Progetto Ambiente a.s. 2007/08

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1 ISTITUTO COMPRENSIVO “PITAGORA” BERNALDA Scuola Primaria Statale “G. Rodari” METAPONTO Anno Scolastico 2007-08 Documentazione a cura: dell’ Ins. Antonia Savoia - Classe III

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Il progetto Ambiente sviluppato dagli alunni della 3^B di Metaponto Borgo

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ISTITUTO COMPRENSIVO “PITAGORA” BERNALDA

Scuola Primaria Statale “G. Rodari”

METAPONTO

Anno Scolastico 2007-08

Documentazione a cura:

dell’ Ins. Antonia Savoia - Classe III

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ARGOMENTI

Esplorazione, scoperta e descrizione di ambienti, naturali ed antropici.

Riscoperta del proprio territorio nelle varie componenti.

Conoscenza approfondita del territorio provinciale e regionale con particolare

riferimento alla componente ambientale.

MOTIVAZIONI

� P

ROMUOVERE LA COSTRUZIONE DI UNA CULTURA AMBIENTALE NEGLI

ALUNNI E NEL CONTESTO IN CUI VIVONO.

� VALORIZZARE IL TERRITORIO COME RISORSA PER L’APPRENDIMENTO.

OBIETTIVI GENERALI

� Valorizzare e arricchire l’esperienza del fanciullo in relazione all’ambiente

naturale.

� Conoscere e utilizzare strumenti per indagare la realtà circostante.

� Saper fruire in modo corretto dell’ambiente e conoscerne alcune problematiche.

� Rispettare, oltre al naturale, ciò che è opera dell’uomo.

� Promuovere la conoscenza del territorio per la formazione di una memoria

comune, necessaria per la costruzione di una propria identità culturale e sociale.

OBIETTIVI FORMATIVI

• Sviluppare atteggiamenti di curiosità, attenzione e rispetto della realtà naturale.

• Scoprire il proprio ruolo nell’ambiente

• Avvicinare gli alunni ai beni culturali presenti sul territorio locale e provinciale per

potenziare le loro capacità estetico-espressive e per favorire la loro preparazione

culturale e civica.

• Maturare atteggiamenti di crescita personale e sociale indispensabili per la

formazione di cittadini capaci di cooperare con senso di responsabilità alla

rivalutazione del proprio territorio, considerandolo un “bene comune”.

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OBIETTIVI DI APPRENDIMENTO

� Riconoscere gli elementi fisici ed antropici di un paesaggio, cogliendone i

principali rapporti di connessione e interdipendenza.

� Saper osservare, descrivere con la grafica e verbalmente paesaggi geografici nei

loro elementi essenziali, usando una terminologia appropriata.

� Leggere semplici rappresentazioni cartografiche, utilizzando le legende e i punti

cardinali.

� Confrontare diversi paesaggi geografici e individuarne le differenze.

� Cogliere gli effetti dell’intervento dell’uomo sull’ambiente.

� Esplorare il proprio territorio per scoprirlo, conoscerlo e descriverlo dal punto di

vista storico-geografico-scientifico, culturale e socio-economico.

� Scoprire, conoscere e descrivere aspetti della propria regione.

� Intuire che la felicità dell’uomo passa attraverso il capire, apprezzare, rispettare e

usare in modo corretto l’ambiente circostante

CONTENUTI

� Elementi fisici ed antropici di un territorio.

� Lettura di carte di diverso tipo.

� Individuazione di comportamenti scorretti verso la Natura e verso l’ambiente in

generale.

� Lettura del proprio territorio in chiave storico-geografico

� Metaponto nel tempo: dalla fondazione ad oggi

� Valorizzazione dei beni culturali come testimonianze del passato.

� La posizione geografica e la pianta di Metaponto.

� Il nostro territorio negli elementi fisici: morfologia, idrografia, clima, flora, fauna,

vie di comunicazione.

� Produzione di testi di vario tipo sulle tematiche affrontate.

DIDATTICA E METODOLOGIA

Il progetto è stato realizzato secondo una visione costruttivista

dell’apprendimento, mediante l’interazione alunni-docenti, l’esplorazione del

proprio territorio, l’osservazione , la descrizione di ambienti geografici diversi e il

loro confronto.

Il lavoro è stato condotto seguendo il criterio dell’interdisciplinarità e secondo la

didattica laboratoriale che è interattiva, ha alla base il lavoro collettivo, le scelte

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condivise e considera la classe come “comunità di apprendimento ” che

permette di esercitare le competenze necessarie alla formazione del cittadino

capace di partecipare, di collaborare, di ricercare e perseguire obiettivi comuni.

E’ stato adottato, pertanto, il metodo cooperativo , fondato sul lavoro di gruppo,

che ha consentito agli allievi di lavorare con una maggiore motivazione, di

sviluppare livelli superiori di ragionamento, di imparare in un contesto altamente

socializzante, caratterizzato da rapporti di amicizia e di sostegno reciproco, e da

una condizione di benessere psicologico, che migliora l’autostima e l’immagine di

sé.

Le escursioni e i viaggi di istruzione si sono rivelati essenziali per conoscere

paesaggi visti con occhi che non si fermano all’apparenza delle cose, ma

osservano, indagano, catalogano, fotografano e documentano essenze naturali e

componenti antropiche.

STRUMENTI

� Gli strumenti privilegiati per l’espletamento del Progetto sono stati: osservazioni,

comparazioni, ricerche, relazioni, lettura, comprensione e produzione di testi di

vario tipo, visione di CD.ROM:(Metaponto, la colonia Greca- a cura del

Dott.Antonio De Siena, direttore del Museo Archeologico Di Metaponto)- (Le

Riserve Naturali:Bosco Pantano- a cura dellìAssessorato alla Pubblica Istruzione

della Provincia di Matera); uso di altro materiale multimediale (Enciclopedia

Omnia ed Encarta Kids), escursioni sul territorio e visite di istruzione.

METE DELLE ESCURSIONI DIDATTICHE E DEI VIAGGI DI IS TRUZIONE:

• Tempio di Apollo Licio

• Tavole Palatine

• Museo archeologico di Metaponto

• Oasi WWF - Bosco Pantano (Policoro).

• Sassi di Matera - Museo Ridola

RACCORDI E COLLABORAZIONI CON ENTI E ISTITUZ

a. Museo archeologico di Metaponto.

b. WWF - Policoro.

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Si riportano di seguito alcuni elaborati realizzati dagli alunni, testi e immagini, a

documentazione del lavoro svolto

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Giada ha rappresentato la ricostruzione tridimensionale delle

case degli Enotri, visualizzata nel CD-Rom “Metaponto, la

colonia greca”, a cura di Antonio De Siena, Direttore del Museo

Archeologico di Metaponto

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Gli alunni hanno inoltre prodotto testi al computer con inserimento di

immagini , foto e Word Art

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Rappresentazione grafica di reperti visti nel Museo di Metaponto

.

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+IL 28 MARZO 2008 SIAMO ANDATI AL MUSEO

ARCHEOLOGICO DI METAPONTO. LA VETRINA,

DAVANTI ALLA QUALE LA MAESTRA HA FATTO

QUESTA FOTO, CONTIENE DEI GOCCIOLATOI (

GRONDAIE) A FORMA DI TESTA DI LEONE

DELL’ANTICO TEATRO GRECO CHE SI TROVA NEL

PARCO ARCHEOLOGICO POCO DISTANTE

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Oggi siamo andati al museo insieme alla maestra.

La maestra ci ha fotografati vicino alle teche contenenti i vasi e alcuni utensili della popolazione indigena della piana

del Metapontino, gli Enotri.

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QUESTA FOTO RAPPRESENTA IL TEATRO ANTICO

CHE SI TROVA NEL PARCO DI APOLLO LICIO.

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LA MAESTRA OGGI CI HA PORTATI A VEDERE LE TAVOLE PALATINE, TEMPIO GRECO DI STILE DORICO , DI CUI SONO RIMASTE ORA 4 COLONNE SU UN LATO E 9 SULL’ALTRO. SUCCESSIVAMENTE LA MAESTRA CI HA LETTO UN

CARTELLO CHE SPIEGAVA LE ORIGINI E LA STORIA DEL

TEMPIO DI HERA, QUESTO IL VERO NOME DEL

MONUMENTO. LE TAVOLE PALATINE SI CHIAMANO COSI’

PERCHE’ I PALADINI DI CARLO MAGNO VI SOSTAVANO E VI

ALLESTIVANO LE TAVOLE PER MANGIARE .

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Elaborati grafici prodotti dopo le visite guidate

Particolare dell’antico teatro- Giada Tundo

Colonne Ioniche-: Giuseppe Abbondanza

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Tavole Palatine- Pietro Castria

Tavole Palatine –Debora Modarelli

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Rappresentazione grafica dell’antico teatro- Giada Tundo

Dopo aver conosciuto le origini storiche di Metaponto, i bambini hanno approfondito la conocenza del territorio dal punto di vista geografico, incrementando le conoscenze già

acquisite sugli elementi che caratterizzano gli ambienti di pianura.

Pianura metapontina ( da WIKIPEDIA)

La pianura metapontina si trova lungo la costa jonica della Basilicata. È attraversata dai fiumi Bradano, Basento, Cavone, Agri e Sinni. Importante è la vasta pineta a ridosso della spiaggia, soprattutto il Bosco Pantano di Policoro, oasi del WWF.

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Una delle tappe delle escursioni didattiche previste è stata la visita guidata al Bosco Pantano di Policoro, tramite la quale gli alunni hanno potuto approfondire la conoscenza

del loro territorio e scoprire le caratteristiche di quest’Oasi naturalistica davvero singolare. La Guida a disposizione degli alunni ha egregiamente illustrato ai ragazzi gli argomenti

ripostati qui di seguito:

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IL BOSCO PANTANO DI POLICORO NELLA STORIA.

Il bosco Pantano di Policoro costituisce una vera rarità affacciata sullo Ionio: rappresenta infatti uno dei pochi boschi planiziali relitti presenti in Italia. Anticamente uno sconfinato bosco igrofilo copriva il suolo intorno alla foce del Sinni, senza soluzione di continuità con i boschi pedemontani. Dei primi frequentatori di quest'area, probabilmente già in età preistorica, non restano tracce, mentre le genti della Magna Grecia insediate nelle vicine colonia ne apprezzarono subito il valore, lasciando traccia di quella che forse rappresenta la più antica norma sulla gestione agroforestale del territorio: nelle Tavole di Eraclea infatti, risalenti al VI - V secolo a.C., veniva limitata l'attività umana di bonifica del bosco e delle connesse aree umide. Durante il periodo medievale, gli abitati si trasferirono dalla pianura ai primi rilievi (Nova Siri, Tursi, Rotondella), abbandonando le aree paludose e malsane In quell'epoca il bosco di Policoro era opportunamente gestito e tutelato per la fornitura di legname e per la ricchezza faunistica, preziosa per i nobili dediti alla caccia (sono ancora visibili i resti di un castello di caccia).

Il feudo di Policoro fu acquistato a pubblico incanto dai principi Serra - Gerace per 402.000 ducati nel 1792 e nel 1893 passò in proprietà ai baroni Berlingieri di Crotone, che mantennero integra tutta l'area, riservandola alla caccia. La riforma agraria del secondo dopoguerra, che espropriò 2805 grandi proprietari terrieri a favore di circa 100.000 contadini, investì anche il bosco Pantano, per buona parte espropriato ai Berlingieri. La bonifica passò sull'antica foresta come un rullo compressore, distruggendone buona parte: venne eliminato il vincolo idrogeologico e il bosco fu sottoposto a "taglio raso con dicioccamento". Iniziati nel 1956, i tagli terminarono solo nel 1961: frassini, pioppi e lentischi divennero cassette per la frutta; i frassini furono acquistati dalla Fiat per gli esterni delle prime giardinette; gli olmi, acquistati dalla ditta Feltrinelli, furono impiegati nei cantieri navali; dai tronchi più grandi di farnie, olmi e frassini si ricavarono traversine ferroviarie; gli ontani che svettavano lungo le rive del Sinni finirono sul mercato di Bari, per essere trasformati in casse da morto; il resto fu venduto come legna da ardere. Nel 1961 lo spoglio era compiuto, degli originari 1600 ettari di bosco ne rimanevano solo 700, in gran parte ancora appartenenti al barone Berlingieri, e immense distese di pomodori e di barbabietole sostituivano l'originaria vegetazione spontanea. Fu così che "una delle più ricche e orride foreste d'Italia, una vera foresta vergine cresciuta in millenni di selvatichezza nel clima caldo umido, afoso e stagnante delle paludi e degli acquitrini", come la descrisse l'archeologo Lorenzo Quilici, fu quasi completamente distrutta, malgrado le proteste di naturalisti come Alessandro Ghigiche, che nel 1957, nel secondo numero del bollettino della neonata Italia Nostra, lanciò un accorato ma inascoltato allarme. Oggi dell'antico bosco di Policoro rimangono circa 550 ettari, di cui 480 protetti.

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IL BOSCO PANTANO OGGI

Il bosco di Policoro costituisce quindi attualmente una testimonianza relitta, di

rilevantissimo valore naturalistico, scientifico e paesaggistico, della vasta foresta planiziale

di latifoglie che anticamente ricopriva gran parte della costa ionica. L'area dal 1971, è

attualmente Sito di Importanza Comunitaria (SIC) in base alla direttiva comunitaria Habitat

e Riserva Naturale Regionale ai sensi della legge regionale 28/94,per un'area di 480 ettari.

Il WWF ha proposto, per l'area del bosco e della foce del fiume Sinni, l'istituzione di una

riserva statale. Lo stesso WWF gestisce dal 1995 ventuno ettari del bosco, di proprietà del

Comune di Policoro.

L'importanza della Riserva è da un lato legata alla sopravvivenza di esemplari arborei

colossali, testimonianza viva di quello che dovevano essere i boschi umidi e allagati delle

piane costiere ioniche, e dall'altro per la presenza, in un'area ormai ridotta al minimo, di

numerosi ambienti molto diversificati l'uno dall'altro (ambiente dunale e retrodunale,

ambiente della macchia mediterranea, ambiente del bosco umido planiziale) e delle

conseguenti complesse relazioni e dinamiche. Il bosco di Policoro è oggi diviso

nettamente in due parti dalla statale 106 Ionica e dalla ferrovia Taranto - Reggio Calabria:

il primo tratto, denominato Bosco del Pantano Soprano, è di limitata estensione e, in

seguito ad un furioso ed esteso incendio del 1981, appare oggi anche di limitata

consistenza; la seconda parte, a valle della statale Ionica, detto Bosco del Pantano

Sottano, più esteso e ancora di rilevante valore naturalistico.

La Rosalia Alpina, simbolo del Bosco Pantano

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Geologia e morfologia

Da un punto di vista vegetazionale l'area protetta può essere distinta in tre parti, la

vegetazione del litorale sabbioso, la macchia mediterranea e il bosco

umido con le aree palustri.

(zona retrodunale)

La zona costiera sabbiosa è una delle più critiche per l'instaurarsi della vita vegetale, per le condizioni estreme (aridità, ventosità, salinità). Gli adattamenti a questo ambiente estremo sono quindi di vario tipo: i lunghi apparati radicali per raggiungere l'acqua in profondità, le foglie strette, sottili e appiattite al suolo per resistere anche ai venti più forti, le foglie carnose o ridotte a spine per ridurre l'evapotraspirazione fogliare, specie nel periodo estivo. I primi metri di spiaggia, la battigia, sono del tutto privi di vegetazione; subito dopo si incontrano le prime piante psammofile (salsola, calcatreppola, ravastrello marittimo, gramigna della spiaggia); proseguendo verso l'interno, alle specie pioniere appena ricordate, si associano lo sparto pungente, il finocchio marino, marittima, il giglio marino

(Piante di giglio marino)

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La macchia mediterranea occupa un'ampia fascia tra il litorale marino e il bosco igrofilo,

dove dominano il lentisco e il ginepro coccolone.

(Pino marittimo, tipico della macchia mediterranea)

Si tratta di un'associazione vegetale caratterizzata dalla presenza di specie latifoglie sempreverdi xerofile, presenti sia allo stato arbustivo che a quello arboreo, particolarmente adattate a resistere al lungo periodo di siccità estiva tipico dell'ambiente mediterraneo. Tra le specie più diffuse vanno ricordate la fillirea, il rosmarino, il mirto, il cisto e la rara efedra, una specie di conifera erbacea o arbustiva.

Nelle zone più umide sono presenti anche l'oleandro e l'agnocasto, specie tipiche per esempio dei greti delle fiumare. Il bosco planiziale igrofilo è caratterizzato dalla presenza

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di piante adattatesi ad ambienti con suoli umidi o allagati, ambienti tipici delle zone retrodunali e fluviali. Nel Bosco Sottano lo strato arboreo è composto da specie meso - igrofile, tra cui dominano il frassino, l'ontano nero e il pioppo bianco (meno frequente la farnia e l'olmo, osservabile solo allo stato arbustivo);

sono presenti anche specie meno e non igrofile, quali il cerro, l'acero campestre, l'alloro e il melo selvatico.

(Melo selvatico)

Le diverse specie si associano tra loro in maniera differente rispetto alle particolari condizioni microambientali. Gli alberi sono spessi ricoperti da rampicanti lianosi (clematide, smilax, rosa sempreverde), che rendono il bosco in alcuni tratti impenetrabile.

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Lo strato arbustivo è rappresentato da un numero molto elevato di specie, tra le quali dominano il biancospino, il fico selvatico, la sanguinella, la fillirea, il lentisco e l'alaterno.

(Cespugli di biancospino)

Nel sottobosco erbaceo molto diffuse sono le piante palustri. Nell'area residua del Bosco Soprano, dove il livello del suolo è generalmente più elevato, è sostanzialmente uguale la composizione dello strato arboreo ed arbustivo, ma risulta molto differente il rapporto tra le specie: si impoverisce infatti la componente più marcatamente igrofila (pioppo bianco e frassino), mentre aumenta quella meno igrofila (cerro e farnia tra le querce, ma anche alloro e olmo). Le zone umide delle depressioni sono caratterizzate dalla presenza del canneto (fragmiteto) costituito dalla cannuccia di palude e da diverse specie di giunco e di carice.

(canneto)

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I ragazzi osservano un cespuglio di giunchi

Alla scoperta del bosco

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Habitat e fauna

La fauna presenta sull'area si presenta varia e ricca, tipica di habitat molto diversi tra loro,

quali quello marino - litorale, quello palustre e fluviale, quello boschivo e quello dei coltivi.

Tra i mammiferi, a causa dell'elevata antropizzazione delle aree limitrofe e a differenza dei

secoli passati, non sono presenti specie di grandi dimensioni. Le più comuni sono il riccio,

la lepre, l'istrice, la volpe, la faina, il tasso. La lontra era segnalata nell'area di Policoro fino

alla fine degli anni '60; alcune ridotte popolazioni di lontra si trovano ancora lungo l'alto

corso del Sinni. Numerosi sono gli uccelli, con oltre 170 specie tra sedentarie, migratrici e

di passo. Alla foce del Sinni e lungo il litorale si possono osservare diverse specie di

uccelli marini (berta minore, fratino, rondine di mare, sterna maggiore), mentre le aree

umide e palustri più interne ospitano vari anatidi (germano reale, alzavola, fischione,

mestolone, marzaiola, moriglione). In queste aree sono numerosi gli ardeidi (frequenti

l'airone cinerino e la garzetta, più rari l'airone rosso, la nitticora e la sgarza ciuffetto).

Legati all'acqua sono anche alcune specie di rallidi (gallinella d'acqua, folaga e

porciglione). Tra i limicoli, uccelli adattatisi a vivere e ad alimentarsi nelle zone palustri

caratterizzate da acque basse e fangose, i più frequenti sono il corriere piccolo, il

beccacino, il cavaliere d'Italia, l'avocetta e il piro piro piccolo. Tra i rapaci si possono

osservare l'albanella reale e l'albanella minore, il nibbio reale, il falco di palude e il raro

falco pescatore. La foce del Sinni è stata in un non lontano passato sito di riproduzione per

la tartaruga marina (Caretta caretta). Molto rara la tartaruga liuto, osservata alla foce nel

1989. Numerosissimi gli insetti, fra cui alcune specie rare e osservate solo in quest'area.

Gli alunni hanno potuto ammirare alcuni esemplari della fauna

del Bosco Pantano visitando il Museo Naturalistico all’interno

dell’Oasi

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LA GUIDA HA SPIEGATO AI RAGAZZI LE NUMEROSE ATTIVITA’ DEL CENTRO, TRA CUI IL

RECUPERO DELLA CARETTA CARETTA(TARTARUGA DI MARE) E LA SALVAGUARDIA DELLA

LONTRA ITALICA

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Alcuni animali presenti nel Bosco:

Airone Cinerino, Volpe, Serpente Cervone; Faina, Pernice

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ESEMPLARE DI CICOGNA ESEMPLARI DI FAGIANO E AIRONE CINERINO

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ALTRI ESEMPLARI DI UCCELLI: PERNICE, GUFO REALE, CORVO

TECA CONTENENTE NUMEROSE SPECIE DI INSETTI PRESENTI NEL BOSCO

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RAGAZZI HANNO VISITATO IL MUSEO CON ENTUSIASMO E INTERESSE, ACQUISENDO MATERIALI

INFORMATIVI E DI STUDIO CHE SONO SERVITI PER L’APPROFONDIMENTO SUCCESSIVO IN

CLASSE.

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