Qui Quotidiano 1 maggio

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Q ui quotidiano Direttore Responsabile Giuseppe Tagliente Reg. al Tribunale di Vasto n.102 del 22/06/2002 Redazione: Corso Italia n.1 Vasto Tel & Fax 0873.362742 Pubblicità: Editoriale Quiquotidiano Corso Italia 1,Vasto www.quiquotidiano.it mail: [email protected] 1 maggio 2013 Anno 10 -N.24 Sport pag.8 Estate di Beach Soccer

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Quiquotidiano

Direttore ResponsabileGiuseppe Tagliente

Reg. al Tribunale di Vasto n.102del 22/06/2002

Redazione:Corso Italia n.1 Vasto

Tel & Fax 0873.362742Pubblicità:

Editoriale QuiquotidianoCorso Italia 1, Vasto

www.quiquotidiano.itmail: [email protected]

1 maggio 2013Anno 10 -N.24Sport pag.8

Estate di

Beach Soccer

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2 Qui1 Maggio 2013Prima pagina

Nella compagine del nuovo governo ci sono due nomi relativamente nuovi, quello di Emma Bonino incaricata del Ministero degli Esteri, e quello di Mario Mauro responsabile della Difesa. Due personaggi di grande esperienza e, si spera, di notevole grinta, si spera, che dovranno affrontare una volta per tutte, il problema dei Fucilieri italiani tenuti in ostaggio in India. La vicenda è piuttosto nota non foss’altro per gli aspetti relativi alla immagine che i due Paesi, Italia ed India, hanno dato di sé: la prima per la pavidità,

l’inerzia, l’approssimazione con cui hanno condotto i rapporti con i responsabili indiani: l’altra, l’India, per l’arroganza, la slealtà, la vigliaccheria con cui stanno trattenendo illegalmente i nostri soldati. L’India, evidentemente alla ricerca di un motivo appena valido per giustificare un arresto illegale, pur in presenza della conferma che i fatti si sono svolti in acque internazionali e quindi al di fuori della giurisdizione indiana, continua a rinviare la data di inizio di un processo che non doveva e non deve neanche iniziare; l’Italia alla ricerca di “attributi” che assenti

Il caso deI due maròL’impegno del governo

nel precedente governo, potrebbero essere alla fine rinvenuti nella signora Bonino con buona pace della genetica. Ecco, ci aspettiamo che Mauro e la Bonino intervengano con decisione chiedendo che le leggi internazionali siano rispettate anche in un Paese che, stando alle notizie che troppo frequentemente provengono da quella parte del mondo, registra, nello stupro e nell’omicidio di giovani e bambine, una particolare diffusione.

Elio Bitritto

Perché si debba festeggia-re questo primo maggio del 2013 è la domanda che mi-lioni di italiani, soprattutto i disoccupati, si stanno ponen-do in queste ore. La disoc-cupazione, l’inoccupazione, il precariato, la crisi economi-ca, la paralisi di molte attività lavorative hanno creato così tante difficoltà agli italiani che chiamarli a partecipare ai soliti megagalattici e me-gawattistici concerti, come quello di piazza San Giovan-ni a Roma, sembra una beffa, una vera e propria presa per i fondelli. No, questa festa non ha più nessun senso e dovrebbe essere invece tra-sformata in un funerale con

Primo maggio festadei... dIsoccuPatI!

tanto di prefiche lamentose, in un collettivo atto di dolore e di pentimento per i tantis-simi errori politici e sindacali compiuti negli ultimi qua-rant’anni che hanno determi-nato questo disastro di im-mane dimensione. Potrebbe essere, sostituendo al rumo-re delle chitarre elettroniche e dei rokkettari solitamen-te ben pagati un silenzio più congeniale alla circostanza, l’occasione buona per capire finalmente anche dove ci ha portato l’adesione acritica al progetto d’Europa imposto dalle banche e dai poteri fi-nanziari, occulti o palesi che siano ed in quale suicidio ha spinto l’Italia l’autoprivazione

della sovranità politica e mo-netaria consegnata ad una en-tità senza volto e senza nome. No, questo primo maggio non si può trascorrere in allegria, come accadeva prima, all’in-segna del “canta che ti passa”. Si potrebbe tutt’al più passar-lo nella celebrazione di una autocritica, collettiva, spietata e senza autoassoluzioni, su cui fondare una via d’usci-ta possibile ai guai di questo momento terribile. Quella che non abbiamo purtroppo registrato nelle parole e nei programmi del “governino” Letta, sul quale sembrano an-cora gravare le riserve men-tali ed i tatticismi dei partiti.

P.T.

Questo primo maggio non si può trascorrere in allegria...

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Vasto 3Qui 1 maggio 2013

Può un luogo sacro diventare teatro di episodi al limite della decenza? A Vasto succede anche questo. Nel cimitero avvengono sempre più spesso fatti che stridono con la solennità di un posto che dovrebbe garantire il rispetto, senza alcuna distinzione di ceto e , a chiunque. Su alcune lapidi, da diverso tempo, accade costantemente un fenomeno che ha dell’incredibile: i piccioni fanno il loro nido e defecano tranquillamente sui lumini e i fiori che i parenti dei defunti posano come segno d’indulgenza. La soluzione adottata ovvero la sistemazione di aghi metallici sul per impedire l’atterraggio dei piccioni si è rivelata inutile. Questo rimedio è molto utilizzato, in prossimità di monumenti o sui muri dei palazzi del centro storico, oppure semplicemente ovunque si voglia ottenere uno spazio libero dagli uccelli. Ammesso che questi spuntoni siano sgraditi ai volatili, andrebbero comunque controllati di tanto in tanto. Con il passare del tempo, infatti, essi s’incurvano, si staccano creando un’ideale per

i piccioni. Quelle piccole “spine” di ferro allora, anziché rendere “complicato” il suolo agli animali, hanno trasformato il tutto in un comodo solaio: i piccioni li sfruttano per “reggere” il loro nido, incastrato alla perfezione. Una volta fatto il nido, e ce ne sono diversi sparsi per tutto il cimitero, i pennuti vivono lì e quindi sporcano indisturbati tutto ciò che si trova sotto di esso. Qualcuno, stanco di fare i conti con la sporcizia indegna sulle pietre sepolcrali dei loro

cari, ha agito da solo: sono stati posti, infatti, delle grandi reti metalliche, abbellite con dei fiori finti, sopra le lapidi, e con questo espediente i piccioni non riescono a trovare spazio per atterrare. Altro scempio è la condizione in cui sono le tombe di personaggi che si sono distinti nella loro vita per le loro opere, come Doralice Del Greco, Antonio Palizzi, Emilia Casilli, Baroni Tambelli e Filoteo D’Ippolito. Se consideriamo che questi sepolcri, anche antichi, hanno inciso il nome e cognome di uomini e donne che hanno contribuito allo sviluppo artistico, culturale e politico della città, sembrerà ancor più scandaloso come siano ridotti ad un ammasso di pietre divorate dalle erbacce. Insomma andrebbe intensificata la manutenzione di tutto il cimitero, per garantire la pulizia e la decenza di un luogo sacro, che non può di certo diventare il palcoscenico di episodi così spiacevoli, inammissibili e indegni.

Il cimitero ai piccioniScarsa manutenzione e poca pulizia nel camposanto cittadino

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4 Qui1 maggio 2013Cultura

Nicola Bombacci, del quale ri-corre quest’anno il sessantot-tesimo della morte, resta una delle figure più enigmatiche ed affascinanti del FASCISMO RE-PUBBLICANO. Nato nel 1879 a Civitella di Romagna, prima di diventare uno dei più acca-niti nemici di Benito Mussolini, era stato uno dei suoi più fer-vidi amici. Entrambi romagno-li, avevano studiato alla scuola normale di Forlimpopoli ed insieme avevano iniziato a lavo-rare come maestri elementari. Militavano nel Partito Sociali-sta Italiano, distinguendosi per essere i principali rappresen-tanti delle posizioni estreme. Mentre Mussolini, per le sue tesi interventiste (Prima Guer-ra Mondiale), ne veniva espulso, Bombacci vi restò, divenendone una delle figure di maggior spic-co. Deputato e vicesegretario

del Partito Socialista, nel 1920 partecipò insieme con Giacinto Menotti Serrati (1876-1926) e Antonio Graziadei (1873-1953) al secondo congresso della Terza Internazionale (Mosca, luglio-agosto), le cui esigenze restavano: rivoluzione, ripudio di ogni compromesso con i partiti borghesi e con il parla-mentarismo, organizzazione di partiti prettamente proletari e comunisti, centro unico e disci-plina rigorosa. Inoltre vi erano stati formulati (il congresso fu interamente dominato da Vla-dìmir Iliç Uljànov detto “Le-nin”) i famosi “Ventuno Punti”, condizionanti l’ammissione alla Terza Internazionale. Alla luce di queste risoluzioni, Bombacci ed i suoi chiedevano l’espulsio-ne dell’ala moderata e riformi-sta del partito, che faceva capo a Filippo Turati (1857-1932) e Claudio Treves (1869-1933). Lo scontro decisivo fra le varie correnti avvenne nel gennaio 1921, al congresso tenutosi al teatro “Goldoni” di Livorno, dove insieme ad Amadeo Bordi-ga (1889-1970), Egidio Gennari (1876-1942) e Antonio Gram-sci (1891-1937), considerato il rigetto da parte dell’assemblea dei “Ventuno Punti” ed il tenta-tivo che l’ala massimalista uni-taria aveva fatto di conciliare ancora una volta le esigenze di rivoluzionari e socialdemocra-tici, uscì dal Partito Socialista per fondare quello comunista, il cui primo comitato centrale (nominato sempre a Livorno il 21 gennaio) annoverava an-

che i nomi di Ruggiero Grieco (1893-1955), Umberto Terracini (1895-1983) e Palmiro Togliatti (1893-1964). Da quel momento, Bombacci divenne uno dei ber-sagli preferiti dagli squadristi lit-torii e dalle loro canzoni: “Con i baffi di Bombacci noi faremo spazzolini per pulire gli stivali di Benito Mussolini!”. Non ci fu comizio che non venisse distur-bato ed anche la sua barba cor-se qualche rischio. Il suo nome tornò alla ribalta nel 1923, quan-do il Partito Comunista Italiano lo espulse perché alla Camera dei Deputati aveva difeso un trattato commerciale stipulato dall’Italia fascista con la Rus-sia bolscevìca, affermando che le due Nazioni avevano molte cose in comune, comprese due rivoluzioni sostanzialmente affi-ni. Poi si tenne in disparte dal-la politica attiva, avvicinandosi, però, lentamente, al Fascismo. A questo riguardo, ecco la testi-monianza del giornalista e sto-rico Bruno Spampanato (1902-1960), ricordando un incontro con lui avvenuto prima del 25 luglio 1943: «L’onorevole Bom-bacci è stato negli anni lontani il segretario del Partito Comuni-sta Italiano. Non è più comuni-sta, ma non è ancora fascista. Si mantiene sulla posizione di so-cialismo nazionale, assai vicina all’evoluzione sociale di Musso-lini. Bombacci trova che la crisi è cominciata assai prima della guerra, con le nomine dall’alto. Come vecchio capo comunista, Nicola Bombacci dovrebbe sa-pere come si fa una rivoluzione

Nicola Bombacci, un grandetribuno nazional-proletario

sessantottto anni moriva accanto all’ amico/nemico mussolini

di Tiberio Occhionero

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5Qui 1 maggio 2013 Cultura

e come si organizza un Regime. Osserva Bombacci: “Quelli che nel 1922, o prima, o subito dopo, si trovarono a fianco di Mussoli-ni, erano venuti da tutte le parti: e con lui salirono al potere dalla sera alla mattina. Li trovi subito al Governo, al partito, nei sinda-cati, negli enti. Prima si preoc-cuparono solo di organizzare il Regime, in un secondo momen-to si trovarono ad avere orga-nizzato anche le loro personali situazioni, in un terzo tempo confusero Regime e situazione personale. Qualcuno in buona fede - osserva Bombacci - si credette veramente una sola cosa con il Fascismo. Ma tutti avevano capito che, per mante-nersi al potere a tempo indeter-minato, bisognava girare al largo dalle elezioni. Comunque è più facile intendersela con un Duce che con un’assemblea o con un corpo elettorale. Sono loro che hanno portato Mussolini al Re-gime autoritario, loro e l’oppo-sizione che nel 1924 per com-batterlo cominciò a lasciarlo il solo padrone del campo”. Dice ancora Bombacci: “In Russia, ho visto un regime autoritario! Ma il guaio per l’Italia è che qui non c’è un dittatore. Mussolini ha la-sciato in piedi tutto, e finché gli va bene passi ....... ma il giorno che non gli vada più bene, sa-ranno gli altri a decidere. E gli altri o sono vostri capi, pronti a mollare lui e voi, o addirittura i vostri nemici di ieri che sono restati a comandare con il van-taggio che con questo Regime nessuno li discute e li tocca; e Mussolini è uno solo per poter-li cacciare via tutti”. Questo mi diceva Bombacci tormentando-si la barba come se l’eventuali-tà lo riguardasse di persona». È normale che, quando Mussolini ritorna alle origini, presentando il programma sociale del nuovo Stato repubblicano, Bombacci

convinto ed entusiasta, lo se-gua al nord per aderire alla RE-PUBBLICA SOCIALE ITALIA-NA. Sembra quasi certo che abbia contribuito alla stesura del MANIFESTO DI VESRONA, battendosi per la socializzazio-ne che incontrava ostilità non solo da parte degli industriali, ma anche da parte di ambienti fascisti che facevano capo da una parte a Roberto Farinac-ci, dall’altra a Piero Pisenti ed altri gerarchi. Era addetto ad un piccolo ufficio a Maderno, presso il Ministero degli Inter-ni, e vedeva e consigliava molto spesso Mussolini. Bombacci, in quel periodo, scrisse qualche articolo sul CORRIERE DEL-LA SERA di cui uno, pubblicato il 19 agosto 1944, intitolato “ Dove va la Russia”, finiva così: «È Roma e non Mosca che,

continuando a percorrere, con metodo graduale ed umano, la traiettoria seguita dalla Storia, darà all’Europa e al mondo la nuova epoca: quella del trionfo del lavoro». n Negli ultimi mesi Bombacci tenne numerosi co-mizi nelle principali città. Alla fine di marzo (1945) parlò a una moltitudine di operai genovesi, rimanendo molto soddisfatto del successo ottenuto. Mus-solini restò legato da vivissima simpatia al vecchio compagno, con il quale passò le ultime ore prima della cattura. Bombacci morì, infatti, fucilato a Dongo il 28 aprile 1945. Gridò: «Viva Mussolini!», ma non dimenticò: «Viva il Socialismo!». Il suo cor-po riposa nel campo X del ci-mitero di Musocco a Milano, in-sieme a centinaia di caduti della Repubblica Sociale Italiana.

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Qui1 maggio 2013San Salvo6

Sabato 4 Maggio, alle ore 9, presso la Ferramenta TORRI-CELLA ETTORINO, in Via S. Pertini si svolgerà la manife-stazione podistica denomina-ta "CORSA IN ROSA", che si snoderà sulle strade citta-

dine che il prossimo 10 Mag-gio verranno percorse dalla carovana del Giro d'Italia in occasione della partenza della tappa della corsa rosa. Orga-nizzata dalla Podistica S. Salvo con il patrocinio del Comu-

PodIstIca In maglIa rosane di S. Salvo e sponsorizzata dalla Ferramenta ETTORINO TORRICELLA, la manifesta-zione avrà come finalità quella di colorare di rosa la città di S. Salvo con quanti vorranno unirsi agli atleti della Podistica S. Salvo, capeggiati dal Presi-dente Michele Colamarino e dallo sponsor della manifesta-zione Carmine Torricella, re-duce da due belle prestazioni in due mezze maratone: quella di esordio nella Stramilano e quella delle Palme a S. Bene-detto del Tronto. Tutti i parte-cipanti correranno con la clas-sica maglietta rosa in omaggio ai girini che tra qualche giorno invaderanno la cittadina adria-tica e sulle strade ci saranno sicuramente tanti appassionati sportivi che non faranno man-care i loro applausi.

Sabato 11 maggio prossimo, all’interno della Villa Comuna-le di San Salvo, verrà inaugura-to un busto in bronzo, realiz-zato dalla rinomata Fonderia Marinelli di Agnone, a ricordo dell’onorevole Vitale Artese, in occasione dell’undicesimo an-niversario della sua dipartita (avvenuta il 10 maggio 2002). Un gruppo di amici e cittadini, in collaborazione del Comune di San Salvo, hanno voluto re-alizzare quest’opera per «non dimenticare anni di storia di San Salvo» e perchè il suo ri-cordo, il suo impegno per lo sviluppo di San Salvo, della Provincia di Chieti e della Re-gione Abruzzo restino sempre vivo nella memoria di tutti, ma, soprattutto, venga trasmesso alle future generazioni.

un busto dedicato a Vitale artese

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7Qui 1 maggio 2013 Sport

Per l’assegnazione della Coppa Mancini che, di fatto, decreta la squadra ‘regina’ d’Abruzzo del campionato di Promozione 2012-2013, terminato dome-nica scorsa con l’ultimo turno della stagione regolare, saran-no di fronte Avezzano e Va-stese Calcio che hanno vinto i rispettivi gironi (A e B). L’appuntamento è per mer-

coledì 1° maggio, alle ore 16, allo stadio dei Marsi di Avez-zano. Il club biancorosso pre-sieduto da Giorgio Di Dome-nico ha accettato di giocare in trasferta quest’ultimo atto di una stagione che ha regalato molte soddisfazioni. I ragaz-zi di mister Nicola Di Santo, seppure al cospetto di una signora squadra, come quella

avezzanese, che ha dominato il proprio raggruppamento sen-za perdere neppure una gara e in corsa per la Coppa Italia, cercheranno di alzare al cie-lo la prestigiosa coppa. I tifosi biancorossi, intanto, si stanno mobilitando con l’allestimento di un pullman per la trasferta di Avezzano. Michele Del Piano

Sfida con l’Avezzano per la Coppa ManciniVaStESE calcio 1902

In palio c’è il titolo di regina d’Abruzzo

La formazione Juniores d’Elite del Vasto Marina, allenata da Roberto Antonaci, è più che intenzionata a bissare il successo dell’anno scorso. Dopo aver vinto il proprio girone, grazie ai tre punti arrivati all’ultima giornata, battendo in casa per 2-1 il Casalincontrada, Cristian Stivaletta e compagni sono chiamati a conquistare la finalissima regionale in programma alle ore 17 di domani, mercoledì 1° maggio, al campo comunale di Miglianico. Per il club dei presidenti Nicola Sansiviero e Pino Travaglini, dopo aver ottenuto con la prima squadra la salvezza diretta nel campionato di Eccellenza, con una giornata d’anticipo, sarebbe il giusto riconoscimento al lavoro portato avanti in questi ultimi anni con spirito d’abnegazione. L’avversario sarà la D’Annunzio Marina, allenata da Giovanni Mincarini, che ha trionfato nel proprio raggruppamento. La vincitrice di questa sfida prenderà parte alla fase nazionale del campionato Juniores d’Elite.

M.D.P.

In campo per la finale regionaleA Miglianico, mercoledì 1° maggio, contro D’Annunzio Marina

VaSto Marina JuniorES

In foto Cristian Stivaletta, Juniores d’Elite Vasto Marina

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Qui 1 maggio 2013 Sport 8

Davvero intensa, quest’an-no, l’attività estiva del-la Gianima Beach di Va-sto, presieduta da Nicola Bellandrini: s’inizia il 7 giugno con l’attesissi-mo ‘Memorial Michele Vinciguerra’, torneo pie-di scalzi over 40, giunto alla decima edizione, che prevede, oltre al tradizio-nale campionato, Coppa

GiaMina BEach VaSto

estate dI Beach soccerTre appuntamenti per gli appasionati di tutte le età

Italia e Supercoppa. Per informazioni rivolgersi al presidente, telefonando al numero 349.1345060. Ad ogni modo, ciascu-na squadra dovrà essere composta da massimo 15 giocatori. Con la col-laborazione del Bologna Calcio, invece, dal 10 giu-gno sarà riproposta la scuola beach soccer che

sta ottenendo sempre più consensi dagli addet-ti ai lavori, a cominciare dai selezionatori. Fino al 18 agosto, insomma, sarà possibile imparare a gio-care il calcio da spiaggia e, perché no, farsi notare. Il programma prevede corsi per due giorni la settima-na, con fasce orarie da sta-bilire anche in base all’età

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1 maggio 2013Sport9

che va dai 6 ai 14 anni. A seguire i ragazzi saranno tecnici riconosciuti. I re-sponsabili da contattare sono Eva (331.9118794) e Antonio (347.6495393). Sabato 22 e domenica 23 giugno, invece, toccherà al Campionato Regionale di beach soccer, mentre dal 14 al 16 dello stesso mese, ed è, certamente, la classica ciliegina sulla tor-ta, Vasto ospiterà le finali nazionali Under 14 e Un-der 16 di questa disciplina sportiva con una selezio-ne cittadina per catego-ria. A ospitare i suddetti eventi sarà il Beach Arena (vicino al Lido Acapulco) di Lungomare Duca degli Abruzzi.

Michele Del Piano

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