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SMS DI SOLIDARIETÀ A CHI, COME E QUANDO? S SM MS S D DI I VARRASSI riflessioni di fine mandato TERAMO MENO ASSESSORI PIÙ OPERAI Viaggio tra la Fisica dell’INFN e il futuro della Ricerca con il Nobel Carlo Rubbia

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mensile per Teramo e provincia www.primapaginaweb.it

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SMS DI SOLIDARIETÀA CHI, COMEE QUANDO?

SSMMSS DDII

VARRASSIriflessioni di fine mandato

TERAMOMENO ASSESSORIPIÙ OPERAI

Viaggio tra la Fisica dell’INFN e il futuro della Ricerca con il Nobel Carlo Rubbia

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FISSATO IL TERMINE UNICO PER

LA PRESENTAZIONE DELLE DOMANDEALLA FONDAZIONE TERCAS

MARTEDÌ

7 GENNAIO 2014TERMINE UNICO PER LA PRESENTAZIONE DI TUTTE LE

DOMANDE DI CONTRIBUTO PER PROGETTI DA REALIZZARSI O AVVIARSI NELL’ANNO 2014.

LE ISTANZE DOVRANNO PERVENIRE INDEROGABILMENTE ENTRO IL SUDDETTO TERMINE AL SEGUENTE INDIRIZZO DI

POSTA ELETTRONICA: [email protected].

IL MANCATO RISPETTO DEI TERMINI E DELLE MODALITÀ DI INVIO DI CUI SOPRA COMPORTERÀ L’AUTOMATICA ESCLUSIONE DELLE

RELATIVE ISTANZE.

GLI UFFICI DELLA FONDAZIONE SONO A DISPOSIZIONE PER CHIARIMENTI E INFORMAZIONI AI NUMERI:

0861-241883 E 0861-252881

PER LEGGERE GLI AVVISI, SCARICARE I MODELLI DI DOMANDA E CONOSCERE LE MODALITÀ DI PRESENTAZIONE DI OGNI TIPO DI RICHIESTA E/O PROGETTO VISITARE IL SITO DELLA

FONDAZIONE ALL’INDIRIZZO: WWW.FONDAZIONETERCAS.IT

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3PrimaPagina 42 - Dicembre 2013

“L’importanza delle verifi che” di Mira Carpineta10

AbruzzoAbruzzo STATO DI SALUTE E PROGETTI DEL PARCO NAZIONALE D’ABRUZZO

Contatti:[email protected]/fax 0861. 250336

42 Dicembre 2013

6Il Gran Sasso e le politiche [IR]RESPONSABILIIl Senatore e Premio Nobel Carlo Rubbia, guida d’eccezione alla visita dei laboratori sotterranei di fisica nucleare.

Rischi e prospettive per il futuro dell’INFN

48 Il Cardio Fit Training

34 Alla scoperta del Pianeta Rossodi Adele Di Feliciantonio

Mira [email protected]

Enrico [email protected]

Via Costantini, 6 - TeramoTel & Fax . 0861. [email protected]

Daniela Palantrani

Nicola Arletti

di Carlo Di Patrizio

cell. 328.9727441

Clementina BerardoccoArianna BracaOttavio CaporaliMichele CilibertiAdele Di FeliciantonioLaura Di PaolantonioLaura Di PietrantonioAngela FoscoMaria Paola IannellaDaniele La LicataAntonella LorenziRiccardo NoriDaniela PalantraniAlberto PiccininiAnna PiersantiAnnamaria PonzianiGianfranco PucaNicola Paolo RossettiChiara SantarelliPiero Serroni

n. 605 del 14.07.09n. 200812281-5651

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Chiuso il 2 DICEMBRE 2013

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In copertina: “Politiche [IR]RESPONSABILI”

(foto free royalty from internet 2013)

n. 42 anno 4 - dicembre 2013

Storia di una mamma e di un bambino specialedi Annamaria Ponziani 14

SocialeSociale STORIE DI FAMIGLIE & UNICITÀ

22 I dati della Black Economydi Maria Paola Iannella

39 Il complesso di Laiodi Daniele La Licata

OmnibusSMS SOLIDALI26

Tempo di... nubifragi!di Antonella Lorenzi 13

TerritorioTerritorio SITUAZIONE NEL COMUNE DI NERETO

42 Infortunio in itineredi Laura Di Paolantonio

IMPRESA ASSOCIATA

Iscritto a:UNIONE STAMPAPERIODICA ITALIANA

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5PrimaPagina 42 - Dicembre 2013

di Mira CarpinetaEditoriale

n tempo la stampa era defi nita “il quarto potere”. Il diritto all’informa-zione ne defi niva la forza e perfi no il “peso”, capace di condizionare scelte politiche e sociali. Il cronista, raccontando i fatti, non dava rispo-

ste, sollevava domande. La ricerca della verità era il presupposto delle inchieste giornalistiche che hanno fatto la storia di famosi casi giudiziari (nell’Italia degli anni 70 gli articoli di Camilla Cederna sulla morte dell’anarchico Pinelli e sullo scandalo Lockheed provocarono, caso rarissimo nella storia della nostra Repubblica, le dimissioni di un Presidente). Cosa ne è stato di quello spirito e di quella deontologia che faceva del giornalismo “il mestiere più bello del mon-do”? In un Paese in cui la stampa esprime,oggi, solo comunicati di partito, opinioni faziose e pseudo scoop, sono davvero pochi i professionisti della verifi ca, della ricerca della verità. Il “richiamo della sirena” di un ti-tolone ridondante e approssimativo è una seduzione a cui è diffi cile resistere e che nell’immediato sem-bra pagare di più e meglio. Ma solo nell’immediato. Anche noi “ venticinque lettori” di provincia ormai lo abbiamo capito e abbiamo imparato a distinguere il fatto dall’opinione e dalla strumentalizzazione. Altro fatto è che ormai siamo alla conclusione di un anno durissimo, iniziato con una pioggia di meteoriti e fi nito con alluvioni devastanti. Con le elezioni più complicate e il governo con la più lunga “gestazione” della nostra storia. Sempre in prognosi riservata ma ancora vivo. E con la consapevolezza che la battaglia elettorale non è fi nita, perché ci aspettano le elezioni di primavera. Abbiamo chiesto ai nostri lettori cosa vorrebbero de-fi nitivamente abbandonare di questo 2013 e cosa vorrebbero fi nalmente trovare nel 2014. Queste solo alcune risposte a cui aggiungiamo soltanto i nostri auguri, perché almeno qualcosa si realizzi. Buon Natale.

Quest’anno butterei giù dalla torre, più che il personaggio Berlusconi stesso, il berlusco-nismo che è in noi, latore delle peggiori ne-fandezze, che dà adito ad una masnada di barzellettieri, superfi ciali e volgarotti. Pollice su invece per papa Francesco, uno di noi, che se ne va per Rio de Janeiro dando il cinque tra due ali di folla a destra e manca a bordo di una semplice Fiat Idea. “Chi sono io per giudicare” racconta a tutti. Il primo ci ha succhiato energie preziose a non fi nire in una tonnara di disgusto e deca-denti viltà, il secondo ci ha donato la bellez-za dell’anima, quella che salverà il mondo e che ci riscatterà. (maurizio)La sensazione che mi lascia questo anno alla fi ne è di dilagante ipocrisia e delusione: nelle persone che ricoprono cariche di ogni gene-re e specie; sembra quasi di essere regrediti

culturalmente Mi aspetto la riscoperta della gioia di fare qualcosa per gli altri oltre che per se stessi, lo spirito di solidarietà che ha sempre contraddistinto il nostro essere ita-liani in ogni tempo e in ogni luogo. Mi aspet-to una rinascita culturale perchè è solo da essa che si puó veramente ripartire in gran-de stile (anche da una crisi che é prettamen-te economica). Iniziare a pensare di risolvere la crisi valoriale prima di quella economica. (maria giovanna)Un po’ meno preoccupazioni e tristezza e piu’ armonia pace e tranquillita’!(benedetta)Vorrei defi nitivamente abbandonare lo scempio di un paese che va a rotoli e di un popolo che sta votando la propria rovina: esiste qualcuno che può pensare di rico-struire la gloria di questo paese? Esiste la possibilità di scrollarsi di dosso il milione di italiani che vive della professione “politica” e che impedisce qualsiasi rovesciamento della situazione? Io lo spero e vorrei veder-lo già l’anno prossimo, perché non c’è più tempo! La crisi dovrebbe insegnare o avere già insegnato a molti a fare della solidarietà il proprio motivo di vita. L’altra faccia della solidarietà è proprio l’impegno, l’altra faccia dell’impegno è il risultato, il successo, il pro-fi tto; l’altra faccia del profi tto è proprio la condivisione dello stesso, che genera tanta felicità per tutti! Forse è proprio la riscoper-ta della felicità, quella autentica, dell’entu-siasmo, della verità e dell’autenticità ciò che auguro per i miei concittadini, per scoprirsi miracolosamente in un luogo migliore! (Ste-fano L.). Abbandonerei tutto . Vorrei si realizzasse un posto nel mon-do di comete e lucciole, un posto nel mondo in cui dipingere nuvole (Luca B.)Intanto ho una voglia feroce di riuscire ad im-maginarlo un futuro, poi vorrei un futuro che abbandoni “io” e entri nel “noi” (Daniela V.)Vorrei che ci lasciassimo alle spalle la sfi du-cia, e l’alibi dell’impossibilità a reagire. Abbandoniamo l’euro, tanto per cominciare. I soldi per le spese militari, per le banche, i soldi delle opere pubbliche inutili, delle spe-culazioni fi nanziarie, delle pensioni d’oro, dei privilegi, usiamoli per il reddito di citta-dinanza ai disoccupati e per avviare processi virtuosi. Quanto rimane, per la ricerca e per la cultu-ra e dedichiamoci a ricercare e a tornare a studiare. Forse un mondo migliore è impos-sibile, ma una vita migliore per ciascuno di noi, sì. (Giuseppe P.) Vorrei lasciare indietro la paura e Trovare in ogni giorno l’accogliere.Vivere e non fare fi nta..mai. (Patrizia A.)C

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PrimaPagina 42 - Dicembre 20136

laboratori del Gran Sasso rappresenta-no un importante primato non solo per l’Abruzzo, ma per tutto il mondo scienti-fi co italiano. Le ricerche e le scoperte che si sono avute in questi circa 30 anni di attività ne hanno fatto un polo scientifi co

internazionale di grande rilievo. Nonostante i successi, tuttavia, la pesante scure della crisi ha ridotto le risorse economiche necessarie a coltivarne l’eccellenza con il rischio di perdere la leadership conquistata nel campo della fi -sica delle particelle. “ I tagli lineari a cui viene sottoposta la cultura in generale e la ricerca in particolare sono estremamente dannosi” – così esordisce il Prof. Carlo Rubbia, Premio Nobel e Senatore della Repubblica, che in-sieme ad altri illustri scienziati italiani, come Antonino Zichichi, hanno fortemente voluto e partecipato alla realizzazione del progetto scientifi co dei Laboratori. E’ uno vero e proprio sfogo, accorato e vibrante quello del grande scienziato, che paventa la “concorrenza” di nuovi laboratori in costruzione in quei Paesi che oggi,invece, con le loro ricerche vivono e investono risorse economiche nel INFN del Gran Sasso. “Quando Canada, Giappone o Co-rea avranno i loro laboratori sotterranei, per-ché dovrebbero continuare a venire qui? Que-sta struttura si è conquistata una leadership

internazionale per due importanti fattori: il sito, unico al mondo per le sue caratteristiche fi siche e l’equipment, ovvero l’eccellenza dei ricercatori. Ebbene questi fattori vanno valo-rizzati con l’investimento di risorse adeguate, da destinare a progetti meritevoli di sviluppo e non penalizzate da riduzioni indiscriminate. I tagli, se proprio necessari devono essere più selettivi e riguardare quelle strutture meno produttive in termini di progetti e di risultati scientifi ci.” Quanta responsabilità hanno la po-litica e la capacità dei decisori in questo? “Ne hanno tantissima! – risponde con veemenza il Prof. Rubbia – se non si investe su questi va-lori sarà la fi ne di un’epoca. La maggior parte delle ricerche è svolta da Paesi stranieri che se non troveranno più l’eccellenza resteranno a casa loro. Con la conseguenza di perdere ulteriori risorse economiche”. Pessimista il Professore? “Non pessimista, realista. I decisori sanno benissimo che questo pericolo esiste, come sanno che è loro la responsabilità di scongiurarlo”. Dichiarazioni forti che si aggiungono a quel-le rivolte alla platea dei partecipanti alla giornata inaugurale del Gran Sasso Science Institute, del 14 novembre scorso, dove alla presenza del Ministro dello Sviluppo Econo-mico, Zanonato, ha tenuto una emozionan-

IL GRAN SASSO E

LE POLITICHE

(IR)RESPONSABILI

Il Senatore e Premio Nobel Carlo Rubbia, guida

d’eccezione alla visita dei laboratori sotterranei di

fisica nucleare. Rischi e prospettive per il futuro

dell’INFN

di Mira Carpineta

aboratori Nazionali del Gran

Sasso (LNGS) sono i più gran-

di laboratori sotterranei del

mondo in cui si realizzano

esperimenti di fisica delle par-

ticelle, astrofisica delle parti-

celle e astrofisica nucleare. Sono uti-

lizzati come struttura a livello mondiale

da scienziati provenienti da 29 paesi

diversi; attualmente ne sono presenti

oltre 900 impegnati in circa 15 esperi-

menti in diverse fasi di realizzazione. Le

strutture sotterranee sono collocate su

un lato di un tunnel autostradale lun-

go 10 chilometri che attraversa il Gran

Sasso, direzione Roma, e consistono di

tre grandi sale (sala A, sala B e sala C)

sperimentali, ognuna delle quali misu-

ra circa 100 m. di lunghezza, 20 m. di

larghezza e 18 m. di altezza e tunnel di

servizio, per un volume totale di circa

180,000 metri cubi. 1.400 m. di roccia

I LABOR

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7PrimaPagina 42 - Dicembre 2013

sovrastano i Laboratori e costituisco-

no una copertura tale da ridurre il flusso

dei raggi cosmici di un fattore un milio-

ne; inoltre, il flusso di neutroni è migliaia

di volte inferiore rispetto alla superficie

grazie alla minima percentuale di Ura-

nio e Torio presente nella roccia di tipo

dolomitico che costituisce la montagna.

Compito dei Laboratori del Gran Sasso è

di ospitare esperimenti nel campo dell’

astrofisica nucleare e fisica delle parti-

celle che necessitano di un ambiente a

bassa radioattività naturale nonchè di

altre discipline che possono trarre van-

taggio dalle sue caratteristiche ed infra-

strutture.

Principali argomenti di ricerca dell’at-

tuale programma sono: la fisica dei neu-

trini naturalmente prodotti nel Sole e in

esplosioni di Supernova, e lo studio delle

oscillazioni del neutrino attraverso un

fascio di neutrini provenienti dal CERN.

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te “lectio magistralis” in cui ha ricordato che “La scienza continuerà ad avere il suo ruolo essenziale per un futuro migliore dell’umani-tà: ma gli scienziati devono essere preparati a interagire in modo più costruttivo con la società , non solo come scienziati, ma anche come cittadini pienamente coinvolti nelle sue problematiche” . Con un monito sull’impor-tanza dell’etica, ad evitare le distorsioni e le aberrazioni di un errato concetto di ricerca, e un insistente richiamo alla necessità di inve-stire nella ricerca utile, meritevole: “importanti i meccanismi di scelta nei fi nanziamenti, che sviluppino la competitività o “premiando” i mi-

gliori. Le dure leggi del mercato farebbero il più gran bene alla ricerca italiana. Il sollecitare oggi una crescita degli investimenti potrebbe sembrare velleitario, suicida o coraggioso. Ep-pure la maggioranza dei Paesi avanzati stan-no gonfi ando la loro linea “ricerca e formazio-ne” con un vasto piano di rivitalizzazione della ricerca scientifi ca. Su questi concetti sarebbe opportuno oggi un dibattito pubblico , in cui chiedere a tutti in che modo siano disposti a sostenere un con-sistente ruolo intellettuale, tecnologico e cultu-rale del nostro Paese all’interno dell’Europa e del mondo?”

I LABORATORICi sono altri laboratori

simili nel mondo?

Anche in altri Paesi sono stati realizzati

Laboratori sotterranei, utilizzando

strutture preesistenti quali miniere (

Homestake in USA, SNO in Canada e

Kamioka in Giappone) o locali adiacenti a

trafori stradali (al Frejus e sotto il Monte

Bianco). Gli altri laboratori sono di piu’

difficile accesso e di minori dimensioni,

tanto da poter ospitare solo un

esperimento. I Laboratori del Gran Sasso

sono i piu’ vasti al mondo e riescono a

dare spazio a molti esperimenti allo

stesso tempo.

Quali sono le

applicazioni pratiche di

queste ricerche?

Non sempre e’ facile prevedere quali

applicazioni pratiche possano derivare

dalla ricerca fondamentale. Molti degli

oggetti che ci circondano (dal televisore

al computer, o al forno a microonde), non

sarebbero stati mai realizzati se non

ci fosse stata precedentemente una

scoperta nella ricerca fondamentale.

Talvolta gli strumenti sviluppati per

l’avanzamento della ricerca fondamen-

tale risultano poi di pubblica utilita’ .

Un esempio ben noto e’ il World Wide

Web (ideato e sviluppato ai laboratori

del CERN di Ginevra) che e’ nato come

mezzo utilizzato dai fisici per lo scambio

veloce di informazioni e che ha reso uti-

lizzabile Internet a tutti. Le applicazio-

ni piu’ recenti delle ricerche sviluppate

nell’INFN riguardano il campo medico,

dei beni culturali e il traferimento di

know-how (conoscenza pratica) all’in-

dustria

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PrimaPagina 42 - Dicembre 201310

er il Presidente del Parco Na-zionale del Gran Sasso e Monti della Laga, Arturo Diaconale, la pubblicazione di documenti am-ministrativi dell’Ente da parte di un periodico mensile teramano,

è un fatto non soltanto in sé scorretto, ma an-che lesivo nei confronti di impiegati, tecnici e maestranze, che quotidianamente affrontano con professionalità, serietà e passione il loro lavoro di conservazione della biodiversità, di salvaguardia degli equilibri naturali, di difesa del territorio dalle speculazioni di ogni genere e a sostegno alle attività umane sostenibili. La scorrettezza, secondo il presidente, consiste nella pubblicazione in maniera parziale di atti riservati che, proprio per la loro parzialità, co-stituiscono un’oggettiva lesione dell’immagine dell’Ente e che si riferiscono ad un’ispezione mi-nisteriale che rientra nella prassi normale degli organi di controllo degli Enti Parco italiani, i cui atti amministrativi si svolgono sotto il più stretto ed assiduo controllo del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare ed oggi, in regime di spending review, sotto quello della Corte dei Conti. “Gli Enti esaminati – spiega Arturo Diaconale - forniscono, secondo le pro-cedure previste, le relative contro-deduzioni, nella piena osservanza delle normative di rife-rimento. Ciò si inquadra, ad ogni buon conto, in un decennio di attività intensa, qualifi cata e talmente positiva da far sì che lo stesso Ente Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti del-la Laga sia guardato a livello nazionale, come un modello di buone pratiche. Basti pensare ai sette progetti Life in corso, all’incremento lavo-rativo di tanti professionisti selezionati attraver-so procedure pubbliche, al consolidamento dei presidi agroalimentari, alle opere di ingegneria naturalistica, al processo partecipativo con le comunità locali che, avviato con l’obiettivo della mitigazione del confl itto con le attività zootecni-che, si va consolidando quale metodo di gover-no del territorio. Ancora, si pensi all’assistenza

agli agricoltori per la salvaguardia delle colture tradizionali, al sostegno a società consortili per il contenimento del cinghiale, al rilancio turistico culturale di aree di alto pregio naturalistico, di concerto con le istituzioni locali”. Ma cosa si evince, dalla pubblicazione dei documenti “in-criminati”? “Innanzitutto una disinformazione tesa a strumentalizzare delle verifi che che nulla hanno eccepito sull’amministrazione del Parco. Negli anni, molte norme sono cambiate, così come nuove procedure vanno applicate, ma sono evoluzioni di un sistema in continua ricerca per migliorare e valorizzare le potenzia-lità e le risorse di un territorio tutelato. La pubblicazione di dati parziali, che non sono completati dalle modifi che introdotte o in fase di introduzione, danno un’idea falsata del lavoro svolto e in fase di svolgimento, ma soprattutto danneggia e offende l’operato di tante persone che vi si dedicano con passio-ne e competenze. Come giornalista – sottoli-nea Diaconale – rifi uto l’idea di querelare un giornalista, ma la distorta pubblicazione di una normale attività ispettiva richiede una risposta chiarifi catrice all’insegna della massima traspa-renza e per il rispetto verso i lavoratori e le maestranze che ogni giorno sono impegnate nella salvaguardia di un patrimonio naturali-stico, economico e culturale di tutti”. Proprio per ribadire l’importanza di una informazione completa all’insegna della totale trasparenza, il Parco aveva promosso a Teramo, martedì 26 novembre, presso la sala San Carlo del Museo Archeologico, un incontro pubblico, al quale avrebbero preso parte anche alcuni sindaci e cittadini del territorio del Parco, ma l’incontro è stato rimandato a causa di una copiosa nevi-cata che ha costretto gli operatori e i sindaci a dare priorità all’emergenza meteo. “ Il dibattito comunque si farà perché è importante ristabili-re un’informazione corretta sull’argomento. Mi auguro – ha concluso il presidente Diaconale – che all’incontro partecipi anche chi ha fi rmato l’articolo in questione».

L’IMPORTANZA

DELLE VERIFICHEdi Mira Carpineta

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stituito nel 1995, nell’alveo della Legge Quadro 394 sulle aree protette, il Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga, terzo in Italia per estensione, è, a tutt’oggi, una delle aree realtà naziona-li più dinamiche ed attive, sia sul fron-

te della conservazione della natura sia per quanto attiene allo sviluppo sul proprio territorio di attività economiche sostenibili.

L’impegno per la conservazionedella naturaL’impegno per la protezione dell’ambiente ha visto il Parco attuare negli anni interventi complessi e articolato per mantenimento e il ripristino (con reintroduzioni mirate) dell’ecosi-stema appenninico. Un’eccezionale capacità di attrarre economie su progetti di conservazione fi nanziati dalla Commissione Europea “Life” ha permesso la realizzazione di nove progetti dal 1998 ad oggi e tra questi i due storici dedi-cati al Camoscio appenninico che è arrivata a contare oggi circa 500 individui. Successi nel campo della conservazione della Flora, con la collaborazione del Centro di Ricerche Floristi-che dell’Appenninico Museo del Fiore e dell’Or-to Botanico, un polo di assoluta eccellenza a livello nazionale.

L’impegno per lo sviluppo e la promo-zione territorialeLa ricerca di un modello di sviluppo che potesse adattarsi ad un territorio di grande vastità e complessità paesaggistica ha portato alla scelta di articolare il Parco in undici distretti ambien-tali turistico-culturali, per il recupero urbanistico dei centri storici, la difesa e la riqualifi cazione dei territori, l’infrastrutturazione e la diffusione

culturale dei valori della sostenibilità ambienta-le attraverso una rete capillare di Centri visita, Punti informativi, Musei ed Ecomusei, è senz’al-tro oggi il grande progetto del Parco faunistico del Gran Sasso d’Italia, che vedrà la realizzazio-ne di due aree faunistiche.

I grandi progetti nel campoAgroalimentareLa qualità delle produzioni è intimamente con-nessa con la qualità ambientale e l’apparte-nenza culturale alla terra del Parco costituisce il valore aggiunto di quanto viene prodotto in area protetta, e rappresentano i principi guida della politica agroalimentare del Parco. In que-sto ambito, tra i progetti di maggior successo la creazione di Reti di agricoltori custodi di anti-che varietà colturali e, tra queste, la riscoperta e il rilancio della “Patata turchesa” oggi “fi ore all’occhiello” di tanti ristoranti di qualità.Di cruciale importanza, il progetto del Marchio per i prodotti agroalimentari quale incentivo e sostegno alla piena realizzazione del Sistema di valorizzazione dei Prodotti Agroalimentari di qualità del Parco.

La governance partecipataL’Ente Parco ha abbracciato con successo un modello di gestione partecipata di alcune pro-blematiche cruciali, in particolare le relazioni con gli allevatori e gli agricoltori in relazione alla presenza e alle attese di conservazione della fauna selvatica. Tra i prodotti di maggior signifi cato la redazione partecipata del vigen-te Regolamento per gli indennizzi al patrimo-nio zootecnico per i danni causati dalla fauna selvatica, emblematico punto di incontro tra le attese degli imprenditori del settore zootecnico.

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13PrimaPagina 42 - Dicembre 2013

l centro-sinistra teramano scalda i motori. Soprattutto i comitati che fanno capo al Sindaco di Firenze, particolarmente attivi nella nostra Città. In tanti hanno risposto all’invito di “Adesso! Teramo per Matteo Renzi” , il 25 novembre scorso, partecipan-

do all’incontro che si è svolto nella sede del PD in Corso De Michetti, dando vita a un’iniziati-va vivace e ricca di contenuti. Ad organizzare l’appuntamento è stato proprio il Comitato guidato da Mirko De Berardinis, Segretario del Circolo PD di Teramo Centro rieletto al recen-te Congresso con l’83% dei voti, alla testa del Circolo più grande della Provincia, con oltre 300 iscritti. “Un’attività intensa in cui le ini-ziative in vista delle Primarie dell’8 dicembre, a sostegno di Renzi Segretario Nazionale del PD, hanno avuto molteplici espressioni: incontri, dibattiti, gazebo in piazza, che hanno fatto re-gistrare una nutrita partecipazione di cittadini nonostante il periodo invernale e le condizioni atmosferiche avverse – ha sottolineato Mirko De Berardinis – e che ci hanno dato lo slancio per proseguire nei programmi illustrati. Primo

fra tutti la scelta di voler continuare con la positiva esperienza del Comitato “Adesso Tera-mo per Renzi” oltre l’8 dicembre, con la tra-sformazione in Associazione politico-culturale che porti un contributo di idee e programmi al futuro candidato sindaco del centro-sinistra. Sosteniamo Renzi – dichiara De Berardinis - perché in questa fase serve una svolta chiara, un cambiamento vero che il Sindaco di Firenze può attuare. Occorre una “rivoluzione radicale” per avere una nuova classe dirigente, contro la caste e la burocrazia imperante in ogni settore, ma anche contro il vetero apparato di partito. Solo cosi avremo una buona politica, per ridare fi ducia e speranza ai cittadini. Solo cosi potremo “ cambiare verso” all’Italia”. Coordinatore del “Comitato Civico per Matteo Renzi” è invece Walter Mazzitti che ha spie-gato le ragioni per le quali “occorre sostenere Renzi nel suo progetto per il PD e per il nostro Paese, guardando con interesse anche a quei tanti cittadini che non ci hanno mai votato fi no-ra e che adesso si sentono vicini alle sue idee e ai suoi programmi”.

ADESSO! TERAMO, CI SIAMONasce l’associazione politico-culturale

sulla scia dei Comitati per Matteo Renzi

tefano Minora, primo cittadino di un piccolo comune della Vibrata fa un breve bilancio della situazio-ne del paese. “Nereto è un comu-ne piccolo, di circa 7 Kmq, senza corsi d’acqua; i danni da alluvione

sono stati, proprio per questo, piuttosto limi-tati. Abbiamo avuto dei danni su alcune stra-de, - prosegue il Sindaco, - in particolare su quelle provinciali. I danni maggiori li abbiamo subiti su Lago Verde, Via I Maggio franata in più punti. Occorrerà un intervento della Pro-vincia e speriamo possa presto essere rimessa in ordine. Ci siamo già attivati per le dovute sensibilizzazioni delle competenze ed urgen-ze. L’essere un piccolo Comune, - conclude Minora, - ha però anche dei lati negativi. Con-tinuiamo a combattere quotidianamente con le diffi coltà economiche e con la prolungata latitanza dello Stato. I trasferimenti alle Am-ministrazioni comunali diventano sempre più esigui. Speriamo, - chiosa Minora, - in un gesto di responsabilità da parte dei nostri politici e del Legislatore”.

A Nereto

Tempo di …nubifragi!di Antonella Lorenzi

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PrimaPagina 42 - Dicembre 201314

nstancabile, il consigliere ex-IDV, nel denunciare (sono almeno 6 le interro-gazioni) le tante inadempienze dell’am-ministrazione cittadina nella cura e ma-nutenzione dell’assetto urbano: “Saro’ petulante e stanchevole, ma le innume-

revoli interrogazioni sull’argomento devo-no avere delle risposte. A cominciare dallo stato del parco fl uvia-le, sull’interruzione in prossimità di Por-ta Romana, in cui dopo 5 anni dobbiamo constatare i cedimenti della scarpata per cui si corre il rischio di fi nire nel fi ume. Ma in questo momento è tutta la manu-tenzione della città che lascia a desiderare. Basta una giornata di pioggia per registrare allagamenti un po’ ovunque, come ad es. la strada di acceso al centro commerciale di Brico e LDL.La situazione peggiora e ad ogni pioggia in-

tensa dobbiamo contare i danni” Secondo Valdo Di Bonaventura sarebbe ormai ne-cessario che “l’amministrazione si dotasse di un regolamento per la manutenzione della rete idrografi ca del territorio comu-nale, che defi nisca gli obblighi dei soggetti privati e pubblici per la manutenzione dei fossati, dei cigli e delle scarpate. Il nostro Comune – prosegue - aveva in organico diversi operai che garantivano sicuramen-te una migliore manutenzione, oggi sono ridotti al minimo mentre l’amministrazio-ne si e’ preoccupata di assumere 14 nuovi impiegati. Si lamenta sempre la mancanza di risorse, ma – conclude - tanto per cominciare si potrebbe ridurre il numero degli assesso-ri visto che le loro attività sono ridotte al lumicino proprio a causa delle ristrettezze economiche in cui versa l’Ente”.

MENO ASSESSORI PIÙ OPERAILa richiesta di Valdo Di Bonaventura per una migliore manutenzione della città

di Angela Fosco

na volta, anni fa, si organizza-vano numerosi convegni che avevano come tema l’handi-cap perché era di moda: i po-litici facevano la loro fi gura portando brevi quanto veloci

saluti o, se in campagna elettorale, lunghe introduzioni o altrettanto lunghi saluti, gli esperti esponevano i loro punti di vista e i genitori erano presenti per apprendere. L’ultimo convegno a cui sono stata invita-ta per esporre la mia esperienza era stato organizzato da un partito politico. Ero ri-luttante perché un partito vuole che il tuo discorso sia adeguato al proprio obiettivo ma io avevo avuto assicurazioni che avrei potuto dire tutto quello che volevo. Il tema era la scuola e io avrei dovuto parlare del rapporto handicap e percorso scolastico. Naturalmente, non essendo un’esperta, organizzai il mio intervento basandomi

sull’esperienza personale perché così non correvo il rischio di essere contraddetta. Il mio discorso cominciava così:“Sono la mamma di un ragazzo Down e, cre-detemi, di discorsi ne ho sentiti tanti ma messi in pratica ne ho visti pochissimi. Nei miei anni di convivenza con l’handicap i cambiamenti formali sono stati di una profondità sconvol-gente: prima si parlava di handicappati, poi portatori di handicap. No, che signifi ca? Uno mica si porta una bisaccia sopra le spalle! Li chiamiamo, allora, persone in situazione di handicap. Però questa parola, handicap, non è un granché bella, qualcuno potrebbe leggervi una connotazione negativa, diciamo allora che sono disabili e poi, fi nalmente, si accende la lampadina, l’idea vincente, li chiamiamo “di-versamente abili”. Ma a me e ai genitori che rappresento non importa assolutamente nulla di come chiamate i nostri fi gli, chi è sensibile alle sottigliezze verbali nasconde una certa

di Annamaria Ponziani

C’era una Storia di mamma ebambino (1° puntata)

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15PrimaPagina 42 - Dicembre 2013

l Comune è tenuto a risarcire il danno del danno fi sico subìto a seguito dell’incidente.Il gestore di una strada, il Comune, è con-siderato ‘custode’ della strada e in quanto tale oggettivamente responsabile del dan-no creato all’utente dalla strada stessa; ha

sempre l’obbligo di tenerla in condizioni di sicurezza a prescindere dall’estensione della rete stradale. La sentenza della Cassazione nr. 24793/2013, afferma quanto già citato ma non solleva il danneggiato dall’onere di prova-re il danno e di aver percorso la strada «con la dovuta attenzione» e, se trattasi di un pedone, anche con le scarpe adatte.In base all’articolo 2051 del Codice civile «ciascuno è responsabile del danno cagionato dalle cose che ha in custodia, salvo che provi il caso fortuito» e seguito della recente senten-za la vasta estensione della rete stradale a cui il Comune non riesce ad attuare osservazione e manutenzione costante non è più suffi ciente a provare il caso fortuito.

Inoltre la Corte di Cassazione ha riconosciuto, con sentenza del 19 febbraio 2013, che an-che se il Comune affi da la manutenzione di una strada ad una ditta esterna non puo’ con-siderarsi del tutto esentato dalla sorveglianza e dal controllo. Tale dovere permane sempre e comunque a carico della Pubblica Amministra-zione anche in caso di lavori di manutenzione affi dati a terzi. La procedura migliore da seguire dopo un incidente per poter poi presentare domanda di risarcimento alla PA sarebbe quella di ri-chiedere l’intervento di Polizia o di Carabinieri per verbalizzare immediatamente la cattiva manutenzione della sede stradale che hanno provocato l’incidente. Abbisogna anche procu-rarsi prova fotografi ca dello stato del manto stradale, prima che il Comune effettui inter-venti di manutenzione. Citare e coinvolgere testimoni che hanno assistito all’accaduto e recasi al pronto soccorso per in caso di lesioni.

INCIDENTE A CAUSADI BUCHE IN STRADA: PAGA IL COMUNE

di Ottavio Caporali

diffi coltà di accettazione, in realtà a noi inte-ressano i fatti, i cambiamenti che riguardano la qualità di vita dei nostri fi gli, il loro progetto di vita futura. Sono qui solo per portare la mia esperienza e da questa chiunque potrà trarre impressioni, indicazioni, conclusioni su come la scuola si sia evoluta nel tempo, su come la scuola abbia adottato le strategie migliori per accogliere, inserire ed integrare gli alunni portatori di handicap. La nascita di un fi glio disabile è di per sé un fatto destabilizzante ma l’impatto con la realtà, le istituzioni, gli enti, la scuola è devastante. Neuropsichiatri infan-tili, psicologi, operatori del settore consigliano sempre l’inserimento del bambino nell’asilo-nido, per dargli delle opportunità di socializ-zazione che all’interno della famiglia, ambito deresponsabilizzante per antonomasia, non troverebbe o sarebbero limitate ad una sfera troppo ristretta. Bene. Nel mio caso contattai telefonicamente un asilo nido di Teramo, natu-ralmente uno di quelli che contano, importanti, all’avanguardia, uno di quelli che oggi io chia-mo “università”; d’altro canto per mio fi glio

volevo il meglio, “non è perché è Down non debba avere l’eccellenza” mi ripetevo, anzi! Mi risposero che sì, il posto c’era e che po-tevo procedere all’iscrizione. “Ah, dimenticavo, - aggiunsi a mo’ di congedo -, mio fi glio è un bambino Down”. All’improvviso, il posto scom-parve, erano pieni fi no all’inverosimile! No … la persona che mi aveva parlato al telefono non era al corrente della reale situazione dei frequentanti, erano veramente dispiaciuti per l’inconveniente, ma non potevano farci nien-te. Quanti principi sacrosanti, che fi no a quel momento erano stati i capisaldi della mia vita, vennero rivisti se non stravolti! Le raccoman-dazioni. Aborrivo le raccomandazioni, i regali alle maestre, alle infermiere, alle ostetriche, ai medici, ai direttori, ai funzionari eccetera eccetera. Ma avevo fatto i conti senza l’oste e l’oste era mio fi glio Francesco. Quindi su se-gnalazione dell’assessore preposto al servizio, abra cadabra, il posto nell’asilo nido ricompar-ve. Si era partiti proprio col piede sbagliato. Ci saremmo rifatti alla scuola materna. La scuola materna? un’odissea….(continua)

volta…una

e di un speciale

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caduto l’incarico il manager della Asl di Teramo, Giustino Varrassi , per decisione della governance re-gionale, passa il testimone al suo successore, non rinunciando a commentare sulle principali vicen-

de che lo hanno visto, a volte, protagonista di veri e propri attacchi “ad personam”, e a fare un bilancio della sua esperienza alla guida della sanità teramana. Professor Varrassi, uno schieramento ete-rogeneo ha dato il via a una vera e pro-pria “caccia all’aquilano”. Cosa li spinge? Chi c’è dietro? Io, in questa faccenda, ho fat-to “l’osservatore esterno” e constato che il mio nome ha richiamato più interessi e attenzioni di quante ne meriti. In ogni caso, in tutto ciò che ho letto in questo periodo non ho trovato un dato sull’operato di questa Direzione Strategica aziendale, ma solo accuse generiche e confuse, spesso anche contraddittorie. L’onorevole Paolo Tancredi ha sostenuto che “ Varrassi è inviso per-ché non fa marchette “. Le hanno mai chiesto favori? Se sì, chi? Personalmente non ho mai sen-tito l’Onorevole Tancredi usare questa espressio-ne. La trovo molto espressiva e simpatica. Favori me ne hanno chiesti molti, a 360 gradi. Ritengo che quasi tutti abbiano contatti con la Azienda di Servizi più importante che c’è in provincia. Quindi penso che la “richiesta di favori” sia una naturale conseguenza. Le risposte fornite alle richieste sono sempre state le più utili alla AUSL di Teramo. D’altro canto capirà che è an-che interesse di chi chiede l’eventuale favore di proporre il meglio che c’è, in modo da prevenire di diffondere una cattiva immagine di se. Cosa ha pensato dello slogan “Varrassi sLoggia”? Penso non meriti considerazione. Pensa che il caso dell’urologo Vicentini - ordinaria amministrazione – sia stato preso a pre-testo per mettere in moto la macchina del fango? Le “macchine del fango” in genere sono messe in moto da chi ha interessi loschi da difendere e non ha argomenti più civili, pensi a

Goebbels, Stalin e tanti altri nemici della socie-tà civile e della democrazia che si sono mossi in tal senso. Quale il suo futuro da dicembre in poi? Non avendo la sfera di cristallo, posso solo esprimere una speranza: fare il manager di una azienda pubblica, per il bene della salute delle persone qualunque. Credo che questa nazione meriterebbe un differente approccio nei confron-

ti della cura delle persone, e in particolare della loro salute. Nell’ultimo triennio ho sperimentato la sensazione piacevole di poter lavorare con successo in tale direzione, come i progetti che sono stati fi nalizzati a favore dei servizi sanitari per la gente normale dimostrano chiaramente. Veda, recentemente sono stato invitato dal colle-ga della ASL di Siena, in occasione della quarta edizione della “Festa del Medico di Famiglia” che si fa in quella città. Ho accettato l’invito, andando insieme ad un notissimo collega, Medico di Medicina Gene-rale della provincia di Teramo. Alla presenza di molte autorità, nell’avanzatissima Toscana che gode fama di avere il migliore sistema sanitario

regionale, è stato presentato un protocollo d’inte-sa fra la ASL ed i MMG per la attivazione delle UCCP(Unità complessa di cure primarie, un pre-sidio sanitario attivo h24 come un pronto soc-corso e in grado di fare da fi ltro con l’ospedale-ndr). Ci siamo sentiti entrambi molto orgogliosi, visto che lo stesso accordo noi lo avevamo siglato un anno prima, che la prima UCCP della ASL di Teramo (peraltro prima in Abruzzo e una delle prime in Italia) funziona già da quasi un anno, con enorme soddisfazione dei cittadini, e che la terza UCCP provinciale è stata da poco inaugu-rata a Montorio. Quali i punti di eccellenza e le criticità della Asl di Teramo? La AGENAS (Agenzia nazionale di controllo sulla sanità) riconosce alla ASL di Teramo delle indiscutibili eccellenze. Pensi alla Cardiochirurgia che, nonostante il naturale ricambio di due Direttori ha mantenuto un livello qualitativo altissimo, conseguenza di una scienti-fi ca organizzazione del lavoro, piuttosto che del-la sporadica presenza di autoreferenziate “eccel-lenze professionali”. Pensi anche alle Ortopedie, che sono fra le poche in Italia a raggiungere al-cuni standard che l’AGENAS ritiene cruciali per dimostrare che si fa “buona assistenza”. L’essere stati la prima ASL del centro meridione d’Italia ad istituire, come routine, l’analgesia del travaglio di parto per qualsiasi donna ne faccia richiesta, rappresenta, a mio avviso, un ulteriore “punto di eccellenza”, anche se ancora non validato da AGENAS. Mi permetto anche di esprimere una previsione: presto, molto presto, AGENAS ricono-scerà anche che la Medicina del Territorio, inclu-sa l’assistenza domiciliare integrata (ADI) che si fa in questa provincia, è fra le migliori, se non la migliore in assoluto, del centro meridione d’Italia. L’obiettivo ora è il miglioramento di criticità pe-culiari quali la mobilità passiva, su cui nonostante i discreti risultati c’è ancora molto da fare. Oltre che, ovviamente, la riduzione delle liste d’attesa, cosa per la quale sono già state sod-disfatte molte delle aspettative, soprattutto in alcuni campi quali la risonanza magnetica.

GIUSTINO VARRASSI

Rifl essioni di fi ne mandato

di Alberto Piccinini

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talenti, grandi, medi o piccoli che siano non sono solo appannaggio delle grandi città. “E’ sempre l’elemento umano che contraddistingue la qualità- è il pensiero di Alessandro Angelozzi, raffi nato stilista teramano le cui creazioni hanno conqui-

stato il mondo, dagli Stati Uniti al Kazakhi-stan – anche se penalizzati da un sistema che non favorisce l’emergere dei talenti. Noi italiano siamo bravi, ma ci mancano le infrastrutture, i meccanismi che, soprat-tutto la politica, dovrebbe predisporre af-fi nchè i giovani possano crescere”. Quali in particolare? “penso al centro fi eristico realizzato a S. Egidio alla Vibrata e che dove-va servire a creare movimento sul manifat-turiero in un territorio, la Vibrata, un tempo tra le più ricche regioni d’Italia. E’ rimasta solo una cattedrale nel deserto, senza colle-gamenti adeguati, e con il primo aeroporto a centinaia di kilometri di distanza.” Colpa dei politici? “I politici sono distratti, fan-no solo delle sporadiche apparizioni, ma in generale l’attenzione delle istituzioni è davvero minima. Anche in un periodo di crisi come questo, quando l’unica soluzione sembra essere (ormai) la delocalizzazio-ne. Una scelta che nel breve termine può sembrare vincente, ma a lungo termine non premia affatto. Perché il “made in Italy”deve essere fatto in Italia, altrimenti che senso ha? ciò che contraddistingue i prodotti del manifatturiero italiano dal resto sta proprio nella sua origine. Io ho puntato su questo, un prodotto made in italy assolutamente originale, con un per-corso della qualità e dell’eccellenza fatta in

Italia, con certifi cazione di provenienza. Ho sempre voluto un prodotto di alto livello in Italia perché all’estero sanno riconoscere la differenza. Certo non è facile, tutti sap-piamo che i costi del lavoro sono altissimi, ma fi nora è stata la mia strategia vincente. Come ha iniziato? “Una passione nata da giovanissimo, quando i miei coetanei com-pravano la gazzetta dello sport io compravo vogue (ne ho una collezione infi nita). Per una serie di motivi e congiunture ero stato avviato a studi classici, diploma laurea, ma io sono sempre stato molto determinato. E ammiravo Valentino, avrei fatto qualsiasi cosa pur di lavorare nella sua maison, car-pirne i segreti, le tecniche di lavorazione..Valentino è il genio italiano che ha inventato linee nuove, rivoluzionarie. Quali sono sta-ti gli incontri importanti della sua vita? Quelli che hanno infl uito sulla crescita del suo talento? “La mia famiglia mi voleva avvocato, ma la mia caparbietà mi ha con-vinto che questa è la mia strade, nonostante le diffi coltà. Infatti, soprattutto in America, è il talento che fa la differenza, mentre qui anche se sei bravo, emergere è molto più faticoso. Gavetta lunga, impegnativa. E poi la scelta del settore giusto. La “spo-sa” rientra nell’ambito nell’alta moda e uno stilista creativo è libero di spaziare, senza limiti. 15 anni fa, mi capitò di ricevere un fax da un importante personaggio degli emirati arabi che mi chiedeva di vedere la collezio-ne. Non sapevo come riceverlo, qui in Val Vibrata, senza un aeroporto vicino, senza hotel adatti al loro standard e decisi di rice-verlo a Milano, al Principe di Savoia. La suite

IL “SOGNO”DI ALESSANDROUn abruzzese ambasciatore

dell’eccellenza Made in Italy nel mondo

di Mira Carpineta

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non era molto spaziosa e per la piccola sfi -lata, le modelle si cambiavano nel bagno. Si radunarono diversi clienti italiani che volle-ro vedere la stessa collezione e il caso volle che in quella occasione conquistai 60 nuovi clienti, ma il magnate arabo non compro nulla. Lo rividi solo 3 anni dopo. Ma da quella occasione si innescò un per-corso di sviluppo che non avevo immagina-to. Oggi abbiamo distributori e rivenditori anche in Russia, in Giappone e perfi no in Kazakhistan. E ci stiamo inserendo molto

bene negli Stati Uniti.” Cosa manca per tornare a “sognare”di uscire da questa crisi? “Nel manifatturiero mancano i tecnici, trovare una modellista è sempre un’impre-sa. E le sarte qualifi cate sono pochissime. Mancano tante fi gure professionali specia-lizzate nella cultura del “fatto in Italia”. Il nostro paese è così bello e noi potremmo vivere di arte, cultura, turismo, gastronomia e moda. Se solo ci fosse una classe politica capace di valorizzare questi settori”.

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PrimaPagina 42 - Dicembre 201320

a Cna di Teramo è lieta d’infor-mare che la Regione Abruzzo ha emanato quattro bandi per favorire e superare le diffi coltà di accesso al credito con L’ Av-viso Pubblico “Microcredito 2”,

agevolare l’avvio di nuove attività imprendi-toriali e libero- professionali con gli Avvisi Pubblici “G.O.A.L - Giovani Opportunità per Attività Lavorative” e “Intraprendo”, incentivare l’assunzione di lavoratori - Av-viso Pubblico “Lavorare in Abruzzo 4”.

CNA - informa

PrimaPagina42 - Dicembre 201320

a Cna di Teramo è lieta d’infor-mare che la Regione Abruzzo ha emanato quattro bandi per favorire e superare le diffi coltà di accesso al credito con L’ Av-viso Pubblico “Microcredito 2”, ’avvio di nuove attività imprendi-ero- professionali con gli Avvisi G.O.A.L - Giovani Opportunità tà Lavorative” e “Intraprendo”, e l’assunzione di lavoratori - Av-co “Lavorare in Abruzzo 4”.

forma

OPPORTUNITÀ PER LE IMPRES

MICROCREDITOI finanziamenti saranno concessi a fa-

vore di iniziative imprenditoriali e di la-

voro autonomo, costituende (Tipologia

A) o costituite (Tipologia B), supportate

da adeguata progettualità, presentate

dai Soggetti che si trovino in difficoltà

ad accedere ai canali tradizionali del

credito di seguito specificati:

1. microimprese che assumono la

forma giuridica di ditta individuale, di

società di persone, società cooperative;

2. lavoratori autonomi o liberi profes-

sionisti.

I finanziamenti hanno la forma tecnica

di mutui chirografari. Ogni destinatario

potrà essere finanziato una sola volta.

Gli importi vanno da un minimo di 5000

a un massimo di 10.000 euro per le

persone fisiche e da 10.000 a 25.000

euro per le persone giuridiche

INTRAPRENDOPer l’attuazione degli interventi di cui

al presente Avviso sono disponibili

risorse pari a € 4.200.000,00 (quattro-

milioniduecentomila), di cui € 4.000.000

quali incentivi alla creazione di nuove

imprese e € 200.000 per le attività di

sostegno allo start-up e di consulenza

per l’avvio delle nuove imprese finan-

ziate a sensi del presente avviso.

con riserva della Regione Abruzzo della

possibilità di incrementare, con proprio

atto amministrativo, l’attuale dispo-

nibilità finanziaria con ulteriori risorse

derivanti dal Fondo Sociale Europeo ov-

vero altri Fondi nazionali e/o regionali.

L’importo massimo dell’incentivo di cui

ciascuna nuova impresa potrà benefi-

ciare è di € 25.000,00 a titolo di contri-

buto a fondo perduto a copertura delle

spese di avvio dell’attività imprendito-

riale, dei costi per l’investimento e delle

spese per la gestione relative al 1°

anno di attività.

GOALIl Progetto promuove la nascita e

l’avviamento di nuove attività impren-

ditoriali, esercitate in forma individuale,

collettiva o cooperativistica, ovvero li-

bero professionali, da realizzare sul ter-

ritorio della regione Abruzzo da parte

di giovani di età compresa, al momento

della presentazione della domanda, tra

i 18 ed i 35 anni compiuti;

Per l’attuazione degli interventi di cui

al presente Avviso sono disponibili

risorse pari a Euro 1.500.000,00 e che

consistono in finanziamenti da erogare

attraverso la concessione di un con-

tributo a fondo perduto in misura pari

al 100% delle spese ammesse, al netto

dell’I.V.A.. L’importo massimo concedi-

bile è pari ad Euro 25.000,00.

LAVORARE IN

ABRUZZOLavorare in Abruzzo 4 sostiene l’occu-

pazione attraverso bonus assunzionali

di 10 mila euro per inoccupati, disoccu-

pati, svantaggiati e molto svantaggiati,

e di 15 mila euro in caso di assunzioni

di donne, giovani under 35 e disabili

LA SCADENZA DEI BANDI È FISSATA PER IL 10 DICEMBRE 2013 Il dettaglio dei bandi, delle informa-zioni e dei chiarimenti per la reda-zione dei progetti è a disposizione presso la CNA di Teramo, già partner di alcune delle iniziative, e presso le proprie sedi:Teramo – Via Franchi 9/23 (referenti Simona Crescenti; Tiziana Di B artolo-meo; Sabrina Di Francesco) , per la Val Vibrata Via Vittorio Veneto, 30 – Alba A. (referenti Emidio Prosperi – Rosaria Valentini) 0861/239440, per Roseto Via Nazionale 357 (referen-te Lea Lelii) 0861/239460, per Giulianova G.Galilei,77 (referente Concetta Ricci) 0861/239450

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CNA - informa

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CNA -

SE DALLA REGIONE ABRUZZO

all’ultima relazione della CNA si evince che nel III trimestre 2013 in Abruzzo il numero delle imprese artigiane decre-sce di 108 unità. Il risultato è il peggiore degli ultimi dieci

anni. Il decremento percentuale, attestandosi allo 0,31%, è quasi il triplo di quello nazionale (-0,13%). Nelle province abruzzesi le variazio-ni delle imprese, nel III trimestre 2013, non sono omogenee. Infatti, mentre le province dell’Aquila (-44), di Teramo (-32) e Chieti (-40) hanno subito perdite molto pesanti, la Provin-cia di Pescara, in contro-tendenza, ha registra-to un incremento di 8 unità. Nei primi nove mesi del 2013, con un totale di ben 849 im-prese, le province di Chieti, Teramo e L’Aquila decrescono più vistosamente (rispettivamente di 285, 255 e 201 unità) rispetto alla provin-cia di Pescara (-108). Purtroppo continua la serie dei record negativi: tra il 31.12.2010 e il 30.09.2013, in soli due anni e nove mesi, si è verifi cata una fl essione nel settore dell’arti-gianato di ben 2.295 imprese attive e di circa 6.000 occupati; al 30.09.2013 il numero di imprese attive è sceso sotto le 34.000 unità, cosa che non succedeva da undici anni e pre-cisamente dal 30.06.2003. “La notizia della pubblicazione di questi ultimi bandi regionali è senza dubbio importante, le risorse economi-che disposte sono una boccata d’ossigeno per tanti piccoli imprenditori artigiani che stenta-no a rimanere in attività – dichiara il Direttore

Gloriano Lanciotti – ma le buone intenzioni non bastano. Occorre che si trasformino in azioni concrete, vale a dire che i soldi devo-no arrivare e in tempi rapidi. Ci sono ancora imprese che aspettano l’erogazione di bandi precedenti, pubblicizzati con grande clamore, ma mai giunti alla destinazione fi nale. Per non parlare delle risorse stanziate nel 2009 dalla legge regionale sui Confi di di cui ancora non c’è traccia. Intanto le imprese chiudono, quando basterebbero somme relativamente piccole per assicurare la sopravvivenza di tan-ti piccoli artigiani”. E a peggiorare il quadro, secondo lo studio realizzato da Aldo Ronci per la Cna abruzzese, stanno uscendo di scena anche le piccole banche, e il credito abruzzese va a picco, con 473 milioni di euro in meno erogati a imprese e famiglie. Tutto ciò men-tre crescono i tassi di interesse e il numero di quanti non sono in grado di onorare i propri debiti. Tramonta quella che per anni era stata una positiva anomalia abruzzese, in grado di garantire maggiore ossigeno al sistema Abruz-zo: l’attenzione al territorio e alle sue attività produttive degli istituti di minori dimensioni. “Tra gennaio e giugno - illustra il curatore dello studio – il decremento del credito in Abruzzo ha registrato il peggior valore negli ultimi dieci anni. La caduta (per 403 milioni di euro alle imprese e per 70 alle famiglie consumatrici) è pesante in tutte e quattro le province, penaliz-za tutti i settori, ma segna drammaticamente la caduta delle piccole banche”

…MA LE BUONE INTENZIONI

NON BASTANO PIÙ

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uanto guadagna un mafi oso? Quale è il dato sulla disoccu-pazione tra i camorristi? Quali sono le attività fi nanziarie sulle quali è concentrata la ‘dranghe-ta? Brancoliamo nel buio. La

valutazione del rapporto fi rmato dall’euro-deputato Søren Bo Søndergaard sull’utilizzo dei fondi concessi dall’Unione Europea per l’emergenza terremoto non è una partita politica, da giocare nel solito botta e rispo-sta del quale alla lunga nessuno si occupa più, che fi nisce poi nel dimenticatoio e infi ne

riemerge brutalmente con amare sorprese (vedi la restituzione di contributi da par-te delle imprese aquilane). Deve piuttosto aprire la strada ad una reazione concreta e

di natura eccellente: decidere di quantifi care il valore dell’economia criminale avvalendoci delle competenze della nostra Università. A distanza di secoli, infatti, manca la cono-scenza specifi ca di un settore economico molto poco indagato, sul quale l’economia si è soffermata, forse dolosamente, in maniera spesso dottrinaria piuttosto che matematica: la black economy. Se i dati su una gestione (anche) criminale della ricostruzione ci sono oppure no, cioè se il rapporto è “confuso” oppure no, va dimostrato con i numeri. E poiché l’Abruz-

di Maria Paola Iannella Direttore resp. Agenzia Giornalistica Economica d’Abruzzo

Abruzzo, Ricostruzione ed economia criminale

È ORA DI PRODURRE I DATI

DELLA BLACK ECONOMY

Bisogna decidere di quantificare il valore dell’economia criminale

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zo ha una facoltà di economia (ma anche di matematica e di ingegneria) è opportuno che questa occasione sia colta con il fi ne più ampio di creare per la prima volta una cono-scenza intorno al valore economico dell’eco-nomia criminale nel nostro Paese e, quindi, in Abruzzo: l’Università adesso ha l’oppor-tunità di scegliere se essere protagonista sul territorio del quale vive, e se collocarsi in prima fi la sul piano nazionale, gestendo e trasformando in positivo un’esperienza che, ad oggi, è solo un colpo mortale per l’imma-gine dell’Aquila e, conseguentemente, dell’in-tera regione (va da se’ che la Ricostruzione non è un fatto solo aquilano: 5,5 miliardi di investimento e la circostanza di ritrovarsi ad essere il cantiere più grande d’Europa non possono essere un fatto cittadino). Dunque, l’occasione è d’oro per prendere le distanze dalle chiacchiere e dalle astrazioni dottrina-rie nelle quali si perdono gli economisti e i politici, e per assurgere ad un ruolo signifi ca-tivo addirittura anche nel mercato accademi-co internazionale. L’idea è di creare in modo stabile un percorso specifi co nella nostra Università (convogliando corsi, competenze, borse di studio, tesi di laurea e/o qualsiasi al-tro strumento più adeguato) che si prefi gga l’obiettivo di fornire all’Italia una quantifi ca-zione dell’economia criminale e di individuare i nessi tra le attività illegali e quelle legali. Il tenta-tivo non è peregrino, basta ripartire dal mes-saggio del premio Nobel Gary Becker degli anni Sessanta, passando attraverso il tentati-vo degli anni Novanta dell’allora presidente dell’Istat Guido M. Rey . Nella patria di Gomorra, limitarsi a conte-stare i dati dell’europarlamentare danese sa-rebbe un puro esercizio: spalancare le porte, invece, allo studio di un settore fi no ad oggi ignorato dalla moltitudine degli economisti di tutto il mondo imprimerebbe una svolta alla nostra regione, che si è ritrovata ad essere il vessillo di un male che è tristemente spe-cifi co dell’intero Paese più che di se stessa. Sembra incredibile, eppure la black economy è guardata ancora adesso con un certo di-stacco dagli economisti: quale migliore occa-sione? l’Università farebbe uno scatto in avanti ri-tagliandosi uno spazio nel mondo acca-demico nazionale ed internazionale, contestualmente, l’Abruzzo dimostrerebbe di voler procurare risposte certe ed artico-late e dunque di non avere familiarità cultu-rale con la malavita organizzata. Abbiamo corsi di laurea con 3 o 5 iscritti, qualche volta

dedicati al sesso degli angeli: ritagliamoci un ruolo nei piani alti dell’interpretazione e della produzione dei dati e cimentiamoci in un per-corso inedito persino per i più importanti Atenei del mondo. Il compito è di eccellenza, laddove si consideri che nemmeno sui metodi di rileva-zione dell’entità del fenomeno si è condiviso un punto fermo: alcuni statisti americani si rifanno alle anomalie nel rapporto tra paga-menti in biglietti e conti correnti, altri alla dif-ferenza tra reddito e spesa, altri alle differen-ze tra i dati di contabilità nazionale e fi scali. Ad oggi abbiamo solo in generico dato sul sommerso: in Italia varia tra il 12 e il 28% del Pil ma non sappiamo quanto di esso di-pende dall’evasione, quanto dal lavoro nero e quanto dal vero e proprio crimine (e già qui il rapporto su l’Aquila non si sa come va let-to…). Se Eurispes ci dice che: il Pil sommerso in Italia sarebbe all’incirca di 300 miliardi di euro (il 28% del totale), l’evasione supere-rebbe i 100 miliardi, i lavoratori in nero sono circa 5 milioni con un guadagno superiore a quello dei regolari… allora, posto che in que-sti dati ci sono muratori e baby sitter, dove si collocano i killer e gli spacciatori di droga? La black economy è ormai un fenomeno che riguarda un po’ tutto l’occidente: assistia-mo ad un giro oscuro che si muove dai fl ussi internazionali di capitali, passa per i paradisi fi scali, scompare nelle sacche dei narcos o delle mafi e e riappare con un nome senza cognome: globalizzazione del crimine. Una quantità di liquidità appetibile per il sistema fi nanziario soprattutto dopo la crisi del 2008. Eppure nessuno mette le mani sui metodi di rile-vazione dell’entità del fenomeno. Il lavoro è tutto nel produrre metodi e dati anziché acquisire quelli degli altri, acquisizio-ne che spesso avviene senza neanche guar-

dare la qualità di quello che ci sta dentro: sistema al quale tutti gli economisti si sono omologati, nessuno escluso. Se la metà degli italiani non crede più alle statistiche econo-miche (Eurobarometro) ne ha ben donde e, comunque, piaccia o no, il fatto va preso in considerazione. Un esempio semplice sul va-lore dei dati può aiutare. E’ opinione diffusa che Inghilterra e Stati Uniti spendano meno degli altri nel welfare state: la spesa Usa sa-rebbe più o meno del 16,2% del Pil e quella svedese del 31,3%, ma è così solo se vengono male selezionati i dati: infatti nelle statistiche internazionali non sono prese in conside-razione le spese per deduzioni e detrazioni fi scali con fi nalità sociali, per cui ecco che la percentuale risulta sottodimensionata. Inse-rendo invece le spese che lo Stato eroga at-traverso il Fisco, l’impegno Usa per il welfare sale al 35,2%, superando di gran lunga quello europeo, mentre il dato svedese scende al 26,1% (ma qui va aggiunto quello che rientra dalle tasse, viste le elevate aliquote fi scali…). Insomma, la realtà che ci viene prospettata come tale spesso è invece un’alterazione ri-sultante da indicatori di sintesi infl uenzati dal punto di vista di chi li realizza. Per questo ed altri motivi (come domande vaghe e campioni scelti in modo somma-rio), l’attendibilità degli indicatori costruiti da fondazioni e centri studi internazionali è molto modesta. Insomma, direzionare fi nal-mente l’analisi economica sulla realtà ed usare l’economia per risolvere problemi concreti, piut-tosto che per fi nalità di intimidazione, deve essere la risposta abruzzese: incontrerebbe il consenso di una larga fascia di cittadini, in-tellettuali, consumatori e imprenditori che si sentirebbero di convalidare un mondo acca-demico e politico in forte crisi di credibilità.

VIA METELLA NUOVA, 3/5GARRUFO SANT'OMERO TERAMO

Vi augura unFelice Natale e Buone Feste

Promozione Cesti Natalizi

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gni imprenditore sa che ac-quisire, e conservare, la fi ducia dei propri partners e clienti è fondamentale. Ogni utente di internet è consapevole che accedere alla rete può signifi -

care “entrare in una giungla”, dove spesso non si hanno riferimenti fi sici e soprattutto dove è facile che il fornitore sparisca. Gli imprenditori del por-tale ScontiSubito hanno subito intuito che il pun-to cruciale del fare impresa oggi è attuare una politica aziendale che abbia l’ETICA al primo posto. Mentre competitors nazionali, dopo aver incassato, non hanno più rispetto e non danno risposte ai loro clienti “noi abbiamo anche dei punti vendita sul territorio in cui l’utente si può recare fi sicamente - ci spiega l’amministratore -. Concentriamo il nostro sforzo in città dove c’è meno concorrenza; a Teramo, per esempio, sia-mo gli unici. Ciò non ci impedisce, anzi ci sprona, a fare dell’etica il nostro punto di forza. Chi acquista un coupon su ScontiSubito, ha lo stesso servizio che otterrebbe se andasse dal no-stro partner senza il coupon. Questo perché alla base della relazione che andiamo ad instaurare

con il partner e i potenziali acquirenti c’è onestà, serietà e trasparenza. Ribadisco- insiste l’ammi-nistratore - sono la nostra forza e ci ha portato notevoli risultati. In particolare a Teramo, dove abbiamo fatto conoscere il portale e trasmes-so la fi ducia nel prodotto; le persone comprano perché sanno che se qualcosa non va, oltre a

scrivere ad una e-mail orientata a risolvere even-tuali problematiche che dovessero sorgere dopo l’acquisto del coupon, si può anche contattare

l’agente e parlare con una persona che risolve il problema. Aggiungo che i problemi li risolviamo in quanto il nostro obiettivo non è vendere i coupon, ma far sì che alla fi ne del circuito siano tutti sod-disfatti, sia il partner che i potenziali acquirenti. Non dimentichiamo, - continua l’amministratore, - che ScontiSubito nasce anche dal fatto che le famiglie, per la particolare congiuntura economi-ca, non possono più permettersi acquisti come in passato. E’, quindi, anche un modo per avvicinare le persone che, nonostante le attuali ristrettezze, vogliono comunque acquistare o accostarsi ad alcuni servizi, ma risparmiando”. Il fattore com-petitivo è dato dal fatto che le persone perce-piscono la presenza sul territorio. Il mercato dei coupon è ormai consolidato e occupa una fetta sempre crescente di mercato nell’ambito dell’e-commerce. Il quale, oggi, è l’unico settore che non sembra risentire della crisi e fra i pochi in espansione, soprattutto in Italia, dove non sono ancora così tante le persone che fanno transa-zioni su internet. La domanda ora è: quale sarà l’evoluzione? Come sta evolvendo il mercato dei coupon …

In Italia, a differenza di altri paesi

europei e USA, l’e-commerce ha

ancora pochi utenti.

Trattasi di un fatto culturale,

abbiamo bisogno di riferimenti fisici

e di persone per acquistare fiducia.

Il mercato si evolve e cambia.

di Daniela Palantrani

AL PRIMO POSTO

L’ETICA

Perché alla base della relazione che andiamo ad instaurare con il partner e i potenziali acquirenti c’è onestà, serietà e trasparenza

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erto, un sms è modo molto veloce e diretto di fornire aiuti quando ci troviamo di fronte a catastrofi di grandi dimen-sioni. Gli operatori preposti, coordinati dalle organizzazioni

governative o accreditate possono, in te-oria, contare sulle risorse necessarie ad affrontare l’emergenza. In teoria appun-to perché qualcuno comincia a chiedersi che fi ne fanno i soldi raccolti attraverso le donazioni via sms. Se si pensa alle inces-santi lamentele dei sindaci e delle perso-ne coinvolte direttamente nelle catastrofi , che sollecitano l’erogazione delle somme stanziate ancora a distanza di anni, sem-brerebbe che queste risorse non arrivino mai a destinazione. L’indagine, avviata da IL FATTO QUOTIDIANO, sulla raccolta effettuata per il terremoto dell’Aquila ha appurato che “In occasione del terremoto dell’Aquila la Protezione Civile (all’epoca diretta da Bertolaso) aveva raccolto poco più di 68 milioni di euro, tramite sms e altri canali di donazione. Li ha utilizzati in gran parte per interventi di solidarietà e ricostruzione tradizionali (asili, ambulatori medici e apparecchiature sanitarie, teatri e centri culturali…), destinando un importo residuo di 5 milioni di euro per “iniziative di microcredito e microfi nanza”. A Etimos Foundation è stato affi dato il compito di gestire questa parte di fondi con l’obiet-tivo di sostenere il tessuto microimpren-ditoriale abruzzese, già debole prima del terremoto e ulteriormente danneggiato dalle conseguenze del sisma. Il Comita-to dei Garanti ha approvato sia la desti-nazione dei fondi, che la scelta di Etimos Foundation come gestore del progetto,

proprio per l’esperienza già maturata in questo settore e che alla domanda -che fi ne hanno fatto i 5 milioni di euro rispon-de: “4.530.000 euro sono stati utilizzati per costruire un fondo di garanzia che permet-te l’erogazione di microcrediti a famiglie, microimprese, cooperative e imprese so-ciali, senza chiedere alcuna garanzia perso-nale o patrimoniale. L’erogazione avviene attraverso le banche aderenti al progetto (che sono l’85% degli sportelli del territo-rio e utilizzano fondi propri), nell’ambito di un accordo ratifi cato dall’Abi che defi nisce tipologie di prodotto e relative condizioni e impegna le banche stesse a garantire un effetto leva sui fi nanziamenti erogati in gra-do di innalzare l’importo disponibile, anche quando il fondo di garanzia sarà totalmen-te impiegato, fi no a 50 milioni di euro” . In altre parole: Etimos Foundation non presta direttamente i fondi ricevuti, ma li utilizza come garanzia per consentire a soggetti, che altrimenti sarebbero esclusi dal credi-to”. Ma si potrebbe obiettare che se io decido di DONARE (che signifi ca REGA-LARE) 2 Euro a una persona, perché questi 2 Euro vengono girati sotto forma di pre-stito a quella persona, la quale poi, essendo appunto un prestito, deve restituirli? Se io glieli ho regalati, non deve restituire pro-prio niente!L’iniziativa del microcredito a tassi vantag-giosissimi è ovviamente encomiabile e avrà senza dubbio portato un grosso aiuto alle popolazioni colpite, ma quello che davve-ro non si capisce è perché i terremotati debbano restituire dei soldi che era nostra precisa intenzione destinare gratuitamente - e rapidamente - ad interventi di emer-genza.

IL CASO

ABRUZZO

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nche per il terremoto che colpì l’Emilia Romagna, la mobilitazione degli italiani è stata come sempre enco-miabile. Anche in quel caso milioni di euro furono raccol-ti via sms(15 milioni di euro)

“L’Emilia Romagna non adotterà il sistema del microcredito, i soldi degli sms dati in garanzia per fare prestiti, come accaduto per L’Aqui-la”- dichiarava il commissario Vasco Errani assicurando che i fondi raccolti attraverso le donazioni sarebbero stati interamente devo-luti alla ricostruzione delle città colpite dal terremoto- “Ai Comuni, che li utilizzeranno per le case, per le aziende, per i negozi. Non saranno, insomma, spesi per garantire i pre-stiti a tasso agevolato concessi dalle banche alle popolazioni terremotate”. Ma il piano di distribuzione ideato all’insegna della totale trasparenza e della tracciatura dei movimenti bancari si è tradotto in un rallentamento del-le disponibilità e la lentezza delle erogazioni.

E mentre i sindaci continuano a indebitarsi per far fronte alle necessità più impellenti, la Protezione Civile dichiara senza sbilanciarsi di non sapere “quanto ci vorrà affi nchè i fondi siano effettivamente disponibili” e che parte del denaro, quello proveniente dalla telefonia mobile, è stato versato nelle casse della Banca d’Italia. Perché per poter distribuire le risorse, i presidenti delle regioni coinvolte devono pre-sentare al comitato dei garanti appositamen-te nominato, quei progetti per la ricostruzione per i quali il numero telefonico è stato istituito. “Ma a oggi ancora nessuno ha presentato nulla. Quindi, anche qualora i fondi dovessero tem-pestivamente raggiungere le casse della Prote-zione civile, e si dovesse stabilire la ripartizione fra i territori interessati, questi rimarrebbero fermi, in attesa che il comitato possa vaglia-re i progetti da attuare per ricostruire ciò che il terremoto in pochi attimi ha distrutto.”- si legge nella ricostruzione dell’inchiesta de IL FATTO QUOTIDIANO.

Il caso Emilia Romagna

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l presidente dell’azienda padovana ha

spiegato che il loro è stato un lavoro

pulito e trasparente. “Se qualcuno

ha mancato nell’informazione”,

ha dichiarato il presidente Marco

Santori, “è stata la Protezione civile

che doveva precisare che i soldi erano

destinati al post emergenza e non

all’aiuto diretto. Noi abbiamo fatto con

serietà e il risultato è quello che ci era

stato chiesto”.

LA POSIZIONE

DI ETIMOS E LA BAND’ITALIA

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l Dr. Luigi Bettoni, responsabile della Filiale Regionale Abruzzese della Banca d’Italia, con sede a L’Aquila, da noi interpellato in merito agli sms solidali, chiarisce alcuni dubbi o, ne solleva altri? Per quanto concer-ne l’argomento “sms solidali”, sarebbe per

noi importante comprendere il funzionamento e su come la Banca d’Italia vigili, se vigila, sul fatto che poi i fondi siano effettivamente desti-

nati per la fi nalità per cui vengono richiesti e raccolti. “In merito agli sms solidali, Le riferisco semplicemente che sono al di fuori del peri-metro dei controlli del nostro Istituto sia ovvia-mente per i profi li di Vigilanza, sia per quelli attinenti la sorveglianza sul sistema dei paga-menti. Da quanto mi risulta e per quello che ci riguarda, quindi, le società telefoniche che li gestiscono agiscono in piena autonomia”.

NCA A …

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er quanto riguarda il caso Abruzzo i 4.530.000 euro del fondo di garanzia gestito da Etimos, vengono utilizzati ap-punto come garanzia e non direttamente per erogare fi -

nanziamenti. Rimarranno intatti fi nché non ci saranno inadempienze nel rimborso del-le rate da parte dei benefi ciari dei prestiti (e fi no a oggi non ce ne sono state, grazie al lavoro di assistenza e accompagnamen-to ai benefi ciari, svolto da Etimos Founda-tion). Allo scadere dei 9 anni, previsti per il progetto, l’eventuale importo residuo ver-rà restituito alla Regione Abruzzo, che po-trà scegliere liberamente come utilizzarlo a favore della popolazione o incamerarlo. Questo signifi ca che non sono stati un aiu-to per l’emergenza, ma – per decisione di Bertolaso – la fase cosiddetta della post emergenza. Che vuol dire aiuti sì, ma pagati

a caro prezzo. Le persone si sono rivolte alle banche (consigliate da Etimos, ovvia-mente) e qui hanno contrattato il credito Non è stato in grado neppure di prendere il prestito perché giudicato persona a ri-schio, non in grado di restituire il danaro. Se qualcosa hanno avuto lo hanno resti-tuito con un tasso d’interesse inferiore rispetto agli altri, ma pur sempre pagando gli interessi. Ma chi con il terremoto è rimasto sen-za un introito di quei soldi non ha visto un centesimo. Chi ha guadagnato sono le banche, sicuramente, e la Regione Abruzzo che, al termine dei 9 anni stabiliti, si tro-verà nelle casse 5 milioni di euro in più. Vincolati? Questo non lo sappiamo. Ne di-sporrà come meglio crede, sono soldi che entreranno nel bilancio. Per l’Emilia Roma-gna invece i soldi sono bloccati in Banca D’Italia.

Conclusioni

gni euro donato è destinato al 91% ai programmi di risposta all’emergenza delle organizzazio-ni. Il 8% copre i costi di gestione della struttura e del meccani-

smo di raccolta fondi. Il restante 1% vie-ne utilizzato per migliorare la qualità degli interventi umanitari attraverso attività di monitoraggio e valutazione dei programmi. Trasparenza e utilizzo effi ciente delle risorse sono garantiti fi no alla completa realizzazio-ne dei programmi di assistenza umanitaria. La costante informazione dei donatori sul-la destinazione dei fondi permette di dare visibilità e tangibilità ai risultati ottenuti. Tutti i documenti relativi ai programmi in cor-so, incluse le proposte di programma,gli ac-cordi, i budget, le rendicontazioni, gli audit e le valutazioni indipendenti, sono rese disponibili nelle pagine dedicate ai progetti all’interno di questo sito. Ogni donatore può così acquisire le informazioni necessarie a garantire una pie-na verifi ca dell’utilizzo delle proprie donazioni.

Dal sito di AGIRE, l’agenzia italiana per

l’organizzazione degli aiuti e delle emergenze

che coordina gli aiuti nelle emergenze e gestisce le risorse

dello stato o delle donazioni per organizzare appunto le fasi

di emergenza. La trasparenza dei movimenti economici è

pubblicata sul sito e costantemente monitorata e aggiornata.

AGIRE è l’agenzia italiana...

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a raccolta delle olive in questo ini-zio di novembre è in piena attività. Molti olivicoltori, però, lamentano due cose: 1) la scarsità del raccol-to; 2) l’eccessivo costo della mano d’opera che non permette al pro-

duttore di recuperare neppure le spese di col-tivazione e lo costringono spesso a lasciare il frutto sugli alberi. A questo è da aggiungere pure la concorrenza sleale di molti oli extra-vergine, provenienti da paesi non comunitari, venduti a prezzi bassissimi (€ 2,89). Nel teramano produrre un litro d’olio extra-vergine d’oliva costa mediamente dai 4 ai 5 euro, senza spese di pubblicità e d’imbotti-gliamento, per cui se si aggiungono lattina ed etichetta, non può essere venduto a meno di 7 euro. Al di là di questi appunti di carattere economico anche se di notevolissima rilevan-za, sono da considerare altri aspetti, come il valore e la qualità dell’olio d’oliva. Questo prodotto oggi è usato prevalentemente come alimento (importantissime le vitamine contenute: A, D, E, K), ma non mancano altri usi: nella cosmesi, nella medicina e nella sim-bologia sacra delle tre religioni monoteistiche. Per l’alimentazione umana occorre un olio di altissima qualità, garantito anzitutto dall’one-stà del produttore e poi dai controlli di pe-culiarità che non possono essere limitati solo alle diciture riportate sull’etichetta, nel rispetto della normativa nazionale e dell’UE, ma dalla rispondenza del prodotto a tali requisiti.

Un’eccellenza teramana:

OLIOExtravergine DOP “Petruziano”

di Michele Ciliberti

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Tutto ciò ancora non basta, poiché ci sono oli che, pur rispondendo alle caratteristiche dell’extravergine (bassa acidità oleica ad es.), non lo sono, in quanto “rigenerati” o “lavati”. Per dirla in breve, un olio dal basso costo non può assolutamente essere extravergine origi-nale prodotto in Italia. È vero pure che in Pu-glia, la regione che ha il primato in Italia e for-se nel mondo della più alta produzione di olio con più di 60 milioni di ulivi censiti, i costi sono bassissimi per motivi diversi, ma soprattutto per la mancanza di una seria politica agricola europea, volta solo all’esteriorità, a difesa dei produttori e dei consumatori (intorno a tale fenomeno prospera pure l’illegalità). Chi, invece, ha la fortuna di avere un prodotto sano, di qualità e garantito è bene che se lo goda in quanto vera eccellenza, ricchezza e cultura del territorio. Nel teramano si coltiva un olivo (o ulivo), or-mai da tempo acclimatato e da considerare autoctono, che fornisce un ottimo prodotto per il quale è riconosciuta la DOP (Denominazio-ne di Origine Protetta). Sulle ondulate colline della provincia si estendono argentei oliveti che caratterizzano la salubrità dell’ambiente, l’estetica del territorio e un prodotto veramen-te straordinario, protetto dalla CCIAA e dal rispettivo consorzio di tutela. L’olio extravergine DOP delle colline teramane è denominato “Petruziano” dall’antico nome

latino degli abitanti del territorio, è ottenuto dalle varietà leccino, frantoio e dritta al 75% e per il rimanente 25% da altre varietà locali quali carboncella, tortiglione e castiglionese, come richiesto dalla CCIAA e riportato dalla Guida della FederDop. I valori nutritivi, le vitamine e le caratteristiche organolettiche rendono questo prodotto real-mente unico, destinato a fortifi care la salute dei consumatori e ad essere il condimento fondamentale della cucina del posto. Pochissimi sono gli oli DOP in provincia di Te-ramo, quest’anno per la prima volta anche a

Civitella del Tronto si è ottenuto un olio DOP d’indicibile preziosità e pregevolezza. L’ulivo è una pianta antichissima che si estende sui territori di tutto il bacino del mediterraneo ed è simbolo della pace, dell’unione e della fratel-lanza tra i popoli. La nostra stessa cultura (ter-mine che deriva da colo = coltivare) greco-lati-na ha il proprio fondamento sull’ulivo: si pensi al talamo di Ulisse, costruito su un tronco di ulivo o al dono che Atena fece agli abitanti di un villaggio perché potesse dare ad esso un nome o, ancora, alla colomba che torna sull’arca di Noè con un ramoscello nel becco.

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el “paese dei cervelli in fuga” si può anche scegliere di tornare. Come il dott. Gaetano Di Achille, giovane geologo ricercatore, che dopo la laurea all’Università D’Annunzio di Pescara e Chieti, si è trasferito, ani-

mato da sogni e tanta voglia di fare, negli USA. E’ proprio nell’Università di Boulder in Colorado, in collaborazione con il collega Brian Hynek, ha effet-tuato una importantissima scoperta scientifi ca: la presenza di un “ciclo dell’acqua su Marte molto simile a quello della Terra, con piogge, acqua che scorreva sulla superfi cie e andava accumulandosi in laghi e in un grande oceano”. La ricerca, pub-blicata sulla rivista Nature Geoscience ha consa-crato il dott. Di Achille uno scienziato conosciuto in tutto il mondo. Dopo una successiva esperienza nel Centro Ricerche Agenzia Spaziale Europea (ESA), anche il nostro paese gli ha riconosciuto i meriti e superando la selezione del bando “Futuro in ricerca”( FIRB) promosso dal Miur, potrà porta-re avanti lo studio del pianeta rosso in Italia. Dott. Di Achille, da Montorio al Vomano, gio-vane laureato, si è trasferito in Colorado. Quanto è stata importante questa scelta per la sua carriera scientifi ca? E’ stata fonda-mentale; negli Stati Uniti ho avuto il mio exploit in termini di pubblicazioni e internazionalizzazione della mia ricerca che hanno contribuito anche al mio successo nell’ambito del FIRB. Se non fossi stato lì,ora, probabilmente non sarei qui a par-larne. La sua rivoluzionaria scoperta parla del “mistero di Marte”; cos’è? Non parlerei di “mistero” ma di dubbi scientifi ci. La parola mistero non va molto d’accordo con la scienza perché per essa esistono solo domande a cui cercare risposte.

Nel caso specifi co, le domande alle quali vorrei ri-spondere attraverso il mio studio sono: “Per quan-to tempo sono stati presenti laghi sulla superfi cie di Marte” ed “E’ stato suffi ciente questo tempo per garantire un ambiente ospitale per eventuali forme di vita?” Quindi il pianeta rosso “da giovane” “aveva specchi d’acqua sulla sua superfi cie”; poi cos’ è accaduto? Non e’ an-cora ben chiaro, ma molto probabilmente quando il pianeta perse il suo campo magnetico, circa 3,5

miliardi di anni fa, l’atmosfera perse la sua prote-zione verso le forti radiazioni solari e quindi le mo-lecole di gas che la costituivano vennero dissociate e abbandonarono il pianeta lasciandolo soltanto con quella ultrararefatta e irrespirabile atmosfera

che osserviamo oggi. Ha superato la selezio-ne “Futuro in ricerca”ottenendo dal Miur un fi nanziamento per la sua attività; con-tinuerà a studiare Marte; in che modo? Du-rante i tre anni del progetto studierò la geologia dei delta fl uviali che si formavano anticamente nei laghi marziani per cercare di stimare la durata di questi ultimi e la possibilità dello sviluppo/pre-senza della vita sul pianeta. Anche se non è an-cora possibile rispondere a questa domanda con certezza, tra i vari posti dove si potrebbe cercare l’esistenza, all’infuori della Terra, è sicuramente il primo (e soprattutto il più vicino) . Sono molti gli in-dizi di presenza di acqua nel passato e sappiamo che la vita, almeno nelle forme che conosciamo, è strettamente associata, composta e dipendente dall’acqua. Lei si può defi nire un “cervello in fuga che è tornato”. Cosa l’ha spinto a rientrare nel nostro paese dopo la felice parentesi americana? Vari motivi; sicuramente la mancanza del tessuto sociale completo che si ha nella nazione in cui sei nato e cresciuto. Essere emigrati è dura. Nonostante ciò questa esperien-za è fondamentale per ogni ricercatore che voglia farsi strada; non si può pensare di diventare dei bravi ricercatori senza essere stati per qualche periodo all’estero. Oggi sono soddisfatto nel vede-re riconosciuti anni di impegno e sacrifi cio; sicu-ramente l’elogio della comunità scientifi ca mi fa piacere ma quello che mi dà più gioia è essere stimato dall’opinione pubblica e dai non addetti al settore. Cosa si sente di dire ai giovani che credono poco nei loro sogni e progetti? Di insistere, di andare avanti ed essere positivi, anche se a volte lo sconforto è grande. Se ci si crede fi no in fondo, i risultati sperati arrivano.

di Adele Di Feliciantonio

GAETANO DI ACHILLE, GEOLOGO RICERCATORE

DA MONTORIO AL COLORADO

ALLA SCOPERTA

DEL PIANETA ROSSO

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resso l’Università di Teramo, or-ganizzato da Padre Francesco Malara della PastoraleUniversitaria, il 13.11.13 si è svolto il seminario dal titolo “Giustizia per le donne: rifl essio-

ni su diritto e sessualità”. Con la moderazione della Dott.ssa Maria Gabriella Esposito, e gli interventi dell’Avv. Gianfranco Puca, sui “Profi li giuridici di tutela della vittima di maltrattamen-ti e violenza” e del Prof. Guido Saraceni, sugli “Aspetti fi losofi ci ed antropologici”.Ad entrambi abbiamo rivolto alcune domande per approfon-dire l’argomento. Avvocato Puca, con sempre maggiore frequenza si leggono notizie di stal-king contro le donne, ma cosa si intende con tale termine? Il termine, che deriva dall’inglese to stalk, ovvero «inseguire, fare la posta alla preda» evidenzia bene la condotta incriminata. Perché ci sia reato (ex art. 612 cp) è necessaria, in primo luogo, la reiterazione della condotta

criminosa, rappresentata da minacce e/o mole-stie che possono essere realizzate secondo una molteplicità di forme idonee. Oltre a ciò è ne-cessario il verifi carsi di almeno uno degli eventi

indicati dalla norma:a) il perdurante e grave stato di ansia o di paura nella vittima; b) il fon-dato timore per l’incolumità propria, di un pros-

simo congiunto o di persona legata alla vittima da una relazione affettiva. La recente legge (anti- femminicidio) ha previsto un aumento di pena se il fatto è commesso dal coniuge, anche separato o divorziato, o da persona che è o è stata legata da relazione affettiva alla persona offesa ovvero se il fatto è commesso attraverso strumenti informatici o telematici; Esistono strumenti per prevenire il reato di stal-king? Si. La legge del 2009 che ha introdotto il reato di atti persecutori (stalking) prevede lo strumento dell’ammonimento. La vittima di stalking, prima di depositare la querela, può ri-volgersi all’autorità di pubblica sicurezza e fare richiesta di ammonimento nei confronti dell’au-tore della condotta persecutoria; in altri termini la vittima deve solo compilare un modulo in cui fa presente i comportamenti persecutori subiti. Il Questore, dopo aver convocato il presunto stalker e raccolto informazioni, può rigettare l’istanza o emettere il provvedimento di ammo-

GIUSTIZIA PER LE DONNE:

RIFLESSIONI SU DIRITTO

E SESSUALITÀdi Antonella Lorenzi

Prima che giuridico/penale ritengo che il problema sia culturale: le leggi sono necessarie, ma è necessario altresì che la cultura

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37PrimaPagina 42 - Dicembre 2013

nimento; il Questore può quindi diffi dare il per-secutore a tenere una condotta conforme alla legge e ad astenersi, per il futuro, dal compiere atti persecutori di qualsiasi natura nei confronti della vittima. Le conseguenze dell’ammonimen-to sono di natura penale e processuale: la pos-sibile sospensione dell’autorizzazione per la de-tenzione di armi; l’aumento della pena in caso di condanna per il reato di stalking; la procedi-bilità del reato d’uffi cio (altrimenti perseguibile solo a seguito di querela di parte). Che opinione si è fatto sull’effi cacia normativadel decreto anti femminicidio? Il DL 93/2013 è stato contestato per la sua natura “omnibus”, poichè in esso vi sono non solo norme di tutela penale, ma anche altro genere di misure, su 11 articoli 5 sono sul contrasto al femminici-dio. Personalmente ritengo che lo strumento normativo scelto non sia il più adatto, e inoltre, la scelta di inasprire le pene non è l’opzione migliore perché un fenomeno delicato come la violenza di genere non può essere combattuto solo con lo strumento penale, ma attraverso processi culturali e informativi, per combattere il fenomeno alla radice e non solo cercare di mitigarne gli effetti. E’ necessario che la cultura trasmetta il valore della vita, e il rispetto di essa, abbandonando i concetti di possesso e dominio, spesso origine di tali reati.Prof. Guido Saraceni, sotto quale profi lo la legge prendere in considerazione la differenziazione sessuale? Il diritto nasce con la differenziazione sessuale. Prima ancora che sulle tavole di pietra, la legge viene inscritta sulla carne dei consociati -Kafka l’aveva capito benissimo, basti pensare al racconto “Nella colonia penale”. Tutte le so-cietà hanno sempre provato a trovare un ordine -a trasformare il caos in cosmo- partendo dalla differenza tra maschi e femmine e suddividen-do di conseguenza i luoghi, i tempi e le mansio-ni sociali. La letteratura antropologica sul punto è davvero sconfi nata: generalmente, le femmine del villaggio sono raccoglitrici, mentre gli uomini sono cacciatori; le prime cantano canti collettivi in cui si narrano le fatiche del parto e la cura della casa, mentre i secondi cantano canti indi-viduali che narrano gesta eroiche compiute in battaglia; le prime possono utilizzare il canestro e gli altri oggetti di uso domestico, mentre i se-condi hanno il monopolio delle armi. Le società primitive hanno saputo escogitare anche alcuni stratagemmi per gestire le situazioni limite (di chi non si trovasse a suo agio con questo tipo di ripartizione), e seguire liberamente le proprie inclinazioni. In che modo l’Occidente ha saputo pensare il problema della violenza sessuale? Le nostre radici culturali sono essenzialmente

elleniche ed ebraico-cristiane. Per quanto ri-guarda la società greca, credo che il mito del centauro risulti parecchio signifi cativo. I centau-ri non conoscono altro modo di rapportarsi al corpo femminile che non sia lo stupro perché nascono a loro volta a seguito di una violenza, conservando per sempre lo stigma di essere stati concepiti senza carità e amore. I centauri sono essenzialmente maschi e sono incapaci di gestire le proprie pulsioni. Per questo motivo, l’eroe Eracle sarà costretto a uccidere il cen-tauro Nesso con una freccia avvelenata. I greci credevano che la costruzione e la difesa della società civile richiedesse la soppressione dei più bassi istinti maschili.Il Cristianesimo ha portato una evoluzione in relazione alla funzione della donna, ovvero in relazione alla parità tra uomo e donna? Senza ombra di dubbio. Basti pensare al divietodel ripudio stabilito da Cristo. Sul ruolo della

donna nel cristianesimo si leggono spesso moltesciocchezze. Ad esempio, si usa dire che la reli-gione cristiana discrimina e condanna la fi gurafemminile, dato che fu Eva a porgere ad Adamo la mela; oppure, si punta l’attenzione sul fattoche le donne non possono celebrare la messa. A mio avviso si tratta di un grande fraintendimen-to, una colossale sciocchezza. La verità è che Cristo ha sempre trattato con estremo rispetto e carità tutte le donne che ha incontrato sul suo cammino, pronunciando una delle sue massime più profonde per evitare che fosse lapidata una adultera. Se l’idea per cui la religione cristiana discrimina le donne dipende da ciò che in pas-sato può aver detto o fatto la Chiesa, invito tutti a considerare il contesto storico in cui sono stati compiuti certi atti o elaborate determinate te-orie. Ancor di più, io inviterei a considerare qua-le ruolo spetti a Maria all’interno del disegno divino: per poter operare nel mondo e salvare l’umanità, il Dio dei cristiani ha avuto bisogno della fattiva mediazione di una donna.

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PrimaPagina 42 - Dicembre 201338

di Clementina Berardocco

mberto, Maria, Vincenzo, Anna, Serafi no, sono alcuni dei nomi di persone anziane truffate nella nostra città e nei paesini limitrofi . Le truffe e i raggiri a danno degli anziani (soli e con reddito medio-

basso) sono in netto aumento e le tecniche uti-lizzate sono sempre più raffi nate. Finti tecnici dell’azienda del gas metano, fantomatici amici dei fi gli, fi nti carabinieri, pizzaioli, fi oristi, pompieri, addetti all’Acquedotto del Ruzzo. Sono sia uomini che donne gli impostori, travestiti in modo credibile. Arduo, per le forze dell’ordine, riuscire ad acciuffarli in fl agranza di reato: soli-tamente le vittime si accorgono di essere state derubate quando ormai i truffatori se ne sono

Fenomeno in aumento:

TRUFFE

A DANNODELLE PERSONE

ANZIANE andati. Numerose quindi le segnalazioni ma come difendersi? Sul sito della Polizia di Stato abbiamo individuato utili suggerimenti: Non aprite la porta di casa a sconosciuti anche se vestono un’uniforme o dichiarano di essere dipendenti di aziende di pubblica utilità. Verifi cate sempre con una tele-fonata da quale servizio sono stati mandati gli operai che bussano alla vostra porta e per quali motivi. Se non ricevete rassicurazioni non aprite per nessun motivo. Ricordate che nessun Ente manda persona-le a casa per il pagamento delle bollette, per rimborsi o per sostituire banconote false date erroneamente. Per qualunque problema e per chiarivi qualsiasi dubbio non esitate a chiamare il 113. Quando fate operazioni di prelievo o ver-samento in banca o durante il tragitto di anda-ta e ritorno dalla banca o da un uffi cio postale, possibilmente fatevi accompagnare, soprattutto nei giorni in cui vengono pagate le pensioni o in quelli di scadenze generalizzate. Non fermatevi mai per strada per dare ascolto

a chi vi offre facili guadagni o a chi vi chiede di poter controllare i vostri soldi o il vostro libret-to della pensione anche se chi vi ferma è una persona distinta e dai modi affabili. Se avete il dubbio di essere osservati fermatevi all’interno di negozio e parlatene con gli impiegati o con il servizio di vigilanza o cercate un poliziotto o una compagnia sicura. Con i soldi in tasca, non fermatevi con sconosciuti e non fatevi distrarre. Ricordatevi che nessun cas-siere di banca o di uffi cio postale vi insegue per strada per rilevare un errore nel conteggio del denaro che vi ha consegnato. Quando utilizzate il bancomat usate prudenza: evitate di operare se vi sentite osservati. Consigli per i fi gli, nipoti e parenti stretti Non lasciate soli i vostri anziani, anche se non abitate con loro fa-tevi sentire spesso e interessatevi ai loro proble-mi quotidiani. Ricordategli sempre di essere cauti nei contatti con gli sconosciuti. Fategli capire che è importante chiedere aiuto a voi, ad un vicino di casa oppure contattare il 113. Ricordate che, anche se non ve lo chiedono, hanno bisogno di voi. Consigli per i vicini di casa Se nel vostro palazzo abitano anziani soli, scam-biate ogni tanto con loro quattro chiacchiere. La vostra cordialità li farà sentire meno soli. Se alla loro porta bussano degli sconosciuti esortateli a contattarvi per chiarire ogni dubbio. La vostra presenza li renderà più sicuri. Segnalate al 113 ogni circostanza anomala o sospetta che coinvol-ga l’anziano vostro vicino di casa. Consigli per gli impiegati di banca o di uffi ci postali Quando allo sportello si presenta un an-ziano e fa una richiesta spropositata di denaro contante, perdete un minuto a parlare con lui. Basta poco per evitare un dramma. Spiegategli che all’esterno di banche ed uffi ci postali nes-sun impiegato effettua controlli. Per ogni minimo dubbio esortateli a contattarvi.

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39PrimaPagina 42 - Dicembre 2013

e parliamo del “complesso di Edi-po”, sappiamo che stiamo trat-tando il tema di un fi glio colpevo-le di aver ucciso il proprio padre e di aver amato la madre. Il mito greco racconta che, ad un croce-

via, nel contendersi il privilegio (ed il potere) di passare per primi, tra i due nasce un duello dove Edipo, a sua insaputa, ucciderà proprio suo padre. I miti greci, per mezzo della me-tafora tragica, raccontano spesso dell’uccisio-ne del padre da parte del fi glio, non solo per rappresentare un evento drammatico, ma per descrivere l’inevitabile passaggio generaziona-le: il fi glio deve subentrare al padre per dare modo alla storia di fare il suo corso. In questo caso la tragedia descrive l’ordine (cosmo per i greci) mentre la non successione è disordine (caos). Urano nonno di Zeus (padre di tutti gli dei) sarà ucciso da Kronos (padre di Zeus) che a sua volta verrà assassinato dallo stesso Zeus; questo è l’ordine delle cose: la successio-ne, il passaggio generazionale. A mio modo di vedere, il periodo storico contemporaneo non sempre prevede questo passaggio generazio-nale. Il padre di oggi fatica a lasciare spazio al fi glio; egli, forse, non è sempre intenzionato a lasciare ciò che ha; egli forse, non accetta l’ordine delle cose e nutre delle fantasie di im-mortalità. La “crisi” che stiamo attraversando oggi ci pone di fronte ad un crocevia di scelte possibili (crisi - dal verbo greco “crino” sceglie-re); oggi come allora, i padri non sono disposti a farsi da parte rinunciando ai propri privilegi e al proprio potere. Senza entrare in merito ad argomenti di po-litica, credo che essa sia la più evidente rap-presentazione di un ricambio generazionale

che fatica ad esserci: in quasi tutte le sue de-clinazioni partitiche sono molti i “padri” non propensi a lasciar spazio a giovani meritevoli e quindi a nuove idee. Lasciando ad altri le rifl essioni politiche del caso il mio intento è quello di descrivere l’assenza di un ricambio generazionale servendomi della saggezza di Sofocle (autore dell’Edipo Re). Laio, padre di Edipo, è re, detentore di un grande potere e timoroso che un giorno dovrà perderlo; anche perché l’oracolo di Delfi gli ha predetto che presto il suo timore diventerà realtà per mano di suo fi glio. Laio prende così la decisione di sbarazzarsi del fi glio, “di esporlo all’appetito delle belve feroci” appendendolo ad un albero per i piedi (da qui il nome di Edipo (dal greco “oidos” che signifi ca edema, gonfi ore e “pous” che vuol dire piede: “piedigonfi ”). L’obiettivo omicida di Laio spiega come, tra padri e fi gli, non esista solamente amore e rispetto ma an-che odio e timore di essere superati; è questa

IL COMPLESSO

DI LAIO di Daniele La Licata psicologo-psicoterapeuta

la colpa del piccolo Edipo. Un pastore, che passava di li per caso, trova il bambino imprigionato e lo porta con sé, per poi cederlo al re di Corinto, che non aveva avu-to ancora discendenti per il suo trono. Edipo, educato da un altro re, cresce forte e intelli-gente ma totalmente ignaro della sua storia.Questa sua ignoranza e il suo carattere arro-gante e bellicoso lo porteranno ad uccidere il padre Laio presso il già citato incrocio, andan-dosi a riprendere, con la forza, la sua eredità. Recalcati (2013) sostiene che l’eredità non è qualcosa che si riceve passivamente dai padri ma è necessario che il fi glio la riconquisti at-traverso un atto creativo tale da valorizzare il suo stare al mondo, non certo un omicidio; ma cosa accade quando ciò non è possibile? Cosa accade quando il padre non è disposto a farsi da parte?Come si può riconquistare qualcosa senza ri-correre alla violenza che può solo portare a fi -nali dolorosi? (lo stesso Edipo ne esce malcon-cio: impazzisce e si acceca quando si accorge di aver ucciso suo padre e amato la madre). Cosa accade quando nel periodo critico che stiamo vivendo permane la fi gura di Laio? quel padre che non accetta l’ordine delle cose e, nel suo tentativo di sovvertirlo, cerca l’uccisione del fi glio? L’oracolo afferma che il destino dell’uo-mo è scritto, non può essere in nessun modo impedito. In questo senso il gesto del padre che non cede il passo al fi glio è un vano ten-tativo di impedire lo scorrere del tempo. Credo che, oggigiorno sia necessario “farsi da parte”, perché l’alternativa può consistere solamente nello scontro e il mito ci dice che di fronte al confl itto può vincere la violenza, mai la ragione. Ecco perché, in questo diffi cile periodo, diventa vitale l’arrivo di persone e idee innovatrici che prendano il posto di quelle vecchie.

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PrimaPagina 42 - Dicembre 201340

hi non ha mai assistito o par-tecipato direttamente ad una lite di condominio?Sicuramente molti hanno por-tato la loro “storia condomi-niale” all’interno delle aule di

un tribunale come vittime, come accusati o come semplici testimoni. Questo per-ché i semplici dissidi e contrasti legati alla convivenza e all’utilizzo delle parti comuni

molte volte degenerano in situazioni anche penalmente rilevanti.Ciò accade quando il comportamento del condomino va al di là del lecito o mette in pericolo situazioni giuridiche soggettive tutelate da specifi che norme del codice pe-nale. Si può trattare di condotte istantanee, come nel caso di ingiurie, se la convivenza tra condomini scatena un confl itto verbale nel quale si proferiscono espressioni offen-

inin “Prima“PrimaPaginaPagina” il Legale” il Legale

di Gianfranco Puca avvocato e mediatore professionista

di Nicola Paolo Rossetti Presidente giovani avvocati Teramo

“STALKING CONDOMINIALE” (Ovvero: quando il vicino è molesto…)

n ragazzo e una ragazza si incon-trano, iniziano a frequentarsi e poi hanno una storia insieme.Lui però comincia, quasi sin da subito, a maltrattarla, a picchiarla con violenza, tanto da provocarle

gravi lesioni (un trauma cranico facciale e la frat-tura del pavimento orbitario) oltre a controllarla ossessivamente con telefonate ad ogni ora del giorno e della notte. Lei non lo denuncia, anzi lo difende, negando di essere stata mai picchiata o maltrattata. I genitori della ragazza, che ave-vano un rapporto normale con la fi glia, prima dell’incontro con il ragazzo, si oppongono alla

relazione. Ma la ragazza difende il compagno, nega le palesi violenze e si allontana defi nitiva-mente dai genitori. Poiché la ragazza non de-nuncia il suo carnefi ce, sono i genitori a farlo, e grazie a tale denuncia inizia il processo penale per il grave delitto di maltrattamenti in famiglia.Nel corso del processo viene emessa una ordi-nanza di custodia cautelare a carico dell’indaga-to il quale, dopo l’imputazione di maltrattamenti in famiglia, sceglie il rito abbreviato, che garan-tisce uno sconto di pena di un terzo. Il Giudice derubrica il reato da “maltrattamenti in famiglia” ad “atti persecutori” (stalking) ritenendo che il legame tra i due, peraltro senza convivenza, non

IL DANNO DA LESIONEDEL RAPPORTO PARENTALE

Una ragazza picchiata e vittima di stalking: risarciti i genitori

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41PrimaPagina 42 - Dicembre 2013

il Legale il Legale inin “Prima“PrimaPaginaPagina” ”

sive. Oppure di comportamenti durevoli nel tempo, come nel caso del reato contravven-zionale di cui all’articolo 660 c.p. che puni-sce chi molesta o disturba persone e che, non di rado, viene contestato con la previ-sione della continuazione. La situazione che si viene a creare nel caso in cui l’azione di “disturbo” si protrae nel tempo, secondo molti addetti ai lavori, corrisponderebbe alla fattispecie defi nita “atti persecutori” ossia, quello che i più conoscono come “stalking” (art. 612 – bis c.p.) La particolarità sta nel fatto che l’attività vessatoria, nei confronti di uno o più individui, nel nostro caso ha un palcoscenico ben preciso: il condominio.A inserire la condotta oppressiva del con-domino nell’alveo della norma penale sopra indicata (che ovviamente ha un peso san-zionatorio maggiore rispetto a quello pre-visto dall’articolo 660 c.p.), ci ha pensato la Corte di Cassazione che in numerose re-centi sentenze - non da ultima la n. 39933 del 26 settembre 2013- ha riconosciuto confi gurato il delitto di atti persecutori anche quando il comportamento mi-

naccioso reiterato nel tempo colpisce contemporaneamente più soggetti, coniando la fattispecie penale dello “stalking condominiale”Con “stalking condominiale” si intende quindi indicare l’insieme delle ricorrenti vessazioni e dei soprusi subiti da un sogget-to o più soggetti , per opera di un condo-mino, che travalicano le semplici molestie connotandosi per un più deciso disegno persecutorio. Il problema che si è sempre posto per il corretto inquadramento giuri-dico del contegno illecito in ambiente con-dominiale, è la diffi coltà di ricondurre la condotta persecutoria o presunta tale nella normativa dello “stalking” (di cui all’artico-lo 612 – bis c.p.) soprattutto quando vede come persone offese più persone, per la forte componente soggettiva sia del com-portamento dell’autore del reato sia della reazione della vittima. La Suprema Corte ha superato l’empasse ritenendo confi gurabile il reato di “stal-king” anche in condominio nel mo-mento in cui le condotte di minaccia e

di molestie tra condomini sono tali da creare uno stato di ansia o comunque disagio psicologico nella vittima al punto da costringerla a modifi care le proprie abitu-dini di vita. Sulla base di tale ragionamento la Corte ha ritenuto sussistente il reato in questione anche quando il comportamen-to della persona, pur non rivolgendosi ad un individuo specifi co, è tale da arrecare preoccupazione e disagio psicologico indi-stintamente a danno di tutti i soggetti fa-centi parte di un complesso condominiale. L’introduzione della fi gura delittuosa dello “stalking condominiale” e la previsione di una sanzione più affl ittiva rispetto a quel-la prevista dalle altre norme penali fi nora deputate ad arginare simili fenomeni mi-rano esattamente ad impedire reazioni incontrollate con serie conseguenze. Tutta-via molte volte questo non è suffi ciente e, come purtroppo a volte accade, l’esaspera-zione per le sofferenze causate dalle conti-nue vessazioni porta la vittima a diventare a colpevole a sua volta di condotte illecite, anche gravi.

possa in alcun modo integrare la famiglia di fatto. La particolarità del processo è questa: il delitto di stalking presuppone una vittima che, nel caso specifi co, non c’era nel processo e che, anzi, non si sentiva vittima e difendeva il suo persecutore nonostante le percosse e le grave lesioni.La sentenza. La condanna sarà abbastanza pe-sante (considerando appunto la decurtazione per la scelta del rito) e consisterà in tre anni e quattro mesi di reclusione. Nessun risarcimento per la ragazza, perchè non si è costituita parte civile. Sono i genitori a costituirsi parte civile, la-mentando danni per la lesione del rapporto pa-rentale, vale a dire danni non patrimoniali, ma di carattere morale, derivanti dalla lesione della or-dinaria dinamica affettiva esistente tra congiunti, siano essi genitori, fratelli o sorelle, prodotti da un fatto illecito di terzi (come omicidio colposo per incidente stradale, oppure un infortunio sul lavoro). La categoria del “danno da lesione del rapporto parentale” e la sua natura non patrimoniale (ex art. 2059) è stata più volte ribadita dalla giu-risprudenza di legittimità e di merito, e la sua quantifi cazione può avvenire solo con una valu-tazione equitativa del Giudice, che consideri l’in-tensità del vincolo familiare, la convivenza e ogni altro utile elemento. Il Giudice condanna lo stal-ker al risarcimento dei danni subiti dai genitori

per la lesione del rapporto parentale, quantifi cati in euro 10.000,00. Il danno morale subito dai genitori è stato causato dalla lenta ed inesorabile perdita del rapporto affettivo con la fi glia, irrime-diabilmente compromesso da una relazione con una persona violenta; i genitori prima hanno do-vuto assistere ai maltrattamenti subiti dalla fi glia e, poi, nel corso del processo penale, hanno vis-suto l’ulteriore dolore di vedere la fi glia difendere il proprio persecutore, arrivando persino a non costituirsi parte civile, nonostante le gravi lesioni fi siche oggettivamente provate. I precedenti giudiziari. Già nel 2006 la Cassazio-ne, aveva riconosciuto la risarcibilità dei danni non patrimoniali subiti dai nipoti per la perdi-ta del nonno, a seguito di un sinistro stradale, riconoscendo che il lutto aveva prodotto una alterazione della quotidianità e della sfera rela-zionale e familiare. Probabilmente la sentenza di novembre del Giudice di Milano è la prima che riconosce ai genitori i danni morali per privazio-ne dei rapporti parentali, ma lo stesso Giudice, nel 2011, aveva condannato il responsabile di violenza sessuale a risarcire le due sorelle mi-nori della ragazza stuprata, ritenendo che, oltre ai genitori, anche le sorelle avevano subito dei danni ricollegabili al trauma subito dalla sorella violentata e dalle ripercussioni negative su di loro per la condivisione del trauma della congiunta.

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PrimaPagina 42 - Dicembre 201342

inin “Prima“PrimaPaginaPagina” Consumatori” Consumatori

a giurisprudenza italiana prevede una tutela assicurativa per chi su-bisce un infortunio sul posto di lavoro. Un’ulteriore copertura è prevista nel tragitto casa-lavoro: è l’infortunio in itinere. L’artico-

lo 12 del Dlgs n. 38/2000 sancisce la tutela assicurativa degli eventi infortunistici che si sono verifi cati durante il percorso di andata e ritorno dal luogo di abitazione a quello di lavoro, nei limiti in cui l’ assicurato non aggra-vi, per sue esigenze personali, i rischi, inter-rompendo così il collegamento che giustifi ca la copertura assicurativa. Ma per quali mezzi

è prevista la tutela? -Durante il normale percorso di andata e ritorno dall’abitazione al posto di lavoro (sono esclusi dalla tutela gli infortuni oc-corsi entro l’abitazione, comprensiva del-le pertinenze e delle parti condominiali);- durante il normale percorso che il lavoratore deve fare per recarsi da un luogo di lavoro ad un altro, nel caso di rapporti di lavoro plurimi;- durante l’abituale percorso per la consuma-zione dei pasti qualora non esista una mensa aziendale.Per l’ indennizzabilità dell’ infortunio in itine-re, occorre, che si verifi chi tra l’ abitazione

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dell’auto funebre, e all’espletamen-

to dei documenti; oltre ad essere prestazio-

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rarie solamente in conseguenza della morte di

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timati, naturali, adottivi e in loro mancanza, i

discendenti prossimi anche naturali; gli adot-

tanti; i generi e le nuore; il suocero e la suocera;

i fratelli e le sorelle germani o unilaterali. L’Im-

presa Funebre, all’atto di pagamento, deve

rilasciare fattura quietanza che può essere

detratta sulla dichiarazione dei redditi che si

compilerà l’anno successivo rispetto all’emis-

sione del documento. La fattura può essere

intestata ad una sola persona o cointestata a

più aventi diritto, in tal caso la detrazione sarà

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43PrimaPagina 42 - Dicembre 2013

Consumatori Consumatori inin “Prima“PrimaPaginaPagina” ”

e il luogo di lavoro, e che il percorso ven-ga effettuato a piedi o con mezzo pubblico di trasporto, ovvero con mezzo privato a condizione che sia necessitato l’uso (es: inesistenza di mezzi pubblici che colleghino l’abitazione del lavoratore al luogo di lavoro; incongruenza degli orari dei servizi pubblici con quelli lavorativi; distanza minima del per-corso tale da poter essere percorsa a piedi).Rimangono esclusi dall’indennizzo gli infortu-ni direttamente causati dall’abuso di sostanze alcoliche e di psicofarmaci, dall’uso non tera-peutico di stupefacenti e allucinogeni nonché dalla mancanza della patente di guida da par-te del conducente. Oggi l’ uso della bicicletta è sempre più frequente nelle grandi città . Su questo tipo di mezzo di trasporto di recen-te si è inserita la richiesta di una federazione (Amici della bicicletta) per far rientrare tra i mezzi per il trasferimento casa- lavoro anche la bicicletta, almeno per i servizi di bike sha-ring: l’utente, in caso di infortunio nei termini stabiliti per quelli in itinere, dovrebbe essere equiparato all’utente del servizio pubblico di trasporto. Il bike sharing consiste nell’ uso di bici pubbliche rese disponibili per sposta-menti brevi, posizionate nei punti strategici, comprese le stazioni di treni e bus, che crea-

no un sistema misto bici- trasporto pubbli-co. Il Ministero del lavoro ha ritenuto con il protocollo n. 11765 del 5 luglio 2011 che il servizio di bike sharing non possa essere considerato un servizio pubblico di traspor-to: non è possibile equiparare la bicicletta a un mezzo pubblico dato che per la legge non rileva la proprietà del mezzo di trasporto uti-lizzato ma rileva il controllo che il lavoratore può esercitare sulla conduzione dello stesso e sulle condizioni di rischio legate alla scelta di guida del mezzo.

Per l’indennizzabilità dell’ infortunio in itinere, occorre, che si verifichi tra l’abitazione e il luogo di lavoro

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so successivo alla ricostruzione delle unghie e racchiude tutto lo svariato mondo dedicato alla decorazione delle unghie. Una vera e propria arte, espressione della fantasia e della creati-vità di chi la pratica, e di chi la indossa, offre ad ogni donna che ama avere unghie sempre ben curate per esaltare la propria femminilità, risultati davvero entusiasmanti, non solo moda o tendenza fashion, ma concreta espressio-ne della personalità e dello stile della donna. Abbellire ancora di più le unghie ben curate e ricostruite (passo essenziale per passare alla

nail art) è diventato non solo un’esigenza este-tica per le occasioni importanti, ma un modo espressivo personale di presentarsi sfoggiando mani seducenti e belle in ogni momento e in qualsiasi luogo. Quali sono i tipi di Nail Art e Decorazioni Un-ghie? La nail art si pratica, proprio per il suo carattere estetico di bellezza, su unghie ben cu-rate e rese perfette, ad esempi, da una ricostru-zione a gel o in acrilico. Non ha senso decorare e mettere in evidenza unghie rosicchiate! I tipi di decorazione nail art sono veramente i più svariati, si possono decorare e colorare le unghie a mano libera (bisogna avere buona manualità) oppure si può ricorrere all’uso di mascherine e alla tecnica dell’aereografo o ad una infi nità di applicazioni fl oreali, geometriche, di linee, scrit-te, di fantasia preconfezionate e incollate.

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zioni di relax, benessere e cura di te stesso, rilassando corpo e mente. Da Trendy Fashion Studio potrete usufruire del primo trattamen-to gratuito e avere un consulente specializza-to sempre a vostra disposizione. Gabriele Pa-oletti spiega che Oxyzen di simply zen sfrutta la tecnologia dell’ossigeno puro per apportare vitalità ai tessuti cutanei nonché ai capelli. Mi-gliora la microcircolazione sanguigna donan-do un aspetto vitale al capello. I risultati sono immediati e sorprendenti: capelli sani, morbi-di e luminosi. Una diminuzione dell’ossigeno, elemento essenziale per il corpo umano, nei tessuti provoca una riduzione del metaboli-smo cellulare, causando invecchiamento della pelle. La ricerca ha dimostrato che l’impiego localizzato di ossigeno attivo favorisce la mi-crocircolazione, donando salute e lucentezza ai capelli. L’invecchiamento cutaneo e l’opa-cizzazione dei capelli è provocato da svariati fattori: inquinamento, cattiva circolazione san-guigna, stress, raggi UVB, e patologie varie. Trattasi di fattori che accelerano il processo di deterioramento di tessuti connettivi dell’epi-dermide, per avere cute e capelli sani è fonda-mentale applicare l’ossigeno attivo in maniera localizzata per agevolare l’ossigenazione della pelle. Anche l’ossigeno dell’aria che respiriamo ha una forte infl uenza sull’ossigenazione dei tessuti, ma un dosaggio concentrato nelle aree più problematiche determina un maggiore ef-

fetto rivitalizzante diretto. La tecnologia Oxy-zen, in combinazione con trattamenti specifi ci simply zen, aiuta a trattare diversi inestetismi dei capelli, favorendo la microcircolazione grazie all’azione di ossigenazione della cute. Lavorando sull’epidermide del cuoio capelluto, viene apportato un miglioramento della salute della cute e, conseguente bellezza dei capelli. Tutti in rituali evidenziati vengono effettuati direttamente su cute e/o stelo grazie ad un apposito aerografo che eroga ossigeno puro e permette una distribuzione rapida del trat-tamento massimizzando effi cacia anche dei principi attivi contenuti nei prodotti simply zen.

TIME REVERSE

Rituale rivitalizzante, ricostituente, tonificante

EQUILIBRIUM

Rituale salute & benessere

DENSIFYING

Rituale densificante & anti-caduta

CALMING

Rituale lenitivo per cuti irritate & sensibili

NORMALIZING

Rituale normalizzante per cute & capelli grassi

DANDRUFF

Rituale purificante per cuti con forfora & desquamazione

STIMULATING

Rituale stimolante energizzante anti-caduta

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I RITUALI OXYZEN

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Page 46: PrimaPagina dic. 2013

PrimaPagina 42 - Dicembre 201346

atteggiamento più con-troproducente, prima o dopo un pasto abbondan-te, è sicuramente digiunare o comunque saltare i pasti. Quando in autostrada si ac-

cende la spia della riserva della nostra auto-vettura e temiamo di non fare in tempo a raggiungere la prossima stazione di servizio, riduciamo la velocità per risparmiare car-burante, analogamente, il nostro organismo mette in atto meccanismi di difesa sviluppati e perfezionati in milioni di anni di adatta-mento all’ambiente, e così, nel momento in cui avverte la mancanza di apporto nutriti-vo il metabolismo rallenta per risparmiare energia. Vanifi cando ogni tentativo di recu-pero. Per uscire indenni dalle festività nata-lizie vale il solito slogan: Prevenire è meglio

inin “Prima“PrimaPaginaPagina” Benessere” Benessere

Dott. Anna Piersanti dietista

13 regole d’oro per Natale

CENA CONCERTO DI SAN SILVESTROCENA CONCERTO DI SAN SILVESTROspettacolo live & dj set fino a tarda notte

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PER UN FINE ANNO INDIMENTICABILE!!!PER UN FINE ANNO INDIMENTICABILE!!!

che curare. Le strategie principali da adot-tare per contrastare i chili in più le sintetiz-ziamo in 13 regole fondamentali:- consumare sempre un piccolo spuntino prima del pranzo o della cena (mai frutta o dolciumi) per non arrivare affamati- evitare pane e grissini tra una portata e l’altra- evitare di farsi versare il vino più volte, bere a piccoli sorsi controllando la quantità (il massimo per gli uomini corrisponde a tre bicchieri e a due per le donne), facendo at-tenzione alla somma tra vino e superalcolici- se si conosce il menù dare la preferenza ai piatti più graditi e ridurre o evitare quelli meno graditi, alternando piatti più ricchi di grassi e condimenti con altri meno ricchi e prevedendo sempre dei contorni di verdura- farsi servire comunque porzioni piccole/moderate (anche se si paga o si è ospiti)- non rinunciare alle verdure che aiutano a saziarsi e a bruciare una quota maggiore di carboidrati nel caso si festeggi in casa, pia-nifi care i menù e acquistare alimenti nella quantità corretta e proporzionata al nume-ro degli invitati

- non lasciarsi tentare dalle offerte dei su-permercati per limitare eccessive “scorte” di alimenti ad elevato contenuto di zuccheri e grassi (dolci, snack salati, frutta secca, ecc.)approfi ttare del tempo libero per muoversi un po’ (una bella camminata potrebbe fare al caso nostro)- non saltare la colazione, anche se ci si alza tardi, caso mai ridurre la quantità- nel pasto precedente a quello della festa è preferibile consumare una zuppa di ver-dura e legumi con cereali misti (soprattutto orzo) oppure un secondo piatto a base di pesce o carne bianca bollito o alla piastra oppure 1 o 2 uova, un abbondante contor-no di ortaggi o verdure bollite, al vapore o crude, un frutto, niente condimento (olio, burro, ecc.)- nel pasto successivo ascoltare il segnale di fame, e in relazione alla sua intensità, consu-mare un passato di verdura con dei crostini di pane integrale tostato, oppure una ricca insalatona con tonno al naturale o bresaola e poco pane integrale ma senza olio.-Bere sempre molta acqua.Buone Feste !!!!!

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47PrimaPagina 42 - Dicembre 2013

Benessere Benessere inin “Prima“PrimaPaginaPagina” ”

I Natale è alle porte e come ogni anno si molti-plicano le occasioni per stare insieme. Tombola, giochi da tavola e partite a carte sono tutti buoni pretesti per organizzare una cena con i fi occhi. Vi sarà utile sapere quali sono le buone norme per comporre un menu equilibrato. La prima riguarda la successione dei sapori che

devono progredire dal più delicato al più inten-so. Per intenderci, se la vostra cena parte con un tortino di gorgonzola e speck, non potrà proporre come primo piatto una pasta con le zucchine. Stessa considerazione per le cotture che devono passare dalle più brevi alle a più prolungate e complesse. Le norma vuole che in un menu non vengano mai ripetuti gli ingredienti e le tipologie di cotture. Dalla teoria alla pratica, ecco una ricetta - estratta dal mio libro “FOODFRIDAY – a cena da me”, a dicembre in libreria ed e-book (www.foodfriday.it) – che può esservi utile. Fish burgerIngredienti (15 panini)2 calamari medi eviscerati - 20 code di mazzan-colle - la scorza di 1 limone grattugiata - timo, sale, pepe nero - olio evo fruttato leggero- 2 pomodori San Marzano - 1 mazzetto di rucola

Per i panini:400 g di farina 00 - 250 g di latte intero - 40 g di burro ammorbidito - 15 g di lievito di birra fresco - 1 pizzico di sale - 1 pizzico di zuccheroPer la guarnizione:1 tuorlo - Semi di sesamo1. Per i panini. Sciogliete il lievito nel latte appena tiepido. Unite questo liquido alla farina, aggiungete sale e zucchero ed impastate energicamente per 5 minuti.2. Aggiungete il burro all’impasto un po’ alla volta. Tra un’aggiunta e l’altra assicuratevi che il burro sia completamente assorbito. Impastate per altri 5 minuti. Formate un palla con l’impasto, dispone-tela in una terrina coperta da un panno di cotone e lasciate lievitare per almeno 3 ore a tempera-tura ambiente. 3. Formate i panini creando delle palline di massa. Considerate che il volume dei panini raddoppia in cottura, quindi, fateli piccolini. Disponeteli, ben distanti uno dall’altro, in una pirofi la da forno fo-derata con carta oleata. Fate riposare per 1 ora. 4. Spennellate la superfi cie dei panini con il tuor-lo, completate con i semi di sesamo. Infornate a 180°C per 20-25 minuti (forno statico).

5. Sgusciate le mazzancolle. Tagliate ad anelli i calamari. Tritate tutto nel mixer per pochi secon-di. Condite il trito con un olio fruttato leggero, la scorza grattugiata del limone, timo, sale e pepe.6. Coprite con una pellicola e fate riposare in frigo per 30 minuti. Con l’aiuto di un coppapa-sta o semplicemente con le dita, formate i mini hamburger. Scottateli in una padella antiaderente facendoli cuocere 2-3 minuti per lato.7. Tagliate a rondelle i pomodori, lavate un maz-zetto di rucola. Tagliate i sandwich a metà, dispo-nete la rucola sulla base del panino, copritela con il pomodoro e completate con il fi sh burger. Farcite con senape o ketchup a piacere. Mangiate subito.

Una ricetta per le cene di festaa cura di Laura Di Pietrantonio

foto di Samuela Conti

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inin “Prima“PrimaPaginaPagina” Salute” Salute

rubrica sponsorizzata da: Laboaratorio Analisi IGEA

radicali liberi sono atomi o molecole carat-terizzate dall’avere un elettrone in meno.Questa caratteristica li rende instabili e molto reattivi: cercano di “rubare” un elet-trone ad un altro atomo.In questo modo diventano stabili, ma ren-

dono instabile la molecola che hanno aggre-dito (reazione a catena) creando altri radicali liberi.Agiscono, danneggiandole, sulle membrane cellulari e sulle proteine dei nuclei. Possono attaccare tutti i componenti della cellula.

I radicali liberi sono fondamentali nei processi metabolici (respirazione, alimentazione, movi-mento) ed in quelli del sistema immunitario: difesa da germi, elementi patogeni e loro eli-minazione.Il nostro corpo è provvisto di un sistema che consente di controllare e mantenere in equili-brio la quantità di radicali liberi presente, pro-ducendo sostanze antiossidanti in grado cioè di contrastare l’azione ossidante dei radicali liberi.Tali sostanze sono in grado di renderli inattivi

LA PRIMA URINA1 Normale <300

2 Basso 301-350

3 Medio Alto 351-400

4 Alto 401-500

5 Molto Alto >500

1 unità Carratelli (Carr)corrispondead una concentrazione di perossido di

idrogeno di 0,008 mg%

Stress Ossidativo RADICALI LIBERI

ggi voglio parlare di una tipo-logia di allenamento che viene spesso svolta in palestra ma che ahimè, spesso viene trascurata perché ritenuta troppo faticosa

oppure troppo noiosa.Il Cardio Fit Training è quella tipologia di allenamento che viene svolta utilizzando dei macchinari che permettono all’orga-nismo e soprattutto al cuore di innalzare i livelli di frequenza cardiaca che normal-mente a riposo si troverebbero logicamen-te a livelli più bassi. I macchinari utilizzati in palestra sono i seguenti: tapie roulant, ellittica, cyclette, stepper, wave, vogatore, step classico, corda, ecc.Come anticipavo prima bisogna impostare un allenamento in base alla propria fre-

quenza cardiaca di partenza che è diver-sa da soggetto a soggetto (è consigliabile prendere la frequenza cardiaca a riposo il mattino appena svegli) e una volta fatto in base all’obiettivo della persona si calcola quella che è la frequenza consigliabile da raggiungere durante il Cardio Fit Training.Ad esempio se voglio svolgere un allena-mento con l’obiettivo di perdere peso do-vrò utilizzare il 55% - 65% della mia massi-ma frequenza cardiaca, se voglio migliorare la mia soglia aerobica, utilizzerò una per-centuale che varierà dal 65% al 85%, se voglio migliorare la soglia anaerobica lat-tacida dovrò utilizzare una frequenza che varierà dall’ 85% al 95%.Per rendere il Cardio Fit Training stimolan-te si possono alternare le varie macchine

che si trovano in palestra per dei minutaggi non molto elevati (es. 12’ di tapie roulant, serie di addominali, 8’ di ellittica, serie di esercizi per le gambe, 12’ di cyclette, serie di esercizi per i glutei).

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Palascapriano - TeramoCell. 338.4102171-Tel. 0861.213928

Il cardio fi tTRAINING

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49PrimaPagina 42 - Dicembre 2013

Salute Salute inin “Prima“PrimaPaginaPagina” ”

senza trasformarsi a loro volta in radicali liberi. L’equilibrio si rompe quando si attivano pro-cessi incontrollati di formazione di radicali li-beri e la produzione di antiossidanti non è più suffi ciente a regolarne la quantità presente.

Principio del testIl test consente di rilevare la presenza di MDA – Malondialdeide, un prodotto derivante dall’ossidazione dei Fosfolipidi delle membra-ne cellulari. L’acido Tricloroacetico, in presenza di MDA fa virare il campione di urina verso il rosso. Il viraggio di colore del campione è di-rettamente proporzionale alla concentrazione di MDA e quindi dell’attività

A DEL MATTINOAlcuni consigli per il paziente (da

rivolgersi sempre al proprio medico):

NORMALETenere monitorato il proprio livello di

stress ossidativo

BASSOSi consiglia una maggiore attività

fisica e di ingerire una maggiore

quantità di verdura fresca

Medio Alto

Limitare l’assunzione di alcool e

nicotina

ALTOAstenersi dall’assunzione

di alcool e nicotina

MOLTO ALTO

Contattare il proprio medico

I radicali liberi sono fondamentali nei processi metabolici ed in quelli del sistema immunitario

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inin “Prima“PrimaPaginaPagina” Salute” Salute

più accurato e specifi co rispet-to al test tradizionale, permette una diagnosi precoce ed è in gra-do di ‘predire’ l’aggressività del cancro che si sta sviluppando: è il nuovo esame diagnostico per

il tumore alla prostata messo a punto dal Laboratorio Analisi IULIUS in via Giovanni XXIII a Tortoreto (TE). Il test, denominato ‘2proPSA e phi’, si effettua su un prelievo di sangue e permetterà di limitare le biop-sie non necessarie poiché consente di di-scriminare meglio il tumore prostatico in pazienti con PSA elevato. Il test 2proPSA-

phi (prostate health index) è ora disponi-bile presso il Laboratorio Analisi IULIUS. Il nuovo esame sembra dunque in grado di stabilire e monitorare l’aggressività del tu-more e, dunque, permettere di selezionare quei pazienti con un tumore clinicamente signifi cativo. Il Laboratorio Analisi IULIUS è la prima struttura sanitaria privata accredi-tata in Abruzzo ad effettuare questo test, che ha un costo contenuto rispetto alle biopsie, più specifi co e con chiari vantaggi per la qualità di vita del paziente e per la spesa pubblica. I numeri legati a questa patologia sono

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Via Giovanni XXIII(ang. Via Sicilia)

TORTORETO LIDO - TE - Tel/fax 0861. 78 64 95

Dott. Enzo Di Nicolantonio responsabile del Laboratorio IULIUS

TUMORI:

NUOVO TESTPER PROSTATAPIÙACCURATO E SPECIFICO

infatti rilevanti: il tumore della prostata è attualmente la neoplasia più frequente tra gli uomini e nel 2013 sono attesi 36.000 nuovi casi. Inoltre, l’incidenza del carci-noma prostatico ha mostrato negli ultimi anni una costante tendenza all’aumento ed è atteso un costante aumento anche per i prossimi decenni: l’incidenza stimata nel 2020 è di oltre 43.000 casi e nel 2030 sarà di oltre 50.000. “Il phi non sostituisce il test del PSA bensi migliora la specifi cità clinica di rilevamento del carcinoma prostatico rispetto ai test attualmente in uso, identifi -cando con maggiore accuratezza il paziente candidato ad una biopsia prostatica”. Il test “non è attualmente rimborsabile dal Servi-zio Sanitario Nazionale e per tale motivo è stata stabilita una tariffa minima per com-pensare i costi di esecuzione”. Attualmente, il test più diffuso per individuare il rischio di un tumore della prostata è la misura dell’antigene prostatico specifi co PSA (una proteina prodotta dalle cellule della prosta-ta che risulta elevata in presenza di cancro). L’effettiva utilità di tale test è tuttavia mes-sa in dubbio da vari esperti, poiché non predice le differenze tra i tumori che saran-no sintomatici e quelli che non lo saranno, aspetto fondamentale che appare invece garantito dal nuovo esame.

rubrica sponsorizzata da: Julius

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Nr. 3 - Dicembre 2013

Inestetismi cutanei:le cosidette“macchie”

Dott.ssa Vittoria DRAGANI

Diagnosi precoce delDiagnosi precoce del cancro delcancro del colon rett colon rettoDott. Claudio D’Dott. Claudio D’ARCHIVIOARCHIVIO

IlIl CONSENSO CONSENSO INFINFORMAORMATOFranco GIANSFranco GIANSANTEANTE

TAC e AC e TCCAnalogie e differenzeAnalogie e differenzeDott.ssa Fiorella DI Dott.ssa Fiorella DI VITTVITTORIOORIO

Diagnosi precoce del cancro del colon rettoDott. Claudio D’ARCHIVIO

Il CONSENSO INFORMATOFranco GIANSANTE

TAC e TCAnalogie e differenzeDott.ssa Fiorella DI VITTORIO

Page 52: PrimaPagina dic. 2013

IPPOCRATEIPPOCRATE& DINTORNI& DINTORNIA P P R O F O N D I M E N T O M E D I C O

5paginacinque

Dott.ssa Alessandra NATALI

La Sindrome dentale “MIH”

6Il giorno del mio fidanzamento

paginasei

Martina PALANDRANI

8Il Consenso Informato

paginaotto

Franco GIANSANTE

9 paginanove

Dott. Claudio D’ARCHIVIO

Diagnosi precoce del cancro del Colon retto

11Test per la determinzaione semi-quantitativa dei radicali liberi nei

paginaundici

Dott. Massimo ZERBINI

12paginadodici

Dott. Luigi ZUGARO

La guida ecograficanella terapiainfiltrativa e l’utilizzo di gel piastrinico

13paginatredici

Inestestismi cutanei:le cosidette “macchie”

15 paginaquindici

Dott. Fiorella DI VITTORIO

TAC e TC: analogie e differenze

Sommario

3 paginatre

Dott. Gino CONSORTI

Caro Babbo Natale...

Dotta.ssa Vittoria DRAGANI

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IPPOCRATEIPPOCRATE& DINTORNI& DINTORNIA P P R O F O N D I M E N T O M E D I C O

Natale, come ci ha più volte ricordatopapa Ratzinger, è il giorno in cui Dioci ha fatto un grande dono, non qual-che cosa di materiale, ma il suo donoè stato di donare se stesso. Ci hadato il suo figlio, e così Natale è di-ventato la festa dei doni. Ecco, allora,che anch’io, come tanti in questigiorni che precedono il santo Natale,voglio chiedere un regalo al simpa-tico e panciuto omone dal vestitorosso e dalla barba bianca. Caro Babbo Natale, vorrei tantoche la vita e le sofferenze fisi-che di un qualunque essereumano, sia esso un neonato dipochi giorni o un anziano cen-tenario, non debbano essere più legate a un colore… In particolare a quello dei codici del Pronto soccorso. Stoparlando del famoso metodo Triage dove il colore biancosignifica nessuna urgenza, il verde urgenza minore, ilgiallo urgenza e il rosso emergenza. Una sorta di sema-

foro sanitario il cui funzionamento, però, è fortementeinfluenzato dall’esigua quantità di risorse mediche e

infermieristiche a disposizione. Ecco, allora, chespesso, dinanzi a situazioni assurde ci s’interroga su

che base avvenga l’assegnazione del colore. Forsein base all’età? Oppure alla quantità di sangue

perso? O ancora al modo e all’intensità con cui ilpaziente si lamenta? O addirittura, come mor-mora qualche maligno, alla conoscenza diqualche “santo in paradiso”? Ma no, ci man-cherebbe altro...

Immagino già la levata di scudi di governantie amministratori sanitari: tale compito spetta al

personale infermieristico adeguatamente for-mato, che opera secondo protocolli prestabi-

liti dal dirigente del servizio... Ma cosa significa, allora, che l’attribu-

zione di un codice di priorità sostituisceil momento diagnostico-terapeutico che invece dovrebbe es-sere di esclusiva competenza me-dica? La realtà, e lo sanno tutti,compresi voi cari governanti e am-ministratori sanitari, è che i Prontosoccorso sono ridotti a un lumicino.

Trovarvi medici e personale infermieristico numerica-mente sufficienti a garantire un servizio all’altezza

delle tante richieste è una vera e propriamission impossible, proprio come centrareun 6 al superenalotto… È chiaro, allora, checon un Pronto soccorso zeppo di gente sof-ferente e bisognosa di aiuto e con il perso-nale medico e infermieristico ridotto all’osso,l’errore nell’assegnazione di un codice puòessere dietro l’angolo. Come si fa, ad esem-pio, ad assegnare il codice verde a unadonna 74enne, diabetica e ipertesa, vittima diuna caduta che le ha causato una brutta frat-

tura scomposta della spalla (comediagnosticato dall’esame radiolo-gico effettuato dopo una lunga at-tesa) e parcheggiarla per oltrecinque ore, in preda a dolori atroci econ i valori della pressione e del

diabete completamente alterati, su una scomoda pan-china del Pronto soccorso? Come si fa ad assegnare uncodice giallo a un anziano 84enne vittima di un violentoincidente stradale, e parcheggiarlo per troppo tempo suuna barella salvo scoprire, dopo le ripetute sollecitazionidei famigliari, che aveva la milza rotta e l’addome pienodi sangue, alcune fratture costali di cui una multifocale, larottura del pericardio, uno pneumotorace, un ematoma alrene e un altro alla testa e, tanto per non farci mancareniente, una grave insufficienza respiratoria? Ma per avereil codice rosso bisogna forse farsi accompagnare da unbecchino...? E potrei riempire pagine e pagine di casi dicodici “fallati” fino a eguagliare, per lunghezza, l’elencotelefonico di Pechino… Tutto ciò è semplicemente scandaloso, sicuramente nonall’altezza di un paese che ama definirsi civile e all’avan-guardia. Perché, ad esempio, non attivare un ambulatoriodedicato ai “codici leggeri” in una fascia oraria di mas-simo afflusso di pazienti? Manca il personale per farlo?Basterebbe solo decidere di investire di più nella sanitàrecuperando il denaro necessario attraverso il taglio ditanti rami secchi di questa società che gira decisamenteal contrario. E di rami secchi ce ne sono tanti, a iniziaredagli assurdi e vergognosi stipendi e privilegi della nostraclasse politica, proseguendo con l’inutilità di tanti enti sta-tali e l’ingiusta assegnazione di risorse e fondi a settoricertamente non vitali come la sanità. Soprattutto nelpaese più vecchio d’Europa con oltre il 20% di personesopra i 65 anni e meno del 25% di popolazione under 25.Lo so caro Babbo Natale di chiedere troppo, ma in que-sta nostra Italia, ormai, ci resta solo la speranza. E a volte,purtroppo, neanche quella… Sereno Natale

Dott. Gino CONSORTI Giornalista professionista

CAROBABBO NATALE...

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Via San Gabriele, 255/a Isola Del Gran Sasso (TE)

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www.isolaodontoiatrica.itDott.ssa Alessandra NATALIOdontoiatra Specializzata in Pedodonzia ed Ortodonzia

LA SINDROME DENTALE “MIH”

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Fin dagli anni Settanta, i Medici, i Pediatri e, non ultimi, gliOdontoiatri, hanno osservato a carico di molari perma-nenti e incisivi, zone di opacità di colore bianco-giallo ogiallo-marrone. E’ stato necessario, dunque, dare unadenominazione clinica a tali “anomalie”; si è parlato di:“primi molari permanenti ipomineralizzati”, “ipomineraliz-zazione idiopatica dello smalto”, “ipomineralizzazione damancanza di fluoro” e “cheese molars”. Nel 2001 si è tro-vata una definizione certamente più adatta a tali casi cli-nici: “MIH” (Molar and Incisor Hypomineralization),ovverosia, una ipomineralizzazione di origine sistemica,che coinvolge da uno a quattro primi molari permanenti,con frequente interessamento di altrettanti incisivi per-manenti. E’ possibile diagnosticare assai precocementetale patologia, poiché, seppur raramente, possono mo-strare difetti dello smalto anche i secondi molari decidui,i secondi molari permanenti e i canini permanenti ed èstato visto come i denti del mascellare superiore sonopiù frequentemente colpiti rispetto a quelli della mandi-bola. Di qui l’importanza della visita odontoiatrica in etàpediatrica, a partire dai tre anni d’età.I difetti di mineralizzazione possono manifestarsi con varilivelli di gravità: lieve, moderata o severa. Le aree di ipo-mineralizzazione lieve si manifestano unicamente con uncambiamento di colore, mentre, quelle moderate, conuna perdita di smalto. Nei casi di MIH severa, la perdita ditessuto riguarda anche la dentina. Le lesioni tendono adaggravarsi nel tempo e, spesso, i molari vanno precoce-mente incontro ad un crollo strutturale post-eruttivo, fre-quentemente confuso con lesioni cariose classiche e,purtroppo, curate, erroneamente, come tali. Fondamen-tale, dunque, effettuare una corretta diagnosi differen-ziale, che non include solo lesioni cariose e amelogenesiimperfetta, ma anche fluorosi dentale e ipoplasia dellosmalto. E’ forte responsabilità e competenza, dunque,dell’Odontoiatra Infantile fornire ai genitori una corretta

informazione sullo stato di salute dei denti dei lorobimbi, nonché sulle future cure necessarie e su comeintraprendere un trattamento vero e proprio dei dentiaffetti. E’ necessario effettuare rimineralizzazione (omeglio la mineralizzazione) e desensibilizzazione. Inquesti pazienti è consigliabile l’utilizzo di dentifrici adalto contenuto di fluoro (1000 ppm) e, personalmente,prescrivo protocolli di cura domiciliare che prevedonol’applicazione di vernici e gel ad alto contenuto difluoro e di paste a base di proteine del latte (CaseinPhosphopeptide - Amorphous Calcium Phosphate).Fondamentale, ovviamente, la valutazione di eventualiintolleranze del piccolo paziente, ai prodotti caseari ederivati del latte. In precisi momenti del trattamento,sono particolarmente indicate le sigillature di solchi efossette. Quando, purtroppo, la problematica è dia-gnosticata tardivamente e le lesioni risultano avanzate,è necessario affrontare il problema in maniera più in-vasiva, ossia ricostruire i denti affetti da MIH, per laquale è consigliabile l’utilizzo di materiali adesivi piut-tosto che dell’amalgama. La ragione di tale scelta varicercata nella forma atipica delle lesioni ed è, tuttavia,importante tenere conto dell’alterata porosità dellosmalto demineralizzato, che rende l’adesione menoefficace. Questa considerazione, purtroppo, può con-dizionare di molto la durata del restauro e i genitorivanno messi al corrente del fatto che denti, così ipo-mineralizzati, richiederanno un monitoraggio costantee che potrebbero presto richiedere la realizzazione dilavori protesici. L’MIH causa, inoltre, un numero di pro-blemi di tipo estetico, di aumentata sensibilità e di au-mento del rischio di carie. In conclusione, possoaffermare che è importante, a mio avviso, invitare i ge-nitori ad essere attenti e precoci nel portare i loro figlidall’ Odontoiatra Infantile, con lo scopo unico di rega-lare ai loro figli un futuro senza dentista.

(Molar-Incisor Hypomineralization)

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IL GIORNO DEL MIO FIDANZAMENTO

Martina PALANDRANIDirettore Amministrativodel Centro DiagnosticoD’Archivio

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Illustrazioni di Beatrice Corcelli

I PARTE

Lunedì 13 Novembre, la solita giornata nebbiosa che rattrista lepersone, tranne me. Mi sono svegliato prima del solito, fuori eraancora notte. “Se uno già sa che è il giorno più bello della sua

vita deve farlo durare il più possibile così ne sembrano quasi due!”, misono detto ieri sera mentre mettevo la sveglia alle 5.00. Ho aperto la finestra, l’aria fredda è venuta a farmi compagnia; è da treanni, da quando Lucia si è sposata, che vivo solo in questa casa; anzino, per fortuna c’è Faustino che, almeno lui, non mi ha ancora abban-donato. Mi sono rifatto il letto, ho sistemato nell’armadio i vestiti sparsiper la camera. Da quando la mamma se n’è andata ho dovuto impa-rare a pulire, cucinare, lavare i panni: cose da donne perché mia so-rella non si è mai interessata di me; due vite parallele le nostre: leisempre con le amiche, i fidanzati, e su Facebook; io: lavoro e visite allamamma. Lucia non mi manca per niente e, da quando si è sposata, cisiamo visti sei volte, a Natale e Pasqua. Ho cambiato la lampadina dell’ingresso, qualcuno, che non c’è maistato qui, potrebbe inciampare nel tappeto o sbattere contro il mobiledel telefono; non voglio che pensino di me che sono una persona tra-sandata. Ho fatto colazione, orzo e fette biscottate, mi sono vestitocon i panni da lavoro e sono andato in fabbrica.Sono sceso dall’autobus alla fermata più vicina. Con l’ombrello chiuso,puntato a terra, mi sono aiutato nei cento metri che devo fare a piedifino al salumificio. Lo porto sempre con me l’ombrello: in inverno per-ché sono più le volte in cui piove che quelle con bel tempo e in estateperché può piovere da un momento all’altro. Ho timbrato alle 6.55 esono andato nello spogliatoio a mettermi la divisa. Alle 7.00 eropronto, al mio posto, per rivestire di retine, anche oggi, qualche mi-gliaia di salamini e lonze con Fernando a destra e Marcello a sinistra.Per quanto ero di buon umore stamattina, per la prima volta, non mi ha

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dato fastidio l’odore delle carni macellate, macchiate di sangue etrattate con coloranti e conservanti.I miei compagni di sventura si raccontano il fine settimana spostan-dosi con le teste in avanti per non farsi ostacolare dalla mia. Hannofatto più o meno tutti e due le stesse cose: Fernando sabato pome-riggio era stato costretto dalla moglie ad andare a comprare dei ve-stiti nuovi per loro figlio che cresce mese per mese, domenica erastato a pranzo dai suoceri che detesta, perché avrebbero voluto chela figlia sposasse un impiegato di banca e non un operaio. Nel pome-riggio era andato a vedere la partita della squadra locale, che haperso, e per questo, ogni tanto nel discorso, gli se ne esce qualchebestemmia e la sera era rimasto a casa a guardare in tv i risultati dellaSerie A.Anche Marcello il pomeriggio di sabato l’aveva trascorso a fare com-pere ma non per il figlio, perché non ne ha, e credo che la suaespressione, sempre tra il triste e l’arrabbiato, può dipendere soprat-tutto da questo. A pranzo di domenica però era stato dai genitori suoiperché lui gliel’aveva detto chiaro e tondo alla moglie che i suocerinon li sopportava e non li voleva sentire all’infuori delle feste coman-date; la sera rigorosamente a seguire la sua squadra del cuore chegiocava nel posticipo. E io sto lì in mezzo che ascolto facendo finta dinon ascoltare e intanto penso che quando sarò sposato con Emiliaper me sarà un piacere accompagnarla nei negozi, stare a pranzo daisuoi, che ancora non ho conosciuto ma sono sicuro saranno personegentili e affettuose. ”Chissà se quella donna vestita di scuro, che hovisto andar via da casa di Emilia, sarà sua madre?”, e poi io non seguoil calcio, né altri sport, e la domenica la dedicherei tutta a lei. All’inizio, diciassette anni fa, quando cominciai a lavorare qui, il lunedìFernando e Marcello chiedevano anche a me cosa avevo fatto nelfine settimana ma quando capirono che il sabato, tutti i sabati, andavoa trovare mia mamma, che la domenica, tutte le domeniche, andavoa messa e a pranzo stavo a casa con mia sorella e il gatto, e che lasera, tutte le sere, andavo a dormire alle 21.30; cominciarono a nonchiedermelo più e a non chiedermi neanche altre cose. Nella pausa, quando ho visto Antonio, il ragazzo del reparto delle im-pastatrici, andare alla macchinetta del caffè, sono andato al suo postoe, sopra ad una mensola, dentro ad un barattolo bianco, ho trovatoquello che cercavo. Ho preso dalla tasca del grembiule una bustinada congelatore e c’ho versato qualche misurino di quella polverina,ho chiuso il barattolo e l’ho rimesso al suo posto, ho chiuso beneanche la bustina e l’ho fatta scendere piano nella tasca del grem-biule, assicurandomi che nessuno mi vedesse. Tornato al mio posto,ho fatto un sospiro di sollievo, non posso dire di essere un ladro ma dicerto ho fatto una cosa che non si fa. Nelle altre ore mi sarò toccatola tasca circa venticinque volte per essere sicuro che la bustinastesse ancora lì. L’urlo della sirena è stato una liberazione. Sono andato velocemente allo spogliatoio, mi sono cam-biato e in cinque minuti ero già alla fermata.

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Martina Palandrani

scrive per passione e

per appassionare..

Ha all’attivo una rac-

colta di poesie IN

&OUT, in collabora-

zione con l’artista

Giuseppe Stampone ed è fresca di

Segnalazione Speciale al Premio Ga-

briele D’Annunzio 2013 per la poesia

“Il Signor Strab”.

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Il CONSENSO INFORMATO è la procedura attraversocui il Medico che propone o effettua un atto sanitariofornisce al Paziente o rappresentante legale/tutore, inmodo chiaro e adeguato alla sua età, salute e condi-zione socio-culturale, informazione e spiegazione sudiagnosi, prognosi, prospettive terapeutiche, alternativedisponibili, possibili rischi e conseguenze della terapiae/o della mancanza, al fine di metterlo in condizione dicompiere una scelta consapevole. Il consenso si conclude con la compilazione di un modulo recante la decisione del paziente. Titolare del bene giuridico tute-lato è unicamente il paziente che riceve la proposta.Seguendo gli insegnamenti di Ippocrate, il medico haesercitato il diritto-dovere di non rivelare nulla al pa-ziente sulle sue condizioni di salute. Per secoli, quindi, ilconsenso del malato non ha avuto alcuna rilevanza edè rimasto nella discrezionalità del medico la sceltadelle terapie e dei sistemi di cura e se darne o nondarne conto al paziente. La prima esigenza d’informareil paziente risiede nelle tesi di Thomas Pervival, medicoinglese (1740–1804), noto per aver scritto il primo codicedi etica medica in cui sostiene il “diritto del paziente al-l'informazione”, se tale diritto si scontra con l’ingannocaritatevole per la salvaguardia della salute del malato.Solo nel 1917, la Corte Suprema degli USA decide che“ogni essere umano adulto e sano di mente ha il dirittodi decidere su cosa va fatto al suo corpo” e che “il medico che esegue un intervento senza il consensodel paziente commette un’aggressione”. In Italia, il prin-cipio del consenso informato trova la sua più impor-tante consacrazione nella Costituzione: “nessuno puòessere obbligato a un determinato trattamento sanitariose non per disposizione di legge”(art.32). La Costitu-zione afferma inoltre l’inviolabilità della libertà perso-nale(art.13). In conformità, la Legge istitutiva del ServizioSanitario Nazionale, esclude la possibilità di effettuare

accertamenti e trattamenti sanitari contro la volontà delpaziente. La Giunta Regionale Abruzzese ha approvatoin una deliberazione le “Linee di indirizzo per la ge-stione del consenso informato”. Infine il Codice di Deon-tologia Medica sancisce il principio generale secondocui è vietato al medico intraprendere attività diagno-stica e/o terapeutica senza l’acquisizione del consensoinformato del paziente e l’obbligo per il medico di desi-stere, in presenza di documentato rifiuto di persona ca-pace di intendere e di volere, dai conseguenti attidiagnostici e/o curativi, non essendo consentito alcuntrattamento medico contro la volontà della persona. In Italia, qualunque trattamento sanitario, medico o in-fermieristico, necessita del preventivo consenso delpaziente; è quindi il suo consenso informato che costi-tuisce il fondamento della liceità dell'attività sanitaria. Il malato può decidere se vuole essere curato per unamalattia e ha il diritto/dovere di conoscere tutte le in-formazioni disponibili sulla propria salute, chiedendo almedico ciò che non è chiaro; inoltre deve avere la pos-sibilità di scegliere, in modo informato, se sottoporsi aduna determinata terapia o esame diagnostico. In con-formità con quanto previsto dalla Costituzione tutti itrattamenti medici sono volontari. Fanno eccezione gliinterventi previsti per legge, quando ricorrano gliestremi di necessità e quando il paziente non possaprestare il necessario consenso a causa di sue partico-lari condizioni soggettive. Il consenso informato èl’unica manifestazione di volontà che autorizza un qual-siasi atto medico. Può essere revocato in qualsiasi mo-mento. È valido solo se il paziente riceve da parte delmedico una informazione completa, professionale edettagliata. Il paziente deve essere messo in condizionedi capire e quindi di accettare o rifiutare un tratta-mento. Compito del medico è anche quello di accer-tarsi di essere stato capito dal paziente. E’ quindi ormaiprincipio consolidato, che nessuna persona cosciente ecapace può essere sottoposta ad un qualsiasi tratta-mento sanitario contro o senza la sua volontà. Appare, quindi, chiaro che l’informazione data al pa-ziente costituisce parte integrante della prestazionemedica che diviene essa stessa una prestazione sanita-ria, al pari dell’accertamento diagnostico e dell’inter-vento terapeutico.

P.S Il contenuto del presente articolo è una sintesi diuna materia più ampia ed importante e riporta soloelementi di interesse generale.

Consulente per la realizzazione, gestione e controllo di Strutture Sanitarie e Sociosanitarie

Franco GIANSANTE

IL CONSENSO INFORMATO

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Dott. Claudio D’ARCHIVIOFondatore del GRUPPO MEDICO D’ARCHIVIOSpecialista in Radiodiagnostica e Scienze delle Immagini

Proseguendo sulla strada della campagna di preven-zione, dopo aver trattato dell’importanza della diagnosiprecoce del tumore della mammella, in questo nuovonumero di Ippocrate e Dintorni affronteremo il temadella Diagnosi Precoce nel cancro del Colon Retto(CCR).Il CCR è una malattia ad elevata frequenza, potenzial-mente letale, ma, fortunatamente, prevenibile.In Italia ogni anno vengono diagnosticati circa 38.000nuovi casi di CCR che situano questa neoplasia al secondo posto tra le localizzazioni tumorali con un totale di decessi di circa 17.000 l’anno. La sopravvivenza per CCR è di circa il 73% a un anno edil 49% a 5 anni.La sua incidenza aumenta con l’aumentare dell’età: raroprima dei 40 anni aumenta anno dopo anno a partire daquesta fascia di età.Si capisce benissimo come anche in questo caso fon-damentale è la Diagnosi Precoce.Il compito fondamentale della Diagnosi Precoce è sìquello di individuare formazioni tumorali ai primi stadi,ma, soprattutto, l’individuazione di polipi cosiddetti ade-nomatosi di pochi mm (da 5 a 10 mm), che sono i pre-cursori della patologia neoplastica.La Diagnosi Precoce del CCR o l’individuazione delleformazioni polipoidi può essere effettuata da alcunemetodiche: dalla Colonscopia Virtuale, dalla Enterosco-pia con videocapsula e, per finire, dal Clisma Opaco.Sicuramente il gold standard, tra queste metodiche, ap-partiene alla Colonscopia Ottica che, oltre ad avere

enormi possibilità di reperire una neoformazione poli-poide, ha anche la possibilità di asportare direttamentel’eventuale polipo o effettuare prelievi bioptici nelle le-sioni dubbie.Altra metodica di sicuro rilievo nella individuazione diforme tumorali precoci e di formazioni polipoidi è laColonscopia Virtuale.La Multi Society Task Force on Colorectal Cancer ha in-dicato la Colonscopia Virtuale come un’eccellente tec-nica per lo screening del CCR.Essa viene eseguita con apparecchio TC con tecnica abassa dose al fine di ridurre al minimo l’utilizzo di radia-zioni ionizzanti e di fatto questo esame va a sostituire ilClisma Opaco.A vantaggio della Colonscopia Virtuale rispetto alla Co-lonscopia Ottica c’è sicuramente una minore invasivitàed una migliore compliance del paziente.La Colonscopia Virtuale risulta fondamentale quando ilpaziente rifiuta l’esame di Colonscopia Ottica o quandoessa non riesce ad esplorare l’intero intestino a causa diformazioni stenosanti (tumorali o flogistiche come la di-verticolite) o nei colon particolarmente lunghi come ildolicocolon.Meno utilizzati sono l’Enteroscopia con videocapsula edil Clisma Opaco.Pertanto, qualunque sia la metodica utilizzata, la Colon-scopia Ottica, quella Virtuale e quella con videocapsula,fondamentale è, nel tentativo di ridurre al minimo gli ef-fetti nocivi del CCR, eseguire controlli routinari, ogni 3/5anni a partire dai 45-50 anni di età.

DIAGNOSI PRECOCE DEL CANCRO DEL COLON RETTO

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I radicali liberi sono atomi o molecole caratterizzatedall’avere un elettrone in meno.Questa caratteristica li rende instabili e molto reattivi:cercano di “rubare” un elettrone ad un altro atomo.In questo modo diventano stabili, ma rendono instabilela molecola che hanno aggredito (reazione a catena)creando altri radicali liberi.Agiscono, danneggiandole, sulle membrane cellulari esulle proteine dei nuclei. Possono attaccare tutti i com-ponenti della cellula.I radicali liberi sono fondamentali nei processi metabo-lici (respirazione, alimentazione, movimento) ed in quellidel sistema immunitario: difesa da germi, elementi pa-togeni e loro eliminazione.Il nostro corpo è provvisto di un sistema che consentedi controllare e mantenere in equilibrio la quantità di ra-dicali liberi presente, producendo sostanze antiossi-danti in grado cioè di contrastare l’azione ossidante deiradicali liberi.Tali sostanze sono in grado di renderli inattivi senza trasformarsi a loro volta in radicali liberi. L’equilibrio si rompe quando si attivano processi incon-trollati di formazione di radicali liberi e la produzione di antiossidanti non è più sufficiente a regolarne la quantità presente.

Principio del testIl test consente di rilevare la presenza di MDA – Malon-dialdeide, un prodotto derivante dall’ossidazione deiFosfolipidi delle membrane cellulari.L’acido Tricloroacetico, in presenza di MDA fa virare ilcampione di urina verso il rosso. Il viraggio di colore delcampione è direttamente proporzionale alla concentra-zione di MDA e quindi dell’attività

CampioneLa prima urina del mattino.

Interpretazione dei risultati: 1 unità Carratelli (Carr) corrisponde ad una concentra-zione di perossido di idrogeno di 0,008 mg%

Alcuni consigli per il paziente (da rivolgersi sempre al proprio medico):

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TEST PER LA DETERMINAZIONE SEMIQUANTITATIVA DEI RADICALI LIBERI NEI CAMPIONI DIURINA.

Dott. Massimo ZERBINIDirettore Responsabile del Laboratorio Analisi IGEA

Normale Tenere monitorato il proprio livello di stress ossidativo

Basso Si consiglia maggiore attività fiisca e di in gerire maggiore quantità di verdure fresche

Medio Alto Limitare l’assunzione di alcol e nicotina

Alto Astenersi dall’assunzione di alcol e nicotina

Molto Alto Contattare il proprio medico

1 Normale <300 U Carr

2 Basso 301-350 U Carr

3 Medio Alto 351-400 U Carr

4 Alto 401-500 U Carr

5 Molto Alto >500 U Carr

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LOREM

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Dott. Luigi ZUGAROMedico Chirurgo

Specialista in Radiodiagnostica

Le patologie muscolo-scheletriche costituiscono unadelle principali fonti di dolore; oltre il 70% della popo-lazione adulta soffre di problemi articolari.Da alcuni anni è possibile intervenire efficacementenella cura delle patologie muscolo-scheletriche me-diante le tecniche infiltrative ecoguidate. I principalivantaggi offerti dalla guida ecografica consistononella valutazione real time della procedura permet-tendo una maggiore concentrazione del principio at-tivo a livello della lesione e riducendo drasticamentela percentuale di complicanze legate ad essa. L'eco-grafia risulta più sicura rispetto alle tecniche fluoro-scopiche e radiografiche alternative. Le principali patologie trattabili con queste innovativetecniche sono la Spalla dolorosa, sia che derivi da pa-tologia tendinea che dalla presenza di calcificazioni oartrosi; la patologia degenerativa tendinea in ognisede; l’artrosi, prevalentemente a carico del ginocchioe dell’anca. In particolare per l’anca è assolutamenteda evitare l’infiltrazione senza un’adeguata guida eco-grafica poiché l’articolazione coxofemorale è partico-larmente profonda e priva di reperi ossei .La Spalla dolorosa causata dalla presenza di calcifica-zioni venivano trattate, fino ad oggi, in artroscopia ocon terapie mediche con scarsi risultati. La guida eco-grafica permette di raggiungere la calcificazione condue aghi e lavarla via con completa risoluzione delproblema in pochi minuti.

Per ciò che riguarda i principi attivi infiltrabili, oltre aiclassici farmaci corticosteroidei , utilizzati da tempograzie al loro effetto antiinfiammatorio, negli ultimianni lo sviluppo farmacologico ha messo a disposi-zione altri presidi ad alta efficacia quali l’acido ialuro-nico, estremamente efficace nel trattamento dellapatologia artrosica in ogni distretto articolare e dellepatologie dei tendini quali il cosiddetto gomito deltennista o epicondilite. L’acido ialuronico è una so-stanza naturalmente sintetizzata dalle cellule sinoviali e responsabile delle proprietà viscoelastichedel liquido articolare, contribuisce alla lubrificazionenelle condizioni di carico e protegge parzialmente iltessuto dalla penetrazione di cellule infiammatorie; inpoche parole protegge l’articolazione dall’usura.L’ultima frontiera nel trattamento della patologia de-generativa tendinea ed articolare come l’artrosi è rap-presentata dall’infiltrazione eco guidata di PlasmaRicco di Piastrine (PRP) che, grazie ai fattori di crescitain esso contenuti, promuove la rigenerazione tissutalesia tendinea che cartilaginea. Di particolare interesseè il suo impiego a livello della spalla, del ginocchio,della caviglia, dell’anca e nella patologia traumaticamuscolare.La tecnica ecoguidata rappresenta il metodo scientificamente più corretto ed efficace per l’esecu-zione delle procedure infiltrative intraarticolari e peritendinee.

LA GUIDA ECOGRAFICA NELLA TERAPIA INFILTRATIVA E L’UTILIZZO DI GEL PIASTRINICO

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Dott.ssa Vittoria DRAGANISpecialista in Igiene e Medicina Preventiva Esperta in Medicina Estetica

INESTETISMI CUTANEI: le cosidette “MACCHIE”Le macchie cutanee, definite anche discromie o iperpig-mentazioni, rappresentano uno dei segni dell’invecchia-mento cutaneo.Sono causate da un deposito di pigmento a varia profon-dità sotto la superficie cutanea.Insorgono spesso in persone avanti negli anni che hannoesposto la loro pelle ai raggi solari e alle lampade UV. La luce solare agisce sui melanociti, cellule della nostrapelle produttrici di melanina responsabile della nostraabbronzatura.Tuttavia a volte compaiono sulla cute di pazienti più gio-vani (melasma), donne in particolare, e sono associate adalterazioni dell'assetto ormonale legate all'assunzione dicontraccettivi orali o alla gravidanza (cloasma gravidico).Per correggere questo inestetismo, il medico esteticopuò ricorrere a varie tecniche, quali peeling, laser e lucepulsata.In particolare la luce pulsata – IPL Intense Pulsed Light -svolge la sua attività in maniera selettiva andando, con lesue lunghezze d’onda, ad aggredire e a disgregare gliaccumuli di melanina.L’azione, chiamata foto termolisi selettiva, consiste nellaalterazione della melanina che verrà poi eliminata; vienedefinita selettiva in quanto la cutecircostante resta integra. Il tratta-mento viene effettuato medianteun manipolo che viene messo acontatto con la cute mediante ungel. Al temine del trattamento siassiste ad un cambiamento del

colore della macchia che diventa progressivamente piùscura e poi formerà un crosticina che si risolve nell’arcodi 10/15 giorni. Si tratta di una metodica non invasiva, praticamente indolore con processo di guarigione estre-mamente indolore Il trattamento andrà ripetuto a distanza di circa un mese.Altra metodica è rappresentata dall’uso dei peeling (ac. Piruvico, mandelico, ecc) sostanze acide che svolgono un’azione esfoliante e progressivamente depigmentante.Ruolo fondamentale nel trattamento delle “macchie cu-tanee” è l’applicazione costante, domiciliare, di cremesolari ad alta protezione e di creme depigmentanti.La protezione solare va applicata sia nei mesi estivi chein quelli invernali,

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La TAC (Tomografia Assiale Computerizzata) è un esameradiologico relativamente recente, introdotto per laprima volta nel 1973, in grado di produrre immagini radio-logiche di sezioni del corpo lungo il piano assiale/tra-sverso, (dalla testa ai piedi). Il procedimento con cui taliimmagini vengono ottenute è tuttavia differente da quello della radiologia tradizionale, che siavvale di una acquisizione bidimensionale. L'apparecchiatura è composta da una unità di scansionechiamata gantry (circonferenza vuota all’interno dellaquale scorre un lettino porta paziente), da un generatore,dal lettino porta paziente, da un elaboratore elettronico,da una console di comando dove vengono visualizzatele immagini ed, infine, da un sistema di registrazione deidati acquisiti. Negli ultimi anni le apparecchiature tomo-grafiche si sono notevolmente evolute e hanno dato ori-gini ad una nuova tipologia di macchina detta TACmultistrato. Il vantaggio di quest’ultima sta nel fatto chepermette di acquisire in maniera molto rapida immaginipiuttosto nitide e poco sensibili ai movimenti cardiaci erespiratori del nostro corpo. Ciò è reso possibile da un si-stema che sincronizza la respirazione del paziente el’emissione di radiazioni dal tubo radiogeno. Quest’ultima generazione di apparecchiatura TAC con-sente di studiare il corpo umano non solo sul piano as-siale (trasverso) ma anche anche secondo altri piani,quali quello sagittale (laterale) e coronale (frontale). Per questo motivo, anche il nome stesso della macchinasubisce una trasformazione: da TAC (Tomografia AssialeComputerizzata) a TC. Non ci sono particolari controindi-cazioni da osservare per l’esecuzione di una TC, fatta ec-cezione per le donne durante il periodo di gestazione eper i bambini, poiché è una metodica che richiede l’uti-lizzo dei Raggi X. L’esame TC viene solitamente richiestoper studiare con più accuratezza le lesioni del sistema

nervoso (demenze senili), lesioni dei visceri addominali,opacità toraciche poco chiare all’esame radiografico eanche per traumi, emorragie o neoplasie. Di norma, perlo studio delle articolazioni (spalla, ginocchio, caviglia…)l’esame di prima istanza è la Risonanza Magnetica. Nel caso in cui non dovesse essere possibile eseguirela RM per problematiche legate al paziente come nelcaso della presenza del pacemaker è consigliabileeseguire una TC. Nei vantaggi della TC rientra la capa-cità di differenziare nitidamente i dettagli anatomici e irapporti tra i vari apparati, anche se in alcuni casi il soloesame TC di base presenta dei limiti. Per questo motivosi ricorre all’utilizzo di una sostanza chimico-fisica dettamezzo di contrasto (m.d.c.). Il loro impiego permette dievidenziare meglio alcune lesioni, caratterizzarle, valu-tarne l’estensione, per poi decidere di quale naturaesse siano, al fine di ottenere una diagnosi accurata.Inoltre sono comunque indispensabili per lo studiodella vascolarizzazione dei grandi e piccoli vasi sangui-gni, per comprendere la pervietà e/o l’occlusione deglistessi (ad esempio per lo studio degli aneurismi e dellestenosi dei grossi vasi del collo). In TC, i mdc possonoessere impiegati sia mediante somministrazione orale(os) che per via endovena (ev). I primi vengono ingeriti enon assimilati dal nostro organismo per cui sono facilida eliminare, mentre quelli endovenosi vengono a “me-scolarsi” con il sangue,filtrati dai reni ed infine eliminatitramite le urine. Proprio perché questa sostanza vienefiltrata dai reni, prima di poter eseguire l’esame TC consomministrazione del mezzo di contrasto, è indispensa-bile prendere in visione alcuni esami del sangue el’elettrocardiogramma al fine di escludere problemati-che legate alla funzionalità renale, cardiaca ed epatica.Qualora non ci fossero i presupposti sopraelencati nonsarebbe possibile effettuare l’esame.

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Dott.ssa Fiorella DI VITTORIO

TAC E TC: ANALOGIE E DIFFERENZE.

Tecnico Sanitario di Radiologia Medica

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