Liceo classico T. Campailla – Modica A.S. 2007/2008 Paola Agosta III B.

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Paola Agosta III B

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La Notte

INTRODUZIONE:Primo Inno alla Notte

- Novalis -

GRECO:La notte tormentata di

Medea nelle Argonautiche diApollonio Rodio

STORIA DELL’ARTE:La notte stellata

diVincent Van Gogh

GEOGRAFIA ASTRONOMICA:L’alternarsi del dì

e della notte

INGLESE:Il Romanticismo inglese

e P.B. Shelley

LATINO:La notte di Didone

nell’Eneidee nelle

Metamorfosidi Apuleio

STORIA:La notte dei

lunghi coltelli ela notte

dei cristalli nel Nazismo

ITALIANO:Il Romanticismo

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“In plaghe remote mi volgo alla sacra, ineffabile,arcana notte.Anche tu trovi piacere in noi,oscura notte? Che cosa tieni sotto il tuo manto,che con forza invisibile mi tocca l’anima? “ - NOVALIS -

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INTRODUZIONE

• La Notte vista dal punto fisico e la Notte vista come momento fondamentale della giornata a cui artisti, personaggi storici, letterati si sono ispirati…

• La Notte vista nella sua pienezza insomma…sotto tutti i punti di vista; sia fisici che semantici…

<< notte scura...notte senza la sera... notte impotente...notte guerriera... >>

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GEOGRAFIA ASTRONOMICA• E’ noto che la terra compie un movimento di rotazione che attualmente ha una durata di 23h, 56

minuti e 4 secondi,anche se sta subendo un progressivo,anche se impercettibile,rallentamento.• Il moto di rotazione della Terra ha importanti conseguenze.• Dal momento che la Terra ha forma pressocchè sferica, in ogni istante solo metà della sua

superficie riceve luce e calore dal sole, mentre le altre zone restano in ombra.• La terra, perciò, risulta in ogni istante divisa in due zone:una illuminata e una buia,separate da una

linea,detta circolo di illuminazione.• Ogni punto della superficie terrestre, a causa della rotazione, passa continuamente da una zona

all’altra e vede alternarsi ogni giorno un periodo di luce, il DI’, e un periodo di buio, la NOTTE.• Per la presenza dell’atmosfera,che provoca fenomeni di DIFFUSIONE*, il passaggio dal dì alla

notte non avviene bruscamente (come invece accade sulla Luna), ma gradualmente. Di conseguenza il circolo di illuminazione più che una linea netta è una fascia in cui la luminosità compare o si attenua progressivamente e notte e dì sono separati da un periodo di debole chiarore detto crepuscolo. Inoltre a causa della RIFRAZIONE** che i raggi solari subiscono attraversando l’atmosfera, il Sole è visibile sull’orizzonte già un po’ prima del sorgere reale e ancora un po’ dopo il vero tramonto. La durata del crepuscolo aumenta con la latitudine, perché i raggi solari sono più inclinati e devono attraversare uno spessore maggiore di atmosfera.

Il piano del circolo di illuminazione è in ogni istante perpendicolare alla direzione dei raggi solari, ma è tangente ai poli terrestri solo nei due giorni di equinozio; per i restanti giorni dell’anno la sua posizione si modifica,a causa del mutare delle posizioni Terra-Sole nel corso del movimento di Rivoluzione.

* DIFFUSIONE: E’ il fenomeno che si osserva quando le radiazioni che colpiscono la superficie di un corpo tornano indietro in ogni direzione.

** RIFRAZIONE: E’il fenomeno che si osserva quando le onde, passando da un mezzo di propagazione a un altro con caratteristiche diverse, subiscono un cambiamento nella direzione di propagazione.

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GRECO• Nelle Argonautiche di Apollonio Rodio la NOTTE ha un ruolo quasi fondamentale per lo svolgersi

delle vicende legate a Giasone e Medea.• Passo importante di tale opera è “la veglia di Medea” che innamoratasi a prima vista di Giasone

trascorre una veglia insonne:infatti è in ansia per la sorte dell’eroe alla ricerca del vello d’oro, e che esposto a rischi insuperabili lei vorrebbe salvare con le sue magie; ma è anche timorosa delle reazioni dei genitori e delle maldicenze delle donne di Colchide.

• Il cuore della giovane ondeggia fra il desiderio di una morte liberatrice e l’attaccamento alla vita, che, alla fine della dinamica psichica seguita con efficacia dal poeta, vince, con la lusinga dei suoi piaceri, ogni altra incertezza.Il ritorno alla luce del sole, a lungo attesa, scaccia finalmente gli incubi della sofferta veglia di Medea.

• E’ evidente qui il contrasto fra la quiete notturna e l’angoscioso tormento di Medea, combattuta fra senso dell’onore e della fedeltà al padre e un amore sempre più delirante e passionale per Giasone.Il brano è condotto sul registro del più profondo pathos e della più intensa liricità.

• Il motivo del paragone tra la notte ristoratrice per tutti e il solitario dramma psicologico della donna fu anche emulato da Virgilio nel quarto libro dell’Eneide a proposito di Didone, innamorata di Enea.

• << La notte portava il buio sopra la terra; nel mare i naviganti guardavano all’ Orsa e alle stelle di Orione, desideravano il sonno il viandante e il guardiano. Ma il sonno soave non prese medea: molte ansie la tenevano sveglia nel desiderio di Giasone>>.

(Dalle Argonautiche di Apollonio Rodio)

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LATINOLA NOTTE NELL’ENEIDE

Come abbiamo visto per Medea nelle Argonautiche di Apollonio Rodio anche per Didone la notte è fondamentale per lo svolgersi delle vicende che la legano ad Enea e la tormentano.

Infatti nel IV libro dell’Eneide il soliloquio di Didone che prelude al dramma del suicidio è magistralmente introdotto dalla descrizione della notte, foriera per tutti di serenità e riposo, tranne che per l’infelice regina.Il tema della veglia tormentata del singolo nel riposo universale è presente in parecchi autori del mondo antico quali Omero e Alcmane. C’è ancora da precisare che la Didone virgiliana deve molto alla Medea di Apollonio Rodio per svariati aspetti.

LA NOTTE NELLE METAMORFOSI DI APULEIOAncora è fondamentale il ruolo che svolge la notte,l’atmosfera che sucita,all’apertura dell’undicesimo

libro delle Metamorfosi di Apuleio.Libro,l’undicesimo,interamente dedicato alla dea Iside, rappresentata sotto forma di luna.Lo scenario in cui viene presentata la dea Iside,è quello, straordinario, di una notte silenziosa, opaca,

durante le prime ore che vede apparire dai flutti del mare,con meraviglioso splendore, una sfera piena della luna, scintillante, rappresentante appunto la dea,cui tutti sottostanno.

<<Erano le prime ore della notte quando, svegliatomi per un improvviso incubo, vidi la sfera piena della luce scintillante emergere dal mare>>.

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ITALIANO• Con il termine “ROMANTICISMO” viene definito quel movimento letterario che nasce in Europa

già alla fine del ‘700, e che si sviluppa nel corso del’800, che pone al centro di tutto il SENTIMENTO contrapponendosi così all’Illuminismo,periodo precedente, che poneva invece al centro di tutto la RAGIONE. Tale movimento si sviluppò dapprima in Germania,poi in Italia ed in Inghilterra e infine in Francia. I tratti comuni dei diversi movimenti romantici sono comunque molteplici: l’ideale della libertà creativa e della spontaneità; la concezione di una letteratura e di una poesia come espressione del sentimento,un’ esaltazione della fantasia. Ma soprattutto l’esaltazione e il trionfo delle tematiche negative quale il dolore, il mistero,l’oscuro, il rifiuto della realtà, il vagheggiamento della morte,ecc…

• Non per niente, il romanzo che “inaugura” il nuovo clima letterario ha un titolo emblematico e suggestivo a tal proposito; “I dolori del giovane Werther”.

• E’ quasi impossibile trovare in questo periodo un autore che abbia una visione del mondo totalmente serena, ottimistica.

• Oltre a sconvolgere gli assetti politici e tradizionali, con i valori che li consacravano, la nuova realtà aggredisce anche la natura.La Natura era considerata da tutta una tradizione come sacra, come fonte dei valori più autentici. Così, nella coscienza collettiva, al senso di colpa per aver abbattuto gli istituti politici e sociali tradizionali, si associa il senso di colpa oscuro, spesso non ben consapevole ma inquietante, di aver violato la sacralità della natura.

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Come dicevo pocanzi sono molteplici i concetti-base del Romanticismo:• Negazione della ragione: gli autori romantici rifiutano l'idea illuministica della ragione, in quanto

questa non si è rivelata in grado di spiegare la totalità delle cose che sono. Per questo nell'era romantica c'è un grande progresso nell'esplorazione dell'irrazionale: la follia, il sogno, le visioni assumono un ruolo di primaria importanza.

• Esotismo: è una fuga dalla realtà, che può essere temporale o spaziale, e che può andare verso un luogo esotico o comunque lontano da quello di appartenenza, oppure in un'epoca diversa da quella reale, come il medioevo o l'età classica. Il tema della fuga sarà fortemente sentito e ripreso da molti autori novecenteschi, tra i quali spicca James Joyce (con Gente di Dublino).

• Soggettivismo e individualismo: con la mancanza della ragione illuministica, tutto ciò che circonda l'uomo, la natura, non ha più una sola e razionale chiave di lettura, ed è così che si arriva al concetto per cui ogni uomo riflette i propri problemi, o comunque il proprio io, nella natura, che ne diventa così il prodotto soggettivo.

• Concetto di popolo e nazione: una fonte di ispirazione dei poeti romantici è l'opera di Omero, che si prefigura come risultato della tradizione orale e folcloristica di un intero popolo: in questo periodo infatti, l'individualismo diventa, su grandi dimensioni (quindi a livello statale) una forma di nazionalismo, che sfocia per esempio nella ricerca di origini antiche delle moderne nazioni (da qui anche l'interesse per il medioevo, che viene rivalutato).

• Ritorno alla religiosità: mancando il supporto della ragione illuminista, l'uomo romantico cerca stabili supporti nella fede e nella conseguente tensione verso l'infinito. Si determina così un ritorno all'utilizzo di pratiche magiche e occulte, spesso accidentale motivo di importanti scoperte scientifiche.

• Studio della storia: mentre nel Settecento illuminista l'uomo veniva considerato quale essere razionale e quindi di pari dignità nel corso della storia, in età romantica si recupera una visione dell'uomo in fieri, cioè in costante cambiamento. Si sviluppano così nuove discipline come la numismatica, l'epigrafia, l'archeologia, la glottologia. Due importanti teorizzatori della lettura più scientifica e oggettiva della storia sono Mommsen e Niebhur.Parallelamente si sviluppa una forte critica allo spregiudicato uso del lume della ragione che nel Settecento portò molti pensatori illuministi a stigmatizzare il popolo del Medioevo, oppresso dal peso di una religione oscurantista: i romantici, predicando un ritorno alla religiosità e invitando al tuffo nella fede (oggetto d'indagine peraltro già affrontato da Pascal[1] e successivamente da Kierkegaard[2]), riabilitano i tempi bui del Medioevo, apprezzando quei caratteri che l'illuminismo criticava (lo stesso Hegel finirà per rivalutare le religione positive, condannate in età giovanile[3]).

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• Il romanticismo, specie in letteratura e filosofia (ma anche nella pittura), si rifà in linea di massima alla necessità di attingere all'infinito: A causa di ciò sono spesso ricorrenti alcuni essenziali punti cardine come:

• Assoluto e titanismo: caratteristica inequivocabile del romanticismo è la teorizzazione dell'assoluto, l'infinito immanente alla realtà (spesso coincidente con la natura) che provoca nell'uomo una perenne e struggente tensione verso l'immenso, l'illimitato. Questa sensibilità nei confronti dell'assoluto si identifica nel titanismo: viene paragonata dunque allo sforzo dei Titani che perseverano nel tentativo di liberarsi dalla prigione imposta loro da Zeus, pur consapevoli di essere stati condannati a restarci per sempre.

• Sublime: secondo i romantici, l'infinito genera nell'uomo un senso di terrore e impotenza, definito sublime, che non sono tuttavia recepiti in modo violento, tali da deprimere il soggetto, ma al contrario l'incapacità e la paralisi nei confronti dell'assoluto si traduce nell'uomo in un piacere indistinto, dove ciò è orrido, spaventevole e incontrollabile diventa bello.

• Sehnsucht: dal tedesco traducibile come nostalgia, desiderio del desiderio o male del desiderio. È la diretta conseguenza di quanto sperimenta l'uomo nei confronti dell'assoluto, un senso di continua inquietudine e struggente tensione, un sentimento che affligge il soggetto e lo spinge ad oltrepassare i limiti della realtà terrena, opprimente e soffocante, per rifugiarsi nell'interiorità o in una dimensione che supera lo spazio-tempo.

• Ironia: la consapevolezza della finitudine delle cose che circondano l'uomo e che egli stesso crea si traduce nell'ironia, per cui l'uomo prende coscienza della sua stessa limitatezza. L'ironia, che Socrate medesimo usava per autosminuirsi quando si confrontava con i suoi interlocutori (ironia socratica), si identifica quindi in un atteggiamento dissimulatore.

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INGLESENel Romanticismo inglese come in tutto il resto d’Europa vi è l’esaltazione del sentimento a discapito

della ragione.E’ un movimento culturale che si sviluppa alla fine del XVIII secoloin tutta Europa e in Gran Bretagna

una data segna l’inizio vero e proprio di questo movimento: il 1798 corrisponde alla pubblicazione della raccolta "Lirical Ballads " di William Worthwords e di S.T.Coleridge. In questa pubblicazione i due autori scrivono una prefazione, che è considerata il " manifesto " della poesia romantica. i poeti romantici basano le loro poesia sull'immaginazione. Attraverso immaginazione il poeta dimostrava quanto intelligente era. La lingua dei poeti era molto ricca di arcaismi derivanti dal greco e dal latino; la loro poesia era rivolta ad un pubblico benestante e colto. Questa poesia si evolve diventando espressione dei propri sentimenti. Wordsworth ha affermato che l’immaginazione modifica la poesia a seconda del poeta, infatti egli rappresenta la realtà attraverso la sua visione.

Uno dei più importanti esponenti di questo periodo è Percy Bysshe Shelley.Tra le opere più importanti di Shelley ricordiamo “ode to the west wind” – “ode al vento occidentale”

composta nel 1819 in Italia,vicino Firenze, dove il poeta si era trasferito in seguito a problemi avuti nella terra patria. L’opera venne pubblicata poi nel 1820.

L’opera di Shelley è stata interpretata da molti come il lamento dello stesso poeta preoccupato per ciò che succede in Inghilterra mentre lui si trova in Italia; e allo stesso tempo la poesia espone la speranza che con tali parole si possano inflluenzare tutti coloro leggono e ascoltano questa opera.

Soprattutto, Shelley vuole diffondere questo messaggio di riforma e rivoluzione ed il vento diviene il mezzo tramite il quale le parole di cambiamento del poeta- profeta vengono diffuse.

Il poema è l' allegoria del ruolo del poeta inteso come voce di cambiamento e rivoluzione.

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La poesia è divisa in cinque stanze, in ognuna delle quali viene descritto l’effetto del vento sulla natura e sull’uomo.

L’ode è scritta in terza rima, ed ha una forma sonettistica intermedia tra quella petrarchesca e quella shakesperiana.

In modo più preciso possiamo dire che nelle prime tre stanza il poeta l’effetto che ha il vento sul modno, sul cielo, sull’oceano.

Invece nelle ultime due stanze notiamo la relazione che intercorre tra il vento e colui che parla. Shelley infatti negli ultimi due canti parla e si rivolge direttamente al vento. Per meglio dire l’attenzione, più su che colui che parla, è focalizzata su colui che ascolta.

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STORIA DELL’ARTE• Dipinto nel 1889, "La notte stellata" di Vincent Van Gogh (di cui esistono, per altro, molteplici

versioni) rappresenta forse, più di ogni altra opera del grande pittore olandese, la summa della sua concezione naturalistica, non tanto in termini strettamente filosofici, ma nel senso del suo rapporto quotidiano, visivo, con il mondo esterno e, nella fattispecie, col firmamento.

• Se osserviamo le dimensioni attribuite alle figure, prevale la volta stellata, il cielo maculato di astri, di bagliori e di aureole. È evidente l'intento dell'autore di rappresentare un mondo sensibile, che affascina, stupisce, ammalia, per la sua grandiosità, per l'energia che può emanare. La nota carica espressiva di Van Gogh fa sì che il cielo copra il paesaggio sottostante, quasi ad avvolgerlo, a proteggerlo "affettuosamente" in un largo e materno abbraccio. I colori della volta celeste si riflettono sulle case, sulle montagne, sui colli, ed ecco che una miriade di tasselli blu, gialli, verdi, si giustappongono, si accostano, si mescolano, riportando alla mente le composizioni divisioniste di Seurat.

• Non mancano, tuttavia, nel dipinto aspetti enigmatici, inquietanti (come, ad esempio, la presenza in primo piano del cipresso, con la sua imponente sagoma scura, che sembra ricondurre immediatamente l'osservatore alla realtà dell'umano destino) resi ancor più "palpabili" dalla pennellata corposa, materica, impressa sulla tela con un'energia che non è solo muscolare o fisica, ma proviene dal profondo dell'animo.

• Ancor prima dei soggetti dipinti, è proprio quest'istintività, questa forza compositiva ad indicare il travagliato rapporto dell'artista con la realtà del mondo e della vita. Tutto parla d'incanto nella tela. Infatti, magico e fatato appare il piccolo villaggio che dorme, rischiarato dalla luna nel cielo. Eppure il tratto tortuoso, spezzato, talvolta cupo, rivela l'indubitabile tormento interiore dell'autore. Al contempo, la scelta di tonalità calde, presenti qua e là, come il giallo e l'arancio, contribuiscono a rasserenare l'animo e ad offrire una sensazione di bellezza e di vita. Analogamente, i flussi atmosferici (o se si vuole, le nebulose astrali) risolti in forme turbinose e spiraleggianti, sembrano possedere un impeto e una vita non propri, e autorizzerebbero perciò ad adombrare una matrice superiore, divina.

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• Dunque, Van Gogh, pittore spesso solare, di girasoli, di campi di grano, di prati, non ha potuto sottrarsi al fascino di un paesaggio illuminato dalla luna, vissuta nel suo cuore come faro prezioso o addirittura sole della notte, ma la composizione è comunque tinta da una vena malinconica, che lo accomuna ad altri artisti dell'Ottocento, fra cui il nostro Leopardi.

• Il tema del firmamento, in particolare della luna, è presente in molti poeti ed anche nel Recanatese, pur se in quest'ultimo assume volutamente le caratteristiche del quesito profondo, della riflessione filosofica, della speculazione metafisica. Pure Leopardi riflette sul rapporto uomo-natura e sull'impossibilità dell'individuo moderno di vivere un'esistenza appagante ed armoniosa con la realtà della vita. Calzante ci sembra l'esempio del Canto notturno di un pastore errante dell'Asia, nel quale ancora una volta viene espresso il suo pessimismo cosmico. E forse vale la pena di completare il raffronto tra i due artisti, notando che il paesaggio di Van Gogh è fisico, concreto, anche se poi finisce con l'indurre chi osserva a considerazioni sovrasensibili ed esistenziali, mentre la luna descritta da Leopardi è silenziosa, astratta, tutto sommato lontana, troppo lontana dagli uomini per poter fornire delle risposte ai tanti interrogativi che essi si pongono e che, molto spesso finiscono per farli smarrire, come sempre succede di fronte ad un imperscrutabile mistero.

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• La Luna di Van Gogh (che pure è artista tormentato da vicende sue personali, oltre che dalla, più o meno cosciente, partecipazione agli eventi del tardo decadentismo) ha il calore, la suggestione e l'energia per consolare, quella di Leopardi appare soltanto un enorme sasso in mezzo al cielo, che non ha ragione di esistere, perché nulla può fare per l'uomo, se non illuminargli, materialmente, il cammino.

La luna di Van Gogh è romantica, amica, calda come la passione impetuosa e travolgente per la vita, quella del Leopardi è una luna più razionale, fredda, ma non per questo meno bella e struggente. Ciò che accomuna i due artisti non è, ovviamente, la loro collocazione temporale all'interno del medesimo secolo, ma l'uguale sentire e il lirico sgomento di fronte alla varietà dell'esistente.

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STORIANOTTE DEI CRISTALLI

• Con Notte dei cristalli (Reichskristallnacht ma negli ultimi anni in Germania viene sempre più spesso usato il termine Reichspogromnacht) viene indicato il pogrom(sommosse popolari antisemite) condotto dai nazisti (SA e SS) nella notte tra il 9 e 10 novembre 1938 in tutta la Germania.

• Complessivamente vennero uccise 91 persone, rase al suolo dal fuoco 267 sinagoghe e devastati 7500 negozi. Circa 30 mila ebrei vennero deportati nei campi di concentramento di Dachau, Buchenwald e Sachsenhausen. Relativamente al campo di Dachau, nel giro di due settimane vennero internati oltre 13 mila ebrei; quasi tutti furono liberati nei mesi successivi ( anche se oltre 700 persero la vita nel campo ), ma solo dopo esser stati privati della maggior parte dei loro beni.

• La polizia ricevette l'ordine di non intervenire e i vigili del fuoco badavano soltanto che il fuoco non attaccasse anche altri edifici. Tra le poche eccezioni ci fu l'agente Wilhelm Krützfeld che impedì che il fuoco radesse al suolo la Nuova Sinagoga di Berlino, che per la sua azione venne sanzionato internamente. Nessuno tra i vandali, assassini e incendiari venne processato.

• L'origine della definizione "notte dei cristalli", più correttamente "Notte dei cristalli dell'Impero" è termine di scherno riferito alle vetrine distrutte, fatto circolare da parte nazionalsocialista e diffuso acriticamente fino ad oggi. Dello stesso atteggiamento di beffa nei confronti dei cittadini classificati "ebrei" fa parte anche l'obbligo imposto alle comunità ebraiche di rimborsare il controvalore economico dei danni arrecati. Attualmente a livello storico viene usata la definizione di "pogrom di novembre" in modo che restino in evidenza le relazioni fra quanto accaduto nel mese di novembre nel suo complesso senza limitare l'analisi agli avvenimenti della notte in questione.

CONTINUA

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• NOTTE DEI LUNGHI COLTELLI

• La Notte dei lunghi coltelli (in tedesco: Nacht der langen Messer, 29-30 giugno 1934) fu l'epurazione nazista dei vertici delle Sturmabteilung (SA) e degli oppositori politici di Hitler; si ritiene che tra le 77 (dato ufficiale) e le 400 persone (alcuni storici portano il numero ad oltre 1.000) siano state assassinate. L'epurazione fu il risultato di una battaglia politica tra i capi nazisti subordinati a Hitler: Joseph Goebbels, Hermann Göring, Heinrich Himmler e Reinhard Heydrich da una parte ed Ernst Röhm, il capo delle SA, dall'altra. Hitler incoraggiò la lotta interna tra i suoi subordinati, e il potere di Röhm e della sua organizzazione violenta spaventò i suoi rivali. Himmler fece falsificare delle prove per diffamare Röhm e le presentò a Hitler, alimentando il suo sospetto che Röhm intendesse usare le SA per lanciare un putsch contro di lui.

• Mentre Hitler era stato personalmente molto legato a Röhm era anche sotto pressione per ridurre la sua influenza. I capi militari tedeschi erano scontenti della proposta di Röhm che l'esercito venisse assorbito all'interno delle SA, e gli industriali che supportavano Hitler erano preoccupati delle tendenze socialiste di Röhm. Altri membri del Partito nazista inoltre, vedevano Röhm e alcuni altri capi delle SA con disgusto perché erano omosessuali, tendenza considerata lesiva alla corretta riproduzione (e conseguente ampliamento) della «razza padrona».

• Con tutti questi gruppi schierati contro Röhm, Hitler decise di agire.Hitler ordinò a tutti i capi delle SA di partecipare a un incontro all'Hotel Hanselbauer di Bad Wiesse, vicino a Monaco. Il 29 giugno Hitler arrivò con un nutrito gruppo di SS; era presente quando Röhm venne arrestato. Nelle ore seguenti, su ordine diretto di Hitler, unità del Landespolizeigruppe General Göring e della Leibstandarte SS Adolf Hitler, iniziarono ad arrestare altri capi delle SA e, successivamente, a giustiziarli. Apparentemente Hitler intendeva perdonare Röhm, ma decise in seguito di farlo morire. Si ritiene che a Röhm venne offerta la possibilità di suicidarsi, ma rifiutata tale possibilità, venne ucciso da Theodor Eicke, suo vecchio amico.

• Il 3 luglio, il governo del Reich approvò la Legge sulle misure di autodifesa dello stato, consistente di un singolo articolo che dichiarava semplicemente che le "misure prese" erano "una legale autodifesa dello Stato".

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• Hitler annunciò l'epurazione il 13 luglio, sostenendo che 61 persone erano state giustiziate, a 13 fu sparato mentre resistevano all'arresto, e 3 si suicidarono. Annunciando l'epurazione Hitler dichiarò: "Se qualcuno mi rimprovera e mi chiede perché non mi sono rivolto alle regolari corti di giustizia, allora tutto ciò che posso dire è questo: in queste ore io sono responsabile del destino del popolo tedesco, e quindi sono diventato il giudice supremo (oberster Gerichtsherr) del popolo tedesco". - da William L. Shirer, La Nascita e La Caduta del Terzo Reich.

• Come risultato dell'epurazione, Hitler si guadagnò la gratitudine e il sostegno della Reichswehr.• Il 26 luglio, le S.S. vennero rese indipendenti dalle S.A., con Himmler in qualità di loro

Reichsführer, che rispondeva solo a Hitler. Victor Lutze divenne il nuovo capo delle S.A., e venne subito marginalizzato nella struttura del potere nazista.

• Storicamente, da un punto di vista simbolico, la "Notte dei lunghi coltelli" costituì per la minoranza omosessuale tedesca quello che il pogrom della Notte dei cristalli costituì per quella ebraica, sancendo in modo per così dire "ufficiale" l'inizio della campagna repressiva (che però aveva avuto inizio in modo "ufficioso" fin dal 1933).

• Oltre a ciò, l'episodio sancì la definitiva scomparsa delle illusioni nutrite dall'estrema destra del movimento di liberazione omosessuale di lingua tedesca, che contava esponenti come lo scrittore Hans Blüher, l'eccentrico artista Elisar von Kupffer o il medico Karl Günter Heimsoth (l'inventore del termine omofilia), che simpatizzavano apertamente per il NSDAP. In queste cerchie l'alta posizione raggiunta da un omosessuale notorio come Ernst Röhm era citata quale esempio del fatto che il nazismo non era "in realtà" ostile agli omosessuali.La brutale liquidazione fisica di Röhm e di altre personalità omosessuali del suo entourage (fra le quali lo stesso Heimsoth), e ancora più la giustificazione dell'intervento armato (fra gli altri motivi) come purga della cricca omosessuale annidata nel nazismo, costituì un brusco risveglio per queste persone.L'episodio sancì la sconfitta definitiva della loro aspirazione a strumentalizzare il "cameratismo" virile, caro ai nazisti, per nobilitare l'"amore virile fra maschi" e legittimare in chiave di "iper-virilità" il comportamento omosessuale. Questa visione era sempre stata in polemica con l'ala filosocialista del movimento omosessuale, accusata d'essere portatrice di una visione effeminata dell'omosessualità, propugnata da ebrei notori come Magnus Hirschfeld.In un discorso segreto alle SS relativo alla liquidazione degli omosessuali, nel 1937, Himmler avrebbe addirittura citato espressamente le idee di Hans Blüher (che peraltro fu lasciato vivere indisturbato per tutto il periodo nazista), fra quelle che rischiavano di minare il nazismo:

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– [Ai giovani diciamo che] "Esistono soltanto le amicizie tra ragazzi. Sono gli uomini che decidono, sulla Terra", gli diciamo. La tappa seguente è l'omosessualità. Sono le idee del signor Blüher".

• Questo collegamento fra nazismo ed omosessualità fece presa in particolare fra gli oppositori antinazisti, che spesso condividevano, nei confronti degli omosessuali, gli stessi pregiudizi nutriti dai nazisti. Da qui si diffuse l'accostamento fra decadenza, omosessualità e nazismo, contro cui invano combatté un omosessuale lucidamente antinazista come Klaus Mann.Il radicamento di tale luogo comune è dimostrato dalla testimonianza relativamente tarda del film La caduta degli dei di Luchino Visconti (che pure fu notoriamente omosessuale), nel quale degenerazione morale nazista e pratica dell'omosessualità vanno di pari passo.

• Eppure, la vera motivazione della "Notte dei lunghi coltelli" non ebbe nulla a che vedere con l'omosessualità. L'eliminazione di Röhm fu resa necessaria dal fatto che egli era un uomo troppo potente, che aveva ai suoi comandi una temibile forza paramilitare, e che si attardava a concepire il nazismo come un movimento rivoluzionario, e perfino (nazional)-socialista, in un momento in cui esso era ormai nei fatti un regime ultraconservatore.L'omosessualità di Röhm, che non aveva costituito un ostacolo alla sua carriera fino a quando egli era stato in sintonia con le gerarchie naziste, divenne così all'improvviso un utile pretesto per giustificarne l'eliminazione fisica e la necessità della "purga" del suo "corrotto" entourage.