Primo Piano numero di Febbraio 2011

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AMBIENTE L’Asv è pronta alla gara pag. 7 CULTURA 150 anni in “chiaroscuro” pag. 15 CALCIO La Libertas scala la vetta pag. 42 Periodico di cultura, politica e attualità - www.primopiano.info - Numero 2 - Febbraio 2011 - Anno XVI - N. 149 - Sped. in abbonamento postale 70% filiale di Bari Febbraio 2011 2,00 euro

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AMBIENTEL’Asv è pronta alla garapag. 7

CULTURA150 anni in “chiaroscuro”pag. 15

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Febbraio 2011

2,00euro

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Primo piano febbraio 2011

di Pasquale Bavaro

Dopo anni d’attesa, al via il restyling di piazza Cavour

La città rinasceintorno all’agorà

Sin dalla civiltà greca, la piazza ha sempre rivestito un ruolo altamente simbo-lico per l’intera città: come centro di aggregazione della comunità, fucina delle più importanti decisioni poli-tiche, luogo degli scambi commerciali, motore di un progressivo affinamento cul-turale e sociale. Molto ruota-va (e ruota tuttora) intorno alla piazza, alla quale non a caso vengono accostati i nomi dei personaggi più in-fluenti delle vicende storiche di una popolazione (locale o nazionale). Una dimensio-ne dell’agorà che non è sta-ta intaccata dalle evoluzioni dell’architettura, capaci in qualche caso di plasmarne soltanto la forma: oggi, infat-ti, non ci si sorprende più di fronte ad una piazza quadra-ta o addirittura poligonale.

Forte di questa consape-volezza, già la giunta Pice aveva programmato un mas-siccio intervento di riqualifi-cazione della centralissima piazza Cavour, pensata come salotto buono della città e polo d’attrazione per i turi-sti, attingendo inizialmente dalle risorse del piano Ur-ban. Tali finanziamenti, poi, sono stati dirottati al recu-pero funzionale del Torrione angioino e al completamen-

to dei lavori al fossato, con il costo dell’opera in piazza Cavour (dell’importo di circa un milione e 300 mila euro), coperto grazie ai fondi strut-turali (con una quota di ap-pena il 15% dell’esborso a carico delle casse comunali). Il progetto, redatto dai tecni-ci della Sovrintendenza, era pronto da tempo, ma nel cor-so dei mesi ha subito qual-che piccolo ritocco ed alcuni aggiustamenti funzionali al suo inserimento nell’ambito del Piru (Programma integra-to di rigenerazione urbana).

Non potevano mancare gli intoppi burocratici, ai quali la macchina amministrativa ci ha tristemente abituati.

Il risultato è stato un con-tinuo slittamento della data di apertura dei cantieri, con connessi scambi di accu-se tra le forze politiche. Ma ora, finalmente, ci siamo: il restyling di piazza Cavour ha preso ufficialmente il via, con i tecnici della Gedi srl di Al-tamura (ditta vincitrice della gara d’appalto) che hanno iniziato ad “aggredire” l’area interessata.

“Si tratta di un intervento che restituirà l’antica bellez-za ad una delle più affasci-nanti piazze medioevali del meridione -commentano il sindaco Valla e l’assessore ai

lavori pubblici Vito Antonio Labianca-. Un progetto che renderà la zona pienamente fruibile a turisti e residen-ti, trasformandola in una splendida cartolina di tutti i tesori d’arte e cultura che la città ospita sul suo territorio. Certo, gli abitanti del centro storico dovranno mettere in conto, nel corso dei lavori, alcuni disagi, che cerchere-mo di contenere al minimo. Un piccolo sacrificio che ci consentirà di approdare ad un risultato assolutamente unico nel suo genere”.

Gli interventi, che si pro-trarranno per circa un anno, interesseranno a step pro-gressivi le diverse frazioni della piazza: si è partiti con alcuni saggi esemplificativi, eseguiti nell’intento di pro-cedere ad un’analisi delle chianche sotto il manto stra-dale. Le indagini hanno rive-lato che le pietre presentano uno spessore diseguale, con quelle situate in prossimità di san Gaetano che mostra-no una profonda erosione, dovuta allo strato di asfal-to soprastante. “L’obiettivo è riutilizzare al massimo le chianche esistenti -rassicura Labianca-, integrandole con gli elementi estratti durante la realizzazione del fossato del Torrione, oggi custoditi in deposito”.

La prima fase dei lavori si svilupperà per circa un mese e consisterà nella rimozione di tutto il manto d’asfalto. Il passaggio successivo con-templerà la ripavimentazio-ne non soltanto di piazza Cavour, ma anche del tratto di strada che dall’agorà con-duce alla chiesa di santa Lu-cia, nei pressi del Traetta. In tale prospettiva, si rende ne-cessario un proficuo coordi-namento con gli interventi di recupero della chiesa di san Gaetano (che saranno avvia-ti nelle prossime settimane, dapprima sulla copertura dell’edificio, interessata da notevoli problemi di sfalda-mento delle tegole e del so-laio, e successivamente, in presenza di adeguate risorse

economiche, agli esterni del manufatto, per una comple-ta ripulitura), nonché con le operazioni di riqualificazio-ne della facciata di palazzo Sylos-Calò, attualmente in stand-by.

La volontà dell’ammini-strazione, infatti, è trasfor-mare radicalmente il volto di piazza Cavour, anche con il previsto rifacimento dei mar-ciapiedi, con una nuovo ed artistico sistema di illumina-zione e con il ripensamento dei meccanismi di protezione del fossato. Ma la novità più interessante sarà rappresen-tata dall’introduzione della Ztl (Zona a traffico limitato) su tutta l’agorà, grazie ad un finanziamento specifico di circa 200 mila euro, con il posizionamento in tutti gli ingressi di telecamere di videosorveglianza, per san-zionare eventuali veicoli non autorizzati o di non residen-ti.

Un’area essenzialmente pedonale, con transito delle vetture soltanto in determi-nate fasce orarie, come tram-polino ideale per una visita alle tante bellezze artistiche del borgo antico e come spot d’impatto per promuovere la città nei circuiti turistici.

Inevitabile, nel periodo dei lavori, disagi alla circolazio-ne stradale. A tale riguardo, in forza di quanto previsto nell’ordinanza n.54 del 17

Nelle foto, i lavori relativi al primo lotto. Foto F. Verriello

L’ass. ai lavori pubblici,Vito Antonio Labianca

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La città rinasceintorno all’agorà

febbraio scorso, è già opera-tivo il divieto di sosta sull’in-tera superficie di piazza Ca-vour. “Nella prima fase degli interventi, che riguardano l’area adiacente la chiesa di san Gaetano -illustra l’asses-sore alla polizia municipale Giulio Cesare Ferrara- verrà garantito un percorso pedo-nale e viario che collegherà porta Baresana con via Alfie-ri, via Rogadeo e via Amedeo. Nel contempo, assicureremo la presenza costante di una pattuglia dei vigili, per coor-dinare al meglio le esigenze del cantiere, dei residenti e dei commercianti. Soltanto nell’ultimo periodo, la circo-lazione verrà completamente chiusa e la piazza non sarà più transitabile. Con riferi-mento alle auto degli abi-tanti della zona, il piano ne prevede la ridistribuzione tra piazza Moro, piazza Marconi e corso Vittorio Emanuele, attraverso appositi bollini autorizzati. Una procedura che sarà applicata anche per gli esercenti commerciali e per le attività di carico e sca-rico delle merci”.

Sempre nell’ottica della gestione più efficiente del traffico veicolare, inoltre, s’inquadra il progetto del park and ride nell’area del vecchio tram, che nelle scor-se settimane ha conosciuto l’ufficialità dei finanziamenti da parte della Regione, per

un importo di circa un mi-lione di euro (da destinare anche al risanamento di al-cune basole delle strade del centro antico). “La struttura -osserva l’ass. Labianca- po-trà contenere ben 111 auto e sarà completato dall’intro-duzione di un parco giochi per bambini e di ampi spa-zi di verde. Contiamo di av-viare al più presto i lavori, così da rendere funzionante il park and ride entro la fine del 2011, con un deciso sol-lievo per i flussi di traffico in città”.

La nuova immagine del centro, accanto all’opera-zione di restyling di piazza Cavour, sarà assicurata in futuro anche dal completo rifacimento del corso, con l’idea condivisa dalla Sovrintendenza, che prevede la ripavi-mentazione dell’arte-ria, la sua trasforma-zione in zona pedonale e il posizionamento di elementi di arredo ur-bano, quali panchine, fioriere ed alberatura. Un piano sul quale verranno a breve con-vocati appositi forum aperti alla cittadinan-za, nell’intento di con-dividere al massimo la logica dell’intervento e di ascoltare le esigenze di residenti ed opera-

tori commerciali. Il program-ma varato dall’amministra-zione individua in settembre il momento di apertura dei cantieri, per una dura-ta preventivata di 6-7 mesi. “A giorni approveremo in giunta il progetto definitivo ed esecutivo -annuncia il titolare dei lavori pubblici-, ritenuto fondamentale per dare nuova vita ad uno de-gli assi viari più importanti, nel settore del commercio e della vita politica e sociale. In più, provvederemo a ria-sfaltare numerose strade del centro, come via Repubblica, via Traetta, via Crocifisso e

via Borgo San Francesco, e, sulla base di un elaborato presentato alla Provincia per l’erogazione di finanziamenti per circa due milioni di euro, a riqualificare via Matteotti, via Verdi e via Repubblica, tra l’altro con il rifacimento della sede stradale, dei mar-ciapiedi e degli organi illu-minanti e con l’interramento dei cassonetti”.

Un’autentica rivoluzione copernicana, che graviterà certamente attorno al salot-to buono di piazza Cavour. Sempre una piazza al centro della sviluppo di una città. Come la tradizione impone.

Nelle foto, i lavori relativi al primo lotto. Foto F. Verriello

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Corsivetto

Si dice che lo scorrere inesorabile del tempo affidi all'oblio ogni prescri-zione del passato, attenui il tenore di qualsiasi divieto. Potrebbe essere questa la spiegazione (chissà quanto razionale) della sorte riservata alla di-scussa ordinanza anti-motorini in cen-tro. Accolto tra mille polemiche trasver-sali e portato ad esecuzione attraverso

Se il divieto è solo un ricordoIn barba all’ordinanza del sindaco, le moto di sera in centro

di Pasquale Bavaro

controlli sistematici da parte degli agenti di polizia municipale (con una decisa im-pennata delle sanzioni amministrative irrogate a carico degli utenti della strada su due ruote, per la gioia delle asfittiche casse comunali), il provvedimento forte-mente voluto dal sindaco Valla pare oggi soltanto un ricordo lontano.

I posti di blocco dei vigili urbani su corso Vittorio Emanuele, via Repubblica e via Verdi, durante le ore serali, sono quasi una rarità. E i centauri lo hanno ben presto compreso, tornando a sfrec-ciare per le strade del centro, molto spes-so anche senza il casco. Ora, le alterna-tive sul tappeto sono due: prendere atto della sostanziale disapplicazione dell'or-dinanza e rimuovere tutti quei cartelli di divieto alla circolazione dei motorini, che tristemente assomigliano sempre più a vessilli di una città radicalmente diversa

dalla nostra; ovvero insistere con il pu-gno di ferro nei confronti dei trasgresso-ri, garantendo la necessaria continuità e fermezza alle misure di controllo del rispetto del provvedimento.

Qualsiasi decisione, infatti, può pia-cere oppure no. Può essere valutata come giusta oppure no. Può rispecchiare la volontà della popolazione oppure no. Ma merita comunque di essere eseguita, adottando tutti gli strumenti opportuni. In caso contrario, l'effetto immediato sa-rebbe un progressivo scollamento tra il pensiero degli amministratori e l'agire della collettività.

Con l'autorevolezza operativa e ge-stionale del governo cittadino che ri-sulterebbe sensibilmente pregiudicata, in favore di una sostanziale anarchia senz'altro pericolosa per la sicurezza generale.

Le brevi

IL PROGETTOIl progetto dal titolo "Il

percorso comune: nuove tec-nologie e diritto all'integra-zione sociale delle persone con disabilità" mira a sensi-bilizzare l'integrazione delle persone diversamente abili, attraverso l'utilizzo intelligen-te delle nuove tecnologie assi-stite e degli ausili informatici per la comunicazione, l'ap-prendimento e l'autonomia. Il progetto nasce dalla stretta collaborazione tra l'ass.ne Più Valore, la cooperativa sociale Zip.h e l'ass. Goel.

LEGALITA'Il Comitato per la legalità

e il Comitato zona artigiana-le, coordinati dalla prof.ssa Gianna Sammati e dall'im-

prenditore Vincenzo Marinelli, hanno firmato un protocollo d'intesa con l'Associazione pro-vinciale antiracket antimafia di Molfetta, presieduta da Renato Desciciolo. È il segno tangibile di un'attenzione particolare alla legalità, troppo spesso minaccia-ta da forme di criminalità lega-te ad attività di usura e racket. La garanzia di un sostegno alle vittime del fenomeno estorsivo, restie a denunciare per timore di ritorsioni a sé o a familiari.

L'OLIO ALLA BIT"Bitonto: tra olio e arte"

è lo slogan con cui la città ha partecipato all'edizione 2011 della Bit di Milano, con un pro-prio stand allestito in piazza Duomo, in collaborazione con la Provincia di Bari e l'assessorato al turismo e al marketing terri-

toriale, proponendo l'immagine di una città ricca di bellezze artistiche e architettoniche, con una cucina raffinata grazie al suo prezioso olio extra vergine d'oliva.

L’obiettivo, la consapevolez-za che la promozione della cit-tà costituisce un trampolino di lancio ed un'occasione unica per attrarre turisti e curiosi.

CROCE ROSSALa sezione cittadina della

Croce Rossa Italiana comunica alla cittadinanza che, per i nuo-vi volontari, sono aperte le iscri-zioni al corso base, che si terrà a partire dal 12 marzo.

Per ulteriori informazioni ci si può rivolgere presso la sede, in via Giovanni XXIII 143, o contattare il numero telefonico 080/3731371.

SACRO CUORE DI GESU'

La pia associazione "Sa-cro cuore di Gesù" ha proce-duto al rinnovo degli organi direttivi. Nuovo presidente e primo priore è stato elet-to Vitantonio Vacca; gli altri componenti dell'amministra-zione sono: Pier Francesco Santoruvo (primo assistente), Giovanni Toscano (secondo assistente), Giuseppe Lucera (segretario), Gaetano Frascel-la (direttore amministrativo), Concetta Masciale e Michele Vitucci (componenti del consi-glio direttivo), Luigi Noviello, Pasquale Marinelli, Francesco Monopoli, Donato Vacca e Mi-chele Teofilo (componenti del-la consulta).

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Il territorio e i giovani gli obiettivi del Ps

di Pasquale Bavaro

Quando un uomo politico, a qualsia-si livello, si trova a ricoprire, per un pe-riodo prolungato di tempo, un incarico di leadership all'in-terno di un partito, le valutazioni del croni-sta ondeggiano, alla maniera del pendolo di Foucault, tra argo-menti di tenore com-pletamente opposto. Certamente, il sog-getto in questione è in possesso di elevate doti di pragmatismo e razionalità, che gli vengono riconosciu-te dalla base, con-fermandolo al timo-ne della formazione partitica; ma, forse, è anche vero che man-cano serie e convin-centi alternative, in grado di assicurare il fisiologico ricambio al vertice.

Idee che si sono puntualmente ripro-poste alla notizia del-la rielezione di Fran-co Matera a segretario della sezione del Partito Socialista, già da anni affidata alla guida del noto professionista.

"Si è reso necessario nelle scorse set-timane -spiega Matera- celebrare un'as-semblea organizzativa, poiché il nume-ro di quanti frequentano attivamente il partito si è di recente assottigliato, con alcuni compagni che, dopo una lunga militanza, hanno lasciato per stanchez-za o per adesione ad altre sigle politi-che. Dovendo perciò ricomporre gli or-ganismi direttivi, ho ritenuto opportuno rimettere il mio mandato, stimolando altre candidature al ruolo di coordina-tore cittadino. I tesserati, tuttavia, han-no deciso all'unanimità di riconfermar-

I socialisti ripartono da Matera

mi nella carica di segretario".L'organigramma del Ps, che ad oggi

conta circa 110 iscritti, prevede nel det-taglio un di-rettivo di 19 componen-ti, due rap-presentanti delle frazio-ni, un espo-nente della federazione giovanile, il collegio dei p r o b i v i r i , un segreta-rio ammi-n i s t ra t i v o ed alcuni membri de-legati alla d i r e z i o n e nazionale. "Il program-ma del par-tito -illustra il segretario- deve passa-re da un de-ciso rilancio della nostra

presenza sul territorio, da qualche tem-po affievolitasi, forse anche per il diffi-cile ruolo di opposizio-ne e per il crescente allontanamento della collettività dai conteni-tori politici. Le priorità restano la difesa delle categorie più deboli, la tutela dell'ambiente, la sicurezza, accanto ad un'azione mirata per avvicinare i giovani".

Il Partito Socialista si propone, poi, di ri-coprire un compito importante nel tavolo

di confronto con le altre forze del cen-trosinistra, in vista delle prossime am-ministrative, nell'intento di presentarsi al corpo elettorale realmente uniti, sen-za reiterare gli errori del 2008. La for-mazione guidata da Matera, tuttavia, chiude subito ad un'ipotesi primarie, in assenza di regole chiare e definite che non è possibile codificare soltanto a livello locale; la volontà dei socialisti è rintracciare, nella normale dialettica di schieramento, un candidato sindaco davvero all'altezza, capace di rappre-sentare l'intera coalizione oggi all'op-posizione, mettendo da parte fumose pretese di leadership da parte di singoli rappresentanti politici.

"Occorre costruire sul piano na-zionale -prosegue Matera, volgendo lo sguardo ad uno scenario più ampio- un nuovo soggetto della sinistra, riformi-sta, laico, che trovi il suo punto di ri-ferimento nel Partito Socialista Euro-peo. In quest'ottica, non prevedo alcun rischio di erosione dei nostri consensi derivante dalla nascita di Sel, nel quale colgo uno spirito non certo innovativo, né proficuo per la complessa realtà del centrosinistra italiano".

Assai pesante, infine, il giudizio sull'operato della giunta Valla, che "al di là della scarsità di risorse a disposi-zione, naviga a vista e denuncia poca

oculatezza nella ge-stione amministrativa, non riuscendo neppu-re a proseguire negli interventi avviati dal precedente governo cit-tadino", stigmatizza il leader socialista.

Di nuovo pronto, dopo la conferma a se-gretario, ad indicare la giusta rotta al suo par-tito, nella direzione di un auspicato ritorno a Palazzo Gentile.

Il segretario del Psi Franco Matera

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di Pasquale Bavaro

L’Asv è pronta alla garaNel bando un ventaglio di servizi per attrarre il socio privato

Un anno di svolta radicale, nella direzione di una crescente centralità nella gestione dei servizi locali, sino a tramutarsi in un vero braccio operativo dell'ente comunale.

Ecco come si presenta il 2011 per l'Azienda servizi vari, l'ex municipaliz-zata che oggi per il 40% è di proprie-tà del socio privato "Puglia multiservizi srl".

La necessità di questo cambiamento nasce dalla disposizione dell'art. 23-bis della legge n.133/2008: la norma sta-bilisce che il conferimento dell'esercizio dei servizi pubblici locali avviene, in via ordinaria, a favore di imprenditori o so-cietà a partecipazione mista pubblica e privata, mediante procedure competiti-ve ad evidenza pubblica.

"In forza di questa innovazione legi-slativa -spiega il presidente dell'Asv Ga-etano Granieri- non è più possibile pro-cedere all'affidamento diretto di singoli settori di attività, con il privato che deve configurarsi come socio d'opera, sulla base di una piattaforma programmatica specifica. Ora, poiché il nostro comune detiene il 60% del capitale sociale, si è posto il delicato problema di come ef-fettuare la gara a doppio oggetto, fina-lizzata per un verso all'aggiudicazione del 40% della partecipazione nel budget dell'azienda e per altro verso all'attribu-zione dei diversi servizi di igiene urba-na".

Uno snodo cruciale anche per le sor-ti dei 120 dipendenti dell'Asv, che, dopo qualche settimana di tensione tra le for-ze politiche, ha fortunatamente visto il consiglio comunale approvare all'una-nimità un atto di indirizzo, destinato a diradare le nubi nel frattempo adden-satesi all'orizzonte dell'ex municipaliz-zata. Il documento prevede che il socio privato metta a gara il proprio 40% di capitale, predisponendosi alla cessione della partecipazione societaria, qualora un'altra impresa risulti vincitrice della procedura ad evidenza pubblica. In pra-tica, il comune viene delegato a mettere in vendita la quota del privato, che po-trà essere aggiudicata nuovamente alla "Puglia multiservizi srl", ovvero a diver-sa società.

"Al fine di rendere appetibile la gara -prosegue Granieri- si è deciso di offrire una vasta gamma di servizi da control-lare, comprendenti l'igiene urbana e la sanificazione ambientale, il verde pub-blico, la pulizia di edifici pubblici, tri-bunale e bagni pubblici, i servizi cimi-teriali, la manutenzione di segnaletica stradale ed impianti semaforici, la ge-stione dei parcheggi pubblici e la global service in tema di immobili comunali, pubblica illuminazione e manutenzione stradale. Un pacchetto assai rilevante, da assegnare nel rispetto dei criteri di trasparenza ed economicità, così da co-struire una nuova Asv che possa diven-tare un autentico punto di riferimento operativo per l'ente comunale".

L'assise consiliare ha altresì dispo-sto la costituzione di un apposito grup-po di lavoro sulla questione dell'Azien-da, composto da sindaco, presidente del cda, due consiglieri di maggioranza, due esponenti dell'opposizione e due rappresentanti delle forze sindacali.

Una problematica legata a doppia mandata con il futuro dell'Asv riguar-da, poi, le Ato, con la Regione che tra qualche tempo dovrebbe riorganizzare gli ambiti territoriali ottimali, in vista di una gestione unica dei servizi di igiene urbana. In tale prospettiva, l'atto di in-dirizzo ha precisato l'inserimento, all'in-terno dei bandi di gara e dei contratti di affidamento delle attività, di una clau-sola di salvaguardia, che fissi una sca-denza anticipata del negozio contrat-tuale sottoscritto tra comune e Asv spa, senza alcun costo, nel momento in cui entri a regime il nuovo assetto organiz-zativo delle Ato. I passaggi successivi, secondo il cronoprogramma predispo-sto, riguardano ora la formalizzazione da parte di "Puglia multiservizi srl" del-la procura all'ente locale per vendere il 40% del capitale sociale (entro la fine di febbraio), la pubblicazione del bando di gara a doppio oggetto (entro il mese di giugno), l'aggiudicazione della procedu-ra ad evidenza pubblica e la stipula dei contratti di gestione dei servizi pubblici locali (entro la conclusione del 2011).

Un impegno non di poco conto per il nuovo cda, da qualche mese alla gui-da dell'Azienda. "Le nostre priorità per quest'annata di passaggio -annuncia

il presidente Granieri- concernono la revisione della viabilità cittadina, con un'oculata razionalizzazione dei tra-sporti pubblici e con l'idea di aumenta-re le corse verso l'ospedale del san Pa-olo; il rilancio della villa comunale, con una puntuale disciplina dell'ingresso e dell'utilizzo dell'area e con una defini-tiva risoluzione del problema dei bagni interni; il contenimento dell'infestazione da punteruolo rosso, che in questi mesi sta colpendo le palme della nostra città, con conseguenze assai preoccupanti".

A breve partirà, inoltre, una nuova campagna di sensibilizzazione alla rac-colta differenziata, finalizzata ad incre-mentare l'attuale percentuale del 21% di conferimento dei rifiuti negli appositi contenitori, attraverso la maturazio-ne del senso civico della collettività sul punto. Come pure, è in rampa di lancio a titolo sperimentale la figura dell'ispet-tore ambientale, con due dipenden-ti dell'Asv che, all'esito di un apposito corso di formazione e durante l'orario di servizio, sorveglieranno su eventuali violazioni commesse dai cittadini, co-municando tempestivamente ai vigili le infrazioni accertate.

"Tale misura -conclude Granieri-, introdotta in adeguamento ad una nor-mativa nazionale, non vuole essere una forma di vessazione nei confronti della popolazione ma va interpretata come uno stimolo ad un atteggiamento di maggiore rispetto verso l'ambiente e la città".

Il presidente dell’Asv, Gaetano Granieri. Foto C. Loragno

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di Marco Agostinacchio

di Francesco Daucelli

In marcia per la saluteL’amministrazione mobilita i cittadini in difesa del plesso sanitario

Sembra volgere alle battute finali la partita sulle sorti dell'ospedale.

Nelle ultime settimane il dibattito politico si è fatto molto vivace, con uno scontro tra gli opposti schieramenti a suon di manifestazioni e conferenze stampa, mentre adesso la palla passa alla Regio-ne, che dovrà sbrogliare al più presto la matassa del piano di riordino sanitario.

Venendo allo scenario locale, le for-ze politiche hanno dispiegato strategie diverse.

Il centrodestra, dopo il presidio di pro-testa organizzato all'ingresso dell'ospe-dale, si è fatto promotore di una marcia cittadina della salute, sposata dall'ammi-nistrazione comunale, che ha prodotto, stando ai numeri forniti dal Pdl, la sot-toscrizione di 50mila cittadini contro la paventata chiusura del plesso sanitario, nonostante le rassicurazioni di potenzia-mento fornite dai vertici Asl al sindaco Valla nei mesi scorsi.

L'opposizione, dal canto suo, tenta di sbloccare la questione con una proposta

Nei giorni più caldi per la sanità puglie-se, con il via libera al piano di rientro e le annunciate dimissioni (respinte da Vendola) dell'assessore alla Sanità, Tommaso Fiore, il sindaco Valla ha chiamato a raccolta i citta-dini per far fronte comune contro l'ennesi-mo taglio all'ospedale: la cancellazione dei ricoveri.

Una "marcia della salute" indetta dall'am-ministrazione comunale, che ha richiamato per le vie della città fino ai cancelli del no-socomio, oltre mille concittadini.

Protagoniste della mobilitazione sono state le consulte del Volontariato e degli Anziani, le associazioni Anatroccolo, Aisfa, Polisportiva Elos, Più Valore Onlus e Siner-gia, ma sopratutto le fasce deboli della po-polazione, preoccupate per le prospettive di depotenziamento dell'offerta sanitaria.

Grandi assenti gli esponenti del centrosi-nistra, che hanno chiarito il proprio punto di vista nel corso di una successiva conferenza stampa.

"La regione ci ha scippato del diritto alla salute; vogliono cancellare con un colpo di spugna un ospedale che serve un bacino di 100mila persone, dopo averci preso in giro con false promesse per tutti questi anni, dai consigli monotematici del 2008 agli incontri con la dirigenza Asl -osserva il sindaco Val-la-. Porteremo la protesta fino a via Capruz-zi e interesseremo presto la magistratura".

"La qualità della vita è un diritto -spiega Concetta Tota, responsabile della consulta per gli Anziani-.

Le fasce degli anziani e della disabilità sono le più colpite e, come comunità, non possiamo permetterci di lasciare soli questi concittadini".

Intanto il buco delle aziende sanitarie pugliesi sfiora i 400 milioni di euro e la partita brutale dei tagli sui servizi, che si giocherà presto nei ministeri della Salute e dell'Economia a Roma, è ancora aperta.

Tra proteste e proposte, maggioranza e opposizione in polemica

L’ospedale terreno di scontro

diretta alla giunta Vendola, illustrata in con-ferenza stampa, alla presenza dei consiglie-ri regionali Gerardo Degennaro e Giuseppe Romano, che hanno garantito attenzione alle istanze presentate.

In una prospettiva di deospedalizzazione e riconversione, l'auspicio del centrosinistra è di non chiudere la struttura ma prevede-re l'implementazione di un punto di primo

intervento h24, collegato al 118, e del day service, ossia un percorso assistenziale che comprende pacchetti di prestazioni ambu-latoriali per la presa in carico dei pazienti fino al ricovero.

A corollario, si ipotizzano posti di os-servazione breve, medicina di gruppo, posti letto tecnici e le Rsa (Residenze sanitarie assistite), queste ultime previo bando di

gara, con la nostra cittadina a fare da apripista del nuovo mo-dello organizzativo delle strut-ture sanitarie locali. Non si è fatta attendere la replica della maggioranza, con il proprio pun-to sulla sanità cittadina affidato a Rocco Palese, che ha gelato la sala degli specchi, indicando "Bi-tonto al secondo posto nella lista dei nosocomi da disattivare". "Un ospedale chiuso per legge", è la chiosa del capogruppo Pdl alla Regione, con il consigliere Mas-simo Cassano che ha rincarato la dose, stigmatizzando le promes-se fatte da Vendola ai cittadini,

smentite, a suo avviso, dalle delibere e dai tagli. Due verità inconciliabili a confronto, su cui solo la definitiva approvazione del piano di riordino potrà far luce, mettendo la parola fine ad un'odissea cominciata con la delibera della giunta Fitto del 2002, che sancì la chiusura di alcuni reparti del noso-comio cittadino.

La conferenza stampa del centrosinistra. Foto R. Schiraldi

Foto R.Schiraldi

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Dovrebbe essere il luogo per eccellenza deputato alla formazione e alla crescita mo-rale e culturale. Si sta trasformando, inve-ce, in terreno di aspro scontro politico, con preoccupanti e deleterie ricadute ai danni di alunni e genitori.

La scuola è certamente uno dei settori maggiormente colpiti dalla crisi economica ancora in atto (per effetto di sconsiderati tagli alla cultura), ma sul nostro territorio

rischia di pagare un prezzo assai più salato, anche a causa di qualche lacuna gestionale e amministrativa. Tanti e variegati i problemi che affliggono le strutture educative, chia-mate ad andare incontro in tempi rapidi ad una complessiva riorganizzazione della rete scolastica comunale, con la costituzione tra l'altro di istituti comprensivi per un nume-ro di studenti tra 500 e 900. Un passaggio assai delicato, che impone il giusto mix di accortezza e programmazione.

Proprio a tal fine, sulla scia delle pole-miche di utenti ed operatori della scuola, lo scorso ottobre il sindaco Valla annunciava la nascita di un gruppo di lavoro cittadino, sotto la direzione dell'assessorato alla pub-blica istruzione, con il compito primario di avviare un'operazione ricognitiva sullo stato degli edifici scolastici.

Un'idea importante, che tuttavia non è mai stata coltivata, spingendo i componen-ti politici dell'équipe (Michele Muschitiello e Roberto Colangiuli per la maggioranza, Emanuele Pinto per l'opposizione) a ras-segnare le dimissioni. "Mi duole constatare -attacca Pinto- come a distanza di oltre 100 giorni nulla sia stato fatto, anche soltanto per provvedere all'insediamento della com-missione. Nessun indirizzo politico è stato espresso, nessun input concreto è stato dato per avviare i lavori, nonostante gli innume-

La scuola? Un bel grattacapoOltre al riordino degli istituti, problemi per mensa e trasporto urbano

di Pasquale Bavaro

revoli solleciti formali e verbali che la giun-ta ha ricevuto. L'amministrazione ha tenuto sulla questione un atteggiamento sordo e irresponsabile, che la scuola bitontina non merita assolutamente. Il vero dramma che la nostra città oggi vive è rappresentato dall'assenza di un pensiero politico, in grado di programmare e pianificare".

Altra grana che continua ad interessare la realtà scolastica riguarda la refezione: il servizio attualmente viene erogato soltanto in favore della scuola dell'infanzia, in forza di una gara aggiudicata nel 2008 e desti-nata a scadenza nel prossimo mese di mag-gio. Con riferimento agli istituti primari (tre quelli richiedenti, per un totale stimato di circa 300 utenti), invece, l'amministrazione aveva promesso a settembre la tempestiva attivazione della mensa, ma non è stata in grado di reperire i fondi necessari.

Di fronte alle vibranti proteste di espo-nenti politici (con una nota del direttivo di Sel e un'interrogazione presentata dai con-siglieri Pd Masciale, Gesmundo e Ricci e dal rappresentante dei Riformisti Natilla) e di un gruppo di genitori della "Don Milani", nelle scorse settimane il primo cittadino ha assicurato l'avvio della refezione scolastica a partire dal 15 marzo. "Sono stato io -af-ferma Valla- a volere questo servizio, perché conosco perfettamente cosa voglia dire, in una realtà come la ‘Don Milani’, frequenta-ta da molti ragazzini in disagio, far restare altro tempo a scuola i bambini. Significa sot-trarli alle strade, alle situazioni familiari a rischio, ai pericoli della devianza minorile".

Uno step fondamentale anche sotto il profilo occupazionale, visto che la presen-za della mensa consente lo svolgimento del tempo pieno di 40 ore, con la previsione di un maggior numero di insegnanti in orga-nico. Da segnalare, in ultimo, la mancata attivazione del servizio di scuola bus, con i mezzi che giacciono inutilizzati in deposito dall'inizio dell'anno scolastico: una situazio-ne che sta causando forti disagi soprattutto alle famiglie residenti nelle frazioni di Pa-lombaio e Mariotto.

"Questa amministrazione -chiosa Pinto- ha deciso sin dal suo insediamento di vive-re alla giornata e non si è neanche posta, nell'ambito della scuola come in altri settori, il problema della programmazione di breve, medio e lungo periodo. I danni che iniziano ad emergere in questi mesi sono, purtroppo, solo una parte di quelli che si manifesteran-no in futuro".

Il consigliere Pd, Emanuele Pinto

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Sulla provinciale 11, che collega Bitonto a Palo del Colle, l’asfalto è ancora bagna-to e il cielo plumbeo. Ha appena smesso di piovere.

In una giornata come questa, all’altezza del distributore di benzina, due anni fa, una fiat 600 travolse in pieno Jordache Timiso-ara, falciandone la vita. Jordache era una donna di 68 anni con passaporto rumeno; all’improvviso la questione rom tornava agli onori della cronaca locale, dopo la dram-matica vicenda della piccola Mirabela, ri-trovata senza vita tra i rovi della campagna intorno. Ancora qui, un anno dopo, nel 2010, si levavano alte le fiamme nella notte di un mercoledì qualunque. Ai vigili del fuoco, ac-corsi sul posto, servirono oltre due ore per

Una vita ai margini

domare l’incendio e mettere in sicurezza il generatore, che alimenta tutt’ora il campo nomadi, sul ciglio della provinciale. Andaro-no in fumo due abitazioni ma fortunatamen-te gli abitanti del campo ne uscirono illesi. All’indomani, in un insediamento nomadi abusivo, in via Appia Nuova, a Roma, rima-sero uccisi, travolti dalle fiamme, quattro bambini. La questione sicurezza nelle peri-ferie abbandonate delle città tornò a scuo-tere la sensibilità collettiva e istituzionale.

Anche il sindaco, Raffaele Valla, raccol-se l’invito del presidente della repubblica, Giorgio Napoletano, a dare soluzione ad un problema così grave in termini umani e ci-vili, con la collocazione di alloggi stabili e dignitosi.

Già in una nota dello scorso aprile, il pri-mo cittadino aveva rimarcato al prefetto la necessità di sistemare dei container nell’in-sediamento, scelti tra quelli dismessi dal Centro di pronta accoglienza di Palese.

Alle porte di Bitonto vive da anni un’in-tera comunità di rom. Undici le baracche in legno e lamiere disposte ad elle che, fino al 2009, ospitavano 34 cittadini di naziona-lità rumena: 11 donne e 23 uomini, di cui 15 maggiorenni e 19 minorenni. Ad oggi , secondo le ultime stime, la comunità conta 7 maggiorenni e 19 minori. Tutti in qualche modo imparentati tra loro. L’area, di oltre 5mila mq, è di proprietà del comune di Bi-tonto e sorge a ridosso dell’ex Lazzaretto, una struttura eretta per motivi sanitari in un’epoca tutt’ora imprecisata e poi abban-donata al logorio dei secoli.

Alla vista di chi transita in auto o si fer-ma di fronte, a fare benzina, il campo, oltre il muro a secco, si presenta come un’enorme discarica a cielo aperto. Rifiuti ovunque che quotidianamente uomini e donne della co-munità cercano di smaltire in un cassonetto messo a disposizione dall’Asv. Ma la struttu-ra dell’ex Lazzaretto svela un mondo invisi-bile. “Quella alle porte di Bitonto è una co-munità di rom stanziali che, a differenza dei

di Marco Agostinacchio

Tra miseria, pregiudizi e solo pochi aiuti, l’amara sorte dei rom nel campo di via Palo

Foto M. Agostinacchio

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nomadi, hanno cercato di creare una realtà stabile e permanente”. A parlare è Miche-le Bulzis, presidente della cooperativa Eu-ghenia, che da anni si occupa del sostegno e dell’integrazione dei minori rom. Sarà lui a guidarci nel campo perchè di Michele e de-gli altri operatori della cooperativa i rom si fidano. Al punto da lasciarci entrare nell’in-timità delle loro abitazioni per raccontarci come vivono. L’accoglienza è festosa e ospi-tale. Questa è l’ora in cui i bambini tornano da scuola e ognuno sembra ansioso e felice di mostrarci il posto in cui vive e spende le sue giornate. Ogni baracca ha una televi-sione, strumento principale per apprendere l’italiano. Nelle baracche l’aria è pesante, pregna di vapore e umidità. Nell’angolo c’è una caldaia a legna, su cui bolle dell’acqua in un pentolone. Per pranzo c’è una mine-stra essenziale di pasta, acqua e zucchero. Tra questi muri di legno e materiali di fortu-na l’inverno è ancora più freddo.

Perciò le pareti della stanza da letto sono tappezzate con piumoni e i letti in cui dormono i genitori sono uniti a quelli dei figli. “La maggior parte dei membri adulti viene dalla periferia di Bucarest dove, pri-ma della fine della dittatura di Ceaucescu e l’apertura della Romania al mercato glo-

bale e al capitalismo, ricevevano dallo stato il supporto per una vita sostenibile. Caduto il regime -spiega Bulzis- sono stati costret-ti a spostarsi per l’Europa per sfuggire alla discriminazione, alla ricerca di condizioni di vita migliori”. Nonostante i tetti siano ricoperti di cellophane, nei giorni di piog-gia, come questo, l’acqua filtra all’interno. E’ una donna a mostrarci con insofferenza la sua cucina. Aperta la dispensa con le sto-viglie ci mostra gli escrementi di ratto che è costretta periodicamente a pulire. Nono-stante le promesse, il Comune non ha mai provveduto ad un’efficace derattizzazione. E non è difficile vedere il branco di cani, con cui i rom condividono lo spazio esterno, mangiare nella stessa ciotola con i topi che infestano l’insediamento. In un angolo del-la cucina c’è una tinozza con l’acqua. Viene usata da tutta la famiglia per lavarsi. Qui l’acqua è ancora più preziosa perchè non c’è una fornitura corrente: è necessario procu-rarsela dalla fontana più vicina per tutti gli usi igienici. Non c’è un collegamento fogna-rio e non ci sono bagni su tutta l’area.

“Sino ad ora abbiamo fornito all’interno del nostro centro -prosegue Bulzis- servizi come una lavatrice, un’asciugatrice e del-le docce. Quotidianamente i bambini sono

accompagnati nel nostro centro per essere lavati e vestiti, portati a scuola e nel pome-riggio riaccompagnati al campo”. E’ di 11 bambini, inseriti nel circuito della scuola dell’obbligo, il bilancio positivo di Eughenia che, nel 2009, ha provveduto su sollecita-zione della Procura dei minori a mappare il campo per conoscere la situazione dei ragazzi e verificare le condizioni igieniche dell’insediamento. “E’ necessario continua-re sulla strada dell’integrazione, istituzio-nalizzando la permanenza della comunità rom su questo suolo con un comodato d’uso gratuito -continua il presidente di Eughe-nia-, condizionato però ad un regolamento interno che preveda il rispetto del luogo e delle leggi, in particolar modo abolendo completamente l’accattonaggio a cui i mi-nori sono spesso indotti dai propri genitori. L’obbiettivo è dare ai rom diritti ma anche doveri da rispettare, limitando al massimo l’assistenzialismo e contrastando ogni for-ma di attività illegale”. Proprio ciò che gli abitanti del campo di via Palo chiedono e sperano di ottenere, per vivere una vita più normale e sentirsi parte integrante ed attiva della comunità cittadina, senza discrimina-zioni e preconcetti, che tanti, purtroppo, non sono disposti a mettere da parte.

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di Pasquale Bavaro

E adesso, nessun altro ritardo sarà am-missibile. Nessun ulteriore intoppo sulla strada della realizzazione degli alloggi po-trà trovare giustificazione. Con la redazio-ne e successiva pubblicazione dei bandi per l'assegnazione delle unità abitative, infatti, l'iter politico-amministrativo della nuova zona 167 è ormai giunto al termine e si en-tra nella fase tecnico-operativa. Il sogno di una casa comincia lentamente a prendere corpo, dopo anni di speranze e delusioni, po-lemiche e rinvii, passi in avanti e repentini ripensamenti.

"E' un obiettivo che volevo realizzare fin dal mio insediamento -commenta il sindaco Valla-, per il quale la giunta ha profuso un impegno davvero massiccio. Si tratta di un intervento fondamentale per il rilancio del settore trainante dell'edilizia, che consen-tirà alle aziende locali di prendere parte all'assegnazione dei lavori, diversamente da quanto era previsto con l'idea della Stu. Finalmente tanti cittadini potranno trovare una dimora stabile nella quale vivere".

Il bando, elaborato in fedele attuazione delle disposizioni del regolamento approva-to dal consiglio comunale nei mesi scorsi, ri-guarderà il primo dei tre comparti (la cosid-detta area C1), nei quali è stata suddivisa la nuova 167: sei lotti, destinati sulla base del-le offerte formalizzate ad essere aggregati

Un mattone per il sogno Con i bandi per l’assegnazione degli alloggi, la nuova 167 in fase operativa

in diverse unità di quartiere, 130 alloggi su una superficie complessiva di circa 18 mila metri quadri alle spalle dell'Istituto tecnico commerciale (tra via dell'Annunziata e stra-da comunale Balice, dove sarà posizionato l'accesso alle strutture abitative), un costo previsto di 130-150 mila euro per unità re-sidenziale.Il documento indica, nell'apposi-ta convenzione allegata, i parametri per la formazione della graduatoria, con preferen-za nel punteggio riconosciuta ai nuclei fami-liari con disabili, ai pensionati con sussidio minimo, ai giovani e ai soggetti disagiati. Le cooperative avranno ora 60 giorni di tempo dalla data di pubblicazione del bando per presentare la domanda.

"Dopo l'assegnazione dei lotti -illustra l'assessore all'urbanistica Tommaso Mas-sarelli- le cooperative procederanno agli espropri dei suoli, senza alcun onere econo-mico a carico del comune, che si limiterà ad un ruolo di vigilanza sul rispetto della nor-mativa in tutte le operazioni. Quindi, si pas-serà alla costruzione delle opere, con asso-luta precedenza a quelle di urbanizzazione relative ad acqua, fogna, gas, luce e strade, da porre in essere prima dell'edificazione delle unità abitative". Un percorso che certo richiederà ancora del tempo, ma un mattone importante per il sogno della casa è stato finalmente posto. La pianta del primo lotto da edificare

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di Francesco Daucelli

"Purtroppo s'è fatta l'Italia, ma non si fanno gli italiani". Così Massimo d'Azeglio, laconicamente, fotografava il Paese all'indomani della riunificazione del 1861.

E mentre ci si avvicina alla celebra-zione del 150° anniversario dell'unità, l'aforisma sembra ancora valido.

Basta dare uno sguardo allo scenario politico di questi giorni dominato (bun-ga bunga a parte) dall'eterna riforma sul federalismo fiscale, arenatasi nelle ultime settimane. Una sorta di compro-messo politico per mitigare i mal di pan-cia della fantomatica Padania, mentre l'idea di nazionalità stenta ancora a su-perare il campanilismo regionale.

Su queste tematiche si è incentrato l'interessante dibattito dal titolo "150

150 anni in “chiaroscuro”La Galleria Devanna celebra l’unità d’Italia

anni dopo - Dalla Patria alla Patria repubblicana ed europea", promosso da Fabrizio Vona, sovrintendente per i Beni storici artistici ed etnoantropolo-gici della Puglia, e da Nuccia Barbone e Daniela de Bellis, della direzione del-la Galleria nazionale Devanna, che ha ospitato l'evento. Relatori la sen. Mari-da Dentamaro, assessore regionale al Sud e federalismo, e la prof.ssa Melina Decaro, segretario generale della fonda-zione "Adriano Olivetta" e già collabora-trice di Carlo Azeglio Ciampi, con Lino Patruno, ex direttore della Gazzetta del Mezzogiorno, in veste di moderatore.

Decaro ha stigmatizzato la deriva della società italiana, denunciando "il velinismo e il velonismo, una modifica-zione antropologica deteriore", con un

chiaro riferimento al modello culturale berlusconiano, le cui uniche via d'usci-ta sono, a suo avviso, il binomio cul-tura-tecnologia ed un ritorno all'amor patrio.

"Siamo al cospetto di un progetto di federalismo disaggregativo, giustificato dalla retorica della sfida da lanciare al Sud, che potrà finalmente dimostrarsi autonomo e responsabilizzare la propria classe dirigente. Ma lo scenario sarà un altro: un Paese spaccato in regioni ric-che e povere", questo il nocciolo dell'in-tervento dell'assessore Dentamaro.

Intanto, chiedendoci se "Italia sì, Ita-lia no?", facciamo gli auguri alla nostra giovane nazione.

Almeno l'educazione è d'uopo.

È stata la poesia, quell'altisonante forma d'arte che "vince di mille secoli il silenzio", la protagonista indiscussa della serata organizzata presso la sala degli specchi, in occasione della presentazione della silloge "Bitonto, primo amore". A circa un anno di distanza dalla prima edi-zione dell'omonimo concorso, promosso dalla prof.ssa De Capua e dall'Aede (As-sociazione europea degli insegnanti), che è riuscito a mettere in rete quasi tutte le scuole bitontine di ogni ordine e grado, è stata pubblicata una silloge che raccoglie tutti i testi premiati, divisi tra le categorie seniores e juniores, in lingua italiana o in vernacolo. Dopo i saluti del sindaco Valla,

"Bitonto primo amore"

di Chiara Colamorea

del sen. Procacci, dell'assessore provinciale Labianca e del prof. Silvano Marseglia, pre-sidente europeo dell'Aede, intervallati dal coro della scuola elementare Fornelli, diret-to dalla maestra Lozito, la parola è passata al prof. Michele De Palma, a cui è stato af-

fidato il non facile compito di presentare la raccolta di liriche.

"L'amore per Bitonto, celebrato nel-le varie poesie, cresce e si espande fino a trasformarsi in amore per la patria e occasione per sentirsi vicino anche a chi appare lontano", ha sottolineato il prof. De Palma, precisando che la poesia, straor-dinaria forma d'arte, per quanto obsoleta possa sembrare, può diventare terreno di solidarietà e fratellanza con l'intera uma-nità. "La poesia abbatte le barriere fisiche e culturali -ha osservato- ed è dunque un tassello importante del processo formati-vo, perché non può darsi formazione che non sia al tempo stesso globale e locale."

Da sin. Melina Decaro, Lino Patruno e Marida Dentamaro. Foto R. Schiraldi

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di Marino Pagano

di Giuseppe Perrulli

Un racconto d'onirica eresia neoclas-sica. L'antica dinamicità dei rimandi e l'affresco magico nel nome di un'arte totale, unificante.

Matteo Masiello è tutto ciò. L'eterno richiamo ai miti, una semi-

otica che coinvolge, pur non vacuamen-te emotiva.

La mera emozione, infatti, è quan-to di più lontano ci possa essere dalla cultura e dalla speculazione di Matteo Masiello: il suo è puro logos.

Delle sue riconosciute qualità si è accorta anche l'università di Bari, con la pubblicazione del volume "Pittura", edito dall'ateneo stesso, che già ospita da anni opere del maestro.

Il libro, a metà tra catalogo e rasse-gna biografico-artistica, riassume bene

La “Pittura” di MasielloL’ateneo barese dedica un bel volume all’artista

quella "esaltante anomalia pittorica", propria di un autore, Masiello, che per il compianto giornalista e critico Miche-le Campione "ha messo in crisi la storia e l'iconografia della pittura pugliese del Novecento".

Su Masiello, nelle settimane scorse, presso il centro "GraziArt", anche una rassegna dei migliori lavori dal 2000 in poi ("Dalla nuova maniera al post-mo-derno").

L'artista che, ricordiamo, è diretto-re artistico della galleria civica d'arte contemporanea, sollecita con forza la sistemazione della nuova ala espositiva del torrione: pressanti le sue richieste all'amministrazione, soprattutto in me-rito alla presenza di un maggior numero di giovani artisti.

Continuano gli incontri pro-mossi dalla scuola di formazio-ne politica "Città dell'uomo" e i più illustri esponenti della scena culturale italiana. Nell'appunta-mento intitolato "Le politiche del lavoro e i giovani" è intervenuto, presso il Traetta, il prof. Pietro Ichino, giurista e senatore del Partito Democratico. Partendo dal primo articolo della costi-tuzione, che sancisce il diritto-dovere al lavoro, e dal terzo, che attribuisce alla Repubblica il compito di rimuovere gli osta-coli alla piena uguaglianza dei cittadini, il giurista ha spiegato ai ragazzi i motivi della debo-lezza contrattuale del lavora-tore nei confronti dell'impren-

Flexsecurity, la ricetta del prof. IchinoIl noto giurista spiega ai ragazzi le problematiche del mondo del lavoro

ditore. Un potere contrattuale caratterizzato, secondo Ichino, da tre difetti: di informazione, formazione e mobilità. Fattori che impediscono alternative e causano una situazione di "mo-nopsonio", cioè di inferiorità del lavoratore. Rispetto al capitale, i lavoratori hanno minore mobi-lità, avendo spesso famiglia ed essendo legati al territorio di appartenenza. Ma questo non è l'unico problema del trava-gliato mondo del lavoro: infra-strutture arretrate, inefficienza della pubblica amministrazio-ne, complessità del codice dei diritti del lavoro, mancanza di investimenti in formazione da parte di imprenditori (timoro-

si che i lavoratori possano poi uscire dall'azienda per utilizza-re altrove le competenze acqui-site), conflitto di interesse tra occupati e disoccupati e, infine, processo di globalizzazione, che aumentando le possibilità di spostamento dei capitali, riduce ulteriormente il potere contrat-tuale dei lavoratori in un'Italia chiusa agli investimenti esteri. Si chiama "flexsecurity" la ri-cetta che il senatore ha indica-to per salvaguardare chi offre forza-lavoro: una riforma che garantirebbe il diritto a conclu-dere un contratto per l'impren-ditore, che si accollerebbe l'one-re di assicurare una continuità salariale all'ex-dipendente, fino

alla nuova assunzione. Governo, imprese e sindacati devono co-minciare a pensare ad una re-visione del contratto collettivo nazionale stipulato negli anni Settanta.

Pietro IchinoFoto A. Melato

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Con il progetto “Cana-Puglia” il giovane bitontino Carmine Campaniello, con il portavoce di Assocanapa Pu-glia, Claudio Natile di Con-versano, si sono aggiudicati un finanziamento messo a disposizione dall’iniziativa regionale “Principi Attivi”.

25 mila euro per un pia-no della durata di 2 anni, che avrà tra i suoi primi obiettivi quello di sensibiliz-zare l’opinione pubblica, ma soprattutto il mondo agri-

Canapa da riscoprireUn progetto per la coltivazione della preziosa pianta

di Carmela Loragno

colo pugliese, sulla valen-za e sulle potenzialità della canapa.“Forse in pochi sanno che la canapa, nella varietà detta sativa, vale a dire con un contenuto irrilevante del principio attivo psicotropo, è diffusamente coltivata in Eu-ropa -spiega Natile- mentre in Italia, soprattutto in Pie-monte e in Emilia Romagna, esiste un’economia agricola legata a questa pianta. Negli anni ‘40, il nostro paese era uno dei principali produttori

ed esportatori: dalla canapa produceva il cordame per la Ma-rina inglese”.

Una vera e pro-pria risorsa, dunque, da cui è possibile ricavare un’infinita gamma di prodotti: materiali plastici, carburanti, tessuti

altamen-te tra-spiranti, un tipo pregiato di carta ma anche oli alimentari dall’alto pote-re nutrizionale, farine tolle-rate dai celiaci, cosmetici e farmaci. Per non dire che la pianta richiede bassi costi di produzione e pochi trat-tamenti e risulta persino es-sere nutritiva per il terreno nelle fasi di riposo.A soste-nere il progetto anche Con-fagricoltura, Coldiretti, l’uni-versità barese, il comune di Conversano, Assocanapa e Wwf Puglia.

“Il progetto -prosegue Campanello- si articolerà in due fasi distinte: una di ca-rattere teorico, durante la quale saranno organizzati se-minari, incontri e laboratori scientifici in collaborazione

con la facoltà di Agraria, vol-ti a far conoscere al mondo agricolo pugliese la canapa e le sue infinite applicazioni. L’altra, invece, vedrà la rea-lizzazione della prima colti-vazione della pianta presso la masseria dei Monelli a Conversano, su un terreno di 5000 mq”.L’obiettivo ulti-mo e più ambizioso è quello di creare una vera e propria filiera della canapa, risco-prendo una pianta che favo-rirebbe la nascita di un mer-cato ecocompatibile a basso costo. “Ma perché ciò avven-ga -conclude Campanello- è necessario abbattere i pre-giudizi e fornire una corretta informazione”.

Di questi tempi, il tema dell'acqua è tornato alla ri-balta. C'è chi lotta per evita-re che diventi uno strumen-to di guadagno delle lobby e chi, di riflesso, fa di tutto per mettere le mani su que-sto bottino invitante, fonda-mentale per la vita di tutti. C'è chi ne spreca parecchie quantità, commettendo così un vero e proprio delitto so-ciale, e chi ne fa uso senza pensarci, perché bere è scon-

Quando l’acqua è un lussoUn gruppo di famiglie in attesa da decenni di una conduttura

di Emilio Garofalo

tato e naturale. E c'è, anco-ra, una piccola categoria di persone che quel bicchiere d'acqua non può averlo. In città, a ridosso della lama Balice, dalle parti dell'incro-cio con la via che conduce a Palombaio, ci sono alcuni nuclei familiari che non pos-sono godere del libero acces-so all'acqua potabile. La mo-tivazione è, di per sé, tanto odiosa quanto banale: buro-crazia lenta e disinteressata

alle reali esigenze degli uten-ti. Il problema, atavico, è la mancanza di una conduttu-ra idrica che, tra le consuete promesse e le solite inadem-pienze, non è mai stata co-struita dall'Acquedotto pu-gliese, con la conseguenza che le famiglie in questione, stanche ed "assetate" di giu-stizia, hanno optato per un più proficuo "fai da te": un vero e proprio canale, più in-stabile che utile, collegato ad un'utenza di un magnanime privato. Non si può di cer-to parlare di un "lieto fine", semmai di una toppa, desti-nata, però, a scucirsi di con-tinuo. Infatti, il tubo flessibi-le è oggetto di lesioni, dovute al traffico incessante della zona, alle precipitazioni e, dunque, più che rappresen-tare una soluzione per i no-stri sfortunati concittadini, è un continuo pensiero, una "scomodità" che necessita di costanti riparazioni ed in-terventi manutentivi. Come in un romanzo dalla trama scontata, questa triste vicen-da non può che proseguire con i soliti scambi epistolari tra le famiglie interessate e

gli enti responsabili: Comu-ne, Acquedotto pugliese e Provincia. Facile immaginare le attese, i silenzi tipici delle realtà amministrative, i soli-ti rimpalli di responsabilità, tipico atteggiamento meschi-no di chi ama "lavarsi" (bea-to chi può!) le mani. "Ciò che più ci infastidisce -lamenta una delle vittime dell'incre-scioso disservizio- è l'essere presi in giro da chi dovrebbe in realtà rappresentarci".

Impossibile dar torto a chi vive la periferia sia geografi-camente che umanamente e che, solo perché abita in una zona più isolata, si ritrova a non poter godere di un suo fondamentale diritto. Se le bugie "politichesi" irritano quando riguardano temi lon-tani dalle nostre esigenze quotidiane, è facile immagi-nare come le menzogne fac-ciano male quando, ad es-sere lese, sono le aspettative dei singoli, i quali, in luogo di un trattamento equo e di-gnitoso, ricevono soltanto in-ganni e scrollate di spalla.

Non resta altro che bere per dimenticare...

C. Campaniello e C. Natile, promotori dell’iniziativa

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Il suo nome scientifico suona già come una minaccia: rhynchophorus ferrugineus. Ma è più comunemente co-nosciuto come punteruolo rosso della palma. Un insetto particolarmente noci-vo, una delle maggiori insidie alla sana crescita della palma, pianta tra le più universalmente note e tra le famiglie ve-getali più antiche della storia dell'uomo, tipica delle regioni tropicali, ma diffusa, nella sua variante "nana", anche nella macchia mediterranea. Il punteruolo, coleottero della famiglia dei Curculio-nidi, nasce, vive e si riproduce proprio all'interno della palma. Un problema davvero se pensiamo che, nella sola Roma, per lo studioso Antimo Palumbo, il parassita potreb-be portare all'estin-zione delle palme della città capitolina entro il 2015. L'in-setto ha colpito an-che la Puglia e tutto il Meridione d'Italia. Bitonto non ne è ri-masta, purtroppo, esente. Ma i danni sono stati decisa-mente limitati. Un solo dato: nei terri-tori limitrofi (Santo Spirito e Palese) il punteruolo ha in-festato ben l'80% delle vegetazioni da palma, da noi solo il 20%, nonostante i pericoli fossero gli stessi. Ha quindi funzionato una parti-colare terapia preventiva messa a pun-to, con felici riscontri pratici, dai tecnici dell'Azienda Servizi Vari cittadina.

Entriamo nel dettaglio.

L’Asv impegnata nel salvataggio di un gruppo di palme

La “battaglia”contro il punteruolo rosso

Ad oggi, a meno che non si pensi al semplice e drastico abbattimento delle piante (eseguito solo in un caso, all'in-terno del locale liceo classico), man-ca una profilassi efficace, condivisa ed avallata dal ministero della Salute.

L'Asv, in collaborazione con la facoltà di Agraria dell'Università di Bari (profes-sor Francesco Porcelli, docente di ento-mologia generale e applicata), ha pensa-to, già dall'anno scorso, ad una strategia preventiva, legata al trattamento conti-nuo e terapeutico della pianta: il meto-do dell'impianto a doccia. Un prodotto anti-punteruolo, assolutamente non tossico ed autorizzato dal ministero, colpirà defluendo attraverso un cerchio

posto sull'estremità centrale dell'albero, sulle cosiddette fo-glie apicali, laddove l'azione dell'insetto si fa più nociva. Si spera, così, di po-ter garantire alle piante il normale e consueto corso ve-getativo. Il sistema scelto (ma siamo, giusto sottoline-arlo, sempre alla fase preventiva) ha un'altra importante e positiva qualità: la sua economicità,

permettendo un notevole abbattimento di costi rispetto ad altri metodi più arti-colati e senza garanzie di buon esito.

Se, dopo la terapia preventiva, il trat-tamento si rivelerà ancora insufficiente, anche magari per l'emergere di altri fat-tori (eccessiva ventosità o troppo corpo-

sa espansione della chioma), ci sarà un ulteriore tentativo con la dendrochirur-gia, cioè con l'eliminazione diretta della parte attaccata dall'insetto, intervenen-do dove l'infestazione è più marcata. Nella speranza che poi l'apice vegetativo della pianta possa emettere ancora ve-getazione. Una pianta in piazza Marconi, ad esempio, pur colpita in modo violento dal famigerato coleottero, dopo il tratta-mento ha reagito ed è ripreso considere-volmente lo sviluppo vegetativo: l'albero è tornato ad emettere foglie. I prossimi mesi diranno che strada dover seguire definitivamente contro questo nemico della palma, così insidioso e addirittura, nei casi più acuti, mortale. Va sottoline-ato che il problema riguarda, infine, non solo la vegetazione pubblica ma anche quella privata. Il piano d'azione nazio-nale contro il punteruolo (emanato dal ministero delle Politiche agricole e se-guito dalle Regioni, che a loro volta si danno orientamenti specifici a seconda del territorio) prevede, infatti, che il pro-prietario privato, una volta accortosi di anomalie vegetative sulle proprie piante, ha il dovere di dare comunicazione im-mediata al Servizio fitosanitario regiona-le. È sempre più necessario, insomma, che pubblico e privato siano uniti nella battaglia contro questo piccolo, grande pericolo per le nostre palme, patrimonio della collettività.

Il consiglio di amministrazione, la direzio-ne e i colleghi tutti si stringono intorno alla fa-miglia Naglieri per la perdita del caro Tanino

Rabbia, sconcerto e tanto dolore per la perdita del caro Gaetano Naglieri, 58enne bi-tontino, capo ufficio igiene urbana dell'Azien-da Servizi Vari. Gaetano, Tanino come tutti lo chiamavano, era entrato come autista all'ASV nel 1975, poi era passato caposquadra per i servizi di igiene urbana e da circa un anno ricopriva il ruolo di capo ufficio e di coordina-mento delle squadre operative. La mattina in cui è morto, era a bordo della sua auto e sta-va raggiungendo la sede della sua azienda, l'ex Panigal, sulla provinciale 231 che collega Bari al nord della provincia.

L'incrocio maledetto di via Modugno gli è stato fatale. Un'auto, che sopraggiungeva da Bari verso Terlizzi lo ha travolto subito dopo essersi immesso sulla strada princi-pale. Lo piangono la moglie Grazia Aresta, i tre figli Rosanna, Luigi e Teresa. A settembre sarebbe andato in pensione, lasciando dopo 36 anni quel ruolo che gli aveva dato tante

Grazie Tanino!gratificazioni e a cui aveva dedicato la vita. Proprio in vista di questo addio all'azienda, negli ultimi tempi stava formando alcuni tra i collaboratori più fidati che avrebbero potuto, al momento opportuno, prendere il suo posto. "Un piccolo esempio di quale dedi-zione e attenzione Tanino Naglieri ha tributato all'azienda -commenta a riguardo il dott. Giuseppe Pasculli, direttore dell'Asv- perché da perso-na lungimirante, ha voluto assicura-re continuità al suo lavoro e a quello di tutta la sua squadra". Tante le parole di stima con cui lo ricordano in azienda. "Una figura cari-smatica e di grande disponibilità -ricorda Pa-sculli- capace di coniugare la professionalità con grandi doti umane. Aveva una visione ‘romantica’ dell'azienda e del lavoro: per lui, eravamo tutti una grande famiglia.

Come quando una squadra perde il suo capitano, per noi sarà molto difficile sostitu-irlo". "Per la sua allegria, la sua disponibi-lità era sempre un piacere lavorare con lui

-conferma l'ing. Antonio De Donno, dirigente ASV-. Anche nei momenti di difficoltà o quan-

do qualcosa sul lavoro non andava bene era capace di contagiare tut-ti con la sua simpatia e capacità di trovare adeguate soluzioni". "In occasione della presentazione del nuovo consiglio di amministrazio-ne -ricorda a nome di tutto il con-siglio di amministrazione dell'ASV il consigliere dott. Beppe Granieri- Naglieri ha avuto parole di grande

responsabilità: spirito di gruppo, sacrificio e collaborazione per lui erano tutto.

Come un buon padre di famiglia si pren-deva cura di tutti i suoi collaboratori e aveva consigli e parole di incoraggiamento per tut-ti". Sincero cordoglio da parte anche di tutti i suoi colleghi e collaboratori che hanno pianto la sua morte e che, nel cuore, portano ancora tanta rabbia per quell'incrocio maledetto che ha strappato la vita ad un amico, ad un pa-dre, ad un collega fidato.

Gaetano Naglieri

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Primo piano febbraio 2011

In Italia solo il 46,1% delle donne ha un lavoro stabile, retribuito e "fuori dal sommerso". In Puglia, questo dato si ri-duce al 29%.

Oltre 14 milioni di donne italiane sono state oggetto di violenza fisica, sessuale o psicologica nella loro vita, e la maggior parte di esse non l'ha denun-ciato.

Una donna su tre tra i 16 e i 70 anni è stata, almeno una volta, vittima di violenza o maltrattamenti.

Gli autori sono degli sconosciuti una volta su quattro, nello stesso numero di casi sono parenti (soprattutto zii e pa-dri) e conoscenti.

Ha preso l'avvio da un'attenta rifles-sione su questi e molti altri dati scon-certanti, che offrono una triste ma re-alistica fotografia dell'Italia dei nostri giorni, la mobilitazione nazionale delle donne, organizzata nella maggior parte delle città italiane.

In un'assolata domenica mattina migliaia di donne sono scese in piazza per restituire dignità e rispetto a quel-lo che impropriamente viene definito da sempre il "sesso debole" e per cancel-lare l'immagine degradante, che i mass media veicolano della donna come mero oggetto di scambio sessuale. Anche in

Le donne scendono in piazza per “Se non ora, quando?”

La dignità è un vessillodi Chiara Colamorea

città moltissime donne, accompagnate da tanti uomini, hanno affollato l'ingres-so principale della villa per testimoniare

a gran voce che c'è un'Italia che lavora, che studia e si sacrifica, per rigettare quell'inquietante modello di relazione tra uomo e donna, che viene trasmesso dalla cultura imperante, imponendo co-modi successi e facile ricchezza, al prez-zo della dignità umana.

"Se non ora, quando?" è stato lo slo-gan di questa mobilitazione trasversale, senza colori né sigle, che ha unito uo-mini e donne al di là di ogni specificità, in virtù del più alto diritto al lavoro, alla parità, all'eguaglianza.

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Primo piano febbraio 2011

Una petizione a favore del TPP

Nonostante l'impegno della Regione Puglia, per il completamento della rete impiantistica di gestione dei rifiuti e per fornire impulso alla raccolta differenziata, il tasso di raccolta differenzia-ta registrato al 2010 per l'in-tera Regione è pari al 16% (obiettivo UE: 65% entro il 2012). Per incrementare la percentuale di differenziata, pertanto, con delibera del-la giunta 28 dicembre 2010 n.2989, la Regione ha avviato una procedura negoziale per la presentazione di proposte di interventi di potenziamen-to dei servizi di raccolta nei comuni, attraverso l'intro-duzione di metodi innova-tivi di raccolta differenziata "integrata". Tale procedura è aperta a tutti i comuni pu-gliesi ad esclusione dei ca-poluoghi di provincia e degli ATO, in cui è già vigente il servizio di gestione unitaria della raccolta e trasporto di rifiuti urbani ed assimilati.

Le risorse messe a dispo-sizione dalla Regione am-montano a 23 milioni di euro

e prevedono un'assegnazione fissa pari al 70% della dota-zione complessiva, da ripar-tire in base alla popolazione residente (per i comuni con oltre 50.000 abitanti, come Bitonto, si tratta dell'8% di 16,1 milioni di euro da divi-dere tra 7 comuni), ed una variabile pari al 30% della dotazione complessiva stan-ziata, da ripartire come indi-cato di seguito: 20% in base: 1) alle previsioni progettuali per il raggiungimento del tar-get ottenuto come differenza tra gli obiettivi fissati dal Pia-no regionale di gestione dei rifiuti urbani per la raccolta differenziata e quelli fissati dal Piano d'azione, per il rag-giungimento degli obiettivi di servizio (DGR 464/2009), 2) alle azioni sviluppate per il recupero dell'evasione del-la TARSU, 3) alle dotazioni impiantistiche esistenti o limitrofe, necessarie per lo sviluppo della raccolta dif-ferenziata; 10% per le pro-poste progettuali relative ai piani comunali di raccolta differenziata maggiormente

innovative, che prevedono una riduzione sensibile dei costi di gestione.

Sono ammissibili gli in-terventi per il potenziamen-to dei servizi di raccolta, che prevedano l'introduzione di metodi innovativi di raccolta differenziata "integrata" (mix di sistemi di raccolta, qua-li rete di centri di raccolta ed isole ecologiche, raccolta stradale di prossimità, por-ta a porta, punti ecologici) e le spese relative all'acquisto di nuovi macchinari e at-trezzature, ad opere edili ed impianti e quelle per l'arredo dei punti ecologici. La pro-posta d'interventi, redatta in conformità a quanto pre-visto dall'allegato B alla de-libera 2989/2010, potrà es-sere presentata da ciascun comune in forma singola o associata entro 120 gior-ni dalla pubblicazione della stessa delibera sul BURP n. 14 del 26 gennaio 2011.Per il comune di Bitonto la pro-cedura rappresenta un'in-teressante opportunità per incrementare il proprio li-

di Michele Cotugno

del dott. Luigi De CaroOESI - Osservatorio sulle Economie Sostenibili e l’Innovazione

Differenziata? La Regione dà una mano ai Comuni

vello di raccolta differenziata (17% ad ottobre 2010 - dato sito internet dell'assessora-to all'Ecologia della Regione Puglia) ed evitare l'applica-zione massima dell'aliquota dell'ecotassa regionale. La proposta dovrebbe essere mirata all'estensione della raccolta differenziata porta a porta a tutti i quartieri della città nonché al potenziamen-to della raccolta presso le at-tività commerciali, artigiana-li ed industriali, produttrici di significative quantità di rifiuti di imballaggio, vetro e materiali ferrosi.

L'interruzione della col-laborazione tra il Traetta e il Teatro pubblico pugliese, decisa dalla maggioranza in consiglio comunale, ha su-scitato un vespaio di polemi-che.

"Una gestione poco chiara

Si raccolgono le firme per il ripristino della convenzione

e monopolistica" la motiva-zione che ha spinto il sindaco Valla e quattordici consiglie-ri a votare contro il rinnovo del contratto, esprimendo la volontà di promuovere maggiormente le compagnie cittadine, sponsorizzando il

territorio e riducendo gli one-ri per le casse comunali. Le stesse esigenze di risparmio che hanno condotto anche al termine del sodalizio con l'Apulia Film Commission.

Una "decisione che è pri-ma una sciocchezza e poi un danno" l'ha definita Michele Mirabella, direttore artistico del teatro e profondo cono-scitore dei circuiti, attraver-so cui transita il meglio della produzione teatrale naziona-le.

Una "decisione dissena-ta", che rischia di ridurre il Traetta ad un "mero con-tenitore di spettacoli locali, amatoriali e vernacolari", ha commentato Gianluca Rossiello, responsabile del-la libreria del Teatro e pro-motore di una petizione per sottrarre il teatro all' "infimo destino".

La raccolta di firme, in-dirizzata al sindaco Valla e alla commissione Cultura, ha l'obiettivo di ripristinare la convenzione con il Teatro pubblico pugliese, che rap-presenta una tra le più gran-di reti teatrali del Paese.

In realtà, l'iniziativa vuol prendere pure le distanze dall'attuale gestore del tea-tro, responsabile in più oc-casioni di "inefficienza in campo organizzativo e comu-nicativo".

"Migliorando e potenzian-do gestione e informazione, il teatro può accogliere più spettatori", sostiene Rossiel-lo, fiducioso che "per l'am-ministrazione possa valere più la crescita culturale che l'aspetto meramente econo-mico".

Pagliai e Gassman, tra le coppie più celebri sul palcoscenico del Traetta

L’intervento

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IL DIFENSORE CIVICOdel dott. Franco Castellucci

Federalismo fiscale? Una “matassa da sbrogliare”Nei giorni scorsi la cronaca politica si

è occupata, tra l'altro, del cosiddetto fe-deralismo fiscale, con l'approvazione "for-zata" in consiglio dei ministri. Ma, prima di entrare nel merito di queste vicende, è necessario capire cosa sia il federalismo. In estrema sintesi, possiamo dire che si tratta di un modello di decentramento statale, tipico dei governi costituzional-liberali, nel quale il potere politico è costituzionalmente ripartito fra uno sta-to (centrale) federale e gli stati membri (cantoni, lander, ecc.). Varie sono, infatti, le forme di organizzazione dello stato, ri-conducibili, in sostanza allo stato unitario (nel quale vi è un accentramento totale delle funzioni) e allo stato regionale (nel quale molte funzioni sono decentrate alle regioni).

La nostra repubblica, sin dal suo na-scere, con la costituzione del 1948, ha avuto una vocazione autonomistica; in considerazione delle particolarità di al-cune realtà regionali, i padri costituenti hanno dettato norme costituzionali "spe-ciali", basti pensare alle regioni a statuto speciale: Sicilia, Sardegna, Trentino Aldo Adige, Valle d'Aosta e Friuli Venezia Giu-lia. Possiamo, quindi, affermare che il no-stro stato, sia nato come stato regionale.

Il federalismo "nostrano" è molto meno estremo e, rispetto al modello stori-co, è possibile inquadrarlo nel cosiddetto "federalismo dell'esecuzione o ammini-strativo".

Il fenomeno del maggiore decentra-mento e di una più estesa attribuzione di poteri alle regioni e agli enti territoriali, com'è noto, si è imposto nel dibattito poli-tico a partire dagli anni '90, grazie anche

alla spinta della Lega Nord. Il federalismo fiscale rappresenta, infatti, il necessario ap-prodo di un percorso, avviato negli anni '90 con il decentramento amministrativo, a co-stituzione invariata, e proseguito nel 2001 con la riforma del titolo V, parte seconda, della costituzione. Il nuovo assetto della fi-nanza pubblica, delineato dalla delega sul federalismo fiscale, porta ad una prima at-tuazione l'art.119 della costituzione, riguar-dante l'autonomia di entrata e di spesa delle regioni e degli enti locali.

Ma veniamo agli ultimi avvenimenti. Il parlamento, nel 2009, approva una legge sul federalismo fiscale, che richiede diversi de-creti attuativi (in tutto sono otto) e delega il governo ad approvarli. A maggio 2010 viene approvato il d.lgs 185/2010, il cosid-detto federalismo demaniale; in questi gior-ni è stata la volta del decreto sul cosiddetto federalismo municipale.

Il testo, prima dell'approvazione definiti-va, doveva essere sottoposto dal governo ad una commissione parlamentare bicamerale, appositamente costituita. Così è stato, ma la commissione ha respinto il testo. Il governo, in consiglio dei ministri, decide, tuttavia, di approvare lo stesso il decreto, ignorando il voto contrario della commissione e le ulte-riori procedure, previste dalla legge di dele-ga. Il presidente della repubblica comunica al presidente del consiglio di non poter rice-vere il decreto approvato dal governo, non essendosi perfezionato il procedimento per l'esercizio della delega, previsto dai commi 3 e 4 dall'art. 2 della legge n. 42 del 2009.

Vediamo ora i punti salienti dell'intero "pacchetto" sul federalismo fiscale, all'inter-no del quale si colloca anche il decreto sul "federalismo municipale", basato sulla filo-

sofia: si spende nel luogo in cui si reperisco-no le risorse economiche.

Si passa dalla finanza derivata a quella autonoma, sostituendo i trasferimenti stata-li annui assegnati, in base al criterio della spesa storica, con tributi propri e con com-partecipazioni.

I fabbisogni standard sono il costo effi-ciente di un servizio e sostituiscono la spesa storica.

Sostanzialmente non si introducono nuo-ve imposte, ma si razionalizza il sistema.

Si stabilisce la territorialità dell'imposta, la neutralità dell'imposizione e il divieto di esportazione delle imposte, così i cittadini potranno controllare il rispetto della regola: spesa più razionale = meno spreco e meno tasse (vedo, pago, voto).

Si istituisce il fondo perequativo a favo-re delle regioni, con minore capacità fiscale per abitante, alimentato dal gettito prodotto nelle singole regioni. Viene istituita la con-ferenza permanente per il coordinamento della finanza pubblica; organismo stabile di coordinamento della finanza pubblica, propone criteri per il corretto utilizzo del fondo perequativo secondo principi di effi-cacia, efficienza e trasparenza e ne verifica l'applicazione. In corso di approvazione, la perequazione infrastrutturale (d.lgs. in iti-nere), diretta a rimuovere gli squilibri eco-nomici e sociali del Paese, superando i gravi ritardi nell'utilizzo dei fondi comunitari; i premi per i virtuosi e le sanzioni per gli inefficienti.

Il federalismo demaniale (d.lgs 185/10), infine, sviluppa la valorizzazione del patri-monio pubblico, attribuendo i beni ai terri-tori, dove questi si trovano, al fine di poterli utilizzare per scopi produttivi.

"Che meraviglia! Che meraviglia! L'acqua non nasce nella bottiglia!" Sono queste le suggestive parole di una nota canzone di Luca Bassanese, che hanno dato un'impronta forte all'evento "Ap-punti di Viaggio", quarta iniziativa del programma organizzato dal coordina-mento "Acqua bene comune".

Protagonisti della prima parte della serata, presso l'ex convento dei cappuc-cini, sono stati gli scout del Clan "Acqua di Frida" del gruppo Agesci Bitonto 2, che hanno messo in scena una vera e propria veglia dell'acqua, riproducen-do l'esperienza interculturale vissuta la scorsa estate in Burkina Faso. Succes-sivamente la parola è passata al dott. Vito Modesto, il quale ha raccontato il suo pluriennale impegno come chirur-go di Emergency in varie zone dell'Afri-ca, in particolare Kenya, Sierra Leone,

“L'acqua non nasce in bottiglia”Le iniziative del coordinamento "Acqua bene comune"

di Chiara Colamorea

Ghana e Benin. Un continente, quello africano, tan-

to bello quanto strano, dove l'acqua è presente in abbondanza, nei fiumi, nei laghi e nelle cascate ma spesso diventa causa di malattie, infezioni e persino di morte. Nonostante tutto, però, essa non smette di essere considerata dai po-poli un bene imprescindibile, che non può e non deve essere ridotto a mero oggetto di profitto.Questo principio ir-rinunciabile è anche il leitmotiv del li-bro "Geopolitica dell'acqua", pubblicato dalla ricercatrice Margherita Ciervo, già membro attivo del comitato pugliese "Acqua Bene Comune", e presentato dalla stessa presso la sala degli specchi del Palazzo di città.

Un libro nato dalle numerose espe-rienze dell'autrice in diversi Paesi del mondo, grazie alle quali ha potuto ri-

levare il contrasto stridente tra i bene-fici legati alla privatizzazione dei servizi idrici e la realtà dei fatti. È in atto, se-condo la Ciervo, un'imponente opera-zione linguistica e culturale, da parte delle grandi multinazionali, finalizzata a sostenere una devastante allucinazio-ne collettiva attraverso una serie di mi-stificazioni, da quella giuridica a quella economica e politica.

Definire l'acqua non più un diritto (che deve essere garantito a tutti dal-la collettività) ma un bisogno (che vie-ne soddisfatto sulla base della capaci-tà reddituale di ognuno) è nelle parole dell'autrice "solo il primo passo di un lungo processo di mercificazione dell'in-tera esistenza, di fronte al quale non possiamo e non dobbiamo più restare inermi."

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Un cuore che, come una cornice, rac-chiude due automobili animate, con una che invita l'altra a correre a donare sangue.

E' l'originale logo di "Rosso Cars", la nuova sezione donatori sangue, che fa capo alla Fidas - Fpds, i due organismi, nazionale e regionale, impegnati nella promozione e nella diffusione della cultura della donazio-ne.

Realizzata presso la sede di "Aste e Bilancieri", Rosso Cars, attiva già da fine febbraio, si farà portavoce delle iniziative nazionali e regionali sul tema. E, intanto, è già pronto un calendario di eventi che, oltre a sensibilizzare l'opinione pubblica sull'im-portanza della donazione, attraverso mate-riale informativo e con il contributo dei vari associati, prevede giornate dedicate alla donazione, sia presso strutture sanitarie sia nelle autoemoteche attrezzate.

"Il 12 giugno sarà la giornata cittadina

Un gesto fatto col cuoreRosso Cars, la nuova sezione donatori sangue

di Carmela Loragno

dedicata alla donazione -spiega entusiasta Damiana Greco, giovane presidentessa di Rosso Cars- e siamo già al lavoro in vista di questo appuntamento, puntando su una campagna di informazione, che coinvolga per l'occasione un numero elevato di con-cittadini".

"L'obiettivo principale -spiega Leonardo Greco, presidente di Aste e Bilancieri e vi-cepresidente di Rosso Cars- è costruire una vera e propria cultura della donazione, che coinvolga davvero tutti e possa diffondersi nelle famiglie e nelle scuole, in modo da costituire un vero e proprio abito mentale, ispirato alla solidarietà e alla responsabili-tà".

Maggiori informazioni sulla nuova ini-ziativa, all'indirizzo di posta elettronica [email protected].

di Carmela Loragno

La musica e il talento di Beppe Granieri hanno fi-nalmente un contenitore multimediale all'altezza. È on line, infatti, il nuovo sito del cantante bitontino, arricchito con originali contenuti tutti da scoprire.

Navigando su www.beppegranieri.com sarà pos-sibile approfondire tutti i particolari della vita arti-stica del nostro rocker.

Una nutrita photogallery e un'ampia rassegna-stampa proporranno gli eventi che lo hanno visto protagonista, mentre grazie alla video gallery, si po-tranno apprezzare le sue innumerevoli performan-ces.

Sul nuovo sito, inoltre, i brani dei più grandi ar-tisti della musica nazionale ed internazionale, inter-pretati da Beppe ed inseriti nell'innovativo jukebox multimediale. Ma www.beppegranieri.com è anche un'agenda, con tutti i concerti dell'artista e gli even-ti in cui è coinvolto. Il sito, dunque, come la porta attraverso cui entrare in contatto con l'arte del sin-ger bitontino, grazie anche al nuovo guestbook che tutti i suoi ammiratori potranno firmare, lasciando-gli magari un messaggio.

Completo ed interessante l'iter artistico che ha contraddistinto la carriera di Beppe, mentre la se-zione "The wedding singer", che spiega repertorio e generi, si rivela davvero utile a quanti decidano di affidargli un evento particolarmente importante come una cerimonia di matrimonio.

Non resta, dunque, che navigare su www.beppe-granieri.com e godersi tutti i nuovissimi ed innova-tivi contenuti che il sito web garantisce.

Un nuovo sito perla musica di BeppeVari contenuti, jukebox multimediale, photogallery e tanto altro ancora

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Un nuovo sito perla musica di Beppe di Carmela Loragno

Dopo il successo dello scorso anno, con oltre 15 mila visitatori e più di 65 espositori, si ripete l’appun-tamento con Bitonto Expo, la fiera campionaria allestita dalla Helios (organizzazione fiere ed eventi), diretta da Michele Lattanzio, in colla-borazione con l’assessora-to al marketing territoriale. “Si tratta -spiega il sindaco Valla- di un appuntamento importante per i nostri im-prenditori, ai quali è offerta la possibilità di farsi cono-scere anche da visitatori dei centri limitrofi”.

“È fondamentale -aggiun-ge il vicesindaco Damascelli, delegato al marketing terri-toriale- in questo momento di crisi generale e di scarsità di risorse, consolidare le ini-ziative che possono portare valore aggiunto al tessuto economico della città. Bi-tonto Expo è una di queste e può contare sulla fiducia delle piccole e medie impre-se locali che hanno voglia di risalire la china e non hanno esitato ad aderire con entu-siasmo all’edizione 2011. Confido in risultati che ripa-ghino il nostro impegno”.

Ad ospitare gli stand delle varie aziende, l’istituto Ma-ria Cristina di Savoia, dove è

Un’occasione di sviluppoSuccesso di pubblico per la II edizione della fiera campionaria organizzata da Michele Lattanzio

stato anche allestito, -questa la novità rispetto alla prece-dente edizione- uno spazio dedicato agli sposi.

Notevole l’adesione da parte delle imprese locali (l’85% degli espositori), a cui si sono aggiunte aziende di altre città pugliesi, ma anche campane e lucane.

Inaugurata il 26 febbra-io, con la benedizione di don Ciccio Acquafredda alla pre-senza del sindaco Valla e del

vicesindaco Damascelli, la seconda edizione di Bitonto Expo ha subito raccolto il favore del pubblico, accorso numeroso anche dai centri vicini.

Un altro successo rag-giunto grazie, non solo al patrocinio di Regione, Pro-vincia e Comune e alla spon-sorizzazione da parte di Col-diretti, Cna, Confartiginato, Confagricoltura, Confeser-centi e Confcommercio, ma

anche alla preziosa collabo-razione dei due concittadini Lino Panza e Massimo Pa-pappicco.

La sfida raccolta da Mic-chele Lattanzio è quella di fare di Bitonto Expo un ap-puntamento annuale, che contribuisca ad offrire visi-bilità alle imprese impegnate nei vari settori, creando una vera occasione di lancio per tutta l’economia locale.

Il taglio del nastro. Al centro il vicesindaco Domenico Damascelli, a destra Michele Lattanzio, a sinistra Don Ciccio Acquafredda

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La finestra come punto di contat-to o di separazione tra due mondi: quello esterno, di chi cerca di spa-lancarla per scorgervi preziosi fram-menti dei segreti che custodisce; e quello interno, difeso dalla stessa, che rappresenta l'intimità dei senti-menti, dell'io.

Ecco spiegato il titolo che il prof. Nicola Pice ha scelto per la sua ope-ra "Finestre - Le livre de peintres", raccolta antologica presentata nella solenne cornice della Galleria nazio-nale. Un volume a tiratura limitata, a cura del prof. Francesco Paolo Pal-mieri, diviso in otto libretti, ognuno dei quali riporta un componimento, tradotto e commentato dall'autore, che attinge a piene mani al patrimo-nio poetico del passato.

Dal biblico "Cantico dei canti-ci" all'Eneide virgiliana, passando dall'Antologia Palatina con due bra-ni di Asclepiade, e proseguendo con Ovidio, Orazio, Properzio e la poesia latina, per volare sino a Giovanni Pascoli. Ogni brano è accompagnato da un'acquaforte, pregevole lavoro degli artisti Maria Angela Moscelli e Giuseppe Ranù, raffigurante una finestra sempre diversa, a seconda dei sentimenti espressi dai poeti.

Folto e interessato il pubblico in-tervenuto presso la pinacoteca di via

Quelle finestre sulle emozioniDa Virgilio a Pascoli, un’antologia di versi “riletti” da Nicola Pice

di Domenico Schiraldi

Rogadeo per l'occasione, promossa dal ministero per i Beni e le attività culturali e dalla soprintendenza per i Beni storici artistici ed etnoantro-pologici della Puglia, rappresentata dal prof. Fabrizio Vona, che ha fatto gli onori di casa.

Relatori la dott.ssa Nuccia Bar-bone, direttrice della Galleria na-zionale ed organizzatrice dell'even-to insieme alla dott.ssa Daniela de

Bellis, la dott.ssa Lara Carbonara, dell'associazione culturale Art SOB, che ha commentato le tavole inseri-te nel volume, e la poetessa Lizia De Leo. Intensa e fascinosa l'atmosfera plasmata dall'attrice Rossella Giu-gliano, che ha dato voce e vibrante emozione alle parole, accompagnata al clavicembalo da Michele Visaggi, artista noto nel panorama nazionale della musica antica.

Il prof. Nicola Pice. Foto R. Schiraldi

Rossella Giugliano e Michele Visaggi

Da sin. Nuccia Barbone, Lara Carbonara e Lizia De Leo

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Avete voglia di respirare l’infinito? Bene, cari lettori, non dovete far altro

che incontrare l’ultima fatica di Raffaella Martino.

Pittrice, scultrice, scrittrice, poetessa è attiva da sempre, anche se ha esordito solo nel ‘93 con la raccolta poetica dal titolo “No fly”, seguita da “Vele di vento”, “La cupola della sacralità”, “Amore” e “I colori della vita”.

Insomma, questa eclettica artista dalle mille virtù (che conosco personalmente da anni, genitrice essendo del mio compagno, ma di più: fratello di banco ai tempi del li-ceo) ha occhiali grandi grandi, come di chi voglia svelare con gli occhi il mistero del mondo.

Vivendo sempre a cuore nudo, carezza con la luce che dal suo sorriso irradia le cose che la circondano. E nulla sfugge alla sua memoria, che prova a far a gara con l’eternità. Pennello o penna che sia tra le di lei mani, poi, trattasi d’un mero oggetto, che abbia la funzione di far esplodere il se-greto vulcano delle emozioni, che palpitano nella sua anima. Leggete, dunque, “Pietre livide e mantelli new age”, il libro partorito qualche mese fa dalla fervida fantasia del-la Martino, e vedrete che vi conquisterà sin dalle dediche iniziali.

Ogni singola parola sentirete vibrare d’emozione profonda e sconfinata.

I pensieri d’una purezza sconvolgen-te e le tele di variopinta maraviglia fanno di questo tomo un aquilone impavido, che s’addentra nell’azzurro più vasto lassù. Ed il filo è stretto nel pugno di questa eterna bambina.

C’è davvero tutto, infatti, in questa cre-azione.

La Murgia nella memoria del cuore Un originale volume di Raffaella Martino

Un’aurora fatata di primavera. Un tra-monto addolorato d’autunno. Una notte tre-mula di stelle. Il mare sberluccicante sogna-to dalla collina.

L’infanzia spensierata e felice, contrap-puntata dalla Murgia petrosa e vivida. Me-ditazioni profondissime su citazioni altret-tanto ponderose. Dialoghi dal neppur tanto vago sapore umanistico. Liriche intense e pascoliane donate ai più cari.

Persino informazioni tecniche sulla terra adorata. Altamura (città natale di Raffael-la), in particolare, vi entra d’impeto con le sue irresistibili prelibatezze ed il suo fascino selvaggio. L’autrice, nel percorrere il varie-gato sentiero della sua vita, ha stillato con certosina pazienza dentro di sé quella fran-cescana povertà imprescindibile per sfiorare le vette della ricchezza spirituale. In que-sto cimitero mascherato da carnevale che è l’esistenza nostra, Raffaella ha scarpinato pensosa sempre col volto suo, mai camuf-fandosi per chissà chi. Sarà per questo che ad ogni riga zampilla amore. E dolore, che non si può ignorare, ed è come il vento che lima le montagne per renderle più deside-rabili a Dio.

“Sono una piccola donna che ama le piccole cose”, confessa ad un certo punto la nostra, quasi con pudore.

E, ci perdoni, ma per noi non è affatto una “deminutio”. Anzi.

Avere il coraggio di provare un senti-mento così grandioso per tutto quello, che agli occhi dei mortali, indaffarati ognora da impegni tutti inderogabili, è dote eccellen-tissima, oltre che rarissima.

Ed è per questo che sulla tavolozza di Raffaella Martino ci sono tutti i colori del cielo...

La quarta raccolta di poesie di Egidio Colle, dal titolo “Lo specchio dell’ani-ma”, è stata presentata a cura di Nicola Piglionica e Marco Vacca presso l’aula magna della scuola “C. Sylos”.

Voci recitanti sono state quelle di Augusto Garofalo e di Luigina Acqua-fredda. Come lo stesso autore asserisce, l’ultima sua opera “lo specchio dell’ani-ma” riprende alcuni temi da lui trattati nelle tre precedenti, ma con uno sguar-do più attento alla sfera dei valori uma-ni (l’amicizia, la solidarietà, l’amore in tutte le sue forme), valori che sembra-no aver perso oggi la loro validità e non sono, pertanto, più additati da genitori ed educatori quali perni inossidabili, ispirati a principi cristiani, su cui far presa per mirare verso una società più sana, sostenuta da riguardo e rispetto reciproco.

In quest’ottica si delinea in forma educativa l’opera di Egidio Colle, at-tento a cogliere i mali di oggi, quasi per correre ai ripari in vista di un mondo migliore, più appagante e non pervaso da personali egoismi, proponendo una realtà meno deludente, protesa verso quegli ideali che rasserenano l’esistenza e inducono a guardare fiduciosi al futu-ro. Tornano così alla memoria del poe-ta immagini del paese natìo e dei suoi dintorni, tratteggiate con realistica rap-presentazione e struggente malinconia, quasi con un piacere dell’anima nel loro affacciarsi alla sua mente.

Di effetto, la lirica nella quale il poeta traccia la figura edificante di don Oreste Benzi, proteso verso la salvezza di gio-vani donne perse nel vizio della carne.

In altre pagine si stagliano alcune figure di amici, venuti a mancare pre-maturamente, o di familiari a lui molto

"Lo specchio dell'anima"La nuova raccolta di versi di Egidio Colle

di Mario Sicolo

di Maria Antonietta Speranza

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di Davide Serio

di Sonia Vacca

cari.Forti ed edificanti le

immagini dei magistrati Falcone e Borsellino, al-fieri di una vita fatta di abnegazione e di corag-gio nel sacrificio delle loro vite, in difesa della giusti-zia.

Non mancano, poi, pa-gine in cui si avverte un allegro sorriso alla vita, alla primavera in fiore o al carnevale, per cui lo spi-rito si lascia trasportare in un’atmosfera più ras-serenata. Spesso si sente vibrare la fede, che porta conforto, sostiene la fragi-le natura umana, le eleva e sublima nel ricordo del sofferto sacrificio di un Dio di amore e di redenzione.

La profonda umanità dell’amico Egidio invita anche a considerare con disapprovazione la sfibrante fatica di alcuni extracomunitari, intenti alla rac-colta di pomodori nella campagna asso-lata, alla mercè di sfruttatori disonesti, quasi negrieri del passato, ma con gli stessi disumani intenti.

Ed ecco l’acuta sensibilità del poeta farsi preghiera ad un Dio consolatore e

Non di rado assistiamo alla pubbli-cazione di libri sulla shoah; ma, quando anzichè snocciolare l'argomento come un saggio, lo scrittore decide di adden-trarsi nei complicati meandri delle vite umane, vissute o spezzate all'improvvi-so, ecco che la lettura assume un altro significato.

È quanto ha cercato di fare, con successo, il giornalista-scrittore Paolo Ciampi, autore di due opere ambienta-te negli anni dell'antisemitismo. I due libri, presentati nella sala degli specchi di palazzo Gentile, pubblicati tra il 2006 e il 2010, raccontano le vite di "Una fa-miglia" (titolo appunto del primo libro), quella dei Ventura, esponenti della bor-ghesia ebraica italiana, e di "Un nome" (titolo del secondo volume), quello di Enrica Calabresi, una giovane scien-ziata, che decise di suicidarsi in quanto ebrea, durante i difficili anni della se-conda guerra mondiale.

Due storie diverse che inesorabil-mente s'intrecciano per via di un desti-no ingeneroso.

Prestar loro attenzione, vuol dire non dimenticare gli errori commessi nel passato, per evitare che si ripetano in futuro.

DeSTINI INTReCCIATIDue libri sull’antisemitismo di Paolo Ciampi

Nella periferia di una tipica città del sud si fondono e confondono le storie di un gruppo di ex detenuti. Sono queste le "Cape Guastate": uomini in cerca di un riscatto so-ciale.

"Cape Guastate" è il romanzo d'esordio di Piero Rossi, avvocato specialista in diritto civile, criminologo, presidente di confcoope-rativa e dirigente della coop. di ex detenuti "Vita Nuova".

L'opera nasce da un'esperienza reale: un microcosmo di storie, divertenti quanto drammatiche, di una cooperativa sociale sin dalla sua creazione.

Per dar vita al tutto, un unico parame-tro: la voglia di cambiare.

L'autore ha presentato il suo libro pres-so le "Officine Culturali" con l'intervento di Michele Bulzis, presidente della coop. so-ciale "Eughenia", Marco Tribuzio, consiglie-

“Cape Guastate”Un romanzo di Piero Rossi sul reinserimento degli ex detenuti

re confcooperative e la giornalista Enrica D'Acciò. Si è potuto, così, far luce su questo coraggioso settore del sociale che investe sul futuro di questi ex detenuti.

Rossi ci racconta la storia di una riabi-litazione sociale, finalizzata all'inserimento di questi uomini nel mondo del lavoro, senza scivolare in un moralismo pedagogico o in banali luoghi comuni. In questo modo l'auto-re fornisce un riscatto anche alla letteratura sociale, a volte troppo auto celebrativa e piagnona. Senza cadere nel patetico si ri-esce a far commuovere ugualmente, dando vita ad un libro emozionante quanto diver-tente. E, attraverso l'ausilio di un linguaggio variopinto, fra tecnicismi e dialetto barese, crea una lettura piacevole e frizzante. Fra ilarità e drammi, dimentichiamo pregiudizi ed etichette e accompagniamo questi uomi-ni alla ricerca di una rinascita.

Tu che tanto ci amasti in vita veglia su di noi e guidaci, perché possiamo sempre percorrere come te la giusta via della retti-tudine e della bontà.

Rosetta Delpopolo05.11.1931 - 25.01.2011

Silvia Mattia25.11.1972 - 18.01.2011

I figli, le nuore i nipoti

Non piangete miei cari!Quel giorno l'angelo mi ha messo le ali e mi ha insegnato a volare. Così, ho attraversato tutte le strade stellate

fino al Paradiso.

Ti ricordiamo con immutato affetto, i figli Domenico e Martina, il marito Pasquale Pazienza, i parenti tutti

apportatore di pace, di giustizia, di serenità.

Si tratta quindi, di un’opera dove si ritro-vano tutti gli umani sentimenti, specchio di un’anima ricca di emo-zioni, di ansie e ten-sioni, ma pervasa da un afflato che conosce anche momenti di ab-bandono, dinanzi ad un tramonto sul mare o alla voce del vento e di uccelli canterini, in un’alternanza di note cupe e di assonanze più distese.

Nella poesia di Egi-dio Colle ci sono, dun-que, varie sfaccettature

della nostra società, portata spesso al degrado e alla perdita di ogni valore; tuttavia, fra tanto grigiore, si evidenzia illuminante la sua profonda fede in quel Dio che, col Manzoni, esalta e consola le anime afflitte. Le sorregge e le guida ver-so orizzonti illuminati dalla sua grazia. La manifestazione ha visto un grande afflusso di colleghi, d’iscritti all’univer-sità della terza età ed estimatori della poesia dell’autore, animato da grande emotività, fede e culto della memoria.

Paolo Ciampi

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Simbolo per eccellenza della nostra città è la cattedrale. Innalzata tra l'XI e il XII secolo, la sua bellezza è indiscus-sa: le sue pietre, abilmente modellate dal romanico pugliese, echeggiano miti lontani.

Ecco così l'edificio pullulare di figu-re sacre e profane, ognuna con un suo preciso significato. Ma non dovrebbe sfuggire, agli occhi dell'osservatore at-tento, una scultura che ha qualcosa di

La leggenda della curiosa scultura in cattedrale

Il mistero Colapescedi Domenico Schiraldi

di Emilio Garofalo

diverso da tutte le altre.Situata nel descenso della navata

di sinistra che conduce alla cripta, a mezz'altezza sullo zoccolo della contro-colonna della navata, raffigura un es-sere per metà uomo e per metà pesce, sorretto da una figura umana. Alle pri-me potrebbe sembrare una sirena a due code, simbolo del peccato che insidia gli uomini, come tante ve ne sono scolpite per monito all'esterno ed all'interno del-la chiesa. A ben guardare, però, si tratta di un personaggio ben preciso: Colape-sce, protagonista di una leggenda sici-liana, le cui prime attestazioni risalgono al XIV secolo, ma con dei precedenti già in altri racconti del XII secolo.

Ultimo dei sette figli di un pescatore, per la sua abilità di muoversi in acqua, Nicola era soprannominato "il pesce" e trascorreva tutto il giorno in mare, invece di lavorare come i suoi fratelli; quando rigettò nell'abisso una mure-na ancora viva, la madre imprecò Dio perché lo facesse diventare un pesce. E così avvenne: Nicola si trasformò in un essere per metà uomo e per metà pesce. La sua fama arrivò all'imperatore Fede-rico II, che decise di metterlo alla pro-va: il re buttò in acqua dapprima una coppa e, in un secondo momento, in un luogo più profondo, la sua corona, ma entrambi gli oggetti furono facilmente recuperati da Colapesce. La terza volta il re gettò un anello in un punto ancora più profondo dello stretto di Messina ed in quell'occasione Colaspesce non rie-merse più.

Secondo la leggenda, scendendo ne-gli abissi, Colapesce vide che la Sicilia posava su tre colonne, una delle quali consumata dal fuoco dell'Etna, quindi decise di sorreggerla per sempre, ad evi-tare che l'isola sprofondasse. La scultu-ra bitontina rivela un volto enigmatico e reca nelle sue mani un piatto (o una coppa) e una fiaccola: quest'ultima for-se a testimoniare il fuoco dell'Etna ed illuminare i fedeli che discendono nei recessi più sacri dell'edificio, come egli fece negli abissi marini, per ritrovare il tesoro più prezioso, per noi la fede.

Un viaggio alla scoperta delle mera-viglie della città antica, tra i colori, le luci, i profumi, la pietra viva dei palazzi nobiliari.

È la proposta pedagogica della prof.ssa Maria Antonietta Elia e dell'inse-gnante Silvana De Leo, che hanno ac-compagnato insieme a Franco Devanna, in questo affascinante percorso nell'ar-te e nella storia, gli alunni delle terze elementari della scuola Cassano.

Un modo per scoprire l'incanto dei vicoli, l'imponenza dei palazzi, la sem-plicità austera dei conventi, ma anche il calore di dimore felicemente restaurate come quella di Giuseppe Abbattista, re-spirando la magia del passato.

Un'occasione per i giovani "esplora-tori" per conoscere, apprendere e ap-prezzare architetture raffinate, ma an-che un modo per riappropriarsi della storia locale, non soltanto quella fatta di battaglie e casate gloriose, ma an-che quella della quotidianità, dei ricordi semplici, dei costumi delle famiglie, di tutto quel vissuto che rappresenta la vera storia di ognuno. Toccanti le frasi scritte per l'occasione dagli alunni, che hanno ringraziato Devanna per le infor-mazioni apprese nel fascino dei luoghi visitati e per le emozioni vissute.

Gli alunni della “Cassano”tra vicoli e monumenti

Poesia delcentro antico

La colonna in cattedrale con l’immagine di Colapesce

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"Oltre le porte d'Oriente (Crossing the bridge). Immagini, parole, suoni su Istanbul e dintorni" è il titolo del-la mostra fotografica realizzata presso le Officine Culturali, frutto del viaggio ad Istanbul compiuto, nell'ambito del progetto Erasmus, dalla dott.ssa Giulia Lafasciano, laureata in comunicazione internazionale a Perugia.

"Un soggiorno durato sette mesi -spiega l'autrice- grazie a cui ho scoper-to un paese completamente diverso da come normalmente ci appare attraverso i mass-media. Le prime settimane sono state le più dure: dopo un corso inten-sivo di lingua turca ad Ankara, sono partita alla volta di Istanbul. Qui ho deciso di conoscere ragazzi prevalente-mente turchi, in modo da approfondire maggiormente la loro cultura". La città è immensa e multietnica: vi convivono,

L'occhio di Giulia Lafasciano sul paese dlle mille contraddizioni

La Turchia che non t’aspettidi Domenico Schiraldi

come racconta Giulia, mille tipi di reli-gioni e di razze (armeni, cristiani, sciiti, curdi), la gente del luogo è altruista e sensibile, dotata di un'incredibile aper-tura di orizzonti. Anche il cibo è simile al nostro.

"Ho avuto la possibilità di scattare le foto più varie -prosegue Lafasciano- per cogliere gli aspetti diversi della megalo-poli: anche scatti per così dire proibiti, come quelli che ritraggono donne che pregano in moschea. Diversi gli eventi a cui ho potuto assistere: dalla colora-ta festa di primavera del quartiere delle moschee alla manifestazione del primo maggio. La Turchia è un paese con un governo dispotico; la nazione è milita-rizzata e, tuttavia, si tratta di un luogo estremamente affascinante".

La mostra alle Officine Culturali è nata grazie al consenso dell'università

di Perugia, dove è stata esposta per la prima volta. Una seconda tappa al Caffè Morlacchi di Perugia e, infine, a Biton-to.

L'esperienza più bella tra quelle vis-sute ad Istanbul? "La soddisfazione di entrare in un enorme ed affollato bazar turistico, come il mercato delle spezie, ed essere riconosciuta e chiamata per nome da tutti, salutata ed invitata in tutte le piccole botteghe per bere e par-lare. La soddisfazione di sentirsi in fa-miglia".

Le foto sono tratte dalla mostra di Giulia Lafasciano

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DOLCeAMARO

Tre monumenti allo spreco di danaro pubblicodi Mario Sicolo

Centro polisportivo “Nicola Rossiel-lo”. Stadio comunale “Città degli Ulivi”. Campo di calcetto di via Togliatti.

Tre monumenti allo spreco di da-naro pubblico. Tre cattedrali fatiscenti nel deserto della nostra inciviltà. Tre esempi inarrivabili d’inefficienza ammi-nistrativa.

Certo, tre strutture differenti e con diversa storia, però accomunate tutte dall’attuale aspetto desolante.

Partiamo da via del Petto, a ridosso del costone della lama Balice.

Ricordo che ero ancora alle medie quando la mia classe fu premiata per aver costruito un plastico, che raffigu-rava l’opera che sarebbe venuta alla luce di lì a poco.

Sì, nella riproduzione in miniatura pareva davvero una cosa eccezionale e innovativa per la nostra città. Roba da nord, verrebbe fatto di dire. Campetti per calcio a cinque, volley e basket, ret-tangolo per il dio Pallone e persino la pista d’atletica. Uno spettacolo.

Andate a vedere com’è ridotto oggi e vi sentirete subito stringere il cuore, pensando che è stato intitolato al mitico prof. Rossiello, uno che ha cresciuto ai sani valori morali dello sport centinaia

di ragazzi, anche grazie ai suoi insegna-menti divenuti uomini.

I campetti laterali sono diventati suc-cursali di chissà quale sabbiosa spiag-gia adriatica, i canestri sono tutti ritorti e il manto sintetico è irriconoscibile. Il campo di calcio forse non è più buono manco per coltivarci tuberi. La pista è stata violentata dai tacchetti dei mini-pedatori e dalla deflazione del vento, che vi ha steso sopra un velo di corro-siva sabbia. Gli spogliatoi sono sempre più spogli. La tribunetta -che s’è penato tanto per averla- pare sia inagibile.

Capitolo (doloroso) gestione, che qui da noi si trasforma sempre in indige-stione. Dopo tante incertezze, è passata da una società, che tempo fa vinse la gara d’appalto, ad un coordinamento di associazioni sportive cittadine, che han-no ottenuto il Polisportivo in comodato d’uso per un anno. Salvo poi accorger-si che non era un vantaggio, bensì un onere ponderoso quanto la palla al pie-de di un detenuto ad Alcatraz.

Che tristezza.Al “Città degli Ulivi” le cose vanno

un po’ meglio (i pali dell’illuminazio-ne, però, funzionano al 50 %, cioè due sono ko), col consueto problema di chi

ne deve usufruire. Per anni roccaforte della prima squadra cittadina, quando s’era in D, col prato ammirato da mille squadre di categorie superiori, compre-sa la nazionale irlandese di Trap e del fido Tardelli, s’è trasformato oggi nel luogo del bunga bunga calcistico, visto che ci può andare a pedatare persino qualsiasi gruppo di amici ne faccia ri-chiesta. A noi viene bene far appassire i (pochi) fiori all’occhiello.

E siamo in via Togliatti per conclu-dere questa via Crucis sportiva.

Campetto praticamente devastato da un bombardamento fatto da ragazzi. I noti soliti ignoti bitontini lo hanno raso al suolo tutto e da subito, perchè esi-ziale fu la vacatio tra la consegna dei lavori e la discussione circa la gestione dell’impianto.

Così, ora, è muto nella sua distrutta mestizia, in mano non si sa bene a chi.

Dicono che stia per nascere un co-mitato di quartiere che proverà a ri-mediare agli errori compiuti in passato dall’amministrazione comunale.

Speriamo bene, tanto sperare non costa nulla. A differenza delle opere pubbliche...

Il campo di calcetto di via Togliatti. Foto R. Schiraldi

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Tre monumenti allo spreco di danaro pubblico

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Afrodite e quella cena solitariaIl riscatto di un’eroina oltre ogni stereotipo

di Emilio Garofalo

di Pasquale Bavaro

Non soltanto musica e vol-ti noti. Capita che Sanremo possa per una volta trasfor-marsi in capitale dell’estetica e regalare ad una nostra gio-vane concittadina emozioni davvero indimenticabili.

La città dei fiori, infatti, in concomitanza con lo svolgi-mento della celebre kermesse canora, ha ospitato il primo “Festival dell’acconciatura e dell’estetica”, con la parteci-pazione di oltre 100 ragazzi soltanto dalla nostra regio-ne. Nella lussuosa cornice dell’Hotel Londra, una com-petizione a colpi di spazzole e colori, per testare l’abilità e l’originalità nel preparare le modelle ad un galà notturno.In particolare, nella categoria relativa al trucco da sera, la nostra Feliciana Moretti, alla prima esperienza in una ma-nifestazione di tale spessore e caratura, ha conseguito il primo premio, grazie ad una performance assolutamente unica nel suo genere che ha colpito il collegio dei giurati. “La gara prevedeva la realiz-zazione di un trucco da sera

Un successo “senza” trucchi

Già il teatro, di per sé, è un emozionante universo parallelo, con gli attori che, a due passi da te, recitano i drammi collettivi e le isterie del quotidiano. Quando poi, sul palco, arriva un collettivo indipendente, che recita sen-za tabù, denudando corpo ed anima, quello spazio bre-ve della piéce teatrale è una condanna a felicità, e si dila-ta in un aeternum emoziona-le. La rassegna "Delle donne e di altri danni", promossa dall'assessorato alla cultura, nel suo variegato cartello-ne ha inserito “Waiting for a dinner”, spettacolo proposto dal collettivo "I'm Teatro In-dipendente". Per cinquanta minuti, il palco del Traetta si è tramutato in una tavola imbandita di disperazione, sogni, clichè legati al culto dell'immagine. Protagonista di questa favola drammatica, Afrodite, ragazza frustrata, innocente, isterica e bulimi-ca, interpretata da Annama-ria Dipinto, che ha danzato in tutù e stivali borchiati, pe-

rennemente in conflitto con le infinite anime di sé, confluite tutte nell'altro personaggio, dark e psichedelico, imperso-nato da Maria Filograsso.

Le sue lacrime, che hanno l'infantile sapore del latte e la dolcezza delle prelibatezze più proibite, sono state il tramite tra il suo tormento interiore e la consapevolezza del suo es-sere inadeguata alla società dell'apparenza, della quale è vittima. Una camicia di forza, ad intorpidirle i pensieri. Una musica d'atmosfera romanti-ca e disperata, composta da Attanasio Finiguerra, assie-me a quegli splendidi chili di troppo, a renderla gradevole, desiderabile, nella sua im-perfezione, l'hanno condotta ad un monologo finale che ha salvato tutti, attori e spetta-tori.

Perché la fine dell'inno-cenza di Afrodite è coinci-sa con la morte del suo lato oscuro, ingannevole e fru-strato, vinto dalla profondità di un'eroina moderna in gra-do di accettarsi e riscoprirsi.

Feliciana Moretti trionfa nel primo festival dell’acconciatura a Sanremo

nel tempo ristretto di 35 mi-nuti -spiega Feliciana-. Inve-ce del solito nero, ho scelto di puntare su colori alternativi, quali il verde e il viola, che hanno il potere di esaltare la bellezza degli occhi di una ragazza. In più, ho adopera-to un rossetto bordeaux, che consente di dare risalto alla forma delle labbra”. La vitto-ria nella manifestazione ha consentito alla giovane con-cittadina di rimanere ospite del prestigioso Hotel Londra e di accedere dietro le quin-te del festival della canzone italiana, partecipando tra l’altro ai set fotografici di veri divi della musica, come Giusy Ferrero e Natalie. “Ho vissuto un’emozione che non dimenticherò mai e che con-ferma quanto sia importante dare spazio alla creatività dei giovani. Il successo, poi, mi ha portato in dono un’inte-ressante offerta di lavoro con un grande parrucchiere di Roma, operativo in tre gran-di centri estetici”, confessa Feliciana. Quando si dice unire l’utile al dilettevole...

Feliciana Moretti mentre realizza il make up vincitore

Una scena dello spettacolo

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Il riscatto di un’eroina oltre ogni stereotipo

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L'associazione culturale "ResExten-sa" ha presentato in occasione della Giornata della memoria un interessan-te spettacolo dal titolo "Mensch", in sce-na al Traetta, nell'ambito del progetto "Teatri abitati: una rete per il contem-poraneo".

Il sostantivo tedesco "mensch" signi-fica essere umano: ed è l'uomo, nella sua controversa natura, il protagonista indiscusso della pièce, nella quale le di-namiche che hanno portato all'ascesa del Terzo Reich hanno offerto un ottimo spunto di discussione ed approfondi-mento sulle responsabilità di ciascuno nella società.

Una rappresentazione in cui legge-rezza e comicità si fondono al dramma ed alla follia nazista per lanciare un messaggio di speranza, divenendo oc-casione di riflessione e di sfida per il nostro presente.

Mensch è la via per elaborare la me-moria dolorosa del passato e impedire

Se il teatro fa riflettereIn “Mensch” il dramma della shoah, tra responsabilità e consapevolezza

di Giuseppe Perrulli

che esso ritorni, per ritrovare dentro di noi parti scomode e complesse, metterci in crisi e farci entrare nei panni della vittima e del carnefice; per meravigliarci ogni volta di tutte le sconvolgenti con-traddizioni dell'umanità. Ma soprattut-to, per far dialogare i vecchi persecuto-ri che, lasciati nell'ombra, rischiano di trasformarsi nei fantasmi antisemiti di sempre.

Mensch è un momento teatrale con-diviso per ricordare, uno studio che pas-sa per le parole di Tabori, Achternbush, Primo Levi, Brecht e le testimonianze dell'Istruttoria di Peter Weiss, i dati di fascicoli storici e i dossier di guerra, il Mein Kampf di Adolf Hitler.

A tutti gli interpreti (Gabriella Alto-mare, Raffaele Borrelli, Francesco La-macchia, Vito Latorre, Marilù Quercia, Antonio Repole) ed all'autore e regista Vito Latorre, un caloroso plauso.

Foto A. Melato

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Foto A. Melato

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La malattia da reflusso gastroesofageo rappresenta una problematica che spesso giunge all’osservazione del medico.

Essa dipende da un’in-vasione di materiale gastri-co o duodenale all’interno dell’esofago, con tutta una se-rie di disturbi legati a questo fenomeno, rappresentati prin-cipalmente da rigurgito acido, bruciore retrosternale, tosse o altri sintomi respiratori, di-sfagia, dolore al petto che si-mula un’angina pectoris.

Il tutto peggiora solita-mente durante le ore nottur-ne, quando il paziente si trova in posizione supina e il reflus-so viene favorito.

Purtroppo, ci sono molti casi di MRGE senza sintomi o con sintomi sfumati e questi sono quelli più brutti, perchè,

STARBENE

del dott. Pasquale Lovero

di Francesco Paolo Sicolo

Se di notte, il reflusso è più gravenon curati a dovere, possono andare incontro a complicazio-ni molto gravi. Tale patologia è invalidante per il paziente e comporta notevoli costi sociali per via delle giornate lavorative perse e per i farmaci relativi,che sono abbastanza costosi. La pi-rosi retrosternale è il sintomo peggiore,che mette ko questi soggetti e ne pregiudica la per-formance socio-lavorativa.

Ma c’è tutta un’altra serie di sintomi,a parte il rigurgito acido,che deve farci pensare ad un reflusso, come ad esempio, la suddetta tosse, il dolore toraci-co o nella deglutizione, la rau-cedine, la nausea cronica, le ap-nee notturne, l’asma, l’otalgia, le erosioni dentali, il singhiozzo ricorrente, il torcicollo. Sintomi atipici, è vero,ma che non esclu-dono un reflusso.

Temibili sono le complican-

Sul filo della memoria danza la storia del nostro Paese. Non solo grandi guerre, manovre epocali, ore decisive e categori-che, ma anche soldatini, costru-zioni, “Corriere dei piccoli”, le figurine dei calciatori (mancava sempre il biondo carneade Klaus Bachlechner per completare

Lo Zecchino? Un’icona del Bel PaeseL’Italia d’oggi come ieri in un documentario di Vito Palmieri

l’album) e la cara televisione in bianco e nero. Già, quegli ap-puntamenti pomeridiani di ritor-no da scuola, la manina affidata alla mano del padre, quei moti-vetti che erano il trionfo del non senso, “quarantaquattro gatti in fila per tre col resto di due” o “il valzer del moscerino” , quel-

ze della malattia,che vanno dalla semplice esofagite alla ulcerazione e sanguinamento esofageo, all’esofago di Barrett (precancerosi), al carcinoma dell’esofago.

Spesso nei pazienti con MRGE si riscontra un’ernia iatale,che favorisce il reflusso. I sintomi che devono metterci in allarme sono il dimagramen-to, la disfagia, una deglutizione dolorosa, l’anemia, la melena, un vomito ematico, segni che possono significare una neopla-sia esofagea. Per curare questa patologia, oggi abbiamo a di-sposizione i potenti inibitori di pompa protonica (IPP) che, ri-ducendo la produzione di acido cloridrico da parte dello stoma-co, rendono meno lesivi i succhi gastrici refluiti in esofago.

Si annoverano, come coa-diuvanti, gli altrettanto famosi

procinetici, farmaci che faci-litano

i meccanismi di svuota-mento gastrico. Per favorire positivamente il decorso della MRGE occorre limitare l’uso di farmaci come la teofillina o i calcioantagonisti, evitare se possibile alimenti come le spezie, l’aceto, la menta, il cioccolato, il tè, il succo d’arancia, le cipolle, i po-modori, l’alcol. Le abitudini tabagiche, la nicotina in par-ticolare, peggiorano la storia clinica della patologia.

Per contrastare il reflus-so di acido dallo stomaco nell’esofago, cosa che du-rante la notte è ancora più micidiale, si sfrutta la forza di gravità,sollevando di circa 15-20 cm. la testiera del letto dei pazienti.

la voce vergognosetta del topo con la maglietta a righe, quel mago buono ed educato con tan-to di berretto conico e bacchetta magica. Una storia minima che è patrimonio di tutti, da nord a sud.Ora, questa patria del cuore bambino viene abilmente rac-contata dalla mano esperta di Vito Palmieri. Il documentario “Il valzer dello zecchino - viag-gio in Italia a tre tempi”, pro-dotto dalla “Fanfara Film” e dalla “Maxman Coop”, nasce propriamente dalla curiosità di capire cosa mai spinga tre fami-glie di località diverse a parteci-pare al festival canoro più famo-so della nazione, dopo forse la kermesse sanremese. Il nostro regista si cimenta per la prima volta nella realizzazione di un documentario personale, ripren-dendo con l’occhio acuto della macchina da presa le aspettati-ve, le ansie e i sogni di tre bam-bini, Edoardo Pachera, Carla Fontani, Luana Chiaradia, di tre famiglie e di tre paesi, Lazise sul Garda presso Verona, Rocca di Papa, provincia di Roma, e Gravina di Puglia. Lo “Zecchi-no d’oro”, però, è un pretesto. In verità, Palmieri ritrae uno spaccato dell’Italia di oggi. Un quadro che, sorprendentemen-

te, pare simile a quello di venti, trent’anni fa. Il padre del bimbo pugliese che lavora al nord e che torna ogni fine settimana, la be-nestante famiglia settentrionale lacerata da pratiche di divorzio, una famiglia romana tutta par-ticolare. Insomma, l’Italia che emerge dal “Valzer dello zec-chino” non si scolla dalla stere-otipia ormai consolidata da anni di tricolore. L’opera di Palmieri, quindi, evidenzia in modo ori-ginale quanto l’Italia sia unita nelle sue amabili diversità, viag-giando sul treno della memoria e lontano da piccine rivendi-cazioni di campanile. Perché da Canicattì a Verbania ci sarà sempre un album dei calciatori incompleto. Il biondo carneade Klaus Bachlechner, sempre lui.

Vito Palmieri

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Il teatro. Occupato in ogni ordine di posto, platea, primo, secondo e terzo ordi-ne, offre un mirabile colpo d'occhio. Tra breve fruscerà il sordo velluto del sipario e davanti agli sguardi dei nu-merosi spettatori si manife-sterà il consueto miracolo di una rappresentazione. Di una rivista, per la verità.

Tullio Solenghi e Mauri-zio Micheli, infatti, portano in scena "Italiani si nasce e noi lo nacquimo", un modo ironico per celebrare i 150 anni dell'Unità d'Italia, dalla creazione dell'uomo ai reality show. Ci si divertirà pensan-do. E appena si spegneranno le luci.

Appena si farà silenzio in sala. Appena gli attori prin-cipieranno a scambiarsi bat-tute tra il serio e il faceto, il tempo si sospenderà. Si toc-cherà. Si recupererà. Già, eppure pensi alla bellezza del Traetta con un curioso magone. Chissà.

Micheli e Solenghi rivisitano con ironia e affettola storia del Bel Paese

In un comune qualsiasi del nostro amato Stivale una compagnia recita un edulco-rato dramma in italiano so-stenuto, aulico, ricercato.

Sennonché il tono troppo elevato presto lascia il posto a franche espressioni e a gag esilaranti.

Il sindaco di questo pa-esino nostrano si prodiga a spiegare i quadri di uno spet-tacolo che ironizza sugli usi e i costumi italici, immutati fin dagli albori dell'esistenza.

Adamo, Eva e l'uomo di Neanderthal per un triangolo inconsueto, due prigionieri cristiani, che negli angiporti del Colosseo son pronti a ba-rattare il proprio credo pur di salvare la ghirba, venera-ti nel Medioevo quali santi taumaturghi, Cristoforo Co-lombo e le bizzarrie di spiag-ge inesplorate, Leonardo da Vinci e la consapevolezza che l'arte verrà sostituita dal-la moda, Giacomo Leopardi scartato alle selezioni di un

talent show, e via recitando. Il tutto sotto lo sguardo indi-gnato di Garibaldi e Vittorio Emanuele II, protagonisti in-consapevoli di un program-ma televisivo di lacrime e sorrisi.

Dalla rivista, che, se non avesse un limite imposto da ragioni di giornata, andreb-be avanti all'infinito, emerge una nazione un po' smemo-rata e divisa su tutto, tranne che sulla fede calcistica. E sì, perché politica, moda, amore costituiranno pure motivi di dissapori sociali, ma la Na-zionale è la Nazionale.

E così, tutti uniti dinanzi alla tivvù a tifare Italia. Dun-que, lo spettacolo indubbia-mente diverte (anche se sul poeta recanatese si fa facile e gratuita ironia, insistendo sul particolare difetto fisico) grazie all'impegno di Mas-similiano Borghesi, Sandra Cavallini, Paolo Gattini, Ful-via Lorenzetti , Matteo Miche-li, Enzo Saturni, e alla mae-

stria di Solenghi e Micheli, una coppia comica comple-ta. L'uno aristocratico, l'altro plebeo, l'uno nordico, l'altro meridionale, l'uno compo-sto, l'altro arruffone, come se il nobile De Curtis si fosse scisso in due. I comici, quin-di, portano sulla scena tutta la loro arte dell'improvvisa-zione, cavandosi sovente da situazioni spinose con colpi di genio arguto.

Così, mentre scrosciano gli applausi del nutrito pub-blico in un coro di "bravi, bis", ti balena il ricordo del magone iniziale.

E di colpo la bravura con-solidata dei due artisti, il colpo d'occhio mirabile, quel fruscio vellutato del sipario scompaiono. S'appalesa, in-vece, l'incognita del futuro.

Già, forse ogni spettacolo di questa stagione teatrale sarà non più un inno alla gioia, ma un lento, inesora-bile "De profundis".

di Francesco Paolo Sicolo

Fratelli d’ItaliaAlcuni momenti dello spettacolo “Italiani si nasce e noi lo nacquimo”. Foto M. Robles

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Ci sono partite che hanno la rara virtù di riassumere un'intera stagione.

La sfida con i rivali di sempre del Noicattaro è sta-ta la sintesi perfetta dell'an-nata targata Libertas.

Tanta vigoria, grande spi-rito di sacrificio, innumere-voli ostacoli da superare.

Alla fine, il successo in zona Cesarini con una splendida rovesciata di Ter-rone. Il Canosa nel mirino, distante solo una lunghezza. L'Atletico Corato meno rag-giungibile a +8. Insomma, la vetta è lontana, ma i play off sono oltremodo a portata di mano.

Il patron Antonio De Lucci prende le mosse dall'ultima

La Libertas al terzo posto in Promozione

ScALAndoLA vettA

Campioni regionali

di Mario Sicolo

di Mario Sicolo

Correre è inseguire un sogno. Che non sempre ha la forma di uno striscione sospeso sopra un traguardo. Se ne resti all'altez-za per tutta la vita, però, puoi essere un piccolo eroe.

Ce lo raccontano anche la storia e la letteratura. Non è un caso che Achille fosse piè veloce, Mercurio avesse le ali ai piedi ed il povero, disperato, speranzoso Fidippide andò di corsa ad Atene ad annunciare che la battaglia di Maratona era vinta. Insomma, avere dei chilometri da percorrere, ritro-

Stagione esaltante per i Bitonto Runners

varsi dinanzi sterminate distese d'asfalto e terreno da calpesta-re significa restare con sé stessi e specchiarsi dentro l'anima per conoscersi meglio, mentre sulla tua testa scorrono cieli e nuvo-le.

Franco Mastromarino - ca-pelli e occhi scuri come una not-te rischiarata da una luce segre-ta - convive da sempre con una naturale inclinazione allo sport. L'ultima idea, che da qualche anno ha preso a frullargli vorti-cosamente nella testa, era fon-dare una società di fondisti, non

necessariamente maratoneti. L'importante è che avessero un cuore con gli scarpini. Siccome a Bitonto questo è un hobby al-quanto vissuto, forse perché in-versamente proporzionale al li-vello d'inciviltà generale, presto s'è ritrovato tanti amici accanto a sé. L'associazione sportiva Bi-tonto Runners, dunque, è nata nel 2010 e già conta 110 iscrit-ti. Il vice di Franco è Gaetano Colasanto - uno che s'ammazza persino di supermaratone, gare interminabili dal sapore antico -, il segretario Damiano De Pal-

ma. Il Corripuglia dello scorso anno ha visto il giovane sodali-zio bitontino piazzarsi al quar-to posto. Il 13 febbraio scorso i nostri amici infaticabili hanno sbaragliato la concorrenza pres-so l'agriturismo "La Mandra" di Calmiera e si sono aggiudicati il Campionato Regionale di Corsa Campestre. L'ultima domenica di febbraio ci saranno anche loro tra i partecipanti della fa-mosa mezza maratona Roma-Ostia. Insomma, tanti meriti per questa nuova realtà cittadi-na, sostenuta, per ora, da tanti sponsor che hanno preso a cuore le loro sorti (tra gli altri spon-sor, ci sono Sintesi Eredi Mari-nelli, Lauretana Viaggi, Idracol, DueEmme, Irma Tessuti). Il più importante, annoverare tra le sue fila il grande atleta Angelo Pazienza. L'attività quotidiana della società guidata da Ma-stromarino troverà il suo acme nell'organizzazione della pros-sima edizione del Corripuglia pugliese, che si terrà appunto a Bitonto il 12 Giugno prossimo.

Non si fermano mai, questi piccoli eroi quotidiani mai tra-felati.

Il patron della Libertas, Antonio De Lucci. Foto M. Robles

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Primo piano febbraio 2011

Primo pianoBITONTO

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La Libertas al terzo posto in Promozione

ScALAndoLA vettA

Il “ritmo” del successodi Mario Sicolo

giornata di campionato e fa il punto della situazione: "Que-sta vittoria vale sei punti. È stato bellissimo spuntarla così, perché i ragazzi hanno dimostrato tutto il loro va-lore, lottando fino all'ultimo minuto, soprattutto quando sono rimasti in inferiorità numerica. Dopo aver supe-rato quest'ostacolo, abbiamo il dovere di impegnarci a fon-do per vincere il campionato. Non abbiamo più alibi".

L'imprenditore è sempre fiduciose ottimista, anche se è cosciente del fatto che il domani potrebbe essere ancora più impegnativo. Per questo, lancia un appello (da noi sentito mille volte, negli anni scorsi: puntualmente rimasto lettera morta): "Se qualcuno ha davvero a cuo-re le sorti del Bitonto calcio, è questo il momento oppor-tuno per affiancarmi. Fino-ra abbiamo dimostrato di fare le cose seriamente, ma è chiaro che se qualcuno ci dà una mano, tanto meglio. Lavorare di sinergia sareb-be la maniera migliore per condividere tutti quanti il sogno della promozione. An-che perché questa città per bacino d'utenza, tifoseria, prestigio e tradizione potreb-be tranquillamente meritare

una serie C". Sulle gradinate del "Città

degli Ulivi", domenica scor-sa, a tifare per i leoncelli, accompagnato al consigliere comunale Mimmo Paterno, c'era il primo cittadino di Bi-tonto. "Registro molto posi-tivamente la presenza sugli spalti del Sindaco Raffaele Valla, che s'è entusiasma-to per il successo all'ultimo respiro, segno che anche lui ha a cuore il destino della nostra squadra. È bene sa-pere che l'amministrazione ti è accanto".

Dopo le stagioni trionfali a Palese, quest'estate il pas-saggio nella nostra città. I supporter storici sono un po' disorientati sul nome della società. Il presidente fuga tutti i dubbi: "Sono giorni decisivi per le pratiche che definiranno il passaggio di denominazione. D'altronde, avrete notato che dietro le maglie, rigorosamente ne-roverdi, dei ragazzi c'è più Bitonto che Libertas, solo puntato". De Lucci non teme affatto l'abbraccio dei soste-nitori. Anzi, li sente quasi fratelli: "Ringrazio di cuore i tifosi che stanno seguendo sempre più numerosi la no-stra squadra. È evidente che si sono convinti della serietà

del nostro progetto". Fin qui, la disamina so-

cietaria. Sotto l'aspetto tecni-co, è mister Raffaele Locon-sole (uno che è stato anche giocatore bitontino) a dirci come vanno le cose: "Il risul-tato di oggi con i noiani è più che giusto. Anzi, aver trova-to di fronte una squadra ben messa in campo, anche se formata da giovani, dà ulte-riore valore alla prova di miei ragazzi. E non dimentichia-mo che questo è un gruppo nuovo e non è stato semplice amalgamarlo in poco tempo ed ottenere i risultati che ab-biamo ottenuto".

Il torneo in questione, da sempre, è un viaggio disse-minato di pericoli. L'allenato-re lo sa bene: "Il campionato è difficile e non è detto che si possa sempre vincere. Certo, noi abbiamo il dovere di pro-varci, m non dobbiamo mai dimenticare che ci sono gli avversari. Ma sappiamo che quest'anno dobbiamo sudar-ci tutto e nessuno ci regala niente, com'è giusto che sia. Ho un bel gruppo, determi-nato e coriaceo. Ogni trasfer-ta è difficile. Dobbiamo esser noi bravi a farci trovare pre-parati".

Piccole farfalle assetate di cielo. Questo sono le ginna-ste dell'Associazione Sporti-va New Athletic Club di Bi-tonto.

Col nuovo anno, la sta-gione agonistica di ginna-stica ritmica ha avuto un ottimo inizio, grazie all'im-pegno costante delle ragazze suddette e alla professiona-lità delle tecniche Antonella Mezzina e Daniela Rossiello, che le guidano con disciplina e saggezza.

Domenica 13 febbraio, si è svolto a Giovinazzo, pres-so il palazzetto dello sport, il campionato regionale di spe-cialità di ginnastica ritmica e le ginnaste della New Athle-

Grande prova per le atlete del New Athletic Club

tic club, con le loro brillanti prestazioni, hanno conqui-stato il podio. Svettando su tutte, Erica Gesualdo ('98) si è posizionata al 1° posto e s'è laureata campionessa regio-nale per la specialità nastro. Secondo gradino del podio per lei nella specialità fune.

Marilù Sifo ('98) s'è issata al 2° posto del podio con il cerchio e anche con la palla.

Iridiana Demichele ('98) si è posizionata al 3° gradino del podio con la palla.

Medesimo piazzamento per Chiara Chirico ('98) nella specialità del cerchio.

Dunque. Prosegue assi-duo l'impegno delle minitlete in vista della finale interre-

gionale del 19 e 20 marzo, che si terrà a Spoleto, dove toccherà a loro tenere alto il nome della nostra città.

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