PREALPI iEdition 04

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TURISMO EDIZIONI & ocinadanova iEdition n. 04

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La rivista dedicata a chi ama la montagna

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TURISMO EDIZIONI & officinadanova iEdition n. 04

SommarioBenvenuto nel mondo di PREALPI iEditionibook magazine multimediale

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INTRO

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MAIN PARTNER | OFFICINADANOVA

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EDITORIALE

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L’anno è iniziato nel migliore dei modi, con le abbondanti nevicate che hanno dato il via a questa nuova stagione, già dal ponte dell’Immacolata. Su tutto l’arco alpino e prealpino, le stazioni sciistiche hanno potuto aprire, garantendo ai turisti piste preparate alla perfezione. Purtroppo, però, la stagione è cominciata con alcuni incidenti, con morti e feriti travolti da valanghe, nonostante le condizioni non fossero tra le più indicate per affrontare percorsi fuoripista. Se il destino non si può prevedere, l’imprudenza e la mancata attenzione ai bollettini nivometeo non hanno lasciato scampo. La montagna, come spesso teniamo a sottolineare, va rispettata. Può sembrare la solita retorica ma, noi, non smetteremo mai di dirlo: mai sottovalutare le nevicate copiose e mai sopravvalutare la propria esperienza e la conoscenza del territorio. E allora, per non perdere l’abitudine, proponiamo un servizio che ricordi come prevenire imprevisti in fuoripista e come procedere in caso di incidente. Vi proponiamo anche alcuni itinerari percorribili con le ciaspole, ideali anche per una gita con gli sci da alpinismo. Godiamoci la montagna invernale e buona neve a tutti i nostri lettori.

Inviate i vostri commenti, idee e suggerimenti per migliorare la vostra rivista, scrivendo a [email protected] Continuate a seguire le news, collegandovi al blog prealpi.wordpress.com e sulla pagina PREALPI iEdition di Facebook.Buona lettura con il vostro ibook magazine multimediale PREALPI iEdition

Marco Spampinato

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www.protrek.eu/it

TRE SENSORI

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NEWS

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NOTIZIE E CURIOSITÀ

a cura della Redazione

INNSBRUCK CAPITALE DELLO SNOWBOARDDal 30 gennaio al 3 febbraio 2013, a dispetto dell'inverno, Innsbruck sarà zona calda per gli  oltre 12.000 appassionati di snowboard, provenienti da tutto il mondo, che riempiranno lo stadio del Bergisel. In occasione dei  20 anni di “Air & Style”  gli organizzatori hanno preparato un programma imperdibile. Sabato 2 febbraio 2012 i migliori nomi dello snowboard internazionale si riuniranno attorno al campione in carica, il finlandese Peetu Piiroinen, per fronteggiarsi nel  6Star World Snowboard Tour Contest Billabong Air & Style Innsbruck.  In palio ci sono ben 1.000 punti del World Snowboard Tour e un montepremi in denaro per un totale di 75.000 euro. Quest'anno, invece di 16, saranno 24 gli atleti che si contenderanno la vittoria, esibendosi in acrobazie sulla tavola: gli snowboarder che infiammano la scena internazionale, infatti, sono sempre più numerosi.  Lo spettacolo comincia già venerdì  1° febbraio 2013 con la Burn Style Session,  in cui più delle rotazioni si valuterà il massimo dello stile. Ad attendere gli spettatori dei lunghi 180, ma anche  grandi stelle della tavola, come Gigi Rüf, Nicolas Müller e Terje Haakonsen. Saranno della partita anche diversi vincitori delle passate edizioni di Air & Style, tra cui il primo campione Reto Lamm, il plurivincitore Stefan Gimpl o David Benedek, l’unico tedesco, finora, ad aver conquistato la vittoria. Ma non c’è Air & Style senza festa! Per il contest del 2 febbraio 2013, il palco radiofonico di Ö3 ospiterà il rapper americano Mac Miller e, new

entry sulla scena tedesca, i Kraftklub, entrambi celebri per le loro imperdibili performance dal vivo. Il 1° febbraio salgono sul palco "Die Fantastischen Vier” che, dopo la loro leggendaria esibizione nel 2004, sono ormai dei veterani di Air & Style. Il compleanno di Air & Style offre anche un eccezionale programma di contorno: un party dopo l'altro, lo  Snowfestival  con l'imperdibileLearn-to-ride organizzato da Burton nel bel mezzo della Maria-Theresien-Strasse, così come la prima proiezione del film di snowboard prodotto da Burn con Gigi Rüf, Wer ner Stock e tant i a l t r i snowboarder a l C inep lexx . www.innsbruck.info - www.air-style.com

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DRYARN® Dalla ricerca Aquafil nasce Dryarn®, l'innovativa microfibra in polipropilene dagli elevati livelli di performance. Un prodotto tecnologico innovativo perché tanto resistente quanto  leggero, isolante  e traspirante, oltre a essere  igienico,  vestibile  ed  ecologico. Un tessuto molto stabile, non soggetto ai restringimenti e alla dilatazioni dei tessuti tradizionali, per una vestibilità durevole e sempre in forma. Dryarn® inoltre non assorbendo umidità asciuga in modo sorprendentemente veloce, a tutto vantaggio del comfort fisico, garantendo alla pelle una piacevole sensazione di freschezza e di asciutto. Una fibra altamente performante, per nuove frontiere nei settori del fashion e dell'abbigliamento intimo e sportivo con applicazioni tecnico-speciali, anche in contesti di utilizzo estremi. I pullover Salewa VIBURA, CLINA, VIBUR e MITIS rappresentano il giusto compromesso fra un capo intimo e una maglia tecnica per lo sci: una grande novità che diventerà presto indispensabile a tutti gli sciatori e, in generale, a tutti gli appassionati che non rinunciano a praticare i loro sport preferiti quando le temperature si abbassano. Due i modelli donna, VIBURA e CLINA, mentre i modelli maschili sono VIBUR e MITIS. I pullover sono perfetti per tutti coloro che cercano il massimo del comfort nell’abbigliamento sportivo, senza rinunciare al fashion. La novità MICO in arrivo nei migliori negozi di sport per la prossima stagione invernale 2012/2013 è la linea MICO OFFICIAL FISI®, l’underwear tecnico seamless senza cuciture indossato dagli atleti della Federazione Italiana Sport Invernali in gara e in allenamento. E per vestire i campioni Mico, da sempre attento alla scelta dei materiali, ha scelto Dryarn, la microfibra più leggera al mondo, un filato in grado di esaltare le performance dello sportivo

garantendogli il massimo comfort. Dryarn infatti è superiore alle altre fibre analizzate in termini di termoregolazione, traspirabilità e velocità di asciugatura. E’ migliore della maggior parte delle fibre, naturali e sintetiche, presenti sul mercato in termini di traspirabilità perché permette ad acqua, umidità e sudore di venire trasportati all’esterno del tessuto e di evaporare rapidamente, riducendo la proliferazione di batteri e la formazione di cattivi odori. Dryarn è più isolante del cotone e della lana.

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MICO

COPPA DEL MONDO DI SLITTINODal 24 al 27 gennaio 2013 la 19esima edizione della Coppa del Mondo di slittino su pista naturale sbarca a  Nova Ponente,  portando in Val d’Ega, nel cuore delle Dolomiti, patrimonio dell’Umanità Unesco, i migliori atleti di una specialità che anno dopo anno vede aumentare il proprio pubblico, grazie alle vertiginose discese a folle velocità su un tracciato non appositamente creato dall’uomo ma ricavato dagli ostacoli e dalle possibilità con cui la natura stessa lancia la sfida ai

partecipanti. A rendere ancora più affascinante la competizione c’è in questo caso anche il contorno, grazie alla magnifica vista sul Rosengarten, sul Latemar, sulla Pala di Santa, sul Corno Bianco,

sul Corno Nero e sullo Sciliar, oltre a tutti gli altri massicci dell'area tra cui l'Ortler, le Alpi di Stubai e l'Ötztal. Il programma prevede una prima giornata dedicata all’allenamento in vista delle competizioni di singolo maschile e femminile e di doppio e caratterizzata dall’inaugurazione ufficiale e, a seguire, tre giorni di gare, concerti ed eventi, fino all’ultima delle premiazioni. Naturalmente, in  Val  d’Ega  – un vero e proprio circo bianco per gli amanti della disciplina – non può valere il detto “guardare e non toccare”. La neve qui non significa infatti solo

sci ma anche slitte per tutti i gusti e per tutte le ore, con 8 piste perfettamente preparate che consentono sempre una perfetta visuale sulle Dolomiti e in alcuni casi anche di l anc ia rs i i n una sugges t i va d i scesa no t tu r na . Ad Obereggen, la pista da slittino lunga 2,5 km con partenza dalla Malga  Laner  - raggiungibile con la cabinovia “Ochsenweide“- apre anche ogni martedì, giovedì e venerdì sera dalle ore 19.00 alle 22.00 ed è perfettamente illuminata. Nell’area sciistica  Carezza, la  pista di Nova Levante  dalla segheria Pentner fino al parcheggio Planggn – con Servizio pullman dal parcheggio "Planggnbrücke" dalle 20.00 alle 22.00 è illuminata in notturna ogni giovedì fino alle 22.30. La rosa de l l e p i s te da s l i t t i no comprende anche la  Pista  Hubertus  a Carezza – 1,2 km di discesa facile, adatta anche per i bambini, preparata coi gatti delle nevi nelle immediate vicinanze delle piste da sci –  la  Pista Malga  Lieg  – di difficoltà medio alta, con possibilità di

noleggio e di slittate al chiaro di luna – a Nova Ponente, la Pista Lago Nero  a Nova Levante e la  Pista  Traunwiesen  a  Tires, anch’essa piuttosto facile e adatta ai più piccoli. www.valdega.com

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MANUALE DELLO SCI PER BIMBIAmmettiamolo. Per un bambino che vede nelle piste coperte di neve una sorta di sterminato parco giochi sul quale lanciarsi in una serie di avventure potenzialmente pericolose dettate dall’incoscienza, la sicurezza è una cosa noiosa. Eppure è fondamentale che i piccoli sciatori, gli aspiranti snowboarder e i minifanatici dello slittino capiscano cosa si può e cosa non si può fare sulle discese e tra le montagne. Ecco perché a scrivere il manuale che Alpe di Siusi Marketing distribuisce gratuitamente alle famiglie che decidono di trascorrere le proprie vacanze bianche all’ombra dello Sciliar non è un maestro di sci o un rappresentante delle forze dell’ordine ma una strega millenaria, una di quelle che spopolano tra le innumerevoli leggende ambientate in questi luoghi magici e che devono alla loro età un’autorevolezza che neanche i più esperti campioni di sci possono vantare. “Sicurezza sulla neve con la strega Nix” è un libretto essenziale – per volume e per contenuti ma anche nel senso di indispensabilità – che spiega in parole semplici ed immediate come risalire in modo corretto in ski-lift, in seggiovia, in cabinovia e sul tappeto magico presente nelle scuole di sci e all’ingresso degli impianti Florian e Laurin, cosa fare se si incontrano mezzi di servizio, quali regole di condotta seguire sugli sci, sulla tavola o sullo slittino - dal rispetto per gli altri, alla sosta fino agli attraversamenti - e tutto quello che è necessario sapere per evitare di trovarsi nei guai sulle piste. www.alpedisiusi.info

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RACCONTARE L’AVVENTURANel 2012 sono stati in 13, tra autori e filmmakers provenienti da varie zone d'Italia, a sviluppare 10 progetti di film e a presentarli al “pitching forum” organizzato in occasione del Trento Film Festival. Il workshop "Raccontare l'avventura" è rivolto ad autori e filmmakers che vogliono acquisire o perfezionare le proprie conoscenze nella scrittura e nello sviluppo del film documentario. Ogni partecipante ha l’opportunità di sviluppare un proprio progetto di film sotto la guida e la supervisione di importanti professionisti del settore. L’evento conclusivo della terza sessione del workshop consisterà in un pitch pubblico di presentazione dei progetti a produttori e responsabili di reti televisive durante il 61° Trento Film Festival. Il workshop è organizzato in tre sessioni, con due laboratori a Trento e una fase intermedia di sviluppo on-line. Gli incontri si terranno il 16 e 17 febbraio 2013, il 27, 28, 29 e 30 aprile, nonché il 1° maggio 2013. Il workshop si propone di accrescere la capacità di rielaborare e descrivere un’idea in forma di progetto filmico e di evidenziarne gli aspetti che meglio la rappresentano nella ricerca di possibili finanziamenti o investitori. Le iscrizioni al workshop per lo sviluppo e la presentazione di progetti di film sono già aperte e scadono il 20 gennaio 2013. “Raccontare l'avventura” è promossa da Trentino Film Commission e organizzata da ZeLIG scuola di documentario di Bolzano, in collaborazione con Format - il Centro audiovisivi della Provincia autonoma di Trento - e il Trento Film Festival. Per informazioni: www.trentinofilmcommission.it - www.zeligfilm.it

FIVEFINGERS® PER CAMPIONI DI SNOWBOARD E FREESTYLELa rivoluzione minimalista introdotta da Vibram FiveFingers® ha contagiato anche i grandi dello sci italiano. Grazie alla partnership tra la FISI e Vibram® – fornitore ufficiale della Nazionale Italiana di Freestyle e Snowboard  - le performanti calzature a cinque dita sono s ta te inser i te con successo ne l t ra in ing d i sc ia tor i e snowboarders.  Vibram  FiveFingers® ha reinventato la calzatura in f u n z i o n e d e l l ’ a n a t o m i a d e l p i e d e , o t t i m i z z a n d o i l movimento biomeccanico del piede. La suola ultra-sottile, decostruita come un guanto flessibile, abbinata all’innovativa costruzione a cinque

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dita separate consente di riprodurre la raffinatezza percettiva del piede nudo, offrendo nel  contempo efficace protezione. Grazie a queste prerogative uniche le calzature Vibram FiveFingers® sono diventate  un must per gli sport outdoor e indoor, ed oggi vengono impiegate con s u c c e s s o n e l t r a i n i n g d e g l i a t l e t i delle  Squadre Nazionali di Snowboard e F re e s t y l e , d u r a n t e g l i a l l e n a m e n t i propriocettivi, l’equilibrio e la cosiddetta core stability.  Cesare Pisoni, Technical Director Italian Snowboard & Freestyle Ski Team, illustra con chiarezza il valore  aggiunto che Vibram FiveFingers® sta apportando alla preparaz ione at let ica degl i sc iator i : “Parecchie esercitazioni  vengono effettuate usando la slackline, proprio per ricreare le instabilità tipiche di uno sport di equilibrio come il  nostro, e le calzature Vibram FiveFingers® rappresentano un ottimo strumento per risvegliare i piedi degli atleti. Passare un inverno con il piede chiuso all’interno di uno scarpone rigido può mettere a rischio la capacità di  continuare a ricevere in maniera corretta le informazioni che ci arrivano dalla pianta del piede stesso, e avere la possibilità di calzare Vibram FiveFingers® aiuta molto a ritrovare queste sensazioni”. Pisoni ha inoltre sottolineato il contributo di Vibram FiveFingers® nel

processo di rieducazione del piede affrontato dagli atleti per ritrovarne una corretta mobilità: “Molti atleti usano scarponi stretti che, a lungo termine, tendono a  unire sempre più le dita dei piedi. Con Vibram FiveFingers® le dita dei piedi ritrovano la giusta distanza, primo importante step per ricominciare ad utilizzarle”.

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ONE: LO SCARPONE DYNAFIT PER LO SCIALPINISMOSi apre una nuova era: per l’inverno 12/13 DYNAFIT presenta la linea di scarponi “ONE”, un modello estremamente leggero e al tempo stesso rigido e comodo, per tutti gli atleti di ski touring classico. Con

quattro nuovi modelli, questa linea è l'evoluzione sorprendente e innovativa dello scarpone da scialpinismo. In  generale, la leggerezza non aiuta le prestazioni in discesa. Viceversa, con la serie ONE i progettisti DYNAFIT sono riusciti a combinare in un unico modello

queste due esigenze fondamentali dello scialpinista. Il sistema brevettato Ultra-Lock, facile da usare, consente di aprire/chiudere le leve del gambetto e contemporaneamente commutare tra le modalità “walk” e “ski”, nonché di ridurre il peso. Grazie alle dimensioni ridotte della suola e all´impiego di materiali di alta qualità, lo scarpone è estremamente leggero e stabile, calza alla perfezione e offre il massimo isolamento. La rotazione del gambetto di 60 gradi garantisce agilità in salita senza eguali ed in discesa, una volta chiusa la leva lo spoiler interno, diventando corpo unico con il gambetto, garantisce un sostegno ottimale. Inoltre la rotazione del gambetto così ampia e la suola ridotta fanno di ONE il modello indubbiamente più versatile della sua categoria. La leva indipendente centrale è un’ulteriore innovazione che garantisce il sostegno ideale per il tallone, in salita come in discesa e rigidità incredibile una volta chiusa. ONE PX-TF, 470 Euro – ONE U-MF, 420 Euro.

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ONE U-MF woman

SALEWA TAOS 28 PROGli appassionati dello sci freeride e dello snowboard hanno bisogno di una dotazione tecnica adeguata per affrontarediscese al limite del possibile. Uno zaino all’altezza della situazione è un presupposto irrinunciabile, e SALEWA, specialista degli sport alpini, ha sviluppato una tecnologia che consente movimenti agili anche quando si porta con se l’indispensabile attrezzatura di sicurezza. Lo schienale Ride Fit, creato appositamente per i freerider, garantisce la perfetta aderenza dello zaino al corpo, anche a alta velocità e in caso di brusche torsioni. Gli spallacci anatomici si adattano alle spalle senza fare pressione, e la cintura a vita, ampia ed elastica, garantisce un comfort preciso al millimetro. Durante l’ascesa, il peso di sci e snowboard andrà distribuito direttamente sul petto. Modello di punta della collezione il  TAOS 28 PRO, lo zaino freeride che si adatta al corpo come una seconda pelle, vincitore dell’ISPO Award 2012 nella categoria Action. Il settore dello zaino dedicato alla sicurezza permette di afferrare in modo rapido la pala, la sonda e il kit di primo soccorso. Fischietto di segnalamento e accessori particolari come il comparto super soffice per la maschera da sci o il sistema di idratazione, danno al TAOS 28 PRO una marcia in più. Martin “Mc F ly” Wink ler, an ima del team SALEWA alpineXtrem, insieme ai suoi colleghi del “club”

Free Ski Mountaineering, ha messo a disposizione la sua personale esperienza per lo sviluppo del nuovo zaino, ed è convinto dei risultati: «La tecnologia Ride Fit regala una piacevole sensazione di libertà: sembra quasi di non indossare lo zaino, perché diventa parte integrante del corpo». Taos 28 Pro: 159,95 Euro

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LE STELLE DEL FREERIDE A COURMAYEURGrande attesa per l’unica tappa italiana dello Swatch Freeride World Tour by The North Face, che si svolgerà dal 19 al 25 gennaio 2013 a Courmayeur. Gli assi mondiali del freeski, sia sugli sci che sullo snowboard, daranno spettacolo in uno dei teatri più entusiasmanti per gli appassionati di queste discipline. Un nuovo modo di vivere la montagna e la neve, una filosofia che conta sempre nuovi adepti, una

tendenza in continua ascesa per chi non si accontenta e vuole abbattere i propri limiti: il freeride è tutto questo e molto di più. Lo Swatch Freeride World Tour by The North Face, che raduna i migliori rider del mondo, ha assunto in questi anni il ruolo di principale vetrina di questa specialità. Courmayeur nel 2013 ha l’onore di essere l’unica tappa italiana di questo circuito, che prenderà il via a Revelstoke, in Canada, 7 gennaio 2013, e toccherà sei località in tutto il mondo. Dal 19 al 25 gennaio sa ranno a Cou rmayeu r, su l comprensorio della Courmayeur Mont Blanc Funivie, per le gare maschili di sci e di snowboard. I pendii innevati del massiccio più alto d’Europa saranno quindi il

teatro di un’adrenalinica sfida all’ultima linea, in una competizione altamente spettacolare, in cui la vera gara è con sé stessi oltre che contro il tempo. I rider potranno apprezzare le discese mozzafiato nella “powder”, la neve soffice e polverosa tipica del periodo più freddo dell’anno, sfrecciando in uno dei comprensori più belli in assoluto per gli amanti dello sci fuoripista. www.freerideworldtour.com (ph Jeremy Bernard)

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CASIO PRO TREKGli orologi PRO TREK sono un concentrato di affidabilità e tecnologia e offrono funzioni tecnologiche all’avanguardia grazie all’utilizzo di sensori evoluti in grado di misurare diversi fenomeni naturali; un cuore tecnologico-sportivo ed un look perfetto per le escursioni, da indossare anche tutti i giorni. Ogni modello è uno strumento tecnico di precisione e rappresenta la perfetta sintesi tra design, tecnologia e solidità. Gli orologi PRO TREK sono inoltre realizzati con materiali di qualità elevata per garantire prestazioni d’eccellenza. Il nuovo  PRO TREK PRW-2500-1ER  è lo strumento ideale per gli amanti delle escursioni outdoor e gli sport all'aria aperta. Radio controllato e alimentato ad energia solare, è caratterizzato da un quadrante digitale a colori doppio LCD che permette di fruire delle diverse funzionalità: bussola digitale, altimetro barometrico, termometro, rilevazione dell'altitudine fino a 10.000m ed offre una  resistenza all'acqua fino a 20 mt.  Il PRW-2500 dispone, inoltre, anche della particolare funzione Yacht Timer per una preparazione ideale a qualsiasi regata. L’orologio PRW-5000-1ER, prende il nome dalla vetta più alta delle Mackenzie Mountains (Canada), e colpisce per il look sportivo e la versatilità. È il compagno ideale per gli amanti delle condizioni estreme grazie alle molteplici funzioni outdoor-oriented: bussola, barometro, altimetro, termometro. Tutto il necessario per chi fa trekking. All’interno della cassa è nascosto un cuore tecnologico: ricarica solare, ricezione segnale radio (Multiband 6), regolazione automatica delle lancette. Un concentrato di tecnologia dal look sportivo, il nuovo PRX-7001T è l’orologio top di gamma del Marchio PRO TREK. Un segnatempo ultraleggero, grazie all’utilizzo del titanio nella costruzione di cassa e bracciale, dotato di 3 micro sensori che integrano le

funzioni di bussola, barometro/altimetro e termometro. Ogni funzione è controllata in modo intuitivo dal sistema SMART ACCESS che, grazie alla corona elettronica, offre la visualizzazione di tutte le informazioni: le lancette delle ore, minuti e secondi si muovono infatti in modo indipendente, mediante l'uso di motori separati, a seconda della funzione selezionata. Guarda il video

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PRW 2500 - 1ER

AI PIEDI DEL PIZZO SCALINO

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CIASPOLE IN VALMALENCO

di Angelo Galbiati - foto Ivan pegorari

A nord di Sondrio, confinante con la Svizzera, si apre una valle ricca di paesaggi e varia nei suoi aspetti: la Valmalenco. Regno di preziosi minerali, ricche vallate, antichi alpeggi, immutate tradizioni, creste rocciose, numerosi pascoli ben curati e ampi paesaggi, la Valmalenco offre una gamma molto vasta e differente di escursioni e di ascensioni, sia d’inverno sia d'estate, nei gruppi del Disgrazia, del Bernina e dello Scalino, oltre a riposanti villeggiature e numerose passeggiate. Caratteristica rilevante della valle è la presenza di minerali preziosi che permette a tutti gli appassionati di mineralogia, e non solo, di approfondire le proprie conoscenze in una delle regioni che è fra le più ricche del mondo. Sicuramente uno degli angoli più particolari della Valmalenco è rappresentato dalla conca dell’Alpe Prabello (2.287 m) e Campagneda (2.145 m), facilmente raggiungibile in questa stagione con le ciaspole. Da Lanzada (comune della Valmalenco) in auto si raggiunge, in un susseguirsi di tornanti e gallerie, Campo Franscia. Man mano ci si alza la vista comincia a spaziare sempre più. L’alpe Prabello e Campagneda si trovano proprio ai piedi del Pizzo Scalino, montagna simbolo della Valmalenco, definita da molti il Cervino in miniatura della Valmalenco per la sua forma triangolare ben visibile da qualsiasi luogo della Valle. Caratteristica tipica del Pizzo Scalino sono le tonalità rosse e rosa che questa montagna mostra in particolari occasioni all’alba e al tramonto. La conca dell’Alpe Prabello si trova su un vasto pianoro. In questo meraviglioso angolo incantato vi sono alcune baite, tuttora usate dai malgari, un’isolata chiesetta alpina e il rifugio Cristina, punto di partenza per ascensioni al Pizzo Scalino e alle montagne circostanti. Per raggiungere la conca dell’alpe Prabello sono previsti diversi itinerari. È possibile arrivarci dall’alpe Largone inferiore (1.800 m): subito dopo Campo Franscia ci si porta

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inizialmente alla bocchetta del Cengascio e dopo avere superato una serie di dossi di origine glaciale, con finestre panoramiche che si aprono nel bosco, si raggiungono le baite di Largone superiore (2.064 m). Si raggiunge il Lago del Mufulé, detto anche lago dei Montagnoni. Dopo avere costeggiato il lago verso nord, si passa sul lato opposto per proseguire fino alle torbiere di Acquanera (2.116 m) dove la vista a 360° spazia dal gruppo del Disgrazia verso sud alla zona Vazzeda-Sissone, ai giganti Roseg, Scerscen e Bernina, per terminare, oltre il Sasso Moro, con il Bellavista e il Pizzo Palù. Dall’alpe Acquanera, così denominata per gli spessori di interessante origine geologica di terra scura che caratterizzano l’area, si prosegue fino al rifugio Cristina e Alpe Prabello. Altre possibilità per raggiungere l’Alpe Prabello sono partire dal bivio di Campagneda, situato dopo Largone Inferiore sulla strada che conduce a Campo Moro oppure partire dalla diga di Campo Gera, dove termina la strada. In entrambi i casi si attraversa l’ampia conca di Campagneda, dove è visibile il rifugio Cà Runcash.

Campagneda è dominata a nord dal monte Spondascia (2.867 m), a est dal Passo di Campagneda (2.626 m) che porta in Val Poschiavina e dalla costiera delle Suffrine che arriva al Cornetto (2.848 m) e al Pizzo Scalino; a sud vi sono gli alpeggi di Prabello. Particolare è l’escursione che dal parcheggio della diga di Alpe Gera (1.990 m) ci porta in Val

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Poschiavina, al Passo di Canciano e a Campagneda. Questo facile itinerario, seppur di un certo impegno per la lunghezza dell’escursione, porta alla scoperta dell’affascinante Val Poschiavina da dove è possibile raggiungere il territorio svizzero. La Val Poschiavina si trova in una bellissima piana erbosa, solcata da un placido torrente, tra diverse baite tradizionali. La piana della Val Poschiavina, con le sue numerose pareti, rappresenta una vera propria palestra naturale di arrampicata. Dal fondovalle si raggiunge il Passo di Canciano (2.464), famoso perché in passato era utilizzato dai contrabbandieri per raggiungere la vicina Svizzera. Da questo valico si prosegue verso destra risalendo un cordone morenico e superato il primo dei Laghi di Campagneda si raggiunge l’ampia sella del Passo

di Campagneda 2.626 m). Dal Passo il sentiero scende in direzione dei numerosi laghetti e si raggiunge dopo alcuni salti rocciosi il pascolo dell’alpeggio di Campagneda. Nella zona di Campagneda è ben visibile l’azione esercitata dai ghiacciai nel modellare questo bacino, per la presenza dei numerosi laghi e di conche prosciugate, di zone paludose e di torbiere. Alcuni dei numerosi laghi esistenti sono dovuti all’erosione glaciale, mentre altri, quelli più bassi, a sbarramenti morenici. Tutta la zona è di notevole pregio naturalistico e consente numerose ciaspolate in un contesto alpestre che merita di essere visitato e scoperto. L’ambiente è spettacolare e offre una vista diretta sui gruppi del Disgrazia, del Bernina e dello Scalino.Angelo Galbiati - Alptrek.it

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ESCURSIONI IN SICUREZZA

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SUGGERIMENTI

di Marco Spampinato

Il pericolo dell’escursionismo fuori pista è, purtroppo, un tema che ricorre sempre nelle cronache che riportano notizie di incidenti in montagna. Nonostante i ripetuti appelli alla prudenza, ogni stagione invernale conta diverse tragedie che coinvolgono escursionisti distratti o, peggio ancora, “esperti”. La montagna, la meteorologia, il buon senso e l’esperienza spesso non bastano. Per questo motivo ho deciso di partecipare al mini-corso all’uso delle ciaspole organizzato dalla Scuola di Escursionismo G. Ottolini della sezione CAI di Bergamo in collaborazione con la Scuola di Scialpinismo Bepi Piazzoli. Il corso si è svolto in tre lezioni teoriche, articolate sulla conoscenza della neve con un’introduzione sul tema delle valanghe, alla pianificazione di un’escursione, all’autosoccorso e metodi di ricerca. Ma cosa centra tutto questo con una semplice passeggiata con le ciaspole? Beh, se si volesse camminare lungo le piste da fondo o addentrarsi in qualche piccolo bosco, non si dovrebbero incontrare pericoli; ma se la nostra escursione è un po’ più “avventurosa”, forse è meglio acquisire qualche utile nozione tecnica che, alla fine dei conti, può tornare sempre valida. Innanzitutto va specificato che con pendenze inferiori ai 27 gradi di inclinazione del pendio, per un principio fisico e meccanico, non si possono generare valanghe. Ma non ci si può basare solo su questa indicazione. Imparare a “riconoscere” la neve, valutare le condizioni meteorologiche anche dei giorni precedenti la nostra escursione, interpretare la morfologia del terreno sul quale ci apprestiamo a camminare (o sciare), capire l’ambiente circostante, sono fattori fondamentali per la buona riuscita di un’escursione fuori pista. Partiamo dall’elemento neve. Le nevicate, specie se abbondanti, che si depositano sopra uno strato preesistente, magari ghiacciato, devono avere il tempo di assestarsi prima di essere attraversate. I

cristalli di neve si compattano e si legano fra di loro per effetto della compressione e delle temperature favorevoli come il lento riscaldamento, che assesta il manto e riduce le tensioni in atto, e il raffreddamento che consolida il manto debole e umido. I bruschi

cambi di temperatura, al contrario, vanno considerati come condizioni sfavorevoli e quindi pericolose. Anche il vento forte può generare condizioni di rischio; i versanti sottovento possono caricarsi di accumuli ad alta instabilità. Altro punto fondamentale per la buona riuscita di un’escursione è la preparazione a tavolino. Oggi, grazie all’avvento di internet e alla disponibilità, più o meno da parte di tutti, di utilizzare il computer, si possono consultare senza problemi i

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bollettini nivometeorologici, per conoscere le condizioni del tempo e la situazione pericolo valanghe. Per tutto l’arco alpino si può consultare il sito A.I.NE.VA www.aineva.it; per la Lombardia i bollettini sono pubblicati dall’A.R.P.A. www.arpalombardia.it/meteo. Un dato importantissimo da considerare nella lettura dei bollettini è la scala di valutazione del pericolo valanghe, che varia dal valore 1 (debole) al valore 5 (molto forte). Dopo aver valutato le condizioni meteo, bisogna tracciare un percorso sulla cartina topografica che, oltre alle principali località e ai confini politici, riporta le caratteristiche fisiche e geologiche del territorio. Per questo argomento, un po’ complesso nell’esposizione, dedicheremo un servizio speciale sul numero estivo di PREALPI OROBICHE. Per semplificarne la spiegazione, possiamo dire che il percorso viene tracciato semplicemente utilizzando righello e matita, tenendo conto delle altitudini e dei dislivelli segnalati dalle curve di livello, del versante di esposizione e dei riferimenti per la partenza e la destinazione del nostro itinerario. Molto importante: scegliere sempre i compagni di escursione in base all’obiettivo, valutandone esperienza, capacità tecnica, preparazione fisica e stabilità psichica in situazioni difficili. Ora pensiamo all’abbigliamento e all’attrezzatura. Potrà sembrare banale, ma è bene ricordare che saremo all’aperto, durante la stagione invernale e in mezzo alla neve. Quindi abbigliamento adatto, che indosseremo a strati (come si usa dire “a cipolla”), partendo dall’intimo, meglio tecnico e traspirante, fino al piumino o giacca in gore-tex. La cosa importante è vestirsi in modo tale che si possano togliere o mettere i vari capi, a seconda delle temperature, senza rischiare di rimanere troppo a lungo scoperti ed essere aggrediti dal freddo. Portare sempre guanti, cappellino e occhiali: gli occhi vanno assolutamente protetti dai raggi solari e, per il

riflesso delle neve, il sole è davvero abbagliante. Nello zaino vanno riposti alcuni indumenti per un eventuale cambio, oltre a una borraccia o termos, l’eventuale colazione al sacco o qualche integratore energetico da mangiare durante l’escursione. Anche una semplice tavoletta di cioccolato, fa riacquistare velocemente l’apporto calorico necessario. Per quanto riguarda l’attrezzatura al seguito, oltre alla cartina della zona interessata, alla bussola e all’altimetro, un piccolo kit di primo soccorso (meglio se corredato di un telo isotermico), senza dimenticare gli elementi base dell’autosoccorso: A.R.T.Va., sonda e pala.Sono tre strumenti ormai divenuti indispensabili per tutti coloro che praticano escursionismo fuori pista. Non è più raro vedere strani manici uscire dagli zaini di scialpinisti o ciaspolatori che si

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apprestano ad effettuare una gita fuori dai normali tracciati delle stazioni sciistiche. L’ A.R.T.Va. (Apparecchio di Ricerca Travolti da Valanga) è un ricetrasmettitore di segnale che consente l’individuazione di un travolto da valanga, attraverso un segnale radio trasmesso su una frequenza convenzionale di 457 Khz. Tutti gli apparecchi in commercio devono rispettare la normativa europea n. 300-718, che ne conferma l’omologazione. L’A.R.T.Va. deve essere posizionato sotto uno strato di abbigliamento, per non essere perso in caso di incidente; indossatelo in modo comodo, che non intralci i movimenti durante l’attività. Va rammentato che il segnale A.R.T.Va. ha, per convenzione, una portata utile di 20 m. ed è importantissimo, prima di effettuare la gita, controllare la trasmissione e la ricezione con il compagno di escursione, semplicemente commutando i rispettivi selettori in trasmissione e ricezione, e viceversa. In commercio si possono trovare strumenti analogici o digitali: i primi utilizzano un sistema a segnali acustici che aumentano o diminuiscono la frequenza e l ’ intensi tà del suono, avvic inandosi o a l lontanandosi dall’apparecchio trasmettitore; gli A.R.T.Va. moderni hanno processori integrati che codificano i dati e li visualizzano sul display, aiutando l’operatore a elaborare i segnali emessi via radio togliendo all’orecchio umano l’onere di interpretarli. Non esiste un apparecchio migliore dell’altro: sarà sempre il vostro a essere il migliore, quando avrete acquisito un ottima praticità d’impiego e sensibilità d’uso. La sonda è un’asta telescopica che consente di “bucare” gli strati di neve accumulata, per individuare l’escursionista travolto. La lunghezza consigliata è di 240 cm. Per quanto riguarda la pala, strumento semplice da utilizzare, deve preferibilmente avere il manico estensibile e una benna voluminosa e rigida. La probabilità di sopravvivenza di un

travolto da valanga è, statisticamente, di 15 minuti. Il sistema di sicurezza combinato con A.R.T.Va, sonda e pala, permette il disseppellimento in circa 11 minuti: un tempo utile per trarre in salvo una vita umana. Non vogliamo essere pessimisti, creare allarmismo o scoraggiare le escursioni fuori pista; desideriamo solo dare qualche semplice suggerimento per trascorrere senza pericoli una bella giornata all’aria aperta. In ogni caso, appena possibile, è indispensabile allertare i soccorsi, telefonando al numero unico per le emergenze 112 o raggiungere il più vicino rifugio, per richiedere aiuto. I gestori dei rifugi alpini hanno la competenza per intervenire o per contattare il Soccorso Alpino addestrato per il pronto intervento in montagna. Presso molti rifugi, è installato un telefono di emergenza in contatto con il Soccorso Alpino.

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CIASPOLE IN VALLE CAMONICA

ESCURSIONE AL PIZ TRI’

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di Ivan Scellato

Il Piz Trì (m 2.308) è una cima della Valcamonica che presenta molti aspetti interessanti: dalla sua vocazione alla pratica dello sci-alpinismo e delle ciaspole, alla sua collocazione che ne fa una terrazza naturale che si sporge su un vastissimo scenario di monti e valli; dalla ricchissima flora che ricopre i suoi versanti, ai numerosi animali, ai resti d i manufatt i bel l ic i . La cima costituisce l’ultima elevazione della lunghissima costiera che si stacca dal monte Sellero in direzione nord-est. Questo itinerario è molto f requentato anche d' inverno, essendo privo di pericoli e non eccess ivamente impegnat ivo. B i s o g n a p e r ò t e n e r e i n considerazione che l’intero percorso comporta una camminata di circa 6 ore e mezza, suddivisa tra le oltre 4 ore di salita e circa 2 ore e mezza di discesa. Il percorso si snoda lungo mulattiere, vecchie strade militari e sentieri ben segnalati, tra fitti boschi di abete e di larice, prati, pascoli e vasti cespugli di rododendro ed è costel lato di piccoli laghi ed interessanti torbiere. Una bella passeggiata, alla scoperta dell’Alta Valle Camonica. Per l'arrivo in auto: si arriva in Valcamonica seguendo la SS42 fino a Malonno, una volta arrivati in paese prendere a sinistra

per Loritto. Dopo il paese seguire la strada per Edolo per circa 2km fino ad un bivio dove prenderemo la strada a sinistra che diventerà poi sterrata; dallo sterrato si inizia il cammino verso la vetta (1149m). Si inizia a camminare sul sentiero n. 95A seguendo le indicazioni per il

"Piz Trì". Dopo circa tre quarti d'ora di cammino arriviamo alle Baite di Pradelbisso dove, tenendo la sinistra, troverete un cartello in legno c o n l ' i n d i c a z i o n e " P e rc o r s o Scialpinistico". Continuate fino alle Baite Brunò e Muse (1.449 m) da qui prendere a destra nel bosco dove si proseguirà sulla dorsale nord-est del monte; qui si incrocia il percorso più lungo proveniente da Edolo. Proseguite sempre nel bosco fino a sbucare in un grande pianoro dove all'estremità del quale incrociate la dorsale di sud-est, che seguite fino alla cima del Piz Trì (2.309 m) dove ad attenderci ci sarà una splendida vista a 360° sulle cime circostanti. Lungo l'itinerario non sono presenti rifugi. Il ritorno si effettua con lo stesso itinerario di salita. Partenza e

arrivo: Loritto - Cima Piz Trì - Ore di cammino: 6 ore e mezza circa, di cui 2 e mezza di discesa. Dislivello: 1160 m - Difficoltà: medio - Rifugio: non presenti

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SUGGERIMENTI

PRESERVIAMO I MUSCOLI

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di Fabio Belometti

Nello sci alpinismo e, in generale, in tutti gli sport di montagna, si mescolano due fattori importanti come la resistenza e la forza: il primo si concretizza nel fatto che ogni escursione dura alcune ore, il secondo invece è necessario per affrontare le difficoltà del percorso. Nel corso della preparazione fisica, che serve all’organismo per resistere allo sforzo, le sessioni di allenamento cardiovascolare e cardiorespiratorio vanno ripetute, almeno, tre volte a settimana e

aiuteranno ad affrontare le escursioni e, di conseguenza, a divertirsi. Di fatto, il vero obiettivo è il divertimento e per questo la mancanza di un sufficiente allenamento, rischia di compromettere l’escursione, non riuscendo a godere completamente la salita, il paesaggio e la discesa. Altrettanto fondamentale è lo stretching; qest’ultimo è importante tanto quanto l’allenamento, anzi, direi che deve essere considerato parte integrante dell’allenamento. È bene sapere che più ci si allena, sottoponendo a stress i muscoli, più essi si rafforzano e si irrigidiscono; quanto più si induriscono, tanto più si rischia che rimangano contratti con conseguenti infortuni. Questo può avvenire durante gli allenamenti ma, ancor più in situazioni stressanti, come la salita. Grazie allo stretching ci assicuriamo che queste contrazioni non diventino contratture, termine conosciutissimo dagli sportivi. Gli infortuni da vecchia contrattura molto spesso diventano leggeri stiramenti fino allo strappo più grave o la rottura totale di un muscolo o di un tendine. Mentre quelli più frequenti, per chi pratica lo sci alpinismo, sono da dividersi in due gruppi: quelli diretti e quelli indiretti. Il primo tipo comprende stiramenti e contratture al bicipite femorale (coscia posteriore), stiramento o rottura del tendine d’Achille, traumi da distorsione alle ginocchia. Per quanto riguarda i traumi indiretti, la rigidità dei femorali porterà ad avere un’anomalia nella biomeccanica del movimento nella regione lombare con conseguente lombalgia che, se protratta nel tempo, potrebbe perfino trasformarsi in cervicalgia. Per evitare tutto quanto descritto finora, basterà prevenire (ricordate il famoso detto: “prevenire è meglio che curare”) riscaldandosi gradualmente durante gli allenamenti, ma, soprattutto, prima di affrontare la giornata sugli sci, ed è assolutamente indispensabile, alla fine di ogni allenamento o di un’escursione, fare

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esercizi di allungamento (stretching) almeno dei muscoli fondamentali quali le cosce (quadricipite e bicipite femorale), i polpacci e i glutei, mentre. Per eseguire un allungamento più completo di tutta la catena posteriore, basterà sdraiarsi a terra con le gambe appoggiate al muro formando un angolo il più vicino possibile ai 90°. Inoltre, a coloro che volessero, non solamente scongiurare possibili infortuni, bensì una “marcia” in più per le proprie escursioni, da parecchi anni la cosiddetta terapia fisica ha fornito un valido aiuto agli atleti grazie alla Tecarterapia®: si tratta di un’apparecchiatura a onde magnetiche che permette di aumentare la vascolarizzazione e l’ossigenazione dei tessuti, migliorandone le funzioni metaboliche e il rendimento. Altro fattore importante è l’alimentazione. Questo tipo di attività necessita, infatti, di un’assunzione costante di acqua e di sali per non incorrere in problemi di disidratazione e, conseguentemente, di crampi. Gli alimenti che dovranno essere maggiormente consumati durante lo sforzo saranno carboidrati, anche in forma liquida per una più rapida assimilazione, ma non dovranno mancare proteine e aminoacidi a fine attività, per il recupero e la conservazione muscolare.

Centro Massofisioterapico

Bergamo - www.centromft.it

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IL MONTE FALÒ

TRA ALPEGGI E PANORAMI

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di Andrea Morini

Una breve ciaspolata, adatta anche hai bambini ci porterà in breve tempo sulla modesta vetta del Monte Falò, chiamato anche “le Tre Montagnette”, prende il suo nome da un’antica tradizione, alla vigilia del Patrono di Coiromonte (piccolo e antico paesino alle pendici del monte): si accendeva sulla vetta un grande fuoco, come invito a tutti i pastori sparsi tra i pascoli e alpeggi del Mottarone. Il Mottarone, con i suoi 1.492 metri, ultimo rilievo della catena alpina, si specchia nei laghi Maggiore e d’Orta; con la sua forma collinare, nasconde un vero e proprio paradiso per gli amanti della montagna dolce. Incamminandoci con le nostre ciaspole lungo l’ampia strada sterrata interamente ricoperta di neve, verso le “Tre Montagnette”, tra boschi di faggi, betulle e ampi pascoli, che ormai possiamo solo immaginare, sotto il folto manto nevoso, non mancherà scrutando bene tra le fronde, di imbattersi in caprioli, cervi, cinghiali, lepri, volpi e, naturalmente, raggiunta la sommità del monte, non potremo che rimanere incantati dal fantastico panorama che queste terre possono regalarci. Dalla sconfinata vista sulla

pianura e le sue città, all’enorme panettone del Mottarone, ai Monti della Val Grande (l’area selvaggia più vasta d’Europa), il Monte Massone e la meravigliosa parete Est del Monte Rosa con le sue dimensioni himalayane, per poi tuffarci con lo sguardo nelle acque

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profonde e blu del Lago Maggiore conosciuto e rinomato in tutto il Mondo. Come raggiungere il Monte Falò: dall’abitato di Armeno, seguiamo le indicazione per il Mottarone, percorriamo tutta la strada a tornanti, per circa una decina di chilometri, fino a incontrare sulla nostra destra la piccola Cappella di Cortano; qui possiamo lasciare la nostra auto a bordo strada. Ora percorriamo circa duecento metri di strada asfaltata in salita e, guardando a destra in lontananza, già possiamo vedere ben visibile il profilo della nostra meta; sulla destra intravedremo una strada che si inoltra da prima in un piazzale e poi nei boschi: da qui comincia la nostra escursione. Ora possiamo indossare le ciaspole e inoltrarci lungo il facile percorso, immersi tra boschi incantati. Seguiamo sempre la strada principale, da prima in discesa e poi in leggera salita per circa un’ora di cammino, arrivati a un grosso bivio, prenderemo la traccia in salita sulla sinistra, che incomincia a inoltrarsi sui dolci pendii delle Tre Montagnette; con un’altra mezzora raggiungiamo la vetta del Monte Falò. Dopo aver goduto dei fantastici paesaggi ripercorriamo a ritroso l’itinerario per il rientro alla nostra auto. Il percorso non presenta nessun tipo di difficoltà tecnica, ma ricordiamo che si tratta comunque di un escursione in ambiente invernale e innevato; è pertanto consigliato l’affiancamento di un accompagnatore professionista, al fine di evitare inutili episodi che potrebbero rovinare una bella giornata di escursionismo, in un ambiente affascinante.

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Colophon

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Direttore Responsabile: Marco SpampinatoHanno collaborato alla realizzazione di questo numero:Fabio Belometti, Angelo GalbiatiAndrea Morini, Davide Novali, Ivan Scellato

Rivista bimestraleAutorizzazione Tribunale di Bergamo n.27 del 30.08.2006prealpi.wordpress.com - [email protected] EDIZIONI - via Pio XII, 1 - 24044 Dalmine - Bergamo Redazione: tel. +39 349 7177035 - fax +39 035 19962633

Impaginazione: officinadanova

Concessionaria per la pubblicità:Sport Outdoor Network - [email protected] Masucci - cell. 333.3632366Prealpi - Una Montagna di Sport è associata al circuito Visiotrade

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