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VITA IN CAMPAGNA 4/2007 AGRICOLTURA BIOLOGICA - AMBIENTE 1 AGRICOLTURA BIOLOGICA - AMBIENTE Con questo articolo vi proponiamo una interessante esperienza condotta dal Cen- tro per la sperimentazione agraria e fore- stale di Laimburg (Ora - Bolzano) sull’im- piego di un prodotto molto comune, qual è l’aceto di vino, nella lotta alle erbe infe- stanti. Precisiamo che non si tratta di un prodotto ammesso in agricoltura biologi- ca, ma a livello di piccola azienda a con- duzione familiare e hobbistico rappresen- ta pur sempre un’opportunita valida per ottenere un diserbo efficace senza l’impie- go dei più costosi e «pericolosi» prodotti di sintesi. (Redazione) L’aceto di vino è conosciuto da tutti per l’uso quotidiano in cucina. Era già cono- sciuto dagli antichi popoli egiziani, greci, romani, ecc., e si può affermare senz’altro che a nessun popolo l’aceto è stato o è sco- nosciuto. Oltre all’uso alimentare e nel- l’arte culinaria, l’aceto ha anche un utiliz- zo terapeutico (mal di gola, disinfettante, anticolesterolo, ecc.) e cosmetico (rinfor- zante per i capelli); nota è anche la sua azione igienizzante nel lavaggio degli or- taggi e di altri alimenti, oltre all’uso come detersivo casalingo soprattutto in presenza di acqua calcarea. È anche usato come conservante dei cibi, come sgrassante, co- me brillantante, come acidificante in terre- ni calcarei e altro ancora. Meno noto è invece il possibile im- piego dell’aceto di vino come erbicida naturale in agricoltura biologica (1), do- ve il controllo delle erbe infestanti viene effettuato ricorrendo a interventi di na- tura termica (pirodiserbo) oppure mec- canica (erpici rotanti, spazzolatrici, pac- ciamatrici, ecc.). Molto spesso questi in- terventi richiedono molta manodopera e un elevato consumo di energia primaria (elettricità, benzina, ecc.). In alcuni Paesi extraeuropei il merca- to offre già degli erbicidi a base di so- stanze naturali che possono essere uti- lizzati da chi pratica questo tipo di agri- coltura. Tra le varie sostanze troviamo prodotti a base di olio di pino, oli essen- ziali (per esempio eugenolo) e una serie di acidi organici tra cui anche l’acido ci- trico e l’acido acetico. L’acido acetico è un componente essenziale dell’aceto, che già in passato era stato preso in esa- me per la sua azione erbicida (compa- randone però l’efficacia con gli erbicidi chimici manifesta chiaramente un’effi- cacia molto più blanda). Con la nostra ricerca siamo riusciti a caratterizzare più a fondo l’azione di questo prodotto come disseccante nei confronti della cotica erbosa e come ri- tardante della germinazione. Questa Dimostrata l’efficacia dell’aceto di vino come erbicida naturale Le prove condotte hanno evidenziato la buona efficacia (anche se più blanda rispetto ai diserbanti chimici) dell’aceto di vino come diserbante naturale sia per la sua azione disseccante sui diversi tipi di erbe, sia come ritardante della germinazione dei semi nel terreno. È augurabile che questi esiti possano rappresentare uno stimolo per il legislatore ai fini della liberalizzazione dell’uso dell’aceto in agricoltura biologica azione è legata essenzialmente al suo contenuto in acido acetico che presenta delle caratteristiche di aggressività nei confronti del tessuto vegetale fino ad ar- rivare al disseccamento dello stesso. L’aceto di vino nelle prove da noi condot- te ha svolto sia un’azione di contatto (dis- seccante) che un’azione in pre-emergen- za (antigerminante) (2). EFFICACIA CONTATTO Trattamento preliminare per la veri- fica d’efficacia. Per verificare la presunta azione disseccante dell’aceto sono state messe in atto diverse prove in pieno cam- po su superfici di 1 metro quadrato, deli- mitate da una cornice di legno (foto 1, 2). Come si può osservare dalle fotogra- fie, è evidente la buona efficacia dissec- cante dell’aceto. Nella nostra prova l’ace- to utilizzato presentava un’acidità del 6%. La dose impiegata era pari a 250 ml per metro quadrato, applicata con un nor- male spruzzino. L’efficacia disseccante perdurò per due settimane, dopodiché l’erba iniziò nuovamente a crescere. Nell’intento di prolungare l’azione dis- seccante, siamo ricorsi in una successiva prova con aceto di vino avente un titolo in acido acetico pari al 10%. Le prove hanno confermato che facendo ricorso a un aceto a maggiore concentrazione di acido aceti- co (10%) la durata dell’efficacia si prolun- gava fino a tre-quattro settimane. Dal 2005 in poi tutte le nostre prove sono state fatte utilizzando dell’aceto di vino al 10% in acido acetico. Trattamento sul filare. Data l’effi- cacia dell’aceto nelle prove preliminari, si è passati alla prova pratica in pieno campo applicando l’aceto con l’ausilio di una trattrice munita di barra erbicida. Il trattamento è stato fatto lungo fila- re di melo della varietà Golden Deli- cious su portinnesto M9. La quantità d’aceto apportata per trattamento è stata di 500 litri/ettaro, calcolata sulla super- ficie totale del sottofilare. Il risultato ottenuto è evidenziato nel- la foto 3, scattata 45 giorni dopo l’inizio dei trattamenti. Efficacia dell’aceto per contatto (azione disseccante). 1-Superficie trattata due vol- te (a distanza di 5 giorni) con aceto (foto scattata dopo 10 giorni dal primo tratta- mento). 2-Superficie non trattata. 3-Filare dopo tre trattamenti con aceto a distanza di 5 giorni l’uno dall’altro (foto scattata a 15 giorni dal primo trattamento) 3 1 2

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VITA IN CAMPAGNA 4/2007 AGRICOLTURA BIOLOGICA - AMBIENTE 1

AGRICOLTURA BIOLOGICA - AMBIENTE

Con questo articolo vi proponiamo una interessante esperienza condotta dal Cen-tro per la sperimentazione agraria e fore-stale di Laimburg (Ora - Bolzano) sull’im-piego di un prodotto molto comune, qual è l’aceto di vino, nella lotta alle erbe infe-stanti. Precisiamo che non si tratta di un prodotto ammesso in agricoltura biologi-ca, ma a livello di piccola azienda a con-duzione familiare e hobbistico rappresen-ta pur sempre un’opportunita valida per ottenere un diserbo ef� cace senza l’impie-go dei più costosi e «pericolosi» prodotti di sintesi. (Redazione)

L’aceto di vino è conosciuto da tutti per l’uso quotidiano in cucina. Era già cono-sciuto dagli antichi popoli egiziani, greci, romani, ecc., e si può affermare senz’altro che a nessun popolo l’aceto è stato o è sco-nosciuto. Oltre all’uso alimentare e nel-l’arte culinaria, l’aceto ha anche un utiliz-zo terapeutico (mal di gola, disinfettante, anticolesterolo, ecc.) e cosmetico (rinfor-zante per i capelli); nota è anche la sua azione igienizzante nel lavaggio degli or-taggi e di altri alimenti, oltre all’uso come detersivo casalingo soprattutto in presenza di acqua calcarea. È anche usato come conservante dei cibi, come sgrassante, co-me brillantante, come acidi� cante in terre-ni calcarei e altro ancora.

Meno noto è invece il possibile im-piego dell’aceto di vino come erbicida naturale in agricoltura biologica (1), do-ve il controllo delle erbe infestanti viene effettuato ricorrendo a interventi di na-tura termica (pirodiserbo) oppure mec-canica (erpici rotanti, spazzolatrici, pac-ciamatrici, ecc.). Molto spesso questi in-terventi richiedono molta manodopera e un elevato consumo di energia primaria (elettricità, benzina, ecc.).

In alcuni Paesi extraeuropei il merca-to offre già degli erbicidi a base di so-stanze naturali che possono essere uti-lizzati da chi pratica questo tipo di agri-coltura. Tra le varie sostanze troviamo prodotti a base di olio di pino, oli essen-ziali (per esempio eugenolo) e una serie di acidi organici tra cui anche l’acido ci-trico e l’acido acetico. L’acido acetico è

un componente essenziale dell’aceto, che già in passato era stato preso in esa-me per la sua azione erbicida (compa-randone però l’ef� cacia con gli erbicidi chimici manifesta chiaramente un’ef� -cacia molto più blanda).

Con la nostra ricerca siamo riusciti a caratterizzare più a fondo l’azione di questo prodotto come disseccante nei confronti della cotica erbosa e come ri-tardante della germinazione. Questa

Dimostrata l’ef� cacia dell’aceto di vino come erbicida naturale

Le prove condotte hanno evidenziato la buona ef� cacia (anche se più blanda rispetto ai diserbanti chimici) dell’aceto di vino come diserbante naturale sia per la sua azione disseccante sui diversi tipi di erbe, sia come ritardante della germinazione dei semi nel terreno. È augurabile che questi esiti possano rappresentare uno

stimolo per il legislatore ai � ni della liberalizzazione dell’uso dell’aceto in agricoltura biologica

azione è legata essenzialmente al suo contenuto in acido acetico che presenta delle caratteristiche di aggressività nei confronti del tessuto vegetale � no ad ar-rivare al disseccamento dello stesso. L’aceto di vino nelle prove da noi condot-te ha svolto sia un’azione di contatto (dis-seccante) che un’azione in pre-emergen-za (antigerminante) (2).

EFFICACIA CONTATTO

Trattamento preliminare per la veri-� ca d’ef� cacia. Per veri� care la presunta azione disseccante dell’aceto sono state messe in atto diverse prove in pieno cam-po su super� ci di 1 metro quadrato, deli-mitate da una cornice di legno (foto 1, 2).

Come si può osservare dalle fotogra-� e, è evidente la buona ef� cacia dissec-cante dell’aceto. Nella nostra prova l’ace-to utilizzato presentava un’acidità del 6%. La dose impiegata era pari a 250 ml per metro quadrato, applicata con un nor-male spruzzino. L’ef� cacia disseccante perdurò per due settimane, dopodiché l’erba iniziò nuovamente a crescere.

Nell’intento di prolungare l’azione dis-seccante, siamo ricorsi in una successiva prova con aceto di vino avente un titolo in acido acetico pari al 10%. Le prove hanno confermato che facendo ricorso a un aceto a maggiore concentrazione di acido aceti-co (10%) la durata dell’ef� cacia si prolun-gava � no a tre-quattro settimane.

Dal 2005 in poi tutte le nostre prove sono state fatte utilizzando dell’aceto di vino al 10% in acido acetico.

Trattamento sul � lare. Data l’ef� -cacia dell’aceto nelle prove preliminari, si è passati alla prova pratica in pieno campo applicando l’aceto con l’ausilio di una trattrice munita di barra erbicida.

Il trattamento è stato fatto lungo � la-re di melo della varietà Golden Deli-cious su portinnesto M9. La quantità d’aceto apportata per trattamento è stata di 500 litri/ettaro, calcolata sulla super-� cie totale del sotto� lare.

Il risultato ottenuto è evidenziato nel-la foto 3, scattata 45 giorni dopo l’inizio dei trattamenti.

Ef� cacia dell’aceto per contatto (azione disseccante). 1-Super� cie trattata due vol-te (a distanza di 5 giorni) con aceto (foto scattata dopo 10 giorni dal primo tratta-mento). 2-Super� cie non trattata. 3-Filare dopo tre trattamenti con aceto a distanza di 5 giorni l’uno dall’altro (foto scattata a 15 giorni dal primo trattamento)

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2 AGRICOLTURA BIOLOGICA - AMBIENTE VITA IN CAMPAGNA 4/2007

EFFICACIA IN PRE-EMERGENZA

Trattamento preliminare per la ve-ri� ca dell’ef� cacia in pre-emergenza. È stata fatta una prova anche per veri� ca-re l’ef� cacia dell’aceto in pre-emergenza (cioè prima dell’emergenza dal terreno delle infestanti). A tale scopo si sono pre-si dei vasi (di 40x20 cm) contenenti del terriccio sterile utilizzato in � oricoltura. Nel terriccio è stata fatta una semina im-piegando un miscuglio di erbe foraggere (Dactilis glomerata, Poa pratensis, Fe-stuca pratensis, Pheleum pratensis, Agro-stis tenuis, Trifolium pratensis). Le se-menti sono state leggermente interrate (circa 1 cm), dopodiché si è passati a trat-tare bagnando il terriccio con dell’aceto avente una concentrazione in acido aceti-co del 10%. La dose utilizzata è stata di 650 ml/metro quadrato.

Seguendo il decorso della germina-zione, si è constatato che il trattamento con l’aceto è stato in grado di ritardare la germinazione di circa 3-4 settimane. Il trattamento è stato effettuato il 6 lu-glio 2005 e la valutazione è stata fatta in data 1 agosto 2005 (foto 4a e b).

Trattamento in pieno campo in preemergenza. Dato il risultato interes-sante della prova preliminare, si è proce-duto con una prova in pieno campo in preemergenza.

Il sotto� lare di melo costituito da ter-reno lavorato, subito dopo che le giova-ni piantine erano state messe a dimo-ra, è stato trattato in primavera per due volte (a distanza di 10 giorni) con ace-to di vino al 10% di acido acetico. I ri-sultati del trattamento sono evidenti nel-le foto 5 e 6.

LE MODALITÀ OTTIMALI DI APPLICAZIONE DELL’ACETO

L’azione per contatto. L’aceto dà il meglio di se stesso in qualità di disseccan-te, qualora siano rispettate le seguenti con-dizioni: l’aceto utilizzato abbia una con-centrazione in acido acetico pari al 10% (in questo caso la durata dell’ef� cacia è maggiore); l’altezza della cotica erbosa sia tra i 2 e i 5 centimetri; la bagnatura del manto erboso sia accurata; la quantità d’aceto utilizzata sia pari a 200-250 ml/metro quadrato; si faccia un secondo trat-tamento dopo 5 ....... ??? ....... giorni dal primo; i trattamenti successivi siano fatti appena l’erba riprende a spuntare.

Seguendo queste avvertenze si riesce a ottenere un’ef� cacia della durata di circa 3-4 settimane. Nel frutteto la durata sarà tanto maggiore quanto più il � lare verrà ombreggiato dalla chioma delle piante.

L’azione in pre-emergenza. Si otten-gono i risultati migliori qualora: l’aceto abbia una concentrazione in acido aceti-co del 10%; la bagnatura con l’aceto sia fatta subito dopo la lavorazione del terre-no; si utilizzino circa 600-650 ml di ace-to per metro quadrato di super� cie; sia fatto un secondo trattamento dopo 10 .....???...... giorni dal primo.

Claudio Casera, Markus Kelderer, Ewald Lardschneider

Centro per la Sperimentazione agraria e forestale di Laimburg - Provincia Autonoma di Bolzano

(1) Quanto esposto nell’articolo rientra nell’ambito di una ricerca effettuata pres-so il nostro Centro per la Sperimentazio-ne, ma che non è da considerarsi come un consiglio per l’impiego in agricoltu-ra biologica, in quanto l’attuale regola-mento Ce 2092/91 non prevede l’uso di sostanze erbicide e disseccanti.

(2) L’aceto esercita una certa azione di contenimento anche dei polloni radicali, purché l’intervento venga fatto negli sta-di iniziali dello sviluppo dei polloni.

Ef� cacia dell’aceto in pre-emergenza (ritardo della germinazione). 4-Trattamento con aceto in pre-emergenza: a-vaso trat-tato (foto scattata 25 giorni dopo il trattamento), b-vaso di confronto non trattato. 5-Filare trattato due volte (a distanza di 10 giorni) con aceto (foto scattata 35 giorni dopo il trattamento). 6-Filare di confronto non trattato.

4 5 6

b

a

L’interessante articolo qui proposto mette in luce la buona risposta del-l’aceto di vino come diserbante, ma la lettura dei dati forniti ha suscitato qualche quesito che abbiamo sottopo-sto a uno degli autori, il dr. Claudio Casera, che così ci ha risposto.1) Quanto detto per l’aceto di vino può valere anche per l’aceto di mele?L’aceto di mele non è stato provato. Penso però che la sua ef� cacia sia infe-riore, in quanto è inferiore il suo conte-nuto in acido acetico. 2) Bisogna stare attenti alla deriva su piante coltivate? L’aceto lungo il � lare può dar «noia» alle piante coltivate?Per quel che riguarda il melo, l’aceto non dà noia alle piante coltivate, nem-meno nei confronti delle giovani pianti-ne di melo � no a quando va a toccare le parti ligni� cate; se entra in contatto in-vece con le parti verdi presenta una azione «foglicida», mentre Il frutto ma-turo è invece resistente all’azione del-l’aceto. Per le altre colture è necessario

intraprendere delle prove e al momento non sono in grado di fornire delle rispo-ste esurienti dato che il nostro ambito è specializzato per la coltura del melo. 3)Viene modi� cato il pH del terreno? Nel terreno rimangono residui che alla lunga possono essere contropro-ducenti?Per modi� care il pH di un terreno servi-rebbero delle quantità enormi di aceto; questo pericolo è dunque praticamente inesistente, a meno che il terreno non presenti un pH inferiore a 6 (in questo caso risulterebbe necessario approntare delle apposite prove). È inoltre risaputo che colture che necessitano di un pH acido – per esempio il mirtillo – trova-no un giovamento se l’acqua di irriga-zione è composta da un 10% di aceto. Comunque, per veri� care se un uso con-tinuo di aceto sul lungo periodo possa provocare delle disfunzioni al terreno e alle piante, verrà impostata un’apposita prova di cui terremo informati i lettori di Vita in Campagna.

Un’ef� cacia senza effetti... collaterali