Prime Pagine, 25 aprile 2013

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Giovedì 25 aprile 2013 – Anno 5 – n° 113 1,20 – Arretrati: 2,00 Redazione: via Valadier n° 42 – 00193 Roma Spedizione abb. postale D.L. 353/03 (conv.in L. 27/02/2004 n. 46) tel. +39 06 32818.1 – fax +39 06 32818.230 Art. 1 comma 1 Roma Aut. 114/2009 di Paolo Flores d’Arcais N ella più antica democrazia d’Europa, quel- la anglosassone, dopo le elezioni non viene formato un governo: ne vengono formati due. La maggioranza dà vita all’esecutivo di Sua Maestà britannica, e l’opposizione al “governo ombra”. I cittadini possono in questo modo ve- dere confrontarsi giorno per giorno provvedi- menti di legge in alternativa e contrapposizione, e valutare la credibilità morale e politica dei mi- nistri che i due schieramenti propongono. Sarebbe dimostrazione di grande caratura isti- tuzionale e coerenza democratica, oltre che di lungimirante intelligenza tattica, se i parlamen- tari del M5S si riunissero oggi (oggi, perché in politica è decisivo l’attimo fuggente, il kairòs che non perdona) per chiedere solennemente a Ste- fano Rodotà di formare il governo ombra di Sua Maestà il popolo sovrano. Nell’Italia dell’Inciu- cio, infatti, a differenza che in Albione, il go- verno Letta jr. rappresenta la minoranza del paese, anche se verrà plebiscitato dagli scranni di Montecitorio e Palazzo Madama. La metà dei parlamentari che quegli scranni occupa è stata eletta nelle liste del Pd, da cittadini che avevano udito Bersani giurare “con Berlusconi mai, nes- sun accordo per nessun motivo” e promettere “una vera svolta”, più profonda (garantiva Ber- sani) di quella agitata da Grillo. Due italiani su tre hanno votato per voltare pa- gina, per chiudere col quasi ventennio di ru- beria e impunità, che ha ridotto l’Italia a ma- cerie. Si ritrovano invece con un governo Na- politano/Berlusconi (prossimo senatore a vi- ta?), forse con la finta opposizione della Lega, per non dare alla vera opposizione del M5S le presidenze Copasir e Vigilanza che per rego- lamento gli spettano. Un governo ombra Rodotà sarebbe perciò l’a- damantina risposta costituzionale, l’entusia- smante risposta politica, l’ineccepibile risposta parlamentare e istituzionale, al deprecabile “vol- tar gabbana” dell’intero ceto dirigente del Pd, che ha ingiuriosamente stracciato la parola data agli elettori e tradito la loro inequivoca volontà. Allargando a baratro il fossato profondissimo che già divide i cittadini dal Palazzo. Un governo ombra Rodotà otterrebbe non solo il soste- gno di M5S e Sel, ma anche della pattuglia dei dissidenti del Pd che troveranno inde- cente condividere il governo con Mussolini e Santanchè, Cicchitto e Scilipoti. E soprat- tutto garantirebbe che la sa- crosanta protesta popolare, che le misure del governo Let- ta jr./Alfano non faranno che alimentare e invelenire, sa- ranno incanalate nell’alveo propositivo del vero riformi- smo, altrove introvabile. Minculnap di Marco Travaglio I n ossequio alle nuove disposizioni impar- tite dal Minculnap alla stampa nazionale affinché cooperi con il nuovo governo evi- tando notizie e atteggiamenti disfattisti per il bene supremo della Patria, e a parziale rettifica di quanto affermato in questa sede, teniamo a precisare che, nonostante le apparenze, l’Italia non s’è trasformata in una monarchia assoluta. Nelle monarchie assolute, infatti, la corona e il trono si tramandano di padre in figlio, mentre in Italia si procede per imbalsamazione (pre- sidenza della Repubblica) o per una partico- lare forma di partenogenesi modello Papero- poli, da zio a nipote (presidenza del Consi- glio). Entrambe le discendenze denotano co- munque una ristrettissima varietà di cognomi (da Napolitano a Napolitano, da Letta a Letta), onde evitare il disorientamento delle masse e assicurare la dentizione e nutrizione dei bran- chi (il cosiddetto “familismo molare”). Per il resto, il quadro è chiarissimo. In ossequio ai principi della più squisita democrazia parla- mentare e della più rigorosa separazione dei poteri, il Presidente della Repubblica si pre- senta alle Camere genuflesse per chiedere la fiducia sotto la minaccia di sganciare l’arma letale: le sue dimissioni. E così confessa di aver accettato il secondo mandato a una precisa condizione: che il Parlamento gli consenta di fare il governo che vuole lui, altrimenti se ne va. I vecchi partiti obbediscono per acclama- zione, ben lieti di prendersi qualche finta scu- disciata in cambio del salvataggio delle rispet- tive poltrone e prebende. Sistemato il potere legislativo, il Presidente ri- sale sull’ermo Colle e si occupa dell’esecutivo: finge di consultare i partiti per mezza giornata (il tempo di una genuflessione per uno), poi finge di pensarci su un’intera notte, infine in- carica un suo clone, che appena nato era già vecchio, ma giusto perché non può fare tutto lui ed è bene che, almeno formalmente, le ca- riche di presidente della Repubblica e del Con- siglio siano affidate a due persone diverse. Pe- rò tiene a precisare che Lettino l’ha scelto lui, mica il Parlamento. Tanto il Nipote, a parte rimangiarsi quel che ha detto per anni su B., non ha molto da fare: il programma gliel’ha già scritto Napolitano, tramite gli appositi saggi, saggiamente nominati quando ancora si pen- sava che avrebbe lasciato il Quirinale. Idem per la lista dei ministri, una pura formalità: il capo dello Stato la passa al premier che l’in- domani, cioè oggi, gliela riporta su al Colle, dove lui fingerà sommo stupore come se non fosse sua e poi la firmerà; seguiranno giura- mento, brindisi e molte autocongratulazioni. Così sistemati il legislativo e l’esecutivo, cosa resta? Ah sì, i poteri di controllo. Ma anche lì il più è fatto. La Corte costituzionale, che ha nelle mani il processo Mediaset per un con- flitto di attribuzioni, doveva sbloccarlo ieri con una sentenza: ma ha fatto sapere che non è il momento, se ne occuperà un’altra volta, ci farà sapere, non c’è fretta. Il tutto per bocca del relatore Sabino Cassese, giurista insigne, già consigliere del Colle e candidato del Colle al Colle, nonché accompagnatore e tutor della brillante carriera universitaria di Giulio Na- politano (da non confondersi con Giorgio: è il figlio). Viene così rinviata sine die, e forse av- viata a prescrizione, sentenza che potrebbe tra- sformare un padre della Patria in un pregiu- dicato per frode fiscale, altrimenti poi la gente si ricorda i processi (peraltro tutti sospesi da giudici servizievoli fino a data da destinarsi) e torna in piazza. Resta qualcosa? Ah, già, la libera stampa: il Presidente assume su due pie- di la guida dell’Ordine dei Giornalisti e della Federazione della stampa e lancia il monito più superfluo della storia dei moniti, quello a “favorire, cooperare e non rinfocolare”. I coo- peranti annuiscono quasi all’unisono, solo un po’ offesi dal sospetto di voler rinfocolare: ma quando mai, Sire. Com’è umano lei. dc ORA GOVERNO OMBRA DELL’OPPOSIZIONE Enrico Letta: “Sento un peso sulle spalle superiore alle mie capacità”. Dev’essere un capello » www.spinoza.it LA CATTIVERIA U di Furio Colombo AH GIÀ, OGGI È IL 25 APRILE: UNA DATA DIMENTICATA T utti i Paesi celebrano, in alcune date, gli eventi es- senziali della loro Repubblica. E questo basterebbe a spiegare la data del 25 aprile che ricorda a tutti i cittadini italiani, ogni anno, che quel giorno è finita una guerra spaventosa, è finita la dittatura feroce. » pag. 18 È stato arrestato a Milano con tre presunti complici anche per la lussuosa imbarcazione acquistata con 2,5 milioni di fondi pubblici. Il gip: “Rischio di reiterazione del reato” Milosa » pag. 10 »LEGA » L’ex tesoriere accusato di associazione a delinquere e truffa Megayacht per Bossi jr. Belsito finisce in carcere » CENSURA AD PERSONAM Alla Fiera del Libro Grillo non è gradito, ma Dell’Utri & C. sì Truzzi » pag. 14 Il vicesegretario Pd Enrico Letta incaricato per un governo di larghe intese: lo stesso che Bersani non volle fare. Forte sostegno dal capo dello Stato: è giovane, ma esperto. Lui: “Esecutivo non a tutti i costi”. Il Pdl chiede tre posti-chiave: Giustizia (Schifani), Economia (Brunetta) e vicepresidenza (Alfano). Per i democratici divisi, veleno puro NAPOLITANO NOMINA IL NIPOTE DI GIANNI LETTA Imu per sempre: prima di esalare l’ultimo respiro, il governo Monti stabilizza la tassa più odiata. Un bel regalo per le larghe intese di B. OCCUPY PD “La Bolognina? Eravamo stalinisti, ci fanno tornare democristiani” IL PERSONAGGIO Dal Subbuteo a Bazoli: la rete bipartisan dell’eterno ragazzo QUESTIONI DI FAMIGLIA Un cognome, un destino: quel c h ew i n g - g u m del potere equivicino Caporale » pag. 3 Feltri » pag. 3 Andrea Frova Lo scienziato di cartapesta romanzo La straordinaria carriera di un genio da tre soldi. Un racconto caustico e amaro sul mondo del sapere e sulle leve che muovono i grandi progetti scientifici. quando il romanzo incontra la scienza edizioni Dedalo Liuzzi » pag. 6 L’INTERVISTA Occhetto: “Altro che traditori: quei 101 organizzati per l’inciucio” MOVIMENTO Attacco hacker: i 5 Stelle nel panico per le email svelate con i capi Cattano e Zanca » pag. 9 Fierro » pag. 8 d’Esposito, Di Blasi e Marra » pag. da 2 a 7 » BANCOMAT Dal Montepaschi milioni a Pd, Cgil, Brunetta e Craxi jr. Vecchi » pag. 11 Riccardo Bossi Olycom y(7HC0D7*KSTKKQ( +%!z![!$!,

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Prime Pagine Giornali

Transcript of Prime Pagine, 25 aprile 2013

Giovedì 25 aprile 2 01 3 – Anno 5 – n° 113 € 1,20 – Arretrati: € 2 ,0 0Redazione: via Valadier n° 42 – 00193 Roma Spedizione abb. postale D.L. 353/03 (conv.in L. 27/02/2004 n. 46)

tel. +39 06 32818.1 – fax +39 06 32818.230 Art. 1 comma 1 Roma Aut. 114/2009

di Paolo Flores d’A rc a i s

Nella più antica democrazia d’Europa, quel-la anglosassone, dopo le elezioni non viene

formato un governo: ne vengono formati due.La maggioranza dà vita all’esecutivo di SuaMaestà britannica, e l’opposizione al “governoombra”. I cittadini possono in questo modo ve-dere confrontarsi giorno per giorno provvedi-menti di legge in alternativa e contrapposizione,e valutare la credibilità morale e politica dei mi-nistri che i due schieramenti propongono.Sarebbe dimostrazione di grande caratura isti-tuzionale e coerenza democratica, oltre che dilungimirante intelligenza tattica, se i parlamen-tari del M5S si riunissero oggi (oggi, perché inpolitica è decisivo l’attimo fuggente, il ka i r ò s chenon perdona) per chiedere solennemente a Ste-fano Rodotà di formare il governo ombra di SuaMaestà il popolo sovrano. Nell’Italia dell’Inciu-cio, infatti, a differenza che in Albione, il go-verno Letta jr. rappresenta la minoranza delpaese, anche se verrà plebiscitato dagli scrannidi Montecitorio e Palazzo Madama. La metà deiparlamentari che quegli scranni occupa è stataeletta nelle liste del Pd, da cittadini che avevanoudito Bersani giurare “con Berlusconi mai, nes-sun accordo per nessun motivo” e promettere“una vera svolta”, più profonda (garantiva Ber-sani) di quella agitata da Grillo.Due italiani su tre hanno votato per voltare pa-gina, per chiudere col quasi ventennio di ru-beria e impunità, che ha ridotto l’Italia a ma-cerie. Si ritrovano invece con un governo Na-politano/Berlusconi (prossimo senatore a vi-ta?), forse con la finta opposizione della Lega,per non dare alla vera opposizione del M5S lepresidenze Copasir e Vigilanza che per rego-lamento gli spettano.Un governo ombra Rodotà sarebbe perciò l’a-damantina risposta costituzionale, l’entusia -smante risposta politica, l’ineccepibile rispostaparlamentare e istituzionale, al deprecabile “vol -tar gabbana” dell’intero ceto dirigente del Pd,che ha ingiuriosamente stracciato la parola dataagli elettori e tradito la loro inequivoca volontà.Allargando a baratro il fossatoprofondissimo che già divide icittadini dal Palazzo.Un governo ombra Rodotàotterrebbe non solo il soste-gno di M5S e Sel, ma anchedella pattuglia dei dissidentidel Pd che troveranno inde-cente condividere il governocon Mussolini e Santanchè,Cicchitto e Scilipoti. E soprat-tutto garantirebbe che la sa-crosanta protesta popolare,che le misure del governo Let-ta jr./Alfano non faranno chealimentare e invelenire, sa-ranno incanalate nell’alveopropositivo del vero riformi-smo, altrove introvabile.

Minculnap

di Marco Travaglio

In ossequio alle nuove disposizioni impar-tite dal Minculnap alla stampa nazionale

affinché cooperi con il nuovo governo evi-tando notizie e atteggiamenti disfattisti per ilbene supremo della Patria, e a parziale rettificadi quanto affermato in questa sede, teniamo aprecisare che, nonostante le apparenze, l’Italianon s’è trasformata in una monarchia assoluta.Nelle monarchie assolute, infatti, la corona e iltrono si tramandano di padre in figlio, mentrein Italia si procede per imbalsamazione (pre-sidenza della Repubblica) o per una partico-lare forma di partenogenesi modello Papero-poli, da zio a nipote (presidenza del Consi-glio). Entrambe le discendenze denotano co-munque una ristrettissima varietà di cognomi(da Napolitano a Napolitano, da Letta a Letta),onde evitare il disorientamento delle masse eassicurare la dentizione e nutrizione dei bran-chi (il cosiddetto “familismo molare”). Per ilresto, il quadro è chiarissimo. In ossequio aiprincipi della più squisita democrazia parla-mentare e della più rigorosa separazione deipoteri, il Presidente della Repubblica si pre-senta alle Camere genuflesse per chiedere lafiducia sotto la minaccia di sganciare l’armaletale: le sue dimissioni. E così confessa di averaccettato il secondo mandato a una precisacondizione: che il Parlamento gli consenta difare il governo che vuole lui, altrimenti se neva. I vecchi partiti obbediscono per acclama-zione, ben lieti di prendersi qualche finta scu-disciata in cambio del salvataggio delle rispet-tive poltrone e prebende.Sistemato il potere legislativo, il Presidente ri-sale sull’ermo Colle e si occupa dell’esecutivo:finge di consultare i partiti per mezza giornata(il tempo di una genuflessione per uno), poifinge di pensarci su un’intera notte, infine in-carica un suo clone, che appena nato era giàvecchio, ma giusto perché non può fare tuttolui ed è bene che, almeno formalmente, le ca-riche di presidente della Repubblica e del Con-siglio siano affidate a due persone diverse. Pe-rò tiene a precisare che Lettino l’ha scelto lui,mica il Parlamento. Tanto il Nipote, a parterimangiarsi quel che ha detto per anni su B.,non ha molto da fare: il programma gliel’ha giàscritto Napolitano, tramite gli appositi saggi,saggiamente nominati quando ancora si pen-sava che avrebbe lasciato il Quirinale. Idemper la lista dei ministri, una pura formalità: ilcapo dello Stato la passa al premier che l’in-domani, cioè oggi, gliela riporta su al Colle,dove lui fingerà sommo stupore come se nonfosse sua e poi la firmerà; seguiranno giura-mento, brindisi e molte autocongratulazioni.Così sistemati il legislativo e l’esecutivo, cosaresta? Ah sì, i poteri di controllo. Ma anche lì ilpiù è fatto. La Corte costituzionale, che hanelle mani il processo Mediaset per un con-flitto di attribuzioni, doveva sbloccarlo ieri conuna sentenza: ma ha fatto sapere che non è ilmomento, se ne occuperà un’altra volta, ci faràsapere, non c’è fretta. Il tutto per bocca delrelatore Sabino Cassese, giurista insigne, giàconsigliere del Colle e candidato del Colle alColle, nonché accompagnatore e tutor dellabrillante carriera universitaria di Giulio Na-politano (da non confondersi con Giorgio: è ilfiglio). Viene così rinviata sine die, e forse av-viata a prescrizione, sentenza che potrebbe tra-sformare un padre della Patria in un pregiu-dicato per frode fiscale, altrimenti poi la gentesi ricorda i processi (peraltro tutti sospesi dagiudici servizievoli fino a data da destinarsi) etorna in piazza. Resta qualcosa? Ah, già, lalibera stampa: il Presidente assume su due pie-di la guida dell’Ordine dei Giornalisti e dellaFederazione della stampa e lancia il monitopiù superfluo della storia dei moniti, quello a“favorire, cooperare e non rinfocolare”. I coo-peranti annuiscono quasi all’unisono, solo unpo’ offesi dal sospetto di voler rinfocolare: maquando mai, Sire. Com’è umano lei.

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ORA GOVERNO OMBRAD E L L’O P P OS I Z I O N E

Enrico Letta: “Sentoun peso sulle spallesuperiore alle mie capacità”.Dev’essere un capello

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LA CATTIVERIA

U di Furio Colombo

AH GIÀ, OGGIÈ IL 25 APRILE:UNA DATAD I M E N T I CATA

Tutti i Paesi celebrano, inalcune date, gli eventi es-

senziali della loro Repubblica.E questo basterebbe a spiegarela data del 25 aprile che ricordaa tutti i cittadini italiani, ognianno, che quel giorno è finitauna guerra spaventosa, è finitala dittatura feroce. » pag. 18

È stato arrestato a Milanocon tre presunti complicianche per la lussuosaimbarcazione acquistata con2,5 milioni di fondi pubblici.Il gip: “Rischio di reiterazionedel reato” Milosa » pag. 10

»LEGA » L’ex tesoriere accusato di associazione a delinquere e truffa

Megayacht per Bossi jr.Belsito finisce in carcere

» CENSURA AD PERSONAM

Alla Fiera del LibroGrillo non è gradito,ma Dell’Utri & C. sì

Truzzi » pag. 14

Il vicesegretario Pd Enrico Letta incaricato per un governo di larghe intese: lo stessoche Bersani non volle fare. Forte sostegno dal capo dello Stato: è giovane, ma esperto.Lui: “Esecutivo non a tutti i costi”. Il Pdl chiede tre posti-chiave: Giustizia (Schifani),Economia (Brunetta) e vicepresidenza (Alfano). Per i democratici divisi, veleno puro

NAPOLITANO NOMINA

IL NIPOTE DI GIANNI LETTA

Imu per sempre: prima di esalare l’ultimo respiro, il governo Montistabilizza la tassa più odiata. Un bel re ga l o per le larghe intese di B.

OCCUPY PD

“La Bolognina?Eravamo stalinisti,ci fanno tornaredemocr istiani”

IL PERSONAGGIO

Dal Subbuteoa Bazoli: la retebipar tisandell’eterno ragazzo

QUESTIONI DI FAMIGLIA

Un cognome,un destino: quelc h ew i n g - g u mdel potere equivicino

Caporale » pag. 3

Feltri » pag. 3

Andrea Frova

Lo scienziato

di cartapestaromanzo

La straordinaria

carriera di un genio

da tre soldi.

Un racconto

caustico e amaro

sul mondo del sapere

e sulle leve

che muovono

i grandi progetti

scientifici.

quando il romanzo incontra la scienza

edizioni Dedalo

Liuzzi » pag. 6

L’I N T E RV I STA

Occhetto: “Altroche traditori: quei101 organizzatiper l’inciucio”

M OV I M E N TO

Attacco hacker:i 5 Stelle nel panicoper le emailsvelate con i capi

Cattano e Zanca » pag. 9Fierro » pag. 8

d’Esposito, Di Blasi

e Marra » pag. da 2 a 7

» BA N CO M AT

Dal Montepaschimilioni a Pd, Cgil,Brunetta e Craxi jr.

Vecchi » pag. 11Riccardo Bossi O l yco m

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