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LA TRISTE (E INEVITABILE) FINE DEI TRATTATI E DELL’AUSTERITY

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LA TRISTE (E INEVITABILE) FINE DEI TRATTATI E DELL’AUSTERITY

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3PrimaPagina 55 - Feb. 2015

Nessun Dorma...di Raffaele Raiola18

TerritorioTerritorio

Chiuso il 1 MARZO 2015

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38 A 200 all’ora...verso il mondiale di Daniela Palantrani

42 Il Re degli strumenti di Adele Di Feliciantonio

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55 FEBBRAIO 2015PrimaPagina - il mensile di E.C.S. Editori

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n. 605 del 14.07.09 - n. 20081 - 2281-5651Reg. Trib. TE - R.O.C - ISSN

5 Expo 2015: Quasi pronti al nastro di partenzadi Mafalda Bruno

Quando lo Sport fa rima con Socialedi Federico Centola20

SocialeSociale

Tra Caos e Creatodi Lisa Di Giovanni36

ArteArte

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“7 Days of Garbage”

progetto fotografico di Gregg Segal - 2014

Le immagini contenute nel magazine

rispondono alla pratica

del “FAIR USE” per la divulgazione scientifica e culturale

Pierluigi Troiloingegnere civile

coach & formatore

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8 Piano Tsipras: un problema o un’opportunità?di Laura Di Paolantonio

SOMMARIO

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24

Alessio De IuliisAvvocato Lavorista

TE.AM:quanto ci costi?

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L’Editoriale L’Editoriale di Mira Carpinetadi Mira Carpineta

iò che stupisce, più degli impre-vedibili eventi meteorologici è la sorpresa degli Amministra-tori locali nell’apprendere quali conseguenze comporta una mancata manutenzione, una

carente attenzione, un’inadeguata soluzione tampone.Dalla nevicata d’inizio anno, che ha bloccato la città per mancanza di sale e mezzi sulle strade, prima del verifi carsi dell’evento ab-bondantemente preannunciato; alle piogge di febbraio che puntualmente riducono le strade a brandelli, con interi paesi isolati e mettendo a rischio l’incolumità delle persone che con mezzi propri o pubblici devono necessaria-mente spostarsi (scuolabus per esempio); al guado di contrada Caracollo, già impraticabile lo scorso anno e oggi nuovamente in perico-lo nonostante un intervento costato 185.000 euro. Un guado che ad ogni pioggia rischia di scomparire.Ma cosa si deve ancora aspettare prima che qualcuno di buon senso cominci a pensare alle soluzioni invece che alle eterne scuse?

IL GUADOFANTASMA

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i siamo. Quasi. Tutto pare procedere nel senso auspicato per Expo 2015. Vietati gli scioperi o assenteismi il 1^ Maggio, ha ammonito Renzi, una mossa per giocare d’anticipo su possibili colpi di scena ad opera

di sindacati che non aspettano occasione miglio-re per “buttarla in caciara”. L’evento infatti si an-nuncia stratosferico, gli occhi del mondo saranno puntati su Milano e sulle eccellenze italiane, e qualche facinoroso fuori campo potrebbe man-dare un messaggio negativo, se non pessimo, agli investitori stranieri che, si spera per il nostro Paese, accorrano molteplici. Qualche cifra: sei mesi di esposizione, un milione di metri quadri, migliaia di eventi. 144 paesi par-tecipanti, 3 organizzazioni internazionali, la società civile, il mondo delle imprese. Previsti ben venti milioni di visitatori da tutto il mondo. Due mi-liardi e cinquecento milioni di euro sarà il totale degli investimenti. Expo è una occasione ghiotta per la città di Milano e per le imprese italiane più all’avanguardia, un palco d’onore per il nostro settore agroalimentare, una fi onda potente per rimettere in moto le realtà economiche del nostro Paese. La colonna sonora dell’evento sarà “Nutrire il pianeta – energia per la vita”. Un’apoteosi ana-litica del cibo, inteso come bisogno primario ma anche piacere, cultura, innovazione e carta di iden-tità di ogni popolo della terra. E se il luogo scelto è Milano questo, tradotto, signifi ca che l’Italia sul cibo fa scuola e non è seconda a nessuno.Ermanno Olmi, Ambasciatore di Expo 2015, ha di-

chiarato che l’unica speranza per il futuro è il ritor-no alla terra. Ai contadini. “Alla zapp” diremmo in abruzzese. Il cibo, l’acqua, il rispetto della natura, la corretta fi liera tra chi produce e chi consuma, sono l’occasione unica per un cambio di rotta, forse l’ini-zio di un nuovo modus operandi (e mangiandi): non ultima la capacità di fare punto e a capo sulla scala valori della vita, puntando in primis a dare senso a ciò che conta veramente scindendolo dal superfl uo.

Se vogliamo dare retta alla teoria precisa del Maestro Olmi (ed è un piacere farlo) bisogna ri-valutare la cultura contadina dei nostri antenati, quella sana anche se pesante, che a causa di un mondo che corre verso le innovazioni continue, abbiamo smarrito per strada. Ritornare, in pratica,

alla salvaguardia del rapporto natura-uomo-terra, proteggendo le piante, dosando l’uso dell’acqua, evitando sprechi: questa è la migliore delle eredità che possiamo lasciare ai nostri fi gli. Certo, le leggi e regole di mercato sono basilari per lo sviluppo economico di un paese, ma questo non deve es-sere fonte di speculazioni che vadano poi a favo-rire chi specula anche e sopratutto sulla fame e la malnutrizione. Olmi ha anche dichiarato al Corriere della Sera: «...Se potessi ricominciare da capo/cercherei di capire meglio gli animali/gli alberi/le stagioni/il giorno e la notte/perché gli uomini resteranno sempre un enigma...». Una posizione antica, forse demodè, su cui i Nativi d’America potrebbero darci lezioni e lezioni. Ma forse non è necessario andare poi così lontano per ricordare (se non altro dai racconti dei nostri Nonni) quando sulle nostre tavole c’era la pagnotta che allora bastava per sfamare famiglie intere. Sulla stessa scia del ragionamento di Olmi, un altro grande protagonista: Papa Francesco. An-che per lui lo sviluppo è quando tutti ricevono il ne-cessario, lo spreco è quello che nasce dall’interesse di qualcuno a lucrare e quindi smerciare sempre di più a discapito della qualità. In conclusione, sarà la terra la nostra salvezza, ma anche la creatività, il vivere solidale, un buon uso delle risorse, tenen-do viva e vegeta la creazione intera rispettando la natura. “Non pretendiamo che le cose cambino se continuiamo a fare sempre le stesse cose”.(Albert Einstein)

di Mafalda Bruno

(QUASI) PRONTI AL NASTRO DI PARTENZA

EXPOMILANO 2015

L CIBO, L’ACQUA, IL RISPETTO DELLA NATURA, LA CORRETTA FILIERA TRA CHI PRODUCE E CHI CONSUMA, SONO L’OCCASIONE UNICA PER UN CAMBIO DI ROTTA...

La colonna sonora dell’evento sarà “Nutrire il pianeta – energia per la vita”. Un’apoteosi analitica del cibo, inteso come bisogno primario ma anche piacere, cultura, innovazione e...

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PrimaPagina 55 - Feb. 20156 PrimaPagina55 - Feb. 20156

a crisi che da anni ormai ci sta met-tendo a dura prova è l’argomento principe di ogni discorso e di certo questo vocabolo non è “in crisi”. Ma quali sono le cause reali di questa situazione al collasso? Davvero è il

debito pubblico, come i governi sostengono, la principale causa della stagnazione economica, o il discorso è molto più complesso? L’Unione europea e le sue politiche di austerità quanto contribuiscono a risanare o ad aff ondare le economie in diffi coltà e soprattutto la moneta unica riuscirà a salvarsi più che a salvarci? Il

Prof. Luciano Gallino, docente universitario, so-cio corrispondente dei Lincei, sociologo tra i più autorevoli e rappresentativi del nostro tempo, scrittore di innumerevoli saggi e opere impor-tanti come il Dizionario di sociologia e l’Atlante del Novecento, ci fornisce la sua interessante e dirompente visione a riguardo. Nel suo libro “ Il colpo di Stato di banche e governi” egli fa un “atto di accusa contro il sistema fi nanziario che ha annientato l’economia reale distruggendo di-ritti e destrutturando democrazie” in quella che è stata “una risposta sbagliata che la politica ha dato al rallentamento dell’economia attribuen-do alla fi nanza un potere smisurato”.Comunemente l’attuale crisi economica viene

attribuita all’eccessivo debito pubblico degli Stati, lei però non è d’accordo, perché?Perché sono i dati che aff ermano il contrario e per due motivi: l’aumento del debito italiano è iniziato negli anni’80, più di trent’anni or sono, a causa dei tassi di interesse eccessivi, che sono il vero problema dal quale deriva il debito pub-blico e in secondo luogo perché la spesa sociale si è mantenuta stabile intorno al 25% del Pil. Il legame tra debito pubblico e crisi è un’aff erma-zione del tutto campata in aria ed è un modo di dire fortemente ideologico.Di chi è quindi la responsabilità?Solitamente con il termine crisi ci si riferisce alla situazione critica, a partire dal 2010, di molti Sta-ti della UE. Nessuno, però, ha posto l’attenzione sul fatto che prima di questa data c’è stata una grande recessione bancaria e fi nanziaria costata molto cara ai paesi dell’Ue. E così’ quella delle banche private è stata trasformata in una crisi del debito pubblico, utilizzando una storia cre-ata dai governi.La soluzione del cosiddetto autoritarismo emergenziale non è quella giusta e, anzi, in-debolisce la democrazia? Troppe volte abbiamo ascoltato dai maggiori esponenti e leaders europei frasi che sono por-

tatrici di uno spirito antidemocratico. La stessa Merkel aff ermando che “ la democrazia va bene se si adegua al mercato” ribadisce un concetto, inaccettabile, a mio parere, ma che è ben radi-cato nelle stanze del potere: la democrazia do-vrebbe dipendere dal mercato, essere conforme a esso. E questo è inconcepibile. L’austerità, che altro non è che “il mezzo per avvantaggiare la redistribuzione del reddito/ricchezza e del potere politico dal basso verso l’alto”, metterà in serio pericolo lo Stato so-ciale?Certamente. Basta guardare la situazione in Ita-lia. La sanità, la previdenza, la scuola pubblica, l’università e molto altro sono in situazioni disa-strose; ci sono stati tagli feroci che hanno colpito le classi più basse, i salari e i giovani sono in una condizione di disoccupazione e precarietà dila-gante. Questi sono tutti sintomi che mettono in serio pericolo lo Stato sociale.Lei crede ancora nell’Europa, ma non nella de-mocrazia autoritaria dei tecnocrati?Io credo che un’Europa federale, un’Europa uni-ta sia una grande utopia. Il problema è che i trat-tati di Maastricht hanno una dimensione pretta-mente economica e non politica. Il cittadino è tagliato fuori da ogni decisione e questo rende l’Unione europea anti – democratica. Per di più

LA TRISTE (E INEVITAIL PROF. LUCIANO GALLINO SPIEGA…

IL LEGAME TRA DEBITO PUBBLICO E CRISI È UN’AFFERMAZIONE DEL TUTTO CAMPATA IN ARIA ED È UN MODO DI DIRE FORTEMENTE IDEOLOGICO

BASTA GUARDARE LA SITUAZIONE IN ITALIA. LA SANITÀ, LA PREVIDENZA, LA SCUOLA PUBBLICA, L’UNIVERSITÀ E MOLTO ALTRO SONO IN SITUAZIONI DISASTROSE

IL PROBLEMA È CHE I TRATTATI DI MAASTRICHT HANNO UNA DIMENSIONE PRETTAMENTE ECONOMICA E NON POLITICA. IL CITTADINO È TAGLIATO FUORI DA OGNI DECISIONE

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7PrimaPagina 55 - Feb. 2015 7PrimaPagina55 - Feb. 2015

BILE) FINE DEI TRATTATIE DELL’AUSTERITY

l’euro impedisce di attuare politiche economi-che in base alla reali esigenza del momento. E che soluzioni prospetta a proposito?E’ necessario apportare cambiamenti signifi ca-tivi al sistema Unione Europea. Innanzitutto i trattati devono essere modifi cati. Uscire dalla zona euro sarebbe un disastro, ma anche questo sistema monetario deve essere cambiato perché è un’autentica “camicia di forza”. Le correzioni devono essere eff ettuate con urgenza perché l’Europa unita così concepita non può più anda-re avanti.Della situazione greca cosa pensa?Che è una situazione al tracollo, peggiore della nostra. Un terzo della popolazione è senza as-sistenza sanitaria; salari e pensioni sono state tagliati; molte famiglie del ceto medio/basso non possono dar da mangiare ai fi gli; molti beni comuni sono stati privatizzati. Il popolo greco si è letteralmente stufato e ha votato a Tspiras. A mio avviso ha fatto una buona scelta.Le decisioni anti-troika e quindi anti-austerity del nuovo governo greco metteranno in di-scussione il “sistema Europa”?Le elezioni greche avranno di certo un peso in Europa. Il popolo non ha votato come i potenti volevano e questo genera preoccupazione. Se le politiche di austerità non verranno riviste e cam-biate si arriverà alla miseria per molti, se non a moti sociali e politici imprevedibili.

IL POPOLO GRECO SI È LETTERALMENTE STUFATO E HA VOTATO A TSPIRAS. A MIO AVVISO HA FATTO UNA BUONA SCELTA

49%31%

CREDI ANCORANELL’UNIONE EUROPEA?

PENSI CHE LE POLITICHE DI AUSTERITÀ SIANO EFFICACI PER RISOLVERE LA CRISI?

79%9%

VORRESTI CHE L’ITALIA USCISSE DALLA ZONA EURO?

47%33%

PENSI CHE IL RISULTATO DELLE ELEZIONI GRECHE POSSA CAMBIARE QUALCOSA NELLE SCELTE IN EUROPA?

46 %34%

SONDAGGIOA CURA DI ADELE DI FELICIANTONIO

SI NO

legenda colori

Analisi del campione

intervistato

Campione di 80 persone di 37 donne e 43 uomini.

L’età varia dai 18 ai over 80, distinti nelle seguenti fasce di età:

18-25 - 25-35 - 35-50 - 50-70 - OVER 80

di Adele Di Feliciantonio

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er la prima volta in Grecia un nuovo Governo segna la fi ne del bipolarismo dinastico greco, la prima volta di un Parlamento el-lenico senza Papandreu e senza un Premier del Partito socialista

o del partito Nuova Democrazia, il 25 gennaio 2015 è stato eletto Tsipras, uomo di sinistra an-ticapitalistica. Parlare di Grecia signifi ca parla-re di Troika. La Troika è l’organismo di controllo informale composto da tecnici dell’Unione Europea, della Banca Centrale Europea e del Fondo Monetario Internazionale che nel set-tembre 2011 ha permesso l’attivazione del salva-stati e l’utilizzazione dello stesso fondo per garantire alla Grecia ossigeno economico e scongiurare il rischio di insolvenza. A fronte di tale aiuto la Troika ha chiesto l’istituzione di politiche di austerità mediante diversi tagli della spesa pubblica e l’attuazione di politi-che volte a ridurre l’evasione fi scale. Il nuovo governante ha auspicato una revisione della strategia europea di politica economica in Gre-cia, in termini di meno austerità e più crescita con un abbuono del debito pubblico. Tsipras rinnega la strategia fi nora portata avanti, an-che se per avere nuovi aiuti, dovranno essere messe in atto nuove riforme. Il nuovo governo ha bisogno di denaro fresco, ma contempora-neamente ha bloccato le privatizzazioni (stra-tegia della Troika e in particolare del FMI) utili a ridurre il debito pubblico. L’obiettivo che il nuovo governo si pone è quello di far saltare gli interessi di chi ha fi nora tenuto in mano le fi la del paese. Tra gli interventi proposti l’au-

mento del salario minimo interprofessionale, il rispristino della tredicesima mensilità per le pensioni più basse, il reintegro dei dipendenti pubblici il cui licenziamento è stato riscontra-to incostituzionale, il riallaccio dei rapporti tra sindacati e imprenditori. Dopo pochi giorni dalla sua elezione, e tenuto conto dell’incer-tezza sui mercati fi nanziari causata dalla presa di posizione del nuovo governo greco, Tsipras si è mostrato prudente in merito alla rinego-ziazione del debito pubblico, non auspicando una rottura, ma aprendo alla negoziazione per una soluzione giusta e duratura per il taglio del debito. Non è chiaro se esiste uno spazio di ac-cordo tra la Grecia e i creditori internazionali. La Grecia ha sicuramente bisogno di fondi, ma allo stesso modo non ha intenzione di sotto-stare, come i suoi predecessori alle richieste di austerity. La strategia di Tsipras prevede un piano quadriennale di riforme meno incentra-te sul risanamento del debito e dei conti, ma volto a incentivare i creditori internazionali a prestare denaro fresco ad una Grecia con una gravissima crisi fi nanziaria, ma con un’im-portanza di fondo: mantenere l’unitarietà dell’Unione Europea. Le grandi linee politiche del nuovo esecutivo vorrebbero che l’attuale programma fi nanziario scadesse a fi ne feb-braio come previsto e che fosse concesso un prestito ponte utile e negoziare un nuovo pro-gramma segnato da impegni più leggeri. Un piano di circa quattro anni, 2015-2018, basato su riforme economiche meno onerose, asso-ciate ad una alleggerimento degli impegni di bilancio, combattendo la corruzione, la frode

PIANO TSIPRAS:UN PROBLEMA O U

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fi scale e l’ineffi cienza della pubblica ammini-strazione. L’obiettivo è l‘attuazione di misure apprezzabili sia da Atene che da Bruxelles, ma tale proposta non è molto gradita alla Banca centrale e alla commissione europea, le quali confi dano in una proroga del programma in atto per evitare incertezze politiche giuridiche ed economiche. Per il nuovo governo greco l’obiettivo sembra essere personale: dimostra-re con la scadenza a fi ne mese del piano, un concreto cambio di rotta del nuovo esecutivo. Ad oggi la situazione politica Greca compor-ta solo incertezza, nei mercati fi nanziari e nel mondo europeo.Il vento dell’economia europea sta cambian-do: crollo del prezzo del petrolio, svalutazione dell’euro, quantitative easing. In Italia aggiun-giamo l’evento Expo di Milano e la rivalutazio-ne del franco svizzero che aiuterà le esporta-zioni. Di fronte a questi segnali incoraggianti non possiamo non tener conto dell’infl uenza della crisi greca anche sul nostro Paese.Il successo di Tsipras e il tentativo di scaricare sui partner europei il debito greco sta infl uen-zando tutta la politica europea generando ten-sioni e instabilità. Se l’Europa non permetterà al governo greco di allentare le austerità, o comunque se saranno concessi solo parte dei benefi ci richiesti, la crisi greca potrebbe preci-pitare, generando fughe di capitali, in parte già in atto, crollo della borsa, mancanza di liquidi-tà sui mercati fi nanziari, disordini sociali fi no a un’uscita dall’euro.Situazione grave per la Grecia e la sua econo-mia ma che coinvolgerebbe anche altri paesi

dell’eurozona tra cui l’Italia (solo se pensiamo al credito che l’Italia vanta verso la Grecia). La domanda: È opportuno cedere alla Grecia? La risposta sembra altrettanto spontanea: no, ma osserviamo meglio. Se l’Europa concedes-se alla Grecia dei benefi ci signifi cativi si viole-rebbero i trattati, tra cui il divieto di mutualiz-zare i debiti degli Stati, che in parte hanno già interessato la Grecia. Infatti, in un’analisi dei conti della Grecia si evince che lo stesso stato è fallito da tempo, e che l’Europa si è già fatta carico di parte del debito (allungamento delle scadenze) e che di conseguenza molti dei cre-ditori delle Grecia non avranno indietro i loro denari. Un cedimento da parte di Bruxelles innescherebbe tensioni in tutta Europa, ma maggiormente in Spagna, Portogallo, Irlanda e in parte in Italia, Paesi che da anni ( L’Italia per meno tempo), hanno adottato politiche di austerità per raddrizzare i conti pubblici e la bilancia dei pagamenti.Anche l’Italia, che ad oggi ha evitato l’intromis-sione della troika, avrebbe diffi coltà a chiarire le ristrettezze e le obbligatorietà dettate dal mantenimento del rapporto defi cit/pil impo-sto, e l’ incessante lavoro volto a guadagnarsi la fi ducia sui mercati, mentre alla Grecia sa-rebbe riconosciuta la possibilità di fi nanziarsi a tassi tedeschi. Ora se l’Europa cederà anche a parte delle richieste della Grecia, l’Italia dal suo canto, ma anche la Spagna e la Francia e forse altre nazioni saranno tentate di far come la Grecia.

di Laura Di Paolantonio

UN’OPPORTUNITÀ?

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L’EFFETTO SAN MATTEOtra merito e bisogno

Il prof. Daniele Ungaro, docente di Sociologia Dei Fenomeni Politici Università degli Studi di Teramo spiega il signifi cato e i possibili sviluppi della sceltadel popolo ellenico

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a quando esiste il suff ragio uni-versale (il voto è garantito a tutti i cittadini), la competizione politica tra i vari partiti si è svolta attraver-so 3 fasi. Nella prima fase i partiti si dividono sulla base di fratture

politiche determinate dalla diff erenza tra capitale (partiti borghesi) e lavoro (partiti socialisti), tra città (partiti rappresentativi del mondo industria-le) e campagna (partiti contadini), tra laicismo (partiti laici) e religione (partiti confessionali). Ciò naturalmente non impediva tentativi anche riusciti di superare queste fratture in un unico partito (il fascismo per esempio esprime una formula politi-ca interclassista). Nella seconda fase (a partire dal secondo dopoguerra) l’estensione quantitativa e culturale dei ceti borghesi fa sì che le fratture della prima fase si scompongano e ricompongano. Un partito politico se aspira a diventare maggioranza deve orientarsi a diventare un partito “prenditutti” quindi post-ideologico.Nella terza fase (dopo il 1989), la globalizzazione rende il modello europeo di welfare state inso-stenibile. Di conseguenza la nuova fondamentale frattura sociale, che infl uenza i sistemi politici eu-ropei, è quella tra MERITO e BISOGNO. Estremiz-zando le posizioni. Le forze politiche concentrate sulla rappresentazione del merito ritengono che soli i “meritevoli” possano avere accesso a deter-minate opportunità, mentre gli altri sono condan-nati a una “vita minore”, una condanna beninteso che appare defi nitiva perché - secondo questa rappresentazione - non si basa su storture sociali, ma su fallimenti individuali, di conseguenza la re-sponsabilità è del singolo.Le forze politiche concentrate sulla rappresenta-zione dei bisogni sostengono, invece, che i biso-gni collegati al tenore di vita europeo post-bellico vadano soddisfatti a prescindere dalla situazione interna e internazionale. Il problema è che la “me-ritocrazia” (la cui accezione originaria del termine è usata in senso negativo) produce una spersona-lizzazione dei meccanismi sociali e un impietoso sovraccarico della responsabilità individuale. Men-tre la “bisognocrazia” all’inverso, responsabilizza la società, ma non l’individuo. In Italia il PD di Renzi tenta di conciliare meriti e bisogni. In Grecia è

successo che l’estremismo meritocratico ha fatto vedere con chiarezza le conseguenze (già note agli esperti) della meritocrazia applicata: cioè un incremento della disuguaglianza, la progressiva aff ermazione di una società duale con la relativa distruzione o ridimensionamento dei ceti medi e l’identifi cazione dei meriti con le opportunità ascritte (ereditarie o derivanti dall’ambiente so-ciale di riferimento), per cui in una società me-ritocratica la mobilità sociale è molto bassa e si verifi ca l’EFFETTO SAN MATTEO (da un versetto

del Vangelo secondo Matteo, a chi ha, sarà dato e a chi non ha sarà tolto anche quel poco che ha). In Grecia è successo questo. L’imposizione da parte di poteri esterni di una società meritocratica non può funzionare se esiste ancora uno stato nazio-nale (sia pure ridimensionato) ed elezioni politiche nazionali democratiche. Per funzionare, il modello meritocratico ha bisogno di sottomettere defi niti-vamente i poteri nazionali - e di ricondurre quindi le decisioni ad aree sovranazionali e spersonaliz-zate - o di indurre un astensionismo elettorale di massa tale per cui solo i meritevoli vadano a vota-re, mentre i bisognosi si tolgono anche quest’ulti-ma opportunità. La prima strada (disarticolazione defi nitiva dello stato nazionale) è quella che si sta perseguendo, la seconda è stata tentata, ma è fallita, perché pro-prio il caso greco dimostra che imprenditori politici dei bisogni in democrazia ci saranno sempre e con ottime possibilità di successo elettorale.

I FATTI

a coalizione Syriza che ha vinto le ultime elezioni greche, guidata dal suo Presidente Tsipras, è un cartel-lo elettorale che mette assieme vari partiti. Per utilizzare uno schema italiano, i partiti che la compongo-

no possono essere riconducibili all’ala sinistra del PD (la forza più rilevante dentro Syriza) + le componenti di Sel e organizzazioni di estre-ma sinistra riconducibili nel modello italiano a Rifondazione Comunista. In Grecia vige un si-stema elettorale proporzionale “rinforzato” con soglia di sbarramento (al 3%) e rinforzato da un premio di maggioranza che scatta quando un partito raggiunge il 40,5% dei voti (attraverso un calcolo complicato); si tratta quindi in pra-tica di un Italicum (che dovremmo chiamare Ellenicum). Nelle elezioni del 25 gennaio Syriza ha ottenuto il 36,5% dei voti, quindi il premio di maggioranza non è scattato, questo spiega il ricorso a una coalizione per poter governare.

I PRECEDENTI

xploit elettorale di partiti eccentrici rispetto al centro politico del paese di riferimento, in situazioni di crisi, sono accaduti svariate svolte. Due esempi. Il boom elettorale del par-tito nazionalsocialista tedesco dopo

la crisi del 1929 e il boom elettorale del movi-mento 5 stelle in Italia nel corso della Grande Recessione che stiamo ancora vivendo.

LA RAPPRESENTAZIONE SOCIOLOGICADEL FENOMENO

NELLE ELEZIONI DEL 25 GENNAIO SYRIZA HA OTTENUTO IL 36,5%

L’IMPOSIZIONE DA PARTE DI POTERI ESTERNI DI UNA SOCIETÀ MERITOCRATICA NON PUÒ FUNZIONARE SE...

di Adele Di Feliciantonio

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na sferzata positi-va per tutti, si met-te i discussione il sistema Europa. - un risultato utile per loro; rappre-

senta comunque una rottura della continuità politica fi lo-europea fallimentare e sintomo di malessere generale. Gli stati uniti d’Europa possono esistere solamente a un livello di re-golamenti amministrativo-logistici, non econo-mico, giammai politico. Tsipras off re una logica più coerente con la sopravvivenza dell’identità e istituzione Stato, non dell’insieme “Europa”. - Discorso lungo e complicato. I greci hanno vo-tato per chi vuole porre fi ne al dogma assoluto dell’austerità e del rigore dei conti per andare incontro ai cittadini bisognosi e in diffi coltà. E’ forse il sintomo di un nuovo orientamento dell’elettorato europeo, vedi anche PODEMOS in Spagna; - Sintomo di malessere, ma loro sono poco im-portanti in Europa, non avranno grande potere di cambiare le cose. - E’ un ottimo risultato per la vera sinistra, sinto-mo di un paese in grossa diffi coltà che ha voglia di reagire.- Le elezioni greche cambiano la consapevo-lezza degli stati membri di non essere meri studenti che devono rispettare i compiti, ma protagonisti di un unione vera. Il risultato greco è esattamente il simbolo di questo cambiamen-to, una piccola rivolta verso canoni e vincoli di austerità esagerata e una speranza di diventare parte di un Europa unita e non semplici membri di una Finta Europa Unita.- il voto a Tspiras è un voto di protesta per una situazione insostenibile. E’ come dire: perso per perso ci giochiamo questa carta, che dalle pre-messe e promesse, sembra riportare un po’ di speranza in una Grecia, ormai, al collasso. Forse Tspiras non riuscirà a imporsi alla Troika, ma la sua elezione è sintomo di un cambiamento del-le e nelle coscienze.- è un sintomo del fallimento dei governi

moderati che non sono in grado di riformare incisivamente un paese, soprattutto in grande crisi. Il risultato greco può spostare l’attenzione europea sul rilancio delle economie mediterra-nee e far cambiare tendenza alle priorità delle politiche socio economiche dell’Europa.- è il sintomo di una generale diffi denza ver-so tutto ciò che viene imposto dall’UE e che comincia ad affi orare in ciascun cittadino eu-ropeo. La Grecia è stata la prima a sottolineare tale sentimento e tale risultato farà di sicuro da volano per altri paesi, dove le politiche di auste-rità limitano di gran lunga le possibilità di ma-novra dei governi, come nel caso Italia. L’unica soluzione che si intravede è la volontà congiun-

ta dei membri dell’UE di concludere il prima possibile il processo di unifi cazione (come era stato voluto sin dagli inizi) con l’istituzione di un insieme di stati sul modello USA. Questo mo-dello Europa che adotta un’unica moneta in un insieme eterogeneo di sistemi fi scali, salariali, di politiche sociali e così via non può reggere a lungo: in una realtà di questo tipo i nazionalismi trovano terreno fertile e ciò, se non arginato in tempo, porterà a un totale sfaldamento dell’UE e dell’Unione Monetaria. Ce lo dice la storia e le leggi che regolano l’economia reale.

Abbiamo chiesto ad alcuni nostri concittadini il loro pensiero su Syriza e Tsipras e sulle recenti elezioni greche

TERAMO E LA GRECIA

a cura di Adele Di Feliciantonio

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datato 23 aprile 2014 l’ accordo di in-vestimento tra il Comune di Teramo e la Società SGR SPA per l’attuazione del progetto di edilizia privata sociale previsto nel piano nazionale di Edi-lizia Abitativa (DPCM del 16/07/09)

che andrebbe a riqualifi care l’area di risulta di Via Longo e via G.B.Campano con la realizza-zione di alloggi sociali (DM. 22/04/08) al posto delle fatiscenti palazzine attualmente esistenti.Il Comune affi da la realizzazione di un concorso di idee per la selezione dei progettisti che se ne occuperanno alla società SGR, soggetto priva-to, fornendo le perizie giurate a fi rma dell’ing Michele Ciutti, del 12/06/2012 che contengono i dati relativi alle volumetrie rilevate. E si sta-bilisce in una percentuale del 15% l’incremento delle stesse. La società bandisce il concorso da cui emerge un progetto vincitore ed è a questo punto che emergono con chiarezza delle macroscopiche incongruenze di cui due consiglieri di opposi-zione, Paola Cardelli e Fabio Berardini chiedono conto al sindaco e al Consiglio comunale.Il progetto vincitore presenta delle volumetrie (cioè le misure dell’area interessata) che non corrispondono a quelle reali, cioè agli spazi realmente disponibili e presentano due inter-rogazioni per accedere alla visione degli atti:

le perizie giurate sulle superfi ci utili, le delibe-re consigliari, il piano regolatore e gli accordi con la società SGR. Apriti cielo! Le richieste dei consiglieri innescano una “guerra” interna al Consiglio Comunale tra chi “chiede spiegazioni” e chi evita risposte dirette. Tuttavia la tenacia dei due riesce a portare alla luce una serie di atti pubblici gestiti con evidente leggerezza e si scopre che….

di Angela Fosco

QUESTIONEDI NUMERI?

“NEBBIE”SU VIA LONGO

LA SOCIETÀ BANDISCE IL CONCORSO DA CUI EMERGE UN PROGETTO VINCITORE ED È A QUESTO PUNTO CHE EMERGONO CON CHIAREZZA DELLE MACROSCOPICHE INCONGRUENZE

LE PERIZIE GIURATE

ono due documenti a fi rma dell’ing Michele Ciutti, e deposita-te in Tribunale il 12.06.2012 e del 27.07.2012 in cui vengono rilevate delle misurazioni defi nite in modo generico e “con buona approssi-

mazione” , in pratica usando una defi nizione ambigua che non lascia capire se si tratti di superfi ci nette o lorde, ma quantifi cate in circa 6.330 mq e che possono sviluppare un incre-mento del 15%

LE INTERROGAZIONInella prima del 05/11/2014 la consigliera Cardelli chiede:

1-Se è stato redatto lo studio di impatto am-bientale e a quali conclusioni si è pervenuto in merito alle evidenti problematiche che l’inter-vento prospettato sembra sia destinato a solle-vare nelle aree circostanti e non solo;2-Quale sia l’esatta quantità di Superfi cie Utile prevista per l’area, da quale calcolo discenda il suo ammontare e a quale percentuale di incre-mento rispetto all’esistente questa corrisponda;

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el frattempo la società che si ap-presta a rilevare e sviluppare il progetto presenta 3 proposte da cui escono dei dati volumetrici diversi. L’incremento delle super-fi ci utili arriva a sfi orare il 60%

e non più il 15% previsto per un totale di circa , 12.376, ma l’accordo viene comunque stipulato e le delibere votate senza che, apparentemente,

nessuno si sia accorto di queste incongruenze. Ma così non è perché nonostante il Comune e la società continuino a perseguire un obiettivo il cui risultato sarebbe macroscopicamente falsato dalle premesse, la Consigliera Cardelli prosegue la sua battaglia per avere delle risposte chiare: “no-nostante le nebulose e sconcertanti  dichiarazioni dell’Assessore competente e  e la surreale pun-tualizzazione del Sindaco resa a correzione delle stesse, una certezza è stata raggiunta: grazie alla denuncia pubblica relativa all’Housing di via Lon-go, nulla sarà realizzato o tentato di realizzare in

quell’area che non sia strettamente conforme a quanto dispone  il PRG . Un traguardo importante che non farà però abbassare la guardia, viste le anomale reazioni dei nostri amministratori”.

3-Se gli standard urbanistici previsti siano inter-ni all’area;4-se non si ritenga di aver contravvenuto la Di-rettiva Europea ed il Codice appalti, introducen-do nel bando, la limitazione di partecipazione a gruppi di progettisti che avessero al loro interno tre professionisti teramani;

nella seconda del 11/12/2014 I consiglieri Cardelli e Berardini chiedono:

di precisare quale sia eff ettivamente la quan-tità massima di Superfi cie Utile che il Comune di Teramo ritiene ammissibile per l’intervento, ovvero se i dati del bando di concorso siano cor-retti e compatibili con la stima commissionata dal Comune stesso.

IL COMUNE DI TERAMO RITIENE AMMISSIBILE PER L’INTERVENTO

LE RISPOSTE DEL COMUNE (E DELL’ASSESSORE)

MA COSÌ NON È PERCHÉ NONOSTANTE IL COMUNE E LA SOCIETÀ CONTINUINO A PERSEGUIRE UN OBIETTIVO

E NONFINISCE QUI…

ià perché il Sindaco ha affermato che il bando di concorso ha avuto, come oggetto, uno Studio di Fattibilità e che non solo “non poggia su parametri urbanistici”, ma che “i veri dati saranno quelli del successivo progetto prelimi-

nare”. Secondo la Cardelli tali asserzioni  vanno confutate perché “uno di Studio di Fattibilità (SdF), come ben si evince dal nome, deve, per legge, indicare la sostenibilità dell’intervento da un punto di vista tecnico, economico, sociale ed ambientale, e dunque non può prescindere

dai  vincoli urbanistici. Nel Bando promulgato dalla SGR i presupposti tecnici per lo sviluppo di un SdF sono in-fondati poiché derivanti da dati non veritieri, e di conse-guenza le valutazioni economiche, sociali ed ambientali che ne discendono risultano del tutto aleatorie ed imma-ginarie.  Ci si propone dunque di procedere con gli sfratti e di conseguenza, cedere la proprietà dell’area (patrimo-nio pubblico) alla SGR, sulla sola scorta di una proposta di investimento basata su elementi, così evidentemente precari? Il Comune di Teramo mette in moto un interven-to di questa portata senza “poggiare” su dati urbanisti-ci? E allora su cosa poggia? Su chimere, bolle gonfiate, trascendenze? O piuttosto su di una difficile contabilità (il progetto preliminare, con  il suo  inattendibile “business plan”, presente nella proposta che sta alla base dell’ac-cordo fra Comune ed SGR) che, per fare tornare i conti di un’operazione a tutti gli effetti speculativa, ha bisogno di quantità che in un’area come quella non ci stanno e  non ci possono stare? Ma il Sindaco era al corrente che i nu-meri fossero così lontani dalla realtà?”

CI SI PROPONE DUNQUE DI PROCEDERE CON GLI SFRATTI E DI CONSEGUENZA, CEDERE LA PROPRIETÀ DELL’AREA...

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accordo relativo all’area di via Longo fra il Comune di Te-ramo e la società SGR S.p.A. (24/04/2014) si basa su di un documento nel quale, per quan-to attiene alla consistenza dei

fabbricati esistenti, è riportata una SUL (su-perfi cie utile lorda? –defi nizione non esistente nel Piano Regolatore di Teramo) di 9.300 mq, della quale si prevede un incremento del 15% (come da indicazioni del PRG) per arrivare a 10.600 mq circa.La consistenza degli immobili è stata certifi cata per conto del Comune dall’ing. Michele Ciutti in data 12 giugno 2012. “Sulla base della confi gu-razione planimetrica, riportata dalla cartogra-fi a catastale”, il tecnico stima una “superfi cie” (non meglio specifi cata) di 7.920 mq e un “vo-lume” di 26.730 mc (ottenuto moltiplicando le superfi ci di ogni piano per una ”altezza media del fabbricato” della quale non si riportano misurazioni). La società SGR S.p.A., autorizza-ta dal Comune di Teramo, (nel luglio 2014) ha indetto un concorso di progettazione relativo alle palazzine di via Longo. Nel bando si parla di una Superfi cie Utile di 7.920 mq e di un vo-lume complessivo di 26.730 mq(sic!), dunque si assumono erroneamente (colpevolmente?) i numeri suddetti come valori dimensionali netti secondo le defi nizioni del PRG. Tutto questo per arrivare, applicando l’aumento ammesso dal PRG, ad un volume massimo di 30.740 mc, “ai sensi delle NTA del PRG vigente”. Ipotiz-zando un’altezza media di 3,1 ml si estrapola dunque una superfi cie utile di progetto di 9.916 mq, “comprensiva dell’incremento del 15%”. Tutto questo in un lotto che, come am-

messo dallo stesso assessore all’Urbanistica Mario Cozzi (e come peraltro risulta evidente a chiunque) è “già densamente edifi cato”. Da misurazioni eff ettuate, oggi sappiamo che la Superfi cie Utile esistente dei fabbricati è molto inferiore a quanto sopra riportato. A seguito di due interrogazioni presentate dalla consigliera Paola Cardelli nei mesi di novembre 2014 e gennaio 2015, l’assessore Cozzi ha chiesto una verifi ca al tecnico incaricato, che “con buona approssimazione ha individuato una superfi cie netta pari a circa 6.330 mq”. Assumendo per buono questo valore (che pure risulta maggio-re di quello che da parte nostra abbiamo rile-vato analiticamente, secondo i criteri stabiliti dalla normativa vigente), essendo che l’altezza interpiano è pari a 3,1 mt, il Volume esisten-te risulta pari a 19.623 mc. Applicando a tali numeri l’aumento del 15% ammesso dal PRG si ottiene una superfi cie utile di 7.279 mq ed un volume di 22.566 mc. Sulla base dei dati forniti dall’assessore, l’aumento ipotizzato da SGR S.p.A. è pari invece al 56,7% dell’esistente.

COME STANNO LE COSE

LA MATEMATICA ELE OPINIONI

CALCOLI SBAGLIATI, VOLUMI SBAGLIATI…E I BANDI?

n sostanza, bisogna immaginare che al po-sto delle sei palazzine esistenti ne vengano realizzate dieci, con l’aggiunta dei garages pertinenziali e delle altre superfi ci accesso-rie. Peraltro, tutto il calcolo che sta alla base di tale valore (riportato nel bando del con-

corso, e che ne costituisce il presupposto per la progettazione) risulta completamente infi ciato dal fatto che i numeri utilizzati sono sbagliati. Di fronte a questi rilievi, l’assessore, nella rispo-sta all’interrogazione succitata, non ha ritenuto doveroso riconsiderare l’opportunità di un in-cremento (nel suddetto lotto già densamente edifi cato) che si credeva (?) pari al 15% e che viceversa risulterebbe pari al 56,7%. La sua prima preoccupazione è stata viceversa quel-la di dire che il dato “appare marginale” (sic!) perché la Legge Regionale 49 del 2012 prevede la possibilità di incrementi volumetrici fi no al

50% dell’esistente. (il recepimento di tale legge è avvenuto nel marzo 2013, dunque è prece-dente al bando). Nel momento in cui si scopre (?) che il bando di concorso, sulla base di un errore nei dati assunti come stato di fatto degli immobili, ipotizza un intervento molto più con-sistente della previsione di Piano Regolatore (per un’area, lo ribadiamo, già edifi cata con una densità signifi cativa) non si avverte da parte del Comune la preoccupazione di puntualizzare quali siano le eff ettive condizioni da rispettare sulla base di obbiettive opportunità urbani-stiche, ma piuttosto ci si aff retta a mettere in campo ipotesi di percorsi normativi attraverso i quali salvaguardare la consistenza sovradimen-sionata dell’operazione.

L’OBBLIGATORIA VALUTAZIONE DI IMPATTO AMBIENTALE PREVISTA DAL PIANO REGOLATORE DOVREBBE FARE I CONTI CON UN AUMENTO CERTIFICATO DI QUASI IL 60% DELLA VOLUMETRIA ESISTENTE E CON LE RICADUTE

di Andrea Cavarocchi Architetto

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Come se preoccupazione della Pubblica Am-ministrazione non fosse quella di garantire uno sviluppo armonioso e sostenibile dell’am-bito urbano, ma piuttosto la buona riuscita di un’operazione economica gestita da privati. E’ importante sottolineare che anche l’obbligato-ria valutazione di impatto ambientale prevista

dal Piano Regolatore dovrebbe fare i conti con un aumento certifi cato di quasi il 60% della vo-lumetria esistente e con le ricadute che questo avrebbe sul sistema della mobilità e sulla vita dei residenti delle aree vicine. Per inciso, dai calcoli evidenziati l’incremento di cui parliamo sarebbe superiore persino al 50% consentito

dalla suddetta legge. Ricordiamo che in fase di recepimento della stessa da parte del Co-mune di Teramo, l’allora assessore Massimo Tassoni dichiarava “Diamo la possibilità di ampliare i fabbricati esistenti. Quali fabbricati? Certamente non andiamo ad incrementare la palazzina dove ci sono dieci appartamenti, ma

sono le case unifamiliari”. E poi: “Non andiamo ad incrementare la speculazione sul territorio, andiamo ad aiutare le piccole famiglie, i piccoli possidenti che vogliono realizzare quel qual-cosa in più che può sistemare il proprio fi glio che sta aspettando per sposarsi perché non ha nemmeno le possibilità”.

ibadiamo l’enormità urbanistica che sta dietro a questi numeri: tutti abbiamo presente l’area di via Longo ed il suo intorno: davvero si ritiene opportuno au-mentare la volumetria esistente

del 56,7%? E che dire del conseguente cari-co urbanistico e sociale? parcheggi, traffi co, inquinamento? Le case di via Longo devono essere ristrutturate applicando al massimo un aumento di superfi cie pari al 15%, come pre-visto dal Piano Regolatore di Teramo. Perché l’area sulla quale insistono è già satura di edi-fi ci, persone, traffi co. L’aumento previsto dal bando di concorso corrisponde al 56,7%, diver-samente da quanto si aff erma nello stesso. E’ importante che sia la SGR che il Comune ren-dano esplicito questo dato, e che si assumano eventualmente la responsabilità delle dimen-sioni reali dell’operazione, senza nascondersi dietro a dati palesemente errati.Il concorso del quale si stanno per conoscere gli esiti si basa su numeri errati e dunque non è legittimo.Non esiste nessuna sensata considerazione di tipo urbanistico che possa motivare un si-mile incremento volumetrico dell’edifi cato in quell’area. L’unica ragione di questi numeri sta nella necessità di tenere in piedi un’operazione economica, mossa da un interesse che non è pubblico. Che cosa pensano di questi dati obiettivi la società SGR e la Fondazione Tercas (con par-ticolare riferimento ai fi ni etici che dichiarano essere alla base del loro operare)? E l’Ordine degli Architetti di Teramo? E le forze politiche? E i residenti dell’area?E tutti i cittadini ai quali stanno a cuore il ri-spetto delle regole, la trasparenza e la possibi-lità di una convivenza civile in ambito cittadino sia dal punto di vista politico che urbanistico?

È DAVVERO NECESSARIO AUMENTARE LA VOLUMETRIA ESISTENTE?

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l dibattito sulla democrazia partecipativa inizia a Teramo durante le due giunte Spe-randio (1994-2004). Dopo l’approvazione dello Statuto comunale, diversi comitati si costituirono sotto forma di associazione. Nel 1996 nel quartiere di Colleatterrato si diede

vita addirittura ad un comitato, il cui consiglio direttivo viene eletto direttamente dai cittadi-ni e che prevede la partecipazione diretta dei cittadini nell’approvazione di alcuni atti delibe-rativi, come ad esempio il bilancio di previsione. Per rendere esecutivi gli istituti di democrazia partecipativa previsti nello statuto occorre che la commissione consiliare “Organizzazione - af-fari generali – personale“ predisponga appositi regolamenti attuativi. Presidente della commis-sione è il consigliere Luca Corona, proprio uno dei presidenti che si sono succeduti nel comita-to di quartiere di “villa pavone-colleatterrato”, uno dunque che dovrebbe conoscere bene l’importanza della partecipazione dei cittadini nella programmazione e nella gestione della cosa pubblica. Molti consiglieri comunali hanno sostenuto in questi ultimi tempi la necessità di

attuare gli istituti di democrazia partecipativa previsti dallo statuto comunale. Gianluca Po-mante ad esempio ha presentato al Sindaco una bozza di “regolamento per l’individuazione e la disciplina dei Beni Comuni”. Maria Cristina Marrone ha sollecitato, subito dopo l’insedia-mento, la discussione sugli “Istituti di parte-cipazione” contenuti nel Titolo IV del vigente Statuto comunale, ricordando che il comitato Nuovo Teatro Teramo aveva  protocollato in Comune per ben quattro volte, senza successo, una proposta di “Regolamento per la disciplina delle forme di consultazione popolare”. Gian-guido D’Alberto ha curato personalmente la parte del programma elettorale di Manola Di Pasquale sindaco che riguardava la democra-zia partecipativa. Francesca Chiara Di Timoteo in campagna elettorale ha preso parte, insieme ad altri candidati consiglieri e sindaci, ai corsi di formazione per facilitatori della democra-zia partecipativa, organizzati dall’associazione “DEMOS”. I consiglieri Flavio Bartolini e Alberto Melarangelo nella passata consigliatura diedero vita al “laboratorio di programma per Teramo”

rivolto all’ascolto dei cittadini nei quartieri e nelle frazioni. I Consiglieri Paola Cardelli e Fabio Berardini, eletti nella lista del M5S sono sempre stati forti sostenitori della democrazia parteci-pativa. L’assessore Rudy Di Stefano con delega per i rapporti con i quartiere e le frazione ha av-viato un confronto con i presidenti dei comitati teramani sulla possibilità di costituire la “con-ferenza dei comitati di quartiere e di frazione”. Ha predisposto la bozza di un regolamento per l’istituzione dei comitati di quartiere e di fra-zione da eleggere a suff ragio universale e per evitare che si possano verifi care casi di com-presenza di più associazioni sullo stesso ambito territoriale. La stessa giunta comunale incontra i comitati di quartiere e di frazione attraverso la “giunta itinerante” Altri consiglieri hanno in più occasioni dimostrato particolare attenzione alle attività dei comitati di quartiere e di frazione, ce n’è almeno uno che farebbe addirittura parte di un comitato di frazione. Possiamo quindi sostenere che sia dai banchi dell’opposizione che della stessa maggioran-za viene prestata particolare attenzione alle questioni che riguardano il coinvolgimento dei cittadini nella programmazione degli interventi e nelle iniziative che riguardano direttamente i quartieri e le frazioni, ma spesso con opinioni diverse e con fi nalità diverse. Ecco perché occorre regolamentare la materia: il luogo deputato a questo è proprio la commis-sione consiliare “Organizzazione - aff ari gene-rali – personale“ e fi no a quando questo dibatti-to non si avvia concretamente, rimarranno solo dichiarazioni di buone intenzioni senza che il cittadino possa esercitare un suo diritto sanci-to dalla Costituzione della Repubblica italiana, attraverso quegli istituti previsti dallo Statuto comunale. Per superare dunque l’immobilismo della commissione comunale “Organizzazione - aff ari generali – personale“ occorre chiaramen-te che NESSUN DORMA.

Nessun dorma….“È ora che la commissione comunale predisponga i regolamenti attuativi dello Statuto per la democrazia partecipativa”

di Raff aele Raiola

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on c’è stata scuola superiore, che in vista delle iscrizioni, non ab-bia organizzato l’open day, con iniziative interessanti, spesso piacevoli e simpatiche, perfi no condite da spettacoli teatrali e da

intrattenimenti vari. Docenti, non docenti ed ex alunni si sono adoperati per rendere il più pos-sibile attraenti e accoglienti le proprie scuole, ponendo in mostra, come in una sorta di “ve-trina”, le attività indicate e “promesse” nei piani dell’off erta formativa. Queste iniziative, in essere da qualche anno, sono senza dubbio signifi cative e valide, perché consentono alle famiglie di visitare i “luoghi” dell’apprendimento, di verifi care le strutture tecnico-didattiche in dotazione e, quel che più conta, di percepire il “clima” della scuola, dispo-nendo di ulteriori utili elementi di valutazione prima di compiere le scelte per i propri fi gli. Tut-tavia, sono inevitabili alcune osservazioni criti-che, se si rifl ette sulla “logica” entro cui queste iniziative sorgono e trovano la ragion d’essere. L’espressione open day, che sta a signifi care “giorno dell’apertura”, si è aff ermato in ambito commerciale, fi nalizzato a catturare l’attenzio-ne e l’interesse del pubblico per promuovere la vendita dei prodotti. L’open day scolastico fi nisce in gran parte per essere inglobato in questa logica. In una con-

giuntura storica dominata dalla mercifi cazione dei valori, anche la scuola, come le altre isti-tuzioni culturali e formative, sembra essere diventata un “prodotto” da scegliere e da “consumare”. Capita spesso che una scuola è scelta non tanto in base ai suoi programmi educativi e didattici, ma perché più comoda, presenta meno diffi coltà, ha un regolamento più elastico ed è magari più indulgente nella valutazione. Un tempo la scuola superiore era scelta quasi esclusivamente – salvo rare ec-cezioni – sulla base di motivazioni formative, che tenevano conto della valenza culturale di questo o quell’istituto, senza badare ad altri in-teressi. Non esisteva l’open day. Gli alunni delle scuole medie non visitavano le scuole superiori

né i docenti di queste ultime si recavano nelle scuole medie.L’open day, a lungo andare, rischia di diventare un’operazione di marketing, alimentata da una concorrenza tale, da indurre le scuole, per avere il maggior numero possibile di iscritti, a studia-re ogni mezzo ritenuto più effi cace ed eclatante per “reclamizzare” la propria off erta, con la con-seguenza che le azioni di orientamento spesso si trasformano in propaganda, con manifesti, spots, comunicati stampa, servizi televisivi e quant’altro sia funzionale all’obiettivo da per-seguire.

SCUOLE IN VetrinaL’ESPRESSIONE OPEN DAY, CHE STA A SIGNIFICARE “GIORNO DELL’APERTURA”, SI È AFFERMATO IN AMBITO COMMERCIALE, FINALIZZATO A CATTURARE L’ATTENZIONE E L’INTERESSE DEL PUBBLICO PER PROMUOVERE LA VENDITA DEI PRODOTTI.

di Giovanni Di Giannatale

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provincia di Teramo” dice infatti con una punta d’orgoglio il presidente “e tra le prime società in Abruzzo a dotarci di un defi brillatore semi-

automatico, formando i nostri tecnici all’uso in modo da essere pronti ad aff rontare ogni eve-nienza direttamente sui campi di calcio, anche durante gli allenamenti”. Ma l’attività della As Roseto è rivolta anche verso il turismo. “Il no-stro principale impegno resta l’organizzazione

del torneo internazionale giovanile ‘Spiagge d’Abruzzo Cup’ che quest’anno raggiungerà il prestigioso traguardo della 19ª edizione” continua Cerasi “e che ha fatto conoscere la nostra città e nostra organizzazione in Italia e in Europa. Pensate che dalla prima edizione a oggi il torneo ha visto la partecipazione di 1.421 squadre da tutte le regioni d’Italia e 123 squadre straniere per un totale 27.960 giovani calciatori che hanno partecipato alla kermesse ma che soprattutto che, insieme ai loro geni-tori hanno potuto visitare e apprezzare le no-stre meravigliose zone balneari. Davvero una grande promozione turistica che ha distribuito tra gli operatori turistici della costa teramana 119.820 presenze con più di 4 milioni di euro oltre all’indotto”. Da 14 anni la manifestazione viene legittimata con un premio speciale da parte del Presidente della Repubblica e dal 2013 è stata cofi nanziata con fondi europei Fas. In vent’anni generazioni di giovani sono stati avviati al calcio sotto la guida di allenatori

a società rosetana compie 20 anni, durante i quali è sempre stata impegnata nell’ambito del calcio giovanile nella Città delle Rose. Grazie allo sport, i ragazzi che sono transitati nelle varie formazioni del

gruppo hanno avuto modo di condurre una vita sana, all’aria aperta e, soprattutto lonta-no dalle tentazioni. L’avventura della società sportiva iniziò infatti nel 1995, con il settore giovanile della Sp Rosetana, poi nel 1997 la scelta di separare le attività e fondare l’As Ro-seto con l’idea di concentrare tutte le risorse

sui giovani. Camillo Cerasi è stato presidente dall’inizio, prima nel settore giovanile della Rosetana poi massimo dirigente dell’attuale società, ed è proprio lui che riesce a dosare l’impegno del gruppo tra sport e sociale. “Ab-biamo dato e continuiamo a dare, per quanto possibile, il nostro impegno sul sociale” sot-tolinea infatti il presidente Cerasi “abbiamo collaborato con l’Admo, l’associazione per la donazione del midollo osseo, con le coope-rative sociali presenti nel territorio off rendo i nostri servizi sempre in forma gratuita. In pas-sato abbiamo adottato una squadra giovanile in Uganda, fornendo ai ragazzi del posto il materiale sportivo necessario per le loro atti-vità. Inoltre abbiamo dato la possibilità ai ra-gazzi africani del Bulani di eff ettuare trasferte agevoli donando alla loro società un pulmino che a tutt’oggi viaggia fra le isole della Gui-nea Bissau”. Massima l’attenzione per i propri ragazzi, in particolare per quanto riguarda la tutela della salute. “Siamo stati i primi nella

‘As Roseto Calcio’

Quando lo Sport fa rima con Sociale

MASSIMA L’ATTENZIONE PER I PROPRI RAGAZZI, IN PARTICOLARE PER QUANTO RIGUARDA LA TUTELA DELLA SALUTE

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capaci ma anche molto attenti alla formazione morale dei giovani atleti. “Oggi possiamo dire con soddisfazione che è stato fatto un buon lavoro” continua il presidente Cerasi “tanti hanno raggiunto traguardi importanti nello sport ma la maggior parte ha fatto altrettan-to nella cosiddetta vita normale e questo è un motivo di orgoglio per tutti: in fondo lo spirito che dovrebbe animare tutti quelli che operano nello sport giovanile è quello di formare degli uomini ancor prima di giocatori di calcio”. Molti giocatori ‘veri’ hanno iniziato a muovere i pri-mi passi nel calcio proprio nel club rosetano a partire da Daniele Croce, attualmente in serie A con l’Empoli, il quale iniziò a giocare nei Gio-vanissimi della Rosetana all’epoca allenata da Angelo Stama. Croce oggi è il terzo giocatore di tutta la storia del calcio rosetano ad appro-dare nelle massima serie dopo Mino Bizzarri e Daniele Di Donato. Anche Jacopo Dezi ha ini-ziato con l’As Roseto prima di passare al Giu-lianova e poi al Napoli per essere poi dato in prestito al Crotone. Jacopo è l’unico giocatore del calcio rosetano che ha vestito e segnato con la maglia della nazionale U21. Poi tanti altri giocatori diventati professionisti professionisti: il portiere Remo Amadio, ora nella serie A in Romania; Daniele Ferretti che quest’anno in-dossa la maglia della Lucchese in Legapro così come Luca Lulli, centrocampista del Teramo, che sta dimostrando di essere uno dei miglio-ri centrocampisti del torneo. “Una curiosità” aggiunge Cerasi “anche Gianluca Ginoble, l’ex tenorino rosetano che sta riscuotendo successi internazionali col Volo e vincitore del festival di San Remo, ha militato nei giovani calciatori del Roseto Calcio”.

di Federico Centola

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FOCUS ON FOCUS ON TEAM: QUANTO CI COSTI?TEAM: QUANTO CI COSTI?

A cura di Mira Carpineta e Daniela Palantrani

quanto

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23PrimaPagina 55 - Feb. 2015

FOCUS ON FOCUS ON TEAM: QUANTO CI COSTI?TEAM: QUANTO CI COSTI?

o ci costi?

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PrimaPagina 55 - Feb. 201524

embra in procinto di esse-

re sollevato il velo di nebbie

che avvolge la gestione del-

la più importante azienda

teramana. Ma non sempre

la “trasparenza” ha risvolti

sexi. Anzi in questo caso non ha, pur-

troppo, niente di eccitante, se a ve-

nire a nudo sono situazioni dai costi

elevati per le nostre tasche di vilipesi

contribuenti. La battaglia che si sta

consumando in Consiglio comunale

tra alcuni consiglieri di opposizione e

la Giunta in carica va assumendo toni

sempre più alti e a colpi di documen-

ti. Richiesti e rifiutati. Ogni richiesta

di accesso agli atti amministrativi

della società partecipata è stata in-

fatti ignorata e rigettata anche con

insulti verso i consiglieri richiedenti.

Così I Consiglieri Cristina Marroni e

Fabio Berardini hanno tenuto qual-

che settimana un convegno dove, atti

alla mano, hanno informato i cittadini

della grave situazione di confusione,

reticenza, nebbia in cui versa l’ammi-

nistrazione della Te.Am. Ed è venuto

fuori che non sono finora state recepi-

te, dal nostro Comune, né una lettera

dell’allora ministro Catricalà in cui si

“evidenziavano le distorsioni concor-

renziali ricollegabili alla delibera con cui

codesto Comune ha confermato alla

TEAM, senza l’esperimento di alcuna

procedura competitiva ad evidenza

pubblica l’affidamento fino al 2015

dei servizi pubblici comunali relativi

all’igiene ambientale… e che l’affida-

mento in questione è palesemente in

contrasto con quanto previsto dal D.L.

112/08”. Sono proprio i contratti di

affidamento dei servizi alla base del-

la domanda principale che i consiglieri

hanno posto e cioè: dove sono questi

contratti? Cosa stabiliscono? Non è

dato saperlo perché “questi contratti

non esistono – dichiarano Marroni e

Berardini- dal momento che nono-

stante le nostre insistenti richiesti non

ci mai stato possibile visionarli perché

non ci sono mai stati esibiti”. E se non

è possibile conoscere i contenuti e i

termini dei contratti, come è possibi-

le eseguire dei controlli, per valutare

le corrispondenze (o meno) tra i costi

preventivati e quelli consuntivati? Che

la situazione economica dell’azienda

non sia florida lo si sa da tempo, no-

nostante le tariffe Tari applicate siano

sostanzialmente cresciute negli anni

e nonostante la raccolta differenziata

che avrebbe invece dovuto abbassar-

ne i costi per la collettività. Lo scontro

interno si è fatto palese quando dopo

soli due mesi dall’incarico, il Presiden-

te Mattucci si è dimesso ufficialmente

perché in disaccordo sul rinnovo della

pianta organica, sulla quale si è aste-

nuto, ma ugualmente approvata dagli

altri componenti il CDA. Cerchiamo al-

lora di fare un po’ d’ordine…

FOCUS ON FOCUS ON TEAM: QUANTO CI COSTI?TEAM: QUANTO CI COSTI?

LO SCONTRO INTERNO SI È FATTO PALESE QUANDO DOPO SOLI DUE MESI DALL’INCARICO, IL PRESIDENTE MATTUCCI SI È DIMESSO UFFICIALMENTE

LE INTERROGAZIONI

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25PrimaPagina 55 - Feb. 2015

n Consiglio comunale si sollevano da parte delle opposizioni diversi quesiti. 1- Così la consigliera MARRONI:” Basandosi sulle tabelle del ministero (JPEG OPENCIVI-TAS) che stabiliscono i bisogni standard dei comuni, a TERAMO sono previsti 7 MILIONI

ANNUI, mentre la spesa reale annua si attesta sui 12 milioni. Questo signifi ca che in 5 anni sono stati spesi 25 milioni in più. È come se tutti i tera-mani (50.000) avessero pagato 100 euro l’anno per 5 anni senza sapere dove siano fi niti. La cosa grave è che nessuno ha smentito queste cifre. Quando ho chiesto spiegazioni all’allora presi-dente Cantagalli mi ha risposte che faccio “do-mande imbecilli e che non so fare il consigliere”. Ho chiesto le tabelle di quanto ottenuto dal rici-clo del materiale raccolto, il costo del personale ( la raccolta diff erenziata doveva produrre ricavi), ma ancora una volta niente di fatto. Così pure per la richiesta dei contratti di affi damento dei servizi che sembrano svaniti nel nulla semmai esistano. Oppure le richieste riguardanti le rappresentan-ze di genere in CDA, sempre ignorate, salvo poi

nominare una donna come garante dopo l’usci-ta precipitosa dell’ultimo presidente designato Mattucci. E poi le regole per le assunzioni che avrebbero dovuto essere per concorso pubblico secondo la legge regionale Costantini-Pagano e che invece sono a chiamata diretta. Per fi nire con i compensi ai dirigenti. Sul sito non c’è traccia di trasparenza, nessuno di questi è presente o almeno non in modo chiaro. Se ci fosse traspa-renza i dati sarebbero esibiti”2- Dalla lettura della “Nota integrativa”al bilancio 2013 della Teramo Ambiente spa, a pag.15, tra i debiti Vs banche è appostato un fi nanziamento chirografario di €3.639.000 di durata settennale, concesso dalla Banca Tercas nel maggio 2011, per far fronte al pagamento delle cartelle esattoriali emesse a seguito del recupero di imposte erariali dovute per gli anni dal 1996 al 1999. Alla chiusura dell’esercizio 2013 il debito residuo ammontava ad €2.484.701. Sull’importante argomento occor-re sottolineare che:-la ripresa fi scale operata dall’Agenzia delle Entrate ha riguardato la tassazione del reddito d’impresa della Team dal 1996 al 1999 a seguito della decisione della Corte di Giustizia Europea che ha ritenuto che l’esenzione fi scale di quei redditi delle aziende municipalizzate italiane nei primi cinque anni dallo loro costituzione fosse “concorrenza sleale” e costituisse quindi un “aiu-to di Stato”;-a seguito di un provvedimento legislativo del Parlamento Italiano l’Agenzia delle Entrate di Te-ramo emise nel 2007 (durante l’Amministrazione del sindaco Chiodi – centro destra) n.4 avvisi di accertamento comportanti recuperi d’imposta e interessi passivi come di seguito:1) lo stesso Uffi cio impositore successivamente invitò la Team spa a produrre appositi nuovi qua-

FOCUS ON FOCUS ON TEAM: QUANTO CI COSTI?TEAM: QUANTO CI COSTI?

asce agli inizi degli anno 90 come società mista pubblica e privata con lo scopo di gestire la raccolta e lo smaltimento dei rifi uti urbani con la prospettiva di allargare il servizio all’intero ba-

cino provinciale. Fin da subito assume un ruolo predominante nella gestione politico-econo-mica della città. Alterne vicende giudiziarie che coinvolgono i vertici delle parti private insinuano sospetti sulla trasparenza degli atti amministrativi, sulle assunzioni (dirette e non sottoposte a concorsi pubblici), sui costi ecces-sivi dei servizi, sulle nomine e i compensi dei dirigenti. Ma è soprattutto dall’inizio della crisi economica e le conseguenti politiche di spen-ding review che emergono incongruenze palesi a cominciare dalla ventilata ipotesi di trasfor-mazione dell’azienda in totalmente pubblica. Iniziano così le interrogazioni consiliari che non trovano ancora risposta.

LA TE. AM.

dri dichiarativi del reddito d’impresa ove poter far emergere eventuali componenti positivi non im-ponibili (perchè gia tassati) ovvero oneri e spese in diminuzione dal reddito fi scale. La richiesta, che avrebbe potuto comportare minor imponibi-le fi scale e quindi minore tassazione, non venne fatta propria dalla Team spa;-contrariamente alle altre aziende municipaliz-zate operanti sul territorio italiano, la Team spa

anno 1996 € 220.531

per imposte € 248.359 per interessi

“ 1997 “ 204.015 “ “186.319 “

“ 1998 “ 871.839 “ “ 612.791 “

“ 1999 “ 331.918 “ “ 182.120 “

Totale €1.629.203 €1.229.589

per interessi per un totale di € 2.858.792

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PrimaPagina 55 - Feb. 201526

intese proporre ricorso avverso l’operato dell’Uf-fi cio e, a seguito della decisione sfavorevole della Corte di Cassazione (questione di legittimità), vennero emesse cartelle esattoriali comportanti un onere complessivo di € 3.639.000 circa. Le maggiori spese tributarie sopportate al termine del contenzioso sono state di €800.000 circa . Al pagamento delle cartelle esattoriali, come detto, si è fatto fronte con il ricorso ad un pre-stito bancario settennale di pari importo che ha comportato e comporterà interessi passivi ban-cari rilevanti.Per tutto quanto sopra si chiede all’Amministra-zione Comunale di Teramo, nella persona del sindaco pro tempore, quale azionista di maggio-ranza in Team spa, di conoscere:A) perchè, diversamente da altre aziende muni-cipalizzate, la Team spa ha inteso esperire i ricorsi pur nella considerazione che vi erano scarse possibilità di accoglimento delle motivazioni di diritto proposte? Una decisione di tale specie ha comportato, insieme ad altre spese che di se-guito si diranno, un maggior onere da interessi passivi di mora pari ad € 800.000 circa;B) perchè in considerazione del signifi cativo im-porto da pagare, non si è attuata una politica di bilancio razionale comportante un accantona-mento annuo, evitando così un indebitamento bancario di €3.639.000, che ha signifi cato e si-gnifi cherà ulteriori interessi passivi bancari che hanno interessato ed interesseranno le tariff e d’igiene ambientale?C) perchè nell’anno 2011 l’accantonamento al fondo di €3.396.895 per il rischio connesso alla procedura di recupero degli aiuti di Stato è stato integralmente utilizzato e non si è ritenuto di ef-fettuare ulteriori accantonamenti?C) qual è stato l’importo delle spese e degli oneri legati all’assistenza e consulenza fi scale eserci-tate da liberi professionisti (studio Del Federico di Pescara) con la formulazione e trattazione dei ricorsi incidentali e appelli nei tre gradi di giudizio del contenzioso tributario?

AL PAGAMENTO DELLE CARTELLE ESATTORIALI, COME DETTO, SI È FATTO FRONTE CON IL RICORSO AD UN PRESTITO BANCARIO SETTENNALE

FOCUS ON FOCUS ON TEAM: QUANTO CI COSTI?TEAM: QUANTO CI COSTI?

econdo l’ex consigliere TEAM Vit-torio Crocetti sono diversi i punti da analizzare: nel 2010 inizia il porta a porta e la diff erenziata nell’ottica della successiva ridu-zione dei costi a carico della co-

munità, ma l’obiettivo del 65% a Teramo non è stato mai raggiunto. La titolarità del servi-zio è sempre del comune che deve esercitare un’azione di controllo. I punti critici riguardano la composizione della Tari, costituita da una parte defi nita COSTI FISSI e una parte COSTI VARIABILI (determinata dall’eff ettivo volume della raccolta). La Tari presuppone un Piano Economico fi nanziario, PEF, che determina dei costi presunti, che poi a fi ne esercizio vanno

verifi cati e quindi consuntivati. Ma la seconda fase sembra non essere mai stata realizzata e la gestione amministrativa e quindi l’entità della Tari è stabilita solo dal piano preventivo, tra l’altro approvato nel mese di settembre dell’anno in corso. L’atra criticità riguarda i costi ancora attivi della discarica La Torre, che è stata chiusa ma non ancora dismessa e le domande che ci poniamo sono: quando è tor-nata nella disponibilità del Comune la discarica ”La Torre”? - ad oggi la discarica è chiusa? NO! -Siamo nella fase di post-mortem così come defi nito dal d.lgs. 36/2003? - i lavori di chiusu-ra e di messa in sicurezza del manufatto quan-do inizieranno? - la somma necessaria è stata inserita almeno nel piano delle opere?

LA SITUAZIONE

I Comuniadottano tariff a

per soddisfare costi servizio

PREVENZIONEe RIDUZIONE

RACCOLTA, RIUSO e RICICLO

dal 2012, obbligo del 65% di raccolta diff erenziata

SMALTIMENTO e RECUPERO

compostdiff erenziata

pericolosi

Gestione Rifi uti Urbani (d.lgs. 22/97 e s.m.i.)

TA. RI.

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27PrimaPagina 55 - Feb. 2015

FOCUS ON FOCUS ON TEAM: QUANTO CI COSTI?TEAM: QUANTO CI COSTI?

FRANCO GERARDINI dir. uscente sett. Rifi uti regione Abruzzo illustra nella sua relazione il caos normati-vo nel quale si snoda la questione nella nostra regione, che pure ha provveduto, in attuazione delle di-

sposizioni di cui all’art. 2, comma 186 - bis, della legge n. 191/09 e s.m..i., a riformare la gover-nance dei servizi di gestione integrata dei rifi uti urbani. L’iter legislativo, conclusosi con l’ap-provazione della L.R. 21.10.2013, n. 36 (BURA n. 40 Ordinario del 06.11.2013) è intervenuto sulla ridefi nizione territoriale degli Ambiti Territoriali Ottimali attualmente individuati dall’art. 14 della L.R. 45/07 e s.m.i., che ha modifi cato una prima impostazione che era stata ipotizzata con n. 4 ATO, coincidenti ciascuno con l’ambito territo-riale delle Province di Chieti, L’Aquila, Pescara e Teramo, sostituendolo con un unico Ambito Territoriale Ottimale coincidente con l’intero territorio regionale denominato: ATO Abruzzo e prevedendo l’istituzione di un’unica “Autorità per la gestione integrata dei rifi uti urbani”, de-nominata: AGIR.La mancata attuazione di questa autorità, prevede, nella relazione Cottarelli, addirittura il commissariamento della regione. Tale rifor-ma si è tuttora rivelata quasi inapplicabile per le diffi coltà oggettive e le avversioni politiche. Una serie di norme, anche regionali hanno reso il quadro normativo una vera giungla di disposizioni contraddittorie. Il Piano Regionale per la Gestione dei Rifi uti e le Autorità Territo-riali Ottimali sono stati istituiti con le leggi L.R. 19.12.2007, n. 45 «Norme per la gestione integra-ta dei rifi uti» (BURAT n. 10 Straordinario del 21.12.2007), e con L.R. 21.10.2013, n. 36 «Attribu-zione delle funzioni relative al servizio di gestio-ne integrata dei rifi uti urbani e modifi che alla legge regionale 19 dicembre 2007, n. 45 (Norme per la gestione integrata dei rifi uti)» (BURAT n. 40 Ordinario del 06.11.2013). Nel tempo e in modo non sempre coerente diverse discipli-ne legislative si sono stratifi cate causando la

IL CAOS NORMATIVOe l’AGIR

COMUNE

TA. RI.

spazzamento

raccolta

trasportosmaltimento

“Parametri” che determinanola parte fi ssa e variabile della TIA

costi spazzamento e lavaggiocosti amministrativicosti generali di gestionecosti comuni diversialtri costicosti d’uso del capitale

costi raccolta e trasportocosti trattamento e smaltimentocosti raccolta diff erenziatacosti trattamento e riciclo

TAFIFFAPARTE FISSA - PARTE VARIABILE

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mancata attuazione di quanto stabilito dal QUA-DRO NORMATIVO REGIONALE DI RIFERIMENTO ovvero dalle leggi regionali del 19.12.2007, n. 45 «Norme per la gestione integrata dei rifi uti» che defi nisce: il Piano Regionale Gestione Rifi uti e n. 4 ATO; le Azioni per la prevenzione, riduzione, riuso, recupero e riciclo; l’ Informazione, educa-zione, partecipazione; le Bonifi che de siti conta-minati. E la L.R. 21.10.2013, n. 36 che defi nisce l’ «Attribuzione delle funzioni relative al servizio di gestione integrata dei rifi uti urbani e modifi -che alla legge regionale 19 dicembre 2007, n. 45 (Norme per la gestione integrata dei rifi uti)» all’ ATO Abruzzo (ATO unico regionale) e all’ Auto-rità per la Gestione Integrata dei Rifi uti Urbani (AGIR), nel Piano d’Ambito (PdA – Programma-zione sistema impiantistico e Bacini ottimali per l’affi damento dei servizi). Che fare allora? Quale percorso compiere per realizzare un sistema ge-stionale più economico, effi cace ed effi ciente? non essendo stati istituiti gli ATO l’Abruzzo è attualmente in una situazione di estrema Complessità con 3 Consorzi, 1 Unione dei co-muni, 1 ex Comunità Montana, . 8 SpA e altre Soc. partecipate, operatori privati, in economia, .. etc.; dovrebbe quindi provvedere alla nomina del CUS (attualmente non operativa) al fi ne di istituire l’AGIR (art. 3, co.1 L.R. 36/2013); appli-care dei poteri sostitutivi da parte del CUS nei confronti degli Enti inadempienti (art. 3, co. 2 L.R. 36/2013); Completare il rilevamento dello stato attuale delle realtà in esercizio; Conoscere lo stato attuale dell’assetto e dell’applicazione delle norme in materia di servizi pubblici locali (co. 611- 612 D.L. 190/2014 – Piani operativi di razionalizzazione entro 31.03.2015); Verifi care

le possibili operazioni di aggregazione societa-ria degli enti comprensoriali esistenti, secondo ambiti operativi almeno provinciali (art. 3, co. 1, lett. c) L.R. 36/2013);Attivare e spendere le risor-se FAS FSC 2007/2013 (ca. 40 Mil/Eu).

FOCUS ON FOCUS ON TEAM: QUANTO CI COSTI?TEAM: QUANTO CI COSTI?

a Societa’ Montagne Teramane e Ambiente S.p.A. è una società multi-servizi costituita per trasformazione dell’Azienda Speciale Consortile de-nominata «Consorzio comprenso-riale per la costruzione e gestione

associata degli impianti di smaltimento dei Ri-fi uti Solidi Urbani - comprensorio di Teramo», in acronimo “CO.R.S.U.” di cui fanno parte in qua-lità di soci 21 comuni della nostra provincia, nel comprensorio montano. Il Mo.Te. ha acquisito il 2% delle quote societarie della TE.AM

Il MO.TE.

l mercato della raccolta dei rifi uti solidi ur-bani. Il settore dei rifi uti solidi urbani (RSU) rappresenta uno dei principali comparti dei servizi pubblici a rilevanza economica in Italia1. Fino ad una dimensione di 30-160mila abitanti, la raccolta di RSU è carat-

terizzata da forti economie di densità e di scala, ovvero da una struttura dei costi di fornitura del servizio che si riduce a fronte dell’aumento dei soggetti serviti. In tale contesto, avere più di un operatore in concorrenza sul mercato potrebbe impedire di sfruttare tali economie e creare as-setti di mercato ineffi cienti. Nella maggioranza dei casi, dunque, l’attività di raccolta degli RSU richiede la presenza di un solo operatore; essa è dunque caratterizzabile come un monopolio naturale.L’Autorità, lo scorso 1° agosto, ha avviato una indagine conoscitiva fi nalizzata ad approfondi-re le criticità concorrenziali connesse a questo assetto monopolistico della fase della raccolta di RSU. Emergono, in particolare, tre criticità di

tipo concorrenziale. La prima criticità attiene ai modelli di affi damento del servizio di raccolta, svolto in regime di monopolio legale a seguito di concessione da parte dell’Ente locale respon-sabile. La seconda criticità riguarda i rischi di una estensione del monopolio legale dalla fase a monte della raccolta a quelle a valle del re-cupero e dello smaltimento. Una terza criticità concorrenziale che l’AGCM individua nel siste-ma di gestione degli RSU attiene alla defi nizio-ne “orizzontale” del perimetro del monopolio della raccolta. Il settore della gestione ambien-tale dei rifi uti presenta notevoli complessità, da ogni punto di vista lo si voglia aff rontare. il su-peramento delle principali criticità che impedi-scono uno sviluppo di una fi liera concorrenziale dei rifi uti potrebbe arrecare vantaggi non solo di tipo ambientale ma anche di tipo economico (concreazione di nuove imprese e posti di lavo-ro), oltre che avere positive ricadute in termini di costi di riciclo/smaltimento più bassi pagati dalla collettività.

Audizione del Presidente dell’Autorità Garante della Concorrenza edel MercatoProf. Giovanni Pitruzzella

sul tema deiprofi li concorrenziali nell’ambito della gestione dei rifi uti solidi urbani,anche con riferimento alle attività dei consorzi per la raccoltaRoma, 6 novembre 2014

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FOCUS ON FOCUS ON TEAM: QUANTO CI COSTI?TEAM: QUANTO CI COSTI?

a strategia ( di revisione) proposta è basata su quattro cardini: circoscri-vere il campo di azione delle parte-cipate entro lo stretto perimetro dei compiti istituzionali dell’ente parte-cipante, raff orzando quanto previsto

in proposito dalla legge fi nanziaria del 2008. Introdurre vincoli diretti su varie forme di parte-cipazioni. Fare ampio ricorso alla trasparenza e alla pressione dell’opinione pubblica adeguata-mente informata come strumento di controllo. Promuovere l’effi cienza delle partecipate che rimarranno operative, incluso attraverso l’uso diff uso dei costi standard, e l’aggregazione tra partecipate che off rono servizi simili per sfrut-tare al meglio le economie di scala.Il programma include anche misure dirette a contenere i costi di amministrazione, con una ulteriore riduzione del numero e della remu-nerazione degli amministratori (naturalmente i principali risparmi per questa voce si otter-

rebbero dalla dismissione delle partecipate). L’applicazione di sanzioni, con responsabilità personali per gli amministratori dell’ente con-trollante e di quelli della partecipata, in caso di inadempienza rispetto agli obblighi fi ssati dalla normativa.

Occorre quindi agirein due direzioni:

a) sottoporre a un vaglio le decisioni delle am-ministrazioni. Questo vaglio non deve avere la stessa intensità per tutti i settori: c’è diff erenza tra, per esempio, produrre servizi di assistenza per disabili e produrre gelati;

b) rimuovere gli incentivi alla proliferazione delle partecipate. L’autorizzazione all’ apertura o mantenimento di una partecipata dovrebbe essere confermata dall’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (AGCM), al fi ne di assicurare che eff ettivamente la partecipata in questione svolga un ruolo che non possa esse-re svolto da aziende private In assenza di una certifi cazione da parte della amministrazione competente (ente partecipante più, nei casi indicati, AGCM) la partecipata dovrebbe esse-re dismessa (cioè venduta o liquidata) entro un termine tassativo. Si dovrebbe eliminare la possibilità di affi damento in house o la sua ul-teriore limitazione, anche al di là della disciplina comunitaria In sostanza, se si vuole avere una (nuova) municipalizzata (o mantenerne una esistente), questo deve passare attraverso una sorta di referendum “confermativo” che renda trasparente l’operazione del Comune e il con-senso della popolazione interessata.

Vincoli di rendimento. Il D.L. 78/2010, art. 6 statuisce che, in caso di perdite per tre anni consecutivi o di utilizzo di tutte le riserve per il ripianamento delle perdite, ’amministrazio-ne partecipante debba eff ettuare aumenti di capitale, trasferimenti straordinari, aperture di credito e rilasciare garanzie mentre il comma 555 della legge di stabilità del 2014 prevede che, a decorrere dal 2017, le imprese in cui più dell’80 percento del valore della produzione derivi da affi damenti diretti e che presentino un risultato economico negativo - con eccezione di quelle che svolgono SPL debbano - in quattro dei cinque esercizi precedenti - essere messe in liquidazione entro 6 mesi dall’approvazione del bilancio o del rendiconto dell’ultimo esercizio: la Legge 138 del 2011, ha previsto che i servizi pubblici a rete a rilevanza economica siano ge-

RELAZIONE COTTARELLI(stralcio) IL PROGRAMMA INCLUDE MISURE DIRETTE A CONTENERE I COSTI DI AMMINISTRAZIONE, CON UNA ULTERIORE RIDUZIONE DEL NUMERO E DELLA REMUNERAZIONE DEGLI AMMINISTRATORI

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PrimaPagina 55 - Feb. 201530

“[...] Tanto premesso, l’A

utorità intende

evidenziare le distorsioni concorrenziali

ricollegabili alla delibera con cui codesto

Comune ha confermato alla Società

TE.AM - Teramo Ambiente S.p.A. - s

enza

l’esperimento di alcuna procedura

competititva ad evidenza pubblica,

l’affidamento fin

o al 2015 dei servizi

pubblici comunali relativi all’ig

iene

ambientale, al verde pubblico, alla

segnaletica stradale, alla pulizia degli

immobili comunali e alla verific

a degli

impianti termici.

L’affidamento in questio

ne, peraltro, è

palesemente in contrasto con quanto

previsto sul punto dell’art. 2

3-bis

del D.L. n. 112/2008 commi 2,3 e 4.

[...]”

IL PRESIDENTE

Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato

Antonio Catricalà

Parere ai sensi dell’art. 22 della Legge 10 ottobre

1990, n. 287, relativa all’affid

amento secondo

modalità di affid

amento dei servizi pubblici locali

inviata al Comune di Teramo

Stralcio del Parere ai sensi dell’art. 22 della Legge 10 ottobre 1990, n. 287, relativa all’affidamento secondo modalità di affidamento dei servizi pubblici locali.Inviata al Comune di Teramo

stiti per Ambiti Territoriali Ottimali (ATO), “tali da consentire economie di scala e di diff eren-ziazione idonee a massimizzare l’effi cienza del servizio”, di dimensione almeno provinciale, isti-tuiti dalle Regioni (art. 3-bis). Successivamente è stato defi nito il ruolo degli enti di governo degli ATO, ai quali sono affi date “Le funzioni di organizzazione dei servizi pubblici locali a rete di rilevanza economica, compresi quelli ap-partenenti al settore dei rifi uti urbani, di scelta della forma di gestione, di determinazione delle tariff e all’utenza per quanto di competenza, di affi damento della gestione e relativo controllo ….” (art. 34, comma 23 legge221/2012). La fase di transizione verso questo assetto dovrebbe durare fi no al 31dicembre del 2014 – data entro la quale dovran-no essere completati i nuovi affi damenti deiservizi. Per regolarizzare le situazioni non con-formi nei tempi previsti è attribuito un ruolo di intervento ai Prefetti.

Come ridurre i costi di amministrazione delle partecipate locali

Almeno due temi sono rilevanti in quest’area: (i) il numero e la remunerazione dei componenti deiconsigli di amministrazione e degli altri orga-ni di controllo delle partecipate; e (ii) lo stipen-dio dei dirigenti apicali. I membri del Cda non possono, infatti, essere più di tre - ovvero più di cinque se il capitale sociale è superiore a 2 mi-lioni o nei casi di partecipazione mista pubblica-privata; i loro compensi sono fi ssati in propor-zione alle indennità che spettano agli organi di vertice degli enti territoriali partecipanti con la possibilità, comunque, di avere una quota di re-munerazione parametrata ai risultati raggiunti. Nella legge di stabilità 2014, inoltre, sono stateintrodotte limitazioni ai compensi per gli ammi-nistratori di imprese che sono in perdita siste-matica e derivano gran parte del valore della loro produzione da affi damenti diretti.

Come aumentare la trasparenza delle partecipate?

Esistono tre obiettivi in quest’area.Semplifi care la normativa sulle partecipateMigliorare la qualità/quantità delle informazioni disponibili e ridurre il costo dialimentazione e gestione delle banche datiFornire informazioni facilmente interpretabili in modo che la pubblica opinione possa esercitare pressioni per l’effi cientamento del settore

FOCUS ON FOCUS ON TEAM: QUANTO CI COSTI?TEAM: QUANTO CI COSTI?

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FOCUS ON FOCUS ON TEAM: QUANTO CI COSTI?TEAM: QUANTO CI COSTI?

l Movimento 5 Stelle ha portato ad un ordi-ne del giorno tutte le indicazioni che sono emerse a seguito del confronto con i citta-dini teramani, come di seguito:

1. Promozione di una consultazione popo-lare odun concorso pubblico mediante curricu-la per la selezione dei vertici aziendali, i quali dovranno avere esperienze in materia di rifi uti e nell’amministrazione di una S.p.a.

2. Abbassamento dei costi: adozione, in futuro, di P.E.F. non superiori a 8.5 mln di euro relativi al servizio di raccolta e smaltimento dei rifi uti (Taglio superiore al 20% rispetto agli anni pas-sati) e comunque parametrati ai fabbisogni standard calcolati dal Ministero delle Finanze.

3. Un business plan ed una contabilità di tipo analitico-gestionale che consenta di attuare il controllo della gestione nell’aspetto economi-co, attraverso la misurazione, la rilevazione, la destinazione e l’analisi dei costi e dei ricavi.

4. La pubblicazione, sul sito web della Teramo Ambiente, di tutti i dati obbligatori ex leg per garantire la massima trasparenza in modo da poter controllare come vengono spesi i nostri soldi.

fronte di quanto emerso da queste considerazioni e visto l’acceso dibattito in Consiglio, a suon di ricorsi al Tar per poter accedere alla visione di documenti che dovrebbero

essere pubblici, l’ultima domanda che ci po-niamo è: perché le istituzioni governative di vigilanza e controllo quali ad es. la Finanza, la Magistratura, gli stessi Ministeri preposti, non avvertono alcuna curiosità sulla legalità o meno di queste vicende?

CONCLUSIONI

PROPOSTE M5S

Copia del Parere ai sensi dell’art. 22 della Legge 10 ottobre 1990, n. 287, relativa all’affidamento secondo modalità di affidamento dei servizi pubblici locali.Inviata al Comune di Teramo

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nei pressi della zona interessata. Con leggero cambio di rotta abbiamo raggiunto il punto dell’incidente e davanti ai nostri occhi si è mostrata una scena raccapricciante. La Nor-man Atlantic era in pieno incendio; le fiam-me, altissime, rosse, minacciose e ingestibili, divampavano e la ricoprivano quasi tutta e il mare, con le sue immense onde che però non riuscivano a sedare la forza del fuoco, era spaventoso e proibitivo con forza 8/9. L’ab-bandono era già stato ordinato e sul ponte all’aperto c’erano i passeggeri che cercavano disperatamente aiuto e invocavano il cielo af-finchè fossero tratti in salvo.”Il Commissario Pinto si emoziona quando racconta e pensa a quella scena apocalittica e alla situazione difficile che si era creata. “La prima operazione è stata quella di appronta-

re i primi soccorsi, ma le condizioni meteo-rologiche non ci hanno permesso di calare le scialuppe. A quel punto ci siamo sentiti quasi

impotenti, ma non arresi. Al nostro Coman-dante Aversa è stato ordinato dalle autorità marittime preposte di assumere il comando delle operazioni di salvataggio in quanto Ca-

pitano Superiore di Lungo Corso nell’ attesa che arrivasse la nave San Giorgio della Ma-rina Militare.Essendo l’unica nave passeggeri presente abbiamo dato piena disponibilità di cabine e servizi aperti per accogliere i naufraghi e così, grazie al recupero da parte degli elicot-teri, abbiamo accolto 69 persone.”Per l’equipaggio della Grimaldi sono state ore di intensa attività e di corsa contro il tempo: “Ci siamo prodigati per 40 ore senza mangia-re né dormire; esemplare è stato l’aiuto e il sostegno di alcuni dei nostri passeggeri che hanno dimostrato vicinanza e solidarietà nei confronti dei naufraghi spaesati e trauma-tizzati dall’incidente, ma anche dal trasporto, a gruppi da tre, a bordo dell’elicottero. Alla fine della prima estenuante giornata il fortu-

uel viaggio di dome-nica 28 dicembre 2014 da Ancona a Patrasso sembrava uno dei tan-ti; sulla nave Cruise Europa tutto scorreva

in tranquillità finchè l’arrivo di un segnale di SOS ha messo tutti in stato di allerta.”Queste le parole del Commissario di bordo, Pinto, dell’equipaggio della nave Grimaldi che si è trovato coinvolto, insieme ai suoi col-leghi, nelle operazioni di soccorso alla Nor-man Atlantic, il traghetto andato a fuoco a largo delle coste albanesi con feriti e purtrop-po morti e dispersi.“La mattina del 28 eravamo ancora nel-le acque territoriali italiane. Un segnale di emergenza veniva raccolto dalla postazione di comando: una nave in avaria richiedeva il soccorso immediato da parte di tutte le navi

OGNUNO DI NOI HA DATO IL MASSIMO PER AIUTARE QUELLA POVERA GENTE, MA NE È VALSA LA PENA

IL NAUFRAGIO DELLA NORMAN ATLANTIC

Un testimone racconta:

LA NORMAN ATLANTIC ERA IN PIENO INCENDIO; LE FIAMME, ALTISSIME, ROSSE, MINACCIOSE E INGESTIBILI, DIVAMPAVANO E LA RICOPRIVANO QUASI TUTTA E IL MARE, CON LE SUE IMMENSE ONDE CHE...

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di Adele Di Feliciantonio

nato coordinamento dei soccorsi ha acceso un barlume di speranza; il fuoco non era più minaccioso e il fumo da nero e denso è diven-tato bianco di vapore e quindi non letale. La possibilità di salvare chi era, ancora, rimasto a bordo dello sfortunato traghetto diventava sempre più una realtà. Ognuno di noi ha dato il massimo per aiutare quella povera gente, ma ne è valsa la pena. Sentire l’abbraccio e il calore di quelle braccia infreddolite e treman-ti, un po’ per la paura, un po’ per il freddo, segno di riconoscenza per essere vivi, dopo aver visto la morte aleggiare e fagocitare i meno fortunati di essi è stato commovente, il regalo più bello che potessimo ricevere.”Il Commissario ricorda quegli occhi spauriti, quei bambini che piangevano in cerca dei genitori, quegli sguardi assenti, il loro incubo che sarà sempre presente nella loro memoria e si commuove.“Effettivamente il mare è tanto immenso quanto ingovernabile e queste tragedie ci ri-cordano il pericolo del nostro lavoro. Sapere, però, che siamo riusciti a salvare delle vite umane ci remunera di tutti sacrifici e le ansie. L’unico rammarico è per i deceduti. A questi eroi morti mentre erano al lavoro va il mio e il nostro pensiero.”

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u espresso desiderio ed inizia-tiva promossa dall’indimenti-cato Sindaco di Isola del Gran Sasso,Alfredo Di Varano, si è svol-to, sabato 11 dicembre 2014, nella Sala Consiliare del Comune, il pri-

mo di una serie di incontri culturali che avran-no luogo per ricordare le personalità locali che hanno dato, nel tempo, con il loro operato, lustro e prestigio a questo angolo di terra d’Abruzzo.Il primo incontro/omaggio culturale è stato dedi-

cato a Silvio Mattioli: un poeta, uno scrittore, un nostro concittadino, uno Studioso con la S ma-iuscola, nato qui, ma che poi le vicissitudini della vita hanno trapiantato in Sardegna, precisamen-te a Monti, una cittadina in provincia di Sassari.Si è trattato di un omaggio postumo, ma soprattutto un abbraccio di aff etto e di ri-conoscenza quello che Isola del Gran Sasso ha tributato ad uno dei suoi fi gli più illustri. All’evento commemorativo era presen-te il fi glio dello scrittore, Giuseppe Mat-tioli, giornalista e insegnante, visibilmen-te commosso dal riconoscimento che la

stessa terra d’origine ha tributato a suo Padre. Nel corso della conferenza, Giuseppe – det-to Pinillo – ha ripercorso le tappe sia di vita che culturali percorse da suo Padre, molte delle quali decisamente avventuro-se, corredando le varie fasi con foto d’epo-ca e documenti preziosamente conservati.Lo scrittore  Prof. Silvio Mattioli, ha lascia-to un immenso patrimonio di pagine e di ricerche, con il suo stile di scrittura melo-dioso, armonico e luminoso. Un insigne uomo di penna, dalla vena lirica indiscussa.Tra le sue passioni spicca certamente l’arche-ologia di cui era studioso e non solo appas-

sionato; molteplici sono state le scoperte a lui attribuite, che gli hanno valso la nomina a Ispettore Onorario d’antichità e delle Belle Arti, ma la più signifi cativa è senza dubbio il ritrova-mento della roccia dei Balari, popolo che visse nel Monte Acuto all’epoca dell’Impero Romano.Ciò avveniva nel 1965: una scoperta straor-dinaria di un cippo romano che attestava, al confi ne tra Olbia, Monti e Telti, proprio la presenza nell’antichità di questi abitanti. Dai molteplici documenti di Silvio Mattioli e un’ac-

curata serie di contributi di oltre 60 studiosi, il fi -glio Giuseppe ha pubblicato, nell’aprile del 2013, il volume “I Balari”, fi rmandolo insieme al padre. Amato e stimato in tutta la Sardegna, defi nito dalla stampa locale “l’uomo dal multiforme ingegno”, riconosciuto dalla cittadina di Monti come suo cittadino emerito, Silvio Mattioli ha ora ricevuto il giusto omaggio e rispettoso os-sequio anche dalla sua terra d’origine, l’Abruzzo, che lo ha annoverato, più che meritatamente, tra i suoi fi gli più prestigiosi ed illustri.

Omaggio a Silvio Mattioli

Figlio illustre d’Abruzzo

UN ABBRACCIO DI AFFETTO E DI RICONOSCENZA QUELLO CHE ISOLA DEL GRAN SASSO HA TRIBUTATO AD UNO DEI SUOI FIGLI PIÙ ILLUSTRI

di Mafalda Bruno

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artista abruzzese Francesca Pa-netta rimane incantata in età adolescenziale da una delle ope-re più importanti di Amedeo Mo-digliani, il nudo sdraiato, il resto lo racconterà lei in questa intensa

intervista. Nata a Pescara, cresciuta a Silvi, at-tualmente vive a Chieti.Parallelamente al lavoro con l’azienda di fa-miglia come designer, sviluppa negli anni l’in-teresse per l’arte e il design. Gran parte delle giornate sono dedite alle sue creazioni, mostre, esposizioni, congressi nazionali e internazionali e manifestazioni. Decisivo per la sua carriera, nel 2014, il riconoscimento al XXII Concorso Internazionale di Pittura e Scultura “Premio G. D’Annunzio “svoltosi al MUMI (museo Michetti) provincia Chieti. Background di studi tecnici, come da copione famigliare, successivamente lavora nell’azienda di famiglia settore dell’arredo. Come per Picas-so il periodo rosa e l’azzurro hanno segnato

parte del suo excursus artistico, anche il percor-so di Francesca è stato piuttosto colorato: - Nel periodo grigio, scelte infl uenzate da una forte fi gura paterna, è di soff erente produzione arti-stica. - Periodo ocra: il risveglio. La resurrezione della creatività. Entrambi i periodi rifl ettono la mia arte. Quando hai iniziato a creare e dipingere ope-re d’arte?Avevo 10 anni ‘e vidi un quadro bellissimo, una donna nuda sdraiata, non sapevo chi fosse l’ar-tista, ne rimasi aff ascinata a tal punto che mi ispirò e così realizzai il mio primo quadro. Anni dopo ho scoperto che era la mia prima copia d’autore, era un Modigliani. Cosa ha fatto scat-tare e direi esplodere il tuo estro creativo, tanto da portarti in brevissimo tempo a re-alizzare innumerevoli opere d’arte e vincere un premio prestigioso?Alcune vicende famigliari mi hanno portato ad assecondare le mie passioni e grazie a una serie d’incontri ed eventi, esse diventano in me più

forti e chiare. Trovare la propria strada non è sempre facile, non c’è né un limite di tempo, né un tempo preimposto per perseguirla.Riesci a conciliare la tua vita privata con quella artistica e creativa e quali (se ci sono stati) cambiamenti hai dovuto apportare? Certamente, vivo a Chieti, bellissima cittadina storica, con un compagno che condivide, aiuta, ispira, incita e sostiene la mia passione. Infi ne grazie all’incontro con l’associazione Lejo e la Galleria Serafi ni Fabrizio che hanno aperto le porte a tutti senza preconcetti, ho potuto met-termi in gioco.Parlaci di questa tecnica mista che prediligi nelle tue opere.Avendo un passato nel settore del design d’in-terni, sono aff ascinata dai materiali. Mi faccio trascinare da loro, lavorandoli, unendoli, come se cercassi di tirare fuori la loro anima. Mi piace fondere la scultura, la pittura e il disegno, cer-cando di trasmettere un’emozione, un messag-gio, toccando tematiche diverse. Hai un’artista che ti ispira o ti rappresenta particolarmente del passato o contempora-neo? Si, Bill Viola (video ad), Matteo Pugliese (scultore), Borondo (street art), sono curiosis-sima, traggo ispirazione da diversi settori arti-stici. Amo il bello, il brutto, il vecchio, il nuovo e l’innovazione. Ci sono altre mostre in programma per il fu-turo oltre a quella appena conclusa?Le mostre saranno diverse durante l’anno, vi posso anticipo quella del 17/02/2015 Palazzo Farnese, Ortona Chieti e quella del 30 maggio 6 giugno Pinacoteca, Comunale Assisi. Defi nisciti in una frase: ”Mi incuriosisce dove la vita e l’ispirazione mi porterà”

«Sono affascinata dai materiali. Mi faccio

trascinare da loro, lavorandoli, unendoli,

come se cercassi di tirare fuori la loro

anima. Mi piace fondere la scultura, la

pittura e il disegno, cercando di trasmettere

un’emozione, un messaggio, toccando

tematiche diverse»

di Lisa Di Giovanni

Francesca Panetta

TRA CAOS E CREATOgaleotto un nudo di Modì

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a solo 15 anni, ma nella stagione 2015 comporrà, in sella a una Kawa-saki, la griglia del National Trophy 600 che si correrà in concomitanza al prestigioso Campionato Italiano Velocità. Flavio Ferroni, giovanissi-

mo pilota di Alba Adriatica , approderà a questa

categoria dopo aver chiuso la stagione 2014 al terzo posto del Trofeo Honda NSF 250 R (Moto 3) ed al sesto del Campionato Italiano Velocità PreGp

125 nella stagione 2013 con i colori di Honda Ita-lia. L’esperienza motociclistica di Flavio inizia ad appena quattro anni quando sale sulla sua prima minimoto e sboccia nel 2012, alla fi ne del Trofeo/Scuola Honda NSF 100, quando viene selezionato per indossare i colori di Honda Italia nel Campio-nato PreGp 125. Flavio, fi no ad oggi sei stato

spesso protagonista nei campionati a cui hai partecipato, ma non hai ancora vinto nessun titolo. Puoi dirci come mai? “Pur essendo state

delle esperienze bellissime, purtroppo non sono mai riuscito ad assaporare il gusto della vittoria di un campionato. In ogni stagione, la mia statura, sono in eff etti alto 1,84, ha penalizzato le presta-zioni delle piccole moto che mi trovavo a guida-re, nonostante staccassi tardi e facessi scorrere la moto in percorrenza di curva, nelle uscite di curva e nei rettilinei la moto si trovava in diffi coltà e per me oltre ad essere diffi cile da accettare era anche molto faticoso”. E quindi? “A fi ne stagione 2014, in preparazione della stagione 2015, il mio papà con il team Renzi Corse, hanno deciso di fare una serie di test con la 600 e vederne l’esito. Abbiamo fatto un primo test al Mugello e un secondo a San Martino del Lago e

A 200 ALL’ORA VERSO…

Flavio Ferroni giovanissima promessa di Alba Adriatica

in entrambi mi sono trovato molto bene e il team manager Stefano Renzi è stato molto soddisfatto. A questo punto, abbiamo deciso di fare una prova

SONO SEMPRE STATO UN APPASSIONATO DI MOTO, ANCHE SE NON HO MAI CORSO. CON FLAVIO ABBIAMO INIZIATO A VEDERE IN TV LE GARE E QUALCHE VOLTA ANCHE IN PISTA DA QUANDO AVEVA 3 ANNI...Il Mondiale

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più impegnativa, partecipando al Trofeo di Natale che si correva il 29-30 Novembre nell’Autodromo di Vallelunga”. Come è andata? “E’ stata un’ esperienza bellissi-ma. La prima volta con una 600, in gara con tanti piloti che hanno tanta più esperienza e anni di me, io ero il più giovane. E’ stato un fi ne settimana in cui il meteo ha fatto dei capricci, obbligandoci a fare le qualifi che sul bagnato, la prima gara sull’umido

e la seconda gara sull’asciutto. Le qualifi che sono andate molto bene e sono riuscito a guadagnar-mi la nona posizione (terza fi la), su trentasette partecipanti. Le due gare, con qualche problema alle partenze (diffi cile domare tanti cavalli) si sono chiuse all’undicesimo e nono posto assoluto e la graduatoria fi nale mi ha visto chiudere al settimo posto di categoria.”Bene, allora il 2015? “Prima di tutto tengo i piedi

per terra e penso al 2015 con prudenza. Ho solo 15 anni e la strada è ancora lunga e diffi cile. Da Moto 3 a 600 cc., il passaggio non è dei più sem-plici, ma sto lavorando molto per essere in ottima forma ad avvio campionato: il 27-29 Marzo a Mi-sano test uffi ciali e 25-26 Aprile sempre a Misano ci sarà la prima gara di campionato”. Cosa provi quando corri? “Quando si va in moto si provano delle emozioni indescrivibili, l’adrenalina aumenta e la voglia di andare al massimo e superare i limiti rende tutto unico e magnifi co”. C’è un campione a cui ti ispiri e che vorresti emulare? I”l mio idolo è sicuramente Valentino Rossi, anche se Marc Mar-quez sta a mano a mano conquistando spazio”. I sacrifi ci per un ragazzo di 15 anni sono molti, come concili la scuola con gli allenamenti? “La scuola viene prima di tutto, visto che è un accordo con la famiglia, ma le moto sono la mia vita, tutto ruota attorno a quello. Faticoso sì, ma io non li de-fi nirei sacrifi ci, piuttosto divertimento. Tempo libe-ro non ne ho molto, scuola, palestra e allenamenti già si portano via la gran parte del tempo, con quello che resta un po’ con amici e poi a casa, da poco sono diventato zio e sai le responsabilità au-mentano e poi se fai una cosa per la tua passione ….”. Qual è il tuo sogno nel cassetto? “Vincere un titolo italiano, europeo per poi arrivare al mondiale con tanta esperienza e portarsi a casa almeno un titolo. Ho esagerato?” No, bisogna puntare sem-pre al massimo, in bocca al lupo Flavio.

di Daniela Palantrani

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ssendo così giovane, natural-mente Flavio è seguitissimo dalla famiglia, soprattutto dal papà Andrea che ne cura l’agenda del-le gare e degli allenamenti. A lui abbiamo chiesto come è nata la

passione di Flavio per questo sport e quanto ha infl uito, se ha infl uito, la passione di papà Andrea per le moto? “ Sono sempre stato un appassionato di moto, anche se non ho mai cor-so. Con Flavio abbiamo iniziato a vedere in tv le gare e qualche volta anche in pista da quando aveva 3 anni. Poi ad un compleanno gli ho rega-

lato una minimoto e da quel giorno la passione è cresciuta sempre di più. Pensavamo fosse un fuoco di paglia, ma ci stiamo accorgendo che ha una focalizzazione e voglia di riuscire stra-ordinari. Anche gli allenamenti, sia in palestra, dove segue un programma dedicato con un suo preparatore atletico, sia con le sue due moto (motard e fl at track) sono sempre impegni da vivere con attenzione e concentrazione. Allena-menti e scuola non gli lasciano tempo per altre cose, quindi niente o poche passeggiate in piaz-za o a bighellonare con gli amici, se si è studiato e gli allenamenti sono stati fatti ci sono sempre

le moto da curare. Vedremo con i primi amori cosa succederà.Come vivete in famiglia l’impegno per que-sto sport? Per noi genitori e le sue sorelle non è facile, il rischio che si trascina questo sport, il tempo che assorbe, ci porterebbero a cercare di frenarlo, ma la sua passione è troppo grande e non possiamo soff ocarla, quindi cerchiamo di stargli vicino e aiutarlo il più possibile; ha solo 15 anni e quando va ad oltre 200 km/h deve poter avere la sua mente libera da ogni pensiero e fo-calizzata su quello che sta facendo, basterebbe una frazione di secondo per…

Flavio in famiglia...

Chi è Flavio Ferrone nato a San Benedetto del Tronto il 02/06/99, ha 15 anni, è alto 1,84 e pesa 70 kg. Vive normalmente ad Alba Adriatica, ma ora anche a Teramo per impegni famigliari. Frequenta il secondo anno dell’ITI Alessandrini di Teramo.

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mbasciatore del genio italiano nel mondo, il Prof. Roberto Ma-rini è uno dei più validi organisti della nuova generazione e tra i maggiori interpreti regeriani ( a Reger è dedicata l’Opera Omnia

che lui ha registrato in 17 cd) attivi sulla scena con-certistica internazionale. La sua presenza nei più

prestigiosi festivals , oltre ai numerosi riconosci-menti come il Premio Virtuosità d’organo al Con-servatorio di Ginevra, lo hanno consacrato come un orgoglio della nostra nazione, ma soprattutto della nostra terra. Docente al Conservatorio di Pescara, organista titolare del Duomo di Teramo e musicista per il mondo, il Prof. Marini trova nella sua musica la più grande forma di comunicazione

e di ispirazione, oltre che di appagamento di una passione grande che gli riempie la vita.Professore, lei è uno dei più importanti organi-sti italiani; com’è nata questa passione?Da piccolo suonavo la tastiera elettrica; poi, un giorno, mi portarono in cattedrale a Teramo e mi appassionai a quello strumento imponente e ma-estoso e al suono che emetteva nei splendidi brani

IL RE DEGLI STRUMENTIil ministro della bellezza

IL PROF. ROBERTO MARINI È UNO DEI PIÙ VALIDI ORGANISTI DELLA NUOVA GENERAZIONE

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del repertorio liturgico. E in quel momento decisi di diventare organista.L’organo viene defi nito da Mozart “ Re degli strumenti” in quanto investito di un compito alto: servire e lodare le cose divine. Perché? Messiaen, importante compositore francese del 900, aff ermava che fosse il “Papa degli strumen-ti”. E’ l’unico che da solo può avere diverse varietà sonore come un’orchestra sinfonica ed è capace in chiesa di elevare gli spiriti a Dio e al trascendente. Oggigiorno c’è sempre più interesse di un pubbli-co di aff ezionati e di giovani organisti promettenti. Inoltre, c’è una ripresa dell’attività organistica in Italia.Lei ha suonato in Vaticano; che sensazione su-scita esibirsi davanti ad un Papa?Suonare nella Basilica di San Pietro è estrema-mente emozionante. Si fi guri, poi, dinanzi al Papa. E’ il coronamento del mio percorso di studi, lavoro, sacrifi ci.Reger è la sua principale fonte di ispirazione? Nel mondo dell’organo Reger è il compositore più conosciuto dopo Bach. E’ molto diffi cile suonare i suoi brani e io gli ho dedicato 17 cd, registrando tutti i suoi pezzi, anche inediti, con organi della sua epoca situati in vari paesi europei, in una straor-dinaria Opera Omnia mai realizzata prima. Reger,

per me, rappresenta il vertice di tutto quello che è stato il mio percorso musicale, di studi e di vita. E rappresenta l’eredità spirituale del mio grande maestro Fernando Giordani, il più grande organi-sta del ‘900. Cosa si prova a essere defi nito il “Perfetto ere-de della visione di Reger”? Mi ha fatto immenso piacere perché questo ap-pellativo è stato scritto da un critico inglese di una autorevole e tra le più importanti riviste di musica. Questo signifi ca che la mia sensibilità musicale è stata recepita e compresa. Inoltre, l’aver sottoli-

neato il mio essere italiano, lodando me e il mio paese mi rende orgoglioso. Organo e liturgia: binomio perfetto; ma può sposarsi bene anche con stili e generi moderni?Oltre alla funzione liturgica ha un importante fun-zione concertistica con un repertorio vastissimo che va dal 1300 ai giorni nostri. In entrambi i casi si celebra la grandezza e la bellezza.Cosa ha signifi cato tornare a suonare in catte-drale a Teramo, dove tutto è iniziato?Una grandissima emozione. Innanzitutto per aver ottenuto dal Vescovo Monsignor Seccia il titolo di Organista titolare e poi perché il Duomo per me è stato fondamentale per la mia carriera come lo è stato e lo è per lo sviluppo della tradizione della musica d’organo e classica nella nostra città. Con il festival di giungo, ogni anno, i più grandi organisti si esibiscono in Cattedrale. Cos’è suonare per il Prof. Marini?Suonare, per me, è una forma di grande comuni-cazione con il pubblico, di recitazione con le note, di un’idea musicale da trasmettere. È uno spetta-colo dove il pensiero musicale che viene recepito dal pubblico suscita in ognuno sensazioni diverse e forti.Qual è l’esperienza e l’emozione che più le sono rimaste nel cuore?L’emozione più grande è sicuramente la consegna da parte del nostro Vescovo dei miei cd della mia Opera Omnia di Reger al Papa emerito Benedet-to XVI. Sapere che Papa Ratzinger li ascolta mi riempie di immensa gioia e soddisfazione. Inol-tre l’esperienza più entusiasmante sono stati i 16 concerti nel 2002 dove ho suonato tutti i brani di Reger in concerto e questo non era mai accaduto prima.

E il riconoscimento a cui tiene di più?Nella settimana della cultura tedesca a Roma hanno chiamato me, un italiano, a suonare al concerto dedicato a Reger. Essere considerato un ambasciatore per la Germania, patria della musica strumentale ,ricca di contenuto e di scienza della composizione, è un riconoscimento che non ha eguali. Solluce defi nisce l’organista come “auten-tico operatore culturale, Ministro della Bellezza”.Il prof. Marini, come si sente?Mi piacerebbe molto essere un Ministro della Bel-lezza. La musica è qualcosa di bello che porta bel-lezza nell’animo di chi la suona e di chi la ascolta.

di Adele Di Feliciantonio

NEL MONDO DELL’ORGANO REGER È IL COMPOSITORE PIÙ CONOSCIUTO DOPO BACH. È MOLTO DIFFICILE SUONARE I SUOI BRANI E IO GLI HO DEDICATO 17 CD, REGISTRANDO TUTTI I SUOI PEZZI...

L’EMOZIONE PIÙ GRANDE È SICURAMENTE LA CONSEGNA DA PARTE DEL NOSTRO VESCOVO DEI MIEI CD DELLA MIA OPERA OMNIA DI REGER AL PAPA EMERITO BENEDETTO XVI. SAPERE CHE PAPA RATZINGER LI ASCOLTA MI RIEMPIE DI IMMENSA GIOIA E SODDISFAZIONE

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a band si chiama Dixie Hogs ed è composta da 4 elementi: Remo (chi-tarra e voce), Alessandro (tromba e cori), Fabrizio (clarinetto, clarinetto basso e cori) e Michele (batteria, wa-shboard e cori). Una formazione atipi-

ca per questo genere musicale che di solito coin-volge anche strumenti come il trombone, il banjo e la tuba. Nonostante ciò sono riusciti a trovare un giusto equilibrio tra gli strumenti senza stravolge-re troppo le sonorità del genere, anzi, questa ca-ratteristica ha donato un tocco in più di originalità rispetto alle altre formazioni dixieland. Un nome insolito. “Il nome che abbiamo scelto è un sim-

patico accostamento di due parole che ci rappre-sentano perfettamente. La parola “Hog” infatti in inglese delinea svariati animali appartenenti alla categoria dei suini. Questa parte del nostro nome è palesemente giustifi cata da 3/4 della band e da una smodata passione per la tavola che ci lega da sempre. L’altra parte del nostro nome, Dixie, fa ri-ferimento alla musica dixieland: lo stile musicale suonato dai bianchi di New Orleans all’inizio del secolo scorso”. Come nasce la vostra passione per la musica? “Ognuno di noi ha un passato musica-le ormai con diversi anni di attività alle spalle nei generi più svariati. Abbiamo suonato insieme in passato, in formazioni musicali diverse, sia come

CI UNISCELA MUSICA E…

LA BUONA TAVOLA! OGNUNO DI NOI HA UN PASSATO MUSICALE ORMAI CON DIVERSI ANNI DI ATTIVITÀ ALLE SPALLE NEI GENERI PIÙ SVARIATI. ABBIAMO SUONATO INSIEME IN PASSATO

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organico che come genere ma questa è la prima volta che suoniamo in un progetto dove siamo solo noi quattro. La genesi del gruppo è un po’ atipica: quando ci siamo visti la prima volta, non avevamo in mente un genere musicale preciso o un progetto defi nito. L’unica cosa che avevamo ben chiara era che volevamo suonare insieme noi quattro, perché a livello umano stiamo mol-to bene insieme, siamo amici legati da una sti-ma reciproca, e soprattutto insieme, ci facciamo un mare di risate. Queste le premesse con cui si

siamo incontrati la prima volta nel garage di Ales-sandro, il nostro trombettista, abbiamo guardato gli strumenti musicali a disposizione (chitarra, clarinetto, tromba e batteria) e, complice la co-mune passione di tutti per la musica di New Or-

L’UNICA COSA CHE AVEVAMO BEN CHIARA ERA CHE VOLEVAMO SUONARE INSIEME NOI QUATTRO

AD UNA FORMAZIONE GIÀ ATIPICA PER IL GENERE, ABBIAMO AGGIUNTO STRUMENTI INUSUALI COME IL CLARINETTO BASSO, LO SLIDE WHISTLE, IL GLOCKENSPIEL, IL SIREN WHISTLE, UN CLARINETTO-CAROTA, CAMPANELLI DA RECEPTIONIST, TROMBETTE DI VECCHIE AUTOMOBILI, E POI UN MARE DI GAG, SKETCH, CANZONI DIVERTENTI...

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leans, la decisione era presa: avremmo messo su un quartetto dixieland!”. Componete i vostri pezzi o proponete cover? “Al momento durante i concerti presentiamo degli arrangiamenti da noi elaborati di brani che hanno fatto la storia del dixieland. Grandi classici portati al successo da artisti del calibro di Luis Armstrong e Jelly Roll Morton, ma anche brani meno conosciuti su cui ci siamo divertiti a

costruire il nostro spettacolo cercando spesso anche l’interazione con il pubblico. Alcuni di que-sti brani si trovano sul CD che abbiamo appena realizzato e che è possibile avere durante i nostri concerti. L’idea è comunque di comporre brani in-teramente originali, scritti ed arrangiati da noi che andranno a far parte del nostro prossimo lavoro discografi co”. Perchè ascoltarVi? Cosa off rite di diverso? “Un quartetto dixieland come il nostro semplicemente non c’è! Ad una formazione già atipica per il genere, abbiamo aggiunto strumenti inusuali come il clarinetto basso, lo slide whistle, il glockenspiel, il siren whistle, un clarinetto-carota, campanelli da receptionist, trombette di vecchie automobili, e poi un mare di gag, sketch, canzoni divertenti per le storie che hanno alle spalle o dai testi buf-fi , da cantare solo noi o in collaborazione con il pubblico. Insomma alla fi ne quello che è venuto fuori non è un concerto e basta, è più uno show che racconta certamente la nostra passione per il dixieland, ma più di tutto racconta noi”. Quali i progetti per il futuro? “Al momento stia-mo lavorando alla promozione del nostro primo lavoro discografi co, quindi abbiamo un’intensa attività di concerti ed eventi. Siamo proiettati verso la stesura di brani composti ed arrangiati da noi che costituiranno materiale per il nostro prossimo disco”.

di Daniela Palantrani

UN QUARTETTO DIXIELAND COME IL NOSTRO SEMPLICEMENTE NON C’È!

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Dal cuoredella notiziaalla coscienzadel lettore

www.primapaginaweb.it

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VISIONI &LETTUREucio Dalla visto attraverso gli oc-chi della persona che gli è stata più vicina negli ultimi vent’anni, Marco Alemanno: il loro incontro, la sua crescita umana, professio-nale e artistica a fi anco del celebre

cantante. E poi altri aspetti, più quotidiani e profondi, dall’amore per il Meridione alla pas-sione per il cinema, dal rapporto con la musi-ca alla bulimica curiosità di gettarsi in nuove avventure artistiche, dalla frenesia mercuriale all’inesauribile umorismo. Regia di Mario Se-sti. Con Marco Alemanno,Lucio Dalla, Charles Aznavour, Paolo Nutini, John Turturro. Gene-reDocumentario, produzione Italia, 2014. Du-rata 86 minuti circa. Da domenica 1marzo 2015

Senza LucioLucio Dalla visto da Marco Alemanno

a favola può essere raccontata in modo diverso. Anche se l’inizio può sembrare scontato, il nuovo fi lm Disney, Cenerentola, racconta le vicende di una giovane ragazza (Lily James) fi glia di un mercante.

Dopo la morte di sua madre, suo padre si ri-sposa e lei, per dimostrargli il suo aff etto, accoglie in casa la matrigna (Cate Blanchett) e le sue fi glie, Anastasia (Holliday Grainger) e Genoveff a (Sophie McShera). Ma quando improvvisamente suo padre muore, Ceneren-tola si ritrova alla mercé di tre donne gelose e malvage. Relegata alla stregua di una ser-va coperta di cenere e stracci, Cenerentola potrebbe facilmente perdere ogni speranza. Invece, nonostante le crudeltà di cui è vitti-ma, desidera solo onorare le parole pronun-ciate da sua madre sul letto di morte, che le raccomandava di “avere coraggio ed essere gentile”. La giovane fanciulla non intende di-sperarsi né disprezzare chi la maltratta.Regia di  Kenneth Branagh. Con  Cate Blan-chett,  Richard Madden,  Lily James,Sophie McShera, Helena Bonham Carter.Genere  Fiabesco, produzione USA,  2015. Da giovedì 12 marzo 2015 

CenerentolaBranagh fornisce i suoi personaggidi una psicologia sfumata ed evoluta

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L’ALBERO DEL RICCIO

torie delicate e avventurose insieme che parlano di briganti e di animali, di ricci, di volpi, di cavalli, di passeri, di struzzi e di pappagalli. L’autore, Anto-nio Gramsci, le scrisse per i propri fi gli mentre si trovava in carcere dove era

stato rinchiuso dal regime fascista: non si voleva - fu detto - che una mente tanto fervida come quella di Gramsci potesse comunicare al popolo i propri pen-sieri. Sono storie narrate non direttamente, ma lette-

Da Sanremo al cinema, la nuo-va avventura dei “soliti idioti”, Biggio e Mandelli. 2015: l’Inferno è nel caos. Una schiera di nuovi peccatori arri-va ogni giorno ad aff ollare gli

uffi ci di Minosse. Ma l’Inferno è una struttura vecchia, antiquata: i nuovi peccatori, non tro-vando una giusta collocazione, si disperdono tra i gironi. Lucifero viene ricevuto direttamente da

Dio, che cerca una soluzione. L’idea vincente è una catalogazione dei nuovi peccati sulla Terra. E a chi affi dare quest’incarico se non a Dante Alighieri, che già una volta, a suo tempo, svolse questo compito con eccellenti risultati?Regia di  Fabrizio Biggio,  Francesco Mandelli. Con  Fabrizio Biggio,  Francesco Mandelli,  Tea Falco, Marco Foschi, Paolo Pierobon. Genere  Commedia, produzione Italia,  2015. Da giovedì 19 marzo 2015 

La solita commediaInferno

re, inviate ai fi gli o alla moglie o alla cognata. Sono in pratica aff ascinanti racconti che narrano episodi di vita, molti veri, adatti ai ragazzi e ai giovani lettori. Con il linguaggio semplice della fi aba, con la sua istintiva e recondita anima pedagogica, con il suo insegna-mento per la “brava gente”, alternando lettere ai fi gli a storie della sua infanzia sarda e a racconti di grandi autori, Gramsci parla. anche se qualcuno sentenziò che fosse meglio farlo tacere mandandolo prima al confi no e poi in carcere, salvo scarcerarlo, malato, poco prima della morte. Nel libro sono raccolte molte lettere scritte ai fi gli Delio e Giuliano, alcune alla co-gnata e alla moglie, altre alla sorella e alla madre. Le lettere sono intervallate da preziose letture: racconti di Puskin, Kipling, Tolstoj e altri. Nonostante sia lui in carcere, è palpabile in ogni riga la preoccupazione per i suoi cari: la famiglia in Russia e quella originaria a Ghilarza, in Sardegna. È una preoccupazione che non è mai autocommiserazione ma sempre, seppur velata da dispiacere e disappunto, la preoccupazione di un babbo.  Si fi rma per lo più Antonio: il primo-genito lo ha conosciuto per brevi periodi , il secon-dogenito non lo ha neanche mai visto di persona. Ma lui è il babbo, a lui spetta la loro educazione e le lettere testimoniano oltre alla diffi coltà a mantenere una reale corrispondenza, la volontà ferma di essere la loro guida.  Ricordando se stesso bambino e gli in-segnamenti di sua madre, donna capace di instillare in lui un credo pedagogico valido e universale che lui ha cercato di trasmettere ai suoi fi gli.  “...ogni nostra azione si trasmette negli altri secondo il suo valore di bene o di male, passa di padre in fi glio, da una gene-razione all’altra in un movimento perpetuo...”

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Benessere - Salute - Cucina - Consumatori- Legale -AnimaliPiccoli consigli utili per tutta la famiglia dai migliori esperti

Tutte le rubriche

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Anche crescere può far male!

Come farsi apprezzare...

SENTENZEcon fi nale a sorpresa

False identitàsu Facebook

QUANDO SI COMPRA UN’OBBLIGAZIONE

CERTIFICAZIONEUNICA 2015

PercorsiNumerologici

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na delle cause più frequenti di pre-occupazione dei genitori è la com-parsa, nelle ore serali e notturne di aspecifi ci dolori agli arti inferiori in bambini di età solitamente com-presa tra i 3 e i 12 anni.

Tali sintomi vengono comunemente defi nitivi “dolo-ri della crescita” o, forse più appropriatamente, “do-lori benigni notturni dell’infanzia”. I dolori suddetti interessano comunemente gli arti inferiori in modo aspecifi co, diff uso e spesso simmetrico, raramente possono essere localizzati agli arti superiori ed al

torace; il bambino solitamente non riesce a collocarli in una sede precisa e spesso manifesta uno stato di notevole soff erenza, tanto da portarlo al risveglio notturno a volte accompagnato al pianto; non si associano ad ulteriori rilievi obiettivi quali rigidità articolare, tumefazione o arrossamento. Tali disturbi possono durare da pochi minuti a qualche ora e, al mattino, non lasciano alcuna traccia, il bambino non manifesta alcuna limitazione della propria attività motoria e della solita vivacità. Le cause sono sconosciute anche se sono state avanzate molteplici ipotesi; in passato se ne attribu-

iva comunemente la causa alla crescita più rapida, in determinati periodi, delle ossa lunghe con con-seguente stiramento delle terminazioni nervose; in alternativa si ricerca la causa in un eccesso di atti-vità motoria nelle ore diurne, in microtraumatismi, in recenti infezioni virali, turbe gastroenterite e, più comunemente in stress di tipo psico-emotivo.Quello descritto è un quadro sicuramente benigno che non deve destare assolutamente alcun tipo di preoccupazione; a livello terapeutico è suffi ciente rassicurare e consolare il bambino, eff ettuare un massaggio sulla parte riferita dolente, applicare

una pomata e del calore locale, in alcuni casi può essere utile somministrare un blando antidolorifi co od antinfi ammatorio. Nei casi in cui la frequenza e la durata di tali episodi non tende ad attenuarsi ed a scomparire, può essere opportuno rivolgersi ad uno specialista; ciò diventa necessario quando al dolore si associano sintomi come tumefazione, ar-rossamento o rigidità articolare, ed eventualmente febbre o febbricola, malessere generale, inappeten-za ed, in assenza di questi, anche semplicemente la riduzione o limitazione dell’attività motoria del bambino anche nelle ore diurne con eventuale com-parsa di zoppia. In conclusione, se il vostro bambino a volte si sveglia di notte piangendo e lamentando dolore alle gambe ma durante la giornata sembra non ricordarsene e non manifesta alcun segno di soff erenza, potete stare tranquilli perché ciò signi-fi ca che sta semplicemente ”crescendo” oppure che ha solo bisogno di coccole e carezze.

Salute Salute & Benessere Benessere

LE CAUSE SONO SCONOSCIUTE ANCHE SE SONO STATE AVANZATE MOLTEPLICI IPOTESI; IN PASSATO SE NE ATTRIBUIVA COMUNEMENTE LA CAUSA ALLA CRESCITA PIÙ RAPIDA...

ANCHE CRESCERE

PUÒ FAR MALE!

Dott.ssa Maria Croce Pediatra

Hammam è il cosiddetto bagno turco. Ultimamente gli hammam stanno diventando sempre più comuni e si trovano spesso all’in-terno dei vari centri benessere che off rono servizi perfetti per chi

sente la necessità di rilassarsi. Nell’hammam si segue solitamente un percorso. Il primo passo è prepararsi con calma all’interno dello spogliato-io. Si accede poi ad una stanza con la tempera-tura che si aggira intorno ai 30-35°C che serve per adattarsi al clima, così che non si senta lo sbalzo tra il bagno turco e l’ambiente esterno. Ci si sposta poi nella stanza dell’hammam vero e proprio dove la temperatura è tra i 40 e i 45°C e dove l’umidità è vicina al 100%. Qui ci si rilas-sa, si fa un bagno nel vapore, a volte anche con l’utilizzo di alcuni saponi particolari. Una volta fi nito il bagno spesso si possono fare anche dei massaggi rilassanti e/o tonifi canti. L’hammam non è solo un luogo di relax. Esso procura dei benefi ci in caso di dolori muscolari, e aiuta in caso di problemi alle vie respiratorie. È un trat-tamento rilassante che si può fare sia in inverno che in estate.

EMO

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Salute Salute & Benessere Benessere

OZIONE Hammam

o scrub per il corpo è un tratta-mento di bellezza molto semplice e amato da tutte le donne perché si può fare anche in casa. Questo trat-tamento aiuta a rimuovere lo strato più superfi ciale della pelle, costituito

prevalentemente da cellule morte e restituisce alla pelle elasticità e freschezza. L’esfoliazione è un trattamento fondamentale per la cura della propria pelle, sia del viso, che del corpo, con-trasta il processo naturale di invecchiamento e favorisce la formazione di cellule giovani e sane, che vanno a costituire lo strato più superfi ciale della pelle. Lo scrub per il corpo oltre a rimuove-re le cellule morte, contribuisce ad eliminare le

diverse impurità, quali la polvere e gli oli che si accumulano all’interno dei pori. Gli scrub per il corpo, nella maggior parte dei casi, non posso-no essere applicati sulla pelle del viso, in quanto l’agente esfoliante può essere eccessivamente aggressivo e irritare la pelle del viso, più deli-cata rispetto alla pelle del corpo; al contrario, gli scrub per il viso, in genere, possono essere applicati anche sul corpo.Il prodotto utilizzato è costituito prevalente-mente da due ingredienti: un agente esfoliante e un’altra sostanza da cui dipende la consi-stenza più o meno fl uida dello scrub. L’agente esfoliante è una sostanza costituita da granuli più o meno sottili, quale il sale marino, lo zuc-

chero, la farina d’avena e così via, mentre l’altro ingrediente è, in genere, una sostanza liquida o fl uida, come, ad esempio, l’olio o il burro. L’ap-plicazione va fatta sulla pelle già umida, mas-saggiare seguendo piccoli movimenti circolari e infi ne, risciacquare; al termine applicare una crema idratante. In commercio, sono disponi-bili diversi tipi di scrub per il corpo, contenenti ingredienti naturali, quali il sale marino, lo zuc-chero, le mandorle, i mirtilli, le fragole, la farina d’avena, le noci, il caff è, il cioccolato, le albicoc-che ed altri ancora; si può, comunque, prepara-re in casa uno scrub esfoliante, utilizzando pro-dotti del tutto naturali, disponibili nella propria dispensa.

Primavera: tempo di scrub

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solo di poter intervenire con qualcosa per guida-re la conversazione. Sfrutta questa cosa facendo-le parlare! Chiedi di loro stesse e lasciale andare a ruota libera.4. Incoraggia l’altro a parlare. n che modo? Facendogli delle domande su di lui

(non facendogli l’interrogatorio eh!). Pensaci un po’: esiste un argomento di conversazione più interessante che parlare di se stessi? No di certo, soprattutto per l’essere umano di sesso maschile . Oppure mentre l’altro parla, lo incoraggi a con-tinuare con, ad esempio, dei cenni di assenso, movimenti del capo, dei <<si…>>, <<mmm…mmm…>>, <<e poi…>>. Nel senso: continua pure, io ci sono e ti sto seguendo.5. Tocchiamolo se anche lui ci ha toccati.Non lasciamo cadere le occasioni di contatto, ma stiamo attenti a non diventare inopportuni. Ri-spettiamo le distanze convenzionali nelle intera-zioni faccia a faccia. Evitiamo che l’altra persona si senta invasa. Rispetta lo spazio personale. Le persone hanno sempre un certo spazio che non vogliono che venga invaso. Devi prima guada-gnare la fi ducia se ti vuoi avvicinare.6. Evita di lamentarti e accusare.Ok le cose non vanno, la crisi perdura, i soldi non bastano, eccetera eccetera. Ma se proprio è tutto

cco 10 consigli utili per ottenere que-sto risultato. Siamo creature sociali e il raggiungimento di ciò che deside-riamo spesso prevede la collabora-zione delle altre persone, l’intesa, la loro stima. Ma, soprattutto, i nostri

stati d’animo e il nostro sentirci amati e ricono-sciuti possono dipendere da come ci “connettia-mo” con gli altri. E il più importante sistema di connessione agli altri è la comunicazione. Dalla nostra capacità di comunicare effi cacemente possono dipendere legami sentimentali, amicali, di lavoro, eccetera. Ecco alcuni suggerimenti per mantenere e, soprattutto, iniziare buone relazio-ni. E si sa: la prima impressione conta tantissimo!1. Sii te stesso.Cerca di essere sempre te stesso, non prendere atteggiamenti che non ti appartengono.2. Non interrompere mai.Fare così rischia di far sentire l’altro poco impor-tante. Quando tu interrompi quello che lui sta dicendo, tu releghi tanto lui quanto i suoi com-menti ad una posizione subordinata a quello che tu senti che devi dire. Bisogna tener presente che noi possiamo interagire in maniera attiva con il nostro interlocutore anche solo ascoltandolo. Troppo spesso, la gente dimentica l’eff etto che le interruzioni hanno su coloro che sono brutal-mente impediti di esprimere quello che stanno dicendo. Nessuno ama ciò. E’ rude. Parecchie persone pensano che quello che hanno da dire sia così importante che non importa quello che l’altro sta dicendo al riguardo. Insomma, aspetta il tuo turno!3. Sonda il terreno.

Guadagna fi ducia parlando prima di argomenti neutri e solo dopo entrando sull’argomento. Fai parlare gli altri. Alla maggior parte delle persone piace parlare di loro stesse. Amano chi le ascolta. Sfortunatamente, ci sono persone che aspettano

Salute Salute & Benessere Benessere

COME FARSIAPPREZZAREfi n dal primo incontro

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Salute Salute & Benessere Benessere

già pesante così (e non è detto che lo sia anche per il tuo interlocutore), non appesantire anche tu gli altri e il loro umore. Oltretutto, a lamentare e accusare son bravi tutti.7. Sorridi e mantieni il contatto visivo.Puoi dire le cose più carine e interessanti della terra ma se ti incupisci e fi ssi qualcosa per terra nessuno ti darà retta. Quindi sorridi! Fa sapere che ti si può avvicinare. E quando le persone ini-ziano a parlarti, guardale. Questo dimostrerà che stai ascoltando e ti preoccupi di quello che hanno da dire. A volte, quando sei nervoso, la tentazio-ne è evitare di guardare le persone negli occhi. Se è un tuo problema, devi impegnarti a risol-verlo. Altrimenti potresti risultare un po’ off en-sivo, specie se stai parlando. Le persone appena conosciute potrebbero non conoscere questo tuo aspetto e pensare che non fai attenzione. 8. Segui il suo tono di voce.Il tono della voce è infatti uno dei fattori più importanti ai quali rispondiamo perché stretta-mente connesso con lo stato emotivo (triste, ar-rabbiato, felice).Il ritmo del parlare rappresenta la velocità dell’eloquio ed è un altro parametro im-portante da variare per entrare in sintonia. Anche il volume è un elemento utile da ricalcare, mentre il timbro è più legato ad aspetti della personalità e più diffi cili da riprodurre. Insomma, se il tuo in-terlocutore è un bisbigliatore … non gridare!9. Non ti distrarre! Fingi di ascoltare?Stai pensando ad altro? Magari hai fretta e sei già col pensiero in stazione a prendere il treno. O peggio – attenzione questa è bella – sei preoccu-pato e impegnato a pensare, fra te e te, a ciò che dirai o domanderai alla prima pausa del tuo in-terlocutore! Non succede mai, vero?! Ti incanti?A volte per stanchezza, per particolari condizioni fi siche o ambientali, è più forte di noi, ci incan-tiamo e la messa a fuoco dei nostri occhi si perde in un’immagine indistinta! Allora ci riprendiamo. Ma solo per un po’, perché subito ci incantiamo di nuovo e, allora, a fatica, cerchiamo quanto mento di tenere gli occhi puntati su almeno uno dell’in-terlocutore oppure nel mezzo delle sopracciglia! E in tutto questo esercizio, dov’è la tua attenzio-ne? Sulle parole dell’altro? No.10. A un certo punto … dacci un taglio!Impara quando mettere fi ne alla conversazione. Nessuna infatti è infi nita. Nessuna. E alcune do-vrebbero essere più brevi di altre. Quando ti rendi conto che anche la tua sta languendo, dacci un taglio. Dì alla persona quanto è stato interessante parlare (a meno che fosse davvero una cosa terri-bile, nel qual caso perché ci stai ancora perdendo tempo?) e che vi risentirete presto.

di Pierluigi Troilo

ual è la stagione delle mele? E dei pomodori? E delle fragole? È facile avere dei dubbi in proposito poiché adesso molti tipi di frutta e verdura si possono consumare per dodici mesi all’anno, grazie alla coltivazio-

ne in serre e alle importazioni dai paesi esotici. Così è importante sapere che consumare secondo la stagio-nalità del territorio consente di nutrirci con alimenti che possiedono il massimo livello di nutrienti. Gli alimenti coltivati fuori stagione invece hanno scarse qualità nutritive, costi molto più elevati, sono fortemente in-quinanti per il lungo trasporto che devono subire, ancor più se sono prodotti in serra. Le serre infatti inquinano sia a causa del riscaldamento che a causa dell’impatto ambientale, che comporta lo smaltimento dei teli di copertura che devono essere cambiati ciclicamente. Un’altra ragione per preferire i prodotti stagionali è che le nostre esigenze nutrizionali non sono identiche in estate o in inverno, e la Natura molto saggiamente sa cosa fare, si adegua a noi, rifornendoci dei nutrienti più giusti a seconda del periodo. Durante l’inverno il nostro corpo brucia molte calorie per mantenersi alla giusta temperatura, il brivido è il movimento muscolare che consuma più calorie! Sudiamo poco e siamo poco esposti ai raggi solari, mentre siamo molto esposti alle malattie delle alte vie respiratorie come raffreddore, tos-se, mal di gola, bronchite. In questa stagione la natura ci viene incontro mettendoci a disposizione frutta e ver-dura adeguata alle nostre esigenze. troviamo gli agrumi ricchi di vitamina C, importantissimi per lo sviluppo delle difese immunitarie; le verdure invernali: cavoli cappucci, verze e porri, le quali dopo la cottura emanano un forte odore, a volte spiacevole, dovuto allo zolfo: elemento principe di tali ortaggi che in questa stagione grazie al

suo potere disinfettante, aiuta il nostro corpo a  tenere alla larga virus e batteri. E poi c’è la zucca, un ortaggio molto ricco di vitamina A, che rinforza le mucose delle alte vie respiratorie e aiuta a fluidificare il catarro così da espellere virus e batteri. La primavera è la stagione del risveglio, le giornate si allungano, è il momento di uscire all’aperto. Dopo aver accumulato le tossine invernali con un’alimentazione troppo ricca di grassi e zuccheri e a uno stile di vita prevalentemente sedentario, la voglia di muoversi si concretizza in attività di qualsiasi tipo, per depurarsi, smaltire il grasso, ossigenare e fare le pulizie primaverili anche nel nostro corpo.. Ma come aiutare fegato e reni , gli organi addetti alla detossificazione? Ci vengono in soccorso tutte le piante spontanee depura-tive, dall’ortica (Urtica Dioica) al tarassaco (Taraxacum Officinale) ai germogli di pungitopo (Ruscus Aculeatus) agli asparagi (asparagus Officinalis); e da marzo in poi sulle nostre tavole, troviamo verdure quali carciofi e tutte le insalate con retrogusto amaro che stimolano la produzione ma anche l’eliminazione della bile da par-te del fegato, con effetto disintossicante. Inoltre sono diuretiche e di conseguenza contrastano la ritenzione idrica. Il carciofo in particolare aiuta a smaltire gli acidi urici derivati dalle proteine animali il cui accumulo può favorire la comparsa di dolori articolari. Anche le fragole, che arrivano nel periodo di maggio-giugno, svolgono un’azione antiurica e decisamente diuretica, così come le ciliegie e le amarene che associano la proprietà diu-retica a quella lassativa. Mangiare frutta di stagione è, più sano, più buono, ed eco-sostenibile. La Natura è una madre Sapiente, sa ciò di cui abbiamo bisogno in ogni periodo dell’anno e in ogni luogo in cui ci troviamo, se creiamo le condizioni affinché tutto ciò avvenga!

di Anna Piersanti

Meglio mangiare cibi di stagione

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Cucina Cucina concon Me Me

Questo mese ho voglia di festeggiare, un po’ perché è Carnevale un po’ perché il mio libro di ricette è fi nalmente in vendita in tutte le librerie d’Italia. Si intitola Semplicemente buono ed è edito da De Agostini Libri.Se avete voglia di idee facili, veloci e low cost per cucinare con poca spesa e tanta resa cerca-temi in libreria!

SemplicementeBuono

Torta diCarnevale

io figlio non mangia le chiacchiere e sinceramente nemmeno io le amo molto, perciò lo scorso anno a Car-nevale per una festa in maschera con tanti bambini mi sono inventata questa torta colorata e divertente. È

decorata con i confetti di cioccolato e lo zucchero a velo. Se siete molto bravi potete anche utilizzare la pasta di zuc-chero o la panna montata. Io non ho tutta questa pazien-za. La base della torta è molto semplice e quindi potete arricchirla come volete. Io vi propongo una crema vegana. La cosa più divertente è che nessun bambino resisterà alla tentazione di rubare i cioccolatini, ma a Carnevale, si sa, ogni scherzo vale!

Preriscaldate il forno a 170°. Montate molto bene le uova con lo zucchero fi nchè non raddoppiano di volume (almeno 5 minuti con una frusta elettrica). Aggiungete la panna liquida e la vaniglia e mescolate con un cucchiaio di legno. Aggiungete poco per volta la farina e il lievito ben setacciati e mescolate ancora. Foderate una tortiera con carta forno.Cuocete in forno a 170° per 40 minuti.Decorate con zucchero a velo e cioccolatini colorati

INGREDIENTI

250 g di farina 003 uova

250 g di zucchero 250 ml di panna liquida fresca

1 cucchiaino di estratto di vaniglia½ bustina di lievito

Cioccolatini colorati e zucchero a velo

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Cucina Cucina concon Me Me

Idea furbaBOCCONCINI DI AVOCADO

mo l’avocado e lo cucino spesso. Mi piace nelle insala-te, nei panini con pomodoro e mozzarella e anche al natura-le con olio, sale e limone.Tempo fa ho sperimentato

questa ricetta che ho trovato sul web e me ne sono innamorata.Si tratta di un fi nger food molto goloso perfet-to per un aperitivo in piedi con tante persone. Se vi va, trovate la video-ricetta sul canale Youtube Cookthelook.

Tagliate l’avocado a metà nel senso della lunghezza e sbucciatelo. Ricordate sempre di scegliere un avocado con il picciolo e non troppo maturo. Tagliatelo a spicchi e avvolgete ogni spicchio con una fetta di pancetta. Sistemate i bocconcini su una teglia rivestita con carta forno e cuocete a 200° per circa 10 minuti. Si mangiano caldi.

INGREDIENTI

1 avocado150 gr di fette sottili di pancetta

Portate quasi a bollore il latte con la scorza di limone e lo zucchero. Eliminate la scorza, spegnete il fuoco e versate l’amido setacciandolo e mescolando velocemente con una frusta perché non si formino grumi. Colorate la crema con la curcuma sciolta in pochissima acqua sempre mescolando.

INGREDIENTI

70 gr di amido di mais100 gr di zucchero

scorza grattugiata di un limone500 ml di latte di soia

un cucchiaino scarso di curcuma(per dare colore alla crema)

e volete farcire la torta di Carne-vale in maniera insolita e con una crema che non contiene né latte, né uova, provate questa ricetta vegana. La crema veg non ha nulla da invidiare alla vera cre-

ma pasticciera, ve lo garantisco. È l’ideale per chi è intollerante alle uova e al latte e, avendo poche calorie, potete concedervela anche se siete a dieta.

Idea veg

Crema pasticcera

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IlIl Legale Legale

successo a Torino.  Una giovane cop-pia si lascia (capita) ma il ragazzo non si rassegna, non accetta la fi ne del rapporto sentimentale, e si ven-dica. Come ? Utilizzando la tecnolo-gia e quel dispositivo che utilizziamo

(o del quale abusiamo) tutti i santi giorni, cioè il telefonino. Un video girato con il telefonino quando i due si amavano -  con quell’amore che nulla ha di platonico ma tutto ha di fi sico e sessuale - viene condiviso e, grazie a inter-net e a WhatsApp, migliaia di persone vedono scene che, invece, dovevano restare intime e riservate.Nel video si vede e si riconosce la ragazza, si sentono le voci dei due.La ex storia d’amore diventa storia giudiziaria, perché la ragazza querela l’ex ragazzo. Una prima e doverosa osservazione: le conseguen-ze di una diff usione di un fi lmino hard girato con il consenso di entrambi può avere eff etti devastanti, non solo perché potenzialmente

può essere visionato da un numero altissimo di utenti, ma perché il sentimento di vergo-gna per la diff usione di un comportamento che doveva restare riservato può portare a

gesti estremi, come il suicidio (ricordiamo la ragazza di Adria che, in un caso simile, decise di suicidarsi).Già solo questa rifl essione dovrebbe portare a più “miti consigli” chi possiede nel proprio cel-lulare foto o fi lmati girati con il consenso della ragazza e pensa di utilizzarli come strumento di vendetta per un tradimento o per la fi ne della loro storia.Ma la diff usione ha delle conseguenze penali non trascurabili. Nel codice penale l’onorabili-tà e la reputazione sono beni protetti dall’art. 595, che punisce la diff amazione, cioè l’off esa alla altrui reputazione mediante l’utilizzo di qualsiasi mezzo di pubblicità (ved., tra le tan-te, Cass. Penale 2299/2015). Il terzo comma dell’art. 595, c.p. prevede una pena detentiva da sei mesi a tre anni se l’off esa è veicolata attraverso qualsiasi altro mezzo di pubblicità diverso dalla stampa e, quindi, anche tramite internet; in aggiunta il responsabile può essere anche condannato a pagare un cospicuo risar-

LA PORNO VENDETTAai tempi di internet

…quando una storia d’amore fi nisce in Tribunale per colpadel cellulare

È PUR VERO CHE È POSSIBILE PROPORRE UNA AZIONE CIVILE PER OTTENERE UN ADEGUATO RISARCIMENTO DEI DANNI, TUTTAVIA L’EFFETTO DIROMPENTE CHE LA DIFFUSIONE DI MATERIALE VIDEO INTIMO PROVOCA NEL SOGGETTO LESO È TALE...

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IlIl Legale Legale

cimento danni alla vittima del reato.La sanzione penale e civile potrebbero consi-derarsi adeguate, ma l’eff etto e le ripercussioni causati dalla diff usione di video relativi a com-portamenti intimi possono essere anche molto gravi, e portare la vittima a gesti estremi come il suicidio, per cui le sanzioni dell’ordinamento giuridico appaiono, al contrario, del tutto ina-deguate per contenere, o limitare, i potenziali danni alla reputazione della parte off esa.E’ pur vero che è possibile proporre una azione civile per ottenere un adeguato risarcimento dei danni, tuttavia l’eff etto dirompente che la diff usione di materiale video intimo provoca

nel soggetto leso è tale e comporta conse-guenze così rilevanti anche sul piano persona-le e familiare, da far ritenere modesta la san-zione rispetto al pregiudizio che può essere provocato.Si pensi, infatti, all’eff etto virale della diff usio-ne e del fi lmino con WhatsApp oppure su un social network, oppure su siti porno: in pochis-simo tempo anche migliaia di utenti possono vedere e scaricare il video.Se, poi, pensiamo che spesso sono gli ado-lescenti ad utilizzare in maniera impropria la telecamera del cellulare, e se pensiamo anche alla loro fragilità psicologica perché si

trovano in un momento fondamentale della loro crescita, è facile ipotizzare le devastanti conseguenze della diff usione di tale materiale video. Cosa fare?Forse è suffi ciente far comprendere che in-ternet e simili sono strumenti molto potenti per lo scambio di informazioni e, come tali, possono essere utilizzati in maniera positiva o, purtroppo, possono essere utilizzati in modo negativo e lesivo dei diritti altrui, come nella ex storia d’amore dei ragazzi torinesi.È successo a Torino. Può succedere dovunque.

di Gianfranco Puca

FALSE IDENTITÀ:Quando l’utilizzo

di facebook è reato

na delle principali conseguenze dell’enorme diff usione dell’uti-lizzo di facebook è, ovviamen-te, l’immissione in rete di una smisurata quantità di dati per-sonali come immagini, notizie

sulla propria famiglia, sul proprio lavoro, sul proprio stile di vita ecc. E infatti, stringendo amicizia con una persona, si condividono con la stessa tutte le informazioni che intendiamo rivelarle. Tuttavia il sistema non permette di avere la garanzia che quel profi lo appartiene realmente alla persona con cui si è stretto il rapporto virtuale, ben potendo lo stesso celare un “fake”, ossia una falsa identità. È evidente come i profi li falsi di facebook possono essere lo strumento per il compimento di una svariata quantità di reati come, ad esempio, il furto di identità, la diff amazione, la minaccia, l’estor-sione, le molestie e così via. Recentemente la Corte di Cassazione, con sentenza n. 9391 del 26 febbraio 2014, ha stabilito che la creazione di un falso profi lo su facebook attraverso cui molestare una persona sfruttando l’anonimato

COME SPESSO ACCADE LA GIURISPRUDENZA COLMA UN VUOTO LEGISLATIVO, MANCANDO NEL NOSTRO ORDINAMENTO NORME SPECIFICHE CHE SANZIONINO IL CATTIVO COMPORTAMENTO PERPETRATO ATTRAVERSO I SOCIAL NETWORK

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IlIl Legale Legale

integra il reato di cui all’articolo 494 del codice penale, “sostituzione di persona”, secondo cui “Chiunque, al fi ne di procurare a sé o ad altri un vantaggio o di recare ad altri un danno, induce taluno in errore, sostituendo illegittimamente la propria all’altrui persona, o attribuendo a sé o ad altri un falso nome, o un falso stato, ovve-ro una qualità a cui la legge attribuisce eff etti giuridici, è punito, se il fatto non costituisce un altro delitto contro la fede pubblica con la re-clusione fi no a un anno”. Come spesso accade la giurisprudenza colma un vuoto legislativo, mancando nel nostro ordinamento norme

specifi che che sanzionino il cattivo comporta-mento perpetrato attraverso i  social network. Nel caso di specie, la sentenza defi nisce con una condanna il procedimento penale aperto nei confronti di una donna che aveva creato un profi lo facebook fasullo per molestare i vi-cini di casa. La Suprema Corte con l’occasione, ha aff ermato che, pur prevedendo le regole di facebook il divieto di creare account falsi, non è reato sanzionabile penalmente la mera crea-zione di falsi profi li. In quel caso si tratterebbe esclusivamente di un illecito civile, per viola-zione delle regole contrattuali, che verrebbe ad esistenza solo su iniziativa della società ideatri-ce del programma, ma non di un illecito pena-le. La condotta di chi realizza un falso profi lo, invece, assumerebbe rilevanza penale quando l’account falso viene utilizzato, ad esempio, per molestare attraverso la messaggistica istanta-nea (la chat) altri utenti. Il fenomeno dei “fake” su facebook è tutt’altro che circoscritto. E infatti, da molteplici indagini è emerso che un account su tre sarebbe falso. Ciò non signifi ca che la re-alizzazione di ogni profi lo fasullo sia fi nalizzato ad un comportamento criminoso in quanto la scelta di mantenere l’anonimato, a volte, è det-tata semplicemente dalla volontà di mantenere segreti alcuni aspetti della propria vita privata. Quando, invece, la creazione del falso profi lo è off ensivo nei confronti di terzi, il comportamen-to può avere rilevanza penale e l’individuazione del responsabile, spesso, è molto più agevole di quanto si possa immaginare.

di Nicola Paolo Rosetti

IL FENOMENO DEI “FAKE” SU FACEBOOK È TUTT’ALTRO CHE CIRCOSCRITTO

ra le innovazioni apportate dal D.L. 132/2014 convertito in Legge n. 162/2014 particolare rilievo assume quella di cui all’art. 492  bis  c.p.c., disposizione che istituisce la “Ri-cerca con modalità telematiche dei

beni da pignorare”, strumento che potrebbe rivelarsi particolarmente utile per soddisfare le pretese, molto spesso deluse, dei creditori. Dall’11 dicembre 2014 - data di entrata in vigore della nuova norma - il creditore che intende procedere ad esecuzione forzata può proporre istanza al Presidente del Tribunale nella cui circoscrizione il debitore ha la propria residenza, domicilio, dimora o sede, affi nché autorizzi l’uffi ciale giu-

diziario alla ricerca con modalità telematiche dei beni da pignorare. L’autorizzazione presidenziale consentirà all’uffi ciale giudiziario l’accesso tele-matico diretto e gratuito alle banche dati pub-bliche amministrazioni, all’anagrafe tributaria (dove sono confl uiti tutti i rapporti degli istituti di credito e degli altri intermediari fi nanziari con i clienti, vale a dire tutti i conti corrente dei con-tribuenti), al pubblico registro automobilistico ed agli  enti previdenziali. L’uffi ciale giudiziario, al termine delle operazioni di ricerca,  nel caso in cui non venga rinvenuto alcun bene o credito del debitore o se questi, pur individuati, risulti-no occultati,  è tenuto ad intimare al debitore di indicare, entro 15 giorni, il luogo in cui potrebbe-

Pignoramenti

La ricerca delle informazioni diventa telematica

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IlIl Legale Legale

ro trovarsi cose di sua pertinenza da sottoporre a pignoramento, ammonendolo che l’omessa o falsa comunicazione lo esporrebbe al reato di  “Mancata esecuzione dolosa di un provvedi-mento del giudice” ex art. 388 c. VI c.p.p. In tale ipotesi comunque il processo esecutivo si chiude anticipatamente.Nel caso invece in cui l’accesso dell’uffi ciale giu-diziario consenta di individuare cose e/o crediti del debitore potrebbero aprirsi tre possibili sce-nari. 1) Qualora vengano individuate cose appar-tenenti e nella disponibilità del debitore ubicate nel territorio di competenza dell’uffi ciale giudi-ziario, compiuto l’accesso, questi dovrà pignorare le cose che ritiene di più facile e pronto realizzo, preferendo in ogni caso il denaro contante, gli oggetti preziosi e i titoli di credito ed inizierà la fase dell’esecuzione; 2)  Se vengono individuati crediti o cose del debitore nella disponibilità di terzi soggetti, l’uffi ciale giudiziario notifi cherà il verbale al debitore e al terzo, renderà edotto il debitore degli “inviti e degli avvertimenti” di

cui all’art. 492 c.p.c. e, conseguentemente, in-timerà al terzo di non disporre e non sottrarre alla garanzia del credito le cose o le somme di pertinenza del debitore che si trovano nella sua disponibilità. Il verbale dovrà essere notifi cato per estratto al debitore e consegnato unitamen-te al titolo esecutivo al difensore del creditore il quale provvederà alle formalità di cui all’art. 518 c.p.c. indispensabili per la formazione del fascicolo dell’esecuzione. 3)  Infi ne, se l’accesso ha consentito di individuare cose in luoghi non compresi nella circoscrizione di competenza dell’uffi ciale giudiziario procedente, questi rila-scerà copia autentica del verbale al creditore che, entro 15 giorni, a pena di ineffi cacia, dovrà essere presentato all’uffi ciale giudiziario territorialmen-te competente, unitamente ad apposita istanza, per consentire l’espletamento degli adempimen-ti necessari per procedere all’esecuzione.Laddove, poi, vengano rinvenuti più beni o credi-ti, l’uffi ciale giudiziario sottoporrà a pignoramen-to quelli scelti dal creditore, il quale dovrà eserci-tare tale diritto di preferenza entro 10 giorni dalla comunicazione del verbale da parte dell’uffi ciale giudiziario. In mancanza, la richiesta di pignora-mento perde effi cacia.

di Gennaro Cozzolino

LADDOVE, POI, VENGANO RINVENUTI PIÙ BENI O CREDITI...

el momento di crisi economica e occupazionale qual’è quello che stiamo vivendo è di grande inte-resse la disciplina degli ammortiz-zatori sociali prevista per i lavora-tori rimasti privi di occupazione.

La legge n. 92/2012 ha riformato la disciplina degli ammortizzatori sociali introducendo, a far data dal 1 gennaio 2013, l’Assicurazione Sociale per l’Impiego (ASPI). La legge prevede l’eroga-zione di un’indennità mensile ai lavoratori del settore privato rimasti privi di occupazione, ivi compresi gli apprendisti e i soci di cooperative di lavoro. Si tratta di un’indennità mensile che sosti-tuirà dal 1 gennaio 2017 l’indennità di mobilità ex lege n. 223/1991, l’indennità per disoccupazione non agricola a requisiti normali e ridotti e l’inden-nità di disoccupazione speciale edile. Dell’ASPI possono benefi ciare due categorie di lavoratori: in primo luogo quelli che hanno perduto involon-tariamente la propria occupazione e che si trova-no in stato di disoccupazione ai sensi dell’art. 1, comma 2, lett. c) del D.lgs. n. 181/2000. Si tratta cioè di lavoratori che sono immediatamente disponibili alla svolgimento e alla ricerca di una nuova occupazione. In secondo luogo benefi cia-no dell’ASPI i lavoratori che vantano almeno due anni di assicurazione e un anno di contribuzione nel biennio precedente l’inizio del periodo di disoccupazione. Restano esclusi dal benefi cio i lavoratori il cui rapporto di lavoro è cessato per dimissioni ovvero per risoluzione consensuale in quanto, come detto, la cessazione del rapporto di lavoro deve avvenire per cause non imputabili né riconducibili alla volontà del prestatore di lavoro. L’ammontare di questa indennità è rapportata alla retribuzione mensile che il lavoratore perce-piva ed è pari al 75% nei casi in cui la retribuzione mensile lorda è pari o inferiore nell’ultimo anno ad € 1.180,00 mensili. Se invece la retribuzione mensile lorda era superiore ad € 1.180,00 l’in-dennità registrerà un ulteriore incremento pari al 25% della diff erenza tra la retribuzione mensile e il predetto importo.

L’importo erogato a titolo di ASPI subirà una ridu-zione pari al 15% dopo i primi sei mesi di fruizione nonché una ulteriore riduzione, sempre del 15%, dopo il dodicesimo mese di fruizione. Il lavoratore potrà benefi ciare dell’ASPI a decorrere dall’ottavo giorno successivo alla data di cessazione del rap-porto di lavoro ovvero dall’ottavo giorno succes-sivo alla presentazione della domanda da inviarsi telematicamente entro e non oltre due mesi dalla data di spettanza del trattamento. E’ altresì op-portuno ricordare che l’art. 2, comma 20, della precitata legge ha introdotto, a favore di tutti i la-voratori subordinati (ivi compresi gli apprendisti e i soci lavoratori di cooperativa), il diritto ad una specifi ca indennità denominata “mini ASPI” di importo pari a quello dell’ASPI. Benefi cerà dell’in-dennità il lavoratore al quale siano stati versati almeno 13 settimane di contribuzione di attività lavorativa negli ultimi dodici mesi, attività lavo-rativa per la quale siano stati versati o siano do-vuti i contributi per l’assicurazione obbligatoria. L’indennità ha cadenza mensile per un numero di settimane pari alla metà delle settimane di con-tribuzione nell’ultimo anno. La legge n. 92/2012, da ultimo, prevede espressamente delle ipotesi di decadenza dalla fruizione di entrambe le in-dennità. Le ipotesi di decadenza sono quattro e cioè: perdita dello stato di disoccupazione; inizio di un’attività lavorativa di natura autonoma con omissione, all’INPS competente, della comunica-zione del reddito presuntivo derivante da detta attività; raggiungimento dei requisiti per il pen-sionamento di vecchiaia o per il pensionamento anticipato e, infi ne, l’acquisizione del diritto all’as-segno ordinario di invalidità.La fattispecie della decadenza dalla fruizione del-le indennità in commento si integra al momen-to in cui si verifi ca uno dei quattro eventi sopra individuati e determina, in capo al lavoratore, l’obbligo di restituzione dell’indennità che even-tualmente abbia continuato a percepire indebi-tamente.

RIFORMA DEGLI AMMORTIZZATORI SOCIALI:

L’Assicurazione sociale per l’impiego (NASPI)

di Alessio De Iuliis

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ConsumatoriConsumatori

Cultura fi nanziariaQUANDO SI COMPRA UNA OBBLIGAZIONE

a propensione al rischio personale è il primo elemento da defi nire, come abbiamo visto la volta scorsa.Una volta che si è capito quanto si è disposti a rischiare, in cambio di un guadagno proporzionale(perchè

non si dimentichi che a un possibile maggiore guadagno si collega strettamente un rischio maggiore) è giunto il momento di scegliere gli strumenti nei quali investire i propri soldi.La prima regola è ‘semplifi care’, cioè scegliere strumenti non troppo complessi. Le due grandi categorie alle quali rivolgere il proprio sguardo come già detto sono le Azioni(comprando una azione si diventa ‘soci’ di una azienda quotata) o le Obbligazioni(comprando Obbligazioni si prestano soldi a una azienda o a uno Stato, e si diventa creditori). Le Azioni promettono guadagni potenzialmen-te illimitati, ma allo stesso tempo contengono rischi molto elevati. Discorso diverso per le Obbligazioni che invece hanno rendimenti te-oricamente inferiori, ma anche rischi inferiori. Con una metafora possiamo descrivere questi due strumenti: pensiamo di voler vivere vicino al mare in una isola tropicale. Se scegliamo di vivere in una bellissima capanna, molto areata, godremo appieno della brezza, del sole, del

clima. Tuttavia se arriva una forte tempesta, un uragano, la nostra capanna potrebbe es-sere spazzata via. Questa metafora ci descrive “l’Azione”.Se invece scegliamo di vivere in una casa dalle mura robuste, sempre vicino al mare, ci godre-mo in maniera inferiore i benefi ci del clima. Però se arrivasse una forte tempesta, la casa dalle mura robuste, resisterebbe a diff erenza della capanna. Questa è “l’Obbligazione”.Ovviamente possono esserci uragani talmente forti da distruggere anche le case robuste(sono quelle che in gergo vengono dette ‘tempeste fi nanziarie’), ma ricordiamo che l’Obbligazio-ne sarà sempre un luogo più ‘sicuro’ rispetto all’Azione. Se in base al nostro profi lo di rischio abbiamo scelto l’Obbligazione, vi sono alcuni elementi che dobbiamo comunque controllare prima di acquistarla.Oggi vediamo il primo.Occorre sapere che esistono due grandi cate-gorie di Obbligazioni: le Obbligazioni Ordinarie (Senior) e quelle Subordinate. Nel caso di fal-limento della Azienda che ha emesso le Ob-bligazioni, si ricordi che le Ordinarie vengono rimborsate per prime (se il capitale derivante dalla vendita degli attivi lo consente), mentre le Subordinate vengono rimborsate successiva-

apita spesso, soprattutto d’estate o in vista di un viaggio o per altri svariati motivi di chiedersi se e quanto convenga noleggiare un auto, un furgone o un qualsiasi altro veicolo.

Ma qualunque sia la ragione, cerchiamo di valu-tare i vantaggi di questa opzione come utilizzo di un servizio che può generare un profi tto. In-fatti , se l’acquisto del veicolo è un investimento che si svaluta nel tempo e comporta una serie di costi elevati, con il noleggio si può usare la propria liquidità per investimenti che nel tempo si rivalutano. Facciamo degli esempi: il noleggio a breve medio termine consente una disponibilità im-mediata del bene, l’assicurazione inclusa nel prezzo, l’assistenza stradale h24 inclusa, il Bollo incluso nel prezzo, la gestione delle pratiche burocratiche, la manutenzione ordinaria e stra-ordinaria inclusa, i rabbocchi dei liquidi inclusi.Teniamo conto inoltre che in questo modo si eli-minano le immobilizzazioni fi nanziarie che po-trebbero servire al proprio business, i costi certi sono tutto incluso, in caso di sinistro o problemi meccanici è previsto un veicolo sostitutivo in-cluso, non si deve pensare alla svalutazione del bene e non c’è bisogno di utilizzare le proprie risorse umane per la gestione del parco. I vantaggi economici e di tempo insomma sono davvero molteplici se comparati a quelli di un acquisto che, al contrario , prevede una serie di costi superiori sia economici che di tempi-stiche e soprattutto di svalutazione del bene acquistato.

PERCHÈ CONVIENE

NOLEGGIARE UN VEICOLO?

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Consumatori

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mente, solo se è rimasto capitale dopo il rim-borso delle obbligazioni Ordinarie. Quindi, con le Obbligazioni Subordinate, si rischia di per-dere anche tutto il capitale, quasi come con le azioni in caso di fallimento dell’emittente (cioè della società che ha emesso l’obbligazione e alla quale abbiamo prestato i nostri soldi).Ci si potrà chiedere: ma come, io ho compra-to una Obbligazione per stare tranquillo, e mi ritrovo a perdere tutti i miei soldi? Sì, se è una Obbligazione Subordinata. E allora che van-

taggio c’è a comprare una obbligazione Su-bordinata rispetto a una Ordinaria Senior? Una maggiore possibilità di guadagno. Ricordate quanto detto prima? Se aumenta il rendimen-to possibile, aumenta anche il rischio. E così è nelle Obbligazioni Subordinate, che ci propor-ranno rendimenti nettamente migliori di quelle Ordinarie. Ma in cambio di maggiori rischi! Sono pertanto una “via di mezzo” tra l’investimento in Azioni e quello in Obbligazioni Ordinarie. Dopo aver capito la diff erenza tra Azioni e Ob-

bligazioni, quindi , il concetto da memorizzare dell’articolo di questo mese è: fare attenzione , quando si compra una Obbligazione a scegliere possibilmente una Ordinaria Senior, a meno che volutamente non si voglia provare a rischiare di più per puntare a un rendimento maggiore. Ma si dovrà essere ben coscienti del rischio che si corre. E’ per questo che è necessario costruirsi una cultura fi nanziaria personale.

ConsumatoriConsumatori

di Bruno FerociAnalista finanziario

Quantitative easing:fi ne della recessione?

uno strumento non convenzionale di politica monetaria con cui le banche centrali, non potendosi più servire del livello dei tassi di interessi, già prossi-mi allo zero, puntano a rilanciare l’eco-nomia, in questo caso dell’eurozona,

attraverso l’acquisto di bond , riducendo il costo del denaro e incoraggiando investimenti e pre-stiti. Viene detto anche allentamento monetario e/o alleggerimento. La Bce immette nel sistema una consistente dose di liquidità ampliando la quantità di moneta in circolazione per destinar-la all’economia reale. In concreto è creazione di moneta al fi ne di acquistare beni con denaro ex novo ed incentivare la crescita economica. Non si tratta obbligatoriamente di stampa di nuova moneta, la stessa può essere anche elettronica ma gli eff etti che crea fi niscono sui bilanci delle banche e sull’economia. Due eff etti: l’aumento di moneta in circolazione, e l’abbassamento del costo dei prestiti. Teoricamente l’allentamento monetario dovrebbe avere l’eff etto di facilitare l’accesso al credito e stimolare la ripresa dell’eco-nomia. Sebbene l’allentamento monetario ha di-versi rifl essi è una operazione attraverso la quale la banca centrale si pone come investitore della propria economia, infatti il QE è un programma di acquisto di titoli di stato volto a contrastare la defl azione (diminuzione del livello generale dei prezzi) nell’eurozona, attraverso l’acquisto da parte della Bce di titoli di stato e attività fi nanzia-rie. Gli acquisti verranno eff ettuati in proporzione della quota dei paesi nel capitale della Bce. Per

Sebbene l’allentamento monetario ha diversi rifl essi è una operazione attraverso la quale la banca centrale si pone come investitore della propria economia

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andare incontro ai timori della Germania in caso di insolvenza di uno dei Paesi più deboli dell’eu-rozona, la Bce ha stabilito che solo il 20% del ri-schio sia condiviso tra tutti i Paesi, mentre l’80% sarà attribuito alle banche nazionali. La mancata condivisione del rischio è l’elemento più contro-verso del QE europeo, alimentando la frammen-tazione fi nanziaria europea. Il Qe è già stato applicato presso la FEDERAL RESERVE, banca centrale degli stati uniti, la quale ha disposto l’ac-quisto di titoli per un totale di 40 miliardi di dol-lari al mese fi no a data da destinarsi e comunque fi no a quando l’economia statunitense non possa dirsi sostenibile, è il terzo programma lanciato in questo senso dagli Usa; BANK OF ENGLAND , la banca del Regno Unito ha disposto un program-ma di acquisti di 375 miliardi di sterline; BANK OF JAPAN, banca centrale del Giappone ha am-pliato i proprio programma di riacquisto titoli. In sostanza la QE ha fatto uscire dalla recessione gli

Stati Uniti e la Gran Bretagna , ma non è riuscito a portar fuori dalla defl azione il Giappone. Gli analisti e gli opinionisti si dividono riguardo all’effi cacia del Qe. Il maxi programma di ac-quisto di titoli di Stato basterà per far ripartire il motore economico dell’Eurozona? alcuni dei ca-nali di trasmissione della politica monetaria alla vita reale delle persone, delle aziende e degli Stati potrebbero rivelarsi “ostruiti”. “In Europa, e in Italia in particolare, il sistema economico ba-sato sul potere bancario, in un’economia dove è maggiore il ricorso a capitale bancario di rischio rispetto all’emissione da parte delle aziende di obbligazioni e azioni, gran parte dipenderà dagli istituti di credito, che troveranno nel QE la loro ulteriore ancora di salvataggio. Anche l’aumen-to dei consumi e degli investimenti privati avrà i suoi ostacoli, dettati dalla cultura del risparmio che caratterizza le famiglie europee, rispetto a quelle americane.

Fondamentale sarà l’andamento del mercato del lavoro e le aspettative future. Questo programma non è da solo suffi ciente, alla politica monetaria, vanno correlate politiche fi scali, e riforme in genere tali da portare sem-plifi cazioni ed equilibri, gli eff etti non saranno comunque immediati.L’auspicio è che il sistema non si fermi ai piani alti, ma arrivi e coinvolga l’economia reale, quella che crea lavoro aggiunto, che crea posti di lavoro nel medio lungo termine, quella che immette nel sistema nuovi bisogni, e quindi nuova off erta e di conseguenza nuova domanda, innescando un meccanismo virtuoso che duri nel tempo.Orgogliosi di poter tonare a dire di essere italiani, mostrando le nostre unicità: alta moda, alimen-tare e… qualcosa di veramente grande che ci fac-cia credere nel futuro!

ConsumatoriConsumatori

di Laura Di Paolantonio

na delle prime novità fi scali del 2015 è costituita dal nuovo  CUD, che diventa “Certifi cazione Unica 2015” e permette di raccogliere più dati per il Modello 730 precompi-lato  con più oneri per  aziende  e

sostituti di imposta. La nuova CU2015  contiene maggiori informazioni su carichi di famiglia e dati fi scali dei lavoratori dipendenti (integrando una nuova sezione dedicata al lavoro non dipenden-te), diventa più complessa lacompilazione  del modello, ed obbliga alla trasmissione  telematica all’Agenzia delle Entrate una settimana dopo la data di consegna al contribuente. Il modello per la  Certifi cazione Unica 2015  richiede al sostitu-to d’imposta di inserire nuovi dati: per i familiari a carico bisogna segnare tutti i codici fi scali e detta-gliare relazione di parentela, periodo e detrazioni spettanti; tra i dati fi scali bisogna specifi care la ti-pologia di redditi (da lavoro dipendente e assimi-lati o da pensione; a tempo determinato o indeter-minato) e indicare assegni periodici corrisposti al coniuge, acconti 2014 del coniuge, oneri detraibili, redditi prodotti all’estero, bonus di 80 euro, con-tributi di previdenza complementare per familiari a carico,  redditi soggetti a  ritenute, conguagli in caso di redditi erogati da altri soggetti, somme erogate come premi  di  produttività. Una volta compilato e consegnato entro il 28 febbraio il CUD al lavoratore (dipendente o collaboratore), entro 7 giorni  il  sostituto d’imposta dovrà trasmetterne copia  telematica all’Agenzia delle Entrate, che a sua volta avrà tempo fi no al 15 aprile per trasmet-tere al contribuente il 730 precompilato compren-sivo dei dati dichiarati dal sostituto d’imposta. E’

inoltre prevista una sanzione di 100 euro per ogni comunicazione tardiva, omessa o errata. Nel caso in cui, però, si tratti di un errore, il sostituto (quindi l’impresa), ha cinque giorni di tempo per sanarlo, inviando una nuova comunicazione corretta, sen-za pagare alcuna sanzione.La nuova Comunica-zione Unica 2015, con gli ulteriori oneri che pone a carico di aziende, consulenti e sostituti d’imposta non sembra, quindi, orientata alla tanto auspicata semplifi cazione.

di Alessandro Frattaroli dottore commercialista

DIVENTA PIÙ COMPLESSA LACOMPILAZIONE DEL MODELLO, ED OBBLIGA ALLA TRASMISSIONETELEMATICA ALL’AGENZIADELLE ENTRATE

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CuriositàCuriosità

Il nostro viaggio all’interno dei Percorsi di Vita Numerologici pro-segue con la descrizione dei ‘4’ e dei ‘5’. Ricordo che il Percorso di Vita rappresenta le caratteristiche di base di ciascuna persona, che

variano a seconda del ‘ciclo’ numerologico nel quale si nasce. Per calcolare il proprio è suffi cien-te ridurre a un singolo numero la propria data di nascita. Esempio: 15/02/1985 . Si riduce a una sola cifra giorno, mese e anno, così: 15=1+5=6, poi 02=2, poi 1985=1+9+8+5=23=2+3=5 e poi si sommano i numeri ottenuti. In questo caso 6+2+5=13= da cui 1+3=4. La persona in questione ha un Percorso di Vita 4. Nel caso in cui la somma dei 3 numeri dia un risultato 11 o 22, questo non va ulteriormente

ridotto a una singola cifra, perchè in quel caso saremo in presenza di due numeri maestri, che vedremo in seguito.Il Percorso di Vita 4: il 4 è il numero della pratici-tà e rappresenta i 4 lati del quadrato, e in eff etti la persona che nasce in questo ciclo è general-mente ‘quadrata’ ,molto pratica, del tipo ‘pochi discorsi, molti fatti’.I 4 sono di base molto corretti, e hanno un pro-fondo senso di giustizia: non sono dei ‘leader’ e quindi non sono adatti a dirigere gruppi di per-sone, mentre sono maggiormente predisposti a eseguire compiti che vengono loro assegnati che portano a termine con precisione. I 4 sono quindi degli ottimi ‘esecutori’ di ordi-ni, con una grande mania per i dettagli. La loro tendenza a cercare di capire tutte le sfaccetta-

ture di ogni cosa, può farli apparire a volte leg-germente cupi o comunque ‘pessimisti’. Una caratteristica che il 4 deve provare a mi-gliorare è la sua mancanza di fl essibilità, perché spesso i 4 sono troppo rigidi nel loro modo di vedere e ostinati nelle loro convinzioni. Il 4 si sposa generalmente con Persone nate in cicli 1,7,8,9. Non positivo il rapporto con i 5, neutri i rapporti con gli altri numeri.Molto diff erente è il percorso di Vita 5. Il 5 è il numero della libertà e pertanto chi nasce in questo ciclo ha una estrema necessità di essere ‘libero’ e non ama assolutamente sentirsi dire cosa deve fare. Le persone 5 non amano la routine e hanno bi-sogno fi siologico di cambiamenti e novità. Pos-siedono la curiosità di un gatto e pertanto sono spesso grandi avventurieri, molto predisposti a viaggi, a scoperte dell’ignoto e a compiere

ricerche apparentemente diffi cili per gli altri.Il numero 5 rappresenta i 5 sensi, e pertanto per queste persone tutti i piaceri sensoriali sono fondamentali: il 5 deve stare attento a non ec-cedere in cibo, alcol, o sesso perchè l’istinto di ‘sperimentare’ tutto ciò che si presente nella vita è molto forte in queste persone e la cosa può creare problemi nei nati in questo ciclo. In generale il 5, con il suo spirito avventuriero ha una grande adattabilità ed è in grado di fron-teggiare anche le situazioni più diffi cili che la vita gli mette davanti. Non semplice per il 5 rimanere in coppia tutta la vita con lo stesso partner, proprio per l’indipendenza di cui ha bisogno. Comunque: attrazioni forti e relazioni durature possono verifi carsi con Percorsi di Vita 2, 3 e 11. Da evitare relazioni con 4,6,8 che fi nirebbero per risolversi in soff erenze per entrambi i part-ner. Neutri i rapporti con gli altri Percorsi.

Numerologia

I Percorsi di Vita ‘4’ e ‘5’

di Bruno Feroci

LA LORO TENDENZA A CERCARE DI CAPIRE TUTTE LE SFACCETTATURE DI OGNI COSA, PUÒ FARLI APPARIRE A VOLTE LEGGERMENTE CUPI O COMUNQUE ‘PESSIMISTI’

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