PREALPI iEdition 05

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TURISMO EDIZIONI & officinadanova iEdition n. 05

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Una Montagna di Sport In questo numero: escursione in Valle Spluga - Pian dei Cavalli, ciaspolata al Pizzo Cornagera, Montagna Wellness, salita al Pizzo Coca, freeride alla Presanella

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TURISMO EDIZIONI & officinadanova iEdition n. 05

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INTRO

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EDITORIALE

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Neve, neve e ancora neve. La fine di gennaio è stata particolarmente generosa di precipitazioni e la copertura, sulle montagne, è oramai completa. Ovunque si volga lo sguardo, i versanti e i comprensori sciistici, sono totalmente bianchi, garantendo un proseguo di stagione senza problemi. O quasi. Gli abbondanti accumuli e le temperatura variabili, non hanno consentito del tutto, il consolidamento degli strati e, ancora, la parola d’ordine è “attenzione”. Agli appassionati di scialpinismo, ciaspole, freeride, continuiamo a dire: fate attenzione. Controllate i bollettini meteo, consultate i siti di riferimento per zona, delle stazioni sciistiche; informatevi con ogni mezzo possibile e, soprattutto, uscite attrezzati con gli strumenti di autosoccorso (Artva, pala e sonda), per non rischiare di incorrere in qualcosa che non vogliamo raccontare... La prudenza, non smetteremo mai di dirlo, consentirà a ognuno di godere delle bellezze che le montagne offrono, senza dover rinunciare al divertimento. E per non rinunciare al divertimento, ecco a voi qualche nuovo itinerario, scelto per soddisfare tutti i gusti. Da oggi, pubblichiamo i vostri racconti di montagna, nello spazio che abbiamo chiamato “SCRITTO DA VOI”. Inviateci le vostre storie, le vostre sensazioni, le vostre scoperte, corredate da foto; la redazione sceglierà la più interessante e verrà pubblicata sul prossimo numero di PREALPI. Inviate i vostri commenti, idee e suggerimenti per migliorare la vostra rivista, scrivendo a [email protected] Continuate a seguire le news, collegandovi al blog prealpi.wordpress.com e sulla pagina PREALPI iEdition di Facebook. Buona lettura con il vostro magazine multimediale PREALPI iEdition

Marco Spampinato

NEWS

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NOTIZIE, EVENTI E CURIOSITÀ

a cura della Redazione

CAMPIONATI MONDIALI DI SCI ALPINISMO

Dal 9 al 15 febbraio il comprensorio di Pays des Écrins nelle Haute Alpes francesi, ospiterà l’edizione 2013 dei Campionati Mondiali di Sci Alpinismo. Alle cinque gare previste nel programma sono attesi oltre 250 atleti in rappresentanza di 30 nazioni e gli azzurri puntano a essere (ancora) protagonisti. La gara individuale e quella a squadre sono le prove della tradizione scialpinistica e per questo si svolgeranno ad alta quota. Nella prima  gli spagnoli Kilian Jornet Burgada e Mireia Miro Varela, due assi della disciplina, metteranno in palio il titolo mondiale conquistato nel 2011 a Claut: le gare Senior si svolgeranno a Pelvoux Vallouise mentre quelle Junior a Puy Saint Vincent. La prova a squadre prevede un tandem composto da due atleti che devono partire e arrivare insieme e sarà la competizione che, domenica 10 febbraio, aprirà la rassegna mondiale. In quest’ultima gara l’Italia è chiamata a riconfermare la medaglia d’oro conquistata da Matteo Eydallin e Denis Trento due anni fa, mentre tra le donne, le svizzere Nathalie Etzensperger e Marie Troillet sono le campionesse in carica. Le prove su pista, decisamente più brevi, non mancheranno di dare spettacolo e attrarre pubblico. La più adrenalinica è la gara Sprint dove gli atleti si sfidano, nell’arco di tre minuti, su un percorso con 80 metri di dislivello: rapidità (anche nel togliere e mettere le pelli sotto gli sci), tecnica e strategia di gara sono determinanti per il successo finale. Qui i campioni uscenti sono lo svizzero Martin Anthamatten e l’atleta di casa Laetitia Roux. L’Italia dovrà

difendere un altro titolo, quello conquistato nel 2011 nella prova a staffetta dove ogni atleta (quattro per il team maschile, tre in quello femminile) deve superare 160 metri di dislivello comprendenti due salite e due discese con un passaggio a piedi. Infine temibile quanto prestigiosa è la vertical race, in cui gli atleti devono inerpicarsi il più rapidamente possibile lungo un pendio con 600 metri di dislivello: ai migliori non sono necessari più di venti minuti. Per informazioni: www.ski-ecrins.com

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MAMMUT LIGHT RAS

Funzionale zaino con Removable Airbag System integrato per il massimo comfort, ideale per escursioni sci e snowboard di uno o due giorni e per freeride. Il sistema Airbag System (R.A.S). convince per la sua praticità e per il suo affidabile funzionamento. In caso di valanga l’Airbag può essere azionato in pochi secondi tirando una semplice maniglia di rilascio dell’aria. Nel caso lo sciatore venga travolto da una valanga, il pallone, con una capacità di 150 litri, farà aumentare il volume della persona favorendo quindi il galleggiamento. La praticità dello zaino Airbag sta anche nel fatto che il sistema airbag è removibile e applicabile a tutti gli altri zaini della linea Mammut Snowpulse permettendo così la scelta dello zaino più appropriato in base alle proprie esigenze. Circa il 20% delle morti da valanga sono causate da trauma, questi traumi la maggior parte delle volte coinvolgono testa, il collo e il torace. Da qui la scelta di utilizzare la tecnologia “Head on Top”. Nella maggior parte dei casi, grazie a questa innovazione, il travolto rimarrà in posizione seduta, con la schiena verso il basso, la testa rivolta verso l’alto e sulla superficie della neve. Questa è la posizione ideale in quanto le vie respiratorie non vengono occluse dalla neve e si riduce il rischio di soffocamento. Da sottolineare anche che lo zaino più leggero della collezione pesa solamente 1.800 g (compreso l’airbag), diventando così il sistema airbag più leggero in commercio.Light RAS viene proposto (senza bombola) a 600 Euro.

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LA CAMPIONESSA INSEGNA IL FONDO

Chi ama la montagna sa bene che la disciplina più adatta per capirne il senso profondo, coglierne le sfumature di bianco sul bianco della neve, respirarne il profumo imparando a distinguere gli odori degli alberi ed allo stesso tempo pattinare metro dopo metro, memorizzando curve, piccoli dislivelli e percorsi, è senza ombra di dubbio lo sci di fondo. Nella sua veste invernale, l’area vacanze Alpe di Siusi è un’autentica rivelazione per gli appassionati di questo sport e in questo scenario, Karin Moroder, vincitrice di una medaglia olimpica a Nagano 1998, organizza due distinti camp di fondo. Tra il 9 e il 20 marzo 2013, il K.M. Alpe di Siusi LADIES Nordic Ski Camp è un’esperienza pensata per le donne che vogliono avvicinarsi o approfondire la conoscenza del fondo in piacevole compagnia e per il benessere personale, circondati da una natura incontaminata. Il pacchetto - comprensivo di 4 notti, con arrivo il sabato – include 3 giorni camp di sci da fondo - For Ladies Only, durante i quali Karin Moroder accompagna e allena le allieve, con l'obiettivo di trovare uno stile corretto ed efficace, 3 giorni di pass per le piste da fondo all’Alpe di Siusi (per ospiti all’Alpe di Siusi) e un “3 in 7” Nordic Pass (per ospiti che soggiornano a Castelrotto, Siusi o Fiè allo Sciliar) che vale l’utilizzo della cabinovia Alpe di Siusi, delle piste da fondo all’Alpe di Siusi e del servizio trasporti pubblici per 3 giorni. Prezzi a partire da 457 euro per persona in camera doppia con mezza pensione. Tra il 26 gennaio e il 9 febbraio e tra il 16 e il 23 febbraio, il K.M. Alpe di Siusi NORDIC Ski Camp si

apre invece a tutti i generi. Sugli 80 chilometri di piste da fondo sull’altopiano più vasto e soleggiato nel cuore delle Dolomiti, Karin Moroder e il suo team allenano per cinque giorni tutti gli amanti dello sci da fondo, in una settimana di allenamento programmata e sviluppata in funzione delle capacità fisiche di ogni singolo partecipante. Il pacchetto - comprensivo di 7 notti, con arrivo il sabato - include 5 giorni camp di sci da fondo – Alpe di Siusi Nordic Ski Camp, 7 giorni di pedaggio per le piste da fondo all’Alpe di Siusi (per ospiti all’Alpe di Siusi) e 7 giorni Nordic Pass (per ospiti che soggiornano a Castelrotto, Siusi, Fiè allo Sciliar), che vale l’utilizzo della cabinovia Alpe di Siusi, delle piste da fondo sull’Alpe di Siusi e i mezzi pubblici per 7 giorni. Prezzi a partire da 877 euro per persona in camera doppia con mezza pensione. Per informazioni www.alpedisiusi.info

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GARMIN NUOVA SERIE OREGON 600 E 650

Garmin presenta la nuova serie Oregon 600 e Oregon 650, navigatori touchscreen, estremamente robusti e precisi che, tra le varie funzioni, consentono di ricevere il segnale satellitare sia GPS che Glonass. Gli Oregon sono dotati di un nuovo display TFT transflective, leggibile sia sotto la piena luce del sole che in zone d’ombra, e ciò aumenta ancora di più l’affidabilità degli strumenti Garmin studiati per le attività outdoor di ogni genere. La nuova accoppiata 600 e 650 si caratterizza per nuove funzioni implementate per migliorarne utilizzo e fruibilità. L’interazione con la cartografia Garmin è stata potenziata grazie al nuovo processore che consente di zoomare, spostarsi e ruotare il display in formato portrait o landscape, ed è possibile operare sullo schermo touch resistivo anche indossando i guanti. La durata della batteria è stata aumentata, per garantire l’utilizzo anche durante le escursioni più lunghe. La serie Oregon 650 integra una fotocamera con autofocus da 8 megapixel dotata di zoom digitale e flash automatico (utilizzabile anche come torcia), e consente di personalizzare un pulsante per scattare immagini con un solo tocco, così da consentire agli utenti di salvare esperienze e waypoint. Con i nuovi Oregon 600 e 650 è possibile connettersi tramite smartphone a Garmin BaseCamp App e ai maggiori social network, condividendo così in tempo reale le proprie avventure con amici e follower. I modelli Oregon 600T e 650T hanno precaricata la cartografia topografica europea di riferimento in scala 1.100 K (senza la

possibilità di calcolo percorso). Prezzi a partire da 379 Euro

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A MARZO LE DONNE PAGANO METÀ PREZZO 

Incastonato tra le Dolomiti del Latemar e del Catinaccio, nel comprensorio più soleggiato delle Dolomiti e vicino al Lago di Carezza, sorge il Romantik Hotel Post di Nova Levante (BZ). Il rifugio ideale dove distaccarsi dalla quotidianità (anche grazie al centro benessere di 1.500 metri quadrati con spettacolare vista sulle montagne), e vivere la neve con offerte allettanti. Durante la settimana Ladies First, dal 16 al 23 marzo 2013, le donne sciano a metà prezzo: hanno il 50% di sconto sul soggiorno settimanale e il 50% di sconto sullo skipass Carezza. Possono inoltre godere di diversi sconti sul noleggio attrezzatura, sulla scuola sci e in vari negozi dell’area vacanza. In questo periodo poi sono tanti gli eventi e le manifestazioni per trascorrere giornate liete e divertenti. Prezzo a partire da 432 euro per signora con trattamento di mezza pensione, servizi Romantik Wellness e lo skipass Carezza per 6 giorni. Il pacchetto è disponibile anche per soggiorni più brevi.Per tutti invece, dal 16 marzo 2013 a fine stagione,

“Sciare sotto il sole di primavera” regala un giorno di vacanza! 7 notti sono proposte al prezzo di 6 e 6 giorni di skipass  al prezzo di 5. L'offerta comprende 7 notti in mezza pensione coi servizi Romantik Wellness e lo skipass  Carezza - Val di Fassa a partire da 731 euro. Il supplemento Skipass Dolomiti Superski costa 27 euro e la scuola di sci con noleggio dell’attrezzatura al prezzo speciale di 175 euro per tutta la settimana. Per informazioni: Romantik Hotel Post www.romantikhotelpost.com

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VIBRAM®: NEW URBAN TECHNOLOGY

Vibram® continua a rivoluzionare il footwear contemporaneo con un nuovo prodotto. Frutto di un iter di ricerca e sviluppo sostenuto dal know how esclusivo del brand di Albizzate, la nuova creazione è studiata per un utilizzo urban e si distingue per l’alto potenziale innovativo a livello tecnologico, stilistico, funzionale, performativo. Il prodotto è perfetto per un comfort attivo durante la vita di tutti i giorni: dal walking, al tempo libero fino a tutte le situazioni della vita urban, nelle quali il comfort del piede è condizione imprescindibile per il benessere psicofisico della persona. Il nuovo prodotto Vibram® è disponibile nei due modelli boot e sneaker. Di ispirazione “vintage-montagna”, il boot è realizzato in morbida pelle e nylon, per garantire resistenza e

performance persino con le temperature più rigide. La sneaker, di ispirazione “struttura building”, è in mesh traspirante e materiale 3M per la sicurezza durante l’uso notturno ed offre una calza in neoprene che incrementa stabilità del piede e aderenza sul tallone. La costruzione della suola è avanzatissima, espressione dell’expertise maturata da Vibram® grazie al know how acquisito dal prodotto Vibram FiveFingers® nel corso di studi sull’anatomia del piede, ricerche, test sul campo. Le innovazioni tecnico-funzionali investono le 5 aree cruciali della calzatura: dita, avampiede, famice, tacco, midsole. 5 dita separate: la suola Vibram® è studiata per consentire alle dita dei piedi la più ampia libertà di movimento, sia in flessione che in estensione. Avampiede: l’elevato drop aumenta la velocità di rullata tra zona metatarsale e dita: uno scalino tra avampiede e dita induce il piede a “cadere” in avanti nella fase di spinta (propulsiva), facilitando la deambulazione. In postura, le dita sollevate dal terreno sono libere di muoversi in entrambi i sensi (flessione e estensione). Famice: la stabilità del piede sia in fase di camminata che di stasi è garantito da uno shank anatomico semirigido, studiato per supportare l’arco plantare e ridurre l’affaticamento del piede. Tacco: di ampia superficie ottimizza la stabilità. La parte posteriore è mobile per aumentare il cushioning nella prima fase di contatto con il terreno. Midsole: sottile e realizzata in morbida EVA garantisce una equilibrata distribuzione delle pressioni plantari e protegge dagli impatti tipici della camminata.

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SALEWA CLIMB TO SKI CAMP

Gli appassionat i d i Freer ide segneranno fin da ora quest’appuntamento in calendario: dal 22 al 24 aprile 2013 si svolgerà la terza edizione del SALEWA Climb to Ski Camp che soddisfa tutte le premesse per divenire un vero e proprio highlight della stagione invernale. Questa volta si andrà a Chamonix, culla del Freeride, e ospite speciale sarà nientemeno che Glen Plake, vera leggenda della disciplina. Dodici giovani rider provenienti da Germania, Austria, Italia, Francia e Svizzera, che si possono candidare via Facebook, potranno vivere tre giorni indimenticabili sugli sci. Insieme a Glen e ai suoi compagni Björn Heregger, Martin McFly Winkler ed Eva Walkner del team SALEWA alpineXtrem e Luca Pandolfi, snowboarder professionista del Team internazionale Jones, si andrà alla scoperta dell’area attorno al Monte Bianco. Con l’arrivo della prima neve cresce la voglia di tracciare rapide curve in terreni non ancora battuti. Chi, il prossimo aprile, vorrà vivere un fantastico divertimento attorno al Monte Bianco, dovrà fissare sin da ora le proprie tracce nella neve con filmati o immagini. Per il SALEWA Climb to Ski Camp 2013, SALEWA cerca freerider giovani e motivati che, come primo passo, dovranno caricare i loro videoclip o le loro foto attraverso l’applicazione Facebook, collegandosi a climbtoski2013.salewa.it. Sarà possibile inviare la propria candidatura a partire da metà gennaio 2013 fino al 3 marzo. A seguire, si dovrà attivare la propria community per votare ed entrare così, con il maggior numero di “Like”, nella selezione finale per il Camp. Come ultimo

step, saranno gli atleti stessi a decidere chi ha la stoffa per partecipare al Climb to Ski Camp 2013. Cosa c’è ad attendere i partecipanti? Glen Plake riassume tutto con queste parole: «Si tratta di fare del Freeride con me e con un paio di compagni del team di atleti SALEWA. Ci divertiremo salendo sulle montagne, per ripercorrerle poi in discese geniali. Non aspettate, candidatevi subito, perché chi non partecipa, non potrà esserci».

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DOLOMITI SENZA LIMITI DI VELOCITÀ

Una gara senza limiti di velocità, una provocazione lanciata al muro del suono, che non prevede nessuna restrizione circa il mezzo utilizzato per lanciarsi lungo la Pista Prà de Tori, nella Ski Area Carezza, tra il Rosengarten e il Latemar, in Val d’Ega. Questo in poche parole è il senso – se così vogliamo chiamarlo – di Speedking Carezza, folle competizione sul filo del decollo giunta alla quarta edizione, che il 24 marzo 2013 vedrà i più incoscienti tra i downhiller sfidarsi per la conquista del record in discese al fulmicotone a bordo di sci, bike, snowboard e altri bizzarri veicoli. La data del primo aprile 2012 è entrata nella storia, quando Dominik Paris - con 182,66 km/h - è riuscito n e l l ’ i m p r e s a d i b a t t e r e i l g i à sconvolgente limite fatto registrare l’anno precedente. “Essere il più veloce” è l’unico obiettivo che conta e l’unica voce che risuona nella testa di ogni concorrente che, lasciata a casa la prudenza per la gioia degli spettatori, si l anc ia a ve loc i tà pazzesca pe r guadagnare il primato. Sarà un’impresa ardua ma anche quest’anno non mancherà l’agonismo in pista. Tra i

partecipanti, la quarta edizione potrà contare anche su „Heitschi“ Raimund Weissensteiner, famoso per la gara più pazza di mountainbike andata in onda nel programma televisivo tedesco “Wetten Dass??”, che cercherà di battere il record confrontandosi con avversari agguerriti, come alcuni tra i più grandi campioni di sci dell'Alto Adige. La gara si svolgerà la mattina. Per concludere, “speed-party” per tutti. Per Informazioni: Val D’Ega Turismo www.valdega.com

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CON GLI SCI E LE CIASPOLE

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ESCURSIONISMO

di Lucio Benedetti e Chiara Carissoni

VALLE SPLUGA - PIAN DEI CAVALLI

La Valle di San Giacomo, meglio conosciuta come Valle Spluga, che da Chiavenna sale verso il Passo dello Spluga, a prima vista può apparire talmente erta e incassata da non prestarsi all’escursionismo invernale, ma fortunatamente non è così. Infatti, superato lo zoccolo granitico nei pressi del Santuario di Gallivaggio e la stretta di Lirone, essa lentamente si spalanca su Campodolcino (1.071 m) e su Isola, dove prende respiro, mentre alte montagne come il Pizzo Stella, la Cima di Groppera e la Punta Timun paiono avvolgere e coccolare i boschi e gli altopiani da loro abbracciati. Tutto ciò offre uno scenario di intensa bellezza, discosta dalle zone aggredite dal turismo sciistico di massa e la proposta seguente recepisce questo naturale messaggio e, divulgandolo, lo fa proprio. La partenza per la nostra escursione invernale che ci condurrà in luoghi dove la preistoria ha lasciato le sue tracce, avviene dalla frazione di Isola (1.260 m), affacciata sull’omonimo piccolo lago artificiale, 5 km oltre Campodolcino. Qui, negli anni ottanta, favoriti dal naturale innevamento, i locali operatori turistici provarono a impiantizzare il pendio di Frondaglio, ma lo strapotere del vicino Madesimo e dell’Alpe Motta, uniti forse a egoismi interni non fecero decollare l’iniziativa e questo, a lungo andare, fu anche un bene per l’intatta conservazione di un ambiente intriso di valori storico-naturalistici

quale il Pian dei Cavalli. Risalito il borgo sulla strada per Mottaletta, dove le vecchie abitazioni sono state quasi tutte trasformate in seconde case, poco prima di raggiungerla (800 m), al primo tornante si piega a sinistra dove normalmente si possono calzare gli sci o le ciaspole. Qui inizia la facile salita calcando la strada poderale che porta alle suggestive baite di Canto (1.470 m), poste su un dosso panoramico sui tetti di Isola, sull’alta Valle Spluga e sui monti di Madesimo. E’ un luogo fiabesco, piccole

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Baite di Ca' Raseri

baite di tronchi e pietra, affiancate da rivi d’acqua che suonano come un concerto e d’estate, laddove si fa caseificazione, contribuiscono a creare nei “Silter” il fresco giusto per conservare il latte e i formaggi. O l t repassate le ab i taz ion i s i prosegue sino al bivio di Ca’ Raseri (1.500 m), dove, ignorando la Val febbra io , s i p iega a s in is t ra attraversando il ponte sul torrente che scende dalla valle omonima. Valle ferma in inverno come fermo è pure l ’a r roccata cont rada d i Borghetto, adagiata lassù al sole a quasi 2.000 m di altitudine. Ora, accompagnati da due ali di larici e abeti, si affronta con pazienza la teoria dei larghi tornanti, incontrando l’arrivo del vecchio skilift e un susseguirsi di altre baite e di belle vedute panoramiche sulla testata della valle. Dopo circa 2 h il bosco si dirada e in breve le pendenze s’addolciscono e adducono alle aperte praterie dell’Alpe Zocana (2.006 m – punto d’ incontro

dell’analogo itinerario che sale da Starleggia). L’ambiente è aperto e lo sguardo può spingersi lontano, oltre l’altopiano degli Andossi, del dirimpettaio Pizzo Groppera, del Pizzo Stella e del Pizzo Emet, i colossi del la val le. La gita prosegue ora in direzione Sud-Ovest dove, per facili dossi, si rimonta l’ultimo bastione che ci separa dal Pian dei Cavalli, altopiano calcareo sospeso tra i 2.000 m e i 2.300 m di quota.Basta una buona mezz’ora di impegno ed eccoci all’apertura del Buco del Nido (Böcc’ del nii): una grotta carsica che si apre a quota 2.157 m il cui pozzo d’entrata dà accesso a una esplorata grotta di eccezionale sviluppo con un reticolo di oltre 3 .600 m e una pro fond i tà massima di 132 m. Il locale sistema carsico convoglia una ventina di sorgenti che danno origine a laghetti, torrenti interni, meandri e sifoni (Da ricerche del

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Passaggio nel bosco

Gruppo Grotte di Novara). Proseguendo sempre in quota e con la stessa direzione, si arriva all’omino di quota 2.260 m, punto elevato del Pian dei Cavalli, dove sono stati ritrovati parti importanti dei reperti archeologici risalenti a circa 7000-9000 anni orsono. Questi sembrano tanti, un’enormità per la nostra fantasia, ma sono incontestabili le scoperte delle più antiche tracce dell’uomo all’interno delle Alpi Retiche condotte per 15 anni dal professor Francesco Fedele del Museo Antropologico dell’Università di Napoli che si è avvalso del contributo della Comunità Montana della Valchiavenna. Dopo aver fatto il pieno di belle vedute, volendo, con un altro ulteriore breve sforzo, si può giungere per facili dossi e valloncelli al Lago Bianco (2.322 m), incastonato alle pendici del monte Bardan (2.788 m) anch’esso addormentato sotto una spessa coltre bianca. E’ parere degli scriventi che questo luogo d’estate è un paradiso, d’inverno è una poesia. La discesa avviene lungo il medesimo itinerario di salita godendo, nella parte superiore, di ampia libertà di scelta del percorso, calando con attenta valutazione della traiettoria attraverso il pascolo aperto sino nei pressi dell’Alpe Zocana, posta su un bel dosso con ampio panorama sull’alta valle. Di seguito, sulla stessa strada dell’andata, si prosegue la discesa prestando attenzione a eventuali accumuli di neve che ostacolano la via. E per ben finire suggeriamo, una volta rientrati a Isola, di fermarsi per una gustosa merenda all’antica Locanda Cardinello, storico punto di sosta per il ristoro e il cambio dei cavalli per i viandanti che transitavano lungo la Via Spluga. Il signor Martino sarà un delizioso padrone di casa (tel. 0343-53058).

SCHEDA TECNICA Tempo di percorrenza: 3 h circa solo di salita Dislivello: 1.036 m Difficoltà: MS (Medio Scialpinista) o buon camminatore Pericoli: moderati Informazioni: Ufficio Turistico Campodolcino – Tel. 0343-50611; Associazione Guide Alpine Val Chiavenna (tel. 3805010018) Cartografia: Kompass n. 92

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Gallery

OLTRE LE NUVOLE, IL SOLE!

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ESCURSIONISMO

a cura del team Prowalking

CIASPOLATA AL PIZZO CORNAGERA

Stavo giusto per portare alla bocca una spettacolare fetta di torta quando suona il telefono. “Pronto!” ma chi è che rompe a quest’ora, sto pensando… “Ciao, dimmi”, è Friz che mi riporta alla realtà dell’organizzazione per l’uscita di domani. “Allora per domani tutto ok, le ciaspole le ho caricate, gli Artva li porta Adriano e Andrea ci raggiunge alla funivia. Peccato solo per il meteo che danno nuvoloso con deboli precipitazioni”. “Beh dai speriamo che abbiano sbagliato, anche se ultimamente ci azzeccano…” “Ci vediamo domani alle 6.30 a casa tua”. “Ok a domani ciao”… finalmente posso tornare alla torta… Ore 5.45, la sveglia suona. I movimenti sono sempre gli stessi, come in un rito. Ciondolando si raggiunge la finestra più vicina, si scosta la tendina e si scruta il cielo. “Peccato, stavolta le previsioni sembrano giuste”. Una coltre all’apparenza spessa e compatta di nuvole sovrasta la pianura e, come se non bastasse, una fastidiosa pioggerellina rende il tutto ancora più autunnale anche se siamo a gennaio. Salto in macchina e raggiungo il punto di ritrovo dal quale partiamo tutti insieme per i monti e, come sempre si fa in questi casi di tempo non bellissimo, noi guide cerchiamo di dare fiducia alla giornata. “…Ma no, dai, vedrete che più in su il tempo migliora, se va bene saliamo sopra le nuvole…”. Con questa speranza racchiusa in un angolino, partiamo alla volta della Valsassina e, man mano che ci avviciniamo, la situazione diventa, se possibile, ancora peggiore. Scoraggiante la constatazione di Giancarlo quando arriviamo a Lecco: “Cavoli, le nuvole avvolgono i monti già a bassa quota, se rimane cosi partiamo nelle nebbia e arriviamo nella nebbia”…

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Il gruppo in file verso il Pizzo Conragera

“Già! Mi sa che stavolta c’è poco da fare”, gli fa eco l’amico (sempre il solito pessimista). Giunti al l ’Alpe di Pagl io la previsione fatta poco prima in auto si rivela purtroppo esatta e anche noi cominciamo ad avere qualche dubbio. Calziamo le ciaspole in un clima da risaie Vercellesi a novembre e, un po’ si lenziosamente, iniz iamo a camminare. Il percorso parte subito deciso, con una rampa che ci porta verso la prima cima della giornata. Dico la prima perché la lunga cresta che porta al Pizzo Cornagera presenta altre due elevazioni: il Cimone di Margno e la Cima D’Olino. Durante la salita, però, qualcosa sembra cambiare. Una strana luce filtra attraverso la lattiginosa coltre nuvolosa. “Friz, ma sai che forse ce la facciamo a salire sopra le nuvole”. “Parla no! È un po’ che lo sto pensando, ma non osavo dirlo; dai saliamo ancora un po’”. A ogni metro salito, la luce sembra aumentare e finalmente dopo poco buchiamo la grigia coltre di vapore acqueo e con alcuni minuti di cammino arriviamo sulla vetta del Cimone di Magno in pieno sole.

“Che spettacolo ragazzi, avete visto che roba”. “Fantastico, sembra un mare infinito con tante piccole isole rocciose”. “Che panorama! Si vede persino il Monte Rosa e il mare di nuvole copre tutto il nord Italia”. I commenti dei partecipanti sono di meraviglia e contentezza. Effettivamente, è una condizione difficile da spiegare per chi non l’ha vissuta, perché le nuvole s o t t o d i n o i s e m b r a n o un’immensa e piatta tavola, che si spinge fin oltre l’orizzonte. Le valli intorno a noi sono come invase da uno spesso fiume di p a n n a c h e a v v o l g e t u t t o , dividendo e creando due mondi c o m p l e t a m e n t e d i v e r s i : malinconico e grigio sotto, solare

e gioioso sopra. Dopo una lunga serie di foto ci rimettiamo in cammino, perché siamo solo all’inizio della lunga cresta che ci porterà sul Pizzo Cornagera. Lo spettacolo è superbo. Tutta la dorsale sulla quale stiamo ciaspolando è come un balcone rivolto sulla pianura e sulla Valsassina e quasi non sentiamo la fatica distratti, come siamo, da questo meraviglioso quanto inaspettato

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Sulla via del ritorno

regalo della natura. Raggiungiamo, fotografiamo e superiamo la Cima D’Olino per cominciare la salita delle pendici meridionali del Pizzo. Giunti all’Alpe Agoredo, vero e proprio balcone naturale, diamo ascolto alle numerose richieste di pausa pranzo: “Andrea, abbiamo fame!”. Assorti dalla bellezza del luogo, abbiamo tirato le 14,00 senza aver messo nulla nel serbatoio. “Certo che è ancora lunga la salita” dice il solito brontolone di turno. “È stato già bellissimo fino a qui”, fanno eco altri, “non è nemmeno presto e il ritorno è lungo” dicono alla fine tutti. “D’accordo” diciamo noi, complice anche il pranzo che ha riempito le pance e placato la voglia di camminare. Guardando poco oltre vediamo uno spettacolare e sicuro pendio di neve soffice e immacolata e subito l’idea del freeride ciaspolatorio risveglia gli animi assopiti. Sistemati gli zaini, salutiamo il Pizzo Cornagera e ci avviamo. Davanti a noi abbiamo un meraviglioso e intonso manto nevoso; giocosi come bambini siamo pronti per tuffarci nella più divertente delle discese, ed è qui che Adry si trasforma in un acrobata delle nevi e, scendendo veloce, esegue dei salti mortali con le ciaspole sprofondando nella neve fino alle ascelle! Ci provo anch’io e mi ritrovo con gli occhiali pieni di neve e la testa verso il basso: forse ho sbagliato qualcosa… Ci seguono tutti, chi lentamente per godersi tutta la discesa fino in fondo e chi, più dinamicamente, con salti e corse, il risultato è lo stesso: felici e contenti alla fine. Ci aspetta la parte finale che ci riporta nella nebbia. L’effetto però stavolta è diverso anche se l’ambiente è lo stesso della mattina; con la mente ancora collegata al sole delle ore precedenti, scendiamo contenti alle auto. Andrea azzarda: “Beh, visto che

abbiamo azzeccato l’interpretazione della meteo, ci meritiamo una bella birra, no?” “Stavolta siete stati bravi, ma forse avete avuto solo fortuna!”; il maligno si sta insinuando… Ci danno una mano Lele e Donatella, che garantiscono per noi e confermano le birre. Il brontolio in sottofondo di Friz si sente da dietro: “Ma cavoli, io la macchina non la prendo più! Non posso mai bere la birretta di fine giornata…

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Gallery

MONTAGNA WELLNESS

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BENESSERE

a cura della Redazione

“SENSAZIONI”: BENESSERE PER LA COPPIA

Lusso e sensazioni speciali per la coppia: questo è il San Valentino dello Sport & Kurhotel Bad Moos****S. Sotto lo sguardo imponente delle Tre Cime di Sesto, immersi nella innevata Val Fiscalina, non si può che cedere al romanticismo! Fra trattamenti wellness da vivere in coppia, suite da mille e una notte, cure e

attenzioni da sogno. Sensazioni per la coppia - Da sempre lo Sport & Kurhotel Bad Moos ha un occhio di riguardo per la festa di San Valentino, dal momento che uno dei punti forti dell’hotel è proprio la SPA a misura di coppia. Bagni benessere, peeling, massaggi e trattamenti speciali si possono condividere con il proprio partner raddoppiando il piacere e anche la sintonia a due. È così che interi pacchetti wellness sono dedicati alla coppia, è il

caso ad esempio di “Sensazioni”, una full immersion di più giorni nel benessere e nel romanticismo. Si inizia con 1 Peeling corpo Vulcania  in due di circa 40 minuti, si prosegue con 1 Linfodrenaggio manuale oppure 1 massaggio Relax per lei (50 min.), mentre lui sceglie tra 1 Massaggio Manager o 1 Massaggio Sportivo (50 min.). Poi di nuovo insieme per 1 Bagno al latte e miele o al ginepro  in due nella tinozza di legno (20 min.), seguito da 1 Trattamento viso Thalasso Maria Galland o Fisiosphere di circa 60 minuti. Segue 1 seduta nella Grotta Bagno Turco Sulfurea (30 min.) e 2 Massaggi rilassanti a scelta (50 min.). Costo del pacchetto: 285 euro a persona. Info: Sport & Kurhotel Bad Moos****S, www.badmoos.it

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BENESSERE FOR MEN ONLY

Il Romantik Hotel Post gode di una posizione eccezionale: sorge a pochi chilometri dl suggestivo Lago di Carezza, tra i “giganti di pietra” del Latemar e del Catinaccio, nel comprensorio più soleggiato delle Dolomiti, elette dall’UNESCO Patrimonio dell’Umanità. L’hotel è dotato di un centro benessere di 1500 metri quadrati che ha una spettacolare vista sulle montagne. È caratterizzato da ampie zone relax e da diverse saune (ladysauna, sauna all’abete, sauna “Stube”, sauna ai cristalli, cabina a raggi infrarossi), dalla grotta salina, dal percorso Kneipp, dalle docce ninfee e tropicali, da una piscina coperta e una all’aperto, idromassaggio e centro cardio-fitness by Technogym. Solo per LUI ha ideato una proposta di totale relax: “Mister Beauty” che comprende 1 bagno di fieno (toccasana dalle mille virtù: rafforza il sistema immunitario, è un trattamento ideale per eliminare tossine, stimola il tessuto connett ivo e i l s istema nervoso v e g e t a t i v o , s v o l g e i n o l t r e u n comprovato effetto defatigante e rilassante), 1 trattamento viso "St. Barth Classic", 1 massaggio parziale "Pantai

Luar" (si tratta di un doppio massaggio: prima leggere frizioni con una miscela di oli essenziali caldi che donano relax, poi il trattamento con sacchetti ripieni di un mix di erbe. I tocchi coinvolgono in particolare i punti di maggior tensione, per riequilibrare l’energia e riarmonizzare corpo e mente. Da subito si ha la sensazione che il calore riesca a penetrare in profondità, sciogliendo blocchi e tensione) e 1 solarium a 160 euro. Info: www.romantikhotelpost.com

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BENESSERE ALPINO

il Corona Dolomites Hotel di Andalo riserva ai propri ospiti momenti di autentico relax, assaporando ogni comfort. Un esclusivo percorso beauty & wellness, ideale per recuperare il benessere psicofisico, da scoprire nel nuovo Centro Benessere dell’hotel: dalla Spa alla piscina con vista sulle Dolomiti, fino agli speciali trattamenti a base di erbe delle montagne del Trentino. Il nuovo Centro Benessere, un mondo di acque, vapori, aromi realizzato con materiali assolutamente naturali. Una vera oasi di relax di 700 metri quadrati che comprende una piscina interna con prolungamento verso l’esterno, oltre i grandi vetri direttamente affacciati sulle cime delle Dolomiti di Brenta, il solarium e la zona umida dove ritrovare benessere e rigenerarsi tra sauna finlandese, biosauna, bagno turco, docce sensoriali e fontana di ghiaccio zona relax con comode chaise longue e zona tisaneria. Un vero “percorso relax” dove all’insegna della lentezza e del riposo è possibile seguire un programma che mira a restituire benesse re ps i cofis i co e a rigenerare la persona. Nell’area beauty invece vengono eseguiti diversi tipi di massaggi e gli

esclusivi trattamenti a base di erbe di montagna del Trentino, come bendaggi alle erbe alpine, trattamenti corpo ai profumi di montagna, e viso alla fitomelatonina. Il Pacchetto Benessere Alpino del Corona Dolomites Hotel, comprende: 7 notti in camera doppia comfort in mezza pensione; accappatoio e ciabattine a disposizione durante il soggiorno. In più, sono compresi i seguenti trattamenti benessere (Pacchetto Corona Dolomiti Relax) per persona: 1 esfoliazione corpo, 1 massaggio decontratturante, 1 massaggio Californiano, 1 Hot Stone Therapy, tisana al termine di ogni trattamento, da assaporare nell'area relax riservata alla beauty. Per questa proposta il prezzo a persona in camera doppia parte da euro 550,00. Info: www.coronadolomiteshotel.com

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BODYSTYLING

Sono 5 i piani del benessere del Castello di Dolasilla, la SPA dell'Excelsior Resort di San Vigilio di Marebbe (BZ), che dispone di 17 attrazioni wellness tra vasche, saune, zone relax ed esclusivi trattamenti e rituali da godersi da soli o in coppia. Pensato per ritrovare la forma dopo periodi troppo “calorici” Health & Slim - Body Styling: il programma che prevede 5 giorni di trattamenti benessere mirati ad ottenre risultati visibili da subito.   Si parte con 1 peeling corpo con sale marino ed olio, per rendere la pelle il più recettiva possibile, 1 bagno Thalasso e 1 Body Styling (bendaggio rassodante per il corpo). Il secondo giorno 1 massaggio anticellulite e 1 Body Styling. Il terzo giorno Biosel anticellulite: massaggio drenante e liporiducente. Il penultimo giorno  1 impacco alle alghe sul lettino fluttuante ad acqua e 1 massaggio del c o r p o c o n o l i o d r e n a n t e e detossinante. Infine l'ultimo Body Styling. Prezzo speciale di 399 euro. Ogni settimana l'Excelsior Resort p ropone un fi t to e d i ve r ten te programma di allenamento nella p a l e s t r a C a s t e l l o G y m , c h e

comprende: hip-hop,  Slackline (stare in bilico), Flexi-Gym, Bodystyling, PMR (per un rilassamento totale), step, Circuit Training, GAG (gambe, addominali, glutei), Aquagym, Theraband Gym (esercizi di potenziamento per diversi gruppi di muscoli attraverso la resistenza degli elastici terapeutici), stretching, Qi Gong, meditazione, Pilates e ginnastica per la schiena. Vital Days 5 notti sono proposte al prezzo di 4! Prezzo da 652 euro per persona. Per informazioni: www.myexcelsior.com

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SALITA AL PIZZO COCA

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SCRITTO DA VOI

di Marco Moratti

TENTATIVO SUL CANALE OVEST

Dedicato a chi insegue i propri sogni. Questa escursione la dedico a chi ogni tanto, se non sempre, mette se stesso e le proprie forze al l ' inseguimento di qualche obiett ivo immaginato. Non ho salito la vetta, perché oggi a un tratto le forze hanno ceduto di schianto, e prima di rischiare di non star bene in quota, ho preferito tornare. Consapevole che, se in forma, è una salita che posso affrontare tranquillamente. Ed è questa la più grande soddisfazione di oggi. Si può tornare indietro a volte, rinunciare, senza vergogna o rancore. Ma sapere che con la forza di volontà certi obiettivi possono essere raggiunti, obiettivi di cui sino a 3 anni fa nemmeno conoscevo l'esistenza e mai mi sarei sognato di poter toccare. Mi sprona ancora di più a continuare in questa grande avventura tra le nostre Orobie, le montagne bergamasche. Parto poco dopo le 6 da Valbondione con un freddo becco e il buio. Frontale accesa inizio a salire, con attenzione percorro i primi metri fino al ponte di cemento, ancora ghiacciati, e poi prendo a camminare lungo il sentiero. Già capisco che oggi sarà dura, un po' per i ferri da stiro, pardon, gli scarponi invernali pesano, un po' sono fuori forma, ma patisco la salita.

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Il cielo inizia a colorarsi

Pochi metri e mi imbatto in uno spettacolo impressionante: una slavina ha praticamente devastato tutto il sentiero, portando massi, piante divelte, e quant'altro a valle. Inizio uno zig zag tra le piante cadute, massi e rovi fino al punto in cui ci sono le indicazioni per Grumetti. Da lì il sentiero è pulito fatto salvo le foglie cadute che lo rendono scivoloso, in particolare il discesa. Salgo ancora un poco con la frontale poi, all'altezza della seconda pietraia, la spengo, l'alba avanza rapida e colora le cime

che circondano questa valle, e non solo. Il Recastello e le sue rocce scure si dipingono d'azzurro mentre le vette dei Giganti come il Redorta si accendono di rosso. In lontananza il massiccio della Presolana cattura lo sguardo sull'orizzonte. Alternando camminata e pause esco dal bosco e arrivo al tratto piano, prima di giungere alla cascatella dove sono posti i gradini di cemento. Qui inizia a essere presente neve, a tratti ghiacciata sul fondo, non troppo pericolosa ma da affrontarsi con tutte le precauzioni del caso; dai ponticelli sotto il rifugio la neve è continua. Per lo più portante, salvo sfondare alcune volte, mai sopra il ginocchio però. Arrivo al rifugio dopo due ore dalla partenza, un po' fiacco, mi siedo e mi rifocillo un po' ammirando il panorama. Il cielo è terso, di un azzurro incredibilmente brillante, il candore della neve dona un tocco magico a questi luoghi a me cari, le vette della conca dei giganti non fanno paura, non sono arcigne e inospitali come talvolta possono sembrare. Ma sono lì, placide a guardia dei loro luoghi. Fatto il pit-stop e calzati i ramponi inizio a salire verso il lago di Coca. La neve diventa migliore salendo, ogni tanto si sfonda un pelo, ma per il 90% dei passi si cammina su una crosta dura in cui il rampone morde senza problemi di sorta, e nonostante la fatica proseguo a cuor leggero. Al lago, ovviamente e magnificamente coperto da una coltre bianca, mi fermo ad ammirare lo spettacolo che la natura mi offre. Solo, in quella valle, mi sento fortunato, non mi sento (scusate la ripetizione) solo, mi sento dentro queste montagne, in unione con loro. E con questo spirito mi incammino verso la parete ovest del Coca. Il percorso, come mi ha indicato l’amico Silvio e come si trova ben descritto e

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Al lago di Coca. Sullo sfondo il passo di Coca, con il canalone innevato

fotografato nel libro “Ghiaccio Orobico” di Michele Cisana, andrebbe iniziato appena oltre il lago dove i pendii sono sì ripidi ma molto meno che i primi, subito alla destra del lago. La neve in questo primo tratto è un poco più farinosa, ma appena si entra nei larghi canali che solcano i basamenti dell'enorme parete ritorna ottima, si sale gradinando benissimo. Salgo a ritmo serrato, ma con pause frequenti. Intanto non posso che ammirare l'enorme massiccio del Redorta alle mie spalle, con il dedalo di canali e le affilate creste, mentre alla mia destra domina imperioso il Dente di Coca, affiancato dalle cime d'Arigna. Su questo lato la neve è presente, ma meno che altrove, intendo dire che nei canali, nelle zone in ombra ce n'è, e di ottima, ma sulle sommità, sulle vette la situazione sembra parecchio asciutta, tant'è che anche il canale Sud Ovest del Dente è praticamente asciutto. Salgo il pendio fino alla conca che sta alla base della parete Ovest, e sosto per rifiatare e continuare a scrutare estasiata ciò che ho intorno. A questo punto faccio l'ultimo avanzamento di stadio, lasciando sullo zaino i bastoncini e legando le due piccozze all'imbraco. E parto. La linea di salita è ben delineata e la neve portante, si sale agevolmente con l'ausilio delle picche. Salgo incassato nel primo tratto di canale, ma inizio stranamente a patire. Molto, troppo... Brividi di freddo lungo la schiena, respiro affannoso... Mi fermo, attendo, ma ogni passo è sempre più pesante del primo. Sono, a occhio, a non più di 45 minuti dalla vetta, ma non voglio rischiare per nulla, magari di sentirmi male. E quindi ritorno sui miei passi. Dapprima faccia a monte, così anche da fare allenamento e pratica dei movimenti in

queste condizioni, poi dove i pendii si aprono, mi giro faccia a valle e scendo spedito. Questa volta tengo la destra (scendendo) e percorro quello che è l'itinerario “consigliato”, che è obiettivamente più dolce; anche qui, dove posso, cerco di tenermi dove la neve dura mi permette sia la discesa faccia avanti che una discesa con due picche faccia a monte, perché l'importante è sfruttare ogni momento per imparare come si fa. Arrivo in poco tempo al lago, dove il sole caldo mi fa tornare un po' le forze, così mi concedo qualche scatto e autoscatto

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Ultimi tratti della cresta sud di Redorta

fotografico, per poi tornare al rifugio. Mi levo i ferri, e torno verso Valbondione. Piano, ma soddisfatto. Ripeto, oggi è stato un gran giro, meritevole solo per il meteo che ha concesso una giornata a dir poco eccezionale. Ho visto che, quando sarò in forma, questa salita è alla mia portata, il che mi rinfranca e mi sprona ancora di più per proseguire su questa strada. A voi tutti amici, amanti e no delle montagne, inseguite i vostri sogni. E capirete da soli se potete realizzarli o meno, ma il solo provarci sarà già una conquista inimmaginabile. Dedico questa mia esperienza all’amico Silvio, che nelle vicende della vita non smette mai di sperare che qualcosa di positivo possa accadere, soprattutto se si confida negli amici. Lo ringrazio in modo particolare perché le escursioni in queste zone, hanno sempre un suo grosso contributo alle spalle. Lui, che qui è cresciuto, sa sempre dare le dritte giuste, i consigli migliori sulle vie, sui tracciati e soprattutto mi sprona lasciandomi quella libertà di provare, non per imitare i passi altrui ma per cercare la mia salita. Poi vorrei dedicarla agli amici Giovanni e Rosita, che i loro sogni diversi si sono mescolati in un unico grande sogno di coppia. Ciascuno con le proprie passioni, con le proprie aspettative, camminate ora su un'unica grande strada comune. Per quanto piccole siano le mie parole, vi auguro di cuore ogni bene.

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Panorama mozzafiatoGallery

PARETE NORD PRESANELLA

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FREERIDE

di Mauro Soregaroli

Percorrendo la strada che da Vermiglio sale al Passo del Tonale non può sfuggire neppure all’occhio più distratto la spettacolare visione delle pareti Nord della Presanella e della Cima di Vermiglio incorniciate dal verde dei lussureggianti boschi dell’Alta Val di Sole: un’immagine da cartolina immortalata da centinaia di turisti che ogni anno transitano su questa strada. La parete Nord della Presanella, in particolare, appare maestosa e separata al centro da un evidente e poderoso pilastro roccioso che scende dalla cima fin sulla base del ghiacciaio. La via di salita classica di questa Nord risale lo scivolo ghiacciato a sinistra di esso ed è abbastanza percorso in salita, ma qualche volta anche in discesa con gli sci da alcuni specialisti che si cimentano sempre più sovente con questa ripida parete. Da alcuni anni era entrata nel mirino delle mie attenzioni e finalmente il 9 giugno 2006 sono riuscito a concretizzare l’idea. Con l’amico e collega Ale Penco siamo saliti al Rifugio Stavel “F. Denza” con sci e snowboard in spalla per il normale sentiero che parte dall’ex Forte dei Pozzi Alti. Il rifugio non ha ancora aperto la stagione e quindi ci accontentiamo di una tranquilla serata nel locale invernale, per altro molto accogliente e per niente trafficato. La mattina dopo, seppur con tempo incerto, ci incamminiamo con sci e pelli io e tavola in spalla Ale, per risalire i pendii ancora in buone condizioni di innevamento. Passiamo sotto il grande pilastro roccioso che divide in due il versante Nord della Presanella e andiamo a superare la crepaccia terminale, che indica l’inizio della parete, nel punto più abbordabile. Attacchiamo lo scivolo di ghiaccio restando preferibilmente sulla parte destra di esso, superiamo

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una strozzatura di ghiaccio vivo e rocce affioranti verso la fine del secondo terzo della parete per poi piegare via via a destra in direzione della cima. La salita si rivela abbastanza veloce anche se effettuata con il peso degli sci sulle spalle e, in solo un’ora e m e z z a d a l l a c re p a c c i a , sbuchiamo in vetta. Siamo avvolti dalla nebbia e forse è proprio per questo che siamo più che mai convinti di scendere con gli sci dalla Nord visto che entrambi non conosciamo il lungo giro di rientro dalla Sella Freshfield, normale via di salita e di discesa dalla Val di Sole. Nell’incertezza della scarsa visibilità attacchiamo il pendio iniziale che poco dopo si inabissa vertiginosamente nella profonda pala ghiacciata. Le condizioni della discesa non sono ottimali, c’è poca neve sopra lo spesso strato di ghiaccio della parete. Le curve sono caute, le lamine sembrano tenere, ma con gli sci corti e leggeri è meglio essere prudenti per non rischiare di perdere il controllo. Verso i due terzi della parete un sottile strato di neve sopra il ghiaccio vivo e le rocce affioranti, accrescono ulteriormente le difficoltà. Questo è il tratto più ripido e delicato, intorno ai 60°, nonché il più stretto, chiuso tra due fasce di rocce che emergono dal ghiaccio. Eppure

gli sci tengono bene, forse è il freddo non eccessivo che consente la presenza di uno strato ghiacciato, ma non vetrato, sopra il quale si riesce ancora a far una buona presa. Ale con la tavola, invece, è in difficoltà, dovuta al fatto che non può girarsi in

front side per il rischio di puntare i talloni contro la parete e perdere, quindi, il controllo sulla lamina. Sono costretto a piantare una vite nel ghiaccio e calarlo con il cordino di kevlar per 60 metri. Quando è in fondo alla calata provo a togliere la vite, ma sono ancorato con le sole lamine al ghiaccio vivo e non ho la stabilità e l’equilibrio necessari per togliere la vite. Alla fine sono costretto a lasciare la vite in parete dopo aver tentato invano di incidere nel ghiaccio, con gli sci, diverse canalette nel tentativo di creare

un valido punto di appoggio. Dopo aver mollato definitivamente la corda che cade veloce verso Ale riprendo la discesa da brivido per trovarmi dopo poco alla sua stessa altezza. Qui il pendio è coperto da un maggior strato di neve e si comincia ad essere un po’ più tranquilli. La sensazione ad ogni curva è, comunque, adrenalinica: solo sul ripido ad ogni cambio di direzione si percepisce in modo tangibile la perdita di quota in maniera

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repentina. Qui, come mai in altre discese, mi sembra di precipitare ad ogni chiusura con piegamento successivi a ciascuna virata. Eppure avverto un senso di libertà e di euforia fuori dal comune. Quando poi il pendio si riduce sui 45° la sciata si trasforma in divertimento allo stato puro e il salto della crepaccia terminale ci porta fuori dal magico mondo del ripido. Il rientro al rifugio è una discesa di routine che, un po’ alla volta, ci riporta nel mondo di tutti i giorni, come spesso accade quando senti di aver compiuto qualcosa di bello, di unico, di difficilmente ripetibile.

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Colophon

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Direttore Responsabile: Marco SpampinatoHanno collaborato alla realizzazione di questo numero:Lucio Benedetti, Chiara Carissoni, Marco Moratti, Davide Novali, Mauro Soregaroli, team Prowalking

Rivista bimestraleAutorizzazione Tribunale di Bergamo n.27 del 30.08.2006prealpi.wordpress.com - [email protected] EDIZIONI - via Pio XII, 1 - 24044 Dalmine - Bergamo Redazione: tel. +39 349 7177035 - fax +39 035 19962633

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