stesse forze politichedanno però vita ad un accordo di programma per la finedella legislatura, da realizzarsi con un altro governo.

IL TIRRENO Pagina 1 - Montecatini Il direttore Melosi: «Attendiano di conoscere tempi e modalità di liquidazione dell’ente» Ufficio informazioni turistiche, addio Dal 1º gennaio chiude assieme all’Apt Tra le ipotesi c’è quella di potenziare i compiti del Convention Bureau con un nuovo nome DAVID MECCOLI MONTECATINI. Capodanno senza ufficio informazioni. Con la sempre più imminente chiusura delle Agenzie per il turismo questo quadro inquietante sembra prendere ogni giorno che passa sempre più forma. E si tratterebbe di un durissimo colpo per la città, che si troverebbe in piene feste natalizie senza la possibilità di offrire un punto di prima accoglienza turistica. L’ufficio informazioni, situato in viale Verdi all’interno della rotonda del Palazzo del turismo, è stato dato da qualche anno in gestione esterna. I servizi sono stati progressivamente migliorati con l’aggiunta del wi-fi, bookshop, prenotazione ferroviaria, vendita di prodotti tipici. Ora tutto sembra avere i giorni contati. Il piano della Regione prevede infatti di risparmiare 25 milioni di euro con tagli a enti, agenzie e società partecipate, compresa l’abolizione delle 14 Apt toscane, con le funzioni delegate alle Province e a Toscana promozione. «L’idea - ci aveva detto nelle scorse settimane l’assessore regionale al turismo, Cristina Scaletti - è quella di risistemare l’intero sistema turistico toscano, centralizzando tutto in un’unica cabina di regia e avviandoci progressivamente allo scioglimento di tutte le Apt. Le Province continueranno a essere presenti in questa struttura e faranno capo a Toscana Promozione». Nella pratica, però, questo sistema ha molti punti interrogativi. A comuni e province, infatti, dovrebbe restare la promozione territoriale, con la grande incognita dei fondi da destinarvi. E con la fine delle Apt, a saltare saranno anche i punti informazione di Montecatini, Pistoia e Abetone. E non tra un tempo indefinito, ma dal 1º gennaio, quando la legge regionale entrerà in vigore e le Apt saranno prive di bilancio e dovranno confrontarsi con la sola ordinaria amministrazione in attesa di chiudere definitivamente i battenti. Ora tutto passa per le mani della Provincia. «Mi auguro - dice il direttore dell’Apt, Giancarlo Melosi, che dopo 11 anni tornerà a fare il dirigente in Regione - che quanto prima si sappiano con certezza da Firenze i tempi di chiusura e le modalità di liquidazione dell’ente, perché da gennaio deve essere assicurata almeno la continuità dell’ufficio informazioni». Tra le ipotesi in ballo ci sarebbe anche quella di potenziare gli strumenti del Convention bureau fino a farne, anche con un nuovo nome e una diversa ragione sociale, la struttura di promozione turistica a livello provinciale.

LA NAZIONE Pagina 7 – Lucca Andreucci (Pd) chiede un “atto di responsabilità”. Fiorini (Idv): “La Giunta si dimetta” Inchiesta «Matrioska»: «L’assessore faccia un passo indietro» CHIEDONO che faccia un passo indietro, almeno fino a quando non avrà chiarito la propria posizione. Il segretario del Pd, Patrizio Andreuccetti insomma, chiede «un atto di responsabilità» all’assessore comunale Marco Chiari, a giudizio per l’inchiesta «Matrioska» condotta dalla Guardia di Finanza. «Prendiamo atto della decisione del giudice delle udienze preliminari di rinviare a giudizio l’assessore Chiari, rispetto a vicende che riguardano la sua attività professionale — spiega Andreuccetti — . Naturalmente, ribadendo la nostra piena fiducia nell’operato della magistratura, non ci esimiamo anche a ribadire che ogni imputato è, fino alla sentenza definitiva, innocente di fronte alla legge. Ciononostante crediamo che il senso di responsabilità del sindaco e dell’assessore debbano essere tali da far evitare all’amministrazione comunale le evidenti difficoltà che nascerebbero, in queste condizioni, dal proseguimento del mandato di Chiari. I cittadini devono infatti avere la garanzia di essere rappresentati da istituzioni che, come direbbe il filosofo Bentham, siano una ‘casa di vetro’». CHE LA SITUAZIONE sia «imbarazzante» è l’opinione dell’«Italia dei Valori». La segretario provinciale Lara Fiorini sottolinea come «siamo sicuri che l’assessore riuscirà a chiarire con i giudici la sua estraneità nell’inchiesta che lo vede rinviato a giudizio per falso e truffa nell’ambito del processo per la presunta maxi truffa da 22 milioni ai danni della Bnl, ma permetteteci di dire che la situazione è davvero imbarazzante». «Forse la soluzione migliore per tutti — conclude la Fiorini — , soprattutto per i cittadini lucchesi, sarebbe che non sia Marco Chiari a dimettersi, bensì tutta la giunta, e che si vada ad elezioni anticipate per ridare credibilità alla politica con la P maiuscola».

IL TIRRENO Pagina 10 - Livorno La popolazione va informata LORENZO DEL LUCCHESE ITALIA DEI VALORI La consultazione referendaria sulla locazione del Nuovo Ospedale di Livorno si avvicina. Si sono formati comitati a favore e contro, in cui alcuni partiti hanno deciso di schierarsi. Come rappresentante di Italia dei Valori in Consiglio Comunale mi sono espresso favorevolmente non molto tempo fa al progetto di una costruzione di un Nuovo Ospedale nella zona di Montenero perchè questo progetto faceva parte del programma del nostro Sindaco sottoscritto da tutti i partiti di maggioranza in periodo pre-elettorale. In più in questo caso, a differenza di altri, si è avuta una lunga procedura di partecipazione nelle decisioni che venivano prese, non come è successo per la discarica del Limoncino o le centrali a biomasse, solo per citare degli esempi. Il progetto portato avanti da questa Amministrazione ci aveva convinto anche da un punto di vista tecnico, dando tutte le assicurazioni che ritenevo necessarie. Per tutte queste ragioni mi sono espresso favorevolmente. Adesso però ci troviamo di fronte ad un gruppo di cittadini che hanno raccolto le firme necessarie per portare ad esprimersi tutti i cittadini livornesi tramite l’istituto referendario. Come rappresentante di Italia dei Valori (partito che molto spesso si trova per le strade tra i cittadini a raccogliere firme per la richiesta di diversi referendum) non posso che rispettare profondamente questo strumento. Altrimenti sarebbe davvero paradossale e controproducente. Credo però che sia indispensabile che ad ogni cittadino siano forniti gli strumenti di informazione necessari a formarsi un opinione autonoma e consapevole, senza che si subiscano influenze di nessun genere. Detto questo attenderò l’esprimersi dei cittadini con particolare attenzione, prendendo atto delle indicazioni e del risultato finale.

LA NAZIONE Pagina 12 – Grosseto La polemica. I nuovi orari nel mirino dell’onorevole Sani (Pd) Poste, ora il caso finisce in Parlamento UN’INTERROGAZIONE urgente al ministro delle Finanze sulla riduzione di orari quando non addirittura giorni di apertura di alcuni uffici postali della provincia di Grosseto. E’ quanto annunciato dal deputato del Pd, Luca Sani. «E’ inaccettabile per questo territorio subire ancora. Un territorio che ha già pagato dazio negli anni passati — prosegue — con il drastico ridimensionamento dei servizi postali». «Poste Italiane non può disimpegnarsi rispetto ai piccoli uffici — ha sottolineato il presidente della Provincia, Leonardo Marras — Chiederò al prefetto di convocare una riunione con tutti i sindaci. Queste scelte prefigurano lo snaturamento del ruolo del servizio pubblico». Non mancano le prese di posizione di sindaci e amministratori dei territori che potrebbero essere destinatari di importanti riduzioni. «Siamo contrari alla riorganizzazione del servizio postale inteso come riduzione dei giorni d’apertura degli uffici, è un servizio che deve essere garantito ai cittadini», è il commento del Comune di Santa Fiora. «Un bel pacco di Natale: l’ufficio delle poste del Puntone chiude — si legge in una nota dell’Italia dei valori —. I numeri non lasciano scampo, ma non è certo con la matematica che una comunità deve ragionare».

LA NAZIONE Pagina 15 – Grosseto Idv Carbone: “Primarie? Meglio di no” «LA COALIZIONE adesso deve individuare il leader, per le primarie non ci sono più i tempi». Passata la stagione dei congressi, il consigliere provinciale dell’Idv Anna Maria Carbone chiama a raccolta il centrosinistra lagunare, chiedendo di bypassare la fase delle primarie e decidere subito la squadra. «Con questo non è che vogliamo sottrarci al confronto – sottolinea la Carbone – ma per certe cose ci vogliono tempi e modi giusti. Qui invece, con le elezioni in primavera, siamo a una rincorsa al tempo per arrivare preparati. Le primarie sono un momento di confronto che rischia di creare conflitti interni alla coalizione. Conflitti che non ci sarebbe il tempo di ricomporre, e rischieremmo di arrivare alla campagna elettorale con fratture che non possiamo permetterci». Subito il leader, quindi, poi la squadra. «Il candidato sindaco dovrà ricompattare il gruppo – afferma la Carbone – e dovrà creare una buona squadra».

LA NAZIONE Pagina 18 – Grosseto Accade in Maremma La Corale Puccini in tv La storia della Corale Puccini sarà l’argomento della puntata odierna (inizio alle 21.10) di «Stasera parliamo con...» che va in onda come di consueto su Teletirreno. In studio, insiema al direttore Giancarlo Capecchi, ci saranno tra l’altro anche i vertici della Corale, il maestro Francesco Iannitti Piromallo, il coro delle voci bianche e il coro giovanile. Interverranno anche il sindaco Emilio Bonifazi, l’assessore provinciale Tiziana Tenuzzo.

IL TIRRENO Pagina 6 - Pisa VECCHIANO Mettiamo in sicurezza il Serchio FABIO POSSENTI È passato quasi un anno dall’alluvione, e purtroppo ci dispiace dirlo, la situazione è sempre potenzialmente molto critica. E’ necessario fare un salto indietro di qualche mese, quando il professor Nardi, presidente dell’Autorità di Bacino del Serchio, espresse in un convegno pubblico la necessità di finanziare urgentemente una serie di interventi per il rafforzamento degli argini a valle del fiume. Egli proponeva di rialzare i terrapieni, renderli meno inclinati e di inserirvi un diaframma per impermeabilizzarli. Questo per porre rimedio alle carenze di un sistema statico di difesa, messe in evidenza dalle esondazioni del Natale scorso, e per adeguarlo a portate di 2500 metri quadrati d’acqua al secondo, anziché degli attuali 2000. Basterebbe un milione di euro per ogni chilometro di argine, per un totale di 50 milioni, per far dormire tranquilli i cittadini del territorio attraversato dal fiume. Questi cinquanta milioni non sarebbero molti e facilmente reperibili, se il nostro Stato fosse governato con più giustizia e non in base agli interessi clientelari che da sempre risucchiano il denaro pubblico nel pozzo senza fondo del malaffare e dello spreco. A peggiorare la situazione contribuiscono i tagli indiscriminati del governo alla spesa per la difesa dell’ambiente. Verrebbe da pensare di risolvere il problema in autonomia, andando a cercare i fondi necessari a mettere in salvo il nostro martoriato territorio, intervenendo su quei pochi chilometri di argine del nostro comune. Un’ipotesi estrema, per una situazione tanto grave quanto ignorata dalle autorità competenti. Ma nel frattempo, noi dell’Italia dei Valori non ci perdiamo d’animo, e di fronte all’inerzia di un governo ormai paralizzato e incapace di rispondere con rapidità ai problemi del paese, ci faremo propositori di un’ampia opera di sensibilizzazione pubblica e istituzionale affinché non manchi mai l’attenzione su questa emergenza permanente. (Coordinatore Comunale Idv Vecchiano)

LA NAZIONE Pagina 17 – Pisa Aria d’Europa a San Giuliano A scuola di progetti europei. San Giuliano è stata scelta come sede di un corso del Gruppo Alde Alliance of Liberals and Democrats for Europe, gruppo del parlamento europeo del quale fa parte l’Idv. Idv S.Giuliano invita associazioni e amministrazioni ad aderire. Il corso è il 19 novembre. Info: [email protected]