Numero Zero Magazine Febbraio 2013

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NUMERO febbraio 2013 // numero 1 // magazine free press GIOVANI Cronistoria della disco dance a Latina Dal boom degli anni 70 alle nuove tendenze Lavoro e stage con l’Unione Europea PENDOLARI L ’odissea sui binari della Roma-Latina CARNEVALE Come nascono i carri allegorici GENERAZIONE GENERAZIONE NOA NOA NOA NOA

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Numero Zero Magazine Febbraio 2013

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GIOVANI

Cronistoria della disco dance a LatinaDal boom degli anni 70 alle nuove tendenze

Lavoro e stage con l’Unione Europea

PENDOLARIL’odissea sui binaridella Roma-Latina

CARNEVALECome nascono

i carri allegorici

GENERAZIONEGENERAZIONECronistoria della disco dance a Latina

GENERAZIONEGENERAZIONEGENERAZIONEGENERAZIONENOA NOANOA NOA

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Struttura logistica facilmente raggiungibileI punti vendita sono tutti spaziosi negozi recentemente ristrutturati, dotati di ampio parcheggio e facilmente raggiungibili, situati in importanti poli commerciali. Ogni negozio è organizzato in settori: uomo, donna, jeans, sportwear e taglie grandi; ogni settore è strutturato in corner espositivi, dedicati ad una marca speci�ca. In ogni settore è presente almeno un addetto alle vendite. I negozi dispongono anche di un servizio sartoria per i capi venduti, che sicuramente costituisce una importante comodità per la clientela. L’ampiezza e la disposizione della merce facilitano la clientela nell’ acquisto self service, anche se non viene mai a mancare la necessaria richiesta di assistenza.

Target di riferimento e prodotti vendutiIn base alle esigenze del mercato , la ditta “Brogi ” o�re un vasto assortimento di abbigliamento uomo donna e bambino . Tuttavia, manifestando la sua capacità di adattarsi alle nuove tendenze, nel rispetto del principio della �essibilità, necessario per non perdere e per incrementare la propria nicchia di mercato, nell’ultimo periodo, l’o�erta di vendita si è maggiormente incentrata sul prodotto “jeans”, sportwear e, moda giovane uomo/donna. Da numerosi anni, ormai, l’azienda intrattiene importanti e pro�cui rapporti commerciali, con rinomate aziende, a dimostrazione che la serietà ed il rispetto degli impegni presi, caratterizzano il nostro operato. Dalla sua costituzione, l’azienda intrattiene importanti e pro�cui rapporti commerciali, con rinomate aziende, a dimostrazione che la serietà ed il rispetto degli impegni presi, caratterizzano il nostro operato.

Via Vado la Lena, 15Tel. 0775 290697Fax 0775 830622

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Da noi troverete:REPARTO JEANS UOMO-DONNAREPARTO CONFEZIONE UOMO/DONNAREPARTO CERIMONIAREPARTO SPORTWEARREPARTO TAGLIE FORTI

Operiamo nel mercato di abbigliamentouomo, donna da oltre 40 anni

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RicevimentiSeguici su

Direzione Villa: Gianluca e Roberta Boldreghini Mob. 338 1518048 - 338 8001692 - [email protected]

di Gianluca e Roberta Boldreghini

Via Pontina Km 80, Latina Tel. 0773 255640

www.egidioristocaffe.it

“ prenota il tuo pranzo per l’asporto

Via Migliara 45 - Km 4, n° 164 B.go Grappa, (LT) Italia Tel. 0773 255640 - 0773 209093 - www.villameravigliosa.it

Aspetterei in eterno per averti un giorno“ “

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RicevimentiSeguici su

Direzione Villa: Gianluca e Roberta Boldreghini Mob. 338 1518048 - 338 8001692 - [email protected]

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Via Pontina Km 80, Latina Tel. 0773 255640

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Aspetterei in eterno per averti un giorno“ “

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02.2013 | NUMERO ZERO | 09

di ALBERTO REGGIANI

L’editoriale

Una città in sospesoZero è il numero in equilibrio perfet-to tra il relativo e l’assoluto, tra ciò che siamo e ciò che potremmo esse-re. Siamo tutti degli zero, è inutile negarlo. Abbiamo certezze e dubbi, verità in tasca e sogni nel cassetto, guardiamo la realtà e ne immaginia-mo un’altra. E’ vero che lo zero vale niente, ma inserito tra altri numeri, fa una notevole differenza. Può an-che signifi care una base di partenza oppure uno spazio da riempire. Op-pure, richiamando antichi miti, un tendenza al cambiamento, un vento innovatore.Questo giornale si chiama Numero Zero e si offre gratuitamente alla città di Latina, l’ultima città italiana partita da zero ed ancora in bilico tra il fi lare e il non tessere. La città del crogiuolo di genti e comunità, dell’i-dentità indefi nita, la Babilonia del ventesimo secolo sulla quale ognuno, col proprio idioma, spara a zero.Ma è davvero ridotta così male que-sta città? Cosa ha che non va? E’ ma-lata e moribonda o semplicemente costipata e convalescente? C’è davve-ro gente che se ne occupa o è abban-donata in corsia? Con Numero Zero vorremmo prova-re a rispondere a queste domande, a baciare questa “bella addormen-tata sul piano” e vedere che effetto fa. Come? Riportandola al centro dell’attenzione dei suoi stessi abitan-ti, affrontandone gli aspetti comuni e reconditi del suo vivere quotidiano, provando ad ossigenarla con notizie, inchieste, argomenti che sfuggono ad una analisi superfi ciale. Comin-ciando a far emergere il sommerso, il tesoro nascosto dietro attività piccole e grandi di latinensi spesso anonimi o di collettività altrettanto miscono-sciute che hanno bisogno di visibilità per valere in maniera aggiuntiva.Non abbiamo l’ambizione di modifi -care la realtà, ma di raccontarla, an-che in chiave satirica, per aprirci al confronto, alla rifl essione e al miglio-ramento di Latina.

Lo sguardo di Numero Zero sarà critico, ma al contempo costruttivo. Sarà indagatore, ma non invaden-te. Sarà sarcastico, ma non offensi-vo. Sarà aperto ad altri sguardi, ma con rispetto. Sarà anche frivolo, ma non inutile. Numero Zero si offre ai cittadini, ai personaggi pubblici, a coloro che vivono Latina come uno strumento di stimolo e di incontro, di svago ma anche di impegno, tra memoria e nuove esperienze, per ri-partire…da zero.

Magazine mensile di attualità, costume e società

DIRETTORE RESPONSABILEAlberto Reggiani

HANNO COLLABORATO A QUESTO NUMERO:Marco Tomeo, Alessandro Za� arano, Luca Morazzano,

Pasquale De Rosa, Riccardo Angelo Colabattista, Gianluca Amodio, Giacomo Reggiani, Stefania Pusterla, Samantha Calzati

CON IL CONTRIBUTO DI: Massimo Sconforto e Atena

IMPAGINAZIONE E GRAFICAGiuseppe Cesaro

FOTOGRAFIEClaudia Mastracco

EDIZIONE E PUBBLICITÀPubblieditoriale srl

Via Sardegna 69 00197 - ROMA

INFO E PUBBLICITÀTel. 328.1380545 – 328.8226893

[email protected]

STAMPAGescom SPA

Strada Teverina Km 7Località Acquarossa - Viterbo

Chiuso in redazione il 29 Gennaio 2013

Registrazione al Tribunale di Latina richiesta

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02.2013 | NUMERO ZERO | 09

di ALBERTO REGGIANI

L’editoriale

Una città in sospesoZero è il numero in equilibrio perfet-to tra il relativo e l’assoluto, tra ciò che siamo e ciò che potremmo esse-re. Siamo tutti degli zero, è inutile negarlo. Abbiamo certezze e dubbi, verità in tasca e sogni nel cassetto, guardiamo la realtà e ne immaginia-mo un’altra. E’ vero che lo zero vale niente, ma inserito tra altri numeri, fa una notevole differenza. Può an-che signifi care una base di partenza oppure uno spazio da riempire. Op-pure, richiamando antichi miti, un tendenza al cambiamento, un vento innovatore.Questo giornale si chiama Numero Zero e si offre gratuitamente alla città di Latina, l’ultima città italiana partita da zero ed ancora in bilico tra il fi lare e il non tessere. La città del crogiuolo di genti e comunità, dell’i-dentità indefi nita, la Babilonia del ventesimo secolo sulla quale ognuno, col proprio idioma, spara a zero.Ma è davvero ridotta così male que-sta città? Cosa ha che non va? E’ ma-lata e moribonda o semplicemente costipata e convalescente? C’è davve-ro gente che se ne occupa o è abban-donata in corsia? Con Numero Zero vorremmo prova-re a rispondere a queste domande, a baciare questa “bella addormen-tata sul piano” e vedere che effetto fa. Come? Riportandola al centro dell’attenzione dei suoi stessi abitan-ti, affrontandone gli aspetti comuni e reconditi del suo vivere quotidiano, provando ad ossigenarla con notizie, inchieste, argomenti che sfuggono ad una analisi superfi ciale. Comin-ciando a far emergere il sommerso, il tesoro nascosto dietro attività piccole e grandi di latinensi spesso anonimi o di collettività altrettanto miscono-sciute che hanno bisogno di visibilità per valere in maniera aggiuntiva.Non abbiamo l’ambizione di modifi -care la realtà, ma di raccontarla, an-che in chiave satirica, per aprirci al confronto, alla rifl essione e al miglio-ramento di Latina.

Lo sguardo di Numero Zero sarà critico, ma al contempo costruttivo. Sarà indagatore, ma non invaden-te. Sarà sarcastico, ma non offensi-vo. Sarà aperto ad altri sguardi, ma con rispetto. Sarà anche frivolo, ma non inutile. Numero Zero si offre ai cittadini, ai personaggi pubblici, a coloro che vivono Latina come uno strumento di stimolo e di incontro, di svago ma anche di impegno, tra memoria e nuove esperienze, per ri-partire…da zero.

Magazine mensile di attualità, costume e società

DIRETTORE RESPONSABILEAlberto Reggiani

HANNO COLLABORATO A QUESTO NUMERO:Marco Tomeo, Alessandro Za� arano, Luca Morazzano,

Pasquale De Rosa, Riccardo Angelo Colabattista, Gianluca Amodio, Giacomo Reggiani, Stefania Pusterla, Samantha Calzati

CON IL CONTRIBUTO DI: Massimo Sconforto e Atena

IMPAGINAZIONE E GRAFICAGiuseppe Cesaro

FOTOGRAFIEClaudia Mastracco

EDIZIONE E PUBBLICITÀPubblieditoriale srl

Via Sardegna 69 00197 - ROMA

INFO E PUBBLICITÀTel. 328.1380545 – 328.8226893

[email protected]

STAMPAGescom SPA

Strada Teverina Km 7Località Acquarossa - Viterbo

Chiuso in redazione il 29 Gennaio 2013

Registrazione al Tribunale di Latina richiesta

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La storia nascosta di Borgo Faiti

02.2013 | NUMERO ZERO | 11

febbraioduemilatredici#1

IN QUESTO NUMERO

23

30

57

43 47

67

L’Europa e i giovani,quei bandi da scoprire

Debiti e usuraFamiglie a rischio

La magia dei piccoli teatri latinensi

NOA NOAe le sue sorelle

Quarant�anni di discodancea Latina

LATINA–ROMALA DIFFICILE

VITA DEL PENDOLARE

13Dietro le quinte dell’Associazione “Carnevale di Latina”

DOVENASCONOI CARRIallegorici

02.2013 | NUMERO ZERO | 10

C’è un’assenza ingombrante in questo avvio di campagna eletto-rale: tanti offendono, pochi parla-no di programmi, nessuno cerca di dare un po’ di speranza ai cittadi-ni provati da una crisi economica epocale e immersi in un clima di sconforto generalizzato. D’accor-do: sarebbe troppo pretendere di vedere all’opera un “Obama made in Italy”, un leader che abbia il co-raggio di dire al paese: Yes, we can. E, magari, anche di indicare come possiamo superare questo momen-to, offrendo una visione che riesca a parlare al cuore, e non solo alla pancia o alla testa, degli elettori. Invece assistiamo, non senza un po’ di sbigottimento, a un dibatti-to incentrato quasi esclusivamente sulla delegittimazione degli avver-sari, in un revival pericoloso delle precedenti elezioni politiche. Pe-ricoloso perché, forse qualcuno lo avrà notato, i partiti e le istituzioni non godono di una grande conside-razione tra i cittadini.Per carità, può essere una strategia di comunicazione: alzare il livello dello scontro, sperando che questo possa incentivare i cittadini a re-carsi alle urne. Funzionerà? Baste-rà dire agli elettori di centrodestra che Monti e Bersani rappresentano un pericolo mortale per superare l’apatia nella quale sembrano esse-re sprofondati? E specularmente: funzionerà l’antiberlusconismo di ritorno che il partito democrati-co sta giocoforza utilizzando, no-nostante le diverse intenzioni del suo segretario? E ancora: riuscirà il premier uscente Mario Monti a comunicare la sua agenda e la sua (presunta) diversità, con un lin-guaggio che al momento sembra più da ragioniere che da leader politico? Ma soprattutto: perché nessuna delle forze in campo opta

per un messaggio di speranza per un paese in sofferenza? Perché nes-suno propone una narrazione che sia anche emotivamente forte e coinvolgente, che offra una visione credibile e auspicabile, che sappia coniugare politics e policies?Forse avrà ragione chi ripropone strategie consolidate, nonostante le mutate condizioni storiche. For-se, però la mia impressione è che, al momento, a prevalere sia il gri-gio o, meglio, il grigiore. Il rischio è che questa campagna elettorale assomigli sempre più alla notte he-geliana, in cui tutte le vacche sono nere. Manca una stella che infon-da una luce di speranza e che per-metta di delineare uno scenario in cui credere. Troppo concentrati sui mezzi (la televisione di Berlusconi, i manifesti di Bersani, i social me-dia di Monti), i protagonisti sem-brano essersi dimenticati del mes-saggio. Sapranno (e soprattutto vorranno) rimediare a questa lacu-na, proponendo finalmente una vi-sione convincente e coinvolgente? Certo, è più difficile costruire una campagna elettorale con messaggi propositivi che siano anche emo-tivamente stimolanti. È vero che la politica ha scoperto Internet. È vero che in questa campagna elet-torale ha cominciato a ragionare in un’ottica “multicanale”. Ma a guar-dare i temi discussi, e il tono delle conversazioni, quello che prevale è un “clima da tifoseria calcistica”. I contenuti, i programmi, rimango-no ai margini. E la colpa non è dei fruitori. È di chi manda gli input. È vero che ci sono molti messaggi aggres-sivi, che i toni negativi sono predo-minanti ma in Rete è fondamentale l’ascolto: un’attività che in questo momento è del tutto assente. Se i partiti vogliono dare un senso alla

loro “avventura nel cyberspazio”, se vogliono trarre profitto dall’otti-ca multicanale con cui cominciano a comunicare, dovranno tenerne conto: ascoltare, interagire, con-nettere. Loro per il momento sono solo connessiDei contenuti non ne parla nes-sun candidato, nessun partito ha messo in rete i propri intenti una volta eletti. E’ vero anche, che non tutti verranno eletti, quindi perché perdere tempo nel preparare un programma che mai vedrà la luce? L’importante è esserci in parlamen-to. Nessuno affronta il tema della trasparenza, nessuno pubblica sul proprio sito ufficiale quanto spen-derà per la propria campagna elet-torale, oltre a quanto si spende sa-rebbe utile sapere come e con chi si spende. Il vero gesto di trasparen-za è stato dato da Matteo Renzi che ha pubblicato le fatture di acquisto dei costi della sua campagna elet-torale alle primarie. Questa è tra-sparenza. Ma Bersani scrive solo che spen-derà 6 milioni di Euro. Gli elettori vorrebbero sapere come e con chi, e magari la pubblicazione delle fat-ture. Questo sarebbe un bel gesto di trasparenza appreso dal suo rot-tamatore interno.Ma il vero problema in questa “cat-tivissima” campagna elettorale è legata a come recuperare i cittadi-ni delusi, amareggiati e senza lavo-ro che non credono più alle lusin-ghe dei politici mestieranti. Come faranno a catturare il loro voto il 24 e il 25 febbraio che forse prefe-riranno abbassare l’asticella della partecipazione al voto? Come dice-va San Filippo Neri “Preferisco il Paradiso”

Marketicandofrancescomiscioscia.it

di Francesco MIscIoscIa

lista ZEROPolitica e Comunicazione

Il rumore delle parole, il silenzio dei fatti

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La storia nascosta di Borgo Faiti

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febbraioduemilatredici#1

IN QUESTO NUMERO

23

30

57

43 47

67

L’Europa e i giovani,quei bandi da scoprire

Debiti e usuraFamiglie a rischio

La magia dei piccoli teatri latinensi

NOA NOAe le sue sorelle

Quarant�anni di discodancea Latina

LATINA–ROMALA DIFFICILE

VITA DEL PENDOLARE

13Dietro le quinte dell’Associazione “Carnevale di Latina”

DOVENASCONOI CARRIallegorici

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Gli delEroicarnevale

di PASQUALE DE ROSA

Come si preparano i carrimascherati che tutti gli annisfilano per le vie e le piazze

della città

L’associazione di volontaridell’architetto Di Marcolavora per mesi per allestirelo spettacolo allegorico,sfidando il clima, le spesee le polemiche

BORGO SAN MICHELE (Latina)S.S. dei Monti Lepini Km 46,700

Tel. e Fax 0773.258730 - [email protected]

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Gli delEroicarnevale

di PASQUALE DE ROSA

Come si preparano i carrimascherati che tutti gli annisfilano per le vie e le piazze

della città

L’associazione di volontaridell’architetto Di Marcolavora per mesi per allestirelo spettacolo allegorico,sfidando il clima, le spesee le polemiche

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02.2013 | NUMERO ZERO | 15

i numeri delcarnevaledi Latina1977Anno della prima sfi lata.

17

3.000

30.000

5.000

323 40.000

2

Il giorno dell’estrazione della Smart messa in palio per la Lotteria

Euro messia disposizione dal Comune (fonte Associazione Carnevale di Latina)

Le persone che invadono le piazze della città nei giorni delle sfi late

Le edizioni svoltefi no ad oggi

Le volte incui il Carnevale non è stato fatto a Latinain questi anni

Euro spesi dall’Associazione Carnevale di Latina per l’acquistodei coriandoli

Euro circa il costo per allestire i carrie le sfi late

Euro il costo del biglietto dellaLotteria

10-12I giorni di Febbraio in cui si svolgeranno le sfi late

9.600Euro la fattura per le spese di pulizia della città emessa lo scorso anno

Li vediamo ogni anno sfi lare per le vie della città nei due giorni del Carnevale in città lasciandoci a boc-ca aperta. Ne ammiriamo la maesto-sità, l’originalità e l’ironia. Ci fanno sorridere, emozionare e trascinare nello spettacolo più coinvolgente e colorato dell’anno. Ma li vediamo già compiuti, fi niti, pronti all’e-sposizione e al bombardamento di coriandoli e stelle fi lanti e forse la domanda ci sfugge: ma i carri ma-scherati da dove arrivano? Chi li crea? Come e dove vengono allestiti e preparati?Siamo andati direttamente nella pancia della balena, gli enormi ca-pannoni della Latina Ambiente, dove nasce il progetto Carnevale di Latina, portato avanti dall’omo-nima associazione, e lì abbiamo visto all’opera gli artisti della car-tapesta, progettisti e realizzatori delle portentose opere a quattro (e più) ruote, le stesse che rivedute e corrette fanno bella mostra per le arterie principali della città fi no al martedì grasso. Tutte le sere grup-pi di volontari si riuniscono qui per dedicarsi al loro carro da esibire du-rante le sfi late. Il freddo pungente non è un freno per queste persone: una stufa vecchia maniera dà solo

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l’illusione di un torpore inesistente, un effetto placebo suffi ciente a crea-re un clima di calore umano che ri-scalda comunque, nonostante il va-sto ambiente, e amplifi ca quel senso di familiarità che accomuna questi eroi dell’assemblaggio. Certo, il la-voro di preparazione dei carri non si compie esclusivamente nei mesi freddi antecedenti al Carnevale, ma inizia molto prima. Per l’edizione di quest’anno le danze si sono aperte addirittura a maggio scorso, giusto il tempo di digerire le frappe dell’e-dizione passata.Lavorano tutti sotto l’egida dell’As-sociazione Carnevale di Latina, costituitasi nel 1977 grazie alla passione dell’architetto Tino Di Marco e di un gruppo di amici e di compagni d’università dell’epoca: quelle stesse persone sono ancora oggi lì in prima fi la a far in modo che la manifestazione prenda corpo nel modo migliore. Da quel fatidico anno comincia l’avventura del Car-nevale a Latina che perdura fi no ad oggi, pronti anche quest’anno per le sfi late del 10 e 12 febbraio. Ormai è una tradizione consolidata per la nostra giovane città e il rischio, poi rientrato per il buon senso di tutte le parti, che la sfi lata potesse saltare

per questa stagione ha fatto sobbal-zare i bambini di tante scuole che aspettano con ansia questo momen-to. Le sfi late latinensi sono rivolte in particolare ai più piccoli e per que-sto i temi ed i tratti distintivi sono sempre i cartoni animati, le favole, lo sport, la mitologia e la natura. I capannoni di Latina Ambiente in pieno inverno sono spettrali ma basta varcare la soglia per rassi-curarsi: l’accoglienza dei volontari dell’associazione è molto cordiale. Ti rubano subito l’occhio i vari pezzi di ogni carro che occupano in toto la struttura: all’ingresso si lavora intensamente su Toy Story, procede a ritmo serrato l’assemblaggio dei pezzi per uno dei cartoni animati che hanno spopolato tra i bambini negli ultimi anni. Il rumore della saldatrice e il martello che sbatte sul tavolo di lavoro per la modella-zione del ferro sono predominanti insieme agli schiamazzi allegri di chi passa le sue serate invernali a rendere possibili i due giorni di fe-sta. Qualche metro più in là si sta ultimando il carro ecologico Salvia-mo la Natura preparato dall’Asso-ciazione Blu Notte: alcune signore,

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i numeri delcarnevaledi Latina1977Anno della prima sfi lata.

17

3.000

30.000

5.000

323 40.000

2

Il giorno dell’estrazione della Smart messa in palio per la Lotteria

Euro messia disposizione dal Comune (fonte Associazione Carnevale di Latina)

Le persone che invadono le piazze della città nei giorni delle sfi late

Le edizioni svoltefi no ad oggi

Le volte incui il Carnevale non è stato fatto a Latinain questi anni

Euro spesi dall’Associazione Carnevale di Latina per l’acquistodei coriandoli

Euro circa il costo per allestire i carrie le sfi late

Euro il costo del biglietto dellaLotteria

10-12I giorni di Febbraio in cui si svolgeranno le sfi late

9.600Euro la fattura per le spese di pulizia della città emessa lo scorso anno

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PRIMIIN CONVENIENZA

Elaborazione di Coop su dati Nielsen riferiti alla GDO

SS PONTINA, km 44 - Centro comm.le APRILIA2

abbiamo i prezzi più bassi di

APRILIA

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PRIMIIN CONVENIENZA

Elaborazione di Coop su dati Nielsen riferiti alla GDO

SS PONTINA, km 44 - Centro comm.le APRILIA2

abbiamo i prezzi più bassi di

APRILIA

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tra una chiacchiera e l’altra sulla vita di tutti i giorni, sono impegna-te nella spugnatura e nella vernicia-tura fi nale. Il nostro giro procede piacevolmente, con gli sguardi cu-riosi di chi ci domanda della nostra presenza qui, e rimaniamo colpiti da un carro che ha fatto la storia di tante generazioni: Batman, pro-posto dall’Allegra Brigata dei “Faiti Vostri”, è un cult che ci strega e ci ri-porta in mente tanti ricordi di qual-che anno addietro. Nel proseguire

la nostra passeggiata ci imbattiamo in una testa gigante ancora incolo-re, ma dalla forma la riconosciamo a prima vista: Aladdin, altro cartone animato della Walt Disney che negli anni ‘90 ha catturato l’attenzione di adulti e bambini. I lavori proce-dono frenetici per questo carro che appare in ritardo nella lavorazione rispetto agli altri, ma ci rassicurano che sarà tutto pronto per il fatidico giorno. Ci spostiamo nell’altro ca-pannone e davanti a noi si erge il

Cigno, il simbolo del Carnevale di Latina. Al suo fi anco il carro Latina ama lo sport che ha sfi lato lo scor-so anno e rivisitato tornerà in pista anche in questa stagione a simbo-leggiare la crescita e l’importanza che si stanno ritagliando a livello nazionale le nostre società sportive. Il nostro giro è fi nito ma altri carri vengono realizzati anche nei paesi vicini, pronti ad unirsi nei giorni delle sfi late per la gioia ed il diver-timento dei bambini, i principali protagonisti di questa festa. Le dif-fi coltà economiche e la crisi hanno ridimensionato in parte il progetto negli ultimi anni, ma l’impegno e la passione restano il motore pul-sante di un’aggregazione sponta-nea che riunisce nelle piazze della nostra città migliaia di persone fe-stanti. “Non vogliamo alimentare le polemiche – chiosa il presidente dell’associazione Di Marco – ma ri-spetto al passato dal Comune rice-viamo una cifra notevolmente più bassa, assolutamente insuffi ciente per coprire i costi di tutta l’organiz-zazione, che sfi orano i 40mila euro. Siamo una associazione di volontari che si fi nanzia quasi esclusivamente con la lotteria e con gli sponsor che mettono a disposizione i premi. Vor-remmo far presente che grazie alle nostre sfi late facciamo convogliare migliaia di persone nel centro città e muoviamo un indotto non indiffe-rente per i commercianti che sicu-ramente hanno il loro ritorno”. Ep-pure il carrozzone va avanti da sé.

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02.2013 | NUMERO ZERO | 18

Gruppo Blu NotteSALVIAMO LA NATURA

L’Allegra Brigata dei “Faiti Vostri” BATMAN e TOBILAND

Associazione “Libero di Volare” MonticchioALADDIN

Associazione TufetteLA CARICA DEI 101

Gli amici degli anni 60’ meno uno HARRY POTTER

Amici del Carnevale di Borgo PodgoraTOY STORY

Associazione culturale “Insieme per Borgo Sabotino”CARRO ISPIRATO ALLA BONI-FICA

i carri del 2013LE CURIOSITÀ - Soltanto nel 91’ la sfi lata dei car-ri non venne organizzata a causa dell’ingresso del nostro Paese nel-laGuerra nel Golfo.

- I coriandoli messi a disposizione dall’Associazione Carnevale di La-tina sono fi ltrati e non inquinano l’ambiente.

IL CIGNO E’ il simbolo del Carnevale pontino. E’ il carro che guida il torpedone festante nella giornata delle sfi late e la scelta di essere il simbolo della città è stata casuale e naturale allo stesso tempo. Quando è stato isti-tuito il Carnevale, sul fi nire degli anni settanta, in città un esperto mastro è venuto appositamente da Viareggio per insegnare la costru-zione del carro ai giovani volontari dediti al tempo nella preparazione. Per ogni sfi lata viene scelta una da-migella che avrà l’onore di essere la madrina della manifestazione. Negli anni il Cigno è stato comple-tamente rinnovato e migliorato dal punto di vista estetico: è tutto ri-coperto di vetroresina e questo gli permette di sfi lare senza problemi anche nelle giornate di pioggia.

LOTTERIA 2013È la forma di sostentamento prin-cipale del Carnevale. Dalla vendita dei biglietti, al costo di 2 euro cia-scuno, si ricava l’introito principale per la realizzazione della manifesta-zione. In palio come primo premio ci sarà una SMART, modello Pulse, che sarà estratta domenica 17 Feb-braio alle ore 12 presso Mix Auto Service, strada Chiesuola 1 – Borgo Piave.Oltre alla macchina, il premio più ambito, ci sono altri dieci premi in palio che vengono gentilmente of-ferti da sponsor. L’altra piccola fonte di aiuto per l’as-sociazione è il giornalino del Carne-vale che ogni anno viene pubblicato nel periodo delle sfi late e racchiude le immagini più belle e signifi cative dell’edizione precedente. Le azien-de acquistano gli spazi pubblicitari e forniscono in questo modo il loro sostegno.

NON LASCIA, MA RADDOPPIAQuest’anno si è rischiato seriamen-te di vedere annullato il tradiziona-le appuntamento con il Carnevale, poi tutto è rientrato per il buon senso e la ragione di tutti. Dopo la scorsa edizione l’Associazione per il Carnevale di Latina si è vista re-capitare una fattura di 9.600 euro

per la pulizia delle strade che ha di fatto messo in seria discussione la continuazione della manifesta-zione. La questione è stata risolta dalle parti interessate, Comune e associazione, e per questa stagione il Carnevale continuerà ad essere il momento di aggregazione per qual-che giorno di centro storico, perife-ria e borghi. Il desiderio neanche tanto nasco-sto del presidente Tino Di Marco è quello di trasformare questa ma-nifestazione in un vero e proprio evento culturale, magari con una durata superiore, sul modello del-le tante manifestazione estive che servono ad intrattenere cittadini e turisti. Il luogo ideale per lo svolgi-mento della festa sarebbe già stato individuato dall’associazione, ora si tratta di trovare l’accordo con il Co-mune per realizzare concretamente l’idea. La risposta l’avremo il pros-simo anno…

IL SIGNIFICATO STORICO DEL CARNEVALEIl Carnevale è il periodo di festa tra l’Epifania ed il digiuno quaresima-le nei paesi a tradizione cattolica.

Per molto tempo si è creduto che l’origine del termine Carnevale de-rivasse da “carne levare”, ovvero prepararsi al digiuno quaresimale. Ed il fatto che per quaranta gior-ni si dovesse digiunare per fede e per prepararsi alla Pasqua, doveva risultare non poco pesante per un popolo che il digiuno lo faceva “for-zatamente” per tutto l’anno. Dun-que trascorrere un certo periodo della quaresima spensieratamente, per forza di cose doveva rappresen-tare quella valvola di sfogo per evi-tare che la gente, già in condizioni di estrema povertà, potesse trovare sfogo in rivolte. Il Carnevale è una festa allegra e di-vertente. Ci si può vestire come si vuole, ma un po’ di tempo fa, le ma-schere tipiche erano quelle come Arlecchino, Colombina, Pulcinella. Il Carnevale si svolge il giovedì ed il martedì “grasso”. In Italia ci al-cune sfi late di fama internazionale, come per esempio quelle di Venezia e Viareggio. Queste città hanno sa-puto trasformare il Carnevale in un evento turistico capace ogni anno di attirare migliaia di persone da ogni parte d’Italia.

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02.2013 | NUMERO ZERO | 21

Frutta e verdura a domicilioNegozio on-line di alcune aziende pontine

di ATENA

PARTO DA ZEROLe coraggiose storie di imprenditori e personaggi

La spesa è una necessità di tutti, dalle famiglie più numerose ai sin-gle. Ma quanto pesano le buste ca-riche di prodotti. E quante volte si è costretti a fare acquisti frettolo-samente perché i tempi sono stret-ti. Per chi lavora è spesso così.Le innovazioni tecnologiche oggi ci offrono alcune comodità che al contempo rappresentano un’oppor-tunità imprenditoriale. Il portale internet www.lacampagnadicasa-tua.it ne è un esempio. Un’inizia-tiva collaudata in città dell’Emilia Romagna, come Bologna, Mode-na, Parma e Reggio Emilia, e im-portata anche a Latina sulla spin-ta di alcuni imprenditori agricoli. Le diffi coltà di confrontarsi con un mercato molto competitivo e massifi cato hanno fatto maturare l’esigenza di distinguersi. In che modo? Offrendo un servizio unico e improntato sulla qualità: frutta e verdura direttamente a casa pro-pria con una semplice prenotazio-ne su Internet. “Le proposte variano secondo la stagione – spiega Ermanno Placidi che ha curato il coordinamento dei produttori e organizzato a livello locale il funzionamento della strut-tura – i prodotti sono quelli di aziende locali che la-vorano seguendo me-todi naturali. An-che i prezzi sono oscillanti, ma non registrano

divergenze eccessive con quelli ap-plicati dalla grande distribuzione. Il vantaggio vero è la freschezza perché i prodotti sono consegnati nell’arco della giornata, a poche ore dalla raccolta, con una garan-zia di massima genuinità e quali-

tà. Ho provato anche io con dei pomodori che conservati in

frigorifero sono rimasti in-tegri per cinque

settimane”. E proprio il pomodoro è un alimen-to principe dell’industria conser-viera. Così accanto alla frutta e alla verdura di giornata, sul sito www.lacampagnadicasatua.it si possono trovare anche sughi e confetture di marmellata. Non mancano an-che i formaggi e i latticini, come una premiata ricotta. Le aziende produttrici, ubicate in località vi-cine a Latina, come Borgo Montel-lo, Borgo Carso e Borgo Sabotino, hanno un loro spazio sul portale e le condizioni di consegna sono ben spiegate. Resta solo la scelta dell’offerta rivolta anche ai grup-pi di acquisto, come un cassetta di frutta e verdura a 20 euro. I pro-dotti a chilometri zero possono es-sere consegnati anche a Roma, nel quartiere Eur.

02.2013 | NUMERO ZERO | 20

di MASSIMO SCONFORTO

SOTTOZEROLa nota stonata del mese sui servizi pubblici collettivi

2018. Una volta tanto, ci concedia-mo il lusso di scegliere e analizza-re un dato positivo: è quello delle nascite registrate in un solo anno all’ospedale Santa Maria Goretti di Latina ed emerge dal rapporto nascite del 2011 elaborato dall’A-genzia di sanità pubblica del Lazio. Il trend rispetto all’anno preceden-te è leggermente inferiore (saldo -38) ma conferma una tendenza di massima: l’ospedale del capoluogo pontino si conferma ai primissimi posti in ambito regionale in que-sta speciale classifi ca. Insomma, qui si nasce e per fortuna si cresce anche bene. Non vi ci abituate, il buonismo fi nisce qui. In fondo poi questa rubrica si chiama Sottoze-ro e pertanto non possiamo non analizzare anche quei dati negativi che emergono dallo stesso rappor-to dell’Agenzia di sanità pubblica. Perché, tanto per dirne una, sapete quanti bambini dei 32 nati, nei pri-mi sei mesi del 2012, in condizioni critiche nei diversi ospedali della

provincia pontina, sono poi stati trasferiti a Roma o a Frosinone per essere curati in strutture più at-trezzate? La risposta è: tutti, pur-troppo tutti. In una provincia con quasi seicen-tomila abitanti, nel 2013, non c’è un solo ospedale che abbia un re-parto di terapia intensiva neonata-le. Non ce l’ha neanche il Goretti, con i suoi duemila e passa parti ogni anno. Qui i bambini o nasco-no in salute oppure devono andar-sene con i loro bei fagottini. I loro genitori costretti a tour della spe-ranza negli ospedali romani. Oppu-re in quello di Frosinone. Perché i cugini ciociari, nel loro ospedale, un reparto di terapia intensiva ne-onatale ce l’hanno eccome. Poi lo sappiamo tutti, non c’è esperien-za più traumatizzante per un ne-ogenitore di quella di dover fare i conti con una patologia grave del proprio fi gliolo. La buona sanità deve cominciare da quando si na-sce. Punto.

Dove passa la cicognaBoom di nascite, ma i neonati curati altrove

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02.2013 | NUMERO ZERO | 21

Frutta e verdura a domicilioNegozio on-line di alcune aziende pontine

di ATENA

PARTO DA ZEROLe coraggiose storie di imprenditori e personaggi

La spesa è una necessità di tutti, dalle famiglie più numerose ai sin-gle. Ma quanto pesano le buste ca-riche di prodotti. E quante volte si è costretti a fare acquisti frettolo-samente perché i tempi sono stret-ti. Per chi lavora è spesso così.Le innovazioni tecnologiche oggi ci offrono alcune comodità che al contempo rappresentano un’oppor-tunità imprenditoriale. Il portale internet www.lacampagnadicasa-tua.it ne è un esempio. Un’inizia-tiva collaudata in città dell’Emilia Romagna, come Bologna, Mode-na, Parma e Reggio Emilia, e im-portata anche a Latina sulla spin-ta di alcuni imprenditori agricoli. Le diffi coltà di confrontarsi con un mercato molto competitivo e massifi cato hanno fatto maturare l’esigenza di distinguersi. In che modo? Offrendo un servizio unico e improntato sulla qualità: frutta e verdura direttamente a casa pro-pria con una semplice prenotazio-ne su Internet. “Le proposte variano secondo la stagione – spiega Ermanno Placidi che ha curato il coordinamento dei produttori e organizzato a livello locale il funzionamento della strut-tura – i prodotti sono quelli di aziende locali che la-vorano seguendo me-todi naturali. An-che i prezzi sono oscillanti, ma non registrano

divergenze eccessive con quelli ap-plicati dalla grande distribuzione. Il vantaggio vero è la freschezza perché i prodotti sono consegnati nell’arco della giornata, a poche ore dalla raccolta, con una garan-zia di massima genuinità e quali-

tà. Ho provato anche io con dei pomodori che conservati in

frigorifero sono rimasti in-tegri per cinque

settimane”. E proprio il pomodoro è un alimen-to principe dell’industria conser-viera. Così accanto alla frutta e alla verdura di giornata, sul sito www.lacampagnadicasatua.it si possono trovare anche sughi e confetture di marmellata. Non mancano an-che i formaggi e i latticini, come una premiata ricotta. Le aziende produttrici, ubicate in località vi-cine a Latina, come Borgo Montel-lo, Borgo Carso e Borgo Sabotino, hanno un loro spazio sul portale e le condizioni di consegna sono ben spiegate. Resta solo la scelta dell’offerta rivolta anche ai grup-pi di acquisto, come un cassetta di frutta e verdura a 20 euro. I pro-dotti a chilometri zero possono es-sere consegnati anche a Roma, nel quartiere Eur.

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L’Europachiama

Una esperienza formativa all’estero, lo scambio di buone pratiche tra giovani imprenditori, un contratto di lavoro. Ogni anno l’Unione Europea offre attraverso programmi mirati, tantissime opportunità ai giovani per accrescere la loro esperienza nell’ambito della cittadinanza europea, ma soprattutto per acquisire competenze in ambito pro-fessionale e quindi accedere con maggiore facilità ad un mondo del lavoro sempre più competitivo e selettivo.

di marco tomeo

tutte le opportunità che l’Ueriserva agli under 35

Programmi per acquisire competenzeall’estero che aprono le porte

al mondo del lavoro

Possibilità anche per aziende, enti localio associazioni destinatari di finanziamenti

per promuovere l’impiego giovanile

i giovani

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L’Europachiama

Una esperienza formativa all’estero, lo scambio di buone pratiche tra giovani imprenditori, un contratto di lavoro. Ogni anno l’Unione Europea offre attraverso programmi mirati, tantissime opportunità ai giovani per accrescere la loro esperienza nell’ambito della cittadinanza europea, ma soprattutto per acquisire competenze in ambito pro-fessionale e quindi accedere con maggiore facilità ad un mondo del lavoro sempre più competitivo e selettivo.

di marco tomeo

tutte le opportunità che l’Ueriserva agli under 35

Programmi per acquisire competenzeall’estero che aprono le porte

al mondo del lavoro

Possibilità anche per aziende, enti localio associazioni destinatari di finanziamenti

per promuovere l’impiego giovanile

i giovani

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02.2013 | NUMERO ZERO | 25

ottenere un fi nanziamento, e www.scambieuropei.info, una vera e pro-pria banca dati di tutte le offerte riguardanti progetti già approvati e che quindi mettono a disposizio-ne borse di lavoro, tirocini e veri e propri contratti di lavoro, per i gio-vani dai 18 ai 35 anni. Merita una menzione particolare, infi ne, il pro-gramma “Erasmus per giovani im-prenditori”. Il termine giovane, in questo caso è una accezione gene-rosa, considerato che non esistono particolari vincoli di età, ma nella statistica di questo programma re-sta comunque uno strumento molto usato dai giovani che intendono av-viarsi al mondo dell’autoimprendi-torialità. Il programma è molto in-teressante e fi nanzia lo scambio di reciproche competenze tra impren-ditori o aspiranti tali. In pratica un imprenditore trascorre un periodo presso un’azienda ospitante (anche in questo caso a spese dell’Unione Europea) per acquisire competenze nell’ambito del suo business-core, ma anche per apportare all’azien-da ospitante il suo know-how. Tut-te le informazioni sul programma Erasmus per giovani imprenditori

sono a disposizione sul sito dedi-catowww.erasmus-entrepreneurs.eu/, disponibile anche in lingua ita-liana. Giovani latinensi… non resta che provare!

02.2013 | NUMERO ZERO | 24

Programmi come il ‘Life Long Le-arning’ (apprendimento permanen-te), con i sottoprogrammi ‘Leonar-do’ ed ‘Erasmus’ e il programma ‘Youth in Action’, che promuove tra le sue misure lo ‘SVE’, il servi-zio di volontariato europeo, sono solo alcuni di quelli che pongono al centro dei propri obiettivi il mon-do dei giovani. Questo tipo di ini-ziative offrono un ampio ventaglio di opportunità per i giovani dai 18 ai 35 che vogliano trascorrere una esperienza formativa in uno dei 27 paesi membri. Strumenti impor-tanti, che l’Unione Europea, consi-derato il preoccupante incremento della disoccupazione giovanile nel vecchio continente, potenzierà ul-teriormente nel prossimo settennio di programmazione 2014 – 2020, attraverso il programma ‘Erasmus per tutti’. A Latina esiste da anni lo sportello Eurodesk (c/o uffi cio ana-grafe del palazzo comunale), ovvero un point informativo attraverso il quale recepire tutte le informazio-ni inerenti le opportunità rivolte ai giovani promosse dall’Unione Eu-ropea. Nonostante questo impor-tante riferimento il capoluogo non brilla particolarmente in iniziative proposte né tantomeno rispetto

alla partecipazione dei giovani a progetti già presentati. Per com-prendere meglio questi concetti è bene chiarire come è possibile acce-dere ai programmi europei rivolti ai giovani.Sostanzialmente esistono due cana-li: presentare un progetto presso la Commissione Europea o presso le agenzie nazionali referenti per ogni singolo programma e indicate sem-pre dall’Unione Europea, o parteci-pando ad un progetto già fi nanzia-to. Andiamo per ordine. Presentare un progetto signifi ca rispondere ad un bando e promuovere attraverso un ente locale, un’associazione o qualsiasi altra organizzazione sia di tipo pubblico che privato, una iniziativa che se contingente alle discriminati del bando può ottenere un fi nanziamento. Un esempio po-trebbe essere un progetto che pre-vede l’istituzione di borse di lavoro per ragazzi collocati in aziende o in altre organizzazione di un paese straniero. E’ il caso dei progetti del programma Leonardo, in partico-lare per quelli relativi alle misure che favoriscono la mobilità giova-nile attraverso esperienze di lavoro all’estero. Un ente presenta il pro-getto, l’Unione Europea lo fi nanzia

e l’ente assegnatario provvede a pubblicare un bando per selezio-nare i ragazzi che fruiranno delle borse di lavoro. L’apertura di queste selezioni è di fatto il secondo canale per accedere a questo tipo di oppor-tunità ed è esclusivamente rivolto ai giovani che possono proporre la loro candidatura rispondendo ai bandi di selezione degli enti, delle organizzazione o delle associazio-ni che hanno visto il loro progetto fi nanziato dall’Unione Europea. Di-scorso analogo vale per il servizio di volontariato europeo, attraverso il quale i giovani possono svolgere un anno di volontariato all’estero, a spese dell’Unione Europea. Tutte le informazioni per capirne di più sui programmi europei rivolti ai gio-vani o su come presentare un pro-getto possono essere trovate nella miriade di siti internet istituzionali o non, facilmente rintracciabili at-traverso qualsiasi motore di ricer-ca. Noi, però, ve ne segnaliamo due interessanti: www.programmallp.it/, completamente in lingua italia-na ed esaustivo su tutti i particola-ri del programma Life Long Lear-ning, e quindi ben indicato anche per chi volesse capirne di più su come presentare un progetto ed

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02.2013 | NUMERO ZERO | 25

ottenere un fi nanziamento, e www.scambieuropei.info, una vera e pro-pria banca dati di tutte le offerte riguardanti progetti già approvati e che quindi mettono a disposizio-ne borse di lavoro, tirocini e veri e propri contratti di lavoro, per i gio-vani dai 18 ai 35 anni. Merita una menzione particolare, infi ne, il pro-gramma “Erasmus per giovani im-prenditori”. Il termine giovane, in questo caso è una accezione gene-rosa, considerato che non esistono particolari vincoli di età, ma nella statistica di questo programma re-sta comunque uno strumento molto usato dai giovani che intendono av-viarsi al mondo dell’autoimprendi-torialità. Il programma è molto in-teressante e fi nanzia lo scambio di reciproche competenze tra impren-ditori o aspiranti tali. In pratica un imprenditore trascorre un periodo presso un’azienda ospitante (anche in questo caso a spese dell’Unione Europea) per acquisire competenze nell’ambito del suo business-core, ma anche per apportare all’azien-da ospitante il suo know-how. Tut-te le informazioni sul programma Erasmus per giovani imprenditori

sono a disposizione sul sito dedi-catowww.erasmus-entrepreneurs.eu/, disponibile anche in lingua ita-liana. Giovani latinensi… non resta che provare!

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Nome? Domitilla cognome? Gacci

anni? Ne compirò 28 il prossimo giugno

titolo di studio? Laurea Magistrale in Relazioni In-ternazionali Dove vivevi? Ho vissuto a Sabaudia fi no all’inizio dell’Università, poi c’è stata Roma e infi ne il traghettare prima, e lo sta-bilirsi poi, negli Stati Uniti

Dove vivi? Washington DC, USA

cosa stai facendo nella capitale del paese a Stelle e Strisce? Lavoro presso l’Ambasciata d’Ita-lia ad un progetto di promozione della cultura italiana denominato 2013 Year of Italian Culture. E’ un’iniziativa che intende portare negli USA il meglio del nostro Pa-ese, mettendone in luce gli aspetti più innovativi, oltre che celebran-done il patrimonio culturale in sen-so lato.

cosa ti ha spinto ad andare a tro-vare “fortuna” all’estero?Un sogno. Sin da bambina sogna-vo di fare qualcosa di importante, anche se le mie aspirazioni, lo devo riconoscere, variavano molto. L’am-bizione di divenire ambasciatore mi ha abbandonata, ma il sogno di fare qualcosa che davvero mi piacesse in un posto (o più posti) a me gra-diti ha continuato ad alimentare le mie ricerche di lavoro.

Lasciare la tua città per lavoro è stata una scelta legata alla ne-cessità o alla volontà di un’espe-rienza diversa?Direi ad entrambe le cose. Ho sem-pre coltivato un forte desiderio di scoprire cosa vi fosse al di là del naso della Maga Circe e, per farlo, non potevo che andare via.

Le opportunità oltreoceano: una pontina all’ambasciata americana

Dalla Maga Circe alla Grande MelaIl sogno a stelle e strisce di Domitilla Gacci

cosa porti con te che sia legato alla tua terra, la pianura ponti-na?La rabbia. La frustrazione di non riuscire a vedere le cose cambiare in meglio. Il fastidio che provo ogni volta che mi rendo conto di una quasi totale assenza di progettuali-tà e di visione a lungo termine. Ma anche la tenacia e la determinazio-ne ad impegnarmi in ogni cosa che faccio per realizzare i miei sogni.

Perché sempre più giovani lascia-no le nostre città per cercare la-voro in altri Paesi?Per una pluralità di fattori. Nella migliore delle ipotesi perchè sono più curiosi, più informati e più istruiti che in passato e si rendono conto non solo che trascorrere un periodo di tempo all’estero non può che arricchirli, ma anche che nell’e-ra della tanto reclamizzata globa-lizzazione la ricerca del lavoro non può limitarsi alla propria città di origine né, in certi casi, al proprio Paese.

Quel è la caratteristica da invi-diare al Paese che ti ha accolto e quale la caratteristica italica che non si ritrova all’estero?Il senso di coesione nazionale che gli americani sanno non solo di-mostrare, ma soprattutto coltivare. Quel che manca totalmente direi è invece una certa fl essibilità, che credo appartenga piuttosto alla no-stra cultura. Non intendo fl essibi-lità come capacità di derogare alle regole, s’intende, quanto piuttosto come capacità di guardare a qual-cosa da una diversa prospettiva.

Il tuo futuro lo vedi lontano dal tricolore?Nel breve periodo, inevitabilmente sì. Sia per motivi lavorativi che per motivi affettivi.

oggi, è più coraggiosa la persona che lascia l’Italia per un’esperien-za di vita all’estero e chi decide di fare impresa in Italia?La decisione di vivere all’estero non viene mai presa a cuor legge-ro. Partire vuol dire mettersi alla

prova, costruirsi una nuova vita in un angolo di mondo in cui non si conosce nessuno, lottare per farsi apprezzare per quello che si è dav-vero e non per quello che gli altri sanno o si aspettano da noi, sotto-porsi alle regole e alla mentalità di un Paese che non si conosce. Viste le condizioni attuali in cui si trova il nostro Paese, tuttavia, direi che sia una scelta ancor più coraggiosa la seconda, soprattutto se a fare im-presa è un giovane.

Un luogo che porti sempre nel cuore del tuo territorio?Il mare d’inverno, con quelle sue dune deserte e inusualmente fred-de e il profumo di salsedine che il vento porta con sé.

cosa possiamo importare, a Lati-na, della realtà in ci vivi ora?La capacità di reinventarsi. Una delle cose che mi ha sempre affasci-nato di Washington è la possibilità di incontrare persone che hanno avuto le esperienze più disparate e che continuano a mettersi alla pro-va. Persone che dopo anni di lavoro decidono di tornare a studiare o al-tre che decidono di lasciare la loro professione per qualcosa di meno stabile ma più stimolante. Questo credo manchi dalle nostre parti: una certa dinamicità mentale, pri-ma ancora che fi sica. Un invito ai giovani della tua città… Siate curiosi e non accontentatevi mai. Uscire dalla propria città per scoprire cosa vi è al di fuori, notare le differenze con altre realtà e farne tesoro, importare quanto di buono si trova altrove, non può che aprire la mente e contribuire alla propria formazione e a quella della comuni-tà in cui si vive. E poi si sa, guar-dare le cose da una certa distanza spesso aiuta ad esaminar-le, compren-derle e in certi casi, apprezzarle meglio...

di rIccarDo aNGeLo coLaBattISta

dare le cose da una certa distanza spesso aiuta ad esaminar-le, compren-derle e in certi casi, apprezzarle meglio...

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Nome? Domitilla cognome? Gacci

anni? Ne compirò 28 il prossimo giugno

titolo di studio? Laurea Magistrale in Relazioni In-ternazionali Dove vivevi? Ho vissuto a Sabaudia fi no all’inizio dell’Università, poi c’è stata Roma e infi ne il traghettare prima, e lo sta-bilirsi poi, negli Stati Uniti

Dove vivi? Washington DC, USA

cosa stai facendo nella capitale del paese a Stelle e Strisce? Lavoro presso l’Ambasciata d’Ita-lia ad un progetto di promozione della cultura italiana denominato 2013 Year of Italian Culture. E’ un’iniziativa che intende portare negli USA il meglio del nostro Pa-ese, mettendone in luce gli aspetti più innovativi, oltre che celebran-done il patrimonio culturale in sen-so lato.

cosa ti ha spinto ad andare a tro-vare “fortuna” all’estero?Un sogno. Sin da bambina sogna-vo di fare qualcosa di importante, anche se le mie aspirazioni, lo devo riconoscere, variavano molto. L’am-bizione di divenire ambasciatore mi ha abbandonata, ma il sogno di fare qualcosa che davvero mi piacesse in un posto (o più posti) a me gra-diti ha continuato ad alimentare le mie ricerche di lavoro.

Lasciare la tua città per lavoro è stata una scelta legata alla ne-cessità o alla volontà di un’espe-rienza diversa?Direi ad entrambe le cose. Ho sem-pre coltivato un forte desiderio di scoprire cosa vi fosse al di là del naso della Maga Circe e, per farlo, non potevo che andare via.

Le opportunità oltreoceano: una pontina all’ambasciata americana

Dalla Maga Circe alla Grande MelaIl sogno a stelle e strisce di Domitilla Gacci

cosa porti con te che sia legato alla tua terra, la pianura ponti-na?La rabbia. La frustrazione di non riuscire a vedere le cose cambiare in meglio. Il fastidio che provo ogni volta che mi rendo conto di una quasi totale assenza di progettuali-tà e di visione a lungo termine. Ma anche la tenacia e la determinazio-ne ad impegnarmi in ogni cosa che faccio per realizzare i miei sogni.

Perché sempre più giovani lascia-no le nostre città per cercare la-voro in altri Paesi?Per una pluralità di fattori. Nella migliore delle ipotesi perchè sono più curiosi, più informati e più istruiti che in passato e si rendono conto non solo che trascorrere un periodo di tempo all’estero non può che arricchirli, ma anche che nell’e-ra della tanto reclamizzata globa-lizzazione la ricerca del lavoro non può limitarsi alla propria città di origine né, in certi casi, al proprio Paese.

Quel è la caratteristica da invi-diare al Paese che ti ha accolto e quale la caratteristica italica che non si ritrova all’estero?Il senso di coesione nazionale che gli americani sanno non solo di-mostrare, ma soprattutto coltivare. Quel che manca totalmente direi è invece una certa fl essibilità, che credo appartenga piuttosto alla no-stra cultura. Non intendo fl essibi-lità come capacità di derogare alle regole, s’intende, quanto piuttosto come capacità di guardare a qual-cosa da una diversa prospettiva.

Il tuo futuro lo vedi lontano dal tricolore?Nel breve periodo, inevitabilmente sì. Sia per motivi lavorativi che per motivi affettivi.

oggi, è più coraggiosa la persona che lascia l’Italia per un’esperien-za di vita all’estero e chi decide di fare impresa in Italia?La decisione di vivere all’estero non viene mai presa a cuor legge-ro. Partire vuol dire mettersi alla

prova, costruirsi una nuova vita in un angolo di mondo in cui non si conosce nessuno, lottare per farsi apprezzare per quello che si è dav-vero e non per quello che gli altri sanno o si aspettano da noi, sotto-porsi alle regole e alla mentalità di un Paese che non si conosce. Viste le condizioni attuali in cui si trova il nostro Paese, tuttavia, direi che sia una scelta ancor più coraggiosa la seconda, soprattutto se a fare im-presa è un giovane.

Un luogo che porti sempre nel cuore del tuo territorio?Il mare d’inverno, con quelle sue dune deserte e inusualmente fred-de e il profumo di salsedine che il vento porta con sé.

cosa possiamo importare, a Lati-na, della realtà in ci vivi ora?La capacità di reinventarsi. Una delle cose che mi ha sempre affasci-nato di Washington è la possibilità di incontrare persone che hanno avuto le esperienze più disparate e che continuano a mettersi alla pro-va. Persone che dopo anni di lavoro decidono di tornare a studiare o al-tre che decidono di lasciare la loro professione per qualcosa di meno stabile ma più stimolante. Questo credo manchi dalle nostre parti: una certa dinamicità mentale, pri-ma ancora che fi sica. Un invito ai giovani della tua città… Siate curiosi e non accontentatevi mai. Uscire dalla propria città per scoprire cosa vi è al di fuori, notare le differenze con altre realtà e farne tesoro, importare quanto di buono si trova altrove, non può che aprire la mente e contribuire alla propria formazione e a quella della comuni-tà in cui si vive. E poi si sa, guar-dare le cose da una certa distanza spesso aiuta ad esaminar-le, compren-derle e in certi casi, apprezzarle meglio...

di rIccarDo aNGeLo coLaBattISta

dare le cose da una certa distanza spesso aiuta ad esaminar-le, compren-derle e in certi casi, apprezzarle meglio...

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“Cambiamo la Regione!”. All’inse-gna di questo slogan Enrico Forte ha dato il via alla sua campagna elettorale forte di un programma che punta sulla trasparenza, la cre-dibilità, i diritti, il rilancio economi-co ed occupazionale. Il segretario provinciale del Partito Democrati-co, in campo per sostenere la corsa di Nicola Zingaretti alla presiden-za della Regione Lazio ha scelto di mettere al centro della sua battaglia politica i cittadini e la loro qualità della vita: lavoro, ambiente, salute, istruzione sono diritti fondamentali che sempre più spesso le istituzioni non garantiscono. “Viviamo in una provincia – sotto-linea il candidato del Pd – che or-mai da troppo tempo è precipitata agli ultimi posti nelle classifiche sulla qualità della vita, in un ter-ritorio dove i servizi pubblici sono inadeguati così come le risposte alle legittime esigenze dei cittadini. La sfida che ci attende - prosegue Forte - è soprattutto quella di dise-gnare un progetto di sviluppo per questo territorio, progetto che fino-ra è mancato. In una fase di pesan-te recessione appare fondamentale mettere in campo strumenti nuovi ed efficaci per rilanciare l’economia: ciò di cui ha bisogno la nostra pro-vincia è una nuova idea che punti a mettere a sistema e valorizzare le bellezze paesaggistiche, i beni sto-rici e archeologici in un quadro di sviluppo economico compatibile e rispettoso dell’ambiente e al tem-po stesso fonte di occupazione e ricchezza. Investire sul turismo di qualità, sulla cultura in tutte le sue forme, sulla solidarietà e l’integra-zione nel senso più ampio del ter-mine: è questo l’imperativo al quale una nuova classe dirigente che sia chiamata a gestire la Regione Lazio non può sottrarsi”.Un capitolo fondamentale del suo programma Forte lo ha dedicato al welfare. Sanità e servizi sociali de-vono tornare a funzionare evitando gli sprechi e tornando ad essere un diritto garantito per tutti, in parti-colare per le fasce più deboli della popolazione perché, sottolinea il candidato del Pd, “nessuno deve es-sere abbandonato e privato dei pro-pri diritti”. La lotta agli sprechi e la costruzione di un sistema di servizi pubblici funzionante, dai trasporti al sistema idrico passando per la gestione dei rifiuti rappresentano una sfida enorme per i futuri am-ministratori e la provincia di Latina ha bisogno di un’inversione di rotta rispetto al passato. L’impegno di Enrico Forte non di-mentica la battaglia per la legalità in un territorio che ormai da tempo vede una parte della propria econo-mia nella mani delle organizzazioni criminali “anche per colpa dell’in-differenza della classe politica e del-

La corsa alla Regione di Enrico Forte “Il cittadino deve tornare al centro dell’azione politica”

la scarsa trasparenza negli appalti”. Forte ci tiene inoltre a sottolineare che “la provincia di Latina ha bi-sogno di recuperare il divario con Roma e soprattutto la sua piena autonomia. Questa campagna elet-torale – spiega - ci regala l’occasio-ne per recuperare appieno il valore dell’impegno in politica e l’etica dei comportamenti di chi è chiamato al ruolo di amministratore per inau-gurare una nuova fase dopo un periodo decisamente buoi e ancora pieno di ombre”.

I punti cardine:rilancio dell’economia

attraverso la valorizzazione

delle risorse del territorio.

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“Cambiamo la Regione!”. All’inse-gna di questo slogan Enrico Forte ha dato il via alla sua campagna elettorale forte di un programma che punta sulla trasparenza, la cre-dibilità, i diritti, il rilancio economi-co ed occupazionale. Il segretario provinciale del Partito Democrati-co, in campo per sostenere la corsa di Nicola Zingaretti alla presiden-za della Regione Lazio ha scelto di mettere al centro della sua battaglia politica i cittadini e la loro qualità della vita: lavoro, ambiente, salute, istruzione sono diritti fondamentali che sempre più spesso le istituzioni non garantiscono. “Viviamo in una provincia – sotto-linea il candidato del Pd – che or-mai da troppo tempo è precipitata agli ultimi posti nelle classifiche sulla qualità della vita, in un ter-ritorio dove i servizi pubblici sono inadeguati così come le risposte alle legittime esigenze dei cittadini. La sfida che ci attende - prosegue Forte - è soprattutto quella di dise-gnare un progetto di sviluppo per questo territorio, progetto che fino-ra è mancato. In una fase di pesan-te recessione appare fondamentale mettere in campo strumenti nuovi ed efficaci per rilanciare l’economia: ciò di cui ha bisogno la nostra pro-vincia è una nuova idea che punti a mettere a sistema e valorizzare le bellezze paesaggistiche, i beni sto-rici e archeologici in un quadro di sviluppo economico compatibile e rispettoso dell’ambiente e al tem-po stesso fonte di occupazione e ricchezza. Investire sul turismo di qualità, sulla cultura in tutte le sue forme, sulla solidarietà e l’integra-zione nel senso più ampio del ter-mine: è questo l’imperativo al quale una nuova classe dirigente che sia chiamata a gestire la Regione Lazio non può sottrarsi”.Un capitolo fondamentale del suo programma Forte lo ha dedicato al welfare. Sanità e servizi sociali de-vono tornare a funzionare evitando gli sprechi e tornando ad essere un diritto garantito per tutti, in parti-colare per le fasce più deboli della popolazione perché, sottolinea il candidato del Pd, “nessuno deve es-sere abbandonato e privato dei pro-pri diritti”. La lotta agli sprechi e la costruzione di un sistema di servizi pubblici funzionante, dai trasporti al sistema idrico passando per la gestione dei rifiuti rappresentano una sfida enorme per i futuri am-ministratori e la provincia di Latina ha bisogno di un’inversione di rotta rispetto al passato. L’impegno di Enrico Forte non di-mentica la battaglia per la legalità in un territorio che ormai da tempo vede una parte della propria econo-mia nella mani delle organizzazioni criminali “anche per colpa dell’in-differenza della classe politica e del-

La corsa alla Regione di Enrico Forte “Il cittadino deve tornare al centro dell’azione politica”

la scarsa trasparenza negli appalti”. Forte ci tiene inoltre a sottolineare che “la provincia di Latina ha bi-sogno di recuperare il divario con Roma e soprattutto la sua piena autonomia. Questa campagna elet-torale – spiega - ci regala l’occasio-ne per recuperare appieno il valore dell’impegno in politica e l’etica dei comportamenti di chi è chiamato al ruolo di amministratore per inau-gurare una nuova fase dopo un periodo decisamente buoi e ancora pieno di ombre”.

I punti cardine:rilancio dell’economia

attraverso la valorizzazione

delle risorse del territorio.

Contrasto della criminalità. Piena autonomia

da Roma.

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Sommersidalle rateLatina è tra i capoluoghi

di provincia con un tasso di indebitamento pro capite tra i più alti d’Italia

La crisi ha reso ancora più difficile la situazione, ma in pochi rinunciano al benessere. La nuova piaga del gioco d’azzardo online e lo spettro dell’usura dietro l’angolo

di MARCO TOMEO

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“E’ come se un branco di lupi affa-mati ti inseguisse senza mai darti tregua, e tu scappi e imbocchi una dietro l’altra tutte le vie di fuga pos-sibili, fi no a quando ti trovi davanti ad un muro e devi lasciarti sbra-nare… ecco questa è la sensazione che provavo quando ero ricoperto di debiti”. Testimonianze come que-sta, una delle tante che descrivono lo stato d’animo di chi non trova più vie d’uscita dai debiti, nell’Ita-lia della crisi sono arrivate ormai al punto di sprecarsi. La statistica e le indagini degli ultimi tre anni lasciano spazio a cifre eloquenti: nel nostro paese, l’indebitamento medio delle famiglie italiane ha toc-cato quota 16.000 euro. A sommer-gerci di rate e interessi, sono il mu-tuo della casa, i debiti contratti per l’acquisto di beni mobili, il credito al consumo, ma anche quelli per togliersi qualche sfi zio che normal-mente non sarebbe alla portata di un individuo o di una famiglia con un reddito medio basso, come la va-canza fuoristagione nel paese esoti-co o addirittura il gommone. Fino a qualche anno fa, quando la crisi era solo un tecnicismo per i palati fi ni di broker ed economisti, e non una reale diffi coltà percepita nella quotidianità dalla gente comune, la situazione dei bilanci familiari era ancora sotto controllo. La crisi, quella reale, quella della perdita di posti di lavoro, e quindi della ridu-zione, drastica, dei budget familia-ri, ha decisamente fatto precipitare la situazione. Latina, rispecchia in pieno il trend nazionale, e tra sin-goli individui e famiglie, i latinensi vedono il proprio indebitamento as-sestarsi proprio sui numeri relati-vi alla media nazionale con 15.908 euro di debito pro-capite. “Se prima una famiglia poteva contare su due redditi – spiega l’avvocato Genna-ro Pagano della Fondazione Wanda Vecchi, che opera nell’ambito della lotta e del contrasto al sovra inde-bitamento e all’usura -, oggi con la crisi occupazionale, molte famiglie si ritrovano a dover tirare avan-ti con un solo stipendio”. Ecco, il punto è proprio questo, gli stipen-di da due sono passati ad uno, ma le rate delle fi nanziarie, del mutuo, e di altri debiti contratti quando il budget familiare lo permetteva, re-stano e pendono come spade di Da-mocle sulle teste della gente. Basta un imprevisto, una spesa non pre-ventivata, anche di poche centinaia di euro, come ad esempio la sosti-tuzione di un elettrodomestico ca-salingo che si guasta o una gomma della auto che si buca, che i conti

di casa vanno in tilt, ed allora bi-sogna ricorrere a nuove dilazioni, ad altre rate che con loro portano altri interessi che erodono euro su euro i risparmi delle famiglie. “La crisi ha indubbiamente peggiorato la situazione – continua Pagano -. Basti pensare che il numero delle persone che si rivolgono alla no-stra struttura negli ultimi tre anni si è triplicato. Sono famiglie, dove il capofamiglia si ritrova senza lavo-ro, imprenditori che non hanno più accesso al credito bancario, singoli individui che da un momento all’al-tro si sono ritrovati il pignoramen-to della casa di proprietà da fi nan-

ziarie. Tutti disperati, tutti con una storia diversa”. Eppure la crisi non è l’unico motivo per il quale i latinensi hanno rag-giunto le vette inesplorate dell’in-debitamento. Semmai la crisi, come detto, ha peggiorato la situazione, ma le cause possono essere altre, e la prima è sicuramente quella del non corretto uso del denaro. In tempi di crisi, con i consumi ridotti ai mini-mi storici, tutto ciò potrebbe suo-nare come una bestemmia, eppure tanti, troppi, si indebitano perché comprano e spendono più di quan-to guadagnano. Come? Attraverso il credito al consumo rivolgendosi

Chi è Gerardo Stefanelli?Gerardo Stefanelli è un ragazzo di 38 anni, padre di tre figli, impegna-to quotidianamente in una politica fatta di cose concrete e di attenzio-ne al territorio che giro frequente-mente da 12 anni.Perche ha deciso di candidarsi al Consiglio regionale del lazio?Ho deciso di candidarmi perche penso che la gente oggi chieda una politica diversa, fatta di passione e competenza, di impegno concreto e di approfondimento delle proble-matiche che riguardano le proprie comunità.In un periodo di grande sfidu-cia dei cittadini verso la politica, come pensa di convincere la gente a sostenerla?Il periodo che viviamo è forse il più difficile dal dopoguerra ad oggi; in questi tre anni la crisi economi-ca ha portato il 40 per cento delle famiglie sulla soglia della povertà, in una condizione in cui anche una sola spesa imprevista può far scivo-lare verso condizioni difficilissime. Allo spread economico si è aggiun-to uno spread sociale: un senso di sfiducia collettivo pervade la nostra società, ed accanto ad esso si fa strada un senso di abbandono del-le nuove generazioni. Oggi il 37% dei giovani non studia e non ha un lavoro, e forse ormai neanche lo cer-ca. Questa è la cosa piu brutta: la mancanza di fiducia nel futuro.E cosa pensa di dire a queste per-sone?A queste persone dico che dobbia-mo uscire da questa situazione con l’ottimismo della speranza, con la capacità di mettere da parte i nostri singoli interessi ed aspettative e di scoprire invece una parola: il FA-REASSIEME. Il costruire percorsi condivisi , il saper lavorare per le cose decisive a prescindere da chi le propone. Noi, e parlo in particola-re della mia generazione, abbiamo una difficoltà in piu’: abbiamo cono-sciuto il mondo costruito dai nostri nonni, era un mondo profondamen-te diverso che ci ha dato fino a ieri delle certezze: oggi tocca a noi pro-vare a dare certezze ai nostri figli.Se venisse eletto cosa pensa di portare nel Consiglio regionale del Lazio?Beh in questi anni ho fatto un’espe-rienza importante nelle varie ammi-nistrazioni in cui ho lavorato sia pro-fessionalmente, sia politicamente. In particolare sui temi legati all’am-biente ho ormai una conoscenza ap-profondita sia dei problemi sia delle possibili soluzioni. E soprattutto ho maturato un metodo di lavoro che affonta le questioni non ragionando a compartimenti stagni, ma cercan-do soluzioni che creino sinergie con altre tematiche.Si spieghi meglio?Presto detto. Occuparsi del ci-

Aria nuova alla Regione LazioGerardo Stefanelli, un candidato giovane ma di esperienza

clo delle acque significa occupar-si non solo di ambiente, ma di agricoltura(se pensiamo alle acque per l’irrigazione), di turismo (se pensiamo alle acque di balneazio-ne) e quindi di economia. Penso di avere la capacità, se venissi eletto, di poter affrontare immediatamen-te in consiglio regionale i problemi del nostro territorio. Insomma dare continuità ai tanti progetti messi in campo in questi anni da Assessore all’Ambiente: penso allo sviluppo delle energie rinnovabili, al Proget-to Samobis per la tutela dell’acque dei nostri mari, alla raccolta diffe-renziata e alle connessioni tra rifiu-ti ed energie.

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“E’ come se un branco di lupi affa-mati ti inseguisse senza mai darti tregua, e tu scappi e imbocchi una dietro l’altra tutte le vie di fuga pos-sibili, fi no a quando ti trovi davanti ad un muro e devi lasciarti sbra-nare… ecco questa è la sensazione che provavo quando ero ricoperto di debiti”. Testimonianze come que-sta, una delle tante che descrivono lo stato d’animo di chi non trova più vie d’uscita dai debiti, nell’Ita-lia della crisi sono arrivate ormai al punto di sprecarsi. La statistica e le indagini degli ultimi tre anni lasciano spazio a cifre eloquenti: nel nostro paese, l’indebitamento medio delle famiglie italiane ha toc-cato quota 16.000 euro. A sommer-gerci di rate e interessi, sono il mu-tuo della casa, i debiti contratti per l’acquisto di beni mobili, il credito al consumo, ma anche quelli per togliersi qualche sfi zio che normal-mente non sarebbe alla portata di un individuo o di una famiglia con un reddito medio basso, come la va-canza fuoristagione nel paese esoti-co o addirittura il gommone. Fino a qualche anno fa, quando la crisi era solo un tecnicismo per i palati fi ni di broker ed economisti, e non una reale diffi coltà percepita nella quotidianità dalla gente comune, la situazione dei bilanci familiari era ancora sotto controllo. La crisi, quella reale, quella della perdita di posti di lavoro, e quindi della ridu-zione, drastica, dei budget familia-ri, ha decisamente fatto precipitare la situazione. Latina, rispecchia in pieno il trend nazionale, e tra sin-goli individui e famiglie, i latinensi vedono il proprio indebitamento as-sestarsi proprio sui numeri relati-vi alla media nazionale con 15.908 euro di debito pro-capite. “Se prima una famiglia poteva contare su due redditi – spiega l’avvocato Genna-ro Pagano della Fondazione Wanda Vecchi, che opera nell’ambito della lotta e del contrasto al sovra inde-bitamento e all’usura -, oggi con la crisi occupazionale, molte famiglie si ritrovano a dover tirare avan-ti con un solo stipendio”. Ecco, il punto è proprio questo, gli stipen-di da due sono passati ad uno, ma le rate delle fi nanziarie, del mutuo, e di altri debiti contratti quando il budget familiare lo permetteva, re-stano e pendono come spade di Da-mocle sulle teste della gente. Basta un imprevisto, una spesa non pre-ventivata, anche di poche centinaia di euro, come ad esempio la sosti-tuzione di un elettrodomestico ca-salingo che si guasta o una gomma della auto che si buca, che i conti

di casa vanno in tilt, ed allora bi-sogna ricorrere a nuove dilazioni, ad altre rate che con loro portano altri interessi che erodono euro su euro i risparmi delle famiglie. “La crisi ha indubbiamente peggiorato la situazione – continua Pagano -. Basti pensare che il numero delle persone che si rivolgono alla no-stra struttura negli ultimi tre anni si è triplicato. Sono famiglie, dove il capofamiglia si ritrova senza lavo-ro, imprenditori che non hanno più accesso al credito bancario, singoli individui che da un momento all’al-tro si sono ritrovati il pignoramen-to della casa di proprietà da fi nan-

ziarie. Tutti disperati, tutti con una storia diversa”. Eppure la crisi non è l’unico motivo per il quale i latinensi hanno rag-giunto le vette inesplorate dell’in-debitamento. Semmai la crisi, come detto, ha peggiorato la situazione, ma le cause possono essere altre, e la prima è sicuramente quella del non corretto uso del denaro. In tempi di crisi, con i consumi ridotti ai mini-mi storici, tutto ciò potrebbe suo-nare come una bestemmia, eppure tanti, troppi, si indebitano perché comprano e spendono più di quan-to guadagnano. Come? Attraverso il credito al consumo rivolgendosi

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meno dell’usura. Stupisce rilevare che lo strozzinaggio non coincide più solo con fi nanziamenti per at-tività commerciali e imprendito-riali, o con prestiti di sussistenza, ma si rivolge anche a famiglie in-sospettabili che, pur trovandosi in diffi coltà, non vogliono rinunciare al benessere in cui hanno vissuto fi no a qualche tempo prima.”. Fa-miglie che vendono la propria casa per scrollarsi di dosso i debiti, im-prenditori che cedono la loro azien-da a chi gli aveva dato in prestito del denaro quando la banca aveva chiuso i rubinetti, ragazzi e ragaz-ze che sono costrette dal loro ‘cre-ditore’ a prostituirsi per ripianare i debiti. L’usura si può descrivere in ognuna di queste condizioni uma-ne. Un inferno senza fi ne, dal quale fortunatamente si può uscire fuori attraverso la denuncia alle forze

dell’ordine e all’aiuto economico di organizzazione come la Fondazione Wanda Vecchi, attraverso il fondo nazionale e regionale antiusura. “Fondazioni come la nostra – con-clude Pagano -, si sostituiscono al debitore nei confronti del creditori. In dieci anni di vita abbiamo salva-to centinaia di persone dal giogo delle fi nanziarie e delle banche, ma soprattutto siamo diventati i nemi-ci giurati degli usurai, arrivando a costituirci parte civile nei processi di usura. Tutto quello che possiamo dire a chi non ce la fa più a sostene-re la propria situazione debitoria, o a chi, nella peggiore delle ipotesi è già caduto delle maglie terribili dell’usura, è di rivolgersi a noi sen-za alcun timore”. Crisi, cattivo uso

del denaro attraverso l’uso indiscri-minato del credito al consumo. A queste cause negli ultimi anni se ne è aggiunta un’altra: i debiti da gioco. Esistono dall’alba dei tempi, ma tecnologia e innovazione han-no fatto dilagare gli appartenenti a questa categoria di indebitati. Poker online e slot machine hanno infoltito la schiera di chi si rovina pur di giocare. E Latina, purtroppo non si discosta di molto dai terribili numeri di altri capoluoghi di Pro-vincia della penisola. Il gioco, per gli sfortunati che la contraggono, è una malattia vera e propria, che necessita di terapie accurate e mi-rate. Ma questo è un capitolo a par-te, che Numero Zero affronterà nel numero di marzo.

Indebitamentoper famiglia

Incrementoindebitamento

2002-2011

Rank: 26Città: LatinaMedia %: 15.908,00

Rank: 37Città: LatinaMedia %: +130,4

Elaborazione Uffi cio Studi CGIAdi Mestre su dati Banca d’Italia e Istat

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Strozzinaggio,come usciredal tunnel La Fondazione Wanda Vecchi On-lus si occupa sin dal 2000 della prevenzione al sovra indebita-mento e della lotta all’usura sul territorio della Regione Lazio.Tale attività, svolta con concre-tezza, rapidità e tempestività di intervento ha permesso a cen-tinaia di famiglie in diffi coltà di risolvere i problemi in cui ver-savano consentendo loro di riac-quistare una defi nitiva stabilità economica. In questo decennio la

Fondazione ha sviluppato un po-sitivo rapporto con le istituzioni del territorio partecipando a nu-merose iniziative quali il numero verde, istituito dalla Provincia e gestito 24 ore su 24 dalla Fonda-zione, la collaborazione presso la Prefettura con il “Minipool” e il “Nucleo di Valutazione” antira-cket ed antiusura, il progetto di rete portato avanti con la Regio-ne Lazio, la sensibilizzazione dei giovani con incontri con le scuole superiori della Provincia, la col-laborazione con lo sportello della Confraternita della Misericordia di Latina. Per info e contatti: www.fondazio-newandavecchi.it

la fondazione Wanda Vecchiad una delle tante fi nanziarie. Per qualcuno, infatti, di rinunciare alla vacanza o all’abbigliamento griffato non se ne parla proprio. Il risultato è però quello di aggiungere debiti ad altri debiti. Ed allora che si fa? Si fanno altri debiti per pagare… debiti. E’ da questo momento che parte una spirale pericolosa, che in più di una occasione ha portato anche a risvolti terribili. “In que-sta fase – continua Pagano - non si parla più di indebitamento, ma di sovra indebitamento, anticamera di una delle piaghe più terribili che imperversano sul nostro territorio: l’usura. E se essere pieni di debiti e non saperne come uscire fuori signifi ca aver toccato il fondo, fi ni-re nell’incubo dell’usura signifi ca cominciare a scavare. Negli ultimi anni, la crisi del ceto medio sembra accompagnarsi sempre più al feno-

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meno dell’usura. Stupisce rilevare che lo strozzinaggio non coincide più solo con fi nanziamenti per at-tività commerciali e imprendito-riali, o con prestiti di sussistenza, ma si rivolge anche a famiglie in-sospettabili che, pur trovandosi in diffi coltà, non vogliono rinunciare al benessere in cui hanno vissuto fi no a qualche tempo prima.”. Fa-miglie che vendono la propria casa per scrollarsi di dosso i debiti, im-prenditori che cedono la loro azien-da a chi gli aveva dato in prestito del denaro quando la banca aveva chiuso i rubinetti, ragazzi e ragaz-ze che sono costrette dal loro ‘cre-ditore’ a prostituirsi per ripianare i debiti. L’usura si può descrivere in ognuna di queste condizioni uma-ne. Un inferno senza fi ne, dal quale fortunatamente si può uscire fuori attraverso la denuncia alle forze

dell’ordine e all’aiuto economico di organizzazione come la Fondazione Wanda Vecchi, attraverso il fondo nazionale e regionale antiusura. “Fondazioni come la nostra – con-clude Pagano -, si sostituiscono al debitore nei confronti del creditori. In dieci anni di vita abbiamo salva-to centinaia di persone dal giogo delle fi nanziarie e delle banche, ma soprattutto siamo diventati i nemi-ci giurati degli usurai, arrivando a costituirci parte civile nei processi di usura. Tutto quello che possiamo dire a chi non ce la fa più a sostene-re la propria situazione debitoria, o a chi, nella peggiore delle ipotesi è già caduto delle maglie terribili dell’usura, è di rivolgersi a noi sen-za alcun timore”. Crisi, cattivo uso

del denaro attraverso l’uso indiscri-minato del credito al consumo. A queste cause negli ultimi anni se ne è aggiunta un’altra: i debiti da gioco. Esistono dall’alba dei tempi, ma tecnologia e innovazione han-no fatto dilagare gli appartenenti a questa categoria di indebitati. Poker online e slot machine hanno infoltito la schiera di chi si rovina pur di giocare. E Latina, purtroppo non si discosta di molto dai terribili numeri di altri capoluoghi di Pro-vincia della penisola. Il gioco, per gli sfortunati che la contraggono, è una malattia vera e propria, che necessita di terapie accurate e mi-rate. Ma questo è un capitolo a par-te, che Numero Zero affronterà nel numero di marzo.

Indebitamentoper famiglia

Incrementoindebitamento

2002-2011

Rank: 26Città: LatinaMedia %: 15.908,00

Rank: 37Città: LatinaMedia %: +130,4

Elaborazione Uffi cio Studi CGIAdi Mestre su dati Banca d’Italia e Istat

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di massimo sconforto

sEi UNO ZEROLa Bufala del mese

il Bidone e il cantanteCi sa fare, il destino (ammesso che si vo-glia chiamarlo così), quando decide di far-si beffa di una città. Tanto più se poi è una città come la nostra, che per anni, decenni addirittura, ha dovuto pagare caramente per quel suo particolare peccato d’origine. Un po’ come se i cittadi-ni, nel corso del tempo, avessero dovuto espiare le colpe del suo fondato-re.Nessuno mai a cercare di evitarci qualche guaio. Per dire, pure molti anni dopo, ai tempi del-la costruzione della centrale nu-cleare di Borgo Sabotino, il luogo comune ricorrente, per giustificare anche una servitù così odiosa, era più o meno questo: che vuoi che importi, di Latina, ai potenti. Il quadro era quello, semplicemente. Mancava una classe dirigente for-te, capace di difendere il territorio e la sua gente, di fomentare le piaz-ze, se necessario, per rispedire al mittente le offese subite. E’ durata parecchio quella stagio-ne di penombra. Noi sempre a dir-ci che non contavamo nulla. E del resto eravamo sempre dalla parte di chi perdeva quando altri sceglie-vano i percorsi dell’autostrada o dell’alta velocità, sceglievano una sede per la corte d’appello o per un altro aeroporto. Abbiamo passato tutti i nostri 80 anni di vita aspet-tando una svolta che non arrivava mai. Un governatore, sognavi, un senatore, quello che vuoi, una qua-lunque cosa, pur di cambiare regi-

stro. Alla fine ci sta-vamo accontentando di un cantante, sia pure così talentuoso

come Tiziano Ferro.Ma poi all’improvviso è arrivato Clini, il mi-nistro dell’ambiente del governo dei pro-fessori. “E’ nato a Latina”, ci dicevamo l’un l’altro, convinti che stavolta fossimo davvero, final-mente, dalla parte dei

vincitori. E allora vale la pena farlo tornare, si

sono poi detti anche i no-stri amministratori, è il caso di

regalargli le chiavi della città, con-cedergli l’onore più alto, la cittadi-nanza onoraria. Con una cerimonia anche suggestiva, come effettiva-mente è stata, tutto il consiglio co-munale schierato e il teatro pieno di gente. Lui, il nostro ministro per l’ambiente, che sul palco ricor-dava le passeggiate al mare, il lago di Fogliano, le potenzialità incredi-bili di questo territorio. Mattinata memorabile, primo dicembre 2012.Ventottogiorni contati e il mondo ci è franato addosso un’altra vol-ta, perché il nostro concittadino onorario – pure ancora attaccato alla nostra terra - a farci un favore non ci ha pensato proprio. E così ha firmato il decreto sui rifiuti che condannerà, ancora una volta, La-tina e la sua gente a subire le inef-ficienze romane. Una montagna di immondizia verrà riversata nei no-stri impianti. Di quella giornata memorabile, oggi, ci resta solo un bidone. E per fortuna Tiziano Ferro.

L’Italia è un paese in continuo invec-chiamento la popolazione over 65 at-tualmente rappresenta il 20,3% della popolazione generale e quella degli over 85 il 2,8%(2° posto mondiale dopo il Giappone). E’ stimato che nel 2051 questi valori subiranno un notevole incremento raggiungendo rispettiva-mente il 33,2% e il 6,8%. A fronte di questi dati l’Organizzazione Mondia-le della Sanità (OMS) si è pronuncia-ta dicendo che “invecchiare è un pri-vilegio, ma anche una sfida, che ha un impatto su tutti gli aspetti della società del XXI secolo…”. L’allunga-mento della vita media è direttamente correlata all’aumento delle malattie ad essa associate come le patologie croni-co-degenerative. In quest’ambito la fan-no da padrone l’artrosi e l’osteoporosi che sono patologie per aspetti simili e diversi, altamente invalidanti, che ten-dono a peggiorare la qualità di vita dei soggetti affetti. Parlando in particolare dell’artrosi: è una malattia degenerati-va articolare a carattere evolutivo che colpisce l’80% dei soggetti over 60 ed è considerata la prima causa di disabilità nel paziente anziano ne consegue che inevitabilmente aumenterà anche il numero di interventi chirurgici di pro-tesizzazione articolare a cui tali pazien-ti saranno costretti a sottoporsi per mi-gliorare la propria qualità di vita.Quali sono dottor Martini le articola-zioni che vanno maggiormente incon-tro all’artrosi e quindi da sottoporre ad interventi protesici?Indubbiamente quelle sottoposte a ca-rico, parliamo di anca e ginocchio, è meno frequente la chirurgia protesica della spalla ed ancor più rara quella della cavigliaCome si pone il chirurgo ortopedico di fronte alla richiesta funzionale del paziente affetto da artrosi invalidan-te?E’ sempre più frequente visitare pa-zienti che si lamentano di dolori artico-lari, anche abbastanza giovani, affetti

da gradi importanti di artrosi, in cui è necessario impiantare una protesi. La protesi serve a risolvere anzitutto il dolore invalidante il movimento e il carico, può migliorare la qualità di vita del soggetto artrosico, permette quindi ai pazienti di tornare alle proprie abitu-dini quotidiane e di relazione, ma per quanto riguardano le aspettative di at-tività sportiva ci sono comunque delle limitazioni importanti.Come rispondono i pazienti artrosici alla necessità di un intervento?Naturalmente cercano sempre tratta-menti alternativi alla chirurgia, pur-troppo non ce ne sono, le infiltrazioni di acido ialuronico spesso rappresenta-no palliativi temporanei, non a lungo termine, in alcuni casi possono essere utilizzate, soprattutto in situazioni di danno articolare lieve o in soggetti che non possono essere operati.Il nostro compito è rassicurarli su ciò a cui andranno incontro preparandoli ad ogni evenienza, considerando che le complicanze di cui tutti hanno timore esistono ma hanno una frequenza co-munque molto bassa. I successi rappre-sentano quasi il 90% che è un valore altissimo e molto confortante. Che si intende per mininvasività nel-la chirurgia protesica nel 2013?Una chirurgia il più possibile rispar-miosa dei tessuti sia ossei che molli, questo serve per migliorare e velocizza-re il recupero post-operatorio ma anche e soprattutto, vista la necessità di in-tervenire su soggetti comunque giova-ni, dare la possibilità di una chirurgia di revisione a distanza di anni come se fosse un primo impianto.I materiali protesici vanno incontro ad usura? quanti anni i pazienti pos-sono portare le protesi?Le protesi di ginocchio ed anca dura-no in media 15-18 anni, dopodichè si dovrà intervenire di nuovo eseguendo quella che viene definita chirurgia di revisione.

Considerando l’aumento dell’età media nei prossimi anni saremmo costretti a compiere numerosi interventi di que-sto tipo che sono comunque molto più invasivi del primo impianto protesico. Per cercare di evitarlo o procrastinarlo il più possibile le varie aziende cercano di mettere in commercio nuovi mate-riali il più resistenti possibili all’usura e i chirurghi di eseguire interventi il più possibile risparmiosi dell’osso.Tutti i pazienti possono essere sotto-posti ad interventi di protesi?Generalmente si, sono le condizioni cli-niche generali che possono sconsiglia-re la chirurgia o in alcuni casi gravi a non renderla possibile, parliamo di cardiopatie, insufficienze respiratorie, patologie cardiovascolari, etc Ci possono essere complicanze in questo tipo di chirurgia ?Le complicanze sono quelle legate a tutti gli interventi di chirurgia mag-giore ortopedica, infezioni, rigidità post-operatorie, trombosi venosa pro-fonda, embolia polmonare, deiscenza della ferita. Alcune di queste possono anche essere molto gravi, invalidanti o addirittura fatale, ma fortunatamente rappresentano una percentuale esigua.In quanto tempo si ha un recupero funzionale completo?Dipende ovviamente da soggetto a sog-getto, comunque generalmente siamo sull’ordine dei 40-45 giorni dall’atto chirurgico. Infatti, dopo il tempo di ospedalizzazione che in genere è di 5-7 giorni, inizia il programma di riabilita-zione che dura dai 30 ai 60 giorni. Ini-zialmente si cammina con due bastoni canadesi, poi con uno solo e nel giro di 30-40 giorni si deambula autonoma-mente.

Dott. Gianluca MartiniSpecialista ortopedico

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di massimo sconforto

sEi UNO ZEROLa Bufala del mese

il Bidone e il cantanteCi sa fare, il destino (ammesso che si vo-glia chiamarlo così), quando decide di far-si beffa di una città. Tanto più se poi è una città come la nostra, che per anni, decenni addirittura, ha dovuto pagare caramente per quel suo particolare peccato d’origine. Un po’ come se i cittadi-ni, nel corso del tempo, avessero dovuto espiare le colpe del suo fondato-re.Nessuno mai a cercare di evitarci qualche guaio. Per dire, pure molti anni dopo, ai tempi del-la costruzione della centrale nu-cleare di Borgo Sabotino, il luogo comune ricorrente, per giustificare anche una servitù così odiosa, era più o meno questo: che vuoi che importi, di Latina, ai potenti. Il quadro era quello, semplicemente. Mancava una classe dirigente for-te, capace di difendere il territorio e la sua gente, di fomentare le piaz-ze, se necessario, per rispedire al mittente le offese subite. E’ durata parecchio quella stagio-ne di penombra. Noi sempre a dir-ci che non contavamo nulla. E del resto eravamo sempre dalla parte di chi perdeva quando altri sceglie-vano i percorsi dell’autostrada o dell’alta velocità, sceglievano una sede per la corte d’appello o per un altro aeroporto. Abbiamo passato tutti i nostri 80 anni di vita aspet-tando una svolta che non arrivava mai. Un governatore, sognavi, un senatore, quello che vuoi, una qua-lunque cosa, pur di cambiare regi-

stro. Alla fine ci sta-vamo accontentando di un cantante, sia pure così talentuoso

come Tiziano Ferro.Ma poi all’improvviso è arrivato Clini, il mi-nistro dell’ambiente del governo dei pro-fessori. “E’ nato a Latina”, ci dicevamo l’un l’altro, convinti che stavolta fossimo davvero, final-mente, dalla parte dei

vincitori. E allora vale la pena farlo tornare, si

sono poi detti anche i no-stri amministratori, è il caso di

regalargli le chiavi della città, con-cedergli l’onore più alto, la cittadi-nanza onoraria. Con una cerimonia anche suggestiva, come effettiva-mente è stata, tutto il consiglio co-munale schierato e il teatro pieno di gente. Lui, il nostro ministro per l’ambiente, che sul palco ricor-dava le passeggiate al mare, il lago di Fogliano, le potenzialità incredi-bili di questo territorio. Mattinata memorabile, primo dicembre 2012.Ventottogiorni contati e il mondo ci è franato addosso un’altra vol-ta, perché il nostro concittadino onorario – pure ancora attaccato alla nostra terra - a farci un favore non ci ha pensato proprio. E così ha firmato il decreto sui rifiuti che condannerà, ancora una volta, La-tina e la sua gente a subire le inef-ficienze romane. Una montagna di immondizia verrà riversata nei no-stri impianti. Di quella giornata memorabile, oggi, ci resta solo un bidone. E per fortuna Tiziano Ferro.

Page 38: Numero Zero Magazine Febbraio 2013

LABORATORIO DIAGNOSTICA RIABILITAZIONE

Laboratorio Diagnostica Medica s.r.l. - Largo Cirri, 10 - Zona Q5 - LatinaTel. 0773.624858 / 0773.624958 - Fax 0773.624785

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ANNO 2013 ESAMI TAC

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In inverno, la nostra cute è sottoposta a processi di disidratazione provocati dal freddo e dal vento, che accelerano l’invecchiamento cutaneo. In modo particolare, in inverno la pel-le necessita di trattamenti specifi ci capaci di proteggerla dalle basse tem-perature e dagli agenti atmosferici; e allo stesso tempo ha bisogno di essere idratata e nutrita.La dottoressa Ilaria Proietti, specia-lista in Dermatologia e Venereologia, Dottorato di ricerca in Dermatologia Oncologica e docente presso diversi Master di Medicina Estetica, studia e propone i rimedi. ‘ Il primo consiglio è di eseguire un corretto check-up della cute e impostare insieme allo specia-lista un programma di cura e preven-zione di molte patologie cutanee’ spie-ga la dottoressa Proietti. ‘ L’inquinamento atmosferico delle cit-tà, la vita stressante, la stanchezza e la cattiva qualità del sonno, infatti, possono mettere a dura prova le sue naturali difese o esacerbare patologie come la psoriasi, la dermatite atopica, la rosacea o l’acne.In inverno l’epidermide soffre a cau-sa del clima rigido e degli sbalzi di temperatura:in particolar modo in montagna e sulle piste da sci, la pel-le ha bisogno di attenzioni particolari per essere sempre bella e sana.Soprattutto in alta montagna la cute viene aggredita e corre il rischio di seccarsi e screpolarsi per il freddo, ma anche di scottarsi e rovinarsi a causa dei raggi intensi del sole. Il rischio di scottature sulla neve è molto elevato, infatti i raggi UVB sono molto intensi e aumentano a seconda dell’altitudine. Inoltre l’alta concen-trazione di raggi UVA e il riverbero del sole sul ghiaccio e sulla neve rap-presentano una combinazione davvero pericolosa per la cute.È importante non sottovalutare i dan-ni che il sole invernale causa alla pel-le: occorre evitare di sfruttare il sole sulle piste da sci per abbronzarsi più in fretta, perché l’epidermide potreb-be subire danni non indifferenti come la comparsa di macchie scure, rughe profonde o, ancora peggio, tumori cu-tanei.L’inverno è anche la stagione ideale per correggere danni evidenti attra-verso trattamenti medico/estetici ad hoc con minore rischio di esiti.

Le macchie brune o le cicatrici post acneiche pos-sono essere rimos-se con un’esfolia-

zione a base di peeling chimici (acido glicolico o TCA) o attraverso strumen-ti di ultima generazione quali il laser frazionato o la IPL. Il laser KTP è in grado di cancellare gli antiestetici capillari del viso e delle gambe. E in presenza di rughe? Attraverso iniezio-ni intradermiche di vitamine e amino-acidi (biostimolazione) o con fi ller di acido ialuronico, è possibile favorire la ricostruzione e la riorganizzazione strutturale del derma. Il botulino può distendere i segni d’espressione della fronte e del contorno occhi mentre per migliorare il tono cutaneo si utilizza-no radiofrequenza, infrarossi e ossige-no iperbarico.

La salute della pelleI consigli del dermatologo

Le insidie dell’inverno sulla cutee l’inquinamento si combattono

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LABORATORIO DIAGNOSTICA RIABILITAZIONE

Laboratorio Diagnostica Medica s.r.l. - Largo Cirri, 10 - Zona Q5 - LatinaTel. 0773.624858 / 0773.624958 - Fax 0773.624785

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02.2013 | NUMERO ZERO | 41

di ATENA

RISCHIO ZERORubrica sulla sicurezza negli ambienti lavorativi

Stretta sulla sicurezza

Regolamenti più rigidi e rigorosi in materia di sicurezza sul lavoro. D’o-ra in poi, infatti, per adoperare le attrezzature da lavoro occorreranno accurate competenze. Il 12 marzo di quest’anno entrerà in vigore l’Accordo Stato – Regioni sull’abilitazione degli operatori che utilizzano attrezzature da lavoro per le quali è prevista una specifi ca formazione. L’accordo risale al 22 febbraio del 2012, è stato pubblicato sul Supplemento Ordinario numero 47 alla Gazzetta Uffi ciale n. 60 del 12 marzo 2012 ed entra in vigore 12 mesi dopo la pubblicazione, quindi dal prossimo mese. I lavoratori non formati secondo i criteri dell’Accordo non potranno utilizzare le attrezzature. Sono tre i requisiti che i corsi di formazione devono rispettare affi nché rientrino nell’accordo:corsi di formazione della durata com-plessiva non inferiore a quella previ-sta dall’accordo, composti di modulo teorico, modulo pratico e verifi ca fi -nale dell’apprendimento;corsi, composti di modulo teori-co, modulo pratico e verifi ca fi nale dell’apprendimento, di durata com-plessiva inferiore a quella prevista dall’accordo, a condizione che gli stessi siano integrati tramite il mo-dulo di aggiornamento entro 24 mesi dalla data di entrata in vigore dell’ac-cordo;corsi di qualsiasi durata non com-pletati da verifi ca fi nale di appren-dimento, a condizione che entro 24 mesi dalla data di entrata in vigore dell’accordo siano integrati tramite il modulo di aggiornamento e la verifi -ca fi nale dell’apprendimento.Di conseguenza è necessario svolge-re i corsi entro la data di entrata in vigore, in modo da usufruire del regime transitorio stabilito dal legi-slatore. Nel punto 9.3 dell’accordo è specifi cato che i corsi effettuati pri-ma del 12 marzo 2013 devono essere documentati tramite il registro del corso recante: l’elenco dei parteci-

panti e le relative fi rme, i nominati-vi e le fi rme dei docenti, i contenuti, gli orari e gli esiti della valutazione teorica e dell’esercitazione pratica. Inoltre, i lavoratori che alla data di entrata in vigore dell’accordo sono incaricati dell’uso delle attrezzature individuate devono effettuare i corsi entro 24 mesi dalla stessa data. L’abi-litazione che ne consegue deve esse-re rinnovata entro 5 anni dalla data di rilascio dell’attestato.Le attrezzature di lavoro per le quali è richiesta una specifi ca abilitazione degli operatori sono:• Piattaforme di lavoro mobili eleva-bili• Gru a torre• Gru mobile• Gru per autocarro• Carrelli elevatori semoventi con conducente a bordo• Trattori agricoli o forestali• Macchine movimento terra• Pompa per calcestruzzo

L’abilitazione, dunque, si ottiene dopo aver frequentato il corso di for-mazione strutturato in moduli teori-ci/pratici e con verifi che intermedie e fi nali e la legge prevede che gli attestati di abilitazione abbiano i se-guenti elementi minimi comuni:• denominazione del soggetto forma-tore• dati anagrafi ci del partecipante• specifi ca della tipologia di corso seguito con indicazione del presen-te accordo e relativo monte ore fre-quentato• periodo di svolgimento del corso• fi rma del soggetto formatore che a tal fi ne può incaricare anche il do-cente

Nel prossimo numero ZERO RISCHI si occuperà dell’obbligo di redigere il Documento di Valutazione dei Rischi e della Segnalazione Certi-fi cata di Inizio Attività per chi ha depositi di combustibili ed impianti di distribuzione carburanti per auto-trazione

Obbligo di formazione per chi utilizza le attrezzature da lavoro

02.2013 | NUMERO ZERO | 40

di SERGENTE GARCIA

L’eroe mascherato al servizio dei cittadini

In difesa di tutti gli oppressiZerro…Zerro…Zerroooo. Chi non ricorda la canzone che apriva e chiudeva l’appuntamento con l’e-roe in maschera sbarcato sul pic-colo schermo negli anni ’70… Se Zorro, nella fantasia collettiva e nel ricordo dei libri, dei fumetti e dei fi lm a lui dedicati, è sempre stato un’ icona di chi lotta per la giusti-zia e aiuta gli oppressi, Zerro, non è soltanto lo scimmiottamento di un personaggio reso possibile dal-la sostituzione di una vocale con un’altra, ma è il suo clone meno famoso, anzi provincialotto, un po’ grassoccio e con lo zero sul petto, ma non meno eroico e dalla parte dei cittadini come il suo più illu-stre collega. Ecco, questa rubrica è dedicata proprio a coloro che si sentono oppressi dai problemi quo-tidiani che sono costretti a fronteg-giare vivendo la nostra città. Ser-vizi che non funzionano, degrado ed abbandono, uffi ci pubblici che non svolgono il loro lavoro come dovrebbero, risposte che arriva-no con tempi siderali da parte del burocrate di turno. Zerro non sarà soltanto la valvola di sfogo di chi percepisce queste problematiche, e nemmeno solo uno spazio di po-che righe dove segnalare i mal di pancia vari, ma sarà l’eroe a cui chiedere aiuto, colui che con la sua spada affi lata metterà con le spalle al muro chi proprio non ne vuol sa-pere di rendere conto al cittadino ed alla sua dignità, appunto… di cittadino. Zerro, l’eroe in masche-ra, proverà a smascherare i respon-sabili di tutto ciò che non funziona, ma anche a spiegare come stanno realmente le cose e a creare un fi lo diretto tra il cittadino e chi lavora, o dovrebbe farlo, per il suo bene. Zerro è pronto, non salirà in grop-pa al suo cavallo nero Tornado, ma

arriverà con ogni mezzo sul luogo del misfatto per cercare giustizia...Riuscirà il bene a trionfare sul male? Non lo sappiamo, ma pro-varci è un dovere… un dovere da eroe! Per contattare il vostro super eroe basta inviare una mail, con le vostre foto, o con la documentazio-ne che riguarda torti e ingiustizie subite a: [email protected]

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02.2013 | NUMERO ZERO | 41

di ATENA

RISCHIO ZERORubrica sulla sicurezza negli ambienti lavorativi

Stretta sulla sicurezza

Regolamenti più rigidi e rigorosi in materia di sicurezza sul lavoro. D’o-ra in poi, infatti, per adoperare le attrezzature da lavoro occorreranno accurate competenze. Il 12 marzo di quest’anno entrerà in vigore l’Accordo Stato – Regioni sull’abilitazione degli operatori che utilizzano attrezzature da lavoro per le quali è prevista una specifi ca formazione. L’accordo risale al 22 febbraio del 2012, è stato pubblicato sul Supplemento Ordinario numero 47 alla Gazzetta Uffi ciale n. 60 del 12 marzo 2012 ed entra in vigore 12 mesi dopo la pubblicazione, quindi dal prossimo mese. I lavoratori non formati secondo i criteri dell’Accordo non potranno utilizzare le attrezzature. Sono tre i requisiti che i corsi di formazione devono rispettare affi nché rientrino nell’accordo:corsi di formazione della durata com-plessiva non inferiore a quella previ-sta dall’accordo, composti di modulo teorico, modulo pratico e verifi ca fi -nale dell’apprendimento;corsi, composti di modulo teori-co, modulo pratico e verifi ca fi nale dell’apprendimento, di durata com-plessiva inferiore a quella prevista dall’accordo, a condizione che gli stessi siano integrati tramite il mo-dulo di aggiornamento entro 24 mesi dalla data di entrata in vigore dell’ac-cordo;corsi di qualsiasi durata non com-pletati da verifi ca fi nale di appren-dimento, a condizione che entro 24 mesi dalla data di entrata in vigore dell’accordo siano integrati tramite il modulo di aggiornamento e la verifi -ca fi nale dell’apprendimento.Di conseguenza è necessario svolge-re i corsi entro la data di entrata in vigore, in modo da usufruire del regime transitorio stabilito dal legi-slatore. Nel punto 9.3 dell’accordo è specifi cato che i corsi effettuati pri-ma del 12 marzo 2013 devono essere documentati tramite il registro del corso recante: l’elenco dei parteci-

panti e le relative fi rme, i nominati-vi e le fi rme dei docenti, i contenuti, gli orari e gli esiti della valutazione teorica e dell’esercitazione pratica. Inoltre, i lavoratori che alla data di entrata in vigore dell’accordo sono incaricati dell’uso delle attrezzature individuate devono effettuare i corsi entro 24 mesi dalla stessa data. L’abi-litazione che ne consegue deve esse-re rinnovata entro 5 anni dalla data di rilascio dell’attestato.Le attrezzature di lavoro per le quali è richiesta una specifi ca abilitazione degli operatori sono:• Piattaforme di lavoro mobili eleva-bili• Gru a torre• Gru mobile• Gru per autocarro• Carrelli elevatori semoventi con conducente a bordo• Trattori agricoli o forestali• Macchine movimento terra• Pompa per calcestruzzo

L’abilitazione, dunque, si ottiene dopo aver frequentato il corso di for-mazione strutturato in moduli teori-ci/pratici e con verifi che intermedie e fi nali e la legge prevede che gli attestati di abilitazione abbiano i se-guenti elementi minimi comuni:• denominazione del soggetto forma-tore• dati anagrafi ci del partecipante• specifi ca della tipologia di corso seguito con indicazione del presen-te accordo e relativo monte ore fre-quentato• periodo di svolgimento del corso• fi rma del soggetto formatore che a tal fi ne può incaricare anche il do-cente

Nel prossimo numero ZERO RISCHI si occuperà dell’obbligo di redigere il Documento di Valutazione dei Rischi e della Segnalazione Certi-fi cata di Inizio Attività per chi ha depositi di combustibili ed impianti di distribuzione carburanti per auto-trazione

Obbligo di formazione per chi utilizza le attrezzature da lavoro

Page 42: Numero Zero Magazine Febbraio 2013

02.2013 | NUMERO ZERO | 43

Borgo

La storia sbirciata

Da San Paolo ai pionieri della bonifi ca,l’antica stazione di posta diventata villaggio

dal Foro Appio

FAITI

Sito internet: www.borgofaiti.it

Patrona: Maria Vergine del Rosario

Nome abitanti: Faitini

Numero abitanti: circa 3000

di RICCARDO ANGELO COLABATTISTA

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02.2013 | NUMERO ZERO | 43

Borgo

La storia sbirciata

Da San Paolo ai pionieri della bonifi ca,l’antica stazione di posta diventata villaggio

dal Foro Appio

FAITI

Sito internet: www.borgofaiti.it

Patrona: Maria Vergine del Rosario

Nome abitanti: Faitini

Numero abitanti: circa 3000

di RICCARDO ANGELO COLABATTISTA

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02.2013 | NUMERO ZERO | 45

contesa più volte durante la Prima guerra mondiale dalle truppe italia-ne, venendo poi espugnata durante la Nona battaglia dell’Isonzo precisa-mente il 3 novembre 1916 dalla Bri-gata Toscana.

Le opere incompiuteIl campo di calcetto di Borgo Faiti può essere un simbolo di cattiva ammini-strazione. Finanziamenti accantonati in Regione Lazio indispensabili per completare un’opera attesa da tutti i giovani del borgo. La realizzazione era giunta a buon punto, ma poi si è fermata da circa due anni. Eppu-re sono state già installate le reti di recinzione, costruiti gli spogliatoi e montati i sanitari. Mancano le porte e il manto erboso. In due anni solo rim-balzi di responsabilità per un ritardo ingiustifi cabile.

Il passato ed il futuro della naviga-zioneAncora oggi Forum Appii rappresen-ta un punto di approdo e di ristoro per il turismo fl uviale. Forse è que-sta la nota più lieta che può offrire il lembo di terra sul confi ne tra il comu-ne di Sezze e quello di Latina. Grazie all’associazione “Fiume Cavata” e al suo presidente, Saverio D’Ottavi, si stanno riscoprendo le attività turi-stiche sul fi ume, con barche a remi. Si parte da Sermoneta per giungere proprio a borgo Faiti. Un’esperienza tra natura e storia, nel massimo ri-spetto del territorio circostante e che è servita da spunto allo scrittore pre-mio Strega Antonio Pennacchi per il suo progetto Pianura Blu, che preve-de la navigabilità dei fi umi e dei cana-li di bonifi ca di tutto l’agro pontino.

02.2013 | NUMERO ZERO | 44

Quando si parla di Latina e dei suoi borghi erroneamente si fa iniziare il proprio racconto dagli anni della bonifi ca, dalla “fondazione” o dalle paludi pontine. Un inizio posticipa-to rispetto alla realtà, rispetto alla storia ricca del nostro territorio. Un esempio è proprio Borgo Faiti, centro abitato esistente già in epoca roma-na e riconosciuto con il nome di Fo-rum Appii. Sono molte le scritture e gli eventi storici che raccontano di Forum Appii, un luogo di sosta sul tracciato della via Appia, a quaran-tatrè miglia esatte da Roma, la città eterna. Questa località era ricono-sciuta da tutti, viaggiatori, mercanti e scrittori, come tappa obbligatoria nel percorso che li portava da Roma verso sud, nella vicina Terracina. La via Appia, le paludi ed il canale navi-gabile per 19 miglia rappresentavano il paesaggio e le opportunità di spo-stamento di questo territorio ancora selvaggio. Borgo Faiti, o meglio an-cora, il Forum Appii, era un punto di riferimento, un punto di approdo, di viaggiatori e mercanti. Oggi il borgo mantiene il suo fascino di realtà abi-tativa che si scorge al di là del canale Linea e dell’Appia.

Le citazioniLunga storia quella del Forum Appii. Una storia raccontata da molti: pio-nieri, bonifi catori e famiglie venete. Ma prima di tutti loro ci furono poeti e santi che conobbero da vicino que-sto pezzettino di terra selvaggio ma già molto accogliente. Tra i primi a descriverne il paesaggio ci fu il poeta latino Orazio che, nella Satira Quinta citò il borgo. Anche Plinio il Vecchio nella sua “Naturalis Historia” parla di vino Setino provenienti dalle pen-dici delle montagne sopra Forum Ap-

pii. Ed infi ne, nel 61 d.C. è la volta di San Paolo che, nel suo viaggio verso Roma, incontrò proprio a borgo Faiti alcuni cristiani provenienti da Roma. Tutto viene riportato negli Atti degli Apostoli (28.14-15): “… e di là i fratel-li, avendone avuto notizia, ci vennero incontro fi no al Foro d’Appio e alle Tre Taverne; Paolo, veduti che li ebbe, ringraziò Dio e riprese coraggio”.

Borgo Faiti, la rinascitaDa luogo di passaggio in epoca roma-na a villaggio, bonifi cato e abitabile. Siamo arrivati al ‘900 e precisamente negli anni ‘30. Ormai le famiglie colo-niche, da qualche anno, si sono stabi-lizzate nella pianura pontina, ex pa-lude, ed anche borgo Faiti diventa un luogo dove nascono poderi dell’ONC (Opera nazionale combattenti) e si in-

sediano le famiglie. Nel 1934 il nume-ro di famiglie insediatesi nel territo-rio di borgo Faiti, quello che va dalla Migliara 41 alla Migliara 45, erano circa centocinquanta. Un quadrato delimitato dalle migliare, dall’Appia e dal Fiume Sisto.

Il borgo oggiDa luogo di passaggio e di riposo, nell’epoca romana, a luogo di bonifi -ca e sviluppo agricolo negli anni ’30. Oggi il borgo, nonostante lo sviluppo urbano con molte nuove costruzio-ni, è riuscito a mantenere una certa identità, almeno per quanto riguar-da il “centro” storico. La Chiesa e la Piazza come punti di riferimento. La vecchia Scuola Rurale trasforma-ta prima in scuola media ed oggi in centro anziani. Poderi ristrutturati e poderi fatiscenti sono ancora lì a ri-cordare il passato, ciò che era stato creato ormai quasi 100 anni fa. L’e-poca romana, invece, affi ora nei ter-reni agricoli adiacenti l’Appia. Non è diffi cile, infatti, scorgere pezzi di an-fore, utensili o, addirittura, mosaici risalenti a centinaia di anni fa. Questi sono pezzi della nostra storia.

Ma perché si chiama Borgo Faiti?Borgo Faiti prende il suo nome dal Dosso Faiti (in sloveno Fajtji Hrib) o Dosso dei Faggi. Come gli altri bor-ghi rurali, “Faiti” prende il nome da un luogo dove si combatté la Prima Guerra Mondiale, la Grande Guer-ra. Il “Dosso” si trova nel comune di Merna-Castagnevizza e dalla sua sommità verso nord si può vedere la valle del fi ume Vipacco e tutta la piana di Gorizia. La sua vetta venne

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contesa più volte durante la Prima guerra mondiale dalle truppe italia-ne, venendo poi espugnata durante la Nona battaglia dell’Isonzo precisa-mente il 3 novembre 1916 dalla Bri-gata Toscana.

Le opere incompiuteIl campo di calcetto di Borgo Faiti può essere un simbolo di cattiva ammini-strazione. Finanziamenti accantonati in Regione Lazio indispensabili per completare un’opera attesa da tutti i giovani del borgo. La realizzazione era giunta a buon punto, ma poi si è fermata da circa due anni. Eppu-re sono state già installate le reti di recinzione, costruiti gli spogliatoi e montati i sanitari. Mancano le porte e il manto erboso. In due anni solo rim-balzi di responsabilità per un ritardo ingiustifi cabile.

Il passato ed il futuro della naviga-zioneAncora oggi Forum Appii rappresen-ta un punto di approdo e di ristoro per il turismo fl uviale. Forse è que-sta la nota più lieta che può offrire il lembo di terra sul confi ne tra il comu-ne di Sezze e quello di Latina. Grazie all’associazione “Fiume Cavata” e al suo presidente, Saverio D’Ottavi, si stanno riscoprendo le attività turi-stiche sul fi ume, con barche a remi. Si parte da Sermoneta per giungere proprio a borgo Faiti. Un’esperienza tra natura e storia, nel massimo ri-spetto del territorio circostante e che è servita da spunto allo scrittore pre-mio Strega Antonio Pennacchi per il suo progetto Pianura Blu, che preve-de la navigabilità dei fi umi e dei cana-li di bonifi ca di tutto l’agro pontino.

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02.2013 | NUMERO ZERO | 47

In principio erano le balere, gigan-tesche sale da ballo in cui si andava col liscio e si partecipava a coppie. L’avamposto latinense era il Canne-to di Borgo Sabotino della famiglia Marrocco, uno dei primi on dan-cing d’Italia ancora oggi resistente al logorio dei tempi. Spuntarono poi i night club, altra dimensione della musica, eseguita dal vivo e spesso in locali semi-imboscati. In città c’era il 22-28 sotto la Galleria Pennacchi, frequentato prevalente-mente da persone adulte. E nulla più tra le sponde comunali. Il periodo è quello degli anni Ses-santa, Latina è una città che prova ad uscire dal guscio della provin-cialità e ad inseguire, nell’ambito dello svago e del divertimento, le mode provenienti dai grandi centri, in particolar modo da Roma, a sua volta ricettiva delle tendenze statu-nitensi. Con gli anni 70 la musica cambia e quindi anche il modo di dominarla. Le esecuzioni dal vivo e con esse i gruppi che le interpre-tano, orchestre e chansonnier, ven-gono affi ancate e in larghi tratti sostituite da quelle tecnoprodotte, i dischi in vinile da 33 e 45 giri, e dai loro manovratori, i disc jockey che via via diventano i veri intrattenito-ri delle sale danzanti. Dall’approc-cio confi denziale con gli avvento-ri, a cui spesso dopo mezzanotte il proprietario del locale offre penne all’arrabbiata ed altri diversivi ga-stronomici, si passa ad un rapporto più distaccato e professionale.

Nel settembre 1972 la prima svolta epocale nel territorio latinense. Sul lungomare apre il Noa Noa da un’i-dea di Tonino Pizzuti, Tonino Cap-petta e Giorgio Silvestri. E’ la prima discoteca, comunemente detta, ad un tiro di schioppo dal capoluogo e diventa rapidamente la mèta pre-ferita e per certi versi obbligata dei giovani dancers dell’epoca, costret-ti fi no a quel periodo ad emigrare a San Felice Circeo (dove esisteva la Bussola), a Sabaudia (all’interno dell’albergo Le Dune c’era il Flash)

La svoltadel Noa

Sabato sera

di ALBERTO REGGIANI e ALESSANDRO ZAFFARANO

la febbre è passataLa parabola della discomania nella città

di Latina, quarant’anni dopo l’apertura del Noa NoaDallo sballo degli anni 70/80 alla crisi di fi ne anni 90, evoluzione e crepuscolo delle discoteche del capoluogo

ma anche a Sermoneta (Charlie Brown) e a Terracina (Papillon). Il Noa Noa impone subito i propri rit-mi: all’inizio si balla solamente la domenica pomeriggio dalle 15.30 alle 20 e questo perché il sabato sera la materia prima manca: in giro per Latina si vede pochissi-ma gente e delle ragazze nemmeno l’ombra. Il primo biglietto di entra-ta costa 700 lire, ben presto viene portato a 1500 adeguandolo al co-sto di un ingresso al cinema. Qual-che anno e il prezzo lievita a 3000 e 4000 lire fi no a quando il Noa decide di battere moneta propria: chi vuole varcare la soglia della di-scoteca deve esibire la banconota d’ingresso che riproduce il dollaro

In principio erano le balere, gigan-

evoluzione e crepuscolo delle discoteche del capoluogo

Tonino Pizzuti (al centro) si esibisce con amici al Noa Noa.La febbre del sabato sera è appena iniziata…

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02.2013 | NUMERO ZERO | 47

In principio erano le balere, gigan-tesche sale da ballo in cui si andava col liscio e si partecipava a coppie. L’avamposto latinense era il Canne-to di Borgo Sabotino della famiglia Marrocco, uno dei primi on dan-cing d’Italia ancora oggi resistente al logorio dei tempi. Spuntarono poi i night club, altra dimensione della musica, eseguita dal vivo e spesso in locali semi-imboscati. In città c’era il 22-28 sotto la Galleria Pennacchi, frequentato prevalente-mente da persone adulte. E nulla più tra le sponde comunali. Il periodo è quello degli anni Ses-santa, Latina è una città che prova ad uscire dal guscio della provin-cialità e ad inseguire, nell’ambito dello svago e del divertimento, le mode provenienti dai grandi centri, in particolar modo da Roma, a sua volta ricettiva delle tendenze statu-nitensi. Con gli anni 70 la musica cambia e quindi anche il modo di dominarla. Le esecuzioni dal vivo e con esse i gruppi che le interpre-tano, orchestre e chansonnier, ven-gono affi ancate e in larghi tratti sostituite da quelle tecnoprodotte, i dischi in vinile da 33 e 45 giri, e dai loro manovratori, i disc jockey che via via diventano i veri intrattenito-ri delle sale danzanti. Dall’approc-cio confi denziale con gli avvento-ri, a cui spesso dopo mezzanotte il proprietario del locale offre penne all’arrabbiata ed altri diversivi ga-stronomici, si passa ad un rapporto più distaccato e professionale.

Nel settembre 1972 la prima svolta epocale nel territorio latinense. Sul lungomare apre il Noa Noa da un’i-dea di Tonino Pizzuti, Tonino Cap-petta e Giorgio Silvestri. E’ la prima discoteca, comunemente detta, ad un tiro di schioppo dal capoluogo e diventa rapidamente la mèta pre-ferita e per certi versi obbligata dei giovani dancers dell’epoca, costret-ti fi no a quel periodo ad emigrare a San Felice Circeo (dove esisteva la Bussola), a Sabaudia (all’interno dell’albergo Le Dune c’era il Flash)

La svoltadel Noa

Sabato sera

di ALBERTO REGGIANI e ALESSANDRO ZAFFARANO

la febbre è passataLa parabola della discomania nella città

di Latina, quarant’anni dopo l’apertura del Noa NoaDallo sballo degli anni 70/80 alla crisi di fi ne anni 90, evoluzione e crepuscolo delle discoteche del capoluogo

ma anche a Sermoneta (Charlie Brown) e a Terracina (Papillon). Il Noa Noa impone subito i propri rit-mi: all’inizio si balla solamente la domenica pomeriggio dalle 15.30 alle 20 e questo perché il sabato sera la materia prima manca: in giro per Latina si vede pochissi-ma gente e delle ragazze nemmeno l’ombra. Il primo biglietto di entra-ta costa 700 lire, ben presto viene portato a 1500 adeguandolo al co-sto di un ingresso al cinema. Qual-che anno e il prezzo lievita a 3000 e 4000 lire fi no a quando il Noa decide di battere moneta propria: chi vuole varcare la soglia della di-scoteca deve esibire la banconota d’ingresso che riproduce il dollaro

In principio erano le balere, gigan-

evoluzione e crepuscolo delle discoteche del capoluogo

Tonino Pizzuti (al centro) si esibisce con amici al Noa Noa.La febbre del sabato sera è appena iniziata…

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dispersione. Tutto fi la liscio tranne in qualche circostanza dai risvolti comici: nel 1990 nello stesso giorno in cui il Coliseum organizza il Car-nevalao, al Felix si festeggia il Mac P 100 del Liceo Classico. Il risultato è che il sold out del Coliseum co-stringe molte persone in maschera che non hanno trovato posto a rifu-giarsi al Felix dove la festa ha tutto un altro tema. Diplomandi e ma-scherati ballano insieme increduli.

A detta di tutti gli esperti del setto-re, negli anni novanta si produce e si balla la migliore musica da disco-teca. Soprattutto ad inizio decennio il miglioramento della qualità disco-grafi ca produce effetti benefi ci per l’attività discotecara e anche a La-tina aprono altri locali per la musi-ca dance. Su tutti l’Italian Graffi ti, sempre in via Don Torello e proprio di fronte al Felix, che continua a mi-

Gli anni 90,apice e declino

Circa un anno fà nasce il gruppo su facebook “quelli del Noa Noa” il cui fondatore è Alessandro Zaffarano protagonista di quei favolosi anni della musica dance, lavorando come Dj presso la discoteca del Lido. Una voglia la sua, di ritrovare e rimette-re insieme tutte quelle persone, al-lora ventenni, riportandole a ballare come negli anni 70-80. Un’idea vin-cente che ha fatto subito proseliti, oggi il gruppo vanta 300 persone iscritte che partecipano entusiaste alle serate organizzate. La tipologia

il gruppo revivalQuelli del Noa Noa di questo gruppo è quella itineran-

te, Alessandro insieme ad Emilio Andreoli, altro storico frequentato-re del Noa Noa, organizzano sera-te in location sempre diverse, che siano esse discoteche o anche pub. Una delle ultime serate è stata or-ganizzata proprio ad un pub “ Easy Going” di Latina, che prende il nome da una nota discoteca romana alla fi ne degli anni ’70. Il gruppo è sup-portato da due Dj, Francesco Dimar e Cristian Maio, che pur non avendo vissuto quel periodo perché molto giovani, conoscono alla perfezione quella musica, proponendola oggi con lo stesso successo di allora.

gliorarsi, ristrutturandosi continua-mente, e a organizzare ospitate con personaggi all’apice del successo.L’Italian Graffi ti è gestita da Rino Polverino, un globetrotter delle sale da ballo, partito da Formia al Seven Up e approdato infi ne al Seven Sky di via Amaseno a Latina, chiuso per disturbo della quiete pubblica dopo le reiterate proteste degli abitan-ti della zona. Nel mezzo Polverino gestisce anche il “Miky Mouse” e il “Carion” sempre a Formia, d’estate si trasferisce a Rimini dove fa il bar-man all’Afragolaccia, un locale gay poi denominato Club del 99, dove conosce personaggi del calibro di Claudio Cecchetto (è il 1981, anno del tormentone “Gioca Jouer”), Fio-rello e Miky della Divina. Successi-vamente viene folgorato dal liscio, ma ritorna sulla via di Damasco pro-prio con l’Italian Graffi ti, dove pro-pone una dancing leggera con molto revival. Per circa sei anni, il carroz-zone dell’Italian Graffi ti è sempre ca-rico di gente e di ospiti del calibro di Mietta, Leali, Castagna, Zarrillo e altri ancora.Il locale che più di tutti cavalca l’on-da del trasformismo discotecaro ri-mane comunque il Coliseum, che nel 1993 cambia nome e diventa Bogart. L’instancabile Coronella rifà completamente il look alla struttura, soprattutto a livello di arredamento dove precorre le mode affi dandosi ai designers che avevano appena re-staurato il Pascià di Rimini. La stel-la del Bogart brilla per diverse sta-gioni nonostante qualche incidente di percorso (il 28 novembre 1994 il

Un pienone all’Italian Graffi ti, discotecadi punta nei primi anni Novanta

Aprile 2012: i fondatori del gruppo Quelli del Noa: da sinistra Emilio Andreoli, i deejay Cristian Maio e Francesco Dimar con l’ideatore Alessandro Zaffarano

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americano con su scritto NOA NOA, al cambio 5000 lire. Anglosassone è anche la musica che si balla, un misto di sound americano e ingle-se che Pizzuti e soci si assicurano recandosi periodicamente a Roma, dove c’è un tipo, tale Consorti, for-nitissimo di tutte le ultime novità provenienti dagli States. Al Noa si balla quindi musica che i negozi di dischi venderanno quasi un anno dopo, stesso tempo che servirà per ascoltarli in radio, e questo fa au-mentare le quotazioni del locale che diventa col tempo anche teatro di spettacoli di cabaret con i perso-naggi di grido di quel periodo. Si esibiscono tra gli altri Pippo Fran-co, col cachet stellare di 3 milioni (quanto costava all’epoca un appar-tamento), Lino Banfi e una sequela di artisti prevalentemente comici, anche quelli alle prime esperienze come Martufello e Gigi Sabani.Col passare degli anni il Noa rad-doppia i propri appuntamenti, co-mincia ad aprire i battenti anche il sabato sera, agganciandosi al feno-meno mondiale scatenato dal fi lm “Saturday night fever”. Diventano tutti John Travolta e la discoteca il luogo dove scatenare i propri impulsi ballerini. A quei tempi gli orari della disco serale erano però diversi: si arrivava alle nove e si rimaneva in pista al massimo fi no alle due, orario in cui oggi si riem-piono le sale. Risale a quei tempi anche la moda, intramontata, di ri-focillarsi con i cornetti caldi della Pasticceria Cepollaro dopo le “fati-che” danzanti.

Il Settantasette è un anno caldo, sotto tutti gli aspetti. Mentre in-fi amma la febbre del sabato sera, il Noa Noa va letteralmente a fuoco. Un incendio, di natura mai com-pletamente chiarita, distrugge una buona parte della struttura e la ren-de inutilizzabile per alcuni mesi. Tonino Pizzuti passa la mano e il testimone lo raccoglie Amleto Co-ronella, oggi affermato avvocato di un avviatissimo studio legale, all’e-poca giovane maestro di musica fresco di conservatorio ma con una importante esperienza nel mondo dello spettacolo romano.Coronella vince le diffi denze di una città che s’interroga sulla matrice di quell’incendio, soprattutto su quella parte che la riconduce agli ambienti della malavita, e nel luglio del ’77 ripresenta, tirata a lucido, la discoteca del Lido. E’ un successo immediato, la mania del ballo di-venta ossessione e il Noa Noa è pre-

Fuoco e fi amme

Felix e Coliseum: la non belligeranza

so d’assalto da centinaia di giovani ad ogni apertura, rendendo neces-sario un progressivo allargamento della struttura che gradualmente “mangia” pezzi dei locali circostan-ti. Si arriva ad un complesso di 500 mq, si toccano le mille persone a sera, che sgomitano per ballare.

Gli anni Ottanta sono in assoluto quelli del boom delle discoteche. A Latina città, in via Don Torello, apre i battenti il Felix e in un certo senso segna un’epoca. E’ una disco-teca che sviluppa diverse proposte per gli affezionati del ballo. Propo-ne il serale di sabato per i più adulti (dalle 22 in poi), il pomeridiano di domenica per i più giovani (alle 16 alle 20) e si inventa – primo tra i locali italiani – il matinée per i ra-gazzini alle prime armi (dalle 9 alle 13). Ognuno si riconosce nella pro-pria categoria e il pienone è sempre assicurato.Nel frattempo il Noa Noa comincia a stare stretto a Coronella che nel 1984, proprio per non disperdere la grande richiesta del suo locale, fonda il Coliseum, sull’ex via Me-diana, un complesso che, nomen omen, si impone per la sua maesto-sità. A dispetto del nome di battesi-

mo, Amleto, il proprietario non ha dubbi shakspeariani: c’è un tempo per l’essere e uno per il non esse-re. Quando è il momento di “esse-re” meglio fare le cose in grande: Il Coliseum, che arriva a contenere 1600 persone, viene proiettato alla ribalta nazionale partecipando due volte alla trasmissione “Chi tiria-mo in ballo” ed ospitando il festival nazionale di jazz. Quando arriva il momento di “non essere” è inutile rincorrere il tempo perduto ma è preferibile seppellirlo: memorabile nel 2001 la “cerimonia di chiusura” del suo locale, che negli anni ave-va cambiato denominazione prima in Bogart e poi in Jambè, con una colata di cemento davanti la por-ta d’ingresso a murare viva la sua creatura e con essa tutti i ricordi allegati.Per quasi tre lustri, Felix e Coli-seum/Bogart rappresentano le al-ternative per i giovani latinensi ma anche per intere comitive pro-venienti dal resto della provincia, dalla Ciociaria e da Roma. Il Felix ha un ambiente raffi nato ed elegan-te ed è preferito dal ceto un po’ più borghese, il Coliseum punta invece molto sulla stravaganza ed ospita spesso personaggi vestiti e truccati in modo strano, attirando gente di ogni estrazione. L’antagonismo tra le due discoteche non sfocia mai in confl itto anzi i due gestori fi r-mano un patto (non scritto) di non belligeranza, dividendosi i giorni e orari della settimana per promuo-vere i propri eventi al fi ne di non disturbarsi a vicenda e non creare

Musica e belle ragazze, il cocktail vincente del Felix

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dispersione. Tutto fi la liscio tranne in qualche circostanza dai risvolti comici: nel 1990 nello stesso giorno in cui il Coliseum organizza il Car-nevalao, al Felix si festeggia il Mac P 100 del Liceo Classico. Il risultato è che il sold out del Coliseum co-stringe molte persone in maschera che non hanno trovato posto a rifu-giarsi al Felix dove la festa ha tutto un altro tema. Diplomandi e ma-scherati ballano insieme increduli.

A detta di tutti gli esperti del setto-re, negli anni novanta si produce e si balla la migliore musica da disco-teca. Soprattutto ad inizio decennio il miglioramento della qualità disco-grafi ca produce effetti benefi ci per l’attività discotecara e anche a La-tina aprono altri locali per la musi-ca dance. Su tutti l’Italian Graffi ti, sempre in via Don Torello e proprio di fronte al Felix, che continua a mi-

Gli anni 90,apice e declino

Circa un anno fà nasce il gruppo su facebook “quelli del Noa Noa” il cui fondatore è Alessandro Zaffarano protagonista di quei favolosi anni della musica dance, lavorando come Dj presso la discoteca del Lido. Una voglia la sua, di ritrovare e rimette-re insieme tutte quelle persone, al-lora ventenni, riportandole a ballare come negli anni 70-80. Un’idea vin-cente che ha fatto subito proseliti, oggi il gruppo vanta 300 persone iscritte che partecipano entusiaste alle serate organizzate. La tipologia

il gruppo revivalQuelli del Noa Noa di questo gruppo è quella itineran-

te, Alessandro insieme ad Emilio Andreoli, altro storico frequentato-re del Noa Noa, organizzano sera-te in location sempre diverse, che siano esse discoteche o anche pub. Una delle ultime serate è stata or-ganizzata proprio ad un pub “ Easy Going” di Latina, che prende il nome da una nota discoteca romana alla fi ne degli anni ’70. Il gruppo è sup-portato da due Dj, Francesco Dimar e Cristian Maio, che pur non avendo vissuto quel periodo perché molto giovani, conoscono alla perfezione quella musica, proponendola oggi con lo stesso successo di allora.

gliorarsi, ristrutturandosi continua-mente, e a organizzare ospitate con personaggi all’apice del successo.L’Italian Graffi ti è gestita da Rino Polverino, un globetrotter delle sale da ballo, partito da Formia al Seven Up e approdato infi ne al Seven Sky di via Amaseno a Latina, chiuso per disturbo della quiete pubblica dopo le reiterate proteste degli abitan-ti della zona. Nel mezzo Polverino gestisce anche il “Miky Mouse” e il “Carion” sempre a Formia, d’estate si trasferisce a Rimini dove fa il bar-man all’Afragolaccia, un locale gay poi denominato Club del 99, dove conosce personaggi del calibro di Claudio Cecchetto (è il 1981, anno del tormentone “Gioca Jouer”), Fio-rello e Miky della Divina. Successi-vamente viene folgorato dal liscio, ma ritorna sulla via di Damasco pro-prio con l’Italian Graffi ti, dove pro-pone una dancing leggera con molto revival. Per circa sei anni, il carroz-zone dell’Italian Graffi ti è sempre ca-rico di gente e di ospiti del calibro di Mietta, Leali, Castagna, Zarrillo e altri ancora.Il locale che più di tutti cavalca l’on-da del trasformismo discotecaro ri-mane comunque il Coliseum, che nel 1993 cambia nome e diventa Bogart. L’instancabile Coronella rifà completamente il look alla struttura, soprattutto a livello di arredamento dove precorre le mode affi dandosi ai designers che avevano appena re-staurato il Pascià di Rimini. La stel-la del Bogart brilla per diverse sta-gioni nonostante qualche incidente di percorso (il 28 novembre 1994 il

Un pienone all’Italian Graffi ti, discotecadi punta nei primi anni Novanta

Aprile 2012: i fondatori del gruppo Quelli del Noa: da sinistra Emilio Andreoli, i deejay Cristian Maio e Francesco Dimar con l’ideatore Alessandro Zaffarano

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Dopo la metà degli anni 90 inizia in maniera repentina e improvvisa la parabola discendente delle disco-teche. Tanti fattori concentrici ne decretano ben presto l’entrata in coma, che viene certifi cata con l’in-gresso nel nuovo millennio. «All’i-nizio degli anni 2000 c’è stata una evoluzione della discoteca e dell’o-rario in cui viverla – sostiene Vir-ginio Moro, storico proprietario del Felix e oggi coordinatore Regionale del Lazio delle discoteche del SIL-BE, (società italiana locali da ballo) - la gente ha iniziato a cambiare le abitudini lasciandosi contagiare dalla nuova moda di cenare con gli

Latina da bere aperitivi. Tutto questo ha fatto si che nascessero molti locali con in-trattenimento di cena e musica che ha drasticamente spostato l’orario di andare a ballare: oggi non si vie-ne in discoteca prima delle due». Già, e sono in molti a non reggere questo ritmo.Anche Latina si lascia contagia-re dalle nuove tendenze nazionali, spuntano come funghi pub e wine bar che richiamano l’attenzione del-la nuova generazione di giovani, at-tratti dalla novità, e dei meno giova-ni, quelli che dopo aver impazzato per anni tra le piste trovano giusto ristoro in un ambiente più rilassan-te e pacato. Via Neghelli diventa per acclamazione la via dei pub, Gufi , Jacarè ed altri locali da sorso fanno

il pieno tutti i fi ne settimana.La mania del ballo non si esaurisce del tutto ma i gestori delle discote-che si adeguano alle nuove regole. Rino Polverino già nel 1996 aveva aperto il 24 Mila Baci, un mega contenitore di tutti i generi del ballo, dal liscio alla dance, per re-clutare i supporters di ogni passo, mentre in via Piave nel 2002 spun-ta il Makkeroni, una disco restau-rant che prova a prendere tutti per la gola. Prima la cena poi la musi-ca, un programma che fa proseliti e funziona per un decennio, poi – e siamo ai giorni d’oggi - anche il Makkeroni, diventato Rocking, ab-bassa la serranda.A distanza di quarant’anni dalla frontiera del Noa, la parabola delle discoteche di Latina sembra quasi sul punto di compiersi, John Tra-volta non balla più e il termometro il sabato sera sale solo per gli an-ticipi di campionato. Del resto dal ‘72 ad oggi non c’è una cosa rima-sta uguale, nei mezzi, nelle usanze, negli approcci e nel modo generale di interpretare la vita. L’assioma fi -nale spetta ancora ad Amleto Coro-nella: «Diciamoci la verità – chiosa l’avvocato – per quale motivo si an-dava in discoteca? Certo per balla-re, ma soprattutto per rimorchiare. Era quello uno dei pochi posti dove ci si poteva conoscere e frequenta-re. Oggi i modi sono molto diversi e più immediati, la conquista può arrivare anche da un messaggio col telefonino. Non serve più andare in discoteca». E se una cosa non serve, se ne può fare a meno.

Corriere della Sera si occupa di una gigantesca rissa scoppiata per futili motivi all’interno del locale, davan-ti a più di mille persone, con due fazioni opposte che si fronteggia-no e lasciano sul campo un ferito e diversi contusi) ma, come lo stesso Coronella ricorda, è proprio nel mo-mento del massimo fulgore che qual-cosa nell’ambiente della discomusic comincia ad offuscarsi. “I primi sin-tomi di una crisi di identità musicale e sociale del mondo delle discoteche si sono avuti nei primi anni 90 - af-ferma l’avvocato Coronella raggiun-to nel suo studio – ma solo noi del settore ce ne siamo accorti perché in realtà in quel periodo si è pro-dotta la migliore musica dance. Ve-rifi cando che da un anno all’altro lo stesso evento portava 700 persone invece di 1000 ci siamo già accorti che qualcosa stava scricchiolando. Era solo una sensazione ma in poco tempo ha avuto conferma». In quegli anni a Latina vive alcune stagioni di gloria il Bird di via Milazzo, che ri-porta in auge la musica dal vivo.

Una bella foto di una serata al 24 Mila Baci

Rino Polverino in compagnia di una sfavillante Alba Parietti

LAT I NAVialeCesareAugusto//Tel. 0773.479339

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Dopo la metà degli anni 90 inizia in maniera repentina e improvvisa la parabola discendente delle disco-teche. Tanti fattori concentrici ne decretano ben presto l’entrata in coma, che viene certifi cata con l’in-gresso nel nuovo millennio. «All’i-nizio degli anni 2000 c’è stata una evoluzione della discoteca e dell’o-rario in cui viverla – sostiene Vir-ginio Moro, storico proprietario del Felix e oggi coordinatore Regionale del Lazio delle discoteche del SIL-BE, (società italiana locali da ballo) - la gente ha iniziato a cambiare le abitudini lasciandosi contagiare dalla nuova moda di cenare con gli

Latina da bere aperitivi. Tutto questo ha fatto si che nascessero molti locali con in-trattenimento di cena e musica che ha drasticamente spostato l’orario di andare a ballare: oggi non si vie-ne in discoteca prima delle due». Già, e sono in molti a non reggere questo ritmo.Anche Latina si lascia contagia-re dalle nuove tendenze nazionali, spuntano come funghi pub e wine bar che richiamano l’attenzione del-la nuova generazione di giovani, at-tratti dalla novità, e dei meno giova-ni, quelli che dopo aver impazzato per anni tra le piste trovano giusto ristoro in un ambiente più rilassan-te e pacato. Via Neghelli diventa per acclamazione la via dei pub, Gufi , Jacarè ed altri locali da sorso fanno

il pieno tutti i fi ne settimana.La mania del ballo non si esaurisce del tutto ma i gestori delle discote-che si adeguano alle nuove regole. Rino Polverino già nel 1996 aveva aperto il 24 Mila Baci, un mega contenitore di tutti i generi del ballo, dal liscio alla dance, per re-clutare i supporters di ogni passo, mentre in via Piave nel 2002 spun-ta il Makkeroni, una disco restau-rant che prova a prendere tutti per la gola. Prima la cena poi la musi-ca, un programma che fa proseliti e funziona per un decennio, poi – e siamo ai giorni d’oggi - anche il Makkeroni, diventato Rocking, ab-bassa la serranda.A distanza di quarant’anni dalla frontiera del Noa, la parabola delle discoteche di Latina sembra quasi sul punto di compiersi, John Tra-volta non balla più e il termometro il sabato sera sale solo per gli an-ticipi di campionato. Del resto dal ‘72 ad oggi non c’è una cosa rima-sta uguale, nei mezzi, nelle usanze, negli approcci e nel modo generale di interpretare la vita. L’assioma fi -nale spetta ancora ad Amleto Coro-nella: «Diciamoci la verità – chiosa l’avvocato – per quale motivo si an-dava in discoteca? Certo per balla-re, ma soprattutto per rimorchiare. Era quello uno dei pochi posti dove ci si poteva conoscere e frequenta-re. Oggi i modi sono molto diversi e più immediati, la conquista può arrivare anche da un messaggio col telefonino. Non serve più andare in discoteca». E se una cosa non serve, se ne può fare a meno.

Corriere della Sera si occupa di una gigantesca rissa scoppiata per futili motivi all’interno del locale, davan-ti a più di mille persone, con due fazioni opposte che si fronteggia-no e lasciano sul campo un ferito e diversi contusi) ma, come lo stesso Coronella ricorda, è proprio nel mo-mento del massimo fulgore che qual-cosa nell’ambiente della discomusic comincia ad offuscarsi. “I primi sin-tomi di una crisi di identità musicale e sociale del mondo delle discoteche si sono avuti nei primi anni 90 - af-ferma l’avvocato Coronella raggiun-to nel suo studio – ma solo noi del settore ce ne siamo accorti perché in realtà in quel periodo si è pro-dotta la migliore musica dance. Ve-rifi cando che da un anno all’altro lo stesso evento portava 700 persone invece di 1000 ci siamo già accorti che qualcosa stava scricchiolando. Era solo una sensazione ma in poco tempo ha avuto conferma». In quegli anni a Latina vive alcune stagioni di gloria il Bird di via Milazzo, che ri-porta in auge la musica dal vivo.

Una bella foto di una serata al 24 Mila Baci

Rino Polverino in compagnia di una sfavillante Alba Parietti

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Cro

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di u

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1977

1984 2002

1998

Tonino Pizzuti apre la discoteca Noa Noa, sul lungomare di Latina

Il Coliseum viene ristrutturato e prende il nome di Bogart

Chiude lo Jambè, la discoteca nata in sostituzione del Bogart

Apre il 24 Mila Baci in via dei Cappuccini

Chiude il Rockin, già Makkeroni

Tonino Pizzuti, Sergio Mantovani e Felice Palumbo inaugurano il Felix che verrà più tardi rilevato da Virginio Moro

Amleto Coronellaapre il Coliseum sullaex via Mediana

Il via Piave apre il Disco RestaurantMakkeroni

Dopo il 26 anni chiude il Noa Noa

Un incendio distrugge il Noa Noa, nel luglio dello stesso anno la rileva Amleto Coronella

Daniele Foscaro Vellani, il pioniere dei deejay latinensi, scomparso prematuramente nel 1988

Virgilio Moro in compagnia di Brigitte Nielsen al Felix

Tonino Pizzuti in consolle al Noa Noa agli

albori della discomania

Michele Zarrillo, in una serata

all’Italian Graffi ti

Apre il 24 Mila Baci

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Tonino Pizzuti apre la discoteca Noa Noa, sul lungomare di Latina

Il Coliseum viene ristrutturato e prende il nome di Bogart

Chiude lo Jambè, la discoteca nata in sostituzione del Bogart

Apre il 24 Mila Baci in via dei Cappuccini

Chiude il Rockin, già Makkeroni

Tonino Pizzuti, Sergio Mantovani e Felice Palumbo inaugurano il Felix che verrà più tardi rilevato da Virginio Moro

Amleto Coronellaapre il Coliseum sullaex via Mediana

Il via Piave apre il Disco RestaurantMakkeroni

Dopo il 26 anni chiude il Noa Noa

Un incendio distrugge il Noa Noa, nel luglio dello stesso anno la rileva Amleto Coronella

Daniele Foscaro Vellani, il pioniere dei deejay latinensi, scomparso prematuramente nel 1988

Virgilio Moro in compagnia di Brigitte Nielsen al Felix

Tonino Pizzuti in consolle al Noa Noa agli

albori della discomania

Michele Zarrillo, in una serata

all’Italian Graffi ti

Apre il 24 Mila Baci

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Addiovecchia lavagna

Racchette,violinie motorini

Rivoluzionemultimediale all’istituto “Alessandro Volta”

Al “Giovanni Cena” tennis tavolo e una vera orchestra

Tra le numerose attività che l’istitu-to comprensivo “Giovanni Cena” di Latina offre agli iscritti, colpiscono in particolare i corsi di tennis ta-volo e i laboratori musicali. Un se-gno distintivo di questa operosa e creativa scuola che ha la sede cen-trale in via Lepanto con tre scuole dell’infanzia e altrettante primarie dislocate in altri punti della città. Il professor Gaspare Morgante segue gli allievi sportivi e li accompagna anche in tornei di rilievo rappre-sentando l’associazione sportiva che prende il nome dell’istituto. Un vivaio vero e proprio che ha sfornato anche dei nomi del ten-nis tavolo. Pianoforte, clarinetto, tromba, violoncello, violino, fl au-to traverso, percussioni, chitarra sono gli strumenti che compongo-no invece l’orchestra del “Giovanni

Cena” e sui quali i musicisti in erba si formano. Emozionanti i concerti tenuti dai giovanissimi studenti. L’arte permea molte delle attività scolastiche, lo dimostrano i con-corsi vinti dagli allievi dell’istitu-to comprensivo, come quello per writer indetto dal comune o quello per la maschera di carnevale più si-gnifi cativa, ha vinto un bel quadro di “Pontinello”. Prolifero il labora-torio artistico e di artigianato, ma anche quello letterario e sono molti i progetti che gli studenti offrono al mondo esterno. Una scuola mul-tietnica che accoglie romeni, alba-nesi, polacchi, cinesi, indiani per-fettamente integrati con i coetanei italiani. E per chi ama l’osservazione del-le stelle c’è anche il laboratorio di astronomia. “La nostra scuola - ag-giunge la dirigente scolastica Emi-lia Carotenuto nel corso dell’open day – punta anche ad educare i futuri motociclisti ad una guida re-sponsabile e nel rispetto del codice della strada”. Ed ecco che spunta un simulatore per conseguire il patentino per ciclomotore. Niente paura, al Cena non si trascurano ne l’informatica ne le lingue, basi-lari per avere conoscenze adeguate alle esigenze professionali della so-cietà attuale. E’ anche un ente di formazione per lavoratori. (www.scuolacenalt.eu) no invece l’orchestra del “Giovanni

In una scuola dove l’informatica è di casa l’iscrizione on line non può rap-presentare un problema, se non per l’affl uenza delle famiglie che hanno bisogno di un supporto. All’istituto comprensivo “Alessandro Volta” di Latina, che come altri istituti della città ha aperto le porte a genito-ri e studenti per illustrare offerta formativa, attività e laboratori, le insegnanti operano su lavagne mul-timediali interattive. Per le genera-zioni precedenti appare come una rivoluzione. La lavagna tecnologica che sostituisce quella tradiziona-le di ardesia segna sicuramente il passaggio di un’epoca. Nell’istituto di via Botticelli ci sono anche tre aule di informatica ben attrezzate “che hanno ospitato le prove del re-cente concorso per l’insegnamento” evidenzia la professoressa Patrizia Pomilia impegnata a gestire l’acco-glienza. “Il wi-fi copre l’intero edi-fi cio quindi è possibile connettersi a internet in qualsiasi punto della scuola”. L’esteso edifi cio contempla anche un laboratorio di scienze, una cucina, un laboratorio fotografi co e due grandi palestre dalle quali si accede direttamente al vicino cam-po Coni. L’istituto Alessandro Volta si occupa anche della formazione de-gli adulti con corsi serali ed è anche dotato di un ampio auditorium, un vero e proprio teatro dove si svolgo-no saggi, spettacoli, incontri rivolti al pubblico di Latina. Orgoglioso il dirigente scolastico Pasquale Iezza racconta del talento letterario di un alunno di terza media contattato da una casa editrice interessata ad un suo lavoro. (www.volta.latina.it)

Alcuni insegnanti e a destra il dirigente scolastico del “Volta”

Un gruppo di docenti con al centro la dirigente del “Cena”

02.2013 | NUMERO ZERO | 54

Via la carta dalla scuolaDa quest’anno le iscrizioni sono on line

di ATENA

ZERO IN CONDOTTARubrica su scuola e università

Anche la scuola si “dematerializza” e approda sulla rete virtuale. Da quest’anno le iscrizioni devono es-sere effettuate on line. L’innovazio-ne, avvenuta in maniera non indo-lore visti i problemi registrati sul server del ministero della pubblica istruzione nei primi giorni, è uno dei molteplici provvedimenti go-vernativi introdotti per alleggerire le spese amministrative.Le iscrizioni on line sono possibili fi no al 28 febbraio. Riguardano le prime classi della scuola primaria e della secondaria di primo e secon-do grado. Sono escluse le scuole dell’infanzia, i corsi per l’istruzione degli adulti, mentre per le scuole paritarie aderire alla procedura on line sarà facoltativo.Come funziona. Sul sito internet del ministero della pubblica istru-zione (www.istruzione.it) ci tutte le indicazioni. E alla voce “Iscrizioni on line - Aggiornamento delle FAQ per famiglie” è spiegata la procedu-ra. Innanzitutto le persone che non hanno possibilità di accesso a Inter-net o non hanno un computer pos-

sono rivolgersi alla scuola di desti-nazione o di frequenza e chiedere un aiuto. Per chi invece dispone di un pc e intende fare in proprio può trovare il codice della scuola a cui indirizzare la domanda d’iscrizione all’applicazione “Scuola in chiaro” dal sito del Miur o direttamente all’indirizzo http://cercalatuascuo-la.istruzione.it/cercalatuascuola/. Per potersi registrare in “Iscrizioni on line” bisogna accedere al servi-zio www.iscrizioni.istruzione.it e cliccare sul banner posto a destra. Entrando in quest’area è possibile accedere al modulo per la registra-zione, che, una volta compilato ed inoltrato, rilascia il codice perso-nale per accedere al servizio delle iscrizioni on line (il codice verrà

comunicato sulla casella di posta elettronica indicata nel modulo di registrazione stesso). Il servizio sarà disponibile 24 ore su 24, com-presi il sabato e la domenica.

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Addiovecchia lavagna

Racchette,violinie motorini

Rivoluzionemultimediale all’istituto “Alessandro Volta”

Al “Giovanni Cena” tennis tavolo e una vera orchestra

Tra le numerose attività che l’istitu-to comprensivo “Giovanni Cena” di Latina offre agli iscritti, colpiscono in particolare i corsi di tennis ta-volo e i laboratori musicali. Un se-gno distintivo di questa operosa e creativa scuola che ha la sede cen-trale in via Lepanto con tre scuole dell’infanzia e altrettante primarie dislocate in altri punti della città. Il professor Gaspare Morgante segue gli allievi sportivi e li accompagna anche in tornei di rilievo rappre-sentando l’associazione sportiva che prende il nome dell’istituto. Un vivaio vero e proprio che ha sfornato anche dei nomi del ten-nis tavolo. Pianoforte, clarinetto, tromba, violoncello, violino, fl au-to traverso, percussioni, chitarra sono gli strumenti che compongo-no invece l’orchestra del “Giovanni

Cena” e sui quali i musicisti in erba si formano. Emozionanti i concerti tenuti dai giovanissimi studenti. L’arte permea molte delle attività scolastiche, lo dimostrano i con-corsi vinti dagli allievi dell’istitu-to comprensivo, come quello per writer indetto dal comune o quello per la maschera di carnevale più si-gnifi cativa, ha vinto un bel quadro di “Pontinello”. Prolifero il labora-torio artistico e di artigianato, ma anche quello letterario e sono molti i progetti che gli studenti offrono al mondo esterno. Una scuola mul-tietnica che accoglie romeni, alba-nesi, polacchi, cinesi, indiani per-fettamente integrati con i coetanei italiani. E per chi ama l’osservazione del-le stelle c’è anche il laboratorio di astronomia. “La nostra scuola - ag-giunge la dirigente scolastica Emi-lia Carotenuto nel corso dell’open day – punta anche ad educare i futuri motociclisti ad una guida re-sponsabile e nel rispetto del codice della strada”. Ed ecco che spunta un simulatore per conseguire il patentino per ciclomotore. Niente paura, al Cena non si trascurano ne l’informatica ne le lingue, basi-lari per avere conoscenze adeguate alle esigenze professionali della so-cietà attuale. E’ anche un ente di formazione per lavoratori. (www.scuolacenalt.eu) no invece l’orchestra del “Giovanni

In una scuola dove l’informatica è di casa l’iscrizione on line non può rap-presentare un problema, se non per l’affl uenza delle famiglie che hanno bisogno di un supporto. All’istituto comprensivo “Alessandro Volta” di Latina, che come altri istituti della città ha aperto le porte a genito-ri e studenti per illustrare offerta formativa, attività e laboratori, le insegnanti operano su lavagne mul-timediali interattive. Per le genera-zioni precedenti appare come una rivoluzione. La lavagna tecnologica che sostituisce quella tradiziona-le di ardesia segna sicuramente il passaggio di un’epoca. Nell’istituto di via Botticelli ci sono anche tre aule di informatica ben attrezzate “che hanno ospitato le prove del re-cente concorso per l’insegnamento” evidenzia la professoressa Patrizia Pomilia impegnata a gestire l’acco-glienza. “Il wi-fi copre l’intero edi-fi cio quindi è possibile connettersi a internet in qualsiasi punto della scuola”. L’esteso edifi cio contempla anche un laboratorio di scienze, una cucina, un laboratorio fotografi co e due grandi palestre dalle quali si accede direttamente al vicino cam-po Coni. L’istituto Alessandro Volta si occupa anche della formazione de-gli adulti con corsi serali ed è anche dotato di un ampio auditorium, un vero e proprio teatro dove si svolgo-no saggi, spettacoli, incontri rivolti al pubblico di Latina. Orgoglioso il dirigente scolastico Pasquale Iezza racconta del talento letterario di un alunno di terza media contattato da una casa editrice interessata ad un suo lavoro. (www.volta.latina.it)

Alcuni insegnanti e a destra il dirigente scolastico del “Volta”

Un gruppo di docenti con al centro la dirigente del “Cena”

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QuandoLa magia dei Piccoli Teatri

Vivono di passione e capacità di coinvolgere

noncontanole dimensioni

Dall’aperto al chiuso, dalle platee con migliaia di poltrone a piccoli salotti da una trentina di sedie, il teatro è sempre il teatro, con tutto il suo fa-scino, la sua storia, i suoi signifi cati. Ma proprio il suo signifi cato, più intrinseco, più catartico, più vero, lon-tano dalle luci della ribalta, dai grandi palcoscenici cal-pestati dai nomi altisonanti del jet set, quelli che solo mettendoli in cartellone assicurano una sfi lza di repli-che da migliaia di spettatori in sala, si esprime quando le dimensioni del tutto sono ridotte; quando l’attore è lì a pochi passi dallo spettatore, è lì che forse, ancor di più, la magia del teatro si sprigiona in tutta la sua forza. Uno spettacolo vivente, che coinvolge a tal punto che, se fatto bene, porta lo spettatore ad astrarsi dalla propria realtà di tutti i giorni perché si ritrova immer-so nell’azione cui sta assistendo e partecipando anche emotivamente. I colori, i suoni, gli odori del palcosce-

di LUCA MORAZZANO

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QuandoLa magia dei Piccoli Teatri

Vivono di passione e capacità di coinvolgere

noncontanole dimensioni

Dall’aperto al chiuso, dalle platee con migliaia di poltrone a piccoli salotti da una trentina di sedie, il teatro è sempre il teatro, con tutto il suo fa-scino, la sua storia, i suoi signifi cati. Ma proprio il suo signifi cato, più intrinseco, più catartico, più vero, lon-tano dalle luci della ribalta, dai grandi palcoscenici cal-pestati dai nomi altisonanti del jet set, quelli che solo mettendoli in cartellone assicurano una sfi lza di repli-che da migliaia di spettatori in sala, si esprime quando le dimensioni del tutto sono ridotte; quando l’attore è lì a pochi passi dallo spettatore, è lì che forse, ancor di più, la magia del teatro si sprigiona in tutta la sua forza. Uno spettacolo vivente, che coinvolge a tal punto che, se fatto bene, porta lo spettatore ad astrarsi dalla propria realtà di tutti i giorni perché si ritrova immer-so nell’azione cui sta assistendo e partecipando anche emotivamente. I colori, i suoni, gli odori del palcosce-

di LUCA MORAZZANO

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nico, gli arrivano senza fi ltri, così come le emozioni e le trame portate in scena dagli attori. Il teatro del resto, nasce proprio per coinvolgere e tramite questo coinvolgimento per insegnare. Nell’antica Grecia, pa-tria del teatro, gli spettacoli si svolgevano all’aperto e a parteciparvi in qualità di pubblico era l’intera popo-lazione della polis. All’inizio il dialogo tra un attore e il coro, poi la presenza di vari attori in maschera, met-tevano in scena storie che avevano per protagonisti personaggi tratti dai miti e dalle leggende. Ma queste storie avevano sempre un fi ne morale, di richiamare l’attenzione e la rifl essione su una questione particola-re. Proprio questa funzione catartica è quella espressa al giorno d’oggi, forse più nei piccoli teatri di perife-ria che non sui grandi palcoscenici ‘contaminati’ pure quelli dal business e dalle esigenze commerciali. Sono le storie messe in scena da attori per passione, non professionisti, che durante la loro vita di tutti i giorni svolgono mille altri mestieri, salvo poi ritrovarsi in-sieme, sotto l’insegna di una compagnia, per coltiva-re la passione per il teatro, leggere e penetrare opere immortali di grandi fi rme, ma anche scritti di autori semi sconosciuti ma comunque profondi e permeanti. E poi le prove, serate passate ad ottimizzare i tempi, a studiare gli accorgimenti tecnici, a ripassare le bat-tute in attesa di andare in scena per il culmine della loro passione: dare vita, anche solo per una sera, ai personaggi di cui vestono i panni e assumono le sem-bianze in tutto e per tutto. Ce ne sono anche a Latina di teatri tinti di queste atmosfere e di questa magia. Se a fare notizia infatti, sono gli spettacoli in scena sui palcoscenici più blasonati del capoluogo, con nomi di attori famosi, spesso a metà tra il teatro e la tv, pronti ad esibirsi davanti agli oltre settecento posti stracolmi del teatro comunale D’Annunzio, o ai quasi cinquecen-to del Teatro Moderno, ai trecento e passa del Cafaro, ci sono altri piccoli palcoscenici sparsi qua e là per La-tina che danno spazio e possibilità a tante compagnie amatoriali o semi professionistiche di portare in scena i loro sforzi.

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nico, gli arrivano senza fi ltri, così come le emozioni e le trame portate in scena dagli attori. Il teatro del resto, nasce proprio per coinvolgere e tramite questo coinvolgimento per insegnare. Nell’antica Grecia, pa-tria del teatro, gli spettacoli si svolgevano all’aperto e a parteciparvi in qualità di pubblico era l’intera popo-lazione della polis. All’inizio il dialogo tra un attore e il coro, poi la presenza di vari attori in maschera, met-tevano in scena storie che avevano per protagonisti personaggi tratti dai miti e dalle leggende. Ma queste storie avevano sempre un fi ne morale, di richiamare l’attenzione e la rifl essione su una questione particola-re. Proprio questa funzione catartica è quella espressa al giorno d’oggi, forse più nei piccoli teatri di perife-ria che non sui grandi palcoscenici ‘contaminati’ pure quelli dal business e dalle esigenze commerciali. Sono le storie messe in scena da attori per passione, non professionisti, che durante la loro vita di tutti i giorni svolgono mille altri mestieri, salvo poi ritrovarsi in-sieme, sotto l’insegna di una compagnia, per coltiva-re la passione per il teatro, leggere e penetrare opere immortali di grandi fi rme, ma anche scritti di autori semi sconosciuti ma comunque profondi e permeanti. E poi le prove, serate passate ad ottimizzare i tempi, a studiare gli accorgimenti tecnici, a ripassare le bat-tute in attesa di andare in scena per il culmine della loro passione: dare vita, anche solo per una sera, ai personaggi di cui vestono i panni e assumono le sem-bianze in tutto e per tutto. Ce ne sono anche a Latina di teatri tinti di queste atmosfere e di questa magia. Se a fare notizia infatti, sono gli spettacoli in scena sui palcoscenici più blasonati del capoluogo, con nomi di attori famosi, spesso a metà tra il teatro e la tv, pronti ad esibirsi davanti agli oltre settecento posti stracolmi del teatro comunale D’Annunzio, o ai quasi cinquecen-to del Teatro Moderno, ai trecento e passa del Cafaro, ci sono altri piccoli palcoscenici sparsi qua e là per La-tina che danno spazio e possibilità a tante compagnie amatoriali o semi professionistiche di portare in scena i loro sforzi.

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Nemmeno cento posti di capienza, un palco adattabile a seconda delle esigenze, scenografi e presenti solo all’evenienza e una connotazione simile ad una scatola nera in cui tutto può accadere; è l’identikit del teatro Operaprima. Il teatro Opera-prima, situato in via dei Cappucci-ni, non ha nemmeno dieci anni di vita ed è nato grazie all’impegno dell’omonima compagnia che nel 2005 adottò questo capannone si-tuato nella zona sud del capoluo-go pontino, prima utilizzato come deposito di materiale, per renderlo uno spazio teatrale. Si tratta nello specifi co, di un capannone di circa centocinquanta metri quadrati che si è trasformato, grazie al lavoro dell’intera compagnia, in una sala teatrale che ospita rassegne, con-certi, laboratori teatrali e seminari. Il palco è costituito da una pedana di legno di circa quaranta metri quadrati, ampliabile all’occorrenza, mentre la gradinata per il pubblico ospita circa settanta persone ma a sua volta è retraibile per consentire l’ampliamento dello spazio scenico e un cambio di prospettiva visiva. Un unico camerino per tutti gli attori senza stelle e prime donne, ma tutti pari accumunati appunto da un’unica passione teatrale. Le luci sono posizionate su tubi inno-centi e coprono tutta la superfi cie scenica assolvendo alla funzione di americane a quattro metri e mezzo di altezza. La sala regia si trova in posizione alta e decentrata rispetto alla frontalità del palcoscenico, su un soppalco sul lato destro della sala, ma che consente comunque un’ottima visione dell’azione sceni-ca.

Vive una realtà assai particolare il Teatro Ponchielli che rientra tra le strutture che compongono l’Istitu-to Comprensivo Alessandro Volta. La gestione quindi è affi data alla direzione della scuola che al suo in-terno svolge laboratori e seminari, ma allo stesso tempo la mette a di-sposizione degli interessati anche per iniziative provenienti dall’e-

L’esempio dell’Operaprima

Ponchiellisipario sullascuola

sterno. Lo scorso anno, infatti, pro-prio il palco del Teatro Ponchelli ha ospitato l’intero cartellone degli spettacoli inseriti nella stagione FITA (Federazione italiana teatro amatori). Per usufruire del teatro si può pre-sentare regolare richiesta presso la segreteria della scuola Alessandro Volta e mettersi poi d’accordo sulle modalità. E’ previsto il pagamento di una cifra per le spese di gestione ed utilizzo dei locali e delle strut-ture presenti. Oltre alla platea di circa 180 posti, la struttura, dotata di ampi e comodi camerini è com-posta anche da un palco attrezzato

con tanto di impianto luci e suono coordinato attraverso un mixer col-locato in cabina di regia. L’ingresso è autonomo rispetto a quello della scuola e il parcheggio molto ampio.

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Nemmeno cento posti di capienza, un palco adattabile a seconda delle esigenze, scenografi e presenti solo all’evenienza e una connotazione simile ad una scatola nera in cui tutto può accadere; è l’identikit del teatro Operaprima. Il teatro Opera-prima, situato in via dei Cappucci-ni, non ha nemmeno dieci anni di vita ed è nato grazie all’impegno dell’omonima compagnia che nel 2005 adottò questo capannone si-tuato nella zona sud del capoluo-go pontino, prima utilizzato come deposito di materiale, per renderlo uno spazio teatrale. Si tratta nello specifi co, di un capannone di circa centocinquanta metri quadrati che si è trasformato, grazie al lavoro dell’intera compagnia, in una sala teatrale che ospita rassegne, con-certi, laboratori teatrali e seminari. Il palco è costituito da una pedana di legno di circa quaranta metri quadrati, ampliabile all’occorrenza, mentre la gradinata per il pubblico ospita circa settanta persone ma a sua volta è retraibile per consentire l’ampliamento dello spazio scenico e un cambio di prospettiva visiva. Un unico camerino per tutti gli attori senza stelle e prime donne, ma tutti pari accumunati appunto da un’unica passione teatrale. Le luci sono posizionate su tubi inno-centi e coprono tutta la superfi cie scenica assolvendo alla funzione di americane a quattro metri e mezzo di altezza. La sala regia si trova in posizione alta e decentrata rispetto alla frontalità del palcoscenico, su un soppalco sul lato destro della sala, ma che consente comunque un’ottima visione dell’azione sceni-ca.

Vive una realtà assai particolare il Teatro Ponchielli che rientra tra le strutture che compongono l’Istitu-to Comprensivo Alessandro Volta. La gestione quindi è affi data alla direzione della scuola che al suo in-terno svolge laboratori e seminari, ma allo stesso tempo la mette a di-sposizione degli interessati anche per iniziative provenienti dall’e-

L’esempio dell’Operaprima

Ponchiellisipario sullascuola

sterno. Lo scorso anno, infatti, pro-prio il palco del Teatro Ponchelli ha ospitato l’intero cartellone degli spettacoli inseriti nella stagione FITA (Federazione italiana teatro amatori). Per usufruire del teatro si può pre-sentare regolare richiesta presso la segreteria della scuola Alessandro Volta e mettersi poi d’accordo sulle modalità. E’ previsto il pagamento di una cifra per le spese di gestione ed utilizzo dei locali e delle strut-ture presenti. Oltre alla platea di circa 180 posti, la struttura, dotata di ampi e comodi camerini è com-posta anche da un palco attrezzato

con tanto di impianto luci e suono coordinato attraverso un mixer col-locato in cabina di regia. L’ingresso è autonomo rispetto a quello della scuola e il parcheggio molto ampio.

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Sono tantissime le compagnie te-atrali composte da attori non pro-fessionisti. Si tratta di persone che nel quotidiano svolgono i mestieri più svariati, ma che con cadenza regolare si ritrovano e si incontra-no accomunati dalla passione per il teatro. Spinti da una passione giovanile, oppure sorta già in età adulta, han-no seguito corsi di recitazione, op-pure hanno cercato di arrangiarsi all’arte drammatica in maniera au-tonoma, ma comunque non fanno dell’essere attori una professione bensì un diletto che non per questo gli impedisce di creare compagnie capaci di mettere in scena degli spettacoli teatrali anche assai inte-ressanti ed articolati. Il movimento di cui stiamo parlando è assai vasto tanto che in Italia esiste addirittura una federazione che tenta di rac-chiudere e coordinare le varie real-tà di teatro amatoriale. E’ la FITA (Federazione Italiana Te-atro Amatori), che anche quest’an-no presenta a Latina la sua stagio-ne nata sotto la direzione artistica di Gabriele Sanges. A dire il vero, quest’anno, dopo anni sui picco-li palcoscenici, gli spettacoli FITA tornano al Teatro Cafaro, ma ciò non cambia lo status degli attori delle compagnie che con i loro spet-tacoli compongono il calendario, ri-gorosamente non professionisti. In più, come per tutte le altre edizioni passate, gli incassi, tolte le spese di allestimento, andranno in benefi -cenza a favore delle associazioni di volontariato di Latina.

Esiste a Sezze un teatro piccolissi-mo, ricavato in pieno centro stori-co, all’interno di un palazzo, dalla passione dei componenti della com-pagnia Matutateatro, ovvero Titta Ceccano e Julia Borretti, teatranti provenienti da esperienze diverse che si trovano attorno ad un pro-getto di teatro creativo che vede sempre l’attore al centro della cre-azione. Il MAT è un piccolo teatro laborato-

FITAla Federazionedel teatroamatoriale

Nei dintorni:il Mat di Sezze

rio nel centro storico di Sezze dove Matutateatro propone ogni anno una stagione teatrale ospitando compagnie provenienti da tutto il territorio nazionale, confermando-si così una realtà viva e profonda-mente impegnata nel luogo dove ha scelto di affondare le proprie radici. Il tutto in una dimensione davvero intima, meno di cinquanta posti, che però assicurano allo spettatore un coinvolgimento davvero totale.

Teatro Comunale Gabriele D’AnnunzioVia Umberto I, 04100 - Latinatel 0773.652626 / 0773.652627753 posti

Teatro Moderno Don BoscoVia Sisto V, 04100 - Latinatel 0773471928 419 spettatori

Teatro Armando CafaroPiccolo

Viale XXI Aprile, 04100 - Latina (LT)tel 0773652642 n° 334 posti

Operaprima TeatroVia dei Capuccini, 04100 - Latina tel 077326872770 posti

Teatro PonchielliVia Ponchielli, 04100 - Latina Tel 0773693372circa 200 posti

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Sono tantissime le compagnie te-atrali composte da attori non pro-fessionisti. Si tratta di persone che nel quotidiano svolgono i mestieri più svariati, ma che con cadenza regolare si ritrovano e si incontra-no accomunati dalla passione per il teatro. Spinti da una passione giovanile, oppure sorta già in età adulta, han-no seguito corsi di recitazione, op-pure hanno cercato di arrangiarsi all’arte drammatica in maniera au-tonoma, ma comunque non fanno dell’essere attori una professione bensì un diletto che non per questo gli impedisce di creare compagnie capaci di mettere in scena degli spettacoli teatrali anche assai inte-ressanti ed articolati. Il movimento di cui stiamo parlando è assai vasto tanto che in Italia esiste addirittura una federazione che tenta di rac-chiudere e coordinare le varie real-tà di teatro amatoriale. E’ la FITA (Federazione Italiana Te-atro Amatori), che anche quest’an-no presenta a Latina la sua stagio-ne nata sotto la direzione artistica di Gabriele Sanges. A dire il vero, quest’anno, dopo anni sui picco-li palcoscenici, gli spettacoli FITA tornano al Teatro Cafaro, ma ciò non cambia lo status degli attori delle compagnie che con i loro spet-tacoli compongono il calendario, ri-gorosamente non professionisti. In più, come per tutte le altre edizioni passate, gli incassi, tolte le spese di allestimento, andranno in benefi -cenza a favore delle associazioni di volontariato di Latina.

Esiste a Sezze un teatro piccolissi-mo, ricavato in pieno centro stori-co, all’interno di un palazzo, dalla passione dei componenti della com-pagnia Matutateatro, ovvero Titta Ceccano e Julia Borretti, teatranti provenienti da esperienze diverse che si trovano attorno ad un pro-getto di teatro creativo che vede sempre l’attore al centro della cre-azione. Il MAT è un piccolo teatro laborato-

FITAla Federazionedel teatroamatoriale

Nei dintorni:il Mat di Sezze

rio nel centro storico di Sezze dove Matutateatro propone ogni anno una stagione teatrale ospitando compagnie provenienti da tutto il territorio nazionale, confermando-si così una realtà viva e profonda-mente impegnata nel luogo dove ha scelto di affondare le proprie radici. Il tutto in una dimensione davvero intima, meno di cinquanta posti, che però assicurano allo spettatore un coinvolgimento davvero totale.

Teatro Comunale Gabriele D’AnnunzioVia Umberto I, 04100 - Latinatel 0773.652626 / 0773.652627753 posti

Teatro Moderno Don BoscoVia Sisto V, 04100 - Latinatel 0773471928 419 spettatori

Teatro Armando CafaroPiccolo

Viale XXI Aprile, 04100 - Latina (LT)tel 0773652642 n° 334 posti

Operaprima TeatroVia dei Capuccini, 04100 - Latina tel 077326872770 posti

Teatro PonchielliVia Ponchielli, 04100 - Latina Tel 0773693372circa 200 posti

i teatri di Latina

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A cura della Farmacia Farina

ZERO POSITIVORubrica medico-scientifi ca

Alimentazione e gravidanza

L’alimentazione costituisce per tut-ti gli individui una necessità vitale con condizionamenti anche psico-logici e culturali. Essa è fortemen-te legata a tradizioni, storia e cul-tura territoriale con cui dobbiamo confrontarci acquisendo corrette abitudini alimentari, frutto di una condivisione tra vecchie e nuove conoscenze scientifi che. I bisogni dell’organismo variano in relazio-ne a diversi fattori quali l’età, il sesso, l’attività lavorativa e/o fi sica, i periodi fi siologici che attraversia-mo e soprattutto nella donna, la gravidanza, l’allattamento, la me-nopausa. Durante la gravidanza il benessere del bambino dipende dalla salute fi -sica e mentale della madre per tut-to il periodo gestazionale. Pertanto partendo dalla premessa che ogni donna ha un bisogno alimentare di-verso da un’altra, non può esistere una dieta che vada bene per tutte, ma occorre tenere conto dello stato di salute e del peso iniziale. Gene-ralmente la dieta ottimale è di tipo mediterraneo con la giusta quan-tità di carboidrati ma arricchita di proteine, vitamine e sali minerali. In generale le proteine (contenute nel latte, uova, carne rossa e bian-ca, pesce) dovrebbero subire un incremento di circa grammi 10/ die al fi ne di assicurare il giusto accre-scimento tissutale materno e fetale come pure le vitamine, il calcio e sali minerali. Per i lipidi e i carboi-drati non occorre alcuna variazio-ne, piuttosto bisogna tenere sotto controllo la quantità, preferendo il consumo di lipidi di origine vegeta-le da utilizzare crudi (ricchi di acidi grassi monoinsaturi ed essenziali) e dei carboidrati complessi anche integrali limitando il consumo di dolci e zuccheri semplici. Vista l’aumentata richiesta del fer-

ro durante tutto il periodo gesta-zionale è indispensabile un moni-toraggio ematico continuo ed un supplemento di circa il 30 - 60 mg al giorno nell’ultimo trimestre tal-volta diffi cili da garantire con la sola alimentazione abituale, infatti è necessario seguire i consigli del proprio medico di fi ducia.Riassumendo per una donna sana si consiglia: proteine +15%, fosfo-ro +50%, calcio +50%. È inoltre indispensabile associare ad ogni pasto una buona quantità di verdu-re ed ortaggi cotti (soprattutto se la donna dovesse risultare negati-va al test della toxoplasmosi) legu-mi, frutta fresca, acqua (necessaria ad eliminare anche le scorie del feto) ed olio crudo. Il motto è cucinare semplice esclu-dendo fritture, soffritti e salse pic-canti, carne poco cotta, i frutti di mare crudi, le uova crude e alimen-ti crudi in genere (creme, ricotta, maionese), sostanze nervine (caffè, tè, coca cola).Ovviamente vietato l’uso di alcolici (vino, birra), superalcolici e siga-rette.Per i suggerimenti anti-nausea si consigliano cibi secchi croccanti tipo fette biscottate e pane tostato ed evitare quelli ricchi di acqua o liquidi. Questi accorgimenti aiuta-no a superare la crisi mattutina e a poter assumere cibi tradizionali nel resto della giornata.

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eventieventiFebbraioMartedi 5 Promo Galenic (-15%); Analisi gratuita del capello e Promo Renè Furterer (-20%)Venerdi 8 Make Up gratuito Isadora (-15%)Venerdi 15 Promo Lierac (-20%)Martedi 19 Trattamento gratuito La Roche Posay (-20%)Venerdi 22 Promo Roger&Gallet (-20%)

MarzoVenerdi 1 Promo e Trattamento viso gratuito NUXE (-20%)

Preparazioni galeniche // omeopatia // dermocosmesiveterinaria // autoanalisi // vasto reparto celiachia

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Farmacia Dott. FarinaLATINA Via Andrea Doria, 11 (dietro Facoltà di Ingegneria)

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A cura della Farmacia Farina

ZERO POSITIVORubrica medico-scientifi ca

Alimentazione e gravidanza

L’alimentazione costituisce per tut-ti gli individui una necessità vitale con condizionamenti anche psico-logici e culturali. Essa è fortemen-te legata a tradizioni, storia e cul-tura territoriale con cui dobbiamo confrontarci acquisendo corrette abitudini alimentari, frutto di una condivisione tra vecchie e nuove conoscenze scientifi che. I bisogni dell’organismo variano in relazio-ne a diversi fattori quali l’età, il sesso, l’attività lavorativa e/o fi sica, i periodi fi siologici che attraversia-mo e soprattutto nella donna, la gravidanza, l’allattamento, la me-nopausa. Durante la gravidanza il benessere del bambino dipende dalla salute fi -sica e mentale della madre per tut-to il periodo gestazionale. Pertanto partendo dalla premessa che ogni donna ha un bisogno alimentare di-verso da un’altra, non può esistere una dieta che vada bene per tutte, ma occorre tenere conto dello stato di salute e del peso iniziale. Gene-ralmente la dieta ottimale è di tipo mediterraneo con la giusta quan-tità di carboidrati ma arricchita di proteine, vitamine e sali minerali. In generale le proteine (contenute nel latte, uova, carne rossa e bian-ca, pesce) dovrebbero subire un incremento di circa grammi 10/ die al fi ne di assicurare il giusto accre-scimento tissutale materno e fetale come pure le vitamine, il calcio e sali minerali. Per i lipidi e i carboi-drati non occorre alcuna variazio-ne, piuttosto bisogna tenere sotto controllo la quantità, preferendo il consumo di lipidi di origine vegeta-le da utilizzare crudi (ricchi di acidi grassi monoinsaturi ed essenziali) e dei carboidrati complessi anche integrali limitando il consumo di dolci e zuccheri semplici. Vista l’aumentata richiesta del fer-

ro durante tutto il periodo gesta-zionale è indispensabile un moni-toraggio ematico continuo ed un supplemento di circa il 30 - 60 mg al giorno nell’ultimo trimestre tal-volta diffi cili da garantire con la sola alimentazione abituale, infatti è necessario seguire i consigli del proprio medico di fi ducia.Riassumendo per una donna sana si consiglia: proteine +15%, fosfo-ro +50%, calcio +50%. È inoltre indispensabile associare ad ogni pasto una buona quantità di verdu-re ed ortaggi cotti (soprattutto se la donna dovesse risultare negati-va al test della toxoplasmosi) legu-mi, frutta fresca, acqua (necessaria ad eliminare anche le scorie del feto) ed olio crudo. Il motto è cucinare semplice esclu-dendo fritture, soffritti e salse pic-canti, carne poco cotta, i frutti di mare crudi, le uova crude e alimen-ti crudi in genere (creme, ricotta, maionese), sostanze nervine (caffè, tè, coca cola).Ovviamente vietato l’uso di alcolici (vino, birra), superalcolici e siga-rette.Per i suggerimenti anti-nausea si consigliano cibi secchi croccanti tipo fette biscottate e pane tostato ed evitare quelli ricchi di acqua o liquidi. Questi accorgimenti aiuta-no a superare la crisi mattutina e a poter assumere cibi tradizionali nel resto della giornata.

Un cocktail di proteine, fosforo e calcio

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PENDOLARECHE NON

SEI ALTRO

Ogni giorno alla stazione di Latina Scalo oltre diecimila persone aspettano un treno per Roma. Che talvolta neanche arriva

Una folle corsa ad ostacoli, tra l’ossessione cronica del ritardo e lo spettro di un altro 13 marzo

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PENDOLARECHE NON

SEI ALTRO

Ogni giorno alla stazione di Latina Scalo oltre diecimila persone aspettano un treno per Roma. Che talvolta neanche arriva

Una folle corsa ad ostacoli, tra l’ossessione cronica del ritardo e lo spettro di un altro 13 marzo

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ra costretti ad attraversare i binari perché il treno si è fermato prima. Eccoli i pendolari, quelli che paga-no regolarmente il biglietto o l’ab-bonamento e poi ascoltano lo spea-ker annunciare “Trenitalia si scusa per il ritardo”, e chissenefrega di impegni lavorativi saltati, appun-tamenti, esami e quant’altro. Eccoli i pendolari, strappati al sonno per arrivare puntuali all’appuntamento con il treno che invece giunge con i

soliti 20 minuti di ritardo se ti dice bene, manco fosse una bella ragaz-za. Rieccoli i pendolari, il giorno dopo sono ancora lì anche perché non potrebbero essere da nessuna altra parte, neanche dopo il funesto 13 marzo 2012. E’ quella la data che nessun viaggiatore scorderà mai, quando dalla stazione Ter-mini la circolazione per Latina fu interrotta dalle 17.30 alla 23 con annunci di ritardo balbettanti ogni

20 minuti, con la gente ammassata dentro i treni strapieni e fermi al binario con l’illusione che il con-voglio sarebbe partito nel giro di pochi minuti. L’amara verità arrivò anch’essa in ritardo: una carrozza guasta era ferma a Roma Casilina e gli occupanti di quel convoglio, esasperati, erano scesi sui binari. Tragicomica l’adduzione delle moti-vazioni da parte del personale FS: un rosario di cause-effetto, spesso

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Si alzano la mattina prestissimo, si sobbarcano un viaggio che li porta nel posto di lavoro o di studio già stressati ancor prima di comincia-re la giornata. Occhi piegati dal sonno e mani in qualche tasca, ec-coli i “pendolari” della tratta Lati-na - Roma, quell’esercito di oltre 10 mila persone che ogni giorno invade la stazione di Latina Scalo e che tra le 7 e le 9 salta su un convo-glio diretto a Roma Termini per poi fare ritorno in serata nel capoluogo Pontino. Un torpedone di soldatini che percorrono in auto o in auto-bus i 14 km che separano il centro città dalla stazione e imprecano per un semaforo rosso o un veico-lo lento sulla strada e per tutto ciò che rischia di far saltare la tabella di marcia. Alcune volte riescono a fare colazione con il treno già in ar-rivo, bevendo un cappuccino in un unico sorso e divorando il cornet-

to in due bocconi. Costretti a rag-giungere l’agognata meta in con-dizioni inverosimili, stipati come sardine, in piedi, in carrozze spor-che e puzzolenti, rumorosissime, con le porte rotte. Dormono anche in piedi, come i cavalli, appoggiati ad una maniglia di una porta con su scritto “vietato appoggiarsi”, ma sono talmente schiacciati l’u-no sull’altro che non c’è possibilità che cadano. Se poi qualcuno ha la sfortuna di dover andare in bagno meglio lasciar perdere e trattene-re le proprie impellenze corporee:

i servizi igienici funzionanti sono pochissimi, e quelli che ci sono… beh… occorre trattenere il fi ato e restare in apnea per tutto il tem-po. E poi guai a toccare qualcosa, neanche per errore, anche Mastro Lindo si arrenderebbe ad un simile lerciume. Eccoli dunque i pendola-ri, litri di amuchina e disinfettan-ti vari per purifi carsi le mani, rese appiccicose dal sudiciume altrui, abituati a cronici ritardi che cer-cano di recuperare correndo per raggiungere il successivo mezzo di trasporto, in alcuni casi addirittu-

di GIACOMO REGGIANI

DORMONO ANCHE IN PIEDI,COME I CAVALLI,

APPOGGIATI AD UNA MANIGLIADI UNA PORTA CON SU SCRITTO

“VIETATO APPOGGIARSI”

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ra costretti ad attraversare i binari perché il treno si è fermato prima. Eccoli i pendolari, quelli che paga-no regolarmente il biglietto o l’ab-bonamento e poi ascoltano lo spea-ker annunciare “Trenitalia si scusa per il ritardo”, e chissenefrega di impegni lavorativi saltati, appun-tamenti, esami e quant’altro. Eccoli i pendolari, strappati al sonno per arrivare puntuali all’appuntamento con il treno che invece giunge con i

soliti 20 minuti di ritardo se ti dice bene, manco fosse una bella ragaz-za. Rieccoli i pendolari, il giorno dopo sono ancora lì anche perché non potrebbero essere da nessuna altra parte, neanche dopo il funesto 13 marzo 2012. E’ quella la data che nessun viaggiatore scorderà mai, quando dalla stazione Ter-mini la circolazione per Latina fu interrotta dalle 17.30 alla 23 con annunci di ritardo balbettanti ogni

20 minuti, con la gente ammassata dentro i treni strapieni e fermi al binario con l’illusione che il con-voglio sarebbe partito nel giro di pochi minuti. L’amara verità arrivò anch’essa in ritardo: una carrozza guasta era ferma a Roma Casilina e gli occupanti di quel convoglio, esasperati, erano scesi sui binari. Tragicomica l’adduzione delle moti-vazioni da parte del personale FS: un rosario di cause-effetto, spesso

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contraddittorie, che spaziavano dal guasto alla linea, al malore di un viaggiatore, alla necessità di fare una manovra all’altezza della sta-zione di Torricola, in una parola il caos totale e l’impossibilità di fare ogni previsione circa l’orario del ri-torno a casa, da dove madri, mogli e fi gli erano in constante contatto telefonico con i loro familiari “se-questrati”. Eccoli i pendolari, quelli che a vol-te sembrano provare ammirazione per la sconfi nata fantasia dei dipen-denti Trenitalia, in grado di elabo-rare le più variegate e stravaganti motivazioni per ritardi, frenate im-provvise, abbandoni del treno in mezzo alla campagna, suicidi e chi più ne ha più ne metta.Ma quanto costa essere pendolare ed usufruire di questo “eccellente”

servizio? Dipende, ci sono varie soluzioni. Per un Birg (Biglietto Integrato Regionale Giornaliero), valido solo per i regionali andata e ritorno ed i mezzi pubblici di Roma, il costo è di 12 euro. L’analogo abbo-namento mensile è stato aumentato di recente da 79 euro agli attuali 91 euro. L’abbonamento annuale inve-ce viene a costare 590,80 euro da pagare subito in unica soluzione e in contanti. Se si vuole usufruire anche dei tre-ni Intercity occorre munirsi anche della Carta Lazio, al costo di 150 euro annui oltre il normale abbona-mento, senza però avere diritto ad un posto a sedere. Spesso poi nel-le carrozze Intercity anche i posti disponibili sono off limits, in quan-to gli scompartimenti da sei posti vengono occupati da soli due viag-

giatori che, levate scarpe e calzini, si adagiano completamente fi no a mettere i loro piedi sul cuscino ri-masto libero e senza che i controllo-ri intervengano per porre rimedio. A quel punto, meglio scegliere il male minore, cioè il viaggio in pie-di, piuttosto che rimanere asfi ssia-ti. Salutate i pendolari e non ditegli mai che nella vita i treni passano una volta sola.Eccoli i pendolari, tribune politi-che inprovvisate che fi niscono con “tanto sono tutti uguali”, conoscen-ze interessanti che nascono e muo-iono in quaranta minuti, altre che si trasformano,sfoghi su colleghi e professori segretati in una carrozza e che non usciranno mai fuori dai binari, e non importa in quale sta-zione sei, il controllare parla sem-pre napoletano.

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le categoriedei pendolari

All’interno di questo vasto e sco-raggiante panorama, non tutti i pendolari reagiscono alle avversità alla stessa maniera, ma si possono raggruppare in almeno quattro tipi:

Il brontolone: è colui che al primo segnale negativo, alcune volte ancor prima che esso si verifi chi, sbotta e con tono sul depresso andante dice “sempre la solita storia”, “ma come si fa” “Chissà tra quanto arrivere-mo”, trasmettendo l’ansia anche a chi si ripete come un mantra “devo stare calmo, devo stare calmo, devo aspettare prima di innervosirmi”… Solitamente i brontoloni frequenta-no loro simili e il viaggio trascorre tra un lamento ed un’invettiva fi no a destinazione.

Il rivoluzionario: Pendolare dotato di forte carisma che cerca di trasci-nare gli altri colleghi a cambiare lo stato delle cose. Vive ogni contrat-tempo come una profonda ingiusti-zia e invita a non pagare il biglietto come forma di protesta. E’ il primo in situazioni critiche ad andare dal controllore e ad urlargli tutta la sua rabbia

Il rassegnato: Pendolare solitamen-te di lungo corso, dotato di un triste abbonamento annuale, che non si scompone mai. Del tutto indifferen-te agli annunci dei ritardi, che per lui sono normale routine, viaggia seduto o in piedi, su qualsiasi tipo di treno, in ogni circostanza.

L’allegrone: Pendolare che vive il viaggio tra Latina e Roma come fosse la partenza per le vacanze estive, che riesce a trovare diver-tenti tutti i disagi che Trenitalia gli procura, e reagisce con grasse risate agli annunci. In genere giovane ed in compagnia . Spesso inviso alla categoria brontoloni e rivoluzionari, lega molto con i rassegnati. Ten-denzialmente destinato al cambio di categoria nel giro di breve periodo.

All’interno di questo vasto e sco-raggiante panorama, non tutti i pendolari reagiscono alle avversità alla stessa maniera, ma si possono

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contraddittorie, che spaziavano dal guasto alla linea, al malore di un viaggiatore, alla necessità di fare una manovra all’altezza della sta-zione di Torricola, in una parola il caos totale e l’impossibilità di fare ogni previsione circa l’orario del ri-torno a casa, da dove madri, mogli e fi gli erano in constante contatto telefonico con i loro familiari “se-questrati”. Eccoli i pendolari, quelli che a vol-te sembrano provare ammirazione per la sconfi nata fantasia dei dipen-denti Trenitalia, in grado di elabo-rare le più variegate e stravaganti motivazioni per ritardi, frenate im-provvise, abbandoni del treno in mezzo alla campagna, suicidi e chi più ne ha più ne metta.Ma quanto costa essere pendolare ed usufruire di questo “eccellente”

servizio? Dipende, ci sono varie soluzioni. Per un Birg (Biglietto Integrato Regionale Giornaliero), valido solo per i regionali andata e ritorno ed i mezzi pubblici di Roma, il costo è di 12 euro. L’analogo abbo-namento mensile è stato aumentato di recente da 79 euro agli attuali 91 euro. L’abbonamento annuale inve-ce viene a costare 590,80 euro da pagare subito in unica soluzione e in contanti. Se si vuole usufruire anche dei tre-ni Intercity occorre munirsi anche della Carta Lazio, al costo di 150 euro annui oltre il normale abbona-mento, senza però avere diritto ad un posto a sedere. Spesso poi nel-le carrozze Intercity anche i posti disponibili sono off limits, in quan-to gli scompartimenti da sei posti vengono occupati da soli due viag-

giatori che, levate scarpe e calzini, si adagiano completamente fi no a mettere i loro piedi sul cuscino ri-masto libero e senza che i controllo-ri intervengano per porre rimedio. A quel punto, meglio scegliere il male minore, cioè il viaggio in pie-di, piuttosto che rimanere asfi ssia-ti. Salutate i pendolari e non ditegli mai che nella vita i treni passano una volta sola.Eccoli i pendolari, tribune politi-che inprovvisate che fi niscono con “tanto sono tutti uguali”, conoscen-ze interessanti che nascono e muo-iono in quaranta minuti, altre che si trasformano,sfoghi su colleghi e professori segretati in una carrozza e che non usciranno mai fuori dai binari, e non importa in quale sta-zione sei, il controllare parla sem-pre napoletano.

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Addio pancia!Fino a 8 cm in 4 settimane con il metodo brevettato di Airpressure BodyformingSano naturale e veloce!Il massaggio a pressione alternata di Slim Belly favorisce la circolazionesanguigna in particolar modo interessando il tessuto cutaneo e lo stratolipidico. Insieme all’allenamento cardio, in combinazione con una alimentazione equilibrata si ottengono successi visibili.

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02.2013 | NUMERO ZERO | 72

Step and go, la magia del fi t walkingIl Fitness Club offre una vasta gamma di opportunità ai suoi clienti

di PASQUALE DE ROSA

ZERO TITULIRubrica di Sport

“E’ come una grande famiglia, ci si allena in compagnia e si cura il proprio corpo facendo attenzione principalmente alla salute”. Sono le parole di Sabi, proprietario della palestra Fitness Club che si trova in via Stura 2, la traversa di Via Piave di fronte a Sport 85. Il Fit-ness Club offre una vasta gamma di opportunità alla sua clientela che può trovare diverse soluzioni di allenamento adatte a tutti. I servizi sono molteplici e a comin-ciare dai giorni di apertura: la pa-lestra è aperta tutto l’anno, anche nei giorni festivi con tanto di corsi programmati insieme all’istruttore Sabi. Poi ci sono gli orari che van-no incontro all’esigenze di chiun-que: l’apertura è fi ssata per le sette e la chiusura avviene a mezzanotte. Una comodità eccezionale per chi vuole iniziare la giornata con della salutare attività fi sica nelle prime ore del mattino e per chi, al contra-rio, fi nisce tardi al lavoro e vuole scaricare in palestra le tensione e lo stress del lavoro. La sala attrezzi è rinnovata con macchinari nuovi e gli istruttori qualifi cati, con espe-rienza decennale, sono completa-mente a disposizione della clientela per soddisfare tutte le loro richie-ste ed esigenze. Poi ci sono i corsi della sala ginnastica che si susse-guono in tutte le ore della giorna-ta: spinning, red, zumba fi tness e soprattutto il Fit Walking, il pro-gramma caratteristico ed unico del Fitness Club. Il Fit Walking è una disciplina ae-robica aperta a tutti senza alcun limite d’età, non ci sono controin-dicazioni ed è semplice da esegui-re nei suoi semplici movimenti. Il

programma viene svolto a ritmo di musica, sopra un tapis roulant meccanico permettendo la stimo-lazione della circolazione perife-rica e di ottenere un allenamento completo cardiovascolare e dima-grante dai molteplici benefi ci fi sici e mentali. Il giorno dopo vi sve-glierete con una piacevole sensa-zione di benessere e leggerezza. A completare la giornata ci sono i corsi di Salsa Cubana che sono aperti a tutti e per prendervi parte non è necessaria la coppia.La grande novità del Fitness Club è il programma tedesco Slimbelly: attraverso un macchinario spe-cifi co si bruciano grassi in modo mirato. I risultati sono certifi cati e garantiti, ne vale veramente la pena.

SALA ATTREZZIPotenziamento FisicoBody BuildingPesisticaCircuito CardioProgrammi dimagranti FitwalkingSpinningArti MarzialiRedZumba

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E’ il momento di accomodarvi a tavola. Ovviamente dovrà essere apparecchiata ad hoc: i due po-sti dovranno essere uno di fi anco all’altro, le posate, i piatti e i bic-chieri belli ed eleganti così come la tovaglia. I colori dovranno essere indubbiamente il bianco e il rosso, le rose rosse simbolo dell’amore non dovranno mancare nel centro tavola e, naturalmente, almeno una dovrà essere donata a lei.

ANTIPASTOMACEDONIA DI AVOCADO AGLI SCAMPI E VALERIANELLAUn antipasto leggero e molto raffi -nato, lo scopo non è essere sazi ma godere del buon cibo e della buo-na compagnia. Non dimenticate di stappare un ottima bottiglia di vino bianco.

Ingredienti:1 avocado350 g di code di scampi70 g di valerianella1/2 limone20 g di pinoliolio evo, sale, pepe

Lessate in acqua bollente le code di scampi per circa 6 minuti. Scolate-li, lasciateli raffreddare e sguscia-teli.Tostate i pinoli in un padellino an-tiaderente e pulite la valerianella. In due piattini ponete l’insalata, sopra i pinoli e le code di gamberi.Tagliate la polpa di avocado a fet-tine lunghe e sottili e spruzzatele con il succo di limone, poi ponetele nell’insalata.In una ciotolina emulsionate olio, sale, pepe e succo di limone. Con-dite l’insalata con la vinaigrette ot-tenuta.

SECONDO PIATTOBRANZINO ALL’ARANCIA

Ingredienti:2 tranci di branzino20 g di cipolla1 arancia2 cucchiai di olio evoun rametto di timo20 g di farina1 ciuffo di prezzemolo20 g di burro1 dl di vino biancosale e pepe

Lavate l’arancia, prelevatene la scorza e spremetela.Bollite la scorza per 5 minuti, sco-latela ed immergetela in acqua fredda. Asciugatela e tagliatela a fettine sottilissime. Lavate e tritate il prezzemolo. Fate appassire la ci-polla fi nemente tritata in un tega-me con il burro, unite un cucchiaio di farina, mescolate e bagnate con il vino bianco e il succo di aran-cia. Fate sobbollire per 10 minuti,

PRIMO PIATTOCUORI AGLI SCAMPIUna pasta speciale a forma di cuore per dichiarare il vostro amore sen-za parole.

Ingredienti:150 g di pasta fresca all’uovo200 g di scampi50 g di bietoline1/2 spicchio d’aglio2 cucchiai d’olio evo1/2 scalogno, 1 uovo20 g di burro1 ciuffo di prezzemoloqualche foglia di basilicosalepepe

Per il ripieno: sgusciate gli scampi, eliminate il fi lo nero interno, lava-teli e tritateli.Lavate e asciugate le bietoline e tritatele fi nemente. Tritate lo sca-logno e fatelo appassire in un pen-tolino con l’aglio e l’olio. Aggiunge-te gli scampi e dopo due minute le bietoline. Rosolate per altri due mi-nuti. Trasferite il composto in una terrina e, quando si sarà freddato, aggiungete l’uovo, il sale e il pepe. Mescolate bene. Stendete la pasta sottile, mettete un cucchiaio di ri-pieno nella parte alta e richiudete-la su se stessa. Con un tagliapasta a forma di cuore ricavate i ravioli avendo cura di sigillarli bene, fa-cendo uscire tutta l’aria per evitare che si aprano in cottura. Fateli cuo-cere in abbondante acqua salata. In un tegamino sciogliete il burro con il basilico e il prezzemolo, un pizzi-co di sale e di pepe. Scolate i ravioli al dente e condite con il burro.

poi salate e passate tutto al mixer. Filtrate la salsa ottenuta, unite le scorze e il prezzemolo e tenete in caldo. Infarinate i tranci di pesce e dorateli nell’olio, salate e pepate.Disponete nei piatti un fondo di salsa, adagiatevi sopra i tranci di pesce e decorate con il rametto di timo.

DULCIS IN FUNDOLA TORTA DELL’AMORENon c’è niente che stimoli i sensi e accarezzi il palato e il cuore come il cioccolato e in questo dolce è il pro-tagonista assoluto. E la decorazio-ne? Romanticissima, nessuno potrà resistervi!

Ingredienti:200 g di burro400 g di cioccolato fondente al 70%300 g di zucchero di canna4 uova150 g di yogurt intero1/2 cucchiaino di aroma al rhum150 g di farina auto lievitante1/2 di cucchiaino di lievito25 g di cacao amaro100 g di zucchero a velo300 g di mascarpone150 g di pasta di zucchero bianca

Fate fondere il cioccolato a pezzetti a bagnomaria. Ammorbidite 200 g di burro in una ciotola con le fru-ste. Aggiungete lo zucchero e poi le uova. Versate lo yogurt e l’aroma al rhum, poi amalgamate con una spatola. Unite la farina, il lievito e il cacao setacciati e per ultimo il cioc-colato fuso. Versate l’impasto in tre piccole tortiere di diametro diverso. Cuocete in forno caldo a175 gradi per 45 minuti. Preparate la glassa. Fondete a bagnomaria il burro e il cioccolato rimasto. Amalgamate al cioccolato lo zuc chero a velo e il mascarpone poi fate raffreddare a temperatura ambiente. Sistemate la torta più grande su un’alzata e tra-sferite la glassa in una sac a’ poche. Montate la torta usando la glassa come colla tra uno strato e l’altro di torta. Decorate i bordi con uno o due giri di glassa. Stendete la pa-sta di zucchero e ricavate dei cuori che incollerete lungo i bordi sempre con la glassa. Terminate la superfi -cie del dolce con un sottile strato di glassa e adagiatevi due cuori leg-germente sovrapposti.

La cena è fi nita, è il momento del cadeaux, a meno che non sia picco-lo e brillante, allora fatelo trovare sotto il tovagliolo, il metodo è anti-co ma stupisce sempre!

350 g di code di scampi

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Zero scuse! Tirate fuori il meglio di voiSeducete con gusto e romanticismoA San Valentino cucinare per il partner è un grande atto di amore

di STEFANIA PUSTERLA

ZenZERORubrica di cucina

Cucinare per la persona del cuore è un grande atto d’amore e, proprio nel giorno della festa degli inna-morati, è importante rendere tut-to speciale organizzando una cena romantica a lume di candela ricca di alimenti afrodisiaci che accen-dano la passione. Abbandonate, dunque, l’idea di andare in banali ed affollati ristoranti, affi datevi a queste ricette, create l’atmosfera con semplici ed eleganti oggetti e il risultato sarà assicurato.

FINGER FOOD PER ACCOMPAGNARE L’APERITIVOBIGNE’ ALLA POLPA DI GRAN-CHIO CON CREMA DI AVOCADOPer stuzzicare qualcosa ed entrare nel mood della serata, altrimenti lo champagne farà girare la testa al posto vostro!

Ingredienti:150 g di farina3 uova200 g di polpa di granchio al na-turale3 lime2 avocado2-3 rametti di coriandolo75 g di burrosale

Sgocciolate la polpa di granchio dal liquido di conservazione e smi-nuzzatela molto fi nemente.In una casseruola mettete il burro con 2 dl di acqua, salate modera-tamente e portate ad ebollizione. Togliete dal fuoco e versate la fa-rina tutta in una volta mescolando continuamente per evitare grumi. Rimettete sul fuoco molto basso e, mescolando sempre, unite un uovo alla volta e alla fi ne la polpa di granchio.Quando il composto sarà tiepido trasferitelo in una sac a’ poche. Fo-derate di carta da forno una plac-ca e fate tanti piccoli mucchietti di impasto ben distanziati fra loro. Cuoceteli in forno caldo a 190 gra-di per 15 minuti e poi lasciateli in-tiepidire.Preparate il ripieno: sbucciate l’a-vocado e tagliate la polpa a tocchet-ti. Frullatela con il succo dei lime,

COCKTAIL

ROSSININon si può cominciare una cenet-ta romantica senza un brindisi con un buon bicchiere di bollicine ar-ricchito da dolci fragole rosse, il colore dell’amore.Il cocktail è composto da 1/3 di fra-gole frullate con qualche goccia di succo di limone e qualche goccia di sciroppo di zucchero, e 2/3 di champagne ghiacciato.Versate tutti gli ingredienti in due alte fl utes e mescolate delicatamen-te. Decorate con una fragola intera sul bicchiere.

PLAYLIST DELLA SERATACareless Whisper - WhamMandy - Barry ManilowI will always love you – Whitney Hou-stonI want know what love is - ForeignerStarry Starry Night – Don Mc LeanKiss me – Sixpence Non The RicherTake my breath away – Roxette(Everything I do) Do it for you – Bryan AdamsLove me tender – Elvis PresleyYour song – Elton John

il coriandolo e un pizzico di sale.Tagliate le calottine dei bignè e far-citeli. Disponeteli su un bel piatto da portata, mettendone pochi ri-spetto alla grandezza del piatto e decorate con qualche foglia di co-riandolo e qualche fettina di lime.Gustate questo sfi zioso aperitivo comodamente adagiati vicini su un morbido divano ascoltando in sot-tofondo una musica lenta che parla d’amore e che vi accompagnerà per tutta la serata. Accendete candele, tante candele sia in salotto che a tavola.

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02.2013 | NUMERO ZERO | 75

E’ il momento di accomodarvi a tavola. Ovviamente dovrà essere apparecchiata ad hoc: i due po-sti dovranno essere uno di fi anco all’altro, le posate, i piatti e i bic-chieri belli ed eleganti così come la tovaglia. I colori dovranno essere indubbiamente il bianco e il rosso, le rose rosse simbolo dell’amore non dovranno mancare nel centro tavola e, naturalmente, almeno una dovrà essere donata a lei.

ANTIPASTOMACEDONIA DI AVOCADO AGLI SCAMPI E VALERIANELLAUn antipasto leggero e molto raffi -nato, lo scopo non è essere sazi ma godere del buon cibo e della buo-na compagnia. Non dimenticate di stappare un ottima bottiglia di vino bianco.

Ingredienti:1 avocado350 g di code di scampi70 g di valerianella1/2 limone20 g di pinoliolio evo, sale, pepe

Lessate in acqua bollente le code di scampi per circa 6 minuti. Scolate-li, lasciateli raffreddare e sguscia-teli.Tostate i pinoli in un padellino an-tiaderente e pulite la valerianella. In due piattini ponete l’insalata, sopra i pinoli e le code di gamberi.Tagliate la polpa di avocado a fet-tine lunghe e sottili e spruzzatele con il succo di limone, poi ponetele nell’insalata.In una ciotolina emulsionate olio, sale, pepe e succo di limone. Con-dite l’insalata con la vinaigrette ot-tenuta.

SECONDO PIATTOBRANZINO ALL’ARANCIA

Ingredienti:2 tranci di branzino20 g di cipolla1 arancia2 cucchiai di olio evoun rametto di timo20 g di farina1 ciuffo di prezzemolo20 g di burro1 dl di vino biancosale e pepe

Lavate l’arancia, prelevatene la scorza e spremetela.Bollite la scorza per 5 minuti, sco-latela ed immergetela in acqua fredda. Asciugatela e tagliatela a fettine sottilissime. Lavate e tritate il prezzemolo. Fate appassire la ci-polla fi nemente tritata in un tega-me con il burro, unite un cucchiaio di farina, mescolate e bagnate con il vino bianco e il succo di aran-cia. Fate sobbollire per 10 minuti,

PRIMO PIATTOCUORI AGLI SCAMPIUna pasta speciale a forma di cuore per dichiarare il vostro amore sen-za parole.

Ingredienti:150 g di pasta fresca all’uovo200 g di scampi50 g di bietoline1/2 spicchio d’aglio2 cucchiai d’olio evo1/2 scalogno, 1 uovo20 g di burro1 ciuffo di prezzemoloqualche foglia di basilicosalepepe

Per il ripieno: sgusciate gli scampi, eliminate il fi lo nero interno, lava-teli e tritateli.Lavate e asciugate le bietoline e tritatele fi nemente. Tritate lo sca-logno e fatelo appassire in un pen-tolino con l’aglio e l’olio. Aggiunge-te gli scampi e dopo due minute le bietoline. Rosolate per altri due mi-nuti. Trasferite il composto in una terrina e, quando si sarà freddato, aggiungete l’uovo, il sale e il pepe. Mescolate bene. Stendete la pasta sottile, mettete un cucchiaio di ri-pieno nella parte alta e richiudete-la su se stessa. Con un tagliapasta a forma di cuore ricavate i ravioli avendo cura di sigillarli bene, fa-cendo uscire tutta l’aria per evitare che si aprano in cottura. Fateli cuo-cere in abbondante acqua salata. In un tegamino sciogliete il burro con il basilico e il prezzemolo, un pizzi-co di sale e di pepe. Scolate i ravioli al dente e condite con il burro.

poi salate e passate tutto al mixer. Filtrate la salsa ottenuta, unite le scorze e il prezzemolo e tenete in caldo. Infarinate i tranci di pesce e dorateli nell’olio, salate e pepate.Disponete nei piatti un fondo di salsa, adagiatevi sopra i tranci di pesce e decorate con il rametto di timo.

DULCIS IN FUNDOLA TORTA DELL’AMORENon c’è niente che stimoli i sensi e accarezzi il palato e il cuore come il cioccolato e in questo dolce è il pro-tagonista assoluto. E la decorazio-ne? Romanticissima, nessuno potrà resistervi!

Ingredienti:200 g di burro400 g di cioccolato fondente al 70%300 g di zucchero di canna4 uova150 g di yogurt intero1/2 cucchiaino di aroma al rhum150 g di farina auto lievitante1/2 di cucchiaino di lievito25 g di cacao amaro100 g di zucchero a velo300 g di mascarpone150 g di pasta di zucchero bianca

Fate fondere il cioccolato a pezzetti a bagnomaria. Ammorbidite 200 g di burro in una ciotola con le fru-ste. Aggiungete lo zucchero e poi le uova. Versate lo yogurt e l’aroma al rhum, poi amalgamate con una spatola. Unite la farina, il lievito e il cacao setacciati e per ultimo il cioc-colato fuso. Versate l’impasto in tre piccole tortiere di diametro diverso. Cuocete in forno caldo a175 gradi per 45 minuti. Preparate la glassa. Fondete a bagnomaria il burro e il cioccolato rimasto. Amalgamate al cioccolato lo zuc chero a velo e il mascarpone poi fate raffreddare a temperatura ambiente. Sistemate la torta più grande su un’alzata e tra-sferite la glassa in una sac a’ poche. Montate la torta usando la glassa come colla tra uno strato e l’altro di torta. Decorate i bordi con uno o due giri di glassa. Stendete la pa-sta di zucchero e ricavate dei cuori che incollerete lungo i bordi sempre con la glassa. Terminate la superfi -cie del dolce con un sottile strato di glassa e adagiatevi due cuori leg-germente sovrapposti.

La cena è fi nita, è il momento del cadeaux, a meno che non sia picco-lo e brillante, allora fatelo trovare sotto il tovagliolo, il metodo è anti-co ma stupisce sempre!

350 g di code di scampi

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02.2013 | NUMERO ZERO | 79

dell’UOMO QUALUNQUE

I politici mascherati in soccorso del CarnevaleSecondo i dati dell’ultimo censimen-to Latina conta 120.656 abitanti. Li abbiamo facilmente intervistati uno ad uno per sapere cosa ne pen-sano delle condizioni del capoluogo pontino e tutti i 120.656 si sono la-mentati. Mentre stavamo scrivendo ci hanno chiamato dalla sala parto del S. Maria Goretti dove ci hanno comunicato che anche l’ultimo bam-bino appena nato stava piangendo a dirotto.

Si lamentano anche i rumeni per la presenza in inverno di troppi italiani sul lungomare. Gonfi o Setepescu, il presidente dell’Associazioni Rumeni di via Ventotene 5 scala A interno 7, che conta 345 membri, ha richiama-to l’attenzione dell’Ambasciata a Bu-carest la quale ha fatto sapere che invierà al più presto 50 tonnellate di birra con cui risolvere il problema.

In città, dopo gli spettacoli di Nata-le, più di qualcuno si domanda dove sia fi nito il maestoso albero eretto in piazza del Popolo. Sembra sia con-servato a pezzi negli appartamenti sfi tti della Torre Pontina.

Il periodo dei saldi non ha prodotto gli effetti sperati, a causa della cri-si. Ormai i negozianti sono costretti ad applicare gli sconti praticamente tutto l’anno. L’altro giorno un com-merciante del centro ha venduto l’ultimo paio di pantaloni rimasto, il suo.

Ma non tutto è negativo e dalla classe dirigente della città arrivano notizie di riscatto. I politici per car-nevale hanno deciso di sfi lare con i carri mascherati per far vedere la loro vicinanza all’Associazione dopo le polemiche della scorsa stagione. Maietta si vestirà da corsaro nero, Moscardelli da cappuccetto rosso e Di Giorgi da sindaco.

Buone notizie anche dalla squadra di calcio. E’ pronto il nuovo fi am-mante pullman che porterà i neraz-zurri in giro per le trasferte di tutta Italia, tranne che per quella di Fro-sinone del 3 marzo dove si temono agguati. La squadra si lancerà con il paracadute la notte precedente e atterrerà nella macchia di Tecchie-na facendo perdere le proprie tracce fi no all’ora della partita.

ZERO CARBONELLARubrica poco seria

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02.2013 | NUMERO ZERO | 79

dell’UOMO QUALUNQUE

I politici mascherati in soccorso del CarnevaleSecondo i dati dell’ultimo censimen-to Latina conta 120.656 abitanti. Li abbiamo facilmente intervistati uno ad uno per sapere cosa ne pen-sano delle condizioni del capoluogo pontino e tutti i 120.656 si sono la-mentati. Mentre stavamo scrivendo ci hanno chiamato dalla sala parto del S. Maria Goretti dove ci hanno comunicato che anche l’ultimo bam-bino appena nato stava piangendo a dirotto.

Si lamentano anche i rumeni per la presenza in inverno di troppi italiani sul lungomare. Gonfi o Setepescu, il presidente dell’Associazioni Rumeni di via Ventotene 5 scala A interno 7, che conta 345 membri, ha richiama-to l’attenzione dell’Ambasciata a Bu-carest la quale ha fatto sapere che invierà al più presto 50 tonnellate di birra con cui risolvere il problema.

In città, dopo gli spettacoli di Nata-le, più di qualcuno si domanda dove sia fi nito il maestoso albero eretto in piazza del Popolo. Sembra sia con-servato a pezzi negli appartamenti sfi tti della Torre Pontina.

Il periodo dei saldi non ha prodotto gli effetti sperati, a causa della cri-si. Ormai i negozianti sono costretti ad applicare gli sconti praticamente tutto l’anno. L’altro giorno un com-merciante del centro ha venduto l’ultimo paio di pantaloni rimasto, il suo.

Ma non tutto è negativo e dalla classe dirigente della città arrivano notizie di riscatto. I politici per car-nevale hanno deciso di sfi lare con i carri mascherati per far vedere la loro vicinanza all’Associazione dopo le polemiche della scorsa stagione. Maietta si vestirà da corsaro nero, Moscardelli da cappuccetto rosso e Di Giorgi da sindaco.

Buone notizie anche dalla squadra di calcio. E’ pronto il nuovo fi am-mante pullman che porterà i neraz-zurri in giro per le trasferte di tutta Italia, tranne che per quella di Fro-sinone del 3 marzo dove si temono agguati. La squadra si lancerà con il paracadute la notte precedente e atterrerà nella macchia di Tecchie-na facendo perdere le proprie tracce fi no all’ora della partita.

ZERO CARBONELLARubrica poco seria

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02.2013 | NUMERO ZERO | 81

di STEFANIA PUSTERLA

ZERO CULTFilm e Libri del mese

I FILM IN USCITA A FEBBRAIO

DA GIOVEDI’ 7

WARM BODIESHORROR // DURATA 97 MIN.DI JONATHAN LEVINE CON TERESA PALMER, NICHOLAS HOULT, JOHN MALKOVICHTratto dal libro di Isaac Marion, racconta la storia di uno zombie introverso e tormenta-to che instaura un’amicizia con la fi danza-ta di una sua vittima, che darà vita ad una serie di eventi che cambieranno lui e i suoi compagni zombie. I produttori di Twilight passano dai vampiri ad un’altra creatura del più classico genere horror.

ZAMBESIAANIMAZIONE // DURATA 90 MIN. DI WAYNE THORNLEYNella selvaggia Africa, nel tronco di un enorme baobab, si trova Zambesia la città dove vivono in pace e armonia numerose specie di uccelli tropicali. Il giovane Falcon Kai, fi ero e coraggioso, lascia il suo nido sicuro e si arruola tra i valorosi Hurricane che pattugliano i cieli per mantenere ordine e sicurezza a Zambesia. Il padre, contrario alla sua scelta, lo segue ma viene catturato dal terribile lucertolone Budzo. Kai dovrà salvare il padre e la sua città.

STUDIO ILLEGALECOMMEDIA DURATA 100 MIN.DI UMBERTO CARTENI CON FABIO VOLO, ENNIO FANTASTICHI-NI, ZOE FELIXAndrea Campi è un giovane avvocato che lavora in un prestigioso studio legale inter-nazionale specializzato in importanti opera-zioni societarie per conto di grandi colossi industriali. Per fare carriera Andrea ha ri-nunciato ad avere una vita sociale. Lavora fi no a notte fonda, mangia cibi take away in uffi cio e parla con il muro. Andrea si trove-rà coinvolto in un nuovo progetto partico-larmente delicato. Le responsabilità e le ore di lavoro aumenteranno, causando una se-rie di eventi che sconvolgeranno la sua vita.

DA GIOVEDI’ 21

ANNA KARENINADRAMMATICO // DURATA 130 MINUTIDI JOE WRIGHTCON KEIRA KNIGHTLEY, JUDE LAW, AA-RON JOHNSONSplendida e ricca versione del capolavoro letterario di Lev Tolsoj.La romantica e inquieta Anna sposa Aleksiei Karenin importante ministro del tribunale di S. Pietroburgo, ma si innamora perduta-mente del giovane e aitante conte Vronskij. Anna abbandona il tetto coniugale e il fi glio per vivere pienamente la sua storia d’amo-re. Il senso di colpa, la vergogna e la totale emarginazione dall’alta società la spinge-ranno al suicidio.

DA GIOVEDI’ 28

UPSIDE DOWNDRAMMATICO // DURATA 120 MIN.DI JUAN DIEGO SOLANAS CON KIRSTEN DUNST, JIM STURGESS, JAYNE HEIT MEYERAdam è un ragazzo apparentemente nor-male che vive aggrappato al ricordo di Eve, una ragazza con la quale ha avuto un fl irt adolescenziale, che vive in un univer-so parallelo ma capovolto proprio sopra la sua testa ma impossibile da raggiungere. Quando Adam rivede in televisione Eve cre-sciuta, decide di rivederla e far rinascere il loro amore attraversando mille peripezie.

SPECIALE SAN VALENTINO

I CLASSICI PER LA SERA DEGLI INNAMORATI

IL DVD

I PONTI DI MADISON COUNTYDRAMMATICODI CLINT EASTWOOD CON CLINT EASTWOOD, MERYLY STRE-EPNel caldo torrido dell’estate, Robert Kin-caid, fotografo di mezza età del National Geographic, giunge a una vecchia fattoria in mezzo ai campi per chiedere indicazioni sui ponti di Madison County, che egli dovrà fotografare. Conosce così Francesca John-son, donna di casa e madre di due fi gli, una quarantenne italiana un pò dimessa e rassegnata. Complice l’assenza del marito e dei fi gli, partiti per una fi era del bestiame, i due fanno amicizia e in breve il loro incon-tro si trasforma in un’autentica e profonda passione. Ma la loro intensa storia d’amore con il ritorno della famiglia giunge a un bi-vio: seguire le ragioni del cuore o restare ancorati alle proprie responsabilità e agli affetti ormai consolidati?

IL LIBRO

IL DOTTOR ZIVAGO DI BORIS PASTERNAK // FELTRINELLIStoria d’amore tra le più belle e tormentate di tutti i tempi tra il medico e poeta Jurij Zivago e l’infermiera Lara. Juri torna a Mo-sca dopo aver combattuto nella prima guer-ra mondiale per mettere al sicuro la moglie e i fi gli dalla rivoluzione russa. Nel paesino di campagna dove si rifugia incontra Lara, crocerossina impiegata nel suo stesso re-parto. Passando attraverso gli orrori della guerra, la cattura da parte dei partigiani russi, la poesia ,la balalaika e il freddo sibe-riano l’amore tra Juri e Lara cerca di vivere e ritagliarsi un angolo di felicità .Gli even-ti incalzano e i due amanti alla fi ne sono costretti a separarsi senza potersi rivedere mai più.

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02.2013 | NUMERO ZERO | 81

di STEFANIA PUSTERLA

ZERO CULTFilm e Libri del mese

I FILM IN USCITA A FEBBRAIO

DA GIOVEDI’ 7

WARM BODIESHORROR // DURATA 97 MIN.DI JONATHAN LEVINE CON TERESA PALMER, NICHOLAS HOULT, JOHN MALKOVICHTratto dal libro di Isaac Marion, racconta la storia di uno zombie introverso e tormenta-to che instaura un’amicizia con la fi danza-ta di una sua vittima, che darà vita ad una serie di eventi che cambieranno lui e i suoi compagni zombie. I produttori di Twilight passano dai vampiri ad un’altra creatura del più classico genere horror.

ZAMBESIAANIMAZIONE // DURATA 90 MIN. DI WAYNE THORNLEYNella selvaggia Africa, nel tronco di un enorme baobab, si trova Zambesia la città dove vivono in pace e armonia numerose specie di uccelli tropicali. Il giovane Falcon Kai, fi ero e coraggioso, lascia il suo nido sicuro e si arruola tra i valorosi Hurricane che pattugliano i cieli per mantenere ordine e sicurezza a Zambesia. Il padre, contrario alla sua scelta, lo segue ma viene catturato dal terribile lucertolone Budzo. Kai dovrà salvare il padre e la sua città.

STUDIO ILLEGALECOMMEDIA DURATA 100 MIN.DI UMBERTO CARTENI CON FABIO VOLO, ENNIO FANTASTICHI-NI, ZOE FELIXAndrea Campi è un giovane avvocato che lavora in un prestigioso studio legale inter-nazionale specializzato in importanti opera-zioni societarie per conto di grandi colossi industriali. Per fare carriera Andrea ha ri-nunciato ad avere una vita sociale. Lavora fi no a notte fonda, mangia cibi take away in uffi cio e parla con il muro. Andrea si trove-rà coinvolto in un nuovo progetto partico-larmente delicato. Le responsabilità e le ore di lavoro aumenteranno, causando una se-rie di eventi che sconvolgeranno la sua vita.

DA GIOVEDI’ 21

ANNA KARENINADRAMMATICO // DURATA 130 MINUTIDI JOE WRIGHTCON KEIRA KNIGHTLEY, JUDE LAW, AA-RON JOHNSONSplendida e ricca versione del capolavoro letterario di Lev Tolsoj.La romantica e inquieta Anna sposa Aleksiei Karenin importante ministro del tribunale di S. Pietroburgo, ma si innamora perduta-mente del giovane e aitante conte Vronskij. Anna abbandona il tetto coniugale e il fi glio per vivere pienamente la sua storia d’amo-re. Il senso di colpa, la vergogna e la totale emarginazione dall’alta società la spinge-ranno al suicidio.

DA GIOVEDI’ 28

UPSIDE DOWNDRAMMATICO // DURATA 120 MIN.DI JUAN DIEGO SOLANAS CON KIRSTEN DUNST, JIM STURGESS, JAYNE HEIT MEYERAdam è un ragazzo apparentemente nor-male che vive aggrappato al ricordo di Eve, una ragazza con la quale ha avuto un fl irt adolescenziale, che vive in un univer-so parallelo ma capovolto proprio sopra la sua testa ma impossibile da raggiungere. Quando Adam rivede in televisione Eve cre-sciuta, decide di rivederla e far rinascere il loro amore attraversando mille peripezie.

SPECIALE SAN VALENTINO

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IL DVD

I PONTI DI MADISON COUNTYDRAMMATICODI CLINT EASTWOOD CON CLINT EASTWOOD, MERYLY STRE-EPNel caldo torrido dell’estate, Robert Kin-caid, fotografo di mezza età del National Geographic, giunge a una vecchia fattoria in mezzo ai campi per chiedere indicazioni sui ponti di Madison County, che egli dovrà fotografare. Conosce così Francesca John-son, donna di casa e madre di due fi gli, una quarantenne italiana un pò dimessa e rassegnata. Complice l’assenza del marito e dei fi gli, partiti per una fi era del bestiame, i due fanno amicizia e in breve il loro incon-tro si trasforma in un’autentica e profonda passione. Ma la loro intensa storia d’amore con il ritorno della famiglia giunge a un bi-vio: seguire le ragioni del cuore o restare ancorati alle proprie responsabilità e agli affetti ormai consolidati?

IL LIBRO

IL DOTTOR ZIVAGO DI BORIS PASTERNAK // FELTRINELLIStoria d’amore tra le più belle e tormentate di tutti i tempi tra il medico e poeta Jurij Zivago e l’infermiera Lara. Juri torna a Mo-sca dopo aver combattuto nella prima guer-ra mondiale per mettere al sicuro la moglie e i fi gli dalla rivoluzione russa. Nel paesino di campagna dove si rifugia incontra Lara, crocerossina impiegata nel suo stesso re-parto. Passando attraverso gli orrori della guerra, la cattura da parte dei partigiani russi, la poesia ,la balalaika e il freddo sibe-riano l’amore tra Juri e Lara cerca di vivere e ritagliarsi un angolo di felicità .Gli even-ti incalzano e i due amanti alla fi ne sono costretti a separarsi senza potersi rivedere mai più.

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02.2013 | NUMERO ZERO | 82

a cura di SAMANTHA CALZATI

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