Quotidiano 28 11 2012

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STORIA. IL DOPOGUERRA A POLA: IL RACCONTO DI MARIA PASQUINELLI DIVENTA UN LIBRO La donna che uccise il generale ............................................................ . . . . . . . . . . ROBERTO GERIN [email protected] u La storia della Venezia Giulia, nel secolo scorso, è stata caratteriz- zata da eventi drammatici che ne hanno segnato i destini ed i cui ef- fetti si fanno sentire anche oggi. Ri- cordiamo il contesto: alla fine della seconda guerra mondiale, la Jugo- slavia di Tito, forte della collabora- zione militare fornita agli Alleati, rivendica il controllo della Dalma- zia, dell’Istria e di tutta la Venezia Giulia, Trieste e Gorizia comprese. Negli ultimi mesi di guerra si svolge una vera e propria “gara” tra le trup- pe anglo-americane, che risalgono la penisola, ed il IX Corpus che ar- riva da est, nella convinzione che la conquista territoriale si trasformi anche in confine definitivo. Nella Conferenza di pace di Parigi (1946), l’atteggiamento nei con- fronti dell’Italia non è favorevole: «in questo consesso … sento che tutto tranne la vostra cortesia è con- tro di me” sono le parole di Alcide De Gasperi di fronte ai rappresen- tanti delle nazioni vincitrici. I risul- tati sono la cessione di Pola e della Dalmazia, dell’Istria, dell’entroter- ra goriziano e la creazione del Ter- ritorio Libero di Trieste diviso in zona A con amministrazione alleata e zona B con amministrazione titi- na. La firma del Trattato di Pace è fissata per il 10 febbraio 1947, e nel- la stessa data, a Pola, si svolge il pas- saggio di poteri tra gli inglesi e le truppe di Tito. Una Pola sferzata dalla bora scura e ormai quasi vuota per l’esodo della popolazione italia- na. E in quella mattinata di febbraio, una insegnante italiana, Maria Pa- squinelli, nata a Firenze, uccide con alcuni colpi di pistola il generale in- glese Robert De Winton, mentre passa in rassegna le truppe. Alla fi- gura di questa donna e al clima so- ciale e politico del dopoguerra è de- dicato il nuovo libro di Carla Car- loni Mocavero, Ibiskos Editrice, in- titolato “La donna che uccise il ge- nerale». Carla Carloni, autrice di ro- manzi e poetessa, racconta la storia come un romanzo. E come in un ro- manzo introduce fatti e personaggi cercando di fare luce su una figura controversa e, soprattutto, esplo- rando i retroscena politici con la cu- riosità dell’investigatore. Maria Pa- squinelli, tuttora vivente, pensando di venir immediatamente uccisa, spiegò in una lettera le motivazioni del suo gesto, estrema protesta per quanto avveniva, vissuto come una profonda ingiustizia, un diktat che non teneva conto dell’impegno ita- liano per la sconfitta del nazi-fasci- smo. E in quegli anni prima gli ec- cidi delle foibe, e poi le varie ondate dell’esodo, determinavano una si- tuazione di grande tensione. Rias- sume l’autrice: «In quei giorni nes- suno proteggeva gli italiani dall’ira, dalle rivendicazioni, dagli odi degli occupanti». Rivendicazioni e odi conosciuti anche nel Friuli, con l’eccidio di malga Porzus nel 1945. Ancora l’autrice: «Come si fa a co- struire un futuro senza passato?»: ecco quindi come il volume rappre- senti l’opportunità per conoscere questo passato e soprattutto farlo conoscere ai nostri giovani. 25 NOVEMBRE 2012, FESTA CONTADINA DEL RINGRAZIAMENTO Roberto Gerin

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ANNO II N° 229 MERCOLEDI 28 NOVEMBRE 2012 SMS 3458681227 MAIL [email protected]

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ARGOMENTI

DEL GIORNO£

Andrea LimaModella

LA FINE DELL’ANNO SI AVVICINA

Sono uscite in anteprima ieri le immagi-ni del calendario Pirelli 2013. Per la pri-ma volta ci sarà una donna incinta.

EDITORIALE

Alfano come Peter Panvive nel partito che non c’è.....................................................................FA B I O [email protected]

Nel Pdl l'incertezza regna so-vrana.Non solo sulle primarie, chesempre di più hanno la consi-stenza di un ectoplasma, ma èsoprattutto la paura che si avviidavvero una corsa di Silvio Ber-lusconi verso una riedizione diun nuovo partito padronale a trascinare dirigenza e militanti Pdlnello sconforto, vedendo concreto il rischio del baratro di unaloro messa in “prematura” quiescenza. Insomma il Pdl in questeore è un partito dove nessuno sa cosa accadrà davvero e dove iltimore di ”bruciarsi”, annunciando magari frettolosamente unacandidatura, rischia di mandare in depressione più di qualcuno. Aquesto punto però una cosa sembra certa: in ogni caso le primarieper il Pdl si sono trasformate nell’ennesima occasione di scontro ese verranno fatte, non reggeranno di certo il confronto con quelle,da loro ammiratissime, del centrosinistra. Il paradosso è che frachi chiede aperture democratiche e chi ritiene che il partito vadain qualche modo svecchiato, c’è anche lui, Silvio Berlusconi, chevive una sorta di sdoppiamento della personalità. Una tiene benstrette le redini della sua creatura venuta male, il Pdl, almeno finoa quando avrà deciso se lanciarla dalla rupe Tarpea o meno, el'altra freme dalla voglia di inseguire le nuove tendenze popu-listiche alla Grillo, affascinato dal fatto che per esserne capo in-discusso ed indiscutibile, basta solo una tastiera, un monitor e unatelecamera. E come si sa, il cavaliere di telecamere se ne intende.C'è poi un altra tesi, lasciare che le primarie del suo ex delfino,Angelino Alfano si consumino da sole, soffocando lentamente nel-l'ineluttabile fato che alla fine non ci sarà il tempo necessario perorganizzarle, insomma le primarie di un partito che sono comel’isola di Peter Pan, l’isola che non c’è.Tutto dipenderà da lui, dalle decisioni del Cavaliere e dall'an-nuncio dell'annuncio che dovrebbe fare domani. L'amletico dub-bio è sempre lo stesso: chiudere per sempre l’esperienza del Pdl edare vita a una nuova Forza Italia? In realtà la probabilità chequesto accada è alta con la conseguente emarginazione della"parte destra" del partito, tanto che sembra che ai neo fedelissimi,Berlusconi abbia dato disposizioni di far saltare ogni ipotesi diriforma elettorale, perchè in questa fase al cavaliere il porcellumandrebbe benissimo, in vita giusto per il tempo di far eleggere inparlamento i suoi uomini sotto i nuovi vessilli. L’unica incognitaresta Angelino Alfano e quella parte del Pdl che ha creduto dipoter passare da un regno totalitario ad una democrazia senzadeporre davvero il tiranno. Un errore che in passato non facevanoneppure gli antichi romani. Ma allora, si sa, esisteva la triste pras-si delle congiure a colpi di daga. Ed anche se l’immagine creaqualche suggestione, pensare al cavaliere nelle vesti di Giulio Ce-sare e ad Alfano come Marco Giunio Bruto non ci pare un pa-ragone sostenibile, anche se ad Arcore di scenette “imperiali” sene devono essere viste molte.

STORIA. IL DOPOGUERRA A POLA: IL RACCONTO DI MARIA PASQUINELLI DIVENTA UN LIBRO

La donna che uccise il generale......................................................................ROBERTOGERINroberto.gerin@vodafone.it

u La storia della Venezia Giulia,nel secolo scorso, è stata caratteriz-zata da eventi drammatici che nehanno segnato i destini ed i cui ef-fetti si fanno sentire anche oggi. Ri-cordiamo il contesto: alla fine dellaseconda guerra mondiale, la Jugo-slavia di Tito, forte della collabora-zione militare fornita agli Alleati,rivendica il controllo della Dalma-zia, dell’Istria e di tutta la VeneziaGiulia, Trieste e Gorizia comprese.Negli ultimi mesi di guerra si svolgeuna vera e propria “gara” tra le trup-pe anglo-americane, che risalgonola penisola, ed il IX Corpus che ar-riva da est, nella convinzione che laconquista territoriale si trasformianche in confine definitivo. NellaConferenza di pace di Parigi(1946), l’atteggiamento nei con-fronti dell’Italia non è favorevole:«in questo consesso … sento chetutto tranne la vostra cortesia è con-tro di me” sono le parole di AlcideDe Gasperi di fronte ai rappresen-tanti delle nazioni vincitrici. I risul-tati sono la cessione di Pola e dellaDalmazia, dell’Istria, dell’entroter -ra goriziano e la creazione del Ter-ritorio Libero di Trieste diviso in

zona A con amministrazione alleatae zona B con amministrazione titi-na. La firma del Trattato di Pace èfissata per il 10 febbraio 1947, e nel-la stessa data, a Pola, si svolge il pas-saggio di poteri tra gli inglesi e letruppe di Tito. Una Pola sferzatadalla bora scura e ormai quasi vuotaper l’esodo della popolazione italia-na. E in quella mattinata di febbraio,una insegnante italiana, Maria Pa-squinelli, nata a Firenze, uccide conalcuni colpi di pistola il generale in-glese Robert De Winton, mentrepassa in rassegna le truppe. Alla fi-gura di questa donna e al clima so-ciale e politico del dopoguerra è de-dicato il nuovo libro di Carla Car-loni Mocavero, Ibiskos Editrice, in-titolato “La donna che uccise il ge-nerale». Carla Carloni, autrice di ro-manzi e poetessa, racconta la storiacome un romanzo. E come in un ro-manzo introduce fatti e personaggicercando di fare luce su una figuracontroversa e, soprattutto, esplo-rando i retroscena politici con la cu-riosità dell’investigatore. Maria Pa-squinelli, tuttora vivente, pensandodi venir immediatamente uccisa,spiegò in una lettera le motivazionidel suo gesto, estrema protesta perquanto avveniva, vissuto come unaprofonda ingiustizia, un diktat che

non teneva conto dell’impegno ita-liano per la sconfitta del nazi-fasci-smo. E in quegli anni prima gli ec-cidi delle foibe, e poi le varie ondatedell’esodo, determinavano una si-tuazione di grande tensione. Rias-sume l’autrice: «In quei giorni nes-suno proteggeva gli italiani dall’ira,dalle rivendicazioni, dagli odi deglioccupanti». Rivendicazioni e odiconosciuti anche nel Friuli, conl’eccidio di malga Porzus nel 1945.Ancora l’autrice: «Come si fa a co-struire un futuro senza passato?»:ecco quindi come il volume rappre-senti l’opportunità per conoscerequesto passato e soprattutto farloconoscere ai nostri giovani.

25 NOVEMBRE 2012, FESTA CONTADINA DEL RINGRAZIAMENTO

Roberto Gerin