Liceo Scientifico O. Grassi Savona Classe 4^B Presenta… a.s. 2006/2007.

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  • Liceo Scientifico O. Grassi Savona Classe 4^B Presenta a.s. 2006/2007
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  • Questo lavoro, realizzato dalla classe IV B del Liceo Scientifico Orazio Grassi di Savona, nasce dal bisogno di affrontare un tema delicato, sempre attuale, che interessa non solo la sfera femminile ma tutta la societ mondiale, e che tratta levoluzione e i fondamenti dei diritti della donna: una conquista che, oggi, sembra scontata, ordinaria e diffusa, ma che, in realt presenta ancora moltissimi limiti e problemi. Quando si parla della violazione di questi diritti subito appare, dentro di noi, limmagine della donna musulmana, costretta a nascondere con un velo i lunghi capelli, il corpo e, talvolta, il viso. Noi, da cittadini occidentali quali siamo, evoluti, consci e razionali, condanniamo una realt che ormai, sembra solo una pecca in una societ multirazziale avviata alla globalizzazione, che ha risolto con successo ogni tipo di discriminazione!!! Ebbene, i punti ed i momenti su cui concentriamo le nostre considerazioni sono solo lapice di una serie di violazioni che ogni giorno rimangono impunite in stati a noi vicini o, perch no, nel paese in cui viviamo. Alcuni diritti, fra cui spicca quello di voto, sono traguardi molto recenti che le donne hanno conquistato dopo secoli di unesistenza vissuta nellombra maschile; obiettivi che sembravano irrealizzabili per una donna, ad esempio, dell800, sono stati ormai raggiunti in molti luoghi, ma restano ancora, in molti altri, mete inevitabilmente lontane. Con questa ricerca intendiamo analizzare non solo la situazione e le conquiste femminili avvenute nel passato, ma vogliamo anche approfondire il ruolo e la condizione in cui si trovano le donne di oggi prendendo in esame situazioni ed ambienti sociali e politici differenti. Per questo intendiamo sviluppare punti diversi fra cui spiccano, in particolare: una visione globale del ruolo e della presenza femminile in politica con riferimento ai singoli stati mondiali, partendo da generiche considerazioni fino ad una descrizione, pi dettagliata di varie situazioni; uno sguardo alla situazione mediorientale, attraverso lanalisi di alcune circostanze caratteristiche, quali la condizione femminile nellIslam sia moderato, sia fondamentalista; unanalisi della situazione italiana e delle tappe fondamentali che hanno caratterizzato lemancipazione femminile passando attraverso il regime fascista fino ai giorni nostri, con particolare attenzione allevoluzione del pensiero e dei bisogni femminili. In conclusione, attraverso questo elaborato, speriamo di fornire una visione pi chiara e completa di quella che stata e di quello che tuttora rappresenta limmagine femminile nel mondo, senza perdere di vista la speranza per un futuro meno discriminatorio e migliore per tutti.
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  • Articolo X Nessuno deve essere perseguitato per le proprie opinioni, anche fondamentali; la donna ha il diritto di salire sul patibolo; allo stesso modo, deve avere anche quello di salire sulla Tribuna, purch le sue manifestazioni non turbino l'ordine pubblico stabilito dalla Legge. (da Dichiarazione dei diritti della donna e della cittadina di Olimpia de Gouges, 1791)
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  • Esci Sitografia
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  • DallUnit al Fascismo: Dallunit Il fascismo (politica, societ, economia) R.S.I. e Resistenza Dal 46 ad oggi: Cronologia delle principali conquiste Evoluzione del pensiero e interviste,
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  • Il suo vero nome era Marie Gouze Nacque il 7 maggio del 1748 nella regione di Montauban. Allevata da Pierre Gouze, era in realt figlia naturale di un poeta aristocratico, il marchese Lefranc de Pompignan, padrino di sua madre. Si spos a soli sedici anni per evadere dalla famiglia. A diciassette ebbe un figlio e rimase vedova. Conobbe allora Jacques Bitrix, un ingegnere militare e fu... amore a prima vista! Con Bietrix and a Parigi, dove cambia il suo nome in Olympe de Gouges. Bella e corteggiata, frequent i salotti pi famosi dove conobbe i pi importanti scrittori e filosofi del tempo.
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  • Il suo vero nome era Marie Gouze Nacque il 7 maggio del 1748 nella regione di Montauban. Allevata da Pierre Gouze, era in realt figlia naturale di un poeta aristocratico, il marchese Lefranc de Pompignan, padrino di sua madre. Si spos a soli sedici anni per evadere dalla famiglia. A diciassette ebbe un figlio e rimase vedova.Conobbe allora Jacques Bitrix, un ingegnere militare e fu... amore a prima vista! Con Bietrix and a Parigi, dove cambia il suo nome in Olympe de Gouges. Bella e corteggiata, frequent i salotti pi famosi dove conobbe i pi importanti scrittori e filosofi del tempo.Il suo vero nome era Marie Gouze Nacque il 7 maggio del 1748 nella regione di Montauban.Allevata da Pierre Gouze, era in realt figlia naturale di un poeta aristocratico, il marchese Lefranc de Pompignan, padrino di sua madre. Si spos a soli sedici anni per evadere dalla famiglia. A diciassette ebbe un figlio e rimase vedova.Conobbe allora Jacques Bitrix, un ingegnere militare e fu... amore a prima vista! Con Bietrix and a Parigi, dove cambia il suo nome in Olympe de Gouges. Bella e corteggiata, frequent i salotti pi famosi dove conobbe i pi importanti scrittori e filosofi del tempo.
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  • Un giorno, a casa di Sophie de Condorcet, moglie del famoso politico girondino, esclama: "La femme a le droit de monter l'chaffaud, elle doit avoir galement le droit de monter la tribune." (La donna ha il diritto di salire sul patibolo, deve avere egualmente il diritto di salire in tribuna!) "Apriteci le barriere dell'onore - dichiara all'Assemblea legislativa nel '92 - e noi vi mostreremo il cammino di tutte le virt". Ben presto si rende conto che le conquiste della rivoluzione non favoriscono affatto le donne e che anche il nuovo regime calpesta la libert. Riprende, quindi, i suoi infuocati discorsi libertari attaccando il regime di Robespierre, chiamandolo "animale anfibio". L'anfibio non esita a condannarla a morte perch la nostra pensa bene di prendere le difese di Luigi XVI! Olympe, infatti, si era opposta con grande determinazione alla condanna a morte del re, ritenendo che "la Rivoluzione deve dimostrare la propria forza non uccidendo, ma risparmiando le vite, anche di coloro che avevano tramato contro la Nazione". Olympe de Gouges ghigliottinata il 3 novembre del 1793, a 45 anni, per aver dimenticato le virt che convengono al suo sesso ed essersi immischiata nelle cose della Repubblica. Olympe de Gouges stata dimenticata per secoli dalla storiografia fino alla met del XX secolo. Alcuni storici come Louis-Adolphe Thiers, Alphonse- Marie-Louis de Lamartine e Louis Blanc le concedono poche parole per il suo intervento durante la Rivoluzione francese descrivendola come "folle".
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  • Preambolo Uomo, sei tu capace di essere giusto? Chi ti pone questa domanda una donna: questo diritto, almeno, non glielo toglierai. Dimmi. Chi ti ha dato il potere sovrano di opprimere il mio sesso? La tua forza? Le tue capacit? Osserva il creatore nella sua saggezza; percorri la natura in tutta la sua grandezza, alla quale sembri volerti avvicinare, e dammi, se ne hai il coraggio, un esempio di questo potere tirannico.
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  • Risali agli animali, consulta gli elementi, studia i vegetali, getta infine uno sguardo su tutte le modificazioni della materia organizzata; e arrenditi all'evidenza, quando io te ne offro il modo. Cerca, scava e distingui, se puoi, i due sessi nell'amministrazione della natura. Ovunque, li troverai confusi, ovunque essi cooperano in armonioso insieme a questo capolavoro immortale! Soltanto l'uomo si creato alla meno peggio un principio di questa eccezione. Bizzarro, cieco, gonfio di scienza e degenerato, in questo secolo di luce e di sagacit, nella pi crassa ignoranza egli vuole comandare da despota su un sesso che ha ricevuto tutte le facolt intellettuali; che vuole usufruire della rivoluzione e reclamare i propri diritti all'uguaglianza, per non dire di pi.
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  • Le madri, le figlie, le sorelle, rappresentanti della Nazione, chiedono di essere costituite in assemblea nazionale. Considerando che l'ignoranza, l'oblio o il disprezzo dei diritti della donna sono le sole cause delle sventure pubbliche e della corruzione dei governi, esse hanno deciso di esprimere in una solenne dichiarazione, i diritti naturali, inalienabili e sacri della donna, affinch tale dichiarazione, costantemente presente a tutti i membri del corpo sociale, ricordi loro continuamente i loro diritti ed i loro doveri, affinch gli atti del potere delle donne, e quelli del potere degli uomini, potendo essere in ogni momento paragonati con il fine di ogni istituzione politica, siano per ci stesso pi rispettati,
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  • affinch le rivendicazioni delle cittadine, fondate d'ora in avanti su principi semplici ed incontestabili, siano sempre volte al mantenimento della costituzione, dei buoni costumi, e al bene di tutti. Pertanto, il sesso che superiore per bellezza, come anche per coraggio nelle sofferenze materne, riconosce e dichiara, in presenza e sotto gli auspici dell'Essere supremo, i seguenti Diritti della Donna e della Cittadina.
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  • ARTICOLO PRIMO La Donna nasce libera e rimane uguale all'uomo nei diritti. Le distinzioni sociali possono essere fondate solo sull'utilit comune. II Scopo di ogni associazione politica la tutela dei diritti naturali e imprescrittibili della Donna e dell'Uomo: tali diritti sono la libert, la propriet, la sicurezza e, soprattutto, la resistenza all'oppressione. III Il fondamento di ogni sovranit risiede essenzialmente nella Nazione, la quale altro non se non la riunione della Donna e dell'Uomo: nessun corpo, nessun individuo, pu esercitare un'autorit che non emani espressamente da essa.
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  • IV La libert e la giustizia consistono nel restituire agli altri ci che appartiene loro; cos, l'esercizio dei diritti naturali della donna ha come solo limite la perpetua tirannia che l'uomo le oppone; tale limite deve essere riformato dalle leggi della natura e della ragione. V Le leggi di natura e di ragione vietano ogni azione che possa nuocere alla societ: tutto ci che non proibito da queste leggi, sagge e divine, non pu essere impedito, e nessuno pu essere costretto a fare ci che esse non ordinano. VI La Legge deve essere espressione della volont generale; tutte le Cittadine ed i Cittadini devono concorrere personalmente, o per il tramite dei loro rappresentanti, alla sua formazione; essa dev'essere uguale per tutti:
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  • tutte le cittadine e tutti i cittadini, dal momento che sono uguali ai suoi occhi, devono avere uguali possibilit di essere ammessi a tutte le dignit, a tutti i posti e a tutti gli impieghi pubblici, secondo le loro capacit, e senza altre distinzioni che non siano quelle delle loro virt e delle loro capacit. VII Nessuna donna fa eccezione; ella viene accusata, arrestata e mantenuta in stato di detenzione nei casi stabiliti dalla legge. Le donne ubbidiscono come gli uomini a questa legge rigorosa. VIII La Legge deve stabilire soltanto pene strettamente e manifestamente necessarie, e nessuno pu essere punito se non in virt di una legge emanata e promulgata anteriormente al reato e legalmente applicata alle donne.
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  • IX Per qualunque donna dichiarata colpevole, viene esercitato dalla Legge ogni rigore. X Nessuno deve essere perseguitato per le proprie opinioni, anche fondamentali; la donna ha il diritto di salire sul patibolo; allo stesso modo, deve avere anche quello di salire sulla Tribuna, purch le sue manifestazioni non turbino l'ordine pubblico stabilito dalla Legge. XI La libera comunicazione dei pensieri e delle opinioni uno dei diritti pi preziosi della donna, poich tale libert assicura la legittimit dei padri nei confronti dei figli. Ogni cittadina pu dunque dire liberamente: sono la madre di un figlio che vi appartiene, senza che un barbaro pregiudizio
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  • la costringa a nascondere la verit; salvo a rispondere dell'abuso di tale libert nei casi previsti dalla legge. XII La garanzia dei diritti della donna e della cittadina implica un interesse pi ampio; tale garanzia deve essere istituita per il vantaggio di tutti, e non per il beneficio particolare di quelle cui essa viene data. XIII Per il mantenimento della forza pubblica, e per le spese dell'amministrazione, i contributi della donna e dell'uomo sono uguali; la donna partecipa a tutti i lavori ingrati, a tutti gli incarichi faticosi; allo stesso modo deve dunque partecipare alla distribuzione dei posti, degli impieghi, delle cariche, delle dignit e dell'industria.
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  • XIV Le Cittadine ed i Cittadini hanno il diritto di constatare personalmente, o per mezzo dei loro rappresentanti, la necessit di un contributo pubblico. Le Cittadine possono aderirvi solo se si ammette una uguale ripartizione, non soltanto nel patrimonio, ma anche nella pubblica amministrazione, e il diritto di determinare la quota, l'imponibile, la riscossione e la durata dell'imposta. XV La massa delle donne, coalizzata per il contributo a quella degli uomini, ha il diritto di chiedere conto ad ogni agente pubblico della sua amministrazione. XVI Ogni societ in cui non venga assicurata la garanzia dei diritti e determinata la separazione dei poteri, non ha costituzione;
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  • la costituzione nulla se alla sua redazione non ha collaborato la maggioranza dei componenti della Nazione. XVII Le propriet appartengono a tutti i sessi, riuniti o separati; esse sono per ognuno un diritto inviolabile e sacro; nessuno pu esserne privato come vero patrimonio della Natura, se non quando lo esiga la necessit pubblica, legalmente constatata, e a condizione di un giusto e preventivo indennizzo. Conclusione Svegliati, donna! La campana a martello della ragione si fa udire in tutto il mondo; riconosci i tuoi diritti. Il potente impero della Natura non pi circondato di pregiudizi, di fanatismo, di superstizione e di menzogne. La fiaccola della verit ha dissipato le nuvole della stupidit e dell'usurpazione.
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  • L'uomo schiavo ha moltiplicato le sue forze, ha avuto bisogno di ricorrere alle tue per spezzare le sue catene. Una volta libero, egli diventato ingiusto nei confronti della sua compagna. O donne! donne, quando smetterete di essere cieche? Quali vantaggi avete ricevuto dalla rivoluzione? Un disprezzo pi marcato, uno sdegno pi grande. Nei secoli di corruzione, avete regnato solo sulla debolezza degli uomini. Il vostro dominio distrutto; cosa vi resta dunque? La convinzione delle ingiustizie dell'uomo. La rivendicazione del vostro patrimonio, fondato sulle sagge decisioni della Natura. Cosa avreste da temere per una cos bella impresa? La buona parola del Legislatore delle nozze di Cana?
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  • Temete forse che i nostri Legislatori francesi, correttori di questa morale, a lungo appesa ai rami della politica, ma che non pi opportuna, vi ripetano: donne, cosa c' in comune fra voi e noi? Tutto, dovreste rispondere. Se, nella loro debolezza, essi si ostinassero a contrapporre questa incongruenza ai loro principi, opponete coraggiosamente la forza della ragione alle vane pretese di superiorit; riunitevi sotto lo stendardo della filosofia; mostrate tutta l'energia del vostro carattere, e presto vedrete quegli orgogliosi, nostri servili adoratori, strisciare ai vostri piedi, ma fieri di condividere con voi i tesori dell'Essere supremo. Qualunque barriera vi si opponga, voi avete il potere di superarla; basta che lo vogliate. Passiamo adesso al quadro spaventoso di ci che voi siete state nella societ; e poich, in questo momento, si pone il problema di una educazione nazionale, vediamo se i nostri saggi Legislatori penseranno con giudizio a proposito dell'educazione delle donne. Le donne hanno fatto pi male che bene.
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  • La schiavit e la dissimulazione sono state il loro destino. Ci che la forza aveva loro sottratto, l'astuzia glielo ha restituito; esse hanno fatto ricorso a tutte le risorse del loro fascino, ed anche il pi irreprensibile degli uomini non resisteva. Il veleno, la spada, ogni cosa era loro sottomessa; esse comandavano al crimine come alla virt. Il governo francese, soprattutto, per secoli dipeso dall'amministrazione notturna delle donne; il governo non aveva segreti per la loro indiscrezione; ambasciate, comandi, ministeri, presidenze, pontificati, cardinalati, insomma tutto quanto caratterizza la stupidit, sacra e profana, degli uomini, tutto stato sottomesso alla cupidigia e all'ambizione di questo sesso un tempo spregevole e rispettato, e dopo la rivoluzione, rispettabile e disprezzato. In questa sorta di antitesi, quante osservazioni ho da proporre! ho a disposizione appena un momento per farlo, ma questo momento attirer l'attenzione della posterit pi remota.
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  • Sotto l'Ancien Rgime, tutto era vizio, tutto era colpa; ma non si potrebbe scorgere il miglioramento delle cose proprio nella sostanza del vizio? Ad una donna bastava solo essere bella e gentile; quando possedeva queste due qualit, vedeva mille fortune ai suoi piedi. Se non ne approfittava, aveva un carattere stravagante, o una filosofia poco comune, che la portava a disprezzare le ricchezze; allora veniva considerata soltanto una ribelle. Anche la pi indecente, con l'oro si faceva rispettare. Il commercio delle donne era una specie di industria ammessa nella classe pi alta, che, ormai, non avr pi credito. Se ne avesse ancora, la rivoluzione sarebbe perduta e, da altri punti di vista, saremmo sempre corrotti. Tuttavia pu la ragione nascondersi che ogni altra strada sbarrata per la donna, che l'uomo compra, come [fosse] la schiava sulle coste africane? La differenza grande; si sa. La schiava comanda il padrone, ma se il padrone le d la libert senza alcuna ricompensa, e in un'et in cui la schiava ha perduto tutte le sue attrattive, che ne di quella sventurata? Diventa oggetto di disprezzo, anche le porte della carit le vengono chiuse; povera e vecchia, si dice; perch non ha saputo fare fortuna?
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  • Altri esempi ancora pi toccanti si presentano alla ragione. Una giovane senza esperienza, sedotta da un uomo che ama, abbandoner i genitori per seguirlo; l'ingrato la lascer dopo qualche anno e pi lei sar invecchiata con lui, pi l'incostanza di lui sar disumana. Se ha figli, la abbandoner lo stesso. Se ricco, si creder dispensato dal dividere la propria fortuna con le sue nobili vittime. Se un qualche impegno lo lega ai suoi doveri, egli ne violer il potere, sperando ogni cosa dalle leggi. Se sposato, ogni altro impegno perde i propri diritti. Quali leggi restano dunque da fare per estirpare il vizio alla radice? Quella della divisione dei patrimoni tra gli uomini e le donne, e quella della pubblica amministrazione. Come si pu facilmente immaginare, colei che nata da famiglia ricca, viene a guadagnare molto con l'uguaglianza delle divisioni. Ma colei che nata da famiglia povera, e che possiede meriti e virt, quale sar la sua sorte? La povert e l'obbrobrio.
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  • Se non eccelle particolarmente nella musica o nella pittura, non pu essere ammessa ad alcuna funzione pubblica, quand'anche ne avesse la capacit. In questa sede voglio dare solo un'idea delle cose, le approfondir nella nuova edizione di tutte le mie opere politiche che mi propongo di dare al pubblico fra qualche giorno, con delle note. Riprendo il mio testo sui costumi. Il matrimonio la tomba della fiducia e dell'amore. La donna sposata pu impunemente dare dei bastardi a suo marito, e dare ad essi una fortuna che non appartiene loro. Colei che non sposata non ha che un debole diritto: le vecchie leggi inumane le rifiutavano per i suoi figli questo diritto sul nome e sul bene del padre, e in materia non sono state fatte nuove leggi. Se tentare di dare al mio sesso una giusta e onorevole consistenza, viene considerato in questo momento come un paradosso da parte mia, e come la volont di tentare l'impossibile, lascio agli uomini che verranno la gloria di trattare questa materia; ma nel frattempo, la si pu preparare con l'educazione nazionale, con il riassetto dei costumi e con le convenzioni coniugali. Olympe de Gouges
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  • Con il termine suffragette si indicano le appartenenti a un movimento di emancipazione femminile nato per ottenere il diritto di voto, sorto in Gran Bretagna alla fine dell'Ottocento. Pronunciamenti a favore del voto femminile si erano gi avuti in Francia e in Inghilterra alla fine del XVIII secolo, ma un movimento di donne nacque in Inghilterra solo nel secolo successivo e ottenuto il voto municipale (1869) e di contea (1880), esso si pose l'obiettivo del voto per il parlamento.
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  • Nel 1897 il movimento si struttur nelle National Union of Women's Suffrage Societies. Il rifiuto di concedere l'estensione del voto femminile port Emmeline Pankhurst a fondare nel 1903 un movimento che venne definito "militante": l'Unione nazionale sociale e politica delle donne. Questo si fece promotore di agitazioni culminate in numerosi arresti.
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  • Tale movimento fu definito delle "suffragette" in contrapposizione a quello delle "suffragiste" che perseguiva lo stesso obiettivo con metodi pi moderati. Interrotte le proteste nel 1914 per contribuire alla causa nazionale, nel 1918 le donne sopra i trent'anni furono ammesse al voto politico e nel 1928 il suffragio fu esteso a tutte le donne.
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  • (Lega nazionale delle associazioni per il voto alle donne) Organizzazione per il suffragio elettorale femminile sorta in Gran Bretagna nel 1897 sotto la presidenza di Millicent G. Fawcett che centralizz l'iniziativa delle varie societ suffragiste e adott una pratica legalitaria, differenziandosi dal movimento pi radicale delle suffragette.
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  • Nata a Manchester nel 1858, e morta a Londra nel 1928, fu una femminista inglese che guid il movimento suffragista femminile inglese. Nel 1894 ottenne per le donne sposate il diritto al voto nelle elezioni locali. Arrestata e processata diverse volte, riusc con la sua incessante attivit ad assicurare fondamentali diritti politici a tutte le donne inglesi, come il suffragio femminile per la camera dei Comuni nel 1918. Emmeline
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  • Alla nascita del Regno dItalia (1861) e alla successiva adozione del Codice del nuovo Stato italiano uno dei pi vistosi fattori di disuguaglianza era il principio dellincapacit giuridica della donna, cui era connessa la cosiddetta tutela maritale. In ogni regione prima dellunit erano presenti differenti atteggiamenti nei confronti delle donne, come ad esempio sotto la dominazione asburgica, dove le donne erano pari agli uomini nella gestione dei propri beni. Queste donne tentarono di mantenere i diritti di cui beneficiavano e inviarono alla camera una petizione che per non fu accolta.
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  • Le donne erano considerate sotto la tutela maritale per le decisioni patrimoniali, infatti era necessario lassenso del marito per decisioni come donare, ipotecare, acquistare o alienare i propri beni, o obbligarsi per tutti gli atti che eccedevano lordinaria amministrazione. Per ogni azione che la donna avesse intenzione di fare, o per accettare mandati di qualsiasi genere, ella era tenuta a chiedere una autorizzazione maritale dal coniuge.
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  • Autorizzazione maritale 131. Il marito capo della famiglia : la moglie segue la condizione civile di lui, ne assume il cognome, ed obbligata ad accompagnarlo dovunque egli (creda opportuno di fissare residenza. 132. Il marito ha il dovere di proteggere la moglie, di tenerla presso di s e somministrarle tutto ci che necessario ai bisogni della vita in proporzione delle sue sostanze. La moglie deve contribuire al mantenimento del marito, se questo non ha mezzi sufficienti. 133. Lobbligazione del marito di somministrare gli alimenti alla moglie cessa quando la moglie, allontanatasi senza giusta causa dal domicilio coniugale, ricusi di ritornarvi. Pu inoltre lautorit giudiziaria, secondo le circostanze, ordinare a profitto del marito e della prole il sequestro temporaneo di parte delle rendite parafernali della moglie. 134. La moglie non pu donare, alienare beni immobili, sottoporli ad ipoteca, contrarre mutui, cedere o riscuotere capitali, costituirsi sicurt, n transigere o stare in giudizio relativamente a tali atti, senza lautorizzazione del marito. Il marito pu con atto pubblico dare alla moglie lautorizzazione in genere per tutti o per alcuni dei detti atti, salvo a lui il diritto di revocarla. 135. Lautorizzazione del marito non necessaria : quando egli sia minore, interdetto, assente o condannato a pi di un anno di carcere, durante lespiazione della pena ; quando la moglie sia legalmente separata per colpa del marito ; quando la moglie eserciti la mercatura ; 136. Se il marito ricusi lautorizzazione alla moglie, o se trattisi di atto nel quale siavi opposizione dinteresse, ovvero se la moglie sia legalmente separata per sua colpa, o per colpa sua e del marito, o per mutuo consenso, sar necessaria lautorizzazione del tribunale civile. Il tribunale non pu concedere lautorizzazione, se prima il marito non fu sentito o citato a comparire in camera di consiglio, salvi i casi di urgenza. (CODICE CIVILE DEL REGNO DITALIA 30Giugno 1865)
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  • 137. La nullit derivante dal difetto di autorizzazione non pu essere opposta che dal marito, dalla moglie e dai suoi eredi od aventi causa. [] 149..Il diritto di chiedere la separazione spetta ai coniugi nei soli casi determinati dalla legge. 150.La separazione pu essere domandata per causa di adulterio o di volontario abbandono, e per causa di eccessi, sevizie, minacce e ingiurie gravi. Non ammessa lazione di separazione per ladulterio del marito, se non quando egli mantenga la concubina in casa o notoriamente in altro luogo, oppure concorrano circostanze tali che il fatto costituisca una ingiuria grave alla moglie. 151. La separazione si pu eziandio domandare contro il coniuge che sia stato condannato ad una pena criminale, tranne il caso che la sentenza sia anteriore al matrimonio e laltro coniuge ce fosse consapevole. 152. La moglie pu chiedere la separazione quando il marito, senza alcun giusto motivo, non fissa una residenza, od avendone i mezzi, ricusi di fissarla in modo conveniente alla sua condizione. 153. La riconciliazione estingue il diritto di chiedere la separazione ; essa induce pure labbandono della domanda che fosse stata proposta. 154. Il tribunale che pronunzia la separazione, dichiarer quale dei coniugi debba tenere presso di s i figli e provvedere al loro mantenimento, alla loro educazione ed istruzione. Pu il tribunale per gravi motivi ordinare che la prole sia collocata in un istituto di educazione o presso terza persona.
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  • Petizione del 1861 Se Dio ha posto nelluomo unirresistibile tendenza alla libert, perch nelluso della libert diventi migliore; se Dio benedice agli sforzi che la Nazione Italiana fa per rendersi libera, fondamento principalissimo di questo progressivo miglioramento devessere laffermazione la pi larga possibile dellemancipazione della donna. I primi otto anni delleducazione delluomo appartengono quasi esclusivamente alla madre. Considerando che sui diversi Codici delle provincie Italiane si sta elaborando un Codice unico per tutto il Regno dItalia; Considerando che nelle provincie Lombarde, dove vigente tuttora il Codice austriaco, la donna parificata alluomo nella facolt di disporre delle proprie sostanze in ogni contrattazione anche senza la tutela maritale; Considerando che il Codice Albertino, 130, sottopone, nelle antiche provincie, la donna alla tutela maritale nellesercizio dei diritti di propriet; Le sottoscritte, Cittadine Italiane, fanno al Parlamento rispettosa istanza, affinch nella compilazione del nuovo Codice civile italiano, alle donne di tutte le provincie vengano estesi i diritti riconosciuti fino ad oggi nelle donne Lombarde. Milano 1861
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  • Diritti Dal 1861 furono presentati disegni di legge o si svolsero dibattiti parlamentari sul voto alle donne ma nel 1888 un principio (non si nega il diritto delle donne al voto, ma lopportunit del suo esercizio) ferm i vari dibattiti sullargomento. Nel 1877 vengono abrogate le disposizioni di legge, che escludevano le donne dallintervenire come testimoni negli atti pubblici e privati. Nel 1907 entra in vigore la prima legge sulla tutela del lavoro femminile e minorile. Lo stesso anno viene rilasciata per la prima volta la patente di guida a una donna. Lanno successivo, il 1908, viene fondata l'Unione Donne di Azione Cattolica (UDACI), che cerca di opporsi alla laicizzazione della scuola e di promuovere la cultura femminile. Nel 1919 con una legge sulla disposizione sulla capacit giuridica della donna con una legge viene abolita lautorizzazione maritale ma sono ancora negati i diritti politici; questo viene considerata sola grande riforma della famiglia attuata dallItalia liberale. Nel 1921 un deputato socialista ritenta la prova con una proposta in un solo articolo: Le leggi vigenti sullelettorato politico e amministrativo sono estese alle donne. Ma la questione non viene neppure discussa.
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  • Con l'avvento del fascismo inizia il periodo della legislazione dedicata alle donne, in cui il concetto di tutela non inteso tanto come difesa di un soggetto pi debole, ma piuttosto come protezione della donna produttrice di figli da allontanare dal lavoro fuori di casa e da ogni possibilit d'intervento attivo nella societ.
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  • Legislazione Regio Decreto 1054/23: Viene proibita alle donne la direzione delle scuole medie e secondarie. Regio Decreto 2480/26: Viene proibito alle donne l'insegnamento della filosofia, della storia e dell'economia nelle scuole secondarie. Legge 22/1934: La pubblica amministrazione pu discriminare le donne nelle assunzioni, escludendole da una serie di pubblici uffici. Legge 653/34: Questa legge riforma quella del 1907: la struttura delle norme protettive rimane la stessa, ma le norme vengono meglio precisate. Vengono estesi i lavori vietati alle donne e proibiti quelli giudicati "moralmente" pericolosi. E' previsto il divieto per le donne di svolgere a qualsiasi et lavori sotterranei, mentre il lavoro notturno vietato solo per le minorenni. Per le donne che hanno compiuto 15 anni l'orario di lavoro non pu superare le 11 ore al giorno. Sono ancora escluse dalla tutela le categorie del lavoro a domicilio e familiare. Regio Decreto Legge 15/10/38: Viene emanato il divieto ai datori di lavoro sia pubblici sia privati, di assumere pi del 10% di donne. Vengono esclusi dalla norma solo i lavori che il regime considera particolarmente "adatti" alle donne (lavori manuali e mansioni meramente esecutive).
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  • Economia Vi fu una politica per la formazione della donna: venne istruita nell'economia domestica, nell'educazione all'infanzia, nell'assistenza sociale ed educata alla salute e a una sana maternit attraverso l'introduzione dell'educazione fisica e dello sport femminile. La donna viene inquadrata in associazioni per ragazze, per giovani, per massaie, per laureate. Si punta alla creazione di "una donna fascista per l'Italia fascista" sottolineando il ruolo della madre, della massaia, fino ad arrivare alla missione patriottica.
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  • "Madri nuove per i figli nuovi" lo slogan del duce che tende sempre a ad esaltare in ogni occasione la funzione sociale della donna (secondo una precisa politica di incremento demografico). Le donne del regime dovevano accettare di vivere secondo lo slogan del Duce: per obbedire, badare alla casa, mettere al mondo figli e portare le corna. Lideologia fascista dava alla donna lillusione di sostenere le sue aspirazioni ma, di fatto, la relegava nei suoi ruoli tradizionali, varando misure contrarie al lavoro femminile. Al fine di incrementare le nascite, lo Stato viet luso di anticoncezionali ed il ricorso allaborto. Vennero eliminate tutte le attivit che potevano in qualche modo allontanare la donna da quello che il fascismo vedeva come suo unico scopo: sposarsi e mettere al mondo il maggior numero di figli possibile.
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  • Societ Nellamministrazione pubblica fascista riscontrabile una continua alternanza di tentativi miranti ad escludere la donna dalla societ, da un lato e dall'altro, un'incessante necessit di coinvolgere le masse femminili all'interno stesso della struttura sociale attraverso un inquadramento sistematico e progressivo nelle molteplici organizzazioni fasciste. Questa duplice direzione della politica fascista risponde alle esigenze di porre le donne italiane a servizio di obiettivi pubblici senza turbare quell "equilibrio" sociale fondato sull'autorit maschile. Ecco che l'esaltazione continua ed esasperata della maternit non signific valorizzazione della donna e del mistero della fecondit, ma espresse la preoccupazione del calo demografico italiano rispetto alle mire espansionistico - imperialistiche del fascismo, che sfrutt le differenze culturali ed economiche.La risposta delle donne fu tutt'altro che omogenea: lo sciopero delle mondine, il mancato aumento del tasso di natalit, il rifiuto a partire per le colonie per scopi riproduttivi, costituirono dei chiari poli di dissenso, che per furono azioni frammentarie.
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  • Repubblica Sociale Italiana Con la caduta del regime fascista (1943) e la nascita della Repubblica Sociale Italiana (Repubblica di Sal), lItalia era di fatto divisa in due: la parte meridionale era controllato dagli alleati sotto la luogotenenza del Re, mentre quella settentrionale era nelle mani dei Tedeschi, con Mussolini a capo del governo. Nel Nord sorse la Resistenza partigiana, dall'impegno comune di individui, partiti e movimenti che si opposero, militarmente o anche solo politicamente, agli occupanti tedeschi e alla Repubblica Sociale. La donna in questo periodo ebbe un ruolo determinante: da una parte la repubblica di Sal promosse una propaganda per indurre le donne a non allearsi con le forze anglo-americane, dallaltra un senso civico di giustizia persuase la scelta di circa 30 mila donne di entrare nelle forze combattenti della Resistenza e di 70 mila nei Gruppi di difesa della donna e per lassistenza ai Volontari della Libert, con un livello di determinazione spesso maggiore rispetto agli uomini. Il ruolo della donna nella resistenza
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  • Il ruolo della donna viene rivalutato dal movimento partigiano
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  • Due sfere separate L'ideologia della famiglia borghese era detta "ideologia delle sfere separate" (lavoro sfera maschile, casa sfera femminile) a cui si cercava di dare una spiegazione ed una giustificazione con presunte motivazioni di carattere religioso, etico, morale e anche giuridico. Questa divisione della sfera pubblico/privato nella dicotomia uomo/donna ebbe anche delle ripercussioni nel campo giuridico, non a caso la legge americana a met del XIX secolo affidava ai mariti poteri molto ampi: "Il marito e la moglie sono una sola persona. Questa persona il marito". (Blockstore, 1853) Inizialmente le donne accettarono completamente l'ideologia delle sfere separate, anzi la rivendicarono perch ci dava loro un ampio raggio d'azione. L'essere le "signore del focolare" permetteva loro di influenzare e controllare le azioni degli uomini in generale e dei propri mariti in particolare. Divennero i controllori della moralit dei loro uomini come si pu desumere dalle attivit filantropiche in cui si impegnarono (es. l'esercito della salvezza americano).
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  • Le prime lotte In un secondo momento riuscirono ad imporre parte della propria influenza nella vita di coppia in cui si andava strutturando al societ. Si passa da famiglie ampie e patriarcali a strutture pi nucleari in cui la donna riesce a strappare al marito una cera libert di manovra e di scelta. Non pu ancora, la donna, agire liberamente nella sfera pubblica, ma comincia a determinare parzialmente le scelte del marito, ad esempi in fatto di nascite e di sesso. Le donne grazie al controllo delle nascite riuscirono ad ottenere una riduzione del numero delle gravidanze e, quindi, un minore carico di lavoro e di tribolazioni. Questa fu la fase del cosiddetto "femminismo domestico" in cui le donne rivendicarono una maggiore autonomia nelle scelte importanti per la propria vita. Maggiore tempo libero, dovuto ad un minore numero di figli da accudire, permise alle donne di frequentare istituti per migliorare la propria istruzione. Nascono cos i primi collegi femminili che, sul modello di quanto detto in precedenza, hanno il compito di preparare le donne ad affrontare la dura vita nel mondo del lavoro fino ad allora monopolizzato dagli uomini. Questo passaggio non fu certamente indolore, ma richiese dure lotte e trov molti ostacoli negli uomini alcuni dei quali sostenevano anche che la struttura psichica e fisica delle donne non fosse in grado di sostenere lo sforzo dell'insegnamento e dell'attivit intellettiva. Quindi il voler istruirsi oltre che inutile veniva considerato anche dannoso per le donne.
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  • La parit tra uomini e donne affermata in particolare negli articoli 3, 29, 31, 37, 48 e 51 della Costituzione Italiana. Costiuzione Art. 3 Tutti i cittadini hanno pari dignit sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali. compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libert e leguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e leffettiva partecipazione di tutti i lavoratori allorganizzazione politica, economica e sociale del Paese. Art. 29 La Repubblica riconosce i diritti della famiglia come societ naturale fondata sul matrimonio. Il matrimonio ordinato sulleguaglianza morale e giuridica dei coniugi, con i limiti stabiliti dalla legge a garanzia dellunit familiare.
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  • 1947: Enrico De Nicola promulga la Costituzione repubblicana Art. 31 La Repubblica agevola con misure economiche e altre provvidenze la formazione della famiglia e ladempimento dei compiti relativi, con particolare riguardo alle famiglie numerose. Protegge la maternit, linfanzia e la giovent, favorendo gli istituti necessari a tale scopo. Art. 37 La donna lavoratrice ha gli stessi diritti e, a parit di lavoro, le stesse retribuzioni che spettano al lavoratore. Le condizioni di lavoro devono consentire ladempimento della sua essenziale funzione familiare e assicurare alla madre e al bambino una speciale adeguata protezione. La legge stabilisce il limite minimo di et per il lavoro salariato. La Repubblica tutela il lavoro dei minori con speciali norme e garantisce ad essi, a parit di lavoro, il diritto alla parit di retribuzione.
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  • Art. 48 Sono elettori tutti i cittadini, uomini e donne, che hanno raggiunto la maggiore et. Il voto personale ed eguale, libero e segreto. Il suo esercizio dovere civico. Il diritto di voto non pu essere limitato se non per incapacit civile o per effetto di sentenza penale irrevocabile o nei casi di indegnit morale indicati dalla legge. Art. 51 Tutti i cittadini delluno o dellaltro sesso possono accedere agli uffici pubblici e alle cariche elettive in condizioni di eguaglianza, secondo i requisiti stabiliti dalla legge. La legge pu, per lammissione ai pubblici uffici e alle cariche elettive, parificare ai cittadini gli italiani non appartenenti alla Repubblica. Chi chiamato a funzioni pubbliche elettive ha diritto di disporre del tempo necessario al loro adempimento e di conservare il suo posto di lavoro. Lassemblea costituente
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  • Intervista a Nadia Spano Nadia Spano, classe 1916, fece parte dellAssemblea Costituente e in una intervista rilasciata al giornale Noi Donne", cos riflette su quei giorni che diedero inizio a nuovi diritti per le donne. "Il voto alle donne in Italia: ricordo che da parte dei partiti fu un riconoscimento unanime in forza dei meriti acquisiti durante la guerra, cio l'aver retto l'intelaiatura della societ in anni in cui gli uomini erano assenti. Noi donne abbiamo accettato questa impostazione, anche se avremmo dovuto affermare invece il principio del diritto naturale. Tutta la propaganda elettorale per l'assemblea costituente e per il referendum si rivolgeva alle donne che dovevano votare per il prigioniero o per il bambino, per la saggezza amministrativa, cio sempre per gli altri. Nessun richiamo, mai era al diritto per s.. Per le donne andare a votare fu comunque importante anche se a sinistra si diceva mia moglie vota come dico io e nelle parrocchie il prete ammoniva Dio ti vede, tuo marito no, ma nella cabina elettorale le donne per la prima volta hanno scelto, di dare la fiducia o magari anche da chi farsi influenzare, ma hanno scelto. Sono state libere"
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  • Lei arriv a Napoli nel marzo del 1944. Cosa ricorda di quel periodo? Togliatti mi affid la responsabilit del lavoro femminile con gli obiettivi di gettare le basi per una organizzazione di massa delle donne (lUDI) e di fare un giornale, riprendendo quel Noi Donne che aveva avuto origine in Francia negli anni Trenta tra le emigrate antifasciste e le donne che avevano costituito il Comitato internazionale contro il fascismo e la guerra. Insieme a tante altre, tra cui Rosetta Longo, Marisa Rodano, Rita Montagnana, Giuliana Nenni, avviammo un grande lavoro tra le donne. Le donne furono oggetto di unattenzione specifica, dunque... Bisogna mettere in rilievo che la Liberazione stato un grande avvenimento in cui gran parte della popolazione si sent direttamente coinvolta. Le forze alleate arrivavano, citt per citt, dopo che i partigiani le avevano liberate. Cos stato per Roma, per Napoli e per Firenze. Gli italiani non solo non sono stati passivi, ma sono stati capaci di organizzare un movimento che ha coinvolto una grande parte della popolazione senza la quale non sarebbe stato possibile fare la Resistenza. Questo un elemento importante da valorizzare e tenere presente. In questo contesto le donne, e non solo le staffette e le partigiane, diedero un contributo importante. Vi furono sostegni diffusi nella societ che furono di grande aiuto alla Resistenza, penso ad esempio alle suore. Ci sono delle testimonianze di partigiani che sapevano di poter trovare nei conventi possibilit di rifugio e che davano in cambio cibo per i bambini assistiti. Un altro lavoro importante fu fatto dai gruppi di difesa delle donne, che ai vari livelli organizzavano anche delle conferenze di educazione politica (non partitica) per le donne, lavoro che si rivel molto importante poi per il voto al referendum tra Repubblica e Monarchia.
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  • Quale era il clima per le donne sessanta anni fa? Tutti si aspettavano un cambiamento reale e quindi la Costituente interpret anche questo sentire comune. Le donne volevano da una parte un ritorno ad una vita normale, con le famiglie e la tranquillit, ma allo stesso tempo si aspettavano dei cambiamenti rispetto alla loro condizione di prima della guerra. Il 2005 anche una tappa importante: sessanta anni del voto alle donne in Italia e ricordo che da parte dei partiti fu un riconoscimento unanime in forza dei meriti acquisiti durante la guerra, cio laver retto lintelaiatura della societ in anni cui gli uomini erano assenti. Noi abbiamo accettato questa impostazione, anche se avremmo dovuto affermare invece il principio del diritto naturale. Tutta la propaganda elettorale per lassemblea costituente e per il referendum si rivolgeva alle donne che dovevano votare per il prigioniero o per il bambino, per la saggezza amministrativa, cio sempre per gli altri. Nessun richiamo mai era al diritto di per s. Va detto che le donne su alcune questioni erano guardinghe. Ad esempio vedevano negli americani il pericolo che importassero il divorzio. Per loro in quegli anni, anche se nel ricongiungimento delle famiglie talvolta si ritrovavano due estranei, le donne vedevano la unica possibilit di conservare uno status e di evitare una condizione di povert.
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  • Vengono riportati, di seguito, un estratto delleditoriale che accompagnava i risultati del referendum e alcune risposte (Gioia, 14 aprile 1946), riguardo allatteggiamento interiore con cui le lettrici si sarebbero presentate alle urne e al comportamento che avrebbero adottato con gli uomini della famiglia, se di parere diverso dal proprio. Si noti, oltre alle diverse sfumature delle risposte, soprattutto il deciso richiamo delleditoriale al rispetto di ruoli e gerarchie familiari, che ricordava il giornale il nuovo diritto di voto non avrebbe dovuto in alcun modo contribuire a mettere in discussione. Si potrebbe dire che il tono delle risposte tranne rare eccezioni poco su, poco gi, universalmente armonizzante: la donna riconosce che il diritto di votare le era dovuto e intende valersene con seriet e sano criterio. Nessuna delle signore partecipanti ha avuto il coraggio di dubitare (se non proprio di riconoscere apertamente) di poter trovarsi davanti al marito o al fidanzato in posizione di avere politicamente qualche cosa da imparare. Tutte, con una sicurezza che rasenta la presunzione, hanno dichiarato di essere pronte a scendere in lizza per convincere il marito, il fratello, il fidanzato, la speranza prossima o lontana della giustezza delle loro idee personali e avvincerli alla loro causa. Questo potrebbe essere sintomo di due diversi fatti: 1) di una pi alta coscienza morale nella donna e di un pi disinteressato accostarsi alla vita politica: infatti quasi da escludere salve rarissime eccezioni che la donna aspiri a raggiungere posti di primo piano in questa primavera di rinascita politica nazionale; quindi i fini che essa persegue, le cause che difende non sono gi di indole privata, ma mirano a quelli che rappresentano i massimi problemi universali e sociali, basi indispensabili a garantire la saldezza della compagine familiare e a tutelarne i diritti pi intimi e profondi. 2) ma potrebbe anche essere sintomo di quella posizione di predominio effettivo o, per lo meno, ambitissimo cui la donna mira nellambito della sua vita familiare.
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  • Irene DAmato Matera Mi presenter alle urne con spirito sereno, e soprattutto fiducioso che il mio voto contribuir alla rinascita della Patria, povera nave in balia della tempesta. Altra volta le donne dItalia si presentarono ad altre urne e vi depositarono il pegno sacro del loro amore: la fede nuziale che doveva servire a venire in aiuto alla Madre in armi. E vi andarono con spirito fiducioso anche allora. Ma purtroppo quello fu un tradimento: bisogna che il voto di oggi lo redima e sia veramente limpulso di ripresa e di ricostruzione morale e materiale per lei. Con che atteggiamento interiore vi presenterete alle urne?
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  • Gemma Cavallo Milano Mi presenter alle urne con piena coscienza dellazione che star per compiere e con serena consapevolezza della responsabilit che il diritto al voto impone. Un solo voto in pi o in meno al partito che d maggior affidamento per i programmi e per gli uomini che si propongono di attuarli, contribuir ad aumentare o a diminuire linfluenza benefica nella vita della Nazione. Con che atteggiamento interiore vi presenterete alle urne?
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  • Irene DAmato Matera Con lui, se fossi in politica di parere contrario, mi comporter in modo da fargli comprendere come sia esatta la mia visione, e cercher, con ogni probabilit di riuscita, di portarlo sulla mia via. Questo perch si tratta di mio marito, ed io non posso pensare che egli, che forma con me una cosa sola, abbia ad avere opinioni e convinzioni contrarie alle mie, anche e soprattutto perch, per me, la politica strettamente connessa alla religione e sotto molti aspetti da essa dipendente, ed io, sia nelluna che nellaltra, non potrei non vivere allunisono con lui. Gemma Cavallo Milano Trovandomi con un lui (fidanzato o marito o fratello) di parere contrario al mio in politica, cercherei con la parola suadente di correggere le opinioni e i principi errati e non mi lascerei influenzare dalle sue convinzioni. Anche se da parte del lui ci fosse una costrizione a farmi votare per il suo partito, con la forza propria di chi possiede e sa di possedere la verit, valendomi della segretezza e della libert del voto, non esiterei a proclamargli che voterei per il partito che si armonizza con la mia opinione. Come vi comporterete con lui (marito, fratello, fidanzato, speranza prossima o lontana) se vi troverete in politica di parere contrario?
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  • Quelle che seguono sono le testimonianze di alcune note scrittrici a proposito della loro prima esperienza di voto, pubblicate su Mercurio, mensile di politica, lettere, arte e scienze, n. 27-28, novembre-dicembre 1946. Alba De Cspedes N posso passare sotto silenzio il giorno che chiuse una lunga e difficile avventura, e cio il giorno delle elezioni. Era quella unavventura cominciata molti anni fa, prima dellarmistizio, del 25 luglio, il giorno avevo poco pi di ventanni in cui vennero a prendermi per condurmi in prigione. Ero accusata di aver detto liberamente quel che pensavo. Da allora fu come se unaltra persona abitasse in me, segreta, muta, nascosta, alla quale non era neppure permesso di respirare. stata s, unavventura umiliante e penosa. Ma su quel segno in croce sulla scheda mi pareva di aver disegnato uno di quei fregi che sostituiscono la parola fine. Uscii, poi, liberata e giovane, come quando ci si sente i capelli ben ravviati sulla fronte. Anna Banti Quanto al 46 e a quel che di importante per me, ci ho visto e ci ho sentito, dove mai ravvisarlo se non in quel due giugno che, nella cabina di votazione, avevo il cuore in gola e avevo paura di sbagliarmi fra il segno della repubblica e quello della monarchia? Forse solo le donne possono capirmi: e gli analfabeti. Era un giorno bellissimo, si votava in vista di un giardino dove i bambini giocavano fra i grandi che, calmi e sorridenti, aspettavano, senza impazienza, di entrare. Una riunione civilissima; e gli elettori eran tutti di campagna, mezzadri e manovali. Quando i presentimenti neri mi opprimono, penso a quel giorno e spero.
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  • Maria Bellonci Anche per me, come per tutti gli scrittori, e come per tutti quelli che sono avvezzi a mettere continuamente se stessi al paragone delle cose, gli avvenimenti pi importanti di questanno 1946 sono fatti interiori; ma un fatto interiore e come quello del 2 giugno quando di sera, in una cabina di legno povero e con in mano un lapis e due schede, mi trovai allimprovviso di fronte a me, cittadino. Confesso che mi manc il cuore e mi venne limpulso di fuggire. Non che non avessi unidea sicura, anzi; ma mi parvero da rivedere tutte le ragioni che mi avevano portato a questidea, alla quale mi pareva quasi di non aver diritto perch non abbastanza ragionata, coscienziosa, pura. Mi parve di essere solo in quel momento immessa in una corrente limpida di verit; e il gesto che stavo per fare, e che avrebbe avuto una conseguenza diretta mi sgomentava. Fu un momento di smarrimento: lo risolsi accettandolo, riconoscendolo; e la mia idea ritorn mia, come rassicurandomi.
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  • Sondaggi e quote rosa Le elezioni amministrative del marzo 1946 e quelle politicamente significative del 2 giugno avrebbero reso concreta la presenza della donna nella nostra vita democratica,dando tuttavia vita a un dibattito, che la vicenda delle "quote rosa" indica non ancora esaurito. La prima introduzione delle cosiddette quote rosa, cio di un certo numero di posti riservati alle donne nelle liste elettorali, risale al 1993, provvedimento in seguito abrogato, nel 1995, da una sentenza della Corte Costituzionale. Nel 2003 stato modificato larticolo 51 della Costituzione, per promuovere le pari opportunit fra uomini e donne. La legge dellaprile 2004 ha reintrodotto le quote rosa nellelezione dei membri del Parlamento europeo. Nonostante ci non esiste ancora, in Italia, una legge che garantisca una reale uguaglianza rappresentativa.
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  • Dopo un acceso dibattito alla Camera, nellottobre 2005, in sede di discussione sulla nuova legge elettorale, lemendamento che chiedeva una maggior rappresentanza delle donne in Parlamento stato bocciato. Il 18 novembre 2005 il Consiglio dei ministri ha approvato un disegno di legge sulla presenza femminile nelle liste elettorali; esso prevede unalternanza di candidati uomini e donne per la prima e la seconda elezione dopo lentrata in vigore della legge. Ma il decreto stato bocciato dal Senato il 24 gennaio 2006, ed dovuto tornare in Commissione Affari Costituzionali. Il sondaggio, condotto poche ore prima della bocciatura delle ''quote rosa'' dalla riforma elettorale approvata a Montecitorio, ha evidenziato che l'89% delle intervistate ritiene ingiusta la scarsa rappresentanza femminile in Parlamento. Poche tra le donne intervistate dichiarano scarso interesse per la politica (solo il 17%) e la stragrande maggioranza (il 70%) si spiega questa discriminazione solo per le barriere che si frappongono al loro ingresso nei meccanismi della rappresentanza. Infine nel febbraio 2006 le quote rosa sono state approvate dal Senato. Dopo un giorno e mezzo di polemiche, accuse e contraccuse, la legge che dovrebbe portare pi donne in politica passata con 229 s, 4 no e 19 astensioni. Si tratta tuttavia di una mezza vittoria, dal momento che lapprovazione avvenuta a fine legislatura, il che ha reso concretamente impossibile la conversione in legge del provvedimento, in tempo per essere applicato alle elezioni politiche dellaprile 2006. Quote rosa? Il Ruanda il primo Paese al mondo per la presenza femminile in politica Il Ruanda al primo posto per le quote rosa con il 48,8% di donne elette. quanto risulta dal monitoraggio che l'Universit di Stoccolma e l'International Idea (Istituto Internazionale per la democrazia e l'assistenza elettorale) hanno effettuato sulle quote rosa e sulla partecipazione delle donne in politica nei rispettivi Paesi. Nonostante i gravissimi problemi del Ruanda - che porta ancora le piaghe del genocidio del 1994 che ha provocato la morte di oltre 800.000 persone - il 50% delle donne ha un titolo di studio che fino a 10 anni fa riguardava soltanto il 10% di esse. Altri Paesi poveri tra cui il Mozambico e il Burundi sono tra i primi 15 ad avere un alto numero di donne in politica. E l'Italia? al 48 posto dimostrando, come riportato da Clotilde Veltri su "La Repubblica. it", una vera arretratezza culturale per una democrazia occidentale compiuta quale dovrebbe essere la nostra.
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  • 1945 Il decreto legge luogotenenziale n. 23 del 1 febbraio 1945 riconosce alle donne il diritto di voto. Alcune donne sono nominate nella Consulta nazionale. Le donne votano in un primo turno di amministrative. Fra il primo e il secondo turno delle amministrative (1946) saranno elette le prime donne sindaco e consigliere comunale. 1946 Il 2 giugno si vota per la Repubblica e l'Assemblea Costituente. Le donne votano per la prima volta alle politiche. All'Assemblea sono elette 21 donne. 1948 Il 1 gennaio entra in vigore la Costituzione repubblicana italiana, che sancisce l'uguaglianza dei diritti fra i sessi. Il 18 aprile eletto il primo Parlamento repubblicano: sono elette 45 donne alla Camera e 4 al Senato. Appena aperta la legislatura vengono presentati due progetti di legge per la tutela fisica e economica delle lavoratrici madri: il primo, di iniziativa parlamentare, da Teresa Noce, il secondo da Fanfani ministro del Lavoro. 1949 Lina Merlin presenta il progetto di legge per l'abrogazione della regolamentazione della prostituzione. Gli anni 40 Le principali tappe delle conquiste delle donne dal 1945 al 2000
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  • 1950 Viene approvata, dopo un lungo dibattito in Parlamento e nel Paese, la legge 860 sulla tutela fisica ed economica della lavoratrice madre, relatrice Maria Federici. E' approvata anche la legge n.986 che proibisce il licenziamento delle lavoratrici madri, gestanti e puerpere. 1951 Angela Cingolani Guidi la prima donna sottosegretario all'Industria e commercio nel Governo De Gasperi. 1953 Nelle elezioni della seconda legislatura le donne diminuiscono: 33 alla Camera e solo 1 al Senato. 1954 Maria Jervolino De Unterrichter sottosegretario alla Pubblica Istruzione. Rinasce il Consiglio nazionale delle donne italiane. 1960 Accordo salariale sulla parit di salario nell'industria. 1963 Nella quarta legislatura sono elette 29 donne alla camera e 6 al Senato. Marisa Cinciari Rodano eletta vicepresidente della Camera. Maria Badaloni sottosegretario alla Pubblica istruzione. Maria Vittoria Mezza sottosegretario alla Industria e Commercio. Vengono approvate la legge n. 66 che ammette le donne a tutti i pubblici uffici e a tutte le professioni, la legge che vieta il licenziamento per matrimonio n. 7 e la legge di modifica a quella sulla tutela delle lavoratrici madri. 1964 Si svolge a Roma il settimo Congresso dell' UDI preparato da tesi che affrontano in termini nuovi l'autonomia della questione femminile. Gli anni 50
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  • 1963 Nella quarta legislatura sono elette 29 donne alla camera e 6 al Senato. Marisa Cinciari Rodano eletta vicepresidente della Camera. Maria Badaloni sottosegretario alla Pubblica istruzione. Maria Vittoria Mezza sottosegretario alla Industria e Commercio. Vengono approvate la legge n. 66 che ammette le donne a tutti i pubblici uffici e a tutte le professioni, la legge che vieta il licenziamento per matrimonio n. 7 e la legge di modifica a quella sulla tutela delle lavoratrici madri. Valentina Tereskova la prima donna astronauta. Betty Friedan pubblica The feminine mistique. Le donne ottengono il voto in Iran, Kenia, Libia, Malesia. Nella Enciclica Pacem in Terris Giovanni XXIII indica nella promozione femminile un segno dei tempi. 1964 Si svolge a Roma il settimo Congresso dell' UDI preparato da tesi che affrontano in termini nuovi l'autonomia della questione femminile. 1965 Nasce a Milano il primo collettivo femminista DEMAU (demistificazione autoritarismo). 1968 Elette solo 18 donne alla Camera, 11 al Senato. Emanuela Savio sottosegretario all'Industria e commercio, Elena Caporaso alla Pubblica istruzione, Maria Pia Dal Canton alla Sanit. La Corte costituzionale dichiara incostituzionale la disuguaglianza dei sessi nella punizione dell'adulterio. Nel quadro della contestazione nascono i primi gruppi femministi.
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  • 1970 Dopo le proposte di legge sullo scioglimento del matrimonio dei socialisti: Sansone (1954) e Giuliana Nenni (1958) approvata la legge (Fortuna socialista-,Baslini liberale-) n. 898 meglio nota come legge sul divorzio. Primo Congresso del Movimento di Liberazione della Donna. 1971 Legge 1044 per l'assistenza all'infanzia che prevede l'istituzione di asili nido pubblici. E' approvata anche la legge 1204 di riforma della legge sulle lavoratrici madri. 1972 Entrano nella V legislatura 25 deputate e 6 senatrici. Nel corso della legislatura subentreranno altre 3 deputate. Come effetto della introduzione della scuola media Unica (1963) si registrano ormai significativi aumenti nella scolarit femminile superiore dove le donne passano dal 37,4% del 1948-49 al 42,4% del 1972-73 e in quella universitaria (dal 25% al 37,5%). In numeri assoluti le iscritte all'Universit sono 285.000 (contro le 69.000 del 1962) con una crescita del 244% contro una crescita maschile del 147%. 1973 Viene approvata la nuova legge 877 sulla tutela del lavoro a domicilio. Un Congresso dell'UDI stabilisce la posizione dell'organizzazione nei confronti del nuovo femminismo. 1974 Nel referendum abrogativo del divorzio il 58% vota per il mantenimento della legge.
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  • 1975 E' approvata la legge n. 151 di riforma del diritto di famiglia che sanziona la parit dei coniugi. E' approvata la legge n. 405 che istituisce i consultori familiari. 1976 Cinquantatre donne sono elette alla Camera e undici al Senato: c' un aumento. Tina Anselmi nominata Ministro del Lavoro. Si svolge una grande manifestazione di donne a Roma a favore dell'aborto. Nel Congresso di Lotta continua, a Rimini le donne si scontrano duramente con una politica che considerano ancora maschile, tentata dalla lotta 1977 E' approvata le legge n. 903 sulla parit di trattamento fra uomini e donne in materia di lavoro. 1978 E' approvata la legge n. 898 sulla tutela sociale della maternit e sull'interruzione volontaria di gravidanza. 1979 Nelle elezioni politiche sono elette 55 donne alla Camera, 13 al Senato. E' eletta Presidente della Camera dei Deputati Nilde Iotti. Nel primo Parlamento europeo eletto direttamente ci sono 61 donne, di cui dieci italiane. 1981 E' approvata la legge n.442, che abroga la rilevanza penale della causa d'onore come attenuante nei delitti. Gli opposti referendum abrogativi sulla interruzione volontaria di gravidanza, uno radicale, gli altri proposti dal Movimento per la vita vengono respinti nella consultazione popolare. Il parlamento europeo approva una ampia risoluzione sui diritti delle donne. 1983 Alla Camera sono elette 49 donne, al Senato 15. E' istituito il Comitato nazionale per l' attuazione dei principi di parit di trattamento e di uguaglianza di opportunit fra lavoratori e lavoratrici presso il Ministero del Lavoro.
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  • 1984 Con il primo Governo Craxi ' istituita la Commissione nazionale per la realizzazione della parit e delle pari opportunit fra uomo e donna presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri, presieduta da Elena Marinucci. La Corte costituzionale approva l'estensione al padre del congedo di maternit. Nelle elezioni per il Parlamento europeo sono elette 84 donne. 1986 La scienziata italiana Rita Levi Montalcini ottiene il Nobel. 1987 Il gruppo parlamentare dei Verdi ha una presenza pari di uomini e donne e si d un direttivo femminile. E' approvata la legge n. 74 che introduce nuove norme nella disciplina dei casi di scioglimento del matrimonio. 1988 La legge sull'ordinamento della Presidenza del Consiglio conferma la Commissione nazionale parit, come struttura di supporto della Presidenza sulle questioni femminili. 1989 Nelle elezioni al Parlamento europeo sono elette 11 donne; la media italiana ancora largamente inferiore a quella europea (19,3%) e a quella massima della Danimarca (37,5%). Tina Anselmi la nuova presidente della Commissione nazionale parit. 1990 Con 7.238.000 donne occupate e 1.577.000 donne in cerca di occupazione la forza lavoro femminile del 37%. Crescono contemporaneamente occupazione e disoccupazione femminile. 1992 Sono elette alla Camera 51 donne, al Senato 30; la diminuzione alla Camera e l'aumento al Senato sono probabilmente dovute agli effetti della preferenza unica. A circa 30 anni dalla legge di accesso a tutte le carriere le donne sono 1.916 (su 7,869 uomini) di cui 129 magistrati di Cassazione; in diplomazia ci sono 53 donne contro 863 uomini: per ragioni di anzianit di carriera nessuna donna ancora arrivata oltre la carica di ministro plenipotenziario di 2a classe. E' approvata la legge 215 sulle Azioni positive in favore della imprenditoria femminile.
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  • 1994 La nuova legge elettorale per la Camera basata su collegi uninominali maggioritari e una quota proporzionale statuisce l'alternanza fra uomini e donne nelle liste proporzionali. Sono elette alla Camera 91 donne, al Senato 29. Irene Pivetti eletta Presidente della Camera dei Deputati. Rosa Russo Jervolino gi Presidente del PPI assume, dopo le dimissioni del segretario, tali funzioni. Emma Bonino la prima donna italiana alla Commissione europea. Letizia Moratti presidente della RAI. Tina Lagostna Bassi presidente della Commissione nazionale parit. Nelle elezioni per il Parlamento europeo sono elette 11 donne. Al terzo Sinodo della Chiesa cattolica sulla vita consacrata, fra i delegati non Vescovi o non Cardinali, le religiose donne sono pi numerose dei religiosi maschi. 1995 L'Italia ha un Ministro degli Esteri donna, Susanna Agnelli. Fernanda Contri l prima donna nominata alla Corte costituzionale. Livia Turco presidente della Commissione nazionale parit. Emma Marcegaglia eletta presidente dei Giovani industriali. 1996 E' approvata la legge contro la violenza sessuale. Nelle nuove elezioni, che vedono abrogata la norma dellalternanza tra uomini e donne, alla Camera sono elette 69 donne, al Senato 22. Il nuovo Governo Prodi, in cui sono tre le donne ministro e sette le sottosegretarie, nomina un Ministro per le Pari opportunit, Anna Finocchiaro. Silvia Costa presidente della Commissione nazionale parit. 1998 Nel Governo D' Alema ci sono sei donne ministro; per la prima volta una donna Ministro dell'Interno. Una donna, Paola Bignardi, diventa presidente nazionale dell' Azione cattolica. 1999 Nelle elezioni per il Parlamento europeo sono elette 10 donne. Grazia Francescato eletta portavoce dei Verdi. 2000 E' approvata la nuova legge sui congedi parentali e i tempi delle citt.
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  • grafici Senato Ministri Camera
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  • senatrici ALLEGRINI Laura ALBERTI CASELLATI Maria Elisabetta ALFONZI Daniela AMATI Silvana BAIO Emanuela BASSOLI Fiorenza BIANCONI Laura BINETTI Paola BOCCIA Maria Luisa BONFRISCO Anna Cinzia BRISCA MENAPACE Lidia BURANI PROCACCINI Maria CAPELLI Giovanna CARLONI Anna Maria COLLI Ombretta DE PETRIS Loredana DONATI Anna EMPRIN GILARDINI Erminia FINOCCHIARO Anna FRANCO Vittoria GAGGIO GIULIANI Adelaide GAGLIARDI Rina LEVI-MONTALCINI Rita MAGISTRELLI Marina MAGNOLFI Beatrice MONACELLI Sandra MONGIELLO Colomba NARDINI Maria Celeste NEGRI Magda PALERMI Manuela PALERMO Anna Maria PELLEGATTA Maria Agostina PIGNEDOLI Leana PISA Silvana RAME Franca REBUZZI Antonella ROSSA Sabina RUBINATO Simonetta SERAFINI Anna Maria SOLIANI Albertina THALER AUSSERHOFER Helga TURCO Livia VALPIANA Tiziana VANO Olimpia VILLECCO CALIPARI Rosa Maria
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  • Rita levi montalcini RITA LEVI MONTALCINI Dopo aver studiato medicina all'universit di Torino, inizi gli studi sul sistema nervoso, studi che avrebbe proseguito per tutta la sua vita. Laureatasi nel 1936, nel 1938, in quanto ebrea sefardita, fu costretta dalle leggi razziali del regime fascista, ad emigrare in Belgio. Per circa trent'anni prosegu le ricerche sulla molecola proteica NGF ( Nerve Growth Factor) e sul suo meccanismo d'azione, per le quali nel 1986 stata insignita del Premio Nobel per la medicina insieme allo statunitense Stanley Cohen. Dopo la vittoria dell'Unione di Romano Prodi alle elezioni politiche del 2006, la Levi-Montalcini, in qualit di senatrice a vita, ha accordato la fiducia al governo Prodi.
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  • camera AMICI Sesa APREA Valentina ARMOSINO Maria Teresa BAFILE Mariza Antonietta G. BANDOLI Fulvia BELLANOVA Teresa BELLILLO Katia BENZONI Rosalba BERTOLINI Isabella BIANCHI Dorina BIMBI Franca BINDI Rosy BIANCOFIORE Michaela BOCCIARDO Mariella BONIVER Margherita BONGIORNO Giulia BONINO Emma BUFFO Gloria CAPITANIO SANTOLINI Luisa CARFAGNA Maria Rosaria CARLUCCI Gabriella CASTELLANI Carla CASTIELLO Giuseppina CECCACCI Fiorella CESINI Rosalba CIOFFI Sandra CHIAROMONTE Franca CODURELLI Lucia CORDONI Elena Emma COSENZA Giulia CRAXI Stefania Gabriella Anastasia DATO Cinzia DE BIASI Emilia Grazia DE SIMONE Titti DE TORRE Maria Letizia DE ZULUETA OWTRAM Cayetana DEIANA Elettra DI CENTA Manuela DI SALVO Titti DI SERIO D'ANTONA Olga DIOGUARDI Daniela DURANTI Donatella FASCIANI Giuseppina FILIPPONIO TATARELLA Angela FINCATO Laura FONTANA Cinzia Maria FORMISANO Anna Teresa FRANCESCATO Grazia FRASSINETTI Paola FRIAS Mercedes Lourdes FRONER Laura GARDINI Elisabetta GARNERO SANTANCHE' GELMINI Mariastella GERMONTANI Maria Ida GHIZZONI Manuela
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  • camera2 GOISIS PaolaINCOSTANTE Maria Fortuna INTRIERI Marilina LAGANA' FORTUGNO Maria Grazia LANZILLOTTA Linda LEDDI MAIOLA Maria LENZI Donata LICASTRO SCARDINO Simonetta LOMBARDI Angela LUSSANA Carolina MARIANI Raffaella MASCIA Graziella MAZZONI Erminia MELANDRI Giovanna MELONI Giorgia MERLONI Maria Paola MILANATO Lorena MISTRELLO Giustina MONDELLO Gabriella MORONI Chiara MOTTA Carmen MUNGO Donatella MURA Silvana NAPOLI Angela NICCHI Marisa OTTONE Rosella PAOLETTI TANGHERONI Patrizia PELINO Paola PERINA Flavia PERUGIA Maria Cristina PINOTTI Roberta POLLASTRINI Barbara PORETTI Donatella PRESTIGIACOMO Stefania PROVERA Marilde RAMPI Elisabetta RAVETTO Laura ROSSI GASPARRINI SAMPERI Marilena SANTELLI Jole SASSO Alba SCHIRRU Amalia SENTINELLI Patrizia SERENI Marina SERVODIO Giuseppina SILIQUINI Maria Grazia SINISCALCHI Sabina SUPPA Rosa TRUPIA Lalla VELO Silvia ZANELLA Luana ZANOTTI Katia
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  • Affari Regionali e Autonomie Locali Ministro: LINDA LANZILLOTTA Nata a Cassano allo Ionio (Cosenza) il 7 settembre 1948 Laurea in lettere; docente universitaria Eletta nella circoscrizione IV (Lombardia 2) Lista di elezione: ULIVO Ministro lanzillotta
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  • Diritti e pari opportunit Ministro:BARBARA POLLASTRINI Nata a Darfo Boario Terme (Brescia) il 30 settembre 1947 Laurea in lingue e letterature straniere; coordinatrice democratiche di sinistra Eletta nella circoscrizione III (Lombardia 1) Lista di elezione: ULIVO Ministro pollastrini
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  • Commercio Internazionale e per le Politiche Europee Ministro: EMMA BONINO Nata a Bra (Cuneo) il 9 marzo 1948. Laureata in Lingue e Letteratura Moderna nel 1972 presso lUniversit Bocconi di Milano. Ministro bonino
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  • Politiche per la famiglia Ministro: ROSY BINDI Nata a Sinalunga nel cuore della Valdichiana, tra Siena ed Arezzo il 12 febbraio 1951. Laureata in Scienze politiche presso la Luiss, ha svolto attivit accademica e di ricerca prima allUniversit la Sapienza di Roma, come assistente di Vittorio Bachelet (era al suo fianco quando venne ucciso) e poi come ricercatore di diritto amministrativo presso lUniversit di Siena. Ministro bimdi
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  • Politiche Giovanili e Attivit sportive Ministro: GIOVANNA MELANDRI Nata a New York il 28 gennaio 1962, ha una figlia e vive a Roma. Si laureata cum laude in Economia e Commercio allUniversit di Roma, con una tesi sulla riforma fiscale del 1981 dellamministrazione Reagan. Nel Luglio del 2003 stata insignita dal Presidente della Repubblica Francese Jacques Chirac del titolo di Officier de la Legion dHonneur. Ministro melandri
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  • Salute Ministro: LIVIA TURCO Nata il 13 febbraio 1955 a Cuneo Residente a Roma Professione: Insegnante Elezione: 9 aprile 2006 Regione di elezione: Piemonte Gruppo Ulivo Ministro turco
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  • Continenti
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  • N amer STATOFORMA DI GOVERNO SUFFRAGIO FEMMINILE ALTRI DATI CanadaMonarchia Costituzionale Si, nel 1917 (voto), 1920 (eleggibilit) USARepubblica Federale Democratica Si, nel 1920 Vi sono 12 Governatori donna su 51. Nancy Pelosi Presidente della Camera. Condoleeza Rice Sottosegretari degli Stati Uniti. MessicoRepubblica Federale Si, nel 1947 (voto), 1953 (eleggibilit)
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  • C amer 1 STATOFORMA DI GOVERNO SUFFRAGIO FEMMINILE ALTRI DATI BahamasMonarchia Costituzionale (UK) Si, nel 1961 (voto), 1964 (eleggibilit) BelizeDemocrazia Parlamentare Si, nel 1954 CostaricaRepubblica Parlamentare Si, nel 1949 El SalvadorRepubblicaSi, nel 1939 (voto), 1951 (eleggibilit) GiamaicaMonarchia Costituzionale (UK) Si, nel 1944Il Primo Ministro Portia Simpson-Miller GuatemalaRepubblica Presidenziale Si, nel 1946
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  • C amer 2 STATOFORMA DI GOVERNO SUFFRAGIO FEMMINILE ALTRI DATI HaitiRepubblicaSi nel 1950 HondurasRepubblica Presidenziale Si, nel 1955 NicaraguaRepubblica Presidenziale Si, nel 1955 PanamaRepubblica Presidenziale Si, nel 1941 PanamaRepubblica Presidenziale Si, nel 1942
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  • S amer 1 STATOFORMA DI GOVERNO SUFFRAGIO FEMMINILE ALTRI DATI ArgentinaRepubblica FederaleSi nel 1947 BoliviaRepubblica Presidenziale Si, nel 1938 CileRepubblicaSi, nel 1931 (voto) 1949 (eleggibilit) Lattuale Presidente Michelle Bachelet ColombiaRepubblica Presidenziale Si, nel 1954 PanamaRepubblicaSi, nel 1953 ParaguayRepubblica Presidenziale Si, nel 1951
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  • S amer 2 STATOFORMA DI GOVERNO SUFFRAGIO FEMMINILE ALTRI DATI PerRepubblica Presidenziale Si, nel 1955 SurinameRepubblicaSi, nel 1948 UruguayRepubblicaSi, nel 1942 VenezuelaRepubblica Federale Presidenziale Si, nel 1946Lattuale Presidente dellAssemblea Nazionale Cilia Flores.
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  • europa
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  • O eur 1 STATOFORMA DI GOVERNO SUFFRAGIO FEMMINILE ALTRI DATI AndorraDemocrazia Parlamentare Si nel 1970 (voto) 1973 (eleggibilit) FranciaRepubblica Semipresidenziale Si, nel 1944La percentuale di donne in parlamento del 44% IrlandaRepubblica Parlamentare Si, nel 1920Lattuale Presidente Mary Patricia McAleese, in carica dal 1997 IslandaRepubblica Presidenziale Si, nel 1920Ha un partito femminista MonacoMonarchia Costituzionale Si, nel 1962 PortogalloRepubblicaSi, nel 1976La percentuale di donne in parlamento del 19% S amer 1
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  • O eur 2 STATOFORMA DI GOVERNO SUFFRAGIO FEMMINILE ALTRI DATI Regno Unito Monarchia Costituzionale Si nel 1928Il Regno Unito ha avuto sette regine nella sua storia compresa lattuale regnante Elisabetta II Tudor San MarinoRepubblica Parlamentare Si, nel 1959 (voto) 1973 (eleggibilit) Sette donne hanno ricoperto la carica di capitano reggente SpagnaMonarchia Costituzionale Si, nel 1931La percentuale delle donne nel parlamento del 34,3% VaticanoMonarchiaNo.Le uniche elezioni sono il Conclave per lelezione del Papa a cui partecipano esclusivamente cardinali S amer 1
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  • N eur S amer 1 STATOFORMA DI GOVERNOSUFFRAGIO FEMMINILEALTRI DATI BielorussiaRepubblica PresidenzialeSi nel 1919 EstoniaRepubblicaSi, nel 1918La percentuale delle donne nel parlamento del 18,8% FinlandiaRepubblicaSi, nel 1906Tarja Kaarina Halonen la prima donna Presidente. Ricopre questa carica dal 2000. La percentuale delle donne nel parlamento il 38% LettoniaRepubblicaSi, nel 1918Vaira Vike-Freiberga la prima donna Presidente. Ricopre questa carica dal 1999. La percentuale delle donne nel parlamento il 18% LituaniaRepubblicaSi, nel 1918La percentuale delle donne nel parlamento del 9,9% NorvegiaMonarchia CostituzionaleSi, nel 1913La percentuale delle donne nel parlamento del 38% RussiaRepubblica Semipresidenziale Federale Si, nel 1918 SveziaMonarchia CostituzionaleSi, nel 1921La percentuale delle donne nel parlamento del 45%
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  • Balc 1 STATOFORMA DI GOVERNO SUFFRAGIO FEMMINILE ALTRI DATI AlbaniaRepubblica Parlamentare Si nel 1920 Bosnia e Erzegovina Repubblica FederaleSi, nel 1949 CiproRepubblica Presidenziale Si, nel 1960La percentuale delle donne nel parlamento del 10,7% CroaziaRepubblica Democratica Si, nel 1945 GreciaRepubblica Parlamentare Si, nel 1952La percentuale delle donne nel parlamento del 11,3% MacedoniaRepubblica Parlamentare Si, nel 1946 S amer 1
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  • Balc 2 STATOFORMA DI GOVERNO SUFFRAGIO FEMMINILE ALTRI DATI MaltaRepubblica Parlamentare Si nel 1947La percentuale delle donne nel parlamento del 7,7% MontenegroRepubblicaSi, nel 1946 SerbiaRepubblicaSi, nel 1946 SloveniaRepubblica Parlamentare Si, nel 1945La percentuale delle donne nel parlamento del 12,2% S amer 1
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  • C eur1 STATOFORMA DI GOVERNO SUFFRAGIO FEMMINILE ALTRI DATI AustriaRepubblica Federale Si nel 1918 BelgioMonarchia Federale Costituzionale Si, nel 1948La percentuale delle donne nel parlamento del 35,3% DanimarcaMonarchia Costituzionale Si, nel 1915Margrethe II Regina in carica e Capo di Stato di Danimarca. La percentuale delle donne nel parlamento del 37% GermaniaRepubblica Federale Si, nel 1918Angela Merkel la prima donna Cancelliere. La percentuale delle donne nel parlamento del 32% LeichtensteinMonarchia Costituzionale Si, nel 1984 Lussemburg o Monarchia Costituzionale Si, nel 1919 S amer 1
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  • C eur 2 STATOFORMA DI GOVERNO SUFFRAGIO FEMMINILE ALTRI DATI OlandaMonarchia Costituzionale Si nel 1919La percentuale delle donne nel parlamento del 36,7% PoloniaRepubblica Parlamentare Si, nel 1918La percentuale delle donne nel parlamento del 20,2% Repubblica Ceca RepubblicaSi, nel 1920 SlovacchiaRepubblica Parlamentare Si, nel 1920 SvizzeraRepubblica FederaleSi, nel 1971Micheline Calmy-Rey la Presidente della Confederazione S amer 1
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  • E eur STATOFORMA DI GOVERNO SUFFRAGIO FEMMINILE ALTRI DATI BulgariaRepubblica Parlamentare Si nel 1944 MoldaviaRepubblicaSi, nel 1978 RomaniaRepubblica Parlamentare Si, nel 1929 UcrainaRepubblicaSi, nel 1919Yulia Tymoshenko Primo ministro dal 2005. UngheriaRepubblicaSi, nel 1918La percentuale delle donne nel parlamento del 9,1% S amer 1
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  • Africa
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  • N afr 1 C eur1 STATOFORMA DI GOVERNO SUFFRAGIO FEMMINILE ALTRI DATI AlgeriaRepubblicaSi, nel 1962 Burkina FasoRepubblica Parlamentare Si, nel 1958 CiadRepubblicaSi, nel 1958 EgittoRepubblica Presidenziale Si, nel 1956 EritreaRepubblica Presidenziale Si, nel 1955 EtiopiaRepubblica Federale Si, nel 1955 GambiaRepubblicaSi, nel 1960 LibiaJamahiriya (dittatura militare) Si, nel 1964 S amer 1
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  • N afr 2 C eur1 STATOFORMA DI GOVERNO SUFFRAGIO FEMMINILE ALTRI DATI MaliRepubblica Presidenziale Si nel 1956 MaroccoMonarchia Costituzionale Si, nel 1963 MauritaniaRepubblica IslamicaSi, nel 1961 NigerRepubblicaSi, nel 1948 SenegalRepubblicaSi, nel 1945 SudanJumhuriyat (giunta militare) Si, nel 1964 TunisiaRepubblica Presidenziale S amer 1
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  • C afr 1 C eur1 STATOFORMA DI GOVERNO SUFFRAGIO FEMMINILE ALTRI DATI BeninRepubblicaSi nel 1956 BurundiRepubblica Presidenziale Si, nel 1961 CamerunRepubblicaSi, nel 1946 Costa DAvorio RepubblicaSi, nel 1952 GabonRepubblicaSi, nel 1956 GhanaRepubblicaSi, nel 1954 GibutiRepubblicaSi, nel 1946 (voto) 1986 (eleggibilit) GuineaRepubblicaSi, nel 1977 S amer 1
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  • C afr 2 C afr 1 STATOFORMA DI GOVERNO SUFFRAGIO FEMMINILE ALTRI DATI Guinea Bissau RepubblicaSi nel 1977 Guinea Equatoriale RepubblicaSi, nel 1963 KenyaRepubblicaSi, nel 1963 LiberiaRepubblica Presidenziale Si, nel 1946Il Presidente una donna: Ellen Johnson Sirleaf NigeriaRepubblica Federale Si, nel 1978 Repubblica del Congo RepubblicaSi, nel 1963 Repubblica Democratica del Congo RepubblicaSi, nel 1967 (voto) 1970 (eleggibilit)
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  • C afr 3 STATOFORMA DI GOVERNO SUFFRAGIO FEMMINILE ALTRI DATI Repubblica Centroafrican a RepubblicaSi nel 1986 Repubblica Unita di Tanzania RepubblicaSi, nel 1959 RuandaRepubblicaSi, nel 1961E lo stato con la maggior percentuale di donne al parlamento alla camera bassa (49%). Sao Tome e Principe RepubblicaSi, nel 1975Maria Do Carmo Silveira Primo Ministro dellarcipelago. Sierra LeoneRepubblicaSi, nel 1961 SomaliaRepubblica Federale Si, nel 1956 TogoRepubblicaSi, nel 1946 UgandaRepubblicaSi, nel 1962
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  • S afr 1 C afr 2C afr 1 STATOFORMA DI GOVERNO SUFFRAGIO FEMMINILE ALTRI DATI AngolaRepubblicaSi nel 1975 BotswanaRepubblicaSi, nel 1965 LesothoMonarchiaSi, nel 1966 MadagascarRepubblica Presidenziale Si, nel 1959 MalawiRepubblica Presidenziale Si, nel 1961 MozambicoRepubblicaSi, nel 1975Luisa Diogo Primo ministro dal 2004.
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  • S afr 2 C afr 2C afr 1 STATOFORMA DI GOVERNO SUFFRAGIO FEMMINILE ALTRI DATI NamibiaRepubblicaSi, nel 1989 Sud AfricaRepubblicaSi, nel 1984 SwazilandMonarchia AssolutaSi, nel 1968 ZambiaRepubblica Presidenziale Si, nel 1962 ZimbabweRepubblicaSi, nel 1957 (voto) 1978 (eleggibilit)
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  • Med Or 1 C afr 1 C eur1 STATOFORMA DI GOVERNO SUFFRAGIO FEMMINILE ALTRI DATI AfganistanRepubblica Presidenziale Si nel 1963La Camera del Popolo conta il 28% di donne, il 3% in pi della quota stabilita. Arabia Saudita Monarchia AssolutaNo AzerbaijanRepubblica Federale Si, nel 1920 CiproRepubblica Parlamentare Si, nel 1960 Emirati ArabiMonarchia Federale Costituzionale Limitato, verr esteso nel 2010. GiordaniaMonarchia Costituzionale Si, nel 1974 IranRepubblica IslamicaSi, nel 1963 S amer 1
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  • Med Or 2 C afr 1 C eur1 STATOFORMA DI GOVERNO SUFFRAGIO FEMMINILE ALTRI DATI IraqRepubblicaSi nel 1980 IsraeleDemocrazia Parlamentare Si, nel 1948Dal Maggio 2006 Dalia Itzik Presidente Temporaneo KazakistanRepubblicaSi, nel 1924 KuwaitMonarchiaNo KyrgikistanRepubblicaSi, nel 1918 LibanoRepubblicaParziale, dal 1952Alle donne richiesto un livello di istruzione minimo, e non sono obbligate a votare come gli uomini. OmanMonarchiaSi, nel 2003 PakistanRepubblica IslamicaSi, nel 1947 S amer 1
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  • Med Or 3 C afr 1 C eur1 STATOFORMA DI GOVERNO SUFFRAGIO FEMMINILE ALTRI DATI QatarMonarchia AssolutaTeoricamente dal 1997 SiriaRepubblicaSi, nel 1949 TajikistanRepubblicaSi, nel 1946 TurchiaRepubblica Parlamentare Si, nel 1934 Turkmenista n Repubblica Parlamentare Monopartitica (Regime) Si, nel 1927 UzbekistanRepubblica Autoritaria Si, nel 1938 YemenRepubblicaSi, nel 1970 S amer 1
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  • Asia 1 O eur 1 STATOFORMA DI GOVERNO SUFFRAGIO FEMMINILE ALTRI DATI BangladeshRepubblicaSi nel 1972Begum Khaleda Zia Primo Ministro dal 2001, per la seconda volta. BhutanMonarchia Costituzionale Si, nel 1953 CinaRepubblica PopolareSi, nel 1949Wu Yi Vice-Primo Ministro. Corea del Nord Repubblica PopolareSi, nel 1948 Corea del Sud RepubblicaSi, nel 1946Han Myeong-Sook lattuale Primo Ministro. GiapponeMonarchia Costituzionale Si, nel 1945Le donne non possono diventare Imperatrice S amer 1
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  • Asia 2 O eur 1 STATOFORMA DI GOVERNO SUFFRAGIO FEMMINILE ALTRI DATI IndiaRepubblica FederaleSi nel 1950 KazakistanRepubblicaSi, nel 1924 MongoliaDemocrazia Parlamentare Si, nel 1924 NepalMonarchia Costituzionale Si, nel 1951 RussiaRepubblica Semipresidenziale Federale Si, nel 1918 Sri LankaRepubblicaSi, nel 1931 TaiwanRepubblicaSi, nel 1996 Asia 1
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  • Sud Est 1 Asia 1O eur 1 S amer 1 STATOFORMA DI GOVERNO SUFFRAGIO FEMMINILE ALTRI DATI BirmaniaRegime MilitareSi nel 1946 BruneiMonarchia AssolutaNo, ne uomini ne donne hanno diritto di voto CambogiaMonarchia Costituzionale Si, nel 1955 FilippineRepubblica delle Filippine Si, nel 1937Lattuale presidente a Gloria Macapagal-Arroyo IndonesiaRepubblicaSi, nel 1945 LaosRepubblica Popolare Democratica Si, nel 1958 MalaisiaFederazioneSi, nel 1957 SingaporeRepubblicaSi, nel 1947 ThailandiaMonarchia Costituzionale Si, nel 1942 VietnamRepubblica SocialistaSi, nel 1946
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  • Oceania 1 Med Or 2 C afr 1 C eur1 STATOFORMA DI GOVERNO SUFFRAGIO FEMMINILE ALTRI DATI AustraliaMonarchia Costituzionale Si nel 1962 FijiRepubblicaSi, nel 1963 Isole Marshall RepubblicaSi, nel 1979 Isole Salomone Monarchia Costituzionale Si, nel 1974 KiribatiRepubblicaSi, nel 1967 NauruRepubblicaSi, nel 1968 S amer 1
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  • Oceania 2 Oceania 1Med Or 2 C afr 1 C eur1 STATOFORMA DI GOVERNO SUFFRAGIO FEMMINILE ALTRI DATI Nuova Zelanda Monarchia Costituzionale Si, nel 1893 (voto); 1919 (eleggibilit) PalauRepubblica Presidenziale Si, nel 1979 Papua Nuova Guinea Monarchia Costituzionale Si, nel 1964 TongaMonarchiaSi, nel 1975 TuvaluMonarchia Costituzionale Si, nel 1967 VanuatuRepubblicaSi, nel 1975 S amer 1
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  • Donne nel mondo Rigoberta Mench Condoleezza Rice Angela Merkel Ellen Johnson Sirleaf Mary Patricia McAleese Michelle Bachelet Raisa Gorbava Helen Clark Sonia Gandhi Margrethe II Elisabetta II Nancy Patricia D'Alesandro Pelosi Tarja Halonen Portia Simpson Miller Rania Luisa Diogo Khaled Zia Gloria Arroyo Vaira Vike-Freiberga Wu Yi Han Myung Sook Hillary Clinton Maria do Carmo Silveira Yulia Tymoshenko Micheline Calmy-Rey
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  • Rigoberta Mench Tum (nata a Chimel, in Guatemala, il 9 gennaio 1959) ha ricevuto nel 1992 il Premio Nobel per la Pace, datole "in riconoscimento dei suoi sforzi per la giustizia sociale e la riconciliazione etno- culturale basata sul rispetto per i diritti delle popolazioni indigene". Inizi a lavorare come bracciante agricola migrante all'et di cinque anni, in condizioni che causarono la morte dei suoi fratelli ed amici. Da adulta, si un a membri della sua famiglia in azioni contro i militari guatemaltechi che abusavano dei diritti delle popolazioni. Rigoberta Mench ambasciatrice dellUNESCO ed tornata in Guatemala per lavorare al cambiamento del paese. di pochi giorni fa la notizia della sua candidatura alla presidenza del Guatemala. Rigoberta menchu
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  • condoleeza rice Carriera politica: Entra alla Casa Bianca nel 1989, nominata Responsabile della direzione Russia e Paesi dellEst dall'allora segretario di Stato, il generale Brent Scowcroft. Nel 1990 il principale consigliere del Presidente George H. W. Bush per gli affari sovietici. Il 17 dicembre 2000 diventa consigliere per la sicurezza nazionale di George W. Bush: la prima donna a ricoprire questo incarico. stata nominata da Bush, il 16 novembre 2004, a succedere Colin Powell alla Segreteria di Stato degli Stati Uniti d'America. Quando nel 1997 George Schultz divent membro del Consiglio di Amministrazione, chiam anche la Rice a far parte del CdA della Cherles Schwab Corp.,il maggior broker al mondo per l'acquisto di titoli azionari, come numero di clienti e contenimento delle commissioni. La stessa societ promuove la privatizzazione della Social Security, l'ente previdenziale statunitense fondato da Roosevelt. Condoleezza "Condi" Rice (nata a Birmingham, Alabama, il 14 novembre 1954) il secondo segretario di Stato degli Stati Uniti nell'amministrazione George W. Bush. Il suo nome di battesimo legato a una vicenda curiosa. Il padre, musicista, le voleva dare il nome di una canzone italiana alla quale era molto affezionato, dal titolo "Con dolcezza". Ma un errore di battitura dell'impiegato dell'anagrafe fece si che il nome definitivo risultasse "Condoleezza". Istruzione e carriera accademica: Entra all'universit all'et di quindici anni, laureandosi in scienze politiche presso l'Universit di Denver nel 1974. Nel 1975, frequenta un master presso l'Universit di Notre Dame (Indiana).
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  • Angela Dorothea Merkel, nata Kasner, Amburgo, il17 luglio 1954, l'attuale cancelliere della Repubblica Federale Tedesca, la prima donna a ricoprire questa carica in Germania. Figlia di un pastore evangelico, nel 1954 la sua famiglia si trasfer nella Repubblica Democratica Tedesca (DDR). Dal 1961 frequent la Scuola superiore Politecnica (Polytechnische Oberschule), e dopo la maturit studi fisica presso l'universit di Lipsia. Nel 1986 ottenne il dottorato di ricerca. Dal 1978 al 1990 fu collaboratrice scientifica presso l'Institut fr Physikalische Chemie dell'Accademia delle scienze di Berlino. Angela merkel
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  • Elisabetta II (Elizabeth Alexandra Mary Windsor) (Londra, 21 aprile 1926) primogenita dei duchi di York (suo padre fu re Giorgio VI del Regno Unito), ed la Regina del Regno Unito. Elisabetta II anche capo del Commonwealth e